- 著者
- マリン・サヌード
- 出版
- 1880年
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I DIARII
DI
MARINO SANUTO
PAX
TID
VOLUME III
Ristampa fotomeccanica
I DIARII
DI
MARINO SANUTO
VOLUME III
FORNI EDITORE - BOLOGNA
222921
DIARII
DI
MARINO SANUTO
DG678.24
S3A4
1969
V. 3
I DIARII
DI
MARINO SANUTO
TOMO III
PUBBLICATO PER CURA D1
RINALDO FULIN
VENEZIA
A SPESE DEGLI EDITORI
MDCCCLXXX
I DIARII
DI MARINO SANUTO
Томо III.
DIARII
I OTTOBRE MCCCCLXXXXVIIII -
XXXI MARZO MCCCCCI.
1 MARINI SANUTI LEONARDI FILII PATRICII VENETI, DE SUCCESSU RERUM ITALIÆ ANNO DOMINI MCCCCLXXXхуш,
INCIPIENTE PRIMA DIE MENSIS OCTOBRIS, DUCANTE
AUGUSTINO BARBADICO, VENETORUM DUCE, QUASI
EPRIMERIDA IN CIPIT.
Tanto è stà despiazevole a tutta la cità nostra el
governo de sier Antonio Grimani, considerando la
quantità di homeni peridi ; el grandissimo numero
di l'armada nostra, za molti e molti anni non audito
sì grande e più mazor legni ; e il perder di Lepanto,
che i puti andavano cridando per la terra :
Antonio Grimani,
Ruina de' cristiani
Rebello de' venitiani,
Puòstu esser manzà da'canni,
Da' canni, da' cagnolli,
Ti e toi fiulli !
Esu molte botege, su' muri, vidi Jo seritto :
Antonio Grimani ,
Rebello de' venitiani !
Et i fioli , temendo esser sacomanati a furor de pоpulo, treteno tute specie e haver sotil di caxa, et
mandati a' monestieri e in altri luogi, nè venivano
fuor di caxa. Et il suo sarasin, stato gram tempo in
caxa, fo bastonato sul campo di Santa Maria For- |
mosa da li puti. Et, concludendo, quasi tutti li pa- |
renti lo abandonoe, salvo secrete andavano a caxa. Et
li Grimani non venivano a consejo, licet non havesseno colpa. Quel nome era in odio a la terra.
E quanto sia stato grato el conseglio nostro grande versso la famegia de do zenthilomeni morti per
defender la patria, zoė sier Andrea Loredam et sier
Albam d' Armer, nominati di sopra, qualli erano, come si crede, brusati o morti combatendo con turchi,
uno su la nave Pandora, e l'altro su la sua nave sua
(sic), che, facendossi provedadori al sal, più conseglij
niun non passò, e poi tolto sier Antonio Loredam,
era stå soracomito con titolo, fradello che fu di sier
Andrea Loredam etc. , rimase da molti vechij erano
stà de pregadi, et have poche ballote di no. Et poi ,
fato etiam provedador al sal, non passava ; tanto che
fu tolto sier Alvixe d'Armer, fo provedador a Peschiera, fradello che fo di sier Albam d' Armer, che
fu morto da' turchi etc. Et rimase da sier Andrea
Corner, era di la zonta, vechio, et have balote 1150.
Li qualli do, per esser zoveni, non sariano romasi a
tal officio de qui anni X in 15, e tal forssi mai. Et
è da creder, questo medemo si farà in benefitiar
tutti quelli si harano portato ben, che perhò pochi
sono. Etiam sier Jacomo Polani, padre di sier Vicenzo, che investi l' armata turchescha, rimase di la
zonta ordinaria, che, ben che fusse vechio, mai saria
rimasto . Et hæc satis.
A di primo octubrio. È da saper, prima si have
como tre squadroni de turchi, cavali 7 in X milia ,
capetanio Scander bassa, haveano sotto Goricia im
più luogi vadato el fiume de l'Izonzo, et aspetario
altre gente e pedoni 5000 ; e sono firmati su la piana
tra Gradischa e Udene, per modo che l'è serata la
strada di Friul, e de vegnir qui da Udene per la via
7 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 8
di Porto Gruer; et in Gradischa era sier Andrea Zanchani , provedador nostro, con el sig. Carlo Orssini ;
et che 40 stratioti erano ussiti di Gradischa a sora
veder, e introno in 300 turchi, adeo li messeno in
fuga; e stratioti , temendo de insidie, ritornorono in
Gradischa : per le qual cosse tutta la terra fu spaventada, di haver turchi tanto propinqui in Friol.
Eta d' primo ditto. Vene nova, dicti turchi esser
1. acampati tra Udene e Porto Bufalè, et esser passato
il Taiamento per numero 2000, imetando a fuogo e
fiama ville, caxe, bestiame, et anime infinite menando via : et questo se intese per letere di sier Dome- nego Bolani, luogo tenente in la Patria, da Udene ; di sier Piero Badoer, podestà et capetanio a
Zazil ; e di Gradischa e di Porto Bufolè, di sier Francesco Querini, podestà. Et præcipue una letera di uno
citadim, chiamato domino ... , la qual fu leta im pregadi, come turchi erano stati a una badia di San Zuanne
de ... , dove haveano fato gran mal, cavato li ochij a
li santidepenti, e di la chiesia fatto stalla perdisprecio.
Et per colegio fu scritto a sier Domenego Contarini, capetanio di Vicenza, et li fo mandato ducati
5000, acciò subito si partisse da Vicenza, et andasse
con 5000 cernide; et serito a Padoa, mandasse cernide in gran numero; a Feltre 300, a Cavidal 300,
a Bassan e Treviso assa' numero. Et ordinato a dito
capetanio di Vicenza andasse di sora via a Zazil, et li
fusse fato la massa di le zente nostre. Et in questo
zorno zonse a Chioza domino Zuan Batista Carazolo,
capetanio di le fantarie, venuto di cremonese con
1000 provisionati, et con barche passono in Livenza,
dando a cadauno 6 marzelli, el resto, zonti sarano in
Friul. Etiam tutavia veniva per terra le zente d'arme, era in cremonese ; zoè Zuan Paulo Manfrom, Jacomazo da Venecia et Colla suo fiol, Tuzo di Costanza, et altri, zoè cavali 2000.
Ancora fo parlato in colegio di mandar barche
e barbote in l' Izonso, et in voce fu aricordato capetanio sier Alvixe Loredam, fo a Monopoli. Et cussi
fu mandato per lui, et armato ... barche, andoc; el
qual si parti de qui a dì ... di questo. Etiam fo
mandà per terra sier Vetor da Leze, patricio nostro,
qual si oferse andar con 100 valenti homeni di questa terra, et si partite, et andoe a Monfalcon.
Da Roma, di sier Polo Capelo, orator, di 28,
venute in horre 48. Scrive haver da Napoli, di l' orator, di 26, come havia per una nave venuta a
Otranto, parti a dì 9 septembrio, dice l'armata turchescha esser stà totaliter destruta in colſo di Lepanto. Tamen ditta nova qui non fu credita ; et nihil
fuit verum.
Da la Mota, Porto Bufolè e altri lochi di trivixana. Come turchi erano venuti li propinquo, et
passato il Taiamento, tutto el paese è in fuga ; dimandano socorso ; fano assa' crudeltà. Et è da saper,
la terra è stata fida nel scriver di sier Andrea Zanchani, provedador, lo qual scriveva, haver 15 milia
pedoni di Friul, deputati, a 5000 per volta ogni
quarto di, a vardar Gradischa, dandose cambio di
8 dì in 8 dì; et le taie di li castelani esser in hordine ; et quando turchi comparseno, li deputati non
volseno venir a far la sua guardia, dicendo voler
vardar caxa sua, et fuzer via al meglio che potevano
in li castelli.
DaNovara, di sier Antonio Loredam, el cavalier ,
orator nostro. Come ivi se ritrovava con il re, andavano a Vegevene, poi a Pavia, et demum a Milan,
e dovea intrar a di 3 ; et de coloquij abuti col re.
Dı Brexa, di 1 oratori nostri, vano al re. Come solicitaveno il lhoro cavalehar, e sperano esser
in Milan avanti il re.
La Cremona, di sier Marco Antonio Morexini,
el cavalier, et sier Nicolò Foscarini, qual non era intrato ne l'officio suo di capetanio. Scriveno di quelle
cosse etc.; et sier Vido Morexini, pagador in campo,
era li , facea l' oficio dil camerlengo; et dil partir di
oratori lhoro.
Da poi disnar fo pregadi, et si redusse el conscio
di X. Erano capi sier Hironimo Zorzi, el cavalier, sier
Domenego Beneto et sier Antonio Trum. Et non
fo fato im pregadi altro, solum leto letere, et electiom di scurtinio, atento una parte che fu messa di
elezer cinque savij , qualli dovesseno aldir li oratori 2
di Cremona, come Verona, et venir con lhoro opinion in colegio ; et cussi di altri lochi aquistati di
novo, potendo meter parte etc. Et rimaseno tutti
cinque procuratori : sier Nicolò Mozenigo, sier Domenego Morexini, sier Marin Lion, sier Filippo Trum
e sier Alvixe Bragadim. Item, fono electi 7 di diexe
savij a tansar, in locho di alcuni, chi erano intrati
consieri, chi savij in colegio ; et rimaseno sier Zorzi
Corner, el cavalier, sier Francesco Trum, sier Piero
Contarini, sier Beneto da cha' da Pexaro, sier Bortolo Vituri , sier Cosma Pasqualigo et sier Troylo
Malipiero, qualli erano electi in Cypro, et, judicio
meo, non doveano esser balotadi. Et atento non venivano im pregadi, fo termina per la Signoria venisseno non metando balota.
Adi 2 octubrio. Si have aviso, turchi danizava
in trivisana, et X di lhoro passò la Livenza, propinquo a Porto Bufole, et tornono indriedo da li altri.
qualli meteano a fuogo e fiama il Friol e trivixan ;
19 10 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE.
grosse di pedota 12 ; e al patron fo dato ducati 4,
et a li altri ducati 3 al mexe; et fono expedite. Ta- men fu butà via li soldi ; et restò a dar danari a X
barche, che non fono mandate.
e le cernide erano in fuga. Et che a Pordenon, loco 1000, venuti da Cremona per la via di Po. Et a le di l'imperador, todeschi, e de quelli habita zercha | barche pizole ſo dato 6 homeni, a le mezane 8, a le 800, ussiteno, adeo ne fono morti molti di lhoro da'
turchi. E il bassà, qual havia suo fiol con lui, è homo vechio, corsse altre fiate qui in Friol, li mandò a dir
a quelli di Pordenon, havia bona intelligentia con il
re di romani ; pur volse ducati 1000, e li daria le
anime tolte. Et cussi li fono dati. Et par, alcuni di
Strasoldo, castelani, con certi stratioti, fono a le man
con turchi, et de dicti turchi fono amazati alcuni ;
tumen tutavia andavano brusando, non havendo a
l' incontro. E il Zanchani, provedador, con le zente si
stava in Gradischa. A Zazil si facea l' altra massa di
le nostre zente, et za era zonto Meleagro da Forli e
Jacomazo. E le altre di campo veniva via.
Da poi disnar ſo conseio di X. Et il colegio se
reduse.
Adi 3 ditto. Gionse in questa terra Hironimo
Zenoa, vien di Cremona con molti provisionati, e fo
mandato in Friul.
Item, vene Gorlim, contestabele, era con pisani,
oferendossi etc. Et vedendo non esser expedito ad
vota, ritornò a Pisa.
Etda Monopoli, di sier Thoma Liom, provedador, l' altro zorno vene letere di 16. Come havia da
do fuste di Malta, licentiate da la nostra armada,
come fin a dì XI el castello di Nepanto si teniva ;
tamen non fu vero, et si havia reso.
Et fo nonciato, el capetanio di Vicenza con 3000
cernide, fra i qual sono 500 cavali, erano zonti a
Sazil, et che in la Patria era adunato 6000 homeni
verso Gradischa; e da Bassan , Feltre , Cividal di
Belun e Conegian, era zonto 1000 cernide, et che
400 cernide di Conegiam fo asaltade da' turchi verso
Porto Bufolè, di le qual 200 si messe in fuga, efono occisi da' turchi, et 200 che fece testa, se salvorono. Da poi, alcuni stratioti, 150 in zercha, ussiti di
Gradischa, arsaltono turchi 500, et quelli messe in
rota, e reportono 100 teste e tre vivi. Da li qual si
intese e- ser in tutto 9000 turchi, i qual doveano partir, e nonpotcano per le fiumare ingrossade. Li qual
turchi, presi, fono examinati a Udene. Et è da saper,
fono in questi zorni grandissime pioze, adeo il Taiamento e l' Izonso cresseteno, si che turchi stanno
mal in mezo ; tamen non haveno mal niuno. Et horra
se troverà tre adunation di zente in Friul nostre, i
qualli, havendo insieme intelligentia, potrano serar
turchi di mezo, zoè li nostri de Gradischa, si zente 2. d'arme, stratioti, fanti e cernide non picol numero;
poi quelli si reducano a Sazil ; et sier Alvixe Loredan, mandato capetanio di 40 barche armade e fanti
È da saper, cossa assa' notanda, che sier Andrea
Foscarini, de sier Bernardo, da San Pollo, era podestà et capetanio a Mestre, inteso turchi esser in trivisana, butoe zoso li ponti, e andò a dormir in rocha.
E le zente, erano a le ville di trivixana, maxime zenthilomeni nostri, veneno in questa terra batando ; e
pur li nostri di Gradischa ni de altrove 0 facea. E
la Patria se ruinava.
Da Vegevene, di sier Antonio Loredam, el cavalier, orator nostro. Come era zonto li col re, va a
Pavia, poi a Milan. Et è da saper, il marchexe di
Mantoa era za andato a Milan contra li, et uno fiol
di inissier Zuane Bentivoy, credo sia missier Hannibal. Il ducha di Ferrara ancora non era partito ;
mostrava haver mal : pur andoe. Et il cardinal legato, nepote dil papa, era zonto a Cremona, honorato da li nostri provedadori ; et stato a Mantoa, va
di longo a Milam e più avanti, a trovar il re.
In questa sera acadete un caso stranio : che sier
Andrea Barbarigo, fo luogo tenente in Cypri, fo dil
serenissimo, era rimasto capetanio a Verona, cadete
d'apocresia, et dete di la testa su uno forzier in la
sua camera, adeo più non parlò ; et a di 5 da matina
morite, laudato da tutti di uno homo molto da ben :
morite con bona e optima fama. Et in suo loco fono
tolti sier Beneto Zustignaın, era orator al re (di)
Franza, sier Marco Sanudo, l'avogador, et sier Baldisera Trivixan, et questo quarto non si provò. Et
nium non passò ; mancho X balote a passar a sier
Marco Sanudo. Et poi uno altro conseio , fu fato
sier Hironimo Zorzi, el cavalier, era savio dil conseio, qual passoe di 6 balote, et andoe.
Adi4octubrio, fo San Francisco. Fu fato conseo. Et la matina vene letere di sier Marchio Trivixan, capetanio zeneral, di Parenzo, advisava el Saracho, arziepiscopo di Nepanto, esser zonto li, qual parti a di 14, vien con licentia dil bassà, à letere
di credenza; et cussi zonse questa serra, e fo dal
principe, et la matina sequente in colegio, conli capi
di X referite, mandati tutti fuora. Et a di 4, poi
disnar, im pregadi fo leto la sua relatione : zoè dapoi
conseio fu fato pregadi: la qual relation sarà qui.
Da Gradischa, di sier Andrea Zanchani, di 3,
vidi una letera a suo fradello, sier Zuan Capello,
fata a horre 6 di note. Come voleva andar con le
11 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 12
zente al Monte di Medea, e dovea venir da Udene 4 ;
capi con cernide 4000 et 1000 cavali ; et erano venuti assa' pocho numero; et Paulo Albanese, contestabele, missier Tristan da Sovergnan, missier Al- teno vegnir molte galie a vuoga ranchada versso
Et dice, che Lepanto per sete volte se defese in bataia contra l'exercito de' turchi, con fermeza de haver auxilio da la nostra armata; et una matina veLepanto ; unde lepantini, credendo fusse l'armata
venitiana, feceno gran festa de campane e cridori ; e,
vixe da la Torre, missier Guariento de Optimo ; et
che stratioti fono a le man con turchi, et ne amazono alcuni. Item, sono solum 8000, et come quel ❘ aproximati, cognobeno quella esser armata turchezorno, lì a Gradischa, fè uno consulto di 17 condutieri et 8 contestabeli, 5 di qual non havea compagnia. Item, era li solum cavali 1500 ; et haveano terminato non ussir, maxime el sig. Carlo Orssini; conclude non ussirano fuori etc.
scha, e perseno l'animo tutti. Unde albanesi mandono, el dì sequente, sete ambassadori in campo a
capitolar e darse al turco, salvo l'aver e le persone,
con libertà ogniun andasse con suo beni dove i volesse , facendoli exempti per X anni. E l'armata
Et se intese, turchi erano passà il Taiamento, e turchescha, per timor di la nostra, vene con la fuga
tornavano in soa malora. Et per letere dil podestà a investir in terra ; e una galeaza carga de polvere
e capetanio di Cao d' Istria, sier Alvise da Mula, scri- deserò una bombarda grossa verso Lepanto, e se
3 ve haver paura nel ritorno turchi non fazi danno in aversse per modo che se afondo, scapolato li homeni
l'Histria ; et è ditto, esser tal turcho che hanno 4 pre- con faticha ; et che turchi aceptono l'oferta de' lepansoni per uno, et che stavano in campo con pocha | tini, e remandò li 7 ambassadori con veste d'oro.
guardia.
In questo pregadi fu posto parte per li savij, di
rafermar per l'anno di rispeto el signor Bortolo
d' Alviano, che compiva ; e ave tutto il conseio.
Item, di far tre savij di zonta al colegio per mexi
tre, zoè dil conseio, et uno ordinario che non passoe. Et fato il scurtinio, rimase sollo sier Costantin
di Prioli, fo savio dil conseio, et sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, qual havia titolo, non passò
di do balote, ni niun altri. Et questo fo, perchè la terra si teniva mal serviti di ditto sier Marco Antonio, maxime in l'acordo fece col castelam di Cremona.
È da saper, el re di Franza, inteso per relation
de molti del poco animo nostro, in armata e in Friul,
habiamo contra turchi, have a dir a l' ambassador
nostro, sier Antonio Loredan, el cavalier : Vui, venitiani, seti sapienti in le vostre deliberation, habondanti de richeze, et poveri de animo e virilità in le
vostre guerre ; tanto timor haveti di la morte! E nui
tolemo le imprese di guerra con animo de morir o
vencer.
Relatione di l' arziepiscopo di Nepanto venuto.
El seguente dì, visto i provisionati del castello, per
numero 200, la terra esser data a' turchi, tutti desesseno dil castello, digando a sier Zuan Moro, retor
nostro, non volevano esser morti. Solo restò in rocha, dove era castelan sier Hironimo Trum, Agustin
Delifia, contestabele con 30 page, e visto el castelan
non haver homeni da defesa, nè speranza de haver
soccorsso de l'armata nostra, se rendete libere; tamen
poteva renderse a pati, se fin 8 dì non havea socorsso, di rendersse; sì che in quel di etiam el castello
si rese, et per haver abuto turchi la terra e il castello, feno leticia. Item, come era stà a parlamento
esso arziepiscopo con el bassà molte horre, el qual 3 *
ge disse in secreto : El mio signor à persuasion del
ducha de Milam, e Maximian è induto a romper
guera a la Signoria, prometando a quello, che per
24 mazo tuta Italia insieme con lui romperia a la
Signoria, e che lui etiam debia romper in quel zorno ; et che esso ducha di Milan, Ferara, Fiorenza,
Bologna, Mantoa et il re di Napoli romperia, e questo, perchè la Signoria cerchava de ligarsse con il re
di Franza a danno de Milam e dil turco ; ideo non
aspectemo la nostra ruina, e cussi como la Signoria
con liga de Italia fu potente a cazar re Carlo, cussi
con el papa e Franza sarano potenti a ruinar el
turco e Milan. Et el suo signor, temendo tal cossa ,
promesse a ditto signor Lodovico che, in tempo
Questa è la relatione di domino Marco Saracho,
venitian, arziepiscopo di Nepanto, lo qual in Histria
stete mezo di con sier Marchio Trivixan, capetanio { limitado, saria presto e preparato a romper.. In quezeneral nostro, e da lui have information di le cosse sto tempo mezo, vene nova di la liga sigilata con
di Lepanto e di l'armata ; le qual, poste in nota, le | Franza, e fata la publication ; alhora il ducha, domandoe a la Signoria. E prima dice che, da che turchi have Lepanto, Fait bassà lo lassò libero andar
per terra e, per via da la Parga, è venuto a Corfù.
vendo romper, messe el pensier a proveder de salvarse, e mandò nuovo legato al turcho, che l'è per
romper a di 24 zugno, e che non puol far tanta
13 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE.
14
a l'altra bataia, iterum el capelam suase el zeneral
andasse da basso, e non stesse su la pope, che le
bombarde non l'azonzesse. Et il secretario alhora
li dete un bufeto. Et il capetanio lo riprese. Et il secretario disse: Li darò de un cortello, se più l' aldo
dirve tal parole. Costui serà caxon de la ruina del
stado de la Signoria e del vostro honor ; como è
stato. Hor ho fato un poco, alla relation torniamo.
cossa avanti. El turco sorastà a trazer l'armada, ma
manda Scander bassà con 20 milia cavali, per Bossina, a romper in Schiavonia su quel di Zara, e sora- stete alguni dì senza far novità ; dove intese, el re di Franza descendeva in Italia, e comenzava a tuor dil stato di Milam. Alhora turchi scorsizoe su quel di
Zara, metendo tutto a sacho. El signor, inteso che 'l
ducha di Milan è cazado per il re di Franza e veni- tiani di Milam, vedendosse delizado da ditto duca, Item, disse dito arziepiscopo, che a dì 28 avosto perhò che lui nè altri italici rompe a la Signoria, l'armata dil turco, di velle 204, intrò in colpho, et,
salvo esso signor turco, fece retegnir e decapitar di ditto numero, 90 velle e più disarma; e la ga- l' ambassador di Milan, e non voleva trazer fuora la leaza di polvere si rupe, e altri navilij al numero sua armada. Tandem , a persuasiom de Embrain di X. Item, ha galie sotil numero 55, e manchava
bassà, trasse l'armata, digando : Signor, per tuo di l'armada homeni XV milia; et che, quando fo per honor, trazila, aziò non para che temi de algun, per- ussir la dita armada, el signor non voleva. Et Emchè quella opererà e per uno luogo e per uno altro. | braim, ch' era nimicho nostro, e il fiol fo di Chazer-
|
❘
E cussi feze, e subito ussita, per fortuna perse 30
navilij sora Cavo Colona, e vene poi di longo in colſo de Coron. E turchi, vedendo l'armada veniziana mostrarge la prova, fuziteno im Portolongo. E, saputo
el bassà tal nova, temendo esser morto dal signor,
perchè vedeva l'armata obsessa in dito porto , se
acorò da meninconia, e morite ; zoè quel Embrain
go, secondo bassà, disseno : Signor, falla ussir ad ogni modo e va a Corfù. Item, havia hordine, si la
nostra armada l'investiva, dar in terra a le Xemiglie, e li smontar li homeni e fuzer. Item, el signor
è do zornate lontan di Nepanto, et lui arziepiscopo
col castelan, che a dì 29 si rese, haveno licentia di
vegnir via, e uno da cha' da Canal era li, e li costò
bassa vechio. El signor etiam, inteso di l' armata | ducati 100per uno. E, partiti, il bassà mandò a dir al
obsessa, have gran dolor, come per molte vie se in- tese, nè sperava mai più quella haver in suo domi- nio ; tamen, cum astuzia de Camali et altri, l'armata
ussite per tre volte di Portolongo, e tre volte, da
paura d'esser rota da'nostri, ritornò. E pur a la fin
ussite, quando sape la nostra esser im porto al prodo,
e vene a terra via im porto Zonchio, e levati dal Zonchio per tre volte fo a le man; e investita da la nostra,
in la prima, la nave Pandora e l' Armera, si che con
la nave mazor turchescha, tutte tre se brusono in mar,
e turchi recupera, non solum suo homeni con le fuste, ma preseno et amazono nostri in mar; e i vivi
fono menati al bassà, e il di sequente decapitati. Edicono, la note sora i corpi morti fu visto candele accese, e fu trovato uno olivaro nasudo. Si è vero, è
miracolo grande. E Andrea Loredan e Marco di
castelan e l'altro, non venisse ; e lui lassò venir. Et che'l provedador era in un navilio con le fantarie,
qual il bassà volea licentiar, poi li mandò a tuor le
velle e timon. Item, par esso arziepiscopo habi letere
di Fait bassà, di credenza, et di uno altro voria adatar le cosse. Et è dito, sier Alban d' Armer si abrazó
con uno frate, e tutti do erano morti insieme. Et è
ditto, sier Andrea Loredam per alcuni esser prexon
di Camalli. Item fo dito la testa di l' Armer esser
stà trova a Modon da Hironimo Vianello, era su le
galie di Barbaria, e, conosuta, l' havia fata sopelir.
Item, disse dito arziepiscopo, turchi non facea mal a
niuno in Lepanto ; e la sua armata esser mal in hordine. Et conclude dicendo: L'ultimo di pessi (sic) che il
Saraco vi dice : le cosse di la Signoria va mal. Item,
che Fait bassà non li piaceva di l'aquisto di Lepanto,
4 Santi, suo secretario, con San Marco abrazado, invo- | perho che trazeva più utilità quando era di la Signoria, che trazerà al presente. Et par, il signor turco
ge lo habbi donato ; qual è zenero di esso signor.
Item disse, li parloe come el signor ha roto la pace
confirmata per sier Andrea Zanchani noviter ; et,
fazandola di novo, non la mantenirà. E lui rispose :
El signor mai scrisse alcuna letera, ni confirmò pace ;
ma quando l'ambassador si parti, fuzite da Constantinopoli, e lassò do ancore per ochio ; et si el signor
havesse promesso la pace a la Signoria, l'aria mancando Dio li perdonasse e San Marco el scapolasse, se
abrusono in nave. Et in le bataglie apizade, mai el zeneral volse investir nė aproximarse, anzi pre' Hironi- mo Cesoto, suo capelan, diceva : Magnifico capetanio,
le bombarde vola per tutto ; andè da basso, che una
non ve azonza. E Marco Bevazam, secretario, lo represe aperte : Scomunichà, se te aldo dir tal parole,
te amazarò. E ditto capelan disse : Le manaze al capetanio ? Qual lo disse al secretario. E lui rispose : Me
agrieva che non li desse de un cortello. Et essendo I tenuta.
15 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 16
4 Da Syo, di Zuam di Tabia, consolo nostro, di
8 et 19 avosto, vidi una letera scrita a sier Piero
Dolfim, ſo di sier Zorzi. Come havia eri da Pera de
27 dil passato, che nostri merchadanti venitiani, trovandosse con grande pensamento in Constantinopoli,
haveano pensato trazer parte de lhor beni, et fate
de arquante some una charavana, e havevala messa
in camin, per la via di terra, a la volta de Ragusi ,
pensando anche lhoro per quella via levarssi ; e quando fono per cavalchar, sentito questo lo bassà, rimaso
luogo tenente dil signor in Constantinopoli, li ha retenuti, e mandati corieri ad far ritornar tutte dite some. E questo è stà fato senza comandamento dil
signor. Poi a dì 15 di l' instante scrive, ha per letere di Pera, di 6, chome era zonto uno olacho, a di
3, al bassà, mandato per el signor turco con comandamento, che 'l debia retenir AndreaGriti, cussi nominando, con tutti i altri merchadanti venitiani s ' atrovano de li, e far scriver tuti lhoro beni e meterli
in cauto. La qual cossa statim ditto bassà ha messo
ad execution, e fato scriver quel di medemo tutti
lhoro beni ; poi, a di 5 avosto, li mandoe a Castelnovo de la bocha de Mar Mazor, posti in una torre.
La causa di tar ato a Syo, ni im Pera, non se intende,
et esser nova. L'armada a dì quindeze del passato,
zoè di luio, era sora Cao Malio, zoè la turchescha.
che non se dia far morir si excelente homo, el qual,
insieme con uno altro zovene, Agustin Foscolo, da
Modom, prexo su l'isola Cavrera, pasando l'armada
de li, fono mandati al signor. E quando ſo investida
l'armada, si le galie grosse sole investiva, tutta se
haria auto, perchè più di turchi 2000 de quella armada era in terra per scampar, e cussi era delibera
di far tuto el resto. Ma altri non investi cha la galia
Polana, la qual, essendo in mezo di tanta armada,
ussite, foli ferito quasi tutti li homeni. Driedo questa,
vene la nave capetania, con el trincheto mostrò di
acostarse, e saltò a l'orza e scampò via. E per camin
se inbatè in un schierazo de' turchi, e butoli e rampegon, e tirolo in mar, e brusolo; era cargo di risi ,
farine, cebibi e caviari, robe de bazarioti per l'armata; sul qual era 16 homeni ; e cussi si messe in
mar quella note con tute le nave, e andò per fin
a Strivali , e steno 4 zorni a trovarse con il resto di
l'armada. Poi, essendo la turchescha a Chiarenza,
essendo la franzese con la nostra, ſo investita, e preso
4 galie, e una fusta, e una nave francese grossa, dita
la Chiaramonte, rimasa ultima, havea 700 homeni, 5
di qual era 300 schiopetieri, et 50 galie turche la
messe in mezo. E quella, diserato a una banda soto
vento 200 bombarde a un trato, fece gran frachasso
de' turchi . Se judicha, l'amazasse 1600 homeni, come
disse sier Zuan Francesco Venier era li, e de' franzesi niun fo morti ni feridi. Quali tutti 700 erano
armadi scoperti, e have tante freze, tuta la pope
era piena, pareva el tavolazo de Lio. E lhoro con balestre, schiopeti, saxi e palli di ferro, trazevano. Et
quel di fu messo fuogo a 4 nave nostre, carge di
bruscha per brusar la nave dil turco ; se brusono
lontan di ditta nave. Poi, a dì 25, sora Cao Papa,
essendo rimaste 5 soe galie da drio, ſono prese da
la nostra armata. Questo è quanto prodeza à fato.
Poi sempre la fo acompagnata fino a Patras, essendo
sempre la nostra sora vento. Si dice, l'armata turcha esser velle 150 in zercha. Se zudega, le barche
havia, havesse afondate ho mandate in colfo ; havia
galie 60; parandarie da bombarde 20, come galie
aperte da pupa ; do nave grosse, di le qual una fo
brusata; tre galeaze; schierazi e barzoti 18 in 20; el
Qui sarà posto el sumario di do letere venute da
Modon, di Zuan Foscari, scrite al prefato sier Piero
Dolfim, una di 2 septembrio, l'altra di XVditto. Primo, come era in grande affanno per le cosse seguide,
et se atrovavano in grande angustie per li malli portamenti di la nostra armada, et che la nave Brocheta, di
bote 700, andò a fondi per colpi di bombarde, più di
le nostre cha di turchi, volendo trar quelle a' turchi.
Et si duol di la morte di quel magnifico e magnanimo
sier Andrea Loredan, del qual tremava tutta la Turchia, nè altra dimanda faceano turchi, salvo se la
persona del ditto era su questa armada ; e la fortuna
permesse, che in quel horra zonse, montó su la Pandora, e senza arme, e non fo mandapur una galia,
quando se brusava le nave, a recuperar li homeni, e
si potea recuperar la Pandora, si 'l havea un poco di
remurchio. Ma, apizata la nave dil turco, essendo
questa per pupa de quella, quel fuogo brusò anche ❘ resto fuste e bregantini e barchete. Al presente è
rimasta con 150 di le più grosse. E la nostra con
quella di Franza, ch'è nave 22 erodiane, prima nave
70; galie sotil 54, con 4 francese ; galie grosse 16,
non metando la Polana ; e gripi e fuste più de 50.
Saria sufiziente a far tremar il mondo, e turchi havea
tanto spavento, che tuti scampava in terra, se l'era
questa, e li nostri homeni fono recuperà da certe
fuste de' turchi, la mazor parte anegati, e quelli recuperati el sequente zorno, zonti in terra, fono taiati a
pezi. In li quali da' nostri fu visto el corpo de un
zovene con camisa bianca sotil ; se judicha, sia sier
Alban d' Armer. Solo el Loredan si dice esser vivo,
perchè si dice, che Camalli disse al bassà de l'armada, ❘ investida. E horra, à conosuto turchi el poco animo
17 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 18
apopletico ; e più fo per la bota, che si frantumò il
cervello. El principe non vene in colegio ni pregadi.
Da poi disnar fo pregadi ; et prima noterò le
nove fu ditto.
de' venitiani. Or bisognerà far queste terre di Le- | Andrea Barbarigo, come ho serito di sopra, caduto
vante castelli di guarda, perchè da terra non si potrà haver le intrade ; et è venuto il tempo di arcoglier le intrade de vin e oglio, e algun di nostri non
ardisse ussir fuora di le porte, per dubito che turchi
non corano, la qual l' aspetavano di zorno in zorno.
Et de di e di note li albanesi dil contado meteno a
sacho queste possession. La colpa è stà al cativo governo de chi governava, e al poco animo di sopracomiti ; et si pol reputar cussi haver persa l'arma' dil
turco come etc. Or bisogna la justicia castiga quelli
sono stati caxon di la ruina di la Signoria e tuta la
cristianità, e tal homeni dieno esser morti, si havesseno 100 vite.
Da Pavia, di sier Antonio Loredan, el cavalier,
orator. De coloquij abuti col re e il cardinal Roam,
qual dice, il re vol lassar 1000 lanze in italia, et voria che la Signoria insieme se ajutasseno, si el signor
Lodovico facesse muover Maximian ; et che a dì 6
l'intreria in Milan con gran pompa.
Da Milam, di 4, di quatro oratori nostri. Come
quel zorno eravano ivi intrati assa honorati, et che
monsignor di Ligni li vene contra, et trovò Zuam
Dolze, secretario nostro, qual restarà con lhoro ; anderano a Pavia contra il re per intrar con la pompa,
e si facea gran preparamenti, et che 'l marchexe di
Mantoa era partito de li per andar a trovar il re. Et
è da saper, molti zenthilomeni nostri andono con
dicti oratori, et aitri a lhoro posta, et altri, come fu
sier Vicenzo Capello e sier Vetor Capello, mio collega , andoe col collar fo dil re di romani , li sta
per ducati 25 milia, per venderlo al re. Lo qual lo
mostroe, et nulla fece.
Poi, per l' altra letera di 15. Nepanto si poteva
socorer, da poi che lassono intrar l' armata in colpho. Al presente intendemo, turchi se tragetavano
sopra la Morea, e l'armata si meteva in hordine a
Nepanto de artilarie e vituarie, per insir e andar a
Napoli di Romania, o ver qui a Modon ; e fu preso
uno Bortolo Padoam, patron di una nave, qual ha
inzegno, e sa il sito di Modom per esser stato longa- |
mente li. Dubita etc. Lauda sier Marco Cabriel, caste- |
lan e provedador nostro, tamen non è conbatanti,
munition, vituarie e artilarie ; et quelle haveano le
galie e nave, le tolse. Voria legnami per far la porporela, zoè palli de olmo o de rovere per far, da la
partedi levante, ditta porporella, zoè da la porta del
muolo fin a la zudecha; e, non fazando, questa tera
è persa ; perchè turchi puol impiantar le bombarde
in la spiaza, dove è la chiesia di Santa Maria, e ruinar tutta quella cortina de la torre, che feze ruinar
sier Antonio Grimani, per sin al portel nuovo. Eda
quella banda puol spianar i casamenti di la terra,
per esser le mure debelissime, e parte amurate di terra, et, ruinada la cortina, puol vegnir per fin | Bernardin da Corte, castelan, molto si havia fidato,
soto le mure con le prove di le galie e fuste, non
essendo la porporela fata, et essendo, non si potrà
acostar : ruini si ' l sa. Intendo, se pur nostri voltava
le prove di le nave e galie versso la turchesca, tutti
fuziva, e di quel colfo si trazeva 500 milia stera di
formento segondo el dacio di Nepanto : sì che que5. sto Levante morirà da fame, e perfin adesso non è
in man de merchadanti un granelo de formento, e
pezo se porà trovar da mo avanti. E se l'armada dil
turco se rompeva, tuta l' Albania era nostra, Scutari
e la Morca, perchè tutte le forteze haria dato le chiave, come ha fato tuto el brazo de Maina, e si
haria tolto Metelin, Stalimene, e forssi Negroponte :
si che, considerando tutto, non è da viver, mamorir.
Da Cremona. Sier Marco Antonio Morexini, el
cavalier, dimanda licentia, et sier Nicolò Foscarini,
provedador, scrive, voria la resolutiom di l' exercito
et altre cosse, qual acadeva a quelle cosse de li .
Da Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexuro,
podestà, da Riva, Bassam e Feltre, tutti in consonantia. Come el signor Lodovico era a Yspurch,
aspectava il re di romani che dovea zonzer, et era
di malla voia, per non aversi tenuto li castelli di Milan et Cremona, et præcipue quel da Milan, e in
sì che deva più danari a le zente, nè sapea che farssi .
Li tre cardinali era con lui et altri soi cortesani.
Da Ferara, di sier Hironimo Donato, dotor, vicedomino nostro. Come el ducha era partido, va contra il re a Milan, e va per barcha per Po a Pavia, el
iterum li era venuto uno parasismo di febre.
Fo divulgato per letere in fiorentini, private,
etiam poi se intese per publice, e di bocha di l' orator fiorentino, come marti, a dì 2 di questo, a l' aurora fiorentini feno decapitar Paulo Vitelli, lhoro capetanio, el qual el luni introe in Fiorenza ; era alozato
di fuor di la cità, et intrato la note, fo examinato da
li diexe, e, tormentado, non confesso ; et dicitur, li
feno tre oposition : primo, che havendo el ducha di
Adi 5 ortubrio. In questa matina morite sier | Urbin obsesso im Bibiena, quello lassò ussir con
1 Diaris de M SANCTO Tom. III.
2
19 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 20
Di sier Alvixe Loredam, andato capetanio con
barche di Chioza e di peota numero 40, e di le contrade versso l' Izonzo. Come anderà, e,judicio de tutti,
fo spesa butà via. E poi li fo scrito, andasse versso l' Histria , perchè si dubitava non facesse danno
de li.
salvo conduto, senza lhoro saputa, e andò a Urbin ;
secundo , che essendo a campo , e preso el borgo
di Pisa, con facilità potendo haver la terra, a di X
avosto, sive prece, sive coropto di danari, se retrasse
e non andò più avanti ; tertio, che fense esser graviter amalado, e levossi da l'impresa, lassando le
artilarie abandonate; le qual poi veneno im podestà Adoncha turchi corse in Friul, partino a di 4,
de' pisani, e fu disciolto tutto lo exercito. Et un'al- e feze do squadroni, e passono per la Calalta de Udetra più grande, judicio meo, che havia pratichà di ne fin a l' Isonzo, dove hanno brusato 132 ville ; poi
acordarssi con la Signoria nostra. Or li fo tagliato | passono l'Izonzo, e in mezo messeno tuta la preda e
nel palazo la testa ; e, come intisi, stete tre dì nel
palazo a la examination, prima fusse decapitato. E
poi li fo fato solenne exequio, per fiorentini, nel qual
speseno da ducati 1000. Et par, per Pisa morise di le
persone 5000, dil campo di fiorentini ; et a ditta impresa morse 20 proveditori, tra li qual in questi giorni Paulo Anton Soderini e Brazo Martelli. Item, a Roma era orrator di fiorentini uno Antonio Caxe Mille.
Da Gradischa, di sier Andrea Zanchani, di 4.
presoni luntam di Gradisca mezo mio, cridando
quelle anime : Misericordia ! San Lunardo, venite
ajutarne ! E mai nullo se mosse de la citadella, imo
alcuni stratioti, contra el voler di sier Andrea Zanchani, provedador, el qual mai volse ussir, dicendo :
Non voglio farme amazar ; e alcuni volcano saltar
zoso per i muri, per rescatar quelle anime, et non
fono lassati andar. E da hore 16 fin 18 passò un
squadrom, l'altro passo da hore 20 fin 24, sì che
Come Franco dal Borgo, capo di balestreri a Spilin- | compino da passar con la preda senza obstaculo albergo, si portò ben, amazò con li soi molti turchi ;
et che 250 stratioti solli ha fato il dover, sì che si
tutti, che erano 550, fusseno ussiti, saria sequito
gran utcle ; et che li condutieri, maxime Carlo Orssino, terminò non ussir, ma star in li stechadi a Gradisca. Et la verità è, turchi esser stati cavali 4000,
zoè 2000 boni et 2000 altri paesani di Bossina, et
non più, e à fato tanto danno. E Scander bassi, anni
65, è in persona con suo fiol. Poi dice dil partir
horo, e passar l'Izonzo.
Di Udene, di sier Domenego Bolani, luogo tenente, di 4. Come in quella matina turchi, 6 horre avanti
zorno, erano passati il Taiamento, vanno via in la
malora ; et nel passar sopra la riva tagliono la testa
amille tra homeni e done vechie, et il resto menono
via assa' numero, et maxime tutti li homeni da anni
14 in zoso, et le done. Et crede, quel di passerà l' Izouso, qual perhò era ingrossato, e lui mandava a
Gradischa 3000 cernide ete. Et per relation di turchi, par dormivano la note, el campo senza alcuna
guardia, si che nostri potevano romperli, se li fusseno stati a l' incontro. Etpar, 12 nostri tene un vilazo, e feze testa contra turchi, adeo non fo brusato;
e tuta la terra diceva mal dil Zanchani, provedador,
che mal ne serviva.
|
|
cuno. Et par, che missier Nicolò Sovergnan invito
el provedador Zanchani, che con gente e stratioti
ussisse a recuperar la preda. El qual, dicitur, fu vilanizà dal dito provedador, e pocho manchò non si
feriteno ; unde, vene de qui a lamentarsi di esso provedador, che, come traditor, havea lassà ruinar
quella Patria, la qual, per esser depopulata, si conviem abandonarla ; e tien habi auto subornation,
perchè poteva ajutar e non volsse. Et queste letere
zonseno a dì 6. Quello seguite scriverò di soto.
Et im pregadi, a dì 5, fu posto parte di rescriver
a sier Antonio Loredam, el cavalier, orator nostro,
come eramo contenti lassar le zente ; e, in caso el
re di romani rompesse guerra a Milam, di dar ajuto
a soa majestà, e, versa vice, quella dagi a nui:
Item, fu posto di levar lo exercito di cremonese,
et che ' l conte di Pitiano, governador nostro, vadi a
Gedi a le stanzie, et il resto di le zente debino alo- 6
zar tra cremasco e bergamasco, e in cremonese rimangi 500 homeni d'arme è im brexana alozati ;
et che sier Nicolò Foscarini, provedador in campo,
dovesse intrar per capetanio in Cremona, et sier
Marco Antonio Morexini, el cavalier, fazi l'oficio di
podestà fino verà sier Domenego Trivixan, el cavalier, el qual , soto pena, sia ubligà partirse per Da la Mota e Porto Bufolė. Avisi di le crudeltà tuta quest' altra setimana. E questo fu fato, perchè
fate per turchi.
Da Sazil, di sier Domenego Contarini, capetanio
di Vicenza. Come era li con le zente, et dimandava
hordine di quello havesse a far, et se ritrovava haver forssi 4000 persone, e tutavia ne venia.
la terra non si contentava dil Morexini.
Item,fomesso certa parte, zercha le cossedamar,
di scriver a sier Marchio Trivixan, capetanio zeneral ;
e li savij a i ordeni volea indusiar. Parlo sier Francesco Foscarini, savio dil conscio ; etiam sier Fran-
1 MOOOOLXNXXIX, OTTOBRE. २२
cesco Bolani, cao di 40, volse parlar : tandem d'acordo rimaseno indusiar, fino si intendeva la relation dil Saracho, arziepiscopo di Nepanto, la qual
ancora non era stå leta al pregadi.
Et accadete che sier Polo Pixani, el cavalier, avogador, averse el pregadi, e lassò andar molti zozo;
e sier Antonio Trun, cao di X, li fè un gran rebuffo, dicendo non oservava le leze etc.
Et fato il scurtinio di tre savij dil conseio, di
zouta al colegio, sier Marco Antonio Morexini, el
cavalier, fo savio dil conscio, fo primo balotado e
passò di do balote ; per la qual cossa poi rimase tre
nuovi, zoè sier Antonio Trun, fo consier, sier Antonio Loredam, el cavalier, ambassador al re di Franza, e sier Hironimo Zorzi, el cavalier, fo ambassador
in Franza. Et il Zorzi e Trun erano cai di X, e introno. Et fu fato in loco thoro, e rimase poi sier Zacharia Dolfim, con titolo e provedador sora le cosse
da mar ; da sier Alvise Mudazo, fo governador, et
za per avanti di ordenarij suo compagno sier Anzolo Trivixam era rimaso ; et cussi etiam in luogo di sier
Domenego Beneto. Fono fati poi cai dil consejo
di X, sier Bortolo Vituri, sier Anzolo Trivixan et
sier Zacharia Dolfim.
terra, et zonto a Yspurch, par trovasse el re di romani li e il signor Lodovico Sforza, el qual ge tocho la man, digando : Dio à voluto che perda el mio
stato ; et che volea esser amico di la Signoria nostra ;
et che de li se diceva, erano in acordo con sguizari ; e questo refcrite in colegio.
Adì 7 ditto. Fo pregadi per proveder a le cosse
di la Patria di Friul, per il mal portamento dil Zanchani, e leto le letere, et quello havia fato turchi nel
passar l'Izonzo. Et niun di colegio ſo trovato metesse parte. Se non che li savij messeno, che sier
Andrea Zanchani venisse de qui , et fusse fato uno
provedador in suo luogo el primo pregadi, et che 7
sier Domenego Contarini, era a Sazil, andasse a Gradischa a far processo etc. Et sier Francesco Bolani,
cao di 40, andò in renga, et disse, non meritava questo, et che lui fu fiol di Candiam Bolani, che li lassò
solum ducati XV, perhò non voleva haver alcun rispello. Messe a l'incontro, che ditto sier Andrea
Zanchani si dovesse vegnir a presentar a le prexom,
ei che per li avogadori fusse formato processo, e
menato poi a questo conscio. E sier Piero Balbi, el
cavalier, favelava su le banche in favor dil Zanchani,
suo cuxin, e rompeva el Bollani. Qual li disse : Non
zanzè su le banche, ma vegni qui in renga, e fate che
il conseio ve intenda. E il doxe have a dir : Costui è
traditor di questo stado, a non haver defeso la Patria, nè pur mostrandose a l' inimico ; el se vol punir in exempio de altri. Et fo ditto, turchi torneriatio
fin 8 zorni . Et sier Nadal Nadal ctiam parloe. Et
mandate le parte, quella di savij have 60, et dil cao
di 40, 107; e fu presa. E la matina tutta la terra
Adi 6 octubrio. Fo gran conseio, et sier Polo
Pixani, el cavalier, avogador, con mantello negro per
coroto di sier Andrea Barbarigo, andoe a la bancha,
e contò ballote, e fo publicha una condanasom, fata
il inexe di avosto in quarantia criminal per ditto sier
Polo Pixani, avogador, e sier Hironimo Capello, provedador sera le camere, contra Renier Venier, seodeva le decime dil clero a Padoa, di haver tolto lire 6000 di danari spectanti a la Signoria, et preso, ❘ parlava dil Bolani, adeo che 'l primo conscio si fece
fu condanà a restituir questo e la mità più per pena,
e 'non ensi di l' Armamento fin non paga, e sia publichà ogni anno per ladro.
In questa matina l'orator di Franza e quel di
Monferà, etiam quel di Rimano, fono a la Signoria ;
ad quid, nescio.
E in questo zorno, a gran conscio fo chiamà a
la Signoria li oficiali a le raxon vechie, e ordinato,
preparasseno una caxa per do ambassadori yspani,
vieneno di Roma, vano in Hungaria, e doman sarano
qui. E fo chiamati sier Francesco Capelo, el cavalier,
sier Zuan Badoer, el dotor, sier Marin Zorzi, el dotor, sier Antonio Zustignan, el dolor, sier Nicolò
Michiel, el dotor, e sier Piero Pasqualigo, el dotor, li
vadino doman contra. Qualli vieneno per via di
Chioza, e poi venuti, andono a la Signoria.
tuor di la zonta, e rimase da molti vechij, erano stati
za più anni di zonta e pregadi. Ergo etc.
Ancora in questo pregadi fo serito a sier Marco
Antonio Morexini, el cavalier, provedador a Cremona, atento si habi auto una leiera di sier Alvise Michiel , podestà di Castel Lion, come era venuto li nel
palazo el Bataia, olim castelan a Cremona, con letere di dito provedador, volendo il dominio e posesso di uno belissimo palazo, et quello forni di artilarie. Or la terra have a mal, e perhò li fo dato aviso
di questo ; et mandasse l'aventario di quello era in
castello ; et scrito a sier Nicolò Foscarini, intri in Cremona, et che sier Domenego Trivixan, el cavalier,
sub pœna, debi partir doman.
Fono praticha per queste excursiom di turchi in
Friul , per obstarli a li passi, atento el conte BerIn questo zorno zonse qui sier Almorò Pisani | nardin di Frangipani, qual havia uno suo messo qui,
dal bancho, fo di sier Zuane, venuto da Londra per insieme con uno retor di seolari dalmatino, et voleva
23 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE.
24
Copia di una letera scrita per i nostri oratori a la
Signoria de l' intrata dil re in Milam.
Serenissime princeps etc.
300 cavali; el qual se oferiva, con 6000 pacsani, ob- viar che turchi non passeria, e sariano serati volendo
ritornar, etiam più, passando, non ritornerano. Et
fo mandato a lui uno nostro secretario, Vicenzo Guidoto, ad questo effecto, prometendoli etc. Tamen
nulla fece. Et fo ditto, turchi sul piam di Goricia
vendeno bestiami, et li lhoro cavali erano scortegati
per il longo camin, et che molti ne amazono, non li
potendo condur, e tornono a piedi. Et dicitur, su la
riva dil fiume esser stà trovati più di 1000 corpi | nostre per honorar vostra sublimità, continuamente
morti ; e intisi, ponevano tre homeni uno a presso
l'altro, e li tagliava la testa ; usando grandissima
crudeltà in conclusione.
Questa regia majestà hozi vene a disnar a Cassim. Questa matina semo andati a trovar sua celsitudine, da la qual semo stati acolti et visti cum
tanta humanità et clementia, honorando le persone
con la bareta in mano, che fece star tutti quelli signori et principi, erano a presso sua majestà, in
admiratione. Montati a cavallo, sua majestà volse cavalchar fra nui, Marco et Nicolo, et nui altri drieto
quella immediate. Da poi seguiva el marchexe de
Mantoa, Monferà et Saluzo, et altri ambassatori.
Adì 8 octubrio. Vene una nave di Corfù, sopra
la qual vene sier Alvixe Loredam, de sier Matio,
stato da suo cugnato, ducha di Nichosia, in l' Arzipielago ; etiam zonze un gripo di Candia con malva- | Zonzessemo a la terra, et sua majestà dismontò in
sie. Or, ditto sier Alvise parti da Modom a dì 18, et
a dì 26 da Corfù. Dice, a dì 14 zonse a Modon sier
Nicolò da cha' da Pexaro con X galie, et a Napoli
ando sier Simon Guoro, l' altro provedador, con 6;
et che a Corfù vete il capetanio zeneral, sier Antonio
Grimani, con 25 galie sotil et 11 grosse, e havia licen- | quella alquanto ; et, ussito fuora, ussite etiam la reun monestier de l'hordene de San Domenego, dove erano reduti tutti i zenthilomeni et primarij citadini de questo stado. Et intrata sua majestà in
camera per vestirse, el sorazonse el signor ducha
di Ferrara, qual, intrato a sua majestà, stete cum
tiato le galie di Barbaria e dil trafego, andasseno a'
lhoro viazi ; et che sier Domenego Malipiero, 3.°
provedador, era con 5 galie sotil e con le nave armade al Zante ; et che trovò el Trivixan, zeneral, a
San Piero in Hieme. Dil qual, a dì 4, si have sue letere de li ; et sier Piero Grimani, fiol dil zeneral, andava dal padre, era su la nave di biscoti, et che a
Corfù trovò la nave dil Coresi et quella di Piero da
7. Liesna, erano stå licentiate dal zeneral, adeo tutta la
terra parlava di tal pazia, di sembrar l' armata nostra, fata con tanta faticha e spesa, dicendo : El fa el
pezo che 'l puol. Et poi disnar fo pregadi per cosse
da mar, molto secrete, e comandato grandissime
credenze.
Et per li consieri e savij fu messo una parte,
atento che sier Andrea Barbarigo era manchato e
lassato X fioli im povertà, che per gratia e benegnità di la Signoria nostra, atento li meriti dil padre et dil serenissimo principe avo, sia scrito a Roma,
che li sia dato per il pontifice beneficij primi vacanti
per ducati 500 ; e fu presa.
DaMilano vene letere di cinque oratori nostri,
di 6. Di l ' intrada di la regia majestà, laqual sarà la
copia qui soto posta.
gia sublimità , vestita de un manto de damaschin
biancho, fodrà de vari grisi, sopra una vesta de pano
d'oro cum bavaro de armelini ; in capo una bareta de
damaschin bianco, pur fodrata de vari grisi ; et montato sopra uno corsiero tuto ornato de panno d' oro,
el se apresentò a sua majestà lo illustrissimo domino
Zuan Jacomo Triulzi, cum i primarij zenthilomeni
et citadini de questa terra, et presentatoli le chiave
de la terra ; le qual sua majestà recevute, le dete a
uno de quelli signori franzosi era a presso de quella, et
da poi per el dicto missier Zuan Jacomo li fu presentato do bastoni tutti indoradi, quali sua majestà dete,
uno al mareschalcho de Giè, l'altro fu dato a esso
sig. Zuan Jacomo. Da poi fu presentata a sua majestà una spala nuda, la qual sua majestà tolse muніbus proprijs ; le qual tutte cosse fu apresentate cum
molto grave et accomodate parolle. L'ordene de
l'incieder era stà ordinato per el suo gran maestro
de casa, de hordene de sua majestà, in questo modo : la regia majestà cavalchó solo soto un baldachin
d'oro, fodrà de varo, portato per 8 cavali, et i primarij de questa terra. A la staffa se ritrovava 16
zenthilomeni de questa terra, tutti vestiti nobilissimamente. Intorno el baldachin era tutto el collegio
de i doctori, in gran numero, vestiti de scarlato,
cum i suo' bavari et berete de scarlato, fodrate de
varo. Drieto sua majestà cavalchó el legato et San
Piero in Vincula ; deinde monsignor de Roam, et lo
25 26 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE.
un zorno fu trovato in bructo, su una colona, un
San Marco tutto in aqua, con la testa fuora, et meza
la coda serata fra una porta, con una ancora al colo,
et una rete a presso el capo, come, scazato di terra,
a pena scampa, e poi fuze in mar, e dà in la rete,
o ver va a peschar. El qual San Marco ſu tirato via
da bel mezodi da uno stafier di sier Antonio Loredam, el cavalier, orator nostro, ch' è veronese bandito. Alcuni non voleano lo tirasse, e lui disse : Chi
è valente homo, cazi man a la spada ; e a niun bastò
l'animo, sì che, a lhoro dispeto, el portò a li ambassadori. Si dice esser stato uno bereter milanese, l'inventor. Missier Zuan Jacomo l'ha 'uto molto a mal, e
fa cerchar ditto, et ogni zorno vien apichati francesi
per la terra. Et haveano inteso, fiorentini haver fato
taiar la testa a Paulo Vitelli, ch'è stato de li gran
illustrissimo ducha de Savogia; tertio nui ambassadiceano : Possiati andar ramengi ! E fra le altre cosse,
satori ; deinde li illustrissimi ducha di Ferara et Valentinoes ; da poi el marchexe da Mantoa, et marchexe de Monferà; deinde el marchexe de Saluzo et
8 signor Constantin ; da poi li oratori zenovesi, fioren- ❘
tini , senesi, luchesi et pisani ; deinde, turba magna
quam nemo dinumerare poterat. Avanti sua majestà
erano homeni 500, armati parte cum lanze, parte
cum manarole, che è quelli de la sua guardia, cит
cerca 300 homeni armati a cavallo, tutti ellecti et
ben im ponto. Tutti li altri baroni francesi cavalchavano avanti sua majestà, et i più propinqui a loro
era el signor Zuan Jacomo di Triulzi, monsignor di
Ligni et merascalcho de Giaè. Le strate erano tute
coverte de pani de lana de diversi colori, sopra le
qual era concorso gran multitudine de populo, monstrando tutti gran jubilo et alegreza. Sua majestà
cum questo triumpho andò a la chiesia cathedral, et
per li reverendissimi cardinali et nui ambassatori
solamente fu acompagnata a l'altar grando, dove,
fata la sua oration, e montata a cavalo, andò al castello, su la piaza del qual erano persone 2000, tra
balestrieri, schiopetieri et altri cum lanze longe. Compagnassemo sua majestà fin a la camera etc.
Mediolani, die 6 octubris.
nova.
È da saper, il re, quando parlava con li nostri 8 .
oratori, li dimandava di le cosse dil turcho, e di la
pusilanimità dil nostro zeneral ; et come havia inteso
la election di missier Marchio Trivixan , qual lo
cognosceva, et era valente homo etc.
A di 9 octubrio. Fo pregadi, et electo provedador in la Patria di Friul, con ducati 100 al mexe
per spexe, con pena, sier Piero Marcello, fo provedador a Bibiena, quondam sier Jacomo Antonio, el
cavalier, qual aceptoe ; et fu subito expedito. Et il
scurtinio sarà qui soto posto.
Et per una letera di sier Vetor Capelo, scrita a
suo fratello, la qual vidi, par, sua majestà intrasse a
hore 22 su un bel corsier baio, con sella e fornimenti d'oro, balzava ne l'aere sempre. Et par, la Ancora fo messo di armar 25 galie, et compir,
umbrella la portava 6 di principali, fra i qual mis- senza intermission, le do barze grosse, et datoli el
sier Francesco Bernardin Visconte, missier Erasmo modo di haver li danari, chome in la parte apar etc.
Triulzi. Inanzi al re andavano 200 sguizari con lanze, Noto, chome a dì 7 di l' instante, fu preso parte
tuti a la devisa vestiti ; poi cercha 300 franchi arcieri im pregadi di confirmar certi capitoli col conte Stecon pestaruole, vestiti a la francese, recamati. E in- fano Marovich, conte Vuchich, Jucovich et altri conti
nanzi el re missier Zuan Jacomo, con un baston d'oro di Crayna, qualli erano soto il turcho, et per mezo di
in man. Le strate coperte de panni bianchi fin al | sier Marin Moro, conte di Spalato, et il conte Zuanne
castello, e se cridava poco : Franza ! E quando il re
fu su la piaza dil castello, si misse a rider, vedendo
il castello, e trar tre slanzi, e subito ritorno soto
l' ombrela. La festa non era stata come lui credeva ;
li cavali non arivavano numero 2500 con quelli di
la terra , nè cridi , soni e bone ciere, excepto li Triulzi. Or che nostri venitiani erano malissimo veduti, et li diceano : Cani ! No ossavano troppo ussir
di caxa, dicendo milanesi, venitiani esser stati causa
di la ducca di Milan, ch'è persa. E dicono : Habiamo
dato da disnar al re, vui li dareti da cena, zoè venitiani. Diceano, esser persa l'Albania, Modon, Corfù
e il Friol ; Carlo Orssino esser stato morto da' tur- Dil capetanio zeneral, sier Antonio Grimani. Se
chi. Conclude, niun li voleva veder; fin le femine li i intese come, avanti venisse a Corfù, havia fato expePetrovich de Poliza, venuti sotto la devution di la Signoria nostra ; et li fo confirmati li capitoli, e datoli
provision di quello si trarà di Crayna, paese dil turcho etc. Et have la ditta parte 160 di sì, do di no,
et una non sincera. Et in l' arsenal fu fato uno bastion, poi da mandarlo a meter a certa ponta a Narenta, per tenir la ditta Crayna ; el qual bastion fo
mandato de qui, e fu posto al locho, chome più difusamente più avanti scriverò al suo locho. E fo speso
qualche dinar in meterlo e in custodirlo ; ma pocho
pocho valse , che fu tolto da' turchi e ruinato.
Ergo etc.
27 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 28
rentia con galie e nave di expugnar la Cefalonia, et | la qual era stå remurchià im pocha aqua, e Camali vononpotè far 0, et si levòdi note senza trombeta; adeo
ne rimase 90 su l'isola, quali fono impallati, et dicitur etiam, ne ſo morti di nostri combatendo; et si
parti. Et par, Olivier Morelo, soracomito di la galia
di Corfù, si oferse, con 6 galie e una nave armada,
tuor quella impresa ; et fo ditto, havia expugnado el
castello con bombarde di la nave, e preso turchi erano in quello, el qual è grando come Corfu, ma
più grasso ; tamen non ſo vero.
lea Xgalie, dicendo piglieria X nostre galie, e il capetanio non le ha volute dar, senza licentia dil signor.
Item, esser morto il capetanio fu di l'armata, perchè
era stà ferito, etiam il capetanio di gianizari, et par
che trovono erano morti di l' armata homeni 9000,
et feva conzar l'armata per ritornar in sireto. El
signor turcho, che era fra terra zornate .... di Lepanto, dovea andar in Andernopoli per divisiom di
soi fioli, quali erano su le arme, e il signor dubitava
el vincitor non venisse a sacomanar la casenda, zoè
dove tiem il thesoro, si che era levato, paucis relictis
a Lepanto, e va ivi . Item, come a di 26, ditto pedota fo a Corfù, dove era il zeneral Grimani soto la
loza col provedador Malipiero, et have lelere di la
da la nostra, andoe scorsizando Stalimene ; et havia | Signoria ; qual lete, mando drio le galie dil trafego
Eda Corfu, per lettere particular. Se intese che,
zonto li el zeneral Grimani, dismontato in terra con
vesta di roan, intese di la creation dil nuovo zeneral, qual pasizava sollo per la piaza.
Item, fo divulgato l'armata di Franza, poi si parti
abuto el dominio di l'isola di Syo, ch' è di zenoesi
tributaria al turco ; e non fu vero.
In questo zorno, a dì 9, nel conseio di X fo decreto che, de cartero, li consieri a la bancha non metesseno balota in niuna pruova, ma atendano a numerar le balote, acciò non siegua eror. Et fo ditto,
esser stà messo parte di levar le vose da la bancha.
Ave contradition ; e non fu presa.
e Barbaria, havia licentiade ; et che 'l baylo li disse :
Vuj sè venuto a manzar qui a Corfù questo che resta. Unde, el si levò di loza per tornar al Zante. Et
che ' l provedador Malipiero li disse : Non ve lo dissi ,
che ve intravegneria questo ? e non lo credevi. Item,
a Corom esser division, et in do parte.
De Cao d' Istria, di sier Alvixe da Mulla, podestà el capetanio, di 7. Come turchi passavano per
Castel Nuovo, loco nostro, con la preda cargi, e tal
di lhoro ne havea 4 a man.
Adi X ditto. Fo pregadi , perhò che haveano certe materie dil turco, le qual poi fono tirate nel
conscio di X, perchè par, che ' l prothoiero di la Mo- Da Udene, di luogo tenente, di 8. Come turchi
rea havia rechiesto a' mothonei, li sia mandato tre erano parte ancora soto Goricia, e dieno tornar una
citadini a Castel Tornese, perchè havia cosse impor- | parte a Udene e una a Gradischa maxime non hatante di parlar ; dove ando Bernardo Zivran con do
altri , e rechiese voleva far trieva per uno o do mexi,
per nome dil turcho, con la Signoria. Et lhoro dis9 seno, senza licentia dil zeneral niente fariano. Et fo
sospetato volesse far, per meter la sua armata in
Jocho securo, la qual era in colpho ; si che, ritornati,
avisoe li retori di Modom, e il capetanio zeneral, et
poi la Signoria nostra.
AdX1 octubrio, vene letere dil zeneralsierAntonio Grimani, di XI, da .... Come 5 galie era andate
col provedador Guoro, e fanti 150, a Napoli, et 5
col provedador Pexaro a Modon con 300 fanti ,
per dubito havia de quelli lochi ; et che Olivier Morello, soracomito, andò a la Zefalonia, e fo rebatuto
da' turchi . Qual poi li dimandò certe galie, e, aute,
ando et amazò alcuni turchi su ditta isola ; tamen
altro non potè far. Item, per letere di 12, scrive,
haver mandato il suo secretario a Castel Tornese,
a parlar al prothoiero di la Morea ; item, vol, movendossi l' armada turchescha di colpho, dar in le coaze.
Depositiom di uno pedota vien da Modon, parti
a dì 26. Come la nave granda dil turcho ſeva aqua,
vendo contrasto.
De sier Domenego Contarini, capetanio di Vicenza, qual era insieme con el capetanio di le fantarie,
di 8. Scrive, la matina sarano a Gradischa.
Da Milam, di oratori nostri. Come erano stati
col re, qual vol mandar uno orator in Hungaria, e
uno araldo al turco con letere.
Zercha a Lodi a quel revelin, et di l'altro di Pezegaton , li dispiace ; dice : Quod scripsi , scripsi ;
e vol ruinarli, maxime quel di Pizegaton. E, quanto
ai lochi di là di Po dil cremonese, el cardinal Roam
e missier Zuan Jacomo è di opinion, che di là di Po
sia dil re; ergo non si averà 0.
In questo zorno stete pregadi fin hore 4 1/2; et
par fusse posto parte, che li tre provedadori di l'armada se venisseno a presentar a le prexon, e non fu
preso, atento vene letere dil zeneral da Corfù, di 29,
si scusa lui, incolpa li patroni e capetanio di le nave,
qualli sempre lo hano disobedito, et li provedadori.
Di Francesco da la Zuecha, secretario nostro, va 9
in Hungaria, vene letere di ... gna. Come era zonto
29 30 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE.
lì ; dubitava passar per cason de' turchi, pur faria | letera dil capelan suo, pre' Hironimo Cesoto, scrive
il possibele di andar di longo. a sier Vicenzo Grimani, etiam come el magnifico suo
padre non temeva di 0; e, se lui non era, turchi haria abuto tutto, e saria su li do casteli. Item, dovesse
ringratiar sier Domenego Trivixan, el cavalier, di la
oferta.
Adi dito. Fo pregadi, per sier Hironimo Capelo,
provedador, qual menoe sier Francesco Corner, fo
camerlengo a Padoa. Li rispose missier Rigo Antonio de Godis, doctor, avochato. Poi sier Marco Sanudo, avogador, andò in renga, qual non sapeva il Poi, per letere particular di sier Domenego Macaxo. Li rispose Venerio di Faenza, dotor. Et poi lipiero, provedador, se intese di uno venuto dal zeesso sier Francesco Corner dimandò di gratia, aten- | neral, dicendo era di la scuola di la Carità, e havia
to li avochati non erano ben informati, andaseno
non sincieri. Pur 42 ſo di procieder; et fo messo a
un altro conseio, e lui si absentò e fu condonato.
sepulto el doxe ; et che tutti in suo luogo cridava :
Grimani ! Unde, esso capetanio si volea partir, e vegnir via a tempo, e perho volea dar li libri a lui
In questo zorno gionse a Padoa sier Domenego provedador, qual non li volse acceptar, dicendo :
Trivixan, el cavalier, va provedador a Cremona, | Vuj se' capetanio.
expedito im pressa con letere, habi cavali di luogo
in luogo; et questo, perchè ſo ditto era andà un burchio di artilarie di Cremona, fo dil castello, a Ferara.
Etiam, passoe per Padoa uno cuxin dil re, qual
parti la note. Disse veniva per cosse importante ;
tamen vene per veder Veniexia. Etiam vene monsignor d' Andrages, ſo a Pisa.
Adi 12 octubrio. Fo pregadi, poi restò conseio
di X. Et in questo zorno ſo preso dar licentia, dì 20
indrio, a sier Nicolò Michiel, dotor, e sier Beneto Zustignan, oratori al re di Franza, toglino licentia dal
re et si partino. Etiam sier Antonio Loredam, el cavalier, el qual, avanti zonzesse, oltra savio dil conseio, fu fato luogo tenente in la Patria di Friul. Adoncha restono sier Marco Zorzi e sier Beneto Trivixam,
el cavalier, oratori a presso il re.
Da Cao d' Istria. Si have letere, come turchi
erano passati per Castel Nuovo, et havia fato danno
su quel di Buchari, loco di l' imperador, et haveano
amazati più di mille cavali strachi, qualli non si poteano menar driedo.
In questo zorno zonseno li oratori cremonesi,
numero 12.
Noto, come a dì 6 di questo, nel mazor conseio
fu messo parte per li consieri, atento li boni portamenti in questa impresa di cremonese dil conte Vetor da Martinengo, da Brexa, fo dil magnifico conte
Zuan Francesco, che, per autorità di questo conseio, lui et suo fratello Zuan Maria e descendenti legiptimi im perpetuo sia azonto dil numero dil mazor
conscio. Ilave 2 non sincere, 283 di no, 1058 di la
parte. Fu presa. Et vene poi a conscio ; et è fiol di
una sorela di sier Zuan Marcelo, governador.
Ozi, a di 12, im pregadi, leto più letere : il sumario è questo. Di 30 da Corfù, di sier AntonioGrimani,
zeneral, come voleva consignar i libri a sier Domenego Malipiero, qual non li volse. Item, fo leto una
Item, li governadori vano su le galie grosse, si
ha esser in porto Zigala con l'arsil, e sier Marco
Orio e altri si ferivano.
DaModom. Sier Antonio Bon, capetanio, refudò, 10
per esser quel luogo in gran confusion. Et a Coron
era morto sier Marco da Canal, camerlengo e capetanio dil borgo. Et fu fato a Modom iterum sier Picro Sagredo, fo capetanio a Modon ; refudo. Poi fu
fato sier Antonio Zanchani, era a le raxon vechie,
qual aceptoe.
Dil capetanio zeneral Grimani, di Corfù. Vene
letere di 29, per via di Otranto, e la Signoria retene
tutte le letere spicial per intender quello tutti scriveno
zercha le cosse dil stato. Serisse come havia sapudo
di la election dil nuovo zeneral in suo loco, e che havia pocha obedientia, e non havia investido per il meglio, acciò non seguisse mazor inconveniente, perchè vedeva ogniun schivava de investir, e se lui ha
licentiado le galie grosse, fece per non tenir tanta
spesa invano ; et cussi si andava scusando, cargando
altri.
Et è da saper, erri per sier Francesco Bolani, cao
di 40, fo posto che li tre provedadori venisse a le
prexon, e li savii, che il capetanio di le nave venisse
a le prexom, e non fu preso 0 per questo conscio.
di Et ozi fu preso, che sier Alvixe Marcello, capetanio
le nave, venisse qui con uno gripo a presentarsi
a le prexon. Et, balotado li governadori, rimase vice capetanio sier Marco Orio.
Ancora se intese, l'armata turchesca esser in
colfo di Lepanto, tirade algune galie in terra per
conzar, lo resto è innavegabile ; e che turchi havia
ruinato le mure di Lepanto, solo mantien la rocha,
e con gran presteza faceva far do dardanelli, uno a
la ponta di San Nicolò, l' altro di là.
Item, fu preso che li tre proveditori dovesseno
venir de qui con la galia Malipiera, et a li avogadori
31 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 32
di comum dovesseno justifichar la sua innocentia.
Item, che le tre galie dalmatine vechie debino, da
di primo novembrio indrio, vegnir de qui a disarmar.
Ancora fu scrito a sier Antonio Grimani, capetanio zeneral, per pregadi, meravegliandossi haver
licentià le galie dil trafego e Barbaria e nave. Parte : che tutti li navilii fusseno revochadi, et dovesse
redur in armada.
modo, e la note tagliono la testa al francese etc.
Item, sono stati poi apichati 7 pavesi. Item, el du- cheto picolo, fiol di madona Ixabella, è in castello
di Pavia, privato di la madre; et a madona Ixabella
li fo dato, per monsignor di Ligni, la caxa fo di
Marchesin Stanga, hora la g'è stå tolta : quotidie pianze. Item, era 24 oratori di Zenoa ; acadete, do di
lhoro cade e si amazono zoso di la finestra ; vanno
vestiti di veludo negro tutti. Era 4 senesi ; et do luchesi, Nicolò Cenami e Lorenzo Dati ; 4 fiorentini, ai
qual il re facea gran ciera, mediante il cardinal
Roam. Item, il marchexe di Mantoa esser in gran
gratia, fato dil numero di 12 paladini, donatoli la
coladena, el colar, et 100 lanze per il roy. Item, il
marchexe, o ver duca di Ferara, era li con do fioli ;
vol conzarli col re ; alozava in la caxa di Marchexin
Stanga, et Mantoa in la soa. Item, era tre oratori
pisani . Item, el prefeto, signor di Sinigaia, era li, et
il cardinal Orssino, venuto di Roma. Monsignor di
Roam e il Triulzi puol il tutto col re; il re sta in
Adi 13 octubrio, domenega. In colegio veneno castello ; non s'intende quello voglij far. De li Se12 ambasadori cremonesi, tutti vestiti di seda, di verini, Galeazo è con Lodovico; conte di Caiazo e
raso e damaschin cremesim, con una bellissima com- Frachasso è a Milan; si fa poco caxo, più stima fa
pagnia e con gran hordine. E, presentato la letera di il re di Antonio Maria. Item, Baptista Visconti è
credenza, la qual sarà qui avanti posta, el Malum- | fuori di Milan, di voler dil re ; et la moglie di GaIn questi zorni vene nova, como sguizari erano
acordati col re di romani, et il signor Lodovico voleva far novità, maxime in veronese et sul feltrin e
Bassan ; adeo fo mandà a Feltre sier Vetor da Leze
con fanti e altri contestabeli ; et expedi Marco da
Rimano, Antonazo da Viterbo, Hironimo Bariselo e
Piero da le Curazine, con fanti 400. Item, feno cavalchar zente, scrito per tutto a li confini e a le
terre provedino. Et fu fato provedador in veronese
sier Anzolo Trivixan, era cao di X, qual refudoe ;
e in suo luogo fu fato uno altro, come dirò poi etc.
bra fece una oratiom latina, dicendo : Romani, che
subiugoe il mondo fono contenti di haver pocho
censo, perhò non parerà di novo a la Signoria conciederli li capitoli, e voler pocho di Cremona, e che
proprio motu si haveano dati, come cossa tra lhoro
desiderata za gran tempo. Et li fo risposto, per el
principe, bone e graciose parole, e ditto li era stà
10. deputà li auditori. Etiam poi veneno il sufraganeo
dil reverendissimo cardinal Ascanio, ch'è vescovo,
con tre altri, per nome dil clero. Qualli feno una oration latina, la copia di la qual sarà qui avanti posta.
Et ozi fo pregadi , da poi conseio, pur per le
cosse da mar etc.
Noto, come hessendo io a Padoa, venendo zoso,
vini in barcha con Zuam da Torentino, luchese,
veniva di Milano ; col qual parlai molte cosse, le
qual sarano qui poste. Primo, il re rende Pisa a' fiorentini, et il cardinal Roam li dà favori. Et francesi
sono sporcha zente. Vete il re udir messa senza
candella; manza sollo, senza pirom, e tutti lo sta a veder. In castello esser gran sporzizie ; nel qual,
el signor Lodovico non vi voleva veder pur paia in
terra ; et francesi pisano in le camere, cachano in
corte e in salla. Item, a Pavia intravene un caso nel
conta', che uno francese, alozato in una caxa, volse
la fiola; la qual li fratelli la mandono via con bel
leazo Visconte, qual è col signor Lodovico. El cardinal Vincula sta in caxa di lo episcopo di Como ;
el Triulzi in la soa ; li nostri oratori a San Francesco. Pochi crida : Franza ! imo nullo. Item, el signor
Lodovico, prima si partisse, fè il fiol, fo dil ducha
morto, ch'è picolo, nome Francesco, bello e savio
puto, ducha de Bari. Item, Bernardin da Corte, fo
castelan, era li, fuzito da tutti, e in castello era 40
milia ducati di sal nitrio, una salla piena di carne
salate , boche 1500 di artilarie, 30 milia moza di
grano. Item, di certa possession tolta a Simon Rigon. Item, il sal al presente hanno di Zenoa. Et
come a di 20, domenega, volea far uno bancheto,
da loro dito baiom ; et crede, si vedrà novità. Item,
a Milan, a le porte, più non si cercha, et non paga
cosse da manzar ; solum merchadantie. Item, il re
havia fato cavalier uno nostro veronese, chiamato
Galeazo Banda. Item, il re prima donò a' pavesi il
dacio dil sal, poi lo donò a uno signoreto, or tandem l'à venduto per 200 scudi a' pavesi. Item ,
si dice, fiorentini danno 40 milia ducati al re , e
tieno 4000 cavali et 3000 fanti a requisition dil re.
Item, non vol Bologna a suo soldo. Item, ha mandato il conte di Caiazo con zente a Belinzona e Tyram, li qual lochi tandem veneno a la devution di
Franza.
33 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 34
11 Copia di la letera presentò li 12 oratori di Cremona
a la Signoria nostra, quando prima veneno.
Serenissime princeps et excellentissime domine.
Deliberavimus jamdudum, facta civitatis hujus
deditione in vestram serenissimam Venetiarum Dominationem, oratores nostros isthue mittere, qui res
nostras huiusque communitatis vestræ cum illa serenissima Dominatione componerent, et omnimodam
reverentiam, fidem, devotionem et obedientiam pollicerentur, præstarent et exhiberent. Sed dictim (sic) ,
supervenientibus negotiorum agminibus, ob ejusmodi rei novitatem, quibus intendere necessarium
fuit, eos in hunc usque diem mittere distulimus.
Nune vero, ad ea quæ pro beneficio civitatis et populi ordinanda accomodandaque supersunt, aliquo
gere et, in cunctis occurrentibus, bene tractare summo cum studio placeat. Cæterum est, ut in onnibus iis, quæ præfati oratores et mandatarii nostri
præfatæ serenissimæ Dominationi vestræ nomine
nostro exponent, petierint et requirent, credentiam
plenam et omnimodam fidem, ceu nobis, adhibere
dignentur. Quibus hane civitatem totumque hune
populum sedulo commendamus.
Data Cremone, die V octobris 1499.
Serenissimæ et excellentissimæ Dominationis vestræ fidelissimi servitores et subditi, consiliarii consilii generalis civitatis Cremonæ, et totus populus
ejusdem, cum recommendatione.
A tergo: Serenissimo principi et excellentissimo domino, domino Augustino Barbadico, Dei gratiaVenetiarum duci, domino nostro singularissimo.
Marcellus Philoxenius Nicolao Mocenico
salutemdicit.
modo consulte adhibito, statuendum duximus eosdem debere iter arripere ; et ita crastina die jussi ,
magnifici doctores, equites et cives, videlicet domini
Baptista Malumbra, legum doctor, Jacobus de Trechis, comes, Alfonsus de Persico, equites, Franciscus Benzonus, legum doctor, Nicolaus de Dovaria,
miles, Petrus Martyr de Ferrariis, legum doctor,
Johannes Franciscus Marianus , Thomas de Gallerate, Elisæus Raymundus, Ludovicus de Sfondratis,
Benedictus de la Faytate et Gabriel de Maynoldis,
omnes nobiles cives cremonenses, et cum eis nobilis Sebastianus Cyria, cancellarius ad id deputatus, quos
consilium nostrum generale in suos syndicos , legatos, mandatarios et procuratores cum pleno mandato delegit, in Dei nomine et beati evangelistæ
sancti Marci iter suum incipient, ut Venetias ad excellentiam vestram et illud vestrum serenissimum
Dominium proficiscantur, et ibi munus sibi commissum et impositum, juxta mandatum, cum dexteritate et totius illius Dominationis amore et benevolentia consummare procurent, vice et nomine hujus
communitatis et populi, fideliter et legaliter, more
bonorum civium et legatorum. Precamur igitur | exuet; pontificemque anno proximi jubilæi interiMirabere forsan, Nicolae mi carissime, quum
hactenus nil unquam litterarum ad te dederim, hoc
munus me in præsentia aggredi novum scribendi ...
impetum attulit (accedente tamen veteri inextricabilique mutuæ amicitiæ nexu ) ; quod autem sit
illud, accipe. Quum me nuper Bononiam recepissem, hominem in ea nactus sum, cui spiritus quidam, uti ajebat, paret, dum id, in fidem veri alloquendi, copiam fecit. Et id quidem crebro. Ubi vero
invisibilem ac sine lingua, sermone communi loquentem, audivi, extemplo obstupui, steteruntque comæ
et vox faucibus hæsit. Supra omne ostentum hoc
mihi visum est, dum ille quod audivi, non oraculi
ambage, sed palam, inter cætera, natalis mei diem,
quod scire plurimum gestiebam, perspicue enucleavit; et quod Ludovicus Mediolanum recuperabit prædixit, sed post imperium adeptum, brevi hominem
turum. Multaque alia id genus cecinit: Virginem
proprio corpore in cælum assumptam, de qua Hieronymus ambigit, eamque sine peccato originali ortam. Omnes a fide nostra exotici, vel uno hoc spirita exploduntur. De his igitur, ut te certiorem non
didi rithmos. Vale.
prælibatam sublimitatem vestram, totamque illam
serenissimam Dominationem, ut ipsos oratores et
mandatarios nostros libenter audire, et precibus ac
petitionibus nostris, quæ honestatem præseferunt,
benignas aures accommodare dignentur, et ad gratiam exauditionis admittere, nosque omnes, tam- | redderen mihi temperare nequivi, et vulgares adquam filios adoptivos carissimos et fideles, in suum
et ergastulo (sic) mentis vestræ serenissimæ Dominationis, veluti cives venetos acceptare, collocare,
protegere et fovere non renuant ; ac novellam pulchramque sponsam, per nos eisdem libentissime
traditam, dulcis charitatis ardore complectere, dili
1 Diariidi M. SANUTO Tom III
Pridie Kalendas novembris, Bononiæ, 1499.
Qualunque adverso al nome christiano,
Sua falsa oppinion dil tutto extingua ;
E in questo spirto d'alta fe' se impingua,
Che ogni cor vacillante può far sano.
3
11
35 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 36
12
Miracol ai di nostri horendo e strano;
Udir parlar un spirto senza lingua,
Ecome le parole ben distingua
De'archani che non sa intelleto umano.
Chi è per philosophia troppo facundo
Con soi doctori ...
Vinto è datal contrasto e spentoal fondo.
Per questo apar se Idio morte suferse.
Dunqua, spirto gentil, sta in questo mondo,
Che tu potrai servar mille alme perse.
Adi 14 octubrio. Fo pregadi. Et in questo zor- no gionse in questa terra sier Andrea Zanchani, stato
provedador in la Patria di Friul, qual era preso, venisse a presentarssi a le prexom. Et andato prima
a caxa sua, ſu ben visitato ; e poi la sera si vene a
presentar a le prexom, a requisitiom di avogadori,
e andoe in l' Armamento.
Etsihaveletere di sier Tomů Zen, el cavalier, capetanio di le galie grosse in armada, di 2. Dil suo
zonzer a Casopo ; etiam sier Luca Querini era zonto
provedador a Corfù, qual faceva assa' preparation.
Item, fu electo sier Anzolo Trivixan, provedador
in veronese, come ho scripto di sopra; qual refudoe
per esser dil conseio di X.
Di Cao d' Istria. Si have letere, come turchi
danizava in l' Histria, e haveano brusato el palazo di
San Vicenti, di sier Marco Morexini, ſo di sier Polo,
el savio ; etiam soto Montona fè danno.
Di Elemagna. Vene nova, el re di romani facea
dieta a Starzem, e il signor Lodovico era a Yspurch,
facea zente e haverà 30 milia persone, e vol romper
in veronese.
A dì XVI ditto. Im pregadi ſu electo sier Christofal Moro, ſo cao dil conscio di X, quondam sier Lorenzo, provedador in veronese, qual subito si parti.
È da saper, che li avogadori fono im prexom a
examinar sier Andrea Zanchani, unde, per la terra
fo mormorato, dicendo non doveano andar; tamen
e a sier Filipo Corer e altri li avogadori andono, et
feno per bon rispeto ; sì che si formava il processo.
Adi 18 ditto. Nel mazor conscio fono electi do
provedadori in armada, sier Thomà Zen, el cavalier,
è capetanio di le galie grosse in armada, et sier HiroDilcapetanio zeneral sier Antonio Grimani, procurator, da Corf , di 3. Come havia mandato una
galia a Modom, a revocar le galie di trafego et Barbaria, che torni in armada a Corfù ; et scrisse a la
Signoria, come voleva vegnir con la sua galia, et volea mandar le 4 galie di Puia a disarmar, secondo la
promessa, per esser li 6 mexi. Et scrivendo voler
venir con la galia, li ſo scrito, prima venisse con
uno gripo, e la sua galia rimanesse. Unde li savij di ❘ nimo Pixani, fo capetanio a Bergamo; el qual acecolegio messe per parte, si esso capetanio veniva de
qui con altro cha con il gripo, sia messo in la prexon Forte, et con ferri ai pie' debbi star fin sarà
expedito per questo conseio. Et sier Francesco Bolani, cao di 40, parloe et messe: si veniva con la
galia, li fosse immediate taià la testa. Et ditta parte
have 29 ballote.
Ancora fu preso, el capetanio di le nave si venisse
a presentar a le prexom, come ho scrito di sopra ;
et in suo loco electo sier Marco Orio, uno di governadori. Item, che li provedadori tutti venisse di qui,
et siano examinati e comessi a li avogadori, con la
galia di sier Domenego Malipiero, e le altre galie di
essi do provedadori restasseno in armada, come ho
scrito di sopra ; et che'l primo gran conseio siano
electi do proveditori in armada. Et è da saper ,
atento sier Polo Pixani, el cavalier, avogador, era
assa' mormorato per la terra, per haver parlato in
favor dil Grimani, unde fono alcuni di colegio voleva
meter per parte di elezer do avogadori di comun,
ai qualli fusseno comesso la expedition di questi di
l' armata; ma, considerando che si faria torto, e таxime hessendo sier Marco Sanudo, avogador, che
manchava, di opositiom, fu fato 0.
ptoe, et ſo scrito a sier Thoma Zen, era in armada,
excrcitasse l' oficio.
Fo divulgato, el re di Spagna, Anglia e ducha di 12 .
Bergogna se univa contra Franza, temendo non si
fazi mazor siguor di quello è. Et, dicitur, in questi
zorni im pregadi fo consultato quello proponeva el
re di Franza, era a Napoli ; el qual tenta di voler
ocupar el regno di Napoli con nostro auxilio, senza
oferir perho partito. Per tanto si verificha, Spagna,
che ha ocupato alcuni lochi in Calabria, teme che
Franza non occupi Napoli e poi la Calabria e l'isola
de Sicilia ; e Anglia teme, che fazandossi il re di Franza mazor, li occuperà Cales e altri lochi ha su la
Franza, qual li rende grande utile de' comerchi. Bergogna etiam, che tien alcune terre in Franza, teme
esser cazado, aquistando mazor signoria ; e tutto
prociede da sugestion fate per el duca di Ferara,
suosero dil signor Lodovico ch'è a Milan ; adeo li
nostri oratori non erano cussi carezati dal re, come
prima ; et par, li dimandasse el Polesene di Ruigo,
che teniva la Signoria. E il re li rispose, non havia
fato ancora cossa, che ' l meritava tanto don. Et il
marchexe di Mantoa fu conduto con ducati 6000 di
provision per la sua persona dal re, et conduta
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di.... lanze, ch'è 400 cavali ; et fato pati, debi esser
a soldo di sua majesti. Præterea i principal zenthilomeni de Milan , maxime Visconti , sono mal contenti haver francesi in Milam, per le insolentie lhoro. ❘ villa, veneno corando a Padoa.
e trovono nulla era, salvo alcuni spagnoli, fanti nostri, feno certo rumor per alozar ; sì che fo sedato il tumulto. Et le citadine per terra, che erano in
Dum hæc geruntur, i legati fiorentini, erano a
Milan, fenno liga con il re di Franza e suo' confederati; lo qual tuol fiorentini im protetiom. In fra
Et par missier Zuan Jacomo habi fato apichar alcuni ,
qual è quello fa il tutto in Milam. Et se intese, alcuni
principali de Milam disse al re : Sacra majestà, vuò
stu mantegnirte in questo stato contra el signor Lo- | gli altri capitoli, che sono XVI, renoncia a' fiorendovico? Non lo divider, ma fallo tutto unito. Tu
ha' dato a la Signoria di Veniexia, Cremona e Gieradada, ch'è 'l quinto di sto stado ; tuòlo in ti, e non
ge lo lassar. Al qual, ridendo, non rispose a quelli ;
ma esso re, vedendo li principali non se contentar
de' francesi, e volentiera quelli faria novità in favorir |
el signor Lodovico, cerchava trazer questi di Milan,
e mandarli in Franza e altrove, e darli intrada; la
qual cossa è molesta a' milanesi.
In questi zorni vene de qui el castelan di Cremona con assa' fameglij, volendo il resto di le cosse
promesse.
Item, vene letere di Soria: che se le galie di Alexandria e di Baruto andava, non haveano suo cargo,
per non esser specie venute, salvo zenzeri ; e che 'l
soldan regnava con pocha obedientia. Item, di primo setembrio, di Alexandria, come era stà retenuto
i nostri merchadanti, per caxon di mori retenti su
le galie dil trafego in armada ; adeo haveano mandà
uno navilio al zeneral. Item, da Damasco, el signor
cavalchava, et esser garbuij nel paese.
È da saper, sier Piero Grimani, che volea andar
dal padre in armada, Lundem, zonto a Zara, par voleva montar su la galia di sier Marchio Trivixan,
zeneral, qual non lo volse levar, adeo era amalato ;
e poi tornoe indrieto in questa terra, e feze mal.
Item, el cardinal Grimani dovea partir da Roma a
dì 21 , per esser qui a la defensiom dil padre, per
veder il caso importava.
tini ogni raxon, lui ha im Pisa, e tutti altri castelli
che perseno da poi la venuta di re Carlo in Italia,
excepto quelli, tieneno zenoesi ; et dava per suo capetanio el preſeto di Sinigaia, fratello dil cardinal Vin-
| cula ; e fiorentini, a l'incontro, danno al re, in fin
tre mexi, ducati 50 milia, et promete ajular il re nel
stato di Milam con 400 homeni d' arme et 3000 pedoni, e, annuatim, dar al re ducati 40 milia. E per
questo, a Fiorenza, in Casentino e a Popi e per tutto,
per tre di fu fato gran leticia, con campane e fuogi e
precessiom ; et publicono la liga, senza perhò alcuna
consultation nostra.
❘
❘
Item, si acordoe, per avanti, con zenoesi, qualli
lo tolseno per signor, et dava, ut dicitur, ducati
7000 ai Adorni, e ussivano di Zenoa, e vano a star
a' lhoro castelli. Et ebbe el casteleto, vi messe francesi, e mando uno governador a Zenoa, fo ditto
monsignor, el gran scudier. E li Fregosi, stato tanto fora ussiti, introe, et maxime missier Zuan Doria,
era confinato qui.
A di 21 octubrio, per letere di sier Olivier
Contarini, capetanio di Raspo. Si have come, sentando turchi passavano, li stratioti fono a le man, e
de quelli ne occise 15, e prese 12, i qual torturadi
confessono esser in tutto 5000, e da desasio esser
morti più de 1000, e nel passar dil Taiamento e
l'Izonzo, visto le fiumare cresude per le pioze, non
posenlo retornar, et temendo esser asaltadi da'nostri, nel qual asalto etiam li presoni sarano stati
contra lhoro, per questo occiseno su le rive 1200
homeni, et che più danno haveano fato in le terre
di Maximian, cha di venitiani, et che sono stati 12
di senza manzar pan, e sono strachi, loro e icavalli, sì che poco li aria roti.
A de 20 octubrio, domenega. Fu gran conseio,
et la sera fo divulgato che dieci milia, todeschi esguizari, erano descenduti a Bassam, per la via di la
Scala, et hoc, incerto auctore; adeo tutto el pacse fo
13 in remor, et coreva le strade, et fin a Mestre. Et le
barche fono pagato X ducati da Mestre in qua; e fo DıModom. Se intese, sier Marco Cabriel e sier
il fiol di sier Vetor Soranzo, che si partite da Castel Antonio Bom, rectori, haviano fato apichar a le muFranco, che messe tanto romor, adeo chi poteva fu- re el fio de Zuan gastaldo, da Modom , scoperto
zir, fuzivano. Et mi ritrovai tunc a Padoa, che su la❘ haver tratato con turchi, e volea dar Modon via.
piaza erano reduti più di 20 milia persone, e teme- Al qual fu trovato in caxa do barili di aspri. Et
vano star in la terra, dicendo turchi, o ver todeschi, il fratello, saputo questo, fuzite. Poi, per letere dil
esser a Campo San Piero, adeo fono li rectori, sier ❘ zeneral, savessemo l'armada turchescha gran parte
Marco Bolani e sier Luca Zen, insieme, e mandono
uno di camerlengi versso Campo San Piero a veder,
era stà tirata in terra, li altri navilij innavegabeli ,
e haviano posto molte bombarde su la spiaza, per
39 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 40
13
tema di la nostra armata. E facca do castelli a le | quite gran rumor un zorno, per alcuni compagni di
ponte dil colfo, como ho ditto: la qual cossa è pessima nova per il navegar nostro in Levante.
stendardo dil capetanio zeneral Grimani con quelli
di la terra ; adeo si levono do parte, et il baylo, sier
Antonio Moro, mandò suo fiol, sier Zuanne, per sedar ; al qual li fo dato di uno vereton in uno brazo.
Tamen el Zem adato ; licet par non sia obedientia
per li erori sequidi. Et che il zeneral consegnò li libri aditto sier Tomà Zer, volendo veguir via con ...
galie; quallo persuase non venisse, dicendo tornasse a Corfù, perchè era a Casopo. Et disse : Si
vegnireti, la Signoria vi farà apichar. Al qual preIn questo zorno, a dì 22, im pregadi, per li syndici di qua dal colfo fo menato et parloe sier Bernardim Loredam; il suo colega è sier Nicolò Dol- | E alcuni di quelli da Corfù cridava : Turco ! Turco!
fim. Et menoe sier Bernardo da Canal, fo podestà
in Antivari, per malli portamenti fatti, adeo messe di
retegnirlo. Et, andata la parte, ave solum 5 di no,
et fo butato il colegio, qual si apresentoe a le prexom, et fu messo in la Novissima. Et tochò il colegio: sier Fantin da Pexaro, sier Luca Zivran, consieri , sier Francesco Bolani, cao di 40, sier Bernar- sentó letere di la Signoria, come fu zonto, che era
dim Loredan, sindico, sier Piero Cocho e sier Donà
Moro, signori di note. Et il suo canzelier, o ver
amico, fuzite etc.
Èda saper, sier Francesco Bolani, era cao di 40,
et rimasto di la zonta, unde li 40 voleva fusse cavato uno cao, in loco suo ; per la Signoria, atento le
leze, fu terminato, che 'l potesse star per uno mexe
a la bancha ; et cussi stete, ponendo parte, et più
volte parlando im pregadi ; et era in odio a tutti.
Da Curzola. Si have letere dil zonzer li di sier
Marchio Trivixam, capetanio zeneral nostro, a dì 14,
et andava navegando a Corfù.
Item, fo avisi che li Severini, erano col signor
Lodovico, tractavano dar Citadella a' todeschi, e meter in confusion el padoan ; unde, temendo non venisseno, per via di la Scala , li , con intelligentia ,
mandono per uno fiol, fo dil signor Ruberto di Sanseverino , stava a Citadela , chiamato missier Alexandro, qual vene qui, et fo mandato per il conscio
di X, prima Hironimo Barisello, era con 100 fanti a
Padoa, ivi in Citadella, dove era podestà sier Alvise
Minoto per lhoro signori severineschi. Et poi una
note fu mandato suso a Padoa per il conscio di X
sier Vicenzo Valier, qual andoe a Citadella, et tolse
el dominio in la terra, e di la rocha ; et restoe ivi
alcuni zorni, dove si ritrovava la moglie dil siguor Antonio Maria, qual lui era a Milan con Frachasso.
In questo mezo, el conte di Caiazo, con molti
francesi, erano a torno la rocha de Belinzona, ch'è
sora Como, et de Tyran ; qual lochi ancora se tenivano per il ducha di Milan, et par, francesi fonno
mal nenati ; tandem a la fin si reseno a pati.
Ad 23 ditto. Se intese per via di l'orator di
Franza, come el re havia auto nova, la raina haver
parturito una fiola; fo bona nova, perchè havendo
fato un fio, forssi pezo saria.
Da Corfu, di sier Thomà Zen, di 8. Dove seandato a' zardini con li patreni e soracomiti. Et lezando quelle, stete molto suspeso ; poi se voltò
versso li patroni di le galie grosse, dicendo : lo ve
comando, da parte di la Signoria, che de presente
debiè consignar le vostre galie, excepto il Polani e
Prioli e il capetanio dil trafego ; e vuj tutti con uno
gripo, insieme dogiè andar a Veniexia, a presentarve
a le prexon.
Aldito tal comandamento, fu grande lamenti tra li
i patroni, digando: Nui se havemo destati et impegnati su la vita per spazar queste nostre galie, e
fato el nostro dover in armata ; e questa è la gratification, che ne vien renduta da quelli da Veniexia,
per esser stati a mille pericoli di morte contra turchi. E tornorono a la terra afanati. Or poi dito cареtanio si levò di Corfù, e andò con 4 galie a Santa Maria di Casopo, poco lontam di Corfù. Et par, sier
Marchio Trivixan era a di .... a Ragusi con gran
provenze, et sier Thomà Zen si parti da Corfù e
ando con alcune galie a la volta di la Cefalonia, per
far legnami per fortifichar i luogi, e per l'armada.
Et come in la Zefalonia erano intrati turchi 500; et
da Lepanto, il turco havia fato tirar l'armata in terra, parte, come ho serito di sopra, salvo 30 galie et
40 fuste, le qual le meteva im ponto per ussir a la
volta di streto, et havia fato spianar tutte le mure
di Lepanto, et fato do dardanelli, come ho scrito ,
qualli si lavorava a furia.
Da Modom. Si have, como el gram maistro di
Rodi, visto che el prior di Alvernia, capetanio di
l'arımata di Franza e soa, era partito dal zeneral, li
fece gran rebufo, e quasi lo fece apichar ; e in suo
loco fece uno altro capetanio ; et visto l'armada dil
turco esser in Arzipielago, havia mandato le 24 nave
di Franza ; tamen non fu vero dil mandar in Arzipielago.
Et perchè, volendo far il dover di menar sier
Andrea Zanchani, per formar meglio il processo, sier
41 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE.
42
15
Polo Pixani, el cavalier, avogador di comum, andoe , solo col castelan ; et che havia auto una letera di la
in la Patria a far inquisitiom etc.
Ozi fo pregadi. Et è da saper, mercore e zuoba
fo conseio di X; steteno fin hore 4 et 6 di note ;
credo tratà cosse turchesche. Et Alvise Manenti, secretario dil conseio di X, fo mandato al ...
Ad 25 octubrio. In questo zorno fo electo provedador in Albania, sier Vetor Michiel, fo capetanio
in Alexandria, con ducati 50 al mexe per spexe ;
qual refudoe, et fu fato uno altro, come dirò.
A di 26 ditto. Vene sier Beneto Zustignan per
Po, venuto orator dal re di Franza, e li altri do
veniva per terra ; et non se parti di caxa fino non
zonseno li altri do collega ; per la venuta dil qual
fo confirmà l'acordo con fiorentini.
Signoria, scritali per colegio, che omnino concludesse ; la qual la fece lezer; quasi tacite incargando il
Bollani, cao di 40, che havia ditto voler far di lui etc.,
et che mai non era stà convento, quasi dicat come sier
Domenego Bollani, doctor et cavalier, fo avogador,
fradello di ditto cao di 40, che fo confinato a Retimo
per manzarie, tolte in l'avogaria, intromesso da sier
Antonio Boldu, el cavalier, era suo compagno. Or,
compito che l'ebbe, sier Luca Pixani, consier, vice
doxe, per non esser il principe, li disse : Missier
MarcoAntonio, non ve diremo si vuij have ben portato, o si o no ; che questo conseio lo cognoscerà.
Et dicitur, el principe non vene, per non haver caxon di laudarlo. Or, smontato di renga, e andato a
sentar, sier Francesco Bolani, cao di 40, si levò
suso, e andó a la Signoria, dicendo : Serenissima
Signoria, mandė fuora sier Marco Antonio Morexini
e li soi parenti, perchè voglio metter una parte. El
qual a l'incontro dicea, non dovea esser mandato.
Or la Signoria lo mandò in cheba, con tutti li soi
parenti. Et ditto cao di 40, sollo, messe una parte,
che 'l fosse comesso a l'avogaria ; et che li avogaIn questo zorno zonse in questa terra el cardi- dori, con quello troverano contra di lui, præcipue di
nal Grimani, alozato a Muran a la sua caxa, venuto | le cosse fate col castelan e mezan di Cremona etc. ,
di Roma incognito.
Item, sier Marco Antonio Morexini, el cavalier,
vene provedador di Cremona, et andoe a dì 27 da
matina in colegio, vestito damaschin cremexim ,
acompagnado da parenti, et referite.
Da Spalato, di sier Marin Moro, conte. Haver
aviso di certa liga fata per il re di Hungaria, Polana, boemi e rossi contra turchi, la qual era bona
nova. Quello sarà, scriverò di soto.
In questi zorni francesi ebeno Belinzona a pati ;
poi se acampono a castel Tyram, qual etiam lo
have.
Et l' orator di Franza, domino Acursio Mayneri,
in questi giorni si amaloe grievemente, adeo si comunichoe, dubitando di morir ; tandem varite. E
per la Signoria li fo mandato medici ; et li savij più
volte andono fino a caxa a visitarlo.
Item, è da saper chome l'orator fiorentino, missier Zuan Batista Redolfi, tolse licentia, e ritornò a
Fiorenza ; tandem de li nostri XV milia ducati, dieno
dar ogni anno, non si parla etc.
venisseno al pregadi. Et sier Constantin di Prioli ,
savio dil conseio, montò suso, difendendo sier Marco Antonio preditto, dicendo, senza caxon uno homo non dia esser comesso a l'avogaria. Et li rispose
sier Francesco Bokani con gran audatia. Poi parlò
sier Antonio Trun, savio dil conscio. Or il Bollani
si tolse zoso ; et cussi d'acordo, lui con li savij tutti,
messeno che fusse suspeso tutto quello havia fato
dito sier Marco Antonio a Cremona, et sia inquerido
per li 5 savij auditori di cremonesi, et etiam per li
avogadori di comun, et, formato processu, si troverano alcuna manzaria o manchamento, fato si in
Cremona, come in altri lochi, debino veguir essi avoÈ da saper, che si oppone a ditto sier Marco Antonio, che ne li pati con cremonesi, lui scrisse che 'l
populo volea da la Signoria un dacio si cavava solum
1500 ducati, et per esser picola cossa, confortava la
Signoria ge lo desse; e da poi si have information,
era di molto più summa, a presso ducati ... milia ;
perho si duolevano esser stå inganati, et che, ne l'acordo fato con il castelan, domino Bataia da CodiAd' 28 octubrio. Fo pregadi, e vene zoso a ho- | gadori a questo conscio. Et have tuto il conseio.
re 7 di note, et rimase conseio di X, stete fin hore 8 1/9. Et im pregadi referi sier Marco Antonio
Morexini, el cavalier, venuto provedador di Cremona, qual stete più di tre hore in renga, dicendo il
successo suo, et scusandosi di quello li era stà levato ; et che niun di caxa soa non havia mai robato ;
e che lui era ckavalier, e havia paga le so decime
tute, e quando non havea danari da pagarle, l'impegnava i soi arzenti ; et che sempre el si havia fati- | gnola, oferiva dar tante artilarie dil castello per du- chà per questo stato in diversse legation, e stato im cati 30 milia, e par non si habi auto per valuta di
pericolo di esser morto, e questo per esser stà soto le ducati X milia, e par habbi esso castelan scose e
mure di Cremona, o ver di la rocha, a parlamento | mandate a Ferara; perho fo suspeso ogni promission
43 MCCCCLXXXXIX, OTTOBRE. 44
15
fata per ditto sier Marco Antonio al prefato caste- | armadi, non perhò homeni d'arme, mandati per
lan, perchè lui non ne havia ateso a nui : tamen
have ducati 12 milia et 500 ; el resto dovea aver
questo Nadal.
In questo zorno, a di 29, zonseno sier Nicolò
Michiel, dotor et cavalier, et sier Antonio Loredam,
el cavalier, venuti oratori in Franza, qualli a di 30
insieme con sier Beneto Zustignan, era za qui venuto, fono in colegio. Et sier Antonio Loredam, el
cavalier, prima referite la sua legation, per esser
stà sollo; poi zonto il re a Milan, referite sier Beneto Zustignan. E, inter cætera, tutti si havia fato
le spexe da per si, et era stato molti zenthilomeni con lui, adeo havea speso forssi ducati 240 di più
di quello have. Or fono laudati dal principe, et reI'archiduca di Bergogna a esso serenissimo re, insieme con il resto di la guardia di esso archiduca.
I qualli è cavali de homeni armati 1500. El resto,
oltra li 400, non arriverà a Yspurch, perchè da
Yspurch indriedo versso Trento non pol alozarse
cavali, per esser lochi di montagna. Et il conseio di
esso signor Lodovico, per hordene dil re, è ristreto
solum la persona dil re, el cardinal Ascanio, esso
signor Lodovico. Qual haveria facto suo disegno,
casu quo havesse habuto sguizari a suo stipendio,
parte di lhoro mandarli per la val di Valtolina, da
la via de Tyrano, el qual Tyrano è fornito per el signor Lodovico. El qual ha mandato ha domandar
socorsso a esso signor, perchè aspectavano francesi .
messi a referir al pregadi, et sier Antonio Loredam, ❘ Conclude, era stato do zorni a un tempo, rector,
el cavalier, intrò savio dil conseio, et acceptoc aUdene ; e sier Nicolò Michiel, avogador, perchè 'l loco
suo fo risalvato.
noncio e furlano, a far condur artilarie, munition,
formenti mandati per la Signoria li a Roverè, per
via di Brexa. El qual è tanto, che non solum Roverè,
ma meza Italia forniria.
È da saper, el cardinal di Este, fiol dil ducha di
Ferara, è arziepiscopo di Milan, era in Alemagna col
signor Lodovico, si parti e vene a Ferara.
Ad 30 octubrio. Nel conseio di X fo processo
contra sier Carlo Trum, quondam sier Antonio, era
avochato di presonieri, per haver chiave false, con
le qual, quando li piaceva, ussiva dil gran conseio
per una porta va in la salla, dove si volea far libera- A d' 31 octubrio. Fo pregadi. Et li oratori ve- 15*
ria (sic); et per tanto fu preso, che 'l sia bandizà nuti di Franza non referiteno, perchè non fu tempo.
per uno anno di gran conseio e oficij , e privo di E fu fato provedador in Albania, sier Andrea Michiel,
l' oficio, e star 6 mexi im prexon serado; et cussi fufo ai X oficij , quondam sier Zorzi, qual era stato
messo in l' Armamento con sier Andrea Zanchani.
Et fo publichà la ditta condanasom in gran conseio a
di 3 novembrio.
Fono fati cai dil conscio di X di novembrio,
sier Lunardo Mocenigo, sier Alvixe Venier, e sier
Zorzi Corner, el cavalier.
conte e capetanio a Dulzigno ; et aceptoe, e poi fo
expedito, e andoe, et rimase da sier Alvixe Loredam, fo a Monopoli, et altri .
Da Milam, di oratori nostri, sier Marco Zorzi
e sier Beneto Trivixan, el cavalier. Come a di 28,
era sequito lì gran remor nel populo, et esser sta
brusate alcune caxe, dove a le porte si scodeva dacij; et dicitur, uno si voleva far impichar, el populo
lo tolse di le man. Et missier Zuan Jacomo cavalchoe per la terra .
Et il re poi , par chiamasse il populo tutto, dicendo bone parole, et sedoe el populo, come più difusamente scriverò.
Da Riva, di sier Hironimo Baffo, provedador,
di 24, vene letere , qual vidi. Come era gionto a
Trento fanti alemani 300; si aspetava il signor Lodovico, che già saria gionto, benchè li fosse deputà
el castello per sua stanzia, e trovato alogiamento per
parte di la sua corte, e habiando bisogno di più alozamento, quelli di Trento è un poco renitenti, ita
che, per questo, si ha convenuto mandar infina dal
re di romani, el qual se atrova a Stercen, a la dieta
ordinata in quel luogo per le cosse di esso signor
Ludovico. E da la dieta de' guizari è tornato la seconda volta domino Galeazo Visconte, con risposta
diffinitiva da essi guizari, di non poter servir sua
majestà, et esso signor Lodovico, contra el re di ❘ chasso andoe a Ferara. Et il conte di Caiazo, come
Franza. Al qual loco di Trento era aviato i fioli di
ditto signor Lodovico avanti, e da poi i stratioti, da
poi el suo haver, e da poi esso signor Lodovico, al
qual, per il re, ge era stà dato 400 cavali di homeni
Item, è da saper, Antonio Maria e Frachasso di
San Severin fono licentiati dal re di Milam. Qualli
voleano venir a Citadella, et per la Signoria li fo
scrito che, zonti a Verona, non venisseno più oltra,
si non erano per venir di longo qui, et non andasseno a Citadella. Et Antonio Maria vene qui ; et Fraho scrito, fo mandato per il re a opugnar Tyranno.
Item, el re tolse el ducha di Ferara im protetion,
e il suo stato ; qual promete andar contra el signor
Lodovico, bisognando, fo suo zenero. El qual di-
45 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE.
46
16
mandò al re, li facesse render el Polesene, teniva la ❘ volseno, se prima non erano dil tutto expediti ; etiam
Signoria. Li rispose non haver fato il perchè. senza licentia dil suo conseio.
Et è da saper, erano qui, oltra li oratori, domino
Leonardo Botafo, orator qui per il ducha, a temро
Item, licentive da Milan domino Hannibal Bentivoy; et non li dete ni a lui, ni al padre alcuna con- duta. Et il marchexe di Mantoa torna a Mantoa, | dil ducha di Ferara ; e domino Zuan Batista Stanga,
abuto soldo dal re. Et il re si parte, e va a Zenoa,
e poi in Franza presto.
È da saper, gionseno in questa terra do araldi dil
re, deputati andar al turco, a protestar rendi Lepanto, et desista di far guerra a la Signoria. Quali
steteno assa' zorni qui.
Et aquesto tempo, el duchadi Valentinois comenzò a voler far fati, di haver Ymola, Forli et Pesaro etc.
Dil capetanio zeneral, sier Antonio Grimani, di
14, da Cacopo, do rige solamente. Come mandava
letere di sier Nicolò da cha' da Pexaro, provedador
di l'armada, qual scrive era stato a l' Archadia, e
haver messo in terra, combatuto, e pocho manchỏ
non prese il castello, e visto non poter otenir, brusoe, fè danno e prede assai. Era con galie 6, zoè lui,
sier Alvise Orio, sier Valerio Marcello, sier Zuan
Malipiero, sier Tomà Dandolo, di Candia, e il fiol fo
di sier Zuan Francesco Baxadona. Item, havia mandato do galie dalmatine a expugnar il castello di la
Bordogna, si che in quelle aque di là di Modom, si
facea sentir.
Di Istria. Molti avisi, come turchi da poi fato
qualche danno, se ne erano andati in la malhora. Et
è da saper, li Frangipani, che promeseno far gran
cosse, O fece.
Di Elemagna. Par che ' l signor Lodovico, qual
d' Yspurch dovea andar a Trento, dove dal vescovo
non fo voluto aceptar, e, mutato consilio, va a Viena, dove si dia far una dieta, per tratar acordo, e
aver ajuto da le terre franche. È de opinion di tutti,
nel partir di Milan, havesse ducati 140 milia di contadi ; et si dice, dete ducati 40 milia al re di romani,
et poi a le zente; sì che ne ha pochi danari. Forssi,
havendo danari, faria gran mal, etiam si pur un castello si tenisse sollo a soa requisition.
In questo pregadi, a di ultimo octubrio, fu preso
parte che, per el principe nostro, doman ch'è'l zorno
di Ogni Santi , in chiesia di San Marco, quelli di oratori cremonesi vorano aceptar, siano fati cavalieri.
Ai qual fusse donato una vesta d'oro per uno ; e altri, non voleva la cavalaria, una vesta di veludo cre- mesim. I qualli oratori erano sta za alditi da li savij❘
deputati, et dimandavano assa' cosse. Et questi oratori non volseno esser fati, fino non siano expedicti,
dicendo, cremonesi dirano : si hanno fato far cavalieri, e non ateso a la loro comission. Per tanto non
e do altri citadini, qualli voleano ristoro da la Signoria, per li danni recevuti da le nostre zente in campo.
In questi giorni, per letere di sier Marin Moro,
conte di Spalato, etiam per messi venuti de qui ,
par, alcuni signori di Crayna, subditi al turco, si volevano dar a la Signoria; et facendo un bastion a
una ponta, tutto el paese sarà nostro, e non si temerà. Or, tandem, fu decreto tuorli ; e tuttavia fo
fato in l'arsenal uno bastion di legno, da esser mandato ivi, è posto a quella ponta; opera molto degna.
Quello seguite o ver seguirà, scriverò, intendendo,
più oltra.
È da saper, in questo mexe, per mensſati, fono
per li avogadori fati retenir, et preso di chiamarli,
tre nostri patricij, qualli fevano le malle tin : zoe
sier Zuan da Molin, quondam sier Timoteo, e sier
Francesco Contarini, de sier Hironimo Grilo, qualli
si presentono ; et sier Bernardin Dolfim, quondam
sier Hironimo, che non volse apresentarsi ; et questo per alcune bararie, usate contra un francese etc.
Item, fo divulgato, alcuni pescaori haver trovato,
pescando in Canal Orfano, un corpo morto col viso
impegolato. Et par, per li capi di X, fo ordinato più
non pescasse. Et fo sospetato, havessenofato anegar
qualche uno.
Dil mexe di novembrio 1499.
A d' primo, el zorno di Ogni Santi. El principe fu in chiesia di San Marco a messa, con l' orator di
Napoli e di Ferara, di Monferà e di Rimano. Etiam
vi era tutti li oratori cremonesi, driedo la Signoria,
con patricij . Et poi non fo 0. Et è da saper, l'orator
di Franza era amalato, e quel di Fiorenza partito.
A di do ditto, fo il zorno di Morti. Ahore 23
zonse sora porto, et vene di longo una barcha di
peota, ne la qual era sier Antonio Grimani, procurator, capetanio zeneral di mar. Era con lui sier Vicenzo, suo fiol, qual li andò contra in Hystria, uno
fiol fo di sier Antonio Boldù, el cavalier, e sier Zuan
Nadal, erano soi nobelli ; credo etiam pre' Hironimo Cesoto, suo capelan, et Marcho Bevazam, suo secretario, e do trombeti. Et ditta barcha di peota vene
di longo in rio di palazo. Et il principe, inteso questo, par il colegio fusse reduto per expedir li oratori
cremonesi, non vi hessendo avogadori, sier Polo Pi16
47 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE. 48
qui con lui , di raxon di la Signoria nostra, che ancora fo pezo esser partito di l'armata, e haver portato li danari via. Item, Zorzin da la Modena, suo
armiraio, etiam andò im prexon.
Ad 3 novembrio. Da poi gram conseio, fo pregadi, et referite sier Antonio Loredam, el cavalier,
venuto orator dil re di Franza, e poi etiam sier Ni- colò Michiel; et fono laudati dal principe.
xani fuora, e li altri do non reduti a l' oficio, et andoe tre di colegio, qualli fono sier Andrea Cabriel,
consier, sier Domenego Marim, savio dil conseio, e
sier Piero Balbi, savio da terra ferma. Et dismonto
a la riva pizola di corte di palazo, a horre 24 ; e la
corte tutta era piena, et persone 2000, tra li qual
molti zenthilomeni. Et el ditto capetanio, è da saper, si
parti a dì 15 da Caxopo, et vene con la sua galia, la
qual rimase a Parenzo; et par li intendesse da suo
fiol, sier Vicenzo, la parte presa, che, venendo con la
soa galia, dovesse con li ferri ai piedi esser posto in
la prexom Forte. Lui medemo mandò a dir a sier
Hironimo Bondimier, podestà di Parenzo, si havea
alcun hordine da la Signoria. Rispose di no. Et dimandò un per di ferri, et lui medemo si li messe,
et montò in barcha di peota, et vene qui, senza andar pur a caxa. Or fo portato da 4, perchè haveva
li ferri ai piedi, posti da lui medemo. Era vestito di
scarlato, con uno mantello di scarlato sopra una vesta paonaza, calze di scarlato, et bareta negra in
capo, e barba di XV zorni. Et si dice, ozi , venendo,
have gran fortuna, pocho manchò non si anegasse.
Or era lì a la riva, nel dismontar, el reverendissimotor, è andato in Franza; et l'altro era qui, el re
Da Milam. Si have letere, come il re partiva di Milan, fato San Martin. Qual poi, seguito il rumor dil populo in corte vechia, chiamato tutti li citadini
e populo, disse, come non era venuto a tuor quel
stato per tyranizar, et che havia fato la spexa di du- cati 400 milia per otegnirlo al tutto, e che volea
partirse, e veguir ogni anno li una volta a visitarli.
Poi exortò il populo a pagar per questa volta l' an- garia, non a lui ma a li citadini ; et che lassava mis- sier Zuan Jacomo in suo loco, et monsignor di Ligni,
capetanio di le zente d'arme in Italia ; si che tutti
li zurono fedeltà. Et è da saper, monsignor di Lignì
disse a li nostri oratori, partito il re, voleva venir
qui per Po. Et monsignor di Beumonte, fo qui oraprima lo fece governador a Zenoa, poi li scrisse voleva fusse cao dil conseio di la justicia, li a Milano.
cardinal suo fiol, qual li deva man, venendo portato
suo padre ; et da l'altra banda, domino Antonio Pizamano, prothonotario, poi li fioli driedo, zoè sier In questo pregadi fo posto per li savij che, anVicenzo e sier Hironimo, perchè sier Piero era ama- dando il re in Franza, uno di do nostri oratori vadı
lato. Or, quando el fo portato fuor di barcha, si to- con lui, per tessera o per acordo ; e l'altro vengi
chó la bareta, dicendo : Bona sera, a sier Andrea | qui, acompagnato sua majestà a Turin. Et sier FranCabriel e compagni. E non li fo risposo nulla da cesco Bolani, cao di 40, messe che fosseno tutti do
niuno, se non che sier Piero Balbi disse a Gasparo | balotadi ozi im pregadi, et chi havia più balote,
da la Vedoa : Menalo in la Forte. E lo acompagnono | rimangi. Et cussi, sier Marco Zorzi have 51, e sier
fino a la porta. Et il cardinal suo fiol veniva spento Beneto Trivixam, el cavalier, 116; et lui ſo deputato
etc. Et ivi fu posto, e volleva uno in sua compa- andar con il re.
gnia di soi, e non li fo voluto dar. Sopravene li Item, per molte vie si have, il re di romani nou
avogadori : primo sier Nicolò Michiel, poi sier Marco si vol mover per el signor Lodovico, et la dieta de
Sanudo, qualli andono im prexom a vederlo. Et fo Sturzen esser compita, e posto hordine di farne
ditto, sier Nicolò Michiel disse a' soi fioli : Meio saria | un' altra fin 6 mexi. E il ducha, come ho scrito, va
a Viena ; et che havia poco credito, et fino li osti non
li volea dar da manzar senza danari, zoè immediate
conveniva pagar.
17 per vuj, che 'l crepasse. E li rebufono assai. Qualli
tutavia pianzevano. Et publice disse, lo voleva menar a gran conseio, et farli taiar la testa, perchè
havia ruinà e disfato questa terra. Et tutta la terra Ad' 4 ditto. Fo pregadi per spazar li oratori di
parloe di la disobedientia sua ; et diceva, el meritava | Cremona. Et par fosseno expediti 16 capitoli, et li
mille forche, si non per altro, per questo. Et intisi,
in quella note mai dormite ; dimandava a li guardiani : Che horra è ? Poi li fo dato stuore, si che
starà in la Forte. Et la matina, Marco Bevazan, suo
secretario, fo in colegio, et disse lui non havea colpa, nè mai havia scrito letere di suo man, et altre
cosse secrete. Item, Piero di Paxe, suo sora masser,
portoe ducati 3000, che esso capetanio havia portati
savij deputati ponevano lhoro opinione ; tamen sier
Alvise Bragadim, procurator, per esser amalato, non
si potè operar, et sier Francesco Bolani, cao di 40,
parloe contra ; è con sier Filipo Trum.
Noto, in questi giorni, avanti li oratori venisseno 17
di Franza, fo mandato per la Signoria nostra a donar al cardinal Roam ducati 1000.
Nel mexe di octubrio. Acadete, che zupani et
49 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE. 50
quelli di Montenegro si deteno a la Signoria nostra; | dati avanti molti zebellini e pellami, dicitur, per vaet lhoro desideravano uno proveditor, et il conte | lore di ducati .... milia.
Zorzi Zernovich ; tamen poi vene alcuni turchi, adeo
non fo niente, come più difusamente di sotto al loco
suo farò mentione.
Item, in questo zorno morite a Brexa el reverendo domino fra' Francesco Sanxom, zeneral di
frati menori, brexano, di età di anni .... ha lassato
18 milia ducati e più di contadi, et zoie, et altro ; le
qual havia im pegno dal ducha di Urbin ; lassò duAdi 5 novembrio. Fo pregadi per expedir il resto di capitoli di cremonesi, qualli dimandano assa'
cosse, et non fono compiti di expedir, perchè fo | cati 3000 al Santo a Padoa ; etiam altri danari a la
contraditiom. Item, tuttavia el fiol dil papa con le
zente si meteva in hordine, per andar a campo a
Ymola e Forli e tuor Pexaro; e par, quello povero
signor si racomandava a la Signoria, et dicea voler
andar frate, et la madona di Forli tutavia si fortifichava, facendo molte provisione.
A dì 6 ditto. In questa matina ſo comunichato
sier Antonio Grimani in la Forte; e tandem per li
avogadori li fo dato uno li dentro a servirlo ; et si
diceva era amalato, e con li feri .
fabricha di Brexa, zoè dil monastier e chiesia, che
tutavia si fabrichava etc. Et per la Signoria nostra
fo scrito a Roma, in recomandation di esser fato
vicario zeneral di l'hordine, a chi sta in uno anno
a chiamar capitolo, domino frate Antonio Trombeta,
di natione padoam, leze a Padoa, tandem el ponti- 18
fice fece vicario Marco Egidio ..... , lo qual di scientia era inferior a questo Trombeta, et dicitur, fo a
requisitiom di missier Zuan Jacomo Triulzi. Quel
seguite, scriverò.
Et a dì .... dito, zonse qui con uno gripo sier An- A di 9 novembrio. Morite maestro Jacomo da
drea Baxadona, capetanio di le galie di Barbaria ; | Rimano, medico, qual havia fato caxe con questo
et si apresentò in prexom, et fu messo in l'Armamento con sier Andrea Zanchani etc.
Item, li avogadori di comun ogni zorno formava
processi, et in questo zorno, a dì 6 et a dì 7, fo conseio di X.
versso numero do, una a San Zulian et una a San
Trovaxo, zoè: Rura, domus, nummi felix, hinc gloria fluxit. Fo sepulto a San Stephano in una archa
in chiesia, dove etiam è questo versso. Lasso uno
fiol, dotor medico.
A di 7 ditto. La note si rupe sora porto la nave È da saper, eri ſu preso im pregadi che, atento le
di sier Antonio Cocho, di botte 500, la qual ritor- | zente dil ducha di Valentinoys, zoè francesi si a canava qui a disarmar.
In questi giorni si partite l'orator di Monferà,
domino Urbano de Alba, et vene a tor licentia in
colegio, e andò via.
valo come guasconi e altri a piedi, et per dubito di
movesta a li lochi nostri recomandati, fo preso, tutti
li homeni d'arme di le compagnie di Urbin e Rimano et Faenza, che sono nostri soldati, dovesseno
In questo zorno fo conseio di X da poi disnar. andar da' soi signori ; et fo ditto, la madona di Forli
A di 8 novembrio. Fo pregadi ; et sier Nicolò volea andar a Fiorenza, la qual poi mandoe li fioli :
Michiel, dil cavalier, avogador, prima fusse leto letere, ❘ prima volse mandarli qui, e fo resposo, li mandasse.
andò in renga, et disse non era di soportar che sier
Zuan Moro, retor olim a Nepanto, et sier Hironimo
Trum, quondam sier Priamo, era castelan, quali non
comparevano ; et si dicea il Trum volea andar frate.
Or sopravene im pregadi sier Marco Sanudo, avogador, e tutti do poseno, che li dicti do si dovesseno
venir, in termene di uno mexe, a presentar a le prexon, qualli poi siano menati a questo conscio; et
cussi have tutto il conseio. Non fu contradita, et fu
presa la parte.
Item, fu preso che 2000 cavali nostri andasse a
Ravena, zoè il signor Bortolo d' Alviano, et fo mandato etiam Zuan Baptista Carazolo, capetanio di le
fantarie, con molti provisionati.
Item, fu preso di dar a l'orator di Franza, era
qui, e dovea partirsi, varito che 'l sia, per andar in
oficio a Milano, capetanio dil conseio, che li sia donato
tre veste : una di veludo, raso e damaschin negro,
fodrà di martori tutte, et ducati 300 d'oro in una
confetiera ; et cussi fu fato. Et fu preso la parte a
Item, li savij ai hordeni e altri voleva meter, che di X.
le galie di Fiandra, Baruto e Alexandria, che erano Fo ditto, el signor Lodovico, che era in Elemain armada, dovesse venir qui etc. Or sier Hironimo | gna a Praxenon, havia mandato a dir al re, voleva Zorzi, el cavalier, savio dil conseio, messe de indusiar fino veniva letere dil zeneral ; e questo fu preso.
Fo ditto, vien in questa terra oratori di Rossia,
quali erano zonti a Maximiano, et che haveano mariI Diarii di M. SANUTO. -
Tom. III.
andar a Bari, e volea salvo conduto di passar. Item,
noto la cruciata si trama a Roma; et il re di Franza
à manda orator in Hungaria, et volca mandar 4
oratori al re di romani ; e mandó a dimandar salvo
4
51 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE 52
18
conduto, et li soi araldi , numero do, erano qui per la porta fuzite Zuan Francesco Baxeio, confinato
non ancora expediti. per el scrito falsso etc., et andò versso Roma.
Item, le zente francese have la rocha de Tiram
e la terra, sì che tutto il stato di Milam vene sotto
il suo dominio.
A di X ditto. Fo pregadi. Se intese il remor
sequito a Parma contra francesi ; et fono mal traetadi.
Adì XI ditto. A gran conseio vene domino Leonardo Bota, con do altri cremonesi, sentono di sora
li cavalieri el veteno il modo. Et il castelan, fo di
Sonzin, domino Hannibal Angusolo, fato zenthilomo nostro, sta qui e vien ogni di a conseio. Et in
questo zorno sier Francesco Bolani, cao di 40, si
Da Modom, di 20. Come el provedador Pexaro | tolse provedador al sal, et andò malissimo, et niun andava versso l' Arzipielago ; et par che a Bordogna,
essendo andate alcune galie nostre e stratioti con
sier Francesco Zigogna, provedador, fonno da' turchi
rebatuti, et morti 30 stratioti. Item, si ha da Napoli
di Romania, Argos, esser venuti 1000 turchi. Item,
di li do dardanelli, si facea in colpho di Lepanto.
non passò, e fo fato assa' volte.
È da saper, una di queste matine, hessendo in chiesia di San Marco, fo levato una sanza, che missier Zuan Jacomo Triulzi havia morto di sua mano
missier Erasmo Triulzi, suo cuxin ; ma non fu vero.
Adi 12 novembrio. Fo pregadi, per sier Hironimo Capello, provedador sora le camere, et absente
fo expedito sier Francesco Corner, fo camerlengo a
Padoa, quondam sier Zuane, qual andoe fuor di la
In questo zorno, im pregadi, fono expediti totalmente li oratori di Cremona ; et che possino mandar soi vicarij per quelli castelli, excepto Sonzin,
Cazal Mazor, Pizegatom et Caste Liom. Item, li bene- | Novissima e di questa terra. Fo condanato zercha
ficij eclesiastici siano tutti de lhoro cremonesi. Quanto
al capitolo di le aque, sia per adesso suspeso. Quanto
a l' angaria, non vol etc.
Da Milam. Si ha come, a di 8, el re parti, andò
a Vegevene, starà do zorni e anderà versso Franza
da la moglie.
Et fu preso di far per scurtinio im pregadi 2
provedadori, quali dovesseno aldir quelli, sono stati
in armada a servir la Signoria con sue nave; et stagi
un anno potendo venir im pregadi, non metando ballota; et debino veder le raxon di la Signoria nostra.
È da saper, Zorzin da la Moneda, armiragio dil
zeneral Grimani, qual era im prexom, stava mal,
si dubita di morte.
In questi giorni acadete che, hessendo la nave,
patron Etor Ottobom, in porto di Ancona, era li per passar a Ragusi sier Marco Corner da la barba,
et do bolognesi, qualli erano fuziti di prexom, e haviano taia, et voleano andar in Turchia, et montar su
uno navilio, et tandem con bel modo, questo Etor
Otobon li messe le man adosso a tutti tre , quali
za erano montati in navilio, et li messe in nave. Et
dicitur, el Corner buto certe letere in aqua, el qual
è di Candia, era confinato a morir im prexon per
buzaron, et, rompendo, habi taja, e torni a morir
im prexon ; si che ſo conduto qui con li altri do bolognesi, e fono posti in camera, perchè le prexon erano piene de nostri patricij, come dirò. Ancora
fuzite in questo mexe alcuni presonieri di prexon,
erano per il conseio di X, et trati di la Forte, per
caxon dil Grimani, et rompeteno ; et fuzite etiam,
quel zorno introe el capetanio zeneral im prexom,
1. 4243, s. 10, tolti di la Signoria nostra, e la mita
più per pena, bandizato im perpetuo di oficij e beneficij, e stridato per laro a gran conseio.
Adì 13 ditto. Fo conseio di X, et nulla ſo ditto
esser di novo.
A dì 14 ditto. Fo pregadi, e fu preso che sia
scrito al capetanio zeneral che, parendoli non tuor imprese, le galie di Baruto et Alexandria dovesse mandar di qui , per esser intention di mandarle al viazo.
Item, vene uno araldo di Spagna, partito di Sibilia, da la corte, venuto prestissimo in zorni 15, et portoe letere di quelle alteze a la Signoria, come
havendo inteso le cosse turchesche, et il successo, si
duol etc. , et offerisse socorsso di armada, et havia
fato retenir tutti li navilij in li porti per armar. La
qual letera fo optima, et da tutti laudata di tal bon voler.
In questo zorno sier Polo Pixani, el cavalier, avogador, stato in Friul con Piero di Horgani, nodaro, a
formar processo contra sier Andrea Zanchani, ritornoe in questa terra. Item, si ha dil zonzer il capetanio a Corfù.
Adì XVditto. Fo conseio di X, et nulla di novo.
Adi XVIditto. Fo pregadi. Fo messo parte per
li savij, che sier Luca Trun, synico, era in Candia,
dovesse vegnir via, et sier Piero Sanudo andasse di longo, come dovea andar, in Cypro, a compir l'oficio
suo. Et è da saper, ditto sier Luca Trum par habi
scrito, haver intromesso sier Bernardo Zustignam,
capetanio di Candia, qual è uno sancto, et ha optima
fama, adeo molti di colegio lo à tolto a peti etc.
Et par, per caxon di certo dacio incantà de li 19
53 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE. 54
a uno, qual non era bon, per opinion dil capetanio,
sia seguito lì in Candia parole.
Item, fo preso per expedir sier Andrea Michiel,
va provedador in Albania, li cassieri non possi far
partia sotto pena ; et che li sia dato ducati 300. Et
sier Zuan Moro, cassier, andò in renga con audatia,
dicendo non era danari, e havia dato la soa fede
pegno. Or sier Piero Balbi, savio a terra ferma,
rispose et fu preso la parte. E poi fu fato cassier di
colegio, sier Piero Balbi.
Item, fu preso che 'l zorno di San Nicolò da Tolentino, che vien a dì X avosto, si debbi ogni anno a
Cremona far una precessiom, et li rectori debbi
presentar a l'altar ducati 15 per uno.
Item, fu preso, atento il fiol dil papa, che era
versso Ymola con zente, e tutavia si acampava, mostrava voler Faenza, che sier Christofal Moro, provedador nostro in veronese, andasse a Ravena, etiam
Zuam Griego con li balestrieri .
Item, perchè si have aviso, dia vegnir qui uno
orator dil re di romani, homo di gran reputation,
chiamato missier Marquardo, fo chiamati cavalieri e
molti patricij im pregadi, per andarli contra a Margera;et fatoli preparar, per l'oficio di le raxom vechie, la caxa a San Zorzi Mazor.
Èda saper, el legato cardinal Borgia, era a Milan, partite dal re, et andò a Bologna, dove stote
alcuni giorni ; et il cardinal Orssino tornò a Roma,
il cardinal Roam tornò col re in Franza, e il cardinal San Piero in Vincula in zenoese.
In questi giorni fo divulgato, a Zara era la peste,
adeo per li provedadori sora la sanità fo banditi zarantini non vengi .
Et la galia di sier Antonio Grimani, era in Histria,
volendo la Signoria farla ritornar in armada, par tutti li galioti erano partiti, adeo fo poi decreto la
fusse disarmata; et a dì 16 dito, im pregadi, zercha
questa galia fu posto parte di proclamar, li homeni
Da Vegevene si have letere di sier Marco Zorzi | monti suso etc., et O sequite.
e sier Beneto Trivixan, el cavalier, oratori nostri.
Come el re di Franza volea menar el ducha di SaAdi 18 novembrio. Fo pregadi, e fo preso di 19 .
disarmar alcune nave era in armada, excepto quelle
voia con lui in Franza, e maritarlo, e havia posto soi di comun etc., et maxime la Marzella.
per governo di quel stado. Et il signor Constantin
Comino, che governava, haverlo fato retenir ; et | stratioti, di quelli dil signor Lodovico.
Item, vene nova, a Lodron esser stà preso 80
questo, perchè domino Marchexin Stanga, ch' era venuto da soa majestà, partito dal signor Lodovico, li
havia ditto, questo signor Constantin teniva dal signor Lodovico: tamen, credo sia stratagema.
Da Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro,
podesti. Come zercha 1000 alemani voleva passar
de lì, fati per il marchexe di Mantoa, per nome dil
re di Franza ; qualli non li ha lassati passar. Item, il
signor Lodovico è a Praxenon con li fioli, va a
Viena.
In questo pregadi fu preso dar provisiom a certi
stratioti di Nepanto. Item, risposto a la letera di li
reali di Spagna, che, a tempo nuovo, saremo contenti
di ogni ajuto, ringraciando lhoro alteze. Et fu preso dar ducati 50 al messo, e rimandarlo indriedo. È da
saper, si have da Roma, domino Lorenzo Suares, fo
qui orator per li reali di Spagna, dia venir li a Roma
per orator a star.
Item, da Forl'. Quella madona havia fato exempti
tutti li soi populi, che patirano l'assedio, et altre provisione.
È da saper, che ſo chiamà in sealla sier Zuan
Moro, si vengi a presentar ; et il Trum era venuto,
come dirò poi.
Item, il capetanio di Franza, si dice, vien con tre
galie qui.
Item, si ha letere di 22, di sier Marchio Trivixan, capelanio zeneral nostro. Dil zonzer a Corfù, e
dava danari a le galie, ponendo quelle in hordine.
Item, par seguisse certe parole con sier Tomà Zen,
el cavalier, li a Corfù. Item, si have da li governadori di le galie grosse le parole, disse sier Antonio Grimani, qual lo trovò a Caxopo : Non sarà vero,
missier Marchiò, mi manda in ferri etc. Et poi se intese, fè star homeni sul calzesse e su' monti, e visto
il capetanio venir, voltò la tenda per non esser conoItem, fono electi 7 di X savij a tansar : sier Lu- | suto, e tolse la volta di Veniexia.
nardo Mocenigo, fo podestà a Verona ; sier Francesco Barbarigo, fo luogo tenente in Cypri ; sier Alvise
Venier, fo cao dil conseio di X; et sier Bernardo
Bembo, dotor, cavalier ; e tre de respeti : sier Lorenzo Zustignan, fo cao dil conseio di X; sier Nicolò Pixani, va consier in Cypro ; e sier Piero Capello, fo podestà a Vicenza : et ordinato, tanxi brigate.
Item, se intese li dardanelli esser compiti al
colfo, et turchi haver posto do passavolanti, era in
Lepanto, quali azonzevano, adeo sarà dificile intrar ;
pur il capetanio volir, et cussi, come dava danari
mandava via le galie. Item, si havea, si facea in colffo
alcune galie, come dirò.
Ancora si have, li oratori di Rossia esser zonti a
55 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE. 56
20
Bassan, et fo serito al podestà di Mestre, et avisasse
dil suo venir qui .
È da saper, se intese, il re di romani haver fato
far certe cride, tutti li soi pratichi con nostri subditi
come prima, per esser soa intentiom star in amicitia
con la Signoria.
A Roma nasete uno fiol a madona Lucretia, fia
dil papa et molgie dil ducha di Bexagne : qual il papa
lo fè batizar in chiesia con gran cerimonie , cardinal
di Napoli et baroni etc. Ad 21 ditto. Non fu nulla da conto. È da saper,
la madona di Forli, dona quasi virago, have molti :
prima il suo Jacomo Feo, fu morto ; poi Zuan di
Medici, morite ; poi Achiles Tyberti ; et al presente
par habi per favorito uno Zuan da Casal. Item, la
Item, li oratori di Cremona, quali ancora dimandavano certe cosse, have letere da' soi, stesse ancora
8 zorni qui, e non hessendo expediti, tornasseno a
Cremona, rimanendo sollo tre qui a la expedition | mandò i fioli a Fiorenza. Et il cardinal San Zorzi
dil resto. Qualli, fo ditto, non si contentano di la expeditiom, ma poi cremonesi si contentò, adeo fè segno di leticia.
disse al nostro orator a Roma , si la Signoria li
voleva tuor. Li fo risposo che venisse, sariano ben
tractati ; tandem andono a Fiorenza, et ditta madona voria darsi a la Signoria , et porzeva ogni
partito.
In questo zorno nevegò in questa terra, et fu
molto per tempo; et morite pre' Hironimo Cesoto,
Vene uno messo dil cardinal Ascanio a la Signoria, exponendo, volea el vescoado suo, disse di Novara, volendo dir di Cremona, e più volte replichoe.
El principe rispose : Non se impazavemo di Novara,
andasse dal re di Franza. Lui rispose, haver equivo- | capelam fo dil zeneral Grimani, con pessima fama chato. Et poi li fo dito, si vederia. Et in questo mezo
le intrate dil vescoa' era scosse per la Signoria. Et
fo divulgato, esso cardinal Ascanio andava in Hungaria.
di haver fato instrumenti falssi etc.
È da saper, a dì 20 acadete cossa notanda, che
sier Piero Manolesso, 40 zivil, quondam sier Antonio,
stato la matina in quarantia, et andato a disnar, volendo tornar in quarantia, li sopravene uno accidente,
e andato in una caxa, morite statim.
Et il re di Franza a dì 13 parti da Vegevene, va
a Turin e in Franza con gran solicitudine da la moglie. Sier Beneto Trivixam, el cavalier, anderà con
lui, sier Marco Zorzi, fino a Turim, poi verà via. Fo
ditto, el conte di Caiazo andava col re in Franza,
tumen par non andoe. El signor Constantin lo menava in Franza, havendo totaliter privato dil gover- | capetanio a Brexa. Tamen O di lui sequite.
no, tamen poi fo posto in rocha a Novara. El cardinal San Piero in Vincula, fo ditto, va a Roma, et il
papa li rende Hostia, ch'era sua; et cussi con effeto
l'ave, ma non andoe a Roma, come il tutto scriverò
di sotto.
Adi 22 ditto. Fo gram neve. È da saper, la cossa
sequita al bancheto di Striga, di uno ſè disſichar e
conzar, e lui se imbatè dicendo : Che fastu ? et fo
uno andava in officio con sier Domenego Beneto,
Adi 23 ditto. Fo pregadi. Si have nova, le zente
dil fiol dil papa, andate al Bondem e Arzenta sul
ferarese, haver fato molte cosse, e amazato zercha
20 homeni, adeo il ducha di Ferara si duol assai di
tal cosse sequite sul suo, e dubita di pezo.
Di Hungaria. Vene letere dil zonzer li di Francesco da la Zuecha, secretario nostro, et par, l'orator
ſo Albam di Jaiza ; et l'orator dil papa, episcopo di
Cagli, era zonto ; quel di Franza, manchava ; et par che quel re habi bona voluntà di romper al turco, e
coligarsi con la Signoria .
Havendo scrito di sopra dil zonzer a Corfù li governadori, i 3 di l'armada andono a trovar sier Antonio Grimani, procurator, capetanio zeneral, qual | dil turco, era li, havesse licentia. Et ditto secretario
era a Caxopo con 4galie ; et andono li, qual li dete
le letere di la Signoria. E lui disse da la galia : Andè con Dio, andè a montar su le vostre galie ; missier Marchio Trivixan non haverà tanta posanza, che 'l
mi mandi a Veniexia. Item, poi sier Marchiò preditto, a dì 22 zonse a Corfù, et par, sier Luca Que- rini, provedador a Corfù, atendeva a le fabriche. Et è
nova, Fait bassà facea far in colfo 4 galie sotil, e una
grossa ; e l'armata dil turco esser vardata in colfo
da 600 turchi, con soe carachie, si che sarà facile.
Adì 19 ditto. Vene in questa terra l' orator dil
re di romani, missier Marcualdo; et vene per altro
cha per le cosse dil signor Lodovico, zoè per cosse
turchesche, come dirò di soto.
Item, fo expedito di mandar l'araldo dil re di
Franza al turco, zoè vadi a Rodi prima, e li stagi etc.
Et fo preso darli certi danari, et questo perchè, tramando pace, è mal protestar.
Item, fu preso che le decime 51, 52, 53, era a
le cazude, fusseno obligate a l' arsena, et tutti pagi
senza pena, poi vadino a li tre provedadori sora il
regno di Cypro. Et di questi, ducati 1000 siano dati
a l'arsenal, per comprar legnami, zoè per la spexa
per far 30 galie sotil, et X grosse ; et fo mandato sier
57 58 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE.
20
Andrea Loredan, patrom a l'arsenal, fuori per le
terre nostre, a catar legnami.
Item, fo posto, havendo scrito el signor di Rimano, voria uno provedador ivi, et aricordo sier
Francesco Capelo, el cavalier, ſu olim a l'imperador,
qual cognosceva, che fosse electo uno provedador a
Rimano, con ducati 50 al mexe, per do mexi, per
colegio. Et sier Antonio Trun , savio dil conseio ,
messe di indusiar ; et fu preso l'indusia.
Item, fo leto una parte presa nel conseio di X,
che de cætero niun stagi in colegio, si non la Signoria et li savij ; et ſo per questo fato ussir li cassieri ,
provedadori sora l'armar, provedadori a le biave,
arsenal et altri officij ; et che questi stesseno in una
camera, sotto pena etc. Item, fono conzi li secretarij,
zoè deputati questi in colegio.
Antonio Vincivera
Alvise Sagudino
Zorzi Negro
Bernardim di Ambrosij
Gasparo da la Vedoa
Zacharia di Freschi
Zuan Piero Stella
Bernardin di Redaldi
Marco Rizo
Zorzi Franco
Nicolò Aurelio
Zuan Baptista di Vielmi
a la Signoria
} savij dil conscio
};
savij a terra ferma
savij ai ordeni
acorda col re di Franza, con questo li dagi ducati 180 milia ; perhò exortoe li baroni e tutti a contribuir, e cussi fonno contenti, et tutavia scodeva; tamen non era in acordo con ditto re.
Item, se intese, sier Zuan Moro, fo retor a Nepanto, a dì 21 era a Corfù, aspectava pasazo et verà
in questa terra.
In questi giorni vene qui sier Vicenzo Valier,
stato provedador a Citadella per il conseio di X ; et
sier Vido Morexini, stato pagador in campo e poi
camerlengo a Cremona ; et sier Vicenzo Soranzo,
venuto di l' armata, qual disse gram mal dil Grimani.
È da saper, in questo mezo, sier Antonio Grimani fo examinato per sier Nicolò Michiel e sier
Polo Pixani, avogadori, im prexom ; perchè sier Marco Sanudo era amalato, non fu a la examination.
ARoma. Acadete, che par che la madona di
Forli habbi voluto mandar do soi con letere al papa
atosichate, di uno veneno, che subito moriva, adeo
che fo avisato, et scoperse tal cossa, et le letere erano portate atosichate ; tamen credo fusse vania, levata
per il papa contra ditta madona, la qual era im praticha di far intrar in Forli Frachasso, qual voleva
ducati 3000 : lei non volse, e perhò non introe.
Adi 25 novembrio. Da poi gram conseio fo pre- 21
gadi per caxon che par, che sier Antonio Grimani,
è in la Forte, stagi mal, unde soi figlioli fono a la
Signoria, dimandando di gratia, esser muda di prexom. Et li consieri ozi messeno, che 'l fusse mudà di
prexom, e datoli la Novissima etc. , atento la depositiom di domino maestro Zuan Domenego Negro,
suo medico, diponeva, stagando li, moreria etc. Or
parlò contra sier Francesco Bolani, era di la zonta.
la qual parte fo presa a di 20 ditto. Item, France- Rispose sier Andrea Cabriel, consier, dicendo, lo vosco Zenaro per li mandati.
Adoncha fono privati di colegio questi, i qualli
perho potevano venir im pregadi: Francesco Taiapiera, lezer le letere, Thoma Davit, Marco Bevazam, ❘ colegio non potea meter parte in caxi di l' avogaria,
Piero Zantani, Hironimo Dedo, fiol dil canzelier,
ch'è con li syndici, et Francesco da la Zuecha.
Francesco Zenaro, qual tien li conti, restoe in
colegio.
In questo zorno, a dì 23, el principe referite
quello havia ditto erri in colegio l'orator dil re di
romani, missier Marqualdo.
Fo ditto, la madona di Forli si ha fato far curazine. Si ha per via dil vicedomino di Ferara, et par
habi ferito alcuni di suo mam, et ha posto Forli a
torno le aque etc.
DaNapoli. Intisi el re Fedrico haver levato, esser
leva avanti vivo e poder far justicia di lui, si 'l ha
falito, cha che 'l muora im prexom, con incargo di
la Signoria. Et li do avogadori, excepto il Sanudo
che era amalato, trovono una parte, che li savij di
e cussi non lassoe che li savij metesse. Et andò le
parte : 51 di no, 101 di la parte, et 9 non sincere ;
zoè che fo messo poi di mandar maestro Alvise Malatini, maestro Graciadio, maestro Antonio da Ravena et maestro Piero da Moncelese, qualli dovesseno veder et inquerir, et diponer come el stava.
Item, è da saper, fono deputati per colegio, con
autorità di pregadi, tre auditori a l' orator dil re di
romani, qual tratava materie contra il turcho ; zoè
sier Andrea Cabriel, consier, sier Antonio Loredan,
el cavalier, savio dil conseio, e sier Piero Balbi, savio
a terra ferma.
59 MCCCCLXXXXIX, NOVEMBRE. 60
21
la toresella al Grimani. Et è da saper, in questi giorni
fo mandato a Trevixo per il conseio di X sier Francesco Foscari, quondam sier Filippo, procurator, qual
era sopra i banchi ; et questo per veder le raxom di
quella camera, spectante a ditto conseio.
A di 26 ditto. Fo pregadi, e fo posto per i consieri che, atento le polize lete al conseio di le depositiom di medici, nel periculo che stava sier Antonio
Grimani, rimanendo in la Forte, che li sia dato la
prexon Novissima etc. Et li do avogadori a l' incontro messeno, che 'l stia lì, e li sia mandato do volte In questo giorno, hessendo gionto în Istria la
al zorno medici, e habi ogni cossa neccésaria. Et par, nave, patron sier Sabastian Marzello, vien di arche ' l Malatini et quel da Moncelese deponano, dubi- mata , vene in questa terra sier Sabastian Bon ,
tar non mora da subitana etc. Or sier Polo Pixani, quondam sier Alexandro, vien di Cypro, da suo frael cavalier, avogador, andò in renga, et par fo per dello sier Zuan Jacomo, è confinato li. Parti da Corfù,
justificarsse, che 'l contradixe al far dil zeneral, adeo e dice, a dì 17 el zeneral si parti per Lepanto con 40
il vulgo l'avia in urta. Non li fu risposo, et andò le galie sotil et 13 grosse. Item, il turcho fa far in colfo
parte. Fo balota do volte, e non fo cazà li soi pa- 5 galie sotil et do grosse. Item, per altra via se inrenti, quod miror. Hor la parte have 16 non sincere, teze che a Constantinopoli uno fiol dil signor con
72 di consieri, 81 di avogadori ; non è preso alcuna | l'altro erano a le man, adeo il turcho tornava, veloci cossa ; la pende. Et par, li do avogadori poi fono do
volte im prexom a examinarlo, e tuor in nota el suo
constituto.
Item, fu preso di mandar uno secretario a Milam
per colegio, qual debbi star li a presso missier Zuan
Jacomo per avisarne di novo, et etiam per veder di
recuperar li 72 milia ducati dil sal, si dia haver, di
li qual fo piezo Ambruoso da Corte, ch'è li a Milan.
itinere, in Andernopoli ; et il signor mandava uno bassà con zente versso Lepanto, qual, inteso queste
novità, l'à fato ritornar ; tamen poi se intese certo ,
el zeneral parti a di 13 da Corfù con .... galie, et sier
Tomà Zen, el cavalier, era prima partito con le galie grosse 13, perhò che le tre galie dil trafego erano
partite, et la galia dil Calbo era marza. Item, havia
disarmato le do galie da Corfù et le 4 di Puia. Par
col provedador Pexaro a Modom sia X galie, col
Guoro al Zante 5 ; e il capetanio restò con sier Domenego Malipicro, provedador, et vano in colfo per
Item, fo fato scurtinio prima, hessendo preso la parte eri di far uno provedador a Rimano per do
mexi, con ducati 50 al mexe. Et fu fato sier Francesco Capello, el cavalier, ſo di pregadi, fu soto sier | brusar l'armada.
Domenego Pixani. Et Jo fui tolto, avi 49 balote, non
so chi me tolesse.
A dì 27 ditto. Fo pregadi. Fono electi do provedadori sora le cosse di le nave : sier Hironimo Capello, fo a le biave, e sier Domenego di Prioli, fo al
sal. E il Capello refudò, come dirò di sotto, et fu
fato in loco suo sier Marin Zustignan, fo a Ruigo ;
qual la prima volta fu sotto, e introno per andar im
pregadi. Item, fo posto una parte, che sia taià tute le
gracie de' scutarini etc., e comesso ai provedadori
sora i officij, veda etc.; parte molto longa, la qual si à
presa in gran conscio.
Ancora, a dì 26, fu preso, e poi publicata nel
mazor conseio che, atento molti erano stà non taxati
da li Xsavij, e perhò siano tagliate tutte quelle absolutiom, e di novo tutti quelli sono stà absolti siano
per li dicti X savij taxati.
DaRavena. Vene nova, le zente dil papa andate
versso Ymola, avanti zonseno a la terra, quelli de
Ymola mandono contra il ducha di Valentinois, e
con lui capitolono. In la rocha si ritrova esser Dionisio di Naldo con alcuni provisionati.
Adi 28 novembrio. Fo conseio di X, ma non se
reduse, et se diceva per el conscio di X si volea dar
In questo giorno gionse qui sier Hironimo Trum,
quondam sier Priamo, fo castelam a Nepanto ; qual
si presentoe a le prexon, et ſo posto in la Grandonia. Et fo examinato per li avogadori.
Et li avogadori fono im prexom, per lezer il processo al Zanchani ; qual dimandò fusse tolto certe
sue justificatione, et perho fo bisogno mandar in la
Patria a examinar.
È da saper, hessendo stà preso mandar uno
secretario a Milan, fo terminato in colegio mandar
Zuam Dolze ; e andoe.
Et sier Francesco Capello, el cavalier, parti statim,
e andò a Rimano, e, zonto li, poco stete che fo dato
licentia a Zorzi Franco, era nostro secretario, venisse
de qui per esser stato assai .
Item, el conte di Pitiano, qual fu mandato versso
Roverè, e quelli confini di Elemagna, a sopra veder,
tornato a Gedi scrisse, si fusse im piacer di la Signoria, veria qui per referir et per visitar la Signoria
nostra. Et fo ditto venisse. E fo preparato la caxa dil
duca di Ferara. Et è da saper, suo fiol have, pur
per la Signoria nostra, e per el Trivixam che renoncioe, el vescoà di Cividal di Bellum; mancha il papa
voglij. Quello sarà scriverò.
61 MCCCCLXXXXIX, DICEMBRE.
62
22
patissa il cargo suo, nemine exemplo.
Adi do ditto. Fo pregadi sopra le cosse di Cremona, per expedir alcuni altri capitoli dimandono li
oratori.
In questo mexe a gram conseio ſo publicato per Ancora fo leto, per Marco Rizo, secretario, la
sier Polo Pixani, el cavalier, avogador di comun, parte presa a dì 26 im pregadi, di esser tanxati per
che era in setimana, la condanasom fata im pre- ❘ li X savij tutti quelli erano stati absolti, acciò tutti
gadi contra sier Francesco Corner , quondam sier
Zuane, fo camerlengo a Padoa, per il piedar di
lhoro avogadori e di sier Hironimo Capelo, fo provedador per le camere, di 1. 2253, in una partida
di Fabian di Fabiani, et 1. 199 s. 7 di uno altro,
che summa tutto 1. 4343 s. 10 di picoli ; e fo condonato a restituir la quantità e la 112 più per pena,
e privato im perpetuo di ogni officio et beneficio di
la Signoria nostra, et stridato ogni anno la prima
domenicha di quaresema, in gran conseio, come si
strida quelli hanno tolto per mal modo li danari di
la Signoria nostra, et convertidi in suo uso ; e fu
condanato absente.
A la fine di questo mexe di novembrio, vene in
questa terra, per la via di Padoa, do oratori dil re di
Rossia; et per inadvertentia, licet fusse stà ordinato
ad alcuni patricij li andasseno contra, tamen niun
vi andoe; et gionseno qui tardi. Arivono in chale di
le Rasse a cha' Venier, dove li fu preparato, per l'oficio di le raxon vechie, tamen a sue spexe.
Dil mexe di dezembrio 1499.
Adi primo ditto. Andoe in colegio a la Signoria
li do oratori di Rossia, vestiti a lhoro modo, con alcune barete longe, fodrà di pelle in capo, etparlar
quasi turco. Et, sentati a presso il principe, presentato la letera di credenza, per interprete exposeno
el suo re mandava a saludar la Signoria dil principe,
et li piaceva el stesse ben, e che 'l suo re steva ben,
et, si bisognava alcuna cossa dal suo re, si comandasse. Et presentono 4 mazi di zibelini, a numero .... per mazo, uno per nome dil suo re, do per
nome di lhoro oratori, et uno altro per nome di uno
certo merchadante era con lhoro. Item, uno certo
osso di pesse. Fono ringraciati dal principe, et oferto, si li acadeva alcuna cossa. Questi steno molti di
qui, tamen non andava con la Signoria, solum fo a
gran conscio ; et li soi vendeno molte fodre di pelle,
maxime di lievri bianchi, cortelli con manegodi ossi
de pesse, et altro.
Item, è da saper vene una letera di Zenoa, di
domino Laurencio Suares, orator di li reali di Spagna, va a Roma per star orator. Et scrisse a la Signoria certe cosse, et che voria, sier Zuan Badoer,
dotor, fusse restato orator in Spagna, perchè quelli
reali haria mandato uno suo de qui.
In questo giorno, a la sera tardi, gionse in que- 22 *
sta terra el conte di Pitiano, venuto per la via di
Chioza, con gran caligo, con barche picole, e benchè era ordinato di mandarli contra alcuni patricij ,
tamen, per il tempo, niun vi andoe. Vene con forssi
150 persone, alozó a la caxa dil marchexe di Ferara,
dove li era stà preparato per la Signoria nostra. E
poi fu posto parte di darli ducati XV al zorno, fino
stava in questa terra. Et a dì 5 andoe a la Signoria elc.
A di 3 dezembrio. Gionse in questa terra sier
Marco Zorzi, venuto orator dil re di Franza, qual lo
havia acompagnato fino a Turim ; et la matina fu in
colegio, referendo alcune cosse.
Da Ymola. Si have, il fiol dil papa spera haver
la rocha a pati, dove vi era Dionisio di Naldo, et
doveva lassar zente li, el venir a campo a Forli, et
madama mandoe 12 some a Fiorenza di haver et li
figlioli ; et lei solla rimase in rocha. Si dice, Chiriacho dal Borgo con certi fanti dovea venir in suo
aiuto, havia fato taiar arbori e aque atorno Forli.
Zuan da Casal è suo favorito al presente, ' et è con
lei suo fratello, signor Alexandro Sforza, in rocha. II
successo scriverò di soto.
Adì 4 ditto. Fo pregadi. Et è da saper, per avanti
fo posto parte per i savij, di non far più l' oficio di
savij sora le pompe di le done, atento non facevano
l'oficio, et venivano in pregadi, ita che de cætero
non si facesse. Et ditta inquisitiom fusse comessa a
li avogadori di comun. Et fu presa. Item, ozi fo posto di cassar etiam li tre sora i procuratori in Rialto,
ita che più non si facesse ; quali venivano etiam im
pregadi, non metando balota, et sotoscrivevano a'
boletini de' debitori. E fu preso. Etiam fo posto,
In questo zorno fu gran conscio; præcipue per
expedir la parte di scutarini. Parlo contra, in favor
di alcuni scutarini, sier Antonio Trivixan, zoto, avochato; qual con grandissima faticha montoe su la | che li provedadori sora el Polesene di Ruigo, de cœrenga. Li rispose sier Alexandro Minio, quondam sier
Castelam, e, posta la parte per li consieri, 18 fo non
sincere, 205 di no, 846 di la parte. Et fu presa.
tero non si facesse, el quel oficio sia dato a li provedadori sopra la camera d' imprestidi ; quali etiam
venivano im pregadi. E fu preso. Si che a poco a
63 MCCCCLXXXXIX, DICEMBRE. 64
23
poco si andava sminuando el pregadi, et maxime di
quelli non mette ballota. E fa gran remori.
È da saper, fin horra non si ha letere dil zeneral,
dil partir suo, et tamen avanti e nel partir havia expedito gripi con letere, qualli non erano zouti ; ma
se intese per altra via, e per sier Sabastian Bon,
parti da Corfù a dì 26 dil passato, come a di 13 il
zeneral parti da Corfù con 28 galie sotil, 12 grosse
e certe nave. La Polana è innavegabile, et cussi la Calba ch'è marza. Ha cercha ..... nave, el resto ha licentiate, e disarma le do galie da Corfù e le 4 di
Puia.
Adi 5 sopra ditto. Fo pregadi, pur per compir
de expedir li oratori di Cremona; et sier Francesco
Foscarini, savio dil conseio, con sier Marco Antonio
Morexini, el cavalier, si alterono di parole etc.
A di 9 dezembrio. Fo pregadi. Fu posto parte
di far im pregadi provedadori a Sonzim, Casal Ma-
( zor, Pizegotom e Castel Lion, per do man di eletiom,
et eletiom di la bancha, e tutti toglia el suo per uno
anno, con ducati 25 al mese, tengi tre fameglij etc.
E fu posto, a l'incontro, farli per gran conseio, e fu
preso farli im pregadi. Etiam di far tre castelani,
con ducati 20 al mexe per uno, stagino seradi, per il modo ut supra, Sonzim, Pizegaton et Castel Liom.
Et è da saper poi fo decreto, che 'l provedador, da
esser fato a Sonzim, debbi menar uno doctor per
vicario con si.
Da Ravena. Si have, la rocha di Ymola esser
resa a pati al fiol, dil papa; et andava con le zente
a campo a Forli.
dil signor di Faenza, con più guardia di provisionati
dil consueto, adeo steva li con dubito.
ABologna era el legato cardinal Borgia im paDa Seyna. Si have, come l' orator dil re di Fran- | lazo, custodito da missier Zuane Bentivoy, missere
za, andava in Hongaria, era morto, tamen havia ordinato prima a uno suo nepote la comission, et che
andava di longo ; el qual orator si chiamava monsignor ....
È da saper, in questi giorni fo conzà el pregadi,
per parte presa nel conseio di X. Era cai di X sier
e sier Zacharia Dolfim. É mutato il sentar di lhoro
cavi ; e dove sentavano prima, posto li savij ai or- deni, et li avogadori a l'incontro. Et fo leto la parte, che niun parli quando uno è in renga, nè si vadi
ſuori ; le porte stagino serade, et altre bone pro- visione.
È da saper, si have per via di Sonzin, el ducha | Antonio Bernardo, dil cavalier, sier Anzolo Trivixan
di Milan, zoè il signor Lodovico, che era a Praxenon, era diventa manto (sic). Andava dicendo: Non
è altra fede, cha quella dil turco. E havendo mandato el signor Galeazo, suo zenero, a Yspurch dal re
di romani, tornato, par li desse una ferida, ita che
mori. Etiam feri el cardinal Ascanio, adeo era stà
posto in ferri. Tamen non fu vero. Adi 12 dezembrio. Fo pregadi per expedir li
In questa matina, fo in colegio a la Signoria oratori di Sonzino ; e fono expediti ad vota , ita
el conte di Pitiano, acompagnato con molti patricij. ❘ che si partino contenti .
Usoe parole general. Etiam ſo a di 9 ditto ; solici- tava pur haver li 50 milia ducati a l'anno, qual co- minciava questo mexe, et il vescoado di Cividal di | Marin Zustignan, fo podestà et capetanio a Ruigo.
Bellun, che fu dato a suo fiol ; et che domino Bortolo Trivixan, a Roma, a requisition di la Signoria,
havia renonciato. Bisognava el papa l' avesse.
A di 6 desembrio ditto. Non fo O di novo, di
conto.
Adi 7 ditto. Fo ditto el ducha di Valentines haver abuto el dominio di Cesena. Item, non ha più
polvere da bombardar la rocha di Ymola etc.
Item, fu fato uno provedador sopra le nave, in
luogo di sier Hironimo Capello, havia refudado, sier
Dil capetanio zeneral, si have letere, di San Nicolò de Civita, di 23 dil passato. Come era li con galie 28, e nave 8, et da dì 13 fin quel zorno, sem- pre havia auto venti contrarij ; et che le galie IX grosse, con sier Tomà Zen, el cavalier, capetanio,
erano in Canal de Viscardo ; sollo sier Antonio Querini con una galia grossa era con lui. Item, sier Si- mon Guoro pår prendesse do fuste di turchi, an- dava a la Zefalonia ; et il provedador Pexaro vene a
Cao Malio, per venir dal zeneral, mai, per tempi, à
potuto venir, adeo si è tornato a Modom. Item, si ha per altre vie, turchi 4000 taia legnami a furia. El
Item, sier Antonio Trun, savio dil conseio, vol- | turco vol far 100 galie sotil et grosse. Da Corfu si
ha di 26: in conclusion il turco fa gran preparamenti.
Adi 8 sopra ditto. Fo pregadi. Si have letere di
Roma, di l'orator nostro ; par il papa vogli Rimano
e Faenza. Or fo serito al nostro orator li dicesse, non
eramo per soportar, per esser nostri ricomandati.
se meter una parte di privar l' oficio di provedadori
sora la doana; et sier Francesco di Garzoni, che era
noviter electo, andoe a la Signoria, adeo non fo posto nulla.
In questa sera, gionse sier Zuan Francesco Venier, vien da Cerigo, da una sua yxola, con falconi.
65 66 MCCCCLXXXXIX, DICEMBRE.
23'
Èvenuto da Parenzo in qua con gran fortuna, partı | apresentarsi, di uno di qual si voleva apresentar, fu
a dì 22 da Corfù, è stato sempre quasi in armata.
Disse gran mal dil zeneral Grimani, et fo aldito da
li savij.
Et im pregadi fo posto, che l' oficio di le biave,
sal e arsenal dovesseno, ogni domenega da poi conseio, la Signoria aldirli di quello fusse bisogno. Et
fo gran remor im pregadi, adeo non fu messa.
In questa matina, in quarantia novissima, sier
Zuan Paulo Gradenigo, qual era rimasto provedador a Cataro, e dovea andar al suo rezimento, andoe come syndico stato a Pisa, et menoe sier Zusti- gnan Morexini, stato ivi provedador, et abuto li tre zorni ordenarij, e disputato, tandem lo convense civilmente di ducati zercha 150. Et disse haver fato
de plano confesar più di ducati 2000, si che fo di una balota convento. E fo vergogna grande di ditto
sier Zustignan Morexini.
Item, per sier Hironimo Capello, provedador, tutavia in quarantia criminal si menava Andrea di
Usnagi, scrivan a la chamera di Padoa, qual era retenuto. Li fece 7 oposition: comprar bolete elc.
Quello sequite, scriverò poi di sotto al loco suo.
Èda saper, vene in questa terra el signor Carlo
Orssini, stato in Friul, tamen mal grato a tutti, per
aversi mal portato ; adeo, compito la ferma, è di
opinion di non darli più soldo.
convenuto meter parte poi im pregadi che, atento
fusse passato il termine, ditto sier Zuan Moro si
possi presentar. E fu preso, e si presentoe, e fu posto in prexom. Et poi fo menato a l'avogaria, et
tolto il suo constituto.
Adì 15 sopra ditto. Fo gran conscio. Vene li
do oratori de Rosia a conseio, acompagnati da sier Marco Lipomano, el cavalier, era stato assa' zorni
fuora, e non si sapeva dove, sier Zuan Badoer, dotor, sier Nicolò Michiel, dotor etc. Et compito el conseio, el canzelier convene stridar quelli acompagnò ditti oratori a conseio, venisseno a compagnarli a
casa ; et nium vi vene.
Item, fu posto parte per 4 consieri , fusse dà a
Etor Otobom, fo fiol di Stefano brusato, patron di la nave Pandora, qual à lassà 9 fioli , per sustentation di la fameglia in vita sua l' oficio dil sal, com- pito Zuan Fazuol. È da saper, questo è quello che
meno qui sier Marco Corner e li do bolognesi di Ancona, ch'è im prexon. Have la dita parte 5 non sincere, 103 di no, 1516 di la parte.
In questo zorno, era in cao di salla sier Marco 24 Sanudo, avogador di comum, mio zermam, e sier Zacharia Dolphim, cao dil conseio di X, mio cugnado.
E questo a memoria ho scrito.
Gionse in questa terra il capetanio di l'armata
Adi 13dezembrio. Fo Santa Lucia e gran con- francese, chiamato monsignor de Alvernia. Questa
seio. Vene parte dil processo dil Grimani, mandato | matina fo a la Signoria in colegio. Alozò a San Zorper Bernardin di Ambrosij, zoè la segonda parte:
lo qual fo leto im gran conseio per li avogadori.
Poi, a dì 15, zonse la prima parte; demum il resto :
adeo tutto processo vene in tre volte, ma l'Ambrosij
ancora non era venuto; è restato col capetanio zeneral.
In questo conseio acadete, che sier Batista Boldi,
quondam sier Antonio, el cavalier, dete uno schiafo a
sier Matio Minio, quondam sier Zuan Domenego,
ch' è mato. Si dolse ai cai di X, qualli si reduseno,
feno molte examination, tamen poi 0 fu, perchè con
effeto il Minio fu trata da mato.
zi Mazor, dove era alozato et partito domino Marcuardo, orator dil re di romani, che era couzà. El
qual era venuto qui per trovar il suo re, credendo
fusse a Milan ; et poi andò in Franza per via di
terra.
In questa matina, in colegio, per el principe fu
fato cavalier domino Piero da Martinengo da Brexa,
fo fiol di domino Lunardo, etiam cavalier di la Signoria nostra, qual era a soldo col conte di Pitiano ;
et fu acompagnato a la caxa dil marchexe con le
trombe.
Adi 16 dezembrio. Gionse .... patroni di le galie grosse, quali sarano notadi qui soto ; venuti con
l'arsil .... Et smontati si presentono a le prexom.
Et vidi una letera di sier Vido Diedo, baylo e
cape'anio a Durazo, scriveva asier Anzolo, suo nepote, di primo. Come havia nova da Bitoia dil brusar | Fono posti in li andei di zorno, e la note in la Orba
di l'armata dil turco in colfo ; che era in terra, e
molti è stà morti, preso Scanderbech, nievo dil si
gnor Costantino, e uno bassà; tamen non fu vero.
Editta letera fu portà a la Signoria.
A di 14 ditto. Fo conseio di X. In questo zorno
zonse qui sier Zuam Moro, fo retor e provedador a
Nepanto. Et perchè era passato il termine di poter
1 Diarii di M. SANUTO - Tom. III.
a dormir, et fono examinati. Manchava do, che per
egritudine restono a varir in caxa : sier Polo Calbo
e sier Hironimo Capelo, quondam sier Carlo. La nome lhoro è questa, zoè :
67 MCUCCLXXXXIX, DICEMBRE. 68
24
Patroni di le galic di Fiandra.
Sier Alvise Pasqualigo, quondam sier Filipo.
Sier Lorenzo Pasqualigo, quondam sier Filipo.
Sier Fantin Querini, quondam sier Anzolo.
Patroni di le galie di Baruto.
Sier Jacomo Corner, quondam sier Donado.
Sier Francesco Michiel, de sier Antonio.
Sier Liom da Molim, quondam sier Nicolò.
Sier Zuan Morexini, quondam sier Orsato.
Patroni di le galie di Alexandria.
Sier Troiam Bolani, quondam sier Hironimo.
Sier Zusto Guoro, quondam sier Pandolfo.
Sier Polo Calbo, restò come ho dito.
Patroni di te galie di Barbaria、
Sier Jacomo Moro, de sier Antonio.
Sier Hironimo Capelo, quondam sier Carlo, restò .
Adoncha questi patroni a dì 17 ditto si apresentono a le prexom, excepto quelli do erano amalati :
il Calbo con febre, et il Capello con una panochia.
Adi 17 dezembrio. Fo pregadi, e per dubito di le cosse di Rimano, oltra il provedador mandato, fu
preso di mandar ivi 200 fanti, zoè soto quelli contestabeli parerà al colegio, la nome di qual sarà scripti di soto. Etiam el conte Zuan Aldrovaldin con li cavali lizieri ch'era a Ravena, et è barba di
questo signor di Rimano.
Item, si have da Ravena, come a dì 15, Achiles
Tiberti qual, di favorito che fu di madama, era col
fiol dil papa, contra qual era intrato in la terra di
Forli per nome di ditto ducha di Valentinois, chiamato voluntarie da li populi con certi pati , et præcipue non intraseno francesi, acciò non fosseno danizati ; et la madona fo dito era andata a Castrocaro,
tamen non fu vero, et si reduse in la rocha. Et prima si have, per via di Ferara, si havia fato far curazine.
Etda Roma. Par il papa facesse retenir alcuni
fiorentini, a' qualli dimandava, facesse restituir le
some di ditta madona,
È da saper, el signor Zuanne da Pexaro in questi giorni fo qui, e andoe a la Signoria, volendo dar
la terra a la Signoria nostra, contento di darla, e
haver solum uno altro loco o terra da poter viver,
dove pareva a la Signoria nostra. Or, consultato, et
venuto im pregadi li savij con lhor opinione, fu decreto, risponderli bona verba, tamen non acetar alcuna cossa. Et cussi, vedendo esser abandonato, si
parti; e fo ditto volea andar frate. Stete solum do
zerni in questa terra, et poi si partite.
Item, fu preso che sier Agustim Malipiero, capetanio di 4 fuste in colfo, atento scrivea non haver
homeni, et esser restato la sua galia solum con 20
homeni, che debi venir a disarmar, et le fuste.
Item, fu preso, atento era bisogno mandar alcune artilarie in Cypro, che sia dato ducati 1000 đi
danari di la Signoria a sier Cosma Pasqualigo e sier
Nicolò Malipiero, qualli andaveno rectori in Cypro,
che dovesse comprar il rame e far far le artilarie.
Item, fu preso, atento che 'l rezimento di Corfù
dimandava per sue letere quotidie danari per la fabrica, che de cætero l'hordine e il cargo di tuta la
fabrica di Corfù sia comesso a sier Luca Querini
sollo, ch'era li provedador nostro, e li fo mandà
danari.
El capetanio francese, era qui in questi giorni, fo
examinato per li avogadori di comun, zercha le
cosse et quando fo sier Antonio Grimani capetanio,
perchè ivi si ritrovoe; poi si partite.
Adi 18 ditto. El conte di Pitiano fo a la Signoria a tuor combiato. Si vol partir subito. Disse
alcune cosse : credo præcipue per el vescoado dil
fiol. Da poi disnar fo conseio di X.
E in questa matina, in quarantia criminal, fu
spazà Andrea di Usnagi, menado da sier Hironimo Capello; tamen fu li avogadori. Parloe domino Bernardin di Grassi, dotor. E messo di procieder, have
22, 7 di no, et 9 non sincere. E fu preso la parte di consieri e cai di 40, che 'l sia bandizà di tuti oficij
di Padoa e padoan im perpetuo, condanà restituir 1. 10024 e quello più sarà cognosuto a la Signoria,
e la mità più per pena, e ducati 100 a li avogadori.
El qual era in la Novissima.
Item, l'altro zorno fo spazà sier Bernardo da
Canal, fo podestà in Antivari, di colegio, qual era
etiam lui in la Novissima.
Di Alexandria vene letere di 23 ... Come Zuam 25
Belat, andava al Caiaro con gran zente per volersi
far soldan. Item, che forestieri havia trato 1000 с
più colli di specie fin quel zorno, maxime zenoesi :
sì che sarà danno a questa terra.
È da saper, ozi si presentò sier Zuam Moro, fo
a Nepanto, a le prexon, et fu posto in l'Armamento.
Et eri im pregadi, come ho scrito, si convene meter
69 70 MCCCCLXXXXIX, DICEMBRE.
la parte, atento fusse passà il tempo di presentarsi, | ducati 100 al mexe, con la conditiom di la mità e
che si potesse presentar. E fu preso, et fo poi examinato adi 19.
Item, ozi gionse qui sier Carlo Moro, quondam
sier Lunardo, venuto da Nepanto. Disse assa' cosse,
et fuzite con uno gripo. Li dardanelli son compiti,
l'armata custodita etc.
tutte altre regalie, senza contumatia ; possi esser tolto
di ogni officio, et debi partir in termine di un mexe.
Adoncha è cresuto di utilità ducati ..... a l'anno ;
et sia posta la parte in gran conseio. Et è da saper,
questo sier Antonio Moro, etiam hessendo a Damascho, in suo loco fo fato consolo ivi per scurtinio,
È dasaper, eri matina in colegio acadete, che li che prima si feva per eletion. Et noto im pregadi sier
fioli di sier Antonio Grimani fo a la Signoria, pre- Antonio Trun, savio dil conseio, e do savij di ordeni
gando fusse messo suo padre in qualche altro loco, messeno far do retori a Corfù. Andò le parte, et fo
con che guardia etc., cha in la Forte. Et mandati fuo- | disputation, 7 non sincere, 14 di no, dil Trun 59,
ra, sier Marco Sanudo parloe, che era avogador, per | dil resto 102. È presa.
niun muodo voleva fusse mosso etc. Et disse poi
ai Grimani, doman lo meneria, volendo. Et lhoro
disse che volevano far examinar prima tutti quelli
era stati in armada etc., Sier Nicolò Michiel, avogador, è di ferma opinion di menarlo in gran conseio,
e publice à ditto ; et soi fioli va dicendo, li altri compagni non vol, ma lo voleno menar im pregadi. Ergoelc.
Da Roma. Il papa prima volea far X cardinali, 25
per haver danari ; et per la Signoria nostra col conseio di pregadi fo ricomandato uno nostro, senza
nominar alcuno. Ahorra, par non habi voglia .
Da Forli. Quella madona è in rocha, et forlivesi
non vol intri francesi in la terra. Et si chiamava do
parte : una madama, l' altra Ordelaphi, perhò che ' l
signor Antonio Maria Ordelapho era a Ravena. Item,
Item, da Cremona. Par che, inteso cremonesi la | le zente dil papa ivi aspetava le bombarde per bomexpeditiom di lhoro oratori, feno feste per la terra, bardar la rocha ; pur pratichava pati.
et X di lhoro oratori si voleno far cavalieri, et do
no, per esser merchadanti, e poter meglio exercitarssi.
Intisi sier Luca Trun, synico, à scrito a la Signoria una letera contra sier Piero Sanudo, suo colega; e sier Piero Sanudo un' altra, contra ditto sier
Luca Trun ; sì che mal si portavano insieme.
DaNapoli, di l'orator nostro. Il rehavia mandato
a tuor Bari, e quelli voleva capitolar; tandem si li
deteno a pati .
Da Lodi. Par che missier Zuan Jacomo Triulzi ,
qual erri fo ditto era stà morto, in Rialto, e non fu
vero : or, hessendo li per incantar li dacij, niun non
li toleva; unde, fo trova alcune polize che diceva : chi ❘li metesse suso, sariano intrigati etc. , adeo niun li
volse tuor. Or missier Zuan Jacomo terminò far 400
provisionati, meterli a le porte, e scoder li dacij per
A di 19 dezembrio. In questa matina in colegio
dal principe fono fati X cavalieri, zoè li oratori cremonesi, et datoli le veste d'oro. Et intisi li costò
ducati 400 de præsenti, tra bonaman etc., ch'è malla | il re; et doveva andar versso Piacenza e Parma a
cossa. Or tutti partino, restando solli tre qui, per
expedir ancora alcune cosse.
questo effecto. Era con.... cavalli et .... fanti.
Di Hungaria , vene letere di Francesco da lu
Zuecha, secretario nostro. Par quel re voglij danari
vie si ha, ditto signor turco esser amalato.
Et li avogadori di comun, volendo menar sier Andrea Zanchani, par lui volesse a la Signoria fus- | da la Signoria, rompendo al turco ; et per molte
seno examinati alcuni stratioti, e tandem, contra dicente li avogadori, fo terminà di no; e poi li avogadori , ex sua liberalitate, fono contenti di examinarli,
sì che non si puol menarlo di qua da le feste.
Da poi disnar fo pregadi, e fu preso che li pro- vedadori sora le nave, aldino tutti, excepto quelli di le tre nave brusade, ch'è la Pandora di Pexari da
Londra e compagni, e la Brocheta di sier Francesco
Gradenigo e sier Andrea Paradiso ; et vengino con
lhor opinion.
Item, perchè sier Antonio Moro havia reſuda
baylo e capetanio a Corfù, che sia fato el primo gran
conseio per scurtinio, e 4 man di eletion, non vardando debitori, et possi refudar, per do anni, con
Dil capetanio zeneral nostro, si have letere di
primo, date in Canal de Viscardo. Come, a dì 29, feno
conseio con li governadori e soracommiti, come difusamente dirò il tutto per una lettera ; e tandem terminono di andar a l'impresa di la Zephalonia, et soli sier Marco Orio e sier Zuan Malipiero erano di opiniom di andar in colfo a brusar l' armata, tamen era
impresa impossibele a tuor a questi tempi, adeo subito fè molte provision etc. Item, non li par di mandar le galie di viazi, per rispeto vol tuor prima ditta
ixola.
È da saper, sier Sabastian Marcello, era patron
di la sua nave, lassata quella a Puola, vene in questi
71 MCCCCLXXXXIX, DICEMBRE. 72
26
giorni in questa terra, disse molte cosse, scusando
lui e li altri di non aver fato.
A di 20 dezembrio. In questo zorno fo cosse
fuora di modo, zoè ſo caligo, niolo, tempesta, neve,
toni, ch'è cossa miranda da questi tempi che pareva
primavera. Et Jo, hessendo im pescharia, li aldi: vento
etsol.
Ad 23 et 24. Non fo nulla da conto. Fo la vizilia di Nadal. El principe fo in chiesia a la messa
con li oratori.
A di 25 ditto. Fo el di di Nadal, qual vene di
mercore ; perho che questo anno core bissesto. El
principe fo in chiesia con questi oratori : Napoli, Ferara e Rimano, e domino Marco Malipiero, comandaItem, non voglio restar da scriver, come la moier | dor di Cypro. Portò la spada, da poi lisnar, sier Andi sier Domenego Capello, quondam sier Nicolò, fia
di sier Francesco Bernardo, non si sapendo fusse
graveda, nè parendo aleun signal, in questi giorni
parturi uno fiol, cossa fè a tuti gran maraveglia. E
ogni mexe havia el suo mal etc.
Item, molte lite tra fradelli sussitoe in questa
terra. Èdivisiom, prima tra i Bragadini, fo di sier Andrea, da San Sovero ; era soi zudexi sier Stefano Contarini e sier Fantin Dandollo. Item, tra li Prioli, fo
di sier Maroo, zoė sier Domenego di Prioli, ch' era
il menor, contra li altri ; era soi zudexi sier Bortolo
Marin, e sier Francesco Foscari. Et par che in Rialto sier Domenego con sier Andrea se dicesse gran
vilania. Item, li Prioli, fo di sier Francesco, fo zeneral, tra thoro si parteno.
Adi 21 dezembrio. Fo gran conseio, et electo baylo et capetanio a Corfù, venuto per scurtinio sier
Antonio Soranzo, fo podestà et capetanio a Ruigo ;
qual non fu balotà altra voxe; et la matina refutoe,
per esser rico e sollo, e lassò il cargo ad altri.
Èda saper, tutavia si ha avisi di l' armata fa il re
di Spagna, di 60 barze, le qual manderà in Sicilia con
alcuni gianetari, capetanio don Fernando Consalvo ;
dice sotto specie di turchi, ma manda in ajuto dil re
don Fedrico, et per custodia etiam di la sua Sycilia.
Adi 22 ditto. Fo gran conseio. Et nota come
eri la parte di far il baylo a Corfù, in gran conseio
posta, have una non sincera, 92 di no, 1164 di la
parte. Et ozi fu electo sier Piero Liom, fo patron a
l'arsenal. Cazete in scurtinio sier Piero Marcello, fo a
Bibiena, qual era provedador in la Patria, et in gran
conscio cazete sier Lorenzo Contarini, ſo patron a
l' arsenal .
In questa matina, el conte di Pitiano ſo a la Signoria a tuor combiato. Si parte doman, va con
barcha fino a Chioza, poi in burchij, per Po, a Cremona, e li dismonta, va a Gedi.
Item, vene letere da Damasco. Come era morto
uno nostro zenthilotno ivi, sier Domenego di Prioli,
de sier Alvise ; et poco da poi vene etiam di la morte in Tripoli de sier Zuan Domenego Contarini ,
quondam sier Beneto ; ot in Alepo sier Vicenzo Loredam, de sier Lunardo.
tonio Loredan, el cavalier, va a Udene ; fo suo compagno sier Piero Loredam, quondam sier Lorenzo.
Predicoe el piovan di San Rafael, et dovendo andar
a vesporo a San Zorzi, non andoe, ni etiam la matina, ch'era el di di San Stephano, a messa, justa
il consueto. Udite messa in chiesia di San Marco ;
portò la spada sier Hironimo Pixani, provedador in
armada, fo suo compagno ... E poi andoe a disnar,
e fè pranso a' patricij, justa il solito. Et a Lio fu
trato il palio : fece el pasto sier Anzolo Sanudo, ofi-
❘cial a le raxon vechie ; qual, per non esser d'acordo
nel dar dil priccio, fo chiamato lui a difinir la diferentia.
A di 27 desembrio. Fo gram conseio. Et el di
di Nadal vene letere di Franza, di sier Beneto Trivixan, el cavalier , orator nostro, date a Orliens.
Come il re per niun muodo vol il ducha di Valentinoys dagi molestia ni a Urbin, ni Rimano e Faenza,
e scrivea a Roma al papa in consonantia, e alia bona.
Le qual letere erano di XV di l' instante.
DaModom, di 7. Come sier Carlo Valier havia fato
cargar su le galie 150 stratioti, per l'impresa di la Ze- phalonia. Item, si ha il turco esser in Andernopoli, e
sta malissimo. Item, il provedador Zigogna scrive
voria si mandasse un provedador al Brazo di Mayna,
qual si tiem per la Signoria nostra ; si che si farà.
Di Candia. Vene letere, vechie di X novembrio, 26
et par che sier Piero Sanudo, sinico, a dì 7 partisse
per Cypro.
Vene letere di Damasco et Alexandria. Zercha
mercantie.
A di 28 dezembrio. Fo pregadi. Da Roma, el
cardinal San Zorzi, fo fratello dil conte Hironimo, facea pur etc. per caxom dil papa, che molestava Forli, et si intendea con Colonna. Item , par Zuan Cerviglion, capetanio primario dil papa, qual havia 400
cavali , di nation yspano, sia stà trovato morto una
note su una strada. Qual fo portato a sopelir a una
chiesia di carmelitani, in una cassa, con gran pompa; e non fo voluto si vedesse le ferite. Si judi- cha etc.
Da Forli. Si have, pocho manchò il ducha, fiol
dil papa, non fusse preso da quelli di la rocha ; et
73 MCCUCC, GENNAJO.
74
esser intrato dentro 40 bombardieri, in habito di
pelegrini.
Da Milam. Si ha missier Zuan Jacomo, andato
a Piasenza, par sia sequito certi rumori, per l'incantar di dacij. Concludo, milanesi non è contenti
de' francesi, vorebeno iterum el signor Lodovico,
con il qual tutavia va pratiche su e zoso, et el signor Antonio Maria di Sanseverino, era qui mandato da lui.
In questo pregadi fo messo parte per li avogadori di comun, di tuor el conscio zuoba, venere e
sabado, a thoro requisition, evenisse tutti, soto pena
di ducati X. Have 5 di no, 160 de si ; zoè per menar
sier Andrea Zanchani, ſo provedador in Friul.
Item, fo messo per sier Marin Bon e sier Piero
da Pexaro, savij ai ordeni, che tutti venisse quest' altra setimana al conseio, zoè quelli di colegio
con lhor opinion, zercha mandar galie ai viazi. Or li
altri savij disse manchava per lhoro, et 0 fu posto.
Dil mexe di sener 1499.
Adi primo ditto. El principe fo a messa in chiesia con li oratori, et colegio non si redusse, et poi
disnar non fo nulla.
Adì 2ditto. In colegio. Sier Polo Barbo non voleva intrar, tandem a requisition dil principe et di
altri savij introe ; et sier Francesco Trum refudoe;
e il resto di savij electi introe.
In questa matina, in do quarantie, per el piedar di sier Nicolò Dolfim, ſo synico di quadalcolfo,
fo preso di retegnir sier Fantin Moro, fo conte in
Arbe, qual era rimaso retor ad Axola; et have di retenir 36, 12 di no, 9 non sincere. Et si presentò, et
fu posto in la Novissima; e butà il colegio, intisi
cosse liziere ma bestial , e manzarte per esser povero.
In questo zorno, ſo pregadi per l'avogaria, per menar sier Andrea Zanchani, qual andoe suso vestito di negro, a manege a comedo, con 4 parenti.
Adi 29 ditto. Fo gran conseio, e fo messo parte per li consieri di dar a Zuan di Santi, pare di
Marco di Santi, brusato su la nave Pandora, ch'era ' er | Rimase sier Piero Balbi, el cavalier, suo cuxin, sier
con sier Andrea Loredam, suo secretario, l'oficio in
vita ch' era stå dato a ditto suo fiol a la justicia. Et
ditta parte have una non sincera, 124 no, 1207 ; е
fupresa.
È da saper, eri im pregadi, per molte vie si fo
certifichato di l'armata grande vien in Sicilia di
Spagna; etiam per letere di Franza. Et da Roma si
have letere di domino Lorenzo Suares, orator di
quelle alteze, qual voria pur la Signoria havesse uno
orator a presso quelle majestà etc.
Cai dil conseio di X, electi per il mexe di zener :
sier Bortolo Vituri, sier Alvixe Venier, et sier Zorzi
Corner, el cavalier.
Adi ultimo dezembrio. Fo pregadi. Efu preso
parte, che li castelani, che si farà in li lochi aquistadi, se intendi per do anni ; e poi si fazi per gram
conscio. Et cussi fu preso.
Hironimo Manolesso, suo cugnado, sier Cabriel Morexini e sier Zuan Capello, suo fratello. Era questi
avochati : domino Daniel Zucuol, domino Rigo Antonio de Gottis, domino Venerio da Faenza, domino
Bernardim di Grassi, et sier Alexandro Minio, avochati di presonieri. Fono mandati tuti fuora chi non
meteva ballota, et vi fu el principe. Or sier Polo
Pixani, el cavalier, avogador, e comenzó a menarlo,
dandoli tre oposition : pessimi portamenti, manzarie
fate, e tolti danari in si, et haver potuto ajutar quella
povera Patria, qual si mal era stà menata da si pocho numero di turchi. Et fu comenzato : per Piero
di Organi, o ver per l'altro nodaro leto parte dil
processo, steteno fin hore do di note, rimesso a doman. E il pregadi credeva, fusse molte più cosse,
tamen non haveano ancora compito di veder le scripture. Poi a di 3 et 4 fo etiam pregadi, e compito
Du Modon, si have letere di sier Marco Cabriel, di lezer tutto il processo. Sempre fu il doxe; et veprovedador. Come dannava la diliberation di andar | nivano a caxa a bona hora, a hore 2.
a la Zephalonia, perchè, si andava in colfo, aria auto
l'armata turchescha per esser senza guarda.
Adi 5 ditto. Fo gram conscio, e fo leto una parte presa a dì 30 dil passato nel conscio di X, che de cætero li oficiali di la messetaria, taola di l'intrada
e insida, e ternaria vechia, non dovesseno lassar trazer a niun, se non pagava in contadi, e non fusse
fato partide per li scrivani, in absentia dil signor è a
Item, fono clecti tre savij dil conseio ordenarij :
sier Polo Barbo, ave 20 di no ; sier Domenego Morexini, proconlator, e sier Antonio Trun, el savio dil
conseio di zonta ; e di tera ferma: sier Marcho Zorzi,
sier Beneto Zustignam, sier Francesco Trum e sier | la cassa, sotto gran pena etc. Hironimo Liom, el cavalier, per tre mexi ; e un savio
di ordeni, sier Marco Foscari, quondam sier Zuane.
Da poi conscio fu pregadi. Si have avisi da Forli, come quelle zente non haveano ancora abuto danari di la paga, adeo si voleano levar; par tutavia
27
75 MCCCCC, GENNAJO.
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27
bombardava la rocha. Et il fiol dil papa havia dà
taia a chi amazava la madona, ducati 100 milia ; e
lei versa vice havia dato a tutti quelli era li in rocha,
et stesseno saldi con lei a l'assedio, li beni tutti di li
citadini di Forli che li havia rebelato. Item, lei bombardava la terra, et era intrato dentro la rocha el
conte Checho, con 100 fanti ; sì che par fiorentini li
dagi ajuto tacite.
Di Ungaria, vene letere dil segretario nostro.
Come il re vol romper al turco, e vol la Signoria
prometi lei per li altri la fede, et che, prometendo,
romperà subito al turco.
Di Franza, di l'orator nostro. Come il re scrive
al suo capetanio, è a l'impresa di Forli, che compita
quella impresa, ritorni e non vadi altrove, sì che è
bona nova, et maxime per il signor di Pexaro, qual
non si sa dove el sia. Si crede era andato incognito
per stafeta in Franza.
Item, fu preso di far orator a Napoli in loco di
sier Francesco Morexini, el dotor, che era passà un
anno si parti de qui , et havia dimandato licentia. Et
vien qui uno altro orator dil re, domino Zuan Batista Spinelli, et questo orator si parte, el qual viem
per mar.
Adi 6 ditto, fo il zorno di la Epiphania. In colegio fu fato cavalier missier Zuan Batista Stanga,
citadim cremonese, era qui, et molto marchesco ;
non era nel numero di oratori, et have gran contento.
Da poi disnar, fo pregadi, et electi do oratori
in Hungaria : sier Hironimo Lion, el cavalier, savio a
tera ferma, et sier Marin Zorzi, dotor, fo ambassador a Napoli, qual non è 8 zorni li era morta la
madre ; e tutti do rifutono. Et per il conseio di pregadi, poi fo aceptà la soa scusa.
Adi 7 zener. In questa matina, fo dito la note
esser sta robà l'oficio dil sal, discoperto il colmo, e
tolto zercha ducati 900 di una cassa di sier Antonio
Loredam, provedador. Et si havesseno potuto aprir
un'altra, tolevano ducati 16 milia dil deposito. Or
da poi disnar, im pregadi per li avogadori di comun
fo dato gran taia, chi acuserano, dil.... et si se acuserano, quello sia absolto etc., con altre condition;
la qual fo poi publicata a Rialto.
In questo zorno fo pregadi per l'avogaria, per
expedir il Zanchani. Parlo sier Polo Pixani, el cavalier, avogador, et fo laudato. Stè fin 23 ore e meza
in renga. Et poi monto Rigo Antonio, avochato dil
Zanchani, et mostrò voler dir assa' cosse; fè gran
distintiom etc. A le horre do di note, el principe si
levò, e ſo rimesso a compir doman.
A di 8 ditto. Fo pregadi. Et parlò solamente
missier Rigo Antonio, et benissimo ; et rimesso a
domam ad aldir la risposta di sier Marco Sanudo,
avogador. E tutto il conseio stava in expectation.
Et intisi, che eri sier Andrea Zanchani havia fato
conzar la sua caxa, e invidato molti zenthilomeni
a cena, credendo esser asolto, perchè molti di pregadi lo voleva asolver. Et è da saper, haveva assa'
fautori che lo difendeva su le banche. Et erri li soi,
poi parlato Rigo Antonio, voleva andasse la parte; adeo el principe fè un rebuffo a ditto Rigo
Antonio, dicendo lasasse far a li avogadori. Concludo, tutta la terra sta in expectation di quello
che sarà : tamen fo ditto,non havea contra lui gran
cosse.
A di 9 zener. Fo pregadi, pur per l'avogaria. 28
Parloe primo sier Marco Sanudo, l' avogador. Li rispose missier Daniel Zucuol, dotor, avochato dil Zanchani. Poi el principe, cargando molto, non perhỏ a
raxom, ma che si provedesse, hessendo per defeto
di capetanij e provedadori si da mar come da terra,
perso tanta vitoria e tanto ben a questa terra. Or
si 'l doxe non parlava, si prendeva ozi da procieder.
Et compito, andò suso esso sier Andrea Zanchani,
tolendo per tema: Vie qui ceciderit, et non habebit
sublevamen ! Et parlò sapientissimamente. Poi si butò a li piedi dil principe, pregando li perdonasse.
Qual disse : Missier Andrea, non ve volemo mal,
femo come quarto avogador. Or era horre 6 di note.
Ando le parte: 84 di procieder, 62 di no et ... non
sincere. Et per non esser preso alcuna cossa, andò
un'altra volta : 89 di procieder, 65 di no, 38 non
sincere, sì che non fu preso nulla, e la pende. Era
im pregadi 192 ; et rimesso a doman, veneno zo
horre 6 1/9.
In questo zorno, gionse in questa terra alcuni
gripi, con uva passa, di Lepanto fuziti ; et sier Carlo da Molin, fo camerlengo ivi, qual come za molti
mexi si sa, era diventà mato.
Da Forli. Si have, come era stà trati 400 colpi di bombarda, e fato 0 a la rocha ; et quella madona aspectava 400 fanti, dove venisse non si sa : si
crede da' fiorentini.
Vene in questa terra Zuan Paulo Manfrom, qual
si parte et va in Reame a tuor la moglie, e poi tornerà.
Adi Xditto. Fo pregadi per l' avogaria. Parloe
sier Nicolò Michiel, dotor e cavalier, avogador, e tra
le altre cosse disse : Missier Andrea, vuj sè l'ultimo
di cha' Zanchani. Havete abuto assa' honori, soracomito, di pregadi, capetanio in Alexandria, al sal, a
77 MCCCCC, GENNAJO. 78
28.
Ravena, dil conseio di X, savio a tera ferma, prove- il mal tolto, come sarà cognosudo, et ducati 600 a
dador in campo, avogador di comun, ambassador | l' arsenal, et altro, come par in la parte.
al turco, e hora provedador zeneral in la Patria ; et
per fin, si meterà su el vostro epitaphio : che'l vi
sarà taià la testa su la piaza di San Marco. Et li rispose missier Venerio, avochato dil Zanchani. Et,
mandate le parte, 42 fo non sincere, 66 di no, et 82
di la parte di procieder. Et iterum balotà, 29 non
sincere, 69 di no, 92 di procieder. O fu preso; la
pende. Fo rimesso a doman. Veneno zoso a horre
zercha 4. Et im pregadi fono 190. Et è da saper, in
corte di palazo era grandissima moltitudine di brigata, si zenthilomeni come populari, che stavano per
intender la fin.
In questo zorno vene letere dil zeneral, come
par per il sumario sarà qui driedo posto, di XV, da
l'arsenà ch'è su l' isola di la Zephalonia. Item, si ha
da Syo, di 22 di novembrio, di la morte dil turco etc.
Vene letere da Forl . Si manteniva quella ma- dona gaiardamente, et scrivea su le balote feva trar
in campo: Trate pian, perchè non vastate li cagatori . Quasi pocho stimando. Si che non poteano
tanto romper, che la matina non fusse trovà riconzato. Intisi esser morto li in campo uno capetanio
francese.
Item, intisi el signor da Pexaro havia abuto una
letera dil signor Lodovico, di Praxenon, che lo confortava, perchè tutavia facea zente per venir. Item,
par il cardinal Ascanio sia a Viena col re di romani.
Et si dice sguizari dia vegnir, in astesam, in ajuto di
esso siguor Lodovico; qual, licet havesse fato molte
tyranie, pur era desiderato et bramato da li populi,
per le insolentie de' francesi.
A dì XI zener, vene letere di Hungaria. Dil
zonzer li uno orator dil turco, con 8 gambelli cargi
Item, el serenissimo principe e sier Luca Pixani,
consier, che ' l sia confina 4 anni in Cao d' Istria, X
anni di officio e beneficio, perpetue di la Patria di
Friul, et 200 ducati a li avogadori ; refazi i danni.
Item, sier Zuan Donado, sier Marco Foscolo, sier
Andrea Cabriel, consieri, che 'l sia confinà per X
anni a Zara, im perpetuo dil Friul, pagi ducati 200
a li avogadori, e refazi i danni .
Item, sier Antonio Valier, consier, che 'l sia privà
5 anni de oficij e beneficij, e im perpetuo di provedador e capetanio si da terra come da mar, e di la
Patria di Friul, et pagi ducati .... a li avogadori.
Item, sier Jacomo Zorzi , sier Francesco da Canal,
sier Marco di Garzoni, cai di 40, che 'l sia confinà
per anni 4 a Padoa e nel padoan, con taia 1. 1000
di soi beni ; et, rompendo, stagi im prexon Forte et
torni al bando ; refazi i danni, come parerà ai avogadori, et pagi ducati 100 a li avogadori; et per anni
X di la Patria.
Or, andate queste cinque parte, è da saper fo
dito sier Francesco Bolani, fo quello messo venisse
a le prexom, volea parlar; tamen non parlò. Fo cazato sier Anzolo Sanudo, per esser fradello di l'avogador. Dove si mete utilità ai avogadori, vien cazadi
di consegij , pare, fio e frar. Et era im pregadi 195 :
di la parte di avogadori, fo niuna ; di quella di tre
consieri, 16 ; di quella dil serenissimo e consier, 48 ;
et queste vanno zoso. Di quella dil Valier, 58; et di
quella di cai di 40, 56. Non è preso alcuna cossa.
Anderà mo queste do parte solarmente : quella dil
Valier, 88 ; quella di cai di 40, 89. E questa è presa.
Et non sinciere sempre fo 17. Veneno aduncha zoso
pregadi a horre .... di notte.
de presenti, et altre particularità, qual erano molto | Sumario di una letera venuta di l' armata ; nara 29
d' importantia. l' impresa tolta a la Zephalonia ; scrita a di XV
Da poi disnar fo pregadi, fu sabato, per expedir desembrio, et zonta qui a dì Xzener.
il Zanchani. Parloe missier Rigo Antonio, avochato
dil Zanchani. Li rispose sier Marco Sanudo, avoga- Benchè el deliberar di tuor l'impresa fusse codor, qual non volea parlar; fo brieve. Poi andò suso messo al capetanio general et proveditori, nondimeno,
Venerio. Demum esso sier Andrea Zanchani, tolendo | per la importantia ocurente, et per la qualità e conper tema : Domine, ne in furore tuo arguas me, neque in ira tua corripias me; disse poche parole. Venuto zoso, se inzonechiò al principe, el qual li disse :
Missier Andrea, si fa justicia ; andè con Dio etc. Or,
andate le parte, 95 di procieder, 75 di no, 25 non
sincere ; e fu preso di procieder. Era venuti 5 di più
di quello fo erri im pregadi. Or fo messo parte per
li avogadori, confina im perpetuo a Zara, restituissa
dition lhoro, consultoe, con li governadori e soracomiti, li 4 partiti se haveano contra l' inimico, acciò,
per opinion di la mazor parte, si possi diliberar il
meglio di la Signoria nostra e del cristianesmo. Et
per il primo e più importante, propose il brusar di
l'armata turchesca ; per il secundo, la expugnation
di la Cephalonia; per il 3.º, quella di Santa Maura ; per il 4. °, quella di la Prevesa ; e se oltra questi
79 MCCCCC, GENNAJO. 80
ocoreva altro, cadauno dicesse largamente el parer
suo. Missier Thomà Zen to el primo ; poi li governadori per etade ; poi li sopracomiti, segondo el grado lhoro. Feno gran disputation hinc et inde ; tandem tutti concluse per molte rason, per alcun modo
polvere e biscoti quanto potessero levar do galie,
con hordine fazino venir la nave di biscoti si la
fusse zonta. Se ha facto incontinente levar missior 29 *
Tomà Zen, cavalier, con le galie grosse per andar a
l'arsena, dove debi aspetar la nostra armata, senza
nou si havesse a tuor l'impresa di brusar o ruinar | meter o lassar dismontar alcun in terra. Se ha manl'arınata, nd anche le doe altre, ma si ben quella di
Ja Zephalonia. Missier Marco Orio e missier Zuan
Malipiero, soli, voleano si atendesse a l'impresa di
l'armata hostile, nè se guardasse a pericolo, che scorer potesse la nostra armata. El di sequente ogniun
depose di sua mano, e queste scriture, viste per il magnifico capetanio e provedadori, e cognosuto li contrarij di brusar l'armata, e che l' aquisto di la Ze- phalonia è di gran momento e summa importantia,
concordi e uniti deliberò, nel nome dil Spirito Santo,
atender a ditta impresa; e feno tute queste provisione neccessarie. In primis, levar cercha 70 providato missier Simon Guoro, provedador, versso i dardanelli, per spaventar li inimici da quella banda,
cum hordene el dovesse brusar alcune fuste, se preparavano a Patras. Et finalmente al nostro levar da
Viscardo, se ha lassate 4 galie, videlicet missier Polo
Nani, missier Tomà Contarini, missier Carlo Zen,
missier Francesco Foscarini, con comissiom stiano
do ad una ponta, do ad un' altra, per obviar ad ogni
soccorso, che turchi volessero dar per questa via al castelo de la Zephalonia. Et perchè se ebbe aviso,
che dovea esser portata certa summa de danari al
dito loco di la Cephalonia, si ha in lhor comision
sionati da Corphù, con maistro Jacomo Coltrin, inze- | azonto, che ogni barcha o granda o picola che de li
gnier, e unabombarda grossa. Si ha scrito a missier
Nicolò da Pexaro, provedador, che con tute le galie
se atrova haver con lui, e con le 4 che se li manda,
econ le doe erano a Napoli de Romania, si le potrà
haver, non perdando perhò per aspetarle tempoalcuno, cargando da fino cavali 15 de' stratioti per galia,
vengi de qui, e lievi missier Francesco Zigogna, provedador di stratioti, e quelli fanti e provisionati uteli
el potrà. E a questo efecto, se li ha mandato ducati
600, per dar a la brigata. Eperchè se diceva, dito provedador havia tolto la volta di l'Arzipielago, se
ha mandato con le 4 galie sotil, che sono missier Alvise Orio, missier Marco Antonio Contarini, mis-❘il zorno sequente dil tutto, essendo arivati cavali 52
passerà, la facino acostar et cerchino, facendo contra
ogni navilio de' inimici l'honor di la nostra Signoria.
E tute queste provision sono stà facte per asegurar
questa impresa, et da' turchi e da quelli dil paese,
non obstante nostri siano stati mal menati l'altra
volta soto missier Antonio Grimani, e la fortification
poi facta per turchi, e le munition in la forteza messe,
cum 20 boche di ſuogo et 6 boni bombardieri et 60
janizari et 250 asapi, se possi reussir con honor e
vitoria. E, ordinate tutte queste provisione, venimo
nel porto de l'arsena, dove se atrovamo, et ſu a di
5 de l'instante. Et il magnifico capetanio informato
sier Marin da Leze, e sier Bernardo Buchia; la galia
grossa de missier Carlo Valier, con ordine che, non
atrovando ditto provedador, loro aprino le letere,
et exequiscano. Et a li do sopracomiti è a Napoli,
si ha scrito, lievino Zuan da Colorgno e Schiaveto,
contestabele, con lhoro compagnie, e li conducano
qui. Etiam si ha scrito a li rectori di Modon e Coron e al Zigogna, in consonantia, mandino Jacomin | missier Antonio Querini, missier Nicolò Pasqualigo ;
di stratioti et 120 fanti dal Zante, dispose l' hordine
di lo exercito, con el quale a dì 7 fece el luogo de la
Cephalonia assediare. In primis, à creato governador
dil campo missier Tomà Zen, el cavalier, provedador
di l'armata noviter facto; capi di colomello, missier
Zorzi Viaro, missier Alvise Zorzi, missier Andrea
Foscolo, missier Alvise di Prioli ; capi de artegliaria,
di Val Trompia e Dario da l'Aquila, contestabele, do maistri dil campo, missier Sabastiam Contarini,
con lhoro compagnie ; e scrito al capetanio di le nave missier Pangrati Zustignan ; do sopra le victuarie,
che ' l vengi a li Guardiani. Se ha mandato al Zante missier Polo Valaresso, missier Zuan di Garzoni ;
tre galie, missier Andrea di Mezo, missier Nadal do a la custodia dil canıpo, missier Carlo Valier, misMarcello, missier Zorzi Colombo, per levar i stratioti sier Silvestro Valier; e sopra le monition, missier
sono de ll e condurli a l' arsenà o dove li serà ordi- Marco Antonio Contarini e missier Smerio Querini ;
nato per missier Theodoro Paleologo. Item, orzi e e ultimamente ha ordinato che sopra li galioti siano
biave da cavali, e li do contestabeli sono de li con in tre parte divisi li tre armiragij sono in armata,
qualche boni fanti e provisionati, e li altri, o bandi- di quali sia capo e governador sier Simon di Greci ,
zati o non, che voleseno vegnir a servir. A Corphù armiraio nostro; et che de ogni galia habino andar
se ha mandato a tuor tute le ballote de le artellarie, | in campo homeni 50, electi de tuti li altri, con i quali
81 MCCCCC, GENNAJO, 82
andasse qualche uno di sopracomiti che fosseno pe- |
riti, aliter el suo paron per capo. El qual capo habi |
a deputar un capo ad ogni X di lhoro, e habino a
tegnir una lista a homo per homo, e habi a star de
continuo a presso el suo capo, per poter exercitarli
in ogni tempo. Item, ha facto de tute le nave meter
in terra homeni 50 per una, con e lor patron, di
quelli sono exercitati ; aliter con uno suo capo suficiente. E sopra tuti li navaroli, ha mandato missier
Marco Orio, vice capetanio suo, el qual perho habi a
star a obedientia di missier Tomà Zen. El qual, con
tuto el campo, se inviò a dì 7, a l'alba, con le artilarie
turchi, che erano molto elati, e chiamano questo
capetanio, un nome quasi teribile. Et il ditto de Cabrias è vero, ch'è greco proverbio : Meglio è haver
a far con uno exercito di leoni, ch'è per capetanio un
cervo, che cum un exercito de cervi, che ha per capetanio un leone. Apropinquato adunque il nostro campo, a dì 7, a la terra, veneno incontra la prima squadra, circa 150turchi , in un passo streto, dove ſeceno
un poco de resistentia ; tamen ebeno de gratia a poterse redur dentro le mure, e a l' intrar lassono do
di soi morti, uno de uno schiopeto, l' altro di una
lanza. Comenzó per caso a piover quel zorno, et durò et altre provisiom, con comission da tuti se fazi obe- ❘ do zorni, che mai non fu possibele condur le nostre
dir, come si fusse el zeneral, dandoli libertà di punir cadauno, e sia chi esser si voglia, fino a tuorge
la vita. Ea ciò cadauno se rendi più pronto e volenteroso a non stimar alcun pericolo, li ha dato hordine, per nome suo, fazi publice bandir che 'l primo
che entrarà dentro la terra, o ver monterà sopra le
30 mure, habi immediate de contadi da sua magnificentia aspri 3000; et se 'l sarà galioto, possi andar balestrier su che galia el vorà, si grossa come sotil, per
anni X proximi ; e se 'l sarà balestrier, possi andar
simelmente balestrier per anni X; si 'l serà compagno, possi andar paron; si paron, comito; si comito,
homo di conseio; et cussi de grado in grado, secondo le condition thoro; e possi trazer un de bando
de tute terre e luogi di la Signoria nostra, sì da
terra come da mar; e se lui proprio fosse bandizato,
sia asolto, excepti tamen rebelli, monetarij e assassini. El secundo habi aspri 2000, el 3.° 1000, con
tute le condition dil primo. Ese'l sarà persona di
altra sorte cha maritimo, oltra li danari, e 'l trar di
bando, si proveda per la soa persona, per modo che
restarà contento. Etiam, publice ha facto stridar a
son di tromba, che ogni inobediente e qualunque
anderà per l'ixola robando o fazando un minimo
danno, sia immediate impicato per la gola; et ha
facto drezar a prova un paro di forche. Eperché
sono gripi e brigantini inumerabeli, tutti corsi per
robar, azò non possino dannizar quelli di l'isola, i
quali tutti se sono venuti a inclinar, ha ordinato che
4galie vadino circum circa l'isola a far do effecti :
l' uno, vardi che questi gripi e brigantini troverano,
li fazino venire im porto; l' altro, azò oltra la guardia deputata a l' armata in porto o fuor di porto, se
fazi un' altra miglior guardia; il che dà che dir a
tuta l'armata, periò che mai ni guardia ni antiguardia soto el Grimani fu fato, nè im porto, nè in mar,
nè tra amici, nè tra inimici. Le qual provision hanno
erecti li animi persi di nostri, e suppressi quelli di 1 Diarii di M. SANUTO. -
Tom. III.
artilarie ; unde, turchi vedendo li nostri de la guardia esser li a presso le mure, se lassono cazer un
tolopam. Uno di nostri corse per tuorlo, e molti lo
seguitoro. Turchi apostati ussiteno fuora da 180 ; se
feceno forti li nostri a la posta di la guardia, poi
molte digladiatione, moriteno doi di nostri et do di
soi. Questo disordine sentito, el magnifico capetanio
fece gran reprension, per letere, al governador, el
quale se ha excusato, che, contra sua voglia, e non
sapendo cossa alcuna, fosse seguito ; e hali ordinato
fazino i repari a le artilarie, et che 'l primo si parti
dal suo hordine, sia impichato ; e cussi se ha facto la
nocte. E hanno impiantà cinque falconeti, con i quali
a di X hanno ruinate le soe trabache, facte, a modo
ungaresco, sopra i muri. Fino a questo zorno se ha
ateso a condur suso le artilarie ; nel condur di le
grosse se à persso un poco di tempo, per la dificultà
di le strade e per le molte pioze et mali tempi usati,
secondo il consueto de l'inverno. Horra, Dei gratia,
el tutto è reduto a bon termene. Questi zorni i nostri al castello, con i falconeti, feno il dover. Ben
che poco far si puol con artilarie menute, e quelli dil
castello hanno tyrato molti colpi ai nostri, e hanno 30 .
facto pocho danno. Diman, piacendo, comenzerano
a tirar tute le nostre artilarie grosse ; et è opinion
universal, farano tal fracasso a le mure, che, non
obstante el numero preditto di turchi sono dentro,
perchè di altri sono in tutto a presso 1000, e il loco
ben munito, riusciremo con vitoria. E in questa impresa non si mancha nè se mancherà di far tutto el
possibile. L'altro heri zonse missier Simon Guoro,
ch'era stà mandato, come dissi, versso i Cuzulari
et el Galatam con alcune galie, per veder di haver
certe fuste turchesche, si dicea ritrovarsse de li . Dice
non haver potuto, per il vento lo afazò, tuor li navilij erano a Patras, e haverse perho reduto a le Peschiere, dove prese et afondò da XI tra gripi e navigoti da' inimici, et factoli quel danno l'ha possuto 6 ,
83 MCCCCC, GENNAJO. 84
31
messo e trovado alcuni boletini, diceva mal di sier
Polo Pixani, avogador. Et per tanto, ozi nel conscio
di X fo dato taia.
A di 14 ditto. Fo pregadi. Et prima sier Hironimo Lion, el cavalier, si scusoe ; e poi sier Marin
Zorzi, dotor, etiam per la morte noviter, di l'armada (sic); et cussi, balotáto a uno a uno di tutti do, di
tutto el conseio fu preso di acetar la sua scusa. Et fo
fato scurtinio, et electi sier Sabastian Zustignan, qual
andava im pregadi, come orator electo alias, za do
anni, al re di romani, et sier Vetor Soranzo, olim
dal banco, quondam sier Zuane : quali la matina,
andati in colegio, libentissime e di bona voia aceptono tal cargo, et maxime el Soranzo, che assa' avia
procurato.
se ne vene de qui. Et missier Nicolò da Pexaro vene
daModon, con le galie havea; el quale illico fu mandato a Viscardo cum 4 galie, per custodir quelli
mari, e obviar ad ogni socorsso. E, finita questa impresa, tutti tre li provedadori su la galia Malipiera,
per esser vechia, venirano a Veniexia, per obedir a
li mandati di la nostra Signoria. Missier Alvise Marcello, capetanio di le nave armate, è venuto anche lui
con le barze soe, e il magnifico capetanio li ha dechiarito il voler di la Signoria ; se ha oferto prontamente obedir, e faralo con presteza. El qual se scusa
con molti argumenti, e si oferisse constar per tuta
l'armata, che 'l capetanio Grimani li havea tolta ogni
libertà, auctorità e obedientia ; ita che, non solum era
obedito da le altre nave, ma nè anche da li soi di la
barza, e non potea castigar li soi oficiali. E si ' l dice : Item, fo posto per li savij di colegio, di mandar
Poza ! se orzava; se'l dicea : Orza ! se posava ; eli 4 galie nuove è in l' arsenal, et 4 vechie, zoè tre per
havia tolto li libri e le preheminentie soe, e reduto ❘ muda, a li viazi di Baruto et Alexandria, atento le
come patron di nave. E dimandò di gratia missier
tolesse le sue justification ; non li fu concesso, per non haver questa comision. È venuto etiam missier
Francesco Cigogna, con cavali zirca 200 di stratioti.
Heri cavalchó al castello. A Napoli di Romania se ha
scrito che non vengi alcuno de li ; anzi se ha comandato soto pena capitale, se alcun fusse aviato, ritorni
al loco suo, per non disfornir quella terra, per la
importantia soa. Concludo : è stà fato ogni aparato
e provision si convengano a qualunque excelentissimo et veterano capitano. Habiamo in questo campo copia, vertu et animosità di soldati, galioti et
cavali ; et la fortuna, che in le cosse belice se judica
dominar. Et lauda il capetanio, imitando Lysandro,
el quale volea la pelle vulpina esser da assuere a la
leonina ; et Metello vien laudato, perchè, essendo domandato quello era per far, rispose : Si vestem hanc
mei consilii consciam esse crederem, eam fummis
devoverem ; sì che è secreto. Etiam exploratori, per
saper li facti e conselij di inimici, non mancha voler
ruinar l'arınata turchescha ; ma turchi stano molto
oculati e advertiti a questo. Molti forssi che fabrica
castelli in camera, e mena chi stenta a l'aiere, al
vento, a la pioza, a la neve, tra i flucti marini, pieno
de pensieri per il governo di un mondo maritimo,
di un populo vario de lengue, natura, costumi, natione etc. Conclude : è stà meglio tuor questa impresa di la Cephalonia, per molti respeti.
galie deputate al viazo erano in armada. Or sier
Marco Foscari, savio ai ordeni, andoe in renga, disse poche parole : ringratiò el conseio ; disse la fede
data a quelli è su le galie in arma' si romperia, et
alcune altre raxon. Or li andò a risponder sier Zuan
Trivixan, savio ai ordeni, et licet sia stato 4 volte
ai ordeni, tamen ozi fo la prima volta. Or, andata la
parte, combateva li magazeni pieni con li vuodi, e
il ben particular con el publico; et tandem el privato otene, che sier Marco Foscari messe de indusiar, et otene. Fo 4 non sincere, una di no, 82 di savij, et 99 indusia.
Da Ravena, Faenza, Rimano e altri lochi, letere. In conclusion, a di 12, el ducha di Valentinois
ave la rocha di Forli per forza ; zoè che li dete assa'
colpi di artilarie, e butono una parte a terra di le
mure in la fossa, et fè uno edito : tutti portasse fassine per aterar la fossa, e darli la bataia. Ma, senza
questo, la ruina di le mure havia quasi aterado il
fosso. Or introno per forza dentro, et have la rocha.
Morti 475 corpi ſo trovadi ; et dicitur, la madona di
Forli se tirò in una parte con suo fratello, signor
Alexandro, et alcuni altri da capo ; ma prima fè poner fuogo in uno loco di monition, acciò la polvere
e fumo facesse star indriedo i nimici ; tandem quel
fumo fè più danno a lei ch'a i nimici. In conclusion,
francesi introno dentro, e feno gran crudeltà : lei fu
presa da un francese, et presentata al ducha, li dimandava ducati 20 milia, come havia la taia. El ducha li voleva dar 3000 ducati e non più. E par quel
francese disnuasse la spada per taiarli la testa. Tandem fo conzà la cossa in ducati 5000 di contanti, et
A di 13 ditto. Fo conscio di X, et par fusse cussi li dete, e have dita madona, la qual la mandoe
A di 12 zener. Fo gram conseio, e da poi fo
pregadi. E fo leto molte letere, et posto parte cosse
secretc : nihil novi.
85 MCCCCC, GENNAJO. 86
31
in custodia a Cesena. Et poi etiam ditto ducha l'andò a trovar.
Item, si have aviso come a Urbim, a dì ... , era
morto el cardinal Borgia, legato, qual di Bologna ritornava a Roma in gran pressa, et esser morto in
do zorni, chi diceva da stracho, et chi esser stà intosegato ; tamen mori da ferza. Havia de intrada
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, dotor, vicedomino. Par, il ducha havesse da fama di andar a
Roma al jubileo ; ma hora, inteso il prender di la
rocha di Forli, etiam di preparamenti fa il signor | ducati assa' milia, et era nepote dil papa.
Lodovico, à muda pensier; dice li è venuto mal, e
non vuol andar. Il marchexe di Mantoa è stato li , à
consultato secrete; par voglij star a veder: quello
farà la Signoria, cussi farà lui.
In questo pregadi fu posto per sier Antonio
Trun , consier, e li savij ai ordeni, indusiar di far
governador a Nichsia, in luogo de sier Ambruoxo
Contarini, havia compito. Ave 46 di no, 118 di la
parte ; e fu presa.
Da Roverè, Bassam, Feltre, Riva, tutti in consonantia. Di preparamenti fa il signor Lodovico,
per venir in Valtolina versso Como. Arà 12 milia
sguizari , 1500 lanze bergognone ; in tutto persone
30 milia. Si dice dà danari a furia, poi à intelligentia
con molti di Milan, et altre terre, qualli non pono
patir le insolentie di francesi, maxime zercha le sue
done. Et par ditto signor Lodovico, col cardinal
Ascanio, sia andato a Yspurch, a trovar il re di romani, et esser in coloquio.
È da saper, in questi giorni a Roma si pratichava di far cardinali, et fo ditto, molti nostri pretendeva, tra li qualli tre : sier Francesco Corner, di sier
Zorzi, el cavalier, nepote di sier Polo Capelo, ch'è
orator a Roma; sier Almorò Pixani dal banco, et si
dice, suo cugnado, sier Lorenzo Capelo, e suo fradello, sier Lorenzo, sono andati a Roma; item, sier
Piero da cha' da Pexaro, da Londra, quondam sier
Nicolò, è savio ai ordeni ; e par, sier Piero Justinian ,
quondam sier Marco, sia andato a Roma. Etiam si
dice il prothonotario Lippomano : qualli tutti spendeno da ducati 20 milia in suso. Quello sarà, scriverò poi.
Da Corfù si have letere, di 26. Par habi avisi,
la nostra armata a la Zefalonia havia butà zoso parte
di le mure, et sperava aver quel loco subito. Item,
avisi da Patras, che quelli di Nepanto, zoè li christiani, erano stà tutti amazali da' turchi ; zoè da' gianizari, per haver inteso voleano esserli contra, venendo la nostra armada li in colfo.
Item, intisi Alvise Manenti era li a Corfù, partito, va a Constantinopoli per terra, per tratar pace.
Quid erit, scriverò .
DaMilam, di Zuan Dolze, secretario. Par, missier Zuan Jacomo, inteso li movimenti dil signor
Lodovico, voleva andar versso Como e Valtolina,
tamen dubitava, pur stava con custodia. Item, intisi
per Milan si dicea : Triulzi, Visconti e Boromei erano acordati a uno; et che questi dominava, e mila- 0 disseno.
nesi non voleno sofrir.
Da Brexa. Si have letere, come el marchexe di
Mantoa volea far la mostra di le zente sue ; ad quid
non si sa, ergo elc.
In questo zorno, fo pregadi ; veneno tardi zoso ;
Adi 18 zener, sabado. Fo pregadi. Fo leto le- 32
tere, nè altro si potè far, per esser solamente tre
consieri, et tre altri erano amalati. Et poi fo chiamato conseio di X, e licentiato el pregadi. Tamen
credo nulla si potè far, per non esser 4 consieri.
Da Ravena. Si have avisi, la madona di Forli
esser stà mandata a Cesena ; et par il ducha di Valentinois andasse li, et, chome intisi , teniva ditta madona, la qual è belissima dona, fo fiola dil ducha
A dì 16 zener. Fo pregadi. Fo electo orator a
Napoli sier Zuam Badoer, el dotor, fo ambassador
in Spagna, era di pregadi, et aceptoe. Item, fono
electi castelani a Sonzim, sier Domenego Bembo, fo
ai tre savij, quondam sier Zuan Francesco ; a Pizegatom, sier Polo Morexini, el 40 criminal, quondam| Galeazo di Milan, di zorno e di note in la sua camesier Orsato ; a Castel Liom, sier Zuan Francesco Trivixam, el 40 criminal, de sier Baldisera. Altro non
fo fato.
Et ſo posto la parte, che sier Vetor Soranzo, ele- cto orator in Hungaria, potesse venir im pregadi. Etsi
partirano presto, ma prima aspectano uno orator di
Franza, dia andar con lhoro.
A dì 17 ditto. Fo divulgato una zanza : Antivari era stà preso da' turchi, et tamen non fu vero ;
pur foditto.
ra; con la qual, judicio omnium, si deva piacer.
Le zente veramente non erano ancor mosse da
Forli, pur haveano auto la paga. Et intisi, haveva mandato a dir al signor di Pexaro si volesse dar, e non aspectar di haver il guasto e danno. Qual rispose,
volersi tenir. Tamen, in rei veritate, tuta la sua roba
à mandato via, et li citadini e habitanti tuto el suo,
fino le moglie e done tute hanno mandato, chi a Ravena, chi a Rimano, chi in Dalmatia ; adeo son rimaste le caxe vuode, con la paia da dormir, et pan, et
87 MCCCCC, GENNAJO.
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32
vino ; el resto sgombrato. Item, intisi havea ditto | altre 4 galic dalmatine in colfo, dove harano nostro
ducha di Valentinois scrito a Roma di l'aquisto di mandato di quello habi a far, o ver disarmar.
la rocha ; et il papa facea gran jubillo ; et la discor- dia di quelli erano nel castello ſo causa di perdersi,
et la furia li vene adosso, che ne la citadela o vero
segonda forteza, non potè intrar, che si arebeno tenuto assai. Or aspectava dal papa mandato, dove
andasse.
È da saper, in questi giorni fono mandati qui da
Roverè do, fo ditto uno milanese e uno mantoan,
ad quid, non so, tamen fo posti in camera, et butato
il colegio fono tormentadi ; e fo trovato letere di
Ferara e Mantoa al signor Lodovico.
Item, fu preso, che sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, electo sabado ch'è il di de
San Polo, meti banco, et si armi la sua galia con tre
altre galie nuove, quando al colegio parerà.
Ancora fu preso di far tre savij dil conseio, di
zonta al colegio, et tre di terra ferma : uno ordinario, in luogo de sier Francesco Trum, che mancha,
et do di zonta, che mai più fu preso, nè posto dar
zonta al colegio di savij a terra ferma; et che poi,
di tuto il numero di savij, di una man e di l'altra,
in colegio siano balotadi et electi V, qualli habino la
cura di trovar danari. Ala qual cossa præcipue sia
l'oficio suo.
Adì 19 ditto, domenega. Fo gram conseio. Qual reduto, manchava tre consieri, erano amaladi, zoè
sier Marin Venier, sier Antonio Valier, et sier An- A di 21 ditto. Fo pregadi, per far li savij di drea Cabriel ; et sier Zuam Donado, sier Luca Pixa- zonta al colegio, et, fato il scurtinio, rimase solum
ni, sier Marco Foscolo veneno. Or volevano questi do dil conseio, altri non passò : sier Domenego Matre, con uno cao di 40 in luogo di consier, far gran rin e sier Costantin di Prioli, quali erano ussidi di
conscio. Et sier Nicolò Michiel, sier Marco Sanudo | savij dil conselo. Fo soto sier Piero Balbi 78, et sier
et sier Polo Pixani, avogadori, andoe a la Signoria,
dicendo era contra le leze, nè si poteva far gran
conseio con tre consieri, maxime non hessendo il
doxe. Or fo gran contraversia ; li consieri voleva
far, tandem sier Bortolo Vituri, sier Alvise Venier,
et sier Zorzi Corner, el cavalier, cai dil conseio di X,
si levono suso, e andono a la Signoria. Or, in conclusion, fo licentiato el conseio con gran mormoration di tutti, che per consieri eri e ozi non si pol
atender a le cosse di la terra. Et il mal era a farli si
vechij, tamen le voxe di la bancha è quelle ruina
questa terra.
Alvixe da Molim 77, et sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, fo savio dil conseio, etiam lui non
passò; et questo per le cosse di Cremona. Item,
savij a terra ferma : sier Alvise da Molin, sier Francesco Trun, qualli immediate reſutono; et sier Lunardo Grimani, che introe, et era ussito al primo
di questo di tal officio.
Ancora fu posto, d'acordo tutti, di scriver al capetanio zeneral, che, non havendo gran bisogno,
mandi de qui le tre altre galie deputate ai viazi, ilu
che siano e Baruto e Alexandria le galie de qui,
acciò si possi mandar a' lhoro viazi. E fu preso.
Item, fono expediti alcuni capitoli di li oratori
di Casal Mazor, fati per li provedadori di campo, e
Lion, si che fono expediti.
Adì 20 ditto, luni, fo San Sabastiam. Fo questa matina a la Signoria domino Zuan Batista Spinello, dotor e cavalier, orator dil re di Napoli, qual | confirmati per pregadi, et cussi a quelli di Castel
era venuto qui per mar, et alozava a San Zorzi, in
una caxa preparata, zoè li nel monestier, per l'oficio
di le raxon vechie. Et fo mandato contra a compa.
gnarlo a la Signoria molti patricij, qual insieme con
domino Antonio Palmerio, altro orator venuto, presentò la letera di credenza; et poi disse molte pa- | sier Zuan Jacomo Triulzi , governador di Milan ,
role di l' amor era tra la majestà dil suo re et questa Signoria , et che era venuto per justificar si
qualche zanza fusse stà dita etc. Poi dimando doman
l'audientia secreta, et risposto per il principe, ſo
ditto venisse etc.
Item, fu dato do castelli di Geradada, chiamato
Brignan e Pagazan, a missier Francesco Bernardin
Visconte, qual era suo, et è peravanti, etiam per pregadi li ſo dati do altri ; e questo per letere di misscrite a la Signoria in soa recomandation.
A di 22 zener. Fo conseio di X con zonta, et
par siano totaliter bandizati li bezi, ita che non si
spendano più in questa terra, nè sul dominio, sotto
gravissime pene da questo mexe in là; et par in la
In questo zorno, fo pregadi, et fu posto parte zecha si fazi mezi soldi di valor dil bezo, la qual
per i savij d'acordo, di scriver al capetanio zeneral | moneda è molto comoda, ma in effecto ne era una
mandasse de qui galie 5 grosse di viazi, zoė Baruto grandissima quantità, nè più soldi si vedea.
e Alexandria, non bisognando più ; et oltra le galic In questa matina li avogadori di comun, tutti tre.
4 vechie dalmatine, dia vegnir a disarmar, mandi i fono im prexom, a tuor l'ultimo constituto di sier
89 MCCCCC, GENNAJO.
90
Antonio Grimani, olim zeneral ; ita che non hanno veano preso 4 castelli, et che ... Visconte doveva
più da tuor. Fo ditto sono etiam di opinion di expe- venir con molti sguizari, sì che à principiato a far dirlo, prima cha i altri. Le qual cosse non si tro- | novità, adeo dete che pensar a molti. È da far provano tanto mal, quanto si credeva, nè etiam per il
processo venuto di armada.
Adi 23 ditto. Fo colegio. Vene letere et avisi,
come la madona di Forli, rechiesta dal papa, il fiol
la mandava a Roma. Or par quel francese, o ver
guascon, che la prese, con 300 fanti si pose in strada dove la passava, et fo li a Forli, periò che mai
33 era mossa ; ma stava li im palazo, et la tolse. Et è
opinion, facesse per haver il resto di la taia, fin ducati 20 milia, di qual non havea auti solum 1000.
Altri dice, lei medema li darà, perhò che si sa, havia
mandato ducati 50 milia in contadi a Fiorenza, et
altre robe per valuta di ducati 150 milia, et dove è
etiam li soi figlioli.
Da Cataro, vene letere di sier Francesco Querini, rector el provedador, di 15 et 16 et 29. Come
havia aviso, il signor turco esser a Philipopuli amalato, et che preparation alcuna non vedeva di campo
terestre ; sì che è bona nova etc.
Dapoi vene, come ditta madona era stå rescatata dal ducha di Valentinois, per ducati 4000, che
li dete in contadi a quel capetanio, si che mai non
ave altri danari cha questi 4000 ducati .
vision.
Da Milam. Par, missier Zuan Jacomo Triulzi
habi mandato 3000 fanti versso Valtolina ; et si dice
queste zente, è in Romagna, farà ritornar indriedo
per mandarle à l' incontro di ditto signor Lodovico.
Da Ferara. El ducha non va a Roma come havia ditto, et havia auto assa' danari ; è suspeso pagamenti etc. per questa sua andata, si che non andarà e ara li danari.
Da Forli. Come quella madona fu recuperata
dal ducha di Valentinois, che dete a quel capetanio
guascon ducati 4000 ; et le zente se aviava versso
Pexaro. Quel seguirà, scriverò.
Da Rimano, vidi una letera di sier Francesco
Capelo, el cavalier, provedador, di 22. Come ivi si
ritrovava cavali 1150, zoè 400 dil signor, et 600
dil signor Bortolo d'Alviano, qual era ivi venuto,
et 150 cavali lizieri. Haveano fato far uno bastion ;
stava in arme tutavia, aspectando il campo passi, e
vadi a Pexaro.
Di sier Alvise Murzello, era capetanio di le nave. Si have aviso come, venendo con uno gripo sora
colſo di Ludrim, si rupe, anegò tutti li homeni, lui
con do solli erano scapolati etc., qual veniva qui a
presentarsi a le prexom, justa i mandati.
Èda saper, in questi giorni, sier Vicenzo Capello, quondam sier Nicolò, e li Capelli, fo di sier Vetor
e compagni, feno una vendeda di uno collar haveano Di sier Simon Guoro, provedador di l'armada,
im pegno dil re di romani presente, bellissimo, qual | di 5, a presso la Zefalonia, et sier Domenego Malili stava in zercha ducati 25 milia. Or con li oratori
di Rossia, erano qui, feno un merchado di venderlo
al re suo per ducati 36 milia, in questo modo: du
cati 12 milia di contadi, el resto fino a la summa di
ducati 36 milia in tante pelami ; zoè carati 16 tra
dossi e vari, a ducati 36 el mier ; 6 carati di zebelini, a ducati do e mezo il pezo; et carati do armelini, a ducati X il 100. Et li da ducati 1000 di presente, con questo si aspecti 5 mexi, nel qual tempo darà li danari et li pellami, conze e condute fin uno
anno fin a Porto Gruer. Et non li dagando, habino
perso dicti ducati 1000, con altre condition fate tra
Jhoro. Et intisi ; che dicti oratori , unodi qual parlava
latim, li comprava per il re, el qual havia fato uno
per di bolzegini a una soa fiola, adornati di zoie,
che li costava ducati 16 milia etc. ( Si chiama imperator di le Rossie, et ducha di Moschavia, si sta mexi 3 andar.)
Adi 24 zener. Fo pregadi. Si have avisi di più
vie, come alcune zente dil signor Lodovico, per numero 8000, erano venute avanti in Valtolina, et hapiero, provedador. Etiam scrive insieme, come haveano habuto il comandamento dil zeneral di vegnir
de qui, et subito, expedita quella impresa, verano
justa i mandati, scusandossi loro etc.
In questo conseio fu posto 4decime al monte 33
nuovo per li bisogni occorenti, a pagar le do prime
a di 8 fevrer, et le altre do a di 20, con don di X
per cento, posendo scontar el pro' di monte nuovo
et l'imprestedo prestado gratis.
Item, fo factoprovedador im Lombardia sier Domenego Bolani, vien luogo tenente di la Patria di
Friul, fo soto sier Piero Marzello, fo provedador in
Friul, quondam sier Jacomo Antonio, el cavalier ; el
qual sier Domenego Bolani, avanti zonzesse qui, a
dì 26 fu electo in gran conscio consier di Veniexia.
Intisi come a Fiorenza, in questi giorni, essendo
stà posto un balzello per andar a Pisa, et li danari
posti in uno loco, et par che uno di diece metesse
le man suso, et se ne è fuzito a Pisa. Questo ho
scrito a memoria ; saperò poi la verità.
Eri morite in questa terra domino Zorzi Valla,
91 MCCCCC, GENNAJO. 02
di nation pavese, huomo doctissimo si in greco come in latin, qual ha facto molte opere, et lezeva publice a SanMarco in l' hospedaleto, et havia da la Signoria nostra ducati 150 a l'anno. Ha lecto qui
anni ... ; successe in luogo di Zorzi Merula, alexandrino. Or in do zorni morite di età di anni .... Fu
sepulto a la Carità. Et è da saper, molti homeni doti
pratichono haver tal conduta : el Scyta, Rafael Regio, e alcuni voleva Demetrio o vero Laschari, greco, che lezeva in Sicilia etc.
Ad 25 zener. Fo San Pollo, et fo chiaro: significha habondantia; et fo etiam vento, che significha guera etc.
In questa matina ai Frari menori vidi una cossa,
qual noterò qui : come sier Antonio Zustignan, dotor, leze im philosophia, era sentato di sora tuti i
frati, con uno tapedo davanti, e li fratonzelli etiam
sentati, et a la messa li frati portava li dopieri apa- rati. È certa cerimonia si usa far ivi ai Frati menori
ogni anno in tal zorno, per certo legato e hordine
vechio.
In questo zorno fo conscio, et fo fato asaper a
tutti per il canzelier, dovesseno observar la parte di
le done e di le cene di compagni, perchè li avogadori, a chi è comesso, exequirà le leze.
Item, li parenti di provedadori ch'è in armada,
Pexaro, Malipiero e Guoro, fono davanti li avogadori, dicendo aver inteso che volevano menar sier
Antonio Grimani, olim capetanio zeneral, prima loro
provedadori venisse qui ; et che tutavia facea examinar, e dava le sue valentesie ; et che non voria incolpasse loro provedadori, qualli, non hessendo qui,
non si potrano difender. Li fo risposto che, dove si
agitasse l'honor di ditti provedadori, si aria ogni
preso tute le barche di quel lago di Como, si che
pur risona novità.
Adi 27 ditto. Fo conseio di X con zonta. Et in- 34
tisi in questi giorni a Cremona fo alcuni cridava :
Moro! Moro ! per la terra, qualli fonno fati aferar
et dati strepà di corda su la piaza. Ivi è il castelan
vechio, fo di Cremona, che mai non è venuto qui ;
ma ben à mandato suo fiol, el qual ogni zorno solicitava la sua expeditiom per aver il resto di danari.
Èda saper, fo decreto e scrito che li cavali lizieri
dovesseno andar a li confini di Geradada, justa le
letere ne scriveva missier Zuan Jacomo Triulzi , et
quello si era ubligato di far, et le altre zente d'arme
tutte fonno mandate a li alozamenti.
A d' 28 zener. Fo pregadi, et fo facto savio dil
conseio sier Piero Balbi, fo consier, qual era savio
di terra ferma, zoè savio dil conseio di zonta, et fo
soto 18 balote sier Alvise da Molin. Item, fono facti
do savij di terra ferma di zonta, in luogo di quelli
do che refudono, sier Lorenzo Zustignan, fo cao dil
conseio di X, quondam sier Bernardo, cavalier, procurator, et sier Piero Marcello, fo provedador in la
Patria, quondam sier Jacomo Antonio, el cavalier, di
2 ballote di sier Zorzi Emo. Et statim introno.
Et per sier Antonio Trun e sier Piero Balbi ,
savij dil conscio, fu messo parte che li savij dil conscio e di terra ferma, de cætero havesseno contumatia 6 mexi, che prima haveano se non tre mexi ; et
cussi si oserverà. La qual parte ave tuto il conseio.
Item, che li consieri e savij dil conseio e terra
ferma, che compivano da San Michiel, venivano im pregadi poi fin l'altro San Michiel. Pertanto messeno, che dovesse esser balotadi a la zonta, et più,
compendo da San Michiel, non poteseno venir im
rispeto, et che, esser qui e non esser, non importa | pregadi: tamen, si avanti San Michiel compivano,
al menar dil zeneral .
Adi 26 zener, domenega. Da matina, sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, messe banco.
Fu acompagnato da molti zenthilomeni, qualli lui
havia invidati, e stete un poco.
Noto, come el castelan di Cremona, qual andava
con una vesta curta, bareta a la milanese, e scarpe,
ozi el vidi con vesta longa, negra, bareta e calze solade, becheto sulla spalla, et la vesta a manege dogal;
sì che è fato tutto venitiam, et è nostro zentilomo,
nome domino Annibal Angusolo.
Di le cosse dil signor Lodovico vene alcuni avisi,
credo da Bergamo, che haviano preso una porta de
Tyran; tamen francesi reduti, a uno zercha 4000,
erano stati a l'incontro e recuperà la ditta porta.
Item, par che ditte zente dil signor Lolovico habi
venir poteseno fino al primo San Michiel etc. Item,
che li ambasadori etiam s'intendi la parte fin San Michiel, e, non hessendo expediti, si possi iterum meter parte da poi San Michiel di vegnir im pregadi :
et cussi fu preso.
Item, vol cazar li X savij di pregadi et altri officij. El qual sier Antonio Trun rimase consier da
sier Piero Balbi, che vene per scurtinio e fo a tante
a tante, e in gran conseio di 12 balote.
Di Romagna. Si ha le zente francese, hessendo a
Santo Archanzello, have comandamento dal Triulzi ,
nomine regis, di ritornar ; e cussi lassano l'impresa
di Pesaro, ch'è una bola cossa, et gran ventura a
ditto signor. Et il ducha di Valentinois vien a Forli.
Da Roma, di l' orator, di 22. In conclusion, el
papa ha dato i beneficij dil cardinal Borgia a uno
03 MCCCCC, GENNAJO.
94
suo fratello, et etiam lo farà cardinal : chiamato domino Francesco Borgia.
persone, che son 800 lanze francese, videlicet capetanio Rubinet et altri, tutavia cavalchano a la volta
di Milam ; passa per il ferarese ; si dice a dì 2 sarano
a Milan; ma prima bisogna vadino im parmesana etc.
Dil capetanio zeneral di mar, di la Zefalonia, di
28. In conclusion, haveano butà parte di le mure
zoso, roto tre bombarde ; lhoro si difendeano gaiardamente; pur erano termenati nostri non si partir,
et spera di otegnir. Le qual letere vene per terra,
per pre' Zaneto, suo capelam, et più di sotto difusa- cussi, ita Deo volente, sia levati contra di lui.
mente scriverò di tal cossa.
A dì 29 ditto. In questa matina, et poi disnar,
fo do quarantie redute. Et sier Hironimo Capello,
provedador sora le camere, meno Vetor di Zuanne,
scodeva le decime dil clero, per certa partida posta
indebite, scodando a Brexa. Parloe ditto sier Hironimo Capello. Rispose Marin Querini, avochato. Demum, etiam ditto sier Ilironimo. Et veneno zoso a
horre.... Nihil factum.
Di Romagna. El ducha di Valentinois va con
600 cavali versso Roma, con madona Catarina da
Forlì, sì che el signor di Pexaro ha bona nova, che
Da mar, 0. Solum letere di sier Nicolò da cha'
da Pexaro, provedador di l' armada, di 28 dezembrio, di Canal de Viscardo. Come era li con 8 galie a veder non venisse socorsso a la Zefalonia, la qual
si teniva.
In questo pregadi fu preso, atento che sier Do- menego Bolani, eleto provedador in Lombardia, era
intrato consier, che 'l fusse scrito a sier Christofal
Moro, era provedador a Faenza, immediate si transferissa provedador in Lombardia. Etiam che domino Zuan Batista Carazolo, capetanio di le fantarie,
era li con 200 fanti, dovesse andar in Lombardia.
Havendo scrito di sopra esser venuto letere di | Et l'altro di, per il conseio di X, fo scrito al conte
Item, fo conseio di X con zonta di colegio. Poi
34 feno li so capi, videlicet sier Antonio Calbo, sier Anzolo Trivixam, et sier Zacharia Dolphim .
Roma, scriverò qui la continentia di quelle di 22.
Come el cardinal morse a di 14, et a dì 15 el pontifice lo intese ; et da quel zorno fin a dì 19 non
dete audientia a niun. Poi andoe li cardinali a dolersi, et etiamli oratori ; et cussì immediate el pontifice introe a dir di le cosse di Forli etc.
A di 30 zener. Fo pregadi. Vene letere di Milan et altrove, in consonantia, di novità di zente dil
signor Lodovico a quelli lochi di lago di Como et a
Chiavena etc., come havea abuto la terra, era con
8000 persone, et certo si ha il passar dil cardinal di
San Severio. E poi il signor Lodovico a le zente à
dato mezo fiori per uno fin in campo; poi disse
di darli il resto, zoè do page etc.
Da Milam, di Zuam Dolze, secretario. Quelle
cosse in moto, et par che per Milam, in caxa di gebelini, siano zente armate redute, et è capi questi :
uno fratello di missier Francesco Bernardin Visconte, chiamato monsignor di San Celsso ; item, el
prothonotario Crivello ; item, el prothonotario o ver
general di Humiliati, di caxa di Landriano ; et altri.
Et par che ' l capetanio di la justicia volesse andar a
la caxa, per cerchar si era honeni reduti di uno de
questi prothonotari ; et lui si fè a la porta, dicendo :
Capetanio, che andate zerchando ? Si volete veguir
a veder, vegni ; ma vi aricordo che, si vi sarà fato
mal, vostro danno. Et cussi non andoe. Item, monsignor di Ligni et il conte de Mixocho, fiol di missier
Zuan Jacomo, con 3000 fanti, cavalcha a la volta di
Como. Le zente veramente francese, numero 8000 i
di Pitiano cavalchasse con le sue zente ; e cussi tuti
altri cavali lizieri a li confini di Ada.
Item, fu posto di donar a domino Antonio Palmario, orator dil re di Napoli, si partiva, 20 braza
di veludo cremesim, et 20 braza di veludo negro.
Et fu preso e dato. E si parti a dì .... fevrer; va per
mar. Intisi, questo è richissimo dotor et cavalier, et
à uno fratello a Napoli banchier.
Item, fo posto di scriver a Roma a l'orator, interciedi al papa, che le intrade dil vescova' di Cremona, siano scosse et poste in fabricha dil domo et
vescoado. Et ita captum fuit.
Item, fu posto per el principe, consieri , cai di
40, e tutto il colegio, una parte aricordata, come intisi, per sier Lunardo Grimani, savio da tera ferma:
che tuti li debitori di la Signoria nostra, zoè cazude,
governadori e raxon nuove, debino pagar per tuto
il mexe di fevrer senza pena, poi, in termine di do
mexi, siano tolti per la Signoria nostra per el quinto
mancho, e posti in San Marco, sì beni mobeli come
stabelli; et siano facti do stimadori di mobeli et do
di stabelli, et siano venduti ; et poi venduti, quelli
de chi serano li beni, habi 4 mexi di tempo da
rescuoderli ; qualli passadi, non possi haver più gratia. Item, quelli sono debitori da ducati 50 in zoso,
sia vendudi li soi ficti .
Item, fu preso far la segurtà di ducati 20 milia,
per anni 3, al banco di Garzoni se dia levar, atento
li soi meriti etc. Et fu presa.
1di ultimo zener, da matina, vene letere di Ro- 35
95 MCCCCC, FEBBRAJO. 96
ma, di 25, 26 e 27. Come el pontifice, inteso il partir di le zente francese, si adolto assai. In conclusion,
voria la Signoria nostra mandasse gente, in ajuto dil fiol, a l'impresa di Pexaro, come si era contentà lo
havesse.
Da poi disnar, per esser il zorno di San Marcho,
colegio si reduse, et la Signoria dete audientia ; e pur
da mar nulla era.
In questo giorno, gionse de qui una galia grossa
di Alexandria, patrom sier Vicenzo Pollani, venuta
de qui per riconzar, et bisognava assa' conza per
esser stà mal menata da' turchi. Fo quella andò in
mezo di l'armata turchescha, investi et scapollo. Et
il patrom vene vestido di scarlato, fue la matina in
colegio, referite alcune cosse. Et è da saper, venendo
il suo comito valentissimo, chiamato Muscatello, amazò uno provier in galia qui in Quarner, sì che sarà
bandito, come si havesse amaza in Veniexia; sì che❘
la terra l'aspetava per premiarlo, et li era acadesto ❘
tal infortunio.
Dil mece di fevrer 1499.
A di primo fevrer. Da poi disnar, el principe andò con li oratori, zoè Napoli, Ferara, Urbin et
Rimano, a Santa Maria Formosa, a vesporo, justa il consueto. Portò la spada sier Hironimo Salamon,
electo capetanio e provedador a Coron, sta a Santa
Maria Formoxa; fo suo compagno sier Alvixe Malipiero, quondam sier Jacomo, di la ditta contra' .
Vene letere di Alexandria, di 8 dezembrio. Come le galie dil trafego, zonte li, per li mori retenuti
era stà fati assa' garbugij, et venuto uno comandamento dil soldan, che 'l consolo, patroni e merchadanti, fosseno menati in chadene al Cajaro. Tandem
quelli mori capi, dubitando la Signoria non mandasse galie, perché sono desfati non andando, conzó
le cosse; tamen manzono assa' danari etc. E questo
ſo per la retention di mori a Modom, voleno danni
etc. Et per uno moro fo morsegato da un can, lieva È da saper, in questi giorni morite Alvixe Bro- garbuio etc. Et sier Lunardo di Prioli , quondam
cheta, andava vestito di verde, a manege a comedo sier Agustin, patron, da meninconia ivi morite. Or
tutto ; soleva avochar; homo di zercha 50 anni . Por- | il consolo scrive, forestieri aver trato colli 800, et
tava verde per uno lasso; tamen morse in gram po- che si manda galie, perchè, altramente, mori non
vertà, et fo sepulto da la scuola per l'amor de Dio. ❘ pol durar. Or dite galie doveva partir a dì X, e andar versso Barbaria.
Adi do ditto, fo il zorno di Nostra Dona. El
principe andoe in chiesia a messa, e fo dà li candeloti, justa il consueto, et udite messa in quella capella di Nostra Dona, a presso quella di San Ysidoro.
DaPisa. Era qui domino Jacomo de Vano, doctor, fo, za doy mexi, orator con Lucha di Lanti, qual
ritornò a Pisa, et volevano qualche danar, ma nulla
poteveno haver. Et questo doctor zercha haver una
lectura a Padoa. Che Gorlino havia fato certa coraria etc. Item, che Zuan Batista Redolfi, era confalo- Da poi disnar, fo, da poi vesporo, colegio ; e per
nier a Fiorenza, volendo poner certo partito nel ogni via risonava li movimenti dil signor Lodovico
conseio, per vegnir adosso pisani, quelli compagnazi, eAscanio, et præcipue di populi di Milam. Et come
che sono una factione levata, zoè li rabiati, al pre- missier Zuan Jacomo era reduto in corte vechia ,
sente chiamati compagnazi, tanto deteno di piedi in con zente, zoè gelfi ; et li gibellini a uno con zente in
le banche et feno rumor, che non si potè far 0, e fu caxa. Dil signor Lodovico se intendeva, era passato
disciolto el conseio. Item, che Vitelozo Vitelli era su Bolzan et Maran, et veniva a la volta di Como, non
le arme versso Angiari contra fiorentini, per far la perho con molta zente, ma aliegro, perchè li populi
vendeta di la morte di suo fratello. El signor di ❘ lo chiamava. Per tanto fo bisogno a' nostri a far proPiombino, et il conte Ranuzodi Marzano, sono pur
con fiorentini. E diti fiorentini hanno lhoro oratore in
Franza, Francesco Gualteroti.
Noto, eri im pregadi fu posto parte, di expedir
li oratori di Napoli di Romania, sono za molti mexi
qui, per colegio, a quello dimandano, a bossoli e
balote. Ave 17 di no, 145 de si. Item, chome intisi,
nostri di Napoli recuperono 5 luogi li a presso, erano
de' turchi, videlicet : el Damala, el Fanari , la Piada,
San Zorzi e uno altro castello. Etiam ebeno la Zachania.
visiom per far cavalchar le zente d' arme etc.
35
Adi tre, ſo San Biaxio. Da matina, per il cole- 36
gio nostro, fono mandati alcuni deputati, qualli insieme con sier Andrea di Garzoni, fioli et nepoti,
fono a una solennissima messa a San Zuam di Rialto.
In questo mezo, sopra el suo banco, era assaissimi
ducati d'oro, molti sacheti di moneda, et in monte
mocenigi di zecha; fo judichato da 60 in 70 milia
ducati , et il zornal preparato. Or ivi atorno era li
capetanij di Rialto con li oficiali, per far far largo ;
et, compita la messa, vene questi deputati, con uno
di Garzoni a lai, zoè erano essi vestiti di negro, e non
97 MCCCCC, FEBBRAJO. 98
volseno trombe et pifari. Adoncha fonno: sier Marco | Focher, todesco, ducati X milia ongari, sier Zuam
Barbo, el consier, sier Domenego Marin, savio dil
conseio, sier Marin Lion et sier Filippo Trum, procuratori, sier Marco Sanudo, sier Polo Pixani, el cavalier, avogadori, sier Antonio Calbo, cao dil conseio
di X, sier Benelo Zustignam, savio a terra ferma; et
sier Marcho da Molin e sier Thomà Mozenigo, deputati sora questo banco. Et poi sier Antonio Bernardo,
dotor, cavalier, sier Zorzi Corner, el cavalier, sier
Marco Dandolo, dotor e cavalier, sier Marin di Garzoni, e molti altri patricij. Et di li Garzoni era a
presso il consier, sier Andrea di Garzoni, poi sier
Alvise e sier Piero, fo di sier Francesco, poi sierAgustin, fo di sier Garzom, et sier Zuan Batista, de sier
Andrea. Qualli , hessendo davanti il bancho, per uno
comandador cussi fo dito :
Al nome de la Sanctissima Trinità, Padre, Fiol, e
Spirito Santo, el se fa saver per i magnifici e clarissimi signori governadori de l'intrade de la nostra
illustrissima Signoria di Veniexia, come el magnifico
egeneroso sier Andrea di Garzoni, fioli et nevodi, ſo
di sier Francesco, e Garzom di Garzoni dal banco, à
dato al dito oficio fidejussiom e segurtà di ducati 50
milia d'oro per el revelar (sic) dil dito suo bancho,
Le qual, balotade, è stà aceptade tute, come bone, segurissime e suficiente per anni tre, justala parte presa
nel excellentissimo conseio di pregadi, a dì 27 novembrio 1455, presa zercha tal piezarie et segurtà.
Oltra le qual, la illustrissima Signoria nostra, con
auctorità di lo excellentissimo conseio di pregadi,
per diliberation et parte, a dì 30 zener proximo preterito, presa in quello, à fato piezaria per el ditto
bancodi esser relevado, atento i meriti et altre optime et laudab.1 condition di la ditta ſameia di Garzoni et dil banco suo, per ducati 20 milia, per el
ditto tempo di anni 3, ut supra. I qual Garzoni sopranominati, mediante el divino ajutorio, prometeno a tutti far el dover suo, come sempre è stà solito
instituto di ditta fameia. Le qual segurtà summano
tutto per ducati 70 milia. Et Viva San Marco ! Et poi
esso sier Andrea di Garzoni andoe in bancho, et aperse il zornal, et comenzó a scriver. Et Zuam da
Torentino, luchese, li portò in oro ducati .... milia,
et ſo la prima partida; poi Matio Cini , fiorentin ,
ducati .... milia; poi Domenego Cavalin, per nome
di sier Antonio Grimani, procurator, ducati 2500,
et molti altri infiniti al numero. Fo posto in banco
questa matina ducati .... milia, sì che sarà bon bancho, a Dio piacendo, et grande honor di questa terra.
Et è da saper, a horra compie l'anno che ditto
Venier, fo di sier Andrea, ducati 2500, sier Marin
Contarini e fradeli, da Londra, ducati 2000, sier Marin Venier 1. 90, sier Alvise Bolani, de sier Marco,
1.... ; in tanto che have forssi ducati 50 milia in questo zorno.
Dapoi disnar etiam sentono con li danari pur sul
bancho, et sier Andrea al zornal, et sier Alvixe a la
cassa; et il zorno sequente, perchè si diceva li sacheti
in monte non era tuti danari, svudono, ita che tutti vedeno erano monede. È da saper con li creditori
grossi, da l. 20 in suso, si acordoe aspetar uno anno,
zoè la mità possi scriver fin 6 mexi, e poi il resto ;
et cussi li creditori, avanti levasseno il banco, sottoscrisseno. Concludo si farà bon bancho, et è principio che cussi faza i Lippomani.
In questi giorni vidi in questa terra el conte Almerigo, fiol dil conte Hugo di San Severim, venuto
per haver Pandim.
È da saper, a dì 4, da matina, in le do quarantie
ſo asolto Vetor di Zuanne, scodeva a Brexa le decime, menato per sier Hironimo Capello. Parloe sier
Marin Morexini, avochato fiscal. Li rispose Rigo Antonio, doctor, avochato suo. Et perchè eri andò 18
di procieder, et 19 di no, horra ch'è il 3.º conseio,
andò 19 di procieder, 27 di no, et 7 non sincere.
Etcussì fu asolto.
Da poi disnar, a di 3, fo pregadi, per scriver in
Hungaria. Et cussi fo scrito gran credenze; et fo
preso parte, che li oratori electi in Hungaria per
tutto dì ... siano partiti, qualli sono in hordine, per
quanto aspecta a lhoro ; et partirano immediate.
Da Milam, si have, di primo, di Zuan Dolze,
secretario. Come missier Zuan Jacomo era reduto
in corte vechia, e andoe esso secretario li, e trovò si
armava, e li disse : Secretario, andè a caxa, voglio
più presto andar a trovar lhoro, zoè i gibellini, cha lhoro vengino a trovarmi. E il secretario lo disconforto. E lui li disse, andasse a caxa. El qual missier
Zuan Jacomo ussite con le zente in hordine di corte
vechia, e su la piaza dil domo poneva in hordine le
zente. Etmissier Francesco Bernardin Visconte, qual,
licet sia gibelin, mostra esser neutral, vene da lui e
lo quietò, dicendo non saria altro. Et cussì non fece
altra movesta. El secretario veramente dice, andò
per do o tre vie, qual non potè passar per dubito,
si che con gran paura se ne vene a caxa, e a hore
una di note spazò le letere.
A di 4 fevrer. Fo pregadi. Et fu fato savio dil
conseio, in luogo di sier Antonio Trun, è intrà con36. bancho levò, sì che è ritornato. Intisi etiam portoe | sier, sier Alvise da Molin, fo savio a terra ferma, qual
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 7
09 MCCCCC, FEBBR.JO. 100
37
passò di do ballote ; fo soto sier Beneto da Pexaro,
fo consier. Item, fu fato savio di terra ſerına, in luogo di sier Piero Balbi, è intrà savio dil conseio, sier
Zuan Francesco Pasqualigo, dotor et cavalier, ſo savio
a terra ferma, qual era in caxa, non si pol muover da
gote, di una balota di sier Zorzi Emo. Et il Molim
immediate introe, et è ordinato.
Dil marchexe di Mantoa nulla si ha. À mal
animo contra la Signoria nostra, et credo, potendo,
faria novità. Si tien mal contento di Franza.
Da poi disnar, fo conseio di X con zonta, di danari et di colegio. Et in questi zorni in colegio fu
fato cassier di colegio, in luogo di sier Piero Balbi,
era intrà savio dil conseio, sier Marco Zorzi, savio a
Da Crema terra ferma. , di sier Hironimo Bon, podestà et capetanio, di 3, a hore 11. Coine mandava uno corier Eri gionse qui sier Alvise Marzello, fo capetanio
a Milan, per saper di novo ; et scontro alcuni bale- | di le nave arınade, qual a dì ... si presentò a le prestrieri, diceano esser partiti di castello, et che il signor xon, e fu posto in l' Orba, che non ussisse.
Ascanio, cardinal, era intrato in Milan, et che lui senti È da saper li Grimani, in questa matina, davanti
trar bombarde, et che intrò domenega, che fo a di ❘ li avogadori parlò sier Vicenzo Grimani, che ſece
2 dil mexe, el zorno di Nostra Dona. Et questa nova,
per esser granda, tutti stava di haver qualche expectation et letere di Milan ; tamen non vene. Steteno
lin horre V.
Et fu preso di far 3000 provisionati , et far uno
provedador in Lombardia, a presso sier Christofal
Moro. Et fo scrito al signor Bortolo d' Alviano, è a
Rimano, si parti et vengi in Lombardia. Et zercha il
far di fanti fo disputation. Parlo contra la parte sier
Antonio Trun , qual aricordava si facesse sguizari
4000, come è la ubligation si ha con il re di Franza,
e non questi. Pur fo preso di farli .
Di Romagna. Si have, come el ducha di Valentinois con le zente sue italiane era restato versso Fan,
et quello voleva haver, ch'è loco di la Chiesia a
presso Rimano, et aspectava Vitelozo Vitelli, che
venisse da lui, qual era in hordine con zente contra
fiorentini, per vendichar la morte dil fratello.
lagremar tutti, pregando suo padre sia menato et expedito una volta; et streti insieme. Sier Nicolò
Michiel è di la opinion, ut supra, di menarlo a gran
conseio ; et sier Marco Sanudo e sier Polo Pixani,
im pregadi. Et cussi voleano andar a la Signoria a
dechiaration, e veder qual conseio li vorano dar. Ma
il Michiel non volsse ; ergo anderano doman.
Eri fu preso im pregadi di dar quest' altra setimana il pregadi a li syndici di qua dal colfo, et voleno menar sier Bernardo da Canal, et dicono omnino li darano confim perpetuo etc. A sier Fantin
Moro veramente tochò al colegio, a sier Fantin da
Pexaro ct sier Luca Zivran, consieri, sier Francesco
da Canal, cao di 40, sier Nicolò Dolfin, syndico, sier
Nicolò Zustignan e sier Sabastian Zen, signori di
note, et a sier Alvixe Loredam, fo a Monopoli, li
deteno capitoli, come ho scrito .
Da Cremona si have letere, qual vidi, di sier Nicolò Foscarini, di 3. Come era venuto uno da Piasenza, che quella terra era in arme, cridando : Moro!
E fo posto una bandiera, un moro vestito d' oro in
campo zallo, con 7 davanti vestiti di negro in zenochioni, e lui havea la man su la testa a tre di lhoro,
quasi perdonandoli. Item, che le zente francese, venivano di Romagna, erano sul piasentino, et non andavano di longo per caxon di tal novità. Era opinion
volesseno tornar, e passar Po sul nostro a Casal
Mazor.
Adi 5 fevrer. In colegio, per via di Bergamo,
fo verifichata la nuova di l' intrar Ascanio in Milan,
et era intrato oculto, et il secretario nostro, Zuan
Dolze, non si trovava, et si credeva o ver fusse in
castello , andato con missier Zuan Jacomo, o ver
stato morto, et che tuto Milam era in arme. Item,
intisi havia messo le man su Bernardin da Corte,fo
castellam, et quello era preso. Item, che a Como,
monsignor di Ligni, et il fiol di missier Zuan Jaco
mo, erano stati presi, et erano im poter dil signor
Lodovico. Le zente francese tutavia vien, sono im Dapoi disnar, fo conseio di X con zonta, di daparinesana, a dì 6 sariano a Milam; pur da Milan | nari et di colegio. Et tra le altre provision che feno,
ninna nova si ha. Danari fono mandati per far li
fanti, et il conte di Pitiano scrive anderà sora Adda
con la persona, ma a levar le zonte vol do page,
ergo etc. Ma il Carazolo, capetaniodi le fantarie, scrive
nonvoler far li fanti li, perchè fuzeriano, ma anderà
in Lombardia con quelli ha, et non sarà zonto che
farà quanti fanti vora, e non butera via i danari di
la Signoria nostra.
preseno di far im pregadi castelam a Cremona uno
altro, qual stia insieme con questo vi hè, con li modi
ut supra, et vadi con ... nostri marinari.
Adi 6 fevrer. Da matina, vene nova di le cosse 37
di Milam. La verità de l' intrar a di do, dil cardinal
Ascanio, Hermes, fu fradello dil ducha Zuan Galeazo,
et Galeazo di San Severin con 7000 persone. E tuta
la terra era per lui. Fuposto a sacho la caxa dil secre-
•
101 MCCCCC, FEBBRAJO 102
tario nostro, qual si era tirato in castello, et missier | alcuni muri, e intrò in uno monasterio; poi la note Zuan Jacomo, andato a la volta di Aste, altri diceva
era intrato in barcho con le zente, et stava, et il
castello bombardava la terra. El signor Lodovico era
versso Como, et veniva via. Item, par che, intrato
Ascanio dentro, fè uno edito prima, che chi amazava un francese havesse un certum quid; poi chele
vava tutti i dacij etc. E intrò in vescoado. Item, Lodi
era in remor, pur reduto sotto il Moro, si che tutte
le terre quasi havia voltado ; et questi avisi si have
per via di Crema et di altrove, ch' è veri.
In questa matina, li avogadori andono a la Signoria per far terminar, qual conscio si dovesse dar
al Grimani. Et sier Nicolò Michiel, pur duro, wuol
d gran conseio. Steteno assai ; intrò li cai di X; tamen intisi non fonno alditi.
Da poi disnar, fo colegio. Steteno tardi; feno
molte provision, mandono danari a Cremona per li
fanti, et scrito si meti 500 fanti dentro, et fo mandato a Brexa si per far fanti, come dar a le zente
ducati 14 milia.
In questa matina, fo fato crida per li cai dil conseio di X, non si spendesse più bezi ; e li oficiali li
vedeva spender, dovesse tuorli, e fusseno mezi soi e
mezi portasse a li camerlengi.
parti, et era venuto qui spogliato do volte in casino;
et dimandava provision etc. Item, dice che a di do
intrò Ascanio, el cardinal, San Severin et il signor
Galeazo, et il marchexe Hermes, fo fradello dil du
cha Zuan Galeazo, et che in castello era monsignor 38
di Ligni et il fiol di missier Zuan Jacomo, conte de
Misocho; et missier Zuan Jacomo, tirato nel barco
con le zente, qual si have poi, era andato versso Aste.
Di le zente francese fo ditto, zoè quelle veniva
di Romagna, andava versso Parma; si che si unirà,
potendo, col Triulzi .
In questa matina, andono li oratori cremonesi
a la Signoria, et aricordono si facesse alcune provision etc. Et intisi, che erano partiti alcuni di Cremona, per andar in ajuto dil signor Lodovico, e li
rectori li hanno bandito per anmi X, et fato edito,
niun non ensi di Cremona senza mandato.
Questa terra molto si dubitava di novità di Cremona, et feno per colegio molte provision, le qual
si saperà poi. Item, fo expedito el signor Carlo Orssini era qui, datoli danari, e mandato sul veronese,
acció, per ogni rispeto, potesse esser e versso Roverè
et in Geradada presto.
Da poi disnar, fo pregadi, leto letere, et non fu
Noto, intisi el re di Napoli con colonesi havia fato 0. Si reduse el conseio di X in cheba, et dubiroto al papa, et questo perch' è in ajuto dil signor| tando di Cremona, elexeno sier Nicolò di Prioli, fo
Lodovico; tamen non fu vero, et za un mexe eliam
have la cità di Bari, era dil signor Lodovico.
Èda saper, in questi giorni li do oratori di Rossia partino de qui, et andono versso Roma, oratori
alpontifice.
In questi giorni, a Montagnana si redusse frati
di San Francesco, et feno un provintial, uno maistro
Jacomo da Ruigo, in loco dil Trombeta era stato 13
anni, non dia star se non 3 anni. Et qual è retenuto
a Sisa. Hor la Signoria mandò per fra' Nadalin, qual
era stato inquisitor electo, e tandem fece, refudò la
inquisition . Etiam ditto provintial refudoe, per cessar li scandolli . Tandem maistro Egidio de ... , è vica- rio, e lui chiamerà capitolo. Sono 84 voti, zoè do
per provintia, a far i lhoro zeneral.
cao dil conseio di X, che dovesse andar provedador
in el castello di Cremona, con 100 boninostri venitiani, soto capi di questa terra. El qual fu chiamato
nel conseio di X, tolse rispeto fin la matina, et poi la
matina aceptoe, dicendo era presto ad andar.
Et fo serito in Franza le provision si fa; et per
non dar sospeto, che se intendessemo col signor Lodovico, fu fato ogni dimostration. E intisi, fo spazà
do corieri, qualli si oferseno andar a la corte in zorni 6, licet le vie fusseno quasi serade, per haver bona
parte dil stado di Milan seguito il signor Lodovico.
El qual re, per le ultime, pareva volesse andar versso
Roam, in finibus terræ, non temendo di tal novità ;
si che horra muterà pensier.
Da Breva. Si have, come quello era in Trezo
A di 7 fevrer. Da matina, in colegio, fo verifi per il re di Franza, scrisse a sier Domenego Beneto,
chato le nuove ditte questi zorni. Et gionse de qui | capetanio di Brexa, si voleva dar a la Signoria, veel sealcho di Zuan Dolze, qual parti a di 4 di ca- dendo tal novità. Lui scrisse qui, e non lo volse acestello. Dice etc. Et fo in colegio, come Zuan Dolze, tar sine mandato; per la qual cossa poi si acordo
vedendo il rumor in Milam, dubitando, andò in ca- con il signor Lodovico, per ducati 2000, e li dete
stello, et mandò, questo suo venuto qui, a brusar la ditta forteza.
le seriture era rimaste dove stava. Et cussi andoe,
e le brusò, et subito vene a la ditta caxa zercha 300
fanti, et quella messe a sacho, e lui si calló zoso per
A di 8 fevrer. El cardinal Grimani andoe a la
Signoria, suplicando fusse expedito il padre ; e si
I havesse fatomal, fusse punito, perchè im la prexon
103 MCCCCC, FEBBRAJO. 104
Forte più non poteva durar. Li ſo risposo, si faria ;
et la caxon di la in lusia è per la ostination di sier
Nicolò Michiel, avogador, qual diceva voler il gram
conseio, e li altri do vol il pregadi.
Da Crema et Bergamo e Cremona e altrove, letere di successi di Milan. Come è in arme. Et a dl
5 doveva intrar el signor Lodovico dentro, qual havia sequito in Milan, di forsi 60 milia persone. Item,
intisi, subito sequito l'intrar di Ascanio, milanesi
tolseno le porte di la terra, e li messeno 300 provi- sionati per una, e fè far una crida, di levar tutti i
dacij e gabelle, et che chi amazava uno francese
havesseno certum quid, sì che più in quel stato non
era francesi. Chi erano per le terre, fono morti ; e li altri chiusi in le forteze. Etiam intisi , intrando dentro el signor Lodovico, che poi si have dil suo intrar
con gran jubilo di tutto Milan, e di gelfi e de gebelini : uno di caxa Triulza li vene contra, e lui non li
Damar, eri, vene letere dil capetanio zeneral, di
do. In conclusion, stentano haver quel loco di la Zefalonia, pur speravano.
Da Roma, di l' orator, di primo fin tre. El papa
si doleva che, per caxon nostra, suo fiol non havea
auto Pexaro, et alia etc.
Da Napoli, di l' orator, di 26. Dil zonzer li uno
orator dil turcho, ad quid non sapeva. È da saper,
za molti zorni el re di Napoli tolse in si la terra dí
Bari, che era dil signor Lodovico; la rocha perho sempre havia tenuto. Fo ditto, colonesi era per far movesta contra il papa; tamen non fu vero. Quello sarà, scriverò.
In questo pregadi ſu posto parte di expedir li
oratori di Sonzin, e altri di cremonese. Fo contradita, et ſu persa, perchè voleano expedirli per colegio.
El pregadi vol spazarli lhoro.
Item, fo balotà uno capo di stratioti a Traù, in
38* volse tochar la man, dicendo voleva haver tuta la | luogo di Dimitri Laschari, fu morto da' turchi. Fono
caxa di Triulzi per inimicha. Et andd ad alozar in
corte vechia. Quello seguite, lezendo intenderete.
È da saper, in questi giorni madona Isabela, fo
moglie dil ducha Zuan Galeazo, havea 6000 scudi
a l'anno di provision, stava a Milan, fo fia di re Alfonxo di Napoli, si levoe di Milan per andar a Napoli,
e mandò a dimandar a li rectori di Cremona, di poter alozar ivi con 30 persone. Non volseno intrasse
in la terra, ma andasse di ſuora via; et cussi passoe,
e andò al suo viazo.
Item, è dala banda di qua, a l'incontro di Trezo,
do torete, qual la Signoria nostra le teniva con alcuni
fanti; qualli, pavidi di queste novità, si deteno al
signor Lodovico, et cussi le tolse.
Adoncha, Milan è dil signor Lodovico, e il castello
tutavia bombarda la terra, buta alcuni fuogi che fa
assa' danno, et si dice, in castello è pocha vituaria.
Item, Como, Pavia, Piasenza, Lodi, Parma si tien
per Lodovico, e hanno rebelato a Franza, excepto
Novara et Alexandria di la Paja etc.
DaPizegaton. Si have da sier Hironimo da cha'
da Pexaro, di sier Fantin, è castelan, come quelli
passavano de li , cridavano: Moro ! Moro! Et poi
tornavano di qua cridando: Marco ! Marco!
ballotati numero 7, et rimase Dimitri Rali, fo fiol de Michali Rali, che ſu morto per la Signoria nostra.
Da poi pregadi, restoe conseio di X.
Item, fu preso di far per colegio uno pagador in
campo, et electo provedador in Lombardia, insieme con sier Christofal Moro; et poi rimaso, fo ditto sarano provedadori zeneral etc.
Electo provedador in Lombardia zeneral con sier
Christofal Moro, è provedador ivi.
Sier Piero Contarini, fo governador,
quondam sier Jacomo .
Sier Lorenzo Zustignam, fo provedador in campo, quondam sier Bernardo, procurator
60.112
85. 91
Sier Zorzi Erno, è di pregadi, quondam
sier Zuam, el cavalier 88. 90
Sier Alvixe da Molin, savio dil conseio,
quondam sier Nicolò 61.110
13.150
45.134
Sier Alvixe Venier, ſo cao dil conseio
di X, quondam sier Francesco
Sier Jacomo Venier, fo provedador in
campo, quondam sier Bernardo
Sier Domenego Dolfim, fo provedador
Da Ferara. Si have dil zonzer a di ... sier Chri- in campo, quondam sier Dolfim
stofal Moro, provedador nostro, va in Lombardia, ❘ + Sier Piero Marzelo, savio a terra ferma,
con il capetanio di le fantarie, e molte zente lo sequiva. Et ch'el ducha lo vene a trovar fin a la caxa dil
vicedomino, ponendolo di sora, facendolli molte acoglientie, sì che non se dimostra esser in favor di Lodovico, suo zonero, imo alcuni cridono : Moro ! Moro!
li fece bandizar.
41.139
quondam sier Jacomo Antonio, cavalier . 113. 67
49.111
Sier Piero Balbi, savio dil conseio, quondam sier Alvixe
Adi 9 fevrer, domenega. Si have letere da mar ; 39
105 106 MCCCCC, FEBBRAJO.
Fu messo parte per li consieri, atento sier Lunardo Lombardo era venuto orbo, et era in gran
calamità, li fusse dato una balestraria a l'anno in vita sua, su qual muda li piaceva. Ave 2 non sinceri, 275 di no, 1013 di la parte. E fu presa.
tamen non era dil zeneral, ma di altri. Èda Corfu, ❘ rebalota con sier Francesco Foscari, el cavalier, fo
come avisi di 19 zener di la Zefalonia, nostri com- podestà a Vicenza dopio, et sier Michiel Salamon, fo
bateva, e a dì 15 li deteno una bataia, et feva alcune al sal.
cave etc. Item, havia per uno turco fuzito, non era
se non 80 turchi dentro, et non haveano da viver :
haveano disfato le caxe per far repari, et par li fosse dà da' nostri 4 barili di polvere, et che in la bataia,
Simon di Greci, armiraio dil zeneral, si era stà ferito, morti do compagni di stendardo, et 40 homeni
nostri. Item, che 'l capetanio mandava li do prove- dadori, Malipiero e Guoro, a quella impresa, perchè
el Zen non si portava etc. Or, di questo, più di soto scriverò la verità. Di avisi dil turcho si ha, che facea
far 30 galie, et haveva 12 milia homeni che lavorava; item, feva far galeaze grosse a modo nostro.
DaBergamo. Si have, eri quelli di Brienza havia
fato alcuni danni sul nostro ; dimandava licentia di
far a lhoro ; non li ſo risposto. Tamen non fu fato ❘ parte ave 7 non sincere, 344 di la parte, et 406 di
poi altra movesta contra nostri.
Item, fumessola parte di li consieri, non vadino
da poi San Michiel im pregadi, et li oratori; la qual
parte fu presa im pregadi. Ave 5 non sincere, 106
di no, 970 di la parte. E fu presa.
Item, fu posto per li consieri, excepto sier Andrea Cabriel, di dar licentia a sier Ulivier Contarini,
capetanio di Raspo, et sier Alvixe Bembo, podestà
di Albona e Fianona, che per XVzorni potesseno
venir qui, lassando in suo loco un zentilomo. E ditta
no. Et fu preso di no.
Du Brexa. Si have, come el signor Lodovico Et sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier, avogahavia fato render le do torete di qua di Ada a la Si- dor di comun, si levò e andò a la Signoria, e li comgnoria nostra, per dimostrar esser in acordo con pagni driedo, zoè sier Marco Sanudo, et sier Polo 39 *
nui. Et quelli di Brexa feno gran provision ; man- Pixani, el cavalier ; et sier Nicolò Michiel dimandò a
dono forssi 3000 fanti tra Cremona e per li castelli la Signoria el gran conscio, che voleva menar sier
e in Geradada subito, adeo fonno laudati ; et el conte | Antonio Grimani. Et sier Zuan Donado, vicedoxe, li
di Pitiano era cavalchato versso Trevi. Item, molti
danari fono mandati, da forssi 40 milia ducati, tra
Brexa, Cremona, e per pagar le zente va in campo.
In questa matina, fo portato per piaza uno belissimo presente, mandava il ducha di Urbin a la Signoria, di forssi 40 tra cervi, cavrioli e dayni, parte
morti e parte vivi, et molte stange de suinate, et
altre cosse salade, et uno porcho cingiaro vivo in
una casela di taole. Era forssi 40 fachini, che portoe
el ditto presente. Et il principe con la Signoria lo
vete, et fo mandato a l'oficio di le raxón vechie, et
partito tra quelli di colegio et altri officij , justa il
consueto.
Veneda Milam una letera dil signor Lodovico a
la Signoria. Come era intrato, zoè di sier Zuan Antonio Dandolo, provedador a Caravazo, di uno de li ,
con licentia andato dal signor Lodovico. Qual li disse : Che se dice di me ? E lui rispose : Si dice, starai
in stato, havendo la Signoria di Veniexia. E lui rispose : Dì al provedador tuo, da mo son per far
quello vuol la Signoria ; e comanda pur chome la
vuol, che da mi l'averà tutto elc. Et cussi dava intender a li populi, era d'acordo con la Signoria nostra.
Da poi disnar, fo gram conseio. Fu fato podestà
rispose, manchava sier Marin Venier, el consier, et
voleano esser tutti 6 consieri a terminar questo.
Ad' Xfevrer, du matina. Hessendo sier Nicolò
Michiel et sier Marco Sanudo, avogadori, partiti di
l'oficio et su la piaza, sier Vicenzo Grimani si butò
a li piedi dil Michiel, pregando expedissa suo padre,
cridando con li fratelli ad alta voce : Feme justicia !
Expedilo ! Non pol più durar in la prexon Forte! Si
ha fato mal, squartello etc. Et eri tutti li Grimani
veneno a conseio, che, da poi sequito il caso dil padre, più non erano venuti ; et ſo per caxon dil Michiel, è ostinato a voler gran conseio.
Da poi disnar, fo pregadi. Si have avisi dil marchexe di Mantoa, che facea zente et cætera ; unde
nostri dubita di Cremona. Item, fono expediti alcuni capitoli di oratori di Sonzin ad vota, et ctiam
de certi altri lochi, noviter aquistati.
Item, si have da Brexa, come el conte Filippo
di Rossi, condutier nostro di 400 cavali, era fuzito
da nui, e andato a Mantoa per esser col signor Lodovico, et havia auto do di soi castelli di Parmesana, qual sarà bon ordegno a far voltar Parma a la
devution dil preditto signor Lodovico, per haver
la parte. Item, la Signoria, questo inteso, fè sequeet capetanio a Treviso sier Hironimo Contarini, fo | strar l'intrade dil fradello, che era vescovo di Treprovedador al sal, quon lam sier Bertuzi, procurator, viso ete. Et subito fo relevate.
107 MCCCCC, FEBBRAJO. 108
40
Item, si have, francesi, quali erano andati versso
la Stradella, et stato a le man con alcuni favoriti e
seguazi dil signor Lodovico, et am zato forssi 800, et
passono, vano a unirse con missier Zuan Jacomo.
Item, Piasenza, che tumultuava, par voglij esser
ferma soto il re di Franza, e à fato bona compagnia
a' francesi. E quello levò il stendardo per Lodovico,
era fuzito.
DaSpalato, di sier Piero Trivixan, conte. Si
have di una incursiom fata a Poliza per turchi, e
menato via zercha anime 150.
Item, fu messo una parte per li savij, di elezer
do per colegio, qualli revedano dal 1470 in qua per
le camere li conti, habi tanto per cento di quello i
recupererano etc. Et sier Antonio Trum contradixe,
adeo non fo ballotada.
Item, a di ... ussite con zente di Milam, e ando
versso Pavia. Item, si ha todeschi et sguizari vien
zoso a furia ; tamen dil re di romani niuna movesta
si sente, et a questo tempo compie la trieva fece
con il re di Franza.
In questi giorni, vene nova da mar, di sier Marin Barbo, soracomito, che havia preso do fuste
de' turchi.
In questa note, fo amazado sier Stefano Barozi,
quondam sier Piero, che fo ferito et morite. Item,
per maschare fo amazato un in marzaria ; et eliam
certe maschare batè a caxa di una, et forzoe la fiola,
et feno altri inconvenienti : unde, fo di bisogno a
proveder più non si stravesti.
Adi XI fevrer. Da poi disnar, fo conseio di X
con zonta : cosse molto secrete, qual non se divulga etc. Et in questa matina vene letere di 13 di
la Zefalonia, dil capetanio zeneral, di successi, come
speravano haverla.
Item, vene de l'unirse di le zente francese versso Vogera, con missier Zuan Jacomo Triulzi. Quello
farano, scriverò poi.
Et reduto el conscio di X, elexeno 4 castellani,
homeni da conto, qualli con 25 fanti et ducati 50 al
mexe, debino andar in questi lochi : a Sonzin, sier
Zuam Francesco Vonier, quondam sier Moisè, fo soracomito ; a Pizegaton, sier Hironimo Querini, fo
di pregadi, quondam sier Andrea ; a Castel Lion,
sier Domenego Dolfim, fo capetanio in Barbaria, A dù XII feorer. Zonse uno, dice si parte da
quondam sier Dolfim; a Caravazo, sier Zustignan | Liesna, ha lassato el gripo armado a Liesna, non è
Morexini, fo provedador a Pisa, quondam sier Marco. Et fono in questa sera mandati per thoro, e ordinato si preparasseno andar.
Item, l'altro eri sier Piero Marzello, va provedador in campo, si parti, e insieme con lui andoe el
conte Vetor daMartinengo. Item, sier ChristofalMoro
eri zouse al Dezanzan con il capetanio di le fantarie.
Da Cremona. Par sia intrato da Brexa 500 fanti
et 100 cavali lizieri, et ne l' intrar, a di 8, fo morto
una femena da un balcon per uno schiopeto ; et poi ,
a di 9, per doi fanti feno custion su la piaza , le
botege si serono. Tamen el conte Bernardin che
ivi era, et li rectori, cavalchono atorno la terra.
O sequite ; stamo con paura, perhò che si ha certo,
el marchexe di Mantoa esser ussito di 9 de Mantoa
con 2000 cavali, et Frachasso e Antonio Maria di
San Severino, e il conte Filippo di Rossi, si dubita
non habi intelligentia in Mantoa; unde, nostri sospeta. Et sier Nicolò di Prioli, con li fanti va li, parti
adi ... ditto.
potuto venir per i tempi; ma dice, el capetanio zeneral, a di 22, have la Cefalonia per forza, amazati tutti
li turchi. Et fo in colegio a dir tal nova; tamen 0 fu.
Da poi disnar, fo conseio di X. Quello tratano,
non se intende ; et messeno una parte, atento li inconvenienti seguidi, che più non si dovesse mascherar niuu in questa terra, nè le licentie vaglino, sotto
pena di perder li habiti et 1. 25 etc. Et la matina
sequente a Rialto fue publichata.
È da saper, eri li avogadori fono a la Signoria;
et il Michiel, perseverando in voler gram conseio ; e
vista la parte messa, dovesse vegnir im prexom, et
per questo conseio, zoè di pregadi, sia expedito ; et
una parte presa nel conseio di X, vuol che le parte
di pregadi, che serano intromesse per li avogadori,
siano menade im pregadi ; et lui voleva intrometer
la prima parte, quanto a la expedition per pregadi.
Tandem la Signoria terminò siano exequite le parte,
si che d'acordo tuti verà al pregadi.
A di 13 fevrer. In questa matina, fo sposa una
Di le cossediRomagna. Si ha, la madona di Forli | di le donzele di la raina di Cypri, in caxa di la raina
fo manda a Cesena ; si crede sia stà mandata a
Roma etc.
Da Milam. El signor Lodovico feva far do bastioni, uno a una porta, l'altro a una corta caxa ; et
questo perchè quelli dil castello molestava pur assa'
laterra.
a San Cassam, chiamata Frumeta, qual za do anni
fu marida in uno Rambaldo di Avogari, da Trevixo,
e con lui havia auto uno puto. Or fu fato una festa
publica, balli etc. con le donzele di la raina, e altre
done parente. E la raina a una porta, vestia di beretin.
109 MCCCCC, FEBBRAJO. 110
40
Da poi disnar, fo pregadi. Fu preso che le nave | briel di Melli, cavalier, et domino Zuan Batista Stan- di Soria, erano sora porto carge, numero do, vadino insieme, partino a dì 20 di questo, fazi tra
Ihoro uno capetanio etc., zoè la nave di Bernardi e
la nave di sier Tadio Contarini, patrona Vicenzo di
Andrea : su le qual va li retori di Cypro.
Item, fono expediti alcuni capitoli di Castel Lion,
et de quelli di Trevi, quali voriano uno retor nostro, e dar dil suo a l'anno, oltra quello darà la Signoria nostra, ducati 100.
Item, fu preso, atento molti di cremonesi dicevano haver privilegij etc., che fusseno expediti per
il colegio.
ga, noviter fato cavalier.
Item, el marchexe di Mantoa scrisse a li rectori
di Cremona e di Verona, non si havia mosso per far
danno ai lochi tien la Signoria, solum per custodia
dil suo paexe ; et etiam si mandoe a scusar qui in
colegio, dicendo era servitor di questa Signoria come mai, e la serviria nel grado havia.
Et a intelligentia di la verità, qui scriverò el sumario di una letera vidi da Brexa di XI. Come li movimenti fati per il signor Lodovico in Milan havia
messo in sospeto tuta Geradada et Cremona, et che
sier Polo Trivixan, el cavalier, podesta, perho che
Item, fo scrito a Roma: conforti el papa a per- | sier Domenego Beneto, capetanio, si ritrovava col
severar in fede con il re di Franza e la Signoria no- conte di Pitiano in campo a Trevi, fino zonzi li prostra; atento si have letere di 7, di l'orator, el papa, ❘ veditori. Or che dito podestà havia fato gran prointeso l'intrar di Ascanio in Milam, si doleva, et altre particularità, come in quelle.
vision e preste, si de dì come di note, e li camerlengi, maxime sier Zuan Francesco Miani, ch' era
Da Cremona, di XI. Quelle cosse asegurade : solo, steva fin 5 hore di note in camera a trovar
esser zonto il conte Bernardin e domino Tadio da | danari etc. E questo, perchè il conte di Pitiano si
la Motella, e posto li fanti a custodia, e sier Nicolò
Foscarini intrò in castello, et il capetanio di le fantarie intrò ivi, e sier Christofal Moro andò a trovar
il governador, conte di Pitiano, che era a Trevi.
vedeva destituto e abandonato di zente, e chiedeva
soccorsso , e cussi li provedadori di Cremona. E
tanto fece el podestà, che sabado intrò fanti 500 in
Cremona, et zercha altratanti mandoe al conte di
Item, sier Nicolò di Prioli ozi parti con li fanti, Pitiano, il qual li mandò etiam in Cremona, et non 41
va a Cremona, et a di 14, da natina, partino tre | potendo esso podestà ussir di la terra, per esser solo
castelani, mancha il Dolfim a expelir; tamen sarà
spexa butà via, perchè si ha, Mantoa non è per far
movesta alcuna contra de nui, etdi Ferara haver
fato e dito, niun parli di guerra.
Da la Zefalonia, di 20, dil capetanio zeneral.
Come quella impresa quasi era disperata. Li manchava a' nostri molte cosse, havea mandato a Modon a tuor una bombarda. Item, turchi esser ussiti
dil castello , e amazati alcuni nostri stavano a la
guardia, e tolto alcune artilarie. Item, avisi di colpho, come era venuto uno bassà a Nepanto, chiamato Amar bei, con tre sachi di aspri, per far
conzar l'armada , la qual la lavorano a furia , si
che la nova di colui, disse a dì 22 nostri l'ave, non
fu vera, licet queste letere siano venute per via di
terra.
A di 14 fevrer. Niuna cossa fo di novo. Eda
poi disnar, to conseio di X con zonta di colegio.
rector, mandoe domino conte Alvaroto da Padoa,
suo vicario, con zercha 15 citadini, per il paese a
far fanti. I quali feno più di 8 in X milia persone,
et mandono assa' numero de' ditti in Geradada, si
che a uno remor, che fo eri a dì X in Cremona, che
tute le botege si serono, forssi le cosse sariano andate altramente. E è azonto il capetanio di le fantarie Carazolo, e sier Christofal Moro, provedador, i
qual domenega, a di 9, zonseno qui a Brexa, zoè la
sera, et eri partino da matina e andono a Pontevico.
Et questa note passata, ditto capetanio azonse in
Cremona. Et habiamo inteso, el provedador havia
dato licentia a le zente dil paese. Item, di le cosse
di Milan : Lodovico si atrova a Pavia. Si judicha
habi manchamento de danari, perchè quelle zente
che havia con lui son partite ; tamen è stà ditto,
parte esser ritornate, et che il Triulzi se havia conzonto con quelle zente francese vien di Romagna.
Pur par, che Lodovico habi favor dai populi, et se
dice, che missier Francesco Bernardin Visconte va in
castello de Milam, che pareria havesse qualche praticha. Et si dice, quelli dil castello bombarda la terra,
et ancor esser ussiti fuora e preso alguni di la terra,
et messeno aque assai in castello, et questo per
È da saper, che se ritrovava in questa terra alcuni cremonesi, per cosse particular di primi. Quali, inteso le novità di Milan, hessendo lhoro di la
parte gelpha , andono in colegio, aricordo molte
cosse per segurtà di Cremona, et si partino de
qui statim ; quali fonno : domino Leonardo Bota, cavalier, domino Francesco da la Fossa, domino Ca- | anegarli.
111 MCCCCC, FEBBRAJO. 112
41
Adì 15 fevrer, da matina. Fo divulgato esser
nova de l'intrar 2000 fanti in Cremona, et za è il
conte Bernardin e Tadio di la Motella, si che quelle
cosse son asegurade; tamen intisi, in queste novità,
sier Jacomo Morexini, camerlengo, dubitando, mandò la moglie in castello, et etiam lui vi andoe, che
fece molto mal.
Item, se intese, el marchexe di Mantoa, de X
burchij di sal fono venduti a Zuan di Torentino,
per nome dil re di Franza, con promision dil banco
di Pixani, et do passoe per Po, vano a Milan ; or li
altri par, il marchexe di Mantoa li facesse retenir
sul suo, non andasse più oltra. La qual cossa molto
spiaque a tutta la terra ; tamen poi li lassoe, et si scusò
haverlo fato, perchè Francesco di Roma li scrisse de
se venir, et che lui li toria e saria debitor a l'oficio
dil sal. Li fo risposto, ne dovesse dar ducati 28 milia, nè è debito per conto di sal prima, si che più
non tuo' il sal da nui za un anno ; et havia fato comandamento, un homo per fuogo stagi in hordine.
Item, fè noze di la fiola fo dil signor Zuan Francesco di Gonzaga, sua zermana, in el conte Filippo de
Rossi.
Item, si have francesi, conzonti col Triulzi , esser
mia 6 lontano di Milan, in campo di sora, tra Ve- | Milan in questi garbugij non li mandasse, nè lassasgevene e Novara; havia tagliato a pezi chi trovavano, et brusando le caxe, facendo molti danni.
Item, haveano posto a sacho Tortona, etche in Alexandria li gelfi haveano cazato fuor li gebelini, e toltoli il suo; et che erano venute 5 bandiere de todeschi o ver sguizari, in ajuto di Lodovico, qualli
per non haver danari, tre ne erano tornate adriedo,
et che il signor Lodovico era a Pavia stato, e, abuto
la terra e la rocha, era ritrato a San Nazaro, dove
dava danari a' sguizari e ſanti, 8 lire per uno e non
più, di quella moneda, e fredamente.
In questo pregadi fu posto di scriver al conte di
Pitiano, debi socorer Lodi, et passar di là ; qual era,
con il campo, reduto a Trevi, et quello tuor per il re
Item, intisi che fu preso a Milano uno, portava di Franza. Et sier Francesco Foscari, el cavalier, parletere in castello, in uno pan, qual fo apichato ; et | loe in ditta materia. Li rispose sier Piero Balbi, sauno altro pocho manchò non fusse preso, ma quelli | vio dil conseio.
dil castello ussite et lo tirò dentro, e scapolo. Item,
el cardinal Ascanio è in Milan, ma li populi sono
mal contenti di haver fato tal movesta, et si scusano, ❘ questo marchexe di Mantoa, si possi ofenderlo etc. ,
credeva la Signoria fusse con Lodovico, perchè di
tal reputation si serviva, ma, visto il contrario, sono
rimasti molto dolenti.
Ozi, im pregadi fu preso parte di dar muda 5
zorni più a le nave va in Soria, e sia capetanio sier
Zacharia Bernardo, patron di una.
tere.
Da poi disnar, fo pregadi, et ſo leto molte le- |
Item, fu preso di meter 2000 cavali in veronese,
a li alozamenti versso Ponte Molin, acció, movendossi
soto Bortolo d' Alviano.
Ancora fono electi 6 di X savij a tansar, in loco
di alcuni manchavano, et do di rispeto, in luogo di
quelli erano cazadi. Et rimase sier Zuam Morexini,
fo savio dil conseio, sier Zuan Mozenigo, fo governador, sier Pollo da Mula, fo governador, sier Nicolò
Dandolo, fo cao dil conseio di X, sier Alvise Arimondo, ſo provedador al sal, sier Alvise Mudazo, fo
Et da Roma, di l' orator, di X. Come el ponti- | governador. Et di rispeti, sier Zanoto Querini, fo
fice è constante, e non vol che San Piero in Vincu- | provedador al sal, et sier Piero Duodo, fo avogador
la, qual è a Saona, e voleva venisse a Roma, si mo- di comum.
vi, per caxon non siegui novità a Zenoa ; imo vol,
et va ivi el vescovo di Vintimia etc., et che vol esser
sempre con Franza.
Item, fo messo parte, che tutti li debitori tansadi
diebano pagar in termine di zorni 8; e, pasadi, siano fati pagar con pena, e mandadi debitori a palazo.
Èda saper, Codignola, loco fo dil signor Lodovico, in Romagna, in queste mutation etiam lei mutò
e rebelló a Franza, et colui ſo causa di darsi a Franza, fuzite ; e loro ruinono la sua caxa, e feno una
Eldi nove da Milan, per via di Bergamo, Brexa, Crema, Cremona, Caravazo et altrove. Che tutti
scrivea, licet di Zuan Dolze, secretario , O si havea, per esser in castello, et non potea scriver, dove èmonsignor de Ligni, et par il castello non trazeva | piaza da vender bestiame.
cussi a la terra ; unde, fo dubitato di praticha. Et
quel castelan francese, monsignor de Luciom, stava
amalato.
Item, da Lodi. Che il castello non havea vituarie,
nè si poteva tenir ; havia dimanda socorsso al conte
di Pitiano.
Sumario di una letera venuta di l'armata, data im 42
portodi la Zefalonia, a di 13 sener 1499.
Come za uno mese se bombardava la Zefalonia,
et fin quel zorno se li havea dato 4 bataie, di le
113 MCCCCC, FEBBRAJO. 114
qual l'ultima fo eri, a la qual ge intravene el ma- le nostre artilarie e balestre da X in 12; che nui li
gnifico zeneral, et ſere tuta l'armata ; e li fo dato | vedessemo cader morti su quel suo riparo e teraio,
una forte bataglia, ma per esser il castello su uno e ferirne assai da balestre ; e tandem da poi, strachi
monte, sito fortissimo et saxoso, alto et eminente, a li nostri se convene levar, e andar a refrescharsse,
natura fortissimo, non si potè prender, per la gran- che più non poteano durar ; che ſo circha 3 hore ;
dissima difesa, che fanno turchi sono in quella for- e fo dato hordine di darge un'altra ozi. Da poi s'è
teza, tuti homeni pratichi, e cernidada guera, e osti- | diferita a domane. Missier Tomà Zen è capetanio al
nati, e disposti più presto de morir, cha volersi
render. E dandoli la bataglia, si vede come cadeno
zoso morti, per il trazer di le nostre artilarie ; e lamen par non ne fazino stima. Le bombarde nostre
da uno ladi, dove aloza lo exercito nostro, ge hanno
gitato zoso tute le mure, che pocho ge n'è im piedi,
havendose fato etiam certi gati o ver busi soto le
mure, e con polvere di bombarda, che se deva a
quelli busi, il muro cadeva tuto zoso, quanto che
durava la busa, e pareva uno teremoto, che butasse
zoso case, e le piere del muro saltavano fino a li nostri repari, ch'è poco manco de una balestrada. Et
èbel modo a ruinar mure, meio che bombarde, a
chi se po' acostar a le mure ; e gitato zoso il muro,
nè le bombarde e gati non ha bastato, che li è rimasto dentro la terra il teragio, alto come le mure.
E sopra quello turchi hanno fato de gran repari, e
destrute le case del castello, e dil legname fano repari, e de le piere di muri fanno difessa grandissima,
quando se li dà la bataglia, che son tute piere vive
e non matoni ; e fanno difesa tanto grande, che mai
viti la mazor. E come nostri se li apresenta, butano
tanti saxi de ogni sorte, che par tempesta in aere, e
trazeno tante freze, che pareno mosche vadino per
aere di estate, per arito, e per trezo, e per fianco,
ad ogni banda. E quando alcuni si acosta tropo
avanti a quelli soi repari, ge butano certi fochi artificiati adosso, che, dove trova carne discoperta, li
abrusa et fa gran fumo; et etiam getano aqua calda;
campo, di commission dil zeneral. Da l'armada al 42 *
campo è mia 6, e lo exercito aloza sopra uno monte
contiguo al castelo, sopra saxi et grebani, loco aspro,
dove etiam turchi molte fiate trazeno artilarie, e fa
pur danno a li nostri a chi sta a la discoperta. A la
bataia de eri , ne fo morti do o ver tre da' saxi, che
turchi butono zoso grandissimi, et da freze ne fo
feriti assai di nostri, perchè non pol esser de mancho, a chi se vol apresentar, per le gran freze trazeno. E fra li altri fu ferito lui che se scrive etc.
Questo magnifico zeneral ha deliberato, a tuto suo
poter non voler abandonar l'impresa, se prima non
veda la fin. L'è più di uno mexe, che se è a campo;
pur, speremo in Dio, si averà, perchè li homeni di
dentro pur vano a la zornata sminuandose, et etiam
le lhoro munitione; et chi la dura si la venze, pur
non li venga socorsso. Or, per information, il foco
getano turchi pare una tripa negra, che buti zoso,
e come l'è in terra se rompe, e spargese il foco in
( qua e in là per modo che se li bisogna far largo, ch'è
una bella invention e bel secreto, a la defension di
una terra.
Data in portu Zefalonice.
Ad 13 fevrer. Nel conseio di pregadi fonno fati
creditori li infra scripti patroni di nave, per so serviti stati in armada. Et ave la parte : 7 non sincere,
32 di no, 101 di sì. E fu presa.
pria
Sier Antonio di Stephani, nave di
sier Thomà Contarini e compagni
e in quel instante, che hanno gitato il foco, getano | Sier Piero da Liesna, nave sua prodriedo assaissimi saxi, amodo de tempesta ; e li homeni stanno a le difese a li repari, e fanno che le
femene, e altre minuagia da driedo, trazeno piere
con certe corde, zoè franze, che trazeno lonzi, adosso li nostri. Se li ha etiam roto il muro da l' altra
banda, inversso mezo di, dove etiam se dà la bataia
auno tempo; maper esser il loco picolo, e ben for- | Sier Piero di Barthole, nave di sier
nito de homeni, che se diceva esser da fati, 300 a la
prima, a horra non sono tanti, perchè ne è stà morti , feriti e magagnati assai. Tamen, per esser il loco
picolo, e ben fornito di munitione di ogni sorte, e
in loco alto per il sito dil monte, lo difendeno molto
gaiardamente ; maxime con quelli saxi, freze e fuogi
artificiati. E a questa ultima bataia, ne fo morti da
I Diarii di M. SANUTO. - Tom. III.
ducati 1026.-
» 934.-
Sier Zuan de Piero, nave di sier
Bortolo da Mosto e compagni 》 1163.8
614.6
» 437.-
) 547.17
1115.12
8
Alvise Zustignan et fradeli
Sier Piero Archudi, nave di sier
Priamo Contarini e compagni
Sier Bernardin Suligo, nave di sier
Domenego Sanudo e compagni
Sier Vicenzo di Andrea, nave di sier
Tadio Contarini
115 MCCCCC, FEBBRAJO. 116
43
Sier Michieldi Stephano, nave di sier
Francesco Malipiero et fradei . ducati 1000.-
Sier Vicenzo Saraton, nave di sier
Piero Barbo e compagni.
Sier Piero da Liesna, nave di sier
Filipo Bernardo et fradeli
Sier Etor Otobon, nave di sier Alvixe di Prioli e compagni
Sier Marco Bosina , nave di sier
Bernardin Loredan e compagni
Sier Stefano di Matio, charavela di
sier Zuan Bragadin et fradei
Sier Damian Bontà, navilio di sier
Alvixe Contarini
Sier Francesco Felician , nave di
sier Jacomo di Rizardo
Sier Zuan de Bonin, caravela di sier
Piero Querini .
Sier Christofal da Curzola, caravela
propria
Sier Januli de Nichosia, di sier Andrea Contarini .
Sier Michiel Cingano, di sier Hironimo Querini
SierMarco di Michiel, di sier Mathio
Loredam
Sier Zuan Mauro, caravela propria
Sier Lunardo de Mastin da Corfù,
caravela propria
»
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)
«
437.6
255.21
Item, se intese el re di Franza haver saputa la
nuova di l' intrar di Ascanio, per via dil Triulzi, in
tre di e mezo, manderà francesi assaissimi, à dà le
terre a sacho, e fatto e dito che li son state rebelle,
e præcipue Milan, et a 1/8 marzo sarà in Italia lui
1680.- im persona con gran zente. Item, si have Triulzi
esser in campo con 16 milia persone, havia tolto
611. 8 l'aqua dil navilio a Milan etc. Et che quelli dil castello non havia trato 4 zorni molto a la terra, e
253. 4 questo perchè monsignor de Rozom, era castelan,
amalato, stava mal et morite; qual la note che ' l morite, treteno assa' bombarde et fuogi a la terra. Et
il signor Lodovico, versso Pavia, deva danari a zente, et deva fama ne veniva assa' todeschi in suo favor, et havia scrito una letera al Triulzi, prometen509. 9 doli gran cosse : la qual letera esso missier Zuan
Jacomo la mandoe de qui. El qual Triulzi con fran301.9 cesi sono mia 7 lontan di Milan. Et a Milan quelli
di Lodovico feva repari a li bastioni, dubitando esser
269.19 nozuti dal castello, che continue trazeva. Et par che,
non havendo danari, li citadini di Milan pagano le
444.22 zentedil suo ; et molte fameie di Milam, con le donne
et quello poteano, si partivano da Milan, venendo
279.6 habitar su le terre nostre, a Bergamo e altrove. Et
416.3
52.7
194.-
quelli rectori scrisse a la Signoria quello dovesseno
far. Risposto, li acetasse ; ma li mandasse ad habitar
a Vicenza o Padoa. Item, non voglio restar di scriver, che a Milam, prima el formento valeva lire 9 cl
342.13 ster, hora val lire 5 ; ch'è segno li citadini vendeno
per fuzir, per non andar a sacho.
Summa . Ducati 12895.2 }
A dì 16 fevrer. Fo gram conscio, e fu fato ducha in Candia, in luogo di sier Zuam Morexini, non
era andato al tempo, sier Marco Barbo, el consier.
Fo soto in scurtinio .... balote sier Nicolò Michiel,
dotor e cavalier, avogador, et 200 balote in gran
conseio, qual vene triplo, et il Barbo vene dopio, et
il Michiel non rimase, perchè la brigata vuol meni
sier Antonio Grimani, come ha sempre ditto, in
gran conseio, e come el vuol far, e poi farlo in suo
locho procurator.
In questo conseio, per Zuan Jacomo, fo leto una
parte presa nel conscio di X con la zonta, a dì XI di
questo, che tutti li debitori di volte di l'oficio dil sal,
debino pagar per tutto questo mexe, senzapena; passado, siano astreti pagar per li provedadori sora i oflicij , a chi è comesso ; et altre streture, ut patet in ea.
Adi 17 ditto. Da poi disnar, fo pregadi. Et prima la matina in colegio fo molte letere, parte di le
qual dirò di soto.
El marchexe di Mantoa par habi auto uno comandamento dil re di romani, debi cavalchar in favor di Lodovico, el qual par habi mandà il signor
Zuane, suo fratello, a Milam, si dice per tuor da Lodovico 15 milia ducati, et il comandamento fato a
uno per fuogo stagi in hordine ; tamen fin qui non
si move.
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, doctor,
vicedomino nostro. Come el ducha li era venuto a
parlar, dolendossi che la Signoria l'avia messo al
ponto con il re di Franza, et lui esser bon fiol. Et
mostrò una letera di l' orator nostro è in Franza, di
26 zener, scrivea a la Signoria, come il re voleva
castigar Ferara et Mantoa. Et zercha questo, scrive
gran cosse. La qual letera era stà intercepta, e capità
in le sue man; et la dete al vicedomino, qual la
mandò a la Signoria, et che à gran paura, nè più va
a le chiesie ; et par in dite letere che 'l re habi dito, 43
come vol venir im persona in Italia, et haverà 1500
lanze et 12 milia sguizari. Conclude esser in gran
amor con la Signoria nostra.
117 MCCCCC, FEBBRAJO. 118
Item, si ha per alcune vie, che il re di romani
vol venir in aiuto dil segnor Lodovico, et esser spirà
la trieva fè con il re di Franza ; tamen non si vede
movesta.
Di Ungaria, di Francesco da la Zuecha, secretario, data a Buda, a d 4 el 5. Come l'oratori dil
turcho, venuti, haveano portà per la terra uno presente mandava il Signor al re, zoè do poti, et ....
taze ; qual presente è stà picolo, e il re à 'buto mal.
Item, si aspectava do oratori dil re di romani. Item,
lo episcopo, legato dil papa, era stato im Polana ; e,
tornato, dice quel re esser dispositissimo di andar
contra turchi. Item, quel francese, nepote di l'orator morto, tornava, et il re lo havia fato cavalier.
Item, per quella di 5, scrive esser zonti li do oratori dil re di romani, et di l'armata fa il turco et
exercito terestre, qual questo anno omnino vol venir in Italia, et non arà contrasto, come non have
Scander bassà in Friul, et che solicitava li soi oratori a tornar : li qual il re non voleva, imo li teniva.
con custodia ; si che di Ungaria è bone letere, e il re
aspectava con desiderio la venuta di do oratori, li
quali si parteno, et vano con uno gripo a Segna ; et
partino a dì ... de l' instante de qui , e va per mar.
Et fu preso di far uno pagador per pregadi, per
eletion di la bancha, e do man di election, con ducati 60 al mexe per spexe; meni un rasonato et ...
cavali a suo spexe. Et questo fo, atento le pregierie
era stà fate in colegio. Et cussi fu fato eletion, eli
tolti sarano qui sotto posti, nè altro in questo zorno
fu fato, ni nium di savij balotò ditto pagador, perchè
steteno in camera dil principe a consultar cosse di
mar, e provision voleno far. Et sier Marco Sanudo,
avogador di comun, andoe a la bancha come consier, et mi tolse, me nolente.
Electo pajador in campo.
Sier Zuam Moro , el cassier , quondam
sier Baldisera , quondam sier Zuan ,
procurator
Sier Homobon Griti, fo 40 , quondam
sier Batista
Sier Alvixe Bon, quondam sier Andrea,
da San Canziam
Sier Zuam Nadal, fo cao di sestier, quondam sier Bernardo
Sier Daniel Dandolo, fo zudexe di forestier, quondam sier Hironimo .
+ Sier Vido Morexini, fo pagador in campo, quondam sier Nicolò
68.93
Sier Jacomo Contarini , el provedador
sora l ' armar, de sier Piero
Sier Marco Trivixam, fo 40 zivil, quondam sier Silvestro
Sier Hironimo Zorzi, quondam sier Andrea, da San Marcuola
Sier Nicolò Malipiero, quondam sier Tomaxo
Sier Marin Sanudo, fo savio ai ordeni,
quondam sier Lunardo
Sier Sigismondo di Cavali, fo pagador in
campo, de sier Nicolò
Sier Lorenzo Loredam, fo soracomito,
quondam sier Piero .
Sier Lunardo Emo, quondam sier Zuam,
el cavalier
Sier Thomà Donado, quondam sier Nicolò .
Sier Pexaro da cha' da Pexaro, el 40,
quondam sier Francesco
70. 85
48.114
52.108
46.109
56.104
52.109
62. 91
52.109
33.128
68.89
Da Budoa. Si have aviso come el conte Zorzi 44
Zernovich era passato, vestito a modo frate, et scampato al turcho ; la qual nova fortasse più di sotto
scriverò copioso.
Et è da saper, a di 6 zener, par che Alvixe Manenti, secretario nostro, stato dal zeneral, montasse
su uno gripo, et abuto salvo conduto, andava al signor turcho, qual è a Philipopuli, saltem da Fait
bassà, ch'è a Nepanto.
A di 18 fevrer, da matina. Fo ditto una nova,
la qual poi non reusite : come el signor Octavian,
fo fiol dil conte Hironimo, era intrato in Forli, fato
gran occision de soi rebeli ; et Frachasso con zente
veniva ivi ; tamen, nihil fuit. Et la madre era in la
rocha di Cisena, ut dicitur, graveda in mexi 6, et il
ducha la volea mandar a Roma.
In questa matina, fui fato comandar, per Simon,
fante di avogadori, a requisition di tutti tre, per damatina a gran conseio, come olim savio ai ordeni.
E cussi fu fato a tutti i altri fo in la comission dil
capetanio zeneral. E questo per taiar uno articulo,
55.105 che sier Antonio Grimani sia comesso a li avogadori,
et si debbi presentar a le prexon, et con quel si ha27.133 verà si debi vegnir a questo conscio, zoè el pregadi.
Et per taiar questo ponto, vol poi menarlo a gran
14.141 conseio. Et cussi, andato in colegio lui sollo, prima
dimandoe el gran conseio per la matina, qual li con62. 93 sieri non lo volseno dar, e li messe pena 100 ducati per uno; et mandati per li compagni, fo gran
84.76 baruffa. Et li compagni disseno non esser di opi-
119 MCCCCC, FEBBRAJO. 120
nion ; tamen, per non contravegnir al collega, erano
intrati in oppinion. Et il principe usò gran parole
contra il Michiel, dicendo : Quelli à voluto far dissenssion etc. è stà mandà in Cypri. Respose viver
ben, et si per voler far taiar la testa a un, havia posto in servitù questa republica, meritava questo, era
contento, perchè saria l'honor di caxa sua esser bandizà in Cypro. Edisse : Ego possum accedere admajus consilium. Eil principe li disse : Vardè ben, e conseiè ben, e tornè qua da nu. Et sier Polo Barbo, savio dil conseio, li parlò contra ; tamen, lui è fermo
di voler gram conseio, per averlo sempre dito
ma ben volea haver Taranto per pegno. Et sopra
questo scrisse etc. molte altre cosse, le qual era secrete. Unum est, che ditto re tien grande amicitia
col turcho, et si mandano spesso a visitar con oratori ; tamen il re dice faria il tutto etc.
Da Roma, di l'orator, di 14. Et par sia letere
di li reali di Spagna, responsive al pontifice, come
volevano esser contra infedelli, et andar contra il
turcho, et mandava la sua armata in Sicilia di 60
barze a questo effecto, et alia, zoè in fine literarum,
come dice : Et Jo e il re veremo im persona contra
turchi ; e havia fato batizar alcuni mori di Granata.
Eda poi disnar, im pregadi fo il principe. Ma sier In conclusiom, letere molto optime di Spagna.
Marco Sanudo, avogador, non vi fu. Et per li con- Avisi de Milam. Prima in questi giorni par el
sieri fu posto parte, atento era 4 mexi che sier Anto- | signor Lodovico habi mandà con letere di credenza
nio Grimani era in la prexon, Forte, et fornito il pro- a la Signoria nostra a dir, voler esser tutto nostro,
cesso, che per tuta quest' altra setimana sia chiama e oferirne il stato, esser contento di quello tenimo,
el pregadi, e li avogadori lo debbi menar etc. Et sier | et darne di l'altro, et che il turco è suo amico ; e,
Nicolò Michiel, avogador, andò in renga ; et volendo
parlar, apenna comenzó, che 'l principe disse : Havemo da meter altre parte più importante, lassaremo
questa.
si la Signoria vuol, si vol interponer a pacifichar le
cosse. Et intisi, dicta letera, o ver parole, statim fo
mandate in Franza.
El qual Lodovico era a Pavia, facea zente etc. El
Da poi disnar, fo pregadi, come ho ditto, et fato { missier Zuan Jacomo di Triulzi era con zercha 16
molte provisiom zercha le cosse di mar. Fo preso
mandar ducati XV milia al capetanio zeneral, monition etc. Item, ducati X milia in Candia, per armar
6 galie sono lì . Item, armar 4 galie im Puia, et 4 in
Dalmatia, zoè in li lochi scriverò di soto ; e scrito
milia persone vicino a Milan, havia fato ponti su Tesin et pol conzonzerssi con le nostre zente, et voleno
assediar Milam, e tutavia se dice vien zente di Franza di qua da' monti. Aduncha Milam, Como, Lodi,
Pavia e Parma e la rocha di Trezo è per Lodovico ;
44 mandino qui li soracomiti. Et è da saper, sier Hiro- | Novara e Alexandria e Tortona per Franza ; Pianimo Pixani, va provedador di l'armada, si parte
tin do zorni ; è a Santo Antonio la sua galia, ma à
pochi homeni.
Item, fu preso mandar a tuor in terra ferma homeni 2000, da meterli su le galie si armerà, a li
quali siano dato paga di 3 mexi, e fati exenti di angarie real per do anni, i qualli debino star su le galie
solum 6 mexi.
Item, fu scrito in Hongaria; et li oratori la matina tolseno licentia per andar via, vano a Segna con
uno gripo, come ho scrito di sopra. Item, fu scrito in
Spagna, di la creation di l' orator, et risposto a Roma, scrito al Triulzi et altrove secrete, le qual non
mi acurai d' intender.
Noto, li homeni da esser mandati a tuor per l'armada è questi : Padoa 300, Vicenza 300, Verona,
lago e riviera 400, Brexa, lago de Ise 300, Bergamo
300, Trevixo 200, Feltre 100, Cividal di Belun 100;
summano numero 2000. Have la parte uno di no,
172de la parte.
senza, neutral : terra da chi venze ; tamen le forteze
sono in man di francesi, et præcipue il castelo di Milan. Et è ditto, hanno vituarie per molti mexi; et
Belinzona etiam si tien per Franza, adeo è opinion fin 8 zorni Lodovico converrà partirssi, et forsi non
harà li passi da tornar.
In questo pregadi fu preso di elezer uno orator
in Spagna, con XI cavali, justa la parte messe sier
Lunardo Grimani, adeo più li oratori non anderà
se non con XI cavali, che prima ne menava 16 ; ct
rimase sier Domenego Pixani, era provedador di
comun, quondam sier Zuane. Fo soto ... balote sier
Antonio Zustignan, dotor , fo provedador sora le
camere, de sier Polo, el qual leze im philosophia. Fo
tolto sier Marco Lipomano, el cavalier, fo ambassador a Milam, et 6 altri : sier Nicolò Bernardo, sier
Alvise Mozenigo, sier Francesco Donado, sier Michiel
Trivixan, sier Beneto Vituri.
A dì 19 fevrer. Da poi disnar, fo conseio di X. 45
Et la matina se intese nostri haver dato socorsso a
Da Napoli, di l' orator nostro. Come l'orator dil Lodi, imo haver tolto quella terra di le man di Loturcho havia oferto al re in suo ajuto 25 milia turchi, dovico, per nome dil re di Franza, et esser intrato
121 122 MCCCCC, FEBBRAJO.
Sonzin Benzon da Crema, con 100 cavali lizieri et Signoria : intendo el domanda voler esser soldato,
200 fanti, adeo quella terra è ritornata a la devution | et è fidelissimo marchesco.
di Franza, et par andasse alozar el conte Alvise Avogaro, el conte Zuan Francesco di Gambara et Carlo
Secho lì dentro.
Vene el signor di Rimano, con molti avanti de'
soi, e lui vestito d' oro, acompagnato da 4 zenthilomeni : sier Nicolò Zorzi, sier Zuan Batista Bonzi,
sier Michiel Trivixan e sier Beneto Vituri. Fu a la
Signoria. Credo ringratiasse quella di prescidij dati ,
oferendossi, etdimandandoqualchedanar aconto de'
soi stipendij .
In questo zorno, nel conseio di Xfo il principe,
e intisi fo parlato zercha el menar dil Grimani in
gran conseio ; e sier Nicolò Michiel, avogador, parloe,
dicendo era oficio di cai di Xdi farli taiar la testa
subito zonto, et che lo voleva menar in gran conseio. Et il principe disse alte parole, e lo mandò fuor dil conseio di X. E lui rispose : Serenissimo principe, | grossa mandoe a tuor aModom, et esser morto uno non son per andar se li cai dil conseio di X non mi manda. Era cai sier Antonio Calbo, sier Anzolo Trivixan, sier Zacharia Dolfim; et lo mandoe zoso. El
qual vene. Et fo dito el principe chiamò sier Marco
Sanudo e sier Polo Pixani, avogadori, e li disse: Intrometè l'opinion dil vostro colega, zercha a vegnir
a menar a gran conseio. E lhoro risposeno : Serenissimo principe, missier Nicolò è nostro padre;
dove lui anderà, lo seguiremo. Adeo el principe rimase sopra de si. E iterum fo chiamato suso sier
Nicolò Michiel, qual è constantissimo a voler menarlo in gran conseio. E ozi fè comandar li consieri
per damatina in quarantia criminal , per tuorli la
pena di ducati 100 per uno li messe, li dovesse dar
una matina gran conseio, atento che, da poi disnar,
per leze, da San Michiel a Pasqua non poleno dar
gran conseio a requisition di avogadori ; tamen la
matina ditto sier Nicolò non li menoe in quarantia.
Quid erit, scriverò.
Item, fono banditi, non si spendesse più, ducati
da do bolognesi, ni ducati da uno con dita stampa;
e ſo mandato per li oficij a dir li portasseno a li camerlengi, che, di doman in là, non si potrano spender. Credo si publicherà, et più distincte noterd.
Zonse in questa terra el signor di Rimano con
zercha 50 persone ; alozó a San Zane Nuovo, a caха
di l'orator suo ; doman verà a la Signoria.
Adi20ditto, damatina. Sier Agustin Malipiero,
venuto eri con la sua galia, capetanio stato in colpho
con do fuste, zoè Piero Polacho e Zuan Craina, et
quella di Bortolo de Re vien driedo; et l'altra, pa- tron Alvise da la Comare, si rupe sora il Sasno. Et
questa matina referite in colegio, come avia posto li
bastion a Narenta, justa i mandati ; et quelli populi
si teniva a la devution di la Signoria nostra. Item, in colpho non era stà fato alcun danno ; e, donde l'andava, tutte le terre si confortava.
VenedominoJacomo Secho da Caravazo, richissimo, vestito di negro, con molti fameglij , fonno a la
Da la Zefalonia, eri sera, vene letere dil capetanio zeneral, di 23. Come era zonta la bombarda
di Coltrin inzegner, et il zeneral amalato. Item, se
intese sier Tomà Zen, el cavalier, capetanio a l'impresa, fè impichar uno galioto con la cavra ai pie', per
averla robata; adeo li galioti andono dal capetanio,
quello lo volse dismeter ; et volendo mandar li provedadoridi l'armada a l'impresa, non volseno andar.
Noto, a Santo Antonio si lavora do nave, una 45 *
grande di comun, di portà di bote 3000, et l' altra
più pizola di botte 1200, pur di comun, quale vieneno solicitate, et costerà assa' danari.
Item, inquesti zorni vene in questa terra iterum
a star, domino Machario di Chamarino orator dil
ducha d'Urbin, sta a San Moysè.
È da saper, justa la parte, li savij a trovar danari, dil numero di savij di colegio, sono questi :
sier Polo Barbo, sier Piero Balbi et sier Alvise da
Molim, savij dil conseio, sier Marco Zorzi et sier
Lunardo Grimani, savij da terra ferma; quali a so
posta consultavano.
Da poi disnar, fo pregadi. Fo messo parte per
sier Marin Bon e sier Andrea Suriam, savij ai ordeni, meter 3 galie al viazo di Alexandria, zoè do
nuove e una vechia ; e tre a Baruto, do vechie e una
nuova, sono in l' arsenal ; et s' incanti doman da matina, e a mezo marzo si provino, e si partino per
tutto marzo, e a li homeni da capo e balestrieri sia
risalvà do altre mude, videlicet a quelli sono in armada con le presente galie. Item, vadi do nave è in
armada con le dite galie al viazo, qualle siano a rata
per conto di la Signoria nostra, et quelli pagerà in contadi habi 15 per 100 di dom, et a li patroni pri- mi li sia donato di danari di la Signoria nostra ducati 800 per uno. Contradixe la parte sier Jacomo
Polani, et questo perchè sier Vicenzo, suo fiol, si havia ben portato, et a hora se li tolleva la galia di
dosso. Rispose sier Marim Bon, savio ai ordeni. Andò le parte: 13 non sincere, 43 di no, 91 di la parte.
E fu presa. E la matina fono incantade.
123 MCCCCC, FEBBRAJO. 124
46
Patroni in Alexandria. Da Pizegatom. Si have nostri haveano abuto le
torete di là di Adda, dove si havia trova uno franzoso retenuto, al qual milanesi havia manzato duper lire 256 duc. 4 cati 1000.
Sier Santo Venier, de sier
Zuanne .
Sier Zuan Francesco Marzello, quondam sier Antonio
Sier Zuan Domenego Contarini, quondam sier Julio
264 0
257 》 1
Patroni a Baruto.
Sier Fantin Memo, quondam
sier Lodovico
Sier Jacomo Marzello, di sier
Zuane
Sier Nadalin Contarini, di sier
Lorenzo .
per lire 72 duc. 3
80
90 « «
«
Item, fo ditto, milanesi voleno mandar do oratori al roy a scusarsi, e cargar missier Zuan Jacomo Triulzi .
Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte. Come
nostri si haveano ben portato contra turchi, quali
sono corssi soto la terra, et haver morto alcuni
turchi.
Da mar. Per ogni via risona li gran preparamenti fa il turcho; fa far galie im più lochi, et aduna zente, ergo etc.
Adi 22 fevrer. Da poi disnar, fo pregadi. Vene
il principe. Fu posto parte per li savij ai ordeni dar
7 licentia a sier Alvise Zorzi , governador di una galia
grossa in armada a la Zefalonia, vengi via, lasando
0 la galia per andar capetanio in Alexandria. E ave
tutto il conseio.
Item, fu posto per li do provedadori sora le nave, sier Domenego di Prioli et sier Marin Zustignam,
di far creditori tante nave e caravelle servido in arItem, fu posto parte per alcuni savij, di elezer
do executori a le cosse di mar. Fo presa, e fato il
scurtinio con pena, fono tolti XI. Rimase sier Piero
Malipiero, fo podestà e capetanio a Trevixo, quon- mada, di danari di le cazude, di ducati 12 milia 895,
dam sier Stefano, procurator, sier Hironimo Capello,
fo provedador a le biave, quondam sier Alban ; fu
soto sier Zorzi Emo, è di pregadi. E cussi la matina
acetono.
Item, fu messo parte per li consieri, di dar el
consejo di pregadi ogni dì di quest'altra setimana
a li avogadori di comun, sotto pena di X ducati ,
per expedir sier Zuan Moro, fo retor a Nepanto,
e sier Hironimo Trun, fo castelan. E ave tutto il
conseio.
Noto, per letere se intese, el signor Lodovico
esser pur a Pavia, e par pur todeschi vengi zoso in
suo ajuto.
Item, par che Lodi, qual si tien per il re di Fran- za, sia stà socorsso per Sonzim Benzom, et havia
preso una porta.
calculate per lhoro li conti.
Item, fu posto per li savij, che li debitori di le
cazude, che son per ducati 120 milia, da numero 46
fin 54, debino pagar per tutto il mexe, aliter siano
messi in la Signoria a ducati 30 per 100, nè possi
più haver utilità alcuna, et ditta parte sia messa in
gran conseio.
Item, fu posto per li savij, fortifichar Livenza,
far li certi bastioni etc. Parlò sier Anzolo Trivixan
e sier Nadal Nadal; tamen fu presa, et have assa'
balote di no.
In questa matina vene Morgante di Franza, con
letere di 9, par il re fulmini. À saputo di Chiavena,
e de l'intrar in castello de Milan di missier Zuan
Jacomo; manda monsignor di Obigni, e uno altro
capetanio con lanze 1500 et 4000 sguizari di qua
da' monti ; voleva prima andar a Paris, ma vien a
Lion; vol far ogni cossa, mandar zente etc.
In questo zorno, si partite sier Vido Morexini,
va pagador in campo, con Segondo Trivixam, suo
rasonato, et li oratori vano in Hongaria, et sier Hiro- Item, vene per via di Roma altre letere, pur di
nimo Pixani, provedador di l' armada, e sier Zuan | Franza, di 4 et 5, et da Roma, di l' orator, di 17.
Paulo Gradenigo, va retor a Cataro, con il qual andoe Nicolò Segonti, scrivan a la camera.
A dì 21 fevrer. In colegio, questa matina fo
ditto, el marchexe di Mantoa era a Viadana, et mandò a dir a la Signoria nostra non faria movesta con
il stado, ma come soldato ; tamen sempre farà saper
do zorni avanti di questo.
Coloquij col papa, manda le letere vien di Franza, e
nulla altro di conto.
Da la Zefalonia, dil capetanio zeneral, di primo.
Sperava haver etc. Item, si ha, di 4, di sier Marin
da Leze, sier Domenego Malipiero e sier Pangrati
Zustignan, particular, come haveano butà zoso li
muri, e trova uno altro reparo ; e combatevano no-
125 126 MCCCCC, FEBBRAJO.
46
stri con turchi a spada per spada; pur sperava averla.
Il capetanio à la febre; stava meio; ma l'armada malissimo in hordine, quelli galioti non vol più star li.
Item, fo ditto che sier Tomà Zen, el cavalier,
con sier Carlo Valier erano stati a le man; et il Zen
lo havia ferito, e taià do dedi ; et sier Alvixe Zorzi
con sier Sabastiam Contarini. In conclusiom, dil Zen
tutti si lamentava, e tanto più laude a sier Domenego Malipiero.
Di sier Tomà Zen, el cavalier, a la Signoria.
Si duol di sier Antonio Querini, qual è stà causa di
non esser stà preso certe artilaric per turchi a la
soa posta ; et ditto sier Tomà mandò a refudar. Item,
intisi turchi havia posto caxache a le femene, per
parer fosseno assa' combatanti turchi nel castello.
Item, si have dil zonzer di Alvise Manenti, secretario, va al turcho, a dì 12 dil passato, a Patras, ben
visto da Fait bassà, qual con 80 cavali acompagnato,
va versso Andernopoli, e li araldi sono andati per
la via di Rodi. Par turchi desiderano la paxe, e il
bilarbei lo acompagna ; ma il signor fa gran preparamenti di guera.
Item, vene uno fuzito di Lepanto, qual fo in
cheba con il principe e il colegio, e riferite molte
cosse. Il signor fa conzar l' armata, e caza li christiani con bastoni a conzarla, manda axapi etc. Et
li fo posto scilentio, O dicesse di tal cosse per la
terra.
Da poi disnar, fu gran conseio. Fu posto la parte
di eri, di debitori di le cazude. Ave 6 di non sincere,
232 di no, 882 di sì. E fu presa.
Item, fu posto per li consieri conzar l' oficio dil
zudegà di mobele, siano a la condition di cai di sestier, videlicet questi presenti e de cætero, et fu presa ;
videlicet poleno esser electi dentro e di fuora.
Item, fu posto per li ditti, la fameia di marchesi
Palavesini, nostri fidelissimi, e fono signori tra Parma e Piasenza, e uno domino Zuam Palavesin, dotor,
havia oficij da la Signoria nostra, è morto, e li soi
fo squartà a Milan per il ducha Filippo, e perseno
castelli 12, tenuti 840 anni, e rimasto uno fiol che,
atento li benemeriti, li sia dato la contestabelaria di
Bergamo dil podestà si ha a elezer. Ave la ditta
parte 2 non sincere, 189 di no, 1084 di la parte. E
fu presa.
Noto, in questa note ſo amazà a San Bortolomio
sier Alvixe Loredam, quondam sier Nicolò, da la
sua partesana, da incogniti ; andava a Padoa.
Sumario di una letera di 30 zener, da la Zefalonia, 47
scrita in galia, importo, per sier Batista Polani,
quondam sier Zorzi, a di 30 zener, a sier Andrea Bondimier.
Chome tutta l' armada nostra si atrova li al porto di la Zefalonia a combater el castello ; e messeno el campo atorno a dì 7 dezembrio ; e dice l'è
tanto forte che 'l diavolo non pol far simile, et è
zorni 54 nostri li è a campo, e non pol far nulla. Se
Noto, in questa matina la galia, soracomito sier à roto quante bombarde se à trovà in l'armada, e
Anzolo Orio, messe bancho.
DaDurazo, di sier Vido Diedo, si ha, di 7. Par
turchi dieno venir li ; dubita per via di mar di fuste;
vol fanti e si provedi.
A dì 23 fevrer, domenega. Fo fato parentà di le
noze di sier Vicenzo Valier, in la fia di sier Marco
Foscolo, el consier. Et li consieri veneno al parenta,
non obstante la parte presa nel conseio di X noviter,
niun di colegio vadi a parentà.
consumà tuta la polvere, saetamenti e passadori ; et
è stà forzo mandar a Corfù per munition, e a Modon per una bombarda e monition ; e quel dì l'haveano conduta suso, et se non farà opera, crede si
abandonerà l'impresa. Per esser forte, non si pol
far 0 com bombarde, nè con buse a far arder con
polvere, et non è tempo di campizar d'inverno,
et è una pietà a veder quella armada al modo la se
atrova. Tra morti e fuziti non n'è un quinto, si
che è mal assai. Di l'armada turchescha non intenDa Milam. Si have come francesi haveano posto
fuora dil castello una vesta negra con do torzi acesi ,
et non trazeno più a la terra ; ch'è signal : guai chi
si arà trovà. Item, par sia stà apichato a Milan alcuni
voleva amazar il cardinal Ascanio, che li a Milam si | deano 0; se atrova le fuste in filza a presso terra in
ritrovava . Missier Zuan Jacomo è versso Novara ;
par, nulla fazi ; et il conte di Pitiano, governador nostro, da Trevi dovea passar a Lodi.
Di Napoli, di l' orator, come intisi per letere particular. Di una nave di sier Alvise Bragadim, quondam sier Andrea, carga di noxele, fu combatuta di
uno corsaro, et in porto di Napoli fuzita, il re li
dè ajuto, e à preso il corsaro etc.
colſo di Nepanto, poi li schierazi, poi le galie sotil,
poi le nave grosse con le galeaze. A la bocha del
porto sono zercha bombarde 60 di l'una parte, e di
l'altra una grossa come quella del castello dil streto.
A le nave sono, tra turchi e griegi, zercha 2000
in terra, a marina uno bassà con tre flambuli, la
nave grossa, lo suo arboro è tutto marzo ; simel à
la barza de 1000 bote, tuta mal conditionada. E
127 MCCCCC, FEBBRAJO. 128
Chmar bei. Inteso questo, lo signor turco mandò per
Amar bei; el qual, non possendo negar questo, ha
dito haver hauto ditto carazo da quelli di Nepanto,
con intelligentia de Ibraim bassà. Se dice, per tal
causa el signor ha levato lo timarati a ditto Amar
bel e fatolo manzil ; e Imbraim bassà, per esser stå
discoperto, s'è atosegato lui medemo, et è morto.
Dice ancora, haver inteso esser stà morto Calil aga,
el flambulari de la Morea, in una zuffa fata in armada. Ancora dice, lo signor turcho ha licentiato tutti
li axapi terestri et spachi, zoè timarati, li quali ritornano ogni di a lhoro caxe. Tute le sopra ditte
cosseme le ha rasonate ditto citadim, haverle haute
da turchi proprij, in ditto loco de Tracamonti et a
Vorla, dove ha passato. Nel qual loco de Vorla sono
questo saper uno Andrea Garbuio, venitiam, fo comito del bassà, fuzito, e vene in la nostra armada,
et per dubito fu posto in ferri. Item, de li vene el
Manenti, passò conuna galia sibinzana a Castel Tornese, fato le sue pratiche, vene 100 cavali, el castelan, el prothoiero. E uno Zuan Canavi, canzelier
di la Morea, fo a parlamento; feli bona compagnia,
andò a Patras a trovar el bassà, per esser a parlamento. Segondo vederà, se transferirà fino in Andernopoli, a trovar el bilarbei se atrova col signor.
Et el ditto fo acompagna con cavali 80, do vayvoda,
efatogramcareze ; e turchi desidera molto la paxe.
Item, el zeneral è amalado; si O intravegnisse, saria
fato missier DomenegoMalipiero, per esser savio e
sufiziente ; e si l'avesse mancha di l'armada fina
hora, tristi lhoro ! Dice non pol scriver el suo go- | multiplicate le fuste, e adesso se atrovano de li fuste
verno è tanto ben vojudo da pizoli e grandi ; e, fi- 12; lo cavo de le qual hè Caradormis, fradelo de
nita questa impresa, vegnirà a Veniexia etc. , e non Caracassam ; el qual Caracassam è stà morto da una
sa chome farà l'armada di governo. Missier Tomà bombarda. Et Camalli et Erichi sono vivi, in lhoro
Zen, è a l' impresa capetanio, tuto el zorno zuoga li malora. Altro non si ha fin sto dì. A dì ditto, poi
pugni con li soi governadori. El diavolo non puol scrita : per letere aute dal passazo di mio fradelo,
far simel homo. Se fosse stà missier Domenego Ma- de questo presente zorno, hauta per lui diligente inlipiero aquella impresa, seria spazà fina hora, per❘ formazion, me conferma l' andar del signor in Anhaver governo, et esser ben visto da' galioti .
47 Copia di una letera scrita per Zuan di Tabia, consolo nostro aSyo, asier Piero Dolfim, fo di sier
Zorzi, copiosadi nove,di 15 octubrio fin 5 decembrio 1499.
Habiamo hauto per letere de Galipoli, de do de
l'instante, como lo signor turcho, zoè la soa persona, ritornava alozar in le circumstantie de Salonichi, per andar a invernar in Andernopoli. Per un
altro citadim de questa terra, molto praticho in Turchia, avanti eri qui zonto, parti da Tracomonti ancoi quarto di, loco presso Magnisia una zornada e
mancho, ho hauto lui haver inteso da turchi proprij
suo' cognoscenti, esser zonto uno olacho al zalabi de
Magnisia, per darge la nova de lapresa de Nepanto;
el qual conferma el ritornar del signor a la volta de
Andernopoli, come è di sopra. Ancora havemo inteso, ditto signor haver comandato a far galie 100
nove; tamen questo decerto non se sa. Præterea
dice, como quelli de Nepanto, se sono resi a pati,
hanno fato lamenti al capetaniodil campo, digando a lhoro esser stà fato grande oltrazo a venirge adosso con tanto exercito, hessendo lhoro carazari del
signor. El qual capetanio ge disse: Non hè el vero,
che voi seti carazari del signor. E lhoro dieono esser
za molti anni, che thoro hanno pagato lo carazo a
dernopoli ; l'armada dovea invernar nel colfo di
Nepanto ; etiam conferma la infermità dil signor
turcho, et la causa de Amar bei ; e dice più avanti,
como ditto Amar bei era in destreto, e conferma la
morte de Imbraim bassà con veneno, perchè questi
do manzavano certi presenti haveano ogni anno da
quelli di Nepanto. El timari del qual Amar bei, hẻ
stå dato ad Ali bassà, el monucho, el qual iera al
presente in Andernopoli, et è partito per andar a
ditto timari. Ancora, per letere di Pera, di 5 di l'instante, vien confirmado la partita dil signor di Nepanto, e dovea andar a Constantinopoli.
Adi 30 ditto. Le fuste, come ho dito di sopra, 48
sono multiplicate grandemente ; atrovandose Caradormis in Soneaxari con le soe 5 fuste. Sorazonseno a dì 15 di l'instante fuste 12. Se dice sono
del zalabi de Domosli, sta per mezo Rodi, tra le
qual sono do grande, l'una di banchi 22, l'altra di
18, e le altre cosse picolle. Le qual fuste 12 hano
brusato de le ditte fuste 5 de Caradormis, et è scampato esso a la montagna con soi compagni. Equesto
è certo, perchè uno citadino di questo loco se à tro- vato quel zorno in Soveazari, et hale viste brusar.
Et questo se dice per esser stà fato, perchè Caradormis se reputa homo de questo zalabi de Mangnisia,
et altre volte ha desarmato una fusta con uno di homini de ditto zalabi de Domosli.
Adiprimo novembrio. Questa matina hè zonta
129 MCCCCC, FEBBRAJO. 130
48
Philopopuli hè loco molto frescho, dove sol andar
li signori la instade per star al fresco ; et che costui
vada adesso per invernar de li, hè signal, como dico di sopra. Et maxime, che se confirma la morte de
Schander bassà, con tuti herano con lui andati a la
preda. Da' ongari fono morti da 12 milia, segondo
dicono turchi, ma se tien siano molto più ; nel qual
loco de Galipoli se dice publicamente, che re di
Franza ha conquistato tuta la Italia. Non hè chi non
qui una griparia, carga de doge, partita da Constantinopoli a dì 22 del passato, con la qual habiamo letere de dito, di lo signor turcho, se aspetava in Con- stantinopoli ; et alcuni hanno opinion invernarà in
Andernopoli. Con la qual griparia sono venuti homeni 23, de quelli sono stà incarzerati insieme con
li merchadanti, como subditi de' venitiani ; e tutti
questi sono poveri homeni artesani, cui calegeri, cui
sartori, cui taverneri ; li quali me hanno dito, vene
uno olacho, con comandamento che ditti poveri ho- | romagnano sbigotiti. Non cessano li olachi, zioè corieri, ogni di andar suxo e zoso ad ricoglier maistri
marangoni, li quali tutti mandano in Grecia, ne le
parte de la Vallona et Nepanto ; avisandove che novamente uno armino hè venuto, qual hè merchadante
da le parte de Usun Cassan, et mi ha dito che, in
meni fosseno relassati e mandati via statim con lo primo passazo. E cussi fo fato. Fono trati de carzere, e menati ligati, e messi su questa griparia, retenuti quelli pochi beni havevano. Dicono ancora,
como zonse uno olacho, con comandamento che si
dovesse far vender tute le merze de colori sono in- | fina in quelli paexi, se dice di questo conquisto ; ma
carzerati, et el trato sia messo in caxuar del signor,
zoè quelle merze se posseno guastar, comoformento,
vino et similia. Poi el terzo zorno vene un altro olacho, con comandamento che ditte merze debiano
farle vender diti merchadanti a' loro comessi ; el
trato se debia meter in deposito, boladi per l'ormino e per ditti comessi ; e cussi hè stà fato. Li quali
homeni sono, cui deModon, cui de Candia, cui de Coron, cui de Corfù. Li merchadanti sono ancora
non dicono esser re di Franza, ma la rezina che ha
conquistato Granata, si che non fo mai tempo si apto
a questo bisogno, como adesso; che prego Idio aspiri
di tuti christiani ad favorir e confortar ditto re a questo conquisto, che spero in Dio non se havera salvo
le spalle. Avisando, che su la Grecia sono caxe 400
milia de' christiani, che pagano carazo al turcho ; li
qual non desiderano altro, salvo veder tal vista, per
voltarse contra de' turchi. Che missier Domenedio
Adi 23 fevrer, in colegio.
Do exatori a li governadori, in luogo di sier Piero
Contarini e sier Minio che compieno : ...
Sier Francesco da Mosto, fo a la doana di mar,
quondam sier Andrea.
Sier Tomà Donado, fo cao di 40, quondam sier
Nicolò.
come erano, senza altra novità ; et lo torziman, hanno ❘ doni la gracia sua a la cristianità questa volta etc.
mandato a la porta, non hè ancor ritornato ; tamen
seha bona opinion de loro liberaciom, che prego Dio
ge la concieda. El qual signor turcho ha fato comandamento, de far fabricar galie 20 grosse, a la forma
de quele de' venitiani, et galie 100 sotil in Mar Mazor e altri lochi consueti. Ha lassato in custodia de li
vaselli de l' armada, romase a Nepanto, lo biglarbei
de la Grecia e Camali. In Constantinopoli e Pera ha
mandato comandamento se debiano scriver quanti i
trovano latini, greci et zudei, che sono stati subditi
de' venitiani, anchor che siano maridati de li da anni
5 in qua. Non se sa la causa; alcuni ha scrito, che
vol li talli debiano spazar el so paexe, senza la moier
e fiole. Ancora vien scrito, come Schander bassà, el
qual era in le parte de Friul, per movesta fata per
ongari, hè andato in Hongaria, dove è stà preso e
morto in una zufa hauta con ongari ; tamen non è
certo.
Del ditto consolo, di 5 dezembrio, in Sio, soloscrita, mutato il nome, Francesco d' Avanzo, da Veniexia. Da novo habiamo, per letere de Galipoli, de
21 del passato, lo signor turcho, el qual ha dimorato zorni assai in Scopia, adesso hè andato per invernar in Filipopuli, chi hè signal che 'l sente qual
cossa de Hongaria; avisandovi, che questo loco di
I Diarii di M. SANUTO Tom. III.
Exator ai Xoficij.
Sier Alvixe Soranzo, fo exator, quondam sier
Remisi.
A di 24 fevrer. In colegio fono fati do exatori 49
ai diexe officij, sier Francesco da Mosto, fo a la doana di mar, quondam sier Andrea; et sier Tomà Donado, fo consolo di merchadanti, fo de sier Nicolò.
Di le cosse di Milan. Se intese, zercha 1500 sguizari, erano con il signor Lodovico, esser andati da
missier Zuan Jacomo Triulzi, et che il cardinal Ascanio era a Milan, dimandava danari a' citadini, et era
stà retenuto Bergonzio Botta, per haver danari. El
signor Lodovico era a Pavia, e le zente sue nel barco,
9
131 MCCCCC, FEBBRAJO. 132
et, judicio di tutti, fin 8 zorni si converà partir, perchè il populo di Milam, visto la Signoria non è con
Lodovico, è rimasto mal contento.
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et capetanio, di 8. Come 8 fameie di caxa Triulzi erano
di Milan fuzite, e venute li.
Noto, el signor di Rimano, partito de qui, è tornato a Rimano.
Da poi disnar, fo conseio di X con gran zonta,
credo di danari ; steteno fin hore tre di note. Fo dito
esser letere di Alvise Manenti, dil suo zonzer a la
Porta, assa' honorato.
monte nuovo, il cento. Et sier Beneto Zustignan,
savio a terra ferma, messe siano spexi per le cosse di mar. Sier Marco Zorzi , savio a terra ferma, contradixe, dicendo el bisogno di le cosse, etiam da
terra. Li rispose el Zustignan. Poi si acordono, la mità in cosse di mar, e l'altra da terra.
Di Hongaria, di Francesco da la Zuecha, secre- 49 .
tario. Come quel re à saputo di Alvise Manenti, mandato al turcho, manda uno suo al turcho a saper di questo. Et è da saper li fo scrito, ditto Manenti el
capetanio zeneral averlo mandato. Item, aspeta il
zonzer di nostri oratori ; et li oratori di Maximian
Adi 25 fevrer. Si have avisi da Milam, el signor e di Milan sono stati li per do cause : la prima ,
Lodovico era a Vegevene, andava trovar missier | contra il papa vol far concilij etc. , et l' altra vol dar
Zuan Jacomo, qual è ritrato con quelle zente versso
i monti, si che Lodovico prospera.
Da Constantinopoli, si have avisi particular di
17 dezembrio. Li merchadanti nostri sier Andrea
Griti , quondam sier Francesco, sier Lunardo Bembo, quondam sier Piero, sier Bernardo e sier Piero
Zustignan, de sier Francesco, sier Almorò Griti,
quondam sier Homobom, et altri populari, al numero
tutti ... , erano stà mandati a Castel Nuovo, a la bocha di Mar Mazor. Item, era stà fato di bassà quel Misit bassà, fo altre volte amico nostro.
Da poi disnar, fu gran conseio, et vene Paulo
da Como, da Padoa, stulto, et sentò su li banchi, di- condo molte pazie.
Adi 26 fevrer. In questa matina, su le scale, fo bandizà li soldi pesarini più non si dovesseno spen- der, e cussi li bezi, et in la zecha si bateva soldi nuovi
e mezi soldi ; et questo fu per deliberatiom fata nel
conscio di X.
la fia di esso re di romani, fo moglie dil principe di
Spagna, per moglie al re di Hongaria , et ajuti il
signor Lodovico.
Da mar e da terra, per ogni via di Levante, si
intende li gran preparamenti fa il turcho per l'anno
futuro.
Di la Zefalonia, dil capetanio zeneral, di 3. Come nostri haveano preso uno riparo, per il qual tur- chi se difendeva; et di uno turcho, venuto fuora dil
castello, et il capetanio zeneral lo à vestito, et halo
ritornà dentro, acció fazį cuor a li altri di rendersi .
Item, dil zonzer li sier Antonio Diedo, capetanio di
le galie dil trafego, con le altre galie vien di Modon;
à ricevuto il nostro hordine vadi sequendo li do viazi ;
dice non voler, perchè le zurme non vuol, et ditte galie è mal in hordine di homeni ; bisogna proveder.
Da Roma, di l' orator. Come si aspetava l' orator dil turcho, vien di Napoli, et che il re Fedrico
dava ajuto al signor Lodovico, li pagava mille fanti ;
Da poi disuar, fo pregadi. Vene il principe. Fu et par, in certa materia, el primocerio nostro da cha'
posto per li consieri dar una camera di donzeli dil | Dandolo con li cardinali aversi ben portato.
principe a sier Antonio Grimani, procurator, era in
la Forte ; cussi contentando li avogadori di comun.
Et sier Nicolò Michiel, l'avogador, contradixe, dicen- do lo volea menar a gran conscio ; et alegò sier Do- menego Morexini, proconlator, averli ditto, a Fiorenza si dicea : Cosma non vole, ergo etc. Et volea andar
a gran conseio, ch'è il signor di questa terra. E li altri do avogadori soi collega, sier Marco Sanudo e
sier Polo Pixani, el cavalier, disseno : E nu volemo.
Et perchè la terra sapeva non erano di tal opinion
di andar a gran conseio, fè alquanto di remor el pre- gadi, e cazati li parenti dil Grimani, ave 3 non sin- cere, 70 di sì, 100 di no. E fo preso di no.
Da Fiorenza. Par Vitelozo Vitelli, per la iuzuria
di la morte dil fradello, à corsso su quel de' fiorentini ; et il re di Franza à scrito a Fiorenza, al presente li cognoscerà, si sarano amici o inimici soi, si non
darano ajuto al signor Lodovico.
Noto, Bologna ni Ferara si move in aiuto dil pre- fato; et Mantoa, il marchexe, a Viadana à poche zente, O fa etc.
Da Milam. È il cardinal Ascanio, il cardinal di San Severim e il cardinal di Ferara li. In castello non è monsignor di Ligni, ni el conte di Mixocho, fiol di missier Zuan Jacomo, ma sono iti fuora. Vi è ben
500 francesi , e vituarie per uno anno, et Zuan Dolze,
Item, fu posto per tutti di colegio una altra meza secretario nostro, qual non pol scriver qui nè man- tansa, a pagar per tutto marzo, con dom di 8 per | darne aviso alcun. Item, el signor Lodovico prese 100, e siano fati creditori, a raxon di ducati X, al Vegevene, e ave la rocha ; fece impichar el castelan
133 MCCCCC, FEBBRAJO. 134
50
francese con tre altri; ha 8000 persone, zoè cavali |
2500, et 500 altri cavali lizieri ; vol andar a trovar
missier Zuan Jacomo. È zonto da lui Frachasso e
Antonio Maria.
Item, fo divulgato, el ducha di Milan, videlicet
signor Lodovico, haver hauto Mortara, e havia seguito di persone zercha 20 milia.
In questi giorni, gionse in questa terra el signor
Di campo nostro. El conte di Pitiano si ritrova | Schandarbecho, anni 23, fiol dil fio fo di Schandarin Lodi ; à letere li nostri provedadori di missier | becho vechio, havia gran fama in Albania. Per il qual
Zuan Jacomo, che si vol conzonzer con nostri, a fo mandato a tuor uno frate per la Signoria nostra,
butà uno ponte sora Texin, et che francesi erano et cussi vene, stava in terra di Otranto con il padre,
andati , e sguizari, a partir li butini fati, e poi sariano havia provision dal re, et vene solum con il voler di
in campo ; ergo Tortona, Novara e Alexandria fran- | la madre, qual fo fia dil dispoti di Servia ; et il re cesi reebeno ; Piasenza e Parma tien da chi vince ;
Milam, Pavia e Como et Lecho tien l'insegne dil
signor Lodovico. Lodi veramente, mediante nostri,
si tien per Franza.
Da Cremona, di sier Nicolò di Prioli. Dil zonzer
suo li in castello ; li vene contra li rectori e camerlenghi, e niun altri di citadini ; poi li vene 6 citadini
a parlarli ; non voleno mostrar la fede, per dubito
etc. Et li rectori dubita, stanno con guardie.
Da Bles, di sier Beneto Trivixan, el cavalier,
orator, di 8 et 13. Come il re à trovà 400 milia scudi per l'impresa di Milan, e vol venir im persona in Italia, farà etc.; tamen ancora non ha inteso l' intrata
in Milam dil signor Lodovico ; et mandava orator a
la Signoria nostra, domino Acursio Mayneri, fo alias
qui orator.
Èda saper, in Zenoa, in questi zorni seguite certo remor tra le parte Adorni e Fregosi, e fo cridato :
Moro ! Moro ! Pur nulla è seguito; si tien ancora a
l' obedientia di Franza.
In questo pregadi fu posto per li savij tutti,
elezer il primo pregadi uno capetanio dil colfo, e
arma una galia e do altre e il belingier et do fuste,
e stagi a custodia dil colfo. Ave tutto il conseio.
non voleva. Or alozó a San Zorzi. Quello di lui seguite, più di soto dirò.
È da saper, el conte Zorzi Zernovich, da Casal,
loco di Monferà, dove era, passò in Ancona vestito
da frate, et su navilio passò tra Budoa e Cataro ;
smontoe a Trasto; andò a la montagna negra, fo
sua ; fo ben visto ; scrisse a la Signoria era li, et deinde ando dal turcho, e fu ben visto; e cussi va per
non haverli voluto dar modo di provision .
Ad 28 fevrer. Fo divulgato per una caravella,
esser nova, qual parti a dì XI da Corfù, e ha dato
bocha a uno gripo, come a dì 9 nostri have la Zefalonia, e amazono tutti, et il gripo portava le letere.
Tamen non fu vero alcuna cossa.
Item, fo divulgato, etiam el ducha de Urbin
stava malissimo, in dubio di la vita ; e l' orator suo è qui, diceva stava bene.
Noto, in Cremona è solum cavali 600 nostri, videlicet il conte Bernardim e domino Thadio da la Motella, et 600 fanti; alozano in li monasterij, per non far dispiacer a li citadini, qualli perhò in le caxe sono
pieni di arme, comprate da' soldati per un pezo di 50 '
pam, quando fono roti da' francesi in Alexandria,
videlicet li fanti dil signor Lodovico se disfantono, e
vendeva le arme. Item, fo ditto di la morte di monsignor di Lucion, in castello di Milam, chome ho
Noto, eri sera fo fato un disnar di compagni, a
caxa di sier Lucha Griti, quondam sier Homobon ;
et acadete, che sier Zuan Moro, el cassier, quondam | scrito di sopra ; tamen non fu vero. Item, el signor
sier Baldisera, la sera che compagnò a la porta di
una chiamata Anzola Chaga in calle, hessendo con sier
Anzolo Morexini, quondam sier Ziprian, et sier Andrea Vendramin, era con sier Bernardo Venier, de
sier Jacomo, el qual sier Bernardo ferite su la faza
el dito sier Zuan Moro; el qual Moro era etiam con
sier Zacharia di Prioli , quondam sier Lunardo. Tutti
tre hanno bellissime done per moglie, et cussi li fo
vasłà la faza, e si parlò assai.
Lodovico à con lui 700 sguizari, e cavali 2500, et
500 cavali lizieri ; va prosperando, pur el possi durar.
Da poi disnar, fo conscio di X con zonta ; e poi
feno li soi capi, sier Bernardo Bembo, dotor et cavalier, sier Alvise Venier, sier Zorzi Corner, el cavalier,
per il mexe di marzo 1500.
Adi 29 fevrer, du matina. Iın piaza di San Marcho fono posti a l' intrar di marzaria do banchi, con
quelli da la zecha, con soldi nuovi et mezi soldi ; su
A di 27 fevrer, ſo il zuoba di la caza. Abona | li qual mezi soldi è una †, e da l'altra banda un
hora intrò li cai di X in colegio. Et da poi disnar,fo
fato la caza a San Marco, molto bruta per non esser
maschare, per l'edito dil conseio di X. Era il principe, orator di Napoli, di Ferara, Urbin e Rimano.
marcheto. Et poi fo fato la Nostra Dona e San Marcho su li ditti ; et incambiavano a chi ne volleva.
Fo divulgato, a Santo Ajopo esser stà trovà uno
corpo sepulto, mezo sora la terra e mezo soto, con
135 MCCCCC, FEBBRAJO. 136
51
una man alla, et cætera; con altre particularità, che | Uscheschia et Permia et de Bulgoria adesso a l'onorenon le credo; perho non le scrivo.
Da poi disnar, fo pregadi. Fu fato capetanio al
colfo sier Domenego Dolfim, fo capetanio di le galie
di Barbaria, qual era provedador a Castel Liom, fo
primo balotato. Ave 91. Sier Zuan Francesco Ve- ❘
nier, fo soracomito, quondam sier Moisè, 88. Et sier
Piero Moro, fo a l' arsenal, e altri.
Ancora fo posto di far uno provedador per le
camere da terra ferma, con l'autorità ave sier Hironimo Capello. Et ditto sier Hironimo Capello contradixe, dicendo haver fato. Pur fu preso ; et cussi fo
fato poi sier Zuan Batista Bonzi, come dirò di soto
al loco suo.
Da Roma, di l' orator, di 25. Come el zorno
sequente dovea intrar el fiol dil papa, ducha di Valentines, in Roma ; etiam li oratori di Rossia. Noto,
in questo tempo a Roma vi andava assa' fiamengi e
todeschi, etiam hongari, al jubileo; et si mostra el
sabado la testa di San Piero et San Pollo, qual è a
Santo Joanne ; et la domenega si mostra el sudario.
Noto, Piero di Medici è a Milan, e Zulian a Bologna ; il cardinal a Zenoa ; la moglie di Piero, Orssina, è a Roma; e il fiol, stato fin hora con sier Hironimo Lipomano dal bancho, à anni 7, è stà mandato
a Roma ; et il cardinal è stato in Franza, poi in Ingaltera. Et madona Lugrecia, soa sorella e moglie di
Jacomo Salviati, sta a Fiorenza. Concludendo, in Fiorenza è gran division, et si hanno publichati amici
dil re di Franza; voleno tuor il prefeto a lhoro soldo,
e hanno rimesso ducati 50 milia a Liom, per far 3000 sguizari in ajuto dil re etc.
Di Soria. Eri vene nova di la morte in .... di
sier Hironimo Barbarigo, de sier Francesco, era merchadante de li per li Prioli.
volissimo et illustrissimo conte Augustim Barbarigo,
venetiam, havemo mandado fino al papa et anche
a vuj i ambassatori nostri Demetrio, fiol de Zuane
Ralevo, et Dimitrofano Caracirova, per mie facende,
et quello che da vuj rechiederano per i besogni nostri,
o vero quello che faremo dir per essi nostri ambasadori , Dimitri et Dimitrifano, sarano creti, et obtegnerano quanto al bisogno ; et se qual cossa fusse a
preposito nostro ne la nostra dition, et de bisogno,
nui simelmente havessemo caro far per vuj .
Scripta in Moscovia, a dì 20 fevrer 1498, anno
a creatione mundi 7006, mesi 6.
A tergo : A l'honorevolissimo et illustrissimo
conte Agustim Barbarigo, venetiam.
È da saper, questi oratori di Rossia veneno a Venecia a dì 25 novembrio 1499, et alozono a San Filipo Jacomo, in chale di le Rasse, et fonno a la Signoria, poi andono a Roma.
Questa è la mansion fa la Signoria al ducha di
Moscovia :
Illustrissimo et excellentissimo domino, Joanni
magno duci Russie, Valadenaria, Muscovia, Novogradice, Piscovice, Pitferice, Tigroschi, Azschi,
Permice et Blagareschi etc. fratri nostro carissimo.
Die Xfebruarij 1499 in notatorio 23.
Vacante nuper lectura linguæ latinæ, per obitum clari et eruditissimi viri Georgij Vallæ , qui
in mane publice profitebatur in hac urbe nostra,
in quem locum, cum quispiam alius subrogari merito minime videatur quam eruditissimus vir et de
latina lingua optime meritus, Marcus Antonius Sabellicus, qui publice etiam profitetur in hac civitate nostra, ideo infrascripti domini consiliarij, animo
volventes virtutem, eruditionem et demum culmen
eloquentiæ, quibus præditus est dictus clarus vir,
Di Milam. Si have missier Zuan Jacomo Triulzi
prima messe a sacho Mortara; poi el signor Lodovico l'ave, e andò con le sue zente li. Item, dimandava danari a porta a porta di Milan, quasi con la ❘ statuerunt et decreverunt quod ipse dominus Marbareta, per mantenirsi ; e li citadini rispondea non
poter, et voleano darli ducati 25 milia al mexe e non
più. Todeschi si dice vien in ajuto di esso signor Lodovico, videlicet el ducha di Bavaria ; et il re di
romani fa una dieta, et vien cavali borgognoni.
Copiadi una letera di credenza
portata a la Signoria nostra per li oratori di Rossia.
Zuanne, per la gratia de Dio, signor de tutta la
Rossia, et gran conte de Valodimeria et Moschovia et
Novograd et de Pscovia et Tueria et de Ungaria et
cus Antonius Sabellicus sit ille qui primum obtineat locum, quem jure meritoque obtinere debet.
Sic jusserunt ad perpetuam rei memoriam annotari
debere.
Consiliarij fuerunt sier Joannes Donato, sier Lucas Pisani, sier Marcus Fusculo, sier Marcus Barbo.
Verssi fati a Ferrara 1499 di fevrer
per Mannutio Lucense.
Te Maurum laudamus cum voce e canti,
Te Dominumfatemur : non più Galli !
Te æternum Patrem, te vogliamo avanti.
51.
137 138 MCCCCC, MARZO.
52
Tibi omnes populi fan balli,
Tibi rustici fan leticia e festa;
Omnes clamant: al gal ! scazialo ! e dalli !
Pleni siam tutti d'una rabia infesta ;
Omnes clamamus: Dura, Ludovico !
Veni a bassar al gal l'ardita cresta!
Te curialis chorus, te ogni amico,
Te mulierum numerus, te i putti ,
Tepetunt omnes, niun t'à per nimico.
Temartyrum li exerciti destrutti
Per urbem va cridando : o divo Moro,
Patrem immensæ Majestatis, tutti.
Tu sempiternus Pater sarai lhoro,
Che, ad liberandum populum, signore
Non horruisti ussir fuor del tuo coro.
Tu aperuisti a' toi nemici el core,
Credentibus che 'l gallo fosse un dio,
Utmelius cognoscerent l'erore.
Nunc ad dexteram sedes, signor mio,
Regis romani, in gran triumpho posto,
Venturus entro al tuo dominio prio.
Quæsumus ergo te che torni tosto ;
Amicis tuis dà qualche conforto,
Populum tuum ver ti ben hai disposto.
Salvumfac illum donec he' torna im porto;
Domine, non tardar ; domine, fave;
Domine, non voler sto popul morto.
Extolle illos, che 'l peso più grave
Substinerunt per te fin a questa hora,
Ut in æternum dir te possiamo: Ave!
Benedicimus te, ciascum te adora,
Laudamus nomen tuum in terra, in mare,
Che in sæculum stia vivo e mai non mora.
Agallicofurore liberare,
Et ab insania sua nos custodire,
In isto anno, domine, dignare.
Miserere di tanto aspro martire,
Misereredi noi, pietà, merzè,
Placeat tibi, domine, venire.
Misericordia tua mancar non de' ;
Ostendehora l'amor che tu ci porti,
Quemadmodum speravimus in te.
Esempre tuoi sarano vivi e morti.
Del mexe di marzo 1500.
Ad primo marzo, fu domenega di carlevar. Fu
fato do feste, a caxa lhoro perhò, una di sier Marco
Foscari, quondam sier Zuane, tolse la fia quondam
sier Filipo Capello, et sier Andrea da Pexaro, quondam sier Nicolò, da Londra, ave la fia di sier Alvise di Prioli, quondam sier Piero, proconlator, qual non passo l'anno, lui morite etc. Noto, in questo
anno è stà fato 40 pera di noze, videlicet da marzo
a marzo, et sono manchati zenthilomeni nostri numero 90.
Adi do ditto. Zonse in questa terra Bernardim
di Ambroxij, fo mandato a far il processo dil Grimani e altri in armada, qual parti da la Zefalonia, a
dì 7dil passato.
Da la Zefalonia, dil capetanio zeneral, di 7 fevrer, come vidi in letere particular. Si combate spada per spada; sperava averlo ; et a dì 6 andò li do
provedadori Malipiero e Guoro in campo, con opinion non si partir fino non habi il castello. Fanno uno
bastiom con certi cesti, per tuorli le difese. La nostra bombarda pocho opera ; è gran divisiom tra
quelli governadori di le galie, e dentro erano pochi
turchi ; haveano compito di bever e svudar una cisterna ; manchava solum un' altra è in la rocheta :
un pan val tre aspri, sì che non- potrano durar.
Item, la nostra arma' è mal in hordine, e in colfo di
Lepanto per turchi si conza l'armata.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo, di 18
fevrer. Turchi esser reduti a la Cuda, mia 25 de li,
e il zorno sequente li aspetava ; il paese tuto è reduto in la terra. Item, par il zeneral li habi mandato 3 galie sotil, videlicet sier Marin Barbo, sier
Polo Nani e sier Tomà Contarini, ch'è su la galia
sibinzana e la nave di Liesna. Item, le galie dil trafego sono venute li, capetanio suo fradello, sier Antonio Diedo, di hordine dil capetanio zeneral.
Et fo expedito letere per li cai di X al ditto capetanio dil trafego, comandandoli justa la diliberation vadi al viazo etc. Et fo expedito uno gripo a posta, e mandato sovenzion a le zurme.
Item, fo ditto esser zonte di qua da' monti lanze
1000 francese, et che il signor Lodovico havia auto
Novara, et esser stato causa Opizim chaza, fo quello
primo rebellò a' francesi.
Noto, domino Hannibal Angusolo, olim castelan
di Sonzin, fo mandato a Piasenza per la Signoria
nostra, per esser piasentin, et etiam domino Jacomo
Secho a Caravazo, et il signor Carlo Orssini con la
soa compagnia fo mandato a Pizegatom. Il conte di
Pitiano era col campo alozato a Trevi, e altre nostre
zente in Lodi, et voleva mandar cavali lizieri e fanti
a Piasenza, per mantenirla in fede.
Da Trevi, di sier Piero Marzello, provedador,
di 28 fevrer. Avisa a sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà di Verona, et cussì il sumario di
139 MCCCCC, MARZO. 140
molte letere sarà qui avanti posto. Chome ancora
nostri non è ussiti in campo, ma sono li ; e le zente
distribuite tra Cremona, Lodi, Crema e soi teritorij,
e su le rive di Oio. Item, el signor Carlo Orssini
vene lì , per andar a Lodi, poi a Piasenza, perchè
una parte dil populo cerchava dar la terra al Moro,
qual è al presente a Vegevene, à X in XI milia armati, tra i qualli è pochissimi a cavalo. Missier Zuan
Jacomo Triulzio, con le gente regie, è tirato a Mor- 52 tara, con zercha XI milia persone; e noviter è zonti
in Milano 1000 cavali borgognoni, e, zonti sarano
dał signor Lodovico, ha diliberato apizarsi e far fati
d'arme con missier Zuan Jacomo. El cardinal Ascanio è a Milano con 200 provisionati e non più, el
castello continue tira a la terra. Nostri dete socorsso
a Lodi , e quelli citadini è ben disposti a la majestà
dil re di Franza, qual si ha a dì 20 dil passato se ne
veniva a Lion, con grandissimo numero di gente a
piedi e a cavalo, per recuperar il suo stado. Vol venir con presteza in Italia a la total ruina di tutti
quelli li harano rebellado, e à expedito monsignor di la Trimolia in Lombardia con 600 lanze, e a di
20 sarà stato in queste parte ; e altre 400 lanze era
stà expedite a Lion per Italia a l'impresa, et cum
ogni celerità doveano venir.
A d 3 marzo, vene letere di Franza, da Bles,
di 19. Chome non havia auto se non le nostre di 24
zener. Il re andava a Lion ; mandava assa' zente a
l'impresa, monsignor' di la Trimolia e di Obegni,
gran capetanij, con lanze 1000 ; à trovà assa' danari ; à ordinato l'orator nostro entri in tutti li soi
conseglij secreti, e la sua caxa sia a presso di lui.
Item, non à aldito il secretario di Mantoa; e il roy
vol venir a far fochi a Milan.
Da Verona. Par hessendo alozato in veronese
el signor Bortolo d'Alviano con la so compagnia, el
marchexe di Mantoa, dubitando, mandoe uno secretario a ditti rectori, a veder quel vol dir questo ; si
che à paura. Li à risposto : per guarda et non per
ofender.
In questa matina, andono a la Signoria do oratori dil re di Polana, vano a Roma; fono acompagnati da alcuni patricij .
Item, fo ditto missier Zuan Jacomo essersi conzonto con le zente francese era in Romagna ; è ito
versso Novara etc.
Et intisi, il roy non vol la Signoria aceti in le sue
terre alcun fuzito da Milan e altri lochi ; e dava ducati 100 al di di spexa per far nete le strade, per far
condur artilarie e le zente.
Da poi disnar, fo marti di carlevar, nulla fu .
Adi 4marzo, fo el primo di de quaresema.
Noto, chome in questi zorni fo mandà a Napoli di
Romania, per sier Alvise Zorzi va castelan lì, ducati
500 di tornesi per fabrichar la terra.
Da Spalato, di sier Piero Trivixam, conte. Di
certa coraria fata, è danizato alquanto per turchi etc.;
tamen, pocho danno. È da saper, le cosse di Narenta, di quel bastion fo mandato a poner, et il conte
Zuanne di Poliza con li altri ave provisiom.
Di Franza, di l'orator, di 22 et 23, da Bles.
Dil partir dil re per Liom, et si have dil zonzer di
qua da' monti di monsignor di la Trimolia, con lanze 1500 a 8 cavali per lanza ; sol aver 6 cavali per
lanza.
Item, fo serito a Cremona non aceti milanesi, et
cussi a Crema, et quelli sono li licentia, et cussi fuzendo non erano aceptati.
Noto, si fa a San Griguol una bellissima galia dil
Zaffo, al sesto di sier Zam Vituri, optimo maistro.
La fa far sier Bernardo Boldù, ajutato da molti ; è
povero, non so quello seguirà.
Et le nave si fa a Santo Antonio, per Lunardo
Brexam, ne viem per zornata molti legnami dal
Montello, dove fu sier Andrea Loredam, patron a
l'arsenal ; etiam ne viem di Veia.
Da poi disnar, fo pregadi. Fu posto per li savij , 53
quelli hano pagà tuta la tansa e l'imprestedo è
perso, videlicet pagando tutto O perdi.
Item, fu fato provedador per le camere da terra
ferma sier Zuan Batista Bonzi, fo provedador per
le camere, quondam sier Marin, 99 ; fo soto sier
Piero Capello, fo podestà a Vicenza, 96 ; et poi sier
Gasparo Malipiero.
Item, per li savij dil conseio, che le galie dil trafego vadi al suo viazo, andando a la Zefalonia, a incambiar una galia. Li sia manda ducati 500 per una
di sovention. Et questa fu presa. Sier Marin Bon e
sier Zuan Trivixan, savij ai ordeni, voleano l'andasse di longo, senza incambiar galia. Ave 30 balote. Tamen non andoe. Et ditte galie ritornò a Veniexia con gran danno di li patroni, et fo gran causa
il capetanio di esse galie.
Item, fo serito in Franza, et di l'hordine dato
di non aceptar li fuzitivi di Milano etc. in le terre nostre, et altre cosse. Parlo sier Francesco Trum contra la letera, et fu presa perhò l' indusia .
Da Roma, di l'orator. Come il fiol, ducha di
Valentinoys, quel zorno, a di 26 fevrer, intrò in Roma. Li andò contra do cardinali, li oratori, la fameia
dil papa e cardinali ; et di la soa intrata, per una letera più avanti serita, sarà tutto. Item, la madona di
141 MCCCCC, MARZO.
142
Forli stava nel palazo di Belveder. Il papa non dava
audientia per l'alegreza di la venuta dil fiol, et lacrymavit el risit a un trato.
Adì 5 marzo. Da poi disnar, fo pregadi. Non fo
il principe. Fo per expedir la materia di la letera si
scriveva in Franza, et li savij veneno d' acordo, et
fu expedita. Non so la materia.
Di Milam. El signor Lodovico è a Vegevene
assa ' grosso ; missier Zuan Jacomo Triulzi, a Novara.
Sguizari è fati richi per il depredar di Tortona.
Ascanio a Milan ; si voria partir ma non pol ; e
quelli citadini tremano, e non sa che farsi .
Noto, da terra ferma eri zonse, ed è principio,
50 villani per mandar su le galie. Fono posti in ter- ra nuova. Et la galia di sier Anzolo Orio si arma,
a pena trova ballestrieri ; adeo è poche zurme in la
terra di armar etc.
In questo conscio di pregadi ſono electi do provedadori sora i conti, compagni di sier Antonio Condormer, in luogo di sier Andrea Gradenigo è morto,
et sier Sabastian Zustignan, è ito orator in Hongaria. Il scurtinio sarà qui avanti posto, acciò tuto si
vedi.
DiHongaria, dil secretario, di 14 fin 26. Bone 146
letere, et fo gran credenze. Il re vol danari di subsidio, e romper al turcho, e far ogni cossa per ben
di la cristianità.
Electi do provedadori sora i conti
di ambasadori.
5 Sier Marco Arimondo, fo auditor
Di Trevi vidi una letera di 28 fevrer, di Hironimo di Monte. Avisa, in Lodi esser alozato missier
Antonio di Pij , Filipo Albanese, e missier Carlo
Secho, con 160 homeni d'arme. A la piaza, a le
porte, al ponte su Adda sono provisionadi 700.
Item, a Rivolta Secha el conte Alvixe Avogaro con
homeni d'arme 60. Atorno Lodi, di fora, ne le
ville, el conte Zuan Francesco di Gambara, con la
compagnia di missier Alexandro Coion, e Lodovico
diVilmerchà, homeni d'arme 140. In Trevi e intorno, la compagnia dil signor governador, con
cavali 1500, provisionati 1000 ; li altri fino a la
summa di 3000, sono sparti in Cremona, Castel
Lion, Pizegaton e Casal Mazor. Item, nostri stanno
senza offender nè esser offesi. Dil signor Lodovico, è
più tosto superior di forze cha inferior, per haver
homeni d'arme borgognoni in gran numero e alemani assai pedoni. Missier Zuan Jacomo era a Mortara ; par habbi abandonata, e sia tirato versso Po.
Stima il Moro, per aver favori da li populi, sarà superior, non rompendo nostri di qua; ma, rompendo, li saria forzo divider le sue zente. Da Milano fu53 gano robe assai, vano a Bergamo e Crema. Tamen
non vien citadini, ma qualche merchadante. Carestia
hanno assai in Milano, e tumulti ogni di fra quel populazo ; e sono reauti per sentir francesi non passano cussi gaiardamente come temevano, e gebelini † 3 Sier Gasparo Malipiero, è provedastano gaiardi, per l'ingrossar fa il signor Lodovico
in campagna ogni dì. Eri si have letere di domino
conte Troylo Scoto, capo di la parte gelfa, vol socorsso per esser quella terra divisa, e molti eridano :
Moro ! Moro ! Nostri li mandò cavali lizieri 200, с
provisionati 500, si chome el ditto richiese. Et da
Milano fin qui la strada è libera cussi per lhoro, соme per nui ; et nui non havemo alcun contrasto.
vechio, quondam sier Christoforo . 53.93
15 Sier Vetor Marzelo, fo a le raxon
vechie, quondam sier Alexandro
1 Sier Francesco Querini, el provedador di comun, quondam sier Hironimo
10 Sier Hironimo Loredam, fo provedador sora i oficij , quondam sier Lorenzo
14 Sier Beneto Vituri, fo auditor nuovo,
quondam sier Zuanne
11 Sier Jacomo Michiel, fo baylo in Cypro, quondam sier Thomà
2 Sier Antonio Marim, fo a le raxom
37.107
76.68
32.105
66.75
65.75
vechie, quondam sier Zuan, dotor 71. 74
6 Sier Carlo Contarini, quondam sier
Jacomo, da Sant' Agustin
7 Sier Carlo Salamon, fo sora i gastaldi, quondam sier Marco .
9 Sier Zorzi Zorzi, fo podestà e capeta37.101
37.109
nio a Mestre, quondam sier Andrea 57. 88
8 Sier Alvise Gradenigo , fo auditor
novo, quondam sier Domenego, el
cavalier .
20 Sier Marin Sanudo, fo savio ai ordeni, quondam sier Lunardo
44.102
47.95
dor sora i oficij, quondam sier Michiel . 91.53
12 Sier Lauro Venier, fo a la camera
d' imprestidi, quondam sier Marco 45. 95
19 Sier Piero Contarini da San Patrinian, quondam sier Zuane
13 Sier Zuam Dolfim, fo savio ai ordeni,
de sier Nicolò
60.79
11.101
MCCCCC, MARZO. 144
54
143
17 Sier Jacomo Trivixam, el grando,
quondam sier Silvestro
† 4 Sier Marco Loredam, fo a le raxon
vechie, quondam sier Domenego
6 Sier Piero Marzello, fo di pregadi,
quondam sier Filippo.
18 Sier Nicolò Trivixan, el grando, quondam sier Cabriel, da San Stai
menar a qual conseio li piace. Ave 24 non sincere,
55. 83 223 di no, 924 di la parte. E fu presa.
Item, fo electi a Bergamo alcuni , qualli non passò.
82. 60 Et fato a Riva sier Piero Foscolo, et le altre voxe
andono zozo.
74.71 È da saper, a la parte messa per li avogadori,
parlò sier Bernardo Boldù, di sier Filippo, contra,
44. 96 dicendo per conscientia parlava, et fè rider el gran
conseio ; adeo si ruinò dil mondo. Et poi sier Vicenzo
Grimani, di sier Antonio, andò in renga con granı
sumissiom, dicendo era contento di ogni conseio per
expedirsi.
Adi 6 marzo. In questo zorno l'orator dil re
di Polana, va a Roma, vete le zoie nostre nel santuario.
Da poi disnar, fo conseio di X; et nulla nova se
intese.
Adi 9 marzo vene letere di mar, da la Zefalonia, di 9. Come sier Antonio Querini à mosso la bombarda, et reliqua. Item, par a la Prevesa quella arma'
si va pur fazando.
Da poi disnar, ſo pregadi, per far la comission
a li oratori nostri vano in Hongaria. Il colegio fo diAdi 8 marzo, da Crema et di Trevi. Se intese,
per letera abuta da domino Ambrosio Triulzio, gubernator regio in Lodi, di 6, come ha da domino
Theodaro Triulzi, che novamente missier Zuan Jacomo e il Moro hanno fato una scaramuza insieme | viso; non ſo expedita.
con la lhoro gente, et tra morti, presi e feriti, ne A di X marzo. Da poi disnar, fo pregadi , et manchavano del campo del Moro persone 1500, tra ❘ expedito la comission a li oratori in Hongaria, mana piedi et a cavallo. Et è venuto uno fiol di missier ❘ dati per far la liga general etc.
Rolando Palavicino, fu preso in essa scaramuza, dice el medesimo, e dice el fratello dil marchexe di Mantoa, missier Johane, è partito di campo e montato in
una barcheta con tre cavalli etc.
Item, per via di Trani se intese, chome oratori
dil signor Lodovico, di Ferara e Mantoa, passavano
a la Valona per andar al turco.
Item, fu posto per li savij, dar licentia a domino
Zuan Campezo, doctor, leze a Padoa in jure, possi
venir qui a difender sier Antonio Grimani ; et cussi
la ditta parte fu presa. Ave 27 di no.
Da Ferara. Par il ducha mandasse una bombarda al signor Lodovico, suo zenero; si scusa era
sua, perhò ge la rese.
Da poi disnar, fu gran conseio. Fo stridà i ladri Adì XI marzo, da matina. In quarantia fo me- 54
per sier Pollo Pixani, el cavalier, avogador di comun, ❘ nato per li avogadori quelui in habito di maschara
justa il consueto ; e tra li altri sier Francesco Cor- ner, fo camerlengo a Padoa, e Renier Venier.
Item, fo leto per Zuan Jacomo una parte presa nel conseio di X, zercha le munitiom, sia mandato inventario al conseio di X con pene etc. Et in execution, fo scrito per tutti, e si have li aventarij, li qual fono posti sopra un libro , et comesso a Enea la
cura.
amazó uno a la bocha di marzaria, a nona, qual era in bando per li cinque. Introduse el caso sier Polo Pixani, el cavalier. Rispose sier Daniel Zucuol, dotor,
avochato, ma non compite; et rimesso a un altro
conseio.
Dapoi disnar, fo pregadi, per li avogadori, sier
Nicolò Michiel, dotor, cavalier, menoe sier Hironimo
Trum, quondam sier Priamo, fo castelan a Lepanto,
Poi sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier, avoga- per haver dato il castello a' turchi ; merita li sia taia
dor di comun, andò in renga per menar uno articolo | la testa. Et parlò benissimo. El qual sier Hironimo
di una parte, presa in pregadi, zercha esser menà
sier Antonio Grimani, procurator, fo capetanio zeneral di mar, im pregadi, dicendo lo volleva menar a
gran conseio. Et cazadi li parenti di li consieri e
savij messeno la parte, tra li qual fui Jo Marin Sanu- do, olim savio ai ordeni, et etiam li parenti di sier
Antonio Grimani e di patroni di le galie grosse. Et
parlato sapientissime, messeno tutti tre li avogadori,
sier Nicolò Michiel, sier Marco Sanudo e sier Polo
Pixani, di taiar quello articulo, atento hanno libertà
Trun fo menato li, vestito a manege strete, et sier
Zuam Moro, fo retor, vestito a manege a comedo ;
el qual etiam fo menato insieme dal ditto avogador,
per haver dà Lepanto al turcho contra le leze ; era
vestito, dito sier Zuan Moro, di negro, manege a
comedo; havia avochati domino Rigo Antonio, Andrea di Bolzan et domino Michiel Pensaben. Et il
principe non fu im pregadi; leto le scriture, altro
non fo fato.
Adì 12marzo. In quarantia criminal fo menato
115 MCCCCC, MARZO. 116
55
il caso di la maschara. Li cinque di la paxe lo ajuta. | savio dil conscio, e uno altro savio a terra ferma,
Compite di parlar sier Daniel Zucuol. Li rispose sier
Marco Sanudo, l' avogador; O fato .
In questa terra era domino Zuan Paulo Manfron, tornato di Reame, et dia andar in Friul con la
soa compagnia. Item, Gorlim da Ravena, contestabele, e capetanio di fantarie, stato a la difension di Pisa, vene qui oferendossi a la Signoria nostra.
Da poi disnar, to pregadi. Da Lodi si have, nostri
haver corsso su quel di Margnan, propinquo a Milan, haver brusato etc.
Di Antivari. Di certa coraria fata li per turchi,
et sier Andrea Michiel, provedador in Albania, esser
andato di hordine di la Signoria nostra a poner il
bastiom di Narenta su quel dil turcho.
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragandin, conte. Di
certa coraria fata su quel conta' per turchi ; anno
preso 50 anime; nostri ussiteno etc.
In questo pregadi fo menati sier Zuan Moro e
sier Hironimo Trum. Non fu il principe. Parlò per
il Moro domino Rigo Antonio, per il Trum domino
Venerio di Faenza. Et sier Marco Sanudo volse parlar, non fu lassato per l'hora tarda. Messeno di procieder, prima dil Moro, non sincere 49, di no 21 , di
procieder 68 ; et il Trun, 41 non sincere, 23 di no,
73 di sì . Et fu preso de procieder.
A di 13 marzo. In quarantia fo seguito pur il
caso di la maschara. Parló domino Bernardin di
Grassi, dotor. Et fo rimesso a luni.
elezer do provedadori per colegio, quali per otto
zorni vadino con Zuan Paulo Manfron in Friul, a
veder li passi, per li qualli turchi poleno venir in la
Patria; e a l'incontro li savij messeno mandar inzegneri etc. Parlò primo sier Nicolò Trivixan. Rispose
sier Polo Barbo; poi sier Domenego Bollani, fo a
Udene; poi sier Zuan Morexini, etiam fo a Udene ;
poi sier Piero Moro disse haver desegni e inzegni
etc.; poi sier Francesco Bollani, e disegnò la Patria.
Im pregadi andò le parte : 61 di savij , 84 dil Trivixan. E fo presa.
Item, fu posto per alcuni savij, licentiar la nave
dil Coresi; con questo, dagi segurtà di ducati 4000,
non armarla per il turcho, va a Patras. Sier Piero
da cha' da Pexaro, savio ai ordeni, parlò contra. Li
rispose Polo Barbo. Tandem il Pexaro vense, di non
lassar.
Noto, in questa terra era molte sarache; et fo
divulgate, per venir quelle di paexe di turchi, erano
atosichate, adeo pochi ne comprava; et ne era bon
merchato in la terra.
Adi 14 marzo, vene letere di Roma, di l' orator, di 8. Non molto bone. Il papa vol etc. Item, da
Napoli, di sier Francesco Morexini, dotor, orator
nostro, come l'orator dil turcho si partiva con uno
orator dil re, va dal signor turcho.
Item, si ha per via da Ragusi, da Constantinopoli, di 22 zener, come era stà vendute le robe di
nostri merchadanti a Constantinopoli, et li danari
posti nel casandar dil signor. Et sier Andrea Grati
esser morto, e li altri venduti per schiavi, ma non
fu vero; imo tutti fono posti in Castel Novo, in Mar
Vene letere di Franza. Quello era non se intese; Mazor; le robe fo ben vendute, et li fevano bona
Oda conto.
In questa matina, sier Anzolo Orio, soracomito,
parti. Al qual li fo dato molti homeni di terra ferma,
veniva per zornata ; et sier Alvixe da Canal messe
bancho ; et si atenderà ad armarlo.
Da Milam. E il signor Lodovico par sia in li borgi
di Novara, à 16 milia persone; e missier Zuan Jacomo è in la terra, par non dubiti ; la rocha è ben fornita di francesi e vituarie. Item, di la coraria fata per
nostri mia 6 a presso Milan, videlicet cavali 500, et
brusó uno palazo di Palavesini, e fato butini per valor di ducati 1500, et per ogni via si ha, todeschi si
moveno in ajuto dil Moro.
Da Ferara. Par el cardinal San Severim sia stà
portà ferido a Milan , et Frachasso non si trova;
tamen non fu vero.
Di la venuta di turchi in Friul si ha per molte
vie, adeo sier Antonio Loredam, el cavalier, luogotenente a Udene, facea molte provisiom, posto in hordine provisionati, e fato tutti porti arme.
compagnia.
Du Verona. Il marchexe di Mantoa fa gran guarde diurne e noturne a li soi castelli, e non si move
in ajuto di suo cugnato, signor Lodovico ; tamen è in
hordine di zente.
Da poi disnar, fo conseio di X, et fo preso di
far do provedadori in li castelli di Corfu, oltra li
castellani vi sono, per il conseio di X, con ducati 50
al mexe, per mexi 6, con 50 provisionati.
Da Treci, di sier Piero Marzelle, provedator 55
zeneral, di XI. Come ozi, hessendo ussiti di Cassano
alcuni cavali lizieri e pedoni, e havendo arsaltato le
guardie nostre, subito il governador mandò fuora li
ballestrieri, e alcuni soi cavali lizieri, qual fono a le
man, e feno si ritirono dentro da Cassano, prosequendoli fin su le fosse di la terra ; e, serati, maj
Fu posto per sier Nicolò Trivixam, procurator, ebeno ardir ussir fuora. Fu amazato in la scaramuza
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III. 10
147 MCCCCC, MARZO.
118
el caval solo al signor Ypolito, nepote dil governador, qual fu di primi azonse. Et poi il governador
ussite con lui provedador e certi homeni d' arme, e
si messeno su certa pradaria, per mezo Cassano, dentro del qual è cavali 60 lizieri e fanti 200. Li nostri
menono via alcuni capi di bestiame, e alguni presoni,
si che fino a hora nostri non feno alcun movimento,
per non haver ordine di la Signoria nostra ; ma,
havendo hordine, li basta l'animo far una bella ponta, fin su le porte di Milano. Item, per uno messo à,
eri si mandava vituarie in Agnelina, per 3000 fanti
e certi cavali dieno passar in favor dil signor Lodovico, e dovca zonzer a Como 33 boche di artilaria.
E Ascanio aver ditto : Costoro vuol francesi, e nui
toremo todeschi e turchi ; ma meglio saria acordarsi
insieme, e cazar francesi. Item, el signor Lodovico è
atorno Novara col campo, e haver nel suo exercito
1200 pedoni, 4000 cavali, la mazor parte lizieri , tra
i qual pedoni è da 500 in 600 italiani ; e havea butato zoso zercha passa 40 di muro; ma quelli dentro
erano fornifichati con un reparo, e slevano con grande animo. E avea visto ditto signor Lodovico molto
di mala voia, e senti dir el butava via i soi danari,
perchè pagava persone che non lo obediva, videlicet
todeschi. Poi andò a trovar missier Zuan Jacomo a
Mortara, qual dice haver 4000 pedoni e 3000 cavali,
e non si vol mover, se prima non è zonto 200 lanze
savogine, che di di in dì l'aspeta; e, zonte sarano,
farà intender qualche bella cossa, e non havea alcuna
nova dil socorsso di Franza.
In questa matina, el barico di Garzoni di novo 56
falite, et fo gram murmuration in la terra, haver relevà bancho, e poi, abuto li danari, haver falito. Et
il principe disse in colegio, che marani li havia trato
30 milia ducati di bancho, et ditti Garzoni andono
in uno monasterio, e dicitur à li danari. Et da poi
disnar, in Rialto fu fato una crida, che tutti li creditori si reduga a San Zuane di Rialto, de præsenti,
perchè voleno far li cai di creditori dil ditto bancho
di Garzoni .
Et in quarantia fo sul caxo di la maschara. Parló
sier Marco Sanudo, l' avogador. Li rispose sier Daniel Zucuol, doctor, et messo di procieder, fo 12 ...
9 ... 18 ...
Et è da saper, in questa matina li creditori dil
bancho di Garzoni andono a la Signoria dolendossi
molto, e fo gran remor.
Da poi disnar, fo pregadi. Et sier Polo Pixani, el
cavalier, avogador, andò in renga, dicendo era sta
di ordine di la Signoria a cha' di Garzoni, à parlato
a sier Andrea di Martini, cugnado di sier Andrea di
Garzoni, e sier Francesco Bragadim, suo zenero, e
dimandato dove erano, risposeno non saper ; et dimandato di libri e scripture, disseno non saper ; si
che sarà dificile.
Et messeno sier Nicolò Michiel e sier Polo Pixani, avogadori di comun, il terzo collega non era im
pregadi, che li ditti Garzoni doman a nona habino
manda a presentar in l' oficio di la avogaria li libri
vechij e nuovi dil bancho, zoruali, vachete e scriture ;
et, nol fazando in termine di zorni tre, si debino presentar a le prexom. Et ditta parte ave 8 di non sincere, 12 di no, 145 di sì. Et cussì, a una hora di
note, fu fato questa crida in Rialto ; et il zorno seA d 15 marzo. Fu gran conseio, e fu posto
parte per li consieri, di chiamar el gran conscio ogni
di di quest' altra setimana e l'altra, a petizion di
avogadori di comun, e vegni ben tutti, sotto pena
di Xducati. Ave 5 non sincere, 162 di no, 779 di sì. ❘ quente li libri fono apresentati a l'avogaria tutti .
Item, fu posto per li consieri la gracia di quelli
da Chersso. Et sier Lucha Minio contradixe, et fo
rimessa a un altro conscio.
Noto, sier Michiel Salamon e sier Nicolò, suo fiol ,
a un trato a do capelli tochono ballota d'oro, et il
fiol intrò, li tochò la prima voxe a Bergamo, tolse
suo padre, ma non passò.
Noto, di Franza, di 22 fevrer, non si ha letere,
quod est mirum; et par Ferara, Mantoa e Bologna
siano scoperti col signor Lodovico.
A dì 16 marzo. In colegio, fono clecti do provedadori in Friul, andar a veder li passi. Rimase sier
Alvixe Loredan, fo a Monopoli, et sier Piero Moro,
fo patron a l'arsenal ; et el Loredam era intromesso
per li syndici, e, inteso non lo volevano lassar andar,
refudoe e fu fatto in suo loco.
Et li creditori se reduseno in gran numero a
San Zuanne di Rialto, per far li cai di creditori. Fo
gram remor et nulla feno.
Item, ozi im pregadi fu posto per li savij ai orde-
❘ni, che li patroni di le galie di viazi, debino apresentar iu termine di zorni 3 li danari sono ubligati, e
serar la charata sub pœna etc. E fu presa.
Item, fu posto mandar Gorlim da Ravena con
300 provisionati a Udene ; e fu presa, e mai non fo
expedito.
Item, fu posto mandar 200 fanti a Corfù, sotto
do contestabelli, videlicet provisionati, quali fono Piero Grimaldo et Piero Pessina, come dirò più avanti ,
al loco suo.
Di Roma, di l' orator. Di certa oration fata per
il papa in concistorio, in re christiana. Eravi li ora-
149 MCCCCC, MARZO. 150
56
tori Franza, Spagna, Hongaria, Ingaltera, Portogallo,
Napolli, il nostro et di fiorentini ; e tutti parlono a la
volta lhoro. Eravi per il re Fedrico, domino Etor
Pignatello e il Sperandeo, qualli disseno saria buon
unir Italia, prima. Il papa li fè un rebuffo; et poi il
papa parlò a li oratori di Hongaria, vol aldirli in materia dil matrimonio etc. Era etiam di Rossia.
continuo ne viene fatto da molti, et particularmente
de præsenti per Paulo Bilia, nostro canzeliero, in
questa soa ritornata a noi , del bono animo de tutli e
del bon modo servato al guberno et conservatione
di quella cità, ne ha portato piacere; et, laudando
il tutto, vi confortamo ad perseverare ne la bona
dispositione dimostrate, perchè, oltra che'l ne habia
Da Trevi, di 13, di Hironimo di Monte. Come ad esser grato, speramo in nostro signor Dio, ne
eri nostri a Cassano passono Adda, e trascorseno el la justicia e ne le proprie forze, fare a modo che non
pacse; feno botino di bestiame, e alcuni presoni ; et solo quelli citadini et populo, qual particularmente
alcuna provision non è a l'incontro. A quelli confini amamo, ma anche li altri amici et servitori, potrano
si potria, chi volesse, ogni di corer et far preda. Il securamente testificare qual sia sempre stata la fede
campo dil ducha è atorno Novara, ha butato zoso loro versso noi. Et perchè in particulare quelli cita- 40 braza di muro; quelli dentro ha reparato più dini sapiamo che non ce sia stato molesto el modo
•forte che 'l muro, e missier Zuam Jacomo à messo servato al guberno de la cità, et che da noi hanno
dentro 1000 homeni da defessa, oltra quelli erano ad sperare et expectare gratia et bonissimi tracta- 57
prima. Si dubita pur qual perdendosi, saria forzo menti, per le presente, sotoscrite de man nostra,
che missier Zuan Jacomo se retiri di là di Po, e liberamo ciaschuno de quelli citadini, di qual sorte
lassi de qui al Moro Mortara e Bassignana , con si voglia, da omne culpa et pæna in la qualle potestutta Lomelina, perchè el Moro è potente el dopio sero esser incorssi per cosa alcuna, perchè nostra
più di lui im campagna, e s'ingrossa ogni di de alle- | intention hè, de volere lo amore de li subditi et non
altro. Et cussi ogniuno ha ad stare de bono animo,
como più largamente intendareti da Paulo predicto,
al parlare del qualle prestarete fede, non mancho
che se noi proprij ve parlassemo.
mani e borgognoni. Fo dito, eri zonse a Como 30
boche di artilaria grossa di terra todescha; si dice
vien per offesa dil castello di Milan, si che, non venendo socorsso di Franza, quel stato è per perdersi.
Lodi sta bene a la devution di francesi : questi lochi
di Geradada e cremonese hanno inclination assai al die X marcij 1500.
Moro, et, se potesseno, credo fariano malli effeti etc.
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et capetanio, di 14. Come el signor missier Zuan Jacomo
ha serito a Lodi al provedador e nepote, di XI, che
omnino debano perseverare a la comuna impresa,
spingendo avanti el nostro exercito, che in brieve
spiera indubitata vitoria de li comuni inimici, e che
Novara era in tutto asecurata, e presto ne farà sentire bone novelle, laudando usque ad astra missier Ambrosio Triulzi, suo nepote, per haver fato venir
L in Lodi el nostro proveditor, remetendossi sempre
dil tutto al voler di esso provedador e condutieri.
Item, per messo, di Piasenza si ha, quella citade è in
ogni dispositione versso il christianissimo re, e volentiera aceterano uno governador di sua majesti.
Copia di una letera scrita per el signor Lodovico
a' piasentini, li quali risposeno esser francesi,
e, non vedendo altro, voler perseverar in la fede.
Dux Mediolani.
Dilecti nostri, noi non dubitassemo mai di la fede
et amore vostro, et tutti quelli citadini et popullo versso noi, et niente di meno el testimonio, quale de
Ex castris nostris felicibus contra Novariam,
Sotoscrition etc. LUDOVICUS.
B. Calchus.
La manssion : Spectabilibus et egregiis viris dilectissimis nostris ancianis et præsidentibus comunis
Placenticæ etc. præsentatæ fuerunt die undecimo, et
lecke .
Adi 17 marzo. Questa matina fu fato in colegio,
in luogo de sier Alvixe Loredam, ad andar a veder
li passi di Friul, et rimase sier Anzolo Barozi, era
di pregadi, fo di sier Alvixe, et fo ballota ducati 100
da darli, per farsi le spexe, et presto si parte.
In questo zorno, fo compito di lezer il processo,
ch'è grandissimo, a sier Antonio Grimani, procurator, capetanij di nave et galie di Barbaria et patroni. Erano li avochati tutti li primi di questa terra,
et sier Zuan Antonio Minio, avochato fiscal, di voluntà di la Signoria nostra, et domino Zuan Campezo. Et a lezer ditto processo steteno zorni ...
Vene unogripo, con letere dil capetanio zeneral,
di 18 et 23 fevrer, da la Zefalonia. Chome turchi
haveano tolto a' nostri il bastion feno, et questo per
una cava feno subteranea, per la qual veneno et lo
pigliono. Item, si have di 6 marzo da Corfù, per la
151 МОССОС, MARZO. 152
57
cho vechio, tutti tre refudono, come dirò qui soto.
A dì 18 marzo. Se intese, el signor Lodovico
esser partito di Novara, e venuto a Vegevene col
campo. Et in questo zorno in questa terra comenzó a
piover, che era tre mexi non havia piovesto, et cra
gram sicità in la terra etc.
Noto, sier Andrea Michiel, provedador in Albania, per hordine dil conscio di X, fo mandato ai Redoni a far quella terra ai Covrili ; et fo mandato Marin di Greci et altri a fabricharla.
venuta di 4 nave state im armada, vien a disarmar, | sier Jacomo, quondam sier Picro. Et li primi dil banqualle è sora porto, videlicet la Zustignana de sier
Beneto, la Malipiera, el belingier di Pexari, et una
altra. Dicono el zeneral esser levato di la Zefalonia,
evenuto a Corfù con le galie sotil, et havia dà licentia a le galie di Alexandria et Baruto, venisseno a
disarmar. Restava sier Pangrati Zustignan et sier
Carlo Valier, con do galie grosse, et sier Nicolò Pasqualigo, et uno altro governador li al Zafalonia, a
levar le anime di la isola volevano venir via, et
quelle meterle al Zante. Item, sier Tomà Zen, el
cavalier, havia auto licentia dal zeneral, e veniva in
questa terra; et li do provedadori di l'armata erano
partiti, uno a la volta di Cataro, l'altro a Durazo ;
et che quelli di la Zefalonia, di l' ixola, à volesto dar
a' nostri ducati 4000 da pagar stratioti, et non si
dovesseno levar e abandonar l'impresa. Item, sier
Marco Orio era stå ferito in la faza di una piera, e
con la nave, di la qual è capetanio, venuto versso el
Zante. Item, che nostri, hessendo a campo a la Zefalonia, feno 4 collonelli, videlicet schiavoni e alba- nesi, spagnoli, francesi et italiani, con questo hordine, el primo havesse la terra, che li fusse dato
ducati 2000, et il loco a sacho ; et tamen nulla feno
contra la prodeza di turchi, che non erano in tutto
nel castello ...
Or, di tal levata dil zeneral fo gran mormoration
in la terra. Era stà perso tanto tempo, e fata tanta
spexa con tutta l'armata a una bichocha, si pol dir,
e non l'aver obtenuta. Et il zeneral fo molto biasmato et quelli governadori fono mandati, e fo ditto
mal di sier Francesco Zigogna, provedador di la Morea. Post fo colegio col principe a consultar.
In questa matina, veneno in colegio li creditori
dil bancho di Garzoni, dolendossi assai, dimandando
di haver li libri, et hessendo contraversia con li piezi
di banco nuovo, la Signoria li disseno, li libri erano
in l' avogaria, e fazino tre capi dil bancho vechio, et
tre dil bancho nuovo. Et cussi andono al bancho,
In questa matina, fu fato la cria, che li creditori
dilbancho a San Zane Pollo si dovesseno ozi redur ;
et cussi reduti, elexeno cai dil bancho vechio sier
Alvixe Contarini, quondam sier Jacomo, sier Christofal Soranzo, quondam sier Beneto, et sier Alvixe
Liom, de sier Jacomo.
Et etiam fu fato la cria in Rialto, li piezi dil bancho nuovo si reduga in chiesia di San Zuanne di
Rialto, a far li cai di piezi ; et elexeno sier Piero
Barbo, quondam sier Nicolò, sier Alvise Zustignan,
quondam sier Marco, et sier Piero Contarini, quondam sier Zuane.
Noto, li Marchoni, boni citadini, etiam faliteno,
e tolseno la fida per ducati 25 milia, si che la terra
à di gran strete.
In questa matina, in do quarantie civil fo expedito il caso, et la sententia fata al zudegà di procuratori, di li procuratori con li Bernardi, per certa possession di un da cha' Dandolo. Parlò per i procuratori
sier Zuan Antonio Minio. Rispose sier Alvise Zorzi .
Or la dita sententia fo taià : una non sincera, 17
di no, 27 taià in favor di ...
Da poi disnar, fo conscio di X con zonta di colegio, et poi lhoro elexeno provedadori di li castelli
di Corfù, con ducati 25 al mexe, sier Nicolò Corner,
fo governador a Monopoli, quondam sier Antonio,
et sier Marco Antonio Contarini, di sier Priamo,
molto amato e praticho a Corfù. Fu soto sier Marco
et il Corner refudoc.
qual fu averto; et dicitur, trovono in una cassa du- | Zen, fo camerlengo di comun, quondam sier Piero ;
cati 400. Item, sier Andrea di Garzoni era in li Frari
menori. Fo ditto Zuan Batista, suo fiol, esser ito a Da Trevi, di sier Piero Marzello, provedulor zeRoma, e Agustin a Mantoa, e haver partido tra lhoro neral di 16. Come eri, si ha per letere dil conte Alviducati 14 milia ; tamen non fo vero. Et poi disnar, xe Avogaro, comparseno su la riva di Adda, a l' inse reduseno a San Zane Pollo li creditori dil banco contro di Rivolta, cercha 100 provisionati, con li qual
vechio, et feno tre capi : sier Hironimo Grimani, quon- scaramuzono li stratioti erano a la guardia di quel
dam sier Bernardo, sier Zuan da cha' Taiapiera, loco, e certi fanti ; e quelli, ritraendossi, cerchavano
quondam sier Alvixe, et sier Batista Morexini, quon- condurli in arguaito ; ma, discoperto, comparsseno
dam sier Carlo; et dil banco nuovo : sier Domenego cavali 150 lizieri in zercha, fra li qualli era qualche
Zorzi, quondam sier Francesco, sier Marin Grimani, homo d'arme, et provisionati 500 ben armati, e
qunalam sier Piero, et sier Piero Marzello, quondam | fono a le man con li nostri. Fo feriti alcuni di l'una
153 MCCCCC, MARZO. 154
e l'altra parte, presi do nostri fanti, et morto el ca- Item, fu posto le decime numero 56 et 57 dil
58 valo soto domino Bernardin da Nona, capo di stra- monte nuovo siano astrete a pagar per tuta la setitioti, qual si ritrova a quella guardia. Item, ozi per mana, e li debitori di la meza tansa, aliter siano puletere dil conte Alvise preditto si ha, aver per uno blicati, e pagi con pena. Et fu presa. Et etiam vofante, fo questa notte a Melzo, questa matina esser lendo far un scurtinio di tre, a vender le caxe di
zonti 600 alemani, per lui numerati a Melzo, ove debitori, fono electi do solli : sier Alvise da Molin,
sono alogiati. E il conte Guido Torello eri matina savio dil conseio, et sier Nadal Nadal, è di pregadi,
alozó de li, con molti homeni d'arme, e doveano ❘ et uno altro. Adeo, per non haver scontri, non fono
venir di altri ; preparava alozamenti in le caxe, et è balotadi.
fanti zercha 300 italiani, e Frachasso dovea venir ad
alogiar, e da Melzo insino di qua da la toreta qui
vicina, haveano fato le spianate. Et per do altri, di
ditte spianate si ha. Conclude, è necessario al tuto la
venuta dil roy, aliter per la pocha obedientia hanno francesi a missier Zuan Jacomo, le cosse non
succederano forsi secondo el desiderio nostro etc.
Adi 21 marzo. In questa matina il bancho di
Pixani ſo in gran fuga; fè portar sachi di danari in
bancho a 12 fachini ; ma nulla valse la briga ; trazeva a furia ; e molti richi, è soi parenti, li portava
danari per imprestedo.
Da poi disnar, fu gran conseio, et electo pro- 58 *
vedador in armada sier Hironimo Contarini, fo provedador in armada, quondam sier Moisè. Vene per
scurtinio, et per eletiom; fo suo scontro sier Marco
Adi 19 marzo. Fo gran pioza: O fu. Fo ditto a
Lavrana turchi esser venuti propinquo a scorsizar etc.
Adi 20 ditto. In colegio fo terminato per la Si- | Orio, è vice capetanio di le nave. Et in scurtinio,
gnoria, li cai di creditori dil bancho di Garzoni po- ditto sier Hironimo ave 88 ; sier Jacomo Venier, fo
teseno veder i libri dil bancho nuovo, ma non dil | capetanio in Fiandra, quondam sier Bernardo, 69 ;
vechio. E noto, li piezi dil bancho di Lipomani, qual
volleva relevar, inteso questo di Garzoni, andono a
li governadori a farsi dipenar ; sì che è im pericolo
di ruinar.
Item, in questa matina ſo trato di bancho di Pixani da ducati 20 milia, per dubito; tamen à gran
polso. Et dicitur, à posto in zecha da ducati 50 milia ; pur ogni di si trazeva.
Da poi disnar, fo pregadi. Leto letere di Hongaria, di 9 zorni venute, zercha la liga si trata. Fo ditto
esser optime letere. Li oratori nostri ancora non
sono zonti a Buda dal re.
Di Franza, di l'orator nostro, da Liom, di X.
Come il re a dì 6 zonse li, e mandato monsignor di
la Trimolia di qua da' monti con 250 lanze; si che
non mancherà a le provision.
sier Lucha Querini, è provedador a Corfù, 61 ; tolti
numero 24.
Da Trevi, di sier Piero Marzelo, provedador
zeneral, di 17. Come ha auto da uno, tornato di
campo dil signor Lodovico, come el campo ditto è
in do borgi di Novara, et per uno altro borgo si
pol intrar e insir di la terra. Erano zercha 16 milia
persone, videlicet a piedi 10 in 12 milia todeschi, et
fanti 600 italiani, 300 homeni d'arme et 500 borgognoni a cavalo. E la setimana passata haveano
dato una bataia a la terra, ne la qual fo ferito el signor Galeazo di uno sasso ne la faza, nè sa dir el
giorno ; e le artilarie grosse erano spezate, e tiravano solum con algune spingarde, e fazeano pocho
danno, e li todeschi principiavano a partirse. E havia
visto andar alcuni versso Como: era stà fato bando,
pena la forcha, non fusseno lassati passar. Et per
uno altro, venuto ozi di Milan, che eri sera, ritrovandossi in corte vechia, vete venir li abbati de li
mestieri con li boletini de li danari haveano cadaun
de thoro volontariamente scosso da li soi mestieri ;
etiam alcuni consuli de le ville, e portavano danari
seossi ad 2, 4, 5, in fino a Xducati per villa. Era,
Item, si have, come difusamente scriverò di soto, | judicio suo, zercha ducati 300, et li zenthilomeni haesser intrato im Piasenza, per nome dil re di Franza, domino Sonzin Benzom nostro, at domino Ambrosio Triulzi, nievo di missier Zuan Jacomo.
Di Milam. Il castello traze a la terra, e par il
signor Lodovico habi mandato a dir a Milan, si disfazi li calesi ; unde, quelli non hano voluto. Et missier Zuan Jacomo Triulzi à mandà a Milan, nomine
regis, a perdonar a tutti la rebelion fata. Item, par
ditto signor Lodovico sia ritrato a Vegevene, e missier Zuan Jacomo a Mortara.
Item, fu posto per li savij di elezer domenega
uno provedador di l'armada, in luogo di sier Thomà Zen, el cavalier, à mandato a refudar.
veano fata la descrition de li arzenti de tute le chiesie, e haveano tolti tuti quelli li parevano superflui,
e mandatoli a la zecha, e promesso pagarli per comun. Judicha sarà per bona summa di danari. Item,
ogni di li zonzeva qualche fante todesco disarmato,
per andar in campo ; era solum 200 fanti a la guar-
155 MCCCCC, MARZO. 156
tutti parla dil suo mal governo.
da dil cardinal Ascanio, e li repari contra el castello | sier Toma Zem, el cavalier, vien con mala fama; e
se guardavano di e note per el populo. Dal qual castello si treva continue contra la terra, e feva pocho
danno. Item, scrive esso provedador, gionti sarano
li guastatori di Bergamo, si principierà far contra
Rivolta di là di Adda un revelino da riparo, per poter tenir qualche fante, e haver l'aditto aperto da
poter gitar un ponte ; majudicha, per le zente redute a quelli contini, si haverà qualche dificultà, e si
farà per forza.
Item, è stimulato continue dadomino Ambrosio
Triulzi a passar di là con l'exercito, per conservar
quelli populi in la fede dil re.
Di Trevi, di sier Piero Marzello, provedador
zeneral, di 18. Come per uno, mandò in campo dil
signor Lodovico, à inteso ozi, parti a dì 9, che haveano dà la bataia a Novara, et O fato, per non haver artilarie, solum do passavolanti , et 6 falconeti. E
uno cortal havea si rupe, e amazó uno signor Lodovico de Rosano. Ha in campo, tra sguizari e todeschi, fanti zercha 12 milia, et 1000 italiani, homeni
d'arme, borgognoni 600, et cavali lizieri 1000. Et
a dì 12 feno la mostra. Et hessendo ritornato a Milan, senti il cardinal di San Severino esser partito
per andar in Alemagna, a trovar el re Maximiano ,
insieme con 4 zenthilomeni milanesi, 4 di Pavia, et
4 comaschi, per far instantia, soa majestà vengi im
persona a favorir il Moro. Item, in Novara è 500
Ad 22marzo. Fo ditto esser stà preso per nostri a Piasenza uno burchio di monition, mandava il
ducha di Ferara al signor Lodovico, o ver, per dir
meglio, certi cari. Le à tolte Sonzim Benzon, condutier nostro, et quelle date a li citadini di Piasenza. | homeni d'arme francesi, e fanti 200, ben fornita di
Item, intisi di sguizari 12 milia, dovea venir in
ajuto dil signor Lodovico, et che tre episcopi menava la trama col re di romani, che, partiti, li toria il
stato lhoro. E par uno di quelli episcopi venisse a
morte, à confessa questo tratato, unde sguizari à
preso uno di essi episcopi, e allo scortega, e tolta
la pelle, e impita di paia. Sia o non, non la so di
certo.
Item, par milanesi mandano 4 oratori al re di
romani, et le cosse vano mal per il signor Lodovico.
59 Citadini si fortifichano in le caxe, et è scampati 3000
sguizari , erano in campo con il Moro. Et il vero di
questo, vederete per letere qui soto poste.
Da poi disnar, fu gran conseio et poi pregadi.
Et questo per chiamar conseio di X, non si pol chiamar di feste ; et si dice per caxon dil banco di Pixani, qual doman vol far cantar una messa, e pagar
tutti chi dia haver dil suo bancho ; e perhò vol haver
certi danari di la Signoria, e ubligarli li soy ha in
zecha. Et per tanto fo licentiato el pregadi, et restò
conscio di X.
In questo zorno, sier Lunardo Mocenigo, quondam serenissimo principe, fè l' intrada, podestà di
Padoa, in luogo di sier Marco Bollani. Ando assa'
zenthilomeni a compagnarlo, et cussi poi fece l' intrada. Chome intisi certissimo, fu trovato per la
terra alcuni bolletini di questo tenor, videlicet : Patavina civitas, atrocissima Marci Bollani tyrannide
oppressa, liberata est. Fo ditto esser stà alcuni scolari etc.
Noto, veniva molti homeni di terra ferma, qualli
sopra gripi fono mandati in armada a interzar le
galie ; et si mormorava di far capetanio zeneral. Et
vituarie. Item, in campo si dicea, abuta Novara, il
Moro manderia Frachasso e il conte Alexandro Sforza a l'impresa di Geradada, con fanti 600 alemani,
600 italiani et 500 lanze borgognone, quale si aspeta
di giorno in giorno. Item, il signor missier Zuan
Jacomo era in Mortara, dove non si movea per
haver pocha zente; aspetava in socorsso lanze francese 500 ; e che li homeni d'arme dil Moro corevano ogni zorno su la strada, che va da Mortara a
Vercelli, facendo botini. E a Milan si dicea, questa
septimana si dovea gitar 4 bombarde grosse, e do
altre erano al borgo... , qual non potevano passar per
piasentini , che li negava el passo, e altre artilarie che
di Alemagna dovea venir. Item, a quelli confini reduti tra todeschi e italiani fanti 1000 e cavali lizieri
250 etc.
Di Hironimo da Monte, da Trevi, di 18. Come
è solicitati a passar Adda, et romper. Potrà esser si
andasse a Cassano, e fermarsi li, e corer versso Milano, e forsi si harà Trezo et Monzanega. Item, di
uno brieve di missier Zuan Jacomo, che a li 20 di
questo aspeta 1000 sguizari, et 600 lanze ; e, zonte,
si farà inanzi.
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podesti et ca- 59
petanio, di 18. Come a Lodi era zonto uno messo di
missier Zuan Jacomo Triulzi, con uno breve, solicita el campo nostro debbi farse inanzi, e non dubiti di cossa alcuna, perchè lui chalcherà li panni
adosso al campo al signor Lodovico, in caso el volesse venir a la volta nostra. Risponde, haver fra
Novara e Mortara lanze 700 francese, benissimo in
hordine, e sguizari 3500, guasconi 1500, piamontesi 2000 ; e dice stima poco lo inimico ; e monsi-
157 MCCCCC, MARZO. 158
piaza et forteza; et hessendo con pocha zente, hanno
scrito a li nostri proveditori generali, et a Cremona, subito subito li mandano cavalli et ſanti, sì che
se li mandi prestissimo socorsso, di sorte che pos
sano bastare etc.
gnor di Tramulia era zonto in Aste con lanze 250; Benzon erano intrati im Piasenza, per nome dil re,
e, fra tre di, saria unito con lui ; e altre lanze 250 videlicet a dì 19, a hore 19, come par per una letera
li erano a le spalle, e per tuta la setimana passata li scrisseno, con el favor de li signori conti Scoti et
sariano uniti con lui; e fra pochi zorni arà sguizari Fontanesi, capi di la parte gelpha. E, intrati che fono,
1000. E a bocha el messo dice, che missier Zuan la parte gibelina, che sono Landexi et Angusoli, cerJacomo ha fato un salvo conduto a 4000 alemani dil chorno darli longe, dicendo non si voler risolver, se
campo dil signor Lodovico, per poter passar e andar prima non ussivano di la terra; tamen non li parse,
a casa sua. Et era venuto con 700 fanti mandati per ❘ sì che insieme con la parte gelpha fornirno le porte,
missier Zuan Jacomo a Castel Novo, in tortonese, et
cavali 80 lizieri per asegurar il paese, acciò li messi
vadino seguri. Item, da Milano, quella terra è in
gran angustie e penuria di danari ; ragionano guastar li arzenti di le chiesie. El signor Lodovico à
mandato per tol el thesauro de Monza, ma quelli
de la terra li hanno contradito et vetato, dicendo
voler più presto patir omne exterminio, che consentir si toglia esso texoro. El castello di Milan continue traze ; novamente ha ruinato la casa dil conte di
Caiazo, e danizà molto la terra. El cardinal Ascaniorato molte contrate, e molti di lhoro fare zente, e
è in corte vechia, fa tuto el suo poter di recuperar
danari, ma trova pochi : cadauno si scusa. Havea voluto impegnar li arzenti soi e zoie a' dazieri, prometendoli calar li dacij dil precio hanno tolti : se sono
excusati. El signor Lodovico è a Vegevene con el
campo; à, fra a pe'e cavalo, persone 18 fin 20 milia; è su grandissima spesa, non ha il denaro, pocho
hè per durar. E ogni zorno se ne vano di le zente.
Da Piasenza è venuto uno messo a domino Nicolao da cha' da Mosto, doctor, zenthilomo lodexano.
Par piasentini voriano uno gubernator, et gente al
nome dil roy, per dubito di la parte gibelina. Item,
il governador nostro e provedador è reduti a Pandino , a consultar zircha il governo da mandar a
Piasenza. Item, a Lodi è sier Christofal Moro, pro- vedador nostro; la qual terra è molto marchescha,
e lui podestà fo li molto honorato. Cridava : Marcho!
Marcho ! É governador missier Ambrosio Triulzi.
Ivi è fanti 600, cavali 500 nostri. In castello monsignor di Monteson, ch'è il castelano, è pochi di vene
li a Crema. Il castello è rasonevole, ma mal in hordine di artilaric. Item, Zenoa si mantien per nome
dil roy, nè fin qui à fato novità alcuna. Item, missier Zuan Jacomo è a Mortara, et sul teritorio di Crema
è alozati cavalli 1400, sopra le rive di Adda versso
Lodi etc. Item, di la coraria feno nostri a Margna- no, fè grosso botino, et pocho manchỏ non prendes- seno nostri missier Francesco Bernardino Visconte,
vegniva di Milano con certi fanti ; ma ateseno andar
drieto certi cari di robe che fuzevano, et lo perse.
Da Crema, dil podesta, di 19, hore 2di note.
60
Come domino Ambrosio Triulzi et domino Sonzinm
Item, dito podestà scrive, esser venuto una sua
spia da Milam, qual referisse esser stato con molti zenthilomeni milanesi, e con quelli parlato, che horamai
erano strachi e stavano di mallavoia, pensando quello
doveano esser di lhoro, e per dubito haveano sbaquelle tenir in caxa. E il cardinal San Severino, con
certi zenthilomeni, erano andati dal re di romani
per rechieder socorsso, per vedersi a mal partito. E
molte zente si partivano di campo, per non ess rli
dato danari. E il castel di Milaim trazeva a la disperata. El cardinal Ascanio era stato in campo dal siguor Lodovico : se diceva per consultar le provision
zercha le persone sue. Item, ozi di Crema è passato
Paulo Albanese, contestabele, con fanti 80. Li à fato
comandamento, di hordine di sier Christofal Moro,
provedador, vadi a la volta di Piasenza. Et cussi Andrea de Rivolta, contestabele. Item, scrivendo, per
uno vien di Piasenza con una poliza di domino Sonzim Benzom, à inteso, ussendo fuora di la porta di
Piasenza, scontro 200 fanti che intrava in quella di
nostri.
Ad' 23 marzo. In questa matina, a San Jacomo di Rialto, fo cantato una messa solenne. Era li Pixani
dal banco, vestiti di searlato, videlicet sier Vetor Pixani, quondam sier Francesco, sier Alvixe Pixani,
quondam sier Zuane, sier Bernardo Pixani, quondam sier Francesco, et sier Lorenzo Pixani, quondam sier Zuane ; tutti zoveni, acompagnati da sier Marco da Molin, quondam sier Polo, sier Beneto
Zustignan , vestiti di seda , sier Andrea Trivixan ,
el cavalier, lhoro parenti, et molti altri. Et veneno al bancho , dove erano assa' danari, e fè far sul
pozuol una crida, in nome di Dio e di San Marco, come li magnifici missier Francesco e Zuan Pixani, qualli sono morti, ma la ditta è im pie', a tutti
fa asaperdebino venir a tuor li soi danari dil bancho,
per voler quello saldar. Et cussi sier Alvise, qual
159 MCCCCC, MARZO. 160
60
scriveva in zornal, sentò, et non fo trato ducati 120
in tutto. Ma da poi fo trato il di sequente ducati 20
milia, et in tre di da ducati 75 milia. Et cussi saldono il bancho, e va saldando. Era Francesco da la
Torre, cassier, et Carlo di Orssi, serivan .
In colegio vene sier Domenego Dolfim, da Castel Liom, e acepto il capetanio dil colfo. Item, li consieri veneno in Rialto a incantar la quarta galia di
Baruto : l'ave sier Francesco Zane, quondam sier
Bernardo, per 1. 1000 ; unde, li patroni di Alexandria refudono l'incanto. Et incantate le galie di Alexandria, di una li par sier Alvise Arimondo metesse
la prima 1. 160, e l'ave ; poi la segonda. E tamen,
chome si crete haver, il patrom fè beffe, e andò via,
et la Signoria si levò suso.
Da poi disnar, fo pregadi. Non fu il principe. Fu
posto per sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, e sier Marin Bon, e sier Zuan Trivixan, savij
ai ordeni, che sier Alvise Arimondo, fo di sier Zorzi,
qual ha befato questa matina su l'incanto la Signoria, sia comesso a li avogadori di comun. Et fu presa di tutto il conscio. Et nulla perho seguite.
Fu posto per li savij dar a domino Julio da Martinengo, fradelo di domino Alexandro Coiom, homeni
d'arme 60 di la compagnia di ditto domino Alexandro, qual à refuda voler più far el mestier di le arme. Parlò contra sier Francesco Bolani, quondam
sier Candian, è di pregadi. Rispose sier Hironimo
Lion, el cavalier, savio a terra ferma, parente etc. ,
per la moglie è gambarescha. Poi sier Francesco
Foscari, el cavalier. Demum sier Antonio Trum. E
li savij si remosse, et messe darli solum 20 homeni
d'arme. Et il Liom ste saldo su li 60. Et andò le
parte : 21 di Liom, el resto di savij. Et fu presa.
Fu posto per sier Domenego Morexini, procurator, savio dil conseio, una opinion zercha tuor i Palavisini im protetion, con questo rimuovi so fio dal
signor Lodovico. Et li savij a l'incontro etc. , darli
bone parole. Parlo longo ditto sier Domenego Morexini . Rispose sier Nicolò Trivixan, procurator,
savio dil conseio. Et andate le parte, li savij vadagnoe.
Item, to scrito a Roma et Napoli, et comandato
credenza.
Da Roma, di l'orator, di 19. Come il pontifice
in concistorio usò alcune parole versso li oratori di
Hongaria, zercha il matrimonio, e à dà XV zorni
termine a li oratori regij, a provar etc. Et il cardinal Santa † li parlò contra. Et il papa parlo in laude
di la Signoria nostra ; perho che Santa † favorizava
ilMoro.
Di Franza, dil re, a la Signoria nostra, di 13
marzo, da Lion. Una optima letera, ringraciando
etc. la qual merita esser registrata.
Noto, per letere di Puia se intese, in Reame esser
stà fato feste e fochi per l' intrata dil signor Lodovico in Milan.
Adi 24 marzo. In questa matina li consieri veneno a Rialto a incantar le galie di Alexandria, in
locho di quelli le refudono. Qualli le fè tuor a tre soi,
e hanno hauto meglio de incanto più di lire 60 di
grossi per uno, che dia essser a suo danno ; tamen
la cossa andò sotto de si ; spiero la Signoria sarà
satisfata.
Patroni di le galic di Alexandria.
Sier Santo Venier, di sier Zuanne, per
il fratello
Sier Francesco Memo, quondam sier Zorzi, per il Marcello
Sier Zuan Domenego Contarini, quondam sier Salomon, per il fratello.
La quarta.
Sier Francesco Arimondo, quondam sier
Nicolò per . .
lire ....
»
lire ....
Da poi disnar, non fu nulla ; fo la vezilia di la
Nostra Dona.
Adì 25 marzo, fo la Nostra Dona. El principe
fo con li oratori a messa in chiesia, et la Signoria.
Poi, reduti, si have letere da mar, et si have di
molte maistranze di turchi andava in colfo di Lepanto de li intorno, per conzar l'armada in gran
numero.
Da Crema, dil podestà, di 21. Come in quella
hora, 6 di note, per letere di domino Nicolao da cha'
da Mosto ha, in quel zorno esser zonto a Lodi domino Andrea de Birago, zenthilom milanese, de le
prime fameglie di la parte gelpha ; qual era fuzito per
le grande extruxion vede far a la zornata a la ditta
parte. Per tanto, dubitando di la vita, era venuto a
star li con alcuni altri zenthilomeni di simel sorte, fu- 61
zendo la persecutiom di compatrioti. Dice el ditto, a
Milam esser in gran ansietà e affani, e li citadini mal
contenti, e tanto più che 'l signor Lodovico à messo li
dacij in seossa, e ogni di chiama danarı; et dice ogni
di si vede andare copie de fameglie con li cavelli
sparsi, con veste brune, con una candela in mano
biancha, chiamando alta voce: Jesa redemptor, miscrere nobis ; che a vedere è horendo e pio spectaculo.
161 MCCCCC, MARZO. 162
dolar molti signori qui in Italia, quali sono causa di
gran mal, et tien con il Moro. Et in tutto voler esser
a una fortuna con la Signoria nostra. Noto, è stà
Missier Rasmo di Triulzi, lo qual di roba è lo primo | Item, esso re à ditto a l'orator nostro, voler smonricho di quella caxa, ancor lui ozi se n'è fuzito da
Milano, e ito a la volta di Cremona, per haver li
gran parentado, per rispeto di la moglie, qual è de li . Missier Lorenzo da Mozanega, comissario grande | manda za per li sguizari ducati 3000, e manderassi
il resto.
con grandissimo honor da Fait basså, et non si atendeva a le provisiom come si doveria. Item , sier
Anzolo Orio, sopracomito, parti, e sier Alvise da
Canal arma.
sopra le zente d' arme, è discontento, e li dimanda
ducati 7000. El conte Zuan Antonio de la Somagia, In questi giorni , nostri di colegio stavano in qual- 61 °
homo de grande animo e richo de ducati 100 milia che speranza di pace col turcho, per l' andata di Alal sol, e potente di danari ancora lui, si è partido | vise Manenti, secretario nostro, a la Porta, ricevuto
del campo dil signor Lodovico, dove era con la
compagnia di 200 balestrieri a cavallo, e homeni
d'arme 25. E volendo quelli di Lodi aceptarlo, ha
mandato a rechieder salvo conduto per lui e per la
compagnia sua, per haver el suo poter in Lodesana,
e tiene el castel de Pavia a sua posta. Fu zenero del
thesorier passato. E in Milano, a presso li homeni da
bene, le cose dil signor Lodovico se tieneno per spazate, e le cosse de Piasenza sono pazifichate. Missier
Alvise Triulzi fra do zorni si parte da Lodi, e va
governador ad essa citade. Et domino Ambrosio
Triulzi, ch'è lì, ritornerà in Lodi.
Da poi disnar, fo pregadi. Fo leto letere, e restò
conseio di X con zonta di danari, et, expedito quello
haveano a far, restò conseio di X simplice, et feno
provedadordil castel di Corfù, in luogo di sier Nicolò
Corner ha refudado; et rimase sier Anzolo Querini,
era pagador a l'armamento, de sier Zanoto, qual
acetoe. Ma poi si amallò, et refudoe ; et in locho suo
fu fato sier Alvise da Canal, come dirò di soto. Et
Noto, un spagnolo, fiol fo dil cardinal di Men- è da saper, che ozi nel conseio di X fu fato scurtinio doza, in questi zorni era in questa terra. Èdi statura | dopio, e balotati numero 28.
grande, e magro ; dicitur è richissimo. Portò con lui,
quando si parti di Spagna, ducati 30 milia; si va da
gando piacer per il mondo ; et è bandito di Spagna,
per certa custion, ad tempus. Ste' qui alcuni zorni,
poi si parti.
Item, el conte Lamberto Malatesta, di Soiano,
vene qui a visitar la Signoria, per esser nostro ricomandato. Era vestito d' oro ; alozoe in cha' Filleti in
canareio; fo a la Signoria, et il principe li uso bone
parole, et li fo fato un presente per colegio di ducati 25.
Adi 26 marzo, da matina. Se intese la nova di
Novara, esser persa et presa dal signor Lodovico,
come dirò di soto.
Di mar, vene letere da Corfu. Sier Luca Querini, provedador, atende a le fabriche. Et da Modom,
turchi fè certa coraria de lì via.
Da Curzola, di sier Antonio Diedo, capetanio
di le galie dil trafego. Chome era venuto li, et le
zurme non voleano andar di longo ; unde è neccessario vengino ditte galie in questa terra.
Di Franza, di l' orator, di 19, in zifra. Come
el cardinal Roam vien a Turim, et monsignor di la
Tramolia, et il bastardo di Barbon, con assa' lanze.
Sarano in Italia da persone 30 milia, tra francese e
sguizari, quali à 'uto el baylo dil Degiun da numero
Xmilia, perhỏ dimandava la Signoria nostra volesse
pagar la portiom promessa, ch' era ducati 12 milia.
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Da Roma. Si ha certissimo, il re di Hongaria
qual solicita il papa la dispensation di le noze in la
raina fo moglie di re Mathias, madona Beatrice, sorella dil re di Napoli, qual non la vol per moglie,
licet li prometesse ; et promete dar al papa ducati
25 milia, et la Signoria nostra coadiuva ditta dispensation, per far piacer a esso re.
Da Crema, dil podesti, di 23. Come el signor
Carlo Orssini, con cavali 600, era alozato in quel
teritorio, sopra le ripe di Ada, verso Lodi, e starà
fino sarà deliberato de passar Ada. Etiam è alozati
❘zercha 400 altri cavali, oltra quelli sono in Lodi, che
sono zercha cavali 500. In Piasenza è domino Sonzin Benzon, e quelle cosse vano quiete. Item, ozi
de li zonse uno lodesano, dice vegnir da Novara ;
referisse, sabado passato a hore 9 di note, el signor
Lodovico havia auto per bataglia di mano la terra e
il castello ; e quelli citadini erano rimasti d' acordo
di darli ducati 60 milia, a ciò la terra non fusse
messa a sacho. E havea voluti tuti li forestieri per
presoni, fra li quali era el conte de Musocho, domino
Theodaro Triulzi, et il resto de li capi che ivi erano.
Per altra via non haquesta nova: esso podestà à
mandato a quelle bande, per intender el vero. El
castelan di Cereto li serive, cri a hora una di note
havea visto fochi a San Cassano, e verso Rivolta uno
gran trazer di artilarie; et vete fochi a Milano, e
trar di bombarde; e a le montagne e a quelle cо11
163 164 MCCCCC, MARZO.
62
Michiel se potesse impazar nel caso dil Grimani, disse
alcune parole di sier Francesco Michiel, di sier Antonio, era vice patron su una galia di Baruto in armada, la qual era caratada per sier Lucha Loredan,
quondam sier Francesco, e a lui erano drizati il mandato dil zeneral, e li ordeni ; et poi messe con sier
Polo Pixani, el cavalier, parte, che ditto da cha' Michiel sia relassato pro nunc, atento non hanno contra di lui etc. E fu presa. Have solum 36 di no, il
resto di la parte ; e fo lassato di prexom.
sture fochi, che fa zudigar sía il vero. Da Piasenza,
che il borgo San Donino, castello grosso fra Piasenza
e Parma, lontan mia 15 di Parma, era venuto soto
il re ; e cussi doveano venir li vermenexi; e che la
strada romea, é da Piasenza al campo di missier
Zuan Jacomo, serå libera e francha. Item, al signor
Lodovico sono arivate certe artelarie grosse di Alemagna. Da Milano ogni di fuzeno zenthilomeni da
la parte gelpha; non z'è danari da far guera; e a di
13, el signor Lodovico mandò a San Colombano da
Filipo da Rò, el qual ha quella forteza ne le mano, Fo fato scurtinio, et electi 3 savij dil conscio :
per volerlo mover e dar quella ne le man del conte primo sier Marco Bolani, fo savio dil conseio, venuto
Zuan Antonio da la Somaglia, al qual à dà im paga- di Padoa; sier Lucha Zen, fo savio dil conseio, vemento per danari, per esso conte spexi a beneficio ❘ nuto capetanio di Padoa ; e sier Filipo Trum, procusuo ; et esso Filippo non ha voluto far cossa alcuna.
Fo mandato per quelli di Lodi ancora a lui. Li rispose, tegnir quella forteza a nome dil re di Franza,
da la qual lui haveva havuta, e par esso conte mandasse a Lodi, mostrando di haver salvo conduto, per
vegnir a le soe possession, dicendo esser partito in
disacordia dal signor Lodovico; e nostri O hanno
voluto far.
rator, ſo savio dil conseio, di una balota di sier Nicolò Mozenigo, procurator. Item, tre savij a terra
ferma : primo sier Zorzi Emo, è di pregadi , quondam sier Zuan, el cavalier ; sier Polo Capello, el cavalier, è ambassador a Roma ; et sier Beneto Trivixam,
el cavalier, è ambassador in Franza ; tutti tre nuovi.
Fo soto una balota sier Piero Duodo, fo savio a tera
ferma, ſo di sier Lucha.
Da Crema, dil podesti, di 24, hore 4 di nule.
Come per uno suo messo, venuto da Milam, ha de li
se diceva, Novara era persa, e haveano sonato campane di alegreza ; ma la nova non era creduta, per
esser venuto uno dil campo dil Moro, parti sabato,
hore 22, e fin quella hora non haveano fato proviDa Trevi, di sier Piero Marzello, provedador
zeneral, di 22. Come a Piasenza era andato el signor
Carlo Orssini, con 60 balestrieri ; et eravi lì de li nostri provisionati 500. Item, si ha dito, el signor Lodovico haver preso per forza la terra di Novara, et
crede sia el vero. Item, vidi una letera di Hironimo
di Monte, collateral, da Trevi, di 22, a hore do di ❘ sion di darli bataia ; e ancora le artilarie grosse non
note, come in quella sera haveano nova, eri a hore
22 el Moro hebe Novara per forza; non la crede,
perchè converia seguir missier Zuan Jacomo esser
tanto debele, che li bisogneria ussir di Mortara, e
andarsone di là di Po versso Alexandria e Asti, con
abandonar tuto el novarese e tuto Lomelina. Item,
nostri spera tirar Parma a devution dil roy. Item,
scrivendo, quelli di Cassano, et da Trezo, et del
monte de Brianza, hanno butato fora fochi assai ;
dubita sia per Novara; et il conte di Pitiano farà
mercore la mostra, et el dì sequente il signor Carlo
Orssino.
A dì 27 marzo. Fo verificha la nova di Novara
per più vie, come dirò di soto; et Sonzim Benzon
à mandà a tuor 100 fanti a Cremona, qual si ritrova
im Piasenza per dubito.
Da poi disnar, fo pregadi, et fo scrito in Franza di mandarli ducati 9000, per il resto di 12 milia
eramo obligati di pagar li sguizari , pro portione nostra ; e il baylo dil Degiun li ha fati .
Item, sier Marco Sanudo, l' avogador di comun,
andò in renga, poi leto le letere, et acciò sier Nicolò
crano zonte in campo, e di hora in hora doveano
zonzer, e, zonte, dariano la bataia, prima bombardandola etc. , e dubitavano missier Zuan Jacomo non
lo andasse a trovar. E a di 18, missier Zuan Jacomo
parti da Mortara con el campo, e dato voce di andar
contra lauze 100 francese doveano vegnir, e perho,
dubitando, non li dava la bataia a Novara etc. Item,
scrivendo, à letere di domino Nicolò da cha' da Mosto, da Lodi , li scrive fin hore 24 0 havia ; dubita dita
nova sia stà levata per ingaiardir li animi di soi populi, e havea do messi in Milano, e li aspectavano.
Da Piasenza, di domino Sonzin Benzon, à lete- 62 *
re di eri. Come è stato a Castel San Zuane, ocupato
con Vogera dal signor Piero dal Vermo, e lo persuase a rendersi al roy; spera averlo etc. Item, eri
de li fono fati fanti 200, e quella matina li à dà da- nari. Item, prese uno corier dil vescovo di Mantoa,
con una letera li scriveva uno suo canzelier di Pavia,
di 20, manda la copia, nomeVicardo de' Bireni. Dice
le cose dil ducha erano in stato securo, se Piasenza
non facea questa novità.
Dil ditto podestà di Crema, di 25, hore 16. À
165 MCCCCC, MARZO. 166
non sincere, 84 di no, 84 di la parte, 0 fu preso.
letere di domino Sonzin, di Piasenza, di eri, hore 6 | sier Polo Barbo, savio dil conseio. Andò le parte : 6
di note, li significha la perdita di Novara esser certa,
ancor che la rocha si tenga ; la qual nova à spaventato Piasenza, e fin quel hora non li era stà mandå
balestrieri 80 a cavalo et fanti 360; quelli citadini si
dolevano etc. , e sono rimasti fornir le porte e forteze
di zente fidate. Item, domino Nicolò da cha' da Mosto li ha scrito etiam di tal perdita, processa in questo modo: che le zente d'arme erano dentro deli- fono in conseio con el provedador nostro, sier ChriRimase conseio di X suso con la zonta di danari 63
et colegio, etintisi deteno provisiom ducati 6al mexe
a uno lavora in zecha, qual à trova il modo di far i
soldi novi con li ziecoli.
beroreno de partirsse, fornito prima la rocha, e cussi
feno, e con loro conduseno le artilarie e gran numero di persone, e sono unite con el signor missier
Zuan Jacomo. Item, Lodi si atrova in gran timor e
dubio; provedeno etc.
Di Crema, dil podesti, di 26, hore 17. Come à
letere di domino Nicolao da cha' da Mosto, avisa eri
stofal Moro, e bon numero di citadini ; perhò che
esso provedador richiese, per segurtà sua e di le
zente, per haver l'adito et exito , le chiave di la
porta di Adda, vien verso Crema, e ne la rocha li
a presso la porta fusse posti de li fanti di la Signoria
nostra. Alcuni andono da monsignor di Montasom,
e disse il parer suo; et lui domino Nicolao, come
capo di la parte gelpha, et devotissimo di la Signoria,
conforto esso monsignor, volesse esser contento ; e
cussi fu. Et ozi esso monsignor, con el provedador,
dia fornir ; e lui, domino Nicolao, qual ha le chiave
di la porta per nome di la cità, ge le darà. Item, el signor Lodovico, marti di da matina, gionse a Millano ;
si stima per proveder di danari. Quelli sono in gran
paura ; toleno li caleci, arzenti di le chiesie, oltra le
altre extrusion fanno a' privati zentilomeni e persone
milanese. Eri dito signor si dovea partir e andar in
campo. Item, à nova, Parma si dia voltar a la devu-
❘tion dil christianissimo re ; et par, ne li di passati,
ditto domino Nicolao mandò do messi a Milano, per
| saper li successi ; l'uno di qual è stà preso, et apichato per la golla etc.
Del ditto, di 25, hore 3 di note. Come per uno
messo di domino Nicolao da cha' da Mosto, dice ozi
haveano retenuto uno Francesco de Brambila, lodexano, qual con uno salvo conduto falsso era andato
a Milano, fatoli per uno nodaro di Lodi, e havea da
lui inteso la perdita di Novara, causa li cavali de li
homeni d'arme erano in quella, per non haver da
poter darli el viver; fornino la forteza, traxe le artilarie con li prexoni, per il men mal, che erano zercha 60, presi ne le scharamuze, et erano reduti con
missier Zuan Jacomo. Item, a dì 22, dito missier
Zuan Jacomo se imboscho fra Mortara e Novara,
per el qual loco doveano passar do capi di cavali
lizieri con le sue compagnie, videlicet Zuan da Casal,
favorito di madama da Forli, lo quale restò preso
la' francesi ne la impresa de Forli, e fo scosso per
missier Zuan Bentivoy, per ducati 4000, et è rilievo
dil signor Lodovico. L'altro è uno Octaviano Bonsi- Delditto, di 26, hore do di note. In quela hora à
gnor, da Lodi, dicto Spiacevole, etiam lui arlievo etc. letere di domino Nicolao da cha' da Mosto, di hore
Fono asaltazi et presi, e fra morti e presi fono nu- 20, li scrive in quel hora è zonto il messo mandò a
mero 400. E haveano questi mandato el ditto Fran- | Milam, l'altro era stà apichato ; et è stato in campo
cesco in castello. Item, scrive come quella note quelli
di Santo Anzolo erano corssi sopra lodesano, e preso
do cassine de animali, e ogni di si fa di simel novitade, e per lhoro o ver per quelli da Marignano.
dil signor missier Zuam Jacomo in Novara, e poi in
Mortara. La perdita di ditto loco, et abandonato la
terra sponte, per non esser da viver per li cavali, e
andati tutti in campo di missier Zuan Jacomo a
DiAlbania. Se intese, el conte Zorzi Zernovichi Mortara, e a lo ussire, el signor Lodovico fece dir a
esser partito, et andato dal turcho, dal qual è stà | domino Galeazo Palavisino, se voleva tornare da lui
ben carezato.
A di 28 marzo. Dapoi disnar, fo pregadi. Fu
posto parte per li savij, zercha li debitori, pagino
per tuto april etc. , con alcune clausule, cometendo al
principe la executiom, et dita parte sia presa in gran
conseio, aliter sia cazà di oficij . Et sier Lunardo Grimani, savio a terra ſerma, messe sia oservà la parte
presa a dì 30 zener; et parlò ditto sier Lunardo
Grimani. Rispose sier Nicolo Trivixan, procurator.
Poi parlò el doxe: non vol esser lui exator. Rispose
che li perdoneria, e volentiera li parleria assecurandolo etc. Li fece rispondere, non li voleva parlar ; e
in breve sperava de parlarli, e mal per lui quando li
parlerà. El di sequente, da poi l' abandonar di Novara, missier Zuan Jacomo fense partirssi da Mortara, e se imboscho, e una spia andò da le zente dil
signor Lodovico, erano a Vegevene, capi Octaviano
Bonsignor, da Lodi, dicto Spenzerlexe, e Zuan da
Casal, e li disse dito campo di missier Zuan Jacomo
se ne andava. E lhoro se messeno in hordene, e an-
167 MCCCCC, MARZO. 168
dono per fornir Mortara ; forono asaltati da missier | fato la mostra dil conte di Pitiano, e optime; et era
Zuan Jacomo, e tagliati a pezi, salvo pochi. El numero erano alemani 200, tuti tagliati; li cavali lombardi erano 300, di quali non ne sono campati 25.
E dito messo à visto li corpi morti a la campagna,
et in campodi missier Zuan Jacomo l'havea visto la
compagnia di monsignor di la Tramolia, ch'è lanze | letere di Alvise Manenti, ritorna indriedo.
100 et 800 sguizari, zonti da poi la perdita di Novara, e diceano ogni di si partiva zente di Franza,
per veguir a la impresa di Lombardia. E missier
Zuan Jacomo stava di bona voia, e havea mandato
a dir a Lodi, per lui, stesseno di bona voia, certifichandoli di la posanza dil re, et per consequente di
la sperata vitoria. Item, dice di fora dil castel de
Milano era ussito uno messo, mandato da monsizonte le barche da Bergamo, condute per gitar el
ponte sopra Adda, e passar di là etc.
Ad' 29 marzo, domenega. In questa matina sier
Hironimo Contarini, provedador di l'armada, messe
bancho justa il solito a l' armamento. Fo ditto esser
Dı Zara, di rectori. Di certa incurssion fata per
turchi su quel teritorio, e fato assa' danno. Etiam
da Dulzigno, in questi zorni seguite, turchi meno via
assa' anime christiane, habitante de li intorno, che
non voleva pagar il carazo.
Noto, si atende a li Redoni a edifichar, a una
ponta chiamata Chuvrili, per diliberation dil conseio
di X, una forteza dove è sier Andrea Michiel, pro63. gnor Palavisino, fratello di domino Octaviano, lo | vedador in Albania, et Marin di Greci etc.
Da Curzola, di sier Antonio Diedo, capetanio di
le galie dil trafego. Chome le zurme non vol andar
al viazo per niun muodo, et per el mal aiere di Durazo è morti do zenthilomeni nobeli da pope, et 40
galioti ; adeo è molti amalati, et non è sani 50 per
galia.
qual diceva quelli dil castello esser sani e di bona
voia, hanno novelle bone di Franza, e vituarie abondantemente per mexi XV e più ; e mandava a confortar esso domino Octaviano. Item, el ditto messo
marti se atrovò a Pavia, e senti far una erida, come
el signor Lodovico havea fato tregua e liga con la
majestà dil re di Franza per anni 20, e che monsi- Di Franza, di l'orator, di 22. Par il re era in
gnor de Lenich era andato a Milano, per darli el mala opinion con la Signoria nostra, havia inteso
castello; la qual liga era fata a destrution di la Si- non lo ajutava ; e poi vene letere di missier Zuan
gnoria nostra. Item, era zonto uno messo dil castelan | Jacomo, dil socorsso dato a Piasenza per nostri ; li
di San Colombano, li significhava era zonto de li
uno mariolo, per nome dil signor Lodovico, el qual
iterum li comanda deba dar quella forteza al conte Da poi disnar, fu gram conseio. Et sier Vicenzo 64
Zuan Antonio di la Somaia, et esso castelano pareva Grimani , di sier Antonio, andò a la Signoria, premezo voltato, pur è stà asecurato a la devotione di gando fosse expedi il padre, qual stava im prexom ;
la regia majestà. El qual castello importa assai per le e cussì, chiamato li avogadori, fo publicato per il
cosse di Lodi. Item, certi jotoni de mala natura ha- | canzelier, marti, sarà a di ultimo di questo, sarà
veano vociferato in Lodi, le zente marchesche questa
note passata dovea poner Loli a sacho. È stà gran
timor li in dita nocte, unde la matina fu retenuto
uno prete, e li farà cognoscer l'eror suo, e darali
tal pena, che sarà exempio ad altri .
Da Trevi, di sier Vido Morexini, pagador, di
26. Vidi una letera di la perdita di Novara. Si dice in do modi : l'uno, francesi haversi dato, salvo l' aver e le persone, per paura di l' aquistato in Romagna ; l'altro modo, la terra esser in do parte, unde
piaque assai. L'orator suo vien qui, è partito ; vien
per mar, per via di Zenoa.
gran conseio, a petitiom di avogadori ; e tutti vengino a terza, soto pena di ducati X.
A di 30 marzo. In colegio vene li avogadori a
dir, missier Zuam Campezo non dia parlar contra
la Signoria nostra, per haver ducati 8 al zorno da
quella. Etfo terminato, atento la parte di pregadi,
dovesse parlar.
Fu fato provedador su la Piave, in luogo di sier
Sabastian Liom che compiva. Rimase sier Marin
Bon, savio ai ordeni, quondam sier Michiel, da sier
sera, con el qual fo rebalotado.
francesi fè lo acordo etc. Or Lodovico l' ave sabato | Zuan Francesco Trivixan, cao di 40, de sier Baldidi note, e luni da sera montò a cavalo, vene a Milano marti da matina, per tratar acordo col castello.
Missier Zuan Jacomo si à tirato a Robio, lontan da
Novara mia X, a presso Verzelli mia 3; et Lodovico
mando 600 alemani per fornir Mortara, e fono a le
man con francesi. Ditti todeschi fo taiati a pezi, e
Da poi disnar, fo pregadi. Fu posto per li savij
di colegio, che le galie dil trafego debino andar, seguendo il viazo, in Barbaria e Alexandria ; e li savij
ai ordeni messeno, debino venir in questa terra, e
quelle galie di novo sia reincantade, et quel capetafrancesi forniteno Mortara. Item, nostri a Trevi hano | nio sia comesso a l' avogaria etc. , come in la parte.
169 MCCCCC, MARZO. 170
Et parlò sier Marco Foscari, savio ai ordeni. Rispose sier Piero Balbi, savio dil conseio, e andò le parte. Fo preso venisseno qui.
Sier Beneto Vituri, de sier Alvixe, quondam sier Beneto 43.145
Sier Fantim Querini, fo avochato grando, de sier Nicolò 90.95
64"
Item, fu posto per li consieri far V savij ai ordeni , justa il solito. Et sier Andrea Cabriel, el consier, messe li savij da esser electo, et che de cætero
si farano, provi la età a li avogadori di comun, di
anni 30 compidi. Parlò prima sier Nicolò Trivixan,
procurator, savio dil conscio, contra questa opiniom
di anni 30. Rispose sier Andrea Cabriel. Poi parlò
sier Jacomo Liom, el consier. E andò le parte : di
quella di consieri, fo 32 ; di quella dil Cabriel, 152;
e questa fu presa. Et cussi fu fato la eletiom, la qual
sarà notada qui avanti.
Item, fo posto parte per li consieri di far do
savij di tera ferma, in locho di sier Polo Capelo, el
cavalier, è a Roma, e sier Beneto Trivixan, el cavalier, è in Franza : quali debino star perfino questi
do venirano. Et fu presa. Unde, fono electi sier Anzolo Trivixam, fo cao dil conscio di X, quondam
sier Polo, 117, et refudo ; et sier Piero Capelo, fo
podestà a Vizenza, quondam sier Zuam, procurator,
115. Fo soto, 107, sier Piero Duodo, ſo savio a terra
ferma, quondam sier Lucha.
Electi V savij ai ordeni.
Sier Filippo Sanudo, quondam sier Piero 68.124
Sier Hironimo Loredam, de sier Lunardo, procurator, dopio . 101.81
Sier Vicenzo Balbi, de sier Piero, quondam sier Alvixe .
Sier Piero Bragadin, el 40 criminal,
quondam sier Zuane
Sier Pandolfo Morexini, quondam sier
Hironimo , quondam sier Alvixe ,
triplo
Sier Piero Michiel, fo merchadante in
Barbaria, quondam sier Polo
† Sier Marco da Molin, fo cao di 40,
quondam sier Francesco, dopio .
Sier Francesco di Prioli, fo 40, quondam sier Mafio
Sier Lucha Zorzi, fo 40, quondam sier
Francesco
Sier Faustim Barbo, fo savio ai ordeni,
quondam sier Marco
† Sier Lunardo Mozenigo, el cao di 40,
de sier Thomà, quatruplo
Sier Daniel Moro, el 40 criminal, de sier
Marin
Non † Sier Andrea Suriam, savio ai ordeni , quondam sier Francesco, dopio 108. 81
Sier Michiel Trivixan, fo savio ai ordeni , quondam sier Andrea
Sier Nadalim Contarini, quondam sier
Hironimo , quondam sier Stefano ,
procurator
Sier Francesco Diedo, el 40 criminal,
quondam sier Baldisera
† Sier Antonio Venier, fo cassier, de sier
Marin, consier, dopio
83.100
57.121
71.114
105.78
Sier Luca Griti , quondam sier Hironimo, quondam sier Triadam 65.122
Sier Bortolo da Canal, l'avochato grando, de sier Jacomo . 68.118
Sier Andrea Gussoni , quondam sier
Nicolò. 87.99
Sier Vetor Capello, ſo savio ai ordeni,
quondam sier Andrea . 88. 96
+ Sier Marin Sanudo, fo savio ai ordeni,
quondam sier Lunardo, dopio
Sier Batista Boldù, quondam sier Antonio, el cavalier
105.83
60.128
Da Trevi, di sier Piero Marzello, provedador
zeneral, di 27. Come per uno mandoe dal canto di
là, li era stà referito, sabado, a dì 21, hore 8 di no72.117 te, venendo la domenega, el signor Lodovico rimase
d'acordo con quelli de Novara, e la domenega a
72.115 hore 19 intrò in la terra; et l'exercito suo sono
5000 sguizari soto bandiere 53, et 7000 todeschi a
piedi, borgognoni 1200 e più, et zercha 1000 fanti
88.100 italiani. Et a dì 23, il luni, zouse in campo zercha
cavali alamani 800. Item, haver pezi di artilaria 12,
46.140 tra li qualli ne sono 6 cortalli, uno de li qualli rupe,
et 6 passavolanti ; et li cortalli sono de quelli dil re
109.78 di romani. Et che la domenega matina, li francesi se
atrovava a Novara, che sono da lanze 400 in zercha,
49.131 partirno a bon' hora avanti zorno, et essendo andati a Mortara, dove existimavano trovar, el signor
55.130 missier Zuan Jacomo, non lo havendo trovato se
aviorno a Robio, dove intendevano era : lo qual in100. 86 terim era aviato per tornar a Mortara, e se incontrorno in Zam da Casal, Galeazo Colla el Spinzelis,
camerier dil signor Lodovico, quali, partiti da Vegevene, con cavali 150 lizieri et 500 fanti, andavano
per intrar in Mortara, havendo inteso la levata de li
115.71
67.121
MCCCCC, MARZO. 172 171
di missier Zuan Jacomo, e forono a le man insieme, | Grimani. Et venuto prima il principe con li consiee rupeli, e fracassoli, e tra presi e morti pochi ne
seamporono. Fu preso el ditto Zuan da Casal con li
altri capi. Et che a Milano si aspetta 1000 cavali di
la guarda dil re de' romani, e fanti 3000; contra li quali era andati monsignor el cardinal di San Seve- parenti di nominati di sopra. E sier Zuan Antonio
ri, el cauzelier grando mandó zoso di conseio li oficiali, zoè tavola di l'intrada, de l'insida, ternarie,
dacio dil vin, messetaria, justicia vechia, consoli di merchadanti, doanna di mar e apontadori, et poi li
rino, con alcuni zenthilomeni milanesi ; et da poi seguitava la persona del prefato re, con el qual se diceva venir persone 20 milia. Item, che 'l castel di
Novara havia tolto termine 3 zorni, et cadaum che
voleva poteva parlar con quelli dentro, e aspectavano di haver ditto castello marti a hore 20. Item,
che 'l signor Lodovico parti di campo, luni, a di 23,
et eri zonse a Milano, se diceva per esser a parlamento con quelli del castello, e che marti e mercore
el castello non havea trato bota alcuna, contra el consueto ; non si sa si ' l sia stà per la solemnità di la Madona, o per altro. El signor Lodovico, a' 25, si dovea partir.per tornar in campo ; et a di 25, la matina, era zonto a Milano uno fameio cavalchante del
65 re Fedrico, per stafeta, venuto in gran pressa; qual
fu mandato a levar da l' hostaria per el signor Lodovico, e acompagnato honoratamente a la sua presentia. Et questo è quanto ha potuto saper.
In questa sera, ſu sonà gran conseio a San Marcho et a Rialto per da matina, a petition di avogadori di comun, per menar sier Antonio Grimani,
procurator, fo capetanio zeneral di mar.
A d' ultimo marzo, da matina. Intro 7 galie
grosse di viazi in questa terra, state in armada, zoè
Baruto et Alexandria, menate da li governadori fono
mandate. Et da poi vene etiam quelle di Fiandra, et
vene Nicoleto dal Lauro, era scrivan di sier Fantin
Querini in Fiandra, e portò nova di la venuta di Alvise Manenti, secretario nostro, da la Porta, con un
orator dil turcho ; et cussi el ditto Manenti zonse qui
ozi a nona, et el preſato messo dil turcho alozò in
caxa sua per hordine di la Signoria nostra, nome
Alexio, è con cinque persone etc.
Da poi disnar, fu gran conseio. Vene il principe etc. Et sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier, avogador di comum, introduxe el caso dil Grimani,
come altrove scriverò. Or li patricij se reduseno a
bona horra a gran conseio, e poi vene di prexon
suso sier Antonio Grimani, procurator, con vesta
negra a manege pizole, canudo et senza bareta in
testa; etiam vene sier Alvise Marcello, fo capetanio
di le nave, sier Andrea Baxadona, fu capetanio di le
galie di Barbaria, e tutti li patroni di le galie grosse,
excepto sier Francesco Michiel, che per pregadi fu
relaxato, acciò el Michiel, avogador, potesse menar el
Minio, e li altri avochati, andono a la Signoria, di- mandando fusseno cazadi di conseio li parenti di
provedadori di l'armata; et a l'incontro erano li
avogadori , tra li qual sier Marco Sanudo parloe
ben, che non doveano esser cazadi, et che non li
haveano intromessi, e disse : Fè lezer le scriture ; e
poi si 'l parerà, serenissimo principe, a la vostra sublimità, li fare cazar. Et cussi terminò la Signoria
fusse facto. E mandato fuori tutti, chi non era di
conseio, sotto pena a li padri etc. , sier Nicolò Michiel, avogador, andò in renga, e con gran scilentio
de tutti, essendoli sentà a li piedi sier Antonio Grimani et li altri rei, comenziò in questa forma, succincte qui descripta.
Sumario di la renya di sier Nicolò Michiel, dotor e 65
cavalier, avogador, quando meno sier Antonio
Grimani.
Pensando molte volte fra me, serenissimo principe etc.; e fece certo exordio, aducendo exempli di
romani contra galli, capetanio Mario, qualli fonno
rerum domini, et la sententia che fu fata, che, havendo fato a modo de' francesi, li trataremo a modo
francese, che li fè taiar la testa ; item Spurio Caspio
(sic), do volte triumfò, poi li fo taià la testa ; de' greci
Pausania, capetanio de' lacedemonij, fuzite in templo
dece Minerve, et lo tolseno fuori etc. Poi intrò in
el caso, dicendo : Questo missier Antonio Grimani ,
qual è stato la calamità dil stado nostro, reo homo,
petulante, superbo, jactabondo, rebello di questa republica, inimico dil stado, indegno capetanio, qual
è perso Lepanto per soa caxon ; e che sier Zuan
Moro, fo retor, e sier Hironimo Trun, castelam, expediti im pregadi, ebeno pocho per sta causa dil
mal, questo indegno capetanio, sì che Lepanto è perso, et perso la nostra reputation. Qual capetanio havia 169 navilij grossi sotto di lui, e per lui tutto Levante è resentito, perso i dacij di fuora di mar, e i
dacij de Veniexia, nè più si navega, e tutto per soa causa. E lui , Grimani, galde, à magazen pien di specie, e à vadagnà ducati 20 milia, e va dicendo che
'lmerita provisiom. Provision, missier Antonio ? Questo stado trema, a tal l'avè vu conduto ! Tamen spe-
173 174 MCCCCC, MARZO.
ra nel serenissimo principe, qual mai mancha in co- legio, e li altri padri, che la terra si reaverà. Or, ad rem; l' armada in poco tempo ſu fata, scrivea letere
con lacrime, dicendo : Signori, questo reo da la republica havia auto dignità, destinata a' vechij, lui zovene ; e una volta fo capetanio zeneral, si portò mal,
fè operation a farsi richo, mandò una nave a Rodi etc.; e per lui si perse la Puia. Et ait propheta :
vidi impium etc. Et si voltò a Dio, dicendo: Dominum constituas super eum; dies eius pauci etc.
O avaritia grande ! Et che voleva tenir questo ordine: far lezer li processi ; primo, quel fato in questa
a dì 12 li al Zonchio, e per pusilanimità vostra, che
volè viver e acumular danari, e disevi : Li danari mi dà honori e reputation ! Or, in questo mezo, missier
Andrea Loredan zonse di Corfù in l'armada nostra,
et lo laudò assai, e il capetanio havia le so galie etc.
Et esso avogador, exclamando, disse : Donde se' vu,
missier Jacomo Loredam, olim zeneral, missier Fantin Michiel, qual con 13 galie investi l' arma' inimicha, et missier Vetor Pixani, homeni dignissimi ? E
narò l'investir fè sier Andrea Loredan in l'arma' , e
sier Alban d'Arner, qualli si brusò con le nave
turchesche. Di la qual esso indegno capetanio volse
terra, sul qual è constituti et defension ; 2.°, il pro- | parte di le monitiom, che fo recuperà, le qual dieno
cesso fato per sier Marchio Trivixan, capetanio zeneral, per Bernardin di Ambroxij, che fo mandato
secretario. E replicho che 'l Grimani havia gran armada, di velle 169, galie sotil 58, tra le qual 17
grosse, et 34 nave, X caravele, 16 gripi et 4 fuste, e la nave capetania era di bote 2500, l' Armera,
2000 etc. E lui stava im pizuol. Or, sentendo l'arma' feva il turcho, parse al principe et Signoria nostra far eletion di un capetanio zeneral, et fo electo
questo indegno capetanio, ruina di le cosse nostre.
Or, andato in armata, et quella adunata, par che
esser di l'arsenal nostro. Et sier Alvise Marcello,
capetanio di le nave, investi e con uno schierazo an- dò in alto mar, el qual 30 milia diavoli havia etc.
Poi disse: Aquesta horra sonnò vesporo : stabat Petrus a longe, cussi stava questo capetanio indegno,
qual andò al Zante. Adì 17, sora il Zante, l'armata 66 *
turcha a terra via si parte dal Zonchio, e va a Castel Tornese. Or, percutiam pastores el disperyentur
oves. Adi 18 avosto, l'arma' francese zonse ; qual
era 18 nave et 4 galie; e consultato di brusar l'arma'
turcha con meter fuogo in le nave con brusche. Or
la nave Chiarenta, di bote 2000, rimase sola in mezo
40 galie turche, e chi dice 60, e si difese ; e alcune
galie nostre andò per socorerla, e turchi le vede venire si partino ; e vien ditto, nostri alhora prese 3
66 uno Nicolò Pavenich, soracomito sibinzam, li vene
a dir a questo indegno capetanio, aver vista l'armada turchescha esser ussita ; e lui non credeva.
La qual armada era navilij picoli, e nostri grossi. Or,
a di 25 luio, l'armata turcha vene a Ponta di Gallo, | galie di turchi. Vui, indegno capetanio, stevi col croca di 27 la vene di fuora via di Sapientia, e intrò
im Portolongo, et a di 30 ussite. E questo indegno
capetanio stava im pizuol, dicendo : O povera e disfortunata republica ! Vi sarà taià la testa, come fu
fato a uno capetanio da cha' Vallaresso. Or l'archa
(sic) turchescha tornò im porto, e manchò l'animo a
questo animo di gatesim, gaiardo a cumular danari e
inzuriar, dicendo: Quel becho fotuo di Marchiò Trivixan, e quel' imbriago di Filippo Trum ! Or a di
30 fin a dì 7 avosto, fo gran cridor in l'armada nostra. Cridavano tutti: Investi ! Investi ! El capet.nio levó el crocefixo in staza, e missier Zuan Campaze (sic), con sagazità vorà difender questo indegno
capetanio. É oficio mal de' legisti. Or, a dì 7, l'arma'
turchescha era im bonaza; podevi investir, e poi la
matina dita arma' fo lassa andar, o capetanio, homo
che feva consegij di zenzari, e al dispeto vostro la ❘ sul calzese, e volse venir con la soa galia contra il
intrò nel porto dil Zonchio, e lui con le galie andò
al Prodano. Oquam pulchrum est et decorum pro patria mori ! Dicendo : Signori, non ho trovà, per li testimonij per lui aduti, che questo indegno capetanio
habi fato ponta nisuna. Or, ste' l'arma' turcha fino
cefixo, el qual sarà quello che vi acopagnerà al loco,
dove vuj meritè ! Non bisognava se non il stendardo,
e far fati. Or li provedadori di l'armada, Pexaro,
Guoro e Malipiero etc. Item, a dì 19, l'arma' vene
a Cao dil Pappa, e a dì 21 a terra via sorse e le nave
di fuora, dicendo : L'è scripto: cœpit Jesus facere,
postea docere. Et una nave turcha rimase da driedo,
e andó 3 galie soe, vedendo nostri non pareva, et la
remurchiò a le altre. Or l'arma' intrò in colfo di
Nepanto, e stè 3 di andar a Nepanto, da paura; poi
l'andò, e ave la terra. E questo valente zeneral andò
a la Zefalonia, e fo causa che ancora non si à 'uta, e
messe a preda quella ixola; poi si parti. E narrò le parole usate a li governadori di le galie grosse,
quando fo preso che 'l dovesse vegnir in questa
terra. Item, la disobedientia, e aver voltà la tenda
voler nostro ; si che questo indegno zeneral è stà
causa di ogni mal. Dicendo : Farò lezer le scriture ;
poi iterum parlerò. Et venuto zoso di renga, e montò suso Piero di Organi, nodaro di l'avogaria, e
comenzó a lezer il processo fato qui, et la parte
175 MCCCCC, MARZO. 176
67 Sumario di alcune nove abute ne la fine
di marzo 1500.
presa im pregadi ; el ditto di pre' Varischo, e il pa- sue seguirli fino ai monti. Le forze sue sono da 13 in
triarcha non vol dicha ; item, de alcuni altri ; poi il 14 milia fanti alemani e sguizari, 1000 homeni d'ar- constituto dil Grimani, qual è molto savio, e dipone me borgognoni, da 4 in 5 cento homeni d'arme itaben in suo favor ; poi quel di Zorzin di la Moneda, | liani, mal in hordine ; ma tuta volta fa portar arme
armiraio, qual con una gondola ando, e fece contra | in campo per armarli lhoro et li fanti. Ha gran quan- una galia, e dice che con una balestra amazò 9 e con tità de cavali lizieri, el numero non ssa, et ogni di
una simitara 32 turchi; item fo leto el dito di Piero ge ne azonze ; et che al presente se aspeta cavali li- di Paxe, fo sora masser. Et perchè era horre 24, fo zieri mille, et fanti 3000 alemani ; et ha fatti 2000 talicentiato el conseio, dicendo : Doman sarà pregadi, liani, quali tiene per dar bataglie a terre, perchè li 67 .
e zuoba sarà gran conseio per expedir questo. alemani ne voleno pocho. Item, che la venuta de lo
imperador serà, ma non più presta che al principio
de mazo ; ma che monsignor Ascanio havea usate
queste parole : che la venuta sarà forssi più presto,
per esser homo che exequisse la fantasia che gli vien.
Tuta volta el signor Ludovico accelera la venuta sua,
quale non salirà al principio di mazo. Gli à mandato
per monsignor San Severino ducati 40 milia, ma
che non gli siano dati fino che lui zonzerà a li confini de Italia. Item, l'è agionto al signor Lodovico,
de Alemagna, mandati per Maximiano, boche sei de
artelaria grossa, et 12 de pizoli ; fazendoli trar, ne
son rote due di le grosse. Item, l'è azonto nel
campo dil signor Zuan Jacomo, monsignor de la
Tramulia, con titulo di gubernatore, con lanze 300 ;
fra li quali g'è monsignor di Beumonte, fo ambassa- dor a la illustrissima Signoria, e monsignor di Alegra, e monsignor di Pienes. Item, el signor Lodovico spende ogni mexe a questa impresa ducati 70
milia, et che milanesi pareva si voleseno meter una
taia fra lioro, di dar ogni mexe certa summa de
danari, durando questa impresa; e questo, per la
richiesta li havia fata lui. Item, fino a questa horra
esso signor Lodovico non ha speso cosa alcuna del
suo, et a Milano qualcuno ne mormorava, che li
danari soi sono ancora ne la Alemagna con li figlioli .
Item, el re Fedrico li dà ducati X milia al mexe, senesi e luchesi gli danno ancora lhoro certa summa
di danari. Item, che Vespolano è stà messo a sacho,
e brusato da li borgognoni. Item, como el Rosso da
Valenza, che è con franzosi, era andato con alcuni
francesi per fornir Tortona, havendo intelligentia
con alcuni di la terra; et che Zan Francesco de Becharia, insieme con li vermeneschi, gli hanno expulEl signor Lodovico è venuto a Milano a questo
effecto, per cavar danari dal populo, e fece convocar el conseio e molte persone del populo; nel qual
propose la mala compagnia che gli havea fata francesi, acusandose ancora lui haver fato qualche cosa
men che ben fata con lhoro : cominciò confortarli a
voler perseverar in amor con lui, et che dovevano
esser certi, quando Milano ritornase soto a' francesi,
che speraseno, se prima erano stà mal tractati, che
alhora seriano ruinati, et che non si dovesseno fidar
di promesse nè favore, che gli potesseno dar veni- tiani, perchè da lhoro seriano ingannati, con molte
parole stranie, pregandoli a non voler mancharli de
ajuto, et in specie de dinari, digando che lui non
voleva questi danari per lui, maper conservarli loro
le persone, le facultà e l' honore ; e che lui non voleva esser signor, ma suo capetanio, et servirli di
bando, et meter la persona sua ad ogni pericolo per
lhoro; et che a lui bastava solamente morir con titulo de signore, et voleva che lhoro havesseno le
intrade del tutto. Et talmente induse la terra, che
spontaneamente si hanno fato taglia ducati 100 milia, quali in uno instante se riscoderano, e a la più
longa per tutto questo mexe futuro, e a questa horra g'è stà dato ducati 31 milia, fra i qualli gli ne ha
datti el general di frati bianchi ducati 12 milia, con
soi parenti, e alcuni altri zentilhomini, fino a la summa di ducati 31 milia, che sono perho dil numero
di 100 milia ducati, quali ha portati con lui per dar
la paga a li homeni d'arme bergognoni e alemani. ❘ si, e morti , e presi gran parte di lhoro.
Item, che el castello de Novara trava grandemente
per la terra, et è fornito di ogni cossa neccessaria ;
et che 'l signor Ludovico li fa far una tagliata d'intorno con li repari, e li lassa la guardia neccessaria,
facendo pensier di andar a Robio con el campo, con
animo o di tuore la victualia a li nimici, o di far fati
d' arme con lhoro, o di scazarli, e lui con le forze
Gente che sono a l'incontro di Lodi e drieto
a la rivera di Adda insino a Cassano.
AMarignano si ritrova el signor Zuane da Gonzaga, con balestrieri a cavalo setanta ; missier Hector
da Gonzaga, con balestrieri a cavalo 130 e fanti 400
italiani.
177 178 MCCCCC, APRILE.
AMelzo gli è el conte Guido Torello, el conte videlicet Nicola Saravalioti, è stà al Styri a l'armata
Christoforo di Novolara, el conte Piero Torelo ; han- turcha, con molti altri marinari, mandati per turchi
no fra lhoro tutti, cavalli 200 tra stratioti e balle- | alquanti gripi de' nepantini, conzi, e mancha zorni 15 68
strieri ; pur li in Melzo gli hanno fanti alemani 150,
di l'armata. Dice si va conzando im pressa, e danno
68 zoè sguizari de la liga grisa, capo Sugelino. la pegola a li fusti e altri navilij ; solum che da bise
non sono guasti, senza tocarli le stope; a quelli son
tochi di bisse, mutano i magieri. Item, è venuti homeni di Mar Mazor, noviter 2000 manoali christiani
A Ruigo Alovisio Bora, fanti 100 taliani ; el fra- tello di Morgante, fanti 100; Francesco da Langiguana, fanti 100, zoè schiopetieri italiani ; Strazaca- pa, fanti 50; et uno altro contestabele, che non si ri- | angarizati ; et per via di la Valona è venute da 300 corda il nome, fanti 50 ; e ozi dovea zonzer fanti 300
alemani. E sopra tutti questi fanti è capo missier
Marchio Avogaro.
A Cassano è monsignor di San Celsso, con cavali lizieri 100 e fanti 500.
Item, che 'l ducha ha usate queste parole : che
si meraveglia che la Signoria di Venecia voglia abraciar tante cose, et che non sa a che modo le potrano
difendere ; et che 'l passerà se non pocho tempo, che
haverano faticha a difender le cosse sue, non chevoler tenire le terre che hanno fornite a nome dil re.
Sumario di do letere di sier Nicolò Marcelo,
provedador, dil Zante.
some di stopa e pegola, e per zornata azonzeva di
le altre a Nepanto. Tamen a le nave grosse non era
stà preparato conza ancora, nè etiam a zercha 35
schierazi , tirati in terra in fra il porto di Nepanto et
la spiaza di San Dimitri, et a le do galeaze : solum
arma. Tamen è zonti tutti axapi, e non se fidano
più di christiani; et a Patras e Nepanto da tutti vien
judichato di pace, e che l'armada turcha non ussirà, quamvis mostri .
Ancora el ditto provedador, di X. Avisò molte
cosse, come ho scrito avanti ; et di 13 avisa aver
nova di Coron, per via di Syo, come a Syo veniva
cargati do schierazi di monition, stope, pegole e
maistranze per esser condute a l'armada ; e altri
schierazi cargi, ut supra, erano ussiti dil streto di
Dal Zante, di 5 marzo. Avisa di do fuste tur- Constantinopoli, per l'armada, per dita via di Neche, quale mostrò intrar in canal di Santa Maura, tamen sono restate, et è in bocha del canal, non à passà
per la basseza di le aque ; à serito di questo al zeneral. Item, scrivendo, arivò una barcha di Nepanto
con homeni 9, fuziti eri a vesporo, havendo da piezi
homeni turchi soi amici ; dicea andar a Patras, e che
turchi non si fida lassar più niun christiam ussir per
mar ; fra li qual è Galeazo di Smalini, da Patras, habitava a Nepanto. Dice, ozi 8 di, era zonto a Nepanto sier Rigo Badoer, venuto di Andernopoli, con
custodia di uno schiavo di la Porta, dove lì è il siguor turcho. Dice manchar è zorni 20, e aver scontrato Alvixe Manenti, secretario nostro, con Thodaro Paleologo, a Pora, zornate 4 di Andernopoli, e
comme intese, è stà ben visto, e lui sier Rigo non
havia potuto operar zercha la sua liberation e di altri zenthilomeni presi a Nepanto, videlicet sier Lorenzo da Canal, quondam sier Nicolò, sier Vicenzo
da Canal, quondam sier Anzolo, quali è tenuti per
schiavi ; é zonto dito schiavo a Nepanto, di comandamento dil signor. El qual scrisse al flambular di la
Morea feze prender per schiavi tutti nepantini se
atrova in la Morea, e questo, dice, à inteso da dito sier
Rigo, e à visto la retention di do zenthilomeni. Aferma la morte di Fait bassà ; in loco suo diputà a Nepanto el flambularo di Negroponte. Etiam, uno di 9,
1 Diarri di M. SANUTO. Tom. III.
groponte, et si atrova versso le aque di la Palatia e
Arzipelago fuste diexe, et uno galiom di turchi .
In notatorio 23, 1500, die XVmarcii.
Vacante lectura notariorum nostrorum curiæ
majoris in cancellaria superiori, per promotionem et deputationem Marci Antonii Sabellici ad lectu .
ram de mane, loco Georgii Vallæ defuncti, in ecclesia seu hospitali Saneti Marci, per infrascriptos
dominos consiliarios habita informatione de probitate ingenii , doctrina et moribus Joannis Bapti- ste Sitæ, determinatum fuit, et deputatus præfatus
Joannes Baptista Sita ad lecturam notariorum prafatorum cancellariæ nostræ, in loco cancellariæ superioris, horis deputatis in mane, sicuti faciebat Marcus Antonius Sabellicus præfatus, et subsequenter
post prandium in loco hospitalis Sancti Marci, absque aliquo salario.
Consiliarij fuerunt : sier Joannes Donato, sier Jacobus Trono, sier Lucas Pisani , sier Marcus
Fuscolo, et sier Andreas Gabriel.
Nuove dil mexe di april, 1500.
Adi primo april 1500. In colegio introno savij
nuovi : videlicet sier Marcho Bolani, sier Lucha Zen
e sier Filippo Trum, procurator, dil conscio ; sier
12
69
179 MCCCCC, APRILE. 180
Piero Capello et sier Zorzi Emo, di terra ferma; sier | visto da li bassà con bona ciera, et referite le 4 cosse,
Marco da Molin, Jo Marin Sanudo, sier Lunardo Mo- per la sua comission a lui comesse. Prima, era vecenigo et sier Antonio Venier, ai ordeni ; et sier An- nuto per far pace; voleva Nepanto indrio, perché
drea Surian, quinto collega, qual prima era per la contra ogni raxon ne era stato tolto, hessendo im
parte di 30 anni, non provò la etade. pace col signor turcho. Secondo, la liberation di presoni. Tertio, la roba tolta a' nostri merchadanti.
Quarto, rafermar e concluder di novo la paxe, come
Vene sier Tomà Zen, el cavalier, venuto capetanio di le galie grosse, stato a la impresa di la Cephalonia, insieme con molti di governadori di ditte ( prima era. Quanto a Nepanto, li bassà disse : Non
galie grosse. El qual sier Tomà Zen vene con malla parlar di restituir. Et quel Charzego uso certe parole
fama, e cussi li altri ; et erano mal visti da tutti. E contra la Signoria nostra, con collora etc. E poi li
volendo ditto sier Tomà referir, non fo voluto aldir. | disseno, haver inteso le proposte, sariano col signor,
Et lui disse : Serenissimo principe, referirò im pregadi; tamen mai non fo lassato referir, imo da poi
to commesso a li avogadori di comun, chome dirò
di soto.
et il luni poi li daria risposta. Item, che ne l' andar
a la Porta, pioveva; e li capi turchi lo salutavano.
Conclude, la Signoria à amici li, ma molti inimici
italiani. Item, haver inteso, il signor haver spazà JaIntroe Alvixe Manenti, secretario dil conscio di cut bassà con 200 milia ducati, et 600 veste, et 4000
X, ritornato da Constantinopoli, o vero Andernopoli, ❘ homeni , e mandato a l'armada dil colpho ; e il signor
dal signor turcho, insieme con domino Thodaro Paleologo, stratioto, fidelissimo nostro, et con li cai dil
conscio di X referite alcune cosse; qual perhò ozi da
poidisnar im pregadi fè la sua relatione etc.
vol ne la sua armada siano turchi e non christiani,
chome fu l'altro anno. Item, fa far tre armade : una
a la Vajussa, di 20 galie sotil et X grosse; una a la
Prevesa, in colpho di l' Arta, di 7 sotil et 3 grosse ;
Da poi disnar, fo pregadi; e prima fusse leto e la terza, quella ha in colpho, che sarà più che 200
alcuna letera, ditto Alvise Manenti andò in renga, et velle. Eil signor viem im persona con exercito, perho
referite il viazo suo ; el qual in sumario qui soto farò si provedi. E dicendo tal relation, lacrimava, dicenmentione. Et fo dato sacramento per li capi dil con- do: Vedo la ruina di christiani ! Or, el luni, fo da li
scio di X a tutti, e tolti in nota, e comandato di tal bassà ad haver la risposta, per il qual fo mandato.
relatione non si parlasse, solo stretissima credenza Eli disseno esser stati col signor, qual volleva haver
di l'aver e di la faculta etc. Prima, chome fo man- per confin con la Signoria nostra il mar. Item, vol
dato di hordine di questo excellentissimo conseio al li sia dato Napoli di Romania, Modom, Corom e Maleapetanio zeneral, per li avisi di Fait bassà, voleva | vasia, e ducati X milia a l'anno, e faria la pace ; et
far far la paxe col turcho ; e andò a Castel Tornese,
abuto il salvo conduto, dove dismonto. Era li il prothoiero di la Morea, et insieme andono a Patras da
Hali, sanzacho dismesso di bassà, qual li fè bona
ciera. Et a dì 17 fevrer intrò in Andernopoli, dove
era il signor turcho, e che za era stà expedito de li
Jacut bassà, capetanio di l'armata sua è in colfo di
Nepanto. E zonto li, Mustafa bassà, noluit etc. E nel
venir con la compagnia, in strada scontro molti axapi
venivano per l'armada, e ulachi andavano ; et intese
da li preti greci , di la gran preparation faceva ; quali
li diceva quando esso intrava in qualche chiesia,
facendo vista di far oratione, e li diceva secrete con
gran dolor, per esser christiani. Or, a di 22 dito, penultimo zorno di Porta, sabado, have audientia da li
bassà: videlicet Missit Dassà, nuovo homo, savio vechio, et è stato a la Mecha; l'altro Charzego, ch'è
zenthilomo nostro ; e il 3.º Jacut, era venuto capetanio di l'armada. Eravi etiam con ditti bassà Mustafa bei, bilarbei di la Grecia. È da saper, Fait bassa
che il signor manderia uno messo qui con lui, per
haver la risposta, con una letera. Quanto a le altre
cosse, si conzeria ; ma prima si adatasse la mazor.
Et esso secretario li rispose : La Signoria nostra non 69 *
li daria terre, perchè li signori christiani nol comporteriano. Et dimandando di parlar e basar la man al
signor, li tre bassà prenominati si levo, e andono
dal signor per farlo intrar. Steteno alquanto ; poi
tornò, dicendo : Il signor non voleva parlarli, per
non haver portà li presenti. Or, licentiato, se ne
tornò a caxa ; e li fo mandato a donar do veste
d'oro, zoè caxache di sopra, ma non di soto, chome è il consueto, una a lui, l' altra a domino Thodaro Paleologo, et ducati 60 in aspri, qualli tutti li
dispensò in cortesie, et si partite con la compagnia
hebbe, e ritornò a Corfù etc. Item, quel signor à
mandauno orator a l' hongaro con 100 cavali, a dimandarli ducati 40 milia, promessi per nome di suo
fradello, re di Polana; e il turcho fè guerra al carabodam etc. Stima molto il tartaro di Uxon Cassam,
in questi zorni, avanti arivasse a Patras, morite. Folo ha disfato e toltoli bona parte dil stato. Item, che
181 MCCCCC, APRILE. 182
Schander bassa, sanzacho di Bossina, nimicissimo | sier Pangrati Zustignan, sier Nicolò Pasqualigo, stati
armada; sier Pollo Valaresso, sier Andrea Foscolo,
sier Toma Contarini su galie sotil ; et sier Zorzi Viaro
venendo ... morile.
Di sier Lucha Querini, provedador di Corphù,
di... Avisa, chome va continuando le fabriche e repari ; e Jacomo Coltrin, inzegner, è li.
nostro, mandò suo fiol a la Porta a dimandarli solo governadori di le galie grosse, ritornono, e, per la
X milia cavali, e vol venir a correr in Lombardia ; parte, introno im pregadi. Sier Silvestro Valier era
et Feris bei, sanzacho di Scutari, vol l' Albania, si ( amalato. Etiam, sier Alvixe Zorzi vene, et rimase in
che per tutto contra de nui si prepara guerra. Etde
li tre bassà, Charzego e Jacut sono nostri nimici. In
colfo di Lepanto è Camalli, fa conzar l'armata, e
sono XV milia homeni a lavorarla ; sì che, fazando
tre armade, bisognerà la Signoria nostra habi tre
capetanij con tre armade potente a l'incontro, si che:
Guai ! Guai ! etc. Et che Schander li donò di la preda DıSyo, di 12 zener, drizate al capetanio zenr- 70
200 anime al signor, fata in Friul, e il signor non li ral. Chome cri ebbe di Pera, di 23 dezembrio, e di piaque. Dice, fo ditto disse : È crudel homo, per ha- Galipolli, di do ditto, il signor turcho esser in Anver fato amazar 2000 al Taiamento. Item, el princi- dernopoli, dove dia invernar; e di suo comandapio di la guera con la Signoria nostra, lhoro dano mento sono mandati quanti marangoni e calafai se
causa a la morte di l'almadaro, fo amazato a le saline | possono haver a la volta di Nepanto et a la Valona,
di Cataro. Item, Missit bassà li disse: La Signoria | per l'armade fa. Etiam, sono stà mandati maistri
vostra voria haver sempre uno homo qui a la corte; boteri per far botte, per dar charena a le nave. Item,
et hanno una letera dil gran maistro di Rodi, de uno di li vaselli sono in colfo di Lepanto, la più parte
cardinal è a Roma, e uno signor de Italia, quali han- sono guasti da bisse o ver da brume. Etiam à manno scrito al turcho contra la Signoria nostra. Item, dato favri per far li feramenti, e, sopra cavali, rame ;
erano zonti a Ragusi oratori dil re di romani, et dil e si dice vol mandar 2000 cavali cargi di rame, che
signor Lodovico Sforza, drizati al turcho, quali il sarà cantera 5000, a Nepanto, per far butar passasignor havia ordinato andasseno a la Porta, et di li volanti, a modo di quelli di le galie grosse nostre, e
araldi di Franza andono a Rhodi. Concludendo, què- di le nave di Franza. Et si dice, nostri haver fato
sto anno il turcho verò potente in mar, et con exer- danno a' turchi di homeni XV milia, con ditte articito da terra, e certo vol andar a Corphù, dove era larie. Item, il signor fa far versso Nepanto e Valona
sier Marchiò Trivixan, nostro capetanio zeneral, con galie 50 sotil, licet per avanti fusse ditto 100, e galie
27 galie mal conditionade, di le qual non ne faria 16 grosse, a modo le nostre, numero 20; e à fato bassà
bone. Poi disse dil sito di Corfù, videlicet ha 5000 novo, Missit bassà, era remito, venuto novamente
caxe et homini 5000 ; è in gran pericolo, e si pro- | da la Mecha. El qual, a di 14 dezembrio, sentó a la
vedi a li castelli etc. Poi disse, havia conduto qui con
lui uno orator dil turcho, chiamato Alexio, stete alias
nostro provisionato a Padoa, havia 20 ducati al mexe, fo col signor Ruberto ; el qual è alozato in caxa
sua. E poi fè lezer una letera, mandava el turcho a
la Signoria nostra ; la copia di la qual sarà qui sotto
posta. Et, venuto zoso di renga, el principe lo laudò
di la faticha, e si provedesse.
Porta bassà, in locho di Embrai che morite ; e mormorasse di dismeter Achmat bassà, carzego, fo quello
andò a combater l'altra volta Rodi. Item, si dice
Schander bassà, esser zonto in Bossina, con preda
fata in Friul. Item, in Constantinopoli e Galipoli non
si trova pur uno sollo vasello di galie o nave. Item,
il signor fa scriver in la Natalia axapi 40 milia, et
altratanti in la Grecia; di qual vol far homeni da
Da Corphù, di sier Marchio Trivixan, capeta- remo, perchè si dice christiani non fa il dover in
nio zeneral di mar, date a d 17 marzo. Chome | l'armada.
quele galie erano mal in hordine; dimanda monition,
danari e homeni di Dalmatia per interzar le galie ;
manda letere abute da Syo ; il sumario sarà qui soto posto. Epar, à per frati , sier Andrea Griti, con altri nostri merchadanti, siano retenuti in Castel Nuovo,
a la bocha di Mar Mazor. Item, lui zeneral à licentiato le galie di Baruto et Alexandria; mancha Fiandra e Barbaria, quale diebano venir qui a disarmar. | disarmar in Candia, ozi erano capitate de li , e le voEt è da saper, sier Sabastian Contarini , sier Antonio Querini, sier Alvise di Prioli, sier Carlo Valier,
Dil Zante, di sier Nicolò Marzello, provedador,
di Xmarzo. Come una fusta di banchi 14, con turchi 40, arsaltò uno suo bragantin, mandoe versso el
Colaira, la qual fusta era ne la fiumara de lliaco, soto Castel Tornese, e combatè col bregantin, e nostri
amazó 15 turchi, et altri feriti ; e fo morti de' nostri
do et feriti 6. Item, le sete galie candiote, vanno a
leva mandar a piar la ditta fusta; non l'hano voluto
andar. Item, per un' altra letera dil ditto, pur di X,
183 MCCCCC, APRILE. 184
70
come per unopatrom di una barcha di Nepanto, chia- li hanno page do a l'anno, si che non è possibile posmato Jani Variprali, parti eri di Nepanto, reduto a sino viver ; voria se li mandasse 500 provisionati al
Patras, e questa note fuzito li al Zante, dice l' arma' meno, et haver de li 4000 homeni da fati etc. Item,
si va conzando e bruscando; a una di le galeaze se chome a dì 30 zener, hore tre avanti zorno, fo scoimpiò fuogo, e brusosi fino a raso aqua, e il resto perto turchi venivano de li, e fati i signali, nostri
andò a fondi ; e ancora non era stàpreparato dar messe le sbare a la terra ; or vene cavali 2000 e peconza a la nave grossa : diceano volerla conzar, e sarà doni 1000 fin quasi a le sbare, et scharamuzò con
difficile, per esser disfrassata e meza piena di aqua, nostri ; fo morto il governador di lhoro exercito,
con 4trombe in sentina; e si aspetava asapi XV mi- ditto Zaussi, con 8 altri, e toltoli 7 boni cavali, feridi
lia per custodia di essa armada; e Camalli preparava molti altri di principali, e molti cavali, et senza far
15 fuste per star a custodia di lochi; e il signor si danno si tornorono indriedo. Item, esso provedador
dice esser mosso di Andernopoli, e va versso Salo- à fato li a Modon 200 bonissimi schiopetieri, adeo
nicho, e il secretario nostro esser zonto a la Porta. tutti zuoga in la terra a trar schiopeti, e hanno gran
Item, a Nepanto esser da 25 in 30 schierazi tirati in animo ; se i lassasse andar fuori , anderiano mia 4 a
terra ; stanno cussi senza preparation di conza, e il trovar turchi. Item, à bisogno, a tempo di asedio,
Mambular di la Morea è cavalchato versso Napoli di quella terra di aqua e de molini, adeo ne fa far 4
Romania, e prese el vayvoda, oltra quello prese per molini da vento, e forsi ne farà far più, perchè de li
avanti ; et esser stå amazati da' nostri, da turchi 60. non se masena se non con molin di aqua, e spiera
Item, conferma la morte di Fait bassa, e interim el haver trovà in la corte uno pozo. Item, lì è Dario
suo vayvoda atendeva a compir i fusti, per ditto Fait | da l'Aquila, contestabele nostro, si fa le guardie etc.;
fatti principiar, et era compita una galeaza, non perhò gitata in aqua ; et che lui provedador havia mandà el ditto patron al zeneral, a referir il tutto. Item,
per un'altra letera, pur di X, avisa le anime si lieva
per le nostre galie di la Cephalonia ; eri zonse li al
Zante molte fameie, e li fanti tornati, magagnati i do
terzi, perhò che li al Zante è do contestabeli : Moro
Biancho et Jacometo da Novelo, con page... Item, lui
atende a la fabricha dil castello, ma è stà tempi pluviosi. Item, ozi è venuto li Nicolò Caopena, da Napoli,
e à referito esser zouto a Argos uno schiavo dil signor, con hordine stagi li a desviar stratioti di Napoli, con gran promesse ; e a dì 2 di questo, uno fratello di detto schiavo, nominato Maurichi, habitava
a Napoli, con 4 stratioti era andato ad Argos a trovar el prefato schiavo etc.
Da Modom, di sier Marcho Cabriel, castelan e
provedador, di 18 fevrer 1-199. Chome havia abuto
li ducati 500 de tornesi, in certi barili, et de li formenti à retenuto di le nave nostre stera 3600, et il
resto torà per le prime nave capiterano li : voria vi
fusse Coltrin, inzegner ; si duol dil zeneral ete.; fa far
docalchare di calzina, e subito ne farà far tre altre,
e, zonto sarà li el zeneral o esso inzegner, si darà
principio a fabrichar ; voria assa' bruscha ; e dice fa
più 25 galioti cha 100 terieri ; voria se li mandasse
uno maran per tuor saxi, et il zeneral li mandasse
do galie per do mexi, voria artilarie e monition e
polvere, nou ha da trazer X bombarde, non ha freze,
non archi, non lanze, non spade, non tavole, ni legnami, et perho prega si provedi ; et li soldati sono
voria 400 in 500 corbe di carbom, per non ne esser
de li, e le legne val ducati do el caro, et non è modo
di averne. Item, se li manda solfere e salnitrio, per
conzar certa polvere è de lì.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, andava a Corfù, date in galia, im porto di
Santa †, a dì 16 marzo, manda alcuni avisi abuti.
Chome a Constantinopoli è solum 24 schierazi, di
qual 4 sono di botte 400, li altri picoli ; e sier Andrea Griti e altri merchadanti sono in Castel Nuovo
a la bocha di Mar Mazor, e si vendeva il suo per li
factori. Item, a Constantinopoli si disfa scudele, per
non haver stagno da far le artilarie ; e à fato comandamento non si trazi filladi, per volerli tutti da far
velle. Item, à che Feris bei à ordinà, per venir a tuor
Zupa, Lisevich, Cartoli e Lustiza fino a le Rose, che
tutti si adunano e porti con si do fugaze, una manara
e uno cortello ; e vol dar il guasto a le vigne di Cataro etc. Item, lui provedador anderà al suo viazo.
Da Curzola, di sier Antonio Diedo, capetanio di
le galie dil trafego, di 22 marzo. Chome voleva mandar una galia, e tuor la galia Guora, veniva a disarmar, e seguir il viazo ; ma li galioti non volseno e si
sublevono. Item, si parte e viem versso Cataro, di
comandamento etc. dil provedador Pixani.
Dil ditto Pixani, provedador, date a presso Caturo, in galia, a dì 16. Come, inteso dovea venir
Feris bei con 15 milia persone, facea provision etc.;
et ha retenuto do navilij di sier Perazo Malipiero, e
uno altro era a Ragusi, et non si voleva partir de li
per veder il successo etc.
185 186 MCCCCC, APRILE.
Da Cataro, di sier Zaan Paulo Gradenigo, retor e provedador, di 15marzo. Chome de li è pocha
custodia, solum tre contestabeli e pochi fanti ; et, per
dubito de' turchi, à arma dil suo la fusta, et do caravelle farà etc. Et per un' altra letera post scrita, par
quel zorno, a dì 15, a hore 21, sia zonto de li uno
di Feris bei, sanzacho de Scutari, et li presentò una
letera in lingua schiava, la copia di la qual sarà qui
soto scrita ; et chiamato el conseio de li deputati di
Cataro, consultó la materia ; e acciò non fusse venuto
71 per spiar, retene ditto messo, con animo di non risponder cossa alcuna per bon rispeto, et mostrar
non curarsi di le sue pratiche. E l'animo di quelli
citadini è molto forte et gaiardo contra turchi; e pocho avanti l'hora di disnar, per alcuni stratioti de li ,
li fu apresentà tre teste de turchi taiate per lhoro questa matina, si che, si vi fusse 150 cavali de stratioti,
si sentiria qualche novità bella; tamen non mancherà etc.
Copia di una letera di Feris bei al provadador
di Cataro.
Da parte de Feris bei, signor de Scutari, al nobel
e savio et de ogni honor et laude degno de Cataro
signor conte : Sapiè come è vegnudo el carazaro de
l'imperador, domanda de la contrada de Garbli el
carazo, che sono i ducati de l'imperador, chome per
avanti i solevano dar. E lor dicono, el conte de Cataro ne ha preso, et si ne tiene ne le presom, et ha
zerchado el pagamento, et si havemo pagado tutto
quello che per avanti non avevemo compido de pagar. Et al presente, questi homeni de l'imperador,
datili ne le nostre man, perchè haveremo ancora nui
con voi bona visinanza et amicitia ; et se non ne voli
dar questi homeni ne le man, per la fede ne la qual
credo, che tute quelle vigne che son di Cataro, et
ogni altro alboro frutifero et homeni vostri, tutti ge- tarò e taierò a terra piana: non voglio lassar fin a le porte de la cità, excepto la terra negra; nè de qui me
voglio mover fin che non fazo la execution di questo.
A vostro aviso, perchè fin adesso a voi nè a' vostri
homeni mal algun non ho fato, se ben son vegnudo
qui, excepto se ho preso qualche schiavo ; et se alguna cossa ho fatto, ho fatto a li rebelli de l'impera- dor; et quel che havi a fare. Per questo con presteza deme risposta. Idio vi consoli .
monio dil re di Hongaria. È stato col papa a persuader per ben di la christianità, et evi li procuradori di
esso re di Hongaria, et lo episcopo di Chai, qual ritornò orator dil papa di Hongaria. Il papa disse voleva far. E il cardinal di Siena dipose contra etc. Et
l'orator yspano fa il tutto, per operar non siegui ,
per caxon di la raina Beatrice, sorela dil re Fedrico.
Et è zouta una letera dil re di Franza al papa, li persuade la expedition di ditto matrimonio ; et il papa
mandava l'arziepiscopo di Arles in Franza. Item, è
letere li di Milam, dil prender di Novara per el signor Lodovico. Item, el cardinal Urssino parti di
Roma, poi è ritornato ; e li Urssini sono col papa, et
domenega si dovea dar il stendardo di confalonier
di la chiesia al ducha Valentines, fiol dil papa, e la
ruosa. Item, il papa si duol traze pocho dil jubileo ;
et mandò il brieve di la confirmation dil perdon di
la Charità, ch'è a di 3 april, concesso alias per Alexandro terzo, ch' è perpetuo.
Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador nostro. Chome la duchessa di Urbin, sorela dil marchexe di Mantoa, era andata a
Roma al jubileo, con 6 cavali et 60 a piedi ; etiam a
visitar il papa; si racomanda a la Signoria nostra.
Qual passò de li . Et par el ducha Valentinoys voglij
tuor l'impresa di Pexaro. Item, la peste è a Forli,
Cesena e Fiorenza. Fo comesso a li savij sopra la sanità, dovesseno proveder, et fo proclamato non vi
venisse etc.
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, dotor, vicedomino. Chome la moier di Frachasso era li , non
ha nulla ; e per bisogno di uno sacho di formento à
impegna li ninzuoli. Item, di l'andata di domino
Zuan Valla, orator di quel signor al re di Franza,
et esser stati li a Ferara do oratori dil roy predito,
vieneno qui, poi in Hongaria, honorati assai.
DaRuigo, di sier Zacharia Contarini, el cavalier, podestà et capetanio, di ultimo. Dil zonzer li di do oratori dil re di Franza, vano in Hongaria, li
nomina, li ha honorati , e li hanno ditto, domino Acursio fin 20 zorni sarà de qui.
Da Liom, di sier Beneto Trivixam, el cavalier, 71
orator, di 24 marzo. Chome il re havia inteso Novara dal signor Lodovico si strenzeva, et monsignor di Alegra volea socorsso, dubitava assai di perder- la, et à expedi monsignor di la Trimolia con lanze...
con hordine investi il campo dil Moro ; et il baylo
dil Degiun, mandato da' sguizari, par habi auto assa'
sguizari a soldo dil re, et il re di romani volendone
Da Roma, di sier Polo Capelo, el cavalier, ora- 4000 per romper a la Signoria nostra, non li à potor, di 23 et 28. Zercha la dispensatiom dil matri- tuti haver ; et il roy, che voleva venir più avanti,
La qual letera era serita in schiavo.
187 MCCCCC, APRILE. 188
par non vengi ; dice perchè domino Ferigo Capeler | asecurarsi di l'armata potria venir da Pavia, e torli
et monsignor di Vergiè sono andati im Borgogna,
per nome dil re di romani ; dubita di novità, e vol
star li a Liom, e manda a quelli confini el principe
di Orangie.
Item, li oratori fiorentini à ditto al roy, non poleno mandar zente, et l'ultime à il re di campo, è
di 6 ; per le qual à inteso, el signor Lodovico voleva
tuor li arzenti di Santo Ambrosio di Milan per far
danari. Item, esso orator mandò una letera li scrisse
el cardinal di Roam, qual era in Savoia, li avisava il
venir di domino Zuan Valla, orator dil ducha di
Ferara al roy, et altri avisi non da conto, ut in eis.
Da Lodi, di sier Christofal Moro, provedador nostro, di 28 et 29. Chome domino Jacomo da Corezo vol dar Parma a la devution dil re, ma vol si
perdona a la parte rossa, videlicet al conte Filippo,
per il fuzir feze da la Signoria nostra, e darli Brexelle, ch'è dil ducha di Ferara. Item, di l' intrar dil
signor Carlo Orssini im Piasenza ; et li a Lodi è
monsignor di Montasom etc.
Da Trevi, di sier Piero Marzello, provedador
nostro, di 29 et 30. Chome el conte di Pitiano, governador nostro, voria 2000 fanti più, avendo a passar Adda e andar alozar col campo di là, et passerà
a Lodi vechio, tra Lodi e Brignan; manda certi
avisi di Milan, chome el signor Lodovico era stato a Milan, e tornato in campo a Novara, et Frachasso
verà con zente contra nostri da la banda di qua, et
il ducha di Baviera, et il ducha di Saxonia si aspeta
con zente in ajuto dil Moro, et esser zonte a Milan
4 bandiere di todeschi, et il signor Lodovico andava
col campo a Robio, per haver quello.
la via dil socorsso, voleva far far certa palifichata
per obviarli ; voria li mandasse maistro Venturino,
inzegner, con qualche altro maistro apto a piantar
colone im Po, et cussi lo manderà, qual si ritrova a
Caravazo. Item, quella terra si vuoda per paura di
le lente provision si fanno, et quella matina el signor Carlo Orssini dovea partirssi da li soi alozamenti con li cavali lizieri, per andar versso Piasenza .
Da Cremona, di sier Domenego Trivicam, el cavalier, e sier Nicolò Foscharini, provedadori, di 29.
In conclusion, temeno per li successi dil Moro, e
fano vardie.
Da Brexa, di sier Polo Trivixam, el cavalier,
podestà, e sier Domenego Beneto, capetanio. Mandoe alcuni avisi abuti da Milan, qual per altre si hebbe.
Et in questo pregadi vene sier Tomà Zen, el cavalier, vien di armada, per referir, e non fo lassato,
e più non referite. Et ozi li governadori di le galie
grosse stati, veneno im pregadi per uno anno.
Fu posto, avanti si lezesse le letere, una parte per 72
li savij dil conseio et savij di terra ferma, et fo opinion di sier Polo Barbo, per recuperar danari, zoé
dato termine a tutti li debitori di la Signoria nostra,
di pagar senza pena quello sono debitori a tutti li
officij in tre termine, videlicet : ogni XV zorni uno terzo; et passadi, si scuodeno con le pene ; siano
publichadi li debitori im pregadi, cazadi di colegio e
pregadi, e de li oficij e rezimenti sono, e sia fatto in
lhoro locho, et siano electi tre provedadori sopra la
exation di quelli, con gran autorità, per scurtinio,
con pena, e non siano electi quelli di colegio, e altre
clausule, ut in ez. Et sier Piero Capello, savio a terra
ferma, messe a l' incontro, voler la parte con questo: quelli tre provedadori da esser electi , possino
etiam elezersi de quelli di colegio; et ſu el primo
parlasse. Li rispose sier Marco Zorzi, savio a tera
ferma. Poi parlò sier Zuan Surian, provedador al
sal, dicendo era crudelissima parte contra li poveri etc. Or andò la parte : 4 non sincere, 23 di no,
66 dil Capello, 95 di savij . Et questa fu presa; tamen pocho operò etc.
Da Crema, di sier Hironimo Bom, podestà et
capetanio, di 28. Come à letere di domino Sonzim
Benzon, da Piasenza, e insieme con domino Ambrosio Triulzi et quelli conti Scotti tranano di haver
Parma, e sperano per li amici et parenti, hanno essi
conti ; et a Pavia par sia el conte Filippo di Rossi, al
qual domino Francesco Scotto li mandò un messo,
et Sonzin li scrisse volesse far etc., et aria la gracia
da la Signoria nostra. Item, el conte Jacomo Santo
Vitale, capo di parte, potente im Parma, era di bon
animo. Item, par, per uno venuto da Novara, parti Et fo chiama el conseio di X in cheba, lezendo
quando la si perse, et par fusse abandonata da'fran- ❘ le letere, con zonta di savij . Credo el Manenti referite
cesi per non haver strame, et era bellissima zente e
il castello ben fornito. Item, aferma la rota data Èda saper, questa matina in colegio fo balotato
per missier Zuan Jacomo a quelli do capi de bale- | li savij da terra ferma; et rimase cassier sier Marcho
qualcossa secreta.
strieri e fanti todeschi , che andavano per fornir Zorzi per uno mexe.
Mortara, credendo fusse stà abandonata da esso mis- A di do april. In colegio vene uno zenoese, chiasier Zuan Jacomo. Item, che li a Piasenza, volendo | mato Janus Maria, fiol di domino Thomaso di Cam-
189 MCCCCC, APRILE. 190
po Fregoso, con letere di credenza dil padre, date | impeto, per la moltitudine di li nimici, a puocho
a Godam in la riviera di Levante; par voglij esser
governador di Zenoa, e voleva tratar alcune cosse ;
dimandava auditori. Fo mandato fuori, et consegliato la risposta ; ditoli per el principe poi, fusse
ben venuto, edoman si li risponderia. Vene uno messo dil bam di Jayza, dimandando
certa provision, oferendossi tenir avisato dil venir
di turchi ; ditto si vederia.
Di Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier,
luogo tenente, sier Piero Moro e sier Anzolo Barozi.
Chome haveano visto quelli passi di Friul ; conclu- deno non esser possibel remediarli, si no con zente a l'incontro. Item, hano nova, turchi dieno vegnir
de li.
Di Antivari, di sier Piero Tiepolo, podestà, di
25 fevrer. Chome a Scutari era stà retenuto el conte Zorzi Zernovich, et custodido, et scrito a la Porta.
Item, turchi e marchovichij sono d'acordo , e il
sanzacho di Scutari à fato spianar la via si va a Scutari ; qual ha auto comandamento di andar a la Porta, ma aspetta risposta di quello habi a far dil Zernovich. Item, di uno nontio vien a la Signoria nostra, per nome di Fufini, stati depredati da' turchi ,
et sono reduti a uno monasterio di Santa Maria di
Rotazo, locho molto importante, qual si brusò ; perhỏ dimanda aiuto.
Du Budua, di sier Nicolò Memo, podestà, di 8
marzo. Chome el Zernovich era stà mandato a la
Porta. Item, quelli di Budua scrisse una letera a la
Signoria nostra, laudando esso suo podestà.
Da Monopoli, di sier Tomà Liom, governador.
Come quelli regij andavano dicendo presto verà de
li l'armata turchescha.
DaBergamo, di sier Hironimo Orio esier Francesco Baxadona, rectori , de 31. Come haveano,
monsignor di la Trimolia passò Verzeli con 8000
cavali et XI milia fanti, e uno stendardo con una
spada sanguinosa pynta suso col focho, et una scova.
Da Crema, dil podestà, di ultimo. Come havia
letere di domino Nicolao da Mosto, da Lodi, fate a
hore 13, li avisa che certe zente d' arme, con alcuni
ballestrieri, stratioti, e zercha fanti 100, erano ussiti
di Lodi e andati versso Marignano ; et cavali 30 de
a puocho se retrassero, lassando el butino, et erano
ritornadi a salvamento, salvo che l'hera rimasto uno
de li nostri balestrieri a cavallo, del qualle, essendo
preso da li inimici, per forza da' nostri li fo tolto, e
menato via. Item, scrive el conte Zuan Antonio de
la Somaglia zerchava de condursi con la Signoria nostra con homeni d'arme 50, et balestrieri a саvalo 100, e che 'l darà Marignano ; et oltra di questo se offeriva de desviar la mazor parte de le zente
lombarde, ha el signor Lodovico nel campo suo ;
et per segureza di questo, prometeva di dare li
figlioli e la dona ne le man di la Signoria nostra.
Item, che domino Christoforo Palavisino havea man- dato dal provedador nostro uno suo canzeliero ,
condolendosi che 'l parea che 'l se fesse praticha,
per mezo di missier Jacomo Secho, con domino Orlando Palavisino, nimicho suo, di voler asecurar le
cosse sue, con dire che esso domino Orlando poteva
dare vinta et persa la cosa de Piasenza ; e che ' l ditto
non importava a le cosse di Piasenza, et era tutto
morescho, e haver uno fiol nel campo del Moro. Li fu risposto , non haver altra praticha con lui, salvo a
volerlo tuor da la devution dil signor Lodovico, e
che segureza alcuna non li era promessa, sì che l'era
partito satisfatto. Item, il campo dil signor Lodovico
era a Novara, e le cosse sue in grande confusione e
disordeni, per più rispeti : prima, per esser gran
carestia, talhor nel campo, per esser intercepte le
victuarie, vieneno in campo, da li todeschi, et li
lombardi non ne pono havere ; l'altra, per non esser
obedientia nè reverentia, ogniuno è patrone, signore
e capitanio ; la terza, per non li esser homo di governo che vaglia ; la quarta, per non li esser danari ,
maxime per li lombardi. Item, el signor missier
Zuan Jacomo è pur a Mortara, e se ingrossa, e li
francesi coreno ogni di su quel di Pavia, e hanno
fatto gran danno, hanno brusato Sanazaro, castello
bono, sachizato Aderno, Mezo, Schaldasole e parechij altri castelli de la Omellina, teritorio pavese.
Item, havia inteso per via dil conte Zuan Antonio
predito, che uno suo messo, lo qualle mandava in
campo esso domino Nicolò da Mosto da missier
Zuan Jacomo Triulzi, era stà apichato a Pavia, e
che 'l vescovo de Lodi era stato caxone de la morte
sua, per farli dispeto, et che esso conte Zuan An- tonio havia fato assai per ajutarlo, ma per non discoprirsi, lo havea lassato morire.
72 stratioti, et balestrieri 8, corseno fino a le sbare de
Marignano, et haveano preso bestiame assai ; et che
quelli de Marignano erano ussiti fuora, per numero
zercha 200 cavalli, et erano stati a le mane con li
nostri ; li qualli, sperando pur di socorsso, steteno Noto, Alvise Manenti, secretario, in la sua relaper gran pezo a la bataglia, poi vedendo che el tione disse che, parlando con li bassà, quelli li disse :
socorsso nostro veniva, non possendo superare lo | La to Signoria, hessendo im paxe col mio signor, à
191 MCCCCC, APRILE. 192
73
vadagnà Cypri e le terre di la Puia. Item, Char- | scharini, fo savio dil conscio ; fo soto sier Lunardo
zego bassà è nimicho nostro, per caxom di certo
rubin, fo dil ducha Vlaticho, dice li aparteniva, qual
have in dotta sier Marcho Loredam, quondam sier
Antonio, procurator. Item, questo Alexio, orator dil
turcho, è qui, è al presente zaus dil signor, ch'è oficio assa' bon in corte dil turcho. Item, per le letere
di Syo, venute eri, è uno capitolo, par sier Andrea
Griti avisa che nostri non mostra far stima di lui,
che sarà assa' meglio.
In questa matina, li consieri andono a Rialto a
incantar le galie dil trafego, justa la parte presa, videlicet : parte vadino con le galie di Alexandria, e
l' altra a Baruto, et ave le dite galie: la prima tolse do galie sier Piero Marzello, quondam sier Antonio,
poste in nome di do soi fradelli, videlicet sier Alvise Marzello, per lire 54, ducati ... , sier Andrea
Marcello, per lire 100, ducati .... , et sier Bertuzi
Zivram, per lire 103.
Loredam, procurator, sier Marin Liom, procurator,
sier Lunardo Grimani, fo avogador di comum, sier
Zuam Batista Foscarini, fo podestà a Vicenza, e sier
Nadal Nadal, è di pregadi.
Item, fo licentiato el pregadi, e rimase suso conseio di X con la zonta di danari, procuratori et savij
dil collegio.
A d' tre april. In colegio vene sier Domenego
Marin e sier Piero Balbi, et aceptono l' oficio a lhoro
imposto ; senterano a Rialto per li officij , solicitando
el scuoder, et sier Francesco Foscarini era amalato.
Vene li do oratori francesi, quali erano alozati in cha' Barbaro a San Stephano sul canal grando, per li qual fono mandati cavalieri et patricij de pregadi,
et il principe li andò contra, zoso dil mastabè ; et,
sentati, presentono do letere dil re, scrite, more solito, in carta bona, in francese, una di 26 zener, data
a Luchers, e la manssiom diceva : Ai nostri carissimi
Item, fo terminato per il colegio far conzar le et grandi antisi, alegadi et confederadi, el doxe et
galie grosse venute di armada, dentro et di ſuora | Signoria de Veniexia. Et era, in questa prima ledi l' arsenal, per averle presto. Et li savij rimase a
consultar di danari, e la risposta a la letera dil
turcho.
Et fo ozi mandato alcuni patricij, chiamati eri im
pregadi, contra li oratori di Franza vanno in Hongaria, et tamen non vi andò se non 4 di 16 fono
chiamati , et il resto fono posti debitori a palazo di
ducati X ; tamen si scusono, e fono depenati.
Da poi disnar, videlicet avanti nona, si redusse
el gran conseio, chiamato a petiziom di avogadori
di comun, per menar sier Antonio Grimani, fo zeneral, et stete fino hore 22.
tera, zercha le cosse dil conte di Caiazo suo cuxim,
consier, cambelam, pregando la Signoria li volesse
restituir il luogo di Chavalchabò etc. Poi l'altra
letera era di credenza, di questi soi oratori vanno
in Hongaria, et è data questa a di primo fevrer, e
dice mandarli questi soi consieri a so' cuxini re di
Hongaria e Polonia, et è chiamati el signor de Marigni, bali de Senlis, e maistro Mazo Tutel, procurator zeneral in gran conseio. Or, mandati tutti fuora,
quel secondo, era vestito a la longa, fè una oratiom
latina dil bon amor e lianza era tra il suo re con la
Signoria nostra ; et scusandosi erano stà assa' a vegnir, per venir securi ; dicendo andar in Hongaria,
pregando la Signoria li expedissa presto, aricordando quello habino a operar de li per ben di la SignoDa poi fo pregadi, vene il principe ; et letole ria nostra et di la christianità; dimandando audiletere, fu posto per li consieri, atento la egritudine tori. Et ringratiò di le provision fate contra il sidi sier Fantin da cha' da Pexaro, qual desidera veder gnor Lodovico Sforza, dolendossi, nomine regis, di
sier Hironimo, suo fiol, ch'è castelam a Pizegaton, ❘ li danni patiti dal turcho, e di Lepanto. Et il prinche li sia dato licentia, ponendo in loco suo etc. Et
fu presa.
Non vene il principe, e fo sequito di lezer parte
dil processo, perhò che 'l primo di fo leto carte 36
di ditto processo, qual in tutto è più di carte ...
Item, fo leto la letera si risponde al signor turcho, in optima forma negandoli di darli quelle terre,
dolersi di la pace rota, justifichar la causa nostra, e
sperar, mediante l' ajuto di principi christiani, far etc.
Et fo ditto, tutti pensi e doman si baloterà.
Item, fo fato il scurtinio di tre provedadori sora
la exation, justa la parte, con pena. Rimase sier
Domenego Marin, fo capetanio a Padoa, sier Piero
Balbi, fo savio dil conseio, et sier Francesco Focipe, compito, li rispose generaliter sapientissimamente a tutte parte in thoro oratione tochate, et li
daria auditori. E poi partiti, fono electi per il principe sier Domenego Bolani, consier, sier Polo Barbo,
savio dil conscio, et sier Zorzi Emo, savio a terra
ferma ; ai qualli fo comesso dovesseno andar ad
udir quello li prefati oratori volevano, venendo poi
a referir in colegio.
Vene il schiavo Alexio, zaus, nontio dil turcho, 73
per il qual fossemo mandati con barcha a levarlo nui
4 savij ai ordeni. Stava in caxa di Alvixe Manenti,
193 MCCCCC, APRILE. 194
secretario dil conseio di X, et fo interpetre domino | Lodovico di Gonzaga, qual è con fiorentini, a soldo
Thodaro Paleologo; e, licet sapeva latim, per repu- tation parlava grecho. Or, venuto in colegio, sento
a presso il principe, e dimando la risposta. Il principe li disse, si havea da dir altro a bocha. Rispose di no. E dimandato si ' l sapeva quello conteniva la letera dil signor turcho, rispose de si. Et mandoe 4
turchi era con lui fuora, et disse la continentia di
quella ; pur interpetre esso domino Thodaro. Et il
doxe disse inolte parole etc. E lui disse : si vergognava a risponder, per haver manzà il pam di questa
Signoria, e temeva; pur diria. Era do bassà a presso
il signor, nostri amigi ; et si vedesse. Or li fo ditto,
doman se li risponderia. E iterum lo acompagnamo
a caxa, pur con barcha, magno spectante populo ; e
parlò latim.
di ditti fiorentini, e voria licentia da la Signoria nostra, per haver il suo stato ricomandato. O risposto.
Da Crema, dil podestà, di primo. Chome à letere
da Piasenza di domino Sonzim Benzon, che domino
Ambrosio Triulzi era de li partido per Lodi, et piacentini voriano uno proveditor, saltem fusse zenthilomo nostro per lhoro governador. Item, si ha el conte Piero dal Vermo è in Castello San Zuane, e
non si vol render.
Fu posto per tutti i savij di colegio, d'acordo,
di risponder una letera al signor turcho, il sumario
di la qual è notado eri, e donar al nontio suo una
vesta d'oro e ducati 100, e sia mandato acompagnà per uno gripo fino al Butintrò, e di questo sia
scrito a Roma, Franza e Hongaria. Contradixe sier
Domenego Bollani, el consier, dicendo non voleva
in ditte letere si dicesse di trieve col re di Hongaria etc. Li rispose sier Alvise da Molin, savio dil
conseio. Poi parlò sier Andrea Loredan, patron a
l'arsenal, e mal; dicendo in l'arsenal O vi era, et ſo
gran remor. Àricordà, sia tenuto qui ditto messo,
fin si provedi. Or, una non sincera, 2 di no, 39 dil
consier, 136 di savij . E fu presa.
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, dotor, vicedomino. Zeroha le diferentie de Carpi. Don Alfonxo, fiol dil ducha, è li a Carpi, et 0 è seguito; et esser stati li oratori di Franza molto honorati, vien qui ; et quel ducha si duol di le zanze vien dito di
lui e dil marchexe di Mantoa, quali sarano mandati
a sparvier. Item, continue vien messi da Milan e di
Novara a esso ducha per staffeta. Item, domino Gilberto da Corezo voria venir a stipendio nostro, et
che domino Marin Carazolo, prothonotario, andava | nari, procuratori et colegio.
a Roma per nome dil cardinal Ascanio, et de li se
diceva, il papa si volterà con lhoro.
Di Catharo, di sier Zuan Paulo Gradenigo ,
provedador ; item, di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, et di sier Domenego Malipiero e
sier Simon Guoro, provedadori, vieneno de qui. Tutti
scrisseno in consonantia dil partir di Feris bel con
li altri turchi de li intorno ; et si provedi.
Di sier Vetor Soranzo e sier Sabastian Zustignan, oratori, vano in Hongaria, fo leto una letera
vechia. Chome erano stati a Modrusa, e il conte Bernardim di Frangipani li hanno honorati, qual voria
conduta da la Signoria nostra; promete far contra
turchi, et perchè za si ha visto l'experientia, niun
dil colegio li parve.
Da poi rimase conseio di X con la zonta di daAdi 4 april. In colegio referite sier Domenego 74
Bolani , el consier, come eri con li do altri fue da li
oratori francesi , et quello disseno.
Vene el nontio dil signor turcho, per il qual nui
savij ai ordeni fossemo mandati, et per el principe
li fo ditto la risposta si ſeva a la letera al suo signor ;
et la ge fo data, acció la portasse, bolata in oro. Rispose : diria ogni cosa al signor suo, ma ben voleva
si mandasse uno messo nostro con lui, che saria bon ;
perchè il suo signor è late e miel ; quasi dicendo, non
si taiasse la praticha. E tocho la man al principe, dicendo haver manzà dil suo pan. Or li fo donà una
vesta d'oro et ducati 100 venitiani, e, preparato uno
gripo, fu mandato a smontar a Santi 40.
Di Cremona, di proveditori. Oda conto ; di certa
Da poi disnar, fo gran conseio, per li avogadori | chicsia di San Sigismondo ; e di sier Nicolò di Prioli,
di comun, zoè reduto a nona; et ſo leto parte dil
processo dil Grimani, et stete pocho, per esser ordinato far pregadi da pói.
Da poi adoncha fo pregadi. Fo letere di campo
di sier Piero Marcelo, provedador, da Trevi : 0di
conto. Et una dil conte di Pitiano, in recomandatiom
di lo episcopo di Mantoa, da Gonzaga, e madona Antonia, fo moglie dil signor Zuan Francesco di Gonprovedador dil castello, si have letere zercha quelle
cosse, et par li proveditori habino molta paura.
Di Candia, di quel rezimento. Vechie, qual non
fono lete ; et di sier Marin Barbo, sopracomito, et
sier Andrea Michiel, provedador di Albania.
Di Caturo, di sier Zuan Paulo Gradenigo, provedador, e di do provedadori di l'armata. Zercha il
levar di turchi ; prese 18 anime di nostri, et nostri
zaga, qual voria poner uno suo fiol, chiamato conte ' haver preso 18 turchi, di qual 3 vivi erano, e li alI Diarii di M. SANUTO. Тоm. III. 13
195 MCCCCC, APRILE. 196
tri è stå amazati. Item, essi turchi hanno menato via
800 anime, tute perho soe carazari.
Da Napoli di Romania, di sier Francesco Bragadim, retor e provedador, di primo marzo. Di sucDi campo, di proveditori nostri. Chome hanno cessi de li, e nove di turchi. Item, da Modom, di repraticha di aver Lecho, et altre cosse non da conto,❘ctori, pur di primo marzo. O da conto; aricorda si
di le qual non ho fato nota.
Da poi disnar, fo pregadi. Efu posto per tutti i
savij dil colegio meza tansa, a pagar a termine: a di
12 dil mexe la mità, con don di 8 per 100, et fin
24 il resto , senza dom; e siano fati creditori al
monte nuovo, a ducati 70 el 100. Ave 31 di no, 145
di sl. E fo presa.
proveda a quella terra.
Da poi disnar, fo gran conseio, per far eletion ; 74 °
et poi fo pregadi. Vene il principe et le infrascrite
letere, hessendo pregadi reduto.
Di Liom, di l' orator nostro, di 26. Chome inteso el re, monsignor di Alegra, 500 lanze et 3000
fanti erano in Novara, esser ussiti, e conzontossi con
Fu posto per il principe, consieri, cai di 40 e tutti missier Zuan Jacomo, e il signor Lodovico haver
i savij dil colegio, do decime al monte nuovo, ter-| abuto quella terra, tamen la rocha si tien ancora per
mine a pagar : a dì X la prima dil mese, l' altra per
tuto il mexe, con don di X per 100. Parlo sier Francesco Trum, fo savio a terra ferma, dicendo el doxe
doveria pagar tanse etc. Li rispose sier Zorzi Emo,
savio a terra ferma, qual ringratió el conseio con
vocabuli molto exquisiti, laudò il nostro principe etc.
Or andò la parte: ave 51 di no, 127 di la parte. Et | il suo signor cussi soa majestà farà. Item, a Lion
fo presa.
Fu posto per tutti i savij d' acordo, scriver una
letera al capetanio zeneral, sier Marchiò Trivixan,
qual era a Corfù, dovesse levar le anime inutile de
li, e le mandi im Puia o altrove ad habitar, che si
provederà dil viver lhoro etc. Et fu presa.
soa majestà, disse faria provisiom, e mandava zente
di qua da' monti. Et il baylo dil Degiun li scrive,
haverà assa' sguizari. Et soa majestà dice verà a
l'impresa , e à scrito a missier Zuan Jacomo , si apiza col Moro. Item, à expedito l'orator dil ducha
di Ferara, respondendoli, secondo come si porterà
ogni di si fa precessione etc.
Dil re di Franza, scrita in carta bona, in francese, a la Signoria nostra, data a Lion, a dì 27.
In eadem materia ; et che provederà: è molto longa etc.
Da Trevi, di sier Piero Marzello, provedador
Fu posto per nui, savij ai ordeni, li patroni di | zeneral, di 3. Come el conte di Pitiano, governador
Alexandria e Baruto si debi provar per tuto marti,
a dì 7, e aver serà la sua charata sotto pena di haver
perso tutto quello anno dato a l' arsenal ; e di quello
resta a dar, siano mandati debitori a palazo, nè siano
depenati ; e sia incantà le galie a lhoro danno. Et
have 6 di no, e tutto il resto di la parte. Ma non fu
observata.
nostro, vol aver 4000 fanti a passar Adda, et vol
passar a Cassam, dicendo poi anderà a Lodi, e al
tutto vol i fanti.
Da Crema, dil podestà, di 3. Manda alcuni avisi
abuti da Piasenza di domino Sonzim Benzon, qual
à uto una letera di 28 da missier Zuan Jacomo di
Triulzi, data a Mortara, e una di domino Zuan AlDa poi rimase conseio di X con zonta di colegio vise dal Fiescho, di Zenoa, drizata a li Scoti, piacensuso elc.
Adi 5 april. In colegio vene li patroni di le galie di viazi, dimandando cauziom di non andar in
armada. Et Jo parlai contra, dicendo erano obligati
a provarsi, e fono mandati via .
tini . Scrive il roy farà etc.
Da Lodi, di sier Christofal Moro, provedador zeneral, di do, Chome à aviso da Milan, el signorLodovico era partido di Novara per andar versso Mortara col campo; e quelli milanesi fanno do oratori a
Vene sier Francesco Querini, fo retor e prove- missier Zuan Jacomo Triulzi. Item, fano da 12 in dador a Cataro, et referite. Jo non vi era. In conclu- sione, haver lassà munita quella cità di vituarie, et
esservi anime 6000. Fo laudato dal principe etc. È da saper, l'altro eri ritornorono qui sier Piero
Moro e sier Anzolo Barozi, stati in Friul, et volendo referir in colegio, fo remessi al pregadi.
Vene uno messo di sguizari di Berna, con una
15 milia persone, e do capi per contra' di Milan, e
voleno far campo da la banda di qua, contra il nostro. Et il cardinal Ascanio fè certo conseio nel domo; et è stà fato una crida a Milam : li Triulzi e Palavicini ritornano in Milan, e il populo li perdonerà etc. , e cussì il signor Lodovico, facendoli ogni
cauziom. Item, per uno aviso, par siano stà a le man letera a la Signoria nostra, quali dimandano danari | il Moro con il Triulzi : el qual Triulzi à 'buto streta.
per la promessa li fo fata, insieme col signor Lodovico.
Item, che li capi di sguizari hanno revochà li 4000
sguizari sono col Moro in campo, che, sotto pena dil
197 MCCCCC, APRILE. 198
fuogo, e di amazar lhoro moglie e figlioli, ritornano
a caxa. Item, par uno Zuan da Casal sia stà preso
da' francesi. Item, esser zonto a Lodi el capetanio di
le fantarie nostro.
Da Cividal di Belum, di sier Antonio Vituri, podesti et capetanio. Zercha le intrade dil vescovado,
per la diferentia de li episcopi ; scritoli, tengi in deposito.
Di Buda, di Francesco da la Zuecha, secretario
nostro. Chome vien de qui per andar a li bagni certo
baron di Hongaria ; lo ricomanda a la Signoria
nostra.
Fo leto una letera, drizata al conseio dì X, chome in Mar Mazor si facea 30 galie, capetanio uno fiol
dil signor, qual ussirà per tutto mazo, e Missit bassà
non vol nave in armada, ma galie, et fa armada a
la Valona, et farà la sua armada in tre parte; et à
asapi XV milia in hordine, e altri assai, et anderà
con la sua armada a Corfù, et il signor col campo
intrerà in la Morea.
Fu posto per tutti i savij d' acordo, scriver una
letera a li oratori in Hongaria, e avisarli la venuta
dil Manenti dal turcho, col suo nontio, et la expedition e risposta, e solicitine il re a la impresa; e di
la venuta di do oratori di Franza per lì ; e il matrimonio a Roma si farà la dispensa, qual solicitamo.
Ave do non sincere, 7 di no, 159 di sì.
Fu posto per sier Filipo Trun, proconlator, sier
Alvise da Molin, savij dil consejo, sier Marco da Molin e Jo, Marin Sanudo, savij ai ordeni, scriver una
altra letera a ditti oratori, legatis soli ; e darli autorità concludino la liga particular ; qual hanno libertà
di ducati 40 in 50 milia, e hora habi di ducati 60
milia. Parlò sier Zorzi Emo, savio a terra ferma,
contra, e messe di indusiar. Poi parlò sier Beneto
Zustignan, savio a terra ferma, dicendo vol che al
re di Hongaria e quel di Polana, tutti do habino per
la liga ducati 70 in 80 milia. Et sier Domenego Bo75 lani, el consier, sier Marco Bolani e sier Lucha Zen,
savij dil conseio, sier Marco Zorzi, savio a terra ferma, sier Lunardo Mocenigo e sier Antonio Venier,
introno con nui in opiniom, e sier Polo Barbo, savio dil conseio, e sier Piero Capello, savio di terra
ferma, Omesseno. Andò le parte : 0 non sincere ; 0
di no; di l' Emo, 17 ; dil Zustignan, 18 ; di savij e
consier, 131. E fo presa.
In questo zorno, per nui savij ai ordeni fono alditi li oratori di Pastrovichij, quali voleno confirmation di privilegij soi, et formento da viver. Item,
quelli di Spiza, et li oratori dil Zante.
Adì 6 april. In colegio veneno li patroni di le
galie di viazi, qualli erano renitenti a provarsi, e dimandò più cosse.
DaRoma, di sier Polo Capelo, el cavalier, orator, di 2 et 3. Come el cardinal di Siena e di Santa †
parlò, e depose non si dovea dispensar il matrimonio dil re di Hongaria; et li oratori di Maximiano,
Spagna, Napoli et Milam erano unidi a questo efeto
contrario. Tandem in concistorio, post multa, a dì 3,
a hore 22, el papa dete la sententia, e disciolse il
matrimonio. Et è questo in ditta sententia, che il re
Uladislao moderno non contraxe in la raina Beatrice
de Aragonia, relitata el serenissimo re Mathias etc.
Item, vol mandar un legato in Elemagna. Et a dì 2,
in San Piero, el papa dete il capello, la spada, do
stendardi, et la ruosa al duca Valentinois, suo fiol, e
lo acompagnò a cavalo fino a palazo. Poi soa santità
volse che l'orator di Franza e il nostro cavalchasse
a lai di esso ducha, fino a Santa Maria dil Populo.
Item, à expedi lo episcopo di Arles in Franza, et lo
episcopo di Aste, nepote di missier Zuan Jacomo
Triulzi, va in Aste, voria el cardinalato. Item, scrive
alcuni avisi abuti di successi di Milan, et di maistro
Antonio Trombeta. Justa le letere nostre, à fato comandamento a certo frate, subdito nostro, non se
impazi. À risposto, ubedirà. Ma fra' Jacomo da Ruigo dice è procurator, e non pol renonciar il vicharia'
etc. Item, esso orator ringratiò in fine literarum il
senato, di averlo fato savio a tera ferma, rendendo
gracie. Item, lo episcopo di Chai scrisse a la Signoria una letera, zercha il matrimonio.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, dotor,
orator, di 22, 26, 28. In conclusiom, il re era a
Pozuol, vene a Napoli per la festa di la Madona, che
si fa solenne; poi tornò a Bagnol. À certi fumi, per
il mal ha. Item, de li è nove dil prender di Novara
a dì 21 dil passato ; et è letere di reali di Spagna,
scrive haver inteso quel re se intende col turcho ; li
scrive non fazi per niun muodo etc. Item, per l'altra
letera di 28, par siano domino Francesco de Montibus, e Alvise Ripol, oratori di quel re a presso il
signor Lodovico; e il ducha à scrito al re voria il
stado teniva in Puia indrio, e nel regno saltem le
intrade de Bari dar per il viver di madona Ixabella,
olim duchessa di Milan, per la dota dete, ch'è ducati 120 milia ; e par il re li vol dar la dita intrada.
Item, esso orator de li à fato retenir, a instantia di
la Signoria nostra, Basilio da la Scuola, vicentino,
era li con do cavalli, justa i mandati ; e manda le
letere scrivea a suo fradelo de qui, qual dice non vol
star più con venitiani etc.
Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cava-
199 MCCCCC, APRILE. 200
75
lier, provedador. Manda una letera di uno li scrive | tecolo, vien da Corfù con la sua nave, parti a di 27
da Fam, zercha li Buzardi andati al turcho etc. Item, marzo. Referi alcune cosse, in tra le qual di le 40
scrive esser zonto li a Rimano il conte di Soiano e il | galie di turchi preparate in colpho di Lepanto, et
signor Galeazo Malatesta, o per dir meglio, Sforza, presentò una cassa di scriture li havia consigniata
fradelo dil signor di Pexaro, qual è stato a Milan. ❘ sier Lucha Trum, syndico, era in Candia, piena dí
Dice il signor Lodovico .... processi etc.
Noto, fo expedito per colegio letere a Roma, col
riporto dil Manenti, e la venuta di l'orator turcho,
con la letera e la risposta dil senato.
Da Brexa, di rectori. Mandano uno avixo abuto
da uno da Bolzan. Il re di romani è a Iriburg, non
fa dieta ancora, ma farà. El cardinal San Severin,
e li altri milanesi è con lui, lo persuade a far, e il
marchese di Brandiburg è a campo a Nolinberg,
terra francha, e l'à streta assai, e chi ense fa presoni.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà. Chome il re di romani è a Raiburg, zoè Raisburg; e il
ducha Zorzi di Baviera haver maridà una sua fia nel
conte paladim, per dispensation dil papa; e il re
non li piace, perchè voleva lui quel stado. Item, va
a ditto re uno orator dil re di Franza, con cavali
200. Item, scrive quel è scrito di sopra, di la guerra
fa il marchexe del Brandiburg, contra le terre franche; et è campo a Nolinberg.
Da Ferara, dil vicedomino. Nulla da conto. Il
signor non si sentiva ben, e à fato certo acordo di
Carpi , adeo à 'buto el dominio di la mità.
Da poi disnar, fo gran conseio, per li avogadori
di comun, per il Grimani, e leto parte dil processo,
e ancora a lezer starano assai .
Et colegio si redusse a consultar ; et vene letere
da le poste : il sumario è questo. Da Lodi, di sier Christofal Moro, provedador, di 3, et di Crema, dil
podestà, di 4. In substantia, nostri haveano abuto
Castel San Zuane, zoè li francesi. Da Brexa, di 4.
Manda una deposition di uno explorator di le cosse
di Milam. Da Piasenza, di Sonzim Benzon. Mando
a la Signoria certe letere intercepte di Frachasso,
scriveva a madona Margarita da Carpi, soa moglie, a
Ferara, e di uno Bevilaqua. Li vien scrito da Milan,
chome milanesi voleno far zente, e uno campo, caаро
domino Francesco Bernardin Visconte. Item, letere da Cremona, di provedadori nostri. Dubitano, et vol
danari per li fanti. Noto, a Piasenza li Scoti e Fontanesi sono li primi di la parte gelpha. Item, per li reporti, par il signor Lodovico, a di 21 dil passato,
intrò in Novara, dove li era 400 lanze et 3000 fanti de' francesi dentro ; qualle ussiteno senza alcum
Di Franza, vene letere di l' orator da Liom, in
forma di brieve. È una letera dil roy, scriveva a la
Signoria nostra , o vero a missier Zuan Jacomo
Triulzi ; el qual missier Zuan Jacomo la mandò de
qui. In conclusion , scrive doveano esser statim a
la zornata col Moro etc.
Da Crema, dil podestà, di 5. Manda do copie di letere abute da Piasenza. Per una li scrive domino
Sonzin Benzon , mandarli letere di domino Zuan
Jacomo, data in Mortara, a dì 28 marzo, drizata a
domino Ambrosio Triulzi, suo nepote ; l'altra di domino Joanne Alvise dal Fiescho, data in Zenoa, a
dì 28 ditto, a quelli zentilomeni Schoti e Fontanesi.
Et in la prima dil Triulzi avisa, piacerli di l'intrar
suo in Lodi, et dil venir di monsignor di la Tramulia con 500 homeni d'arme, bene in hordine, e bona quantità di artilarie, di la più bella di Franza.
Item, el bayll dil Dejuno eri jonse in Vrea, e doman
lo aspeta con la gente soa, da 7 in 8 milia ; el resto
fin a 15 milia è in via, oltra quelli hanno in campo.
E marti, hanno deliberato partirssi, e andar a trovar li inimici, dove sarano, e non credano debano
aspetar. La gente è dispositissima, et sono ben in
hordine, che non solum el campo dil signor Lodovico, ma el re di romani con tuta la soa possanza 76
non saria bastante a tenire campagna contra, e non
fa caso di la restitutione di Novara, perchè non è
perso un homo, e la terra è debile, non è possibile
a tenirla. Avisa la rota dete a li 700 in 800 alemani,
et Zuane da Casale con zercha 20 cavali, qual fo
preso, e li svizari tutti morti, che non scampò 50 ;
e al presente, le lige e cantoni hano serito a li sguizari, sono al servicio dil signor Lodovico, che, a
pena la vita, honore e roba, se debano partire, perchè loro mandeno le proprie bandiere de li cantoni
et capetanij di esse lige al servicio dil roy, et aspe- ctano el partir di tuto il resto, che già è partito a
presso 2000.
In l'altra letera da Zenoa, soto scrita : Joannes
Ludovicus del Flisco, comes ac regius etc., intitolata :
Dominis de domo Scotis et de Fontana, primariis civitatis Placentice, li conforta a star constanti in
devution dil roy, si bem è perso Novara, perchè
questa presa sarà più danno al signor Lodovico cha Adi 7 april. In colegio vene sier Beneto Simi- | altro ; e nel campo dil re è persone 20 milia ; è vedanno.
201 MCCCCC, APRILE.
nuto noviter el compimento di 1500 lanze francese, |
e ne manda altratante; dice dil venir dil baylo dil |
Degiun fra 4 zorni, con 14 milia sguizari, e dil comandamento à 'buto li 4 milia sono col signor Lo- dovico, soto pena dil focho e da esser morti li fioli
et moier, si partino dil campo dil Moro, sì che fra
6 zorni el campo dil roy sarà 40 milia persone, per modo el Moro bisognerà ritrarse. Item, li a Zenoa
è zonti 500 franzosi etc. Di sier Marchio Trivixan, capetanio zeneral di
mar, date in galia, a Corfù, a di 22 marzo. Di esser mal in hordine quelle poche galie; ha la più più parte amaladi etc.; aricorda si provedi per
tempo.
DaModom, di quelli rectori. Di le artilarie tro- vate in mar, qualle vanno recuperando per zornata,
fonno di la nave dil turcho et di le nostre, chome
più copiose più avanti scriverò.
Da Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, prove- ditor. Avisa, turchi dieno venir in Friul, perhò si
provedi ; tamen di Monfalcon si ha, nulla esser.
20-2
vij a terra ferma messeno, di armar li 7 soracom- miti electi per gran conseio, quali si hanno oferto armar galie grosse, et in loco di quelli non vorano an- dar, si fazi. Parlò primo sier Marco da Molin, qual,
perchè non satisfese, Jo andai in renga, dicendo l'im- 76 *
portantia di la cossa. Mi rispose sier Beneto Zustignan, savio a terra ferma. Poi parlò sier Francesco Bolani, era di la zonta, in favor di la nostra opiniom.
Et li rispose sier Francesco Diedo, el 40, non era
tempo da aspetar a far soracomiti. Ando le parte :
una non sincera, 0 di no, 64 la nostra, 104di savij.
Et restò conseio di X, per far certa ubligation
per danari. El principe andò a caxa, et fo licentiato
el pregadi.
Adi 8 april. In colegio veneno molti creditori
dil bancho di Garzoni, con li soi capi ; et li Garzoni,
quali dinandono el salvo conduto, lhoro compieno,
voria haverlo, et haver auditori a lhoro diferentie,
e non li consoli di merchadanti, che saria spesa. È
consultato poner ozi a gran conseio una parte di
elezer tre etc.
Da Zara, di rectori, di 30 marzo ; tamen non
so' certo dil tempo. Come aspectavano turchi di brieve su quel contado. Item, mandò una letera scrita
per uno frate, che la Signoria nostra mandava al re
di Hongaria, per li nostri, alcuni forzieri pieni di
danari.
Da poi disnar, fo pregadi. Fo posto per li con- sieri di acetar la scusa di sier Francesco Foscarini,
rimasto sopra la exation, per la invalitudine ; e fu
presa di largo, unde fu fato il scurtinio con boletini. Rimase in luogo suo sier Antonio Valier, fo consier;
fo soto sier Lunardo Grimani, fo avogador, sier Lunardo Loredam, procurator, sier Lucha Zivram, fo Di Raspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio.
consier, sier Nadal Nadal, è di pregadi ; e il Valier| Di avisi, turchi dieno venir etc.
intrò.
Fu posto per tutte tre man di savij, una rispo- sta da esser exposta per el principe a li oratori di
Franza, vano in Hongaria, chome li conseiamo debino solicitar quel re a romper a' turchi, et la ma- jestà regia debi dar la portion soa, come nui deremo. Fu presa.
Fu posto per li ditti, scriver a Roma a l'orator
nostro, exorti el pontifice a far etc., e mandarli li sumarij da mar. Ave tutto il conseio.
Fu posto per sier Alvise da Molin, savio dil con- seio, et alcuni altri di colegio, scriver una letera al
re di Franza, per inanimarlo a le cosse christiane ; et
sier Polo Barbo, savio dil conseio, tolse rispeto ; e
cussi fo indusiato.
Fu posto per tutti i savij, e fo mia parte, di tuor
libertà dil conseio di armar 4 nave di le mazor, con
li modi parerà al colegio. Fu presa.
Fu posto per sier Marco daMolin, Jo, Marin Sanudo e sier Lunardo Mocenigo, savij ai ordeni, di
armar X galie grosse, et elezer per pregadi X sopracomiti ; e a l' incontro, li savij dil conseio e li saDa Trevi, di sier Piero Marzello, provedador,
di 6. Come si feva il ponte a Rivolta Secha, et si passerà poi a Cassam ; tamen s' indusierà.
Da Lodi, di sier Christofal Moro, provedador, di
6. Zercha il castello di San Columban, è il castelan
mariolo, e il castello non si vol più dar a Franza.
Item, domino Jacomo da Corezo vol dar Parma, ma
si conzi la cossa di Rossi.
È da saper, eri in letere di Lombardia si have le infrascrite nove. Come nostri, sono a Lodi, havea
preso domino Urbano de Santarosa, richo di 100 milia ducati, homo di primi di tortonese. Item, la fia di esso missier Zuan Jacomo a Milan, in castello, havia parturito, e dito missier Zuan Jacomo era a Mortara, e a di 5 doveva ussir a la zornata. Àlanze 1200, e cavali lizieri 400, e fanti 14 milia, e Lodovico era in li borgi di Novara, e si partiva le sue
zente. Item, da Brexa si have, la moier dil signor
Antonio Maria di San Severino esser li in caxa di suo cugnato, conte Zuam Francesco di Gambara,
qual è in campo, condutier nostro.
Da Crema, dil podestà, do letere vidi, di 5; una
203 MCCCCC, APRILE. 204
sarano d'acordo: stanno pur in Novara, e il Triulzi
in Mortara. Item, ha per una spia vien di Milano, si
dice publice, ozi se debbe far fatto d'arme, e missier
Zuan Jacomo fa lo asalto da do bande. Item, par
nostri in questo zorno habino corsso fino suso le
porte di Santo Angelo, e haver fato presone missier
Urbano di Santarosa, homo richo di fiormi 100 milia, zentilomo tortonese, qual ha la mazor di la facultà sua in lodesana etc.
Di Franza, vene letere di l' orator, da Liom,
di 30 marzo, in zifra. Qual non fo lete ; solum par il
re voglij poner angarie a li preti, per haver danari
contra turchi.
Da poi disnar, fo gran conseio, per li avogadori
di comum; et fo leto parte di le scriture, e la deposition di sier Andrea Basadona, fo capetanio di le
galie di Barbaria, molto longa etc.
Fu posto parte per li consieri, di elezer per scurtinio im pregadi tre zenthilomeni nostri, auditori a
le diferentie tutte dil bancho di Garzoni, con ampla
autorità, possino sententiar etc.; siano per mexi 6,
con ducati 100 per uno di salario, a spexe dil bancho; habino apelatiom etc. La contradise sier Lorenzo Memo, avochato, dicendo si toleva la utilità
et juriditiom di consoli di merchadanti ; tamen fu
presa.
di hore 21, l'aura di hore do di note. In la prima,
come domino Sonzin Benzon li à scrito, esser zonto messo dil Triulzi con tre brievi , uno a la Signo- ria nostra, l'altro a li provedadori, e l'altro a domino Ambrosio Triulzi. E dice il messo, missier
Zuan Jacomo haver lanze 1200 benissimo in hordine, cavali lizieri 1500, fanti 14 milia, e de zorno
in zorno ne zonse assai ; et li comesse dovesse pregar li provedadori nostri, el conte di Pitiano, dovesseno passar Adda, perchè le soe fantarie era di passar Texino, e vegnir a la volta di Pavia, e in brevissimi giorni si conzonzerano. Il campo dil Moro in
Novara è in li borgi, mostrano voler ussire, e voler
andar a Mortara. Li soldati soi taliani partino per
non haver danari, e a questi dì se partino fanti 700
alemani, soto do bandiere, dil campo, et 2000 se ne
levò e andono fina a Tesino per andar con Dio ; ma
forono azonti per missier Galeazo di San Severino,
e, con priegi e promisione di darli una paga, li feno
ritornare. Per l'altra letera par, esso podestà habi
auto letere da domino Nicolao da cha' da Mosto,
di quel zorno, hore 17, qual lo avisa da Milan aver,
milanesi haver mandato ducati X milia al Moro, ritrati di parochia in parochia; e lui si turbo, dicendo
77 che erano un nulla al bisogno. E li fu risposto, che
lhoro haveano fato il potere ; e che dentro di Milano
ogniun è di mala voia per il pagar li danari, et per
il pericolo dove si vedano ; et ben è vero di parochia in parochia hanno fato far la mostra, facendo
vista voler mandar contra Lodi, ma, al concludere,
non si trova chi voglia venir senza dinari. Item,
il castello era al solito ; e la figlia di missier Zuan
Jacomo in ditto castello à parturito, e quelli dil castello hanno mandato fuora a tuor roba per simel
caxo. Monsignor Ascanio li à fato dar il tutto, e
quelli di ditto castello sono ussiti fuora questa setimana passata, e stati a le mano con li nemici in
su li repari, ne fono morti di l'una e l'altra parte, ma assai più italiani ; e li franzosi, al dispeto de
li nemici, hanno retirato li corpi morti in castello.
Item, dil campo dil Moro è venuto uno parente di
dicto domino Nicolao, qual è stato spogliato dal
Moro; e, zonto questa matina a Lodi, parti mercore.
Dice un dinaro non si dà a zente lombarda ; e quelli
si ponno partir, si partino. Sono partiti zercha 300
alemani, e più si partiria ; ma il Moro li ando drio im persona, a hore do di note, e li fè tornar. Li lombardi dice stano in gran pericolo di la vita , per Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe ; fo
esser gran diferentia tra lhoro e todeschi. El si- leto molte letere di campo, Crema e Lodi, et che a
gnor Lodovico à dito in publico, che non passe- Milan si facea exercito et zente, non si sa a che, ma
rano 20 zorni che il re di romani e il re di Franza | si dice contra la Signorja nostra, capo domino FranColegio si redusse a consultar ; et fo leto le letere di Franza, di 29 et 30, da Liom. Chome il re à
ditto, missier Zuan Jacomo Triulzi haver ditto, la
Signoria nostra non far in ajuto dil re etc.; e soa
majestà vol far il tutto contra il turcho, e poner decime al clero per questo, e vol da la Signoria li 4000
sguizari la Signoria è ubligata darli. Item, se toy im
protetiom e soldo domino Lodovico di Gonzaga ;
dice mal dil marchexe di Mantoa. Di le qual letere
fo comandato gran credenze.
Adi 9 april. In colegio vene domino Zuan Ba- 77 "
tista Spinello, orator dil re di Napoli, et pigliò el
trato avanti, dolendossi de certi insulti fatti per
quelli di la terra contra il castello ch'è tenuto per
il re. Item, a Brandizo esser dà recapito a certi corssari, et di quel frate Alexandro Caraffa, à malla compagnia da' nostri da Monopoli. Et il principe li ri- spose sapientissime a tutto, danando quelli.
Vene l'orator di Ferara, dicendo haver letere
dil suo signor zercha certi confini di Ravena. E il principe li rispose : saria bon meterli fin.
205 MCCCCC, APRILE. 206
cesco Bernardim Visconte, uno Boromeo, domino | nia sier Antonio Bon, fo a Dulzigno, quondam sier
Alexandro Sforza, e uno altro.
parte. E Jo voleva contradir.
Fantin, con il salario sarà limitado. Et, zonto el sia,
Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte et cape- sier Andrea Michiel vengi ad esser provedador in
tanio. Manda una letera abuta da Scutari. Item, il | Dalmatia. Ave una non sincera, 27 di no, 181 di la
podestà di Budua, sier Nicolò Memo, scrisse. Item,
di sier Andrea Michiel, provedador in Albania, date a Dulzigno ; di sier Hironimo Pixani, provedadordi
l'armada, date in galia, a presso Antivari. In conclusion, avisi di preparamenti fa il turcho et anderà
a Corphù. Et per letere dil provedador di Albania,
par molto desiderar vadi Schandarbecho.
Da poi licentiato el pregadi, restò conseio di X.
Era cai sier Antonio Bernardo, dotor, cavalier, sier
Anzolo Trivixan, e sier Zacharia Dolfim. Et feno uno
provedador dil castel di Corfù, in luogo di sier Anzolo Querini, è amalado ; e rimase sier Marco Zen,
fo camerlengo di comun, quondam sier Piero; qual
Fu posto per li savij dil conseio et di terra fer- | refudo.
ma, scriver a l'orator nostro in Franza, sier Beneto Trivixan , el cavalier , scusandossi haver fato dal | Zuanne di Rialto, sier Francesco Marin, sier Nicolò canto nostro quello semo ubligati etc. Ave tutto il
conscio.
Noto, in questo zorno, reduto in chiesia di San 78
Donado, sier Pollo Contarini da San Moisè, capi di
creditori dil bancho di Lipomani, con parte di ditti
Fu posto, per tutti, scriver a l'orator nostro a creditori, il più numero feno acordo con sier BorRoma, soliciti il pontifice a proveder, poni decime ❘ tolo Lipomano e fradeli, di lhoro credito haver un
in Italia e altrove per il turcho, e mandarli li suma- rij etc. Eave tutto il conseio.
Fu posto per sier Alvise da Molin, savio dil conseio, e altri di terra ferma, e nui ai ordeni, scriver
una letera al re di Spagna, dimandarli ajuto e l'armata. Et alcuni messe a l'incontro di mandarli sier
Domenego Pixani, qual era eleto orator a soe alteze.
Et sier Polo Barbo, savio dil conseio, messe de indusiar, e la letera, per esser stà scrito a domino
Laurentio Suares a Roma e a soe alteze, et per la
spexa di ducati 4000 vol la expedition di l'orator.
Et ditto sier Polo Barbo fo el primo parlasse. Li rispose sier Alvise da Molin, et d'acordo si volse indusiar. E fo mal ; Jo voleva mandar uno secretario.
Fu posto per li savij ai ordeni, li patroni di le
galie dil trafego si provi per tutto sabado, sub pœna etc. Have do di no.
terzo de præsenti, un terzo fin uno anno, e un terzo
fin do anni, con molte clausule, come apar in l'acordo; qual perhò non have luogo, chome dirò di
sotto.
Adi Xapril. In colegio non fo il principe, nè fu
leto alcuna letera. Fo expedito il messo dil ban di
Jayza, datoli bone parole e ducati X.
Da poi disnar, fo pregadi. Fu posto per li consieri, contra perhò le leze, di far salvo conduto per
uno mexe, in le persone tantum di sier Andrea di
Garzoni, fioli e nevodi olim dal bancho. Ave 40 di
no, et 107 di sì.
Fu posto, per nui ai ordeni, la parte che li patroni di le galie di viazi debino dar fidejussion per
i volti, sei mendi (sic), tessera dil capetanio etc. , et
si debino provar per tutto domam. Ave 3 di no.
Fu posto, per li savij dil conseio e di terra ferma,
far uno provedador in la Patria di Friul, mandarli
Zuan Paulo Manfron, qual sia governador di quelle
zente, e habi 100 cavali di più di conduta. Item,
conscio.
Fu posto per nui ut supra, elezer per scurtinio
uno capetanio di le galie grosse, et con li modifo
eleto sier Tomà Zen. Item, elezer X sopracomiti
per scurtinio in questo conseio, qual stagi il scurti | mandarli balestrieri et altre provision. Have tutto il
nio in canzelaria, e chi si vol depenar si depeni. Ea
l' incontro, sier António Trum, el consier, messe di Fu fato capetanio di le galie grosse sier Jacomo
far il capetanio sollo, et li soracomiti indusiar. Ando | Venier, fo capetanio in Fiandra, era di pregadi. Aceto
le parte : niuna non sinciera, una di no, 28 dil Trun,
124 la nostra. E questa fu presa. Et è da saper, in la
parte è certa clausula, li soracommiti vadi a la sua
volta etc.
de præsenti, e il scrutinio sarà qui soto.
Item, fu fato il scurtinio di X sopracomiti. Fono
tolti più di 200. Ancora fono fati li tre auditori dil
bancho di Garzoni : rimaseno sier Francesco Marzello, sier Zorzi Loredan, e sier Hironimo Marin,
erano di pregadi.
Fu posto, prima il colegio ussisse di cheba, per
sier Antonio Trun, el consier, una parte di expedir
il signor Schandarbecho e mandarlo in Albania, darli Da Cremona, di sier Domenego Trivixan , el
do galic sotil, e spender in questa soa andata zercha | cavalier, e sier Nicolò Foscarini, provedadori. Coducati 5000, e vadi con lui per provedador in Alba- i me era stà dispegazato certo San Marcho etc. Et
207 MCCCCC, APRILE. 208
perchè eramo in questi garbugij, alcuna taia non li col Moro, e desiderava passar Po, e nelar la strada
fodata.
Da Lodi, dil proveditor Moro. Di la praticha
hanno col conte Filippo di Rossi, qual promete dar
la rocha di Pavia e Parma.
romea per unirse con el campo nostro. Item, esso
podestà à mandato uno homo fino in campo di missier Zuan Jacomo, per saper; qual, ritornato, aviserà etc.
Da Trevi, dil Marcello, provedador. Chome quel DaBrexa el Bergamo. Avisi di todeschi etc. , non
zorno, a dì 8, passerano omnino con il signor conte da conto.
di Pitiano e le zente a Rivolta Secha. Item, hanno
missier Zuan Jacomo Triulzi domenega dovea ussir
ala campagna.
DaMonfalcom, di sier Bortolo di Prioli, podestà.
Di la morte di sier Michiel Salamom, era castellan li.
In loco suo à posto sier Simon Ferro etc.
Damar, dilcapetanio zeneral, di 24, da Corfù.
Vene letere, qual non fo lete.
Et restò conseio di X suso. El feno castelam, o
ver provedador dil castel vechio di Corfù, in luogo
di sier Marco Zen, reſudoe, sier Alvise da Canal,
quondam sier Luca, fo consier a Corfù, qual molto
desiderava.
Electi tre auditori sopra le diferentie dil bancho
diGarzoni.
Sier Vetor Marcello, fo a le raxon vechie, quondam sier Alexandro
Sier Jacomo Michiel, fo auditor nuovo,
quondam sier Thomà
DaCrema, dil podesti, do letere, di 8. La prima,
di hore 16, avisa haver auto quella note letere di
domino Nicolò da Mosto, li scrive eri haver nova il
signor Lodovico era reduto con el campo a Borgo
Lanezaro, suso el novarese, tra Tressa e Novara, e
missier Zuan Jacomo esser a Tressa con el campo.
InMilano era fato la mostra di persone 4000 (sic) ;
poi fono reduti a persone 24 milia, e per non haversi
trovatodanari da pagarli, erano restati, e Frachasso
dovea venir con quelle zente a la volta di Geradada,
e si diceva, il re di romani e il ducha di Baviera veniva con gran zente, e a Como erano zonti parechij
corsieri con breglie et fornimenti d'oro, e dice questi
sono de li pasti dà el signor Lodovico al populazo.
Item, eri in Lodi per le robe del conte Oliviero, qual † Sier Francesco Marcello, è di pregadi,
domino Ambrosio Triulzi voleva tuor, era stato un
pocho de bisbiglio, et per il mezo di monsignor di
Montason e dil provedador nostro, fo adaptato il
tutto. Item, eri la compagnia di Zuan Grecho , è
stradioti cavali 30, sono stati a le man con quelli de
Santo Anzolo, et hano preso un capo di balestrieri
dil conte Filippo di Rossi, e uno altro balestriere di
nimici era morto. Item, àdi Lodi, domino Ambrosio Triulzi è mal visto per molte tyranie fa, e se non
fusse la reverentia hanno a la Signoria nostra, lo
ariano taiato a pezi, e haveamo dimandato uno pro- | † Sier Zorzi Loredan, è di pregadi, quonvedador nostro, acciò li governasse, et non questui
che atende a tirar et guastar li fati dil re. Item, per
l'altra letera, di 8, hore 3 di note, à letere di ozi,
da Piasenza, di domino Sonzin Benzon, come quella
mane era zonto uno messo mandato a posta da domino Jacomo da Corezo a domino Zuan Jacomo
78 Triulzi per saper quando el ditto domino Jacomo
doveva operare. Item, parti luni da Borgo Lavazaro, a presso a Vespola uno mio, e a presso Novara 6, el dice, domenega, missier Zuan Jacomo si
levò di Mortara da matina. Item, altri messi venuti ;
e di uno dice di uno orator dil re, vien a la Signoria
nostra, e nel cumpo dil Triulzi era più di 20 milia
pedoni, lanze 1200, e gran numero di cavali lizieri,
e li yol tor la via di le vituarie, e far fatti d'arme
quondam sier Bortholamio
Sier Zuam da Molim, fo podestà a Lendenara, quondam sier Cressi .
Sier Nicolò Memo, ſo auditor nuovo,
quondam sier Andrea .
Sier Zuan Trivixan, ſo auditor vechio,
quondam sier Zacharia, dotor, cavalier .
Sier Zuan Nadal Salamon, fo auditor
nuovo, di sier Thoma .
dam sier Francesco.
Sier Piero Lando, fo capetanio di le
galie di Alexandria, quondam sier
Zuanne
Sier Marco Michiel, el grando, quondam
sier Fantim
Sier Francesco da Leze, fo provedador
per le camere, quondam sier Lo35.102
66.81
91.66
26.125
46.107
50. 85
31.121
101.48
82.68
33.118
renzo 69.82
Sier Zuan Corner , fo camerlengo di
comum, quondam sier Antonio 81.66
Sier Bachalario Zen, el cavalier, fo provedador di comum 25.125
Sier Daniel da Canal, fo ale raxom nuove, quondam sier Piero 39.108
209 MCCCCC, APRILE. 210
Sier Beneto Vituri, fo auditor nuovo,
quondam sier Zuanne . 70. 80
Sier Piero Morexini, fo auditor vechio,
quondam sier Zuanne 66.80
Sier Marco Minio, fo auditor nuovo, di
sier Bortolo . 64. 81
Sier Vicenzo Contarini, quondam sier
Hironimo . 27.115
Sier Marco Arimondo, fo auditor vechio, quondam sier Christofolo 43. 97
Sier Marco Trivixam el grando, quondam sier Cabriel 39.104
Sier Alvixe Gradenigo, fo auditor nuovo, quondam sier Domenego, el cavalier 37.109
Sier Federigo di Renier, fo auditor vechio, quondam sier Alvise.
51.99
Sier Nicolò Pasqualigo, fo governador
in armada, quondam sier Vetor .
Sier Hironimo Querini, da Santo Anzolo, fo capetanio di le galie di Barbaria
Sier Lorenzo Minio, el grando, quondam sier Almorò, quondam sier Lorenzo
Sier Antonio Michiel, quondam sier Fantim .
Sier Alvixe di Garzoni, fo patron a l'arsenal, de sier Marin
Sier Zuan Francesco Venier, fo governador in armada, quondam sier
Moisè
Sier Antonio Querini, fo governador di
galia grossa, quondam sier Baldo
32.131
44.118
45.119
13.150
55.101
66.95
25.135
Sier Piero Dolfim, fo capetanio di le
galiedil trafego, quondam sier Zorzi 48. 91
Sier Alvixe Breani, fo 40, quondam sier
Donado 14.148
Sier Marin di Prioli, quondam sier Mar- Sier Marco Loredam, quondam sier Anco, quondam sier Zuam, procurator 20.119 tonio, cavalier, procurator 25.132
Sier Francesco Querini, el provedador Sier Piero Contarini, fo capetanio di le
di comun, quondam sier Hironimo . 69.70 galie di Barbaria, quondam sier JaSier Filippo Boldù, fo a le raxom vechie, quondam sier Francesco 32.109
+ Sier Hironimo Marim, è di la zonta, quondam sier Zuam, el dotor . 96.49
Sier Zorzi Zorzi, fo podestà et capetanio
aMestre, quondam sier Andrea .
Sier Bernardim da cha' Taiapiera, fo po66.88
destà a Pyram, quondam sier Zuane 26.118
79 154 Scurtinio di capetanio di le galie grosse.
como
Sier Vicenzo Polani, fo sopracomito di
una galia grossa, che investi l'armata turcha .
Sier Fantim da cha' da Pexaro, fo provedador a Gradischa, quondam sier
Francesco
Sier Piero Lando, fo capetanio di le galie di Alexandria , quondam sier
Zuanne
53.111
35.120
31.128
46.116
Sier Tomà Duodo, fo capetanio di le
nave armade, quondam sier Alexandro
Sier Piero Marzello, quondam sier Beneto, da San Pruovolo 25.136
Sier Daniel da Canal, fo capetanio a Ra57.102 spo, quondam sier Piero 40.121
Sier Francesco Valier, fo capetanio di le Sier Alvixe Marzello, quondam sier Begalie di Baruto, quondam sier Hironimo
neto, da San Pruovolo 27.134
37.125 Sier Domenego Dolfim, electo capetaSier Piero Sagredo, ſo capetanio di le nio al colfo, quondam sier Dolfim 78.84
galiedil trafego, quondam sier Alvise 32.121
Sier Alvise Zorzi, fo governador di una
galia grossa, quondam sier FranSier Piero Marzelo, quondam sier Jacomo, fo morto a la expugnation di
Galipoli 34.126
cesco 35.132
Sier Agustim Malipiero, fo capetanio al
Sier Francesco Aliberto, quondam sier
Antonio 31.132
colfo, quondam sier Alvixe 25.137 Sier Polo Loredam, quondam sier PieSier Carlo Contarini, quondam sier Jacomo, da Santo Agustim.
28.129
ro, quondam sier Jacomo, procu-
. rator 20.139
Sier Polo Contarini, el grando, quon- Sier Marco Loredam, el grando, quondam sier Bortholamio . 30.127 dum sier Alvise, procurator
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
31.127
- 14
211 MCCCCC, APRILE 212
Sier Jacomo Capello, fo capetanio di le
galie di Fiandra, quondam sier Michiel
Sier Nicolò Corner, fo provedador a
Monopoli, quondam sier Antonio
Sier Lucha Querini, è provedador a Corphủ, quondam sier Marco
72.91
Di Candia, di sier Bernardo Zustignan, capetanio et vice ducha, di do marzo. Dimanda se li
manda le munition etc., per l' armardilegaſie.
Da Trani, di sier Alvixe Contarini, governador,
69. 92 di primo april. Zercha l'armar una galia de ll, e il
soracomito Vicenzo Pagam à reſuda andarvi, et in
54.102 loco suo anno electo uno altro etc.
Sier Carlo Valier, fo governador di una Da Molla, di sier Hironimo Pizamano, govergalia grossa, quondam sier Hironimo 27.137 nador, do letere, di 30 et 31. Avisa la cossa dil
Sier Vetor Michiel, fo capetanio di le castello con la terra etc. , et si provedi ; tamen lui ha
galie di Alexandria. 59.105 provisto, et scrito a l'orator nostro a Napoli, et la
Sier Tomà Zen, el cavalier, fo capeta- Signoria nostra etiam scrivi al re.
nio di le galie grosse
Sier Alvise Soranzo, ſo patron di nave,
quondam sier Beneto
55.111
Sier Piero Moro, fo patron a l'arsenal,
quondam sier Cabriel
Da Cataro, di sier Francesco Querini, retor e
provedador, di 27. Chome voria una fusta se li
43.121 mandasse, oltra la galia, soracomito sier Marin Barbo, che è li a custodia, perchè dubita assai. E a la
36.126 Vajussa tre galie è stà butà in aqua. Item, quelli di
Monte Negro si dariano a la Signoria nostra : ulterius scrive provision fate per essoprovedador.
Sier Hironimo Contarini, fo capetanio
di le galie di Barbaria, quondam sier
Francesco
Sier Alvise d' Armer, è provedador al
sal, quondam sier Simon
Sier Alvise Loredam, fo provedador a
Monopoli, quondam sier Polo
† Sier Jacomo Venier, fo capetanio di le
galie di Fiandra, quondam sier Bernardo .
59.96 Da Roma, di l' orator, di 7. Di coloquij abuti
col pontifice, et zercha il matrimonio di Hongaria ;
64. 95 alcune parole ditte per aragonesi, che farà il suo re
venir il turcho in Italia etc. Item, el papa àditto a
74.81 l'orator yspano, soliciti la venuta di l'armata di soi
reali, e li ha concesso le decime a li preti, a questo effecto. Item, vol mandar uno cardinal, legato in
81. 77 Hongaria, et il ducha di Valentinois à persuaso al
papa provedi contra il turcho per amor di la Siguoria nostra. Item, manderà la sententia dil matrimonio, solicita la election dil successor ; non pol aver
il perdon di la Pietà.
Ad XI april. In colegio veneno sier Nicolò da
cha' da Pexaro et sier Simon Guoro, ritornati provedadori di l'arımada, quali volendo referir in colegio, atento il mal portamento di tutti quelli fonno Da Napoli, di l'orator nostro. Zercha le diffein l'armada, fo terminato non aldirli, e fonno licen- | rentie di Molla col castello, e, auto letere da quel gotiati, et comessi a li avogadori di comum,
Vene il signor Schandarbecho con li soi, ben
vestito, et quel frate lo meno de qui, et li ſo ditto,
per el principe, la deliberation fata eri nel senato
di expedirlo. Ringratiò assai.
Del capetanio zeneral da mar, date in galia a
Corph , a di 24 marzo. Come quelli galioti erano
amalati ; cra febre assai, et tutavia in Canal di Viscardo, dove stava nostre galie a la guardia, par la
galia, soracomito sier Filippo Baxadona, quondam
sier Zuam Francesco, successo in loco dil padre,
79. morite soracomito, sia scavazada, chome ha per letere di sier Alvixe Orio, sopracomito. Item, manderà le ſameie da Corfù via su navilij, justa i mandati.
Da Corphủ, di sier Lucha Querini, provedador,
di 23 et 24. In conclusion, quelle zente corphuate
non voleno partirsse ; dimandano certe cosse.
vernador, fo dal re; disse provederia.
Di Cremona, di proveditori, Mandano alcuni
avisi di Piasenza, di Carlo Orssini e Sonzin Benzon,
voleno far etc.; e che il Moro feva governador di
Parma, in luogo di domino Francesco Fontano, domino Lodovico, marchexe di Foiano etc.
Da Lodi, di sier Christofal Moro, provedador,
di 8. Chome monsignor di Montasom å letere di campo, di monsignor di San Prẻ, che missier Zuan
Jacomo à lanze 1500, emonsignor dil Degium 16
milia ſanti, et 8000dridani sono zonti a Verzei ; e
missier Zuan Jacomo esser levà da Mortara, e fato
do parte di l'exercito, uno a Trechà, l'altro a Vespola, per intercluder le vituarie al Moro, e à roto
il ponte dil Moro, fato sopra Texin, e, zonti sarano
li alemani è a Verzei, vol andar a trovar il signor Lodovico, qual si converà serar in Novara. Item,
per letere di 9, par quelli tre nostri condutieri sono
213 MCCCCC, APRILE. 214
80
lì, e Zuan dal Borgo, andò tra Margnan e Santo Anzolo, trovò taiate le strade, e li fanti in aqua
salto, e passò a Bresgapie, mia 8 lontan di Milan, el
qual è castello, era munito di mure e fosse con
aqua. Or lo ebbeno, e brusolo, et prese 50 presoni
el 300 animali grossi. Item, quelle zente nostre voleno danari, e il provedador si parte, va a Rivolta
Secha, contra il governador.
Da Trevi, dil Marcello, provedador, di 8el 9.
Come passerano Adda a Rivolta Secha, e manda uno
aviso, abuto dal conte Alvise Avogaro, che li scrive,
di 9, el campo dil Moro esser roto da' francesi con
Da poi disnar, fo conscio di X con zonta di col- legio.
Èda saper, chome in questi zorni, per hordine
dil colegio, fo dispensato 300 stera di formento a
certi monasterij observanti, acciò pregaseno Idio per
la republica nostra, che era in grande afar, et fo ordinato oratiom e letanie per le chiesie.
Item, è da saper chome a di X da matina, el
principe presentò in colegio una letera li scrive do
mino Marin Lando, prothonotario, data a Padoa,
con uno judicio latin, el qual sarà qui avanti posto.
Et per non restar di scriver alcune cosse notande strage. Item, di Bergamo, di rectori, vene letere in ❘ è in la ditta letera, zoè alegó Salamon, dicendo :
consonantia, che era stà a le man il Triulzi con il
Moro etc., sì che quella note, a dì 9, erano per le varsi e passar Adda, col ponte fato a l'incontro de
Ripalta, nel mezo fra Lodi et Cassano.
rectorem te posuerunt, nemo sumat honorem ; noli
extolli, sed esto sicut unus ex illis, et curam illorum
habe; e fè la comperation dil jocho di schachi, tutti il
re e tutti a uno. Item ait: virtutem politicam, heroicam, divinam, videlicet sapientia e bon conseglij.
rium.
Item, l'altro eri ſo preso di retenir, per il conseio di X, uno spion voleva brusar in l'arsenal, e
fo butà il colegio ; tochò a sier Antonio Trun, consier, sier Marco Sanudo, avogador, sier Zacharia
Dolphim, cao dil conseio di X, e sier Polo da Mulla,
inquisitor. Tamen fo poi relassato.
Elvidi una letera scrive, di 9ditto, sier Piero
Murzello, da Trevi. Chonie si ha ditto esser atacha- | Concludendo, domi industria, foris justum impe
te le gente dil Moro e dil Triulzi, e morti d'una
parte e l'altra, ma più di franzosi ; et in essa scaramuza fu ferito domino Galeazo Palavicino, di 7 ferite, ch' è con domino Zuan Jacomo, el qual campo è soto borgo Lavazaro, in uno bosco a le Frasche, loco fortissimo, et ha 12 milia valentomini e
assa' artilarie ; tamen non poter star li, per rispeto
di le vituarie ; e Mortara si tien per francesi, e il
castel di Novara. Poi si ha ditto, in essa baruſſa esser
morti da 4000 persone di una parte e l'altra. Item,
ahore 4di note, eri sera, zonse uno cavalaro a Melzo, e ha fato levar el conte Guido Torello con tuti | Bone nuove ! El signor Lodovicho è stà preso da'
li cavali havea, e parte di fanti ; e dice esser stà fato íato d'arme, e morti più di 4000. Poi è stà dito, el
campo dil signor Lodovico esser stà roto.
Adi 12 april, domenega di l'olivo. In questa
note, a hore 8 di note, vene uno corier, chiamato
Grapina, spazato da sier Hironimo Zorzi, el cavalier,
podestà di Verona, qual a bocha disse al principe ;
francesi, et è stà amazà Frachasso e Antonio Maria ;
et che li cavalari con le letere zonzerano subito, e
lui era venuto più presto. Et cussi questa matina DaBuda, di Francesco da la Zuecha, secretario tuta la terra ſo piena di tal bona nova. Et hessendo
nostro, di 30 marzo. Di la bona voluntà di quel re reduto il principe con li oratori, per venir in chieşja
a la expedition ; qual spende ducati 50 al zorno per a messa, zoè li do oratori di Franza, vano in Hon
tenir li l'orator dil turcho. Item, esser li l'orator| garia, di Napoli, di Ferara, di Urbim et di Rimano;
yspano e dil re di Napoli, e desidera il zonzer di
nostri oratori, e li à manda contra do baroni. Item,
par, il re di Polana, etiam lui, voglij danari per far
la expedition.
Disier Vetor Sorunzo e sier Sabastian Zustignan, oratori nostri, date aBragal, mia 15 lontan
di Buda. Come hanno ricevuto le nostre letere, zercha quello hanno a far etc., e la comissiom lhoro, et
chome hanno scontrato do baroni mandati contra
per il re.
Da Narenta, dil conte Zuanne, si have una letera con certi avisi dil turcho, di Xmarzo. Qual
non fo leta in colegio.
et venuti in chiesia, et ussito con la precession,
dove si buta le corone, more solito, da poi dato l'olivo, gionseno li do corieri con le letere, uno drie- 80 *
do de l'altro, et disseno haver fato da eri in qua
180 mia. El leto le ditte letere, il sumario scriverò
poi, et inteso la verità di tal optima nova, fo statim
ordinato per il principe far sonar campanò per alegreza. E cussi fo sonato ; e li oratori francesi molto
aliegri, ma quel di Napoli et quel di Ferara rimaseno morti, et mutati di collor. Et compito la messa,
li oratori francesi partino, per andar con barche a
Segna.
Di Christofal Moro e sier Piero Marzello, prove-
215 MCCCCC, APRILE. 216
deo da la Motella, dil passar in quella matina di le
nostre zente di là di Adda a Rivolta Secha, sopra
il ponte, e li cavali lizieri e stratioti andavano scorando el paexe, facendo de gran butini. Item, per
l'altra letera, come à letere di domino Sonzim Benzon, di ozi, dice esser zonto li uno citadim piasendadori zenerali in campo, date a Rivolta Secha, a
d' X. Come in quella hora haveano recevuto letere da
Lodi di quel zorno, hore 3 di note, di domino Ambrosio Triulzi. Li avisava in quella hora haver letere
da Milan, da domino Lodovico Boromeo, di 9, come alemani a Novara in quella note passata erano
sublevati, e taiato a pezi il signor Galeazo di San❘tino, veniva da Castel San Zuanne, qual referisse
Severino, e la più parte di borgognoni fuziti ; et so- haver inteso de li, missier Zuan Jacomo era andato
lum 400 venuti a Milam, et preso il Moro, e dato in campagna, e havea fato insulto al campo dil siin le man di missier Zuan Jacomo, et che ditto mis- gnor Lodovico, et in quella scaramuza era stà mor- 81
sier Zuan Jacomo lo aspetava el zorno sequente in- to Frachasso e Antonio Maria San Severino, e il catrasse in Milan. Et questo medemo si have per le- ❘ petanio di borgognoni. E nel campo di ditto mistere di sier Hironimo Bon, podestà et capetanio a
Crema, con la instessa copia di Lodi.
De li ditti proveditori, pur di X, date a Rivolta
Secha, la qual letera era scrita prima, benchè zonzesse poi. Avisano la matina haver le nostre zente
con el governador passato Adda, e mandono a Calze, locho si teniva per il Moro, a dir si rendesse.
Risposeno li homeni si dariano, et poi la sera ditti
provedadori scrisseno, che nel passar ebbe contra- sto da li inimici, e il capetanio di le fantarie ſe butar
il ponte su Adda, et passono; et scrive il conzonzersi di esso sier Christofal Moro, provedador, col
campo, e fo ferito nel passar Zuan Griego da uno
archobuso in la cossa, non perhò di pericolo. Item,
fono feridi Bernardim di Ugoni e Matio Cadda, contestabile, di pericolo ; et tandem nostri preseno la toreta, et amazono alcuni ; andono a li borgi di Cassam, et feno gran danno e butini, come di soto più
diffuso scriverò.
Da poi disnar, con gran jubillo, el principe con
li oratori et la Signoria fue a la predicha a San Marco, more solito, et predicho fra' Francesco Zorzi, di
l' hordine di San Francesco, observante, qual predichava a San Pollo, et è fiol di una olim sorella di
mio padre , et fece bella predicha. E, compita, è da
saper l'orator di Napoli, per non mostrar , vene
vestito di veluto cremexin. Or poi, li consieri con
li savij dil colegio si reduseno ad udir le letere venute ozi ; il sumario sarà questo. Et prima dirò,
chome zonta ditta optima nova la matina, fo expedito letere a Roma, Napoli, Hongaria; et per mar
al capetanio zeneral spazà uno gripo, et altre terre,
acció pervengi a noticia di turchi, mandandoli la
copia di la letera, ordinandoli dovesseno far segni
di leticia. Et cussi, tuto ozi, fo sonato campanò qui
e per tuta la terra ; e la sera fato fuogi.
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sier Zuan Jacomo se diceva esser morto missier
Galeazo Palavesino, homo possente e da bene; lamen non l'à per certeza. Aspetta esso podestà uno
suo homo, mandò nel campo di missier Zuan Jacomo, qual, si li campi fosseno stati a le man, saria za
ritornato. Item, dil passar dil nostro campo, et à
corsso fino a Cassano, e preso il borgo, messo a sacho, non hanno potuto haver la rocha per non haver
artillarie, et era stà ferito Zuan Griego nel ventrin,
di uno archobuso, e mortoli el cavalo ; e Bernardin
di Ugoni, contestabile, ferito etiam lui in una cossa ;
et erano ritornati a Rivolta Secha per andar diman
a expugnar ditta rocha con artilarie ; e hanno preso
una rocheta per mezo Rivolta Secha , ne la qual
erano 4 fanti, li quali non se voleano render ; et,
hessendo presi, li hanno butadi zoxo di di ditta torre, et è morti. Item, per l'altra letera, di 7 hore di note, quanto ho scrito di sopra dil prender dil Moro.
Di campo, di sier Christofal Moro e sier Piero
Marzello, provedadori zenerali, date a Rivolta Secha, a di X. Scriveno il modo passò le zente nostre
di là di Adda, e mandano do reporti, di do vieneno di Milan. Dicono di la venuta di domino Antonio Landriano a monsignor Ascanio, qual chiamò li consieri, et questo per far provisione, perchè li alemani non voleano star col signor Lodovico, et perho
volea socorsso ; unde milanesi li mandava 14 milia
persone di Milan. Item, per l'altro aviso, come li campi è stati a le man, e prima italiani fono rotti da li sguizari, poi li borgognoni dil Moro rupe uno squadron di sguizari, et che il zorno poi, volendo fuzer
il signor Lodovico a li monti, li alemani el prese.
Di sier Vido Morexini, pagador, di X, vidi una
letera da Rivalta Secha, drizata al podestà di Verona. Scrive dil passar quel zorno di là, e quella matina li cavali lizieri inanzi zorno, e le fantarie, deteno
Da Crema vene letere dil podestà, di X, hore 15, la bataglia a una torre di là di Adda mezo miglio,
hore 21, et hore 7 di note. In la prima scrive, in era guardata da Xhomeni, qualli per esser obstinati
quel hora per uno messo mandato per domino Tha- fono taiati a pezi ; scorseno per diverse ville, feno
217 MCCCCC, APRILE.
218
cho qui ; voria saper ad quid, et che ſeva zente ;
ara homeni d'arme 700, 20 canoni e altre artilarie,
si dice per Pexaro, e chi dice per Pisa.
gran butini di bestiame , bovine e porzi numero infinito, et mobile assai ; fo fato presoni zercha 150,
la mazor parte soldati, o ver cernede comandade per il signor Lodovico ; poi andono fin al borgo di Cassan, fo combatuto e preso, e, se havesseno hauto doi canoni, hariano hauto la terra e la rocha ; e
per questo se retirono indreto. Et in ditla scara- muza è stà morti alcuni de li nemici, feriti de li soi | majestà disse voleva mandar uno li a veder queste
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, doctor,
orator, di 4, in materia di Molla. Manda le letere
di sier Hironimo Pizamano, governador, e il processo fato contra il castelan; et parlò al re. Son
diferentie. Item, soa majestà era ritornato a Napoli,
et andava a Pian di Palma a' piaceri.
Da poi disnar, ozi, zonseno in questa terra li do
oratori di Rossia, vien di Roma ; alozono a la Zuecha in cha C ...
e de li nostri, et Zuan Grecho di uno archobuso
passato la gamba destra, Bernardin di Ugoni di una
lanza ne la cossa, Mathio Cada, da Venecia, capo di
provisionati, è stà etiam lui ferito, e si judicha morirà. Item, per letere dil Triulzi, si ha esser nel suo
campo azonto monsignor di la Tramulia lanze 1500,
al bali del Degiun con pedoni 16 milia, et 8000 ne
aspetano di zorno in zorno ; hanno fato do campi,
uno verso Treca, l' altro verso Vespolam, e hanno
roto el ponte fato per Lodovico sopra Tesin, e si ju- dicha, non volendo el ditto morir in Novara da fame, bisognerà fazi fato d'arme ; et si ha, li sguizari | nuto uno fameio di missier Jacomo di Barzi, da Mierano nel suo campo sono andati dal Triulzi. Item,
par, l'altro eri, ditto signor Lodovico ussi di Novara
per esser a le man con francesi, quali erano andati
ad alozar in San Nazaro sopra Novara ; primo fè
andar inanti li taliani, poi li borgognoni, e retroAdi 13 april. In colegio non fo alcuna letera
verifichasse la nova, adeo la briga' sospetava non
fusse vera, e tutavia si sonava campanò, et la terra
dimostrava alegreza.
Da Caravazo, di sier Zuam Antonio Dandolo,
provedador, di XI, venuta eri sera. Come era velan, dice esser stati a le man francesi col Moro, et
dil prender di esso signor Lodovico, et Milam esser
tutto sotto sopra.
Vene l' orator di Napoli, dicendo il suo re voria
trieve con Franza, non sa che far, et, quanto a la novità di Molla, à manda ivi domino Antonello Picolo per adatar. Il principe li rispose bona verba.
81. guardo li sguizari ; e, atachati con franzosi, li taliani
forono rebatuti e quasi roti ; e in ajuto spense li
borgognoni inanti, quali strenseno li panni a' francesi; e volse far andar li sguizari, quali recusono andar, perchè dicevano haver parenti al servicio di
missier Zuan Jacomo, e non voleano combater con- tra el suo sangue ; unde, li dispiaque molto, e fo for- ticha di condur il prefeto a lhoro soldo, par ditto
Da Ferara, dil vicedomino, di XI. Come il signor non ha letere, per quanto dice, di li campi.
Item, da Fiorenza è stå retenuti do scapuzini, qualli
hanno intelligentia per il papa im Pisa ; et di la pra,
prefeto sia sferdito.
Da Verona, di rectori, di XI. Come hanno, da
uno vien di Yspurch, il re di romani esser li a piazeri et zostre.
za al dicto Lodovico ritrarsi, e scrisse a Milan al
cardinal Ascanio provedi ; et par li mandi 12 milia taliani, et ha levate di le frontiere di qua il forzo
di le gente havea etc. Item, post scripta, scrive la nova abuta di missier Ambrosio Triulzio, dil prender dil signor Lodovico : qual nova si have li in
campo a hore 7 di note, et za una hora se parti el capetanio di le fantarie con le fantarie e cavali lizieri | ben de li. Item, esso provedador scrisse una letera ;
per scorer fin soto Milano. Item, quelli da Melze se
hanno resi per non aspetar la furia etc.
Da Brexa, di rectori, di XI. Come mandavano
mureri qui, justa i mandati, per mandar a Corphù.
Item, che, per do vieneno di campo dil Triulzi, si
have la presa dil Moro, et esser stati a le man.
Da Roma, di sier Polo Capelo, el cavalier, orator, di 9. Manda la bolla dil perdom di la Pietà per
marti santo fin il mercore a vesporo, obtenuto dal
papa con gran dificultà, per causa dil jubileo. Item,
soa santità ha inteso la venuta di uno orator dil turDa Rimano, dil signor Pandolpho Malatesta a
la Signoria nostra. In laude di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador nostro, qual si porta
tamen O da conto.
Da Sibinico, di sier Vetor Bragadim, conte, di
4 di questo. Di certa incursion fata per turchi su
quel contado ; à depredà do ville, et menato via
anime 60; prega si debbi proveder.
Vene il conte Zuanne di Narenta, qual fo causa far metter il bastion li, dimandando alcune cosse.
Fo comesso a nui ai ordeni .
Item, in questa matina, per una letera fè lezer
sier Antonio Trun, consier, particular, di malli por- tamenti di sier Tomà Zen, el cavalier, a la Zefalonia,
219 MCCCCC, APRILE. 220
82
quello per la Signoria fo comesso a li avogadori di | modo li è stà di necessità redursi a Santo Angello.
comun.
Da poi disnar, fo pregadi; vene il principe et
letere di le poste.
Item, par poi che quelli francesi erano in Lodi intrasse in Marignano, e fornito quello. Item, scrive
esso domino Ambrosio si expedirà con diligentia,
per inviarsi con domino Carlo Secho, e le altre compagnie, per seguitar la felice vitoria. Item, esso podesta, per un'altra letera, di XI, hore 22, come
in quella hora era zonto de li domino Nicolino Coliom, nevodo dil signor missier Zuan Jacomo Triulzi, venuto da Lodi. Referisse, domino Ambrosio aver
e missier Antonio Maria Palavesino erano intrati in
Milano con el favor del populo, cridando : Franza !
Franza ! E monsignor Ascanio, con li capelazi, sono fuziti, ne se intendeva la via habino tolto. Et ditto zeuthilomo era venuto a spiron batudo a Crema.
Di campo, di proveditori, vene letere triplicate,
di XI, date a Trezo el a Cassam. Come haveano
abuto Çassam, et la rocha di Trezo non si à voluto
render, et hanno termina dar taia a quelli sono dentro ete. E à scrito a' nostri rectori, li mandino homeni comandați. Et come vidi una letera di sier
Piero Marcello, par in quella note, quelli di Cassam | abuto messo di Milano, che missier Thodaro Triulzi
edi Melzo si veneno a render, et nostri vi messeno
custodia, et poi, con le zente veneno a Trezo, preseno la terra. Item, in quella hora, 4di nocte, han no letere di Lodi, monsignor Ascanio heri sera, a le do hore di note, fugite da Milano, e tiensi sia sta
preso, per esser provisto a li passi ; et il populo di
Milano haver alzato el confalon, e aversi unito con
quelli dil castello a destrution di rebelli. Item, in
la 3. letera di essi provedadori di campo, data
a Trezo, chome nostri erano andati propinqui a
Milan, e hanno fato prede. Item, hanno manda a
tuor artilarie, per bombardar ditta rocha di Trezo,
par si voglij tenir.
Noto, in castello di Milan è stato per il re di
Franza monsignor di Lucion, ch'è episcopo, et lo
episcopo di Como di caxa Triulza.
È da saper, per via di domino Ambrosio Triulzi, 82 *
da Lodi, si have la copia di una letera scritali da
Milan, di XI, a hore 18, sora scrita : Gubernatores
status Mediolani, nomine christianissimi regis Francice. Et ne la fin, dice: Bartholameus Calchus. Li
Da Crema, dil podestà, do letere, di XI. In la avisa le cosse de li esser pacifiche, a nome dil chri- prima, di horre 18, par in quella hora habi auto da | stianissimo re; per tanto non si fazi più danni, perchè tuto è di esso christianissimo re.
DaBergamo, di sier Hironimo Orio e sier Francesco Baxadona, rectori, date a di XI, tre letere.
Scriveno il successo dil prender dil signor Lodovico,
abuto da 4 citadini venuti, fuziti da Milan, la nome sarano di soto posti. Chome, a dì 9 di note, a No- vara li borgognoni e alemani andono in camera dil
signor Lodovico, qual era su la cathedra. Li disseno :
Seti prexon dil re. Et lui rispose : Son contento. E
promisseli compagnarlo fino a Belinzona. Poi fono
a le man, et preseno ditto signor Lodovico. Item,
altri dice, Frachasso volse far difesa, e fo ferito. Et di Galeazo non si parla; è prexon con li altri. E
ditto signor Lodovico ſo dato in le man de' francesi,
e che tuto Milan è soto sopra: bia' chi pol fuzir !
Quelli dil castello sono ussiti su la piaza, et milanesi hanno levà uno stendardo col castelo, e tutti fuzene,
Lodi, di domino Ambrosio Triulzi, una letera li
serive, da poi l' aviso dete di la presa dil signor Lodovico, esser arivato li alcuni balestrieri, vieneno di Novara, quali referisseno, essendo il ditto signor Lo- dovico in camera a la chadrega, si apresento alemani
e borgognoni, qualli li messeno le mane adosso, dicendo : Vui seti prexom di la christianissima majestà del re di Franza. Qual cossa, essendo aldita per Frachasso, volse inhibirli, e fo ferito. Di Inissier Ga- leazo di San Severino non era certeza alcuna de
la morte. Item, hessendo inviato el socorsso al si- gnor Lodovico , missier Francesco Bernardin Visconte, conte Alexandro Sforza, et Contino di Mel- zo, con zercha persone X milia , populari de Milano, presentireno la presa di ditto signor Lodovico ;
e subito voltorono indrieto, fazendo far alto le zen- te. Item, che li francesi, erano nel castel di Milano,
sentito eri tal novella, ussiteno fuora, e si afirma- ❘ et hanno electi 4 oratori a mandar in campo da' franrono a star su la piaza, non hessendoli da alcuno
dato fastidio. Item, quando parti ditti balestrieri
di Novara, vi era zonto missier Zuan Jacomo. Milano è tuto soto sopra ; non sanno che si fare. Item,
el signor Zuan di Gonzaga , fradelo dil marchexe
di Manton, lo qual era in Marignano, questa note
fugite ; et è stato da li villani di Lodi incalzato, in
cesi ; la nome sarano notadi qui soto. Item, essi rectori hanno retenuto li diti citadini. Item, hanno dal comissario de Val San Martin, come era venuto li
do milanesi, uno di qual era stato capetanio a Milan,
ſuziti. Item, mandono uno aviso di sier Michiel Baxadona, podestà di Trevi ; fa la guarda.
221 MCCCCC, APRILE. 222
Questi sono li citadini venuti a Bergamo.
Domino Baptista Visconte, cavalier, feudatario di la Signoria nostra per el
possesso de Agnelado.
Domino Gaspar Visconte, cavalier.
Domino Ambrosio dal Mayno, cavalier.
Domino Hironimo da Carchano, doctor.
alozati al'hostaria
con bona custodia
Item, domino Bon Galeazo da Castello e domino
Jacomo Crivello, fo capetanio di Milan, dimandono
di andar libere; et essi retori scriveno, o li farano restar o ver li manderano a li provedadori nostri in
campo; si che aspetano risposta diquantohannoafar.
Questi sono li 4 oratori mandati per milanesi
contra francesi.
Domino Antonio Visconte, cavalier.
El conte Gilberto Boromeo.
Domino Zuam Stephano da Castiom, doctor.
Domino Hironimo da Cusam, doctor.
DaCremona, di proveditori, sier Domenego Trivixın, el cavalier, e sier Nicolò Foscarini, di XI. Di
avisi ut supra, dil prender dil Moro, e tamen etiam
de li un' altra volta era stà dispegaza San Marcho la
note, che dimostra el mal animo de alcuni.
re di Franza, chiamato domino Acursio, stato alias
a la Signoria nostra, et viem in questa terra, come
lui disse, a esso vicedomino che lo visitò, per bone
cosse.
DidominoAccursio Mayneri, orator dil christianissimo re di Franza, da Ferara, scrive al principe,
latine, di 12. Dil suo zonzer de ll, et è stà assa' in
camino per esser venuto securo, et quel zorno si
partiva per venir a la presentia di la Signoria nostra
per Po.
Et fo chiamado sier Anzolo Sanudo, oficial a le
raxon vechie, e ordinato prepari la caxa da cha' Barbaro a San Stefano, dove alias ditto orator alozó,
qual li piace, et è tolta ad afito per la Signoria nostra, zoè il soler di sora, per ducati 100 a l' anno ;
et ſo chiamati molti zenthilomeni di pregadi li vadi
doman incontra, vien per la via di Chioza, per honorarlo.
In questo pregadi fono provadi 6 patroni di le
galie di viazi, et tutti rimaseno, videlicet : sier Zuam
Domenego Contarini, quondam sier Julio; sier Francesco Memo, quondam sier Zorzi, per sier Zuan
Francesco Marzello, quondam sier Antonio ; sier
Francesco Zane, quondam sier Bernardo; sier Bortolo Contarini, quondam sier Marco; et uno altro. Et
manchava do altri a provar.
Item, fu messo per nui savij ai ordeni, che sier
Nadalin Contarini, di sier Lorenzo, qual, per non
haver la età, possi meter in locho suo sier Fantim
ſo presa.
Da Pizegatom, di sier Hironimo Querini, prove- Memo, quondam sier Lodovico. Et ave 18 di no. E
dador di la rocha, di XI. Avisa aver de li, li campi
esser stati a le man, e preso il signor Lodovico, et
esser stà morto Frachasso et Antonio Maria.
Da Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador, di XI. Esser venuto li ung secretario
di domino Francesco Bernardin Visconte, a dir vol
venir a li soi castelli, zoè Briguan e Pagazan. Li à
risposto, vengi. Item, scrive dicti castelli non hanno
83 voluto recever le zente di la Signoria nostra, si che
aspeta hordine nostro. Item, ivi è domino Jacomo
Secho, et di 4 milanesi, fuziti da Milan, erano su la
riva di Adda, volevano venir a Charavazo, quali sono
quelli andono a Bergamo etc.
Fo leto una letera, drizata a domino Hannibal
Angusolo, olim castelan di Sonzin, li scrive di Creına, di XI, domino Agustin de Vilmerchà tutto il
successo, e par domino Zuan di Gonzaga sia stà preso da li villani , qual era in Margnan.
Da Ferara, dil vicedomino, di 12. Chome era
venuto uno messo li da Milam, per stafeta, al signor ;
tamen O si dice. Item, esser zonto li uno orator dil
Item, fu messo per nui, ut supra, zercha le galie
dil trafego, una dechiaration come in la parte apar.
E fu presa.
Item, fo messo per nui, expedir li noneij de Pastrovichij, videlicet darli stera 200 di meio, a quelli
di Spiza stera 100, et a quelli di Santa Maria di Rotazo stera 50 in don. Et ave tutto il conseio.
Fu posto, per li savij dil conseio e di terra ferma, scriver una letera a li rectori di Bergaino e a li
provedadori di campo, dolendossi non habino retenuto li milanesi capitano li ; cometendoli li debbino
retenir tutti li capiterano. Ave 14 di no.
Fu posto, per li ditti, scriver a li provedadori in
campo, fazino il voler di monsignor di la Trimolia,
e missier Zuan Jacomo Triulzi. È presa.
Fo balotado il scurtinio di tre auditori sopra le
diferentie dil bancho di Garzoni, tolto a di X, et
rimaseno quelli è notadi nel scurtinio, et tutti tre
aceptono.
Et fo ordinato far questa note gran fuogi per la
223 224 MCCCCC, APRILE.
83*
terra, in segno di alegreza, et sopra la piaza di San Marcho fonno fati do grandi fuogi ; e oltra di questo brusono le panatarie, et voleano brusar le hostarie
di alegreza.
Et era puti con una bandiera di San Marco, con forssi 500 driedo, corevano per la piaza a tuor legne
e tavole con gran cridori e jubillo. E cussi fonno
poste lumiere per li campanieli, sonando campano.
Adi 14 april, fo el marti santo. Da matina, fo
gran conseio. Et li savij in colegio consultono la
comission di sier Zuan Batista Bonzi, va provedador per le camere, acciò scuodi et mandi danari. In
questa terra non ſo alcuna letera. Et a questo conseio, qual si chiama di le gracie, fo posto per li consieri una gracia di certi, banditi da Chersso per sier
Pasqual Malipiero, olim conte de li. Et l'orator di
Franza pregoe alias la Signoria nostra di tal gracia ;
la contradixe sier Lucha Minio, avochato. Li rispose
sier Antonio Trum, el consier. Et poi andò in renga
sier Gasparo Malipiero, e fo rimessa a uno altro
conseio.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe, et
queste letere lete.
Da Chioza, di sier Zorzi Pixani, dotor, cava- lier, podestà. Dil zonzer li di l'orator di Franza, honorato etc. Disse è stato a Ferara, e il ducha non li
haver ditto O di la nova dil prender dil signor Lodovico; ma, partito, li mando uno corier drio, con una
letera, per la qual lo avisa il campo di francesi esser
stà a le man con il signor Lodovico, et ditto signor
è stato preso non dice. Qual esso podestà comunichò al prefato orator. Et è da saper, ditto orator
vene ozi, li andò contra molti patricij fin a San Spirito, con li piati, et sier Zuam Badoer, dotor, fè le
parole latine, nomine Dominii etc. Da Cremona, di proveditori, di 12. Come si certificha de li la presa dil Moro, et altre particularità
non da conto.
Di Pizegatom, di sier Fantim Valaresso, prove- dador. Avisa dil prender di Ascanio etc., come più
difuso dirò di sotto.
Da Crema, dil podestà, di 12. Come in quella
note era zonto de li uno messo a posta, di domino
Sonzin Benzon, da Piasenza, referisse el cardinal
Ascanio e il fratello dil marchexe di Mantoa, con
molti altri nobeli milanesi, esser presoni soi, et che
ozi sarano conduti de li a Crema. E manda la letera.
È da saper, per via di Cremona si ha, domino Marcho da Martinengo esser stà morto a Novara ;
item che 'l signor Lodovico era prexom in la rocha
di Novara, e li altri con monsignor di Ligni.
Di domino Sonzin Benzon, a la Signoria nostra,
di 12, da Piasenza. Fo leto una letera, avisa il mo- do di la presa di Ascanio; la copia di la qual sarà
qui soto posta, et è bellissima di lezer. Et la copia
castigata fo mandata in Franza, a Roma, et altrove.
Et ditta nova vene ozi a nona, con gran jubillo di
tutta la terra.
Dil cardinal Ascanio fo leto una letera di sua
man propria, da Pizegaton, di 12. Scrive a la Si- gnoria nostra. La copia sarà qui soto posta.
Copia di una letera dil cardinal Ascanio
ala Signoria.
Illustrissimo principe et excellentissima Signoria.
Essendo occorsso a l'illustrissimo signor ducha,
mio fratelo et patre observandissimo, il caso sanno ❘le excellentie vostre, e trovandomi nel loco de Ripalta, ho electo, confidandomi ne le magnanimitate
et clementie de le excellentie vostre, gitarmi ne le braze di quelle, et ad esse ricomandarmi, sperando
si degnirano, per la innata lhoro bontate, habere ra- tionem di me et di le cose mie. Et essendo oggi zonto
qua, per non potere di presente a quelle fare rive- rentia, commo summamente desidero, m'è parso con queste mie visitarle, e fargli segno di riverentia,
et quanto più posso ricomendarmegli.
Ex Pizeleone, 12 aprilis 1500.
Subscriptio : Obsequentissimus ASCANIUS MARIA,
cardinalis, vice cancellarius, manu propria scripsi.
Atergo : Illustrissimo principi ac excellentissime
venelorum Dominationi elc.
Di missier Zuam Jacomo Triulzi, di 12. Vene 84
una letera latina, non dice data dove; nara la captura di Lodovico. La copia di la qual sarà qui soto
posta. E mandò per corier a posta.
Da Vegia, di sier Piero Malipiero, proveditor,
di X. Haver aviso de li, turchi far adunation per venir a' danni di la Signoria nostra. Item, che a Segna sono tre griegi, quali hanno carga una caravella di
remi, per condurli a l'armada turchescha. Et fo
scrito per colegio di questo al capetanio di Segna,
fasi provisione.
In questo pregadi fo provado li tre patroni dil traſego, sier Bertuzi Zivran, sier Andrea Marcello,
quondam sier Piero, et sier Silvestro Trum, pur per ditto Marzello, qual à do galie, et rimase.
Fu posto per li consieri, fosseno taiade tutte gra-
225 MCCCCC, APRILE. 226
tie e confirmation fate per la Signoria e per li rectori a' capitoli di zudei ; salvo quelle fusseno stà confirmate per pregadi. E ave tutto il conseio.
cæde in urbem primo impetu repulimus. Hoc hostes ita perterruit, ut illico agere de urbis deditione nobiscum cœperint, si abire salvos pateremur. Reliquum ipsius diei, sermonibus ultro citroque factis, consumptum est ; et tandem impetratum,
burgundios equites teutonicosque pedites abire illæsos; longobardos omnes et principem eorum Ludovicum Sfortiam, quem tamen non adesse affirmabant, nostro juri relinquere. Tota nocte excubias
fieri jussimus, ne fugeret præſatus cum primoribus
Fu posto per alcuni savij dil colegio, tandem tutti
d' acordo, di scriver in Franza di la captura di Ascanio; e alcuni volea dir eramo per darlo a soa majestà. Il conseio mormorò, et parlò primo sier Lucha
Zen, savio dil conseio, dicendo ama più l'anima sua
cha questo stado; et che sier Polo Corer, di le sue
opinion, havia solum una balota. Et non li ſo risposo,
e si tolse zoso di la sua opinion, e intrò con li altri. ❘ suis princeps. Media nocte omnes in armis esse,
Parlò etiam sier Domenego Bollani, el consier, per
questo ; e lui il messe. Andò le parte: 5 non sincere,
0di no, 31 dil consier, 106 di savij. E fo presa.
ad fugam paratos, relatum est ; circa auroram ad
arma conclamatum est ; abire hostes nuntiatum,
cuin tormentis impedimentisque suis, ac si pugnam
non retractare viderentur; contra jam pridie conventa conjectantes suis technis præfatum dominum Ludovicum Sfortiam de regia manu eripere, cuius unum pro cunctis caput petebamus. Nos,
In questa sera, fo fato fuogo im piaza di San Marcho, justa il solito, e compito di brusar le panatarie,
et eri sera fo fato portar per la Signoria 30 cara di
legne su la piaza ; et l'orator di Franza, ozi venuto,
fè comprar uno burchio di legne, e fè cazar fuogo ❘ ordinata acie, hostes persecuti , ope nobis divina
per mezzo la sua caxa, et fè brusar le legne con
tutto il burchio, qual lo pagoe.
Copia di una letera scrita per milanesi, poi preso el
signor Lodovico, a domino Ambrozio Triulzi.
Missier Ambroxio.
præsente, regia potestate, gallica virtute, ductorum
sapientia , alicuius diligentia atque industria , pugnam adeo felicissime cœpimus, ut post non parvam hostium cædem et capturam, primos impetus substinere non potentes, receptui cecinerint.
Cœpere iterum deprecari, ut reliquum exercitum
salvum ire pateremur, cujus vitam ac mortem in
Perchè questa inclita cità si è reduta a la ube- | manibus nostris haberemus ; Ludovicum principem
dientia e devotione de la christianissima majestà regia,
et è tuta quieta e pacificha, et ha mandato solenni
ambasciatori a li illustri signori gubernatori et loco
tenentedel regio exercito, per significarli quanto havemo dicto, e per questo ne ha parso de pregarvi et confortarvi de convenirvi et vuj e la compagnia vostra, et non veniri più oltra versso questa cità, per
lo danno ne receveriano li contadini, perhò che subito sereti poi da nui avisato de tuto quello sarà al
proposito, et de necessità farvi intendere. Et così,
tornando indrieto, advertirete che non si fazia da
hora inanzi più damno alcuno del paexe.
Mediolani, XI aprilis 1500.
Subscriptio: Gubernatores status Mediolani, pro
christianissima regia majestate.
84 Copia di una letera di missier Zuan Jacomo Triulzi
ala Signoria nostra, nara la captura di Lodovico.
Serenissime princeps.
Regiis copiis prope Novariam pro ejusdem recuperatione adductis, hostes, quamdam extra muros abbatiam tenentes, non sine ipsorum cruenta
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
se nescire ubi esset, nos illum exploraremus ; inventumque captivum pro arbitrio faceremus. Nos,
per helvetios nostros, hostilen exercitum lustravimus, ac ipso, tanquam sub jugum, ire coacto, Ludovicus princeps in medio teutonicorum agmine
tandem inventus, mutato habitu, strigoso equo insidens, captus est cum Galeacio Sanseverinate. Fracassus et Antonius Maria Galeacii præfati fratres ,
captivitatis fuere comites, ac dominus Hermes Sfortia, cum plerisque aliis clarissimis viris. Hic fuit regiarum rerum successus ; quem cum excellentia
vestra ideo communicandum putavimus, ut illam
regii triumphi regiæque læticiæ participem haberemus, quam amoris et fœderis sociam habuimus.
Prætermisi de validissimi exercitus numero, quem
princeps Ludovicus habebat, aliquid scribere, ne
nimium placere nobis videremur. Erant in illius
castris cum equitum tum peditum millia undeviginti, et teutonicorum peditatu revera nobis superiores hostes.
Subscriptio : Deditissimus servitor
JOANNES JACOBUS.
15
227 MCCCCC, APRILE. 228
85
A tergo : Serenissimo et excellentissimo principi, ❘ haveano inteso il prender di Ascanio, et il paese esdomino Augustino Barbadico, duci Venetiarum inclyto, domino meo observandissimo.
Recepta die 14 aprilis.
ser tuto soto sopra, et di so' homeni è stati presi
da' villani. Manda una letera hanno hauta da monsignor di Luciom, era in castello di Milan. Li scrive,
di 12, da Milan, come la terra è aquietada per il re,
et mandava monsignor di Montason, era in Lodi, e
Franza, domino Accursio Mayneri, acompagnato da ❘ missier Antonio Maria marchexe Palavesin, a li qual
A d XV april. In colegio vene I orator di
prega debino consignar li lochi aquistadi per nome
dil re, et che si lievi dil paese per non dar danno ; e
ringracia quello à fato la Signoria nostra. Et manmolti patricij, et tochò la man al principe e tutti di
colegio ; et, sentato, fè una oratiom publice latina,
per la qual exortò a perseverar in la fede con la christianissima majestà, si alegrò di la victoria : la qual ❘ dono la dita letera qui . Et è da saper, Trezo per il
fo poi butada in stampa, perhò non mi extenderò re fo dato a monsignor di Alegra ; era castelam, per
in scriver. Et poi presentò una letera dil re, in fran- il signor Ludovico, domino Hironimo da Melze. Nocese, di la credenza ; qual fo leta per Gasparo. Par, stri piantono le artilarie, e si rupe do canoni nostri
oltra li altri titoli, questo sia colateral dil re. Or il nel trar; et da poi, messoli pena, soto pena di rebeprincipe li rispose in conformità sapientissime. Poi, ❘ lion, confiscation di beni soi di bergamascha e Gemandato li altri fuora, li fo comunichata la letera di
domino Sonzim Benzon, di la captura di Ascanio,
castigata prima in alcuni lochi ; et la letera ne scrive
missier Zuan Jacomo. Mostrò gran consolatiom, dicendo era venuto in hora bona.
radada, et taia su la persona ducati 1000, ditto castelam si rese. In conclusion, essi nostri proveditori ,
auto tal letera di Milan, rese statim Piasenza, Lodi,
Trezo e Cassan a quelli, per nome dil re di Franza;
et con l' exercito il governador e lhoro provedadori
Vene poi sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, ritornono a Trevi.
avogador , et mostrò una letera li scrive il re di
Franza, per la qual lo ringracia de li favori dà in le
sue cosse ; et par ditto orator li habi ditto che, volendo o beneficij per suo fiol, o governo di qualche❘nata; tamen quelli di la corte non vol. Mandoe una
Da Liom, di sier Beneto Trivixan, el cavalier, 85
orator, di 4, in zifra. Chome havia persuaso il re
vengi a l'impresa ; ma il re vol prima si fazi la zorterra in Lombardia, ge lo daria ; et di questo vol ri- copia di letera dil cardinal Roam, li scrive da Turim
sposta. Et disse lui haver risposto, ringraciava la ma- a esso orator, per la qual si duol la Signoria non
jestà dil re, et chome era suo debito, avisava questo . habi fato passar le sue zente Adda. Item parlato col
Et dal principe O li fo ditto. Et è da saper, ditto re re zercha l'armata di Provenza. Per la venuta di
scrisse a molti patricij primarij simel letere, et etiam | monsignor di Transol si ha, le nave bisogna carena,
al fiol di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, dete uno
episcopato dil gladiatense, olim orator di Lodovico
qui, come dirò di soto,
e la nave Loysa el sinischalcho di Beucher vol operarla lui. Et il re disse : Credè averemo le nave, e
una grande di Bertagna. Tamen il Porcom, cussi
chiamato, qual a questo efecto andò im Provenza,
era ritornato li a Liom con la febre quartana, e il re
Vene il signor Bortolo d' Alviano, et sentato a
presso il principe, disse era alozato in veronese a
Isola di la Scala, con la sua compagnia, a custodia ; ❘ disse lo expedirà presto etc. Item, una altra letera
si alegrò di la vitoria, dicendo desiderava esser operado per questa Signoria ; poi dimandò danari, per
pagar le zente, dicendo esser ben in hordine, e aver
tutta la conduta. Et fo comesso ai savij di terra
ferma.
Da Crema, dil podestà, di 13. Come li presoni
sarano doman li. Par il cardinal Ascanio sij amalato ;
domino Sonzin vien con lui, vol venir a Venecia. Et,
consultato in colegio, fo scrito a Crema et altrove,
resti dove si troverà al recever di le presente. Tamen sier Antonio Trum, el consier, voleva fusse menato qui ; tamen, persuaso dal principe, contento.
Di proveditori, tre letere : la prima di Trezo, la
seyonda di Cassam, l' altra da Trevi, di 12. Come
di Franza ai cai di X, qual fo leta, mandati tutti
fuora.
Da Ferara, dil vicedomino, di 13. Di la nova
venuta de li dil prender dil signor Lodovico ; tutti
sono di mala voia, et l'à per via di Mantoa, adeo
feraresi sono rimasti storniti ; et che l'orator dil ducha veniva di Franza, licentiato, che si credeva restasse.
Di Cao d' Istria, di sier Alvixe da Mula, podestà et capetanio. Come intendeva turchi redursi in
Bossina. Item, dil castel di Golaz, par habi posto un
castelam, voria danari da tenirli custodia. È da saper, a l'armamento fo mandato danari
per le feste, et si pagava refusure ducati do per uno.
229 MCCCCC, APRILE. 230
Item, eri fo mandati in armada homeni di terra | vi prego, vogliati ricomendarme a quella, nè vedo
ferma numero 150; e cussi si manderà.
Da poi disnar, per esser il mercore santo, il
principe andò con li oratori a l' oficio in chiesia, et
vene queste lettere.
l'hora esser da quel senato. E perchè el ditto monsignor è mal conditionato di la persona, dice voler star de li per tuto diman a riposarsi, e sentendosi
meglio, il zorno sequente partirà, e con lui verà domino Sonzin Benzom. Et il cardinal li ha ditto ,
averli fato proferte infinitissime et grande, che lo
volesse lassar andar ; e mai, per promessa li habi
Da Crema, dil podestà, di 13, hore 24. Come
quel zorno era stato contra el cardinal Ascanio, con
una bella compagnia, fra i qual zercha 500 fanti in
hordine con le sue arme, et cavali 300 ; li parse bella | facto, li à valso; dicendo, tuti li servitori voriano escossa, che in quella picola terra ne fusse tanto po- ser di tal sorte, che non si lassano corompere nè per
pulo. Lo alozoe in caxa di domino Octavian Vilmer- | danari ni per promissione. Item, esso podestà li richado, soxero di domino Sonzin Benzon, in custo- spose convenientemente, adeo rimase satisfatissimo .
dia di esso domino Sonzin. È solum con lui Badino, Da Modom, di sier Marco Cabriel, castelan, e
capetanio di ballestrieri del ducha, e tuti li altri pre- sier Antonio Zantani, capetanio, di 23. Come uno
soni sono rimasti a Piasenza, in mandil signor Carlo bassà di turchi, eri, con cavali 7000, veneno al caUrsino; e questo, perchè monsignor Ascanio à soli- stel di la Merona, al casal dil Griso; dubitano dil ca- citato il suo partir de lì, acciò per missier Zuan Ja- | stello di le Moline et dil castello di Legena. Non hanno como non fusse mandato a dimandare, eforzo fusse de li cavali 25 de stratioti, nè fanti. À scrito al ze- stato a darlo; dicendo: Pensai de' tre partiti, qual❘neral li mandi do galie de li ; non hanno auto rispodoveva tuore ; o ver remanire in Milano, e questo sta. Item, turchi tolseno ditto castello di la Merona,
era di conditione che potria esser capitato ne le mane qual era mal munito ; e tolseno assa' animali ; dimandel re di Franza ; per lo secondo, andar a la volta | dano polvere, monitiom, agudi etc. Unde, in colegio
de Alemagna, e questo era molto pericoloso, per | reduti, fo ordinà a sier Piero Malipiero, provedador,
convenir passar per terre de' sguizari, quali haveano | li mandi tutto.
retenuto el signor Ludovico; per la terza, tuor la
via che prexi , per andarmene verso Mantoa; dicendo,
se lo potrò passare, ho l' intento mio, si etiam sarò
preso, sarò preso da le zente di la Signoria di Venecia,
e questo serà el men male io poterò havere. Dicendo
poi : Jo intrai in Riva Alta ; dimandai a quel signor se
io era securo. Me disse de si. Poi cercho de fare el ❘ cheto. Disse era stà 4 volte prexon etc.
Di Alexandria, di sier Hironimo Tiepolo, consolo nostro, di 5 marzo. Vene letere, il sumario di
le qual sarà scripte avanti .
È da saper, in le letere di Crema, scripte di sopra, di 13, par el cardinal Ascanio zonzesse li, vestito a la curta, con uno capello in testa, et senza roDi Crema, di 14. Avisa come il signor Lodovico
è prexon di monsignor di Lenich; et in rocha è
presoni domino Francesco Visconte, el Petachar, et
el Pezenin ; il signor Galeazo di San Severin è prexon di sguizari ; e che sguizari e borgognoni è iti
al suo viazo. Italiani, la mazor parte di presoni, è .
stå mandati a Milan ; et etiam sono andati a Milan,
a confortar la cità, el conte de Misocho, domino Antonio Maria Palavisino, et Theodoro fradello di missier Zuan Jacomo Triulzi, tuti francesi.
fatto suo. Et cognoscendo io questo, volsi più presto rendermi a missier Sonzino, a nome de la illustrissima Signoria de Venecia, cha di me el volesse fare
merchantia. Son certissimo, che quella illustrissima
Signoria non haverà hauto a male, che io sia partito
da Roma per vegnir a favorir mio fratello. Ben vi
86 dico questo, che mai per me non ha manchato da
voler componer queste cosse con quella illustrissima
Signoria: non lo volse aldire. Io haveria facto bel
partito, quando mandai el vescovo, lo qualle non
passò Ferara. Da poi li mandai missier Jaxom, et
etiam quello non volse andasse di longo a Venecia.
Li mandai poi uno frate maestro in theologia ; ancor che ' l fusse aldito, nonli volseno dar risposta. Io son
stato sempre, nel tempo io era a Roma, fidelissimo
servitore di quella, e in tute le cosse che è interve- | Rimase etiam uno patron di ditte galie, morto in Ale- nuto ad honor di quella, son stato so bon deffensore. Ringratio lo omnipotente Idio, che più presto
me ha messo ne le mano de quella illustrissima Signoria, che de alcuni altri , dicti di sopra ; e perhỏ,
In questo zorno, intrò qui le tre galie dil trafe- 86 *
go, vien di armada, con li homeni assaissimi annaladi ; et hore do da poi zonte, el suo capetanio, sier
Antonio Diedo, dismontato che 'l fo , morite ; et
etiam uno suo fiol, qual è stà causa di gran mali.
xandria, ch'è sier Lunardo di Prioli, quondam sier
Agustim, dove li fo fati de molti garbugij per la retentiom di mori a Modon, come scrissi.
Ad 16 april, fo il zuoba santo. Il colegio si
231 MCCCCC, APRILE. 232
reduse da poi l' oficio, con li capi dil conseio di X. | da Trezo, con le zente d'arme e fantarie in hordine,
Et se intese per la terra la morte dil conte Lunardo e si reduseno de qua di Ada a Rivolta Secha, e nel
de Goricia a Linz, dove habitava; qual morse do- retorno, per quelli è al governo di Cassan, ch'è domenega ; et a dì 12, il luni, fo sepulto. Et in Goricia ; mino Antonio Maria Palavixino, con alcuni franzosi ,
è il fiol di missier Virgilio di Gronburch, chiamato | nostri ebbeno qualche insulto, e mostrono le cosse
missier Lucha ; e il padre era andato a Lonz, qual è fate per nui averle a mal. Avisa la nova dil prenstato assa' anni capetanio in Goricia, et era amico der di Ascanio etc.
di la Signoria nostra. E ditta nova si have per letere Item, vidi una letera di Hironimo daMonte, cсоdi Udene, perhò che il conta' di Goricia è feudo dil lateral, di 13, data ut supra. Par nostri consignono
patriarcha di Aquileia, et, ex consequenti, di la Si- Cassam, Trezo, Melzo, Monza, Marignano e Santo
gnoria nostra. Et alias ditto conte vene qui a tuor | Anzolo, e passono poi di qua di Adda; e crede dala investitura etc. Et pocho è, che contracambiò con matina se tirerano a Trevi con lo exercito. Item, el
il re di romani Goricia; et perchè, non havendo fioli, fiol di missier Zuan Jacomo è venuto a Milano, ben
il feudo torna nel signor, la Signoria nostra voleva ❘ veduto e honnorato ; e Lodovico si manda in Franza.
averla, chome cossa sua. Et messeno questa materia
nel conseio di X, per veder si con danari si poteva
haver la terra e forteza. Et fo chiamato il signor Borto'o d' Alviano, era qui, et per il principe li fo ditto andasse in Friul subito, per bona facenda; et cussi
ozi fo expedito, et datoli danari, e fo mandato per
sier Zorzi Corner, el cavalier, cassier dil conseio di X. Da poi disnar, si andò a l' oficio de more, el principe con li oratori ; e da poi fo conseio di X con
zonta di colegio, per questa Goricia.
Adi 17 april, fo il venere sancto. La matina, el 87
principe fo a la messa et officio in chiesia, e colegio
non si redusse ; e da poi disnar con li oratori a la
predicha, qual fu fata brieve per el predichador di San Zane Pollo. E poi, ditto l'oficio, et posto el nostro Signor con gran cerimonie in sepulcro, si redusse colegio, et fo lecto le infrascripte letere.
Da Crema, dil podestà, di 15. Come el cardinal
Ascanio l' à pregato sij ozi a l' oficio con lui ; et nove
abute di Milam, come el cardinal Roam era intrato
Et fo divulgato, esser nova che francesi mandava | in Milan, et Zuan Dolze, secretario nostro, era morto
el signor Lodovico in Franza a cavalo ; et li 4 presoni vano a piedi.
in castello. Item, esser venuto li a Crema domino
Gaspar Stanga, con salvo conduto abuto di domino
Sonzim Benzom, e la moglie è a Cremona. Item,
per una lettera dil ditto podestà, di 15, hore 3 di note, come quel zorno el signor Carlo Ursino lo mandò
a pregar, volesse indusiar l'andata dil cardinal Ascanio fino a doman da poi disnar, perchè damatina
vol esser a soa visitation e disnar con lui ; unde,
Di sier Vido Morexini, pagador. Vidi una letera esso podestà lo compiacete, e tanto più che dimane
di 13, da Rivolta Secha, avisa come sabado a hora non voleva passar li Orzi Novi, mia 14 de li. Et esso
di terza la rocha di Cassam si rese a' nostri, a nome cardinal mandò a pregar el signor Carlo, perseveri
dil re e di la Signoria. Veneno poi a Trezo, e con in far bona compagnia a li presoni milanesi, qualli
qualche dificultà si have li borgi, et quelli ſo messi si laudano perhò assai ; e ha mandato a dir a quelli ,
a sacho, e fato assa' botino ; e cussi per le ville. E si componino con esso signor Carlo zercha le taie, e
poi, apresentati a la rocha, quella cridava: Moro! E poi vadino a trovarlo a Venecia ; dicendo prima : La
salutono nostri di artilarie. E nostri apresentò le ar- illustrissima Signoria ha tuto Milano in sua podetilarie ; et eri, do hore avanti zorno, fu comenzato stade, perchè tuti li primi zenthilomeni di quelloa bombardar ditta rocha, e durò fin hore 19 e cho sono venuti ne le sue terre, e questo non è fuor
poi per que'li di la rocha furono getato fora una di preposito a quella illustrissima Signoria. Item,
bandiera del re, e mandato il trombeta a intender { disse, si lui voleva, aldiria l'oficio damatina ; e cussi
il suo voler. Li ſo risposto, per niente non si volevano render a' venitiani, ma ben a uno franzoso.
Efo mandato a Lodi, e vene quello era prima ivi | partino luni matina da Novara ; dicono el signor LoItem, questa matina intrò la galia sotil, vien di
armada, con sier Domenego Malipiero, proveditor, ❘
stato in armada, venuto a disarmar; et la sera andò ❘
dal principe. Li disse molte cosse, et tamen in colegio non referite. Etiam vene la galia sibinzana, venuta qui per disarmar.
fu posto hordine andar a Santo Augustino. Item, ozi
è venuto li doi homeni d' arme dil signor Lodovico,
castelano. E quello apresentato, fu aceptato, e datoli
la forteza; e il castelano milanese retene prexon.
Et in quella matina nostri a bona hora si levono
dovico esser nel castello im podestà di monsignor
de Lenich ; etiam è il signor Hermes e Frachasso ; e
se diceva erano per mandar il signor Lodovico al
233 MCCCCC, APRILE. 234
roy ; e il signor Galeazo di San Severino era a Ce- ran, a presso Trecha uno miglio, in man di sgui- zari ; e domino Marco da Martinengo era a Garan,
ferito soto l' ochio, madi pocho mal, et era prexon
non sa de cui ; el signor Antonio Maria di San Sevepartino, fin che non gli danno certa promessa li fe- cero, per il trata' dil prender il Moro. Item, che no- stri aspetano li sier Christofal Moro, provedador ,
qual è andato a Lodi per redur quelle zente di qua.
Item, le nostre ſantarie è piene di butini, sono anrino in man di uno venturello, che sono de li ho- ❘ date a casa a condur el guadagno. Item, postscripta,
meni vanno driedo el campo a la ventura; et etiam
el conte Francesco Sforza, et questi erano a Verzelli.
Item, che quel zorno, avanti partino di Novara, inteseno li borgognoni, erano levati per andar a la
volta di Franza, si haveano incontrato in sguizari
4000, li qualli venivano in socorsso dil signor missier Zuam Jacomo, et erano stati a le mane con
ditti borgognoni, e haveali taiati a pezi. Item, missier
ZuanJacomo era a Trecha con la magior parte di
le zente d'arme. Item, eri zonse a Milan el cardinal de Roam con cavali 2000, et in Milano se divulgava, il roy voleva da quella terra ducati 200 milia.
Item, el campo nostro è ritornato a Rivolta Secha e
Trevi. Item, el signor Carlo Orssini, con la magior
parte di presoni, è passato de qui con manifesto pericolo, perchè quelli di Piasenza erano messi in arme,
per voler parte del botino ; e, se non fusse stato
che 'l prexe una porta e fese ussir le zente, sariano
stà messi tutti a sacho; tamen par, li fu tolto qualche
cariazo e qualche prexone, et è romaso de li el fradello dil marchexe di Mantoa, per esser prexone de
certi villani, et etiam uno altro homo da conto.
hanno esser stå sacomanate in Milano tutti i Crivelli,
Landriani et Castioni con soi adherenti, ch' è forsi
case 100 ; et è stà dito, alcuni alemani, venivano zoso
per Valtolina, in socorso dil Moro, zonti a Como,
sentita la captura, se afermorono li, etengono Como
e tuta Valtolina per l'imperio. Item, hanno retenuto
in quella sera , a Pagazan, domino Francesco Visconte, di anni 26, missier Zuam Francesco da Marliano, cugnato di missier Francesco Bernardin Visconte, et missier Galvano da Castiom; et damatina li manderano a Bergamo.
Da Cremona, di proveditori, di 15. Come era
passà de li domino Ector di Gonzaga, fo fiol dil signor Redolfo. Item, hanno retenuto domino Lucio
Malvezo, vestito da frate, et l' hano posto in castello.
Item, domino Erasmo Triulzi, passò de li, vano a
Milan. Item, si dice milanesi danno al roy ducati
30 milia, e li beni di rebelli.
Da Caravazo, di sier Zuan Antonio Dindolo,
provedador, e sier Zustiynan Morexini, provedador
di la rocha, di 15. Mandono alcuni avisi di nove, et
haver retenuti de li do milanesi, Renaldo da Corte et
Zuan Maria deLampugnano. Item, in castello di Milan
esser morto in 5 zorni, da febre, Zuan Dolze, secretario nostro. Item, il signor Lodovicho è in Novara, in
la rocha, con monsignor di Ligni, et etiam Frachasso.
Di campo, di proveditori, date a Trevi, a dì 15.
Dil consignar di le forteze havia di là di Adda, in
le man di monsignor de Lixom, a nome dil roy.
Item , à ricevuto nostre letere non dagi recapito
a' milanesi, et à retenuto alcuni. Item, missier Francesco Bernardin Visconte fo a Brignan, locho suo,
poi andò a Cassano. Item, par il roy voglij da' milanesi ducati 250 milia , e missier Zuan Jacomo è
ancora a Trecha, et ha promesso a le zente darli
Ferara a sacho, e missier Zuan Jacomo ditto à ditto:
Fin qualche di sentirè da novo; e avisano le nove dil
signor Lodovico etc. , come si ha dal podestà di Cre- | Baptista Landriano ; et domino Galeazo Feraro, quali ma. Et li borgognoni esser stato a le man con sguizari , e amazati etc. Item, vidi una letera di Hironimo di Monte, scrive za francesi comenzano a dar
taglia a tutte le terre, et im particulari a li citadini e
87 contadini, e già li stridi e lamenti si sente. E a Milano dimandano ducati 500 milia, per la spesa à fato
il re a recuperar il stato, sì che si trovano in gran tribulation e affanni ; e ancora missier Zuan Jacomo, ni monsignor di la Trimolia, sono andati a
Milano, ma atendeno a la resolutione de li alemanni
e borgognoni, che havea el Moro, perchè non si
Da Pizegatom, di sier Fantim Valaresso, provedador, di 14. Di cinque presoni stati conduti de
li, e poi mandadi a Crema in rocha, zoè questi : monsignor Lodovicho di Landriano, fradello dil thesorier ſo maza a Milam; monsignor Lunardo Visconte, fradello di missier Bernardino, abbate di San
Celso; monsignor Alexandro Crivello; domino Zuan
erano con Ascanio.
Da Brera, di rectori, di 15. Come aspetano de li el cardinal Ascanio. Item, hanno letere da Sallò,
esser reduti alcuni balestrieri a li contini ; dubitano
non sia per prender ditto cardinal, passando.
Da Verona, di rectori, di 16. Zercha il cardinal
Ascanio, venendo, la Signoria comandi quello habi
a far, o andarli contra o che etc.
Et, consultata tal materia in colegio, fo concluso
e scrito per tutto : mandi di longo esso cardinal con
bona custodia, e sarà posto in toriscle.
235 MCCCCC, APRILE. 230
Di Cadore, di sier Zuam Alvise Dolfim, vice capetanio. Avisa di la morte dil conte di Goricia, chome per altre difuso si ha ' buto.
Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, proveditor. Come domino Juliano di Medici passò de li con cavali 12, va a Roma ; et chome ha
inteso la nova dil prender dil signor Lodovico, à 'buto apiacer.
Da Ferara, dil vicedomino, di 15. Di la nova
dil prender dil cardinal Ascanio, tutti è rimasi de li
morti , e il signor sopra gli altri ; et domino Zuan da
Valle, orator di quel signor, torna di Franza ; e il signor vi manda uno secretario novo, chiamato Nicolò di Bianchi, qual va da missier Zuan Jacomo,
poi in Franza. Et quel signor è certo, la Signoria li
vol mal ; e li ha ditto, si parla de qui su le piaze di
lui, sì che manda a conzar le cosse col roy con danari, e li darà ducati 100 milia. Item, non si fa altro cha ragionamenti tra quelli feraresi ; et la cità di
Parma si dete al roy, e il comissario, domino Francesco Fontana, fo preso da Agustim di Athanasij, e
posto in custodia ; et in Monte Chirugo era un Triulseno quanto haveano in mandatis, et non li feno
risposta, e tolseno tempo. E a dì 6, iterum stati col
re, parlono zercha il far di la liga universsal con li
principi christiani, sempre intendando con sua majestà il re di Polana, suo fratello. Et rispose per nome dil re, quello esser pronto ajutar la cristianità e far
la liga ; et vol la Signoria nostra contribuissi a cavali 25 milia etc. Et parlato di la spesa, tolseno tempo a risponder, si che essi oratori starano a veder
la resolution di sua majesta, zercha la spexa ne dia
tochar. E di la trieva col turcho, e mandar Alvixe
Manenti a Constantinopoli, ancora il re non li ha
ditto nulla. Et scriveno longo zercha il suo andar a
Constantinopoli, bisognando ; si scusano, pur achadendo, anderano uno di lhoro. E nota, 4 oratori
fono dati per il re a essi oratori, con li qual tratono
tal pratiche : videlicet il reverendo ystrigoniense, il
reverendo vesprimiense, domino Gerebi Peter, et
domino Josa, regij consiliarij .
Da Corphù, dil capetanio zeneral di mar, date
in galia, a di 30 et 31 dil passato. In conclusion,
quella armata malissimo conditionata, e li homeni
zi , fo lassato. Item, di Carpi, el signor Alberto di Pijamalati di febre, et non è 50 boni homeni per galia,
ne ha la mità, l'altra era dil ducha di Ferara; et era
88 venuto li a Ferara uno domino Carlo Ingrati, orator
di missier Zuan Bentivoy, a conzar la diferentia,
per il signor Gilberto di Pij, suo zenero, sì che potria intravenir, el signor ducha fusse fuora di haver
più Carpi.
e non trova homeni de li con tute provisiom fa ;
et voleva mandar la galia, sopracomito sier Valerio
Marcello, in Canal de Viscardo, et non ha 50 homeni in tutto. Item, tandem è zonto il maran di le munition, ma è poche ; et la galia Baxadona è compita
di romper ; et a la galia di Cataro si à roto l'alboro, perhò si provedi. De qui à ricevuto li ducati
2000, li spenderà ; manda letere abute dal castelam
di la Parga, e dil proveditor dil Zante etc.
Di Hongaria, di sier Vetor Soranzo e sier Sabastian Zustignan, oratori, date a Buda, a di 2, 5
el 6 di l'instante. Come zonseno de li a dì 2. Li vene
contra domino Joxa e il reverendo domino Nicolò
Boschajo, regij consieri, e altri cavali 600, e Francesco da la Zuecha, secretario nostro, e con grande
honor intrò in la terra, e passono per la caxa dove
era alozato l'orator dil turcho, qual è li con cavali
120, et il re li fa le spexe, e ogni zorno spende ducati 50 per lui. Item, ricevute nostre letere e inteso
il tutto, e quanto li è comesso etc.; et venendo a саvalo, li fono fato una oration latina, nomine regis,
et il Zustignan rispose latine, ex tempore. Item, il
re li fa far le spexe ; et a di 5 ebbeno audientia pu- provedi per il viver lhoro.
Da la Parga, di Andrea Lanza, castelan, di
26, al zeneral. Avisa esser venuto el bilarbei a la
Prevesa et uno aliro a la Janina ; voleno andar a
Nepanto, dove si conza l'armata, et arà le galie in
hordine, ma la nave è innavegabile.
blicha da la regia majestà, e poi la privata. Era col
re il ducha suo fratello, il reverendo episcopo ystrigoniense, il gran canzelier et altri ; et il Zustignan
fè una oratiom latina, e nulla tocho dil matrimonio etc. , ma di l'amor con la Signoria nostra, e si
unissi contra questo turcho. Et lo episcopo ystrigoniense, nomine regis, li rispose di la optima voluntà dil re. Et poi li deteno la secreta ; et expoDi sier Piero Liom, baylo et capetanio di Corfu,
sier Lucha Querini, proveditor, et consieri, di 30.
Avisa il zonzer di esso baylo de li, e di le cosse
bisogna a quella terra , e provision fate ; et sono
anime vinti milia, e non hanno formenti, perhò si
Di sier Lucha Querini, proveditor, solo, di 29.
Avisa le provision fate et va facendo, et quello bisogna : una letera longa di sua mano.
Dal Zante, di sier Nicol) Marcello, proveditor,
al zeneral. Li scrive di l'armada si prepara in colpho, e provision fano, e fuste navega de li; e lui
à avisi da le Peschiere, et esser zonti asapi 6000.
Da Molla, di sier Hironimo Pizamano, gover- 88 *
237 MCCCCC, APRILE.
nador, di 6. Scrive il successo dil castello,con la
terra, e il vice re mostra far provisione ; tamen nulla fa, e fa fortifichar il castello preditto, tenuto a
nome dil re.
Da Trani, di sier Alvise Contarini, governador.
Come la galia de li si vara justa i mandati, et sarà
in hordine ; item, zercha biscoti.
Et in questo zorno, fo parlato di armar, e trovar danari; et poi fo dato sacramento per li cai di Xil
mandar a tuor dil cardinal Ascanio de qui.
Adi 18 april, fo il sabato santo. Da poi la messa, in colegio, et il principe non fu, prima fo divulgato per la terra, domino Nicolò Sovergnan, cava- lier, da Udene, con li stratioti esser intradi in Goricia ; tamen 0 fu ; et per esser la praticha nel conseio
di X, fo ordinato farlo ozi.
Di Franza, di sier Beneto Trivixan, el cava- lier, orator, date a dì 9, a uno castello mia 30 da Liom, dove il re era andato per slontanarsi di la
raina, e starà pocho ; e lui orator la seguito. E il re li à ditto haver nel suo campo de qui lanze 1200
francese, ne dovea haver 1500, sì che vien a manchar 300 ; qual bona parte à voluto più presto esser casse, cha venir in Italia ; et ha sguizari 12 milia,
mancha zonzer 7000. Tamen, di danari in Franza
non si feva altra provisiom. Si scuode la taxa in gene- rali, et le suspension di le provision; e il re à ditto bisogna dar a' sguizari tre page, ch'è 25 milia franchi ; et soa majestà li tochò zercha il passar Adda di
le nostre zente etc. Item, esso orator ringracia esser rimasto di colegio ; promete sincerità, carità e dili- gentia. Item, il re à mandà verleti a li capetanij soi,
e à promesso, a chi li dà il Moro in le man, franchi 1000 a l'anno di provision, e danari contadi. Item,
li capetanij di soa majestà si lamenta, nostri non esser passati ; prega la Signoria fazi i passino ; e l'orator scusò la Signoria nostra ; adeo il re rimase satisfato etc.
Dil ditto, di X, ivi. Come il re havea auto nova,
li soi haver roto il Moro, qual era fuzito, et reabuto
Novara ; et abrazò esso orator nostro d' alegreza,
dicendo : Non vi dissi, avanti scrivè a la Signoria,
aremo nova ? etc. Sì che il turcho, inteso questo, moverà pensier. Parleremo poi di questo. Et à nova,
il Moro esser fuzito a la volta di Como, e missier
Zuan Jacomo esser in Novara, e monsignor di la
Trimolia haver diviso li sguizari , sì che de li in Franza, e per tutto, il re fa far segni di alegreza , et
doman sarano a Liom. Item, esso orator prega satisfazi li Salvegi di le letere di cambio di corieri ; e
dite letere non è in zifra, ma in brevi di so man.
288
Etmonsignor di la Trimolia scrisse una letera,
data a Trecha, in vulgar. In risposta di la nostra
si congratulassemo di la victoria, et lui ringracia la
Signoria con optime parole, offerendossi etc.
Da Crema, dil podestà et capetanio, di 16. Come era tornato l'homo mandò da missier Zuan Jacomo, qual ave ducati X di bona man, et di monsignor di la Trimolia, ducati 5, qual li portò la nova di Ascanio ; e che missier Zuan Jacomo disse : È
rasonevele, havendo il roy el Moro, la Signoria habi
Ascanio, suo inimico. Item, Pavia si tiem per il roy,
e il campo è sparpagnato ; et che de li nostri su quel
teritorio cremasco è alozati cavali 1600, sì che non
pol patir ; perhò si provedi.
Da Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador, di 15. Come do milanesi, Renaldo da
Corte et Zuan Jacomo di Lampugnano, capitolò 11,
et li à retenuti, come scrisse, e posti in rocha a cu- stodia di sier Zustignan Morexini, provedador, e il resto di la fameia e cavali è con lui retenuti. Item,
si fabricha il castello tutavia. Item, domino Fran- cesco Bernardim Visconte parti da Brignan e andò
a Cassan, chiamato da missier Antonio Maria Palavicino. Et era rimasto a Brignan missier Zuan Fran- cesco da Marlian e domino Guarnier da Castion ; à
posto hordine siano retenuti, justa i mandati nostri.
Item, tuto Milan è im paura ; il cardinal Roam è li,
et è solum 100 francesi in la terra, e si praticha di adatar con milanesi con danari.
Da Pizegatom, di sier Hironimo Querini, pro- 89
vedador dil castel. Zercha le fabriche si faceva in quello ; e voria se li mandasse danari da compirle.
Et se intese, il fradello dil marchexe di Mantoa,
qual dicitur fo preso da li villani a Piasenza, si ha rescatà per ducati 3000, et torna a Mantoa ; et fo
mormorato assai. E visto il capitolo si ha con el si- gnor Carlo Orssini, zercha li presoni di capo piglie- rà , sia di la Signoria nostra, et fo assa' biasemato.
Et fo scrito per colegio a li rectori, mandi li presoni, e præcipue questo de qui .
Da poi disnar, zoè poi l'oficio, fo conseio di X,
che ſo la vizilia di Pasqua, con zonta di colegio, per
le cosse di Goricia ; tamen O seguite.
Da Roma, di l' orator, di 13 et 15. Come disse
al pontifice di la venuta di Alvise Manenti, secretario nostro, e di l' orator dil turcho, e la risposta ; e
il papa li piaque assai ; vol far etc. , e mandar le decime e legati in Hongaria. Item, a dì 13, intese la nova dil prender dil signor Lodovico, per via di
Aste, dal prothonotario, nepote di missier Zuan Jacomo Triulzi ; li à piacesto molto. E poi vene le le-
239 MCCCCC, APRILE. 240
tere nostre, e inteso il tutto, et il papa ringració | morte dil fiol, si scusa andar im Polonia ; bisognanIdio con la bareta in man di tal optima nova. Item,
per la letera di 15, come etiam intese di la captura dil
cardinal Ascanio; et il papa si alegrò, et paroleditte
sopra di questo. Et l'orator yspano parlò zercha la
venuta di l'armata di soi reali, qual verà, et voria
fusse uno orator di la Signoria nostra a presso soe
alteze. Item, di certa cossa seguita a Gualdo, di retenir di nostri merchadanti, esso orator si dolse ; et
il papa scrisse, et subito li fè liberar.
do tamen anderia. Et partiti li deputati per conferir
col re, poi l'altro di, essi oratori fono introduti da
soa majestà, et parlato, tolseno tempo di scriver. Et 89 *
a dì 7, vene li a Buda uno orator dil re di Polana,
con assa' cavali, non li andono contra essi oratori
nostri ; etiam vene do oratori dil re Maximian, et
non li andò contra, e dicono non si usa andarvi.
Item, era venuto uno nontio dil turcho con 8 cavali,
e il re l'à messo daspersi di l'altro, acciò non par- Da Napoli, di l' orator, di 6 et XI. Zercha le | lino insieme. E dicono esser venuto per caxom di
cosse dil castello di Molla con la terra, si dolse col
re, et soa majestà vi manda li domino Antonio Pizolo, homo da ben, a conzar quelle diferentie ; et il
certi danni, fati in tempo di trieva per hongari
a' turchi. E si dice im Polana è un altro orator dil
turcho, e le trieve presto finisse. Et questo San Zorre si parte, e va al Piam di Palma. E di la trata ote- | zi hano ordinato in Hongaria far uno parlamento de
nuta di formenti, il re dice li costa a lui ducati 4000
dil suo. Item, à saputo la sententia dil matrimonio
dispensado dil re di Hongaria et sua sorela raina |
Beatrice; et disse assa' parole dil papa, fulminando |
assai, dicendo si pentiria. Item, à di Milam, chome
el re Maximiano presto sarà in Italia; et esso orator
dimanda licentia etc.
li baroni. Item, aspetano risposta di quanto scriveno ; e di far trieve col turcho, includendo la Signoria nostra, non hano 0. Quel re è ben disposto a la expedition, ma bisogna darli danari. Item, scriveno
di uno signor Zuanne, dispoti di Rasia, e danno la
information li ſo scrita dovesse dar, che à poter di
cavali lizieri, e li soi homeni sono feroci contra turAd' 19 april, ſo el di de Pasqua. El principe | chi. Item, che 'l bam di Jayza si acorderia a stipendio nostro ; et etiam li Frangipanni, zoè el conte
Bernardin, el conte Anzolo et il conte Michiel, come
per avanti scrisseno. Concludeno, el cardinal de
Ystrigonia est alter rex in reyno.
fo a messa con li oratori, more solito ; et poi disnar
a la predicha, et predicho el rezente di frati menori,
di nation di Bagnacavallo, predichava a la cha' grande; et era questi oratori, di Franza, di Napoli, vestito d'oro, di Ferara, di Urbim et di Rimano, lo
episcopo di Brexa, da cha' Zane, el principe di Rosano, domino Marco Malipiero, comendador di Cypri ; et portò la spada sier Hironimo Contarini, va
podestà et capetanio a Treviso ; fo suo compagno sier
Alvise da Molin, savio dil conseio. Et da poi vesporo,
andono a San Zacharia, dove non era il perdom, ❘ hanno aviso da Milan, per via di domino Hironimo per esser stå levati tutti dal papa. E tornati im palazo, il colegio si redusse senza il principe.
Da Trevi, di do provedadori, di 17. Et scriveno
di certi cavali francesi svalisati a presso Lodi, da
quelli di domino Julio da Martineugo, e feriti ; unde
esso domino Julio, inteso, conzó il tutto, e tolse in
caxa li feridi, e lhoro provedadori mandono Alvise
di Piero, secretario, si che tutto sarà adatato. Item,
da Trechano, come milanesi, per schivar el sacho,
hanno concluso dar al cardinal Roam ducati 300
milia ; zoè 50 milia a dì 18 di questo, 50 milia al
primo di mazo, el resto poi quando verà il re a
Milan. Et par il re voglij ducati 120 milia a l'anno, e milanesi scuodano li dacij, et se risalva li au-
❘ctori e beni di rebelli ; si che Milam è in fuga, e si
scuode a furia, computa etiam li capi chieregati.
Item, el re con la raina verà a Milam, et missier
Zuan Jacomo era a Trecha, e dia intrar domam in
Milam. Item, mandono una letera abuta da Milan,
DiHongaria, date a Buda, di 7, 8 et 9, date a
Buda, parte in zijra. Di 4deputati per il re a tratar la materia di la ligt ; videlicet : lo reverendo ystrigoniense, el qual est alter rex, lo reverendo
vesprimiense, domino Gerebi Peter, et domino Josa.
Edeteno la letera di credenza al dito ystrigoniense,
e quello era stà scrito per lui a Roma, per farlo far
cardinal ; ringratiò etc. Or parlono insieme di la liga,
da esser fata universal ; et ditoli di far la particular,
risposeno, il re era contento far la liga particular, ❘ dil cardinal Roam, di 12, drizata a la Signoria ; ri- ma bisognava tenir cavali 25 milia, et voleano essi
oratori nostri li dicesse quello vol dar la Signoria
nostra al re. Et li oratori li risposeno, et parlato, bisognava uno di essi andasse im Polana, a oferir a
quel re etc. Et sier Vetor Soranzo, qual à inteso la
chiede li subditi venuti soto el dominio nostro, et si
alegra di la victoria dil prender di Ascanio.
Noto, ſo leto un' altra letera di diti proveditori,
drizata ai cai di X, e leta per inadvertentia, come
hanno per uno monsignor di Malta, che francesi vo-
241 MCCCCC, APRILE. 242
leno andar a tuor Mantoa. Item, el conte Guido di | di Milan; et che il fratello dil marchexe di Mantoa
Gonzaga era venuto da lhoro proveditori , dicendo :
Il marchexe à saputo la Signoria vol tuorli il stado, et che à dito, è contento più presto il roy habi
Mantoa, cha la Signoria. Et di tal letera fo dato sacramento a tutti, per li capi dil conseio di X.
Noto, fo alias in questa terra orator per cremonesi
domino Alfonxo Persego, el qual, venuto il signor
Lodovico, fo el primo andasse da lui. Item, domino
Erasmo Triulzi passò per Cremona, e andò a Milan ;
et per la vitoria hanno fato festa li a Cremona, et dimanda se li manda uno serivam per quella camera etc.
è a Piasenza, et è sta mandà a dimandarlo, e non
l'hano voluto dar. Item, de li ducati 300 milia promessi al re per milanesi, et li 120 milia ducati vol
a l'anno ; e missier Zuan Jacomo dia intrar in Milan ; e li principali di Milan è fuziti. Item, essi proDa Crema, dil podestà, di 17. Come el cardinal | veditori dimandano danari per pagar quelli soldati.
Roan havia mandà a tuor li ducati 9000 erano li,
che la Signoria li mandava per pagar li sguizari ; et
cussi esso podestà li consignoe a uno suo messo con
scorta, et ha fato di recever. Item, el cardinal Ascanio partirà doman de li per Brexa, va a disnar a
Urzi, e a cena, a Brexa; vol comunicharssi. Et esso
podestà li disse, stesse quelle tre feste di Pasqua lì .
Rispose, era servitor di la Signoria nostra, e vol Di sier Nicolò di Prioli, provedador dil castel di
venir presto a Venecia. Item, à nova che monsignor | Cremona, di 16. Scrive haver parlato con Lucio
di Ligni dovea andar per Lodovico e li altri ch'è a
Novara, e condurli in Franza con 500 lanze. Item,
à ricevuto l'hordine nostro, zercha il mandar il cardinal Ascanio de qui ; lo manderà etc. Item, par missier Zuan Jacomo Triulzi à donato a Sonzim Benzom
una possessiom a presso Lodi, chiamata Montesana,
sora Adda, mia 3 lontan di Lodi, daducati 800 d'intrada, e una caxa in Lodi, qual fu di missier Alexandro Simoneta, che ha do fie marida, una in un fiol
90 natural fo dil ducha Galeazo, et l'altra in ... ; et avisa,
che domino Francesco Bernardin Visconte passò a
Cassam, et andò a Milam, dove fu posto in castello. | gnoria nostra, et si quella vuol, lui vol servirla ; et
Et marti el cardinal intrò con cavali 200.
DiPizegatom, di sier Fantim Vallaresso, provedador. Avisa di le cosse di Milam, e come, intrato, el
cardinal Roam chiamò alcuni di primi di Milam in
castello, zoè 4 per porta, e li dimandò ducati 800
milia per la rebeliom fata; e tandem si risolseno a
darli ducati 300 milia, in li termini ut supra ; et che
missier Francesco Bernardin Visconte era andato a
Milan, et che Zuam Dolze, secretario nostro, mori
in castello, e le sue robe rimase in custodia di uno
Damian che lo serviva. Et par, che a Pavia erano
sublevati certi gibellini, qualli fonno retenuti etc. E
missier Zuan Jacomo con le zente è a Trechà ; à lanze 1000, sguizari 12 milia ; vol andar a Ferara, e
manda il signor Lodovico, vestito d'oro a la francese, in Franza; et che domino Galeazo di San Seve
rino era vestito honoratamente, tamen prexon in una
stalla; e insieme con li altri presoni da capo erano mandati in Franza. Item, scrive di presoni menati li
in rocha, zoè monsignor di San Celsso, el prothonotario Crivello, uno di Landriano, frate, uno fratello
dil thesorier etc.
De Cremona, di proveditori, di 16. Avisa nove
1 Diariz di M. SANUTO. Tom. III.
Malvezo, qual è li in castello, e fo preso da li nostri
provisionati a una hostaria, vestito da frate di San
Francesco, et li ha fato bona compagnia ; et vestitolo,
li ha referito era loco tenente dil Moro a Vegevene,
et seguito il caso, parti e andò a Milan a uno monasterio di la pace, poi andò a l'abacia di Chiaravalle,
vestito da frate, e l'abate lo conseiò si partisse de lì ;
et cussi parti con uno frate in compagnia, e trovò
uno nepote di missier Zuan Jacomo, e francesi, e
non lo conobe e lassolo andar. Et era venuto li a
Cremona, et è contento, per esser servitor di la Sivoleva andar a Mantoa; e soa moglie è a Varola Grisa
im Brexana; e voleva prima andar a veder la moglie; e si racomanda a la Signoria ; et lui sier Nicolò
etiam lo ricomanda, dicendo, è bon servitor nostro.
Da Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador. Manda una letera abuta con avisi di
successi di Milam, come è scripto di sopra.
Dı Brexa, di rectori, do letere di 18. In una,
aver dil capetanio di Valchamunega, domino Zuam
di Bulgari, di tre milanesi presi, zoė Zuan Jacomo
Secho, era comissario a Tyram, Bernardo dal Mayno,
era referendario a Parma, e uno altro prothonotario, nominato domino Alexandro Visconte ; et scrive
il modo li have ne le man, et manda la propria letera, et diti milanesi fono mandati li a Brexa, et manda
la deposition lhoro. Prima, di quel Zuan Jacomo Secho, dice è servitor di la Signoria nostra, fo comissario a Tyram, e parti de li a di 14, et fu primo dil
signor Lodovico, poi dil roy, e iterum dil signor Lodovico, et è fuzito, et volea dar quel luogo a la Signoria nostra con Alvise da Tyran, et che Marco di
Rimano è testemonio. Item, seguita in la deposition
di questi, come el cardinal San Severin andò in Ale16
23 MCCCCC, APRILE 244
90 magna con certi citadini, e li nomina, et che Maxi- | Come à per bona via, 4 sanzachi de li intorno esser
mian è stà tardi a socorer il Moro, e non à danari
da levarsi de Yspurch, et à mandà per la raina, vadi
li , e à impegna li piati d'arzento per viver. Item,
quel Bernardo dal Mayno dice, ditto re di romani
voleva 60 milia ducati dal Moro a moversi, e il Moro
li deva ducati 20 milia al presente, e lui li contò al
cardinal San Severin certi danari; et che a Yspurch
facca una dieta poi l'octava di Pasqua, e sarà il ducha Alberto di Saxonia, e quel di Baviera, e quel di
Brexvich, et che lui dete raynes 7000 per condur
alemani, ut supra. Item, che fiorentini dete ducati
5000 per pagar 1000 cavali et 3000 pedoni in ajuto
dil Moro, et che Alvise Ripol, per nome dil re Fedrico, era andato a Yspurch. Item, in una altra deposition dice, il re di romani ave ducati 15 milia, e ne
mandò per ancora ; et che il Moro havia intelligentia
con Napoli, Ferara, Mantoa, Bologna , Mirandola,
Carpi, Corezo etc. Item, quel prothonotario di caxa
Visconta dice O saper, era a Fagnam, loco suo, et fuzite, e voleva andar a certo loco su quel di la Signoria nostra, per dubito di francesi, zoè dal conte Vetor
da Martinengo, et che nulla sa di secreti dil Moro,
perchè non era dil conseio, et è fradello di missier
Zuan Hironimo Visconte, qual etiam è fuzito sul nostro. Item, per una altra letera, essi rectori scriveno
aspetar quel zorno Ascanio de li, con cavali 120, e
ozi disna ai Urzi .
Du Bergamo, di rectori. Zercha i dacij , et nulla
risponde a la letera riprensoria li fo scrito, et mostra
non l'aver abuta.
Da Verona, di rectori, di 18. Come à recevuto
nostre letere zercha la venuta dil cardinal Ascanio ;
exequirano ; et di danari trovati im prestedo, per
expedir il signor Bortolo d' Alviano etc.
Da Sonzim, di sier Zuan Maria Mudazo, provelador. Come manda de qui certi arzenti trovati a
uno prote, morto sine hæredibus.
Da Cao d' Istria, dil podestà et capetanio. Di
avisi abuti che turchi se reducano im Bossina; à mandato explorar per saper il tutto.
Da Zara, di rectori, di 9. Come a li 13 marzo
passado, fo una incursion su quel contado per do
vayvodi di Schander bassà, con cavali 700, come
scrisseno ; et menono via anime 452, computà li
morti, e animali grossi 1080, menudi 2000.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, conte, di
22marzo. Come in la dita coraria manchano homeni da fati numero 33, puti e femene 179, animali
grossi 1252, menudi 630; sì che è stato gran danno.
DaBudua, di sier Nicolò Memo, podestà, di do.
andati a le parte di sopra, et se divulga hongari haver roto al turcho.
Da Palermo, di Ulixes Salvador. Di quelle cosse
di Sicilia, et di certo corsaro navega de lì via, chiamato Conte Paladim.
Et fo ordinato a li patroni a l' arsenal, fazino lavorar doman e l'altro, licet sia festa, le galie grosse,
per averle in tempo; et fo mandato a dimandar licentia al patriarcha, qual disse non la dava , ma che
lavorasse ; che poi tutti li absolveria etc.
A dì 20 april. In colegio, fo el luni di Pasqua,
li savij se reduseno daspersi di la Signoria per consultar; et la Signoria con el principe aldite li oratori di Spalato et quelli di Poliza, e comesse a li savij
ai ordeni.
Veneno li do oratori dil re di Rossia, o ver ducha di Moschovía, quali stevano a la Zuecha, et erano
ritornati da Roma, et fomo mandati 4 savij ai ordeni
a levarli, uno di qual sapeva latim, era greco di li
Paleologi, vestito d'oro etc. Et sentati a presso il
principe, ringratiò de li honori e careze fatoli, si ralegra di la victoria, et si offerisse, si la Signoria vol
nulla, perchè si vol partir. E il principe li usò bone
parole, dicendo si li diria poi.
Da Trevi, di proveditori, di 18. Come havcano 91
inteso, sguizari e todeschi sdegnati contra el signor
missier Zuan Jacomo, haver preso Trechà, Caia e
Novara, e tolte le artilarie, manazando voler bombardar la rocha, se non li davano el signor Lodovico, qual credeno esser in quella. Et si dice, o sono
pentiti haver fato prexon esso signor Lodovico, o
ver per haver li 150 milia ducati li promisse missier
Zuan Jacomo. Item, che 300 homeni d'arme et 5000
fanti esser andati a la volta di parmesana, per andarsene a Carpi, Corezo e la Mirandola. Item, 100 homeni d' arme et 1000 fanti esser andati a compagnar el signor Lodovico in Franza, et le gente francese, erano a Milano e altrove, sono andate versso Novara, per quelle novità di sguizari e todeschi.
Dapoi disnar, fo pregadi, et vene le infrascripte
letere ; et prima :
DaBrexa, di rectori, di 18. Come quel zorno a
hore 23 il cardinal Ascanio intrò li; alozò in citadela
nuova, in caxa di uno di camerlengi, con custodia di
25 tra fanti e citadini ; et essi rectori fono a visitarlo ;
fece assa' discorssi, dicendo: Deus dedit, Deus abstulit.
Didomino Sonzim Benzon a la Signoria, di 18,
da Brexa. Scrive il suo zonzer li col cardinal e li
presoni ; et à ricevuto la nostra letera insoa laude.
Ringracia, et dice questi cinque presoni da conto ha-
245 MCCCCC, APRILE. 216
ver, oltra il cardinal e Bandino, capetanio di balestrieri dil Moro, etiam questi : monsignor di San Celsso, monsignor Crivello, el preposito de Ubaldone, el
fratello dil thesorier, et Galeazo Feraro. Et come
presto sarà de qui.
Dil signor Carlo Orssini fo leto una lelera, scrita
al suo secretario Anzolo Tancredi. Narra il successo
di piasentini contra di lui, et haverli tolto alcuni presoni, et con pocho honor fu cazado de li etc.
Da Bergamo, di rectori, di 18. Avisa quello è
dito de lì, che todeschi hanno tolto Novara; et che
missier Zuan Jacomo, qual era in Milan, si era partito con tutti i francesi ; e il cardinal Roam è andato ivi.
et atento sia stà inganna el conseio, che ditta prova
sia revochada. E cussi fu preso.
Adì 21 april. In colegio vene l'orator di Fran- 91
za, e disse molte parole di la bona mente dil suo re ;
dicendo saria tempo di cazar Ferara e Mantoa, e che
soa majestà era disposta contra infideles. Poi dimandò con bel modo fusse restituito li lochi presi per
nostri , quali za tutti erano stà consignati. Poi disse
che la regia majestà, per l'amor portava a sier Hironimo Zorzi, el cavalier, stato orator in Franza, li ha- via dato lo episcopato gladatense, qual havia l' orator dil signor Lodovico existente qui. Item, se cussi
piaceva a la Signoria, a lo episcopo di Famagosta, è
col cardinal San Piero ad Vincula, a compiacentia
dil suo re, li fusse dato el vescoa' di Cremona, ch'è
dil cardinal Ascanio. Item, disse di certi merchadanti
francesi, dieno dar di qui, li sia perlongà il tempo a
pagar. Et il principe a tutto li rispose sapientissime.
Et poi, partito, fu dato sacramento al colegio di tal
proposte etc. Vene uno messo di monsignor di Ligni, con una
letera di credenza, sotoscrita : Ludovico de Lucemburg, dominus de Ligni, data a Camelone, a dì 16, et
il messo è nominato Salvador Zurlo, vestito incognito, qual perhò sentò a presso il principe, et expose
come monsignor di Ligni andava in Franza dal re,
et si la Signoria voleva Mantoa e Ferara, comandasse,
Da Crema, di 18. Dil partir quella matina dil
cardinal Ascanio de lì con el signor Carlo Orssino, et
domino Sonzin Benzon, e anderano di Brexa a Mantoa per la via de Salò , passando a Lazise. Item ,
come li to consignato, per el signor Carlo, li infraseriti monsignor Lunardo Visconte, abbate di San
Celso , fradelo di domino Francesco Bernardino ;
monsignor Alexandro Crivello, prothonotario ; monsignor Lodovico de Landriano, prevosto di Viboldom; missier Zuan Baptista de Landriano, e missier
Galeazo de Ferarijs, e li acompagnoe in castello, e
preparatoli comodamente da star ; e tuti sono homeni di grande inzegno, et li era fato le spexe per uno
comesso dil signor Carlo. Item, scrive che missier | che lui faria il tutto ; e poi voleva lui andar in ReaFrancesco Bernardin Visconte, qual andò a Milan,
fato chiamar dal cardinal Roan in castello, fu fato
prexon ; et scrive la nova di todeschi haver preso
I'artilarie a Novara, et quelle piantate a torno il castello, dicendo voler el signor Lodovico, per non li
esser stà ateso quanto li era stà promesso. Et erano
da persone 12 milia; e haveano fornito Gaian e
Trechà ; e dil partir dil cardinal Roan, e missier
Zuan Jacomo con tuti altri francesi è andati versso
Novara.
Noto, el cardinal Roam richiese per letere soe,
la Signoria nostra li volesse dar ne le man questi tre
milanesi, erano in Brignan, qualli fono mandati a
Bergamo, zoè: domino Zuan Francesco da Marliam,
domino Guarnier da Castiom, et domino Francesco
Visconte.
Et lezendo le letere im pregadi, intrò conseio di
X con zonta di savij, et fo il principe. E poi si parti,
e vene letere di Franza in zifra .
Fu posto per li avogadori di comum, atento sier
Andrea Marzelo, quondam sier Piero, era stà provà
patron di una galia al trafego, qual dia star im prexom, e si dovea presentar per esser stà in armada,
me, offerendossi etc. Et li fo risposto, si conscieria
questo.
Vene sier Andrea di Garzoni, olim dal bancho,
con barba, con Piero et Agustim, soi nepoti, Zuan
Batista e Domenego, so fioli, et butossi in zenochioni
dimandando perdom, dicendo era stà inganna da'
forestieri , ringratiando dil ben li havia fato questa
Signoria, pregando le osse lhoro non vada im preda,
et è anni 200 sono in questa terra etc. Et li fo risposto poche parole, e ussite fuora. Rimase domino Andrea di Martini, prior di Hongaria, suo cugnado, e
dimandò la trata di certi azalli e stagni per la religion. Li fu concessa.
Veneno 8 patroni di le galie di viazi, per li qual
fono mandato e fatoli gram rebuffo per il principe,
che haveano posto bancho senzale bandiruole, come
è il consueto. E fo ordinato le metesse.
È da saper, eri fo retenuto im piaza, per il conseio di X, Almorò Brandolim da Mestre, fo podestà
a Mantoa, et cussi fo dito. Tamen reussi che fu l'orator dil signor di Pexaro, come dirò di soto. E butado il colegio, tochò a sier Domenego Bolani, consier, sier Marco Sanudo, avogador, sier Anzolo Tri-
247 MCCCCC, APRILE. 248
vixam, cao di X, et sier Pollo Da Mulla, inquisitor. | din
Et cussi questa matina fono in camera, et etiam poi
disnar, a darli corda.
Da poi disnar, fu gran conscio. Fu fato podestà
a Brexa sier Lorenzo Zustignam, fo cao dil conseio
di X, quondam sier Bernardo, cavalier, procurator;
a Bergamo, podestà sier Stefano Contarini, fo podestà a Chioza, quondam sier Bernardo; et capetanio a
Vicenza, nium non passò.
Da poi fo pregadi. Non fo il principe. Et fo conseio di Xcon zonta di colegio, et poi rimase simplice,
nè niuna parte im pregadi ſo messa.
Da Crema, dil podestà, di 19. Come ha letere
di domino Nicolò da cha' da Mosto. Li scrive esser
partito da Novara, a dì 17 la matina, e haver visto
in quella hora la compagnia di monsignor di Leni
con certi albanesi, li qualli volevano levar il signor
Lodovico di castello per condurlo in Franza, e non
lo volse veder partir, per non haver tempo. Poi vene
a Milan, e trovò che poco avanti missier Zuan Jacomo era zonto in Milan, e, avanti dismontasse, ando a far reverentia al cardinal Roam, poi andò a
caxa, e fece congregar il populo in corte, e, presente
esso cardinal, e monsignor de Lixom, e quelli del
parlamento de Milan, con molti altri signori francesi, omnibus præsentibus, domino Michiel Toso, doctor milanese, in nome dil populo de Milano, fece una
oration vulgar, la conclusion di la qual fu questa :
Quod fatebatur delictum, et petebat veniam, nomine
populi. Et rechiedete la remissione di ducati 200 milia, promessi al re per el populo preditto ; li altri
dinal predicto. Et facto fine al parlare, milanexi che
haveano aparechiato una bella processione de puti
et pute, de etate de anni 7 vel zircha, quali cum ramis palmarum e con la ymagine dil Crucefixo, tuti
cantavano alta voce : Domine, miserere nostri ; parte
cridava : Franza ! Franza! Item, par che Milano stia
assa' quieto, e ogniuno desidera ripossare etc.
Da Trevi, da li proveditori , di 19. Nulla da
conto. Mandano una letera dil cardinal Roam, di 18,
da Milan, sotoscrita : Cardinal di Ambosa; per la
qual domanda li rebelli milanesi etc. Item, di quel Zuan Maria Palavesim li fo ricomanda per li proveditori, risponde: vederà li soi meriti. Item, avisa ,
le comunità di sguizari averli dimanda Belinzona etc.
DaBergamo, di rectori, di 19. Manda in nota li
presoni milanesi sono li per numero 24, e à ricevuto nostre letere, ma non risponde a quelle.
Questi sono preconi è in Bergamo.
Primo in rocha.
Domino Batista Visconte, cavalier, de età de
anni 50.
Domino Gaspar Visconte, cavalier, de età de
anni 45.
Domino Ambrosio dal Mayno, cavalier, de anni35.
Domino Hironimo Da Charchano, doctor, de
anni ....
In citadella.
El conte Bortholamio Crivello, de età de anni 60.
Domino Antonio Maria Crivello, suo fiol, de età
de anni 28.
El preposito de San Cassam, de anni 45.
Domino Francesco da Marian, cugnato dil conte
Bortolo, de anni 55.
92 100 milia prometeva pagarli fra zorni octo ; li altri
50 milia de qui a chalende. Poi, rechiedete la remissione de li officij , quod restitueretur pristince dignitati. Tertio, quod provideretur ne amplius rebelles et
facinorosi homines, rebellionis auctores una cum domino Ascanio, haberent potestatem et facultatem concitare tumultus in populo. Quarto, che solum fusse puniti li auctori de la rebellione, et se perdonasse al
resto. Quinto, che le zente d'arme se levasse dal
paese, che più non molestasse el duchato de Milano.
Respondete a tutte queste parte domino Michiel
Rizo, neapolitano, dil parlamento di Milano, homo
di grande inzegno, e con tale elegantia disse, che sier Orlando, di anni 22.
meglio non si porebe pensare, laudando el signor
missier Zuan Jacomo usque ad astra, per el suo bon
governo e prudentia. La conclusione del suo parlare
fu questa: che 'l si perdonava a' milanexi, exceрtuando li capi et auctori di la rebelione ; ad altre
parte non fece risposta. Ultimo fu fato comandamento quod deponerentur arma, per parte del carDomino Guarnier da Castiom, de anni 38.
Domino Zuam Francesco Visconte, de anni 28.
El preposito de Ogni Santi di Cremona, de anni 25.
Domino. Marco Antonio Palavisino, fiol di misItem, tre fradelli, Antonio, Carlo et Paulo, cremonesi, cognominati de ....
Pur in citadella altri citadini.
Domino Vicenzo Porro, de anni 38.
Domino Hironimo de Lampugnano, de anni 12.
249 MCCCCC, APRILE. 250
02
Domino Zuam Antonio Corio, de anni 38.
Domino Symon Taiabò, de anni 50.
Domino Alvixe da Landriano, de anni 35.
Domino Bernardin, suo fratello, de anni 22.
Domino Galeazo de Galerà, de anni 28.
Domino Liom Forte, procurador, de anni 50.
Questo è im prexom.
lan, et O esser di sguizari stato ; e il signor Lodovico
è stà aviato in Franza.
Da Brexa, di 21. Dil partir dil cardinal Ascanio
quella matina de li con li capetanij dil devedo, con
15 cavali per uno et 25 fanti, e il signor Carlo Orssini, qual tornerà in campo, e domino Sonzim Benzon vien di longo. Etiam vi hè Paulo Albanese,
contestabele, e va a Verona per la via di Salò, per
mancho pericolo. Item, per una altra letera avisano,
per uno vien di Milan , la cossa di sguizari esser conzà con danari; missier Zuan Jacomo è a Milan
carezato da pochi francesi, col campo a Ceram, voleno Bologna a sacho. In Milan non è rimasi 100
Da Brexa, di rectori, di 20. Nulla da conto. francesi. Li principali di Milan sono fuziti. Queste Mandano uno capitolo di nove, abuto da domino Ve- | tre caxade regna: Boromei, Triulzi et Palavisini .
tor di Martinengo.
Marzocho da Pizegatom, contestabele, deanni 42,
perchè, contra le cride, andò a servir il Moro; mandato da li provedadori.
Dil signor Carlo Orssini, di 20, da Brexa. Avisa
la Signoria de li presoni restati a Piasenza : el signor Zuanne di Gonzaga, fradelo dil marchexe ; domino Christoforo di Gonzaga ; domino Hector di Gonzaga ; domino Guido Torello ; domino Alexandro
Sforza, el conte di Melze, fono fioli dil ducha Galeazo; domino Galeazo Stampa et il zeneral di bianchi . E avisa, li cinque è rimasti a Crema per suo
nome, nominati di sopra.
Domino Francesco Bernardin Visconte è in castello
retenuto. Francesi sachizano caxe di Visconti, Crivelli et Landriani ; alozano in le caxe a descritione,
non volendo pagar le vituarie, et hanno Binasco sachizato. Le botege di Milan, poche sono aperte ; e
francesi voleno la roba senza danari. Le donne è in
li monasterij. Item, hanno fatto cride : li monasterij
non toglino robe de' rebelli ; hanno mandato a tuor
panni di seda per vestir il Moro va in Franza. Si
dovea partir el sabato sancto; et milanesi li piace
più che Ascanio sia in le man di la Signoria cha dil
roy; e francesi straparla di tutti, e di confederati dil
roy, et non stimano niuno etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 20. Come domino Zuan Valla, orator di quel signor, torna di
Franza, intende è stato mal visto, e intende il signor
lo rimanda. Item, stanno di mala voia per la captura Da Verona, di rectori, di 21. Dil zonzer li dil 93 .
di Ascanio, e per il fradello dil marchexe di Man- | cardinal Ascanio in quella sera ; et lo alozono in citoa; tamen dicono, piacentini non lo vol dar. Item,
hanno fato la passion meninchonicha.
Adi 22 april. In colegio se intese la venuta in
questa terra dil signor di Faenza, e ordinato prepararli la caxa dil marchexe.
Item, fo portato a palazo li libri di officij di debitori, ch'è assai, et per gran numero ; è assa' miera
di ducati, a presso 200 milia.
Vene l' orator di Franza, e li fo comunichato alcune letere. Ringratiò assai, poi pregò la Signoria
volesse meter a una lectura di humanità, in locho
di Zorzi Valla, morto, et lezeva domino Joanne Baptista, cognominato el Scyta, non ben grato a li scolari, et che fusse posto domino Gregorio Amaxeo,
doctor utinense.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe, et le infrascrite letere :
tadella con bona custodia.
Da Vicenza, di sier Alvise Moro, podestà. Come,
justa i mandati, anderà a Marostega, dove è podestà
sier Luca Miani, per saper la verità dil puto, si dice
esser stà amazato da' zudei ; tamen andò et 0 fu.
DaMonfalcom, di sier Vetor Diedo, podestà. Come alcuni todeschi erano andati a Goricia per intrar,
et quelli dentro non li hanno voluti aceptar ; e si dice
è do parte dentro, una di l' imperador, l'altra San
Marco.
In questo pregadi referi sier Anzolo Barozi, come
fue in Friul con sier Piero Moro, di hordine dil colegio, a veder quelli passi ; e disse quello havia visto ; concludendo esser molti passi, et le provisiom
achadeva, ch' era uno grosso campo. Fo laudato dal
principe.
Fono provadi do patroni di galie a Baruto, sier
Michiel Bon, quondam sier Fantim, in luogo di sier Nadalim Contarini, di sier Lorenzo, per la etade; et
Da Crema, dil podestà el capetanio, di 20. Come
à, il zeneral di bianchi esser sta lassato da' piasentini ; era a Pontremolo, e va a Roma, à 'uto taia du- | sier Bortholamio Contarini, quondam sier Zuanne,
cati 4000. Item, che missier Zuan Jacomo è a Mi- su la galia Morexina.
251 MCCCCC, APRILE. 252
Fu posto la parte per li savij dil conseio e di
terra ferma, di confischar li beni di rebelli in cremonese e altrove. Et have 5 di no.
Fu posto per nui ai ordeni, la parte di risalvar
li viazi a li patroni anderano in armada ; e cussi a li
altri. E ave tutto il conscio.
Fu posto per li ditti, scriver a li provedadori in Fu posto per tutti che, hessendo stà ubligà li 93 *
campo, come eramo contenti dar li rebelli milanesi | acrescimenti a li patroni di ponente, quelli debano
al cardinal Roam a suo piacer, et scrito in consonan- tuor li debitori per i lhoro doni in termine di zorni
tia al prefato cardinal. Et sier Filippo Trun, procu- X; aliter rimangino per conto di la Signoria nostra.
rator, savio dil conseio, et sier Zorzi Emo, savio a
terra ferma, volse fusse dimandà a l' incontro Marco
daMartinengo, rebello nostro. Parlò sier Zorzi Emo.
Li rispose sier Piero Capello, savio a terra ferma.
Andò le parte. Il Trun et Emo ave 20, il resto 138 .
Et fu presa.
Et sier Francesco di Garzoni, de sier Marim, si dolse
al colegio. Tandem fu presa.
Fu posto per nui ai ordeni, che in loco dil Marcello, si provò patron al trafego, sia posto sier Silvestro Trun. E ave tutto il conseio.
Fu posto per nui, ut supra, expedir li do oratori Fu posto, per li ditti, meza tansa a pagar, ter- | dil Zante, uno di qual è l'armiraio, zoè darli du- mine zorni 6, sotto la pena di cazar di officij. Item,
che le do decime ultime dil monte nuovo slagi fin
luni, poi vadino a le cazude; e si pagi con pena.
Parlò sier Nicolò Trivixam, procurator, dicendo era
tempo di haver danari presti ; e il principe doveria
prestar, e dimandar a tutti in tanto bisogno; et che
missier Francesco Foscari, doxe, presto una volta
ducati 15 milia ; missier Ferigo Contarini, a tempo
di mancho bisogno, presto ducati 30 milia di peze
di arzenti ; lui , sier Nicolò, oferiva le specie etc. Or
li rispose el principe, qual li dolea la schena, si feva
teguir im piedi, dicendo, con gran stente, dimandò
alias im prestedo, si oferse prestar de bota a ditto
sier Nicolò causa di questo, per Pisa, e conforto
tutti a pagar. Or ave tuto il conseio.
cati 400 di tornesi, quali siano spesi in la fabricha.
Item, che il sorabondante di le intrade de li, sia posto in una cassa, il retor tegni una chiave, e una altra li deputati, fin li serà ordinato in quello si habi
a spender. Item, siali manda le munition parerà al
colegio. Item, che il scontro tegni conto di le intrade, e lo mandi de qui. Et dita parte ave niuna non
sincera, niuna di no, et il resto di la parte.
Adì 23 april. In colegio vene l'orator di Franza, e mostrò una letera li scrive el cardinal di Ambosa, o ver di Roan, nominato Guglielmo ; dimanda la restitution di fuziti ; et za è stà ordinato.
Item, disse zercha il conte di Caiazo ; et poi dil conte
Lodovico di Gonzaga, cugnato di esso conte di Caiazo, e zenero di domino Zuan Alvise dal Fiesco,
qual voria conduta da la Signoria nostra. Item, disse
questa terra, comenzando dal mexe di luio in là, ❘ chome l'abate di San Zorzi li havia ditto, a Ragusi
Fu posto per tutti li savij , de interzar li dacij in
che compie il primo interzar, e li danari siano portati a la procuratia, et ubligati a li patroni di le galie grosse, casu quo vadi in armada. E fo presa.
Fu posto per tutti, dar a li galioti e zurme, qualli
non voleno andar con le galie di viazi, le refusure,
zoè uno terzo al bancho, et do terzi in armada. Et
fu presa ; tamen non si potendo far, fo mutato hordine, e datoli il tutto.
Fu posto per tutti, scriver al capetanio zeneral
Te al rezimento di Corfù, cavi le anime inutile de li, e
le mandino im Puia. Item, si para esso zeneral, mandi
uno provedador di l' armada a Modon con galie.
Fu scrito etiam ai rectori di Modon, di le provision si fa, et stagino di bon animo, et li manderemo ſanti et quello richiedeno. Et eri ſo scrito per
colegio in campo a li provedadori, mandino qui 200
provisionati. Parlo sier Hironimo Capello, provedador, su le cosse di mar; cargò il colegio et a la parte
di le refussure, e non li fo voluto risponder. Et fu
presa.
esser oratori dil signor Lodovico e dil marchexe di
Mantoa, andavano al turcho, e dil re di Napoli. Item,
solicitò la materia di castigar Mantoa e Ferara ; concludendo, si la Signoria nostra volea niun ajuto dal
suo re contra il turcho, quella dimandasse. E a tutto
il principe li rispose ; adeo rimase satisfato.
Vene il conte Xarcho, nostro stipendiato in Dalmatia, di 100 cavali. Sentò a presso il principe ; non
sa latim ; portò letere da Traù, di sier Polo Malipiero,
conte, e di Spalato, di sier Piero Trivisam, in sua
laude. Et il principe li usò bone parole, et comesso
a li savij tutti la soa expedition .
Da Corfi, dil capetanio zeneral, di 5. Scrive la
mala condition di l'armada ; dimanda se li mandi
certe cosse ; e altri avisi non scrive etc.
Di sier Piero Liom, baylo el capetanio, di 5. In
consonantia ; O perhò da conto.
Da Pulignan , di sier Pelegrin Venier , governador. Coine quel luogo è nudo di munition; perhỏ ne dimando alcune. Et O li fo mandato.
253 254 MCCCCC, APRILE.
Veneno li cai di X in colegio, sier Antonio Bernardo, dotor, cavalier, sier Anzolo Trivixan, et sier
Zacharia Dolfim; et stete con la Signoria sola, et
mandono fuora etiam li savij di una man e di l' altra. Et è da saper, si preparava toreselle per il cardinal Ascanio ; et li cai feno X guardiani a la custodia sua, tra li qual fo Alvise di Dardani.
Et in questa matina, nui savij ai ordeni fossemo
a le galie di viazi, per pagar ; e fato le cride, galioti
non volse, per voler tutto l'avanzo. Item, fu fato
la mostra di stratioti va a Traù, capo Dimitri Rali.
Da poi disnar, fu gran conseio, e poi conseio
di X con zonta di danari. Et in questa sera, ahore 4
di note, gionse il cardinal Ascanio, et fu posto in
toresela, solo, con li guardiani; et li parse di novo.
Alcuni altri episcopi ſo posti altrove, et Badino posto
in ferri.
Vene uno, per nome dil conte Zuan Batista da
Colalto, qual fo posto in exilio per il conseio di X,
oferendossi dar a suo spexe cavali 400 etc. Fo comesso ai cai di X lo aldisseno.
Item, fo parlato zercha galioti non si voleno scriver su le galie di viazi, per voler le lhoro refusure
tutte ; e fo terminato darle.
Da Corfù, dil capetanio zeneral, di 8. À di la
Zefalonia per do venuti, come 300 albanesi erano
sublevadi, e fanno danno a quel castello. Item, turchi hanno fato una barcha in castello, e quella portata a la marina, e con tre turchi l'anno mandata a
Castel Tornese. Item, mandoe letere di Syo, con
avisi di cosse turchesche etc.
Dil baylo et capetanio di Corfu, di 8. Manda
una letera abuta dal Zante, di 30, come l'arma' di
Lepanto è conze galie 40, e la nave si va conzando,
qual à trombe in sentina etc.
Da Trad, di sier Polo Malipiero, conte, in risposta. Zercha il mandar homeni a custodia dil bastion di Narenta; scusa quel teritorio.
Di Monfalcom, di sier Vetor Diedo, podestà, di
20. Come era intrado in Goricia el capetanio di Lubiana, per nome dil re di romani, con 30 compagni,
polvere etc. Et che missier Virgilio, qual era amalato, stava meio, e à scrito al fiol non la dagi a la
Signoria nostra.
Adi 24 april. In colegio non fo il principe. Vene
sier Antonio Moro, venuto baylo et capetanio di
Corfù. Referi molte cosse ; à lassà ivi polvere, barili 1200; item, 4000 stera di formento, 102 miera
di biscoto. Disse in Corfù esser anime 18 milia in
la terra, e in tuta l'isola 27 milia ; e tutti hanno
comercio con turchi, e li vende arme etc. Item, che
l'armada nostra stava mal ; morivano in tre di; è
una compassiom. Item, quelli castelli stanno mal cu94 stoditi, sì che pone le cosse di Corfù disperade. Item,
aricordo saria bon meter le anime di l' isola in uno Da poi disnar, per esser la vizilia di San Marco,
locho, chiamato Santo Anzolo, dove è una forteza, I el principe andò de more in chiesia, a vesporo, con
con uno castelan con 8 page, e vi staria 20 milia li oratori ; et vene le arte a oferir, e poi fo conseio
persone. Item, vi hè etiam San Sydro sopra uno di X con zonta di danari et colegio. Et portò la
monte , ma non perhò cussi seguro. Item, disse spada sier Hironimo Contarini, va provedador in
l'arma' dil turcho si preparava ; e saria presta a us- armada ; fo suo compagno sier Piero Balbi, e tutavia
sir, e la mità al mancho per tuto il mexe di mazo, dito provedador arma.
saltem per 20 zugno ussirà ; et che, l'anno passato,
cra velle 314, e se ne rupe alcune per fortuna. Item,
a la Prevesa si fa galie 30, computà X grosse, zoè bastarde; etiam a la Vajusa ne fa far, dove è pocha
aqua. Item, a Corphù è poche monition, e corfuati
hannoparentà con turchi. Fo laudato, de more, per uno di consieri con pochissime parole.
Vene domino Sonzim Benzom, e tochò la man
a tutti , dicendo havia fato il debito suo. E sier Marin Venier, consier, vicedoxe, lo ringratiò con poche parole ; sì che, non hessendo il principe, nulla
val.
Vene domino Anzolo Tancredi, secretario dil
signor Carlo Orssini, con 5 homeni d'arme di esso
signor, venuti con Ascanio; qualli narono il modo
li fo trato di le man il fradello dil marchexe di Mantoa a Piasenza.
A dì 25 april, fo el di de San Marco. El principe fo in chiesia a messa, con li oratori Franza, Na- poli, Ferara, Urbim, Rimano, lo episcopo di Brexa,
domino Marco Malipiero , comandador di Cypri.
Portò la spada sier Jacomo Venier, va capetanio di
le galie grosse ; fo suo compagno sier Vetor Salamon. Et doman porterà etiam sier Piero Querini,
va in Cao d'Istria ; suo compagno, sier Piero Contarini, rosso.
Et poi messa, si redusse li savij in colegio, a lezer le letere. Et fo leto le letere di eri, di Hongaria,
di 11 et 13 di l' instante. Il sumario di le qual sarà
scripte qui avanti.
Da Roma, di l' orator, di 21. Coloquij abuti col
papa zercha il cardinal Ascanio ; e li piace sia sta
preso. E disse : Questa liga trina, nui habiamo abuto
la madona di Forli ; el roy, el signor Lodovico; et
255 MCCCCC, APRILE. 256
la Signoria, Ascanio. Item, soa santità disse aver letere di Milam, di 300 milia ducati promessi per milanesi a' francesi ; et Lodovico esser aviato in Franza;
e il roy aver ordinato mandarli 400 arzieri contra,
per acompagnarlo, e starà a Burges in Barri fino
04 sia examinato. Item, quanto a la expedition contra
turchi, soa santità disse è restato per i zorni santi ,
tamen faria ; et à expedi lo episcopo di Cai per Hongaria, si parte fin 3 zorni, e voria la Signoria li desse barche di Ravena, per segurtà soa, et verà
prima a Venecia. Item, domino Antonio Trombeta
scrisse a la Signoria, di Roma, una letera zercha il
fato suo etc. Pavia dà 100 milia ducati al roy.
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 22. Dil
signor Astorgio da Faenza, esser zonto li con cavali 50. Item, che Codignola iterum à levà le insigne
di Franza.
Da Trani, di sier Alvise Contarini, governador.
Zercha la galia si arma ; et è soracomito Vicenzo
Pagam, qual fu l'anno passato etc.
Da Corom, di sier Cabriel Venier, castelan, e
sier Fantin Zorzi, capetanio. Come turchi erano
stati de li via, e fato danni, e la Maronada fo presa,
et era il castello di sier Otaviam Contarini etc.
Di sier Francesco Zigogna, provedador di la
Morea, da Coron. Come li è do galie sotil, vol an- dar a Napoli di Romania, e poi a Malvasia.
Di Malvasia, di sier Andrea da Riva, podesti,
di 28 marzo, drezata al provedador di la Morea.
Avisa 4 stratioti andati da' turchi , perhò vadi li etc.
Dal Zonchio, di sier Carlo Contarini, castelan.
Come quel luogo è mal in hordine di monitiom e
custodia; perhò se provedi.
Fo leto una depositiom di uno, scrive a li cai di
Da Ferara, dil vicedomino, di 22. Come de li X, qual è stato a la bastia a presso Corphù, e dice
stanno su gran paura ; hanno speranza su do cosse : il signor turcho vol venir a tuor Corfu, à fato vodo
una, conzar con il roy, con darli dapari ; l'altra, a la Mecha di darlo, e verà zente di Persia, et Jacub
poner zelosia tra lo roy et la Signoria nostra. Item, bassà è venuto con asapi 6000, e ne vien assai ; si
il signor manda missier Zuan Lucha a missier Zuan prepara castroni per far presenti. Et Schender bassà
Jacomo, e missier Zuan Valla in Franza, e don Al- ❘ à 'uto hordine di corer in Friul, e le galie in colpho
fonxo suo fiol si prepara e lo manda al roy. Item,
di là di Po tutto è im paura ; et cavali 3000 de' francesi , et 6000 pedoni sono iti versso Parma. Corezo dubila assai ; tuti sono fuziti, e il signor Nicolò da Corezo è venuto li a Ferara, e il signor
Borsso da Corezo manda a tuor la moglie a Mantoa.
Mirandola e Carpi sono in fuga ; et passando francesi per andar a Corezo, convien passar per Rezo,
et il signor ducha à ordinà le lassino passar, et hessendo a presso Bologna, si sentirà novità. Item, el
cardinal Zen ozi è partido di Ferara ; si dice per haver fato il ducha scampar di presom uno lo volea
tosegar.
non se ficha troppo, perchè voleno far viazo curto.
Fo leto una altra deposition di uno amico, di
12 april, a li cai di X, come il turcho certo vien a
Corfù ; e a dì 27 marzo parti el bilarbei di la Morea ;
e a dì 4 april parti il signor ; venuto a presso Salonichij , farà el suo bayran al Vardari. Item, el bassà
di la Natalia passa di qua a Galipoli con zente.
Fo leto quello expose l' orator di Franza in colegio, e il messo di monsignor di Ligni zercha Ferara e Mantoa; et fo dato sacramento a tutti per li
cai di X, e ordinato gran credenze.
Di Franza, di l' orator, date a di 12, a Liom, 95
za pii di venuta. Avisa come eri il roy zonse li a
Liom, e intese per letere dil cardinal Roam, date a
Verzelli , a di X, la nova di la presa dil Moro, vestito da frate di San Francesco ; qual cardinal si
partiva, e andava a Novara, adeo la regia majesta
have gran piacer. Et esso orator nostro andò da soa
majestà ad alegrarsi ; e scrive li coloquij abuti. Qual
Du Crema, di 22. À per uno vien di Milan ,
che missier Zuan Jacomo à dato termine un zorno
a' milanesi, a pagar li ducati 100 milia ; et li ducati
200 milia, termine uno anno, o come parerà al roy.
Item, manda per milanesi e fa'retenir in castello chi
li par ; e quelli di Pavia si havia tolto taia ducati 80
milia ; et che missier Galeazo di San Severin è in ❘ li disse, li soi averlo preso con l'artilaria, per intelliman di guasconi con una calza meza, e fo manda
versso Franza driedo una mulla, la qual mena a
man, e con uno carnier in spalla, per disprecio. ❘ sto, ma ben in Spagna, Ingaltera ; e per la Franza
Item, par che a Lodi sia stà despegazà l'arma dil
roy ; unde lodesani dubitano esser messi a sacho ;
hanno mandà lhoro oratori a missier Zuan Jacomo.
Da poi disnar, to pregadi ; et vene le infrascripte
letere, qual fo lete.
gentia di exerciti, lassando andar il resto. Et conclude il re jubilla. Non scrive a la Signoria di quesi fa fuogi, feste e procession ; e cussi si farà per
tutto il regno. E li disse, soa majestà non era per
venir in Italia. Et chome in quella matina, di 12,
esso orator era stato con soa majestà a una Nostra
Dona, chiamata Nostra Dama di Conforti, et che il re
257 MCCCCC, APRILE. 258
suol cavalchar sollo, in mezo la soa guarda ; e al | ni, di dimandar imprestedo , ubligandoli, e possi
presente fa l'orator nostro li vadi cavalchando a
presso. Scrive coloquij zercha Ferara e Mantoa, ut
patet in literis; li vol castigar. Et l'orator nostro aricorda si elexi e mandi presto oratori a soa majestà a congratularssi ; et si ricomanda sia licentiato,
ritorni a casa.
Da Crema, dil podestà el capetanio, di 23. Come à nova di Milan, milanesi haver dato a missier
Zuan Jacomo Triulzi 60 milia ducati, qual è partito de Milam, e andato in campo da le zente.
scontar con le prime decime si meterano per sè, in
so nome et in nome di altri. E a l'incontro, li savij dil conseio, terra ferma, e sier Antonio Venier,
savij ai ordeni, possino scontar a uno altro modo,
ut patet, e dar arzenti in zecha e haver il dom.
Ando le parte : 2 non sincere, 3 di no, 62 di savij
87 quella dil principe et nostra. E questa fo presa.
E il principe comenzó a prestar ducati 1000, e chiamati tuti davanti el principe, a uno a uno, si notava
su una poliza, comenzando dal colegio. Tamen sier
Filippo Trun, procurator, sier Constantin di Prioli et cæteri, O presto. Et cussi fo ordinato di doman
compir. Steteno assai, e trovono pocho perho, come
dirò più avanti .
Di campo, di proveditori, date a Trevi, a dì 23.
Come, justa i mandati, farano la cernida di 200 pro- visionati, sotto 2 contestabeli, e li manderano per Modon ; e hanno nova, milanesi a lume di torza à
pagato ducati 50 milia, parte dati a missier Zuan Fu posto per li consieri che, a tutti quelli pre- 95
Jacomo, parte li manda in campo; el qual campo❘ sterano, li sia ubligà le decime per sè, sì di l' indrada
va a la volta di Bologna. Item, che domino Fran- come de la merchadantia. Ave 0, 0, 125 de si.
cesco Bernardin Visconte era stà lassato di castello,
con segurtà di ducati X milia, fata per uno Palavesim a' francesi.
Fu posto per tutti i savij, excepto sier Domenego Morexini, provedador, savio dil conseio, scriver una letera a l'orator in Franza; dimandar fazi
Da Verona, di rectori, do letere, di 24. Come armata in nostro ajuto contra il turcho etc. Et sier
Mantoa è in gran fuga ; fanno fossi e repari a la | Domenego Morexini preditto messe, voler le letere
terra ; dubitano assai de' francesi e nostri. Et per
l'altra letera, scriveno esser venuto li a Verona uno
secretario dil marchexe, con letere di credenza, a
dirli, è fiol di la Signoria nostra, e la fortifichation
si fa a la terra, non è per mal nium etc.
In questo pregadi ſo posto per li savij dil conseio e di terra ferma, che li zudei habitanti nel dominio nostro pagino a la Signoria nostra ducati 25
milia ; et nui ai ordeni metessemo a l'incontro li ditti danari non si podesse spender, solum cha in
cosse da mar. E lhoro intrò in opinion. Andò una
parte : 0 non sincera, 4di no, 152 di sì.
con questo, sia preso di andar oratori in Franza
sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà di Verona,
e sier Polo Trivixan, el cavalier, podestà di Brexa,
a congratularssi ; et poi d'acordo fo terminà indusiar a domam.
Et pregadi vene zoso a hore tre di note, che fo
assai a' vechij.
A dì 26 april, domenega. Il principe fo a San Zuminian con le cerimonie, per non esservi stato la
domenega di Apostoli ; e poi dete pranso a li oratori, Signoria et patricij invitati. Vi fu etiam domino
Sonzin Benzon, e domino Hannibal Angusolo, piacentino, olim castelan di Sonzim.
Et reduti li savij in colegio a consultar la mateItem, sier Alvise da Molin, savio dil conseio, andò in renga poi, et disse il bisogno di danari, ct
propose do remedij presti, qualli, per viam declara- ria in Franza.
tionis, sarano balotadi: uno, far una civanza de rami, Da Udene, dil luogo tenente. Come era stà fato il ubligando a la ditta certi depositi ; l'altra, trovar ❘ parlamento, e proposto di le cinque corline quid
danari per via de imprestedo. E sopra questo parlò
assai. Et sier Marco da Molin, savio ai ordeni, quondam sier Francesco, andò in renga per dir una soà
opinion, e non andava parte. El principe lo fè venir
zoso. Et soa serenità parlò sentado, perchè avia doia
a la schena, e aricordo meter le decime per sè, et
dimandar imprestedo etc. , e biasemò questi do primi aricordi di savij. Or fo notà le parte, perchè
cussi sentiva el conseio. La prima, messa per il principe, consieri, cai di 40, sier Marco da Molin, Jo, Marin Sanudo e sier Lunardo Mocenigo, savij ai orde1 Diarii di M. SANUTO. - Tom. III.
fiendum. Item, mandò uno aviso, turchi esser partidi di Bossina, per venir a corer li in Friul.
Da Padoa, di sier Zuam Batista Bonzi, provedador per le camere. Manda la nota di debitori, et
come usa ogni diligentia aver danari.
Da Sibinicho, di sier VetorBragadin, conte. Zercha il ducha Zuam Corvino, per li danni fati dal bam
di Jayza etc.; et che si provedi.
Da poi disnar, licet fusse il pasto dil principe, fo
pregadi, poi vesporo ; fo il principe.
Di Cremona, di proveditori, di 24. Zercha quelli
17
259 MCCCCC, APRILE. 260
96
fanti, et esser ritornato uno suo da Milan, dice, milanesi esser in malli termini, serate le botege, e il
cardinal Roam governa quel stado, e missier Zuan
Jacomo haver pocha obedientia, et esser in campo
lanze 1200, pedoni 19 milia, vanno versso Perosa ;
et che francesi fanno a Milam cativi portamenti e
disonestà a le done, adeo tutti è soto sopra. Hanno
dato milanesi ducati 50 milia a' francesi, e Pavia li
dà danari, et che Marco da Martinengo è a Milam.
za; disse haver letere di do oratori dil re vieneno
qui , videlicet monsignor di Beuchayro , homo dí
gran reputatiom, et monsignor di Montason ; judicha per la gran materia si trata. Poi disse secrete le
parole li disse l'orator di Ferara, zercha Ascanio,
che staria meio in Franza cha qui in le man di questa Signoria, e che li havia fato una bona risposta :
omnia sunt communia tra il re e questa Signoria.
Et il principe sapientissime a tutte parte li risposeno. Et fo ordinato ditti oratori alozino in una caxa
seperata.
Dicampo, da Trevi, di proveditori zenerali, tre
lelere. Come erano zonti a Bressa za do oratori dil
re di Franza, zoè el sinischalcho di Beuchayro e
monsignor di Montasom, et veneno li ; a Trevi è'l
Beuchayro, e li fo contra essi provedadori, e l'altro, Montasom, era restato a Lodi. Et come hanno
inteso, per via dil capetanio di le fantarie, che uno
di soi lo à certato, questi vieneno per dimandar il
cardinal Ascanio, aliter se li farà guera a la Signoria | pregadi; tochò la mam al principe, et il principe lo
Vene il signor Astorgio di Manfredi di Faenza,
di età de anni 15, vestito d'oro, con una vesta fodrà di dossi ; è bel puto et savio. È qui con boche ... a sue spexe ; à con lui 5 over 6 di soi primi,
et uno frate. Fo acompagnato da alcuni zenthilomeni, numero 20, sier Zuan Badoer, dotor, e altri di
basò e lo messe a sentar a presso. Et lui parlò ringraciando di la protetion; si oferse sempre servi- tor, et non fusse abandonato daquesta Signoria. Il
principe li usò bone parole, et stesse di bona voia,
e si desse piacer ; era fiol di questo stado.
nostra ; et le zente francese sono aviate versso Modena e Rezo, o per andar a tuor Ferara o Bologna.
Item, per una altra letera, mandono alcuni capitoli
di l'acordo si feva tra il Moro emonsignor di Ligni,
la copia di qual sarano notadi qui avanti, abuti da
uno orator di Napoli, zonto a Bozolo, qual vien di Intrò li cai di X, e mandati tutti i savij fuora,
Alemagna ; et madona Antonia di Gonzaga li ha | rimaseno solum con il principe e la Signoria ; credo
mandati a essi provedadori ; el qual orator dia vegnir in questa terra incognito etc.
Fu posto per nui savij ai ordeni, dar tuta la soa
refusura a le zurme etc., perchè non voleno tochar
su le galie di viazi, et li sia dato la mità di la paga;
fu stampa nova. Ave 9 di no.
per retenir qualcheuno.
Et li savij andono a consultar, e parlato zercha
armar galie grosse , tuor nave, e altre cosse che
acadeva.
Dilcontedi Pitiano, governador nostro, date a
Trevi. In materia dil suo locho di Nolla in Reame,
una altra letera drizata a missier Angello Tancredi,
suo vice secretario, come à inteso, e cussi si dice,
francesi voleno tuor Ferara e Mantoa; e sopra di
ziò scrive assai .
Fu leto tre risposte da esser fate, una a l'orator | per li oratori vieneno qui di Franza. Item, fo leto
di Franza, l'altra al nontio di monsignor di Ligni,
e una letera al nostro orator in Franza, in materia
secretissima di Ferara etc.; e ditto si pensi tutti, et
doman si expedirà. Et si fa far bone oration, edato
sacramento, e tolti in nota con grandissime credenze per li cai di X, per esser di summa importantia.
Fu posto per lhoro savij, che sier Piero Marcel
lo, provedador in campo, vengi in Friul con quelle
zente parerà al colegio, et che Lazaro Grasso sia
levà di Roverè, et vadi con li provisionati soi im
Bresana. Fu presa.
Et, intrati li savij in colegio, proposi la expedition di oratori di Poliza, a li qual fo balotà certo
formento e meio. Et sier Antonio Trum, el consier,
disse ozi im pregadi voler meter una parte, di conzar la terra etc.
Da poi disnar, fo pregadi, vene il principe, et
vene queste letere :
Fo compito per il principe di dinandar a tutti Da Ferara, dil vicedomino, di 26. Come è nova,
di pregadi imprestedo ; et fono molti richi non im- | francesi vanno versso Parma, et domino Borso da
prestono. Si vene zoso hore 23. Corezo andoe a Mantoa a tuor la moglie ; li ha dito
In questo di vene qui el signor di Faenza, Astor | è servitor di la Signoria nostra. Item, é passà da di Manfredi ; alozò in la caxa dil ducha di Ferara, li
fo preparata, e dato le barche ; ma non fato le spexe, ni mandato zenthilomeni contra.
Bologna monsignor di Nave, va orator dil roy a
Pisa e Siena, per far restituir a' fiorentini li lochi
soi . Et etiam Pisa et pisani per nium modo voleno
Adi 27 april. In colegio vene l'orator di Fran- | star soto fiorentini. Item, eri a la precessiom con
261 MCCCCC, APRILE. 262
sueta di San Marco, fata li a Ferara, vi fu don Al- | Jacomo messe le vardie a le porte di Milan, acciò
fonxo e lo episcopo di Are, præter solitum, et lui |
vicedomino conzò la soa caxa per la colation con
banchali, arme dil re di Franza et di la Signoria,
zoè San Marchi ; fè corer femene un certo precio ;
et il signor à manda missier Zuan Lucha a missier
Zuan Jacomo Triulzi ; et par il marchexe di Mantoa
habi bandizato missier Zuane di Gonzaga, suo fradelo, qual fu preso con Ascanio, e fuzito a Napoli; et à
che borgognoni e francesi non intraseno ne la terra,
per li gram manchamenti facevano. Item, a dì 22, fo
messo li bandi in Milan, universali, e fu fato uno
bando, soto pena di rebeliom, niuno potesse vender
pan nè vino, excepto a li danari contanti ; et in Milan è publica voce, missier Visconte di Visconti
esser intrato im Belinzona, a nome di la majestà imperiale ; lo quale è uno di quelli milanesi andò in
per bona via, il marchexe trata dar so fia per moglie | Alemagna col cardinal San Severin ; et che per franal conte di Misocho, fio di missier Zuan Jacomo.
Da Ravena, dil podestà el capetanio. Come à
expedito il conte Zuam Aldrovandino, e con li balestrieri a cavallo se ne vien in Friul.
Da Cremona, di 25. Zercha tre citadini de li,
qualli li nomina, che sono rebelli, et andati col signor Lodovico etc.
cesi era stà sachizata Valtolina. Item, ha di Lodi, li
beni di missier Ranolfo da Phisiraga sono stà donati ,
come beni di rebelli, a domino Nicolao da cha' da
Mosto, e domino Octaviam da Phisiraga ; li beni di
domino Alberto da Monza è stà donati a Zuam Antonio di Barni ; li beni di domino Zuam Piero Bracho, donati a Baptista Barvi ; li beni di domino FiDa Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et ca- lippo secondo di Ricardi, a uno altro lodesam ; li
petanio, di 25. Come per uno don Baxan, prior | beni di Lampugnani, zoè el castello de Pusterlengo,
dil monasterio di Cereto, vien di Milan, parti eri,
referisse, missier Zuam Jacomo esser partito de li
per andar in campo, e havea mandato a le gente
francese el dovesseno seguir, e il campo si atrova a
'Trechà. Item, tutte le case di Visconti, di qualche
qualità, sono state messe a sacho per francesi e tache missier Zuan Jacomo disse eri al trombeta dil
signor Carlo Orssini : Havemo cazato la preda; e voi
a uno francese ; castel Santo Anzolo, era di Bolognini, donato a monsignor di Lenich ; li beni dil
conte di la Somalia, a domino Ambrosio Triulzi .
Item, dice che, andando monsignor di Montasom
con molti zenthilomeni lodesani, era etiam lui, sopra
la strata publica se scontrò in una damisela, acom96 liani che erano in castello, qualli sono intrati in le | pagnata da fameglij et ragazi, ben a cavalo, adorcaxe senza tumulto, e portano via el bon e meio. E nada, quella conduseno a Margnano essi francesi,
cussi a le caxe di Crivelli e di Landriani si fa più usandoli im publico molte disonestà, e ultimamente
disonestà de le altre, maxime a le done maridate in ❘ la messeno nel castello de Maregnano. Item, avisa
queste caxate nominate di sopra ; a le qual li hanno
dato il convento di più di vinti persone. Etiam in
le caxe di Lampugnani, e quelli di Brivi e de li Ma- | aveti fato la presa ; e li presoni sono nostri, per esser
riani, e quella di la Somaia e Borri, e tutti li capi
sono stà messi per rebelli, e sono fuora di Milam ;
et il palazo di Marchexin Stanga è stà donato a
monsignor de Lenich, e missier Francesco Bernardin Visconte è stà retenuto nel castello, e publice se
divulgava doverlo far morir, per uno processo fato,
e provato che 'l voleva far taiar a pezi missier Zuan
Jacomo nel domo. Item, tutti li beni di soprascriti milanesi , si temporali come spirituali, sono stà dati
a diverse persone, si francese, come Triulzi e lode- sani, come beni di rebelli dil re; et francesi hanno
sachizato tutti li borgi di Pavia fino a la terra di
Binasco, Mazenta, Corbeta, Bia e molti altri casteluzi ; et in la citadella di porta ticinese di Milan, per dubito di sachizar de' francesi, fuziteno le robe e le
persone ne la terra, e parte ne la chiesia di San Lo- Di Candia, di 13 et 15 marzo. Come quelle garenzo. Item, la prepositura de Viboldom hanno data | lie sono zonte de li per disarmar, et le zurme volea -
a monsignor episcopo di Como, Triulzi, comenda- no danari ; pur han provisto ; dimandano monition,
presi su quel dil re. Item, una altra disonestà è stà
fata: la fiola, fo di missier Antonio di Landriano,
thesorier, qual fo amazato, et è moglie di missier
Francesco da Brevi, et era serata in uno monasterio
a Pavia, franeesi l'anno levata per forza de li, e
usato con lei molte disonestà etc.
Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador, 97
di ultimo marzo. Manda avisi di l'armata di Nepanto, e si conza 30 galie sotil, e di le tre galeaze, una
si bruso, e la nave è innavegabile ; e come quelli di la Zefalonia feno in castello una barcheta, e la por- tono a marina, per mandar avisar etc.
Fu leto una letera particular dil numero di l'armata di la Valona ; etiam sier Marco Orio, vice capetanio di le nave, scrisse etc.
tario di Santo Antonio. Item, a dì 23, missier Zuan | manda avisi di Syo e altrove.
263 MCCCCC, APRILE. 264
Di Cypro, di sier Andrea Venier, luogo tenente
et consieri, date a Nichosia, a dì 6 fevrer. Zercha
formenti cargati su nave per mandar de qui ; e de li
èpoche pioze.
Di Famagosta, di sier Bortolo Minio, capetanio,
di 5 fevrer. Dil zonzer li sier Piero Sanudo, synicho, e lo lauda assai ; et che certe fuste di turchi
vanno de lì via, facendo danno ; e di Sorya, il signor
di Damasco è stà menà in cadene al Chaiero.
Fo provato patron al trafego, in luogo dil Marcello fo mal provato, e dia star im prexom, sier Silvestro Trun, quondam sier Mafio, so nievo.
Noto, ozi sier Antonio Querini, quondam sier
Baldo, fo capetanio al trafego, venuto novamente
governador di una galia grossa, si amaloe per sinistri portati a la Zefalonia, et ozi morite. Item, sier
Pangrati Zustignan, quondam sier Unfre' , fo a la
morte; sier Alvise Zorzi, quondam sier Francesco,
in extremis ; sier Silvestro Valier, quondam sier Silvestro, et altri ; tamen sollo questo Querini morite.
È da saper, zonse per Po in questa terra, venuti da
Cremona, alcuni episcopi, erano dil cardinal Ascanio
ch'è in toreselle, vardato da tre deputati per il conseio di X: Alvixe di Dardani, Alexandro Capella, fo fiol Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, di di missier Febus, canzelier grando, et Polo di Fran- expedir el signor Schandarbecho, e mandarlo in Al- | ceschi etc. Or questi episcopi fono posti in la prexoin
bania, come fu preso; e sia tolto li danari bisogna,
senza altra balotatiom dil colegio. Et Jo andai in renga, vestito di scarlato, perchè sier Vicenzo Valier ozi
sposoe la Foscola, et contradixi, non era tempo ; е
prima si dovea armar, et era meglio diferir qualche zorno la soa expedition, per le raxom sapi dir. Et
cussi li savij dil conseio, excepto sier Filippo Trun,
procurator, e sier Lucha Zem, li savij da terra ferma,
e nui ai ordeni, metessemo di diferir. Una fo non
sincera, O di no, 41 dil consier, 137 la nostra. E fo
presa.
Fu posto per nui ai ordeni, tuor 4 nave per armada, zoè la nave fo Mema, nunc di sier Michiel
Malipiero, per ducati 500 al mexe ; quella di sier
Anzolo Malipiero, con ducati 500; quella di sier Marco Zustignan, con ducati 500 ; e la Mosla, con
ducati 300, con la ferma di 4 mexi, modi etc., ut in
parte, ubligate danari di decime; e li partioneveli respondino damatina, aliter siano tolte a raxon di
ducati 40per centener di botte, e armade per la Signoria nostra. Ave 2 ballote di no.
Fu posto per tutti i savij una mia opinion, far
300 schiopetieri, la più parte sguizari, e meterne 20
per galie grosse ; e siali fati a l' inconfini di todeschi.
Ave tutto il conseio, ma non fo exequida.
Item, fo referito al conseio, per Gasparo da la
Vedoa, secretario, alcune parole ditte per l' orator
di Franza ; et dato di ziò sacramento a tutti.
nuova, et di le done ; Lucio Malvezo veramente fo
ditto vene, tamen fo poi posto in la rocha di Cremona.
Ad 28 april. In colegio veneno li. parcionevelli 97
di le nave tolte eri, dicendo non poder andar per
quel precio, ni armar lhoro senza sovenzion ; et cussi
presto presto fonno acordati a la nave di sier Anzolo
Malipiero, sier Marco Zustignan, ducati 600 al mese ;
et cussi etiam ave la Mosta ch'è di mancho.porta' ;
et dato di sovention per uno ducati 300, et poi 200.
Et ozi messeno bancho im piaza, ma sier Michiel Malipiero non aceptò il partido, per esser la soa, to Mema, più granda ; e poi lo tolse.
Veneno li patroni di Baruto, e aceptò di armar
e andar in armada, e poi a' lhoro viazi ; ma alcuni
vol poner altri, o siano messi per il colegio in locho
suo, perchè non voleno andar in armada. Et cussi
quelli dil trafego, zoè sier Piero Marcello, à do galie,
aceptoe; ma li patroni di Alexandria etiam acetono,
excepto sier Santo Venier, fo durissimo a non armar,
ni andar, e sier Zuam Francesco Marzello. Item, fo
parlato di le robe di la Romania bassa, de chi le
diano esser.
Vene l'orator di Napoli, dicendo haver letere di
16 marzo, di Spagna : il re e raina haver aquista alcuni mori di Granata rebellati ; poi disse havia letere
dil suo re, li piace di Lodovico preso che sarà causa
di l'aquisto di Milan per il re di Franza, e poi di la
pace e concordar Italia; e volea mostrar la letera.
etc. Poi esso orator disse, vien in questa terra Beuchayro, vol l'impresa di Reame; per tanto prega la
Signoria fazi etc. E il principe li disse O sapeva, ma
zonto sarà, si saperia.
Et fo chiamato el conseio di X con zonta di savij , ❘ Non fo voluto, ma el principe li rispose bone parole
e tolto licentia di lezer una letera di sier Antonio Loredam, el cavalier, da Udene, di 25, zercha Goricia ;
e una li scrive sier Bortolo di Prioli, provedador di
Gradischa, di 24, come eri quelli di Goricia jurono
fedeltà a tre venuti li per nome dil re di romani,
vulelicet domino Zorzi Helecher, domino Lucha, et
domino Bortolo. Et di questo fo comandato etiam
stretissima credenza.
Vene il signor Nicolò da Corezo, con sier Beneto
Barozi, suo cugnado, in caxa dil qual è arivato, e sentato a presso il principe, disse in quanto pericolo era
il suo stado, minazato da' francesi, et era venuto a
265 MCCCCC, APRILE. 266
so da' francesi a Novara, et è venuto come orator di
ditto re di romani al marchexe, con letere dil re preditto : li scrive presto li verà in so favor.
ricomandarsi a questa Signoria, la qual à il suo stato | ste, fo orator di Maximian a presso il Moro, e fu preim protetione ; voria una letera a l' orator nostro in
Franza, in sua recomandatione a presso il re, dicendo non haver falito, ma fo dal signor Lodovico a
Pavia, col qual ste' una note etc. Il principe li usò
bona verba; si vederia.
Vene sier Antonio Bon, vien capetanio e provedador di Modom, per referir ; ben è vero, è vechio,
pur haveva a dir qual cossa, e di la condition dil
capetanio zeneral etc. E ſo rimesso a domam; tamen
poi non fo aldito.
Di Franza, di lorator, di 18 et 19, date a
Liom. Di coloquij dil re con lui : conclusive, il re vol
Ascanio per meterlo in una torre in Franza, e prega
la Signoria lo dagi. Item, li à ditto monsignor di Albi
e il meraschalcho di Giaè alcune parole in materia
Ascanii. Il re il vol omnino ; et monsignor di la Trimolia è in Lombardia, voleva tornar in Franza ; il
roy non vol ; e par dagi licentia a li sguizari ; solum
tegnirà 6 o ver 7 milia, e sarà capo di quelli monsignor di Beumonte, et le zente anderano versso Bologna; e il signor Lodovico, zonto el sarà, lo meterà
in una torre a Lochyers o ver a Burges. Item, come era venuto li a la corte uno secretario dil re Fedrico, nominato Bernardin di Bernardini, e praticha di dar al roy un milion di franchi, e si acordi. Item,
seguita che, parlando col roy, li disse: Posso comandar a tutta Italia, ma a la Signoria, la prego mi dagi
Ascanio. E vol scriver a Roma, per le decime di
preti, da spenderli tutti contra il turcho. E disse,
come il turcho saperà la nova dil prender dil Moro,
non si moverà. Item, monsignor di Lignì lo acompagna esso signor Lodovico con 300 lanze, e vien
in Franza, e li va contra li arzieri dil re, et Ligni tornerà in Lombardia, e il cardinal Roam verà pre- sto in Franza, qual è al presente a Milam ; e trarà
prima di Milan 400 milia scudi.
Da Brexa, di rectori, di 26. Dil zonzer li monsignor di Beuchayro e Montasom, e le parole usate,
e li honorono assaj. Item, per una altra letera, scriveno esser zonta de li la moglie dil signor Nicoló
da Corezo, e uno fiol dil conte di Caiazo, alozati da
missier Lodovico da Martinengo.
Di domino Thadeo da la Motella. Manda uno
aviso abuto per via di Brexa, de 22, come à di Mantoa, il signor fa fortifichar le porte, e il signor Zuane,
so fradello, è in Santa Maria di Gracia, e manda il
prothonotario, 3.º fradello, in Franza dal roy a conzar le cosse ; dubita assai dil stato suo. Et questo
98 aviso li scrive il conte, e mandoe qui la letera. Item,
Da Vicenza, di sier Alvise Moro, podestà. Come,
justa i mandati, era stato a Marostega, non pol haver
il puto, quelli di la villa sono in arme. Item, quel remito è im prexom de li, e voria licentia di darli corda,
saperia la verità ; e si si prendesse uno Marcuzo, zudeo, si saperia qual cossa, qual mandoe uno zudio
de li etc. Et tandem nihil fuit.
Da Rimano, di 26, di sier Francesco Capello, el
cavalier, provedador. Come à aviso, per via di uno
citadim, che dom Johanne Carote, castelan di Cesena, novamente venuto, havia levà le insegne dil ducha Valentines, e che il reverendo domino Johanne
Olivero, governador per il papa in la terra, zerchava far il simile in la cità; il comissario, monsignor
Ferero, vescovo de Ixernia, comissario de Ymola
e Forli, era li a Cesena a questo effecto. Item, come
quel signor di Rimano dubita dil stato, e par il papa
mandi zente a Pexaro, et li foraussiti di Rimano si
ritrovano tra Sancto Archanzolo et Giagiolo ; per tanto quel signor si ricomanda a la Signoria.
Noto, l'altro eri domino Machario, orator dil ducha di Urbim, vene in colegio, e si alegrò con la Signoria di la vitoria ; e il so signor vol venir qui.
In questa matina, fo parlato zercha la dificultà
di armar le galie di viazi, et fo terminato darli a le zurme lire 12 al mexe, come quelle va su galie sotil,
perchè su grosse suol aver lire 8, videlicet dar quel più per conto di la Signoria nostra, con questo, non
andando in armada, resti a lire 8; et ballotà ducati
2000 per questo a l'armamento, da esser dadi a
hordine di savij ai ordeni, per armar le galie.
Da poi disnar, fo gram conseio, per li avogadori
di comun, per il caso dil Grimani, olim zeneral. Fo
leto bona parte dil processo, con atentiom di tutti ;
et veneno a horre 22 zoso. E poi intrò pregadi, et
non fo il principe ; vene le infrascripte letere, zoè :
Da Trevi, di provedadori nostri. Zercha li pre- soni etc.; et chome haveano auto una letera dil cardinal Roam, data a Milam, a di 25, latina, per la qual
dimanda Ascanio, et usa parole molto alte etc.
Noto, ozi si dia partir Marco Bevazam, ya secretario nostro al ditto cardinal.
Di Franza, di l'orator, date a Liom, a di 20
et 21. Come quel zorno Lodovico dovea zonzer a
Susa, mal disposto di la persona, e Galeazo di San
Severin è presom di sguizari, e vien tormentato ; li come era venuto li a Mantoa domino Piero di Trie- vol dar taia ducati 100 milia, e il re non daria ducati
267 MCCCCC, APRILE. 268
98*
a li provedadori di comun, potesse meter parte su
cosse da mar etc. Tamen O fece. Messe solum de indusiar, e volea la soa parte andasse avanti la nostra.
Non fo lassato. Ave una non sincera, 2 di no, 35 dil
provedador di comun, 105 la nostra. E fo presa.
1000 per averlo. Antonio Maria di San Severino fuzite, per via di uno alemano ; et Frachasso, il marchexe Hermes, e Marchexin Stanga, sono presoni, e
uno fradello di Mantoa. Item, li a la corte si ritrova |
uno prete, per il marchexe di Mantoa drizato a Mon- |
pensier; vol conzar con danari la sua cossa. Item, Adi 29 april. In colegio vene l' orator di Franfiorentini par voglino Lucha e Pisa; il roy sarà con- za, et ditto di la venuta di oratori dil suo re vienneno
tento e le darà. Eil re, rasonando con lui orator, li | qui , contra li qual fo mandato patricij per honorarli,
disse : Voglio tuor l' intrade di Ascanio, e dil general di Humiliati, e meterli contra il turcho, et armar.
Et quanto al scriver, e dar sussidio di danari al re
di Hongaria, il re dice non pol; ha gran spexa, e
niun dil suo conseio vuol; ma ben dice farà armata
per tuto il mexe di zugno, e bisognava conzar nave,
emanderà a tuor una im Bertagna. Item, el prior di
Alvernia, fo li a la corte, voleva si armasse galie, e
lui orator disse saria meio nave ; et il gran prior di
Franza, fradello dil cardinal Roam, ch'è monsignor
de Albi, è stà mandà per lui, per le cosse di mar.
Conclude, il conseio dil re non vol dagi danari al re
di Hongaria ; et il cardinal Roam si aspeta, e trarà di
Milan, come scrisse prima, franchi 400 milia; e il
re vol tuor danari da li preti , per spenderli contra | alcuni, qualli haveano intacha le sue casse, li qualli
il turcho; et che ivi era oratori di Spagna e di Zenoa, con li qual parlò di armar.
In questo pregadi ſo publichato, chi non pagerà
quello sono debitori, il primo gram conseio si farà in
locho suo, e sarano cazadi di officij.
Fu posto per tre di nui savij ai hordeni, zoè Mo- lin, Jo et Venier, che li provedadori sora le nave debino veder le raxon di patroni dil trafego, et venir
a referir in colegio. Ave 5 di no, el resto di sì. E fo
presa.
et alozerà in la caxa dove sta esso domino Acursio
a San Stephano. Et lui li andò contra con li altri. Et
a questi etiam li fo fato le spexe di danari di la Signoria nostra. Item, ditto orator recomando uno
merchadante francese, al qual li fo tolto certe zoie e
danari da alcuni di cremonese, videlicet di Manara,
da Pizegaton, per valuta, ut dicitur, di ducati 1200.
Or per colegio fo ordinato scriver de li, fusse satisfato di beni di ditti Manara; el qual mostrò letere
dil roy in soa ricomandation.
Vene sier Domenego Marin e sier Piero Balbi,
provedadori sopra la exatiom, e aricordo moltecosse
per scuoder li debitori, e si toglij li pro' a la chamera
d'imprestidi di debitori ; et presentò una poliza de
sono questi : sier Luca da Pexaro, quondam sier Bortolo, fo stridato per ladro ; sier Anzolo Trun, quondam sier Andrea; sier Hironimo Donado, quondam
sier Nicolò ; sier Nicolò Contarini, quondam sier Alvixe, per dazio dil vin ; e uno altro ; unde fo manda
per li avogadori di comun, et comesso a sier Marco Sanudo, l' avogador, li debbi punir, justa la forma
di le leze; tamen O fu fatto.
Da Crema, di 26. Come monsignor di Lenich
dovea intrar im Pavia, e tutto Milan è in fuga; si tien
serate le botege, et che francesi a Milam et a Pavia
fanno molte disonestade.
Da Vicenza e Padoa. Zercha la venuta di questi
do oratori francesi, ch'è cavalli 32 ; li hanno honorato li rectori, et alozati a Padoa a l'hostaria ; et
questa matina si parteno per venir qui.
Da Trevixo. Zercha l'andata di l' Alviano in Friul
con le zente.
Da Trani, di l'universiti. Come voriano dar il
stendardo za fato, et far chome hanno fato a sier AlFu posto per tutti di colegio, di poter levar con
ogni navilio le robe di la Romania bassa, atento le
galie si crede non vadi al viazo, et siano im pericolo
etc. Et sier Domenego Pixani, provedador di comun,
parloe, dicendo saria meio atender a levar le robe
sono a Damasco et Alexandria de' nostri, ch' è un
grandissimo haver. Et Jo li rispusi acomodatamente.
Or lui , sier Domenego Pixani, come provedador di
comun, messe a l'incontro di indusiar, et che li savij
di colegio debbi venir el primo pregadi con le sue opinion, zercha il levar le merchadantie di Levante. ❘ vise Contarini, lhoro governador ; unde parse il coleEt sier Luca Zen, savio dil conscio, sier Zorzi Emo,
savio a terra ferina, et Jo, Marin Sanudo, savio ai
ordeni, eramo in setimana, fossemo a la Signoria, dicendo lui non pol poner parte di meter pena al colegio; et lui a l' incontro diceva de sì. Et li consieri terminò non potesse meter pena. Et iterum lui salto | dil cardinal Ascanio, et conferi con la Signoria aleuin renga, mostrò la parte dil 1408, che dava libertà
gio, justa la leze, non lo desse, licet sier Zorzi Emo,
suo cugnado, parlasse. Et fo terminà tutti li altri governadori, stati in le terre di Puia, lo dovesseno restituir; tamen non to altro ; et questo non l' ebe.
Intrò li cai di X, con Alvise di Dardani, guardian
he cosse, nescio quid.
269 MCCCCC, APRILE.
270
99 Da poi disnar, fo conseio di X simplice. Li savij Et poi, mandati tutti fuora, vene el dito amico,
si reduseno ad aldir domino Zuam Diedo, condutier | domino Bonino de Boninis, habita a Lion, venuto
nostro, el qual non volse più far l'arte dil soldo, ma
star qui etc. Et nel conseio di X fo provisto a le furatole, una parte molto streta ; et di far uno oficial a
la justicia nuova, per 4 man di eletiom, in vitta, con
grandissima auctorità.
In questo zorno, vene li do oratori di Franza,
vienneno de qui ; et li andò contra alcuni patricij, come ho scritto.
Item, è da saper è stà trovato certe polize su
collone, che dize cussi : Spazè ! Spazė ! quasi dicat,
non è tempo di perder, el turcho vi vien adosso et
vuj non provedė !
|
❘
in colegio per la caxa dil principe, et mandati tutti,
chi non intrava nel conseio di X, fuora, expose alcune cosse, le qual fo tolte in nota e lete poi im pregadi con solemne sagramento. Inter cætera, parti
da Liom a dì 23, et conclusive el cardinal Roam, che
vien a Milan, à libertà come il re; e starà 20 zorni in Italia. Item, che uno confessor dil re, frate di
l'hordine di Carmeni, à ditto ben al re di la Signoria; el qual non vol altro da la Signoria nostra, se
non che il convento di Santa Maria di Carmeni di
Venecia ne sia ricomandato. Item, che il conte di Caiazo pol col re, el qual voria la Signoria li rendesse
el suo castello in cremonese; et infine confortò la
Signoria, ditto amico fidel, mandasse orator a Milan
al cardinal. Et disse saria optimo sier Hironimo Zorzi, el cavalier, ch'è horra podestà a Verona.
Adi30april. In colegio ſo letoprimaquesteletere:
Di Franza, di l'orator, date a Liom, a di 23
di questo. Come à parlato al re di l'armata, dice farà ;
et à dà la nave Panthea al nievo di Beuchar, la qual
bisogna carena ; e le altre nave sarano preste. Item, DaRoma, di l' orator, di 26. Come havia solici- 99 *
a mandato uno capetanio di soi zentilomeni a ve- tato el papa a le cosse di mar. Rispose, faria provider la nave di Bertagna, ch'è grande. E scrive l ' o- siom in concistorio; et ozi in capella el papa con 12
rator, il re li à dito : Questa armata non sarà un cardinalli disse : Li cardinali vol dimandemo Ascanio
tantosto di Franza, ma sarà in effecto. E vol soa ma- a la Signoria. Et chiamò esso orator, et lexe la letera,
jestà scriver a Roma, li beni di rebelli di Lombardia | et li cardinali, pur in oppinion di dimandarlo, elehaver posti contra il turcho ; e zercha contribuir al
re di Hongaria, par non voglij ; pur traendo da li
preti danari, darà etc. Escriverà a li oratori soi, vanno in Hongaria. Tamen esso orator conclude, creder
non darà 0. Item, quanto a le cosse de Italia, par el
cardinal Roam habbi libertà di divider etc., vulelicet
tra il re e la Signoria quelli stadi de Italia; et aricorda si mandi uno orator di primi a esso cardinal
Roam a Milan, el qual starà pocho , e presto dia
ritornar in Franza. Item, Lodovico va lentamente,
ogni 6 mia ripossa, et rende spesso. Et il re vol far
vengi li a Liom, a hore XXI, acciò tutti il veda; poi
lo manderà in una torre a.... Item, la raina è partita da Lion, va a San Claudio im Bertagna, et il re
li à ditto, l'orator yspano averli ditto, l'armata di
soi reali esser partida. Item, il re scrive al cardinal | il successor, acció possi repatriar.
Roam a questo modo: a mui cuxim, et cardinal di
Roam, loco tenente regio in Italia. Item, che lui orator disse al re dil prete è li, per nome dil marchexe
di Mantoa; e il re si tramutò ne la faza, e disse esser
venuto per altro. E dil messo dil re Fedrico disse,
cra venuto per le noze di la fiola. Et infine conclude si mandi presto orator a Milan al cardinal Roan, et
l'amico fidel vien, qual è portador di le presente, с
dirà più aperte. Poi in una poliza scrive missier Zuan
Jacomo esser in pocha reputation de li, et che il re
li torà il governo di Milam.
xeno tre di lhoro cardinalli a veder de modo; zoė
uno episcopo, qual fu Lisbona ; uno prete, San Clemente ; et uno diacono, Siena. Item, come ozi el cardinal di Sagabria, di natione ... , era morto li a Roma. Et il papa havia fato cavalier uno di solicitadori
dil re di Hongaria, qual si parti con la sententia dil
matrimonio, per andar in Hongaria, sì che ora quel
re è sciolto dil matrimonio. Et domino Nicolò Banfi,
barom di Hongaria, si parte di Roma, vien a Venecia ; qual non sa latim, ni hongaro. Item, di maistro
frate Antonio Trombeta, par quel fra' Jacomo di
Ruigo non vol obedir, et è stà comessa la cossa al
cardinal di Siena, qual è di natura pegro, ergo etc.;
et che domino Ector Pignatello, orator dil re di Napoli, si aspectava de lì ; solicita esso orator sia electo
Da Napoli, di l'orator, di 18. Come il re havia
comunichà con esso orator la captura dil signor Lodovico, dolendossi assai ; et à mandà a suspender li
danari li mandava, acciò si ajutasse contra francesi.
Item, esso orator suplicha li sia manda il successor ;
et è lettere di mezo bagatim di carta scrite, et pocho
di substantia.
Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador nostro, di 26. Come à di Cesena,
quel comissario dil papa haver persuaso li citadini
voglij darsi al ducha di Valentines, qualli hanno fato
271 MCCCCC, APRILE. 272
conseio, e risposto voler far 4 oratori al papa, et voleno star sotto la Chiesia. Item, a Ymola el populo si
à levato a rumor contra uno citadim si rese a ditto ducha ; et missier Hercules Bentivoy è li, qual vol
maridar una sua figliola natural in missier Nicolò
daBagno etc.
de' turchi erano reduti im Bossina con Schander
bassà, per corer in Friul ; dove tutavia cavalchava,
di hordine di la Signoria nostra, el signor Bortolo d'Alviano con la compagnia.
Da Trevixo, di sier Alvise Valaresso, condutier
nostro. Chome stava ben di la persona, et havia inteso la Signoria el voleva cassar ; dice è anni 22
fa il mestier dil soldo, si fusse casso non sa che far.
Item, sier Zuan Diedo, havendo sentito questo,
refutoe la conduta, perchè era di oppinion il colegio di non darli più soldo etc.
Del ditto, di 27. Come à inteso, per via certa,
Cesena haver tolto per lhoro signor el ducha Valentines. Item, ha inteso da madona Johanna, moglie
dil conte Ranuzo da Marzano, sorela dil signor di
Rimano, venuta li da Fiorenza, come ivi era uno
orator dil re di Franza, nominato monsignor di la
Nave, qual vol farli restituir per senesi Montepulzano a' fiorentini, et missier Piero Sederini, era stà
manda contra a Parma di le zente francese, vieneno | qual era uno milanese, nominato domino Zuan Hiper recuperar Pisa. Item, come el ducha de Urbim
era partito per venir a Venecia.
Da Casal Mazor, di sier Jacomo Antonio Trivixam, provedador, di 25 et 26. Come era stà retenuto lì una burchiela veniva zoso per Po, sopra la
ronimo Visconte, qual fo orator dil Moro in Spagna, et da li villani al ditto era stà tolto arzenti e
danari, el qual l' à retenuto de li. Per l'altra, avisa
come quelli de Viadana, loco dil marchexe di Mantoa, esser venuti su quel di Casal Mazor, e haver
Item, fo leto una letera dil signor Pandolfo, mandava al suo orator existente in questa terra; li comete debbi presentarsi a la Signoria nostra, et dimandarli socorsso, perchè dubita il ducha Valentines❘ preso uno di soi, et quello amazato, et dato la testa
non li toi il stato.
Vene in colegio el signor Astor di Faenza, et
prego il principe et la Signoria volesse confirmarli
la conduta, per conforto di soi populli, la qual compie
a di 13 decembrio proximo. Per el principe li fo
usato bone parole, ditto si vederia et consulteria.
Vene el signor Schandarbecho, con quel frate
Antonio, fo causa di la venuta sua qui, dicendo vedeva la expedition sua andava in longo, et quelli
populi di Albania lo desideravano ; per tanto dimandava licentia di andarzene, perchè non havia da viver. Li fo risposto bone parole, et aspetasse ; et li fo
ballotà ducati quaranta.
a manzar a' canni, et poi hanno ferito uno altro senza far 0 ; et lui provedador à scrito al marchexe. Li
ha risposo, venendoli questi tal in le mano, farà justicia etc.
Da Cremona, di domino Zuan Baptista Carazolo, capetanio di le fantarie. Come pregava la Signoria lo voglij operar; sta mal li indarno, non dimanda altro cha servir, et si oferisse andar in galia
a manzar biscoto. La qual fo leta im pregadi, e tutti
ave piacer.
Vene sier Hironimo Lion, el cavalier, in colegio,
et con li cai di X disse alcune cosse, nescio quid ;
ma più avanti legendo, se intenderà.
Vene il conte Xarco, sta in Dalmatia, à 100 ca- Fo mandato alcuni savij da terra ferma et di orvalli, al qual li fo ballota do page, et terminato vadi | deni a visitar monsignor di Beuchar, e li altri oraa star con la compagnia a Sibinico. El qual disse voria haver danari in qualche camera in Dalınatia, ac100 ciò a un bisogno de' turchi, potesse con li ditti farli,
li qual danari basteriano fusse ducati 1000. Poi dimandò li fusse dà biava per li cavalli, come hanno
li altri stratioti di Dalmatia, et 500 tavole per far alozamenti. Et cussi, consulente colegio di la biava, et
no le fonno datte.
tori francesi venuti in questaterra; et prima domino Acursio, orator existente qui, vene in colegio a
dir verano doman a la Signoria.
Vene li do oratori dil re di Rossia, o vero di
Moscovia, li qual tolseno combiato, si voleno partir.
Per il principe li ſo usato bone parole, e ditolli
conforti il suo re da parte nostra, pregando voglij
perseverar guerra contra turchi. Risposeno, fariano ;
Da Udene, dil luogo tenente, di 26, drizata al con- et perchè li era sta tolto uno panno portavano con
seio di X, qual fo leta in colegio publice. Chome mis- | lhoro, fo ordinato li fusse restituito ; et scrito una
sier Luca havia consignato la forteza di Goricia a li ❘ letera al suo re in risposta.
messi dil re di romani, et che ivi, a nome di ditto
re, se li portava monitiom.
Chome ho scripto di sopra, eri nel conseio di X
fo provisto a le furatolle, et si à fato per gran conDa Cao d' Istria, di sier Alvise da Mulla, pode- seio, per 4 man di eletion, uno zentilomo oficial a
stà et capetanio. Come havia aviso che 600 cavalli | la justicia in vita, qual, poi acetado, non possi refu-
273 MCCCCC, APRILE. 271
dar ; et quelli sarano acusadi tengi furatole, li sia
taià il naso, et chi li acuserà habi lire 50 etc. , ut
Fo leto la poliza dil scurtinio di far li sopracomiti, stato in canzełaria, come fu preso, qualli fonno
numero 114 ; et visto erano assai, fu posto per alDa poi disnar, fo pregadi; non vene il principe ; cuni consieri di farli in do volte, a cinque per volta ,
et vene ste letere :
in ea.
Dicampo, da Trevi, di sier Christofal Moro, provedaudor zeneral, et sier Piero Marcello, è a Cremona,
perhò sollo scrisse. Come et è le letere di 28, havia
manda Alvise di Piero, suo secretario, a Bergamo, a
tuor li presoni erano scampati etc. Item, à nova di
Milan, per Bernardo di Bibiena, venuto, come francesi haveano abuto li ducati 50 milia, e mandati in
100 campo, et si mandava 3000 sguizari et 600 lanze
francese contra Chiavena, e lassano l'impresa di Bologna ; e questo, perchè todeschi è intrati im Belinzona; e si dice il re di romani manda zente a l'incontro. Item, sguizari, reduti in barco,hanno fato
dieta, et per questo è stà chiamà il cardinal Roam,
et monsignor di Ligni, ozi venuto, et missier Zuan
Jacomo Triulzi. Item, come la Mirandola, Carpi e
Corezo à conzà la cossa col re in ducati..... milia.
Item, Bologna li dà ducati 50 milia. Item, manda una
letera abuta da Bergamo.
per 4 man di eletion, e la bancha. Contradixe sier
Jacomo Venier, va capetanio di le galie grosse, dicendo miglior eletion si faria a balotar il scurtinio,
et Jo nulla vulssi poner, licet sentiva farli per seurtinio. Et si parlava la parte non era presa. Or 2 non
sincere, 62 di no, 84 de si. Et fu presa.
Etiam, fo publicato di far per eletion, e la bancha, uno castelan di la rocheta di Cremona, con
ducati 25 al mexe netti, justa la diliberatiom fata
nel excelentissimo conseio di X.
Fo leto la deposition di l'amico fidel, vien di
Lion, dato sacramento a tutti. Et nota, li fo dato
uno safil di valor di ducati... , acció el donasse a
quel frate, confessor regio, nomine Dominii.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma, atento la cossa seguida a Bergamo, si debbi
Imandar uno avogador de li, per tessera, a far le inquisition. Sier Antonio Trun, el consier, messe che
de præsenti fusse electo uno con auctorità di avogador. Sier Marco Foscolo e sier Marin Venier, consieri, messe fusse manda sier Polo Trivixan, el cavalier, podestà di Brexa, a questo efecto, a Berganio.
Da Bergamo, di Alvixe di Piero, drizata al provedador Moro. Chome hessendo venuto li per menar li presoni milanesi a Trevi, et montati a cavallo,
prima, che uno domino Antonio Maria, fiol dil conte | Et sier Francesco Bollani, era di la zonta, parlò fusse Bortolo Crivello, fuzite di citadella, e scampò di le
mure e andò via ; e poi, montati a cavallo, el conte
Bortolo preditto e do di caxa di Landriano fuziteno
via; et andati drieto cerchandoli, par esso secretario
trovasse nel monasterio di San Francesco la sua vesta di ditto conte Bortolo, ma à inteso, li frati lo vesti da frate, et lo calló zoso dil monasterio, et scampò ; et par uno Zuam Snati, capo di ballestrieri, era
li a Bergamo con ditto secretario venuto.
Et leto ditta letera, fo mormorato assai di tal
caxo, et dannato assai quelli rectori, sier Hironimo
Orio e sier Francesco Baxadona, et præcipue il capetanio ; et il colegio terminò farne provisione.
mandà per più teror uno cao dil conscio di X. Ando
le parte : non sincere 2, di no 29, 16 dil Trun, 39
di consieri, 79 di savij . Et nihil captum. Iterum: 16
di no, 48 di consieri, 105 di savij . Et questa fu presa. Tamen non fo manda alcum avogador, et la cossa andò in fumo.
Fu posto per li savij preditti, mandar sier Hiro- 101
nimo Zorzi, el cavalier, podestà di Verona, a Milam
dal cardinal Roam, et che poi Marco Bevazan vadi
con ditto cardinal in Franza, con la comission li
sarà data per questo conseio. Et sier Antonio Trum,
el consier, intrò in questa oppinion. Sier Domenego Morexini, procurator, savio dil conscio, messe
etiam esso, sier Hironimo Zorzi vadi in Franza. Et
sier Piero Capello, savio a terra ferma, volse fusse
Et hessendo il colegio a consultar le parte, sier
Antonio Trum, el consier, messe, atento la desobedientia di quel fra' Jacomo di Ruigo, per non haver | ballotà li rectori di Cremona, Brexa et Verona, et
voluto obedir i mandati nostri, ut patet in literis oratoris Rome, che 'l sia bandito di terre e luogi
nostri etc. Contradixe sier.Hironimo Querini, era di
pregadi, e cargo assa' il Trombeta. Rispose sier Alvixe d' Armer, era provedador al sal. Poi parlo sier
Piero Balbi. Ando la parte : 35 non sincere, 22 di no,
35 di la parte. Non fu presa alcuna cossa, et più
non fu mandata.
qual rimanesse, andasse. Et fo esso sier Piero el primo parlasse. Cargo ditto sier Hironimo Zorzi ,
per il vescoado abuto dal re per suo fiol etc. Li rispose sier Luca Zen, savio dil conscio, qual era in
setimana. Or poi andò le parte : 2 fo non sincere,
4 di no, 17 quella dil Morexini, 42 dil Capello, 102
dil conssier e altri savij . E questa fo presa.
Fo leto una parte per li consieri , che de cetero
1 Diari di M SANUTO Tom III. אן
275 MCCCCC, APRILE. 276
quelli di la caxa dil canevo andasseno ballestrieri su
le galie di viazi ; et perchè li savij e nui non l'avevamo vista, non fo ballotata.
brio, olim maistro di casa dil papa; credo in le prime tempore si farà cardinali novi .
Aviso auto di le cosse dil turco di 16 april
1500 di ....
Et licentiato el pregadi, restò conseio di X per
far li lhoro capi dil mexe di mazo, et fono electi sier...
Sumario di una letera vidi di Hironimo di Mon
te, colateral in campo, data a Trevi, a di 29 april,
drizata a sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà
di Verona. Come el cardinal Roam, vice re in Milano , instava ogni zorno di haver in le man i
presoni nostri milanesi, che, stimando esser salvi,
erano fugiti di qua; parte di quali nostri li deteno,
et parte fuziteno, el resto erano im procinto de darli : et è gran compassiom, perchè francesi li tratanno mal, e fauno gran strazie per tutte le terre. Non❘ di la fiumara, senza esser chavato, excepto le fuste
li basta le imposition publice che meteno, che ogni
di robano le caxe, e fanno violentie assai di donne,
e poi le vituperano publichamente, con taiarli i
panni fino al culo, et portarle cussi in gropa per
Milano, in obrobrio di questa povera Italia. Missier Zuan Jacomo se aferma esser dimesso, e non
haver più credito , et esser per andar in Franza
contra sua voglia. Le zente francese se dize esser
fra Novara e Dandosso a starsi a l'erta per sentirsi esser grossi in Valtolina , e haver preso Belinzona et Chiavena, e ogni di ingrossarsi più. Credo
non si assecurerano di lontanarsi molto di là, finchè
non vedino il fine di questi todeschi. Se dice Bologna esser acordata, con darli ducati 50000 ; la Mirandola, Carpi e Corezo el simil, con ducati 25000 :
torano i danari, farano il fatto suo, e poi tanta fede |
li observerano, quanto a suo proposito li tornerà. |
El simel crede farà Ferara et Mantoa, et già si dice
è oltra le pratiche. Item, è stato ditto fiorentini haver dato ducati 50000 a' franzosi, i quali prometeno
con 400 lanze et 3000 guasconi andar a l'impresa
di Pisa, per restituirla a essi fiorentini.
Informazion de uno homo da bene di qui, el qual
è stato con alcuni merchadanti fiorentini a la Valona, al qual se ge pol prestar fede, per esser homo
de fazon e facultoso e bon citadin di qui. Prima dice, esser in cantier 40 fusti, 5 galeaze grosse di
cercha bote 500, galie sotil 20, fuste 15 ; i qual tutti
legni se fano in la fiumara, la qual é inia 12 lontan
di la Valona; niun di qual fusti non se pono trazer
nude, senza nula dentro. In bocha di ditta fiomara
è l'aqua fin al zenochio d'uno homo, e questo me
certificho, perchè, a l'insir che fezeno Ihoro con el
gripo, bisogno che el libaseno, et homo nulo stete
in gripo, e con molti homeni per aqua el trazeno
fuora, et lui volse andar a posta per aqua, per certificarse. A la Valona sono 7 fuste armade, uno
schierazo, e do gripi grossi. Ben è uno che l'altro
zorno una barza forestiera preseno do gripi di turchi, et uno de un sudito di questo re, cargi di merchadantie, zudegasse esser stato quei do se atrovava
a la Valona. Artelarie ne butavano assai, non tropo
longe bombarde, ma grosse ; dice voleale per le galeaze. Dice che la diliberation sua era, che cussi
come ad una ad una le chavavano di la fiumara,
cussi con quelle 7fuste remurchiarle in uno porto
lontam da ditta fiumara mia 24, el qual se chiama
Porto Raguseo, che hè arente el Sasno ; e perchè
in ditto porto pur le potria haver impazo, hessendo
lui li vete cavalchar quel signor che governa là, el
qual andò al dito porto, e li fezeno deliberation da
dover far do forteze a la bocha di ditto porto, azó
Sumario di una letera di Roma, di 26 april, che niun li potesse offender. Equesto me dice averdi domino Daniel di Santo Sebastiano, al prefato lo saputo per certo, per uno di primi di la caxa dil
sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà di Verona. | signor, el qual, za famollo, è molto suo amico. CoCome de li erano partiti molti sguizari e altri fanti
spagnoli, parte vano verso Romagna o Toscana, et
poi el primo di di mazo deve cavalchare el ducha
Valentino, quantunque li soi pensieri sono varij et
stui se à ſato sudito dil re, perhò più largamente
se à fidato de lui ; e questo me certificho che non
era niuno che sapesse sta diliberation de le forteze, excepto lui. In dito porto era stà tagliati assai le101 * mutabeli, e parte vanno a li colonesi, i qualli fanno gnami, et ogni zorno se tagliava, e maxime legna- 2000 fanti per lhoro conto, et dil re di Napoli ; e me de albori e da antene. Dice ancora che, chi tealcuni vanno a li Urssini. Movimenti tutti inditij de gnisse fin 6 galie, con uno barzoto, con qualche bri- 102 tribulatione. E dicesse che 'l re e il signor Prospero | gantim, al Sasno, mai dita armata inseria di ditta
Colona hanno mandati li figlioli alla Valona, per | fiumara. lo le averia dinotato ai capi dil conseio di obstasij dil turco, el cui presidio il re implorerà. X, ma per non haver auto messo, non l'ò fato ; poi
Item, in questa note è morto el cardinal di Sogo- ancora perchè so che da Otranto ogni zorno hanno
277 278 MCCCCC, MAGGIO.
103
messi da la Valona. Son certo per quella via averà | tori francesi, l'orator di Napoli, Ferara, Urbim et
auto dita informazion. Se de qui havesse abuto corier, io subito l'aria spazato.
Dyalogus mortis et pontificis laborantis
febre, 1500.
P. Quid mors seva petis ? M. Te. P. Me! Quo jure?
M. Quod hora
En properat ... P. Quid ais ?M. ... Parcaque fila secat.
P. Hei mihi ! M. Quid luges ? P. Parum vixisse.
M. Videtur
Omnibus at nimium. P. Cur , rogo ? M. Quod
malus es.
P. Dic quid, quæso, mali commisi ? M. Causa fuisti,
Quod prædæ Gallis Itala terra flat.
Non hoc parum. P. Invitus feci, non sponte; necesse
Sedfecisse fuit. M. Jam satis est: morere.
P. Hoc numquid solum cogit me tartara adire ?
M. Non; fas esse tibi quod scelus omne putas.
P. Quodscelus?Heu miserum ! M. Solitus quod vendere
cuncta
Per fas atque nefas. P. Pænitet. M. Hoc nihil est.
Rimano. Et è da saper, che li oratori dil re di
Rossia non fono invidati, di hordine dil colegio,
perchè dicevano voler precieder li oratori di Franza ;
et etiam eri fo balotà darli un presente di ducati 25,
et non fo preso.
Da Bergamo. Vene letere in materia di milanesi retenuti, et dil fuzir lhoro, scusandossi essi rectori etc.
Da poi disnar , fo gran conseio. Fu leto una parte presa nel conseio di X cri, che de cætero li
signori de li 8 officij non servano li nodari lhoro avanti trato, sub poena. Et fo fato do avogadori
in comun, in luogo de sier Marco Sanudo e sier Pollo Pixani, el cavalier, compivano ; videlicet da
poi che ſo preso la parte posta per i consieri di far
questi do avogadori, uno di qual debbi andar a Bergamo, a inquerir la cossa dil fuzer di foraussiti milanesi retenuti, justa quello fo preso im pregadi. Et
dita parte ave tutto il conseio. Or fono fati sier Ber- nardo Bembo, dotor, cavalier, cao dil conscio di X,
P. Sævanimis, cur hoc nihil est?M. In funere quando qual alius fo avogador ; et sier Beneto Trivixan, el
Haud prodest aliquem pœnituisse mali.
P. Julia, ne miserum, cur non defendis, amavi
Si te corde magis ? M. Digna lenone, satis.
Nunc morere; et te non defendet Julia, neque
Enixa est utero terque quaterque tibi.
P. Da saltem ante obitum ... M. Garris. P. Concede
roganti
Hoc unum. M. Insanis. P. Hoc. M. Citius morere.
P. Hoc. M. Cedo. P. Utpeream illius susceptus in ulnis,
Quæ modo ab Hispania victa puella mihi est.
M. Hæc est illa senem que te sine fine coegit
Insanire; furor non amor ! Hem, morere !
P. Ergo mihi moriendum est ? M. Est. P. Qua morte ?
M. Peribis
Febre gravi qua nunc languida membrajacent.
P. Febre cadam ? M. Sic est. P. Fugias ! M. Cur ?
P. Stulta, putasne
Ut qui non perii fulmine febre cadam ?
Nuove dil mexe di mazo 1500.
cavalier, ch' è orator in Franza, qual rimase da sier
Lunardo Grimani, fo avogador, che vene per scurtinio. Et il Bernbo refudoc ; et al Trivixam poi, per
parte presa, li fo riservato l' oficio ; et questo fo la
causa che niun fo mandato a Bergamo.
Et in colegio, reduti li savij, vene sier Marco
Tiepolo, qual andava sopracomito, et dimandò molte cosse. Item, fo aldito il conte Xarcho, vayvoda, e
li oratori di Sibinicho.
Da Chioza. Chome erano venuti 200 provisionati fati a Cremona, per Friul, qualli li mandava
versso Lio etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 28 et 30. Chome
zercha le letere di pagamenti dil sal havia parlato
al signor, qual promisse satisfar, qual è debitor du- cati 8000, et che 'l signor era aflito : havia auto
letere di missier Zuan Lucha, suo orator a Milan,
chome era stà ben ricevuto dal cardinal Roam, e
ditoli il suo signor era in gratia dil roy ; et dite leAdi primo mazo. In colegio, reduti tutti avanti | tere erano stà publicate per Ferara ; et che esso sila precessione ordinata, vene li oratori francesi, zoėgnor, poi la captura di Lodovico e Ascanio, nulla di
monsignor di Beuchayro, domino Acursio Mayneri,
existente qui, monsignor di Montasom, e uno altro sinischalcho. Qualli , sentati tutti a presso il principe,
Beuchayro, presentate le letere di credenza dil roy,
disse poche parole, remetendo l' audientia a la ma- tina sequente, per caxom di la precessione si do- vea far. Et cussi fo fata ditta precessiom, molto
bella, portando le reliquie atorno. Era questi 4 oranovo havia dito a esso vicedomino, solum ozi, che li
dimandò che nove habiamo di turchi. Risposeli che la Signoria nostra facea grossa armada, mandava zente in Friul a guarda. Item, chome in Ferara è
opiniom, le cosse si habi a conzar col roy con danari, e che v'era zelosia tra il roy e la Signoria per caxon di Ascanio, e che non fa per la Signoria di dargelo. Item, chome Milan stava inal, tuti li po-
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103
puli mal contenti. Item, per la letera di ultimo,
scrive il zorno avanti esser venuto li uno orator dil
roy, di nation novarese , videlicet Opizim Chaza ,
qual alozò im palazo; e il signor li facea grande honor. Item, Mantoa si prepara a la guerra propinqua. ❘ per andar a la Porta dil signor.
e turchi hanno corsso sul conta' , e menà via anime
50 etc.
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et capetanio, di 29. Chome à nova, a Milam si preparava
lanze 500 et 6000 fanti provisionati, o ver sguizari ;
e questo per mandar in ajuto di fiorentini, per
aver Pisa; et era stà fato uno editto, sub pœna rebellionis, che niun dil dominio di Milan vadi soto
altro signor a militar ; et missier Zuan Jacomo è
im pocha reputation , et il cardinal ge la tuo' ;
e francesi fano mal assai, et par che uno francese,
era in l' hospedal amalato, et per esser mal tratato,
francesi amazono il prior.
Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte et capetanio. Verifica la partita di Feris bei da Scutari
A dì do mazo. In colegio Jo non fui, per non
star bene.
Vene li quatro oratori francesi nominati di sopra, et fo mandato tuti fuora, chi non intrava nel
conscio di X. Tamen intisi che monsignor di Beuchayro expose, primo, si ralegrava da parte dil roy
di la vitoria. Et poi missier Acursio parlò, nomine
aliorum oratorum, che il cardinal Roan si racomandava a la serenità dil principe e la Signoria, et oferiva etc. Poi dimandò li presoni milanesi, oferendo
far il simile di li nostri fosseno soto il suo dominio,
e con bel modo tochò si li desse el cardinal Ascanio,
qual era in toreselle; et questo teva il roy, acciò
non sia messo mal e zelosia tra soa majestà e la Signoria nostra, et sia causa di romper l'amititia, et 104
Da Trevi, di sier Christofal Moro e sier Piero
Marcello, proveditori, di 29. Chome erano stà menati li alcuni milanesi, videlicet domino Baptista Visconte e do altri, qualli dicono haver privilegij di la
Signoria, poter star sul suo, sì che quasi li volevano ( che Lodovicho era in man dil re, et soa majestà sapelassar ; tamen li fo scrito per colegio non li lasasse.
Et etiam diti provedadori scrisseno, chome era venuto Bernardo di Bibiena da Milan ; dice la Signoria prima era amà in Milam, ma da poi che dano li
milanesi in man di francesi, quella à perso l'amor
di milanesi; et el signor Carlo Orssini li hanno ditto
haver da Bologna, che missier Zuan Bentivoy volentieri si aconzeria con la Signoria nostra, et poneria zente dil suo, e daria lui li danari etc.
ria ben far di lui e cussi di Ascanio, dicendo bisognava extirpar le malle radice di le erbe cative. Poi
disse, zercha il turcho, la Signoria dimandasse al
roy qual ajuto la volesse ; tuto aria. Il principe li rispose bone parole, cargando molto la cossa dil turco, et la sua potentia grandissima, e bisognava provederli presto, aliter, actum esset de christiana republica e dil stato nostro. Et, quanto a le rechieste, si
saria col senato, e poi se li risponderia Erano capi
dil conseio di X sier Bernardo Bembo, dotor et cavalier, sier Alvixe Venier, et sier Zorzi Corner, el
cavalier.
Fu fato cassier di colegio sier Piero Capello, savio a tera ferma. Item, fo divulgato, per uno navilio
vien di Cypro con letere, che il zeneral era morto a
Corfù, tamen non fo vero.
Da i Redoni, di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armadı, di 5 april. Come havia auto
comandamento dal capetanio zeneral, per parte dil
conscio di X, restasse li a li Redoni insieme con la
galia di sier Pollo Nani, per far il bastiom etc., dove
era sier Andrea Michiel, provedador di Albania,
qual havia principiato a lavorar, et za era venuto
assa' zente ivi ad habitar. Item, si dice Feris bei
esser partito di Scutari, e il sanzacho di Tera Nova.
Di sier Andrea Michiel, provedador in Albania,
date ivi ; ut supra. Chome Feris bei havia auto tre Da Corfù, di sier Marchio Trivixan, capetanio
comandamenti dal signor, et era partito. Si dice zeneral di mar, date in galia, a dì 16 april. Chome
hongari far movesta. Item, che a la Vajussa era ga- | havia ricevuto per il schierazo di sier Alvise da Molie quatro, butate in aqua ; qualle turchi le haveano
afondate, acciò non si schachissa.
Da Zara, di rectori. Chome hanno, turchi prepararssi da 3000 in ver Bossana , per corer su
quel conta' ; dimandano danari, monitiom, et si provedi.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe, fo
leto le infrascrite letere ; il sumario di le qual è
questo :
sto homeni 140. Item , quelle galie erano mal in
hordine, non è homeni 25 per galia, et diti homeni
à posti sopra alcune galie par mandarle a star con
le altre a la guarda di Vischardo, dove è una febre
pestilential che im poche hore cadeno morti ; dimanda curaze e zeladine, e à ricevuto bote X di seo,
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadim, conte, di partide per quelli sopracoiniti. Item, à comprà for4april. Chome li stratioti stano li fanno assa' malli, I menti per far biscoti a soldi 52 el staro ; dimanda
281 MCCCCC, MAGGIO. 282
104
danari amore Dei. Item, à letere di sier Marco Orio, ❘ i legni, et hano dito al zeneral li mandi do galie, et
capetanio di le nave, come l'armiraio à sulevà la ❘ par diti legni siano stà portati a marina, si che nulla
galia Baxadona di aqua, e quella recuperada. Item, poleno far; pur esso rezimento li manderà do fuste,
esso zeneral di novo nulla scrive ; dice per esser serà | che ivi armerano, per esser pur speranza.
li passi, e chi va in Turchia non torna; e tornando,
non dice la verità. Et si facea l'arma' in colfo di
Lepanto a la Prevesa e a la Vajusa ; et che ha nova,
a la bocha di la Vajussa che passa 100 turchi fanno
palade per ingrossar l'aqua, per poter cavar le galie. Item, di Mar Mazor aspetassi velle 100, tra gripi .... , et la galia Pagana è li zonta ; dice trovò 2
barze in colfo.
Dil ditto zencral, di 17, date ivi. Chome era
zonta li la marziliana, qual fo con la galia Pagana di
conserva, patron Zuam da Muram, con homeni 28 ;
poi zonse uno gripo di Lunardo Schiavina, con homeni 124. Item à inteso, li danari se li mandava per
sier Anzolo Orio, esser restà con il provedador Pixani in Dalmazia. Item, esser venuto li sier Alvise
Salamon, sopracomito, vien di Canal di Viscardo, et
lui con il comito e i tre quarti di la zurma è amallati.
Di sier Piero Liom,baylo e capetanio, e sier Lucha Querini, proveditor, di Corfù, date a dì 16 april.
Chome hano a la Vajussa farsi 30 galie, zoè X grosse,
et 20 sotil; etiam si fa a la Prevesa, over colfo di
l'Arta; è una galia grossa e una sotil è in hordine, e
in colfo le zurme è preparate, e l' armada in hordine; et è nova che hongari hanno roto a' turchi. Item,
esso provedador Querini, di 16, scrisse sollo di certa
praticha di la Zimera, qualli voleno taiar li arbori si taiano per l'arma' si fa a la Vajussa etc. Non leta.
Di sier Lucha Querini, provedador, di 17. Zer- cha provisiom fate in Corfù, et per un' altra, di 18,
chome à per uno schiavo venuto di la Valona, era
zorni XI parti, dice quelle galie erano mal conditionate e mal fate, et erano stà mandati calafai, sartie,
e zurme, et turchi 800 in 1000 ; la qual non sarà
presta, forsi fin do mexi non ussirà. Item, quella dil colfo etiam è mal conditionata, et la nave granda andava a fondi ; tamen esso provedador scrive, per
questo non se dia alentar a le provision. Item, che
a la Prevesa erano galie tre butade in aqua, una di
le qual è schavazade. Item, arà do nave, et la nave
grossa innavegabile. Conclude, la nostra armata per
questa sarà bastante. Item, è una letera di uno Pollo,
scrive a un di Corfù, dice che da Constantinopoli
vien 60 velle, et corsari fo a l'incontro, et hongari à roto a' turchi etc.: cosse tute non vere.
Dil rezimento di Corfù, di 16. Come a la Vajussa si feva 30galie, e 20 sotil, et X grosse ; et quelli
vechij di la Zimera, potendo, voleno con siege vastar
Di Cypri, di sier Bortolo Minio, capetanio di
Famagosta, di 3 fevrer. Voria do galie per armar
de lì ; et che a Scandalor è adunation di turchi, e si
armava fuste de turchi ... , per venir a depredar
quella isola di Cypri. Item, sier Andrea Venier, luogo tenente, scrisse in materia di biave, et sier Beneto Sanudo, consolo a Damasco, scrisse di zener,
chome il soldan era pacificho ; le qual do letere non
fo lete.
Da Monopoli, dil provedador, di 20 april. Chome era zonta li la galia per armar, et quella armava;
manchava le reſusure per li capi, et le mandava a
tuor. Item, hano inteso la captura di Lodovico, han
fato fuogi elc.
Da Trani, di 23. Aspeta la galia per armar, et
manda salnitrij a l'arsenal ; di Otranto manda letere
dil zeneral.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l' armada, date a Ruigno, in galia, a di primo. Come, a
dì 29 april, parti di sora porto. Item, à per uno raguseo, vien a la Signoria nostra per nome di soi
signori, chome il signor turcho, a di 5 marzo, parti di Andernopoli ; et prima parti il bilarbei, et vieneno versso la Romania bassa.
Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cava- lier, provedador, di 27. Chome quel signor si dubitava dil ducha Valentinos, perchè se divulga vien per
tuorli il stato ; vol ajuto di fanti da la Signoria. Et è
da saper, Antonio di Fabri, era li con fanti, fo mandà in Levante.
Da Trevi, di proveditori, di 29. Chome zonti li li presoni, li à mandati a Charavazo, et erano venuti
a Cassan do, per nome dil cardinal Roam, a tuorli ;
et lhoro non sa la volontà di la Signoria; tamen farano quello Dio l' inspirarano .
Di Jacomo Secho de Aragonia, data a Charavazo. Zercha questi presoni, a li qual era stà fato il salvo conduto per la Signoria, videlicet domino Batista Visconte, Ambruoxo dal Mayno, e Hironimo da Charchano.
Dil conte di Pitiano, Nicola Urssino, data a 105
Trevi, qual era governador di le zente nostre. Zercha questi milanesi, qualli haveano salvo conduto, et
perhò saria da lasarli .
Da Crema, di 27. Chome monsignor di Ligni
era andato a Pavia, e à fato cride : chi si vol doler
de' francesi, vengi a querelar. Item, per letere di 29,
283 MCCCCC, MAGGIO. 284
chome li zudei di Crema sono contenti a pagar la
rata li tocha a lhoro.
Da Vicenza, di sier Alvixe Moro, podestà. Zercha quel zudio, incolpato dil puto ; voria prender
quel Marchuzo da Bassam, et verà in la verità; et
chequel remito disse quelle parole, non è prete, ma
per questo non vol etc.
Da Trevixo. Di do provedadori sora Livenza,
citadini de li, domino Piero Francesco Barisam et
Zuam Terzignago. Item, trivisani si scusano non poter satisfar il subsidio.
Vene uno prete, fiol dil soracomito di Curzola,
al qual fo dà una galia grossa ; nome il sopradito
Jacomo Zirchovich.
Vene i Lipomani dal bancho, in contraditorio con li capi di creditori, sier Francesco Marin, sier Nicolò
Donado, quondam sier Lucha, e sier Pollo Contarini,
da San Moisè. Et sier Hironimo parlò, pregando fusse
messa la parte im pregadi, che, licet tutti li creditori
non habi sotoscrito ai pati, si possino acordar, dando uno terzo al presente, in contadi, uno terzo fin
uno anno, e uno terzo fin do anni. Li fo dito si faria
DaBassam, di sier Alvise Liom, podestà el cape- etc.; et ditoli la Signoria nostra doveva haver da tanio. Zercha alcuni passati de li, vien di Elemagna; | lhoro ducati 8000.
dicono i fioli dil signor Lodovico esser andati a
Yspurch, et todeschi si preparava.
Da Padoa. Zercha il subssidio, chome padoani
hanno fato il conseio picolo, poi il grando ; voleno
veder di far etc. Et sier Zuam Batista Bonzi, proveditor sopra le camere, scrisse di Padoa in materia di
debitori , et altre cosse.
In questo pregadi, poi leto le letere, el principe
ſe la rélatione di quello hanno ditto li oratori francesi ; poi disse non è da creder a la letera di sier
Lucha Querini, perchè quel schiavo è un spiom, et
che si atendi al turcho ; dicendo solum esser stå trovato per l'imprestedo ducati 24 milia.
Vene sier Andrea Loredam, patrom a l' arsenal, 105
exponendo li bisogni di l'arsenal ; unde fo ballotà
ducati 2000per comprar canevi di Bologna e di colognose. Item, comprar rame da' todeschi per far artilarie, et di mandar a tuor canoni di Cremona. Et fo
concluso, non li mover, per bon rispetto.
Di Franza, di l'orator, sier Beneto Trivixam,
el cavaher, do letere, di 26, date a Liom. Chome il
re à inteso di la presa di Ascanio, per letere da Milan dil cardinal Roam, e non da domino Acursio,
orator suo a Venecia ; et che monsignor di Albi e il
maraschalcho di Giaè li havia ditto, per nome dil re,
volesse scriver a la Signoria li desse Ascanio ; tamen
Intrò el conseio di X in cheba; stete hore do, ❘ lo dimandono con humane parole. Item, il re è ancredo zercha Ascanio. Poi, ussiti, non volendo li savij poner nulla, e ditto di far li soracomiti, non fo
trovà le chiave di la chasseta, unde fo licentia il pregadi con gran murmur.
Adi tremazo. In colegio vene il signor Astor di
Manfredi di Faenza, a tuor licentia ; vol ritornar a
caxa. Il principe li disse chome era fiol di questa Signoria, e a la conduta , la Signoria non li
volleva risponder cussi presto, zoè 8 mexi avanti
el compisse, ma si faria al tempo. Poi esso signor
domandò si scrivesse a Roma zercha il censo ; dito
si farà.
Vene l'orator dil ducha di Urbim, e disse che il
signor suo voleva venir in questa terra familiarmente, per far reverentia a questa Signoria. Risposto per il principe, el sia benvenuto.
dato a' piaceri, mia 26, a uno locho con pochi per
andar a la chaza, et che le cosse de Italia tute erano
poste in le man dil cardinal Roam, et che il signor
Lodovico dovea passar de li, et venere saria li, zoè
a di primo mazo; et che monsignor di Ligni si aspectava, e che li foraussiti napolitani dicono per tratar
zercha l'impresa dil Reame, altri dice el viem per
referir al re li portamenti di soi capetanij, e dir mal
di missier Zuan Jacomo Triulzi, perchè milanesi non
lo voleno al governo ; et che il re mandava letere a
li soi oratori in Hongaria, zercha il subssidio vol dar,
videlicet non venendo turchi in Italia.
Da Trevi, di proveditori di campo, di ultimo.
Zercha certi danni fati a' francesi per uno di la compagnia coionescha, et francesi voleno li siano satisfati etc.
Vene sier Marco Tiepolo, va soracomito, tolse Da Crema, di primo. Come lodesani haveano
licentia ; al qual li fo comesso expresse andasse adre- | auto imposition a pagar ducati 20 milia, e domino
tura dal zeneral. Marco da Martinengo è li.
Veneno sier Marin Dolfim e sier Daniel Pasqualigo per una diferentia con sier Pexaro da cha' da
Pexaro, sopracomiti, zercha il tuor di le galie. Il principe butò le tessere, et sier Filipo da Canal volse una
galia grossa, e li fo data.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
ultimo. Choine era venuto uno comandamento dil re
di romani a quelli signori di Archo, debino star preparadi con le arne a 'gni suo comandamento.
DiRaspo, dil capetanio. Verificha aver nova,
MCCCCC, MAGGIO. 285 286
turchi 5000 esser reduti in ver Bossana ; dubita non
fazino danni.
Fu posto per li savij dil conseio e teraſerma, dí
risponder a li oratori francesi, eramo contenti dar a
la regia majestà il cardinal Ascanio, per la observan- tia li havevamo. Et sier Lunardo Grimani contradixe,
dicendo era da indusiar. Rispose sier Lunardo Loredam, procurator, savio dil conseio. Poi sier Antonio Trum, el consier, qual messe de indusiar fino
Da Sibinicho, di 4 april. Come scrisse hora replicha, turchi corseno cavali 200, su quel conta', in 300, a do ville zoè de Franc et Morich, e anno menato via anime 60 e molti animali. Item, per letere
di 14, dil ditto, come parte di quelli dil vice bam, e
nostri, si messeno in hordine, et investiteno turchi ; ❘ essi oratori diceva altro. Rispose optime sier Lucha
amazono tre, et preseno tre cavali, et recuperono
alcuni animali.
Da Zara, di rectori. Zercha excomunication fatoli
per il vescovo de li, e questo per haver seperato zente di la terra, per caxom di la peste, et mandate
ad habitar sul Scoio.
In questa matina fo balota ducati 4000 di mandar a Corfù, per armar do galie de li, con essi sopracomiti.
Da poi disnar, fo pregadi, et fo domenega, che si suol far gran conseio. Vene il principe ; fo leto le letere, et poi una deposition di uno raguseo, qual re- ferì in colegio con li cai di X, venuto prestissimo per nome di soi signori ; è nominato Martim di Todaro.
Disse esser nova a Ragusi certissima, a dì 6 april, il signor turcho parti di Andernopoli, per venir in la Romania bassa; e prima parti el bilarbei di la Ro- mania ; e tutti li sanzachi de qui il signor li levava,
zoè di Servia, di Bossina et Albania; lassava solum
106 Schender, qual restava im Bossina e ver Bossana. Item, il signor à fato far comandamento, che tutti
debbi portar vituarie in campo, unde li signori ragusei anno voluto avisar la Signoria ; et per colegio fo
expedito letere di questo al capetanio zeneral nostro.
Item, fo cavado do capi di 40 a la bancha : sier
Pollo Morexini, quondam sier Orssato, et sier Pollo Corer, di sier Marco. Fu fato 5 sopracomiti per eletion: sier Andrea Bondimier, fo patron in Aque
Morte, di sier Zanoto ; sier Vetor da Leze, fo patron
di nave, quondam sier Priamo ; sier Bortolo Dandolo, fo cao di 40, quondam sier Piero ; sier Piero
Trivixam, fo patron di nave, di sier Baldissera ; е
sier Francesco Arimondo, fo cao di 40, quondam sier
Nicollo, qualli tuti acetono e andono. Etiam fu fato,
per eletion, castelam di la rocheta di Cremona, justa la deliberation dil conseio di X, sier Sabastian Malipiero, cao di 40, quondam sier Mathio. Jo veramente
per la Signoria fui mandato a Lio, a far la mostra di
provisionati andava in Levante; non fu hordine, et
tornai im pregadi.
Zen. Ando la parte : 11 non sincere, 8 di no, 64 di
savij, 91 dil consier, di l' indusia. Et questa fo presa.
Ordinato gran credenze, e dato sacramento per li cai di X a bancho a bancho. Et intisi judicia reipu- blicæ ferenda sunt, non semper laudanda.
A di 4mazo. In colegio. Jo andai a Lio ; la Si- gnoria dete audientia ; li savij consultono zerċha la
risposta a li oratori francesi.
DaRoverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di do.
Come è nova, il re di romani, inteso la captura per francesi dil signor Lodovico, spazó uno orator al tur- cho. Item, il re è a Yspurch con la raina ; vano a la
caza. Erano ambasadori di Milan, questi : conte Antonio Crivello, missier Nicolò di Stadi, missier Mi- chiel .... , e missier Hironimo, et tre ambasadori di Pavia e do di Como. E con il re era il ducha Al- berto di Baviera con cavali 40 ; e il gran v.º di Magazan (sic), con cavali 40; el conte de Zola ; l' orator
di Spagna, quel di Napoli, missier Nicolò da Corezo.
Et che il re avia auto da Napoli ducati 18 milia il
luni santo, e spazò 800 bergognoni per andar in ajuto dil signor Lodovico ; ma, intesa la captura, ritornono.
Item, i fioli dil signor Lodovico fono conduti, eri fo
8 zorni, da Prexenon a Uspurch, con carete 12 di casse. E il vescovo di Rode à ducati 60 milia.
Da poi disnar, fo gran conseio per expedir il Grimani ; fo compito di lezer le scripture, et poi si disputerà.
Poi ſo pregadi. Jo non fui, per esser andato a
Lio a expedir Paulo Albanese, contestabele, va in Levante con 200 provisionati.
Et vene il principe. Fu posto per li savij dar il
cardinal Ascanio a li oratori francesi, e farlo acompagnar fin a li confini de Milam. Parlò sier Nicolò Trivixam, procurator, et aricordo si dicesse a dicti 106 *
oratori, zercha Ferara e Mantoa. Et li savij conzò
una parola in la parte. Poi parlò sier Lorenzo di
Prioli, fo avogador; dicendo non era da promover
alcuna cossa, fino lhoro non dicesse, et che promovendo nulla, el principe dovesse tuor rispeto. Et
necessitatis.
Fo conscio di X, et fo tolto libertà di tratar im | cussi fo conzà la parte, et fu presa ; et fu consilium
pregadi, cercha il cardinal Ascanio, tamen di non
lezer altro. Fu posto per tutti, scriver a li oratori nostri in
287 MCCCCC, MAGGIO. 288
Hongaria, chome aspetemo la resolution di la regia | si terminarà la risposta. E sopra ziò fo longissime majestà ; et che vedano, potendo, aver le trieve col
turcho. Fu presa.
Fu posto di far il primo pregadi orator a Roma, in luogo di sier Pollo Capello, el cavalier. Et fu
preso.
Fu posto per li consieri e savij la parte di lo
acordo di Lipomani dal bancho, licet tutti li creditori non havesseno sotoscrito etc. Contradixe sier
Hironimo Duodo, fo a l'arsenal ; unde, balotata, ave
50 di no. Et non fo preso nulla.
parole et tediose letere.
Di XXI. Come il zorno di Pasqua il re fo in
chiesia con le cerimonie a messa, et veneno a levarli
di casa, et vene a levarli essi oratori, per nome dil 107
re, fino a caxa, il reverendo sermionense et il magnifico castelam. Et il re andò a la chiesia, a questo
modo: prima li cortesani ; poi zoveni fioli di baroni,
vestiti d'oro e d' arzento, et uno barom portava la
spada davanti; poi il re; poi el ducha Sigismondo,
l'orator dil re di Polonia, li nostri oratori ; poi li
prelati, primo lo episcopo di Cinque Chiesie ; non vi
era il reverendo ystrigoniense , ni lo arziepiscopo
Adi 5 mazo. In colegio, con li cai di X, mandati
tutti fuora, veneno li quatro oratori francesi, nominati di sopra : la nome di qual è questa, chome scrisse | colocense ; poi li baroni layci, il magnifico Jereb Peter, il magnifico conte Piero, vayvoda de Transilvana, el magnifico Grafi Benoch, il magnifico Josa.
Or, poi compita, li nostri oratori andono a visitar il
ducha Sigismondo, e li feno oration latina. Item, di
coloquij abuti con quelli secretarij regij ; tamen niuna
resolution si fa, fino non sia spazà la dieta, o ver non
torna il messo suo andato al turcho. E dicono non
concluderà lì, ma, volendo il signor turcho far le
trieve, le farano qui in Hongaria con l'orator di esso
turcho. Item, essi oratori scriveno, prometerano li
ducati 60 milia al re sollo, se altro per la Signoria
non li sarà ordinato. Item, chome l' orator di Poloil cardinal Roan in la letera di credenza, data a Milan, a dì 23 april, soto scrita : Cardinalis Rhotomagensis. La mansiom dice : Illustrissimo et excellentissimoprincipi domino Augustino Barbadico Venetiarum duci; et dice: Magnificos regios consiliarios et
zambellanos Stephanum de Vese, senescallum Belhradri, Jacobum de Claramonte, dominum de Monteson,
spectabilem regium consiliarium , el regii hospicii
magistrum Guiruldum Dansusane, dominum de Cabrienes, una cum magnifico domino Acursio Maynerio. Il re scrive a la mansion : Illustrissimo duci et
dominio Veneciarum, amicis et confederatis nostris
carissimis. Or, venuti ditti oratori in colegio, il prin- | nia li hanno ditto di uno capetanio dil turcho, homo
cipe li fè lezer la deliberation nostra dil senato, di
darli il cardinal Ascanio ; et essi oratori se reduseno
a uno ; poi domino Acursio rispose, ringratiando la
Signoria etc.; et che il re harà grandissimo piacer.
Et poi disseno veriano doman a parlar di altro.
Vene uno altro secreto per caxa dil principe, et
con li capi di X stete assa' in colegio ; et chi fusse
non lo intisi.
famoso , nominato Mauchoz , qual mo do anni fu
verso Polona con zente, et vene per monti asprissisimi. Hora il signor turcho volea taiarli la testa, et
lui si à fato forte in certo locho, e non vol andar a
la Porta. Item, che tartari è acordà con turchi, et
che il signor Stefano, valacho, vayvoda de Moldavia,
era venuto con exercito in campagna. Item, chome
hongari li à dito, sperano il re Maximiano si acorDi Hongaria, di oratori nostri, sier Vewr So- derà con Franza contra turchi, et che li baroni e reranzo et sier Sabastiam Zustignan, di 18, 21, 24| gnicoli è contenti di far guerra, ma li prelati no, peret 25, date a Buda. Come erano andati dal re, ricevuto le nostre letere, qual era in una camera torniata
di panni negri, per devution di la septimana santa,
et niun li parlava. Et pur quel zorno, a dì 18, fo il
sabato santo, ebeno audientia. Li disseno di la sententia fata per il papa di la seperatiom dil matrimonio
tra soa majestà et la regina, fata a Roma; et si ralegrono; tamen soa majestà lo sapeva 4 di avanti, per
letere di Roma. Item, li disseno dil Manenti, secre- Da Roma, di l' orator, di ultimo. Chome fu fato
tario nostro, andato al turcho, et la risposta fata per concistorio, et O fo fato zercha il turcho, et domino
la Signoria a l'orator dil turcho; solicitono la reso- Bartolamio Saliceto et Bernardino di Perosa, schalchi
lution di sua majestà a la confederatiom. Rispose il di Ascanio, sono stati dal papa, et presentato certa
re, ringraciando di l'opera usata zercha il matrimo- scriptura, manda la copia ; et il papa manda a la Sinio, et che si facea la dieta questo San Zorzi, dove | gnoria lo episcopo di Tioli, per dimandar la relaxachè li tocha a pagar assai. Item, che l'orator yspano
e quel di Napoli, stati da la raina Beatrice, erano
ritornati li a Budoa. Item, scrisseno di uno Piero di
Transilvana. Item, ricevuto letere nostre zercha la
captura dil signor Lodovico, la disseno tal nova al
re ; disse li piaceva ; poi riceveteno nostre di la presa
etiam dil cardinal Ascanio, qual la comunicherà a la
regia majesta.
289 MCCCCC, MAGGIO. 200
107
tion di esso Ascanio. Item, esso orator à spazà col | habet cautionis, quantum ad mediolanense domipapa lo episcopato di Modrusa a quel di Frangi- nium, si ducem ipsum tenet captivum, et alium hapanni, e dato per concistorio ; et che li a Roma era bet Johannis, quondam Galeacii, filium apud se.
uno, feva fanti per nome dil re di Napoli, et domino
Sperandio, suo orator, li paga, e si dice in l'Abruzo
la cità di Chieti aver fato tumulto ; et questi fanti si | quia mediante vestræ beatitudinis et sacri collegii
fa vien mandati verso Marino ; et che il ducha di Valentines si ricomanda a la Signoria, et voria aver
conduta. Item, zercha i merchadanti nostri di Gualdo etc. , dannizati, fo dal papa et soa santità scrisse
al signor di Chamarino, qual nulla fece ; et diceva che
manderia do soi oratori al papa per tal effecto. Item,
la speranza dil re Fedrico è chiamar turchi in ajuto.
Beatissime Pater.
Item de dominis venetis dicitur, si ipsi quoque
ullam propter dominium causam prætenderent ;
fidejussione, possint omnes securi esse, quamquam
nulla possit esse tam urgens causa, cui jus pontificium et auctoritas cap. felicis (sic), cui replicare
nulli sæculari potestati fas est, non prævaleat.
Allegare nullam injuriam præfatus rex Franciæ
nec veneti possunt, acceptam a domino vice cancellario, qui ex principe patre natus, et principum frater, ipsum quoque fratrem investitum ab imperio,
vivit, nec alienam domum invasit, sed paternam avitamque defendit.
Item, in juvando fratrem eas sibi desumpsit partes, quæ omni prorsus cæde et sanguine vacarent ;
non arma tractavit neque vim intulit cuiquam ; soQuia sanctitas vestra mandavit pridie, cum ad
pedes ejusdem erimus, nos servitores domini vice
cancellarii, ut si circa liberationem ipsius, pro meliori informatione, dicenda nobis aliqua occurrerent,
ea poneremus in scriptis ; quamquam satis intelliga- | lum curavit in reditu suo Mediolanum, quando vomus ad ea, quæ per vestram beatitudinem ex sua
innata clementia cogitata et ordinata sunt in hac
materia, nihil addi posse, tamen pro debito et obedientia hæc pauca notavimus. Videlicet :
❘
Præsupposito in Venetorum illustrissimo Dominio et senatu, non ignaro sacroruin canonum et jurium omnium consultissimo, locum habeat omnis
justicia ; et item præsupposito quod nulla scripti juris ratio militet, quare detineri vice cancellarius de- |
beat; et sic sperandum quod, sanctitate vestra et sacro collegio petentibus enixe liberationem ipsius
detenti , præfatum dominium negare non poterit ac
se exhibebit in hac re, sicut in cæteris consuevit,
erga apostolicam sedem; attamen quia de christianissimo rege francorum aliqua dicta sunt, respondetur:
cati et vecti sunt humeris ambo fratres ab universo
populo, ne quis de coruin adventu conqueri possel.
Inclinatis autem ultimo loco rebus, credebat nulli 108
injuriam neque vim facere ; nec est ut miles vel
apostata , sed in suo habitu, versus beatitudinem
vestram et sedem apostolicam rediens, interceptus.
Quare nullo jure quisquam obstare debet, quin
idem dominus vice cancellarius in libertatem omnimodam restituatur ; et ita supplicatur vestræ beatitudini, ut mandata et brevia in idem sonantia dare
dignetur ei, qui ista de causa mittendus erit Venecias; quia non dubium est, mediante auctoritate beatitudinis vestræ et ejusdem erga dominum vice cancellarium benignitate , quin res optatum exitum
omnino sit habitura.
Cæterum, quia intelligitur quod Veneciis eidem
domino vice cancellario locus erat paratus, ubi patere ad ipsum non posset aditus, nisi per paucos ,
supplicatur beatitudini vestræ, ut interim, dum de
ipsius totali liberatione agitur, curetur ne anguste
teneatur, et per manus suorum, quos ipse habere
voluerit, servitia possit accipere.
Quod, existente in potestate ipsius regis domino
Ludovico, investituram ducatus Mediolani habente
ab imperio, et viventibus duobus ipsius filiis legitimis, item altero Johannis Galeacii, quondam ducis,
filio legitimo , nullum jus successionis competere
vice cancellario potest, nec ipse ullo modo ad ducatum prætendit; et sic cessat omnis ratio quare
præfatus dominus rex dubitationen ullam possit
prætendere ex persona dicti domini vice cancellarij ; | in hac afflictione, in qua verisimile est ab ipso dequi nudatus omni facultate, exceptis bonis quæ habet sub jurisdictione et potestate sanctitatis vestræ,
nihil potest regi nocere, ipsa præsertim vestra beatitudine et sacro colegio fidejubentibus. Nulla igitur
esse potest honesta ratio vel causa, quare majestas
sua liberationi detenti adversari debeat; satis enint
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Item, brevibus sanctitatis vestræ et literis sacri
collegii confortetur, et eorumdem nomine visitetur
tento quæque minima observari.
Da Napoli, di l' orator, di 22 et 26. Chome ricevute nostre letere di la captura di Lodovico, e
Ascanio esser fuzito, fo dal re a conmunicharli subito.
Soa majestà disse li piacea, si questo fusse la quiete
19
291 MCCCCC, MAGGIO.
202
de Italia, ma dubitava saria pezo. Item, mandò alcuni sumarij di nove abute di la Valona, di l'orator
lil re, nominato domino Jacomo Rocho ; etiam mandò una letera abuta di Spagna da la raina, la copia
è qui soto ; et cra etiam letere di Barzelona, che
erano conze le cosse con mori con ducati 50 milia,
et l'armata veniva verso Sicilia. Item, è novità nel
Regno; tuti pianze, e parlano assai dubitando di francesi ; hanno speranza dil turco; unde il re spazò
uno altro messo al turco, inteso il prender di Lodovico. Item, par uno Simon, yspano, feva fanti a Roma, per far novità in Reame; per la qual cossa il re
mandava il signor Prospero Colona de li.
Copia de letere di la serenissima regina vechia a la
serenissima sua figliola, data in Spagna.
Serenissima regina, figlia nostra carissima.
teze, et le ha fatte ben fornire de gente et ogni altra cossa et munitione neccessaria, et da quel paese
ha levati alcuni mori scandalosi et de mala natura,
adeo che per sempre se ne è asecurata, che per nesuno tempo quelli popoli potrano transcorere ali
❘ inconvenienti et desordeni passati. Et poi sua maje-
❘stà se n'è ritornata in Granata, dove starà alcuni di,
et secondo li advisi che havemo ozi, dia partir da
quella cità, per venire qui in Sibilia, a la serenissima
regina, sua consorte, a lo illustrissimo signor infante,
et ad noi, dove l'aspectemo con grandissimo desiderio, per fruir la sua dolce conversatione et amore ne
porta, questi pochi di che havemo de starli a presso.
Et ringratiemo nostro signor Dio, che n' habia concessa gratia, che in si brevi di habia terminata quella
impresa, con gloria de sua majestà, perchè con molta
molestia et despiacere li stavamo absente.
In Suiglia, a dì XVI marzo 1500.
Etiam, la dita regina scrisse al conte di Copertino, in questa substantia; e di più dice che la majestà e altezadil re mandarà l'armata sua. Et vidi una
letera, che il re di Spagna scrive di 8 marzo, di Langaron, a essa regina, sua sorela.
Questa facemo solamente per avisarve, come havemo ricevute le letere vostre, a le qual a presso satisfaremo; et per farve intender li felici progressi dil serenissimo signor re, nostro fratello et vostro patre et barba observandissimo, contra li mori de
l' Alpuxiares, et la mandemo a la ventura, per la via
de Valenzia, per Pietro de Fricis, quale parti a li
cinque de qua. Tra le altre cosse ve scrissemo, come
sua alteza havea preso uno monte fortissimo, a l'o- | mandar deba.
108 posito de la mior et più importante forteza, che teneano li mori, chiamata Lanzaron, qualle teneano li
mori fornita de homeni electi, et de fazoni. Da poi,
sua majestà, vedendo la pertinacia de quelli populi,
li qualli, sendo assai de non voler venir a venia et
ad obedientia, deliberò farli dar la bataglia a la prefata forteza, et che ' l conte de Lerin con tre a milia
cavali et infiniti fanti, intrasse in l' Alpuxiares per un' altra parte ; et cussi fu exequito. Per modo che
animosamente quella forteza fu expugnata; in la qual
forono morti et presi 500 mori, valentissimi homeni ; de la qual victoria, per esser quel loco la meglio
securità havessero loro, pigliarono tanto teror et
paura , che subito mandarono ad sua alteza per
acordo. Et cussi sua majestà, per non poner im più
pericolo lo exercito et zente sua, volendo tutto lo
resto de quelli lochi expugnar con l'arme, ultra che
li haria destruti, non senza grandissimo danno et
interesse de sua alteza, per li pagamenti et setta (sic),
se ne andò et aceptó lo acordo con alcune conditione: et maxime che per le spexe facte a la impresa,
li mori li dano 50 milia ducati d'oro ; et che li mori,
presi et captivati fino in quel dì, resteno schiavi. Et sua majestà ha aute in suo potere tutte le altre forLa sotoscriptiom, dice : Que fara lo que senora
EL REY.
La mansion era : Serenissima senora hermana.
È da saper, che il sumario di le letere di la Valona, di 8 april, le qual fa menzion l' orator è a Napoli, in sue letere dice che el sanzacho ſeva lavorar l'armata. E in aqua erano butate do galeaze e
do galie sotil, uno scorpione, uno arbatozo ; il resto sarà 18 galee et 8 galeaze; hanno canoni, la bocha di 109
qual è uno palmo. Item, a Lepanto Jacub bassa es- ser zonto, è il bassà di la Romania, et li do fioli dil
signor li manda velle 500. Sarà fortissimo il signor
in campo, con persone e cavali 150 milia, et era
zorni 6, videlicet a di 2 april, che il signor turco predito parti di Andernopoli, per venir in campo a la
via di Salonichij.
Da Ferara, dil vicedomino, di 3. Come quel signor à ditto, lanze 600 e assa' fanti de' francesi andava versso Pisa, pagati per fiorentini, per rehaver
Pisa, Pietrasanta e Montepulzano. Item, veniva a Venecia uno orator di luchesi, nominato domino Nicolao Tegrimi, et il conte Zuam Francesco di la Mirandola à mandà a dir al signor ducha, vol mandar li a
Ferara la soa famcia; dubita de' francesi, et voria
293 MCCCCC, MAGGIO.
294
salvo conduto. Il signor li à risposo, si 'l re di Franza
li dimandasse don Alfonxo, suo primogenito, gelo
daria etc. E si dice darà al re ducati 12 milia. Et
missier Zuan Bentivoi li dà a ditto re, per conzar
le cosse sue, ducati 50 milia ; e il signor ducha voria
etiam lui conzar la cossa di Carpi.
Da Trevi, di proveditori, di do. Mandono una
relatiom abuta di le cosse francese, la qual è questa.
El cantpo de' francesi, de lanze 1200 et pedoni X
milia, dover andar ad alozar tra Parma e Rezo, de
le quale lanze 500 et pedoni 600 capetanio è mon- signor di Beumonte, dovea andar a la impresa di
Pisa, in favor de' fiorentini. De li quali la christianissima majestà per questo effecto, per letere di cambio
a Liom, havea auto ducati 40 milia. Item, che francesi dimandavano al marchexe di Mantoa ducati 50
milia, et volea che l'andasse ad presentarsi a la chri- stianissima majestà, per justificar le cosse sue. Item,
che Bologna paga ducati 50 milia, Pavia 40 milia,
Parma 30 milia, Carpi, la Mirandola et Corezo du- cati X milia per uno. Item, che al ducha di Ferara
non si dimandavacosa alcuna, per esser reputato bon amico di la christianissima majestà. Item, che Belenzona era stà fornita per todeschi , et Chiavena per francesi, et che ad quelli confini andava lanze
200 francese. Item, che missier Francesco Bernardim Visconte si mandava in Franza, et la majestà
christianissima da Liom ritornava a Paris. Item, che
se li presoni era sul nostro dominio, non fusseno stà mandati o non si mandasseno, li francesi non seriano
mossi da Milano, et milanesi non ariano pagato uno
marcheto; quali sono desperati, perhò dieno pagar ducati 30 milia (sic) ; videlicet 100 milia al presente,
di qualli ne era stà scosso ducati 50 milia, et il resto
si va scodendo. Item, che 'l re Federico cercha conzar le cosse sue con la christianissima majestà per mezo de' fiorentini, et che si divulgava li vol dar di
censoducati 200 milia a l'anno, la cità di Gaieta, et il fiol per pegno et obstaso. Præterea che monsignor de Ligni dovea andar in Franza per esser a parlamento con la christianissima majestà; la causa è che,
essendoli stå, per quella, promessa la impresa dil rea- me di Napoli, par che il reverendissimo cardinal
Roham la voglij dar a monsignor di Beumonte etc. Inquesta matina, pleno collegio, referiti la mostra
fata di Paulo Albanese, va in Levante con 250 provisionati ; et la matina sequente li pageria, et anderiano su legalie.
Etiam, fo aldito l' orator di Malvasia, qual mostrò il modello; fo comesso a l'hordine nostro lo
dovesse presto expedir.
Adi 6 mazo. In colegio Jo non fui per andar a 109 Lio a expedir li provisionati, quali pagai et cargai sopra la galia di sier Marco Tiepolo, et quella di sier
Daniel Pasqualigo, grosse, 100 per una, et 50 sopra
una charavella ; et se tirono le galie ſuora, et partino
il zorno da poi .
Veneno li quatro oratori di Franza. Parlono zercha il condur a Milan dil cardinal Ascanio ; vol cavarlo di toresela, a hore 20; et voleva Sonzim Benzom venisse con esso Ascanio con 200 balestrieri, et
etiam 50 homeni d' arme per più securità. Li fo risposto, se li daria la scorta, ma non era bon trarlo
a quella hora, perchè tutti lo vederia. Poi introno in
altre pratiche, et presentono una scriptura ; il sumario si dirà poi.
Vene l' orator di Napoli, domino Zuan Baptista
Spinelli, et disse il papa voleva far comotion nel Regno, et era venuto uno capetanio francese in l'Abruzo; pregava la Signoria volesse proveder. Li fo risposto bona verba, et sempre riservato.
Vene l' orator di luehesi, domino Nicolò Tegrimi ,
dotoret cavalier, presentato letere di credenza, e sen- tato a presso il principe, racomandò Lucha a la Signoria nostra, per esser stata sempre in nostra protetione. Disse dubitar di francesi etc. Il principe li usò
bone parole, et luchesi erano nostri, et si consulteria.
Veneno li zudoi, volendossi excusar non poter
pagar quello li fo imposto. Fono ribufati, e conveneno pagar. Et è da saper, vene il processo da Vicenza zercha li zudei incolpati haver morto un puto;
tamen non fo leto etc.
DaRoma, di l' orator, di primo. Nulla da conto.
Di coloquij abuti col papa, qual era andato a piazer
sopra zatre, a veder caze sul Tevere feva far il ducha Valentinos, et l'orator li aricordo di le cosse dil
turcho, et expedir legato in Hongaria. Il papa disse
faria provision, ma che non trovava niun cardinal
volesse andar in Hongaria. Item, per un'altra letera
avisa, come el fiol dil ducha Stefano, ducha Gim,
signor in Albania, veniva qui per andar nel suo paexe : lo ricomandava a la Signoria.
Da Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador. Zercha li presoni fuziti, et il modo quelle
donė tolseno di le man de chi li menavano, licet vi
fusse li Zuam Griego ; et par esso proveditor prese
di sua mano domino Baptista Visconte, et uno altro
fo trovà era scoso; il resto scampono. Et par, causa
di tutto sia stato missier Jacomo Secho, primo homo
de Charavazo; et questa cossa fo da riso ; pur dispia -
que al colegio. Et fo comunichata la letera poi, con
li oratori di Franza.
295 296 MCCCCC, MAGGIO.
È da saper, il principe disse chome era venuto | li beneficij . Et il roy li à parla dil clero etc. Item,
da lui sier Beneto Dolfim, quondam sier Daniel, vien
per terra di Spagna, merchadante, qual certificha
che a Valenza l'armata dil re si diceva indubitatamente era in hordine, et veniva via.
Da poi disnar, fo conseio di X con zonta di colegio, et ſo terminato mandar questa note il cardinal
Ascanio via, con barche di Padoa, con Alvixe Ma- nenti, secretario dil conseio di X, et 20 barche dil
conscio di X, con oficiali e capetanij ; et poi a Padoa uno retor lo acompagni fino a Vicenza, et quello di
Vicenza, vülelicet sier Domenego Contarini, capetanio, l'acompagni fin a Brexa con scorta, et cussi a
hore 8 ditto cardinal montò in barcha di Padoa. Et
110 intisi, avanti el montasse, el voleva da li oratori di
Franza segurtà di la vita. Et monsignor di Montasom li disse : Vi aseguro fino al roy. Et cussi Montasom et l'altro andono con lhoro; et li altri do
etiam lo acompagnono fino a San Zorzi di Alega. Et
andò con 5 barche di Padoa, etiam li altri presoni
erano retenuti ; videlicet episcopi et altri di soi da
conto, che lhoro francesi dimandono. Et è da saper,
questo cardinal voleva parlar al principe et a la Si- gnoria ; nunquam fo voluto ; ma parlava con Alvixe di Dardani, era so guardian, et lui riferiva poi in
colegio.
chome in do zorni le letere di Milan veniva a Lion
per le poste, et per un' altra letera, di ultimo april ,
par il roy dicesse al secretario di esso orator : Ben,
la Signoria non mi vol dar Ascanio, mi justificherò
con tutti; faremo andar le zente nostre a Cremona.
Et poi l'orator andò da soa majestà per mitigarlo.
Qual si dolse, e disse tutto, excepto di mandar le
zente. Item, che monsignor di Albi li à ditto : La
Franza è povera za anni 6. Item, la raina andava
versso Bergogna, per dubito dil re di romani ; et il
principe di Orangia vi va etiam.
Di Cypro, di sier Troylo Malipiero, capetanio
di Famagosta, di 21 marzo. Nulla da conto. La
qual non fo leta.
Da Damasco, di sier Beneto Sanudo, consolo, di
12marzo. Come havia tolto sporte 800 piper. Item
di arzenti fo tolti per Zabalat per forza a' nostri. Conclude, il viazo è disfato.
Da poi disnar, fo gran conseio. Vene il principe
con monsignor di Beuchayro e domino Acursio. Fu
fato a Ravena sier Antonio Soranzo, fo podestà et
capetanio a Ruigo, a Vicenza, a Zara et a Bassam ;
et non altre voxe. Item, fo butà li sestieri di la paga
di .... 1471 : vene primo San Marco, San Pollo,
Osso duro, Canareio et Santa †; et fu fato a studio.
Et questi oratori parlano molto col principe, e li disse 110 *
il re di Spagna voleva la Calabria, e lassava al roy
il resto dil Reame; et che ' l marchexe di Mantoa volea dar danari al roy, e Ferara et Bologna ; et che
fiorentini metevano mal tra il roy e la Signoria nostra. Poi disse che monsignor di Montasom havia
ditto, voleva inchadenarsi con Ascanio la note, e l'altro con l' altro.
A di 7 mazo. In colegio, vene monsignor di
Beuchayro et domino Acursio, oratori di Franza. Et
domino Acursio lexe una letera dil cardinal Roam,
si duol di le nostre zente e di proveditori, di certo
danno fato al capetanio di la Landa; et che li era
stà manda solum li presoni rognosi. Et poi presentó
una letera, esso cardinal scriveva a la Signoria, unde
si doleva, e pareva havesse fato venir le sue zente a
li nostri confini, et par facesse sorastar Ascanio a
Padoa, dubitando etc. Or el principe parlò, justificho | letere :
tutto , et rimaseno satisfati. Poi lhoro dimandono
risposta di la soa scriptura. Li fo ditto non era stå
ben intesa ; se intenderia mejo. Poi lhoro dimandono |
fusse licentia de qui l'orator di Napoli. Li fo ditto |
era mal parer cussi presto.
Vene Antonio di Fabri, deputato andar con la
soa compagnia, era a Rimano, et ne faza di altri provisionati, in Levante ; et cussi fo manda Zuan Filipo
Auriliano a far la mostra.
Da poi gran conscio fo pregadi, et vene queste
Di Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador, di do et cinque. Come Cesena havia
posto le arme di Valentinos sopra la cità, licet habino
mandato oratori a Roma al concistorio ; et à nova
di Roma, ditto ducha haver 700 homeni d'arme et
5000 fanti ; vol venir a tuor Pexaro et Rimano, poi
Faenza; et par uno, nominato domino Zuan da Canal, prothonotario, scrive di Roma a ditto provedador tal nove. Item, el ducha de Urbin era stato li a
Di Franza, da Liom, di l' orator, di 29. Come Rimano, veniva in questa terra, et per quel conte
havia parlato con monsignor di Albi, zercha l'armata Federico dil Monte à parlato etc. Et par el conte
dil re; qual li disse certo il re faria. Item, il signor | Lamberto Malatesta di Soiano, li à scrito haver preso
Lodovico era zonto a Garnopoli in quel zorno; et | alcuni lo voleva tradir. Item, come à inteso in la roera venuto lo episcopo di Melffi, orator dil papa al|| cha di Rimano esser intelligentia per il ducha Valenroy, a ricomandar il ducha Valentinos, et etiam per | tinois ; il signor à mudà i castelani.
297 MCCCCC, MAGGIO. 298
111
Di campo, di proveditori, da Trevi, di tre. Nulla
da conto. Chome hano da Milan, missier Zuan Jacomo haver pocha reputatiom, et che Triulzi, Boromei et Palavicini sono etc. , et che le zente vanno pur
versso Pisa.
Da Cremona, di Lucio Malvezo, prexon in rocha, do letere. Prega la Signoria voglij veder si à
falito; si racomanda. Le qual letere non fo lete ni in
colegio ni im pregadi.
Da Pisa, di la comunità. Et quelli signori si racomandano a la furia li viem a le spale; et hanno fato
lhoro oratori Zuam di Lanti et uno di Colti, stanno
qui. Non fono alditi.
do li mostrono le zoie et le arme dil conseio di X.
Poi Gasparo, in renga, etiam referite quello disseno
ozi a conseio al principe. Et fo dato sacramento a
tulti etc.
scrisse eri, et chome ozi era stato dal re, qual li disse :
Scrivè a la Signoria mi compiasa di darmi Ascanio.
Et lui orator zercho justifichar le raxon nostre, per
le qual si teniva esso Ascanio. Disse il re : Scriveteli
di bon inchiostro. Poi l' orator li disse di l' armata.
Rispose soa majestà: Vi prometo, la mia sarà più
presta cha la vostra. E li mostrò una letera abuta dal
re de Ingaltera, la copia di la qual sarà qui sotto
scritta. Item, il Moro, o ver signor Lodovico, doveva
ozi intrar li in Lion, o ver doman; et che lo episcopo di Melffi, orator dil papa, era al presente arziepiscopo di Arles etc.
Copia di letere dil serenissimo re di Anglia
al cristianissimo re di Franza.
Altissimo et potentissimo principe, nostro carissimo et amantissimo fradello e cuxim.
Nui se recomandemo a voi de perfectissimo cuor.
L'altro zorno dil mese di marzo precedente, el vostro oficial d'arme de Picardia ne apresentó lettere,
In questo pregadi non fo il principe. Fo leto per
Gasparo di la Vedoa la scritura in francese deteno li
oratori. In conclusion, il re vol Ferara, Mantoa, Bologna, Lucha, Pexaro e il Reame aquistar con ajuto
di la Signoria ; e dice vol haver in le man dil querelante, poi partirà etc. Et poi sier Nicolò Michiel, dotor,
cavalier, avogador, andò in renga, et expose in eadem
materia quello che eri essi oratori li disseno, insieme con sier Zorzi Corner, el cavalier, cao di X, quan- ❘ quale per lui ne havevi scritte, date a Liom, l' undecimo zorno del ditto mese ; per le quale ne avisati
et fati asapere del stato de le fazende de Italia ; e, tra
le altre cose, de la bona fortuna quale v'è advegnuda in quelle parte a l' incontro di vostri inimici.
Per la qual cossa noi semo stati et semo jucondissimi, cussi chome se la bona fortuna ne apartinesse
a noi medemi ; e doveti esser certissimo che ne fate
grande apiacer de cussi sovente avisarne et farne
asapere de vostre novelle et del stato sotto nel quale
sono le vostre ditte facende. Eper questo semo grandemente obligato a voi, perchè cognoscemo certamente che questo viene et prociede dal cordial amor
et benivolentia, che sempre havete portato versso di
noi. Donde più caramente che podemo ve ringratiemo, ben che per avanti il ricever di le vostre ditte
letere coreseno altre novelle per de qua, in maniera
contraria de le vostre; mamai non li havemo voluto
prestar fede, fin a tanto che non havento saputo le
vostre.
Fu posto per tutti li savij di colegio, di tuor 4
nave, et mandarle in armada, ut patet, con le condition. Ave tutto il conseio. Et fo parte notada di mia
mano, e mia opinion.
Fu posto per tutti di expedir il conte Xarcho et
mandarlo in Dalmatia, darli la biava, chome hano li
altri stratioti sono in Dalmatia. Have tutto il conscio.
Fu posto di scriver a Fiorenza, per lhoro savij
dil couseio e di terra ferma, a quella comunità, ne
voglij dar li nostri ducati XV milia, e provedino a
darne la securità dil resto ; aliter si provederia etc.
Et fo assa' bruscha letera. Et ave tutto il conscio.
Fo mandata, et nulla zovoe.
A di 8 mazo., In colegio vene li do oratori di
Franza, solicitando la risposta di la scriptura. Et il
principe li rispose, si faria ; et li disse il bon voler di
la Signoria nostra versso la christianissima majestà,
e dito mal di fiorentini. Lhoro risposeno, cussi era
da la parte dil roy. Poi dimandò qua de causa tenivamo le zente a Trevi e a li confini. Li fo risposto,
per assegurar le cosse di populi etc. Poi partiti, il
doxe si parti ; li consieri restono a dar audientia, et
li savij andono in un' altra camera a consultar la risposta di prefati oratori.
Da l'altra parte, noi intendemo per vostre ditte
letere, che haveti saputo del certo tanto da Venecia,
da Rodes, da Hongaria, e d'altri logi, che el turcho,
innimicho de la nostra fede catholicha, ha fato e drizado la più grossa et potente armada che mai fusse
fata nè drizada in Turchia, a intentione de vegnir e
de scendere al preditto mexe de marzo, o vero que- sto di aprile in Italia, la qual cossa saria uno grandis- 111 ·
simo terore a tuta la cristianitade, oltra i grandi et
Di Franza, di l'orator, di primo. Replicha quello | enormi malli che faria, se ' l non fusse remediado et
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desesa, como noi semo. Et de questo, voi et li ditti
altri principi christiani, ve ne poteti tenir securi ;
pregandovi più instantemente et de bon cuore, che 112
far podemo, che ' l ve piaqua de la sua ditta descesa,
se fata la hè, avisarne et advertir, a fin che podemo
far le preparatione nostre, segondo che rechiederà
el bisogno, insieme di vostri navilij ; cussi le vegnirano, e cussi ne fareti piacere grandissimo, et cussi
el benedeto Santo Spirito, altissimo et potentissimo
principe, nostro carissimo et amantissimo fradello
e cuxin, ve voglia conservar e guardar.
Scrita in la cità nostra de Londra, el septimo
zorno de aprile, l'ano 1500, avanti pasqua.
La sottoscriptione : Vostro bon et leal fratello,
ANRIGO RE DE INGILTERA.
Et poi M. M. Caulis. :
Atergo : A lo altissimo et potentissimo principe,
nostro carissimo et amantissimo fradello e cuxim,
el re Lodovico de Franza.
provisto, pregandone, incitandone, et exortandone
che, per l'honor de Dio, nostro creatore, de la ditta cristianità et de la nostra ditta fede catholicha, vogliamo haver risguardo, et dal canto nostro far qualche sforzo e demostratione, a effecto de ajutar et
resister a la deffesa del dito turcho, et per rebater |
la sua ditta armada, fazendo meter suso, preparar |
et equipar qualche numero de navilij, a fin che ciaschaduno cognosca el nostro bon voler versso la
ditta cristianità, essendo deliberado dal canto vostro
far el simigliante. Altissimo, potentissimo principe,
nostro carissimo et amantissimo fradello e cuxim,
despiacentissimi semo de intendere che 'l nostro comune inimicho de la fede catholicha, sia cussi deliberado con sua posanza de descendere et invader
cussi brevemente la cristianità, et che noi semo cussi
lontani dal locho che diceti, dove l' intende far sua
ditta disesa, che non la podemo aidar, nè remediar
la nostra parte cussi prontamente, come de tutto el
nostro cuor et bon voler desideremo far. Ma, altissimo et potentissimo principe, nostro carissimo et
amantissimo fradello e cuxim, da poi che havemo comunichadolongamentedequesta materia, insieme con
le zente del nostro conseglio, el ne pare, et a lhoro
insieme, che questa seria cossa forte dificile, e quasi
impossibile, che cussi subitamente potessemo mandar per resister et impazar la sua ditta desessa, et che avanti che noi podessemo far preparar i nostri
preditti navilij de tutte cosse che li seriano neccessarie, tanto de zente, artilarie, vituarie, et altre munitione, et che podessemo esser gionta ne le parte,
dove el ditto turcho intende far sua ditta descesa,
comediciti per vostre ditte letere, posito che havessemo vento propicio o tempo conveniente per far e
compir questo, atento el longo viazo et camin che
haveriano a far et explorar per mare, el saria a presso San Michiel, avanti che podessimo zonzer ne le parte
de sua ditta descesa. Adir el vero, questa non seria Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe, et
che spexa fata et consumada invano, senza nè servir | stete pocho. Fo leto le infrascrite letere, venute da
nè zovar; ma quando cussi intravegnisse, che Dio non
lo voglia, che 'l ditto turcho fosse deseso ne la ditta Da Padoa, di Alvixe Manenti, secretario dil
cristianità, con animo et volontà di voler continuare, | conseio di X, data eri. Avisa dil zonzer li col carvoi et tutti li altri principi cristiani podeti esser seguri, perchè noi cognoscemo essere el debito nostro
in tutto quello ch'è possibile a noi, ne harà a ribaterlo et discazarlo fuora di quella, in modo che al
piacere de Dio creator ogni uno cognoscerà che a
nostro poder li haveremo messo la mano cussi come
ogni uno bon principe cristiano debbe, et è obligato
di far, per la difenza de la nostra ditta fede catholicha, essendo cussi lontam dal luogo de la sua ditta
Di Albania, di sier Andrea Michiel, provedador,
datu ai Rodoni, a di 12 april, et etiam sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, data ivi, in
galia, qual è li con la galia di sier Polo Nani. Conclusive, avisano di quelle cosse la salvatiom saria, se
li mandasse Schandarbecho. Et è da saper, nostri, a
uno locho nominato Chovrili, fabricano una terra; et
vi fo mandà per il conseio di X Marin di Greci, dove
vi hè insieme col prefato proveditor a questo effecto.
Di Cutaro, dil retor e provedador. Zercha provision fate de li, e nove di turchi di la Vajusa ; tulle
cosse si sapeva.
In questa matina, Jo fici risponder a la letera dil
re di Rossia ; videlicet di la bona amicitia ; et questo
perchè li oratori lo rechieseno. Et ita factum fuit
literæ, consulente collegio.
poi disnar :
dinal Ascanio, a hore 18, et trovò li rectori li veneno contra, alozó im palazo di sier Nicolò Foscarini, capetanio, in la chamera Barbariga. Era con
lui Andrea Vasalo e Marco Saxo, capetanij, et domino Sonzim Benzom, et assa' altri per custodia ; et
ricevete l'hordine di andar uno di rectori con lui
fino a li confini di Vicenza ; e cussi sier Lunardo
Mocenigo, podestà, era andato con esso cardinal con
bona custodia, versso Vicenza.
301 MCCCCC, MAGGIO. 302
È da saper, che vene questa matina una letera | francesi passi per Pontremolo, che vano a Pisa, et di uno, data a Padoa, scrive el cardinal Ascanio star mal ; et che ditto cardinal voleva far far la
paxe col turcho e la Signoria. Or fo scrito a Padoa
per la Signoria, con li cai di X, fusse retenuto ; e
perchè niun nol cognosceva, si non Nicolò Aurelio,
secretario, fino a Padoa a questo effecto statim fo
mandato ; et 0 trovò.
Dil signor Carlo Orssini fo leto una letera, drizata ad Anzolo Tancredi, suo secretario qui ; si scusa di presoni fuzite ad Piasenza, non è sua colpa, et
altre particularità, ut patet.
Di campo, di proveditori, date a Trevi, a di 6.
Come el signor Carlo Orssino li havea ditto aver da Bologna, che il roy dimandava a missier Zuan
Bentivoy ducati 50 milia, et lui volentieri si acorforssi il re aspira quel dominio, e non renderla a'fio- rentini. Bologna scuode danari di pene e colte, e
non si sa perchè, e con dificultà si scuode. Da la
Mirandola paril roy vol ducati 9000, da Carpi X mi- lia, da Corezo ducati 6000 ; e tutti fuze le zente francese di parmesana, et il nome di francesi è in odio. Item, li a Ferara si pone colte; si dice per pa- gar i salli di la Signoria, et per far altro ; tamen
manderà il suo fator de qui, con ducati 2000 a pa- gar ai proveditori dil sal il debito.
Dil ditto, di 7. Come lanze 300 e pedoni 6000
vano versso Pisa, et si dice pisani hanno fato condur
im Pisa assa' fassine per brusarla. Fiorentini dubitano li converà pagar assa' danari a queste zente,
et perhò sono di mala voia ; e si dice Lucha con
assa' danari conzerà il fato lhoro. Item, il ducha di
Ferara non varda a danari a conzar etc.
Da Chioza, di sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier, podestà, date ozi. Avisa dil zonzer li dil ducha
di Urbim, e poi disnar si parte per venir in questa
terra occulte, e senza alcuna pompa.
112 deria a soldo con la Signoria nostra. Item, da Milam, essi proveditori hanno per homeni venuti, come si preparava stanzie per 2000 cavali li, et era stà fato tre forche, si diceva per impichar li presoni. Item, li Triulzi e Boromei era venuto hordine
dil re se mandasseno in Franza; et li Triulzi viveano
a zornata, e mandava il suo fuori ; et li Boromei
adunava zente in caxa. Item, monsignor de Lixon,
con uno altro, volevano incantar li dacij, havia tolto
4 per parochia, quali li haveano ditto fazi quello | Nara la conditiom di la terra ; concludeno ambedoi
vol la regia majestà, lhoro non se impazariano. Item,
mandono una letera dil cardinal Roam, scrive a
essi provedadori , di presoni ; li ringracia haverli | turchi, atenderia a le fabriche, e porteria il predati etc. , e dimanda sopra tutto li Crivelli e Visconti
e Landriani ; qualli fono causa di far ritornar Lodovico in Milan. Item, mandono una letera di Bernardo di Bibiena, data a Milan, drizata al conte di
Pitiano, governador nostro. Avisa chome milanesi li
dispiace di presoni renduti , et che il re Fedrico zerchava far partidi al roy e boni, e cussi pisani,
acciò siano tolti a gracia. Etiam Mantoa non ha
obtenuto, nè potuto obtenir un salvo conduto dal
cardinal, di mandar a Milan suo fradello prothonotario. Item, monsignor di Ligni era andato a Pavia, poi vano a Zenoa, demum in Franza.
Di Cypri, di sier Bortolo Minio, capetanio a 113
Famagosta, e poi una di sier Troylo Malipiero, саpetanio, andato in locho suo, vechie di 22 marzo.
se li manda una gatia sotil ad armar de li, la qual
faria tre beni : varderia l'isola da fuste di corsari e
sente al soldam, dove hanno mandato el rezimento
ambasciador a ditto soldam sier Hironimo Zustignam. Etiam sier Andrea Venier, luogo tenente,
scrisse de Nichosia .
Di Napoli di Romania, di sier Francesco Bragadim, rector e provedador, e sier Alvixe Bom, vice capetanio. Zercha nove di turchi, vechie, et il bisogno di quella terra, con molte particularità non da
conto.
In questo pregadi fu posto parte, di dar il possesso di lo episcopato di Liptomo in ... a certo grecho, per li consieri ; et non fu preso, per non aver
il numero di le balote, vol haver 120.
di le 5 nave brusade, zoè dil suo servito, justa la
parte, a le cazude. Et fu presa.
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, dotor, vicedomino, di 6. Come le zente francese erano aviate Fu posto per tutti i savij, far creditori alcuni
versso parmesana, et la Mirandola è in fuga ; il si- ❘ hanno servito con le charavele in armada, et quelli
gnor Zuam Francesco à mandato la moglie li a Ferara, e lui è intrato in rocha di la Mirandola; tamen
il ducha spera conzar le cosse col re con danari, o
ver che nassi discordia tra ditto re e la Signoria nostra; et che missier Zuan Lucha, suo orator, era a
Ferara. Etiam missier Alberto da Carpi vol conzar le sue cosse con danari ; e il signor vol le zente
Fu posto per li consieri, di perlongar il salvo
conduto a li Garzoni dal bancho, falidi, per altri do
mexi . Et contradixe sier Tadio Contarini, quondam
sier Andrea, el procurator, era sora le aque. Et sier
Zorzi Loredam, è di pregadi, uno di tre zudexi dil
303 MCCCCC, MAGGIO. 304
bancho, rispose, dicendo voleano haver certe infor- | mior galie vadino in colfo fino a Patras, a inquerir.
mation da lhoro, et che li cai di creditori erano contenti. Ave 37 di no, 123 de sì.
Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, che
li diexe savij, che hanno compido, non vengi più im
pregadi, sotto pena etc.; et quelli pono star li do anni, vengi fino i compiano ; et più non si fazi X savij , ma si chavi di quelli di pregadi a questo officio,
qualli stagano 6 mexi. Ave 69 di no, 84 di si. E fo
presa.
Item, che l'orator dil turcho, fo qui, dismontò
a' Santi 40. Item , ricevete la letera zercha cavar
le fameie di Corfù, e socori Modon e Corom; dice,
quando el bisognerà, farà; et che in locho di la galia innavigabile , chome scrisse era de li , saria la
Baxadona trata di aqua, et che l'altra havia bisogno di conzier, videlicet di quelle si à armar li a
Corfù. Zercha l'aterar la bocha di la Vajussa, à
dechiarito per altre la impossibilità, e perho è meio Da poi veneno li savij dil colegio fuori di che- | tenir qualche nave con qualche galia a quella bocha.
Item, à ricevuto li danari da mandar in Candia per
armar, e cussi arma; et le do galie candiote rimase, zoè la Bragadina e la Foscarina, era neccesba, dove erano stati a consultar, et fo intrato in
una materia importantissima, di la risposta si à far
a li oratori di Franza. Et fo leto una opinion di
sier Domenego Morexini, procurator, sier Filippo | sario disarmarle per non poter star più fuori. Item,
Trum, procurator , sier Alvise da Molin, savij dil
conseio, et sier Marco Zorzi , savio a terra ferma ;
l' altra di sier Polo Barbo, sier Marco Bollani, savij
dil conseio, sier Beneto Zustignan, sier Piero Capello e sier Zorzi Emo, savij da terra ferma; et sier
Lucha Zen, savio dil conseio, nulla messe, et andò a
la Signoria et a li cai di X, dicendo conseiava de
aprir al pregadi alcune cosse era nel conseio di X.
Unde fo chiamato conseio di X, et prima dato sacramento a tutti, e tolti in nota per li cai di X, et
fo licentiato fino a domain.
È da saper, questa matina in colegio fo mostra
uno safil ligado, belissimo, si mandava a donar al
confesor dil re di Franza, per via di quel missier
Bonin, stà a Lion, fidelissimo nostro.
Et in questa sera, vene letere da mar, di 26,
qual non fo lete. Il sumario sarà qui solo. Et si
parti Sbardelà e Piero Schiavo, qualli andono con
200 provisionati fati a Cremona, e fè la mostra a
Lio, et vano con una nave a Modom. Item, sier
Berti Loredam, soracomito, fa la cercha et si parte
doman.
Dil capetanio zeneral da mar, date a Corfii, in
galia, a di 23 april. Come a la Vajussa, a di 16, fo
butà in aqua galie cinque, una grossa et 4 sotil; il
à ricevuto la letera va a Rodi con quella dil re
di Franza al gram maistro ; le manderà. Item, non
voria levar, de l'impresa l'ha, sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, nè le altre galie ; ma
pur, bisognando, levarà. E le nave armade è mal
in hordine de homeni..
Dil ditto, data ivi, de 26. Chome per il rezimento di Modom li era stà richiesto galie, unde à
mandà la Taiapiera , Marcella vechia, e Lisignana
per avanti. Di novo li manda la Valaressa, e la
Meza, con le do galie candiote, zoè Bragadina e
Foscarina, con hordine poi vadino in Candia a disarınar, perchè è mal conditionate, e non pol più
tenirle. Item, à spazà a Rodi, e dato aviso dil prender dil signor Lodovico , et à mandato do galie
versso il Sasno e la Vajussa, per devedar el transito di alcune fuste et navilioti de' inimici, passano
spesso da la Valona im Puia, etiam per tenirle in
opera. Item, aspetta li armizi e velle rechieste ; vol
danari, senza non pol far miracoli ; à fato demo-
| stration di feste per la presa di Ascanio e Lodovico, e à scrito ai lochi vicini a' turchi. Item, à fato
tuor 40 homeni dal Paxu, per meterli su l'armada.
Item, à lesere di Syo, di 6 marzo, che il signor turcho havia fatto in loco di Fait bassà morto, Mustafa
resto tin 30, parte erano serade, et era mancha- | bei, zenero di Schandarbeg.
mento de chalafadi. Item, a la Prevesa una galia
grossa era avarada, e do sotil, una di le qual era
schavazata, et le maistranze lavorava una galia grosDil ditto, di 27. Manda uno reporto di do zenthilomeni, zoè sier Lorenzo da Canal, quondam sier
Nicolò, e sier Vicenzo da Canal, quondam sier Ansa e una sotil. Di l' armata di colfo di Lepanto nulla | zolo, qualli vieneno di Lepanto, dove erano, e fono
sa ; solum si andava conzando, e ogni di zonzevano
asapides di nuovo. La nostra armada era malissimo
presi da' turchi, et sono fuziti fino a le Peschiere con
uno zopolo eri, et veneno poi al Zante. Questo fo a
113 * conditionata, e scrive, non si provedendo, sia fato dì 21, perchè à letere di ziò dal provedador dil Zanin locho suo ; et fino hora à ' uto zercha homeni 574 ; te, di 22; è miracolo siano scapolati. Dicono esser
dimanda danari, va expedendo le galie, e le manda venuto a Lepanto uno de li 4 bassà de la Porta, et
a la guarda di Viscardo ; et à ordinato cinque di le | si aspetava 30 milia asapi et janizari li, et che turchi
305 MCCCCC, MAGGIO.
306
114
sano la nostra armada esser mal in hordine e in | contra im perzia (sic) ; ca di 7, a hore 9, si aviò
malli termeni ; e il signor à mandato danari a l' ar- versso Vicenza. El podestà lo acompagno, et con
mata sua, et il bilarbei di la Romania era cavalchato zente etc.
di Andernopoli, avanti la lhoro partita zorni 24, et
va versso la Morea, et driedo lui vi va li timarati
con lo exercito.
Da Vicenza, di sier Domenego Contarini, capetanio. Come anderà con Ascanio, justa i mandati, a
Soave, poi a Verona ; e ha ordinato a quatro vichariadi mandi 50 homeni per uno ; et che domino
Ascanio di l'Anguilara, con so zente, cavalchi in
conserva.
A di 9 mazo. In colegio non fu el principe.
Vene sier Lorenzo Corer, venuto conte di Traù, et
referite. Laudó tenir il bastion di Narenta, biasemò
la forteza si feva su quel di Traù, perchè era più Da Crema, di 7. Come à per uno, stato a Milam
presto a utilità di un citadim, cha di la Signoria no- in caxa de missier Zuan Jacomo, si diceva era vestra ; et che lui havia lassà a sier Polo Malipiero, suo nuto comandamento al dito, andasse in Franza ; et
successor, assa' danari per il fabrichar ; et che a che il cardinal Roam dimandò a missier Gilberto
Traù bisognava assa' fabriche, volendo fortifichar | Boromeo ducati 2000, et il conte Filippo Boromeo
quella terra etc.
Vene monsignor di Beucher, qual voleva partirse ozi, et fo persuaso indusiasse a domam. Et ozi
si li faria la risposta.
In questa matina, fo leto le letere dil capetanio
zeneral e dil provedador di Corphù, dil rezimento
di Modom, di 15 april ; il sumario dirò di soto. Et
perchè sier Berti Loredam era amalato, et la sua
galia expedita, unde ſo terminato per colegio mandar uno di sopracomiti electi ; et sier Andrea Bondimier aceptò di andar. Item, sier Jacomo Venier,
capetanio di le galie grosse, tutavia si armava, fo
balotà li danari per armar la galia di Curzola ; et
perchè per le letere di Modon, Alvixe di Zuanne,
patron di nave di Soria, justa la parte, non havia
tochà Modom, unde per la Signoria et il colegio
fo ordinato mandarlo a retenir. Et cussi fo fato, e
commesso a l'avogaria.
Da poi disnar, fo pregadi. Non vene il principe;
fo leto queste letere :
Da Vicenza, di Sonzim Benzom, di 7. Come
la sera avanti, hessendo a Padoa a tavola, el cardinal Ascanio non cenava, ma sentava in cao di tavola,
et parlava con li oratori francesi zercha le vivande
a la francese, e come le se fazeva ; poi dil modo pagava il roy le sue zente, laudando assai, dicendo
mal di le italiane. Unde lui Sonzim rispose : Monsignor, adesso non è tempo di dir questo, ma ben avanti che fosti stà preson. E cussì si levò, e andó a
dormir. Item, dimanda licentia di andar fino a Milanı, per haver la confirmatiom di quello li de' missier Zuan Jacomo Triulzi . Conclude, si l'havesse
ducati X milia de intrada al di, sarà servidor di la
Signoria nostra.
li portò ducati mille, et che il vescovo di Como à
ditto : È pochi danari a la rebeliom à fato. Et che
ditto conte Filippo era stà retenuto in castello. Et
che monsignor di la Trimulia ozi dovea intrar con
500 cavalli in Milan, et si aspetava 600 lanze di le
sue, et za ne erano zoute 400, quale vieneno a Milan; et che lui messo à scontrato done sopra cari di
Cassam, che fuzivano in Milan, per dubito di francesi ; et che venitiani non rompa, perchè si diceva
venitiani hanno roto al re di Franza. Item, che missier Francesco Bernardin Visconte era retenuto in
castello, et che Belinzona si teniva per sguizari, fin
il re li satisfaza. Item, che da Binasco a Milan tatto
era stà posto a sacho per francesi. Item, come esso
podestà di Crema havia letere di Lodi , da domino
Nicolao da Mosto, che in Milam si havia fato conseio in caxa di missier Marchexin, dove fu monsignor
di Lixom e li consieri regij , et che li citadini si dolseno di danni auti ; et li risposeno, lhoro medemi
erano stati causa. Et dice che a do mia a presso a
Milam, è pien di francesi alozati ; et si parla assai di
la Signoria, per causa di rebelli etc. Item, era venuto lì a Crema uno francese, doctor, qual li à dito, le
zente di piasentina a Corte Mazor, ai lochi di domino Orlando Palavicino, haveano fato certo danno, et
etiam li francesi andorono versso Pisa. Et che a
Piasenza domino Ambrosio Triulzi, andato lì, alozò
in caxa di una dona, suo marido è di primarij di 114 .
quella cità , chiamato de li Scoti , qual a Milan li
fè bona compagnia ; or li tolse arzenti, per valuta
di ducati diexe milia.
Da Cremona, di proveditori. Zercha li beni di
rebelli, quello vol si fazi ; dimanda il vicario dil vescovo, videlicet el vescoado è dil cardinal Ascanio, à
de intrada ducati 5000. Item, sia manda uno serivan a quella camera, et che francesi sono di là di Po
Du Padoa, di sier Lunardo Mocenigo, podestà ,
e sier Lucha Zen, capetanio, di 6. Come a hore 18
il cardinal Ascanio zonse de li, e lhoro li andono | fano crudeltà a quelhoro, chome si fusseno turchi.
1 Diariz de M. SANUTO Tom. III. 20
307 308 MCCCCC, MAGGIO,
quondam sier Jacomo.
Da Trevi, di proveditori di campo, di 7. Cho- | sier Hironimo Contarini , e sier Alvise Malipiero,
me tuti li fanti nostri erano fuziti, e li balestrieri di
Zuan Greco si voleno partir, sì che il campo è in Vene il ducha de Urbim, con i 2 zenthilomeni
confusion, se non se li manda o danari o si risolvi ; j che li fo mandato a levar; qual era alozato a Santo
e sier Vido Morexini, pagador, dice non ha un
soldo.
DaBrexa, di sier Domenego Benedeto, capetanio.
Nulla da conto ; et chome sier Pollo Trivixan, el
cavalier, podestà, era andato in Valchamonicha.
Alvise, in cha' Gradenigo, videlicet : sier Marco Dandolo, dotor et cavalier, e sier Zuan Badoer, dotor.
Or disse come era venuto a visitar la Signoria ; come
veria spesso ; ringratiava di averlo mantenuto nel
stato ; si ofersse la persona, stato e zente. E il principe li rispose bone parole ; et era fiol nostro.
Risposto, li presoni è di la Signoria, per li capitoli.
Fu posto et leto le do opinion al pregadi, di risponder a li oratori francesi, videlicet sier Dome- Vene Anzolo Tancredi, secretario dil signor Carlo
nego Morexini, procurator, sier Lucha Zen, sier Al- | Orssini, dicendo el signor suo voria li presoni etc.
vixe da Molin, savij dil conseio, sier Marco Zorzi,
savij a terra ferma, de intrar in la praticha : volemo Ferara e Mantoa per nui ; e si advertissa perho al
turcho ; et è bon il re di Spagna habi la Calabria. A
l'incontro sier Polo Barbo, sier Marco Bolani, savij
dil conscio, sier Beneto Zustignan, sier Piero Capello, et sier Zorzi Eino, savij a terra ferma, che si
rispondi li pericoli dil turcho, e se indusij fin octubrio etc. , e, casu quo, il re volesse omnino exequir,
se li debi dir etc., ut patet in ea. Parlò sier Polo
Barbo, sapientissime. Li rispose sier Domenego Morexini, procurator, fo longissimo, messe zoso il mantello su la renga. Poi parlò sier Lorenzo di Prioli, fo
avogador, non vol quella zonta, dove comenza : tamen faremo etc. Li rispose sier Zorzi Emo. Poi parlò | anderò di longo, juxta i mandati.
sier Francesco Truin, e non vol dir 0 dil turcho, e
chenon si disbraza di la inipresa; voria far cruciata,
et andar contra il turcho etc. Poi parlò sier Anzolo
Barozi, era di pregadi, contra l'una e l'altra opiniom ; ma si rispondi gaiardamente, li pericoli dil
turcho. Hor era hore una di note, el pregadi stracho. Andò le do parte: 17 non sincere, 30 di no,
32 dil Barbo, 99 di altri. E fo presa.
In questa matina, ſo ordinato far, da poi conscio, 115
pregadi ; tamen poi fo remesso. Et fo gran conseio,
et reduto il colegio, more solito, dove vene il principe, et poi domino Acursio, orator di Franza, qual
presentò una letera dil cardinal Roam, data a Milam,
a di 7, sottoscrita : Guiclmus de Ambosa, cardinalis Rothomagensis; per la qual ringratia molto la
Signoria di aver dato il cardinal Ascanio, si offerisse etc.; et mostrò gran piacer. Poi lexe una letera ditto cardinal scrive a lui, con molte particularità sopra di zió.
Da Soave, dil capetanio di Vicenza. Dil zonzer
li, a dì 8 ; et col cardinal Ascanio con bona custodia
Da Brexa, di sier Domenego Beneto, capetanio,
di 8. Chome exequirà zercha Ascanio, e farà comandamento a domino Ludovico, fiol dil conte di Pitiano, è a Gedi, vengi con 100 curaze di cavali a la
liziera per acompagnarlo ; e dil zonzer di sier Piero
Marcello, provedador nostro. Item, manda l'aventario di le monitione sono li, justa l' hordine datoli .
Di sier Piero Marcello, provedador, da Brexa, di
8. Avisa il suo levar da Trevi, justa il comandamento fatoli, per venir in Friul ; non sa che zente el
dia menar; voria haver stratioti, maxime Bernardim
daNona, et il capetanio di le fantarie, Zuan Baptista Carazolo, voria etiam lui venir in Friul, per esser operado a' servicij di la Signoria nostra.
Ad Xmazo, domenega. In colegio, fo gram
pioza, veneno monsignor di Beuchar et domino
Acursio, oratori francesi, ai quali per Gasparo da la
Vedoa, more solito, li fo leto la risposta fata col senato; et lhoro rimaseno molto suspesi. Et disse uno
di lhoro: Non è da bon compagno; la vostra Signoria vol tutto. E dimandono la copia di tal risposta, e Di Crema, di 7. Come à letere di domino Niuna letera al cardinal Roam, di fede. Fo ordinato colò da cha' da Mosto, da Lodi, qual li scrive aver
dargela, e si lassono intender, thoro voriano partir da Milam, che il re di Napoli si acorda col re di
Ferara e Mantoa con la Signoria. Or Beuchayro tolse { Franza, li dà a l'anno ducati centomilia, et certi calicentia, a horra che havia disnato si partiva: vol
esser questa sera a Vicenza. Menoe con si do presoni, erano di Ascanio, videlicet l'auditor et il secretario di Ascanio; et restoe qui Bandino. Et questi 4
patricij li acompagnono in colegio : sier Marco Lipomano, el cavali r, sier Francesco Foscari, el cavalier,
stelli nel Reame, e uno suo fiol per obstaso. Item,
Pavia è piena de francesi, e habità da pochi pavesi,
per esser fuziti a la montagna; et le zente vanno
versso Parma, et il cardinal Roam si aspectava a Pavia; poi, fin X zorni, va in Franza, o ver per tutto
il mexe; et Zuan Francesco Triulzi, fo fiol di mis-
309 MCCCCC, MAGGIO.
310
115*
garà ditti provisionati. Item, è nova el ducha Valentino vien a Rimano, et il papa vol andar a Bolosier Renato, va con 50 lanze e la compagnia di monsignor di Montasom, e sarano ditte zente lanze 500
et 6000 fanti, versso Pisa ; e a Pavia le caxe è piene | gna avanti de' francesi.
di francesi. Item, dil zonzer de sier Hironimo Zorzi,
el cavalier, li a Lodi, per andar a Milan etc.
Da Lodi, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, pоdestà di Verona, oralor nostro, di 8. Avisa il suo
zonzer li , e domino Ambrosio Triulzi li vene contra;
alozò in caxa di domino Nicolao da Mosto, et con
lui rasonato, dice francesi a Pavia esser lanze 500
et 6000 pedoni , e più vi dovea zonzer : capetanio
di ditte zente monsignor di Beumonte; si dice anderano versso Bologna.
È da saper, di la risposta fata a li oratori francesi, fo mandata in Franza et a Milan a sier Hironimo Zorzi sopraditto, e dato la copia a li oratori ,
videlicet di lhoro mano, per non si consueta darla
mai.
Da Roma, di l' orator, di 6 et 7. Come il papa
in concistorio propose tre cosse, havendo esso orator datoli la instrutiom, di la qual mandoe la copia,
la qual etiam fo leta in concistorio, videlicet : poner
decime al clero di Franza, Elemagna et Hongaria etc.
per il turcho, non ceptuando li reverendissimi cardinali, e lui papa vol esser il primo ; et li cardinali, li
fono contra, pur si aquieto, e fo ordinà le bolle al
datario. Item, propose di mandar uno legato cardinal in Hongaria, et concluse expedir lo episcopo di
Chai, pro nunc. Quanto a la 3.º, di unir li potentati de Italia, disse si vederà. Item el datario, episcopo di Modena, à 'buto una canonicha di Padoa,
per la morte di domino Francesco Siega ; per tanto
il papa prega la Signoria li dagi il possesso; tamen
ditto canonichà, per pregadi et per il colegio, in executiom, fo dato il possesso a Lunardo Anselmi, era
et è consolo a Napoli. Item, avisa chome lo episcopo
di Tioli doveva venir qui per Ascanio; non vien, inteso la venuta di Beuchayro. Item, è nova de li, el
re Fedrico si acorda col re di Franza.
Ditditto orator, di 7. Come è aviso, el cardinal
curzense, legato a Perosa, haver preso il castelan
di Gualdo, che retene i nostri merchadanti, con bon
modo, e dete fama veniva mille sguizari ; unde quelli
di la terra prese ditto castelan, et ge lo dete in le
man , et ha restituito le robe a li homeni nostri
erano li retenuti, unde aricorda saria bon scriver una
letera a ditto cardinal, ringraciandolo. Li qual merchadanti andavano a Fuligno.
Da Rimano, dil proveditor Capello, di 6, 7 el 9.
Zercha Antonio di Fabri, contestabele, e li provisionati fa. Item, dil recover di ducati 1732; farà e paAdì XImazo. In colegio vene el dispoti di la Morea, viem di Milam, stato con il signor Lodovico.
Presentò letere di nostri proveditori di campo ; è
bel homo, si racomandoe, voria operarsi o in mar
o in terra. Fu posto a presso il principe, qual li rispose bone parole, et non concluse altro, dicendo si
vederia.
Vene uno barom di Hongaria, nominato domino
Nicolò Linf; per el qual, per il principe to mandato
li cai di 40 e nui savij ai ordeni, a levarlo di l'hostaria di San Zorzi, e condurlo a la Signoria. È homo
vechio, grando, non sa latim, solum hongaro; et sento
a presso il principe. Dice era stato a Roma, et si
partiva per Hongaria. Il principe li usò bone parole,
e fatoli bona ciera.
Veneno sier Domenego Marin, sier Antonio Valier, e sier Piero Balbi, savij sopra la exatiom ; aricordò molte cosse zercha il scuoder.
Di Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier,
luogo tenente, et da Gradischa. Di certe nove di Goricia, e zente si adunava li ; et erano venuti do, per
per nome dil re di romani, a Goricia, et mandono a
Cremons etc. Item, che turchi preparava exercito in
Bossina.
Di Arbe, di sier Piero Boldu, conte. Di alcuni
morlachi venuti su l'isola a dannizar ; quali sono dil
conte Anzolo di Frangipanni, unde à formato un
processo, qual lo manda a la Signoria, e si provedi.
Dicampo, da Trevi, di sier Christofal Moro, proveditor. Avisa il partir dil colega Marcello per Friul,
e li non è fanti ; è andato a Bregazam e Brignan, lochi de domino Francesco Bernardin Visconte, et à
tolto il possesso, posto in uno il pagador et domino
Antonio di Pij .
Di Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador,di 8. Chome à, monsignor di Ligui esser partido di Pavia im pressa, perchè il roy moriva; e vien ditto non pol campar. Fo ordinato gram
credenze di tal letera in colegio ; e non fo creduta
tal nova.
Da Ferara, dil vicedomino, di 9. Come Bologna,
o ver missier Zuane, si acorda con Franza, li da
ducati 30 milia; et Corezo, eli altri lochi, stanno
con speranza di conzar con danari. Item, de li si à
inteso il dar di Ascanio a' francesi ; et il marchexe di
Mantoa vol mandar il prothonotario suo fratello a
Milam, al cardinal Roam, et missier Zuan Lucha, è
li a Ferara tornato, da speranza al ducha. Item, lu-
311 MCCCCC, MAGGIO. 312
116
chesi sono im paura; le zente francese vanno per
Pontremolo a Pisa; il signor vol maridar don Alfonxo suo fiol in una francese, perho con voler di
la Signoria nostra. Item , domino Carlo Ingrato ,
orator di missier Zuan Bentivoy, era ritornato li a
Ferara.
DaBassam, di sier Alvixe Liom, podesti el capetanio. Zercha alcune nove di todeschi, e preparation fanno di zente ; nulla da conto.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe, leto
le letere, si parti. Fu fato ambasador a Roma, in luogo di sier Pollo Capello, el cavalier, sier Hironimo
Liom, el cavalier, fo savio a terra ferma. Il scurtinio
sarà di soto.
Fo per il principe referito quello disseno li oratori francesi, quando li fo leto la risposta. Poi sier
Nicolò Michiel, avogador, referite in renga alcune
cosse, essi oratori li havia ditto. Fo leto la letera dil
cardinal Roam, scrive a la Signoria, et quella a domino Acursio.
parte : 5 non sincere, 2 di no, 20 dil Molin e Venier,
101 la mia. E fo presa.
Vene letere di campo et di Cremona, qual non
fono lecte per l'hora tarda. Nulla da conto; il sumario scriverò poi.
Electo orator a Roma.
Sier Francesco Foscari, el cavalier, fo ambassador al re di romani
Sier Marin Zorzi, el dotor, fo ambassador a
Napoli
Sier Francesco Querini, fo retor e provedador a Cataro, quondam sier Andrea
Sier Zuam Badoer, el dotor, fo ambassador
in Spagna
83
86
50
53
Sier Hironimo Liom, el cavalier, fo savio a
terra ferma, de sier Marin, provedador . 103
Sier Francesco Capello, el cavalier, fo ambassador in Spagna
Sier Marco Dandolo, dotor e cavalier, fo ambassador a Milam .
Sier Pollo Pixani, el cavalier, l'avogador di
comum
32
101
103
Rebalotadi.
† Sier Hironimo Liom, el cavalier, ſo savio
da tera ferma . 116.71
Sier Polo Pixani, el cavalier, l' avogador
di comum 97.82
A di 12 mazo. In colegio non fu il principe. 116 、
Fu posto per sier Domenego Morexini, procurator, sier Lucha Zen, sier Alvise da Molin, savij dil
conseio, sier Marco Zorzi e sier Beneto Zustignan,
savij a terra ferma, di scriver a l' orator nostro va
a Milam, che si il cardinal non si contentava di la
risposta, possi ditto orator dirli, la Signoria sarà
contenta soa majestà habi Modena e Rezo, e a nui
ne dagi sul regno di Napoli a l'incontro. Item, coadjuvi lo acordo dil re Fedrico col re, e disturbi lo
acordo di Ferara e Mantoa con ditto roy. Al'incontro, sier Polo Barbo, sier Marco Bolani, savij dil con
seio, sier Piero Capello et sier Zorzi Emo, savij da
terra ferma, messeno de indusiar, fin vengi letere di
Milam, come si contenta il cardinal di la risposta. Li | Vene il conte Xarcho, e tochò la man ai consieri ; va
consieri messe de diferir a uno altro pregadi. Parlò
primo sier Polo Barbo. Li rispose sier Alvise da Molin. Poi parlò sier Francesco Bolani, era di la zonta ;
biasemò la indusia. Andò le tre parte : tre non sincere, 6 di no, 30 de li consieri, 33 dil Barbo, et dil
Morexini e compagni 107. E questa fu presa; comandato grandissime credenze perchè la cossa importava.
Fu posto per tutti i savij, levar i coralli di Mazachares con ogni nave, pagando li dreti etc., atento il
pericolo. Ave tutto il conseio.
in Dalmatia contento ; à 'buto la biava, et rafermata
la conduta. E si parti per Sibinicho.
Et fo scrito per colegio in Hungaria a li oratori,
debbino solicitar la regia majestà a la expedition.
Item, in Franza a l' orator, soliciti l' armata dil roy;
et fo balotà molti danari per cosse da mar.
Vene domino Salvador Zurlo, nontio di monsignor di Ligni, al qual li fo risposto col senato, in
consonantia di quello fo risposto a li oratori francesi ; li fo pagato le spexe di l' ostaria, e donato ducati15.
Fu posto per mi, Marin Sanudo, savio ai ordeni, Da poi disnar, fo gram conseio, per expedir sier
solo, la parte di mandar le galie di viazi in armada, Antonio Grimani, Et, reduto, li Grimani fioli con li
et il modo ; parte molto longa, serita per mi. Sier advocati andono a la Signoria, e rechiese di chazar
Marco da Molin, quondam sier Francesco, mio cole- li parenti di tre proveditori stati in armada, e di sier
ga, contradixe ; et con sier Antonio Venier feno lezer
a l'incontro una soa opiniom. Jo li rispusi. Andò le
Lucha Loredam, licet non fusse nomina per patron,
tumen era, e la galia sua ; etiam di chazar i padri ,
313 MCCCCC, MAGGIO 314
Jo, con sier Lunardo Mocenigo, mio colega, andassemo a dar principio ad armar la galia Zana da
Baruto, et Truna dil trafego. Galioti erano duri a
fioli, zeneri et fradeli di avogadori. Unde sier Nicolò
Michiel, dotor, cavalier, sier Marco Sanudo, sier Polo
Pixani, el cavalier, avogadori, fonno a l' incontro, dicendo non doveano chazarli etc. Or, sier Zuam Do- | tuor danari ; 0 femo.
nado, sier Marco Foscolo, sier Marin Venier, sier
Antonio Trum, consieri, e sier Jacomo Corer, cao
di 40, loco di consier, terminono di chazarli.
Et li avogadori terminono di intrometer tal opinion, et menarla de præsenti ; et a la prima di chazar li parenti di essi avogadori non potevano, atento
la leze, perchè non si balotava utilità di essi avogadori. Et sier Nicolò Michiel andò in renga, fè lezer
le leze. Li rispose sier Antonio Trun, el consier, et
visto il murmur dil conseio, la Signoria si tolseno
zoso di questa di chazar li parenti di avogadori etc.
A la segonda, zercha chazar sier Lucha Loredam,
atento non è comesso a l' avogaria, ni è patron ordinario, per esser sier Francesco Michiel, qual era stà
asolto pro nunc, im pregadi, acciò sier Nicolò Michiel
si potesse impazar; or etiam sier Nicolò Michiel
parlò. Li rispose sier Antonio Trum. Poi parlò sier
Marco Sanudo, et bene. Andò la parte: 16 non sincere, 362 di no, 663 di avogadori, che la termenation fusse taià, et il Loredan non chazado.
A la terza, di chazar li parenti di proveditori,
etiam ditto sier Nicolò Michiel parlò. Non li fo risposto. Andò la parte : 29 non sincere, 414 di no, 628
di avogadori. Et fo preso di non chazarli.
|
❘
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Di Milam, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, 117
di X. Avisa il suo zonzer li eri con gran pioza. Li
vene contra molti francesi, tra li qual monsignor di
Beumonte, fo orator qui. Alozò in la caxa di domino
Francesco Fontana, et a hore ... ave audientia dal
cardinal Roam in castello, qual li mandò a levarlo
di caxa alcuni francesi. Fo l'audientia general, et l'orator si alegroe con la sua signoria di la sua venuta
e di la vitoria. Et il cardinal li rispose bona verba, et ringratiò la Signoria dil dar dil cardinal Ascanio. Et
poi esso orator li fè lezer li sumarij di Roverè, di le
nove di Alemagna. Item, di le cosse dil turcho, trovò el cardinal e tutti ben disposti ; conseia la Signoria nostra si debbi dimandar, perchè si arrà tutto.
Et monsignor di la Trimolia è li, dice vol portar San
Marco in el capello. Item , missier Zuan Jacomo
Triulzi li era venuto a visitar ; qual si racomanda a
la Signoria. Et monsignor di Ligni è partito per
Franza, si dice chiamato dal roy per non aversi ben
portato in campo. Et che monsignor di Beumonte,
a dì 13, si partiva de li per andar con le zente a
Pisa. Item, el cardinal si mandò a scusar, si esso orator non havia auto bon lozamento ; et altro non da
conto. Questo è 'l sumario.
È da saper, in locho di consieri cazadi, andò a Da Ferara, dil vicedomino, di 12. Come Corczo,
sentar a la bancha con sier Zuan Donado, vice doxe, Carpi et la Mirandola davano al roy ducati 25 milia,
questi : sier Dardi Foscarini, auditor vechio, sier Fran- e conza in ducati XV milia solamente. Item li a Fecesco da Mosto, provedador di comun, sier Hironi- rara si scuode assa' danari, ma con dificulta ; e don
mo Falier, sier Pelegrin Memo, sier Vetor Valaresso, Alfonxo era partito incognito, si diceva per andar a
cataveri, sier Alvise Contarini, provedador a le bia- Loreto; tamen non si sa dove sia ito. Item, era stà
ve. Et questi contavano le balote; e li altri consieri | retenuto uno suo favorito, nome Rizo Tarufo, si dice
crano sentati da basso. Et è da saper, a la bancha per mala administratiom fatta di danari.
non pol intrar auditori nuovi. Et fato questo,fo licentiato el conscio, licet fusse a bona horra, et rimesso
adomam.
A dì 13 mazo. In colegio vene l' orator di Lucha, domino Nicolő Tegrimi, e disse, li lhoro signori
voler dar Pietra Santa e Motrona in man dil roy ;
per tanto pregano la Signoria li voglij consegliar
quello habino a far, come lhoro protetrice. Il principe li rispose bona verba, fazino il meglio, e de plano.
Vene il ducha Guido di Urbim a tuor heentia, va
a Padoa; et li fo usato bone parole, e mandatoli uno
presente di ducati XXV.
Vene uno fiol, fo dil signor Redolfo di Gonzaga,
morite al Tharo a' servicij nostri ; è picolo ; si racomandò a la Signoria et il stato suo.
Da Pisa. Fo presentata una letera di quelli signori, quali si racomandano; la qual non fo leta. E
tuttavia erano a la porta, per haver audientia, Zuam
di Lanti e Lucha di Colti, lhoro noncij, qualli stanno
fermi in questa terra per merchadanti.
Da Lacise, di sier Domenego Contarini, capetanio di Vicenza, di X. Come era venuto li con
il cardinal Ascanio, stato a Verona ; et anderà per
il lago a Salò, poi per quella via a Brexa, per più
securtà.
Intrò li capi di X, et, mandati fuora, lexeno riporti damar.
Et non restarò di scriver quello intisi, chome sier
Andrea Morexini, era avogador, suo fiol per haver
basà una dona, e toltoli uno zoiello, fo menato im
315 MCCCCC, MAGGIO. 316
117
pregadi ; e lui publice diceva: Impichello! Taieli la
testa ! Et cussi fo condanato.
Item, che sier Bortolo Marcello, era baylo a Constantinopoli, vene qui con uno orator dil turcho senza licentia, e fo intromesso.
Sier Domenego Paruta, ch'è di pregadi, quondam sier Marco.
Sier Piero Moro, ch'è di pregadi, quondam sier
Cabriel.
Sier Jacomo Polani, ch'è di la zonta, quondam
Item, sier .... Contarini, hessendo orator in Sa- sier Alvixe.
voia, si parti sine licentia, e zonto a Padoa, licet in
Savoia si morisse da peste fortissimo, fu rimandato,
e si apestò et morite.
Da poi disnar, fo gran conscio per il Grimani.
Et vene suso ditto sier Antonio Grimani, con barba,
vesta negra a manege strete, con la bareta in man,
et soi fioli drio, et sier Alvise Grimani, gobo, e sier
Donado Marcello. Et sentò al basso, a li piedi di la
renga, ni mai parlava. Havia molti avochati, tra li
qual domino Zuan Campezo, dotor, leze a Padoa, sier
Zuan Antonio Minio, et Rigo Antonio con molti altri .
Or parlò sapientissime sier Nicolò Michiel, l' avogador; li fè 8 oppositiom, et lo meno da vero avogador, dicendo: Indegno capetanio, rebello, etc. Et
compito, andò in renga missier Zuam Campeze, qual
fece un bellissimo exordio, ha mirabel eloquentia,
et saria stato longo ; unde a horre vinti tre et meza
fo licentiato el conseio, rimesso a uno altro.
A dì 14 mazo. In colegio fo leto una letera di
uno Claudio, francese, è a Milam, qual scrive mandar de qui le robe, era di Zuam Dolze, secretario
nostro, che morite a Milan.
Item, fo parlato zercha il dar le refusure a le galie dil traſego, state in armada, et aldito sier Piero
Marcello, ave et ha do galie, dicendo non le poter
armar, e ordinato per colegio a nui savij ai hordeni,
che si fazi boletini di ziò a l' armamento.
Intrò li cai di X, e leto alcune deposition di uno
vien da Ragusi, qual poi fo aperte. Il sumario dirò
qui di soto.
Da poi disnar, fo pregadi, et leto le lettere, intro
conseio di X con zonta di colegio, e fu il principe, e
tolseno libertà li cai di aprir al pregadi quella deposition, e cussi fu preso.
Et fo, in execution di la parte, comenza a stridar
alcuni debitori, principiando da quelli sono in li offi- cij , quali nominerò, e fono a uno a uno chiamati davanti el principe, e admoniti.
Debitori stridati im pregadi.
Sier Andrea Dandolo, podestà e capetanio a Trevixo, quondam sier Beneto, lire 12.
Sier Alvixe Moro, podestà a Vicenza, quondam
sier Cabriel.
Sier Lorenzo Contarini, ch'è di la zonta, quondam sier Zorzi .
Sier Thomà Mocenigo, fo consier, quondam sier
Marin.
Sier Zanoto Querini, fo provedador al sal, quondam sier Francesco.
Sier Andrea Donado, è di pregadi, quondam sier
Francesco.
Sier Andrea Loredam, patron a l'arsenal, quondam sier Nicolò.
Sier Piero Duodo, fo savio a terra ferma, quondam sier Lucha.
Sier Bertuzi Falier, è a la doana di mar, di sier
Francesco.
Sier Hironimo Guoro, è a la chamera d' imprestidi, quondam sier Zusto.
Sier Troylo Malipiero, è capetanio in Cypri , quondam sier Marin.
Sier Antonio Grimani, el procurator.
Di Hongaria, di oratori nostri, date a Buda,
quatro letere di 2, 5, 6 et 7. Il sumario è questo di
tutte: di certo frate di San Paulo, primo heremita,
qual fo vescovo, et è tutto dil re, et domino Petro
di Transilvana, con i qual tramano lo acordo, et fanno questi intercessori col re. Tandem concluseno
a la dieta, in uno prato soto pavioni reduti li baroni
e prelati, e il re li disse di tuor l' impresa contra
turchi, usando optime parole zercha a la confedera- tion, e posto le angarie a tutti i prelati et baroni, ut
patet. Item, che li oratori yspano et neapolitano, era- no lì a Buda, dimandavano la dota di la rayna Beatrice, sorella dil re Fedrico, che son ducati 170 milia, et 30 milia di zoie ; et fono etiam a la dieta, a li
qual fonno risposto dimandasseno al re. Item, scriveno di feste fate a Buda per questa diliberation
fata contra turchi. Item, lhoro oratori hanno oferto dar al re ducati 50 milia per l'impresa, facendo la
confederation ; et quelli do sopra nominati hano fatto
beffe, dicendo l'arziepiscopo ystrigoniense li tocha
dar tanto. Item, hanno electo uno baron, qual lo nomina conte paladim, a veder etc. Item, ancora il
messo dil turcho non era ritornato ; scriveno zercha
le trieve etc. Item, che fo ditto a sier Vetor Soranzo
buti zoso il paonazo, cussi farà, qual portava per la
317 MCCCCC, MAGGIO. 318
morte dil fiol. Item, che quelli populi sono tutti desiderosi di andar contra turchi, e morir per la fede;
118 et che era zonto li el ducha Zuan Corvino, fo fiol
dil re Mathias, con cavali 500; et che lhoro oratori
hanno le spexe dil re, zoè ducati 12 al zorno, oltra
le confetion e cere, sì che non sano che far nè il voler di la Signoria.
cendo l'è un cavestro. Conclude, trovar francesi ben
disposti versso la Signoria.
Di Franza, di sier Beneto Trivixam, el cavalier, orator nostro, date a Liom, a di primo. Dil condur de li el signor Lodovico, chiamato el Moro ; la
copia di la qual letera sarà qui sotto scripta etc.
Dil ditto, di 6. Come il re havia auto letere dil
marchexe di Rotolim, era a presso Maximiano, come
quel re diceva mal de' venitiani, dicendo: Non sono
nobeli, ma merchadanti, e pieni di ambitiom, e vol
tuorne il stado. E che il roy disse versso esso orator : L'è un mato, et de un mato se dia far pocha
stima ; quando el vol mal, non dia dir, ma far. Et
che li à mandà a jurar homagio per la ducea di Milam, et Maximiano non à voluto, e quel vi andò, partite. Et Maximiano horra lo manda a chiamar, et lui
à ordinato non vi vadi. Et che esso nostro orator 118
persuase soa majestà a far l' armata contra il turcho ;
et li disse che monsignor di Ravastem, governador
De Milam, do letere di sier Hironimo Zorzi, el
cavalier, podestà di Verona, orator nostro, di 12.
Come fo a visitar missier Zuan Jacomo Triulzi, et
presentò le letere di credenza, et le parole usate per
lui : che è servitor di la Signoria nostra, e vol esser
col roy e con la Signoria sempre, e ancora adoperar
la curaza in suo servicio. Item, scrive che Piero Sederini, orator di fiorentini, à ditto mal di venitiani,
chome li disse esso missier Zuan Jacomo al roy; et
etiam lui missier Zuan Jacomo è stà messo a mal
con soa majestà ; et di certa letera à, per uno suo di
Mantoa, per la qual par la Signoria havesse praticha
con lui e Lodovico. Item, che quelli francesi è ben | di Zenoa, era andato a Milam per veder di voler ardisposti , sì che la Signoria comandi zercha il turcho,
tutto si arà. Item, ozi era stà fato justicia di do citadini , zoè Nicolò de la Bosola, da Pexaro, e uno Andrea da Ferara, per aversi inteso in la praticha con
Lodovico, et esser stati rebelli dil re. Item, che fiorentini han dito, la Signoria mai daria il cardinal
Ascanio; et che Galeazo di San Severino è in le man
dil baylo dil Degium, prexom li a Milan, qual l'à
'buto da' sguizari per ducati 1000, e lui li dimanda { niun sia con lui. Etiam Marchexin Stanga vien me- ducati 5000, e lui li vol dar ducati 3000 ; et ditto
baylo va governador a Como ; et Belenzona ancora
è in man de' sguizari ; et che milanesi sono mal disposti versso francesi, hanno pagato ducati 100 milia,
di ducati 300 milia dieno dar. Item, si francesi erano di qua da Tesim, poneva Milam a sacho certissimo. Item, li oratori di Ferara, Lucha e Bologna sono
stati a visitarlo a caxa, et quel di fiorentini non ha
visto ; quali fiorentini dicono gran mal de nui, et che
il zorno sequente si partiva monsignor de Beumonte
per l' impresa di Pisa.
mar nave de lì a Zenoa. Item, soa majesta havia dato
licentia ai messi dil marchexe di Mantoa, qualli dimandavano veniam; et che l'avia ditto, la sua armata saria presta, et 2000 normandi vien in Italia,
e di le zente dil roy va in Toschana non scrive, sa la
Signoria sa il tutto. Item, il Moro starà li per 8 zorni, fin sia fata la cheba ; poi lo manderà al castello
deputato, nominato per la letera di primo, e non vol
nato prexon de li, et Galeazo di San Severin è in
man di sguizari, e il roy non l'à voluto, et è batuto
el baylo dil Degiun per averli lassà i capelli in la
testa ; e di la relaxation dil cardinal Ascanio il re non
sa nulla ; et il cardinal Roan di Milan scrisse al re
una bona letera, zercha li presoni datoli per la Signoria nostra, et li vol dar. Item, di Borgogna nulla
fu. Di le cosse di Milan a Rhoam il re à rimesso il
tutto, et esso orator dimanda licentia sia fato in locho
suo, et li sia manda danari da spender.
Dil ditto, di 7. Come domino Galeazo Visconte,
stato fin mo in Alemagna per il Moro, era venuto
lì con salvo conduto dil re, qual, per saper li secreti
dil Moro, voleva dir molte cosse, et aver audientia
dil roy. Soa majestà non li à voluto parlar, ma à
rimesso il tutto al cardinal Roam. Item, come da li do
dil mexe fin quel zorno, non erano letere di Milan.
Et per l'altra letera, scrive come in quel zorno,
ahore 19, el cardinal Roam vene con molti cavali a
la sua abitation, con missier Zuan Jacomo, e andati
in camera, rasonato di assa' cosse ; vol che il cardinal Ascanio vengi per Milan de di in castello, perchè dubitano nulla di milanesi ; e doman soa signoria
va a Pavia, starà pocho ; vol esso orator non si parti
da Milan, et dice à letere di Roma, dal comesso dil
roy, che il pontifice voleva dimandar a la Signoria
il cardinal Ascanio, et che al papa vol dimandar li
dagi el general di Humiliati, che de li si ritrova, di- | l'altra, per esser mazor. Ave 2 balote di no.
In questo pregadi fu posto per tre di nuj savij ai
ordeni, di tuor do nave, videlicet Piero da Liesna e
Andrea di Vivian, darli etc. al mexe, ut in parte ;
e a quella di Piero da Liesna, ducati 100 di più di
319 320 MCCCCC, MAGGIO.
119
Fu posto per nui, ut supra, che le tre nave tolte | Item, l'altro dice, che sier Alban d'Armer, fu sega
per armar, per conto di la Signoria nostra, et sono za ussite di la Fusa, partino per tutto sabado, et che la nave Mema ensi fuora per tutto doman, e parti luni , sotto pena di perder tutto il lhoro credito hanno con la Signoria nostra, et le nave. Item, sia preso
che sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse,
vadi questa note via ; et ave tutto il conseio. Ecussi fo mandato il comandamento al capetanio e a le nave,
et al Malipiero non toglij Domenego Biancho per pa- trom, per aversi mal portà l'anno passato ; et fo
jubente il principe et nui.
per mezo da' turchi, e par questo fusse preso da'turchi, e fo rischatà ; et che il signor à intelligentia in Napoli di Romania e in Modom, et sigilato li capitoli di quelli con el bilarbei di la Morea, qual si ritrova in Grecia ; et esser venuti axappi 20 milia
a Lepanto, per montar su l'armada ; et che manderà Agazides in la Morea, e il signor verà pro- pinquo a Corfù, et dice di l'armata si fa a l'Arta
et altrove ; tutte cosse spaventevole, et da far star
di malla voia.
Fu posto per tutte tre man di savij , di scriver
Fu posto per nui, ut supra, dar ad armar il bar- una letera al zeneral, e avisarlo di questo, et chavi
zoto di comum a sier Hironimo Morexini , di sier Ni- | le anime inutile di Corfù, Modon et Napoli, et mancolò, qual vol spender dil suo ducati 800, et con homeni 70; et aver miera tre biscoto al mexe, e di
danari farlo creditor, et averli in certo tempo. Or fo intrigato per i consieri, dicendo ne era di altri toria tal partito; et cussi indusiamo, facendo dir al
pregadi, chi voleva tal partido venisse etc.
di uno provedador di l'armada, con le galie li par
a' ditti lochi, scrivendoli se li manderà provisionati
mille, et Gorlim con provisionati 300; et da mo sia
preso di mandar el ditto Gorlin con quelli provisio- nati ha, et il resto li vadi driedo. Et nui savij ai ordeni metessemo a l'incontro di far 300 altri boni
Fu posto, per lhoro savij, parte di scansar spexe | provisionati, et mandarli. Et li savij dil conseio, vi- di officij , e cometer la revisiom a liprovedadori sopra la chamera de imprestidi, che per la mazor parte di
Ihoro debino schansar etc. Sier Antonio Trum, consier, fè azonzer, si debbi far tal cassation per colegio; et andò in renga. Tamen el conseio non li parse.
Si tolse zoso, et la parte sola fo presa.
Fu posto per nui savij ai hordeni, si possi trar vini di Pexari da Londra, e Tiepolj di l'isola di Candia, videlicet Pexari botte 500, e Tiepoli 600 per
Londra, con nave forestiera. Et fo presa.
Fu posto per lisavij dil conseio et di terra ferma,
astrenzer le do ultime decime a pagar per tuta questa setimana, senza pena, e passada, siano mandate
a le cazude, e pagano con pena, e siano cazadi li debitori di oficij e consegij . E fo presa.
Fu posto per li consieri, cai di 40, sier Lucha Zen, sier Alvise da Molin, savij dil conseio, et li savij di terra ferma, di dar al banco di Lipomani credito di le XXX et 40 per cento, fino anno uno ad averli , per ducati 8000, per tanti dieno aver da
la Signoria nostra. E alcuni voleva contradir ; et sier Polo Barbo, savio dil conscio, voleva meter un
scontro. Et non fo posta.
delicet sier Domenego Morexini, proconlator, sier
Polo Barbo, et sier Marco Bolani, fono contra tal nostra opinion. Et la nostra fo presa di assa'balote.
Et parlò contra questa parte sier Alvixe di Prioli,
stato governador di una galia grossa in armada, et
aricordo molte cosse bone di Modom etc.
Et venimo zoso di pregadi a hore una e meza
di notte, et sopravene molte letere, videlicet di Franza e Hongaria.
È da saper, intisi l'armiraio che ſo l'anno passato di l'arma' dil turcho, era christiam, nomeà Zuam
Griva.
Copia de una letera di sier Bencto Trivixan, el cavalier, orator in Franza a la Signoria nostra.
Serenissime princeps et excellentissime domine.
Ozi avanti do horre è stà conduto in questa cità el
signor Lodovico, con questo ordine. Venivano avan- ti a piedi XII de li serventi de la terra, i qualli comprimevano el populo che non li cridasse drieto ; del
qual populo ne era grandissimo concorso per tutte
le strate. Da poi sequiva el governador di questa
terra, con el prevosto de la justicia del re a cavallo ;
leto per Zacharia di Freschi alcune depositiom di | drieto questi seguivano 100 arzieri di la guarda dil
Et per li capi dil conseio di X fo dato sacramen- to a banco a banco, e comanda streta credenza. Poi
uno patrom di gripo, uno pedota, e uno altro vien re, et poi el preditto signor Lodovico, vestito di 119
di Andernopoli. Il primo dice, il signor turcho vien una vestizola di zambeloto negro, con stivaleti necol campo a Corfu, fenzerà andar in la Morea, et gri, bareta di panno negro, la qual el portava quasi
verà in Friul Scander bassa, con altre particularità. | sempre in mano; guardava hora di qua hora di là,
321 MCCCCC, MAGGIO. 322
tati vestræ me humiliter commendo.
Lugduni, die secundo maii, MD.
Subscriptio : BENEDICTUS TRIVISANUS, eques, 0-
rator.
forzavasse de non demonstrare la passiom sua in | che' zorni suoi debino esser pochi. Gratie. Serenitanta mutatione de fortuna. Nel volto monstra mala
ciera, ancora che el se havesse facto radere questa
matina ; li trema le braze, le mano et tuta la persona. A presso di lui, immediate, era el capetanio
di arzieri di la guarda dil re; et da poi seguivano
100 altri arzieri. Et con questo ordine fu conduto
per mezo tuta la terra, fina nel castello, qual è in
monte, dove el starà molto bene custodito et guardato per questi 8 zorni, fina che se compie la chabia de ferro, dove el dia esser posto, et sarà la stanzia sua de note. La qual chabia è molto forte ; i ferri
sono circondati de legno; et è el ferro fatto de una
tempera, che quando el se tocha con lima, o ver
altro instrumento per romper , se apiza el focho
imantinente. Questo non voglio pretermeter, che,
hessendo l' ambasador de Yspania et io ad una fanestra, davanti la qual passò el preditto signor Lodovico, et essendoli mostrato lo ambasador de Yspania, el cavò la bareta. Et essendoli ditto da poi, che | de' fiorentini, et parlato poi dil turcho.
1
Adì 15mazo. In colegio, veneno sier Dome- 120
nego Zorzi, et sier Hironimo Querini, qualli fonno
electi a udir la diferentia dil locho di Pandim, era
tra madona Fina, fo moglie dil conte Hugo di San
Severino, et il conte Alberigo, fo suo fiol; et disseno quanto haveano visto di quelle raxom. Fo rimesso poi.
Vene l'orator di Franza, qual conferite molte
cosse ; et poi dimando di gracia la relaxation di
quelli oficiali, che a soa requisition erano stati retenuti ; et cussi li fo compiacesto. Li fo ditto di luchesi
fusseno recomandati al re, et de' pisani , et ditto mal
Vene l'orator di luchesi, al qual li fo ditto quanto si havia operato con l'orator di Franza, et scrito
a Milan ; ringratiò assai.
Da Foltre, di sier Mathio Barbaro, podestà et
capetanio, di 13. Come à nova, il re di romani esser
a Norimberg, et li fioli di signor Lodovico esser stå
levati di Persenon, e con li arzenti e robe menati a
Yspurch; et che il re feva zente per voler far fati,
quali soldava li a Yspurch, dove erano 4 milanesi :
missier Zuan Francesco da Marliam, missier Antonio, e uno altro, di Crivelli, et uno di caxa Visconta; dicono farà assai.
li era etiam lo ambasator de la serenità vostra, el
se retene, et ſece acto de voler parlar. Io non me
mossi. El qual capetanio de li arzieri, che li era a
presso, li dixe : Andemo! Andemo ! Da poi el preditto capetanio referite a la majestà dil re, che il
dixe : Vali a dir, che non li ho fato reverentia a
lui ; et che i sono gente de mala sorte, et che i non
servano fede, et similia. Et io dixi, che me haveria
reputato haver auto vergogna, et non honore, se io
havesse auto alguna demostratione de benivolentia
da persona de simel sorte. La majestà del re è stata
nel palazo suo, al qual andai a referir, haver veduto
el signor Lodovico passar ; dove veneno etiam di
altri signori et gentilhomeni, et referite chi una cossa chi una altra del ditto Moro. La prefata majestà
mi ha ditto, haver deliberato non lo mandar a Lochyes, como mi disse haver ditto, perchè in quel
loco el va a qualche tempo de l'anno a suo' piaceri
de caza, et non vuol haver causa di andare dove el sia, perchè el nol vuol vedere ; ma ha deliberato de
mandarlo, et cussi lo manderà, a Lelys in Barri,
duo lige a presso la cità di Burges ; el qual loco ha| missier Zuam Campezo, doctor, leze a Padoa, avouno castello fortissimo, con le fosse più large che
non sono quelle dil castello di Milano, et piene di
aqua ; et è questo locho in mezo la Franza, a custodia de uno che era suo capetanio di arzieri, quando
l'era ducha de Orliens, et haverà bona compagnia
de persone fidatissime, et arlevate per la majestà
sua. Desmontato ch'el fu del mulleto, fo portato a
peso su in castello ; et dicono che 'l non puol caminare un passo senza adjuto. Per tutti se judicha
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Da Monopoli, dil governador. Chome mandava
in questa terra alcuni de li, posti a confim; e de li
si armava la galia.
In questa matina, fo balotado, con li governadori, alcuni condutori di dazij. Rimaseno tutti , excepto sier Piero Donado, quondam sier Tolomeo, a
la spina, qual za era a mezo il dazio.
Da poi disnar, fo gram conscio per li avogadori,
per expedir il Grimani. Et reduto, parlò 7 horre
chato dil Grimani, benissimo, ma molto longo ; mostrò gran eloquentia, ma non compite ; e tutto il
conseio fo inversiato contra li proveditori stati in
armada ; dimostrò gran disordeni etc.
Et in questo mezo, sier Antonio Trum, el consier,
sier Beneto Zustignan, et Jo, Marin Sanudo, savio
ai ordeni, andamo, jubente collegio, a l'armamento,
per causa le zurme e galioti di le galie dil trafego,
voleano la refusura, e la conzamo, che per mexi 5
21
323 MCCCCC, MAGGIO. 324
120
stati in armada, page la Signoria, et mexi do et uno
terzo, li patroni, et uno mezo mexe dona a la Signoria per la disobedientia di le zurme usata a Cur- zola ; et cussi fo adatà le cosse, et li patroni deteno
fuora li danari.
DaRaspo, di sier Ulivier Contarini, capelanio.
Come in Bossina erano reduti turchi 5000 per venir
in Friul, et madona Dorathea scrive a sier Antonio
Loredan, cavalier, loco tenente in la Patria, chomeà
manda uno explorator, et che turchi vanno a Cataro.
compite ; e a hore XXI fo licentia il conscio. Et è da
saper, è tre zorni questui parla.
Da poi fo pregadi ; fo leto letere di Albania di
sier Andrea Michiel, proveditor, data ai Rodoni, e
sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada ,
data in galia ivi, come si fabrichava etc. , et voriano
Schandarbecho.
Fu posto per nui savij ai ordeni una parte, scrita
di mia man, et mia opinion, zercha le galie grosse;
la qual ave tutto il conseio.
Fu posto per nui, ut supra, eramo perhò tre
solli, manchava el Molin, dar il barzoto a sier Hiro- nimo Morexini, di sier Nicolò, ad armarlo con le
Da Milam, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier,
orator, di 13. Chome quel zorno il cardinal Roam
si parti per Pavia con monsignor di la Trimolia, e
missier Zuan Jacomo Triulzi. Item, ricevute nostre | conditiom ditte di sopra. Have solum 7 balote di no.
prar robe, siano fati creditori a pagar di ogni danar
di la Signoria, termine uno anno. E cussi fo presa.
letere, esso orator di X andò dal cardinal, avanti la Fu posto per tutti i savij, dar a li spagnoli hano
partita, et li comunichò. Qual li rispose: A la torna- servito con lhoro barze in armada, quali hanno auto
ta, saremo insieme. Et in questo mezo, zuoba intra- ❘ la mità di danari, che dil resto, perchè voleno comrà in Milan el cardinal Ascanio. Item, monsignor di
Beumonte ozi si parte per Pisa, va a Píasenza, con
lanze 600 sarà, harà 550 homeni, mille cavalli, et
pedoni 6000, videlicet sguizari 4000, et guasconi 2000, artilarie pezi vintiuna, zoè XV da bater muri.
In tutto, con li guastatori, sarano persone X milia.
Da Crema, dil podestà, di 13. Avisa il zonzer
dil cardinal Ascanio li, consier Piero Marcello, provedador, et signor Carlo Orssini, domino Sonzim Benzon; et li oratori francesi si partirano per Milan.
Fu posto per tutti, scriver a Roma zercha le decime, et Hongaria, e dirli li pericoli dil turcho etc.
Ave tutto il conseio.
Fu posto di scriver, per tutti i savij, a Milan e
in Franza, a li nostri oratori, di le cosse dil turcho
et Hongaria; et si armi nave a Zenoa, et altre cosse
in hac materia. Fu presa.
Fu posto per li consieri, cai di 40, et savij di Di sier Vido Morexini, pagador in campo, date una man e di l'altra, di dar credito al banco di
a Pagazan. Chome avia fato l'aventario di Bri- | Lipomani di ducati 7000 di danari, di le 30 et 40
gnan e Pagazam, di le robe di domino Francesco
Bernardin Visconte ; et ivi erano rimasti domino
Antonio di Pij, condutier nostro, et in uno Hironiino di Monte, vice colateral.
Di sier Christofal Moro, provedador, dute a Trevi. Dimanda licentia ; el campo horamai è risolto, sì
che il suo star li è senza alcun fruto.
per 100. Ave 22 di no, 109 di sì. E fo presa.
Fu posto per sier Beneto Zustiguan , savio a
terra ferma, et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, che
li patroni dil trafego, stati in armada, siano alditi
da quelli sopra le nave, qualli, insieme con quelli
di colegio, possino poner parte di zio. Et cussi fo
presa.
Adi 17 mazo. In colegio, vene uno messo incognito di missier Zuam Bentivoy da Bologna, con
letcre di credenza. Disse il roy dimanda a Bologna
A di 16 mazo. In colegio non fu il principe.
Non fo leto alcuna letera, per non vi esser da conto.
Fo aldito alcuni, per nome di Pollo Benedeti, vol refaziom per il daziodil vim, et non parse al colegio di | ducati 50 milia; sono rimasti in darli ducati 43 mifarlo, ma porzese la sua gratia.
Fu parlato dove dia star il conte Xarcho va in
Dalmatia ; ordinato far la zercha di le nave per un
di savij ai ordeni.
Intrò li capi di X, qualli sono : sier Bernardo
Bembo, dotor et cavalier, sier Alvixe Venier, sier
Zorzi Corner, el cavalier; et mandati tutti fuora,
feno lezer alcune scripture, sì che più colegio non si
reduse.
Da poi disnar, fo gran conseio per il Grimani,
a requisition di avogadori. Parlò il Campezo et non
lia, zoè ducati 30 milia de præsenti, et il resto a
Ognisanti ; unde li à parso avisar di ziò la Signoria nostra. Il principe li uso bone parole. Et è da saper,
ditto messo dimandò perdom al principe, si missier Zuane havesse fato contra la Signoria nostra ;
hora si pente.
Vene sier Imperial Contarini, provedador sopra
la sanità, zercha la peste è a Chioza, dove era stato.
Disse esser morti fino diexe, la qual peste è stà por- 121
tata li da romei vano e vieneno di Roma per il jubileo; et havia fato provisiom. Pur ſo terminato, per
325 MCCCCC, MAGGIO. 326
questo non restar di far la Sensa ; et tuttavia si | dato in quel di Ascole, e tolto do castelli de ascolapreparava.
Vene l'orator di Franza ; disse haver letere di
uno è secretario dil conte di Chajazo, che il conte
paladim e do prelati hanno roto guerra al re di romani con 30 milia persone, che saria bona nova.
Item, che il roy vol li preti pagino la decima contra
il turcho, et quella quantità trarà di preti di Milam,
à deputà a la Signoria nostra per suo ajuto per armar. Et fe' lezer una letera dil sinischalcho di Beucher, che ringracia la Signoria esser stà ben trata.
Vene el signor Schandarbecho, qual sentò a presso il principe, et instò la sua expeditiom, dicendo
perdeva tempo a star de qui. Il principe li usò bone
parole ; si expediria etc.
Di sier Piero Marcello, provedador, e sier Domenego Contarini, capelanio di Vicenza. Avisano
haver consignado el cardinal Ascanio a Lodi a li oratori francesi, quali si laudano di la compagnia fatali
pernostri.
ni, e il re n' à 'uto dispiacer ; et don Carlo di Aragona à scrito a quella comunità li darà favor, et le
zente dil papa è intrate in Ascole, et il re ha ordinato le zente sue, sono in Apruzo, cavalchi a quelli confini per assegurarsi. Item, li patroni Justiniani,
di le do galee zenoese sono li im porto, come scris
se, solicitano la risposta. Item, à'uto la trata di formenti dil re, la qual la manda a Trani a sier Antonio da cha' da Pexaro.
Et del ditto, di 7. Come il re havia auto letere
di quel Bernardin de Bernao, è in Franza a presso
soa fiola, come si trata matrimonio con monsignor
di la Roza, et ozi va uno dil re in Franza. Item, il
re spera il turcho sia per ussir potente etc. Et è letere di Spagna, di XI april, che l'armata per tuto
april sarà in hordine, capetanio don Consalvo Fernando; et il re non li dà fede. Da Milam hanno letere di 28, che francesi vanno versso Pisa, poi con 121`
le zente dil papa verano versso el Regno, et il re
manda per horra don Cesare, emissier Zuan Adorno ; et li a Napoli era il signor Prospero Colona ;
insta si habi turchi in ajuto, et hano tuta la lhoro
Di Padoa, di rectori, e sier Zuan Batista Bonzi, provedador per le camere. Come in questa note
mandavano per Jacomo Marinato, cavalaro, ducati
500 a la Signoria nostra ; qual, venendo a horre 4 | speranza in essi turchi. La cità di Napoli sta suspe- sa; ognium pensa di sè, si provedino meglio pono ;
le provincie cominziano a sublevarsi, et se fanno renitenti a li pagamenti ; le strade è mal segure, e si
robano; et il re à mandà do volte per il principe di
di note, fo asaltato da molti, adeo, fuzendo, perse li
danari. Et per sospeto hanno fato retenir alcuni padoani, videlicet do fioli di conte Bagaroto, et questo
per averli trova arme in caxa etc. , et datoli la corda. Quali dicono 0 saper, et che con scolari anda- | Bisignano, si fingie esser amalato, causa da la morte
vano a robar certi garofali. Unde per la Signoria fo
comesso a li cai di X, sier Alvise Venier et sier Zorzi Corner, el cavalier, erano li, tal cossa. Et tandem
ditti Bagaroti li pagono; ben è vero li ſo fato certa
cornodità.
Fo scrito per colegio a Milam, a sier Hironimo Zorzi, el cavalier, orator nostro, zercha luchesi, li
presti ogni favor etc. apresso il reverendissimo cardinal.
Da poi disnar, fo gran conseio, et fato electione
et voxe. Et reduto il colegio a consultar, vene le infrascrite letere :
de un solo fioleto nasuto ultimate. Conclude, quelli
regnicoli durerà mancho di quello hanno fato quelli
di Lombardia. Item, è avisi, di 24 april, di ka Valona, da missier Jacomo Rocho, orator regio, qual
andó versso la Porta. Item, hano letere di Roma, di
30, come la Signoria nostra havia dato il cardinal Ascanio in le man di francesi ; quelli sono mal con- tenti di ziò, et sono anxij saper il vero ; dicono è
mal darlo etc.
Dil ditto orator, di X. Come il re dava la prestanza ale zente sue, li dà quatro page per uno; et il zorno sequente, soa majestà andava al Mazom, a veder cavali per dar a le sue zente d'arme. Et è letere
di l'Aquila , dil conte di Montorio , scrive a uno
DaNapoli, di sier Francesco Morexini doctor el
cavalier, orator nostro, di 3. Come il re era tornato
dil Piam di Palma, et havia mandato domino Ector | Orssini haver fatto adunanza insieme con li fora- Pignatello per orator a Roma ; dava sua majesta prestanza a le zente d'arme, quale vanno e fa redur al
Garigliano, vicino a Sessa, per esser locho comodo.
Item, che unonominato Bazo Zenori, florentino, vene
per stafeta li di Franza, et era ritornato in Franza ;
mena certo acordo. Item, in quelli zorni uno Astolfo,
foraussito di Ascole, qual habitava nel Regno, era anussiti, si dubitava andasseno a la Lionessa con li foraussiti.
DaRoma, di sier Polo Capello, el cavalier, orator, di Xet 13. Come ha recevuto nostre letere,
di 4, zercha il dar di el cardinal Ascanio a' francesi ; ando dal papa, e li comunichò. Soa santità resto suspeso, e disse : Nui semo judice ; dimandare-
327 MCCCCC, MAGGIO. 328
122
mo esso cardinal al re. La Signoria è stà constreta a marangon, homo di conseio, boter, barbier, timodargelo. Et similia verba.
Del ditto, di 13. Come era stà concistorio ; et si
fa le bolle per la decima di preti papal, non li executori quando si ordina le cosse de li ; et lo episcopo
di Chai, va orator in Hongaria, partirà a dì 16 ; et lo
episcopo di Tioli, vien orator a la Signoria nostra,
ozi è partito di Roma. Item, di do oratori francesi
venivano de li, zoè monsignor de Agrimont, cavalier di l'hordine di San Michiel, et monsignor de
Morta, fono asaltadi tra Montefiaschon et Viterbo da
XXX, e fo feriti uno di lhoro, et di Viterbo se ne
parti 80 homeni. Item, manderà per il primo la
bolla auta dil perdon di la chiesia di San Marco.
ner, masser, schalcho, scrivanello, boteri et marinari,
chalafato, marangoneto, capo di bombardieri, bombardieri do et fante etc.
Intrò li cai di X, et mandati fuora tutti, poi fo
gran conseio.
In colegio electi VI sopracomiti, videlicet cinque di
fermo et uno di rispeto, justa la parte presa im
pregadi, di le galie grosse di viazi vanno in armada.
20 Sier Michiel Zustignam, fo patron di
nave, di sier Polo 4.17
21 Sier Lunardo Bembo, quondam sier
Da Monopoli, dil governador, di 24 april. Cho- Francesco
me à nove, la nave granda dil turcho è a Lepanto † 14 Sier Marco Antonio da Canal, el grannon è possibile di meterla a charena, et la galeaza
grossa si brusò, et che 'l Barbeta, con vinti di quelli
compagni stati l'anno passato su l'armata, erano
stà conduti a la Porta, et erano stà conze galeaze 17,
et fuste zercha 15. Le qual nove l' à 'bute per via di
Napoli, li à parsso dar aviso.
18 Sier Zuan Maria Malipiero, fo podestà a la Mota, di sier Piero
8.14
do, quondam sier Francesco .
4 Sier Silvestro Orio, fo 40 zivil, di sier
Hironimo .
14.8
4.18
4.17
9.13
11.11
Da Sonzim, di sier Zuam Maria Mudazo, provedador. Zercha li beni sono de li, di 8 rebelli etc.
La Signoria ordeni ; et nulla fo fato.
19
Da Brexa, di sier Polo Trivizam, el cavalier,
e sier Domenego Beneto, con alcuni avisi auti di
Valchamonicha. Di certa strada si fa per quelli di
la liga grisa; voleno tuor la Valtolina, si dice per il
Moro.
Da Milam, di l'orator nostro, di 15, qual non
to lete. Avisa la partita dil cardinal Roam per Pavia
esser stata per non veder e trovarsi in Milan a la
venuta dil cardinal Ascanio ; e par che zonto fusse
Ascanio a Lodi, li andò contra monsignor di Beumonte con assa' zente, e lo condusse a Milam.
Adi 18 mazo. In colegio, fo molte letere ma
non da conto, qual non fo lete. Fo spazà la nave di
sier Marco Manolesso, va con monitiom in Candia e
cosse di armar galie ; fo fato li sopracomiti, justa la
parte presa im pregadi et opinion mia ; rimaseno
solum tre ; il scurtinio sarà qui sotto.
Et di hordine dil colegio mi tochò andar sora
porto con un scrivan a l'armamento, a far la cercha
di la nave di sier Marco Zustignan, di homeni 110,
dia partir questa note per armada. Et parti etiam la
nave Malipiera e Mosta, e una galia grossa di sier
Pexaro da Pexaro, et la curzolana va armar de lì .
Et è da saper, che in una nave vi va tutti questi
officij , videlicet : patrom, nochier, nobele, pedota di
Levante, scrivam, penese, parom zurado, calafao,
5 Sier Lucha Griti, quondam sier Hironimo, quondam sier Triadam
Sier Zuan di Garzoni, fo sopraconito
di galia grossa, de sier Marin
Sier Francesco di Prioli, fo podestà a
Budoa, quondam sier Ruberto
1 Sier Alexandro Simitecolo, fo patrom
di nave
+2
13 Sier Piero Querini, fo sopracomito ,
quoulam sier Biaxio
13.9
7.15
9.13
17 Sier Zuan Badoer, fo vice sopracomito al tempo di Galipoli 10.12
10 Sier Alvixe Dolfim, to patron di galia, quondam sier Dolfim .
6 Sier Vicenzo da Mosto, fo patron al
trafego, quondam sier Andrea
9 Sier Zuam Francesco Polani, de sier
Jacomo
8 Sier Lorenzo Zustignam, quondam sier
Unfre'
† 7 Sier Cabriel Soranzo , fo patron in
Barbaria, quonlam sier Bertuzi .
11 Sier Marco Loredam, quondam sier
Antonio, el cavalier, procurator
3 Sier Francesco Gradenigo, di sier Nicolò, el grando
10.11
6.16
11.11
2.19
12.10
6.15
6.16
9.13
5 Sier Filippo Badoer , quondam sier
Zuam Cabriel 9.13
7 Sier Alvixe Contarini, di sier Piero,
quondam sier Jacomo
329 330 MCCCCC, MAGGIO.
12 Sier Zuam di Prioli, quondam sier
Mafio
sier Zuane, sier Antonio Arimondo, quondam sier
8.14 Nicolò, sier Francesco Zane, quondam sier Bernardo , sier Zuan Domenego Contarini , quondam
sier Julio, sier Bertuzi Zivram, quondam sier Piero,
sier Jacomo Marcello, di sier Zuane.
Electi altri tre, perchè non ſo compito il numero.
5 Sier Vincivera Querini, fo patron in
Fiandra
21 Sier Francesco Pasqualigo, fo patron
di nave
1 Sier Filippo Trivixan , ſo patron in
Barbaria, quondam sier Andrea .
3 Sier Bernardo Venier , ſo patron a
Baruto, di sier Jacomo
6 Sier Panfilo Contarini , el grando, quondam sier Francesco
4 Sier Nicolò Malipiero, quondam sier
Tomaxo
14 Sier Zuam Vituri , fo a l'impresa di
Camalli
16 Sier Sabastian Contarini , fo patron
di galia, quondam sier Julio
15 Sier Zuan di Garzoni, fo sopracomito
di galia grossa, di sier Marin
7 Sier Zuam Badoer, fo vice sopracomito al tempo di Galipoli
7.15
Da poi disnar, fo gram conseio per li avogadori,
per expedir il Grimani. Compite di parlar missier
Zuan Campeze. Poi andò in renga sier Marco Sa7.15 nudo, l'avogador, et fè una bella renga ; parlò tre
horre ; rimesso a un altro conseio.
3.19 A di 19 mazo. In colegio vene sier Andrea
Dandolo, venuto podestà et capetanio di Trevixo,
5.15 in luogo dil qual era andato sier Hironimo Contarini da Londra. Refcrite poche cosse ; disse de li danari di quella camera, ch'è ubligati al conseio di X,
et di certa opera, o ver fossa si fa per riparar
a' turchi.
11.11
3.18
Vene sier Francesco di Prioli, sier Cabriel So11.11 ranzo, e sier Marco Antonio da Canal, rimasti eri
sopracomiti. Parlò il Soranzo, aceptono ; dimandò
9.13 alcune cosse, comesso a nui la expedition. Et perchè sier Zuan Domenego Contarini acetò di andar,
7.15 fo fato il scurtinio, et electi do solli. Il scurtinio è
questo qui sotto.
Electi do sopracomiti di le galie di viazi,
uno di qual è di rispeto.
12 Sier Alexandro Simitecolo, fo patron
di nave, quondam sier Zuane
5.17
122 . 18 Sier Alvixe Dolfim, fo patrom di galia,
quondam sier Dolfim 10.11
13 Sier Marco da Molin, ſo savio ai ordeni, quondam sier Piero . 5.16
12 Sier Zuam Francesco Polani, de sier 7.14
Jacomo 9.13 20 Sier Zuam di Garzoni, fo soracomito,
20 Sier Almorò Pixani, di sier Hironimo. 8.14 di sier Marin 8.13
17 Sier Filippo Badoer , quondam sier
Zuam Cabriel 8.14
3 Sier Panfilo Contarini, el grando, quondam sier Francesco 8.13
19 Sier Marco Loredam, quondam sier
Antonio, cavalier et procurator .
10 Sier Alvixe Contarini, el grando, quon6.15
dam sier Pandolfo de' Biri 7.15
5 Sier Lucha Griti, quondam sier Hironimo, quondam sier Triadam
18 Sier Francesco Sagredo, fo cao di 40,
di sier Albam
9.12
3.17
7 Sier Zuam di Prioli, quondam sier
Malio 7.15 :
13 Sier Carlo Moro, fo disfato a Nepanto,
quondam sier Lunardo 6.15
8 Sier Lucha Griti , quondam sier Hironimo, quondam sier Triadam 8.14
11 Sier Piero Querini, fo sopracomito,
† 14 Sier Zuan Francesco Polani , fradelo
di sier Vicenzo, di sier Jacomo
4 Sier Vicenzo da Mosto, fo patrom al
11.10
quondam sier Biaxio 8.14 trafego 5.16
9 Sier Alvise Contarini, di sier Piero, 17 Sier Lunardo Bembo, quondam sier
quondam sier Jacomo 7.15 Francesco 2.19
Et nium non passò. Et è da saper, che ditti sopracomiti fono facti in luogo di questi patroni di
galie grosse, che recusono andar in armada , tamen armavano le galie, zoè: sier Santo Venier, di
9 Sier Zuam di Prioli, quondam sier
Mafio 7.14
6 Sier Zuam Duodo, di sier Piero 5.16
11 Sier Zuan Maria Malipiero, fo podestà
a la Mota, di sier Piero 3.18
331 MCCCCC, MAGGIO. 332
† 10 Sier Zuan Vituri, fo a l'impresa di Chamali, quondam sier Daniel
2 Sier Michiel Zustignan , fo patron di
nave, di sier Polo
15 Sier Orssato Zustignan, fo patron di
galia, di sier Marin
1 Sier Vincivera Querini, fo patron in
Fiandra
8 Sier Marco Loredam, quondam sier
Antonio, cavalier, procurator
19 Sier Alvixe Contarini, quondam sier
Pandolfo de' Biri
di Franza, uno stato a Roma, l'altro a Siena, per
12. 9 haver danari, ritornano a Milam. Missier Zuan Lucha è pur ancora per il ducha a Milan ; solicita pagi
7.13 il sal nostro etc.
Di Rimano, di sier Francesco Capello, el cava4.16 lier, provedador, di 13. Zercha Antonio di Fabri,
contestabele, expedirà per Levante, et li è zonto don
6.15 Alfonso, fiol dil ducha di Ferara, stato a Loreto ; dice dil conte Nicolò di Bagno, à nova a Cesena esser
venuto uno brieve dil papa, li oratori lhoro ritorni
indriedo, e aceti Valentin per signor.
5.16
8.13
16 Sier Alvixe Contarini, di sier Piero,
quondam sier Jacomo . 10.11
7 Sier Almorò Pixani, di sier Hironimo. 8.13
123
Da Brexa, di rectori. Chome quelli citadini non
voleno pagar il subsidio, voleno mandar oratori a
la Signoria nostra.
ge, el cardinal di San Severino e Antonio Maria è li ,
et è stati li oratori di Como al re, e sono poi venuti
a Trento con li altri milanesi, qualli li nomina, tra
i qual è il conte Bortolo Crivello, e do fioli fo dil carDi Bassam, di 16. Come per uno suo, tornato
di Bolzam, à esser stà comandato et venuto uno
Vene l'orator di Napoli, disse l'arma di Spagna per nome dil re, a tuor in nota zente, chi dice per
vien, voria operarla in nostro servizio, zoè non ha- | Goricia, chi contra sguizari ; et il re è a Norimberver causa fusse occupata in altro, quasi dicat a difender il Regno; et le zente francese vanno a Pisa,
poi contra il re suo; pertanto prega questa Signoria
scrivi a Milan al nostro orator, vedi etc. Poi disse
fiorentini hanno tolto a soldo lhoro el signor Paulo | dinal Rizinboldo.
Julio et Urgientino, fradelli, di caxa Orssina. Et il Di Feltre, di domino Andrea Trivixam, episcopo.
principe li usò bone parole, dimostrando sempre il Si scusa a la Signoria si ha discomunichato li feltrinostro bon voler versso quella majestà, dicendoli dil | ni, et dice certa causa; unde tutto il colegio morturcho elc. morò di lui, havendo di ziò molto a mal.
Vene uno cavalaro dil marchexe di Mantoa, con
una letera dil signor, il titolo è : Patri nostro etc.;
soto scrita : Franciscus Gonzaga, servitor, marchio
Mantucæ, data a dì 17. Avisa, chome li è nato uno
fiol maschio, unde scrive a la Signoria, ralegrandosi ; et mandato fuori, fo consultato darli bone parole, et senza altra risposta fo mandato via. È da saper, ditto marchexe havia solum do pute e niun maschio. Et ditto fiol, poi baptizato, li ſo posto nome
Fedrico.
Vene Zuam da Torentino, luchese, merchadante,
sta qui , comesso dil re di Franza, per il merchato
ha fato con li provedadori dil sal, di haver stera 12
milia di sal in anni 8, a pagarli in certi termeni ; voria fusse balotato in colegio. Li ſo risposto, fiu do
zorni se expediria ; e questo fo per li ducati 72 mi- lia, si dia aver dal signor Lodovico per il sal. Tolse
piezo Ambruoso da Corte, milanese, et si à scrito a
Milan.
Di Udene, di luogo tenente, con alcuni avisi abuti
di turchi, e dil signor Bortolo d' Alviano. Non perhỏ da conto etc..
Da Pulignam, di sier Pelegrin Venier, governador, di do. Come ha inteso il prender di Lodovico ;
si alegra; à fato festa etc.; manda in nota le monition è li, e la descrition dil palazo, dove lui sta.
In questa matina, sier Antonio Trum, el consier,
disse publice, voleva meter la parte a gran conseio
di tuor le voxe di la bancha.
Da poi disnar, fo conseio di Xcon zonta di co- 123
legio, et vene letere di mar, per uno gripo, qual fo
lete. Il sumario è qui sotto. Et ozi batizai una fia a
sier Lunardo Mocenigo, mio collega. Fo compari
Francesco Zenaro, et tre nodari nostri : Marco Rizo,
Zuam Batistadi Vielmi, et Nicolò Aurelio e alcuni
altri .
Dil capetanio zeneral, date in galia, a Corfù, a
dì 29 april. Come sorisse a uno di quatro, bassa
Da Ferara, dil vicedomino, di 16. Come à man- esser venuti a Nepanto, et si aspectava 30 milia asadà le nostre letere a Fiorenza, sarano state li a di ❘ pi et gianizari ; et di la nostra armada vien desviadi
14. Item, de li si sta con speranza siegui acordo col li homeni, tamen lui punisse chi pol trovar, e ha diroy, per esser acordà Bologna, et etiam Corezo, in stribuito 663 homeni per le galie, di quali ne manducati 4000. Item, è tornati per Bologna do oratori cha cento. Item, è zonta li la galia di sier Valerio
333 334 MCCCCC, MAGGIO.
Marcello, vien di Viscardo, qual il soracomito è ama- lato, vien di Viscardo, chome ho scrito, et 50 di
soi è amallati ; cussi è il resto di le galie restate de
li. Manda sumarij di uno Martim Corezi, habita a
Corfù, vien da Santi 40; dice haver inteso, che per
tutti i casalli de la Castoria in suso, era stà ordinà ogni charazo portasse do moza di formento, da far biscoto per l'armata, et aspri 25 per charazo. Item,
a la Valona erano venuti 120 maistri chalafadi ; di
versso Casso, erano fornite e palmate da 40 legni,
tra fuste e galie ; il resto si conza. Di le galie di
Ja Valona erano conzate da la coverta in zoso solum
di marangon, et cinque butade in aqua, et si conza- va di hordine dil signor le strade versso la Morea;
e il signor à cavalchato, a dì 23 april dovea venir a
far suo bayram a Sofia, qual ozi è il zorno. Le qual
nove dice haver inteso da 4 homeni, venuti di campo. Il bilarbei è al Vardari, locho a presso Salo- | ducati 2000, da Francesco Tarlao ducati 3000. Item,
persona, solicitó le tre galie, sono in terra, fusse butate in aqua, e le altre à fato levar mam, e ha licen- 124
tià molti homeni conduceva lignami dil bosco, et haver visto da la Prevesa tornar assa' homeni a le lhor
ville.
nichij.
Del ditto capetanio zeneral, data ivi, in galia, a
Corfù, a di 2 mazo. Era zonta la charavella di Sagredi con Piero Grimaldo e i ſanti, e ricevete letere
di 16 april, mandi galie aModom, et barili 125 pol- vere recevete su l' armada. Lì a Corfù è morti molti
per la febre pestilenzial, comiti, paroni et maistran- ze. Mandò prima tre galie a Modon, la Taiapiera,
Marcella vechia, e lisignana ; poi do altre, la Valalaressa eMeza, con le do galie candiote, chome scrisse. Dimanda monitiom, amore Dei, e danari; à 'uto
solum ducati 12 milia, et per mandar per i rectori
di Modom ducati 7000. Ave poi dal baylo di Corfù
à nova, l'armata dil colfo a di 15 di questo dovea
ussir. Item, era zonto li Corfù la nave, patron Zaneto de Marco, con homeni 89, e la caravella di sier
Dardi Moro, con homeni 40.
Relatiom di uno Domenego da la Morea, da Corfù, vien di Santi Quaranta, parti eri. Dice haver inteso da uno cristiam, suo parente, sta in terra ferma,
à di uno scrivam dil flambularo Mustafa bei, come il
campo dil signor va versso Soffia, e poi vegnirà versso le Seres ; el bassà facea far un ponte al Vardari, per passar de qua, è meza zornata de qua dani, et 4dal sibinzam. Item, tenute le letere fino a
Dil ditto, de 5. È zonto il gripo, patron Zuan
Spatari, con homeni 107, di qual ne è stà tolti 25 a
Durazo dal provedador Pixani, 16 da sier Polo Nadì 6, è zonta la galia Oria, vien di Viscardo, con la
galia Basadona, partino a di primo de li ; dicono le
4 galie nostre andò a la volta di colfo di Patras,
non erano tornate, et a la Parga quelli custodi dimandano danari, lui non ha da darli. Item, è zonto
il patron Zorzi Ligorich di Candia con le maistranze; etiam una nave di Puia, patrom Zorzi di Manzim, con cara 110 formento.
Salonichij, e za XXdi à comenzà a farlo. Di l'armata à certo, è zonta a Negroponte, assa' numero di
velle 50, chome li è stå ditto per turchi ; za zorni
XV è zonta. Item, che una nave christiana, non sa
dove nè de chi, à preso uno schierazo de' turchi, e
soprazonta, la ditta armata recuperò el schierazo, e
prese la nave, e fo soraNegroponte. Di Lepanto, di
l'armata, dice esser venute maistranze e chalafadi di
Caffa e altrove, da 4 mexi di zornade, per lavorar
li ; parte sono zonte et parte se aspectava ; et il bilarbei dovea vegnir con zente assa'. È dado graveza
a tutti i charazari de Castoria versso Gorussa, che | Lunardo Bembo, quondam sier Piero, sier Alexanporti do moza di biscoto a l'armada, et che da zorni XX in qua si diceva, hongari haver corsso versso
Spenderevo a presso Belgrado, fato gran danno di anime e animali, brusato cassali assai, unde turchi
hanno mandato a dolersi a' hongari di questo. Li |
hanno risposto, che anche lhoro haveano fato questo |
medemo a' hongari.
È da saper, questi merchadanti nostri sono presoni a Constantinopoli, o ver a li castelli di Mar Mazor : sier Andrea Griti, quondam sier Francesco, sier
dro Griti, quondam sier Hironimo, sier Bernardo
Zustignan e sier Piero Zustignan, de sier Francesco
da le cha' nuove, sier Francesco Contarini, quondam sier Lucha, sier Jacomo Foschari, quondam sier Urban, Batista Sereni, Lodovico di Mafei, Bernardin
di Usnagi. Item, a Salonichij sier Zuan Alvise Pixani, di sier Nicolò ; et fo preso a Nepanto sier Rigo Letera di Andrea Lanza, capetanio di la Par- | Badoer, di Arbe; tutti perho sono vivi presoni.
ga, scrita a di 28 april, al capetanio zeneral. Come
à di una soa spia, che era venuto olachi da la Porta,
a comandar che le galie, si trovava compite, fusse
unesse in hordine ; et le altre non si lavorasse più,
ma si levasse mam; et subito el flambular andò in
A d XX mazo. In colegio fo leto le infrascrite
letere de Cypro, di zener, di sier Andrea Venier,
luogo tenente. Manda conti di formenti ; et hanno
electo visconte de Nichosia domino Zacho di Noresa, cavalier; dimanda la confirinatiom.
335 MCCCCC, MAGGIO.
124
Da Dulziyno, di sier Piero Nadal, conte e cape- tanio, di 25. Manda uno aviso di uno li scrive,
qual è a Scutari , inter cætera, che il signor voleva
far paxe, come à inteso da' turchi, con la Signoria nostra ; le qual parole intese disnando con uno turcho. Ma soravene oratori dil re di Napoli, di Maximian, dil signor Lodovico, dil ducha di Ferara, e dil
marchexe di Mantoa, dicendo : Disfè venitiani, non
pono più pagar le decime, tutti in Veniexia crida, le
vedoe etc.; ma se tu indusij, signor, lhoro si refarano. Item, che il conte Zorzi Zernovich, a dì 17
marzo, zonse a la Porta ; fo honorato dal signor ; e
lui dimandò il suo stato. Il signor li disse : Mena to
moier e fioli qui , prima ; e li ha dà un stado in la||
Natalia, de intra' di aspri 25 milia .
336
danari ; e dice non si pol armar de li solum do galie,
si non se li provede. Et è tornà le 7 galie, state in
armada a disarmar. Item, hano electi li sopracomiti
di le galie nove, quali hanno refudà; manda uno
aviso di Syo .
Dr Nichsia, di sier Piero Sanudo, synicho, di
14 marzo. Aricorda molte cosse bone; etiam mi
scrisse a mi, separatim.
Fo dato, per li savij, audientia a' cremonesi, a
uno domino Galeazo Ponzom e altri ; et nui savij ai
ordeni andassemo dal principe a conferir di l'armar
le galie di viazi.
A di XXImazo. In colegio fono letere da mar.
Il sumario è questo :
Dil capetanio zeneral da mar, date a Corfù, in
galia, a di 8 mazo. Come havia solum potuto poner
in hordine galie XI, zoè aconzarle, et tre ne à manda
a conzar a Modon, et 13 ne resta a conzar, qual vorà
più tempo ; e cussi, come si conza le galie, le va metando in exercitio ; 7 sono tra Modon, Coron e NaDa Cattro, di sier Marin Barbo, soracomito.
Come hauto comandamento di sier Hironimo Pixani,
provedador, si parti di ... a Cataro per custodia, cussì
richiesto da quel proveditor ; et par il provedador di Cataro li fa comandamento resti ; sì che non sa che far ; la Signoria ordeni, et di zio aspeta man- } poli, computà le do candiote ; 7 a la custodia de Vidato.
Fo scrito per colegio, e spazato im Puia, soliciti lo armar di le galie è al colfo ; a li provedadori di l'armada, vadino a trovar il zeneral, e resti solum
una galia in colfo ; e sopra ziò fo prima varie opinione. Item, fo spazà letere a terra ferma a li rectori, per 300 homeni da mandar in armada, et spază la
nave va in Candia con monition.
scardo, et 4 mandate versso el Sasno e la Vajussa ; le
altre è tra li a Corfù e col provedador Pixani, e à chia- mà la forma (sic) era a Cataro. Item, à 'buto homeni da terra ferma 845, et ne mancha di questi, tra morti
e fuziti , 150, quali sono fuziti per teror di morir ;
et ne bisogna ancora da 800 in suso ; et sier Marco Orio, vice capelanio di le nave, non ha homeni, e la nave Mora stà mal, et vol di primi homeni zonzerà
Di Cao d' Istria, di sier Alvise da Mulla, podestà | meterne suso 200 homeni. Dimanda biscoti in quanet copetanio. Di alcuni todeschi venuti propinqui a
Montona ; tamen lui fè provisiom. Da Padoa, di rectori, di 19. Come il ducha de
Urbim fo li, e voleva andar a Chioza, ma, per la peste è, à fato la volta di Ferara. Lhoro l'hano honorato assai. Item, avisano esser morto domino Hannibal di Doza ll, qual havia cavali ... con nui .
Intrò dentro li cai di X, e, mandati tutti fuora, fo
ditto per certa poliza trovada per sier Jacomo Con- tarini, di sier Zuane da San Stai, a lhoro presenta
da, la qual diceva che sier Antonio Grimani, fo zeneral, era im prexom, mandava sobornando tutti .
Da poi disnar, fo gran conseio, et reduto il cole- gio, vene letere dil capetanio zeneral, di 29, 2 et 5,
replichate, qual non fo lete. Item, dil baylo di Corfù,
Oda conto. Di sier Lucha Querini, provedador, come
quelli taiapria dimandano danari, et dal Zante di 22
april , di sier Nicolò Marcello, provedador, cosse vechie etc. Di Candia, di sier Bernardo Zustignan, capetanio e vive ducha, di Xapril. Dimanda monition,
tità. Item, in Candia mandò ducati 3700, e li altri
4000 li fo mandà in Candia, per la nave di Coresi.
Item, è venuta la galia zaratina de Viscardo. Item,
è venuto uno corfuato di la Prevesa li da esso zeneral, et manda in nota la sua deposition.
Deposition de Michali Vethialati, olim patron di 125
gripo, sta a Corfù, vien da la Prevesa. Referisse es- ser stato a Lepanto, parti a dì 2 di questo. Dice è
fate galie 34, diexe grosse et 24 sotil ; tutte erano imboscade, si andava calchando, et 9 grosse et 7 so- til erano gitate in aqua, et ogni 6 zorni ne getano
una ; tutte lavorade di legnami verdi, e cadaum si fa
maistro. Da po' gità in aqua, uno maier solo resta sopra aqua. È assa' marangoni, et calafada da 70 ;
et si fa presto. Si dice a dì 29 april dovea zonzer a
Lepanto galie 60 dil colfo, per unirse con quella armata ; turchi si avanta, e dicono assa' cosse. Item,
vene Malchozi, uno di primi tlambulari, con 80 persone, e il fiol de Michalogri si dicea veniria con 70
milia persone, et vene solum con otanta cavali li a
Nepanto.
337 NCCCCC, MAGGIO. 338
dari con 8000 cavali.
Et, atento el bisogno di l' armada, fo balotà ducati 3000 di mandar al zeneral per la prima galia si
parte.
Depositiom di sier Antonio Parascato, da Corfu, ❘ cho ; fonno li, et ebbe salvo conduto dil signor, et
vien da la bastia, a di 7. Dice haver inteso da greci passono in la Turchia per andar a la Porta.
merchadanti , vien di la Janina, di zorni 6, come el Da Modom, di rectori, di 22 april. Di molte
signor fece el suo bayram a le Seres, in campagna; | provision fate; dubitano di turchi; il bassà è al Var- il bilarbei con el campo era al Vardari, et a la parte
de Larso à incontrà asappi da 40 in 45 milia, vanuo
a la volta di l' armata, su la qual el signor non vol|
più meter christiani ; et à incontrà assa' zente a la
montagna del Mezovo, che portava remi a la Prevesa, e ogni do porta un remo. Il campo vien zoso,
chi dice per Corfù, chi per Napoli di Romania. Item,
a le parte de Vollo, versso Negroponte, se atrova
da cinque in 6000 remi con uno subassi e turchi ;
et che veneno da 8 in X navilij di Rodi, za fa zorni
Xo XV; et brusono ditti remi, et amazò il subassi
e li turchi . Item, dice à scontrà alcuni navilij turcheschi, cargi di agudi et feramenta, venivano di Constantinopoli per tragetar a le Zemiglie per uso di le
galie ; et trovò una barza anconitana di zuchari et
saoni, et la prese etc.
Di sier Andrea Foscolo, governador di una galia.
Scrive al zeneral, come fo in colfo con le 4 galie fino a presso i molini di la Zefalonia. Adi 3 mazo,
il Marcello vene a Corfù ; a dì 27 april esse galie
parti, et andono ai Cuzolari ; poi la note andono versso Patras, e trovò uno qual lo mandò a Lepanto,
a sier Rigo Badoer ; e sier Andrea di Franceschi a di
|
❘
Di Milam, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier,
podestà di Verona, orator, di 18. Come fu menà
Ascanio a di ... , a hore 21, per mezo Milan, vestito
da cardinal col rocheto e uno capello beretim. Item,
Belinzona ancora si tien per sguizari ; il cardinal
Roam è tornato da Pavia, e di coloquij abuti insieme. Bologna è acordata dar de præsenti ducati 15
milia. Item, Carpi e Mirandola è acordati , et è venuto li a Milan il prothonotario, fratello dil marchexe di Mantoa; et il ducha di Ferara si scusa non
haver fato mal alcuno. Item, di l'armata, disse il
cardinal, si farà ; monsignor di Ravastem non è a
Zenoa, si à schavazà una gamba, et è anda ai bagni.
Item, missier Zuan Jacomo Triulzi disse : La Signoria si pol servir di zente etc.
Da Sonzim Benzom, date a Crema, a di 15.
Chome francesi a Vogiera dormeno con le moier d'altri per forza, amazano li mariti. Item, scrive
coloquij abuti con monsignor di Montasom, zercha
29 ritornò e riporta a bocha, che per quelli di Na- | Mantoa habi la Signoria, et il roy Cremona ; et Ascapoli di Romania sono stà taiati a pezi da turchi 5000 ;
dice la nova scrita di sopra, di remi 8000 brusati
per rodiani, et per tre nostre galie. Item, esser ussite 14 fuste dil colfo di Lepanto, et visto le nostre
galie, zudego fusse l'antiguarda di l'armata, e sono
ritornate e tirate in terra a Patras. Item, il signor à
fato pasqua a le Seres ; ſeva nettar le strade a la volta
di la Morea; el bilarbei à fato pasqua al Vardari. Di
l'armata dil colfo dice sarà in hordine a mezo zugno; la nave grossa non è possibele niun la voi meter a charena per aconzarla, et le galeaze non si
conza, et molti navilij pizoli sono mal conditionati.
El qual messo è nevodo di sier Marco Antonio Con- tarini, sopracomito. Item, dite galie si levono, e tor- nó a la guardia di Viscardo, havendo levato de li
125 * certe anime per il Zante. Li qual sopracomiti fono :
lui sier Andrea Foscolo, sier Marco Antonio Contarini, sier Polo Valaresso, et Nicolò Buchia, catarim ;
et dicono tre di queste galie li bisogna le antene. Et sier Polo Valaresso scrisse, di 3, dai Cuzolari al zeneral questo instesso.
Da Rodi, di 16 marzo, al zeneral et a la Signoria. Zercha li araldi dil re di Franza vanno al turI Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
nio li à ditto, scrive a Roma per mi.
Da Trevi, di sier Christofal Moro, provedador.
Di certi avisi di le cosse di Mantoa, à 'uto da uno de
Gonzaga, scrite a Thadio di la Motella, condutier
nostro, digran importantia per ben di la Signoria etc.
Da Verona, di sier Hironimo da cha' da Pexaro,
capetanio et vice podestà. Come li è la peste et si
muor assa' ; fanno provisiom.
Di Chioza, dil podestà. Chome la peste va di longo, et li savij sora la sanità fenno molte provision,
adeo la terra stè ben.
Di Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador. Cercha haver expedito Antonio di Fabri, con li provisionati, per Levante, et dil zonzer li di lo episcopo di Theoli, vien orator de qui.
Vene l'orator di Napoli, disse haver una letera
dil re suo. Li scrive, l'arma' di Spagna, a dì 13 april,
esser per partirse, come scrive domino Antonio Zenaro, orator di soa majestà, la qual armata dia esser
zonta za XV dì in Sicilia. Poi el principe li parlò largamente, dicendoli el suo re avisava il turcho etc.
Lui rispose, non era vero ; et disse assa' cosse in favor dil re suo ; prega la Signoria lo ajuti col roy.
22
239 MCCCCC, MAGGIO. 340
Di Franza, di sier Beneto Tricixam, el cava- | rator nostro, debbi ringraciar il cardinal Roam, et
lier, orator, date a Liom, di 12 et 14. Qual non le
vidi ; perhò non noterò il sumario.
Da poi disnar, fo gran conscio per li avogadori,
per expedir il Grimani. Compite di parlar sier Marco
Sanudo, l'avogador; parlò sapientissime, cargo molto
el Campeze.
Da poi fo pregadi, non fo fato ni leto alcuna letera, solum election di uno savio ai ordeni manchava, in luogo di sier Andrea Surian, non provò l'età.
Rimase sier Jacomo Cabriel, fo savio ai ordeni , quon126 dam sier Bertuzi, el cavalier. Etiam fono electi cinque sopracomiti per electiom. Rimase questi : sier
Zacharia Loredam, fo cao di 40, quondam sier Lucha, sier Alvise Vituri, fo soracomito, quondam sier
Beneto, sier Alvise Dolfim, fo soracomito, quondam
sier Dolfim, sier Renier Vituri, fo podestà a Lendenara, quondam sier Picro, et sier Zorzi Trivisan, fo
primo di fusta, quondam sier Andrea.
Adi 22 mazo. In colegio intrò mio collega sier
Jacomo Cabriel. Vene l'orator di Franza per cosse
particular, et per il principe li fo commemorato li
gran pericoli dil turcho, et quello si havea di mar.
Disse si facesse li sumarij per Franza.
DaFerara, dil vicedomino, di 20. Come el marchexe di Mantoa tramava acordo col roy, et cussi
Ferara, e de li ogni zorno si faceva precessiom, ni
altro scrisse da conto.
Di Cataro, dil proveditor. Zercha la galia Barba
è lì ; non la voria lassar partir, per il pericolo è di
turchi propinqui.
Di Arbe, di sier Piero Boldů, conte. Si scusa ; di
le lanze prese, lui non sa nulla, si che la cossa andò
sotto de si.
Intrò li cai di X, et steteno longamente. Fo ditto
erano in materia di danari, adeo altro in colegio non
fo fato.
Da poi disnar, fo pregadi. Non fu el principe.
Et fo fato la mostra in l' hospedaleto di 25 provisionati di Gorlim, qual li mena con lui; a li qual li dà
ducati 8 per uno, soto sora, et il resto li verà driedo.
Et si parte lui de subito.
Fu posto per nui savij ai ordeni la expedition di quel di Malvasia, orator, darli ducati 200 di tornesi,
et a lui certa provisiom etc. Fo opera mia tal expedition. Ave do di no.
Fu posto per Jhoro savij, mandar uno secretario al re di romani, per le cosse di Goricia, ch'è
feudo nostro , con la comissiom li sarà data. Et fo
presa.
Fu posto per tutti i savij , scriver a Milan a l'osoliciti fazi l' armata.
Fu posto per tutti, ut supra, dar licentia di la
nave di vini di Candia a sier Alvise Pixani dal banco
etc.; sier Bernardo Donado, et sier Francesco Zane
possi trar etc., ut in parte. Et fu presa.
Ad 23 mazo. In colegio veneno sier Renier
Dandolo, orator di Candia, tolse licentia di ritornar.
È stato qui più di uno anno, à expedito ad vola quello
li fo imposto.
Vene sier Hironimo Liom, el cavalier, et acetò di
andar orator a Roma.
Vene l'orator di Franza, et disse alcune cosse,
nescio quid.
Da Milam, di l' orator, di 19 et 20. Le qual fo
lete, mandati, chi non intrava nel conseio di X, fuori,
et il principe messe la cossa nel conseio di X; tamen
vene poi al pregadi.
Di Padoa, di rectori, e sier Zuan Batista Bonzi, provedador per le camere. Zercha domino conte
Alvaroto ; vol dar ducati 300, et sia cavato so fiol
di prexom ; et il Bonzi manda qui ducati 400.
Di Cataro, dil provedador. Zercha domino Zorzi
Bochali, capo di stratioti ; solicita sia expedito et remandato de li.
Da Montona, di sier Bortolo Calbo, podesti. Di
todeschi venuti a quelli confini, la qual cossa prima
si sapea per via di Cao d' Istria.
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadim, conte.
Chome el bam di Jayza havia corso a quelli confini,
et dannizato.
Da Brandizo, dil governador et di la comunità.
Zercha il soracomito Urban Carazolo, fo l'anno passato, si à portà mal, perho hanno electo in lhoro conseio uno altro, qual è Todaro di Fornari, lo nomina
et voriano saper l'intention di la Signoria nostra,
si l'è contenta. Et li fo risposto, dovesse armar ditto
novo soracomito. Et scrive esso sier Jacomo Lion, 126 *
governador, che l'arsil non era ancor zonto, l'aspetano, e subito l'armerano. Item, scrive di messi dil
re va al turco. Et è da saper, il corier di Brandizo
portò tal letere, vene in colegio, disse esser stà retenuto in le terre dil re, e dimandatoli per quelli la conditiom di Brandizo e di castelli ; et è stà asaltato,
et par che a Molla, locho nostro, sia diferentia col
castello tien il re.
Da poi disnar, licet fusse sabado, fo gran conscio
per compir li 40; et colegio si reduse ; consultono alcune materie dil conscio di X.
A d 24 mazo. In colegio, vene domino Vetor
da Martinengo, fo fiol di domino Zuam Francesco,
341 MCCCCC, MAGGIO. 342
conte, fidelissimo nostro, qual in ste cosse di Cremona si à operato in campo sempre. Or dimandò a
la Signoria letere a Cremona, per certo vichariado li
fu promesso per li proveditori di campo. Item, si
scrivi a Roma per haver expectative di ducati 300
per uno suo fiol ; et consultato, li fo risposto per il
principe, si faria tal letere.
Vene il signor Nicolò da Corezo, alozato a San
Moysè, in caxa di sier Beneto Barozi, suo cugnado;
et sentò a presso il principe ; voria esser nel numero
di aderenti di questa Signoria nostra, et ricomandato come era stato li soi et lui fino al tempo di
doxi Mocenigi. Li fo risposto, consultato col colegio,
non volevamo far alcuna cossa, ma scriver in Franza
in sua recomandatione.
Vene Zuam da Torentino, per il sal tolto per nome dil re, disse non voria pagar dacij a Cremona.
Risposto si vederà.
È da saper, questa matina vene lo episcopo di
à danari ; li soi balestrieri son scalzi. L' altra letera
è zercha certo francese spogliato etc.
Et fo balota ducati 500 di mandarli a ditto capetanio, per darli a lui, et dar paga a li soi ballestrieri .
Da Cremona, di sier Domenego Trivizam, el 127
cavalier, e sier Nicolò Foscarini, proveditori. Zercha
sier Christofal Moro, provedador, va a veder Oio, justa i mandati di la Signoria ; unde cremonesi ringracia
la Signoria di tal hordine, et manderano 6 citadini.
DaBergamo, di rectori. In risposta: zereha certi
privilegij è za 300 anni nel monasterio di San Domenego, et che uno monsignor di la Torre, francese,
vene li per averli, non li volseno dar. Li qual privilegij è di certo castello sul milanese, chiamato Turbigo, fo di quelli di la Torre.
Et fo parlato zercha l' expedir di le galie, di sier
Marin Dolfin, e sier Vetor da Leze, sotil, che vano
via ozi ; et li mancha homeni. Et vene in colegio sier
Marin Trivixam, fiol dil capetanio zeneral. Parlo
Thioli, orator dil papa; li fo mandato zenthilomeni | largamente contra sier Hironimo Capello, provedacontra; alozó a San Zorzi.
Da Fiorenza. Fo leto una letera latina, di XX,
in risposta di la nostra. La manssiom è : Serenissimo
principi elexcellentissimo domino Augustino Barbadico, duci Venetiarum, nobis plurimum honorando.
La subscrition, di soto, in mezo la letera. Rispondeno, non dieno pagar ni dar fidejussiom, si di jure
non la dieno dar, dicendo : Venitiani sono sapientis
simi etc.
dor su le cosse di mar.
Vene l'orator dil ducha di Urbim, dimandò danari, et al conte di Serego, e uno altro è col signor,
li siano dati li alozamenti. Li fo risposto se faria, e
didanari si provederia.
Da Roma, vene letere di sier Polo Capello, el
cavalier, orator, numero tre, di 17, 18 el 19. In la
prima, come el papa eri chiamò concistorio, e parlò
in materia christiana ; erano tutti li cardinali et oraDa Ferara, dil vicedomino, di 23. Manda tal tori sentati al suo locho. Primo, soa beatitudine disse
letera abuta di Fiorenza. Item, monsignor di Beu- zercha il convochar tutti i principi christiani contra
monte, va a Pisa, si dice non farà 0. Fiorentini convengono darli danari ; poi non è seguri di reaverla,
ni de altro. Item, l'acordo di Bologna è sequito ;
vol missier Zuan Bentivoy trovar ducati 33 milia al
presente, per far le page. Missier Zuan Lucha, da
Milam, scrisse a tutti, haver acordà le cosse col cardinal; poi al presente è sferdito; e par Mirandola,
Carpi e Corezo non sia fermo lo acordo lhoro. Dicono francesi è instabeli. Item, il ducha di Urbim | papa disse l'avia raxon, et soa majestà era fiol devo.
infideles ; poi parlò il reverendissimo ulisbonense in
favor di la Signoria nostra; poi l'orator dil re di
romani disse non ha altra comissiom dal suo re ; poi
l'orator di Franza, scaldando la cossa, et che il suo roy
ſarà il tutto; poi l'orator di Anglia, dicendo haver
mandato, et exortò tutti a provederli ; poi l' orator
dil re Fedrico, Sperandeo, disse si el re suo fusse seguro dil Regno daria ogni ajuto contra turchi. Il
fo li a Ferara, honorato dal signor e da lui vice- tissimo a Santa Chiesia. Poi parlò esso orator nostro,
domino; e, partito, disseli che il marchexe di Man- e disse oltra questo bisognava armar, e dar subssidio
toa, so cugnato, li mandò adir, ni col roy ni con la | al re di Hongaria. Poi l' orator di Savoia disse non
Signoria non sa a che termine sia.
Da Rimano, dil provedador. Come a dì 19, Antonio di Fabri, con provisionati, parti con gripi per
Modon ben in hordine. Item, Vitelozo è venuto a
Citàdi Castelli, fa zente et fanti, si dice per andar a
campo a Pexaro.
Da Trevi,do letere di sier Cristofal Moro, provedador. Come il capetanio nostro di le fantarie non
ha altro ordine dil suo ducha; poi l' orator di Fioronza disse credeva li soi signori fariano, et li seriveria; poi l'orator dil reverendissimo coloniense ,
elector di l' imperio, disse scriveria di questo. Poi
l'orator di ... , altro elector, disse che il suo patron,
era a la dieta in Augusta, vederia etc. El papa, udito
tutti, non disse altro, si non: È bon proveder. Et
ita dissolutum fuit. Et che doman soa santità expe-
343 344 MCCCCC, MAGGIO.
127
diria lo episcopo di Chai per Hongaria ; et à letere di
monsignor episcopo di Arles, è in Franza, come à
inteso, zercha le cosse di Romagna, il roy li ha ri
sposto in tutto voler esser con la Signoria nostra;
unde il papa sta suspeso ; e conclude esso nostro orator, in re christiana il papa vien di vergogna, non
la Mirandola, per li nepoti, a presso li oratori nostri
sono in Franza et a Milano. Sexto, era venuto per star
qui a presso questa Signoria per nontio dil papa.
El principe, senza altro consulto, li rispose :
quanto ad Ascanio, era stå dato sforzadi ; 2.º dil
turcho disse assa' cosse, et si atendi a tal impresa, e
di voluntà. Manda il brieve dil perdom di la Sensa, ❘ il gran pericolo, et che il papa non è siguro in Rola copia dil qual sarà qui avanti posto al locho suo.
Dil ditto, di 19. Che monsignor de Agrimonte,
orator dil roy, eri zonse li. L' orator li fo contra, lui
si à oferto a la Signoria.
Vene l' orator di Lucha; e disse li soi oratori, è a
Milam, haver auto risposta dal cardinal Roam, che il roy vol servar la promessa a' fiorentini, e darli Pie- tra Santa e Motrona , lochi tien d' essi fiorentini.
Lhoro luchesi voria la Signoria scrivesse a Milan,
che il cardinal fusse contento indusiar fino mandasseno lhoro oratori in Franza al re. Li fo risposto per
el principe, si havia za serito in bona forma.
Da poi disnar fo gran conseio, fato do avogadori
di comun, sier Hironimo Lion, el cavalier, fo savio
a terra ferma, di sier Marin, procurator, et sier Piero
Morexini, è di pregadi, quondam sier Zuane; qual
rimase da sier Lunardo Grimani, fo avogador di comum, che vene per scurtinio.
A di 25 mazo. In colegio fo leto alcune letere
di Milan et di Franza, mandati tutti fuora chi non
intra nel conseio di X.
ma; 3.º di Pexaro etc. saremo, come sempre semo
stati, obsequentissimi dil papa, e di Rimano e Faenza son gran cosse a questi tempi ; 4.º di quel Guielmo 0 sapemo ; 5.º di le cosse di la Mirandola, il
papapol far meglio di nui ; 6.º che ' l sia venuto per
star qui, li disse saria ben visto. Et lo episcopo li disse : La vostra Signoria mi risponderà poi, con- sultata etc. Et, inter loquendum dil turcho, disse il
principe : Bisogna il papa et nui, che havemo anni
80, andamo in armada contra il turcho.
Vene Sonzim Benzom da Crema, et con li cai di
X, mandati li altri fuora, lexe una scritura, qual prima mi la mostrò. Par che 'l marchexe di Mantoa
batti monede falsse, et che mantoani è disposti contra francesi, ma non contra la Signoria insieme col
re, et altri avisi, qual lui li à 'uti per via di uno fradello dil confesor dil marchexe, qual vene eri di
Mantoa.
Da Ferara, dil vicedomino, di 2.4. Di do oratori
francesi zonti a Bologna ; uno vien di Roma, l'altro
di Siena, vano a Milan ; et Zuan Zordam Orssini è
Vene poi lo episcopo de Thioli, nominato Ange- a Bologna, et pisani ha 'uto bona intentiom dil cardilo, orator dil papa, insieme con sier Hironino Lion, ❘ nal San Piero in Vincula, o, per dir meglio, luchesi, per esser de li episcopo, et che li a Ferara si fa
precessiom, per conseio di quella monacha da Viterbo etc.
Da Crema. Come era venuto li monsignor di la
Mota, per nome di monsignor di Montasom, con letere, qual si oferisse andar, con le zente ha, contra
turchi in favor di la Signoria ; et etiam esso Montasom scrive a la Signoria di tal materia.
el cavalier, sier Marco Lipomano, el cavalier, sier
Marco Dandolo, dotor et cavalier, sier Zuan Badoer,
dotor, et altri 12 di pregadi ; et presentò le letere
di credenza, e il brieve dil papa. Poi disse haver mandato di reverendissimi cardinali, di dimandar Ascanio, per lo qual effecto si parti di Roma, e, inteso la
Signoria l' avia reso, restoe a Monte Fior, et serisse
al papa, qual soa santità et li reverendissimi cardinali
lo mandonodi longo, per saper la causa urgentissima Da Cremona, di 22. Come Frachasso passó de
di haver dato dito cardinal al re christianissimo. Se- li, va a Ferara ; et eri si have letere di ditti provecundo, zercha il turcho, il papa vol far assa' cosse, e dadori, haveano auto da Milan, il general di Huajutar la Signoria nostra, e la christianità, e far la | miliati era scoso li ; à vardato, non è vero ; et altre
union di principi christiani contra infideles, e à dispensà el matrimonio dil re di Hongaria a questo effecto. Tertio, soa santità vol haver Pexaro, justa la
promessa li fo fato, et più Rimano e Faenza, per esser li vicharij caduti dil senso (sic), et perho dimanda
la Signoria nostra li lievi la protetione. Quarto, uno
Guielmo Gaietano, rebello di Santa Chiesia tolto a
nostro soldo, il papa prega sia casso; tamen di que- | paration etc.
sto nulla era. Quinto, racomanda il conte Antonio di
cosse scrisseno non da conto.
Di sier Vido Morexini, pagador in campo. Voria
licentia, non fa nulla ; et mi scrisse exortandonii a
tal effecto.
Da Trevi, di sier Christofal Moro, provedador.
Oda conto ; vol licentia.
Da Bassam. Zercha avisi di Maximian, di preDi sier Andrea Michiel, provedador in Albania, 128
345 346 MCCCCC, MAGGIO.
data a Chuvrili, a di 14. Come à letere da sier ❘ ordeni. Ando le parte tre : et fono tre di no, niuna
Jacomo Liom, governador di Brandizo, di 12, come
la galia Pagana era stà presa da cinque fuste de'turchi, sora il Sasno, venendo di Otranto, a horre 7 di
note, a dì X ; et la matina dite fuste la remurchiava, morto il soracomito, Francesco Musoli, comito, e
le zurime butate a l'aqua, et le tre galie nostre erano
in conserva la matina la vedesse rimorchiar, et non
li dete ajuto per discordia tra lhoro ; li qual soracomiti fonno sier Marin da Leze, sier Tomà Contarini,
et Caluro ystriam. Item, laricorda se li mandi danari e taole e custodia li a Cuvrili, et Schandarbecho, perchè farà fruto assai, et è molto desiderato
in Albania.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, da Ibrioni, in galia, de 14. Scrive questo
medemo, e che con lui si atrovava la galia de sier
Marin Barbo, soracomito, venuta da Cataro.
Da Sibinicho, dil conte. Di haver fato la mostra,
justa i mandati, de li, a quel capo di stratioti, qual è
bona, e la manda in nota.
Veneno li Grimani, qualli non volevano ozi el
conscio, e li avogadori lo volseno; et cussi fo sonato, et reduto, et terminato star fin horre 21 , perchè
poi è pregadi. Et parlò sier Zuam Antonio Minio,
avochato fischal, el qual volse haver comandamento
in scriptis di la Signoria, lo andasse a servir. Fè bel
principio, ma mal rispose a le opposition li fè sier
Marco Sanudo ; unde, judicio omnium, si prenderà
di procieder.
Poi fo pregadi. Reduti in gran conseio, fu posto
per tutti i savij di colegio una parte, di certo acordo
fato con li patroni di le galie di viazi, et sier Antonio Trum, el consier, messe di tuorli le galie da
dosso, atento sia passà li termeni, e non haver ubedito le parte . Sier Francesco Arimondo, 40, che havia una galia, volse andar in renga, et fo mandato
zoso, dicendo era cazado, e cazato li parenti di patroni e charatadori. Or, li savij dil conscio e terra
ferma messeno certa alteration a li pati et acordo
fatto, zercha i nolli' ; et nui ai ordeni stessemo su
la parte. Et parlò contra sier Francesco Diedo, quondam sier Baldisera, era 40. Li rispose sier Antonio
Venier, savio ai ordeni, poche parole; ringratió el conseio et nulla disse. Sier Antonio Trum se rimosse
di la parte, e messe de indusiar a doman, et che damatina, leto le letere in colegio, si trati di questo,
soto pena di ducati 500. Jo andai in renga ; narai la cossa, la dificultà di lo armar, biasemi la jndusia.
Mi rispose sier Orssato Zustignan, provedador sora
l'armar. Li rispose sier Marco da Molin, savio ai
non sinciera, 18 di savij dil conscio e terra ferma, 40
di savij ai ordeni, 62 dil consier. Et questa fu presa.
Fu posto per li savij dil conseio e terra ferma,
le decime 59 et 60 per tutta questa setimana si
scuodi, poi vadi a le cazude e si scuode senza le
XXX per 100. Item, numero 60 et 61, fin a dì 8
zugno la prima, poi la 2.ª a dì 12 zugno, habi il don.
Ave tuto il conscio.
Item, fo leto una parte di sier Antonio Trum, el
consier, per Bernardin di Ambrosij, di conzar la terra, et elezer 5 zentilomeni, quali debbi venir in colegio, poi im pregadi, examinato prima la facultà di
cadaum ; la qual parte si habi a meter uno altro pregadi. Tamen si tolse zoso per garbuio fatoli .
È da saper, ozi niuna letera ſo leta salvo queste
per Gasparo da la Vedoa con gran credenze, tolto
in nota per li cai di X chi non fu prima.
Da Milam, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, 128 *
podestà di Verona, orator nostro, di 19, 20 et 22.
In la prima, come receputo la nostra letera zercha
il salvo conduto de li milanesi sono a Trento, qualli
voriano ritornar, andò dal cardinal, e li comunichò ;
qual rispose voler esser con missier Zuan Jacomo,
dicendo sono malli homeni. Item, zercha lo armar,
farà armata a Zenoa, et li lexe li sumarij di le cosse
dil turco, et era sollo esso cardinal, monsignor di
Beuchayro, stato qui orator. Esso orator, col secretario, disse il cardinal voler mandar da monsignor di Ravastem ai bagni, far armar 4 nave a Zenoa. Et Beuchayro disse : è meglio far armar di
quelle im Provenza, dove si harà homeni et artilarie. Poi parlono dil Regno. Disse el cardinal el roy
havia tre pratiche : una con Spagna ; una col re Fedrico, qual à uno suo in Franz , questo li vol dar un
miliom di ducati in certi termeni ; la terza praticha
è di andar con le zente ad aquistar ditto Reame, et
che erano oratori di Spagna a la corte, et di quelli
dil roy in Spagna. Tamen soa majestà non è risolto
qual partido debbi pigliar.
Dil marchexe di Mantoa, disse è nemicho dil roy,
e à persso la sua gratia ; tamen suo fratello prothonotario è venuto qui da nui, et che monsignor di la
Trimolia li ha ditto, vol dar danari assai.
Dil ducha di Ferara, il roy à tolto im protetione,
dicendo è vechio, soi fioli è mal conditionati etc. Et
esso orator nostro li rispose : Mantoa è nostro rebello, et Ferara za fo nostra. El cardinal disse : Do- mine orator, che terre vol dar la Signoria in locho
di queste, che val più di mezo il regno ch'è dil roy,
e danno de intrada ducati 300 milia ? Questi do sta-
347 МССССС, MAGGIO. 348
129
di, li rispose, non dava de intrada ducati 120 mi- | è stà comesso expugui certi castelli dil conte Zuam
lia etc. Item, missier Zuan Jacomo li ha ditto haver,
che il roy à manda per il cardinal di Samallo et Beuchayro, perchè si dice hanno provision da Lodovico.
Item, el zeneral di Savoia è stato a visitar esso orator, e dirli da parte dil cardinal, la Signoria tengi li
beni di missier Francesco Bernardim Visconte, fino
il roy scrive altro. Et che à intesso esso orator, che
l' orator fiorentino parla al cardinal in favor di Mantoa, et poi ave una poliza dil cardinal, la Signoria
non fazi salvo conduti a quelli sono a Trento.
Piero dal Vermo, et par che ditti francesi fonno li,
ma sono stà mal menati e morti ; et fiorentini di
questo hanno a mal ; dubitano di longeza per le cosse
di Pisa. Item, sono li do oratori pisani, uno di qual
è stato dal roy, dice haver portato bone nove, e letere dil roy al cardinal. Item, Bologna è acordà col
cardinal in ducati 40 milia, et ne à dà XV milia za ;
et Carpi e Mirandola, per quanto dice el cardinal,
non è ancora in acordo fermo. Item, par esso nostro
orator voglij mandar Marco Bevazam, suo secretario,
versso Zenoa, per solicitar di armar. Item, chome
visitò missier Zuan Jacomo in rocheta, et par recevesse le nostre letere ; in materia di Modena e Rezo
non achade dir altro, et nulla scrive, che dete assa'
miravegliar al collegio.
Da Zara, di rectori. Di certo aviso abuto per
alcuni frati, che il re di Hongaria à concluso con li
baroni, avanti piglij acordo con la Signoria nostra ,
haver Zara in pegno. Et è da saper , ditto aviso
etiam si ave l'altro di per via di Arbe. La qual letera
non fo perhò leta im pregadi.
Del ditto, di 20. Come, ricevuto nostre letere,
parloe al cardinal di le cosse dil turcho. Eravi monsignor di la Trimolia e missier Zuan Jacomo. Rispose, si farà presto armar a Zenoa; et letoli la letera di
Hongaria, disse li piace, vol poner le intrade dil cardinal Ascanio per armar nave a Zenoa, e li danari
sono za trovati. Et missier Zuan Jacomo disse, il
bisogna haver zente per mandar in Friul, et si mandi a Corfu homeni d'arme, perchè l'à il bisogno, et
il re darà le zente. Et replichò di le robe dil Visconte, dicendo : è di altri citadini milanesi hanno sul nostro. Item, li a Milan sabato si aspeta el cardinal È da saper, eri parti Gorlim da Ravena con li 25
San Piero in Vincula, mandato dal roy, et Roam fin | capi di squadra, con la galia Leza ; al qual foli dato
XVdi torna a la corte, e disse: Il re non concluderà si
nonson lì ; che parte vol dar la Signoria, di le terre arà
nel Regno, di quello ha dil duchato di Milam ? Scrivè
a la Signoria , vederemo; semo contenti indusiar
l'impresa per caxon dil turcho. Item, monsignor di
Beumonte è andato im Piasenza ; li alemani voria intrar non li hanno lassati, per non danizar quel li erano
a campo a la terra. Item, Francesco da Roma ha ditto
haver pagato a' francesi per le zente, a nome di fiorentini, eri, per resto di ducati 32 milia, li à dà ducati 2000. Item, scrive che Beuchayro è causa di sta
rechiesta, fa il cardinal, di terre etc.; et che il cardinal replicho. Scrivè a la Signoria. Lui rispose : Non
achade scriver etc.
Del ditto orator, di 22. Come il cardinal li ha ditto haver letere dal roy, che monsignor de Vergi averli scrito, il re di romani vol mandar uno orator
al roy, e vol far pace, et renonciar quello tien in lo duchato di Bergogna et Milam; ma vol do cosse: si smentegi la injuria, et si atendi uniti contra turchi.
Item, esso orator à ricevuto letere in recomandation de' luchesi ; fo dal cardinal, qual li rispose : Questi luchesi non farà 0: il roy à promesso a' fiorentini
una letera aperta, che dove el vadi el sia capetanio
di le fantarie nostre.
A dì 26 mazo. In colegio vene el Bataiom, fo
castelam di Cremona, dimandando la soa expedition,
è molti mexi sta qui su la spexa. Li fo risposto kone
parole.
Vene li proveditori dil sal, per il merchado dil
sal fato con Zuam da Torentino ; et fo parlato, O concluso.
Vene sier Andrea Loredam, patrom a l'arsenal,
et propose, in la caxa non vi era canevi, et bisognava comprarne.
Fo consultato zercha le galie di viazi ; li patroni
sono renitenti , vanno mal volentiera in armada etc.
Da Feltre, di sier Mathio Barbaro, podestà et
capetanio. Come à per uno explorator venuto da Yspurch, che la dieta è expedita, et il re è in a- cordo con la liga grisa, sguizari et agnelini per ve- gnir a recuperar il duchato di Milan ; li dà do cità.
Et hanno electi quatro capetanij a l'impresa : el du- cha Filippo di Bergogna , fiol dil re , el ducha di
Saxonia , el ducha Alberto di Monacho, el ducha Zorzi di Baviera. Item, si fa preparation di zente,
darli Petra Santa et Motrona; Lumen poi dijure vol ❘ et desiderano turchi contra christiani , maxime la veder de chi i sono, perchè senesi et zenoesi vol
etiam lhoro questi lochi. Item, che monsignor di
Beumonte va versso Pisa con le zente, ma prima li
Signoria nostra. Et il re à tolto danari e zoie da li
fioli dil signor Lodovico, forssi per valuta di ducati
60milia.
349 MCCCCC, MAGGIO. 350
129*
Da poi disnar, fo pregadi. Fo il principe, et fo | galie, et le fè lezer a una a una; et fè renga da un leto queste letere venute ozi da poi disnar. Et il
principe referite quello havia ditto in colegio l' orator dil papa, e datoli la bencdition.
Di Franza, di l'orator, date a Liom, di 15 et
17. Come el vien al roy uno orator dil re di roma- ni, crede sarà uno di electori ; et à manda a dimandar salvo conduto per cavali 300 ; e il roy li à dà
per tre a milia. Dice vol acordarsi esso re di ro- mani, e manda la copia di le letere abute di Alemagna, qual sarano qui soto scrite. Item, il roy fa
preparar la torre per Ascanio, et il locho deputà a
Lodovico ; el qual Lodovico è stà mal questa notte,
e fo ditto era morto ; tamen non fu vero. Item ,
li a Lion è do oratori de' pisani, uno di qual ha 'uto bone parole dil parlamento, et è partido con lettere
per Milam, e andò per staffeta.
Di Valenza. Fo letto uno capitolo di una letera, scripta a sier Beneto Dolfim, quondam sier
Daniel, di 8 mazo, come l'armata dil re di Spagna,
di velle 40, a di 8 era zonta a Malicha, sarà in Sicilia, et dice sarà bona contra il turcho.
satyro ; et messe a l'incontro che, in termine di zor- ni 8, ditti patroni habbi armado le ditte galie, aliter
perdino li 800 ducati disborsadi etc., et siali dato
ducati 500 per uno di sovenzio, et presenti uno,
qual sia balotà im pregadi, di andar sopra ditte galie. Et parlò longamente. Rispose sier Alvise da Mo- lin, savio dil conseio. Ando la parte : niuna non sin- cera, una di no, 69 dil consier, 97 di savij. Et fo
presa la nostra parte.
Et fono balotadi questi tre, qualli passono la mità, et rimaseno, di andar soracomiti sopra ditte galie di viazi : sier Alvise Contarini, quondam sier Pandolfo, loco sier Francesco Zane, quondam sier Bernardo ; sier Sabastiam Contarini, quondam sier Ju- lio, loco sier Zuan Domenego Contarini, quondam
sier Julio ; sier Fantim Memo, quondam sier Lodovico, loco sier Bertuzi Zivram, quondam sier Piero.
Fu posto per tutti una parte, di botini tolti in
armada per il capetanio zeneral a' galioti , sia comesso a li avogadori et al capetanio zeneral, videlicet quelli si vorano lamentar etc. E ave tutto il
conseio.
Fu posto per li savij di una man e di l'altra, scriver a l'orator nostro a Milam, in risposta. Maravegliarsi non ha ditto al cardinal di Modena, Rezo e
Grafignana, tamen lhoro dicea Lunesana, et che fazi
indusiar la materia, et Oli volemo dar di le terre
nostre aquistate. Parlò contra sier Lunardo Loredam, procurator, dicendo li dispiace le parole di la
parte, e per sua opinion vol darli di là di Po, et la
Di Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador, di 24. Come à per uno suo, stato 6 zorni a
Goricia, che è ſanti a Trieste, a Cremons e Duim,
forssi 400, et ne viem fino numero di 1000. Item,
Jachel Jacob, capetanio dil re, fo in Friul, è versso Lubiana con cavali 5000 et 7000 fanti. Item, è venuto
a Goricia uno Federico Prasina ; li andò contra domino Simon Folcher et domino Zorzi Heleger. Item,
à fato comandamento a tutti, vol tuor de cinque homeni l'uno, et fanno zente. Conclude, sarà gran | Signoria haver le rive tantum. Et cussi li savij delicosse in Friul ; dice sarano 14 milia cavali et 20 milia fanti ; vol far do campi, uno a Mariam, l'altro
al Monte di Medea.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, date sora i campi di Puola. Avisa il suo navegar ;
à trova la nave di Mosti, a la qual li mancha maistranze.
DiBudua, di sier Nicolò Memo, podestà. Chome
quelli subditi fa butini, e li provedadori li fanno restituir, e li populi si duol.
Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, che
siano taià et annulà li privilegij fati per la Signoria
a' zudei, e tuti siano confirmati per pregadi, et altro,
utpatet in parte. Ave tutto il conscio.
Fu posto, per tutti li savij d' acordo, la parte di
patroni di le galie di viazi, sia acetà etc., atento il bisogno nostro, con alcune reformation perhò. Et sier |
Antonio Trun, el consier, ando in renga, e contra-❘
dixe, e disse erano stå poste XVparte zercha queste
berono indusiar, e consultar meglio. Et sier Anzolo
Barozi, era di pregadi, andò in renga per parlar, et
non fu lassato perchè se indusió. Et fo licentiato el
pregadi.
In questo zorno sora porto fo fato la cercha a la
nave fo Mema.
Copia de una letera di electori de l' imperio
al cristianissimo re di Franza.
Serenissime rex, amice et domine observandissime, salutem.
Nos ad sacri romani imperii civitatem Augustam,
per serenissimum principem dominum Maximilianum romanorum regem semper augustum et summa veneratione dignum, dominum nostrum gratiosum, voce sua imperiali, et pro universa christiana
et sacri romani imperii republica tutanda, accersiti ,
comparuimus. Consultatione autem matura conside130
351 MCCCCC, MAGGIO. 352
130
modum exhibebit demerendum.
Data in conventu augustense, secunda die mensis maii, anno Domini 1500.
Subscriptio : Sacri romani imperii electores, cæterique principes et Status Augustæ congregati.
Adì 27 mazo. In colegio : le galie di viazi messeno bancho, et comenzono armar per andar in armada; tutavia chome si andasseno al viazo etc.
rantes, ac animo nostro vires immanissimi turcharum | rint. In his celsitudo vestra se apud nos gratum ad- tyranni, quantum et serpat et fidem nostram labefactare curet, sæpius revolventes, multa undique pericula affluere, quibus ipsa christiana respublica,
tranquilitas, pax et gloria sacri romani imperii perturbari atque obfuscari perspicitur ; ob eam rem,
morbo huic contagioso, quantum in nobis est, summo studio obviandum esse ducimus. Et inter tractandum hæc, celsitudinem vestram majestati regiæ, ob
nonnullas inter se ortas differentias, tanquam archiduci Austriæ et provinciis et territoriis ad suam regiam majestatem jure hereditario spectantibus, bellum indixisse intelleximus. Quapropter ad celsitu- dinem vestram regalem oratores nostros legationis | celese et il Danese, con 100 provisionati l'uno ; vancausa propediem mittendos decrevimus, magnopere
rogantes ut vestra serenitas, per latorem præsentium amicum celsitudinis vestræ, nobis renunciare
ac salvum conductum et securitatem congruam at
que necessariam pro ipsis nostris oratoribus et comitiva, personis et rebus eorum mittere, nos etiam
certiores reddere velit, ubi et ad quem locum celsi- tudo vestra personaliter per nostros adiri et haberi possit. In hoc serenitas vestras æquitati consonam,
Et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, andai a Lio
a far la mostra di do contestabeli, Sabastian da Monno in Levante, et feceno bella mostra ; i' cassai alcuni,
et li expedi' subito.
Vene in colegio l'orator di Franza, et per non
vi esser, non scrivo quello volse : credo in materie
particular de' milanesi.
Da Milam, di l' orator, di 24. Come à ricevuto
nostre di 22. Zercha a solicitar l'armar, fo dal car- dinal ; dice faria, et manderà a monsignor di Rava- stem, è ai bagni, che vadi a Zenoa, qual vi anderà
et nobis rem faciet admodum gratam, vicissitudine | questa setimana. Et, auto letere dal re, manda mondebita compensandam.
Data in conventu regio augustense, secunda die
maii, anno Domini MCCCCC.
Subscriptio : Sacri romani imperii electores, caæterique principes et Status Augustæ congregati.
Atergo : Serenissimo principi et domino, domino Ludovico, regi Franciæ etc. amico et domino nostro
colendissimo.
Seguita una altra lettera.
signor de Pienes, ch'è a Milam, a Zenoa, a solicitar
lo armar di le nave, le qual sarano preste. Item, li
disse che il re de Ingaltera, moier e fioli , è venuto
su la Franza, senza salvo conduto dil roy, perchè si
fida in soa majestà. Item, che l' orator fiorentino era
stà da lui, nostro orator, a visitarlo, et usatoli bone
parole.
Di Franza, do letere, di 20 et 21, da Liom.
Chome erano venute letere di Roma di la decima data universal in quel regno, e il roy à 'buto piacer.
Item, che li oratori pisani, sono li, à 'buto bona ver- ba da soa majestà ; tamen à ordinà soa majestà, Pisa
sia di fiorentini, et etiam Pietra Santa, licet zenoesi Serenissime rex, amice et domine observan- | dicono è sua ; vorà poi veder di jure. Item, è venuto li uno messo di Ferara, per acordo. Il roy disse : Non
Ex relatione quorumdam intelleximus, dominum farò alcun acordo, senza il voler di la Signoria ; non Ludovicum, Mediolani ducem, captum ad manus cel- | dubitate, domine orator. Et in la materia si trata, vol
situdinis vestræ pervenisse, et a suis interpellati su- mus, ut serenitati vestræ eumdem commendaremus.
Considerantes autem quod præfatus dux Ludovicus sacri romani imperii princeps existit, et ducatus ejus ( perder tutto il milanese, dal castello in fuora, che la
dissime.
ad hoc, jure directo, spectat, æquum celsitudini vestræ eundem commendandum duximus, summopere rogantes, ut præfatum ducem in calamitate suą nostri contemplatione, cum omni regali favore atque humanitate tractare velit, quousque oratores nostri mentem nostram serenitati vestræ plenius exposueil cardinal Roam concludi con la Signoria nostra, e
dice sarà parole ; ma poi tutti sarano d' acordo. Soa
majestà non vol la Signoria perda; imo dice, toria
Signoria havesse mal contra il turcho ; offerisse il
tutto ; fa armar im Provenza e Zenoa, e presto sarano in hordine. Item, ha dà la badia di Chiaravalle,
de intrada di ducati X milia, era dil cardinal Asca- nio, al cardinal San Piero in Vincula. Et il re disse a l'orator scrivesse a la Signoria, in recomandation 131
853 MCCCCC, MAGGIO. 354
di lo episcopo di Famagosta, per amor di San Piero Di Cao d' Istria, di sier Alvise da Mulla, podein Vincula, per el vescoa' di Cremona ch'è di ditto sta el capetanio. Dil venir di todeschi a Pisin, e à 'uto
cardinal Ascanio. Et l'orator li disse, la Signoria non letere di sier Filippo Calbo, podestà di Montona, qual
poteva darlo senza eletion dil pregadi. Et il re rispo- | etiam scrive a la Signoria, e di sier Zuan Marcello,
se: Scriverò mi a la Signoria.
DiBergamo, di rectori. Zercha homeni per le galie, non ne trovano, solum 23 in tutto, che sono pochi al bisogno.
Di Verona, di sier Hironimo da cha' da Pexaro,
capetanio e vice podestà. Come non è peste li a Verona, et che uno Hironimo d' Arcole, citadino de lì,
era stà causa di haver levato, si moriva.
castelan a Mocho, che si debbi proveder ; et lui mandò a Montona 25 fanti, per dubito e segurtà dil locho ; dimanda danari per ziò .
Adì29 mazo. In colegio vene l'orator di Franza.
Dice haver auto letere dal re, qual li comete con optime parole debbi ringratiar la Signoria di averli dato
il cardinal Ascanio; et fè lezer la letera dil re. Poi
parlò in materia privata, di uno Lampugnano, mila- Da Brandizo, di Urbam Carazolo, fo sopraco- Inese, zercha contrabandi. Demum introduxe dentro
mito I anno passato. Come si duol di non esser stà
electo questo anno, e lui vol andar a servir la Signoria ; à fato protesti al governador sier Jacomo Liom.
Diuno fradelo di Domenego Biancho, è im Puia
con unogripo, fo leto una letera di 22. Avisa di l'orator dil re Fedrigo, andato a la Valona, et altre
cosse, ut patet in literis.
Dil re di Franza. Fo leto una letera in materia ...
Da poi disnar, fo la vizilia di la Sensa, et il doxe
andò con le cerimonie in chiesia a vesporo, al perdon e jubileo. Et portò la spada sier Lorenzo Zustignam, electo podestà di Brexa.
Adi 28 mazo. Fo el di de la Sensa. El principe
ſo nel bucintoro a sposar il mar. Portò la spada sier
Antonio Morexini, electo podestà et capetanio a Feltre. Fo suo compagno sier Zuam Griti , quondam sier
Beneto. Et eravi questi oratori : papa, Franza, Napoli,
Ferara, Urbim e Lucha, e fonno a pranso.
Et reduto il colegio, fo examinato Zuan Boza,
homo maritimo, vien di Corfù, zercha la qualità dil
zeneral e di l'armada ; el qual parti a dì 8 da Corfù,
et fo tolto la sua deposition.
alcuni pelegrini francesi, voleno andar in Jerusalem,
qualli tochono la man al principe, et presentono uno
di lhoro una letera dil roy a la Signoria, data a Lion,
a dì 3 mazo. Ricomandava monsignor Alvise de Mo- 131
lis, suo scudier di scudaria, che va im peregrinazo
in Jerusalem; et il principe col colegio li fè bona
ciera; et fo mandato per sier Bernardo Boldù, di
sier Filippo, qual feva far una galia per andar al viazo
dil Zaffo, et havia za posto il bancho im piaza. Et fo
admonito a spazar.
Vene sier Nicolò di Prioli, venuto provedador
dil castel di Cremona, dove ſo mandato per il conseio di X; tochò la man a tutti etc.
Vene l'orator di Napoli, et in materia di Molla
fè lezer una letera dil re, scrive vol far quello vol la
Signoria nostra. Poi disse che il suo re havia fato provisiom contra Piero Navaro, corssaro. Il principe li
rispose, di Molla si vederia quello faria il re, a far il
castelan stesse im paxe con la terra, e dil corssaro
tanto il re farà meio, tanto meio sarà.
DaRoma, di l' orator, di XXI. Come, ricevute
le nostre di 16, fo dal papa, ringratiò nomine doDa poi disnar, il colegio si reduse ; steteno pocho, minii di la decima, solicitó etc. Lexe li sumarij dil
per esser la Sensa. turcho e Hongaria, e confortò a dar subsidio a HonDa Ferara, dil vicedomino, di 28. Come a Car- garia; et soa santità vol mandar uno noncio al re
di romani, per dubito di concilij. Item, esso orator
fo da l'orator yspano, qual li disse l'arma' di le alteze di soi reali è presta ; voria si mandasse uno orator, o ver uno secretario in Spagna. Item, ditti oratori , zoė Spagna et Napoli, quali sono in streti coloquij col papa, solicitavano ad far expedir una
gratia di appellation, per nome di la raina di Honpi segui certo remor tra la parte di domino Gilberto
et domino Alberto; morti 4 di quelli di Gilberto,
feriti di quelli di Alberto; et il ducha di Ferara fè
piar le porte, e vi mandò zente ivi ; e cussi mandò
il marchexe di Mantoa, in favor dil zenero domino Alberto. Item, ricevuto nostre letere, debi far che
cremoncsi vien zo per Po, non siano extorsiato a
Brixigele; dice farà col ducha. Item, che ivi si ritro- garia, per esser stà mal informato il papa quando fè
vava Demetrio Greco, leze a Milan, voria venir a
lezer a Venecia, si piace a la Signoria, esser conduto
in locho dil Valla defonto. Item, Frachasso è zonto
li, stato prexom di francesi, è stà lassato con piezaria
di ducati do a milia.
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
la sententia ; tandem ancor ditta gratia non è passata.
Item, avisa el cardinal Alexandrino, ch'è uno di palatini à più credito degli altri col papa, è in corte.
Item, esso orator parlò al papa dil canonicha' di Lunardo Anselmi, propter mortem domini Francisci
23
355 MCCCCC, MAGGIO. 356
132
di la Siega. Il papa disse : Lo daremo al datario ; et
noluit audire raxom alcuna.
a Cremona a risanarsi. Item, justa i mandati, à fato
li 200 provisionati per mandarli in Friul, ma non li
ha dato danari ; aspeta risposta, poi cavalcherà esso
provedador sora Oio.
Dil ditto, di 23 fin 25. Come fo concistorio ;
stete 4 horre, concluseno dar la decima e scriver in
Spagna, Franza, di far liga contra il turcho, et il
papa et la Signoria. Item, il papa è fredo, per la resolution have dal suo orator, episcopo di Arles, di Fran- | molto angarizà per li homeni si tuol.
za, perchè il re disse, vol far con voler di la Signoria; e aspeta eliam soa santità risposta di la Signoria di lo episcopo de Thioli ; ergo, per opinion soa, li
soccorssi sarano tardi.
Item, che lo episcopo Brevio era stà causa che
non sia passà l'appellatiom di la raina di Hongaria elc.
Di l' orator, di Napoli, di 12 et 17. Cercha le
cosse di Molla, manda letere aute da sier Hironimo
Pizamano, governador ; li scrive è in acordo col vice
re, videlicet Andrea Caraffa, conte di Santo Severino,
vice re di Barri et Otranto, et lui governador; et è
contento che quelli di la terra fazi fabrichar certo
muro davanti la rocha etc.; et par il re habi auto
letere dal suo orator existente qui, che la Signoria
vol far per il roy, ringratia, et è contento che si amuri
a Molla. Item, lì a Napoli è domino Coradolo Stanga,
prothonotario, stato orator per il signor Lodovico ;
si parte, vien a Venecia, è subdito cremonese. Item,
quelli Justiniani zenoesi, è li con galie, vol salvo conduto, si riduria in armada nostra ; et etiam Piero Navaro, corsaro, con una nave di 700 botte, voria salvo conduto dal re, di andar. Et il re dubita dil marchexe di Cotron, è in Franza, non vadi in Calabria.
DaMolla, di sier Hironimo Pizamano, governador, di 12. Narra la cossa seguita con quelli dil castello, et il successo; et che il fosso di Molla è longo
passa 180, largo 14, alto 31/3. Item, si ave prima,
che a dì 13 zonse de li domino Antonio Pizolo, consier regio ; la qual letera fo data a nui savij ai ordeni.
Da Trani, dil governador, di 22. Come sier Andrea da Mosto, castelam, justa le letere di la Signoria nostra, li ha fatto comandamento vegni de qui ; tamen, non à chata chi debbi meter in locho suo in castello, per non li esser alcun zenthilomo nostro ;
aspeta hordine. Item, il conte di Aliano, di caxa di
la Maia, à ducati 100 milia, voria venir ad habitar li a 'Trani con le robe sue, e voria salvo conduto da la Signoria. Item, scrive dil seguito di la galia di Pago, presa da tre fuste di turchi, et do galie. Item,
che aspetano zonzi lo arsil de li, per armarlo etc.
Da Trevi, di sier Christofal Moro, provedador,
di 25 et 26. Come missier Zuan Batista Carazolo,
capetanio di le fantarie, à la terzana ; è partito, e ito
Da Bergamo, di rectori, et un'altra di la comunità. Per la qual si doglino quel territorio esser
Intrò li capi dil conseio di X, et, da poi disnar, fo conseio di X, et il colegio da poi si redusse; steteno pocho a consultar.
Adi 30 mazo. In colegio vene sier Hironimo Lippomano, fo dal bancho, dicendo li creditori
il vol ruinar, vol tutti i danari, e lhoro Lippomani
li voleno dar ducati 42 milia, et li capi di creditori
vol 45 milia; prega la Signoria li provedi dil suo.
Et, mandato fuori, non fo concluso; fo varie opinione.
Vene l'orator di Franza. Disse che monsignor
di Beumonte, e uno altro capetanio, volevano venir
a' servicij di la Signoria, e uno messo era qui. Poi
fè introdur il messo dil cardinal Vincula, dimandò
certi danari remessi in banco di Lippomani etc.
Vene Dimitri Paleologo, stratioto, di Napoli di
Romania, di primi, dimandò certa gracia, e li fusse
concesso potesse fabrichar certo castello vicino a
Napoli, dil suo, e sia suo, pagando certo censo ; et
cussi li fo fato la gratia, perchè O si facea di quello.
Di Hongaria, di oratori, eri sera venute, date a
Buda, a di 16, 17 et 18, in zifra. Il sumario è
questo. Come a dì 15 zonseno li li do oratori francesi ; li fono contra con 4 noncij dil re, et zercha
500 cavalli ; e scrive di coloquij abuti insieme ; in
conclusiom non hanno comissiom di offerir al re alcuna cossa, se non far liga col papa, l' imperio, essi re
et la Signoria nostra. Et a dì 17, ebbeno audientia
dal re; era l'orator yspano, quel di Napoli, di Polana, e i nostri ; exposeno una oratiom latina ; dicevano : Illustrissimum, ditissimum, sagacissimum do- minium venetum. Et sier Vetor Soranzo , orator,
dice che quella fè sier Sabastian Zustignan ſo più
bella. Et li rispose il reverendo ystrigoniense. Item,
è intrato li l'orator dil turcho, venuto novamente ;
et è venuti oratori dil re di romani. Nomina questi
do, erano con li oratori nostri a farli compagnia : il reverendo domino Nicolao Boscaio, episcopo sermiense, et domino Moyses, con quali parlono etc. Dubitano essi oratori, quel re non si acordi col turcho, et fazino trieve ; voriano essi oratori presto il 132 *
papa mandasse uno cardinal in Hongaria, et che li oratori francesi si volcano partir, et thoro li hanno
persuaso a restar, et scrisseno al roy.
357 MCCCCC, MAGGIO. 358
li rispose cargandolo assai. Or andò la parte, et fu
presa di largo.
De li ditti oratori, di XI. La qual par sia replicata; tamen la prima è smarita, perchè uno corier
nostro, chiamato Pianta Porri, andava in là, sia stà Fu posto per li consieri un' altra taia de li duretenuto in Elemagna, si che si crede sia mal capità | cati 500 tolti dal cavalaro a Padoa, per li fioli, ut
uno altro , venendo in qua. Or per ditta letera
par che 'l ducha Zuan Corvino si acorderia con la
Signoria, el qual è perpetuo bam di la Croatia e
Schiavonia. Item, nominano uno prior di Laurana.
Item, par sia tornà l' orator dil re, stato in Ander- ❘ sier Hironimo Capello andò in renga, el con gram
dicitur, di conte Alvaroto, videlicet che esso conte
sia astreto a pagarli, et sia da libertà a li rectori di
Padoa, di metter quelli compagni troverano colpe- velli in bando, dagi taia lire 500. Et iterum el ditto
nopoli, qual vene da essi oratori, et li disse le parole
usate per il signor turcho.
Di Francesco da la Zuecha, secretario, di 17,
date a Buda. Dimanda licentia, vede quelle cosse
poter prender sinistro.
Da Trevi, di sier Christofal Moro, provedador.
colora contradixe, dicendo si butava via i danari di
San Marco. Et la ditta parte have 47 di no; pur
fo presa.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma,
di risponder a l' orator dil papa: primo, dil cardinal
Ascanio, la justification ; secundo, dil turcho, sua Chome à nova, che missier Zuan Jacomo e monsi- | santità debbi proveder; tertio, di Pesaro, semo con- 133
gnor di la Trimolia è andati versso Como, a far la
massa; manderà a saper per che causa.
Di Casal Mazor, di sier Jacomo Antonio Trivixam, provedador. Come uno monsignor di Ravali, è
alozato im parmesana, voria venir a soldo di la Signoria nostra contra turchi, et aspeta risposta.
Di Cremona, di sier Domenego Trivixan, el ca- valier, et sier Nicolò Foscarini. Come uno cavalier
Malerba, francese, voriavenir a nostro stipendio per
andar contra il turcho etc.
tenti, madi le altre terre non volemo, per averli im
protetione ; quarto, di quel Guielmo Gaietano nulla
sapemo; quinto, in favor dil conte Antonio Maria, si
scriverà in sua recomandatione a Milan. Ave tutto il conseio.
Fu posto per li savii tutti, Me auctore et instigatore, excepto sier Beneto Zustignan, savio di terra
ferma, et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, di seriver al capetanio zeneral da mar, dil caxo sequito dil
prender di la galia da Pago, et la pusilanimità di
sier Tomà Contarini, sier Marin da Leze e il soracomito istriam, che erano queste tre galie li, et non
l'ajutono, et da fuste fo menata vta. Per tanto, col
ragusei sono ribaldi, tien con turchi, et il turcho ❘ senato, li scrivemo, debbi usar la soa libertà versso
Di quelli di Anversa. Zercha cosse soe particular,
et in la mansiom da dil spectabel al principe nostro.
DaRagusi, di 17, di uno Piero Furlam. Avisa,
viem verssoNapoli di Romania, o ver Modom, con
50milia persone, et manda il bassà di la Natalia con
30milia persone contra Hongari, e tien uno fiol, con
l'armada fata in Mar Mazor, a Napoli, et con quella
di la Vajusa verà de qui .
di questi, spectante classe ad exempla aliorum. Sier
Beneto Zustignan andò in renga , dicendo voleva
punirli più aspramente. Li rispose sier Zorzi Emo,
savio da terra ferma. Poi Jo, Marin Sanudo, andai in
renga, exagerando et cargando molto, et che questo sarà un principio de li nostri danni, haver lassà prender una galia in colfo da tre fuste di turchi, hesÈ da saper, vidi una letera di uno da Ragusi,
scrive a la Signoria, la qual fo tirata nel conseio di
X, cheMartim da Casal, orator dil signor Lodovico, ❘ sendo lhoro tre galie vedendo et potendo darli socstato al turcho, capito de li, et passò im Puia; et
etiam Ambruoso Buzardo è stato de ll, et conferma
che il turcho va a campo a Napoli e Modon.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe ; et
poi leto le letere, fo posto per li consieri molte taie
di Bassam, Pyram etc.
corsso. Pertanto missi a l' incontro, sia serito al ze-
❘neral debbi immediate mandar ditti tre sopracomiti
qui, et siano mandati altri sopracomiti in locho suo,
qualli posti in le prexom, li avogadori li expediscano
statim etc., ut in ea. Poi parlò sier Francesco Bollani , è di la zonta, quondam sier Candiam ; danno
l' opiniom mia, et quello messe sier Beneto Zustignam, che ſo de indusiar, e laudò la parte di savij .
Et cazadi li parenti di questi tre sopracomiti, saltem
di do, per esser il 3.º ystriam, andò le parte : una non sincera, O di no, dil Sanudo 26, dil Zustignan
38, di altri savij 107. Et questa fu presa. Et fono
Item, di uno caso seguito a Padoa, di uno è stà
amazato e butato in aqua. La Signoria li volse dar
taia lire 1500. Sier Hironimo Capello, quondam sier
Albam, è di pregadi, contradixe con voce granda,
dicendo era stato provedador per le camere, et sapeva le jotonie si faceva, et cargo il colegio non voleva aldirlo, che scanseria molte spexe. Et il principe | fate le letere et expedite via. Et il conscio non volse
359 MCCCCC, MAGGIO. 360
la mia, dicendo sono tanti zenthilomeni commessi a niti exempli adure, ma per essere noti a vostra sel' avogaria, le prexom piene, quando sarali expediti ? renità, gratia brevitatis, li obmetiamo. Solum è da
Et sier Marco Foscolo, consier, suozero dil Leze, saper, che questa è quella celeberima virtù, la quale
l'ave molto a mal. El principe l'ajutava, et sier Polo | exalta et felicita non solum in præsenti, sed in futuro
Barbo, savio dil conseio ; a l'incontro sier Dome- sæculo tutti li soi possessori. Questa è quella , la
nego Morexini, procurator, fo gajardo. qualle ha vendicato alla illustrissima Signoria veneta
133
Fu posto per li savii dil conseio e di terra ferma, ❘ degno nome totius orbis asylum, al qualle chi ricorre
che, atento che fiorentini non ne habbi salisfato a
quanto sono ubligati, che da mo sia preso, che sia
fato ripresaia contra di lhoro, se da mo a zorni numero .... non haverano fato etc. Ave tutto il conscio.
Fu posto per li ditti, di cassar Taliam da Carpi
e Lazarin da Rimano, condutieri nostri, qualli haveano, Talian homeni d'arme .... et Laxarini ....
Et da mo sia preso, atento li benemeriti di domino
Sonzim Benzon, da Crema, li sia dato di queste do
compagnie homeni d'arme 100; item, lacompagnia
rubertescha sia posta soto 4 capi etc., ut in parte.
Ave tutto il conseio.
trova salute, misericordia et gratia. Questa è quella,
che ha dato et atribuito la sapientia al sapientissimo
et inclitissimo senato veneto, del quale merito dire
si puol quel referì a Pirro il suo oratore de romano senatu, deorum immortalium non hominum
esse consessum. Non immerito siamo sempre recorsi ,
et iterum per le presenti recoriamo a li felicissimi
piedi de vostra serenità, quella humilmente pregando et suplicando, si degni, per la sua innata clementia et summa bonità, voglere li occhi della sua
pietà et misericordia alla causa nostra, tanto justa et
pia, et porgere qualche auxilio a noi, suoi devotissimi et obsequentissimi fioli et humili servidori, tanto, tanto indebitamente oppressi dalli inmanissimi et
superbi inimici. A l'ultimo, per os prophete, dicentes : libera eum qui injuriam patitur de manu superbi ; vel saltem con la incredibile sapientia di vostra
serenità dare salutifero consilio et documento, quali
abbi ad esser li termini nostri in questi frangenti
et iminenti pericoli, paratissimi sempre exequire,
quanto per quella ci fia injunto, come per più nostre
lettere, et oretenus per li nostri oratori son costi,
havemo sæpius suplicato vostra serenità. Et ben che
non ne haveno resposta, che tutto crediamo sia a
De' pisani fo leto una letera di XI. Si racoman- buom fine, non cesseremo iterum ricorere et pulsare
dano, voriano salnitrij; data in humili palatio. Soto- ad ostium pietatis, misericordice et gratiæ vestræ
scriti : Devotissimi et obsequentissimi filii et servitores, serenitatis, per insin che quella si degnerà prestarne
antiani et vexillifer comunis Pisarum. EtOli fo dato. | auxilio et consilio. Et di questo quanto più possiamo,
Adi ultimo mazo. In colegio vene l'orator dil
papa, episcopo di Tioli, al qual per il principe li fo
fato lezer la risposta fata col senato; et aldita, fece
una oferta, nomine pontificis : si la Signoria vol levarsi di la protetiom di Rimano, el papa vol armar
dil suo diexe galie a servicio nostro, et etiam vol far
il signor di Faenza cardinal ; poi presentò uno brieve
dil papa. Par lui orator debbi aver dal cardinal Ascanio ducati 1600, ubligato lo vescoa' di Cremona, perhò prega la Signoria li fazi dar; e tanto batè su
questo, che a la fin li have.
Copia de una letera de' pisani.
Serenissime ac illustrissime princeps el domine
uti pater, etdomine observandissime.
Infiniti, innumerabili et indicibili sono li acti et
operationi humane, mediante e quali i principi, po- tentati , populi et homeni publici et privati acquistano laude, honore et comendatione non mediocre,
a presso de' mortali, et al sommo monarcha Idio si
rendom grati et accepti. Ma quelli che son concernenti da l'opere di la misericordia et pietà, sono maximamente laudabili, degni di gloria et di celebrata
fana, nè passano senza grandissima retributione divina. Potrebesi, intorno a ciò, molte autorità et infiiterum atque iterum suplichiamo, precibusque amplissimis exoriamo et pregiamo vostra celsitudine, la
quale, oltra che farà opera pia, justa, santa, miseri- 134
corde, et apud Deum et homines de laude degna, li
hareino oblegi et gratie inmortali, accumulando alli
infiniti havemo con quella, in gracia de la qualle
quanto più possiamo ci offeriamo et racomandiamo,
quam felicem et maximum et nobis propitiam et benignam Omnipotens concedat.
Exhumili palatio nostro, die XI maii 1500.
Subscriptio : Excellentissimæ Vestræ Serenitatis
devotissimi et obsequentissimi filii et servitores, antiani et vexillifer justitiæ civitatis Pisarum.
A tergo : Serenissimo ac illustrissimo principi
361 MCCCCC, GIUGNO.
362
135
et domino domino Augustino Barbadico, duci Vene- | trò consieri nuovi : sier Baldisera Trivixam, sier Lutiarum, domino observando. cha Zen et sier Zuam Morexini, cai di 40; sier Zuam
Matio Contarini, sier Zuam Beneto Nani et sier Vido
Da poi disnar, fu gram conseio, et fo posto parte, ❘ Morexini, era pagador in campo, li fo risalvato el
per li consieri, atento che Alvise Muschatello, fo co- luogo, et poi vene, introe. Et in questo conseio fo mito dil Polani in armada, et si habi portato valen- manda zoso sier Polo Morexini, quondam sier Altissime, per soi meriti li sia dato l'oficio di le biave
in luogo di Nicolò da Ponte, noviter manchato ; et
cussi ave tuto il conseio, e fo presa: tamen poi fo
suspesa.
De Sfortice, Francisci, Ludovici et Catharince Sfortiadum genealogia, deque ejusdem Catharince ac
Ludovici, Ascaniique cardinalis captivitate, suspenso inter medios angue ; Lydii Calti ravennatis carmen.
Sfortia. Franciscus. Ludovicus. mittitur. ergo.
Fortuna. ad Gallum. Francisco. Sfortia. natus.
Cottignolæ. oritur. satusest. Ludovicus. in orbe.
Mutatur. captus. genitore. ad prælia. pugnat.
Sfortia. Franciscus. Ludovicus. ducitur. hoc sit.
Exemplum. Venetis. princeps. victoria. vincit.
Multos. bellorum. efficitur. captivus. habenti.
Imperium. Ascanius. patriæ. cantatur. in armis.
Sfortia. Franciscus. Ludovicus. possidet. æquum.
Civibus. anguigerum. fugit. connubia. terras.
Debellat. Blancæ. venientem. sceptra. tyrannus.
Conservet. Gallus. regem. suscepit. habetque.
Sfortia, Franciscus. fautore. hoc accidit. una.
Justitia. ex annis. populo. cum conjuge. præda.
Efficitur. pariter. Ludovicus. mille. regentes.
Firmat. quingentis. rediit. dominantur. aquarum.
Ad lectorem.
Rex Maurum, Veneti Ascanium, vi Martis, et anguem
Lydius hoc cœpi carmine Cattus ego.
Hunc cœpi ; et, viso Ludovici nomine, captum
Suspendi, et posui versibus in mediis.
Versibus anguis inest igitur; tu clarius ergo
Anguineo, lector, carmina more lege.
De Divo Marco.
Vivat. bellorum. flos. lumen. gloria. Marcus.
Bellorum. splendor. lumen. dux. fortis. in armis.
Flos. lumen, sedes. virtutum. copia. Martis.
Lumen. dux. virtutum. primus. juris. amicus.
Gloria. fortis. copia. juris. carmine. vivat.
Marcus. in armis. Martis, amicus. vivat, in ævum.
Nuove dil mexe di zugno 1500.
Adi primo zugno. Da matina fo gram conscio
per compir li quaranta ; manehavauna muda; et inbam, per haver tolto dil capello doe ballote.
Et li savij reduti in colegio, fo leto le infrascrite
letere :
Dil capetanio zeneral di mar, date a Corfù, in
galia, a di 13 mazo par replicade. Aricorda si fazi
provision de homeni et danari. Item, à inteso sier
Andrea Foscolo e li altri, fono in colfo, per sua causa
fo preso do homeni da' turchi, unde esso capetanio
ha termina che ducati 60 pagi per uno, acciò li ditti
homeni siano rescossi. Item, sono falliti, di homeni
mandati de lì, fino al numero di 300.
Dil ditto, di 17 et 18. Scrive dil caso seguito di
la galia di Pago, qual era la mior di l'armada ;
unde contra quelli tre soracomiti fa il processo, qual
lo manderà a la Signoria, et ha fato comandamento
a li ditti sopracomiti vengi de qui , acció la Signoria
nostra li punissa. Li biasema assai etc. Item, manda
alcune depositiom di alcuni di le cosse di la Prevesa ;
la copia sarà qui soto. Et quelle di colfo, galie 40
sono in hordine, ne manca 20; et per tutto zugno
sarano in hordine. El bilarbei è al Vardari etc. Manda
una deposition di uno, et una letera dil castelan di
la Parga, e una letera dil provedador dil Zante. Item
è zonto li in armada galie do nostre, armade de qui,
videlicet Tiepola e Pasqualiga. Àricevuto nostre letere, zercha l' unir di l'armada. Dice il provedador
Pixani è ai Brioni, stà ben lì. Item, si justificha di
certa galia fo ditto lui aver venduda de li ; dice non
è vero. Item, dil zonzer la nave con li rectori vanno
a Napoli di Romania, sier Jacomo di Renier e sier
Alvixe Barbarigo ; manda il numero di le galie, come
le son in hordine.
Depositiom abuta in letere dil zeneral a dì XImazo
im porto di Corfù.
Zorzi de casal Carnà, de verso la Cimera, lavorador de terre, referisse che a dì 26 del mese passà
se atrovò a la Prevesa, dove el vide lavorarse in
terra piusor galie, de le qual, parte erano grosse et
parte sotil , videlicet 20 sotil et 8 grosse. De le grosse
ne erano za avarade et messe in aqua 4, et altretante
de le sotil . Le altre se andavano lavorando non molto
celeremente, per defetto de maistranze, et maxime
de calafadi. Et che nel ritorno suo a la Janina, el
363 MCCCCC, GIUGNO. 364
trovò circa trenta maistranze, che vegnivano da le altrove. Item, che a Stiro et a Lepanto, per tutto el
parte superior, et andavano a la Prevesa. Diman- | camino, intese che al Vollo erano stà brusadi da aldado come el sa che fussero maistranze, dice che li
fu ditto da alcuni poveri homeni, ai qual i tollevano
135 * i lhoro cavalli per vignir. Se i fusseno calafadi o marangoni, disse non saper. Partito da la Prevesa, andò
a la volta de Lepanto, dove zonse el marti, a dì 28
da sera, et li vide una galia sotil inarborada, con alcuni pochi homeni dentro, et X navilioti come grippi ; vide etiam vegnir de dentro X fuste turchesche
armade, le qual per quanto l'intese da uno stratioto
che era de li, bandido da Corfù, li disse che erano
fuste che andavano in corso , persentendo etiam
quello faceva l' armata de' venitiani, se acompagnò
con alcuni, dicendo andar a trovar uno suo fradello
che era janizaro ; et cussi caminando tutto el mercore con la notte, el zobia a mezo zorno passà arivò
al Stiri, dove el trovò molti pavioni, con persone
che stavano li, le qual potevano esser in tutto da tre
in quatro milia, la mità di quali era prima, e l' altra
mità era venuta cum uno flamburo che era zonto
de li tre zorni avanti de lui, el qual haveva fatte far
le strade per lo andar suo de li. Vide che in aqua
erano da 30 in 40, legni, dei quali diexe erano nave,
et caravelle 4 grande, de le qual quatro ne era una
nave molto grossa, el resto fino al numero antedito, ❘
da 30 fin 40 erano galie. Ne le qual galie el vide |
zente dentro, che lavorano, et i legni erano impegollati da novo. Se le fussero altramente conze, o non,
non lo sa dir. Et questo che 'l dice de le galie, afcuni navilj , che portavano la crose per insegna ,
circa 3000 remi, che erano de li per uso de l'armada del colfo, et che adesso i ne fanno condur de'
altri remi dal Mezovo, per uso de tutte le armade. 136
Insuper dixe che 'l vide quelle galie, che erano avarade a la Prevesa, che pesavano più hessendo vuode,
che non fano le nostre quando le sono armade; et
questo per la grosseza di legnami che i meteno in
opera.
Di Franza, di l' orator nostro, date a Liom, a
di 22, 23, 25 el 26, parte in zifra. In conclusiom,
il roy, ben disposto, vol far armata ; à dedichà li danari di rebelli di Milan a questo, et la decima scoderà universal al clero. Item, esso orator à solicità,
et cussi il roy, a l' orator yspano, scrivi a li soi reali
mandi l'armata a Corfù ; et che havia ditto a soa majestà mandi subssidio al re di Hongaria ; e il re disse :
Fon assa' etc. E di la materia di Ferara e Mantoa
vol aspetar, quando piacerà a la Signoria nostra, e
li darà bone parole in questo mezo. E zercha il regno di Napoli, disse : Voio indusiar, veder la fin di
le cosse turche, perchè poi la Signoria mi darà ajuto
con l'armada soa. Conclude, soa majestà mostra bon
voler contra il turcho, e disse teniva 450 lanze in
Italia, et Xmilia pedoni in Italia ; e, al bisogno, sarano contra turchi in Friul. Et perchè il re di romani
mostra voler romper a la Signoria nostra per Goricia, esso re ne vol ajutar al bisogno. Item, esso ferına etiam che l'era de le nave. In terra potevano ❘ orator à ringratiato monsignor di Albi, per nome
nostro, e il maraschalcho di Giaè voria la Signoria li scrivesse a lhoro. Item, la nave Alvisa, di monsi- gnor di Beuchar, non sarà venduta, sì che l'armata si farà presto. E il re uso ste parole : Credetime a
me, la manderò presto. Item, per una letera scrive
monsignor di Ligni è zonto li, qual conforta la Signoria cercha il concluder di Ferara e Mantoa ; et
esso orator dice el fa per far il fato suo dil Reame.
esser da 150 legni, tra picholi et grandi, ma el forzo picoli, et questi se lavorano con deligentia da molte
maistranze ; ma che, per esser i legni mal conditionati, che hanno bisogno de bon conzier, tien che non
serano compidi da conzar per tutto el mese de zugno proximo. Domandado, che zente erano quelle,
che 'l dice che zonsero li avanti el suo zonzer, et
che erano prime, dice che erano tra janizari et asapi .
Et li al Stiro stette quel zorno che 'l zonse, fino a
l'altro a quella medesima hora. Dimandado, se '1
vide armizi o altre munitione de alcuna sorte, che
fussero venute per fornir et adoperar l'armada,
disse de non, ma che, de ritorno al Ziton, l'incontrò octo cari cargi de ferri da galie da sorzer, che | Belinzona con sguizari, perchè quelli sguizari sono erano doi per caro, et che il havea inteso che ne
erano per vegnir molti altri a la Prevesa li al Zitom. Incontrò etiam circa 300 asapi, che andavano a
la volta de l' armada de Stire. Dimandado quello se
diceva de li de ditta armada, dice non intese dir altro, salvo che la era per Corfù, et altri dicevano per
Di l' orator nostro, da Milan, date a di 28 el
29. In conclusion l'era amalato. Il marchexe di Saluzo era venuto li a Milan ; missier Zuan Jacomo ,
e monsignor di la Trimolia, è andato versso Como,
et fino 8 zorni ritornerano li, et tratano acordo di
li non hanno da viver. Item, le zente andavano a
Pisa sono acordate con li vermeneschi, et andarano
di longo. Item, il cardinal Roam subito si partirà
per Franza, dove dia esser il re a certa terra ; et lui
orator solicita lo armar a Zenoa, e monsignor di
Ravasten sarà fin do zorni li a Milan, et manderà
365 MCCCCC, GIUGNO. 366
136*
serviani.
monsignor de Pienes. Item, è stà fato una crida, per | Item, alcuni christiani, subditi di esso turchi, desiparte di monsignor di la Trimolia, loco tenente regio, ❘ dera la Signoria habi victoria, maxime li bosinesi e
che tutti li soldati francesi vadino a li alozamenti ordinati, et che tutti li milanesi hanno arme in casa,
si vadino a dar in nota ; adeo milanesi dubitano etc.
Noto, chome per letere dil ditto orator, di 25,
venute l'altro zorno, dice che monsignor di Beumonte va versso Piasenza, con conduta di lanze 600,
arà 5500, zoè homeni , 4000 cavali, pedoni 6000,
sguizari 4000, et 2000 guasconi ; artilarie pezi 21,
15 da bater muri : in tuto persone diexe milia (sic),
computando li guastadori.
In la letera di 21, in zifra, scriveno di coloquij
abuti con li oratori francesi, con 4 auditori regij, et
li nomina; et poi lhoro andono dal re. In conclu-
❘sion, bisogna nostra li dagi presto risposta, aliter
le cosse è im pericolo, perchè soa majestà è consi-
❘ gliata a far trieve per uno anno col turcho, qual è
❘ contento di farle. Et fo gran disputation : alcuni di
soi consieri erano contenti, altri non volevano ; et
l'orator dil turcho fo etiam dal re; et il re disse a li
In la letera di Milam, di 29, par la crida fusse | nostri oratori, voleva aver 25 milia cavali pagati da
fata, che tutti vadi a li soi alozamenti, e habino le
vituarie con li soi danari ; li altri non sono scriti, vadino via dil milanese, e tutti pagano le vituarie torano a Milam.
Da Corfù, di sier Piero Liom, baylo, et sier Lucha Querini, provedador, di 16, 17, 18. Zercha le
fortifichatiom si fanno de li, e dil zonzer Paulo Albanese, con li fanti, li qualli voleano la quarta paga,
et li hano posti al domo ; aricordano si provedi a la
paga di murari brexani etc.
li conlegati, et lui vol haver a presso 50 milia, et vol
di questi 25 la Signoria pagi cavali 5000. Et è da
saper, li dà tre ducati per cavalo al mese, a li capi
provisiom, e si paga vituarie etc. Item, li oratori
francesi propose far lige, amici di amici, e inimici de
inimici, salvo la chiesia e l' imperio, rite congregato;
et perho si risponda presto, aliter etc. Item, di certo
frate di San Zane Polo è li, et lo nomina, è venuto
a parlarli, e ditoli che li oratori francesi dicono mal
al re di la Signoria nostra; et di queste parole fo
dato sagramento in cheba al colegio, et ordinato non
Di Cremona, di proveditori nostri. Chome il ca- 137
petanio di le fantarie, Charazo, era varito, et che era
❘zonto de li sier Alvise d' Armer, provedador al sal,
e incantava i dacij dil sal.
DaMonopoli, dil provedador. Chome à inteso il
re Fedrico chiama turchi a Taranto, dove sono vi- ❘ le lexer im pregadi.
tuarie, piene tutte le chiesie, excepto il domo; forticha il castello, e fra' Lunardo de Prato Regio fa etc.,
e spaza letere a la Valona spesso. Item, à ricevuto
letere di dar beneficij a uno, qual fo causa di mandar uno a la Signoria, quando fo di Otranto o ver
Taranto , e sta in caxa dil vescovo di Monopoli ;
dice etc.
In questa matina ſo conseiato scriver in Franza
e Hongaria, et leto la parte di la opinion nostra di
trageti, e quelli falisse.
Item, sier Filippo da Canal, sopracomito di galia grossa, parti ozi; al qual li è falido quarantado
homeni.
Cai dil conseio di X nuovi : sier Antonio Bernardo, doctor et cavalier, sier Marco da Molin e sier
Zacharia Dolfim.
Da poi disnar ſo pregadi. Vene il principe, et
queste letere :
DiHongaria, de li oratori nostri, date a Buda,
a dì 19 et 21. Di certo ducha Piero di Santa Saba,
venuto di Andernopoli, dove fo la setimana santa,
nepote dil reverendo domino Francesco Querini, nepotedi charzego, qual vene da lhoro. Disse il signor
voria far paxe con la Signoria, videlicet il turcho dubita di signori christiani etc., e voria trar la sua armata di colfo di Lepanto salva, e condurla in streto .
Di Spalato, di sier Piero Trivixan, conte e capetanio, di 21 mazo. Chome à nova per uno, il signor turcho à spazà il sanzacho dil duchato di char-
❘zego, vol venir a tuor el bastiom nostro di Narenta,
noviter fato, et lui à fato comandamento a li lochi
circumvicini, provedino etc., e manda una letera auta
zercha questo.
Dal Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di XI. Cercha cosse ha di Nepanto, di 8, come si
conzava le nave grossa e le galie in hordine sarano
per tuto il mexe di zugno. Enrichi, corssaro, è ussito
con 14 fuste, va intorno de lì via. Item, lui provedador lui à retenuto do galie nostre sotil, videlicet
sier Antonio da Canal e sier Francesco Pasqualigo,
aspeta la galia Meza, andò a Modom; voria si ordinasse le nostre galie venisseno li , per dar ad inten-
❘der a li inimici esser in hordine di armata ; à scrito
al zeneral voria etiam se li mandasse la paga di fanti ,
et expedir li soi oratori.
In questo pregadi, fo messo per lhoro savij di
scriver in Franza, solicitar lo armar, maxime im
Provenza, atender a le cosse dil turcho, mandar sub-
367 MCCCCC, GIUGNO. 368
sidio in Hongaria di quello si trarà di la decima dil | avogador di comun, et refudoe la legatiom di Roma
clero, laudar la deliberatiom di soa majestà a l'indusiar a le imprese etc.; etiam fazi , il papa non movi Vene l'orator di Franza, al qual li fo leto quello
guerra in Romagna. Et andò in renga sier Francesco si haveva di Hongaria, e li oratori dil suo re trataFoscari, el cavalier, aricordò il mandar di sier Do- vano liga particular. Item, la risposta fu fata a l'oramenego Pixani, electo orator in Spagna, via, a im- | tor dil papa, et la letera si scrive con il senato in
plorar ajuto a quelli reali ; et tamen O fo fato. Ando la parte : ave 17 di no, il resto de si. E fu presa.
per voler intrar avogador.
Franza. Et lui mostrò una letera di monsignor di
Beucher, da Milan, scrive fa armar 4 charachie a
Fu posto per sier Domenego Morexini, procu- Zenoa, e meterà 100 homeni d' arme suso, per verator, savio dil conseio, sier Marco Zorzi, sier Be- nir in armada. Poi fè introdur do pelegrini franneto Zustignan, sier Piero Capello, sier Zorzi Emo, cesi, voleano andar in Jerusalem, videlicet uno baron
savij a terra ferma, Jo, Marin Sanudo, savio ai orde- et uno prothonotario, qualli fonno posti a sentar a
ni, sier Lunardo Mocenigo e sier Antonio Venier, ❘ presso il principe; et questi portò letere dil roy in
mij colegi, che, inteso li tre sopracomiti, fono al pren- soa recomandatione ; sono chiamati monsignor di la
der di la galia di Pago, vieneno via, sia scripto per | Plesa, consier et cambelam, et domino Zuam de tutti i lochi da mar, li metino in ferri, et li mandino
al capetanio zeneral, al qual sia scripto li punissa,
spectante classe, juxta demerita. Sier Marco da Molin e sier Jacomo Cabriel, savij ai ordeni, a l'incontro messeno : sia scrito a li rectori li metino in ferri ,
et mandino in questa terra, e sia comessi a li avogadori, e siano messi in la prexom Forte, nè possi ussir fino non siano expediti. Et fo chazadi li parenti
di sier Tomà Contarini, et sier Marin da Leze. Ando
in renga sier Marco da Molin in favor di la sua opinion. Non li vulssi risponder. Andò le parte: una
non sincera, 2 di no, 45 di do savij ai ordeni, 120
la nostra. E fu presa. Et fici far le letere per tutto.
È da saper, sier Donado da Leze, suo fradello,
si parti, et li andò contra ; li trovò a Liesna, et felli
absentar.
Fu posto per li savij di terra ferma e nui ai or- deni, che quelli hanno fallito in armada debbino
ritornar fino 15 zorni, o in armada o a l'armamento,
aliter li sia taià la piza dil naso ; et quelli li apresenterano in le forze, habino tutto i lhoro credito, ai
137 qual sia dato de contadi, et li savij dil conseio intrò
in opinion, con questo si dichi de cætero quelli falirano, et cussi fossemo contenti. Ma sier Domenego
Bollani, el consier, messe a l' incontro che quelli fallirano debbino perder tutto il suo avanzo, et habino
5 squassi di corda. Parlò sier Alvise di Prioli, quondam sier Zuane, ſo governador di una galia grossa
in armada, contra tutte do le opinion. Jo li rispusi.
Andò le parte: 8 non sincere, 27 di no, 38 la nostra,
80 dil consier. E questa fu presa. E fo publichata.
Fu posto per tutti i savij, far cauto quelli di le
barze hanno servito in armata, di le decime si meterano del 1501, ut in parte. Et fu presa.
A di 2 zugno. In colegio vene sier Hironimo
Lion, el cavalier, de sier Marin, procurator, electo
Leucorth, prothonotario, thesorier di la chiesia di
Thors. Ai qual el nostro principe consciò non andaseno, per il pericolo dil turcho ; e biasemo sier Bernardo Boldu, patron di galia per il Zafo, che non
aria la galia al tempo.
Vene l' orator di Ferara ; dinando certe decime
dil Polesene, usurpade per il vescovo di Are. Li fo
risposto si scriveria a Ruigo, ne dagi noticia di tal
cossa. Item, ricomandò il conte Almerigo di San Severim sia expedito di la lite ha con la matregna, madona Fina: li fo risposto, si farà.
Fu fato cassier di colegio sier Marco Zorzi, savio
da terra ferma.
Fu aldito per la Signoria, prima con li avogadori
di comun, sier Hironimo Lippomano, fo dal banco,
con li cai di creditori, videlicet sier Francesco Marin
e sier Pollo Contarini, atento esso sier Hironimo li
vol dar ducati 35 milia di contadi a' soi creditori,
videlicet 3000 di pro' et 4000 de rami ; e sier Nicolò
Trivixan, quondam sier Thomà, procurator, suo cugnado, promete et li capi non vol. Li ſo ditto si
acordi.
Da poi disnar, fo gram conseio per expedir il Grimani. Parlo sier Zuam Antonio Minio, suo avochato, ma non compite. Et il colegio reduto a con-
❘sultar, vene le infrascripte letere :
Da Cremona, di rectori. Chome haveano col provedador dil sal afità il dazio dil sal a uno Batista de
Marin, da Brexa, qual l'havea al tempo dil ducha di
Milan, e l'anno afitato per moza 540 di sal a l'anno,
a ducati 20 1/8, si chome si paga a Bergamo ; et cremonesi si doglino, perchè non voriano pagar, se non
soldi 20 la mesura. Item, sier Alvise d' Armer, provedador, scrisse in consonantia; mancha Pizegaton,
Castel Lion e Geradada.
Da Milam, di l' orator, di ultimo. À ricevuto no- 138
369 MCCCCC, GIUGNO. 370
Vene l'orator di Franza, fè lezer la letera havia
scrito al roy e al cardinal, in materia turcharum et
Hungarice. Poi disse dil conte di Cajazo, prega la
Signoria expedissa il suo messo, vol il locho di Cavalchabò; à letere di roy, molte, calde, sopra di ziò,
a la Signoria ; et il principe li comunicho la ripresaia fata contra fiorentini.
Vene l'orator di Lucha, domino Nicolao Tegrimi. Comunichò haver nove, che alcuni dil populo di
Lucha sono andati al palazo, et hanno a li signori
voluto li contrasegni de Petra Santa, et cussi auti, 138 *
sono andati dentro con animo di tenirsi ; prega la
Signoria scrivi una letera de li si provedi ; et fo mandato fuori , e consultato non far 0.
stre letere zercha il mandar Marco Bevazam, è li
secretario, de qui, per mandarlo al re di romani.
Dice lo manderà, et quel reverendissimo cardinal,
per causa di Goricia, vol seriver a li electori de l' imperio. Item, che a Zenoa si armerà, dove à manda
monsignor de Pienes, e monsignor di Ravasten fin
do zorni sarà li ; ma missier Zuam Doria li ha ditto,
non sarà, perchè non voleno esser zenoesi contra
turchi , per causa de Syo. Item, le zente francese,
versso parmesana sono astalate, voglino una paga, o
vero voleno ducati 15 milia da Bologna per la seconda paga, et etiam danari da Carpi e la Mirandola.
Item, monsignor el cardinal Sam Piero in Vincula
è venuto li a Milan, starà fino Roam stagi, e lui orator à mandà il suo secretario a visitarlo. Item, la
crida fo fata di le arme, chome scrisse, dava molto
che dir a' milanesi. Item, uno orator pisano li ha
ditto, haver per capitoli offerto al roy franchi 100
milia de præsenti, et 50 milia a l'anno, si soa majestà li fa aver tuto i lhoro conta', tenuto per fioren- ❘ li fonno restituiti.
tini ; et il roy non li dispiace tal partito ; et che Pisa
èforte, mahanno bisogno di salnitrij etc.
Vene Matheo Cini , fiorentino, habitante qui, dolendossi esser stà retenuti alcuni soi danari il mandava a Fiorenza, qualli fono tolti al corier, dicendo
era citadim nostro per privilegio, et ha salvo condutodil conseio di X. Et nulla li ſo risposto, ma poi
Et in questa matina in Rialto fo publicà la ripresa contra fiorentini, adeo fiorentini erano in questa
terra si messeno in gran pavento, ocultando horo robe, maxime Bartholameo de Nerli et Piero Corbole.
Vene sier Hironimo Lippomano, fo dal banco,
con li creditori dil campo (sic), volendo audientia ;
ma non fonno alditi.
Barbaro, castelan al Scoio, drizata a sier Vicenzo, suo
fratello. Par il re Fedrico fazi passar turchi im Puia
etc.; unde li fo provisto di danari .
Da Ferara, dil vicedomino, di primo. Chome le
zente francese sono sul parmesam, et pisani è disposti a tenirsi più cha quando Paulo Vitelli vi fu a campo; il populo di Lucha non voleno render Pietra
Santa; mandano do oratori a la Signoria nostra, vol
darssi e sotometersi etc. Item, il marchexe di Man- Veneno li capi dil conseio di X, e mandati tutti
toa à 'uto letere di la sorela è in Franza, fo moglie ❘ fuora, lexeno una letera da Brandizo, di sier Jacomo
di monsignor di Mompensier, che le sue cosse stà
mal col roy, perchè il roy è contento dar Mantoa a
la Signoria; unde esso marchexe fa provision, manda una capella, val ducati 2000, a donar al cardinal Da poi disnar, fo gran conscio per expedir il GriRoam ; et à fato la description di le sue zente; à per- mani. Compite sier Zuan Antonio Minio, suo avosone XXI milia, e da poi missier Francesco Secho | chato. Andò in renga a responderli sier Polo Pixani,
mancha, persone X milia, et à vituarie per mexi 6; el cavalier, avogador; non fo molto aldito, non conmali populi non sono ben disposti versso la Signoria, ❘ pite, et parlò ben. Et il colegio si reduse a consultar ma hanno in gran odio francesi, e il signor è disposto, prima perdi il stato, esser trato fuori a pezo
apezo.
Veneunogripo con letere da mar, vechie di 13,
qual prima si have per via di Otranto, e perhò non
fonolete.
Adi 3 zugno. In colegio fono alditi li 4 oratori
brexani, in materia subsiulii ; voleano alcuni di contado pagasseno; e fono alditi quelli per il conta' ; terminato la cità sola pagi .
Fo alditi li oratori di Trevixo ; domino Thadeo ...
et domino Antonio Avogaro, doctori, insieme con
sier Marco Bragadim, quondam sier Zuane, per causa
di certe aque etc. Nescio quid.
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
la materia di Hongaria, che assa' importa.
Da Zara, di rectori, alcune letere di 26. Mandano la mostra fata di stratioti ; laudano sier Jacomo
Manolesso, lhoro provedador, ne son molti paesani,
et là è poste ancora etc.
Noto, fo mandà in armada 60 provisionati piamontesi, venuti qui su la nave di sier Hironimo Grimani e compagni.
Ad' 4 zugno. In colegio vene l' orator dil papa
per cosse private di beneficij ; e il principe li disse
atendesse ad altro. Poi solicitò esso orator se li rispondesse, in materia proposita, a li partidi volea far
il papa. Li ſo ditto si conseierà. El qual orator stava
in la chaxa ſo dil signor Ruberto a la Charità.
24
MCCCCC, GIUGNO. 372
139
371
Fo fato, a tessere, do savij vedino le letere di
fiorentini, per intervenir in li danari tolti al corier,
che fo ducati .... E fo sier Marco Bolani, savio dil
conseio, sier Marco Zorzi, savio a terra ferma.
Vene pre' Lucha di Renaldi, dicendo era messo
secreto dil re di romani, ma non ha letera di credenza, dicendo voleva ritornar a la cesarea majestà.
Par de' coloquij abuti con domino Francesco Querini, episcopo; et che il re, lui sa, vol esser con la Signoria contra il turcho, et li dè alcuni capitoli, qualli
fono leti da poi disnar. Et il principe li disse, dovesse
dir al re la bona voluntà nostra ; nè altro li fo risposto.
DaModom, di sier Marcho Cabriel, chastelam e
provedador, di ultimo april. Narra chome stanno le
cosse de lì, et che à ruinà il borgo, et altre cosse qual
non fo curato de aldir.
Da Corfù fo leto una letera di Jacomo Coltrim ,
drizata a sier Antonio Trum, el consier. Chome si
fa de li, par sia impazado al lavorar per sier Lucha
Querini , provedador, e dice è homo dil diavolo etc.
ne era molti voleva parlar, fo indusiato a doman con gran credenza.
Da Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier,
luogo tenente, e sier Piero Marcello, provedador zeneral, di 3. Narano il successo de li, et il Marcello
va a Gradischa. Non è biave da cavalli, e il signor
Bortolo d' Alviano non li par star in Gradischa, ma
a certo monte, dove dice starà meio, chiamato el monte de .... Et lui provedador va a veder le cortine di la Patria ; manda una deposition di uno Tho- maso, explorator, stato in Goricia ; dice che Scander
bassà è im Bossina, ma non sono turchi adunati ;
tutavia starano provisti.
Di Lazaro Grasso fo leto in colegio una letera,
scriveva di le cosse di la Patria. È l'opinion sua a
resister a' turchi ; voria artilarie su cari, di quelle
sono a Verona, e poner su le rive.
Noto, è venuto in questa terra, in questi zorni
passati, 8 nave di Soria, senza tochar Modom, ch'è
contra la parte, zoè Vicenzo di Andrea, Piero Brochata, quella di sier Tadio Contarini, di sier Piero
Duodo, quella patron Athanasio di Prioli, qual fo chiama in scalla; adeo li avogadori arà da far, et
Da poi disnar, fo pregadi. Non fo il principe. Fo
prova patron, in luogo di sier Jacomo Marzello, di
sier Zuane, a Baruto, sier Francesco daMosto, quon- vadagnerà.
dam sier Andrea, per andar in armada. E rimase. A di 5 zugno. In colegio, fo leto prima letere
Fu fato il scurtinio, ambasador a Roma, in luogo | venute da mar.
de sier Hironimo Liom, el cavalier. À riussido sier
Marin Zorzi , dotor.
Electo orator a Roma.
Sier Marco Dandolo, dotor et cavalier, fo
ambasador a Milan 77
Sier Francesco Foscari, el cavalier, ſo ambasador al re di romani 81
Sier Zuam Badoer, el dotor, fo ambasador
in Spagna. 40
† Sier Marin Zorzi, el dotor, fo ambasador a
Napoli .
Vene poi l'orator di Franza, solicitó la risposta
per il conte di Caiazo, dicendo : Chaveme questa tarma. Risposto, si farà .
Vene sier Vido Morexini, stato pagador in campo, et 0 referite ; ma intrò cao di 40, al locho riservato a la bancha.
Vene sier Francesco Marin, sier Nicolò Donado,
sier Pollo Contarini, capi di creditori dil bancho di
Lippomani, e sier Hironimo Lippomano con soi parenti et molti creditori. Et sier Hironimo si dolse di
una termenation, fata per i consoli, sier Piero Calbo,
sier Hironimo Navaier, sier Andrea Malipiero, che i
92.86 libri dil bancho vengi in l'oficio. Et quelli capi si
doleva di certo mandato ai consoli, fato per la Signoria, qual d'acordo fu taiato, et levato. Et foli ditto
a li capi si acordaseno, atento i Lipomani li vol dar
ducati 42 milia, et horo vol 45 milia, juxta l'acordo, e non li hanno.
Fu posto per sier Lucha Zen, sier Domenego
Bollani , consieri, sier Alvixe da Molin, savio dil con- seio, Jo, Marin Sanudo, e sier Lunardo Mocenigo,
savij ai ordeni, scriver a li nostri oratori in Hungaria: in conclusion, concludino fin 100 milia ducati
etc. Parlò contra sier Filippo Trum, procurator, savio dil conseio, e mal, dicendo voleva indusiar. Li
rispose sier Lucha Zen, consier, benissimo. Poi parlò
sier Polo Barbo, fo savio dil conseio, qual non senVene sier Marin Zorzi, el dotor, rimasto orator
a Roma, et acetò .
Vene sier Francesco Zorzi, di sier Hironimo, el
cavalier, dimandando licentia per il padre è amalato
a Milam. Li fo, steva meio etc.
tiva tal liga. Li rispose sier Domenego Bollani ; re- DaBrexa, di sier Polo Trivixan, el cavalier, e sier 139 *
plichó tutte le raxon ditte per il Barbo. Et perché | Domenego Beneto, rectori, di 3. Manda avisi auti dil
373 MCCCCC, GIUGNO.
374
provedador di Ampho, qual retene certi milanesi | di Andernopoli, a dì 6 april, e li araldi francesi zonandavano in Alemagna, et menati lì, fuziteno ; è longadizeria etc. Item, reporti di do homeni, di quello
fa il re di romani, et milanesi sono a Trento, eli
nomina, e di la dieta fa in Augusta ; è terminato per
il re venir ad ogni modo a recuperar il stato di Milan, ch' è di l' imperio.
seno a la Porta ebeno audientia, ebeno audientia (sic)
dal signor. Item, scrive di la venuta di l' orator di
l'hongaro. E il signor à fato comandamento a Caradormis, vadi a Negroponte con le fuste, et Schander bassà aspeta letere dil signor, per corer elc.; et
va scrivendo altre particularità.
Dil capetanio zeneral, date a Corfi, in galia, a
di 21. Il signor turcho esser al Vardari ; dimandò
esso zeneral danari et homeni ; altre galie non è
zonte cha le do grosse ; et li tre sopracomiti, causa
di la galia pagana, sono montati in grippo, vien in questa terra, li biasema assai. À posto su le galie, in
lhoro loco, sier Bortolo Falier, quondam sier Luca,
sier Hironimo Malipiero, quondam sier Antonio, sier
Alvise da Mosto, quondam sier Jacomo, et in luogo
di Jacomo Barbichij, soracomito lesignam, ch'è amalado, à messo Alexandro di Gothi, da Corfù. Manda
letere abute per la galia Meza, tornata da Modon,
di20 marzo, di Pera: il sumario sarà scrito di soto. Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe, stete
Item, letere di Syo, di Zuan di Tabia, consolo, et } pocho, et andò via. Et vene letere di le poste, zoè da
di Nichsia, di sier Ambruoxo Contarini, governador | Milam.
nostro; et una letera dil soracomito lisignan , da
Modom; scrive gran mal di sier Marco Cabriel.
DaModom, di Jacomo di Barbis, soracomito lisi- 140
gnan, di primo mazo, al zeneral. Scrive gran mal
di sier Marco Cabriel, castelam e provedador, qual
dice vilania a tutti, non vol dar pan a li galioti elc.
Et per colegio li fo scrito, a ditto sier Marco, admo- nendolo dovesse charezar tutti etc.
Da Trani, di sier Alvise Contarini, governador.
Manda ditte letere dil zeneral, et zercha l' armar di
la galia, è dificultà in li homeni, perchè li homeni
per le saxom non voleno andar ; poi è uno scrivam li
di l'armamento etc. Et anche il caso di la galia pagana, fa che quelli homeni non voleno andar.
Da Milam, di I orator, di do. Chome el cardinal
fo a caxa a visitarlo, per esser amalato. Ditto monsignor de Pienes è andato a Zenoa, et monsignor di
Ravastem, partito di bagni, è venuto a Pavia, e anderà di longo a Zenoa. Item, ditto cardinal fo dal
cardinal San Piero in Vincula a visitarlo : hanno
parlato si armerà a Zenoa, per non se impazar la
Di Pera, di Pantaleo Coresi, di 20 marzo, al
zeneral nostro. Come era zonto a la Porta Ambruoso
Buzardo, con uno altro dil signor Lodovico, con
bombardieri per gitar spingarde e passavolanti ,
qualli sono ancora de li; et per lhoro fo ditto, el
signor Lodovico esser ritornato in Italia, et recupe- | comunità, ma il re. Item, monsignor di Beucher li
ha ditto sarà su le nave homeni combatenti ... , et il
gram prior et il gran scudier. Item, el cardinal va a Lion contra il roy con li baroni, per tratar di le
cosse de Italia ; et monsignor di la Trimolia sarà doman li a Milam, et poi con missier Zuan Jacomo
Triulzi anderano versso il roy; e riman a Milam
rato il stato : nium li dà fede. Item, li ambasadori di
Franza non è ancora zonti a la Porta. Item, il re di
Hongaria à mandato a la Porta uno suo messo con
4 persone; zonse a dì 7 marzo in Andernopoli, è
venuto a dinotar che li ambasadori de' christiani è
venuto a dirli, non vol patir morsomani debbi ofender la christianità, unde si poteva più extenir di farli | vice re sora le zente d' arme monsignor di Alegra,
guerra. E soprazonse uno ulacho con letere, che li e al governo il capetanio di justicia, senza altro titolo.
hongari erano passadi, e fato corarie, e preso anime | Et il cardinal li ha ditto, farà le letere per li electori
assai in tre casali. Item, il signor turcho à fato pro- de l'imperio zercha Goricia. Et esso cardinal li disse :
vision di trazer la sua armada di colto, e fa forzo, Scrivè a la Signoria fazi retenir quelli vanno a Trento,
che simile mai fu fato, et manda assa' zente a Le- perchè s'è ditto portano danari a li milanesi sono de
panto, e ne fanno venir di Trabesonda: li da aspri li . Et conclude, ditto orator voria licentia di ritornar
110 per testa e non più. Item, era zonto uno di do a Verona, perchè il cardinal va in Franza, e, come
deferderi, per trazer danari del casnà, e mandarli a à inteso, soa signoria reverendissima aria piacer di
la Porta ; et li nostri zenthilomeni sono in prexom al qualche falcom sacro. Et di la crida fo fata, el cardi- modo fono posti ; le lhoro robe si vendeno. Conclu- nal dice averli dispiaciuta, perchè milanesi di questo
de non è da star a dormir, ma far provision. sono mal contenti, et era stà fata contra suo hordine. Voleva ben non si portasse arme. Item, Milam
è mal grato contra francesi. Et infine Marco Bevazam, secretario, doman si parte per qui.
Da Syo, di Zuan di Tabia, consolo nostro, al
zeneral, date a di 10 el 18 april. Scrive, in conso- nantia, le nove abute di Pera, videlicet il signor parti
375 MCCCCC, GIUGNO. 376
Fu posto parte per li consieri di dar il possesso |
di Santa Marta, di Castel Liom, di uno priora' al cardinal Michiel, qual era in lite col cardinal Ascanio,
e l'à 'uto dal papa. E sier Antonio Trum, el consier,
messe a l'incontro, li sia dato, dummodo non sia contra li capitoli di Cremona. Andò le parte do volte;
non fu preso, perchè vol li do terzi.
Da poi disnar, fo la vizilia di Pasqua, e fo conseio di X.
A di 7 zugno. Fo el dì de Pasqua. El principe
fo a messa in chiesia di San Marco, con li oratori et
la Signoria. Poi il colegio si redusse, ma Jo non vi
fui, perchè non criti.
Da Ferara, dil vicedomino, di 5. Come le zente
Fu posto la parte di eri, di scriver in Hongaria, francese erano versso Monte Chirugo im parmesana,
per quelli medemi cinque, do consieri, un savio dil e il signor ducha era di malla voia, dubitava dil stato
conscio et do savij ai ordeni, tra i qual Jo. Contra- suo, e tien le cosse dil marchexe di Mantoa esser
dixe prima sier Domenego Morexini, procurator, ❘ spazate. Fa far processione nuove zorni continui in
savio dil conseio ; fo longo, e il doxe si parti. Li ri- Ferara. Item, ancora il conte Zuan Francesco da la
spose sier Alvise da Molin, e dimostrò il modo di | Mirandola non aconzò le cosse sue con Franza ; et
trovar li 100 milia ducati. Poi parlò sier Antonio
Trum, el consier, dicendo voleva chiamar doman il
pregadi, per far prima provisiom di danari , poi scri140 ver in Hongaria. Li rispose sier Constantim di Prioli,
fo savio dil conseio. Et poi sier Baldisera Trivixam,
sier Zuan Morexini , sier Antonio Trun , consieri ,
messe de indusiar; et intrò con lhoro il resto di savij dil conseio, li savij di terra ferma et il resto di
ordeni. Et andò le parte : una non sincera, una di
no, 42 di indusiar, 133 la nostra. E fu presa. El fo
dato sacramento per li cai di X, a bancho a bancho,
e comandato gran credenze.
Fu posto, per li savij dil conscio e di terra fer- ❘
ma, di mandar el conte di Pitiano, governador nostro zeneral, in Friul con le zente; ma il conseio non
sentiva, adeo non to ballotada.
il signor Nicolò da Corezo è stato da lui, si lauda
publice di la Signoria nostra ; dice non è meglio cha
esser zenthilomo di Venecia, e haver le soe intrate.
Item, el capetanio Badino, che fu lassato di prexom
per la Signoria nostra, è stato etiam a trovarlo ; voria soldo da la Signoria nostra etc.
Di Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di 5.
Alcune nove di cosse todesche, di la dieta, la qual si
fa in Augusta, dove non vi è stato il conte paladim,
primo homo di Elemagna.
Di Cao d' Istria, di sier Alvise da Mulla, podestà el capetanio, di 4. Di avisi auti da li Frangipanni et altri, che turchi im Bossina si reducano.
Di Parenzo, dil podestà, in risposta. Che zonzendo de li li tre soracomiti, li meterà in ferri , e
manderali de qui.
Fu posto per nui ai ordeni, proveder al bastion di Di Redoni, di sier Hironimo Pixani, provedaNarenta, mandarli uno contestabele con 25 fanti, 100 dor di l'armada, date in galia, a dì XI. Avisa di le
stera di biscoto, ducati 100, monition etc. Ave 7 di no. cosse de li , et haver mandato prima sier Marin BarÈ da saper, in questa matina fo menato uno di ❘ bo, poi sier Pollo Nani, soracomiti, al zeneral a CorMestre, qui, a li cai di X. Fo ditto esser spion. Quid fù, con letere di Cataro, che importano. Solicita se
erit, scibis. expedissa de qui Schandarbecho, e si mandi in AlAdì 6 zugno. In colegio, non fo il principe. Non | bania.
fo niuna letera, solum di Cremona, e una di Dulzigno. Oda conto.
Da Cuvrili, di sier Andrea Michiel, provedador, 141
di XI mazo. Chome era compito di meter in opera
Vene l' orator dil signor di Rimano, domino | la chalzina, fè condur di Spalato, con la qual il locho
Zuan Francesco Capo in sacho, dicendo il signor | da parte da terra à fortifichato, e fato meter focho
suo voria la Signoria levasse de li el provedador no- in una calchara è stà trovà de li. Spiera fin 3 zorni
stro, sier Francesco Capello, el cavalier ; et cussi fo sarà compita di brusar ; et à fato cavar il fosso, era
ordinato di levarlo. aterado. Voria danari, aliter li sarà forzo tenir l' opera imperfeta; et le maistranze fo mandà de qui si
voleno partir. Dimanda taole, biscoto, spingarde et
provisionati, per custodia, et si Schandarbecho veVene l'orator di Napoli, in cosse particular di
certi salli, fo retenuti per contrabando. Li fo risposto, se intenderà.
Vene Marco Bevazam, stato secretario a Milam, nisse, anderia con lui fino a la Vajussa per terra, e
et tamen nulla referite in colegio, ni altrove.
In questa note, el barzoto, patron sier Hironimo
Morexini, armato dil suo, parti e andd in armada,
fatoli la zercha prima.
le galie da l' altra banda, dove si bruseria l'armada
fa far il turco. E fin horra sono in aqua galie X sotil,
ma è ligname fresco, apenna poleno star sora aqua ;
do di le qual è inarborade, e sono de li saragori
377 378 MCCCCC, GIUGNO.
2000 et non altri turchi. Et che Feris bel, sanzacho | dinal l'à voluto mandar avanti di lui, dicendo non
di Scutari, si dice in Scopia, è morto da condormia,
per haver lassato fabrichar quel locho di Cuvrili.
Item, in quel paexe di Albania sono pochi turchi.
è dover vadi un cardinal con l' altro. Item, quel di,
a dì 5, fo impicha uno francese, che amazó uno milanese ; et francesi si sublevono contra il cavalier,
qual è italiam, e ne fo morti alcuni ; pur fo impichato. Item, el cardinal Sam Piero in Vincula partirà
per Aste, aspeterà li li tre oratori dil roy vanno a
Veneno li oratori di Brexa, al qual foli ditto per | Roma, et insieme anderano versso Roma ; el qual
el principe, pagaseno il subssidio ; et fono licentiati.
Adi8 zugno. In colegio, vene l'orator di Franza in materie particular, et stete pocho, et andò
fuori.
Et sier Vido Morexini, cao di 40, stato pagador
in campo, referite di le zente d'arme ; presentò il
resto di danari, e li libri. Et il principe laudò, aversi
ben portato.
cardinal è stato a visitarlo. Item, li in Milam è stà
incantà i dacij consueti e il sal, et è stà incantà il terzo mancho dil consueto, zoè di 12, 8 ; e non è stà
incantà il dazio dil pam e dil vin, acciò sia abondantia in la terra.
Et sier Marco da Molim, cao di X, sollo, per esser Da Crema, dil podestà, di 4. Come el cardinal
andati li altri a Lio, mandò fuora tutti, et fè lezer | Roam àmandato a dimandar do francesi sono li relettere, credo da Ragusi. In conclusion, il turcho va a campo a Napoli di Romania. È da saper, ragusei in
le sue letere si sotoscrive: Rector et consilium communis ragusci.
tenuti, che fonno a l' amazar il capetanio di la justi- cia di Milan ; per tanto la Signoria nostra li ordeni, quanto habbi a far.
e cussi vien di longo qui.
Da Verona, di sier Hironimo da cha' da Pexaro, capetanio e vice podestà. Manda l'inventario di
le artilarie sono de li, juxta i mandati.
Da Brexa, di sier Christofalo Moro, proveditor,
Da Feltre, di sier Mathio Barbaro, podestà et di 5. Come quel zorno era zonto li, stato a veder
capetanio, di 6. Come per uno explorator, mandoe ❘ l'aqua di l'Oio, per la diferentia di cremonesi etc.;
in terra todescha, ritornato, à inteso il re ſè editto,
tutti stesse in hordine, et a la dieta si fa, è il ducha
di Bergogna, suo fiol, e altri signori ; et vol far liga
con sguizari, excepto con quelli dete il signor Lodovico a' francesi, e sguizari vol siano entro. Item, il DaRoma, di l' orator, di 4. Come, recepute noconte palatin non è venuto a la dieta, et a Yspurch stre letere, andò dal papa, qual soa santità era stå
è dodese milanesi, qualli solicitano il re vadi a recu- 7 zorni amalata con fluxo, e lo trovò con malla cieperar il stato di Milan, e par il re habi voluto re- ra, et li comunichò il tutto ; e scrive li coloquij abufudar la corona, perchè non li è dato ajuto a recu- ti . Si duol soa santità, il re di Franza non li à fato 0.
perar Milam. E a Trento è molti milanesi, qualli | Il suo orator è qui, et la Signoria nostra non li rifanno chareze a quel capetanio è li per nome dil
re etc.
Da Milam, di l' orator, di 4 et 5. Come el cardinal partirà a di 8 per Franza ; va con lui monsignor di la Trimolia, missier Zuam Jacomo e altri signori. E missier Zuan Jacomo dice, li è stà oposto
va a justificharsi col re. Item, missier Zuan Jacomo
et monsignor di la Trimolia sono venuti li a Milam, et a Zenoa si arma, et monsignor di Ravastem
è andato di Pavia li a Zenoa ; e il cardinal à serito le
letere a li electori di l' imperio ; manda qui la copia.
Et esso orator li mandò a comunichar le nove di
Hongaria, non si curò. À 'uto la letera in recomandaziom dil signor Nicolò da Corezo, e il sumario di
sponde a le propositione, et che il re havia tolto di
Bologna, terra di la Chiesia, 43 milia ducati, et poi
si acorda col re di Napoli, dicendo : Faremo anche
nui quel poremo. E starà a veder. Item, à dato danari a lo episcopo di Chai , va in Hongaria, et vien
prima in questa terra con la instrutiom, acciò si la
Signoria vorà, azonzi altro. Et avisa la Signoria li
parli separadamente da lo episcopo de Thioli. Item,
il papa à cassà li provisionati dil ducha Valentino, e
dice: è povero papa, à im pegno le zoie suo fiol per
l'impresa fece de Imola e Forli, e non arzenti se
non quelli adopera a manzar. Item, l' orator parlò
al papa in la materia di Hongaria ; eravi el cardinal
Alexandrino e Santa Praxede ; et lo Alexandrino
disse : Sancte pater, mandè il legato, e drio la decima dil clero e la cruciata. E Santa Praxede disse :
Aspetè quello il re richiede prima. E questa opinion
li piaque al papa. Item, à leva la decima per Franza.
141 nove di turchi, e la risposta fata a l'orator dil papa,
et soa santità o disse. Item, il campo di francesi a
Monte Chirugo, locho di Torelli, hanno trato 80 colpi, et O fato, è levato per andar a Pisa. Item, a di 5,
el cardinal Ascanio si parti dil castel di Milam per | Item, l'orator francese, monsignor di Agrimont, fin
Franza, con custodia di molti arzieri dil re ; il car- tre zorni si parte et ritorna in Franza; dimanda cin-
!
379 MCCCCC, GIUGNO. 380
que cosse : prima, vol saper l'intentiom dil papa ferma, perchè Lodovico havia ditto, quando el recuperò Novara, esso papa era con lui ; secundo, vol
haver libertà il suo re di dar li beneficij in regno e
nel duchato di Milan, senza voluntà dil papa; tertio,
vol far contra el cardinal Ascanio quello li par ;
letere dice, da esser pagati a Piero Martines ; prega
si pagi.
Dilcapetanio zeneral da mar, di 24 mazo, da
Corfu, in galia. Come erano zonte li do galie, Bondimiera e Capella, li manchano homeni assai. Item,
la Contarina e do galie sotil, zoè sier Alvise da Canal
e sier Anzolo Orio, et à ricevuto li ducati 3000, et
havia mandà ducati 8000 in Candia per armar ; et à
letere di quel rezimento, che solicita lo armar. Item,
etmanderà do galie grosse et 4 sotil versso il Sasuo, et in locho di sier Hironimo Malipiero e sier Alvise da Mosto, refutono sopracomiti, à messo sier
Filippo Basadona, quondam sier Zuan Francesco, e
sier Sabastian Foscarini , di sier Nicolò. Dimanda
142 quarto, dimanda sia fato cardinal lo episcopo de
Como, di caxa Triulza ; quinto, sia etiam fato cardinal lo episcopo di Verzeli, fiol dil thesorier di Savoia. Et il papa a queste propositione à risposto : al ❘ à mandà la galia Contarina a la guarda di Viscardo,
primo, vol esser in liga con il re; al segondo, non
vol il re dagi li beneficij ; al terzo, nullum verbum
dictum; al quarto, vol farlo cardinal, quando farà li
altri ; al quinto, nullum verbum. Et soa santità à denegà la bolla di la decima dil clero a Franza. Item,
a Roma è stà fato justicia di alcuni presi, che asalto | homeni e danari, e, havendoli, la Signoria vederà
li oratori francesi, et publice, sul ponte di Santo Anzolo, sono stà impichati su forche alte ; et l'orator
francese li à piacesto. Item, à bandizà di Roma e
terre di la Chiesia li corssi , termine zorni X si partino, sotto pena di perder la roba, e habi ducati 5
per uno da la camera apostolicha chi li amazerà,
adeo tutti si parteno, et etiam quelli sono maridati
de li. Edi questo tuta Roma à 'buto piacer.
Da Napoli, di l' orator, di 23 et ultimo. In la
prima, chome, ritornato il re, uno Piero Navaro
prese in le aque de Capri certi navilij ragusei, et è
venuto li per il salvo conduto ; à la barza di botte
700 mal conditionata, e do bregantini. Item, Basilio
da la Scuola, è li im prexom, scrive a suo fradello.
Item, il re à dimandà al conseio danari per far 8000
fanti, atento le zente francese viem versso Pisa; dubita etc.
quello farà. À retenuto certi spioni de li, e li manda
de qui al conseio di X.
Da Trani, di sier Alvixe Contarini, governador. 142
Manda le letere dil zeneral, abute da Otranto ; farà
armar la galia, ma il soraconito vol la sovenzion. Li
fo rescrito, la dagi.
Da Napoli di Romania, di sier Pollo Contarini,
fo castelan de li. Avisa quello à fato contra turchi,
e narra come ne ſo amazà 5 turchi, e quelli ritornò
con vergogna ad Argos, et di la morte di sier Alvise
Bom, quondam sier Scipiom, era vice capetanio lì in
Napoli ; et la letera è di 18 april .
Fo terminato mandar Michiel Zancho, contestabele, con provisionati al zeneral, da esser messi sopra l' armada.
Vene l'orator dil signor di Faenza, nel levar dil
colegio, dicendo il suo signor voleva mandar danari
a Roma, per pagar il censo al papa. Et fu consigliato
lo mandi, e scrito, come dimandò, a l'orator sia con
lui.
Noto, a Lio fo trato il palio, justa il consueto, et
per non vi esser consieri da basso, convene andar
sier Luca Zen, consier di sora.
Da poi disnar, fo pregadi. Fo leto letere, et per
non vi esser solum tre consieri, li altri è vechij e
manchono, si convene licentiar il conseio, nè si poté
Dil ditto, di ultimo. Come il re à uno messo in
Franza, a presso la fiola, trata il matrimonio ; e la
raina li mandò a dir li desse dota di 100 milia ducati, videlicet trenta milia in contadi. Et soa majesta
li mandò letere di cambio di darli, dummodo l'acordo segua. Hora par, per lettere di merchadanti,
siano stà pagati, sì che tien lo acordo seguito, saltem
per questo anno non è per haver impazo. Item, à
nove di la Valona, di primo mazo, cosse vechie ; ma
nulla da conto : inter cætera par, 40 galie siano ussite | meter alcuna parte.
dil colfo di Lepanto. Item, che a una Nostra Dona
di Carmeni, fa miracoli, tutti concore ; fa grandissimi miracoli, adeo ne vien di tutto il Regno, a tre a
milia al trato ; si vano batendo ; i puti crida : Misericordia ! Virgine Maria, ora pro nobis ! pace ! pace !
Sono ululati et segni di gran prodigij. Equesto è
principiato za zorni 20. Item, lui orator à trato ducati 700, per letere di cambio, da Zuam Michiel ; le
È da saper, il caso di sier Antonio Grimani si
menava a gran conseio per li avogadori ; tamen li
fo fata l'altra note a le prexom una matina' bellissima, con tutti li virtuosi.
Ozi veneno in questa terra, licentiati per il conseio di X, sier Hironimo Querini e sier Zuan Francesco Venieri, stati in li castelli di Geradada.
Adì 9 zuyno. In colegio fono alditi sier Zuan
381 MCCCCC, GIUGNO. 382
143
Valaresso e sier Antonio Loredam, provedadori al il reverendo colocense, domino Sereb, et il vayvoda
sal, per il marcha' dil sal fato con Zuam da Torenti- di Transilvana. E qui scrive le parole zercha la inno, per nome dil re di Franza, per Milam, per moza telligentia particular, che nostri tratavano seorsum.
12 milia, a esserli dato in anni 3. Lieva de præsenti | Item, hanno inteso dal reverendo sermionense, cansal per ducati 40 milia. Or ditto hinc inde, fo ballotà ditto marcha' , tra il resto dil colegio e li provedadori, e nui no. E fo preso.
zeliere regio, il re manda do oratori a la dieta fa
Maximiano a Augusta, a exhortar a la expedition
contra turchi. Item, è stà preso uno nostro corier,
Vene l'orator di Lucha, zercha le sue cosse. Li portavano letere di essi oratori nostri qui, in Elemaſo dato bona verba.
Vene uno messo di missier Francesco Bernardin
Visconte, con una letera di credenza, e una letera di
sier Hironimo Zorzi, el cavalier, orator nostro a Milam. Il messo è chiamato Chareto. Par il cardinal
Roam voglij la Signoria li rendi le robe sue mobelle
et stabele, perchè poi si vederà si harà falito ; et si
dolse erali stà tolto molte robe ; si persuade la Signoria non sappi nulla. Et mandato fuora, fu consultato, e risposto si vederà.
gna, et il re ha ' uto le letere scriveano in zifra, perhò di X, 11 et 12, le qual le manda per questo replichate ; tamen non scriveano O da conto, ma solum
coloquij abuti, et dil visitar hanno fato al ducha
Zuan Corvino, fo fiol di re Mathias. Item, hanno
trato ducati 200 da spender, licet il re li fazi le spexe, fato letere di cambio in li Agustini. Item, pregano si rispondi a quanto vol il re , e si soliciti
Franza etc.
Da poi disnar, fo pregadi. Non fo il principe.
Fu fato uno paron di galia, sopra la galia di sier | Poi leto le letere.
Jacomo Marcello, et fo balotadi do, uno tolto per
il capetanio, l' altro per il patrom; et rimase Piero
Vilam, tolto per il capetanio, e laudato per il patron.
Vene quelli vadagnò eri li priexij a Lio al balestro. Ave il primo uno citadim di Quartari ; tochò
la man a tutti, juxta il consucto.
Veneno dodese galioti recuperati di la galia pagana, zoè scapolono, qualli erano a la porta dil colegio ; et foli balotato a dar ducati do per uno, per
l'amor di Dio.
Fo fato lezer, per li cai di X, la parte di quelli
pono star in colegio, et quelli dice le cosse si fa in
colegio ; tamen, nihil valet. Et intrò colegio di le
biave, ma pocho steteno ; leto letere :
Di Monfalcom, dil podestà. Vol monitiom per il
castello.
Da Modom, di sier Polo Valaresso, soracomito,
di 18 mazo. Come è stà al Zonchio ; lauda il sito dil castello, ma biasema non vi esser monition; et è
locho importantissimo. Et li cai di X tolse a proveder quel loco, et mandarli.
Di Hongaria, de li oratori nostri, date a Buda,
a di 25 el 26. Scriveno coloquij abuti con li oratori francesi, qualli tirano a uno altro camino cha
far liga general ; pratichano maridar il re in una
francese ; non promete altro subsidio al re, nisi di
le decime dil clero, con questo il papa le dagi e che
turchi non vegna in Italia ; e il re li par da novo,
pur aspeterà fino vengi il legato dil papa; et che essi
nostri oratori fomo a paramento con 4 deputati per
la majestà regia, videlicet il reverendo vstrigoniense,
Fu posto per li savij dit conseio e di terra ferma,
che li debitori siano mandati li extrati a l'oficio dil
sal, qualli havendo volte o magazeni, botege o stacij in Rialto, le debino tuor a conto dil suo debito,
e meterle in San Marco, siano cussi zenthilomeni
come citadini. Ave tutto il conseio.
Fu posto per li consieri, cai di 40, e lhoro savij,
et nui ai ordeni, do decime al monte vechio, i seculari et il clero per l'anno futuro : termine a pagar
zorni X, zoè fino a dì 20 dil mexe presente, con el
dom di X per 100. Et se intendi in questo il clero
di cremonese et Geradada, possendo scontar con
quello havesseno prestado a la Signoria nostra. Item,
etiam se intendi messe le do decime papal, ne ha
concesso il pontifice, al clero: termine 8 luio. Ave
17 di no.
Fu posto per tutti i savij, scriver ai rectori per
il resto dil subsidio caritativo. Le cità restano a dar
ducati 25 milia, et foli scrito caldamente, scodesseno. Have tutto il conseio.
Fu posto per tutti, che le galie Zana e Morexina,
grosse, vano in armada, siano partite per tuto doman, et le tre, Zivrana, Marcella e Truna, per tutto
venere, le altre do, Contarina e di sier Andrea Marcello, poi subsequente, soto pena di perder etc., e li
patroni esser bandizati per anni cinque di oficij etc. ,
e perder il viazo e li danari desborsati ; et sia scrito
al capetanio zeneral, che farà la cercha, non trovando li homeni su ditte galie, sono ubligati per li pati haver, pagino il dopio, et sia posto in locho suo, a so
spexe. Fu presa.
Fu posto per tutti, tuor la nave di sier Beneto Zu-
383 MCCCCC, GIUGNO. 384
143
stignan a stipendio, con ferma, modi etc. fo tolta la | Piero Balbi, sier Nicolò Dandolo, sier Marin Contanave fo Mema; e ubligation le decime dil clero 1501 .
Ave 19 di no; tamen ditta parte non have locho,
perchè la nave feva aqua.
Fu posto per lhoro savij mandar versso il Friul,
atento turchi minazano de vegnir, el conte di Pitiano, governador nostro, con le so zente, domino Antonio di Pij, domino Filippo Albanese, domino Zuam
Paulo Manfrom, domino Julio da Martinengo, et far
2000 provisionati etc. Ave tutto il conseio.
Fu posto per li ditti, di restituir a missier Francesco Bernardin Visconte il suo li fu tolto, et li castelli, zoė Brignam, Pagazam et uno altro, atento le
letere lete di Milam. Et dita parte have 54 di no,
e fu presa. Tamen fo suspesa per intenderla meio,
atento era stà una volta confischà li beni, et voleva
più ballote ditta parte. Et cussì non fo fato altro.
Fu posto per li consieri, cai di 40 e lhoro savij ,
dar il possesso al cardinal Michiel dil priora' di Santa
Martha di Castel Lion. Ave 34 di no ; vol li do terzi,
zoè balote 120 de si. Et fo balotà do volte, et nihil
captum.
Fu posto per li ditti , tutti, di elezer 4 savij dil conseio, in luogo de quelli compieno, uno di qual
intri al presente ; et possi esser electi di procuratori, non obstante altra parte in contrario, la qual
sia suspesa per questa volta, con questo la se debbi
meter a gran conseio. Fu presa, e non fo exequita.
Fu posto per Jo, Marin Sanudo, e sier Antonio
Venier, savij a li ordeni, mandar a Cuvrili ducati
200, taole etc., per compir l'opera. Et sier Gasparo
Malipiero, provedador sora i oficij, andò contradir,
volendo si ruinasse l'opera. Et perchè era ordinato
conseio di X con zonta, fo rimessa.
Da Curzola, di sier Alvise Balbi, conte. Chome,
a dì 25 mazo, zonse li la galia grossa, la qual si andarà armando con dificulta ; manda una letera da
Ragusi, di 26, di Piero Furlam, drizata a la Signoria. Avisa il turco esser venuto a Bitoia con persone
150 milia. Item, è passà a Ragusi uno missier Antonio daGonzaga, barba dil marchexe di Mantoa, va
al turcho. Ha ditto, la Signoria è in rota col roy, di
la qual nova ragusei à 'uto piacer.
rini, sier Beneto da cha' da Pexaro, sier Tomà Mocenigo, el grando, sier Lorenzo di Prioli, sier Lucha
Zivran, sier Antonio Valier, sier Francesco Foscarini , sier Domenego Marin, sier Lorenzo Zustignan,
li procuratori , savij di una man e di l'altra.
È da saper, se intese fiorentini mandavano uno
lhoro secretario in questa terra, et Piero Corbole
et Carlo di Agustino Bilioti, merchadanti, si partino
de qui , et andono a Fiorenza per far qualche provisione.
In colegio, a dì 8 di questo mexe, fu fato cavalier
domino Galeazo di Ponzoni, cremonese, et conte di
Casteleto. Insieme fato conti, questi : domino Galeazo, domino Ottobon , cavalieri , Zuan Galeazo ,
Hannibal, Piero Martire, Bernabò e Sonzin di Ponzoni, soi consorti, et fatoli il privilegio.
Adi Xzugno. In colegio vene sier Lucha Trum, 144
stato synico in Levante, vestito di veludo negro,
con barba per la morte dil padre. Referi haver intromesso molti zenthilomeni, dimanderà el pregadi
e le quarantie, dicendo le terre nostre da mar vano
im preda. Et il principe disse, se li daria ad ogni
suo piacer. Et sier Beneto Simitecolo presentò una
cassa bolada, piena di processi fati per ditto sinicho, qual fo mandata a l' avogaria ; et è fama haver
intromesso sier Bernardo Zustignan , capetanio di
Crete.
Vene li tre savij sora la exatiom, aricordo molte cosse, e fo balota dar ducati ... al mese per uno,
a li stimadori di le caxe, et questo per mexi sie. Fo
no laudati di l' opere.
Vene sier Zuam Trivixam e sier Gasparo Malipiero, provedadori sopra i oficij, dicendo haver ne
l' oficio molti debitori intachano sal, biave elc. , et a
l' oficio di le biave esser gran disordeni, voleno poner parte. Li fo risposto, le meta.
Dı Sibinicho, di sier VetorBragadim, conte, di
2. Zercha il conte Xarcho, qual dimanda taole e
agudi per far le habitatiom, dove possi alozar con li
soi cavalli.
Di Caravazo el Sonzim, di proveditori. Quelli
fanti sono a custodia voleno dinari ; perhò si provedi.
Di Udene, di sier Piero Marcello, provedador
zeneral, di 8. Dimanda 100 homeni d'arme boni,
100 ballestrieri a cavalo, et molte monitione, chome
Di Reloni, di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, dute in galia, a dì 16. Scrive di
desordeni di sier Andrea Michiel, provedador di Albania, qual ha abandonà l' impresa ; e lui va a Durazo con la galia Barba, perchè importa esser de li. ❘ scrive in una poliza.
Par sia ussito 7 fuste et alcune galie da la Vajusa.
Rimase conseio di X con la zonta di danari, licentiato el pregadi. Quelli restò di zonta è : sier
Di Roma, di l' orator nostro, di 6. Di coloquij
abuti col papa, qual li ha ditto il priino concistorio
vol veder de subsidio dando regi Hungarice. Item, lo
385 MCCCCC, GIUGNO. 386
episcopo di Chai è partito per Hongaria, et il papa
dice, li manderà driedo le bolle di la decima, jubileo
et cruciata ; non vol mandar cardinal legato ; si duol
la Signoria nostra non lo compiase di quanto ha richiesto ; et l'orator li comunicho la ripresaia fata
contra fiorentini. Rispose soa santità, li piaceva. Item,
esso orator solicita sia mandato il successor suo.
horra è partito ; non sa che far. Item, li dacij fonno
inchantadi ; li ebbe domino Agustim Triulzi, qual li
havea prima, zè li dacij di Milan e lochi per ducati 315 milia a l'anno ; di qual, ducati 260 milia da
al roy ; 50 milia a pagar debiti fati per il Moro,
qualli in anni XV sono pagati ; il resto per spexe di
dacij . Item, de li è li oratori fiorentini e luchesi,
Di Chuvrili,di sier Andrea Michiel, provedador qualli luchesi sono rimasti d' acordo, dar Pietra Sandi Albania, de 26. Si justificha, e credo la letera sia ta e Motrone in le man dil re, et, reauto harà fiodata altrove ; (t manda de qui il suo canzelier, Va- | rentini Pisa, ditti lochi restituischa a' fiorentini ; possa
lerio Bon Tempon. veda quid juris. Item, di quatro sguizari venuti dal
In questa matina fo balotà una paga al conte di Pi- | cardinal, o ver todeschi, per nome dil re di romani,
tiano, oltra il consueto, per levarsi et andar in Friul,
et ducati 100 al bastion di Narenta, et quello bisogna al spazo di la nave Zustignana. Et è da saper,
ozi si fa la zercha a la galia grossa et Morexina di
Baruto.
Da poi disnar, fo gran conscio, a petizion di
avogadori, per il caso dil Grimani. Compite di parlar sier Polo Pixani, el cavalier, avogador di comun.
Principiò domino Rigo Antonio. Et il colegio si redusse.
DaMilam, di l' orator nostro, di 8. Come eri el
cardinal Roan fo da lui a tuor combiato ; va in Franza, et ozi a horre 8 parti. Va con lui domino Francesco Bernardin Visconte, di altri presoni non sa, et
missier Zuan Jacomo, monsignor di la Trimolia, e
altri signori francesi. Rimam monsignor di Alegra
144 col conseio secreto et il conscio di justicia. Item, ha
parlato col cardinal zercha lo arınar a Zenoa. Disse:
à letere di monsignor de Pienes, qual, per nome dil
re, à dimandato di armar nave de li, et zenoesi recusano, dicendo venitiani li vol mal etc.; sì che mal
si potrà armar, e tanto più si convegnirà armar im
Provenza. Esso cardinal à rescrito, nomine regio,
minazandoli sono ubligati armar, justa li capitoli.
Item, esso cardinal à letere di Franza. El papa persuade el re scrivi a la Signoria vogli lassar la protetiom di Faenza. Esso cardinal dice : Faza pur la Signoria quello la vuol. Item, dimandò di l'impresa
dil Regno. Rispose il cardinal : il re l'à rimessa poi.
Item, eri fo taià la testa in Milan a domino Galeazo
Ferre, era prexom in castello con il cardinal Ascanio,
et tutavia si fa chavar il fosso dil revelim a torno il
castello, dove lavorano 200 in 300 homeni al zorno.
Item, il campo de' francesi par habi auto Monte Chirugo, per quanto era sta ditto, dove hanno impicha
to XVI, et fato gran crudelta; e dove vanno usano
crudeltà, vastando il paese, et sono andati versso Pisa.
Item, esso orator à ricevuto nostre letere, zercha il sal,
di quello n'è debitor Ambruoso da Corte. El cardinal
1 Diarii di M SANUTO - Tom. III.
a voler in scriptis dal cardinal, si vol ben convicinar
per causa di Belinzona ; et il cardinal non li à voluto
risponder in scriptis, ma à fato levar molte zente
erano a quelli contini. Item, esso orator à inteso da
domino Francesco Fontana, fo comissario a Parma,
parmesi è acordati col re, darli ducati 30 milia, zoè
Xmilia de præsenti, il resto fin uno anno, zoè ogni
6 mexi X milia.
Di Franza, di sier Beneto Trivixun, el cavalier, orator, date a Lion, a di 30 et primo. Come
l'orator yspano, auto nova l'armata di soi reali esser
partita, solicita questa regia majestà ad far la sua ;
et il principe di Orangie, è il primo homo in corte
da poi el ducha di Barbon, disse: Il roy doveria far
armata. Item, il re è partito per certo castello, dove
starà 4 zorni per star lontano di la raina. Item, è
stå preso per inonsignor de Ligni uno nontio dil re
di Napoli, andava a domino Bernardin di Bernardini, con instrutiom : quel re vol acordarsi col roy, darli
ducati 50 milia a l'anno, per anni 24, o ver 100 milia al presente, et sic successive; et maridar sua fiola
in monsignor di Ligni, darli di dota franchi 30 milia,
et stato nel Regno, de intrada di ducati 6000 ; et à
libertà di donar a più persone ducati 20 milia ; et à
trovà 4 stogij seriti in zifra ; et havea letere di credenza, drizate Alexandro Chaponi, fiorentino ; et à
letere dil cardinal Roam, el ditto è stà posto in castello de ... Item, vol dar provisiom a li foraussiti, 145
ch'è da il re di Franza, et dice mal di la Signoria e
dil papa, dicendo : L'è un zudio. Item, il roy à solicità l'orator pontificio scriver a Roma, mandi la
bolla di le decime per poter dar principio in re christiana . Item, solicita sia fato l'orator in suo locho.
Item, à ricevuto nostre letere in materia de Goricia ;
farà scriver al roy, a li electori di l'imperio ; et monsignor di Albi li ha ditto : el re di romani zercha per
ogni via far contra la Signoria nostra et el roy.
A dì XI zugno. In colegio, reduti in la salla
frescha di sopra.
25
387 MCCCCC, GIUGNO. 388
Vene la moier fo dil dispoti di Servia, madre | vato a questa terra. Et con missier Hironimo Zorzi,
dil signor Constantim Comino o ver Arniti, qual è
sorella di la madre dil turcho, nome Despida Cominata, donna vechia, va vestita di negro a la grecha,
cra con tre done. Et, sentata a presso il principe, fè
lezer una instrution di suo fiol, qual scampò di le
man di francesi, et par a dì 20 mazo se ritrovi a Pisa. Dice non haver falito a la christianissima majestà ;
vol justificharssi con esso re; si racomanda a la Signoria, per esser nostro zenthilomo. El principe li
usò bone parole, senza altra conclusione.
Vene l'orator dil papa, per cosse particular, pregando sia relassato di prexom uno frate Cherubim,
retenuto per il conseio di X. Item, solicitò li danari
di Cremona, dia aver dal cardinal Ascanio ; et il principe li dè bone parole ; ditto si vederia.
Vene l'orator di Franza, dicendo haver letere di
Franza di monsignor di Albi, qual par habi letere di
Rodi ; non è vero dil turcho etc.; perhò prega la Signoria, si mandi li sumarij in Franza. Item, ricomandò l' orator dil papa per li sopraseriti danari.
hessendo savij di terra ferma, solli, a tempo di Ferara, messe per parte, missier Jacomo Marzello, capetanio zeneral, con l'armate andasse a Galipolli ;
dal qual effecto si have la paxe contra tutta Italia ;
eramo el romagnissemo victoriosi. Item, messe per 145
parte, sollo, che missier Francesco di Prioli, capetanio zeneral, andasse in Cypri ; la qual cossa fo la
salvatiom di quel regno. Item, che lui, hessendo la
prima volta zeneral, prese Monopoli, e narrò parte
di quel successo ; et si havesse auto il mandato al
tempo, aria abuto tutta la Puia, dove a Monopoli
varentò le done. Disse poi, suo fiol, cardinal, a Roma havia retenuto le letere dil ducha di Milam,
scrite per caxom di Taranto, e le dè in man di
missier Nicolò Michiel, era nostro orator li, e in
concistorio contra tutti à oppugnato per ben di la
patria, et à revellà i secreti etc. E cussi al presente
lui e tutti soi fiolli è de mior animo cha mai, et
sono schiavi di questo stado. Poi si racomandò, dicendo non haver disobedito per esser venuto con la
Vene sier Nicolò di Prioli, stato provedador dil galia; haverssi messo i ferri a' piedi lui medemo a
castel di Cremona, et mandati tutti fuora, con li cai | Parenzo ; et era stato cinque mexi in la prexom
di X riferite alcune cosse.
Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador nostro. Ànove di Cesena, come missier Polidoro Tyberti havi fato retenir uno Pyro da
Cesena et Zuam Maria di la Bella, qual fonno contrarij al ducha Valentino. Item, per una altra lettera,
serive ditto Polidoro esser fuzito di Cesena , et il
comissario di Cesena esser andato li con zente. Item,
el ducha de Urbim se ritrova li a Rimano amallato etc.
Forte, et do in la Nuova. Poi se inchino versso la Signoria, pregando fusse cazadi li fioli e fradelli di
proveditori. Tamen non parse a la Signoria. Et poi
si parti, et fo menato per li capetanij im prexom. E
da saper, con lui andava sier Vicenzo, sier Hironimo, sier Piero, soi fiolli, sier Alvixe Grimani, gobo,
sier Donado Marcello et sier Vicenzo Capello, e non
altri parenti . Poi li avochati, quasi tutti, di la terra è
li primi. Et li avogadori erano solli etc.
Et hessendo stati li consieri assai a terminar, si
Vene sier Alvise Barbo, podestà di Mestre, con doveano cazar o no, atento li avochati dil Grimani
sier Nicolò Contarini da San Cassam, per ustificharssi voleano, et a l' incontro li avogadori dicevano di no,
di quanto li è oposto, che lui vien a Venecia e lassa et l' hora era tarda, et etiam bisognava legitimar la
ditto sier Nicolò de là vice podestà, qual fa etc. Fo | bancha per li chazadi ; fo posto una parte, per li
admonito per el principe, non fazi e stagi lì ; et fo co- consieri , che debbi intrar, in locho di quelli manmesso a li avogadori di comun, e altro non seguite. chano, li officij deputadi ; et sia chiamato questo
Da poi disnar, fo gram conscio, per li avogado- conscio per damatina, e tutti vengi sotto pena di du- ri, per expedir il Grimani, e quasi non si poteva redur, perchè sier Lucha Zen, consier, non veniva.
Pur vene sier Antonio Trum, et fonno quatro consieri , et se redusse gram numero, perhò fu a questo
conscio 1000. Compite di parlar missier Rigo Antonio, avochato dil Grimani. Poi, voce submissa, montò a li piedi di la renga el ditto sier Antonio Grimani, con la bareta in man. Disse l'operation sue, e
havia auto sempre volontà di far e investir l'armada
turchescha, ma non fu ubedito ; et che za anni 20,
ch'è in colegio stato, sempre l'opinion sua à zocati X e debito di sagramento. Item, debbi intrar,
in locho di cai di 40 cazadi, li altri cai di 40 da basso, per hordine di le mude. Et have la ditta parte :
5 non sincere, 87 di no, 895 di la parte. Et fo presa.
Et il colegio reduto, vene letere da mar, di 26
mazo. Il sumario di le qual scriverò poi al locho suo.
Adì 12 zugno. Da matina si redusse gran conseio, et legitimà La bancha: era sier Baldisera Trivixam, sier Antonio Trum, consieri, sier Zuam Mathio
Contarini, sier Zuan Beneto Nani, cai in luogo di
consieri , sier Dardi Foscarini, sier Piero Venier, au-
389 MCCCCC, GIUGNO. 390
confin, sotto pena di ducati 500 per cadaum, e sia
ubligă li soi beni a questo.
ditori vechij in luogo di consieri, sier Vetor Dolfim | avogadori per tutto il mese debbi haverlo mandà al
et sier Berti Loredam, cai di 40 di la segonda muda,
et sier Bortolo Dandolo, cao di la terza muda. Et
prima terminò la Signoria di non cazar niuno, se
non quelli non venivano a conseio, e li chazadi per
il processo. E fo contà il conseio, et andava avanti
li bossoli uno secretario ducal, acciò non segui disordine. E fono date ballote 1212.
Fu posto la parte, per sier Nicolò Michiel, dotor,
cavalier, sier Marco Sanudo, sier Pollo Pixani, el
cavalier, avogadori di comun, ben ditada, e leta per
Piero di Organi, suo nodaro. Quasi narra il sumario dil processo, et messeno : Si vobis videtur di procieder contra sier Antonio Grimani. Et andò li do secretarij dil conscio di X, Alvise Manenti e Zuan Jacomo di Michieli, et do di colegio, Zacharia di Freschi e Gasparo di la Vedoa, avanti quelli portono li
146 bossoli, et da driedo. Etfono di la parte: 95 non
sincier, 432 di no, 680 di la parte. E fo presa.
Et è da saper, per esser solum do consieri, sier
Zacharia Dolfim, cao dil conseio di X, andò a umbrar le ballote, e l'altro cao di Xè sier Antonio
Bernardo, ma non fu.
Fu posto septe parte. Primo, per sier Baldisera
Trivixam, el consier, che questo sier Antonio Grimani sia im perpetuo confinà a Vicenza e destreto,
e si 'l romperà il confim, chi 'l darà in le forze habbi
ducati 500 di soi beni, e ritorni al bando, pagi ducati 2000, zoè ducati 500 a li avogadori, il resto a
quelli fono su le do nave brusade, o vero sono captivi, et non si possi far gratia etc.
Sier Zuarn Mathio Contarini, cao di 40 in luogo
di consier, messe che 'l sia privado di procurator,
sia confina a Udene e Friul per anni 3, pagi a li avogadoriducati 300, habi taia ducati 1000, e, rompendo,
sia duplichà la pena; item, stia mexi 6 im prexom etc.
Sier Berti Loredam, cao di 40, messe che 'l sia
privado di procurator, sia confinà a Padoa e destreto per anni 4, pagi a li avogadori ducati 200, et ducati 200 a la Pietà, e, rompendo il contim, torni al
bando toties quoties.
Sier Bortolo Dandolo, cao di 40, vol la parte
leta, con questo che 'l sia confinà a Padoa per anni
4, pagi li danari, ma per ditta parte non vuol sia
privato di la procuratia. El qual sier Bortolo messe
quanto essi Grimani volleva.
Et li avogadori di comun messe, che marti da poi
nona li sia taià la testa, sì che 'l muora, in mezo le do
collone.
Et andò le parte; el otto portava li bossoli per
do man; et andavano avanti li quatro secretarij nominati di sopra, et fo eror la prima volta di le ballote, adeo non fo strida le ballote, perchè trovò ballote 1182 in tutto ; era, come intisi, di taiarli la testa: ballote 107. Et iterum fo manda le parte, cazadi
prima li tradelli, fioli e zeneri di avogadori, et numerate le ballote, fono stridate chome dirò qui davanti : 40 non sincier, 41 di sier Zuan Matio Con- 146 *
tarini , 79 di avogadori, 76 di sier Berti Loredam,
126 di sier Antonio Trum e sier Vetor Dolfim, 212
di sier Ballisera Trivixan, e queste andono zoso ;
di sier Zuan Beneto Nani e compagni 231 , di sier
Bortolo Dandolo 402. Et fono reballotà : 60 non
sincere, 507 di sier Bortolo Dandolo, 643 di sier
Sier Antonio Trum, consier, sier Vetor Dolfim,
cao di 40, messe che ' l sia privado di la procuratia,
confinà a Vicenza e destreto per anni X continui,
pagi ducati 500 a quelli di le nave, rompando il bando, e ritorni toties quoties, et una volta al mese si
apresenti al retor, con taia ducati 1000, sia ubliga li | Zuan Beneto Nani. E questa fu presa.
soi beni a questo, et pagino ducati 300 a li avogadori. Etnota, fo gran cossa, che la mazor e la menor
parte restasseno di sopra, et se in la liziera metteva
fusse privo di procurator, quella si prendeva. Et
❘cussi ditto sier Antonio Grimani fo expeditto ; pagò
li ducati 300 a li avogadori, et andò a caxa. Et molti
l'andono a visitar e dolersi.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe, et
Sier Zuam Beneto Nani, cao di 40 in luogo di
consier, sier Dardi Foscarini e sier Piero Venier,
auditori vechij, messe che 'l sia im perpetuo confina
a Chersso e Ossero, e una volta a la septimana si
apresenti al retor, e quel retor habi ducati 100, et
rompendo il confim habbi taia ducati 5000, zoè mille
a colui el prenderà o acuserà dove el sia, ducati 200 | leto le letere.
al retor, il resto sia dispensà a li homeni captivi o
heriedi di brusadi e morti su le nave; pagi a li avogadori presenti , che l' à piedà, ducati 300 d'oro, et
200 a la Pietà, et 1000 a li homeni captivi etc.; non
si possi far gratia, se non per 6 consieri, 3 cai di 40,
40 de 40, e li cinque sesti dil mazor conscio ; e li | di 25 di questo. Fu presa.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma
di suspender tutti i pagamenti di fuora e di questa
terra per uno mexe. Et have tutto il conscio.
Fu posto per li ditti, dar didom ducati X, a quelli
pagerano le decime dil clero papal, per cento, fino a
391 MCCCCC, GIUGNO. 392
147
Fu posto per li ditti , scriver a Cremona, vendino | Brexa. El principe a tutte parte rispose. Primo, Dio
li beni di rebelli. Et ave tutto il conscio.
Fu posto per tutti i savij, cometer li patroni di
nave, venuti di Soria senza tochar Modom, a li avogadori, et a quelle vieneno, non havendo tochà Modom, sia comesso ritorni a Modon, sub pœna etc.
Sier Jacomo Cabriel, sier Antonio Venier, savij ai
ordeni, messe havesseno più pena. Andò le parte : 39
la soa, 79 la nostra. E fo presa.
Fu leto la parte di meter do decime al monte
nuovo ; tamen ſo leta et non ballotada.
Fo chiamato per el principe molti debitori, e
admoniti pagino, perchè sarano cazadi di pregadi.
Da Ferara, dil vicedomino, di X. Come pisani
sono terminati a tenirsi, e le donne fanno precessiom; sono gaiarde etc. Et a Lucha, in lhoro conseglio, hanno posto la parte di darsi a la Signoria nostra ; à 'uto solum 4 ballote di no.
Da Milam, di l' orator, di 9. Come si parte quel
zorno, a dì 13, e viem per aqua a Hostia, e de li anderà a Verona a la soa pretura.
Di Cao d' Istria. Di nove de' turchi ; chome 20
milia sono reduti im Bossina, minazano voler venir
in Friul.
Dil capetanio zeneral da mar, date a Corfù, in
galia, a dì 26. Da conto, nulla ; manda molti reporti, et havia fatto apichar uno spiom, qual perho
fo prima morto da quelli el preseno, et l'altro compagno havia im prexom; voria danari da far provisionati de li da metter su le galic. Item, la galia di
sier Andrea Bondimier, grossa, fa aqua etc.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, date in galia, a Corfù. Par il zeneral lo mandi a la varda di Canal di Viscardo.
volesse il turco non facesse tante cosse, et armata, et
exerciti per sobvertir la christianità ; dil caso dil Dugnan, si daria taia; e justifichò la cossa di presoni.
Vene sier Andrea di Garzoni, fo dal banco, con
li tre zudexi fono electi im pregadi, contra Hironimo
Rizo dia dar al banco ; et par habi auto salvo conduto da li provedadori dil sal. Or tre consieri volleva fusse retenuto, el tre non volse ; ergo etc.
Vene sier Christofal Moro, venuto provedador di
campo, come, hessendo a Faenza, ave letere andasse
in brexana, et a dì 20 octubrio si parti, et il seguito
in campo non dice, per averlo scripto. Laudò il suo
secretario ; 0 disse dil pagador, sier Vido Morexini ;
disse di quelli Manara etc.; et di presoni fono tolti da
le done di Charavazo, et ancor è stà retenuti alcuni.
Item, disse succincte di le zente d'arme e di condutieri ; e di Trevi, è bon loco ; saria bon se li mandasse uno proveditor. Et dil resto si remesse a referir im pregadi. Il principe li usò poche parole, laudandolo.
Dil serenissimo re di romani fo leto una letera,
drizata a la Signoria nostra. Chome zercha la diferentia di Grignà, confina con visentina, è contento
di mandar do soi su el locho ; a di 20 avosto sarano,
et che la Signoria ne mandino do altri ; et in questo
interim non sia innovato nulla.
Da Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, do letere. Come domino Polidoro Tiberti era
partido di Cesena, et il ducha de Urbim è pur li a
Rimano amallato. Per l'altra, chome era stà retenuto
uno Zuan Maria di la Bella, et Pyro da Cesena.
Dil Coltrim, da Corju. Fo leto alcune letere,
scrite a sier Zuan Morexim e sier Antonio Trum,
Dil baylo e provedador di Corfu. O da conto, consieri, zercha quelle fabriche.
ergo etc.
Restò conscio di X suso, et, licentiato il pregadi, con zonta di danari, e chome intisi trovono
ducati X milia per le cosse da mar; di qual fo mandà ducati 3000 al zeneral per far provisionati, chome lui scrive li troverà. Et eri parti la galia grossa
Zana; il resto vasi armando.
Adi 13 zugno. In colegio, reduto in gram conseio per il caldo, et per le preparation etc., vene
l'orator di Franza, mostrò una letera li serive da
Liom monsignor de Albi. Zercha il turcho à, per via
di Rodi, non è tante cosse chome si dice per venitiani ; poi disse dil caso sequito, che Francesco da Dugnam, milanese, da alcuni incogniti a San Pollo era
stà amazato, prega la Signoria fazi provisiom a saper
Da poi disnar, fo gran conscio, fato tre provedadori sora i gastaldi .
Noto, eri da matina a conseio, quando fo condanà sier Antonio Grimani, vene il castelan fo di
Sonzim, domino Bernardim da Martinengo, e domino Vetor da Martinengo, et domino Cora' di Cavalli,
qualli tutti veneno per favorir el preditto Grimani.
In questo mexe, vene in questa terra uno disposto zovene, el qual andava in zipon cantando per la
terra, con un baston in man e a tempo, la infrascritta canzon :
Torela mo, vilam,
La puta dil guarnel ,
Tu la fara' stentar
Con la zapa, col restel ....
li delinquenti. Poi disse di li presoni milanesi, fuziti di e va drio, bella di udir.
393 MCCCCC, GIUGNO. 394
117 Questi versi fo futi contra il zeneral Grimani.
Si Tusci insontem perimunt Vitellium, quod non
Libera Pisanum subjuga colla dedit,
Non Veneti sontem, rebus tot turpiter actis,
Grimanum facient acefalonta ducem ?
Copia di la parte messeno in gran conseio li avogadori di comun, di procieder contra sier Antonio
Grimani, procurator, fo capetanio zeneral di
mar, a di 12 zugno 1500 (1) .
De procedendo 680, denon 435, nou syne. 95.
Et fuit capta.
Fuerunt numerati a consilio 1212, et inventæ in
toto ballotæ 1210.
A dì 14 zugno. In colegio vene domino Carlo 148
Secho, condutier nostro, al qual foli azonto per colegio vinti altri homeni d'arme, zoè di la conduta
di Zuam Fermo Secho, era a so posta.
Vene l'orator di Franza, e disse di uno era sta
retenuto a Mestre, et examinato dai cai di X, et fo
Si videtur vobis, per ea quæ dicta et lecta sunt, rilassato; unule si duol. À inteso è milanese. Il prin- quod procedatur contra virum nobilem sier Anto- cipe justificho etc.
Vene sier Antonio Arimondo, patrom di una galia grossa, per la diferentia con sier Piero Pollani,
per haver tolto per mità la galia, unde fono admonium Grimani, procuratorem, olim capitaneum ge- neralem maris, qui egressa de anno elapso hostili
classe turcharum ex Hellesponto ad damna Dominii
nostri, habens sæpius opportunitatem classem illam | niti ; si scussano zercha lo armar etc.
sono astreti a darne di altri ; si duol non ne son in
la riviera, et volentiera ne hanno dato, offerendossi
etc. Fono ringratiati per il principe.
Di sier Piero Marcello, provedador in la Patria
di Friul, date a Gradischa. Manda avisi auti di Damian di Tarsia, che turchi 20 milia sono reduti in
Bossina, e voleno venir in Friul, et hanno corsso a
Tenina, locho di l'ongaro ; et si dice è fata la liga
dil re di Hongaria con la Signoria nostra ; aricorda
si provedi etc.
invadere et profligare, sicuti etiam in mandatis ha- Vene l'orator di Sallò, dolendossi quella comubuerat a nostro consilio rogatorum, cum potentior | nità haver dà 100 homeni per mandar in galia ; horra
esset classis nostra classe illa hostili, cum certa subsecutura victoria, cum perpetua gloria, fama et consequenti assecuratione status Dominii nostri , non curavit facere debitum suum, ut poterat et debebat, nec
alios classis nostræ mandato et obedientiæ suæ suppositos et inobedientes punire, sed adeo se habuit,
quod classis nostra ipsius capitanei negligentia Jet
malo regimine, cum sibi obedientiam præstare minime fecerit, divisa et segregata, non fecit debitum
suum, ex quo factum est, quod classis ipsa hostilis
quo voluit se contulit, et tandem, nullo sibi adhi- Dil capetanio zeneral da mar, date a Corfù, a
bito obstaculo, sed data sibi potius opportunitate fu- d 26. Manda el processo fato contra sier Tomà Con- gæ, declinavit ad infelicissimam civitatem nostram
Neopacti, quam tam miserabiliter cœpit, cum tanta
ignominia et dedecore ac intollerabili damno seculo
Dominio nostro, quique classem nostram dissolvit
tempore necessarissimo, et cum evidenti periculo
status Dominii nostri, et, non expectato eius successore ob eius pessima deportamenta destinato ab hoc
maiori consilio, se absentavit, et, derelicta classe ipsa,
venit Venetias cum trireme sua, contra decretum
excellentissimi consilii nostri rogatorum, quod mitti
deberet cum una fusta, quique etiam noluit accерtare litteras Dominii nostri sibi præsentatas per gubernatores galearum nostrarum, et usus est verbis
injuriosis contra primarios cives nostros, cum dedecore Dominii nostri, malo, periculoso et insupportabili exemplo, ut est dictum.
(1) Questa parte nel Sanuto è mancante in due luoghi, ed è
quindi molto difficile aintendere in tutti i suoi particolari; ho
preferito percio di trascriverla dal Registro del MAGGIOR CONSIGLIO.
Stella, c. 171 171 t." (R. FULIN.)
tarini, sier Marin da Leze et Caluro, ystriam, per il
caso di la galia Polana; fo mandato a l' oficio di avogadori.
Di sier Jacomo Venier, provedador di l' armada,
di 27, date in galia, a Chasopo. Nara il suo navegar
et il zonzer suo de li .
Da poi disnar, fo gram conscio. Et fu fato procu
rator sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, avogador
di comun; et questo per haver conveto (sic) sier
Antonio Grimani valentissimamente, et haver contrastato sempre dimenarlo a gram conscio ; unde,
merito fo electo procurator in locho suo.
1113. Electo procurator di San Marco sopra le
comissarie de citra, in luogo de sier Antonio Grimani. Fonno a conseio 1116.
Non. Sier Baldisera Trivixam,
el consier, quondam
sier Pollo
MCCCCC, GIUGNO. 306
destà a Padoa, quondam sier Andrea
Sier Antonio Trum, fo
consier, quondam sier
Stai
Sier Jacomo Liom , fo
capetanio a Verona ,
quondam sier Andrea,
provedador .
Sier Beneto da cha' da
Pexaro , fo consier ,
quondam sier Piero
Sier Lucha Zen, fo cape597..... 577.938
352..... 429.1078
Padoa, quondam sier Francesco
Sier Marin Venier, to podestà a Padoa,
625.798
quondam sier Alvise, provedador . 580.846
+ Sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, l'avogador di comum 912.515
Adì 15 zugno. Fo San Vido. Fu fato la preces- 148 *
siom, secondo il consueto. Il principe andò per terra
a San Vido, dove fu fato il ponte su galie vechie.
294..... 259.1249 Portò la spada sier Hironimo Bembo, va capetanio
a Bergamo, suo compagno sier Vicivera Zorzi . Et
tornati a caxa, el principe de more fè pranso a li zen335..... 392.1128 thilomeni ; et colegio se ridusse in questo mezo a lezer le letere.
Di Ferara, di sier Hironimo Donado, dotor, viconsier, quondam sier
Otaviam .
Sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier, l'avogador di comun
Sier Polo Barbo, fo po283.1225.437.1079
895..... 975. 433
1416. Rebalotadi.
Sier Lucha Zen, fo capetanio a Padoa,
quondam sier Marco, el cavalier. 433.993
Sier Marin di Garzoni, fo podestà a
tanio a Padoa, quondam sier Marco, el cavalier . 604..... 781.731
cedomino, di 13. Comefiorentini li dispiace, le zente
francese vadi a campo a Pisa; et li a Pisa par sia
stato uno araldo dil re, a dirli si dagi a' fiorentini.
Li hanno risposto non volersi dar, ma ben levar le
insegne di Franza. Item, luchesi tirano fuori l' artilarie di Pietra Santa e Motrone, e si divulga a la fin
capetanio zeneral di
Pollo .
si darano a Franza, e si dice Siena farà quel mede472..... 548. 958 dola è venuto a Ferara per danari, e far el signor
prometi, per nome dil signor Gilberto da Carpi, per
mo. Item, el signor Zuam Francesco da la Miranfo podestà a Padoa,
quondam sier Francelo acordo fato col re; et Mantoa sta mal. Item, il
conte Ranuzo da Marzano è stà casso da' fiorentini .
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, a
Corfù, a d' do. Dil zonzer di tre nave armate qui
de lì, zoè quella de sier Marco Zustignan ; l'altro,
SCO 765. 745.765. 745 patron Tomà Duodo, di Malipieri ; et la 3.º, patron
Sier Domenego Marin , Marco Remer. Item, l'à manda il capetanio di le gafo capetanio a Padoa, lie grosse in Canal de Viscardo, et li scrive è mal
quondam sier Carlo
-Sier Marin Venier, fo
podestàa Padoa, quondam sier Alvise, procurator
Sier Constantim di Prioli, fo savio dil conseio,
quondam sier Zuan ,
provedador .
Non. Sier Francesco Marzello,
745.687.745. 687 sier Nicolò Taiapiera, e la Marzella; etiam mandoe
383..... 383...
e si fazi provisiom ; et dice harà cuor e darà dentro
l'armada nimicha, ancora non habbi forze ; manda
alcune deposition, e una letera dil provedador dil
Zante, di 29. Item, à posto, esso zeneral, soracomito
519..... 519. .... vadi al Paxu, et li ha risposto. Item, àmanda sier
Hironimo Contarini, provedador di l' armada, a Napoli di Romania, con la galia di sier Alvise da Canal,
et sier Anzolo Orio, et li a Napoli sono la galia di
con le altre la galia di Monopoli ; dimanda danari, .............
395
Sier Antonio Valier, fo
-
-
Sier Marco Bollani, fo
podestà a Padoa, quondam sier Bernardo
Sier Marchiò Trivixam,
mar , quondam sier
Sier Andrea Cabriel, fo
ducha di Crete, quondam sier Beneto
Sier Marin di Garzoni,
410..... 407.....
-
fo consier , quondam
sier Christofolo .
su la galia di Arbe, perchè Zuan Farina soracomito
è amallato, Mexandro di Gotti, corfuato, e à posto
397 MCCCCC, GIUGNO.
308
bancho; li mancha a levar bancho 20 homeni ; et
altre cosse non da conto.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave,
data in Canal de Viscardo, di 3 et Xmazo. Scrive
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'ar- la condition di la sua nave, e di quella di sier Saba- mada, date a Corfú, in galia. Si duol, il zeneral lı | stiam Moro ; li mancha assa' homeni, molti è amalha dà solum 100 ducati, e lo manda a Napoli di Romania.
Dil rezimento e provedador di Corfi. Avisi di le
cosse di l'armada dil colfo, e di la Prevesa, e Valona
o ver Vajusa. Item, hanno fato apichar do, presi in
l'isola, qualli volcano brusar la nostra armada ; il terzo fu trovado al Scoio, e fo morto, et cussi morto,
fu apichato.
lati, manda una deposition di do grechi ; cosse vechie.
Noto, la galia Morexina eri si parti, patron sier
Fantin Memo.
Da poi disnar, fo colegio, et leto le letere da mar,
manchava a lezer questa matina. Et sier Andrea Lo- redam, patron a l'arsenal, parloe di la cossa di la Vajussa, e come si poria proveder etc. È da saper,
sier Hironimo Zorzi, da San Marcuola, dete una scritura sopra di ziò ; si offeriva andarvi a la bocha, e
far non usseria etc. Dil Zante, di sier Nicolò Marzello, provedador,
di 29. Comele fuste turche hanno preso 22 calo- Vene missier Zuan Foieta, di Arbe, doctor, avo- giero a Strivalli, e tolto le reliquic. Item, in colfo la nave è conza, et Camalli ivi si ritrova ; et a Lepanto | chato, per nome del dispoti di Servia, qual è in Honsier Rigo Badoer è stà lassà in libertà .
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, date sora Budoa, a de 18. Come è stato a
Ragusi, dove è do oratori , Martim da Casal Mazor,
et Ambruoso Buzardo etc., ut patet in ea. Di Cutaro, di 22 april. Come la camera è in gran inopia, non pol quasi pagar; il castello non ha
per tuor il salario dil camerlengo, castelan e il suo,
et di salli non si pò prevaler, è stà dispensati per tutta la terra da ducati 1800, si vendeno a precij roti, e la camera non ne pol vender. Item, vol far
uno reparo versso la torre de Gurdigio, per esser ivi le mure marze, zoè versso l' aqua ; non ha legnami ni fassine. Item, quelli sono in gran calamità, vogaria. Dice à modo di far mille cavalli et 1000 fanti ,
et, havendo soldo da la Signoria, voria romper al
turcho . Li fo dato bone parolle etc.
Di sier Piero Marcello, provalador in Friul. Di
avisi di le cosse superior, et che quelle taie sono pegre; lui sta a Gradischa, etiam ivi si ritrova il conte di Pitiano, a li qual fo scrito per colegio.
A dì 16 zugno. In colegio vene lo episcopo di
Chai con lo episcopo di Thioli, oratori dil papa. Il
primo era vestito di negro, zovene, à lengua molto expedita, è di natione... Et, sentati, lui parlò, dete la benedictione al principe et la Signoria con il colegio, nomine pontificis, et presentò il brieve di ere- denza, dicendo andava legato in Hongaria, et mostrò
la instrutiom li havia dà il papa, qual lexe, acciò la
Signoria nostra ordeni quanto li par. Et il papa pro- mete al re di Hongaria darli jubileo, cruciata e decime, rompendo al turco. Item, à dispensà il matri- monio di soa majestà a questo effeto. Si duol soa
santità di la perdeda di Lepanto, si offerisse andar im persona contra turchi. Poi parloe zercha Pexaro,
la Signoria li promisse darli ajuto, ma soa santità,
oltra questo, voria Rimano e Faenza. Il principe li rispose superficialiter, cargando le cosse dil turcho,
adeo mostrò partirssi mal satisfato. Vene con molti
patricij, e alozoe da l'altro orator, nome questo do149 ria se li mandasse qualche duchato, acció possi pro- veder a le guardie di quel colfo, maxime al Streto
di le Chadene ; e che una fusta armada habi a star a
le Ruose, acciò navilij e gripeti possi navegar ; et à
fato armar do gripeti, con homeni 20, stanno a quella
custodia ; voria tenir armata la fusta de li, et haver
provisionati 200, soto perhò Martinel da Lucha, qual
lauda assai, et etiam Michiel Zancho è ivi, e do bom- bardieri, maistro Gasparo e Paris voleno danari, li
avanza assa' ; voria tre page, aliter si voleno partir ;
voria etiam 50 strafioti, a presso quelli sono. Item,
vien de qui domino Zorzi Bochali, lo lauda; è rima- sto in governo di li altri domino Zorzi Ralli ; pregaminoGasparo, episcopo caliense, l'altro Angelo, episia expedito presto, e voria se li mandasse 50 pan- ciere per li stratioti. Item, per poter seminar et arcoier à provisto et fato 100 valenti homeni paesani,
zoè martelossi ; li dà ogni zorno lire una di bischoto
per uno, et zercha uno staro venitiam di meio per uno, adeo tutti vano a lavorar, et passer di fuora li soi animalli. Nota, ditto proveditor e retor è sier
Zuan Paulo Gra lenigo,
scopo tiburtino, qual chome intisi, fo prima medico
dil papa.
Vene l' orator di Faenza, e mostrò il signor suo 149 *
cra stà a Roma dal papa excomunichato, e posto le
polize per Roma, e mostrò una di quelle, in letere grande, diceva cussi : Astorgius, olim Faventiæ et
pro sancta romana ecclesia ... hic auctoritate apostolica nuntiatur excommunicatus deinde agg, reagg.
399 MCCCCC, GIUGNO. 400
men, non fo voluto aldirli.
interdictus ac vicariatus civitatis Faventicæ priva- | lhoro oratori Zuan di Lanti et Andrea di Colti ; tatus, una cum brachio sæculari, ob non solutionem
canonum et census culem cameræ apostolicæ debiti,
instante provido viro, magnifico Mariano de Cuonis,
procuratore fiscali etc. Et ditto orator, licet mal componesse parole, racomandò il suo signor a la Signoria nostra.
Vene domino Zuan Batista Carazolo, capetanio
di le fantarie nostro, stato fin horra a Cremona.
Sentò a presso il principe ; disse à bon cuor a servir
questo stato ; aricordo alcune cosse; va in Friul, et
fo rimesso a li savij di terra ferma.
DaModom, di sier Marco Cabriel, castelan e
provedador. Chome havia fato armiraio dil porto uno
fio di un trombeta dil doxe; vol la confirmation.
Il doxe volleva confirmarllo. Jo mi levai, dicendo :
È contra la parte, che vol sia fato ditto armiraio in
colegio, a bossolli e ballote. E suspisi. Tandem fu
confirmato per li consieri, me inscio; et, poi fato,
non era da far altro.
Di Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà. Di
certo sequito de lì, de uno amazó una dona per amor.
Et per una altra letera avisa haver nova, che a la dieta
si fa a Yspurch non li va niuno, e non li è 'l conte
paladim,lo episcopo triverense, el ducha di Geler,
e uno altro ducha, qual fo quello dete alias ducati
80 milia al re di romani, per far guerra al ducha di
Geler li anni passati, ma al presente si hanno pacifi- 150
chati a Costanza. Item, uno fradello dil ducha di Saxonia è partito, va in certo paese per far homeni
16 milia ; si dice va a recuperar certi castelli tien il re
di Franza dil milanese; altri dice per venir a campo
a Roverè; altri dice per andar a Roma. Item, uno
Bernardim, fo capo di stratioti dil signor Lodovico,
è passa l' Adexe, va .... , et milanesi vanno su e zo.
Item, sono za venuti a Mantoa 700 todeschi, vestiti
da romieri. Item, voria la Signoria ordinasse tenisse
de li uno capetanio dil devedo, con X cavali.
DiHongaria, di oratori, date a Buda, di 4 et 5.
De' coloquij abuti col re zercha la liga, e con il thesorier e con domino Moyses, maistro di caxa dil re.
DaMonlom, di rectori, di 18, 19, 22april. Avisano chome sta quella terra, e si provedi ; e li è solum la galia Meza e la lisignana ; nave niuna non
apar. Item, sono partiti alcuni mothonei, e li nomi- | Et li oratori francesi tramano di far liga particular,
na, e andati da' turchi ; li hanno publicha per ribelli.
Item, hano inteso la captura dil signor Lodovico e
Ascanio, àn fato feste e procession; dimandano monition etc.; manda reporti. E il provedador di la
Morea, sier Francesco Zigogna, à 'buto danari ; et
etiam di danari di quella camera hanno fato conzar
la galia lisignana.
tra essi do reali, contra quoscumque, excepto il papa
e l'imperio legitime congregato ; e danno tempo a intrar a la Signoria nostra. Item, quanto a maritarlo,
li oferiscono do donne, e danno tempo a mandarle
a veder; et hanno fato li capitoli, et si dice fin quatro zorni si voleno partir. Item, è aviso de li, turchi
in Bossina sono reduti, e voleno venir in Friul con
Dil Zonchio, di sier Carlo Contarini, castelam. | Schander bassà. Item, li oratori francesi par dicano
Chome è mal in hordine; prega si provedi ; conclusive, una savia letera. La qual fo data a li cai di X,
in man di sier Zacharia Dolfim, cao, acciò thoro provedesseno. Et cussi vi mandò molte cosse.
mal di la Signoria nostra. È da saper, sier Sabastian
Zustignan, uno di oratori, scrisse a suo fradelo, sier
Alvise, che mai si potrà concluder altramente, se non
a darli 100 milia ducati; la qual letera, leta in coleDa Napoli di Romania , di sier Francesco gio di savij , sier Pollo Barbo, savio dil couseio, disse
Zigogna, provedador. Avisi di successi de li, et lauda | si voria punir, perchè li oratori non pol seriver prisier Pollo Contarini , fo castelan li , si portò ben
contra turchi ; et tamen è letere senza alcuna conclusion.
Da Vegia, di sier Piero Malipiero, conte e provedador, di 12. Chome à nova, turchi esser stati a
le man con il conte Zuane di Corbavia, et averlo
roto, e quello è schampato con 5 cavalli. Item, turchi sono adunati per corer in Friul.
Di Puola, di sier Marco Navaier, conte. Chome
il capetanio di Raspo dimanda homeni de li, et non
vi sono; prega la Signoria scrivi etc.
Di Pisa, di quelli signori. Avisa la venuta di l'araldo di Franza, e la risposta ; prega siano alditi li
vatim.
Di Rimano, vidi una letera. Il signor dice mal
dil suo orator è qui, nominato Zuan Francesco de
Capo in Sacho ; voria fusse ritenuto etc. Cosse dit
conseio di X.
Da Monopoli, dil governador. Di certi inconvenienti seguiti per Alexandro Caraffa, vicino lhoro.
Item, quelli fanti non pono più star, per non haver
daviver; unde, in questa matina fo ballota unapaga
a quelli fanti .
Da poi disnar, fo pregadi. Et questa matina introe avogaderi sier Piero Morexini e sier Hironimo
Liom, el cavalier : resto sier Marco Sanudo. Or vene
401 MCCCCC, GIUGNO. 402
150*
il principe im pregadi, et stete quanto fo leto le lete- | Sanudo, di scriver a sier Hironimo Pixani, provere ; poi si redusse da basso con li consieri e cai di
X, e mandati tutti li altri fuora, e fo contra raxom .
Et fo aldito sier Lucha Trum, fo synicho, qual referi
di la conditiom dil nostro capetanio zeneral, et chome era amallato etc. Et, aldito, il principe andò a
caxa, e li savij rimaseno a consultar. E, chiamati nui
ai ordeni dentro, fo proposto di conseiar di far capetanio zeneral o no. Et è da saper, sier Marco Bollani, sier Domenego Morexini e sier Marco Zorzi, disseno voler indusiar ; alcuni voleva far zeneral, tra li
altri Jo ; ma 0 fo concluso. Et sier Beneto Zustignan,
consolo, e sier Piero Capello, cugnado, difendevano
molto sier Marchio Trivisan. Item, fo leto una deposition di sier Alvise Bondimier, venuto camerlengo di Napoli di Romania, chome il zeneral non si
pol aitar.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, data ai Redoni, in galia, a di 30. Chome à
aviso, di la Vajussa dia ussir 15 galie, et altre cosse;
chome par in le letere etc.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo e capetanio. In consonantia, dia ussir dite galie, et à nove,
turchi va col campo a Napoli di Romania.
In questo pregadi fu posto per tutti i savij, scriver al zeneral di le provisiom si fa, si de homeni come in armar galie, e se li manda ducati 3000 per
far provisionati de li. Etiam dagi di più a le zurme
dil consueto, trovando de li homeni da meter su le
galie. Item, aduni le galie, che mandò a Napoli di
Romania, insieme; etiam, per altri bisogni se li
manda ducati 2000, si che di brieve harà auto ducati 2000. Et sier Francesco Orio, è di pregadi, andò
in renga, e aricordo el bisogno di le nave, dove è
suo fratello capetanio, il manchamento di homeni
ch' àuno ; il colegio doveria proveder a questo. Et sier
Piero Capello, savio di terra ferma, per esser in setimana volse risponderli. Et poi andò la letera, e
have tutto il conseio.
Fu posto, per li savij dil conseio e di terra ferma,
di far el primo pregadi orator in Franza, in luogo
di sier Beneto Trivixam, el cavalier, qual è stato
assa' tempo. Et have tutto il conseio.
Fu posto per tutti li savij, di scriver a l'orator
nostro a Roma, zercha l'armata yspana, debbi esser
con domino Laurenzio Suares, orator dil re di Spagna, et debbi persuaderlo voglij scriver a quel capetanio, si conzonzi con la nostra armata ; e da mo sia
preso dar forma a la expeditiom di l' orator nostro,
designato in Spagna. Have tutto il conseio .
Fu posto per tutti, ut supra, excepto Jo, Marin
IDiarir di M. SANUTO,
-
Tom. III.
dador di l'armada, zercha le cosse di la Vojussa, e
che con la galia Barba, ha con lui, e le 4 altre sono al
Sasno, et do galie grosse se li manda, vedi che quella
armata di la galia (1) non ensa ; tuta volta che il zeneral lo voy, debbi andar. Et Jo, Marin Sanudo, vul-
❘ssi la parte, con questa addition: che zuoba proxima, sier Domenego Dolfim, electo capetanio al colfo,
debbi meter bancho, e sia subito armato e con le
fuste, justa la parte. Item, scrito sia a Veia e Sibinicho, armino quelle fuste, qualle insieme con ditto
capetanio sia a custodia dil colffo, e altre clausule, ut
in ea. Et Jo fui el primo andai in renga, e dissi il
bisogno dil colffo etc. Mi rispose sier Jacobo Cabriel,
mio collega. Ando le parte : niuna non sincera ,
niuna di no, 54di Jo, Marin Sanudo, 103 di savij . E
fu presa, perchè li savii preditti messeno in la soa
parte di armar prima le galie grosse, poi el capetanio
dil colfo; e questo la fè prender.
Fu posto per tutti, ut supra, di concieder a Dimitri Paleologo, da Napoli di Romania, il castello
dil Fanari, qual lo debbi fabrichar a suo spexe, e
spendi in quello ducati 100, et sia ubligato dar lire X
di cera a la camera nostra di Napoli, risalvando perhò la decima a la Signoria nostra ; et ogni volta che
la Signoria nostra lo voglij sia ubligato a dargelo,
dagandoli ducati 100 che l' havesse speso. Item, sia
confirmà una provisiom a lui, che li dete sier Antonio Grimani, hessendo zeneral, di ducati 12 al mese,
atento li soi benemeriti, et sij pagato a la camera
nostra di Candia, a raxom di page 4 a l'anno. Ave
8 non sincier, 11 di no, 80 di la parte. Et to presa.
Adì 17 zugno. In colegio non fo alcuna letera, 151
ma, venuto el principe, mandoe tutti fuora chi non
intrava nel conseio di X. Et in hoc interim, vene
l'orator di Franza, introe ; judicho fusse per quel
di Lampugnano, milanese, fo retenuto e lassato. Poi
vene lo episcopo di Chai, et secrete disse alcune particularità ; monstra bon voller, ma il papa è causa
d'ogni mal per l'ambition. Et cussi questa matina
il colegio non fo chiamato dentro; steteno a consultar cosse importante, et da poi disnar, fo conscio
grando, e fato consier di Chanareio sier Piero Contarini, fo governador, et prova le voxe di procurator, zoè di quel conseio restava a balotar. Poi fo
conseio di X con zonta di colegio; vi fu el principe etc. È da saper, domino Hannibal Augusolo, fo caste-
(1) Non di la galia ma de la Vojussa dice la Parte, la
quale aggiunge: dummodo dal capitanco nostro generale non habiate altro in contrario ». SEN. , Scer. , XXXVIII, c. 40. (R. FULIN. )
26
403 MCCCCC, GIUGNO. 404
lan di Sonzin , fato zenthilomo nostro , et domino ..... Fossa, cremonese, erano a la porta di l'audientia, dicendo voler dar ducati 20 milia a la Signoria, zoè dir alcuni dazieri di Cremona e Geradada, qualli galdeno li dicti danari ; tamen erano creditori dil signor Lodovico in certo tempo, et fo rimesso aldirli. Poi fo scrito a Cremona, li scodesseno. ❘ stello retenuto, la qual non fo leta etc.
drico ogni ajuto, ma dice esso re non li presta fede,
per non aver lettere di credenza. Item, à nova dil
partir di l'armata yspana, e sarà presto in Sicilia.
Item, par il re sia seguro per questo anno, tutavia, 151
va scodando li danari. Item, manda a la Signoria
una suplication di Basilio da la Scuolla, è lì in caEt etiam, hessendo gran conseio, colegio si reduse, vene ste letere:
Di Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador nostro, di 14 et 16. Come il signor
Da Roma, di l' orator nostro, di 13. Di un con- mandava a la Signoria do depositiom di doy contra
cistorio fato, dove il papa disse haver letere dal roy, il suo orator existente de qui, de Capo in Sacho, di
vol privi el cardinal di San Severim, ch'è in Alema- | machination tratate contra di lui, e le dreza a missier Opize, suo nontio et orator de qui. Item, a dì 6,
esso signor è stà excomunichato a Roma, e quel di Pexaro e di Faenza ; manda la copia di la scomunicha, e la letera di aviso. Item, madona Geneva, ma- dre di la signora, e moglie di missier Zuan Bentivoy,
si aspeta de li, e si dice le cosse di Bologna è in bon
asseto ; è tornato il prothonotario Bentivolo dal roy
con bona risposta. Item, mandoe una letera di uno
Francesco da Liesna, li scrive di 2, da Ortona Mar,
par sora Fam da 7 fuste di turchi fo pr so il suo navilio, e lui fuzite in terra con li homeni ; le qual fuste s'è ditto esser ussite di la Vajussa.
gna, dil vescoado di Viena im Provenza ; e dimando li reverendissimi cardinali diccsse l'oppinione lhoro.
Et soa santità voleva far ; tamen li cardinali non vol- seno. Item, fo parlato di Hongaria, ma fredamente.
Item, de li è avisi di Franza, lo acordo si tratava col re Fedrico non è sequito ; imo, il ducha di Lorena
pertende quella impresa, e il papa lo vol ajutar, e li
darà in ajuto 700 homeni d' arine et 3000 fanti, che
za li ha preparati. Item, monsignor di Agrimont,
orator francese, era partito di Roma non ben di- sposto , licet il papa li mandò ducati 1300 per il danno have a Monte Fiascon, et questo dil trato di
le robe e beni de quelli di Viterbo. Item, monsi- guor di Libret, suosero dil ducha Valentines, li à
mandato a dir per proprio nontio, come li è nato ❘ aspetarsi uno orator di Franza. Et l'orator di FelDi Feltre, di sier Mathio.Barbaro, podestà e capetanio. Chome à nova che, a la dieta si fa a Yspurch,
tre fo aldito in colegio ; si duol di tanti homeni vien
tolti di quel teritorio, per mandar su le galie ; et, conil cardinal San Severim etc.; le qual perhò non lexi,
per non esser da conto.
una fia di soa moglie in Franza, e che la moglie voria andasse de li , perchè si pol dir non è maridata ;
li ha dato bone parole, ma pocho si cura di tornarclusive, foli ditto, mandasse tanti homeni, et non più.
in Franza. Item, di uno fra' Lauro, di l'hordine di Da Cremona, di proveditori et di la comunità.
Servi , qual, acordato con uno ſameio di ditto ducha | Zercha do monasterij, et di certa renoncia fata per Valentines , tramava far schampar la madona di
Forli, è de li a Roma, et mostrava volerli parlar. Or
fo trovato anegato nel Tevere. Di l'altro fameio
O si sa. Item, à inteso l'armata yspana esser partita, tamen il suo orator non sa O. Item, è stà, pu- blice e privatim, excomunichati tre signori, Rimano,
Pexaro e Faenza, e ordinato mandarli li interditi.
Item hanno, luchesi haver consigna Petra Santa al
roy, con condition, avanti la dagi a' fiorentini, Pisa
sia reabuta ; etiam pagano al roy, per l'impresa di
Napoli, fanti mille. Ancora senesi vi danno ne le mam
dil roy Monte Pulzano, fo di fiorentini.
Da Corfù, di sier Lucha Querini, provedador,
di 26. 0 da conto, non lecte ; e di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, di 24, non dice
dove date, ni de che mexe, sì che fu im pressa.
Noto, è venuto da Corfù sier Nicolò Alberto, capetanio di l'ixola ; et fo examinato per li cai di X. Dil zeneral, dice stava benissimo, et ozi fo expedi le letere al zeneral et al proveditor Pixani.
Da poi disnar , fo conscio di X, steteno fino
horre 24.
A dì 18 zugno. Fo el zorno dil Corpus Domini,
nel qual dì, ubique terrarum christianorum, si fa soDa Napoli, di sier Francesco Morexini, dotor,
orator nostro, di 6. Come il re li ha ditto, è venuto li
uno Francesco da Casal, stato per nome di Lodovico | lenne processione ; et cussi fu fata. Erano quatro epial turcho, qual lo tien in castello. Li ha ditto che il scopi aparati ; non era il patriarcha ; et il principe in turco, inteso la captura di Lodovico, lo mandò a mezo di do oratori dil papa. Poi li oratori di Franza,
confortar dicendo li daria soccorsso etc., et che vien Napoli, Ferara, lo episcopo di Brexa da cha' Zane, el potente contra la Signoria, et oferisse a lui re Fe- signor Schandarbecho, el prior di San Zuanne da cha'
405 MCCCCC, GIUGNO. 406
152
Michiel, li consieri e procuratori, numero 8, manchava
solum sier Alvise Bragadim; ergo fonno questi: sier
Nicolò Mocenigo, sier Ferigo Corner, sier Domenego
Morexini, sier Marin Liom, sier Nicolò Trivixan, sier
Filippo Trum, sier Lunardo Loredam, sier Nicoló
Michiel, dotor et cavalier, et altri patricij. Poi li pelegrini voleno andar in Jerusalem.
Et fo ditto una zanza, senza perhò fondamento,
che Cataro era persso e tolto per turchi ; tamen non
fu vero.
Da poi disnar, si redusse colegio, et fo leto tra
le altre :
Di Cremona, di proveditori. Zercha le decime poste al clero de li ; per lhoro opinion mal si potrà
scuoder, perchè non hanno il vero extimo etc.; et
quanto il dazio dil sal, per il mercado dil Tolentino,
il dazier è contento rimeter a la Signoria.
Di sier Alvise d' Armer, provedador al sal, date
a Charavazo. Chome a Sonzim affitò il dazio dil sal
al dazier di Brexa per do anni, moza 30 a l'anno, a
raxon di ducati 20 1/9 il mozo. Item, à affità quel di
Charavazo e Geradada al dazier di Bergamo, pur
per anni do, moza 230 aducati 20 e mezo il mozo etc.
Da Brexa, di rectori. Zercha il subssidio; quella
comunità hanno fato conseio, erano renitenti, pur fo
preso di pagarlo, et posto una daya a pagar marcelli
7 per dinaro di estimo.
Di sierHironimo Pixani, provedador di l' armada, di 30, a sier Hironimo Capello, suo cugnado,
executor sopra le cosse di mar. Li dice farà quello li
ha scrito elc. , zoè di la Vajussa, atender a stropar.
Unde, fo terminato d'acordo, che 4 bombarde
grosse, fate far per mandar in Cypro e in Candia,
zoè basilischi, meterle su le galie grosse vanno in armada, et doperarle, et poi mandarle di longo, dove
sono dedicate.
Adi 19 zugno. In colegio vene sier Zuam Valaresso, provedador al sal, in materia di debitori per
le volte; fo admonito a scuoder.
Vene lo episcopo da cha' Dolze di Limissò, exator di le decime papal; vol che uno è in Friul sia
mandå per lui, et cussi fo fato.
Vene sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator. Ait, li oratori dil papa averli ditto, si trovi mezo de aquietar il papa etc.
Vene l'orator di Franza per cosse particular ; poi
disse haver scrito a li oratori dil roy è in Hongaria,
et mostrò la letera.
Fo ballotà la paga a le zente d' arme, et reduti i
savij a consultar, Jo expedi' con la Signoria li oratori
di Liesna e Arbe.
Noto, eri parti la galia da Baruto, Marzella, patron sier Francesco da Mosto, e la Zivrana, patrom
sier Fantim Memo.
DiHongaria, de li oratori, date a Buda, a dì 22.
In recomandazion di uno, nominato domino Thomaso di Zech, e uno altro, vano a Rodi, vol pasazo
di andar, altramente voleno ritornar a combater con
turchi ; etiam il re scrisse di ziò a la Signoria.
Di Corfù,di sier Hironimo Contarini, provedador di l' armada, dite a dì 26. Aricorda quelle galie sono disarmate, è bon far provisionati de lì ; aricorda si mandi li schiopetieri, juxta partem, da meter su le galie; à tolto 70 homeni, dimanda danari.
Di Budua, di sier Nicolò Memo, podestà, di ultimo. Come alcuni antivarani sono venuti li, e resta
solum li contestabeli; à protestà etc. Item, il sboro
di pastrovichij hanno auto una letera dil sanzacho di
Montenegro, li promete gran cosse si se voglino dar
| al turcho, et manda de qui la letera autenticha ; dubita etc.; unde essi pastrovichij si doveano redur in-
❘sieme. Per tanto esso podestà ha deliberato andar
fin lì, acciò non siegua etc.
Di Rimano, di sier Francesco Capello, el cavalier, provedador, di 17. Avisa esser ritornati Lodovicho e Batista Martinelli, erano banditi di Cesena et
dipenti per rebelli ; tamen missier Polidoro Tiberti
è pur ancora fuori. Item, per nome dil ducha di Valentines è stà comanda uno homo per caxa, et Vitelozo Vitelli si aspeta con zente.
Noto, intisi dal principe questa mane, che ad imprestedo in questa terra solum fu trovato ducati 22
milia ; ergo pocho.
Da Vegia, dil proveditor. Chome à avisi, Schander bassà non è per corer in Friul, nè im Bossina à
esser redute zente; e la fama, fo caxon li Frangipanni per una letera dil conte Bernardim, qual è a
Buda. Item, la nova di Duim è, turchi ſo a corer su
quel dil conte Zuanne di Corbavia; combatè con tur- chi e fuzì con tre cavalli, et manda alcune deposi
tiom di do homeni.
Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe; et 152*
letto le lettere, referi sier Lucha Trum, venuto synicho di Levante. Disse di Candia, come havia intromesso sier Bernardo Justinian, capetanio, et altri
molti , rectori, consieri et camerlengi ; se jacto haver lui armato le galie in Candia, fato molte provisione etc. , et più volte li cai di X lo admoni, non dicesse mal di le persone ; e lui pur perseverando, sier
Zacharia Dolfim, cao di X, si levo im piedi, dicendo
dovesse obedir, aliter etc. Poi disse di Modon e dil Zante. Laudo sier Nicolò Marcello ; et di Corfu O
407 MCCCCC, GIUGNO. 408
disse dil zeneral, fusse amallato. Por il principe lo atendino a disponer il re a la liga particular, aceiò si
landò de more, et, compita la relatione, ussite di pre- | concludi presto, o ver a la general intelligentia. Item,
gadi per non esser dil numero.
Poi sier Christofal Moro, stato provedador in campo, referite. Jo non lo alditi, perho non scrivo quello
eldisse.
Fu posto per el principe, consieri, cai di 40, e
tutti i savij dil colegio, do decime al monte nuovo ;
termine a pagar, per tutto il mexe presente la prima,
l'altra per tutto luio, con don di X per cento, po- tendo scontar con l'imprestedo, et le merchadantie
debino depositar ( 1 ) etc. Et sier Antonio Venier, savio ai ordeni, andò in renga, dicendo non sariano
danar presti , ei voleva poner meza tansa, ima per
non haver il modo di restituir non la messe. Or, el
principe e li savij non volleva l'hordine nostro si
potesse impazar im poner angarie. Andai con li compagni a la Signoria, et mostratoli per mi le leze et
auctorità nostra, li consieri terminono potessimo meter. Erano questi consieri : sier Baldisera Trivixan,
sier Lucha Zen, sier Zuan Morexini, sier Piero Contarini e sier Domenego Bollani ; tamen volessemo
fusse mandà la parte d'acordo di tutti. Ave 26 di
no, 116 di sì . E fo presa.
Fu posto per lhoro savij , risponder a li do oratori dil papa, che, per quanto aspeta a Pexaro, semo
contenti ; di Rimano non volemo levar la protetione; di Faenza debbi far quel signor o cardinal, o
vero darli l'intrade possi viver; che facendo, l'ajuteremo. Ave tutto il conscio .
Fu posto per li ditti, risponder seorsum a lo oratore dil papa, episcopo di Chai, ringratiarlo di la
bona disposition, et che coadjuvi la conclusion di
la liga; li prometemo beneficij ete. Ave tutto il conseio . Ma sier Domenego Morexini, procurator, savio
dil conscio, volea se li dicesse, disturbasse il matrimonio si trata per la via dil re di romani ; tamen vedendo esser sollo, et il conscio non voller, non la messe.
Fu posto per sier Domenego Bollani, consier,
sier Alvise da Molin, savio dil conscio, sier Piero Capello, sier Beneto Zustignan, savij a terra ferma,
di scriver a Roma a l'orator, comunichi al papa la
trama di la liga con il re di Hongaria, particular,
e dirli li daremo fin 60 milia ducati, et debbi pregar il papa voglij dar parte, acció etc. Et fu presa.
Fu posto per li ditti, e nui ai ordeni, excepto sier
Antonio Venier, scriver in Hongaria a li oratori in
risposta, e dirli di lo episcopo di Chai è in via, et
(1) Siano obligati tutti quelli che hano marchadantia de fuora
depositar decontadi per le dicte decime » . SENATO, Secreti, XXXVIII,
c. 10 t (R. FULIN. )
avisarli di le nove si ha dil turcho, et mandarli li
sumarij . E fu presa, zoè ballotada con queste altre
letere, come dirò di soto.
Fu posto per li antescriti, scriver etiam a li ora- 153
tori, di Napoli di Romania non fu vero fusse persso,
e dirli il perder di la galia da Pago. Item, disturbino la liga e praticha, si trata di far tra li oratori
francesi e quel re. Item, dil zonzer dil vescovo di
Chai qui, vien legato in Hongaria, et mandarli una
letera di l' orator di Franza, drizata a quelli oratori.
Ave la ditta parte 50 di no, et 109 de sì. E fu presa.
Fu posto per li ditti, scriver etiam a li ditti oratori seorsum et secrete, che si non haverano concluso
con il re, con li ducati 80 milia, in la liga general o
particular, vedendo pericolo che quella regia majestà non si acordi col turcho, in Dei nomine li demo
col senato licentia concludi con ducati 100 milia.
Sier Nicolò Trivixam, procurator, contradixe ; voleva indusiar. Or non li fo risposto, et etiam questa
altra letera fu presa.
Di Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier,
podestà, di 18. Come a dì 13 si parti da Milam, vene
per Po, fu a Pavia, Cremona, et a Borgoforte di
Mantoa dismonto, fu honorato dal marchexe che li
andò contra. Item, per tutti i lochi dove è stato, si
lamentano de' stranij portamenti de' francesi. Item,
el cardinal Roam parti, chome scrisse, il roy li vien
contra a Garnopoli, per esser in coloquio, poi tutti
dicono tornerà al governo di Milam, perchè il governo suo è bom. Item, a Milan è restado monsignor de Lixom, capetanio regio dil conscio, loco
tenente di ditto cardinal, qual al suo partir li disse,
per parte dil cardinal, fiorentini haversi dolto di la
ripresaia, et sarano causa di qualche disturbo col
roy, hessendo soi recomandati ; poi li disse che li
rebelli dil roy non fusseno lassati passar per li nostri lochi . Item, voria la Signoria nostra havesse uno
suo segno a Milam. Item, dimanda uno Zuan Jacomo, qual è prexom a Charavazo, che li sia dato
et mandato. Et il cardinal Sam Piero in Vincula
è rimasto in Milam, anderà poi a Roma, dal qual
esso nostro orator tolse licentia ; à 'buto l'abazia
di Chiaravalle, era dil cardinal Ascanio, ha de intrada ducati 8 milia, et à scrito a Roma per haver le
bolle dal papa. Item, zercha Belinzona si trata acordo con sguizari. Item, di coloquij abuti con domino
Michiel Rizo, uno dil conscio regio, et di l'armar si
ha a far a Zenoa, dubita non sarà, et dice : Dio voglia, sia quella si dice di far im Provenza. Et che
409 MCCCCC, GIUGNO.
410
153
ditto monsignor de Lixom li ha ditto, si praticha in tra fiorentini. Il re disse : La Signoria fazi il fatto
Hongaria il matrimonio di la fiola dil conte di Foys è suo, non me impazerò. Item, Piero di Medici si riin Franza, fia de una sorella dil re, in el re di Hon- trova li, et il signor Zuam Zordam Orssini ; et in la
garia ; et li soi oratori tramano questo.
Adì 20 zugno. In colegio vene sier Zorzi Pixani, dotor e cavalier, venuto podestà di Chioza, in
luogo dil qual electo sier Lorenzo Bernardo ; per il
qual fo mandato, per causa di haver informazion di
certe cosse, intervenendo domino Marcuardo, secretario e consier dil re di romani ; e questo per voler
expedir Marcho Bevazam. Et fo ballotato ducati 100
per darli, acciò vadi.
Veneno li do oratori dil papa, Chai et Tioli , ai
qual li fo lecto la risposta dil senato. Steteno molto
sopra di lhoro, dicendo scriveriano a Roma. Poi
quel episcopo di Tioli, disse di la relaxatiom di fra'
Cherubim di l' hordine di San Sabastian, è retenuto
per li cai di X, prega sia relassato. Risposto, si vederà con li cai.
Vene l'orator di Franza, dicendo haver inteso
esser in questa terra uno orator di Milam, secreto,
etc. Et il principe li rispose, justifichando, non era
vero.
Vene il secretario dil conte di Pitiano, dicendo il
signor suo ch'è a Gedi in Brexana, tandem è contento levarsi, et venir in Friul con le zente, dandoli
doypage.
fine esso orator dimanda danari per spexe, et à fato
letere di cambio.
Introe li cai di X, et mandati tutti fuora, restono li.
Da poi disnar, fo pregadi, et vene le infrascripte
letere :
Da Ferara, dil vicedomino, di 19. Come le zente francese erano zonte a Pisa, et pisani li hanno risposto quello disseno a lo araldo dil roy ; et manda
a dir a monsignor di Alegra , è a Milan , questo
instesso; et fiorentini dice haverli dato termine tre
zorni a rendersi. Item, passò per Ferara domino
Nicolao Tegrimi, orator di Lucha, va in pressa a
Lucha ; et missier Zuan Lucha di Pontremolo, stato
orator per quel signor a Milam, e ritornato, ait publice la bona dispositiom dil re versso il signor suo,
et li a Ferrara nulla si ragiona di novo, chome le
cosse fusseno mute.
Di Axola, di sier Piero Lombardo, provedador,
di 14. À nova, a Mantoa si dice dia vegnir uno
signor todescho, parente dil marchexe, et altri todeschi vi azonzeno, a modo pelegrini .
Da Brexa, di sier Polo Trivixan, el cavalier, e
sier Domenego Beneto, rectori. Zercha li milanesi fuFono lecti li capitolli dil castelan di Sonzim, vol ziti di Ampho, narano la cossa.
dar danari etc.
Da Brexa, di rectori. Chome il conte di Pitiano
si duol, non haver il modo di cavalchar con do pageelc.
Di Franza, de l' orator nostro, date a Lion, a
di 6 et 12. In la prima, zercha Goricia, il re scriverà a li electori, et manda la copia di la letera ;
et, quanto a lo armar nave, solicita ; tamen in zifra
scrive, il re aspeta risposta dil cardinal, e quando
li vien solicità l'armar, vien rosso, varda in terra,
dice sarà etc. Item, li disse soa majestà scriveva a la
Signoria, a requisition dil papa, per Faenza e Rimano, dicendo la Signoria fazi pur quello li par.
Item, è letere di Roma, di monsignor di Gramonte ; li scrive il papa non voria niun ben dil roy
ni de la Signoria.
Delditto, di 12. Coine ricevete nostre, zercha
la resolution di Hongaria ; et il re vene in la terra.
Poi cena fu fato una zostra, et esso orator li parlò.
Soa majestà rispose, voler far ; dicendo voler perder più tosto la ducea di Milanı cha la Signoria habbi danno. Farà armata etc ; tamen di quella di Zenoa è dificultă ; et à inteso di la represaia fata conIn questo pregadi non fu el principe. Fu posto
la gracia di sier Bachalario Zen, el cavalier, è debitor a le raxon nuove. Fo ballotà do volte, et non
ave il numero. E non fu presa.
Fu fato orator in Franza sier Pollo Pixani, el
cavalier, et refudoc immediate, per esser fato senza
pena. Il scurtinio è di soto.
Fu posto per tutti i savij d'acordo, di scriver
al capetanio zeneral, debbi proclamar li soracomiti
Contarini e Leze e l'ystrian, e prociedi contra di
lhoro. Et fo parte notada di mia man. Il conscio diceva non havea libertà di bandizar. Ave 8 non sincere, 34 di no, 106 de sì. Et fu presa.
Fu posto per tutti, tuor tre nave, chome parerà
al colegio, et armar fin 20 galie, et dar autorità a li
patroni e titolo, come quelli di l'anno passato. Et
sier Marco Bollani, savio dil conseio, volse intrar in
l'opinion di nuj savij ai ordeni, che, oltra di questo, 154
etiam si armi il capetanio dil colfo, e doman da matina metti banco. Or fo disputation, et Jo fui el primo andasse in renga. Mi rispose sier Piero Capello,
savio di terra ferma. Poi li rispose sier Marco Bollani. Et li consieri introno in la opinion contraria alla
411 MCCCCC, GIUGNO. 412
mia: dicho mia, perchè havia gran fantasia a questo,
et za la missi sollo et la persi. Et sier Polo Barbo,
sier Alvise da Molin, savij dil conseio, sier Beneto
Zustignan, sier Piero Capello, savij a terra ferma,
messeno a l'incontro indusiar di armar ditto capetanio, metti bancho fino sia expedi di armar le galie
grosse. Andò le parte: 0 non sincere, 2 di no, 66 di
consieri, et la nostra have 91. Et fu presa con gran
honor nostro.
Rimase conseio di X con zonta di colegio, procuratori. Et questi fono chiamadi ; tamen non so
certo si se reducesseno.
A dı 21 zugno. In colegio vene l'orator dil
papa, videlicet el vescovo di Chai, et mandati li altri
fuora per li cai di X, licet fusse parte di pregadi,
ma per dar reputatiom. Et sier Lucha Zen, el consier, non voleva ussissemo ; tamen el doxe volsse.
Or li fo leto et ditto la diliberatiom nostra fata im
pregadi.
Vene l'orator di Franza, al qual foli ditto la cossa seguita a Ampho, di milanesi fuziti, et quel retenuto a Mestre ; et fo mandati tutti fuora. Et quello
disse non lo so.
Fo ballotato far uno presente di ducati 25 a lo
legato dil papa va in Hongaria, qual si parte doman,
va a Segna.
Questi sono li X savij a tansar, fono electi in
questo pregadi, oltra altri 5 vi sono, videlicet : sier
Francesco Trum, sier Nicolò Dandolo, sier Piero Vene sier Nicolò Dolfim, fo synicho, aldito in Loredam, sier Piero Duodo e sier Zanoto Querini. ❘ contraditorio con sier Alvise Loredam, fo governaOr rimaseno questi altri, excepto sier Marin di Garzoni, fo podestà a Padoa, videlicet : sier Francesco
Mocenigo, fo capetanio a Brexa, sier Lorenzo di
Prioli , ſo avogador, sier Zuan Marcello, fo governador , sier Marin Contarini , fo governador , sier
Christofal Moro, fo podestà e capetanio a Ravena,
sier Piero Malipiero, fo podestà e capetanio a Treviso, sier Beneto Sanudo, fo consolo a Damasco, sier
Marco Venier, fo patrom a l' arsenal, et sier Matio
Donado, che fo di pregadi.
Scurtinio di orator in Franza.
Sier Francesco Querini, ſo retor e provedador
a Cataro, quondam sier Andrea
Sier Zorzi Emo, savio a terra ferma, quondam
sier Zuan, el cavalier
Sier Andrea Trivixan, el cavalier, fo ambasador in Ingaltera
Sier Francesco Foscari, el cavalier, fo ambasador al re di romani
Sier Marco Lippomano, el cavalier, fo ambasador a Milam
Sier Nicolò Bernardo, quondam sier Piero, da
Sam Pollo .
Sier Nicolò Michiel, el dotor, è ai X officij
Resto † sier Polo Pisani, el cavalier, fo avogador di comum .
Sier Vetor Foscarini, camerlengo di commun,
quondam sier Alvise, provedador
Sier Marco Dandolo, dotor, cavalier, fo ambasador a Milam
Sier Hironimo Foscarini, è a le raxom nuove,
quondam sier Alvise, provedador
Sier Antonio Zustignan, el dotor, fo provedador
sopra le camere
dor a Monopoli, per lui intromesso ; et li ha dà capitoli, qual dimandava termine a mandar a examinar testimonij ; et il Dolfim lo volleva menar. Et
mandati tutti fuora, il colegio sentiva contra dil Loredam, excepto sier Zorzi Emo, che lo favorizava.
Et foli ditto venisseno marti, se li diria il tutto.
Vene sier Hironimo Lippomano, fo dal bancho, 154 "
con una suplication etc. Et sier Piero Morexini, l'avogador, li parlò contra gaiardamente. Fo rimesso
a domam, fazi intervenir li cai di creditori.
In questa matina non fo niuna letera, quod est
mirum; et da poi disnar fo gram conseio.
Adi 22 zugno. In colegio vene l'orator di Fran65 za, et volse fusseno mandati tutti fuora ; et con li
capi di X comunicho alcune cosse. Et, chome intisi,
90fo ditto missier Zuam Jacomo Triulzi era stà confinato im Picardia, et toltoli Vegevene; et tamen non
42 fu vero.
Et il principe poi si parti di colegio, et rimase
79 la Signoria e li savij. Aldito Jacomo da Molla, secretario dil conte di Pitiano, per una letera del
53 conte, qual fo leta, par vogli tre page, computà la
mexata. Or, sier Baldisera Trivixam, el consier, vice
41 dose, li disse aperte, averli scrito cavalchi, e aspe26tano la risposta.
Di Brandizo, di 1, 3 et 4, di sier Jacomo Liom,
119 | governador. Zercha la galia si arma, lauda il soracomito ; scrive mal di Urbam Carazolo, la qual ga39 lia è armata, e anderà via ; danna il scrivam di l'armamento, che ſo prima a Trani cha li. Item, Anto76 nio di Fabri, andava a Corfù, mandò a dimandar
ajuto , et lui ordind la galia di Monopoli andasse
37 in conserva con lui a Corfù. Item, capitò li una
letera di 29, da Leze, di sier Francesco Malipiero,
531 consolo. Avisa, do oratori , uno dil re Fe Irico, l'al-
413 MCCCCC, GIUGNO. 414
tro dil marchexe di Mantoa, qualli passavano di San | artilarie, fate per Sigismondo Albergeto, Alexandro
Cataldo a la Valona, et li podeva piar etc.
Da Zara, di rectori, di 9. Chome el vien de qui
uno orator di quella comunità ; de li la peste è
granda , et in la terra solum è rimasti li rectori
et li contestabeli, e non altri.
De li ditti, di 16. Che li soldati de li non hanno
da viver; vi hè peste, fame e turchi ; et fo ballotà
ducati 300 di mandarli, et 500 stera di formento,
da esser pagati per lhoro.
Fo scrito a Brexa, sier Domenego Beneto vengi
col conte di Pitiano fino a Vicenza ; et sier Domenego Contarini, capetanio di Vicenza, poi lo acompagni in Friul, acciò el sia honorato.
di Leompardi et Francesco ; et provato il basilisco è
su la galia Marzella dil trafego, traze ballota di líre
100, e di rame miera 17; et vi fu sier Beneto Zu- stignan, savio a terra ferma, Jo, Marin Sanudo, e sier
Antonio Venier, savij ai ordeni, et sier Alvise Grimani e sier Andrea Loredam, patroni a l' arsenal.
Ad 23 zugno. In colegio vene l' orator di Franza
con li capi di X, et mandati tutti fuora, steteno insieme.
Fo expedito sier Cabriel Soranzo, va soracomito
in armada, per montar su le galie, manchano li soracomiti, voria montar su la galia chiamata Chaza Diavoli ; et fo concluso darli di sovenziom ducati 300 ;
va con bon cuor etc.
Fo scrito a Napoli et a Monopoli, in risposta di Item, fo ballotà tuor tre nave, juxta la parte,
letere di cinque, per il caso di frate Alexandro Ca- | qualle messeno bancho ; etiam sier Antonio Ariraffa, qual a San Stefano fece retenir li frati etc.,
e li mandi a dir, li liberi, aliter, se li sarà fato mal,
sarà suo il danno, et nui se excusemo.
Di Friul, di sier Piero Marcello, provedador.
Come era venuto in trivisana a veder l'opera si fa
su Livenza, la biasema assai. Item, dil zonzer dil capetanio di le fantarie de li ; etiam lui scrive, et il
signor Bortolo d' Alviano scrive, vol 1000 homeni
d'arme et 500 cavalli lizieri, computà ballestrieri e
stratioti et 4000 fanti, volendo star a l' impeto di
turchi ; ma dice tien per opinion, per sorte si possi
obstar, ma per raxom, no.
In questo zorno si parti lo episcopo di Chai, va
in Hongaria.
Da poi disnar, fo conscio di X con la zonta di
danari ; trovono e trovono (sic) danari da la camera
di Treviso per comprar biave, e preso quel si spendeva in li lidi , sia posto in la Signoria.
mondo messe bancho.
Fo aldito sier Hironimo Lippomano, con li capi
e creditori dil suo bancho, et, alditi, la Signoria ſe
contra i Lippomani.
Da Liesna, di sier Francesco da Molin, conte, di
9. Come li tre soracomiti erano stati li, et sono fuziti
poi in la Marcha, et ha recevuto le nostre letere ;
exequirà etc.
Di Sibinicho, di sier VetorBragadim, conte. Manda la mostra fata al conte Xarcho, et il Bochali con
li stratioti sono andati a Spalato, juxta i mandati .
Et a di 4, la galia di sier Filippo da Canal fo li, tolse
30 homeni li manchava, et si ruppe alcune bombarde havia, unde ne dete una altra. Item, à nova
Schander bassà è reduto con 4 milia cavalli, per corer in Histria ; perhò si provedi.
Di domino Bencto di Musoli, dotor et cavalier,
da Pago. Dimanda di gratia salvo conduto, è debito
Da Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, re- etc. per la morte di suo fradello Francesco, qual era
tor e provedador. Non fo letere, che molti si mira- | soracomito di la galia di Pago.
veglio, ma vene di la comunità, date a di ultimo
mazo. Si doleno dil podestà di Budoa, fa a' zupani
etc., qualli li fanno danno ; prega la Signoria li provedi. Et il retor scrisse nove di turchi, come a la
Porta dil signor fo uno orator dil re Fedrico, folli
presentà 30 garzoni, fo vestito, et a di 8 parti. Item,
vene uno orator di fiorentini, a modo di mercha155 dante, stete pocho dal signor e si parti. Et il signor
va con il campo versso a Napoli di Romania, o ver
Corffù, dove si dice ha tratato dentro. Item, scrive
la conditiom di Cataro, li muri sono caduti ; scrive il
numero di le vituarie vi sono ; et il conte Zorzi Zernovich, era andato versso Rodi, ait : Dio perdona a
chi è caxom etc.
Da Cuvrili, di sier Andrea Michiel, provedador di Albania, di 5. Come a dì 4 si parti il provedador
Pixani, con la galia Barba, va de li, e fè cargar tre
navilij, zoè do burchij e una marziliana di saxi, per
aterar la bocha di la Vajusa ; et prima fè taiar assa'
palli, et quelli albanesi da Cuvrili rimaseno in gran
pavento per il partir di ditte galie. Item, dimanda
danari, et Schandarbecho sia expedito.
Nota. Cuvrili longo passa 120, largo 40; il fosso
passa 10 largo, profondo ne la sumita passa 20, e
serà da passa 40 in suso, perchè tutto è teren mosso
e pien di muraie ruinade. La muraia è di extrema
grosessa, pic' 14, e pie' 6 alte, con uno toriom a la
marina per banda, masizo de pie' 26, con uno toEt in questo zorno, a Lio fo provado 15 pezi di rion al mezo dil monte, el qual è mezo ruinato,
415 MCOCCC, GIUGNO.
416
menza a dì 6 luio, con questo, la sia posta a gram
conseio. Ave 11 di no. E fo presa.
molto grosso , con assai caxemate e bombardiere
fate per Schandarbecho, che lo edificho. A hora son
redute con el muro, dove era el pericolo e ruinado,
pie' 25 e imesso el cordom suso, et si atende a far illi,
revelin, e, fornito le porte, si atende al fosso, el
qual è amunito e pien di piere. Item, questo luogo
è situado, che pocha zente non li pò nuoser, assa'
zente non pol star a campo, et hessendo perho do
galie per banda, mai potria venir zente a campo.
155 Questa ponta, non solamente domina i do colffi da
Dulzigno a Durazo, ma etiam domina tutto el paexe
de Albania, Croia e Scutari, serà sempre serada,
come a hora el turco tien Dulzigno et Antivari, nè
alcuno luogo del paexe potrà ussir formento, nè entrar salli, che tutto serà da questo luogo devedato.
Item, la terra è piena di fontane etc. Questa descrition vidi di man dil ditto provedador nostro.
DaDulzigno, di sier Piero Nadal, conte e capetanio, di 4. Come li è assa' persone moreno da fame, e manda una letera abuta da uno suo da Scutari
di le nove di turchi.
Da poi disnar, fo pregadi. Non fo il principe, et
poi leto letere.
Fu posto per li consieri far salvo conduto adornino
Benedeto di Musoli, acciò possi venir qui. Et fo preso.
Fu posto li X savij a tansar, che non ponno ve- nir im pregadi, possino venir non metando ballota.
Efu presa.
Fu fato scurtinio di orator in Franza, in luogo di
sier Pollo Pixani, el cavalier, à refudà; et rimase sier
Zorzi Emo, savio da terra ferma, qual subito refudò.
Il scurtinio sarà qui soto posto.
Fu leto la letera di Liesna, di tre soracomiti stati
et fuziti. Unde fu posto per tutti i savij , scriver al
capetanio zeneral, possi li ditti bandirli di terre e
luogi. Et li consieri intrigò, dicendo solum 5 consieri
potevano poner ditta parte, et non li savij . Et Jo, a
l'incontro, li mostrai de si per leze, et tamen volseno
rispeto, per considerar ben le parte.
Fu posto, per li savij dil conscio e di terra ferma,
dar la massaria di la taola di l'intrada a uno vol far
scuoder a la Signoria ducati 15 milia di debitori di
oio, di decime, posti in nome di altri, et la Signoria
è stà inganà. Et fo posto habi ditto officio da poi arà
dato ducati X milia di tal raxon. Et sier Antonio
Trun, el consier, andò in renga, contradixe, messe
de indusiar. Andò le parte, et fu presa ; tamen have
50 di no.
Fo chiamà conseio di X con zonta di colegio, e
licentiato il pregadi.
Electo orator in Franza.
. 96
Sier Zuan Trivixan, provedador sora i officij 45
Sier Andrea Trivixam, cavalier, è di la zonta 51
Sier Francesco Foscari, el cavalier.
Sier Francesco Donado, fo auditor vechio
Sier Marco Dandolo, dotor et cavalier
Sier Nicolò Michiel, dotor, è ai X officij
Sier Marco Lippomano, el cavalier
Restò † Sier Zorzi Emo, savio a terra ferma 117
Sier Nicolò Bernardo .
Sier Beneto Vituri, fo auditor nuovo .
Sier Marco Zorzi, savio a terra ferma
Sier Antonio Zustignan, dotor
33
96
47
50
52
37
104
57
Adì 24 zuyno. In colegio, fo San Zuanne, vene 156
l'orator di Franza, stè con li capi di X, nescio quid;
tratano cosse secrete.
Fono electi quatro savij dil conscio, e passò solum
tre : sier Lunardo Loredam, procurator, 154, 18 ; sier
Domenego Marin, 110 ; sier Andrea Cabriel, fo consier, 100. Soto, sier Alvise Bragadim, procurator, 90
et 91 di no ; sier Piero Balbi, 86 ; sier Constantim di
Prioli , 82; sier Marco Antonio Morexini, el cavalier,
73; sier Marco Sanudo, 64; sier Zorzi Corner, el
cavalier, 62 ; sier Alvise Venier, 67; sier Marim Liom, procurator, 55 ; sier Beneto da cha' da Pexaro, 52; sier Pollo Pixani, ultimo, 52. Item, fono Vene domino Daniel Zucuol, dotor, avochato,
electi tre savij di terra ferma: sier Lorenzo di Prioli, ❘ dicendo si tratava in quarantia una lite, in danno di
138, et reſudò subito ; sier Lunardo Grimani, 117 ;
et sier Pollo Pixani, el cavalier, 114. Soto, sier Piero
Duodo, 86. Et immantinente, in locho di quelli man- chavano, introe sier Andrea Cabriel et sier Pollo
Pixani, el cavalier.
Fu posto per li consieri , cai di 40, savij dil conseio, terra ferma et ordeni, la parte posta l'anno
passato, di far li oficij pagando la mità, la qual coVene lo episcopo Dolze di Limisso , aricordò molte cosse per la exatiom di le decime papal, et fo
parlato di ziò assa' in colegio.
la Signoria, fata per sier Zuam Morexini, olim locho tenente in la Patria, intervenendo domino Virgilio,
per caxom di feudi di Medea e Corona. Or fo terminato, si debbi proseguir la sententia in quarantia.
Dil capetanio zeneral da mar, date a dì 8 et X
in galia, a Corfù. Come erano zonte la galia Dolfina
e di sier Vetor da Leze, le à manda a Viscardo da le
altre ; il provedador Pixani e la galia Barba è li mal
417 MCCCCC, GIUGNO. 418
in hordine de homeni. Item, è tornà la galia Faliera,
fo Leza, diModon. Dice quelli di Modom è mal disposti, aspetano turchi da mar e da terra, et esso zeneral li à rescrito, confortandoli. Item, è tornate do
galie grosse et 4 sotil dal Sasno, et le à rimandà indriedo. Item, parló a li citadini, zercha il levar le fameie de li, prima quelle di consieri e capetanio dil
borgo; et li citadini risposeno esser contenti, ma dicono li poveri non potrano viver, sì che nulla seguite. Item, è stato a veder il Castel Nuovo; lauda sier
Marco Antonio Contarini, provedador; etiam à visto
Castel Vechio, dove è sier Alvise da Canal, proveda- dor. Aricorda se li provedi de danari e homeni, e non
si tardi. Item, à letere dil capetanio Venier, di le galie
grosse, à fato la zercha a le do barze a Viscardo, e
manda la copia. Item dice, l'armada turchescha sarà
presto fuori. Da novo à manda spie in Turchia, et
non tornano ; manda una letera di Andrea Lanza, capetanio di la Parga ; avisa certe cosse di la Prevesa,
intese per alcuni vendeno vin. Item, è zonto li a
Corfù Gorlim con 25 provisionati, li à spazà a Napoli
Da Trani, di sier Alvise Contarint, governador, 1st
di 6. Dil zonzer sier Piero di Prioli, suo successor ;
e la galia, parti eri armata et ben in hordine, andò
a la volta di Corfù.
Di Cataro, dil proveditor. Come veniva qui Sabastian da Veniexia, contestabele ; lo ricomanda si
provedi de fanti.
Di Udene, dil luogo tenente e provedador. Manda
una depositiom de uno; par turchi non sia per vegnir
in Friul etc.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armadu, data a ... Scrive quello à fato a la bocha di
la Vajussa, à butà saxi per aterar.
Fo ballotà di tuor la nave di sier Mathio di Prioli, con homeni 110, ducati 600 al mexe. E fo presa.
Et subito messe bancho.
Noto, eri matina fo trovato una poliza su una colona a l'avogaria, qual diceva : Si me vollè dar
salvo conduto, ve dirò cosse di gram importantia al stado vostro. Et sier Piero Morexini, l' avogador,
subito vene in colegio, referi questo. Et perhò eri,
di Romania, dove va il campo dil turco, et à nova, il ❘ da poi pregadi, fo chiama conseio di diexe, et preso
flambulo à fato far la taiata atorno a Napoli ; è segno
va di lì. Item, come lui zeneral se ritrova con 4 galie
sotil, zoè sier Alvise Salamon, sier Alvise Orio, sier
Zuan Malipiero, e la galia lisignana è mal in hordine, si che non si poria levar se non con la galia Faliera, fo Leza. Perhò la Signoria provedi etc.
Dil baylo e consieri, sier Nicolò Zorzi e sier Andrea Baseio, dı X. Mandono alcuni avisi di le armate di Lepanto, Prevesa et Valona ; par uno nobele
di la galia pagana, fu preso da' turchi, sia fuzito li, et
scrive quanto referisse.
Di sier Lucha Querini, provedador a Corfù, di
X. Scrive certe sue opiniom di l'armata nostra contra la turchescha ; conclude saremo vincitori, ma si
provedi. Corfù sta ben fornito, et manda etiam la
letera di Andrea Lanza.
Di sier Pollo Nani, soracomito, date a Corfù,
in galia, a dì X. Come li era stà ordinà per il zeneral, venisse in colfo ; lui è amalato, non pol venir ;
fin non varisse, sla in terra.
Da Brandizo, di 11 et 13. La galia non è ancora
armata, per caxom dil scrivam di l'armamento, et era
poi venuto uno so nievo, quaľaperse li groppi , e si armerà. Item, manda qui una galia era li conza, et una altra si potrà etiam mandar, conzandolacon pocha spexа.
Di sier Jacomo Barbaro, castelan dil Scoio di
Brandizo. Dil passar di do oratori, uno dil re, l'altro di Mantoa a Rocha o vero a San Cataldo, vano
al turcho ; et avisa di quelle cosse etc.,
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
darli salvo conduto per zorni XV, et li cai di X habino libertà perlongarlo per altri zorni XV. Et cussi,
a dì 25, la ditta parte fo publicha im piaza su la piera
dil bando. Et fo divulgato, questo esser domino Marco da Martinengo, fo condutier nostro et rebello.
Da poi disnar, ozi, fo gram conscio. Et fu posto
la parte di oficij , la mità di bando. Et fu presa. Ave
ballote ... non sincier, ... di no, ... di la parte. E fu
presa.
Et reduto il colegio a consultar, vene le infrascripte letere :
DaRoma, di sier Pollo Capello, el cavalier, orator, di 19 et 20. Come fo dal papa a solicitar ; tamen
O fa. E li rispose, el turcho è ussito. Et al papa, a di
18, a la messa, li vene sincopa. Item, per fuzer le
audientie, li cardinali sono partiti di Roma, e andati
a' piazeri ; et che li reverendissimi Napoli et Siena
parlò a esso orator, pregando scrivesse a la Signoria
volesse esser contenta di l'abacia di Cremona, renonciata per il cardinal di San Severin ad alcuni frati
di ... Item, l'armata yspana, a di 27 zugno, parti di
Malicha, non si sa il numero di le velle. Il Sperandeo, orator di Napoli, dize è barze 60. Item, l'orator portugalese li parlò per causa de li fiorentini, et
esser stà retenute cosse dil suo re. Item, el cardinal
di Portogallo, zoè di Lisbona, expedi et taiò la sententia fu fata contra frate Antonio Trombeta in rochade Sisa, cum secutis et dependentiis; et à fato tal
expedition mediante le letere di la Signoria nostra,
27
419 MCCCCC, GIUGNO. 420
157
et à fato possi esser ballota zeneral di l'hordine, et | bim ete. Poi il colegio si redusse con li cai di X, et
ha privato dil minesteriato di Santo Antonio, et fato ministro di Hongaria et custode di custodi di Levante
e di Padoa, et hessendo il vichario general, sia suo compagno. Et ditto Trombeta vien in questa terra ;
et si a Roma fusse el cardinal Sam Piero in Vincula,
saria zeneral, per haver tre cardinali per lui. Item,
si trata per il papa con la madona di Forli, che la
renoncij con li fioli al ducha Valentines il dominio
di Forli et Ymola, qual ad ogni modo è perso, et li promete darli stato in certo termine, de intrada di ducati 3000, et al fiol suo l'arzivescoa' di Pisa, che
il cardinal San Zorzi, suo barba, è contento renontiar ; etiam intrade.
steteno lhoro solli. Leto alcune lettere, le qual poi fono lecte im pregadi ; et fo per colegio suspeso
l' andata di Marco Bevazam, secretario, a l'imperador, per non iritar etc. Ergo non ando.
Da poi disnar, fo pregadi, et fo il principe. Leto queste letere :
Da Crema, di Sonzim Benzom, di 22. Scrive
esser stato a Milam ; à inteso, todeschi e li electori di
l'imperio hanno concluso tuor l'impresa contra Mi- lan, zoè che il re di romani rompa al roy im Bergogna, sguizari a Belinzona, zoè da quella parte, al
stato di Milam, et il ducha di Baviera a la Signoria
nostra. Item , francesi fanno, a Milam, mal a amici et
nemici. Item, el signor Constantim Arniti è a Pisa,
fato capetanio di pisani ; et che il conte di Celano,
foraussito di Napoli, veria volentieri a soldo nostro.
DaNapoli, di l'orator, do letere di 12 et 13. In risposta di la letera li fo scrita, zercha Molla, per il muro si ha far contra il castello tien il re, et fo dal
re, et dittoli questo, soa majestà disse: faria etc. Et vol mostrarli uno processo. E dil muro è a offen- ssione dil castello, pur compiacerà a la Signoria no- stra. Item, esso orator manda avisi di domino Tho- maso Rocho, orator dil re al turcho, di 2 mazo, cho- me a la Porta fo da li bassà ben visto. Scrive il signor haver 200 milia persone, et haver fato la mostra,
presente lui, di 70 milia al Vardari ; ha 3000 pavioni,
et manda uno bassà con persone assa' milia contra hungari ; et il signor solicita la sua armada, per ussir | di Fiorenza a uno fiorentino è qui habitante. Come da poi la captura dil signor Lodovico. Item, che poi
fo a la presentia dil signor, et volse si sentasse a
presso; li dimando dil re suo e de' francesi etc. Et scrive l'à 200 falconi, niun girifalco ; voria el re li mandi a donar qualche mulla, et Achmat bassà vol
una mulla granda. Item, è letere di primo zugno di la Vallona al re di domino Camillo, suo orator. Li scrive zercha quelle armade, come apar in le letere.
DaModom, di rectori nostri, di 24, 27 et 30.
Chome erano zonti li do contestabeli, Sbardelao et
Piero Schiavo con li provisionati ; et etiam la nave
di le monitiom, che ha alegrado assai quelli modonci. Item, retien le nave capita de li ; vanno facendo
ogni provision ; dubitano turchi non vengi a campo.
À ricevuto li ducati 3500 per mandar in Candia per
armar ; et li manderano per el primo navilio o nave
suficiente, et manda alcune deposition di nove.
Da Cremona , di proveditori. Chome haveano
tolto li beni di rebelli in nota, qualli mandavano, et hanno tolto le possessiom. In la camera non si chata
danari.
Da Bergamo, di rectori, di 22. Come il conte Trusardo di Calepio era venuto a dirli, come à nova di Como che li electori di l' imperio hanno concluso
venir a l'impresa di Milan, et che il re fa proveder al viver de' milanesi, et si fa spianar le strade per venir su quel di Milan o ver di Como; hanno pro- visto di artilarie, salnitrij etc. Et ditta movesta sarà presto; per tanto avisa etc.
Fo leto uno capitolo di una letera, di uno scrive 157
hanno electo uno ambasador a la Signoria nostra,
domino Guido Antonio Vespuzi, per caxom di la ripresaia. Item, il campo di francesi è a presso Pisa,
voleno danari da' fiorentini avanti fazino 0; unde,
fiorentini dubitano ; pur si li manda l' artilarie.
Fu posto per li consieri, cai di 40 et lhoro savij,
dar il possesso di l'abacia di Santa Martha di Castel
Liom al cardinal Michiel, et tandem fu presa la parte, et have il possesso. Si dice lo dà al fiol di sier Nicolò
Michiel, dotor, cavalier, procurator.
Fu posto per li savij preditti, dar a uno si offerisse scuoder debitori di la Signoria nostra, di daie,
per assa' summa; vol una certa parte. Et sier Ilironimo Capello, fo provedador e avogador per le camere, contradixe, dicendo havia presentà in colegio
uno libro di daie di Verona, dove è molti boni debitori, e non fo pur visto. Et li savij, venuto zoso di
renga, azonseno, sia comesso il scuoder di le ditte a
li rectori nostri ete. Et iterum, el ditto sier Hironimo
ando a contradir. Andò la parte : 70 de si, 100 di no. Et fu preso di no, chome voleva el preditto sier Adi 25 zugno. Fo el zorno di San Marcho, et Hironimo.
fu fato precession de more. Il principe vene in chie- Fu posto per li savij dil conscio, excepto sier An- sia con li oratori, papa, Franza, Napoli, Ferara, Ur- I drea Cabriel, savij a terra ferma, et Jo, Marin Sanu-
421 MCCCCC, GIUGNO. 42-2
oratori di Franza, et dimandò tre cosse : primo, bona
amicitia ; 2.º voler dar homagio e tuor l'investitura
dil duchato di Milam da esso re ; 3.º esser uniti ad
bonum di lhoro stati .
Di Asola, di sier Vido Contarini, podesti. Di
certi rumori, cosse importante, crimen læse majestatis ; comesso il caso ai cai di X.
Fo ballotà molti crediti di charavelle, nè altro fu
fato.
do, savio ai ordeni, et fo mia opinion, scriver al capetanio zeneral, et cometerli punissa li tre sopracomiti soprannominati, et habi auctorità di bandizar
etiam di Veniexia. Fono cazadi li soi parenti. Et sier
Lucha Zen, sier Zuan Morexini, sier Domenego Bollani, consieri, sier Andrea Cabriel, savio dil conseio,
et sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, messeno a
I incontro siano chiamati qui, et comessi a li avogadori li expedischano. Et sier Zuan Beneto Nani, cao
di 40, in locho di consier, intrò in la nostra oppi- Dapoi disnar, fo conscio di X con zonta di danion. Sier Lucha Zen fo el primo parlasse, et venuto nari ; et intisi trovono ducati 4000 im prestedo, con
zoso di renga, nium li andava a risponder. Unde, Jo | certe ubligatiom per armar le galie, che fo bona
andai. Et il principe si levò e andò a caxa. Et li consieri tornati, seguiti il mio parlar. Et li risposi, ut dicitur, sapientissime, secondo la materia si tratava. Et
gaiarde mi rispose sier Jacomo Cabriel ; poi sier Anzolo Trivixam, fradello dil zeneral, disse alcune parolle. Or andò le parte : 0 non sincere, 3 di no, 67
di consieri e savij, 103 la nostra. E fu presa. Fui laudato da tutti.
Adi 26 zugno. In colegio, in camera da basso
reduti, fo leto prima una letera di domino Andrea
Trivixan, episcopo di Feltre, chome asolveva tutti
li feltrini per amor di la Signoria nostra.
Vene l' orator dil papa, replichando, la Signoria
nostra volesse esser media in tramar lo acordo col
signor di Faenza, facendolo il papa cardinal etc. Il
principe li rispose bona verba.
Vene l' orator di Franza, al qual folli comunichato la letera di Bergamo. Poi lui intrò in materia
dil Cipicho da Traù, episcopo di Famagosta, è col
Vincula, voria il vescoa' di Cremona. Il principe li
rispose, non si poteva dargelo. Poi disse, il zeneral
di Humiliati, milanese, esser passà per Brexa, e anopera.
Ad 27 zugno. In colegio non fo il principe.
Vene el vescovo di Limisso, Dolze, exator di le decime papal, et aricordò alcune cosse, et si scrivi a
Roma per haver etc.
Vene sier Hironimo Lippomano, fo dal bancho,
dicendo esser ruinato si la Signoria nostra non li dà
li 7000 ducati, dice dover haver de contadi. Et sier
Pollo Barbo, savio dil conseio, et Jo, Marin Sanudo,
li fomo contrarij, et nihil factum, adeo li fo bollà per
l'oficio di consoli il suo bancho etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 26. Come il campo
di francesi è alozato a presso Pisa, su quel dil marchexe di Massa. Pisani sono gaiardi ; fiorentini dubitano de' francesi, et mandano in canıpo domino Zuan
Baptista Redolfli .
Di Franza, di l' orator nostro, date a Lion, a
di 14. Come solicita l'armada con la regia majestà ;
erano presenti il gran scudier e il gran prior di
Franza. Rispose il roy, non si pol far cussi, et, per
tratar questa materia, ditto orator fo in conscio, et
parlò sapientissime, et fo concluso si armi; ma dudato in Alemagna. Li fo risposto non è vero. Poi ri- bita sarà tardi. Voleno far conzar la nave Chiarenta ;
comando la expedition dil francese, per la bararia | il gran scudier acepta il partido, insieme col gran
li fè sier Zuan da Molin, fo di sier Thimoteo, qual
158 è im prexom. Risposto si farà. Item, si venda li beni
di quelli Manara, per pagar le zoie dil francese; et
ne la fim ricomando Zuan Todesco, sona di lauto,
auno officio.
prior, di solicitarla etc. Et si aspeta de li el cardinal
Roam, per parlar di quella di Zenoa ; et dice lhoro
voriano dar homeni a la Signoria. Item, zercha Mantoa, la moier fo di monsignor di Monpensier, sorella
dil marchexe, solicita il re. Soa majestà li dà bone
Vene l' orator di Napoli, et il principe era partito, ❘ parole ; et etiam uno orator di Ferara trata di queet restò Signoria. Expose la cossa di Monopoli, di danni fa quel frate Alexandro Caraffa; havia autoletere dil re, ha provisto, dicendo non se dia creder
ogni cossa. Poi comunicho avisi di le cosse dil turcho, come si ha per l'orator nostro. Ricomandò la
expedition di quel contrabando di salli, tolti a quel
raguseo. Et sier Baldisera Trivixan, vice consier, li
rispose, si vederia. Poi lui disse haver letere di Augusta, di 15 di questo, come a di 14 è stati dal re do
sto, qual parlò al re, disnando, presente esso orator nostro, e il re li disse : Li don bone parole. Et di l'inıpresa di Reame, li foraussiti, sono de li, hanno gran speranza habbi ad esser, perchè è stà bandito di
Franza Alexandro di Neri Caponi, fiorentino, qual
havia letere dil re Fedrico in zifra.
Dilditto, di 19. Come il gran seudier à spazà
im Provenza, per far armar nave ; et il maraschalcho di Giaè conforta la Signoria toy Menao di Guer-
423 MCCCCC, GIUGNO. 424
ra a' nostri stipendij, per esser valente homo et ex158 perimentato in assa' guerre. Item, mo terzo zorno
fo conduto li el cardinal Ascanio, vestito da cardinal, con capello rosso in testa, con uno episcopo
in sua compagnia, et 25 in 30 arzieri. Fu posto
in castello dove stete il Moro ; non sa dove sarà
posto ; et che esso orator parlò al re, zercha la justifichation si la Signoria nostra non rende al conte
di Chaiazo il castello. Disse il re : Non m' incuro.
Item, il papa à scrito al re, non è pericolo dil turcho ;
ma è bon, la Signoria nostra sia bassata. E il re disse : È mal papa, extra dignitatem. Etiam si ha questo da Rodi.
tazesse sub pœna, et non se impazi più. Et dato sacramento per li cai di X a tutti di colegio, di tenir
secreto.
Dı Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di
26, drezata ai cai di X, per inadvertentia letu. Avisa di le cosse di sopra, e di la dieta, qual è compita,
e concluso tuor l'impresa di Milam ; si fa gran preparamenti etc. Manda in nota una lista di quelli fonno a la dieta ; non vi fu il conte palatino et lo episcopo triverenze, et di li oratori francesi, ivi venuti etc. Et iterum, fo dato sacramento per li cai di X,
ut supra, a tutti.
Vene uno domino Cabriel Bosso, canzelier di
domino Lodovico di Gonzaga, electus mantuanus
marchio etc. La letera è data a Hostiam, di credenza.
Et poi presentò un' altra data a Bozolo, di domino
Galeazo Sforza di San Severino, pur di credenza.
Di Brexa, di rectori, di eri. Chome il conte di
Pitiano è contento tundem cavalchar ; si partirà domenega a dì 28, senza altro. Auto danari da Padoa,
lassa suo fiol, missier Lodovico e missier Mariano,
driedo, a condur il resto di le zente, et lui, sier Do- | Dimandò do cosse : che 'l ditto domino Galeazo vo- 159
menego Beneto, verà con lui, juxta i mandati.
Di Cataro, di la comunità, di 2. Si racomandano se li provedi; lauda sier Zuan Paulo Gradenigo,
lhoro rector etc.
ria vegnir a star sul nostro, si a la Signoria era di
contento ; e l'altra non disse. Li fo risposto, si vederia.
Da Curzola, di sier Alvise Balbi, conte, di 13.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie gros- Chome à spazà di armar la galia con gran dificultà,
se, date in Canal di Viscardo, a di 2. Non fo lete ; ❘ li homeni sono andati pianzendo, et è andati di anni
Oda conto.
Da poi disnar, fo conseio di X, simplice.
Adi 28 sugno. In colegio non fu il principe.
Vene sier Domenego Dolfim, va capetanio al colfo,
et messe bancho. Dice àhomeni ...; dimandò uno
armiraio edo compagni di stendardo etc.
Vene sier Hironimo Lippomano, fo dal bancho,
dolendossi li è stà bollà il bancho ; voria li 7000 ducati ; nihil factum.
Vene sier Piero Michiel, da San Pollo, cugnado
di sier Hironimo Donado, vicedomino a Ferara; volse licentia per 15 zorni, per dito vicedomino, potesse
venir a Moncelese a veder sua madre ch'è amalata.
Et cussi ozi fo messa a conseio, et fu presa.
60 in suso, licet si dog'ino, dicendo esser exenti .
Mancha su la galia homeni 20, et lui, conte, fa la descritiom de li homeni remasti.
Di Spalato, di sier Piero Trivixam, conte, di
12. Manda la mostra di stratioti di la compagnia
di missier Nicolò Bochali. Item, per un' altra, avisa
di uno è stà da Schander bassà preso, qual fo per
nome di sibinzani, e fo retenuto ; era li quando li
fo portà la nova di la captura di Lodovico ; et il
bassà rimase stramortito, e fè volto cativo, e subito
spazò a la Porta, et qui dice molte cosse ; et turchi dubita di hongari, et va il signor col campo a Napoli di Romania, et altre particularità.
Di sier Piero Marcello, provedador, date a Cividal d' Austria. Ricomanda il capetanio di le fantarie, e l' Alviano manda una letera di 23, abuta
milia sono partiti di Bossina, passa su zatre, vien in
Friul , unde lui provedad r à fato asaper a tutti ;
tamen non è vero.
Vene Hironimo Colla, fo canzelier di Rossi, con
sier Nicollò da cha' da Pexaro, fo a Roverè. Disse
era stato da Roverè a Trento ; à parlà al conte Bor- | di Cao d'Istria, par habi per via di Veia, turchi 1.5
tolo Crivello ; li disse era stato tre zorni in una sepultura, ascoso a Bergamo, quando fuzite. Item, con
l'arziepiscopo di Barri, di caxa di Chastiom, e altri
millanesi, parlono insieme, che si fa gran preparamenti in Alemagna, dicendoli si vederà assa' cosse
questo anno, et introno in trame di acordo il re di
romani con la Signoria contra il roy, et si conzeria le cosse dil turcho, si che era venuto qui a
dir questo. Or, mandato fuori, fo consultato ; et vedendo eraro cosse di gran momento, li to ordinato
In questa matina fono alditi li oratori di Sibinicho, et, me auctore, expedito quel di Arbe, per la
diferentia con il conte Anzolo di Frangipani; fo rimessa al conte.
Vene sier Cabriel Sorauzo, va soracommito con
uno gripo fino a Corfù; volse alcuni homeni et il
comito; li fo fato comandamento vadi via .
425 4-26 MCCCCC, GIUGNO.
159*
Intrò li cai di X, e mandati fuora tutti, et etiam | chi era stati col Moro in Alemagna, si debino dar in
li papalista, steteno pocho. Jo mi parti' di colegio. nota, aliter si procederà contra di lhoro, come di
rebelli ; e questo in termine di zorni 6. A dì 18,
fo el di dil corpo di Christo, alla precession, monsignor de Lixom portò il corpo di Christo in man,
con 100 alabardi, per dubito non fuzisse. Item, a dì
19 fu fato uno edito, le zente d' arme si trovi versso
Como; et si dice, diman si fa dieta in Laburch, con
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, a
Corf , a di 30 mazo, vechie. Come à ricevuto nostre letere, mandi galie a Napoli di Romania, e li
provedi. Item, chavi le anime di Corfù inutele. Risponde, mandar il provedador Contarini di l'armada li a Napoli con 4galie, sier Anzolo Orio, sier Alvise da Canal, et el monopolitano, e li à dà ducati | li electori di l' imperio e sguizari. Item, è stà trovà
100 cavatossi da li ochij, per non haver più un
soldo. Dimanda danari etc., et si provedi, amore
Dei. Et à fato apichar un terzo compagno fo preso,
di quelli venuti per brusar la nostra armada, e à
confessado haver ditto al turcho la malla condition
di ditta armata. Item, non è homeni su le galie;
manda il numero di homeni. Item, reporti di Modon e avisi di Coron, et per uno vien di la Valona,
ha esser in aqua galie XV, di le qual tre è varade,
et è venuti 1000 asapi, et è una caxa piena di bisco- |
ti ; et la galia nostra di Pago era stà posta a charena, e li homeni mandati a la Porta.
Noto, el signor turcho prima fo a le Zeres, fè il
suo bayran, zoè la pasqua ; poi andò al Vardari ;
demum a Salanochij, poi a la Vadia. Item, asapi vol
dir homeni da remo; et bilarbei, bassà, subassi, flambulo, sanzacho et cazuar, sono officij di dignità tra
lhoro.
Da poi disnar, fu gram conseio. Fato podestà e
capetanio a Ruigo, sier Marco Antonio Loredam ; et
colegio si redusse.
Di sier Zuan Navaier, data in Cadore, dove è
capetanio. Di certo dazio era dil conte di Goricia,
noviter morto, vien a la Signoria nostra per caxom
dil feudo ; aspeta di ziò risposta.
Da Milan, fo leto una lettera di uno, scrive a
Vizenzo Guidoto, data a di 20. Come adi Xel
cardinal Roam zonse a Sartirana ; fo menato missier
Francesco Bernardin Visconte e missier Guarniero
Guasco in Franza. A dì 13, a Milan, fu fato crida,
nium francese digi villania a' milanesi, ni trait, ni
debbi alozar in le caxe per forza; e li soldati pagino
la roba: zoè il fasso dil fen soldi 8, il ster di biava
soldi 4, soto pena di la forcha. A di 14 fu fato comandamento a li Boromei, debino dar i contrasegni di
Angiera e Arona. Li risposeno, non li haver, ma suo
fradello è li, e debino andar li, che li havorano. Et
il conte Filipone Boromeo, è fuora a' piaceri con uno
secretario di monsignor di Quintim, castelan, per non dar sospeto a' francesi. A dì 17 fu fato un'altra
crida ; et prima a dì 15 fo mandato 14 cavalli, cargi
di artikarie, versso Como. Or la crida fu : che tutti,
letere intercepte, unde si serra il castello di Milan,
non vi entra alcum italian, et si fa masenar a furia
500 moza di grano e altratanto di meio. Et a dì 19,
la note, intrò per il giardino 1000 normandi in castello, come si à inteso da li villani. A dì 20 da matina, ne intro 200 publice, et si lavora i fossi atorno,
con assa' homeni ; etiam dentro si lavora, et atendino a tirar danari ; chi dia dar ducati 6000, pagi
4000, li asolve dil resto ; et lire 12 milia di debitori
dil sal, a tempo dil signor Lodovico, se i pagi lire
| 1200, li voleno asolver dil debito. Item, francesi li
primi si parteno da Milan, unde danno da mormorar a tutti.
In colegio fo aldito uno Benzom da Crema, zenthilomo nostro, dimanda certi lochi aquistati , fo de
li soi etc.
Adi 29 zugno. In colegio, in camera da basso,
fo il principe.
Di Cadore, di sier Zuam Navaier, conte. Avisa
di le cosse todesche, non è preparation alcuna di
arme ; imo si dice il re è a Yspurch, et è in bona
paxe con la Signoria nostra.
Di sier Domenego Beneto, capetanio di Brexа,
date a Villa Nuova. Come è zonto li col conte di
Pitiano , con cavalli 100 ; il resto vien driedo. À
avisi di Mantoa, il signor fa fortifichar la terra, et a
Hostia è 500 todeschi. Il conte di Melze è andato
in Elemagna, con letere di salvo conduto di rectori
di Verona, et questo per haver la taia dil fradello
fo preso a Forli, ch'è prexom di francesi per ducati 4000. Item, verà di longo.
Da Roma, di l'orator, tre letere, 22, 23 et 24.
In la prima, coloquij abuti col papa, solicitando fazi
provision contra turchi ; li disse manderia la cruciata in Hongaria, poi la decima, et expedirà le bolle. Il dat.rio à fato la minuta. Item, ricevute nostre
letere con la risposta fata a li soi oratori, fo poi da
soa santità. Zercha-l'armada di Spagna, disse se man- 160
derà a dir, zonta la sia in Sicilia, a quel capetanio,
vadi a trovar il nostro capetanio zeneral a Corfù.
Et, quanto a la risposta fata di Pexaro, li piace ; et
di Faenza vol la Signoria nostra se interponi ; el di
427 MCCCCC, GIUGNO. 428
Rimano non li piace la risposta, et che la Signoria
nostra vogli mantenir la protetione, dicendo : Si la
Signoria ne compiase, saremo tutto suo ; et che 'l
vede si li dava parole ; concludendo voria stato per
il fiol in Italia e non in Franza, et vol suo fiol sia im
protetione nostra, et habbi conduta.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, doctor,
orator, di 17 et 20. In la prima, come ricevete nostre letere in la materia di Molla. Il re è contento si
fazi il muro, manda uno suo de li a veder ; e di quel
castelam à fato il processo, e lo mostrerà a lui orator. Poi soa majestà li disse, haver auto letere dal
suo orator de qui, par la Signoria nostra si doglij,
lui mandi oratori al turcho ; dicendo lui aversi offerto esser mediator a la pace, et à fato pace col turcho
lui, per potersi difender, e à ffato veder di jure, e à
visto poterla far, et tuor soccorsso da infidelli, poichè christiani non lo vol ajutar, perchè lui ha il papa, fiorentini e Franza contra, l'imperador e Spagna non vol darli ajuto. Item, disse aver di certo, il
sanzacho di la Vallona ha persone XV milia preparate, ne aspeta fino al numero di XXV milia, per
star a soa richiesta a passar im Puia, et perhò soa
majestà li dà noticia di seguiti di francesi.
Dil ditto, di 20. Come il re era andato a Ischia,
per far uno matrimonio dil marchexe di Guasco in
la sorella dil principe di Bisignano. Item, che domino Francesco Spinola, zenoese, li ha dito : La Signoria vol armar 4 nave a Zenoa, la comunità si fa
dificile per timor dil turcho. Io ho una nave qui di
bote 2800, chiamata la Galiana, à otto in nuove anni,
à'uto bona conza, con 130 homeni l'armerò ; ma
voglio ducati 1000 al mexe ; et si più homeni la vorà, li harò per ducati tre al mexe ; la qual nave è a
Baia, mia XV de li, è stata 17 mexi a soldo di re
Ferandino. Per tanto, piacendo tal partito, la Signoria li rispondi. Item, scrive di certi navilij nostri, et
volea saper la risposta per Piero Navaro. Item, di
l'armata yspana, è letere di 25 et 28 mazo, che l'armata si meteva in hordine ; e che 'l re di Navara
era stato a la corte, fatoli gran charoze da quelli
reali, datoli il stato, et doni, tra zoie e altro, per
ducati 50 milia ; e li hanno jurato fedeltà. Et si dice
etiam che il re di Portogallo fa armata etc
Fo leto una letera in yspagnol, data a Julia Nova,
de uno capetanio di spagnoli. Dice se ritrova li con
800 boni spagnoli ; volendo la Signoria, veria a nostro soldo ; et per lui è qui, ad haver la risposta,
Maldonato, provisionato nostro.
Da poi dishar fo pregadi, vene il principe et queste letere :
Di Feltre, di sier Mathio Barbaro, podesti et ca- petanio, di 28. Come à per uno suo, è stà a Barvich, come la dieta non è finita, et il re di romani
vol andar a Roma. Item, è stà conduta de li una careta con una cassa, con 6 todeschi a piedi et 6 a cavalo; si dice è di lo haver dil conte di Goricia morto. Item, à mandato soi exploratori ; il reporto lo
aviserà. Dı Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier, 160
luogo tenente. Zercha avisi se ha, et preparamenti,
ut patet in litteris.
Di sier Piero Marcello, provedador zeneral, date
a Coloredo, in la Patria, a dì 21. Come à concluso
acordo con uno, li darà aviso dil venir di turchi in
la Patria, 4 zorni avanti che i zonzano, et li da ducati 30 al mexe per la spexa convien far ; è chiamato domino Martim. Item, scrive di uno castello dil
conte Michiel di Frangipanni, per la praticha dil
conte di Veia, chiamato Lendeniza, qual lo voria dar
a la Signoria nostra. Item, il signor Bortolo d'Alviano, e il capetanio di le fantarie, voria andar fin là
incogniti, sì che turchi hanno solum do strade a
venir in Friul, una da Modrusa, ch'è dil conte Bernardim, l'altra, questa dil conte Michiel. Item, scrive
di cosse bisogna in la Patria etc. Fu posto per tutti i savij , scriver una letera a l'orator nostro in Franza, soliciti l'armada, mandarli li
sumarij da mar. Ave 42 di no, 137 di sì. E fu presa.
Fu posto per li savij dil conseio et di terra ferma, come si ritrova molti beni et debitori in cremonese e Geradada, qualli fonno dil signor Lodovico ;
perho sia manda uno di tre proveditori nostri sora
i conti di oratori etc. , da esser ballotadi in questo
conseio, con l'autorità fo manda sier Zuan Batista Bonzi per le camere. Etiam vedi li beni di rebelli,
et di la possessiom di Chavalchabò. Et fu presa. Et
li tre proveditori è sier Antonio Condolmer, sier
Marco Loredam, et sier Gasparo Malipiero. Rimase
il Condolmer poi, come dirò.
Fu posto per li ditti, sia dato a uno fude digno,
vol scuoder assa' debitori incogniti di fuora, et vol
soldi do per lira di quello scoderà, et possi meter
uno in suo loco a l' oficio ha qui al presente. Item,
si scuodi li debitori di la camera di Verona, di daie,
juxta il libro portò sier Hironimo Capello, et sia comesso il scuoder a li provedadori sopra le camere,
et siali interdito le intrade in questo mezo ; et ditti
Introe li capi di X, credo per aldir quellui volse danari siano ubligati a l'arsenal. E andò la parte.
il salvo conduto. Have tutto il conseio.
429 430 MCCCCC, GIUGNO.
161
Fu posto per tutti i savij dar uno armiragio e
do compagni di stendardo, a sier Domenego Dolfim, va capetanio al colfo. Et fo presa.
Fu posto per tutti, scriver a l'orator nostro a
Napoli, zercha quella nave dil Spinola, di bote 2800,
la debbi tuor con 200 homeni et ducati 1200 al
mexe, ferma di do mexi, et uno di rispeto, et darli
al presente ducati 1000, quali, volendo, se li manda
per una letera di cambio, con questo, sia armata, et
si parti in termine di zorni X. Ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti, la parte di le do nave tolte
per colegio, videlicet di Prioli, con homeni 110 е
ducati 600 al mexe, con ferma di 4 mexi ; et il belingier di Pexani, con homeni 90, ducati 450 al mese, il biscoto etc. Il pagamento, utpatet in parte.
Ave Xdi no.
Fu posto per lhoro savij, di mandar uno secretario a Milam, qual parerà al colegio, et debbi star
li a Milan. Et fu presa. Fu voluto poner per alcuni di savij la parte di Lippomani, e li creditori saltono suso, adeo 0 fu
fato.
Fu posto per lhoro, dar la lectura, in loco di
Zorzi Valla, lezeva in questa terra, noviter defuncto,
a domino Gregorio Amaxeo ; et il consejo mormorò.
Si tolseno zoso, dicendo si meti a la prova.
Fu fato un savio dil conseio che manchava, et
rimase sier Piero Balbi, fo savio dil conscio, 107 ;
sier Zorzi Corner, el cavalier, 82; sier Marco Antonio
Morexini, el cavalier, 79; sier Constantin di Prioli,
74. Item, uno savio di terra ferma, sier Picro Duodo, ſo savio da terra ferma, quondam sier Lucha,
qual passò di 8 balote etc.
Adi 30 zugno. In colegio da basso ſo il principe. Prima fo alditi sier Hironimo Querini e sier Do- menego Zorzi, per la diferentia di Pandim, dil conte Almerigo da San Severino, con madona Fina, sua
matregna, per caxom dil feudo etc. Li fo ditto per
la Signoria, metesseno in scriptura l'opinione sua,
la qual si autenticherà im pregadi, dandoli l'apellatione.
la letera di 17, di l' orator nostro a Napoli, et la letera presa di scriver eri im pregadi a l'orator in
Franza.
Vene l' orator di Ferara, in materia di certi salli etc.; cosse di pocho momento. Li fo risposto, si
vederà.
Vene domino Thadeo di la Motella, dimando
agumento ; et suo zenero, ch'è cremonese, qual era con lui presente, voria conduta da la Signoria
nostra. Poi dimandò certi lochi. Li fo dato bone
parole per el principe, e diſto poni in scriptura.
Veneno li tre colleschi, Bencivenga da Salerno e
li doy dal Castelazo, voriano augumento, o vero la
Signoria li lievi 8 homeni d'arme per uno, non pono star cussi. Risposto, si farà.
Vene Dimitri Paleologo, da Napoli di Romania,
ringratiando di la parte. Vol una letera per inanimar stratioti. Ditto si farà.
Vene sier Cabriel Soranzo, va soracomito ; tolse
licentia dal principe ; va con bon cuor ; volse una letera etc.
Vene sier Nicolò Michiel, provedador, sier Pollo
Pixani, el cavalier, e li avogadori, dicendo ozi sier
Antonio Grimani à il termine di andar al confim ;
non vol andar, e sta a caxa. Li fo mandato a dir,
per Zorzi Franco, secretario, debbi andar. Qual rispose, vol termine come si dà a quelli vanno a la
forcha; dicendo lui, haver visto leti e forzieri ligati
in caxa, ut dicitur, vol ir frate e la moglie monicha.
Di Ferara, dil vicedomino, di 27. Come è nova,
francesi esser alozati a Cassina e Pietra Santa, aspetano risposta di Franza ; et domino Guido Antonio
Vespuzi, orator di fiorentini, destinato a la Signoria
nostra, temporiza a venir, per non haver il modo
di levarsi. Item, de lì è nova, vien di qua da' monti assa' lanze e pedoni ; il signor voria mandar in questa terra don Alfonxo, suo fiol ; e si divulga il papa
trama liga con il re di romani e li reali di Spagna.
Or fo consultato in colegio, esser buono, e cussi
fo serito al vicedomino preditto, persuadi il signor
non mandi il fiol de qui.
Vene l'orator dil papa, in materia di fra' Cheru- Di Brexa, di rectori. Chome hanno, a Mantoa 161 *
bim, retenuto per li cai di X, et di soi danari à d'ha- esser Frachasso e Marco da Martinengo ; et il siver dal cardinal Ascanio, li vol da Cremona ; poi | gnor ha fato retenir fra' Hironimo, heremita, et Chriper cosse particular di certi beneficij. Li fo risposto
bone parole, che si faria.
Vene l'orator di Franza, dicendo haver inteso
di la poliza messa a l'avogaria, et che sa è Marco da
Martinengo in questa terra ; voria saper etc. Li fo
risposto, nulla esser. Poi disse zercha la suplication
dil francese contra sier Zuan da Molin ; et li fo leto
stofal di Calabria, fo capo di balestrieri ; si dice questi voleano amazar Marco da Martinengo. A Mantoa
non hè todeschi, et ne sonno a Hostia zercha 150
venuti da Roma, capo uno domino Zorzi, aspeta
il ducha Alberto di Baviera, vien a Mantoa a batizar
il fiol dil marchexe, poi ritornerano insieme con li
fanti in Alemagna. Item, essi rectori hanno scripto
431 MCCCCC, GIUGNO. 432
data a Nicosia, a dì 14 marzo 1500.
in Valchamonicha, mandi in terra todescha a saper | Copia di una letera di sier Piero Sanudo, synico, 162
qualche nova, et per uno reporto, par a Trento è il
general di Humiliati, qual dice, si el re di romani
non l'ajuterà, vol andar al turco. Item, è con ditto
re 25 milanesi. Item, quelli di Baviera, à 'uto comandamento da prepararsi, ma non voleno, si non
in aiuto dil suo ducha.
Di Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador, di 27. Avisa haver fato le mostre et provision etc., e il bon voler dil capetanio di le fantarie.
DaMonopoli, di sier Antonio da cha' da Pexaro, data a dì 12. Si duol di sier Thomà Liom, governador, qual volendoli dar le letere di syndici, lui
li disse : Ribaldo etc. Et il colegio l'ave molto a
mal. Et intisi li sindici l' havia intromesso.
Serenissime princeps, et excellentissime domine,
domine semper observandissime.
Adì Xdil presente riceveti letere di vostra sublimità, date a dì 16 novembrio proximo passato, per le
qual ho inteso il desiderio de vostra sublimità in
expedition di questo regno con la possibile celerità,
el qual, expedito con ogni presteza, debia a dretura
transferirine a li piedi di essa sublimita vostra. I
qualli comandamenti posti sopra il capo mio, prometo a vostra sublimità observar con tutte le mie
forze, senza altra interposition ni rispeto alguno; et
perho suplico quella, che per la obedientia mia, la
Fo ballota il resto di danari per armar il ca- qual con tutto el mio cuor desidero, non possi per
petanio dil colío ; e da Bergamo e da Brexa si have ❘ altro respeto esser imputado. Et questo digo, seredanari dil subsidio. nissimo principo, perchè nui havessemo per li tempi
Da poi disnar, fo conseio di X con zonta di cole- passadi per sue letere, che dovessamo inquerir de
gio, et in questa matina ſo parlato zercha domino | le intrade de Cerigo et de altri logi. La qual cossa è
Francesco Bernardin Visconte ; molti voleva la parte
fusse presa, excepto sier Filipo Trun.
Copiade una letera scrita per el bassà di la Morea
auno di Napoli.
Hali basas, signor de la Morea et de tutta Albania per terra et per mare etc. El comandamento de
la signoria mia a la spectabilità vostra, sier Dimitri
Paleologo, mille salute te mandemo.
De qua è venuto Petros Carossi, con el suo parenta', li qualli hanno abuto anche provision da la
signoria mia, et si ne ſo ditto per la spetabilità vostra ben, come vuj seti homo degno, et si havè valenti homeni boni a presso vuj, et cussi, como havemo inteso, cussi te havemo visto anche. Perhò per
questo ve demo aviso, zoè se vuj volè vegnir al
gran signor, del suo pam vuj haverè provision ogni
anno aspri miara 25, zoè vinti cinque ; e altramente
ve fazo sacramento a lo Dio del cielo et de la terra,
et su li quatro musaphia, le qual credemo et confessemo nui turchi, et sul grando propheta Macumeth,
et sul pam dil signor, e su la testa del gran signor,
zò che ve scrivemo de sopra, altramente non sarà.
Fè che abiamo resposta per lo portador de la presente, per nome Petro Renessi.
Dezembrio 25.
Translatà di greco in latino.
stata impossibele a mi, per esser andato a la via da terra a Napoli, et chiamato a Malvasia, et subito in
Candia, stentandomi come cavalaro a li bisogni et
comodità de la sublimità vostra. Et perho, volendo
obedir a questa ultima ordinatione di la celsitudine
vostra, mi è forzo, come ho ditto, di gratia supplicar che 'l non me sia imposto non obedir a quelli
primi mandati. Præterea, screnissimo principe, non per usar alcuna jactantia circha le operatione mie,
ma solum per excusarmi et justificarmi con la prefata celsitudine vostra de la angustia fra la brevità
dil tempo et la neccessità di le opperation, che rechiedeno longeza, volendo sempre atendere a la celerità
per mi desiderata, et per la sublimita vostra imposta, li dinoterò queste ultime et neccessarie provi-
| sione in beneticio dil stato suo. Et perhò la sublimità vostra intenderà prima, che ho trovato in questo regno che ' l sono anni X passadi, che non è stata
fatta la discritione, chiamata il praticho, et quello che
fu fatto al tempo del magnifico missier Hironimo
Bon, consier, alhora non fo compida, non per manchamento del ditto missier Hironimo, ma per impossibilità et manchamento di successori. Da questo
è intervenuto, che tutti li parci di la real vanno in
malhora ; è intervenuto, che i confini di la real sono
subvertiti et robati ; è intervenuto, che la porcion de
li parci che moreno, le qual se chiamano zaete, sono
tutte manzate et perse, le qual importano assai ; l'è
intervenuto, che tutti li mioramenti e zardini, fatti 162
di la sublimita vostra, sono galdesti senza pension
alguna ; l'è intervenuto, che le fontane che adaquano
433 MCCCCC, GIUGNO. 434
deliberar con la sua solita justicia et prudentia, quali
di questi do li parerà siano tenuti ne la sua camera
fiscale.
lepossessione di la reale, et de la sublimità vostra, | il secundo, justo, che la sublimità vostra habbia a
sono robate et menate per altre vie. lo suplico a la |
celsitudine vostra preſata, de non esser colpato si
per celerità del venir mio l'è forza io pretermeta
tuta questa impresa, a la qual anche non è possibile
io proveda, perchè l'ordene di la celsitudine vostra
vole che ne sia uno conseier a far dicto praticho. Et
benchè per molti modi se poria proveder con mazor utilità et segurtà, io non mi voglio tuor tal prosumptione, ma solum advisarne a la Sublimità Vostra, la qual con sua solita prudentia, et senza peri- culo alguno, provederà come li piazerà .
Io ho trovato, serenissimo principo, la sublimità
vostra esser stata contenta che 'l fusse trato de questa real, ducati 4000 a l'anno, da esser dispensati
in 60 provisionadi, i qualli fusseno fioli de li feudatarij rimasti senza feudo, perchè li feudi principali
vanno ne li primigeniti. In questo, serenissimo principo, trovo la sublimità vostra esser molto inganata,
et non solum in la mazor parte, ma quasi in tutto ;
perchè, contra la intention di quella, alguni feudatarij hanno provisione, el resto veramente è diviso fra
forestieri et parchi, romagnando la menor parte ad
alguni de quelli doveriano haverla. A la qual cossa
mi è forzo, per li tempi presenti, supersieder, fin che
a la prefata serenità vostra mi transferisco ; et se
neccessità non mi constrenze, in qualche ribaldo per
altro delicto fenzerò non haver visto, ma darò sì
chiara information a la sublimità vostra.
Io ho trovato, secundo, cosse molto più damnevole et periculoxe al stato di la sublimità vostra.
I libri de la camera sua, tenuti per tal modo, che se
ponno chiamar libri diabolici, ne li quali sono tre
differentie. La prima è, che algun sono fati debitori
de li soi afficti, datij, o ver apalti, o ver dinari contadi, per fabriche, et di quanto lhoro hanno pagato
overspeso, non sono fati creditori im partita alguna, ma corre suso li libri il dar senza lo aver; cosa
chemete in disperation li populi, in tanto che questi spectabili cavalieri et appaltatori, officiali et ministri,
sono venuti qui, et dicono : Nui vivemo mal contenti,
et morimo disperati, perchè, se im vita nostra non
possemo distrigar li facti nostri, come faranno li fioli
nostri, da poi de nui ? Serenissimo principo, io dimando di gratia a la sublimità vostra, che con li
soi conseglij, per bendi la republica, con la sua sapientia la conossi quello che importa questa facenda,
laqual io non scrivo per mio bene privato, ma constreto da necessità de l'amor et reverentia che io
porto a lo ecellentissimo stato vostro. La secunda
diferentia de dicti libri è, che quelli che hanno auto | Item, ho fato la mostra de li fanti a piedi de FamaIo ho trovato, serenissimo principo , contra le
leze di la sublimità vostra, esser cressuti salarij , et
dato provisione a persone immerite senza alguno
fruto et in damno di la camera di la celsitudine vostra. Ne recevo dolor assai, et non posso proveder
al tutto ; ma spiero ne la gratia del mio Signor Dio,
che con desterità per il passato, et cum bon ordine
per lo advegnir, di far cossa grata a la prefata celsitudine vostra.
lo ho fatte le monstre prima di stratiothi , fra i
quali ho cassato tutti li fameglij di zentilhomeni, scudieri, recamadori, depentori, parichi, et altri inuteli.
gosta, senza aver rispeto ad alguno, in cassar quelli
meritavano. Son per andar fin 4 o ver 5 zorni a Cerines, dove farò simelmente la monstra, metando
ogni mia forza per il ben et honor di la sublimità
vostra.
questi, sono pochi de numero, ma gran summa di
danari ; et questo è uno verissimo advixo, dato a la
sublimità vostra, da la qual non richiedo altra fede,
salvo che di questo tempo medio, che io vegnirò a
li piedi di quella, a la qual prometo mostrarli, oculata fide, questa terribile facenda, et molte altre simile ad essa. La 3.ª conditione è, che pur alguni
sono fati debitori et creditori in parte, et alguni in
tutto. Come vol la justicia, a questo importantissimo| la sublimità vostra, haver portato in terra de' turpericulo et grande impresa non possendo solo altramente provedere, ho facto acopiar dicti libri, et,
suso la copia de mio ordene facta, ho facto meter
quello che con effecto hanno pagato li soi debiti de163 mostrati per boletini de' camerlengi, et per altre conveniente dechiaration, che li danari sono pervenuti
ne la camera fischal ; con deliberatione di portar que
sti do exempij, zoè il primo, chiamato diabolico, et
1Diarii di M. SANUTO. - Tom. III.
Io ho trovato farsi molti contrabandi de formenti, menando quelli in luogo di infideli ; et ulterius
ho trovato uno Francesco de Milam, provisionato de
chi velle et anchore, avanti publicata la guerra. De
questi ne ho castigati alcuni, secondo il poter mio,
con ferri, presone et altri modi ; reservandome con
le intromissione a la prefata punition, mediante li 163 *
conseglij di la sublimità vostra, non sparagnando
a' nostri zentilhomeni, nè a persona alguna, con quello
modo che me presterà il nostro Signor Dio, per la
sua gratia. Mi resta advisare la prefata celsitudine
28
435 MCCCCC, GIUGNO. 436
vostra, cercha le fabriche di Famagosta. lo ho visto
li denari spexi per il magnifico missier Bortolo Minio
esser utelmente spexi , et con solicitudine, senza merito di reprensione ; ma, serenissimo principo, el
mio desiderio saria che anche alguna altra provision
neccessaria, la qual resto di scriver per bon rispeto,
non sapendo che fin habian le letere, ma subito zonto
la referirò con le altre a la prefata celsitudine vostra.
A la qual mi ricomando.
Data Leucosice, die 14 martiü 1500.
ESerenitatis Vestræ mandato, servitor
PETRUS SANUTUS, syndicus etc.
Atergo: etc.
Copia di uno breve mandato per il papa
al christianissimo re di Franza.
lentiores non fuisse videntur, non christianorum, sed 164
supervenientis hiemis sævitiæ tribuendum est . Qua
de re, cum videremus eos multo graviora meditari,
et rabiem interea colligere, quam ad tempus in nos
effunderent, ex officio nostro pastorali, inito consilio
cum venerabilibus fratribus nostris, sanctæ romanæ ecclesiæ cardinalibus, cum facultates nostræ adversus tot conatus potentissimi hostis non sufficerent,
quod unicum et salutare remedium erat, reges videlicet principesque et omnes potentatus christianos,
eis declaratis instantibus periculis atque angustiis in
quibus Italia et omnis christiana respublica versabatur, per iteratas litteras nostras adhortari, rogare
et attente requirere non destitimus, ut legitimos oratores ad nos designarent; qui ad kalendas martii
proxime tunc futuras, cum suflicienti mandato et
plena facultate agendi, transigendi, concludendi ad
nos accederent, ut de hujusmodi expeditione et tota
belli gerendi ratione in concistorio nostro cum illis
ageremus. Verum, cum ad statutum tempus oratores ipsi neque omnes venerint, neque prædictis mandato et facultate, sicut sperabamus, instructi fuerint,
demum in concistorią nostro, dato ipsis oratoribus
spatio rescribendi suis principibus, eos denuo monuimus et requisivimus, ut prædicta mandata peterent et exhiberent. Aquibus, in concistorio nostro
Carissime in Christo fili noster, salutem etc.
Satis arbitramur cognitum esse majestati tuæ
carterisque christianis principibus, quo studio et cura
quibusve modis, ab initio pontificatus nostri , per vestigia sanctæ memoriæ romanorum pontificum præcessorum nostrorum gradientes, per assiduas litteras
et oratores nostros, omnia tentaverimus ut, cocuntibus in unum animis atque subsidiis catholicorum | simul convocatis, cum ad hanc diem nihil fuerit allaprincipum, contra communem fidei hostem acerri- tum, quam ut corum quisque pro suis principibus
mum turcharum tyrannum expeditio susciperetur ; | generalia quædam sed verbis tamen magnificis et
qui repetito sæpius furore et efferata rabie, nulla erudelitatis in christianos exempla, nullam dilacerandi
christianaın rempublicam occasionem prætermittit;
sed, adversantibus peccatis, omnes nostri et præcessorum nostrorum pii conatus, nulla diligentia nostra,
ad optatum finem perduci potuerunt ; dum decertantes inter se principes nostri, privata odia et mutuas injurias usque ad sanguinem prosequuntur, Christi vero contumelias usque ad oblivionem negligunt.
Itaque, invalescentibus quotidie turcharum viribus, et
corum crescente audacia per negligentiam nostram,
post tot pressuras et clades christianis illatas, post | charum tyranni oratores ad concordiam et pacem
pietate plenis pollicerentur, non potuimus nos et
præfati fratres nostri non commoveri, et duriciam
ipsorum paterna charitate non exprobrare, qui in
tanta christianorum pressura et fidei catholicæ periculo, quam profitentur, eius omnem (sic) tam lente
ac tepide suscipiant, quam omnes qui crucem Jesu
in fronte gerimus, per lavacrum regenerationis liberati, defendere tenemur. Interim autem, cum carissimus in Christo filius noster, Vuladislaus Hungariæ
rex, super hoc per litteras et nuntios nostros adhortatus, nobis significari fecerit se per assiduos turtot provincias ac regna mahumeticæ impietati subjecta, factum est ut æstate superiori , validissimis
exercitibus terra marique comparatis, hadriaticum
mare infestaverint, Neupactum urbem ad res bellicas opportunissimam expugnaverint, codemque teinpore Germaniæ fines, Illyricum et Forum Julij, te
rege christianissimo in Italia consistente, sine ullo
respectu existimationis et potentiæ tuæ, incursionibus, cædibus, rapinis incendiisque, incredibili cru- delitate, vexarint ; qui si tot successibus elati inso- 1 verent; nos itaque videntes regem illam ar pannosollicitari, verum paratum se potius et propensum ad
inferendum illi bellum et in co continuandum, hac
tamen lege, ut duo a se petita cum idonea cautione
servandi sibi promittantur; primum, ut rei pecuniariæ subsidium ei subministretur et mittatur, sine
quo nihil præstare posset; deinde, ut securitati ejus
etiam caveatur, ne a cæteris qui ad hujusmodi expeditionem convenient deseratur, sed omnes et pariter 164 .
pertinaciter in cadem contra turchas militiam perse-
437 MCCCCC, GIUGNO. 438
rium indicamus, cæteri principes audierint, omnes,
ut sperabamus, continue subsequentur ; quamquam,
ut arbitramur, satis ista futura est societas. Quod
ad nos propterea attinet, non solum in regno et omnibus dominiis tuis, ut requirebas, decimam in hane
expeditionem convertendam, sed etiam nobis ipsis
et venerabilibus fratribus nostris sanctæ romanæ
ecclesiæ cardinalibus, et omnibus officialibus curize
nostræ, et in omnibus ecclesiæ civitatibus, terris et
locis, ac universo clero per universum orbem christianum, de corumdem fratrum nostrorum consilio ,
nuper imposuimus. Quandoquidem non solum hujusmodi decimas, sed facultates omnes nostras, et vitam denique ipsam, si opus sit, pro communi chrinias gentes turcis ipsis confines esse propugnaculum quoddam et antemurale christianitatis in ca parte
et ad turchas disturbandos maxime opportunas, decrevimus statim cum ipsis venerabilibus fratribus
nostris ad majestatem tuam scribere, et ad cam de
tota rerum summa et societatis conficiendæ rationem
referre. Nam, si contra turchas nunc ineunda, sicut
optassemus, colligatio et societas omnium principum
ac potentatuum sit expectanda, res certe nimis procrastinando protraheretur, cum interim hostis vigilans, sathanæ minister, vires suas in immensum augeret. Iam classes formidabilesque exercitus e stativis
in oppida et portus nostros eduxit; quibus nisi celeriter accurratur, de Italia actum erit. Quapropter,
cum omnis dilatio sit perniciosa et periculi plena, | stifidelium salute, parati sumus exponere, et perso- nam nostram, tanquam hostiam Deo placentem offerre. Quapropter, quoniam ex divina clementia adhuc miserendi tempus est, majestatem tuam, quanto
possumus studio, cohortamur in Domino, et attente
requirimus, ac per viscera misericordiæ Salvatoris
nostri rogamus, ut suscepta huius sanctæ et gloriosa
societatis cura, velit exemplo suo reliquos principes
excitare, et ad oratores suos apud nos agentes, legi- timum ac speciale mandatum super hac re quamprimum mittere, ut sine omni mora ac dilatione præconsilium denuo quod non solum expeditissimum
sed etiam necessarium esse cum ipsis fratribus nostris statim cœpimus : faciendam esse pro hac expeditione ad aliquos annos colligationem aliquam et
belli societatem inter nos ac sedem apostolicam et
aliquos regum ac principum primores de fide catholica bene semper meritos, qui et proprio instituto et pro tuitione rerum suarum, facile possunt et laborantibus auxilia mittere et cæteros principes ad communem belli fortunam excitare. Qua quidem in re,
tua in primis occurrit majestas, in qua omnium oculi | dicta societas et confœderatio per aliquod tempus
sunt conversi, cui, ut plurimum, confidimus ; non
modo faciunt ad nos litteræ tuæ, quibus in hanc rem
multa liberalissimo et catholico atque regio animo
polliceris, et majorum tuorum instituta, qui semper
in hujusmodi fidei negociis primas sibi partes gloriose assumpserunt, sed etiam, Domino fortunante,
concludi possit. Et quodcumque de genere belli, de
exercitibus, de ratione impensæ conclusum et conventum fuerit, non expectatis aliis consultationibus,
executioni demandetur , erit hoe nobis jucundissimum, tuæ majestati dignum, et gloriosum opus et
christianæ reipublicæ salutare; tum illud etiam setot rerum tuarum in Italia successus, cujus cum bo- quetur, ut quodnomine decoraris, factis quoque chrinam atque magnam partem, conquisito ducatu mediolanense, obtinueris, Italiæ nunc tutandæ ab injuria teterrimi hostis majorem quam antea rationem
a te haberi convenit. Sunt et carissimi in Christo
filii nostri Hispaniarum reges, qui cum semper in
fidei defensione promptissimi sint, et de infidelibus
gloriosam victoriam reportare consueverint, nune
etiam pro divini nominis gloria et pro Sicilia sua ab
omni turcharum periculo tutanda, sicut litteræ suæ
165 testantur, nihil ad hanc rem prætermittent. Quorum.
magnaet expedita classis, si cum venetaclasse conjuneta fuerit, magnum sane rebus momentum fecerit.
Sunt veneti, quorum auctoritas et potentia omnibus
innotescit ; ipsi quidem pro consuetudine sua, et nunc
pro urgente se periculo, totis viribus enitentur. Quos
omnes, ubi tuæ celsitudinis auspicio atque auctoritate colligatos, adjuncto etiam, ut præfertur, præfato
Hungariæ rege, quem ad hane societatem necessastianissimus habearis.
Data Romæ etc.
Mostrato a la Signoria per lo episcopo di Chai.
Collegium primo julii 1500.
Consiliarii.
Sier Baldiseras Trivixano.
Sier Lucas Zeno.
Sier Johannes Mauroceno.
Sier Petrus Contareno.
Sier Dominicus Bollani.
Sier Antonius Trono.
Capita de quadragintu.
Sier Johannes Matthæus Contareno.
165*
439 MCCCCC, LUGLIO. 440
166
Sier Johannes Benedictus Nani.
Sier Vitus Mauroceno.
Sapientes consilii.
Sier Dominicus Marino.
Sier Marcus Bolani.
Sier Philippus Trono, procurator.
Sier Andreas Cabriel.
Sier Leonardus Lauredano, procurator.
Sier Petrus Balbi.
Sapientes terræ firma.
Sier Petrus Duodo.
Sier Leonardus Grimani.
Sier Petrus Capello.
Sier Georgius Emo.
Sier Paulus Pixani, eques.
Sapientes ordinum.
Sier Marcus de Molino.
Ego, Marious Sanuto.
Sier Jacobus Cabriel.
Sier Leonardus Mocenico.
Sier Antonius Venerio.
Consilium decem.
Sier Franciscus Trono.
Sier Aloysius Venerio.
Sier Georgius Cornario, eques.
Sier Antonius Bernardo, doctor, eques.
Sier Zacharias Delphino.
Sier Marcus de Molino.
Sier Paulus de Mulla.
Sier Vitus Caput Turta.
Sier Angelus Trivixano.
Sier Bartholomæus Victuri .
Nuove dil mexe di luio 1500.
Da mar. Fo leto le letere eri sera venute per
via di terra:
Dil capetanio zeneral, date a Corfù, in galia, a
di 15. Come zonse la nave, patron Francesco Feliziam, con la compagnia di Gorlim da Ravena, et non
li lassò desmontar in terra ; fè far la zercha a la nave, per haver il numero di homeni 120, ne trova
solum 112, malissimo in hordine di artilarie. Or la
mandoe versso Viscardo, et manderà driedo do galie per levar di la nave la ditta compagnia di Gorlim, e condurla a Napoli di Romania, dove è ditto
Gorlim andato. Zonse etiam la galia, soracomito sier
Filippo da Canal, rasonevelmente armata de homeni ,
mal di artilarie. Disse che do bombarde l' havea,
provandole a Sibinicho, si ruppe ; li dimandò tavole
e lanze, dicendo non ne haver auto de qui solum 30,
et lui non da darli, e tutte galie le manda a Viscardo.
E a le nave à convenuto darli la carta, et lui zeneral
ha dechiarito per più letere la calamità di tutte cosse,
e le provisione sono stà lentissime et tenue, et fa do
presupositi : o la Signoria non s' incura dil Levante,
che non lo crede ; o ver la soa dura sorte vol cussi,
e le letere sue non è credute, et 800 homeni non
interzerano le galie e le do nave, et homeni non ne
pol trovar per più experientie fate, per averne auto
rasonevelmente per lo armar la galia di Alexandro
di Gotti, et armar le do galie si arma de li. Pur di
homeni una saria in hordine, ma il corpo di una di
esse non è ancor zontà, l'altra à bisogno di gran concier; tuttavia si va conzando. Etiam de li è sta
tolti di homeni per le galie, et dice, mandando i
legni senza homeni, sono più presto dannosi, et tien
i nimici de brevi se intenderà ussir fora con l'armata
grossissima, etiam da terra. E lui ha quatro galie al
tutto disarmate, in ogni bisogno non se poriano
muover, ma converà star ligato al pallo ; e il resto
è mal fornite de homeni, non ha munition, se non
le poche mandoli ultimamente, e di diexe bombarde
di ferro noviter venute con le galie grosse, le nuove
sono tra rote e guaste; e cussi, chome l'anno passato erano assa' artilarie, cussi horra ne son poche
in armada. Voria i legni si manda fusseno ben armati, e dice non acrescha povertà a la miseria, e con
presteza si fazi, e non si aspeti ; vol 1000 remi e da- A di primo luio. In colegio non fo il principe. | nari. Recevete per la galia Canala ducati 1000. Item,
Introno savij dil conseio, sier Domenego Marin, sier Lunardo Loredam, procurator, e sier Piero Balbi ;
savij di terra ferma, sier Piero Duodo et sier Lunardo Grimani ; fu fato cassier di colegio, di l'hordine di terra ferma, per mexi tre ; rimase sier Lu- | Napoli, la galia Barba e la Faliera ; et di tre bombarnardo Grimani. dieri, do mandò a Napoli, et uno a Corom. Item,
è zonta la nave di Liesna con li homeni deputati ;
à 'uto la descriptione di Sabastian da Moncelese e
Danese del Monte, contestabele, la manderà a Viscardo da le altre; manda a condur li ditti fanti a 166
441 MCCCCC, LUGLIO. 442
manda avisi di Modom, Napoli e dil provedador | soracomito, è stà posto per soracomito il fiol di sier
Contarini, di l'armada. Item, à ricevuto nostre letere Francesco Zigogna, provedador di la Morea, et vi
di tre sopracomiti, zercha dovea punirli etc. Dice❘zonzerà il provedador Contarini con 4galie. Item,
nonhano usà obedientia a lui, perchè li haria puniti ; manda una letera abuta di Andrea Lanza, castelan ma l'eror suo è stà manchamento di cuor e animo ; di la Parga. Item, quel rezimento di Corfù li ha fato 167
è peccato da punir pro arbitrio superioris ; perho | asaper che, con pocha spesa, si aria modo di armar
judicho fusse meio a mandarli de qui. Tamen, justa | bona summa de fuste et grippi ; ancora che lui non
i mandati, si sforzera satisfar a la conscientia sua e senta tal opinion, non à voluto recusar, perchè, si
a la expectatiom di la terra. Et la parte zercha i bu- non serano utelli a l'armata, sarano boni a la setini à fatopublichar, et etiam si non l' havesse abuto, gurtà di quella ixola, maxime havendosi a levar lui
aria fato il medemo. Item, scrivendo, zonse la nave zeneral de li. Item, è zonte a Viscardo do galie di
di Piero de Pasin con provisionati 57, piamontesi, Candia; dice tre altre sarà preste.
sotto Baptista Zapareto; li à mandà a Viscardo, dal
capetanio, li metti su le galie grosse. Etiam ditta
nave à conduto homeni 46, di qual 23 à dà a sier
Hironimo Pixani, provedador, per interzarlo, e vadi
a Viscardo; li altri à diviso per le galie. Item, à per | Lepanto sarà velle 250 latine, tra nave vinti, galeaze
avisi dil provedador Contarini, à termina meter in
Corom sier Polo Valaresso, soracomito ; non li piace
resti le galie senza governo. Manda relation di do
schiavi , ut patet.
Relationedi Zaneto da Syo, stato su l' arma' , per
forza, dil turcho, fu posto l' anno passato, et fuzido
da Styri, referi a di 3 zugno al zeneral. Come l'armada si metea in hordine, fin zorni 20 ussiria ; a
tre, governador Camalli e li bassa era daprima; et
con l'arma' di la Vajusa e l' Arta, sa vol mandar
cinquanta galie per acompagnar le ditte. Item, il signor vol far 3 campi, uno a Corfù, uno a Modom o
ver Corom, il terzo a Napoli di Romania, dove il
signor à mazor voluntà ; à trato di Negroponte bombarde do grosse, per condurle per terra a Napoli, et
do altre sono a Lepanto, una di le qual è di ferro e
una di bronzo. Dice dita armata è stà mexi sie in
aqua, sarà marza, e non potrà star sora. Item, stratioti, scampadi di Corom e Napoli, à offerto al signor
darli la terra senza bombarde, con assediarla solum
di le acque ; unde il signor li dete vinti aspri al zorno
in vita di provisione, e una caseta per homo.
Del ditto, di 17, ivi. Come era venuta la galia
Meza da Viscardo, con letere dil Zante. L'armata di
colſo è reduta a Lepanto per ussir; il signor turco è
a la Vadia per intrar in la Morea ; si duol non haver
armata, e turchi hanno assa' artilarie, e hora si convien guardarsi davanti e da drio. La galia catarina
a Viscardo non ha homeni 7; le quatro sono li, zoè
Salamona, Oria, Malipiera e lisignana, è disarmate;
si duol molto, dice non si armeria. Una nave et 7
galie grosse è zonte ; pronosticha mal assai ; la colpa
non è sua ; à rechiesto e importunato le provision,
et potendo haver de li fin 500 provisionati, li torà
dametter sopra le galie, et cercherà trovarsi a l'erta,
per veder la volta sono per tuor inimici ; justa i lhoro
andamenti si anderà governando. Non li par mover
le galie di la Vajusa, si per tenir quella armata non
ensa, qual per assecurar li navilij pasano per colfo,
e non si delibera perho partirssi di Corfù per infinite raxom, se prima non vede la volta voy tuor inimici ; atende a ingrossar l'arma' di Viscardo, o vero
la guarda, et mandò eri la galia Basadona e quella
di Otranto, e voria vi fusse andato il provedador Pixani. Dice mancharli 40 homeni. À scrito al capetanio Venier di le galie grosse, stagi provisto, et li
lassa in arbitrio l'andar o il star li. Item, a Modon | quelli ſo l'anno passato, son morti. Item, il signor fa par siano perssi quelli rectori, nè si vergogna scriverlo ; li à scrito confortandoli a star de intrepido
animo, che, oltra le do galie, anderà lui zeneral li
con grossa armata. À scrito etiam ai rectori di Napoli, laudandoli ; e la galia Taiapiera era lì, morto il
Agustim Tachom, zenoese, scampato è zorni 7
di ditta armata, referi a di 3 zugno. Il signor andava versso Napoli, l'arma' sarà velle 200 latine, 20
velle quadre, ma tutte è marze, ma ben in hordine
di artilarie et homeni ; et, stando l' insta' in mar, bisognerà esser tirata in terra ; vol ditta armata ussir e
andar a la volta di Modom e Napoli, e dice, di stratioti di Napoli à promesso al signor l' averà in otto
zorni, per non haver aqua ; et il signor li à donà 25
aspri per uno al di, et una bella vesta, e tienli in corte.
Dice vol far tre campi, ut supra; in tutto harà persone 300 milia ; e dice vol poner bombarde grosse
su una parandaria. L'arma' à pochi homeni, li pa-
❘troni comiti e homeni di governo, la più parte di
condur cara 200 di metalli, per far bombarde, per
andar a campo a Napoli. Conclude, la soa armata non
teme la nostra.
Michiel d' Ancona, compagno di ditti, qual za
uno anno su preso da' turchi, è zorni 7, scampo, ut
443 MCCCCC. LUGLIO. 441
supra, da Styri. Dice l'arma' si calafatava, e in zorni
20 sarà compida; ma li legni è mal conditionati, e
assa' fanno aqua ; hè homeni pochi di governo, sono
come bestie ; et Alimech bassà è capetanio di l' armata; e sopra di lui è Mamucho bassa, et etiam è
Camali li con la sua nave. In tutto sarano velle 220 | mancha le bombarde grosse, e la barza non le ha
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, data in Valle di Compare, a dì 9 zugno. Come,
fata la cercha a le nave, per star più securo si deliberò levar di Viscardo, e venir li. A dì 5 zonse la
galia grossa di sier Pexaro da cha' da Pexaro ; li
in 230, va in la Morea versso Modom , Coron e
Napoli. Item, le galie di la Vajusa e l' Arta non sono
ancora calafatade, e l'arma' turcha non teme la nostra, et è mal in hordine di zurme ; sono la più parte 167 villani. Item, disse di XV stratioti scampadi di Napoli, et dice al signor, Napoli si perderà per non haver aque. Il signor li à dà XV aspri al zorno in vita
soa, et donatoli mille aspri et vestito etc.
voluto dar. Àfato la zercha a le galie grosse, videlicet a la Pexara O li mancha, la Bondimiera ha homeni 147, la Capella 152, la soa è ben in hordine ;
ha galie sotil 6, vi mancha 20 homeni per una ; à
mandà do galie a la volta dil Zante, per saper di
novo, sono tornate. Dice, si havesse li 12 in 15 galie
grosse, voria tirarse al Galata o ai Cuzolari, per far
etc. Item, di Puia non è zonta altra galia, si non
quella di Monopoli; voria tutte le galie havesse una
bombarda grossa per una, e taole per ingaradar à
comprate lui 100 per ducati 9.
Mathias ungaro, fo preso da' turchi, molti anni
stato prexon, fuzito za X di l' armata si fa a la
Prevesa, dove è stato a lavorar, et a dì 16 zugno
referite al zeneral. Come lavorava di manoal, e al
suo partir era avarate e in aqua galie 26, zoè sotil
16 et X grosse ; le qual grosse sono come le nostre,
ma le sotil menor, et fate de legnami freschi , pescano
molto, fano aqua assai ; le altre si lavorano da 100
maistri calafadi e marangoni, et era venuto mandato
dil signor, che, per tutto il mexe, la sia in hordine ;
ma lui non crede potrà esser: li arbori non sono Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
conduti , ma ben doveano esser per tutta questa seti- di 12, al zeneral et a la Signoria. Chome à expemana; quelle sono in aqua inalborade, si conducono dito quatro spie, a di X, a Patras et Nepanto, et
per la montagna, una zorna' lontam di camin, et al- aspetava li signali di fuogi. Item, eri di note, tre riDil ditto, data ivi, a dì 14. Come erano zonte 168
la galia Pasqualiga e Griona, di Candia ; tre altre dicono esser andate a Napoli di Romania, a condur
balestrieri et arzieri, e verano poi qui. Item, dil condur per ditte galie di tre zenoesi in feri, fuziti etc.;
la relatione ditta di sopra. Item, manda letere dil
Zante, e dice impalmerà le galie lì .
baldi albanesi , de una catuna dil Zante, amazò uno
povero bastaso ceciliam, dil locho dil Zante, e, tolto
una barcheta, sono fuziti ; ha menato via quatro puti.
Dubita non avisi turchi di le spie manda. Item, eri
mandò una fusta, e, ritornata, dice come questa magua a' christiani erano in guarda di biave, qualli li
hanno ditto l'armata esser reduta a Nepanto per
ussir, il signor atrovarssi a la Vadia, per intrar in
cuni boni havea non li ha potuti trar di le montagne.
Item, è zonti asapi 8000, janizari 500, per ditta armada, et 2000 christiani dil paese ; da la Janina è stà
portà X milia remi ; le velle, sartie e feramenta si
vanno lavorando, ma le antene non sono ancor condute. Di l'arma' dil colfo, 0 sa ; solum si dice si unirà | tina a l'alba si presentò sopra Chiarenza, dete lencon questa ; et di quella di la Valona il signor à mandato una caxacha per homo a tutti li spatini hanno
promesso condurla fuora di la bocha, aliter dicono
voler esser impallati non la cavando. Si dice sarà da | la Morea insieme con el bilarbei, et ne le parte di
galie trenta in tutto. De' hongari si dice, il signor non
ha voluto mover el bilarbei di la Natalia, per lassarlo
a la custodia di quelli lochi. Et ditta relatione conferma Poris de Rossia, qual za quatro anni fu preso
da' turchi , et hora fuzito da la Prevesa.
Di Andrea Lanza, capetaniaa la Parga, data
a dì 16, drizata al zeneral. Come à, per la spia
mandò a la Prevesa, che ussite sabado a vesporo tre
galie armade fornide, et poi tornò dentro; ussite per
provar. Dil resto di le galie, dice li remi esser stà
portà e li arbori, et a quelli homeni sono deputati
andar su ditte galie, li dà termine zorni XV, vadi a
caxa e torni ; et dil signor si dice va a Napoli.
Coranto con 60 milia persone fa netar le strade versso Lexamilli , per li cari dieno intrar in la Morea con
artilarie grosse per l'impresa di Napoli ; unde, admonita, dita fusta si parti, et si apresentò una fusta
turcha, da drio la ponta versso levante, qual dubitò
di la nostra, et si acostò dentro dil Scoio, e tornò li
al Zante. Item, li tre ribaldi, nominati di sopra, eri
arivò a Chiarenza con li puti ; sono stà mandati a la
volta del flambularo ; dubita etc.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave,
data in nave, in Canal de Viscardo, a di X zugno.
Come à ricevuto monitiom per le nave di Mosti e Malipiera ; et etiam sopra la nave, patron Vicenzo Orsso,
445 MCCCCC, LUGLIO. 446
168*
qual vene di fuora via, non tochò Corfù, si scrive mandarli monitiom; risponde non l'aver veduta. Et
a di 31 mazo, zonse li sier Jacomo Venier, capetanio
di le galie grosse ; à fato la zercha a le nave, la soa
have homeni 249, ne manchava numero 51, ne erano amaladi 116, sani 133 ; e cussì la nave Mora ha homeni 259, amalati da 75 in 80. Item, lui à mandà il
serivan a Modom per tuor homeni, e, ritornato, non ne ha potuto menar niuno. Ditto capetanio Venier manda sier Andrea Foscolo e sier Valerio Marcello
con li soldati a Modon ; si parti a di 31 , et a Coron è sier Pollo Valaresso con la sua galia. Item, sier Hironimo Contarini, provedador, con 4 galie si parti a di primo per Napoli, zoè sier Alvise da Canal, sier Anzolo Orio e quella di Brandizo. Item, de lì è za molti zorni la galia di sier Nicolò da cha' Taiapiera.
Item, a di 3 zonse li in Canal di Viscardo la nave
Mosta e la Zustignana, con homeni 108 ; a dì 4 zonse
la nave Malipiera, patron Tomà Duodo, homeni 105.
Item ha, l'arıma' inimicha è velle 250, con la nave
grossa e do altre nave, galeaze do, galie 60 ; il resto
fuste, parandarie e brigantini.
Da Modom, di sier Marco Cabriel e sier Antonio
Zantani, rectori, di 8, al capetanio zeneral. Ànova da Napoli di Romania, per uno bregantim a posta,
el bilarbei esser intrato in la Morea, et firmissimo
terra el mari vien li a Modom a campo ; et perhò,
amore Dei, seli proveda; lhoro farano quello potrano, dicendo in questo sollo ponto consiste la salvatiom o ruina total dil stado di la Signoria nostra
e di la christianità ; e, venendo per mar, mai potrano meter in terra; si che si porterano bene. Item,
dil zonzer li Antonio di Fabri, con li provisionati ;
etiam lui scrisse .
vero. Item, come alcuni tristi di Napoli sono partiti,
e andati al turco, li promete haverà la terra. Item,
missier Francesco Bragadim, fo ivi rector, è partito,
et scrisse in Candia per 300 arzieri ; li aspectano.
Item, de li si ritrova sier Francesco Zigogna, prove- dador di la Morea, e la galia fo di sier Nicolò Taiapiera, qual è morto ; in loco suo è stà posto el fiol
dil prefato proveditor Zigogna. Item, vano drio scrivendo per l'altra di 3, al zeneral; da ogni parte risona cative nove ; il turcho vien li, terra marique;
anno questo per spie, e publice si dice nel Scoio non è vituarie, salvo un pocho di meio mal conditionato.
Item, hanno fato ruinar le caxe dil borgo ; nel Castello dil Scoio, a difenderlo, voria esser 300 homeni; il populo in la terra è numeroso. Item, stratioti
voriano lanze ; dimanda qualche galia con zente italiane e biscoti. Item, la galia Taiapiera è disarmata,
et hanno, per via de uno stratioto, el bassà di la
Morea esser a Corynto, some 3000 orzo si aspetta di horra in horra, el bilarbei con il campo, e voler
passar da l'armada con fuste per venir di qua. Item,
in fine dicono esser zonto a Corynto el basså con
1000 some di farina per far biscoti, e il stratioto vete
polvere assai ; zudegano fusse il campo con el predito bilarbei etc.
Di Lezena, di sier Lunardo Marzello, rector,
data a di 31 mazo, scrita al rezimento di Napoli.
Come ha nova per uno turcho, conduto da la fusta
vien di la Vadia, dove è parte dil campo per andar 169
a Setines a comprar orzi. Dice il signor esser acampato a Sitom, a uno fiume chiamato Lada ; a la Vadia è uno bassa con 30 milia asapi terestri e altratanti ... , et a la Vadia sono zercha 40 napolitani e coronei ben visti et apresentati, conforta turchi a venir li. Il signor fa tragetar parte di le bombarde
sono a Lepanto in armata a Vasilicha, e tutte le bombarde grosse di Negroponte, et ha fato condur assa'
camelli cargi di rame e bronzo per butar bombarde.
Item, el bilarbei di la Natalia andò a Lepanto con
30 milia cavalli, per cavar l'arma la e compagnarla
dentro la Morea. Item, quel di la Morea è gionto a
Styri, campato a San Zuane. Item, in l'armada è
Da Napoli di Romania, di sier Jacomo di Renier e sier Alvixe Barbarigo, rectori, di 29 mazo et
3 sugno. In la prima, dil zonzer horo adi 24 mazo;
la terra è pocho forte, dubitano assai; mandanodeposition, come il campo vien li dil turco, e il bikarbei di la Morea fa spianar. Al Castel dil Scoio è castelam sier Domenego Corner, con pageXVI, sta in gran
periculo; in la terra non è aque, in li castelli pocha
vituaria e monitione; licet in la terra hanno inteso ❘ stà conduto infinità di botte, legnami e cadene, si
esser formenti, non vi hè forni da far biscoti, et non
hanno danari ; fino a septembrio la camera non scuode. Item, mandano una letera di Legena, di sier
Lunardo Marzello, rector, avisa nove di turchi che
vien omnino li ; suplichano si provedi ; manda una
letera di uno scrisse a Mossa Buxichij , li avisa par il
turcho vengi li col campo, perhò si provedi con la
fameia e suo cavalo, ejura per la late etc. questo esser
che è in hordine per ussir. Il signor à fato sacramento non tornar a la sua sedia, usquequo non ha
preso Modom, Corom e Napoli. Item, manda do letere in turchesco, trovade al sopraditto. Item, la
note, per cinque schiavi fuziti di Negroponte e Mcgara, verificha ut supra ; et esser gionto a Megara
el bilarbei di la Romania con assa' turchi ; a Negroponte sono più di 30 navilij , i qualli se armavano ;
447 MCCCCC, LUGLIO. 448
•
à inteso che uno zenoese da Syo à promesso al tur- | ducati 200 a li custodi di Napoli, et 200 a Malvasia,
cho armar 60 navilij, et condurli a Negroponte etc.
Di sier Francesco Zigogna, provedador in la
Morea, data aNapoli, a di 27 mazo. Comea di 24
zonse li li do oratori e le monitiom con alegreza di
la terra, e li bombardieri, unde dice vete la terra
molto disposta a la defensione. Item, si leverà le fameie inutile, e se manderà quelle a Monovasia ; si
divulga l'armada di Nepanto voler tornar a Constantinopoli, acompagnada dal bilarbei di la Grecia,
per timor di la nostra ; conclude, non si dubiti di
Napoli, si ben do potentie si acordasseno insieme
come quella dil turco. Ben è vero, la terra, da la
partedi mar, da passa 60 è debile. Et sier Francesco Bragandin si parte con bona fama; sier Nicolò
trovati con dificultà. Conclude, haver speso in le cinque galie armate, e in conzarle e in refusure, ducati
X milia, sì che, volendo armar, se li proveda de danari; manda copia di letere di Syo, e dil gran maistro di Rhodi.
Da Syo, dil consolo, al rezimento di Candia, date a d 5 mazo, et ricevute a dì 23 mazo in Candia. Par mandi ditte letere per via de Nixia al governador; le mandi subito. Come, per letere di Pe- ra, di 18 april, aute eri, si ha el signor turco, a di 6
di questo, haver cavalchato con la sua Porta a la
volta di Lepanto o ver la Morea; e quel di medemo,
gionseno in Andernopoli li araldi dil re di Franza,
e a dì 8 ditto, el signor ha tenuto Porta, e dato auda cha' Taiapiera, sopracomito, era de li, è morto; la| dientia a ditti araldi, in compagnia di quali è etiam
galia è mal in hordine di zurme; è bona galia, pur si
provederà. Item, el dito, a di 3 zugno, scrisse un'altra letera; par sia stato amalato, et altro ; 0di conto.
Di Candia, di sier Bernardo Justiniam, capetanio et vice ducha, et li consieri, di XVmazo. Come
à ricevuto in do fiate ducati 7700 per armar galie ;
n'è conze quatro, euna a la Cania, e l'altra serà presto in hordine et compita. Item, ne l'armar è
gran dificultà, sì da l'incomodità come dal teror de l' inimicho; e quelli fonno l'anno passato, non vol
andar questo. La camera è in gran inopia, pur a
lo solito ambasador di Rhodi. Quello hanno exposo,
et risposta hanno auto, non se intende. Tutti li exerciti di la Natolia sono passati per Galippoli, già sono
più giorni, a la volta di Nepanto. Similiter, da Con-
❘stantinopoli sono partiti schierazi 8 de li più grossi
se atrovono, tutti cargi di artilarie e munitione, e,
in fra le altre, sono remi da 8 in X milia, a la volta di Negroponte, del qual loco se dieno condur, via
terrestri, a Lepanto. Ditto signor ha mandato comandamento al bassa sta con el zelebi de Magnesia,
che 'l debi lui, personaliter, andar in tutto le marine
tutti da parte di la refusura. Item, à fato scriver in❘ di queste circumstantie, ad perseguitar et extinguer
li casali homeni 1200 per portiom; tamen non li ha.
Item, eri parti sier Nicolò Valaresso, camerlengo,
va a la Cania, per expedir la galia Polana ; aspetano |
sier Alvise Michiel, sopracomito di la galia di Reti169 mo, per tuor la soa galia arma de li. Item, dicono ❘
haver fornimenti solum per 4galie ; non vol se li
mandi ducati ungari, perchè coreno marzelli 12; pur
li à dà a' galioti, a marzelli 12, soldi 3 l' uno ; et per
tanto non se li maudi.
Dil ditto rezimento, di 25. Come à mandà a Retimo una galia con li danari. Item, lì è stà conzà la
quinta galia se dia armar. Item, ala Cania è compita di conzar una galia, e l' altra si va conzando ; à
fato proclamar per l' ixola, za boni zorni, li banditi
fono l'anno passato, et sono obligati ritornar, si debino presentar ; et è apresentà pochi ; li villani sono
invilliti, e sono più presto contenti di tornar in bando, cha iterum andar a servir; pur a la Cania ne
sono presentati alcuni. Tamen, spera haverne bon numero, e li manderà a Napoli eMalvasia sotto capi
di governo. Item, la galia Griona e Pasqualiga sono armate ; a la Griona mancha homeni da remo XXI,
la galia Barbariga à za messo bancho. Item, à manda
Charatormis e tutti soi sequaci, e datoli grande balia ; el qual bassa si aspeta quest' altra setimana a le
Smirne et Rhodi ; per la qual cossa, per una gripa- ria venuta da Metelin, se ha auto, como ditto Charatormis se ha levato di queste aque di Syo, e atro- vasse con legni 18, tra fuste e bregantini, in le aque
di Tenedo e la bocha ; nè altro dice aver di relation,
ma per zornata aviserà.
Copia de una letera dil reverendissimo gran mai- 170
stro di Rhodi, al rezimento di Crete, di 8mazo,
et receputa a di 20 ditto, in Candia.
Excellentes, magnifici ac nobiles viri, amici
nostri honorandi, salutem.
Perchè l'oficio de l'amor de la nostra mutua
benivolentia ricercha avisamo l'uno a l'altro de
quello occore e espeta a la securità de l'uno e l'altro, el capetanio de le quatro galie sotile e fuste de
la sacra majestà del re de Franza, secundo per sue
letere ne avisa, sub data 29 aprilis proximepræteriti, ne avisa, come havendo lui noticia che al Volo
era grandissima quantità di remi, di galeaze et ga-
449 MCCCCC, LUGLIO. 450
170
lere, compliti per meterle a lo scaro, tene suo camino versso ditto loco ; e una matina, al far del zorno,
se presentò de li con la proa in terra, et con artelarie comenzó a batere la gente, quelli vardavano, che
erano cavalli 400, pedoni turchi 200, albanesi et
grechi del paese 400. E perchè l'artilaria fazeva de
lhoro carnazo, fureno constreti abandonar el loco,
et quelli de le gallere desmontorono in terra et messeno focho ; el qualle, per lo vento era prospero, fu
sì veloze, che, im brevissimo spazio, tutti li brusò,
et non dè tempo a quelli de le galere recuperare,
per lhoro uso, oltra 200. Ditto capetanio scrive, havere saputo da uno greco, prese in quelo loco, che
erano remi zercha nuove milia, ch'è cossa donarà
tardanza et disturbo a l'armada turchescha per mare, quale Dio sconfonda, perchè tali remi erano deputadi a quella, et im brevi jorni dovevano esser
conduti. Item, ditto capetanio ha mandato qua una
parandaria grossa turchescha de fruti, sopra la qual
sono venuti homeni 18, quali se trovava in le galie
e in terra, quando fo fato ditto incendio, et haver
preso do fuste de la palatia. De questo havemo voluto dar adviso a vostre excellentie, parte perchè è
cossa degna de noticia, et parte perchè cussi ricercha la nostra amicitia. Valeant felices vestræ excellenticæ.
Duta Rhodi, die supra scripto.
Da Corfù,di sier Luca Querini, provedador, di 16 zugno. Prima, dice zercha Coltrim, vol se li
mandi danari ; scrive si va fortificando. Item, per un' altra letera dil ditto, che Piero Pissina, Piero
Grimaldo et Paulo Albanese, contestabeli, voleno
danari ; e li fanti di Paulo usano parole grande : lui
à dato ducati uno per uno, acciò non vadino in Turchia. Item, uno caporal di Piero Grimaldo, nominato Lodovico Brazoduro, con compagni 14, con
uno gripo, se ne andò versso la Puia. Item, dimanda si paga li maistri bombardieri etc.
Dil ditto, di 18. Le cosse di l' armata son quasi
ultimate, zoè dil turcho ; quella dil colfo di Patras è
reduta tutta a Lepanto, e de brieve dia ussir, quella
di la Prevesa, la più parte è in hordine, za tre galie
è in aqua, come ha dal castelan di la Parga, et erano ussite in mar, e poi tornà dentro. A la Valona è
in aqua galie 20, et per zornata si va butando, e
asapi e janizari in gran numero.
Item, il nostro zeneral à manda le galie grosse e
sotil a Vischardo, se li patroni si porterano ben, e
si l'armada fusse unida in la bocha di Cuzolari verso il colfo di Patras, non sa quanto la inimicha poI Diarii di M. SANUTO Tom III.
tesse ussir. Item, di lo exercito O si ha con certeza ;
si dice va a Napoli, Coron e Modon ; di Corfu non
teme, et si stagi di bon animo.
Di sier Piero Liom, baylo, e consieri di Corfu,
data a di 17. Come capitò de lì do corvati, presi
quando turchi feno la taiata in Crovatia, stati schiavi
zorni 12, fuziti di la Prevesa, dove è stati mexi 8 a
segar legnami. Dice esser gità in aqua galie 26, zoè
Xgrosse, il resto sotil ; qual par galeote da 20 fin
24 banchi ; et le grosse, come le nostre sotil ; e sono
condute al Vati , dove è turchi a custodia. Per dubito
hanno posto su le ponte dil porte (sic) bombarde do
di riparo in terra. Ala Prevesa è galeote 8, ut supra,
tute scrade, e si lavora di chalafao. È venuto comandamento dil signor, soto pena di esser impaladi, li
maistri debino compirle per tuto il mexe presente ;
ma lhoro judicano non potrano ; et è apariadi legnami per far 4 fuste, li arbori sono taiati in uno
bosco contiguo, chiamato Rogos, lontano una zorna'
de li; li conduce zoso per uno fiume, chiamato Cranar ; e li è stà conduti per terra su le spale remi X
milia ; le velle se cuseno a la Janina, dove hanno fostagni assai ; le sartie se fazeva a la Prevesa, le gomene e li ferri è portati per terra da Lepanto a l'Arta ; e za li ferri son portati a la Prevesa; sono asappi 8000, janizari 500, christiani 2000 angarizati,
tutti serviani, per montar suso ditta armada. L'arma' di Lepanto si dicea dovea venir in bocha di colfo di l' Arta, per unirse con questa di la Prevesa, e
poi andar a Modon e Napoli. L'armata de Styri è
tutta in hordine ; aspeta solum questa, e subito ussirà; non sa la quantità. Il signor si dice è in le contrade de Lariso con il bilarbei di la Romania, per
intrar in la Morea, ma non intrerà se prima l'arınatanon è tutta in hordine. El bilarbei di la Natalia è
a Semendria con 20 milia persone, per dubito di
hongari, e si dice la Signoria à manda danari a l'hongaro, che 'l rompa ; tamen ungari non sono mossi.
Item, a la Valona, per uno ozi vien di la Zimera,
dice è bon numero di turchi, pedoni e chavali, e le
galie nostre hanno butà in bocha di la fiumara saxi per impedir l'ussir di quelle galie, e turchi, vol trazerle per uno altro locho, à preparato gran numero
de palange, vol tirar le galie, e a marina à fato uno
riparo. Item, li a Corfù esso rezimento atendeno a
le fabriche ; dice il fuzir di do caporali con 16 compagni etc. Item, è stà ruină parte dil palazo ; è stà
fato ne la costiera, soto el grebano dil Castel Vechio,
uno riparo dove è stà poste quatro passavolante discopre per tutto ; è stå abassada la torre dove stanzia el consier di la Zudecha, e l'altra torre, dove
29
451 MCCCCC, LUGLIO. 452
soleva esser la canzelaria, si farà dil resto ; et è stà per qui , e la Signoria li mandi. E il re dil subssidio é
impido di terem fino al ponte driedo el muro, fole- | contento dar la decima dil clero tutta contra infideles, non vol dir altro, vol saper quanto dà la Signoria nostra prima, sì che son rimasti in aspetar
risposta, e mandano ditte letere per via nostra, acció
habi recapito.
171 vado di la contrascarpa del fosso, el qual terem è
stå tolto dil monte ; a hora se empie l'altro pezo
de dicto muro, fato dal ponte versso el porto, et si
seguirà compir il muro fin sul porto ; mancha il
terzo, et poi si meterà il terem. Et le cortine di mu- Di Cadore, di sier Zuam Navaier, capetanio,
ro, principiate per l' inzegner in la terra, quella vien do letere, di 29 et 30. Come todeschi, di quelli soto
di la Zudecha soto il palazo, e quella di la citadella il conte di Goricia, voleno venir a tuor piegore a uno
sono redute a bon terimine ; è stà principià una for- | monte nostro; dicono haver privilegio da Federico
nasa di chalzina, e a far i repari a la cortina versso
el consier da le Castrade, e seguirasse el lavor sul
porto. In li castelli sono stà fati magazeni di monition e vituarie, e caxe per li provisionati.
Del ditto rezimento, di 18. Zercha le letere dil
Zante et dil castelan di la Parga, et scriveno il sumario notato di sopra.
Et lete ditte letere, in colegio si stete assa' di
mala voia, et fo ordinato mandar ducati 3000 al zeneral per la nave di sier Beneto di Prioli, qual si
parte, et scritoli mandi 1500 ducati a Napoli di Romania, et biscoti per la dita nave che li porta.
Item, fo comesso a li patroni a l'arsenal, compri
l' artilarie comprò sier Beneto Zustignan ai consoli
ſo di la nave Marcella, per la valuta ; et cussi fonno
comprate etc.
Vene sier Nicolò Michiel, dotor e cavalier, provedador, et sier Pollo Pixani, el cavalier, olim avogadori, solicitando si fazi comandamento a sier Antonio Grimani, vadi al suo confim ; qual rispose,
anderà doman infallanter.
Barbarossa. Tamen per l'altra par non sia tante
cosse, e di sopra non se intende movesta alcuna fazino todeschi.
Da Gradischa, di sier Piero Marcello, provedador, di 27. Manda la mostra fata a Lazaro Grasso,
e li soi provisionati et balestrieri ; doman anderà a
Udene a farla a li stratioti e a le taie et cernide. È 171 *
gran carestia di biave da cavalo ; val il staro soldi
48, e la farina lire 5; vol monition et farine.
Da Vegia, di sier Piero Malipiero, conte, di 22.
Come à aviso da sier Nicolò de Parte, consolo in
Segna, de 21 , e a bocha per sier Jacomo Crai, citadim de Veia, come turchi XV milia vien per una
via superior e lontana, e fato zatre, et passato il fiume Lim, e li cavali, andati in aqua fino il zenochio,
vieneno per Crestoviza in Friul, verano a referir al
bosco de Los; et dita letera si ave per via di Friul.
Da Brexa, di rectori, di 27. Come hano da Mondin da Par, bergamasco, è zorni 15 si parti da Bolzam, stato a Yspurch, dice esser zente alozate a Lubiana, al Vernich et a Logium, per dubito di Goricia ;
et in Baviera è ordinà stagino preparati ; et lhoro
non vol, solum per il suo ducha. Item, a Yspurchè
li fioli dil Moro, et XXV milanesi, e vedendo il re
non haver ajuto da' alemani, li uso parole, dicendo
voler dar la corona et governo a quelli in la dieta,
tandem li da speranza ; non ha visto perho movesta.
A Presenon e Trento sono di altri milanesi, e a
Trento è il general di frati bianchi, qual vol andar
al turcho, ma prima a Viena etc.
Di Franza, di l' orator, date a Liom, tre letere
a di 22 ct 23. In la prima, come a dì 21 zonse lì
el cardinal Roam, li andò contra, qual parlò honorifice di la Signoria nostra ; era con lui missier
Zuan Jacomo, missier Francesco Bernardin Visconte, Marchesin Stanga, ligati questi do a cavallo, ma
non parcano ligati. Il re l'aspetò in una chiesia a
messa. Item, è venuti oratori luchesi, senesi , di Savoia e dil ducha di Lorena. Item, ditto cardinal par
non sappi di le cosse dil turco, et monsignor di Li- Di sier Pollo Trivixam, el cavalier, podestà di
guì à ditto mal di missier Zuan Jacomo, e stanno Brexa, di 29. Come ha dal conte Alvise Avogaro,
su queste pratiche. Item , per le altre letere par stato a Mantoa da una sua sorella, et il riporto di siano stati in consulto zercha lo armar ; à concluso Mafio di Gaionceli, qual parti la vizilia dil corpo di
dar do nave, zoè do zenoese, e armarle im Provenza, Christo da Maran, è stato etiam a Yspurch, dice
perché zenoesi non vol armar a Zenoa, e cussi ha esser stà fato comandamento tutti stagi in hordine,
expedito quelle di Provenza ; sarano tarde. La nave e in li lochi dil ducha di Baviera si facea le monstre ;
Loysa non è zonta ancora, ergo etc. Item, di soccessi et sguizari con il re di romani non è sigilà la pace ;
di Hongaria, il re scrive a li soi oratori non si par- et in la dieta di Costanza hanno concluso non voler
tino, li manda seudi 1000, ch'è ducati 560, li qual acordo con ditto re, ma voleno tuor soldo dove li
esso orator li han retenuti e fato letere di cambio | piace ; e il re vol tuor impresa contra la Signoria
453 MCCCCC, LUGLIO. 454
172
Di Cividaldi Belum, di sier Antonio Vituri,
podestà et capetanio, di 29. Come il capetanio de
Agurdio li à dato aviso, è stà fato comandamento in
nostra, per Friul, veronese, Valchamonicha, Valtolina, Chiavena et Belinzona. Item, il re è a Yspurch,
dove si fa la dieta ; ogni di azonze qualche signor, et
hanno electi 7 signori ad elezer l'imperio, 4 di qual | Primier sia lanze 400 im ponto. Item, per una altra
hanno libertà di condur queste zente deputade, e
andar a che impresa li pareno, et che 'l re non se
ne impazi, salvo anderà con lhoro, e avanti San Jacomo dieno levarsi ; tumen 0 à visto. Item, veniva di
Carantana cavali 500 versso Goricia; et dice nostri
merchadanti non hanno potuto haver in Alemagna
robe a termine, come erano soliti ad haver; et questo per dubito di guerre etc.
Di rectori di Brexa, di 26. Mandono una relation de uno mandato a Mantoa. Dice ivi esser il
conte Zorzi, fo soldato dil marchexe, e a Hostia è
cavali 12 et 150 elemani venuti di Roma ; et Christoforo di Calabria, fo capo di provisionati dil Moro,
à conduto cavali 150, et era capo Bandino, podestà.
Or è molti cavalli partiti di Mantoa, perchè il marchexe non dava danari. Item, uno domino Beneto
di Jebeto, di 28 à di Roma, ditto marchexe haver
levato 600 alemani stava col papa, qualli hanno tochato 2000 fiorini ; per tanto avisano etc.
letera, che la dieta a Yspurch vi hè oratori , etiam dil
turco ; à spazà spie a saper. Item, lì vicino a quel teritorio sono reduti todeschi, e venute arme non per
far danno.
Di Feltre, di sier Mathio Barbaro, podestà et capetanio, di ultimo. Come la dieta non è compita ; il
re smania, vol andar a Roma a incoronarse, non vol
asentir quelli toglij la volta di Milan; à mandato
do oratori al re di Franza, per dimandar Lodovico ;
à nova, per il capetanio di Primier e il prior di Castreza, di questo ; et il re è in hordine con exercito
per andar a Roma, et il castelan di la Scalla, nostro,
dice Valsugana si mette in hordine; lui à mandato
spie, quello averà aviserà.
Di Cadore, dil capetanio, di 29. Come nel monte
de Mesorina, versso Landro, dil tegnir dil loco di Doblacho, doveano venir quelli todeschi, ma poi nulla
seguite.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, proveditor, di
Da Verona, di rectori. Come hanno 300 schio- | 27. Come milanesi solicita il re a l'impresa; et a
petieri in hordine, per mandarli su l'armata, trovati juxta i mandati.
Di sier Domenego Beneto, capetanio di Brexa,
datu eri, a presso Lonijo. Come è li col conte di Pitiano, et vien versso il Friul.
Noto, in la letera di Franza, di l'orator nostro,
di 23, par fusse fato un consulto zercha il far di l'armata; et vi fu questi : el cardinal Roam, monsignor
de Albi, el gram canzelier, el maraschalcho di Giaè,
domino Zuan Jacomo Triulzi, el sinischalcho di Beuchayro, monsignor de Pienes, monsignor de Clarius,
monsignor de la Guisa, et monsignor de Buzaia, et
altri ; ma questi è li principali.
Capi dil conseio di X in questo mexe sono: sier
Francesco Trum, sier Alvise Venier et sier Zorzi
Corner, el cavalier.
Da poi disnar fo gram conseio, et poi fo pregadi, solum per lezer le letere, nè altro fu fato. Et
per colegio fo scrito a Gataro, laudando il provedador; scrito im Puia, per darli trata di formenti da
Trani ; e fato Martinel di Lucha capo di li fanti sono
li; et tutto fu fato per mio aricordo.
DiHongaria, di oratori, date a Buda, adì 17, 18,
21 et 22. Zanze ; O da conto. Chome l'orator dil tur- |
cho, è con boche 130, era amalato, è varito. Dil far |
cavalieri per il re li oratori francesi e uno fiol di uno
diditti oratori , et si voleno partir ; hanno concluso etc.
Trento è stà manda do bombarde grosse ; si aspeta
di le altre ; e in la dieta è stà termina servir il re di
exercito, e vol mandar una parte per la via di Venosa (sic) a Como e Milan, et vi manda l'artilarie; l'altra parte versso Friul. Le qual cosse li à ditto Zuan
Antonio Bataiola da Pravor, de la valle de Rendena.
Adi do luio. In colegio, fo el di di nostra Donna,
vene l' orator di Franza per cosse particular, e non
fo leto letere, ma solum parlato di danari ; e sier Filippo Trun, procurator, propose far pagar li debitori. Sier Piero Duodo si scusò ; par debitor, ma è
creditor per il suo conto stato a Pisa.
Et leto letere di Roma, da basso, in camera dil
principe , di gran importantia, il sumario sarà di
sotto. Poi la Signoria dè audientia.
Di Albania, di sier Andrea Michiel , provedador, 172 *
di 2. Come con gran desiderio si aspeta de li vengi
il signor Schandarbecho.
Diuno frateBernardim da Scutari, di l'hordine menor, guardiam dil loco di Santa Maria, datı
in Alexio, a dì 4 zugno. Come de li si aspeta Schandarbecho, come el messia da li zudei, insieme con el
signor spam ducha Gim, et auto quella ixola di Alexio, fortifichandola con qualche dardanello, asedierà
Scutari e Croia con tutto il resto.
DaRagusi. Par il turcho sia retrato tre zornade.
Fo aldito in colegio sier Christofal Moro, per la
155 MCCCCC, LUGLIO. 456
diferentia di l'aqua di Oio tra brexani et cremonesi etc.
Noto, eri di note parti la galia grossa, patron
sier Sabastian Contarini, va a la Vajusa. Jo vi andai
a far la cercha.
Copia de una letera di l' orator nostro a Roma
dil caso sequito al pontifice.
Adi tre luio. In colegio vene lo episcopo di Tioli, 17:3
orator dil papa, et disse dil caso seguito al papa,
come à di Roma etc.; e si l'è , non vi è rimedio se
non far un bon papa.
Vene sier Alvise Malipiero, fo di sier Perazo,
stato consolo nostro a Rodi. Disse rhodiani haver
bon voler, e quel gran maistro, versso la Signoria
nostra; et solum la nostra natiom à consolo li , dove
è stato 8 anni, et nostri è ben visti . Conclude, la SiSerenissime princeps et excellentissime domine, gnoria si pol servir di Rhodi. Item, disse di do araldi
domine colendissime. dil roy, zonti a di 4 fevrer con mal animo ; parti
a dì 13 marzo, insieme con uno orator di Rodi, nominato Zuam Saturion, e uno orator dil fiol dil turcho, Zelabin, sta a quelli confini, et fonno ben visti .
Item, sono contenti di la vera ne fa il turcho rodiani, per ben suo ; pur, al tempo di sier Antonio Grimani, armò li 8 barze con ducati 600, trase li danari in suo nome, qualli non è pagati, et lui vene di
Candia li in horre vintido, con grandissimo pericolo etc. Il principe lo laudò.
Vene Bertolim da Terni, contestabele nostro a
Crema, et cavalier. Disse haver prestato a missier
Marco Antonio Morexini, el cavalier, provedador a
Cremona, ducati 1000 ; non li vol, ma ben che la
sua compagnia sia ben pagata. Il principe li dè bone
parole, et comesso ai savij da terra ferma.
Questa matina el pontifice fu in Sam Piero, et
facte le cerimonie consuete, se pose a repossar per
esser molto lasso. Ahorre 20 se levo uno nembo
molto tenebroso, fortunevele et tempestuoso, el qual
nel principio di la inruptione percosse el palazo del
pontifice con uno tremendo tonitruo, el qual ha ruinato el tecto de la sala di pontifici, soto el qual se
retrovava soa santità. Monsignor di Capua me ha fato
intender, che sua beatitudine non ha malle , per
averse reduta in loco securo, ma che solum l' havea
una picola ferita nel capo, et una sopra la manno,
con pocha ofensione. Con verità non l'ho possuto
veder, perchè le strate subito furono sbarate fino al
castello. Da poi, per il reverendo Capazo, secretario
et medico di sua santità, mi è fato intender secretis
simamente, quella, ultra le offensione preditte, haver riceuto major sinistro, et esser tuta batuta et
conquassata per modo che non pò far bono judicio
de la salute ; tamen che, se altro serà de importantia, me lo farà saper. Tutta questa terra è in arme,
e tutti si preparano, come se là fusse vera. Se starà
a veder, et del seguito darò noticia a vostra illustrissima signoria, a la qual non scrivo altre cosse seguite nel concistorio preterito, per expedir con presteza. Per le prime li significherò el tutto. Expedisco
Morgante a posta, al qual ho dato ducati 20, acciò
el sij a vostra serenità mercore proximo da sera.
Se 'l zonse a tempo, vostra serenità li farà dar du- ❘ terre franche non voleno il re vadi a Roma, come
cati X, aliter non li die haver, nè esserli pagati. Da
poi, al tardo, el castello à tirato colpi XXV di artilaria, in signo de consolatione ; tamen, molti judicano che siano ficti. De qui è stà expedito per Napoli, Franza, Alemania e altrove de la morte; tamen
la cossa sta in questi termeni ; nec alia. Gracie etc.
Datæ Rome, die XXVIIII maji, 1501.
Subscriptio : ORATOR.
In questa sera fo expedito in Franza tal nova e
sumarij da mar, et in Hongaria sumarij da mar e di
Roma; e li ducati 533 a li oratori di Franza in contanti .
Vene il conte Bernardim Forte Brazo , sentò
a presso il principe. Disse lui non voler danari, ma
la sua compagnia è in gram bisogno ; comesso a ditti
savij lo expediscano.
Vene con li capi di X, mandati tutti fuora, el prothonotario Stanga, cremonese, stato orator a Napoli
per nome dil signor Lodovico. Referi alcune cosse,
poi andò a Cremona.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di
primo. Come à da Zuam di Giesel, ch'è a la dicta,
che questi, el conte paladin, el marchexe di Brandiburg, el ducha di Baviera, lo episcopo da Trier, e le
andò il padre; et hanno electi XVI al governo di
l'imperio, e la dieta non è compita. Item, el signor
Hermes, fo fiol dil ducha Galeazo, con 6 cavali passò
per Roverè, è andato versso Trento; par habbi letere di passo di rectori di Verona. Item, à nova, a
Yspruch si prepara artilarie. Per un'altra letera, pur
di primo, scrive quella matina esser zonto li Alvise
Ripol, con patente di la Signoria, va orator dil re di
Napoli in Alemagna, e torna indrio. Item, par che li
XX electi al governo, hanno X milia cavali, et XV
milia a piedi, pagati uno terzo per li baroni, uno
terzo per le cità, uno terzo per le piove; chi dice
457 MCCCCC, LUGLIO.
458
173*
questi sarano a ogni bisogno di l'imperio contra
turchi , contra Milam, contra sguizari ; e le terre non
vol dar ubidientia a l' imperio e contra il ducha di
Geler; altri dice per andar a Roma. Item, è gran
discordia tra lhoro, et non ha visto preparamenti,
dice colui, se non arzenti su le tavole.
Da Bassam, di sier Alvixe Liom, podestà et capetanio, di primo. Come per una letera a sier Piero
Bembo, castelan a la Scala, come par sij venuto comandamento dil re, tutti stagi in hordine etc.
versso l' Ongaria, e lui si levò e tornò verso Napoli .
Item, l' armata di Lepanto, non è ancora compita ;
è mal conditionata; et el vayvoda bali, vice gerente
di Feris bei, a dì 8 , fè persone 2000 per andar
versso Antivari, e antivarani se imboscono e li tolseno di mezo; unde fono morti da zercha 100 et feriti . Item, a dì XI di note, martoloxi corsu (sic) su
quel di turchi, e hanno preso animali 250. A di 12,
ussite fora di Castel Novo uno gripo grosso, a modo
bregantim, con tre altri menori, e tre barche ben
Di rectori di Bergamo. Como, justa i mandati, ❘ armate, e fonno a le man con nostri, amazono do
de li soy etc. Adì 14, li ditti, in numero 8, con le
barche ussiteno, e nostri se ritirono. Item, à fato armar la fusta, par una galia, à spexo ducati 80; vol
danari et legnami etc. Item, ozi à mandato fuora
martałosi e li stratioti a Zupa, a coglier le biave ;
cossa non fata za molti anni. Item, pastrovichij a
manderà di sopra a saper li andamenti de' todeschi.
Da Brexa, di rectori, di do. Come di todeschi
non è preparamenti, come hano per spie; pur uno
dice, il re ha spiegato il stendardo de l' imperio, et
a Trento sono questi milanesi : Zuan Galeazo Visconte, Hironimo da Carchano, il conte Bortolo Crivello, qualli haveano auto letere dil re di romani, li | San Stefano sono inclinati acordarsi col baly vayvodava speranza, non saria il mexe di avosto, li meteria in caxa ; et altro non era.
Da Vicenza , di sier Alvise Moro, podestà et
vice capetanio. Non pol scuoder li danari dil subsidio ; pur li villani pagano.
Da Padoa, di rectori. Mandano danari, et sier
Zuan Baptista Bonzi , provedador , va scodando ;
poi vol andar a Vicenza.
Di Trevixo, di sier Domenego Contarini, capetanio di Vicenza, di eri. Dil zonzer col conte di Pitiano; vano a la Mota ; et havendo inteso esso conte
andar alozar a le Citadele, li piace. La compagnia dil
Manfrom, in cinque squadre è passà de li ben a cavalo.
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragulim, conte.
Come el dacier non vol più il dazio di molini ; pertanto manda uno a posta a la Signoria nostra, qual
disponi come li par.
da, qual li ha scrito una letera, ut patet; à mandato
li Nicolò Sagona, serivan di la camera. Item, à
manda in Antivari meio stera 150. Item, si troveria
merchadanti, conduria li formenti di Puia, havendo
la trata. Martinel di Lucha, di 150 fanti, è restà in
34 ; à impegnato il tuto, voria fumo; esser capo di
fanti de li. Et cussi in questa matina fici balotar a 174 mandarli ducati 200, e ducati 200 a Sibinico, e ducati 200 a Veia, per armar le fuste, e ducati 25, per
legnami, per Cataro, et expedir le letere notate di
sopra, in laude dil provedador.
Da Segna, di lo episcopo di Chai. Dil suo zonzer li .
Da Cremona, di domino Cabriel di Mij, cavalier.
Voria la Signoria li desse Rebecho, qual dà de intrada ducati 70 a l'anno .
Da poi disnar fo colegio. La Signoria de audientia, daspersi, e fo mandati a Rialto per la diliberation di questa matina, fata in colegio, con li cai di X,
di trovar danari con farli ubligation etc. E andò
questi : sier Lunardo Grimani, cassier di colegio, sier
Zorzi Corner, el cavalier, cassier dil consejo di X,
sier Zuam Morexini, consier, sier Piero Balbi, savio
dil conscio, et sier Piero Capello, savio aterra ferma,
a solicitar il scuoder; e tutavia si arma sier Piero
Trivixan, soracomito.
Da Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, retor e provedador, di primo. Dil recever 5 gropi per
le compre vechie; à posti in camera. Item, dil dito,
di 8, 17 et 18. Il sumario è questo: in laletera di 17,
come ha per uno explorator, il signor turco è zonto
in la Morea ; a di 5 fo butà a la Vajusa 19 galie in
aqua, quale erano in hordine de homeni ; et zonse
cavali 2000 de biscoto; per tutto di 20 le XI altre
sarano compite. Item, cavalchando il signor, vene
nova l'ongaro esser per acordarsi con la Signoria, e
tornò indriedo 4 in 5 zornate; chiamò il sanzachoveder quelle cosse.
di Castel Novo, nominato Aemathbego, homo vechio
e reputato, e consulto assai ; poi chiamò 8 sanzachi,
zoè sanzacho de Crusevaz, quel de Smedereno, quel
de Blin, quel de Sereberniza e altri, e li mandono
Da Cuvrili, di sier Andrea Michiel, provedador
in Albania, data a dì 19. Vol adar in Antivari per
De la comunità di Antivari, di primo. Dimanda
la confirmation dil castelam in camerlengo, con li
scontri, come ordinò el preditto provedador di Albania etc.
459 MCCCCC, LUGLIO. 460
174
Di sier Piero Bembo, castelam in Antivari, di
XI. Scrive il seguito contra turchi : esser stà prese
per nostri 4 teste, fo 500 nostri valenti homeni. Noto, sier Piero Tiepolo, è li podestà, à malla fama; si
porta mal con ditto castelan.
Da Puola, di sier Marco Navaier, conte. Come
el capetanio di Raspo vol de lì 50 homeni, lui dice
non vi esser ; suplicha la Signoria non li abandoni,
e li scrive non li toy.
DaRoma. Nulla era, adeo tutti si maraveiava.
A dì 4 luio. In colegio intrò con il principe li
cai di diexe, mandono tutti fuora ; fo ditto esser bone
nove. Vene l' orator di Franza, stete con li cai, nescio quid.
Vene l' orator di Urbim. Dimandò il signor suo
voria rafermarsi con la Signoria nostra, il tempo
spira.
DaMuia, di sier Matio Malipiero, podestà. Come
era venuto li domino Piero di Bonhomo, da Trieste,
fo orator dil re di romani a Lodovico, quando fu
preso; et quelli di Muia li andò contra con barche,
li mostrò la terra e il palazo, e lui podestà era qui.
Cridavano: Austria! Moro! etc. Item, è stà tyrati
zoso do San Marchi ; lui podestà vol piarli etc. Fo
comesso questo a li cai di X.
Da Zara, di rectori. Come de li è gran povertà ;
voriano formenti ; et ivi fo balotà mandarli stera 150,
et in Antivari 500, di Puia, solicitando sier Stefano di Prodi, orator.
Da Sibinico, di 25. Come el vayvoda Xarco voria do page, et à fato movesta contra turchi.
Da Traù , di sier Polo Malipiero , conte. Di- manda polvere; et ne fo ballotà mandarli barili vinticinque.
Dil signor Bortolo d' Alviano data in Friul.
Come manda uno suo qui, perchè il tempo spira, per
conzar la sua ferma.
Di Bergamo, di sier DonàArimondo, e sier An- tonio Loredam , provedadori al sal. Come hanno
afità i dacij di Axola, Brexa, Valchamonicha e Beresso vicedomino. Item, domino Galeazo Maria Frachasso e il conte di Melze sono a Mantoa honorati etc.
DaBergamo, di rectori. Chome mandano 17 homeni, da mandar su le galie, trati di quel teritorio.
In questa matina,' fo ditto a Rialto, il papa esser
morto di certo, e vien per via di Grimani ; e il cardinal va a Roma.
Fo mandato a Rialto li tre deputati ; et sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, fè lezer la sua
parte vol meter ozi im pregadi, per far provision di
governo in armada.
Da poi disnar, fo pregadi, et vene il principe et
le infrascrite letere; e fo, poi leto, ballotà li tre provedadori sora i conti, dieno andar in cremonese, et
rimase sier Antonio Condolmer.
Di Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier,
luogo tenente, e sier Piero Marzello, provedador, di
primo. Mandano uno reporto, nihil da conto; et poi
il Marcello sollo scrisse zercha provision si ha a far.
Da la Mota, di sier Filippo Trum, podestà, di
primo. Dil zonzer li el conte di Pitiano, e sier Domenego Contarini, capetanio, scrive, torna a Vizenza.
Da Cataro, dil proveditor, di 8. Vechia, la qual
non fo leta.
Fo per Gasparo da la Vedoa, secretario, venuto
il colegio suso, poi dato sacramento a tutti, a bancho a bancho, leto una letera venuta da Constantinopoli, de persona fide digna, data a di 3 mazo, scrive
a uno suo de qui. Primo, che a dì 6 april el signor
parti per andar in la Morea, e, a di ditto, zonse lì in
Andernopoli li 4 oratori, do dil re di Franza, uno di
Rhodi, nominato Zuan di San Turini, et uno dil re di Hongaria, qualli seguitono la Porta. A dì 8 have
audientia tutti. A dì 14 fonno expediti, e ritornono
a Constantinopoli. Quel di l' hongaro pregò il turco
facesse paxe con la Signoria ; et si parte, e anderà a
li confini, fino quel dil turco, è in Hongaria, torni, et
li si farà il contracambio. Item, li araldi fonno dal signor, expose di la Signoria etc. Disse il signor :
Aremo pace con lei , si me mantiem la promessa ;
gamo per do anni, cresuto ducati 4000; mancha | aspeto il mio orator ò mandato a Venecia. Item,
quel di Crema e Salò.
Di sier Hironimo Donado, doctor, ' vicedomino di
Ferara, data a Moncelese, a d' primo. Dil venir suo cri de li, justa la licentia ; et ebbe letere di Agustim suo fiol , di Ferara, come el campo de' francesi è alozà in Val di Serchio ; et esser venuti nontij dil roy a dimandar danari da Carpi, Corezo et la Mirandola, e
par se li mandi. Domino Antonio Maria Guarnieri è
andato a Carpi ; e l' orator dil signor serive, de 15,
vol danari il re da esso signor, el ritorna a Ferara
scrive, Alvixe Manenti, quando fo li, 0 fè. Et ditti
araldi rimaseno di haver do oratori dil signor con lhoro, uno a la Signoria, poi vadino dal roy, a ve- der di tratar acordo. Item, intese quel orator di Rodi il tutto, e che il signor li dolse, la Signoria li havia roto la paxe, per li almadari, per li navilij retenuti ,
per le saline etc. Conclude chi scrive, el signor ha
( voia di far paxe, teme di l'arma' di Spagna ; et si saremo potenti sul mar, la farà grassa o magra, se-
| condo come voremo. Item, il signor à fato le spexe
461 MCCCCC, LUGLIO. 462
a li oratori di Franza : prima li à presentà una gordena de aspri 30 milia, di qual è rimasti 2000 al
175 casnar, et veste do di brocha' d'oro, peze di damaschim et zambeloti peze quatro, uno bazil e uno ramim d'arzento, 6 taze, ita che fonno ben honorati ;
et per il suo manzar li ha da aspri 2000. Item, è
partito da Constantinopoli per Nepanto gambelli
1400 cargi di monitiom e polvere, zoè 600 armadure, 300 di polvere, et 500 di sartie, che summano
gambelli 1400; et fanno apparati inextimabelli. Idio
ne ajuti ! Item, diti araldi di Franza è ritornati li a
Constantinopoli ; a dì 27 april vieneno a Rodi, et
partino ; va per la montagna per veder Bursa, poi
verano a Venecia. Item, l'orator di Rhodi, otene dal
signor la liberation di 29 presoni rhodiani, e li nostri è retenuti, e si va vendando ogni dì di le sue
robe, e si mette li danari nel casnar dil signor; et par, lui che scrive la letera, li provede a tutti. Item,
di l'armata di Negroponte, nulla sarà. Item, li araldi
disse al signor, erano venuti a requisitiom di la Signoria, et è bom venir a Venecia per menar oratori,
acciò il suo re possi acordar etc. Et per dubito di l'arma' di Spagna, el signor provede di bombarde
a Metelim, e le Foie et Stalimene. Et questo è il sumario.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma scriver a Marco Bevazam, secretario nostro, va a
l' imperador, che prima zonto dal re, digi esser andato da soa majestà per le cosse dil turco, a persuaderlo a far qualcossa ; poi dichi si ha 'uto una letera
di soa majestà, ch'è di la diferentia di Grignà. Adi
20 avosto nui manderemo li nostri nontij , cussi come soa majestà dice voler mandar do comissarij , et
debbi laudar tal oppinion ; poi dichi di Goricia, justa
la comissiom sua. Ave una di no, 180 de si. E fu
presa.
;
Pexari et una galia sotil. Poi vadi confortando i lochi
nostri dil colfo. Item, arà con lui la fusta di Cataro,
una di Vegia, et una di Sibinico. Item, atendi a la
ripresaia fata contra fiorentini, et, prendendo qualcossa, mandi de qui senza mover nulla, e cussi altri
contrabandi; e si parti doman, e vadi questa note a
dormir a galia. Ave niuna non sincier, niuna di no,
il resto di la parte. E fu presa.
Fu posto per sier Lunardo Grimani, savio da 175 *
terra ferma, che, atento la invalitudine di sier Marchio Trivixam, capetanio zeneral da mar, et, si l'ocoresse, la morte, sia scrito e comanda a sier Bortolo
Minio e sier Andrea Venier, vieneno rectori di Cypri, che, hessendo di qua da Corfù, al recever di
queste debbino ritornar, et si fusseno di là de Corfù,
resti a Corfù, et rimangino consieri a presso il zeneral in armada, preziedi li proveditori etc. E questa
parte non se intendi presa, si la non sarà presa in
gran conseio, e poi luni tutti di colegio vengi con le
sue opiniom al pregadi, sotto pena di ducati 500, da
esser scossi per li avogadori senza altro conseio, zercha al far la comissiom a li ditti. Et primo parlò con- tra sier Piero Balbi, savio dil conseio, dicendo non
era in tempo. Li rispose sier Lunardo Grimani. Poi
parlò sier Baldisera Trivixan, el consier, e fè mal :
parlò justificando suo fratello. Poi parlò sier Francesco Trum, cao di X. Et perchè sier Hironimo Capello voleva parlar, et esser horre una di note, fo
rimesso a doman, ch'è domenega, e dato sacramento a tutti. Et il principe stete fino la fin, che fo meraveia.
Da Ruigo, di sier Hironimo Donado, el dotor,
torna vicedomino a Ferara, di 3. Come à letere di
suo fiol Agustim, da Ferara, il campo de' francesi
esser andato soto le mure di Pisa, per piantarli le
bombarde ; ma non le hanno piantà ancora. Item, à
per via di uno dil cardinal Zen, è a Fiorenza, come
la signoria di Fiorenza li mandò a dir, il suo campo haver piantà le bombarde ; et poi si ha, haver butà
zoso do alle di muro, e pisani se volleno render,
Fu posto per li ditti, atento la rebelioun fata a la
Signoria nostra, che li sanseverineschi siano caduti
dil feudo, et cussi si debbi tuor in la Signoria Citadella, e far il podestà per gram conscio, e l' intrada
vengi a Padoa. Item,'siali tolta la caxa in questa ter- | salvo lo haver e le persone.
ra, qual sia venduta; e scrito a li rectori di Verona,
toglij Montorio, e vendino quelle possessione. Ave
9 di non sincere, 12 di no, 151 de si. E fu presa.
E cussi fu poi fato primo podestà sier Stai Barbo. Et è da saper, era per li sanseverineschi podestà sier Alvixe Minoto.
Noto, la nave di sier Beneto di Prioli, parti
questa notte; et il belingier di Pexari, la matina
sequente.
Adi 5 luio. In colegio, fo domenega, sier Alvixe
Grimani, patron a l'arsenal, refudoe, per non haver
la gracia dil doxe.
Fu posto, per tutti li savij d' acordo, la comissiom Vene l'orator di Franza, al qual fo leto la letera a sier Domenego Dolfim, capetanio al colfo, che deb- si ha auto di Constantinopoli ; et parlato dil turcho.
Li andar a la Vajussa, et obsti l' ussir di quella ar- Da Cremona, di sier Domenego Trivixam, el ca- mata. Arà con lui do galie grosse, el belingier divalier, e sier Nicolò Foscarini. Vol sia fato in loco
463 MCCCCC, LUGLIO. 464
176
suo; e si fazi il serivam di la camera ; lì non hè soldati , la compagnia dil conte Bernardin è pocha;
avisa di uno francese, morto da alcuni di Castel Novo, a la bocha di Adda, unde segui remor de francesi, e fo per caxon di tuor uno sacho di farina per
forza.
Da Piseyatom, di sier Fantim Valaresso, provedador. Zercha uno processo fato contra alcuni Manara, à beni de li, et fanno insolentie molte etc.
Di Crema, dil podestà el capetunio. Zercha questo medemo di Manara, fanno insolentie, e dil processo fato qui, non di sopra.
Da Sazil, di sier Alvise Loredam, podestà et capetanio. Vol monition, atende a fabrichar la terra ;
vol monition etc.
Da li oratori di Spalato, sono in questa terra.
Zercha la diferentia de eligendo canzelier di la comunità etc.
Fono examinati sier Nicolò Alberto, iterum stato
capetanio de l'ixola di Corfù, e sier Alvise da Mosto,
di sier Francesco, venuto di Corfu, zercha la persona dil zeneral. Riferiteno stava bene.
Da poi disnar, fo pregadi, et non fo gran conseio, licet fusse domenega; et vene le infrascripte
lettere:
etc. Item, à nova el vayvoda Xarcho, con il bam di
Tenina, passati Cetina, e turchi venuti contra, fonno
a le mam, et han preso turchi 18 vivi e il suo vayvoda; e lui conte Xarcho, è restato a partir la preda
a Tenina. Item, à preso etiam cavali 30; di soi nium
è morto, pur alcuni feriti ; e questo fo corado soto
Bistriza, locho di turchi.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma,
atento sier Piero Duodo, quondam sier Lucha, è debitor a le raxon nuove, di dacij vol scontar con il
credito di so' conti di Pisa, ch' el possi scontar ; e
ditto sier Piero andò in renga, e narò il caso. Ave
30di no, el resto di la parte. E fu presa.
Fu posto per sier Lunardo Grimani, savio a terra
ferma, la soa parte di eri, ma muda dove diceva
tutti do, volse restasse uno sollo, o sier Bortolo Minio o sier Andrea Venier, in armada per consier, da
esser balotadi qui im pregadi, e sia poi posta a gram
conseio. Or, prima andò a contradir sier Andrea Cabriel, savio dil conseio, e ringratiò il conseio. Poi
parlò longamente sier Alvise da Molin, fo savio dil
conseio, aricordò si facesse uno provedador zeneral
in Levante, come fu fato sier Nicolò da Canal a tempodiNegroponte, con conditiom, si niente interviem 176 *
dil zeneral, resti el ditto, capetanio di l' armada et
vice capetanio. Poi parlò gajardamente sier Lunardo
Grimani. Li rispose sier Domenego Bollani, el consier, e intrò in l'opiniom dil resto di savij , che messeno a l'incontro, mandar ducati X milia al zeneral,
homeni, artilarie etc. , e scriverli una bona letera ad
inanimarlo. Et poi sier Anzolo Trivixanı, fradelo dil
zeneral, volse parlar. Ma andó la parte : 5 non sincere, 4di no, 65 dil Grimani, 120 dil consier e nostra. E questa fu presa. Fu dato sacramento a tutti
di le disputation fate.
Di Piero di Bibiena, data ozi, in questa terra.
Come à aviso di Bologna di 27 et 29, hanno da Fiorenza il campo de' francesi, venuto versso Pietra
Santa e Cassina, non trovando aqua e li pozi cativi,
comenzono a marinar. Era comissario de' fiorentini
con lhoro Zuan Batista Redolfi, e pocho manchò che
li fiorentini non fosseno amazati da' francesi ; e ditto
comissario convene tornar a Fiorenza, dicendo haver
francesi pocho governo etc. Item, il campo è alozato
tra Cassina e Vico, et voleno andar a tuor le terre
li Foze, è de' pisani ; poi andar a tuor Pisa. Item, è
venuto in campo uno comissario de' fiorentini, con
ducati 12 milia, e francesi voleno il resto di la paga,
fin ducati 30 milia ; et fiorentini hanno mandato a
Bologna a dimandar salnitrio, e non l'arano. Item,
el cardinal Sam Piero in Vincula era a Lucha, volea
spingier le gente francese avanti, per l'impresa dil
Reame; e Vitelozo à roto a' fiorentini, e corsso su
quel di Cortona. Conclude, fiorentini sospetano de' | sto bona verba.
francesi , et pisani si renderiano a essi francesi, ma
non a' fiorentini .
Da Sibinico, dil conte, di 19 et 25. In la prima,
dil zonzer li l' orator Stanga, stato per il signor Lo- dovico a Napoli, el qual è comendador di Santo Antonio, et vien a Venecia; qual è za zonto. Or lo onoroe ; alozò in vescoado ; lo acompagnò per la terra
A d' 6 luio. In colegio, non fo il principe ; vene
li tre zudexi, e li creditori dil banco di Garzoni, zercha la intromission fata per sier Polo Pixani e compagni, avogadori, zercha le piezarie, intervenendo i
Bernardi etc.
Vene uno frate, con una letera di fra' Graciam,
general di l'hordine ... , data a le Terme Philipiche.
Vol la Signoria lassi far nel suo convento etc. RespoVene domino Gaspar Stanga, da Cremona, fradello di domino Marchexino, e fiol di domino Christoforo, insieme col castelam di Sonzim ; è qui per la diferentia con li homeni di Soresina, per la juri- ditiom ha comprata dal Moro; et fo comesso a li savij
akdir et expedirlo.
Da Cremona, di sier Domenego Trivixan, el ca-
465 MCCCCC, LUGLIO. 466
valier, provedador. Zercha alcuni casi di homicidio | che presto lo spazerà. Item, soa majestà voria farsi
seguito, vol autorità e taia. amico, et etiam nostro, el re di romani, per caxom
di le cosse dil turco. Item, è nova si feva zente in
Alemagna, per il ducha Alberto di Saxonia, barba
dil ducha, elector di l'imperio, per andar a tuor
uno suo fiol ritenuto in Frixia. Item, che el cardinal
Fo balotà molte monition per Antivari, e scrito | li ha ditto, voria la Signoria li desse uno ribello suo,
Da Cuvrili, di Marin di Greci, di 20 zugno.
Voria si mandasse Schandarbecho ; scrive la condition dil loco, qual sarà utele etiam a far legnami per
l' arsenal.
al zeneral.
Da Ferara, dil vicedomino, di 4. Come zonse
de lì, et intese dal signor, haver da Fiorenza come
francesi , a dì ultimo, deteno la bataia a Pisa. Pisani si defeseno, e ne amazò 40, feriti 60 francesi, et che
essi francesi, il mercore sequente, ne dovea darli
un' altra.
DaBergamo, di rectori. Zercha uno domino Antonio Maria Palavisino, è a Cassam per il roy, vol il
porto di Ada sia dil roy.
nominato Rodoardo di Lampugnam, qual con trame
lo soiò ; e di questo à scrito a domino Accursio, orator de qui. Item, esso nostro orator à solicità il re a
mandar letere in Hongaria, per concluder la liga
contra turchas ; dice lo farà ; et cussi domam le
expedirano.
Da poi disnar fo pregadi, a petiziom di sier Bernardim Loredam e sier Nicolò Dolfim, synici intra
culfum, per expedir sier Bernardo da Canal, fo podestà in Antivari, retenuto ; et reduti, li Canalli comDi Franza, di l' orator, date a Liom, a di 27. parseno davanti la Signoria, dicendo non esser in
Come il re havia mandato im Bergogna, a veder si hordine, e non haver li avochati. Or li consieri meshè peste, perchè vol andar a Paris. Item, missier seno di chiamar el pregadi ogni di di questa setimaZuan Jacomo è li con la moglie, e intra in li consulti na, per expedir questo caso. E have tutto il conseio.
general; si pol dir confinato de li, et privo dil titolo Et li consieri restono a dar audientia, e li savij
di Milan, che prima havia ; et monsignor di Obigni, di colegio a consultar; et altro da conto non vene.
ch'è amallato, il re lo manda a Milam sora le zente
d'arme, e a presso di lui va monsignor di Chiamonte,
e sora il conseio di justicia monsignor di Talara.
Item, manda el cardinal Ascanio nel castel di Burges, dove esso re stete prexom, e in man di quel
castelano vardo esso re, et par a lo ditto cardinal |
andasse Rhoam a visitarlo. Item, missier Francesco |
Bernardin Visconte e Marchexin Stanga rimarano confinati in Franza. Item, esso orator à parlato col
re, solicitando lo armar ; solicita il successor si fazi.
A di 7 luio. In colegio fono alditi li signori di
la tavola di l'insida, contra li Coresi, merchadanti
zenoesi, abitanti qui, perchè voleno dagi in nota etc.
Vene sier Alvise da Mulla, venuto podestà et ca- petanio di Capo d'Istria ; aricordò molte cosse, e
che triestini hanno 22 barche, fanno assa' contrabandi, e si provedi. Item, di la forteza di Golaz,
qual lui ha reſata ; mancha la custodia. Item, a la
terra voria far certi volti versso Castel Liom ; rimesso dagi in nota, qual mi la dete, et ho. Item, à fato
passa 80 di muro che cazete. Fo laudato dal principe.
Vene sier Alvise d' Armer, stato come provedador al sal a Cremona e Geradada, a incantar i salli.
Fo rimesso a doman.
Vene l ' orator di Franza, col qual fo conferito,
10 esser di Roma, ch'è miraveglia ; poi volse cosse
particular.
Fo ballotà ducati 8000 per mandar al zeneral,
Dil ditto, di 29. Come il re li disse : È bone nove de' sguizari. Ha di monsignor di Sans, suo orator
177 a la dieta de' sguizari, per lo acordo si dovea far col
re di romani, et par niun per nome di ditto re vi
fusse venuto, unde spera seguirà acordo tra il roy
et ditti sguizari, et li renderano Belinzona, con darli
danari. Item, quanto a lo armar, parlò col cardinal ;
li disse le do nave si armerà a Zenoa, licet fosse
ditto mandarle ad armar im Provenza, e fo ditto
per bon parer, e per scusa de' zenoesi. Di l'arma'
yspana, il re à solicità l' orator di preſati reali, e par
sappi ditta armata non verà, si el roy non prometti
non molestar il re Fedrico; et esso nostro orator à
parlato di ziò col cardinal, qual li rispose, si penserà
di trovar modo. E li disse, il marchexe di Mantoa,
come ba inteso, fa zente, lo vol saper di certo; et
hessendo cussi, il roy farà, monsignor di Beumonte | Aurio Bua, capo di stratioti, Badino et Christoforo di
di una banda, et la Signoria nostra da l'altra ; si | Calabria; et, dà fama, si conza con la Signoria noI Diariidi M. SANUTO. Tom. III.
armar etc.
DaBrexa, di rectori. Hanno di uno, venuto da 177
Mantoa, il marchexe è a Gonzaga, ha 120 homeni
d'arme, 300 cavali lizieri, 1000 todeschi, 500 fanti
italiani ; è con lui domino Galeazo di San Severino,
Frachasso suo fradello, el conte di Melze, assa' honorati ; stanno a spexe dil signor. Item, domino
30
467 MCCCCC, LUGLIO. 468
stra. Item, da Brexa veneno assa' danari di più | scoto e sartie é stå logate a la Canina, e parte di hocosse.
Da Udene, di luogo tenente e il provedador. Come
il conte di Pitiano è zonto li, amalato di febre, e sier
Domenego Contarini, capetanio di Vicenza, che l'à
compagnato, si parte e torna indriedo etc.
Da poi disnar, fo pregadi. Fu posto per sier Lunardo Grimani et sier Piero Capello, savij da terra ferma, di far el primo pregadi orator in Franza,
atento quelli refudano, con pena etc. Et have tutto il
conscio, e fu ben facto.
meni sono partiti ; crede la non potrà ussir ditta armata. Item, à nova, turchi dovea dar la bataia a di 178
15 di questo a Napoli ; si duol non haver esso re- ❘ctor danari, che manderia exploratori a intender.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, più
letere. In conclusione, ha per uno vien di Vormes,
era il ducha Alberto di Saxonia con persone 16 milia li, si dice per Italia. Item, per uno vien di Maram
e Bolzan, par si fazi zente, et è stà renovà li comandamenti dil re. Poi, per un' altra letera, scrive non
Fu posto per sier Lunardo Grimani preditto, et esser preparation di arme, come scrisse ; e il geneJo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, scriver al capeta- ❘ral di Humiliati è a Trento, e li milanesi, ai qual il
re à mandà a dir, non sarà avosto li meterà in caxa.
Item, è passa uno messo dil marchexe di Mantoa
per Riva, va in Elemagna, a dirli turchi vien in Friul.
nio zeneral, si lievi di Corfù e unissa l'armada, et
inanimarlo, ut in ea. Contradixe sier Piero Duodo,
savio da terra ferma. Li rispose sier Lunardo soprascrito. Poi parlò sier Andrea Cabriel, savio dil conseio. Poi sier Michiel Salamon, era di la zonta. Poi
sier Alvixe di Prioli, quondam sier Zuane, fo governador di una galia in armada. E li consieri, e il resto
di savij e li cai di 40, tutti, excepto sier Lucha Zen,
el consier, messeno di replichar le letere al zeneral,
di 16, e scriverli si muovi di Corfù, con parole più
dolze di la nostra. Andò le parte: 3 non sincere, 2
di no, 80 la nostra, 96 di savij . Et questa fu presa.
Fu posto per li consieri, che la sententia fata per
sier Domenego Zorzi e sier Hironimo Querini, de- | gnoria nostra, fin si provedi.
Di Padoa, di rectori, fata eri. Come, inteso la
diliberatiom dil senato, scrisseno a Citadella ; unde
hon sanno, zercha i dacij, quello habino a far ; e si
rispondi.
putati in la causa dil castelo di Pandim, tra madona
Fina e il conte Hugo di San Severino, sia ferma, e
habbi apellatiom a la quarantia novissima. Ave tutto
il conseio.
Fu posto di confinar sier Bortolo Dandolo e sier
Antonio Arimondo, sopracomiti in galia, e si partino etc. Ave tutto il conscio.
Fu posto per tutti i savij di colegio, expedir
Schandarbecho, e il colegio possi spender in la sua
expedition da 2500 in 3000, con questo, non impazi le cosse di l'armada. Et have 12 di no, 106 di
sì . E fu presa. Et fuit nihil.
Di sier Alvixe Minoto, podestà di Citadella, per
nome di san severineschi, data a dì 6. Come, auta
la nova, tutti steteno di bona voia, ringratiando Idio
esser ritornati come prima ; e lui à licentià quelli
erano per li ruberteschi, solum tre vilissimi perhò ;
et lui dice starà a quel governo, per nome di la SiFo stridato domam chiamar gran conseio, a petiziom di avogadori di comun, per sequir il procesSo etc.
Noto, questa matina parti il capetanio dil colfo,
con 43 homeni falidi ; et etiam per colegio fo tolta
una nave candiota, era qui im porto, con ferma di
mexi tre, homeni 90, lire 45 al mexe, et lire 55 di
sovenzion ; e cussi l' arma.
A di 8 luio. In colegio, vene sier Alvise d' Armer, stato provedador al sal, a Cremona etc. Porto
ducati 80, scossi di debitori dil sal dil signor Lodovico. Fo ordinato li tengi a l' oficio, e fazi conto separado. Item, disse haver incantà tutti i dacij di
lochi novi , a l'anno ducati 19 milia.
Fu posto per nui ai ordeni, e i altri savij volseno
esser nominadi, di confirmar li privilegij di pastrovichij , et darli stera 200 formento, e stera 200 me- Vene li do oratori di Crema, ai qual foli ditto,
io. Item, a' perestini stera 100 formento, e stera 100 ritornaseno, perchè veriano poi ad esser alditi, quanmeio. Item, a uno Boycho Boyro, stera 30 formen- | do verano li oratori di Brexa e Bergamo, per la dito. Et ave tutto il conseio.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo et cape- tanio, di 16 zugno. À per uno explorator, stato a
la Vajussa, esser varade galie 18; il resto è in terra ;
et esser venuti asapi inexperti ; e a la bocha di la fiumara, per il provedador Pixani di l'armada, è stà aterrà con piere, adeo le non potrà ussir ; et elbiferentia etc.
Vene il signor Carllo Orssini, fo fiol natural dil
signor Virginio, et è condutor nostro. Sentò a presso il principe, narò la presa dil cardinal Ascanio ;
disse averlo preso lui. Si duol Souzim Benzon habi
auto l'honor. Or fo comesso ad aldir a li savij a
terra ferma.
469 MCCCCC, LUGLIO. 470
Fo ballotà ducati XXV per li mantelli biavi di | ritornato de Yschia indisposito ; qual li disse haver
comandadori, juxta il consueto ; quali però si dieno pagar di danari di le raxom vechie ; e fo tolti di
camerlengi.
Di Roma, vene letere molto desiderate; portole
Christofolo Verzo, di primo et quatro. In la prima,
come el papa à sie feride, do su la testa, una davanti, una da driedo à pocho mal, et una sul brazo
destro, dove l'intra gran tasta, e una soto la seia
destra, do su le dedi destri di le mam ; et, per caxon
di nervi , à dolor; ave febre, pur stava meio. Item,
178* che a dì 26 fo concistorio. Parlò il papa in materia
subsidii Hungariæ ; vol far etc., e far tanxar soa
santità per tre cardinali. Et par li cardinali contradixe, dicendo la Signoria fa quello la vuol. E soa
santità rispose, come femo per la fede. Tandem disse : Vuj pagerè la decima, e cussi la corte nostra, e
il regno di Napoli. Et vol expedir questa serra la
decima, il jubileo e la cruciata per Ungaria. Item,
el di de San Piero , li fo apresenta uno cavalo
biancho per nome dil re di Napoli, per il censo. Soa
santità l' acetò, licet l' orator di Franza dicesse non lo dovesse aceptar. Rispose il papa : È nostro feudo ;
volemo aceptarlo. Et subito, ditto orator spazò in
Franza. Item, in la materia di Faenza, el signor li
vol dar ducati 2000 ; soa santità non li ha voluti
aceptar, et era per il censo. E più cha mai è su fantaria di Rimano, Faenza et Pexaro ; e diceva la illustrissima Signoria à bona scusa ; sono excomunichati lhoro, e tutti chi li dà favor. Item, per Roma,
conclude, tuti teniva il papa stesse im pericolo di
morte.
letere di Toschana, le zente francese non passerà
più oltra, vanno lentamente ; et è letere di Elemagna, di domino Francesco de Montibus, orator di
esso re, e Alvise Ripol, che la dieta si faceva per
tuor il stato di Milan. Et è letere di Hongaria di
| zorni 7, che la liga con la Signoria nostra si farà, e
si trama la trieva col turco, includendo la signoria
nostra, chome par habbi dito l' orator di Polonia.
Item, il re Fedrico non scuode cussi le impositione,
imo à suspeso il pagar. Item, è letere di Palermo,
de 18, che si aspectava l'armada yspana zonza li
di zorno in zorno etc.
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà el
capetanio, di 7. Manda uno aviso auto di sier Piero
Bembo, castelan di la Scala, auto per via di Elemagna, che erano reduto et in hordine assa'zente per
Italia, et la dieta non è compita, dove lì hè uno orator dil turco, et era stà fato taiar la testa a sie capi 179
de' sguizari, et che 72 terre franche li da ajuto, et
verano con 70 milia persone. El qual castelam è
mal in hordine di munition etc. Li ſo scrito, vadi li
esso podestà a proveder al bisogno.
DaRoverè, di sier Mafio Michiel, podesti. Come
non à nova da conto de' ſpreparamenti fazino elemani..
Di Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier,
podestà. Di uno caso seguido a Zerea, de alcuni che
inchiesia, a dì 28, serò le porte, a messa hessendo,
et amazono do citadini, uno fiol di missier Verità di
Verità e uno altro. Vol licentia di darli taia, per esser
il caso grieve.
DaSazil, di sier Alvise Loredam, podesti el capetanio. Come à paura di turchi, voria le caxe a le
mure fosseno ruinate, saltem si serasseno li pozuoli
e porte, e li formenti si redugi in le caxe ; et quelli
hanno le caxe in la terra, dimandano assa' fitto. Or
li fo scrito per colegio, debbi limitar il precio a le
caxe dil fitto.
Delditto orator, di 4. Come esso orator, a di
3, fo a visitation dil papa, e fu primo di tutti che 'l
vedesse. Era con soa santità madona Lugrecia, la
princessa e so marito, e una soa damisella sta con
madona Lugrecia, ch'è favorita dil papa. Et andato
al leto, el papa tene a esso orator la mam in man ;
li disse haver scorsso un gran caso e infortunio, dicendo, è tutto di la Signoria, purchè Valentin li sia ricomandato faremo ogni cossa per quella Signoria. E
poi esso orator tolse licentia da soa santità, et el|
ducha Valentino l' acompagno, qual si voria conzar
con la Signoria nostra, e haver conduta et la protetione. Item, in castello è stà trova strangolato do- | manda una letera, li scrive uno conte Martim, avisa
mino Alexandro di Sermona, era stà retenuto per
haver straparlato. Item, è letere di Pisa, di primo,
come li era stà dà una bataia, et roto X passa di
muro con crede di l' una e l'altra parte. Di l'armada yspana nulla si ha, ni etiam il suo orator.
Da Napoli, di l' orator, di 27. Come il re era
Di Cappo d' Istria, di sier Piero Querini, podesta et capetanio, di 5. Manda una letera auta di
Damian da Tarsia, castelan a Castel Nuovo; à nova
turchi di Bossina esser levati, e andati versso Andernopoli ; el per una altra, el preditto castelan
turchi esser levati, per andar a Nepanto. Item, dice
di 200 cavalli, qualli hanno fato etc., ut patel.
Di Spalato, di sier Piero Trivixan, conte e capetanio. Come quel capo di stratioti manda qui, vol
meter albanesi in la compagnia.
DaBrandizo, dilgovernador. Zercha quelle com-
471 MCCCCC, LUGLIO. 472
pagnie ; non hanno da viver, et si provedi, perchè
non ponno più.
Noto, eri fo aperto il banco di Lippomani a Rialto, per li capi di creditori, per dar principio a pagar
parte, per rata, de li contadi trovadi ; et li Lippomani
è absentadi.
Da poi disnar fo gram conseio, a petizion di avogadori di comun, sier Nicolò Michiel, procurator, e compagni ; qual reduto, introduse il caso, cazadi prima li parenti di sier Antonio Grimani, capetanio, e patroni stati in armada. El preditto sier Nicolò Michiel , qual prima ringratiò di honori datoli,
di averlo electo procurator di San Marco, disse era
34 anni vene di studio, fu primo fato ambasador, et
zudexe in Corbavia e Corvatia ; poi provedador in
Dalmazia, Corbavia e Corvatia, con do galie, soracomiti sier Francesco Zustignan, e uno dalmatim ;
poi fu fato di pregadi, conte a Spalato, dove, jubente
senatu, fè amazar uno ducha, capetanio dil re di
|
|
diva etc. Li rispose sapientissime sier Marco Sanudo ; replichò tutto quello havia ditto el Liom. Or
andò la parte di sier Hironimo Liom, cazadi li parenti di avogadori, zoè pare, fio, frar e zenero. Dil
Liom fonno non sincere 63, di no 184, di la parte
194. Nihil captum. Iterum balotata : 52 non sincere, 189 di no, 198 di la parte. E pur la pende.
Rimesso a uno altro conseio, et mandato il reo im
prexom.
Adì 9 luio. In colegio vene el Bataia, olim castelam di Cremona, dimandando la expeditione per
il resto ; dimandò la caxa fo dil signor Ruberto,
et Montorio.
Di Franza, di l' orator nostro, di ultimo et primo, dute a Lion. De coloquij abuti col cardinal e
col roy; primo, zercha l'armada. In conclusiom,
si arà do nave a Zenoa, dove sarà 600 normandi,
400 provinziali, capetanio Renier Parente, normando, visconte di Roam. Item, di l' armata di Spagna Hongaria etc.; poi andò orator in Spagna a re Zuan- | parlò al re, e voleva soa majestà scrivesse a quelli
reali ; zercha Napoli stesse securo per hora. Soa majestà disse, faria con bon modo ; e l'orator yspano dice, quella armada verà in Levante, con quella
dil roy, in nostro ajuto. Item, è spazi le letere per Hongaria a li soi oratori, fazino liga contra turchas,
le qual letere sarano con queste ; et che in quel di,
primo luio, si parte monsignor di Obigni per Milan ;
disnoe con esso orator, è homo da bem, conforta,
venendo, la Signoria lo honori, è di primi di la cor- te. Item, il re aspeta li li oratori di Alemagna, poi si partirà , et è che im Bergogna è la peste. Item,
domino Francesco Bernardin Visconte si ricomanda a la Signoria, et par resterà in Franza. Item, il
roy li disse : è nova da' sguizari, il re di romani à
posto a far la dieta a uno zorno di questo altro me- xe, et si aspeta li a Lion uno nontio dil re d'Ingaltera. Item, esso orator recevete nostre letere, con
li sumarij di le nove dil turcho ; subito le comunine ; poi podestà a Vicenza ; poi baylo e capetanio a
Corfù, e consier in Cypro ; demum, cinque volte rimasto dil conscio di X, cinque volte avogador, tre
di le qual introe ; poi orator a Napoli, dove stete 19 mexi , et a Roma, dove stete XX mexi ; demum, in
Franza, al far di la liga ; poi iterum a esso re di
Franza a Milam ; demum creato procurator di San
Marco. Conclude : Dum memor ipse mei, sarà ubligato a la republica, meter la vita lui e soi fiolli, per
179 tante dignità datoli. Poi menò sier Alvixe Marzello,
fo capetanio di le nave armade, ſo di sier Troylo;
stè pocho in renga, e cargó ben. Erano avochati dil
prefato Marcello, domino Andrea da Bolzano et Venerio da Faenza, doctori. E, compito l' avogador, el
prefato sier Alvise Marcello andò in renga ; parlò |
ben in sua excusatione, mostrò li piedi impiagadi, ❘
disse li avogadori non havia voluto tuor le sue valentisie, voleva far examinar alcuni di la sua nave.
Poi li soi avochati andono a la Signoria, e a l'in- choe al re.
contro li avogadori, el menava, diceva non servava
l' oficio darli tanti termeni, adeo la Signoria nulla termino. Et sier Hironimo Liom, el cavalier, avogador, li parse meter pena a essi, olim avogadori,
atento essi, olim avogadori, metesseno la parte di
procieder contra el ditto sier Alvise. Et sier Hironimo Liom voleva, che prima si tolesse le sue valentisie, sub pœna ducati 100 per uno, mitigata in soldi
20. Et sier Nicolò Michiel e compagni non volendo,
el prefato sier Hironimo Liom andò in renga, e comenzó : La inviolabel justicia etc.; dicendo, Idio non
haveva voluto condanar Adam, si prima non l' alDaMilam, di monsignor di Luciom, governador 180 di Milam. Prega la Signoria nostra rendi le cosse tolte et li castelli a domino Francesco Bernardin
Visconte etc.
Di Brexa, di rectori. Par habino auto letere dil conseio regio di Milam, soto scripte : Senatus regius et ducalis, Mediokini residens ; et voleno alcuni pre- soni milanesi.
È da saper, Lucio Malvezo è prexom nostro in la
rocha di Cremona ; missier Zuan Bentivoy daria a
la Signoria nostra ducati 2000 per averlo in le man,
per esser la caxa predita soa inirnicha.
473 474 MCCCCC, LUGLIO.
Di Brexa, di rectori, di 5. Come el conte Alvise
Avogaro era ritornato di Mantoa ; dice à visto li cavali dil marchexe, e nara il numero di capi di lanza,
e tutto. Item, à 500 fanti italiani ; dice si aspeta li
uno signor di Baviera, et che il re di romani li à
scrito di suo man, vuol tuor l'impresa di Milam; e
che ' l re di Franza lo vol far capetanio de' fiorentini, et che esso marchexe si à oferto contra turchi
a la Signoria nostra, per via di Antonio di Ruberti,
darli 400 homeni d'arme e 300 cavali lizieri ; et
che la Signoria li havia fato intender, si el voleva di
certo far la pace col turco ; e che esso marchexe fece
risponder non prometeria di certo di suo fratello,
ma ben credeva faria far la pace, et manderia soi
oratori con nostri messi al turco, qualli sariano admessi e ben visti. Item, si dice à mandato Christophoro di Gonzaga orator al turco; tamen lui, conte
Alvise, sa lui esser a Milan. Item, che lui marchexe
è capetanio dil re Maximiam, et che il re di Franza
li mandò uno orator, e dimandò tre cosse : la prima, la investitura di Milan ; la 2.ª, contra il turco; la 3.ª, sia con la majestà dil re di Hongaria e
gli altri potentati contra il turco. Item, per un' altra letera, essi rectori rispondeno non darano più
licentia a niuno vadi a Mantoa, justa le letere nostre.
Di Feltre, di sier Matio Barbaro, podestà el capetanio, di 7. Come è nova, per uno suo explorator,
stato in terra todescha, dove a certo loco troνό 30
milanesi, qualli li dimandò: È vero, la Signoria habi
perso Cataro ? Et fo dito, lui era spion. Poi intese,
al re di romani esser venuti do oratori dil turco, et
che il re havia fato taiar la testa a sie capi de' sgui- zari etc.
Adì Xluio. In colegio vene l'orator di Franza, et mandati fuora quelli non intravene nel conseio di X, insieme con lui ſo conferito alcune cosse elc.
ze, suo procurator, etiam parlò ; unde la Signoria
terminò li frati lo elexino, e far di ziò provision.
Da Palermo, di Ulixes Salvador, data a di 19 180 '
zugno. Come l'armada yspanna non era zonta, ma era letere di don Consalvo Fernandes al vicerè, di
22 mazo, da Malicha, come erano imbarchati li homeni et 150 cavali, et per tuto il mexe si partiria ;
tamen è opinion im Palermo, non hessendo altro nel regno di Napoli, anderà a Zerbi. Ditta armata è barze e charavelle 60, tre nave zenoese, tre galie
sotil. Sono 8 in Xmilia pedoni, 300 homeni d'ar- me, et 400 cavali lizieri. Item, era stà remesso de
li, per questo exercito, ducati 40 milia, et de li in Sicilia è bon merchato de formenti. Item, di una nave de ... , zonta li, qual va a danno de' venitiani,
e à 'buto hordine da li reali tuor per ducati 4 milia,
per la ripresaia ha contra nostri.
Di Ferara, dil vicedomino, di 7. È nova, pisani
haver auto una bataia, e si hanno difeso molto bem,
et im Pisa sono intrati assa' corssi, et pisani hanno
licentia e liberà il signor Constantim Arniti, era retenuto de lì, qual è fuzito per mar e andato via ; et par, pisani habino bon numero di zente. Item, don
Alfonxo, fiol dil ducha, è partito per Modena, andato a veder minere. Item, che li in Ferara era la
nova, za tre di, di la sayta vene el di di San Piero
a Roma, et è mal che 'l papa non sia morto da la sayta, come tutti lo dice. Item, el marchexe manda uno novo nontio in Franza, per l'andata di oratori di Elemagna a esso re di Franza.
Dil ditto, di 8, venuta da poi disnar, nel conseio
di X. Come era nova, pisani defendersi virilmente,
et che monsignor di Beumonte torrà la terra per il
roy, et che francesi hanno tolto il stato dil marchexe
di Massa, zenero dil signor Sigismondo da la cha' di Este, qual lo ha lassato a lhoro, zoè Massa Carvara
et la Vanza, et è venuto via, e che francesi alozono
come amichi, et poi li tolseno el dominio di quelli
Vene l'orator di Napoli ; non era il principe, castelli. Et par che francesi, con li commessarij fioqual era partito. Mostró esso orator una letera dil | rentini, fonno a le man, e li strazó uno stendardo
re, zercha Basilio da la Scuola, che 'l vol lassar di
prexon ; poi mostrò una altra letera di esso re ,
li scrive dil turcho ; poi disse di l'armada di Spagna; concludendo la majestà dil suo re si oferiva
a la Signoria far liga con il turcho. Or, per il vice
doxe li fo risposto bone parole etc.
de' fiorentini, et è venuti ducati 12 milia in campo
da Fiorenza, unde quelli si aquietono. Item, manda
una letera li scrive Zuliam di Medici. Item, mandoe
una altra letera copiosa di nove, li scrive el conte
Nicolò Rangom, drizata a Piero di Bibiena, con hordine la mostri a la Signoria nostra etc.
Vene li frati di San Stefano, di l' hordine di He- Da poi disnar, fo conseio di X con zonta di coremitani, et parlò maistro Stefano da Veniexia, prior, ❘ legio, et vene letere di Udene dil luogo tenente e
dolendossi de uno visitador, qual voleva meter prior sier Piero Marcello, provedador, di provisiom da
di questo monastero un fra' Segondo Contarini, ch'è esser fate. Et 0 altro di novo.
homo di gram infamia etc. Et sier Michiel da Le- A dì 11 luio. In colegio, vene sier Silvestro
475 MCCCCC, LUGLIO. 476
181
Zem, fo di sier Piero, qual havia auto la podestaria
di Citadella da li sanseverineschi, e voria la Signoria fusse contenta el restasse podestà XVI mexi et non
si facesse il podestà novo ; et il colegio rimesse a la
Signoria a consultar. Tamen 0 fu fato.
roy à mandà a Mantoa a dir di le preparation di zente el fa, e si maraveglia perchè l'è amico; e li
dimandò li rebelli soi, è nel suo dominio, aliter etc.
Item, si dice missier Francesco Bernardim Visconte
torna a Milan , e missier Zuan Jacomo resta in
È da saper, eri sier Lunardo Grimani, savio a Franza. Item, è nova borgognoni à roto a' elemani ,
terra ferma, fè meter bancho a sier Zacharia Lore- et il roy partirà da Liom e va a Paris ; et che per
dan, soracomito ; et sier Francesco Arimondo vene Milam si parla varie cosse, e franzesi menano milain colegio a dolersi, li tochava la volta a lui. Or Jonesi in castello, e conza le cosse con danari ; pur duparlai ; suspisi tutto; poi si acordono. bitano milanesi, si de li francesi vieneno li, qual di le
Vene l'orator dil papa, et fè lezer uno brieve | motiom di elemani. Item, il castello si fortificha tutali scrive il papa, dil caso sequito ; la copia di la qual via, e si porta dentro monitiom a la zornata, et si
sarà scripto qui di soto. Poi esso orator si raco- vanno provedendo.
mandoe a la Signoria Valentino.
Dil ducha Valentino, a la Signoria, in vulgar,
data a Roma, a di 6. Soto scrita di sua man : obsequentissimo figliolo el ducha di Valentines. Scrive
il caso sequido al papa, et si ricomandò lui et le
cosse sue.
Da Roma, di lorator, di 6. Come era stato dal
pontifice, qual manda li brievi per Hongaria, per la
decima, jubileo e cruciata, drizati a lo episcopo di
Chay, et soa santità promete far gran cosse, da poi
che Dio l' à liberato dal pericolo, e il primo concistorio provederà di mandar la summa di danari, et
manda le ditte letere per via di Focher in Hongaria.
Da Bassam, dil podestà et capetanio. Manda una
letera li scrive sier Piero Bembo , castelam di la
Scala, come à nova, per letere di suo amico , li
scrive di gran preparamenti di elemani, e si provedi al loco di la Scala ; unde li fo scrito per colegio,
debbi mandar fanti li, e commeti al castelan non si
parti.
Da Bassam. Siegue el ditto podestà di uno scrivan, venuto, per nome di la Signoria, a scuoder debitori exegibelli.
Noto, eri sera parti Vicenzo Guidoto, va a star
secretario a Milam, e li fo dato letere di credenza.
Et el piovam di San Rafael, per il conseio di X, fo
mandato vicario a Cremona, perchè il vescoado é
dil cardinal Ascanio, et le intrade fo scosse per la
Signoria nostra.
Di Alexandria, di sier Hironimo Tiepolo, consolo, di 24 mazo. La copia di la qual è scrita qui
driedo, e vene con nave eri.
Sumario di la letera dil consolo di Alexandria, 181
datu a di 24 mazo.
Come el turzimam grando del Cajero li ha scrito
continue, zercha el tributo dia aver il soldan de Cypri , secondo el consueto, e ultimate el signor voleva
esso consolo andasse al Chajero, e otene di mandarvi uno homo, et si mandò a scusar al soldan, aspetava ditto tributo con le galie, et aspectava tal cossa
al rezimento di Cypri. Et il signor li rispose, omnino
esser neccessario mandi uno de li. Item, è venuto
comandamento dil soldam, si toy el piper de la vo- ze, atento le galie non è venute al suo tempo; e non
lo volendo tuor, esso consolo vadi al Chaiero. Et ha
difeso, per tenir in tempo. Ultimo è venuto uno beDa Milam, di uno scrive a Vicenzo Guidoto,
secretario nostro, di 4. Comme a Renna non volseno aceptar 500 fanti francesi, e a Lucarno li gelfi | dardar dal Chaiero, con uno comandarnento simile ;
hanno caziato li gebelini, e sachiza le caxe. Item, è
stà fato danno su quel di Belizona, di prede de animalli, la qual terra, sguizari la tien. Item, che monsignor de Lixom à letere di Franza, che monsignor
di Obigui e monsignor di Ligni con 200 lanze vieneno a Milan, e questo a dì 3 se intese. Item, si
aspela vengi alozar in Milanı, a la porta Verzelina,
300 homeni d'arme francesi. Item, monsignor di
Alegra vol mandar i presoni, sono in castello, in
Franza, e disse in castello a tutti si metesseno in
hordine, fin otto zorno, de andarvi. Etiam vol mandar in Franza le donne e fiolli di foraussiti. Item, il
e lui consolo vol mandar si 'l potrà , in loco suo, uno
merchadante per meter tempo, fin le galie zonza :
voria el soldan dar el piper al presente, e uno altro
piper a la venuta di le galie. Item, de' merchadanti e
specie contratade da' chatelani e ragusei, da colli
350 partirà de li per tutto el presente; de' zenoesi ,
colli 50 fati, e im prozinto farne fin 100. De' nostri
è stà fato a l'invernada colli 904 ; el forzo trati a la
marina. Si dice soprazonzer specie assai per la via
del Ziden, e per la via del Chosagiero; oltra una
grossa charavana de specic, che vene questi di al
Chaiero, era più di 3000 gambelli di specie, unle
477 478 MCCCCC, LUGLIO.
❘
fè callar el piper da ducati 75, che valeva al Chaie | illo litteris nostris certiorem reddere, ut potius a no- ro, a ducati 68, se stima calerà a 60, sì che nostri bis vere, atque eo quo accidit ordine, quam a diverpotrano tenir le specie im bassi precij. Item, a que- sis varie nuncietur. Absolutis, ac rite et ex more sti zorni fu preso sopra le brulle una naveta di Cor- | perfectis solemniis die festo beatorum apostolorum
neri di la Episcopia, patron Francesco Zane, con
pochi vini e mielli e homeni 27, da uno galiom e
uno bregantim de' turchi, qualli, poi sono stati pa- rechij di in queste rive, volse el rischato quelli meschini presi, ma non poteno haverlo. Da poi combatè sopra il porto li una nave di Rodi, di botte 350,
e non li potè far nulla ; fo morto do turchi, e tre
de quelli di Rodi. Andono da poi in Damiata, e pre- se una caravella candiota di Jana corsari con la mita dil cargo di vini, e fo rechatà quel meschin di Francesco Zane solo, el qual erri sera zonse li in Alexan- dria. Stima el ditto corsaro tien con la preda la volta de Satalia, per conzar el galiom che ſeva aqua, e
poi vegnir in hordine fuora; si non si provede de navilio armado, stagi in quelle aque, faria mal assai,
perché le facultà di nostri vien condute de li da un tempo in qua con piccole charavelle ; et à scripto di zió al zeneral. Item, la nave di Rodi, che combate,
intrò poi im porto con salvo conduto, è carga de le- gnami e melazi ; el zorno drio quelli di la terra la svalizó e incarzerò tutti li homeni ; poi è venuto dal
Chaiero uno chaxandar dil soldam, qual, non ha-
|
|
Petri et Pauli ; cum ex eorum basilica in palatium
apostolicum nos recepissemus, sederemusque in sede
pontificali, in aula pontificum, nonnullis cardinalibus
et oratoribus audientiam daturi, exortus est repente
a septentrione turbo validus ventorum, pluvia ac grandine commixtus, ita ut arbores quamplures radicitus avulsas prosterneret, et dejecta de improviso
parte tecti ipsius aulæ, avulsæ confracteque aliquot ipsius tecti trabes, subiectum primo pavimentum dejecerunt, mox in proximam aulam cadentes, pavimenti ipsius superioris ruina pondereque connixæ,
pavimentum ejusdem aulæ, quæ et ipsa pontificum
nuncupatur, magna ex parte perfringunt. Illico, codem impetu, in aliud pavimentum maximo fragore ruentes, unam tantum ipsius pavimenti trabem ab
utraque muri parte convellunt, ac in plura frusta
conscissam, una cum variis ligneis repagulis laterum
lapidumque ruderibus in pavimentum aulæ, in qua
eramus, atque ante pedes nostros impingunt, virosque aliquot superiori pavimento obambulantes, deturbatos ante oculos nostros interimunt. Ei trabi
forte sedes ipsa in qua sedebamus de directo su- 182 vendo quel meschim danari, manzó, a' merchadanti biecta erat, aureo panno velata; cuius panni pars 182*
de una nave grossa chatelana era de li, ducati 25000, supra sedem binis funiculis obtendebatur; quibus
e per sua staťa fo menà in chatene al Chaiero vinti- ruina abscissis, capite obvoluto, cum quasidata opera
trè ferieri di Rodi, tra i qual è quatro homeni di contecti essemus, nonnulli ex cubiculariis nostris,
conditiom, et li marinari li lasserano ben batudi e immenso turbinis ac ruinæ sonitu pulvereque attomanzadi, ch'è una pietà a veder le straze à fato. niti circumquaque nos quærentes, sub hoc panno
Item, di novo si ha, el signor di Damasco haver re- quasi latitantes, oppletos murorum ac lignorum fragbellato al soldam, e voltado tutto el paexe a sua de- | minibus repererunt, paulum admodum capite, bravutiom, fino a Gazara ; per la qual novità el diodar
grando, che andava nel sayto, per manzar quel paexe secondo usanza, è ritornato al Chaiero ; et cussi
800 mamalucchi, che andava a segurar le strade❘nique valemus, quod vivimus, salvatoris nostri Jesu
versso la Mecha, contra quelli de Arbi, è ritornati al
Chaiero ; si dubita di garbuj assai.
Copia di uno breve dil papa a lo episcopo de Thioli,
orator suo a Venecia, narra il pericolo occorse
di morte.
chio, ac duobus dextræ manus digitis vulneratis.
Cumque in tanto discrimine, omni prorsus vitæ periculo careamus, quod liberati ac salvati sumus, deChristi, ejusque gloriosæ genitricis Mariæ clementiæ
misericordiæque acceptum referimus, intercessionique ipsorum beatorum apostolorum, quorum sacris
devota ac pia , ut decebat, mente interfueramus,
adscribimus, voluimus hæc tibi significare, ut, quod
diximus, rem ipsam ex ordine vereque intelligeres,
utque inclito isti dominio, quod scimus casum hunc
pro sua in nos devotione ex animo doluisse, ac salute Venerabilis frater, salutem et apostolicam bene- | incolumitateque nostra lætatum, referres ; et certe,
dictionem.
Cum existimemus isthuc quoque, horrendi admirandique casus qui hic accidit, famam pervenisse,
et propterea multos varia opinari, visum fuit te de
si ita casus tulisset, pientissimum parentem amisissent; sicut nunc, tanto ereptum discrimine, sibi conjunctissimum propensissimumque cognoscent.
Data Romæ, apud Sanctum Petrum, sub annulo
479 MCCCCC, LUGLIO. 480
piscatoris, die quarto julii 1500, pontificatus nostri | interciedi expectativa a Federico, fiol di domino Vecanno octavo.
Subscriptio : HADRIANUS.
tor da Martinengo, atento li benemeriti paterni , per
ducati .... E sier Antonio Trum, el consier, non fo
in opiniom, adeo la parte non si potè meter.
Fu posto per tutti d'acordo, che, hessendo stà
Atergo: Venerabili fratri Angelo, episcopo tibur- tolta per il colegio la nave candiota, di bote 450, di
tinensi, oratori nostro.
Da poi disnar fo pregadi. Non fu il principe. Vene letere di Riva, dil proveditor, di 6 et 7, di preparation grandissime fanno todeschi, come ha per
più relatione.
Manoli Xodatilo, con homeni 90 etc. , la sia tolta, e
partissa 6 zorni da poi con tutti i modi etc. Ave tutto
il conseio.
Adì 12 luio. In colegio vene l'orator di Franză,
al qual fo ditto esser letere da mar, e se li diria poi
il sumario, per non esser stà ancora lete. E lui preDi Feltre, dil podestà et capetanio. Chome non è sentò una letera dil roy a la Signoria, serita in franpreparation alcuna etc., si che da una banda si havia | cese, come il papa li ha scrito e dimanda ajuto conde sì, da l' altra di no.
Fu posto per li consieri, far salvo conduto a le
persone tantum di sier Andrea di Garzoni e nevodi,
fo dal banco, per altri mexi do. Ave 42 di no, e il
resto de si. Et fu preso.
Fu posto per li consieri, dar licentia a una naveta, va in Candia con ferri di la nave di sier Domenego Venier, qual possi andar a dretura senza tochar
Modom. Et fu presa. Et il colegio non era fuora, che
fo mal fato etc.
tra li rebelli di la Chiesia ; per tanto havendo quelli
in la protetione, prega la Signoria si lievi etc. Il principe li rispose, si conseieria e daria risposta.
Introe el colegio di le biave, nel qual solum li
savij ai ordeni è mandati fuora, e vi sta li nodari ;
et è pochi formenti in la terra .
Dil capelanio zeneral da mar, date a Corfù, in
galia, a di 21 et 25. Avisa sumarij e nove aute da
la Parga e dal Zante, e dil zonzer li la galia di Trani,
et de lì lui non pol trovar homeni. Item, li sopraco- Fu posto per li consieri, ut supra, dar autorità miti Contarini, Leze etjstriam, non sono comparssi,
al podestà di Verona, dagi taia a l'omicidio sequito | doman li chiamerà e farà la sententia contra di lhoro.
a Cerea: lire 2000, vivo, et 1500 morto; e siani bandizati etc. E fu presa.
Item, la galia grossa di viazi, patron sier Silvestro
Trum, è zonta mal in hordine, ede 14 balestrieri 7
Fono electi do sora la exatiom, che manchavano, solli à le soe ballestre. Etiam, zonto sier Alvixe Conin luogo di sier Domenego Marim e sier Piero Balbi, ❘ tarini, altro patrom, mal in hordine. Item, avisa una
intradi savij dil conseio; e rimase sier Alvise da Mo- relatiom, il turcho haver tre campi : uno a Napoli,
lim, fo savio dil conseio, et sier Francesco Foscarini, dove va in persona; uno a Modon, con l'armata ;
fo savio dil conseio, qual vene a tante a tante con et uno è reduto a Nepanto, con el bilarbei, qual era
sier Pollo Barbo, fo podestà a Padoa ; tolti sier Hiro- a marina con l'armada. Item, non li par di armar
nimo Duodo, fo a l'arsenal, sier Marco Antonio Mo- | gripi ; tamen, a dì 25 da sera, si parte con le galie
183
rexini, el cavalier, sier Nicolò Dandolo, sier Lorenzo
di Prioli e sier Hironimo Michiel.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma,
armar tre galie grosse etc. Et nui tre savij ai ordeni
fessemo dir, volevamo la parte, ma prima si mandi
400 homeni a l'armada, qualli siano tolti di ogni
luogo, et la galia Marcella, con la condition etc.; adeo,
tutto il conseio li piaque tal oppinion, e intrò con
nui. Et andò una sola parte, con la nostra zonta, et
have 6di no.
Fu posto per tutti d'acordo, dar a Paulo da Ro- ma, fa balote artificiade da brusar etc., ducati X al
mese di provision in tempo di guerra, e ducati 5 in
tempo di pace; e non fo balotà.
Fu posto per li consieri, cai di 40, savij dil conseio e di terra ferma, scriver a Roma a l'orator,
ha, et va a Viscardo, con disposiciom di dar dentro ;
si duol non li sia provisto de qui. Et, per altri avisi ,
l'armada di colfo dia ussir a dì 26, di di la luna ;
sarà velle 250, e chi dice il numero, chi più e chi
meno; la nave grossa ha homeni 1000, le galeaze
600 homeni per una; e dice si convien vardar da
capo, da pie' e da' lai. A la Prevesa è galie varade.
Danna sier Antonio da Canal e sier Francesco Pasqualigo, sopracomiti, ma non ha chi meter in loco
suo. Item, manda una deposition di 24, di sier Marco Antonio Contarini, stato in colfo; lo lauda.
DaCorfù, dil rezimento. In consonantia, ut ante, 183
et etiam di sier Lucha Querini, provedador ; e voleno
danari.
Di sier Jacomo Venier, capetaniodi le galie grosse, date in Canal de Viscardo, di 22 et 23. Dil pren-
481 MCCCCC, LUGLIO. 482
der di certi bregantini, e voria andar a mostrarsi a
li nimici; à pocha arma' , 7 galie grosse et 9 sotil.
Item, manda avisi di l' armada e cosse turchesche ;
par nel campo sia assa' fluxi e carestia di pam ; et
uno pan, suol valer pizoli quatro, val aspri do. El
signor turcho è al Vardari, con 50 milia persone;
et dice dia venir di colfo 50 galie, a levar questa
altra armata ; et è zonti asapi ; et che di Lepanto, li
janizari non si volea levar, et dicono non voler esser
morti, et turchi hanno fato far fuogi in Lepanto, e
dato fama è fata la paxe con la Signoria nostra.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave,
data ivi, a di 22. Danna il zeneral non è mosso da
Corfù, et mancharli homeni in la nave, e, quelli mandò a tuor, non è zonti.
Dil Zante, di sier Nicol) Marcello, provedador,
di 12 et 14. Danna la viltà di do sopracomiti, videlicet sier Antonio da Canal e sier Francesco Pasqualigo, qualli non hanno voluto acompagnar una fusta,
andava a sopraveder, e lui vol mandar do fuste.
Da Modom, di rectori, di 8 et 15 zuyno. Laudano Antonio di Fabri, governador di le fantarie, si
porta ben, li mancha 13 compagni, et Piero Schiavo
e Sbardellà hanno fato bona mostra. Item, voleno
danari, anno tolto danari im prestedo da li citadini .
Item, le nave non tocha più li, dubitano molto. Manda alcune deposition, che turchi vien li col campo;
et che sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, fo li e andò a Napoli.
Da Corom, di sier Pollo Valaresso, provedador,
do letere. In conclusion, turchi è li a presso, e li aspetano con desiderio ; à fato de li molte provisiom ; voria 'l campo venisse li avanti cha altrove, tamen non
vi è monition; e, si ha tempo un mexe, farà quella
terra inexpugnabelle, et li stratioti è fidelissimi, per
numero 1500.
De Napoli di Romania, di rectori, di 7 et 9.
Come il campo è propinquo, et eri, fo a dì 6, zonse
el signor turco con 50 milia persone a Coranto;
poi andò a la distesa ad Argos, dove à disteso li
pavioni, et nostri stratioti ussiteno di Napoli, e amazono alcuni turchi ; in la terra non è aqua, tutavia,
provedeno etc.
Disier Hironimo Contarini, provedador di l' armadı, di 9, da Napoli. Dil zonzer li con cinque galie, computa la sua; scrive provision fate, et è dito,
chi li porta la testa di uno turco, darli ducati uno.
Item, è zouto la galia Polana di Candia, con 50 arzieri, qualli li han posti nel castello dil Scoio ; voria
se li mandasse lanze per li stratioti, e legnami. Dice
il suo zonzer à confortà tutti, et fa ruinar alcune
I Diaris di M. SANUTO Tom. III.
caxe a li galioti. Item, chome Mexa Busichio è stå 184 ferito da' turchi, et esser partiti molti albanesi andati
al turco per promesse etc.
Di Udene, dil luogo tenente, e il provedador Marcello. Manda letere aute di Bossina, di quel conte
Martim ; li scrive non è zente redute, tamen è fama
dieno venir in Friul. Item, è venuto uno messo dil
conte Anzolo di Frangipanni ; li avisa turchi dieno
venir in Friul, ma non è reduti; voria stipendio da
la Signoria .
Da Brexa, di rectori. Mandano danari scossi dil
sussidio.
Di Ferara, dil vicedomino, di 9. Come, a di 4,
Pisa ebbe una bataia, e si difeseño ; et a dì 5 ne dovea haver un'altra. Item, el cardinal Sam Piero in
Vincula è zonto a Lucha, et manda qui letere vien
di Bologna.
DiBologna, dil conte Nicoli Ranyon, drizate a
Piero di Bibiena, de di 8. Avisa di le cose di Pisa,
e pisani si tiem forte, e si divulga francesi tornerano
indriedo, et busono una torre, e introno 14 francesi
dentro, qualli pisani li taiono a pezi. Item, dil venir
dil Vincula a Lucha, dove era le arme dil papa, e
lui ordinò fusseno levate. Item, a Lucha è retenuto
do, qualli faceva monete falsse. Item, im Pisa esser
intrati alcuni corssi, venuti per aqua, e zenoesi mandano salnitrio dentro secretamente. Item, è passa
per Lucha uno cavalaro yspano, vien di Roma ; dice
lamorte dil papa. Item, pisani, sono in la Verucula,
si difendeno bene.
Da poi disnar, fo pregadi. Non fu el principe.
Fu fato orator in Franza sier Francesco Foscari, el
cavalier, fo podestà a Vicenza ; el qual scurtinio sara
qui avanti.
Di Ruigo, di sier Zacharia Contarini, el cavalier, podestà et capetanio. Di certi ponti sul Tartaro
fa il ducha di Ferara etc.
Di Verona, di rectori. In risposta di Montorio,
et par sier Hironimo Marcello, quondam sier Antonio, ne habi parte etc.
Di Brexa, di rectori. Di uno suo tornato di Elemagna, dice non vi esser preparation alcuna di zente,
et li 7, deputati al governo, hanno privato il re Maximiano di ogni governo, e lhoro fanno il tutto. Et
la dieta non hè compita, et hanno manda do duchi
al re di Franza per oratori elc.
Di domino Julio da Martinengo, data a Brexa.
Scrive a sier Zorzi Corner, el cavalier, à nova di
Elemagna, presto se dia spiegar il stendardo dil re
di romani, e vien con assa' zente.
Di Ferara, dil vicedomino, di X. Da Fiorenza è
31
483 484 MCCCCC, LUGLIO.
nova pisani portarssi virilmente, et in campo de'francesi sono feriti più di 1000, sì che si spera di bene
per pisani. Item, aMantoa è zonto uno araldo di roy,
venuto a dimandar li presoni e rebelli soi, sono de li .
Fuposto, per Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni,
sollo, la parte di rezimenti da mar, vadino via, con
molte clausule ; et sia posta in gran conscio. E sier
Antonio Trun, el consier, volse la parte con questo :
quelli non sono andati al tempo, siano fuori, e si fazi
184 in locho suo, ch'è meglio. Et tuto era una cossa.
Andò le parte : 2 non sincere, 2 di no, 49 la mia,
82 dil consier. Et fu presa.
Fu posto per tutti i savij d' acordo, la parte de
quelli hanno tochà refusura et etiam la paga su le
galie, si vengi a presentar, termini zorni 8, e vadi
in armada, e li sia da pasazo, e siano liberati di la
pena ; e, non venendo, quelli li darà in le forze habi
tanto di la Signoria nostra, quanto essi arano tochato ; et quelli falirano, de cætero, siano bolladi in tre
lochi sul volto. Sier Antonio Trum, el consier, voleva la parte con condition, se intendesse di cætero.
Jo andai in renga per contradirli ; et lui si tolse zoso,
adeo non parlai. E ditta parte ave una non sincera,
di no 5, et il resto di la parte. E fu publicata,
Fu posto per tutti, sier Bortolo Dandolo e sier
Antonio Arimondo siano partiti con le sue galie per
tutto luni, sotto pena di privatiom etc. Ave tutto il
conseio.
Fono expedite letere per colegio a Roma, Franza
et Hongaria, a li oratori nostri, con li sumarij da mar.
Electo orator in Franza con pena.
Sier Marco Dandolo, dotor, cavalier, fo
ambasador a Milam .
Sier Polo Pixani, el cavalier, fo avogador di comun.
Sier Andrea Trivixan, el cavalier , fo
ambasador in Ingaltera
Sier Alvise Mocenigo, quondam sier Thomà
Sier Piero Pasqualigo, el dotor, fo auditor vechio .
Sier Antonio Zustignan, el dotor , fo
provedador sopra le camere
Sier Francesco Donado, fo auditor vechio, quondam sier Alvise .
Sier Marco Sanudo, fo avogador di comun, quondam sier Francesco .
P 45.131
46.134
72.107
47.124
62.116
Adì 13 luio. In colegio non fo il principe. Vene
l'orator dil papa, volse audientia secreta ; fossemo
mandati tutti fuora, et non so quello dicesse etc.
Vene l' orator di Franza, e mostrò una letera di
monsignor de Lixom, data a Milam. Li scrive, haver
letere di el baylo dil Digium, è in Valtolina, di li preparamenti fanno elemani ; e il re di romani ha mandato tre oratori al roy. Item, mostrò esser stå scrito
a Milam, domino Marco da Martinengo fo in questa
terra. Li fo risposto non era vero. Poi mostrò letere, scrive il roy al marchexe di Mantoa, zercha li
rebelli. Poi fo mandati tutti fuora, et li fo lecto alcune
letere intercepte di Mantoa etc.
In questa matina, fici ballotar il credito dil soracomito di Otranto, nominato Francesco Cachuri, contradicente sier Piero Capello, el savio a terra ferma.
Sier Marco Zorzi, fo ambasador al re di
Franza .
Di Bologna, dil conte Nicolò Rangom, di 9, dri- 185
zate a Piero di Bibiena. Manda una letera auta dal
podestà di Lucha, nominato Vulpianus de Zannis.
Li scrive, pisani virilmente difendersi , e francesi praticha lassar in la terra uno homo, a nome dil re, et
levarsi col campo, e pisani non lo vol in la cità, ma
vol ben tenersi essi medemi per il roy; voleno en96.87 tri mille cavali, e lhoro poi ussir e romper francesi.
Item, francesi hanno retenuto uno comissario di Lu97.86 cha, era in campo; e questo, perchè uno corier suo
ſo preso versso la Verucula. Item, el cardinal San
58.127 Piero in Vincula è fuori di la terra, in una caxa di
domino Nicolao Tegrimi, e fino a dì 7 non è intrato.
64,121 Item, pisani, sono in la Verucula, si portano bene;
sono amazadi su le strade assa' francesi da' paesani
42,139 stanno nascosti , adeo non se li pò passar per la puza
di corpi morti. Item, pisani voleno romper fran74,108 cesi et inrichirsi. Et intisi, francesi hanno assa' daSier Nicolò Bernardo, quondam sier Piero, da San Pollo. • 58,108
† Sier Francesco Foscari , el cavalier, fo
ambasador al re di romani
Sier Piero Capello, savio a terra ferma,
quondam sier Zuan, procurator
102.
nari, cadaum 200 scudi adosso. Item, scrive a Lucha
esser stà preso uno homo di Lucio Malvezo, feva
monede false, con una letera di Lucio adosso, di fede ;
et par missier Zuan Bentivoy scrivi al Bibiena di
questo, per cargar esso Lucio, qual è retenuto in
44,135 Cremona,
Sier Beneto Zustignan, fo ambasador al
re di Franza
Sier Piero Contarini , avochato fiscal ,
quondam sier Zuan Ruzier
485 MCCCCC, LUGLIO. 486
185
Da poi disnar, fu gram conscio. Et ozi fo mandà
danari al zeneral, et per li fanti e provisionati di
Corfù, Modom, Corom etc. in gropi ; e per avanti fo
mandà a li fanti sono a Napoli. Item, fo scrito letere
a tutti li rectori, confortative, exortandoli e laudando
la vertu lhoro. Et ozi, a conseio, fu fato tre consieri ;
et sier Pollo Pisani, el cavalier, cazete di una ballota
da sier Alvixe Mudazo ; e fu fato al luogo di procurator sier Marco Sanudo, fo avogador.
a li patroni andati in armada, per esser le sue galie
malissimo in hordine.
Da poi disnar, fo pregadi per li syndici intra
culphum, e parlò sier Bernardim Loredam, sindico,
e introduxe el caso e processo formato contra sier
Bernardo da Canal, fo podestà in Antivari, e li fè
molte opposition, e che pocho stimava li cai di Xe
le sue letere, et stele fin 24 horre. In conclusion, ha
fato cosse enormissime, et non compite di parlar, e
fo rimesso a doman. El qual sier Bernardo, era in la
Novissima prexom, fo rimesso serato in la prexon di
l' Armamento.
Di Ferara, dil vicedomino, di XI. À per via di
Bologna, per tre cavalari venuti dil campo de' francesi, vanno in Franza, qualli passono de lì a dì X
da matina, come scrive il conte Nicolò Rangon a Et ozi , reduto in colegio al tardi, vene do man
la Signoria nostra, che pisani ussite fuori di la terra, ❘ di letere da mar, una per via di terra, et etiam l'ale trovò francesi sprovisti, et li dete adosso con gran tra, mandate per via di Otranto et di Trani etc.
occisione, preso uno comissario luchese, nominato
Lucha di Albizi, et che francesi erano retrati, e haveano retenuto i comissarij e altri fiorentini ; et che
guasconi erano alozati versso Lucha, versso Livorne
li sguizari, e parte sono andati a Roma ; le artilarie
sono tirate versso Cassina. Item, li a Bologna, o ver
Ferara, è nova, il marchese di Mantoa haver licentiati
i stratioti havea li a Mantoa; tamen, li ha retenuto li
cavalli.
Adì 14 luio. In colegio vene sier Francesco Foscari, el cavalier, et aceptó la legation di Franza
libentissime.
Vene il fiol, moglie e fioli dil quondam Princival
di Spelai, rimasto masser in fontego di todeschi,
morto noviter, e non intrato ; unde, per termenation
di la Signoria, fo concesso ditto officio a lui e fameia
per anni 4. E fo mal.
Da Padoa, di 12. Zercha quello à de intrada
Citadella, e quello la Signoria vol si fazi : li fo scrito
afita i dacij mancha.
Di Verona. Come haveano mandà a tuor il possesso di la loza di Montorio ; et che el signor Antonio Maria ne vende una parte a sier Hironimo Marcello; etiam ne son altri che dieno aver. Li fo serito
toy tutto, e chi pertende haver alcuna raxon, vengi
a la Signoria; sarano alditi.
Di Bergamo, di X. Come, a una villa nominata Chiuso , era stà ferito da alcuni el strenuo
Zuan Antonio di Luppj, ductor nostro, el qual poi
morite.
Vene Donato Carazolo, soraconito stato di la
galia di Brandizo, dolendossi di sier Jacomo Lion,
governador, non ha voluto l'armi, horra etc. Commesso ai savij ai ordeni.
Dil capetanio zeneral da mar, date a di 27 et
29 luio, in galia, a hore 20, sora Cao Duchato.
Come era venuto quella notte le cinque galie mandò a la guarda, zoė sier Marin Barbo, sier Francesco Pasqualigo, la Meza, Griona e Pasqualiga di Candia. Referiteno haver visto l'armada turchescha di
colfo, velle 250, qual vien versso ponente, et che 6
galie et tre fuste deteno l'incalzo a le nostre predite
galie, qual prese uno zopolo con alcuni turchi, dai
qual intese l'armata veniva per levar l'altra armata
di la Prevesa; poi insieme anderano versso Modon.
Item, esso capetanio dice haver galie 23 sotil et X
grosse ; e le nave, si ha tirato a largo, sta a l' erta a
Cao Biancho, et a Corfù le 6 galie sotil, per menar
li provisionati. Item, soravene provenza etc.
Dil ditto, di primo, a la Perga. Come era stato
in mar per provenza, et era venuto con l'arma' o ver
galie, meno con si, a Cao Biancho ; poi li è l'armata
turcha, venuta ai Cuzolari, qual vien versso la Prevesa, e lui vederà quello habbi a far contra ditta armada. Item, à letere da Corfù, esser zonta la galia 186
Nanna, solla ; e recevete ducati 3000 per far li provisionati. Dice li farà ; et il suo sora masser è rimasto a Corfù, qual li à manda 200 provisionati, fati a
Corfù, qualli li ponerà sopra le galie, et ne averà altri 100. Item, è zonta la galia grossa, patron sier
Bortolo Contarini, a la qual mancha homeni 30 ; с
quelli sono, è mal in hordine. Il ben saria stato, li
patroni medemi fosseno venuti, e non patroni postizi . Item, non è venute galie, per causa di la Vajusa.
Et el dito zeneral scrisse di 27, aver ricevuto
nostre letere zercha il chiamar li tre sopracomiti ;
dice averli chiamati, si presentino per tutto luio.
Fo mandato a suspender, de mandato Dominii, Item, parti esso zeneral da Corfù con la galia di Trail terzo di dacij a la chamera d' imprestidi, ubligatoni, solla; lassò li 6 galie, e il suo soramasser a Cor-
187 MCCCCC, LUGLIO. 488
fù, afornir e mandar drio. Vete la nave versso i | vasia. Unde, abuta una relatiom di Coron, per uno Cuzolari ; e la galia di Cataro, era li, mancha pochi
homeni, anda al Paxu per averne homeni. Item, in
una deposition di uno turcho, preso a Coroni, manda il sumario dil ditto, dil qual dirò di soto.
turco preso, era tymarato, zercha ditta intelligentia,
l'à levato di Napoli, e lo imena al zeneral, soto protesto di orator, con uno altro; et dil Zonchio mandoe Gorlim con una charavela a Napoli.
Et in la depositiom dil turcho preso a Coron,
dicono turchi hanno paura di la nostra armata, e
più di quella di Spagna e di Franza ; ma judicano
sarano tarde. Poi disse Paniperi, videlicet Peri, et
Dil rezimento di Corfù, di 2. Come quelli soldati e bombardieri erano levati a remor, per non
haver danari, e hanno impegnato li lhoro arzenti per
sovenirli . Item, a la Vajussa è rimasto a la guarda
do galie, e la nave di sier Beneto Zustignam , et al- | Geta, citadini di Napoli, et hanno intelligentia con
tro. Oda conto.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l' armada, date a di 16, apud Cythercam. Avisa il suo
star e partir di Napoli, e le provision fate e de for- menti et de homeni etc. E la galia Taiapiera è rimasta li, li à posto per soracomito sier Simon Ferro;
et quelli contestabeli voriano danari, et lui li ha ſato
dar parte formenti e parte orzi, e una parte danari
per uno. Item, scrive di Martim Manassi, qual per
sospeto l'à mandato per ambasador al zeneral, qual❘
lo manderà a la Signoria nostra ; et altre cosse, ut
in ea.
Del ditto, di 20. Lauda sier Alvise Michiel, soracomito, candioto, qual à portà de li a Napoli 150
arzieri, e la galia era ben in hordine. Lo lauda assai.
Del ditto, di 26, sora Cao Duchato. Replicha le
provision fate a Napoli, valide e di bona sorte. Il
campo turchescho era ll intorno, et lui partite de li
con 12 galie ; vene al Zonchio, dove fè provision
bone, dove erano venuti turchi, e toltoli li molini,
e li lassò uno contestabele, nominato Sabastian da
Moncelese, con 100 provisionati, e il Danese mandò
con la compagnia a Napoli, et etiam il strenuo Gorlim, e lassò sier Alvise Michiel, soracomito, di Candia,
ben in hordine al Zonchio, con arzieri più di 100,
con hordine smonti e afondi li al porto la galia, venendo l'armada turchescha. Et sier Carlo Contarini, castelan, fo da lui ; qual disse aversi ben portato. Conclude, haver recuperato il Zonchi, et il borturchi , e disse di quel Manasi, ut supra, e che alba-.
nesi vol butarsi ai piedi dil signor.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, date in galia, in Val di Compare, a di 18. Avisi vechij di cosse turchesche, e la nostra armada esser
in gran disordine, maxime di soracomiti ; dice mal
dil zeneral, non si move di Corfù.
Dil ditto, di 25. Come l'arma' nimicha ussirà
presto ; biasma il zeneral stagi a Corfù. Item, fo a
tuor aqua a uno loco, qual lo nomina ; dove intese
di l'armada di l' Arta. Item, in quel zorno 25 zonse
li el barzoto, patron sier Hironimo Morexini, ben
in hordine, è navilio bon di velle, voria el fosse a la
Vajussa, e quelle galie venisseno in armata. Item, la
galia di sier Pexaro da Pexaro, e sier Alvise da Canal, hanno roto do bombarde di ferro per una, si
che la nostra armada sta mal.
Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di 18. Avisi di le fuste andò per saper, et nulla
da conto riporta.
DaModom, di rectori, di 24. Come a dì 20 zonse li do bassà, con persone 12 milia, e janizari 600,
e il resto dil campo ; e il signor aspeta vengi l'armada, per assediar poi quella terra da mar e da terra. Lhoro rectori fanno ogni suo forzo ; non manchano ni etiam le donne di far repari etc. Pur sono
mal in hordine. Item, è zonti fanti 100, fati la mostra per missier Marin Sanudo, savio ai ordeni, ai
qual hanno fato la mostra, e trovati numero 104,
186 go si volleva dar. Item, a di 20, fo a Modom, dove ben in hordine. Item, voriano formenti e biscoti .
intese turchi veniva a corer fin su le porte, e lui con Item, avisa haver fato impichar Sinabei Blessa, cale prove et artilarie amazò molti turchi, e li fece valier, vestito d'oro, a una torre, acciò tutti il veda,
partir; e, lassato de li bon hordine, si parti. Fo a qual se intendeva con turchi e col subassi di la
Corom, lauda sier Pollo Valaresso, provedador. Item, Morea, come si ha per letere di 19. Item, per le- 187
a Modon fo apichato uno Blessa, cavalier di tere, di 18, come hanno mandà via le anime inuprimi di Modon, vestito con la caxacha d'oro, per- tile in Candia et altrove; et el bassa è zonto nel
chè havea intelligentia con turchi, e fo fato ad exem- contado, con persone 12 milia, con i pavioni a
pla aliorum. Item, mandoe una deposition, di uno tornò la cità posti, e hanno fato in forma di do alle,
Antonio Costa, merchadante, sta a Napoli, qual li e sono signori di la campagna, si che per via di
disse il tutto zercha li capi è sospeti ; et de Martim terra sono assediati ; et uno campo, aloza versso
Manassi, vavvoda e fradelli, et altri, et alcuni di Mal- levante, à infetà di morbo, e si aspeta janizari 6000,
.....
489 MCCCCC, LUGLIO. 490
187
e il signor. Voleno polvere, barili 100, et 500 cu- | Referite esser do galie grosse et 4 sotil nostre, zoė
raze. Item, hanno manda molte femine in Candia, 4 dalmatine, et grosse, Tiepola e Pasqualiga ; et é
Retimo et la Cania con li puti etc., et va scrivendo stà butati alcuni saxi a la bocha, e volevano contialtre cosse non da conto. nue butarne. E trovò, per schandajo, ditta bocha in
uno locho larga meza galia, fondo pie' tre e mezo in
tre; et che, a dì 18, fuzite uno schiavo candioto di la
Vajusa; dice a di primo zugno esser varate in aqua
Da Napoli di Romania, di rectori, di 14 zugno,
et di sier Francesco Zigoyna, provedador di la Morea. Zercha la condition di quelli contestabeli ; è fanti
pochi: zoè Colla da Roma ha solum 109, Baron da | galie, tra grosse e sotil, numero 24 arborate e imLignago 106, Matio da Pexaro, Bortolo da Padoa palmate, 6 altre resta, quale si lavorava a furia ; a
40, Schiaveto 84 ct Alvixe Zigogna 120; et la terra di 20 sarano compite. Etiam era la galia fo Pagana
amarina è aperta passa 80 da mar, eda terra passa in hordine posta per il sanzacho Mustafa bel et 6 fu50, sì che vi bisogna custodia ; à solum cinque bom- ste, li fornimenti di tutto in hordine, salvo de rebardieri, tra i qual uno è vechio, ne bisogna tre al- mizi ; crede starà fino a dì 20 a ussir, acciò quella è
tri, uno al castello del toron, uno a la porta de la a la Prevesa si compissa, e possano tutte tre armade
sbara, el terzo sul teraio; etiam da Santa Maria de❘ussir a un tempo ; et qui a la Vajusa è galie sotil
la Grota fin a la torre Contarina voria tre boni bom- XXI et X grosse, uno schierazo fo di Fait bassà, fubardieri ; hanno pocha polvere et lanze per li stra- ste e brigantini etc.; e si divulga, con quella ussira
tioti, qualli etiam voriano el viver. Item, ad Argos, dil colfo, verano a Cataro. Item, è zouti a la Vajusal presente, è cavalli 4000 ; ozi è zonto altre zente sa 8000 asapi per l'armada, non voleno più metervi
turche ; eri cavali 60 di stratioti, per montagne an- christiani ; la pannataria è in hordine ; è assa' arme,
dati a l'avadagno, scontro 40 cavali di turchi anda- zoe curazine, celadine, panciere ; si judicha le siano
vano per vituari, e nostri fonno a le man, e ne pre- stà portate da Milan, et che a dì 24 zugno discose sie vivi, et portò 7 teste in la terra ; e si scontrò perseno tre repari di bombarde, fate li a la Vajusa
in uno garzon lurcho, nepote di uno gran maistro, su la ponta di Levante. Item, come scrisse, a' pastrotimarato di la Morea, qual havia do letere turche vichij mandò Nicolò Sagona, serivan de la camera,
adosso, qual non si sa lezer de lì. Item, el signor è ❘ et essi hanno convenuto abandonar lhoro caxe ; moa Nicli, ex opposito di Modom, dove è campagne la- reno da fame ; si farano qualche disordine, sarà per
tissime ; à fato li pozi assa' per haver aqua ; vol aspe- caxon di fame ; aricorderia l'opinion sua, ma non
tar la sua armada, venir poi a Modom o Napoli. ❘ vol esser tenuto prosontuoso. Item, à per via di CaItem, ne muor assa' di fievre pestilential nel campo
turcho, et etiam in Napoli li contestabeli è tutti amalladi, tra i qual Colla da Roma, contestabelle, è
stà comunichato, e sta in extremis. Item, Zanon da
Colorno partite, et vene a Venecia.
stel Nuovo, il signor turco, inteso Lodovico esser
cazato dil stato, non vol mandar più niun bassà in
Friul, e voria far pace; sta per l'incargo.
Delditto, di 5. Come si fabrica a la Vajusa inzegni, per trar fuora quella armada. Item, lui provedador dimanda legnami, chiave, pie' 32 in 34, e la
patente per li formenti.
Dil ditto, di 6. Avisò per uno suo di Castel Nuovo, che Zuan Corvino, hessendo in Croatia con ca- valli mille, Schender bassi à mandato 1500 lanze a
veder di afrontarli . Item, par uno gripo raguseo sia
venuto a veder a la Vajusa, si l'arma' per l' aqua
potrà ussir. Conclude, ragusei fanno ogni mal, e
avisa tutto a' turchi. Item, ha per uno explorator,
Di Candia, di sier Bernardo Zustignan, capetanio et vice ducha, di 8 zugno. Come à spazà cinque galie ; zoè tre, li qual andò in armada, una a la
Cania, sier Batista Polani, et una Retimo, che fo
sier Alvise Michiel. À ricevuto le monition e ducati
3000, e li remi per le galie, le qual robe le portò la
nave Manolessa etc. , ma li remi son pochi, spazerà
do altre galie, Vizamana e Zena, et di bandizadi non
n'è hauto se non 100, et à manda arzieri. Item,
mandò una letera auta dil cardinal di Rodi, di 27 | che nel teritorio nominato Drobognazi, dove è caxe
mazo, avisa il zonzer li do araldi di Franza col suo
orator, e do oratori dil turco vanno in Franza, portano letere a la Signoria, per il ben di Levante; si
partirano presto e verano a Venecia.
Di Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, rector e provedador, tre letere di 4, 5 et 6 luio. Chome mandò uno gripo a la Vajusa, a veder il tutto .
1500, qual fo di Charzego, el fiol di Radosino Junazo, capo di parte christiano, ha morto el vayvoda
dil turco era li, e toltoli li cavalli et suo haver, et
sta li ; el qual loco è tre zornate a presso l'Hongaria ;
unde, quello scodeva per il turco el charazo in Monte Negro, non se è fidato, et è fuzito a Scutari , e à
dito : Chi è fidel dil signor, li porti li li danari.
MCCCCC, LUGLIO. 492
188
491
De Antivari, di sier Piero Tiepolo, podestà, di
16 zuyno. Come a di XI, el baly vayvoda si havia
imboschato con zente a cavalo e pedoni, coadunato tutto Monte Negro, Zerviza, et parte di Zenta et Pa- strovich, qualli hanno rebellato. Or, discoperti da'
nostri , a honor di la Signoria nostra, andono a loco nominato Croxe, distante di la terra cercha do trati di archo ; fonno asaltati da i nimici combatendo.
Tandem, Dei auxilio e di San Zorzi, nostri venseno li nemici, e tuti li frachassò, et portono in la terra per
leticia solum 4 teste, una di le qual fo el vayvoda di pedoni, el primo capo di quel paexe, e menati vivi diexe, di li qual ne erano cinque di Cerviza,
quatro de questi fonno apichati, et li altri cinque erano pastrovichij , qualli ha suspeso di apicharli,
per saper qualcossa. Di morti è piene le ciese, e
di tre ville de' turchi solum è morti 73, feriti numero infinito. Item, dimanda formenti e zente.
D' Antivari, di la comunità, di 20, soto scripta :
Judices et consiliarii comunis Antibari. Si alegrano
di la victoria contra i sforzeschi, et hanno de li fato
feste. Scriveno la vitoria lhoro a dì XI, fo el di di
San Bernaba, zoè el baly vayvoda subsalacho di
Monte Negro, e di tutto el teritorio dil signor Zorzi
Zernoich, vene con turchi e paesani zercha 1600,
et furtive se inboschó in alcune vallade, a presso
la terra, de i qual le nostre guardie ne veteno alcuni
pochi, et vene a notifichar ; et nostri, a laude di l'eterno Idio e di la gloriosa Verzene Maria, ussiteno
di la terra ben armati, zercha 500 homeni da fati ,
a la disperata, che horamai le biave havevano consumato, et erano zercha mezo mio largo di la terra,
e se atrovono in mezo el primo squadrom de i nimici, che erano tra turchi e paesani homeni 1600,
soto una costiera ; et subito nostri deteno moto a
quelli haveano mandati in cima el monte, et a un
trato d'ambe parte l'investirno, per modo che,
avanti una horra, li messeno in rota, e levate di
molte teste de i nimici, eridando : Marco ! Marco !
andono persequitandoli con occission grandissima ;
et soravene l'altra moltitudine de' nemici, pedoni
et homeni a cavallo, e tutavolta nostri con quella
vigoria da do bande li afrontono, e durò la bataia
zercha horre cinque; al terzo arsalto li messeno in
fuga, per modo che 'l vayvoda di pedoni, fo menato
vivo con 5 pastrovichi, i qual fono prima rebelli al
nostro gloriosissimo stato, chome lhoro antivarani
scriveno, e a lhor villa de Pastroy, i qual con alcuni
di Monte Negro, zercha nuove, li apichono in la terra, altri per il fil di la spada mandati, zercha 180,
et ogni di trovano per le ciese habirai del tosicho,
e alcuni che vien li di Monte Negro a vender vituarie, dicono manchano più di persone 250, oltra i
feriti; cossa veramente molto admiranda, che 500 188 *
antivarani rompeseno baly vayvoda, con persone
5000 ; dimandano pam, pam, pam, do passavolante, freze di arco, javete di spago, polvere di bom- barda, freze di balestro, stratioti 50, et renovar la
compagnia di Marco da Valle, qualle lo laudano as- sai et portassi benissimo.
Da Schyros, di sier Jacomo Zustignan, retor,
di 13 mazo. Come capitò li 4 galie francese, el sabado di l' olivo, et do fuste, capetanio missier Pietro Jani , al qual li fè asaper che molti schierazi
erano intrati in Canal di Negroponte, cargi di moni- ziom, per l'armada dil turco, et era gran summa
di remi a la marina, in Canal del Vollo, lavoradi, da
esser mandadi in armada in colfo di Lepanto, e lo
persuase volesse andar a brusarli, e cussi deliberò
di andar per far tanto bene. Parti de li la domenega
di l'olivo, andò a Schiati, tolse alguni pedoti pratichi, e con do altre fuste di Rodi, trovò li, andoe
e trovò ditti remi, a guarda di qual erano 300 turchi a cavalo e altratanti pedoni. Le galie e fuste a
un trato deteno la prova in terra con le artilarie, e
fè slongar li turchi, et messeno in terra 400 homeni
armadi ; si feno forte a presso la marina, cazò fuogo ne li remi, e stete tanto li, che tuti erano ve- nuti carboni. È stà morto el cao de' ditti turchi, et
30 altri da le artilarie, e di le galie niuno è stà
morto. Li remi erano 8000, et 600 da galie. Et venendo li a Schyros, dite galie trovò uno schierazo
di porta' di bote 300, con turchi 18, e preselo cargo de cebibi e fige; e ditti turchi confesono esser
a Stalimene Charadormis et Chablasi con X fuste,
su le qual erano turchi 380, qualli doveano venir al
primo di questo asaltar l'ixola ; et ditto capetanio
aviso esso retor dil tutto, et lui messe le guardie
duplicate; e cussi vene quel zorno, et scoperti , el
dito capetanio andò a trovarli, e quelle scoperse
ditte galie 4 mia lontam, e fuziteno, e andono a investir a l'ixola di Negroponte ; hanno preso 8 fuste,
et do bregantini picoli fuziteno, uno lo qual è di
banchi 22, amazono in terra alcuni turchi , in terra,
con l'artilarie, et, per atrovarsi esso retor in letto
amallato, è perso de prenderli con tuta la zente,
perchè li pedoti li meno dove non doveano. Dice si
volse esso rector disperar. Item, dite galie francese, za do zorni, è andà a brusar do fuste disarmade
era a Stalimene ; poi voleno andar a Tenedo, e veder di haver il loco. Le do fuste turchesche grosse
prese, è con dito capetanio, e do fuste sue da Rodi ;
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189
le altre sic turchesche le brusò avanti venisse a l'ixo- | retor sta li con paura e pensier ; dubita di l' armada
la di Schyros. Conclude, Dio haver mandà quelle
galie in queste bande, e, si non veniva, tutto l'Arzipielago era depredado. Item, fu preso per una barza
de Rodi uno schierazo di bote 150, e uno altro butato a fondi.
e di legni di Negroponte, perchè el flambularo à zurato, picoli e grandi taiarli per il fil di la spada, e le
donne gravide averzirano, acciò non nassi più nium,
nium chiatiti, perchè lhoro hanno fato brusar ditto 189 *
Paliamento, dicendo più guera li fa Schiariti cha
Rodi. Item, lui di note e di di fa fabrichar, ma non
è monition ; voria se li mandasse polvere di bombarda, e qualche bombarda.
In questo zorno, a Santo Antonio fu fato la monstra per sier Piero Capello, savio a terra ferma, a li
70 spagnoli va su le galie.
Da Schiati Scopuli, di sier Piero Donado, retor,
date a di primo mazo. Come intese turchi , a terra
terma li vicino, feva assa' remi da galie, e comandati più di maistri 500 a lavorarli, mandò homeni
dil loco a brusar e taiarne assai, ma per le guarde
pocho feno. Scrisse di questo al zeneral, mandasse
socorsso; et mandò a quatro galie francese, in Arzipielago, uno bregantin con letere al capetanio, el
qual capetanio, lete subito, vene, et etiam uno bregantim e una barza di bote 200, e fuste tre, et li a
Schiati le armono, X gripeti con homeni 250, ben
in hordine ; e mandò do brigantini a scoprir li remi, Vene l'orator di Rimano, Opizo di Ravena. Disse
qualli tutti erano conduti a la marina, sopra le rive, ❘ il signor haver mandà i danari a Roma per il censo ;
Adì 15 luio. In colegio vene l' orator di Franza, al qual foli ditto le cative nove abute eri da
mar. Rispose : Serenissimo principe, mi doio ; Dio
perdona a chi n'è causa. Volse se mandasse li sumarij al re, dicendo scriveria a soa majestà.
il papa non li ha voluti acceptar ; e dimando ducati
50 da farsi le spexe.
Da mar. Fo leto molte letere vechie, il sumario
con turchi 600 a la guarda, et sopra una montagna,
su le rive, erano 1000 cristiani , comandadi , con
lhoro archi ; l'altro bregantin mandò a Negroponte
a discoprir, et vete X galioni grossi, con artilarie di è qui di soto .
Negroponte, e trabuchi, et 6 fuste, e lo flambular
im persona, et homeni comandati 5000, per venir
a piar quel loco di Schiati. El zorno di pasqua, et
a hore 21, la dita nostra armada si parti, et il luni
di pasqua, in el far dil zorno, zonse al porto dil
Palamento; et le galie al segno del fondo, le fuste
con nostri bregantini e copani di le galie con le
prove in terra, con homeni 500 ben in hortline,
e con l'artilarie rupe li turchi, morti assai cavalli,
feriti infiniti, e uno grande homo amazó e brusò
remi 9560, e assai traveti per far garide ale galie
grosse; restò la cenere, e tornò dita armata li a
Schiati , li donò e li vendè vituarie di quelle erano
li per monition, adeo non li è restà vituarie per
zorni 15, ma li homeni di la terra è contenti, e lui
retor andò in galia, si oferse al capetanio, e li oferse
il castello e danari ; si parti assa' satisfato. Item,
esso retor tien un bregantin fuora, e scrive la nova
di uno schierazo de cebibi grosso, et X fuste andavano a Schyros e Stalimene, et ne fano cinque fuste nuove, e dite galie pigliò el schierazo, e trovò
le fuste a Schyros ; erano 200 turchi a la guardia;
e per trista guarda da Schyros essi turchi scoperse
le galie, e le fuste scampono; 8 di le qual dè in
terra, e scampò i turchi, et le 6 fonno prese e brusate, et do fuste più grosse tenute, e artilarie tolte. ❘ sier Fantin Memo; le hanno retenute.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo e capetanio, di 5. Avisa nove di la Vajusa, aute per exploratori mandati, et esser in aqua galie 22, il resto in
terra, qualle non sarano per questo anno. Item, che
volendo ussir Mustafa bego sopra la galia pagana,
da' nostri fu ferito. Item, ivi è do altri sanzachi ; saria
bon Scandarbecho fusse de li, faria assa' cosse. Item,
era stà dorà la poppe di la galia pagana, et fata coa
di gaza, si chome alcuni li ha referito.
Etiam prese uno altro schierazo, e andó a Stalimene a brusar le cinque fuste nuove. Conclude, esso
Da Budua, di sier Nicolò Memo, podestà, di 6.
Come li pastrovichij à mandato il suo prete, fo orator a la Signoria, al sanzacho baly, per far capitoli ;
si voleno dar al turcho, et quelli di Zupa aspeta a
far quello faranno essi pastrovichi.
Dı la Vajusa, di sier Marco Tiepolo e sier Daniel Pasqualiyo, sopracomiti, date in galia a di 29.
Come zonseno li, dove erano con 4 galie a quella
custodia, zoè zaratim, sibinzam, tragurin e Chersso, et lhoro andono con le barche a veder la bocha
di la fiumara, et trovono l' aqua esser pic' tre. Item,
brusono alcune cosse, et rupe li edificij di inimici ;
atendeno a stropar la bocha con saxi, sperano le non
potrano ussir. Item, fu preso uno candioto, vien di
la Valona, et mandono la sua relation. Item, dil zonzer li le galie, patron sier Francesco da Mosto, et
Di Spalato, di sier Piero Trivican, conte, di 6.
Avisa alcune nove di turchi, e manda de qui uno,
495 MCCCCC, LUGLIO. 496
190
qual à sospeto non habbi intelligentia con turchi ; et | Udene, per sospeto desse aviso a' turchi vengi in
fo ordinato per la Signoria a li cai di Xlo examini,
efo posto im prexon.
Friul ; fanno fede non esser vero.
Fono alditi li oratori di Trevixo, in contraditorio
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador. con quelli di le castelle, zercha il pagar dil subsidio ;
Come è zonto li pevere vien di Napoli, va in la Mar- unde ſo terminato facesseno, come fece dil 1472, a
cha per il colfo, et altrove; vol la Signoria ordeni | tempo di l'altro subsidio, zoè la cità pagi 69 carati,
quello habi a far o tuorlo o ver non. Li ſo scrito li
retegni, e avisi de chi sono.
Vene sier Zorzi Corner, el cavalier, cao di X, et
cassier dil conseio di X, dicendo voler prestar danari
per il bisogno da mar. Et fo commesso a sier Anzolo Trivixan e sier Zacharia Dolfim, erano dil conseio di X, volesseno tuor il cargo di catar 1000
homeni maritimi, e mandarli in armada; e cussi feno.
Et perchè sier Bortolo Dandolo e sier Francesco
Arimondo, sopracomiti, non erano partiti, li fo mandato a far comandamento che, soto pena di la vita,
vadi via a horra e a dretura dal zeneral, et stagino
solum hore a Polla. Il Dandolo porta ducati 5000. |
Et Jo fici ballotar ducati 200, per mandar biave a
pastrovichi e quelli di Perasto. Fo parlato di armar
le galie di capetanij e altri navilij, e mandar in armada. Item, di expedir il signor Schandarbecho,
justa la forma di la parte, et ordinato mandar danari a Trani, per comprar biave e far biscoti, e de li
mandarli a Modom.
❘
et le castelle 31 ; e cussi fono scripto letere in favor
di castelle.
Di Ferara, dil vicedomino, di 12 et 13. Come
il campo francese è stà roto da' pisani, per esser disordenati. Manda letere di Juliano di Medici. Scrive
da Bologna qui a Piero di Bibiena, che saria hora
tempo far fati contra Fiorenza. Item, manda una
letera dil conte Nicolò Rangon al dito Piero, scrive
haver di Lucha, che il capetanio Zanelo à preso uno
comissario de' fiorentini, era in campo, e lo menò al
capetanio zeneral, qual l' aferò per li capelli etc. , si
che guasconi, sguizari e francesi sono in fuga, voleno
andar a Monte Carlo e Pessa, e pisani voleno recuperar Vico Cassina et Pontadera, e andar a Monte
Carlo e Pessa, et hanno XV fiorentini im Pisa retenuti , fanno compagnia bona a' francesi e malla a' fiorentini ; hanno tolto im Pisa forssi 400 guasconi.
Item, il ducha di Ferara è di mala voia, non vol si
ragioni di novo; et fiorentini stanno mal, qualli, come
ha inteso, sono stati causa di far mover il turco.
Da Padoa, di sier Lorenzo Venier, capelanio. Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'ar- 190*
Come à electo Francesco, suo cavalier, castelan a Cita- | mada, date in gulin in Tinere, sopra l'isola Citarea,
della; prega sia confirmato.
Da Crema, dil podestà et capetanio, di XI. Come à per via di missier Nicolò da cha' da Mosto,
qual fo a Milan, e li scrive li presoni vanno in Franza, et tamen le cosse si conzano con danari. Missier
Zuanı Francesco da Marliam à conzo le cosse sue
a di 16 zugno. Come il campo dil turco, era a Napoli, se tirò, a di 12, a la campagna di Nicli, mia 28
di Napoli, dove è loco ubertoso di aque et vituarie
e pradarie ; va poi a Modon et Coron, et molti stratioti nostri è fuziti per non pagar carazi, et à mandato il signor el bilarbei, con asapi per meterli su
con ducati X milia, pur andò a Novara, et è ito in | l'armada dil colfo ; et soto Argos è stato tre flamFranza. Etiam le donne di rebelli vanno in Aste, et
aMilan si aspeta monsignor di Obigni et monsignor
di Cremesom, uno vien sora le zente d'arine, l'altro
al governo, fino vengi missier Zuan Jacomo, licet
francesi dichono non verà più, e va col re a Degium.
Et la raina à donà a la moglie di missier Zuan Jacomo una coladena, di valuta di ducati X milia ; et
monsignor di la Foieta, era a Castel Novo in la bocha di Adda, per nome di monsignor l'armiraio di Fran- za, à brusà 45 caxe, per caxom di certi stati amazati ;
unde el preſato par sia stà retenuto in castello a Milam etc.
buli, con persone 3000, per assegurar il passo per
le vituarie ; et a Napoli, quel Martim Manassi, stratioto provisionato, à gran parenta', è homo sagacissimo, et uno suo fradello e la moier fonno trovati
una nocte in una barcha, fuzivano da' turchi, et li
altri fradelli sono homeni miserabelli ; à fato il processo contra di lui, lo manda orator al zeneral con
uno altro. Item, va con la galia, soracomito sier Alvise da Canal, et à fato meter in li castelli di sora moza 300 formento, e impito el forzo di le cisterne
in la terra da basso bote 1500 aqua; à fato repari a
le mureda terra, et aterar e far ruinar caxe di fuora
Di Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo , al castello dil Socio; à fato impir le cisterne d'aqua,
provedador. Zercha li dacij etc.
Di Goricia, di commissarij regij. Zercha uno
Antonio Burlo , retenuto per il luogo tenente di
metervi formento, et quello era su la galia, soracomito sier Nicolò Taiapiera, e meter le bombarde a
segno a le porpopele , ha fato schandaiar ; et li è so-
497 MCCCCC, LUGLIO. 498
lum do bombardieri ; à messo arzieri 52, erano su
la galia Polana, in castello, e su la galia Taiapiera
sier Simon Ferro, qual à solum homeni 70; li provisionati voleano danari, li à tasentati, e li ha fato
dar mozo uno d'orzo, e mezo di forinento.
gripi non è di utilità; robano amici e nemici in una
armata; manda alcune letere, abute dil Zante, di
14 et 16.
Dil ditto, di 25, ivi. Come zonse uno eri, qual
mandò a Lepanto, nominato Zorzi Clin ; dice è zorni
l'arınata di Stiri è reduta a Lepanto ben in bordine di artillarie e homeni; è velle 250 ; la nave
grossa è tirata da la banda di Patras, et 20 nave di
chebba, non molto grande, et do galeaze anno brusato 25 fusti al Styri, innavegabelli, per non li lassar
da driedo. El bassà di la Natalia, con gran numero
di zente, è acampato a Napoli ; et per nostri noviter
è stå fato gran taiata de' turchi, per il che il signor era
molto adirato, con manazar, voler far gran crudeltà .
Il signor è a... tra Modon e Coron, a Lepanto uno
terra a la ventura, in modo turchi, pauridi, pensò ❘ bilarbei con assa' zente. Item, che nel ritorno a la
Del ditto, di 26, in galia, sora Cao Duchato.Co- X
me zonse a Modon a li 19, trovò li la galia Barba e
Faliera, qual fo Leza, con provisionati 200, andavano
a Napoli ; trovò il campo dil turco acampato li quel
zorno, et lassò a Modon Sabastian da Moncelese con
fanti 100, et il resto mandò a Napoli con una caravella; et a di 20, si ritrovò con galie 12 interzade, e
turchi veneno fino ai borgi, per depredar soto le
mure; lui fè meter le galie versso la spiaza, e con
l' artilarie, ne l' aurora, dete dentro con le prove in
esser messi di mezo, e si messeno in fuga. Lauda
sier Pollo Valaresso, provedador a Coron , et che
uno Zorzi Blessa, cavalier motoneo, provisionato,
volendo fuzer da' turchi, fè apichar a una torre di
lemure con una casachra d'oro indosso ; et turchi
andono a la volta dil Zonchio, e lui provedador, vi
ando la matina. Turchi si apresentò soto il castello,
ma nostri diserò l'artilarie, et ne amazó assai. Vene
sier Carlo Contarini, castelan, a galia, con 4 provisionati discalzi, dicendo greci e albanesi si voleano render, et in castello vi era provisionati 16, senza artilarie e vituarie; unde vi lassò la galia Michiella a
custodia, et mandò a Modon a dir, vi provedesse al
Zonchio, et fa afondar a la bocha dil porto uno navilio di passa 16 in 18, per afondar una di le boche 191 di ditto porto, per timor di l'armata ; et sopra la
galia Michiela è arzieri numero 150. Item, a dì 24,
zonse al Zante, a dì 25 si levo, et che à inteso, turchi dicono el mar è pien di legni di la Signoria.
Da Corom,di sier Francesco Ziyogna, provedador di la Morea, di 20 zugno. Come si parti di Napoli e vene li ; trovò quel populo contaminado ; lauda
sier Pollo Valaresso, provedador ; et che sier Pollo
Contarini, fo castelan a Napoli, era li a Coron con la
sua fameia, et lo ha fato capo di stratioti ; et a Modom
ſè capo di stratioti sier Andrea Zivram, mothoneo.
Dil capetanio zeneral da mar, lexi letere date a
Corfi, in golia, a d' 21, molto vechie. Come la galia Pexara ha roto le bombarde, lui non mancha di
note per trovar homeni, ma non ne pol haver; vol
monitiom, homeni, remi e danari, e che li legni si
mandi in hordine. Item, quelli di Corfu à chiamato
do volte el suo conseio, per lo armar di grippi, et,
ben che lui zeneral non senta, li dava danari per
armarli, ma non ſu trovato chi voglij vogar ; et dice,
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
Prevesa vide 15 corpi di galia in aqua, palmate e
fornite, 4 erano de brevi per compirse, adeo tien ozi
tute 19 siano in hordine. Item, esso zeneral scrive,
la nostra armada è mal in hordine; a tutte le galie
mancha homeni ; la galia di sier Silvestro Trum, è
zorni tre zonse, à 16 ballestrieri con 7 balestre e
homeni 133, di la sorte che i sono ; e cussi è tutto il
resto, che andando a merchantie, non è bone, non
che a combater. Etiam, è zonta la galia, patron sier
Alvise Contarini ; meio saria haver mancho legni e
ben in hordine ; lui non pol trovar homeni, à fato il
possibile a trovarli, e, per descrition e per rotolo,
0 à fato ; lassa il suo soramasser, e si lieva ; aspeta
remi et munition. Item, fè brusar il bragantim, e a
quel patron meno soldati via, e a uno altro li fè taiar
il naso. Item, per do schiavi fuziti di la Vajusa ha
nova, esser in aqua galie sotil 16, e la nostra di Pago, et 8 grosse, et esser arivati 7000 asapi, et 400
janizari ; aspeta mandato dil suo capetanio ; si dice à
mandato non si mover, fino non vengi 50 galie dil
colfo a levarla de li. Item, scrivendo, è zonta a Corfù
la galia di Trani. Item, manda letere di sier Jacomo
Venier, di 22, di Val di Compare, et una letera di 191
Andrea Lanza da la Parga; 0 perho da conto; manda
una relatiom di sier Marco Antonio Contarini, il sumario è qui .
Disier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, dute in galia, a di 22, in Val di Compare. Come erano zonte tre galie grosse, Dolfim, Leza e Canalla; et lui capetanio volea tuor le bombarde di la nave Mora, have di le galie di Fiandra, non le à volute dar, ni pur parlarli .
32
499 MCCCCC, LUGLIO. 500
Depositione di sier Marco Antonio Contarini,
sopracomito.
dice anche, che i haveano da Napoli di Romania, che
erano stà taiato a pezi da turchi 2000, e questo in
una imboscata havevano fato stratioti a presso la terra; e questo haveano auto per do valachi erano stà
spazi per el bassà era ad Argos, la qual lettera li era
stà amarissima. Apresso dice, che, a di 18 di questo,
fo il zuoba, i janizari et asappi si levono a remor, dicendo, che non volevano andar in l'armata per esser
taiadi a pezi da' venitiani, aricordando che l' armada
sua, de l'anno passado, era molto più potente de
1500, a dì 25 zugno, in galia, a presso Corf`.
De manlato del magnifico et clarissimo zeneral,
io, Marco Antonio Contarini, sopracomito, deponode
mia mano la causa de la venuta mia qui a Corfù.
Dico che, trovandomi a dì 19 di questo a Viscardo,
a ubedientia dil magnifico missier Jacomo Venier,
capetanio di le galie grosse, e governador di l'armata se trova de lì, mi parti' da ditto loco de Viscar- | questa; niente di meno i haveno el malanno. Visto
do con tre altre galie, zoè missier Anzolo Pasqua- questo, el bassà dimostrò aver avisso dal signor turligo, missier Marco Grioni e missier Sabastian Fo- co ; e levono haver fato pace con la Signoria nostra,
scarini, sopracomiti, e andassemo in colfo de Patras, e li havea dato Modon, Coron e Napoli, e che i vodove a dì 21 di questo zonzessemo in colſo, zoè tra leano andar con l'armada a la volta di Constantinoel Galata e Patras, dove che in quel luogo intendes- poli, e più, che i sentino far quella medema notte,
semo, do barche con homeni 6, zoè 5 christiani et uno sì a Lepanto, come su l'armata è a Patras, gran fuogi
turco, de li qual intendemo da novo quel sarano e festa, con demostration di gran alegreza ; et questo
sotto scrito. E prima, dimandato dove vegnivano, à fato per aquietar i janizari et asappi, dove che el
disse veguir di Lepanto, partidi el sabado, fo a di venere sequente non fo ditto altro zercha a zò ; di
20. Dimandato di l'armata turchescha, risponde che | che i janizari et asappi diceva : Vedemo'bene che i
tutta era a Lepanto in hordine. Dimandato quanta | vol mandarne a taiar a pezi. Auto queste nove de li
summa de navilij erano, disse esser da velle numero ditti cinque presi, andassemo al Gallata, dove che
225 in 250, in tutto, zoè una nave grossa, do ga- d' alcuni albanesi e greci ne fonno ditto questo meIcaze, 5 nave di bote 600 fin bote 300, et altri schie- demo. Auto dite nove de li , se levassemo, la domerazi et charavelle da XIIII, ch'è in tutto navilij da negaditta, che ſo a dì 21, et il luni andasserno a Vicheba numero vinti do; galie sotil 35; el resto fuste scardo, a trovar el magnifico capetanio di le galie
e palandarie, bregantini e gripetti, fina a la ditta grosse, e dittoli le nove ditte, et apresentatoli ditti
summa di 250. Dimandato di che sorta homeni sono sie presoni ; dove che sua magnificentia, a dì 24, fo
armate ditti navilij e galic, dice che erano el forzo | eri, mi fece comandamento che con suo letere mi
asapi per el vogar, et 5000 janizari che vuol dispen- | dovesse transferir a questo loco di Corfù, apresensar per l'armata, di qualli hanno a combater, e dei tarmi al magnifico et clarissimo zeneral, e cussì ho
christiani ne son pochi. Dimandato di la insita di fato ; sì che questo è quanto ho di novo de ditto loco
l'armata, dice per el vulgo dieno insir venere pro- di Lepanto.
ximo, che sarano a di 26, serà primo di di la luna e
sua festa. Dimandato di la persona del signor turco,
dice che el va a la volta di Modon e Coron con persone 40 milia, e il bilarbei di la Morea era a marina | al Zante, videlicet queste 4 soprascrite. Scrive ditto
Di sier Jacomo Venier , capetanio di le galie
grosse, di 22, come ho scrito di sopra, data in Val
di Compare. Par mandasse 4 galie e il suo armiraio
con persone 20000, el qual hanno comandamento riporto, lui à solicità sempre il zeneral, mai à potuto dil signor andar a marina a marina, acompagnando haver risposta, suplicha si lievi di Corfù, amore Dei ;
l'armata soa, ch'è con lui ; haveva 4 bombarde promete far etc. , e si dice havemo belli legni sul mar,
grosse, che conducevano con li cavi, li qual, do era- mal forniti di homeni. Item, à mandà li do presi al no state condute da Negroponte, e do tolte a li dar- zeneral, per una galia, mai à potuto haver uno gridanelli di Lepanto. Dimandato dove se diceva che po, si duol non haver commissiom etc.
andarebe ditta armata, rispose che 'l vulgo tiem che Disier Marco Orio, vice capetinio di le nave,
l'andava a Modon, et cui diceva a Coron. Diman- data a d' 22, a Viscardo. Dil ritorno di le predite
dato quel se diceva di l'armata, che erano a la Pre- 4nostre galic dal Galata, preso X christiani, uno di
vesa, zoć a Santa Maura, dice che l'ordine era di qual è il medico dil signor, e altri christiani pesca192 l'arınata di Lepanto andasse fin a Cavo Duchato, c, dori, e quatro di Lepanto. Scrive il sumario dil nuzonta li, doveano mandar per quelle di la Prevesa, e mero di l' armata, velle 250, tra Patras e Lepanto,
li acompagnarsi, e poi andar a la volta de Chiarenza; | ben in hordine, homeni assa' vanno a Modon o Co-
501 MCCCCC, LUGLIO. 502
.
192 ron, et Amar bei bassà va versso Castel Tornese
per acompagnar l'armata a terra via. Il signor va
col campo versso Modon e Coron, la soa bombarda
volze palmi 8 per quaro, buta piera di lire 800; à
mandato a la Prevesa molti janizari per l'armada,
con hordine la vengi a terra via per conzonzersi con
l'altra, e dovea ussir a questi zorni. Lui capetanio è
li con 8 nave; scrisse al zeneral molte letere, li desse hordine quanto havesse a far; ma el zeneral è a Cor- fù, nè vede altra provision. Le cosse di la Signoria
va a questo modo ; il capetanio Venier è molto volonteroso di far fati, ma à solum 7 galie grosse et 8
sotil. Conclude, le cosse non pol passar bene.
provision, vede a Coron è stà mal provisto di monition e homeni, maxime di ſede, et versso Napoli
è gran numero di exercito di turchi andato, acció
la Signoria convengi proveder im più luogi.
Da Modom, di rectori, di 8. Come Sbardelao
da Verona e Piero Schiavo, con provisionati 100 per
uno, è ben in hordine ; et Antonio di Fabri, governador di le fantarie, si porta ben; à fato bella mo- stra di la sua compagnia, vi mancha XI ; e tuti li 193 provisionati, a dì 4, si levono a remor im piaza, volendo danari per la quarta paga ; perhò si provedi.
Item, è stà principià a far repari cinque, in forma
de bastioni , in la terra; dì e notte si lavora ; à
ruinato tute le caxe fuora dil borgo, adeo le bombarde non li potrano nuoser, per haver fato e fanno
el teren egual a la scarpa; et le caxe hanno ruinate
quelle ch'è atorno il borgo grando. Li contestabelli
Dil Zante, di sier Nicolò Marzello, provedador,
di 14 zugno. Come erano su l'isola stà conduti gran
numero di homeni di la Zefalonia; dubita di lhoro,
voria trazerli fuori et condurli in Cypri ; atende il
ritorno di le soe spie de li, e do galie sotil. Sier An- ❘ si portano per excellencia, et manualiter si operano,
tonio da Canal e sier Francesco Pasqualigo, li han
persuasi voglino far spalle a la fusta di banchi XII.
Si àno oferto di far.
Dil ditto , di 16. Come ditti sopracomiti non
volse poi andar, nè li valse persuasion. Tamen eri
la fusta si levò, e fo al fiume Carbom, ditto Carastia ;
e, tornata, dice haver visto do brigantini turcheschi,
di banchi X, e lui arma una altra fusta di banchi 15,
e la manderà insieme a la volta del Coratra, per saper qual nova.
ma tutto si fa col dinaro ; fanno calchare e condur
zochi, et hanno dato per cadaun provisionato mozo
uno di formento. Item, quelle bombarde, fo recuperate in mar, non le manda qui ; non han aute nave
ni navilio a mandarla ; mandano una deposition, la
qual è questa : che Dimitri Peleri, eri, ſo a dì 7,
parti a hore 5 de di di l'Archadia, con letere di riscatar alcuni schiavi ; dice il bassà di la Morea ſeva
li pradi di le campagne de Nicli, a presso Napoli,
per il signor dovea alozar ; il resto veniva a Patras
con l'armada a marina, accid, se li homeni fusseno
ſeridi su l'armada, li potesseno rifreschar de li altri ,
e voleno experimentar di haver Modon, Coron e
Napoli, e poi andar a la volta di Constantinopoli. Et
il signor manda zente per tutto, e fin zorni X l'ussirà fuora ; in l'armata è zonti asappi 30 milia.
Dil ditto, di 20, al capetanio zeneral. Come in
quella matina erano zonte do soe spie, erano a la
volta di Patras andati, e, stati per mezo Styri, hanno
visto la levata di l' arımata de li per Nepanto et Patras, che fo a dì X, assa' numero, ma tutta menuta,
va a fornirsse de vituarie tra Nepanto e Patras, meteno per forza quanti cristiani ponno trovar, qualli De li dilli rectori, di 15. Come receveleno nofuzeno per non vi andar. El bilarbei, con lo exercito ❘stre letere di 20 april, confortative, adeo tuiti con
terestre, è alozado da Castel Tornese fino arente Pa- leticia sono disposti meter la vita ; hanno letere dil
tras, per gran numero fa strasinar l'artilaria grossa, provedador Contarini da Napoli, il signor turco
con fama volerse apresentar a Modom, e li va l'ar- esser con persone da 60 in 70 milia ad Argos. Item,
mada, qual è li, per acompagnarla a la marina, so- eri zonse li la galia Marzella e la corfuata, con Gorpra la qual è infinito numero di carboni, piere di lim da Ravena, con 25 lanze spezate, et diceva la
bombarda, monition di farine e vituarie; ma in | compagnia subito li sarà driedo, e li soldati ussiteno
campo è gran charestia di pain. Et ditta armada solicita molto l'ussir, avanti la Signoria cressi la sua
armada, perchè turchi è certi, per lhoro spie, esser
pocho numero di arma'sul mar de' venitiani, videli
cet a Viscardo, et esser, in quella, infirmità. Item,
a Chiarenza è do fusti a posta, per veder e discoprir
la nostra armata, et meter soccorsso nel castello di
la Zefalonia, bisognando.
di Modon, cridando : Danari ! con gran vergogna
nostra.
Da Corom, di sier Pollo Vallaresso, provedador,
di 8zugno. Come andoe a Modon, chiamato da sier
Hironimo Contarini , provedador di l'armada, con la
sua galia, qual, vedendo il bisogno di Coron, dove
è rectori sier Cabriel Venier e sier Fantin Zorzi,
amallati, lo messe li per provedador con 4 famegij ;
Del ditto, di 25. Si duol di tanta 'tardita a le voria lui la Signoria desse ducati 100 de qui a la soa
503 MCCCCC, LUGLIO. 504
fameia, a conto di suo salario ; dice, si à tempo XV
zorni, farà Coron inexpugnabile ; fa fornir la terra di
aqua ; le mure son parte ruinate, et uno Roseto è stà
il primo a ruinar le sue botege, per numero tre, di
le qual cavava di fito ducati 20 a l'anno. Item, fa
levar il terem di levante a la torre maistra, era equal .
Dil ditto, di 14. Come è poche monition , e
mancho artilarie ; si harà XX zorni di tempo, spera far forte la terra. À nova, per tre vie, el bilarbei
esser a Londari, mia 60 de li, con un campo grosso ;
voria venisse più presto li cha altrove. Fa la mostra
esso provedador a li albanesi, sarà cavali 400 e pedoni 600, boni homeni ; à fato pasto a 40 persone,
e una paxe tra lhoro capi etc.
l'uno , suol valer 4 danari , e ne muor assa' da
fluxo.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'armuda, date in galia, im porto di Napoli di Romania, a di 9. Come, navegando sora Cao Matapan,
levato da Coron, la galia di Monopoli scavazó a traverso l' antene, e non potè usar la vella. Or, venuto
li, trovò il campo dil turco su la campagna. À per
uno zaratin fuzito, il signor esser li . La terra sta
mal di aque ; eri et ozi nostri è stati a la scaramuza,
è stà ferito missier Meza Busichio con una freza in
la gamba, e uno altro con uno cavalo. Item li fo
portà la testa di uno turco per uno stratioto; li dete
ducati uno; et al castello dil Scoio non è aqua, e poche
Da Napoli di Romania, di sier Francesco Zi- persone, monition etc.; et à fato la descrition di le
gogna, provedador di la Morea, di 8. Dil zonzer dil persone da meter con li soi sopracomiti in exercitio,
bilarbei di la Grecia a Coranto ; poi el dì drio vene à deputà uno sopra l'artilarie, et ozi à fato disfar
il signor; parte dil campo è a presso Argos, pocho a' galioti le caxe dil borgo, à dato hordine di far
distante di Napoli, dove à posto li pavioni el bilar- | porporelle per andar navilij etc. Il campo è da perbei di la Natalia. Doman si aspetta le do bombarde
grosse, erano a Coranto, è stà condute a la camsone 50 milia, ogni horra ne zonze, non sa si hanno
artilarie, il pan è caro, et moreno a modo bestie
per el bever fanno di aqua. Il signor à diviso le
forze in tre parte : lui a Modon, a Napoli el bilarbei di la Natalia, et a l'armata el bilarbei di la Grecia. Stratioti in Napoli sono 1500, qualli forssi potrano tenir le vituarie di Coranto, ma a le provision
non è quella riegola vi bisogna. La sua andata à conDi rectori, di 7. Come eri il signor turco zonze fortà tutti, et da 700 case in suso è venuto ad habia Coranto con gran exercito, parte dil qual manda | tar in la terra, et posto haver assa' nel castel di grea Nepanto, con el bilarbei di la Romania; lui si dice
va a Modon. A la zornata fuzeno da' turchi stratioti
e albanesi , qualli vanno a tuor stipendio ; et li dicono, si tuol l'aqua a Napoli, non si potrà tenir. Lhoro
hanno pocha zente italiana, et li albanesi è tra lhoro
discordia ; perhò se li provedi.
193 pagna, chi dice per Napoli, e chi per altrove ; et
ozi et eri fossemo visitadi da' turchi ; stratioti di Napoli voleno ussir, et lui non vol ; pur ne ense, e
portano dentro cavalli e teste ; à gran cuor. Ozi
zonse sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, con 5 galie ; si aspeta zonza li fanti.
ci. Item, dil zonzer quella hora la galia di sier Baptista Polani da la Cania, con 52 arzieri ; dia venir altre do con arzieri.
Da Corfi, dil baylo e consieri, et sier Lucha 194
Querini, provedador, di 25. Scriveno il numero di
l'arma' dil turco, zoè la nave grossa, le do galeaze,
De li ditti, di 8. Dil zonzer ozi el provedador di in tutto velle 200, zoè vinti navilij di cheba, una
l'armada, Contarini, con 5 galie ; à messo l'anima barza di bote 800, vechia, mal conditionata, le altre
a tutti ; voriano pur zente italiane ; il castel dil Scoio di 200 fin 300 bote l'una ; et che una note turchi
voria 300 homeni a guarda ; voria se li mandasse brusono zercha 20 gripi innavegabeli. El signor è
legnami, taole, travi , feramenta, chiodi, corazine etc. col campo in la Morea, tra Modon e Coron ; el
Tuti è cenza soldo, excepto 32 provisionati ; voleno bilarbei à campo a Napoli. E quelli di Napoli si
lanze, e non stimarano l' asedio. Item, el signor ozi portano bene, taiò a pezi molti turchi ; et uno flamè zonto ad Argos, e li campato con infinità di pa- bular con zente è a Patras, per acompagnar l'armata
vioni ; parte di turchi ha corsso a le marine nostre, a marina. El nostro magnifico zeneral è in gran fae nostri fonno a le man, zoè li stratioti. Et ha, per stidio, non si vede haver armata da poter mostrar
alcuni schiavi, el bilarbei è stà mandato a Patras per la faza a l' inimico, ha interzato le galie con homeni
l'armada ; il signor vol andar a campo a Modon, di quella isola, doman si lieva per soraveder ; serae lassar qui el bassà di la Natalia. Item, hanno, per no galie 19 sotil, 9 grosse, et 9 nave di Candia ; e
una spia, nel canal di Negroponte sono galie 5, et solum 4 galie, Trani, Brandizo e Curzola, non sono
altre palandarie da Negroponte, vien de li a Napoli. zonte ancora. Item, galie 13 sotil sono a Napoli, 4
Item, in campo è gran carestia di pan, tre aspri | sotil et do grosse a la guarda di la Vajusa, le qual
505 MCCCCC, LUGLIO.
506
il zeneral le voleva; poi terminò di lassarle. Et que- | che vol far novità contra di lui ; poi esso orator dista è tuta la nostra armata. Lhoro a Corfù atendeno
a le fabriche con Coltrim, inzegner ; voriano zaponi,
e badilli, e danari per li bombardieri, soldati e provisionati. Item, scampò do caporali con 16 compagni ; poi uno navilio ciciliam ne imbarcho 40 a Casopo, tra i qual erano alcuni galioti ; il zeneral li mandò una galia, et lo prese, e fè brusar il navilio,
e fè justicia dil patron ; è uno havia fato uno boletin contrafato, il resto è im prexon. Et sier Lucha
Querini, provedador, scrisse di 25, sollo; 0da conto. | mani ; tant'è, fo contenti di questi.
mando 50 ducati a conto dil stipendio dil suo signor, per farsi le spexe ; e cussi fonno ballotati.
Èda saper, tutto questo zorno di 14, il colegio
fo occupato in lezer letere da mar; il sumario di
tutte ho scripto.
E da poi disnar, fo pregadi per li syndici, per il
caso di sier Bernardo da Canal. Compite di parlar
sier Bernardim Loredam, synico, li fè molte opposition . Rimesso a uno altro conseio.
Adi 16 luio. In colegio vene frate Antonio da
Padoa, chiamato el Trombeta, qual vien di Roma,
stato in gran pericolo de la vita, et liberato mediante il favor di la Signoria nostra ; qual ringratio
la Signoria, a la qual perpetue era dedicato.
Da Vicenza, di sier Zuam Batista Bonzi, provedador per le camere. Manda alcuni danari scossi
li di raxon dil subssidio.
De li rectori. Come hanno per uno explorator
tornato, avisano nove di Aleniagna; zanze non vere.
Il re con la raina è a Yspruch amallati, e uno di la
caxa di Baviera è al governo. Item, lì hè oratori di
XI terre franche ; la dieta non è compita, vi hè oratori di Franza, Napoli, Mantoa e ducha di Sturlich;
e il re vol andar a Roma per la corona.
Di Yspruch,di Marco Bevazam, secretario nostro, datta a d X. Come, zonto li, fo al conscio, et
expose andava per haver ajuto contra turcas, poi
disse la cossa di Goricia ; dal qual have bone parole,
ma più zercha il turcho, et di Goricia mal. Et li fo
dà uno homo per condurlo a la corte, et passerà
per li lochi dil ducha di Baviera. Item, à inteso è
194 stato al re uno orator di Franza, qual ha parlato,
solus con sollo, con il re, et è partito. Item, quelli
di Goricia à scrito, haver speso fiorini 200 milia, et
quanto a Grignà manderano li soi oratori.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
13. Avisa haver una letera auto, di uno prete, li
avisa preparamenti di Alemagna ; tutte zanze , et
nulla vere.
Di Rimano, dil signor, di X, a missier Obizo
Mondlina, suo orator. Come il comessario di Valentinos, è a Cesena, à fato alcuni comandamenti, si
Vieneno sier Zorzi Corner, el cavalier, cao di X,
sier Anzolo Trivixan, e sier Zacharia Dolfim, dil
conseio di X, dicendo haver fato 200 provisionati,
homeni di fazon e maritimi ; voleno mandarli al zeneral : et fo disputato qual era meglio, o mandarli o no, perchè si disforniva lo armar. Et parlò
sier Filippo Trun, procurator, e sier Lunardo GriFu promosso per sier Lunardo Loredan, procurator, savio dil conseio, di expedir sier Domenego Pixani , electo orator in Spagna ; et alcuni volleva,
altri diceva non era tempo.
Da poi disnar, fo pregadi ; non fu il principe.
Vene queste letere :
Di Budua, di sier Nicolò Memo, podestà, di 2.
Avisa la nova di antivarani, contra turchi aversi ben
portato, li lauda etc.
Di Bergamo, di rectori, di 12. Manda una letera, scritali per domino Piero Antonio Visconte, data
ad Archo, a di XI. Li avisa di preparamenti di Elemagna, et la dieta esser expedita ; hano trovà 50 milia persone, zoè tanti homeni per comun, la mita
paga il re, qualli sono per guarda di la so persona ;
et è stå electi vinti sopra le provision di l' imperio.
Dice vederassi gran cosse questo San Lorenzo, ea
guaia chi se averà impaza. Et è stà dal re uno orator di Franza, et è stà expedito.
DiMilam, di monsignor di Luciom, in risposta.
Di do nostri rebelli, Hironimo di Melze, e uno altro,
qualli sono stà incolpadi, non volse render Trezo ; li
ricomanda a la Signoria, et scrive in conformità al
suo orator.
Di Franza, di l'orator, date a Lion, a di 5,
tenula fin 6 el 8. In la prima dice, come il re aspectava li oratori di l' imperio li, perhò non è partito,
et è venuto uno nontio dil re d' Ingaltera, e il re
disse haver portato bone novelle. Item, vien uno
orator di l' archiducha di Bergogna, et il re par soliciti lo armar a Zenoa ; tamen non si harà altro cha
queste do nave, et scrive la causa di tal indusia.
Item, à scrito letere in Spagna per l'armata, et li
oratori luchesi è rimasti d' acordo di pagar 1000
fanti per mexi 4, o ver a l'impresa dil Reame, o ver
in ajuto di Milan ; et dali oratori senesi il re vol
ducati 50 milia e Montepulzano, per darlo a' fiorentini ; lhoro li voleno dar li danari, ma non quella terra.
Item, missier Zuan Jacomo li ha ditto, convien restar in Franza. Item, eri parti il cardinal Ascanio,
507 MCCCCC, LUGLIO. 508
195
per andar a star in la torre di Burges ; et il re manda a Milan monsignor di Chiamonte ; è con lui missier Galeazo Visconte, qual fo a' sguizari per il Moro, per darli information di le cosse di Lombardia.
Delditto, di 8. Come ave nostre letere, con li
sumarij dil turco, fo dal re. Soa majestà disse, haver spazà letere a Zenoa, e si armerà quelle nave ;
et à scrito in Spagna per l'armata, e da mo è contento lassarli le raxom di Ragom a Spagna, qual
alias il re li volse dar ducati 150 milia. Item, à inteso per quatro vie la nova dil papa, e s'il caso intervenisse di la morte, vol monsignor di Beumonte
vadi con le zente versso Roma. Poi esso orator parlò al cardinal Roam, zercha farsi papa. Disse : Ringracio la Signoria, ma non son conosuto a Roma ;
bisogna ajutar San Piero in Vincula. Item, scrive
dil nontio dil roy, mandato al re di romani, qual
ritorna in Franza, et prima non l'avea inteso. Et
il re disse, aver vodo andar contra infideles ; et si
havesse uno fiol, anderia im persona. Conclude, il
re disse si vol vardar a non far un papa piaqui al re
Fedrico elc.
Di Ferara, dil vicedomino, di 14. Come fiorentini tramano con uno nontio di monsignor di Beumonte, conzar le cosse con danari, e col campo ritorni a Pisa ; ma guasconi, sguizari e francesi sono in confusion. Item, il signor è andato a Bel Reguardo
a piacer, starà qualche zorno ; et missier Jacomo
Accioli, fiorentino, sta li a Ferara, à nove di Fiorenza
di dollori grandi vi sono.
Et in questo pregadi, subito leto le letere, sier
Piero Morexini, avogador di comun, andò in renga,
et mend sier Nicolò Bondimier, di sier Zanoto, andato consier a la Cania, qual dovea dar a l' oficio di
tre savij, per causa di l' oficio di l'armamento, du- cati 300 ; e fè uno boletim falsso a palazo, soto scrito per sier Alvise Pixani, per nome di sier Hironimo
Tiepolo, è ai tre savij ; unde messeno, insieme con
sier Hironimo Lion, el cavalier, suo collega, di retenir el predito, e sia proclamato si vengi a difender etc. Andò la parte : 12 non sincere, 6 di no,
156 di la parte. E fu presa.
Francesco, mio collega. Poi parlòsier Antonio Trum,
el consier, dicendo voler etiam mandar homeni, monition e altro , e queste do galie , justa l'opinion
mia. Li rispose sier Lunardo Grimani, e si scaldò
assai. Poi parlò sier Andrea Loredam , patron a
l'arsenal, e si oferse dar le galie grosse nove, per
tutto avosto. Poi parlò sier Piero Moro, patron a
l' arsenal ; laudo le galie grosse, et vol dar galie 20 sotil presto, et X grosse, che è in la caxa, e si lavora; e intrò in gram jerondie. Or sier Antonio Trun,
consier, e sier Filippo Trum, procurator, intrò in la
mia opinion , di armar ditte 2 galie , e poi venir
al pregadi per far provision di armar. Andò le
parte : 65 di savij, 92 dil consier e mia. E fu presa.
In questa matina, sier Alvise Contarini, venuto 195*
governador di Trani, referite. Io non l'aldi', perhò
non scrivo.
Et in questa note, trete do siete ; una dete a caxа
di sier Beneto Sanudo, non fè danno, e a l'andar
im pregadi fo stranijssimo tempo. Et ozi tre' la
sieta, e dete al campaniel di San Zane Nuovo. Item,
in cha' Grimani, in cha' Griti a San Zuane Bragolla,
et a la chiesia, e portò via uno San Zuane su la
porta.
Adi 17 luio. In colegio vene sier Antonio Condolmer e sier Marco Loredan, provedadori sora i
conti di ambassadori, per causa di la cossa persa
❘eri in quarantia contra Andrea di Usnagi, fo rasonato con sier Zuan Paulo Gradenigo a Pisa ; qual
ſo persa di 4 ballote. Fo gran eror, et per la Signoria fo comesso a li avogadori intrometi.
Vene l' orator di Franza, mostrò una letera dil
roy a la Signoria, di 8, qual scrive s' il papa muor,
si spenga le zente avanti, et vol far el cardinal Vincula papa. Li fo risposto, non è il caso sequito ; et fo
dato sacramento a tutti, et comandato stretissima
credenza, et parlato poi zercha Faenza.
Vene poi sier Francesco Foscari, el cavalier, va
orator in Franza, dicendo esser stà dal sopraditto
orator, qual desidera sunımamente che a Zuan Todesco li sia dato uno officio etc.
Vene l'orator dil papa; parlò zercha Faenza e
Rimano. Il principe li rispose, era tempo di consultar altro.
Fu posto per li savij dil conseio, terra ferma et
ordeni, di armar 6 galie sotil, e tuor libertà il colegio di armar nave et galie etc. A l' incontro, Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, missi di armar le do galie grosse di capetanij di viazi sono in hordine, e
sia provisto farne do altre nove in l'arsenal per li
viazi. Item, armar galie sotil, nave, fuste etc., ut in
parte. Et Jo fui el primo andasse in renga. Mirispose, e mal, sier Marco da Molin, quondam sier | posti a custodia, justa i mandati.
Vene sier Nicolò Trivixan, procurator, dicendo
suo fiol sta malissimo, et sia scrito a Padoa vengi
maistro Hironimo da Verona, et cussi li fo compiaciuto, e fato la letera ; pur morite.
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà et
capetanio. Zercha monitiom di la Scalla, et homeni
500 MCCCCC, LUGLIO.
510
Da Trani, di Nicolò da Ponte. Zercha salnitrij | o ver un frate. Item, li oratori dil roy è li non è stà
fornisse l'arsenal per bon merchato, et li ha da Barri,
et il re è contento darne la trata etc.
Fo electi do exatori a l' oficio di governadori di l'intrade. Il scurtinio sarà qui soto posto; et Jo tulsi
sier Piero Contarini, et rimase, qual era prima.
Eri , si partino do galie grosse , sier Bortolo Dandolo et sier Francesco Arimondo; uno sopracomito, l ' altro patrom.
ancor fati cavalieri ; partirano presto, manda letere
per via di Martin Cotta.
Di Udene, dil luogo tenente e dil provedador Mar- cello, di 12. Zercha alozar zente d' arme in la Patria ;
non pol ; voriano provisionati ; dicono di le taie e
zernide. Il conte à do panochie, et e ll. Scriveno la praticha hanno con quel missier Martim et madona
Dorathea zercha turchi ; li à mandà uno presente, et
ducati 30, et promesso darli altri ducati 60. Item,
mandò qui il processo di Antonio Burlo, retenuto;
et che per esser bandizati li bezi, la terra patisse ;
Et sier Antonio Trum, el consier, fè lezer molte
parte vol meter. Primo, privar l'oficio di tre savij ;
2.º tutti quelli hanno compido li oficij non vengi im pregadi, ut puta, X savij ; 3.º non far più proveda- | voria se li mandasse soldi.
dori sora l'armar ; 4.º cassieri ; quinto, provedador
sora la Brenta, et provedador sora la Piave etc.
Electi 2 exatori a li governadori per mexi sie.
Sier Beneto Belegno, fo cao di 40, quondam sier Francesco
+ Sier Alvise Soranzo, fo exator ai governadori, quondam sier Remixi
+ Sier Piero Contarini, exator ai governadori, di sier Andrea Sier Francesco di Mezo, di sier Antonio
Sier Fantim Bonı, quondam sier Felixe
Sier Lorenzo Manolesso, fo exator ai governadori
Da Crema, di 13. Come eri, a hore 23, intese
monsignor de Lixom a Lodi haver morto uno homo ;
unde la terra si levò a remor, e lui fè chiamar francesi dentro, dicendo voler andar a Milano. Or, reduti dentro, cridono : Carne ! Carnel e uno primo volse ussir. È il populo sublevato. Lixom disse voler
11.10 brusar la terra, adeo è scampà più di 100 citadini
fuora, e le porte di la terra è serade, si che de li è
14. 7 gran confusiom; e lui podestà à mandada missier Nicolò da Mosto a saper la cossa, e vol mandarne
uno altro a Lodi, soto specie di la cossa di Martim
Manara.
12.8
4.16
7.14 Di Charavazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador, di 14. Avisa a Rivolta è podestà berga- masco, non sta mai li. Item, è nova a Milan è stà
fato comandamento, tute le done di foraussiti de4.17
Sier Nicolò Michiel, fo al dazio dil vin,
quondam sier Nicolò . 3.17 bino andar in Aste, soto pena di perder le dotte, e
li foraussiti torni in termine di uno mexe, sub pœna
confiscationis ; e si manda in Franza per comandamento dil roy 400 zentilomeni inilanesi, e si tuo' 12
per porta.
196
Introe li cai di X, e mandati tuti fuora. Et poi disnar fo pregadi per li syndici, et li avochati dil Ca- nal non erano in hordine, e fo licentiato el conseio.
Et la Signoria dete audientia, et il colegio stete a consultar.
Di Verona, di rectori, di 15. Come è tornato
uno suo, stato a Mantoa. Referisse il signor feva la
mostra di 500 elemani, di qual ne cassò 30. Alozono a la porta Ceresa, mia do lontan di Mantoa, et che
ne erano zonti 200 altri. Item, è partiti 100 boni
homeni, perchè il marchexe non dà danari, et a Gon- zaga è Frachasso et Galeazo e uno don Alonso, spagnol, capo di provisionati, fo dil Moro. Etiam è a
DiHongaria, di 25, 26 et 30, da Buda. Molte | Mantoa Nicollò Maria con 6 compagni, a le spexe dil
Et in questa matina, ſo ditto in Rialto esser letere
dil zeneral di 5, et di Otranto di 8 ; tamen non è
vero. Etvien in questa terra alcune fameie di Corfù,
et ozi fo aldito in colegio uno patron di gripo, parti a di primo da Corfu, con la fameia di sier Bernardo
Bollani, capetanio dil borgo.
1
zanze, e coloquij abuti col re, qual parlo zercha la
praticha col turco ; e poi parlono col reverendo vesprimiense, col magnifico Joxa, consieri regij, et non
hanno ancora auto la nostra letera di 19, di la libertà
di darli ducati 100 milia; et l'orator dil turco è lì
con boche 130, e il re li fa le spexe, et etiam a essi
nostri oratori. Et il re disse : Il papa 0 fa ; doveria
mandar uno cardinal legato, e manda uno episcopo
signor, et il signor fa disfar bombarde grande, et ſa
canoni grossi a la francese, et ha bombardieri fo dil
signor Lodovico. Item, fa uno bastiom a una porta; 196 *
si dice omnino il re di romani verrà in Italia adosso
il roy et la Signoria. Item, essi rectori hanno expedito uno messo in Elemagna.
A dì 18 luio. In colegio, fo ballotà tre gracie a
tre zenthilomeni, zoè sier Andrea Badoer, lire 80 è
511 MCCCCC, LUGLIO. 512
debitor a le raxon nuove. Fu preso per li consegij ,
rispondi. Item, fu preso di sier Marco da Molin, da
la Madalena; et quella di sier Zuan Batista Soranzo
andò do volte, et non fu presa.
Vene sier Imperial Contarini, provedador, fo sora
la sanità. Molti si lamenta di lui, et primo Mazaruol,
suo nodaro, fa gran jotonie ; fo commesso a li avogadori, e fo privo di l' oficio. Et fonno alditi li provedadori a le biave contra li provedadori sora la sanità, zoè sier Hironimo Contarini e sier Piero Duodo,
per haver brusato certe farine, che non era suo
officio.
Veneno quelli parenti dil prior da cha' Boldu di le carzere, per la lite hanno per l'abacia col cardinal
Grimani.
Et a Rimano morite la moier di sier Francesco
Capello, el cavalier, provedador nostro, da parto. Fo fia di sier Piero di Prioli, provedador ; et lui dimandò licentia, atento il suo star li era per 0.
Da Cividul di Belum, di sier Antonio Vituri,
podesti el capetanio, di 16. Come uno suo explora- tor è tornato, qual è stà a Yspurch, dove dice a di 4la dieta fo compita, et era il re con li oratori Franza, Spagna, Napoli, Ferara, Mantoa e Pavia; e dil
turco, O si dice. Et li è vintiquatro milanesi ; et li oratori di Franza stè tre zorni li. Il re li dimandò
dil signor Lodovico, e li disse, haver esso Lodovico
fato truffa a re Carlo, e lo voleno castigar. Item, è
fato acordo tra il ducha Zorzi e il ducha Alberto di
Baviera con le terre franche, zoe Vertimberg e Norimberg ; e dite terre non vol dar ajuto al re, si non per la corona. E il re trarà 100 milia ducati di la
decima, e si dice, li spenderà im piaceri, e la raina
ajuta forte a l'impresa de Italia. Item, si stima molto sguizari, qualli dicono non voler venir contra la Signoria. Item, è do fioli dil signor Lodovico a Yspurch,
et la moglie, videlicet madona Lucretia Crivella. Item,
il re non ha danari, et vi hè do cardinali, San Seve- rin e il fiol dil ducha di Ferara, e il signor Antonio
Maria di San Severino.
Di ZuamPaulo Manfrom, ductor nostro. Come
li è morto uno fiol, e do capi di squadra, da alcuni vilani di la Meduna; unde fo scrito a Udene, fazi il
processo elc.
Dapoi disnar, fo conseio di X con zonta per tro- var danari. Noto, lo armar le galie vien dificultado per caxon di provisionati, trova li cai di X, per mandar da mar.
Item, è da saper el bonus (sic) non è molto in
fontego, adeo dete pensar al doxe et al colegio, e si
vol proveder.
Èda saper, in questi zorni è stå mandato elimosine de formenti per li monasterij observanti di frati
et monache di questa terra, acciò fazino oratione per
la republica nostra, et per le chiesie si dice oration
et le letanie, facendo processione la matina a torno
le chiesie.
A d' 19 luio. In colegio non fo il principe. Fo 197
leto letere di Hongaria, venute eri sera, et lecte nel
conseio di X.
Di Hongaria, di oratori, date a Buda, a di 5
el 6, parte in zifra. Come receveteno nostre letere
di 14 et 19, andono dal re : li oferse darli ducati 70
milia facendo la liga particular ; et soa majestà si risolse, vol ducati 150 milia per questo primo anno,
e ducati 125 milia per li altri, tacite dice tra lui e
suo fratello re di Polana. Da poi fonno con alcuni
consieri regij, e parlono di questo ; et li oratori fran- cesi si voleno partir, quando ben havessene letere
dil roy. Tumen il re non li ha expediti. Item, è nova,
in ver Bossana è reduto assa' turchi, et a le frontiere
dil re è stà menato via alcune anime da' turchi, e de
li ducati 100 milia fo conditionati, in caso la praticha general non siegua, o ver vedeseno esser per acordarsi col turcho ; unde, essi oratori non sanno che
farsi, aspeta di zio risposta, non hanno più coricri
de li, e Pianta Poro è li caduto apopleticho.
Et to consultato inter patres di non li scriver
nulla. Di Vegia, di sier Piero Malipiero, conte. Aricevuto li danari per armar la fusta ; dice la fusta non è conza ni fatto il patron, e li danari sarà pochi. Li
fo risposto mandi i danari qui.
Di Crema, dil podestà el capetanio, di 14. Come
a Lodi monsignor di Montasom à fato tuti li citadini
li dagi le arme, et altro non è sequito; starà vigilante et aviserà.
Di Cremona, di proveditori. Mandano in nota le
intrade di beneficij ; zercha il pagar di le decime, la Signoria ordeni quanto habbi a far. La lista sarà scrita qui avanti.
DaSonzim, di sier Zuan Maria Mudazo, provedador. Par sier Andrea Dandolo sia castelan a Pizegaton, et li a Souzin è venuto sier Hironimo Nani,
camerlengo di Bergamo, a pagar li fanti .
Di Brexa, di rectori. Esser venuto li uno Alexandro Salvazo, messo dil conte di Caiazo, con pa- tente dil roy, va in Elemagna a far il cardinal San
Severin vadi in Franza o a Roma; li promete dar etc.
Disse, a Lion il roy aspetava li oratori di Elemagna
dovesseno zonzer.
Du Bassam,di uno explorator stato e ritornato.
513 MCCCCC, LUGLIO. 514
197
Dice vien zente, et sarano preste in Italia, et il re di
romani si prepara a la guerra : tutte zanze.
Da Cuvrili, di do, de Marin di Greci. Come quel
loco si va fortificando da terra ; lauda sier Andrea
Michiel.
DaDulzigno, di sier Andrea Michiel, provedador
di Albania, di 4. Come è venuto li; volea andar in
Antivari, et non è securo il transito. Item, sier Piero
Nadal, conte e capetanio de li, manda vituarie a le
nostre galie a la Vaiusa, le qual è per numero 6 ; е,
stando li, la non potrà ussir.
Da Bologna, dil conte Nicolò Rangon, scrite a
Piero di Bibiena. Come il signor, missier Zuane, à
letere di Lucha, et domino Hercules Bentivoy è ito
versso Roma, chiamato dal papa; non sa ad quid.
Item, li scrive soliciti la Signoria per il signor Alexandro, per le possession dil cremonese, e missier
Zuane è servidor di la Signoria nostra. Item, di Lucha è nova, francesi, sono reduti su quel di Lucha,
fanno assa' danni. Danno tre cause esser levati de
l'impresa : una, per caxon di le vituarie ; l'altra, per
non haver auto danari ; la 3. , pisani sono boni francesi , et francesi vanno dentro Pisa a far bona ciera ;
ma su quel di luchesi brusano etc. Item, aCalle (sic) di
Sesto, loco di essi luchesi, hanno fato gran danni, et
brusato 5 molini a Vorno, perchè nel vegnir li uno
Vene uno messo di frate Alexandro Caraffa, con
letere di credenza. Si dolse di sier Tomà Lion, governador a Monopoli ; vicina mal con lui, e la galia
si armò li li ha fato danno; dimanda li soi privilegij
siano confirmati : fo mandato fuori. Jo parlai contra | francese fu morto, et luchesi in uno di fo in arme
gaiardamente; e sier Lunardo Loredam, procurator,
ini dè favor, unde per sier Baldissera Trivixan, el
consier, vice doxe, li disse feva mal etc.; e fo comesso
a li savij da terra ferma ad aldirlo et expedir.
Da Verona, di rectori. Come è il tempo di lo
afitar di dacij, et voriano poner un capitolo, in caso
di peste essi dazieri potesseno refutarli, che mioreria
assa' li dacij.
do volte, e hanno tolto li villani dentro, non lassano
intrar a una bota molti francesi dentro ; et ozi si
levono a rumor per alcuni villani voleano intrar, et
dubitono ; et un' altra volta si levono in arme, per
esser stà su la piaza morto uno homo, voleva robar
carne da uno becharo, qual era moro. Item, Francesco di Gasteldrio, luchese, fu preso di pisani, fo poi
lassato con taia ducati 150. Item,le done di Pisa hano
fato più difesa di homeni, et im Pisa è 500 cavali
de' francesi vadagnati, et sono andati a l'abatia di
San Savano, et l' hanno presa. Item, el cardinal Vincula è a Nozaro, loco di missier Nicolò Tegrini.
Vene uno patron di gripo, parti a di 3 da Corfù,
cargo di formenti. Disse, il zeneral esser con l'armata a Cao Duchato, e il resto di l'arma' ai Cuzolari ,
et erano zonte in arma' parte di le nave di Soria; et
di Corfù erano partite tutte le galie, excepto il Salamon, et il sora masser dil zeneral havia fato a Corfù
1000 provisionati per l'armata ; et il zeneral à bon
cuor de investir ; et che a Corfù era zonta la galia | levato di Lucha et Pietra Santa; el qual loco è rigrossa curzolana.
Deldittodomino Nicolao Rangon, data aBolo- 198
gna, a di 14. Par habi visto un' altra letera di Lucha
di quel zorno. Avisa, il campo con l' artilarie esser
maso in man di francesi, qualli hanno amazato, e
usano gran crudeltà, menano via donne e puti da 4
et 3 anni, brusano ville, depredano bestiami ; ita che
il danno fato non si refarà in anni X; et in Lucha
sono rimasti francesi più de 150; et diti francesi
preseno a Cassina cinque fiorentini, contestabelli,
qualli li apichono a presso Lucha a li arbori, et pisani
Èda saper, sier Piero Trivixam, sopracomito, è
armato, e si parte in questa sera. Sier ZachariaLoredam e sier Francesco Arimondo, sopracomiti, tuttavia vanno armando li 200 provisionati, e, expediti
ozi, si partino. Item, Me auctore, fo terminato scriver a Spalato, et armar una galia ; et altri ne voleva
etiam a Brandizo, e darla al soracomito è qui. Jo li | hanno corsso su quel di Fiorenza, et preso 150 capi
fu' contra. Nihil factum.
Da poi disnar ſo conseio di X, et il colegio si
ridusse a consultar.
Da Ferara,di 16 et 17. Di le cosse di Pisa, et
dil levardil campo e artilarie ; e pisani sono ingaiarditi, et fiorentini scriveno a Ferara, non hanno manchato da lhoro, hanno dato danari a' francesi, e sono
stà trufati. Item, il signor ducha è a Bel Reguardo, e
tutti vi va li . Et fiorentini, l'orator elexenoa la Signoria, lo suspese, credendo haver Pisa, e mandarlo poi
con vigoria qui. Item, manda letere aute da Bologna.
1 Diaru di M. SANUTO. Tom. III.
de animali. Item, el cardinal San Piero ad Vincula
non è ancor intrato in Lucha.
Vene in colegio uno nontio dil signor Bortolo
d' Alviano, dimandando la riferma, atento, a dì 7
octubrio proximo, compie la ferma ; dicendo esser
contento di quanto vol la Signoria. Fo rimesso ad
ad expedir a li savij.
Vene uno Zuan Biancho, homo maritimo , et
monstro uno modello, fato per lui, di una sorte di
navilio come nave ; tamen vuoga a modo di galia etc.
Fo divulgato per la terra, il papa haver fato tre
33
515 MCCCCC, LUGLIO. 516
1
cardinali, domino Francesco Borgia, suo nepote, il
suo datario, et uno cugnado dil ducha Valentinos,
francese ; sed nihil fuit.
{
|
nador et castelan, fo amazå missier Florio Novello,
fradello dil conte Manfredo Torniello, per casom di
femena. La terra è in travaia et in arme, francesi in
Da Milam, ſo leto una letera scrita a Vicenzo castello, et monsignor di Luciom sta con spavento,
Guidoto, qual za era andato a star secretario nostro ha spazà 6 cavalchate in Franza. Item, parmesani
aMilan. Il sumario di la qual letera è questa, non tra lhoro si tagliano a pezi ; et monsignor di Bloco,
solo scripta. Chome a dì 11 et 12 luio fu fato coman- favorito di la regina, il re à scrito a monsignor di
damento a Milan, per haver do ambasadori milanesi Beumonte, vadi a Roma con le zente, per favorir el
per porta, a portar li presenti a la raina in Franza Vincula al papato; et alemani farano dimostration
e visitar il re ; et tamen ancora non è stà fato elec- di guerra, et, si il roy si vol acordar contra la Signotion, per non esser andati de li X li quatro ; et quelli ria, sarà acordo; ma il roy non vol romper la fede.
andati, non hanno voluto far altro, dicendo haver Item, ozi è stà menà in castello il conte Guido di la
fato reverentia al re quando fo qui. A dì 12 vene di Somaia ; et ogni di se ne mena qualcheuno ; et li
Franza domino Galeazo Visconte con cavali 12, al zenthilomeni milanesi , vanno in Franza, non tornequal è stà resa la roba, excepto li feudi, con termine rano ; li presonieri non sono partiti, aspetano Obido mexi a star a Milan; tamen la terra non l'à visto gnì. Item, li villani ozi a quello è, per nome di monvolentieri , per esser fato francese. Adi dito, monsi- signor di Alegra, alozato, tutto il paese di Gorgongnor de Luciom convito Beltramin, loco tenente dil zola si messeno in arme per disonestà fanno francesi.
cardinal, a disnar, et rasonono di Pisa, et disse il Item, Tyranno à amazà il castelan, fradello di una
campo esser levati per non esser stå pagati. Item, dona di la qual ditto castelan era inamorato ; et fo
milanesi hanno malla voluntă contra francesi, e si fato a una festa. Item, missier Zuan Jacomo Triulzi
dice im brieve serà guerra, et elemani verano. Item, è mal visto in Franza, et eri missier Zorzi Triulzi
è stà trovà letere atachate a Santa Maria dil Castello, vene di Franza non con tropo gaudio, et etiam vene
exortatorie al populo, voglino esser fidelli al re di uno domino Alexandro, nontio dil conte di Chaiazo,
romani, qual li vol liberarli ; soto serite per nuove va in Elemagna per il cardinal San Severin, et nel
citadini foraussiti. Si dice hanno fato , per veder| castello da tutte horre si mette monition, e si lavora
quello fa la terra, poner lhoro medemi francesi a po- afuria.
sta. Item, è venuti gran numero di villani de lì a
dolersi , non poleno pagar l'imposition di soldi X
per bocha, ma nulla li val. Si dice, el ducha di Sa- Lo episcopato di Cremona, dil cardinal
voia si acorda con Maximiano. Item, monsignor di Ascanio
198 Obigni, et quel di Chiamon si aspeta jovedi; vieneno L' abacia di San Lorenzo, dil cardinal
Intrade de' beneficij di Cremona. 199
ducati 4500
di Franza. Et monsignor de Luciom à parlà a parte
di foraussiti, exortandoli vengino a caxa, che il re li La prepositura di San Abundio, di doperdonerà. Item, el castello si lavora mirabelmente,
San Severim 2100
e se li mette dentro roba; et a dì 13 fo mozà la testa mino Hironimo, di Humiliati gen
ral, di caxa di Landriano 1200
neficij ha domino Zanardo Bagaroto, piasentim, episcopo di Sutri e
Neppe 500
250
L'abacia di Ogni Santi, di domino Galeazo Galera, retenuto a Bergamo .
L' archidiaconato di la chiesia mazor,
di domino Alberto de Catani, piasentin, è a Milam
a uno francese, qual haveva amazà uno francese in | Priorato di Santo Apostolo, e altri becastello, et italiani non intrano in castello da tre di in
qua; et li presonieri, doveano ozi esser menati in
Franza, dicono non haver conzo li fati soi. Item,
questa sera parti parechij bombardieri e maistri di
bombarde per Tyrano e Chiavena ; le zente d' arme
passano Po a vinticinque cavalli per volta, per causa
di le vituarie ; monsignor di Alegra sta li a Milan
fin verà Obigni, et francesi, per esser mal visti, passato horre 24, non si trova niun per la terra. Et, per
l'altra letera di 16, scrive: a di 13 seguì la novità a
Lodi ; le zente d'arme tute vanno li, et monsignor
di Alegra con furia, et quelle doveano passar Po; e
dicono, venitiani è causa di questo, per ricoprir etc.
Et a di 13, a hore una di nocte, per mezo dil goverLa prepositura di San Michiel Vechio
Rector di la chiesia di San Erasmo ,
ch'è di uno servitor dil cardinal
Ascanio
Rector di San Vicenzo di Cremona, di
uno servitor dil ditto .
130
• 90
35
100
517 MCCCCC, LUGLIO. 518
199*
Rector di la chiesia di San Zorzi, ch'è
di domino Christoforo da Charavazo, è lì in Crenona
Priorato di Santo Antonio, ch'è di domino Zuan Andrea di Stangi, cremonese, ambasador a Napoli per il
Moro .
Canonicha' di la chiesia mazor, di domino Paulo di Croti, sta a Trento
L' abatia di San Thomaso in Cremona,
ch'è di uno Guidarzini, fiorentin,
sla a Fiorenza
Canonicha' di la chiesia mazor, di domino Hermes Visconte, fiol di domino Baptista .
Canonicha' , ut supra, di domino Pantaleo de Malagudi, è con domino
Alvise Becheto .
Canonicha' , ut supra, di domino Agustin dil Conte, fradello di domino
Gasparo, sta a Roma .
Preposito di Santo Antonin , di uno
servitor dil cardinal Ascanio
Rector di San Sepulcro, di uno, fo servitor dil cardinal Aleria , sta a
Roma
ducati 110
«
«
«
«
«
Contarini ; disseno haver auto uno marcello per uno
in Istria ; ergo etc. Item, a di 2, mandò sier Hironimo Contarini, provedador, con X galie più stringade
per observar i successi de i nimici ; et a Castel Tornese è turchi 14 milia, quali vol acompagnar la sua
armada. A le zurme lui zeneral li dà ducati 5 et 2
700 in sacho, e non pol trovar. Sier Alvise Salamon,
sopracomito, è restà a Corfù per causa de remi.
130 Hanno bisogno di pam ; ha ordinà sia carga a Corfù
500 stera di formento su la galia curzolana, qual
cargo solum la mità. Item, è zonta la galia di sier
250 Nadal Marzello, vien da Modon, et manda la galia
di sier Batista Polani e sier Valerio Marcello li aModom, et la Taiapiera è a Napoli, acciò di queste tre
ne fazino do bone. Manda letere abute di Modon e
Goron ; li dimanda ajuto.
65
Da Modom, di sier Marco Cabriel e sier An50 tonio Zanchani, rectori, di 28 zugno, al zeneral.
Lo solicita a venir a socorerli. Turchi 12 milia sono
uno mio lontan, sì che, non li provedendo, faranno
90 mal. Voriano 300 provisionati ; non hanno polvere;
dimandano biscoti e monition. Item, di 27, el dito
40 rezimento scriveno a la Signoria nostra ; diman lano
socorsso, siano subvenuti di fanti e pan.
35
A dì XX luio. In colegio vene l'orator dil papa; solicito, in materia di le preposte, la Signoria
nostra volesse mandar nontio a Faenza, et che'l papa
haveva do fuogi li rodeva : uno quel dil turco, l'altro queste cosse di Romagna etc. Li fo risposto si
vederia ; ma si dovesse atender al turco.
Da Corom, di 25 zugno , di sier Polo Valaresso, provedador, sollo. Come stratioti, ussiti fuori,
hanno presi XI turchi, do vivi, uno era ferito, Charamanin grande, ha 40 milia aspri di provision a
l'anno, uno cavallo, ducati 500, uno fameio, una
casacha, ducati 25 ; et lui dete a li albanesi ducati 4,
aspri X, e lo apichò ; volea dar ducati 1000 di taia.
Voleva andar a la corda per examinar li altri ; par
quel provedador non volesse. Or, questo fo examinato, referisse el bilarbei di la Natalia è levato di
Londari, va versso Modon, con el flambular di la
Morea, X in 12 milia persone, acciò non toy aqua
ni formento. In la terra non hanno bombarde. Il 200
signor è a Londari, solo con la Porta; in tutto il
campo, è in la Morea, è persone XXV milia, tra boni
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia , e tristi ; l' armata non sarà in hordine avanti tutto il
Ante Paxu, a di 4. Come era reduto a la Parga, mexe, la nave non è fornita di conzar ; hanno gran
e le nave e galie grosse redute a Cao Biancho; poi | paura di la nostra armata ; è ſama omnino la nostra
Vene l'orator di Franza ; disse haver letere di
Milam, el roy à mandato in Elemania per il cardinal
San Severin, acciò vadi a Roma; vol la Signoria li
dagi salvo conduto. Il principe li rispose : Questi sanseverineschi è malli homeni, va a meter mal ; tamen, a
compiasentia dil roy, si farà. Editoli era letere da mar.
si levò, et vene li per veder di far etc.; è con 37 voy combater. Dubitano turchi di l'arma' di Spagalie sotil mal in hordine, come par in la poliza. gna. Dice il re di Spangna è morto, e la raina con
L'armata dil turco è reduta versso Santa Maura a l'armata torna indrio. Nel campo disse esser vituaCalimeni, e vol cavar l'arma' di la Prevesa, qual rie assai, ma charestia di orzi ; la biava, per una fiata,
non se li pò obstar. Ben è vero si pol obstar quella { da cavalo val aspri sie e soldi 15. Il signor non hẻ
di la Vajusa. Da Corfù solum à 'buto 300 provisionati, et a li homeni per le galie fa dar di più danari
dil consueto, e non li pò haver da Corfù. Et che eraper moversi, si non vede la sua armata ; e venendo
quella a Modon, si non l'arà in do zorni, vol andar
di longo in streto. Item, vol esso provedador far
no venuti do galioti di la galia, patron sier Bortolo | atosichar ditto turco col medico.
519 MCCCCC, LUGLIO. 520
200 *
Di rectori e dito provedador , di 25, a la Si- | bombardieri, lanze da cavalo per li stratioti ; et che fo
gnoria. Come stanno di bon animo ; stratioti prendeno turchi, e il signor de Nicli è venuto al Vardari,
dove vol aspetar la sua armada ; dimandano monitiom et altro etc. Item, di 24, sier Pollo Valaresso,
sollo , scrive a la Signoria, come dà a le teste di turchi,
porta stratioti, ducati 1/s per uno, e sier Francesco ❘nio di le fantarie di Levante.
li do galie, sier Nadal Marzello et Alexandro di Gotti .
Zigogna, provedador di la Morca, è li, e non vol etc.
Di sier Francesco Zigogna , provedador di la
Morea, data in Corom, a di 25. Conte il signor
turco è do zornate lontam ; manda le zente versso
Modon, capo el bilarbei di la Natalia ; nostri stratioti vanno a trovar turchi ; ha gran animo. El bilarbei di la Grecia è andato a Patras per l'armata, qual
è velle 170 in 80, e assa' legni menudi. Il signor dubita di l'arma' di Spagna. Item, il zeneral suplisse
a li bisogni, e li citadini de lì è tutti ben disposti; et
pocho luntan de Napoli è turchi 6000, a fin che qualche nostra galia resti li per divider le forze di l' armata nostra; ma nostri stratioti li stima pocho, e
fa prede.
La letera di 24, di sier Cabriel Venier , саstelan, di sier Fantim Zorzi , castelan , di sier
Polo Valaresso, provedador di Coron. Scriveno a
la Signoria, il signor esser stato a Nicli, et manda il
suo exercito, una parte versso Modon, e una parte
versso Coron, e nostri stratioti ussi e taiò a pezi
parechij , presi 4 vivi. Uno Ali beì, timarato al Grebeni, disse il signor intrò in la Morea in questo modo: primo , el bilarbei di la Natalia con homeni
timarati 7000, assa' pedoni ; poi quelli tre flambuli andono a presso Napoli ; poi intrò el bassà di la Morea con altri flambuli ; poi el signor con la sua corte
andò a Nicli, è quatro zorni. Et el bassà corsse a Modon con 15 milia persone, e una parte vien qui soto
el Nicodino. Versso Castel Francho e Algriso è il
bilarbei andato a l'armata con zente, tuti homeni da
remo, zoè da remo (sic), e li villani turchi è molto
angarizadi. Il capetanio di l'arma' è il bassà, fo
l'anno passà. Il signor poi è reduto al Londari, per
aspetar l'armata ; qual, potendo, voria condurla a
Constantinopoli a dretura ; e che Fait bassà fu caxon
di la guera. Pan in campo suficientemente ; penuria
di orzo, val aspri 6.
Di Gorlim, a la Signoria, di 20. Dil zonzer
so lì ; à trovà sanni Schiaveto e Matio da Pexaro,
contestabeli ; farà il tutto, ma li compagni voriano
la 4. paga, e lui voria la promessa di esser capetaDa Corfù, di sier Lucha Querini, provedador, di 6. Come per Manoli e Zorzi Rali ha inteso,
come in quella nocte erano stati a Nista, et parlato
a uno turcho de l' ussir di l' armata di Patras, qual
è al loco del Vati ; et non era per ussir, si quella
di la Prevesa non si compiva, qual è galie Xgrosse,
24 sotil, fuste 5, la naveta o ver schierazo di Fait
bassà ; et il signor fa più conto di questa armata,
per esser meio in hordine di passavolanti e artilarie. Èvenuti burgari 5000, asappi 4000, janizari mille, tuti electi ; la qual non è compita ancora ; ma,
fin pocho, sarà expedita et potrà ussir.
Dil rezimento, di 6. Come l'armata turchescha
è driedo Santa Maura, in uno porto chiamato Climeno, e fa cavar quel canaleto di Santa Maura, per trazer de li le galie di la Prevesa, per tirarle de dentro
via. Item, dil venir li la galia di Monopoli, a tuor biscoti per l'armata. Item, è zurme li preparate per
l'armar di lo arsil, over galia, qual di zorno in zorno
l'aspetano.
Da Crema, 14. Come manderà li danari dil
subsidio presto, et non hessendo scossi, li achaterà
im prestedo.
Da Pizegatom, di sier Fantin Valaresso, provedador. Zercha certi rebelli, tra i qual uno Zuan
da Casal etc.
Di Brexa, di rectori. Di danari mandati e dil
subsidio.
Da Verona, di rectori, piú letere. Primo, zercha l'afitar di dacij. Item, hanno aviso di 13, di
domino Cabriel Malaspina, ha di Fosdinovo dil levar dil campo de' frane si di Pisa. Item, in risposta
di ducati 3000, prestadi a li Malaspina, li hanno dimandati, et madona Catarina, fo pieza, dice si aspeta
vengi el marchese Lunardo, e farano provisiom.
Item, di le cosse di Mantoa, hanno mandà li uno,
qual, tornato, dice li sanseverineschi è a Gonzaga,
De Napoli di Romania, di 20, di rectori. Dil et il roy à mandà uno messo al marchexe, a dimanzonzer de li Gorlin di Ravena, capetanio di le fan- darli li dagi ditti rebelli. Li ha promesso di darli .
tarie, con 25 ; il resto si aspeta. Il signor è partito | Per un' altra, mandano freze, venute di Brexa, qui .
de Nicli , rimasto ad Argos turchi 5000 per danizarli . Li stratioti e li provisionati li dimandano
danari ; prega la Signoria li provedi. Item , non
hanno bombarde grosse, ne dimandano X, polvere,
Da Padoa, di sier Zuan Batista Bonzi, provedador. Manda uno extrato di debitori è a quella camera, et à scosso quello ha potuto. Si vol partir e
andar a Vicenza.
521 MCCCCC, LUGLIO. 522
201
Da poi disnar, fo colegio et gran conseio. Et
vene le infrascripte letere. Fo aldito Sonzim Benzon
da Crema ; et ſo scrito a Spalato et a la Braza armino una galia.
Bajoni, et sono fugiti con homeni d'arme 200 ad
uno suo castello, distante di Perosa mia cinque.
Dil ditto, di 13. Come ricevete nostre zercha
la nave di Francesco Spinola, unde mandò a Baia.
Rispose non poter servir, et vol ducati 1000 al me- xe, e quando si parte comenzar a livrar soldo, et vol
cauzion dil servido li a Napoli, et promette darla a
di 20 in hordine ; sì che nulla si pol far, stante le
conditiom che 'l dimanda, et la Signoria ordeni
quanto habbi a far.
Di Napoli , di sier Francesco Morexini , doclor, orator nostro, di 5 et 13. In la prima, che il caso
Da Roma, di sier Polo Capello , el cavalier , | dil pontifice è im pericolo, come de li si divulga, et
orator nostro, tre letere di X, 14 et 16. Come il che non sa dil caso, et Capaze, suo medico, dice etc.
papa chiamò in la camera cubicularia li cardinali, Item , solicita esso orator il suo successor.
e li disse le nove di turchi, dicendo si vol ajutar la
Signoria, dar subsidio al re di Hongaria ; narò il suo
caso pericoloso, e concluse si dovesse consultar tra
lhoro, e tornar poi con le opinion. Item, de li è nova
il levar di le zente di Pisa, et il papa vol atender a
far si abbi l'armata yspana ; et quel orator è amala- to. Item, a di 13 fo concistorio, et tra li cardinali fo
parlato ; steteno tre horre, et il papa fè proponer
de dando subsidio regis Hungariæ , et li voleano
dar ducati 25 milia, et tamen il papa vol sia 40 milia. Non hanno fato conclusion alcuna. Item, il papa
ringratia la Signoria di la bona risposta, et amor si
dimostra al fiol ducha. Item, è letere di Ragusi, per
uno frate parti a di 20, le letere è di 16 ; come el campo dil turco è a Napoli, et li è stå dato tre bataie. Item, il papa à inteso, alcuni cardinali venivano
a Roma, quando intravene il caso, per far un novo
papa; l'à 'uto a mal ; et esso orator nostro lo vete
medichar la mam.
Item, è nova li fanti esser levati di Pisa, et le 201 *
zente d'arme esser a Cassina. Il re li piace molto.
Et di l' arma' di Spagna ha visto letere di Zenoa di
do, come versso Corssicha era stà visto velle 70 in
80 con Jesu Christo per insegna; etiam di Palermo
si à questo.
De Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario nostro, date a Lodi, a di 16. Dil suo zonzer lì, dove
ritrovò monsignor di Alegra, venuto li per el rumor seguito, col qual parloe. Li disse, monsignor
di Montasom va a Pisa con lanze 50, et cussi scontrò ditto Montason in camino, qual li fè chareze, e
disse voler castigar questi con impichar francesi e
lodesani. Item, manda letere abute dil suo amico
da Milan, scripte di sopra.
Di sier Antonio Grimani, date a Chersso, a di
12 luio. Le qual letere etiam fonno lecte im pregadi. La copia è queste :
Dil ditto, di 16. Come eri, a hore tre di note,
el ducha di Baxagne, zenero dil papa, a le schale di
San Piero, volendo andar dal papa, fo ferito da 4
ferite, sul brazo, sul capo, su la spalla et sul costato,
sì che sta im pericolo. Item , esso orator à ricevuto
nostre di X, con li sumarij da mar; anderà dal papa. Item, Alvise Ripol, orator di re Fedrico, è ritornato di Alemagna ; dice di gran preparamenti,
et è nova de lì, per via di Napoli, di l' ussir di l' arma' di colffo. Item, li a Roma è uno messo dil cardinal San Piero in Vincula, nominato Marco Cabriel, qual si racomanda a la Signoria per una aba- Serenissime princeps, et domine excellentissime.
cia l'à ' uto fuora di Faenza, e quel signor non vol Post humilem commendationem etc. Questa con
l'habbi . Item, di l'arma' yspana, è nova la vien ; ogni debita reverentia ho voluto scriver a vostra
et è stà visto za velle XI navicar ; et per Roma si sublimità, per notificharli el zonzer mio in questo
si dice il papa sta mal, ma lui orator acerta sta bem, loco, per exequir i mandati de vostra excellentia,
et è levato. Poi scrive uno capitolo di novità di Pe- | ct di quella serenissima republica, et di la mia carosa, qual è questo :
Copia de una letera di sier Antonio Grimani
a la Signoria nostra ; data in Chersso.
rissima et dolzissima patria, per honor et comodo
La cità di Perosa, per letere, questa notteha fato de la qualle, la morte mi saria suavissimo cibo ; et novità infra lhoro, e sparso molto sangue in questo per non preterir in cossa alcuna i mandati di vostra modo. Che, hessendo stà sempre diverssi tra lhoro | celsitudine, continuerò el mio mixero et infelice vili Bajoni, e hora più che mai, Carlo et Brisom Ba- ver in questo loco, et non possendo co lo inzegno joni e Hironimo de la Pena, ham introduti in later- nè con la persona mia esser di alcuno comodo nẻ
ra e taiato a pezi nel letto Guido, padre, Astor et Si- utile a la mia carissima patria, sforzeromi con congismondo, sui fioli, et Simoneto fiol di Redolfo, purtinue oration pregar lo omnipotente Idio prosperi
523 MCCCCC, LUGLIO. 524
202
ria, e uno altro ferieri di la religion di Rhodi, per
causa di uno beneficio, dato a uno ferier per il gran maistro di Rodi, ch'è in Cremona, di Santo Antonio. Et a l'incontro fo aldito sier Antonio Trivizan,
el zoto, avochato, per uno qual à la renoncia di uno
morto havia questo beneficio, et dil papa han le
ogni successo di vostra sublimità, el quelli conduchi ad optimo fine. Creda vostra excellentia, che cossa
alcuna possi sublevar el mio afflitto et dolorato
animo, cha intender e felice successi di vostra sublimità. Le cosse mie altrimenti non le ricomando,
i mie' carissimi fioli et dolzissimi nepoti, filelissimi
servi di vostra sublimità et di quella cristianissima | bolle. Or, per la Signoria fo rimesso a li soi zudexi republicha, la qual el nostro signor Dio im perpetuo
defendi et mantegni, per utille et beneficio de tutta
christianità.
In Chersso, a di 12 lugio 1500.
Subscriptio : De vostra excellentia humillimo
servo: ANTONIO GRIMANI.
Atergo : Serenissimo principi et domino excellentissimo, domino Augustino Barbadico, venetiarum etc. duci inclyto.
A dì XXI luio. In colegio non fo il principe. Vene
li participi di le nave armade, zoė sier Marco Zustignan, sier Francesco da Mosto e sier Anzolo Malipiero, dimandando esser fati creditori di 4 mexi ; et mandati fuora, e consultato, me consulente, esser letere
di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave, che, nel
far di la cercha a le nave preditte, manchava homeni ; unde questi fono repulsi, dicendoli si volea prima intender il numero di soi homeni.
Et si manda uno arsil con danari a Corfù per armarlo, et sier Anzolo Trivixan e sier Zacharia Dolfim fa provisionati spagnoli etc.
Vene l'orator di Urbim, in materia dil conte Federico Banda, per li castelli. Etiam, item, dimanda
il suo signor la ferma dil stipendio. Li fo risposto,
si consulteria.
ecclesiastici, et mandati via.
Da Dulzigno, di sier Piero Nadal , baylo e
capetanio, et sier Andrea Michiel , provedador di
Albania, di 5. Come mandano Hironimo Tartaro, contestabele, qui per far fanti ; scriveno mal di
sier Vido Diedo, baylo di Durazo, qual manda sue
letere a la Signoria, con hordine non toy altre letere
per camino etc.
Da Vegia , di sier Piero Malipiero , provedador, di XI. Zercha il contrabando, fo dito trovò
sier Anzolo Orio, sopracomito, di Zuan Spatari ,
ch'era uno gripo con ferri, azalli et legnami ; et
cussi l'anno diviso e venduto ; et il zeneral li ha
comanda lo dagi indriedo. Fo consultato in colegio,
esser leze non doveano partir, ma tuti li contrabandi
mandarli qui, soto pena di ducati mille ; et cussi li
fo scrito dovesse mandar li danari partiti.
Da Lona, di sier Zuan Francesco da cha' Taiapiera, provedador. Come sier Nicolò Michiel, olim
avogador, vol la comunità semeni le fosse e citadella, ch'è in pericolo di quella forteza ; per li cai
di X li fo scrito, non lasasse far per niun modo.
Da Bergamo , di rectori , di 17. Come hanno
per uno messo ritornato di Elemagna, qual è stato
a Cuora, dice li esser stà fato una dieta, zoè sguizari di la cha' de Dio, de Cura, la liga grisa, la liga
dil Bo, e lo canzelier di 8 bacheti, e vi è stà li oratori di Maximian, videlicet il conte Federico, et per
le terre franche uno so capetanio, ditto Felchirich ;
et è stà concluso, per esser le lige libere, come debino far asaper a li consoli de le valle, lochi e castelli, che il re di romani vol 4000 homeni a soldo,
e darli raynes 4 al mexe per uno, et il primo di de
avosto li debbi responder. Lhoro dubita, ditto re li
voi levar li valenti homeni, acciò rimangino nudi.
Item, da Yspurch, dice la dieta è conclusa ; è stà
deliberato venir in Italia a la recuperation dil stato
di Milan, et che la cità di Basilea è unita con la liga
Introe li capi di X, et fo scrito letere a Brexa, dil Bo; Costanza parte con dita liga, parte col re ;
legatis soli, et poi disnar fo conseio di X con varie | et il re torna a Yspurch ; et le terre franche à pro- 202
Di Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di
17 et 18. Nove di Elemagna, e todeschi 30 milia vien adosso la Signoria nostra, ut fama est, et
esser stà fati in la dieta 20 a presso il re, e di le
zente sarà capetanio el signor Galeazo di San Severim, et de li homeni a pieli el conte Bortolo Crivello, milanese.
Da Bergamo, de eadem materia. Nove di todeschi, qualli verano et farano novità, chome hanno
per relatione.
zonte.
A di 22 luio. In colegio non fu il principe. Veneno domino Marco Malipiero, comandador di Cypri, et domino Andrea di Martini, prior di Hongamesso al re darli chi 1500, chi 2000, chi 3000 combatenti a questa impresa. Tamen dice, lui non à inteso si fazi ancora movesta alcuna etc.
Di Franza, di l'orator, date a Lion, a di 12 el
525 526 MCCCCC, LUGLIO.
sono fati, monitiom etc.; perchè si dubitava assa' di
turchi.
Da poi disnar, fo pregadi. Et il principe si redusse in cheba, per lezer letere venute da mar, per
via di terra ; et reduto ivi il colegio, fonno lecte,
et poi lui andò a caxa.
13. Dil zonzer, a di 8, li do oratori di l'archidu- | mandarli subito cento provisionati, di quelli spagnoli
cha di Bergogna ; hanno auto audientia publicha, et
ditto al re si racomanda l'ubidientissimo parente,
cusino, vasallo et subiecto ; et che a l'audientia se- creta dirano altro, quando a la christianissima majestà piacerà. Poi il re disse al nostro orator : Have- mo di Elemagna bone nove per il nontio nostro ;
non z' è O di preparamenti, se diceva. Et disse, hessendo li l'orator dil papa et lo yspano : Quel re di
romani si duol siamo in liga con la Signoria. Et l'o- rator nostro li rispose optime. Item, il re si parte ;
va a Troes, fin cinque zorno ch' è in Zampagna, tra
Bergogna e Paris, per dar audientia a li oratori dil re et de l'imperio. Item, auto le nove nostre da
mar, li mandassemo la letera di Constantinopoli e la comission dil Bevazan ; et parloe al re e al cardinal
Roam, el qual cardinal li disse : Mi doio, si questo
anno non si farà il dover; uno altro anno si farà
meglio. Item, domino Francesco Bernardin Visconte
è messo in libertà, è stato a visitar esso orator ; si
racomanda a la Signoria. Missier Zuan Jacomo non
è ancora expedito, ni è stato da lui. Item, quanto a
la letera li fo scrita per el signor Constantin Arniti , Dil ditto, di 9. Come, navegando, si scontrò in
dice il re lo ha mal in gracia, sì per le cosse di Mon- do galie, zoè la Griona et quella di Trani ; et infera', come per il fuzir di Novara e poi di Pisa; unde | tese ozi , a horre 6, l'arma' di la Prevesa esser
soa majestà à comesso a monsignor di Beumontelo,
prendi, et domino Acursio li scrisse in soa recomandation. Il re, auta la letera, la strazo. Item, esso orator dimanda licentia ; si mandi il successor.
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, a 203
l'Anti Paxu, a di 8. Come, sentendo bombardar, si
levo, et have letere di sier Hironimo Contarini,
provedador, di 7, per uno bregantin , el qual fo combatudo da do fuste, et navigoe a Cao Biancho ;
le galie grosse e le nave a l'erta , et mandò le X galie sotil , stringade , avanti. Item , el maran ,
con le monition per el Zonchio, è zonto, et esso
zeneral à tolto li biscoti per lui, e le altre monition ha cargate su do galie, et le hanno mandate
a Modom. Si duol esso zeneral di sier Lucha Trun,
syndico, habi ditto lui esser con mal franzoso e insensato ; dice esso synico haver persso uno ochio,
et non haver visto ben, et li dà gran botte, e scrive
mal di lui ; concludendo haver anni 70, et faticharsi.
ussita, et unita con l'altra di colfo ; et questo fo
il trar di le bombarde el senti, come scrisse eri.
Item, manda sier Hironimo Contarini, provedador,
con X galie a Modon per suo conforto, et porti le
Dil ditto, di 13. Come il re, à 'uto da Roma la monition per il Zonchio, e il maran vadi poi driebolla di la decima; et soa majestà se risolve dil sub- do; et li scrive a essi rectori di Modon, lui zesidio da esser dato al re di Hongaria contra turcas, ❘ neral con l'armata sarà presto de li. Item, à letere
e vol el suo orator è qui, lo digi lui a la Signoria
nostra ; e voria le letere fosseno lecte nel senato.
Item, li oratori senesi e luchesi, per caxom di fiorentini, sono stà licentiati da la corte, perchè dicono
danno ajuto a' pisani ; et oratori luchesi vanno in
Savoia, e cussi li altri di Siena, dove aspecterano letere di soi signori ; et il re manda 100 lanze altre,
in ajuto di fiorentini contra Pisa.
Di Zara, di sier Francesco Venier e sier Jacomo da Molin, dotor, venute ozi a hore 18. Come a
dì 15, turchi 2000 corseno soto Zara et soto Nona,
et fato gran danno ; hanno provisto etc. Et a Nona,
turchi à dà do bataie ; si ha difeso, et li ha manda
barche, et per via di Arbe et Pago à scrito li socori.
Item, hanno el fiol di Scander bassà ſo partito di
ver Bossana, et turchi sono andati al lazareto, e tolto
fino le schiavine di amorbati ; et in Zara non è 200
homeni da fati ; et si provedi elc.
Et fo parlato in colegio di proveder a Nona, et
|
❘
che l'armada yspana si haverà ; videlicet ha da Messina, di 25, di quel capetanio di l'armata, come è
barze 70, et ne aspeta ancora 20. Item, à scrito a
Corfù, li mandi Paulo Albanese con li provisionati,
et armi de li una fusta ; et mandò la galia di Trani
a Corfù, perchè non pol navigal , per esser mal
conza, et la galia di Alexandro di Gotti fa aqua.
Conclude, vederà di conservar, et anderà sequendo
l'arma' inimicha.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, di 7. Scrive al zeneral, ut supra, et che l'armata, ussita dil colfo, era reduta al Figer, sopra
Sesolla, mia 25 di nostri lontan.
Da Modom, di rectori, di 27. Dil venir di 12
milia turchi li atorno ; dimandano ajuto dal zeneral ;
vanno facendo provision etc. Et a dì 26 zonse do
araldi dil roy, et oratori dil turco vien qui, et scrive
la bataia fo data al Zonchio, qual si difese. Item,
è partiti de li do fanti, e fuziti nel campo de' turchi.
527 MCCCCC, LUGLIO. 528
El campo aloza uno mio e mezo lontan di la terra; | monsignor di Lucion li ha ditto di domino Marco
le porte si tien serate, per caxom che stratioti non
escha fuori.
da Martinengo, stato a Venecia, et, hauto la nostra
letera, si ha justifichato non esser stà vero. Item,
Da Con fù, dil rezimento, di 9, et dil proveditor. eri zonse monsignor di Obigni a Pavia, et luni
Scriveno dil conzonzersi di l'arma' di la Prevesa | sarà a Milam; et oltra monsignor di Montason, con
con l'altra, et manderano al zeneral Paulo Albanese con la compagnia, e armerano la fusta con li
500 ducati mandati, et li grippi. Item, dil zonzer li
tre citadini mothonei, vieneno per oratori a la Signoria nostra, e si partirano doman con uno gripo.
Di Franza. Fo leto una letera dil roy, data a
Liom, a dì 13, scrita al suo orator qui, domino
Accursio Maynieri, qual fo leta im pregadi. Primo,
che 'l re di romani vol esser suo amico, et maxime
li electori di l' imperio, e li manda do honeveli oratori, zoè el ducha di Saxonia, per nome di electori,
203 et uno episcopo per il re ; et l'archiducha li à mandà
soi oratori , come bon parente, sugietto e vaxallo ;
et che il re de Ingaltera li ha amandà a dir, è venuto con la moier a Calex, et con lui sta in amor ;
et che aspeta li oratori di Elemagna per tratar acordo, et vol includer la Signoria nostra, per le cosse
di la christianità, tratando acordo con ditti oratori ;
et dil papa, el sta ben; di Napoli, non far O senza il
voler di la Signoria nostra ; e di lo armar, si duol
che questo anno non farà, ma dice uno altro anno
farà grossa armata ; et come va a Troes per dar
audientia a li oratori elemani, per esser loco su la
strada. Item, è zonta da Roma la decima dil papa ;
ma non è possibel exiger questo anno.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di 17
et 18. Come zonse li et arivò a l'hostaria, andò a
trovar monsignor di Luciom, li dè le letere di credenza; volse el disnasse con lui. Poi esso secretario li disse, era venuto per star li etc. Li rispose,
comunecheria il tutto, e cussi dovesse far lui. Poi
visitò missier Claudio, et missier Michiel Rizo, regij
consieri, et li dete le letere credenzial. Item, che
Luciom li disse di l' editto fato per il re, le done di
foraussiti rebelli vadino in Aste, le qual donne sono
fuzite in le nostre terre; prega la Signoria ge le
diano. Item, scrive che, andando a Milan, tutti si
doleva di portamenti de' francesi. Item, uno domino Zuan Maria, arziepiscopo di Zenoa, fradello dil
signor Lodovico, è in Elemagna, scrive a li soi, che il re di romani verà in auto, et cussi milanesi stanno
in speranza; tamen si dice de li per francesi, ditto
re di romani esser in acordo con la christianissima
majesta.
Dil ditto, di 18. Come à ricevuto letere nostre,
vano in Franza, le manda per le poste regie ; et
lanze 50, ne va altre 150 a Pisa, et le zente altre
aspetano su quel di Lucha. Item, el castello si lavora le fosse con opere 100 al zorno ; è stà ruinà
le caxe di la piaza atorno, lasia piaza dil castello
sia spaciosa .
Di Bergamo, di rectori, di 20. Come voleano
far conseio per dar li ducati 2000 rechiesti dil subsidio, per la diferentia col teritorio ; e Piero Zonchia
scrisse de li etc. Et per una altra letera, scriveno
non pol mandar homeni per l' armada.
Di Brexa, di rectori, di 17. Manda uno reporto, videlicet Bortolo da Lover, mandato in Elemagna, referi, parti da Yspurch a di 13 di questo ;
non è expedita la dieta, et nel conseio intra solum
12 signori a presso il re, et fanno le cosse secrete
più che mai. Non ha visto preparation di zente ; è
stà fato comandamento per le terre dil re, stagino
in hordine di arme, et quelli non le hanno, vadino
a la corte e li sarano date per li soi danari. Non vol
soldato forestier alcun. Il re vol andar a Roma per
la via de Milan, ma si judicha l' andata anderà in
longo, per non esser conclusa la dieta, et non ha
danari ni zente in hordine. Item, è zorni otto, fo 204
a Yspruch tre milanesi dai fioli dil Moro, ch'è a
Ospurch venuti ; et il re li promete meter tutti i
milanesi in casa, e mostrò letere sigilate, va a missier
Galeazo di San Severin, qual è a Mantoa, il re lo
manda a chiamar. Item, li oratori electi per Franza
non erano partiti ; et a Ospurch è ambasadori di
❘sguizari, e non è sigilà la pace con ditti sguizari,
sono diferenti ; essi non voleno dar cossa alcuna a la
camera imperial, vol esser in libertà di tuor soldo
de chi li piace. Item, questi dì, XXV fanti de' agnelini (sic) andono in Venosa, terra dil re, et amazò alcuni. Item, a di X zonse a Yspurch il secretario di la
Signoria nostra, qual parti a di XI per Ospurch, dove
è il re. Item, el Fosborg, conte, homo di gran auc-
❘torità in le terre franche, era aspetato a la dieta, an- cor habi mandà suo fiol ; par el non voy satisfar a la
richiesta dil re, et che 500 cavali, fo dito haver mandati il re versso Goricia, non era per altro se non
per dubito de incurssion de' turchi, e non se fidano
molto. Erano stà messi ditti cavali in Lubiana et
Petua. Item, a la corte è trenta milanesi ; i puti dil
signor Lodovico stanno con poche persone, e spesa
molto limità ; et quelli parlano il re debbi invader el
529 MCCCCC, LUGLIO. 530
stado de Milan, e andar a Roma a incoronarsi, e non
parla contra la Signoria nostra etc.
nati di galia, si lamentano li vien fata malla compagnia; et per colegio fo scrito per tutte le terre,
mandino la parte ad execution, contra li galioti fuziti
di le galie etc.
Di Verona, di rectori, di 20. Come uno lhoro messo, mandò a Mantoa, era ritornato, dice Frachasso è partito ozi matina, va con barcha a Ferara ; Da Ferara, dil viccdomino, di 20. Come le
et Galeazo è stato a Mantoa, horra è a Bozolo, locho | zente francese si verificha che tornano im parmesana,
dil quondam signor Zuam Francesco di Gonzaga,
vicino al cremonese, ma sul mantoan; et Antonio
Maria, et il cardinal suo fratello, è in Elemagna a
presso il re ; et Bandim da Pavia, Pereto Corsso et | che li resta pagar ducati 7000 al roy ; unde li ha
Christoforo di Calabria, forono di primi contestabeli
dil signor Lodovico, sono a Mantoa con alcuni caporali. Biasin Crivello, capo di cavali lizieri dil signor
Lodovico, è a Mantoa. Nullo di lhoro hanno soldo
dil signor, ma dicono voler andar da l' imperador,
e cussi vol far Frachasso et Galeazo questa septimana
proxima; dieno mandar li soi cavali prima, e poi
andar lhoro. Et domino Carolo Stanga, prothonotario, alias orator dil Moro a Zenoa, venuto di Napoli,
è lì a Mantoa. Domino Filippo Visconte è stato a
Mantoa. È partito domino Galeazo Visconte per
l'imperador, e si aferma de li, che, passato mezo
avosto, le soe gente o il re dieno venir a Milan ; et
quando vene a Mantoa l'araldo dil roy, li milanesi
si absentono nel mantoano ; et che venere il marchexe ebbe una letera di l'imperador, li ricomandava questi, dicendo lui esser suo feudatario. Et il
signor non lassa milanesi vadino publice, e li exorta
a star ascosi. Et la sorela, monacha, dil signor Lodovico è a Mantoa in uno monasterio. Sono 400 alemani pagati per il signor, ma stanno fuori di la porta
et hanno mandà dal ducha per haver il passo per
2000 pedoni, per la via di Grafiguana. Lo ha dato,
madubita nel passar non fazi danno a la Mirandola,
scrito, stagi provisti, et dubita perchè francesi al
stato dil marchexe Almerigo di Massa li hanno tolto
Carara et Fivizano, et in la Massa hanno posto uno
governador francese, licet ditto Almerigo sia in la
rocha; et par domino Francesco Triulzi vol quel
stato per lui ; dice venirli etc. Item, a Ferara è nova
di l'ussir l'arma' dil turco fuora ; tutti jubilla.
Et domente si lezeva molte letere, li savij steleno
in cheba a consultar la materia di scriver in Hongaria; et poi fu fato il scurtinio per far un savio dil
conseio manchava, et niun non passò. Fonno tolti
sier Constantin di Prioli, fo savio dil conseio, 95,
105 ; sier Marin Lion, procurator, 83 ; sier Marco
Antonio Morexini, el cavalier, fo savio dil conscio,
81 ; et altri, qualli niun non passò, et niun rimase.
Et sier Baldisera Trivixan, el consier, e sier Antonio Trun fè lezer una parte, di far salvo conduto
a sier Lunardo Vendramin, per debito etc., per do
mexi. Et sier Francesco Foscari, quondam sier Filippo, procurator, contradixe, non si poteva metter ;
mostrò la leze, unde la parte non andò.
Adì 23 luio. In colegio fo il principe. Vene con
soa serenità l'orator di Franza, et disse di la letera
li scrive il re, leta eri im pregadi ; mostrò uno capitolo di Roma, dil ferir dil ducha di Bexagne, e chi
li scrive, dice: Il papa sta ben ; Dio li doni quel che
li bisogna. Poi disse de alcuni milanesi voria le expedition di le suplication, et prega da sè siano expediti ,
dicendo : Serenissimo principe, mutationes temporum
generant morbum etc.
204 di Mantoa. Et il signor ha fatto electiom, di 500 provisionati di mior dil paexe, qualli in horre 6 sarano
in hordine; non li da soldo, ma solum li fa exempti
di angarie e factione, et è do mexi el signor fè far 4
bussole da portar pam in campo, et butar 6 spingarde; et nulla à fato poi. Ma ivi hè 8 bombardieri,
erano col Moro. À 300 cavali lizieri, tra stratioti e
ballestrieri, et non li da danari a li ballestrieri , ma
ſa li vallani li facino le spexe, e li da qualche fiata
qualche ducato ; ma li stratioti sono pagati a l'usato.
Eri zonse a Mantoa uno messo di l' imperador ; fo et biscoti per l'armada; et fenno provisiom.
expedito questa matina dal signor; si dice il signor Di Castel Franco, di sier Piero Gradenigo, pofarà quello vorà l'imperador, per esser suo feudata- desti. Come quella comunità dil suo ha fato uno San
rio. Item, lo araldo dil roy dimando che a li rebelli
non desse recapito, perchè questo non era il modo
a conservar l'amititia, e quelli ha, li dia combiato,
e li fazi prenderli e mandarli a soa majestà. Il signor
rispose, non sapea questo fusse in dispiacer di sua
majestà ; horra che lo intende, li darà combiato.
Di Verona, pur di rectori. Zercha homeni tor1 Diarii di M. SANUTо. - Tom. III.
Intrò el colegio di le biave, in materia di biave 205
Marco di piera ; vol ponerlo su una torre ; vol taie
im prestedo da la Signoria ; ordinato a li patroni a
l' arsenal li servino.
Da Vegia, dil proveditor. Zercha XV homeni, la
Signoria li à serito ; unde hanno fato il suo conscio,
non ponno armar e dar.
Da Sibinico, di 15, 16 et 17. Come el conte
34
531 MCCCCC, LUGLIO. 532
;
205*
senza il suo boletin, nè quel dil principe, eri era andato im pregadi ; unde sier Lucha Zen, consier, si
alterò assai, era mal fato.
Xarcho è andato contra turchi, qual à soli 47 cavali ; | vise Zustignan, qual era debitor a la messelaria; et
il resto dice è amallati. Et a dì 15, turchi veneno
versso i molini, e andono a Zara; e lui, conte Xarcho, passò di là da l' aqua e li seguitoe. Item, zercha
lo armar di la fusta, ha ricevuto li ducati 200; dice
non la potrà armar, per non esser homeni ; dimanda
tavole per il castello novo, dove dia alozar il conte | sier Alvise Vituri à posto bancho; e tutavia a l'arXarcho.
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo, da
Sibinico, di 15. Dil zonzer lì ; à tolto alcuni homeni
li manchava; dice la sua antena non è bona ; si parte
e va a la Vajusa.
Noto, ozi parti sier Zacharia Loredam, soracomito, et domam parte sier Francesco Arimondo; et
mamento si fa provisionati.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di
20. Come à ricevuto nostre letere, in materia Colignoke, et di quelli Manara. Fo da monsignor di Luciom, li disse faria provisiom. Quanto a le cosse di
Elemagna, francesi non parla, e Luciom à assa' faximiano; aspeta soi oratori. Il re va a Troes in Zampagna per aldirli ; pur domino Claudio e domino
Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte e capetanio, di 9. Manda una letera abuta da Dimitri Cha- | cende, e disse il roy harà bona intelligentia con Marara, di 6, da Scutari. Li scrive nove venute al chadi
e vayvoda di Scutari, zercha l ' arma' di Lepanto, e
come vien 50 galie di Negroponte, mandate dal fiol | Michiel Rizo, regij consieri, dubitano di novità. In
di Trabesonda ; et che a dì 7 vene uno corier a
Mustafa, bey di la Valona, trazi le galie fuori contra
le nostre, e investa ; et quelli non darà dentro, vol
impir la pelle sua di paia, et che su l'arımada di colfo,
de' XX sauzachi, li XIIII hanno comandato investi la
nostra armada, et il signor tien 40 milia turchi
versso il Danubio, qual sopra zatre passa la Sava
versso Samandria, contra l' ongaro etc.
Di Trani, di sier Piero di Prioli, governador.
Come è venuto li XXX stratioti con le soe fameie da Coron, in tuto persone 140, con letere di quelli rectori, et hanno tre cavalli in tutto ; et questi non
hanno che viver; dubita non si partino de li, e vadino via.
Da poi disnar fu gran conscio. Et fu fato in locho di quelli rezimenti da mar non sono andati justa
la parte, la qual fo posta in gran conscio et presa di
largo.
castello è fornito di monition e vituarie, et lo vanno
fortificando, et hanno fato butar 16 canoni, e desfato
46 bombarde, fo dil Moro, per redurle in canoni ; e
milanesi dicono sarà novità de lì, e francesi li fanno
malli portamenti : a l'osto dil Pozo li hanno tolto
ducati 4000, e confinato in Franza; et a domino
Galeazo Colla, di primi, tolto etiam danari.
Da Roma, di l' orator, di 19. Comefo dal papa ;
lexe li sumarij. Soa santità dixe, per il caso dil du- cha di Bexaie, qual lo vete medichar, non havia po- tuto esser in concistorio, zercha la materia di Hongaria, ma sarà etc.; et li ordinò dicesse al cardinal di
Capua el bisogno. Item, madona Lugrecia, moglie
dil prefato ducha, ha la febre ; e non si sa chi habbi
ferito ditto ducha, ma si dice è stato chi amazò e
buto nel Tevere el ducha di Candia. Et monsignor
di Valenza à fato edito, niun da Santo Anzolo fino
a Sam Piero porti arme, sub pœna etc. Di Perosa,
Et reduto li savij, alditeno el signor Carlo Or- oltra le novità scrisse a dì 16, a hore 22, intrò densini et Sabastian di Verona, contestabele a Cataro, ❘ tro Vitelozo con le zente d'arme e fanti ; combateno
qual si oferisse con zente tuor l'impresa di haver
Castel Nuovo; et ſo parlato di mandar fanti li a Cataro etc.
A dì 2-4 luio. In colegio non ſo il principe. Vene
sier Lucha Trum, fo synico in Levante, dicendo vol
la quarantia per prender di retenir sier Hieronimo
Boldů, fo consier in Candia, intromesso per lui. Risposto, lo meni.
Vene sier Antonio Valier e sier Alvise da Molin,
provedadori sopra la exation, volendo dir molte
cosse ; et fo messi a uno altro zorno, per non vi esser il principe.
Fono alditi li oficiali a la messetaria, et quelli a
Je raxom nuove, zercha debitori, et cargato sier M- 1
a la porta, et seguì cæde di 300 homeni ; fu morto
missier Grifoneto Baiom, si che tra lhoro medemi
si amazano. Item, Siena è su le arine, e missier Nicolò Burgesi è stà ferito per insidie di missier Pandolfo, suo zenero ; et etiam Cesena è su le arme. Et
eri sera il papa, con li cardinali palatini e datario, fè
signatura. Solicita la venuta dil suo successor etc.
Di la Mota, di sier Filippo Trum, podestà. Come castelan di Urbim è andato li, et si va fortificando li repari.
Di Cesena, a la Signoria nostra. Come sono venuti alcuni foraussiti de lì a Zervia et Ravena ; pregano la Signoria non li lassi star; et cussi fo scrito ,
consulente collegio.
533 MCCCCC, LUGLIO. 534
206
Et l' altro pregadi, fu preso parte di dar licentia muro dovesse caschare cosi presto ; tamen in uno
a sier Francesco Capello, el cavalier, provedador no- subito furono tuti a l'hordine nostro, per modo che
stro a Rimano, e rimangi li Marco Antonio Zanbom, ❘ lhoro ebeno pocho honore, et mai più poi ci hanno
suo secretario. voluto nasare. Intanto noi finimo tuti li nostri reDa poi disnar ſo pregadi. Stete tanto si lexe le pari, che havevamo incominzato, tanto belli et boni
letere, poi si parti, et vene le infrascripte lettere :
Di Ferara, di 22. Come francesi sono alozati
a Petra Santa, e mandati quelli vi era fuori, aspectano hordine dal re, e il cardinal San Piero in Vincula li tien, e su quel di Lucha fanno danno. Il ducha dè il passo per Grafignana, ma non vi vanno ;
et missier Zuan Valla, orator dil ducha in Franza, è
tornato a Ferara, et il signor di Bel Reguardo, et è
andato al Bondem a peschar. Item, Frachasso è venuto li ; et vene a visitar esso vicedomino, dicendo
non saper esser stà in niuna cossa rebello nostro, e
li è stà tolto Citadella ; tamen è servitor etc. Item,
manda letere di Bologna a Piero di Bibiena ; il sumario e copia di ditte letere sarano qui sotto, et maxime di una letera scrita per uno di Pisa.
quanto se possi con lingua enominare, che in tre
zorni furono tutti finiti. Miranda cossa veramente
ad vedere, et ancora più ad narare, et più presto
opera divina cha humana ; in tal modo che, se fus- 206
seno stati altritanti che erano, non erano per farci
cossa alcuna di malle, imo facevano beffe di lhoro,
come non gli fusseno, et più desideravamo una bataglia ancora che manzare et bevere matina et sera ;
et ci è doluto la lhoro partita, senza haverli un' altra
volta mal trasinati. Deinde a dì 3 di luio mudorono
la artilaria, discosto al muro bulato in terra circha
200 braza, et li tresseno tuto uno zorno, in modo
feceno un' altra bocha in dicte mura, che era circha
braza 20; ma ad noi non fece alcuno male, perchè
eravamo proveduti di riparo, et di ogni altra cossa
che era di bisogno. Steteno finalmente in quello loco
undici zorni, che non sapevano lhoro medesmi quello
si fare; et noi in tal modo li salutavamo di dentro
cum artilarie grosse et picole (che in verità qui haPerchè mi persuado la signoria vostra sia avida biamo cossi belle artilarie et bone, come siano in
de intendere tuto quello è successo qui a Pisa fra | tuto il mondo) che non trovavano locho dove stare,
Copiade una letera di successi de' francesi
a l' impresa de Pisa.
nui, m'è parso scrivere le presente a quella, significandoli de zorno in zorno tutti li progressi de' franzosi, li qualli, aziò che meglio et plenius intendi, dicho
in questo modo. Et prima, a di 29 de zugno, veneno
li franzosi a campo a Pisa, et mesessi in campo in lo ❘ ruoli per lo paese, che se extima siano più de altrase non per le fosse et sotto terra ; come habiamo
visto poi che s'è facto la descritione, che ne sono
morto di lhoro più di cinquecento nel campo. Non
ve dicho di quelli che sono stati morti de li stradaborgo de Santo Jacopo et Santo Michiele, e tutta la tanti , che per tutto quello paese puza de morti, e per
fantaria in Santa Croxe con tuta l' artilaria, che era- tuto si sente lupi per li morti ci sono. Advisando la
no trenta boche, zoè cortaldi, canoni, passavolanti et signoria vostra, che in Pisa solo è venuto de li cafalconeti. La matina sequente, che furono a di 30 dil | vali 200, che sono stati predati; de la lhoro roba,
denari, arzento et oro, non dicho nulla ; quella lo può
pensare, che habiamo presi cariagi, mulli , in sino a
li trombeti, et venduti le trombete a lo incanto ; che
el z'è tal vilano, che può darse buo' tempo a sue
spese. Ma li veri soldati pagati non anno guadagnato
prefato, comenzorno a bombardar a la terra, zioè da
quello lato versso Santa Croxe, fra la Calzesana et il
Barbagianni, che sono dui torioni de la cità, che fra
l'uno et l'altro è una balestrata. Et il medesimo
zorno li inimici fororono il muro, perchè era una
porta vechia murata, molto debilissima, et caschó la | niente, per essere stati a la guardia de la terra. Deinsera circha 20 braza di muro; et subito che 'l fu de, a li Xl del ditto, se levo dito campo con gran
caschato, li franzosi se missino in hordine, et deteno | vergogna, et funne morti assai di lhoro, et robata
una grandissima batalia, per modo che ditti franzosi | robba assai, et andò alozare a Cassina. Il di medesise missino in hordine, et reifrescorono ben 4 volte,
che bisogno che li soi homeni d' arme fusino li ultimi a la batalia, e fini in tal modo, che ebbeno grandissima vergogna e danno de morte de homeni et
feriti assai. Advisandovi che, quando caschó ditto
muro, noi non eravamo preparati per respondere a
ditta bataglia, perchè noi non credevamo che ditto | saria mai più stati memoria di horo. Da poi che il
mo li pisani presono lo porto de la Foze et San Zavino, et teniamoli ; et ho speranza che qualchuno harà
compasione al facto nostro, che zi darà qualche socorsso, che ad noi non saria bisognato, et non li
danari che ci hanno pagati a ditti franzosi, noi'i
haveriano cazati nel profondo de l'abisso, che non
535 MCCCCC, LUGLIO. 536
cesco Foscari , quondam sier Filippo, provedador,
andò in renga, dicendo esser stà mandà per il conseio di Xa Treviso, ad veder le raxon di quella
camera ; dice questi debitori aspeta a Treviso, et
cussi Feltre e Cividal ; et li rectori di Bassan, Feltre
e Cividal conza le raxon a la camera di Trevixo, al
fin dil suo rezimento; et per tanto aricorda, quello
à scosso li provedadori sopra le camere, sia mandà
a Treviso. Et cussi fo conzà la parte, et have tutto
il conseio.
campo to qui a tre zorni, vene qui uno capetanio
chiamato Tarlatino di Castello, homo di grandissimo
animo, savere et vedere, fativo ad ogni impresa, et
conclusive homo di ogni grandissima e solenne impresa. Il qualle, in questa salute di questa patria, se
operò quanto dir si possa, et maistrò francesi de
insignere li homeni de Viielozo, e quali ditto Vitelozo à mandati qua, remomoratossi di la bona amicitia de' pisani, li quali hanno dimostrato ogni loro
virtù insieme con molti altri valentomini. Præterea,
207 a di 13 de l'instante, li nostri cavali lizieri pisani Fu posto per li ditti, ut supra, che sia suspeso
feceno una coraria in maremma, et predono octo- a li patroni di le galie, è andati in armada, il pagacento capi de vache, tutte con li vitelini, et conduseli mento di la mità di terzi di dacij, fin si habi le zerqui a Pisa a salvamento, che, Dei gratia, atendiamo | che dil zeneral. Et nui savij ai ordeni, zoè Sanudo,
a godere di quelli boni vitelini, che sono sfozati, boni,
et d'ogni altra cosa bona et prefeti, che stiamo in
tutte le delichateze che si possi stare in ogni terra di
Italia. Et quanto è scripto di sopra è la pura verità,
non andando suso a le cime circostantie o zanze.
Deo laus et gloria.
DaZara, di rectori, di 19. Come turchi è levati
di Nona, venuti versso il borgo ; si dice va a Lavrana. Item, che barche di Pago, zoè domino Beneto di
Misoli, con 100 homeni è intrato in Nona. Laudano
missier Zuan Tetricho, qual opera ben; e sier Jacono Manolesso è apestado.
Di Budua, di sier Nicolò Memo, podestà, di 9
et XI. Si scusa di la letera li fo scrito di Zupa; narra
la cossa come ha fato per benne, e scrive mal di
chatarini.
In questo pregadi fu posto parte, per sier Antonio Trun, el consier, che tuti li oficij hanno compido, non possi più venir im pregadi, sub pœna etc.;
et li X savij a tansar non vengi im pregadi, si non
fino San Michiel, non hessendo rimasti. E have tutto
il conscio.
Cabriel et Venier, fessemo dir, volevamo la parte,
con questo se intendi etiam suspeso il credito di le
nave. E li savij vene in nostra opinion, e andò una
sola parte, la qual fu presa di tutto el conseio.
Electo provedador a Sonzim.
170
Sier Lauro Venier, fo a la chamera d'imprestidi, quondam sier Marco
Sier Polo Corer, fo cao di 40, di sier
Marco .
84.83
58.112
Sier Vetor Donado, fo cataver, quondam sier Francesco 31.138
Sier Marin Pasqualigo, fo podestà a Malvasia, quondam sier Marin 36.135
Sier Zorzi Trivixam, ſo zudexe di procuratori, di sier Baldisera. 24.143
Sier Marin Sanudo, savio ai ordeni,
quondam sier Lunardo 64.108
Sier Zuam Orio, fo consier in Candia,
quondam sier Piero 57.113
Sier Bernardo Zane, fo cataver, quondam sier Hironimo . 67.105
chie, quondam sier Domenego 103.65
Sier Piero Minoto, fo provedador a Riva,
quondam sier Francesco 49.127
Sier Alexandro Bollani, fo provedador
aRiva, quondam sier Zuanne
Sier Marco da Molin, savio ai ordeni,
quondam sier Francesco
46.118
52.111
74.99
39.127
63.97
Fo leto, per el dito consier, di privar l' oficio di
tre savij in Rialto, et quelle revision sia comesso a li + Sier Marco Loredam, fo a le raxon veprovedadori sora i conti di ambasadori. Et sier Lunardo Grimani disse voleva poner un scontro. Fo
rimesso a uno altro conseio.
Fono facti do scurtinij di provedador a Sonzin ,
et provedador a Pizegatom. Qualli sarano notadi qui
avanti.
Fu posto per i savij dil conseio e di terra ferma,
atento la letera di sier Jacomo Cabriel, podestà et
capetanio di Bassan, che uno Piero Negro, è li per
li provedadori sopra le camere, et scuole, fa gratia
a' debitori ; li qual danari dia venir a quella camera :
che, per autorità di questo conseio, tute le gratie sia
ritratà, e li debitori si scuodi a Bassan. Et sier FranSier Jacomo Cabriel, fo auditor vechio,
quondam sier Bertuzi, el cavalier
Sier Zuan Beneto Nani, el cao di 40,
quondam sier Constantin
Sier Hironimo Baffo, fo provedador a
Riva, quondam sier Mafio
207
537 MCCCCC,, LUGLIO.
538
Sier Daniel da Canal, fo capetanio a
Raspo, quondam sier Piero 87.81
Sier Zuan Beneto Nani, el cao di 40,
quondam sier Constantin 41.116
Sier Francesco Barbarigo, fo provedador sora le legne, quondam sier
Sier Polo Querini, fo sopra gastaldo,
quondam sier Andrea . 82.86
Zuane . 80.118
Sier Zuan Nadal Salamon, fo auditor
novo, quondam sier Thomà 48.121
Sier Francesco Michiel, quondam sier
Thomà, da San Chanzian .
Sier Andrea Paruta, fo camerlengo a
Verona, di sier Zuane .
50.110
Provedador a Pizeyatom.
Sier Marco Paradiso, fo ai tre savij, quondam sier Zusto
Sier Piero Zen, fo zudexe di procuratori,
quondam sier Francesco
Sier Francesco Barbarigo, fo provedador
sora le legne, quondam sier Zuane
Sier Lunardo Mocenigo, ſo cao di 40, di
sier Thomà •
Sier Lunardo di Prioli, fo auditor vechio, quondam sier Marco
Sier Andrea Surian, ſo savio ai ordeni,
quondam sier Francesco
Sier Vido Morexini, el cao di 40, quondam sier Nicolò .
Sier Ruberto di Prioli, fo castelan a Lignago, di sier Lorenzo
Sier Jacomo Cabriel, fo auditor vechio,
quondam sier Bertuzi, el cavalier
Sier Polo Corer, fo cao di 40, di sier
Marco .
Sier Alvixe Bragadim, fo zudexe di procuratori , quondam sier Andrea
Sier Francesco Duodo, el 40 criminál,
quondam sier Lunardo
Sier Piero da Mosto, fo provedador a
Lonà, quondam sier Valerio
Sier Zuan Orio, fo consier in Candia ,
quondam sier Piero
Sier Andrea Paruta, fo camerlengo a
Verona, de sier Zuane
Sier Francesco Marzello, fo 40, di sier
Vetor
Sir Jacomo Contarini, fo provedador
sora l'armar, di sier Piero
+ Sier Marco Loredam, quondam sier Alvixe, el procurator .
Sier Beneto Emo, fo a la chamera d'imprestidi, quondam sier Bertuzi
Copia di letere di sier Francesco Venier et sier 208
Jacomo da Molin, dotor, rectori di Zara , de
18 luio.
Come, intendendo la malla disposition di Schan47.124 der bassà, et le solite insidie, et l' adunation si faceva in ver Bossana, per venir in Friul, o ver in
quel contado, sono stå vigilantissimi a tenir svegliati
quelli contadini ; unde, mercore, a dì XV, a horre 16,
47.116 ebbeno noticia per soe spie, gran hoste turchescha
discendeva in quel contado, et subito spazò cava43.121 lari per tute le ville, e far segni con bombarde, per
recoglierli in segurtà. E poi inteseno ditta hoste, a
58.105 hore di vesporo, esser zonta a Duino, loco propinquo a Nadino, acomodato di aqua ; e li repossò fin
59.103 horra ; unde, il conte have tempo di salvarsi, come
spera harano fato, benchè ne sia molti villani oppres28.132 si di le febre acutissime usano in quel contado. Poi,
la sera, dita hoste si levò, et aviose versso la Grimi41.124 niza, monte mia 8 di Zara, dove se imboschorono ;
et a hore 6 di note, con la luna, veneno versso quella
terra, scorsizando le ville circumstante, le qual già
erano salvate, et sollo quella nocte amazono domino
31.127 Pasqual de Federicis, el qual la sera avanti era ussito con alcuni altri. Et la zuoba, a horra una di giorno, se ingrossorono sopra la terra, et ne discese zercha cavali 150 fin a lazareto, et fin su le rive del
50.114 porto, con tuor qualche anima apestata, et spogliar
el lazareto de schiavine et ogni altra cossa, senza al55.109 gun rispeto. Poi se aviorono verso el lago de Nona,
dove se afirmorono. Eri matina, per relation di do
71. 97 turchi presi, inteseno che erano cavali 2000, et el
capo lhoro, el fiolo di Schander bassà, et a presso
a lui erano tre homeni da conto, et solum di la sua
corte cavali 50 fioriti ; et che in sei giorni, parten60.106 dossi di ver Bossana, sono gionti in quel contado
di Zara, tanto hanno accelerato il camino. L'obieto
suo fu di venir, recto tramite, al borgo et contado
di Lavrana, sapendo che ancor quello non era sta
78.89
74.91
31.131
47.116
26.138 scorsizato. Ma el luni da matina, adì 13, levandossi
de Oscopia Picola, loco propinquo a Bistriza, distante
62. 98 da quel contado mia 140, passarono de Verericha,
via a thoro inconsueta, et in alcuni passi streti forono asaltati da' martelossi et morlachi, e receveteno
qualche sinistro e danno, sì de homeni come de ca85.791 vali ; il che ſo causa de afaticharli e ritardarli per mo92.68
539 MCCCCC, LUGLIO. 540
do, che quando i forono de qua da Ostroviza, versso
Lavrana, el mercore da matina, i sentiteno che tutto
il conta' risonava di bombarde. Et suspicando la
guida lhoro, che i non suspetasseno, el tratado fusse dopio, se ne fugite ; e cussi essi si aviorono versso
la valle de Nadin. Et che in quella matina, di 18,
208 hessendo essi rectori per spazar la barcha con ditte
letere, ebbeno noticia che ditta hoste, eri, a hore 19,
era andata per expugnar Nona, et l' havea combatuta da quella horra fin horre 24, per modo che
i haveano fato un rombo ne le mure, versso el
monasterio di Santa Marcella, et erano intrati, et fono rebatuti. E benchè per avanti fusse provisto,
tamen spazono molte barche armate in pressidio di
Nona con monitione, et scrito a Pago et Arbe debi mandarli mazor numero di barche, con homeni apti più che i poleno, senza indusia. In ditta terra di Nona è bon numero di persone, ma tutte mal conditionate. Item, ozi, a hore 18, à inteso per persone vien ❘ verità, fo scrito il canzelier vengi qui.
de li , turchi erano tornati a darli la bataia, et le lhoro
barche di Zara comenzavano a zonzer; et che quelli
di Nona haveano auto gran ajuto da certa barcha de
un maran, che era capitato de lì. Non mancherano
essi rectori far ogni provisione, ma in Zara non è homeni, per la infirmità di l'anno passato, e per la peste,
e per esser ussiti molti ad abitar a le ixole, per suspeto dil morbo. Di contadini non è in tuto homeni 40
in 50. E questo cam à per soe spie noticia di tutto.
Laudano molto missier Zuan Tetricho, el cavalier,
zaratino, di aversi fatichato et operato in tal facende.
nel trar, et roto quel passavolante li restava de li
quatro che li fonno mandati ; do di qual fo mandati
a Lavrana, et il terzo a Nona, e questo era il quarto ;
si che se li provedi di monitiom, artilarie, danari etc.
A dì 35 luio. In colegio fo aldito sier Francesco 209 Orio, qual è debitor a palazo, et voria scontar quel debito col credito à suo fradello, sier Marco Orio,
per esser stà sopracomito. Li fo risposto, non si poteva far senza parte di pregadi.
Vene l'orator di Franza, con do francesi vien di
Roma, qualli tochono la man al principe, poi an- dono a veder le arme e il palazo ; et l'orator rimase. Al qual li fo letto la letera di Hongaria, di 6, zer- cha li oratori dil suo re si voleno partir. Si dolse ; et
poi intrò in la cossa di sier Fantim Valaresso, prove- dador nostro di Pizegaton, fato per amor di la dona,
haver bandito Paulo Bilia etc. Or li fo risposto, si
provederia ; e, dato sacramento a tutti , per saper la
Fono alditi li oratori di Pizegatom, et comesso a
li savij la expeditione, et fo spazà suplication di l'orator sopraditto.
Vene il conte Alvise Avogaro, da Brexa, ductor
nostro. Si oferse andar in Levante, e li fo dimandato
si era stato a Mantoa. Rispose de si , e andò per barcha, et fu per andar da suo cugnado, stà li, per caxom di certe noze ; e li rectori nostri O li disse. Li
fo dito, più non vadi.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
20 et 21. Come per uno venuto li, al qual li fece
salvo conduto, et vien di Archo, à inteso il re di romani haver fato 4 capi di persone 20 milia dil conta'
di Tirol ; videlicet, uno capetanio nominato ...... ,
l'altro, il capetanio di Trento, il capetanio di Lenzeng, et domino Hodorico di Arco. E al primo di de
avosto, a Yspurch, si dia spiegar il stentardo ; verano im padoana e vicentina per la via di Monte Baldo, et hanno mandato a veder i passi. Item, sono
venuti 12 milia borgognoni a Yspurch, e datoli aloDe li ditti rectori, di 19. Come eri turchi, poi
che ebbeno fato qualche experientia a Nona, di expugnar intrando quelli in l'aqua e fango, per esser
quelle lagune hormai munite, vedendo di hora in
hora il socorsso zonzer a la terra da ogni canto, ditti
turchi si levono di l'impresa, e brusò li alozamenti.
Et in Nona è intrato Spadazino, fo capo di schiopetieri , et portato di Zara li uno de li passavolanti con
altre bombardelle e munition ; etiam missier Beneto
di Missoli, da Pago, con homeni 100. Si dice ditta | zamento ; et uno Maxim, zenthilomo, vien di Manhoste anderà al borgo di Lavrana ; si ha fato provision etc.; et li à manda a Lavra missier Zuan Tetricho, el cavalier, per esser sier Jacomo Manolesso
infermo di peste, et sperano quel borgo si difenderà
gaiardamente. Item, si ha per via di Lavrana, el
conteXarcho atrovarsi a quelli confini con 50 cavali,
non perhò ben conditionato con la persona. Di Coxole li han scrito a Lavrana, stagino vigilanti etc.
Item, a hore 22, dicesi i turchi è corssi fin a presso
Zara, zoè cavali 400, fin su le porte dil borgo; ma
hanno fato pocho fruto, et è crepate 4 spingardele
toa, et passò per il lago, e capitò lì a Riva, qual va
in Elcımagna ; et uno fameio di domino Julio da Martinengo, da Brexa, va spesso ad Archo, e, zonto che l' hè, le letere si mandano al re. Et il re predito
aspeta li soi oratori tornano di Franza, poi farà l'impresa. Et ditto ha riportato questo, dice è vero, e
si non è cussi, vol suo fiol, che sta a Verona, sia impichato ; unde lo à rimandà a Yspurch a explorar, per
poter avisar.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, di 18 et
19. Come Bisich, fiol di Schander bassa, eri, fo 16,
541 542 MCCCCC, LUGLIO.
vene soto Nona con 4000 turchi ; ma prima ne vene
60 e guazò con li cavali l' aqua, et veneno a torno le mure, e rupeno quelle, et intrò dentro 8 turchi , ma
nostri li rebatete; parte di qual fonno morti ; e a
hore 19 li dè una bataia, qual durò fin hore 24 ; ma
sopravene Piero di Monte Albam, patron di uno maram, qual li dè gran favor, et à persso uno zocho e
uno passavolante dil suo maran per ajutarli. Item, a
dì 18 da matina, turchi li dete una altra bataglia,
209 qual durò tre horre, et nostri si difeseno, unde et turchi si levono; adeo, li puti e le ſemene con sarandegoli , che con altro non hanno, si portono benissi- mo ; non hanno artilarie, ni polvere, e se li provedi.
Et in l' altra letera dice, è zonto 4 barche di Zara li
con pochi homeni; non hanno voluto smontar, et
sono partiti.
210
Et per colegio li fo scrito laudandolo molto, et li
fo mandato monitiom et ſanti, qual ozi si parteno.
Item, la nave di Candia fè vella questa matina.
Da poi disnar fo conseio di X, et colegio si reduse. Et in questa matina sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, si alterò molto in colegio per la
poliza di l' arsenal, era molto ingorda.
Adì 26 luio. In colegio fo parlato et decreto,
mandar con l ' arsil, va a Corfù, ducati 2000 al zeneral, e quanti homeni si pol haver. Et è da saper, è
facil cossa a far provisionati, perchè molti foristieri fanti sono corssi qui, sentendo darsi danari ; et la
galia, soracomito sier Francesco Arimondo, si parte
questa matina, a la qual, fato la cercha, li manchò solum cinque homeni. Et sier Antonio Trum, el consier, parlò come stava lo arsenal, dove fo eri a veder
quelle cosse e a pagar.
Vene l' orator dil papa; solicitò la risposta. Et il
principe li disse dil turco molto altamente, et si doveria atender a quello ; tamen si vederia di risponder.
luni si parte et va in Zampagna. Solicita si mandi il
successor.
Del ditto, di 18. Come in quella hora, ricevute
nostre letere di XI, con li sumarij da mar, andò dal
re, et li lexe. Soa majestà disse, aremo le do nave,
et scrisse a Milam ; tamen li normandi non era partiti . Poi disse el cardinal : Per questo anno fè come
podeti, uno altro il roy farà ; e si ben la Signoria
perdesse qualche terra, il re le aquisterà poi. E poi
disse, il re voria col re di romani far qualche apontamento contra il turco, et saria bon la Signoria
scrivessi a li electori di l'imperio di questo. Et si
dolse, dicendo : lo son in liga con la Signoria, dice
Maximiano, la qual li tien soe terre. Et il roy disse :
So, è più di anni 200 quella Signoria le ha. E il cardinal disse : Non passerà do anni, si à veder gran
cosse. Questo re vol l'impresa contra il turco ad
ogni modo, et spaza monsignor di Trans, orator al
papa, per congratularsi dil star ben di soa santità, e
li comandò, presente esso nostro orator, il roy le
cosse di la Signoria nostra a Roma. E il cardinal
disse : Voio dar la mità di la mia intrata; et ho
ascrito a li cardinali , pagino la decima, licet non siano ubligati.
Dil dito, di 18. Come il re li ha dito, la raina
esser graveda, come il crede; et voria se li mandasse sie unze di azuro oltramarin, perchè fa far
una pytura a Bles, bellissima. Et fo ordinato di mandarlo.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di 210
21. Come quel zorno, a hore 14, veneno monsignor
di Obigni et monsignor di Chiaramonte ; li andò
contra monsignor di Luciom e francesi. Da poi disnar, esso secretario li andò a visitar. Fo prima da
Obigni, e li dimostrò bone parole ; poi andà da Chiamonte, qual è homo di 32 in 34 anni, nepote dil
cardinal Roam ; à gran poter ; si oferse a la Signoria nostra etc. E disse, di le cosse di Elemagna non
stimava 0; et li preparamenti si facea, erano contra
uno ducha. Item, visiterà poi monsignor di Talerà.
Item, è stà mandadanari e fanti a Zenoa, per armar le do nave; tamen non sarano in hordinę fino per
tutto il mexe, come li ha ditto domino Piero Briconeto, general di Franza, qual è li a Milam.
Di Franza, di l'orator, date a Liom, a di 16.
Come, hessendo in capella, vene uno secretario dil
re da esso orator, a dirli el cardinal Roam li volea
parlar ; et andoe. Qual li disse zercha la possession dil conte di Chaiazo ; et lui li rispose, havia letere di
la Signoria zercha questo, e conveniva parlar a la
regia majestà. E il cardinal li disse, fiorentini vol veder di jure di la ripresaia. Li rispose, esser senten- In questa matina fo ballotà ducati 150, da ditia comprobata per fiorentini medemi. Item, parlono | spensar per sier Piero Trun, camerlengo di comun.
di le nave si arma a Zenoa; et il cardinal di questo
si vergognò, dicendo non si mancha per danari në
per li homeni. Conclude, francesi danno bone parole,
ma fanno quello li par. Et l'orator dil papa disse,
non è vero dil turcho fazi tanta armata. Item, il re
Have 8 di no, et fu preso ; videlicet a' zenthilomeni
sono creditori a quel officio, a ducati 5 per volta,
justa il consueto.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et leto 211
letere.
543 MCCCCC, LUGLIO. 544
Di Raspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio.
Come à, per uno suo mandato im Bossina, esser reduti turchi X milia, quali dieno venir in Friul etc.
Di Vegia, dil proveditor, di 23. Come à manda
Barbuio, contestabele, con fanti a Veia; et di l'armar di la fusta, dice li danari non bastano, et li homeni è preparati.
Di Ferara, dil vicedomino, di 24. Come il ducha era ritornà dal Bondem, dove fu il marchexe
di Mantoa incognito a parlarli ; et poche zente passa
per Modena et Grafignana; li capi francesi sono rimasti a Pietra Santa. Item, si dice il papa non sta
bene, et il signor à manda domino Zuan Valla, suo
orator, venuto di Franza, a Mantoa. Item, francesi
hanno fato gran danno su quel di Lucha.
Di Cremona, di proveditori. Mandano una relationdi le cosse di Mantoa, li han ditto domino Vetor
da Martinengo, da Brexa, qual è stato li a Mantoa etc.
Fu posto per li savij tutti, atento il re di romani
habbi dimanda per sue letere di 8 luio, di uno caso
seguito di do fratelli, uno contra l'altro, nel conta' de
Tvrol, qual è fuzito in le terre nostre, e lo dimanda,
se li dagi, justa li capitoli è con li duchi de Austria
e conti de Tyrol ; et etiam, che uno Gasparo dimanda li sia dato in le man, che li sia consignato etc. Et
have tutto il conseio.
Fu posto per li consieri la gracia di sier Andrea
e sier Zacharia Balbi, quondam sier Stai , debitori di
la Signoria nostra, di pagar in termeni etc., et di
pro' . Et sier Andrea Balbi, era 40, andò in renga
per parlar; non fu lassato. Andò la parte : have 44
di no, 120 di sì, 0 preso. Iterum: 55 di no, 114 de
si, et nulla preso. Vol i do terzi ; anderà a uno altro
conseio.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma,
risponder a l' orator dil papa, che il papa mandi lui
a Faenza a dimandar etc.; e, si pur li par, nui manderemo uno nostro segno. Sier Hironimo Querini,
era di pregadi, andò a contradir. Li rispose sier Piero
Balbi, savio dil conseio. Et sier Antonio Trum, el
consier, messe de indusiar. Et cussi d' acordo li savij
volseno indusiar.
Fu leto la parte di scriver in Hongaria per le do
opinion, et ditto luni sarà pregadi, et si baloterà le
parte, atento ozi fa la luna, et è mal tratar tal materia.
Fu leto per li savij dil conseio e terra ferma una
parte, che li doctori da Padoa, medici, non possino
venir qui e lassar le lecture, salvo per il principe ; e,
venendo, li cora ducati X al zorno di pena. Et li
consieri non volseno fusse ballotà, et tolseno rispeto.
El principe si parti, et fu fato do provedadori,
uno a Castel Liom, l'altro a Casal Mazor. Il scurtinio è questo :
168
† Sier Lauro Venier, fo a la chamera d'imprestidi, quondam sier Marco
Sier Nicolò Fero, fo provedador a Peschiera, quondam sier Nicolò.
Sier Agustim Valier, el 40, quondam
sier Bertuzi
Sier Filippo Paruta, fo al dazio dil vin,
di sier Domenego
Sier Hironimo Zantani, fo podestà a
Malvasia, quondam sier Lunardo
Sier Daniel da Canal, fo capetanio a RaElecto provedador a Castel Liom.
Sier Bernardo Zane, fo cataver, quondam sier Hironimo .
211
61.104
Sier Nicolò di Prioli, fo camerlengo a
Verona, quondam sier Domenego
Sier Marco Paradiso, fo ai 3 savij , quondam sier Zusto
56.105
. 40.128
Sier Antonio da Mulla, fo zudexe di propio, di sier Pollo 58.108
95.65
33.133
64.101
27.135
24.138
89.74
53.109
65.97
Sier Beneto Vituri, ſo auditor nuovo,
quondam sier Zuane 69.97
Sier Jacomo Donado, el grando, quondam sier Carlo 68.90
39.127
64.104
69.97
86.77
42.120
spo, quondam sier Piero
Sier Domenego Morexini, fo zudexe di
propio, quondam sier Marin
Sier Lunardo Mocenigo, fo cao di 40,
di sier Thomà
Sier Zuan Matio Girardo, fo auditor vechio, quondam sier Francesco
Sier Marin Sanudo, savio ai ordeni,
quondam sier Lunardo
Sier Francesco Duodo, fo cao di 40,
quondam sier Lunardo
Sier Beneto Emo, fo a la chamera d'imprestidi, quondam sier Bertuzi
Sier Francesco Valaresso, fo consolo di
merchadanti, quondam sier Ferigo .
Sier Hironimo da cha' da Pexaro, fo
provedador a Pizegaton, de sier
Fantin .
Sier Jacomo Contarini, fo provedador
sora l'armar, de sier Piero
50.114
72.87
545 MCCCCC, LUGLIO. 546
Provedador a Casal Mazor.
Sier Polo Corer, fo cao di 40, di sier
Marco .
Sier Lunardo Mocenigo, fo cao di 40,
di sier Thoma
Sier Zuan Mathio Girardo, ſo auditor
vechio, quondam sier Francesco.
Sier Hironimo Bernardo, fo zudexe di
propio, quondam sier Alvixe .
Sier Piero Dolfim, fo ai 3 savij , quondam sier Fantim
Sier Francesco Michiel, quondam sier
Thomà, da San Canzian .
Sier Bernardo Zane, fo cataver, quondum sier Hironimo
Sier Piero Michiel, fo provedador a Rimano, quondam sier Lucha
Sier Filippo Paruta, fo al dazio dil vin,
di sier Domenego
Sier Vetor di Garzoni, fo soraconsolo,
quondam sier Vicenzo .
Sier Jacomo Contarini, fo provedador
sora l'armar, di sier Piero
Sier Marco Paradiso, fo ai 3 savij , quondam sier Zusto .
Sier Ferigo di Renier, fo auditor vechio, quondam sier Alvise .
Sier Francesco Duodo, ſo cao di 40,
quondam sier Lunardo .
Sier Andrea Marcello, fo zudexe di petizion, quondam sier Antonio
Sier Jacomo Antonio Trivixan, è provedador a Casal Mazor
Sier Bernardo da Canal, fo podestà e
provedador a Roman, quondam sier
Zuane .
Sier Piero Belegno, fo podestà e capetanio a Zazil, quondam sier Pollo
Sier Jacomo Donado, el grando, quondam sier Carlo
Sier Alvise Valaresso, fo sora i gastaldi,
quondam sier Baptista .
+ Sier Piero Marcello, fo di pregadi, quondam sier Filippo.
gadi, justa la parte. Item, fo parlato dil signor Carlo
Orssini, qual vol agumento. Et fu fato la mostra in
corte di palazo di alcuni provisionati, tolti per man41.119 dar su l'armada etc.
Da poi disnar fo gran conseio, et reduto li savij 212
66. 93 in colegio. Et fo aldito el signor Carlo Orssini, qual
compie la ferma a di 7 octubrio ; et li fo ditto, la
37.128 Signoria nostra non voleva darli alcum agumento ;
et cussi li fo dà combiato.
41.121 Item, fo aldito domino Gaspar Stanga, fradello
di domino Marchesino, a l' incontro di quelli di Se69.89 resina.
Di Verona, di rectori. Chome hanno letere di
53.108 sier Christoforo Duodo, provedador di Peschiera,
come ha letere dil vichario de Cisam, esser stà rete66. 99 nuto quatro forzieri di Frachasso, andavano in Alemagna ; et par che domino Galeazo di San Severino,
77. 93 stravestito, sia passato etc.
A dì 27 luio. In colegio veneno sier Antonio
27.156 Valier e sier Alvise da Molin, provedadori sopra la
exatiom, e aricordono molte provisiom per il scuo50.108der; qual fono laudati.
Di sier Hironimo Michiel, governador di la Me72.115 duna. Scrive dil caso seguito di la morte di quel
soldato, et per villani sono stà amazà XI, et narra
52.116 il caso a che modo.
Di Axola, di sier Piero Lombardo, provedador.
55.103 Si duol di uno citadin de li, di alcune parole usate ;
et li fo scrito vengi qui, per admonirlo non usase
74. 85 più tal parole.
Di Padoa, di 20, de Cadubrio de Cadubrijs,
44.115 doctor, fo soracomito di la galia ystriana. Dimanda
potersi apresentar, non obstante la sententia dil ze42.147 neral; et vol justificarsi. Si jacta haver fato, et carga
li sopracomiti.
65.94
DaPinguento, di sier Andrea Ferro, podestà, di
15. Come è andato li per haver la consignation dil
rezimento, et trovò sier Andrea Magno, era podestà
52.107 li , absentado per erori commessi ; et fo terminà lezer ditta letera im pregadi, et cometerlo a li avo68. 86 gadori.
141.17
Di Udene, dil luogo tenente e provedador Mar38.117 cello. Come hanno da missier Martim e Piero Ludovonich zercha turchi in Bossina ; et esser venuto uno
messo dil conte Anzolo di Frangipanni, qual voria
conduta da la Signoria, et li hanno risposto in bona
forma. Item, madona Dorathea e il ducha Zuanne,
suo fiol, di Corbavia, li scrive turchi con Schander
sono pochi. Item, hanno visto una letera scrita a
missier Tristan Soverguan, come lachel lacob è stà
fato capetanio a Goricia, e vien li. Item, el conte di
Adi 26 luio. In colegio non fo niuna letera di
lezer, et fo parlato di arınar la fusta a Veia. Et Jo
fici far comandamento a sier Bernardo Boldu, patron di la galia dil Zaffo, qual messe bancho, e la
galia butà in aqua, si debbi venir a provar im pre1 Diarii de M. SANUTO Tom III. 35
547 MCCCCC, LUGLIO. 548
212
Pitiano, governador nostro, è li a Udene ; al qual è pasqua in qua non si sente che si segua, maxime col
venuto tre pannochie ; pur si parte etc.
Vene l' orator di Franza con il consolo de' milanesi , dolendossi quelli oficiali di la messetaria voleno
far novità a' merchadanti milanesi. Risposto, se intenderà.
Di Cremona, di proveditori. Come li canonici
turcho ; sì che mi farete piacere a darne adviso qui.
Più tempo fa ci è l'ambasador turco, e chiede tregua. Questi la farebeno volentieri, ma hanno juramento con l'hongaro, non la fare senza lhoro. Gli
ungari non la vogliono. Hora, a San Piero, doveva
esser conventione im Pietricovia, e consultare di quedi Santa Maria di la Scala da Milam, hanno posses- sto ; e sarebbe stata, ma è venuto a questi giorni
sion de li , non voleno pagar le decime, et hanno una
letera di monsignor di Lucion, et par il preosto di
canonici dichi è juspatronatus dil, ducha etc.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di
23. Come, ricevute nostre letere in materia di Hironimo di Melze, fo da monsignor di Luciom, e soa
signoria li disse : Si è rebello di la Signoria, quella
li fazi mancho si pol, per amor suo.
Item, ozi feno conseio publico in domo. Eravi
ditto Luciom, monsignor di Chiaramonte, monsignor
di Obigni , monsignor di Tallerà, et lui secretario,
sentati , et altri, quasi tutto Milan. Et primo, fu leto
una letera dil re, como li havia cari milanesi, et mandava questi do, Chiamonte e Obigni, sopra le zente
d'arme; et Talerà insieme sarà con Luciom al governo di la justicia. Et poi domino Michiel Rizo, re- gio consier, fè una oratiom. Poi parlò monsignor di
Chiamonte, bona verba, in francese. Poi parlò Obigni, pocho. Demum, parlò Talerà. Et lo episcopo di
Chomo li rispose longamente, dicendo erano aparati
ad obedir la christianissima majestà a tutto. Poi andono assa' di lhoro a cena con monsignor di Chiamonte; sì che milanesi dicono, si li atenderano a le
promesse, si lauderano de' francesi etc.
alquante migliara de' tartari, zoè circha a 14 milia ,
e hanno predato in circha a Lubino, e in fino a presso a Sandomiria, ciò che v'era. Il perchè, la majestà
dil re se parti de qui, ozi sono diece giorni, ed è ita
versso Sandomiria, e li passato l'Istula, e va avanti
con assai exercito, per trovarsi a le mani con ditti
tartari ; de' qualli se dice hanno acompagnato grandissima preda in luogo sicuro, e quella con pochi
aviata a casa lhoro, e con majore numero tornano
a fare danno, se potrano. Horra, che seguirà per
l'avenire, sarete avisato. Il ducha de Litifania è a le mani col ducha di Moscovia, e ogniuno ha assai po- 213 pulo ; ma infino a qui, el moscovita è al di sopra,
perchè tutti di fede rossa si sono acostati al moschovita, e partiti de la fede del litifano. Pure se dice,
che Clolanda e Filanda, là di quei confini, li viene in
ajuto assai populo; che fia in futuro, avisato a si
sarete. El valacho, a si, non dorme ; è a' confini con
tutto el suo potere, e ancora ch' abbi confederatione
e juramento con poloni , se ne teme per la amistà à
col moscovita. Stimo, se vedrà da fare qualche fatto
relevato, non vi penserà ponto, perchè come sapete
è savio. Queste sono le nuove publiche. Le private :
a questi di arsse Chrosina insino a' fondamenti, e,
per esser circuita di mure, et eravi la fiera, e teolonatori serando le porte, vi arsse circha a 2500 corpi
e assai morti , gitandossi di muri, cavali e merchantia
assai ; è stato grandissimo danno, e stimassi sia stata
arssa da' traditori, de'qualli si dice esserne assai per
Se intese questa matina, una barza rodiana di
botte 200, sora porto nostro, esser zonta con li
araldi di Franza, vien da Constantinopoli, et oratori
dil turco. Fo terininato, l'oratori dil turco meterli
a cha' Dandolo, in calle di le Rasse, con guardia,
nium li parli ; et li fo fato prepar (sic) la caxa per❘ regno di Hongaria, e per questo. E per tanto ci si
l' hoficio di le raxon vechie.
Fu leto uno capitolo di letere venute di Polonia,
et intisi :
Non te fidar di hongaro,
Se tu non ha' tre ochij .
Copia de uno capitolo di letera di Octaviano de Gucci, florentino, data in Craconia, cità principale dil regno di Polonia, el di di San Piero,
fo 29 zugno 1500.
fa solenne guardia, e molti provedimenti contra al
fuocho. Questa terra si fortificha forte intorno intorno di mura e fossi, e, oltra a la forteza, è bello a
vedere queste nuove muraglie. Per un'altra vi dissi ,
come era rovinata una torre, per la qualle il re, non
potendo andare la brigata in castello, si stava da
basso in corte del cardinale ; poi, quando fu neta la via, vollendo andare ad habitare in castello, e fa- ciendo scaldare la fornacia, arsono Curinoga, e presso non arsse tutto el castello ; pure difeseno ; sì che
vedeti che segni .
Vi do queste poche nove di questo mondo di Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe in qua, acció ne diate di cotesto di costà, del quale da | cheba. Chiamati li consieri et tuto il colegio, comu-
549 MCCCCC , LUGLIO. 550
213*
nichò esser letere da mar di gran importantia, venute di Trani in zorni 7; et letere di Otranto. Non
dice il zorno per la pressa, ma manda le ditte letere,
che summamente importano.
Di Zorzi Negro, secretario dil capetanio zeneral,
date in galia, in le aque de l' Anti Paxu, a dì 13
de l' instante. Come, di 9 fo l'ultime dil magnifico suo zeneral, poichè, a dì 8, li saltò una febre dopia
terzana, con parasismi subintrati ; stè cussi fino a di
XI, adeo crescendoli il mal, esso secretario terminò
spazar uno bregantin a sier Hironimo Contarini, provedador di l ' armada, e avisarli venisse. Et il zeneral, il zorno passò cussi, et poi la note e la matina
mal, adeo la virtù manchava. Per tanto avisa dil
tutto la Signoria nostra. Item, dice è zonto li danari
di Colla, contestabele, è a Napoli di Romania, li manderà per el primo pasazo ; et per una poliza scrive,
di l' armata nimicha altro non haver, solum tien la
volta di Levante. Come scrisse, le galie grosse e le
nave nostre non erano parsse ; et par la galia dil
zeneral, con le conserve, siano levati di la Parga, e
venuti più avanti.
sti li disse, il roy li havia mandati a dirli, facesse
con la Signoria. Et il turco disse : Il roy è mio parente, son contento; è stà qui da mi l'orator di
la Signoria , mi ha promesso darmi alcune terre ;
manderò con vuj oratori al vostro re et a la Signoria, e in questo mezo O si farà. Et cussì si partino,
et veneno per terra a Rodi, dove montono su una
barza. Èuno rodian con lhoro, nemico nostro. Vanno al re, nome Rachsadia, et che il più vechio araldo, nome Monzogia. Item, che zonti fonno a Modon, a di 24 zugno , inteseno ditti araldi , turchi
esser li col campo, et il signor. Et uno di lhoro voleva dismontar, e andar dal signor a dolersi di questo ; ma par li rectori non volesseno andasse, et
❘cussi partino. Vene con la barza al Zante, poi qui ;
et ditti araldi è alozati a l' hostaria dil Lion Biancho
a San Bortolomio, quali smontono ozi, e li turchi a
cha' Dandolo; ai qual fono poste guardie per il conseio di X.
Fo consultato in colegio di far capetanio zeneral,
sì o ver no. Et fo notato varie cosse, tamen tuti far
zeneral.
Fu posto per tuti i savij d'acordo, far da matina
capetanio zeneral di mar nel mazor conseio, con li
modi etc., et si parti con la galia, sopracomito sier
Alvise Vituri, grossa, la qual è za armata, et sta per
partirssi ; non possi refudar, soto pena di confiscaDa Corfu, dil rezimento e provedador, di 14.
Come, à 'uto letere dil zeneral. Nulla li scrive di l'armata e dil levar di la nostra ; va dentro via dil Zante
versso la Zefalonia. Item, la galia di Trani è partita
eri sera, conzada ; et di la Vajusa non è altro, se
non le nostre galie si bombardano con li turchi ; et ❘ tion di soi beni, e sia bandizà di Veniecia e dil do- 214
di Corfù li à mandà XXX barili di polvere e alcune
piere di bombarda, et dimandano danari per li soldati e maistri, qualli za erano stà mandati, e sono
in camino.
DaModom, di rectori, di 25, replichata. Dil zonzer de li fanti, et la mostra fata per Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, et è bella compagnia. Dicono,
s'il zeneral si mostrerà, sperano mantenirsi, licet il
campo li sia intorno.
gado. E doman da poi disuar sia pregadi ; et se li
dagi la commissiom, e parti subito ; et possi esser
electo di ogni luogo e oficio, et etiam oficio continuo, et non rezimento. Have 2 non sincere, 12 di
no, 183 di la parte. Et fu presa. Et, balotata questa
parte, il doxe si parti e andò a саха.
Fu posto per tutti d'acordo, excepto sier Lunardo Grimani, acciò l' armada non resti senza governo, sia ballotà ozi im pregadi sier Hironimo Pixani,
Vene in chebba uno zaratim, stato con li araldi sier Hironimo Contarini, provedadori di l'armata ,
di Franza al turco, et referi molte cosse. Come li e sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse,
araldi fonno a Rodi, et di quel Centurion, orator di chi di lhoro debbi restar vice zeneral, s' il zeneral
rodiani, vene con lhoro al turco, qual è nemicho fusse manchato, fino zonza il novo zeneral ; et sia
di la Signoria nostra, et andono da Zilebi, fiol dil scrito di questo in armada ; tamen el vice zeneral
turco, sta a li confini di Rodi, e li fece bona com- consulti con li altri do sopra nominati. Andò prinio pagma. Et di Rodi passono a terra ferma al Fischio, in renga sier Lunardo Grimani. Li rispose sier Zorzi
et fevano mia 12 al di, et zonseno in Andernopoli, Emo, savio da terra ferma. Et sier Antonio Trum,
dove era il signor col campo. Li dè uno pavion a el consier, messe, insieme col Grimani, de indusiar
essi araldi, qualli fono introduti el marti, fo 7 april, a domam. Et sier Domenego Baloni (sic), el consier,
a li bassa ; et, andati, lhoro non volseno exponer la intrò in l'opinion nostra. Poi parlò sier Francesco
imbassata, dicendo haver in commission parlar al Bollani, è di la zonta, in favor di la nostra parte.
signor propio, altramente tornar dal roy. Et cussi, Li rispose sier Alvise di Prioli, fo governador di una
ditti bassà si levono, e li meno dal signor. Et que- | galia in armada, qual mi provochó ; cargo sier Ni-
551 MCCCCC, LUGLIO. 552
colò da Canal, fo zeneral. Et volendo sier Jacomo da | teria di Hongaria. Item, el ducha à pur mal assai
Canal, fo suo fiol, andar a parlar, Jo andai in renga,
et dissi il bisogno havia l'armada dil governo, et
era bon balotar qui uno vice capetanio. Mi rispose
sier Lorenzo di Prioli, fo avogador ; laudò la indusia. Et sier Francesco Trun, cao di X, andò in renga, e laudo sier Domenego Malipiero, fo provedador
in armada, qual è valente homo, et è in contumacia.
per la bota di la testa; et l'orator parlò a l' orator
yspano, di l'armata. Disse havia scrito, et poi revochato ditte letere, per letere aute da soi reali, qual
voleno, si dieno dar et mandar l'armata, il papa li
concieda poter dar l'altra fiola al re di Portogallo,
fo suo zenero ; per la qual cossa davano al papa ducati 12 milia, et el possesso di l'arziepiscopato di
Or andò le parte: 2 di no, 60 la nostra, 130 di l'in- | Valenza. El esso orator nostro lo exortoe ; disse andusia, dil Trun. E fo presa. deria dal papa.
Dil ditto, di 23. Come l'orator andò dal papa,
a mostrar li sumarij da mar auti eri. Era con soa
sanctità Capua, Valenza et il datario; et li disse le parole di l'orator yspano, et l'armata era zonta a
Messina. Il papa disse: Fa mal; scriveremo uno brieve. E l'ordinò fusse scripto. Et disse : Venere in
Fu posto per sier Marco Bolani, sier Andrea Cabriel, sier Lunardo Loredam, procurator, savij dil
conseio, Jo, Marin Sanudo, sier Jacomo Cabriel, sier Antonio Venier, savij ai ordeni, che acciò tuti siano balota li capetanio zeneral, siano etiam ballotadi
quelli è intromessi, e comessi a li avogadori, pro hic vice tantum. Contradixe sier Francesco Foscari, ❘ concistorio faremo il dover. Et aricorda la Signoria
quondam sier Filippo, provedador, e mostrò la leze
dil 44, che vol quello è fato in gran conseio, altri
consegij non possi romper. Poi parlò etiam contra
sier Picro Morexini, l' avogador, et sier Antonio
Trun, el consier, et sier Marco da Molin, savij ai
ordeni, messeno li tre provedadori stati in l'armada, intromessi , non si possino provar fino non siano
expediti, et questa parte sia ballotà in gran conseio.
Parlò contra questa segonda opinion sier Francesco Bollani sopra litto, dicendo : È di bisogno di sier
Domenego Malipiero, e non si doveria vardar. Et
disse, lui fo quello commesse ditti tre provedadori
a l'avogaria. Li rispose sier Antonio Trun, el consier, et sier Jacomo Cabriel, mio collega, volse parlar ; et il conscio non volse. Et fo ditto per el Trun,
Andrea di Paxe, scrivan a l'avogaria, haver ditto
2144 di certo, li avogadori passati haverli intromessi ditti
proveditori. Or andò le parte : 3 di no, 69 la nostra,
105 dil consier e Molin. E fo presa.
Fo leto la letera di Pinguento, et commesso per
la Signoria sier Andrea Magno, fo li podestà, a li avogadori di comun.
li risponda etc., et dagi il canonicha' di Padoa al suo
datario, zoè il possesso.
Di Napoli, di l'orator, di 19. Come è nova, a
di 8, l'arma' yspana zonse a Messina, et che 4 barze di quella armata veneno drio uno corssaro, qual
lo prese e lo menono a Palermo. Item, a dì 16 zonse a Napoli Alvise Ripol, vien di Elemagna ; dice la
dieta esser compita, et esser termina il re venir in
Italia, o ver contra turchi con 50 milia persone ; e
fo trovato li danari, e chi li debbi spender ; et che il
re è prodigo. Item, il re Fedrico à inteso il caso dil
ducha don Alfonxo di Ragona; li à manda un medico a Roma; et già li mandò il suo majordomo
esso ducha, a dir a soa majestà stava a Roma con
gran pericolo. Item, è letere di Liom , che il re
predito mandi uno messo per tratar il matrimonio
di la fiola in monsignor di la Roza, et li scudi XXX
milia di dotta ; solicita la venuta dil suo successor,
non electo ancora ; et come a San Cataldo su le seche si ruppe la nave di sier Stefano Contarini, di 215
botte 300, era carga di bote 250 di oio, di raxom
di sier Bernardo Donado e sier Andrea Erizo; spera
recuperar etc. Item, ha 'uto letere dil governador
nostro di Molla, di l'acordo fato con la rocha per
il fabrichar in la terra.
Di Bergamo, di rectori, di 25. Di nove di Elemagna, per alcuni venuti, dicono la dieta è compita,
e il re dia venir in Italia, capetanio il ducha Zorzi di
Bavieri, e li fioli dil signor Lodovico esser a ..... , Di Bologna, manda una letera auta di Lucha,
et hanno zoie, lioncorni, collari etc., per valuta di di 20. Eri intrò li el cardinal Vincula, et li fu fato
ducati 100 milia ; et che il re à dato ad alcuni mi- | grande honor ; et è nova da Liom, di 13, il re scrive
lanesi foraussiti mille raynes.
Di Roma, di l' orator, a horra venute, di 21 el
2.3. Come, ricevute letere con li sumarij da mar, fo
dal papa, li lexe; e il papa disse : Licet siamo conturbati per il caso dil zenero, eram questi dolori ne
afanna. Venere sarà concistorio ; expediremo la maa monsignor di Beumonte, e manda la copia in francese, qual fo leta per Gasparo, che li comanda torni
a l'impresa di Pisa, e non fazi di la vergogna, si à
fatto etc.; e dice li manderà 100 altre lanze, perchè
la vol haver omnino ; e li villani di Lucha tutti core
dentro, aideo luchesi tremano. Francesi sono alo-
553 554 MCCCCC, LUGLIO .
zati tra Petra Santa, Messa (sic) e Lucha. Item, avisa
di la combustion di Perosa, de li Baioni; et il ducha
di Urbin e il signor di Chamarin man la zente a
Perosa, in favor di Hironimo da la Penna. Item, è
partito di Lucha uno episcopo dil cardinal Vincula;
va a Perosa per veder di pacificharli ; et francesi
aspectano solum uno messo di ditto cardinal e di
monsignor di Beumonte, che fo mandato al roy; e il
cardinal à ditto : Pisani hanno fato mal a non aderirsi
al roy. Et Siena è in combustiom, e Pandolfo à fato
amazar il suosero.
Sier Zorzi Corner, el cavalier, fo podestà a 215
Brexa, quondam sier Marco, el cavalier
Sier Piero Moro, fo patron a l'arsenal, quondam sier Cabriel ...
Sier Constantin di Prioli, ſo savio dil conscio,
quondam sier Zuan, provedador
Non. Sier Andrea Venier, fo luogo tenente in
Cypro, quondam sier Lion
...
...
Non. Sier Bortolo Minio, fo capetanio a Farmagosta, quondam sier Marco
Non. Sier Hironimo Pixani, è provedalor in
armada, quondam sier Piero .
Non. Sier Hironimo Contarini, è provedador in
armada, quondam sier Moisè
Non. Sier Jacomo Venier, è capetanio di le galie grosse, quondam sier Bernardo .
Non. Sier Thomà Zen, el cavalier, fo capetanio
di le galie grosse
...
: ...
...
Adì 28 luio. Da matina, in gran conseio vene
il principe. Fu publicha per il canzelier grando, pianzando : Si farà capetanio zeneral di mar, in nome di
missier Jesu Christo e in bona ventura, justa la parte eri presa im pregadi. Poi fo posto per li consieri
la parte di eri, che li provedadori intromessi non
possino esser balotati. Parlò contra sier Bernardin
Loredan, quondam sier Piero, fo synico. Or andò
la parte ; prima, lecto una scritura fata per li avogadori passati, fata eri sera ; come pareva che, visto
il processo de li preditti provedadori Pexaro, Malipiero et Guoro, non meritassano intromission alcuna ; unde il conscio l' have a mal di avogadori, et
pezorono assai. Ando, come ho ditto, la parte : 8
non sincere, 517 di no, 673 di la parte. Efu preso
non potesseno provarsi. Fu fato una voxe solla, election, et poi scurtinio.
Electo capetanio zeneral da mar in scurtinio.
Non. Sier Alvixe Loredam, fo governador a
Monopoli, quondam sier Polo
Non. Sier Lucha Querini, è provedador a Corfù, quondam sier Marco
Non. Sier Marco Cabriel, è castelan e provedador a Modon quondam sier Hironimo
Non. Sier Domenego Dolfim, è capetanio dil
colfo, quondam sier Dolfim
Non. Sier Andrea Contarini, el grando
Rebalotadi.
.
Sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator. 47 † Sier Beneto da cha'da Pexaro, fo consier,
+ Sier Beneto da cha' da Pexaro, fo consier,
quondam sier Piero
..
...
....
quondam sier Piero 85
68
Sier Andrea Loredam , patron a l'arsenal ,
quondam sier Nicolò
Sier Piero Balbi, savio dil conseio, quondam
sier Alvise 71
...
Sier Piero Balbi, savio dil conseio, quondam
sier Alvise . 72
Sier Zuam Francesco Venier, fo governador
in armada, quondam sier Moisè .
Sier Marco Bolani, savio dil conseio, quondam
sier Bernardo 56
Sier Anzolo Trivixan, fo cao dil conscio di X,
quondam sier Pollo 55
Sier Nicolò di Prioli, fo capetanio in Cypro,
quondam sier Zuanne ...
Sier Francesco Zustignan, fo capetanio in Barbaria, quondam sier Antonio ...
Sier Polo Barbo, fo savio dil conscio, quondam
sier Andrea
Sier Christofal Moro, fo provedador in campo,
quon lam sier Lorenzo
In gram conscio.
† Sier Beneto da cha da Pexaro, fo consier, quondam sier Piero .
Sier Baklisera Trivixan, el consier, quondum sier Pollo, piezo sier Pasqual
Foscarini, quondam sier Bortolo
Sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier procurator, piezo sier Francesco Marin ,
qumdam sier Antonio .
Sier Beneto da cha' da Pexaro, fo consier, dopio piezo, sier Jacomo Boldù,
di sier Hironimo
Sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, dopio piezo sier Zuan Batista Liom, quondam sier Nicolò
242.900
436.707
761.340
555 MCCCCC, LUGLIO. 556
Et rimasto ditto sier Beneto da cha' da Pexaro
capetanio zeneral, fo chiamado davanti el principe ;
qual con aliegro animo aceptó, dicendo era presto a
partirssi.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et
queste letere :
vorebeno dar, dapoi reauta Pisa ; e sono in tre parte : una fratescha, qual vol Franza ; una duchescha ;
et una de' Medici ; et si aspeta di hora in hora campano. E il cardinal San Piero in Vincula è in Lucha
honorato molto, et è stà manda oratori di luchesi a
Pisa, per tratar acordo con franzesi ; et nomina li
oratori, zoè missier Stefano Trento, dotor, et uno
altro ; e scrive la risposta auta da' pisani, et che pisani toleno tutte le zente pol haver, et hanno electi
oratori al papa, al roy, a la Signoria et a' zenoesi .
Manda una copia di una letera di 13 dil re di romani, scrive a domino Galeazo di San Severino, qual è
a Mantoa, lo fa suo capetanio etc. , ut in eu. Et il titolo di dita letera è questo : Maximiano sempre auDa Roma, di l'orator, di 24. Come in quella | gusto, re di Hungaria, Dalmatia e Crovatia, archiduDa Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di
25. Come milanesi nel senato hanno electo 6 oratori al roy, a ringraciar soa majestà dil governo
mandato ; qualli sono missier Urbano da Triulzi,
missier Michiel Trinchello, missier Zuan Piero di
Homati, missier Cabriel da Fiorenza, missier Coradino di Vilmerchato, et missier Hironimo da Cusano.
matina il papa fè concistorio, come li ha ditto li
cardinali Sancta Praxede e Santa †, e poilo Alexandrino : el papa haver parlato assai, et steteno tre
horre in concistorio ; fenno conclusion secreta, la
qual il papa solo la vuol dir a esso orator, et fo
in materia Hungarice, et impose scilentio a li cardinali, sub pœna excommunicationis. Et il papa non li
parlerà fin tre zorni ; aspeta risposta dal suo orator
de qui, di la proposta etc. Item, domino Lorenzo
Suares, orator yspano, à ditto a esso orator l'andar di todeschi ; il sumario scriverò più avanti .
cha d' Austria, ducha di Bergogna, Barbantia, Feldria, conte di Fiandra, de Tirol, de Goricia, a Galeazo Sforza Visconte di Santo Severino, capetanio
nostro di arme, data in la cità imperiali Augusta,
die etc., regni romanorum XV, Hungarice XI. Item,
il campo de' francesi si divulga tornerà a Pisa, et
monsignor di Beumonte à mandà a Zenoa per 2500
guasconi, erano li andati.
di l'armata sta al papa ; Dio perdona a la Signoria
216 che non à manda orator a li reali, che si haria auto
l'armada, la qual è velle numero 80 ; tra le qual,
carachie tre zenoese et do yspane, di bote 2500
l'una, et sopra hè homeni d'arme spagnoli 600,
zaneti 400, fanti 7000, senza li marinari ; fornida di
artilarie. Item, il papa dia andar doman per vodo
a Santa Maria dil Populo.
Di Palermo, di Ulixes Salvador, di XI. Come
a di 8 zonse li 4 barze di l'arma' yspana ; notificò il
resto esser reduta a Sardegna, et vien a Messina; è
barze 34, 14 caravelle et ... galie sotil ; in tuto velle ... , con cavali 1000 et 7000 fanti suso ditta armata, oltra li marinari. Et zonta la sarà, ponerà li
cavali in terra a Rezo, e anderà poi in ajuto di la
nostra armata, come si dice. Item, Piero Navaro,
corsaro, fo ferido, et morto uno suo fratello da la
barza portogalese. Item, è nova, sopra le aque di
Piombin esser morto ditto corsaro, e la nave andata
a fondi. Item, de formenti è bon merchato de li , e
val pocho.
Di Ferara, dil vicedomino, di 23. Manda letere
di Zuliam di Medici, da Bologna, scrive a Piero di
Bibiena, è qui a Venecia, avisi di Lucha. Come fiorentini è in malli termeni, non sanno che far, o non
haver Pisa o ver dar danari assa' a' francesi ; et li
Di Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà. Nove
Di Ferara, di dito vicedomino, di 27. Come si
dice el campo de' francesi non tornerà, s'il papa
starà bene, ma anderà im parmesana ; et domino
Zuan Valla, orator dil ducha, ritorna in Franza; et il 216
signor à nova di Franza, el cardinal Ascanio volea
fuzer, et era stà posto più in destreta. Im Perosa è
novità ; crida : Chiesia ! Chiesia ! Item, missier Zuan Bentivoy à vadagnato di danari scosse, per dar al
roy, da' bolognesi.
Di Zara, di rectori, di 23. Come, a di 20, l' hoste de' turchi si ricolse a la villa di Ternovo, mia 9
di Zara, dove ripossò e lassò qualche numero di cavali imboschati versso Zara ; et a dì 21 si levono dil
contado, et andono versso il castello de Perusich,
qual feno experientia di expugnar ; poi andono alozar
più in suso, versso Ostrovixa, fenzendo voler totaliter partir. Et judicando li villani de Xeblata e altre
ville circumstante, erano con soi animali tragetati sopra uno scoio, stimando più el comodo de' animali
che 'l pericolo di esser captivati, la matina se tragetono in terra, per modo che turchi con la luna veneno, e, per tempo levati, corseno li et feno preda
di lhoro ; non sano la quantità. Et quelli di Nove
Gradi, dove etiam corseno, si hanno salvati, e quelli
dil borgo di Lavrana. Item, cavalli 2000 scorseno
versso Scardona, a la volta di Sibinicho, et judicano
557 558 MCCCCC, LUGLIO.
non partirano soto Ostroviza fin qualche zorno, perchè li per soi danari trovano vituarie; et li villani fuziti , dicono sono stati diti turchi tre zorni senza panne, haveano fato pochissima preda, e per alcuni turchi captivi hanno, ditta hoste fra cinque zorni era ri- colta insieme, et esser tutti cavali paesani di Bossina ;
pol esser da cavali 2000, il terzo di qual non hanno
lanze, et pochi freze ; il resto è zente mal a cavallo,
et im Bossina non resta altro cha i timarati o ver
feudatarij, ni per il passato exercito alcun di turchi
era congregato, et hanno commissiom di non dannizar su quel di l' hongaro, perchè tengono ancora
bona pace con lhoro, et dicono haver fato experientia di expugnar Nona, per information auta de' villani fuziti nel campo, extimando con scalle occupar,
et hanno fato 15 scalle.
Da Corfu, di sier Marco Antonio Contarini,
provedador dil castello, di 14. Di le provisiom e fabriche fate in quel castello, et scrive difusamente le
preparatiom.
Fu fato un savio dil conscio. Rimase sier Constantim di Prioli, fo savio dil conseio, qual passò di
una ballota, zoè 92 et 91 ; soto, sier Marco Antonio
Morexini, el cavalier, non passò.
Vene dal principe et la Signoria el capetanio zeneral, con una vesta di veludo, dicendo era in hordine. Vol uno secretario, uno inzegner, oficiali, il
stendardo e danari.
andò in renga ; e disse mal di ditto Zorzi, e aricordó
alcune cosse. Or andò le parte : 89 di savij, 93 dil
Venier. Et questa fu presa.
Fu posto per tutti, et ſo oppinion mia, scriver
una letera a sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, atento le sue letere notate di sopra, che 'l
possi poner in ferri li desobedienti , e presentarli al
zeneral, et fazi le zerche a le galie grosse. Ave 152
di sì, et 0, et 0.
Fu posto per lhoro savij scriver a l'orator nostro a Roma, in materia di Faenza, che, volendo il
papa, manderemo uno nostro nontio a dir a quel signor li pati li vol far il papa, ma è meio lui mandi.
Efo presa.
Fu posto per tutti d'acordo un'altra letera al
dito orator, in materia di l'arma' yspana, molto ben ditada e longa, et la domandi al papa, li oferissa etc. ,
et operi il ducha di Valentinoys, et mandi uno non-
❘tio fino in Sicilia al dito capetanio di l'armada. Ave
12 di no, el resto di la parte. Et fu presa.
Ad 29, mercore. In colegio vene l'orator dil
papa, al qual foli leto la deliberatiom fata eri im
pregadi, zercha Faenza ; et si scrive a l'orator nostro in corte.
Et poi, reduto sier Beneto da cha' da Pexaro,
capetanio zeneral di mar, vestito damaschin creme- xin, a manege averte, bareta di raso cremexim, con
il senato, vene a lai il principe,juxta morem, per ve-
❘nir a tuor el stendardo in chiesia di San Marco, con
li oratori papa, Franza, li do araldi dil roy, Ferara,
Urbim et domino Marco Malipiero, comandador di
Cypri. Et, udito messa, fo benedi il stendardo, qual
per non haver il suo fato, li ſo dà quello ſo di sier
Francesco di Prioli, fo zeneral; et fo acompagna da la chieresia e principe fino al montar in galia grossa 217
di sier Alvixe Vituri, e per poterli montar, li fo fato
uno pontil. Et tolse licentia da tutti. Va con lui secretario Marco Rizo, armiraio .... , sora masser .....
Et, dirò cussi, fo gran cossa, si presto si expedisse,
et degna cossa di gloria a la caxa sua. Va con bon
animo, è disposto farsi honor, è cognominato da
Londra, fo alias capetanio di le galie di Fiandra.
Fu posto per tutti li savij d' acordo la commission a questo capetanio zeneral, juxta il consueto.
Si li dà gran autorità ; monti, zonto el sia in armada,
217 omnino su la galia dil zeneral, et si sier Marchio Trivixan fusse ancora amallato, quello debbi far dismontar in terra, et lui resti al governo e sopra tutti.
In li consulti con li do provedadori, la più parte vaia,
ma lui exequissa. Item, il capitolo di contrabandi, et
quel di nobeli non sono su le galie. Item, soccori al
bisogno l' Arzipielago, et conforti le terre di Levante,
et non dagi galia a niuno; et, hessendo vivo il zeneral, li dagi una galia quando a lui novo parerà, acciò possi ritornar de qui. Item, monti sopra la galia di sier Alvise Vituri, e vadi via, et se li dà ducati X milia in questo modo : ducati 2000 have sier
Francesco Arimondo, et 8000 se li dà di contadi; et
zonto in armada, vedi la dispensation di danari. Et
sier Antonio Venier, savio ai ordeni, fè dir volleva
la commission con questo, che Zorzi Negro, secretario dil zeneral, li sia comanda si vengi a presentar| Parlo Monzogna, honto vechio e da ben, porta bara li avogadori, a li qual sia commesso. Et parlò contra sier Marco da Molin. Li rispuse el Venier. Jo
vulssi parlar, ma sier Lorenzo di Prioli, fo avogador,
Reduto poi il principe in colegio, e licentiati li
altri, veneno li do araldi di Franza, vestiti di veludo
negro, e fati sentar a presso il principe, referiteno il
tutto di l'andata sua, in francese, interpetre Gasparo da la Vedoa, secretario. Il sumario è questo.
ba. Disse dil partir suo de qui col compagno, per
andar al turco; stete 13 di a Durazo, 12 a Corfù, 6
ala Zefalonia dal zeneral; poi andono a Modon, de-
559 MCCCCC, LUGLIO.
560
mum aRodi. E, zonti lì, ebeno salvo conduto dil | Come sta mio cux in il re di Franza? parlando in
turco, e passono al Fiasco. Andò da Zilebim, fiol dil turchesco. Li risposeno : Bene. E li fè dir, andasse,
signor, sta li a l' incontro di Rodi, dove trovò uno che poi li faria risposta. Et cussi partino dil pavion,
orator dil signor, venuto per lhoro. Edisse quel Zi- et tulavia con lhoro era l' orator di Rodi, ch'è stà
lebim è un gran cam, e li menò per vie cative ; ste- causa d' ogni mal. Et steteno 12 zorni, aspetando la
teno assa' in camino, zonseno a la fin in Andernopoli risposta, cavalchando col campo. Eil signor li mandò
a dì 6 april, et il signor era in campo intrato el zorno a presentar do zuppe per uno d'oro e un'altra di
avanti. Era pavioni 4000, gran moltitudine, et gam- seda, e aspri non sa quanti, zercha ducati 300 in
beli 14 milia, ma poche persone ; fonno posti soto tutto, et do poti, do bazili, sie taze d' arzento ; sumuno gran pavion, dove steteno do zorni, visitadi da ma tutto marche 8. Et poi la matina fono menati a
alcuni turchi per nome dil signor. Era con lhoro la presentia dil signor, qual li dè la risposta : come
Senturiom, orator dil gran maistro di Rodi, ch'è era contento di far la paxe, dummodo la Signoria li
gran tristo, et, ut verbis ejus utar, trumpador. Et servasse li pati, et che era stà li uno orator di la Sipoi fono dal turgoman menati in uno paviom de li gnoria, e concluso darli Modon, Coron, Napoli e
bassa, dove ne erano do bassà, il Paleologo e Car- Corfù; e lui havia manda uno suo homo a la Signozego, nemichi di questa Signoria, e li do bilarbel, et ria, qual lo aspectava, sì che, per amor di suo cuxim
li feno sentar. Essi bassà li disse, dovesseno dir la re, voleva far la paxe. Et che lhoro araldi risposeno :
imbasata dil roy, dimandando dove erano li presenti | Chome è vero, signor, questo ? tu li va col campo.
portati al signor. Risposeno, il suo sovran, signor roy, E lui disse : Aspeterò zorni 60. E li disse essi araldi :
non usava mandar presenti , e che non haviano in | In 60 zorni non poremo esser a Veniexia. E il signor
comission dir ad altri quello voleano, cha al signor disse: Aspeteremo fin el vostro ritorno in Franza, e
propio; et non volendo aldirli, torneriano indrio. E manderò oratori nostri con vuj a mio cuxim il re.
ditti bassa si levono, e andano dal signor, qual era Et cussi se partino; et de li aspri presentati, molti ,
in uno pavion lontam di altri, et che li era charete turchi ne tolse, dicendo: Ne viem per regalia ; adeo
coverte di rosso, dove era puti et pute dil signor, in li restò pochi a lhoro. Et che l'orator rodiam, per
guarda di do homeni senza barba, videlicet eunuchi. via di essi oratori turchi, impetrò dal signor la reOr fono menati essi araldi a la presentia dil signor, laxatiom di 40 presoni, et disseno mal di essi araldi ,
da poi che ditti bassà steteno bon pezo col signor. et questo rodiam par fusse bandito una volta de qui.
Or intradi, il signor era sentà sopra una cariola co- Et partino dil campo, e andono a Constantinopoli,
verta di uno tapedo, e li do bassà sopra ditti stava im | poi da Zilebim, dove vene con thoro l'oratori dil
piedi . E, zonti, il signor si levò, e li porse la mam.
Lhoro li porse la soa, et li basò quella dil signor, e
fono fati sentar su uno schagno li a presso. Et prima
fonno admoniti per uno non spudasseno davanti il
turco; et che l' orator di Rodi havia falsificha la letera dil signor turco, qual mandava al roy, e non al
gran maistro di Rodi, e che non volea, quelli presoni venisse, ma fusseno contracambiati con altri 218 '
signor. Rispose : Si mi verà da spudar, spudaremo. ❘ turchi erano presoni a Rodi. Et essi araldi, zonti a
218 Or presentò la letera dil roy, e la baso, e dela in Rodi, referiteno tutto al gran maistro; et montono
man dil signor, licet el turgomam dicesse, il signor su una barza con l' orator dil turcho, nominato Minon tolleva lal letere. Tamen esso Monzoia la dete, e sit bei, et do oratori di Rodi, tra i qual è uno fra'
il signor la tolse, e dela a li bassà. E poi l'araldo | Mathio, che si dia partir doman per andar in Franza,
preditto li disse : Il roy si meraveia che ti habbi roto l'altro è Jachsanch; et dubita essi araldi, questi rola paxe a la Signoria di Veniexia, qual è confederada, diani non vadino in Franza avanti di lhoro, e dir mal
amiga e aliada soa, e si te inanda a dir, che li dagi| al prior di Alvernia, e perhò voriano fosseno interil tolto, e fazi pace con quella, o ver sij a la guerra | tenuti. El principe li laudono assai, dicendo si provecon soa majestà e con li confederati. E li ſo diman- deria. E fu dato sacramento, per li cai di X, di
dà, qualli. Rispose: Il papa, il re e la raina di Spa- questo .
gna, il re di Portogallo, d' Ingaltera, di Scocia, di la
Marchia, di Hongaria, di Rossia, e tutti i confederati
dil roy. Et el signor si mudò di collor. Et è da saper, che li bassa sapeva, il signor Lodovico esser in- compagni a meza galia, dil secretario et 20 provisiotrato m Milam, e horo araddi non lo sapevano; perhò il signor dimando dil ray come stava, dicendo :
Da poi disnar ſo pregadi. Non fu il principe. Et
el zeneral, questa matina fo expedito si diducati 8000
porta con lui, come di 8 compagni, 6 balestrieri, 4
nati ; et è in hordine. Doman si partirà. È la galia tirata fuora.
561 MCCCCC, LUGLIO. 562
219
Fono electi cinque di X savij a tansar : sier Marco
Foscolo, fo consier, sier Lucha Zivran, fo consier,
sier Marco Morexini, fo podestà e capetanio in Cao
d' Istria, sier Alvise Grimani, fo patron a l' arsenal,
et sier Alvise da Mulla, fo in Cao d' Istria.
se, data in galia, a dì 6 luio, in porto di Custodi, a
capo di l' isola de la Zefalonia. Come, a dì 28, zonse
il zeneral con galie tre, et scrive mal di esso zene-
❘ral. Et quella sera zonse le tre galie di la guarda,
aferma l'arma' turcha vegnir versso l' Arta, et la
Fu posto per i cai di 40, savij dil conseio, sier | notte, versso la diana, l' armiraio dil zeneral fè coPiero Capello e sier Zorzi Emo, savij a tera ferma, far mandamento a le galie grosse se metesseno in mar,
per gran conscio, per scurtinio, e quatro man di ele- senza altra specifichatiom, unde le galie si levo et
tion, uno podestà et uno capetanio a Cremona : habbi messeno su le volte sora Cao dil Duchato, e cussi fè
di salario quello hanno questi, ma stagi 16 mexi. Et le nave; e la matina, con tute le galie sotil, se messe
sier Antonio Trum, el consier, sier Lunardo Grimani, su le volte sul predito Cao. E l'armata nimicha hasavio a tera ferma, messeno li ditti rectori haves- via vista di le nostre predite galie, e nostri di lhoro,
seno solum ducati 50 al mexe. Ando le do parte: 61 | che erano alhora a San Nicolò in l'isola di Sancta
dil consier, 83 di savij e di cai di 40. Et questa fu
presa. Quelli sarano electi, scriverò di soto.
Maura. La sera a l' imburnir, ditto zeneral fè vella
con le galie sotil, senza lassar ordine a le galie grosse che erano su le volte; et dite galie grosse, con le
nave, velizono sopra ditto Cao el luni; el marti da
sera rifreschò provenza con mar grosso, et le nave ❘tolse il vento im poppe via, e le galie grosse introno
| im Porto Ferrà, in l'isola di la Zefalonia, con 9 galie grosse; e poi, al tempo, tornono a velizar e voltizar; e turchi li vedeva. La notte bonazò, et per il
corso di le aque, do conserve scorsse in Canal de
Viscardo. A di 4da matina parse X galie sotil con
il provedador Contarini, qual li scrisse esso sier Jacomo Venier dove esser su l' Arta, e poi a l' Anti
Fu posto per sier Marco da Molin, sier Jacomo
Cabriel, savij ai ordeni, di armar do galie, zoè quella
dil papa e una bastarda, in luogo di le do grosse fu
preso di armar ; et li sopracomiti metti doman banco. Et sier Antonio Trun, el consier, sier Zuan Beneto Nani, cao di 40, et Jo, Marin Sanudo, metessemo
di star su quello era preso. Andò in renga sier Ja- como Cabriel. Poi montò suso sier Zuan Trivixan,
provedador sopra i officij ; dè bota al colegio non
fevano le provision bisogna a tanta materia, e parlò
sapientissimamente. Li rispose sier Piero Capello, e
si justificho ; laudo l'armar galie sotil. Poi montò in | Paxu per unir l'armata insieme; tamen la opiniom
renga sier Alvise Zustignan, quondam sier Marco, è
a le raxon nuove, nepote dil zeneral novo, dicendo
quello esser in hordine, e si vol partir questa sera,
ma il colegio non l' havea expedido. Li rispose sier
Zorzi Emo, e justificò il colegio. Andò le parte: una
non sincera, una di no, 57 dil consier e nostra, 62
di do savij ai ordeni. E questa fu presa. Et nota, che
vulssi andar in renga, e, si parlava, non si perdeva.
di esso sier Jacomo era, tutti stesse su quel Cao chè
porto habele. Item, a dì do have uno zovaneto corfuato di l'armata, provier di una fusta, qual scampo
da' turchi. Disse ditta armata era zonta a San Nicolò,
et lui fuzite, e vene per terra sora il Cao dil Duchato,
e fu preso per sier Domenego Capelo, sopracomito.
Disse etiam dita armata esser velle 250, et esser fuziti più di 1000 christiani di l'armata; è mal in horDi sier Marco Orio, capetanio di le nave armade, dine, et vol andar a Modon, et è mal in hordine. El 219
di4, date in nave, a di 4, a Cao Bianco. Come ave a dì 5, andò sora il colfo di l'Arta, mia 5 lontam de
fortuna ; avisa il suo navegar, et è soto il capetanio li, con le galie grosse, et non vete niuna vella. Item,
Venier. È in tutto galie 24 sotil, grosse 9, nave 8; la galia Bondimiera, Leza e Dolfina, grosse, sono
summa, velle 41. Et è tre nave lì, mal conditionate, ❘ mal conditionate, et sono tenere di velle; et era vezoè patroni Piero Paxim, Jacomo Vesentin et Fran- ❘nuto a li Guardiani per tuorlo im poppe.
cesco Feliciam ; sì che quelle cosse è in tal termeni. Dil dito, di XI, data ivi. Di la fortuna ave a di 4
da sera ; durò fino a dì 6, et lui à pie' cinque di aqua
in nave sopra el parangal. Item, ne la segonda fortuna à smarido la nave Malipiera, patron Francesco
Feliciam, e Piero de Paxim e il barzoto è andati a la
Nata. Item, è galie sotil 33, grosse 14, et nave 7; à
lui in nave homeni 320, non à 'uto li 40 homeni
dovea venir etc.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie gros1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
Dilditto, data a di X, in galia, im porto di la
Parga. Come zonse le do nave armade di comum,
con altre cinque nave, et dil numero di 9 mancha la
nave Malipiera, fo Mema, e il barzoto è stà a la Nata,
su l'isola di la Zefalonia, per fortuna, e doman tutti
sarano insieme unita, e vete l'arina' turchescha venir dentro di Cao dil Duchato, e al Cavo di San Ste- phano versso l' Arta, et vete quella levar e tutto eri
navegar, et la vete intrar in Canal de Viscardo, va
in Val di Alexandria, per esser bon porto e aqua.
36
563 MCCCCC, LUGLIO. 564
220
Or, zonto dal zeneral andó a visitarlo su la soa galia a hore 2 di note ; trovò quello in leto, scrive coloquij usati, et come il zeneral lo riprese. Dice è galie 35, zoè X col provedador Pixani verso Modon,
13 grosse et 12 sotil, et 8 seguita l'arma' turchescha
con sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada.
A dì 30 luio. In colegio, reduti da basso in camera solita, vene Piero Rizo, corier, con letere di
Elemagna, di Marco Bevazam, secretario nostro. Et mandò il principe fuora chi non era dil conseio di
X. Et vene l' orator di Franza ; li coloquij abuti non
scrivo. Poi veneno li do araldi, e quel fra' Mathio,
cavalier di Rodi ; et seperati et uniti fono alditi con
li capi di X, et leto le letere dil segnor turco, scrive
al re di Franza con questa mansiom, qui soto anotada, videlicet :
Sultam Baiasit, cam, per la Dio gracia imperador
grando et potentissimo, dominante l ' Asia et Europa
et le soe aderentie etc. , a lo illustrissimo et potentissimo et christianissimo re di Franza, salute. Et è data
in campo a Chipsala, a di mexe 14, videlicet april,
ne li anni dil propheta Mahumeth 905. Et in una
altra vidi, dice : data in campo, in li pavioni ; e scrive
ne li anni di lo advenimento di Christo 1500.
Et poi fo leto un' altra letera dil Zalabin de Pigona, scrita al gram maistro di Rodi, la qual comenza
in questa forma : A lo illustrissimo, laudatissimo,
veracissimo, et aspeto dulcissimo, et de la fede de
Jesu grandissimo, el reverendissimo signor lo gran maistro di Rodi, che Dio salve et mantegna, infinite salutatione da la parte de me vostro amantissimo.
Serita al Rodiquin a la luna di febraro 905. Et fo
Vene uno corier dil re di romani, con letere dil
re in recomandatiom di Antonio Burlo, retenuto a
Udene ; et prega la Signoria ge lodagi in le mam.
Or, consultato in colegio, fo scrito a Udene, suspendesse la expedition di ditto Antonio Burlo, atento li
fo scrito facesse justicia; et ne era molti di colegio
che lo volleva render a petizion di esso re.
Vene Piero Rizo, corier, dentro; qual in zenochioni referite, come Marco Bevazam, secretario, era
amallato, e ritornava indrio, expedito dal re ; qual
si amallò andando. Item, zonto dal re arivò a l' hostaria, e fo messo guardie nium li parłasse ; e la raina
non volea li desse audientia, et uno pre' Lucha si
opero, et li fo dato audientia in una chiesia ; e poi
do zorni li dete la risposta in scriptis. Item, li è oratori di Hongaria, Polonia, Napoli e Spagna; e che
missier Gualtier di Stadion è a la corte, e disse alcune parole chative dicevano milanesi contra la Signo-
❘ria. Item, la dieta è fornita, et l' imperio li dà al re,
per anni 6, 50 milia homeni pagati, con questo el
vadi a recuperar le terre di l' imperio, ma non è stà
terminà dove debbi principiar. Capetanio îl ducha
Alberto di Baviera, e con lui va 18 deputati, zoè 6
cavalieri per li baroni, 6 doctori per li ecclesiastici,
et 6 altri per il populo ; e che il ducha Federico di
Saxonia, con do altri, è andati oratori al re di Franza; et il ducha Alberto di Saxonia è ocupa in una
altra guerra. Item, la Elemagna à mal animo contra
la Signoria, e si dice, a San Bortolomio si darà principio, e si vedrà gran cosse. Item, li fioli di Lodovico
è a Yspurch, et che el cardinal di San Severim fè far
una oratiom in la dieta el di di la Madalena contra
chiamato il colegio dentro, per aldir oratori e lezer | venitiani, dicendo li tien luogi di la chiesia. Item, che
Jetere.
Vene l'orator di Napoli. Disse haver letere dil
suo re : l'armata yspana esser zonta in Sicilia, dicendo la faria al preposito di la Signoria ; e quando la
Signoria scrivesse al roy, prometesse di non mole- star il Reame, la si haria etc. El principe li rispose,
sapeva certo era venuta per andar contra infidelli ;
adeo ditto orator rimase senza altra risposta.
venendo esso corier in qua, scontrò in camino el
signor Galeazo di San Severino, andava in Ongaria.
DiMarco Bevazam, secretario nostro, date a di
18, in Augusta. Come in camim si amallò, et zonse
li a di ... , e arivò a l'hostaria. Li vene uno domino Nicolò Rayner a ordinar, per nome dil re, l' osto li fazi bona compagnia, et che il re li daria audientia
quando li pareva, qual è alozato nel vescoado. Et
cussi andò da soa majesta, per una via di un zardim
secreta, et have audientia dal re. Era con lui ditto
Vene l'orator di Ferara, dicendo haver letere dil
suo signor, come a petizion dil roy andava a Mantoa,
a saper la voluntà dil marchexe suo zenero, et quello | missier Nicolò Rayner, et con il re erano el conte di
Naxò, el dotor Struzoler, missier Nicolò da Fermiam, missier Mathio Longer, e uno suo camerier.
Or, usato le debite reverentie, et presentato la letera
di credenza, expose le tre cosse commesse. Et quel
doctor li rispose, nomine regis : quanto al turco, li
agrevava; ma soa majestà era implicito a le cosse di 220
vol esser con dito roy; et per tanto lo manda a comunichar a questa Signoria, come fiol nostro. Poi
disse, el signor missier Sigismondo, fratello dil ducha suo, ha certe raxon su Montorio, qual fo venduto alias etc. E il principe li disse : Non è da parlar
di Montorio, e di l'andar a Mantoa & fato ben ad andar, et obedir il signor re di Franza. E cussi si parti. | Franza. Quanto a le diferentie di Grigna, manderia
565 MCCCCC, LUGLIO. 566
soi super loco. Quanto a Goricia, era sua ; pur, si la
Signoria havia raxom, la ponesse al conscio di Augusta o altrove a veder ; et cussì ritornò a caxa.
li comessarij regij sono a Milam. Item, di le zente di
francesi stanno cussi dove erano, et come succederà
dil papa, cussi si governerà. Et si dice il ducha va a
Mantoa per batizar il fiol primogenito dil marchexe 221
suo zenero, et il marchexe saria venuto a Ferara, si
non fusse à 1800 homeni a farli le spexe.
Dil ditto, di 23, ivi. Come la dieta era termina
dar al re 20 milia cavali et 30 milia pedoni, pagati
per 6 anni, per il ben di l' imperio; et è capetanio
il ducha Zorzi di Baviera, cugnado dil re e barba dil Da poi disnar, fo conseio di X con zonta di colemarchexe di Mantoa, et ha 18 al governo : zoè 6 per ❘ gio, et vene molte letere. Il sumario è qui di soto.
Et fonno fati capi di X, sier Bortholamio Vituri, fo
consier, sier Marco da Molin, fo cao dil conseio di
X, et sier Anzolo Trivixan, fo cao.
li principi, 6 per li ecclesiastici, 6 per le terre franche; et si dà al capetanio 25 milia fiorini ; et ivi si
trova el cardinal di San Severim e altri milanesi,
sperano assai la recuperation dil ducato di Milan. Et Di Hongaria, di oratori, date a Buda, a dì 13.
il re di Franza à assa' amichi in Elemagna, et era li | Come eri vene li l'orator dil papa, episcopo caliense ;
li andono contra con li oratori francesi, e do altri
veneno per nome dil re, e pochi cavali. Item, ozi
fono adisnar col re li oratori francesi, e quel di Po- lana; e poi disnar fè cavalieri li do oratori francesi,
e uno fiol dil mazor orator. E poi essi nostri oratori
fono da l' orator pontificio, e parlono insieme. Item,
non è restati di solicitar con la regia majestà, si
mandi zente a li confini, e si corra su quel dil turco ;
et che l'orator polono si partite ; et il re à donà a li
oratori francesi una vesta d'oro vechia, fodrà di
armelini, per uno ; e al fiol una vesta di seda turchescha, fodrà di dossi, fata a la ungarescha, qual val
pochi soldi ; et è stà donà 4 cope dorate et do ronde li electori solum lo episcopo di Maganza, et il ducha Federico di Saxonia. Et hessendo lui lì, vene el
marchexe de Brandiburg. Item, che a li do electori presenterà le letere dil roy, licet non siano amici di
soa majestà. Item, era stato orator dil roy lì, a dimandar li fioli dil Moro, et promète farli homagio,
quando a soa majestà piace. Et il re non l'à voluto
darli O risposta bona. Et li manda tre oratori al
roy: el ducha Federico di Saxonia, elector, lo episcopo di Vormes, el conte di Naxò per dimandarli
Lodovico e Ascanio e il stato di Milam. Et che il ducha Alberto di Saxonia, gran capetanio, è occupato
a l'impresa versso Frisia, qual era in governo di uno
suo fiol, e li populi lo à retenuto per li malli porta- zini a ditti oratori .
menti ; et è fortissima provintia, maxime de inverno,
per le aque e giaze. Item, lì è uno orator yspano,
qual lo cognossè a Zenoa, si ofersse a esso secretario ; et è etiam domino Francesco de Montibus, orator neapolitano, stato gran tempo de li. Item, è do
oratori di Hongaria e Polana, venuti per haver qualche socorso di zente contra turchi, e il polono per
haver il possesso di una sua terra. Et noviter è venuto uno altro messo di Hongaria al re, e dice non è seguito ancora l'acordo con la Signoria. Item, chome il re di romani do zorni da poi mandò per lui, e
li dè la risposta in scriptis, utpatet, a le tre propositiom fate, chome ho scripto di sopra. Li rispose ; e
più di Goricia, ch'è al confin dil turcho, et che la
Signoria à ben di altri luogi etc.; et dè licentia a esso
secretario si partisse. E lui li dimandò potesse star
tre zorni li, perchè era amallato; et cussi che a di 27 | ditto suo fradello, comme mosse, vol se intendi quel si partiria. Voleva scriver a la Signoria, prima si partisse ; ma lhoro non volseno aspetasse li la risposta.
Di Ferara, dil vicedomino, di 28. Come il ducha
è partito per Mantoa; va con lui don Alfonxo suo fiol, missier Zuan Lucha e pochi altri ; va per bar
cha. Et missier Zuan Valla tornò di Mantoa ; et par
li andasse nomine regis Franciæ, ma più presto per
Di li ditti, di 16 et 17, ivi. De coloquij abuti
col re zercha la liga, e poi fonno mandati da parte
con il reverendo ystrigoniense, vesprimiense, e missier Josa ; tandem il re conclude in ducati 100 milia
a l'anno, e disse : Si volè, bene quidem, si non, non
parlè più; et farà la liga particular, et di la liga ge- neral non ne parlé. Edisse molti signori christiani
li vol dar ducati 150 milia, et el si acorda contra la
Signoria nostra, et li à dà termene zorni XX a responder ; et li nostri oratori oferse ducati otanta mi- lia, et poi 70 milia a l'anno, e lhoro non volseno
questo. Et licet essi oratori havesseno libertà di pro- meterli ducati 100 milia, tamen non volseno per il
capitolo di tartari, perho che il re disse voleva prometer per il fradello polono, per non esser orator di
quel re de lì. E disse, si tartari li movesse guerra a
re possi atender contra di lhoro e non contra turchi.
E disse, il re sollo li bastava l'animo di obstar a' turchi ; et statim, conclusa la liga, bisogna li danari
per tanta impresa; et il re licentierà l'orator dil turco, qual é con boche 130 li, e li dirà, digi al suo
signor, non vol ni paxe ni triegua. Et il re vol andar
a Belgrado, e redur il campo insieme. E disse quelli
567 MCCCCC, LUGLIO. 568
deputati a li oratori : Res vestra agitur. Or essi oratori tolseno termine zorni 20 di risponder ; et l'orator dil papa, à ' uto do volte audientia, et ancora non
è zonto la decima, jubileo, ni la cruciata ; et esso orator dice, si non vien li brievi, ſuzira via; e si scusa
col re, il papa non li han mandati con lui, per dubito
non fusse presi ditti brievi, ma li manderà per la
via di Focher. Item, li oratori di Franza, a di 16,
221 sono partiti et hanno fato la liga col roy e il re di
Hongaria contra quoscumque, et credeno contra il
turco, con molti capitoli, et che rompendo guera al
turco, la christianissima majesta li darà la parte che
sarà concluso per l'orator dil re di Hongaria, anderà
in Franza ; et hanno lassà luogo al papa e a la Signoria nostra, a intrar in ditta liga, et ecceptua contra
quoscumque, excepto al papa e a l' imperio, rite congregato, et a la Signoria nostra. Et essi oratori francesi li disseno, quando sarano de qui, dirano il tutto
a la Signoria ; et il re vi manda oratori in Franza,
insieme con li oratori dil re di Polonia, per il matri- |
monio tratano in Franza, di maridar esso re di Po- ❘
lona e una sorela di essi reali in Franza.
chỏ non fusse preso, e si ascose a Monte Jotom el
predito ducha di Valentinoys, con missier Juliam
Arnolfo, arimanense, fo medico, qual sta a Roma ; et
che, si esso provedador vera via, dieno venir a la
porta di Rimano, di Santo Andrea, dove fu fato uno
toriom, et per quella via haver la terra. Et per tanto
prega la Signoria, li mandi uno altro provedador de
li, et ringracia di la licentia auta, e si vol partir.
Item, manda una letera di uno, li scrive come in
Monte Barozo era intrato 300 fanti dil papa, per haver quel loco; e quel li scrive è in Monte Godolfo.
Et il signor scrisse in consonantia al suo orator
è qui, Obizo di Monaldina, da Ravena, qual perho
andava vestito a manege a comedo, et fava li fatti di
ditto signor.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di 222
28, in zifra. Come monsignor di Obigni 0 teme di
le cosse di Elemagna, ni etiam Chiamonte, ni Taleran ; hanno lanze 1600 in Italia, e 8000 pedoni, e il
castello è fornito di vituarie per mexi 6, e artilarie,
in corte vechia e il domo, assai ; et Obignì è alozà in
una caxa a presso il castello, et à fato da drio, sul Dilditto, di 19. Come l' orator dil papa à scrito navilio, uno ponte per il qual pol andar in castello al papa, et perho hanno auto do zorni di più di tem- al suo piacer; e quelli di Milam non li piace, ma lui po ad haver la risposta. E il re à ditto, saria bon il dice l'à fato per andar a piacer. Et esso secretario papa mandasse l'orator suo a li valachi, per averli parlò a Obigni di tante zente, teniva il roy di qua
in luogo dil re di Polana, zoè al valacho transalpino da' monti, e li disse : Sarano per l'impresa di Na- et moldavio, e disse saria bon il papa li scrivesse poli, o per altrove ? Et monsignor di Ligul solicita
brievi, che, in caso il re rompi al turco, debbi esser l' impresa di Napoli. Item, è stå fato comandamento,
con nui ; et il re prega la Signoria ricomandi al papa che tutti i homeni di soldo, era in campo a Pisa, vail reverendo arziepiscopo ystrigoniense al cardina- | dino a Petra Santa, soto pena di la forcha, et le 200
lato Cic. lanze venute novamente di Franza, vi va, sì che rili villani, chi bestie, soldi diexe per uno; e chi non ha
bestie, pagi soldi 20 ; et voleno si pagi il botatego
e il sal, dil tempo dil signor Lodovico stete in saldo,
ch'è assa' ; adeo sarà angaria grande a li populi .
Di Vegia, di sier Piero Malipiero, provedador, ❘ tornerano a l'impresa di Pisa. Item, fanno pagar a
di 27. Manda qui li ducati 200, abuti per lo armar
di la fusta de li, et manda danari di le 30 et 40 per
100, et à nova per Pianta Poro, corier, che il conte
Anzolo Frangipanni li à mandà a dir, qual è a Briguà, 2500 turchi esser passati per venir a corer in
Dalmatia, et maxime a Zara.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador. Avisa a Torbole esser passato el signor Galeazo, e suo
fratello Frachasso, con cavali 30, e andati a Archo;
Di Bergamo. Zercha danari per la sovenzion dieno dar a domino Sonzim Benzon, per far la compagnia etc.
Di Rimano, di sier Francesco Capelo, el cavalier, provedador nostro, di 28 et 29. Come, a hore | vieneno di mantoana, et vanno in Alemagna dal re
7 di note, a di 27, intrò in Cesena missier Polidoro | Maximiano.
Tiberti, con 600 persone, et sacomano 70 caxe, et
missier Hercules Bentivoy, con 25 homeni d' arme,
intrò in la rocha; et il papa scrisse uno brieve a Cesena che, in termine di do zorni, tutti li desse ubidientia al ducha Valentinoys, sub pæna sachi. Item,
il signor Pandolfo Malatesta era a Cavriam, con la
moglie, et missier Sigismondo, suo fiol ; e missier Antonio Dedin, li à fato asaper, ch'è citadim de li, conie
à de uno suo cugnato da Cesena, come pocho manDa Brexa. Zercha zente d'arme, et mandano
una letera di consoli di Asola ; non voleno star quieti etc.
Di Cremona. Cercha li panni d'oro fonno mandati per donar a domino Cabriel Maynoldo, fo orator qui, et fato cavalier ; qual morite, et à lassà li
569 MCCCCC, LUGLIO.
570
22
fioli ; et li fo rescrito per colegio dovesseno donar a
ditti fioli .
Di Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà. Di
nove di Elemagna, e di oratori vano in Franza, et
Di Charavazo, di sier Zuan Antonio Dandolo, di l'andar di Frachasso et Galeazo dal re di romani.
provedador. Zercha li fanti è li, e le fabriche. Item, Da poi disnar, fo pregadi. Vene il principe in
di Brignam e Pagazam, lochi di missier Francesco | cheba, e chiamato li consieri col colegio, vene l'oraBernardim Visconte etc.
Di Castel Liom, di sier Alvixe Michiel, provedador. Cercha quelli provisionati ; voriano danari, et
si provedi etc.
Da Trevi. Di alcuni si lamenta di sier Michiel
Baxadona, è li provedador, di molte cosse el fa; et
fo terminato farne provision, et scritoli letere per
colegio, e per i cai di X.
Da Vicenza, di sier Domenego Contarini, capetanio. Come ha fato dar 5 scassi di corda su la piaza
a uno fali di galia.
Da Padoa, di rectori. In risposta di debitori e
dil subsidio; et che sier Zuan Batista Bonzi è stato
li, et 0 à fato; tamen lhoro sperano di far et scuoder.
Di Porto Gruer, di sier Nicolò Gradenigo, podesti. Di uno caso sequito, di uno cuxim di uno caleger, qual scopo uno e lo butò in aqua, tolse ducati 200 e brusò la casa, et è scampà de li. È stà preso
a Caorle, prega la Signoria li fazi dar, acció de li
possi far justicia di lui.
Di Caorle, di sier Zuan Domenego Donado, podestù. Come à ditto homo ; et la Signoria ordeni quanto habi a far, che ubidirà.
A dì 31 luio. In colegio, vene l' orator di Franza, e fè lezer una letera scriveva al roy, optima, in
materia di araldi et oratori dil turco ; et che la regia majestà non li doveria aldir, et dimanda licentia
di partirssi.
Vene Monzoia, araldo, et mostrò etiam la letera
scriveva lui al roy, in bona forma, zercha queste
cosse.
Vene l'orator di Rodi, quel fra' Mathio, homo
molto diavoloso ; e fè mandar tutti fuora, e disse alcune cosse.
Et li savij , senza aldir altre letere, se reduseno a
uno a consciar la materia di scriver in Hongaria.
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 29.
Zercha le novità di Cesena, e de l'intrar di Tiberti,
come se intese da Rimano.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini , podesti
el capetanio, di 25. Come à manda le monition in
li castelli, zoć Castel Nuovo, San Servolo, Pinguento etc.; et scrive il capetanio di Raspo à 20 homeni
d'arme con lui, e stanno mal; voriano star a Castel
Nuovo e non a Raspo, et haver 40 a la stratiota, e
saria mior spesa, et sariano sopra il passo.
tor di Franza, e mandono tutti fuora. Credo sia cercha li araldi ; stete pocho, et si parti. Et il colegio fo
chiama dentro.
Fo strida li debitori tutti sono in oficio per Bernardim di Ambrosij ; molti si dipenavano con li
boletini, et publichà non vegnino più im pregadi li
debitori. Et sier Alvise d' Armer, provedador al sal,
andò in renga, dicendo suo fradelo è morto in servicij nostri, e dia aver ducati 900 di la nave, e lui
par debitor di ducati 80 etc. Poi sier Francesco
Orio andò in renga, disse questo instesso ; lui è debitor, sier Marco, so fradello, è credidor ; vadi un per
l'altro.
Fo leto do letere dil signor turco, drizate al roy,
date a Chipsala, a di 14 april. In una, dice mal de've-
❘nitiani, qual li à roto la pace, e lui non ne l'à rota
a nui ; lauda il gran maistro di Rodi, reverendissimo cardinal, e dice venitiani etiam fè mal al roy Carlo,
quando el ſo im Puia, et li vol castigar. Eli manda
soi oratori a esso re, et che era venuti oratori a lui,
acciò fazi paxe con venitiani ; non la volse far, ma
hora, per amor dil re, la farà, si venitiani li dà
quello parlò a li bassa. In l'altra letera, avisa esser
in amor con esso re, et mandi li soi merchadanti
li, arà bona compagnia ; lauda pur il gran maistro
di Rodi, e dà il titolo scripto di sopra. Poi fo leto
la letera scrive Zelabim, suo fiol, al gran maistro
di Rodi, et par il signor facesse un'altra letera a li
araldi, di credenza ; le qual tute letere fono interpetrà e tradute per Alvise Sagudino, secretario, sta
in caxa infermo. Et li oratori rodiani dè a la Signoria la copia di ditte letere, e par rodiani habi una, e
li araldi un' altra, varie, e una più brieve di l'altra,
sì che non so propter quid. Et rodiani disseno è fata
la pace, e publicà, tra Rodi e il turco.
Fu posto per tutti i savij d'acordo, scriver a 223
l'orator nostro in Franza, la venuta di ditti araldi
con li oratori rodiani e dil turco, a li qual è stà posti con guardia, comodamente alozati , et sono venuti
ditti turchi per instigation de li rodiani, dicendo
gran mal di essi rodiani, qualli hanno disconzato
ogni cossa; per tanto pregiamo la regia majestà
non li aldi, nè lassi venir ditti turchi in Franza,
perchè non atendeno quando prometeno, et il signor promesse a li araldi non far 0, fino non fusseno ritornati da soa majestà, e tamen è andato col
571 MCCCCC, AGOSTO. 572
224
campo e con l' armada a Modon. Pur si remetemo | li fo ditto altamente, non anlasseno per niun modo.
Et lhoro dimandò voler parlar a li turchi, che fin
hora non haveano potuto. Li fo ditto andasse insieme con nostri, et per le cosse occore, stavano ben
fusseno con guardia. Et li fo ditto di la paxe fata il
suo gran maistro con il turcho etc.
a ogni deliberation di la majestà christianissima ; et
el gran maistro di Rodi, per darsi reputation, li ha fati venir etc. In conclusion una optima letera. E
da mo sia preso, che ' l sia donato ducati 100 d'oro
per uno a essi araldi , per la faticha. Et sier Francesco Trun, cao dil conseio di X, andò in renga ; Vene uno patron di gripo, da Corfù, vechio, con
contradixe a quel dir mal di rodiani. Li rispose sier | letere dil rezimento, di 7 ; et sier Hironimo ContaPolo Pixani, el cavalier, savio a tera ferma. Parlò
poi sier Antonio Trum, el consier, dicendo voler
meter de indusiar a doman ; e non piaque tal opinion al conseio ; et si tolse zoso. Andò poi suso sier
Francesco Bolani, è di la zonta ; non fo aldito. Et
ando la letera sola. Ave 9 di no, el resto di la parte.
E fu presa.
Nuove dil mexe di avosto 1500.
Adi primo avosto. Intrò in collegio cai di 40 di
sora : sier Polo Querini, sier Velor Dolfim ; e sier
Berti Loredam, terzo compagno, non vene per esser
analato etc.
rini, quondam sier Lucha, stato merchadante de lì ;
et Martin Monovassi, cavalier, citadim di Napoli ,
qual fu mandato de qui a li capi di X per il zeneral,
per sospeto di intelligentia con turchi. Et questo patron disse, O esser di novo ; solum li oratori di Modom vien qui, sono restati a Monopoli.
Niuna letera fo leta. Fo balotà monition per Nona. Et Jo vulsi le fosse mandà a Zara, e li divise a
Nona e Lavrana. Item, uno gripo con barili 200
polvere, et 4 casse di freze per le galie è a la custodia di la Vajusa; e cussi fu preso. Item, fo balotà il
mandato dil signor Bortolo d' Alviano, et è ben
pagato.
Da poi disnar, fo pregadi. Et li savij steteno a 224
consultar la materia di Hongaria, et vene le inscripte
letere, qual fo lette.
Vene sier Domenego Contarini, venuto capetanio
di Vicenza, con una vesta a manegedogal, di veludo
alto e basso paonazo, con gran compagnia, sier Ni- DaRoma, di l' orator, di 25 et 28. Come, a hore
colò Michiel, procurator, sier Polo Barbo et altri. 22, quel zorno il papa fo portato in sbara a Santa MaReferi haver lassà quella camera non dia dar 0. Item, ❘ria dil Populo. Erano con soa santità 13 cardinali, et li
disse di le forteze, e di certo passo etc. , dove si con- Orssini, la guarda, et il ducha di Valentinos. Soa sanzeria con pocha spexa ; fo a vederlo col conte di Pi- tità stè una hora e meza in oratiom ; presentó uno
tiano, et come di hordine di la Signoria nostra, ca- calexe e la patena et ducati 300 a l'altar. Eravi tuti
valcho prima in Friul, a tempo di turchi ; poi col li oratori ; et il nostro solicitó a la expedition di le
cardinal Ascanio, a Crema; poi in Friul, col conte cosse per Hongaria. Il papa li fè dir, per el cardinal di Pitiano, et presentó i conti di la spexa. Item, li di Capua, che fin do zorni non poteva. Item, Piero
homeni pigliati, qualli sono fuziti di l'armata, li han Antonio di Forli sta con Valenza, li disse : Il ducha
fato dar la corda publice. Fo laudato dal principe. voria la protetiom di la Signoria nostra, aliter non
potrà tenir Ymola nè Forli .
Dil ditto, di 28. Come fo dal papa ; et soa santità li disse, li cardinali haver concluso : Ne ha etiam
taxato nui, ma non volemo dir quanto, se prima il
re di Hongaria nol sa. Ma lui orator à inteso è ducati 40 milia. E il papa dice, li danari è preparati ;
ma solicita la risposta in materia Faventiæ. Et CaVene l'orator di Franza, e li do araldi ; a li qual
li ſo leto la letera si scrive per il senato in Franza,
che il roy non voi aceptar li oratori dil turco. Et il
principe laudò molto, etiam con parole, esso orator
et li araldi. Et l'orator conscio di andar da essi turchi, insieme con uno di colegio, a dir restasseno qui,
per fin veniva la risposta dil roy. Fo lauda da tutti
questa oppinion ; et che sier Polo Pixani, el cavalier, ❘ pua li disse : Il papa farà tutto, contentello etiam
savio a tera ferma, vadi con lui. Et cussi stati, andono ; et il Pixani referi diti turchi haver ditto,
esser qui venuti con li rodiani, e non li araldi.
Vene li do oratori di Rodi ; uno sento a presso
il principe, l' altro da basso. Et li ſo ditto per il principe restasseno qui, e non andasse in Franza, fino si
havia letere dil roy. Et lhoro risposeno, voleano andar, dicendo: Fè torto al gran maistro di Rodi. Or
vuj . Et che di l' armata yspana, il papa fo con l'orator yspano, et parlò longamente. Poi chiamò il no- stro, e li disse voleva scriver uno brieve a quel capetanio, e l'orator una letera, et si haverà, si quel
capetanio non harà auto il segondo hordine, che per
el primo li dete li reali, havia commission di andar
in favor di la Signoria contra turchi. E l'orator
yspano disse, voleva seriver in Spagna a li reali ; e
573 MCCCCC, AGOSTO. 574
225
fin XV zorni lhoro alteze arano le letere ; tamen
scriverà in Sicilia al capetanio. Etiam il nostro ora- tor à scrito a ditto capetanio, don Consalvo Fernando, qual è suo amico. Item, il ducha di Bexaie, marito di madona Lugrecia, di la febre stava meio, ma
di la ferita di la testa è im pericolo.
Da Palermo, di sier Lorenzo Miani, de XI. Come a di 4 zonse li 4 barze di l' arma' di Spagna, e
partino poi per Messina. Dice il numero, per avanti scrito, 50, tra barze e nave grosse, cavalli assa' , fanti 7000 ; smonterano in Sicilia ; chi dice vien per il
Regno, chi per l'isola di Zerbi, chi per ajuto di la
Signoria nostra, chi contra di essa Signoria nostra,
per le terre si tiem im Puia etc.
In questo pregadi era il principe. Fo ballotà la gracia de sier Bachalario Zen, el cavalier, era debi- tor di pagar in anni ... , di tanti pro' . Et lui mede mo, era di la zonta, montó in renga, licet fusse contra la parte ; pur la otene.
Item, fu balotà la gracia di sier Andrea e sier
Zacharia Balbi, debitori 1800 ducati pagar, ut supra ; et sier Andrea, era 40, parlò. Et fu presa, videlicet a non pagar mai.
Fu posto per li consieri una taia, di certo caso
sequito a Verona.
Fu posto per sier Antonio Trun, el consier, che
li provedadori sora l'armar, che hanno compido il
tempo, l' oficio suo sia casso ; et li executori sopra
le cosse di mar exerciti lhoro ditto officio. Item,
che li cassieri, compido arano il suo tempo, più non
si fazi ; et il cassier di colegio basti. Ave 16 di no. E
fu presa.
Fu posto per el ditto, cassar l' oficio di savij sopra le aque. Et contradixe sier Andrea Loredam,
patrom a l'arsenal. Li rispose sier Antonio Trun.
Sier Zuan Morexini, el consier, volse parlar. Et d'acordo el Trum fu contento indusiar.
nari , et O aremo fato ; et fata la particular, la general va in fumo, el papa non li darà O etc. Rispose
longamente sier Domenego Bollani ; et perchè l'hora
era tarda, e molti volevano parlar, fo rimesso a uno
altro conseio, et comandato stretissima credenza.
Fo leto uno capitolo di uno è im Polana, scrive
di quelle cosse ; et una relation, qual nomina fra'
Zuane di Capistrano, che predichava im Polana, che
disse le chiesie de li seriano stalle di cavalli da mo
anni 40, et verba Callimachi etc.
Fono cazadi per il principe di pregadi do debitorí : sier Jacomo Polani, era di la zonta, e sier Za- noto Querini , provedador al sal ; et steteno qualche
zorno a venir, fin conzono le partide.
È da saper, a Udene, a dì 27, morite missier Ni-
| colò Sovergnan, di primi castelani di la Patria, fedelissimo, è zenthilomo nostro.
Vene uno gripo da Corfù, con letere di quel rezimento, di 4, vechie, et li oratori di Modon, qual
non fono lette.
Adi do avosto. In colegio non fu il principe. Veneno li tre oratori di Modom, con letere di fede
dil capetanio zeneral, di 9 luio ; qualli sono, Nicolò
Dacha , Zuam Coliva et Nicolò Sava , et exposeno
esser stà mandati per li soi rectori e citadini al zeneral, per dimandar bombardieri, per esserne in
quella terra solum quatro ; item, piere di bombarda,
biscoto, danari per li fanti ; et che esso zeneral li
hanno mandati de qui, et che modonei hanno bon
cuor, maxime li citadini ; è dentro bote 3000 de vin,
aque per uno mexe e mezo; laudono quelli rectori ;
si ruina il borgo più di caxe 2000, et si porta li legnami etc. in la terra ; concludendo non si dubiti di
perder Modon, si la nostra armada si mostra. Hanno
fato la porporella a torno, retenuto una nave e uno
maran per afondar su la bocha. Item, le femene
sono partite per Candia e altrove, e li citadini presto
Fu posto per sier Domenego Bollani, el consier, ❘ soi danari per pagar quelli provisionati , zercha dusier Constantim di Prioli, sier Andrea Cabriel, savij cati 1500, et cussi fonno tasentati. Or per il vice
dil conseio , sier Lunardo Grimani, sier Piero Capel- doxefonno laudati, et commesso metesse in scriptura.
lo e sier Polo Pixani, el cavalier, savij a terra ferma,
sier Marco da Molim, Jo, Marin Sanudo, e sier Antonio Venier, savij ai ordeni, di scriver a li oratori nostri in Hongaria, concludino con li 100 milia ducati etc. Et sier Marco Bolani, sier Lunardo Loredan,
procurator, sier Piero Balbi, savij dil conscio, sier
Picro Duodo, savio a tera ferma, e sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, non volseno metter 0. Et primo
andò a contradir sier Lunardo Loredan, procurator,
qual vol la liga general e non la particular, e non
sente tal acordo, dicendo si spenderà i nostri daVeneno li araldi di Franza. Disseno assa' cosse,
non da conto ; prego sia fato gracia a uno bandito,
et che a lhoro li sia paga le spexe di l'hostaria etc.
Risposto, si vederia.
Vene sier Hironimo da cha' da Pexaro, dil zeneral, sier Piero e sier Francesco, soi nepoti, dicendo
suo padre esser partito, voria Alvise Zio, scrivan a
l'armamento, per soramasser. Item, molte monition,
chome par su una poliza ; et consultato di darlo, o 225 *
vero no, per esser ditto Alvixe Zio a l ' oficio di l'armamento molto neccessario, tandem sier Lunardo
575 MCCCCC, AGOSTO. 576
Grimani, et Jo, Marin Sanudo, fossemo di oppinion | chi in quelle parte, e come erano partiti dil teridi nondarlo.
Fo ballotà, con li governadori, il dazio di le le- gne a uno di Anzelieri, et balotà li piezi ; cazete solum
sier Lucha Minio, quondam sier Nicolò.
torio. Item, dil recever di ducati 300, e li fanti e
monition distribuerano etc. , et che la peste vi è ancora, et hanno nova a Ragusi esser uno orator dil
re di Napoli, vien dil turcho, secrete vol passar im
Puja.
Da poi disnar, domenega, fu dismesso di far conseio, et fo pregadi.
zente d'arme alozante ; e questo perchè tutti si lamentano di lhoro.
Di Ferara, dil vicedomino, di ultimo. Come il
ducha andò a Mantoa. Etiam si ha missier Zuan
Bentivoy andò a Bentivoglio, loco suo, e si dice andarà a Mantoa. Le zente francese è pur in Lunesana ; Da Milam, dil secretario nostro, di ultimo. Come
non sa la fim di l'impresa ; molte sono amalate ; ❘ monsignor di Chiamonte andava a torno a veder le
si dice vol il roy le ritornino a Pisa, perchè si tien
vergogna O haver fato. Et pisani hanno mandato
oratori a la raina a darli la terra, et essa raina l'à
tolta per lei , e vol haver questa terra in Italia. Item,
è venuto a Bologna uno orator di Franza, qual si
à dolto aver dato ajuto a' pisani etc. Da Fiorenza ha
visto letere ; si dice fra' Hironimo à ditto la verità,
e vien adorato li soi ditti ; et che nel far li Xdi la
balia, siano stati electi con auctorità grande, et hessendo per farli, quelli dil conscio non li hanno voluti
farli, dicendo non voler sotoponersi a Xtyranni,
quali habino auctorità si grande. Et cussi O fu fato.
Item, l' impresa di Pisa si siegue ; il re li manda 226
200 lanze nove, li viem 6000 norinandi. Item, à di
Franza, la raina esser graveda, come hanno ditto
quelli signori de li ; et le do nave di Zenoa si armano, sarano in hordine a di 4 avosto ; et l'angaria di
soldi diexe per ogni paro di bestia, et soldi vinti a
chi non l'à ; è per li 200 milia ducati dieno dar milanesi al re; li citadini hanno pagà la parte soa, et
voleno li villani sentino etiam lhoro questo.
Da Udene, dil luogo tenente e dil proveditor, di
ultimo. Come, ricevuto nostre letere, soprasta a la
expeditiom di Antonio Burlo.
Dil capetanio Curazolo di le fantarie, di Gradischa. Si offerisse di andar in Levante contra turchi,
et si ricomanda assai.
DaBologna, dil conte Nicolò Rangom, di 30, a
Piero di Bibiena, è qui. Scrive in consonantia. Nel
campo è molti amalati, non si sa quel farano ; si
dice stanno a posta dil Vincula per caxom dil papa;
et il roy vol pur tornar a l' impresa. Si ha da Liom,
di 26, dil partir dil re e di la raina de li per udir li
oratori todeschi. Item, è venuto a Bologna uno orator dil roy, monsignor di Corno, maistro di caxa dil
re ; è stato udito dai signori , si à dolto esser stà dato | mandar sier Francesco da Mosto e sier Fantim Meajuto a' pisani , et si parte, e va a Fiorenza, et ditoli,
al ritorno li risponderano. Vol un bon presente
da' bolognesi.
Di Verona, di rectori. Dil prender di do fameglij di Frachasso, et quello hanno referito ; et Galeazo esser andato da Mantoa in Elemagna, et Frachasso dovea etiam andarvi ; ma fu preso tre soi forzieri, quali aperti et fato l'inventario, è cosse poche,
et 0 di valuta dentro. Item, mandono alcune letere
intercepte di uno Galasso de Pijs de Ursinis, scrive
di Ancona a ditto Frachasso ; par voy danari ad imprestedo da tutti, nomina la Signoria nostra, ducati
1500, da' citadini 500, et da Montorio, e alcuni dal
cardinal.
Di sier Marco Tiepolo e sier Daniel Pasqualigo,
sopracomiti, date in galia, a la Vajusa, a di 8. Come per sier Andrea Marzello ricevete l'ordine di
mo dal zeneral, et cussi a di 6 i partino. Et quel medemo zorno, hessendo andate le nostre galie a la bocha per afondar piere, fonno salutati di bombarde
da' turchi , et una piera dete a la galia, et amazo
uno homo ; et la piera pesava lire otanta ; tamen larano il tutto, di star a custodia di quella bocha ;
sperano etc. Item, zonse uno grippo di sier Piero
Nadal, conte di Dulzigno, con offerte lo dovesseno
operar; et cussi essi sopracomiti l'anno armato, et
spazà a Corfu a portar queste letere. Item, versso la
Vallona vedeno do brigantini de' turchi, et insieme
si salutono con le bombarde etc.
Da Udene, dil luogo tenente e provedador Marcello, di ultimo. Chome il conte di Pitiano, governaDi Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podesti dor nostro, è li, li è venuto la ſebre per la panochia ;
el capetanio. Zercha Hironimo Turcho, contestabele, ❘ et si ha confessato ; dubita etc.
mandato in Levante, qual è homo cativo, e si chiama
turcho. Item, à nove di sier Zuam Marcello, castelan a Mocho, turchi esser reduti im Bossina.
Fu intrato in la materia di eri, di scriver in Hongaria, et leto la letera vieu scrita per il consier et
savij nominati, tra i qual Jo ne fui. Et primo contraDi Zara, di rectori, di 27. De' successi de' tur- | dixe sier Piero Duodo, savio a terra ferma; parlò
577 MCCCCC, AGOSTO. 578
per averla, fo pagà ducati 100 milia ; et cussi la Signoria nostra doveria expedir le sue richieste et
compiacerli. E à scrito di ziò a lo episcopo di Thioli,
orator suo, che non havendo resolutiom, si lievi de
qui ; e vol scomunichar chi darà favor a li scomunichati per soa santità. Item, dil turcho è nova, per
via di Napoli, di l'ussir di l' armata, e va versso Моmal, quasi per nui. Or el principe poi parlò pur contra l' opiniom nostra, ma senza conclusiom. Disse di
laguerra di todeschi, et la reputatiom havea la Signoria nostra per tutto il mondo, al principio di la
guerra con re Carlo, et che hora eramo in malli termini, tutto per causa di voler Pisa ; laudò l'indusia ;
e poi parlato si parti, e andò a caxa. Li andò a ri- sponder sier Andrea Cabriel. Li contradisse sier Polo | dom; et di Franza si dice si acorderà con Maximiano. Item, in concistorio fo dà la legation di Bologna
al cardinal Orssini, e lo arziepiscopato di Valenza al
fradello di Borgia.
Barbo, qual non era di colegio; aricordo dar al re
di Hongaria ducati 100 milia a l'anno, ma non dir
più per una intelligentia general o ver particular. Or
li rispose a questo, che parlò sapientissimamente, Di Napoli, dil Morexini, orator, di 22 et 25.
sier Polo Pixani, el cavalier, zoè el volse andar in ❘ Chome havia auto letere da Monopoli e nostre, in
renga; ma licet non fosse molto tardi, la briga' era
strachi ; et fo rimesso a domam.
materia di frate Alexandro Caraffa ; et andò dal re ;
si dolse. Soa majestà disse, manderia per lui etc.
Adi tre avosto. In colegio vene l'orator di Fran- Item, à rilassà quel fra' Zuane, nemigo di caxa Raza; disse di l' armar si fa a Zenoa, e il re à rimesso❘gona, che il vice re lo fè lassar. Item, di Zenoa è
ducati 22 milia a Zenoa per questo, Fo ringratiato
di la comunichatiom.
Vene li araldi di Franza e l'orator di Rodi, quali
fono da li oratori turchi, che stanno con guardie ;
disse nescio quid.
Vene l' orator dil signor di Rimano; disse sier
Francesco Capello era zonto qui, et voria la Signoria
226 nostra li mandasse de li uno altro proveditor. Item,
che li fosse dato danari a conto dil suo servido, acciò potesse pagar li soldati, et farli venir in Rimano,
perchè quel signor dubita assai di Valentines. Et li
fo risposto si vederia et consulteria con li savij .
Vene l' orator di Faenza, dolendossi che Vicenzo
di Naldo, capo di la Val di Lamom, li fa oltrazi; et
la Signoria volesse provederli. Item, li fosse dato
qualche danar da meterssi in hordine. Li fo risposto
si provederia a Vicenzo ; et di danari si vederia.
letere al patron di la nave Galiana, et fatoli comandamento non la armi, e il patron è andato via ; et
etiam mandano in Sicilia a far comandamento a le
tre nave zenoese, non vadino in Levante; et dice è
nove et sano da li merchadanti zenoesi sono a Veniexia. Item, in la letera di 25 scrive, il re manda
domino Dionisio Asmondo con do galie a l' armata
yspana da don Consalvo, pregandolo vadi in soccorso di la Signoria nostra contra turchi ; e cussi à promesso a lui orator esso di far. Item, per uno Joseph,
ebreo, sta a Trane, qual è richo e molto amico dil
capetanio di l'arma' , va li a trovarlo, si ha oferto
far etc.; et esso nostro orator etiam li à scrito ; e
manda li sumarij à dil turco fino a dì 8. Item, il
conte di Covertino, locho tenente di la regina vechia
in Napoli, à scrito etiam in conformità; et il signor
Constantim Arniti à scrito di Benivento, va a San
Lunardo, a presso Manferdona, a compir uno suo 227
voto; poi anderà a Cesena; et questo à scrito a sua
sorella, madre di Schandarbecho, qual è li.
Veneno do secretarij : uno di Bologna, di missier
Zuan Bentivoy, nominato Francesco, suo canzelier,
con letere di credenza di missier Zuane e missier
Alexandro Bentivoy; e l'altro era per nome dil signor Sigismondo di Este. Et exposeno zercha Montorio ; voriano la Signoria li desse auditori, a veder
dijure, dicendo haver ragione in quello. Et mandati
fuora, e consultato la risposta, li fo ditto havesseno | tutti lachrimar. Per l'altra letera scrive, come uno
pacientia ; tamen ne erano di quelli volea il pregadi,
zoè sier Lucha Zem.
Di Rimano, di MarcoAntonio Zambom, secretario nostro, di 29 el primo avosto. Prima, dil partir dil provedador Capello de li, qual fè una oratiom
optima a li populi, servasse fede al signor ; qual fece
domino Galeazo, è stà lì, va a Pexaro e Sinigaia per
nome dil roy, a dir dagino favor al cardinal Sam
Piero in Vincula al papato, bisognando.
Di Ravena, di primo, di sier Alvixe Venier,
podestà et capetanio. Manda una letera auta da li
foraussiti di Cesena, di le nove de li, e che missier
DaRoma, di l'orator, di 28 el 29. Come il papa
li ha ditto aver expedito letere a l' arma' di Spagna,
se unissa con la nostra; et l'orator yspano dice à
hordine di reali, non vadi. Et a di 29 fo concistorio,
e l'orator nostro ando dal papa; qual li disse, haver | Polidoro Tiberti, hessendo lhoro orator al papa, li in concistorio parlato optime in favor di la Signoria,
e compiaciuto per amor di quella, di cossa che alias,
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
traditeno per dar la terra a Valentines. Item, danna
uno Hironimo Barisello, da Ravena, qual si à ope37
579 MCCCCC, AGOSTO. 580
rato in queste trame: la copia di la qual è scripta
qui di soto.
tamen Hironino Bariselo à fato con li soi fradelli, et
à messo im preda caxate etc.
Data, non dice dove, die ultimojulii.
Soto scripta : Servitores vestri fideles, ecclesiastici
el summi nostri pontificis cesenatici.
Da Tra , di sier Polo Malipiero, conte. Manda
mostre de li fanti sono de ll, et altre cosse non da
conto.
È da saper, eti fo retenuto per il conseio di X
uno citadin, vechio e richo, nominato Pasqualim
Chatani, qual teniva una botega di oio et una di
telle, et fo per sodomia con uno Vicenzo Sabatim ;
et ſo trovato in caxa di una meretrice, al Ponte di
l' Axeo, et ozi fo deputà il colegio : sier Zuan Morexini, consier, sier Marco da Molin, cao di X, sier
Hironimo Liom, el cavalier, avogador di comun, e
sier Antonio Bernardo, dotor e cavalier, inquisitor.
Et ozi, hessendo pregadi suso, questi veneno zoso ;
quid erit scibis.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et
queste letere lete :
De li foraussiti di Cesena, al podestà di Ravena,
ricevuta a di ultimo luio. Scrive dil caso horendo di
Cesena, e dice cussi : havendo la nostra comunità
mandato missier Polidoro a Roma, per ambasador,
per certe nostre occurentie, subito fo inteso che lui,
in nome di essa comunità, tratava che Cesena fusse
dil ducha Valentino, contrario a ogni sua commissione e instrutione. La qual cossa intendendo, ditta
comunità revochò ditto missier Polidoro, el qual,
non obstante ditta revochatiom, etiam è stato a Roma a solicitar la impresa, ogni di solicitando li cardinali, e, fora di ogni veritade, faceva intender che
la voluntà universal de'cesenatici era, de voler esser
del ducha Valentino. E finito questo, vene a Cesena
con hordine che quello che lui haveria ditto a Roma,
che li citadini di Cesena si scrivesseno e confirmaseno; la qual cossa fo contradita a missier Polidoro
e molto vituperata. In questi contrasti vene el novo
governador et comissario, mandato a talle effecto;
et rasonando in conscio nostro, persuadendo, et
quando minaziando, concludendo che cussi era destinato, che Cesena fosse dil ducha Valentino, et voleva che cesenatici el domandasse ; questo mai si potè
obtenir. E in talle praticha, tanto odio fo concepto a
missier Polidoro, che lui, dubitando non essere amazato, se ne fugi , e factosse forte in el suo castello,
con ajuto dil governador. Et come la note, intrando
in la citade per la via de la rocha e de la citadella,
che per li lochi che era in nostra podestà a guardare
non saria mai intrati, el populo che steva intento per
la difesa di missier Hercule, el quale el governador Fu posto per li savij dil conseio, e sier Marco da
l' haveva messo in ditta citadella, in questo calloe di | Molim, savij ai ordeni, di concieder Alvixe Zio al ze- sopra de la rocha quelli de missier Polidoro haveva | neral per mexi tre. Et Jo, Marin Sanudo, andai a conconduto, e a horre 6 di notte comenció a curere per tradir. Fo rimessa a uno altro conscio.
la terra, per voler amazare tutti li boni citadini et
boni ecclesiastici ; la qualle terra era mancho ordinata et provista, per le promesse fate per il governador, el qualle ci disse che non dubitassemo per
quello di, ni per quella notte, e stessemo securi sopra
Dil capetanio zeneral da mar, sier Beneto da
cha' da Pexaro, data in galia, a di primo, in le aque
di Parenzo. Come a di ultimo si parti di sora porto,
e scrive il viazo suo ; solicita li sia mandato per mexi
6 Alvise Zio, per far le zerche a le galie è in armada,
et monitiom.
Di Cividal di Belum, di sier Antonio Vituri, podeski el capetanio. Di uno citadim de li nominato Nicolo .... , ch'è morto, et havia assa' danari, et fono
robati. Vol dar taia ducati 1000 di soi beni.
Fo leto le oppinion di scriver in Hongaria. La prima, di sier Domenego Bollani, consior, sier Constantin
di Prioli, sier Andrea Cabriel, savij dil conseio, sicr
Lunardo Grimani, sier Piero Capello et sier Pollo
Pixani, el cavalier, savij a terra ferına, sier Marco
daMolim, sier Marin Sanudo e sier Lunardo Mocenigo, savij ai ordeni, che era di voler la liga general,
e darli ducati 100 milia, et poi, durante bello ; et
expedir l'orator va in Spagna. La segonda opinion
di sier Marco Bollani, sier Filippo Trun, procurator,
227 de lui. Con questo modo et inganno accorgendosse,
gran parte di citadini sono fugiti di Cesena, salvi di
le persone ; la citate in gram parte depredata e messa
a sacho, circha 60 caxe di le principale, et son i fora- ussiti più di 200 citadini di migliori de la citade ; e
quello che più ci dolle, che quella illustrissima Signo- ❘ sier Lunardo Loredam, procurator, sier Piero Balbi,
ria, a la qualle noi con tanto amore et reverentia
scrivesscino, recomandandoli questa povera cità de- volissima vostra, che abia scripto a' soi subditi, non
prosuma molestare la terra subieta a santa chicsia ;
savij dil conseio, e sier Piero Duodo, savio a tera
ferma, di atender a la general solum, e si li darà da
ducati 80 fin 100 milia, con altre parole longe, et
expedir l' orator in Spagna. La terza, sier Jacomo
581 MCCCCC, AGOSTO. 582
228
Cabriel, sier Antonio Venier, savij ai ordeni, vol la
prima nostra letera, con darli ducati 100 milia per
la general, e non vol durante bello, et comenzi a di
primo marzo 1501 la ubligatiom dil tempo.
Di Brexa, di rectori. Manda una letera auta dil
capetanio di Valchamonica, come alcuni messi dil
cardinal di San Severin e di missier Galeazo, fevano
fanti a Bolzam, et li dava ducati, o, per dir chome Et sier Antonio Trum, el consier, poi messe darli scrisse, bajochi cinque per uno.
100 milia ducati, et atender a la general, et comu- Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
nichar il tutto con l'orator di Franza è qui. Andò | do. Dil passar di uno Alexandro Salvazo, vien di Eleprimo in renga sior Polo Pixani, et parlò sapientissi- { magna e va in Franza dal re. Dice el cardinal San
me; alegò uno ditto dil propheta contra i nimici etc. Severim verà dal roy, et la dieta è expirata, et il re
Li rispose sier Filippo Trun, e lo cargo assai. Poi à dato bone parole a' milanesi, che 'l vol rehaver il
andò per la terza opinion sier Jacomo Cabriel. Et il stato di Milan, et aspeta la tornata di tre oratori mandoxe si levò, et non fo aldito. Et ultimo parlo sier dati al roy per haver il signor Lodovico e Ascanio.
Antonio Trum, e messe l'opinion sua. Ma è da saper,
sier Andrea Loredam, patron a l'arsenal, andò in
renga ; referite quello li ha ditto sier Vicenzo Barbaro, quondam sier Berti, di le cosse di Hongaria,
che si buta via li danari, perchè non farano 0. Or
l'hora era tarda, et sier Pollo Querini, el cao di 40,
messe de indusiar, atento molti volevano parlar. Et
cussi, con le torze, era una horra di note, andò le
parte. Fo una non sincera, una di no, di do savij ai
ordeni 3, di sier Antonio Trum 15, di sier Marco
Bolani e compagni 18; e queste andono zoso. Di
l'indusia, dil cao di 40, 71 ; di la nostra, 92. Et iterum queste do balotade : 2 non sincere, 97 di l'in- | nio di Valchamonicha, data a Brè, di quel nontio di dusia, 103 la nostra. Et questa fu presa; et ordinato
gran credenze.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà 228 *
et capetanio, di ultimo. Manda una letera abuta da
Pinguento, di sior Andrea Ferro, à di uno che parlò
a uno prete, li disse el capetanio de Pisim feva far
lanze, vol haver il loco di Pinguento.
Da poi disnar, fo conseio di X simplice, et colegio si reduse, et vene le infrascripte letere, qual è
notade qui soto.
Da Brexa, di rectori. Dil zonzer li uno Alexandro Salvazo, noncio dil cardinal San Severin, va in
France. Dice el cardinal prelitto verà dal roy per
essersi acordato etc.; et manda una letera dil capetaGaleazo di San Severim, qual fava fanti a Bolzam,
e li da bajochi cinque per uno; et di oratori vano Et intisi lengue landine, teste loredane, oppinion | al roy.
trune. Item, che sier Zacharia Valaresso, fo orator
al re Alfonxo, e scrisse aver visto 6000 cavali, or fo
prima capetanio a Padoa; et da poi venuto di Napoli, dove si havia non erano la mità di cavali, fo
tolto a Brexa, et cazete da sier Bernardo Zustignam,
era orator in Savoia. E ditto sier Zacharia andò in
renga a dolersi al gran conseio dil torto fatoli ; et
cussi de li do zorni morite da meninconia.
Da Feltre, dilpodesta et capetanio. Come ha per
uno suo explorator, la dicta esser compita luni ; e di
oratori dil re di romani andati dal roy, zoè il ducha
di Saxonia e uno altro, per dimandar il signor Lodovico; et è venuto dal re orator dil turcho a dimandar li passi. Li à risposto non voler, ma in reliquis
faria il tutto. Item, è capetanio di l'imperio el ducha
di Saxonia, e per il re il signor Galeazo di San Severim.
Da mar. Vene letere per via di terra, qual fo
lete in colegio, et poi mandade a lezer a la Signoria
nel conseio di diexe.
A di 4 avosto. In colegio veneno alcuni scolari,
dolendossi di certi desordeni sequiti in le ballotation
de' scolari a Padoa, dove sono intrati zenthilomeni
nostri, ch'è contra le leze ; zoè sier Andrea Zanchani,
li camerlengi e altri. Or questa cossa dispiaque molto
al colegio, licet fusse letere di li rectori nostri, che dimandavano la confirmation dil retor, dicendo la electiom osser stà fata rite el recte. Et il rector electo è di Di Trane, di sier Piero di Prioli, governador.
Lendenara, di juristi ; et visto le leze sopra di ziò di- | Zercha biscoti ; et come in quatro volte ha mandato
sponente , che vol che niun zenthilomo vi sia , et
melte pena ducati 200, fo terminato farne provision.
Fo expedito le letere in Hongaria, et una altra
zercha la venuta di li oratori dil turcho qui ; et etiam
per colegio fo dato licentia a Francesco di la Zudecha, secretario, vengi via.
Di Otranto, di sier Alvixe Contarini, governador, di 25 luio. Come mandava ditte letere, abuto
per grippo di Corfù.
in armada zercha miera 300, et che darà ogni favor
a sier Antonio da Pexaro etc.
Da Corf , dil rezimento e provedador, di 20.
Come hanno nova, il zeneral Trivixan esser manchato; et 14 nave di Soria ben in hordine esser
izonte in armada; e il provedador Pixani esser ritor-
583 MCCCCC, AGOSTO. 584
Zante.
nato da Modon, et li a Corfu hanno arına do fuste, ❘ da sier Hironimo Contarini, provedador, di 17, dal
una di banchi 22, l'altra di 20, con homeni di le
ville per non haver altre zurme; et questo hanno
fato con li danari li mandò el zeneral; et ditte fuste partirano doman, et ancora non erano zonti li
danari per li provisionati. Item, è nova che a Modom nostri con le artilarie hanno fato gram danno
a' turchi , qualli a presso la terra erano venuti.
Di sier Lucha Querini, provedador di Corfu,
di 20. Come, a di 15, zonse la nave di sier Beneto
Zustignan, patron Simon di Alberto, a la qual bisogna conza; et, a dì 16, zonse la nave patron Polo
Biancho, la qual anderano in armada.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, data in galia al Zante, a dì 17, drizata a
Zorzi Negro. Come à inteso il caso dil zeneral ; li
comanda vengi avanti con l'armada, et fazi restar
do galie a far venir il resto de li al Zante. Avisa haver retenuto le 14 nave di Soria, et che con bon
cuor anderà sequendo l'arma' inimicha.
Èda saper, per letere particular se intese, ditto
zeneral esser stà tre dì senza parlar e à penato assai
a morir.
Di sier Jacomo Venier, vice capetanio zeneral,
di 16, in galia, a li Vardiani. Scrive la election sua,
vice zeneral, e dil modo, con molte zanze ; l' acepta,
et ſarà di unir l'armada, e saper quello fa i nimici , li
qual sono stati con l' armada alla Zefalonia 6 zorni,
et hanno posto dentro 600 turchi, et à depredà
l'ixola etc.
Di Zorzi Negro, secretario fo dil zeneral , do
letere di 15 et 16, in galia. Come il zeneral andava
manchando continue la virtù; et il medico confortava sua magnificentia ad andar a Corfù ; qual li disse,
el meriteria esser apicha per la golla a lassar questa
armata ; e non si volse mover. Et scrisse al provedador Contarini, qual era avanti ; et cussi convene star Dil ditto, di 18, a Porto di Custodi. Replicha,
un zorno e una notte in mar, con provenza ruza, che l'arma' turcha haver fato molti danni su l'isola di la
dava grande affano al zeneral. Et, a dì 14, si levo | Zefalonia, et a dì 14 si levò ; va di fuora via versso
per andar con l'armada versso la inimicha, la qual
229 era a la Zeffalonia, e mandò tre galie a la varda;
qualle vete uno bregantim e una fusta, li dete drio;
lhoro dismontono in terra, scapolò li homeni, pur
ne fo morto uno; et nostri preseno le fuste e il bragantim vuode; et cussi navegando il resto dil'armada
le veteno venir. Erano nostri galie 14 sotil ; il resto
era col provedador Contarini e col Pixani e le galie
grosse. Or ebbeno vista di l'arma' turcha, et apropinquati mia 4 in 5, tandem con remi se retirono
nostri versso l'altre galie sotil et grosse, essendo
stati perhò un zorno e una notte in mar. Et mando
4 galic avanti ; et la galia, sopracomito sier Alvise
Michiel, mandò a chiamar il provedador Contarini;
et cussi a dì 16, vedendo il zeneral esser quasi morto,
reduti su la galia dil capetanio Venier, il vice capetanio di le nave e li sopracomiti feno vice zeneral
ditto sier Jacomo Venier, fino veniva il provedador
Contarini, acciò l'armada non stesse senza governo.
Et par, che a di 14 l'arma' turcha venisse contra la
nostra ; poi andó versso il Cao, e a mezo zorno deteno vella versso levante, et perhò nostri mandò le
4 galie driedo, chome ho dito di sopra.
Dil ditto secretario, a li Guardiani, a dì 18.
Come adi 17, ahore 3 di note, con li hordeni ccclesiastici passò di questa vita sier Marchio Trivixan,
capetanio zeneral nostro, qual non à manchato etc.;
e dil corpo el vice zeneral non li à parso far 0, fino
non vengi li proveditori; et manda una letera abuta
levante, et molti turchi per terra la va sequendo.
Questa dia esser a Castel Tornese ; nostri l'anderà
seguitando con tuta l'arma' . Item, è venuto uno bragantin dil provedador Contarini a lui, et li ha ditto
il provedador Pixani è con lui. Lui vice zeneral ha
galie sotil 14, grosse 13, nave 7 ; et a hora, scrivendo, comenza a navegar, per sequir li inimici.
Noto, ozi fono expedite le letere in Hongaria a
li oratori.
Adi 5 avosto. In colegio vene l' orator di Fran- 229
za, al qual li fo comunichato la diliberation nostra,
scritta in Hongaria; lui parlò di la liga general etc.
Fo baloja monitiom molte per armada, justa lo
aricordo dil zeneral nuovo, et ducati 600 per uno a
li oratori, uno per Roına, e l'altro per Spagna.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave,
data a dì 18, im Porto di Custodi. Di la election fata
dil Venier, vice zeneral, erano 17; e fato sier Andrea Foscolo vice capetanio di le galie grosse.
Di Vegia, dil provedador. Come havia electo patrom di la fusta l'armiraio de lì ; poi ricevete letere,
mandasse de qui li ducati 200, sì che l'aria armata.
Item, scrive di l' ajuto inandò da quella isola a Nona, quando turchi vi fue.
Di Udene, dil luogo tenente e provedador. Manda
una letera abuta di madona Dorathea e il conte
Zuanne di Corbavia, quali li scriveno voria danari
per mandar et pagar li soi exploratori, manda a saper li andamenti di turchi.
•
585 586 MCCCCC, AGOSTO.
230
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe. | di mam di Frachasso, la qual la manda a la Signoria ;
Et le infrascripte letere, qual fono lecte in chebbaprima con il colegio.
si duol le sue robe esser stå tolte ; dice è servitor di
la Signoria ; e si duol molto esserli stå tolto Citadella ; carga la Signoria, et che è homo di l'imperador, et vol con parole e fati star a l'incontro a chi
vol dir mal di lui .
È da saper, eri matina et questa, in do quarantie
criminal e civil, fo menado sier Hironimo Boldù,
quondam sier Andrea, fo consier in Candia, et presentato poi a le prexom, intromesso per sier Lucha Di Ferara, dil vicedomino Donado, di 4. Come
Trun, fo synico in Levante, et disputato hinc inde, il signor torna doman a Ferara, e poi va a peschar,
zoè sier Lucha Trun sollo, e li avochati del Boldu. | starà fino mezo il mexe; e dil campo di Pisa, si
Fo messo di retenirlo e colegiarlo; et 17 fo di no,
41 de si. E fu preso. Et cussi, come ho scripto, si
presentò a le prexon.
dice francesi esser li, e fiorentini non voleno più tuor
l'impresa; hanno dato a' francesi ducati 103 milia,
computà li 13 milia mandono ultimate, e hanno mandato oratori al roy, a dir li dagi Pietra Santa in le
man, e seguirano l'impresa. Poi, per una poliza,
Di sier Beneto da cha' da Pexaro, capetanio zeneral da mar, data in galia, ai Breoni, a di 3. Come
à tempi contrarij, non pol andar avanti, sta con le❘ scrive aver fiorentini hanno termina, insieme com
velle ogni hora aspetando tempo, desidera haver per
soramasser Alvixe Zio, le monitiom et danari ; et
farà il tutto di andar presto.
francesi, tuor iterum l'impresa di Pisa, come ha per
avisi auti da Bologna; et à nova, Zenoa s'è rivoltà
contra il re di Franza etc.
Di Ravena, di sier Alvise Venier, podestà el ca- Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
petanio, di 3. Come eri a Cesena ſo zurà li capitoli 2. Come à nova, el signor Galeazo esser zonto a
fati col ducha Valentines, con leticia dil populo e Yspurch, qual è capetanio de' milanesi ; arà uno camgran festa, a hora 22, e fato horo signor. Item, par po con la raina, e il re con uno altro verà o a Mia Monte Barozo, loco dil signor di Pexaro, dove si lan o ver a Verona a campo ; et a Archo si aspeta
feva una festa, fo discoperto uno trata' di alcuni vo- Fracasso, et è stà portato arme, e si buta artilarie,
leva piar quel signor di Pesaro, a nome di ditto du- chome ha per soi exploratori ; et è stà portà cari di
cha ; sono stà presi XX, quali il signor li farà ju- pestaruole a Yspurch ; et Galeazo è zonto con dosticiar.
Di Rimano, di Marco Antonio Zambom, secretario, di ultimo. Scrive la cossa seguita a Monte Barozo ; et in Rimano si dubita. Stanno con guardie,
et eri non fo pam im piaza. Li citadini hanno incanevado, et lui secretario andò da missier Renaldo, fa
li fati dil signor, et provedete. Item, quelli foraussiti
voleno tuor Rimano per il ducha Valentines, di che
quel signor dubita assai ; et a Pexaro è il signor
Zuane di Gonzaga e do milanesi foraussiti ; et li a
Rimano è venuto domino Zuan Galeoto, vien di Milan e Franza, è stato honorato assai a Bologna. Dice
va a Pexaro per cosse bone di quel signor ; et il signor voria da la Signoria qualche subsidio, et lui à
ricevuto li ducati 25; starà li juxta i mandati.
mino Maxin, milanese, lì, et si divulga, sguizari esser
accordati col re Maximiano.
Di Corom, di sier Polo Valaresso, provedador,
di 8 luio. Di prede fate per nostri, e turchi è stato
a Castel Franco; vol monition etc.
Di Vegia, di sier Piero Malipicro, provedador,
di 3. Come li è zonti do oratori di Franza, vien di
Hongaria in questa terra, et hanno tolto uno gripo.
Item, lui atende armar la fusta.
Di Hongaria, di oratori nostri, vene letere di 25
et 26. In la prima, come fonno con tre consieri regij , videlicet il reverendo ystrigoniense, vesprimiense
et sermionense, et consultono zercha li capitoli di la
liga, e manda la copia; sono 16. Dicono non voler
concluder, si non utjacet; e nostri contrastono assa' .
Da Milam, dil secretario, di 3. Come à ricevuto | Poi andono dal re. Soa majestà disse, li voleva in
letere zercha Santa Maria di la Scala di Milam ;
farà etc. Et si dice de lì, missier Zuan Jacomo Triulzi
dia venir presto, et quelli signori si hanno dolto esser passà per le nostre terre il signor Galeazo di San
Severin, è andato in Elemagna.
Di Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier,
podestà, e sier Hironimo da cha' da Pexaro, capetanio, o, per dir meglio, dil podestà solo. Avisa quel
zorno, a di 4, aver ricevuto letere di eri da Mantoa,
quella forma, e vol romper questo septembre al turco, e atender a la promessa. Et prima voleano ducati 50 milia al presente, 50 milia a la festa di la circoncision, et 50 milia a San Zorzi ; et tandem si
contentono aver 50 milia al presente, et 50 milia
ogni 6 mexi; et che quando ben il re di Polana non
potesse, li 100 milia cora al re di Hongaria sollo.
Item, è zonta, per via di Focher, al legato dil papa,
episcopo caliense, la bolla di la cruciata e jubileo. II
587 MCCCCC, AGOSTO. 588
230 ' re pocho cura di questo, vol danari ; e ditta bolla fo
publichà a dì 26 con precessiom etc. Et essi oratori
persuade la Signoria nostra a concluder ; tamen li
capitoli sono pessimi ; il sumario di qual scriverò più avanti. Et li oratori francesi non hanno voluto ritornar, li hanno serito mandino la letera di cambio di danari li mandava il roy a Venecia. Item, il re volea
in li capitoli, ragusei potesse navegar, dicendo è soi,
et pur non è stà posto ; et vol il re la Signoria scrivi
a Roma in recomandatiom dil reverendo ystrigoniense per cardinal.
In questo pregadi fu posto per li consieri redur
certa provisiom, a trentauna done scutarine, haveano
al sal, a le qual era stà visto per li tre savij le meritavano. Ave 88 de si, et 22 di no. E fu presa.
Fu posto per li savij tutti, exceptoJo, Marin Sanudo, dar Alvixe Zio al zeneral per mexi tre, posando
meter de qui uno in loco suo, con questo vengi qui
con la prima galia verà a disarmar. Jo andai a contradir, dicendo non era di trazer tal homo di l'oficio
di l'armamento, che molto importava, et missi a
l'incontro, non fusse mosso. Andò le parte : do non
sincere, 3 di no, 44 la mia, 104 di savij . E questa
fu presa.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma,
che la electiom dil rector di jurista, fata a Padoa contra le leze, per esser stå nostri zenthilomeni dentro,
sia cassà et anulla. Et sier Antonio Venier, savio ai
ordeni, contradixe. Et lo infilzò poi sier Marin Zorzi , doctor, era di pregadi. Et Jo, Marin Sanudo, persuaso di savij , andai a responderli. Andò la parte :
7 non sincere, 54 di no, et 75 di la parte. Et fu cassada, et Jo vadagni un doctor.
Fo leto una parte di consieri e savij, di dar una
fontegaria a Zuan Todesco a petiziom di l'orator di
Franza. Et il conseio mormorò, et non fo ballotada.
vero, ma li nostri malivolli fa per meter mal. E li fo ditto di soi oratori vien di Hongaria. E ditto orator si parti, e mandò poi una letera abuta da Milan,
di monsignor di Luciom, di 3, come si va in Alemagna milanesi per li lochi nostri, e si debbi far provi- siom, e si li dagi le done e fioli di foraussiti milanesi
sono sul nostro, e se li avisi quello fa il nostro secre tario al re di romani.
Da Roma, di l' orator nostro, di ultimo. Come il 231
papa à mandà uno brieve al capetanio yspano, qual
sarà scripto qui soto ; et l'orator yspano ancora non
ha scripto. Et el ducha di Bexaie sta meio, à passà
il quarto decimo. Item, è nova de l'intrar in Cesena
missier Polidoro Tyberti, e missier Hercules Bentivoi, per nome dil ducha Valentino, et è stati honorati assai. E si dice il re di Franza esser acordato
con il re Fedrico; et è morto maistro Joachim, general di frati predichatori, li a Roma etc.
Di Rimano, dil secretario, di 2 et 3. In conclusiom, il signor voria haver uno provedador solenne,
signanter sier Francesco Capello, o ver simile a lui ;
et manda una letera li scrive lo governador di Cesena, di do, si duol che l'aduni zente. Item, una letera dil conte di Soiano. Li scrive domino Hercules
Bentivoy vien con zente a Santo Archanzelo, et in
Rimano si fa vardie, et sono venuti alcuni fanti et
zente d'arme in la terra, e quel signor prega la Signoria lo sovegni di danari.
Di Roverè, di sier Mafio Michiel, podeski, di tre.
Avisa de li tre oratori andati al roy per nome dil re
di romani, zoè il ducha di Saxonia, lo episcopo di
Maganza, e uno altro. Item, de li a Roverè è compito uno bastiom, et havendo 200 guastadori, faria
li altri do come consciò il conte di Pitiano, quando
fo de li etc.
Di Cao d' Istria, dil podesti et capetanio, di 2.
Avisa haver nova, esser turchi 2500 im Bossina, et
voleno andar a corer in Dalmatia, et altri avisi di
turchi, ut patet.
Adi 6 avosto. In colegio vene l'orator dil papa,
et presentò uno brieve dil papa, di 29; li scrive
debbi dir a la Signoria si risolvi zercha Faenza e
Rimano, qual sono excomunichati lhoro e chi li ajutano, et che non volendo la Signoria compiacerli ,
atento esso papa habbi fato assa' per la Signoria, ❘ palazo di Montorio etc.
Di Ferara, dil signor Sigismondo da la cha' di
Este. Sotto scrito : Ducalis locum tenens; zercha il
e scrito a l'arma' di Spagna, che lui orator si lievi Fo balotà ducati 50 per dar al signor Schandaret vadi de li a Roma, perchè si ajuterà con altri. Et becho, per farsi le spexe, qual sta a San Zorzi. Et li fo risposto per il principe, si doveria atender a le più volte fo balotà uno mandato di sier Piero Boncosse turchesche; tamen si conseierà. E li disse le | dimier, va castelan a Brandizo, e non fu preso. El
cosse di Hongaria. cussi il mandato di stratioti di Dalmatia non fo
Vene l' orator di Franza, e mostrò una letera di preso.
19, dil roy. Li scrive haver, la Signoria secrete à dà
ajuto a' pisani, tamen non lo crede; prega la Signoria che nou voi far questo. Li fo risposto, non esser
Fu fato scurtinio di tre sora il cotimo di Damasoo, et sarà qui posto quelli fonno tolti et rimaseno.
589 MCCCCC, AGOSTO. 590
18 Electi 3 sopra i colimi.
Sier Domenego Contarini, fo capetanio a
Vicenza, quondam sier Mafio
+ Sier Alvise Malipiero, è di pregadi, quondam sier Stefano, el procurator 15. 3
8.10
cum dilecto filio Laurentio Suares, ipsorum regum
penes nos oratore, scribendum nobilitati tuæ duxi- mus, illam hortantes et requirentes, ut, considerato 11.6 communi christianorum discrimine et rei necessitate, se cum classe prædicta, cui præest, classi venetæ quam poterit celerrime se conjungat, ac una
cum ea tamquam funiculus duplex, pro fidei causa
et christianorum tutela, contra rabidos ipsos turcas , dextera vobis Domini assistente , fortiter se
opponant. Latius etiam de hoc nobilitati tuæ idem
orator per suas litteras perscribet , et nobilitatem
tuam ad hoc tam sanctum tamque expediens opus
animabit, in quo certe et præsenti necessitati consules, ac nobis et ipsis catholicis regibus admodum
Sier Marin Grimani, quondam sier Piero .
Sier Pangrati Capello, quondam sier Bernardo 5.12
Sier Tadio Contarini, quondam sier Andrea,
el procurator 10.7
+ Sier Zuam Bembo, è di pregadi, quondam
sier Zorzi 14. 4
Sier Antonio Zustignam, quondam sier Ferigo 5.13 satisfacies.
Sier Beneto Sanudo, ſo consolo a Damasco,
quondam sier Mathio 12.5
† Sier Marin da Molin, è di pregadi, quondam
sier Nicolò
A tergo : Dilecto filio, nobili viro Gonsalvo Fer15. 3 nandes, regiæ classis Hispaniarum capetanio.
Sier Alvise Malipiero, fo capetanio a Vicenza, quondam sier Jacomo Da poi disnar, fo colegio per consultar, et vene
letere.
Datum Romæ, XXX julii 1500.
231
Sier Alvise Grimani, fo patron a l'arsenal, quondam sier Bernardo
Sier Alvise Dolfim, è di pregadi, quondam sier Marco
11.7
11.7
8.9
È da saper, eri sera ritornò in questa terra el
cardinal Grimani amallato, vien di Pexaro ; qual
andò per far papa versso Roma, poi amallato ritornò.
Copia di uno brieve dil papa al capetanio
di l'armata yspana in Sicilia mandato.
Dilecte fili , salutem ete.
Intelleximus nobilitatem tuam cum classe carissimorum in Christo filiorum nostrorum, regis et
reginæ Hispaniarum catholicorum, in regnum istud
Siciliæ, in defensionem et præsidium fidei adversus
perfidos turcas christiani nominis hostes , nuper
appulisse ; quod nobis de christiana republica, ob
ipsos turcas terra marique infestos , valde solici- tis, admodum gratum fuit. Et quia inclytum venetorum Dominium sæpe per oratorem suum et litteras nobis ingens periculum, in quo ipsa respublica
christiana versatur ob ipsorum turcarum validos
apparatus, apertissime demonstravit ; maxime expedire affirmans, ut classis ista suæ classi quam celerrime fieri possit se conjungat, et ipsorum turcarum impetus conatusque, junctis armis præsidiisque,
Domino adjuvante, compescant, collocuti super hoc
Da Mantoa, di Piero Brazculello, di 4. Come, a
dì 30 luio, vene li el marchexe di Ferara con persone 130 ; etiam vene incognito missier Zuan Bentivoy. Sono stati in consulto ; si dice è stati in favor
dil re di romani ; et de li è zente todesche, e lutavia ne vien ; et che lui , Piero, parlò al marchexe,
qual è suo amico, et li disse non haver mancha da
lui di esser acorda con la Signoria nostra, et li à
offerto Mantoa ; si duol converà far etc., e il ducha
di Ferara partite poi.
In questo zorno, a hora di nona, morite in la
prexom nominata la Grandonia, Pasqualin Chatani,
di anni 71 , per la corda. Avi eri, si dice, schassi 4 ;
et il corpo rimase li im prexon, et O confesso, ma il
paciente si.
A dì 7 avosto. In colegio el principe disse se- 232
crete a li consieri e alcuni savij, come è nova, per
uno gripo vien di Ragusi, è otto zorni parte, dice
come a di 20 luio l' armada nostra, provedador sier
Hironimo Contarini, havia roto e preso alcune galie
e fuste de' turchi, che erano l'antiguarda di l'armada, forsi da numero XX. Et si dice Andrea Bonbem,
drapier, à letere di questo.
Vene uno missier Segondino, fradelo dil marchexe de Incisa, con letere di missier Zuan Jacomo
Triulzi, date a Lion, a di 20, et etiam di ditto suo
fratello, nominato Odone, qual voria haver conduta
da la Signoria nostra. Li fo risposto per el principe,
et commesso a li savij di terra ferma ad aldirlo.
591 MCCCCC, AGOSTO. 592
Di Pauloa, di rectori, di eri. Come hanno voluto
incantar li dacij di citadini ; non hanno trovato, et
scuode per la Signoria fin dezembrio ; et il grando
l'hano incantà a quel l'havea, fino il mexe di dezembrio. Item, scriveno dil Brentom, et manda una
letera li scrive el podestà di Citadella di molte cosse,
euno inventario di robe erano de li, e arme de li
ruberteschi.
A di 8 avosto. In colegio non fo el principe.
Vene sier Francesco Capello, el cavalier, venuto provedador di Rimano, stato qui alcuni di indisposto.
Referi come quella terra è in gram pericolo ; resta
creditor di le spexe sue di ducati 200; et prega sia
suspeso il suo debito a palazo di tanse; in reliquis si
remete a referir im pregadi. Et per sier Lucha Zen,
el consier, fo laudato aversi ben portà etc.
Di Ferara, dil vicedomino, di 6. Come francesi
ritornava a l'impresa, sì come si ha per via di BoDiRimano, dil secretario, di 4 et 5. De coloquij
abuti col signor, et ringratia la Signoria nostra; et
voria ajuto. Da Cesena, li citadini sono mal contenti, ❘ logna ; tamen da Fiorenza è il contrario, perchè voet si ha, li foraussiti esser reduti li a presso, per far leno prima haver Pietra Santa in le man, et che uno
novità; et dubita che uno Galeoto da Venzo, è a Ra- capetanio francese, che morse a Fiorenza, confeso
vena, non fazi novità ; et à scrito a Cesar Batagim, ❘ che le vituarie, si menava in campo, francesi ne deva
è de li confinato. Manda una letera abuta dil conte di Soiano, come le zente di Hercules Bentivoi è redute in Cesena.
Da Faenza, dil signor Astor di Manfredi. Zer- cha Vicenzo di Naldo di Val di Lamon li fa danni, e
prega si provedi.
Di Cao d' Istria, dil podestà et capetanio, di 5.
Come Damian di Tarsia, castelan di Castel Novo, li
à mandà uno passò de li, qual à molte lengue, per
dubito che 'l sia spiom ; è chiamato Simon, et lo à
examinato ; vacilla e lo manda qui.
a' pisani. Item, che il podestà de Fil era venuto da
lui vicedomino a dirli, a Comachio si faceva sal, passava di sopra Ziniol, et si à dolto con domino Antonio Maria, fator dil ducha, qual si scusa etc.; et il
signor manda missier Zuan Valla iterum in Franza
con uno orator dil marchexe di Mantoa; e il signor
si scusa, la Signoria haver mandato uno zenthilomo
a dirli etc. , etiam Maximian li han porto partido.
Item, manda letere da Bologna dil conte Nicolò
Rangon ; il sumario è questo qui di soto.
Da Bologna, dil conte Nicoli Rangom. Dil venir
Di Sibinicho, dil conte, di 23. Come turchi non di monsignor di Corcho da Fiorenza in campo, a dir
hanno fato alcun danno su quel conta' ; et il conte | fiorentini esser contenti ritornino a l'impresa con
Xarco è tornato; voria le page, e se li provederà di
alozamenti per Castel Novo ; vol taole et agudi ; et
di l' armar di la fusta, dice è pochi danari, et non si armerà con homeni di voluntà, ma ben tuorli per
forza.
El conseio di X se reduse in questa matina, in
salla dil principe; e mandati tuti li savij fuora, tonno
per questo Chatani morto im prexom, quid fiendum.
Et li savij reduti in camera a consultar, vene
l'orator di Franza molto sdegnato, et fo plachato
alquanto, e ditoli di la letera eri venuta, come per il
provedador di Sallo fonno presi 4 citadini milanesi
andavano in Elemagna ; et lui orator solicitó la Signoria licentiasse le donne di foraussiti .
Da poi disnar, fo conseio di X et il colegio si reduse, e fo publicha in Rialto la condanason fata questa matina nel conseio di X, contra Vicenzo Sabolin,
232 paciente di Pasqualin Catani, morto im prexom, che
'l compia uno anno in la prexon Forte, poi sia bandizato al confim di sodomiti, e si 'l romperà el confim, pagi lire 500 a cui el prenderà e presenterà in
le forze, et debbi morir im prexom. Item, el corpo
di ditto Pasqualin fo sepulto la note con uno prete
euno zago a San Stai.
queste zente; et monsignor di Beumonte à spazà in
Franza, et luchesi hanno far una crida, nium non
dagi vituarie a' pisani, soto pena di la forcha. Item,
par Vicenzo Guidarello resti pur a Lucha, per poter
avisar missier Zuan Bentivoy.
De' pisani vene una letera a la Signoria ; il sumario è questo. Voriano socorsso, e si presti fede a
Zuan di Lanti et Andrea di Colti, lhoro oratori ; et
non fo voluto aldirli.
Da Milam , dil secretario, di 4. Come monsignor
di Luciom, e il conseio regio, prega la Signoria perdoni a la rebeliom di Hironimo di Melze, et etiam
sia restituito il tutto a missier Francesco Bernardim
Visconte ; e manda una letera dil roy, zercha quest ,
a lhoro mandata. Item, eri milanesi si reduseno, et
dimandò a li signori, che 200 lanze, alozade in la
terra, vadino a star di fuori. Li fo risposto li manderano, ma li dagı ol ...
Di Antivari, de li zudesi. Prega la Signoria,
atento il pericolo lhoro, se li dagi e mandi monitione.
Vene li governadori de l' intrade, sier Bernardo
Bembo dotor, cavalier, sier Antonio Calbo e sier
Tomà Mocenigo, zercha lo affitar dil dazio di l' oio,
dicendo non poter passar ducati 17 milia.
593 MCCCCC, AGOSTO. 594
233 Veneno li exatori di governadori, et quelli di le
cazude, a li qual fo commesso il seuoder, non vardando a niun.
Fo aldito sier Hironimo Querini, quondam sier
Andrea, zercha alcuni soi formenti tolti ; cossa longa et nihil conclusum.
Intrò li capi di X, et, mandati tutti fuora, aldito
uno Zuan da Casal, vien da Ragusi, stato orator al
turcho per nome dil signor Lodovico ; et Jo lo vidi
venir per caxa dil doxe.
Da poi disnar fo conseio di diexe.
Adi 9 avosto. In colegio non fo aldito niuno.
Di Roma, di l' orator, di 4 et 5. Come el papa
à mandato uno altro brieve al capetanio di l'armata
yspana, e manda la copia etiam di la letera scrive
l'orator yspano. E prima il papa volse expedir letere a li reali, di la dispensatiom etc. Item, ricevute
nostre di 29, in risposta di Faenza, andò dal papa,
e li disse soa santità, poi ebe aldito : Volemo risposta e non longole; la Signoria ne dia favorir a le
cosse nostre ; la vede quello temo e faremo; volemo risposta di Rimano e Faenza; la Signoria ne lassi disponer dil nostro ; scriveteli, aliter vederemo di
sotil, e una barza bombardava a la bocha, et era stå
butato saxi a la bocha, tamen usseria ; e turchi hanno
conduto palli per serar alcune boche, e ingrossar
l'aqua, e ussirà con le velle imbrochate ; e par ditto
messo habi inteso li arbori son stà conduti li mia 4
per aqua, adeo una fusta li haria obviato. Et l'ora- 233 '
tor disse al re, à nova da Corfù dita armata non potrà ussir. Conclude esso orator, il re li piace le nove
cative per la Signoria nostra, e lui orator va dissimulando con soa majestà ; e il signor turco à mandato a dir al re, lo ringratia di le nove di Lombardia e di Franza, e non dubiti nulla, perchè ditta armata di la Vallona è a posta sua.
Dilditto, di primo. Come il re li mostrò avisi di
Pisa, le zente esser a Pietra Santa, li fanti andati
versso Marseia, e il re si duol dil cardinal Vincula,
non sia bon italiam ; dice in un zorno poteva esso
re tuor il stado a suo fratello, e non lo volse per
amor di la Signoria. Item, à nova di Roma, il papa
manda per l'armata yspana, e il re li mostrò una
letera scrive il roy a monsignor di Beumonte, in francese; li comete ritorni a l'impresa, e li manda
il suo maiordomo con zente. Item, de li è zonto uno
re è stato a visitarla. Item, è nova di uno à uno castello in Calabria, qual lo nomina, scrive che a di 18
intrò a Messina 39 velle di Spagna, e nave 13 li vien
driedo, qualle restano a zonzer, e quel capetanio è
di natura molto tardo; à per insegna tutta la passiom di Cristo.
far etc.; e, credè, chi li mostra voler ben, non li vol; ❘ orator pisano, va a Palermo ; e la raina è amalata, il
el ducha è il nostro cuor ; di la protetion, vossamo
el fusse fiol, servo e ancipio di quel stato, e li desse
soldo. E l'orator rispose, scriveria il tutto ; et, justa i
mandati, à manda dal capetanio yspano in Sicilia,
perchè il suo secretario Zuan Piero Stella non pol
andar, domino Francesco Floriam, dotor, da Montaguana, era li a Roma per caxom di la raina de Cypri ; e li à dato per letere di cambio, tolti dal maistro di corieri di Sandro, ducati 157 per le spexe li
bisognerà far ; e li à dà la commissiom, di la qual
manda la copia ; qual è partito a di 4 da sera con
uno fameio. Item, si dice de li di lo acordo dil roy
con Maximiano; li dà de pensiom el roy ducati
45 milia, e li promete di pagar homeni X milia in
suo ajuto, per andar a recuperar le terre fo di | Lendenara, senza concorentia; sta in caxa dil pro- l'imperio ; e l'orator di Maximiano, è li a Roma,
dice è vero di la prima, ma di la segonda non è
certeza.
Da Nupoli, di l' orator, di 29 luio. Come il re
li à comunicha per uno suo, venuto di la Valona,
parti a di 21, come l'armata turcha era aviata versso
Modon, il signor lontam mia 30, e il campo era a
torno Modon ; e a la Valona è in hordine X galie
grosse, 15 sotil, fuste e altri legni fin numeri 40,
aspeta l'altro comandamento dil signor per ussir.
Erano preparati 17 milia asapi di la Natalia, biscoti,
froze etc. , e benchè le nostre do galie grosse, tre
I Drarii di M. SANUTO. Tom. III.
Di Marco Bevazam, secretario, data in questa
terra. Come eri sera zonse qui anmalato, e non pol
venir in colegio, et si la Signoria vol mandar qualche
uno, li dirà quanto è sequito col re di romani, dove
è stato. Et cussi fo ordinato a Bernardim di Ambrosij vadi da lui.
Di Padoa, di rectori. Chomehanno electo retor
di jurista, domino Sigismondo de Gerardinis, di
thonotario Bernardo ; qual à abuto balote 169. Si
scusano de li zenthilomeni fonno a la prima balotation ; danna certi scolari etc.
Di Cremona, di proveditori. Come de lì è il piovam di San Rafael, per vicario dil vescoado, mandato li per el conseio di X, qual vol ducati 300 per
le spexe ; et il vicario, havia il cardinal Ascanio, avia
ducati 80. Li fo serito li dagi ducati 200.
Du Bergamo, di rectori. Chome hanno trovato
quello amazó Zuan Antonio di Luppi, qual è citadin
de li, et contumaze ; vol licentia bandizarlo di terre
e luogi. Item, per un'altra letera, à nova 400 ele38
MCCCCC, AGOSTO. 596
234
595
mani esser zonti a Monasteriolo, castello dil re di | le acque, a d' 5. Come å venti contrarij, mai è tocha romani, vicino a Valtolina ete.
Da Gradischa, dil provedador. Zercha quelli fanti , e Alvise di Novello, contestabele, e Piero di le Curazine, qualli sono in inopia.
Di la moier di domino Francesco Bernardim Visconte. Prega li sia reso il suo ; manda una letera
scrive il roy.
Di Muia, di sier Mathio Malipiero, podestà, di
6. Come a Trieste è venuto uno Piero di Bonhomo,
secretario dil re di romani ; dice il re vol tuor l'im- presa contra Milam, et che la zente è tutto in hordine.
Di Trani, di Nicolò da Ponte. In materia de'salnitrij , contra quel Tulio de Bitonte.
DiAntivari, di sier Piero Tiepolo, podestà, di 12.
Si duol di sier Andrea Michiel, provedador, qual fa
il tutto. Item, lui à fato apichar a li merli di la terra
li cinque pastrovichij fonno presi in la barufa con
turchi.
De li consoli e judeci de Antivari, di 16. Supli- cha la Signoria li mandi formenti da viver, sono in
gran calamita.
nium locho per andar presto, ni fa mover le velle ;
vol saper se a li 20 provisionati, ha con lui, li dia far
le spexe.
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà et
capetanio. Come à provisto de dodese homemi a la Schalla. Item, avisa passa de li panni bergamaschi,
azalli, fostagni, lanne francesche, et vanno dove vo
leno in contrabando etc.
Di Hongaria, di oratori, di Buda, di 30. Manda letere replichate, con li capitoli. Et l'orator dil turcho, partito il re di Buda, qual anda con suo fratello fuori per 8 zorni, è andato a caxa di alcuni baroni per interomper le pratiche ; perchè stimano seguirà l' acordo dil re con la Signoria nostra. El qual
orator turcho, al principio quando vene, non se inchinò al re. Item, il re e li populi tieneno la conclu- siom di la liga fata, tamen essi oratori aspetano risposta di capitoli ; et ozi è partito uno nontio con 4
cavali, va a Milan, per esser con li oratori francesi
e andar con lhoro in Franza, si dice per veder le
done e haverle im pytura; etiam per ajutar col 234 cardinal Roamlo reverendo ystrigoniense al cardinalato. Tamen si divulga, il re torà per noglie una Fo balotà di far 50 schiopetieri, per mandar in Antivari ; et balotà li danari per armar la galia Dolfi- | fia di uno ducha, nemicho dil re di romani, la più na. Item, il mandato dil capitanio di le fantarie.
Vene sier Hironimo Liom, el cavalier, avogador
di comun, e disse di contrabandi è a Sibinico, tolti
per sier Domenego Dolfin, capetanio dil colfo ; e
aricordo di li tre sopracomiti etc.
Intrò li cai di X, et sier Zacharia Dolfim, novo,
in loco di sier Bortolo Vituri, era amallato ; e si disse erano letere di Constantinopoli, qual non fo lete in colegio.
Da poi disnar fo gran conscio, fato dil conseio di X nuovi, tra i qual fono i primi sier Marco Sanudo et sier Polo Pixani, el cavalier, fono avogadori
di comum.
bella dona di Elemagna, di età di anni 16.
Da Constantinopoli, fo leto la letera venuta qucsta mune in zifra, drizata a Zacharia di Freschi,
de 4 april, credo sia di sier Andrea Griti. Come il
Signor manda oratori al roy per non disturbar la
praticha di la pace, et lhoro la desiderano ; et la Tur- chia sta mal, et sempre si dolerà, licet havesseno vi- toria di Lepanto ; tamen non la stimano. Il signor à
fato questo anno el possibile, maxime per terra ; et da Constantinopoli non è per venir armata; et le robe di sier Andrea Griti si vende, e metesi nel casuar dil signor ; et esso con li altri nostri merchadanti stanno bene, et hanno speranza.
Adi Xavosto. In colegio, fo San Lorenzo, veneno molti pelegrini francesi, dolendose di sier Ber- nardo Boldù, patrom di la galia dil Zafo, qual à to- chato ducati 700, et è stato sententiato ai cataveri,
e laudato la sententia a li auditori, et non voleno
andar ne darli li loro danari. Or consultato e dato
Et il colegio, reduto a consultar e dar audientia,
alditeno domino Gaspar Stanga, in contraditorio quelli di Seresina. Item, aldito privilegij di eerti frati di Santo Agustim di Cremona, vol la confirmation.
Di Udenc, dil luogo tenente. Manda una letera abuta dil conte Anzolo di Frangipanni, da Brignà ;
avisa turchi esser reduti im Bossina, et à mandato | sacramento a tutti, et ordinato a uno capetanio l'ancomandamento a tutti , chi ha cavali, stagino preparati ; et per un' altra, insieme col provedador Mar- cello, scriveno el conte di Pitiano sta meio; Antonio
di Pij è atmalato, sta grieve, et voria licentia da la
Signoria nostra di venir a Padoa a guarir.
dasse a retenirlo etc.
Vene l'orator dil papa ; mostró uno breve dil
papa, cercha il canonicha' di Padoa, sia dato il pos- sesso al reverendo domino Zuan Batista, episcopo
di Modena et datario ; et li fo risposto, ditto cano- Dil capetanio zeneral Pexaro, data sora Zara, in | nichato è stà dato a Lunardo Anselmi. Poi l'orator
597 598 MCCCCC, AGOSTO.
disse, zercha Faenza e Rimano il papa volleva risposta, schomunicherà chi li dà ajuto, et è solicità a
farlo d' alcuni signori. El principe li rispose sapientissime, et disseli si conseieria.
Et cussì fo balotà monition per mandarvi, e la
paga a li provisionati sono in Gradischa, e monition
per il zeneral.
Di Acola, di sier Piero Lambardo, provedador.
Come quelli citadini hanno mal animo versso la SiDi Ancona, fo leto una letera scrita a di 24
sier Anzolo Trivizam. Come el fradello dil marchexe di Mantoa, era li, monto su uno navilio, va
dal turcho, et li dè ducati 60 li bisognava; et cussi
è partito.
Relationedi Marco Bevazan, secretario, stalo al
re di romani, qual è amalito. Dice, come il ducha | gnoria nostra, e verba illorum in conseio.
Alberto di Baviera, cugnato dil re, li mandò al venir
4 provisionati ad acompagnarlo fuori ; et scrive alcune parole li disse pre' Lucha di Renaldi, che quelli
di la dieta l'havia fato licentiar, acciò il re non si
movi di la conclusiom, et lo acompagnò fino a Bulistagno ; e il re li fè pagar le spexe a l'hostaria. Fo parlato zercha scriver in Hongarla, e l'opiItem, è col re il cardinal San Severim, Antonio Ma- | nion di sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma ;
ria, Galeazo, so fradelli, e molti milanesi, qualli stanno con speranza di ritornar in stato ; et che in la Da poi disnar fo gran conseio. Et vene letere
dieta, qual è quasi compita, sono stati numero 700, da mar, qual fo lete in colegio ; et hessendo reduto
zoè duchi XXI, principi 90, terre franche 130, ve- gran conseio, e balotandosi le voxe, vene la nova,
scovi 50, abati 80 etc. Hanno concluso per sei anni | letere di mar. Tutto il conseio si messe in moto, et
pagar 20 milia cavali et 30 milia pedoni al re, per
recuperar quello ſo di l'imperio; vol prima haver
Milam ; hanno mandato oratori al re di Franza, zoè
el ducha Federico di Saxonia, elector, lo episcopo di
Costanza et il conte di Naxò, per dimandar il duchato di Milan, il signor Lodovico et Ascanio ; e si dice, si la Signoria vora ajutar francesi, si li romperà
235 adosso. Et hanno partito le terre nostre: il ducha
Zorzi di Baviera vol Verona, benchè le terre franche non darà li danari limitati, maxime quelle sono
merchadantesche, per haver ubligatiom difen.ler
l'imperio solamente ; et voleno mandar etiam zente
versso Goricia, e danno famma per caxon di turchi.
Item, il roy à in corte grande amici e salariadi; si
tien si acorderano insieme; et a Borno era soldati di
Maximiano; et sguizari non sono in acordo con lui,
et ne erano thoro oratori a la dieta, e do volte fonno
a le man, e si dice è stà morti da 28 milia todeschi,
homeni degni, in la guerra auta con sguizari. Item,
il re à a cuor le cosse turchesche, e voria far quella
impresa, per esser di più sua laude ; et la letera di
Antonio Burlo, fo causa di farla far Piero di Trieste, secretario dil re, per esser suo parente.
e fo rimesso far doman pregadi.
il canzelier grando, per aquietarlo, convene dir : Signor, sono venute latere da mar; nulla da dir, ma
niente di mal. E cussi compiteno di ballotar ; ma fo
mal assai, e il colegio di mala voia.
Di Otranto, di sier Alvise Contarini, governador, di 30 luio. Che manda ditte letere, che impor tano assai.
Di Trani, di sier Piero di Prioli, governador,
di primo avosto. Manda dite letere, et à uno aviso
di Napoli, de uno scrive a uno citadim de li, nominato domino Lucha ; et li avisa di l' acordo fato dil
re Fedrico col roy, va sequendo, e il re li manda il
camerlengo e uno altro in Franza, e la raina e il
cardinal Roan vol tal acordo. Item, da Roma à letere di domino Antonio Maria da la Mirandola ; li
avisa la Mirandola esser acordà con francesi in darli
ducati 7000, et che lui non pagerà per esser amico
dil roy, et il conte Lodovico, secondo suo nepote,
tu preso da' francesi, per rescuoderlo spexe ducati
2500.
Da Corfu, dil baylo, consieri e proved ulor, di 235'
27. Come hanno nova di la nostra armata, e di la
creation dil vice zeneral ; et a dì 22 zonse la galia,
Di pre' Lucha di Renaldi, fo leto una letera, sopracomito sier Bortolo Dandolo, e la nave Zustiscrive a la Signoria. In defensiom di ditto Antonio | gnana parti con Paulo Albanese et provisionati 200,
Burlo, dicendo non è in colpa.
Et fo scrito al re di romani, in risposta di sua
letera zercha ditto Antonio Burlo, di esser stà causa
di condur turchi.
Dil signor Bortolo d' Alviano, data in la Patria
di Friul. Manda in nota le artilarie bisogna e monition, a voler difender li passi da' turchi, et in
conclusion, bombardieri, piombo e polvere.
il resto se li manderà driedo. Et a dì 23 etiam parti
sier Francesco Arimondo, soracomito, de li ; et a di
25 passó de li sier Piero Trivixam, etiam soracomito, va trovar l' armada. Item, hanno armato cinque
fuste et expedite in armada ; dimandano danari per
li soldati e marangoni che de li lavorano, o ver
murari.
Di sier Lucha Querini, provedulor di Corfà, di
599 MCCCCC, AGOSTO. GOO
27. Come à mandato aqua im bote a l'armada,
e biscoti ; e do marani cargi di biscoti, venuti da
Trani, li ha expediti subito.
gna etc., e vederà di poner 200 barili di polvere
in Modom.
lamio Bevilaqua, soramasser dil zeneral, al Zante, ad
haver quanti fanti e provisionati pol haver, e darli
ducati tre e più per uno al mexe, e li à dà ducati
Dal Zante, di sier Hironimo Contarini, prove- 1000, e à man là a impir bote di aqua ; solicita se li
dador di l' armada, di 12 luio. Lauda sier Nicolò manli monitiom, danari e biscoto. Conclude, si granMarcello, provedador dil Zante, di provision el fa, ❘ de honor non si farà, non si lasserà haver vergolicet varij siano li animi de li habitanti ; e scrive il
successo di l' arma' nemicha, era al Figer etc. Lui è
li , et solicita con letere il zeneral, vengi con l'armata. Item, l'armata ussi di colfo di Lepanto, è solum
velle 160, zoè 19 quare con la nave e galeaza, 25
galie sotil, il resto fuste e palandarie ; et li al Zante
era la galia Zena, venuta di Candia, la qual feva
aqua ; biasma chi l' à mandata senza conzar ; e questo medemo fa la galia Polana.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, de cinque, date in galia, a l' Anti Paxu.
Nulla da conto, et cosse vechie.
Dil ditto provelador, data a di 20, al Zante.
Comme con X galie andò a Modom, fo al Zante, poi a
Modon, e conforto quel rezimento, e turchi lo havia
comenzà a bombardar. Narra il ritorno suo al Zante; scrive la conditiom di la nostra arımata, galie
sotil 34, grosse 13, nave 20, schierazi 3. Quella dil
turcho, velle 250, zoè galie sotil 60, grosse 4, quare
28, e la nave grossa e la galeaza, et nave do di botte
800, una di 700, il resto di bote 200 in 300, galeote
20 di banchi 18, 20 l'una ; summa, velle 250. Nara
la electiom dil vice zeneral e dil provedador, et
come era ordinato di partirsi quella sera per Modom.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie
grosse, data a di 20, in galia, ivi. Nulla di conclusiom, e si partirà per il Zante, e havia le chiave di
la cassa dil zeneral, et che sopra la galia di sier
Hironimo Pixani, provedador di l'armada, fo fato
il vice zeneral.
Dil ditto, data in galia, ivi, a di 20. Come a di
15 zonse a quella ixola sier Piero Sanudo, capetanio
di le nave di Soria, con 8 nave mal in hordine, e intrò
im porto di la Nata, justa i mandati, a dì 18 ; et havia
su dite nave provisionati 380, levati di Candia. Item,
inteso esso provedador il zeneral star mal, scrisse
tuta l'armata ivi venisse, la qual eri zonse, zoè galie 13 grosse, X nave et X galie sotil, computà quella
dil zeneral ; et il provedador Pixani, con le altre
galie, ritornò da Modon ; e cussi, essendo manchato
il zeneral , se reduseno su la galia Pixana 49 sopracomiti, et volcano essi provedadori far il governo
di l'armada a setimana, et ditti sopracomiti non
volseno ; unde ſeno do consieri , qualli poseno parte di far uno vice capetanio zeneral, con autorità etc. ,
e uno vice provedador. Have una di no. Li consieri
fonno sier Jacomo Venier et sier Marco Orio. Eravi
sopracomiti di galie grosse e sotil e di nave, e lo
elexeno lui provedador per vice zeneral, e provedador fu fato sier Alvise Salamon, qual lo lauda. Et
poi andoe su la galia dil zeneral, e trovò in cassa
6200 ducati, con quelli va a Napoli di Romania,
per pagar soldati, in gropi ..., in ducati 500 l'uno;
dice è molti di questi danari im spizilità di esso
quondam zeneral. Et cussi dete ducati 500 a sier
Bortolo Falier, sopracomito, nepote dil zeneral, di
questi ; e il resto portò sopra la sua galia. Item,
quanto a li tre sopracomiti, causa dil perder la galia pagana, hessendo uno da cha' Contarini, à deliberà di soprastar a la sententia, et aspectar hordine | Damasco, et hessendo in Canal di Rodi l'aspetò per di la Signoria nostra. Item, in quella note, con tuta
236 l'armata, zoè galie 34, 13 grosse, nave 20, schierazi 3 ; summa, velle 70 in tutto ; et si partirà per
andar a Modom, dove è andata l'arma' turchescha,
la qual parti a di 16 di la Zefalonia, e va tarda.
Item, lui à fato molte provisiom, et manda BorthoDi sier Marco Orio, vice capetanio di le nave armade, date a di 20. Nulla di conclusion ; chome si
partirà etc.; nara la election dil vice zeneral, qual ho scripta di sopra.
Di sier Piero Sanudo, syndico et capetunio di le
nave di Soria. Scrive quello fece dil mexe di april
in Cypro, et che 20 nave, era tra le saline e l'isola,
li fè comandamento non si partisse ; e sier Cosma
Pasqualigo, luogo tenente, fo con lui , et cussi elexeno, per il conseio di XII, capetanio di dite nave, et
lo elexe lui ; et cavalchò a le saline, dove trovò XI
nave, sopra le qual montoe. Et venendo una di ditte,
patron Marco Antonio Novello, su la qual era sier
Bortolo Minio, fo capetanio a Famagosta, e sier Beneto Sanudo, suo cuxim e fradello, stato consolo a
consultar insieme. E mandò a chiamar dita nave, e
il patron non volse venir, e il Minio rispose voria
esser in Histria. Et cussi, di lhoro conserva, ditta
nave si parti. E poi a di ... zugno, gionseno in Candia, e fato à intender a li consieri, sier Alvise da
Mulla e sier Piero Falier, qualli governavano il re-
601 MCCCCC, AGOSTO. 602
zimento, per esser sier Bernardo Zustignan, capetanio, vice ducha, amalato, li desse biscoti, provisionati, homeni, polvere etc.; disseno di farlo. Poi il
diavolo fè, che il vice ducha non volse ; et su la nave
236 di sier Piero Ruzier, su la qual hè esso capetanio, li
homeni se ne fuzite, et zercha 60 vene di suo voler;
pur, a la fine, quel rezimento li dè, e con gran faticha, do barili di polvere per uno, et li in Candia era
da forsi 60 nave, zoè do barze di Spagna, una di
bote 1500 et l'altra 500, qualle venivano in armada
con ducati 800, et erano col rezimento a mercha' . El
qual li disse, manchava di tuorle per non haver danari, e crede sariano venuti con ducati 200 per uno,
e lui synico li haria exborsati dil suo. Conclusive,
carga sier Bernardo Zustignan, capetanio, e dice
proverà il tutto ; li protesto etc. Item, a di 12 luio,
con ditte nave parti di Candia, et a dì 18 zonse li a
la Nata, dove hè desideroso far etc.; e à intromesso
Vicenzo di Andrea, Athanasio Can, e altri patroni di
nave desobedienti, qualli li menerà al conscio. Item,
con lui al Zante è queste nave :
:
Nave de Soria, capetanio sier Piero Sanudo.
La nave Bernarda, patrom Piero da Liesna.
La nave Malipiera, patrom Michiel di Stephani.
La nave, patrom Zuam Scharamelli.
La nave, patrom sier Raymondo Bragadin.
La nave, patrom Cabriel di Monte.
La caravela, patrom Michiel da Brandizo .
Di Candia, di sier Bernardo Zustignan, capetanio e vice ducha, e consieri, de 26 zugno. In una,
danna el synico Sanudo, qual era pegro a spazarsi
con quelle nave, e andar in armada ; si scusano non
haverli dato quanto el dimandava ; mandano alcune
depositiom de molti, di quello li mandò a dir esso
synico Sanudo, qual volse retenir, e li fè protesti. Per l'altra letera, avisano quello hanno fato, si dil
mandar homeni a Napoli di Romania e in armada e
li bandizati, e l' armar di quelle galie con pochi danari mandatoli, e dil zonzer li la nave di Manolessi
con le monitiom e cosse per armar, et dil zonzer li
anime 500 mothonee.
DiNapoli di Romania, di sier Jacomo di Renier
e sier Alvise Barbarigo, rectori, do letere, una non
dice il zorno, l' altra di 6 bajo. Di la morte di Colla
da Roma, contestabele, e quella compagnia non l'ànno data a niuno, per nou meter discordia ; è là soto
el strenuo Gorlim . Manda la mostra di ditto Gorlim
e dil Danese. Item, è morto Mexa Busichij ; à lassà
li fioli poveri ; aricordano se li proveda ; solicitano
li soldati ; et turchi 4000 è (ad) Argos, scaramuzano nostri stratioti con lhoro, e portano teste in la
terra. Item, scrive di tre citadini sospeti etc. , justa
quello scrisse sier Hironimo Contarini, qualli li retene e li mandò in Candia. E li capi albanesi si sublevo, e disse turchi havia levà vanie a questi tre,
a dir havesseno praticha con lhoro etc. Item, de liè
una galia, fo Taiapicra, posto per sopracomito sier
Simon Ferro, et li rectori voleva l'andasse a far
escha. Achadete, ditto sopracomito robò uno gonelim a uno contestabele, e fo a le mam; e li dè sovenziom a li galioti di farine etc. Item, vene sier Valerio
Marcello e Alexandro di Goti con do galie, a condur
Gorlin ; si partino, sì che fece si bella ponta il Fero.
Di sier Domenego Corner, castelam dil Scoio di 237
Napoli di Romania, di 6. Narra il suo infortunio,
di haver perso la roba da' turchi , qual mandava con
la moier de qui ; la qual dona fuzite in terra, e fo
levada da do nostre galie, et lui è mexi ... è li castelan, 0 à 'buto ; si ricomanda.
Da Modom, di sier Marco Cabriel e sier Antotonio Zantani, retori, di 7 et 8 luio. Come turchi
12 milia li erano acampati a torno ; poi vene el bilarbei di la Romania, mo terzo zorno, ita che sono
da persone 30 milia a campo ; nostri stanno di bon
animo, purchè la nostra armada si apresenti ; hanno
poca polvere, et ne voriano di l'altra ; laudano Antonio di Fabri e Sabastian da Moncelese, contestabele. Item, come do galie, sopracomiti sier Valerio
Marzello et Alexandro di Gotti , veneno li, et la nave
Contarina la licentiono per l' armada, e patron Damiam di Mariani, e cussi altre charavele ; e zonse li
la nave, patron Vicenzo Orsso. Item, turchi 3000
andono al castel dil Zonchio, nulla hanno fato ; nostri si difende virilmente ; solicita l'armada vengi ,
e non se li manchi di soccorsso.
Deli ditti, di 8. Come hanno a torno turchi 60
milia, et comenzono a bombardar la terra con do
bombarde, condute da Patras ; da tre bande sono
acampati, et hanno comenza a far uno bastiom a
Santa Veneranda, sul monte; et nostri scharamuzano
con lhoro, et fanno danni a' ditti turchi, ma non
hanno polvere etc.
Deli ditti, di 12. Dubitano assai, et stanno im
pericolo. A dì XI turchi bombardono il borgo, et
hanno li repari soto la terra, e dentro è manchamento di aque. È letera brieve, et con una copia ,
scriveno al zeneral ; concludendo, meteno esser in
gran pericolo, non hanno polvere per zorni X, casse
di freze numero 6, qua pocha. Item, li è rimaste
603 MCCCCC, AGOSTO.
604
tre galie, sier Valerio Marcello, sier Batista Polani,
di Candia, e Jacomo di Barbis, da Liesna, qualli sono
stà contenti di rimanir. Biasmano esso zeneral non
li socori ; hanno remandà via le galie, vene col provedador Pixani, per non haver da darli da viver,
maxime aqua ; solicitano la nostra armada si mostri,
et voriano mai quelle X galie nostre non fosseno
venute de li, perchè il partir ha fato mal cuor a
quelli di Modon.
Fo leto una letera scrive Hironimo Dacha a suo
fradello Nicolò, è qui orator, data a Modon, a dì X.
Come la terra è im pericolo ; turchi combate con
freze, e in la terra è mal governo etc. Voria venisse
a tuor la sua roba.
Da la Vajussa, di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo, di 29 luio. Come zonse li a quella
bocha, e trovò 4 galie grosse, zoè sier Marco Tiepolo, sier Daniel Pasqualigo, sier Andrea Marzello e
sier Sabastian Contarini ; et tre sotil, quella di Cherso, di Sibinico e di Zara ; l'altra di Traù è andata
Qui soto sarano notadi alcuni hordeni dete sier
Marchio Trivixan, capetanio zeneral di mar, ad andar contra l'armada dil turco, qualli horra si veteno.
Ordine di sier Marchio Trivixam, capetanio zeneral
di mar, dato a l'armada nostra.
Jesus Christus. In nome de l'eterno et summo
nostro Signor Idio, et de la intemerata verzene et
gloriosa madre Maria, et del beato evanzelista missier San Marco, defensor et protetor nostro, nel
1500, a dì 18 de zugno, a Cao deł Ducato,
El magnifico et clarissimo missier Marchio Trivisano, dignissimo capetanio zeneral di mar, comanda a vuj, magnifici provedadori, capetanij , sopracomiti, patroni, et tuti i altri per suo grado, che debiati con ogni diligentia, governo et obedientia, exequir li ordeni qui soto notadi, soto pena de la indignatiom de la illustrissima et excellentissima ducal
a Corfù, e la nave di Pexari ; et trovò questi haver | Signoria nostra, et a presso di perder la vita, quando
fato ben di butar saxi a la bocha, qual im più luogi
237 è pie' tre e mezo di aqua ; mada poi che turchi tre- teno bombarde, nostri O sequiteno; et ha in ditta fiumara esser galie Xgrosse, 16sotil, 7 fuste in hordine per ussir ; lui vederà di far il tutto non eschano. Item, poi vene la galia tragurina, stata a Corfù,
con letere di 26, dil provedador, qual vol che esso capetanio mandi più numero di galie el puol al vice
zeneral, et intese la morte dil zeneral, e come la no- stra armada andava versso Modom, unde mandado
galie grosse, Tiepola e Pasqualiga, e do sotil, zaratina e Chersso; resta li con do grosse et tre sotil,
con la soa e la nave Pesara.
Et leto ditte letere, tutti di colegio rimaseno
molto mal contenti, dubitando di Modom, e dannando il zeneral morto.
per sua magnificencia serà comandado se habi a tuor
impresa contra l'armada del turco, inimicha de la santa fede et de la prefata serenissima Signoria ; nel qual caso tuti con le sue comitive habino ad investir
animosa et gagliardamente cadaum a la posta et
luogo suo, portandose viril et intrepidamente ; et el primo feridor vadi ad investir, quando esso clarissimo zeneral farà alzar et callar tre volte el suo ga- iardo, deputando a banda sinistra, et li altri succes- 238
sive fazino el medesimo, come qui soto serà notado.
El primo feridor, el magnifico missier Marco
Orio, vice capetanio de le nave, con tute le quare.
El segondo feridor, el magnifico missier Jacomo
Venier, capetanio di le galie grosse, con tute le ga- lie grosse a lui deputade.
El terzo feridor, el magnifico missier Hironimo
Pixani, provedador, con le galie sotil a lui deputade.
El quarto feridor, el magnifico missier Hironimo
Contarini, provedador, con le galie a lui deputade.
El quinto, serà esso clarissimo zeneral, con le
galie li parerà tenir a presso de si .
Di Cremona, di proveditori. Manda una letera
abuta dal conte Guido di Gonzaga, li scrive a Man- toa esser stà il ducha di Ferara, per acordarlo con il
re di Franza, e far non sia con Maximiam, dicendo- li : Tu è in mezo di la Signoria e dil roy ; se non ti
acordi, sei spazato. E il marchexe àdito, è contento,
con questo esso ducha li sia segurtà. Et mandano missier Zuam Valla, con missier Jacomo d' Adria,
iterum in Franza. Item, è tornà uno fiol di Antima- ❘ intrigarse insieme, nè seguir altro inconveniente
cho, secretario mazor di esso marchexe, dal turco ;
dice il signor è molto disposto contra la Signoria, et va a Modon, e si diceva il re di Hongaria non sarà
in acordo con la Signoria, el qual fiol di Chalimacho
parhabi studiato in Grecia.
Et advertiscano tutti andar con l'hordine soprascrito, andar uniti quanto sia possibile, salva tamen la debita distanzia da un legno a l'altro, che nè
possa. A presso nel ferir, i legni grossi investir debino
li grossi , et li altri queli de le so qualità ; nè alcuno se habbi a dispensar per alcum modo da la bataglia,
lino la durerà, o fino si baverà obtenuta vitoria, o
605 MCCCCC, AGOSTO. 606
238 *
ver che per esso clarissimo zeneral non si serà comandato ; nè presuma alcum, fino che durerà la bataglia, far butino alcuno soto pena di la vita.
Primo feridor.
El magnifico missier Marco Orio, con tute nave
et quare se atroverano.
Secondo feridor.
El magnifico missier Jacomo Venier, con tute le
galie grosse.
Terzo ferulor, banda destra.
El magnifico missier Hironimo Pixani, con le
infrascrite galie :
Sier Marin Barbo.
Sier Polo Nani.
Sier Alexandro di Gotti.
Sier Bortolo Falier.
Sier Francesco di Mezo.
Bernardo Buchia, da Cataro.
Sier Zuan Malipiero.
Andrea Petrecim.
Trani.
Sier Marco Grioni.
Et quantunque questo ordine non havesse effecto, pur ne ho voluto far notta, acció 0 vi manchi.
Da poi disnar, fo determinato far pregadi, zoè a
dì X. Quello fo fato in colegio la matina, non scrivo,
perchè non vi fui, et ozi fo solum leto molte letere,
e queste nove venute.
Di Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, di 7. Manda avisi de' turchi, qualli fanno qualche preparatiom im Bossina. Manda una letera di Martim e Piero Ludovenich, data a Brignà ;
li avisa zercha turchi. Item, scrive di certi debitori
Sier Marco Antonio Contarini , quondam sier li in Cao d' Istria, saria bon scuoderli, et li danari si
Alvise.
Sier Francesco Pasqualigo , quondam sier Filippo.
Sier Valerio Marcello.
Sier Alvise Orio.
Monopoli.
Pasqualigo di Can lia.
Sier Alvise da Canal, quonlam sier Jacomo.
Banda senistra, quarto feridor.
scoderano ponerli a fortifichatiom etc.
Dil ditto, di X. Come mandò el fio di Jacomo
Lepori, a saper quello fano turchi im Bossina. El
ditto li scrive di la adunation fanno essi turchi per
corer in Friul o ver Dalmatia ; e altre particularità,
ul in ex.
Di Veyia, di sier Piero Malipiero, provedador,
di 8. Dil zonzer li di oratori di Franza, vien di Hongaria; ai qual li ha presentadi vituarie, et sono montadi in grippo. Item, come el fradello dil marchexe
di Mantoa, hessendo con una caravella in Quarner,
El magnifico missier Hironimo Contarini, con le ❘ trete la saita, e amazò tre homeni, uno di qual era
infrascrite galie :
Sier Hironimo Michiel, di sier Antonio.
Sier Sabastiam Foscharini.
Sier Antonio da Canal.
da conto ; lo fè sepelir con honor a Fiume, va im
Bossina a Schauder bassà. Item, de li a Veia si arma
la fusta, aspetta hordine. Item, turchi sono in hordine, et dieno corer di brieve. Item, in una altra leSier Filippo Basadona, quondam sier Zuan Fran- tera, dice, esser vero dil fratello dil marchexe di
cesco.
Sier Alvise Salamom.
Sier Anzolo Orio.
Otranto.
Sier Batista Polani, di Candia.
Barbarigo, di Candia.
Quinto feridor.
Mantoa, qual con 30 cavali et 40 persone, e lui vestito di beretin, con barba, esser passato, e uno suo
lo vide, va in Bossina, et è vero di morti da la sayta.
Da Zara, di rectori, di 4 et 5. Come lui, sier
Francesco Venier, conte, è stato a Nona, à visto il
tutto, è pocha aqua a torno, e saria meio far disfar
il terzo di la terra ; à provisto etc. Item, di le 18
barche mandono in socorsso, capetanio Hironimo di
Bertolazi, voriano monition, perchè quelle haveano,
El clarissimo zeneral, con le infrascrite galie, vi- le mandò a Nona, e una si rupe la mandano de qui.
delicet :
Sier Nadal Marcello.
Ser Andrea Foscolo.
Da Brandizo, di sier Jacomo Barbaro, castelan
dil Scoio, di 29 luio. Di provisiom fate in castello,
adeo non teme di nu'la, ni etiam di l'armata dil 239
607 MCCCCC, AGOSTO. 608
turco ; à ricevuto le provisione mandate ; si offeris- | la penssion, era obligata darli per capitoli ; et prese etc. Manda copia di nove da mar, tute abute per
altra via, et di la Vajussa.
Da Corom, di sier Francesco Zigogna, provedador di la Morea, di 3 luio. Zanze. Nulla da conto, la
qual non fo leta.
sentò letere dil roy da Lion, di 20, per le qual esso
re prega la Signoria li satisfazi. Item, per una altra
letera, vol ducati 100 lui di pension su Santa Maria
di Castel Liom, qual fo da al cardinal Michiel. Era 239'
con ditto nontio de' sguizari Piero Pender, todesco,
habita in questa terra, per il qual foli fato dir si vederia.
Vene il fratello dil marchexe di Ancisa, per il
qual eri fo leto una letera dil roy in sua recomandatione. Vol la Signoria li dagi soldo. El principe li
rispose, non era tempo al presente.
Da Verona, di rectori. Di una letera li hanno
scrito il capetanio di Trento, zercha la restitution
di le robe di Frachasso. Li dice li renda, quasi minando, dicendo esser homo di l'imperador. El qual
Frachasso se ritrova li, et lhoro li hanno risposto,
non è stà retenute ditte robe per nome di la Signoria nostra, ma alcuni da si le han retenute. Et per Veneno li oficiali di cataveri, et li pelegrini, zercolegio li fo rescrito, le rendino, et mostri da lhoro, ❘ cha sier Bernardo Boldu, patron, qual non era sta
senza alcum hordine di la Signoria nostra.
In questo pregadi vene il principe, et altro non
fu fato, cha lezer letere. Et ozi zonse qui li do oratori francesi, vien di Hongaria, alozati in la caxa di
sier Polo Trivixan, el cavalier, podestà di Brexa,
dove li fo preparato. Et fo chiamati, per il principe,
sier Marco Lipomano, el cavalier, sier Marco Dandolo, dotor e cavalier, sier Andrea Trivixan, el cavalier, e sier Marin Zorzi , dotor, erano di pregadi, e
mandati zoso a visitarli, nomine Dominii.
A di XI avosto. In colegio vene l'orator di
Franza, et mostró una letera di monsignor di Luciom. Li scrive di le done di rebelli, volse li desse
una patente; poi pregò la Signoria si risolvi in таteria pontificis, e compiasi al papa. Item, ricomando
uno nontio di uno da Melze, milanese, qual à letere
dil senato di Milan. Et li fo risposto a tutto per il
principe, e ditto di Marco Bevazan, ritornato etc. Et
l'orator ail : inter duas molas se ritrova il roy,
zoè tra il papa e la Signoria. Et cussi si parti.
Vene quel preposito, nontio di quelli da Melze,
con letere di monsignor di Luciom. Prega la Signoria li rendi le possessiom, tolte come ribello, atento
non ha fallito, e il re li ha perdonà. Li ſo risposto,
si conseieria.
Vene l'orator di Ferara, e comunicho il signor
suo esser stato a Mantoa, à trova quel marchexe ben
disposto con il roy di Franza, vol far tutto; si che,
come fiol, comunicha questo a la Signoria. Fo ringratiato di tal comunichatione.
Vene sier Polo Calbo, fo sopracomito, et retenuto per li avogadori, pregando la Signoria ordinasse fusse expedito, atento non ha fallito, et ha fato
assai. Risposto si diria a li avogadori.
Vene uno canonicho, orator di bernesi, con letere soto scrite : Scultetus et consules bernenses, date
a Berna, a di 20 luio. pregando la Signoria li dagi
trovato ; a li qual fo commesso da matina vendesseno la galia. E a l'incontro, sier Polo Boldù volea
difender il fratello ; 0 valse. La qual galia poi fo
venduda a sier Alvise Morexini, di sier Nicolò.
Fo leto una letera di sier Marco Cabriel, castelan e provedador a Modom, di 12 luio. Scrive a sier
Piero, suo fratello, carga il zeneral; e con le galie
Marcella e Pollana hanno auto 80 provisionati ;
hanno manchamento di aqua. E ditta letera fo fata
lezer per sier Lunardo Grimani, licet il zeneral
fusse morto.
....
Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di 16, 18 et 20. Biasma li nostri, lauda il provedador Contarini ; l'arma' turcha fo pocho lontan de li ;
la qual è solum do nave grosse, galeaze X, navilij . . . .
et 60 galie sotil, et vene XV fuste sopra l'ixola ;
brusò assa' caxe, e fè danno ; e lhoro aspetando l'armada, con saxi si preparò. Lauda quelli fidelissimi ;
poi scrive di levar di ditta armada de Yliaco ; tien
che per fortuna habi auto assa' mal; à tenuto la via
di fuora via di Sapientia ; esso provedador à dato le
monition havia, e artilarie, a l'armada nostra, che
de li fo manda per l' armiraio dil Zante, etiam datoli
aqua, e quante bote ha potuto trovar. Et altro ; nulla
da conto.
Da Milam, dil secretario, di 7. Come li presoni
erano in castello, come par qui sotto, sono stà lassati, con questo, chi vadino a star a Garnopoli, chi
a Zenoa, chi a Saona, chi Aste, e solum resta cinque
in castello ; et vien alozar in li borgi 40 lanze. Questo, perchè non voleno haver vituarie, dove sono
alozate. Et quelli siguori non cavalchano, e aspetano
danari per pagar. Item, il capetanio di le donave,
si arma a Zenoa, è venuto li per danari ; dice a la
più presta amezo avosto sarano in hordine ; mancha
akune artilarie ; e ditto capetanio dice le sono in
Mexandria di La Paja, e che in 4 zorni sarano a Ze-
609 MCCCCC, AGOSTO. 610
240-
noa. Di Elemagna nulla si sente. Item, in la materia | signor. Et il signor Sigismondo, suo fiol, era amadi canonici di Santa Maria di la Scala, monsignor di
Lucion à scrito a l' orator suo è qui.
La nomede li presoni erano in castello de Milan,
trati et confinati in diverssi lochi.
Missier Baptista Visconte.
Missier Alvixe di Galerà.
Missier Zuan da Castrona.
Missier lo preosto di San Caramelo.
Missier lo preosto da Como, ch'è de' Marliam.
Missier Scharamuza Visconte.
Missier Liom Forte.
Missier Zuam Francesco da Becharia.
Missier Zuam Cabriel Crivello.
Missier Zuam Andrea Cagnola.
Missier Dionisio Cuorio.
Missier lo preosto de Galarà .
Missier monsignor de le Tua.
Questi soprascriti sono stà confinati, chi a Gra- nopoli, chi a Zenoa, chi a Saona, chi in Aste; e il
forzo a Granoble.
Et li sotoscriti cinque rimangino in castello ; et,
expediti serano li altri, se dice li manderano in
Franza:
lato ; e il ducha de Urbim sta cussi, pur amalato, et
etiam suo fradello, conte Antonio, era amallato.
Dil datario dil papa. Prega la Signoria li dagi il
possesso dil canonicha' di Padoa, abuto dal papa,
atento li soi meriti.
Da Verona, di rectori, di XI. Come fanno conzar uno bastiom a Seravalle, versso Roverè, comenzato za per li soi predecessori, consulente il conte di
Pitiano.
Fo parlato e consultato quello si habbi risponder
al papa. Et il principe si levo. Fono alditi per la Signoria e il colegio li patroni di le galie, sono in armada, zercha li soi crediti, per il terzo di dacij a
lhoro ubligati et suspesi.
Intrò li cai di X, e mandati tutti fuora etc.
A de 12 avosto. In colegio, in camera da basso 240 *
reduto, vene sier Piero Nani, venuto provedador di
Otranto, et volendo referir, non fo aldito, per esser
venute letere da mar, per via di terra, di gran im- portantia, con letere da Trani, di Modom, di Corfù,
e dil vice capetanio zeneral. Il sumario di le qual letere scriverò qui di soto. Et prima :
Di sierHironimo Contarini, vice capetanio zeneral di mar, date in galia, a di 25 luio, al Prodano.
Come, a dl 20, si levo dal Zante con tuta l' armata,
per andar versso Modom. Mando l'antiguarda per
discoprir ; trovò il Prodano neto ; si alozò ll. El di
da poi, mandò l'antiguarda versso Modom, crete
Missier lo preosto de Vil Boldon, fiol dil the- l'armata nemicha esser reduta al Griso, di là di Mosorier.
Monsignor Crivello.
Monsignor Visconte.
Missier Batista di Ladriam.
Monsignor Visconte, fiol di missier Zuan Maria.
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, dotor,
vicedomino, di X. Come domino Zuam Valla va in
Franza, per acordar Mantoa col roy, e va con uno
homo dil marchexe di Mantoa; e par il signor ducha
mandi a dir al roy, che Maximian e la Signoria nostra li voleva dar partido, et che ſo mandato uno
orator fino a Mantoa a questo effecto. Ede li si dice
dil intertenir li oratori dil turco qui. Di Toschana,
nulla; et li a Ferara è venuto uno di Galeoti, dice va
a Pexaro per il roy a tuor quel signor im protetion.
Noto, l'orator di Franza disse questa matina, il
suo roy et Maximiam si acorderano insieme.
Di Rimano, di Marco Antonio Zambom , secretario , di 8. Come el governador di Cesena à
serito al signor, farà ripresaia per caxom di certo citadim etc. Et si scrive : Illustrissimi ducis Valentini
locum tenens. Item, il signor è stato fuori a piacer, et
Cesaro Bataia, era a Ravena, è venuto a gracia dil
1 Diarii di M. SANUTO. -
Tom. III.
dom, et fo discoperto nemici con il forzo di l'armata, exeto le quare, esser alozate im porto dil Zonchio, e con bonaza veniva a la mostra molto gaiardi.
Unde, inteso el bombardar faceva turchi di continuo
a Modon, e, per darli cuor, si forzó mostrarsi con
l' armata nostra, levandossi e largandossi ; e a di 23
si levo per veder di socorer Modon, tenendo ivi la
volta, e nemici erano levati, e venivano di ver Modon con l'armata. Le velle quare rimase a Sapientia,
et havendo nostri il vento streto a ostro sirocho, e
i nimici prospero, si extese tanto avanti con le galie
sotil, che ancor fusse soto vento, con bon cuor li fè
un saluto di bombarde, e, stretosi al mar, si slargò
e tornò a luocho usato. E per socorer Modom, a di
24, si levò con tuta l'armata, tenendossi non troppo
largo da terra, per mandar certe galie ordinate.
Parse fuora dil Zonchio alcune galie ; esso capetanio
per dimostrar gaiardo, si strense ; unde, ussi gran
numero di galie, palandarie, fuste e tutta l' armata,
da le quare in fuora, remizando, adeo nostri non erano bastante al terzo. Per raxom si extese più al mar,
39
611 MCCCCC, AGOSTO. 612
per conzonzersi con le galie grosse, qual erano al- ❘ stono in mezo scaramuzando fino notte scura, per esser sfondrato la galia, e altre, oltra quelle che da
si andava a fondi. Sopravene la notte etc.; et quelle
do nostre galie fè virilmente, e fè tanta carne di
nimici , cossa incredibile. Or , esso vice capetanio
quanto più terazade di le nave. Nemici havia tuta
l'armada de taio, prese vigoria, se messeno dreto,
adeo à largato alquanto, parendoli esser a termine.
Le nave, tenendo l'armata nimicha im bistante, ро- teano esser a tempo, hessendo il tempo piazevole di | à 'uto di questo gran dispiacer; et le ditte galie,
provenza, provochato da la oportunità e di la sviserata dispositiom per salvar Modom, privo di soccor- so, e per el clamor di galioti vigorosi, qualli da ogni parte exclamava: Investir ! Investir ! li parse ad haver vitoria. E fato li segni soi per el bombardar ordinato,
e dete principio a bombardar con le galie grosse e so241 til . Ethessendo l'arma' nemicha propinqua, e ajutando
pur il vento alquanto le galie grosse, ſato il segno de investir, il vice capetanio fu el primo, justa l' hor- | Signoria provedi a tal demeriti ; trova le forze di
contra l'hordine suo, se incandenò con el bassà, et, si
havia socorsso, ſevano ben. Si duol di la fortuna,
che, per li pechadi nostri, non lassò aver vitoria. Et, 241 slargato, trovò molte galie resentite, che andavano
a fondi per esser triste ; et a la scharamuza fono solum 24 sotil, et 9 grosse; le altre 4 sgindo. Non sa
la nome di patroni, acciò punir li possi ; et di le nave
non sa che dir, se non etc. Si duol, et prega la
dine, a ferir. Qual have coloquio con chi li era ; zoè
con galie nuove investi da una parte di l'armata,
scorendo drieto a lui le altre galie grosse, adeo la bataglia fu in hordine ; e le galie nostre, da l'altro canto, andava bresaiando, adeo i nimici si vedeva
streti , aspetando l' impeto di le sue galie dil capeta- nio. Erano nostri a termine di haver gloriosa vitoquesto cam turco esser potentissime, le nostre mal
bastante ; et hessendo lassato de impunir, non si troverà tropo che voglino più investir. È mal contento ; iterum prega se li provedi. L' arma' turcha è
galie 60 sotil, 7 grosse, le do galeaze con 18 quare,
fuste, parandarie, schirazi e brigantini, fin numero 230 in 240 velle, e di hora in hora si pol rifreschar ria; e già con l' artikaria havia fato gran frachasso. ❘ di gente e monition ; hanno bellissima artilaria ; e in questa scharamuza, chi è sfondrata, chi è resentita ;
et lui vol andar a tuor aqua per l'armada, e volea
mandar a investir in terra do galie, sier Marco Antonio Contarini e sier Zuan Malipiero, con schiopetieri , bombardieri, provisionati, et 200 barili di polvere per socorer Modon, hanno pocha polvere, et
mandarli casse 16 freze et ducati 500. Questi do si
haviano oferto, ma el volea mandar el Malipiero
sollo, questa note ; et è stà sſondrato in la bataglia.
Eri sera vene una barcheta, con letere di Modon,
unde à terminato con li provedadori mandar di
note, con tempo fato, 6 galie per soccorerli de homeni; perho aricorda si provedi de qui, e l' armata
nostra è mal in hordine di tutto, e lui si vol mostrar
a Modon, poi andar al Zante per aqua, et subito tornar ; et essendo sfondrà, per non perder la cassa a
queste occorentie, abandonò il suo propio haver, e
montò nel copano, e andò a la galia ſo di sier Nicolò da cha' da Pexaro, e li messe li groppi di la Signoria. Si duol di le galie perse; non gusta la vitoria ; dice, si à peccato in troppo cuor, dimanda perErano turchi spanti, e come quelli che dubitavano,
con cercha 60 galie sotil e bastarde deteno adosso
do nostre galie grosse erano adrieto ; quale, scharamuzando virilmente, aspetando 4 galie grosse, erano sorane vicine, e in termine di poter gaiardamente
investir e liberar le do, e nuoser assa' a i nimici. E
quelli, come nemici al stato nostro, spreto l'hordine,
saltò a l'orza, e se slargono senza investir ni far
demostration alcuna, ni ritornando, come era l'hordine, al bersaiar. E ancora lui provedador fosse con
poche galie sotil contra tre per una, et per il grado
teniva, tamen per dar cuor et exempio, facendo co- mandamenti e segnali a le galie grosse scorse, che
rendeseno la volta, si strense con vigoria avanti per
socorer ditte do galie, bombardando; unde, per disgracia, da poi molte bombarde et passavolanti tratoli, non senza pericolo di la persona, fo trato una
bombarda qual li dete in la poppe, a raso aqua, a
banda sinistra, e li trapassò da l'altro chanto, taliter che da una banda portò via 6 corbe, da l'altra 4;
unde per l'aqua veniva in galia, non si poteva tenir,
etli oficiali, cargato bem a prova, per sublevar la | dom. Li parsse investir, hessendo la nimicha divisa,
poppe, con sachi pieni e schiavine, alquanto reme- diato, avanzono l'aqua, e fatosi remurchiar d'alcune galie vicine fur di la furia, se ajutono con
bastriere et altri remedij, e, peso, el vento, che pur
alquanto segondava, cessò, et le nave erano vicine
uno mio, non se interponendo quelle do galie, reet per socorer Modon; conforta a far provision etc.
Item, à ſato libar le nave di Cypro di gotoni e salli,
e la galia fo dil zeneral è ben in hordine, e galioti,
non volendo dar il corpo fuori, à posto sopra per
sopracomito sier Hironimo Malipicro, quondam sier
Dario, et si la usa in l'armata con le altre, e la sua
613 MCCCCC, AGOSTO. 614
242
galia sfondrata la manla con la galia Vizamana di Poi vuol, ordena et comanda, che quando li paCandia, andava a fondi per esser trista, al Zante; rerà de offender, el nemicho hessendo sorto prima,
e lui, come à dito, è su la Pexara, e dice : Idio ne li magnifici capetanij de galie grosse et nave oponer
meti la sua santa mano ! Non sa come Dio soporta se debino a geto di bombarda con tute galie grosse,
tanta virtù contra christiani ; e li sia provisto de na- nave et quare, da esser ordinate con equalità nel star vilij, polvere etc. À serito a Corfù li mandi parte di ❘ et offender per essi capetanij, zoè el capetanio de
galie grosse a banda dextra, et quel de le nave a
banda senestra; et asestati al debito ordene, ogniun,
virilmente, con advertentia et bon ochio, sbarar fazi
le artilarie sue in l'armata nemicha, et perseverar
le galie è a la Vajusa. Item, post scrita, dice aver inteso dal capetanio, le galie prese esser la Leza e la Mosta.
Delditto vice capetanio zeneral, data ivi, al Proserà fato li segni ordinati et infrascritti.
dano, a dì 25. Scrive, a dì 22 zonse in arma' la ❘ in tal offensione fino per esso clarissimo vice general
nave Priola, patron Polo di Domenego ; e, ricevute
nostre letere, e Mathio da Lies con sguizari e schiopetieri 35, manda ducati 3000, parte per Napoli di
Romania; e à spazà la galia di sier Francesco di Mezo
con hordine vadi a Napoli, poi vadi in Candia con Abanda sinistra, el magnifico missier Alvise Saletere a quel rezimento, provedi con quelli feuda- | lamom, vice provedador, con le galie a lui, ut infra,
tarij e altri de homeni, danari etc., e armi subito
quelle nave sono de li. Item, ricevete alcune poche
monition, ma sopra tutto li sia manda polvere, freze
e curaze.
Ordine di sier Hironimo Contarini, vice capetanio
zeneral di mar, dato a l'armada nostra.
Nel nome del nostro Signor Dio, et de la gloriosa madre Verzene Maria, et de l'evangelista et
protetor nostro missier San Marco, questi sono li
ordeni da esser observadi nel tuor de l'impresa contra l'armata del signor turco, nemicho de la sancta
fede, et de l'illustrissimo ducal Dominio nostro de
Veniexia, imperhò
El clarissimo missier Hironimo Contarini, per el
prelibato serenissimo et invictissimo duce, domino
nostro dignissimo, vice capetanio zeneral da mar,
comanda a tuti magnifici provedadori, capetanij , sopracomiti, patroni et ziascum altro per suo grado,
che, per quanto hano caro la gratia dil preſato illustrissimo Dominio, et soto pena de la vita, irremissibiliter et senza algum respeto da esser observato,
servar debino con ogni integrità, studio et advertentia li muodi et ordeni infrascripti, quando per sua
magnificentia serà ordinato. In primis :
A banda destra de essi capelanij , oponer se habi 242 *
el magnifico missier Hironimo Pisani, provedador,
con le galie a lui, ut infra, deputate.
deputate; qualli, similiter, sbarate le artilarie, virilmente et al meglio potrano, ofender debino.
Poi esso clarissimo vice general, con il resto de
galie, offenderà da quella parte li parerà.
Et advertischano tuti, de non preterir l'hordine
preditto, nè levarsi da le poste a loro deputate, o
ananzi o indriedo tirarsi fuor de l' hordine, soto la
pena sopra scrita.
Si veramente l'armata nemicha fusse a la vella,
et fesse camino con la equalità et muodo preditto,
seguir se debbi a geto di bombarda, ofendendola
nel muodo preditto.
Et adziò tutti intender possino quando serà tempo, et esso clarissimo vice general vora, seguir se
debi l'hordine preditto : la magnificencia sua farà
levar a poppe el suo gaiardo da bataglia, et alzar et
calar 3 fiate, lassandolo poi cosi levado fino vorà
duri tal offensione, et bombardar; et quando vorà
se manchi dal fato preditto, calerà dito gaiardo.
Et parendoli de investir, notificha che, lassando
| ditto gaiardo im piedi, farà levar etiam una ban-
| diera quara in andrinello, quale subito levata, ogniun
al muodo sopra ordinato, gaiarda et virilmente, con
debita distantia, che l'uno di legni nostri non oflenda l'altro, investir debbi ne l' armata nemicha, non
havendo rispeto più a legni grossi che menuti, ma
Vuol, ordena et comanda esso clarissimo vice | quelli li serano avanti investir debino, senza intergeneral, che, senza fallo alcuno et preteritione, tutti vallo di tempo scorendo, ritornino a l'investir premagnifici provedadori, capetanij, sopracomiti et pa- ❘ ditto, fazendo, per tenor de questa, cauti tutti quelli
troni, con li legni a lhor comessi, sì grossi come
sotilli, star et nudrir se debino a presso lui, in conserva et unione sua, et da quello non si alargar de
vista, senza expressa licentia et ordine suo, sotto la
preditta pena.
che se inchadenerano con algum di legni di nemici a
tempo di tal bataglia, esso clarissimo general l' hara
per incorsso ne la sopra scrita pena.
Et cussi ordena, soto essa pena, nium prosuma
levarsi de la impresa, fino che li gaiardi preditti sta-
615 MCCCCC 616 , AGOSTO.
243
rano levati , et tante volte ritornando ad investir,
quante serà possibele.
Comanda etiam esso clarissimo general a tutti
capetanij, sopracomiti et patroni preditti, subiungendo etiam a' comiti, paroni, nochieri, compagni et
altri che comandano, che advertir debino tuti di lor
legni che, soto pena de la forcha, in la bataglia et
mentre la durerà nium ardischa descender a'lor legni
per far butini, havendo essi oficiali cargo, et comandadoli soto la ditta pena, guardar et obstar debano
non essi alcuno.
Quelli veramente che a li legni soi, o per pusilanimità, o per scampar, o per altro effecto se buterano a l' aqua, capitando su altri legni, el patrom de
quelli sia tenuto immediate apicharlo, sotto ditta pena.
Ricordando a tutti capetanij, sopracomiti et patroni preditti, che advertiscano lhor comiti, paroni,
compagni et timonieri, ad esser vigilanti al rezer et
ordenar de lhor velle et timoni, adziò et senza diffetto seguir se possi quanto di sopra è ordinato.
L'hordine veramente, si del star a bombardar,
come a l'investir, serà questo. Et prima :
Primo a l'hordine ofensor, hoc est a banda destra, con la qualità ordinata, serà el magnifico missier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, con
tute sue galie.
Secondo a l'hordine ofensor, hoc est a banda
senestra, con la equalità preditta, serà el magnifico
missier Marco Orio, capetanio di le nave, con tute
lequare.
Terzio a l'ordine ofensor, a banda destra, el magnifico missier Hironimo Pixani, provedador, con le
infrascrite galie, videlicet :
Sier Andrea Foscolo, governador.
Sier Anzolo Pasqualigo.
Sier Antonio da Canal.
Sier Marco Grioni.
Sier Francesco Pasqualigo.
Sier Filippo Basadona.
Sier Bernardo Buchia, da Cataro.
Sier Bernardin di Mengola, da Monopoli .
La galia da Trani.
Sier Andrea Petretin .
Quarto a l'hordine et ofensor, banda senestra,
el magnifico missier Alvise Salamon, vice provedador, con le galie infrascrite, videlicet :
Sier Polo Nani.
Sier Alvise da Canal, quonulam sier Jacomo.
Sier Nadal Marcello.
Sier .... Vizamano, di Candia.
Sier Francesco di Mezo.
Sier Bortolo Falier.
Sier Sabastiam Foscarini.
Sier Nicolò Barbarigo, di Candia.
Sier Alexandro di Gotti.
La galia di Brandizo.
Poi offensor sarà perhò esso clarissimo vice general, con le infrascrite galie, a le parte serà più
bisogno :
vise.
Sier Alvise Orio.
Sier Marin Barbo.
Sier Marco Antonio Contarini, quondam sier AlSier Zuam Malipiero.
Sier Alvise Michiel, di sier Mafio.
Sier Hironimo Malipiero.
Sier Hironimo Michiel.
Sier Francesco Zen, di Candia.
Sier Anzolo Orio.
La galia di Otranto.
Francesco de Collo, canzelier, mandato, scrisse.
Da Modom, di rectori, una picola, di 23 luio, 243
al zeneral. Concludendo, dimanda socorsso, e vengi
via etc.
Da Corfù, dil rezimento, di 30. Avisa esser partito con la nave Zustignana de li Paulo Albanese, con
li provisionati per l'armada ; mandano letere dil vice
general.
Di sier Luca Querini, provedador, di 30. Come
à mandato al vice general, su gripi, barili 250 polvere, e casse 2 freze ; li resta solum 4.
Et altre letere da mar, publice, non fue. Et consultato quid fiendum, atento la nostra armada era
stata a le man, e prese do galie grosse, sier Vetor
da Leze e sier Francesco da Mosto ; et alcuni diceva
non era la Mosta, ma la galia di sier Priamo Contarini, patron. Et fo terminato catar danari per ogni
via, e che a la camera de imprestidi li debitori possi
scontar con il pro' dil monte nuovo di septembrio ;
e fo scrito per li lochi nostri di terra, ne mandi 1000
homeni ; e fo ordinà di armar qui galie, mandar monitiom in armada, tuor polvere di la rocha di Cremona, dove ne sono assai, posta per il conseio di X,
atento in la caxa di l' arsenal ne erano pocha. Et fo
mandato per sier Tomà Mocenigo, governador de
617 618 MCCCCC, AGOSTO.
l'intrade, e sier Hironimo Venier, oficial a la camera | di Urbin e il conte Antonio, suo fratello, sono varili
d' impresti , commesso etc. di la febre.
In questo pregadi fo leto 4 letere di particular
persone.
Vene l'orator dil papa, solicitando la risposta
zercha Rimano e Faenza ; et ditoli per il principe le
nove cative da mar, e il papa doveria lassar queste Di sier Valerio Marcello, sopracomito, di 23, da
cosse, atender a summa rerum, e va la christianità | Modom, scrita a sier Piero, suo fradello. Mette la
etc. E cussi fo licentiato.
Da Vicenza, di rectori. In materia di la diferentia dil monte de.... con quelli di Brignà, dove el
capetanio anderà li con do citadini, justa i mandati
nostri.
Da poi disnar fo pregadi, et nel mezo si lexe le
letere. El principe fè chiamar li consieri e il colegio
in camera da basso, dove vene l'orator di Franza,
al qual fo comunichato la letera di Modon e dil vice
general; et lui orator lacrymavit, dolendossi assai
di tal nove.
Di Roma, di l' orator, di 8. In conclusiom, si la
Signoria servirà el papa di quello el domanda, sarà
tutto nostro. Et è nova di Spagna, come a dì 20 di luio el principe, fiol dil re di Portogallo, morite con
gran cordoglio di quelle alteze. Item, ozi lo episcopo
calogieritano, fo legato dil papa in questa terra, era
stà retenuto in castello Santo Anzolo, come scrisse
per avanti. Et ozi cazete uno tecto adosso, et è morto
come el merita, per haver vixo da marano. Item, è
stà posto per Roma, per tutto, la excomunication dil
signor di Rimano, ut patet qui soto. Item, sono zonte
letere di Hongaria, dil legato dil papa ; quel serenissimo re vol con 60 milia cavali andar contra turchi,
ma vol altro subsidio cha decime e bolle.
244 Excomunication dil signor Pandolfo di Arimano.
Pandulfus de Malatestis, olim Arimini et pro
sancta romana ecclesia vicarius, et eidem Pandulfo
auxilium, consilium et favorem præstantes, hic, auctoritate apostolica, denuntiantur excommunicati, aggravati et deaggravati et interdicti , et idem Pandulfus denunciatur et declaratur vicariatu Arimini privatus, una cum auxilii brachii sæcularis invocatione,
ob non solutionem canonis et census cameræ apostolicæ debiti, instante Mariano de Cucinis, procuratore
fiscali.
Astorjus dominus Faventiæ, Joannes dominus
Pisauri, modo ut supra.
Da Rimano, dil secretario nostro, di X. Come
Cesar Batagin, era confinato a Ravena, è stà lì, à ditto
al signor non se intender con Galeoto Benzo ; et è
tornato al suo exilio a Ravena. Item, il signor ducha
terra im pericolo, et par che tre galie turche siano
sta sfondrate da quelli nostri prima ; e li atorno è il
campo di 100 milia.
Di Sabastiam da Moncelese, contestabele, di 23,
daModon, al ditto sier Piero Marcello. Nara li successi, e come non è solum uno favro, e li hè desasio
di assa' cosse, morti assa' valenti homeni ; el signor
è im persona a campo con el bilarbei di la Natalia, e
il bilarbei di la Romania, con persone 100 milia, et
preseno il borgo, e butono una torre zoso al ponte
di la terra con le bombarde ; e hanno turchi fato tre
ponti per bombardar la terra ; tamen spera di far etc.
Di sier Alvise Contarini, quondam sier Pandolfo, patron di una galia grossa, data al Zante, a
dì 27, a suo fradello, sier Francesco. Avisa il successo dil combater con turchi ; dannd tal investir ;
dice è mal governo in armada ; et a di 25, l'armada
vene al Zante per aqua, e le nave è in mar.
Di sier Anzolo Guoro, di sier Hironimo, a sier
Simon Guoro, data al Zante. Scrive il modo vero
ſo combatuto; e primo investi, fo il capetanio di le
galie grosse; il secondo, sier Vetor da Leze ; il terzo,
sier Andrea Bondimier; danna il capetaniodi le nave.
Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di 22 et 27. In la prima, scrive il partir di la nostra
armada de li per Modom ; in l'altra, dil combater
fece con l'arma' turchescha, et dita nostra armata
esser ritornata de lì ; e lui dete al soramasser dil vice
capetanio zeneral 270 provisionati et monitiom. Item,
| dil zonzer li do galie grosse nuove, Dandola e Ri-
| monda ; et il capetanio d'esse è lì ; il resto a la Nata.
El principe, compito di lezer le letere, si levò e 244 *
fè una relatiom, come uno servo di Dio, venendo di
colegio, li dè una letera, la qual fo leta per Gasparo
da la Vedoa, ben ditata. La copia sarà qui soto posta etc. Et fo ordinato gran credenze, et commesso per
il patriarcha li jejunij et prossessione, come dirò più
longo di soto.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferina,
che li debitori di decime, monte vechio e monte nuovo, da mo per tuta l'altra setimana possi scontar
col suo pro' di monte nuovo, e habi il dom. E sier
Antonio Trun, el consier, andò in renga a contradir;
tamen si tolse zoso, e ave tuto il conseio.
Fu posto per tutti d' acordo, che li creditori di
619 MCCCCC, AGOSTO. 620
le cazude, patroni di galie stati in armada, da mo a
zorni 8, habino fato e justificato i lhoro crediti, e
tolti li debitori, aliter, passano, non possino. Ave
tutto il conseio.
Fu posto per lhoro savij, che de li debitori di la
Signoria nostra che non pagerano, si possi vender
le lhoro possessione statim, e non se intendi sotozazer a la parte li dà el beneficio di mexi sie etc. Ave
tutto il conseio.
Copia de una letera di rectori di Modom a sier Marchio Trivixam, capetanio zeneral di mar, per
la qual dimanda soccorsso.
rande.
Magnifice et clarissime, tamquam pater honoL' ultima nostra, ſo de di 12 dil presente, per la
qual significhassemo a la vostra magnificentia del
campo terestre, con la persona del signor con tuta
la sua Porta, che con quanta potentia l'à mai possuto far sono da numero 90 in 100 milia, lo qual
exercito subito pianto do grossissime bombarde et
assai picole, et subito ne comenzó a bombardar el
borgo, pur, a Dio laude et ad honor de la nostra
illustrissima Signoria, l'habiamo tenuto zorni 27. Et
a dì 16 ditto, introno dentro, et subito ne vene infina su el fosso, et piantono le ditte do grossissime
bombarde con molte picole, et comenzono bombardar la terra, et hanno butato zoso la torre dil ponte, et continue, die noctuque, bombarda. Et a dì 17
dito, zonse de qui galie X, che andono a Sapientia.
A dì 18 ditto, l'armada fo al Zonchio. A dì 19, a l'alEt volendo Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni,
poner una parte di scriver al vice zeneral, punissa
li 4 sopracomiti, come el scrive, et zonto sarà il zeneral de li, li dagi il processo, acció exequissa, andai
in renga, et justifichai con gran modestia l'opinion
mia. E dissi il resto di le provisiom voleva far, armar galie sotil e altri navilij, mandar polvere etc.,
laudi il favor ne deva il principe. Item, mandar bote
de qui al zeneral per aqua, da esser sempre con l'armada, danni il colegio im parte. Et feci lezer ditta
letera, notata di mia man. Et sier Piero Duodo, savio a terra ferma, andò a respondermi, et disse Jo
notava le parte di mia man, che mi fo gran laude.
Or, di voluntà missi de indusiar a domam, per dri- | ba, tutta unita vene da la parte di ponente, et dene
zar dita letera al zeneral e non al vice zeneral etc.
Et è da saper, Jo in colegio proposi di far capetanio
di le nave armade, per aversi mal portato l'Orio. Et li altri non parse, ni etiam Jo sollo vulsi meter dita
parte.
Fu posto per lhoro savij, risponder a l'orator dil pontifice, semo contenti tuor il ducha di Valentinos im protetione, come fiol nostro carissimo ; ma
di Faenza et Rimano soa beatitudine aspeti, perché
presto compieno le lhoro ferme dil stipendio con
la Signoria nostra. Ave 20 di no.
Fu posto per li savij a terra ferma, di dar provisiom a li fioli di Pasqual de Federicis, morite a
Zara combatendo con turchi, ducati X al mexe.
Item, a li fioli di Mexa Buxichio, morite a Napoli
di Romania etc. E sier Marco da Molin , savio ai
ordeni, andò in renga, e disse voleva poner l'hor- dine nostro di mandar ducati 500 a l'armamento,
245 a dar a povere vedoe, et li mariti di le qual sono
morti in armada, et questo era miglior opera cha
dar al presente provisiom a niuno. Et cussi li savij
di terra ferma non mandò la parte. Et prima fo letto
per tutti i savij la parte di mandar li barcharuoli di
trageti in armada. Il conseio non li piaque di mandar
niuno per forza, et cussì non fu mandata.
una bataia. Nui, gaiardissimamente et con artigliarie
de quelle havento, che sono pochissime et malissimo
in hordine, et con archi et ballestre, se defendessemo; durò per spazio di hore 4. Da possa, le andono
drieto de San Bernardin, et quella notte al loco, ditto
Lambi. L'altra matina tornono pur dreto San Bernardim, et nulla altra movesta ha fato, salvo che,
subito, die noctuque, i hanno messo in terra grandissima quantità di bombarde grossissime da repa- ro, grosse, assaissimi passavolanti, grandissima quantità de schiopeti et archibusi, in muodo da ogni banda i n'à stretissimi, ita che fin qui, tra morti e feriti , è da un terzo a la mità de tutti i provisionati
e de moltissimi de la terra, che 'l non ge può parer
più homo sopra i repari, in muodo che tutti è in
tanta paura et teror, che certissimo, non havendo
brevissimo et prestissimo soccorsso da vostra ma- gnificenzia, questa terra score certissimo e manife- stissimo pericolo a perderse de brevi. Et perho pregemo et protestemo a vostra magnificencia, quanto
l' ha cara la gratia de la nostra illustrissima Signoria, non lassi perir questo loco, che è el solo cuor
de quella illustrissima Signoria, e de tutto questo Levante. Etacció intenda, che segurissimamente lo 'l 245
può far, questa armata inimicha non è più che galie
60, forssi meno, grosse 6, quare 18, computate le
do galeaze, la nave grossa, una di 900 bote, lo resto
de ditte quare sono picolissime, et de niuno momento,
621 MCCCCC, AGOSTO. 622
garbin. Nec alia. Bene et feliciter valeat magnificentia vestra.
Ex Mothono, die 23 mensis julii 1500, hora
secunda noctis.
Subscriptio : MARCUS CABRIEL, castelanus,
ANTONIUS ZANTANI, capitaneus,
et provisores Mothoni et supracomili.
A tergo : Magnifico et clarissimo domino Melchiori Trivisano, capitanco generali maris dignissimo.
Sumario di una letera di sier Marin Barbo, sopracomito, a sier Piero Barbo, so fratello.
fuste da 40, lo resto, fino al numero di 200 in 220, ( spada in mano; ma el stado de la nostra illustrissiına
sono gripeti e barche da 4, 6 remi. La qual armata | Signoria, che è questo loco solo. Et azò vostra matien la soa guardia a la banda di ponente, ali scoglij , gnificenzia se intenda con nui, li faremo ogni sera
miglia uno e mezo in do lontano de qui ; la qual, in questo mezo per segno de segurtà uno fanò sovista che l' hebe eri di 6 galie vene fin qui, ussiteno | pra una torre de aqua, dal spirom versso ponente fuori, et mandono per parte dil resto di suo galie
e fuste ; in muodo che qui da ponente ne sono da
velle 100, tra galie, fuste, gripeti, el resto al loco
ditto, drieto San Bernardim. Vostra magnificenzia
puol gaiardissimamente vegnir, et, zonto, investir,
perchè la i troverà desordenatissimi ; et questo è
forzo che la fazi, non volendo perder questa terra,
la qual è in tanta extremità et paura, che Dio voglia
la possi durar et resister, senza il prestissimo soccorso di vostra magnificenzia. Si che, iterum atque
iterum pregemo et protestemo a vostra magnificenzia, che non lassi perir questo loco. Per questo vi se
spaza el presente gripeto, non obstante el vegni con
grandissimo pericolo, per esser a tanta extremità,
che più non si poria dir. Le necessità nostre non ve
le potemo dir : bombardieri, polvere, mureri et marangoni ; ma el tempo non serve, che vostra maguificenzia i possi più mandar, nè altro remedio è
cha vostra magnificenzia volantissime volli qui, se
non che el locho è persso. Nui habiamo fato et femo
quanto et più del possibele ; et cussi questi valentissimi sopracomiti, governadori, contestabeli, citadini, et universalmente tutti. Ma non se puol più, che
havemo a torno 500 boche de artilarie, grandissimo
numero de schiopetieri e archibusi, grandissimo numero de ballestrieri e arzieri, numero infinitissimo
de zente che non stima la morte ; et perhò prestissimo soccorsso. El cargo è di vostra magnificenzia, et
quella pregemo, et protestemo la fazi volantissime. Et
oltra el ruinar i fanno continue con le sue bombarde,
die noctuque,i traze etiam mortari grossissimi, et trabuchi, in muodo che la terra, come sopra dicemo,
score certissimo pericolo ; et perho prestissimo prestissimo soccorsso. Et azò l'habi causa de gaiardissimamente farlo, l'è perido do soe galie, zoè una
grossa e una sotil, che sono andate in terra, per
non le saper governar. Questa è l'hora che vostra
magnificenzia, con tutti quelli magnifici provedadori,
cap: tanij, governadori, sopracomiti, se puol exaltar et meter in cielo, che l'è facilissimo romperla ; et
e converso, si questa terra perisse, credeno niuno
de le vostre magnificenzie staria bene, essendo in 246 luogo, et havendo el muodo, el comodo, come le ha. Idio desponidor del tutto provedi ben, che el sia facile a vostra magnificencia a farlo. A la qual non
se recomandemo nui, perchè tutti moriremo con la
Come a di 23 l'armada turcha, le galie e bone
fuste, velle 120, el fior, computà galie sette grosse di la Prevesa, partino da Modon, e veneno al Zonchio. Nui se levassemo con le galie sotil e grosse, e
le nave rimase sorte, e andamo a quella volta. Fo
pocho vento e da ostro, poi ostro e syrocho ; le ga- lie grosse non potè moutar. L'arınada nimicha tuta ❘ussi dil porto da la banda dil castello, e le nostre
grosse, non possendo venir avanti, convene tornar.
Le sotil andò in geto di bombarda ; fo trato e ber- saia di bombarde, e tornamo a sorzer qui, non ostante el capetanio e provedadori havesse delibera fuzir l'armada turcha con la bonaza, ma con bon
vento investir, et talmente non se abino a intrigar con quella, salvo butar a fondi et con bombarde far ogni frachasso. Tumen, per disaventura, eri, hore
tre avanti zorno, con provenza pocha, sperando sul
mezo zorno rifreschar, si levò le grosse, sotil e nave, le galie tutte versso la bocha di levante dil Zon- chio, imperhò che l' armada nimicha insivano fuora.
Et il zeneral, fato atto al capetanio di le galie gros- se, et alcuni sopracomiti, dovesse metersi in hor- dine, come si presentassemo, il vento bonazó, adeo
fo forzo ritrarsse, e callar nui sotil le velle, e remizar a presso le grosse, le qual con pocho vento velizava. Le galie turche immediate ne sequite, re- mizando in geto di bombarda. Lassò il zeneral le ga- lie grosse; et cussi il capetanio intrò in l'armada di le galie grosse. E lui zeneral, e il zeneral (sic) fè atto
a tutte galic sotil, se retirasse più avanti con remi, et
623 MCCCCC, AGOSTO. 624
.
da l'altra banda bersaiar le galie nimiche. Cussi | ledictione in benedictione sopra lo populo de Dio.
fo fato, et le galie a remi se tirò e bombardò, e cussi
le grosse, primo el capetanio a trar. La turcha se
246 ritrasse restretta. Da poi pocho, ditta armata a le
galie grosse tutta atendeva. Do galie ultime grosse,
zoè Leza e Contarina, zoè sier Bortolo Contarini,
patron , se intrigono, e sono stà prese, benchè sia
stato mandà a fondi do di le sue galie, e morti
assaissimi turchi. Dicho assai ; tuto mi par nulla a
questo danno. A dir il vero, non so che ordeni
siano questi : semo galie 32 sotil, perchè do se ritrovava con le nave lontam, galie grosse 13, come
in hordine l'ài inteso, contra galie 120 benissimo in
hordine di artilarie , bombarde, non come l'anno
passato, passavolanti e artilarie e valenti homeni
assai, e non famadi come le nostre zurme. Avoler
contrastar, non so che dirmi, va tutto il stado, et
le bombarde à sfondrato la galia dil zeneral, et il
Malipiero non dà conto ; presto sarano conze ; tutte|
hanno auto le sue. Idio sia con nui, con conseio et
ajuto.
Uno santissimo padre, el quale mai non falisse in
suo dire, che molto ama la cità di Venecia, et grandemente opera per quella, et sempre ha operato con
sua bontà et sapientia a placar l'ira justa de Dio
contra lo populo veneto e christiano, el qual, l'anno 247
passato, essendo io in questi proprij zorni ne la solitudine mia, solum per questa iminente ruina turchescha segregato, per adimpir im parte l' oficio del
zelante speculatore in la chiesia de Dio, me mandò
a dir tutto el mal progresso in le cosse turchesche,
che è seguito fin horra, como è noto ad alcuni in la
vostra terra, a li quali fu predicto tal exito per li
gravissimi peccati regna in quella, per forma che
non è manchato un pelo, oimè ! facia Dio el manchi per lo avenire ! imperhò me ha al presente comandato a mi, povera sua creatura, che io scriva da
parte sua a la serenità vostra queste poche parole.
Ne la qual dice che, se lei lo exaudira, bene erit sibi
et suis, sin minus, serane excusato haver facto el suo
consueto, de redur li erranti peccatori a la via de la
Data in galia, al Prodano, a di 25 luio, a sier gratia, con qualche mezo conveniente; mediante el
Piero Barbo.
Copia de la letera scrita al principe nostro per uno
servo di Dio.
Jesus Maria adsit.
Serenissimo principe, post humilem commendationem.
qual, satisfato in qualche parte a la justicia divina,
la misericordia de Dio, in tanti gravissimi peccati,
quanti regna in noi et nel stato spiritual e temporal
christiano, saltem in qualche parte possi haver locho, maxime in quelli poveri subditi vostri, trucidati
et opressi da perfidi cani, solum per la mala opera
di nostri falsi principi christiani ; li quali, come ciechi, per el cordial odio portano a la republica vene- ta, apreno la via a la universal ruina de la religion christiana. et non se curano, pur che vedano ruinato
el Stato nostro, etiam per infideli, con quali hanno firmati soi ordeni, per modo che 'I turcho exaspirà.
E per principi christiani, et quelli che sono obligati,
non è dato alcuno subsidio a le cosse di vostra sublimità in tanto pericolo, immo vellet Deus che in
Hongaria et alibi non l' havessino turbato, como l'experientia im più cosse fin horra ve l'à mostrato,
ma pejus vel mostrerà, se Idio non ce mete la man lui, a stronchare le insidie preparate, nel tempo che le cosse turchesche prosperaseno, quod Deus avertat, contra de nui. Et perho questo clementissimo et
cordialissimo patre, primo dice che la serenità vostra col suo senato pensi ben l'origine di Venetia, et el
suo incremento sempre sotto el vexilo di Christo per
via di justicia, bontà, fede et vera religione, più cha per humana operatione. E pensi ben, quanto da poHavendo za più zorni, per diverse cause, quale non voglio exprimer per horra, recusato el presente scrivere a la serenità vostra ni ad altri per
quella, al presente non possando più resistere a tal opera justissima e sanctissima, in la qual non solum
m' è persuaso tal scriver, ma etiamdio me è comandato da chi sa et pole, per forma che, re ipsa cognosco, non ab re prophetam scripsisse : obedientiam
volo potius quam sacrificium, maxime, quando in iis
quæ Dei gloriam et salutem publicam concernunt,
non obedire sit quasi peccatum hariolandi, e perhò
prego la clementia di quella, che la pigli el mio scri- ver con quella sincerità d' animo con la quale da la
simplicità del cor mio contrito et umiliato l'è pre- ❘
posto, et con quella obedientia et pietà versso Idio,
la consideri la importantia, necessità e fine di quan- |
to gli vien scritto, et procuri li remedij divini et opportuni quanto merita la cossa in se, et quanto li humani manchano da la via necessaria ne la oppres- siom turchescha. Ne la qual la sublimita vostra exi- | chi anui in qua la religion christiana più de l'usato
stimi, che la parvita mia in tanto scrivere sia ne la
virtù de l'asino de Balaam, che fece comutar la ma- in le tre parte dil mondo è quasi extinta ; et in questa, dove la regna, la sua fede è morta pro maiori 247
625 MCCCCC, AGOSTO. 626
pre mi ricomando.
parte in ogni grado e stato, per l'ambitiom che re- quella, la non fazi autor in nulla cosa altro cha Idio ;
gna con tanti excessi, peccati, maxime in spirituali- et a lui, el qual è mio unico signor e regno et opebus, dovela terra vostra, senza timor de Dio, è molto | rator di ogni ben, renda ogni gratia ; a la quale semreduta a comprar beneficij. Et che la pensi bene in
che pericolo se trova el Stato vostro al presente, e
quanto gli è manchato la fede et li amici et forze
temporal, e quelle del turco acresute, solum per
esser lui fato flagello de Idio sopra lo populo cativo Armatevi di vera pacientia, e provedete a le in- christiano. Al qual, Idio nel tempo opportuno, et de { justitie, blasfemie, oppressiom di poveri e beni eccleEx solitudine Christi, ultima julii 1500.
siastici, sacrilegij et sporcata luxuria che se fa in la
terra vostra senza timor, che Idio ve darà victoria et
gratia. E se per caso, il zonzer di questa fusse tarda
a l'hordine prefato, se suplica dopoi la solennità,
quello che manchera vanti per questa volta.
Subscriptio : Excellentissimæ serenitatis vestræ
clarissimæ servitor et pauper vermiculus domini
Jesu Christi inutilis.
Atergo : Serenissimo principi, el excellentissimo
domino Augustino Barbadico, duci Venetiarum etc.,
domino honorando.
proximo, mittet salvatorem, qual reparerà et reformerà el tutto, et amplificherà el nome christiano in
universa terra. E pensate tute queste partite con le
sue adherentie, la serenità vostra levi la mente sua
a Idio et a la Nostra Dona et al suo Evangelista,
donde è da sperar vero suragio et ajuto in tanto
pericolo. Et che per impetrar quello, la serenità vostra mandi per el suo patriarcha e prelati, et ordeni
che per 7 zorni, avanti la Nostra Dona de mezo
agosto proxima, el sia ordinato el jejunio et oration
et rogationi publice et private per tutta la terra et
lochi circumstanti, con indulgentie et elimosine et
exortation a penitentia di confession et comunion a
quanti porano ; et per esso zorno di l' Asumptione
ordinar una solenne et devota processione et messa A di 13 avosto. In colegio vene l'orator dil 248
in San Marcho, senza vanità et confusione, prome- | papa, episcopo de Thioli, al qual fo leto la risposta
tendo a Dio et a la Nostra Dona, che de cætero ogni | dil senato ; et lui mostrò, il papa non si contenteria,
anno sempre quella republica solennizerà tal festa, e pur scriverà a soa santità. Poi dimandò in re sua,
prevenirà con le prefate preparationi a gloria de Dio❘zercha il credito ha contra il cardinal Ascanio, voet de la sua matre et de San Marco, in memoria de lendo recuperarli di l'intrade dil vescoa' di Crela victoria et gratia che lei, coprendo li nostri defecti, vi presterà contra questi cani, falsi et oculti
oppressori, disponendo di voler effectualmente far
provisione ad alcuni capital vicij, quali regnano in la
vostra terra contra la mente divina et ben publico; ❘ vixam, el cavalier, sier Zuan Badoer, dotor, sier asserendo che se ' l serà facto questo con vera devotion et zelo, la serenità vostra con tuta la terra et dominio ne sentirà summo fructo al presente et in posterum, et meriterà gratia ne la universal tribulation
et reformation, velit nolit mundus, in brevi futura.
Unde, serenissimo principe, padre e signor, perchè
questa opera in sè è bona e sanctissima, de la qual
non se pò se non guadagnar, et spiritual et temporalmente, facia mo la serenità vostra l'oficio suo,
como par a lei , che per me ho obedito e fato l'oficio
mio, nè mai mancho nè mancharò al ben publico,
248 usque adsanguinem, como tandem lo effecto lo dimostrerà, etiam ch'io sia un povero peccatore et inutile servo di Jesu Christo. Et perchè questa cosa non
la intende creatura di questo mondo, salvo la serenità vostra, a cui scrivo di man propria, et doi altri
de qui servo di Dio, prego et di gratia domando a
I Diarii di M. SANUTO. - Tom. III.
mona.
Vene li do oratori francesi venuti di Hongaria,
acompagnati da sier Marco Lipomano, el cavalier,
sier Francesco Foscari, el cavalier, sier Andrea TriPangrati Capello, sier Zuam Marcello, è a le raxon nuove ; et, sentati a presso il principe, disseno esser
stati in Hongaria per do caxom : una, far liga tra il
suo roye quel re; l'altra, suader quella majestà contra il turcho ; e mostrò alcuni capitoli autentici, videlicet hanno fato liga perpetua inter eos et il re di
Polonia, et contra turcas. Item, quel re promete
romper le trieve ha col turco, statim. Item, lassa
locho a la Signoria a intrar in la confederation, e
quel re promete mandar do oratori al roy ad azonzer a ditti capitoli. Or fono mandati fuori , e consultato quello si habi a risponder. Poi per il principe
li fo ditto, in optima forma.
DaMilam, dil secretaria, di X. In conclusiom,
quelli dubitano di elemano, et hanno terminà che
lanze 1500 debbino alozar li a Milan, saltem fuora versso Pavia, fazando novità il populo ; et stima con
40
627 MCCCCC, AGOSTO.
628
fanti 8000, arano per la liga grisa, potrano obstar a
li passi.
Da Crema. Zercha le done di foraussiti di Milan
sono de li , solum Francesco Brevio, zenero dil thesorier, qual à conzo le sue cosse con francesi in scudi 8000, e à 'buto la carta et le possessiom havia, qual
le gode al presente,
vadi : si dice versso Tripoli o ver Zerbi ; et essendo
ussiti turchi, anderà contra ; et à pedoni 12 milia, et
il capetanio asolda biscaini e spagnoli quanti ne trovano, e à fato far una crida, che tutti li banditi vadi
per mexi 9 in armada con lui, et siano absolti ; et ha
per stendardo uno crocefixo.
Da Brandizo, di sier Zuam Michiel, governador, di 12. Zercha quelle cosse di la terra ; stano
malissimo etc.
Di Brexa, di rectori, di X. In materia di le done
preditte, mandano una letera di Asola, di uno Jacomo di Gavardo, li scrive de' milanesi venuti li, e pa- Da Monopoli, di sier Jacomo Badoer, governarole ditte contra la Signoria nostra per il signor Car- | dor. Zercha certo Antonio Albanese, li fo scrito velo Orssini, qual si vol partir, e dice non è pagato
da la Signoria, e lhoro dice venitiani è tyranni, e
fonno aperti li ad Asola la note (sic) dil cavalier, dil
provedador etc.; unde fo scrito statim a Brexa, sopra ziò inquerissa etc.
desse, dil qual si havia suspeto. Risponde quanto hè,
et dà informatiom.
Dil Zonchio, di sier Carlo Contarini, castelam,
di 6 luio, vidi una letera leta eri im pregadi. Come a
di 5 vene li el bilarbei con turchi 7000, et li dete
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di ❘ bataglia, e nulla hanno, fatto : sono stà morti turchi
9. Come è passato per il lago da Sermion in quella 300, et a horre 22 si partino ; e lui voria aver auto
note, e smontò a Lufam versso Archo con una bar- | 300 ducati et 8 taiapiera richiesti, qualli non haria cha incognito , Frachasso , qual è andato ad Archo etc.
paura ; dice è stato uno miracolo a difendersi. Item,
la note scampò di 35 homeni, et parte de li soldati ,
li fo mandato da Modom, a custodia di quel castello.
In questa matina fo ballotà il mandato dil conte
di Pitiano, da esser pagato a Pado:1, justa il consueto.
Item, il mandato de li stratioti di Dalmatia ; et poi
ducati 500 per dar a' poveri morti in armada a l'oficio di l'armamento, a ducati 4 per uno, et sier HiDi Ferara, dil vicedomino, di 12. Come francesi vien versso Pontremolo, voleano danari da fiorentini, e non li hanno potuto averli ; et luchesi stanno mal, da esser sachizati in fuora, et li panni di seda
scrisse fonno fati restar per fiorentini, andavano in
Franza, vene uno cavalaro che andasseno di longo.
Item, il signor è fuora, verà per la Madona; à scrito | ronimo Capello li pagi.
aver provisto a li salli , come han voluto li provedadori nostri dil sal ; et domino Zuan Valla va mal volentiera in Franza, e va con lui domino Benedeto
Tosabecho, et manda letere dil conte Nicolo Rangom
al Bibiena ; et Juliano di Medici, di XI, li scrive da
249 Bologna dil venir di francesi a Pontremolo, vanno im
parmesana, et il cardinal San Piero in Vincula vien
a Bologna; et letere dil Budriolo, date a Lucha, come
il cardinal Vincula si ha interposto in adatar Pisa
col roy, e pisani non voleano intrasse in la terra
monsignor di Beumonte, se non con 100 cavali.
Da Vicenza, di sier Domenego Contarini, capetanio. Come ha electo, in loco dil castelam di Pontichio, qual era vechio et à renontià a suo fiol ; per tanto vol la confirmation. E fu fata.
Di Udene, di sier Piero Marcello, provedador di
la Patria. Come era venuto li uno di Bernardim di
Nona, con X cavali de stratioti, qual voria conduta
da la Signoria nostra.
Et fo consultato inter sapientes li capitoli di Hongaria, et Jo fui dai capi di X per quella materia dil
spiom etc.
Da poi disnar ſo pregadi. Et fo leto le letere, et
una ozi .
Da la Vajusa, di sier Marco Tiepolo, e sier Daniel Pasqualigo, date in galia, a dì 27. Come fano
il dover a quella bocha, et è galie Xgrosse, 31 sotil,
7 fuste, in ordine per ussir ; aspeta hordine dil signor, quando habbi a ussir, e Mustafa bel è il capo ;
da lhoro non mancherano etc.
Et ozi el canzelier grando publicó da parte dil
principe, che si farà sabado una processiom, e tutti
vengi ; et il patriarcha à ordinà jejunij tre veneri et
4 sabadi, justa l'aricordo di quel santo homo, per la letera ſo letta.
Fu posto per li consieri, non hessendo il colegio 249 .
suso, che li auditori nuovi di le sententie, qualli è
deputati andar in sinicha' per le terre nostre da
terra, et è più anni non sono andati, che andar debino con l'autorità consueta ete. Ave 34 di no. Li
qual auditori erano: sier Francesco Barbaro, sier
Di Palermo, di Ulixes Salvador, di 24, Come a
di 17 intrò in Messina il capetanio di l'armata yspana con barze 30, caravelle 14, galie sotil 3, cavali
800, e hanno posti in terra ; non se intende dove | Nicolò Lippomano et sier Nicoló Salamon.
629 MCCCCC, AGOSTO. 630
Fu posto per li ditti, zoè tre consieri solamente,
di far salvo conduto a sier Lunardo Vendramin, per
debito, per mexi 6, con questo, ditta parte sia posta
in gran couseio. Ave 54 di no, et 114 di la parte. E
fu presa. E poi posta e presa fu in gran conseio.
ducati 4700 in vintisete mexi è stato de lì ; di qual
ne ha speso ducati 2000 in fabriche, 2000 in passer
e mantenir li jumenti numero 250, ch'è di la raza
fo dil re Alfonso, ne è staloni 7, ne bisogna altri
fin al numero de 20 a questo modo : dar de quelli
Fu posto molte gratie, tra le qual a sier Zuan ❘ polieri a questi nostri soldati, e cambiarli con staloMichiel , è governador a Brandizo, debitor di dacij,
pagi di pro' . Et fu presa.
Fu posto per sier Zuan Trivixam, sier Zuan Cor- ner, provedadori sora i officij e cosse dil regno di
Cypri, di taiar certa sententia cercha biave, interve
nendo Zuan Francesco Fontana, scrivan a quel officio etc.; optima cossa. E fu presa.
ni, di la qual raza si haria 100 corsieri a l'anno,
a li qual sono 13 homeni a custodia. Poi disse di
frate Alexandro Caraffa, vicina li, et le opperation
sue. Laudo il marchexe de Bitonte, è bon marchescho, à 26 castelli di là dil Tronto, et 9 di qua. Item,
in Monopoli, conclude, non è uno in chi la Signoria si possi fidar. Aricorda se mandi arme, lhoro le
Fu posto per nui savij ai ordeni, armar X galie pagerano. Li populi è marcheschi, ma li zenthilomeni
sotil, e mandar do caravelle con bote 300 vuode, da no, sì che quelle terre di Puia sta mal a lassarle
tenir aqua in armada ; et leto dita parte, li savij dil | cussi, come si lassa ; et era ordinato a tempo che la
conseio e li savij di terra ferma introno in nostra
oppinion. Et sier Nicolò Trivixam, procurator, andò
in renga; laudò li savij ai ordeni che sveiava li padri
di colegio a far provisiom, e biasemò li padri savij, a
non proveder a tanto bisogno. Li rispose sier Piero
Duodo, savio a terra ferma, e difese il colegio. Ando poi in renga sier Andrea Loredam, patron a l'arsenal, dicendo la caxa di l'arsenal è vuoda di tutto. Li
rispose sier Lunardo Grimani, savio a tera ferma, et
dè bota a ditto patrom, e si spendeva assai in le setimane per l'arsenal etc. Etiam difese il colegio. Iterum andò suso sier Andrea Loredam, in sua excusatione, con collora. Ultimo sier Domenego Pixani,
electo orator in Spagna, parlò, dicendo non era tempo di far contentiom etc. Ando la parte. Ave una
non sincera, 7 di no, el resto de sì .
Fu posto per sier Domenego Bollani, el consier,
sier Piero Capello, sier Pollo Pixani, el cavalier, savij a terra ferma, et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, atento le letere di Hongaria, che siano tolti li
capitoli mandati et rafermati come parerà a questo
conseio. Et per esser l'hora tarda, rimesso poi.
rocha di Molla mostrò etc., etiam in Monopoli, far
novità. Poi disse de li nostri syndici stati li , sier
Bernardin Loredan e sier Nicolò Dolfim, e disse
havia li suo' conti in hordine, et di nulla temeva,
per aversi sempre ben portato, e di marani fo solum
26 ducati, et obedi le letere di la Signoria ; et sier
Antonio da cha' da Pexaro, quondam sier Lunardo,
à fato pocho conto di lui , e li usava stranie parole
im publico ; contra il qual tormo un processo, et
lo presentò a sier Anzolo Trivixam, cao dil conseio
di X, era in colegio ; et disse quel vescovo è marchescho etc.
Vene 'l orator di Franza, mostrò letere scriveva
il re in materia di soi oratori era in Hongaria. Item,
cercha la possession di Chavalchabò da esser restituita al conte di Chaiazo.
Vene Piero Pender, lien caxa in questa terra a
San Bortolomio, per alozar todeschi. Disse, questa
note esser venuto li uno orator dil re di Hongaria,
va in Franza, è alozato da lui ; e fo ordinato per colegio a Jo, Marin Sanudo, e sier Antonio Venier,
savij ai ordeni, andasserno, nomine Dominii, a visitarlo e oferirlo. E cussi andassemo. Ne ringratio, e
a la tornata faria l'ofitio. È ytaliano, et, come intisi, era pytor, andava a veder le done per il mariAdi 14 avosto. In colegio vene sier Piero Nani,
stato governador a Otranto; mostrò li soi conti, re- sta creditor più di ducati 1000, per haver servido
dil suo im pagar quelli provisionati ; à scosso du- | tar dil re.
cati 6000 ; e diti conti ſo dati a li rasonati. Poi disse
di la terra etc. Laudato dal principe.
Vene uno corier dil re di romani, con una letera
dil re, data in Augusta, a dì 19, in materia di Lucha
Vene sier Thomà Liom, stato governador a Mo- Focher, per la diferentia ebbe con li Prioli etc.; cosnopoli . Referi quella terra esser mal forte, e quelli sa particular.
populi hano cativo cuor versso la Signoria; voriano
novità. La intrada è de ogij, più e meno segondo i
tempi. Disse haver fato muragie, et do chiesie a
presso le mure, qual sono bastie a la terra ; saria 250 bon ruinarle, perchè cussi sta malissimo. À scosso
Vene il cavalier di sier Fantin Valaresso, provedador di Pizigaton, et dimandato quello sa di la
moier di Zuan da Casal, che 'l suo provedador li
dava fastidio; et comesso a li avogadori examini.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà. Come
631 MCCCCC, AGOSTO. 632
250*
todeschi venivano su zatre de Yspruch, et andavano | suis. Et has nostras litteras publicari requirimus in
aMantoa.
Di Raspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio,
di 9. Come l'adunatiom di turchi in Bossina, fonno
quelli andono in Dalmatia. Item, Charzego, homo dil
re di Hongaria, à corsso a Chamongrad, locho di
turchi elc.
Da poi disnar non fo 0. Et in questa mane fo
posto boletini sopra le chiesie per il patriarcha, comanda li jejunij etc.
Thomas Donato, patriarcha Venetiarum, Dalmatiæque primas, universis et singulis abbatibus,
prioribus, plebanis, rectoribus ecclesiarum, tam sæcularium quam regularium, nec non sacerdotibus
quibuscumque in eisdem ecclesiis celebrantibus, ac
reliquis universis et singulis Christifidelibus utriusque sexus civitatis et diœcesis Venetiarum, salutem
in Domino sempiternam .
publicis prædicationibus, nec non inter missarum
sollemnia, tam in missis majoribus quam in aliis,
ita ut hæc deveniant in notitiam totius et cleri et
populi.
Datæ in nostro patriarchali palatio, die tertiadecima augusti, MCCCCC.
Noto, ozi fo ditto una zanza, era una letera di
uno calafao, di 4 avosto, scrive che la galia Leza e
Contarina col bassà deteno in terra ; tamen non fu
vero.
Adì XVavosto, ſo el di de la nostra Dona. Fo 251
fato la precessiom atorno la piaza, e il patriarcha
canto la messa, e fo portà una nostra Dona a torno,
si dice fata di man de San Lucha; era il patriarcha
aparato, el principe, li oratori dil papa, Franza, Napoli, Ferara e Urbim, el signor Schandarbecho, e
l'orator di Rimano, et la Signoria ben acompagnata da zenthilomeni, vestiti di scarlato, paonazo et
negro, tutti nuove procuratori, sier Nicolò Moceni- go, sier Ferigo Corner, sier Domenego Morexini,
Cum sit quod tam ex sacris scripturis quam
ex legendis sanctorum incitemur ad frequentationem jejuniorum et orationum, maxime cum Dei populus vexatur ab adversariis veræ fidei, seu patitur | sier Marin Liom, sier Alvise Bragadim, sier Nicoló
universales tribulationes seu speciales, ut patet in veteri testamento, in libris Judith, Esdræ et Danielis,
in legendis vero sanctorum patet de Beato Gregorio Et compita, reduto il colegio, fo leto letere dil
papa, qui, oppressus in urbe, maxima pestilentia, je- podestà di Roverè, do di 13. Come uno Batista di
junia indixit, et litanias majores instituit, et de Bea- | Martinel, era venuto di Trento, dice el cardinal San
to Mamerto, archiepiscopo viennensi , cuius patria
pluribus pressa turbinibus et terroribus erat, qui
ad placandum Deum litanias minores instituit, præmisso triduano jejunio, et etiam de multis aliis sanctis præsulibus legitur; idcirco nos, vestigiis sanctorum patrum inhærentes, attenta universali perturbatione, attentoque periculo totius fidei catholicæ,
út omnipotens Deus per merita Dei genitricis, matris
Christi Jesu, et suffragia omnium sanctorum, mise
reri dignetur populo suo, indicimus jejunium septem
dierum, incipiendo die lunæ proxime futura, hortando etiam singulos ad confessionem et pænitentiam peccatorum, et ad sumptionem sacræ communionis, et ad perseverandum jugiter in orationibus, et pro merito ipsius jejunii, cuilibet recte jejunanti concedimus dies quadraginta indulgentiæ pro
singulis diebus jejuniorum. Et ut ipsuın jejunium
sit acceptum Deo, studeant omnes de præteritis peccatis pænitere, et a futuris cavere, sicque omnipotens Deus exaudiat orationes, et acceptet jejunia
omnium, nec nos deserat in tempore malo, adaperiatque corda nostra in lege sua et in diebus nostris faciat pacem, quam ipse sus dedit discipulis
Trivisam, sier Filippo Trun, sier Lunardo Loredan
e sier Nicolò Michiel.
Severin eri sera intrò li in Trento, e domino Galeazo Visconte, con 500 milanesi e Frachasso, e aspeta
mandato dil re. Item, maistro Archanzelo, medico
dil ducha Alberto di Baviera, da Monaco , scrive
de li a Trento, a uno suo amico, si arcogij le biave,
perchè sarà novità ; per tanto lui aricorda ivi esser
pochi fanti etc.
Dil dito, di 13, a hore 3 di note. Come era ve-
❘nuto uno fiol di Sabastiam Osto, lì venuto di Trento ; dice haver visto a San Piero el cardinal San Severin e Frachasso e milanesi, et sono 6000 con li forestieri, e aspeta l'hordine dil re per venir poi a
Roverè ; et è stà ordinà di Trento far le mostre, e
haver 700 lanzaruoli e 300 pestaruoli. Item, è venuto 4fanti vien di Mantoa, todeschi, dice il marchexe li ha licentiati per non si dar danari.
Da poi disnar fu colegio per consultar, nè vene
altre letere.
Adì 16 avosto. In colegio, domenega, vene sier
Mathio Barbaro, venuto podestà et capetanio di Feltre, et referi di tre passi si vien di terra todescha
sul feltrim: una di Golizo ; l'altro di Lamom, dove
va carri ; il terzo di Schener, dove è stà fato una
633 MCCCCC, AGOSTO. 634
Veneno li governadori de l'intrade, sier Antonio Calbo, sier Bernardo Bembo, dotor e cavalier,
e sier Tomà Mocenigo, in materia di dacij, vin e
spina, qualli se hanno ad incantar a la fin dil mexe :
quel di la spina ha sier Alvise Boldù, e fa ben, e li dava lire 40 al mese, che prima soleva dar solum lire 20. E questi aricordono alcune provisiom per
acresserlo. Etiam sier Francesco Pizamano à il dazio del vin, voria unito ditto dacio se incantasse,
zoè spina et vin insieme, che agumenterà. Item, aricordo che li ne li casoni di Botenigo si fa vin, che
forteza, e per lui fato far uno revelin, e à manda
spingarde 6 et archibusi 8 ; et nel castello è homeni a custodia, che stanno mal, perchè hanno parentà
im Primier, qualli homeni fonno posti per li capi di
X. Item, è uno altro passo, chiamato Sie, in una valle sora il fiume Ciemon. Ancora n'è sete altri passi,
per li qual pol venir le persone solle, con grapole a li piedi. Item, la cità di Feltre è im pericolo di
fuogo, per esser li coperti di taole, et per caxon di
aqua etiam la terra sta mal ; la fontana vien per canoni, e si se rompe uno tutto è perso; el castello
sta mal, è vechio, mal fornito, e più il castelam fa | ruina il dazio. Or fo terminato per il colegio de inchaneva, et li va todeschi dentro. Item, quelle intrate è mal governale ; lhoro feltrini le scuode ; conseia la Signoria si fazi uno camerlengo, zenthilomo,
soto specie dil fabrichar. Àdi l'intrade lire 27 milia a l'anno, più e men; la spesa ordinarie è lire
24 milia, computa ducati 500 si dà al principe, et
251 ducati 95 al mese si manda a la camera di Treviso,
et li retori etiam si paga li a Feltre. Item, lui non
à lassà trar formenti, e todeschi ne ha grandissimo
odio etc. Fo laudato dal principe, secondo il consueto, in aversi ben portato.
Vene uno orator di la comunità di Sonzim, nominato Lorenzo di Trapello, con letere di la comunità, par erano debitori al ducha di Milan ducati 600
per salli, e sier Alvise d' Armer, provedador al sal,
volse scuoderli ; prega non siano astreti a pagar, e
saltem li pagi a soldi vinti, perchè el ducha lo dava
a soldi 30, e la Signoria nostra lo dà a soldi 20 a
tutti li soi subditi. Et fo rimesso ad udir sopra ziò
li provedadori dil sal.
Veneno tre oratori di Udene. Si duol le zente
d' arme li tuo' tutte le vituarie e li strami ; prega la
Signoria ne fazi condur di strami per aqua, li in la
Patria, de altri teritorij .
cantarli daspersi .
Da Gradischa, di sier Piero Marcello, provedador. Zercha le mostre; dice non è tempo di far quanto li vien scrito, perchè è alcuni capi di ditti
stratioti de qui. Item, vol danari per le sue spexe.
Item, par nostri facesse uno ponte sopra certa aqua ;
quelli di Goricia si à manda a doler di questo.
Di Feltre, di sier Antonio Morexini, podestà el
capetanio, di 14. Come è venuto li Sabastian Osto,
dice el cardinal San Severin è andato de Trento (ad)
Archo con Frachasso, e non si feva zente, e non era
si non 150 milanesi. Item, passò 4 fanti de ll, vien
di Mantoa; il signor li àdà licentia ; erano todeschi .
Di Rimano, dil secretario nostro, di 12. Di la
scomunicha posta a Roma contra il signor di Pexaro, Faenza et Rimano, et chi li dà favor. Item, uno 252
Andrea Spanedo, rebello dil signor, volea intrar,
acusato è stà al signor per via de Antonio Dedino etc.
Et il ducha di Urbin par sia amalato.
Da poi disnar fo gram conseio, et colegio se reduse. Et ſo posto per li consieri la parte di far salvo
conduto a sier Lunardo Vendramin, e sier Luca e
sier Ferigo, so fioli, per mexi 6. Ave 5 non sincere,
220 di no, 989 di sì. Et fu presa.
Vene l'orator dil papa, in cosse particular, et dil Fo electo capetanio a Verona sier Zorzi Corner,
conte Antonio di la Concordia, qual non voria pa- el cavalier, ſo podestà a Brexa; et vicedomino a Fegar la parte li aspeta per la Mirandola al roy, di- rara, sier Beneto Trivixam, el cavalier, è ambasador
cendo non haver offeso a soa majestà ; et il papa lo | in Franza, da sier Polo Pixani, el cavalier, fo avoga- ricomanda, che la Signoria scrivi di ziò al roy. Et
il principe li rispose : Non havemo da far, nè impazarsi di questo. Item, lui orator voria uno beneficio vachado a Cremona, per uno sta col cardinal
Michiel, è di casa di Orfei.
Vene domino Jacomo di Trento, vicentino, deputato sopra la diferentia dil monte di Marcesena,
dove dieno esser do todeschi per nome dil re di romani. Disse lui doveva andar insieme con domino
Nicolò Chieregato, et do doctori sarano super loco
a di 20. Et , fatoli la commission, si parti .
dor. Et volendo li consieri meter la parte, more solito, che li sia risalvà a risponder, poi el sarà ritornato in questa terra, et sier Antonio Trum, el consier, fè notar a l'incontro di levar le voxe di la
bancha, et O fo posto; ma ben fu messa uno altro
conscio, come dirò di soto.
DaRoma, di l'orator, di XI. Dimandasiano pagati alcuni danari trete a cambio, come par per le letere.
Dil ditto, di 12. Come à ricevuto letere di 7, di
domino Francesco Fioriam, dil zonzer suo a Napoli ;
manda la copia ; dice quella sera montava su uno
635 MCCCCC, AGOSTO. 636
Dil ditto orator, di 9. De coloquij abuti col sopradito zudeo, qual dice il capetanio yspano non si
haver lauda de alcuni nostri erano in campo, al tempo
dil reaquistar il Regno, e lui l'à plachato; et dice ha
alcuni castelli in Calabria, di qual à ducati 1000 de
intrada ; è homo avaro, e pensa il fato suo; perhò si
poria far qualche acordo etc.; et tuo' homeni banditi di Sicilia su l'armada ; ritien nave; à mandà do
fuste a Corfù, per saper di novo; dice li soi reali
non temerà resister e superar le forze turchesche.
bregantim per Messina. Item, ricevute nostre letere
di 4et 5, comunicho il tuto col papa, e di la venuta
di araldi et oratori turchi. Soa santità laudo la Signoria a intertenirli , dicendo : Quella Signoria non
si puol più fidar de niuno, se non di noi ; perho ne
dia compiacer. Et è contento far li brevi ai vayvoda
di Transilvana e Valdavia. Etiam, li manda uno
breve di jubileo. Item, è letere di 21, da Messina,
dil capetanio di l'arınata a l'orator yspano ; manda
la copia; per le qual dice il numero di l'armata,
zoè 4 carachie, 25 barze, 26 caravelle, 5 galie, 5 fuste, fanti X milia, asturiani e biscaini, homeni d'arme
400, e zanetari 600, el qual numero scrive esser li
a soa richiesta, e aspeta il mandato. Item, li a Roma
è nova, il ducha de Urbim esser morto, tamen poi
non fu la verità, ma ben stava mal; va ai bagni.
Item , lo episcopo chalogieritano che scrisse era In questo zorno intisi sier Piero Loredam, podemorto, par stesse per horre 6 come morto, poi par | stà di Zervia, aver retenuto alcuni milanesi, stati al
sia resusitato etc.
Di Rimano, dil secretario, di 13. Come missier
Nicolò da Bagno è intrato in Cesena, chiamato dal
ducha di Valentines con li foraussiti, e aversi pacifichato insieme. Item, il ducha de Urbim non stava
bene, e cussi il conte Antonio, suo fratello, et, scrivendo, tocha questo : cervelli romagnoli.
turco; et cussi fue, et la materia fo posta nel conseio di X.
ratori.
Adi 17 avosto. In colegio non fu il principe.
Vene sier Jacomo Liom, venuto governador di Brandizo ; et volendo riferir, fo rimesso a domam, che li
sarà el principe.
Vene l' orator di Franza col consolo di milanesi,
❘zercha quelli di la messetaria, vol milanesi dagi in
nota le canevaze aute a chi l'àno vendute. Item, esso
orator suplichó sia fato uno zenoese, citadim nostro
intus et extra ; li fo risposto questa cossa spectava a
ravegliò non haver letere di Franza, za molti zorni .
Da Napoli, di l' orator nostro, di 8 et 9. Dil zonzer a dì 7 da sera, domino Francesco Fioriam, et ozi Et ozi li oratori francesi andono a veder le zoie
si parte ; sarà marti a Messina ; quel capetanio è tar- | di San Marco nel santuario, mostratoli per li procu- do, non sa quello sarà. Item, il re ave letere di 30,
di l'orator suo ; ringratia la Signoria di le parole
usoe a far francesi etc.; et li disse andava uno homo
de sier Hironimo Bragadim a Messina ; et il re replichò letere al capetanio di l'armata. Item, vene da
lui orator don Joseph, ebreo, stato da ditto capetanio, per el qual li scrisse, e manda la copia di la letera esso capetanio li risponde. In conclusion, non è
homo li possi comandar se non li soi reali, da li
qual à mandato; e dice la Signoria è ligata col re di
Franza, qual vol occupar tuta Italia ; e si la Signoria | li provedadori di comun, e si vederia. Item, si mehavesse auto bisogno di quella armata, l'aria dimandata. Conclude, si pratichi tacite con danari etc. , et
lui capetanio à libertà ; e à inteso la morte dil nostro
252 zeneral, et dice la Signoria rifrena li appetiti gallici,
si voleno l' armada. Et lui orator à parlà con domino
Dyonisio Asmondeo, andò per nome dil re a visitar
esso capetanio in Sicilia, qual li à dito, el capetanio
aver dito, la Signoria non li à fato intender el bisogno; dice il numero è dita armata, barze 26 da 400
fin 500 botte, 4 carachie grosse, et 3 zenoese. Partino da Modon, a dì 14 luio, 25 caravelle da bote 100,
evoga molti remi, 6 fuste, 7 galee, trede Villa Ma- rin, do era ne l'ixola et do dil gobo Zustignaın, asoldate per esso capetanio, 200 homeni d'arme, 500
in 600 cavali liziero, et 6000 pedoni, et à messo
molti cavali in terra ; dice la nostra armata è potente
contra quella dil turcho, e li soi reali è potenti a
obstar a esso turcho.
Vene l'orator di Napoli, disse haver letere dil
suo re, li scrive il favor dato, che l'armada yspana
vengi in nostro ajuto, et soa majestà è tuto di la
Signoria nostra, e mandò in Sicilia domino Dionisio
Asmondeo con una galia. Poi disse de avisi dil turcho, di 24, ch'è molto freschi ; dice li successi di
Modon, e nostri haver afondà 4 galie et 2 fuste,
e si difendeno. Poi esso orator da si disse, haver di
Elemagna, di tre oratori andati al roy, zoè il ducha
di Saxonia, episcopo di Costanza et conte di Naxo; è
degna legatione, vano per haver il ducha di Milan e
quel stato; ma lui si meraveia ; crede vadino per altro, et sa à le zente in hordine, et aspeta la risposta 253 farà il roy. Et il roy è ito a Troes in Zampagna, per
udirli. Concludendo, saria bon far una intelligentia
col re di romani e tuta Itaba. Li fo risposto per uno
vicedoxe, che li oratori vano al roy, credemo farà
637 MCCCCC, AGOSTO. 638
qualche acordo per ben de tutti ; et fo comandato,
di questo, credenza.
Deli provedadori, di 9. Come hannodato, a' sete
oratori fonno qui, le veste acciò il zorno di Santa
Maria si vestino, qual è gran festa de li. Mancha
quella di fioli dil morto. A li qual rectori fo scrito
❘ge la dovesseno donar.
Et la comunità scrive, esser morto uno preosto 253
de lì ; prega la Signoria lo dagi a uno Hironimo Trecho. Fo terminà di darlo, et scriver a Roma a l'orator, lo habbi dal papa.
Vene uno Alvise ..... , vien di Modom, con la
fameia di sier Fantim Lippomano, è camerlengo de
li ; parti a di 14 luio; disse è homeni 7000 da fati
dentro, hanno bon cuor, acqua asaissima, pien le cisterne per tutto, vin assai, retento malvasie, bombarde assai, polvere 400 in 500 barili, et bote pie- ne, hanno salnitrij, et uno maistro vol far de li polvere ; à fato occisiom grande di turchi, forssi 4000, Di Brexa, di rectori, di 15. Manda una letera
qualli hanno solum do schiopetieri ; à una bombar- | di Andrea Mazola, capetanio di Valchamonicha, qual
da, la qual traze piere, che volta 7 palmi, et fo rota
da' nostri ; et Antonio di Fabri, contestabele, à fato
edificij di fuogo buta zoso da le mure, et è stà morto
uno suo nievo. Item, Sabastiam da Veniexia si porta
ben, etiam li rectori ; ivi è poche femene; il borgo
fo ruinà il terzo, saria stà bon averlo ruinà tutto, et
nostri l' hano tenuto zorni 27 ; e in campo dil turcho
è charestia : uno pam picolo val XI aspri ; et hessendo
a la Sdraviza la nostra artilaria amazó assa' turchi, et
il signor sta sorauno monte con pavioni rossi, tra i
qual èuno, par un castello ; et lui era in Modon quando vene sier Hironimo Pixani, provedador, con le galie, messe al Zonchio polvere et maistri. Conclude,
spiera ben di Modon ; hanno fato la porporella; le | Milam, con setanta milia persone.
li à mandà una letera abuta dal capetanio regio de
Tyrano; prega non lassi passar zente, e lo avisa di
nove di Elemagna; et li à rescrito, à nova, per quelli
che vien di Hauspurch, dove è il re, che si à fato
zostre e feste, e il re à corsso. Item, li oratori de'
sguizari sono partiti dal re Maximiano in disacordia.
femene sono disposte morir de li in caxa soa; et el
predito era patron di uno navilio di sier Jacomo Antonio Tiepolo, vien di Alexandria, retento ivi.
Vene l'orator di Nona, narando il pericolo di
quella terra; è stà miracolo haversi difeso da' turchi ;
vol monitiom etc. Fo commesso a nui savij ai ordeni .
Da Milam, di l' orator, di 13. Come eri parti
monsignor de Obignl per Biagrassa, et monsignor
di Chiaramonte per Como, con danari per far la mostra a le zente è li ; et a dì 16 dieno tornar a Milam,
dove è restati monsignor de Luciom é monsignor
di Tallera ; qual Lucion li dimandò si havia auto risposta da la Signoria zercha quelli fradelli di Melze,
e di domino Francesco Bernardin Visconte; et de'
turchi, dice ha gran tema di la Signoria, per quanto
li ha ditto li araldi, che erri passono de li; il turcho
è contento toy l' impresa di Sicilia et di Jerusalem.
Item, li disse à nova de li 8 cantoni de' sguizari ;
li 6 è col roy, e li do resta acordarsi ; ai qual à
mandato a dir li dagi Belinzona li altri 6 cantoni, si che spera di averla, per ditto acordo seguito .
Di Verona, di rectori. Si scusano di 150 homeni
dimandati per l'armada; pur vederano averli, et è
faticha, perchè quelli ritornano, dicono esser batuti
da li comiti di le galie.
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà et
capetanio. Zercha il castello di la Schala, e de motiom di sopra di todeschi, et verà a tuor il stato de
Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte e capetanio, di 20 luio. Avisa esser stà levà formenti li
intorno, e mandati in campo, e per l'arma' non si
pol trar. Manda una letera auta di Alexio, di uno
Bernaba Calogena, de 19 : li scrive l'ussir di l'arma'
turchescha va a Corfù, tolta harà quella di l' Arta,
ussite a dì 9; et quella di la Vajussa è in hordine,
ma le nostre galie l' obsta ; et Mustafa bei à 'uto comandamento, sotto pena dil pallo, de ussir.
DeAntivari, di sier Andrea Michiel, provedador, di 24 luio. Come, a dì 26, zonse li molto desiderato ; à trovà assa' desordeni ; biave di raxon di
la Signoria, stera 410 formento, et 0 di meio; non
à possuto vender la dispensation erano im polize ;
munitiom tutte disperse ; à trovato quelle cosse disordenate, le va recuperando; tutti chi ha lavorà vol danari da quella camera; voria far il castelan camer- lengo con do scontri ; il retor à ducati 500 d'oro in mexi 32; sono anime 4000, et non hano arcolto
nulla; voria uno cargo di meio per monition, e
polvere.
Di Cremona, di sier Domenego Trivixan, el ca- Di Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, retor
valier, provedador, di 7. Di uno asassinamento se- e provedador, di 24. Dil zonzer de li sier Domenego
guito a uno Zuan Batista di Fodri, citadin, de anni | Dolfim, capetanio dil colfo. Item, per un'altra di 30
18, che ussendo dil domo fo amazà da Zuan di Balzi, ❘ luio, come à ricevuto li ducati 200 mandati per arcremonese ; vol licentia di bandirlo im perpetuo. ! mar; li à dati al camerlengo, qual prega li sia levà la
4
639 MCCCCC, AGOSTO. 640
254
contumatia ; et mandò alcuni martolossi, qualli pre- seno tre zudei da Ragusi; et par a Ragusi sia stà
retenuto uno gripo di Cataro, e lui provedador li
scrisse gaiardamente, e lo lassono; e manda de li
uno orator, spera conzerà le cosse. Item, ricevete
nostre letere in sua laude, e dil governo de li fanti
dato a Martinel di Lucha, ringratia la Signoria, e
tuta la terra ringratia di la optima letera. Etiam
ditto Martinel scrive non ha la compagnia, et avisa
nove de' turchi vechie, e de' pastrovichij. Et etiam la comunità scrive a la Signoria, lauda il provedador.
Sotoscrita: Judices, minus el secretum consilium communitatis Catari, cum tribus procuratoribus et decem deputatis populi eiusdem. Et leta ditta letera,
inteso el bisogno.
pregadi fo in moto, et fo leto ; il sumario di le qual
sarà qui soto posto.
Et poi fo leto la parte di scriver a li oratori in
Hongaria, e refermar li capitoli, posta per sier Domenego Bolani, el consier, sier Polo Pixani, el cava- lier, savio a terra ferma, e sier Marin Sanudo, savio
ai ordeni ; ma per l'hora tarda, licentiato el conseio.
Di sier Hironimo Contarini, vice capetanio zeneral, data ex portu Chieri, a di ultimo luio. Come
termino mandar soccorsso in Modom, et questi fonno li sopracomiti : sier Zuan Malipiero, sier Alvise
Michiel, sier Marco Grioni, sier Francesco Cachuri,
di Otranto, et sier Alexandro di Gotti, di Corfù, con
barili 400 polvere, casse 15 freze, X passadori, curaze 100 da fanti a pe' , Paulo Albanese, con la compagnia sua di provisionati spagnoli 72, noviter venuti, et 50 fanti di Jacometo da Novello, contestabele al Zante, sguizari 35 et 8 bombardieri. Et cussi
la note si levò con tuta l'armata, per darli spale,
acciò ditto soccorsso intrasse in Modom. Et a di 30
lo expedi, e andoe a Strivali per aqua, e si tien in
Fo ditto per uno vien da Ragusi, è zorni Xparte, mar, perchè lo ditto soccorsso entri di notte, e si
come de li è nova, hongari aver roto guera al tur- | vol con l'armada levar e venir li per intertenir l'arFo ballotà di mandar ducati 150 a Cataro per far
fanti soto quelli contestabeli ; et qui n'è uno, Sabastian da Veniexia.
Ancora fo balotà il mandato di fanti di Brandizo,
et il mandato per la paga dil conte Xarco, è in Dalmatia.
cho a Smedro, e brusa 18 ville ; e disse tal nova al
principe. Item, intisi in lo exercito di turchi, fo a
Zara et Nona, ne morivano da 40 turchi al zorno.
È da saper, li fratelli di sier Vetor da Leze, inteso la nova, levono coroto, licet non sapeseno di la
morte di certo.
ma' nimicha. Item, dil zonzer tre galie, Rimondo,
Dandolo et Trivixan ; et ricevete nostre letere, di
16 zugno, di provision fate et homeni, et ebbe du- cati 2000; et la nave Zustignana zonse a dì 22 con
provisionati 177, e polvere. Item, sier Cabriel Soranzo zonse, l'à posto su la galia per sopracomito.
Da poi disnar fo pregadi, et vene el principe, Fo Item, l'obligation ha li patroni di galie grosse, di.
leto letere.
Di Palermo, di Ulixes Salvador, di 28. Come
de formenti non si trova compradori a la banda di
mezo zorno. Item, l' armada è a Messina ; li cavalli
àmandà al pian di Melazo, mal conditionati ; vano
con l'arma' im Barbaria ; el capetanio à retenuto i
navilij erano in quel porto ; et li bandizati, che vano
in armada per mexi 6, sono absolti dil bando.
Poi el principe referi quanto havia ditto li oratori francesi, venuti di Hongaria, in colegio, e leto li
capitoli di la liga per lhoro conclusa tra il roy e quel
re etc.
Fu posto per li savij di mandar Nicolò Francho, comito su la galia Dolfina, per haver tolto danari, e hora non vol andar, soto pena etc. Etcontradise sier Alvise di Prioli, fo in armada, quondam sier
Zuane. Li rispose sier Francesco Bolani, è di la zonta; poi sier Hironimo Capello, executor sopra le cosse da mar. Ando la parte: 9 non sincere, 66 di no,
91 de la parte. E fu presa.
tenir li homeni, exequirà, e si manda danari per li
provisionati, ducati 5000 per farne, 3000 ducati per
la galia Dandola, el resto 1500 a Corfu, et il resto a
Modom. À manda col Malipiero a Modon ducati 254
1500, et galioti fuziva, nudando, di l'arma'. Da Coron non li pol pagar. À 'uto dal Zante 270 provisionati, oltra li soldati ; et dice, a voler far bona
justicia, bisogneria impir l'antene di desobedienti,
ma li à fato tal latino etc. Item, quella note si lieva
per Modon; è venuto do caravele di Trane con biscoti ; sier Jacomo Venier , capetanio di le galie grosse, è stato da lui, si à dolto etc. Item, da terra
è stå ditto esser morti soto Modom 25 milia turchi ;
il signor obsta, nium non ensi di la Morea, acció
non se intendi questo.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, data im porto di la Nata, adi ultimo luio.
Avisa dil socorso si manda a Modon, e quelli vanno
di bon animo ; spagnoli 65, sguizari schiopetieri 36,
provisionati italiani 60, altri fati li al Zante 60, in
Et in questo mezo vene letere da mar; tutto el | tutto 397 ; bombardieri 9, polvere barili 400, freze
641 MCCCCC, AGOSTO. 612
255
casse 14, vereloni casse 7, coracine da fante a pe'numero 100, et marangoni 5 di galia, con provenza
ruza, vano a Modon ; fano provisionati li al Zante e
a Corfu, et ducati 1500 fo mandati a Napoli di Romania, per la galia Meza. L'arma' nostra è nuda di
monition e polvere ; non voleno menar nave con
Ihoro, per averne molte ; et sier Francesco di Manfredi è al Zonchio, venuto li con una barcha ; dice
esser velle 300, galie sotil 70, grosse 8, fuste 40 da
banchi 20 in 22, quare 18, fra le qual la nave grossa, e do galeaze, e una nave di bote 800 in 900 ; el
resto, velle picole, qualche schierazo, et il resto bregantini. Al Zonchio non hano dato bataglia alcuna,
nè credo i la darano ; vano verso Strivali.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie
grosse, data ivi, a di 30. Biasma chi mandò le letere senza le sue ; sier Andrea Bondimier non dè le letere al zeneral, che andava al Zante per aqua.
Item, avisa dil socorso si manda in Modon, voria,
per sua opinion, uniti haver l'arma' nostra passà
per Canal di Modom ; à galie grosse 14 con la Trivisana, sotil 34, vilissimi legni, li cuori et il governo,
e in governo e obedientia consiste tutto.
Dilditto, data ivi, a di 31. Come damatina si
leverano, e il vice zeneral li dimando de li sopracomiti non volse combater. Li rispose : Li avè visti
vuj ; bisogna castigarli. Si scusa aria soccorsso quel
le do galie prese, ma rimase im bonaza; fè trincheto, et O valse. Et volse per lui soccorso di galie sotil, qual fo sier Marco Grioni e sier Sabastiam Foscarini ; vol far la cercha a le tre galie grosse noviter venute, ma si duol non haver commissiom.
Da Corfi, dil baylo e consieri, di 4. È ritornà il
bregantin, con letere dil zeneral, avisa dil socorso.
Àmanda in arma' 480 barili, casse 12 di freze, et
per la nave su la qual è andà sier Marco Barbo, va
ducha in Candia, li à manda barili 170 polvere, et
casse 9 di freze, et più non ne hanno ; et han impegnati li arzenti per dar danari a li soldati ; l'ultima
fusta armano, è in hordine; la manda a la Vajusa.
Item, sier Zacharia Loredan, sopracomito, è zonto ;
hanno ricevuto li danari per armar la galia, non harano zurme per aver armato fuste, e aspeta l'arsil ;
voriano fassi di azal e zaponi.
Dil Zante, di Paulo Jonoma, contestabele, di 29 .
Come è zonto li con li provisionati, et va a Modoin elc.
Di sier Domenego Dolfim, capekinio al colfo,
date in galia, a di ultimo luio, a la Vujussa. Come à di Durazo , di 29, l'armata doveva ussir ;
à licentià le do galie grosse et do sotil ; à scrito
I Diarii di M SANUTO Tom. 111.
a Corfù, armi fuste; à scandaià la bocha, è pie' tre e
mezo.
Dil ditto, di 4 avosto, ivi. Come veniva da la
bocha alcuni zopoli a torno li schagni ; fè armar
le barche di le galie grosse e sotil, e mandò il suo
armiraio, e si levò e andò la matina versso ponente a
veder una chava mia 7, a uno fiume nominato Polonia, à fondi assai, pie' 5 in 6, ma non è stå fato alcuna cava, come era stå ditto, et si staria assa ' a farla, sì che va discorendo li intorno, per veder. Et
de' turchi una galia sotil, una fusta e uno bregantim
ogni di se reduse a la bocha per guarda. Item, si el
signor revocha quelle zente tien de li, lui voria hordine da la Signoria nostra, quello habbi a far.
Adì 18 avosto. In colegio vene sier Anzolo Sanudo, oficial a le raxom vechie, con sier Fantim Michiel, quondam sier Hironimo, per una letera era
stà scripta, a requisition di l'oficio, al podestà di la Mota, che debbi mesurar el bosco di Carpenè, per
certa confiscation pertende far essi signori de' campi
tien el ditto sier Fantin, ch'è di la Signoria nostra.
Et dita letera era stà suspesa. Or alditi in contraditorio, la Signoria terminò lha letera andasse.
Vene sier Piero Nani, stato governador a Otranto, e sier Jacomo da Canal, quondam sier Nicoló, dotor, è creditor dil fito di la caxa di San Polo, dove sta
l'orator di Napoli ; a li qual fo balotado darli alcuni danari, con questo, per esser debitori, si fazi
dadi e receputi.
Vene sier Jacomo Liom, stato governador a
Brandizo, et referite quella esser una gram teraza,
è pochi citadini, è molto desabità, quasi li tre quarti ; fa 600 fuogi ; non sono boni marcheschi, maxime
4 o ver 5, tra i qual uno Bortolo Porcho, qual,
quando il re scrisse voler pagar certi formenti per
nome lhoro, lui se inchinò in terra ; et a l'intrada
di Lodovico in Milam, tuti feva festa, et messeno
mazi per le botege ; et quando l'armada dil turcho,
l'anno passato, era in mar contra la nostra, a Leze,
loco dil re, stavano zente d'arme preparate. Item,
le forteze è belle, ma mal conditionate di monitioni ,
e non hanno vituarie per tre di. Et li fo dimandato
per el principe de l' intrada. Disse non ha, oltra la
spesa si fa, ducati 50 ; e la intrada è ducati 100, zo
di le doane; et lui à fato bona ciera a tutti, e zurò
in man dil principe, haver ben ministrato. Darà li
conti a Francesco Duodo, rasonato ; resta creditor
più di ducati 460. Poi disse il modo si have, Schandarbecho era in quel regno ; et quel fra' Francesco
vene de li ; et la letera dil conseio di X fo presa ;
e per via di uno Zuan da Roma, habita li, ch'è tuto
1
6:3
MCCCCC, AGOSTO. 641
tini partino da Liom mal contenti. Ringratia esso
orator esser stà eleto il sucessor.
Aragon, fè scampar ditto signor da Napoli etc. , е
tanto fè, che 'l vene etc. Item, presentò letere di
quelli di Brandizo a la Signoria. Si doleno di uno Del dito, ex oppido castelionensi, prope Monta- contestabele nostro è li, prega sia casso. Item, par- glis, a di 8. Come à sequitato il re li, licet il morbo tito esso provedador, per fortuna capito a Cuvrili. sia per tutto ; di le nave, dicono esser armate e in
Disse dil loco, è mal fato; li si buta via la spexa, li hordine ; et li oratori di Bergogna, si dice è venuti
bisogna 700 passa di muro a torno da banda da per caxon di la ducea di Bergogna ; il re non li à
255 mar, e da terra mal si pol tenir; e con artilarie li risposto. Et l'orator yspano li ha ditto di la morte muri si buteria zoso ; et Schandarbecho è chiamato dil principe, fiol dil re di Portogallo ; e il ré e la
molto, et andando veria X milia albanesi , ma sono raina e populi hanno electo im principé el ducha di
poveri, bisogneria passerli. Conseia la Signoria toy Bergogna, suo zenero. Item, l'orator dil pontifice uno Zuan Musachici, sta in Reame, fo con il signor è restato amalato a certo loco ; etiam lo yspano non Schandarbecho, et za li parló; veria a soldo di la è sano ; il re non va di longo a Montaglis, ma va
Signoria nostra, à anni 52. Item, lui provedador å temporizando. Quello seguirà aviserà la Signoria
tenuto tre libri : uno darà qui, uno a lassà lì, il 3.º à
presso di lui. Dei salli à lassà il cargo a suo cugnado, sier Piero Arimondo, era saliner. El principe
lo laudò non tropo.
nostra.
Dil dito orator, di X, tenute fin XI, a certo loco 256
qual nomina. Come, ricevute letere di 24 nostre, in materia di araldi e oratori turchi, andò dal re. Par
soa majestà si doglia ; di quelli di Rodi, nulla dice,
verano a suo piacer ben instruti ; ma si duol di
Et intrati li capi di X, fo mandati fuora per lezer
alcune letere ; et nui, savij ai ordeni, andassemo ad
udir li oratori de Cuvrili a nui commessi: uno pre | modi di rodiani, e, di la pace publicata col turco,
Martim con do altri ; ebbene letere di sier Andrea Michiel, provedador di Albania, da Dulzigno, di 24
luio ; ne mostrò il modello dil loco.
volea mandarli uno messo. De li turchi soa majestà vol siano remandati indrio ; e il cardinal Roam e
monsignor di Albi voriano fusseno messi a la tortura qui, per saper dil turco. Rispose il re : La Signoria non vol questo. E vol scriver al papa e al- trove in sua justification, ch'è stato li honori fati uno deluder etc. , et spazate le letere, non vengino.
Di Franza, di sier Beneto Trivixan, el cavalier, orator, date a uno castello in Barbom, a di 2.
Come a di 18 il re parti da Liom, vene per certe
vie, e arivò li . E l'orator vene a la dreta in la Franza ; è pur in molti lochi morbo, et il re si parti mal | Par il gran prior di Franza, fradello dil cardinal
Roam, ricevuto letere da quelli di Rodi, volea ri- vochar l'hordine. Il re ait : Quod scripsi, scripsi.
Manda la copia dil re, scrive al suo orator qui in hac materia, et le propie dil re da esser date. Il re ozi
va via a piacer, non si sa dove ; poi, non venendo
li oratori de l'imperio, anderà altrove. E il re li disse di la morte dil principe di Spagna, e che ben che il ducha di Bergogna, conte di Fiandra, sia he- rede, tamen è in division la Spagna.
contento da Liom, per non esser la raina graveda,
come el credeva. Item, ricevute nostre letere con li sumarij, li mandò al re. Etiam ebbe letere dil car- dinal Roam, in materia di le nave si arma a Zenoa ;
dice zenoesi à rechiesto armar di le altre ; el re è
stà contento, arma una, e zenoesi do altre, sarano a
di X di questo in hordine. Manda la copia di ditte letere. Item, fo dal re, et soa majestà li disse, el me- raschaleho di logis è ritornato dal re di romani, e
quel re li ha dito li dispiace solum di una cossa, soa
majestà sia in amor e in liga con la Signoria no- stra, et che veniva li oratori di l'imperio, zoè el ducha di Saxonia e altri, sarano de li per tutto il mexe. Item, è venuto monsignor di Vergè, come li à ditto el cardinal Roam, per pacifichar e interponersi col preditto re, et si aspeta vengi questi ora- tori di l' imperio ; temeno queste motion di Elema- gna, licet franzesi non mostrano ; et si ha sguizari ancora non aversi acorda ni col re di romani ni col| toglij e cussi soa majestà farà; e fiorentini non voDilditto, di X. Come el cardinal Roam li disse :
Domine orator, licet sia secreto, vi dirò : fiorentini,
per aver Pisa, e il re, per servar la promessa, li mandò le zente, qualle andate non hebeno danari,
vituarie, ni polvere. Editoli etiam manderia di novo
le zente, fiorentini non pageriano una maglia ; sono
desfati, et in confusiom tra lhoro. Il re si vol justi- fichar con tutti, et tegnirà senesi, luchesi e pisani per amici, et diti pisani hanno pregato. Il re e la raina li
roy. Item, domino Francesco Bernardin Visconte si racomanda a la Signoria, e non vol operar il roy,
ma cognoscer da la Signoria. Et li oratori forenleano pagar pur li sguizari stati in campo. E il re dice : Si non li pagerano, se volteremo contra di thoro. Quanto a la risposta fata al papa, in materia
645 MCCCCC, AGOSTO.
646
di Faenza, il re disse: Fate vuj. Item, sono venuti | venitiani, non son per mancharli, imo ajutarli contra
do oratori fiorentini zoveni, con quatro cavali ; et
lui orator prega la Signoria li dagi licentia per questi do mexi, e si parti ; sta mal, non pol cavalchar.
Dil re di Franza, al suo orator è qui. Comenza
cussi. Nostro dileto e fidel etc., e li comanda licentij ❘
questi oratori dil turco, per esser venuti senza salvo
conduto, e per haver promesso non offender la Si
gnoria, e poi haver fato e andato col campo; et che,
cessando far guerra a la Signoria, li aldirano, e altre
bone parole; che, non fazando con le sue forze, vederà de oprimerlo, e ajutarà li colegadi et amici soi ;
et quelli oratori di Rodi vadino da soa majestà ben
instrutti di la comissiom di ditti oratori turchi etc.
Da Ferara, dil vice domino, di 17. Come, partido le zente francese di Toschana, nulla si ha di
novo ; e dite zente, sono andate im parmesana, fanno
gran danni, ne sono assa' infermi, brusano e togliono la roba per forza. Item, domino Zuam Valla
parti per Mantoa, va per andar con domino Beneto
Tosabecho, con oblation dil signor ducha al roy,
che toy il marchexe, non per altro cha per soa 256 * quiete ; e non vol da soa majestà alcum soldo ; e di
le nove de' turchi el signor mostra dolersi, ma in
alcuni lochi si fa li consueti tribi (sic). Item, uno confesor dil signor li ha ditto, il signor non faria O di
guerra se non contra turchi, et el cardinal San Piero in Vincula.
tutti. El principe lo ringratio molto etc. Poi el dito
orator disse, era ditto mal dil suo re da zoveni in
Rialto e in San Marcho. E il principe lo prego li
| dicesse chi erano. Rispose : Non voio, ma li achiaperò, e vi dirò. Poi dito orator andò da li oratori
turchi, con Gasparo da la Vedoa, secretario nostro ;
è homeni di anni 45 ; et l'orator li disse quanto scriveva il roy, e lhoro superbi rispose : Il nostro signor
non à risposo 0. Poi disse : Li vostri araldi ne ha
fato venir, e il mio signor non teme il vostro re ;
spazene pur presto, che andemo seguri o a Ragusi
o dove vi piace.
Et leto le letere, reduto la Signoria e il colegio
im pregadi, se reduse conseio di X per dar l' oficio
a Zuam Todesco, come credo.
Poi el principe referi tutto, et leto le letere dil
roy a l'orator suo per Gasparo di la Vedoa, qual
referi quel disse li oratori turchi.
Fu posto per li consieri una gratia di sier Jacomo
Dolfim, quondam sier Andrea, è debitor a le raxom
nuove, per una piezaria fata per Nicolò da Ponte,
suo suocero, di ducati 300, pagi in tanti pro' corenti.
E sier Vetor Dolfim, cao di 40, parlò in suo favor.
Efu presa.
Fu posto per li consieri, cai di 40 e savij , dar a
domino Francesco Bernardin Visconte quello li è
stå tolto. Ave 12 di no.
Fu posto per tuti i savij d' acordo, dar a li fioli
di Pasqual de Federicis, morto a Zara da' turchi, la
provision havia il padre, qual stagino con li cavali a
Zara. Item, a li fioli di Mexa Busichio, morto a NaDa Spalato, di sier Marin Moro, conte, di 2 avosto. Come quelli stratioti dil conte Xarcho andò
su quel di Craina, e tolse anime e animali ; li qual di
Craina sono nostri ; unde quelli armono 16 barche
con 12 homeni per una, dubita non vadi a Liesna, ❘ poli di Romania, ducati X al mese a li soi fioli di
come il canzelier di quel conte li ha scrito; et esso
conte di Spalato li ha scrito non fazi alcuna novità ;
et il conte Zorzi di Craina li à risposto, non fa inal.
Da poi disnar fo pregadi. Et prima vene in camera dil principe, dove si reduse il colegio, l' orator di Franza, et fè lezer la letera li scrive il re,
molto bona, che debbi licentiar li oratori dil turco,
et dirli etc. Poi mostrò una altra letera, comenza :
Monsignor lo judice, pregeino ne avisè spesso, e vi
ringratio di avisi, et di oratori dil turco sapete sij
con la Signoria, e dil papa pregè li compiasi; e de
li ducati 40 milia vol dar a l' hongaro, scrivè etiam
nui li contribuiremo di quello scoderemo di le decime presto ; et dice, l' orator di Ferara vi à ditto, el
suo signor è ito a Mantoa, non dice la verità ; nui
l' habiamo mandato. E de Napoli, non farà O senza
la Signoria, e, si chiamerà turchi, scrivè, verò im
persona con tuta la mia posanza. Conclude, acertè
provision, a page 4 a l'anno a la chamera di Candia.
Et fu presa.
Fu posto la parte di barcharuoli, vadino in ar- 257
mada, per tutti i savij. Poi, vedendo il conseio mormorar, li altri savij si remosse di la parte. Et sier
Marco da Molin, Jo, Marin Sanudo, sier Antonio Venier, savij ai ordeni, restono ; et indusiar messe sier
Jacomo Cabriel, nostro collega. Jo andai in renga, e
parlai in favor di la parte. Et sier Jacomo Cabriel
mi rispose. E sier Antonio Trum, el consier, andò
a parlar ; volse meter assa' zonte a la parte. E cussi,
lui , sier Constantim di Prioli, sier Marco Bolani ,
savij dil conseio, intrò in l' opiniom de indusiar. Andò la parte: una non sincera, 14 la nostra, 27 di
no, 129 di l'indusia.
Fu posto per li savij da terra ferma e nui ai or:
deni , dar a Marco da Canal certi cavali, e stagi a
Zara. E non fo balotà.
67 MCCCCC, AGOSTO. 648
Adi 19 avosto. In colegio vene sier Zuam Badoer, dotor, è di pregadi. Disse, eri sera l'orator
di Franza, che li sta per mezo, lo mandò a chiamar,
e li disse di cavalieri rodiani, qualli hanno dito mal
di lui a' soi messi, che li mandò a darli le letere di
Franza. E l'orator disse : Non starò sempre qui,
come sarò dal roy, farò etc. Et di queste parole il
colegio si dolseno assai ; e fo leto quello scriveva
ditto orator di Franza a li oratori turchi, che portino
con lhoro per lezer al turco; e fo consultato si o ver
no, e terminato vadino a Ragusi su uno gripo, con
30 homeni, e se li toy le arme, perchè lhoro sono
persone 20 turchi, et il gripo, vol di nollo ducati 35,
à homeni 16. E fo ballotà di pagarlo per conto di
la Signoria nostra, 17 de si, et 8 di no.
Da poi fonno chiamati dentro l' orator dil papa,
di Franza, di Napoli, di Ferara, di Urbim, quel di
Rodi, Rimano, Faenza, e domino Marco Malipiero,
comendador di Cypri, e il prior di San Zuanne da
cha' Michiel, e domino Andrea di Martini, prior di
Hongaria, e, sentati tutti a presso el principe, soa
serenità disse la diliberatiom fata dil christianissimo
re, di haver licentià questi oratori turchi. Et poi sapientissime parlò l' orator di Franza, commemorando li progenitori soi, serenissimi et christianissimi, e
che re Carlo volse il fradello dil turco per poter
nuoser al turcho, e fè lezer a Gasparo da la Vedoa
la letera li scrive el roy, e disse eri ſo a dir a
ditti oratori questo, e cussi ozi feva comandamento
a questi rodiani, andasseno al roy, ben advertido
di la comission di questi turchi. E dito orator di
Rodi non stè saldo ; è francese, homo dil diavolo ;
e disse : Chi vi ha ditto, li oratori turchi li ho menà mi ? El'orator rispose : Li araldi ; sareti dal roy,
intendereti il tutto. Non credo sia stà li araldi, perchè non haveva commission dal roy. Eil principe
disse a quel di Rodi : Non ne dicesse vu, che uno
avevi menà vuj , l' altro menò li araldi ? E lui disse,
non havia ditto. Or, ditoli quando el fo a Modom,
non volse li araldi dismontaseno, disse : Non è vero.
E, conclusive, fo gran altercatiom di parole. Parló
poi l'orator dil papa ; laudò il re, e disse il papa
haria piacer, e lui era testimonio a Milan, quando fo
esser con li oratori dil re di romani, dove spera tratar cosse bene per la christianità, et vol esser sempre di la Signoria, per haver cussi terminato ; e perhỏ disse esso orator, saria bon far pace e quietar
Italia. E il re mio, quando non potrà più, farà come
fè Davit contra Saul, che si acostò a' filistei . E commemorò quando il re don Ferando con nave e galie
mandò in ajuto nostro e soccorso Rodi da' turchi,
e cussi il suo re è ben disposto etc. Poi parlò l'orator di Ferara, optime ; laudò l'opinion dil re et di la
Signoria, e disse tuta Italia doveria esser d' acordo
contra questo inmanissimo turcho per ajutar questa
Signoria, la qual solla za anni 40 fo in guerra con
esso turco. Poi disse l' orator di Urbim questo medemo; e che di questo licentiar, il signor so ne harà
summo piacer. Rimano et Faenza disseno questo
medemo. Poi il principe parlò sapientissime, et partiti essi oratori, rimase quel di Franza con li rodiani.
Et ditto orator si dolse, eri lui di Rodi haver ditto,
lui orator à ditto che l' arma' fo fata, non fu paga
per rodiani ma per il re, l'anno passa ; e che havia ditto, il prior di Alvernia meritava li fosse taià il
capo, e che quelli di la religiom son malvasi homeni.
E si scusò non era vero havesse ditto tal zanze, e
ben à dito al ferier di Martini jocose : Vuj seti cativi ;
e ditto : Vuj porterè la † roverssa; et che tal parole
lui rodiano disse a uno corier dil roy. Et il principe
riprese quel di Rodi con alte parole, et lo cazò fuori
di colegio con molta villania.
Et poi intrò li cai di X, per esser stà conduti de
qui da Zervia, im barche mandate per sier Piero
Loredam, podestà, undese milanesi stati al turco,
per nome dil signor Lodovico, et ritornavano de
qui .
Da poi disnar, fo gran conseio ; et il colegio reduto in camera dil principe, zoè li savij con el principe, vene l' orator di Franza ; dove ſo consultato,
senza dar altra scritura a questi oratori turchi, era
meglio darli la copia di la letera dil roy; et cussi fo
concluso. Et li disse di milanesi retenuti a Zervia,
havendo quel di la Somaia salvo conduto dil roy, et
conduti de qui erano stà posti in caxa dil schalcho
dil principe. Et lui orator pregò fosseno lassati. E
cussi, reduto, da poi gran conscio, conseio di X li
in camera, et fono lassati libere.
257 con el cardinal Borgia, andò legato a Milam, al tem- po ſo manda li ditti araldi al turco; e che il gran
maistro di Rodi, che non crede l' habi fato, haria
fato mal, perchè non dia haver amicitia con infidelli .
Poi parlò l' orator di Napoli ; laudò l'opinion dil roy,
e che il re suo è disposto, e voria la quiete de Italia ;
e, atento la letera fè lezer 'l orator di Franza, è uno In questo zorno, vene Zorzi Negro, fo secretario
capitolo come soa majesta andava in Gatenois per dil zeneral morto, con uno gripo, parti a dì 2 di queFo scrito per colegio al capetanio zeneral di le 258
provisiom si fa di armar, e avisarli di esser stå licentiati questi oratori turchi. Etiam fo serito a sier Domenego Dolfim, ch'è a la Vajussa.
649 MCCCCC, AGOSTO. 650
258
sto da Corfù. Fo dal principe ; disse gran mal di la | beneficij in Anglia; e à inteso fo leto letere di mernostra armata ; si scusa non haver fallito, et si apresenterà a le prexom.
chadanti fiorentini, avisava Modom e Coron esser
stà preso, et 12 galie nostre da' turchi. Il papa disse :
| Non è vero; fiorentini dicono per odio. E li cardi-
| nali si la passò, excepto lo alexandrino. Item , si
aspeta li il conte di Festimbergi , orator dil re di romani, con amplissimi mandati ; et il cardinal di Siena
si parte, va in la patria a star qualche di.
Di Napoli, di l' orator, di XI. Come il re intese
el prender di le do nostre galie ; si duol etc. E doin
Joseph, ebreo, li à ditto, scrivi al capetanio di l'ar- mata; qual fa li fatti soi, è homo richo, e vene di Spagna, sta a Trani, che voglij vegnir con l'armata in Levante; e cussi à scrito. Prega la Signoria li lievi di portar bareta zalla. Item, è letere di Granata di la
raina vechia ; scrive la morte dil principe di Portogallo, et che quelle alteze si la passa tal morte.
A di 20 avosto. In colegio vene sier Alvise Venier, venuto podestà et capetanio di Ravena, in loco
dil qual andoe sier Antonio Soranzo. Disse la terra
esser assa' citadinescha, volze tre mia, le do parte è
disabità ; è anime X milia, in el conta' XI milia ;
mure vechie e triste, e ne à conzà in alcuni lochi, et
à fato far uno mio di mure, con li parapeti, senza
spesa di la camera. La citadella stava mal, e à fato
conzar li parapeti, fati di piera, e ſato la porta con
muraie. Item, fè far uno pozo, 8 passa longo, 5 lar- go, e sta ben al presente. Item, di la camera nium|
dia haver 0, e lassa lire 400 di bolognini in camera.
Item, il teritorio è a torno mia 91, longo 23, largo
13; fa formenti stera 300 milia, zoè, si consuma in
la terra e il conta' 100 milia, et 40 milia per semenar, il resto va via, e assa' cari de formenti vien su
quel teritorio di Lugo e Bagnacavallo e Ymola ,
Forli, Cesena e Bertonoro. Item, è pie' 150di legni
cazudi, ch'è boni per l' arsenal. À fato far 4 ponti
di legno; a' ricordi si potrà aver mille roveri , a
tuorne uno per possessiom, boni e longi, di pie' 45
l' uno, qualli si haverà in zorni X. La intrada di Ra- | San Severim passo Torbolle, va a Mantoa, et è pasvena è lire 34 milia et siecento de bolognini, che
son ducati undese milia ; e la spesa è lire 32 milia a
l'anno ; et che sempre à mandà i danari qui, e senipre si scuode e si paga chi dia haver. Fo laudato dal
principe.
Vene Matheo Cini, fiorentino, sta in questa terra
con la fameglia; e dimandò licentia, vol andar a Fiorenza per una lite ; starà fin 4 setimane. Et ditto, vadi.
Vene l'orator di Franza con uno messo di Milan; à una letera di monsignor di Luciom, in recomandation dil preosto et canonici di Santa Maria da
la Schalla di Milan, per numero 22; à una possessiom soto Cremona, chiamata Castel Visconte ; li rectori vol pagi le decime, et lhoro hanno privilegij di
exention. Fo commessa a li savij .
Vene Alvixe Zio, va in armada dal zeneral, tolse licentia. Pregò la Signoria non sia tenuto più di 4
mexi ; et cussi fo scrito al zeneral, observi la parte.
Di Roma, di l' orator, di 13. Come andò dal
papa, inteso nove di turchi, per via di Otranto, esser
stà a le man l'armade. E il papa disse : Nostri à
gran cuor. E voltatosi a una Nostra Dona con le
man zonte, ait : Verzene Maria, mostra miracolo !
Et desidera la Signoria li dagi risposta a le propositione ; promete far per nui etc.
Da Rimano, dil secretario, di 18. Come quel
signor havia dopia terzana, et è meiorato; processa
tal febre da collora, per strachi. Item, di rebelli
foraussiti voleano far novità.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
16. Esser passà de li uno corier dil papa, porta risposta al re di romani di suo letere ; et il cardinal
sato con barche per il lago.
Di Mathio Falaza, sora masser di sier Jacomo
Venier, capetanio di le galie grosse. Scrive da la Nata,
di 31 luio, a uno suo qui, dil modo fo combatuto
con turchi ; danna esser tante galie grosse, quante
erano im bonaza, et solum 8 fè fatti.
Vene sier Piero Cabriel, et mostrò una letera di
sier Marco, suo fradello, castelan a Modon, di 14 .
Li scrive: Sta di bon aninio, di nostri pochi è morti ,
di turchi assa' ; e dil romper una bombarda grossa
dil turcho, et che uno passavolante ſo trato, dete di
sopra pocho lontam dil paviom dil signor, el qual è
amallato di febre ; et il bilarbei, va stravestito per il
campo, pocho mancha da' schiopeti non sia stà morto ; et è caristia in campo, e pocho pam si dà per assa
aspri ; biava è pocha e cara ; e che sier Hironinio
Pixani, provedador, con quelle galie vene, stè poche
hore; non voria el fusse mai venuto; danna il zeneral, che non par ni fa provisiom.
D. Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier,
luogo tenente, et di Gradischa di sier Piero Mar- cello, provedador, di 18. Zercha quelle cosse ; non è
biava da cavalli, bisogna fanti, et è rote artilarie fè
Paulo da Canal ; voleno danari per dar a li bombardieri, et è venuto li uno stafier dil cardinal San SeDel litto, di 16. Come to concistorio, e dati certi | verim, va a Roma, al signor Bortolo Alviano, per
651 MCCCCC, AGOSTO. 652
livrieri, et ne à mandati do, e uno cavalo. Dice la
dieta è compita a Augusta, et di oratori vanno al
roy, e la liga è fata tra il re di romani, Spagna, Hongaria, Napoli, Boemia, Polonia e rossi. Item, lui provedador prega la Signoria, fazi soprasieder una lite
259 ha im palazo con li Zustignani, soi nepoti. Item, ha
letere, qual manda inserte, dil conte Anzolo di Frangipanni, e di madona Dorathea di Corbavia, et di Piero et Martim Ludovenich ; avisano turchi prepararsi
im Bossina per venir in Friul ; e dicono li aviserà il
tutto. Etiam di questo uno Zuan Maria explorator
li scrive.
Dil capetaniodi le fantarie, domino Zuan Batista Carazolo, date in Gradischa. Si duol di le do
galie prese ; si offerisse, ad ogni comando di la Signoria nostra, andar in mar.
Da Bologna, dil conte Nicolò Rangom, a Piero
di Bibiena, è qui. Come à una letera di Franza, il re
à confirmà la investitura dil signor missier Zuanne,
et di Faenza non se incura. Et à letere dil Bodriolo,
da Lucha, come el cardinal Vincula non vien li, ma
va a Saona ; è mal contento per l'orator dil roy,
andò a Roma per lui, quando il papa steva mal, a
dir al ducha di Valenza, l'ajutasse a farlo papa. E
dito orator ritornò a Pisa, poi va a Zenoa, dice per
le nave si arma de li, et à scrito a esso Vincula.
Item, pisani hanno fato do corarie, una a l'Alto Pozo
per prender Guielmo Caponi, qual era a Lucha, e
ritornava a Fiorenza, e li fè danno assai ; l'altra sopra le colline, licet da quelli di Cassina fusse recuperà la preda ; et Lucha è sublevata ; et uno orator
dil roy, va a Roma, passò de li. La cità de Pistoia è
in arme, per esser stà amazà uno di quelle parte; et
Juliano di Medici è li a Bologna ; et quasi francesi
non à dato Pietra Santa e Motrona a' fiorentini, ma
voleno aspetar mandato dil roy; et Massa l'anno
data in le man dil marchexe Cabriel.
Di Asola, di sier Piero Lombardo, provedador.
Se scusa di quel li fo scritto per la Signoria, di haver
aperto le porte di note. Avisa, vene li uno conte spagnol, fo homo dil signor Carlo Orssini, al qual ogni
di vien forestieri , et è alozato de li ; et di questa materia el ditto signor Carlo scrisse al suo secretario.
dulo, ob meritis (sic). Et uno dotor fè una oration
in soa laude, e lui ge lo apresentò. Esso provedador
l'aceptó, volendo la illustrissima Signoria, e portato
a caxa con gran compagnia, et quello, come sarà de
qui , lo apresenterà a la Signoria nostra. Et li fo rescrito per colegio, lo lassi li in chiesia di Caravazo.
Dil ditto, per un' altra letera. Come quelli podestà lì a torno fanno molti inconvenienti ; si anno dolto
a lui li populi . Li risponde non li hè sottoposti, sì che
la Signoria provedi.
Da Trevi, di sier Michiel Baxadona, provedador. Come vol meter certi homeni, a custodia di le
porte, dove son vechij .
Di Verona, di rectori. Come hanno auto, el cardinal San Severin esser passato da Sermion, et va a
Mantoa.
Da Vicenza, di domino Jacomo da Trento, el 259
cavalier. Come quelli citadini, e il capetanio, si do- leno non vadino sopra la diferentia, cargando lui esser stà causa. Et fo scrito a Vicenza, lui non à causa.
Di Padoa, di rectori. Come hanno incantado li
dacij de Citadella, lire 3000 e più; et uno di lhoro
rectori anderano li a veder certe caxe ; et alcune arme, erano de quelli signori sanseverineschi, le à
manda al conseio di X.
Deli ditti. Chome li artisti hanno fato il suo rotolo, prega la Signoria lo confermi ; la copia dil qual
sarà scripto di soto, et cussi fo confirmato per la Signoria, more solito.
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador.
In materia de biscoti ; et à ricevuto letere di l' orator di Napoli, manda a Otranto, drizate al zeneral ;
li avisa zercha l' armata yspana.
Di sier Antonio da cha' da Pexaro, quondam
sier Lunardo, a li provedadori a le biave, datu a
Trani. Come è im Puia assa' formenti, val il ster
soldi 32, et la condutura soldi 6, zoè ducati uno el
caro. Et fo ballotà da comprar ducati 3000 per far
biscoti .
Di Antivari, di la comunità, di 22 luio. Prega
sia provisto di altro governo, cha quel dil podestà,
sier Piero Tiepolo ; e fato il camerlengo, scontro. Et
mandano uno capitolo di la commissiom a sier Stefano, suo orator. Fo comessa a nui.
Noto, li oratori turchi non si pol partir, per esser messo syrocho ; sono superbi, hanno recusà la
Di Charavazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador, di 18. Come eri, che fo la festa di San
Fermo, protetor de li, era il provedador di Romam
e quel di Sonzim, Martinengo e Trevi in chiesia ; et ❘ scriptura li volse dar l'orator di Franza ; et il grippo
hessendo li, quelli citadini feno portar uno stendardo
di ormesin cremesin, con uno San Marco, e la terra
di Charavazo, e l'arma di la comunità, e la Dandola,
e letere Charavagium, poi Johannes Antonius Danè preparato.
In questa matina, in do quarantie, sier Piero Morexini, avogador di comun, introduse il caso di sier Hironimo Boldů, fo consier in Candia, qual, menato
653 MCCCCC, AGOSTO.
654
per sier Lucha Trum, synicho, e fo preso di retenir | monsignor di Lucion, quello havia, qual per li pro- in quarantia criminal, atento li 40 messe in uno bossolo per l'altro . Et sier Lucha Trun, synico, li rispose. Et ditto sier Piero Morexini messe che 0 fusse
fato, fin la venuta di sier Bernardo Zustignan, capetanio e vice ducha, e li consieri. Et andò la parte : 8
non sincere, 13 di no, 49 per il Trun. La 2.ª volta :
3 non sincere, 10 di no, 57dil Trum. Et nihil captum. Ergo è ben preso.
Noto, è stà trova l'altro eri uno homo morto,
senza testa e senza braze ; non si sa chi ' l sia. È cossa
assa' strania.
Da poi disnar fo pregadi. Non fo il principe, et
leto le letere.
vedadori nostri fo confiscato come rebelli. Et sier
Lorenzo di Prioli, fo avogador, volse parlar; ma
vene zoso. E sier Christofal Moro, fo provedador in
campo, parlò, dicendo questo era castelan in Trezo
per il ducha, e non si volse render a le nostre zente.
Et andò la parte : 60 di no, 100 de si. Et 0 fu preso,
perchè vol li do terzi dil conseio.
Fu posto d'acordo, per tutti li savij, scriver a
l'orator nostro in Franza, debbi ringratiar la regia
majestà dil licentiar di oratori turchi, e ditto assa'
mal di quel Jachus, orator di rodiani. Et ditta parte
ave 4 di no.
Fu leto la letera si scrive in Hongaria a li oratori,
per sier Domenego Bolani, consier, sier Piero Саpello, sier Polo Pixani, el cavalier, savio a terra ferma, et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, come ho
scripto per avanti, di reformar li capitoli ; e a l' incontro il resto di savij, di avisarli di questi oratori
turchi, licentiati per il roy etc. Ne la qual opinion, poi fo disputata, intrai. Or, primo parlò sier Domenego
Bollani, el consier, fo longo e fastidioso; fè cinque
Da Rimano, dil secretario, di 16 et 17. Di la
febre à quel signor, e di la morte dil conte Antonio,
fradello dil ducha d' Urbim. Il signor sta mal, e la
moglie e il signor manda la depositiom di sua mano
a l'orator suo, di Andrea Sponaldo, citadim de li .
Qual, havendo fato retenir la moglie e fioli, con salvo conduto vene e dipose di plano, havia con li foraussiti rebelli di Belmonte concluso prender il signor
e la moglie questo zugno, quando erano a Coriano; ❘ parte. Et li rispose sier Lunardo Loredam, procura- ma, scoperto e venuto dentro, voleva venir a la
porta di Santo Andrea con le zente dil ducha Valentines, per haver la terra; et per tanto dimanda la Signoria nostra sij contenta di mandarli uno prove260 dador, homo di autorità, e li sia dà danari ; et manda
la copia di la excomunichatiom. Item, da Cesena, missier Polidoro Tiberti hessendo in chiesia di Santo
Agustim, missier Nicolò da Bagno et Marco Cassino,
foraussiti, qualli erano intrati, dubitando, si partino.
E in le caxe erano fanti, adeo Cesena è in remor.
Fu posto per sier Polo Querini, sier Vetor Dolfim , sier Berti Loredam, cai di 40, far per gram
conscio uno castelam a Cremona, per do mam di eletion e la bancha, con li modi fo electo sier Piero
Donado, et il salario. Item, far de cætero uno camerlengo sollo, con il salario ha uno vi è al presente,
per 4 man di eletiom. Ave 8 di no. Etfu presa. Et
cussi fu poi fato primo castelan sier Berti Loredam,
cao di 40; et camerlengo sier Nicolò Ballastro, fradello di sier Andrea, fo preso a Modon.
Fu posto per li ditti cai di 40, far per eletiom im
pregadi uno provedador a Charavazo, cón ducati
300, per eletion di la bancha et do man di eletion.
Item, uno castelan li a Charavazo, con ducati 20 al
mexe; et uno provedador a Trevi, che lhoro lo voleno pagar, con ducati 300 a l'anno. Ave 4 di no.
Fu posto per li consieri, cai, savij grandi e terra
ferma, dar a Hironimo di Melze, atento le letere di
tor, savio dil conseio, qual volse poner de indusiar, e
d'acordo fu messo d' indusiar a doman, atento sier
Lorenzo di Prioli sopra ditto andò in renga per
parlar.
Questi sono quatro di pregadi, fo cavadi a l'oficio di diexe savij , in luogo di quelli manchavano,
zoè : sier Francesco Duodo, sier Maximo Valier, sier
Marco Dandolo, dotor, cavalier, e sier Bernardo
Donado.
Rotulus dominorum artistarum anni
præsentis 1500.
Dominus magister Gabriel Zerbus, ad ordinariam theoricæ medicinæ.
Dominus magister Petrus Trapolinus » »
Dominus magister Johannes ab Aquila ad ordinariam practicæ.
Dominus magister Hieronymus de Verona >> >>>
Dominus Honofrius Fontana, ad extraordinariam
theoricæ .
Dominus Philippus Pomodoro »
Dominus Bernardinus Speronus, ad extraordinariam practicæ.
Dominus Victor Maripetro >>
Dominus Constantius Gabinatus, ad cyrugiam.
Dominus Antonius de Savona >>> »
Johannes Benedictus de Monte Bodio, ad tertium
Avicennæ.
260*
655 MCCCCC, AGOSTO. 656
261
Bartholomeus Siculus de Lecutino >>>
Mauritius ....... , ad theologiam.
Hieronymus de Monopoli » »
Frater Antonius Trombeta, ad metaphysicam.
Frater Vincentius Merlinus >>
Ludovicus Gavatius, ad moralem philosophiæ.
Jacobus de Troia >>
Dominus Benedictus Tyriacha, ad mathematicam et astrologiam.
Petrus de Mantua, ad philosophiam naturalem.
Antonius Frachantianus »
Hieronymus Bagolinus, ad extraordinariam philosophiæ.
» Johannes Antonius de Neapoli »
Magister Ambrosius, ordinis hæremitarum, ad
sophistariam.
Magister Franciscus de Alea »
Franciscus Borana, ad logicam .
Vacat >
«
Joannes Calphurnius, ad rethoricam latinam.
Creticus ad rethoricam græcam.
Blaxius de Mantua, ab bidellum generalern.
Johannes Baptista de Albertinis, ad notariam.
Johannes de Verona, librarius, ad bidellum specialem.
Die 17 Augusti 1500.
Rotulus dominorum juristarum
Dominus Jacobus de Leone, juris doctor, civis
patavinus, per litteras ducales ad lecturam Decreti , in
primo loco.
Dominus Johannes Ungarus, juris canonici doetor, in 2.º loco.
Dominus Alexander Papafaba, juris utriusque doctor, civis patavinus, per litteras ducales.
Dominus Jacobus de Leone, civis patavinus, balotis 20, videlicet ad lecturam sexti in primo loco.
Dominus Aloysius de Ponte, civis patavinus, cassus, balotis 14, 8 pro.
Dominus Gofredus provincialis Bazoravis, electus loco ejus balotis 21, una contra, videlicet in secundo loco.
Dominus Johannes Franciscus de Musatis, juris
utriusque doctor, civis patavinus, balotis omnibus,
ad lecturam decreti primi loci, loco domini Jacobi
de Leono.
Dominus Johannes Campegius, bononiensis, juris
utriusque doctor, ad lecturam ordinariam juris civilis, de mane.
Dominus Antonius Franciscus de Doctoribus, juris utriusque doctor, civis patavinus, in secundo loco.
Dominus Bartholomæus de Urbino, per litteras
ducales, ad lecturam juris civilis meridiei, in primo
loco.
Dominus Jacobus Alvarotus, juris utriusque doctor, per fiat, in 2.º loco.
Dominus Bartholomæus Sucinus, senensis, juris
utriusque doctor, ad lecturam juris civilis de sero,
in primo loco.
Dominus Cicus de Neapoli obtinuit ad dictum locum primum seu ad lecturam institutionum, loco domini Francisci Fuscus, cassus de balotis 12 et X pro.
Dominus Lucius a Turre , veronensis , balotatus .... in 2.º loco .
Dominus Johannes Vercellensis, patavinus, balotatus et cassus in 3.º loco, XV, 7.
Dominus Franciscus Barixonus, patavinus, in loco
dicto.
Dominus Bartholomæus Finensis, de Bergomo,
juris utriusque doctor, per litteras ducales, ad lecturam feudorum, primo loco.
Dominus presbyter Petrus de Grisis, qui renuntiavit, in secundo loco.
Dominus Johannes Sartorius, de Foro Julij, per
Dominus Johannes Baptista Roxelus legit, ad sui
bene placitum, lecturam juris civilis, per litteras ducales, propter decrepitatem ad lecturam ordinariam fiat, in loco suo.
juris canonici de mane.
Dominus Andrea Basignanus, electus .
Dominus Bertuzius Bagarotus, juris utriusque
doctor, civis patavinus, per fiat.
Dominus Petrus Canis, juris utriusque doctor,
per fiat, ad lecturam juris canonici, de sero.
Dominus Franciscus de Parma, juris utriusque
doctor, pro forma, in 2.º loco.
Dominus Ludovicus Dezametricis , vicentinus ,
juris utriusque doctor, cassus, balotis 17, 5 pro. Et
electus ejus loco :
Dominus Johannes de Randano, siculus, confirmatus in 2.º loco.
Dominus Guido de Maretijs, sine concurrentia,
in tertio loco.
Dominus Jacobus Philippus Messetus , obtinuit
per fiat ad lecturam universitatis in 2.º loco .
Dominus Johannes Baptista de Grassis, pro forma, ad lecturam autenticorum.
Dominus Antonius Rizoletus, patavinus, ad lecturam trium librorum codicis.
Cæteri officiales balotati pro forma.
657 MCCCCC, AGOSTO. 658
.
Copia de una letera scrita per la Signoria nostra a
li serenissimi reali di Yspania.
orator di Napoli, vengi etc. Li fo risposto, ringratiato
di la letera, e dito, di Ripol si provederà.
cha. E il principe li rispose : Quel capetanio non è
per danari , perchè saria disprecio di quelle majestà.
E poi l ' orator disse dil principe morto, non sa chi
succederà.
Vene l'orator di Napoli, disse aver letere dil
suo re, qual eri le mandó a lezer a la Signoria, zerSerenissimis et catholicis regibus Hispaniarum. | cha l'armada yspana, che per soa majestà non manPosteaquam ex multorum litteris tristissimum
nuntium de immaturo obitu unici nepotis majesta
tum vestrarum, inclyti Lusitaniæ principis, et ad regnum utriusque Hispaniæ honestissimis omnium votis destinati accepimus, tanto dolore cum universo
senatu nostro affecti sumus, quantum sanctissima et
inveterata amicitia nostra mereri et efflagitare videtur. Cum enim catholicas altitudines vestras summa
benivolentia observantiaque prosecuti semper .. non
Vene uno nontio di lo episcopo di Urbim, qual
non voria pagar le decime di le possession à sul cremonese.
Da Milam, dil secretario, di 17. Esser ritornato
monsignor di Beumonte, qual è stato a far mostre,
261 esse participes, eoque magis quod illustrissimus is e si parte ; va in Valtolina, poi a Como; etiam è ito
infans in primo ætatis suæ flore crudelissime raptus | el baylo dil Degium ; etiam monsignor di Obigni si
est. Qui non solum Hispaniarum regno tutissimum
præsidium sed universæ religioni christianæ firmissimum columen futurum esse videbatur, summum
el celsitudinibus vestris et nobis et omnibus se (sic)
diligentibus mœrorem reliquit, quem quidem catholicis maiestatibus mulcere conaremur, nisi ipsi quoque consolatione egeremus cognosceremusque dominium utriusque vestrum, prudentiam et sapientiam. Nam et illum mortalem fuisse genitum probe
teneat, et hac lege nobis concessum ; et minus æquum
esse videtur velle conqueri si a nobis fuit repetitum,
quod sub ejusmodi conditione fuerat mutuo apud nos
depositum. Quare eum lugere desinamus, qui non
de vita ad mortem, sed contra de morte ad vitam,
et quidem felicissimam, transivit ; cum præsertim
ipsum ab illa immortali ad hanc temporaneam et brevissimam nullis votis, nullo luctu, nullis precibus
revocare valeamus.
aspetta domam ; et monsignor di Luciom li mostrò
una letera di Lodi, si duol che a Spim passa zente, e
vanno in Alemagna ; e che la Signoria nostra vi
metta custodia, che non possi passar. Et di Belin- 262
zona sperano di averla, per esser cussi il voler
de' sguizari. Item, di certa crida fata di biave non si
trazi dil paese; ma li soi subditi, hanno possession sul
nostro, saria bon potesseno trazer le so intrade.
XX° augusti , 1500.
Dil ditto, di 18. Come monsignor di Luciom li à
ditio, Agustim Triulzi averli ditto, esser venuto uno
messo, dice el conte de Chivena aver preso il passo
dil navilio, e si provedi per le cosse di Como. El
qual conte era andato in Alemagna, et francesi mostrono far pocho caxo, pur consultono a caxa tutti
di monsignor di Chiamonte, ozi dove era etiam lui secretario, monsignor di Obigni e monsignor di Tallera ;
e steteno per 4 horre serati, e monsignor di Obigni
si parte, va a Como ; e cussi sarà li altri. Item, che
alcuni sguizari , stati a campo a Pisa, erano li, et diEt similes, mutatis mutandis, serenissimo regi mandava danari a monsignor de Obigni, e licentia
Portugalliæ, XVImo augusti.
Adi 21 avosto. In colegio vene l'orator di Franza, mostrò una letera longa, scrive al re. Scrive la Signoria è im protetiom dil roy, e tuti humelmente
si alegra ; e li scrive dil conte Antonio di la Somaia,
fo preso, veniva da Ragusi, e fo de qui rilassato ;
qual vol dar, leto ha, al roy. Item, il fradello dil
marchexe di Mantoa è stå visto a Ragusi, va al
turco; e di certo tratato im Piasenza. Poi scrive,
dito conte Antonio di la Somaia vol venir in Franza,
e lui li ha dà uno so parente in compagnia ; et lui orator dimanda licentia dal roy di partirssi de qui.
Carga quel fra' Jaches de Seriach, orator di Rodi. Poi
ditto orator mostrò una letera, par Alvise Repol,
I Diaris di M. SANUTO. Tom. III.
di ritornar a caxa. Qual li rispose dolcemente, li faria satisfar. Item, le zente di Pisa sono tutte levate,
et monsignor di Beumonte si aspeta de li ; et monsignor di Obigni à fato la mostra de 1200 cavalli,
dei qual ne à trovà 400 boni.
Di Asola, di sier Piero Lombardo, provedador,
di 17. Come il conte Carlo Orssini andó a Castel
Zufrè a visitar el cardinal di San Severim ; e, tornato , li disse esso cardinal averli ditto , la dicta
esser terminà ; arà X milia cavali et 20 milia pedoni,
e uno capetanio dil re ; e vol aver il stato de Milam,
e à mandà tre oratori al re di Franza, per dimandar
Milam e il signor Lodovico, et che lui cardinal era
venuto li a requisition dil roy, per far el cardinal Sam Piero in Vincula papa, perchè il papa steva
42
659 MCCCCC, AGOSTO. 660
mal. Dice ditto cardinal à cavali 40, ma pochi danari, e li à dimanda ducati cinquanta ad imprestedo.
Di Padoa, di rectari. Zercha i cavali di oratori
francesi, la spesa monta 300 ducati, e la Signoria
scrive, si spendi solum 150, unde essi oratori sono
rimasti mal contenti, e l'orator zovene disse, replicando, farà pagar 150 a la Signoria. Sono stati
ditti cavalli su l'hostaria mexi 4, et erano cavali XV
et 4 homeni, voleva manzar 4 volte al di.
ga sier Mvise da Molin, fo savio dil conscio, in favor
di la conclusion di la liga con hongari ; parlò ben ;
alegó el cardinal niceno, quello diceva de' hongari,
e che sier Piero Mocenigo, olim serenissimo, solleva
dir: Senio sorzi a par de un liom, rispeto al turcho.
Tamen laudò l'indusia. Aricordo il modo di trovar
danari di 6 depositi dil sal non ubligati ; et li danari
dil Polesene del 1501 , che sono liberi, ducati X milia; et le galie di viazi navegerà, pagerano le decime
Fo ballotà il mandato di Zuan Griego e Fran- ch'è ducati 7000 per decima, et etiam li dacij, et di
cho dal Borgo, capo di balestrieri.
Da poi disnar, fo pregadi. Prima si reduse il
principe con il colegio in camera, e vene l'orator
dil papa e quel di Franza, dicendo quel di Franza,
aver certo, fiorentini dolersi dil roy, e si vol acordar col re di romani, e mandato uno messo. Per
tanto, richiede sia preso tutti li fiorentini passino
per le nostre terre, e tuorli le letere ; come disse
etiam questa mane di Alvise Ripol, orator di Na- poli, va spesso in Elenagna ; unde per colegio fo
scrito per tutto a li rectori nostri , fazi lo effecto.
le specie a trazerle, quelli sarano debiti, convegnirà
pagar. Item, l'intrada di Cremona e Geradada dil
sal, ch'è ducati 20 milia. Item, si arà le decime dil
papa, et do decime ordinarie, e do al monte nuovo,
et si troverà il pro' et una meza tansa che si metta,
si che li 100 milia ducati son trovati. Item, ait : È la
letera di Uria, che li mandò il cortello; fè molte exclamation etc. Li rispose sier Constantim di Prioli, savio dil conseio, et cussi, d'acordo, tutti li savij voleano meter de indusiar, e non scriver 0. Et sier
Antonio Trum, el consier, andò in renga, dicendo
Di Palermo, di Ulises Salvador, di 6. Come lui voler meter la parte di savij e biasemò l'indul'armata yspana, in tutto velle 50, è a Messina ; li sia. Li rispose sier Polo Pixani, el cavalier, savio a
fanti è solum 5000, cavali 500, tuo' quanti spagnoli | terra ferma, e ben; ma laudo l'indusia. Et cussi sier
pol aver, et si dice invernerà in Sicilia, saltem an262 derà im Barbaria. Et à inteso, il re di Tunis à fato
provisiom di zente a le marine e Zerbi. Et si dice
ne vien altre 30 caravelle di Spagna, per conzonzersi con questa armada.
Fu prina, per li consieri, posto alcune taie,
maxime una de Cividal, ch'è stà tolto ducati 25 milia a uno ch'è morto, et lo herede vol dar dil suo
ducati 1000 a chi acuserà. Et fo presa. Fo ballota do volte, per non aver il numero di le balote.
Item, fu posta la taia di quelli amazò il fiol di
Zuam Paulo Manfrom in la Patria di Friul; et balotà
do volte, fu presa.
Domenego Bollani, el consier, e sier Polo Pixani
messeno de indusiar. Ando suso sier Domenego Morexini, el procurator; fo longo; voleva scriver la
parte di savij , et che horra mete el Trum; commemorò la Danoia, e sier Fantim Michiel, procurator, che 60 volte fo fuori di questa terra per la
Signoria, li promesse 25 galie a l'hongaro, quando
el passerà la Danoia ; concludendo non li piace hongari. Et era hore una di note, quando fo compito. 263
Andò le do parte, dil Bollani, consier, e Pixani, de
l'indusia, e di sier Antonio Trun, di scriver. Una
ſo di no, 42 dil Trum, 139 de l'indusia. Et questa
fu presa.
Adi 22 avosto. In colegio, è da saper eri partido el grippo con li oratori turchi, per butarli a
Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, che,
compidi arano i thoro officij el provedador di la
Brenta e 'l provedador di la Piave, più non si fazi in | Santi Quaranta.
lhoro loco. Ave 13 di no. Et fu presa. Veneno sier Bernardin Loredam e sier Nicold
Fu posto per li consieri e alcuni savij, pagar du- | Dolfim, stati syndici intra culfum; et poi aldito sier
Jacomo Liom, fo governador a Brandizo, zercha haver tolto certa provisiom , qual disse haver fato
comeli altri , pur contentò trazerle.
cati 300 di le spese di cavali tenuti a Padoa de li
oratori francesi stati in Hongaria. Ave 39 di no. Et
fu presa.
Fu posto la parte di Hongaria, posta sollo per
sier Domenego Bollani, el consier, qual fo da li altri abandonato, zoè di balotar li capitoli a uno a uno etc.
A l'incontro li savij dil conseio, terra ferma, excepto
sier Polo Pixani, el cavalier, et li ordeni, scriver
un'altra letera a diti oratori. Et primo andò in ren
Vene sier Thomà Liom, fo governador a Monopoli, zercha 4 citadini mandò de qui questo mazo
per suspeto ; et inteso, O havia contra di lhoro, li
fo dato licentia ritornaseno.
Fo parlato di armar ; et sier Alvise Dolfin li
inancha 30 homeni ; sier Renier Vituri à horneni
661 MOCOCC, AGOSTO. 662
132, qualfo davanti la Signoria, vol menar uno nobele, fio di sier Antonio Badoer, al qual fo concesso ; è dito di armar X galie etc. Item, aldito li Boldu
per la galia venduta a sier Jacomo Michiel, di sier
Biaxio, per ducati 1110, qual val ducati 3000.
di Napoli ; il re arà 16 milia cavali et 22 milia
fanti, et ne resta 20 milia a custodia di le terre franche ; sarano hongari e boemi, e sono pagati di le
terre per quatro anni, et à visto letere dil re, scrive
a Tyrol, fazi la description di le zente, e chi non à
Vene uno orator nuovo di Faenza, nominato do- arine vadi a tuorle a Augusta. Item, era oratori de
mino ......... insieme col vechio stava qui ; et disse { cinque cantoni de' sguizari, e dicono Belinzona il
il suo signor dubitava dil stato ; dimanda la conduta
nova, come vol la Signoria, a la qual el suo signor
si ricomanda. Et il principe li rispose bone parole,
et si vederia.
Et poi sier Zuam Morexini, el consier, si levò
davanti el principe , dolendosi sier Antonio Trun,
consier, vol metter parte a l' incontro di ogni parte
si mette in gran conscio, di levar le vose di la bancha; e mostró la leze, che quatro consieri pol meter parte in gran conseio, et non uno. E a l'incontro parlò esso sier Antonio Trun, dicendo poter meter. E sier Lucha Zen, consier, disse teniva potesse
metter.
Fo ballota ducati 150, da esser dati a Nicolò Dacha, da Modom, per tanti vini à dato a li rectori
di Modon. E fu preso.
roy la vol, e li voleno dar scudi XV milia se la rendino. Item, è stà parole tra il cardinal San Severin
e ruberteschi, e milanesi erano in do parte, zoè li
Crivelli da una parte. El qual cardinal parti de li, et
è venuto a Mantoa, a uno castello fo dil signor Zuam
Francesco di Gonzaga, e Antonio Maria è a presso
il re col morbo gallico, et Galeazo vi va, et etiam
Frachasso si aspetta. Et fo terminato per colegio,
rescriverli per il conscio di X, dagi licentia vadi el
dito medico, con questo, tengi avisato la Signoria nostra di le nove.
Di Cremona, di provedadori. In risposta de li
ducati 100 di pension a quel di Berna su Santa Marta
di Castel Lion. Li farà dar.
Di Bergamo, di sier Stefano Contarini e sier
Francesco Baxadona, rectori, di 18. Come à leDi Charavazo, di sier Zuan Antonio Dandolo, tere dil comissario di Caprino, et una dil consolo e
provedador, di 18. Come uno medico li , stato a homeni di Calezo, di 18, come crano zonti li do franTrento a medichar missier Hironimo da Carchano, cesi, che erano comissarij a Mandelo, fuziti per duzenero di missier Jacomo Secho, li à ditto molte bito di todeschi. Et li dimandò si erano seguri de li ;
cosse : zoè, parti di Trento a dì 16 avosto, e par et dicono vien 500 todeschi per tuor il navilio, et
la rezina lo voria per medico, e anderà con licentia | hanno mandato uno messo a Lecho a saper il certo.
À poche arme etc. Et una letera di Zuan Piero, coinissario di Caprino, di 18, come li todeschi vien in
gran forzo contra Milam etc.
Di Puloa. Cercha il rotolo fato, è cassati tre
lectori, vol la confimatiom ; et di do oratori francesi
sono li ; et risponde di uno doctor di Sabaudia,
qual à 'uto una lectura.
Fo ordinato far mandato a li patroni di le galie
grosse, scuodeno li soi terzi di dacij per rata ; con
questo, mandi 100 ducati per uno a le lhoro galie
in armada.
di la Signoria per uno anno, e aviserà di novo. Item,
dipone molte nove di la dieta expedita ; esser sta
electi 20 homeni al governo; mandano tre oratori
al roy, il ducha di Saxonia, lo episcopo di Maganza,
e uno altro, con 500 cavali, tra i qual è 300 dil ducha, vestiti di rosso, et 100 per uno li altri. Li dimanda il signor Lodovico, el cardinal Ascanio, e il
duchato de Milan e lochi el tien dil ducha di Bergogna, aliter li protesta bellum ; e ancora non sono
partiti, perchè il ducha vol si zuri quelli di la dieta
di observar la imbasata. Et che li oratori de' milanesi foraussiti fonno dal ro, feno una oration, di la
qual lui ha la copia ; et li fo risposto per nome dil
263 re, stesseno di bona voia ; et quello li rispose fo
uno episcopo. Item, la raina è andata a Viena ; c
Yspurch è li fioli dil signor Lodovico, a li qual il re Da Ferara, dil vicedomino, di 22. Come non è
li dà fiorini X milia a l'anno, e a li milanesi fiorini nove poi il partir dil campo francese ; solum la Mimille, zoè 32 per uno a l'anno, fino ritornino. È | randola dubitava, et il signor à promesso per il si-
.
fato capetanio il ducha Alberto di Baviera, e sarà al
governo di Milam, e di fioli dil signor Lodovico. Si
dice il marchexe di Mantoa è capetanio di le zente
ytaliane. Item, a presso il re è oratori dil re, e quel
Da poi disnar, fo conscio di X, et colegio si reduse. Fo expedito l' orator di Sonzim, vadi via ; et
verà sier Antonio Condoliner de li , et per lui intenderà il tutto.
gnor Zuan Francesco da la Mirandola ducati 7000,
qual non li ha da pagar; et il cardinal Vinculo è a
Noventula, sul modenese ; il signor l'à manda a
invidar, vengi li .
663 664 MCCCCC, AGOSTO.
264 Da Brexa, di rectori, di 19. Manda una letera,
di 18, de sier Lorenzo Salamom, provedador di Ampho. Li scrive haver nova di preparamenti de' todeschi, e non si sa dove vadino. Item, una letera dil
capetanio di Valchamonicha, di 17, nome Andrea
Mazola ; li scrive tutto il contrario, per alcuni merchadanti venuti de Brunich, à inteso, et che non è
preparamento alcum di guerra.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, polestà
el capetanio, di 17. Manda una letera abuta di Damian di Tarsia, castelam a Castel Novo ; li manda
una letera li scrive domino Martim Ludovenich, ban
di Grignà, come im Bossina è reduti turchi 20 milia,
dieno venir in Friul ; ma lui crede verano in Istria.
Item, è passato il fradello dil marchexe di Mantoa
per certo loco, à 'buto scorta de homeni 150, va a
Maximiano. Item, esso podestà dimanda monitiom ;
et che a Goricia si fa una forteza in el castello, e
cussì a Duim ; si dice per caxon di turchi .
A dì 23 avosto. In colegio vene l'orator dil
papa, per il canonicha' dil datario, qual fo dato a
Lunardo Anselmi. Li ſo risposto è stà dato a uno
benemerito nostro ; tamen si voria trovar qualche
forma etc.
Vene l' orator di Rodi, fra' Jaches, e tolse licentia ; va in Franza, vol mandar la sua barza a Rodi,
e alcune cosse ; prega la Signoria li sia lassà cargar
senza dacio.
e domino Nicolò Chieregato, dotor. Come li oratori
regij sono zonti, veneno a li confini in una caxa di
Beneto da Gonzo, su quel di Grignà, e aldito uno
don Zuan Batista di Trento, per lhoro, qual primo
propose in personis ; e tandem terminono 0. Poi
nostri dimandò primo, res oblatas ; e lhoro voleno
pagar quello li animalli ſo venduti, e di zio aspeta risposta. Terminato, meter a Ihoro.
Fo ordinato, sia dato per sier Zorzi Corner, el
cavalier, cassier dil conseio di X, ducati 500, per
dar a li morti, a l' armamento.
Fo balotà ducati 200, per una letera di cambio 264
di Rotna, di sier Polo Capello, el cavalier, orator ; et
ducati 157, dati a quel Fioriam, mandò in Sicilia.
Balotato do volte, non fu preso.
Da poi disnar, fo grant conseio. Et fu posto la
parte per li consieri, di riservar loco a risponder
a sier Beneto Trivixan, el cavalier, eleto vicedomino
a Ferara. Ave 299 di no. E fu presa.
Fu posto per li ditti, dar alcune ballestrarie a
quelli do cha'da Canal fo schiavi de' turchi a Nepanto. Et fu presa.
Fu posto per li ditti, li avogadori di comun possino menar li patroni di galie è im prexon, in le
do quarantie. Efu presa.
Et in colegio, reduto li savij, fo alditi li oratori
di Cuvrili, et consultato di la galia di Baruto presa,
videlicet, Mosta, qual era armata di danari di sier
Noto, eri fo chiamà, per il conseio di X, Andrea
Candi, homo di anni 38, paciente col piovam di San
Vene l' orator di Urbim; disse il fradello dil si- | Jacomo Marcello, di sier Zuanne.
gnor suo non esser morto, come fo ditto, e il signor
sta ben ; di la conduta, è contento di quello vol la
Signoria ; prega non sia abandonato. Et il principe | Silvestro, di anni 24, qual fuzite. Etiam fo dito esser
li rispose bone parole.
Vene il retor di legisti, in contraditorio con domino Alovisio da Ponte, è casso di la lectura, e fato
uno processo. Et alditi, fo rimesso a li rectori , juxta
la parte dil 1491 .
poliza di munegini a l' avogaria.
Di Cao d' Istria, dil podestà et capetanio, di 18.
Manda una letera di Damian di Tarsia ; li scrive haver da uno Valentino Othoirch, capetanio di certo
loco, scrita el dì de Nostra Dona, avisa esser fama,
Veneno li oficiali a la messetaria, sier Jacomo ungari è in acordo, e haver fato liga col papa, re di
Loredam, sier Vicenzo Bembo e sier Francesco Lon- Franza e la Signoria contra turchi, e il ducha Mogo, et Lucha Ariam, dacier, per caxom di le cane- naldo e uno altro, e poneno a focho lochi de' turchi ;
vaze per il consolo de' milanesi. Et Lucha Arian ari- | et a l'incontro è turchi XV milia, qualli son stà roti .
cordo, saria meio che si pagasse la messetaria al
venir di le merze, e non al vender.
Du Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podesti et
capetanio, di 22. Come è nova, Frachasso è andato
a Trento, povero ; il capetanio li à donà do cavali ;
et in la dieta non è fato come vol il re, el qual à
mandà a le terre franche, à brusà 72 ville; et manda do letere di deputati per nostri sopra la diferentia dil monte di Marcesine, videlicet li do vicentini.
Didomino Jacomo di Trento, dotor e cavalier,
Item, turchi hanno mandato certi frati a brusar una
terra, chiamata Pizagia, e sono stà presi, hanno confessa gran cosse. Item, im Bossina è adunati assa
turchi ; non si sa dove vadino ; e per Hongaria, è
la cruciata e jubileo per tutto.
Di Udene, dil luogo tenente, e sier Piero Marcello, provedador. Come è venuto li, e à fato le mostre
a Gradischa ; concludi, bisogna fanti, aliter etc.; e
voria la suspension di la lite ha.
Di Padoa, di rectori. Come ozi à mandato drio
665 MCCCCC, AGOSTO.
666
265
a li oratori francesi, partino eri per Vicenza, li ducati 130 restava haver l'osto, qualli lhoro pagono.
Essi rectori si hanno scusa, e tolto la colpa lhoro di
non esser stå pagati prima.
ze, è qui , che non è ancora expedito, prega la Signoria lo expedissa, dicendo : Questa è la prima
gratia. Et lui secretario li à risposto : Le cosse di
Veniexia si governa per leze. Item, dice, post scrita , el predito lucionense li à manda a dir, aver
letere dal re, di 16, li avisa esser fata triegua fino
marzo col re di romani , qual doman o l'altro la
publicherà, et manderala in nota a la Signoria. Questo è il titolo si dava missier Zuan Jacomo Triulzi,
questo mexe di april : Johannes Jacobus Triulzius,
regius locum tenens generalis, et Francice meraschalchus.
Di Brexa, di oratori, di 21. Manda avisi abuti
da uno sguizaro fidel, tornato di Elemagna. Dice a
di ... zonse a Belinzona, e non vete 0 ; in la rocha
è la mità sguizari, e terieri ; in la terra pochi sguizari . Fo a Lander, terra di Austria, e O vete di movimenti ; et a Tosana, terra di sguizari, fo fato una
dieta. Eravi oratori dil re di romani e dil roy, e se ne
vol far un'altra. Erano sguizari etiam di la liga grisa,
quali è col re di romani, e si crede sarano col roy Di Franza, di l'orator, date a Montargis, a
per haver capitoli, non li trar se non pagarli ; e di 13. Come a di XI il re parti, et hessendo in
quelli è per il re di romani vol andar in Friul o im campagna, vete cervi assai, li corsse drio per piaLombardia contra la Signoria nostra ; e dice sgui- cer, e su uno colleto caschó di cavallo, dè di l' osso
zari sarano con il roy, e chi col re di romani ; esi di la golla, da la banda dil brazo dextro, in terra ;
farà una dieta questa Croxe di septembrio, et si vedrà ❘ etiam si machò la testa ; et è mia X de li. E l'orator
la conclusiom. Item, fo a Misocho, et O vete di movimenti, e à scontrà el baly del Degiun andava a
Chiavena.
lo andò a visitar, e soa majestà disse : Signor, non ở
mal, mi posso meter la mam a la bocha. Pur dil
brazo li duol e di l'osso, e non beve, che li dispiace assai, ma bevanda, qual, presente lui , la beve. Et
disse, verà fin tre di a Montargis. Poi disse è zonto 265 *
li monsignor di Vergè, per nome dil re di romani
venuto. Non l'à ' ldito ancora. Etiam soa majesta
li disse : Li cavalieri rodiani mi à scrito, lassi venir
li oratori turchi ; li ho risposto in bona forma. E
li dimandò di nove da mar. Li rispose esso orator
O haver di tre dil mexe in qua, per caxom di tempi.
Et monsignor di Albi li disse, credendo el sapesse,
come si trata liga tra il roy e li reali di Spagna, ne
la qual sarà inclusa la Signoria ; et quelli reali si
oferisse far lo acordo col re di romani ; tamen scrive, dal re ni dal cardinal o di questo à inteso ;
prega li sia da licentia, vengi via.
Da Milam, dil secretario, di 20, in zifra. Come
avisò di la nuova dil tuor dil navilio ; et è letere
di monsignor di Obigni esser zonto a Como, et non
era vero, ma ben a Glorno fo movesta tra le parte.
Monsignor di Taleram è partito ozi per Lecho. È stà
fato consulto con domino Galeazo Visconte, qual
francesi stimano assai, et terminato poner fanti in
corte vechia a le torete di le porte e a la piaza dil
castello, per guardia di monsignor di Luciom ; tamen O è fato. Poi, in zifra, scrive milanesi desiderano novità di elemani, et, venendo, farano dimostration, e za sono fanti secrete in le caxe ; e a la
caxa di missier Agustin Triulzi e Bergontio è stà
posto custodia ; le qual do caxe è in odio a' milanesi , e sopra tutto li Triulzi ; et sgombrano li francesi la roba per li malli portamenti soi, e hanno
mandà il suo versso Aste, restano solo con le arine
e li cavalli, ognium de li sotera il suo ; francesi temeno le cosse di Elemagna, licet usano il fausto ;
dicono sguizari sarano con lhoro, e ne harà X milia, e tien, con le lanze 1400 che hanno, si potrà
prevalersi, sì che sguizari è la tramontana lhoro. Et
de li tre cantoni di la liga grisa, una à manda a Ad` 24 avosto. In colegio vene sier Zorzi Pixarefudar li danari e l'acordo havia col roy, licet ni, dotor e cavalier, venuto podestà di Chioza, in luoquesti dicono è stà con pato di offender soa maje- go dil qual è andato sier Lorenzo Bernardo. Referi
stà. Item, è letere di Franza, di 15 ; et monsignor | poche cosse: primo, haver neta Chioza dil morbo, e
di Luciom li ha ditto, il re cadè da cavallo, ma
non sì à fato mal da conto ; si macho.
Dilditto, di 21. Come monsignor di Luciom li
ha ditto, haver auto letere da quel Hironimo diMelFono alditi da li savij Sinibaldo e Rufin da l' Aqua, foraussiti za molto tempo di Lodi ; voriano il
suo e si scrivi.
Noto, per li zudexi de' piovegi è stà condanà per
usurario sier Piero Marzello, quondam sier Antonio,
cognominato Male Fin, per un merchado col Perduzi ;
con questo, che la condanason sia, che 'l pagi ducati
400 a la prima galia si armerà qui.
àfato far la pallada, chiamata di Liom, dove de pie'
XI di aqua era, hora n'è pie' 18, sì che le nave potrano intrar; et à spexo assa' danari di le decime, e
fato sconti, e mandà a li governadori. Item, va biave
667 МССССС, AGOSTO. 668
assa' de li via, e si provedi. Item, disse di certi libri. | l'arma' à bisogno di sartie, di aqua, arbori, timoni,
Il principe lo laudo de more.
Da mar vene le infrascripte letere, per via di
terra:
Di sier Beneto da cha' da Pexaro, capetanio zefreze e polvere; prega se li mandi. Item, è zonta li
una nave vien di Levante, patron sier Arimondo
Bragadim, con sier Beneto Sanudo, stato consolo a
Damasco, suso ; à fato comandamento al patron venneral di mar, date a di 7, a Bestize. Come à 'buto | gi in armada, e il Sanudo smonterà a Corfù aspetempi contrarij, et era zonto lì, et a l'armamento li
resta aver ducati 739, prega se li mandi; quella galia
fa aqua, sechi 350 ne à fato ozi, e prima ne feva 200
al zorno ; prociede da esser stà sempre in mar, per
il travagio. Item, de li si rasona Modon tenirsi, à 'buto bataia, e si ha difeso con occision de' turchi, e fato
gran carnazo, et esser stå 40 legni di l'armata dil turcho roti da le artilarie nostre di Modom.
tando pasazo ; et la galia dil zeneral morto, quelli
galioti hanno il corpo im pizuol in una cassa, et zonto
sarà li, lo manderà a Corfù ; à inteso, Zorzi Negro,
olim suo secretario, esser partito per venir de qui .
Da Corf , dil baylo, provedador e consieri, di 7.
Come, a di 5, zonse quelli do bregantini, con letere
dil capetanio yspano, et una letera va al zeneral. Li
ha risposto, et expedito.
De li ditti, di 12. Dil zonzer li l'arsili con galioti
e provisionati , e li à carga su la nave, patron Alvise Sarasim, et mandati in armada ; dimandano monition
etc. Di l'armada nostra, O hanno ; hanno dà al zeneral barili 198 polvere, dimandano di altri ; et la galia
Vizamana è marza, non si porà conzar ; li agui non
tien li corbami.
Dil ditto, di X, a Corfù. Dil navegar suo li con
fortune e venti contrarij ; fo al colpho di Siphanto,
et li è zonto a horre 6 di zorno. Scrive quello à inteso, di esser stà a le man a dì 24 il vice zeneral con
i nimici, e il perder di le do galie nostre, et par 22
nave nostre erano im bonaza; sono galie sotil 34,
grosse 11 , nave 22 in armada, la qual è reduta sora
Strivalli, la Nata e il Peloso. Item, di la Vajussa, Di sier Lucha Querini, provedador, di 7. Scrive
quelle cosse stà ben, e le do galie grosse e do sotil, ❘ di quelli bregantini, sul qual era Piero Antonio Siracusano suso, et li parlò. Promise, zonto el sarà da
quel capetanio, farla venir ditta armata ad ogni modo in Levante contra turchi.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armuda, di 25 luio, al Prodano. Scrive il successo dil
combater fo fato con turchi, e lui non era di opinion ; non ſo le cosse regulate ; biasma il vice zeneral ; scrive il prender la galia Leza, e sier Bortolo
sibinzana e tragurina, bombardano a la bocha, lı à
serito im bona forma ; si tiem quelle galie non porano
ussir. Item, uno Zuam Zari, parti a dì 7 da Lista,
dice è nove di l' Arta, di zorni 8, come l'exercito dil
turcio e l'arma', propinquati a Modon, dimandò si
rendeseno ; e quelli non volseno ; unde tre zorni lo
bombardò, e nostri fè gram strage di turchi, adeo
266 poi il campo si retrete una zorna' lontan, e quelli di
Modon è restati aliegri ; et stratioti di Napoli fonno| Contarini; et che non era da combater nè investir
a la strada, et hanno asaltà vituarie andavano in cam- quel zorno.
po, e quelle preseno. Item, el capetanio scrive, che di
ducati 5000 portò il soracomito Dandolo, quelli di
Corfù ne tolse 500, per dar a li provisionati de lì ;
starà ozi lì , e si partirà ; et resta quel zorno per dar
refreschamento a le zurme, che mai à tochato terra.
Dil ditto zeneral, date ivi, a dì X. Come quel
rezimento li ha ditto, a di 5 zonse li do bragantini
dil capetanio di l'armata yspana, qual desiderava
saper le nove di turchi. Li scrisseno il tutto ; tamen
etiam lui zeneral li ha scrito, e manda la copia di
la letera, qual la manda per via dil governador di
Otranto in Sicilia, e lo prega vengi presto etc. Item,
à lassà ordine a Corfù, mandi tute le nave capiterano li, da bote 200 in suso, in armada, et le galie
grosse, e la galia di sir Lorenzo Vizamano, sopracomito, era li per aconzarsi ; e zonto sarà l' arsil, à
ordinato lui toy questa galia, e vengi via, e la sua si
conzi, et quel corfuato sopracomito l'armi. Item,
Dil ditto, di 28, date a la Nata. Dice è la galia
Mosta, e non la Contarina, presa. Nara le letere di 23
da Modon, e il consulto dil vice zeneral, provedadori
e capetanio di le galie grosse ; voria esser anda tuta
l'armada con tempo ruzo, e socorer Modon, ma non
parse al vice zeneral, et O fo fato. Iterum, lhoro tre
fono insieme, e terminono mandar sier Zuan Malipiero con do galie, e provisionati, e che di note con 266
tempo ruzo vadi. Conclude, tutti i lochi sta mal, e
l'armada nostra ; et che, al combater, le nave erano
im bonaza.
Dil capetanio di le galie grosse, date a la Nata,
a dì 29. Narra il successo ; carga el vice zeneral ;
dice sier Francesco Pasqualigo e sier Anzolo Orio fo
l'antiguarde, e le nave rimaseno im bonaza ; et il
zeneral e sier Zuan Malipiero è sfondrati ; lui era
con 8 nave armade, et una per bruscha, patrom sier
Arimondo Bragadim, con 4 homeni, qual fo messa
669 670 MCCCCC, AGOSTO.
a sacho da l'armada nostra ; il resto di le nave, carge di merchadantie. Turchi hanno galie grosse X di
la Prevesa, longe passa 28. Biasma, in conclusion,
l'investir. À boche di bombarda, traze piere lire 100.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave, di
24 et 25, al Prodano. Nara tutto il successo; biasma l'investir ; et si ha per do schiavi, che quelli di
Modon afondò do palandarie di turchi con le bombarde, et come turchi voleva, al tempodil combater,
meter di mezo nostri, 5 galie grosse vene di fuora
via, e non volse intrar, e non have remurchio poi da
poter intrar iterum, per esser im bonaza. Fu ferito
el comito et il paron, et compagni numero 50. Si
duol etc. Item, a dì 28 el ditto scrive, le sue letere
non è lete im pregadi.
Dul Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di 31 luio . Scrive de li provisionati à mandà a l'arma' , 278, per il sora masser. Item, è capità lì 60 stratioti di Coron, qual li ha retenuti, e dato le caxe e
mozo uno di biava e uno di orzo, e li à mandà in
armada al zeneral. E per saper di novo, à mandà il
suo bragatim in la Morea; qual, tornato, dice haver
parlato a' christiani, e li dicono quelli di Modon si
tiem, et esser partiti di campo persone 20 milia
fuzidi, e il signor à mandà a li passi, e hanno termi- nato haver Modon ad ogni modo ; e quelli dentro si
tieneno, e si difende virilmente ; prega li sia mandà
danari per li fanti sono li.
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Belmuschovich Jose, sopra li stratioti, e Chiserovat
sopra le zente d' arme ; e hanno fato gran prede, e
conduta la preda in Hongaria, e à manda dal re per
zente; sì che quelli paesi di Bossina e ver Bosegna,
stà con pericolo. Item, fo a Bichachio, a dì 14 ; trovò il castelan dil conte Anzolo Corvino, e intese, ut
supra, di esser solum turchi 5000, il resto andati a
la Porta. Item, zonto persone di Buda, il re è levato
e va versso Belgrado con zente assai, e à messo colta
per tutto il paese, et le zente, zonte a Bach et a lloch
sopra el Danubio, su la via di andar a Belgrado. E
dito explorator resta de lì.
Da Vicenza, di sier Zuan Batista Bonzi, provedador per le camere. Come manda de qui ducati
800, scossi de li etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 23. Come à nova, pisani hanno aver auto Librafata per forza, c
l'hanno bombardata, et à uno bastiom e diexe page
dentro, e lo combateno. Manda letere a Zuan di
Lanti, de uno pisano. Item, Pistoia è in arme con
alcuni castelli, e si rebeleriano a' fiorentini, si pisani
aveseno fomento; fariano etc. Et per colegio li fo
scrito vadi a visitar el cardinal San Piero in Vincula, qual sta ivi vicino.
Da Rimano, dil secretario, tre letere. La prima
di 16. Come a Cesena è stà crida, deponi le arme
una parte e l'altra. Et eri parti per Roma el conte
Nicolò da Bagno, domino Marco Casino, domino CeDi sier Filippo Salamom, castelam dil Scoio di { saro, figliolo di maistro Dominico Orifice, e maistro
Brandizo, di 20. Scrivi la neccessità di quel castello ; Hironimo di Bertuzi, capi di parte, noviter intrati in
non è monitiom, ni vituarie, nè li fanti non hanno | Cesena, per andar ad aceptar el ducha Valentino ; e
da viver. cussi farà Santo Archanzelo, mia cinque de li. Eri fo
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà fato fuogi e bombarde per alegreza, et il signor di
el capetanio, di 20. Come in execution di nostre le- | Rimano, dil mal havia, era migliorato.
Dil ditto, di 21. Come el signor sta pur cussi ;
vomito collora e sangue di naso ; e lui à confortato
madona, fazi venir altri medici li . Item, mandò questi di domino Galeoto di Gualdi, suo consier, per
visitar il ducha di Urbim, e dolersi di la morte dil
fradello; et ozi à ritornà a visitarlo.
tere, fa il processo contra sier Andrea Magno, fo
podestà a Pinguento. Item, el ditto, di 21, scrive
aver auto letere di 16, di Francesco Lepori, da Bichachio, qual manda a la Signoria. Dice fo dal conte
Stefano di Baglai, tro' discordi tra li fioli e moier.
Poi andò al signor Joveti, dispoti in Costagniza, dove à inteso tuta la Bulgaria e paesi di Smedro, verso la Turchia, esser levati la fior di zente vilana,
per andar a l'armada. Resta solum Schander bassà
con 500 cavalli , per varda di Bossina e ver Bosagna. Da Udene, di 21, et dil signor Bortolo d'AlviaPoi andò dal signor Michiel di Blagni a Othoch, e fo no, di 20, da Gradischa. Come mando maistro Ans,
ben aceptato, et mandò uno homo al castel de' tur- | bombardier, a Goricia, et, ritornato, dice esser veDil ditto, di 22. Come tutti li castelli di Cesena
à mandato noncij a Roma, ad aceptar il ducha per
signor.
chi Camengrath; qual, tornato, referi esser solum nuto capetanio di fanti dil re domino Lunardo di
quanto di sopra è ditto. E intese, per uno messo di Valchari, homo praticho, con tre capi a cavalo ; qual
Hongaria, quel re con il re di Polana aver mandato dice, il re mandava 2400 fanti, quali erano a una
267 certe zente nel paese dil turcho oltra il Danubio e cità nominata Lobach in todesco, pagati per do meServia, in Bulgaria, zercha numero 9000, capetanio | xi ; e hanno 300 pezi di artilarie, falconeti e colo-
671 MCCCCC, AGOSTO. 672
267
brini ; il più grosso tira balote di lire 40 di ferro. È
stà fato le spianà di quella cità fino a Goricia. E nota,
in italiam ditta terra si chiama Vibliana. Item, el
signor Zuane di Gonzaga è arivato a Fiume, va a
l' imperador.
Item, il Carazolo, capetanio di le fantarie, aricorda, la Signoria non si stagi su le cernide di la Patria,
ma si provedi di fanti.
Vene l'orator di Franza ; si dolse di uno corier dil re, era stà ferito. Item, sier Fantim Valaresso,
provedador di Pizegatom, dava fastidio a la moglie
de uno citadim de li ; poi si dolse di uno suo cagnol,
era stà amazato ; e ditoli a tutto si faria provisione,
e li fo comunichato di le nove havemo.
Veneno li governadori de l' intrade ; e fo balotà
il dazio di l' oio per ducati 7000 a l'anno, condutor
Jacomo di Ariam, qual si perde ducati 2000; e rimase
il condutor, e tutti li piezi .
Da Roma, vene letere di l' orator, di 18 et di 20.
In la prima, come il ducha ha con lui il signor Paulo
Orssini, Julio Orssini e Vitelozo Vitelli et Hercules
Bentivoi ; e il papa à 700 homeni d'arme; prega
la Signoria lassi la protetione di Rimano e Faenza.
Item, el ducha di Bexaie, marito di madona Lugrecia, qual era marito, et ozi è morto, perchè tratava
di occider il ducha, quando andava nel zardim, con
una balestra ; et il ducha l'ha fato far per alcuni arzieri et àllo fato taiar a pezi, fino in la sua camera.
E il ducha dice, esso morto suo cugnato, dice havia
scrito a' colonesi veniseno con zente, col qual havia
praticha in castello, e taieriano li Orssini a pezi. Item,
è gionto uno nontio di Spagna per il matrimonio,
altri dice per alegrarsi dil caso occorso al pontifice,
et non esser morto. Item, si aspeta fin 4 zorni monsignor di Trans, vene im Provenza, contra Valentines.
Dilditto, di 20. Come il papa non vol star quieto; prega la Signoria non se impazi dil suo, nè voglino star excomunichati; e voria fusse dato conduta
al ducha, quanto ha il ducha de Urbim. Item, non à
manda ancora li brevi per li vlachi di Hongaria. Item,
l' orator neapolitano, eri, con l'orator yspano, andò
a palazo con il cardinal Santa †; e il cardinal li disse,
lo neapolitano esser partito. Item, questa note è stati
presi alcuni servitori dil ducha di Bexaie, qual confesò a la tortura, uno servitor dil ducha Valentino
era im praticha ; et al palazo è stà deputà la guardia
de' sguizari di Valentino. Item, al ducha defunto fin
qui non son state fate le exequie, ma, subito morto,
fo posto in uno deposito in Sam Piero ; e di tal morte
tuta la corte ne parla, judicassi la cossa non habbi a
star qui : quello seguirà, adviserà.
Noto, fo manda uno sparvier al principe, per
nome di domino Cesar da Martinengo, per compenso etc.
Da poi disnar, fo colegio. E nota, vidi uno capitolo dil capetanio di le nave armade, come à do
trombe in sentina, et fa la sua nave 92 sechij di aqua
al zorno.
Da Monopoli, di sier Jacomo Badoer, governador, di 14. Come si armerà de li una altra galia,
mandando li danari.
Du Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà et
capetanio. Come quelli citadini vicentini, stati con
li noncij dil re di romani, hanno fato una scriptura
per quelle diferentie ; qualli sono el preposito di Praxenon, dotor, et domino Leonardo Felz, barom dil
re, capetanio zeneral de Tyrol etc.
Di Asola, dil signor Carlo Orsini, al suo orator,
o ver secretario, di 17. Come el cardinal di San Severin li à dito, l' impresa di Milam sarà di octubrio
et novembrio ; e il re vol la promessa di cavali dieci
milia, et fanti 20 milia.
Adi 25 avosto. In colegio, veneno quelli ebbeno 268
eri li priexi di l'archo a Lio ; a li qual fo tochà la
mam per il principe, e nui tutti di colegio, more solito.
Vene sier Marin Zorzi, el dotor, va orator a Roma; si parte doman, mena con lui per secretario Alvise Barbafella, e tolse licentia dil colegio per partirsi .
Fo leto una letera dil Zante, di 6 avosto, drizata a Thodaro Paleologo. Come turchi bombardava
Modon; tamen il loco si teniva, e tuta la nostra armada a di 2 si parti de lì .
Item, con la nave, patron sier Arimondo Bragadin, qual è in Istria, ozi gionse qui sier Beneto Sanudo, vien consolo di Damasco, qual pocho mancho
non fusse preso da' turchi al Zonchio, et lassò la barcha di la nave, patron Marco Antonio Novello. Item,
sier Bernardo Zustignan, capetanio di Candia, stava
mal, et sier Polo Pixani, el cavalier, savio di tera
ferma, propose far, che sier Bortolo Minio, vien capetanio di Cypri, resti de li, per esser stå electo capetanio di Candia. Et cussi fo fato, e fo malla stampa.
Et fo balotà mandar in armada barili 1000 polvere.
Da Trani, di Nicolò da Ponte a Michiel, suo fradello, data a di X. Come il re à posto, si pagi soldi
do e mezo al mexe per fuogo, per far le mure di
Napoli, e quelli di Barleta non li hanno voluti pagar,
dicendo li convien vardar le mure da marina. Item,
il re mandò a far certa crida de grani ; quelli di Barleta non l'hano ubedita, unde i comissarij regij à
mandati li syndici al re.
Da Rocerè, di sier Mafio Michiel, podestà, di
673 MCCCCC, AGOSTO. 674
23. Avisa zanze di le nove di sopra, e di oratori andati al roy. Et a Yspurch vien il re a corer lanze con
Frachasso. Item, è zonto li li guastadori veronesi e
visentini mandati, et atende a la fabricha di bastioni ;
et è passato de li domino Hercules de Taxonibus, va
podestà a Trento, e l'à lassato passar, e passa fanti
todeschi vien di Mantoa e di Napoli.
Di Verona, di rectori, di 23. Come, zonto sarà
lui consolo si dolse, volse conzar la mastela nunquam ; e vene li uno caschi per far justitia, si dolse,
ma O fece, per esser assa' summa ; tamen, si era pocha summa, l'aria conzà col piper. Item, quel Cartabei, homo di guerra, qual li disse : Consolo, fami
il mar seguro ; e voleva le barze di sier Andrea Loredan, qual li scrisse si debbi partir, e fo quando
compagno, za do anni, le galie a Baruto. Item, que- domino Lucio Malvezo li, qual sarà menato di Cre- | sto signor feva far artilarie e bombarde, e schiavi
mona, lo ponerano in Castel Vechio, justa i mandati,
con custodia. Item, li oratori francesi passono de li,
li fece honor e le spexe, e si partino, et li fono dati
li danari pagono per la spexa di cavali a Padoa; ebbeno a piacer. Item, hanno restituito le robe al messo
di Frachasso.
negri volea far schiopetieri ; et è stà astreto pagar
avanti i tempi. Item, Zuan Belat li levo vania, manchava uno azimin, e li dimandò dove era. Rispose
non saper, e messe lui consolo im prexom, e li disse :
Tu è stà causa, le nave di marzo siano andate a Tripoli e non qui. Et nostri hanno granı credito, adeo
il cotimo resta debitor di ducati 70 milia, e trova a
una e una e meza per 100 al mexe de interesso. Il
soldam vol si fazi bona compagnia a' franchi ; et il
piper semo ubligati a tuor nui merchadanti, e lui
non è ubligato a darlo, et questo è malli pati per la
natiom. Or questo Zuan Beluto, fo signor di Damasco, è stà fato armiraio grando al Caiaro. Si dice
De li ditti, di 23. Avisano una relatiom de uno
vien di Mantoa. Come il cardinal San Severin è a
Bozolo, loco fo dil signor Zuan Francesco, e non è
intrato in Mantoa; et li milanesi sono in San Beneto
e Corte Vechia ascosi. Item, nomina Pereto Corsso,
e alcuni stavano con il signor Lodovico sono li a
Mantoa; et il marchexe ha 300 homeni d'arme, 150
a cavallo, il resto è a piedi. Et ha visto la mostra di | mandà a la Mecha, e ſo ditto era morto ; si 'l morisfanti di tre contrade, numero 600 ; e il signor non se, speraria reaver il manzado, perché à manza forha altro cha la sua guarda, et 700 elemani, a li qual | si da 20 milia ducati a la natiom, e si havesse venuto
li dà tre raynes al mexe per uno, et sono mezi morti;
268 dormeno a l'aiere ; et à cavali lizieri 800. Item, à
mandato a li passi a retenir quelli passerano, et nomina Nicolò di Cesari, fiorentino, è in Alemagna.
Da poi disnar, fo conseio di X. Et sier Marco Sanudo intrò in luogo di sier Zorzi Corner, el cavalier,
aceptò capetanio a Verona. Et colegio si reduse, e
nui savij ai ordeni andassemo a Lio con li cataveri ;
zoè, Jo per età, sier Jacomo Cabriel et sier Antonio
Venier, et femo la pruova di peota, justa la forma
di la leze, zoè da 100 bote in su, et 100 in zo.
le galie, aria trato ducati 400 milia, et aria liberà il
cotimo ; ma zenoesi hanno tolto l' ingieta, et che la 269
natiom nostra è grossa a Damasco. Or volse il piper,
lhoro non havea di darlo ; unde messe inzime el nadrazes dil signor, e à sporte 812 in magazem, e dove
prima si trazeva 180 in 150 milia ducati, unde non
ha potuto sublevar il cotimo, et à dà angaria 30 per
100 a la merchadantia ; e si fusse venute le galie, si aria suspirà il cotimo. Or, zonto li sier Piero Balbi ,
suo successor, a di 30 marzo, li andò contra, e consignoli il consolazo. Andò poi dal signor, qual è bon e
justo, nome ......., e li dimandò licentia di partirsi,
e ge la dete senza spesa de un deremo, che nunquam
è consueto. Etiam el nadrazes ge la dete, ma poi ordino non fusse lassato, e dimandò prima da lui ducati X milia, poi si risolse in 1000, et a la fin 0 li
dete , e mandò Francesco di Monte, turziman , a
dirli : È vergogna dir e desdir ; e cussi li dè licentia,
e subito se parti et vene a Baruto. E zonto li, vene
tre messi in uno di, che ' l ditto, per parole abute col
consolo, lo volleva far esso sier Beneto retenir. E lui montó su la nave di Coresi, per esser le nave, patron Vicenzo Andrea et quella di Bernardi, a Tripoli .
Adi 26 avosto. In colegio vene sier Beneto Sanudo, venuto consolo di Damasco, in luogo dil qual
è andato sier Piero Balbi, el cavalier. Et referi esser
stà nel consolazo anni tre e mezo, im peste, guerra
e mutatiom di signori ; et quando fo la peste, restò
li, et dete licentia a tutti i merchadanti ; rimase solum con tre merchadanti impegnato ; et in tempo di
guerra vene el diodar grando a campo, et per una
letera ſo trova, scrivea el Tagravardim, scorse gran
pericolo, la lexe e brusò ; in tempo di mutatiom di signori, primo Campsom Tagrami, videlicet di 4 signori, poi Cartabei, poi Zuam Belat, et questo pre- sente. Pagò prima 80 milia ducati, licet non habi auto | Poi eldi driovene incognito con uno mocharso a Triin tutto 108 milia ; et quel Zan Belat, homo dil diavolo, fè tuor 52 peze di arzento de' merchadanti, e
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
poli, e non intro dentro, ma montò in nave. E dil
suo viazo nulla disse, ma ben pocho manchò che al
43
673 MCCCCC, AGOSTO. 676
269
Zonchio non fusse preso. Item, a di 13 parti da Cor- | Pitiano, con uno aricordo optimo, mandava il conte
fù ; e il principe lo laudo, dicendo havia auto tutti li ❘zercha quello acade in Friul, per voler star a l'opoinfortunij, excepto non era stå batuto, come fu sier sito di turchi.
Liom da Molin, consolo nostro. E questo consolo
presente è molto grasso.
Fo balotato il mandato di Antivari, et ducati 15
a uno Trifom da Cataro, et, expedito, vadi via.
Noto, el cardinal Grimani in questa terra sta
molto grieve ; e fo ditto haver renontià il patriarcha'
di Aquileja a uno fiol di sier Vicenzo, suo fratello,
qual per questo è ito a Roma.
Da poi disnar fo conseio di diexe simplice.
Di Franza, di l' orator, di 18, date a Montaryis. Come è stà dal re a visitarlo, qual jochava a
carte. Li disse dil subsidio dava la Signoria al re di
longaria. Rispose, li piace ; poi dimando dil turco. E
l'orator li disse, O intendeva. Et il cardinal Roam
parlò a lui orator, dicendo: La Signoria vol il re fazi
tutti contribuissa; sta ben. E l'orator li dimando :
Monsignor di Vergè è venuto ? è stà spazà ? E il cardinal li disse : Come el sapè vu ? E vi dirò : È stà fato
trieva fin primo marzo con il re di romani ; in que- Ludovicus , Dei gratia Francorum , Siciliæ et sto mezo si poremo meter in hordine, et à termine | Hierusalem rex, dux Mediolani etc., dilectis et fi- 6 setimane il re di romani, a retiſichar tal trieva. Et
hanno nova, li oratori partino a di X da Yspurch.
Copia di una trieva fata tra el re di romani
el el re di Franza.
delibus nostris gubernatoribus et commissariis Parmæ et Placentiæ salutem et dilectionem .
Cum nuper carissimis nostris episcopo Lucionensi, cancellario, Carolo de Ambosia, magno magiDa Milam, di l' orator, di 23, o, per dir meglio,
secretario. Manda la copia di la trieva, qual a di 21 da sera ſo publicata. Tutto Milam è mal contento. I stro Franciæ, et domino de Aubigni, cambellano ,
Item, è stà fato una proclama, che tutti li rebelli
siano banditi di Milam, stato, e dil regno dil roy,
loro, figlioli e moglie ; et le moglie habino perso le
sue dotte, adeo tutta la terra di questo à che dir.
Di Cremona, di provedadori, di 23. A nova di
militi nostri ordinis, Johanni de Narbona, cambellano, pariter consiliariis et locumtenentibus nostris in
ducatu et dominio nostro Mediolani, nostras direxerimus litteras tenoris subsequentis :
Ludovicus, Dei gratia Francorum rex, dux Me- le preparation fanno todeschi, e il conte Bortolo Cri- diolani, dilectis et fidelibus nostris episcopo Lucio- vello vien in Valtollina, perho aricorda la Signoria
si stagi cauti e provedi.
Da Udene, dil provedador Marcello, di 23. Di
provisiom si ha a far. Item, manda una letera di Rigo
Todesco, stato a Goricia, et dice O è di preparamenti
si diceva ; et hanno, turchi im Bossina adunati sono
per corer questo otubrio in Friul.
Dil signor Bortolo d' Alviano, di 22. Come à
manda a Goricia; dice si fa artilarie; e il fradello dil marchexe di Mantoa ando dal re di romani, acompagnato dal capetanio di Fiume in Lubiana.
nensi, cancellario et capiti justitiæ consilii et senatus nostri Mediolani, domino de Chaumont, magno magistro Franciæ et d' Aubigni consanguineis, consilia- riis, et cambellano, locumtenentibus nostris in du- catu nostro Mediolani, salutem et dilectionem.
Cum in præsentiarum dominus Guillermus de
Vergi, miles, acceperit nobiscum pro et nomine ca- rissimi et dilectissimi fratris et consanguinei nostri regis romanorum treuguam et abstinentiam guerræ,
durantem ab hodierna die usque ad primam diem marcii proxime venturam, prout litteris suis appa- 270 Da Vegia rere potest, quatenus, tenor sequitur : , di sier Piero Malipiero, provedador,
di 20, do letere. Come è nova de li, turchi si prepara Guillermus dominus de Vergy, de Camplice et per corer in Corbavia, zoè il fiol di Schander bassà, d' Antray, miles , marascalcus Burgundiæ, habens e Schander corerà in Friul. Item, armato la fusta, e potestatem et onus quoad factum inferius declarali å då paga di uno mexe e do terzi, e col primo tum ab excelso, potentissimo et excellentissimo prin- tempo si leverà. Àmesso suso Marco Zimalarcha per cipe rege romanorum semper augusto, Hungariæ,
patron, e à dà a le zurme lire 13, comiti lire 20. Dalmatiæ et Croatiæ etc. archiduce Austriæ, duce
Et per l'altra letera, dil fradello dil marchexe di Burgundiæ, Lotharingiæ, Brabantiæ, Styriæ, CarinMantoa, va al re di romani ; e che da la sayta mo- tiæ, Carmalie, Lamburgi, Luximburgi , Gueldriæ,
rite missier Julio da Carpi. Item, à nova turchi im Ferctæ, Riburgi, Naumergi et Simpterii comes, do- Bossina è in hordine, e voleno venir de l in Cor- minus Frisiæ superioris, Marchiæ, Sclavoniæ, Portubavia. nauli, salinarum et marinarum multum venerando
Vene Jacomo da Nolla, secretario dil conte di I et supremo domino nostro, omnibus locumtenen-
677 MCCCCC, AGOSTO. 678
tibus, marescallis, capitaneis et conductoribus gentium guerrarum cuiuscumque status, qualitatis vel
conditionis fuerint, et aliis justiciariis, officiariis et
subditis dicti domini nostri, salutem et dilectionem.
Notum facimus, ex virtute dictæ potestatis et
oneris, nobis, ut præmittitur, dati et impositi, accepimus et accipimus per præsentes pro et nomine dicti
domini, cum altissimo et excellentissimo et potentissimo principe regefrancorum christianissimo treuguam et abstinentiam guerræ inter eum et dictum
dominum, durantem ab hodierna die datæ præsentium usque ad primam diem martii proxime venturam, in modum quo sequitur, videlicet :
Quod pendente et durante dicta treugua, ipse
dominus non attentabit nec attentari faciet nec patietur directe vel per indirecte contra dictum dominum regem Franciæ ejusque regnum et ducatum
Mediolani, aliasque partes, terras et dominia quæ
tenet de præseuti, aliquam guerram nec aliquem
actum hostilitatis ;
Quod vero et similiter ipse dominus rex Franciæ non attentabit nec faciet attentari per viam facti
vel hostilitatis guerræ nec alias aliter nec aliquo
modo in aliquo contra dictum dominum, suam patriam, subditos, terras et dominia, ac alia ad eum
spectantia in Italia.
contingere poterit, volumus quod vidimus seu transumpto illarum, sub sigillo autentico facto, plenaria
fides adhibeatur tamquam præsenti originali , quod
in hujus testimonium nostra propria manu signaverimus, et præsentibus nostrum sigillum apponi fecimus.
Puteoli, decima sexta die augusti, anno millesimo
quingentesimo.
Sic signatus : G. DE VERGY.
Quæ quidem treugua et abstinentia guerræ sit
necesse facere publicari et manuteneri in dicta nostra patria et ducatu Mediolani vobis notum facimus,
quod vos, his consideratis, mandamus vobis et expresse injungimus per has præsentes, quatenus litteras ejusmodi treuguæ et abstinentiæ guerræ supe-
❘rius insertas publicari et notificari faciatis in nostris
patria et ducatu Mediolani , et in locis consuetis,
adeo quod nullus possit prætendere causam ignorantiæ, et illas manuteneatis et observetis atque ma-
❘nuteneri et observari faciatis ex parte nostra de
puncto in punctum, secundum ejus formam et tenorem, et transgressoribus, si aliqui sint, faciatis et
fieri faciatis talem et tam gravem justitiam et punitionem, quod cæteris omnibus cedat in exemplum,
quia tale est nostrum placitum.
Quin imo ab utraque parte dicta treugua et ab- Dala à Court en Pierre, diedecima sexta menstinentia guerræ manutenebitur et observabitur , sis augusti, anno gratiæ 1500, et regni nostri tertio.
absque eo quod, dicto tempore durante, aliquid in- Sic signatus : Per regem, ducem Mediolani, dofringatur ; promittendo ipsas treuguam et guerræ | mino cardinali de Ambosia, episcopo albiensi, et aliis
abstinentiam, modo et forma supra declaratis, in- | præsentibus
fra sex hebdomadas proxime futuras per dictum
dominum facere ratificari atque approbari.
Quapropter, ex parte dicti domini, mandamus
alque præcipimus vobis et cuilibet vestrum, quatenus treuguam et abstinentiam guerræ prædictas vos
manuteneatis et observetis, atque manuteneri et observari faciatis, in quantum ad vos et quemlibet vestrum, jurisdictionem suam spectet atque pertineat,
durante dicto tempore, in modo et forma supra declaratis ; et illam ligam publicari tam citra quam ultra montes in locis et modis, quod aliqui ignorantiæ
causam prætendere non possint; et transgressorum
ROBERTET.
Volumus, dictam treuguam et abstinentiam guerræ innotescere omnibus, ut illam observent et faciant ii ad quos spectabit ab aliis observari, harum
serie vobis dicimus atque committimus et mandamus quatenus per loca publica et consueta præconizari et publicari faciatis præsentes nostras litteras
et mandatis ab omnibus nostris subditis dictas treuguas et abstinentiam guerræ observari.
Data Mediolani, die XXI augusti 1500, et regui
nostri tertio.
270 ejusdem, si qui reperiantur, faciatis et fieri faciatis Jo.
talem et ita rigorosam justiciam et punitionem, quod
cæteris cedat in exemplum, et prout de infractoriribus treuguæ et pacis consuetum est; proviso tamen, quod idem rex Franciæ sua ex parte faciat
aut fieri faciat simile per suos officiales et subditos
in quovis regno, ducatu, patria, terra et dominio. Vene domino Zacharia di Garzoni, de sier MaEt quia de præsentibus in multis locis necessitas | rin, ferier di Rodi, vien di Candia con uno gripo,
In questo zorno fo colegio, reduto el conseio di 271
X, et fo aldito el signor Schandarbecho, e li oratori
di Cuvrili zercha le cosse di Albania, e fo terminato
mandarlo via.
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parti a di 13 da Corfú. E come el dismontò, vene da De li antediti, data ivi, a di soprascrito. Man- 271 '
li savij per esser frescho di zorni 13. Dice a di 12 la dano la copia de una letera da Tripoli, zercha i
nostra armada era a Strivalli, e si dice scontrò galie danni fanno a' nostri molti navilij turcheschi, che
quatro nostre veniva da Modom ; et a Corfù si di- ❘ ormai non si pol più andar di l'isola in Soria ; voceva missier Bernardo Zustignan, capetanio di Can- ❘riano qualche galia, o vero se li mandi li corpi di do
dia, era morto, et Modom si teniva. Item, adi 14 galie da esser armate de li, e sarà optimo pensier,
parti da Corfù col grippo, e a dì 15 ſo gran fortuna ; honor e reputation.
scontrò a Caxopo uno bregantim, veniva di l'armada, con letere. Li disse questo a bocha : come a di
12 el parti da Strivali quel patrom, e andava im
Puia con letere dil zeneral ; judicha ditto gripo per
la fortuna sia perito. Item, lui vene per fortuna a
Durazo a dì 15 ; parlò al capetanio dil colfo, qual li
disse, dubitava l'armata di la Vajussa non ussisse, e
quel sanzacho à 'uto una vesta negra dal signor, ch'è
segno im pena di la vita debbi cavar ditta armata; et
im piaza è fama, il Zoncho era perso, e non fo vero.
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo,
date in galia, a di 15, a Durazo. Come era venuto
li per tempi cativi di ostro e garbim, e lasso le do
galie grosse ben armizade, con usti a la bocha, e la
galia tragurina feva aqua, e, per la fortuna fo, acadete che la fusta fo arma' a Corfù, qual mai potè
tornar a Corfù, hessendo ligada drio la galia Contarina grossa, mollò aqua, e le zurme saltò in la galia,
e la fusta se impi di aqua e si rebaltó ; crede si potrà rehaver. Item, à nova li asappi esser in hordine,
e haver auto comandamento dil signor turco di levarsi da la Vajusa, vedendo non poter ussir quelle
galie, sì che spera più dite galie non ussirà ; promete
star saldo a quella custodia, ma ben voria saper
quello habbi a far, perchè li vien l' inverno.
Da Corom, di sier Francesco Zigogna, provedador di la Morea, di 18 luio. Come eri de li fo vista l'arma' turcha ; et quelli sono rimasti pavidi per
non haver monition ; à scrito al zeneral e provedador volendo li mandi do galie, che anderà con
molti valenti homeni a Modon per socorerlo, e tien
modo si tegnirà, per poterlo soccorer.
Di Candia, di sier Bernardo Zustignan, capetanio e vice ducht, et consieri, di ultimo zugno. Come haveano inanda, oltra le 7 galie armate, homeni 610
in armada, et a Napoli di Romania 116, tra li qual 6 bombardieri, et 10 a Malvasia ; et che è zorni 20 el capetanio è amalato, tamen lhoro conseieri si hanno adoperado etc. Li qual consieri è sier Alvise da
Mulla e sier Piero Falier.
Di Nichosia, di sier Cosma Pusqualijo e consieri, di 7 zugno. Come mandava a l'arsenal alcuni
gotoni, numero 80, sopra la nave patronAntonio Saracim etc.
Copia de una letera di Tripoli , scrita a di 20
mazo, per Antonio Gaboto, a sier Filippo da
Milam, habita in Cypro, ricevuta a di 23 ditto.
Da poi el partir di le nave, zonse de qui a dì 7
de l' instante da matina el signor di Damasco, con
persone 4000 ; prese questa terra, et messe el signor de Tripoli in cadena, et la soa casa a sacho con
quella del casanda et altre robe assai . Et el signor
di Damasco è stà de qui zorni 5 ; ha messo signor
novo et axebo et altre signorie, et de qui si dice
esser ribello del soldano lui et el signor di Alepo,
et Amam, che vuol esser soldan. Tamen non se tien
che ' l signor de Alepo sia con lui, per esser venuto
uno caschi del soldam, va al signor d' Alepo : ef
qual zonse de qui zorni 4 avanti dil signor di Damasco, et subito parti. Et se dice che 'I dito signor di
Damasco va a pigliar Saffetto, et che a Gazara jera
zonto schiavi 400 in favor dil signor di Damasco.
Non se intende la verità, ma ben questo paese è
sotto sopra, et stemo con gran pericolo, cussi di le
robe come di le persone. Condespiacer tengo haverete inteso, del prender à fato questo galiom de'turchi de questi navilij ; de prima ha preso la nave de
Francesco Zane, con tuti li homeni e 'l cargo; e dicono ditto galiom haver dato la caza a una barza di
Rodi, fina dentro de Alexandria ; et tornando per
costa in Damiata, ha preso una naveta di Candia, di
botte 200 ; li homeni scampono in terra. Et a dì 15
dil presente, a horre 22, parse ditto galiom de qui
con ditte nave, et uno bregantim sorse, et era de
qui altri galioni, 4 venuti per avanti, donde per la
mala fortuna, a di 16, da poi passa mezo zorno,
parse de qui el grippo de Guielmo, et el schierazo de Bernardin de Val. Debele ditto schierazo, per haver roto el timon, et non se governava, andò sotto vento del turcho, el qual fece vella et el prese; et
quello de Guielmo vene sotto la terra, et ge veniva
drio una barcha et una fusta. Una bombarda del
grippo trete sopra la barcha di turchi, et schavezó
una gamba a uno turcho, el grippo investi in terra,
et è scapolato. Et ozi ch'è a dì 20, ben che per avanti, per li homeni che son schiavi sul galiom, hanno
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serito molte letere a recomandarse a questo magni- | Elemagna, e una letera dil castelan di la Chiusa. Dice
fico vice consolo et merchadanti ; donde hanno fato
cerchar lemosine, se ha trovato ducati 210 ; et miscome a dì 16 parti, e a dì 17 fu a Trento, dove era
Frachasso con do Crivelli e milanesi mal visti da'todeschi. Et a Bolzam fo a di 20, parlò a quel vichario,
fense per voler legne di rovere per il ponte de Lignago ; e li disse, la fiera si faria questo San Bortolomio, e non vol guerra con la Signoria, per aidar
milanesi. Poi parlò a Jacomo Fontanella, medico,
qual li disse Modon era persso ; e uno familiar dil
cardinal San Severin disse : Non voria il cardinal
mio fusse qui, saria disperado, perchè l'imperador
272 sier Mafio Michiel e missier Antonio Diedo son stadi
a merchado con el turcho di reschatar el schierazo
et robe et homeni 48 ; ge davano ducati 1300, donde li turchi erano contenti, ma non volevano dar,
salvo homeni 30. Volevano tegnir i mazori, zoè nochieri, maistranze et bombardieri et garzoni ; et per
questo non son stà d'acordo. L'è stato preso sopra
ditto schierazo doi pelegrini milanesi ; uno haveva a
dosso ducati 1120 venitiani ; l'altro haveva ducati ❘ vol ajutar milanesi, ma non pol ; li electori non vo580. Questi turchi hanno fato uno bel butino.
Ozi in colegio fo aldito l'orator di Ragusi, nome
Martim Theodoro, citadino de lì, qual vene con manege a comedo ; presentó letere dil retor et conseio
di Ragusi, de 5 avosto, in materia. Si duol di quelli
di Perasto, sotto Cataro, qualli hano tolto certi zudei e tre done sul suo, e turchi li vol ; erano in conserva, venuti di Puia. Et per colegio fo scrito al retor di Cataro li debbi render.
lono, e dicono il ducha Francesco non pagò il censo
a l'imperio, ni el ducha Galeazo ; e questo re investi 272 *
Lodovico senza voler di electori. E tal parole lui
udite, fenzendo dormir. Et domino Gestar da Bolzam li disse : La fiera si fa, et el paese non vol
guerra ; e in la dieta l' imperador volea romper a
la Signoria. Li fo risposto non era di far, per càxom
la è in guerra con il turcho. Item , a Yspurch vien
lanze, pestaruole etc., e vien date a chi non à arme,
acciò si fornissi. Et Belinzona è in man de' sguizari.
Item, nel paese non si rasona di guerra, in conNoto, ozi su la piaza di San Marco, a hore 22
e 1/2, sier Jacomo Liom, quondam sier Michiel, dete
di uno cortello in una spalla a suo zenero sier Hiro- clusion.
nimo Mocenigo, el qual zenero à 'uto per moglie do
soe figlie, con dispensatiom perhò dil pontifice.
Da la Chiusa, di Filippo Brocheta, castelam, a
li retori di Verona. Come passó de li za 5 zorni
A di 27 avosto. In colegio non fo il principe, uno secretario di Napoli, con do cavali ; va in Eleet O fu fato. Expedito quel di Berna ; e di mandar | magna; havia letere dil suo re, e lo lassò passar.
in Albania el signor Schandarbecho. Et letere di
Trevixo et Vicenza, in materia di feni, di mandar in
la Patria di Friul ; et fo aldito Lorenzo di Grisoni,
orator di Sibinico.
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà el
capetanio, di 26. Come da Primolam scrive di comissarij nostri, come a di 25 partino li oratori regij ,
re infecta, per la restitution dil capetanio de Ivam,
per il monte di Marccsene. Et per colegio li ſo scrito
a essi nostri commessi, debino vegnir via .
E questo è quel Alvise Ripol ; tamen starà vigilante
a quelli passerano.
DaRiva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
24. Come à ricevuto nostre, non lassi passar ; farà
custodir li passi, e maxime li fiorentini anderano in
Elemagna, da quel Nicolò di Cesari .
Di Asola, di sier Piero Lombardo, provedador.
Si scusa di le letere li fo serito im più materie, et
si fa uno pozo de li etc.
Fo leto una letera di Bernardo Salvego e compayni, zenvesi, data a Zenon, a di 17. Come à
servito la Signoria di danari, e fato le spexe a' coDa poi disnar fo conseio di X, col colegio zercha dacij ; rimessa al pregadi. Noto, ozi vene uno prete,
vien dil Zante, parti a dì 6 ; dice il signor turchorieri ; à letere di cambio, prega siano pagate. Et
butò il bastom, e dete Modon a sacho. cussi fo ballotà ditte letere.
Item, a Milam in questi zorni morite Marchexin Fo etiam ballotà ducati 200 a sier Francesco
Stanga, cremonese, olim favorito dil signor Lodovi- | Capello, el cavalier, stato provedador a Rimano, dil
co, et in summa reputatione. Suo fradello Gasparo
era in questa terra.
suo salario, a dover scontar in quello è debito di le
sue tanse. Ave 13 de si, 9 di no; O fu preso. Vol Adì 28 avosto. In colegio, fo Santo Agustim, 15 ballote. Balotà 2 volte. Lui si vene a doler assa' .
leto letere. Fono electi 2 savij a pagar a l'armamento le Da Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cacalier, | refusure de li savij ussiti, qual fono tuti ballotati;
et sier Hironimo da cha' da Pesaro, rectori, di 26.
Manda la deposition di uno citadim , mandato in
e rimase sier Polo Barbo, fo savio dil conscio, e
sier Beneto Zustignan, fo savio a terra ferma.
683 MCCCCC, AGOSTO. 684
273
Noto, è ditto fra' Mansueto di Santa Maria di | ni capo ni piedi; Pietra Santa, la rocha e le porte, é
Gratia aver ditto, che a dì 15, el dì di la Nostra
Dona, le armade nostre e dil turcho è state a le
man; e tutti el diceva.
in man de' francesi ; e in la terra sono luchesi. El
cardinal Vincula fo ditto veria a Ferrara ; tamen non
par. Item, eri in una hostaria fo amazà uno francese viandante, per aver alias a Forli amazà uno fe
rarese. Item, im parmesana dicono, come uno francese vien trovà sollo, subito è amazato.
Item, eri, da poi disnar, fo menato per canal
una femena, nominata Rada, con do meretrice da
le bande, sopra uno soler, fino a santa †, dove
dismonto, e venuta per terra a San Marco fo bru- Di Antivari, di sier Andrea Michiel, provedador
sata, juxta la parte dil conseio di X, e le do ban- di Albania, di 13. Come capitò li uno, cognomidizate ; et questo per sodomia. Questa era rufiana | nato de Zorzi da Cataro, con uno navilio, vien da
di femene , con quelli vi andava a usar l'arte di
sodomia.
Cotrom, cargo di formenti, dice stera 1000, e quelli
tolse per monitiom, perchè tutti de li cridava : Pam!
Pam ! Item, di la Vajusa, spera quelle galie non
potrà ussir, è di aqua a la bocha pie' tre, et si Schandarbecho fusse de li, si faria, e non saria andå X milia some di grano di quel paese nel campo dil turco.
Da Ferara, dil vicedomino, di 26. Come pisani
ebbeno Librafata e il bastion, vano a Cassina ; si
duol non à corieri, li aviseria più spesso. Manda una
letera di Juliano di Medici . Li scrive, eri ſo ditto per
tutto, era venute zente di l' imperador a li confini de
Milan, et il ducha disse publice di la trieva fata dil re di romani e el roy, e dil pericolo dil roy che li mori il cavalo soto ; et di questo à letere di Fran- | nostro danno hanno apiacer.
za. Item, à fato protesti in scriptura al conte Zuam
Francesco di la Mirandola, per la piezaria li fece,
menazandolo andarli con zente a' soi danni. Item, de
lì è nova di la morte a Roma dil ducha di Bexagie,
et vien dito è stà fata far per il ducha di Valenza,
suo cugnado.
Noto, intisi a Ferara la sera si batè a caxa dil
visdomino, e si dice pregai per la terra ; et si va di- cendo : Sancte Marce, ora pro nobis ! et di ogni
Fu fato per colegio la commissiom general a sier
Marin Zorzi, dotor, è andato orator al summo pon-
❘tifice, justa il consueto.
Fu posto per tutti i savij, atento sier Renier Vituri , sopracomito, poi fata la zercha di la sua galia,
sia venuto in terra, che debbi partirse damatina ,
soto pena di esser privado di soracomito, et si debbi
presentar a le prexom, e pagi dil suo tutti li falidi.
Sier Hironimo Capello, executor sora le cosse da
mar, andò in renga; disse mal di lui, e non era
DaBologna, di Juliano di Medici, di 19, al vicedomino di Ferara. Come, a dì 16, pisani ebbeno
Librafata, e il roy à tolto la protetiom dil signor
Zuane Bentivoy ; et è fermo questo, è stato lui a
Milan. Il cardinal Vincula si crede verà li. Item , ❘ più obedientia in li nostri. Ave la parte 6 di no.
uno orator dil roy passò de li, e andò a Zenoa a
solicitar le 4 nave si arma in ajuto nostro ; e uno
altro orator è a Lucha. Monsignor di Trans va a
Roma; et Martin da Casal non è fato turco, come
fo ditto, ma è in Italia. Item, Serafino, homo virtuoso, a Roma è morto da peste.
Fu posto per tutti, ut supra, e fo una parte notada di mia man, 4 galie, do a Baruto et do in Alexandria, qual a dì 2 septembrio metino bancho, e
prima depositi quanto sono ubligati li patroni, e li
capetanij si partino, videlicet : Baruto, sier Marin da
Molin ; Alexandria, sier Alvise Zorzi. Ave 5 di no,
137 de si. Dil conte Nicolò Rangom, di 19, a Piero di Bibiena. Come 1500 pisani, con artilarie menor e poi grosse, a bona horra andono a Librafata, e la bombordó horre 14, poi l'ebbe. Era dentro homeni 40
per fiorentini, qualli fonno fati presoni, sì che fio- ❘ spazado el ditto. Ave 20 di no.
Fu posto per tutti savij d'acordo, di expedir 273
Schandarbecho in Albania, et il cassier non fazi partida, soto pena di ducati 500, si prima non harà
rentini hanno perso danari, tempo e tereno. Item,
è tornato li missier Francesco, canzeliero di inissier
Zuanne, satisfato molto di la Signoria nostra.
Da poi disnar, fo pregadi ; non vene il principe,
ma queste letere :
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma, che a requisitiom dil conseio di Milan, siano
resi li beni confiscati di Hironimo di Melze. Et sier
Piero Balbi, savio dil conseio, andò in renga et chiari la cossa. Et have 22 di no.
Adi 29 avosto, fo el zorno di Sın Zane Digolado. In colegio :
Do Ferara, dil vicedomino, di 27. Come è letere da renza, poi perso Librafata, è boletini per
la terra contra il governo ; etiam parlano assai, sì Da Roma, di l'orator, di 23 et 24. Come fo
che non poleno più, e quella republica non ha più dal papa, per haver li brievi di valachi ; et il papa li
685 MCCCCC, AGOSTO. 686
274
vano venir a Bologna: e uno è missier Zuan Francesco di Landi, piacentino, era capo di 400 provisionati dil ducha di Milam ; e uno altro, di Fantuzi
da Bologna, scolaro. Et dimandato la causa che si
ascoseno, risposeno : Perchè la Signoria non vede
volentiera milanesi. Et per colegio li fo rescrito, li
tengi ; e a Brexa scrito, mandi qui quel Hironimo
di Ruberti.
vete, non li piaque, ordinò la riformation. Item, li | Hironimo di Ruberti, da Brexa, li menava ; et dicedisse, el ducha di Bexagie tratava di amazar il ducha di Valenza ; et suo cio che lo governava, fradello di madona Drusa sua madre, ha confessato
questo. Poi il papa li disse zercha la protetiom e
di Rimano e Faenza ; vol la Signoria rispondi ; e di
questo manda brieve al suo orator , episcopo de Thioli ; et li disse si poneva in hordine le zente di
Valenza con li foraussiti di Viterbo, per andar a
campo a Pexaro. E lui orator scrive haver inteso,
il re Fedrico non vol vengi l'armata yspana. E il
papa disse : Credemo ogni mal. Item, eri zonse li
uno orator dil re di Franza ; li andò contra la fameia dil papa e di cardinali, e li oratori yspano, Na- poli et il nostro. Et le zente orssine, con la parte di
Zuan Paulo Baglione, i zorni passati hanno expugnato el castello di Aqua Sparta, trucidati homeni
80de quelli erano dentro, insieme con molti foraus- ❘ il conte voria aver 300 homeni d'arme, 2000 caDa Gradischa, di sier Piero Marcello, provedador di la Patria, di 27. Come sono stati in consulto col governador, conte di Pitiano, signor Bortolo d' Alviano e il Carazolo, capetanio di le fantarie ; et è andati a veder li passi , per li qual pol
venir turchi. E fo terminà reſar li repari, per esserne molti de guasti, et voria 1000 guastatori ; e å
scrito a Udene li mandi per zorni 12 o ver 14. E
vali lizieri, 4000 fanti et 8 canoni, oltra quelli vi
sono, et star a la campagna contra turchi ; altramente non vol star in Gradischa a esser testimonio
de li danni, ma tirarsi in qua. Item, lì in la Patria è
660 homeni d'arme de conduta, ma non in effecto ;
stratioti e cavali lizieri 1087, fanti nium, salvo quelli
di Lazaro Grasso, et manda in nota il tutto ; e in
le cernide non bisogna far fondamento ; e li balesiti perosini , e hanno occiso Altobello con uno suo
consobrino, che con li partesani di Todi difendevano esso castello. Costui era tanto odiato, che, morto, i l'hano taiato in tanti pezi, che tutti li soi adversarij , che erano infiniti, ce hanno auto un pocho ;
et quelli non poteno esser cussi presti a la occisione,
hanno comprato di la sua carne a peso di arzento
per manzarla : grandissima crudeltà hanno usato;
et con quella vitoria intrati in la cità de Viterbo, | strieri è tre mexi non hanno auto danari ; bisogna
et remessi li foraussiti. Item, l'orator yspano li disse
con indignation, si la Signoria havia ancora expedito l'orator per Spagna. Li rispose era in actu.
Manda una letera, prega la Signoria li sia dà risposta. La qual fo leta, et zercha la ripresaia etc. Item,
à letere di Napoli, è zonto li brevi dil papa a Messina.
Dil ditto, di 24. Come è venuto uno a dirli, era
de li uno à taia lire X milia, qual amazó uno a Ravena, etiam per sier Andrea Zanchani, et volendo,
la Signoria ordeni che lo haverà in le mam etc.
Di Napoli, di sier Francesco Morexini, dotor,
orator, di 16. À nova, l'armata yspana va contra
mori a Zerbi ; e parlò a l'orator yspano, qual li
disse , la Signoria non si à curato , dicendo spagnoli vol esser pregati et pagati ; et si la Signoria
havesse mandà dal re suo, za l'aria abuta etc.
Dil ditto, di 19. Come à nova, per uno bregantim, che li primi brevi gionseno a Messina za otto
zorni. Item, di Baxilio da la Scuola , la Signoria
ordeni è retenuto de li.
Da Sallò, di sier Hironimo Bon, provedador.
Come à retenuto do milanesi, qualli andavano a do
di caxa di Crivelli, è a Trento; et lho à mandà a
Brexa. Poi passó de li do, come scolari, con uno
biave e farine ; et che a Cervignam è feni in abondantia ; manda la mostra di stratioti, e cinque bombardieri con l' Alviano. Item, manda una poliza di
uno li scrive, data in Vilacho, a di 19, come ungari
e rossi fanno conseio romper a' turchi, e à licentia
l'orator di Hongaria mal contento ; e quel re trama
con l' imperio a Yspurch. Item, di Pretovia hanno,
lo episcopo di Cinque Chiesie mandava 500 cavali al re contra turchi ; questo San Michiel hongari vol
romper. Item, il conte di Pitiano dipose di sua man
el suo parer, quanto è scrito di sopra ; e più vol
2000 comandati, et starà al monte di Fara. Item,
il Carazolo, capetanio di le fantarie, scrive che havendo assa' mancho, zoè 1000 homeni d'arme, 3000
fanti e li cavali lizieri , vol star a la campagna seradi
in uno, e non teme di turchi ; aricorda la Signoria
à molte artilarie e canoni a Pizegatom etc. Di Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà et
capetanio. In materia di decine; nulla da conto nè
de importantia.
Di Antivari, di sier Piero Bembo, castelan, di 7
zugno, molto vechia. Scrive mal di quel podestà, et
come el provedador lo fè camerlengo con do scon- 274
tri , uno zenthilomo e l' altro popular etc.
687 688 MCCCCC, AGOSTO.
Vene uno, qual portò una letera dil re d' In- galtera. Il titolo era questo : Illustrissimo ac potentissimo principi, domino Augustino Barbadico, Dei
gratia duci Venetiarum, amico nostro carissimo,
Henricus eadem gratia rex Angliæ et Franciæ ac
dominus Hibernicæ, salutem et prospera votorum incrementa. Ex palatio nostro Grenvici. Et è in recomandation di uno Guielmo Digne, qual dia haver,
per sententia e acordo fato per li consolidi mercadanti,
da sier Piero Trivixan, quondam sier Andrea, e sier
Santo Trum, alcuni danari ; e fo ordinato per colegio dir a li consoli lo spazi.
Di Cypro, di sier Troylo Malipiero, capetanio
di Famagosta, di 17 mazo. Come morite sier Hironimo Badoer, capo de' schiopetieri, e vene Francesco Loredan con una letera di la Signoria, solum
di esser capo di la compagnia dil quondam Corado
di Baviera, capetanio di schiopetieri ; et lui non l'à
voluta obedir.
In un' altra scrive, pur di 17, à ſato la mostra;
è ſanti, tra boni e cativi, puti e page morte, 938,
in li qual cyprioti 350 ; resta in tutto 800 page, tra bone e cative : in castello page 32; le anime sul teritorio di Famagosta 21260, con la terra ; boy di lavor, pera 2951 ; formento vechio, moza 86858,
vien esser moza 56954 ; et il sopra commissario fo
intromesso dal synico, robò miera 150 biscoti. Item,
voria 50 coracine. Item , a Gerines è page 150 ; la
più parte dil castel ruinato ; stratioti turcopoli 340 ;
zente paesane turcopoli, zercha 400; la compagnia di Carpasso 150. Item, à cassà quatro salariadi, avia ducati 20 al mese di provisiom ; et voria la Signoria
li mandasse de li uno inzegner.
Dil ditto, di 21. Scrive li bisogni di quelle for- teze et le fabriche li bisogna, altramente ruinano.
Item, per un' altra letera, pur di 21, scrive di navilij presi per turchi ; voria se li mandasse do ga- lie ; et 4 noviter nostri galij fonno presi : zoè una
nave candiota, di bote 300 ; uno navilio di Famagosta, di Corneri di la Piscopia. Item, la nave grossa zenoese, è a Baruto, à levato sachi 800 di gotoni. Manda una letera, di 16 mazo, li scrive sier
Mafio Michiel da Tripoli, di le nove di Sorya.
nave zenoese , ben carga, è partita ; e la nave di
Corezi, è a Baruto, dovea passar de li a l'isola. Dil Cajaro nulla è di novo. Item, per una barcha nostra,
venuta di Adna e Terso, dice à scontrà il galion, fuste e li navilij presi da' turchi.
Intrò li capi di X; e, mandati tutti fuora, steteno 275
a consultar. Et a horra di nona, vene per via di terra letere di Otranto, di 17, et da Corfu, di 16, dil
zeneral ; e dil Zante è letere, di 13, di la infelice
nova dil perder di Modom, come apar in le letere,
il sumario scriverò qui di sotto. Et il principe intro
in conseio di X; et ivi ſo leto le letere, lacrimando
tutti ; e tutta la terra stete mesta, inteso tal cordogliosa e pessima nuova. Et nel conseio di X fo fato
molte provisione, et terminato mandar con la galia Vitura, va a la Vajusa, poi in armada, barili 400 di
polvere. Et fo mandato a dir a l'orator dil papa e
di Franza tal cativa nuova ; ordinato mandar li sumarij a Roma e in Franza. Et im piaza assaissima
briga' si reduse, e molto dannava le tarde provisiom dil colegio, et dicendo gran mal dil doxe et di
savij etc. E nel conseio di X fo parlato di trovar da- ❘nari per ogni muodo, e provisto al dazio dil vin, e
preso di far uno capetanio nuovo a la stimaria per
il conseio di X, con ducati 8 al mexe, con grandis- sima auctorità e libertà, per li gran contrabandi
si fa.
Et la sera, a horre do di note, vene letere di
Corfù, di 19, per via di terra, e di Otranto, di 19.
Avisa non esser vero il perder di Modom, unde tutti corseno a la piaza, e il populo cridava : Marco !
Marco ! per tutto ; et il principe mandò a dir a li oratori , procuratori e tutti di colegio, Modon non
era perso ; e suspeso le letere si expedivano a Roma
e in Franza. Tamen pur fu vero.
Copia de una letera di sier Beneto da cha' da Pe- xaro, capetanio zeneral di mar, narra el successo dil combater con turchi, et la perdeda di Modom, come à inteso.
Serenissime princeps, et domine excellentissime elc.
Adì XI dil presente, a horre una di notte, ritro
vandomi a l'inbochar del Canal de Viscardo, scrissi
a la serenità vostra, et li dissi che sperava el zorno
sequente doverme atrovar in armada, existimando
la fusse tra el Zante e la Nata. Et hessendo ari- vato questa notte 4 mia lontam dal Zante, che per
bonaza più presto non ho potuto arivar, me vene a
Dil ditto, di 7 zugno. Come per 4 barche de'
christiani di la centura, venute carge di biave e
olij , partino a di primo di questo da Tripoli, à nova
Campsom Canpsom esser vivo ; e asse acordato col
signor di Damasco, ch'à preso e morto il signor di
Tripoli, e toltoli ducati 15000, e posto uno altro per signor, e tutti li signori danno obedientia al signor di Damasco. Li merchadanti nostri stanno bene ; la | ladi una gondola con honeni X, li quali desmontatı
689 MCCCCC, AGOSTO. 690
in galia, erano el comito del magnifico missier Hironimo Pisani, provedador di l'armada, el parom di
missier Valerio Marcello, sopracomito, et alguni altri
ballestrieri de galie, et marinari de le nostre nave
armade. Et, al primo saludo che ditto comito mi fece, acostato a me, me disse pian piano: Modon è
perso. La qual parolla senti' con tanto affanno et
amaritudine, con quanta la celsitudine vostra, per la
sua summa sapientia, pò considerar. Et volendo io
intender particularmente el successo di questo lugubre et miserando excidio, lo principiai ad interrogar,
275 dicendoli che 'l me narrasse el tuto. Me disse: lo mi
ho ritrovato dentro Modom, quando el fo preso; et
ve dechiarirò tutto il successo ; et con me ritrovava
etiam Zaneto Draganello, paron de missier Valerio Marcello, quale continuamente è stato dentro con el
suo patron, dal principio fin a la fine. Me disse esso
comito, che dal vice capetanio de l'armada nostra el
fo mandado a Modom con la presente gondola, con
homeni XI, per significar a quelli poveri magnifici
rectori, citadini et populo, che li veniva soccorso di
galie, che li conduseva homeni, danari et munition ; } che turchi non curavano ; tanta era la moltitudine
soccorso, el condusseli ne la terra. Et in questo
medemo instante, che andono le zente de la terra
a ricever el soccorso, l'exercito da terra turchesco se
apresentò al toriom del pallazo, ch'è a la parte di
ponente, qualle l' haveano, insieme con el resto de le
mure, 28 zorni et notte continue bombardato ; et
per haver el ditto turiom el muro grossissimo, l'haveano tandem ruinato, et la ruina andò nel fosso, la
qual li fece scalla, che era più alta che non era quel
muro era restato ne la terra; ni mai li nostri poteno
reparar quella parte, perchè li turchi continuamente,
et de hora in hora, bombardavano de li. Apresen- 276
tose uno squadrom de turchi a oro et su le zenzive
del fosso ; li vene uno altro quadron da driedo le
spale, et pense el dito squadrom nel fosso ; vene poi
uno altro squadron, et pense el segondo nel fosso ;
et cussi de squadron in squadrom facevano per
modo, che in un momento vene tanta moltitudine
de turchi su la ditta torre, che quelli nostri che erano a l'incontro non la poteno suportar, nè li valleva
butar fuogo, saxi, travi et similia zoxo de le mure,
di quella canaia, che sopra abondava. Dove che,
tagliatose a pezi una parte e l'altra, in gran numero
montorono sopra el turion, et quello preseno, dove
messeno uno stendardo d' oro turchesco grande, el
qual posto, vene tanta moltitudine de turchi sopra
dove esso comito intro a di 8 dil presente, che fo
sabado, a hore 6 di notte, con pericolo di mar et de
li inimici grandissimo ; et dechiarite le soprascrite a
quelli magnifici rectori, qualli expectavano con grande desiderio questo soccorsso ; el qual zonse la domenega, circa horre 22, in questo modo, per quanto ❘ le mure, che era cossa inextimabile ; et corseno al
esso comito referisse : che, per tutte le nostre galie
sotil forono acompagnate cinque galie sotil al cao
de l'isola de Sapientia verso ponente. Sopracomiti
de le qual erano : sier Zuan Malipiero, armada a
Veniexia, sier Alvise Michiel di sier Mafio, armada
palazo, et quello combatevano, corendo poi su la
piaza, che li magnifici rectori et sopracomiti erano
im piaza, nè sapevano far più provisiom, perchè tutti
fuzivano ; ni altro riparo quelli di la terra potevano
far, salvo che facevano pianti et clamori in aiere,
a Retimo, sier Marco Grioni, armado in Candia, ❘ pellandose la barba, et squarzandose la faza, che era
grandissima compassiom a veder. Vedendo el sopra
scrito comito, turchi za esser intrati ne la terra, et
l'armata turchescha esser al muolo, deliberò metersea la fortuna de fuzir con la sopra scrita sua gondola; ne la qual, ferito sopra la testa, el monto con
li sui compagni et feriti, et con el sopra scritto Zasier Alexandro di Gotti da Corphù, et la galia di
Otranto. Quatro de le qual, excepto el Grioni, che
saltó a l'orza, et non volse andar, per quanto referite esso comito, andorono vigorosamente e deteno in terra al muolo, non possendo andar im
porto, respeto l'armada turchescha che li veniva
adosso ; et tuti saltorono de galia sul muollo, lassan- | neto Draganello, paron di missier Valerio Marcello,
e uno altro, et passò miraculose, più presto cha con
inzegno, per mezo l'armada turchescha, et se ne
vene al Zante, sperando trovar l'armada nostra de
li ; dove altri nonha trovado, salvo sier Marco Antonio Contarini, sopracomito di galia sotil, sier An- drea Bondimier, sier Zacharia Loredam, sier Francesco Arimondo, soracomiti di galie grosse, et tre
nave. El qual sier Marco Antonio Contarini, intesa
questa pessima et dolorosa nova, deliberò descrido li corpi de le galie in man de li inimici. El resto
de le galie nostre sotil se slargorono in mar ; et per
quanto dice el ditto comito, bona parte de l' armada turchescha mostrava andarli contra, et non sa
dove habiano tenuto esse galie nostre; et judica che
le siane andate a Cerigo, mia 100 lontan di Modon
et soto vento, nè sapevano alguna cossa del perder
de Modom. Hor, visto per li soldati de la terra le
zurme et homeni de le sopra scrite 4 galie esserdesmontati sul molo, tutti li corseno contra per darli | verla a la serenità vostra, et mandar la gondola proI Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 44
601 MCCCCC, AGOSTO, 69-2
pria con tutti li homeni a Corfu, scrivendo a quel
magnifico rezimento, che 'l mandi esse letere a
quella, o ver per li dicti homeni, o ver per altro
passazo, con altri homeni, come a sue magnificencie parera. lo veramente, aperte le letere de esso sier
Marco Antonio Contarini, et visto quanto el scrive a
la serenitá vostra, le qual aperte con le presente mie
mando a la serenita vostra, deliberai etiam io scriver a quella questa nova particularmente, come que- sto comito et el ditto Draganello, parom, me hanno ❘ unito et sempre pocho lontam de l' inimico, credo
qualche nova de essa armada nostra : dubito la non
sia andata a Cerigo, che è a l'incontro de Cao Malior
e Santo Anzolo, più de mia 100 lontano de Modom,
soto vento, et mia 180 lontan dal Zante. Non resterò
subito de mandar bregantini a quella volta et da per
tutto, per intender dove la se trova, et etiam quella
de l' inimico, azò con tutta la nostra, si grossa come
sotil, me possi unir nè mai da quella separarme, 277
nomma per qualche fortuna, quod absit ; ma el star
276 referito; et ho deliberato che solum questo Draganello vegni con le letere a la serenità vostra, azò da
luí, ch' è stato dal principio fino a la fine in Modon,
la intenda minutamente el tutto. El qual me ha, inter
catera, ditto che ultimamente scamporono do soldati di la terra nel campo turchesco, quali doveano
significhar a' turchi le malle conditiom di la terra e
de tutti che erano dentro, et che li ditti judicha siano
sta causa de questo arsalto, et che da la banda che
turchi sono intrati in Modom, non haveano fatto li
nostri troppo provision, confidandose ne li muri del
turiom, che erano grosissimi ; ma se ihavesseno potuto far repari, li quali non potevano far per el conche per molti respeti ritornerà molto a preposito.
Unum est, che havuta che harò l'armada, farò quelle
provisiom che me parerano esser salutifere al resto
de li luogi de la serenità vostra, et che serano necessarie et opportune, per quanto me sarà possibele ;
et credame la serenità vostra che, dal canto mio,
non se mancherà in cossa alcuna, come per la propria experientia la intenderà. Scriverò immediate a
tutti li rectori nostri de Coron, Napoli di Romania
et Candia, et altrove dove serà bisogno, che star debano previsti et occulati, et li dechiarirò che sempre
sarò vicino con l'armata, dove l'achaderà per la
conservatiom sua. Bem prego la serenità vostra, che tinuo bombardar che facevano turchi, mai la terra | li piaqui presto presto restaurar l'armada sua de
se perdeva, ne la qual erano da 7000 homeni da fati ;
et che le bombarde al primo tratto amazorono tutti
li galioti che lavoravano li repari. La serenità vostra
ancora intenderà dal ditto Draganello molte particularità, che a quella non scrivo, per non li esser
più tedioso ; ma questa è la sustantia de tutto el successo. Dicono præterea el ditto comito et parom,
che, al suo juditio, da poi partiti daModom, quelli di la terra ficorono fuogo in essa, et la brusorono,
perché, essendo lhoro versso el Prodano, veteno
grandissimo fuogo et fumo ne la terra, che li fecepo
far questo juditio ; et tanto più il credeno, perchè el ditto Draganello, paron, me ha ditto che a li bastioni,
che erano stà fatti per deffension di la terra, vedendo
in quelli esser debeli per el continuo bombardar de'
turchi , haveano fatto certe cave, et haveano messo
barili cinque di polvere per cadauna de esse cave,
con presuposito seguito per el grande fuogo et fumo che i veteno, ut supra, quale, per el gran vento da
provenza, molto lavorava. Questo è quanto ho potuto haver da li sopraseriti, per la interogatiom che
li ho facto. De li rectori et sopracomiti, che erano in
Modom, non sano quello sia seguito. lo, non sapendo
dove se ritrova l'armada si grossa come sotil, ho
deliberato conferirme a la Nata, a trovar quelle soprascrite galie et nave che sono de i, et conzonzerme
insieme per più segurta, et poi per poter intender
monitiom, et de tutte altre cosse necessarie, come
per altre mie li ho dechiarito, perchè, judicio meo,
et come etiam me è stà referito, la se ritrova non
ben in hordine ; et etiam li piaqui agumentar questa
armada de più numero de legni che la pol, in loco
de li perssi, che sono in summa numero XI, com-
❘putade le do galie grosse ultimamente prese. lo non credeva, ni me persuadeva scriver tal nove despia- cevole a la serenità vostra, et sperava nel nostro
Signor Dio doverli scriver felici successi ; ma più
non se pò. El qual con tuto el cuor prego che me concieda poter far cossa, che sia de honor et contento de la celsitudine vostra, la qual se degni continuamente far far bone orationi per confonder questo
rabido et insaciabel cane, quale, wtis viribus, se forza
evertir et anichilar el nome christiano. Item, lauda
el provedador dil Zante, sier Nicolò Marcello, qual à
dato a l'arma' più di 400 homeni e monitiom ; e
resta solum con 40 provisionati. Nec alia. Gratie etc.
Ex triremi apud Jacynthum, die 13 augusti
1500.
Excellentissimæ serenitatis vestræ mandato
BENEDICTUS DE CHA' DE PISARO
capitaneus generalis maris .
693 MCCCCC, AGOSTO. 691
Copia de una lelera dil capelanio zeneral, narra la
perdeda di Modom, el è dil rezimento di Corfù,
ma par non sia vero.
sa, et li nostri tagliono a pezi tutti li turchi che erano
intrati in la terra, in modo che fo fato grandissima
sangue e strage de essi cani. Et ditte ditto sier Piero, che 'l marcadante preditto aferma el socorsso de
le 4 galie intrato in Modom, e che ex nunc se vuol
Serenissime princeps, et domine domine excel- meter a repentaglio che li sia tagliata la testa, se se lentissime.
El clarissimo zeneral, per parola de Zuam Remer e compagni, qual venero da Modom con la gondola, scrisse a la serenità vostra et etiam a nui, Modom esser stà preso da' turchi, a' nuove de l'instante, a hore 23; et di tal cossa forono spazate letere a la Signoria vostra, per dublicate letere. Tamen, stando nui vigilantissimi a intender el successo
di questo, non havendo auto altro aviso da esso clarissimo zeneral , habiamo inteso per più vie da' nostri venuti da queste scalosie de terra ferma, et da'
trova altramente, et che certo Modom, fin a di 22
ditto, non era preso; suzonzendo che a la Janina se
facevano gran pianti per turchi morti a la ditta bataglia. Questa nova, serenissimo principe, nui la credemo, per esser verifichati in consonantia da tute
queste scalosie, e tanto più, che la Turchia non ha
monstrato fin hora segno alcun de alegreza, come
hè thoro costume de far per ogni minima cossa ; anzi
più presto hanno monstrato el contrario, che hè potissimo segnal, che 'l danno è stato dal canto lhoro.
E per più verification de la cossa, havemo parlato
con ditto Zuan Remer, el qual dice che quando lui
e compagni se partino da Modom, el soccorsso era 278
zonto quatro horre avanti et che la terra non era ancor persa; tamen hè vero che turchi erano montati
su le mure, et posto le bandiere su el bastiom preditto, e li nostri tuttavia combatevano valentemente ;
et dice esser la verità, che era posto hordine di metter fuogo nel bastion et fosso, e tutto era preparado; et esso Zuanne la note, essendo al Prodano, vete
arder li fuogi, sì che tute queste particularità possono b nissimo star insieme di tal cossa. Perhò non
ne habiamo altra certeza, tamen ne ha parso significar a la serenità vostra quello sentimo ; la qual, sapientissima de tutto, ne farà quel judicio li parerà.
Turchi hanno fatto devedo, che alcum de li sui non
pratichi più a le scalosie, acciò non se intenda la condition lhoro ; et fano adunanza de zente per questi
confini, perchè pretendeno omnino trazer quella armata di la Vojusa. Di l'armata nostra, O habiamo
inteso, che in verità non pocho se meravegliamo. El
277 noncij nostri mandati a posta per verificharse, et maxime da sier Piero Arcudi, citadim nostro, persona
praticha et experta, qual questa notte hè venuto da
una de queste scalosie da terra ferma, chiamata la
Bastia, et dice haver inteso de li da' merchadanti de
laJanina, come in ditto luogo de la Janina non (sic)
erano zonti alcuni, che danno cavali a nollo ; i qualli
erano partidi de campo da Modom, a di sopra scrito,
et refermano esser vero che turchi in quel zorno havean dato una crudelissima bataglia a Modom, et
erano etiam intrati dentro, e posto le bandiere su le
mure, tamen, per la Dio gratia, li nostri valentissimamente li haveam rebatuti et cazati fuora, con grandissimo danno et strage de' turchi. Altre particularità non sapevano li dicti, perchè se haveano trovato
fuori del campo, et non veteno la bataglia; tamen
ditto sier Piero dice haver etiam parlato con un di
primi mercadanti de la Janina, qual li afermava veramente, sabato passato XVde l'instante, esser zonti
in ditto luogo de la Janina corieri, partiti de campo a di 12 ditto, con letere de più persone denontiate, ❘ clarissimo zeneral ne scrisse, che 'l voleva mandar a cui la vita, a cui la morte de li sui ; et che dicti corieri dicevano esser la verità, che ai 9 ditto, turchi
deteno la bataglia a Modon, e za erano intrati in la
terra, e montati con le bandiere su el bastion de la
porta, e che li nostri havea posto fuogo in quel bastiom, con polvere e pogola, et etiam nel legname
che era stà butà nel fosso per impirlo; in modo
gram occisiom et carnazo de' turchi, perchè tutti
quelli che se trovono sul bastiom et nel fosso, non
potendo retrarsi per el gran calcho che seguiva, se
erano tutti brusadi; et, per el fuogo, quelli che era
de fuora, non se potereno più acostar a le mure,
anzi se smariteno per la subiteza e novità de tal cosbrigantini a zercharla, perchè dubitava fosse scorsa
a Cerigo, per la furia dil vento ponente e maistro,
che usò a dì X de l'instante. L' Altissimo se degni
acompagnarla. La galia se armava de qui hè in ordine; ozi se fa la zercha subito la galia da la Cania,
qual scrivessemo a la serenità vostra conzarse de qui ,
per esser stå trovata tanto mal conditionata, che non
era possibel farla navegabel. El sopracomito con le
zurme hè montato su quatro fuste de XV banchi
l' una, et questa sera etiam lui partirasse per l'armata; voleno monition etc.
Data Corphoi, die 19 augusti 1500.
695 MCCCCC, AGOSTO. 696
278.
Subscriptio:
PETRUS LEONUS, baylus et capitaneus.
LUCAS QUIRINO, provisor.
NICOLAUS GEORGIO et ANDREA BASILIO,
consiliarij Corphoi.
Ad 30 avosto. In colegio, et il zorno di l'anniversario dil doxe, che à compito anni 14 in dogato, fo ditto la messa solenne in chiesia di San Marco,
ma non vi fo etc.; et tuti perhò erano alquanto aliegri per le letere di Corfù.
Veneno li oratori dil papa et quel di Franza. E
primo parlò quel dil papa, dolendosi di la prima no- va, poi ralegratossi non fu vero ; si offerisse per la Signoria etiam andar a Roma per stafeta. E cussi in consonantia parlò l'orator di Franza. Et il principe rispose, bisogna hora la cristianità si muovi ; et li fo leto la letera di Corfù, di 19, notata di sopra.
Fo leto, poi partiti, una letera di sier Luca Que- rini, provedador di Corfu, a sier Marco Querini.
Avisa di 'Todarin da la Volta, contestabele, mandato a le scalosie. Referì, ut supra, e che il signor turco
volleva levarsi ; li basså non hanno voluto, fin non
dagi una altra bataia a Modom, et esser morto il
flambular di la Janina.
Dil dito provedador, a la Signoria, di 18. Nara
non è vero di Modon, et il tutto quanto ho scripto di sopra, qual non fo leta.
Da Corfu, di uno fra' Pelegrin, di 19, drizata
a sier Antonio Trun, el consier, ſo leto una letera.
Scrive, ut supra ; et più esser stà taià uno brazo a
quel bassà prese la galia di Pago; dà fede a le nove
dice Piero Arcudi, è bon homo e citadin de lì.
Di sier Marco Orio, capetanio di le nave, date
a la Nata, a di 6. Scrive il danno à 'uto la nave So- ranza per il suo arar, qual s' investi in lei, e poi in la nave Ruziera, rupe l'alboro et pocho manchò non
si rompesse.
Di sier Marco Antonio Contarini, sopracomito,
di 9, a la Nata. Scrive il modo dita nave Soranza,
patron Francesco Tarlao, veniva di Soria, qual fo abandonà dal patron, e con do homeni solli scorse
mia 25 a presso il Prodano, e le barche di le altre nave li andò a torno per robarla ; avia merchadantie
suso per valuta ducati 20 milia ; et el vice zeneral li mandò 4 galic per ajutarla, qual la remurchiò poi li
a la Nata, et elexe uno soracomito, per conseio di
12, a recupar le robe e farla conzar. E cussi lui fo
electo ; unde montoe suso, et la manderà a Corfu al meio potrà. Item, de lì è le galie di sier Francesco
Arimondo, sier Andrea Bondimier, si conzano ; e sier
Zacaria Loredan, mo 4 zorno, andando al zeneral,
rupe l'arboro e convene ritornar in quel porto a
conzarlo. Item, scrive dil zonzer li uno bregantin,
con letere dil capetanio di l'arına' yspana, e l'à spazato. Item, ivi è zonta la nave di Candia, patron
Zuan Valier.
Del ditto sopracomito, di 13. Scrive la perdeda
di Modon, per relation di quel Draganello etc ; et lui
l'ave prima cha ' l zeneral ; et per esser tutta una nova, non fo leta.
Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di 12. Narra el levarsi di la nostra armata per soccorer Modom.
Di sier Beneto da cha' da Pexaro, capetanio ze- neral di mar, di XI, in yalia, in Canal de Viscardo,
a presso la Zefalonia. Come eri, a hore una di note,
si levo da Corfù, va presto al Zante per trovar la
nostra armata, et dete licentia a la nave, patron sier Aurelio Bragadim, perchè era marza.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'ar- mada, di 7, a la Nata. Avisa molte cosse, e dil soccorsso messe nel Zonchio. Item, è zonta in armada
una nave, fo di sier Bernardo Barbarigo ; si duol le
sue letere siano tenute et intercepte.
Di sier Jacomo Venier , capetanio di le galie
yrosse. Si duol prima, che li soi oficiali non habi l'utilità havia quelli di sier Tomà Zen l'anno passato,
essendo capetanio di dite galie ; prega la Signoria la
dagi ; manda la zercha fata a tre galie, zoè Dandolo,
Trivixan e sier Francesco Rimondo ; conclude, a tutti
li mancha li nobeli, ch'è una cossa mal fata.
Di sier Hironimo Contarini, vice capetanio zeneral di mar, do letere molto longe, qual non fo lete. È dil socorso mandato a Modom, e lui si lieva con
l'armada per darli spale.
Da Corfù, dil rezimento, di 16. Narra la galia
di Candia esser conza ; la mandano in arma' ; e lo
arsil si arma e manda al zeneral ; quella galia, fo dil Vizamano, si va conzando, ma è spesa butada via ;
solicitano se mandi li danari, per pagar li manoali e
mureri.
Di Candia, di sier Alvise da Mulla, e sier Piero 279
Falier, consieri, di 4 luio. Come, hessendo il capetanio amallato, hanno electo uno terzo, qual tochò a
sier Beneto Baffo, uno di camerlengi ; et ivi è zonto
sier Bortolo Minio, vien di Cypro ; pregano la Signoria fazi sier Marco Barbo, electo ducha, vengi presto.
Di Otranto, di sier Alvise Contarini, governador,
di 21. Come non si pol armà, de li un' altra galia,
perchè quella altra fo arma, il soracomito tolse homeni da Corfù, e à fato conscio per questo.
697 698 MCCCCC, AGOSTO.
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador.
Zercha biscoti mandati e manda a l'armata, justa i
mandati. Item, de lì è zonto sier Francesco Griti per
castelan, loco sier Andrea da Mosto.
Da Brandizo, di sier Zuam Michiel, governador,
di 16. Manda certo aviso di nove abute di Leze. Il
sumario è questo :
Di sier Jacomo Barbaro , castelan al Scoio di
Brandizo, di 16. Come à una letera di sier Francesco Malipiero, consolo nostro a Leze, de 15. Li scrive
esser venuta la barcha di la Vallona, con letere di XI,
di quel sanzacho al re, et le hanno spazà a Napoli subito. Dice, a la Vajusa è venuto comandamento dil signor a quella armata, debbi ussir, et esser venuto
palli e guastadori per ingorgar le aque, e anderà a
Corfù, dove vol vegnir il signor su quella ixola ; et
par, uno zenoese sia quello vol cavar fuora ditta armata; et poi verà a Brandizo a tuor quel porto; et di Modon, lo combateno. Et à nova, esser intra il
soccorsso di le 4galie.
Di Rimano, dil secretario, tre letere, 23, 24, 27.
Il signor à pur la febre, et è andato a Cariago; etiam la madona à febre ; e il signor è andato di rocha im
palazo. Item, avisa alcune cosse di Romagna, e il
ducha de Urbin vol andar ai bagni , e de li si aspeta
la moglie dil signor Fabricio Collona, soa sorella.
Item, scrive la novità di Aqua Sparta, et Pistoia è in
arme ; à amazato il capetanio de' fiorentini, cazati li
comessarij, voleno Juliano di Medici entri, e si dice
il papa manda le zente a Pesaro.
Da Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà et
capetanio. Manda dite letere, abute di Otranto, di
summa importantia etc.
Da Zara, di rectori, sier Francesco Venier e sier
Jacomo da Molin, dotor, di XI. Come il conte Zuan
Corvino à mandato a dir, per la diferentia dil prete
di Scardona, vol far etc. Item, voleno legni per opere
di larese, da far ponti. Item, dil campo dil turco
anno esser morti 20 da peste, et il vayvoda di Bistriza ; e certa parte è andati etc.
Ànova esser la peste in li turchi ; et il signor Zuane
di Gonzaga, passò da Fiume via, et uno suo explorator era li, qual lo 'l volse prender. Noto, fo mandati ducati 50 in Cao d'Istria, per dar a exploratori.
Di Cadore, di sier Zuan Navaier, capetanio, di
23. Come è passa di certo loco il signor Zuane di
Gonzaga con 12 cavali, va a Maximiano per dimandar il conta' di Goricia, per la dota di madona Paula, so ameda.
Da Milam, dil secretario. Dil ritornar li monsi- 279 *
gnor di Chiamonte et di Taleran. Altro, O di novo.
Da Bologna, dil conte Nicolò Rangom, di 26, a
Piero di Bibiena. Come a Pistoia li foraussiti è ritornati dentro, cazato tuta la parte panciaticha, sa- chezate e brusate zercha 300 case. La parte di missier Zuan Bentivoy à preso tutte le forteze di le porte e di la terra ; e li rectori e comissarij fio- ❘rentini non hanno alcuna autorità ; tuto procede dal
mal governo di Fiorenza, da la impossibilità e pocha
unione di la cità ; la terra è reduta a l'olio santo.
È venuto a li confini di questa montagna, da
Fiorenza, uno nostro amico per parlar a Juliano ;
qual li mandò Bernardo a parlar. Dice da 20 dì in
qua quello stato ha posto in camino do imbassate ;
uno lhoro fameglio cavalchante, canzelier dil palazo,
chiamato ser Bacio, è andato al gran turco, con instrutiom di notificarli le cative condition de Italia,
e come la è squarzata e divisa, e disposta a darli la
corona de la vitoria contra venitiani, e non terna
di alcun soccorso in favor lhoro, perchè il roy, suo
collegato, sarà occupato contra todeschi, per haver
deliberato reaquistar la ducea di Milan, et il re
Fedrico e il papa vol alcuni stati in Romagna, contra il voler di la Signoria ; non sarà uniom ; e tra
il papa, il roy e la Signoria è pocha concordia. Per
esser stati essi fiorentini boni fioli e servitori di la
caxa di otomani, li avisa esser stati delusi dal roy,
e beffati ; ne la impresa di Pisa li à manchato di
fede; in thoro regna avaricia e pochi danari. Item,
mandano 4 bombardieri stravestiti da ſameglij, de
li migliori habino trovati, a esso turco, excusandosi
non averne più ; et uno orator di essi fiorentini
tornò za qualche mexe dal turco, et chiedesse questi
bombardieri, et è zorni 20 questo parti da Fiorenza,
DaRaspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio. | andò a Pexaro, e da merchadante se imbarchò a la
volta di Ragusi. L'altra ambasia' mandò in Alemagna, in man di Nicolò Cesari, vechio cortagino, offerendo favori a l' imperador per provocharlo a seguitar l'impresa di Lombardia ; obliga la cità per
ducati 200 milia a l'anno. Et l'orator per Venecia,
sopra la ripresaia, non partirà per non esser uniti
a mandarlo. Item, manda alcuni avisi abuti di Franza, qui soto seriti ; et prega non sia nominato, perchè porteria pericolo con fiorentini ; ma la mostri a
la Signoria nostra .
Di Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador, di 26. Zercha la fabrica si fa, et scrive
quello bisogna a compirla. Etfo per la Signoria
mandato a suspender la lite di sier Piero Marcello,
è provedador in la Patria, con li Zustignani al zudegà di proprio.
699 MCCCCC, AGOSTO. 700
Avisi di Franza, di 14, da Montargis, di uno
Antonio de Saxion. Par sia amico dil roy, e mandò la confirmation a Bologna. Monsignor di Arles li fa
bona ciera; e il roy disse : Spero, missier Zuanne
sarà bon francese. Et soa majestà à rispeto a la Signoria in materia de Rimano et Faenza, acció non
rompi la fede. Item, de lì è uno homo di Videlli,
per veder che volta piglierà questo mondo, per tenir oferto al roy a l'impresa di Reame. Dice Vitelozo
e Orssini disuade il papa contra Pexaro ; e a Rimano 280 voriano andar adosso a Fiorenza. Item, è zonti do,
mandati da' fiorentini, offereno al re depositar certa
summa di danari, et soa majestà a sue spese fazi
l'impresa di Pisa; aliter non vol spender. Item, uno
canzelier di Pandolfo, per li senesi, vene soto monsi- gnor di Arles, praticha acordo, et se indurà a basar
il manipulo. Item, uno di oratori pisani è ritornato
qui dal re, sotto nome di altri ; et li do oratori lu- chesi sperano ancora tornarvi de breve. Li do oratori dil re Fedrico sono in camino per qui ; spera aver miglior pato, che non fo za do mexi, per esser
tra quelli biastemano Dio e la Verzene Maria e Christo, zoè che, per la prima volta, sia bandiza per do anni di Venecia e dil destreto, e pagi lire 200, e, si
l'è zentilomo, sia privo di oficij ; la 2. volta siali
duplicata la pena e, rompendo il bando, stia uno
anno im prexom, pagi lire 2000 a chi 'l prenderà, si
non arà de che pagar, pagi di danari di la Signoria, et sia spazå per il conseio di X; non si possi far
gratia se non per tutti dil conseio. Item, quelli biastemerà li santi e sante, li signori di notte li punissa,
et non li possi farli gratia soto pena di sacramento,
ma li spazi, juxta la parte 12 zener 1485.
Item, una altra parte presa, ut supra, pur contra la sodomia, come in la parte vechia, el capetanio
dil conseio di Xpoteva retenir vedendo disparita insieme, e vadi su volte, soto portegi etc. Ahora è
❘stà preso, quelli userà con maschio o femena, siano
brusati tutti do, o vero con vechij, e siali prima
taiato la testa ; e quello o quella incuserà, siano absolta ; et li mezani o mezane cadi a la ditta pena,
videlicet li maschij da anni 20 in suso, et le femene 280
venuta l'armata yspana in Sicilia. Item, el signor | di anni 18; in reliquis siano banditi, salvi li casi da
Zuan Zordan Orssini è de li non molto contento ; à
oferto 500 franchi al mese, e seguitar la corte. Item,
el cardinal San Zorzi à uno suo, opera che il roy
conforti il papa a dar ricompensa a quelli di Forlì ;
non sa che fruto farà. Et il signor missier Zuam Jacomo è de li, et per far cardinali, andò a posta missier Antonio Maria Palavisino a Roma. Item, qui è
ditto, è morto la fia dil re di Spagna ; resta quella
di l' archiducha di Bergogna, che sarà la princessa.
Vene lo episcopo Dolze di Limisso, executor di
le decime dil clero, et parlato zercha la execution
di tal danari. Et fo ordinato sier Sabastian Marcello,
sopracomito, meti banco.
esser termina per il conseio di X. Item, che quello sarà retenuto, se li possi per il colegio inquerir con
chi l'à usato tal vicio, e sia creto ; uno che acuserà, provando la verità, habbi ducati 100 etc. , uι
in ex.
Item, leto un'altra parte, presa ut supra, che le
ſemene putane e rufiane non possi tenir fanzuole di
mancho de anni 12, soto pena etc.; e tute parte
dice de cætero, et siano publicate dite parte su le scale
e in gran conseio.
Poi fo leto per Gasparo da la Vedoa, secretario,
la letera dil zeneral, di la perdeda di Modom, e
quella di Corfù scrive non è perso. Item, una letera
copiosa di quelle nove scrive Todarin da la Volta a
sier Antonio Cocho, data
Da poi disnar fo gram conseio. Et vene il principe, ch'è assa' mexi non era venuto a conseio. Et reduto la Signoria, vene davanti sier Pollo Calbo, fo
patron in armada ; et presentato a le prexon, con parole alte, dicendo aver fato assai, et sta im prexom ; et mostrò una bandiera turcha, che 'l prese
combatendo, e per li soi carati è cussi meritato.
Item, fo chiamà li avogadori, et ordinato lo expedi- ❘ le sue decime, tanse, e quello sono debitori a la Siscano.
Et poi il principe si levò, et parlò exortando a
tutti far justicia indifferenter ; e disse dil dolor avi
eri, inteso tal pessima nuova, quasi non crepò. La sera poi fo alquanto consolato, dicendo : Dio voia
non sia vero ! Et concluse, exortando tutti a pagar
gnoria, acciò si possi mantenir il stato.
Fu leto, per Zuam Jacomo, nodaro dil conseio Et colegio in questo mezo si reduse a consultar,
di X, erano capi sier Bortolo Vituri, sier Marco da et leto:
Molin e sier Anzolo Trivixam, una parte vechia, Di Cypro, letere di 24 mazo, cosse vechie. Turpresa nel conseio di X, 1496 a dì 12 mazo, contra | chi de li dannizano, e fono a l'isola a certo loco, e
l'arte di la sodomia ; et che le rufiane di tal me- turcomani non li lassò smontar. Item, scriveno nove
stier siano brusate etc. , ut in ca. di Damasco.
Item, una parte eri presa nel conseio di X, con- Di Brext, di sier Domenego Beneto, capetania
701 MCCCCC, SETTEMBRE. 702
e vice podesti. Come à preso uno Zuam Maria da
Mantoa, avia adosso 4 letere, andava a Milan ; manda la sua examination ; ait, portava letere al signor
Galeazo. Item, uno aviso di le cosse di Franza, et
esser venuto al roy oratori d'Ingaltera a congratularsi di la vitoria ; invida, mandi perhonorarle noze;
| et aspetano adition e remotion di ditti capitoli, dicono la general intelligentia non pol haver effecto.
Item, il legato dil papa, a dì 13, è andato im Polonia per dar le indulgentie, con ordine el re mandi
via l'orator dil turco, et, mandati, dagi noticia a
questo re, lo manderà etiam lui via. Item, in Hon281
e il royli mandaXV baroni, ela raina altratanti . Etiam | garia il jubileo è pocho apreciato, si fa le capse per
quelli di Scocia hanno mandato oratori al grarsi.
Da poi gran conseio, fo pregadi, solum per lezer
lettere da mar, tante ne erano ; et ni el principe, nè
alcun savio fo im pregadi, ma steteno in colegio a
consultar.
Fo leto una letera di uno Castelan Barbo, canzelier a Corfù, copiosa di novo. Il sumario è questo,
drizata a sier Alvise Zustignan, quondam sier Marin,
suo amico; par habi, di 14, dal Zante, ancora si
sentiva bombardar Modon.
Noto, in do quarantie vien menato al presente
sier Fantim Moro, fo conte in Arbe, quondam sier
Francesco; et eleto provedador ad Axola, per manzarie fate, poche da conto, per ducati 150, intromesso per li syndici intra culfum, Loredan e Dolfim.
Adi 31 avosto. In colegio vene l'orator dil papa
et quel di Franza. Ai qual fo comunichato l'aviso
auto, per via di Bologna, de' fiorentini , dicono mal
dil papa et dil roy e di la Signoria nostra ; e lhoro
oratori dimando fusseno dato noticia a li oratori nostri a Roma e in Franza di questo.
Da Vicenza, di sier Alvise Emo, capetanio, di
30. Come uno corier, qual compagno il conte Antonio di la Sommaia, francese, vene de li, qual dice
che, volendo el ditto conte, che fo preso a Zervia
e rilassato, andar a Milam, con salvo conduto, con
7 cavali, hessendo a l'ostaria, mandato avanti il
ditto corier, li ditti nou lo seguitono, e sono andati a Trento ; e il dito corier fo ferito su quel di
Montebello, e toltoli 40 scudi havia.
Da Verona, di rectori. Come mandavano ducati
mille, scossi de li marchexi Malaspina, a conto de
li prestati. Item, certe letere intercepte di Alvise
Ripol, le qual fono lete con li capi dil conseio di X,
mandati li altri fuori.
scuoder li danari, et preparati li confesori, Item,
manda letere de l' ystrigoniense a domino Filippo,
dotor, procurator dil re a Roma. Item, letere dil
legato al papa, e a domino Machario, orator di Urbim; et lhoro oratori aspetano risposta di la Signoria nostra; laudano sier Piero Malipiero, provedador di Veia, in expedir letere subito, hessendo
di note in leto, le spazano.
Item, Francesco da la Zuecha, secretario, di 22,
scrive pregando la Signoria li dagi licentia di repatriar.
Da poi disnar, fo conseio di X con zonta di
savij e di procuratori ; è gran zonta. E fono fati li
capi di X di septembrio.
Et avanti si reducesse il conseiq di X, l' orator
di Franza fo a parlar al principe sollo, nescio ad
quid. Et la sera, accidit che li fu roto la testa da
uno barcharuol, et fevano custion con uno altro ; et
esso orator vene a dolersi a la Signoria, e ſo ſato re
tenir e brusà la barca statim.
Et in conseio di X, con zonta di danari, fo fato
❘ubligation di certi depositi a quelli impresterano.
Item, in Rialto ſo dito una zanza ; l'armata yspana
esser zonta a Cotron, e vien versso Corphù. Introno
cai di 40 sier Antonio Donado, sier Francesco Zane.
Dil mexe di setembrio 1500.
A di primo setembrio. In colegio vene lo episcopo di Theoli, orator dil papa, exponendo, dextro modo , havia brievi dil pontifice , come havia
inteso la risposta nostra in materia di Arimano e
Faenza, di la qual non era satisfato. Per tanto exortava la Signoria nostra, volesse compiacerlo, maxime hessendo quelli signori excomunichati, oferenFu balotà una paga a Piero Pessina, contestabele do ad omnia. Poi presento uno brieve il pontifice
a Corfù, et li schiopetieri per Antivari. Item, sier | li scrive, vulgar, molto longo, in questa materia.
Sabastiam Marcello e sier Sabastian Tiepolo, sopracomiti, hanno posto bancho.
Comemora quello à fato per nui, prega non li sia denegato possi far dil suo quello li piace; e, in ultima,
dice scrive vulgar, perchè sa è lecta dove è molti,
acciò tutti l'intenda ; ringraciando prima di la pronon fo leto in colegio, ma bem ozi im pregadi. Et
il principe rispose altamente, di hordine di savij ,
DiHongaria, de li oratori, date a Buda, a di
22, venute a horra per via di Veia. Come, stando in
expetatiom di nostre letere, receveteno tre letere | tetiom dil ducha di Valentines tolta. El qual brieve
per Zuan Vesiga, corier. E considerando poi si aria
abuto li capitoli, O disseno al re di ducati 100 milia,
284
703 MCCCCC, SETTEMBRE.
704
non era tempo a hora ; li poteva bastar etc. saper | Michiel, provedador in Albania. Scrive le monition
l'intention nostra volerlo compiacer, ma non era
di romper la nostra fede, et ditte condute compivano Rimano di decembrio, e Faenza di mazo, e
poteva aspetar, poi che era tempo atender contra
turchi. Et poi l' orator rispose, pregando si li desse
bona risposta. Demum, disse dil canonicha' di Padoa per il datario , qual quel Anselmi l'ha, senza
alcuna auctorità dil pontifice. Risposto, si vederà ;
ma ditto Anselmi è benemerito dil stado nostro etc.
Vene l'orator di Urbim, domino Machario, e
fè lezer una letera dil suo signor, era contento concluder quanto voleva la Signoria nostra, videlicet
haver stipendio, quando fusse operato ; et per tanto
chiedeva fusse posto la parte im pregadi. Risposto,
si vederia di expedir.
Vene lettere da mar, con uno gripo, da Corfù,
parti adì 16, portò letere, di 13, dil capetanio zeneral. Di la nova di Modom, replicade ; et insieme
vene Zaneto Draganello, paron era di sier Valerio
Marzello, fuzito da Modom etc.; et fo chiamato
dentro, et dimandato dal principe alcune cosse. Unde
mi levai, dicendo meritava fusse retenuto. Et qui fo
qualche disputatiom ; tamen la Signoria ordinò fusse
retenuto, e posto in camera. Et poi disnar, per la
Signoria nostra, foi deputato andarlo ad examinar
dil tutto. Vene con mi Nicolò Aurelio, secretario
nostro ; et ben lo interogai di ogni successo.
è in quel loco ; biasma assa' sier Piero Tiepolo, podestà, fa mover li populi a vociferar : Pan !
Item, avisa il numero di le artilarie sono in la 284
terra, et chome quelle intrade sono mal governade ;
perho za alcuni zorni deputò el castelam fusse camerlengo, con do scontri, uno zenthilomo, l'altro
popular ; prega la Signoria conferma tal hordine.
Item, in la terra è persone 2700 ; in le caxe di
fuora, 300. Lauda Marco da Vale, contestabele ; voria fosse refata la compagnia. Et per un' altra letera, scrive haver electo uno saliner de li, Dimitri
Cosma da Dulzigno, acció li salli non siano derobati ,
et prega la Signoria lo voglij confermar, et è perfectissima opera.
Di sier Piero Bembo, castelam di Antivari. In
questo tenor : dice mal de li modi di quel podestà,
e di la sua election, camerlengo; et il podestà li
bollò li magazeni dil sal, e poi il provedador fè
disbolar.
Da poi disnar fo pregadi. Et ne era alcuni voleva scriver in Hongaria; tamen fo consigliato per il
meglio restar, et consigliarla diman con universo
collegio, e l'altro di risponder; et perho nulla fo
fato. Non vene il principe, e poi leto le letere.
Fu posto, per sier Antonio Trum, el consier, desfar l' oficio di tre savij in Rialto, et quello unir a
l' oficio di provedadori sora i conti de li ambasadoDa Gradisca, di sier Piero Marzello, proveda- ri etc., con quella auctorità medema, excepto dil vedor zeneral, di 28 avosto. Et mandoe una deposi- nir im pregadi; et possi menar a la quarantia novistiom dil signor Bortolo d' Alviano, di sua mano, ❘ sima quelli intrometerano ; et li scrivani di tre savij
zercha quid frendum in la Patria. Venendo turchi,
vol si mandi a far redur tutti a li lochi securi ;
item , star a la campagna , e non serarsi in Gradischa ; vol sia biave et farine. Item, 1000 homeni
d'arme, 1000 cavali lizieri, et 4000 provisionati, et
l' artilarie ; et va discurendo l ' opinion sua.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
el capetanio, di 28. Come per suo explorator, tornato da Grignà, si dice il re di Hongaria à retenuto
l' orator dil turcho. Item, alcuni capetanij dil re à
corsso su quel di turchi, ſato danno assai. Item,
che Schander bassà è in Bossina con cavali 5000,
et in una parte di l'exercito, fo a Zara, li è intrà
il morbo etc.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, conte, di
24. Danna sier Francesco Venier, conte di Zara,
fo li con XV persone per infetar quel locho ; et fono
parole. Si duol assai, non li à manda danari, monitiom etc.; lo biasma assai ; prega si provedi.
De Antivari, de 3 et 4 avosto, di sier Andrea
servino a dicto oficio. Sier Hironimo Capello contradixe, dicendo non doveasi disfar quel oficio, qual
vedeva li conti di capetanij, soracomiti, armamento etc., et dar cargo sora cargo. Li rispose ditto sier
Antonio Trum, et Jo non vi era, qual voleva meter
fosseno electi tre savij per scurtinio in pregadi a
questo efecto. Andò le parte : 2non sincere, 75 di
no, 82 de sì. Fo presa.
Item, fo facto electiom di uno provedador a Ca- ravazo, uno a Trevi, et uno castelam a Caravazo, justa la parte. Et rimase a Caravazo sier Alexandro
Malipiero, fradello de sier Zuanne, che intrò al socorsso di Modom; el qual scurtinio et eletiom sarà
qui sotto posto. Et hessendo l'hora tarda, la electiom dil provedador di Trevi e castelam di Caravazo andò zo.
Et fo leto per Zuam Jacomo di Michieli, secretario dil conseio di X, la depositiom fata per Zaneto
Draganello, davanti de mi, Marin Sanudo, savio ai
ordeni, deputato da la illustrissima Signoria con uni-
705 MCCCCC, SETTEMBRE. 706
285
verso collegio ; et era molte parte rechieste per mi,
zercha li successi et cosse di Modom, che fè il conseio molto dubitar, non fusse sequito qualche mal,
maxime per li fuogi vete do dì.
Electo provedador a Caravazo.
Sier Domenego Morexini, fo camerlengo a Verona, quondam sier Marim . 62.104
Sier Jacomo Donado, el grando, quondam sier Carlo, da San Polo .
Sier Piero Michiel, fo provedador a Rimano, quondam sier Lucha
Sier Marco Balbi , fo 40, quondam sier
Beneto
Sier Hironimo Querini, fo di la zonta,
quondam sier Andrea
Sier Francesco Duodo, el 40, quondam
sier Lunardo 64.105
Adì 2 septembrio. In colegio, aldito da la Signoria prima li tre auditori deputati al bancho di
Garzoni, in contraversia con li consoli di merchadanti, intervenendo sier Zacharia Cabriel.
Vene l'orator di Franza. Prima ringratiò il principe e la Signoria, esser stà brusà la barcha a quel
71. 92 fante di Beneto Zio, gastaldo di le munege di le
Verzene ; et hessendo stà zerchato di prender el
74. 94 barcharuol, qual li fè l' oltrazo, è andato a Ferara ;
perhò prega la Signoria li perdoni per amor suo.
38.133 Poi disse, in materia dil legato dil papa o vero orator, li à parlato, voria la Signoria facesse a qualche
96.68 modo il papa non si sdegnasse. Risposto sapientissime, non volevamo romper la nostra fede, et non
era tempo di parlar di tal materie, maxime hessendo il turco a campo a Modon. Et in questa matina,
a soa instantia, fo fato frustar uno che batè uno
corier dil re per li signori di note, di San Marco a
Rialto. Etiam per l' oficio di li avogadori, di hordine
110. 60 di la Signoria, fo mandato per sier Fantim ValaresSier Andrea di Prioli, fo provedador so, provedador a Pizegatom, vengi qui ; et questo
sora l'armar, quondam sier Marco . 48.117 per l' oltrazo feva a una dona de lì, sua inamorata,
Sier Jacomo Cabriel, ſo auditor vechio, et fo scrito a li rectori di Cremona, vi mandasse li
uno di camerlengi.
Sier Francesco Bembo, fo a la chamera
d'imprestedi, quondam sier Andrea. 66.100
Sier Andrea da Mulla, fo 40, de sier
Nicolò .
† Sier Alexandro Malipiero, fradello di
sier Zuane , intrado al soccorso di
Modon
quondam sier Bertuzi, el cavalier
Sier Hironimo Loredam, fo provedador
sora i oficij , quondam sier Lorenzo,
dopio .
Sier Bortolo Contarini, fo vice consolo
in Alexandria, quondam sier Polo
Sier Jacomo Antonio Trivixam, è provedador a Casal Mazor, de sier Baldisera .
30.141
59.111
48.118
78.83
Et in questa matina fo balotato, con sier Bernardo Bembo et sier Thomà Mozenigo, governadori de
l'intrade, certi capitoli di esser posti ne l' incanto
dil dazio del vim, optimi ordeni, et di desfar li casoni di Botenigo etc. Ave 19 de sl, 3 di no. Etiam nel
conseio di X fu preso, far uno capetanio a la stimaria, in vita, con ducati 8 al mexe, acció divedi li
37.125 contrabandi etc. Noto, il dazio è hora a ducati 58
milia , et sier Francesco Pizamano, gobo, l'hebe
68.104 l'anno passato per ducati 56 milia ; la spexa è duSier Piero Baxadona, fo provedador so- cati 5000, adeo ne à vadagnà questo anno ducati 12
ra l'armar, quondam sier Antonio . 55.114 milia ; unde ſo ordinato a li governadori non lo deliSier Bernardo Zane, fo cataver, quonSier Hironimo Baffo, fo provedador a
Riva, quondam sier Mafio
dam sier Hironimo, dopio
Sier Marco Moro, fo zudexe di petiziom,
quondam sier Zuane, quondam sier
Antonio, proconlator
Sier Beneto Vituri, ſo auditor nuovo,
quondam sier Zuane
Sier Hironimo da cha' da Pexaro, fo
provedador a Pizegatom, de sier
Fantin
69.101
46.122
vrasse senza hordine.
Vene sier Lorenzo Loredam, sopracomito, qual
per non haver la sua galia signata, refudò armar; et
fono chiamati sier Zorzi Trivixam, electo per pregadi,
e sier Marco Antonio da Canal, electo per colegio,
ai qualli fo ordinato domam metesseno bancho. La
77.90 galia di sier Sabastiam Tiepolo è armata, et cussi
sarà ozi quella di sier Sabastiam Marzello, qual era
podestà a Cologna. Item, ozi le 4 galie di viazi messeno bancho, justa la parte. 49.119
Sier Alvise Zustignam, fo consolo di Vene uno messo dil signor Carlo Orssini, con domerchadanti, quondam sier Unfre' . 45.119 mino Anzolo Tancredi, suo secretario. Expose cosse
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 45
707 MCCCCC, SETTEMBRE, 708
285
particular; comesso a li savij di ferra ferma. Disse li
avanzava ducati 7000, pregava la Signoria li provedesse, et anderia, compito la ferma, a li soi castelli,
dove adoreria il nome di San Marco, oferendossi,
etiam compita la ferma, bisognando, servir do mexi
la Signoria nostra. Et il principe li rispose, ringraciando, et havessepacientia, che queste cosse da mar
impediva, et che si provederia etc.
Pistoia, la parte di Cauzelieri si é sublevata contra li
Panciatichi , ajutata da missier Zuan Bentivoy , et
sono stà caziati, e iti cridando : Marzocho ! non perho
soto fiorentini. Item, Frachasso è a Trento, non pol
andar di longo ; si dice che il signor Galeazo è causà
col re; la moglie è li a Ferara, disperata, non ha che
viver. Item, visiterà il cardinal Vincula etc.
nardo, dotor e cavalier, sier Francesco Trum, sier
Alvise Venier, introe; et, cazadi, fè lezer alcune lettere. Et poi disnar fo conseio di X, et colegio si reduse; et volendo levar il colegio, vene letere da
Roma, bone.
Fo balotà ducati 400 di tornesi, da mandar a
Da Gradischa, di sier Piero Marzello, proveda- | Corfù per la fabricha ; et li cai di X, sier Antonio Berdor zeneral, di 28. Manda alcuni avisi abuti di cosse
turchesche ; aricorda si provedi a tempo. Letera di
madona Dorathea di Corbavia a esso provedador,
serita di 12 avosto. Li avisa turchi esser adunati in
Bossina; el fiol di Schender per venir in Corbavia,
et esso bassa Schender questo setembrio corer in
Friul. Item, manda una letera dil capetanio di Segna,
domino Alberto Lomper, scrita a di ... al provedador di Veia. Li avisa il re di Hongaria haver retenuto li oratori turchi ; et il dispoti di Rossia, con
alcuni capetanij haver corsso su quel dil turcho, e
fato tre corarie; e il re si meteva in hordine con
zente per romper. Item, una letera dil conte Anzolo
di Frangipani, di 27, mandata al luogo tenente di
la Patria, serita a Brigua. Avisa turchi in Bossina
reduti 19 milia, dieno corer etc.; si oferisse a li servicij di la Signoria nostra, e si provedi per tempo. | cussi promesse scriverli, subito andasse in Levante,
Item, uno Zuan Maria, explorator, scrive a esso luogo tenente di Bossina, a dì 27, chome non à visto
preparatiom de' turchi etc. Item, el signor Bortolo
d' Alviano scrive di 28, da Gradischa, a la Signoria,
come mandò a veder si todeschi fevano movesta alcuna; e, ritornato, il messo dice nulla vi esser, ma
si dice l'imperador va a Roma. Item, a Goricia si
feva certi repari, per dubito più presto di la Signorianostra.
Da Roma, di l'orator nostro, sier Polo Capelo,
el cavalier, di 25. Come l'orator yspano volse li
parlasse questa mane in la Minerva. Comemorato
l'amicitia di la Signoria con le regie alteze ; e che don
Consalvo, capetanio di l'armata, voria aver dal papa
una cruciata, per poter tenir l'armata ; e che di la
decima li reali treteno ducati 80 milia, di la qual ne
spende ducati 40 milia al mexe. Item, voria lui orator promovesse questo al papa. Item, voria ditto
capetanio precedesse il nostro in arma' ; 2.º, aver
qualli porto li piace a li bisogni; tertio, vituarie ; ct
dicendo non voria seguisse quello intervene a l'arma' francese. Rispose l'orator nostro, horamai saria 286
buon per uno altro anno, atento il turcho havia za
operato quello voleva far etc.
Del ditto orator, di 28. Come, ricevute nostre
letere di 20 et 21, con li sumarij di Modon, e la
letera dil roy a licentiar li oratori turchi, ſu dal papa.
Li piaque assai ; dimandò si era stà socorsso Modom.
Rispose, era ordinato. E il papa disse : È in gran pericolo, e li cardinali non lo credeva. Poi, parlato di
l'armada yspana, disse : Il re di Napoli disconza ; à
scrito al turcho la intertegnerà non vadi. Poi dimanDa Breza, di sier Polo Trivixam, el cavalier,
podesti. Come, vedendo li libri di quella canzelaria
star mal, à deputato uno per cogitor, Bortolo di
Zambelli, da Bergamo, con salario di quello avada- | dò si 'l cardinal Grimani era morto. Rispose di no,
gnerà di far le copie, et sia in vita. Prega la Signoria
lo voglij confermar.
e non lo sapea; ben pregava soprasedesse al dar dil
patriarchato di Aquileia. Rispose: Semo contenti ;
pur el primocierio è benemerito di quel stado, e dignissimo prelato etc. Poi disse dil beneficio di Santa
Agata di Cremona, esser dato a quel Hironimo da
Trecho, citadim cremonese. Rispose, si vederia etc.
Item, monsignor di Trans, orator di Franza, ebbe
audientia ; si dice, propose le cosse turchesche ; venuto per saper le provision fa il papa. L'à visitato ;
tamen si diçe è venuto per caxon dil Regno, per pratichar col papa. Item, è venuti oratori di Cesena, et
Da Ferara, dil vicedomino, di ultimo avosto. Come have la cativa novella dil perder di Modom. Il |
signor extrinsece mostrava dolersi, ma li cativi se la |
ridevano, et li bestiali. Ma poi intese, per vin parti.
cular, la nova di Corfù, non esser vero. Quel signor
feva adunar zente su quel di Rezo, e vol haver li
ducati 6000, promissi per il conte Zuam Francesco
da la Mirandola al roy, e non vol pagar dil suo. Item,
èdito, monsignor di Obigni vien aFerara; et il conte
Lodovico da la Mirandola è li. Item, ènovaquelli di | etiam di foraussiti ; hanno auto audientia coram il
709 MCCCCC, SETTEMBRE.
710
pontifice e il ducha di Valentines. Item, il ducha da
danari a X capi, vol far fanti 4000, et dà do page a
le zente d'arme sue, si che si traze danari a furia
per ogni via.
barze 33, et 20 caravele, galec 8, fuste 8, et palan- darie do, per cavali 400. Item, 50 homeni d' arme,
800 cavali lizieri, et 8000 fanti, et ben in hordine di
artilarie. Item, harà vituarie di ogni sorte suso, per
mexi 6; ben è vero li mancha el vino; et esso Flo-
❘rian li disse, ne haria in Levante. Et el prefato capetanio scrive a la Signoria una letera in yspagnuol, la
copia di la qual sarà qui soto posta, traduta in vulgar.
a la Signoria nostra.
Illustrissimo signor.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, doctor,
orator, di 22. Come dom Joseph Hemanuel, ebreo,
li mostrò letere di X et undese, da Messina, di don
Consalvo Fernandes, vol li mandi 1000 lanze et peti ;
li à dito li scrivi, vadi in Levante. Item, ozi il re li
comunicho letere abute da domino Jacomo Rocho, Copia di la letera dil capetanio di l'armad , yspana
suo orator, restato infermo a Leze. Dice a dì 12 et
13, di la Valona, quel sanzacho haver auto il segondo
comandamento, debbi cavar l'arma' di la Vajussa
fuori, et presto sperava aver Modom, et vol venir a unirse con questa, et andar a Corfù. Poi li disse aver mandato a dimandar al papa il principe don
Alfonxo, dice di Salerno, vol dir di Bexagne ; e il papa à retenuto tre soi homeni etc. Item, era li in camera el signor Fabricio Colona, venuto li per ca- xon di le novità hanno fato Orssini a quelli di Aqua
Sparta ; e si duol il signor Bortolo d' Alviano vol dar artilarie etc. , e à manda uno canom contra; prega
scrivi a la Signoria, admonissi ditto Alviano.
Elditto orator, di 23. Come era zonto el Zustignan, andò a Messina, zonse a di X; manda letere di Francesco Floriam, doctor, di 15, 16 et 17. Il sumario di le qual sarà qui soto posto.
Da Messina, di Francesco Florian, doctor, a la
Signoria nostra, di 15. Come a di ... zonse lì , e a
hora una di note fo dal capetanio di l'armada; li expose, exorto, venisse in nostro sochorsso; li mostro il pericolo di la ixola de Sicilia, si turchi spontava Modom. Li rispose bone parole. Et era venuto li senza comision di la Signoria. Li disse l'orator lo mandava, qual havia commission plena, et perho esso capetanio voleva scriver a Roma. Or tandem resto di mandarli risposta. E cussi, andato, erano 20 cavalieri adunati, disse: Al nome de Dio! voio andar in Levante, in ajuto di quella illustrissima Si- gnoria con l'armata. Lo consiglio mandasse prima parte. Rispose : Tuta sarà insieme etc. In la letera di 17, pur a la Signoria, come il capetanio have, per le do fuste tornò di Otranto, avisi di le cosse dil turcho;
e cussi ozi si mete in hordine, da danari a tutti, preIo son venuto in questo regno de Sicilia cum la
armada del re et de la rezina, mie' signori ; son stado qualche zorno per provederla de quello che per la
sua grandeza et longo viazo, cum forte tempo de
calme, ne se ha possudo excusar; et più per non haver havuto aviso de l'esser de la guerra, ne la
qual vostra illustrissima Signoria sta cum el turco.
Al presente che son certificado de la necessità de Modom, per lo assedio de mar et da terra che li è
d'atorno, ho deliberado, con lo ajuto de Dio, andar
in suo socorso, perchè el re et la rezina, mie' signori,
me comandorono che questa sua armada, cum lo
ajuto del nostro Signor, remediasse i pericoli nei
qual el turco havesse posto la cristianità, et signanter in quello che fosse de conservation et acrescimento de questa illustrissima Signoria, la qual non in mancho grado la existima che 'l suo proprio. Del
che è bona prova questo effecto, senza altra neces- sita, che la complacentia de vostra signoria illustris- sima. Et seguendo questa, cumlo ajuto de Dio, io partirò de questo porto de Messina questo mexe de avosto a la via del Zante, cum tuta questa armada,
che sono 4 charachie, 27 barze grosse, 26 caravelė,
8 galie et X fuste, artegliaria competente, et X milia
homeni per meter in terra, donde se convenirà, re- stan:lo la armada in hordene. Don questo aviso a
vostra illustrissima Signoria, perchè sapiate la volunta de sue alteze, in quel che ve tocha, et perchè me mandiate dar adviso de quello sarete servidi che
io faza, se più debo far de seguir questa impresa.
El nostro signor, la vita et stado de vostra illustrissima Signoria guardi et acresca, come la desidera.
Data in la cità de Messina, a dì 27 avosto 1500.
286 para e vol aver 12 milia combatenti, et 3000 fazi
altri servicij . Dice la condition di l'armata, è 4 carachie grande zenoese, computà quella Galiana noviter
asoldata, qual si aspeta di zorno in zorno. Item, una carachia cathelana di botte 1500 ; la nave dil signor | mento de vostra illustrissima Signoria,
de l'Infade de Demaga, carga di malvasia, in Candia; capetanio è il signor Zuane de la Liga. Item,
La soto scrition in fin di la letera : Al comandaFERANDO CONSALVO etc.
711 MCCCCC, SETTEMBRE. 712
287
La mansiom : Illustrissimo et excellentissimo do- in risposta di concesiom fate, e information si vol ;
mino, duci Venetiarum etc. e avisa molti aver auto privilegij di exemption, non
Et etiam in conformità scrisse a l'orator nostro vol pagar li dacij, tamen, al tempo dil ducha, li paaRoma. gavano ; perhò la Signoria termeni, come li par.
Vene sier Francesco Marin e sier Pollo ContariUnde, per il colegio, immediate consultato, li foni, capi di creditori dil banco di Lipomani, perchè
resposto in bona forma, et scrito al capetanio zeneral di questo ; expedite le letere per via di terra a
Otranto, le mandino in armada.
Ancora in questa matina acadete, che in Rialto,
per l' oficio di avogadori di comum, fo vendute le
veste di sier Antonio Grimani, et questo per pagar
li ducati 1000, come fu condonato a gran conseio, a
dar a li heriedi di brusati su le nave; tamen à danari assai ; et vol più presto sia parlato di tal cossa,
judicio meo, memorabile.
Etiam è da saper, in questi zorni ritrovandossi
per debito im prexom sier Bortolo Soranzo, quon- dam sier Marco, per ducati assa' dovea dar, si pensò
un bel modo : si vesti in forma di barbier, e fuzi di
prexom.
Adi 3 setembrio. In colegio vene l'orator dil
papa, solicitando la risposta. Et risposto per il principe, si havia ateso a le cosse dimar, et se li risponderia. Pregò cussì si facesse etc.
Da Bologna, di missier Zuam Bentivoy, di pri- mo, a Piero di Bibiena, in materia di Faenza. Vo
glij operar, la Signoria nostra non abandoni la protetione di quel signor, suo nepote, sta im pericolo.
De Rimano, dil secretario nostro, di do. Come
el signor era ritornato in la terra, alquanto indisposto ; qual pianse, vedendo esser in gran pericolo, et
la Signoria nostra no lo ajutava ; unde, esso secretario lo conforto, dicendo la Signoria non li era per
manchar. Item, quelle zente si volevano partir, per
non haver danari ; pur à dato certo formento e vin,
non ha più che spender quel signor, per haver impegnato tutti li dacij ; et dice che il papa, vedendo
al presente la Signoria ocupata contra il turcho, farà
ogni cossa per tuorli il stado, e maxime ha le zente
su quel di Cesena, e Vitelozo verà e poi il ducha di
Valentines ; si che non sa con che modo defendersi,
per haver pochissime zente. Item, madama, il fiol e
missier Renaldo, suo consier, hanno la febre.
DaBergamo, di rectori. Come quelli di la grisa
liga, et altri, si duol di la trieva fata dil roy col re
di romani, senza lhoro saputa; dubitano. Item, per l'edito fato, non si trazi biave dil paexe, par il capetanio francese, è in Lecho, habi serito una letera assa'
minazevole, adeo importa a dover terminar ete.
Da Cremona, di primo. Molte letere di rectori,
quelli tre nominati di sopra sono im prexon, e par
la Signoria habi mandà a dir siano tenuti con guardia; loro non vol stagino a le Cantinelle ; or terminato per la Signoria li mettino, o ver in la prexom
Orba, o vero in l' Armamento.
Et li savij tutti fonno a consultar la materia di
Faenza, et di scriver in Hongaria. Et da poi disnar
fo pregadi; pur niuna cossa da mar si sentiva, che
tutti si miravegliava.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et fo 287
leto in colegio uno reporto di uno sguizaro, fato davanti li capi di X. Dice di una dieta fata, vi era quelli
di la cha' de Dio, de la liga grisa et di 8 cantoni, et
oratori dil re di romani et dil re di Franza; et era
terminato farne un' altra di brieve, e si tramava venisseno contra la Signoria nostra a danni etc.
Da Budoa, di sier Nicolò Memo, podestà, di 6
avosto. Come turchi erano venuti fin sotto la terra a
dipredar quel teritorio, e dar il guasto. Item, esser
venuto li uno citadim di Cataro, qual nomina, per scuoder quello zupani erano debitori ; et cussi li ha
acordati, et rimasti d' acordo.
Fu posto per li consieri, dar a Zacho Mistachij ,
cyprioto, per anni 5 l'oficio di civitani di Cypro,
et questo a requisitiom di la raina. Ave 13 di no,
86 de si .
Item, posto per li ditti, che sier Domenego Pi- ❘xani, va orator in Spagna, porti a risego di la Signotia nostra arzenti, per la valuta di ducati 400; et cussi a sier Marin Zorzi , dotor, andato a Roma, sier Francesco Foscari, el cavalier, va in Franza , sier Zuam Badoer, doctor, va a Napoli. Et ave la ditta
parte Et fu presa.
Et per Gasparo, fo leto le letere scrite l'altro
zorno per il colegio al capetanio di l'armata yspana,
in risposta a l'orator nostro a Roma ; et al capetanio nostro zeneral, lo honori, carezi e provedi de
vituarie. Et fu posto per tuti li savij donarli uno
presente di bote ... vin di Candia, et miera 60 formazi, et sia provisto di danari a questo efecto. Costerà ducati 3000. Ave 7 di no, 173 de si .
Fu posto per tutti li savij , dar a sier Jacomo
Marzello, qual havia arma la galia, patron sier Francesco da Mosto. presa da' turchi, di ogni danar di
la Signoria nostra lire 57, come dia aver, per aver
•
713 714 MCCCCC, SETTEMBRE.
288
danni .
dato paga di 4 mexi de præsenti, acció possi armar | mandi monitiom, acciò ditti turchi non vengi a far
un' altra galia, e andar al viazo, hessendo ubligato
depositar quanto vol l' incanto, et lassar ducati 100
a l'oficio di camerlengi di comun, per li homeni li
manchò. Ave poche di no ; e fu presa.
Fu posto per li consieri, di chiamar doman il
conseio di pregadi, non hessendo bisogno per la
terra, a requisition di avogadori di comun, per cosse importante ; dicitur, per munegini. 22 fo di no.
Fu posto per li savij dil conscio e tera ferina,
risponder a lo episcopo di Tioli, orator dil papa,
era stà satis risposo, non voler manchar di la fede
a li signori di Rimano e Faenza, pregando soa santità non voglij al presente etc. Ave 5 non sincere,
42di no, 122 de sì.
Da poi disnar fo conseio di X. Et fo fato contestabele nel castel di Ravena uno Pollo di Franceschi , à ducati .... a l'anno. Et colegio si reduse
a consultar ; tamen non vene alcuna letera.
Adi 4 setembrio. In colegio, el principe fè portar uno modello di legno di Modom, qual era in
caxa de sier Lucha Querini, fo retor a Modom; et
vi vene Nicolò Dacha, orator di Modom ; et mandato per quel Zaneto Draganelo era im prexom,
acció dechiarisse molte cosse; qual dechiari. Concludo, il colegio stè in gran fastidio, sarà miracolo
a tenirse ; tamen da mar nulla si havea , che era
gran cossa.
Vene l'orator di Franza, e fè lezer una letera
ave eri da Roma, di monsignor di Trans, orator
dil roy, in risposta di sua. Come era venuto li per
star fermo, e tratar le cosse turchesche ; e il papa
è ben disposto, e si 'l farà la mità di quello dice
di far, sarà assa' . Dice præterea in tuto quello sarà
ben per la Signoria, lo debi avisar, exequirà per
esser cussi la voluntà dil roy. Item, poi l'orator prefato ricomandò a la Signoria sia expedito uno AleItem, posto per li ditti, scriver a l'orator di
Franza di questa materia sij col re, voglij scriver al
papa, non fazi, hessendo le cosse turchesche etc. ,
molto longa letera. Et sier Jacomo Cabriel, savio ai
ordeni, contradixe. Et li savij non volse risponder.
Unde andò la parte : 5 non sincere, 79 di no, 83 di
la parte. Iterum andò : 6 non sincere, 80 de si, 94
di no. Et fu preso di non scriver tal letera ; unde
poi fu posto per li ditti savij, suspender la diliberation di dir a l'orator dil papa quello ſu preso; et❘xandro Aorfeo, à diferentia col castelam fo di Crehave tutto il conseio.
Fu posto per li ditti savij certa parte, zercha l'o- ficio di le raxon vechie, di danari trazeno di fitti di
castello etc. siano scossi, e se compri tapezarie. Et fu
presa. Et hessendo pregadi suso, fo vista venir una
barcha di Chioza a 5 remi.
Da Rimano, di sier Marin Zorzi, doctor, di 30.
Avisa il zonzer suo li, et con solicitudine seguirà il
suo viazo versso Roma.
Et Marco Antonio Zambom, secretario nostro
ivi, di 31 , scrive aver da Urbim, quel ducha, a di
27, andò contra la moglie dil signor Fabricio Colona,
sua sorela, e stava bene ; et che Vitelozo Vitelli era
intrato in Viterbo, e haver sachizato la parte inobediente al pontifice. Item, avisa il signor di Rimano
esser a Curiano a piacer, non perho tuto sanato ; et
madama soa consorte, in la terra, pur con la febre.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, di 31 avosto. Manda una letera li à
manda Damian di Tarsia, castelan a Castel Novo,
li scrive, di 25, el vicebam di Brignà, lo avisa turchi in Bossina reduti da 19 milia etc. Item, che ' l
vayvoda moldavio à corso su quel di turchi ; etiam
hongari si preparano. Item el dito podestà mandò
una letera li scrive sier Zuan Marcello, castelam a
Mocho, se li provedi etc. Per tanto aricorda se li
mona, zoè che ' l possi dimandar justicia, perchè per
la Signoria fo terminà non potesse ; in recomandatiom dil qual havia abuto letere da monsignor di
Luciom da Milam. Et per prima fo ringratiato di
la letera ; poi di questo, si vederia ; e li fo comunichato la letera ne scrive el capetanio yspano, di
venir in nostro socorsso. Li piaque assai.
Vene l'orator de Napoli, dicendo haver letere
dil suo re, di 22, da Napoli. Dice haver avisi da la
Valona, di 12, il signor turcho haver mandato il
secondo comandamento al sanzacho di la Valona,
cavi quella armada fuora, perho che vol mandar
una parte di la soa armata a conzonzersi. Poi disse :
Serenissimo principe, vi dirò nove di Elemagna. lo ho letere, di 23 avosto, da Augusta, contrarij a la
trieva è stà publicha a dì 21 a Milam, videlicet preparatiom si fa, e nulla dice di trieve. Item, a presso
il re di Franza non è alcun homo dil re di romani.
Ditoli esser monsignor di Vergè, rispose : E fiamengo, e homo di l' archiducha di Bergogna. Item,
erano deputati andar al roy, il ducha Federico di
Saxoni, lo episcopo di Costanza e il conte di Naxo ;
al presente questi do primi non vano , ma vi va 288 *
solum el conte de Naxo et uno missier Henrico.
Item, il re, che voleva venir a Yspurch, va di hordine di electori a Nolimburg, a poner in effeto etc.
715 MCCCCC, SETTEMBRE. 716
Item, esser letere di Spagna a l'archiducha di Bergogna, li avisa la morte dil principe di Portogallo,
et lo intitola principe di Spagna. Et per il principe
fo ringratiato di la comunication etc.; tamen lui non
disse nulla di l'armata yspana, ni a lui fo ditto altro.
Vene li governadori di l'intrade, dicendo il dazio è a ducati 60 milia, e non passa ; et è per il
Pizamano e Lucha Arian, ne à vadagna assai ; terminato vadi a incantar e non lo dagi ancora via ;
tamen ogni dì si perde, perchè al primo dil mexe
presente dia cominzar.
Di Porto Gruer, di sier Nicolò Gradenigo, podestà. Una in materia di fenj, à fato la descrition etc.
L'altra aver abuto in le man, per aver promesso la
taia, justa le leze, quel fece quel homicidio proditorio, e brusò la caxa, come scrisse ; qual fo preso a
Caorle, unde l'à fato squartar. Per tanto, quelli el
prese voria la taia, e poter cavar do di bando per
homicidio puro etc.
Di Sibinico, di sier Vetor Bragadim, conte, di 3
avosto. Aver fato la mostra di fanti, quali vol danari etc.; e dil conte Xarcho à solum cavali 60, li altri
sono andati via, per non haver le page ; unde fo
scrito de li ducati 200 ha, et 100 se li manda, dagi
una paga, e fo di danari dovea armar la fusta etc. Et in questo mezo, vene letere da le poste da
terra ferma.
In questa matina fici balotar ducati 100 , da
mandar a Brandizo a comprar formenti e megij,
per monition dil castello; e tamen alcuni non voleva. Ave 17 de si, et 6 di no.
Intrato li cai di X, per lezer alcune letere fo intercepte di Alvise Ripol, scrive a l'arziepiscopo di
Zenoa e al vescovo di Lodi etc. Et da poi disnar fo
collegio con la Signoria ; el principe vene.
Noto, in questa matina per l' oficio di consoli di
merchadanti fono in el bancho retenuti sier Bortolo,
sier Hironimo, sier Vetor Lipomano, quondam sier
Thomà dal bancho, per una soventiom tolta per li
capi di creditori di ducati 55 milia ; et ivi erano
serati. Quid erit, si saperà.
Qual portò letere da mar molto 289
desiderate, adeo la corte era piena di brigata ; et
portate le letere, tutto el conseio si levo : qual fonno
lete la malissima nova di la captura di Modom. E
prima scrivi altro, farò li sumarij di le letere si ave,
comenzando da quelle dil capetanio zeneral.
Dil capetanio zeneral, sier Beneto da cha' da
Pexaro, date in galia, a presso il Zante, a dì 15,
a hora di terza. Come scrisse a di 13 la captura di
Modom, per la relatione abuta dil comito dil Pixani
e Zaneto Draganelo, paron di sier Valerio Marzello,
qual mandò de qui. Desideroso saper la verità, fè il provedador dil Zante mando uno suo bregantin armado fino a Castel Tornese, con li homeni soliti a
spiar ; qual ancor non era ritornato ; lui non à galia
sotil da mandar a la volta di terra ferma per intender, e non sa dove si trovi la nostra armada, ni lassò
alcun ordine. A la Nata è do galie grosse, sier Zacharia Loredam rupe l' arboro in bonaza, qual lo
conzava; e sier Francesco Arimondo, retenuto li da
sier Marco Antonio Contarini, soracomito di galia
sotil, per conzar la nave, patron Francesco Tarlao,
si rupe per fortuna. Item, è do nave armade con li
Da Milam, dil secretario, di 30 avosto. Come
era venuto da lui domino Baptistimdi Campo Fregoso, fo doxe di Zenoa, dicendo volentieri anderia
a servir la Signoria o in mar o in terra. Item, monsignor lucionense li à ditto, quelli di Lodi aversi
dolto, la Signoria non voler trazi le sue intrade è di
qua di Adda, et che tamen nostri di Cremona traze
le lhoro è di la banda di là ; per tanto etc. E per la
Signoria li fo scrito, dovesse lassar trar le intrade
soe. Item, scrive eri sera, a hore do di note, fo presi a Porta Lixa el conte Alexandro Sforza e il contin | provisionati venuti da Veniexia, patron di una Aldi Melze, volevano ussir di Milan, e par ditto contin vixe Saraxin, e l' altra candiota, con alcune lanze de
sia stato de li ascoso alcuni di, et lo voleno exami- stratioti, per Napoli di Romania, curazine etc. Mandò
nar. Se dice è una granı massa de intrigati. Item, uno bregantin etiam a Strivalli, per veder di l'ardovendosse in questi di far la fiera a Belinzona, mata nostra ; tornò e nulla intese. Ma, discoperte
qual è in le man di sguizari, francesi hanno fato alcune velle, large una di l'altra, venivano al Zante,
cride, nium vi vadi, che stagino soto il lhoro do- qual eri zonseno, sono galie 18 grosse venute, qual
da sirocho, qual da garbin, e qual da una parte e
qual di l'altra, per li boni ordeni dati, e tutti li
sopracomiti si doleno di questo. Si ha meravegliato
esso capetanio assai, tamen di le galie sotil nulla si
sa ; si judicha siano andate aCerigo, e fata arà la
massa di l'armada, darà li hordeni in scriptis, è
vorà tuti l'obedischa, aliter se intenderà avanti la
minio.
Da Verona. de rectori, di primo. Zercha quel
corier francese menava il conte Antonio di la Sonaia, qual fuzi a Trento; unde lui a Montebello fo
asaltato, ferito, e tolto li danari ; vol li sia da taia .
Item, à di Mantoa, quel marchexe manda uno sa
griego in Friul , a desviar stratioti etc.
717 MCCCCC, SETTEMBRE. 718
punitiom che il processo fato. Ecussi ha ditto a tutti | suportado da tutti quelli fidelissimi, usque ad ultimum supplicium; e più tosto se hanno voluto far
taiar a pezi, e le moier e fioli soi andar in miserabel et perpetua captività, cha renderse a questo
atrocissimo cane. Dil Zonchio ni Corom, nulla cossa
sano dir. La segonda via, si verificha per esser ve-
❘nuto el patron zurado di la nave, patron Marco Antonio Novelo, è in armada, qual à referito esser zorni XV che l'è stato nel castel del Zonchio ; e a di
XI se parti de li e intrò nel porto del Zonchio con
el schiffo di la nave, non sapendo che vi fusse l'armada turchescha li. Foli dà la caza da do fuste de'
turchi, dete lui in terra con el schiffo, e andò in ca- stello, dove stė zorni 7. Conferma, domenega, a di
9, intrò el socorsso nostro dentro Modon, di galie
sono li, e tocha a chi se voia, lo farà. Item, è zonto
il barzoto, patron sier Hironimo Morexini, nulla sa
ni di nave, ni di galie sotil ; et zonta sarà l'armada,
si leverà unito, per veder l'arınata turchescha, nè
torà alcun partido, se non con avantazo, havendo rispeto a l'armata, qual è la conservation dil stado
nostro. Item, recevè per sier Francesco Arimondo
gropi 4 di ducati 500 l'uno, moneda, boladi ; e sier
Bortolo Dandolo dete ducati 1500 a Corfù et 3500
al provedador Contarini. Item, è venuto a lui Hi- ❘
ronimo di Cao d'Istria, contestabele di provisionati
110, sopra la nave candiota, e per nome di Alfonxo da Fan, contestabele sopra la nave, patron Alvise
Saraxin, dicendo haver auto ducati tre per uno, e
paga di tre mexi, e in nave il biscoto e l'aqua; hora | 4, vigorosamente, ancor che 20 galie turchesche, che voleno su le galie li sia fato le spexe, come si fa a li
altri ; à 'uto ducati 31/, al mexe; li à dato bone parole, dicendo scriveria. E di tutto il mal è stà causa
il suo precesser, che cussi ordinò. Aspeta risposta di
la Signoria nostra.
erano ad alcuni scoieti arente el muolo, da la banda
di ponente, se disserono a quelle ; niente di meno
deteno in terra al muolo, e una quinta andò a l'orza ,
perchè quelle galie la superchiavano; et che 14 galie
sotil nostre li andò drio ditto socorsso, facendoli la
scorta ; e tuta l'arma' turchescha, exeto le nave, se
levo e andò contra ditte nostre galie do mia in mar.
Le qual, insieme con le nave nostre, tolseno la volta
di garbim. Conferma il prender di Modom, ut supra; varia solum dove ſo dito combatè fin meza note. Dice ſo combatu da di 9 da hore 23 fin hore 3 di
zorno, e che quasi la mità di la terra era brusata,
e tuta la sequente notte l'arına' sua fè gran fuogi ,
la qual è tra il Zonchio e il porto di Modom. E in quel zorno, da poi perso Modom, vene una fusta di
Del dito, ivi, a d 15, hore 19. Come perdo vie
si verifichava la nova miseranda di la perdeda di
Modon, uno per el bregantin tornato di tera ferma,
qual fo a Castel Tornese, e parlò a do christiani e
uno turco habitano li, e dimostrò esser andati per
rescato di certi homeni ; e, rasonando, loro disseno:
Modon è perso ; e nostri mostrò saperlo. Edisse :
Ache modo è stà preso ? Disseno che, zonte le 4 no289. stre galie al muolo, per darli socorsso, da poi tutti li homeni di le galie dismontono, e li homeni di la
terra, era a le guardie, abandonò quelle per venir | turchi sotto il Zonchio, e trete alcune bombarde per
a far scorta al socorso veniva, aziò da l'arınata nemicha non fusse ofeso. Et l'exercito de' turchi in quel instante fè diserar assa' bombarde, e ſo principiata a dar la bataglia, e montorono turchi sopra
le mure, versso la piaza ; et che quelli de la terra
se defeseno gaiardissimamente, tagliandose a pezi
una grandissima quantità di una parte et l'altra ; e
durò la bataia da hore 23 fino passata meza note.
E questo ſo a dì 9, la domenega. Hor, ripossati alquanto dil combater, quelli di la terra, vedendo non
poterla più tenir, nè lhoro più durar, ficorno fuogo
im più parte di quella, et se brusò più de la unità
de la terra. Le done e puti, che ancor erano reservati, vedendo la furia, la qual non podevano campar, deliberorno salvar la vita ; e tute, per il portello
di la terra, andorno a l'armada turchescha, era dentro dal muolo ; e tuti forono tolti per schiavi su la
ditta armada ; e cussi camporono la vita. Questo è
il miserando et infelice excidio di la cità di Modom,
quelli dil castetlo. Saltò in terra uno turcho con una
bandiera, e chiamo a parlamento quelli dil castello.
Fo mandato a dimandar quello voleva ; disse per
nome dil signor e del bassà de l'arınada, voleva le
chiave di quel castello, perchè Modom era perso, e
li seriano liberamente lasati andar quelli voleseno, e
quelli volevano restar, restasse. Fo risposto per il
castelam, non si pensasse di questo ; havea dentro
3000 homeni, e vitualia per tre anni, e di Modom
non era vero. Se parti la ditta fusta, e il marti da 290
matina a bona hora comparse soto il castello uno
flambular, e disse a quelli dil castello, si rendesse,
perchè Modom era perso. Rispose el castelam : fino
non veda qualche uno habita in Modom, che li certificha, non darà risposta; ma, vedendo, si governerà come si à governato Modon, o vero farà altra
diliberation. Fo menato uno homo, e quelli dil castello disseno non era di Modom, ma di l' Archadia.
Poi menò alguni puti con alguni altri, e cognose-
719 MCCCCC, SETTEMBRE. 720
teno uno stava in Modom, e li parlò, e intese Mo- | matina, principió a zonzer le galie sotil , qual, zonti dom era perso, e tuti erano andati per el fil di
spada. Li rispose quelli dil castello: Qui semo homeni assai, havemo vituarie in abondantia per longo
tempo. E cussi li turchi si partino. Et esso patron
monto nel schiffo, e vene li al Zante. Di Corom | spagnoli ; le qual galie sono sier Nadal Marzello,
li do provedadori, li narò il navegar lhoro, e la
fortuna abuta ; e come erano stati al porto di le
Quaie ; e à mandato a Coron do galie con ducati
500, barili 150 polvere, casse 12 di freze, et 70
e la galia di Chersso. Item, mandono in Candia la
galia, soracomito sier Francesco di Mezo, con ordine a quel rezimento fazi più numero di provisionati potrà, e li dete ducati 1500, per mandarli a 290 *
Napoli di Romania, et che 4galie sotil, trovandole
li, qual erano smarite, videlicet sier Alvixe Salamon,
sier Anzolo Pasqualigo , sier Andrea di Mezo, in
loco dil qual è il fratello, e la galia di Trani smarite per la fortuna , debbi ordinarli andasseno a
nulla sa. Item, el capetanio à sentito più bombarde ;
judicha bombardi il Zonchio; crede non si potrà tenir, nè se pò socorerlo, et si l' havesse l'armada si
conferiria in quelle aque, ma à solum 18 galie grosse, che con una bonaza si perderiano. Dubita turchi non vadino col campo a Coron ; lauda sier Nicolò Marzello, provedador dil Zante, e in quella note
manderia, mediante esso provedador, qual à reduto
il castello con muraie in forteza, una letera a Corom, confortando ; et che non mancheria. Et zonta | Napoli, si che ditto provedador merita gran comensarà l'armada tuta li, non mancherà di far quello
sarà etc.
datione. Item, che 'l socorsso andò a Modon, fo la jactura di la perdeda di quello. À scrito una bona
letera a Coron, e mandata per uno homo dil Zante.
Et consultato zercha Napoli e il Zante, qual importa assai, con li provedadori, capetanij e sopracomiti, quali erano di opinion meter li al Zante
più numero di fanti e monitiom potevano, et l'armada esser mal in hordine de homeni, armizi, e
per tanto si provedesse de reintegarla, et che a socorer Napoli si vadi; e Coron esser in grandissima
dificultà di poterlo socorer, per non vi esser porto
Dil ditto, ivi, a di 15, hore 24. Come quel provedador dil Zante li à scrito una letera, manda la
copia, tuta quella ixola esser soto sopra per la perdeda di Modom ; dimanda socorsso de homeni, ne
à solum 50 in castello, à gran circuito, bisogna gran
guardia; dice à dato a l'armada homeni 400, li voria fusseno restituiti ; e quelli di l'ixola e di la terra
lo minaza, partida l'arma' nostra de li, lo taglierano a pezi ; e quasi tutti esser andati a le montagne,
a li casali portato la roba lhoro. Unde, considerato | alcun propinquo da poter star la nostra armada ; et l'importantia di quella ixola , qual bisogna , hora
ch'è perso Modon, sia il reduto de tutti i navilij
nostri, qual questo provedador la circonda di muro
senza spesa di la Signoria nostra, à terminà renderli li ditti provisionati de l'ixola, sono sopra le
galie grosse, quali è senza arme, scalzi etc. , e di
quelli sono in le nave, meter sopra ditte galie ,
etiam darli qualche baril di polvere, e uno o do
bombardieri, per non ne esser salvo uno solo, biscoto etc. , e lo socorerà al bisogno. Et li contestabeli
sono ll , videlicet Moro Bianco e Jacometo da Novello, àditto in uno anno haver auto solum page do,
et li vol contentar. À ordinà di veder li homeni
hanno ; dimanda esso capetanio se li manda munition e legnaıni, per non ne esser, videlicet una nave
carga di taole, per coprir le garide di le galie grosse e la pope, bordonali e scaloni numero 1000 per li |
bisogni, agudi di più sorte etc. Item, Paulo Alba- |
nese con li contestabeli, o ver provisionati di Corfu,
intrò in Modon, perho se li mandi contestabeli pratici et provisionati per ponerli in Corfù.
Dil ditto, di 17, ivi. Come a dì 15, hore 24,
expedi una fusta con letere per Corfù, e a dì 16, da
era buono trazer le anime inutile dil Zante e mandarle in Candia, come quelli de l' ixola aricordava,
e in questa opinion el capetanio di le galie grosse,
et quel di le nave, et alcuni sopracomiti concorseno ;
altri haveano opinion mandar Xgalie al Prodano,
per intender da novo. Et hessendo in tal consulto,
zonse la galia sotil, sopracomito sier Nadal Marzello,
stata a Coron, parti a di 4, da sera, de li. Referisse
haver porta barili 150 polvere, e ducati 500 ; et che
la sua conserva da Cherso, qual havia li spagnoli
provisionati e le freze, non era andata ; dubitava, le
zurme si havesseno levà a remor ; dice quella terra
esser in confusiom, e divisa ; e si riportava a una
letera scrivea sier Polo Valaresso, provedador, a
sier Lorenzo Venier e sier Antonio Trum, qual il
zeneral la lexe. Conclude, non si potrà tenir elc.
È gran divisiom tra li greci e albanesi etc. Item, il castelam dil Zonchio aversi reso a' turchi, perho che
intese sier Carlo Contarini, era castelan li, esser stà
menato a le mure di Coron, vestido di una casacha
e honorato ; et sier Valerio Marzello e sier Batista
Bolani, sopracomiti, prexi in Modom ; et sier Francesco da Mosto preso, quando fo le do galie grosse
721 MCCCCC, SETTEMBRE. 722
291
preso, di una di le qual era sopracomito. Questi tre | che non si trova; et havendo roto l'arboro, la galerano presoni molto miserabelmente, qualli dice- | lia grossa di sier Zacharia Loredam, volendo navevano a quelli di la terra si doveseno render, cussi ( gar, à tolto l'arboro di la nave Simitecola, era li in
impulssi da' turchi, che i doveseno dir. Item, erano armada, e quello dato a la galia; et quello di la galia,
vivi sier Andrea Balastro, era camerlengo in Mo- a la nave è licentiata vengi a Veniexia.
dom, et sier Fantin Lipomano, fo camerlengo, suo
precessor, erano etiam presoni. Di rectori, che sier
Antonio Zantani, capetanio, fu morto da' turchi su
la piaza ; di sier Marco Cabriel nulla sapea dir ; e
che tutti li mothonei prendevano vivi , turchi subito
li facevano taiar la testa. E questo è quanto à referito el ditto sopracommito.
Del ditto, ivi, a di 18, hore 24. Come quella
matina, stato in consulto con li proveditori, hanno
delibera andar con l'armada a mostrarsi a Corom ;
e cussi si leverà e andarà versso el Prodano, per
saper di l'armada turchescha, e governarse justa
quello intenderà ; e posendo andar a dimostrarse,
anderà ; e potendo socorer Coron, lo socoreria. Ma
dubita avanti ozi habi fatto mutatione di Napoli per
el castel dil Scoio, chiamato el castel Pasqualigo, qual
è di gram circuito ; perho vol mandarli monition.
Nave et galie se ritrova al Zante col zeneral,
a di 18 avosto 1500.
La barza capetania Oria.
La barza Mora, patron sier Sabastian.
El barzoto di sier Hironimo Morexini.
La nave, patron Tomà Duodo.
La nave, patron Marco Remer.
La nave, patron Francesco Feliciam.
La nave, patrom Piero da Liesna.
La nave, patrom Polo Biancho.
La nave, patrom Jacomo Visentim.
La nave candiota dil Xodatilo.
Nave di sora retenute.
La nave di Bernardi.
La nave di Simitecoli.
La nave, patron Cabriel di Monte.
La nave, patron Marco Antonio Novelo.
La nave, patron Michiel di Stefano.
La nave, patron Alvixe Saraxim.
Nave manchano.
La nave Ruziera di Candia.
La nave, patron Damian di Mariani.
La nave, patron Simom d' Alberto.
La nave, patron Antonio da Chersso.
La nave, patrom Piero de Paxin.
Galie grosse 19, sotil 21 ; et ne mancha sotil
numero 8.
Delditto capetanio zeneral, ivi al Zanthe, a di
18 fin 19 tenuta, a hora di terza. Come le nave,
galie grosse e sotil, erano mal conditionate de corpi ,
armizi e homeni ; le do barze capetania et Mora par
siano inavegabile, e ogni di sopra el paramezal è da
6 in 7 pie' di aqua, (qual) non poleno tanto sechar
con tromhe, che più non soprabonda. Item, 5 galie
grosse, Vitura, Bondimiera, Tiepola, Pasqualiga e
curzolana fano 350 sechij di aqua per una al zorno ;
e di la Vetura ne è bon testimonio, et li homeni è
mal contenti , e mal in hordine è di armizi ; lui capetanio non à tempo di far le zerche, ma le farà ;
aricorda se li mandi armizi, e si provedi di biscoto.
Item, à nave armade a Veniexia, et quelle di Soria
numero 18, galie grosse 19, sotil 21, non computà
quelle mandate in Candia, Napoli di Romania, e la
chersana ; et sier Alvixe Orio e sier Filipo Baxadona, galie sotil , non si sa dove siano scorsi, si smarite
per la fortuna ebeno a di 9. Item, à ricevuto dal
provedador Contarini ducati 5600, havia sier Marchiò Trivixan, e dice darà il conto di danari spexi
da poi la sua morte; ma di quello à manizà ditto sier
Marchio, Zorzi Negro, suo secretario, ha le scriture,
eperhò esso capetanio si scusa, si el caso di tre sopracomiti non pol adimpir, per esser le scriture de
qui. Item , il sopracomito di Brandizo li à ditto,
haver dà il libro e li danari dil sacho, ch'è ducati❘cussi navegando sora Modom, a hore 21 , pasati
306 d'oro, al zeneral passato, qual non si trovano ;
e il provedador Contarini non ha ' uto il gropo, si
1Diariidi M. SANUTO. -Tom. III.
Di sier Hironimo Contarini, provedador, di 6 291 .
fin 18, in galia. Nara come a di otto, sora el Prodano, hessendo con l'armada per veder di mandar
le 5 galie col socorsso in Modon, era provenza frescha, e comesse a tutte le galie metesse una bandiera quara sopra el calzese, et manda l'hordine
dato, sarà qui soto scrito , le galie grosse e nave
andasse sora vento, et si sdegnò perchè non fu
observato l' hordine dete. Trasse do bombarde, et
versso il Zonchio fino ai schoieti di Modom, che
non parse cossa alcuna, e questo fo a di 9 ; unde
46
723 MCCCCC, SETTEMBRE. 724
sier Zuam Malipiero, sier Alvise Michiel, sier Ale- | preposti e tractadi, et præcipue per dar muodo et
xandro di Goti , da Corfù, sier Francesco Cachuri, spale che le galie deputate con el socorsso introdu- di Otranto, intrò dentro di Modon, videlicet li ho- chano quello, che esso clarissimo vice zeneral, se- meni ; e la Griona, ch'era la quinta galia, qual ha- | gondo l'havea preposto et exposto esser opiniom
vea 71 provisionati spagnoli suso, curaze 75 et du- cati 210, non poté, come fè le altre, perché galie XV turchesche li vene adosso ; tandem la scapolo. Et
lui con el provedador Pixani li andava primi, fa- cendo spale al dito socorsso, e ussite dil Zonchio zercha velle 80; il forzo galie ; e nostri tolseno la
volta di mar. Et quella note li asalto uno fortunal da maistro e tramontana, duró per fin X; tolseno
la pupa con i trincheti, e con gran pericolo perveneno al Porto di le Quaie, smarite le tre galie etc.
Et li intese il perder di Modon. Lauda sier Zuan Malipiero, suo zerman, li ricomanda insieme con li altri
andò al socorsso. Subito spazò a Coron sier Nadal
Marzello e il Cherssam, sopracomiti ; li dete ducati
500 per dar a li soldati, e uno bombardier ; et mando sier Francesco Zen, perchè molava la sua galia,
in Candia, a far provisionati 1000, e mandarli a Napoli di Romania, et li dè l'ordine di le 4 galie etc.
Et a di 12 si ritrovò esser sora Modon, e tornò con
l'armada havia al Zante, e trovò il capetanio zeneral. E a di 18 ritornò sier Nadal Marzello di Coron,
à consigna li ducati 500 e barili 150 polvere ; li spagnoli era su l'altra galia, che non intro. Item, à con- segna al capetanio zeneral ducati 5600, havia di la Signoria nostra. È stato in consulto a proveder al Zante, far il castello, e cresser il muolo con do galie grosse di le più vechie, e far una forteza a la marina per guarda dil porto. È isola fructifera, e fortifican- dossi, la Zefalonia non potrà durar. Aricorda questa
invernata si fazi questo effeto, e se li mandi murari,
taiapria e marangoni etc.
sua, levar se dovesse la note seguente, essendo tem- po, con tuta l'armata adrizarsi a la volta di Modom, 292 et procurarsi con ogni debita diligentia e muodo
possibele, acompagnando le 5 galie deputate a tal effetto, de introdur el secorsso ordinato, come cossa concernante la conservation del loco a la illustrissi- ma Signoria gratissimo et importantissimo. La qual
soprascrita deliberatione, comunichata al magnifico missier Alvise Salamon, agionto et vice proveditor,
et in omnibus et per omnia fu per sua magnificencia aprobato et confirmato.
Hordine dato per sier Hironimo Contarini, vice capetunio zeneral a tutti, a di 6 avosto 1500, a
presso l' ixola de Strivali.
|
❘
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, data a di 19 avosto, a presso il Zante. Come
a di 7, partino da Strivali, a hore 22, con tute galie
e nave, con hordine dil vice zeneral di acompagnar
le 5 galie per il socorsso de Modom. E a di 9 la matina il vice zeneral li disse : Che vi par di questi rebelli dil stado nostro ? che solum siamo galie 13 sotil ; il resto molto lontano, mia X in 12. Le galie
grosse e nave non se vedeano. Li rispose, andasemo
nui. Poi vene le galie sotil , mia 4, e lui a par con la
galia otrantina e il vice zeneral. E cussi navegando
dal Zonchio fin a presso Modom, acompagnò la ditta galia, qual fo prima a intrar e zonzer mia uno avanti; poi andò le do altre; et la quarta intrò a mezo mio luntan da le do ; la quinta, ch'è la Griona, ve- dendo per spacio de mezo mio luntam 13 galie nimiche, che se levono di scoglieti, e feno vella per venirli adosso, butò dal razo é vene fuora, e cussi esso
provedador era propinquo. Hessendo in dromo e
callato per veder intrar il socorsso, fè vella et ussite
fuora a remi da San Bernardim, per mezo la terra,
galie 20 per a dar adosso le 4 galie nostre, aproximate a Modom. Quelli di la terra sparono alcune
bombarde contra ditte galie, qual tornono adriedo.
Ussite poi dal Zunchio galie e fuste 60, quale vene
adosso le nostre galie, et sequite fin la sera; tamen
esso provedador, per haver bona galia di velle e remi, andò avanti, e trovò il vice zeneral, qual era con
Convochati et constituti sopra la galia dil clarissimo missier Hironino Contarini, vice capetanio zeneral da mar, li magnifici domino Hironimo Pixani,
provedador, Jacomo Venier, capetanio di le galie
grosse, Marco Orio, capetanio di le nave, e preposto
per el prefato clarissimo vice zeneral la importantia ❘ le galie sotil, e teniva la volta di mar; e cussi la no- di Modom, circumdato et expugnato da campo terestre e armata maritima, za molti zorni bisognoso,
et come è noto requirente socorso, il che essendo
neccessario proveder, et sopra tal materia mature el
diligenter tratado, et convochato la marinareza, demum unanimi el concordes concorseno per li respeti
te. A hore 5 di zorno, rendeno la volta con bon
vento a sette et 8mia per hora, e a hore 20 comenzó
una fortuna, che durò a l'altra matina al levar del
sol ; per la qual smari el forzo de le nostre galie. Poi
se scontrò quel zorno tutte al Porto di le Quaie, et
le galie mal conditionate, butade stope fora, rote le
725 MCCCCC, SETTEMBRE. 726
antene, persi li timoni, et redute ivi, vete in mar mia
7 in 8 una nave, una galia e do gripi, andò a darli
lengua : era sier Francesco Barbarigo, soracomito di
Candia, la cui galia era discusida, andava a fondi, volea licentia di andar in Candia ; non ge la volse dar.
Disse quella esser una nave de Nixia, di l' Arzipielago, havia portato orzi a Coron, e li gripi erano
cargi di anime coronee, fuzivano in Candia; et per
queste à inteso Modon è stà preso da' turchi. La qual
nova fu etiam confirmata per do christiani fuziti da
Modom, e venuti a Coron ; unde esso provedador
tornò al Porto di le Quaie a notifichar questo al vice zeneral, e trovò manchava 3 galie nostre per la fortuna aspra, zoè sier Alvixe .... , sier Anzolo Pasqualigo, candioto, Vicenzo Pagan, di Trani, quale toltrasse se non la galia di sier Nadal Marzello, qual
ritornoe li al Zante, con letere di sier Pollo Valaresso, scrite a sier Lorenzo Venier e sier Antonio
Trun.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galic grosse, molte letere, uni di 9, a la vella, su le volte tra
el Prodano e Strivali. Nara il suo levar a dì 6 dil
Zante, per acompagnar con l'armata il socorsso in
Modon, stava in mar con le galie su le volte. Item,
l'arma' inimicha, la più parte al Zonchio, e le quare
versso Sapientia ; continue si sentiva bombardar
Modon, et dice dil mandar di la gondola col comito
dil provedador Pixani in Modon ; et a hore do, intese, per uno gripo veniva da Corfù con letere al
vice zeneral, di l'armata yspana verà in socorsso
seno im pupa, come si crede, a la volta di Candia. ❘ nostro. Si alegro assai, et mandò ditto gripo subito
292. Or forniteno nostri le galie al dito porto di aqua, dal vice capetanio, era ivi .
Del ditto, di 15, im porto dil Zante. Nara il viazo suo da di 9 in driedo, et non si à senti più bombardar Modon. Item, à ricevuto la soa comission,
con letere, di 28 dil passà ; tamen voria la dechiaration, zercha l' utilità di li oficiali soi nel far di le
unde per li villani inteseno Modom esser preso, e
terminono mandar a Corom per conforto do galie e
una fusta. E per una barcha venuta da Coron, intese
il signor turco havia manda a dimandar la terra, e
li citadini fosseno salvi et exempti, et che coronei
havia tolto termine zorni 6 a rendersi, non havendo | zerche. Scrive haverla fata a sier Antonio Arimonsocorsso ; e in la terra esser division tra populo e citadini ; pur deliberono mandar ditte do galie e fusta con spagnoli 71, polvere barili 150, veretoni e
freze casse 14, e uno gropo di ducati 500, con una
letera per consolation di rectori e populo. E cussi
mandono. Item, mandono a Napoli di Romania sier
Francesco Barbarigo, per haver la galia mal conditionata, barili di polvere 150, veretoni e freze casse 14, con hordine andasse poi in Candia. È scrito a
sier Alvixe Salamon e compagni, videlicet sier Anzolo Pasqualigo, sier Francesco di Mezo, la galia di
do, homeni 150, balestieri 26, tutti oficiali e maistranze, homeni niun nobele. Item, sier Bortolo Dandolo non ha nobele, et sier Piero Trivixam un nobele sollo.
Del ditto, di 16, ivi. Come voleva far le zerche
al resto di le galie grosse ; e il capetanio li mostrò uno capitolo in la soa comission, li era comesso le
dovesse far lui. Et in quella matina zonse li do provedadori, con galie sotil 22, dicono aver mandato a
sier Alvise Salamon ducati 1500 in Candia, aziò fazi
500 provisionati, e vadi a Napoli con le 4 galie ha.
Trani, e lui, sier Francesco Barbarigo, si expedissa | Et quella matina il provedador Contarini li fè oposidi conzar e canbiar la galia, per esser quella inna- tion davanti il capetanio zeneral, che se lui capetanio 293
vegabile ; e ditte 5 galie vengino a Napoli a star li a con il capetanio di le nave havesse voluto et seguito,
obedientia di quelli rectori. Poi a dì 12, el di se- non saria persso Modom. Et rispose, non ebbeno requente, parti el vice zeneral e l'arınata de li ; venuti murchio, perhò che l'hordine fu, le nave e galie grossopra Modon, a hore 22, fo dato l'incalzo da alcune se stesseno largeti in mar ; e per la marinareza fu
velle turchesche, qual per l'hora tarda, non veneno conseiato, le galie sotil fosseno quelle si ristrenzesse,
driedo, ma tornò dove stavano ; e nostri sequite il con le 5 galie dil socorsso, a farli spale. E pregò il
lhoro camin, e a dì 15, al levar dil sol, zonseno al | capetanio lo punisse, si havia fato mal. Etiam li fo
Zante, dove trovò el capetanio zeneral, era con tre
galie grosse : Loredana, havia roto l'arboro, Bondito non era intra in l'arma' turchescha, a di 24,
ma andò di fuora via. Et dice il zeneral vide la pasotil, sopracomito sier Marco Antonio Contarini, stadiemiera, e di sier Francesco Arimondo. E una galia | sion ; taque et nulla altro fo ditto.
va li per far conzar la nave di Soranzi. Era etiam
la nave di sier Cosma Pasqualigo, venuta di Cypro ;
et le galie grosse erano zonte ivi do zorni avanti. Et narato al zeneral il tutto; et par a Coron non in- Coron. Dice el bassà è stà a dimandar le chiave, diDel ditto, ivi, a di 18. Come eri fono in consulto
per terminar quid fiendum; nulla fu concluso ; tutti
disse l'opinion sua. Zonse sier Nadal Marzello, soracomito, merita laude, et sola galia a dì 14 intrò in
727 728 MCCCCC, SETTEMBRE.
cendo era persso Modon. Quelli rechieseno termine
di esser insieme, e questo fo avanti lui zonzesse. La
terra è in combustion; greci la mazor parte di opinion di rendersi ; li persuase a tenirsi, veria il zeneral a darli ajuto. Et che il bassà veniva potente.
Non portò letere ad algun. Dice mal si pol socorer- lo, per esser incolfado ; e non si pol andar con l'armada senza pericolo. I nimici, grossi, vitoriosi e ingaiarditi . Judicha fin questo di sia spazato; tamen,
doman il zeneral si leverà de li per andar versso il
Prodano ; e, si altro non si sente, andar sopra quelle
aque a hora, e, zonto il zeneral valoroso e provido,
chiamato in li consulti, farà etc.
Di sier Marco Orio, capetanio di le nave, date
al Zante, a di 19 avosto. Si scusa haver tolto la
volta di mar; e di le 4galie messe il socorsso in Modom, una fo brusada, le tre fono menate via da
alcune fuste de' turchi ; quelle di le galie introno,
fono subito taiati a pezi. Item, a di X et XI, stete
con le nave in mar con gram fortuna, e ne la sua
barza era gran quantità di aqua ; teniva X homeni,
non cessa di e notte a sechar con trombe. La barza
Mora à trombe una in sentina, al presente à molado
aqua, e alcune volte è pie' 7 di aqua in nave. Item,
à fato la zercha a la nave, patrom Polo Biancho ; ha
homeni 110. Doman farà a la nave, patron Zuan
Valier, di Candia.
Dal Zante, di sier Nicolò Marzello, provedador,
di 18. Come eri sera zonse li suo fiol, sier Nadal Marzello, fu mandato a Coron, intrò a dì 14. La
chersana e fusta nol sequi ; la causa non si sa. Trovò
quelli populi turbati ; il provedador Zigogna, con
bon cuor, mostra star di bon animo. E in quel zorno si apresentó versso sera el bassa Monucho di la
Morea con cavalli 3000 ; con lui era sier Valerio
Marzello, sier Batista Polani, soracomiti, presi in
Modon, per condurli a vista di la terra, e mandò una
freza in Coron, in segno di celere diliberatiom et
risposta. La qual sier Francesco Zigogna rimandola
rota indriedo ; e tutto quel di conforto il populo,
non li lassarà manchar soccorsso ; tamen tutti è deliberati venir a pati con turchi. In quella sera, ditto
suo fiol si parti ; non à letere niuna di rectori ; il
populo non à voluto scrivino ; li X provisionati havia su la galia non volseno dismontar. E, tornando,
à visto l'arma' turchescha minuta fra el scoio di
293 San Bernardin, Sapientia e i scoglieti ; la grossa al
Zonchio, con parte di le galie sotil, di le qual 14
ussiteno a dì 16 ; et dete la fuga a ditto suo fiol.
Da Corom, di sier Cabriel Venier, castelan, et
sier Fantin Zorzi, capetanio et proveditori, di 7
avosto . Scriveno il venir dil signor turcho a campo
a Modom, e a di 17 luio comenzono la bataglia, ruino etc.; introno nel borgo, e narrano cosse vechie.
El suo principio di bombardar fu a la torre maistra ;
poi mudò le bombarde, e messeno parte da la banda di ponente, al loco ditto Mauria. Governador dil
campo di quella banda è il basså di la Natalia ; e da
levante, versso il borgo, à messo le bombarde, et
bombardava la torre e porta di San Marco, o ver
dil relogio, con quella parte di cortina; e bona parte di la torre è già ruinata, e li merli di ditta cortina. Governador è il bassà di la Romania, e questo
hanno auto da' schiavi fuziti e turchi presi ; et esser ordinà gran quantità di legnami per impir li fossi ;
e za era dato principio. Item, lhoro di Coron ogni
altro zorno sono visitadi da' turchi ; dimandano monition, et si provedi li .
Di sier Polo Valaresso, provedador a Corom, a
di 7. Spera Modom si tegnira. Fo ditto veniva 40
navilíj di Rodi per trovar il nostro zeneral etc. El
qual mi scrive a mi , Marin Sanudo , dolendossi
non li habi risposto a sue. Avisa come fa, et che
turchi a Modon atendeva a bombardar, e come
hano per turchi presi e schiavi fuzidi, li ha fato poco
danno ; è stà ruinà solum li merli e alcune cime di muro. E a la Maurea à fato un pocho de rombo, e con
scale turchi andono do volte a dar la bataglia, et è
stà morti da 5 in 6 milia turchi, da quella banda da
la qual stava li albanesi ; e nostri havia fato repari di gotoni bagnadi davanti, sì che quel luogo è stropado, e la bombarda non li fa più danno. E nostri
da Modon stano con festa, e fanno difese teribelissime, e danno grandissimo a' turchi. E alguni aferma, avanti mezo il mexe, il signor si levarà, et lassarà uno bassà a l'asedio. Dio dagi bon cuor a' modonei ! Et è un mexe e mezo l'arma' è ſuora ; e nostri è si lenti a socorerlo ; sì che la fievre continua
amaza l'homo. Modom è chiave di tutto el Levante,
e se intravenisse nulla, vedessa tutto questo Levante
in garbuio. Item, dice li la terra è fortissima ; hanno
homeni assai, non teme niente; è ben in hordine ;
sono ussiti più volte fuora, e non è stà tolto da' turchi anime 50, ma ben di turchi presi e morti da 400,
e scampadi da schiavi 40. E fra li altri presi, è uno
subassi del Grebanin, è valentissimo bombardier e
di gran inzegno ; lo voleva far morir, e donar qualcossa a li albanesi. Li rectori, videlicet el proveda- dor di la Morea, e il capetanio, l'anno lassà rescuoder ; e si duol è stà un mexe li, ha parlato con li
greci e albanesi, e sa come sta quella terra; desidera ussir, non staria li se li desse ducati 200 al
729 730 MCCCCC, SETTEMBRÉ.
mexe. L' armada turchescha, velle 180 ; et il resto,
ch'è zercha 30 in 40, stanno in Canal di Modon; et
5 fusti, qui a Ponta de Gallo a la Faneromini per guardia. Et è zorni 50 il campo è a Modom. E quel zorno hanno per doi schiavi prexi, eri fo dato la bataia a Modom; nostri si portono da paladini, e di- cono a le zenzive dil primo fosso era stà messo molti
esser partidi 300 stratioti, parte iti a Monovasia, loco
forte di la Signoria nostra, e altri in altri lochi no- stri ; unde, per non esser munition, ni soldati, dubitava di Coron. Quelli di Castel Franco, fameie 400 abandonò il loco, qual importa, è vicim a Coron etc.
Il castelo di Maina è ben provisto ; el Brazo tiense simelmente per la Signoria nostra. Adi 6 luio ando
294 legnami e piere per impir quello, per el di darano | al Zonchio ; ſo ditto turchi l' avea combatudo, et la bataia zeneral, che judicha non passerà Xin 12
dil mexe ge la darano. È zorni 50 hanno il campo
atorno, et 22 l'armada , et la persona dil signor
zorni 32.
È da saper, el ditto sier Polo Valaresso scrisse,
di 14, a sier Lorenzo Venier e sier Antonio Trum,
molto copiosa ; qual fo leta im pregadi, et forsi
il sumario sarà qui avanti : mette quella terra persa.
Di sier Francesco Zigogna, provedador in la
andoe con una galia; trovò turchi esser levati, e ití a Modom. Stete 4 zorni ; volea restar ; ma concluseno quelli bisognava più a Coron. E cussi si parti.
Spera in Dio etc.
Da Corfù, di sier Piero Lion, baylo e capetanio,
sier Lucha Querini, provedador, sier Nicolò Zorzi e
sier Andrea Baxeio, consieri, di 22 et 23. Come recevute letere dil zeneral, li avisava la perdeda di
Modom, le expediva a la volta di Otranto ; tamen,
Morea, data in Corom, a di 7. Si scusa non poter❘ per le scalosie haveano, ancora si teniva, per li fochi
posti nel bastion, è da dubitar etc.
Di Otranto, di sier Alvixe Contarini, governador, di 12. Come avia fato la mostra a li provisio- nati , e dato a tutti la paga. À trovà 6 paesani dil Regno, habita li za anni 30, con moier e fioli , si che 294 *
la Signoria nostra li comandi quello habi a far.
Elditto, di 25. Come mandava letere, abute da
Corfu, dil zeneral.
Item, di 26. Scrive li soldati de lì voleano do page, volendossi partir. Item, si dice è gran union tra
il re Fedrico e il turcho; perho aricorda si provedi,
e non si lassi cussi .
Di Trani, di sier Piero de Prioli, governador,
di 27. Manda le letere. Et è da saper, ivi è uno nostro, sier Antonio da cha' da Pexaro, fornisse la Signoria di biave, et si fa biscoti per l'armada ; e Michiel da Ponte, qual manda salnitrij a l' arsenal, per
il bisogno di la caxa.
scriver spesso a la Signoria. Avisa a di 3 zugno intrò el bilarbei di la Grecia in la Morea, alozó a pres- so Coranto ; el di sequente zonse el bilarbei di la Natalia ; a dì 5, el signor ste do zorni, e mandò el bilarbei di la Grecia a Patras, per expedir l'armata.
A di 6, el bilarbei di la Natalia parti da Coranto,
vene Argos, vicino a Napoli di Romania. A di 8,
andò il signor li Argos, e stè do zorni ; dove turchi feno alcuni arsalti a Napoli. El bilarbei di la
Natolia, a di XI, andò alozar a Nichli ; el di poi si
levò il signor di Argos, e vi lassò cavali 5000. A
dì 15, parti el ditto bilarbei di Nichli, e vene a presso Modom e Coron. A dì 16 el bilarbei di la Grecia,
venuto di l'armada, gionse in campo; l'armada
passò da Modom. Adi 18 sorse driedo al scoio di
San Bernardin, vicin al campo, velle 200 e più, et
in campo atorno Modom cavali 50 milia. Bombardava la terra con tre bombarde non molte grosse ;
do di esse fo condute da Patras, per terra ; la mazor
di quella, da una piera di nostra bombarda fu rota
a la bocha, morto il turcho trazeva, e cussi bom
bardo la terra con 3 bombarde, fino a dì 25 luio.
Poi turchi traxe di l'armada 9 bombarde et do
mortari, e bombardò la terra. Pocha ruina fevano
di murre ; trazevano a la torre di la porta. E a la
cortina del fosso di levante, versso el porto da maistro, versso el palazo del castellan, li turchi feno
rombo ; quelli dentro reparono con sachi di gotom ;
l' armada nostra si aproximò al Zonchio e Modom ;
a dì 24, vete parte di l'arma' nimicha e investila.
Item, come a di 14 zugno, lui provedador si parti
da Napoli, lassò la cità in hordine, li animi optimi | formento, bote 4 vino, oio bota una, axco bota una,
disposti, artilarie et soldati. Zonto li a Coron, intese e legumi, e si meterà più, ma parum inter tantos.
Di Brandizo, di sier Zuam Michiel, governador,
di 20. Come in castello era meio marzo, polvere
pocha; quel castello dil Scoio è ben in hordine; le
torete mal conditionate, con pochi compagni e disfornite ; homeni mal disposti in la terra ; in la doana
si cava ducati 150 a l'anno di salli ; tutti li fa, nulla
po cavar; di danari dovea dar la università, li fo
prestati, à scosso tanto che à dato una miseria a li
soldati ; non ha da pagar li corieri, perhò si provedi.
À nova, l' arma' di la Vajusa verà lì, e forssi quella
di Spagna, unde chiamoe il conseio per meter pressidio nel castello grando, con voluntà prestasseno,
et restituirli ; unde messe in ditto castello stera 100
731 MCCCCC, SETTEMBRE. 732
295
Item, l'artilaria, era in la monition di la terra, à posto nel castello e parte ne le torete. Item, ziò restò
di salnitrij di prima cotta, di qualli è stå servito, fa
far un poco di polvere. Prega se li provedi. Item,
risponde a nostre, non vede il modo di armar de lì ,
per esser li homeni a l'arcoglier di vini, ogij etc.
Item, à nova, per il gripo mandò al capetanio dil
colfo, l' arma' è per ussir.
scrito al Fanů stagi con bone guardie, e dagi il signal
con fuogo, vedendo alcuna cossa.
Del ditto, a presso il Sasno, a di 25. Come a di
22 senti a l'armata dentro la fiumara discargar più
di colpi 200 di canoni, e far fuogi e festa ; e fo con
la sua galia in colfo di la Valona, e preso uno caloiero, dato lengua ad alcuni, disseno il signor haver
preso Modom, et haver scrito assa' homeni dil paese
a suplimento di poter trazer l'armata ben in hordine, aparechiado badilli e zape assai, e li tre capi
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo, di
20avosto, a presso la Vajussa. Come havia do nove, una vista e sentida, l'altra intesa per più vie. ☐ hanno auto tre spedi, significha sarano rostidi se non
la trazeno fuori. E hanno, Camalli vien de li con bơn
numero di velle, zercha 100, per tuor le nostre galie di mezo, e con questa andar dove è il suo intento.
Perho bisogna star a l'erta. Vol se li provedi etc.
La vista, che a la bocha di la fiumara era stå posto
per turchi do pezi d'artilaria più gaiarda di l'usato,
et eri et ozi salutoe nostri, e nostri rispose con passavolanti ; li do grossi reserva a li mazor bisogni. L'altra nova intesa da tutti, risona : fanno taiar e preparano quantità assai di legname per far uno bastion
a la bocha del fiume, e palifichade sopra le seche,
per restrenzer l'aqua, aziò el corsso fazi bocha; fa
demostration haver gran desiderio di trazerla. Et il
signor à mandato messo propio li a la Vajussa, e
fato schandaiar l'aqua per esso medemo, per haver
la certa information. E lui capetanio vete far ditto
scandaio, treteno colpi etc.; qual messo parti per tornar dal signor, e fin 4 di quelli aspectano la rispo- dil borgo, quondam sier Piero, preso.
Questi erano in Modom zenthilomeni, quali sono
morti, e parte presi.
sta di quello habi a sequir. Lui sta con gram cuor
e animo tutti oculati , e, havendo bisogno, rechiederà
ajuto a Corfù al zeneral et a la Signoria nostra. Item,
Sier Marco Cabriel, castelam e provedador, fo
di sier Hironimo, preso.
† Sier Antonio Zantani, capetanio e provedador,
quondam sier Marco, morto.
Sier Andrea Balastro, camerlengo e capetanio
Sier Fantin Lipomano, fo camerlengo e capeta-
❘nio dil borgo, quondam sier Zuane, preso.
ozi era stato con la galia a la spiaza in dromo di ❘ sier Jacomo Antonio, el cavalier, preso.
la Valona, più propinquo a terra potè, fece far cigogna di l'antena, et mandò uno suso, qual vete una
fusta con la tenda da pope, et li remi in banda, e
gripi 4, 2 schierazi e una palandaria. A la Vajussa
hanno galie in aqua, sotil numero XXI, grosse X,
Sier Valerio Marzello, sopraconito, quondam
Sier Batista Polani, sopracomito di Candia, preso.
Sier ....
† Sier Zuam Malipiero, sopracomito, andò col
socorsso, quondam sier Francesco, morto.
† Sier Alvixe Michiel, sopracomito, de sier Mafuste 7, brigantini do, e à gripi altri, si che sariano fio, arma in Candia, morto.
da velle 50; havendo modo di ussir, faria mal assai .
Li tempi pesa, et dimanda li sia mandato il suo stendardo.
Item, cra :
Sier Alexandro di Gotti, sopracomito di Corfù,
preso.
Sier Francesco Cachuri, sopracomito, di Otranto.
† Antonio di Fabri, governador di le fantarie,
morto.
Sabastiam da Monzelese, contestabele.
Del ditto capetanio dil colfo, di 25, hore 8, a
presso il Sisno. Come havia auto letere di Corfù, di
24, a hore 8. Li scrive hanno inteso per via da terra
ferma, esser partido di l'arma' inimicha Camalli con
bon numero di le mior galie a la volta di mar, con
voce di andar a Napoli di Romania ; ma de facili potrà venir de qui per trazer quella armada. Perho lo
avisa, stagi con risguardo, et mandi qualche galia al
Fanù, per intender. Etiam per via di terra lui cape
tanio à inteso questo; li tempi è da syrocho ; vol la
Signoria fazi provision, à inteso a bocha, per il patron dil gripo, la perdeda di Modom, e la captura In questo pregadi, leto le ditte letere, videlicet le 295
di le galie 5 andavano al socorsso. Si duol assai. À più importante, fino quasi hore do di note, con gran-
† Paulo Albanese, capetanio di le fantarie di Levante, morto.
† Francesco Aurelio, canzelier di la comunità,
morto.
733 MCCCCC, SETTEMBRE. 734
dissima amaritudine udite, adeo tutti sospirava ; et jè pocho priexio, debino andar su l'incanto et incanper esser l'hora tarda, e quasi tutti perssi, non fu | tarlo a ducati 80 milia in zoso, e non lo dar mancho
fato alcuna provision, solum se diceva : Semo spa- di 70 milia.
zadi ! Et comparsi dal principe, aricordando fusse
comandato credenza di le particularità, excepto dil
perder di Modom e dil Zonchio, acciò la terra non
se atristasse più, e fusse retenute le lettere particular per doy zorni, et cussi conzono a la Signoria, et
ordinò stretissima credenza. E venuti zoso, la corte | nio Contarini, governador dil castello di Corfù.
era piena; tutti venivano muti et di malla voia, che
in verità non so chi non avesse fato lacrimar; niun |
parlava, tutti si doleva, et, in conclusion, la terra |
universalmente have più doia che l'habi auto mai,
da poi la soa edification in qua; perchè Modom fu
edifichato per venitiani, et è una porta di Veniexia ;
unde il colegio, videlicet li savij dil conseio e di terra
ferma pasadi et presenti, erano molto menati per la ❘
terra, di le poche provisiom fate; non perhò che nui
savij ai ordeni non fossemo excusati e laudati, dicendo volevaino proveder, e lhoro non lassava.
A di 5 setembrio. In colegio, in questa matina,
fu cavato Zancto Draganelo, fo paron di sier Valerio
Marzello, di camera, per haver ditto la verità, licet
non dovea fuzer ; e chiamato davanti il principe, fo
admonito andasse con galie in armada, per esser valentissimo homo; et cussi promisse di far.
Vene l'orator di Franza, al qual fo comunicha
tal accerba nova. Disse : Serenissimo principe, scrivemo al re; si bisogna, anderò per stafeta, acciò provedi ; dimostrando haver grandissimo dolor.
Vene lo episcopo de Tioli, orator dil papa; et ditoli per el principe etiam tal nova, si dolse, dicendo
scriveria al pontifice, et, parendo a la Signoria, anderia fino a Roma a persuader il pontifice a proveder. Et cussi fono questa sera expedite letere a Roma
et in Franza con li sumarij ; tamen non andono fin
el zorno sequente.
Fu consultato di le provisiom, far provisionati
per mandar a Corfù, Cataro e Brandizo ; e fo expedito alcuni contestabeli. Item, balotà mandar una
nave, carga di legnami et agudi, al capetanio zeneral; parlato di trovar danari, et expedir la materia
di Hongaria ; et comprar formenti et megij per deposito in questa terra, non è si non ben fato.
|
Intrò li cai dil conseio di X con li provedadori
dile biave, et mandono ducati 5000 a Trani per biscoto per l'armada, e altri 5000 secrete per comprar
formenti o vero megij etc.; etiam li capi feno lezer,
comejudicho, una letera abuta da sier Marco AntoDa poi disnar, fo pregadi. Vene il principe. Posto la parte, per sier Domenego Polani el consier, di
castigar li capitoli di Hongaria, et balotarli a uno a
uno, et scriver a li oratori concludino. Etiam sier
Polo Pixani, el cavalier, savio a terra ferma, fu di
questa opinion. Al' incontro fu posto per li savij dil
conseio, terra ferma e ordeni, scriver a li ditti ora- 296
tori, biasmarli non habi exequito quanto con il senato li fo scrito, et desistano di la liga zeneral , et
che havendo quella majestà con la christianissima
majestà di Franza fato trieva, con nostra inclusione,
eramo contenti aspetar, maxime hessendo un capi-
❘tolo promete non far trieve col turcho, e licentiar il
suo orator ; tamen semo in quel voler, di darli per
la nostra portiom, a conto di la liga zeneral, ducati
100 milia. Parló prima sier Zorzi Emo, savio a tera
ferma, et narrò alcune cosse di re Mathias, quello
fece, prese Jayza etc. , se li dava solum ducati 60 milia ; suo padre ſo il primo orator a concluder la liga,
danando l'opiniom dil Bollani, et eramo in l'inverno, ne bisognava li danari ; tamen a conto di la
zeneral, è bon. Or sier Domenego Bolani andò suso,
ſo longo; tamen disputò ben la sua opinion. Li rispose sier Constantim di Prioli, savio dil conseio.
Poi sier Alvixe da Molin, dicendo era tempo di far
altre provision prima, et ne aricordo assai, e maxime a trovar danari ; laudò perhò acordarsi col re di
Hongaria. Et il principe parlò, e difese il colegio, et
disse le provision questa matina si volea far etc. Or
il Bolani e Pisani si tolseno zoso di l'opinion, et
messeno de indusiar. Ando le parte : 3 non sincere,
2 di no, 57 di l'indusia, 130 di savij . E fu presa.
Etiam se li dà aviso di la licentia data per il roy a
li oratori turchi .
nostro in corte, acciò la comunichi col pontifice ; ma
fo coreta, e ditto si scriverà al papa, al re di romani,
al re di Franza, al re di Spagna, al re di Portogallo,
Fo messo ancora per tutte tre man di savij , di
Vene li governadori de l'intrade, sier Antonio | scriver una optima letera, e ben ditata, a l'orator
Calbo, sier Bernardo Bembo, doctor et cavalier, e
sier Thomà Mocenigo, per il dazio dil vin, qual tutavia si afitava; et l'anno passato fo ducati 56 milia,
l'ave sier Francesco Pizamano, ne à cavà 68 milia, ❘ al re d'Ingaltera, al re di Hongaria, al re di Napoli,
à di spesa 5000 ducati, si che vadagna assai ; e que- a l'archiducha di Bergogna e al ducha di Ferara,
sto anno è a ducati 59 milia et 9000; et consultato I et etiam a li electori de l' imperio, mutatis mutan-
735 MCCCCC, SETTEMBRE. 736
dis: la copia di la qual letera sarà qui avanti scrita
latina.
Adi 6 setembrio. In colegio, fu fato sonar gran conseio per li consieri, con mormoration di la terra,
era tempode far pregadi e proveder; e fo ditto far
pregadi da poi conseio, tamen non fu ordinato, si
che questa zornata si persse.
In questa matina non fo leto, ni vi era alcuna
letera; et fo scrito per colegio a Bergamo, a Cremo- na, a Caravazo e a Ravena, dovesseno far più numero di fanti potevano, et darne aviso.
mezo le do colone taià la man e cava un ochio ; e si
parti fin zorni XV, e non se li possi far gratia etc. se
non per tute 17 balote, e chi meterà la parte, debbi
prima depositar di suo' proprij beni, a li cai di X,
ducati 500 d' oro.
Da poi disnar, fo gran conseio. Et fo publicha
per Zuam Jacomo una condanaxom fata a di 2 de
l'instante, nel conseio di X, contra sier Hironimo
Vene sier Hironimo Orio, ritornato podestà di Badoer, quondam sier Andrea, per haver la note 22
Bergamo. Referi prima in exploratori haver speso marzo fato contrabando di vin, e con homeni armati
quasi niente ; quelli citadini è fidelissimi, ma li populi | adunati in rio de San Baxeio, stato a le man con li
èlitigiosi, falssi testemonij , nodari falsificha etc. Disse | nostri oficiali : che 'l ditto sia confina per anni X in
di l' omicidio di Zuan Antonio di Lupi, qual suo avo Capo d' Istria e destreto, si apresenti una volta a la
fo capetanio zeneral nostro ; lo laudo assai ; la terra, ❘ setimana al rector, qual avisi una volta al mexe al
le mure è marze; et a le porte da basso si tien gran conseio di X; e, rompendo, chi 'l prenderà habi
guarda, si poria sparagnar. Dil teritorio, l'à caval- | lire 1000 dil suo, se non, dil conseio di X, e siali in
chato tutto ; à un disegno, trova li passi non cussi
streti, come si dice. Quella terra à de intrada ducati
28 milia ; tanto è l'intra' come la spesa. Laudo sier
Hironimo Nani, camerlengo ; manda quella camera
ogni mexe ducati 50 a la fabricha di Gradischa, e a
Crema a la fabrica ducati 150, educati 50 al conseio
di Xper il monte nuovo. Ne è molte spexe superflue, videlicet si paga fiti di caxa ad (3) alcuni fanti,
sta in citadella, è pagati in cao dil mexe. Item, si
paga fiti di caxa al canzelier, qual à gran utilità ; lui
doveria catarsi una caxa. Item, a le porte di borgi
se poria scanzar la spexa, è un contestabele con 3
page, qual sono porte 5 ; e a la terra 5, dove etiam
è contestabele con 7 page per una. Item, la citadela
à 50 page ; è tropo al presente, tre non vi sta, come
ho ditto. Item, è tal à 4 page, una in castello, una
In colegio, con li savij , aldito Schandarbecho con
li oratori di Chuvrili, promete far assai. Concluso,
vadi col nome di Dio, et za à 'uto danari per far li
stratioti etc. Et sier Antonio Bon va provedador con
lui ; in la qual expedition si spenderà ducati 3000
e più.
Item, fo aldito sier Zuam Francesco Venier, per
la ixola di Cerigo, è in grandissima importantia ; vol
si provedi ; aricorda etc.
Item, proposi fusse manda uno secretario, insieme con sier Domenego Pixani, va orator in Spa296 in cità, una a le porte, vendeno le bolete etc.; è bon | gna, qual poi debi andar im Portogallo; tutti laudò ;
lumen fo aricordato uno Zuarn Creticho, leze a Padoa in grecho, qual esso orator mena con lui.
proveder. Laudo domino Laurenzio Cabriel, episcopo de li , aficionado a la Signoria, presta danari a
li bisogni, ducati 800 a la volta. Laudò il suo vicario Item, fu parlato zercha il navegar, e mandar le
da Trevixo, e uno zudexe di Feltre, e uno contesta- | robe di Levante, ch'è per valuta di ducati 500 mibele dato per gracia, Antonio Palavexim da Piasenza, vero zentilomo. Item, che venendo per Po capito
a Roverè, dove il signor marchexe di Mantoa li volse parlar; e cussi in una chiesia, a la messa, li parlò
longamente, dicendo era servitor di questa Signoria,
oferendossi etc., et lo presento. Fo laudato dal prin- ❘ retenuto in Friul, a Udene, per esser stà causa hacipe, de more, e risposto a qualche parte.
lia. E tutti disse l'opinion sua ; concludendo tutti
voler, de modo è vario, per le cosse ocore.
Letera dil re di romani, data in civitate imperiali Augusta, idest aAuspurch, a di 23 avosto, molto longa e latina. In materia di quel Antonio Burlo,
Vene il secretario di l' orator di Franza, e mostrò una letera di Roma, di 31 , dil cardinal curzense, molto longa, scrive al ditto orator in risposta in
materia de' lurchi, a che (ha) tutta la sua fantasia.
Item, danna il papa e cardinali, fo ditto mandar ducati 40 milia in Hongaria, tamen poi O è parlato.
Dice assa' discorssi contra turchi; prega Dio, Modom
si mantegni etc.
ver conduto turchi in la Patria, come è prova per
il processo. Or questa letera è minatoria, e molto
superba. Dice se li daga l'omo, aliter etc. Consultato darlo, per non esser tempo muover alcuna cossa
al presente, nè iritarlo ; et perho fo ordinato una
risposta optima, da meter in pregadi.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di 2. 297
Come ricevete li sumarij di le nove di mar, qual comunicho con monsignor di Lucion e di a Taleram. E
737 788 MCCCCC, SETTEMBRE
li generali di Franza si dolseno nel pericolo era Mo- | miraio, che conzó la mastela in ducati 200, per sodom. Monsignor di Obigni è a Como, e monsignor
di Chiamonte versso Pavia. Item, fo chiamato poi
nel conscio, per causa di uno fu trovato, messo di
domino Marsilio Angusolo, fratello di domino Hannibal, sta a Renienengo, portava letere di Elemagna | gnor di Damascho si havia levado, e posto im poder
rasieder li fosse dato tal piper, fino andasse tre nostri merchadanti al Chaiero, per revochar tal comandamento fina a la venuta di le galie, e à temporiza
dita andata; spera non bisognerà più, perchè il siad alcuni in Milan, et manda la sua depositiom. Et
monsignor di Luciom disse : Tutte le terre di la Signoria è piene di questi talli, e li rectori non lo sano ;
però voriano poner in le terre di confini uno suo,
con auctorità retenir questi talli milanesi, vanno in
Alemagna ; et lo astrense a scriver di questo a la
Signoria. Item, domino Alexandro Sforza, e il contin di Melze, fono retenuti, stanno in corte vechia,
guardati perhò, ma nulla trovano contra di lhoro.
Da Sonzim, di sier Zu n Maria Mudazo, provedador, di 4. Come a di do, facendo leticia e processione per lo felice ingresso, uno volse trar un
morter, e si rupe ; feriti alcuni, tra li qual uno Jacomo da Covo, padre di Antonello, publicato rebello,
à de intrada ducati 600, à fato testamento, e à lassà
a li fioli dil ditto Antonello. Avisa etc. Risposto, non
se impazi in 0.
de tuta la Soria. Da poi, el diodar grando se havia levato dal Caiaro, e andò nel Sayto, dove feze
zente de arabi e mamaluchi bandizadi. Da poi è ritornato a la volta dil Caiero, e messosi per contra
la terra de là da l'aqua, dove fo visitado da tutti i
signori del Chaiero. De li qual ne messe in cadene 297
4 o ver 5, i qualli sono el castelam et el miracur, e
do altri armiragij di mille lanze. Da poi intrò ne la
terra, et senza contrasto ave el castello. El signor
soldam è ascoso, che non si trova ; havevano mandato tre gambeli coradori in contra el signor di Damasco, con le zente de la Soria; i qualli al presente
se stima siano nel Chaiero ; non se intende ancor
cui sia per esser soldam, e li signori presi si dice
sarano presto de li in Alexandria, et aparechiase le
prexon consuete, e tal nova zonse li per gambelo
corador a di ultimo dil passato, et eri aspectavano
zonzesse li signori presoni ; 0 è venuto ; le cosse
è in garbuio ; manda avisi abuti dal Chaiaro. Item,
in quelli zorni parti de li la nave da Zuan Zenovescha per Syo ; à trato da colli 80. Item, questa
nave parte al presente ; à trato colli zercha 250;
in conserva de la qual va uno navilio de' ragusei, el
qual à trato zercha colli 60. Item, le spezie de' nostri sono trate a la marina; zercha colli 1000 aspetano la venuta di le galie.
Di Brexa, di sier Polo Trivixam, el cavalier,
podestà, e sier Domenego Beneto, capetanio, di 4.
Come, per uno mandato in Elemagna, hano il reporto sotoscrito, qual è Antonio Caxaro da Cuxano,
habita a Brexa, fu a Yspurch et Auspurch, dove era
il re di romani con li oratori. Li vene tre oratori di
sguizari, dicendo che la provintia di Phrixia era stà
data im preda al fiol dil ducha di Saxonia ; perho
non voleno sguizari haver paxe con soa majesta.
Item, esser milanesi zercha 25 ivi, mal contenti, e
voriano il turco destruzese la Signoria, e poy sono
contenti di morir. Item, il re mandò uno domino
Nicolao .... , orator al re di Franza, a dimandarli
Milam per il ducheto ; e si dice il re vol andar a
Roma, a tuor il jubileo e la corona. Item, trovò in Jeri, che fo a dì 27 de l'instante, el signor Zan camino domino Zuan di Gonzaga, andava al re pre- | Balat, con el diodar e tutti i signori d'acordo, strenditto. Li disse il suo navegar di Ancona a Fiume e
in Quarner, li vene una saita, amazó alcuni soy ;
dice va dal re, perchè francesi lo vol per prexon.
Item, scontro Frachasso, andava con 7 cavali a la
corte.
Copia de uno capitolo scrive Domenego dal Capello,
dal Chaiero, de d' 28 zugno, al consolo di Alexandria.
seno le cosse, e combatete el castello del signor soldam. Visto el signor soldan esser abandonato, prese
partito, fuzite fuora del castello, se dize con ma- maluchi 400 ; non se intende dove el sia andato.
El signor diodar, insieme con el signor Zuan Balat,
Di Alexandria, di sier Hironimo Tiepolo, con- tien el castello, et a governo de quello à messo uno
solo nostro, di 3 luio. Come per le ultime, di 21 | armiraio di lanze 1000, el qual è lazebo. Fina sto
mazo, scrisse le molestie havevano, per più comandamenti dil soldam, che li fusse dà il piper di la
voze per forza ; e ſo principia ultimate a gitar nel
fontego daschibe 13 piper. Lui subito fè serar le
porte di fontegi, e tanto fè davanti quel signor arI Diarii di M. SANUTO -
Tom III
dì non fanno dimostrazion de far soldam alcuno ;
aspetano l'oste, che vien da Damasco. Chi dize,
farà Chasarom soldan ; chi dize, el Zinquecento vivo ;
essendo vivo, che non credo, sarà lui fato soldan ; e
non hessendo fra thoro, c'arà da far e da dir, ca17
730 MCCCCC, SETTEMBRE. 740
298
feto, e cugnato di ditto ducha ; el qual cardinal torna
a Lucha. Item, a Parma fo amazà uno francese, unde
li andó 2000 cavali per danizarli etc. Item, il ducha
à pagà li ducati 6000 promessi al roy per il signor
di la Mirandola, e à tolto in tenuta certe possessione
dil signor Zuam Francesco e altri sul suo teritorio,
sì che è sicuro.
daun vorá esser soldan. L'andarà da questi 4: Chasaron, Zan Balat, Tenibech el zimeli, et el diodar
grando ; dubito sarà più garbuio che mai. Dio fazi
quello sia per el meio ! Jeri el signor diodar à vestido, e bene, saponi, nadrachas, et etiam à vestido
el chatibiser vechio ; tuti i zilebi erano in castello,
sono dismontati de castello, e tirano la sua zemechia, come se i fosseno con el signor soldan. Fin
qui io non vedo niente di fermo, nè fondamento
nisuno, nè so quello sarà el fine ; tandem tegno sarà
soldan Chasaron, essendo morto el 500. Scrive el ❘ et uno secretario etc.
ditto, de dì 29 zugno, in questa hora da matina è
stà fato soldam Zan Balat, del qual non voio dir la
fine sua. Forzo è stà a far soldan, per respeto de
la festa del castrom. Se aspeta de qui el campo de
Chasaron, dicesse lui im persona. Vegnando, come
se dize, non so quello seguirà. Dorgomani è stati
deliberà de prexom et zime.
Noto, ozi a gran conseio fu posto parte, che li
12 patroni di le galie grosse retenuti, per non tediar il gran conseio, siano menati per li avogadori
di comun in le do quarantie.
A di 7 setembrio. In colegio vene l'orator dil
pontifice, et parloe zercha quel di Orfei, à diferentia
con il castelam di Cremona, per certe possession,
sia aldito et fato justicia. Li ſo risposto , si faria ,
et si vederia di far.
Vene l'orator di Franza, e, interloquendo, tochỏ una parola, non voria la Signoria dubitasse dil |
re, et li dicha in quello à manchato. Per el principe |
ſo ditto, eramo constanti di la majestà dil re.
In questa matina, fo balota monition per Cuvrili ,
et danari per la expeditiom di sier Andrea Michiel,
va provedador in Albania ; dimanda una bandiera
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et fu
posto per tuti li savij, elezer un provedador a Corfù, in locho di sier Luca Querini, à dimanda licentia,
con pena ducati 500, parti immediate. Item, si provedi a fabrichar il Zante, poi è persso Modon; però
sia comesso la fabrica a sier Nicolò Marzello, è provedador li, con salario di ducati 40 al mexe ; siali
manda danari, maistri etc., et a presso Moro Biancho
e Jacometo da Novelo sia mandato fin al numero di
fanti 600. Sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, messe elezer uno provedador zeneral di tutto
el Levante, per scurtinio e do man di eletion a gran
conseio, debi atender a la fabricha dil Zante, li sia dà
ducati X milia, maistri etc., et acadendo la morte o
infirmità dil capetanio zeneral, resti zeneral ; la qual
parte non sia presa, si non la sarà posta in gran
conseio e presa. Parlò prima ditto sier Lunardo
Grimani ; fè lezer alcune letere drizate al conseio di
X, zercha Corfù etc.; danna il provedador, maxime di calchare spende assa' ; dice rebelli etc.; poi parlò
che 1467 fu fato cussi sier Nicolò da Canal, dotor,
provedador a Negroponte. Li rispose sier Polo Pixani, el cavalier, savio a terra ferma. Demum, sier
Vene domino Vandino di Faenza, orator dil signor di Faenza, novo, e l'altro vechio sta qui ; et
tolse licentia di partir, dicendo era certissimo la Signoria non abandoneria il signor suo, maxime hes- | Francesco Bolani andò suso ; voleva fusse castigato
sendo soto questa protecione. Li fo dato bone parole ; tochò la mam a tutti di colegio, ricomandandoli
il stato dil signor suo.
Vene Nicolò Dacha, con li altri oratori di la infelice cità di Modom, erano qui in zenochioni butatosi, dicendo non haveano dove star, ni de che viver; fè lacrimar quasi tutti. Li ſo risposto, questa
Signoria non è per mancharli, e se li provederia.
Da Ferara, dil vicedomino nostro, di 5. Come
stava aspetar la verità di la bona nova di Modon.
Item, pisani andono con 4000 fanti a Santo Basso,
a presso Monte Carlo, messe a sacho, et Monte Carlo
serò le porte per dubito ; voleno andar a Livorne, e
a Fiorenza non si fa provisione. Item, si dice de li
il ducha de Urbim è morto, e il cardinal Vincula
à spazà in Franza per quel stato a suo fratello prechi fa mal. Ando le parte : sier Lunardo Grimani
have X balote, et la nostra 163. Et fu presa di largissimo.
Item, fo leto la letera scrive il re di romani, con 298 *
gran credenze. Et la risposta, posta per li savij dil conseio e terra ferma, ave 4 di no. Et fo scrito al
luogo tenente a Udene, Antonio Burlo lasasse.
Fu posto per mi, Marin Sanudo, savio ai ordeni,
mandar con sier Domenego Pixani, va in Spagna,
uno secretario nostro al serenissimo re di Portogal- lo, a dolersi di la morte dil fiol, et, per esser nostro
amicissimo, implorar qualche ajuto di nave contra
turchi . Mi contradixe sier Jacomo Cabriel, mio colega, dicendo, per schivar la spesa, ditto orator menava domino Zuan Creticho, sarà buono. Et cussi li
risposi, in favor di la mia parte, dicendo che dife-
741 742 MCCCCC, SEPTEMBRE.
rentia era mandar uno secretario praticho, o ver
Creticho. Mi rispose sier Marco da Molin, mio colega. Et li savij messeno tutti a l' incontro, meter in la comission, vadi esso orator, saltem mandi ditto
Creticho, qual andarà con pocha spexa. Andò le parte: 5 non sincere, 2 di no, 40 la mia, 127 di savij.
Item, fu posto per tutti li savij, atento non è
probi contestabeli, de alcuni, quali fo nominà, videlicet Badino, Marzocho e altri, fono col signor Lodovico, aricordati per il castelan di Cremona, per colegio siano tolti 4. Parlò in favor di la parte sier
Piero Capello, savio a terra ferma. Et li volse risponder sier Francesco Bolani, et era gran mormoration,
el conscio non la sentiva. Fu posta a uno altro conscio. Et fu fato il scurtinio, con i boletini dil provedador a Corfù.
166 Electo provedador a Corfù.
Sier Nicolò Corner, fo governador a Monopoli, quondam sier Antonio .
Sier Antonio Moro, fo baylo e capetanio
a Corfù, quondam sier Cabriel
Sier Zuam Francesco Venier, fo vice capetanio in colfo, quondam sier Moisè.
Sier Daniel da Canal, fo capetanio a Raspo, quondam sier Piero
Sier Hironimo Contarini, fo capetanio di
le galie di Barbaria , quondam sier
Francesco
Sier Zustignam Morexini, fo provedador
in campo, quondam sier Marco Sier Beneto Sanudo, fo consolo a Damasco, quondam sier Matio
Sier Hironimo Querini, fo di pregadi,
quondam sier Andrea, da Santo Anzolo .
Sier Nicolò da cha' da Pexaro, è di pregadi, quondam sier Bernardo .
Sier Anzoło Trivixan, fo cao dil conscio
di X, quondam sier Pollo
Sier Domenego Contarini, fo capetanio a
Vizenza, quondam sier Mafio
Sier Zuam Matio Contarini, el grando,
quondam sier Marco ,
Non. Sier Marco Antonio Contarini, è
governador dil castello di Corfù, de
sier Priamo
Non. Sier Piero Marzello, fo di pregadi,
quondam sier Filippo
Non. Sier Alvixe Loredam, fo governador a Monopoli, quondam sier Polo .
Non. Sier Lunardo Marzello, è provedador al sal, quondam sier Bernardo
Non. Sier Antonio Loredam, è provedador al sal, quondam sier Francesco
..
..
...
In questa matina, in do quarantie civil e crimi- 299
nal, per el piedar di sier Bernardim Loredam e sier
Nicolò Dolfim, fono synichi intra el colfo, da poi
alcuni conseglij , fo preso di procieder contra sier
Fantim Moro,fo conte in Arbe, quondam sier Francesco ; videlicet 36 di procieder, 24 di no et 4 non
sincere. Et fu preso che 'l perdi l'oficio, che era 61. 99 electo provedador ad Axola, et sia privato per uno anno de tutti oficij e beneficij, ut in parte. Et cussi
9.154 fo fato in locho suo provedador ad Axola, e fo per
pocho disfato.
39.120
24.137
A di 8 setembrio, fo el di di Nostra Doma. In
colegio vene li provedadori a le biave, dicendo pian al principe, el bonus stava mal, ne era stà trato assa'
farine di fontegi, tamen non era per manchar. Unde
fo mandà assa' barche, piene di formenti, a le rive
51.106 di fontegi ; a leo il zorno da poi callò la farina soldi 4.
Vene sier Alvixe Zustignan, oficial a le raxon
nuove, e fè lezer una parte, di scansar certe spexe
di officij, et præcipue di dar metà a li oratori por65. 96 tano con si forzieri 20 et più. Et fè lezer la sua parte, ditto metti quello li par.
31.127
Di Franza, di l' orator nostro, date a di 26, a
50.115 Meledun. Come recevè letere di la Signoria nostra,
con li sumarij e letere di retori di Modon, qual mo43.119 strò al re, cardinal Roam e conseio. Li dispiaque
assai ; et disseno de un gran mal reussirà un gran 92. 65 ben. Poi l'orator parlò al re, zercha le trieve fate
col re di romani, si la Signoria nostra era compre- sa. Rispose : Non fassemo altramente ; vossemo più
tosto ne fosse segà la golla, cha lassar quella Signo- 16.140 ria. La includeremo, et per questo anno non avemo
paura dil re di romani. Item, li disse : Havemo letere di nostri oratori vien di Hongaria ; hanno fato
liga con quel re ; li volemo aldir prima, poi ve diremo etc. Item, di Pisa 0 disse, ma di fiorentini si
duol ; à pagato per lhoro a' sguizari scudi 45 milia,
si vol pagar sopra di horo fiorentini, e si vol justifichar per tutto, e manderà in nota la promessa li
93.63
114.45
† Sier Alvixe Venier, fo podestà et capetanio a Ravena, da Santa Lucia .
Sier Piero Soranzo, fo patron a l'arsenal, quondam sier Vetor, procurator. 41.120
Non. Sier Domenego Malipiero, fo provedador in armada , quondam sier
Francesco .
743 MCCCCC, SETTEMBRE.
744
fece essi fiorentini, di pagar a la Signoria ; à mandato a Pisa uno nontio, la torà per lui. Item, di san- severinati di Frachasso, dice: È un pazo. Galeazo si
rescato, e pagà la taia, justa il consueto de' francesi .
Dil cardinal, non lo chiamò per ben li volesse, na
per mandarlo in Bergogna. Dil conte di Caiazo, è
suo ; e di Antonio Maria, nulla dice. Item, li disse
esser ritornà monsignor di Sans, stato a' sguizari
per rehaver Belinzona. Dice che, di 12 cantoni, li XI
sono contenti renderla a soa majestà. De li oratori
de l'imperio, non sono venuti ; se dice, verano ; e
che la dificultà di l'acordo è per do cosse : l'una,
per causa di la Signoria nostra, tamen il re di romani non ne vol far guerra al presente, per esser
impliciti contra turchi ; e l'altra, perchè vol sia il
roy più streto in amicitia con Spagna, à fato le trieve a bocha, con promision includerà la Signoria.
Concluse, soa majestà non era mai per abandonar
la Signoria nostra.
Del ditto orator, di 26, ivi . Come parloe al re
in la materia dil conte di Caiazo. Disse : Li havemo
promesso; parlè al cardinal. È andato ditto conte a
299 la guarnison di Bergogna. Si scusa non è rebello di
la Signoria ; quando si parti, al tempo di Ferara,
non era a soldo di la Signoria ; poi il padre è morto
a' servicij di quella, et lui è stato dapoi a Venecia
molto honorato. Et l'orator disse a sua majestà,
quel loco era stà dato per capitoli al castelam di
Cremona, et questo ne è rebello, quando si ave Cremona. Disse il re, il conte voleva si facesse ripresaia
contra cremonesi.
a Ragusi ; disse saria bon aldir tutti li oratori. Item,
il prior di Alvernia non è a la corte ; et par il cardinal habi parlato con l'orator, saria bon meter la
cossa dil conte in uno neutral, e l'orator mandasse
il suo secretario a dir le raxon di la Signoria. Rispose non haver questa comissione. Item, domino
Francesco Bernardin Visconte è stato da lui , con suo
cugnato prothonotario Palavesin ; à ringratiato la Signoria di esserli stà restituito il suo ; si oferise. Solicita licentia di venir via etc. , hora ch'è inverno, e
fata trieva, non bisogna fin sarà il successor.
Da Milam, dil secretario, di 5. Come è nova per
zenoesi, àno di 31 da Zenoa, esser zonto li in gran
pressa monsignor di Ligni, non sa dove vadi. Item,
pisani à ' uto Pontevico, et voleno andar a Cassina ;
et che il conte Alexandro Sforza e il contin di Melze
sono stà liberati, vano per tutto per Milam.
DiBologna, di missier Zuan Bentivoy, di 2, α
Piero di Bibiena. Come ozi à inteso con grandissimo
afanno la perdita di Modon ; vede la cristianità a
gran pericolo ; è constreto ad havere con la illustrissima Signoria omne fortuna comune. Manda alcuni
avisi di Lucha ; primo, di 27, come eri vene uno
capetanio Sagliante, messo di monsignor di Beumonte, li, con letere dil re e dil cardinal Roam al
cardinal Vincula ; vol venir omni modo a l'acordo
con pisani, con quello miglior modo se possi ; unde
il cardinal mandò Baldisara, suo servitore, a Pisa,
acciò li mandasseno uno suo a parlarli ; qual eri sera
comparseno doi mandatarij de' pisani , uno è missier
Francesco del Pitta, qual rupe tuta la praticha di
l'acordo. Steno do hore serati col cardinal, e ussiteno sbufando ; voleno esser reintegrati di Livorne,
e altri lochi tengono fiorentini. Si à sospeto di l'imperador etc. Pisani feno la cavalchata a Livorne, ne
ebbeno pocho honore. Restono de' pisani presoni 300
nove, 3 balestrieri e zanatieri a cavallo. Per un'altra
letera di 30, pur del ditto, come ritornò li oratori
de' pisani dal cardinal, con questo nulla si facesse,
si non fusseno reintegrati, o ver fati securi non dover esser sotoposti a' fiorentini ; e cussi andorono a
Pisa, re incomposita. Se li rimandò di novo Pisano,
servitor dil cardinal, a minazarli assai, si procederia
contra di lhoro senza clementia e misericordia. Qual,
andato, ritornò : pisani serano contenti, posendossi
asecurare di la ſede de' francesi, di non haver a tornar sotto fiorentini, e darsi al re, lasando im peto
suo la restitutione di le cosse lhoro. E cussi quel so
Delditto orator, a dì 29, ivi. Come havia ricevuto nostre letere, di 20 et 21 , in materia di oratori
turchi licentiati. Con li avisi de' fiorentini fo dal re,
qual di li oratori nulla disse, e fo per la doia havia
al brazo ; de' fiorentini , pocho li stirna. Dil cardinal
San Severin, dice lo mandó a tuor, acciò desse il
voto al cardinal Vincula ; li à da licentia vadi a Roina, e torni in Franza ; aliter li torà le intrade. Di
fra' Jaches, cavalier di Rodi, disse il re: Lo cognossemo ; è homo capitoso e di guerra ; zonto sarà qui,
vi chiameremo. Item, laudò domino Acursio, suo
orator, savio, prudente e modestissimo, dil qual perhò non avia visto alcuna letera. Item, fo dal cardinal Roam; era con lui il fratello, gran prior di Franza, tuto di la Religiom, licet habi a cuor queste cosse
turchesche. Acusò Monzoia di do cosse : l'una, il turco non promesse desister di far guera, fin avesse
risposta ; l'altra, rodiani non fo causa non dismon- homo è ito al roy, nominato Odoardo, e il capetatasse a Modon, e andasse dal turco. Dimando si ditti
oratori turchi erano partiti. Rispose de sì, e sono za
nio Sagliante a monsignor di Beumonte è ritornato,
e verano do oratori pisani per capitolar. Item, in
745 MCCCCC, SETTEMBRE. 746
quel zorno è partito im pressa de li il prothono- | ducati 5000 ; era tempo di sparagnar. Li rispose
tario Caponi, va a Fiorenza. Pisani lo volevano pigliare, fece venir scorta di Pessa etc.
Dil conte Nicolò Rangon et Juliano de' Medici a
ditto Piero di Bibiena, date a Bologna, a d' 3. Come
eri ebeno l'aviso, di 29, di Modom perso; si duol
assai ; questo moverà christiani perchè il turcho,
hessendo tanto lontam di Costantinopoli, non vorà | Zustignam, 120 la nostra. E questa fu presa.
sier Domenego Pixani, va orator in Spagna, in soa excusatione ; diceva ne voleva solum 12. Et li savij
dil conseio, di terra ferma et di ordeni, e sier Zuan
Arseni Foscarini e sier Zuan Marzello, oficiali a le
raxon nuove, messeno, a li oratori non potesseno
menar con si se non some 6. Ando le parte : 48 dil
Fu posto per sier Constantin di Prioli, savio dil
conseio , sier Piero Duodo, savio a terra ferma, sier Marin Sanudo, e sier Jacomo Cabriel, savij ai ordeni,
attento li grandissimi bisogni dil turcho, sia pagà per
tornare senza far maior processo. Item, eri vene li
Lunardo Lenzi, era ambasador in Franza, torna a
Fiorenza ; dice Piero de' Medici è in Avignon, in caxa di uno gentilomo à per moglier una sua pa- rente de' Medici, non sa chi la sia. Le cosse di Pi- | tutti un' altra meza tansa, con don, modi, restitution
stoia se asetorono in bona forma etc. di la prima tansa. Debino pagar quelli sarano nopasado, sia scossa tutta la quantità e la pena auno.
E ditta parte non se intendi presa, si la non sarà
presa ne l' excellentissimo conscio di X, nel qual li
sarà fato la ubligation di la restitution di quelli da- nari ubligati, da poi satisfato la prima tansa.
Di Gradischa, di sier Piero Marzello, proveda- tadi su un libro separado, la mità a dì 15, l'altra
dor zeneral, di 4 et 6. Come volendo fortifichar limità per tutto il mexe, soto pena di X per cento, e,
repari, vene di Goricia li do noncij di comessarij
regij a protestar, non facesse far il ponte. Rispose,
è per conservation di tutti contra turchi, e da mo si
dovesse far, salvis juribus regis ; partino contenti.
Item, aricorda si provedi di fautarie ; manda una
letera li scrive madona Dorathea e il conte Zuane
di Corbavia, di 23 avosto ; avisa turchi gran numero
esser reduto im Bossina ; à mandà a li castelli pro- pinqui, per saper la verità, et immediate darà aviso.
Dil Zante, fo leto una letera vechia, di sier Ni- colò Marzello , de X1. Avisa cosse vechie ; et col bregantin havia preso 8 turchi di la Zefalonia , si
che si porta ben ; tamen non è nulla di novo.
Fo balotà il mandato di le zente d'arme, si paga a le camere, che da marzo in qua non à 'uto da- nari, acció se metino in hordine, bisognando cavalchar in Friul.
Da poi disnar ſo pregadi, da poi vesporo. Et è da saper, che questa matina vene in colegio sier Jacomo Venier, fradelo de sier Alvixe Venier,fo
electo provedador a Corfu, qual domenega rimaxe ordinario dil conseio di X. Disse eri a nona, el ditto
suo fratello è andato a piacer in Friul, sì che non
non sa dove sia. Fo serito a Udene, fazi venir ; tamen, nihil credo .
Fu posto parte per sier Alvixe Zustignan, oficial a le raxon nuove, che li oratori de cætero nostri non possano menar con si più di forzieri 8. Contradisse sier Zuan Marzello, suo collega, dicendo erano
pur tropo puochi ; voria ben limitar, ma non tanto,
di 20 portavano redurli in 8. Rispose sier Alvise
Zustignan altamente, dicendo li nostri vechij non
300 portava tanti cariazi, et suo missier, missier Ber- nardo Zustignan, fo in tante ambasarie , et altri ;
e che li cariazi di l'orator va in Spagna costerà
Et il resto di savij tutti, excepto sier Marco da Molin, savio ai ordeni, messe fosseno tolto ad imprestedo
da' citadini ducati 24 milia, a li qual sia ubligati li tre
depositi, ubligati per il conseio di X, marzo, april e
mazo 1501. Item, siano poste do decime al monte vechio, a pagar in quelli termini seriti in la parte, et sier
Marco da Molin vol tutte tre parte, videlicet impre- stedo, taxa e decime ; con questo, siano iterum per li
X savij tanxadi chi li par, aldendoli da ducati 25 fin
500; non possi quelli son stà taxadi, smenuir, maben acresser, hessendo taxadi etiam quelli sono in li rezimenti . Et andò in renga, primo, sier Piero Capello,
savio a terra ferma, e disse il bisogno di danari, e
il serenissimo principe doveria esser il primo taxado
voluntarie, per dar bon exempio a li altri ; et parlo
su la soa parte. Li rispose sier Constantim di Prioli,
dicendo avia tutto il suo in Levante. Poi parlo il principe, per risponder al Capello, e comemorò esser
anni 14 è in dogado, a di 30 avosto passado compidi, et haver pagà sempre le sue decime e angarie
il primo, e questo anno X decime, paga ducati 300 per il dogado, et ducati 71 per la soa spizilità ; à
disborsa, poi è doxe, ducati 80 milia ; la intra' dil dogado è ducati 3070 de contadi , computà li ducati
1500 di Feltre e Cividal, et altre regalie per zercha
ducati 500 ; et à gran spexa in salarij, più di ducati 340 a l'anno ; in li presenti dà ogni anno, e tutti li
vuol, ducati 500 ; poi il resto in la spexa fa in dogado, in mobele per adornamento dil palazo, e suo
vestir, che ha molte veste d'oro e manti, qual ve
747 MCCCCC, SETTEMBRE. 748
dendoli, li crepa il cuor, non pol portarli, si per le | biasemò le altre opinion, non dicendo nulla dil prinCapello. E questa fu presa, videlicet la meza tansa,
e il doxe sia tanxado.
Fu comandado di questo strectissima credenza,
et dato sacramento per li cai di X a bancho a bancho; tamen tutta la terra l'intese.
Item, fo messo per li avogadori di comun, chiamar il conscio di pregadi per zuoba, venere e sabado, non essendo cosse importante per la terra,
a requisitiom lhoro, soto pena di X ducati, vengino
tutti. Ave 4 balote di no.
malle nuove, come per la sua età ; ne le qual cosse cipe. Andò le parte : 2 non sincere, 2di no, dil cao
à spexo di ducati XI milia, computà li arzenti, qual di 40fo XI, dil Molim 22 ; e queste andó zoso. Dil
non è soi , ma va atorno per tutta la terra. Quando Capello, fo 34; di sier Constantin di Prioli e altri
l' intrò in dogado, li fo prestà li ducati 1000 soliti ; nominadi, 34 ; dil resto di savij, 57. E queste tre
li rese subito ; non dia dar niuna cossa a niun ; non fo rebalotà : una non sincera, 34 dil Prioli, e quevol si compri in credenza, acció da poi la sua mor- sta va zoso; di savij , 68, dil Capello, 69. Et iterum
te non se dimandi; zurò per l'anima soa, non à ❘ andò la parte : 2 non sincere, 71 di savij, 101 dil
danari ; disse non haver ducati 2000 di contadi, et,
volendo, impegnerà li arzenti ; tamen se tansasse, e
si facesse quello volesse, era presto a pagar ; à anni
80, dia viver puocho, si l' avesse, che li faria a pre301 star? ma non ha ; et che non si poteva dar, tansar il dogado per parte presa in gran conseio ; et
cargò il Capello, suo parente, li mostrava mal l'amor,
et che suo padre non feva cussi ; et che quando l'anno passato dimando imprestedo, sier Piero Capello
prestò con gran stete (sic) ducati cento. Quanto a
le parte, disse non voleva dir altro, tutte bisogneria
contra questo turcho, et che al tempo di le faziom,
li soi à pagato più di homeni di questa terra, e suo
avo e suo padre, exceptuando missier Antonio Con- tarini, dal deo. Et sier Constantim di Prioli, disse :
E sier Constantim di Prioli, el vechio, serenissimo
principe. Et soa serenità disse : L'è vero ; et che
caxa soa pagò ducati 80 milia, a ducato per ducato, di faziom a la camera d' imprestedi, che hora | dil bisogno era di haver capi. Et poi andò in renga
val ducati 5 el 100 di cavedal; concludendo, si dovesse far quello pareva, era presto a pagar. Et si
levo, et ussi di pregadi con collora. Era 4 consieri
a la bancha : sier Baldisera Trivixan , sier Zuan
Morexini, sier Piero Contarini e sier Domenego BolJani, manchava il Zen e Trun. Andò in renga sier
Marco da Molin, in favor di la soa opinion, et vedendo il conseio non la sentiva, intrò in la opiniom
di la meza tansa con la soa zonta. Parlò sier Lorenzo di Prioli, e arecordò si scodesse ducati 20
milia di le decime pontificie, che niun è exeptuado
de' monasterij fati exenti a pagar, laudo l'impre- | mostrò come nulla fusse.
Item, fu messo per tutti i savij la parte di contestabeli, fo dil signor Lodovico, siano electi 4, tra
li qual Badino. Et Jo, Marin Sanudo, missi che voleva fusseno, per li executori, fati 200 homeni di le
arte e mestieri, e mandati su l'armada. Andò in
renga sier Lorenzo di Prioli, dicendo non era da fidarsi ; disse l'exempio di Thomaso Schiavo a Negroponte etc. Li rispose sier Polo Pixani, el cavalier,
sier Francesco Bolani. Fo ditto de indusiar.
Ancora fu messo, per tutti i savij, parte, che, 301
acadendo tuor molti navilij, di mandar robe in armada e nave, qualli li patroni voleno precij excessivi, che il nollo sia limitado per sier Marin Zustignam e sier Domenego di Prioli. Ave tutto il conscio. Et, licentiato el pregadi, era hore do e 1/9 di
note.
Adi 9 setembrio. In colegio vene il principe, et
non disse alcuna cossa; ma mandò tutti i danari,
questa matina, di la tansa a li governadori ; et non
stedo et le decime, aricordo pagar li debitori. Et
sier Piero Capello intrò in la meza tansa, con questo, el serenissimo principe sia tanxato per la prima tanxa ducati 300 imprestedo et ducati 50 per | partirsi e andar in synicha' da terra. Et volendo to- si, et cussi per portiom ducati 150 per la mità; et
sic in futurum, quando si ponerà taxe, pagi. Et sier
Marco da Molin intrò in questa con la soa zonta.
Sier Francesco Zane , el cao di 40, vuol la parte
di sier Marco da Molin, con questo : si toglij etiam
ad imprestedo, e quelli presterano siano lecti a gram
conseio. Andò in renga sier Lunardo Loredam, procurator, savio dil conscio; laudo la soa parte, et
Vene sier Francesco Barbaro, sier Nicolò Lippomano e sier Nicolò Salamom, auditori nuovi, quali
crano, per parte presa im pregadi, in hordine per
char la man ai consieri, avanti venisse il principe, et
za tochata quasi a la mità dil colegio, sier Antonio
Trun si levo, dicendo voleva revocharli im pregadi.
E cussi suspese l'andata.
Vene l' orator di Franza, al qual fo comunichato
la letera scrita al pontifice et reliqui, et al re di romani et electori de l'imperio. Item, ditoli era letere
di Franza, si miravegliò lui non havesse ; e ditoli le
749 MCCCCC, SETTEMBRE. 750
302
soe non andò in Franza, dicendo era stà retenute ;
et voleva replichar quella lettera.
Da Roma, di l' orator, sier Polo Capelo, el cavalier, di 4. Come, ricevuto li sumarij di le nove di
Modon, andò dal pontifice, et li comunichò ; el qual
disse : Don Consalvo, capetanio di l'arma' yspana
ne ha mandato a rechieder uno jubileo per l'armada; ge l'avemo dato, e scrito si lievi, ben che a questa horra tenimo sia partito. Poi disse : Aspetemo
risposta di quella illustrissima Signoria, ne lassi di
sponer dil nostro. Scrive un brievo al reverendo
episcopo di Thioli. Item, l'orator neapolitano è li
mal contento ; si dice partirà fin 4 zorni. L' orator
di Franza, licet sij per le cosse dil turcho, ogni di è
col papa ; si dice è per la praticha dil regno di Napoli ; il papa vol zente da soa majestà. Item, colonesi hanno 200 homeni d'arme a li confini, per dubito
de Orssini, li qualli sacomana, et sono intrati in Viterbo, et Vitelozo vede chi ha danari per tuorgeli.
Item, à inteso dal palatino, il papa desidera la Signoria tolgij il ducha im protetione ; et voria la non
se impazasse dil suo. Item, à ricevuto letere zercha
Modon. Item, il papa fa far fanti secretamente per il
ducha di Valentinoys, e dà il jubileo a chi va a
servir.
teso la pessima nova dil perder di Modom, si duol
assai ; tamen ivi è di quelli li piace. Il signor andò eri
fuora, sarà doman ritornato. El cardinal San Piero
in Vincula vien a Modena, poi a Ceton (sic), dove,
venendo, l' anderà a sua visitatione. Item, pisani an- dono versso Livorne, et fiorentini si dice à riconduto el conte Ranuzo dil Farnesio, vol dir di Marzano.
Di Nichosia, di uno Zuam de Aragonia, cavalier, visconte de li. Come, inteso la Signoria nostra
averli concesso tal visconta', ringratia assai, si offerisse ; et è data la letera a dì 29 mazo.
Item, fo balotà el datio di le biave, tolto per Alvixe Anzelieri, za 4 mexi, per lire 23 milia ; et cazete a la pruova.
Da poi disnar, fo conseio di X con zonta di colegio e di danari ; e fo fato la ubligatiom a quelli pagerano la 1/s tansa, come ſo preso.
Copia di letere scrite al summo pontifice, notifican- doli la perdeda di Modom , e ajuti la cristianità.
Summo pontifici.
Vellemus, beatissime pater, in vanum prævidisse
jampridem prædixisseque id quod nunc evenit, ac
eventurum expectari potest, de christianorum periDa Napoli, di sier Francesco Morexini, doctor,
orator, di 29 avosto. Come di l'armata 0 sa ; solum
dil bragantin, spazo per Roma a tuor un jubileo, ❘ culis adeo certis et proximis, ut jam jam videri et tangi possint. Fractum est ac dissipatum antemurale illud, quod infidelium rabiem a christianis cervicibus
avertebat, quod Italiam ipsam ab eorum impetu tutam securamque reddebat. Ictibus et vulneribus
nostris proteximus hactenus cæteros, et illæsos ac
inoffensos servavimus; diximusque semper ac protestati fuimus coram Deo et hominibus, esse impares vires nostras tanto ponderi sustinendo. Non est
stima sia partita. Il re manda uno suo per conzar le
cosse di colonesi e Orssini, e par il papa habi ditto
a l'orator yspano e napolitan, la morte di don Alfonxo è stà perchè volea amazar il ducha ; tamen
vol esser amico dil re Fedrico, e voria investisse, re
Fedrico preditto, dom Rodorico, fiol di don Alfonxo
morto, dil principato di Salerno. Eri il re li disse, la
perdeda di Modom l'à auta per via di Leze ; tamen
lui orator à letere dil provedador di Otranto, dice | habita fides verbis nostris : quod vero subsidii fue- ancora si teniva. Item, a di 26, è partito uno orator di quel re, va in Spagna con do galie, nominato domino ....
rit in tanta re nobis collatum, quis non intelligit no- bis quidem prima facie et apparenter, sed revera toli christianæ labanti reipublicæ potius quam nobis ipsis.
numquam jure poterimus accusari. Expugnatum
est Mothonum, viris omnibus illis fortissimis ad
unum trucidatis, præter eos dumtaxat qui sese ac
Di Rimano, dil secretario, di 6. Come el signor | Fecimus quidquid omnino facere potuimus, ob quod
à pur la febre ; madona, il signor Carlo, terzana ; e
domino Renaldo, dopia terzana. Si fortificha meglio
pol in la terra, ma bisogna gran spie, e pone le guardie; ma li odij oculti è assa' ; l' ha consigliato a pro- | suos, ut a fædissima hostium servitute subtraherent,
vedervi ; si che solum Dio e la Signoria nostra lo
pol ajutar.
Di Urbim, di sier Marin Zorzi, doctor, orator.
Come il ducha li vene contra, lo honorò assai ; dice
stava bene, e non à mal.
Da Ferara, dil vicedomino, di 7. Chome à incum uxoribus et liberis, in propriis domibus sponte concremarunt. Lachrimabile horrendumque spectaculum ! Diem memorabilem et luctuosam ! Quæ post
se trahit tantas strages, incendia et pericula, ut ipsis etiam hostibus mærorem et satietatem sint paritura, si modo satietas in tanta siti christiani sanguinis
751 752 MCCCCC, SETTEMBRE.
est expectanda. Successum miserandum ejusmodi
expugnationis, ab inserto summario inspicere polerit beatitudo vestra. Quid vero successurum timeri
debeat, cogitent ii et judicent, quibus inest aliqua
prudentia et rerum humanarum usus. Res hæc eo
deducta est, ut nedum difficillimum, sed pene impossibile videatur, tam proximum incendium extinSerenissimum dominum regem Portugalliæ .
Serenissimumdominum regem Neapolis.
Illustrissimumdominum ArchiducemBurgundiæ.
Dominos electores imperij .
Die 5 septembris in rogatis : 183, 3, 0.
Copia di do brievi, uno dil jubileo, l'altro di la ri- 303
sposta fata per el pontifice al capetanio di l' arma' yspana.
Alexander papa VI.
Universis christifidelibus præsentes litteras inspeturis salutem et apostolicam benedictionem.
302 guere aut evitare. Non distulit rabidus hostis dissimulare aliquamdiu desiderium suum invadendæ Italiæ, ut gradatim postmodum ad occupandas alias
provincias et christiana regna descendat. In ipsa fere
expugnatione Mothoni, ut ex summario intueri licet,
accingitur ad mittendam classem et copias suas
Brundusium ; quo cum trajecerit, ut minimo opere
et minori spatio temporis potest efficere, quid regnum neapolitanum, quid ipsa Roma, quid reliqua
Italia factura vel potius passura sit, quid denique
universa christiana religio visura, liquido constat.
Non jam amplius in finibus Thraciæ, Greciæ aut
Epyri, sed in visceribus Italiæ et circa Beati Petri
aras, proh dolor ! gerendum est bellum et cum sævissimis hostibus dimicandum. Est hoc adeo perspicuum omnibus ac manifestum, ut probatione non
egeat, et utinam non comprobetur experimento ! | stini Barbadico ducis et Dominii Venetiarum adver- Unum certe negari non potest: esse Italiam, quod sus perfidos turcas, Christi nominis acerrimos hodolenter dicimus, in ipso actu ruinæ suæ certissime | stes, maximam classem, nec minorem terrestrem
constitutam . Avertit oculos suos Dominus Deus no- exercitum, contra diversa loca maritima ducis et Doster, et cum inimicis suis ulciscitur peccata nostra. | minii prædictorum habentes et obsessa tenentes,
Cum carissimi in Christo filii nostri, Ferdinandus
rex et Helisabeth regina Yspaniarum, catholici, pro
sua pia et singulari in rempublicam christianam de-
❘votione, nostris quoque exhortationibus et requisitionibus, more catholicorum regum et principum, et
qui semper ad infidelium aliorum barbarorum nationum depressionem et expugnationem pro viribus
intendere conantur, classem munitissimam in subsidium dilectorum filiorum nobilium virorum AuguNe memineris, Domine, iniquitatum populi tui, ne sine ulla prorsus dilatione destinaverint, dilecto fiquando dicant gentes : ubi est Deus eorum ? Non no- lio nobili viro Gundisalvo Fernandi de Corduba,
bis, Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam! dictæ classis yspanæ capitaneo generali designato,
Visum est pertinere officio nostro, hisce nostris litte . nos ut christifideles adversus ipsos perfidos turcas
ris sanctitatem vestram, quæ est universalis christia- ❘ in dicta classe yspana militantes, pro quorum salute
norum omnium protector et parens, de imminenti
corum discrimine reddere certiorem, ut semetipsam
et reliquos christianos reges, principes et potentatus
excitet, moveat et impellat, ad eas immediatas provisiones et remedia, quæ conveniant et sint proportionata ac æquivalentia ad tutelam et propugnationem nominis christiani.
legium.
Similes, mutatis mutandis, ad
salvator noster Jesus Christus in ara crucis immolari
non abnuit, eo promptius ad opus defensionis hujumodi contra ipsos turcas, qui salvatoris nostri nomen blasphemant, templa et altaria sua diruunt, sacra polluunt et legem suam fidemque orthodoxam perdere conantur, se personasque suas ad hanc sanctam et communem atque pernecessariam expeditionem celeriter accingant, ac, posthabitis omnibus
periculis , promptos et ferventes exhibeant , quo
Reverendissimorum dominorum cardinalium col- | exinde eorum non solum temporali periculo, in quo
universi christiani sunt constituti, occurrere, injurias
Christi nostri ac christianis ipsis illatas, ut, juxta divinæ et humanæ legis mandata, tenentur, ulcisci, sed
amplissima commoda pro suarum salute animarum
cognoverint adipisci, et eis, pro tam salubri bono,
paradisi portas ad æternam gloriam cum sanctis
Serenissimum dominum regem romanorum.
Serenissimum dominum regem francorum.
Serenissimos dominos reges Hispaniæ.
Serenissimum dominum regem Hungariæ.
Serenissimum dominum regem Poloniæ.
Serenissimum dominum regem Angliæ et Sco- | apostolis et gloriosis martyribus reserari confisi,
cia2. omnipotentis Dei misericordia ac beatorum Petri et
753 754 MCCCCC, SETTEMBRE.
carum depressione consequi posse.
Data Romæ, apud Sanctum Petrum, die ultimo augusti 1500, anno nono.
A tergo : Dilecto filio nobili viro Gundisalvo
Fernandi de Corduba, capitaneo classis maritimæ
yspanæ.
Pauli apostolorum ejus auctoritate, de apostolicæ | tatione fidei catholicæ et ipsorum perfidorum turpotestatis plenitudine, nobis cælitus tradita, tibi et
omnibus ac singulis utriusque sexus christifidelibus,
in dicta classe hispana existentibus, quacumque die,
qua contra ipsos perfidos turcas pugnaveritis, aut
locis et terris eorumdem venetorum et aliorum christianorum ab ipsis perfidis tarcis obsessis subsidium præstiteritis, quinquies orationem dominicam
et totiens salutationem angelicam genibus flexis devota mente dicentibus, et qui in dicta classe existentes, post eorum a civitate Messanense discessum, donec ad terras et loca prædicta obsessa applicaverint,
forsan decedentibus, plenissimam omnium peccato- cussi .....
rum suorum remissionem et indulgentiam, qualis
per nos et prædecessores nostros romanos pontifices visitantibus basilicas et ecclesias almæ Urbis et
303 extra cam ad id deputatas, hoc sacro jubilæi anno
centesimo concessa fuit, ipsumque jubilæum auctoritate apostolica tenore præsentium concedimus pariter et elargimur, ipsisque in Domino benedicimus,
non obstantibus constitutionibus et ordinationibus
apostolicis, cæterisque contrariis quibuscumque.
Data Romæ apud sanctum Petrum, die ultimo
augusti 1500, anno nono.
Alexander papa VI.
Adi Xsetembrio. In colegio vene domino Bortolo Suzino, senese, doctor excellentissimo in leze,
leze a Padoa con fiorini 1300 a l'anno, dimandando
licentia; et fo exortato per el principe a star, e
Vene l'orator dil papa, episcopo tiburtino, e mostrò un brieve li scrive il pontifice, comemorando
quello à fato a la Signoria et è per far in materia
di turchi ; à concesso il jubileo a l'arma' yspana,
come par per li brevi, et scritoli di novo, vadi in
nostro ajuto ; per tanto prega la Signoria voglij compiacerlo di levar la protetione di Rimano et Faenza,
e lassi disponer a soa santità di le cosse di la Chiesia. Et sopra questo, poi fato lezer il brieve, disse
esso orator assa' parole, et scaldossi alquanto ; dicendo questo sarà causa forssi di mal et il papa si
potrà doler per tutto, justificandosi etc. , dicendo :
Eyo non possum sufferre amplius.
Dilecte fili , salutem etc.
Accepimus litteras tuas, quibus singularem animi tui promptitudinem, te cum classe carissimorum
in Christo filiorum nostrorum Fernandi regis et Ilelisabeth reginæ Hispaniarum catholicorum, cui capitaneus generalis præfectus existis, sine ulla dilatione | Venier, usi a tuor dacij . qualli tra lhoro voleno soVene li governadori de l'intrade per el dazio dil 304
vin, qual era a ducati 59 milia et 900, per sier Sabastiam Loredanı, quondam sier Fantin, e parlato di
tenirlo per la Signoria, atento era fata maona, e
darlo a do, i qual è sier Alvixe Boldu e sier Alvixe
lum ducati 400 di provision, che al daziel si suol dar.
Or fo varie opinion, nihil conclusum; e tuttavia il
dazio è per San Marco.
Vene sier Piero Marzello, cognonominato Male
Fin, dolendossi di piovegi l'à condanà ducati 1 ...
per usurer, intervenendo li Perduzi, de li qual, 400 sia per armar galie di la Signoria nostra, unde vol andar a la quarantia, voria li avochati fiscali ; terminato non li possi haver.
adversus perfidos turcas , Christi nominis acerrimos hostes, juxta desiderium nostrum, conferendi
intelleximus ; quo fit ut non possimus nisi plurimum in Domino tantam animi promptitudinem commendare, facis enim ut semper speravimus. Et quia agi- tur nunc de summa rerum, in subsidio terris venetorum ab ipsis perfidis turcis obsessis sine ulteriori mora præstando, hortamur te denuo maiorem in
modum, licet superfluum esse sciamus, ut statim te
cum dicta classe accingas, et ad inveniendum classem venetorum te conferas, et ita strenue et intrepide te gerere studeas, ut divina sanctitate, clementia, tuis studio et diligentia victoriam reportare possimus. Et ut libentius tecum in dicta classe venien | merchadantia.
tes pugnare possint, tibi et eis jubilæum in ampla
forma prout nobis supplicasti concessimus, et in
Domino benediximus, quemadmodum pro breve his
alligatum videbis. Sis igitur cum tua societate bono
animo, quum speramus optatam victoriam cum exal
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
Noto, fo dà licentia per colegio a la nave, patron sier Alvise di Zuane di sier Pollo Malipiero e
fradelli, va in Cypro, acciò notifichi in Soria la venuta di le galie di viazi, che sarà gran ben per la
Di Curavazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador, di 3. Come à restituito Brignan e Pagazam a li noncij di domino Francesco Bernardin
Visconte, e tutto il suo, justa i mandati ; e cussi a
quel domino Hironimo da Melze etc.
48
755 MCCCCC, SETTEMBRE. 756
Da Gradischa, di sier Piero Marzello, proveda- | Quella dil Pixani fè un fio in dormitorio; quella
dor zeneral, di 8. Zercha stratioti, risponde esserne
venuti alcuni li , forssi 150, a piedi, venuti di Mantoa
e altrove. Item, li provisionati di domino Lazaro
Grasso fuzivano, si per non haver danari, come per
intender di qui si fa fanti.
dil Querini era graveda, stava a caxa di esso Querini. Item, questi batevano monache etc. , le mena- vano fuori . Or messeno parte, prima contra li altri, 304
excepto il Morexini, per potersi impazar il collega,
di retenirli , colegiarli etc.; aliter , in termine di
zorni 8 chiamarli. Ave 5 non sincere, 3 di no, 161 di la parte. Poi fo messo per il Lion solo, avogauna di no, 159 de sì.
Da Bologna, dil conte Nicolò Rangon e Juliano
di Medici, a Piero di Bibiena. Che lo avisa, come hanno nova esser venuti dal cardinal Sam Piero in | dor, di sier Thoma Morexini. Ave 4 non sincere,
Vincula a Lucha do oratori pisani , a dirli sono quasi
in acordo con fiorentini, con questi pati : fiorentini li danno le lhoro forteze, excepto Livorne, e non mandano zente d'arme ad alozarvi, non se impa- zano in le forteze, e solum pisani li dà a l'anno ducati X ınilia, et fiorentini mandano a Pisa uno capetanio con 4 fameglij per un segno, et pisani sono più contenti far cussi, cha con il re di Franza; unde | consier, e li savij dil conseio e di terra ferma, mes- el cardinal à spazà a Pisa con colora, e in Franza.
Et Piero di Bibiena scrisse un boletin poi, missier
Jacomo da Nolla, secretario dil conte di Pitiano, era
amalato di febre, pregava fusse balotà il mandato
suo; et cussi fu balota. Si paga a Padoa.
DiRoverè, di sier Mafio Michiel, podesti. Zercha quelle fabriche andavano driedo, et mandoe una
letera scrita per uno di Praxenon, ch'è cugnato dil
conte Antonio da Gresata (?) . Li scrive, el re di romani esser stato a la dieta a Uspurch, e non vien
questo anno a Roma; à mandà tre oratori al roy a
dimandar il paexe di Partemon, et il ducato di Milam. Item, sono stà electi al governo 16, videlicet 4
per li principi , 4 per i prelati, 4 per il re, et 4 per le
cavalarie etc.
In questa matina fo balota il credito di sier Fran- cesco Capello, el cavalier, stato provedador a Rimano, da esser scontà nel debito ha con la Signoria
nostra.
Fu messo parte per sier Antonio Trum, el consier, limitar li danari di le spexe di li oratori, videlicet a quelli anderano in Italia, ducati 100 al mexe,
in spexe ordinarie et extraordinarie, e non mostri conto ; e a quelli vano fuora de Italia, ducati 120 al
mexe, senza li corieri. Et sier Piero Contarini, el
se, et intrò in la dita opiniom. Ave 23 di no, 155 di
la parte.
Item, posto per li savij, atento il dacio dil vin,
non habi trovato il dover di afitarlo, che 'l sia dà
libertà al colegio, a bosoli e balote, darlo a governar
a quelle persone li parerà. Et sier Antonio Trun, el
consier, messe, che 'l vuol parte con questo, niun
zenthilomo se possi impazar in dacij, tuor carati, esser piezi etc., soto gravissime pene. Andò le parte :
6 non sincere, 57 di no, 52 dil Trum, 57 di savij ;
nihil captum. Iterum : 5 non sincere, 54 dil Trum,
59 di savij, 105 di no. E fu preso di no.
Item, fu postoper li ditti, che li patroni di le galie debbi aver, per tuttodomenega, haver fato quanto sono expediti, sub pæna di perder il gropo, qual
sia di la Signoria nostra, e luni sia incantà a lhoro danno, e niun possi tuorle per suo nome, sotto pe- na etc. Et Jo andai in renga, dicendo non bisognava
più parte, o vero avevano obedito, o no ; e missi
fusse doman reincantà a suo danno, e il gropo fusse di la Signoria, per il danno si averà de l'incanto etc.
Et sier Antonio Trum, el consier, intrò in la mia
opinion. Et sier Lunardo Grimani, savio a lera ferma, andò in renga per la sua parte. Ando le parte :
52 fo la mia, 105 di savij. E questa fu presa.
Dapoi disnar fo pregadi, et, leto le letere, sier Hironimo Lion, el cavalier, avogador di comun, cazadi li parenti de li sotto scriti, et di le munege nominate, et quelli nou metevano ballota, et poi comenzó : Conturbatum est etc. Et fece una bellissima
renga, con gran exclamatiom et auctorità ; et menoe
sier 'Thomà Morexini, quondam sier Piero, con suor Item, fu posto per sier Antonio Trum, el con- Andriana di Mezo ; sier Alvise Zustignan, quondam ❘ sier, hessendo prima cazado li papalista, di rispon- sier Unfre' , con suor Paula Michiel ; sier Francesco | der a lo episcopo tiburtino, orator dil pontifice, pre- Querini da le malvasie, con suor Marieta di Mezo; garlo non voglij adesso instar di Rimano et Faenza,
e sier Almorò Pixani , con suor Panthasilea Per- per le raxon ditteli ; e, pur volendo, nui non li semo marin, monache professe di San Arian ; et fè lezer per obstar, et che sia levato il nostro secretario di il processo et la testification di madona Rezina, ab- Rimano. Sier Constantim di Prioli, savio dil conscio,
batessa, di madona Laura Badoer, e una Pampano, sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, sier Mar- come questi fevano cosse inormissime et nefande. co da Molin e sier Antonio Venier, savij ai ordeni,
757 MCCCCC, SETTEMBRE. 758
305
messeno de indusiar. E li altri savij messeno, rispon- | letera consueta per il signor, di 200 mastelli di vin ,
derli , pregando non volesse, perchè non semo di
manchar di la fede nostra. Jo nulla vulssi metter. Et
fo leto una poliza scrita per l'orator di Frauza ozi
al principe, exortava si compiacesse il pontifice etc.
Sier Lucha Zen, el consier, parlò contra la parte dil
Trum, e fo longo, dicendo di la fede nostra, alegò
auctorità et de academici, che solum afirmava : se nihil scire. Poi disse : Quod ratio nequit, sæpe sanavit
mora. Laudò l' indusia, fino si sapesse la risposta di
la nuova scrita a Roma dil perder di Modom. Et
sier Antonio Trum andò per responderli ; fu, l'hora
tarda, rimesso.
Fo leto una letera di sier Antonio Arimondo, soracomito di galia grossa, data a presso il Zante.
Scrive come havea armado quella galia per mità col
Polani, qual non haveva dà la so inità fuora ; pregava fusse tenuto tanto di terzi di dacij.
Noto, in questo zorno parti sier Francesco Barbaro, sier Nicolò Lipomano et sier Nicolò Salamon,
auditori nuovi, e andono in synicha' da terra ferma,
principiando da Padoa.
AdiXIseptembrio. In colegio non fu il principe. Vene sier Marcho Venier et sier Jacomo, fradeli
di sier Alvixe, rimasto provedador a Corfù, qual non
è in questa terra, volendo che per la Signoria fusse
terminà quel scurtinio andasse zoso : prima, per esser
rimasto dil conseio X, si puol excusar, come fece|
sier Lucha Zen, orator a Napoli, et sier Domenego
Bolani, provedador in veronese, quali erano rimasti |
consieri ; item, per la parte che è stà eror nel scurtinio, et non si trova juste le balote. Unde per tutti
li consieri fo terminato, fusse ben romaso, e non si potesse scusar. Et volendo lhoro tal termination
fusse messa in scriptis, per potersi doler a li avogadori, accidit quello dirò di soto.
manda a tuor in Friul ; la qual fo fata. Et fo per
sier Baldisera Trivixan, consier, vice doxe, ringratiato il suo signor dil bon voler.
Et per colegio fo examinato alcuni contestabeli ;
prima expedito quel Sabastian da Veniexia, va a far
150 fanti per Cataro. Item, ozi tre contestabeli, Zanom da Colorgno, fanti 250 ; Matio di Zara, 150 ;
Marco Coppo , 150 ; videlicet page da guazo per
mandar in Levante ; e poi fo revochato l'hordine,
et reduto a provisionati, come dirò.
Intrò il colegio di le biave, per causa mandar
danari a Trani per formenti, perchè l'è neccessario
farne provisiom, et etiam di Sicilia.
In questa matina parti sier Domenego Pixani,
va orator in Spagna, licet fenzesse fusse partito eri ;
va per terra, e scrisse da Padoa.
Èda saper, ozi li tre auditori, deputati sopra le
diferentie dil bancho di Garzoni, videlicet sier Francesco Marzello, sier Zorzi Loredam et sier Hironimo Marim, da poi molte audientie, terminono, li heriedi fo di sier Nicolò Bernardo esser compresi ne
la ditta di banco di Garzoni, excepto sier Picro Bernardo, qual si cavò ſuori etc.
Da poi disnar ſo pregadi. Non vene il principe ;
non fu letere, solum di Raspo, di sier Ulivier Contarini , di ultimo. Come à aviso in Bossina esser reduti turchi X milia ; à mandato a inquerir.
Fu messo parte per sier Zuan Morexini, sier
Piero Contarini e sier Domenego Bolani, consieri, li
savij dil conseio e li savij di terra ferma, excepto sier
Lunardo Grimani, non s'intendi sier Francesco Foschari, el cavalier, e li altri electi, compresi in la
parte di eri. E sier Antonio Trun, el consier, messe
a presso la parte, che de cætero non si possi revochar la parte di eri, si non per parte messa per 6
consieri, 3 cai di 40, e tutti dil colegio etc. , exeptuancreation di papa o altri signori. Andò in renga ,
excusandosi, sier Francesco Foscari, el cavalier, e ſè
Vene sier Francesco Foscari, el cavalier, va orator in Franza, dolendosi di la parte posta erri di ❘ do perho li oratori anderano a congratulation di
oratori, e lui non è stà fato con questa condition,
et voleva più presto refudar, cha andar a spender
dil suo. Et parse a parte dil colegio, ozi im pregadi ❘ conto di la spexa, non si potea star. Rispose sier
meter la parte non fusse compreso.
Vene domino Bortolo Suzino, doctor, da Liesna
(sic),dimandando licentia non poteva più lezer, o vero
potesse meter un sustituto, e lui lezer quando li pa- resse. Et fo consultato darli più presto grata licentia.
Vene l' orator di Ferara, dolendossi da parte dil
suo signor di la perdeda di Modon, et che lui non
pol dar ajuto, ma pregera Dio metti in cuor ali
potentati , ajuti la Signoria nostra, et sarà ben etiam
di la christianità. Poi dimandò la renovation, una
Lunardo Grimani. Poi iterum sier Francesco Foscari. Rispose sier Francesco Trun, cao di X. Demum, sier Zuan Trivixan, dicendo era tempo di parlar di le cosse di mar; e cargo il colegio. Li rispose
sier Piero Balbi, savio dil conseio, in excusation dil
colegio. Ando le parte : una non sincera, 4 di no, di sier Antonio Trun 32, dil Grimani, qual messe star
su quel è preso, 52, di consieri e savij 56. Iterum
andò le parte : 67 dil Grimani, 73 di consieri. Et
questa fu presa.
759 MCCCCC, SETTEMBRE. 760
305
Poi sier Antonio Trun, el consier, messe el suo
scontro, daspersi ; et senza altra disputation ave 3
non sincere, 64 di no, 77 de sì. E fu presa.
cho di quelle do di viazi ; et, bisognando, incambij
con le mior galie sono in armada. Ave tutto il conseio.
Et fo comanda streta credenza, la diliberation
di Roma, e dato sacramento per li cai di X. Era
hore 3 di note, quando venimo zoso.
tion e conduta dil ducha, e farlo in numero gente
patricia, per dispor meglio il papa a esser ferventissimo a le cosse christiane. Ditto, si vederà.
Vene l'orator di Franza ; comunichatoli, ut supra,
laudò assai, dicendo il pontifice è satisfato ; pregò
si scrivesse in Franza.
Et per mio aricordo ſo scrito per colegio una
optima letera al zeneral, di le provision si fa, e di la
diliberation di fortifichar il Zante ; et una al provedador Marzello, dil Zante, di la election sua ; et una
a Corfù, confortando quel rezimento, non li semo
Item, fu messo per tutti i savij la parte di ta- xadi, per le tanxe prime restino pagar, datoli termi- ne zorni 20 a pagar, aliter pagi con pena ; e li sia
restituito in l' ultima. Item, che li X savij deputati a Adi 12 septembrio. In colegio non vene il prin- tansar si redugi ogni zorno, sia apontadi etc. Ave 12 | cipe. Vene l' orator dil papa, al qual li fo fato lezer di no, 124 di sì. Et fu presa. la risposta nostra do volte. Li piaque assai ; rinItem, fo cazadi li papalista, e messo per sier gratiò la Signoria; dimandò la copia. Li fo ditto se Domenego Bolani e sier Antonio Trun, consieri, sier | manderia a l'orator nostro. Poi disse di la prote- Marco Bolani, sier Andrea Cabriel, savij dil conseio,
sier Polo Pixani, el cavalier, savio a terra ferma,
et sier Marin Sanudo, savio ai ordeni, risponder a
lo episcopo di Tioli, orator dil papa, pregar soa santità voglij desister per questo pocho termine di Rimano e Faenza ; tamen, volendo, nui non li semo
per obstar. A l'incontro sier Constantin di Prioli ,
savio dil conseio, sier Picro Duodo, sier Lunardo
Grimani, sier Piero Capello et sier Zorzi Emo, de
indusiar fino si habi la risposta di haver inteso di
Modon. Sier Lunardo Loredan, procurator, et sier
Piero Balbi, savij dil conseio, dirli quasi la nega- | per manchar; el una a Brandizo, in eadem materia ;
tiva, per non macular la fede ; prometendoli, compito le ferme lhoro, non se impazar, nè più tuor li ditti signori in la protetione. El primo parlò sier capetanio, di 20. Come à recevuto li formenti et Polo Pixani, el cavalier, e ben. Rispose sier Con- partesane, et quelle partide tra li nobeli et patrimo- stantin di Prioli, per la indusia. Poi sier Lunardo ❘niali polizani ; tra li qual è venuto discensione, si Loredam, procurator. Demum, sier Antonio Trun. | che aricorda , per sedarli , se li manda altre 100 Poi sier Nicolò Michiel, dotor, dicendo non si dovea
manchar di fede. Poi andò sier Domenego Bolani,
el consier, e mostrò dijure non si era obligati defenderli, per esser vasali dil papa, et non dice in li capitoli la protetion contra quoscumque, etiam di- gnitate suprema. Li rispose sier Francesco Trun,
cao dil conseio di X. Ando le parte : 12 non sincere, 3 di no , di sier Lunardo Loredan 26, de
l'indusia 29, di consieri 67. Iterum andò : 7 non
sincere, 48 di l' indusia, et 74 di consieri. Et fo preso la risposta come è scrito di sopra.
e fono expedite le letere.
Da Spalato, di sier Piero Trivixam, conte et 306
partesane.
Da Bergamo, di sier Stefano Contarini, podesti,
e sier Francesco Bixadona, capetanio, in risposta.
Come farà 400 provisiani, e starano preparati .
Di Cremona, di proveditori. Si doleno di la nova
di la perdita di Modom. Risponde si troveria assa'
fanti de li, ma vorebono danari ; et quanto a li contestabeli, dice di quel Manara, homo valentissimo,
tenuto in rocha senza colpa, et Morgante lo mandono a Bergamo, et ivi è uno chiamato Abramin.
Da Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador, in risposta. Di fanti, come se ne troveria pur de li intorno ; le qual tute letere ſo lete im
pregadi.
Item, fo posto, per li ditti messeno la risposta,
di licentiar il nostro secretario è a Rimano. Sier Antonio Venier, savio ai ordeni, messe de indusiar : 4
non sincere, di no 0, 60 di l'indusia, et 61 la no- Da Pisa, vene una letera di quelli signori. Distra. Iterum : 2 non sincere, 53 la nostra, 75 di l'in- | mandano ajuto. La copia di la qual sarà qui sotto
dusia. posta ; e nulla fo risposto.
Item, fo posto per tutti li savij, scriver al capetanio zeneral da mar, come opinion nostra è di navegar ; havemo fato meter le 4 galie di viazi è qui,
per tanto fazi reveder quelle sono in arma' di viazi ,
si è in hordine etc.. et mandi do a la Vajusa, in loCopia de una letera scrita per pisani
a la Signoria nostra.
Serenissime ac illustrissime princeps et domine.
761 762 MCCCCC, SETTEMBRE.
306
domine uti pater observande, humili commendatione | Alvixe Venier, electo provedador a Corfù, come è
præmissa. stà fato in altri. Et fè lezer la parte. Ave 3 non sincere, 47 di sì, et 97 di no. E fu preso di no.
Item, fu posto per el ditto, di expedir domino
Piero Antonio Bataia, olim castelam dil castel Santa di Cremona, et che li sia confirmato tutti li
capitoli promessi per il proveditor nostro. A l'incontro sier Domenego Bolani, li savij dil conseio e
Si come in ogni nostro infortunio siamo presti
ricorere a vostra serenità, come a nostro precipuo
refugio, così judicharemo posser essere ripresi da
quella di negligentia et ingratitudine, quando de
ogni nostro felice successo con vostra sublimità non
ci congratulasimo, tenendo maxime ogni nostro essere da quella esser proceduto, ancho che alquanto | savij di terra ferma, excepto sier Lunardo Grimani,
siamo retardati, sperando di magiore haverà con messeno darli in recoropensation de tanti capitoli, le
vostra celsitudine a gloriare. Et questo si è , che infrascrite cosse : primo, la possessiom di Castel
di po' la partita dello exercito francese de li lochi qui | Liom, possessa per lui za anni 20, come la possedevicini, inviamo il nostro ben che pocho ma valido va. Item, la possession di Corte, dà de intrada duexercito a Ripa Fracta, a dì 15 dil passato ; et il di cati 3500, sia messa a la camera di Cremona, e sia
sequente, a l'alba, si incominciò a batere le mura con ubligà dar ducati 1200 ogni anno a ditto castelam ,
le artigliarie, et a hore quindeci, con schalamento soi heriedi e successori ; et la ditta possession sia
et per forza, per virtù delle nostre gente devenne ❘ubligata a questo ; dil resto de l'intrade siano pagati
in nostro potere, ancho che drento vi fusse dui co- li fanti e custodi, sotto la pena di furanti ; non si
nestabeli, con 50 compagni. Da poi, a dì 18, inanti spendi in altro. Item, li sia dato la caxa, fo dil sidi, ponemo campo al bastion di Val di Serchio, ben gnor Ruberto a San Vido, con tute habentie, come
munito di victualie, con 4 pezi di artigliarie grosse ditto signor la possedeva. Item, Montorio con le
et munitione, et di 80 compagni ; et a hore 14, pre- possession, come etiam el ditto signor possedeva.
parata di già la bataglia per li nostri, et apogiate le Item, lui, il padre, domino Michiel, fradelli e successchale, ci si diè con salvamento de le persone. Sa- sori , siano fati zenthilomeni nostri dil nostro mazor
remo proceduti ad altra impresa, ma la penuria conseio, e ditto capitolo non se intendi preso, si 'l
troppo ci agrava; expectiamo il felice exito di vostra non sarà preso in gran conscio. Item, li sia dato liserenità di le cosse turchesche, non altramente che centia di portar arme con 8 o ver X compagni. Item,
il fine di tante nostre fatiche, perchè ci rendiamo li sia dato di conduta 200 cavali etc. Parló primo
certi, si chome per il passato, per lo avenire vostra | sier Lunardo Grimani ; cargò il colegio, e messe vo- sublimità, et questo almo senato, per la sua innata
bontà et clementia, non ci habi a manchare. Et al
presente quella pregamo et exoriamo, si degni a nostra complacentia scrivere a la christianissima regia
majestà, in recomandatione delle cosse nostre ; el
a presso quella ci voglij prestare quelli auxilij et favori, quale ricercha la nostra bona obsequentia et
fede havemo in vostra mansuetudine, alla quale ci
offerimo et recomandiamo. Quce bene valeat.
Ecpalatio nostro, die 3.º septembris, 1500.
La subscrition : Obsequentissimi filii, antiani et
vexillifer justitice populi et communis Pisarum.
Etdi soto :
|
|
ler li capitoli, exepto di ducati 1200, darli balestrieri
a cavalo 100, et ducati 300 di provision a l'anno.
Andò in renga sier Alvise da Molin, fo savio dil
conscio, dicendo era da proveder a Corfù, e non a
queste parte. Or li fo manda a dir parlasse su la
parte, per li cai di X, et vene zoso. Parlò sier Antonio Trum. per la soa opinion, dicendo era honor di la Signoria expedirlo, o a una via o a l'altra. Demum
parlò sier Lunardo Loredan, procurator, con colora, contra il Grimani. Andò le parte : 5 fo non sincere, una di no, dil Trun 11, dil Grimani 36, di savij 105. È presa. Et fo comandato di questo, e le
disputation fate, gran credenze.
Item, fu posto per li consieri, dar ogni di di queP. DE APOSTOLIS. sta altra setimana, da luni in là, il conseio di pregadi
a li avogadori di comun, per menar munegini. Sier
Antonio Trun, el consier, messe prima fusse expedito il Canal, pendeva per li syndici, poi dato a li
avogadori. Il Trun ave 50, eli consieri 90. E fu
presa:
La mansion : Serenissimo ac invictissimo principi et domino, domino Augustino Barbadico, Venetiarum duci, domino et uti patri observando.
Da poi disnar fo pregadi. Et fo posto per sier Item, fu posto per tutti li savij la comission di
Antonio Trum, el consier, di acetar la scusa a sier sier Domenego Pixani, va orator in Spagna, passi
763 MCCCCC, SETTEMBRE. 764
307
scriptis l'ordine a le galie grosse, sotil et la nave,
non si moveno di le sue poste. Item, mandò la galia
per Milan. Zonto sia a la corte, si doglij con il re e
raina di la morte dil principe ; tutavia, si li piacerà,
consegliandossi con maistro Diego; poi diga l'amor | tragurina a la Zimera, per saper di novo ; dice à innostro e benivolentia a soe catholiche majestà. Item,
li pericoli di la christianità, e primo dil stato nostro,
ch'è l'antemural; ringratia di l'armada soa ofertane per il capetanio, pregando la lassi invernar in
Sicilia ; et debbi visitar don Henrico de Aragonia,
infante di Valenza, ringratiarlo la bona compagnia fa a' nostri merchadanti. E dita comission ave niuna
non sinciera, niuna di no, el resto di la parte. Et nota,
nulla mentione fu facta di Portogallo, di mandar
Creticho o no.
Item, fu posto per tutti li savij la parte di le robe di la Romania bassa, sono in doana, li merchadanti le possino trar, pagando de contadi ; e li danari siano posti in la procuratia. Ave tutto il conseio.
❘
|
teso da alcuni esser stà comanda per il signor, si fazi
legnami per far zatre su la bocha per ingrossar l'aqua, con artilarie sopra ; e di la venuta di Camalli
risonava la nova, et par che udisse uno di soi parlar
a doy villani turchi di la Vajusa, doveano venir li ,
dubitavano non vengino a sachizarli, e questo perchè il sanzacho non voleva pagarli. Conclude, l' armada
non potrà ussir, et l' altro eri tè trar il basilisco, et
amazó 8 christiani lavoravano, et li spaurino, pur
sono ritornati al lavor, e a la guardia. Dice esso capetanio non è mai per partirssi, si non vede Camal- lì etc. À scrito a Brandizo, confortandoli non dubili,
non li è per manchar ; quali erano spauriti.
Di Puola, di sier Marco Navaier, conte, di primo. Come la nave di sier Sabastiam Marzello è li
Item, fu posto, per li savij dil conseio et di terra im porto, in iminente pericolo di naufragio, per esser
ferma, una parte, li debitori, dil 14 z. (zugno?) in mal conditionata de homeni e armizi, adeo in li zoravanti, di le 30 et 40 per cento, debino pagar un ni passati fo un gran syrocho forzevole, la note rupe
terzo de præsenti, et siano depenadi da palazo, et in- | le gomene, e le ancore sono in aqua, e li armizi di
trando in niun officio, debano pagar tutta la quantità.
Sier Zuan Trivixan, provedador sora i oficij, quondam sier Zacharia, dotor, cavalier, contradixe, dicendo si voleva far gualianza etiam a li debitori di
le cazude. Fu terminato meterla a uno altro conseio.
terra si rupe, e arrò più di passa 100, e vene ressa
in terra, adeo, si da li homeni di la terra per lui
mandati ad armizarla .... , saria mal andata ; à voluto
dar di ziò aviso etc.
Et ſo consultato di tuor questa nave per conto
Item, fu posto la parte per sier Marco da Molin | di la Signoria nostra, qual è stà stimà do volte, l'ule sier Antonio Venier, savij ai ordeni, cometer li tima ducati 3040. Et Jo dissi darli il pagamento, terconti di governadori di le galie grosse a sier Hiro- ❘ mine tre anni, e conzarla per la Signoria nostra. À
nimo Capello e sier Francesco Foscari. Et Jo missi
a li provedadori sora i conti di ambasadori, qual fa
l' oficio di tre savij. Et sier Antonio Venier andò in
renga. Fo rimessa a uno altro conseio .
anni 5, durerà ancora altri 5. Parte dil colegio la
sentiva.
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, doctor, vi- 307
cedomino, di XI. Comeil cardinal San Piero ad Vincula era zonto a Modena, verà poi a Centom et Bologna; il signor ducha li à manda ad honorarlo il
Ad 13 septembrio. In colegio vene il castelan
di Cremona, al qual fo leto la diliberation nostra.
Disse havia una volta dato la ſede a questa Signoria, ❘ fiol cardinal a Modena. Item, ditto ducha è partito
era contento di tutto, excepto di li 200 cavali non
volse aceptar per honor suo, pregando fosse dati a
suo fratello ; perho havia 300 con il ducha di Milan.
Et il principe li uso bone parole ; li tochò la man,
e a tutti di colegio.
Di Otranto, di sier Alvise Contarini, di do. Come per la galia tragurina, venuta di la Vajusa con
letere di quel capetanio, à inteso, al Fanù scontrò un
gripo con letere del zeneral, e a bocha il patrom li
disse Coron si havia reso, e li rectori si aspetava in
arma' .
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dit colfo,
date a presso la Vajusa, a di primo, ahore 23. Come sperava quella armata non ussiria ; à dato in
per Comachio a le solite peschason; stara zorni 8.
Item, esser venuto lì il fiol di domino Gilberto da
Carpi con la moglie, fia di missier Zuan Bentivoy, e
missier Carlo Ingrato, per adatar le cosse di Carpi
con il signor. Item, fo divulgato, el marchexe di Mantoa veniva li a Ferara, par non vegni. È nova,
il cardinal San Severim, partito di mantoana, va in
Franza. Item, quel ducha à scrito letere a tutti li potentati, in materia dil turcho, voglino dar ajuto a la
Signoria nostra, la qual è scudo di la christianità etc.
DiZuam Alberto da laPigna, asier ZuanMocenigo scrita, data a Corbole, a di 12, molto longa.
Dil bon voler dil signor ducha; et lui à fato le menute di ditte letere a li potentati. Item, à di Stefano
765 MCCCCC, SETTEMBRE. 766
il re li disse : Si il re di romani non ne dà fastidio,
faremo assa' cosse etc. Item, che avia auto di Zenoa,
le do carachie erano in hordine ; aspectava tempo a
levarsi. Item, eri intrò li la rezina ; li andò contra.
suo fradello, da Mantoa, quel marchexe à ditto, certo | stante. Item, si stima le cosse di Elemagna de li, e
elemani sarà questo mexe in Italia, e il ducha di Bergogna romperà a Franza; et lui, Zuan Alberto, scrive, si vede mo il pocho ajuto à la Signoria da chi la
doveria ajutar ; perho vardi come se fidi ; intenditne
chi pò etc.
DaMilam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di X.
Replicha in materia di milanesi va in Elemagna, et
za li era stà risposto la opinion di la Signoria nostra,
che li rectori nostri custodirano, niun vi passi etc.
Item, per Milam è stå ditto con leticia la nova di la
perdeda di Modon, da quelli milanesi ; e a dì 8 mon- signor di Luciom ge la disse in secreto, dolendossi assai ; poi recevete letere nostre, et quelle andava al re le à mandate per le poste; et ditto Lucion li dis- se, sapea il re di romani e il re Fedrico e il turcho
haveano intelligentia insieme, et erano d'acordo ai
danni di la Signoria nostra, qual li par, spontada,
facile potrà invader il stato dil suo re; tamen spera
la Signoria nostra l' ajuterà, et li à ditto, che a dì 9
di note le do nave di Zenoa ben armate ſè vella, ma
per il tempo non andoe molto lontano; et par si di- cha, monsignor di Ligni venisse li a Zenoa per soli- citar l' arınar dove è. Item, monsignor di Obigni è
ritornato in Milan za tre zorni.
Di Franza, di l' orator, date a Meledun, a di
primo, tenuta fin a di do. Come eri parloe con il re
in materia di oratori turchi ; par soa majestà aria volentieri uditi essi oratori ; li par saria stato judice di
far la pace, e far render quello havesse tolto a la Signoria nostra. Item, li parloe di le nove turchesche,
et si dovesse proveder. Soa majestà li disse : Uno altro anno faremo gran cosse. Item, voria la Signoria
havesse per ricomandà la Religion di Rodi, li par
porti pericolo, per caxon di haver conduti li oratori turchi, e non son stà alditi ; et che non si fazi
pace col turcho, senza voler di sua majestà e dil re
di Hongaria. Item, eri sera Monzoia vene da lui ;
disse il re l'à aldito ; vol il cardinal e prior di
Franza lo aldi, al qual à rimesso. Item, il re aricordò
a l'orator li astori sacri ; revete (sic) l'azuro finissimo, costo ducati 35. Il re ringracia assai. Item, à
fato l'oficio con domino Francesco Bernardin Visconte, qual molto si ricomanda, oferendossi etc.
Dil ditto, pur di do, ivi. Come eri parti il cardinal Roan, sarà absente da la corte zorni 15. Item,
il re à 'uto lettere dal marchexe di Rotolin, di Alemagna; li oratori verano di l'imperio al principio
di questo. Par quel re di romani non voi confirmar
le trieve, dicendo quello le fè col roy non havia li
bertà; qual si dice tornerà dal roy a dì 25 di l' inDel ditto orator, date a Meledum, in zifra, a dì 308
2. Come li araldi zonti eri steteno longamente col
re; par aspetti fra' Jaches, orator di Rodi ; et diti araldi à ditto a lui orator, haver referito nel conseio,
dove era il cardinal, il tutto ; e il gran prior di Franza haver denegato do cosse: prima, il turcho prometesse non romper a la Signoria; poi, di non
smontar a Modon essi araldi esser stà causa quelli di Rodi, et mostrato una scritura sotto scrita per 5
zenthilomeni francesi, presente l'orator regio qui,
denegoe ; et è stà manda per uno è li a presso. Item,
eri zonse le letere dil suo orator, domino Acursio, a
la majestà regia; il meraschalho di Giaè l'à ringratiato, oferendossi a la Signoria, per quello è stà fato a domino Francesco Bernardin Visconte. Item, l'orator luchese è li, li à ditto il cardinal averli dimandato per nome dil re, ducati X milia, Pietra Santa et Motrona in le man; et che di novo si praticha acordo di fiorentini con il roy, per via di uno, qual nomina,
chiamato .............. , fiorentino. Item, il re è ito
in sbara a la caza.
Da Cremona, di rectori, di XI. In materia di
dacij, e quelli sono debitori per quel conto. Item,
dil scrivan da esser electo a quella camera, conseia
siano do. Item, el podestà, sier Domenego Trivixan,
el cavalier, scrive di uno caxo, di uno Antonio Lovo, nodaro, qual per haver parlato contra uno tiol
di osto, per certa litte, modestissimamente perhò,
el ditto lo asalto, deli 5 ferite, et morite ; caso molesto a tutta la terra. Vol licentia darli taia, bandisi
di terre e luogi etc.
Di Caravazo. In materia di ſanti ; come se ne
trova, et etiam molti più se averia, stati col signor
Lodovico, qual sono banditi de lì .
Di Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador zeneral, di XI. Come il capetanio di le fantárie,
justa i mandati, mandava de qui X di le soe lanze
spezade, per esser capi di provisionati. Item, aricorda li banditi dil cremonese sono assai, si potriano
tuorli a questo bisogno. Et il governador li à ditto,
dolersi haver stentato continue per haver honor, e
hora vedersi abandonato et vituperato; converà esser testimonio de li danni farano turchi in la Patria,
perchè non si provede di fantarie etc. Item, vol monition; il podestà di Monfalcon li scrive.
Et fo parlato zercha questi provisionati e capi,
767 MCCCCC, SETTEMBRE. 768
mandarli a far li provisionati a Vicenza, Verona etc. , vono mal contenti, e feno gran parole con quel vaydove fo mandato danari etc. , provisto di ſeni et biave | voda che li haveva menati, per non haver guadaper la Patria et altre zente d' arme, ut patet. gnato nulla ; e chi andò in qua, chi in là, fino a uno
Da Muia, di sier Mathio Malipiero, podesti. Co- loco, nominato Fiume. Di cavali ne moriteno più di
me de li intorno si adunava le biave, et era stà portà
stera 500 in Goricia.
100, e cussi sono liberati Antivari, Dulcigno et Budua per adesso di tal sospeto de i nimici etc. Item,
In questa matina fo balotà l'armiraio di le galie non hanno menato via alcuna anima, nè fato altro
di Alexandria, in locho di quel è morto. Rimase | danno, nè a vigne ni altre cosse, solum uno aseno ;
Piero da Budoa, comito a Baruto, Andrea Catelam,
et scrivam di la galia Marzella uno altro etc.
Da Cataro, di sier Zuam Paulo Gradenigo, rector e provedador, di 22 avosto. Come hessendo a
dì 14 avisato da alcune spie, fino a di 19, che a Seutari se faceva adunation di cavali, da 1300, ne li
quali ne era 400 a Cangi, e pedoni gran numero ; i
quali cavali, haveano fato venir fin da Salonichij, da
Scopia e tutti quelli paesi, erano adunati a dì 17 per
venir a' danni di Cataro, poi andar a Budua, Dulziguo e Antivari. Unde lui con solicitudine provete a
li passi, non con forze, per non haver ni soldati ni
zente paesane, che val assa mancho di cernede, e
sono homeni inobedienti e pezo cha capre; à 'uto gran faticha, e provisto con astutie più presto cha
con il poter. E a di 20, a hore do avanti zorno, zonseno li sopra scriti inimici, con gran impeto descendendo, comenzono a combater un passo, qual lui fè
guardar da alcuni pochi martolossi, e fato star preparati li stratioti, e combatendo, a l'alba parse li nostri comenzavano a retrarsi, e abandonar il passo.
308. Alhora lui pense fuora de la porta, con segurtà però
grande, Martinello da Lucha con zercha 60 fanti fra
boni e tristi , con tamburlini e trombeti et X schiopetieri, et fece saltar fuora di la terra tutti li puti et femene, perchè da la lontana i nimici vedevano, et parevano gran nuinero de gente, ita che denno gran
cuor a quelli del passo nostro, et sbigotiti li inimici,
con altre provision etc. Li stratioti, per quelli pochi
sono, si portono virilmente, etiam Martinelo da Lucha con do altri ; nè mai volsse si serasse la porta,
imo tutti andaseno mezo mio et uno mio fuora a la
fontana a far li fatti soi, per non meter in teror la
terra, per esser homeni assai spaurosi, et perchè la
cossa era secura, havendo fato prender li passi. I
qual nemici fono da cavali 900 in 1000, pedoni da
3500; et per nostri ne fo morti e feriti assai nel descender, et homeni et cavali ; e di nostri solum doi
morti, e feriti tre stratioti, uno morto. Li qual nimici
vedendo non haver posuto prender el monte, non
haveno animo di ristar in campagna, e andono a la
malhora, ruinati , affanati si lhoro come li cavali, in
modo che, zonti forono fuori dil teritorio, si troper esser stà provisto a tuto. Questa stratagema fè
far per necessità, tamen sempre non vano ad efecto;
è stato miracolo, e tutto il paese ha che dir. Aricorda
se li mandi i legnami da far repari, perchè quella
terra, da la marina, è debilissima, e niun à provisto,
e bisogneria a la porta di la marina uno revelin, saria di guarda e difesa di la porta, e pocha spexa lo
faria, e uno turioneto, in uno loco nominato Sechine. Etiam sopra la marina verso Gordichio è un
gran pezo di muro marzo, e voria li un bon reparo,
i qual bisogna farli per forza di legnami, perchè el
teren son tuto sabion, nè è de li ledame. Item, à fato
a far molti manteleti, perho voria tavole etc. Item, fo fato uno coperto, olim per la fusta, in uno loco
arente le mure, ch'è uno bastion a la terra ; perho
bisogna ruinarlo e farlo altrove, di che aspeta risposla subito . Quanto a la Vajusa, è ritornato uno gripo
mandoe a posta per saper, ha referito aver parlato
con il capetanio dil colfo, è a la guardia con 3 galie
sotil, 2 grosse e uno barzoto ; dice il signor à mandato expresso comandamento a quel bassà, omnino
debi far experimento di cavar l'armata, la qual tuta
è in aqua e im ponto ; non li mancha cha comodità.
Sono galie grose X, sotil 21, computà la pagana,
fuste 7 et altri brigantini ; e per haver la bocha poco
fondo per l'armata grossa, la quale bocha è pie' 31/
de aqua nel mazor fondo, e altro da 3 et mancho, e
hanno obstaculo da le nostre galie. E fin a dì 24
non hanno fato alcun experimento, se non vien a la
bocha di la fiumara una galia sotil, una fusta e do
brigantini per guardia di le sue artilarie, poste a ditta
bocha, quale sono in bon numero, e spesso saluta
nostri ; et passa oltra le galie, e alcune non ariva ; e
nostri con l' artilarie li rispondeno. E intende è stà
morti e guasti molti turchi da le artilarie nostre, e
haver visto vengono fuora con li zopoli per scandaiar l'aqua, e nostri li saluta, e subito lhoro seampano ; et è dodexe zorni vene a quel sanzacho uno
ulaco, zoè corier, da la Porta a dicto Mustafa bei, 309
per veder, oculata fide, la causa non cavano l'armata ; e lui lo meno a la bocha, e pocho manchò non
fusse morto da le nostre bombarde; qual tolse una
balota di una di le pasavolante, e in quel di si parti
769 MCCCCC, SETTEMBRE. 770
scurtinio dil qual sarà qui sotto posto. Et volendosi far per la bancha e uno di consieri, per caxon
di esser tolto, voleva far etiam camerlengo a Cremona, ch' era sier Zuan Morexini, et eravi camerlengo sier Jacomo Morexini, et questo feva, acció
potesse esser balotà ; et alcuni altri conseieri non
voleva far ditto camerlengo ; et venuti im parole,
voxe di la bancha. Tumen sier Luca Zen, consier,
nulla messe ; et venuti suso, per Gasparo da la Vedoa fo leto, che meteria questi : sier Baldisera Trivixam, sier Zuan Morexini, sier Piero Contarini ,
per andar a la Porta, doveva tornar fin 16 zorni
con la risposta et comandamento dil signor. Item,
à inteso sono morti e fuziti asapi asaissimi, de quelli
erano per dicta armata, e in loco di quelli, ditto
sanzacho ha scripto tanti homeni dil paese, e fin
quel' hora non haveano fata altra operation, eccepto
tagliano legnami e palli assai, per far do bastioni su
la ditta bocha, et etiam palificade per strenzer la bo- | terminono la più parte di meter la parte di levar le
cha del fiume, e darli più corsso, a ciò se fazi mazor
fondo. Item, à per bona via, il signor turco ha mandato uno corier al sanzacho di Bossina, ch'è Schender, che 'l vadi a la Porta a la volta dil campo, et
che l'armata di la Vajusa è fata per venir in quel | sier Domenego Bollani et sier Antonio Trun, concolfo, per l' asedio di Cataro, e se i non la porà ca- sieri , sier Polo Querini, sier Antonio Donado et sier
var questo instate, la caverà la invernata, e vegnir Francesco Zane, che 'l fusse levato tutte le voxe di
a dretura li. Aricorda li in colfo stagi 3 o ver 4 ga- la bancha, et de cætero ditte far si debbi per quatro
lie, videlicet a Durazo e al Sasno. Item, quelli soldati man di eletione. A tutto el conseio parse di novo,
èingran neccessità, e Girardelo, contestabele, manda | licet sempre si sapea sier Antonio Trun voleva mequi Francesco da Salerno, caporal ; prega sia presto
expedito. Martinel di Lucha à pochi ſanti, è 8 mexi
non à 'uto un soldo ; li ha suvenuti. La camera è po- Ancora fu messo parte per li consieri, di far zen- 309
vera, con spexe assa', ordinarie. Etiam li stratioti | tilom nostro dil mazor conseio domino Piero Antonon è pagati etc. , sì che bisogna proveder.
ter questo. Andò la parte: 4 non sincere, 249 di
no, 1005 de sì.
nio Bataia, olim castelam di Cremona, suo padre,
Et fo balotado alcune monitiom e ducati 200 da fradeli et soi heriedi, si chome li fu promesso, et
mandarli, et parlato di mandar la galia, soracomito | nel conseio di pregadi era stà preso. Ave 9 non sinsier Sabastian Marzello, ivi ; la qual era per partirssi questa serra, su la qual va Zorzi Bochali .
Del ditto proveditor, di Cataro, di 30. Come
tutti quelli si duol di la licentia data a domino Zorzi
Bochali, capo de stratioti, et resta li domino Zorzi
Rali. Item, hanno nova il signor turcho esser lontanato di Modon mia 12.
wres cum deputatis universitatis populi Cathari, data a di 30 avosto. Lauda il suo proveditor, e turchi,
mediante il suo governo, esser stà rebatuti ; et aricorda sia provisto di soldati, per custodia di la terra,
che non vi sono. Item, un' altra letera di 29 ditto,
sotto scrita : Judices minores el secretum consilium
communitatis Cathari, prega non si lievi domino
Zorzi Bochali con li stratioti de li , imo se ne provedi
de' altri .
cere, 272di no, 764 de si .
Di sier Beneto da cha da Pexaro, capetanio
zeneral di mar, date in galia, a presso il Zante, a
di 21 avosto. Come, a di 20 da sera, vene da lui
uno papà da Strivali, preso da' turchi, parti da Patras a di 19, per il qual à inteso la confirmation di
la perdita di Modoni, et Corom esser reso domeneAncora fo un' altra letera, soto scrita : procura- ga a dì 16, salvo l'aver e le persone ; et che l'arma' et exercito era li a Modom ; acerta esser stå
apizà il foco in la terra, e tutto brusato, resta solum
le mure ; unde el capetanio, inteso questo, e Coron esser reso, fece altra diliberaliom, e terminò non si
partir, fino non intendea la fin di l'armada nimicha ;
provedeva a la fortifichazion dil Zante, qual converà
esser refugio di navilij nostri, et vol farli uno porto,
e à messo in castello Alfonxo da Fan con provisionati 80, li à dà una paga per uno, et a Moro Biancho, contestabele, era li con page 106 da guazo,
tutti boni fanti, qual in anno uno à 'buto una bolleta, et li à dà etiam una paga, et cussi a Jacometo
daNovello, qual è restato con page 27 di 170 havia,
et sono stà morti a la Zefalonia. Item, quelli dil
Zante li à dimandato licentia di mandar le thoro fameie e li vechij a Corfu, in Dalmatia, Friul o ver Puia ;
et insieme con li proveditori à consentito, excepto di
Puia, sì che quella ixola è per farsi meior cha CorIntroe li capi dil conseio di X, et mandati tutti fuora, feno lezer alcune lettere. Da poi disnar ſo
gran conseio, et a nona, per via di Otranto, vene letere di mar, di 22 et 23, dal Zanthe. Le qual il
principe, reduto con alcuni di colegio, tra li qual Jo
vi fui, et erano pochi, fono lecto le letere. Il sumario
di le qual sarà qui.
Et accidit, ozi a gram conseio fu fato podestà a
Cremona sier Pollo Barbo, fo podestà a Padoa; il
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 49
771 MCCCCC, SETTEMBRE. 772
fü. Quel proveditor, sier Nicolò Marzello, à fortificha | ria fato, si l'havesse servito lui . E subito fo mandato
il castello, et lui capetanio à mandato per Jacomo da parte. Altri vivi non sa. E si dicea per il campo,
Coltrim a Corfu, vengi li per conseiar la fabricha. Coron era reso, e a Modom si facea non bone guarItem, à spazato uno messo a Napoli di Romania, con die, e turchi introrno fino im piaza, quando la preletere a quel rezimento, per saper di l'armata tur- se, quasi senza contrasto. Ancora vi vene uno altro,
chescha, persuadendoli a tenirsi, che non li era per | scampo a di 14 da Modom, ch'è il parom con el manchar. Item, scrive che li provisionati se mandi,
non sia galioti, come uno con letere di executori li scrive, era con la galia sier Polo Nani, e lo remeti
al suo luogo ; tamen è venuto come provisionato, e
lieva do soldi.
bombardier. E uno galioto di la galia di Otranto,
che portò il socorsso, dice Modom è tutto brusato,
resta salvo le mure; e non si cognoseria mai fusse stà Modon, ch'è cossa molto miserabile. Item, erano
zonte in armada tre nave di Candia, ben armate de
provisionati e galioti da meter sopra le galie, pagati per do mexi ; merita laude quel rezimento; ch'è la
nave di Coresi, la nave di sier Stefano Synadino, e
la nave di sier Zuan Schrinzi ; dice è molte navete
in Candia, di bote 150 l'una. Item, quel rezimento
à expedito uno grosso schierazo, con provisionati
84, qual non è ancor zonto, e parti avanti le nave,
et che da Retimo e la Cania sarà expediti altri naDel dito, ivi, a d' 22. Come à mandato do galie
a la volta di Castel Tornese, ch'è sier Polo Nani e
sier Alvise da Canal, con comission, scorino tutta
quella riviera, per haver qualche noticia; qualli andò e tornò, à riportà uno schiavo fuzito di turchi, è di
la Zefalonia ; et manda la lhoro depositione. Item, à
mandato ivi do altre galie, ch'è sier Marco Grioni,
di Candia, e sier Anzolo Orio ; e cussi non resterà
di mandar ogni zorno ; e al Prodano mando sier | vilij. Item, lui capetanio ha 24 galie sotil, 21 grosse,
21 nave, et la galia di Chersso mai è parsa, non si
sa dove la sia, et le galie Salamona, Pasqualiga di Candia, e di Trani, sono andate in Candia ; et, come dicono quelli di le nave, ditte galie sono andate a
Napoli di Romania. Item, la barza armada, capeta- nio .......... , ha molato in 5 o ver 6 luogi a un trato
aqua; à mandato calafai per stropar di fuora via, sì
che tutte do quelle barze fano aqua assai, et cinque
galie grosse sono marze, videlicet la Tiepola, Vituri ,
Bondimiera, Pasqualiga et Curzolan ; e la galia sotil
Basadona à roto l'antena ; e sier Zacharia Loredan,
roto l' arboro, è conzata con pocho più di mezo arboro. Item, el biscoto de Veniexia è di pessima sorMarin Barbo e sier Francesco Pasqualigo, qualli
prontamente andono ; non erano ancora ritornati.
In hoc interim facea la zercha a le galie, et secondo l' arma' inimicha si moverà, cussì si governerà. Et
per uno provisionato fuzito da' turchi, era sopra la galia di sier Velor di Leze, fu presa, e venuto da esso capetanio, à inteso ditto sier Vetor, con la zurma e provisionati, combateno virilmente da hore 21|
fin 24, e morti gran numero di turchi, e tanti montava su la galia taiavano a pezi, e investi la galia di
uno capetanio qual fo morto con l' armiraio'; et par
che ditto sier Vetor da Leze, Andrea Cingano, comito, moriteno sul castello, et cavono do magieri di
la galia, e andò a fondi, sì che turchi non hanno auto | te, ch'è causa di la infirmità e morti di quelli poveri ni homeni, ni l' artilaria, ni la galia ; l'altra, Mosta,
restò presa, et la menorono via. Item, zonse poi uno
altro provisionato, era nel Zonchio, fo a dì X dil
presente. Dice vene li uno bassà con cavali 3000,
richiese il castello ; quel castelan tolse termine ; tre
di li dete, e poi revocho, e iterum dimandò si rendesse; e cussi si rese, salvo l'aver e le persone, e
galioti, sì che prega non sia manlati più simili biscoti in armada.
Copia de la depositiom facta per el spettabile missier Polo Nani e missier Alvixe da Canal, sopracomiti, a di 22 avosto 1500, al Zante.
De comandamento del clarissimo capetanio ze310 forono conduti in campo, e fo vestito il castelam, ❘ neral, me levai de qui a hore 5 di nocte, a dì 20,
sier Carlo Contarini, di una casacha d'oro, e- li altri
contestabeli ; et che quelli cani à taiato a pezi più di
6000 presi a Modom, e cussi taiava per zornata, et
era gran fetor di corpi morti si christiani come tur- chi. Era in campo abondantia di tutto, et missier Marco Cabriel, castelam di Modon, fo conduto inanti
con missier Alvise da Canal, per andar su la Turchia,
per intender de l'armata et exercito turchescho,
come per la comission me è comesso. La matina, a
4 hore de zorno, zonzessemo zercha 4 mia de soto de Coricha, fo a dì 21, perchè fo tempo contrario.
Butai el copano in aqua, mandai in terra per haver il signor, qual li disse che ' l meritava che li fosse { parlamento, per esser quel loco consueto al far di
taiato. Rispose, che da puto in suso l'havea servito
la Signoria sua, et era stà ben pagato ; el simile avesignali. Non trovassemo alcuno ; deliberai andar de
solo Coricha, sopra una ponta, per esser in veduta
773 MCCCCC, SETTEMBRE. 774
d'ogni canto. Stiti zercha hore 7; el vene do albanesi a cavalo, fece segno de segurtà, et quel in
stesso fici io. Mandai el mio scrivan, per intender di
novo. Disse come el campo turco se levava da Mo310 dom, e per zornata i passava con molte anime, et
che dicto campo haveva havuto grande senestro de
vituaria, et che si non prendeva cussi presto Modom,
i non poteva star, per manchamento de vituaria, et
che per 6 aspri non se poteva saciar uno homo;
biastemando l'hora intrò el socorso, el qual fo causa
de la perdeda de Modon. Et che haveva inteso da'
turchi, che passavano per zornata, come Coron et
el Zonchio se haveva reso, et che di certo non saveva. Dimandato de Napoli, se l'intendeva nulla,
disse che li era stà fato intender che se rendesse,
et che i non desse resposta, non el voler far, perchè
i saria tagliati a pezi. Per turchi li veniva fatte gran
promesse, et che altro el non sa. Dimandado de la
persona del signor turco, disse haver inteso, che
più de zorni 8 el signor era partito per ussir di la
Morea, et che altro non sa, perchè i non ossava dimandar nulla. Quanto l'ha ditto, dice haver inteso
da'turchi, rasonando fra loro. Dimando de la nostra
armada. Disse el mio scrivan cose assai, et che erano zonte a Corphú barze 100. Respose : Che se vuol
far de esse, per non esser stà in tempo? Et se parti
de presente. E nui se levassemo a sera, et andassemo al loco consueto al far di segnali. Vedesseino
far tre fuogi; mandassemo el copano in terra, et levassemo uno ſo preso su la Cefalonia, a tempo che l'armada turchescha andò in quel loco, el qual ha la sua fameia al Zante, et era andato li per taiar i suo'
forinenti, et è stato su l'armada. Disse manchar di
l'armada ozi zorni 9, cum do altri, i qual fo presi al
far del segno per avanti. Disse, de le galie grosse
prese, una se bruso, e l'altra è in armada; et che
tuta l'armada era a Modon, et se doveva partir per
andar in streto, per esser tutti desiderosi. Del perder de Modon, disse esser stà morti 13 milia turchi
in quel zorno, non computando quelli ne morite per
avanti in le bataglie ; et era ſama, et turchi rasonava : Semo stà tanto a prender un castelo, cum tanta
morte nostra, essendo la persona del signor cum
tute le sue forze sì damar come da terra ; et si
non era tradimento in Modon, non l'haveria preso.
Dimandado de Coron, che 'l se diceva se haveva
reso, che de Napoli non sapeva altro, salvo che
turchi rasonava fra loro esser stà morti et presi vivi,
di lhoro turchi, numero assai. Dimandato si el sigoor turcho era partito, disse de non. A presso disse
esser stå preso vivo uno di signor di Modon, et che
i haveva messo fuogo nel palazo, e in molti luogi per
la terra. De quelli fono presi vivi di le galie grosse,
el signor li haveva facti tagliar a pezi ; ni altro disse
saper.
Del ditto capetanio zeneral, di 23, a hore 3 di
note, ivi. Come erano tornati sier Marin Barbo e
sier Francesco Pasqualigo, dil Prodano. À referito
esser stati fino a la bocha dil porto dil Zonchio, e
nel colfo di l' Archadia ; non à potuto trovar niun.
Tornando per il colfo preditto, discoprite uno cavalo; lo aspeto, e levolo in galia. Disse è stato in
campo, era sotto Modom ; ma non fu al prender.
À inteso la terra esser brusa. Il signor à mandato per tutte le ville a tuor homeni per fabricharla, e venivano cazati con celerità da li olachi
turchi, e andavano tutti mal volentiera, e tutti fuziva come lui. Et di Corom si havia reso, et è stà
manda dentro turchi 500, e trati altri 500 de quelli
di Coron che li parse ; se dicea il signor non si trovar in campo za alcuni zorni, nè si sapea dove
fusse ; e parte dil campo era a Modon, parte a Coron; si dice volea il campo andar a Napoli, dove il
signor havea mandato messi a rechieder la terra. 311
Fo risposto per quelli , ancora el non haveva provato
le lhoro spade. Àscontrato assa' zente dil campo che
ritornavano versso Patras e Nepanto a li alozamenti; e nel campo è gran numero de amalati e feriti,
oltra li morti in gran quantità ; di qual armalati e feriti, fu posti gran parte su l'armada, qual è parte a
Modom, parte a Coron ; se diceva anderia a Constantinopoli, altri dicea si meteria al Zonchio, o ver
iterum ritornerà, si la potrà, del colfo di Lepanto.
Non dice in campo fusse carestia di vituarie. E questo è di nation albanese. Item, capetanio manderà
continue galie versso el Prodano e versso terra ferma, per intender; e a spazà da terra sier Marco Antonio Contarini, e la galia zaratina, e tre altre diputerà vadi versso el Prodano. Item, à fato la cercha a le galie di viazi, et signerà ducati X per uno
homo li mancha, e manderà la poliza, e poi farà dil
resto di le galie. Aricorda è galie in armada, sono
stà mexi 30 fuora ; et che si armi al continuo. Item,
è zonta la galia da Corfu, soracomito sier Olivier
Morelo, e 4 fuste armate de li ; vol se li mandi danari, et scrive manchar zonzer in armada la nave
Ruziera di Candia, di bote 800, e la nave di sier Beneto Zustignan, quale, per la fortuna, a di X, se smariteno da le altre conserve. Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, data al Zante, in galia, a di 23. Nara dil
zonzer dil suo comito Antonio Remer, fo a Modom
775 MCCCCC, SETTEMBRE. 776
se, date al Zante, a dì 23, di poche rige. Si duol, il
capetanio zeneral non lo lassi far le zerche a le galie,
ch'è il suo oficio ; soporta il tutto, et satis.
Di Candia, non è scrito il zorno, par sia perho
di avosto, di sier Alvixe da Mulla, vice ducha, sier
Piero Falier, consier, vice capetanio, e sier Beneto
Baffo, camerlengo, vice consier. Avisa, aver expedito tre nave, e fra marinari e provisionati e homeni
da remo per l'armada, numero 400 suso ; etiam
mandono uno schierazo con provisionati ; e adì 3
scrisseno copiose. Di sier Bernardo Justinian, capetanio, non fa mention, qual era amalato ; si judicha
sia morto.
con la gondola. Li à ditto, zonse a dì 8, a hore 6 di
note, e saria intrado la note avanti ; ma, essendo soto
la terra mezo mio, el fu scoperto da i nimici , e dato
lo incalzo da 4 fuste, fin sopra el Zonchio. Or intrò
in Modon, e trovò sier Marco Cabriel, e li presentò
le letere. Li disse : Vien qui, comito, te voio mostrar
la terra, che tu vederai che semo spazadi. E menolo
con lui, mostrandoli la terra, qual havea auto colpi
5000 e più di bombarde, tutta dissipada, roto et
butà zoso le diffese, la scarpa nuova e tutti i turioni
da terra, e impidi i fossi ; haveano bombarde 22,
con le qual turchi bombardava la terra; volze la
piera palmi 9 fin XI, e altre artikarie, bombarde de
riparo , passavolanti , morteri e schiopeti in gran
numero. E lui comito li disse : Magnifico rector,
si fusseno stà fatti i repari dentro la terra, non saria da dubitar. Rispose : Non haveano auto alcun
inzegner avesse provisto; e in la terra fono trati in
quelli zorni do freze, su una di le qual era scrito
in zifra loro : Da 5, 6, 7, 8, 9 fino a X, tenitevi et
non dubitate. Esu l'altra erano notadi segni da uno
fino a diexe. E quelli di Modom non si ajutavano
in cossa alcuna, salvo che qualche forestier e galioti,
avenga tutti fusseno strachi ; e quella matina fuzite- | Constantinopoli ; chi scrive, dice di veduta. Item, di
Di Famagosta, di sier Troylo Malipiero, capetanio, di 29 zugno. Come le biave de li stavano
mal ; val bisanti do e mezo, e stara 2 venitiani al
duchato. Dubita, questo inverno valerà un ducato
el staro ; et li homeni à seminato assa' gotoni, sarà
da 3500 sachi, e li villani lo vende in erba ducati 16
el cantar. Di Turchia è letere, di 12 ditto. El caraman, con potentissimo exercito e zente dil paese, ha
discaziato il fiol dil turco, qual è fuzito in Andernopoli, e à morto il suo bassà con el forzo di turchi da
no do spagnoli nel campo, qual li deleno aviso di la Soria hanno di 22 ditto, come el soldam mandava
venuta dil socorsso, et di la conditiom di la terra. contra il signor di Damasco, el qual signor era poE a dì 9, a hore 20, zonseno a Modom il socorsso. tentissimo, e andava a Gazara, et è firmato a Rama ;
Per tal leticia, il forzo di la terra si levò da la im- zudegasse per quelli di Soria, che 'l signor di Damapresa, non lasando guarda alcuna su le mure, per sco andarà avanti. Item, li intorno a l'ixola di Cyveder ditte 4 galie col socorsso, qual erano discar- | pri, se atrova 4 galioni et 5 fuste de' turchi, qualle è
gade. In tanto, a hore 22, veneno in la terra fino a
la piaza turchi , che mai niuno se n'acorse, e li fu
fato gran taiata da una parte e l'altra ; e li stratioti
feceno gran diffesa ; e vedendo le galie turchesche
erano a San Bernardin, veneno a la terra, fo messo
fuogo in tute 4 le galie ; do fo brusade, e do studade e menade via da' turchi. E à inteso, a la bataia
311 ſu ſata, a dì 24, di le armade, 18 galie turchesche
erano stà butade a fondi, e morti da turchi 3000,
l'armiraio di l' armada et uno bassà ; et per quelli
di Modon è stà visti molti corpi in mar. Item, quel
zorno, a di 9, a hore 23, el ditto suo comito con la
gondola parti da Modom, con 9 compagni e tre altri
veneno con lui ; et era stà butà per nostri polvere
di bombarda in la terra, e messo fuogo, e tutte le
caxe si brusò ; e che li fo dà la caza, per do fuste,
mia 4, tamen scapolò ; e che molte anime coronee,
poste fuori di la terra, erano stà prese da' turchi.
Ulterius avisa di la relation dil Barbo e Pasqualigo,
e di biscoti ; e lauda proveder al Zante.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosvenute sopra Limisso, hanno preso la nave di sier
Alvixe di Orssi, et do griparie di Rhodi, e molti
altri navilioti ; e hanno preso im più volte di navilij di Famagosta numero 8 ; fano gran guardie,
acciò ditti turchi non metino in terra etc.
Da Corfù, di sier Piero Lion, baylo e capetanio,
sier Lucha Querini, provedador, e consieri, di 29.
Scrive il bisogno hanno de soldati, mureri e manoali brexani, e danari per le fabriche. Aricorda si
mandi provisionati , e non page da guazo, in loco
di Paulo Albanese, ſo levato de li. Non poleno haver
le 30 et 40 per 100, ni scuoder di debitori ; li dacij
non se afitano. Li citadini dicono : Vendè dil mio;
e compradori non si trova ; sì che tutti è in timor,
adeo non à danari da pagarsi di salarij lhoro ; dimandano monition, tavole etc. Il castello dil Butintro li
dà fastidio ; mandano monition, soldati e bombardieri, qualli vanno mal volentieri, per esser sepultura de homeni per il pessimo aiere. Etiam al castello di la Parga, ch'è fortissimo, dove non pono
seminar ni arcoglier, rispeto sono streti da' turchi e
777 778 MCCCCC, SETTEMBRE.
312
albanesi, che continue li corano a le porte, e à ' uto
do fiate sovention di formenti. Manda letere dil capetanio.
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo, a
presso la Vajusa, a dì 27, nè è di pi fresche. À ri- cevuto nostre letere, lo laudamo etc. Ringratia; eri
fè forbir le galie sotil, e fornir di aqua ; fa le guardie vigilantissime ; quelli di la terra lavorano a la
marina con zente assai, aspectano Camalli, qual, si
non verà, quel lavor li zoverà pocho. Item, le nostre
galie treteno eri alcuni colpi, e nimici fuzivano per
un pocho, poi tornavano al lavor ; non si pol deve darli. À ricevuto per il patrom dil gripo le munition, à partite per le galie, et à 'uto sachi 72 di biscoto etc.
Di Otranto, di sier Alvixe Contarini, governador, di 4. Come era zonto il gripo li con letere dil
zeneral, à ditto esser stà retenuto al Fanù da uno
patron di fusta da Malta, e hali tolto 6 homeni ; unde
esso governador à comandato al soracomito tragurin, vadi li a prenderla.
coraria in teritorio dil turco, nel destreto de Chercegovina, in loco fra certi monti chiamati Rachitino,
e à fato grandissima preda de animali menuti zercha
4000, animali bovini zercha 900, cavali e cavale zercha 120, presoni 50 tra femine e maschij, come li à
ditto uno de li ditti stratioti dil conte Xarco, zonto
li quella matina.
Di Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podestà et capetanio, di 7. Come por letere di Damian
di Tarsia à inteso, per uno nontio dil conte Zuane,
andava con patente a tutti li rectori nostri, li avisava
che Miset, bassà di la Bossina, era arivato in Bossina, e in termine di tre zorni era per levarse con 20
milia turchi per corer, et che per la via à sentito
certi colpi, dubita siano mossi.
Da Zara, di sier Francesco Venier, conte, e sier
Jacomo da Molin, doctor, capetanio, di primo et di
do. In la prima, quelli stratioti non poleno durar,
voleno danari etc.; in la segonda, di certi avisi, chome Schender bassà non andarà in Friul, ma dà fama, per venir poi a' danni di quel territorio ; perho
aricorda si provedi di mandarli danari e monition.
Et consultato in colegio di mandarli con la galia
sotil, soracomito sier Sabastiam Marzello, alcune
compide, è a la porta di San Francesco, loco molto | munition, et dueati 200 a quelli rectori da spender
Da Monopoli, di sier Jacomo Badoer, governador, di 4. Si duol di la perdeda di Modom; quella
terra è mal conditionata, non ha forteza, le fosse non
debile. Et il populo è ben marchesco, tamen sono
villi e timidi. Con ducati 3000 si faria una forteza.
Item, à 84 provisionati soli, soto li caporali di Bianchon corso, voria esser il contestabele .
DaMolla, di sier Hironimo Pizamano, gover- nador, di 27 avosto. Di certa barcha, va con letere
dil re al sanzacho di la Valona, qual parti di Bari
con homeni 8, è ita versso Ragusi ; dimanda licentia
di retenirla, e tuorli le letere. Item, come serà fornito il muro versso il castello presto, e quel castelan
sta pur li al solito.
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador,
di 6. Come mandava le letere dil capetanio; etiam
si have a li provedadori di le biave, di sier Antonio
da cha' da Pexaro in materia di biave, comprade
per conto di la Signoria.
Da Rimano, dil secretario, di XI. El signor era
in leto con la febre, e li era disceso uno cataro, molto
lo molestava. Ait, li par andar al macello; sente la
ruina di ogni canto ; il fiol è con la febre. Item, ozi
è passato di fuora via con cavali 9 el prefeto, va sul
bolognese dal cardinal Vincula, so fradelo.
Da Sibinico, di sier Vetor Bragadin, conte e capetanio, di 25 avosto. Come a dì 21 li stratioti dil
vayvoda Xarco , con el vice ban e Cosule e uno
conte Martim Budesich, cavali 300 in tuto, fenno
a li bisogni ; et commesso al ditto soracomito vadi
li a veder etc. Poi si parti con comission di tochar
Cataro, sopra la qual se li mandò a quel rector certi
danari ; e domino Zorzi Bochali, capo di stratioti 25,
è li, con letera perhò di star pocho, ut patel.
155 Scurtinio di podestà a Cremona.
Sier Lunardo Grimani, el savio a terra
ferma, quondam sier Piero
Sier Zuam Mocenigo, ſo governador ,
quondam sier Piero
Sier Marco Zorzi, fo capetanio a Bergamo, quondam sier Bertuzi . 38.114
20.132
17.137
Sier Bortolo Vituri, fo consier, quondam
sier Mathio, procurator . 31.125
57.97
49.105
Sier Zuam Morexini, el consier, quondam
sier Lucha .
Sier Marco Sanudo, fo avogador di comun, quondam sier Francesco
Sier Piero Malipiero, fo podestà e capetanio a Trevixo, quondam sier Stefano, procurator .
Sier Piero Contarini, el consier, quondam sier Jacomo .
31.122
49.98
312
779 MCCCCC, SETTEMBRE. 780
Adi 14 septembrio. In colegio vene li tre proti 313
Sier Francesco Trum, el cao dil conseio
di X, quondam sier Piero 36.118
Sier Antonio Trun, el consier, quondam sier Stai 557.626 Sier Andrea Venier, fo consier, quondam
sier Liom 38.113
Sier Polo Pisani, el cavalier, fo avogador . 385.726 Sier Zuam Francesco Pasqualigo, dotor,
cavalier, fo capetanio a Brexa . 13.139
Sier Andrea Venier, fo consier, quondam sier Lion 527.620
Sier Baldisera Trivixam , el consier ,
quondam sier Pollo 38.111
Non. Sier Beneto Sanudo, fo consolo a
Damasco, quondam sier Mathio .......
Sier Domenego Bollani, el consier, quondam sier Francesco . 86.66
Sier Francesco Bernardo , fo consier ,
quondam sier Jacomo, procurator
+ Sier Pollo Barbo, fo podestà a Padoa,
23.131
quondam sier Andrea 88. 67 Sier Piero Marzello, è provedador zeneral in la Patria, quondam sier Jacomo
Antonio, cavalier . 34.120
Sier Antonio Valier, el consier, quondam
sier Otavian 42.113
Sier Hironimo Liom, el cavalier, l'avogador di comun
Sier Anzolo Trivixam, fo cao dil conseio
di X, quondam sier Pollo 23.126
di l'arsenal , qualli si volleva mandarli a stimar la
nave Marzella, è a Puola, et comprarla ; tamen era
stà fata stimar per do man de stime, et perho dissi ,
era di opiniom meter la parte senza altro.
Vene l'orator di Faenza, residente qui, pregan- do il principe et la Signoria volesse scriver a sier
Marin Zorzi, doctor, orator nostro novo a Roma, in
recomandation di le cosse dil signor suo. Item, si la
Signoria saveva qualcossa contra il suo signor si
tramasse, lo facesse intender, et haver qualche danar a conto dil signor per sue spexe. Li fo risposto ,
si faria ; tamen alcuni voleva dirli aperte, altri no,
senza pregadi.
Vene l'orator di Urbim, solicitando la resolucion
34.120zercha il signor suo. La qual indusia è processa da tre
cosse: o quel signor non è im preposito tuorlo, quamvis non voydanari di stipendio, masolum la nome ; o
ver per le gran facende à questo stato ; o vero per
industria non si vol risponder. Prega la Signoria si
metti la parte im pregadi. Et il principe scuso, che
per le facende non si à potuto, et si faria.
De latinis timentibus adventum turcarum
ob amissionem Methoni.
Si methonensi nimium terrore moventur
Christicole, et tanto murmure quisque timet,
Quid facerent, sævus si nunc foret Hannibal hostis,
Qui potuit Romæ ter superare duces ?
Quid, si vidissent Xersemque per æquora classe
Ingenti , ac Danaos per mare velivolum ?
Certe ii præcipiti tribuissent corpora morti,
Si modo pro amissa jam statione timent.
Sed Marci, jubilate viri, summa astra minantur;
Rumpet enim turcas turba manusque Dei.
Vidi equidem, nec falsa loquor, sic numina poscunt,
Et pro Methono barbara turba ruet.
Nec formidantis remanebunt signa leonis
Iratus terram concutietque polum.
Credita sunt venetis, quæ Rome fata dederunt,
Et tunc finis erit cum leo victus erit.
Τέλος
In gran conseio, podest'i a Cremona.
† Sier Polo Barbo, fo podestà a Padoa,
quondam sier Andrea .
Sier Baldisera Trivixan , el consier ,
quondam sier Polo .
667.552
Da Corfù, di sier Luca Querini, provedador, di
28. Come quelli de Corfù, da poi la nova di Modom,
sono impauridi, sì che dubita assai, per esser assa'
homeni forestieri e albanesi, et se li provedi ; voria
se li mandasse 200 provisionati e più capi, e non
page da guazo, videlicet soto diversi capi ; et scrive
la condition di quelli contestabeli è li, e come sta le
compagnie ; la mior è quella di Piero Pessina. Item,
una letera scrive di 29, a sier Marco Donado, suo
cugnado ; carga molto Coltrim, qual non lo stima ;
li par haver tanto poder, per haver alcuni qui in colegio, sì che à dimanda licentia a li cai di X.
Di Jacomo Coltrim fo leto una letera di 29,
scrita a sier Antonio Trun. Replicha tutti li inconvenienti ; danna esso provedador Querini, qual dice
è acordà con sier Zuan Baxeio, consier, e fa conzar
dove li piace la soa caxa, si che le fabriche non si
siegue. Item, el capetanio zeneral li à scrito, vadi al
Zante ; anderà e tornerà etc.
Di Zara, di sier Francesco Venier, conte, di 2.
Scrive contra sier Domenego da Mosto, conte di
252.913 Nona, che non lo vol ubedir etc.; imo, quando fo li,
781 MCCCCC, SETTEMBRE.
782
quello fece. Or fo scrito per colegio a Nona, dolersi
di questo, et volesse ubedir i rectori di Zara, come
suo' superiori.
Di Sibinico, di sier Vetor Bragadim, conte, di 5.
Come à per via di uno dil conte Xarco, gran hoste
di turchi esser partita per Friol.
Et fo balotà monition mandade a Nona, o, per
dir meio, a Zara, et ducati 200 ; quali ſo mandadi
per la galia, soracomito sier Sabastian Marcelo.
socorsso di Modon. Rispose el gran capetanio : Saremo tutti mercore in nave, e nui si partiremo poi
venere. Non li par di divider l' armada. Item, voria
uno salvo conduto per alcuni contumazi, è su la sua
armada, da la Signoria nostra. Rispose esso Francesco, il capetanio zeneral faria il tutto ; e cussi à scrito a dito capetanio. Poi li disse : Che porto aremo,
posito che non se pigliesemo qualche porto de l'inimico ? Rispose : Qual soa signoria volesse, l'aria.
Disse non sta ben spagnoli con italiani . Item, si provedi di vino. Conclude, sarano velle 90, e partirà
prestissimo.
Da Roma vene letere di sier Polo Capelo, el cavalier, orator, di 9. Come fo dal papa, e li mostrò
li sumarij ; li disse è im pericolo . La colpa è di malli
christiani. Item, parlato di Spagna, soa santità disse : Del ditto, ivi, di 28. Come fin quel zorno l'arSperemo l'armata anderà a conzonzersi con quella | mata non era partita ; le zente è poste sopra li navilij ; dice monterà luni in la carachia grande il
gran capetanio, dove è 1000 homeni suso, che sarà
a dì 31 avosto ; e à fato porta' le robe li in nave di
esso Florian. Item, à conduto Zuan Tomaso, neapolitano, corsaro infesto di la Signoria nostra, vol
salvo conduto. Li à risposto : Chi è con sua signoria, non li bisogna salvo conduto. Item, soliciterà,
come fa continue.
di la Signoria. Item, eri, ricevute letere di do, con li sumarij di Fiorenza, fo dal papa e li comunicho.
Qual disse : Fiorentini stanno mal, nil mirum. Item,
l'orator yspano li havia parlato ; voria do cosse da
la Signoria per nome di soy reali : la prima, la Signoria non potesse venir a pace col turco, senza saputa di quelle majestà ; l'altra, andando l'armada
turchescha ne la Sicilia, la Signoria nostra fusse
ubligata darli socorsso. Item, l'orator di Franza, è Di Napoli, di l' orator, di ultimo. Come eri, ri- in streta praticha col papa, di novi capitoli, di aju- | cevute nostre letere, ſo dal re, e li dimando la trata
tarsi l ' uno a l'altro : videlicet il papa, a l'impresa dil
Reame, il re ; et il re, a l'impresa di Romagna, il
papa. Et che quel zorno era intrato li sier Marin
Zorzi, doctor, successor suo ; li andò contra etc.
de' salnitrij dil regno. Soa majestà rispose : Quella
illustrissima Signoria pol far de questo regno, come
dil suo proprio ; et ordinò le letere per miera 200,
che fo quanto richiese. Item, di l'armada yspana, O
Del dito orator, di X. Come le zente d'arme si intende ; è fama sia per partirssi ; à mandato li a far
aproximava a Roma, per far la massa e venir in Ro- ❘ ſanti, e il re li manda domino Dyonisio Asmodeo, fo
magna. Item, prega la Signoria li pagi li danari
313 trati da Sandro, perchè non si pol lassa' i arzenti im
pegno etc. Et fo balotato ditte letere, qual fono prese
di esser satisfate, che fina hora non si avia voluto.
Di sier Marin Zorzi, doctor, orator nostro, di 9.
Come era zonto li a Roma, li vene contra mia 4 l'orator nostro e li prelati, poi le fameie di li cardinali,
li oratori, excepto Spagna, qual si mandò a scusar.
Venendo, il pontifice mandò per lui, poi la fameia
dil papa. L'audientia era stå deputata doman, tamen
poi il papa li mandò a dir non poteva, per convenir
esser con il cardinal Orssini et altri.
una altra volta. Item, dimanda licentia di repatriar ; è
mexi 21 fuora, e à trato ducati 700 a usura, a do 1/
al mese de interesse per cento, à impegnato li arzenti e veste ; non ha più letere di fede, et non si
trova a la fede di la Signoria, sì che non sa come
viver.
Di Rimano, di Marco Antonio Zambon, secretario, di 13. Come il signor stava pur con la febre,
e la signora, il fiol et domino Renaldo. Li populi
comenzano a tumultuar ; poi sono romagnoli, si che
è in gran pericolo. Lui non sa che far, voria saper etc.
Di Cadore, di sier Zuan Navaier, capetanio, di
12. Come era capità li alcuni stratioti, stati a Mantoa, andavano a la ventura in Elemagna ; li à ritenuti ; havea letera patente dil marchexe preditto. Li
fo rescrito li dovesse lassar andar etc.
DaMessina, di Francesco Floriam, doctor, mandatario nostro, di 24. Come à solicità continue il
gran capetanio, qual die noctuque non restava poner in hordine l'armata, e dar danari. Àfato le mostre;
à belle fantarie, niun italian, solum spagnoli, englesi
e todeschi. Item, à asoldà una barza di uno neapo- In questa matina, fo parlato in colegio zercha
litano, con homeni italiani suso. Item, à persone 13 | feni e biave per la Patria di Friul, et provisionati o
milia, l' à confortà a mandar prima una parte versso
Levante, e poi andar col resto, per poter esser al
ver fanti , quello si ha a far.
Item, andamo nui, savij ai ordeni, a la procura-
78:3 MCCCCC, SETTEMBRE. 784
314
tia a tuor li ducati 800 dil gropo di patroni ; et cussi | Venier, savij ai ordeni, cometer la rivision di conti
sentamo al bancho, tamen non era zurme, e questo di governadori , stati su le galie grosse, e altri, a
perchè dubitava ir in armada. sier Hironimo Capello e sier Francesco Foscari. Et
Et etiam è da saper, che sier Marco Antonio | Jo, Marin Sanudo, missi, fosseno visti per sier Gada Canal et sier Zorzi Trivixam, sopracomiti, haveano messo bancho, tamen non era homeni ; pur
ne veniva per zornata di terra ferma.
sparo Malipiero e compagni, provedador sora i conti
di ambasadori, ai qual è commesso l' oficio di tre
savij revedeva le cosse di mar. Sier Hironimo Capello si scusò, non poteva far l'oficio. Andò le parte : 0 fo non sincere, 3 disse di no, di quella di do
savij 23, di la mia 118. E fu presa.
Ancora questa matina vene in colegio il castelam
di Cremona, domino Piero Antonio Bataia, qual si
offerisse andar fin a Cremona a far fanti ; aricorda
sia tolto Badino, qual à gran fama. Item, è molti A di XVseptembrio. In colegio vene sier Lobandizati, andono a servir il Moro, veriano a servir renzo Gradenigo, oficial a la ternaria vechia, e fè
et esser asolti dil bando. Molti di colegio sentiva, ❘ butar le tessere di li merchadanti, sono obligati mealtri no. ter oio in ternaria. Erano numero ....
vesse doler a la Signoria, oferendossi etc. Li fo risposto, non vardasse.
Da poi disnar ſo pregadi, et fo gran pioza. Vene Vene l'orator di Ferara, dicendo aver inteso
il principe. Fu fato uno provedador sora la exation, de qui, si dice a Ferara esser fato festa di la perdeda
in luogo de sier Francesco Foscarini, era intrado di Modon. Dice non è vero, e mostrò una letera,
sora i gastaldi. Rimase sier Nicolò Michiel, doctor | di 9, li scrivea il signor, dil cordoglio auto, et si doet cavalier, procurator, di una balota, da sier Francesco Bernardo, fo consier ; poi sier Francesco Barbarigo, fo in Cypro, sier Hironimo Orio, sier Hironimo Duodo, sier Francesco Foscari, quondam sier
Filipo, el procurator. Non si provò sier Polo Barbo,
per esser rimaso a Cremona, e sier Tomà Lion, per
esser intromesso.
Vene l' orator di Napoli, dicendo haver letere di
3, dil re, si duol di Modom, voria la christianità uniti
si movesse contra questo cane ; lui non pol etc., ma
à mandà in Spagna il contracambio di l ' orator suo,
li à comesso ne parli di queste cosse turchesche.
Di Milam, dil secretario, di XI. Come quella Item, disse di certo caso seguito, di uno suo cuxin,
matina era partito de li monsignor di Obigni, vien | studia a Padoa, è stà ferito ; sia scrito a li rectori per aqua a Ferara; non se intende la causa. È partito sotto sopra etc.
Fu posto per tutti li savij scriver al capetanio
zeneral, che, atento le do nave è innavegabele, come
lui serive , se li par le mandi a disarmar. Item ,
l'armada yspana vera li ; che li fazi ogni comodità
et salvo conduti ad alcuni è contumazi, e li provedi di porto etc. , facendoli optima compagnia. Ave❘
tutto il conseio.
Fu posto per tutti, ut supra, far per gran conseio, per scurtinio et do man di eletion, uno avogador di comun, per uno anno, poi intra ordinario.
L'oficio suo, far saldar casse, scansi, spexe di officij ; sij sopra al colegio etc., come apar in la parte.
Andò in renga, e tamen non la contradixe, sier Antonio Trun, ma voleva non stesse, se non per quanto pareva a questo conseio. E sier Antonio Venier,
savio ai ordeni, qual fo auctor di questo, li rispose.
E fo mormorato non poteva poner tal parte. Et è
da saper, il primo parlò sier Piero Morexini, l'avogador, dicendo far gaiardamente l' oficio ; tamen laudava ogni provisiom. Or fo rimesso a uno altro conseio, perhò che era mala parte.
Fu posto per sier Jacomo Cabriel e sier Antonio
caldamente. Prima il principe disse : L'è ben vero,
tutti li christiani si doveria mover ; avisandovi etiam
Coron è reso ; e ordinato la letera. Poi esso orator
disse : Serenissimo principe, ho letere di Elemagna,
di 9, come li oratori partino a dì 3 per Franza, qualli 314
sono : domino Henrico et domino Gualtier conte di
Naxo. Item, di la trieva con il roy, nulla li scrive ;
et il re andava a Yspurch con 20 electi al governo
di l' imperio ; et l'arziepiscopo di Maganza, et il ducha Federico di Saxonia, andavano a Nolimberg, a
poner hordine a quello era stà decreto in la dieta ;
dove verà il re poi. Poi disse de certi homeni, di
uno secretario dil re andato in Alemagna, erano stà
retenuti da li rectori di Verona ; prega siano relaxati , che quelli dil re vanno per le terre di la Signoria, come per quelle di la regia majestà. Fo
ditto si scriveria, ſenzando non saper.
Da Brandizo, di sier Filippo Salamon, castelan
dil Castel Grando, di 29. Come quel castello è nudo
di monition e vituarie, e si provedi. Item, à per
uno venuto di Napoli, come l'armata yspana vera
li im porto, e torà quella terra; per tanto si provedi. Et Jo fici balotar alcune munition ; et ordinato
per el principe mandi la paga balotà a li ſanti, et
785 MCCCCC, SETTEMBRE. 786
315
ducati 100, per comprar formenti per il castello ; e
sier Lunardo Grimani, cassier, era renitente.
examinati alcuni, provato chiaro, messe la parte, re- tenirlo, aliter chiamarlo etc. Ave 3 non sinciere, 38
di no, 120 di la parte. E fu presa.
medico di esso zeneral. Messeno la parte, che ' l fusse
relaxado pro nunc. Ave 9 non sincere, 31 di no,
122 di la parte.
Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, di
cassar l'oficio sora le aque, et quello ponerlo ali
provedadori di comun. Ave la parte: 7 non sinciere, 67 di no, 86 de sì . Et fu preso di cassarlo .
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, do letere di 7, el una di 9. In la prima, Item, sier Hironimo Lion, el cavalier, andò in
come era ritornà uno Zuan Biaxio, explorator suo, ❘ renga, et come avogador expose il caso di Zorzi
stato a Bichacho. Referisse esser stato dal conte Mi- Negro, olim secretario dil capetanio zeneral, a lhoro
chiel de Bagdai, a Spiron, dove vene li turchi 300 comesso, per parte presa qui, posta per sier Antonio
a cavalo a far preda, e fo causa Carzego, qual con Venier, savio ai ordeni. Et disse, non trovava in lui
cavali 500, con il conte Xarcho, andó 8 zornate di colpa alcuna. Fè lezer quello depose ditto sier Antocamino in lochi de' turchi, e fè gran butini ; e quel❘nio Venier, poi il constituto, et do letere, una di Mazorno tornono essi turchi, restò di dannizar Bicha- | rin Becichemi, e l'altra di maistro Francesco Belim,
chi, tamen nostri dipredó Bistriza ; et dice turchi è
pochi in Bossina, e a questi nostri corsse niun li fo
a l'oposito, e in Bossina non è, salvo li deputadi
turchi. Item, fo a Modruza, dal conte Bernardim,
e dice il trar di bombarde si fa è per bechar qual
cossa. Iterum l'à rimandato per saper. Per un'altra
letera, di 7, manda una letera scritali per Damian
di Tarsia ; lo avisa di questa coraria fè il conte
Xarcho in locho di turchi ; et nota Charzego vol dir
ducha in quelli lenguazi, ch'è il ducha Zuan Corvino. Qual, il suo titolo è questo, come si ave una
letera data a Irapina : Johannes Corvinus Oppaviæ
Lipthomiæquedux, ac regnorum Dalmaticæ, Croaticæ
el Sclavonicæ banus. La mansiom, dà al principe, è :
Illustrissimo principi et domino, domino et patri nobis honorando. Item, par in ditte letere di Damian
di Tarsia, scrive nostri haver depredà in tre lochi
dil turcho : Umicha, Sinilla e Mistara, e fato gran
prede.
Fu posto per tutti li savij, scriver al governador
et castelam di Brandizo, venendo l'armada yspana
li, li fazi bona compagnia ; tamen custodissano la
terra e 'l castello. Ave 31 di no.
Fu posto per li consieri , cai di 40, et loro savij ,
di scriver a Roma a l'orator, in recomandation di
uno fiol dil conte Vetor di Martinengo, li sia dato
per beneficij ducati 200 d' intrada. Et have tutto il
conseio, atento li soi optimi meriti.
Fu posto per tutti, dar licentia a tute nave sono
qui , per andar in Levante, vadino e habino zorni X
di muda. Ave tutto il conseio, 4 solum di no.
Del ditto podestà, di 9. Come Pasqual Ingaldeo, Fu posto, per li savij di terra ferma et ordeni,
capetanio di schiavi, li scrive di 8, da San Canziam, ❘ dar a Marco da Canal, qual si à portà ben a Zara,
manda la letera, come polachi à corsso a' danni dil
turcho in ver Bossana ; conclude non vi esser, e vol
poner la vita si verano in Friut.
Da San Lorenzo dil Pasnadego, di sier Alban
Zane, podestà. Come de li non è monition ; perho
dimanda alcune cosse, qual fo balotade.
et è stà ferido da' turchi, ducati 5 al mexe di provision et cavali 5 di quelli stratioti, et stagi a Lavrana. Ave tutto il conseio.
Fu posto, per tutti li savij, scriver al governador
di Otranto, debbi far ruinar le caxe fate a presso le
mure, con questo li sia pagato etc. Sier Antonio
In questa matina vene davanti il principe et co- Trun, el consier, contradixe, et insieme con sier
legio sier Pollo Contarini, quondam sier Piero da la | Polo Pixani, el cavalier, sier Marco da Molin e sier saita, è debitor a le cazude di ducati zercha 180, vol
gratia, pagar di tanti pro', atento non habi altro al
mondo; videlicet li oficij risponda. Balotà 2 volte.
Antonio Venier, savij ai ordeni, messe de indusiar.
Ando le parte : 24 la nostra, et il resto di l'indusia.
E fo preso d'indusiar.
Adi 16 septembrio. In colegio veneno li fioli fo
di sier Antonio Zantani, morto provedador a MoComesso al colegio li aldino, et vengino al conseio di pregadi.
Vene sier Alvise Venier, electo provedador a
Corfù, qual prima non havia voluto comparer, et
Da poi disnar vene il principe im pregadi, qual fo
etiam per l'avogaria. Et sier Piero Morexini, avogador, andò in renga, e menoe, cazadi li parenti di sier | dom, racomandandosi fusse provisto al horo viver.
Nicolò di Prioli , quondam sier Hironimo, e di madona Marieta Diedo, monacha a San Zacharia, e madona Marieta da Molin, monacha a Santa Chiara, di
Veniexia ; et fè lezer il processo fato per viam inquisitionis, per la comission data per il principe. Et | disse : Poi che par cussi a la terra, son contento di
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 50
787 MCCCCC, SETTEMBRE. 788
con zente a l'impresa contra turchi ; li par aquisterà il paradiso ; e che tuta la cristianità si doveria
mover. Va a Ferara, e cussi parti ozi, per aqua, ma
tornò, e andò poi a cavalo. Et se dice, lui va a visitar quel signor ; altri dice va per maritar una neza
dil re in don Alfonxo, fiol dil ducha. Item, quanto
a li provisionati, havendo danari, li li fariano.
andar a Corfu. Fui dil 1483. Disse : Corfù à de bi- ❘ vede quella terra, nulla à visto ; et che voria andar
sogno di do cosse : di vituarie, non à di l' ixola per
4 mexi, et è persone 70 milia, tra la terra, il borgo
e l'ixola ; et di aqua, e la fontana dil prete è salmastra. Voria li fosse dato tavole e pegola, per far
scolar da le caxe aqua. Item, quanto a le fabriche,
sa il tutto ; vol si provedi di pagamenti di manuali
315 a suficientia, e, manchando, nulla si pol far ; et il
governo di le fabriche sia ordinà a un solo, perho
che sa, è stà scrito per il conscio di Xa sier Marco Antonio Contarini, è in castello, possi do volte a la
setimana ussir, et esser sopra le fabriche. Item, aricorda li sia da licentia di ruinar certe caxe de zudei, propinque a le mure, qual hanno privilegij di
capelanij zeneral etc., che siano revochati. Item, a
Corfù al presente è tre contestabeli : Piero Grimaldo,
Zorzi Todescho et Piero Pessina, era depentor sopra la piaza ; voria fusse provisto di homeni di fazon,
come è Ramazoto Paulo, Basilio Pauliza, Hironimo
dil Bariselo da Ravena, qual lui li cognosce. Præterea pregò la Signoria fusse contenta non far dil conseio di X in suo loco, acciò potesse haver il titolo ;
tamen zura a Dio di aceptar, e andar keto animo. Et
cussi tociò la man al principe, et tutti di colegio. | nate lontan. Fo ringratiato de li avisi, et rimesso Fo laudato, et ordinato dagi in nota etc.
Vene uno nontio di la comunità di Ragusi, e
presentò una letera di do, in risposta di una li portò sier Hironimo Zorzi, venuto li merchadante, che la
Signoria li scrivea non volesse innovar alcuna cossa
a la marchadantia. Si scusano nulla haver innovato ;
e fa pagar li compradori cussi, come paga li ragusei
proprij e non faria novità, perchè tuti paga a Ragusi , excepto venitiani per privilegij. Poi exposeno, li
soi signori mandar a dir a bocha, è zorai 13 parte
da Ragusi, come hanno nova, Schender bassà haver
fato comandamento a tutti, si reduga per venir a corer ai danni nostri. Item, a Bidin e Ticopoli, lochi dil
turcho, sono corssi 6000 hongari ; hanno fato gran
prede, brusato caxe etc.; e questo a Ragusi sı ha
per letere di lhoro merchadanti, ch'è ben XV zorla expedition al colegio .
Vene il signor Schandarbecho, qual è in hordine,
vol pasazo. Aricordo haver auto una letera dil ducha Gin, qual etiam vol passar in Albania, e a un tempo | al Venier lo commesse etc.
ivi ritrovarsi. Et cussi fo terminato darli l'arsil va a
Corfù, lo buti a Chuvrili ; e tochò la man a tutti. Et
sier Antonio Bon va con lui proveditor, al qual è
stà dato ducati 200. Etiam fo balotà certe veste a
li oratori di Chuvrili, in tutto periò non excedi duIn questa matina vene in colegio Zorzi Negro,
secretario, fu asolto. Tochò la man a tutti, excepto
cati 25.
Vene Marco Bevazam, fo secretario al re di romani. Et il principe mandò tutti fuora. Expose certe
cosse di Elemagna.
Di Sp dato, di sier Piero Trivixan, conte e capetanio, di .... avosto. In materia si provedi al bastiom di Narcuta, qual sta im pericolo, et li sia mandato il contestabele deputato, per esser senza custodia.
Da Crema, di Sonzin Benzon. In materia, non
à 'uto quanto li fu promesso, non pol viver; à inpegnato la cadena di so moier, venduto le vesie,
e fata vestir di beretip ; e, si trovasse di vender una
possession, la venderia ; perhò si ricomanda.
Da Cremona, di proveditori, di 12. Dil zonzer
li de monsignor di Obigui ; lo hanno honorato assai ;
andono incontra, et parlato di le cosse turchesche.
Dice vol venir questa invernata a Venecia ; chi non
In le do quarantie civile criminal ozi fo dato prin- 316
cipio a menar, per li avogadori di comun passadi, li
patroni di le galie grosse, ſo l'anno passato in armada; et introduxe il caso sier Nicolò Michiel, doctor et cavalier, olim avogador et procurator di San
Marcho, et comenzono a lezer le scripture ; al qual
lezer ocupono .... matine.
Da poi disuar fo conseio di X con zouta di
danari et colegio, e catono di mandar ducati 5000
a Trani per formenti. Item, fato l' ubligation a sier
Zorzi da Canal, ne remette ducati 3000 in Candia,
e questo per vini per l' arma' yspana.
Item, elexeno il capetanio di la stimaria, in vita,
con ducati 8 al mexe di salario ; et rimase Bernardim Rosso, qual stava in castello a Padoa, a custodia di quelli signori, fo fioli di re Zacho ; et fu
fato con gran auctorità.
DaRoma vene letere di sier Polo Cavelo, el cavalier, e sier Marin Zorzi, doctor, oratori nostri, di
XI. Come receveteno quella matina nostre letere di
5, con li summarij dil perder di Modon, non aspeclono haver altro ordine di audientia, andono a palazo. Era il papa reduto in concistorio, dove steteno
789 MCCCCC, SETTEMBRE. 790
assa' a spetar. Poi, intrati, esso Marin presentò le avanti vol promover cardinali, che faci election' di
letere, et poi habuit orationem latinam, comemo- legati a latere, e à ditto, la Signoria merita questo,
rando la perdida di Modon, jactura a tutta la chri- | perchè la non teme la scomunicha; et si la non ne
stianità, et dil passar a Brandizo etc., persuadendo
si provedi. Poi disse era venuto successor dil Capello a star li. Il pontifice, prima laudò la soa persona, poi disse : Cussi come si ralegrasemo di la
salute, cussi al presente si dolemo grandemente di
Modom; semo per far provisiom, saremo con li reverendissimi cardinali, et ve risponderemo. Item ,
presentò le letere al papa et colegio di cardinali, et
tolseno licentia. Poi disnar visitò il cardinal Santo
Anzolo, da cha' Michiel ; qual li disse era stà par- lato in concistorio tre remedij : il primo, scriver, et
per nomedil colegio di cardinali, al capetanio di l'armada yspana, si non è partito, vadi in Levante ; secundo, mandar uno novo noncio in Hongaria ; tertio,
mandar legati de latere per tutto, videlicet Franza,
Alemagna e Hongaria. Ringrationo soa signoria, et
andono dal papa, qual li dixeno la substantia voleva
far, e mandar danari in Hongaria, et doman saria
concistorio. E poi disse, quanto a l'armada yspana,
l'orator suo à ditto sarà partita per la Madona di
septembrio, come à letere di uno suo da Palermo.
Item, li disseno soa santità à le do cosse richiede
l'orator yspano : videlicet, non fazi pace la Signoria
con il turcho, senza saputa di soi reali ; et l'altra,
che la Sicilia sia diffesa in ogni caso da la Signoria
nostra. E disse : Per questo non si resterà di andar
l'armada in Levante ; et di legati a latere non li potemo far, per non esser tutti li cardinali qui. Poi
disse : Quella Signoria non ne vol compiacer dil nostro, di poter castigar questi ribaldelli ; sapiati, havemo praticha di le cosse dil mondo ; semo menati etc. E vene il ducha di Valentinoys, e il papa seguitò il parlar, che aspectava la risposta di la Signoria nostra, concludendo : cussi come farà la Signoria, cussi lui farà. Item, è nova il cardinal Ascanio
esser morto, et el cardinal Sam Piero in Vincula à
'buto l' abatia di Chiaravalle, era di ditto Ascanio.
De li ditti, di 12. Come quella matina fono al
concistorio, e chiamati dentro, exposeno etc. E il
papa narò le provision terminate di far, e li oratori solicitó fusseno facte presto, et mandar danari in
Hongaria, più presto ch'à messo. Item, vene dentro
l'orator yspano, al qual fo comesso scrivesse al capetanio di l' armada, subito venisse in Levante. Disse, faria ; tamen credeva fusse partida. Item, li oratori poi visitono li cardinali, maxime lo alexandrino, qual à bona voluntà versso la Signoria nostra.
Item, hanno inteso, da persona fide digna, el papa
servirà, nui no semo per servirla in niuna cossa.
Adi 17 septembrio. In colegio vene l'orator dil 316
papa, et presentò un brieve dil pontifice, di 3, in
materia per quelli di Cesena, soi subaliti, qualli fonno
sachizati da li foraussiti, con Hironimo Bariselo et
fradelli da Ravena ; prega la Signoria voglij far li sia
restituito quello tolseno, et sia scrito a Ravena et
Zervia. Li fo risposto, O si sapea ; si vederia. Poi disse cosse particular, di uno familiar dil cardinal
Recanati, qual à lite con un prete a Corfu, chiamato
pre' Andrea Burleon, et lui è Alvixe da Vigna ; vol
sia suspeso l' intrade, et remesso a l' arzivescovo di
Corfù fazi rasom. A questo li fo ditto, non è tempo etc. Item, disse dil vescovo di Capaze, di certo
beneficio in Cypro etc.
Fo leto una letera , mandata per l' orator di
Franza al principe, auta da Zenoa, di Andrea Cesano, a di 7. Li scrive, le do nave è sul porto in hordine, mancha l'antena, e il tempo per levarsi ; ma dice sarà tardo subsidio contra turchi. Item, li manda
letere de Avignon.
Di sier Zuam Contarini, de sier Marco Antonio,
data im porto di Ruigno, in nave. Scrive esser zonto li con la ditta nave Soranza, conzata al Zante per
suo padre, qual à di merchadantia per valuta di ducati 20 milia ; prega si provedi intri salva, e avisa
Corom esser reso. Et etiam sier Marco Antonio Contarini, soracomito, dal Zante scrisse in conformità.
Et fo balotà di prestarli usti etc. per la nave. Etiam
el rezimento di Corfù, scrisse di ultimo in hac materia.
Vene sier Marin Contarini, da Londra, e sier
Bernardo Boldù, per la galia dil Zaffo, venduta a
sier Jacomo Michiel, de sier Biaxio, per ducati 1010 ;
qual voria fusse taià la vendeda, e chi l'à comprà, de
plano vol dargela, dando li soi danari. Item, dil resto ſo pagà ai pelegrini ducati 800, et ordina a li
avogadori di li danari restava, debi pagar quelli à
lavorato a la ditta galia, quali ogni di cridavano.
Vene tre frati, dil monasterio di San Michiel di
Muran, tra li qual è don Piero Corner, da Zenevre,
exponendo che 'l suo general da cha' Dolfin, con alcuni frati di l' hordine sono a Fiorenza, voriano che
tre monasterij sono uniti, videlicet San Michiel, Santo Mathia et Classis, e sono observanti, siano seperati e conventuali ; prega sia serito a Roma di questo, et cussi fu ordinato.
In questa matina fo balota danari per expedir i
791 MCCCCC, SETTEMBRE. 792
legnami per Cataro, credito di certe nave e marchadi di l' arsenal.
vol rasom alcuna che con si pocha zente vogli corer
in Friul, ma dà voxe per Friul. Conclude, non li venendo più exercito, non verà in Friul ; e dito explorator, vien da Bichach, à mandato uno altro.
Di Zara, di rectori, di X. Come per uno, stato
da madona Dorathea, qual andoe da Schander bassà
Di Hongarir, vene letere di nostri oratori, date in Bossina, per portarli il tributo di uno suo castello,
a Buda, a di 4. Come eri zonse li uno orator dil dice è inver Bossana senza hoste ; tamen vol adunar
turcho, venuto in zorni 23, parti di la Morea, et | zente, per venir versso quel teritorio di Zara, e non
presentò una letera al signor re, la qual sarà qui
soto scrita. Per la qual avisa la captura di Modom,
la qual nova era stà molesta a tutti quelli principali ;
et pertanto exortano al concluder ; et si za do mexi
fusse stà concluso la intelligentia con quella regia Di Vegia, dil conte, di Xel 12 in una. Come
majestà, non saria seguito questo, dicendo l'à man- uno nobele de li , chiamato sier Bartole Grabian, fu
chà da la Signoria nostra. De li si à dato danari a le a Segna, parlò con missier Alberto, capetanio, qual
zente d' arme, e li artifici sono ocupati in conzar è stato orator dil re di Hongaria al papa. Dice, hesarme et preparamenti di guerra, tenendo la liga sendo a la corte el conte Bernardim, dimandò al re
omnino habi ad esser. Poi, per una poliza, scriveno, di tuor Segna. Il re disse : Tolela. Et lui capetanio si
l'orator dil papa, episcopo di Cay, andò im Polana, ❘ altero con esso conte ; et par ditto conte al presente
con hordine far licentiar l'orator dil turcho, e quel si prepara con schale etc. per venir a tuorla. Ma
di etiam sia licentiato questo. Avisano non sarà li- | quelli citadini vol darsi avanti a la Signoria nostra,
centiato quello è li in Hongaria, fino il re non habi
la risposta di la Signoria nostra. Dı Vegia, di sier Piero Malipiero, conte, di 14.
Come à ricevuto nostre letere, per frate Antonio,
che si aria homeni per armar da quelli Frangipanni,
unde mandò Matio Gaudente, citadim de li, al conte
Anzolo per questo. Li scrive indriedo, meravegliarsi, e non ha homeni per armata, ni mai si à oferto
317 darli, ma ben, volendo la nostra Signoria, serviria
con homeni a cavalo ; et à fato spexe in exploratori,
e avisar di successi de' turchi, e non è stà pagato ;
et era venuto a labravali, castel suo a la marina,
per haver homeni; non li pol haver. Et scrive a missier Zuan d' Arbe, di questo. Item, come a di X, per
mezenità dil conte Michiel, suo nepote, feno paxe tra
il conte Bernardin e lui conte Anzolo di Frangipani, et veneno con cavali X per uno ad abocharsi insieme. Si dice el conte Bernardin vol tuor Segna,
perho si à 'bochato; tamen a Segna si sta con gran
guardie. Item, à nova in Bossina adunarsi zente per
Friul, e dice o verano presto, o vero non verano,
per venir l' inverno et le neve.
Dil conte Anzolo di Frangipani a la Signoria
nostra, data a Jablanız, a la marina. Come non
poteva haver homeni, ma si oferisse con cavali ; et
scrive quelli essi Frangipani pol servir. Item, il re
diHongaria prepara zente per esser contra turchi etc.
Di frate Antonio di Corvatia, di 12, scrita in
li lochi di ditti Frangipanni. Come andava con le
letere in Hongaria ; e de li via per tuto si trema
di turchi ; quelli signori adunano zente e cavali assai .
Da poi disnar fo pregadi, e fo grandissima pioza.
Non vene il principe.
o vero a' turchi, cha a ditto conte Bernardim. Fano
gran guardie, et etiam fuora di la terra. Item, manda altre do depositiom, di do, in hac materia, e prega li nomi siano tenuti secreti, acciò non intervengi
come fo dil capetanio di Berbier, per avisar esso
conte fu preso et morite. Et par il conte Michiel volesse dar il castello di Lendeniza a la Signoria, et
esso conte Bernardin ave a mal. Or voria saper da
la Signoria nostra, si, dimandando quelli di Segna
ajuto, quello esso conte habi a far. Item, per l' altra
letera, di 12, manda una letera di frate Antonio, di
XI, li scrive quelli Frangipani voleno venir a tuor
Veia, à navilij siciliani preparati, sì che avisa stagi
in hordine, unde lui à provisto, scrito in Arbe etc.;
ben aricorda si mandi qualche galia, va in armada
de lì via. Item, à nova turchi haver passà a Bichachio, fanno 5 o ver 6 mia al zorno, et vieneno in
Friul.
Et per colegio, per mio aricordo, con voluntà di
la Signoria, fo scrito a sier Sabastiam Marzello, era
ito versso Caorle con la sua galia, o ver lo troverà
in Istria, e commesso vadi li a Veia, e, non hessendo
bisogno, vadi a Zara et Cataro, come li è stà imposto.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podesti
el capetanio, di 14. Come per una letera di Damian
di Tarsia, par li habi scrito il conte Martin Ludovinich, visconte di Briga, come cavali 400 di turchi
erano corsi a uno castello dil conte Michiel. Item,
quello disse Francesco Lepori di hongari , non è
vero.
Da Ferara, dil vicedomino, di 15. Come el si- 317
gnor era ancora a Comachio, non pol darli le letere.
793 794 MCCCCC, SETTEMBRE.
Missier Zuan Lucha è venuto a visitarlo ; li à ditto, ❘ conto quello esso sier Sabastian fusse debitor, et sia
il signor à scrito letere a tutti li potentati, si movi❘ mandà a conzar li a Puola. Ave la ditta parte 24 di
contra turchi in ajuto di la Signoria nostra. Item, no, 99 di la parte. E fu presa.
avisa, monsignor di Obigni vien li, et parti a dì X
da Milan, non si sa la causa ; ma ben sa il ducha l'usa
in suo favor, et za li mandò a dimandar certi danari
Item, fu posto per sier Domenego Bolani e sier
Antonio Trun, consieri, di chiamar marti questo
conseio, e non se intri in altro, fino non sia expedito
presa.
im prestedo ; il ducha ne mandó a donar una parte, ❘ Gaspar Stanga, e tutti vengi con le so opinion. Fo
e tien averli ben spesi ; e si dice dia venir a Venecia.
Item, è zonto li uno orator di Faenza, et il cardinal San Piero in Vincula è zonto a Cetom con gote
e mal franzoso ; lo anderà a visitar justa i comandamenti nostri.
In questo pregadi fu posto, per nui savij ai ordeni, confirmar quello à statuido sier Andrea Michiel, provedador di l' Albania, che sier Piero Bembo, castelan di Antivari, sia camerlengo, scontro uno
zentilomo e uno popular, con salario ducati 6 al mexe. Item, scriver a lui provedador, debbi inquerir de malla ministratione, da poi il partir di syndici.
Et ditta parte ave tutto il conseio.
Noto, sier Pollo Antonio Miani disse aver letere
di 5, da Palerno, di sier Lorenzo, suo fradello, lo
avisa l'arma' di Spagna esser per partirssi da Messina fin 4 zorni ; sarà velle 70.
In le do quarantie fo menato li patroni ; introduxe alcune parole sier Marco Sanudo, ſo avogador ;
et fo seguito il lezer di le scriture fino a nona, e non
compido.
Adi 18 septembrio. In colegio vene sier Alvixe 318
Venier, va provedador a Corfù, et dete in nota quello acadeva per Corfù, ch'è cosse assaissime. Et il principe li disse: Meteve in hordine, vi manderemo
driedo.
un gripo, li portò letere da Corfù, la fusta di Malta
esser tre zorui non è stà vista. Per l'altra letera,
come erano zonte fuste, va al capetanio zeneral, con
letere dil capetanio di l' armada yspana. Item, manda letere di dito domino Francesco, a la Signoria
nostra drizate.
Item, fu messo per tutti li savij, scriver a li oratori in Hongaria in risposta, atendino a la liga ge- DiOtranto,di sier Alvixe Contarini, governador,
neral ; avisarli l' andar di l'armata yspana e la vo- do letere di 6. Come mandava una letera abuta da
luntà dil papa, come par per li sumarij. Item, di ❘ domino Floriano, doctor, è a Messina. Item, à per
l'orator dil turcho, nil mirum, si jacta etc.; conforti quella regia majestà star di bon animo , in
ajuto di la fede christiana. Item, sia dato licentia a
Francesco da la Zuccha, secretario, per mio aricordo. Contradixe sier Francesco Trun, cao dil conseio
di X, ma aricordo si rispondesse a Roma a le do
proposition, porte per l'orator yspano. Li rispose
sier Piero Duodo, savio a terra ferma. Poi andò su
sier Lorenzo di Prioli ; non fo aldito. Demum sier
Domenego Bolani, el consier, pur per la liga particular. Li rispose sier Polo Pixani, el cavalier, qual
era prima con lui, dicendo voler seguir il voler dil
conseio. Andò le parte; et fu presa di largo. Niun
messe a l' incontro.
Di domino Francesco Florian, doctor, date a
Messina, a dì 29 avosto. Come quel zorno, a hore
17, intese il capetanio la nova di la perdeda di Modom ; li dolse assai, e fo per via di Otranto, e disse
saria presto a partirssi . Item, par uno Alvise Pessa,
spagnolo, fo a l'impresa di Rodi, molto amico di la
Signoria nostra, li à mostra la commission ha esso
capetanio di andar in ajuto di la Signoria, non bisoItem, fu posto per tutti, scriver a l'oratori a gnando in Sicilia.
Roma, debbino exortar il pontifice a far quanto à Del ditto, ivi, a di 30. Come intese il capetanio
ditto, et mandar i legati a latere presto, avanti vengi | poi, non esser vero di la perdeda di Modom, e più
l'inverno. Ave tutto il conseio. lo solicitoe a partirssi. À mandato do fuste al capetanio zeneral, a notifichar la sua venuta. Item, li
sopra ziò, e ducati 40 milia; et che de li brievi dil
papa fa pocho conto, ma ben fa gran conto di la Signoria nostra ; et la Signoria pol più disponer di
quella arınata cha il papa.
Item, fu posto per sier Constantin di Prioli, savio dil conseio, sier Piero Duodo, sier Zorzi Eno, ❘ disse il gran capetanio, aver auto letere dil re e raina
sier Polo Pixani , el cavalier, savij a tera ferma, sier
Marcoda Molin, et Jo, Marin Sanudo, savij ai ordeni,
di comprar la nave di sier Sabastian Marzello, è a
Puolla, per la stima iterum di esser fata per quelli
parerà al colegio; il pagamento, darli la 1/9 le decime dil clero 1502, et l'altra 1503, detrati prinia
ducati X milia per decima; et con questo, meti a
Di sierDomenego Dolfim, capetanio dil colfo, date
in galia, a presso la Vajussa, a di 5. Come per la
galia tragurina, fo a la Zimera per saper, à inteso
795 MCCCCC, SETTEMBRE. 796
318
per uno prothoiero , come era stà fato comanda- | meni d' arme 119, a domino Antonio di Pij .... , a
mento, le zente andaseno via ; et ditto ſameio dil protegero nudò a la galia, a dechiarir che ' l fiol del
quondam Maumeth bassà è andato a la volta di Croia, et che Mustafa bei, zenero, andava a la Porta di
hordine dil signor, per farlo anıazar, per non aver cavato la ditta armata; et lui, per dubito, à mandato la moier e fioli avanti. Item, etiam per via di
uno calogiero, à inteso questo. Conclude ditta armada non pol ussir, à scrito im Puia di questo per conforto , et a Corfù et al capetanio zeneral , con
avisarli, volendo andar a far qualcossa contra l'arma'
inimicha, avanti vadi in streto, si offerisse con le 5
galie ha, venir ; o vero nel ritorno venir li a la Vaju- sa, e con gripi, fuste e navilij picoli, tuta l'armata
nostra veder di brusar questa armata è a la Vajussa ;
videlicet, presentarsi a la bocha prima. Et di questa
letera fo comandato stretissima credenza, et importa.
Filipo Albanese .... Item , di cavali et balestrieri
a cavalo etc. Summano tutti li homeni d' arme sono
li numero 234. Item , par mandasse Franco dal Borgo fino a Goricia, per intender qualche nova dil venir di turchi ; li hanno ditto non è stà altro la fama,
se non la coraria feno essi turchi 300.
Di Treviso, di sier Hironimo Contarini, podestà
et capetanio. Come quella comunità mandava domino
Alberto da Unigo, per lhoro orator a questa Signoria, a dimandar ajuto di polvere et monitiom etc.
Da Sazil, di sier Alvixe Loredam, podestà et capetanio, di 16. Zercha fabriche fate li atorno, e reparato senza spexa, adeo pol star seguro di turchi .
Fu leto certo conto, di quello voleva la camera
d' impresti, per conto di monte nuovo, qual il principe lexe, è debitor ducati ...... ; et vol per paga
fin questo septembrio 1500 ducati 60 milia, sì che
sextieri ; sì che il monte nuovo è forte gargado ; e al
presente non si trova ducati ...... il cento. Et nota,
fo parlato.
Introe el colegio di le biave per proveder a vituarie, summamente necessario. Mostrono li proveditori alcuni merchadi etc.
Intrò li capi dil conseio di X, et mostroe letere
haveano di sier Marco Antonio Contarini, governador di castelli di Corfù.
Da Corfu, di Jacomo Coltrim, di 4, una letera | vien esser ducati 120 milia a l'anno ; et il monte vemolto longa. Avisa aver ricevuto nostre letere; fo❘chio non è solum ducati 111 milia la paga in tutti li
dal baylo e provedador e consieri reduti, et li disse quanto la Signoria li havia comesso, et parlato zercha le fabriche. Feno gran consulto; tutti 4 disse la { il cavedal dil monte vechio val ducati 5 ; e sopra ziò
so opinion varia. Chi voria ſar una cossa, chi l'altra,
e tuttavia il provedador li diceva villania, volleva
lui chiamar qualche baron in consulto. Il provedador disse : Sono villi ; che sano ? E tamen a la porta
tutti udivano. Carga molto ditto provedador. Item, è
schampato alcuni maistri .... sopraunogripo, patrom Lucha Gingi ; li mandò driedo li soi, lo trovò eritornono ; si che col provedador tutti fuze. Item, vo- Da poi disnar fo conscio di X simplice ; et coleria missier Marco Barbo, ducha di Candia, fosse al- gio si reduse. Alditi li Zanthani, vol provision. Item,
dito; e missier Marco Antonio Contarini, il provedador , non volse. L'opinion dil baylo era di far
quello voleva esso Coltrin ; il provedador non voleva
si non atender a compir i repari ; il consier Baxeio
butar zoso una tore a la sua caxa ; e il consier Zorzi
far caxemate nel fosso; e lui Coltrim vol far la coltrina, sarà di le belle cosse e forte che sia nel mondo. Conclude, non sa che farsi ; il provedador non vol
lavori . Or fo mormorato dil proveditor, di levarlo,
e far ozi nel conscio di X.
li modonei, tra li qual Nicolò Dacha à perso zercha
ducati 800 de intrada, e quello valeva ducati 20 milia ; à la moier e sorele a la Cania, et una marida in
un fio di sier Marco Pasqualigo da la Zuecha; non
hanno che viver nè dove star. Item, fo aldito sier
Zuam Francesco Venier, voria fortifichar l'isola di
Cerigo, e andaria ivi provedador con ducati 500 a
l'anno, dove à la mità di l' ixola ; è ditto si conscieria. Item, fono alditi quelli di Seresina contra domino Gaspar Stanga.
Da Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador zeneral, di 14. Manda una letera scrita a luogo
tenente e lui , di domino Martim Ludochovich. Li
scrive, in la Bossina è preparà zente; tamen non in
quantità di corer in Friul, se non li vien altro exercito, e altre particularità ; et come tegnirà avisato dil
tutto. Item, esso proveditor scrive a nulla è provisto. E per un' altra letera scrive e manda le mostre
fate su la stalla ; a domino Zuan Paulo Manfron ho- bacia a Miramondo, mia 14 di Milam.
Da Milam, dil secretario, di 13. Di l' andata di
monsignor di Obigni, li à dito monsignor di Lucion
e Talleran, per maridar una fiola dil principe di Saluzo in nel fiol primogenito dil ducha di Ferara.
Item, ricevete nostre letere zercha la provision di
quelli vano in Elemagna, siano retenuti ; monsignor
di Lucion è satisfato. Item, il cardinal San Severin
va in Franza, chiamato dal re ; è zonto a una soa
797 798 MCCCCC, SETTEMBRE.
Noto, in questa matina fo ditto a Rialto, esser letere di Corfù, l' arma' turchescha levata di Modom
per andar a Napoli di Romania ; et sier Pollo Contarini, fo in Corom, qual fu castelam a Napoli, era andato per terra a veder di far Napoli si rendesse.
È da saper, li stratioti di Gradischa, maxime li
mothonei, mandono qui uno lhoro messo con letere,
dimandando provision.
319 Copia de una letera dil signor turcho al serenissimo
signor re di Hungaria, scrita in ratiano, e traduta in latin.
prope civitatem prædictam, et cum vento insurgens, volebat pro auxilio ad civitatem intrare, et ibi
aliquot ligna sive naves meæ conjungi civitati volebant, ut eorum ligna ab ingressu prohiberent, et sic
mea ligna cum eorum colligata fuerunt, ac inter se
magnum prælium fecerunt, et large sanguinem effuderunt et, cum auxilio Dei, ligna majestatis meæ victricia evasere. Et, illis profligatis, duo magnæ spissitudinis ligna eorum, cum hominibus et apparamentis ad faciem accepimus, et aliquot alia bombardis
et ingeniis fregimus submersimusque. Remanserunt
autem eorum miræ magnitudinis ligna, et ista videntes miracula, magno metu et timore territi, magnoque mærore affecti, profugerunt. Deinde ex parte
majestatis meæ, bombardis, pixidibus, taraskis et
aliis variis armis, velut pluvia, muros, mænia, turres
civitatis prædictæ invadentes, usque ad terram deGratia Dei, ego magnus princeps et potentissimus imperator, ac magnus amyr sultan Bayazit ham
omnium terrarum maritimarum ac romanarum ac
Caromaniæ, Natholiæ, Romaniæ et multarum aliarum terrarum dominus, scribit excellentia imperia- | molierunt. Tandem immunda venetorum armata, de
lis intentionem hanc etc., eadem gratia Dei, serenissimo regi Hungariæ, Bohemiæ et insuper Moraviæ,
Slesiæ et Lusaciæ duci, ac multarum aliarum terrarum domino, salutem et omnium felicium successuum incrementum suæ regiæ serenitati or '
Cuterum majestati tuæ do, quomodo Lati
meæ imperiali dux Venetiarum, antea ex coruc et recte servivit amicusque ejusdem fuit; nunc autem, et
ab aliquo tempore, ex instigatione diabolica et absque
rationet cum diaboli sui informatione, infelix dux
eorum lignis velocissima quindecim electa ligna, interea in civitatem, cupiditate ducti, immittere, ac ligna mea, casu illic reperta, illa eorum ligna oppugnare cœperunt. Et sic, de eorum lignis, quatuor ad
civitatem inciderunt, alia vero eorum ligna per mare
profugerunt. His itaque injuriis mea imperialis excellentia lacessita, magno furore est commota; ac eo
momento, quo ligna corum ad civitatem intrave- 319 *
runt, obsessis subsidia ferentes, subito alumnis meis
et fidelissimis servitoribus ac aulicis majestatis meæ
venetorum et male fortunatus, furiis dolisque agitari | firmiter mandavi, ut ex omnibus partibus civitatem
ac iniquis serviliis indigne erga me se ostendere cœpit. Proinde majestas mea imperialis, bonæ memoriæ genitoris mei, ac beati et felicissimi avi mei viam
et iter suscipiens, de sede mea imperiali me movi,
cum apparatu et armata ac exercitibus marinis processi, ubi idem dux venetorum penes inare unam civitatem habebat, quam Mothon vocant, magna speciositate decoratam, muros et turres miræ altitudinis ac fossata terrenæ profunditatis profundissime
effossa habentem. In hac superbientes veneti, qui infideles Dei sunt, alii se eorum abscondebant, alii
cursitabant, alii stabant, et malo ipsorum omine ac
diabolica malitia nominatissimi fuerant. Eam ob rem,
Dei adjutorio, decimo die mensis julii, feria sexta,
sub prædicta civitate descendi, exercitibusque meis
illam obsedi, ac, gratia Dei, quinto die, vocatus ....
ipsam , pro majori parte captam , præsidiisque , si
gnis ac banderiis cinxi. Postea, non post multos dies
elapsos, armata venetoruni veniens, et ab una parte
civitatem illam obsedit, subsidium ferens unde se
posse intrare sperabat; sic viam illi præcluserunt
mei. Ac tandem , iniqua armata eorum veniens
invaderent. Et statim, diffusi per foramina et loca
bombardis et ingeniis aperta confractaque, fortissime invadunt, ac ex omni parte viriliter instant ; fossatisque jam occupatis, magnam stragem et conflictum inferens, ac auxilio Domini cælestis et Excelsi
vi et potentia, civitatem prædictam accepi, nec solus
unus homo ex omnibus intus repertis evasit, sed
omnes sub framea mei eos posuerunt, mensis augusti nono die, prope ad noctem, die dominico ; ac aliis
civitatibus et castris majestatis meæ civitatem prædictam, quomodo decens fuit, adieci. Familiam autem
eorum, quæ supererat, possessiones ac alia unde vivere consueverant, exercitui meo in prædam tradidi .
Hæc autem amicitiæ nostræ, quæ inter nos est, intuitu, ut mihi congratuleris congaudeasque majestati
tuæ scripsi, ac per fidelem servitorem, nuntium imperialis majestatis meæ, Charoz Zicomque Viczt Haszij Elez, litteras has misi ut gratuleris et lætaris. Pacem autem, quam inter nos habemus, ac amicitiam
firmiter majestas mea imperialis tenet, et in posterum tenere volumus; et Deus novit quod læte et
honorifice scriptæ sunt.
799 MCCCCC, SETTEMBRE. 800
Die decimo mensis augusti, et datæ sub civitate Aricorda de questi si fazi pagar li fanti li, et maxime
Mothon, præsentis sæculi et anni . uno contestabele è in castello con page 18 à ogni
mexe da Verona, si che da Verona e Vizenza la SiAdi 19 septembrio. In colegio vene sier Zacha- gnoria à di spexa da ducati zercha 3000, ch'è butadi
ria Contarini, el cavalier, venuto podestà et capeta- via, e saria bon schansarli. Item, le possession di
nio di Ruigo, vestito di scarlato per li tempi cativi Pontechio val ducati 200 milia, et non si troveria la
occoreno. Et referi difusamente, prima di le rote, et mità di la mità, sì che aricorda non sia vendute ; et
la Canda et di Frassinela et Pontichio, à fato ogni si poria farne di le altre, perchè il ducha havea quecura il Po non rompa. Aricorda staria ben una certa sto obieto, e fin hora le aria facte. Item, è certi libuova fusse fata di muro, perchè, rompendo, è im velli e teradego, assa' poste, non è le mazor di dupericolo di sumerzer Lendenara e Ruigo, come alias cati 5, ma ben di do quatrini ; et si scuode mal, non
fece ad Adria; è solum 24 pie' ditta buova; la spesa è catastichi etc. Aricorda siano venduti, lhoro li comsi faria, lhoro dil Polesine participeria in le ope- preria a soldi 33 per soldo, sì che si caveria dure etc.; e za fu voluto poner colta, ma non fu fato. cati X milia, non però tutti de contadi, ma in tempi.
Item, parlò dil sostegno di la Pelosella, dove a quella | Quelli citadini sono obedienti, non è litigiosi, ni rifossa saria bon Cavarza, vien dil Tartaro ; si afiteria sozi; è mancho viciado quel teritorio, cha niun habi
ducati 300 ; poi di pescasom etc. si aria ducati 600 la Signoria, di paesani, ma è molti banditi di padoadi fitto ; el qual è un passo la Signoria afitta ducati na, veronese, ferarese etc. , sì che li à trovato fidelis60, e si poria navegar con navilij; la spexa si faria | simi etc. Il Polesine pol far 12 milia anime, di le qual
con ducati 2000, e fu posto colta, et trovà li danari,
e parte scossi ; ma non fu seguito. Item, la cità di
Ruigo, le mure belle ma vechie, in alcuni lochi forsi
18 crepadi, pende parte su le fosse, dentro e di fuora
bisogna reparar. Etiam le mure dil castello crepa.
Item, la porta di San Stefano, fo serata a tempo di
sier Jacomo Barbaro, per opinion sua staria meio
aperta, perhò che l' Adese li va per mezo Ruigo, e
do porte è di qua, San Zuane et San Bortolamio, e
di là questa è serada, adeo si convien passar etc. per
uno ponte fuora. Item, la spexa e intra' di la camera
dirà poi. Lendenara non è murada, e sora Po à castello, qual li sta un zentilonio ; spexa butà via, et staria meio a Castel Vielmo, per esser più importante.
Item, la Badia etc. E poi disse di le torre Marchesana, de Pizom et de Villa Francha. Tochò una parola | ben portato, come in vero si havia.
di Veneza. Item, à fato inventario di tutte le monition ; ne era bone, ma mal governade. La intrada di Ruigo è ducati 5800 a l'anno, e la Signoria nulla
ha ; e questo è oltra le possession di la Signoria nostra, et le decime dil clero. Et quella cità, a tempo
di l'aquisto, fu fata exempte per anni X, qualli fini
1497. Item, ait dil bochadego e sal, lhoro citadini
scuodeno da quelli anni 7 fin 70, summa tutto du- cati 770, et saria più, perhò che da poi si à zonto
Castel Vielmo, à X ville etc. , sì che saria bon far da
novo, creseria assa' più la Signoria. E il ducha di
Ferara aveva ducati X milia d' intrada, et di questi
ne spendeva 1000 in li rectori et oficiali. La spexa
320 è, che tuti li ducati 5800 si spende, videlicet, solum
è la spexa ordinaria et extraordinaria ducati 4800 ;
il resto sta in camera, et si scuode con negligentia.
4000 da fati, il resto vechij, pute e femene ; non è
tropo richi ; ne son da 7 citadini arà ducati 500 d' intrata ; et etiam alcuni villani à dil suo da ducati 3000.
Item, à fato raxom a tutti in le cosse importante,
mediocre e tenue ; à expedi 200 processi di altri soi
precessori ; ha lassà 8 non era compidi. Item, de li
statuti, quelli citadini voria una gratia di la Signoria,
la prima de li bandizati 1468, per la parte in qua di
teritorij , et XV mia in là, vieneno a star sul Polesene,
perhò vi hè gran quantità ; l' altra non è li banditi,
imo le condanasom è di la comunità, e li condanati
aldeno le condannason , e poi quelli regoladori le
conza come li par, facendoli gracia. Voria fusse come
Vicenza, che si scuode in camera, e si mette in la
fabrica di la cità. Or fo laudato dal principe, aversi
Vene sier Polo Barbo, et aceptó la pretura di Cremona, licet sia stato podestà a Padoa ; tocho la
man al principe e a tutti di colegio.
Vene sier Alvixe Venier, va provedador a Corfu,
solicitó le cosse richieste. Ordinato vadi via, e se
li manderà driedo. E fo balota darli ducati 2000 et
500 di tornesi. Item, ducati 2000 da comprar quello
richiede, per parte non son in l'arsenal, a presso
quello si potrà aver da la caxa.
Item, fo balotà dar ducati X per uno a li oratori
di Modon, et farli dar qualche leto per l' oficio di le
raxom vechie etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 17. Come era
zonto li monsignor di Obigni; don Alfonxo e don
Ferando li andò contra fino a la barcha. Il signor
non è venuto ; si aspeta. Lui vicedomino l'à visi
801 MCCCCC, SETTEMBRE. 802
tato, e li fè gran dimostration, dicendo sperava non | stati aquisterà. Poi disse : Il roy faria ben a prender
solum seguiria paxe col re Maximian, ma intelligentia contra infidelli, e lui volea esser operato. Item,
dimandoe qual via faria. Disse staria tre di lì, poi anderia a Parma e Piasenza, et questo Nadal voleva
venir a Venecia; ma si dice anderà a Bologna.
il Regno, acció questo re non chiami turchi . Et l'orator francese disse: Domini oratores, è meglio compiacer il papa, cha farlo per via dil roy ; et che haveva di questo in la soa instrution. Item, hanno visitato e visitano li cardinali, dicendoli dil turcho etc.
3:20
Di Chioza, più letere di sier Lorenzo Bernardo, De li ditti, di XV. Come ozi fono a palazo, et il
podestà. In materia, justa i mandati, à scrito a Fera- papa fè dir non li poteva dar audientia. Era l'orara per super si monsignor di Obigni vien qui. Item, tor francese, qual li disse quanto è serito di sopra,
Mathio Copola è passato de li, lo va a trovar; si dice | confortando la Signoria compiazi il papa di levar la
è venuto per concluder un matrimonio di don Alfonxo in una neza dil cardinal, e per questo il ducha
fu a Milan.
Du Cremona, di proveditori. In materia di capi etc. , e aver scrito a Milan mandino a tuor missier Zuan Hironimo Visconte è li retento. Item, sier Lorenzo Dandolo, camerlengo, mandoe provedador a
Pizegatom ; et il Valaresso è venuto qui, ozi zonto.
Da poi disnar fo pregadi per li syndici intra
culphum, videlicet sier Bernardim Loredam e sier
Nicolò Dolfim ; quali seguitono il caso di sier Bernardo da Canal, fo podestà in Antivari, retenuto. Et
rispose in favor dil reſtenuto) al Loredam, fo ultimo parloe, domino Rigo Antonio de Gothis, doctor,
avochato, et stete fino sera, adeo li syndici non volse
mandar la parte. E fo rimesso a uno altro conseio.
Adi 20 septembrio. In colegio non fo il principe.
Fo leto letere.
protetione, e non fazi prender faticha al roy a rechieder questo etc.
Di Rimino, dil secretario, di 18. Come el signor è sublevato; il fiol è pur con la febre ; li à dito
di le preparatiom dil papa ; si dubita assai ; lo à confortato assai, dicendo la Signoria l'ama come fiol. E
lui signor li prego scrivesse, et lo ricomandasse a la
Signoria nostra.
Du Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador zeneral nostro. Come, oltra Bossina e Crovaria,
à mandato uno altro explorator in Bossina, per saper di turchi ; qual andoe dal ban di Jayza, mostra
esser amico di la Signoria nostra ; dil qual à 'uto
una letera, la qual mandoe qui.
Di Lorenzo Symoni, date a Jayza, a di 7, drizata al provedador Marzello. Come era zonto li, et
quel bay (sic) havia bon voler, et che di Schender
bassà non se intendeva altro, si non feva preparaDa Roma, di sier Polo Capelo, el cavalier, e sier tion di zente ; tamen à serà li passi, non vi pol anMarin Zorzi, doctor, oratori, di 14. Come quel dar niuno, et che ſina li oxeli anno paura. Item,
zorno fonno dal pontifice, per solicitar la provisiom, à lassato uno suo fameio a uno castello, per intenqual era in Castel Santo Anzolo, et parlato dil non- der qualcossa ; è dito Schender è inver Bosana,
tio dovea mandar a l'armata yspana, disse soa san- zornata una e meza di Jayza, et è quatro castelli
tità, non era ancor fate le letere, e doman le expedi- | dil bam, prima si vadi li da' turchi ; videlicet : Ba- ria con nostre letere al capetanio et di l'orator yspa- no, etiam dil colegio di cardinali. Quanto ai legati,
disse li cardinali non vol andar, e si scusano ; vol far
de' novi cardinali, e convien aspetar li cardinali se
redugano in Roma. Quanto a mandar subsidio in
Hongaria, disse faria ; ma quella illustrissima Signoria ne doveria compiazer di Faenza e Rimano, e lassar far l' oficio nostro pastoral. El ducha nostro è
cavalchà a l'impresa, dicendo di fuora si cridarà :
Papa e Franza ! e dentro : Marco ! Marco ! Il re di
Franza ne da ajuto di zente, et l'orator francese era
li presente, qual ajutò il pontifice, e confirmò quanto soa santità dicea ; dicendo il roy li à promesso. Et li
oratori justificho la Signoria nostra, feva per le cosse
dil turcho. Et il papa disse, la Signoria faria suo honor non se impazar con excomunichati, dicendo vognaluch, mia 5 de Liviza ; Svezai, mia 7 ; Grebr fin Bozaz, mia 7 ; da Bozaz a Jayza mia 20. Item, a di
4 zonse li a Jayza 30 cavali, quali menono 3 janizari
e uno turcho presi. Dicono Labazie, fiol di Schender, feva adunation di zente, non sano per dove ;
et in quel zorno corse 500 cavali a' danni di turchi ; et scrive altre particularità, non perhò 0 da
conto.
Et el dito proveditor seguita in la letera, come
à ricevuto nostre letere zercha l'arcoglier di feni
e strami , e redurli a le forteze, aliter brusarli ;
dice ha fato più comandamenti, ma non voleno ubedir; dicendo esser impossibile poter portarli tutti a
leforteze.
Da Chersso, di sier Hironimo Bembo, conte, di 5.
Come, inteso per letere dil conte, di 3, di Nona, li
ler dar uno presente a la Signoria dil ducha e di lil dimandava per ajuto 100 homeni per dubito di tur1 Diarii di M. SANUTO. - Tom. III. 51
803 MCCCCC, SETTEMBRE. 804
321
chi ; li scrive di .... , fato il conseio, anno electi ,
videlicet di li , et videlicet di Ossero, e anno mandati
a Nona ; tamen senza arme, per non vi esser pur
una arma, et quelli lochi esser nudi di ogni artilaria.
Etiam fo parlato zercha le galie di viazi , qualle,
le 4, non trovano homeni, e le zurme stanno per do
cosse : una, dubita andar in armada ; l'altra, vo-
❘riano le refusure, ch' è cossa inasueta a dar a quelli
vanno con galie di viazi ; tamen e' aspectano di saper qualche nova di mar, perhò che tutti li banchi
è signati ; tamen non voleno tochar danari. Fo ariDa Cremona, di proveditori. Come haveano comenzà a far li provisionati , aspectava li danari ,
perchè non voleno levar senza danari. Item, hanno
scrito a Milan zercha missier Zuan Hironimo Vi- | cordato darli homeni per galia, acció vedendo quelli,
sconte, retento de lì, che sta a lhoro posta, e lo mandino a tuor.
si andaseno a scriver ; l'altra far venir le galie in
mezo canal, e far cargar le merze, e statuir termine
Di Brexa, di rectori, di 17. Zercha Carlo Secho, a li merchadanti; l'altra far uno editto, quelli po- li à scrito cavalchi in Friul ; li à risposto non haver| leno tornar per la parte su le galie di viazi, debino
danari da levarsi. andarsi a scriver, e andar, aliter perdi la gratia. Altri cargono li patroni erano causa ; tamen, nihil conclusum.
Di Piove di Sacho, di sier Vetor Malipiero, podesti, di 17. Come quella comunità mandavano soi
noncij qui , per haver preso in lhoro conseio, una Da poi disnar fu gran conseio, fato capelanio a
solla ballota di no, di cazar li zudei de li, non dagi- | Cremona sier Domenego Bollani, el consier ; et il no usura, per esser il monte di la Piata, al qual haveano novamente posto ducati 2000; et che 'l zudio, ch'è Salamon Zin, si havia fato creditor di la
comunità di assa', e tamen voleva donar tutto, et
quelli non hanno volesto ; per tanto prega la Signoria.
scurtinio sarà posto qui avanti. Et fu fato election.
Camerlengo a Cremona rimase sier Nicolò Balastro,
quondam sier Piero, fradello de sier Andrea, preso
da' turchi a Modom, da alcuni gran scontri. Item,
dil conseio di Xsier Zuan Zantani, era di pregadi,
fradello di sier Antonio, morto retor aModon da'
Di Corphi,di fra' Pelegrim, prior di l' Anon- | turchi, e ſo primo ; meio non passò si non tre, et
cia', drizata a sier Antonio Trum, el consier, de di cazete sier Piero Balbi, savio dil conseio ; et questo
29. Come quella terra era in gran paura, et li po- perchè la terra si tien mal satisfata dil colegio, per
puli tumultuavano, et è discension tra li capi ; più le poche provision fate. Non so quello sarà di nui ai
non si fabrichava. Li contestabeli Zorzi Todesco e ordeni , che perho non meritemo, ni à mancha per
Piero Grimaldo non hanno fanti, e quelli hanno, nui. Et in questo conseio, fu el primo venisse dosono paesani, et li operarij lombardi morenodi fame ❘ mino Piero Antonio Bataia, electo zentilomo nostro,
per le strade, e in un zorno ne morite 14da desasio, per non esser li li lhoro danari. Conclude, quella
terra stava mal si non se li provedeva. Di l'armata O. Il signor turco ebe Coron, e sier Francesco Ziandò in eletion in la quarta, e non ave voxe.
In colegio fo aldito el vescovo di Monopoli, ch'è 321
per natura anzuino, fidelissimo nostro, ch'è za più mexi in questa terra. Dimandava il castello di Cegogna, sier Polo Valaresso e sier Pollo Contarini, ❘ sternino, et certum jus plateaticum di zudei elc. ,
erano li, si deteno a pati ; è poi col campo andato versso Napoli. Prega Idio ne ajuti. Unde fu fato granremor in colegio, di mandar via el provedador
electo.
come apar in li soi capitoli, visto la risposta di sier
Alvixe Loredam, fo governador a Monopoli, et de li syndici nostri.
Item, fono alditi alcuni stratioti mothonei ; il capo
nome Lazaro Mathasi ; sono numero 39, voleno provisiom, come è stà ſato a quelli di Lepanto.
Et fo mandato per sier Marco Venier, suo fra- | è venuto di Friul con letere dil provedador Marzello,
dello, e ditoli per il principe, dovesse dir a sier Alvise, suo fradello, andasse. Rispose, voleva tempo e
le cosse dimandate. Et ditto, vadi, se li darà quel Di Franza, di l' orator, vene letere, di 7, date a
si potrà ; disse, non anderia mai, et ozi, a gran Meledun. Comeil re li havia ditto, per uno suo cavaconseio, faria ben montar in renga, e dir il tutto. ❘ laro venuto di Alemagna, li oratori primi electi, tra
Fo parole molto grande ; adeo li capi dil conseio di
X li fè comandamento non parlasse più. Et sier Hironimo Liom, el cavalier, l' avogador, parlò altamente, dicendo : si 'l non andava, lo havea per intromesso. Et fo terminato far ozi dil conseio di X in
locho suo ; et sopra ziò fo gran disputatione.
li qual era il ducha di Saxonia, non venivano, et venivano altri ; perhò soa majestà non voleva andar
a Troes in Zampagna, ma anderà a Bles, e vengi
quando voleno. Poi parlò dil papa, solicita ; e li
disse, si lui volesse, aria. Et l'orator dil papa à ditto : il ducha de Urbin è morto, arà quel stato. Et
805 MCCCCC, SETTEMBRE. 806
l'orator scusò la Signoria, si non compiaceva al presente. Et il re disse : Non parlemo più ; lasseme satisfar di parole. Poi li disse : el signor Carlo Orssini
la Signoria li à da licentia, e l' Alviano la vol. Et soa
majestà à letere di lhoro; dice la Signoria nostra
non ne ha niun altro condutier si bon, quanto questi ; perhò è mal lassarli.
Dilditto, do letere, di 9, ivi. Ricevute letere no
stre, di 30, con letere dil zeneral zercha Modon perso, e poi di Corfù, non è vero, andò dal re, li
disse. Si dolse e : Stè con speranza. E poi disse :
Non parlemo più ; ma un altro anno farà gran cosse.
E spazo letere a Zenoa, a monsignor di Ravastem,
per le do nave, dicendo haver speso in armar le ditte
franchi 35 milia. E poi disse : Si zenoesi non farà il
dover, faremo etc., li castigaremo; perhò che l'orator nostro intese ditte nave anderano temporizando
per mar. Item, quanto a la letera di fiorentini, diceva mal dil re, non l'à voluta mostrar, perho che
eri, hessendo col re, ave letere dil suo orator, domino Acursio, li disse zercha questo. Se turbo, non
voria esserli stato quello havesse parlato di tal cossa
con sua majestà. Et in l' altra letera, par fusse dal
re ; li disse, incidenter, di fiorentini. Soa majestà rispose : Sono desperadi, ne manda una gran ambasata. Et l' orator disse : Fanno per ingannar vostra
majestà. Disse : Ben, si varderemo, non ne inganerà.
Poi introno zercha il papa etc. Et sopravene la rezina, et non fo ditto altro.
Sier Nicolò di Prioli, fo cao dil conseio
di X, quondam sier Zuanne
Sier Antonio Trum, el consier, quondam sier Stai
Sier Francesco Bernardo, fo consier,
quondam sier Pollo, el procurator .
Sier Bortholamio Vituri , fo consier,
quondam sier Mathio, procurator
Non. Sier Lucha Zen, fo capetanio a
Padoa, quondam sier Marco, el cavalier .
Non. Sier Domenego Marin, fo capetanio a Padoa, qnondam sier Carlo
Sier Fantin da cha' da Pexaro, fo capetanio a Padoa, quondam sier Francesco
Non. Sier Andrea Cabriel, fo ducha di
Crete, quondam sier Beneto .
Sier Marco Sanudo, fo podestà a Brexa,
quondam sier Francesco
Sier Zuan Francesco Pasqualigo, dotor,
cavalier, fo capetanio a Brexa
31.119
55.100
36.116
322
40.117
......
......
43.112
......
58.99
† Sier Domenego Bollani, el consier, quondam sier Francesco 102.50
Sier Hironimo Lion, el cavalier, l'avogador di comum 31.124
Sier Piero Contarini, el consier, quondam sier lacomo 60.89
23.131
Da Milam, dil secretario, di 17. Come monsignor di Chiamonte eri vene li, et ozi è cavalchato ad
tuor alcuni castelli de' vermeneschi, fo donati a monsignor di Obigni, videlicet Bobi et Zavatarella, la qual è forte ; mena con si 2000 cavali et 3000 pedoni .
Sier Polo Pixani, el cavalier, fo avogador di comun 40.112
Sier Lunardo Grimani, fo avogador di
comun 26.127
Electo per gram conseio capetanio a Cremona.
Item, monsignor di Ligni vene a Zenoa, si dice per † Sier Domenego Bollani, el consier, quonhaver quel dominio, per una promessa li fè re Carlo.
Item, gateschi sono andati a certi lochi di zenoesi,
tenuti da' francesi. Item, el cardinal di San Zorzi è
andato a Pavia, dove à tolto caxa.
dam sier Francesco 808.333
Sier Zuan Morexini, el consier, quondam sier Luca 439.652
Noto, ozi fo divulgato per la terra, el fiol di sier
Zorzi Corner, el cavalier, esser stà fato cardinal ;
tamen nulla si haveva di certo.
Electo capetanio a Cremona per scurtinio
dil conseiodi pregadi.
Non. Sier Baldisera Trivixam, el consier, quondam sier Polo
Sier Zuam Morexini, el consier, quondam sier Lucha .
......
Sier Domenego Bolani, fo luogo tenente
in la Patria, dopio .....
Sier Anzolo Trivixan, ſo cao dil conseio di X, quondam sier Polo 315.822
Sier Domenego Bolani, fo savio dil conseio, triplo
58.95
Non. Sier Pollo Trivixam, el cavalier,
ſo podestà a Brexa .
......
Adì 21 septembrio. In colegio vene sier Alvixe
Venier, electo provedador a Corfu, et publice refudoe, dicendo non voler andar.
Vene l'orator di Franza, et presentò una letera
dil re a la Signoria, data a Meledun, a dì 3. Pregava
la Signoria volesse compiaser al papa in la materia
807 MCCCCC, SETTEMBRE.
808
322
diArimano et Faenza, con molte parole. Et per el
principe li fo ditto, era sta za compiaciuto, si che
bastava; tamen era tempo ajutar la cristianità, che
era in pericolo. Et l' orator disse, soa majestà havia
mandà a Roma monsignor di Trans a questo effecto;
avia manda le do nave, faria etc.
Item, sier Antonio Trum, el consier, fè lezer
una parte di dar contumazia a li savij ai ordeni presenti e futuri, stagi tanto fuora quanto sarano stà
dentro. Et fo gran remor in colegio, niun non la
sentiva, ne feva torto expresso. Parlò per nui sier
Polo Pixani, et Jo dissi alcune parole. Poi el principe
chiamò il Trun, non la metesse.
Da poi disnar fo pregadi. Et reduto in cheba
el principe con la Signoria et colegio, vene sier Alvixe Venier, dicendo, licet questa matina havesse refudato, voleva andar a servir la Signoria, pregando
Di Sibinico, di sier Vetor Bragadim, conte e саpetanio, di X. Come quelli dil conte Xarco voriano
danari, aliter si voleno partir. Et li fo mandato una
paga, qual non era zonta ancora. Item, quella camera non à un soldo ; la terra, povera, non pol aver
le intrade per turchi. Item, dice dil Castel Novo, bi- li fosse dà danari, e quello rechiedeva, più si poteva.
sogna si provedi di guardia, come scrisse a li capi
dil conseio di X. Et fo ballotà tavole 1000 et miera
10 agudi per ditta forteza. Item, fo ballotà il mandato di le fantarie da mar etc.
Vene domino Hannibal Anguzolo, con suo fra
tello Marsilio, per el qual fo mandato, per una letera
mandoe a Milan, di missier Batista Visconte a la sua
donna, e fo amonito non se impazasse. Dimandò
perdono ; non importava, diceva, l'andasse a trovar;
non faria più. Poi disse ditto domino Hannibal era
stato schalcho di madona Bona, olim duchessa di
Milan, 7 anni, et per la praticha havia con la imperatrice, li mandò per una dona uno alborelo di zenzero. La qual li rispose, e mostró letera qual eri l'ave
aperta, che Biancha Maria, raina di romani, sempre
augusta, de Yspurch li scriveva ringraciandolo etc. Li
fo ditto, de cætero tutte le letere presentasse avanti
a li capi di X, per esser nostro zentilomo.
Aldito quelli di le nave, per la diferentia di l'ubligation di le decime dil clero, videlicet tra questi ,
à le nave fuora, e sier Sabastian Moro, è fuora. E
visto le parte, il colegio terminono, pro rata, d' acordo, partisse.
Da Ferara, dil vicedomino, di 20. Come monsignor di Obigni è ancor li, e il ducha non è venuto ;
si dice per il matrimonio, altri per far don Alfonxo
vadi in corte dil re; e cussi vol uno fiol di missier
Zuan Bentivoy, e danari per pagar le zente di Lombardia, e torà di Carpi e la Mirandola ; poi si parte,
va a Cento, mia 20 de li, dal cardinal Vincula, dove
è oratori fiorentini et pisani, et il prefeto suo fratello. Partito sarà ditto Obigni, esso vicedomino anderà a Cento, vederà di saper qualcossa dal cardinal.
In questa matina, fu fato lezer per sier Piero Capello, savio a terra ferma, una parte voleva meter,
che de cetero li savij dil conseio, tera ferma eiordeni, non potesseno esser electi, hessendo debitori,
e cussi li oratori e provedadori, reservando quelli
fosseno electi con pena.
Fo laudato, et ditto si meteria la parte im pregadi.
E parloe di le fabriche, biasmando quello si faceva ;
era di opinion fortifichar il fosso etc.
Di Sibinico, fo leto una letera di uno canzelier
di la comuniti, Dominico de Lhastis, di XI. Scrive
a sier Zuan Morexini, el consier, la condition di
quella terra, e il pocho pensier si ha, e la beleza sua ;
non vi è forteza, non vi è aqua se non per zorni tre.
Item, le torete si toria con una galia ; non vi è mo
nition ; è fanti mal contenti.
Et fu posto per li consieri, cao di 40, savij dil
conseio, excepto sier Filipo Trun e savij a terra ferma, acetar la acetasom di sier Alvixe Venier, qual
debbi andar con la galia si arma, soracomito sier
Zorzi Trivixan. Andò le parte : 3 non sincere, 50 di
no, 129 di la parte. Et fo cazadi prima li soi parenti ,
adeo dubitavano etc.
Fu posto per tutte tre man di savij, expedir el
vescovo di Monopoli , darli Cisternino ; videlicet la
forteza resti in la Signoria, lui habi le stantie, e meti
al governo in civil uno citadim di Monopoli, le apellation al governo nostro. Item, dil jus plateaticum,
ch'è soldi 3 per ogni duchato di quello vendeno li zudei
in Monopoli, ha di questo zercha ducati 24, li sia concesso come li altri episcopi di Puia hanno. Etfu presa.
Fu posto per sier Antonio Trun, el consier, sier
Constantin di Prioli, e sier Filipo Trun, proconlator, e
tre savij a terra ferma, atento li zudei à dato gratis
a la Signoria nostra ducati 25 milia, li sia concesso
poter fenerar per anni 5, in ogni terra dove vorano
stagi zudei etc. Sier Antonio Bernardo, dotor e cavalier, cao di X, andò in renga, e parlò contra zudei, dicendo era di scazarli dil mondo. Etiam andò
sier Hironimo Capello, pur contra essi zudei. Et fu
fato lezer una bolla, fata 1463 qui, per il cardinal
niceno, legato a latere, stava a San Zorzi Mazor,
lava auctorità a missier Christofal Moro, doxe, e successori, di poter far capitoli, privilegij etc. a' zudei.
Or fo remesso a uno altro conseio.
809 MCCCCC, SETTEMBRE. 810
323
capetanio, e manderà li conti e zerche fate di galie
grosse e sotil. Conclude, levarsi quella note, e cussi
li proveditori è stati di opinion, e li laudano assai.
Item, ozi terzo dì, zonse la nave Ruziera di Candia,
di bote 1000, qual era smarita ; et che li populi dil
Et intro el conseio di X dentro, con la zonta di
colegio, et la zonta di danari , per trovar danari
di dar al provedador va a Corfù. Etiam introe li
procuratori , justa il solito intrano.
Adi 22 septembrio. In colegio, fo leto una gracia di la condanaxom di sier Lucha Loredam, fo fata | Zante, havendo richiesto mandar la ſameia lhoro in
im pregadi, hessendo patron al viazo di Alexandria,
capetanio sier Filipo da cha' Taiapiera. Et aldito la
risposta di li avogadori, et balotà tra li consieri, non
fopresa.
Item, non senza dificultà fici balotar el credito
di ducati 400 di sier Marco Lipomano, el cavalier,
fo ambasador a Milam. E fu preso.
Vene sier Thomà Lion, fo governador a Monopoli, et fo aldito in materia di li poliedri , è di li di le
jumente nostre, perhò che il conte Alvise Avogaro
scrisse ne voria aver alcuni.
Vene l' orator di Urbim, solicitando la risposta
dil signor suo, dicendo resta haver di servito ducati
20 milia ; et dimandò almeno per suo spexe, ducati
200. El principe li de bone parole ; et li fo balotato
ducati 100 a conto dil stipendio dil ducha suo.
Vene sier Alvise Venier, va provedador a Corfu,
è comesso a li executori la sua expeditione ; dato
danari per comprar quello mancha.
Et non hessendo letere, ni cosse da far, fo dato
el pregadi a li syndici per expedir sier Bernardo da
Canal una volta.
Sopravene letere da mar, per via di terra. Il sumario è questo.
Dalmatia, Friul o ver Corfu, fu contento darli licentia. Al presente dicono voler andar etiam lhoro medemi, che saria un abandonar la ixola; li à dato bone parole, e lassà li una caravela con hordine, volendosse partir le fameie, le mandino via ; à lassù
etiam una fusta armata, acciò il provedador la ope
ri, con hordine tutti li navilij armadi capiterano, li
fazi restar fino arà altro comandamento. Editto provedador dil Zante li à dimandato di gratia licentia,
è stato un anno a suo spexe, voria fusse fato il successor suo. Item, lui capetanio fece far una crida :
tutti li provisionati, deputati sopra le galie, dovesseno andar su quelle, in pena di la forcha. Item, à
lassà hordine, venendo l'arınada yspana, debbi quella mandar in le aque di Cao Malio, dove vol andar
lui capetanio zeneral con l'armada nostra ; e dice :
Fin do hore son per levarmi, a Dio piacendo. Solicita
li sia manda danari, monition étc. richieste.
Relatiom de Michali da Corfù, balestrier di la galia 323
di Otranto, ando col socorsso a Modon, qual
scampò di Corom etc.
Dice a di 9 fo preso Modon, e si combate fin
hore 4 di note, taiati a pezi gran numero de' turchi e de' nostri ; e tandem ditti turchi superchiono
nostri ; e lui se challó zoso di le mure, a hore 4 di
note, e fu preso da do turchi e uno cristian, e me
nato in galia, dove stete fino a dì 21. E quel di fo fato far una crida, per nome dil signor , tutti li
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, a
presso il Zante, a di 27, hore tre di note. Come di
23 ſo l'ultime soe, e da quello in qua sempre à
mandato galie sotil a tera ferma per saper qualche nova. Mando sier Marco Antonio Contarini e sier
Polo Nani a terra ferma, e, ritornati, nulla à portato, dicendo non haver potuto parlar a niuno. Et non | schiavi presi li fusseno apresentati per farli morir ; e
era ritornà le do spie mandò za 8 zorni, una a Coron, l' altra a Napoli di Romania. Item, mandó, ozi
terzo dì, a Sapientia, sier Anzolo Orio e sier Francesco Barbarigo, di Candia, qualli ozi sono ritornati,
e à conduto alguni homeni di le galie di Otranto,
andò col socorsso in Modom, e sono fuziti di Corom con uno copano, di qual manda la soa relatiom in scriptis. Unde esso capetanio havia termenato levarsi quella note, e datto a tutti li hordeni
sarano qui soto seriti. Et manchava la nave di sier
Beneto Zustignan ; e caravela, e la galia di Chersso,
non si sa dove siano ; et etiamle cinque galie sotil
sono mandate per li proveditori a Napoli di Romania ; et restava dar soventiom solum a la galia di lui
fo apresentà gran numero, a' quali fonno fati taiar
la testa, e a chi taiati per mezo, e lui fuzite per mezo dil cristiam, donò a' turchi aspri 600. E lui se
butó a l'aqua, e nudo a terra, e andò a Coron ,
qual si era reso al signor, e non li fo ditto altro.
E il signor à lassà in Coron 1500 turchi, videlicet
500 janizari , et 1000 asapi ; non à fato alcun despiacer a quelli di la terra, e ha fato quelli di Coron, per
anni tre, liberi, non pagano nulla ; e di anni tre indriedo pagano aspri 26 per testa a l'anno, e la decima di tutte le sue intrade. E il campo da terra si
levo sabado, a di 22, do horre avanti di, per Napoli
di Romania ; à conduto con thoro sier Pollo Contarini, era in Coron con alguni principali capi di
811 MCCCCC, SETTEMBRE. 812
324
la so galia.
stratioti, per menarli a Napoli, per far che 'l se ren- sato li Alfonso da Fam, con 80 provisionati, ch'è
da. L'arma', domenega matina, si diceva andava | pocho. Prega la Signoria li dagi licentia, monti su
versso Napoli, e havea tempo bonazevole, e resta a
Corom solum do fuste di banchi X, e do gripi ; ea
Modon, si dicea, haver lassà 4 fuste ; e il ditto Michali , con li compagni, scampò da Coron a hore 4 di
note con uno copano, vene fin al Prodano, dove
trovò le nostre do galie sotil, e montò suso. Dimandato di rectori, disse : El castelam di Coron era stà
messo im prexon, per nome dil signor li dimanda
ducati 2000 ; dicono esser quelli che la Signoria à ❘
mandato a li soldati, dicendoli non li dovea dispen- |
sar a li soldati, e saveva ben la terra si dovea render. El capetanio di Corom, sier Francesco Zigogna,
e sier Pollo Valaresso, se ritrovavano fuora a li zardini, e non sono retenuti in destreta, ma stanno con
guardia. La terra era mal contenta, et è stà lassato
hordine, tutti quelli si vorano partir, habino termine
uno anno a levarsi di Corom. De li rectori di Modom o sopracomiti, nulla sa; ben dice che alguni
turchi havia ditto, como el castelam di Modon, e sier
Batista Polani erano vivi ; ma non aferma di questo.
Da Corphù, di sier Piero Liom, baylo e capeta- nio, e sier Nicolò Zorzi, consier, di 4 septembrio.
Dimandano danari per le fabriche, e per dar ali provisionati , e i pagamenti di murari e manoali brexani, quali a un bisogno basteriano per provisionati.
Item, sono di opinion, redur in forteza la citadella
dal palazo in suso, e lhoro non si pol pagar di salarij, per esser quella camera povera ; non hano monition ; è pochi provisionati, per il partir di Paulo
Albanese. Aricorda se li mandi de li altri ; e siano
provisionati. Item, la Parga, locho fortissimo, ben
populado di marangoni, tutti è calefadi, et sono restreti da' turchi ; e albanesi li hanno socorsso di formenti, e bisogna mandarli soldati per custodia. Item,
el castello dil Butintrò, dove è cativo aere, per turchi
e martalossi, ogni trato g' è fato qualche novità. Da
terra intendeno el campo di la Vajusa per zornata
disfantarse ; alcuni dicono fanno adunanza a Scutari,
per andar a dannifichar i lochi di quella provintia.
Da la Vajussa, di sier Domenego Dolfim, capetaDi sier Hironimo Pixani, proveditor di l' arma- nio dil colfo, date in galia, a presso la Vajussa, a
da, di 27, data ivi. Scrive, per sier Anzolo Orio, di 4. Replicha dil levar de li do subassi, uno per
e la galia Griona , venute eri dal Zonchio , intese | Croia, l'altro, ch'è il zenero, va dal signor, et è
a dì 16 Corom si rese ; e il campo si parti per fama lo farà morir ; e hanno lassato certi a custodia .
Napoli con l' armada. Dice, per li tempi ditta arma- Et come esso capetanio ave aviso di la fusta di Malda, stando qualche zorno a Napoli, converà tuor la ❘ ta, versso el Fanù, qual tolse a uno nostro gripo 4
volta di Constantinopoli, e la nostra armata non à
lochi di tuor aqua, et con le galie sotil non si pol
star sul mar. Item, aricorda si provedi a l' ixola di
Corfù per esser greci, di qual non si pol haver fede
alcuna. Quella note si leverano etc.
Di sier Jacomo Venier , capetanio di le galie
grosse, di 27, ivi. Come el zeneral, da dì 14 fin quel zorno, havia fato la zercha a le galie tutte, et dato
qualche dinaro ; nè altro scrive, se non che ditto
zeneral li à mandato a dir le nove, ut supra.
homeni. Subito mandoe una galia sotil ivi, qual tornò ; dice nulla haver trovato, et era partita. Manda
un'altra, acciò si possi venir securi de li via con letere. Ilem, ozi, con bonaza calma, andó con la soa galia
versso terra per scandaiar, e una fusta stava a la
guarda, drio la ponta dil fiume. Subito che vete nostri, li homeni parte saltò dentro, et altri, con l'al- zana, la tirono dentro ; qual era aparechiata per fuzir con la pope di fuora, unde esso capetanio fè dar
fuogo al passavolante, e poi a uno falconeto, qual
calorono a presso ditta fusta ; et mando l'armiraio
suo da una banda de la bocha, con una barcha armada, et el copano de l'altra banda, et fece saltar
Dal Zante, di sier Nicolò Marzelo, provedador,
di 27. Come à di certo, Corom si rese a di 16, per
promissiom fate; nel qual locho el signor turcho è
stato alquanti zorni, per adaptarlo a suo modo; à | più homeni in aqua, caminando sopra le seche ; e
manda il campo versso Napoli ; poi lui è anda im
persona, et l' armata si levò da Modom a dì 23, à
lassato molte grande provisiom a Modom, e fato
preparar 100 calchare di calzina, per fabricharlo, e
piere. Item, il zeneral si levava quella note, dice,
l'armada turcha, obtinendo Napoli, invernerà fra
esso loco e Napoli vechio, o ver la redurà a Negroponte, o vero versso el streto. Item, il zeneral à lasscontrati li homeni, non si trovò più fondi de piedi
tre e mezo, e fè cavar li palli, che li inimici haveano
fichati per signal del canal. Poi essi homeni andono
in terra, e veteno artilarie, erano stà condute fra
terra, e altro non era stà fato, cha certe fraschade
per reduto ; et le brusono. Scrive non mancherà far
l' honor.
Del ditto capetanio, di X. Come zonse, a di 5 li
813 MCCCCC, SETTEMBRE. 814
la galia Dolfina, ben armata, videlicet di suo fratello,
sier Alvise ; sopra la qual era sier Beneto Trum e
Alvixe Zio, vanno dal zeneral con danari e arzenti ; ❘
❘
di officij e beneficij etc. , im perpetuo di Antivari ; e
sia taià le condanason fate contra li 5 antivarani etc. ,
fata contra raxom. Et questa non fo presa. Item, po324 unde, li à comodati di la galia tragurina, in locho di sto per sier Domenego Bollani, el consier, e sier quella ; qual starà meio lì in questi ternpi sforzeveli Pollo Querini, cao di 40, che 'l compia un anno im
australi. La galia sibinzana, mandoe im Puia, non prexon serado, et non ensa fuora, se prima non sarà
era ancor tornata per li tempi chativi ; la vol man- liquidà quello dia restituir; pagi ducati 100 a li syndar di conserva con la tragorina, e terà la galia Vi- dici ; bandizà di tuti officij etc. per anni 4; non li
tura, si aspetta, per star a la spiaza. Item, le zente possi esser fato gracia etc. Fu posto per sier Antonio
turche de li sono partite. E cussi in quella hora si | Trun, el consier, che ' l sia confinà a Chersso, e si prelevava per dar una volta al Fanù e a le Marlere, per sopraveder di la fusta maltese, et a la tornata farà la
volta di la Zimera.
Da poi disnar fo pregadi per li syndici. Et colegio si reduse. Fu promosso di mandar uno orator al soldan, con presenti, a conto di cotimo, e terminato mandar per li merchadanti elc.
senti al retor, stia uno anno im prexom, con taia etc.;
stagi im prexon fin el pagi, e li danari si recupererano siano mandadi in Antivari etc. Item, fu posto
per sier Bernardin Loredan e sier Nicolò Dolfim,
syndici, che 'l stia uno anno serado im prexom ; re- stituissa, ut supra ; e sia confinà in l' ixola di Pago,
con taia ducati 100 ; e la condanason sia publicà in
gran conseio. Andò le parte : 9 non sincere, 9 di no,
di syndici 12, dil Trum 14; e queste andò zoso. Di Di Cremona, di 21. Come mandavano de qui per Po Abramin, fo contestabele dil signor Lodovico,
qual mend 150 provisionati, di quali ne cerniteno | sier Baldisera Trivisan, 20 ; di sier Domenego Bo78 e li hanno aviati con una paga. lani, 44. Iterum queste do balotade : 40 dil Trivisan,
Noto, Sonzim Benzom et Carlo Secho, con lhoro | 46 dil Bollani. Et iterum, dil Trivixan, 38, et dil
compagnie, fono deputati andar in Friul, za più zorni, a presso li altri.
Di Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador
zeneral, di 20, pi i letere. Dil recever la polvere, barili 210, piombo etc. Item, il governador, signor Bortolo, e capetanio di le fantarie, dicono è spesa butà
via, a far sì pochi provisionati ; ergo etc. Item, per
una altra letera, avisa il venir qui di Domenego Busichio, capo di stratioti, qual con Thodaro Rali a Udene fonno in parole, e ditto Domenego li dè un pugno
a Thodaro, adeo messi nel governador, l'Alviano e
capetanio di le fantarie, hanno sententiato, e manda
la copia di la sententia, che 'l ditto Domenego vadi
da Thodaro a dir li dagi un altro pugno a lui ; e voleva esso Thodaro prometesse nol ge dar ; qual non
volse prometer. Dice albanesi e greci sono per questo le compagnie divise.
Bollani, 48. Et questa fu presa.
Ordeni da esser dadi si a nave como a galie grosse 325
et a galie sotil, et ad altri legni.
In nomine Jesu Christi et gloriosæ Virginis Maricæ ac protectoris nostri Sancti Marci, totiusque curicæ cælestis, Nos, Benedictus de cha' de Pesaro, pro
serenissimo et excellentissimo duce, Dominio Venetiarum etc. , capitaneus generalis maris.
Perchè da la obedientia e unium prociede beneficio grande, ne la qual consiste la segurtà de l'armada de la nostra illustrissima Signoria a nui comessa, che per inobedientia et separation siegueno
molte jacture et danni, conio per propria experientia se è veduto ; desiderando nui, che in questa armada sia la debita uniom et obedientia, cometemo a
vuj, magnifico missier Marco Orio, capetanio de le
nave armade, che con tute le nave far dobiate quanto
di soto se contien, stando sempre unito et conzonto
con quelle, soto pena de la indignation nostra, et
navegando sempre con nui.
In questo pregadi parlò sier Nicolò Dolfim, fo synico, contra sier Bernardo da Canal, ſo podestà in
Antivari , rispondendo a Rigo Antonio. Li rispose
Aurelio Bazineti. Poi andò sier Jacomo da Canal, fiol
dil ditto sier Bernardo, e parlò altamente; justifichò|
assai , commovendo etc. , et sperava una larga justicia. Or fo mandate le parte. Primo di procieder :
have 26 non sincere, 21 no, 48 di la parte. Poi fu
posto, per li consieri (Trivisam), che ' l ditto sier Bernardo stia im prexon serado, fino el pagi ducati 100 | tanio de le nave, con tutte le nave unite et strete.
a li syndici ; restituissa li danari tolti in Antivari,
qualli siano per la fabricha ; sia bandizà per anni 5
Ordine del navegar tutti insieme con el clarissimo
zeneral, dovendose investir.
Primo a la vella esser debia el magnifico capetaSecondo el magnifico capetanio de le galie grosse, con tute le galie grosse unite et strete.
815 MCCCCC, SETTEMBRE.
'Tertio el clarissimo capetanio zeneral, con tute
le galie sotil et fuste unite et strete.
Ordine de investir.
Achadendo in bona gratia investir l' armada inimicha, siano deputati primo ad investir li infrascriti ,
et sieguano poi secondo sarano qui de soto anotadi ,
sotto pena de perder la vita.
Primo el magnifico capetanio de le nave armade,
con tute le sue nave unite, se deputa con le nave
turchesche, et a le galeaze et altre quare, dove li parerà esser il meglio et più seguro de venzer.
El magnifico capetanio di le nave, con la sua
barza in mezo de le infrascrite :
Sier Andrea Bondimier.
Sier Piero Trivixan .
Sier Francesco Arimondo.
Sier Domenego Capello.
Sier Zacharia Loredam.
Sier Daniel Pasqualigo.
Abanda sinistra.
Sier Marin Dolfim .
Sier Filipo da Canal.
Sier Pexaro da cha' da Pexaro.
Sier Alvise Contarini.
Sier Silvestro Trum.
Sier Bortolo Contarini.
Sier Antonio Arimondo.
Sier Fantim Memo.
Sier Jacomo Cichovich.
816
Ordine de le galie sotil , deputado si ad investir
como a socorer, si le galie grosse como le nave.
El clarissimo zeneral, con le infrascrite galie 7,
computà quella de la magnificencia sua, et sia redeguardo con do bregantini.
Sier Alvixe Orio.
Missier Sabastiam Moro con la sua barza
Sier Piero da Liesna, nave Bernarda botte 800
Sier Feliciam, nave Malipiera 700
Sier Marco Antonio Novello > 700
Sier Beneto Pasim 600
Sier Hironimo Morexini, barzoto 250
Nave del Sinadino, di Candia 300
Sier Michiel de Stefano, nave Malipiera 400
Sier Damiam di Mariani 400
Sier Cabriel da Monte . 300 Sier Polo Nani.
Sier Filipo Basadona. Abanda sinistra. Sier Antonio da Canal.
Sier Francesco Ruzier . botte 1000 Sier Bortolo Falier .
Sier Thomà Duodo, nave Malipiera 700
Sier Jacomo Visentin , nave Zustignana 600
Sier Piero da Liesna 600
Sier Marco Remer, nave 550
Sier Polo Biancho, nave Priola
325 Barzoto dil Coresi .
Nave Simitecola .
Nave del Sadatilo, de Candia .
Nave del Scrinzi, de Candia
400
350
300
200
Sier Hironimo Michiel.
A banda destra .
El magnifico missier Hironimo Pixani, proveda550 dor, con le infrascrite galie 9, computà la sua.
Secondo el magnifico capetanio de le galie grosse se deputa con tute le galie grosse ad investir,
unitamente con tute le galie grosse soto scrite, le galie sotil turchesche, le qual galie grosse vadano luntam una da l' altra quanto sia una galia, per non se
intrigar ne l' investir.
El magnifico capetanio de le galie grosse, con la
sua galia, in mezo de le infrascrite :
Abanda destra.
Sier Alvixe Vitturi.
Sier Marco Tiepolo.
Sier Bortolo Dandolo.
A banda sinistra.
El magnifico missier Hironimo Contarini , provedador, cum le infrascrite galie 9, computà la sua.
Banda dextra.
Sier Marco Grioni, de Candia.
Sier Marin Barbo.
Sier Francesco Pasqualigo.
Sier Cabriel Soranzo.
Sier Francesco Barbarigo, de Candia.
Sier Olivier Morello, da Corfù.
Sier Bernardo Buchia, da Cataro.
Sier Bernardin da Menga, da Monopoli.
Fusta patrom .........
Banda sinistra.
Sier Andrea Foscolo.
817 MCCCCC, SETTEMBRE. 818
326
Sier Marco Antonio Contarini.
Sier Alvise da Canal.
Sier Anzolo Orio.
Sier Nadal Marzello.
Sier Zuan Matafari, da Zara.
Sier Andrea Petretin, da .........
Sier Todaro di Fornari, da Brandizo.
Fusta patrom .........
Copia di una letera scrita per il marchexe di Man- 263
toa a la Signoria nostra, dolendossi di la captura di Modom.
Serenissime princeps et excellentissime domine,
pater observandissime.
Ne li zorni passati, hessendo dicto che Modom
era stato occupato per turchi, presi de ciò quello
cordoglio che si speta ad uno fidel et catholico chriEt se l'achaderà, in nome di missier Jesu Christo, stiano, ac etiam devoto et afectionato al stato de la
tuor impresa contra l'armata inimicha, cadaumde li sublimità vostra. Ma havendo di poi subito inteso,
sopra nominati investa, et vada unitamente ad inve- tal mala nova esser falsa, me ne alegrai ; benchè la
stir con le nave et galie sue, segondo l' ordine so- alegreza se sia pur ritornata in grameza, cum renopra scrito, soto pena de la vita, si como per lo armi- vatione del primo conceputo dolore, per essersi veraio li sarà facto asaper, o ver per cadaum de li rifichata la perdita de esso Modom, insieme con almagnifici provedadori de l'armada, per nome de ❘ cuni notabili patricij et altri valenti homini, de la
esso magnifico capetanio zeneral li sarà ordinado.
Li comiti etiam non investisseno, non volendo
li sui patroni investir, siano ipso apichati per la gola,
et lo acusador che farà questa denontia, per la qual
se haverà la verità, habia de don ducati 200 d' oro
dal magnifico zeneral, et sia tenuto secretissimo ; et
a questa medema condiction sia el paron de la ditta
galia, si el sopracomito, o vero comito, non vorà
investir.
Non possa ni debia algum far botin, per fino
durerà la bataglia, soto pena de la forcha, noma
quando serà finita essa bataglia; et si algun contrafarà, et sia acusato, per la qual accusa se haverà la
verità, tuto el botin sia suo et el contrafazente sia
apichato per la gola.
Al levarse de la bataglia, tutti li legni nostri se
reduchino al magnifico capetanio zeneral, et tutti
atendano al suo fanò, sotto pena de la vita; et sia
solamente un fanò in armada, che sia dil clarissimo
zeneral, el qual tutti sieguano sotto la sopra scritta
pena.
Et si per caso occoresse che, per tempi fortuneveli, le nave et le galie non potesseno star insieme, tutte se reduchano qui a l'isola del Zante, expeсtando nui o ver ordine nostro.
Quando l'acadesse rimoverse da la bataglia, si ' l
serà levada in zima del calzese dell' arboro del magnifico zeneral una bandiera d'oro quara, alhora
tutti se slargano da li legni de li inimici, et se redu- gano al magnifico capetanio zeneral, sotto la sopra
ditta pena de la vita.
Ex triremi, apud Zacynthum, die 27 augusti 1500.
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
probità de parte de' qualli, in altre digne imprese,
io posso rendere locuplete testemonianza. Unde, como participante de tanta jactura, mi cordoglio con
la serenità vostra, dolendomi fra me istesso, che
cossi, come a nome di quella ho facto qualche bona
experientia del sincero animo mio a beneficio de
altri et cose relevate, quando lo possa dire senza
arogantia, et non mi sia medesimamente acaduta
occasione potere exponere fin la persona propria,
a contento de vostra sublimità et ad exaltatione et
conservatione de la gloria et dominio de quella. A
cui mi ricomando, insieme con mia moglie et figliolo.
Mantuce, 17 septembris 1500.
Sotoscrition : El vostro schiavo e servitor,
EL MARCHEXE DE MANTOA.
La mansiom : Serenissimo principi et excellentis
simo domino patri observandissimo, domino Augustino Barbadico, Dei gratia inclyto duci Venetiarum.
Adi 23 septembrio. In colegio vene sier Piero 327
Sanudo, zonto eri, vien di Trani, stato synicho in Levante. Et referi di Cypri : primo di Famagosta ; poi
di Cerines, ch'è bellissima forteza, ma va in ruina ;
demum di la camera di la real, in la qual à trovà erori grandissimi, e un libro dil diavolo : era il de-
❘bito, ma non il credito di tutti ; et era tal, havia
abuto ducati 24 milia, che era debitor di ducati 14 milia, e tamen havia credito di ducati X milia, et ha da pagar, e comenzerà da questo, à intromesso etc. ,
e fato venir qui. E lui non à scoso danari ; à la copia di libri. Item, li soldati hanno X page a l'anno
in tre; Termignon dia aver, per li ordeni di la Signoria, 7 page di contadi e tre di robe; tamen mai
52
819 MCCCCC, SETTEMBRE 820
tochano in contadi, si vende le bollete etc. Item, el | monte ozi è partito per li castelli vermeneschi, con
praticho non è stà fato per li consieri da poi sier
Hironimo Bon, adeo la Signoria vien inganna grandemente ; non ha se non vechij parchi, et li puti
vien posti a la porta di la chiesia. Item, core li X
bixanti al duchato ; vien mal governå le intrade di
quella ixola. Item, li vescovi non stanno li, non si
pol far cresma za anni tre ; sono solum episcopi greci
et vicharij di vescovi, e non sufraganei; e cussi etiam
è in la Morea, maxime a Napoli, non vi è il vescovo
etc. Item, si à sforzato carezar li, populi, far justicia,
e vien gaiardo di menar etc. , non sparagnando a' soi
fioli proprij . Poi disse di le nave, qual terminò venisseno unite, et per il conseio di 12 fu electo capetanio; alcune ubedi li comandamenti soi, altri non
volse; li farà portar la pena. Vene in Candia, poi al
Zante, dove quelle nave havia rimase soto il capetanio di le nave ; lui saria stato, tamen etc.; et smonto
al Zante, e con una caravella vene a Trani ; non à
portà alcun danar di la Signoria, imo à spexo de li soy. Fo laudato dal principe, dicendo venisse im pregadi a far la sua relatione.
5000 persone e artilarie ; si dice ditti castelli aversi
unito con quelli di le montagne di parmesana e zenoese, che uno valeno per doy.
Da Verona, di rectori, di 21. Come era venuto
❘ da esso podestà uno messo dil conte di Maza, baron
| dil re di romani, dicendo il signor suo voria venir in habito di pelegrin, ſenzando andar a Roma, a par- larli di cosse sara buone per la Signoria. Non li ha 327 voluto risponder alcuna cossa ; aspeta risposta. Item,
per una altra scriveno zercha li 100 schiopetieri mandano in Friul, et de homeni per l'armada, li trova con dificulta ; dubita etc.
È da saper, in questa matina se intese certo, sier Bernardo Zustignam, apetanio di Candia, manchoe
di questa vita, adì 17 luio ; tamen sier Bortolo Minio, electo suo successor, è li in Candia e resterà.
Veneno sier Stefano Contarini , sier Nicolò da
Mulla e sier Andrea Paradiso, oficiali a le cazude, con
sier Antonio di Mezo, sier Anzolo Simitecolo et sier Vetor Bragadim, exatori ; e dimandato per el principe zercha i debitori, e non si scodeva, parlò el Contarini : da le decime numero 54 fin 63 resta debitori
per ducati 70 milia, di qualli n'è stà dati ducati
40 milia a le nave e caravelle, e si va dagando; di le
do decime numero 64, 65, ne ha auto li patroni di
le galie grosse zercha ducati 13 milia, dicono restar
aver altri ducati 4000, e sier Marin Zustignan e sier Domenego di Prioli vendeno li lhoro conti. Di le
decime dil monte nuovo, di 25 et 30 per cento,
vanno scodando per zornata, e danno a li camerlen- gi. Item, di le decime dil clero ubliga a le nave etc.;
e disse restava scuoder di le decime numero 64 et
65, zercha ducati 20 milia. Fo admoniti scodesse con
diligentia, e mandasse tutti li debitori, e la nome di
li fioli conexi con li padri, e di le comissarie quelli
galdeno li beni .
Da Milam, vene letere dil secretario, di 20. Co- me ricevete letere monsignor di Lucion di aviso, il conte Antonio di la Somaia et Oldrigo di Lampu- gnano, venendo a Milan, à, hanno tolto la volta di Alemagna ; si à dolto etc. Item, monsignor di ChiaDi Crema, di sier Hironimo Bom, podestà et ca- petanio. Avisa come era manchado quello era capo
di l' abacia di Ceredo, locho importante ; à posto al governo uno pre' Francesco Fondu, fino si pro- vedi etc.
DaRoma, vene letere di sier Polo Capelo, el cavalier, e sier Marin Zorzi, doctor, oratori, di 16.
Come, ricevute nostre letere, con la risposta fata a
l'orator dil papa, andono a palazo. E prima il papa
disse: Havemo expedito li brievi al capetanio di l'ar- mata yspana; e cussi farasi le letere dil colegio di
cardinali ; et l'orator yspano à dà le suc letere ; et
di legati, per non esser cardinali qui, li habiamo in- timati per inarti, nel qual di si risolveremo. Poi essi
oratori li comunichono la risposta fata in materia di Arimano e Faenza; et soa santità stete sopra de si,
udendola lezer, et poi disse non l'intender. Et fo iterum lecta. Poi con gran leticia ringratio molto la
Signoria, dicendo, quanto a l'aspetar, non era pos- sibele; tutto era in hordine, e poi vien l'inverno.
Poi disse : Quella illustrissima Signoria fazi di la per- sona nostra, dil ducha, e Capua è qui presente, come
li piace; siamo sui ; ni Spagna ni Franza non volemo ad altri aderirsi cha a quella illustrissima Signoria.
E sopravene il ducha, e li disse. Qual basò il piede di soa santità, oferendossi a la Signoria nostra ; e
cussi fè il reverendissimo Capua, dicendo fin hora
non era stato venitiano, ma saria etc. Et il papa dis- se : Femo un presente a la Signoria di le persone e
de li.stati etc. Poi disse : Vosamo quella Signoria ne
desse conseio, e scrivi al ducha di Urbin non se im- pazi ad ajutar ditti signori ; e volendo Bologna darli ajuto, non li dagi vituarie di le nostre terre, e si lieva
il nostro segno è a Rimano, e disse la cossa di colonesi haver remesso. Poi disse: La Signoria vol far il ducha zentilomo, e donarli una caxa, e voria la
protetione fusse im publicha forma, acciò la potesse mostrar. Item, parse a sier Marin Zorzi, justa la co-
821 822 MCCCCC, SETTEMBRE.
tor a Roma, si aspeta ; et lui dimanda licentia ; è
mexi 22 ch'è li ; prega, suplicha etc. Basilio da la
Scuola è lì, scrive una a la Signoria, prega sia
lassato.
missiom, dir a soa santità, volendo far cardinali, li | per mar; domino Hironimo Sperandeo, stato ora- fosse ricomanda, a requisition di la Signoria nostra,
qualche degno nostro prelato. Rispose el papa: El
colegio di cardinali voria ne facessemo un solo ; ne
volemo far molti , perchè convenimo compiacer molti
potentati, et etiam quella Signoria etc. , e li femo per poterli mandar legati etc. Item, à fato il ducha vicario
di Cesena, con hordine et voluntà dil colegio di cardinali. Mandano la copia dil brieve scrito al capetanio
yspano, sarà qui posto.
Di sier Marin Zorzi, doctor, orator, sollo, di 19.
Dil partir di sier Polo Capello, qual eri tolse grata licentia dal pontifice ; laudato assai. Eri fo concistorio, steteno una hora; non fu parlato di cosse
turchesche 0, per remetersi a marti. Fo spazà li
brievi etc. Item, monsignor di Trans, orator dil roy,
è stà a visitarlo, dicendo poi la majestà dil suo re è quello è con la Signoria nostra, voria comunichar insieme tutto, e mostrarsi le letere. Li rispose bona
verba etc. Aricorda in qualche letera saria bon to- char qualche parola di questo. E qui dice dil vicha- ria' di Cesena, dato a Valentines per concistorio,
come ho scripto di sopra ; vol star qui .
Di sier Polo Capelo, el cavalier, di 19. Come
in quella hora partiva etc.; verà da cavalaro, per intrar a tempo savio da terra ferma.
Dil ditto orator, di 13. Come fu col re a certo
batesemo dil camerlengo. Di l'armata yspana, O.
L' Asmodeo si parte.
Di Rimano , dil secretario, di 20. Come eri
passó de li domino Batista del Degium, con cavali 4,
et Zorzi di Codignola, fo capo di stratioti dil si- gnor Lodovico, vano a Pesaro a starvi per nome dil re ; dice vol mantenirlo nel stato, e va per far noze. Item, domino Renaldo li à ditto, quel signor
suo sta im periculo e sospeto per li rebelli etc. El qual signor, madama e il fiol sono andati mia XV a
San Zuam Marignan, a mudar aiere. Item, è passato de li el vescovo di Urbim, con cavali XI, stato a
Mantoa amalato, ritorna a Urbino.
Vene il signor Carlo Orssino, dicendo a dì 7
octubrio compiva la sua ferma, et si partiva ; et pregava la Signoria volesse far li soi conti , e pro- veder habi il suo avanzo, si non tutto, qualche parte, dicendo dove el si trovava, saria servitor di questa illustrissima Signoria. Pregoe li fosse dato una letera di ben servir, acció la potesse mostrar, et una
letera di passo. Il principe li uso bone parole, co- messo a li savij a terra ferma lo spazi, e ordinato le
letere ; et cussi tochò la mam a tutti dil colegio, e
Da Napoli, di l' orator, di 12. Come il re li disse, esser venuto uno nontio dil sanzacho di la Valona, li avisa Modom esser stà preso dal signor
turcho, nel qual à usa gran crudeltà, reservato li
rectori, et esser stå morti 16 milia turchi, e tutti chi Da poi disnar fo conseio di X con zonta di colevi intro non tornd. Et fo quando zonse il socorsso, ❘ gio et altri, et steteno fin hore tre di note, et tra le
e introno per una bombardiera in una torre, niun
fo a l'incontro, et trete fuogo dove era alcuni bava via.
altre cosse elexeno sopra i ori in zecha, in luogo de
Zuam de Marim, rimase in luogo, come ho ditto,
328 rili di polvere si dischargava, sparti, adeo el fuogo di Hironimo Falcom, qual è andato in Rossia.
se impiò, et comenzó ad arder la terra. Efo, perchè nostri abandonò la difesa, presa la terra ; et che, si
stevano niente più, non l'avevano mai, per esser turchi disperati. E pocho da poi fo verifichata ditta | rectori, parlasse a quel conte di Maza.
A di 24 septembrio. In colegio, la Signoria de
audientia, et li savij steteno a consultar. E, intrato li cai, d' acordo fo terminato scriver a Verona, a li
nova per via di Otranto e Trani, adeo esso orator ne senti grandissimo dolor. E à nova dal ditto di
la Vagiusa, le zente turchesche partirsse per andar
a rifreschar quelli di la soa armata. Item , el re
manda zente per Orssini contra il papa; di Messina
non à altro. Et don Joseph ebreo li à ditto, non
verà il capetanio in Levante, per non esserli risposto a quanto à richiesto ; et il re manda domino
Dionisio Asmodeo, si dice per avisarlo di la morte
a Roma di don Alfonxo, tamen in zifra scrive, lo
manda per disturbar la ditta andata. Item, manda
il camerlengo in Franza da la fiola per le noze; va
Dil Zante, di 27 avosto, di Bortolo Cortese, particular, ſo leto unaVetera. Nara la verità di la per- deda di Modom. Et come ha che, poi intrato el si- gnor in Modon, fè far una crida : tutti chi havea
mothonei li presentasse. E il primo fo presenta Zuan Foschari , el qual fo segado per mezo ; el segondo
fo Francesco Aurelio, era canzelier li di la comunità,
qual li fo trato el cuor e dato a manzar cani. De li
Zivrani di Modom, nulla intende.
Vene, et fo presentada una letera dil re di romani, data a uno castello, a di 18 di questo, in ri- sposta di la captura di Modon ; la copia di la qual
823 MCCCCC, SETTEMBRE. 824
sarà qui soto posta. Fo mandata a comunichar con doer, doctor, electo suo successor. Andò in renga
l' orator dil papa et con l'orator di Franza, qual: ❘ sier Andrea Cabriel, savio dil conseio, dicendo non È bon, disse, mandarla al roy. era tempo. Li rispose sier Antonio Trum, et poi sier
Lunardo Grimani, qual voleva indusiar, e non mandar il successor, nè il Morexini si levasse. E, d'acordo, niuna parte fu messa.
Item, fu posto per sier Antonio Trun, el consier, confirmar li privilegij di Gaspar Stanga, sive
tro, li savij in più opinion veneno , et potissima
causa fo per la villa di Serosina, di la qual à un feudo di l'imbota', qual comprò dal ducha di Milan per
lire X milia et più imperiali, e à jure juridition civil
e criminal ivi. Alcuni voleva l'avesse el zivil, e ' l criminal a Cremona ; altri altro etc. Primo parlò contra sier Marco Bolani, savio dil conseio; poi sier
Da Ferara, di 22 fin 23, dil vicedomino. Come
monsignor di Obigni parti quella matina per Bolo- |
gna, venuto li a levar uno secretario, anderà quel ❘
328 zorno mia 20 a Bentivoglio, dove dia esser missier
Zuan Bentivoy ; et esso vicedomino lo acompagnò
fino di là di la torre dil Fossa' . E ditto Obigui li dis- | domino Christofolo, suo padre, fati etc.; et a l'inconse, cra venuto a Ferara per concluder le noze di
don Alfonxo in la fiola dil marchexe di Saluzo, e
il re l'havea inandato, e che 'l ducha li havia dato
bone parole, dicendo manderia un messo in Franza. Item, che lui voria esser con la Signoria contra
turchi, et si offerisse ; ma vol sia secreto. Poi dice
esso vicedomino, opiniom sua esser, ditto Obigni
esser venuto per far sì, questi signori mandino soi | Piero Duodo, qual lo infilzò. Li rispose sier Piero
fioli a la corte, per dar sospeto al re di romani.
Item, par il papa voy levar la legation di Bologna,
e meterla sotto Ymola, e il legato stagi a Ymola ;
quel ducha ha tre lochi su quel di Ymola, videlicet In questa matina, in le do quarantie. Eri parlò
Massa, Santa Agata e Concelexe ; per tanto à mandà | sier Nicolò Michiel, procurator, olim avogador, conil comissario di Lugo li a Ymola dal governador.
Vene sier Francesco Foscari, el cavalier, va orator in Franza, e tolse licentia. Si partirà sabado, a
dì ... di questo ; va di bon cuor, prometendo etc.
Da poi disnar fo pregadi, non vene il principe,
leto le letere.
Fu posto per tutti li savij, atento le galie 4 di
viazi non cata zurme di armar, che tutti quelli anderano, de cætero non possi esser repudiadi in vita
soa sopra le galie di viazi, soto pena ducati X al patron per cadaun. Item, li sia dà le reſusure a quelli
sono stati con le galie grosse in armada. Item, sia
scripto al capetanio zeneral, per niun muodo le tegni, ma le lassi andar al suo viazo. Item, le galie
siano menà a mezo canal, e li merchadanti cargano
in termine di zorni X, sotto pena di contrabando.
Ave 24 di no, el resto di la parte.
Item, fu posto per lhoro, dir a l'orator di
Faenza e di Rimano, in conclusióm : chome hessendo per venirli adosso il ducha di Valentines, per
tuorli il stado, non semo per contrastar al pontifice ;
e questo li sia dato con acomodate parole per il principe nostro. Item, sia levato il secretario nostro di
Rimano. Ave tutto il conseio.
Item, fu posto per li savij dil conseio, dar licentia a sier Francesco Morexini, doctor, orator a
Napoli, e in suo locho stagi Lunardo Anselmi. Et a
l'incontro , sier Antonio Trun, el consier, e savij
di terra ferma, messe fusse expedito sier Zuam BaCapello, poi sier Antonio Trun. Andò sier Francesco
Bollani, e andava tre parte; era hore 3 di note ; rimesso d' acordo.
tra li patroni si menava. Li rispose sier Piero Pasqualigo, doctor, fratello di uno de li patroni, et non
compite. Ozi veramente parlò esso sier Piero, et, 329
chome fu dito, sapientissime. Posto la parte per li
avogadori di procieder, primo contra sier Alvise
Pasqualigo, uno di patroni, ave 9 di sì, 11 non sincere, et 40 di no ; et fu asolto. Et cussi doman si
farà de tutti li altri .
Copia di uno brieve scrito per il pontifice a don
Consulvo, capetanio di l' armada yspana.
Dilecte fili , salutem etc.
Certiores facti , per inclytum venetorum Dominium, crebris litteris ac oratoris sui penes nos agentis sermonibus , de perfidorum turcarum conatibus, quemadmodum tripartito exercitu christianos
diversis in locis invaserant, et civitatem Mothonein
multis millibus armatorum ac omniuin tormentorum genere oppugnaverant , scripsimus superiori
mense bina nostra ac iterata brevia nobilitati tuæ,
illam studiose hortantes, ut se et classem istam regiam , cum classe ipsorum venetorum , adversus
ipsos turcas in præsidium et tutelam fidei statim
se conjungere vellet , ac id ipsum etiam dilectus
filius Laurentius Suares , orator carissimorum in
Christo filiorum nostrorum regis et reginæ Hispaniarum catholicorum, penes nos agens, per litteras
suas ad te directas magn pere efflagitavit. Ipsique
825 MCCCCC, SETTEMBRE.
826
veneti, ut clarius et apertius discrimen in quo tota scatoris, die 17 septembris 1500, pontificatus nostri
anno nono.
A tergo : Dilecto filio, nobili viro Consalvo Fernandes, regiæ classis Hispaniarum capitaneo.
Et in eam sententiam scriptum fuit ad eumdem
capitaneum per sacrum reverendissimorum cardiCopia di una letera scrita per il re di romani a
la Signoria nostra ; si duol di la perdeda di
Modon.
christiana respublica versatur, ostenderent , utque
eo intellecto, celerius in nostrorum auxilium insurgeres, unum de suis bene instructum ad te miserunt, nosque etiam indulgentiam plenariam ac jubilæum pro te et iis qui de tua classe contra dictos
turcas pugnarent , nobilitati tuæ , quemadmodum
per litteras quæsierat, misimus. Verum, cum postmodum per litteras ipsorum venetorum, quarum| nalium collegium.
exemplum his acclusum tibi mittimus, ad nos atrox
ac calamitosum nuntium de expugnatione ipsius civitatis Mothone per ipsos turcas allatum fuerit, in
qua expugnatione, incensa ac vastata urbe, subversis ecclesiis atque altaribus, cæsis trucidatisque non
solum defensoribus, sed, sine delectu aliquo aut discrimine, infantibus ac mulieribus omnibus, incredibili strage, per ipsos rabidos canes sævitum est, rati
nihil esse pro rei magnitudine ac periculo cunctandum aut differendum, licet nobis persuaderemus
tuam nobilitatem jam isthinc nostris acceptis litteris, ad nostrorum subventionem solvisse, et se
cum dictis venetis conjunxisse, denuo tamen tibi
scribendum duximus, ac ut magis nobis ipsis et rei
necessitati satisfecerimus mittendum ad nobilitatem
tuam præsentium latorem, dilectum filium Ludovicum Musca, civem romanum, scutiferum ac fami- | lere ac contristari. Novimus enim, quod et tu faliarem nostrum domesticum , cui commisimus ut,
si forte nondum ex aliquo casu isthine ad optatam
defensionem christianorum discesseris, præter has
et alias nostras ac aliorum litteras tuæ nobilitati haMaximilianus, divina favente clementia, romanorum rex semper augustus etc.
Illustris , sincere dilecte.
Miserabilis illa calamitas, et Mothoni oppidi tui
expugnatio, quam litterarum tuarum longa narratione percepimus, eum nobis mœrorem, cam animi
molestiam attulit, ut non magis existimaverimus
scriptis tibi respondere, quam pro tanta reipublicæ
nostræ christianæ ærumna et impendenti periculo,
toto cordis affectu ingemiscere, totis præcordiis doteris, non eam esse unius Mothoni cladem, non ibidem cessaturam tam potentis, tam nostro gregi infesti hostis sævitiem, sed, nisi præsenti remedio
opportune obsistatur, in media christianorum vi329 ctenus scriptas, coram ac viva, ut aiunt, voce, te scera irrupturam, et non modo Peloponnesi ora tanomni diligentia atque instantia ad hoc tam sanctum tam rabiem, tantam christiani gregis contentam fotamque necessarium opus urgeat atque sollicitet, re sitim, sed, ubi se pleno ore proluat, quæsituram.
nec prius a te inde discedat, quam te ac classem Longius inhiavimus nos, a nostris fere incunabulis,
istam, in qua sola, sicuti ipsi veneti plane affirmant, huic sanctæ, huic necessariæ expeditioni, ut in temspes omnis ac salus præsentium rerum christiana- pore tantos sævissimi hostis conatus obtunderemus ;
rum consistit, felici cursu viderit abiisse. Ageremus nunquamdestitimus et cæteros christianos principes
certe pluribus, teque etiam arctius requirendo ad exhortari et excitare, ut, sepositis privatis commodis
hoc adducere conaremur, nisi pro comperto habe- | et cupiditatibus, communi et universali saluti aliremus, nobilitatem tuam, quæ manifestum discri- | quando prospicerent. Et nisi christianæ reipublicæ
men, labentes, fessas atque afflictas res christianas ❘ perturbatio immoderataque rerum machinatio et dividet, ac ipsorum catholicorum regum pium ani- spositio christianos principes et potentatus a tam 330
mum ac voluntatem in eas adjuvando cognoscit, sancta, tam necessaria expeditione, quam et unus- nosque tam sollicitos ac anxios propterea intelligit, quisque fovendam duxerat, retraxissent, haud dusua sponte ac per se in hoc satis animatam ac, ut bie præsenti nune oculis nostris calamitati , 'chrietiam suis litteris promisit, dispositam esse. Quam stianæque reipublicæ, ærumnæ, provisum fuisset.
tamen, ut quam primum se huic sancto necessario- Verum non diffidimus, quin Deus optimus maxique operi accingat, ita hortamur ac requirimus, ut mus sua pietate oculos ad nos diriget, et huic novehementius magisve ex animo hortari ac requirere | minis suis calamitati providebit, atque immanissimi
nonpossimus.
Data Romæ apud S. Petrum, sub annulo pihostis sui propositis obviabit ; nosque, congruo et
consulto tempore, tam sanctæ tamque necessariæ
827 MCCCCC, SETTEMBRE. 828
330
expeditioni pro viribus nostris, quæ numquam de- | tutto ; pregando e domandando de misericordia, se
erunt, incumbere parati erimus. Tu vero interea
constanti animo esto, et in hac jactura, pro tua prudentia, iis remediis utere, et ea te ratione solare,
quibus vires adhuc subsistere, et rerum multarum
usus consulere potest. Nos enim, quod ad officium ❘ vuto le terre et castelle, ho comandato siano posti nostrum attinet, incessanter laborabimus, ut communi huic ærumnæ prospiciatur.
sono resi ; et hanno dato le sopraditte terre et castelle a dì 17 avosto, zorno di luni, per questo hanno
auto pietà e misericordia. Lo mio imperio li ha
perdonato di amazarli et farli schiavi ; abiando recedentro de li mei schiavi in guardia et custodia di
essi ; et in questi siamo movesti ad altri castelli . A
Data in Staniach, die 19 septembris, anno Do- lo presente, sapiendo come seti boni servi et sclavi
mini 1500, regni nostri romani quinto decimo.
Ad mandatum domini regis proprium.
GASPAR SING.
A tergo : Illustri Augustino Barbadico, duci Venetiarum, sincere nobis dilecto.
Copia de una letera scrita per el signor turcho
a quelli de Syo.
Soltam Baiasit, cam, Dei gratia imperator maximus, monarcha Asie, Europa e del mare, a li nobeli et sapienti signori, podestà et gubernatori insuke Chij, manda presente sapere.
del mio imperio, ho comandato sia a voi mandato el
presente schiavo, nominato Elx Spachioglioni, per
portar le presente lettere in leticia et gaudio vostro.
Data in la Porta Soltani, ch'è in Coron, die
XXI augusti.
Adi 25 septembrio. In colegio vene l'orator dil 331 *
signor di. Rimano, domino Opizo di Monaldini, al
qual, per el principe, in execution di la parte, li fo
commemorato l'amor questa Signoria havia portato
in ogni tempo a la caxa di Malatesti ; et che, per le
gran spexe dil turcho, quanto a la conduta, non potevamo più tenirlo a' nostri stipendij, et che aveamo
inteso il papa mandar zente in Romagna, dovesse
proveder a li fati soi, perchè non potevamo ajutarli ,
maxime contra el pontifice. Et dicto orator fè lezer
una letera dil signor suo, di 20, li scriveva che dovesse venir da la Signoria, e dirli le zente li veniva
adosso, et era spazato, manchando li sufragij di la
Item, como la disordinata Signoria de' veneciani,
abiando voluto contradir al mio imperio, come fa
el pravo servo contra del suo imperatore, per esser
intrato lo demonio nel lhoro animo, el quale è stato
caxon de contradire a li lhoro signori ; justo adhon- | Signoria nostra, pregando si volesse darli conseio ;
poi suplicho, poi che 'l stato era perso statim, almeno la persona dil signor e di suo fiol, ch'è un
anzolo, fusse ricomanda, et dovesseno dirlo quello
questo ; et cussi, in consonantia, fo scrito al secretario a Rimano, si lievi.
cha el mio imperio, la lhoro desordinata maniera
acomodante, si à fata hoste per terra e per mare,
per castigar li malfactori, siamo andati a circondar
Modone per terra, come poi la nostra armada infra | habi a far per salvarsi. Or il principe 0 li rispose a
zorni 5 o ver 6 à fato il simile. Et vedendo li nostri
nemici, hanno mandato la lhor armada in suo soccorsso, et volendo intrar in el porto de Modone,
s' à scontrato con parte de la nostra armata, et combatendo hanno preso galie grosse due con tuti li
homeni, et una altra butono in fondi. Abiamo etiam Vene l'orator di Franza, et mostrò do letere
preso galie 4 sotil, et statim fuziteno in lhor malora. | scriveva, una al re l' altra al cardinal, in materia di
In quello instante, el mio imperio à comandato, et
hanno dato bataie teribile, et hanno ruinato, per
intrar dentro, et circondato da 4 bande. Non possendo resister in defendersi quelli dil castello dal
grande impeto et terribille, mandai li mei schiavi, et
subito introno dentro de la terra, per forza di spada, et questo fo a li 9 di avosto, zorno di domenega; et hanno amazato homeni X milia, e fato etiam
crudelitate grande. Abiando aduncha inteso quelli di
Coron, che li averimo Castel Francho e Fanari, la catività et calamità di Modon, se sono abandonati in
Vene l'orator di Faenza, domino Hironimo .... ,
al qual li fo ditto in consonantia; et lui pocho disse,
ma che 'l vederia, mediante il re di Franza.
la letera ne havea scrita il re di romani. Poi intrò
su cosse particular, dimandando la expedition .
Vene sier Piero Zen, quondam sier Catarin, el
cavalier, e altri patricij, con Piero Papafava, da Padoa, et assa ' villani, dolendossi di sier Anzolo Sanudo, qual, come oficial a le raxom vechie, era andato
a Piove di Sacho, in execution di la parte, e affità li
porti di la Brenta nuova per ducati 917 a l'anno,
adeo è grandissimo danno, a quelli à le possessiom,
convenir pagar l'angaria limitada etc. Et, mandati
fuora, ſo aldito esso sier Anzolo Sanudo, dicendo
829 MCCCCC, SETTEMBRE.
830
visitar, offerendoli la caxa etc..
questo Papafava tolleva tal utilità dei comuni. Or | Francesco Bernardin Visconte, lo havia mandato a
la Signoria sentiva, non fusse innovà; et perchè li savij messeno la parte, fono remessi a lhoro, aldirli.
Di Franza, di l' orator , date a Meledum, a di
12. Corme à inteso per bona via, il re haver inteso
il re di romani aduna assa' zente per invader el stato
di Milan; et dice non mantegnirà le trieve, nè seVeneno molti di Cypri, dolendossi di sier Piero
Sanudo, venuto synicho, di molte manzarie etc. fate
in Cypro, e aver portato de qui assaissimi danari. | guirà acordo niuno.
Or fono comesso a li capi di diexe.
Et li savij steteno a consultar in materia di trovar danari , et vene li tre deputati a stimar la nave
Marzello Marzello, videlicet Nicolò Vidal, armiraio di
l' arsenal, Lunardo Brexam et Batista da la Bolpe,
prothi, fonno mandati a Puola. Qual la extimono
valler, con li coriedi l' ha, ducati 3163, ch'è più di
la 2. stima, qual fo ducati 3040 ; et meseno in nota
quello li bisognava a conzar.
Da poi disnar fo conseio di X, et collegio si reDil ditto orator, di 13, tenuta fin 14. Come,
partido quella matina da la majesta dil re, li mandò
uno suo secretario a dirli , come, per via di l' orator
dil papa, et di uno fiorentino, à inteso la perdita di
Modom, et poi per altre letere fo verifichata tal nova, dolendossi etc. Et poi disnar andoe da soa majestà, qual li disse : Ozi havevamo letere dil nostro
orator di questo, et non ve lo volessemo dir. Et disse
havea abuto grandissimo cordoglio. Et l' orator disse, che soa majestà doveva far tre provision al pre- dusse, et fonno alditi li merchadanti, zercha l'opi- ❘ sente: la prima, scriver al papa e altri signori chrinion lhoro di mandar orator al soldam ; et molti non
sentiva, per non esser stabelito soldam.
Da Milam, dil secretario, di 22. Dil zonzer eri
sier Domenego Pixani li , va orator in Spagna, et ozi
è partito. Item, esser nova, li villani vermeneschi
esser stà con francesi a le man, et averne amazati
200 francesi pedoni, et 30 homeni d'arme. Tamen
monsignor di Lucion dice non haver alcuna cossa di
monsignor di Chiamonte ; et li ha ditto saper di certo, el general di Humiliati, di Landriano, esser stato
in questi zorni a Brexa ; come li à ditto monsignor
di Como, esser stà visto ; et lui secretario scusoe non
era vero etc.
stiani, si aduni a la expedition contra infedelli, et
etiam a li signori et zenthilomeni francesi, per inanimarli ; secondo, dar forma a la exation di le decime
dil clero; tertio, mandar homeni pratici, et che voglia far im Provenza et a Zenoa e Bertagna, a far la
descritiom di tutte nave e navilij sono da poter armar. Et il re disse: A la prima, scriveremo al papa,
etiam mandi legati in Alemagna, Spagna e Ingaltera; et scriva sub pœna, censuris, et comenzi da lui ;
di le decime, provederà fin 8 zorni, zonto sarà lì el
cardinal Roam ; e manderà a veder li navilij etc. Et
disse poi : Scrivè a la Signoria, e confortella stagi di
bon animo ; faremo etc.; et la mandi oratori a tutti
li principi christiani , et maxime Ingaltera. Item, disse : Il re di romani, intendo, vol venir a far novità
nel stato di Milan; fa mal; al presente si doveria
atender contra turchi ; purchè a questo non sia impazato. Poi disse : Ho inteso l'armata yspana va in
ajuto di la Signoria; saria bon scriver a quelli reali,
la lassi per uno altro anno ; et dil reame di Napoli,
per l'anno futuro, li farà qualche partito. Item, esso
orator, zonto sarà Roam, farà l' officio. Et chome,
in quella matina, a dì 14, il re parti ; va a Orliens,
poi anderà a Bles.
Di sier Domenego Pixani, orator, date a Milan,
a dì 21. Dil zonzer suo li ; li vene contra il secretario, e alozó in caxa sua, et ne l' intrar per le strade
li puti e altri malcontenti cridava : Sancte Marce, ora
pro nobis ! Et cussi, a hore 21, andò da monsignor
di Lucion, qual era solo, e con pochi in camera, im
332 piedi , e li vene contra. Or, et presentate le letere credential, et fè un longo discorsso, chome scrive, in re
christiana, pregando volesse scriver al christianissimo re, ajutasse la materia etc. Esso monsignor di
Lucion li rispose, faria etc. Poi li mostró una letera,
li havia scrito il ducha di Ferara, exortatoria a far Noto, chome in questa matina parti di qui sier
il roy si movi contra turchi. Et lui orator disse: Chi| Francesco Foscari, el cavalier, va orator in Franza,
è stà casom dil mal, vol conzar etc. Item, doman successor di sopraditto sier Beneto Trivixan, el cavalier.
Da Cremona, di provedadori. Come mandava
Beneto Zucho, contestabele, con provisionati 92, per
Po, per mandarlo in Friul ; e mandò la mostra.
si partirà, et che a Lodi e a Milan tuti quasi erano
mal contenti ; et quanta speranza haveano, era il turcho ; altramente moreriano desperati; tanti si doleno
di portamenti de' francesi . Item, prega la Signoria
li mandi qualche aviso, che non sarà si nom a pre- Di Vicenza, di rectori, di 24. Mandoe una deposito, et che madona Helena , moier di domino I position di uno è stato a le parte di todeschi, e di
831 MCCCCC, SETTEMBRE. 832
332*
coloquij abuti ; par che turchi verà in Friul, et presto tario, di 24. Come il signor, madona, il fradello e
sarà insieme l' exercito dil re di romani.
Di Lignago, di sier Sabastian Zen, capetanio e
provedador, di 22. Zercha il retenir quel formento per contrabando, era di sier Stefano Trivixan e sier
Hironimo Contarini, castelani di Riva e Peneda, e
averlo fato per ubedir le leze dil conseio di X.
Adi 26 septembrio. In colegio vene l'orator di
Franza, et lexe una letera in francese, li scriveva il
roy, di 15, da Pluves, versso Paris. Come avea recevuto la sua letera con li avisi, lo pregava a continuar, dolendossi di la presa di Modom; et aver
scrito al papa mandi legati per tutto e cardinali e
vescovi, et che per un altro anno lui farà gram
cosse. Etiam mostrò una letera li scrivea monsignor di Albi in questa materia. Fo ringratiato per
el principe, e ditto bisognava effeti, e presto. Poi
l' orator disse dil re di romani, credeva non seguiria acordo ; mandava li so' oratori con 30 cavali, e
non veniva più il ducha di Saxonia, ergo etc. Tamen
le trieve erano confirmate. Item, el roy à renovà le
lige et amicitia con sguizari, la qual cossa è bona
nova per le cosse occorente, e à rimanda a essi
sguizari monsignor di San per orator.
fiol, erano a San Zuan in Marignon, li citadini fuori
a vendemar. Missier Renaldo dice, si vede perso
quel stato, e maxime che a Forli, Ymola e Cesena,
si aduna zente, è stà comandà un homo per caxa, si
che in una notte verano li a tuor Rimano senza
contrasto. Soldati si parteno per non haver danari,
et si fa varda da' villani, e la cità è quasi abandonà. Item, lui non ha danari ; ave solum ducati 25,
e missier Renaldo à ditto, si la Signoria non vol ajutar, si acorderia con li vicini.
Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà el capetanio, di 24. In risposta di letere zercha quelli
dil Barisello, a requisition dil papa, per le robe tolseno a Cesena ; et risponde ita, che quelle cosse par
fosseno adatate.
Da Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador zeneral, di 22. Zercha quelli provisionati di domino Lazaro Grasso, si parteno per non aver danari.
Da Chioza, di sier Lorenzo Bernardo, podestà,
di ozi. Chome quelli provisionati di Abramin e Be- neto Zucho, venuti di Cremona, volendoli inbarchar per mandarli in Friul, non hanno voluto ; voleno venir qui, per aver la segonda paga ; non li à valso
comandamenti etc. Fo mandato a Rialto sier Zuan Morexini, el consier, sier Filippo Trun, procurator, savio dil conseio,
e sier Piero Duodo, savio da terra ferma, et sier
Da Corfù, di sier Piero Liom, baylo e capetanio,
di 14, venule, per via di terra, questa note. Come era
partito de li, senza voler suo, Piero Pessina, contestabele, per venir a la Signoria nostra, dicendo non
haver danari. Item, si va lavorando da la citadella | Lunardo Grimani, savio da terra ferma, come casin suso, come è stà l'opinion dil Coltrim, qual laudo
assai, et dannò sier Lucha Querini, provedador, et
che havea manda esso provedador uno modello di
Corfù a la Signoria senza lhoro conseglio. Da novo
hanno da terra ferma, il campo esser andato a Napoli, e cussi l'armada turchescha, mal in hordine ;
et che ' l signor, per nove aute che l' ungaro li à roto, era levato e andato a Constantinopoli, lasando a l'impresa di Napoli uno bassà ; e cussi feva l'armada per andar versso streto ; aricorda se li mandi
danari per le fabriche.
sier per li officij a solicitar si scuoda ; far levar li debitori, a ciò nium sia im pregadi debitori. Et in questo
mezo vene letere, per via di terra, da mar videlicet.
Noto, in la letera di Corfu, di 14, dil baylo, è 333
questa particularità : che quelli greci di Napoli di
Romania, si voleano render al turcho ; ma li albanesi si sublevono, et amazò 20 greci, e più non si
parlò di rendersi. Etal nova havia auto per via di
terra ferma.
Dal Zanthe, di sier Nicolò Marzello, provedador, di 8, in questa matina venute, per corier, di
Trane. Scrive esser zonti, ozi terzo zorno, de li,
soldati 55, fonno di quelli erano nel Zonchio, licentiati per turchi a Corom, e venuti terestre fino a la
Da Otranto, di sier Alvixe Contarini, governador, di 10 et 16. In la prima, zercha quelli fanti
non hanno danari, vorebeno le page, lui portò solum
una paga ; si voleno partir, lui li ha sovenuti, à | marina di Castel Tornese ; et li, levati per il suo
mandà a impegnar li arzenti a Leze per questo ; е
manda letere da Corfù.
gripo, mandato a lhoro requisition ; tra li qual sono
4de quelli erano a Coron, et uno daModom, fo
canzelier di Antonio di Fabri, fato schiavo e fuzito
in Coron. Afermano tutti concordi, esser partiti da
Coron a di 28 avosto ; e il signor, zercha zorni X
avanti, era levato con lo exercito terestre per NaDa Rimano, di Marco Antonio Zambom, secre- I poli, e l'armata si havea levato da poi, pur per
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador, di
19. Come ha ricevuto una nostra letera, non si dagi
formenti a quelli di Antivari ; non ne darà, nè etiam
il primo hordine havia ancora recevuto.
833 MCCCCC, SETTEMBRE. 834
Da Corphủ, di sier Piero Liom, baylo e capeta- 333
Zigogna, iti versso Candia, per averli dito el bassà
di Coron, aModon è fuste de turchi, disperati per
non aver vadagnato nulla, li hariano presi . Sier Polo Valaresso, sier Carlo Contarini e Francesco di
Manfredi, fo contestabele al Zonchio, etiam in gripi
erano imbarchati per Corfù. Modom brusato, restato solum una caxa a pepian. Turchi lavorano con
presteza le mure, i qual, quando lo prese, fo la causa
dil socorso nostro, che fo abandonà le vardie, e turchi montono sopra le scalle, e che pocho muro di le
difese turchi avea ruinato, et se el socorsso non era,
mai turchi l'aria abuto etc.
Napoli ; tamen, per esser el campo e l'armata mal
conditionati , se judichava omnino el ditto signor se nio, sollo, di XVI. Scrive la venuta de diti soldati,
tiraria fuora di la Morea, per andar a Constantinopo- vien da Corom ; dicono il signor andar versso Conli, e l'armata versso el Castri, per andar in streto, ri- stantinopoli, e l'armata non haver potuto dimorar
speto maxime el grande bisogno ha de conza la sua a Napoli , per esser mal conditionata ; e sier Francenave grossa, la qual se trova con trombe 7 in sen- sco Zigogna fè quello poté, in far quelli di Coron tina. Item, eri zonse li una spia, mandoe a la volta non si rendesse; ma greci fonno superiori, li tolse de Napoli, la qual non ha possuto passar el luogo de l'ubidientia, e si rese. Scrive il fuzir in Napoli, e
Argos, per haver trovato li lo exercito, dal qual luo- modo, di sier Marco Cabriel. Item, sier Valerio Margo di Argos mancha è zorni 6. Dice el signor ancor zello , sier Baptista Polani, el camerlengo di Modon,
non era li presentato, nè posto artilaria alcuna soto e il soraconito di Liesna, vivi, haverli visti a Corom ;
Napoli ; et se diceva, l'armata non era etiam pre- è morti el castelan e capetanio di Coron, e lhoro fasentata li, e potius si reduria el signor con el campo | meglie imbarchate con uno gripo, e in un altro el
e l'armata in Constantinopoli, per esser l'uno e l'altra malissimo in hordine, sì che, redugandossi in
streto, non è per ussir fuora questo anno, e forssi
qualche tempo più. Dicono sier Marco Cabriel, olim
infelice castelan di Modon, esser fuzito a Napoli a
questo modo : videlicet, el signor lo havea mandato
a contaminar, et exortar quel populo che se rendesse de plano; e, presentato con certo numero di turchi, li stratioti di Napoli ussiteno fuora, fono con
turchi a le man, e tagliato a pezi molti di lhoro.
Alhora esso sier Marcho fuzite, ut supra. Etiam
dicono i provedadori e retori di Coron erano stà licentiati, e partiti maritime, avanti la partita de essi Delditto baylo e capetanio, di 16. Come havea
soldati ; judichano habino facto la via di Candia, o dato, di alcuni danari trovati ad imprestedo, una sover hanno periculato da cercha fuste X di turchi vention a li murari e manoali brexani, lavorano li,
sono in Modon, le qual se diceva li aspetavano per quali morivano di fame, e li dè meza paga; loro non
prenderli ; e aferinano, Modom esser tutto brusato ; voleano tuorla, ne fè prender do, et aquietoe le
tamen le mure vien fortifichate a furia. Item, che cosse. Item, aricorda dil castel di la Parga, che imsier Fantin Lipamano, olim camerlengo a Modon, ❘ porta assai si proveda, e à inteso, per via di Otranto ,
esser vivo, et è stà rescatato per el castelan ſo al l'arma' yspana dovea partir da Missina, a dì 4, per Zonchio, con el qual se trovava a Coron, e doveano | venir versso Levante, in ajuto di la Signoria nostra.
maritime partir insieme. Item, scrive 0 saper di la Di sier Lucha Querini, provedador a Corfù, di
nostra armada ; judicha sia in le aque di Cao Malio, 15. Come havia mandà per il schierazo di sier Hie più oltra versso Napoli. Eri, per via di Corphu, ❘ ronimo Contarini, parti a dì 9, el modello di Corfù,
ave l'arma' yspana dover esser in quelle aque dil
Zante e Zephalonia, fra ozi e doman ; unde à expedito una fusta con sua letera al Cao di l'isola di la
Zephalonia, e una al Cao dil porto di la Nata, drizata
a esso capetanio. Manda la copia, acciò sapi dove si
trovi el zeneral. È zorni 4, zonse do caravele di biscoti per l'armata, venute da Trani ; l'à retenute
li ; zonse etiam la nave, patron sier Jsepo de Zuanne, e il barzoto, patron sier Donado Girardim, con
diverse monition per l'armata ; l'à fate discargar, e
loro ite versso Candia. Item, dimanda licentia di
montar sopra la sua galia, et si mandi il successor.
Item, li ditti soldati hanno afirmato, sier Valerio
e à dato licentia, Piero Pessina, contestabele, vengi
qui, con uno so caporal.
Dil ditto proved tor, di 16. Scrive di la Parga,
come staria ben fusse mandato un zenthilono nostro per castelan. Item, scrive de quelli 4 contestabeli sono li, come stanno in hordine, qualli son
questi :
Zorzi Todescho
Alvixe de Nichsia
Piero Pessina (
(
fanti 66
89
60
Piero Grimaldo » 44
Summa : 259 ; dove53
Marzello e sier Baptista Polani esser schiavi in campo. ria esser, ma i non sono.
I Diarii di M. SANUTO.
-
Tom. III.
835 MCCCCC, SETTEMBRE. 836
334
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe. | cesco Trum, cao dil conseio di X, contradixe l' opi- Ozi a Lio fo fato la mostra di 150 fanti, si manda a
Cataro, sotto Sabastian da Veniexia ; se li manda
etiam a quel provedador ducati 200, per li bisogni
di quel luogo.
Fu leto do letere, drizate al conseio di X; una di
XV avosto, di sier Piero Tiepolo, podestà di Antivari, scrive mal di sier Andrea Michiel, et le provisiom då, et à posto confusiom in quella terra. Per
l'altra, la comunità scrive, di primo avosto, in consonantia, et ditto sier Andrea volse ajutar sier Ber- nardo da Canal, convochò il populo ; el qual sier Bernardo à ruinà quella terra ; e prega se li proveda
a Antivari.
Du Gradischa, di sier Piero Marzello, proveda- dor zeneral, di 23. Come era venuto a Udene uno
Lazaro Crano, capo di stratioti, con letere ducal per
tuor 50 stratioti, de quelli non sono a stipendio di
la Signoria nostra; et ne era molti, stati a Mantoa e
Milam, che volevano venir con lui ; unde ne havea
sublevati quasi tutti li nostri erano a Cividal e Spi- ❘
limbergo alozati , dicendo volersi partir e andar
da' turchi , dove sono lhoro moglie e figlioli ; sì che
ècossa molto pericolosa, e bisogna proveder.
|
nion di sier Antonio Trun. Andò le parte. Et sier
Piero Capello restò su la soa, de indusiar : 0 non
sincere, O di no, dil Capello 29, di sier Baldisera
Trivixan, el consier, qual intrò con nui savij, 55,
di sier Antonio Trum 100. E questa fo presa.
Fu posto, per li savij dil conseio e di terra ferma, e sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, atento
sia stà fato la zercha a sier Zorzi Trivixan, soracomito, si parti per tutto luni im pena etc. Et cussi sier
Alvixe Venier va provedador a Corfù con la dita
galia. Et a l'incontro Jo, Marin Sanudo, e sier Antonio Venier, savij ai ordeni, metessemo, atento era
con pocho decoro di questo conseio per ogni galia
meter parte, et hessendo stà per leze provisto il partir di soracomiti poi fato le zerche, e dil provedador
va a Corfù, che ' l si stagi su quello è stà preso. Andò
le parte. Li savij aveno 66, et nui 90. E fo presa.
Fu posto per tutti, dar a li tre oratori mothonei :
a Nicolò Dacha, la canzelaria di Cologna ; a uno altro,
la scrivania di la camera di Padoa, era di Andrea
Usnagi ; e al terzo, una scrivania di lidi ; et a Nicoló
Aurelio, secretario nostro, qual à perso li etc., l' oficio di le biave, compito arà il Sanxom. Et sier Antonio Trum, el consier, e sier Marco da Molin, savio
Marco Cabriel era vivo. Or la nostra fo 75, quella dil Trum 102. E fo presa.
Da poi disnar fu pregadi. Non vene il principe.
Fu posto per sier Francesco da Mosto e sier Mathio| ai ordeni, messeno de indusiar, atento si dicea sier
da cha' da Pexaro, provedadori di comun, una parte, di quelli non hanno satisfato el soldo per partida, qualli, in termine di zorni XV, debbi aver pagato, aliter im pena di la mità, e siano mandati debitori a palazo. Ave 6 di no.
Fu posto per tutti, dar a' stratioti 36, mothonei ,
sono in Friul, certa provisione ; agumentarli, come fu fato a quelli di Nepanto. Et atento el conseio non
sentiva, fo licentiato el pregadi.
In questo zorno fu fato la zercha a la galia Trivixana, et la mostra a Lio a Sabastian da Veniexia,
contestabele, va a Cataro con fanti 150.
Etiam li avogadori presenti et futuri si reduseno
insieme, et feno nota haver dipenà ogni intromissiom havesseno facta contra li provedadori stati in
armada, atento O hanno trovato.
Noto, in la meza tansa, fin qui, tra danari e arzenti, è stà scosso solum da ducati 12 in 14 milia,
Fu posto per tutti li savij, scriver una letera al
serenissimo re di romani, in risposta di soa, in materia dil turcho, optime ditada ; et infine, si a soa
majestà li piaceva, se li manderia uno orator. Tainen, sier Constantin di Prioli, savio dil conseio, e
sier Piero Capello, savio a terra ferma, non volseno questo capitolo di mandar orator, per causa dil re
di Franza etc. Et andò primo in renga ditto sier
Piero Capello. Li savij volse mandar la parte ; e
ando sier Hironimo Querini, è di pregadi, danando
una parte si diceva di le contraversie di signori etc., | ch'è pocho.
e, in reliquis, laudo la letera. Rispose sier Polo Pixani, el cavalier, savio a terra ferma; poi sier Constantim di Prioli. Li rispose sier Lunardo Loredan,
procurator, savio dil conseio ; demum sier Zuan Trivixam, provedador sora i officij, in confermation di l'opinion dil Querini. Et sier Antonio Trum,
el consier, messe, fusse levate via quelle parole. E
sier Domenego Bolani, el consier, intrò. Esier Constantin di Prioli, e sier Marco Bolani, et sier FranAdi 27 septembrio. In colegio vene Zuliam di 334
Codignola, uno di capi di la compagnia cojonescha,
ha cavali 60, oferendossi etc. , raconandando il suo
honor, li era stà promesso 80 cavali . Or el prin- cipe il laudo, et lo comesse a li savij da terra ferma.
Vene sier Alvixe Venier, va provedador a Corfù,
dicendo, quanto per lui, era in hordine di montar al presente in galia ; e cussi si partirà.
Vene l'orator dil papa e quel di Franza, a li
837 MCCCCC, SETTEMBRE. 8:38
quali fo leto la letera, di 13, di l'orator nostro in | sier Polo Pixani, el cavalier, avogadori di comun,
Franza, di la bona mente dil re ; et poi la letera, eri terminato nel senato di scriver al re di romani, e dimandarli di mandar uno orator. Laudono tutti do.
Poi l' orator di Franza, et parlato zercha Martim da
Caxal, qual il re lo vuol, fè mandar tutti fuora, e
stete nescio quid.
Vene pre' Lucha di Renaldi, da Pordenon, vien
dal re di romani, non ha letere di credenza ; et disse
alcune cosse soe particular ; poi aricordava, come
servidor di questo stado, di la bona mente dil re di
romani. Item, haria a seguir una di tre cosse : 0
vero se inimichassemo con il re di Franza e il re di
romani e l' imperio; o vero con il re di Franza, con
pocha gracia dil re e di l'imperio; o vero l'aqua,
doveva andar adosso altri, veria adosso questa Signoria. Et fo mandato fuori, consultato ista verba obscura. Era varie opinion. Alcuni volevano se li di- mandasse più avanti ; altri expedirlo, per non far
sospeto a Franza; altri venir in pregadi, acciò il si- gnor di la terra sappi il tutto. E di questa fo sier
olim, et in hoc casu, che testifichaveno haver alditi sier Nicolò da cha' da Pexaro, sier Domenego Malipiero e sier Simon Guoro, olim provedadori di l'ar- mada, e visto lhoro difese, et omnibus scripturis,
depenano ogni intromisiom etc. Unde fu posto per sier Lucha Zen, sier Zuan Morexini, sier Piero Contarini, sier Domenego Bollani, consieri, excepto sier
Antonio Trun, el cousier, che li ditti si possino pro- var de cætero. Andò le parte. Fo gran mormoration
dil conseio contra li avogadori presenti et passati ;
et ave 33 non sincere, 379 de sì, 740 di no.
Etiam fu posto per li consieri, che li patroni 335
di Fiandra e Barbaria, quali sono stà asolti, possano
esser electi ubique. Et ave tutto il conseio.
Da poi gram conseio fo pregadi. Non vene il
principe. Et referi sier Piero Sanudo, fo synicho in
Levante, malissimo etc. Primo, a dì 7 zugno, è do
anni, parti con sier Lucha Trun, suo collega, de qui ;
fu a Zara, dove per tutte le camere à trova gran
manchamenti , et uno Antonio ...... , dil qual disse
Luca Zen, el consier. Et, chiamato dentro, el prin- | mal assai. Poi fu a Corphù, dove li salli andavano a
cipe li usò acomodate parole, dicendo di le cosse dil turcho, e di la bona letera dil re di romani. E
lui disse : Basti etc.
Et in questa matina, nui ai ordeni fommo ai banchi di le galie di viazi, per armar. Pochi homeni
fonno trovati, ni valse cride, ni altro fusse fato, di
darli le lhoro refusure de præsenti.
la zaffa ; e cargo uno Nicollo Apostoli, amico di zen- tilomeni , l' à intromesso, e à intromesso altri zenthilomeni etc. Fo poi solo a Lepanto, e qui disse mal di tre, chiamati tutti tre Marchi, robavano la ca- mera etc. Il populo fè gran festa di la sua venuta.
Vene do barze, unde seguite per robe di turchi etc. Item, la rocha era fortissima , la terra come una
Da poi disnar fo gran conseio, et caziti auditor villa. Have letere di Napoli, dovesse andar per una nuovo, ut patel. Credo bona causa fo, per esser di custiom tra manassei e busichiei ; unde andò per
colegio, adeo tutti era bastonati, e contra raxom, e terra. Il bassà turcho li mando oferir 1000 cavali.
comenzerò a dirne : sier Alvise da Molin, fo savio per sua compagnia ; non li volse. E ditto bassà scrisse
dil conseio, sier Piero Balbi, savio dil conseio, sier al vayvoda di Corantho, venisse con 500 cavalli.
Piero Capello, savio a terra ferma, sier Zorzi Emo, ❘ Or quelli di Modon, videlicet sier Zuan Bragadin e
savio a terra ferma, dil conseio di Xe scuoder malissimo ; e cussi sier Marco Zorzi e sier Beneto Zustignan, fono savij da terra ferma. Item, sier Polo Pixani, el cavalier, savio a terra ferma, vicedomino a Ferara, sier Piero Balbi, non passò a Verona. E
sier Alvise Bon, li vene contra con 600 cavali di
stratioti, e cavalciò in un zorno 60 mia. Item, dimandato per sier Lunardo Grimani , si l'avia recuperà danar alcun a Nepanto, rispose : aver intromesso Lodovico Vassallo, era scrivan li, dil qual ave
tutti minazava far cazer questi di colegio di la zonta, ❘ solum ducati 60, il resto piezaria etc. , e uno Marco
sì che etiam Jo a li ordeni ne patiti.
In questo conseio fo publicha la condanasom,
fata a dì 22 di questo im pregadi, per el piedar di
syndici intra culfum, contra sier Bernardo da Ca- nal, fo podestà e capetanio in Antivari, come apar
avanti descrita.
Item, fu leto per Bernardin di Ambrosij, una
scritura fata eri per sier Piero Morexini, sier Hiro- nimo Lion, el cavalier, avogadori di comun, sier Ni- colò Michiel, dotor, cavalier, sier Marco Sanudo,
Agapito. El qual Nepanto deva de intrada ducati 12
milia a l'anno a la Signoria nostra. Or andato a
Napoli, tutta la terra in festa, sonando campano con fuogi etc.; azonse di note. El zorno driedo ſo a le prexom da questi capi, et feno far la paxe. Item,
a Napoli non è camera, ma l'utilità di la Signoria
è di le possessiom, di le qual molti rectori l'havea
conferide a diverssi, con danno. Item, da la parte
di la marina non era mure; fè far una pallifichada trina, di passa 50; la qual poi sier Scipiom Bon la fè
839 MCCCCC, SETTEMBRE. 840
compir poi il suo andar in Candia, cossa che niuu | habi termine tre dì, et poi sia dati li conti a li provedadori sora i conti di ambasadori. Et andó le parte : fo non sinciere .... , 12 disse di no, 48dil Capello, 98 dil Trun. E fu presa. Et parlo sier Piero
Capello preditto in favor di la sua parte. Et in exe- cution, la matina fonno chiamati in colegio sier Antonio Condolmer, sier Marco Loredam e sier Gasparo Malipiero, provedadori, ut supra ; a li qual
fo dato la parte elc.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
el capetanio, di 20. Mandoe alcuni avisi di Pasqual
Ingaldeo, da Othoz, stato dal conte Michiel di Baglai, et di Francesco Lepori, exploratori, in consonantia: di turchi in Bossina non era alcuna mutiom,
e questo acertavano.
Fu posto per tutti li savij, dar certa provisione a
36 stratioti mothonei. Et il conseio mormorò, e
quello fo licentiato.
Adi 28 septembrio. In colegio vene sier Francesco Baxadona, venuto capetanio di Bergamo ; et non
referite per, esser altre facende.
rector vol compir le fabriche comenzate per l'altro.
Andò in Candia, dove il colega era, havia comenzà
armar XI galie et 9 nave expediteno ; laudo quella
terra e isola, di aver legni , homeni e danari, volendo recuperarli ; ma li galioti, nel ritorno, è stà mal tratadi, pagato le refusure chome hanno volesto. Il
collega intromesse etc. La qual då de intrada ducati
25 milia, tamen in contadi 16 milia; e disse mal di
uno Agustin Colona, qual è stà preso in quarantia
per il colega di retenir. Et disse come di Napoli
prima andò a Malvasia, per cosse importante. Laudò
sier Andrea Viaro, retor li ; et poi tornò a Napoli,
et vene in Candia con la galia, soracomito sier Nicolò Marzello. Et disse aver zerchè far justicia a li
populi, e alegò propter injusticiam transfertur regnum in regno etc.; et exclamò assai, dicendo a
Coriù era stà posto una angaria a tutti, preti, papà
e layci, un marcello per caxa a li rectori ; la levoe.
Poi tornò in Candia, val un milion d'oro, videlicet
si cava 100 milia bote di vin a l'anno, et si spende
18 milia ducati im portadura ; li formazi val altra- Vene sier Pollo Capello, el cavalier, venuto per
tanto dil vin si traze; poi zafaran, anzipressi etc. , sì stafeta, vien orator di Roma; et questo per intrar
che è da farne gram cavedal di quella ixola. Poi andò | savio a terra ferma, compie fin do zorni il termine.
in Cypro, e quello disse in colegio, non scrivo, mi Et sier Piero Capello, era in loco suo, ussi di colegio.
riporto. Ma disse esser do forteze, Famagosta e Ce- | Or non referite; fo rimesso da poi disnar im prerines, qual laudò assai ; dicendo, chi ha Cerines, è gadi.
335 capo di l' isola ; è rocha fortissima. Et che a Famagosta si spendeva ogni mexe ducati 300 in la fabricha, ma bisognava cavar il porto, e fortifichar il scoio del Bo. E disse 4 cosse di l'isola di Cypri : la prima, le forteze ; la soconda, di la camera ; la terza, di
soldati ; e quarta, dil praticho, videlicet di parci. Et
qui molto si difuse, si chome ho scrito a la sua relation di colegio, dicendo, si li sarà dà ajuto, si recupereria assaissimi danari. Et vene zoso di renga.
Li fo aricordato dicesse di le spexe fate. Unde tornò
suso, e disse, nonhavea fato conto, era im polize etc.;
adeo il consejo l'ave a mal. Dil suo secretario, Hironimo Dedo, fiol dil canzelier grando, nulla disse ; e
di Pollo Negro, rasonato, mal. Or andò a la Signoria, et non fo laudato, justa il consueto, imo admomonito dagi in termine di tre di li conti di le spexe
e li danari ha.
Fu posto per sier Piero Capello, savio a terra
ferma, atento non havia dato li conti ditto sier Piero
Sanudo, imo aver ditto non haverli fati, ch'è cossa
inusitata, che per tuto dornan dagi tutte le polize di
le spexe et li danari recuperadi; aliter sia comesso a
li avogadori di comun. Et sier Antonio Trun, el consier, messe a l' incontro, vuol la parte con questo,
Fo ballotà sier Francesco Pizamano, quondam
sier Piero, condutor dil dacio dil vin, auto per ducati 58 milia, dete optimi piezi. Ave 12 de si, et 7
di no. Cazete per non aver abuto li do terzi. Et li
governadori, parendo fusse danno di la Signoria a
reincantarlo, trovò disordine, atento nui savij ai ordeni non eramo in colegio, ma andati a l'armar di
le galie di viazi; e fati chiamar, iterum balotato, ave
25 de sì, 9 di no, e pur cazete.
Vene sier Marin Zustignan, provedador sora le
nave. Referi la cossa di patroni dil trafego, et dele
uno conto. Poi disse aver saldà con 59 navilij e nave
retenute in arma' l' anno passato, con ducati 45 milia et 700 di danari di le cazude.
In questa matina fo expedito l' orator di Sibinico, comesso a li savij ai ordeni, sier Lorenzo di Grisogoni, di le cosse el dimandava.
Vene l'orator dil papa, e ricomandò il signor
Carlo Orssini a la Signoria, qual si vol partir ; li sia
data parte dil suo credito. Li fo risposto bone parole, et ditto li savij di terra ferma lo expedirà.
Vene l' orator di Napoli, al qual ſu ſato lezer la 336
lettera di l' orator nostro in Franza, di 13, ne scrive
in materia dil turcho e captura di Modom, et le pro-
841 MCCCCC, SETTEMBRE. 842
visiom vol far; e il capitolo è contento far partido al |
re di Napoli, dimorando l'armada yspana un altro
anno in ajuto nostro. Et il principe li uso alcune pa-
role, dicendo non si havia manchato mai a presso il
roy far l' oficio etc. Et l' orator, ch'è sapientissimo,
missier Zuan Batista Spinello, ringratiò di la comu-
fusse seguro di Franza, faria ogni cossa contra il tur-
cho per ben suo e di la christianità ; e di l'obligo
abuto il regno ; e pregò la Signoria volesse scriver
al nostro orator in Franza desse ajuto a loro oratori ,
vanno al re preditto, ch' è il camerlengo e uno altro,
tamen vanno sotto specie dil matrimonio di la fiola ;
et etiam uno altro secretario, homo di fazom, è in
Franza, chiamato Bernardin di Benaldo. Poi prego
l'ha con quella serenissima Signoria, da la qual à |
nication ; disse scriveria al suo re, e tuttavia il suo
si dovesse admonir uno frate Zuanne di Veseia, di
l' hordine di predicatori, nimicho dil re, qual diceva
mal di sua majestà, menandolo per bocha. Fo ditto
si faria.
Noto, eri vene qui il modello di la terra di Corfù, mandato per sier Lucha Querini, provedador,
con Piero Pessina, contestabele, e Zuam Grimaldo,
era inzegner li , fradello di Piero.
Da Roma, vene letere di 21 et 22, di sier Marin Zorzi, dotor, orator nostro. In la prima, come fo
dal papa a solicitar le provisiom ; disse faria etc. Et
esso orator li aricordo, facesse quello fè Pio e Paulo,
di andar im persona contra il turcho. E il papa disse : Domine orator, volemo esser un zorno con vuj,
e forssi anderemo im persona. E vi voio dir un nostro pensier. Poi disse, voria il roy lasasse l'impresa
dil Regno, e che havia letere, soa majestà voleva esser questo inverno a Milam. Eli dimandò : Domine
orator, che credete vuj ? Et qui ſeno coloquij, e disse
vol far novi cardinali. Item, di l'arınata yspana, ancora il bragantin era a Hostia, e à spazà per terra
brievi al capetanio ; et l' orator yspano à letere di 9,
da Palermo, l'arma' dovea statim partir. Item, il
papa à fato cargar per l'impresa di Romagna su
certi navilij , per Tevere, artilarie, videlicet canoni 8,
falconeti 19, e altre artilarie ; et harà 700 homeni
d' arme, con quelli de li Orssini e Conti. E il papa
vol acordar Orssini e colonesi, e se interpone l'orator yspano, si che soa santità, di l' orator di Franza
e yspano se ne serve come el vuol e quando li piace.
Dil ditto, di 22. Recevute letere di 17, con li su-
marij da mar, fo dal papa, era el reverendo Capaze,
noto è cyprioto di Pol da Cataro, et il cardinal Santa
Praxede; et fè expedir il brieve per terra a l'ar-
mada yspana, li lexe li sumarij, e disse il papa vol
mandar uno nontio in Hongaria, vol far novi
cardinali. Era etiam il reverendissimo Capua. Poi chiamo
li cardinali dentro ; li comunicho le nove di mar, e
disse aver dil suo orator è qui, l'arma' yspana
dovea partir. E Santa Praxede disse: Non è vero; poi
non è in li sumarij. Item, par l'impresa di
Romagna sia disconzà, perchè colonesi non vol acordarsi,
se non si rit rna li foraussiti di Perosa et Viterbo in
le thoro cità; si che li Orssini e Conti hanno tra
lhoro homeni d'arme 400; unde, per questo quel
zorno, di le artilarie fono cargate in li burchij, erano
stà parte dischargate, ch'è segno si atenderà a
l' impresa contra collonesi.
Dil cardinal Santa †, yspano, a la Signoria
nostra, latina, in materia dil turcho. Si offerisse
pronto; la copia sarà di soto scrita.
Di Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, di 22. Manda una deposition di
Francesco Lepori . Conclude, turchi non esser adunati in
Bossina con Schender bassà più dil consueto, imo di
comotion d' arme dil re di Hongaria contra turchi ;
et esser andati in la campagna di Galipoli tre bassa
con zente a questo effecto etc.
Da poi disnar fo pregadi, licet li capi dil conseio
di X volesse il suo conscio. Il principe vene im
pregadi , et sier Pollo Capello, el cavalier, referite la soa
legation di Roma, di la qual fo dato sacramento,
ch'è questa.
Relatione fata im pregadi, per sier Polo Capela, el cavalier, venuto orator di Roma.
Come non diria quello di tempo in tempo à
scrito, ma solum 4 cosse principal: primo, la conditiom
di reverendissimi cardinali e di quel sacro colegio ;
secondo, la dispositiom dil papa con la
christianissima majestà e la Signoria nostra ; tertio, el desiderio
di sua Santità ; quarto, quello si puol sperar di sua
santità abbi a far per la Signoria nostra, pregando tal
relation sia secreta.
Ne è vivi al presente 35
cardinali : 21 italiam et 14 oltramontanj ; videlicet, do
napolitani, 5 zenoesi, 3 venitiani, uno da Turin, 4 romani,
3 da Milam, Siena, Medici et Ferara.
Oltramontani :
6 spagnoli, 6 francesi, uno d' Ingaltera, e il fradello dil
re di Hongaria e Polana.
E comenzando dal primo,
el reverendissimo cardinal di Napoli, di caxa Carafa,
dignissimo prelato, capo dil colegio, fo con missier
Piero Mozenigo in armada; à gran disiderio contra
turchi ; in reliquis, nimicho di la Signoria nostra.
El
cardinal di Ragona non è stà a la corte. Zenoesi, el
reverendissimo San Piero in Vincula, molto peri
coloso; e quando fo il caso dil pontifice, si volea far
papa con le zente di Franza, adeo è in odio a la
corte.
El reverendissimo Recanati, parlando ingenue,
val pocho ; non è bon ni per si nè per altri. Il
reverendissimo Benivento, questo instesso hanno pocha
reputatiom. E di questi do cardinali non si habi
alcuna speranza. El reverendissimo Santa Praxede,
olim Santa Nastasia, molto da ben di vita, tamen non
fa nulla; vol esser papa, sa ben simular, et
capitalissimo nimicho di la Signoria nostra; e, quando si
perse Modon, ave a dir : Zenoesi adesso starano ben,
che porano merchadantar. El reverendissimo San
Zorzi, fo fradello dil conte Hironimo, è stimato
pocho. De' venitiani, el reverendissimo Michiel di Santo
Anzolo, dignissimo, buta lacrime per il turcho; farà
ogni cossa ; non si pol operar per le podagre, et, si
podesse, anderia legato dove si voia, per far ben a
la christianità e a la Signoria nostra. Dil Zen e
Grimani, nulla disse. Dil reverendissimo San Clemente,
savogin da Turin, ama molto la Signoria nostra ; è
di vita exemplar; saria stà papa, si se havesse fato
papa senza forze; dil turcho si à offerto a far omnia.
De' romani, el reverendissimo Orssini, nimicho
nostro, e tamen si dà ducati 80 milia a l'anno di
conduta a quella caxa; è amico di Milan, e nimicho dil
re Fedrico ; atende a l' impresa dil Regno, a far venir
il re di Franza; al qual effecto fo a Milan; di le cosse
dil turcho non si pensa, ni faria un passo. El
reverendissimo Colona è meglio amico nostro, et è
zenthilomo nostro. El reverendissimo Cesarim et il
Farnesio, fradello di madona Julia, sono zoveni di
pocha reputatiom in corte. Di milanesi nulla disse,
ch' è Ascanio, vice canzelier, San Severin etlo
Alexandrino. El reverendissimo Siena, più vechio
cardinal di tutti, fo fato per Pio, dil qual era nepote ; è
partito di la corte per veder andar le cosse come
andava ; è amico dil re Fedrico, e questo per li
nepoti ha nel Regno, ch'è il ducha di Malfi ; contra il
turcho faria etc. Dil reverendissimo Medici ha pocha
reputation ; laudato perhò di modi singular ; si
mostra tutto di la Signoria nostra. Di Ferara O
disse. Oltramontani : el reverendissimo ulisbonense, o
ver di Portogallo, de anni 84, molto stimato in
corte, parla aperte contra il papa, e il papa si la ride e
non li risponde ; tamen esso cardinal li dà in le
cegne, et, si potesse, faria ; ma li cardinali senza il papa
non pol 0. Item, il reverendissimo cardinal di Santi
40 (sic) è in Spagna, za anni 30 non è stà a la
corte; è zerman di questo papa. El cardinal Monreal è
tre anni è contumaze col papa, e non li parla; faria
volentiera vita da merchadante; voria haver 30
milia ducati sui banchi e darli a usura ; è miserissimo ;
stima molto un duchato. El reverendissimo Santa
Croxe è catholico, savio, e à (a) cuor l'impresa
contra infidelli ; tamen è amico dil signor Lodovico e di
Ascanio; e il papa haditto : À preso la conza quando
fo legato a Milan ; in reliquis è nimicho nostro, e il
papa li à dà la colpa a lui e a l'orator yspano, che
l'arma' non sia venuta; et è stà per do cause : la
prima, per non esser stà mandà l' orator in Spagna
nostro, avanti, come fo scrito ; l' altra, per non esser
stà risposto a la preposta fata per lhoro etc. Il
reverendissimo Agrigentino, vero da bem, zenthilomo
catholico, ma è povero, era prima castelam di Castel
Santo Anzolo. Il reverendissimo Capua, olim datario,
sta sempre a presso il papa, e sa quello vol il papa,
e tutti i soi secreti . Francesi : el reverendissimo
Curzense à gran pensier a le cosse dil turcho, ma pol
pocho ; li altri non è stati a la corte, videlicet San
Mallò, Cenomanense, Roam, el cardinal di Liom, che
sono in Franza, et il gran maistro di Rodi, ch'è
francese. Di quel d' Ingaltera, ch'è gran canzelier, e
quel di Polana, fradello dil re, nulla disse. Item, la
Signoria nostra è odià in corte per tre cause : la
prima, per haver aquista Cremona e Geradada ; la
segonda, per la liga fata col re di Franza, e tengono o
vero il re o la Signoria nostra sarano signori de
Italia ; tertio, per il dar di beneficij , maxime li minimi ;
et che lui orator havia forzieri pieni di letere di
recomandation e di beneficij , e letere di la bancha,
contraditorie. Conclude, a Roma tutti i beneficij si
vende, e il papa medeno lo dice ; è povero. Et disse dil
canonicha' di Lunardo Anselmi, qual il papa l'à dà
al datario, ch'è ferarese, episcopo di Modena,
nimicissimo nostro ; Lumen conforta se lo dagi, perchè
l' Anselmo non l'averà mai ; et ditto datario fo
causa, che le decime concesse numero 4, il papa le aria
date perpetue, durante bello turcarum. Ma lui disse :
Sancte Pater, è tropo; non fo mai fato; sì che pol
far assai. Quanto a la disposition dil papa col
christianissimo re, fè tre capitoli con soa majestà : il
primo, dar la fiola per moglie al ducha, videlicet di re
Fedrico ; secundo, un stato in Franza, habi d'intra'
franchi 28 milia ; tertio, dil regno di Napoli non se
impazar, se non in ajutar il papa contra di quello. E
a l'incontro il papa li promisse solum la sententia di
la dispensation dil matrimonio, e mandò suo fiol
ducha in Franza, e di quanto il re li promisse non li
volse far nulla, et non li fè dar per moglie la fia di
monsignor di Candala, ma a la fin have esso ducha
la fia di monsignor di Libret, al qual mandò in
Franza lo episcopo di Malti, et fè tre capitoli con
ditto di Libret : il primo, il papa dovesse far suo fiol
cardinal, et con ducati 150 milia, a presso quelli
darà il roy; comprar un stato in Franza, de intrada
ducati 12 milia a l'anno, qual sia per la cauzion di
la dotta, et fo comprato ditto stato con li danari dil
papa, non li dà ducati 3500 d' intrada, et la moglie
è rimasa in Franza col padre. Conclude, il papa è
nimicho dil roy, adeo, quando il signor Lodovico
intrò in Milan, publice diceva mal dil roy; sì che al
presente sta bem: tamen con inimico reconciliato
non est fidendum in æternum. Et il papa volse dar
al cardinal Roam ducati 50 milia, e li desse le zente
per discazar missier Zuan Bentivoy di Bologna, e
poi andar a tuor Pexaro; e questo fo quando
francesi andò a Pisa ; ma Roan non volse, dicendo
haver di spesa ducati mille al zorno, et si acordo con
ditto missier Zuam Bentivoy ; unde il papa l'ave
molto a mal. Item, col re Fedrico il papa sta mal, et
è nimicissimo, et disse dil caso dil principe di
Salerno, ducha di Bixagne, nepote di re Fedrico; et naró
come fo ferido a tre hore di note, a presso il palazo,
dal ducha di Valentines suo cugnato ; e lui principe
corse dal papa, dicendo : Son stà ferito etc. , e li disse
da chi. E madona Lugrecia, fia dil papa, soa moglie,
era in camera col papa, cade in angosa. Or ditto
ducha di Bexaie sta a presso il palazo di San Piero,
in la caxa dil cardinal Santa Maria im Portego, e per
dubito mandó a tuor medici a Napoli, stè 33 di
amalato, et il cardinal Capua lo confesso; et la moglie, e
sorela, ch'è molgie dil principe di Squilazi, altro fiol
dil papa, stava con lui, li cusinava in una pignatella
per dubito di veneno, per l'odio li havea il ducha di
Valentines, e il papa li feva custodir da 16, per
dubito esso ducha non l' amazasse ; et quando andava
il papa a visitarlo, il ducha non vi ando se non una
volta, e disse : Quello non è fato a disnar, si farà a
cena. E parlato col papa e lui orator di questo, li
disse : Il ducha dice non l'aver ferito, ma si l'avesse
ferito lo 'l meriteria etc. Or un zorno, fo a dì 17
avosto, intrò in camera, che era za sublevato, e fè
ussir la moglie e sorela, li tre Michieli , cussi
chiamati, e strangolò ditto zovene, e la note fu
sepulto, caso molto piatoso, adeo tutta Roma ne parlò;
ma non si osava parlar per dubito. Et il ducha
have a dir, averlo fato amazar, perchè lui havia
tramato amazarlo lui ; e di questo feva il processo, e lo
volea mandar a la Signoria; tamen mai non vene ;
come fo quello disse di mandar fiorentini di Paulo
Vitelli, che, poi tagliato la testa, li fè il processo.
Item, con li reali di Spagna, bia' chi si pol far una
nata a l'altro, va da cathelan a cathelan; pur quelli
reali li dè il posesso di l'arzivescoa' di Valenza, e
soa santità li de la dispensation dil matrimonio dil
re di Portogallo, per causa, come dice, di aver
l'armata; et che il papa non si fida dil re di Spagna, ni
el re dil papa, et fano pati : fon questo aziò fazi
questo etc.
Col re di Hongaria cercha star benissimo,
tamen a la dispensation dil matrimonio have 25 milia,
si non fo 30 milia ducati, e lo ſè etiam per causa di
la Signoria nostra.
Con Maximiano non molto ben;
pur tace per le nate.
E con fiorentini, mal; dicono
soa santità esser stà causa che non hanno auto Pisa.
Con la Signoria nostra, prima, quando andò a
Roma, era amico ; poi vene a tanto che, ultimate, disse,
era sier Marin Zorzi presente : Per la fede christiana,
contra turchi faremo ogni cossa; ma per la
Signoria, in particulari, ni per niun zenthilomo non si
pensi haver O da nui, poi la non ci vol compiacer.
Poi, zonta la risposta di Rimano e Faenza, qual
andono tutti do oratori a dirli, e prima non la intese
ben, ma, letoli, have grandissima alegreza; e pregó
tenisse secreto ; tamen il papa nulla pol tenir celato,
adeo intese, tutto il palazo quella note fè festa e
jubillo.
Item, il papa ama et ha gran paura dil fiol
ducha, qual è di anni 27, bellissimo di corpo, è
grande, ben fato e meglio cha re Ferandin; qual a uno
jocho a San Piero, dove ſo serà atorno di taole,
amazó 7 tori salvadegi, combatendo a cavallo, a la
zaneta; et a uno li taiò la testa a la prima botta,
cossa che a tutta Roma parse granda.
È realissimo,
imo prodego, e il papa li dispiace di questo. Et alias
amazo di sua mano, soto il manto dil papa, missier
Peroto, adeo il sangue li saltò in la faza dil papa,
qual missier Peroto era favorito dil papa.
Etiam
amazò il fratello ducha di Gandia, e lo ſe butar nel
Tevere poi schanato; et ogni zorno per Roma si
trova la note amazadi, et altri non si trova, 4 et 5
la note, videlicet episcopi, prelati et altri ; adeo tutta
Roma trema di esso ducha, non li fazí amazar. Et
che prima era in gracia dil papa madona Lugrecia,
soa fiola, la qual è savia e liberal ; ma adesso il papa
non l' ama tanto, et la manda a Nepi, e li à dà
Sermoneta, li à costà ducati 80 milia, ben che il ducha
ge l'à tolta, dicendo: È dona, non la potra
mantenir. Et si dice etiam esso ducha etc. con la sorella
predita, madona Lugrecia ; el qual ducha sarà, si 'l
vive, uno di primi capetanij de Italia. Et il papa
aduncha à tre fioli : questo ducha di Valenza, madona
Lugrecia, el principe di Squilazi, don Zufre', qual à
per moglie la fia dil re Alfonxo, come ho dito di
sopra, et questo calza li spironi al ducha etc.
Il papa
à anni 70, ogni di se inzovenisse, li pensieri mai
passa una note, vol viver, è di natura aliegra, e ſa
847 MCCCCC, SETTEMBRE. 848
quel li torna utelle. E tutto il suo pensier è di far
grandi soi fioli, ni de altro à cura. Et disse como
monsignor di Trans, ch'è provinzial, orator dil roy,
homo pratichissimo, chiamato monsignor di Travaia,
ha capitolato al presente col papa : che il roy li dagi
600 homeni d' arme et 6000 sguizari in ajuto a
l'impresa di Romagna, senza perhò l'artilarie, di le qual
il papa ne ha gran copia, et fa per scazar missier
Zuan Bentivoy di Bologna, e poi insieme andar a
l'impresa dil Regno. E ditti capitoli è stà mandati
al re. Quanto al desiderio dil papa, tutto è a dar
stato a li fiolli, come ho ditto. Quello si pol sperar
dil papa, è , che soa santità stima più la Signoria
nostra, cha niun altro potentato dil mondo, e perhò
vol la protetiom dil fiol, e dice vol far tal
hordine, il papato sia o suo o vero di la Signoria nostra ;
e che il ducha à ditto , quello vorà faci far papa
la Signoria nostra, morendo il papa presente, suo
padre, lo farà; et che se li nostri cardinali sarano
uniti, non sarà altro papa cha veniciam; et che
contra turchi è da sperar il papa farà ogni cossa, e li
danari per Hongaria sono preparati, et che qualche
volta il papa li à comemoraquello à fato per la
Signoria, no per le letere li fo scrito per il conseio
di X, di asolver di la excomunication lo episcopo di
Treviso, missier Nicolò Francho, li fè far la bolla.
Tamen il papa, de jure di justicia, non pol 0; imo
do cardinali deputati, se non li par, pol strazar le
bolle fa il papa, e cussi fa etiam il datario. Poi disse
zenoesi sapevano sempre prima le cative nove a
Roma, cha niuna altra generation, e fevano le soe col
navegar in Levante e tuor specie. Laudò li nostri
prelati, el reverendo primocierio di San Marcho,
Dandolo, missier Jacomo daPexaro, episcopo di
Baffo, il prothonotario Lipomano, il prothonotario
Pexaro, il prothonotario Zane, fio di sier Alvixe, lo
episcopo Trivixam, di Cividal, qual si racomandava
a la Signoria. Et che nel partir, il papa li comesse
tre cosse: il canonicha' dil datario; el vescoado di
Cividal a domino Bortolo Trivixam ; et una certa
litte dil Brevio, episcopo di Ceneda. Item, nel tuor
combiatodal papa esso orator li dimando 6 cosse,
fo a dì 19, nel qual di si parti. Primo, uno brieve di
absolutiom per la retention di Ascanio; fu contento
farlo. Secondo, la confirmation dil vichario di
Cremona, per il vescoa' àAscanio ; e disse faria. Tertio,
che le intrade dil vescoa' di Cremona siano messe
contra turchi. Soa santità non volse far brieve, ma
disse a bocha : Semo contenti, fati spenderli e poi
faremo il brieve. Quarto, dimando uno jubileo per
tuto el dominio; et soa santità voleva dar a 200 o
ver 300, come à dà a Spagna e Franza. E lui orator
disse : A tutti o niente. Et il papa disse : Havè vu in
comission ? Rispose: Puter sancte, no. Si che
dimandando si averà. Quinto li dimandò le do decime,
oltra le consuete al clero, durante bello turcarum.
Disse: Vederemo servir quella Signoria, benchè da
uno prelato degno, vicin a Venecia, ne sia stà fato
consientia di questo dar decime. Sexto, solicitó le
provision ordinate di far contra l'impeto dil turcho.
Disse, faria. E si parti. Laudò Zuan Piero Stella, suo
secretario, qual è rimasto ad haver questi brievi, et
per haver gote non poteva seguirlo. Di le spexe
poteva spender in mexi 16, zorni 21 , è stato in la
legatiom, ducati 2900 ; in spexe extraordinarie tamen,
et computà salarij, ducati 400 e più; in fiti , ducati
150 ; in malatie, ducati 130 ; in cortesie, ducati 33;
in robe comprade, qual à lassà al suo successor,
ducati 70; in tutto, à speso ducati 2700, come darà li
soi conti a le raxon nuove, justa il consueto.
Dimandò perdon si non havesse fato etc. Et il principe,
venuto a sentar sul tribunal, justa il solito, lo laudò
molto ; replichando qualche parte ditta. Et, in conclusion, di tal relation fo laudato.
In questo pregadi fu posto la commissiom di sier
Alvise Venier, va provedador a Corfu, al qual li fo
dato grande auctorità, maxime sopra quelle
fabriche; et datoli ducati 2000 et 500 di tornesi. Item,
comesso vedi di certo bischoto cativo fato etc. Et
ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti i savij, ut supra, scriver una
letera al capetanio zeneral, che mandi a disarmar
galie vechie e nave di merchadanti, come a lui par.
Item, prepari do galie grosse per mandar a li viazi,
a rata, saltem una per viazo ; et se li manda uno
usto per galia; tutavia andando l'armada turche
scha in streto, o vero a Negroponte, e quella di la
Vajussa non sij ussita. Item, di Cypro, per le fuste
è li e danniza, mandi uno provedador con 4 galie,
a custodia di quella ixola, etiam per mandar il
presente al soldam. Et ditta letera have 6di no, 163
di la parte. Et è da saper, andò in renga sier
Hironimo da Mulla, e aricordo fusse serito in Cypro,
zercha il caraman à scazà il fiol dil turcho ; et acciò
venisse zoso, li fo ditto doman si scriveria.
Fu posto per li consieri elezer cinque savij ai
ordeni, al presente, con li modi fo eleto ultimate,
con quella libertà e auctorità consueta. Sier
Antonio Trum, el consier, messe a presso questa parte,
che li savij ai ordeni, da esser electi, de coælero
habino contumatia tanto quanto starano nel oficio ;
849 MCCCCC, SETTEMBRE.
850
Sier Zorzi Contarini, fo a la doana di
mar, de sier Lorenzo 57.131 e fo malla opinion. Ando le parte : una non sincera,
una di no, 59 di consieri, 137 dil Trun. È presa.
Fu posto per sier Lunardo Grimani, savio a ter ra ferma, atento sier Lucha Trum, venuto synicho Copia di una letera scrita per il cardinal Santa † 339
za do mexi , non habi dato conto nè li danari, debbi
dar in termine di zorni 3, sub pæna etc., come fo
messo a sier Piero Sanudo. Et have tutto il conseio.
Fo leto letere di Cypro, di 20 mazo, di sier Cosma Pasqualigo, luogo tenente in Cypro. Cosse vechie, non perhò da conto ; ergo etc.
Electi Vsavij ai ordeni.
Sier Zuam Moro, fo savio ai ordeni,
quondam sier Baldisera .
Sier Marco da Molin, savio ai ordeni,
quondam sier Francesco
+ Sier Cabriel Moro, fo savio ai ordeni, de
sier Antonio ,
Sier Priamo da Leze, el cassier, quondam sier Andrea
Sier Federigo di Renier, fo savio ai ordeni , quondam sier Alvixe
Sier Daniel Barbaro, fo avochato grando, quondam sier Zacharia
Sier Zuam Francesco Miani, fo auditor
vechio, quondam sier Hironimo .
† Sier Francesco Donado, fo savio ai ordeni , quondam sier Alvixe
Sier Francesco Zorzi, l' avochato grando, de sier Antonio
Sier Almorò Pixani, quondam sier Zuanne, dal bancho
Sier Alvixe Soranzo, quondam sier Marco, quondam sier Nicolò, el procurator •
† Sier Marin Sanudo , savio ai ordeni,
quondam sier Lunardo
Sier Andrea Suriam, fo savio ai ordeni,
quondam sier Francesco
Sier Antonio Venier, el savio ai ordeni,
de sier Marin
† Sier Alvixe Mocenigo, fo savio ai ordeni , quondam sier Alvixe
Sier Piero Zustignam, fo savio ai ordeni, quondam sier Marco
Sier Nicolò Balbi, fo camerlengo a Cataro, quondam sier Marco
Sier Zuan Antonio Minio, l'avochato fiscal, quondam sier Nicolò
† Sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni,
quondam sier Bertuzi, el cavalier
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
.
90.101
a la Signoria nostra, in re christiana.
Illustrissime princeps et excellentissime domine, domine colendissime. Accepi litteras excellentiæ vestræ , et suinma
cum voluptate audivi quæ retulit magnificus orator, dominus Marinus Georgius, quem ob singularem virtutem doctrinamque, præterquam quod is
erat cui publica auctoritate, quam gerit, omnia de63.129 bebam, vidi optatissime. Neque poterat magnifico
domino Paulo Capello , ejus prædecessori , quein
æque amavi plurimum, succedere quispiam, cujus
mihi consuetudo potuisset esse jucundior. Habeo
114. 80 itaque excellentiæ vestræ gratias maximas, oblationum et visitationis quibus mecum uti voluit tam
73.123 humane. Sum cum utroque plura loquutus , quæ
vicissim excellentiæ vestræ significabunt, et quantum
95. 99rebus istius illustrissimi Dominii studeam, quantumque me conturbaverit Methoni clades. Cujus luctuosis33.164 simo nuntio sanctissimus dominus noster, et reverendissimi domini mei cardinales, et in primis ego,
75.120 ita dolore affecti sumus, ut nihil æque grave potuerit adferri, in nullamque rem per nos intendi
posse aliam videatur , quam quonam pacto possit
rebus illi subveniri. Deque iis sanctissimus dominus
43.153 noster, sacrumque collegium, vocatis etiam oratoribus vestris, frequenti senatu, sæpe consulta agitaverunt. Ego quoque, et in iis publicis nunquam
desum, et apud sanctissimum dominum nostrum,
quantum valeo, precibus enitor, quamvis adhorta123. 68
77.111
60.134 tione et calcaribus non indigeat reipublicæ christianæ rebus et vestræ potissimum intentus, ut in con116.79 servando et tutando commisso sibi grege, tota velit
mente invigilare, ne callidissimus ille adversarius ,
58.135 antiquus hostis noster, in nostram perniciem insidiose serpens, sæviori aliquo incommodo grassetur ;
94. 97 quum sicut superiori anno naupactæum, methonicum modo sinum, quasi latens serpens e latebris
139. 47 emersurus, ea celeritate occupaverit, ut pene prius
loca illa ab hoste capta quam obsessa audita fue99.93 rint, satis quidem valida, et universæ occidentalis
oræ nostræ munitissima propugnacula; quorum op44.140 portunitate et præsidio ad bellum turcis inferendum
tuto antea utebamur. Equidem, ut par fuit, modo
in Hispaniam scribens ut classis illa mitteretur, post
in Siciliam frequenter, ut inde quamprimum solveret et vestræ se jungeret, reliquisque in omnibus,
106.91
122.72
54
851 MCCCCC, SETTEMBRE. 852
quæ apud sanctissimum dominum nostrum et sa- | vidimus calamitates, profectæ sunt; in quibus omnicrum collegium fieri oportere visa sunt, nullum veri | bus exemplaris excellentiæ vestræ auctoritas maximo christiani et rerum vestrarum amantissimi officium
omisi ; et puto jam vestrum mare classem illam
navigare, quæ, junctis simul viribus, non vereor,
nisi adversa tempestas obstiterit, quin hostilem classem facile sint in alto profligaturæ. Quod si potentissimus Pannoniæ rex cum suis copiis, contra turcas tanto tempore adsuetis, ut pollicitus est, accсеdet, nedum vestra et christianorum reliqua ab hostium injuria tuta relinquentur, verum et de hostibus ipsis certam poterimus victoriam sperare, christianos omnes principes, ut se ad eamdem expeditionem accingant, proximo futuro anno, provocaturam. Ad quam, urgente christianorum discrimine,
est futura adjumento. Quam obsecro, ut pro summa
sapientia ac rerum magnitudine , quibus maxima
sæpe bella confecistis, nunc magis ac magis vires
intendatis, invictoque vos animo esse semper ostendatis ; nam ut hoc uno bello tota res christiana oppugnatur, haud dubium est principes omnes opem
propere adlaturos. Et felicissime valeat excellentia
vestra.
Romæ, XX septembris MD.
Subscriptio : Excellentissimæ vestræ excellentiæ
deditissimus
B. cardinalis SANCTE †.
A tergo : Illustrissimo principi ac excellentissimo
domino duci Venetiarum.
Adi 29 septembrio, fo San Michiel. Da matina 340 °
fu fato gran conseio, justa il consueto ; et accidit
che domino Marsilio Angusolo, fradello dil castelan olim di Sonzin, che fo fato zenthilomo nostro, venuto a conseio, e fo il primo di vi venisse, tochò ballota d'oro, e falite.
Item, fu posto per li consieri la parte di far la
zonta, segondo el solito, a do per caxada. Ave 5
non sincere, 61 di no, 979 de si .
340 sedisque apostolicæ auctoritate eflagitante, excitabit
etiam eos exemplum catholicorum regis et reginæ
Hispaniæ, a quibus cum sola decima beneficiali in
christianorum subsidium missa sunt ad XVI millia
militum electorum ; eadem ex decimis pecunia mittet serenissimus romanorum rex XX millia militum,
totidemque christianissimus rex francorum, pariter
etHungariæ. Sequentur, et ad id eos, Poloniæ rex cum
X millibus, Daci VI millibus, Angliæ XII millibus,
Portugalliæ VIII millibus, excellentia vestra XX millibus, alii vero Italiæ potentatus XV millibus. Sanctissimus dominus noster, cum sacro collegio, parandæ classi non deerit æque suis viribus, et si magis
usui fore videbitur, eam pecuniam militibus unius
aut duarum nationum pendere, illis erogabitur. Quæ
omnia sic per hiemem diligenter paranda erunt, ut
nostri, adveniente vere, per Apolloniam et Bossinam
vel Belgradum, itinere terrestri, maritimo vero per insulas propinquiores , sint hostes invasuri. Itaque duos semper exercitus terrestres non procul absint
ab maritimo, vocatis etiam Græciæ antiquis possessoribus christianis, si qui sunt, quorum præsentia provinciales ad defectionem a turcis facilius impelli pos- sint. Quibus agendis, unus aut duo christiani prin- | cha Querini, provedador di Corfù , et con Piero
Et in colegio si reduse el principe con li savij,
et li fo comunichato la venuta di pre' Lucha qui , et le parole usate zercha il re di romani ; et cussi in
consonantia fo scrito in Franza.
Vene il signor Carlo Orssini, solicitando haver
danari di quello ha livrato, maxime qualche parte ;
si vol levar e andar via. Per el principe li fo dato bone parole, et ditto si faria .
Et fo visto il modello di la terra di Corfù e castelli, in caxa dil principe, mandato qui per sier Lucipes præficiantur, vel singulæ provinciæ destinent Pessina, contestabele, et Zuan Grimaldo , fradello
duces suos, qui de sententia trium legatorum sedis di Piero Grimaldo. Et mostrono l' opiniom dil proapostolicæ, qui sint iis tribus exercitibus præfuturi, vedador, ch'è contraria a quella dil Coltrin, qual
omnia gerant, et apostolica auctoritate bellum auspi- vuol fortifichar la citadella etc.; et lui provedador centur et prosequantur, recuperataque oppida vel voria il fosso da terra, ch'è largo passa 27, longo
civitates restituant, ultimo spoliatis , quæ vero incer- da mar a mar, passa 31, et farli in mezo certe catæ possessionis reperta fuerint, illis ea tradant qui semate ; butar zoso alcune torre etc.; scarpar certa
ea prius cœperint et intraverint, si modo ad ea te- parte dil monte; far un pozo da una parte di la
nenda tales habebuntur, qui illa tueri per se possint. terra etc. Et è da saper, alcuni laudò questa opiEa omnia supra fidem desidero, et, Deo adjutore, nion, altri biasemò. Et par che sier Alvixe Venier,
brevi spero successura. Christiani modo simul sen- qual fo baylo a Corfù, e ritorna provedador, disse
tiant, ac simultates omnes ponant, unde, quot antea | voler far una opera e l'altra, che tutto si pol pre
853 МССССС, ОТTOBRE. 854
341
sto, havendo danari e homeni, e non star in alter | ferma, e sier Piero Duodo, savio a terra ferma, con
catione.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe. Fo
leto letere di sier Piero Trivixan, conte e capetanio
di Spalato, di X septembrio, zercha certa diposition
di uno andò da Jovan Turach, ban di Jayza, qual si
meteva in hordine per far guerra a' turchi etc.
Fu posto per tutti li savij scriver al rezimento di
Cypro, in risposta di una sua letera di mazo, zercha
il caramam ha discazato il fiol dil turcho ; se cussi
è, li mandino uno nontio a ditto caraman, acciò perseveri etc. Tutti si la rise. E fu presa.
Fu posto per sier Marco Bolani, savio dil conseio, non se possi expedir li privilegij di niun cremonese, se non per il conseio di pregadi ; e questo
fece per caxomdi Gaspar Stanga. Ave tutto il conseio, et fo gran bota al colegio, tamen niun parloe.
titolo di avogadori di comun ; sier Piero Capello et
sier Zorzi Emo, con titolo di savij a terra ferma ;
sier Marco Bolani, si dè titolo di capetanio a Padoa,
e sier Andrea Cabriel, di ducha di Crete. Et rimaseno, lassando il titolo di savij dil conseio. Et sier
Marco Zorzi, fo savio a terra ferma, era debitor, saria cazuto; e tutti questi cazeleno per esser stati di
colegio, perchè la terra si tien mal servidi di lhoro,
e hanno gram torto. Item, cazete sier Marin Venier,
fo podestà a Padoa, da suo nievo sier Alvise, et
sier Andrea Dandolo, fo a Trevixo, per esser venuto con mala fama. Rimase questi : sier Marco Zantani, fo di sier Antonio, fo taiato a pezi nel conflito
di Modom; sier Piero Cabriel, fradello fo di sier
Marco, è stà morto hessendo castelan e provedador
a Modom ; sier Hironimo Malipiero, fo fradello di
sier Zuan Malipiero, morto in Modom, essendo intrado col socorsso ; sier Lunardo Michiel, fradelo fo
Fu leto una parte, per lhoro savij non si possi
più meter sopra la taxa, ma quella sia anullada, se
non per tutto il colegio. Et li consieri tolseno ter- ❘ di sier Alvixe, intrò al socorsso di Modom, e fo
mine e rispeto ; era mala parte.
Fu fato la electiom di la zonta, tolti numero 163,
tra i qual molti fioli e fradelli di quelli sono stati
interempti aModon.
Fono electi do savij dil conseio, in luogo de sier
Marco Bolani, sier Filipo Trun, procurator, et uno
di sier Piero Balbi, compivano. Passò se non do :
sier Francesco Foscarini, fo savio dil conseio, da
San Pollo, 133 ; et sier Nicolò Trivixam, procurator, fo savio dil conseio, 116. Item, tre savij a
terra ferma, in luogo di sier Piero Capello, sier
Zorzi Emo e sier Pollo Pixani , el cavalier, compivano. Rimase sier Alvise Venier, fo savio a terra ferma, quondam sier Francesco, 150 ; sier Lorenzo di
Prioli, fo savio a terra ferma, quondam sier Piero,
procurator, 158 ; sier Polo Trivixam, el cavalier, fo
savio a terra ferma, 128. Fo soto sier Francesco
Trum, fo savio a terra ferma, 123.
morto ; sier Donado da Leze, tradelo del quondam
sier Vetor, investi l' armada turchescha, et fo taiado
a pezi . Cazete questi con titolo : sier Sabastian Zantani, fradelo di sier Antonio, fo taiado a pezi nel
conflito di Modom ; sier Bernardim Michiel, fo fradel del quondam sier Alvise, socorsse Modom, e
nel conflito di quello fo morto ; sier Vicenzo da Mosto, fo fradelo de sier Francesco, investi l'arma' turchescha, e fo morto, quondam sier Andrea. Item,
sier Lorenzo Marzello, fo fradello de sier Valerio,
intrò al socorsso di Modon, e fo morto, era debitor,
saria rimaso. Etiam questi altri fono tolti : sier Tomà Donado, a chi è stà morto tre fioli da l' armada
turchescha ; sier Tomà Viaro, fo provedador sora i
oficij e cosse dil regno di Cypri, fo fradello de sier
Zorzi Viaro, fo morto ne l'impresa di la Zefalonia ;
et sier Alvixe Marzello, fo di pregadi, quondam sier
Jacomo, morite capetanio zeneral di mar a l'impresa
Item, fono electi capi dil conseio di X, di nuovi, di Galipoli ; et sier Francesco Marim, cao di creditori
sier Francesco Mocenigo, sier Cristofal Moro et sier | dil bancho di Lipomani, sì che questi titoli si usano .
Polo Trivixam, el cavalier. al presente. Or di tal zonta tutta la terra ave che dir.
Adi 30 ditto. Da natina fu fato la zonta, ne Et in questo zorno vene letere di Roma, 24 et
passò solum 53. Eramo a conseio 825. Cazete prima 25, et di Napoli et di Milan ; il sumario scriverò poi.
tutti questi primarij patricij , soliti romagnir : sier
Constantim di Prioli, savio dil conseio, quondam sier
Zuan, procurator ; sier Piero Balbi, savio dil conseio, quondam sier Alvixe, si dè titolo di consier; sier
Alvixe da Molin, fo savio dil conseio, quondam sier
Nicolò ; sier Beneto Zustignan, fo savio a terra ferma, quondam sier Pangrati, con titolo di cao dil
conseio di X ; sier Lunardo Grimani, savio a terra
Dil mexe di octubrio MCCCCC.
Adi primo octubrio. In colegio introe capi di 40
nuovi, videlicet sier Bernardin da Canal, sier Zuam
Grimani e sier Francesco Foscarini. Savij dil conseio : sier Francesco Foscarini e sier Nicolò Trivixan,
procurator. Savij di terra ferma : niun. Introno savij
342
855 MCCOCC, OTTOBRE. 856
ai ordeni : sier Cabriel Moro, mi, Marin Sanudo, esso orator nostro col papa le provision contra tursier Francesco Donado et sier Jacomo Cabriel, et sier | chi, par il cardinal Santa Praxede habi ditto : Il papa
Alvixe Mocenigo era amallato. Et sier Piero Duodo non vol far legati, se prima non fa novi cardinali .
e sier Lunardo Grimani, savij a terra ferma, non Item, lui à solicità il brieve per Hongaria, e il papa
veneno. Et venuto il principe in colegio, fo parlato à ditto vol far prima il reverendissimo archiepiscopo
di la zonta di eri, et dil cazer di quelli sono stati di de Ystrigonia cardinal, e mandarli insieme la nova.
colegio ; e tutti si dolseno assai.
Vene sier Alvixe Venier, va provedador a Corfu,
dicendo è in hordine ; mancha per la galia et per
li manoali e murari, venuti di Brexa, qual fonno
mandati a expedir e pagarli ; e cussi monto in galia.
Vene l'orator dil papa, dicendo haver auto brievi
dil pontifice, por li qual ringracia la Signoria nostra
di la optima risposta in materia di Rimano et Faenza, e rechiede tre cosse : Primo, si ordeni al ducha
de Urbin, nostro soldato, non si movi in ajuto di
quelli signori ; secondo, si lievi li comessarij, se vi
sono, in quelle terre ; tertio, volendo missier Zuan
Bentivoy mandar zente in ajuto di questi signori,
di li qual è parente, non se li dagi victuarie. Demum
exortò la protetion al ducha di Valentines si facesse
in scriptis ; et etiam, parendo a questa Signoria darli
conduta, oferendossi el pontifice in tutte cosse, et im
particularità di la Signoria nostra etc. Etil principe
sapientissime li rispose, zercha le cosse dil turcho. et
che bisognava aten ler a quelle, che importava ; tamen a requisition dil papa li haveamo fato la risposta, et non era tempo di dar conduta etc. Et cussi
si parti di colegio.
Vene Opizo Monaldino, orator dil signor di Rimano, et butato in zenochioni, senza venir a sentar
al loco suo, lexe una letera molto compasionevole,
li scrivea il suo signor, di Rimano, di 28, in risposta : havea inteso la diliberation di la Signoria nostra, non si persuadeva mai questo, hessendo soldato nostro, et recomandato et fiol fidelissimo ; dice
esser spazato ; si habi compassiom; si li dagi ajuto,
favor, remedio et conseglio. Et cussi poi per el principe, li fo ditto, non potevamo più etc. E lui pur diceva : Serenissimo principe, che volè che 'l faza ?
dove dia andar quel povero signor ? adeo commosse
tuttidi colegio.
Di Roma, fo lew le letere, renute eri sera, di sier
Marin Zorzi, doctor, orator, di 21 et 25. In la prima, come era stato dal papa, et che soa santità havea intimato a' colonesi, o li risponda, o vero piglij
la guerra ; e à manda uno nontio a Marino dal signor
Prospero Collona ; et il ducha di Valentines à cavalchà da li reverendissimi cardinali, pregando siano
contenti di far novi cardinali, acciò lui habi danari
per l' impresa di Romagna. Et etiam importunando
|
|
Dil ditto orator, di 25. Come quel dì, la matina,
fu concistorio. Poi disuar fu dal papa ; disse non
esser stà parlato nulla de re christiana, solum dil
crear di cardinali. Et disse soa santità voleva man- 342
dar per uno il cardinal alexandrino, ma dubita non
vora andar, dicendo saria bon il christianissimo re
lassasse per adesso l'impresa dil Regno, acciò si potesse atender a la expeditiom contra turcas ; et che
volendo la christianissima majesta andar im persona, soa sanctità si offeriva. Edisse : Domine orator,
credè vù lasserà l' impresa ? Rispose : Hessendo re
christianissimo, farà quello exempio li darà la beatitudine vostra. E il papa disse, desiderava morir
per la foxde. Item, per persona fide digna à inteso,
ozi in concistorio è stà parlà di far cardinali ; e il
papa non haver parlato con quella dignità si conveniva di la Signoria nostra, el che, auto quello el
vuol, tocherà li danari da li cardinali novi, darà pasto a la Signoria nostra, e farà l'impresa di Romagna. Et le artilarie iterum sono stà cargate, et è stà
fato acordo tra Orssini e colonesi, videlicet trieva
per certo tempo.
DaNapoli, di sier Francesco Morcacini, doctor,
orator, di XV. Come quel zorno il re havia auto
letere dil suo orator qui, domino Zuan Batista Spinello, di la nova certa di la captura di Modom; si à
dolto con lui orator, e fato varij coloquij . Il camerlengo, va orator in Franza, partirà doman; va per
mar. Da Messina, di l' armada yspana 0 sente. Domino Dyonisio Asmodeo vi va per nome dil re ; et soa majestà partirà fin tre di per Casal dil Principe,
va a piaceri. Solicita il successor; et ozi fo ballotà
in colegio il mandato di sier Zuan Badoer, dotor.
Delditto orator, di 17. Come, ricevuta la letera
nostra, drizata al re, di l' aviso di la captura di Modom, la presentoe, et feno varij coloquij ; dicendo il
re non pol più, non vol romper la pace ha col turcho, si non sa a che modo ; ma confortò si scrivesse
a li reali di Spagna, quali seriano bon instrumento
di adunar christiani. Et l'orator yspano cargo molto
il pontifice, doveria far etc. Item, el re parti eri per
Casal dil Principe. Domino Dyonisio aspeta solum il
tempo per andar a Messina dal capetanio di l'armata yspana, perhò che 'l tempo li è contrario.
Da Milam, di Vicenzo Guuloto, secretario, di
857 858 МССССС, отTOBRE.
343
26. Come eri vene li monsignor di Alegra, capetanio regio a Saona, et lo visitò. Li disse, monsignor
di Ligni esser venuto a Zenoa, per haver li soi castelli , tenuti per vermeneschi, dove è andato con missier Zuan Alvise dal Fiesco e altre zente; et di la
nova fo ditta, non reusiva, zoè di esser stà morti
francesi etc. a quella impresa ; imo si dice, monsignor
di Chiamonte pratichar acordo con ditti vermene- schi. Item, monsignor di Luciom li à ditto, alcuni
milanesi averli dimandato, si il roy è in bona con la Signoria nostra. Li à risposto de si, in optima amicitia. Et li hanno ditto che la Signoria rimandava Martin da Casal al turcho, qual fo orator per il Moro a ditto turcho. Et esso secretario li disse, non do- vesse creder che un homo, stato di un inimicissimo,
la Signoria lo adoperasse. Item, monsignor di Alie- gro lo à visità ; qual prega la Signoria, volendo il roy mandar zente contra turchi, fazi lo mandi lui,
perchè desidera andar e servir la Signoria nostra. Et etiam domino Baptistim di Campo Fregoso aspeta la risposta di aver conduta. Item, el cardinal San
Zorzi à scrito voler venir li a Milam, per veder la
terra; li è stà catà una caxa. Item, lui secretario vol
danari etc.
Da Roma, di l' orator, venute questa matina per
tempo, di 28, horre 18. Come, disciolto in quella horra il concistorio, erano stà publichati 12 cardinali novi , come par in una poliza ; tra li qual ne sono
sei spagnoli .
Cardinales electi in concistorio die 28 septembris.
Dominus Franciscus Borgia, archiepiscopus cosentinus, nepos pontificis et thesaurarius.
Dominus archiepiscopus salernitanus, hispanus.
Dominus archiepiscopus rheginensis, siculus, gubernator urbis.
Dominus archiepiscopus arborensis, vicarius papæ, hispanus.
Dominus archiepiscopus valentinus, frater cardinalis Borgiæ mortui, hispanus.
Dominus archiepiscopus hyspalensis, idest de Sibilia, hispanus.
Dominus Marcus Cornelius, prothonotarius, venetus.
Dominus prothonotarius De Libret, frater regis
Navarriæ , et sororius illustrissimi ducis Valentini ,
de Francia.
Vene in colegio sier Zorzi Corner, el cavalier, padre dil cardinal electo, vestito di veludo cremexin,
in mezo di sier Ferigo Corner e sier Nicolò Michiel,
doctor et cavalier, procuratori, et molti cavalieri, et
altri patricij in compagnia, et tocho la man al principe e a li padri dil colegio, exponendo poi, che la sanctita dil pontifice havia creato suo fiol cardinal ;
lo oferiva ad tutti i mandati di questa Signoria, nė
faria cossa se non con voluntà nostra. El principe si
alegroe, dicendo : Semo certissimi. Et poi disse, el
dito cardinal non era qui ; ma, zonto, veria a far re- verentia. È da saper, questo cardinal havia expectativa di comandador di Cypro, si da Rodi, Roma e dil
conseio di X, e comprò ditto capello per ducati XV
milia, videlicet X milia di contadi, e una zoia per ducati 5000.
Vene sier Lorenzo di Prioli, electo savio a terra
ferma, dicendo haver servito 12 volte, et il suo fa- meio, stato 8 anni, pregava di haver la carta dil ben
servir, e cussi ſeva lui ; et refutoe. Etiam sier Alvixe Venier, da poi disnar, et sier Polo Trivixan, el cava- lier, intrò cao dil conseio di X, et voleva questa matina referir ; ma fu rimesso a una altra matina.
Dil re di romani fo portata una letera, per uno
milanese, data a di 22 a Yspurch, per la qual avisava
aver inteso per nostri a li confini, non erano lassa
passar quelli andavano da la sua majestà ; per tanto
pregava fosseno lassati passar, aliter cussi farà di li
nostri subditi, che passano per il suo dominio.
Vene sier Hironimo Capello, e il compagno sier
Piero Malipiero, pregando fusse facto in loco suo
exator sopra le cosse di mar; haveano assa' servito.
Et per l' hordine nostro fo ditto, si meteria la parte.
Letera dil conte Antonio di Lodron, data a Castel Novo, a di 23 septembrio, drizata a sier Alvise
Marzello, da san Thomado. Li manda una letera,
traduta di todescho, di nove di Elemagna, a ciò la
Dominus episcopus caputaquensis, Johannes Ca- mostri a la Signoria, data in Praxenon, a dì 15 ; la
paze, cyprius, secretarius papæ.
Dominus episcopus mutinensis, ex Mutina, datarius.
Dominus episcopus comensis, de domo Triulzi,
unediolanensis.
Dominus archiepiscopus ystrigoniensis , hungarus.
qual da Roverè si havia auta.
Da Gradischa, di sier Piero Marzello, proveda- 343
dor zeneral, di 27 et 28. Manda una relation di uno
di Cividal, zercha le cosse di Alemagna, e di la dieta fata a Augusta. È terminato far pedoni 40 milia, et
18 milia cavali, capetanio il ducha Alberto di Monaco, et il ducha di Baviera, e vol venir in veronese
859 MCCCCC, OTTOBRE. 860
parte di ditte zente ; et che a Yspurch è zercha 300 | mandò a dir al principe, avia da parlarli ; unde fu
milanesi , qualli solicitano il re di romani a l'impresa
di Milam, et il re li à limità 2000 raynes per farli le
spexe. Item, esso provedador scrive zercha li strami, quelli villani esser desobedienti ; pur, venendo ❘ haver inteso, uno compagno dil conte Zuan Antonio
turchi , li farà brusar.
fato venir, et vene li consieri e il colegio in camera
dil principe a parlarli, che molto parse di novo al
conseio di pregadi, che restò ad aspectar. Et disse 344
di la Somaia esser qui ; voria fusse retenuto. Et li fo
ditto, era quello à portato la lettera dil re di romani, et dittoli la continentia, et si risponderia. Pregò
adunque, fata la risposta, avesse la copia.
Dil ditto provedador, di 28. Manda una deposition di uno Zuan Maria da Mestre, stato in Corvavia,
da madona Dorathea, è zorni 9 parti. Referisse
Schander bassà haver in Bossina 4 o ver 5 milia
persone, qual li tien per guarda de' hongari, et ditta
madona Dorathea tien soi exploratori, per saper di
novo, a uno suo castello paga carazo a ditto Schender,
e li à pagà carazo dopio, ch'è ducati 96 et 4 taze.
Item, si divulga, questo San Michiel, hongari, boemi
et polani dieno ussir a Smedro per romper guera a' turchi. Item, ditto proveditor scrive coloquij
abuti con il governador, capetaniodi le fantarie, e il | ronimo Capello. E il Morexini di subito introe.
signor Bortolo d' Alviano, e li tre condutieri Zuan
Paulo Manfron, Filippo Albanese et Antonio di Pij;
et che l' Alviano dice voria 1500 homeni d'arme,
2000 cavali lizieri, et da 4 in 5000 fanti, e obsterano
a' turchi ; dicendo: o turchi non verà, o vero verano
molto grossi , per la fama di trovar contrasto, hessendo il governador li ; et quelli tre condutieri, stati
al tempo dil conte Carlo, li dicono in ogni tempo
farano l'honor di la Signoria nostra. Item, dil ponte
feva far su la Torre, per haver le vituarie, par quelli di Goricia, di note, mandasse homeni per ruinarlo ;
ma l' Alviano li provete etc.; et mandò esso provedador Hironimo Stella, vice colateral, a Goricia, e
quelli comessarij dicono non voler asentir a tal ponte, unde lui fa farlo disfar, et salvar i legnami, acciò non sia causa di acender focho. È da saper, in la
deposition di quel Zuan Maria, stato in Corvavia, è,
madona Dorathea provede di trovar homeni per le
nostre galie; et quelli signori Frangipanni voria venir a soldo nostro con 200 cavali e ducati 1000 a
l'anno. El conte ...... si offerisse , ogni volta dia venir turchi in Friul, venir una zornata
avanti zonzano, et starano li in Friul fino turchi de
ritorno passerano l ' Izonzo.
Da Vegia , di sier Piero Malipiero , conte , di
XXI dil passato. Nulla da conto de' turchi e di
Frangipanni ; zercha Segna non z'è altro. Item, è
zonto li il corier, va con letere in Hongaria.
Da poi disnar fo pregadi. Fu posto parte, per li
consieri, che sier Zuan Badoer, doctor, va orator a
Napolli, possi vegnir im pregadi, fino vadi a la sua
legatiom. E ave tutto il conseio.
In questo pregadi fu electo un savio dil conseio
ordinario, et rimase sier Marco Antonio Morexini, el
cavalier, fo savio dil conseio, et tre savij a terra ferma : sier Polo Capello, el cavalier, ſo savio a terra
ferma, 98; sier Francesco Foscari, è di pregadi, quondam sier Filipo, procurator, 96 ; sier Beneto Sanudo,
fo provedador al sal, quondam sier Mathio, procurator, 92. Fo soto : sier Anzolo Trivixan, e sier HiFu leto una parte optima, zercha ordeni di oficij, e quelli intacha la Signoria, posta per sier Zuan
Trivixan e sier Zuan Corner, provedadori sora i officij e cosse dil regno di Cypro, di voluntà di savij
dil colegio. Ma sier Francesco Foscari, electo novamente, volse rispeto per consejarla.
Fu posto per tutti li savij, scriver al rezimento
di Cypro, cassi la compagnia di schiopetieri di Corado Todesco, per esserne pochi, e quel capo, sier
Vicenzo Soranzo, scrivendoli non si dee meter capo zenthilomo, senza licentia dil conseio di pregadi. E
ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti , scriver a ditto rezimento,
mandi de qui, in locho de li formenti, tanti filladi ,
quali siano per l' arsenal. Ave tuto il conseio.
Fu posto per li savij ai ordeni, Moro, Sanudo e
Donado, atento li do executori sora le cosse di mar
habino servito assa' , et che ' l sia electo in loco suo,
el primo pregadi, do altri, con li modi etc. Presa.
Fu posto per tutti , dar comissiom a sier Alvise
Venier, va provedador a Corfu, che trovando quel
Camalli, o ver soi fioli che sta a Corfu, habino fato
cativi biscoti, quelli possi poner uno in loco suo. Fu
presa.
Adì do octubrio. In colegio introe li tre savij di
terra ferma novi ; e fu fato cassier, per uno mexe,
sier Francesco Foscari.
Vene Marco Antonio Zanbom ; stato secretario a
Rimano, et referi come si parti di Rimano, tolse licentia dal signor, era di fuora di la terra, qual mandava qui suo fradello, signor Carlo, e do soi consieri .
Item, la cità di Rimano, in tanto pericolo ch'è si
Et, hessendo pregadi suso, l'orator di Franza el si aproxima 400 fanti, si renderà ; il castello è ben
861 MCCCCC, OTTOBRE. 862
forte, ma mal in hordine di munition e artilarie, et
che esso signor si racomandava con la moglie e fioli ,
e non sa che farsi. Poi disse quello havia speso, ch'è
stato pochissimo. Fo laudato dal principe etc.
Vene l' orator dil papa, e presentò uno brieve a
la Signoria, di 28. Avisa la creation dil reverendis- simo domino Marco Cornario al cardinalato, per
amor di la Signoria nostra, et lo lauda assai e di la caxada e di le virtù soe. Et poi dimandò, si la Signoria li piaceva, con li soi danari esso orator armeria
qui 2 fuste et do gripi . Et per el principe li fo rispo- sto, ne bisognava li homeni e navilij per nui contra
il turcho, meravegliandosi di tal richiesta, adeo esso
orator conobe far mal. Et etiam sier Zorzi Corner, el
cavalier, mandò il brieve dil papa a suo fiol, che li
notifichava la creation sua al cardinalato ; e ditoli lo
apri .
Vene il signor Carlo Malatesta, fratello dil signor
di Rimano, et do altri consieri dil signor, videlicet
domino Galeoto di Gualdo, di Rimano, et Gregorio
Bernio. Et, sentato dito signor a presso il principe,
si racomando da parte dil signor, suo fradello, pregando questa Signoria non li abandonaseno. Et il
principe li disse bone parole; non si poteva più etc.
E poi uno di ditti consieri parlò, alegando raxon non
si doveva romper la fede; nunquam a sæculo à
udito questo senato averla rota ; dicendo nihil magis convenit principi, quam fidem servare ; e la caxа
344. Malatesta è anni 400 ch'è in Italia, e signoriza Ri- mano, di la qual n'è stato tanti valentissimi capetanij, et maxime el signor Ruberto, padre di questo
signor Pandolfo, qual non dubitò morir nostro capetanio zeneral; poi il signor haver refuda molti
partiti, et che la Signoria di quella cità se ne serviva come di Ravena propria, et che l'è una porta di Veniexia ; et non si pol pensar questa Signoria
comporti vadi in man de' cathelani, dinandando, si non ajuto, conseglio, perchè il signor non sa che
farsi ; et almeno haveselo saputo qualche zorno avanti , aria provisto ai fatti soi. Et cussi in zenochioni butossi, adeo commosse el principe e tutti di colegio.
Et li rispose in consonantia, non potevamo far altro,
convenivamo atender a difender le nostre terre.
Vene domino Sonzim Benzon, dicendo non haver modo dil suo da far la compagnia ; havia impe- gnato la cadena di suo moier al banco di Augustini,
e perho pregava li fosse provisto. Commesso a li
savij terra ferma.
Vene uno prete, et il canzelier di missier Francesco Bernardin Visconte, ringraciando la Signoria
di haverli restituito il suo ; si offerisse, dicendo soa
signoria vorà venir qui , come verà a Milano.
Vene uno fiorentin, qual presentò una letera dil
re di Portogallo, data a Lisbona a dì 13 avosto, in
materia di la sua nave, chiamata Cirne, venuta con
zuchari ; in la qual Bortolo Morelli, fiorentino, ne à
una minima parte. Prega non sia astreto a pagar,
perchè lui de li converia satisfar ; oferendossi etc.
Et nel principio di la letera, dice cussi : Illustri ac
potenti principi Venetiarum duci amico nostro carissimo, Hemanuel, Dei gracia rex Portugallicæ et
Algarbiorum citra et ultra mare, in Africa dominus
Guineæ et conqueste (sic) navigationis ac commercii
Ethiopice, Arabice, Persicæ atque Indicæ, plurimam salutem et prosperitatis augmentum. Data Ulysbona etc. :
Da Ferara, di sier Hironimo Donado, dotor, orator nostro, di 29. Come monsignor di Obigni, partito di Ferara, andò a Bologna, stè zorni tre ; poi a Cento dal cardinal Vincula ; e demum, Parma. Si di- ce è stato per maridar und soa fiodain uno fiol di missier Zuan Bentivoy. Il signor ducha è ito a pe- schar a Comachio, et a Ferara rimase uno francese di Obigni, qual tochò da certo banchier una quantità
di oro, per nome dil signor Gilberto da Carpi. Item,
el cardinal, fiol dil ducha, va in Hongaria, chiamato per letere di quel re, li scrive vegni, aliter li torà le
intrade dil vescoado. Si dice è stà opera dil padre,
perchè di lui havea gran spesa, e di l'arzivescoa' di Milan nulla traze. Da Fiorenza ha nova, il populo à consentito a la electiom di diece di la balia, et se Lorenzim di Medici volesse, lo ariano fato capo; ma
lui non vol, et vol star quieto, nè impazarsi in cosse
di stato.
1
Di Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et ca- 345
petanio, di ....... In risposta di nostre, zercha il Vene l'orator di Franza, exortando si rispon- podestà di Dovera, sier Gofredo Alfaro, da Crema,
desse a la letera dil re di romani, et voleva fusse | posto per il predecessor con salario, da li homeni,
mandà la copia a la majestà dil suo re. Li fo rispo- di ducati 120 a l'anno ; et manda in nota la distan- sto, non si havia abuto tempo di risponder, e si faria.tia di loci noviter aquistadi di qua di Adda, quanto Vene domino Hannibal Angusolo, e suo fradello
domino Marsilio, a li qual fonno adınoniti non se impazasse più in mandar letere a Milan ; e li fo dato
licentia potesseno ritornar a caха.
è meglio o quelle ville vengino a raxom a Crema, o
ver a Caravazo.
Da poi disnar ſo conseio di X, per lezer il lhoro
capitular, et far la zonta di danari. Item, feno tre
863 MCCCCC, OTTOBRE. 864
cassieri, a 4 mexi per uno, e, d'acordo, comenzó sier | la ubligation di ducati 3000 a sier Zorzi da Canal, li
Marin Contarini , poi sier Francesco Mocenigo, demum sier Marco Sanudo ; et feno li inquisitori.
Et li savij se reduseno in colegio, a consultar la
materia di danari ; et vene le infrascrite lettere, qual
fonno lecte.
ha in Candia, acció di quelli si possi comprar vini,
et darli a la ditta armada.
Adi 3 octubrio. In colegio vene sier Francesco
Pizamano, gobo, qual cadè dacier dil vin, dicendo
mai havia fato alcuna catività, havia boni piezi, et à
Di Otranto, di sier Alvixe Contarini, governa- 'buto tutti li nostri dacij , do volte quel di la messedor, di 18. Manda lettere abute da domino France- taria, tre quel dil vin etc. Et è da saper, ditto dacio
sco Florian, da Messina. Item, lui à expedite le le- dil vim, in questi zorni ſo afitado a Polo Benedeti,
tere nostre, drizate al capetanio di l' armata yspana, ❘ per ducati 61 milia et 500, et se dia ballotarlo in
per uno gripo da Corfu, era li ; al qual dete X homeni, e vadi in Sicilia.
colegio, e darà li piezi.
Veneno sier Antonio Valier, sier Nicolò Michiel, 345 *
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador, doctor, cavalier, procurator, sier Alvise da Molin,
di 20. Manda alcuni avisi, abuti per via daMonopoli | provedadori sora la exation, e parlato di debitori ,
e Molla, zercha questa armata yspana ; li qual, per
esser cosse in consonantia, non fo lette.
aricordo far le vendede siano comprate libere, aliter
mai si farà . Item, far uno avochato fiscal, popular.
E aricordo Daniel Zon stagi a le raxon nuove, governadori e cazude, a solicitar li signori vadino su
l' incanto, et difender le vendede.
DaMessina, di domino Francesco Florian, doctor, di 8, tenula fin 9. Come, a di 8, il capetanio
intese certissimo la nova di la perdeda di Modon,
unde si dolse assai ; si duol esser stà tardo ; dice,
avanti non è stà richiesto; et vol andar a dardo bataie a Modon; à assa' artilarie sopra l'armata, e duplicato il numero di fanti ; à 24 canoni , 21 passavolanti, il resto archibusi e falconeti. Ben voria se li
desse, per li soi danari, zonto sarà in Levante, polvere, e si provedi di vino. E li disse : Spazè a la Signoria, presto sarò li. Et poi in secrete, che àsaputo
certissimo , a Venecia esser alcuni marani richi, qualli
avisa, dil tutto quello si fa, il turcho, per via di Leze, e tra li altri nomino uno maistro Lion, medico et | X milia. E ave tutte balote.
Vene l' orator di Franza, in cosse particular, di
una letera abuta dal senato regio di Milam ; poi disse
❘zercha Martim da Casal, voleva andasse dal re e venisse a star con lui.
astrologo. Item, a di 9, a hore 14, esso gran capetanio montò in nave per non dismontar più, et a di
Vene il signor Carlo Orssini, pur dimandando
qualche danar ; et foli ditto non dovea aver, perchè
a la mostra ave assa' deſeti. Tamen lı savij da terra
ferma, de chi era oficio, lo expedisse.
Fo balotà per l'arsenal, auctore sier Andrea
Loredam, patrom, per li bisogni occoreva, ducati
Di Cremona. Zercha provisionati, qual non foleta.
Di Muia, di sier Matio Malipiero, podestà . Vo12 farà vella omnino, che sarà il sabato. Et non ha ria 25 barili polvere.
potuto ben numerar le velle e li navilij, ma judicha
sarano da velle 90.
Di Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podestà el capetanio. Chome manda uno reporto di Simoin di Grupa, explorator, stato in uno castello di
Crovavia, di Frangipani ; e ha inteso da certi frati
di San Francesco, stati in Bossina, chome non era
adunanza de turchi più dil consueto. Item, Francesco Lepori, da Pinguento, li scrive va a Beglai.
Da Roma, di domino Henrich Cotigno, orator
dil serenissimo re di Portogallo. Fo leto una letera
scriveva a la Signoria nostra, zercha li zucari dil re,
pregando fosseno expediti, acció possi comprar arme, et mandarle al re, qual vol tuor l'impresa contra mori etc.
Et fu consigliato in colegio, scriver al capetanio
zeneral di mar, et mandarli la copia di la letera dil
Florian, e cussi fo scrito per via di Otranto, et far
Da Milam, dil secretario, di 30. Come, a dì 28,
fo letere in monsignor di Lucion, di monsignor di
Chiamonte, a presso Bobio, come, havendo piantà
l'artilarie, pratichando di acordo, quelli vermeneschi
non volendo, a dì 26 lo preseno per forza, tagliato a
pezi tutti, salvo 200 ; qualli, con uno di ditti verineneschi , si salvono in certa toreta, con il qual tratava
di rendersi ; e, abuta, anderà a Zavatarella. Item, esso
Lucion li à ditto di l'andata di monsignor di Obigni
a Ferara, la Signoria non si miraveglij , fo per cosse
particular soe. Item, à di Franza, il re era andato a
Bles, poi anderia a Orliens, e à restitui al cardinal San
Severin tutte le intrade, e li à manda contra ducati
2000 di le ditte intrade, per metersi in hordine. Et
dice il re à scrito a la Signoria nostra, zercha la
restitution di beneficij di Cremona.
Da poi disnar fo pregadi. Non fo il principe. Vene le infrascrite letere.
865 MCCCCC, OTTOBRE. 806
Da Zara, di sier Francesco Venier, conte, e sier
Jacomo da Molin, capetanio, di 19. Come Schender
bassà non à zente più dil consueto. Item, quella terra non ha 300 homeni da fati ; la peste è pur cessada ; dimanda danari et munition, qualle li fo za
mandate.
Da Liesna, di sier Venier Vituri, sopracomito
nostro. Avisa la soa navigatiom, et da la Braza ave
20 homeni, et par se li rupe l'antena navegando,
adeo convene ritornar li a Liesna .
anderano. Ave 4 di no. Et la matina fo ballota ducati 1000.
Fu posto per tutti dar a' stratioti 35 mothonei
provisiom di ducati uno di più, e a li capi etc., come
in la parte apar. Ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti, dar a Nicolò Dacha, orator
di Modon, era qui venuto, e havia ducati 600 de intrada, la canzelaria di Piove o ver di Mestre, per
fino vacherà quella di Castel Francho, qual habbi in
vila. Item, a Zuam Coliva, l'altro orator, la scrivaDa Capo d' Istria, di sier Piero Querini, pode- nia di Padoa, in loco di Andrea Usnagi, et a Nicolò
stù et capelanio, di 28. Per uno suo explorator, stato
a Beglai, dice nulla esser de' turchi adunanza, e ivi
esser stà brusati cinque christiani, per caxon fono
quelli feno corer martolossi a' lhoro danni dil conte
Michiel.
Da Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier,
luogo tenente. Zercha le biave di la Patria, sono stà
redute a le forteze ; ma li strami, non è possibele voglino obedir, et, acadendo, li mandarà a brusar.
Fu leto la parte di debitori , di cazarli di pregadi
et oficij , et admoniti tutti pagino, termine zorni 8, e,
passadi, sarà inandà la leze a execution. Item, fo leto
etiam il zorno poi a gran conseio.
Fu posto parte per li consieri, che sier Alvixe da
Molin, provedador sora la exation, possi venir im
pregadi. Et ave 2 di no. Fu presa .
Sava, terzo orator, la scrivania sora i lidi, le qual
provision siano cussi per lhoro, come per mantenir
le soe fameglie. Ave tutto il conseio, videlicet 16 di
no, 122 di la parte; che fo gran exempio a tutti.
Fu posto per tutti, dar a Nicolò Aurelio, secretario, per haver perso quello havia a Modon, e suo
cuxin Francesco Aurelio, era canzelier a Modon, esserli stà trato fuora il cuor etc., che l'habi, lasando
la canzelaria, l' oficio di le biave, poi harà compito
Lion Sanxon. Et sier Alvixe Mudazo, sier Piero Contarini, consieri, e intrò sier Francesco Foscari, savio a tera ferma, messeno, atento è molti modonei
e nostri zenthilomeni vol provision, de indusiar. Et,
andate le parte, quella di savij have 28 ; di l'indusia il resto. E fu presa.
sar tutti, excepto li rebelli dil christianissimo re e di
la Signoria nostra, et con dolze parole. La qual letera si manderà a soa majestà per uno corier nostro.
Ave 6 di no, il resto di si.
Fu posto, per li savij dil conseio e di terra ferEt avanti si lezesse le letere, sier Hironimo Lion, el ma, risponder a la letera dil re di romani, zercha
cavalier, avogador di comun, andò in renga; e mend| lassar passar etc. in optima forma ; che lassemo passier Fantin Valaresso, era provedador a Pizegatom,
346 qual era inamorato in una moglie di Zuan da Casal,
stava a Pizegaton ; qual per esso proveditor fo publichato rebello. Et qui exagerò la cossa, tamen non
intervene sforzo alcum. Et ditto provedador era stà
fato venir in questa terra, et poi messe, insieme con
sier Piero Morexini, suo collega, parte di retenirlo.
Ave 20 non sincere, 55 di la parte, 68 di no. Et
perchè la pendeva, iterum ballotata, have 20 non
sincere, 48 di la parte, et 73 di no. Et fu preso di
no, et fu asolto.
Fu posto per li savij ai ordeni, atento sier Andrea Michiel, provedador in Albania, chome si ha
per letere di Antivari, habi dato molte provisiom,
che tutte siano revochate, si non sarà confirmate
per questo conseio. Et, atento sier Antonio Bon vadi
provedador in Albania , che zonto el sarà de li,
ditto sier Andrea Michiel vengi via. Have tutto il
Fu posto, per tutti i savij, parte, atento il biso- conseio.
gno si ha di danari per le cosse maritime, che tuti Di Cervia, di sier Vetor Dolfim, podesti, di priquelli dil colegio debano venir in termine di zorni mo. Come era venuti alcuni, per nome dil signor di
tre al conseio con le so opinion. Et fo opinion di | Rimano, nominando uno conte Cesaro di Piceniai,
nui savijai ordeni ; tamen tutti introe. Ave tutto il
conseio, solum XI di no ; sì che la terra è ben disposta di provisiom.
Fu posto per tutti , atento fu preso di dar le
refusure a le zurme, andaranó con le galie di viazi ,
sopra il viazo ; e perchè si rendino dificile andar,
che li sia dato ditte refusure de præsenti a tutti quelli
I Diarii di M. SANUTO. Tom III.
dimandando, atento Valentinoys veniva a tuor quella
cità, e il signor volea mandar li alcuni animali et
robe, pregando li fosse da letere di passo ; e lui
podestà rispose, scriveria a la Signoria nostra. Per l' altra letera avisa le sarazinesche di la terra saria
bon conzarle con pocha spesa. Item, chome, a di
ultimo, passò il prefeto de li, dove alozò una note
55
867 MCCCCC, ОТТОВКЕ. 868
346
cou cavali 18, vien di bolognese dal fratello, mal rator di Franza, al qual fo communichato la diliberaconditionato, e ritorna a caxа.
Fu posto per tutti li savij, risponder al ditto podestà di Zervia, che, secrete, venendo animali o robe,
li lassi venir, mostrando vengi da lui; e meio saria
li tnandasseno su quel di Ravena. Et cussi in consonantia fo scrito a Ravena. Ave 8 di no, el resto de
sì . Et di tal deliberation fo comanda stretissima
credenza.
Vene letere di Hongaria, di oratori, date a Buda, a di 13. Come di 4 fono l'ultime soe, hora
scrive per uno merchadante et che quelli baroni e
regnicoli si meravegliavano non haver la risposta,
dicendo esser menà a spasso; et che il re questo
San Michiel va a uno locho, o vero a Bacia, a presso
Belgrado, dove va le zente d'arme a questo effeto,
o per romper a' turchi, hessendo la Signoria nostra risolta, o vero per acordarsi con essi turchi, vedendo li signori christiani lenti etc. Item, manda il reverendo domino Nicolao Boscaia, episcopo vermiense, orator in Franza. Item , è nova di Polana,
come quel regno è molestado da' thartari, qualli tartari sono in liga col turcho ; et il ducha di Moscha- via faceva guerra al ducha de Lituania, suo zenero,
fradello dil re di Połana e dil re di Hongaria ; et li
à fato molte incursiom et guerre.
Et in questo pregadi, prima fusse posto parte alcuna, fono electi do provedadori, executori sora
le cosse di mar ; et qui sotto sarà posto il scurtinio, e altri fonno tolti, non provo.
151. Electi do provedadori, executori sopra
le cosse da mar.
† Sier Anzolo Trivixam, fo cao dil conseio di X, quondam sier Polo
Sier Luca Pixani, fo consier, quondam
sier Zuanne .
+ Sier Zacharia Dolfim, fo cao dil conseio
di X, quondam sier Andrea
Sier Jacomo Contarini, fo provedador
sora l'armar, de sier Piero
Sier Domenego Contarini, fo capetanio
a Vizenza, quondam sier Mafio
Sier Fantini da cha' da Pexaro, fo capetanio a Padoa, quondam sier Francesco .
Sier Francesco Bernardo, fo consier,
quondam sier Pollo, el procurator
130.13
10.185
tion, eri fata, di sier Fantim Valaresso. Disse li piaque assai. Poi li fo leto la risposta fata a la letera
dil re di romani, qual etiam laudo summamente.
Poi disse de certi oratori dil signor di Rimano, stati
da lui a recomandar il signor suo, dicendo volerli dar certi capitoli voria dal papa, et che era stå abandonato da la Signoria nostra; et li fo ditto, eramo
contenti havesse quel signor ogni ben. Poi disse dil
capetanio di la barza di Rodi, volea vituarie in Cypro; li fo risposto non si usava dar etc.
Di Hongaria, de li oratori nostri, date a Buda,
a di 18. Come stavano in aspectation di nostre letere; et quella matina esser venuto da thoro lo episcopo vermiense e feno coloquij insieme. Il re si
teniva diluso da la Signoria nostra ; et che questo
San Michiel dia andar a Bazia, dove sarà tutti li regnicoli ; et il re pensavadi romper guerra al turcho,
madubita, li regnicoli lo astrenzerà a pigliar acordo.
E poi disnar, con gran pioza, veneno do consieri
regij a levarli di caxa, e andono dal re. Et si dolse
soa majestà non haver risposta etc. Loro oratori
scusò la Signoria nostra, et non disseno più liga par- ticular cha general. Esoa majestà disse haver posto
hordine a tutto, e fato comandamento a tutte le 317
zente d'arine, che el dì de San Michiel siano a Bazia, tamen è contento, per amor di la Signoria nostra, indusiar, aspetando la risposta. Item, ozi l'orator dil turcho era stato do volte, la matina e la sera,
dal re, che za un mexe non era più stato ; unde essi
oratori dubita di trieve etc. Item, si ha, tartari danniza Polana.
Deli ditti oratori, in zifra, di 18. Si scusano
zercha non haver ditto al re quello li scrivesseno,
per nostre di 4 dil mexe; dicono haver fato per ben,
e fano le raxom a thoro modo.
Da Vegia, di sier Piero Malipiero, conte, di primo. Come de' turchi in Bossina O intende ; ni etiam
movesta di Frangipanni a Segna ; manda le letere
133. 14 abute da li oratori di Hongaria.
Di Ruspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio,
49.90 di 27. Conte à mandato exploratori in Bossina, qualli
referiscono non esser alcuna movesta, ni adunanza
51. 92 de' turchi ; ma si dice in Servia prepararsi exercito,
et questo per paura e dubito de' hongari.
Da Gradischa, di sier Piero Marzello, proveda13.135 dor, di ultimo. Zercha certi capi de stratioti, qualli
voleano licentia di venir qui, per haver etiam thoro
provisiom, dicendo esser stå nota una parte; et sono
coronei. Item, el comito di Urbin, è lì, vol danari.
Delditto, di primo. Come erano zonti li schio13.127
Ad 4 octubrio, domenega. In colegio vene l'o-
869 МССССС, отTOBRE. 870
petieri di trivisana, padoana, visentina et veronese | tanio, fè principiar valizar il terem ; ma à poche moper numero ...; et alcuni fanti di Cremona, videlicet Abraminet Beneto Zucho, e poi Rabali, contestabele, e Zorzi Vida. Item , post scrita, per uno
vien da Bolzam à inteso, esser stà fata la fiera, et per
la Alemagna era stà fato descrition di zente ; ma che
le terre franche non volea guerra, et il re di romani
era invitato da' signori italiani , e molti milanesi foraussiti, a la guerra; qualli dicevano gran mal di la
Signoria nostra.
nition etc. , adeo in el castello e Brexa non è mille
barili di polvere. La Signoria mandò a domandar
polvere, ne mandò certa quantità etc. Di richeze,
quella terra, per opinion soa, non è tanto chome si
stima; et ne è ben qualche richo, ma quando fo de
li 12 milia ducati dil subsidio, have insieme col capetanio, sier Zuan Francesco Pasqualigo, grandissima stenta ; adeo nel conseio parlono assa' , dicendo
di la fedeltà lhoro, et non doveano esser astreti a
questo, havendo di le altre angarie etc., adeo con
grandissima faticha feno contentar a pagar. Et, per
dir il tutto, quelli citadini veneno in conseio per non
prender la parte. Et si duol che prima Brexa soleva
far panni per Veniexia 6000, hora non ne fa 800, et
per la cità 1200. Etiam, hanno a mal, li beneficij
Da Bologna, dil conte Nicolo Rangom e Juliano
di Medici, di 29, a Piero di Bibiena. Come monsignor di Obigni era stato li per piacer i francesi , e
havia manda uno homo a Faenza, Rimano e Pexaro,
a confortar quelli signori : il christianissimo re non
comporterà la lhoro ruina, e questo dichi publice,
coram populo. Et à ditto, missier Zuan Bentivoy è | clericali esserli tolti , la qual cossa è un morbo in le
terre nostre. Tamen, in reliquis, di fedeltà è fidelissima; e quando l'acadete presto far adunanza
per mandar zente a Cremona, fono presti li citadini
andar a torno etc. Or, per esser l'hora tarda, e volendo intrar sopra le forteze, comenzando da Pontevigo, li fo ditto non era tempo. Et fo laudato dal
principe.
molto amato dal re. Item, pisani col re à tratà acordo, et è vicino a la conclusiom ; e monsignor di Belmonte resta al governo, et a Fiorenza son stà creati
li X a la guerra, e hanno tolto il prefetto per capetanio ; et Fiorenza e Pistoia è in disensione, e le parte
di Pistoia si hanno tagliato a pezi insieme, morti da
80. Item, si dice il pontifice, venendo le zente in
Romagna, vorà Castro Caro, tien fiorentini , qual è Da poi disnar fo gran conseio, et collegio si redi la juridition de Imola. Item, el signor Gilberto da | duse. Vene prima questa matina in colegio sier AnCarpi è morto da mal franzoso, qual ha portato za
tre anni. Altro non z' è.
Referi sier Polo Trivixam, el cavalier, fo podestà a Brexa, dicendo voler dir di la cità, di le forteze, di le monition e di la camera ; ma fo tanto longo,
che non compite. Et disse havia fato justicia a tutti,
edato benigne audientia. Ma el criminal non si pol
far, per causa dil conte di Pitiano inibisse, et eliam
il clero ; adeo è pochi siano expeditti per il podesti.
Etdi la cità, era do revelini, San Nazar, compido,
et Sancto Alexandro pocho manchava di le mure ;
di la scarpa manchava pocho a compir, adeo mille
zolo Trivixan e sier Zacharia Dolfin, dicendo erano
pronpti a servir, dummodo havesseno l' auctorità di
l' arsenal etc. , prometendo trovar homeni etc. E li
fo dito di dar.
Di Franza, di sier Beneto Trivixan, el cavalier,
orator, date a Bles a d 21. Comeda poi le ultime,
il re scrisse letere al papa e altri signori christiani
in materia christiana. Et poi esso orator, ricevute
letere di 5, con una andava al re, fo da soa majestà,
e ditoli il tutto. Rispose : non si potea risolver fin non
intendi quello voglij far il re di romani, o pace o
longe tregue ; tamen faria ogni cossa, per amar la
Signoria quanto lui medemo. E l'orator li disse, era
certo la decima non spenderia in altro cha contra il
turcho. Disse il re : Crediate certissimo. Et à scrito
347 ducati bastava; ma quelli citadini non vol pagar la
soa parte, perchè alcuni exenti non voleno contribuir. Et a le mure mancha far alcuni torioni e, per
opinion soa, la contrascarpa voria haver il pendente i al papa et al ducha di Valenza, di sua man propia ;
a l'incontro etc., e mancha a far la contrascarpa da
la porta di le pille fino al castello, et è un pezo di
muro versso San Piero, andava zoso, lo fè riconzar.
Poi disse di la Garzeta, la porta va fuori di la terra
sta mal ; voria far una torre, e butar zoso quella
ch' è vechia, qual saria bona custodia a le mure. La
citadella nova, in do lochi, li mancha parte di le
mure ; bisogna riconzar. Et il castello, di sito bellissimo, et al tempo di sier Francesco Mocenigo, capee volea esso orator fusse col suo conseio. E prima
volse aldir una predicha di uno frate di San Francesco, qual confortò la expedition, et narò l' infelice
caso di Modom; el qual frate si parte per Spagna,
et confessa quelli reali, per excitarli a l'impresa. Or
poi nel conseio andato, monsignor di Albi propose
tre cosse : la prima, la constantissima voluntà dil re
a l' impresa e meter tutte sue forze ; la secunda, le
letere à scrito al papa e altri principi ; la terza , si
871 MCCCCC, OTTOBRE. 872
mandasse legato dil papa e altri potentati tutti in vol divider Italia con soa majesta, et è amico dil
Avignon, ch'è terra di la Chiesia, dove si potesse re di Napoli. Et domino Antonio Frisom, veniva
tratar de expeditione frenda. E prima a lui orator li | orator al christianissimo re, e imbarchato a Gaeta,
348 disse, saria bon far astreuzer li reali di Spagna a in- par non vegni. E li mandò contra im Provenza el
maraschalcho di Beuchar, e uno Bernardim di Benao, secretario di esso re ; e li à ditto, quando il roy
vorà questi partidi li porzemo adesso, non li porà
haver. Et monsignor di Albi, parlando con l'orator,
à ditto: Nos laboramus pro pace universali, et est
impossibile far 0, se el re di romani e altri nostri vicini , non è im pace con nui. Dicendo: Iste rex romanorum omnia perturbat ; ergo etc.
Dil ditto, di 24. Come par il papa hatú scrito al
re vol venir a Bologna, et soa majestà vegni per
abocharsi insieme. Et soa majestà li à risposo, è contentissimo, aspeta il zorno che verà per stafeta ; si
terponersi, a far il re di romani fazi trieve con il roy,
acció possi atender a l'impresa. Poi disse, li legati
in Avignon doveriano esser homeni di auctorità. Et l'orator dil papa laudo tutto, excepto di Avignon ;
dicendo si dovea far a Roma. L'orator yspano laudò, e promesse di scriver a li soi reali. Et poi il nostro parloe, dicendo el pericolo di la christianità, e
bisognava presto dar principio armar. Poi missier Zuan Jacomo Triulzi exortò la majestà dil re cavalchasse in Aste, per dar voce a la expedition ; e il
papa scomunichi Maximiano, non volendo esser a
tanta impresa di la fede christiana. Poi il maraschalcho di Giaè biasemò tal andata dil re. E poi monsi ❘ che aspeta il brieve di soa santità di la risposta.
gnor di Albi concluse, quanto a redursi in Avignon,
conseiaremo meio; e pregò l' orator yspano scrivesse, ut supra. Item, l'orator nostro mandò letere
vano al re di Spagna e Portogalo, per via di l'orator
suo. Disse, spazeria doman. Et quella va al re d' In- Adì 5 octubrio. In colegio vene l' orator dil pa- 348
galtera, per uno corier dil re. Et soa majestà confor- pa, solicitando la protetione, e la risposta a le tre
ta, non volen to mandar orator, saltem se li mandi cosse dimandate per nome dil pontifice. E il prinuno secretario in Ingaltera ; e à scrito a Roma per ❘ cipe li rispose, bisognava atender a le cosse dil turhaver il jubileo e cruciata ; dicendo il jubileo di Spagna ha trato ducati 80 milia. Item, soa majestà desidera li sia mandato Martin da Casal, per poterlo
examinar, e compir il processo si fa contra Lodovico.
Dil ditto, di 22, in una poliza. Come monsignor
di Albi li à ditto, e il re, è bon la Signoria nostra
serivi al nostro orator va in Spagna, persuadi quelli
reali a unir Maximiam con soa majesta.
In questa matina, la galia sotil, soracomito sier
Zorzi Trivixam, parti; su la qual va sier Alvixe Venier, provedador a Corfù ; et etiam cargato sopra
uno maran molte monition.
cho, e queste era di pocho momento; perhò non era
stà consegliate. Poi esso orator solicitò la expedition dil signor Carlo Orssini .
Vene l' orator di Franza, et presentó una letera
in francese dil re a la Signoria nostra, in carta bergamena, data a Bles, a dì .......... Di la optima sua
voluntà in re christiana e in ajuto di la Signoria
nostra ; si duol di la perdeda di Modon; et fo una
longa et bona letera, lecta per Gasparo da la Vedoa.
Poi disse, il re li scriveva a parte che havendo dimandato licentia di andar a caxa dal padre et da la
moglie, soa majestà li piace il suo portamento, e vol
stagi qui ; e à recevuto tutte le so letere, e lo lauda di l'aviso. Poi si scusò esser venuto a l'audientia,
quando era pregadi suso. Et li fo risposto venisse in
ogni tempo, era sempre ben visto etc.
Del ditto, di 23. Come ricevute nostre letere,
con la risposta fata a l'orator dil papa, in materia di Rimano e Faenza, fo dal re, li mostrò le letere.
Soa majestà mostrò pocho curarsi ; tamen, statim disse a l'orator dil papa, era li, questo. Conclude, si
niuna cossa ha a muover, è il capitolo di Brandizo;
adeo tutti trema, turchi non passano in Puia. E il re
li disse questa matina : Ve dirò de novo. Il re di Napoli à fato liga col turcho, e lo so certo per via di
Roma. Et monsignor di Albi li à ditto, il re non voria il papa movesse queste cosse in Italia, ma voria
tuor l'impresa dil Regno, avanti turchi pigliasse li
porti . Item, il re disse, come sarà zonto il cardinal Di Otranto, di sier Alvice Contarini, governaRoam, daremo principio a scuoder le decime etc. E dor, di 24. Manda letere di 17 da Corfù, et di 18
mandava un messo a' sguizari, acciò sij a la dieta dil proveditor, qual non si ave. E per una caravela
fanno, perchè monsignor di Sans non pol andar cussi venuta, à inteso haver lassà una fusta con letere dil
presto. Et à inteso, il re di romani li à manda a dir, I zeneral sora Cerigo, al qual dete alcuni homeni ; e il
Vene l'orator di Ferara, dicendo haver letere dil
suo signor, che il signor Carlo Orssini voleva passo
da passar con le zente per il suo dominio ; voria saper la voluntà nostra. Li fo risposto lo dagi, perchè
havia auto licentia.
873 MCCCCC, OTTOBRE. 874
349
zeneral è in le aque di Napoli. Item, è venuto li il | coloquio con turchi e christiani ivi, so' amici, da li
soracomito e altri di la galia da Trani, qual si rupe
a presso la Cania, mia 60, et li homeni tutti scapolono ; ma pocho lontam si rupe et andò a fondi la
galia di Candia, soracomito sier Anzolo Pasqualigo,
e tutti si anegono. Item, di l'armada yspana, nulla
intende. Manda le ditte letere da Corfù.
Da Trani, di sier Piero di Prioli, yovernador,
di 26. Come mo terzo zorno, zonse li el ducha di
Gravina, di caxa Orssina, di anni trentacinque, et
monto in uno gripo con 18 bellissimi cavali ; dice va
ad Ascoli, poi a Roma de li per tuor la fia dil papa
per moglie. Et prima capitò lì una sua zovene con
robe et certi cavali, qual restò nel monasterio di
Santa Chiara ; et per questa partita, quelli lochi vicini è sublevati ; si dice francesi vieneno li . Item,
manda una deposition dil scrivan e alcuni altri di la
galia di Trani si rupe; narra il modo, e fo per la
fortuna, quando andono con il vice zeneral per socorer Modon etc. Poi per un'altra letera di 28,
manda le ditte letere di Otranto.
quali è stà certifichato el campo turchescho da terra,
e parte di l' armata da mar, aversi presentato a Napoli, excepto la persona dil signor, che con alquanti
se ne andò a dretura a la volta di lo Exemiglij per
ussir fuora di la Morea. La qual armata et campo,
senza haver fato altra dimostration di combater,
hanno fato experientia di persuader quel populo,
se volesse render di plano, judicando facesse come
quelli di Coron ; ma loro, da fidelissimi e constanti,
li hanno risposto, esser deliberati mostrar la lhor
fede verso el nostro Signor Dio e la nostra Signoria,
et per quella patir ogni aspro suplicio. E ussiteno
fuora li stratioti, e scaramuzono con turchi. Sono
stà morti alquanti di l'una e l'altra parte ; e con
questo l'armata predita e campo se hano levato,
hora zorni XV, con haver solummodo brusado certi
pagiari de albanesi, che erano de fuora del borgo.
E dicono l' armata andar versso el streto, el signor
con il campo versso Constantinopoli, et esser mal
condicionati ; e la mazor parte di l'armata andava a
fondi ; e disseno aspetar di breve il suo flambular
di la Morea, qual, acompagnato haverà il signor a
Coranto, dia ritornar a Patras, e à mandato avanti
a preparar li alozamenti. Et di l'armata nostra li
aferma era in le aque di Napoli, è stata a vista di
quella dil turco; judicha esso provedador sia per
Da Corfù, di sier Piero Liom, baylo et capelanio, di 17. Scrive quello ha per letere dal Zante,
dirò da poi. Et quella medema nova li è stà afirmata
per un patron di fusta da Corfù, venuto eri sera ;
qual a dì 13 dice haver preso tre homeni christiani
al Dragamesto, li quali li affermono li ditti exerciti
terestri e maritimi andarsene a la volta di Constan- | sequirla fino in streto. Et dice li è stå afirmato atro tinopoli per dubito di l'hungaro e di l'armata di
Spagna, del vegnir de la qual, turchi havea abuto
nova. E dicevano li ditti, che 'l flambular de l' Angelo Castro, era za ritornato a li alozamenti. L'armata nostra era in le aque di Napoli. Item, per via
di uno explorator, mandato da la Parga a sopraveder le cose di la Prevesa, ha ivi esser stà butà
in aqua galie 6, e redute a un luogo chiamato Elvati ; e altre 6 sono in terra compite de marangon,
e se calafatavano con presteza, e stevano turchi de
li con gran timor de non esser asaltadi da' nostri.
Solicita danari per ultimar quelle fabriche, e per li
mureri e manoali brexani.
Dal Zante, di sier Nicolò Marzelo, provedador,
di XI, a hore do di note. Come, desiderando saper
li progressi di l'armata et hoste turcheschi, non
aspetando il ritorno dile spie expedite per Napoli,
qual tre è perite in la Morea, mandò quella matina
una barcheta a la volta di Castel Tornese, con uno
Bortolo Gaurilopopulo, cyroyco de lì, sotto velame
de contratar el rescato di uno suo fratello ciroycho, habitava a Modon, qual è a Coron, schiavo ; e
ritornato in quella sera, referisse haver ozi auto
varsi in Modon galie 4sotil e fuste 5, e che dia ritornar da 40 altre galie, per star continue li ; a che
non presta fede, cognosando turchi astutissimi, e
con ſama voler etc. Suplicha vadi il suo successor,
et dice de præsenti, per questa invernata non è da
dubitar di nulla etc.
Del ditto, di 12. Come erano zonti tre stratioti
modonei, homeni di fede, con una barcheta a Caratia ; passati li, afirmano l'armata e campo turchesco aversi presentà a Napoli, e havendoli parso dura
l'impresa, per esser mal conditionata si l'armata
come il campo, e inteso la nostra armata veniva li,
se hanno levato, hora zorni 15, vano versso Constantinopoli, con haver lassato molti turchi tagliati a
pezi da' stratioti nostri. Confirma solicitar la fabricha e fortification di Modon, et esser restati flamuri
7 in la Morea a questo effecto. E per tanto, di tuto
avisa.
Da la Cania, di sier Francesco Zigogna, provedador di la Morea, di 7 septembrio. Come coronei,
non volendose difender, andono subito in campo dil
turcho, e conveneno darli la terra, con richieder le
intrade del vescoado, li tereni di la Signoria, de' zen-
875 MCCCCC, OTTOBRE. 876
thilomeni et altri citalini venitiani e sue case ; et
quelle diviseno tra 34 di loro. E, aproximato li lo
exercito turchesco e l'armada, fo a dì XV dil passado, lui montó a cavalo con cavali 100 e fauti 60,
e podeva ben cridar el nome di la Signoria a la difension di la terra, si el zorno come la note, che
mai vite persona prendesse le arme, imo quelli prima si acostò a lui, se retrasseno. Or non vol dir al349 tro. Ma, intrado turchi in la terra, compró uno gripo
per fuzer con quello, ma non li fo concesso, se primanon corompé el bassà con danari. Or si atrova
li ; doman aspeta la galia Zena, e monterà con quelli
soldati taliani è li, e con do caravele e uno schierazo armado anderà dal zeneral, qual è tra Cerigo e
Monovasia, con pensier de investir l'armada nimicha, per quanto intende, la qual è atorno Napoli ;
e cussi lo exercito si spiera di ben. Li castelli sono
fortissimi, et è stà posto ben in hordine de fanti e
artilarie, e il socorsso non li è per manchar. Et Jacomin di Val Trompia, contestabele, è con lui, con
quelli pochi fanti ha disposto a sequirlo.
è passa 125, e l'altro passa 85. Nel qual loco saria
da tirar un muro a traverso, con uno fosso, e la
terra saria che da terra se poriano prevaler. E bisogna riformar el castello de sopra, che quello, con
la terra cussi ristreta, si poria dar soccorso l'uno
a l'altro. Costeria la spesa, a perfection, ducati 2500;
e chi non la fa, quel luogo si pol reputar perso,
per esser grando di circuito, e le muraie debile, e
pochi homeni ; e ivi si poria far porto serado e arsenà con pocha spesa, et è nel cuor de i nimici ; e
si inimici l'avesse. pol traversar im Puia, ch'è poco.
Etiam, tochò Sibinicho e Catharo al suo venir li,
quali hanno bisogno di provisione, e Cataro è molto
debile, e con pocha spesa si pol farlo forte. À le
mure aperte da mar, e senza porporele ; e i nimici
poriano andar con le prove in terra; la qual porporela si faria con do galie grosse vechie. Resteria
da terra da fortifichar passa 80, qual bisogna far, e
saria forte. Voria el Coltrin è a Corfù, desse una
ochiata li , e ritornasse poi. Item, a Sibinico con pochi danari si seguiria quello è principiato, e a le muraie da mar, per li rectori, di tempo in tempo è
stà concesso poter far botege e case apuzate a le 350
mure , che se pol dir siano scale a montar suso.
Et dice, l' inverno si doveria atender a fortifichar li
luogi etc. La fusta di Veia non è ancor zonta, per
esser stå retenuta per sier Andrea Michiel, per li
bisogni, insieme con una altra avia armato a Durazo ; la qual seconda ozi li à dà licentia etc.
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo,
date in galia, a presso Durazo, a d 17. Come era
stato a la Cimera, per saper di le cosse di la Vajusa, e à inteso tute le zente esser partide, che erano
preparate per l'armata, e restato solum janizari 500
e asappi 500 dil paese, pagati per custodia ; e voleno meter in cantier X fuste, e sono in dubietà si
dieno meter galie o fuste, e vol sia fuste, per poter
con el fondo de l'aqua ussir ; e che Mustafa bei,
zenero dil signor, è ancora a la Vajussa, e il signor,
per amor di la fia, li ha rimesso, con promission | novamente erano venuti da Napoli di Romania,
Dilditto capetanio, data ivi, a dì 17. Come do
turchi disseno eri ad alcuni paesani, so' parenti, che
dove il signor è stato col campo, e havendo visto non poter far 0, è andato di longo versso Constantinopoli, e ha lassato do sanzachi a li confini,
a guarda di nostri stratioti ; e che la loro armata,
visto la nostra, cerchava venirli a l ' oposito ; e zonto velle 90 con la nostra, quella mutò pensier e fugiva,
e la nostra li deva driedo ; e il bassà à scrito al signor di questo ; dimandoli hordine. E poi, a dì 18,
hore 20, zonse uno gripo di sal da Corfu, va in Alexio a venderlo, con patente dil rezimento. Et per il patron, ch'è Piero Turcho, à inteso, ut supra,
il levar di Napoli dil campo, poi date tre bataie,
et l'arımada va versso Negroponte.
che'l ditto ha fato, a tempo nuovo ussirà ſuora.
Quella armata è in lo ochij e nel cuor, e minaza
grandi effetti ; bisogna zerchar questa invernata di brusarla o con danari o per forza. À scrito al zene- ral etc. Item, è venuto li a Durazo, per fornirse di aqua e vituarie, e in quel' hora zonse lanze 300 turchesche, e pedoni infiniti erano da driedo lhoro con
scalle per scallar la terra, e l'aria abuta si lui non fusse slà lì ; unde se tirò con le galie al passo in capo di la terra , e con le artilarie non cesso di
trazer, fino che essi se tirono indriedo ; e mandò l' armiraio in terra, con el forzo di la zurma e ballestrieri, a difension di quella ; e altri homeni mandò
a le forteze, con li compagni di stendardo, si che Da Dulzigno, di sier Andrea Michiel, provedala terra fu salvata. Et chi non fa qualche bon pen- dor in Albania, di 21. Come, a dì 17 da Cuvrili
sier, venirano li tante volte, che una li anderà fata; scrisse, a dì 16 alditeno molte bombarle a Durazo,
e guardarla con una galia non è secura ; non trova e ſo perchè turchi scorseno soto la terra ; si dice è
altro remedio cha redur la terra verso la marina stå asappi 3000, di quelli era a la Vajusa, e lanze in picol spazio, e à fato mesurar in do luogi : l'uno | 300, con el favor di quelli di la villa di Andronezi,
877 МССССС, OTTOBRE. 878
depredati dal baylo da Durazo, el qual baylo mai
volse restituir le cosse tolte, ni per so persuasion
ni comandamento ; e miraculose andò il capetanio dil colfo li ; et molti citadini sono passati im Puia, fu- qualche meio per monitiom, e biscoto miara 50, per
sier ; pur à fato li sarà conduti a Cataro 120 cara di
formento, lassandoli uno ducato per caro di la trata,
e de li darlo per il cavedal. Voria se li mandasse
zendo le tyranie dil baylo. Item, à inteso quelli de
Antivari hanno intelligentia con turchi, e fato li ba- |
rati, adeo quelli erano di fuora è tornati dentro, ch'è |
mal segno ; e bona parte di le so' facultà è a Ragu-❘
si ; lui li ha provisto di formenti, guardie etc. Item, ❘
non ne haver più, et haver servito le galie. Item, de i nimici ha, per exploratori, si adunano cavali e pe- doni in gran numero, per vegnir a' lhoro danni ; e
quelli stratioti sono li vol mandar le fameie via ; li à
dato bone parole ; hanno contentà star ancora X
aspeta qualche fusta, e anderà a Rotazo per forti- zorni ; voria se li mandasse altri 50 stratioti, e le
ficarlo ; perchè turchi li ha l'ochio ; voria fusse
provisto di fanti etc.; biasema i rectori di Antivari
et Durazo, per li malli portamenti fanno etc.
monition, ut patet, et che in quel colpho vi fusse 4
o ver 5 galie sotil, perho che, si ussisse X galie da
la Vajussa e venisse li , quella terra/ saria in manifesto pericolo. Vol danari per li provisionati, e scrive
zercha certe scriture vol sier Antonio Condolmer
da lui. Richiede licentia per zorni XV, aliter refuda ;
Di Curzola, di sier Alvixe Balbi, conte, di 16.
Come quelli, havendo inteso di Modon e Coron, sono rimasti atoniti, e quella matina, soto la loza, alcuni
zenthilomeni li à ditto non aver munitiom ni vitua- | sia fato in suo loco. Item, li pastrovichij ne rebelló
rie, e si provedi ; dubitano di l'arma' di la Vajusa,
aliter protestavano abandonar la terra con li altri subditi . Li conforto etc., non se li mancheria ; perho scrive si provedi, e manda in nota quello bisogna.
E voria biscoto ; non hanno vituarie, perchè li navilij non vano, et è gran penuria ; non è persona a un bisogno potesse mandar a tuor, in Puia o altrove, stera 50 di biava ; sì che si provedi etc.
e si redusse dal turcho; lui messe tanto sospeto con
turchi, dicendo questi avisavano, adeo li fè schiavi,
et alcuni è scampati, e li vene a dimandar misericordia. E cussi quelli di Monte Negro à fato questo
instesso.
Delditto, pur di XV, hore 3di note. Come à letere
dal podestà di Antivari, li avisa haver, el bassà di la Romania è per venir li a Cataro con exercito ; fra
zorni XV sarà zonto a Podgoriza, ch'è una zorna'
lontan di Cataro. Item à, Ferisbego, sanzacho di Scutari, esser morto ; perho aricorda si provedi a
quella terra.
Da Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, pro- vedador, di XV. Come ricevete letere dil capetanio dil colfo di la perdeda di Modon, e per via di tera
ferma, per quelli hanno porta vituarie soto Modom,
partidi di campo de di 12 et 15 dil passato et 18, Item, una letera a la Signoria nostra, di 16, soto afermava non esser stà preso, ma ben il borgo ; pur scrita : judices, minus et secretum consilium comuni- hanno fato festa etc. in qualche loco, e diceano per tatis Catari. In consonantia si provedi ; unde feci or- il borgo e le galie nostre prese. Or quel populo, in- | dinar per colegio, oltra le munition se li manda,
teso, sono rimasti spauriti e timidi ; e cussi li stra- qual è chargate, etiam se li manda li ducati 200 za tioti vanno dicendo : Si Modon è perso, non bisogna ballotati.
aspetar più in terra murata. Lui proveditor li con- 350 fortono assai ; tamen hanno gran paura, dicendo: Inimici è mia 600 lontan, e tremano ; che farano, quando sarà vicini ? Et quella terra si à guardar merlli 1200 e più, e non c'è ſanti ; voria aver provisionati,
e tien armata la fusta, ma li inimici hanno fato uno
bregantin di 18 remi, et hano 7 gripeti, fato le postize, et ben armati de homeni e artilarie, e ogni di
la nostra fusta combate con lhoro ; e a Castel Novo si fa una fusta granda, e presto è per vararla; à
scrito al capetanio dil colpho, voria li mandasse una
di le fuste. Item, in Castel Novo è asappi 300, janizari 150, senza li homeni paesani ; voria se li mandasse danari , e presto. Item, recevè nostre letere di
haver la trata di formenti a 'Trani; parlò con li merchadanti, quali, inteso queste nove, hanno mutà penDa Zara, di sier Jacomo da Molin, el dotor, capetanio, di 21. Zercha quelli soldati non hanno che
| viver, et li castellani è creditori ducati 700, et loro
| rectori di salarij, et vol copi miara X in 12, perchè de li li comprò a fire 22 el miaro, e questo per li castelli di Lavrana e Nove Gradi; et Nadim è quasi
compito di coverzer.
Di Friul, di sier Piero Marzello, provedador
zeneral, date a tradischa, a di ... Zercha i provi- ❘sionati di cremonese, mandati ; e manda una letera abuta di Jayza, di uno explorator, di 22. Li scrive
nulla esser adunanza de' turchi in Bossina, si che
non verà in Friul.
Da Roma, di l' orator, di 28. Come li cardinali
novi , da poi fati, andono dal ducha, oferendossi, e
disnò li , e saldono li conti, e li jurono fedeltà ; sì
879 MCCCCC, OTTOBRE. 880
che à tochà , per questa creation, da ducati 120 milia; et lui orator li visiterà, maxime Capaze, qual si
mostra di la Signoria nostra. Conclude, che questi
351 cardinali novi non è per esser manda legati. E il
papa pocho pensa dil turcho, ma solum di la sua im
presa ; sì che saremo solli. Item, el ducha di Valentinoys partirà fin do zorni per Romagna.
Del ditto orator, di 30. Come eri fo dal papa;
qual, inteso el veniva, li mandò a dir non poteva
darli audientia. Et ozi andoe, et exortò soa santità a
far la provision di brevi, e li legati. E soa santità
rispose, voler far in Hongaria, Alemagna e Franza ;
ma che l' orator di Spagna à ditto, quelli reali non
vorà legato. Item, mandarà li brevi e il jubileo ai vlachi, e una letera dil ducha a la Signoria, havendola. ❘
Item, quel di el ducha à fato la mostra di 800|
fanti spagnoli. Di l'arma' yspana nulla intende. Con- |
clude, saremo soli a l'impresa. Tocho zercha quel
beneficio di Cremona etc.
Di Napoli, di sier Francesco Morexini, doctor,
orator, di 26. Come il re era a Casal dil Principe,
et ne era letere di 21 da Messina, l'armata yspana
non esser partita ; et domino Asmoden parti. Si
dice il capetanio è in nave, aspeta tempo.
Item, domino Zuain Adorno, a dì 21 morse a
Nolla in 6 zorni ; ritornava di Apruzo di far mostre.
Il re molto li à dolto. Solicita sia mandà il successor;
non à danari, à impegnà i arzenti .
Da Ravena, di sier Antonio Soranzo, podestà el
capetunio, di 3. Dil venir li uno secretario dil si gnor di Rimano, a pregarli volesse lassar condur
bestiami e robe su quel teritorio, si che aspetta risposta. Item, di Faenza, domino Guidarello, citadim de lì, li à ditto, quel signor e populo si vol difender, et hanno retenuto el castelam ; et che missier
Zuan Bentivoy e missier Hercules vol darli ajuto.
Item, Vicenzo di Naldo li à ditto, che quelli di Val
di Lamon vol etc.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà. Come
quelli guastadori, lavoravano de li, sono quasi tutti
fuziti ; sì che non si pol lavorar.
Intrò el signor Carlo Orssini, nel levar dil principe. Dimandò la letera dil ben servir e di passo,
dicendo haveva pressa; laseria uno suo qui a veder
li conti. Il principe li disse, andasse, se li faria. Tamen parse alcuni di savij poi, per bon rispeto, 0
darli.
Et avanti fusse lecto la mità di le letere, li capi di X mandono tutti fuora, et fè lezer alcune letere.
Steteno assa' ; credo sia cosse da mar. E poi disnar
fo conseio di X con zonta di colegio.
A di 6 octubrio. In colegio vene l'orator di
Franza, e li fo leto li sumarij da mar, e ditto si havea da uno zenoese, a Nicomedia il signor turcho
feva far 200 galie, si che bisognava tuta la christianità si movi, aliter actum est. E lui mostró una sapientissima letera, scrive in risposta a Roma al cardinal curzense, con molte auctorità; carga il papa
non atende a l'impresa ; e narò lo exempio dil cardinal di Foys a 'Vignom. Diceva dil bancheto fato,
dove fu posto carne, di cardinal; e niun vi volse
manzar, dicendo : Omnia preciosa, cara sunt; et in
ore vulgi fabula sunt populi, di la creation di cardinali per danari etc.; e pregò sia secreta .
Da Milam, dil secretario, di 3. Come fo letere
di la creatiom di novi cardinali, e di lo episcopo di
Como e monsignor di Lucion con il senato regio ; e
lui secretario andò a casa di esso episcopo ad alegrarsi, qual si oferse a la Signoria, dicendo non era stà
creato un zenthilomo nostro sollo, ma doy; e scrive
una letera a la Signoria. Item, hessendo li, si have
letere di monsignor di Chiamonte, da Bobbi, scrive
haver auto la toreta, e con quel Piero Antonio vermenesco andò a Zavatarella, qual have a pati ; ma,
trovato alcuni rebelli dil re, li fè retenir, et li hanno
mandati a Parına et Pavia a farli impichar. È stà di 351
questo molto laudato da' francesi. Item, si à di Zenoa, esser morto domino Zuan Adorno in Reame,
di repentina febre, senza confesarsi ; francesi li ha
piaciuto. Item, manda uno aviso abuto da Casal, di
alcuni ordeni fati in Alemagna. Item, Obigni è a
Parma; va poi a Tortona.
Avisi di cosse di Alemagna. Come il re era sta
privo dil governo per anni 6 ; andava a star a Yspurch
con la raina; e hanno in la dieta electi 24 al governo, e fato governador per adesso l'arziepiscopo di Maganza, qual stagi a Vormes, e habi 1000 fiorini di pensiom. È stà fato capetanio il ducha Alberto di
Baviera, qual à di pension fiorini X milia, e cussi
hanno li electori di l'imperio, quali trarà da li merchadanti. Equesto è stà, perchè il re promesse a li
electori non investir il signor Lodovico, lui e successori, e tamen l'investi. Poi voleno l'archiducha
cognossa da l' imperio quelle terre el tiem di l'im
perio ; poi di la guera tolta con sguizari ctc.; tamen
è cosse, come fo judicato, non vere.
Da Ferara, dil vicedomino, di 3. Come era stato
a Cento dal cardinal San Piero in Vincula, qual sta
con doie ; lo honorò assai, et feno coloquij di turchi. Si duol di Modon, et si offerisse. Et disnò con
soa signoria. Era l'orator fiorentino , quallo honorò assai, et è li per praticha dil prefeto, qual si
881 88-2 NCCCCC, OTTOBRE.
352
❘
dice è acordato per capetanio con fiorentini, e aspeta |
risposta di Franza ; e poi esso cardinal anderà a Fiorenza. E si dice il papa torà l'impresa di Bologna.
Et ditto cardinal non li piace di cardinali electi. Il
signor è a Comachio, e ozi è ito li el marchese di Mantoa. Item, è morto domino Gilberto da Carpi,
da poi fata la permutation di Carpi con questo signor ; et sarà meio per suo fiol.
Copia di una letera scrita per el cardinul Triulzi a
la Signoria nostra.
Illustrissime et excellentissime princeps, et domine mi observandissime.
Cumplurimi semper fecerim illustrissimum istud
Dominium, propter maximam ejus potentiam et singularem in administranda republica prudentiam ,
longe mea in ipsum aucta est affectio observantia- que, cum tam arctissima indissociabilique benivolen- tia eumdem Dominium conjungi video cum christianissimo domino rege meo, cujus auspiciis et precibus, quod mihi nuper ac genti meæ honorificum
contigit, jure videor debere illustrissimæ Domina- tioni vestre significare. Hodie ad me ab urbe Roma
breve sanctissimi domini nostri et multorum reverendissimorum cardinalium litteræ allatæ sunt; quibus declaratur beatitudinem suam, ob singularem
ejus bonitatam, et non vulgares commendationes prefati domini regis, ad XXVIII septembris diem,
me in ordinem ac nomen reverendissimorum dominorum cardinalium assumpsisse ac pronunciasse,
magno sacri collegii consensu. Quod nuncium, si- cuti mihi ingenti gaudio fuit, ob dignitatis amplitudinem, supra quam vix quicquam in humanis spe- rare licet, ita visum est mihi illustrissimæ Dominationi vestræ id declarare, ut sibi persuadeat, quidquid in me honoris et dignitatis collatum est, id ad
commodum et amplitudinem istius illustrissimi Status semper cessurum, nec aliter de me operaque mea
promittere sibi posse, quam quæ in ejus manu sunt
ac arbitrio.
Mediolani, primo octobris, 1500.
Subscriptio, manu propria. Filius ANTONIUS præsbiter cardinalis 'TRIVIZIUS.
Atergo : Illustrissimo principi et excellentissimo domino domino meo observandissimo, domino Augustino Barbadico, Dei gratia Venetiarum duci etc.
Di Hongaria, lezendo le letere, vene frate AnI Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
tonio Crovato, qual ritornò con letere, venuto da
Segna in Cao d' Istria per terra ; et disse alcune parole al principe. Et era venuto con uno dil re.
Di oratori nostri, date a Buda, a d 20. Come
l'ultime fono di 18, et poi recevete per frate An- tonio Corvato 4 letere : una zercha el licentiar di
oratori turchi, con la letera dil christianissimo re ;
poi di 5 et 6, con li sumarij di nove di mar; et la
letera drizata a quel re et al re di Polana. Andono
dal re ; era sollo con il reverendo domino Jurich,
secretario. Li dete la letera, qual fè lezer; poi mandò da parte. Et per ditto secretario soa majestà si
dolse assai di la perdeda di Modom, et cussi il re con gesti mostrò dolerse ; poi, mandato li altri da
parte, poi li expose quello si conteniva in le letere
di 4, zercha la liga, prometendo ducati 80 milia, durante bello. Or poi, chome ho ditto, mandati da canto, per il reverendo vesprimiense li fo ditto, la regia majestà si miravegliava, che era stå trata particular,
e hora si trata la general intelligentia ; et che il re
era inenà a spasso, nè era risposto a li capitoli fati con li regnicoli ; dicendo : Da uno canto la Signoria
vostra à raxon, per tante spexe la fa, esser ajuta ;
da l'altro, il re non vol intrar in guerra, e non saper chome. E sopra questo feno varij coloquij ; concludendo, la Signoria si doveria risolver : non è da
comenzar si non si sa il fin . Il re à dato danari a le
zente d'arme, e questo San Michiel va versso Bel- grado, e o convien lassar in preda il regno, o pren- der acordo col turcho; ha li oratori turchi qui, za
tanti mexi, con tanti cavali, e vede hora ste mutatiom; si duol assai. Et essi oratori risposeno etc.
E tamen esso secretario disse in tine, la regia majestà volea haver consideration. E cussi partino ; et
scrive si non vorà li 80 milia. li dirà de li 100 milia.
Deli ditti oratori, da Buda, di 23. Come quella
matina il re, con gran pioza, mandò per lhoro, et
il reverendo vesprimiense fè un longo discorsso,
dolendosi, per nome dil re, di la perdeda di Modon,
et che è zorno memorabile ; conforta la Signoria
haver pacientia, e star di bon animo, cussi come
non si extolle in le prosperità, etiam in le adversità
si conforti, perchè si recupererà il perso, mantenirà
el restato, e aquisterà di novo ; el che il re vedeva
gram mutation, non sa che risponder; li capitoli fo
fati con li regnicoli, omnium consensu, e si à trata
fin hora liga particular, unde a la dieta si farà a Ba- zia, dove sarà prelati e baroni tutti, consegliarà la
materia, e poi risponderà ; dicendo soa majestà aspetar risposta di capitoli, e se mandi a essi oratori ampla libertà di concluder. Et lhoro oratori risposeno
56
883 МССССС, OTTOBRE. 884
le raxon di la Sigtioria nostra etc. Da poi disnar fono di procuratori. Vene per scurtinio sier Alvixe da
dal reverendo vesprimiense, e ragionato assai, li dis- | Molin e sier Piero Balbi, fono savij dil conseio, et
se, il re fin tre di partirà per andar a Bazia, et
starà 5 di ad andar, e sarà li questo San Michiel, e
za le zente d' arme è aviate. Item, l'orator dil turcho, fo ll, il signor lo expedi ; li donò ducati 100 e
tre veste, una di le qual era d' oro ; et se ne aspeta
uno altro presto. Manda letere abute di Polana etc.
Di l' orator dil papa, legato, episcopo di Cry, a
li oratori nostri, datu in Cracovia, a di 9 septembrio. Come a dì 24 arivò lì, dil passato ; et trovò
quel re molto disposto contra turchi , licet questo
estate habi auto gran incursion di tartari ; e il ducha
di Moscovia è in guerra con il ducha di Lituania, e
par tartari siano soldati dil turcho ; et do imperadori
de'tartari preseno oratori di Moscavia, tornavano dal
turco, con 600 cavali, Item, quel re voria più presto
la guerra contra turchi, cha con tartari, perchè po352 tria vadagnar qualcossa, ma per questo inverno non
pol ; è louzi mia 1000 da' turchi, ma il redi Honga- ria solum 70 mia hongareschi, ch'è cinque mia ita
liani l'uno. Item, quel re voria qualche subsidio ; fa
una dieta a la fin dil mexe a presso Rossia, a li confini , 4 zornate de li, Item, è tornato l'orator dil re
di Alemagna ; dice il re di romani si duol di quelle majestà, se habino acordato con la Signoria nostra.
Item, lui à publicha il jubileo ; manda uno cornissario in Moldavia, e lui va im Prussia, dove è una religiom di crosechieri non ben in acordo chon il re
di Polana, e andar e tornar è mia 800; poi anderà
a la dicta, e ritornerà in Hongaria. Item, dice poi
tartari si preparano a la invasiom dil regno, ergo elc.
Da Segna, di domino Alberto de Loya, capeta- nio, a la Signoria nostra, di 2 octubrio. Voria se li mandasse qualche polvere ; e, bisognando, si ordeni a le ixole vicine nostre li dagi ajuto de homeni. Item,
si offerisse tenir exploratori, per saper de' turchi etc,
Scrive latine,
cazeteno de liezerissimi scontri , per esser stati di
colegio ; et non have 300 ballote per uno, per la
malla impression dil gran conseio. Et fu fato provedador al sal sier Donado da Leze, era di la zonta,
fo fradello di sier Vetor, da tre con titollo di pregadi.
Et poi conseio ſo pregadi, solum per lezer le letere, molte era. Et il colegio si reduse a consultar
di trovar danari, et consultato prima di scuoder
li debitori ; dar forma a le vendede siano libere ;
far li officij di bando et rezimenti ; dar angaria a
quelli pagano fitto da ducati 5 in suso ; tanto far, li
patroni di le caxe non possi scuoder da li officiali,
si non ha boletin non esser debitor di la Signoria nostra; et mandar per le terre, o poner unadecima,
o interzar dacij , o aver subsidio ; et di dar il sal per
bocha in questa terra. E tutti diseno la lhoro opinione. Et Jo aricordai di preti, et renovar lo extimo,
et far molti monasterij son stà absolti, iterum siano
viste le raxom. E intisi il re Fedrigo si ajuta, che à
posto una angaria per fuogo, traze di 300 milia fuogi
ducati 300 milia, prima era 400 milia fuogi nel Regno, videlicet si parte a tanti per fuogo ; maHongaria à il regno 400 milia fuogi, a uno fuogo per caха.
Et fo parlato fin sera, nihil conclusum.
Adi 7 octubrio. In colegio, fo prima leto le le- tere infrascrite.
Di Roma, di l' orator, di primo. Chome fo dal pontifice solicitando la electiom di legati. Soa santità
era con 4 cardinali : Capua, Santa Praxede, lo Ale- xandrino et uno altro ; et disse : Come faremo, do- mine orator & che l'orator di Franza non vol se mandi legato in Franza ? Et dimandato versso San- ta Praxede, quello li pareva, disse : Beatissime pater, quando sarò dimandato, dirò il mio voto. Et andó versso la sedia. E l' orator parlò a ditto cardi- Da Trevixo, di sier Hironimo Contarini, podestà❘nal, qual disse : è meglio non mandar niun legato,
el capelanio, di 5. Zercha li bastioni si fa su la Li- venza a longo, et quelli di Sazil non vol darli ajuto ;
si vol transferir li, et uno domino Paulo di Mutoni
è sopra l' opera,
Da Sazil, di sier Alvixe Loredam, podestà el
capetanio, Zercha questa materia ; dice le cosse à
fato li per reparation di la terra etc.
DaMonopoli, di sier Jacomo Badoer, governa- dor, et etiam di la universiti. Come mandavano auctorità al lhoro episcopo, è qui, di dimandar la
confirmation di certi ordeni fati de li etc.
Da poi disnar fu gran conseio. Fato do al luogo
cha lassar Spagna e Franza. Et poi el papa si serò 353
con li cardinali, dicendo doman si faria in concistorio resoluciom, et si publicheria li cardinali novi etc.
Dil ditto orator, di do. Come quella matina, avanti concistorio, el papa chiamò li cardinali in camera,
dicendo non li parer far ozi li legati, atento la dificultà di Franza et Spagna etc. Et intrato in concistorio, nulla fè, licet da alcuni cardinali soa santità
fusse aricordato la provision in re christiana ; tamen, nihil fecit. Manda li brevi soa santità manda
in Hongaria a lo episcopo di Cai, legato al re medemo, et a Thomà ystrigoniense cardinal.
885 МССССС, OTTOBRE. 886
Dil duchi di Valenza a la Signoria nostra, di
30. Come doman si parte per l'impresa di Romagna, per ubedir il papa ; si oferisse, si pol 0, per
la Signoria nostra ; et si solo scrive : Deditissimo figliolo et servitore, el ducha di Valenza, di sua man propria. È brevissima letera.
Dil cardinal curzense, in materia di recomandazion dil vescovo di Curzola ; et etiam il papa scrisse
unbrieve, in re sua.
Vene l' orator di Franza, al qual li fo leto la letera di Roma ; et si dolse assai, dicendo el re suo
era bon, et il papa cativo ; e mostrò una letera
scrisse al re a persuaderlo in re christiana, optimamente ditata ; e, si fusse venitiam , non scriveria
meglio.
sora Cao Spartivento et vellizava ; et Abram ebreo
li ha ditto, haver letere dil capetanio, di 28, di Cao
Spartivento. Item, per uno parti da Messina si ha,
domenega, a dì 27, fè vella ; et il nontio dil re non
la trovò. Item, zonse a Napoli uno messo dil papa,
andava a Messina a solicitar l'armata ; lo à visitato etc.; andarà tardo ; solicita sia mandato il successor ; suplicha e dimanda di gracia.
Da Messina, di domino Francesco Florian, doc- 353
tor, data in nave, im porto, a di 19. Come in quella
hora XV, ussiva dil porto la armata, era reduta tutla al porto per ussir, et cussi faceva vella. Et eri il capetanio mandò Zuam da la Guarda con tre fuste a
Corfù, con letere, avisi il zeneral di la sua andata et
che l' anderà al Zante, aspetando suo hordine. Poi
disse esso capetanio : Si el turcho sarà partido di
Napoli, che faremo nu in Levante ? E lui li disse :
Vene l' orator dil papa, al qual per el principe li
fo ditto questo ; et dolendossi molto, che si aspetava
la election di legati, et horra à ditto questo, ch'è il | Dar qualche bataia a Modon, come soa signoria havia
falsso. Si dolse, dicendo anderia per stafeta, volendo.
ditto. Conclude, è sſerdito il capetanio. Item, è in
nave con lui , li à dà una camera a presso di lui ; e
l'armata è velle 76, benchè el capetanio dice sarano
da 90 velle ; ma la charachia zenoese, chiamata la
Galiana, non vene. Item, quelli patroni zenoesi à
ditto mal: la Signoria fa pocho caso di quella armata, per non averla mai mandata a rechieder. E lui
li à risposo : Non bisognava , havendo una volta
quelle regie alteze oferta a la Signoria nostra.
Vene sier Constantim Zorzi, da San Marcuola ;
e fè lezer una letera li scriveva suo fratello, sier
Hironimo, da Ragusi, di 14. Come scrivea al conseio di X, et che il turcho inverneria a Salonichij
dove è campagne e fiumare, è su la strada di Hongaria, Corfù, e dove el vuol ; e à manda a far la seraia. Item, vene uno ulacho li dil signor, con la nova
di Modon ; quelli signori li donò aspri 500; non li
volse, e si parti, dicendo non haveano abuto piacer.
Item, li basta l'animo saper di novo ; voria tre
exploratori : uno stesse dal turcho, uno andasse, ❘ Signoria nostra, sponte nel lhoro conseio haveano l'altro venisse, e aviseria ; ma bisogna spexa. Etche
vene, et ha nova Schender bassà in ver Bosana fa
zente, e con artilarie vol venir a tuor o Nona o
Lavrana, sì che si provedi. Item, capitò li uno orator di Maximian, prete, andava al turcho ; alozò in
caxa di maistro Rado, tentor, sta di fuora; e monto
a cavalo per andar da Mustafa bei, è stato altre volte ; ma poi vene uno altro messo di Maximian, che
revocho tal andata. Et par ditto Rado sia bandito,
havendo salvo conduto etc.
Et fo consultato, per dubito di Nona, scriver
in Friul al provedador, vi mandi 300 provisionati
et bombardieri; e mandar le barche a levarli a Cervignan, et mandarli biscoti et farine etc.
Da Napoli, di l' orator, di 30. Come mandava
letere di Francesco Florian, di Messina ; et il re era
tornato. Li à dito il ducha di Gravina è andato a
Roma per tuor la fia dil papa per moglie ; li à scrito,
ricomandandoli il stato, et è partito senza licentia.
Item, ozi si ha nova, l'armata yspana, a dì 28, era
Da Salò, di sier Hironimo Bon, provedador e
capetanio di la riviera di brexana, di do. Chome
quelli fidelissimi, considerando la gran spesa era la
preso pagar per questo anno tanta quantità, quanto
l'anno passato quella comunità fo limitada per il
subsidio ; et haveano butà le colte, e presto li manderiano a la Signoria. Et, per mio aricordo, fo scrito
una bona letera, laudandolli molto.
Di Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador zeneral, di 5. Manda una letera, abuta da domino Martin Visconte, di Brignà, et Piero Ludochovich, data a dì 29 septembrio, come in Bossina non
è adunato alcun exercito, ma ben turchi dubitavano
di hongari, per il locho di Smedro etc. Poi scrive
❘zercha quelle cosse di le zente è in la Patria e di
stratioti .
Da poi disnar ſo conseio di X con zonta di colegio, e altra zonta nuova ; tra i qual sier Piero
Balbi et sier Alvixe da Molin ; et nuj savij ai ordeni
se redusessemo a consultar assa' cosse.
Da Zara, di rectori, di do. Come haveano nova,
per via dil ban, Schender bassà non havia zente per
corer in Friul ; ben è vero 7000 cavali di hongari
887 MCCCCC, OTTOBRE. 888
354
andò a Smedro, et turchi 8000 li andò contra, e
hongari rimaseno vincitori. Item, voriano do passavolanti , perchè quelli si rupe, e à uno solo bombardier, qual è maistro Michiel Bastin, e à mal franzoso. Item, a Lavrano è infetà do caxe di peste ;
et dice di sier Jacomo Manolesso, à compito la castelania di la citadella, dia venir il successor ; voria
la Signoria lo lasasse per capo di quelli stratioti sono
li ; da' qualli è amato.
A di 8 octubrio. In colegio, fo San Marco, fu
provisto a le cosse per Nona ; e si manda Alvixe
Zucharin a cavar etc.; et Spadazin era capo di schiopetieri, qual à bona fama ll a Zara.
gnerà da 25 a 40, a darlo a ducati uno el miro. Item,
intisi l' oficio dil sal à de intrada ducati 180 milia a
l'anno, e la spexa è si, che si avanza ducati 3000,
oltra li depositi numero 12, a ducati 8000 per uno ;
et dil resto la Signoria se ne pol servir, ponendo
modo. Et cussi colegio stete a consultar fin hore
do di note.
Vene la risposta di la letera fo scrita ai 'lectori
di l' imperio, portata per il nostro corier. La copia
di la qual è qui soto posta.
Copia di una letera scrita per l' arsivescovo di Maganza, elector di l' imperio, a la Signoria nostra.
Illustris princeps.
Vene l'orator di Franza, e disse haver auto eri
letere di Roma, di monsignor di Trans, el papa farà,
il primo concistorio, li legati etc. E disse dil capetanio di le do nave armate a Zenoa, è francese, Redditæ sunt nobis, die 23 septembris anni præhomo da ben, nome Renier Parente , visconte di { sentis, dilectionis vestræ litteræ, miserrimam illam
Roan, e homo di guera, che si scrivi al nostro capetanio lo carezi et l'operi , ch'è ben disposto a far ;
su le qual nave è 1200 homeni combatenti, e le
parti a di 9 septembrio di Zenoa; et cussi, consulente collegio, fo scrito di questo al capetanio zeneral.
Da Spalato, di sier Piero Trivixan, conte, di
29. Manda una letera abuta da domino Zuan Ceret,
vice ban di Jayza ; li avisa, Schender bassà preparar
zente, dove si vadi non sa ; et manda soi a dir a
bocha, a li qual vol esso conte li presti ſede.
Da Traù, di sier Polo Malipiero, cante. Zercha
li stratioti sono li, manda la mostra, e aspetano le
pageetc.
Da Raspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio,
do letere, una di 27 septembrio, l'altra di do octubrio. In la prima, dil capetanio di Poglano, qual mandò a uno castelan nostro di la juridition, a far
novità a Colmo, brusò certi feni ; per l'altra, conte
questi di Colmo manda uno suo messo a la Signoria nostra, per rechieder monition, per esser quel
castello molto al proposito ; per il qual, venendo
turchi in l' Histria, convien passar de li. Et lui capetanio è stato a vederlo, et lauda molto el sito.
Da poi disnar, si redusse li savij a consultar in
materia di danari, et tutti disseno le sue opinion. Et
fu proposto di scansar monte nuovo, con darli tante
di le possession dil Polesene a li creditori, che valeno ducati 200 milia ; et oltra tutto si trarà 20milia ducati di decime a l'anno, che hora, di tutta la
quantità, non si traze di fatto X milia. Item, aricordo sier Alvise Mocenigo, mio collega, far la Signoria compri l'apalto di ogij , e la vendi ; vadacladem civitatis Mothoni ac christianorum trucidationem referentes, quæ, ut par est, non modico nos
dolore affecerunt, quibus, proh dolor ! tam celeriter
opportune consulere non potuimus. Referemus tamen cæteris principibus electoribus, qui hic loci advenient, ea quæ Augustæ ad christianæ fidei tuicionem
decreta sunt, executioni demandaturi, tantam christiani nominis jacturam. Cum quibus una, quid pro
fidei orthodoxæ augmento et conservatione conducere poterit, consultabimus.
Datæ Nurimbergæ, die 24 septembris, anno
domini 1500.
Subscriptio : In medio litterarum , BERTHOLDUS
Dei gracia ecclesiæ sanctæ maguntinæ sedis archio
piscopus, sacri romani imperii per Germaniam archicancellarius princeps elector.
A tergo : Illustri principi, domino Augustino Bar- badico, Venetiarum duci.
A di 9 octubrio. In colegio reduto el principe, 354 *
in camera di sopra, comenzó a dir, bisognava proveder per trovar danari. Et qui ſo consultato, et
molti savij disseno l'opinion sua, tutti concorendo
far prima contra li debitori la execution. Et fo mandato per sier Alvixe Zustignan, official a le raxon
nuove ; e fatoli per el principe un gran rebufo, per
non haver voluto andar su l'incanto.
Vene l'orator di Napoli, e mostró una letera
abuta dal re, di 17, in recomandatione di domino
Troiano de Bitinis, zercha le cosse sue di Trani, se
scrivi al governador come è stå serito per il passato.
889 МССССС, OTTOBRE.
890
Fo ordinato di farla. Poi disse, aver di Elemagna, di
primo, il re esser partito per Nolimberg, dove è reduti li deputatti etc.; ma prima è andato a Nerimberg, per acordar certe cosse di Svevia, et era venuta la nova di la trieva dil roy, e lui par non l' habi
confirmata; e li electori si à dolto, senza lhoro saputa esser stà mandà in Franza; pur si adatarà,
et maxime per non esser stå fato in quella mention
di li aderenti. Poi, ussito, mandò a dir voleva un
salvo conduto per Alvixe Ripol, secretario dil re,
torna di Alemagna a Napoli. Et consultato, per rispeto di Franza, terminato non far; ma ditto, vadietc.
cha saper altro, e anderà subito, aliter sia reputa
traditor. Et li lexi li sumarij di mar. Soa majestà si
dolse assai, ma spera, zonta l' arma' yspana, e le so
do charachie armate a Zenoa, capetanio è di le qual 355
uno chiamato Renier Parente, par li habi scrito, à
'buto grandissima fortuna a l'ussir dil porto, pur
anderà presto etc. E li à scrito, si vol mesedar nel
sangue turchescho. Item, di oratori di Maximiano,
et di le trieve, O s'intende ; solum molti milanesi, il
re di romani li à manda a Trento, e lui è Nolimberg.
Item, monsignor di Albi e maraschalcho di Giaè è
partiti di la corte, per andar a' lhoro stati etc. Item, è
zonti li oratori stati in Hongaria, con uno orator di
quel reper veder la fiola dil conte di Foys, neza dil
re. Item, il re fin zorni XV si parte per Bertagna ;
suplicha habi licentia etc. Item, il re manda in Italia
400 lanze.
DaMilam, di sier Francesco Foscari, el cavalier, va orator in Franza, di 6. Come eri zonse
li, li vene contra il secretario e alcuni altri. È poi
zonto monsignor di Alegra e domino Troian Papacoda, scusandosi averlo ſalito, esserli stà contra, credendo venisse per la via di Crema, e lui vene per la
via di Trevi . E poi quella matina vene domino Antonio Maria Palavesin, el conte Carlo di Belzoioso, et
domino Erasmo Triulzi, per nome di monsignor di ❘ il re era stà ſato edito etc., il recuperato fusse tolto,
Luciom, a visitarlo, oferendossi ; et cussi ozi, da poi
disnar, ave audientia. Et parlato etc., intrò in cosse
di re christiana. Li disse era certo la majestà dil re,
expedito arà li oratori di Maximiano, verà a Lion, e
sarà avanti Nadal, per atender a l'impresa contra
infideles ; e spera si adatarà con il re di romani, e
poi si atenderà contra il turcho ; et lo invito a cena.
Doman si partirà , sequendo il camim. Gratie etc.
Dil secretario, di 6. Di la venuta li dil ditto orator, honorato præter solitum; et che a la dieta di
Lucerna, dove è reduti sguizari , par siano comessi
dil re, per adatarli ; altro non z' è.
DiFranza, di sier Beneto Trivixan, el cavalier,
orator, di 29, date a Bles. Come sabato zonse li el
cardinal Roan ; fo con lui ; li replichó etc. Rispose, la
majestà dil re sarà prontissima a tutto, non havendo
garbuio da Maximiano ; et per dar principio a scuoder la decima dil clero, la qual tien sarà expedita e
spesa tutta contra turcas, à mandato im Provenza
a far conzar nave, et cussi a Zenoa e altrove. Et dito cardinal si dolse di Modon assai, dicendo voria fusse
stà 4000 normandi dentro, e li costasse ducati 200
milia al re ; e oferiva a li bisogni li ditti 4000 normandi, per meter in le terre. Poi, parlato di Napoli,
disse : Voio parlarvi un zorno etc. Saria bon il re
avesse etc. Item, fo ozi letere di Roma a l'orator, e
brievi al re, tamen non è si non in cosse soe particular, come el re disse a l'orator nostro; e che li
volea scriver, zercha l' abocharsi, non acadeva altro
Da Leze, di sier Francesco Malipiero, consolo
nostro, di 25 septembrio. Come sora San Cataldo si
rupe su la spiaza la nave di sier Stefano Contarini,
carga di ogij e zenabrij di nostri zenthilomeni ; et per
justa l'hordine, ch'è suo quello si recupera dil naufragato. Fo dal vice re, qual tutto è nostro; e, mediante l' orator a Napoli, il re fu contento far gracia,
nulla fusse perso. E cussi à auto; et dete la letera al
vice re, qual si à oferto a la Signoria nostra.
DidominoAndrea Caraffa, di Santo Severino,
Idronyti etBari, vice rex, ala Signoria nostra. In
risposta, oferendossi etc.
Di Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà el
capetanio, di primo. Zercha certi vini, comprati per
la caxa di l' arsenal, ma il dazier vol haver il suo dacio etc. Risposto, quello vende debi pagar.
D. Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador zeneral, di 7. Nulla da conto zercha quelle zente, provisionati et stratioti etc.
Intrò li capi di X, et fo aldito uno marangon,
stato in armata, credo voglij far di brusar le galie
dil turcho etc.
È da saper, eri se intese di uno per di noze, fate
dil signor di Pexaro, Zuanne Sforza, in la fia di sier
Mathio Tiepolo ; et fo fate per commission. Fo ditto
darli in dota ducati 3000 di contadi, et ducati 3000
al sal ; e lui li ſa contra dotta di ducati 25 milia. Et
cussi eri sera esso sier Mathio Tiepolo fo dal principe, alegrarsi.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et
vene letere.
Di Tra', di sier Polo Malipiero, conte, numero
tre. In materia dil castello di Monte Zoylo, si fa de li,
891 МССССС, OTTOBRE. 89-2
355
al qual vi manda la custodia ; non à danari da compir. Item, di fanti et stratioti etc.
DaSpalato, dil conte, sier Piero Trivisan. Zercha el bastion di Narenta, chome li custodi si parte,
et se li provedi, o vero sarà abandonà.
Fu posto per lhoro savij, che per dar forma che
le caxe poste in la Signoria per la parte 30 zener
1499 siano vendude etc. Item, siano electi tre di ogni
oficio e oficio continuo, excepto di colegio, quali vendano da poi li tre incanti etc., ut in ea. Sier Antonio
Trun, el consier, messe quelli poteseno etiam esser
electi dil colegio. E andò le parte: una non sincera,
10 di no, 70 di savij et 82 dil consier. E questa fu
presa. Et cussi fono fato il scurtinio ; haveano gran
pene a refudar. Et rimaseno : sier Piero Balbi , fo savio dil conseio, 117; sier Lunardo Grimani, savio a
terra ferma, 113 ; et sier Andrea Cabriel, savio dil
conseio, 111. Fono tolti : sier Francesco Foscarini,
savio dil conseio ; sier Lunardo Loredam, procurator, savio dil conseio ; sier Antonio Bernardo, dotor,
cavalier ; sier Domenego Paruta, è di pregadi ; sier
Antonio Cocho, fo a le cazude ; sier Andrea Dandolo, fo a Trevixo.
Fu posto per lhoro savij, che cussi chome se intendeva, il stabele di debitori haver tempo 6 mexi,
cussi se intendi dil mobele, zoè caxe et possessiom
di fuora. Ave tutto il conseio.
Fu posto per nui, ut supra, scriver a sier Jacomo
Venier, capetanio di le galie grosse, vengi a disarmar con la soa galia, tuttavia con consentimento dil
capetanio zeneral, al qual li sarà dato noticia, et drezerasse le letere. Ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti li savij la comissiom di sier
Francesco Foscari , el cavalier, va orator in Franza.
Si aliegri col re di la salute e vitoria contra Lodovico, causa di ogni mal di la christianità; li acerti la
bona disposition nostra versso la soa majestà ; poi
in materia christiana procuri fazi etc. contra il turcho ; visiti la raina e il cardinal Roam et altri ; et ne
avisi spesso. Et ditta comissiom have tutto il conseio.
Restò conseio di X con la zonta di danari, procuratori e colegio, per far l'ubligation di danari, si
ha in Candia da sier Zorzi da Canal, per mandar a
comprar vini per l'arma' di Spagna. Tamen nulla
fu fato, per non esser reduto il numero di la zonta.
A dì 10 octubrio. In colegio vene sier Anzolo
Trivixan e sier Zacharia Dolfim, provedadori, executori sora le cosse da mar, et aceptó ; et comenzono
operarsi, et a spedir le cosse per Nona.
Di Roma, di l' orator, di 4. Come fo dal papa a
solicitar etc. Soa santità li disse in secreto, doman
voleva in concistorio far promotion di legati, o ver
nomination a latere. Videlicet in Alemagna el cardinal curzenze, qual à gran praticha, è caldo a queEt fu consigliato di meter, atento sier Antonio ste cosse dil turco; in Franza poi vadi, Ingaltera,
Trun, el consier, voleva meter di conzar la terra, Scocia et passi in Spagna, el cardinal di Salerno, noche fusse preso come 1469, per sier Jacomo More- viter creato. Et questo perchè l'orator di Franza li
xini , el consier, fu messo che non si potesse parlar, ❘ à mostra letere dil roy, li scrive mandi legati a li
ni meter di conzar la terra, fino anni 5, et tamen,
soto pena ducati 1000 ; nè si possi revochar, se non
per 6 consieri, 3 cai di 40, e tutto il colegio unito,
et li tre quinti dil pregadi, da 150 in suso congregati. Ma nulla fu posto, et fu il meglio.
Fu posto, per nui savij ai ordeni, confinar li ca
petani di Baruto e Alexandria, per tuto dì 14, et a
dì 16 partir, et a di 18 le altre do galie. Et ave la
ditta parte: 5 di no, 129 de si ; et tamen non havea -
no levà bancho, nè tutte le zurme.
Fu posto per nui, ut supra, e li altri savij intrò,
scriver al capetanio zeneral, mandi il barzoto, patron
sier Hironimo Morexini, in colfo, a obedientia dil capetanio dil colfo ; al qual sia scrito, che, non havendo
bisogno, lo mandi in Quarner con la fusta di Veia,
per custodia de li contrabandi si fa . E ave 4 di no.
Fu posto per nui, ut supra, scriver al capetanio
zeneral, mandi de qui a la Signoria nostra sier Francesco Zigogna, provedador di la Morea, con el primo
pasazo. Et have 9 di no, 140 di la parte.
principi et a lui. Et prima l' orator diceva , soa
majestà non vorà. Et uno altro in Hongaria, che
sarà il cardinal governador, pur noviter electo ; sì
che li disse damatina, avanti che concistorio si redugi , debbi venir da soa santità, li dirà. Et etiam
manda brievi a la Signoria nostra. Et la caxon non
volemo far legato fermo, e in Franza, è per esser uno 356
nostro orator. Nota, è l' arzivescovo di Arles, et il
re richiede orator et non legato; ma questo cardinal passerà Ingaltera, e li lasserà uno, e anderà in
Spagna per adur a la expedition etc. Item, el roy li
à scritto di andar im persona, volendo venir. Soa
santità li à risposto, esser contento andarvi, e di
questo fa voto a Dio ; et chiamò l'orator di Franza
dentro, qual afermò di questo. Et l'orator nostro
ad omnia rispose sapientissime. Poi il papa lo ringratiò di haver la nostra Signoria levato il secretario di
Rinano.
Dil ditto orator, di 5. Chome, justa l'ordine,
quella matina fo a palazo; et, disciolto concistorio,
893 MCCCCC, OTTOBRE. 894
hanno electi li tre legati nominati ut supra, e più Vene il signor Schandarbecho, solicitando la sua 356 *
quel va Hongaria vadi etiam in Polonia. Et l' orator expedition ; à fato li stratioti qui, son su Lido con
yspano havia ditto al papa, aver letere di 26 et 27, Marco da Navara, contestabele, con schiopetieri 50,
dil capetanio di l' armada, dil suo levar di porto da quali aspetano li danari. Àmandato im Puia a far 50 Messina, per andar a Corfu, solicitato per letere di altri stratioti ; à 'uto in tutto ducati 1200; mancha il
quel rezimento, et dil capetanio zeneral nostro. Et resto fin numero 3000. Or el principe disse, lo expeditto orator richiese la cruciata. El papa disse: Man- ( diria ; e cussi sier Antonio Bon, va provedador con
demo legato li etc. Item, uno dominus De Rosis, baron di Hongaria, preciede l' orator di quel re in corte, vien a Venecia per veder la terra; dubita non sij
lassato intrar, per venir di Roma, ch'è la peste. Aricorda si honori.
Vene l'orator di Franza, al qual fo comunichato,
e fato lezer questa letera dil papa. Li piaque assai, e
ditoli il roy andava in Bertagna, li piaque molto, dicendo va per poner in hordine li navilij etc. Et mostrò letere dil cardinal curzense, li scrive di la election sua legato, nominando li altri ; si partirà presto
et verà per questa terra; sì che le cosse va bene.
Vene l' orator dil papa, et mostró do brievi di
5, il papa li scriveva. Il primo, assa' longo, e in
optima forma, li avisa la election di legati : il primo
reverendo domino Raymondo, cardinal curzense, al
serenissimo re Maximiliano ; reverendo domino Johanne, prete cardinal di Salerno, a Ludovico 12.mo,
re di Franza, Hemanuel re di Portogallo, Arigo re
di Anglia, et lacomo re di Scocia ; el reverendo domino Piero, prete cardinal, gubernator, a Yladislao
re di Hungaria et Zuan Alberto re di Polonia ; et
quello va in Franza va etiam in Spagna dal re Fertinando et Helisabetha rezina, per far la expedition
contra infideles, con ampli mandati di acordar, pacifichar etc. Item, richiede che a l'impresa di Romagna la Signoria presti favor a ultimarla, acciò quelli
danari spenderia si possi spender contra infideles, et
il ducha im persona andarvi ; videlicet far il ducha
di Urbin non dagi ajuto a quelli signori excomuni- cati, et non si dagi l' adito e vituarie a missier Zuan
Bentivoy etc.; et che era tre di ditto ducha era partito con 800 homeni d'arme, et 4000 fanti et assaissime artilarie etc. Item, per uno altro brieve, pur di
5, avisa il partir di l'armata yspana di Messina ,
come à saputo da domino Laurentio Suares, orator
di le catholice alteze in corte. Demum, esso orator
solicitó la scriptura di la protetione, et il principe li
rispose ringraciando el papa, et si faria.
DaMonopoli, di sier Jacomo Badoer, governador,
di 16 septembrio, in risposta. Si poria aver di quelle jumente nostre da 30 polieri, di 4 et 5 anni, optimi.
Item, zercha li ordeni di pagamenti di soi oficiali non
pol saper, ni per la taola di syndici.
lui ; tamen era varia opinion in colegio.
Noto, l' orator di Urbim voria audientia per il
signor, vol la protetion, dubita di le zente dil papa,
fa gran partito ; fo aldito di savij.
Item, qui è Jacomo Sacho, venuto per nome dil
conte di Soiano, qual etiam à paura ; voria la protetione nostra ; non è aldito.
Da poi disnar colegio si reduse, per consultar le
cosse di Hongaria.
Adi XIoctubrio, domenega. In colegio non vene
il principe. La Signoria dete audientia, e li savij consultono la letera di scriver in Hongaria, optima. Et
alcuni è di opinion, far eletion di novo orator.
Item, è da saper, per le parole di frate Antonio
Corvato, la Signoria fa far una bellissima curazina di
veludo, per mandar a donar al conte paladim, di
primi baroni di Franza ; costa ducati ......
Da Budva, di sier Nicolò Memo, podestà, di 23
septembrio. Di bisogni di quella terra ; non hano da
viver, ne è solum homeni da fati numero 180, unde
❘voriano fanti ; il contestabele è qui ; manda quella
comunità do oratori a la Signoria nostra, quali ſono
comessi a l' hordine nostro.
Da poi disnar fo gran pioza, fu gran conseio ; e
colegio non si reduse.
A dì 12 ditto. In colegio non vene il principe.
LaSignoria dete audientia, e li savij consultono di
danari. E sier Nicolò Trivixan, procurator in setimana, fè notar una parte : dar il sal in questa terra
universalmente, ut patet. Item, una angaria a tutti li
campi di terra ferma, soldi 4 per uno etc. Tamen
sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, volse
rispeto .
Item, fu fato homo di conseio di la galia Mar- cella, di Baruto. Rimase Francesco Vasallo. Et fo
terminato, pleno collegio, tutti d' acordo, contra sier
Jacomo Marzello, patron, voria la Signoria pagasse
lei questo homo di conseio : e il parom, et ait verba,
non lo pagerà.
Vene l'orator dil papa, solicitando la protetion
e la risposta a le richieste fate. Et li fo risposto per el vice conseier, si vederia.
Da poi disnar fo pregadi. Vene letere di mar; il
sumario scriverò di tutte qui di sotto. Etfo chia-
895 MCCCCC, OTTOBRE. 896
357
mato el conseio di X, per una letera venuta a Il cai, ❘ armata a la Prevesa, e poi dovea tornar in campo a
da mar. Poi chiamato li savij di una man e di l'altra
dentro ; et steteno assai. Demum, chiamata la zonta di danari dentro, per far l' ubligazion di sier Zorzi
da Canal, per li danari à in Candia. Et la zonta di
danari sarà qui soto posta.
Sier Andrea Cabriel .
Sier Alvixe da Molin.
Sier Lunardo Loredam, proconlator.
Sier Piero Balbi.
Sier Antonio Valier.
Sier Alvise Venier.
Sier Bortolo Vituri.
Sier Nicolò Dandolo.
Sier Marco Bolani.
Sier Fantin da cha' da Pexaro.
Sier Francesco Baxadona.
Sier Antonio Calbo.
Sier Marin Lion, procurator.
Sier Francesco Foscarini.
Sier Piero Duodo.
Li procuratori.
Savij dil conseio et savij di terra ferina .
Da Corfu, di sier Piero Liom, baylo et capeta- nio, di 23. In laude di Alvise Griego, contestabele,
era li ; qual lo lauda assai, ma il proveditor lo cassoe, et più, lo à fato poner in feri e retenir, e lo vol
mandar a Venecia ; non intende la causa, si duol
assai.
Dil ditto, di 25. Come recevete tre nostre letere, con una di cai di X, a le qual dice per lui obedirà; per l'altra, zercha il far di biscoti, et per l'altra,
una letera va al capetanio di l'armata yspana. Quanto
a i biscoti , dice non è legne de li, nè si pol andar a
tuor senza pericolo. Item, dil mandar di Alvixe Griego in feri de qui, à contaminato tutti quelli soldati .
Item, lui atende a le fabriche, et si lavora ; in Castel
Novo si fa una cisterna, et si atende a serar la citadella sotto il palazo, ch'è opera molta salutifera, e
di brieve sarà reduta in forteza. Item, eri, per una fusta viem di armata, have letere dil zeneral, di 4,
da la Vaticha. Par l'armata inimicha è versso Napoli, il campo reduto ad Argos. Item, per uno schia- vo corfuato, fuzito da' turchi, a modo calogiero, fu
preso a Modon, si ha l'armata turchescha esser andata a Negroponte, dove la invernerà, e il signor
turcho à lassà a Napoli flamburi 9, soto il governo
dil flambular de l' Angelo Castro; el qual è andato
daPatras a Lepanto, per meter hordine di far nova
Napoli ; e si dicea il signor havia deliberà far fabrichar galie a la fiumara del Cathochi, a presso i Cu- zolari, e à veduto ditto corfuato el ditto flambular
li, a dì 13 di questo. Item, il capetanio zeneral dimanda biscoti per l'armada , par in questi di li
mandò tre caravelle con biscoti, qual sono al Zante ;
par non ossano andar più oltra ; dubitano di galie e
fuste sono a Modom; e poi etiam andò la nave, patrom Nicolò de Alegreto, con do galie insieme, la sibinzana e traurina. Item, li a Corfù hanno solum 3000
stera di formento mal conditionato, et il resto è sta
daa' fornari per pagamento, e per sovention di homeni, sono a la Parga, et venduto per pagar nolli di
navilij à conduto li biscoti. Item, manda le mostre
di fanti.
Dil ditto, di 26. Come per uno gripo, parte a
di 22 dil Zante, dice a di 23 a l' alba, sora el Peloso,
al Cao dil Zante, trovò una fusta ; li disse veniva di
armata, con letere dil zeneral a la Signoria. Dice
l'arına' nimicha è andata a Negroponte, e il signor
è ussito di la Morea col campo, va a la volta di Constantinopoli ; e in la Morea è rimasto solum le zente
dil flambular di la Morea.
Dil ditto, di 27. Come eri arrivò li domino Zuan
da la Varda, capetanio di tre fuste yspane, è 8 di
parte da la soa armata, qual à lassà a Cavo di le Colone, e a dì 21 dovea partirse per venir a la volta di
Levante ; el qual ozi è partito con ditte fuste per il
Zante, dove crede trovar la ditta armata, ma è venti
da ponente e maistro forzevole. Item, per uno patron, à trovato in bocha dil canal una fusta stava su
le volte, con alcuni ambasadori di Candia vien a la
Signoria nostra, col qual è venuto uno, fo cavalier
di sier Cabriel Venier, fo castelan a Coron, scampato
da' turchi ; dice ditto sier Cabriel è in uno loco a
Londari in feri; il signor vol ducati 2000 da lui ;
sier Marco Cabriel è vivo, el signor el tiem a presso
de si, e à veduto in campo sier Valerio Marzello; e
che quel scapolò a Napoli, fo sier Pollo Contarini .
Dul Zante,di sier Nicolò Marzello, proveditor, 357
di 18. Di una sua fusta, mandata a la volta del
Galata, qual riporta haver de homeni fide digni e
parenti di quelli dil Zante, el flambular de l'Angelo Castro, qual è stato in campo col signor, esser
passato da Patras aNepanto, a dl 14, per redurse
versso il suo flamuro. Item, el signor turcho è
ussito di la Morea, e reduto a la Vadia, a di 12,
e à licentia li flamulari, e tutti timarati di la Romania, acció prepari galie nove a la Prevesa. Item,
ozi zonse de li al Zante uno Marin da Corfu, fu
897 МССССС, отTOBRE. 898
compagno con la galia Polana, da la Cania scapo- | mada, avanti il suo zonzer in armada ; e la galia
da Cherso, che dubitava non fusse perida; referisseno la galia da Trani esser rota al Selino, sopra
l'isola di Candia, e tuti li homeni scapolati, quali
montati sopra uno barzoto, vieneno in armada. Item,
la galia di Candia, sopracomito sier Anzolo Pasqualigo, esser anegata con tuti li homeni, nè esser scapolato alcuno. Dicono etiam la nave di sier Beneto
lato, fuzito da Modon, e li venuto con uno zopolo
per via di le Peschiere di Nepanto. Dice il signor
turcho esser ussito di la Morea, e à licentiato li
timarati, e à mandato il flambular de l'Angelo Castro per far preparar nova armata a la Prevesa,
e il signor à fato la via di Salonichij, dove li dia invernar ; à lassato 9 flamuri a l'assedio di Napoli
soto el ditto di Angelo Castro. Item, el signor fa| Zustignan ritrovarse a la Fraschia, quale faceva aqua
far armata a la fiumara de Chatochi, e lui provedador à mandato una barcha a le marine di Castel
Tornese, per saper la verità. Item, eri sera zonse
li al Zante 4 galie di Franza, era l'anno passato in
la nostra armata, vano in ponente ; li à persuaso
a tornar dal zeneral nostro ; non hanno voluto, dicendo haver mandato dil gran maistro di Rodi, di
andar a dretura versso Marseia. Item, li populi dil
Zante è in moto etc.
Dil ditto, di 22 et 23. Come eri ritornò la spia,
mandoe a Napoli di Romania, qual è stata fino a
presso Napoli, et ha trovato zercha X milia turchi,
alozati per quelle campagne di Argos ; et il signor è
partito di ditto locho, et è ussito fuora di la Morea
per andar versso Constantinopoli ; e dice per causa
l' ongaro li dà molestia, et à lassato zente etc. li, per
tenir stratioti assediati di Napoli, che non possano
ussir etc.
e li discargava ; et che in Candia si armava do nave,
sopra le qual quelli rectori metevano provisionati e
homeni da remo. Item, la galia Meza andò a Napoli,
e portò li ducati 1500, e uno gropo di danari di
la compagnia di Colla da Roma, e di Candia li
portò cinque sachi di salnitrio, e una bote di solfere.
Item, vene a lui el castelan di la Vaticha, con li
compagni, à dichiarito la gran miseria, li à dato
certi danari, come apar, al castelan lire 31, a uno
caporal lire 18, ali compagni 76 lire 9. Item, a
Malvasia se hanno reduti molti stratioti da Coron,
fuziti de li, sono di quelli mantenivano la parte di
la Signoria nostra, come sier Pollo Valaresso e sier
Polo Contarini à fato fede, di quali alcuni voleno
venir a la Signoria; li à fato bona ciera, e li à dato
ducati X, per potersi fornir di biava , per li soi
cavali, sarano zercha 100. Item, stratioti habita a
Malvasia voriano danari per sovention, e sono ben
500, li à carezati e datoli bone parole ; e scrito a
quel rector li fazi bona compagnia. Item, aricorda
si provedi di biscoto, per non ne esser etc. Di Gandia non ne spiera haver, perchè le galic venute 0 à
portato. Item, si mandi armizi di ogni sorte, feramenti , arbori, anthene, mascoli etc. , per esser le
galie mal in hordine, e molte galie grosse e sotil
sono vechie e marze, e molte di le grosse fano
aqua, e stanno sempre con trombe in sentina. Etiam
vol danari, non ne à quasi più,li resta dar sovention a 4 galie ; manderà la zercha di le galie grosse
e sotil. Item, de li spagnoli fo mandati soto do capi,
videlicet Mona Salvas de Corduba, et Joart da Logrogno; li dete solum do page, e mandò la 3.ª paga
al zeneral, si che ne mancha etc. la paga di contestabeli, et voria saper se li dia far le spexe. Item,
è venuti a lui alcuni citadini di Modon, erano a Coron presoni, e si hanno riscatato ; sono nudi ; à trovato certo panno, e li ha fato una vesta per uno etc.
Di sier Beneto de cha' di Pexaro, capetanio zeneral di mar, di 4, in galia, a la Vaticha. Come
l'ultima soa fo di ultimo dil passado, a la vella sopra Cao Matapan. Si ritrova li con tuta l'armada,
nave, galie grosse e sotil ; et è fin quel zorno forzado da buora molto forzevole e contraria al suo navegar. Scrisse al podestà di Malvasia, per conforto
di quelli populi, e per saper nova di Napoli di Romania e di l'armada turchescha, quale za havea
passato Cao Malio ; ebe risposta, ditta armata esser
andata a la volta di Napoli, et esser venuto da Napoli sier Polo Contarini , qual vien a lui zeneral.
Scrisse una letera al ditto podestà, la mandi a Napoli, significandoli il suo zonzer, per darli socorso,
persuadendoli a star forte, confortando quelli citadini, contestabeli, e il strenuo Gorlin da Ravena,
stratioti e soldati ; et che la Signoria li saria memori etc. Item, da poi zonse sier Pollo Contarini, dal
qual à inteso molte particularità, come in la depositiom ; et lui non si pol levar per la buora, si duol
assai ; ma, bonazata, anderà avanti. Item, è zonte
li 3 galie sotil, videlicet el Salamon, el Mezo, che
358 erano andati in Candia per andar a Napoli, di hordine di sier Hironimo Contarini, provedador di l'ar- | da le galie sotil, per le bonaze era, et fo causa dil
Dilditto capetanio zeneral, di 8, a la vella, mia
50 lontan da Cao Malio. Come cri, bonazato il
tempo, si levo da la Vaticha con l'armada, sempre
unito, fino a Cao Malio, fazendo remurchiar le nave
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
57
899 MCCCCC, OTTOBRE. 900
prestata occasion, possi con quella trovarssi, e far l' honor di la Signoria nostra etc., e poi ritornarà a
Napoli, per conforto, e subvenirla di quello hara
retardar ; pur vol star unito. Item, hessendo a la
vella, quella note, per le galie di la Varda, li fo conduti tre , mandati per il podestà di Malvasia con
letere ; non à potuto andar il messo mandò con le | bisogno, e visiterà Malvasia ; ma tuto consiste in la
letere a Napoli ; qualli sono do di Malvasia, e uno
galioto di la galia di sier Zuan Malipiero, era in Moruina di l'armada turchescha, ni ad altro invigila ;
pur Idio li concieda la vedi ; e se una volta la vede,
la non è per andar tropo avanti senza far conto con
lui. Item, el podestà di Malvasia lo richiese di ho- meni per quella forteza, perchè quelli fonno man- dati per Candia, pochi erano restati , e li mandó
con 4 galie, videlicet : Sier Marco Antonio Contarini, sier Cabriel Soranzo, sier Francesco di Mezo,
et el Matafari da Zara ; do capi di provisionati con le compagnie sue, videlicet Marco da Bossina e Fraucesco Muscatello, tra lhoro hano 40 provisionati . E
cussì è dismontati, e posti in la forteza ; e comesse
a li sopracomiti andasse a le Spezie, e più a presso
Napoli, e scriver a quelli rectori di la venuta di 359 l'armata nostra, per socorerli ; e andaseno tanti avanti, riportasse nova di l'armata, e tornaseno per riviera etc. Aricorda si provedi a Corphù, a Napoli,
al Zante e a Malvasia, a mandar homeni fidelissimi
ne la forteza, per esser di grandissima importantia, e
non aspetar il bisogno ; e saria d' opinion, nel ritorno, lassar a Napoli e Malvasia qualche provisionati
è sopra quelle galie, et farà quello li parerà. Item,
le galie di viazi potrà andar a li viazi, et aspeta
358 don, fo schiavo di turchi, era con una fusta, et abutasso in aqua, et è fuzito. Referisse, venere, fo a di
4dil mexe, tuta l'armada turchescha se parti da
Napoli, et se ne andava versso Cao Mantello, di l'isola di Negroponte, che era da zercha velle 250, videlicet 60 galie, e il resto tra algune navete, fuste e
legni molto picoli, fino a la ditta summa ; et che 'l
patron di la fusta, dove era, havia hauto licentia
de andar nel Arzipielago con X fuste, a danno de
quello. Item, quel portò le letere di Malvasia, dice
non haver potuto intrar in Napoli, perchè parte del
campo era a San Zorzi, pocho lontan de Napoli, e
che al monte Palamide, ch'è sopra Napoli, haveano
messo el trabucho, o ver mortaro, e trazevano ne
la terra. Et essendo ad Argos, da alcuni christiani
de li fo ditto, non era possibele potesse intrar in
Napoli, per quelle zente erano a San Zorzi, che
non lo lasseriano, e che 'l signor, hauto nova da
Modom veniva grossissima arınada di la Signoria
nostra versso Napoli, e l'havea vista, deliberò subito levarse, e se levó a l'ultimo dil passato, et è
andato a la volta de Coranto, per dover andar poi | hordine ; suplica si fazi ben conzar le galie sono
a la volta de Lexemigli, e ussir di la Morea ; et era
venuta nova de li, l'ongaro havea fato certa novità
contra el turcho. Item, che la soa armata si levo de
li a di 4 dil presente, e la sera, poi partita l'armata, si parti ancor lui, e vene a Malvasia, e trovò cl
dito galioto fuzito di l'armada, andando a far aqua; ❘ gar formenti di la Signoria nostra , e con quello
in l'arsenal, acciò non siegua una anegada e do discuside ; aricorda armizi, arbori , antene, timo- ni etc. per le galic, et non ha più biscoto in arma- da ; si vede impazato. À mandato sier Hironimo Pixani , provedador, con tre galie a Cerigo, per carpassar al meglio potrà. Item, eri zonse do nave armade a la Cania, di bote 200 l' una, e hanno soet esser restate zercha X milia persone soto Napoli,
con el trabucho soprascrito, per veder far qualche
experientia. E si dice l'armata esser levata, per | pra homeni 50 per una ; li patroni li ha ditto, hes- esser mal in hordine; et l'opinion dil signor era di meterla ben in hordene per l'altro anno ; e non sapeva dove lo la voleva far condur. Questo è quan- to à referito ete. Et che 'l campo turchescho si ritro- vava non tropo ben contento, come l'intese da' turchi proprij ad Argos ; et erano morti da 16 milia turchi di quelli di la Porta dil signor, non computando quelli di l'armada, et altre assai persone vil- le. Et che esso capetanio, inteso tal levata, ave contento ; ma si duol il levar di l'armata; desiderava vederla con l'hordine unito, chome el va ; esitirava avanti con quelle bonaze, licet le navelo im- pedivano, et andarà tanto avanti, fin che intenderà dove l'armada ininticha si ritroverà , a zió, essendoli
sendo le zurme di la galia da Trani con el patron
sopra una caravella sopra Cerigo, se discusi e con gran pericolo di anegarsi ritornò a la Cania, e sono montati tutti sopra un' altra caravella schiavona, et vieneno da esso zeneral. Item, el sopracommito da Brandizo voria li danari dil sacho, non li ha ; et nota, era qui a l'armamento ; e tamen intese, sier Marchio Trivixan l'havea auto. Manda una poliza di le letere à scripto, qual sarà qui soto. A di primo avosto, sora Cità Nuova; a dì 2 et 3, ivi ; a dì 5,
sora Zara ; a di 7, sora Bestize ; a dì 10, da Cor- fù ; a dì XI, in Canal di Viscardo ; a di 13, dal Zante, e a di 15 et 19 et 23 et 27 ; a di 31, sora Cao
Matapan; et queste do di 1 setembrio et de 8,
901 MCCCCC, OTTOBRE. 902
una sora la Vaticha, l'altra 50 mia lontan di Cao | chè, habiando praticha inquella terra, lo la faria renMalio. der, prometendoli gram cosse. Et recusando lui non
poder venir, et che in Napoli el non havea poder
algun, disse che ' l volea ogni modo che 'l andasse.
Et Missit bassà li disse : Sapi, che le pregierie dil signor son comandamenti. Et cussi l'ando con el ditto
campo, sempre acompagnato da X in XV turchi,
che mai lo lassava. Et zonti ad Argos, e posti li pavioni, essendo andato el bilarbei soto Napoli, mandò
subito a chiamar el ditto missier Polo, fazendoli intender che subito l'andasse a lui, perchè Napoli se
volea render. Et vedendose esso sier Pollo in gran
fastidio, non sapiando quello el dovesse far ; perchè
Da Napoli di Romania, di sier Jacomo di Renier, rector, et sier Alvise Barbarigo, capetanio e
proveditori, di 26 avosto, al capetanio zeneral. Come,
non senza gran pericolo di la vita, sier Pollo Contarini, fo castelan de li, preso da' turchi a Coron, era
venuto li ; dal qual il zeneral a bocha intenderà il
tutto. Lo manda con uno bregantin, acció provedi
al bisogno di quella terra ; hanno bisogno de homeni, artilarie, polvere e biscoto, e con gran desiderio aspetano socorsso. Item dicono, l'è venuto
li ad Argos el belarbei di la Romania con gran- andissimo exercito, e ogni dì vieneno a la schara- | andando et presentandose, el dubitava che la terra
muza con nostri ; se divulga l'armada turchescha
aspetarsi di di in dì etc. E ditta latera era drizala
a sier Hironimo Contarini, vice capetanio zeneral .
Etiam Gorlin di Ravena, capetanio di le fantarie,
serive de dì ditto, a esso capetanio, come per sier
Pollo Contarini intenderà il tutto ; lui con li soldati
ehomeni di la terra è forti, unidi e di una volontà a
viver e morir a li honori e uteli di la Signoria nostra. E questo scrive, acció lo fazi intender a la illustrissima Signoria nostra.
Depositiom di sier Pollo Contarini, fuzito dil campo
turchescho, e intrato in Napoli di Romania, e
venuto a trovar il capetanio zeneral, a dì 2 septembrio 1500, a la Vatichr.
Come ritrovandosse in Coron, da poi la perdeda
di Modon, essendo tuti li coronei, si citadini come
359 populo, de volontà de renderse, se rendeteno ; et uno Bernardo e Lunardo di Franceschi da Corom
sono stà causa de rendersi, perchè lhoro erano quelli
che haveano tuto il populo a sua devotion. Dice соme el signor intrò ne la Serra, et fu aceptato con
grandissima dimostration de honor. Da poi esso sier Pollo ſo richiesto con summa instantia da Missit bassà, parente da parte de sua madre, el qual
sier Polo , recusando prima de voler andar, esso
Missit bassa, venuto in Coron, mandò per lui ; et
non fesse mutation, tandem deliberò andar. Essendo
zonto dal dito biglarbei, li mostró una ciera aliegra,
e li disse : Va, e domandali le chiave, che le te serà
dade. Et andado, fu acompagnato da zercha X in 12
schiavi, con el zarcolar d' oro, et andò fino a la strada de Santa Veneranda, che è la strada maistra che
intra in Napoli. Et habiando intention esso sier Polo
de fuzir in Napoli, per la salute de quella terra, mandò li schiavi da la banda di sora, mostrando de schivarli da le bombarde di la terra. Et essendose apresentato esso sier Pollo ad alguni fanti, che erano
ussiti de la terra, che li trazevano freze perché non
lo cognoseva, comenzó a cridarli, et dirli : Non tirate, perchè vuj non me cognoscete. Alhora domandorno chi l' hera. E lui disse: Io son Polo Contarini,
fo castelan de Napoli. Einteso questo, per lhor soldati subito li fezeno gran careze ; et lui li feze dato,
che non dovesseno far demostration alcuna, respeto
li turchi , che li erano a presso. Li qual turchi acostati, el ditto sier Polo disse a quelli di la terra :
Horsù, rendetevi al signor ; fazendoli segno con la man, strenzando el pugno, che i dovesseno star
forti . Et da li ditti soldati inteso tal segno, fo risposto non se voler per niente render, ma esser per
morir gaiardamente con la spada in mano. Da po'
queste parole, sier Polo fece experientia de fuzir, et,
per segni fato intender a li ditti soldati, se sbaragió, 360
et dado de li piedi al cavalo, se messe a fuzir versso
andando a trovarlo, li disse che era di comanda- ❘ la terra, sempre seguitado da' turchi, e tandem, con mento dil signor turco, che l'andasse a la Porta,
che lo 'l vederia volentiera. Et recusando esso sier
Pollo andar, li disse che bisognava che ogni modo l' andasse. E cussi andò con uno subassi. Et habiandose apresentato a la presentia dil signor, con- duto da Missit bassà, sua signoria li feze bona ciera,
et li fece grande oferte, et li dona una vesta e disseli che 'l volea che l' andasse con lui a Napoli, perajutorio de Dio, intrò ne la terra, la qual trovò tuta in confusion, chi de una opinion e chi de un'altra. Et veduto esso sier Pollo, tuti se confortoreno. El
qual li disse, che i dovesseno star de forte animo, et non dovesseno dubitar, perchè l'havea visto l'armada nostra potentissima vegnir in favor suo, et
che l'armada et exercito turchesco non era per star de li tropo ; persuadendoli che i dovesseno
903 MCCCCC, OTTOBRE. 904
mandar al capetanio zeneral qualchuno, per farli in- e il signor ha lassato el bilarbei, simzacho di la Motender le cose sue. Et stando in dubietà de mandar rea, a fortifichation sua con turchi X milia; et,
qualche uno, disse esso sier Polo : lo, si 'l ve piaxe, quando il signor li manderà altro mandato, lassi in
andarò a trovar sua magnificentia, si altro non si Modon turchi 1000 a la custodia ; et à lassato galie
trova. Et cussi quelli rectori lo confortoreno, et mes- do e fuste 5, si per dannizar, come per custodia. E
seno in hordene uno gripeto, et a di 26 se parti de lì, su la spiaza, per mezo Modon, erano circha 15 tra
et trovò l'armada turchescha, che era dato incalzo, fuste, galie et parandarie, rote e frachassade. Item,
et esso sier Polo dete in terra, et fuzite a Malvasia, de per domino Jacomo de Barbis, soracomito, olim lidove ozi è zonto de qui, et ha referito le soprascrite signan, preso a Modon e scapolado, et da altri, quella
cose, judicando l'arınada turchescha ritrovarse a terra esser persa per mal governo, et esser stå lassà
Napoli vechio. La qual puol esser da cercha galie | le poste de le offese senza custodia, per el desiderio
sotil 60, et fra nave, schierazi, palandarie, fuste, brcgantini et barche, in tutto, omnibus computatis, judicio suo, assendino a la summa di zercha velle 200.
Dice, corcha l'exercito terestre, quello esser da zercha 60 in 70 milia persone. Præterea, el pensier dil
turcho esser, e questo aferma con verità, che ' l ditto
turcho vol far una experientia contra Napoli ; et,
non lo possendo conquistar subito, se vuol levar, e
andar la persona sua a Salonichij, et mandar l'armada sua a Negroponte, per quanto i dicono, perchè
da poi, a tempo novo, el voleva ussir con potente
arımada el exercito, e voler tuor Napoli ad ogni
modo. Et che de Corfu se diceva non far tropo caso,
per esser isola, et ogni volta esser al comando de la
signoria sua ; et che el voleva solum la Morea. El
signor turcho se ritrova amalato da fluxo, et non se
lassa visitar d' alcuno, excepto che da li . bassà ; et Ali
basså star molto grave, pur da fluxo, et tutti se dubitano de la vita sua. Demum, che nel campo era
grandissima carestia de viver, et che tutti li cavali
stevano malissimo, perchè non haveano biave, per
modo che non se podevano acampar in niun locho
per longi zorni. Et l'armada etiam non se ritrova
esser ben conditionada, ni de fusti, ni de homeni.
Referisse etiam esso sier Polo, come el strenuo Gorlin da Ravena era stà amalato, et era sublevato, e
stava assai bene ; el qual havea redutto tutta quella
terra in bona forteza et messe tutte le artellarie a
le sue poste, che era una zentileza, et stava con bon
cuor ; et lui era quello che ordinava el tutto.
Di sier Hironimo Picani, provedador di l'armada, date a di 1 septembrio, a la Vaticha. Come
a di 28 partite dal Zante con l'armata, et intrati in
canal di Modon, a di 30, andono fino al scoio di San
Bernardim, et veteno quella sfortunata terra ruinata
haveano di veder le 4 galie intrar con el socorsso.
El qual domino Jacomo è stato su l'armada nimicha
zorni X; qual è galie sotil 75 ; bastarde 13, computà
la nostra presa; nave 18, tra le qual do galeaze, la
nave grossa e una di bote 800 ; le altre, da 300 in
zoso, parandarie 36, schirazi 6, fuste da 16 in 18 fin
20 banchi, et qualche una 22, numero 50 ; bregantini 10 : summano velle 208. Li fusti mal conditionadi, ma ben in hordine de homeni ; e li fusti grossi,
à inteso, à bisogno di conza, convengono andar a
Constantinopoli ; e li menudi anderano a Negroponte. E perchè li homeni di fusti non hano guadagnato, za do ami, 0, à richiesto di andar in l' Arzipielago a scorsizar, e hano l'ochio molto a Nicosia ;
manda una poliza di quelli scapoladi a Modon è vivi,
ut patet. Item, è zonto de li sier Pollo Valaresso,
olim provedador a Coron ; referisse come el populo
e citadini de Coron, da 7 in 8 milia, dete la terra al
turcho contro la voluntà di nostri rectori, soldadi e
stratioti, che erano zercha 400; quali tutti sono ussidi fuora, eccepto sier Cabriel Venier, al qual è stà
levà vania, che la galia, soracomito sier Nadal Marcello, li portò ducati 2000, e periò è stà messo in
feri, venduto le sue robe, e vol li diti danari. Item,
dil zonzer di sier Polo Contarini, e nara ut supra;
e dice, venendo, si scontrò in una fusta turchescha ;
dete in terra col bragantin, et, di 19 homeni havia,
ne scapolò 17 ; e dice Napoli ben in hordine di aque,
vituarie etc. , di munition mediocremente, e li citadini
e populo ben disposti a tenirsi. Item, aricorda li sopracommiti zoveni è su le galie sotil etc.; et esser
in armada pochissimo biscoto ; perho si provedi.
Dilditto, di 9, a presso il Porto di le Bote. Come
era stà a Cerigo, di hordine dil zeneral, per formento, con do galie ; ne trovò pochi, pur ne tolse stara 360 da molte parte, et intese da molte persone fuzite da' 400. È il loco mal in hordine, e spauriti, per haver
turchi, adeo di la nostra armata son stà levati da 70, in quelli zorni l'arma' nimicha fato carne in quella
tra compagni, balestrieri , galioti et mothonei ; come isola, e toltoli un homo, adeo sono lhoro fuziti a la
dentro Modon si facea molte calchare di calzina, ma Cania ; e scontrò do gripi, cargi di fameie ritrovano
non grand , e si levavano li muri a furia non grossi; ad habitar ivi. Li conforto ete. Eri si parti per trovar
905 906 MCCCCC, OTTOBRE.
il zeneral. Item, dice le nove di Napoli, et chome | Sier Bernardo Zivram, citadim di Moturchi, e 'l bassà di la Natalia in assedio è stà lassato
con turchi X milia, traze trabuchi, e ruina case etc.
dom, scosso.
Sier Marco Alichij , citadim di Modom,
361 Di sier Jacomo Venier, capetanio di le yalie grosse, di 8, in dromo di Malvasia. Si duol, e come sopraconito particular, e a bocha dirà il tutto. Nara la
navigation sua, e dil zonzer di sier Polo Contarini et | Sier Bernardin Orexe, e suo fradello,
sua relatione ; è a la vella, siegue il zeneral, e altro
SCOSSO.
Sier Thoma Galopo, citadim di Modom, scosso.
daModon, scosso.
nou sa. Sier Baldisera Dacha, citadim de Modom, scosso.
Sier Damian de Zuan, citadim da Modón, con so moier, scosso per .
Sier Stai Stefanin, citadin di Modom,
ducati 160
Li infrascriti sono scapoladi da Modom ; di qual,
parte sono stà scossi, e parte non.
Missier Valerio Marcello, si trova vivo,
con taia de .
Missier Batista Polani, soracommito
candioto, con taia de .
Missier Alvise da cha' Michiel, sopracommito candioto, non vien cognosuto per sopracomito. Di la so taia
non si sa.
Missier Andrea Balastro, camerlengo
di Modom, à taia .
Missier Marco Cabriel, fo castelan di
Modom. Di la so taia non s' intende.
Missier Antonio Zantani, forte ferido,
il feva medegar su l'armada, su la
galia de l' agà di janizari . Di la sua
taia non se intende.
Missier Fantin Lipamano, fo camerlengo, è stà scosso per
Missier Priamo Contarini, fo maridato
a Modon in una Alichi , per
Missier Alessandro di Goti, sopracomito di la galia da Corfù scosso per
Missier Jacomo de Barbis, sopracomito
di la galia lisignana, scosso per
Missier Nicolò Chiechich, comito del
ditto lisignan, scosso per
Sier Nicoliza, comito del Goti da Corfù,
scosso per
Sier Zuan Rizo, comito di sier Valerio
Marzello, si trova su l'arma' turchescha. Di la taia non se intende.
Sier Zuan de Candia, fo comito di sier
Nicolò Taiapiera, scosso per
Sier Marin Scholoieni, citadim da Modom, seosso per
Sier Cristofal Falier, citadim di Modom, scosso.
SCOSSO.
1200
ducati 1200 La moier di sier Zorzi Sava, con fioli
4, scossi per sier Pollo Valaresso
per
Le tre sorele Lascharine, scosse per
80
80
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Di Palermo, di Ulixes Salvador, di 28 septem- 361 "
brio. Come ancora l'armata yspana non era partida
di porto, qual è velle 80; barze, di bote 300 fin
500 700, numero 30 ; caravelle 25 ; nave grosse zenoese
3 ; una nave grossa catelana ; galie sotil 7 ; fuste 6 ;
el resto, a la summa, galioni e bregantini. Item, pedoni, oltra quelli à le nave, numero 5000, e chavalieri , armati in biancho, 400. La nave Galiana, di
bote 2500, se atrova a la spiaza de Agragiente per
chargar formenti. Item, a la banda di mezo zorno,
val tarì 12 spazati .
.....
Adi 13 octubrio. In colegio vene do oratori di
4 (sic) Verona, zoè domino Ognibem di Brà, el Bortolo
Pompeo, doctori. Exposeno per certa termination fè
sier Baldisera Trivixan e sier Hironimo Zorzi , el cavalier, hessendo avogadori, la comunità pagasse, per
107 le daie di zenthilomeni, lire 15 milia etc. Et fo deduta im pregadi non expedita; hora è molestati .
Item, li syndici presenti li rupe li privilegij, vol siano
observati, e il podestà fazi con la curia etc. Risposto
150
40 ad omnia, bene ; et si haverà information da li provedadori sora le camere, si farà observar li privile-
... gij etc. Efato le letere.
...
Da Bologna, dil conte Nicolò Rangon a Piero di
Bibiena, di 9. Come Gorentini fevano danari ; tolseno
per capetanio il prefeto, qual vol assa' cosse; hanno
rimesso al roy. Et el cardinal San Piero in Vincula
voleva adatar pisani con fiorentini, non à potuto ; li
ha rimessi al roy, et è andati li oratori pisani. Item,
150 Juliano andò a Roma, chiamato dal cardinal per saper nove di Fiorenza dil turcho, qual, li è stà ditto,
saperà etc. Item, missier Zuan Bentivoy à mandà per
907 MCCCCC, OTTOBRE. 908
la fiola e soi fioli a Rimano, vengi li ; et Faenza non
dubita di difendersi ; Bologna à paura, pur è disposli varentarsi al tutto.
Di Caravazo, di sier Zuan Antonio Dandolo,
provedador. Di la inopia di quelli soldati etc.; e per
una altra, la condition di lochi per dar information.
Dil signordi Rimano, di 3, al suo orator qui.
Voria la Signoria fusse contenta mandarli Marco da
Rimano, et altre cosse etc.
pur di Rimano. Li à serito nulla fazi, et li debbi carezar. Item, veniva robe molte li di citadini di Rimano et Faenza, ad habitar a Ravena ; e hanno tolto
caxe. Et di Pexaro si dice quel signor si vol tenir
forte etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 9. Come il signor ancora non è tornato. Il marchexe di Mantoa fu
fin a Sermene, e non vene più avanti ; ma domino
Piero Zentil fo a Comachio dal signor, e va spesso
Vene Zuan Forte, capo di squadra dil signor Bor- su e zo. Di Faenza si dice, molti à sgombrato ; mistolo d' Alviano. Disse il signor suo era certifichato, sier Zuan Bentivoy vi manda fanti 3000 et 200 hoin Bossina non esser per venir de li turchi questo | meni d'arme ; a Bologna, si fa provisione, e stanno anno ; 2.º, si oferiva, volendo la Signoria, corer in
Bossina con 500 cavali lizie i, e far danno assai ; 3.º,
voria andar in Dalmatia, o a Corfù a operarsi ; O farà
stando in Friul. Poi disse li avanzava ducati 1500,
pregava fusse provisto, per poter tenir la compaguia; et a di 7 di questo compiva la sua ferma. Li
to risposto per il principe, laudandolo assai, comesso
ai savij di terra ferma.
con guardie ; missier Zuane à mandato fuori parte
dil suo aver sotil. Item, 700 pedoni di Lombardia,
in burchiele, veneno per Po, vano dal ducha Valenlinoys, sono parte vasconi e oltramontani, quali fono
a l'impresa di Ymola e Forli, e sono venuti senza
dimandar passo; il signor è stà contento, e si scontrono in la dona dil signor di Rimano, veniva per
Po suso, qual stè in gran pericolo, ma con bone paItem, fo fato lezer davanti el principe le parte di role fuc liberata. Itent, la diferentia di tre luogi di
danari, et di far risposta a li oratori di Hongaria.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe. Fu
leto letere di Zara, di 19 septembrio, di sier Saba- stian Marzello, soracomito, dil zonzer suo li . È stato
a Nona, justa i mandati; lauda sier Domenego da
Mosto, conte, si porta ben; à dato li danari e monition a Zara, e va di longo.
Dı Ravena, di sier Antonio Soranzo, podesti el
capetanio, di XI. Come el conte Cesaro di Picenini
stava col signor di Rimano, qual è citadin de li, li
havia ditto quel signor Pandolfo Malatesta, esser
zonto eri a Zervia, acompagnato dal populo fino a la
barcha, cridando : Pandolfo ! etc. Et ditto signor era
stà contento dar la terra al ducha di Valentinoys,
quel signor ducha, zoè la Massa, Concelese et Santa
Agata con Ymola, non à 'buto alcun fin. Item, de lì
si dice, la Signoria s' intendi col papa, soportan- doli etc.
In questo pregadi fu posto per sier Antonio
Trun, el consier, e sier Lunardo Grimani, savio a
terra ferma, li crediti fati a' grippi, hanno servito in
armada, armati di fuora, siano di niun valor, se non
per parte presa in questo conseio. Et ave 20 di no,
el resto di la parte.
Fu posto per tutti li savij, scriver a li oratori in
Hongaria una letera in risposta, in conformità di le
diliberation zercha la liga zeneral ; e quel re à torto
a non la voler, dando nui ducati 100 milia, durante
bello ; et dirli di legati electi a Roma etc. Et sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, sier Cabriel Moro, sier Marin Sanudo et sier Francesco Donado, savij ai ordeni, messeno fusse electo de præsenti uno
solenne orator al re di Hongaria, di ogni luogo e oficio continuo; non possi reſudar, sotto pena di ducati 1000, oltra etc.; parti fin 4 zorni, con la comis362 vedendo non la poter mantegnir ; et questo, per duchati 8000, è stà contento renonciarli le raxon à in la
ditta terra di Rimano a esso ducha. El qual signor
va a Bologna, dove haverà li li danari ; et suo fradello, ch'è rimasto in la rocha, poi li darà la terra ; zoè
la rocha ; e ditti danari li da per le artilarie. Et dice
esso signor verà a Venecia. Et eri il governador di
Cesena e missier Hercules Bentivoy, per nome dil | sion li sarà data. Parlò contra questa electiom sier
ducha, corseno la terra, et feno far una crida : tutti Nicolò Trivixan, procurator, savio dil conseio. Rili fideli di esso ducha debbino far fuogi tre sere da- spose sier Lunardo Grimani, poi sier Francesco Fovanti la porta; et esso podestà à spazà messi per scari , savio a terra ferma. Rispose sier Francesco
saper di questo . El campo di ditto ducha era di qua Donado, poi sier Pollo Capello, el cavalier, savio a
dil piam di Fuligno. Item, à letere dil castelan di terra ferma. Demum, sier Alvise Mocenigo, savio ai
Castel Novo, come li homeni de la villa di Dogaria, ordeni, qual insieme con sier Jacomo Cabriel fè lefa fuogi 400, si voria dar a la Signoria, dicendo alias zer una opinion, disentida da tutti, et si rimosse, e
esser stà soto Castel Nuovo; e cussi Maldola, lochi I introno con li savij . Li rispose sier Cabriel Moro.
900 MCCCCC, OTTOBRE. 910
362
Andò le parte: 2 non sincere, 4 di no, 44 dil Gri- | verà il papa, soa majestà e il doxe nostro, e ivi si mani, 129 di savij . È presa. consulterà etc., e solicita l' impresa dil Regno, avanti
Adi 14 octubrio. In colegio vene sier Nicolò il papa expedischa l'impresa di Romagna, et si fazi
Corner, rimasto consier in Cypro; acetoe, et ari- ❘ la expedition contra turchi. Item, di Napoli manda
cordo fusse mandato do corpi di galia sotil, ad armarle li ; et per non esser bombardieri, si offerisse
prestar li danari, e tuorne de qui e menarli con lui.
Et dal principe fo laudato, et ordinato toy li ditti
bombardieri.
Da Roma, di l'orator, di 6. Come era stato a vi
sitar il cardinal curzense, va legato in Alemania, et
di coloquij ; qual è molto amico di la Signoria nostra,
e caldo a l' impresa contra turchi ; vol venir prima
in questa terra ; è tutto di Maximiano, si oferisse
acordar quelli principi germani e le cosse tra Maximiano e Franza, pur sia admesso dal re. Et par, questo sia stà fato legato a requisition di oratori di Ma- ximiano preditto et il re di Franza. E, dubitando il papa non digi mal di lui, questi oratori è stato piezi al papa. Item, visito il legato deputato in Hongaria,
ch'è il cardinal regiense, homo molto di guera, e
creatura di Valenza. Fo da l'altro va in Franza etc.;
non era in caxa; à solicità il papa a la expeditiom.
Qualli legati voleno al mexe ducati 1500 per tutti
tre. Item, eri el papa fo a la Vigna, li vene contra
uno dayno vecchio, stato più anni li, per volerlo
amazar, molto infuriado ; adeo il cardinal di Capua,
era su una mulla, se li opose avanti, e lo butò esso
cardinal con la mulla in terra, qual si à fato mal a
una spalla. E ditto dayno da li provisionati fue
morto.
letere, et dil zonzer a Roma di uno secretario dil
cardinal San Severino, venuto di Alemania per fati dil cardinal, va poi a Napoli.
Da Napoli, di l'orator nostro, di 4. Come el
nontio dil papa, fo a Messina, tornava a Roma ; il re è tornato a Casal dil Principe, et era tre zorni passò
de li le do nave armate a Zenoa. Item, à dil partir
di l'armata yspana da Messina, domenega, a di 26,
per Levante, come il suo messo mandò li ha referito ; manda letere dil Floriam a la Signoria nostra.
DaMessina, in nave, im porto, di domino Francesco Florian, doctor, di 24. Come il gran capetanio non era partito, impedito da l' expedir di una caravella spazò im ponente ; ma quel zorno, a hore 363 14, la gran nave era remurchiada fora dil porto, sì che anderà statim; et di questo avisava la Signoria
nostra.
Da Milam, dil secretario Guidoto. Come monsignor di Lucion li à ditto, alcuni di Adda si à dolto,
nostri non lassarli peschar, et il fiume, per li capitoli , è dil re etc. Item, de li si parla, dubitando, dil
re di romani. Poi in zifra, che quelli francesi fanno
tanto mali portamenti, che si dice il re di romani
torà l'impresa, et che francesi voleno da Milan ducati 25 milia a conto di li 100 milia fo remessi da
Luciom, per causa di la rebelion ; et quelli non li
voleno pagar. Item, monsignor di Obigni era ritornato, fo a Ferara, si à lauda molto dil vicedomino
nostro e di provedadori di Cremona ; si duol non
Dil ditto orator, di 7. Come visito il cardinal di
Salerno, va in Franza ; dice starà li un mexe in Franza, poi passerà Ingaltera e Scocia, Portogallo e Spa- ❘ tolesse licentia dil roy di venir a Venecia. Dil matrigna ; l' à solicitato al partir, havendo a far gran camin ; dice è in hordine, aspeta il pontifice lo expe
dissi. Item, fo dal papa per solicitar. Soa santità disse :
Domine orator, vi habiamo promesso far i legati, li
habiano fati, cussi prometemo spazarli tosto. E à
comesso le instrutiom lhoro a tre reverendissimi
cardinali , alexandrino, Santa Praxede et Capaze.
Item par, il legato va in Hongaria voy prima venir
a Venecia ; et il papa vol andar im persona a questa
expedition contra turchi, andando il re di Franza,
al qual à scrito brievi.
Dil ditto, di 9. Come ozi in concistorio il papa
aperuit os, et messe il Spirito Santo sopra li 6 car- dinali noviter electi, et li dete il titolo. Item, fu esso
nostro orator con l'orator di Franza, qual à serito
al re caldamente, vengi di qua da' monti a Bologna,
come etiam à visto nel registro di le letere, dove
monio tratava, O à fato. È molto amico dil ducha
di Ferara ; dice andoe per haver li rebelli di la christianissima majestà.
Vene l'orator dil papa, solicitando la protetion
in scriptis al ducha di Valentinoys, e le altre cosse
richieste. Il principe li rispose, si faria ; e li disse la
cossa di Rimano, qual l'avia za intesa ete.
Vene l'orator di Franza. À letere di monsignor
di Luciom, di X, in materia : el conte Antonio di la
Sonaia era stato a Vicenza et Padoa, veniva qui come orator dil re di romani ; prega sia retenuto. Et
cussi fu fato letere per tutto lo debbi retenir, trovandolo. Poi disse in recomandation dil capetanio
Diego, portogalese, cavalier di Rodi, capetanio di
una barza di la Religion, menò li turchi qui, qual
vol ritornar ; e fu fato sorastar a 200 homeni in la
barza etc., et razi per il gran maistro di valor di
911 МССССС, ОТТTOBRE.
912
ducati 4000. Et fo chiamato dentro ditto capetanio,
dal qual si voleva segurtà non facesse danno a' no- stri navilij, et li era stå tolto el timon e le velle per
l' avogaria etc. Or fo adatà la cossa ; stè segurtà do- mino Andrea di Martini, prior di Hongaria ; et cussi | si scrivesse in Franza a l' orator, dagi favor a li soy
Spinelli, e presentò una letera dil re a la Signoria ;
poi fè lezer una li scriveva. In conclusiom, quel re
voria far ogni cossa, e acordar li christiani etc. , per
l'ubligo ha con la Signoria e per ben suo ; el pregó
363
tolse licentia. E il doxe lo baxò ; e tochò la man a
tutti di colegio ; è zovene etc. Vene l' orator dil signor di Rimano, Opizo di
Monaldini, et lexe una letera dil modo il signor havia dato la terra a Valentinoys.
Fu leto una letera di uno da Faenza, scrita ai
Rossi, drizuta a sier Christofal Moro. Come, quando
se intese, la Signoria havia lassà la protetion di quel
signor, tutti mormorò, dicendo el meritava questo
perhaver etc.; et che si vol tenir forte, e missier Zuan
Bentivoy l'ajuta ; li va il conte Guido Torello, suo
patregno, con 100 balestrieri fiorentini ; va zente a
Castro Caro ; il lucha di Ferara e Mantoa si à mandato a oferir di darli ajuto ; e monsignor di Obigni
li dè bone parole dil roy, sì che torano Franza più
presto etc.; voria di novo la Signoria lo tolesse im
protetione etc. Fu balotato credito di nave Soranzo et Pexara a
le cazude, et di sier Alban d'Armer, fu patron di
nave ; et fono presi.
Vene sier Tomà Mocenigo, governador di l'in- trade ; presentò il libro di debitori di le tanxe si
fa, di le 1/, tanxe, et 4 decime etc. Noto, in questa matina fo expedi la causa di sier
Zuan Badoer, dotor, fo orator in Spagna, per la vesta d'oro etc. venduta, a le raxon nuove. Parlò, il
primo conseio, sier Marco Loredan. Rispose Rigo Antonio, poi sier Antonio Condolmer. Rispose do- mino Francesco Fazuol. E la parte andava in favor dil Badoer. Et poi sier Gasparo Malipiero, e lui Ba- doer fè una oblation. Or a la fin : una non sincera,
12 taia, 13 bona. El fu presa. Da poi disnar fo conseio di X con zonta di savij
et colegio.
oratori vano a quel re a pigliar qualche aseto. Ri- spostoli per el principe bona verba, e dil bon voler
nostro etc.
Copia di una letera scrita per il re Fedrico
a la Signoria nostra.
Illustrissime et potentissime dux, tanquam pater nobis colendissime.
Litteræ excellentiæ vestræ, quibus Methoni excidium significatur, renovarunt animo nostro dolorem
eum, quem jam ante ex tristissimo hujus rei nuntio conceperamus, acerbum sane ac tantum, ut plane
neque gravius affici nec vehementius commoveri possemus. Nam cum, pro ea amicitia quæ nobis est cum excellentia vestra et illustrissimo isto senatu,
ac pro iis officiis, quæ plurima sibi debemus, qualieumque ejus fortuna perinde affici ut propria nostraque debeamus, tum vero hæc res ejusmodi est,
ut ferri a nobis molestissime, et quam maxime deplorari par sit, primum pro istius status jactura,
quam, ut diximus, amicitiæ jure habemus existimamusque communem, deinde periculi ratione, quod, ut sapientissime monet excellentia vestra, haud du- bie universo christiano nomini minitari hæc clades
et importare videtur. Quam ob rem, jam tuni ante ,
cum primum nuncium excidii hujus accepimus, oratori huic vestro, qui adhuc rem ignorabat, id ipsuni
communicantes, conquesti sumus communi nomine, quo dolore nostro , quantaque cum deploratione ,
scit ipse et attestari potest, ut quemvis proprium vel gravissimuın casum, neque dolere vehementius
neque tristius deplorare potuerimus. Nec distulimus ad oratorem isthic nostrum sub idem tempus scriA di XVoctubrio. In colegio vene l'orator di | bere, dolorem et animum nostrum significantes, et
Franza per cosse particular; solicitó la expedition
di Paulo Bilia, per quel Zuan da Casal, fo confiscato
il suo a Pizegatom per sier Fantim Valaresso etc.
simul, ut nostro nomine cum excellentia vestra hunc casum perinde ac communem condoleret, adscripsimus. Nuper vero, acceptis litteris vestris, et cum
eodem oratore vestro collocuti, omnem animum nostrum, ut commoti, ut affecti essemus, ab intimo
sensu penitusque deteximus. Quamquam vero quod
acceptum est vulnus, grave quidem est ac magnum,
Vene sier Antonio Condolimer e compagni , e
narò la cossa di sier Zuan Badoer, et dimandò aver
autorità di mudar parte, come à li avogadori . Poi disse sier Gasparo Malipiero, di governadori di le galie grosse, per le spexe fate per la termenation dil | et quod merito christiano nomini formidolosum vizeneral a la Zefalonia, gran danno à la Signoria nostra.
Vene l'orator di Napoli, domino Zuan Batista
detur, non deseret tamen , ut speramus, causam
suam Deus, et sperantem in se populum suum, ut
sæpe jam alias, ita nunc propugnator fortis defen
913 МССССС, отTOBRE. 914
det, et hortamur proinde excellentiam vestram, ut, ❘ il juramento di sua majestà ; e, jurato, manderà a
divino primum auxilio, deinde opportunis remediis
fidem, magnitudinem animi sui ac sapientiam, quam
364 sæpe jam prætulit, nunc maxime repræsentet ac
præstet. In quam sententiam, et de cæteris rebus
quæ litteris vestris continentur, quod uberius ad
oratorem ipsum nostrum perscripsimus, omittemus
eadem his nostris in præsentia repetere. Eum igitur
oratorem nostrum, qui hæc ipsa exponet, luculenta
audiat fide excellentia vestra, rogamus, ita sane, ut
si nos ipsi coram ac præsentes loqueremur.
dir ditto re di Hongaria al re di romani, si extegni
e lassi l'inzurie col roy etc. Item, il cardinal Roan
li à ditto, à saputo, per via di domino Galeazo Visconte, stato a Mantoa, il re di romani vol romper
a la Signoria ; dice, è bon quella provedi, e mandi
zente versso Trento ; et il re vol mandar 400 lanze
in Italia ; et qui feno coloquij zercha le triegue. Disse : Si Maximian ne rompe, è pezo cha turchi ; et si
l'imperio aceterà l'omagio dil re per Milam, non
porà ajutar la Signoria. L' orator li disse : Fo prima Data in Casali Principis, die 24 mensis septem- il juramento fato a la Signoria per la liga. Rispose
bris, anno 1500.
Subscriptio manu propria regis.
Rex FEDERICUS.
Vitus Pisanellus.
A tergo : Illustrissimo et potentissimo domino
Augustino Barbadico, duci Venetiarum etc., tamquam patri nobis colendissimo.
il cardinal : È vero. Poi disse, havia expedi eri l'arzivescovo di Sans im pressa a' sguizari, et era stà preso
una letera dil general di Breda, scrivea a Milan, il re
di romani haver provisto al viver di foraussiti di fiorini X milia a l'anno; et il re li à dà speranza presto
ritornerano in Milam, prometendoli meter in caxa.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, conte, do
letere di 25 el 27. Chome quelli spagnoli, sono li, si
partino, voleno li danari. Item, bisogneria danari
per fortifichar. Item, lo episcopo vadi li a far residentia. Et poi risponde a una li fo scrita per la
Signoria nostra, admonendolo s' intendi col conte 364
di Zara ; et risponde cargando molto esso conte, et
che à scrito haverli manda danari, et 0 à 'buto ; adeo
fo laudato, et per colegio seritoli una bona letera,
laudandolo. Et fo balota una paga a quelli spagnoli .
Intrò il colegio di le biave, et steteno alquanto
Da Ferara, dil vicedomino, di 13. Chome missier Zuan Bentivoy non havia manda zente a Faenza, e questo perchè il populo non à voluto ; et ditto
missier Zuane sta nel palazo, e à posto le artilarie a
torno ; et che quando ... monsignor di Obigni, fè
pezo cha meglio, perchè disse, il roy non voleva li
danari da la comunità, da missier Zuane sollo, et che
dimandò alozamento per 500 lanze per nome dil re ;
et li XVI li risposeno, non poter, per esser sotopo- per formenti .
sti a la Chiesia, et alhora Obigni trasse uno brieve
dil papa, era contento; et a la fin convene risponderli , missier Zuane non volleva. Item, il ducha di
Ferara si duol di queste moveste di Romagna, et
dubita dil suo stato, et di tre lochi soi nulla è seguito. Item, maistro Zanin di Albergeto havia mal,
et era in leto.
Di Bergamo, di rectori, di sier Stefano Contarini et di sier Hironimo Bembo. Come monsignor
Loys de ...... , governador di Trezo, si à manda
a oferir venir a servir la Signoria nostra con lanze ..... Li hanno risposto, ringraciandolo etc.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di
12. Come mandava letere di l'orator di Franza ;
et monsignor di Lucion, à 'uto letere, il roy manda
in Italia 600 lanze et 6000 pedoni.
Di Franza, di l'orator, date a Bles, a di4. Come
il re havia, li oratori ritornati in Hongaria, quali hano
fato liga contra quoscumque, et contra il turcho, riservato luogo a la Signoria nostra, conforta la entri ,
et aspeta 2 oratori dil re di Hongaria vengi a tuor
1 Diarii di M. SANUTO. -
Tom. III.
Da poi disnar fo pregadi. Fo il principe. Fu poi,
leto le letere, admonito li debitori notati, erano int
pregadi, quali si voleano cazar ; et per dir haver pagato, fo terminato indusiar a domam.
Fu posto per li consieri, che sier Piero Balbi,
electo provedador a le vendede etc. , possi vegnir
im pregadi. Et have tutto il conseio.
Item, fo fato do savij a l' oficio di X savij a tansar, in locho di do manchava. Per boletini rimaseno
sier Piero Capello, fo savio a tera ferma, quondam
sier Zuan, procurator, et sier Zorzi Emo fo savio a
terra ferma, quondam sier Zuan, el cavalier. Fo soto
do ballote sier Beneto Zustignan, ſo savio a terra ferma; eta di 22 posto veniseno im pregadi, e preso.
Di Zervia, di sier Vetor Dolfim, podesti , di 11
et 12. In la prima, chome recevuto l' hordine nostro zercha l'acetar di le robe dil signor di Rimano, li scrisse mandassé al suo piacer ; et li rispose, chome apar, ma O mandoe. Et eri lui vene
con barcha, et non volse dismontar ; li mandò a
oferir il palazo etc. Item, esser morto quel zorno
58
915 MOOCCO, OTTOBRE. 916
sier Antonio Bafio, era castelam de li ; à posto sier | procurator. Poi sier Alvise Mocenigo, dicendo voler
Francesco Lion, fradello dil camerlengo era li per
vice castelan ; aricorda non è sarazinesche a le porte etc. Per l'altra di 12, avisa haver, quelli di Pexaro
hanno preso il signor Galeazo, fradello dil signor, et
il signor Zuane è serato in rocha, et hanno dato
la terra al ducha di Valentinoys. Item, il signor di
Rimano è za do zorni li , à dismontato e parlatoli, la
Signoria non l'aver abandonato per altra causa cha
per il turcho e il perder di Modon, et che Valentinoys li havia ditto, di sua bocha, si non haveva la
terra, haria auto socorsso di Franza et Maximiano.
Poi disse ha Ymola, Forli, Rimano ; arà Pexaro, Cesena, Bertonero ; vorà poi Zervia et Ravena. Item,
è al Savio, mia 5 de li , reduti 100 provisionati, non
sa ad quid; il signor sta in barcha.
far assa' provision, ut patet, dil monte nuovo, venderlo col Polesene di Ruigo, di l'oio, dil formento
in Candia, di seriver a Roma per il jubileo a le terre ;
et disse voler poner, li contestabeli, cai et savij disni
in palazo, se redugi etc., siano apontadi, come alias
fo fato. Fu molto longo. Andai in renga, dicendo
non era tempo da spender ; ma parlai su le parte, e
dissi il bisogno si havia del dinaro, et l'eror non
aver preso la parte di officij . Poi sier Jacomo Cabriel mi rispose, e messe de indusiar. Ando su sier
Antonio Valier ; et, l' hora era tarda, rimesso a domam. Et cussi non era horre do di note, si disolse
il conseio.
gnato. Et fo mandato driedo Bernardim di Ambrosij , secretario, a dirli non si avia potuto etc.
Veneno sier Antonio Valier, sier Nicolò Michiel,
dotor, cavalier, et sier Alvixe da Molin, provedador
sora la exation di danari, et sier Piero Balbi e sier
briel, era amalato ; et qui parlono assa' zercha il
seuoder da li debitori.
Fu balotato ducati 4 per una a vinti povere di
Pago, per elemosina, et a uno provier ducati 10 di
la galia fu presa; et fu per aricordo nostro, per
esserne stà comesso ditte done.
A di XVI octubrio. In collegio vene l'orator dit
papa, solicitando la protetion in scriptis. Il doxe li
Fu posto, per tutti li savij d' acordo, far li oficij disse aperte: Nui fevamo, et il papa O feva, et cra
tutti di bando, dal primo di novembrio indrio, per ❘ tempo atender al turcho. Adeo si parti molto sdeuno anno, videlicet tuti li zenthilomeni, etiam sotto
el dogado, si dil salario come utilità, sotto pena a
portarli a li governadori ; li danari sia tenuto conto
particular, et siano portati a li procuratori di mexe
in mexe, ni spexi in altro, senza diliberation di questo conscio ; et le quarantie habino la mitade. Sier | Lunardo Grimani, sora le vendede, sier Andrea CaLunardo Grimani, savio a terra ferma, volse la
parte con questo : li scrivani, massari etc. siano compresi. Et andò in renga per l'opinion sua. Poi andò
sier Lucha Trun, è di pregadi, e parlo contra tutte
do le opinion, per le injusticie si faria, non era da
far questo al presente. Et è da saper, in la parte diceva : non s' intendi presa, si la non sarà messa et
presa nel mazor conscio. Andò la parte: 11 non
sincere, 42 di savij , e anló zoso, 44 dil Grimani,
66 di no. Et iterum andoe : 11 non sincere, 69 dil
Grimani, 86 di no. Efo preso di no. Et di tal cossa
fo coman là credenza, et dato sacramento per li cai.
Fu posto per sier Nicolò Trivixan, procurator,
saviodil conscio, sier Alvixe Mocenigo, sier Cabriel Da Spalato, di sier Piero Trivizam, conte, di
Moro, sier Marin Sanudo e sier Jacomo Cabriel, sa- ultimo septembrio. Chome il conte ....... di Craina
vij ai ordeni, che per li piovani di le contrade, con mandò a dirli, mandasse uno de li, qual mandò. Li
do zenthilomeni, sia fata la descrition, et dato il sal disse esser stato al vayvoda di Mostar, e à inteso choa quelli paga da ducati X fin 20, quartaruoli 2 a meMostaluch, sanzacho, voleva venir a tuor il bastion
soldi 10 l' uno; da 20 in suso, ster mezo a ducati uno di Narenta, si che importa si provedi etc. Non vi è
365 il staro; et da 40 in suso, ster uno per bocha, a du- custodia etc. Et perchè era stà deputà Zuam Paulo
cati uno el ster, exceptuando li puti da anni X in Morizio, ballotà li danari za 6 mexi, dovea andar con
zoso etc. Al'incontro, li savij altri messeno di far | 25 fanti li, Jo aricordai era tempo di mandar altri,
DeRavena, dil podesti, di 14. O da conto, solum zereba il fradello dil signor di Rimano, lassò
pegno uno zipon per il nollo etc. Item, il signor di
Rimano volea esser servito su pegni dal monte di
la Piatà, di danari ; non à potuto, presta solum ducati 3 ; et zudei non vi sono, si che non à potuto
trovar li danari.
X savij , 5 in una camera et 5 in una altra, a trovar
danari et , chome per sier Zuan Trivixan, olim cao
di 40, dil 1482, fo messa e presa al tempo di la
guera di Ferara. Et andò in renga sier Nicolò Trivixan, procurator. Rispose sier Lunardo Loredam,
et comesso a li executori. Mandono Marco Copo, con
25 fanti. Et fo scrito a Traù, Liesna e Braza, li dagi
ajuto; et manda moniziom chome apar.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, di 1-1. Manda una depositiom di uno
917 MCCCCC, OTTOBRE. 918
Zuan Dorso, citadim de lì, stato a una fiera, dove
capita merchadanti assai ; etli referi alcune nove,
chome par in la soa deposition qui avanti scrita.
Da poi disnar fo colegio. Li savij se reduseno
a consultar di danari, et ogniun disse la soa opinion. Et sier Francesco Foscari aricordò molte pro
vision ; parlato di far officij di bando ; molti non la
365 Sumario di la relation di Zuan Dorso, citadim di sente hora. Item, poner 4 decime, do al monte ve
Cao d' Istria, al podesti et capetanio di li. chio et do al nuovo ; meza tansa etc.
Come eri , a di 13 octubrio, tornò da la fiera de
Cherlina, dita la Biancha, dove fu assa' merchadanti
de Croatia e de Hongaria e altri paesi ; da li qual à
inteso, in Bossina esser pocha quantità de turchi , et
non era da dubitar, perchè quelli paesi erano asegurati per il movimento dil re di Ongaria, qual era ito
verso Sme Iro con persone 60 milia. E il re Alberto
DaDulzigno, di sier Piero Nadal, conte et capetanio, di 18 septembrio. Come poi la dolorosa
perdita di Mo lon ha contaminato molto quella pro
vintia ; e quelli, vedendo andar a la roversa, mancha la speranza, e li conforti a questi tempi è più cha
necessarij ; è à tenuto fin hora paesani a la guardia,
hora li ha licentiati, perchè haveano fato seta, e si
voleano scriver con turchi, e haveano mandato al
ancora lui si movea, e si doveano adunar insieme | sanzacho di Scutari. Or esso conte provete, senza
con el ducha Stephano de Valachia, con el suo exercito, a una terra sopra el Danubio, ditta Baz. De li
poi si ponerano a l'assedio di Smedro, et questi signori è disposti a la destrution di turchi. E vene a la
dita fiera do frati, partiti di Jaiza, dice che cavali
8000 del re di Ongaria, erano andati dentro de la | nition etc. Et per colegio li fo serito una optima lestrepito, si per via di Scutari come in la terra ; adeo
sono venuti col lazo a la golla a dimandar perdono,
et esser sta in luti da do jotoni di la Boiana, subditi
dil turcho. Or li à mandati fuora di la terra etc.; aricorda si provedi etc.; è terra povera, bisogna moTurchia per 6 zornate, et non trovando contrasto, tera, di le provisiom si faria.
ritornorono con grandissimi botini , e taiato a pezi Adi 17 octubrio. In colegio vene l'orator dil pa- 366
assa' turchi paesani, e brusato assa' lochi ; et che nel pa, dimandando la letera di passo per il signor Carlo
monasterio lhoro a Jayza, stava uno italian explora- Orssini, qual ... di Asola a Lignago sul Polesene e
tor. Notificava el tuto a la Signoria nostra. Et nel a Ravena. Et li fo risposto, si scriverà a li rectori.
ritorno di diti hongari, videlicet cavali 3000, li vene Item, el principe li fè lezer una letera da Ragusi,
a l'incontro 5000 cavali di turchi, mandati a la di quello vol far il turcho, et bisogna proveder.
guarda dil paese; e, scontrati, fono a le man, e per Et per sier Andrea Loredam, patron a l'arsenal,
hongari fono taiati la mazor parte di essi turchi a fo acertato, hessendo il campo soto Scutari, lui era
pezi, e feno preda di cavali 700, el resto di turchi | nobile di sier Antonio Loredan, fo zeneral, che turfuzite. Item, a dì 2 di questo, fo il colmo di la fiera,
a l' hora di mazor confluentia di persone, fu fata una
predicha per uno venerando frate di San Francesco,
el qual con grandissima ferventia predicò per una
hora e meza la cruciata ; el qual frate era dalmatino,
epredicò con tanta gracia, che tuta la fiera era a
l'audientia, persuadendo che ogni christiam se dovesse mover a ressister a questi cani turchi, e far
vendeta dil sangue di tanti infiniti christiani, che haveano desfati, e volerli destruzer etc.; e talmente
disse, che tutti erano a la ditta predicha erano convertiti e ben disposti. El qual predicador dechiari
grande indulgentie a tutti chi andava a la destrutiom,
o con la persona o con la roba, di turchi .
chi cridavano : Roma ! Roma ! Item, el principe li
disse dil conte di Soiano, domino Lamberto Malatesta, nostro ricomandato, dovesse scriver al ducha, non li fesse movesta. Rispose lo faria volentieri.
Vene l'orator di Franza, al qual fo etiam leto
la letera di Ragusi, et ditoli poi, zercha Zuan da Casal, per amor suo li fassemo restituir il tolto a Pizegaton; ma vardasse come el fesse, perchè suo cuguado, Paulo Bilia era tutto di Lodovico etc. E l'orator rispose, volea seriver prima a Milam, e rimase
contento.
Da Ragusi, di Rado ...... , di 23. Come tur- chi e ulachi, sono soi amici, capitano da lui ; et era
venuto uno li ha ditto in gran secreto, il signor esser
andato a Salonichij, dove invernerà ; e vol mandar
120 velle di le mior e più stringade, a cavar l'arma'
di la Vajussa ; dove anderà non lo sa; e restarà in
Levante 200 velle a questo effecto, che, venendo la
Intrò li cai dil conseio di X, e mandati tutti
fuora. Et noto, intisi, per li cai di X, è stà mandato e
si manderà fin numero X fidati exploratori a saper
quello fa il turcho, che un non sapia di l'altro. Et
questa è optima provision ; etiam di le altre, secrete. I nostra armata contra questa, prima li verà driedo,
919 MCCCCC, OTTOBRE. 920
366*
et la meterà in mezo. Di questo à ' visato sier Hironimo Zorzi , è lì a Ragusi, serito a Cataro et a Curzola, acciò stagino riguardosi.
Da Verona. In materia di Monte Orio, dato al
castellan olim di Cremona. Item, di certi cavali retenti dil signor Sigismondo di Gonzaga, juxta i
mandati ; qual li dimanda, et li à scrito etc.
Di Citadella, di Hironimo da Monte. À fato la
mostra a Sonzim Benzon, ben in hordine etc.; vol
la terza paga ; etiam lui Sonzin scrive.
Fu expedito le letere in Hongaria, al capetanio
zeneral, questa sera, con le diliberation fate per pregadi ; e la dita in Candia di sier Zorzi da Canal. Item,
a Cataro mandà ducati 200 per sier Michiel Beli , e
scritoli laudando quel rector. Item, a Dulzigno, confortando, e di le provision si fa. Item, a Sibinico e
Traù, spendi la 1/2 dil neto in le fabriche.
la galia bastarda Vitura non era zonta, è a Capo di
Palli, mia 8 de li ; et la fusta di Veia non era zonta,
sier Andrea Michiel l' à retenuta per li soi bisogni.
Aricorda si provedi a Durazo. Item, in l'altra letera
scrive dil zonzer li la galia, soracomito sier Renier
Vituri ; la terà lì, in locho di quelle à mandà al zeneral ; la manderà a Corfù per tuor biscoto ; et il baylo
di Durazo li ha ditto haver, quelli sono sopra l'armata di la Vajusa dispensavano li biscoti preparati
a quelli dil paese. Item, vol fabrichar certe case da
una banda e l'altra su la riva di la fiumera, per star
le guardie. Item , quella note si leverà , e aspeta
I' ordine dil zeneral per brusarla. Per l' altra letera ,
in risposta di una abuta con li cai di X, zercha il
contrabando fu tolto a Paulo Batista Zentil, da Rodi,
di sede, disse a Sibinico lo parti ; ha un sacho a Liesna, in man di domino Nicolò Paladin, con altre sue
Fu leto le parte e provisiom di danari, per l'opi- | robe, et il navilio è lì, sì che non pol obedir, ma col
nion di sier Francesco Foscari, et di tuor im prestedo primo pasazo manderà ; è certo si farà justicia etc.
da' zudei ducati 12 milia.
Dı Messina, di 28 septembrio. Fu leto un capitolo di una letera, come quella armata era quasi za
tre mexi, et O à fato, se non poi perso Modon, e da
quello indrio à mostra spazamento etc. Ozi partirà;
tutto è in hordine, qual è barze 40, caravele 15 in
16, tre nave grosse di zenoesi, una di catelani, 6 galie sotil, una fusta grossa et do picole, e hanno retenuto molte altre. Hanno fantarie da 6 in 7 inilia,
et a cavallo da 400 in 500, che tutti lassano i cavali
li, e son inbarchadi con lui. Ne è scampati di soi,
condusse di Spagna 2000, zoè fantarie ; ha soldato,
venuti dil Reame, da 600 in 700, ma tuti è mal armadi ; non è, tra tutti, 1000 fra petorali e curazine.
Son homeni di gran parole ; mostrano andar volentieri ; e per il fornir di ditta armada de pan, vin e
carne, vol invernar de li ; darà tara a la Cania, perchè crede starà a la Suda. Item, in quelli zorni vene
da Saragosa li 4 di nave di Franza, e ha tolto pedoti
per Alexandria a ducati XI al mexe, paga di 4 mexi.
Item, l'armada di Spagna parti eri, fo domenega,
di porto.
Di Candia, di sier Alvise da Mula, vice ducha,
sier Piero Fulier, vice capetanio, consieri, et sier Beneto Buffo, camerlengo el vice consier, di 13 avosto.
Come haveano mandà al vice zeneral tre nave e un
schierazo, con 500 valenti homeni, oltra li 800 mandati per avanti ; e quella note partiria un'altra nave
conbon numero di homeni ; e à scrito a la Cania e
Retimo, mandino quel più numero di navilij potrano, cussì richiedendo la neccessità di tempi presenti ;
hanno tamen gran faticha a trovar danari, homeni e
biscoti , periò hano dato a' navilij armati e nave di
Soria biscoti miara 200 in zercha ; voriano se li mandasse formenti per far biscoti ; et par dagino el vito
a 500 anime, mandate li da Modon, qual languisano
da fame. Item, hanno dato monnition e polvere haveano a le nave, a la Cania, Retimo, Cerigo e Malvasia ; perhò si provedi mandarne etc. Mandano una
letera di nove di Alexandria, sarà posta qui soto.
Deli ditti, di 21 avosto. Come da poi hano armato do caravele di bona portata etc.; et a la Cania
armate nave do e uno schierazo ; da Retimo caravella una, qual con ogni celerità anderano in arinaDa poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et da; et in Candia arinono uno schierazo con 80 proqueste letere.
Desier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo, α
presso Durazo, tre letere , di primo di l'instante.
Come eri, per fortuna, scorse li con le galie grosse
e sotil, e la sera si leveria per andar a la custodia di
la Vajussa ; et à inteso si cercha trazer l'armada fuori, per condurla a la Valona, per tenirla con mancho
spesa e mazor segurtà ; e à scrito al capetanio zeneral di brusarla ; spera operar, non sarà trata. Item,
visionati, capo Antonio Cortaci, et cussi è andata al
castellan di Cerigo a soa obedientia, cussi richiesto etc. , per custodia di quel loco ; sì che in li navilij
armati et 9 nave di Soria è in tuto, tra mandati a
Napoli e Malvasia, numero homeni cercha 2000, oltra
quelli andono con le 7 galie armate in quella isola,
et ha 'uto solum ducati 7500 di la Signoria nostra, e
per trovar il danaro hanno hauto grandissima faticha. Àdato biscoto 200 miera, oltra quello dato a
921 922 МССССС, отTOBRE.
367
le 600 anime motonee è li ; voriano formenti etc.
Item, a dì 16 capitò li sier Alvise Salamon, con sier Francesco di Mezo e sier Francesco Zen; la galia Zena
feva aqua, l'anno mandata a la Standia; li muterà
galia, e anderà poi a Napoli. Li altri do, a di ditto,
partino di lhoro comandamento, per letere dil zeneral. Item, in l'arsenal non hanno armizi di armar
do galie.
Aricordano si mandi de li contestabeli ben experti , con boni provisionati, per poterli mandar al bisogno a Napoli e Malvasia, perchè de li homeni di quella cità mandati, è morti cercha 800; replica le
munitione et andata dil ducha ; dice dil romper di la
galia da Trani al Sclino a le parte di la Cania etc.
Deli ditti, 26 avosto. Come, da primo zener
passato, fino hora, è stå sborsati da quella camera
ducati oltra 16 milia in refusure di galioti, concier de
galie, e armarle, e pagar galioti e provisionati mandati in arma', Napoli, Malvasia, e in armar diversi
naviļij ; e la Signoria mandò solum ducati 7500, adev
hanno incantà le intrade di la camera per longo tempo, oltra el debito de i danari tolti ad imprestedo da
nobeli feudati e citadini ; adeo, bisognando, non si
pol più trovar danari; non c'è homeni, la difficultà
cresuta per il caso miserabil di Modon, adeo fra la
galia Michiela e Polana, e altri di le nave, è morti
candioti 700 in zercha. Et tutti per questo tremano,
imo è di bisogno si mandi di qui li homeni. Replicha contestabeli , provisionati, inzegneri, è solum do
bombardieri, munition etc. Item, dil naufragio di la
galia di Trani, a dì 9, per il gran temporal; et haveano li una galia si potea conzar. Il soracomito dice
non voler più cavalchar il mar, e con la zurma, con
do caravelle, è andato al zeneral. Fano conzar la galia, per darla al Zen; dubita li homeni non vorano,
et per il conseio di 12, atento la nave Zustignana,
patron sier Simon d' Alberto, la qual era abissà di
aqua, unde feno discargarla, e resterà cussi etc. Item,
hanno inteso, per uno gripeto da Cerigo, la dedition
di Coron; la qual nova ha sbigotito tutta quella terra; voriano con ogni celerità, ad minus se li mandasse 2000 provisionati, et 500 cavali ben in hordine; et la Signoria creda, non parlano senza rasone etc., ma la vera necessità li astrenze.
Da la Cania, di sier Zustignan Zustignan, rector, e consieri, di 23 avosto. Come la perdeda di
Modom minaza ruina a tutto il Levante, o ver a tuto
il mondo ; et la Cania sarà prima arsaltada, per la
comodità dil porto di la Suda, vicino a li mia 6; la
terra mure triste, e per antiquità busate, munition
pocha, ut patet, etc. Et 1476fo preso si spendesse a
fortification di quella terra ducati X milia, videlicet
5000 la Signoria et 5000 quella università. O mai è
stå fato. Quelli feudati è poveri, per esser divise le
chavalarie in gran numero di dessendenti, e pochi è,
a capo di l'anno li avanza 0. Quella camera poverissima non à da pagar soldati, ni altri oficiali ; ma li
asegna villani condanadi, quali non pagano ; e per
questo soldati non vi hè, ma homeni di la terra ; aricordano si mandi uno provedador, atendi a la fabricha. Item, armono do galie, la Polana e Vizanana,
con gran stente; et fo mandato al zeneral homeni 83
de li a spexe di feudadi; et tamen Candia li comparti
200, et più non poteno mandar; et armono do nave
con gran stenta.
Di sier Bortolo Minio, soto scrito : fidelissimus
servitor Bartolomeo Minio, date in Candia, a di 12
avosto. Dil zonzer suo li con le nave di Soria, patron
Marco Antonio Novelo ; trovò sier Andrea Venier li,
li parse romagnir ; à solicità i consieri in operar etc.
E dice di l'armar fato ; la camera non ha un soldo ;
lui non ha autorità ; havendola, faria. À saputo il ro
magnir capetanio de li ; referisse gracie ; vol una letera sia aceptà per capetanio etc.
Delditto, di 26. Intese per letere di sier Hironi- 367
mo Contarini , dil Porto di le Quaie, di la perdeda di
Modon ; si duol; à visto tutta la terra spaventà, e li
zenthilomeni e altri andono da li consieri, volendo
licentia di far soi oratori. E feno sier Domenego Venier e sier Beneto Barbarigo. Et il zorno poi feno 16
a formar li capitoli, voleno dimandar a la Signoria.
Lui li conforta, la Signoria non è per abandonarli, e
sarano exauditi ; etiam lhoro spendino etc.; si persuadeno anche lhoro; farano tanto quanto potrano,
come vuol ogni raxon. Item, la terra è debile ; il
borgo non è lavorato za dosene di anni ; li fossi di
la terra 0 valeno ; le mure dil mar, dal muolo fino
al capo di la terra, in assa luogi ruinati fina a la
fondamenta ; e il mar à fato busi grandissimi, da poter intrar. Item, tre monasterij sopra li muri con
assa' finestre, vülelicet Santa Catarina, Santa Barbara
et Santo Pietro ; e nel resto case di più persone;
cosa pericolosa etc. È pochissima munition ; non le à
perho viste.
Dilditto, di altimo acosto. Di la nova, per via di
Cerigo, di Coron ; è l'armata turcha venuta a l'isola
di Cervi , e andava a Napoli di Romania ; la qual nova
impaurite quella terra, borgo e isola. Ricorda si provedi, per rifrenar chi havesse obieto stranio ; li villanidi fuora non è di tropo bon voler, e la mazor
parte parchi e homeni di mala sorte ; è neccessario
bon numero di cavali lizieri , o ver stratioti e bale-
923 MCCCCC, OTTOBET. 924
368
strieri a cavalo, e provisionati bon numero; e cussi
a Retimo e la Cania, et presto, e bon numero di
bombarde di reparo, e passavolanti, polvere, bombardieri etc. Et li oratori electi refudono, per la
pocha provisiom di ducati 200 in 6 mexi ; ozi reduti li zenthilomeni , per farne di altri, li voleva
dar ducati 250; non è stati in acordo, O hanno
fato. Non bisogna aspetar lhoro aricordi, e temeno
la spesa.
Delditto, di 5 septembrio. Zercha sier Francesco
Zigogna, da la Cania, li à serito di Coron eravi homeni da fati 5000 etc. , et à dato il turcho casali a'
coronei etc. , adeo più à spaventà tutti, è de' mali animi ; pur tutti stano quieti, spera in Dio. Item, do man
di oratori hano refudato ; e, cresuto il salario ducati
300 per quella ambasata, iterum electi sier Domenego Venier e sier Beneto Barbarigo, hanno aceptado. Si partirà per tuto il mese; sono zenthilomeni
da conto, et apresiati universalmente per tutti.
Letera de i nobeli, et nobeli de Crede, et pheudati,
et la università, data a di ultimo avosto. Come, inteso
la miserabel et lacrimabel excidio di Modom, e di Coron haversi dato al turco, e l'armata andata a Napoli,
e di la nostra non sanno dove la sij; stanno molto atoniti, considerando li pericoli inminenti dil stado di
la Signoria nostra ; pur sempre lhoro sono obedienti
a li rectori, e cussi farano ; e si à trato de li homeni
assaissimi, munition, artilarie, arme e armature; et
di la creation di do thoro oratori, che con ogni celerità verano qui per exponer li capitoli li sarano commessi. E per questo bregantin avisa, bisognarli inzegneri , bombardieri, stratioti e altri soldati e pratici, per ajuto contra i nimici extrinseci, e per refrenar
li pravi pensieri e voluntà forsi de alcuni ignoranti etc. Item, bombarde di reparo, balestre, archi,
spade, targe e altre artilarie, polvere di bombarda,
vituarie, formenti sopra tutto. Laudanoli rectori , e
a vostra celsitudine questa amaricata università se
ricomanda.
DiAlexandria, di sier Ilironimo Tiepolo, consolo, di 21 luio. Come scrisse, di 4, di la creatiom dil
soldan Zuam Belat, era armiraio grande, con el favor dil diodar grando, fo quello amazò il soldaneto,
e hano hora dal Chaiero havea principia dar la paga
a li mamaluchi, videlicet ducati 100 per zilebo, ducati 50 per chornas , ducati 30 per sesi ; da poi ,
hauta la paga, farano nove mutation, per esser questo soldan homo scandoloso e mal voluto zeneralmente da tutti ; è in fama el soradito diodar, qual
ministra il tutto e ogni cossa li passa per man. El
soldam cazado, non si sa si ' l sia scoso al Caiero, o
dove el sia fuzito. Il signor diDamasco, per quanto
s'intende, si impoterà di tuto el paexe di Gazara
in là, nè vol dar ubidientia al soldan. Item, eri sera,
conduto de li in Mexandria prexom quel armiraio,
vene per i ferieri da Rodi, che era favorito del soldam cazado, nè altro è successo etc. Item a dì 23,
scrive haver auto di 20 dal Chaiaro, di Domenego
del Capello, una letera. Li scrive, in quella hora el signor turziman è venuto di castello, e lo à manda a
chiamar, eli disse scrivesse a esso consolo, come el
soldan, fo descazado, è stà trovado e preso eri, el
vien mandato in Alexandria confinado; el conduse
un armiraio di lanze 1000, à nome Osdomer, e vien
con comandamento dil signor soklam, che lui consolo e merchadanti li debi pagar el tributo di Cypro, dal tempo non è stà pagato in qua; et non volendo pagar, lo meti in cadena esso consolo con tutti
i merchadanti, e non lo potendo haver per questa
via, à dito in secreto al ditto armiraio, debi far seriver una carta adosso esso consolo e tutti i merchadanti, che se in termine di tanto tempo non li sarà
portà el tributo, esso consolo e tutti i merchadanti
siano ubligati a pagar el ditto tributo; et è stå causa
dil ditto comandamento el chadi Chatibiser ; e li
scrive il turziman li à ditto fazi bona ciera al ditto
armiraio et apresentarli.
Delditto consolo, di 25 luio. Manda uno aviso
di 21, abuto dal Chaiero dal pre lito Domenego del
Capello, come quel zorno il turziman montó in castello, e fo a parlamento con el soldam, e dice averli
ditto : Signor, non è possibele tu possi cavar un ducato da' venitiani, prima per non meter tal uxanza,
etiam per non se atrovar la natiom un duchato. Et
che'l cao Chatibiser rispose : Tu, turziman de' franchi, non puostu far trovar al signor soldan ducati 25
in 30 milia ? E che lui havea fato trovar al signor
soldam ducati 400 milia d'oro, e che 'l soldan concluse, esso consolo nostro habi a donar al ditto Osdomer, venuto de li, ducati 1000, per la soa venuta.
Item, el soldan solicitando il tributo, esso consolo à
manda homo a posta con la nave di Vicenzo Horso
in Cypro per il tributo ; lo mandi quel rezimento
prestissimo, e lo mandi con la ditta nave, non havendo altro pasazo in dextra. Noto, l'homo mandato in Cypro fu Andrea Canfon.
In questo pregadi, fu posto per nui savij ai ordeni una parte molto longa, zercha la regulation di
le galie sono fuora, e quelle qui, acciò vadino al viazo. Assa' capitoli, non li serivo ; e dil partir fin 6
zorni al tutto. Ave tutto il conseio.
Item, fono stridati alcuni debitori, admonendoli, 368 *
925 026 МСССС, отTOBRE.
si el primo pregadi non arano portà i boletini di aver pagà, sarano mandati zoso ; qualli sono questi,
videlicet :
Sier Piero Marzello, fo di sier Jacomo Antonio , el cavalier , per
monte nuovo ducati 30
Sier Zuam Vendramin, quondam sier
Antonio, per tansa » 150
Sier Andrea Corner, quondam sier
Marco, per tansa » 25
Sier Zuam Venier, quondam sier Andrea, per tansa .
» 100
Sier Michiel Navaier, quondam sier
Luca, per 4 decime » 14
Sier Zuam Bolani , quondam sier
Francesco, per decime »
SierCaroxo da cha' da Pexaro, quondam sier Francesco, per tansa » 25
Sier Alvise da Canal, quondam sier
Bortolo, per ... decime » 12
Sier Domenego di Prioli, quondam
sier Jacomo, per tansa » 100
Sier Nicolò di Prioli, quondam sier
Zuane, è dil conscio di X, per
lansa » 25
Sier Domenego Griti, quondam sier
25
3619
» 100
) 23
Francesco, el 40, per decime 4 .
Sier Zuan Beneto Nani, quondam sier
Constantin, per decime
Sier Vetor di Garzoni e sier Marco,
quondam sier Vicenzo, per tansa
Sier Tomà Ruzini, quondam sier Ruzier, per decime
si pagi di contadi di li sconti fano, imo quelli à to- chato, restituissi, ut patet, nè più possi tuor, sub
pæna. Ave 3 non sincere, 9 di no, 141 di sì.
Item, fu posto per tutti, niun possi haver da li
camerlengi e altri officij aleun suo credito, se prima
non porterano bollettini di haver pagà, e non esser
debitori cazude, governadori, camera d'imprestidi
et raxon nuove. Et ave tutto il conscio.
Item, fu posto per sier Antonio Trum, el consier,
et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, una optima
parte di 'l armamento, zercha li danari recuperadi
di falidi, vengino in la Signoria nostra, et li pagadori
nondispensi senza balotation dil colegio ; et li provedadori, executori fazino la marcha su li libri etc. ,
chome apar. Et sier Lunardo Grimani, sier Francesco Foscari, et li altri savij ai ordeni, introno in opiniom. Ando la parte: 5 non sincere, 48 di no, 100
de si.
Item, fu posto per nui ai ordeni, far de præsenti
uno patron di la nave Marzela, salario neto ducati
250 a l'anno, et fazi le spexe, justa il consueto antiquo. Vadi in hoc interim a Puola a star, a far conzar la ditta nave, e habi ducati X al mexe per spexe.
Et ave la ditta parte tutto el conseio.
Et cussi, per eletion di la bancha, et do man di
eletion, justa la parte, fo facto patron di la nave
sier Andrea Contarini, quondam sier Pandolfo, qual
armò una fusta dil suo, a tempo di la guerra di Ferara. Fo sotto, sier Francesco Pasqualigo, fo patron
di nave, quon tam sier Vetor, non passo. Item, fu
fato castelam a Caravazo, sier Beneto da Molin, era
40 criminal, quondam sier Donado. Fo soto, sier
Agustin Valier, el 40, 3 balote.
Item, prima per tutti fu posto una parte di limitar il tempo a li debitori, sarano tolto il mobelle
Item, fu posto per nui savij ai ordeni, sier Na- di mexi. Ave 138 di sì, et X di no.
dalin Contarini di sier Lorenzo, avendo prova la età,
possi andar patron di la sua galia, non ostante sier
Michiel Bon fusse provado. Etiam, sier Alvise Venier, di sier Zuane, in luogo di sier Santo, suo fradello, e sier Sabastian Contarini, quondam s
lio, qual za è a la Vajusa, in luogo di sier Zua.
menego, suo fradello etc. Et ditta parte have tutto il
conseio.
Item, fu posto per tutti una parte, che li debitori
di le 4 per 100, di quelli à comprà danari, camerlengo, biave, sad, chamera d' imprestidi e a l'arsenal, pagi la 1/2, termine XV novembrio, e l'altra
mità 1/8 decembrio ; poi sotto pena ete. Etditta parte : 29 di no, el resto de si, 115.
Item, fu posto per tutti quelli di le cazude, non
Ad 18 octubrio, domenega. In colegio, fu pre- 369
parato per la venuta dil cardinal Corner; et tirato
via la cathedra dil principe.
Da Dulzigno, di sier Andrea Michiel, provedador in Albania, di 24. Nara l'esser stato turchi
atorno a Durazo, et per esser stà li el capetanio dil
colfo, fu liberato. Item, à di Antivari, quel podestà
si porta mal. chome apar per do letere manda di
Marco da Valle, contestabele, una di 14, l'altra da
poi. Che ditto podestà non vol oservar li ordeni fati
per lui dil sal etc., sì che non ha ubedientia. Voria
una fusta esso provedador per poter andar visitando
quelli lochi di Albania.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo et capetanio, di primo. Come à inteso, quelli di la Vajusa vo-
027 МССССС, ОТTOBRE. 928
xa ; unde, consultato in colegio, li fo rescrito a ditti
rectori, li lassasseno, admonendoli non pasasse più.
leno tornar le galie in terra, et le artilarie e muni- | dil signor Antonio Maria di San Severino è a Bretion è stà portate a uno castelo a la Canina, a presso
la Valona; et hano dispensà li biscoti per il paese,
con questo li rinovi a tempo nuovo. Item, turchi
ogni setimana coreno soto quella terra, perhò si provedi. Et tamen lui farà etc.
Da Corfù, di sier Piero Liom, baylo et capetanio, di 28 septembrio. Oda conto, solum per una fusta, vien di Candia, par il patrom parlò al Brazo di
Mayna con homeni, à dito el carabodan e rossi aver
roto al turcho, e averli tolto tre terre, et esser venuto al signor 7 corieri.
Da Castel Francho, di sier Piero Gradenigo, podesti, di XI. In materia di biave, di certe manzarie
fa li scrivani di le biave etc.
Di li syndici da terra, di sier Francesco Barba- 369
ro, sier Nicol) Lipomano et sier Nicolò Sılamon, di
XI, da Montagnana. Come erano stati a Padoa. et
fatto assa' ben a le manzarie di li officiali, e fato
restituir ; adeo, con contento di populi fono partiti.
Et, pregati da quelli di Citadella, andono li, e trovò
gran disordeni. In conclusiom , intisi di bocha dil
principe, haveano intromesso sier Alvise Minoto, fo
podestà de li, per nome di sanseverineschi. Item,
essi syndici si doleno di una suspension, fata per li
avogadori, a li ordeni lassono a Padoa; et che anderano di longo in Geradada et a Cremona.
Or fo mandato per sier Piero Morexini, avogador, qual disse havia suspeso, perchè era ordeni
contra le parte dil gran conseio, et alias sier Marco
Sanudo e compagni, fonno syndici, li feno a Padoa,
non fu observati ; et questi syndici vol li observano etc. Fo gran contrasto.
Di Trevixo, di sier Hironimo Contarini, podestà
et capetanio, di 17. Zercha il lavor si fa sopra la Livenza, et quello è fato, e resta a compir certi bastioni ;
ma come li scrive domino Paulo di Mutoni, soprastante de li, per esser inverno, l'opera è butà via, è
meio indusiar a tempo novo ; e tamen si se lavorasse, in uno mexe si compiria ; per tanto la Signoria
DaRaveni, di sier Antonio Soranzo, podeshi el
capetanio, di 15. Come a Faenza non è alcuna preparation, solumle zente di quel signor. Si dice el
marchese di Mantoa vol mandar zente, e missier
Zuan Bentivoy, et il castelan dubita dil populo, et il
populo dubita di lui, non si acordi con Valenza, adeo
sta in rocha etc. Item, di Rimano, li compagni di
Valenza intrò, e missier Hercules Bentivoy; el signor è a Zervia col fratello, va a la caza; aspeta li
danari promessi per Valentinoys, ma sarano tardi ;
et in Rimano è fanti 100 in rocha solum, et li citadini, erano li a Ravena, di Rimano, ritornano. Item,
di Pexaro, a dì 9, capito lì Nicolò da Scutari, contestabele, con 57 fanti ; il signor li retene a l'hostaria, ❘ ordeni etc. Et consultato in colegio, li fo rescrito :
prometendoli dar soldo ; venivano da Mantoa. Et poi
la domenega, a dì 11, li citadini andono im palazo.
Era missier Galeazo, fratello dil signor, vestito di
frate per fuzir; lo retene; e il signor Zuane fuzi in
rocha, dove è missier Zorzi da Codignola con zente.
Item, par poi esso signor sia fuzito, e andato a Urbin, per andar poi a Bologna. Et il governador di Noto, eri im pregadi fo leto uno capitolo di leCesena, era in Rimano, è intrato im Pexaro, per no- tera di Fiorenza, di 14, dice le cosse di Pistoia vanme dil ducha di Valentinois, e retene alcuni citadini no mal, non c'è chi provedi ; questi catano danari ;
im palazo, dinandandoli danari per le spexe à a far ❘ el prefeto fu tolto con voler di Franza ; per le cose il ducha ; quelli hanno recusato. Et il governador à
ditto poi, li à fato per provar. Item si ha, el ducha
di Urbim è stà a Sinigaia. Item, si dice Valenza è
amalato fra Nardo e Spoliti, et è tornato a Roma.
potendo compir, è bon farla adesso.
Jo fici balotar certe poche di monition per Colmo, castello in l' Histria. Come per letere dil capetanio di Raspo par, è d' importantia; turchi, venendo, vi passa de li. Et balotato do volte, non fu
preso.
di Pisa ando el Soderini dal Vincula, et è tornato etc.
Vene el reverendissimo cardinal, domino Marco
Corner, fiol di sier Zorzi, el cavalier, di età de anni
18; per il qual fo mandato li piati, et 30 patricij invitati. Et era con lui el legato, et altri episcopi qui
habitanti, videlicet : Spalato, el prior, Coron, Nepanto, e un altro, et San Turini, et altri degni patricij,
sier Ferigo Corner, procurator, sier Filippo Trun,
procurator, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, proDi Brexa, di sier Lorenzo Zustignan, podestà,
el sier Domenego Beneto, capetanio, di XV. Come
sier Lorenzo Salamon li à mandato do milanesi,
presi lì, venivano di Alemagna ; quali, mandati a
Brexa, e posti in garzeta et examinati, manda la
lhoro depositione. In conclusion sono citadini di Milan, venivano per lhoro done è a Caravazo e altrove, | curator, e altri cavalieri. Et smontato im piaza, vene
per condurle in Alemagna ; et per salutar la moglie suso. El principe li andò contra fino a la schala di
929 МССССС, отTOBRE. 930
sopra di l'audientia, e cavato la bareta, li tochò la
man, e lui con gran reverentia, sempre con la bareta in mam; è costumato garzom. Et, sentato di sora
el principe, im pano d'oro, fè una oration brieve,
polita, dicendo poi el nostro signor lo havia fato
cardinal, si oferiva a questo illustrissimo dominio
perpetuo servidor etc. Poi il principe lo laudo, e
cussi il padre e avo, dicendo : È nostro tutto, e semo certi farà per la sua patria, come à fato tutti li soi passadi. Et tolse licentia, et lo acompagnoe fino
zo di la scala ; et soa signoria andò a caxa soa.
Starà pocho qui, anderà a Padoa a studia' ; à tolto
l' arena a fito.
Da poi disnar fu gram conseio. Et fo fato a Spalato ; niun non passò, e tutti altri rezimenti da mar,
perchè la briga' refuda. Et fu posto parte per li
consieri, leta per Gasparo, atento per via dil reverendo episcopo di Teoli, orator dil papa, sia stà rechiesto la Signoria nostra, lo illustre signor Cesaro
Borgia, ducha di Valentinoys, sia fato zentilomo nostro, lui e soi heriedi di legiptimo matrimonio, et se
alcuna parte fosse contra di questo, sia suspeso. Et
andò la dita parte. Fo stridato : 15 non sincere, 35
di no, 821 di sì. E fu presa.
Item, fu posto per li consieri la gracia di sier
Luca Loredam, quondam sier Francesco, fo patrom
in Alexandria, condanato im pregadi. Et non fu
370 presa. Et il colegio reduto :
Vene letere di Hongaria, di oratori, date a Buda, adi primo setembrio, et di 4. In la prima, chome
tutto il regno cavalchava, et era in arme per andar
a Baza ; et si dice sarà cavali 16 milia, chi dice 20
milia ; et rompendo al turcho, sarà più gran numero, per non vi esser li transilvani et situli, che sono
a li confini. Item, lhoro oratori visitono el tesorier,
per saper, ma 0 poteno aver ; solum il re, a di 4
octubrio, si partiria, e voria danari, qual li credeva
haver questo San Michiel. Et dil papa pocho fa conto; e di la cruciata, in una provintia, dita in todesco ... , non à trato ducati 31 ; et se li danari fusseno li, si faria etc. Item, quel medemo zorno l'orator dil turcho ſo da esso thesorier, come dice, per
solicitar la sua expeditiom. Item, el reverendo domino ystrigoniense andò a Ystrigonia, et havendo
pregato essi oratori vadino li, e mandato il reverendo sermiense per lhoro, con molti cavalli vi andono; come fo li, fono honorati, et feno molti colo- |
quij, adeo soa signoria concluse, non si poteva far |
liga particular, fusse secreta. Item, tornati a Buda,
riceveteno letere nostre replicate.
❘
| nostre letere, di 17, con li sumarij, fono dal re, et
exposeno il tutto, e di cardinali legati vol elezer
il papa, e di l'arma' di Spagna e Franza etc. Et poi
il re li fè risponder per il reverendo vesprimiense,
ringraciar di li avisi, è disposto ajutar christiani ; ma
nou pol risponder, se prima non sarà consultato a la
dieta di Baza. Et loro oratori tochỏ di andar. Rispose : Vi lo faremo saper. E poi la matina li mandò a
dir, non andaseno ; ma, bisognando, manderiano per lhoro. Item, loro oratori voria dechiaration, andando, e volendo far capitoli, quello habino a far etc.
| Item, ha inteso, per persona degna di fede, il re non è per romper questa invernata, ma poi anderà a
Slesia e Moravia, a veder zente d'arme, et Boemia.
Item, à di Polana, tartari 25 milia esser propinqui
de li .
Di Crovavia, una letera di lo episcopo di Chai,
legato apostolico, a li oratori nostri, di 12 septembrio. Come tartari 25 milia erano mia 20 de li per
danizar etc. , mandati per turchi ; e il re luni si partiva, per andarli contra ; et non hessendo tartari, è
dispositissimo contra turchi, ma questi tartari lo
occupa assai .
Deli ditti oratori, di Hongaria. In materia ; mandano li conti di le spexe extraordinarie fate, perchè
quelle di bocha hanno dal re; per tanto non hanno
solum ducati 52, voriano de li altri. Item, lauda sier
Piero Malipiero , provedador di Veia, in expedir
lhoro letere a meza note ; ma a Chersso e Flanona
sono alquanto retenute etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 17. Come missier Zuan Bentivoy si fortificha ; à mandato per domino Albertin Boscheto, li à dà 50 homeni d'arme,
100 cavali lizieri, 200 provisionati, et è za partito di
Ferara. Item, vi è andato assa' zente di Ferara, Mantoa e Modena, a tuor soldo. Item, il cardinal à mandato dil suo al prothonotario, fiol di missier Zuane,
100 provisionati dil suo. Item, missier Zuane à posto zente per le caxe di eitadini, adeo quelli non pol
far 0, et vano esso missier Zuane e fioli, con 300
driedo per la terra; pur dubita assai ; et à mandato
uno secretario in Franza per stafeta. Item, il signor
ducha à mandato a Milan domino Nicolò Biancho,
suo secretario, et al re di romani domino Bortolo di
Constabeli, fo za in Elemagna. Item, manda a la
Signoria Zuan Alberto da la Pigna, con la risposta
abuta dal papa et altri signori in materia turchescha etc. Et il cardinal San Piero in Vincula è a Cento, 370
e, come succederà le cosse di Bologna, anderà poi a
Saona. Item, ozi è zonto li a Ferara il cardinal Zen,
De Hongaria, de li ditti, di 4. Come ricevuto | per star qualche zorno.
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III. 59
931 MCCCCC, OTTOBRE. 932
Di Brexa, di rectori, do man di letere, di 16. prese Nardo con 17 terre im Puia, che avanzandoli
Con avisi abuti di domino Paulo Mazola, doctor, ca- a suo fradello zercha 900 ducati di suo servito, et
petanio di Valchamonicha, zercha novità di todeschi | dovendo dar ditta quantità a' nostri in questa terra,
a una terra chiamata ..... , in una valle, ditta ....
Tamen per l' altra letera, dice non è nulla.
sia provisto li habi ; poi una certa villa soto Zara,
chiamata Et li ſo dato bone parole, comesso a li savij la soa expeditione.
..
Et è da saper, chome questa matina si intese
esser zonte in Istria alcune nave di Soria, state in Noto, vene sier Fantim Lipomano, fo camerlengo
armata. Et cussi ozi, da poi disnar, si mandò a sa- a Modom, dal principe, et li narò molte cosse ; e la
per di sier Andrea di Mezo, era soracomito, venuto ; causa di la perdeda di Modon, fo il mal governo di
et etiam vene dal principe, et ſo menato in colegio ❘ prescidenti e custodi etc. Item, vene sier Otavian
Contarini, quondam sier Zuanne, era maridato a
Modon, e fu preso etc.
Vene l'orator dil papa, ringraciando la Signo- 371
sarà bon principio etc.; solicitò la protetiom in scriptis ; ditoli si vederia. Et poi presentò uno brieve
dil papa, zercha certi guadi, tolti a uno da Cesena
per ripresaia, per Zuan di Talenti ; prega la Signoria li fazi restituir. Li fo risposto, la ripresaia era
stà fato per il dano fè il governador ; ergo etc.
Cabriel di Monte, era patron di la nave di sier Piero
Contarini, è in Istria, carga di sal e gotoni, con altre
4nave, ut patet, Simitecola, di Alvise Sarasim, et
una altra. Et riſeri , parti a di 27 da Cao Schylo. In❘ria di aver azonto il ducha zentilomo nostro ; spera
conclusion, il capetanio zeneral à licentiato le nave di Soria, et era andato con le galie sotil a Napoli ;
à compagna l' armada turcha fin in streto, et a Me- telin messe in terra ; à fato certi danni e gran butini. Item, recuperhò Legena, si havia dato a' turchi, preso uno subassi per sier Marco Antonio Contarini, sopracommito, venuto a marina, credendo
sia sue galie, et li tolse 30 milia aspri. Item, questo
capetanio zeneral laudoe assa' di molte parte di liberalità, di obedientia ; et fa star l'arma' unida. Item,
è stà per nostri presi 14 schierazi di zebibo e sede ❘ dasse, non aria mal.
di turchi andava in streto etc. Item, a Coron fo, è
Vene l'orator di Franza, in materia Martim da
Casal, si schiva andar in Franza ; è stà messo suso etc.
Esso orator li fa la segurtà, non arà mal alcuno, il
re lo vol etc. Risposto, se li faria dir, pregando anDi Franza, di sier Beneto Trivixan, el cavalier, orator, di 7. Dil zouzer li uno orator dil marchexe di Ferara, e uno di Mantoa. Quel di Ferara à
ditto, li promete la fede per lui, ma non vol prometer per Mantoa ; et il re li à dà bone parole, et à
ditto a esso orator nostro : Li teniremo, con bone
parole etc. Item, ricevute letere nostre, con la letera
dil re di romani, l'à mostrà al re ; lo lauda, si
cussi sarà in effeto. Et è stà mostra etiam la risposta
venuto sier Stefano Lion, da Coron etc. Ait : Turchi fan malla compagnia a' coronei. Item, a Modon |
lassa 1000 turchi, et il signor l'à fato refabrichar |
come prima, et è certe fuste li etc. Di l'armada
yspana 0 sa ; ma l'arma' dil turcho l'à persa ; si
nostri la vedeva, haveva vitoria ; et li galioti , fato
richi, non vol venir a disarınar. Et è stà fato do sora
i butini : sier Alvise Salamon e sier Polo Nani. Item,
veniva una galia, soracomito sier Olivier Morello, ❘ di la Signoria nostra ; e, zercha il mandar orator a
da Corfù, la qual portava letere dil zeneral, e veniva sua majestà, li piaque. Item, il re à fato li patroni
per confortar il Zante etc. Item, vien qui molti co- di le nave di Bertagna e Provenza, e scrito a Zenoa
ronei, partiti da Coron per mala compagnia, et vien fazi descrition di nave e naviglij ; e comesso a tutte
sier Fautim Lipomano, fo camerlengo a Modon, et ❘ terre niun impedissa la exation di le decime dil cleè su le nave.
Et ozi fo consultato di danari. Et sier Lucha Zen,
el consier, aricordo una opinion, qual fo di sier Sabastian Badoer, el cavalier, di dar li fogolari , ch'è
in tutto 300 milia, ma mette solum 230 milia, et certa quantità più ; in summa vien a l'anno zercha 800 milia ducati. Fu consigliata, niun li piaque.
ro, et le apelation non siano admesse. Di Spagna
è venuto letere e corieri ; quelle majestà ben disposte contra infidelli ; et di l'acordo tratano con Napoli, secrete, 0 ha inteso, licet el cardinal Roan li
dicesse, li diria sopra ziò qualcossa. Item, zercha
Martim da Casal, il re lo vol ad ogni modo ; voria
fusse mandato con custodia a Milan, e li arà il salvo A di 19 octubrio. In colegio vene domino Be- | conduto. Et l' orator à pregato mandi a Venetia ditneto da Pago, doctor, di Musoli, fradello dil soracomito amazato e preso con la galia da' turchi a la
Valona, exponendo l' avo e il padre esser morti per
questo stado; dimanda etiam per li meriti soi, qual
to salvo conduto. Disse, faria ; et vol examinarlo per
compir il processo contra il signor Lodovico. Item,
el cardinal Roan è tornato ; non à ancora leto le letere di domino Acursio. Item, ivi è oratori di Sa-
933 МССССС, OTTOBRE. 934
voia, par voi licentia di poter tuor quel ducha per
moglie la fia dil re di romani, nominata madona
Malgarita. Item, li oratori di Bergogna andono a
Troes, per aspetar li oratori di l'imperio ; il re si
parte, e va a Nantes, in Bertagna.
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà et
capetanio. Come a Trento si muor da peste ; per
tanto fo ordinato dar la letera a li provedadori sora
la sanità.
Du Uderzo, di sier Jacomo Capello, patron a
l'arsenal. Come è andato li per far taiar legni; voria licentia taiarne 100 al Montello, et haver danari etc. Et cussi fo scrito taiasse, e manda danari.
El ditto, di 9. Zercha Martim da Casal etc. , e dil
tornar de monsignor de Lixolis da monsignor de
Vergè, et par che monsignor de Zicom non sia tornato dal re di romani ancora con le trieve, e il re Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte e capenon le habi acetà. Et come à dito il cardinal, quel tanio, di 24 septembrio. Come à saputo, per uno
re à per mal, il roy voi esser con la Signoria nostra messo venuto da' soi exploratori tien a Scutari, come
unito, et si duol di la Signoria di molte cosse, ma certi schiavi erano venuti di alcuni timarati, per tuor
non vol far guera, fin l'è in guera col turcho. Or il li cavali, pocho lontan di Scutari ; e questo perchè
re vol haver in Lombardia lanze francese 1800 et l'armata era stå rota da quella di la Signoria no
pedoni 8000, et vol haver sguizari con lui. Item, li stra ; è zorni XI manchano di ditta armata; et vien
oratori di Bergogna sono tornati a la corte, fo quelli per tuor cavali, per menar li patroni, qualli sono in
fonno aLiom. Item, par il cardinal li habi ditto, ❘ terra smontati e scapolati ; e turchi a Scutari sono di mala voia. Unde tal nova, tal qual l'ha, la scrive a
la Signoria nostra. Et è da saper, l'altro zorno si
ave di Antivari, di la morte di Feris bei, qual era
sanzacho in Scutari, et morite. Altri dice di no.
monsignor di Ligni aver scripto, à abuto da Veniexia
letera di uno messo dil re di Napoli venuto, qual è
andato in Alemagna, e si trata acordo con la Signoria ; et che il re, leta questa letera, la bruso. Item,
il re va in Bertagna con la raina, per veder di con- Du Trani, di sier Piero di Prioli, governaculor.
ciper in quel ajere ; starà pocho ; si scusa si non scri-| Zercha biscoti mandati in armada, il numero è per
verà cussi spesso esso orator etc. li navilij, e li danari abuti da le biave; à mandato
una saytia, uno gripo, e manderà una nave.
Da Corpfù, dil baylo, letere vechie, di 21 septembrio, non lete. Et dice dil bisogno hano di fanti, per
mandar a la Parga e Butintrò.
DaMilam, dil secretario, di 17. Zercha monsignor di Luciom, li à dito è dolto haver manda a
scuoder certi debitori dil senato regio e di la camera
a Trevi, e non à 'uto la execution; per tanto scrive elc. Item, monsignor di Beumonte, a di 13, mo- Di Candia el Cypro. Come qui di soto sarano li
rite a li alozamenti im parmesana ; qual fo laudato sumarij, et per una di Candia, di 19 luio, scrive dil
da tutti francesi, perchè era valente et molto amato; | manchar a hore 2 di note, eri, sier Bernardo Zustignan, era capetanio de li, stato assa' amalato ; et morite con gran pianto de tutti, et molto laudato.
371 et fue governador a l' impresa di Pisa, et alias orator dil roy a la Signoria nostra. Item, ozi terzo
zorno, vene li monsignor di Chiamonte, tornato di Di Nona, di sier Domenego da Mosto, conte.
l'impresa di Bobio e Zavatarella; esso secretario lo | Avisa, come si duol assai di sier Francesco Venier,
visitoe. Item, a Parma, havendo francesi, justa il
consueto, fato disonestà con le done, quelli citadini
tolseno homeni in caxa, adeo francesi non ossavano ussir di le caxe; et, ussiti, ne fono amazati da
8 fin X. Questi voleno mandar de li 100 lanze, e
minazano farli assa' mal. Item, ricevuto la comission | Lui non li volse tochar la man, et tamen non à poconte di Zara, et licet avesse una letera di la Signo-
❘ria nostra, par lui, sier Francesco, lexe publice, di- cendo haver juridition etc. Et a dì 27 septembrio
vene li con la spada avanti, et lui, conte di Nona,
era in palazo, li andò contra con la bareta in man.
dil Foscari, la manda a Lion.
Da Verona. In materia dil signor Carlo Orssini,
destà sopra di lui, si non è sora le apelatiom di le
sue sententie. Hoc non obstante, fè proclamar, chi
di Asola si parte a di 16, dice andar a caxa sua; et | vol raxon vadi di lui, e dolersi etc., adeo li spagnoli
di cavali retenti a domino Sismondo di Gonzaga.
DiMontorio, di PieroAntonioBataia. Come non
pol haver le intrade di questo anno; prega la Signoria
ge le fazi dar; et cussi fo scrito l'avesse per colegio.
Da Brexa, di rectori, di 17. In materia dil signor Carlo Orssini etc. Zercha li danari à abuto da
quella camera, manda il conto.
sono li, disse : Se tra lhoro i se fanno cussi, che dovemo far nui ? etc.
Noto, vene di armada, con queste nave, zercha
105 galioti, stati su le galie, venuti con licentia dil
zeneral; e sono di quelli di terra ferma, et sono amalati e spoiati ; unde fo balota darli per viver ducati
uno per un. E ave tutte le ballote.
935 MCCCCC, OTTOBRE. 936
372 De Cypri, di sier Cosma Pasqualiyo, luogo tenente, e consieri, date a Nichosia, a dì 21 avosto.
Come erano per haver gran penuria di biave questo
anno, et hanno fato di novo la description di le biave
nove e vechie ; hanno che, cavato le semenze, non
resterano a pena per il mexe di zener, unde quel regno è per patir gran desasio ; etiam è mala rendita de gotoni e ogni altra cossa ; hanno fato provisiom di averne da le parte di Soria formenti, e mandato
uno homo ; ma à inteso, el formento esser li im pre- cio. Etiam spazà uno gripo armato, con uno altro
homo praticho a la volta di Alexandria, con ordine
che da li o da le Brulle, Damiata o altro locho, possino esser serviti , e spendi fin 4 lire dil staro, che saria vesin a un ducato. Per tanto, non potendo
averne da la Turchia, scriveno si provedi al tutto, et
non siano abandonati ; e voria haver la trata di colfo
fin stera X in 12 milia, e qualche nave toria il par- | volta di la montagna, e scapolò con li compagni,
era con lui. Et a di 25 zonseno in campagna di Napoli, e scontrò X albanesi ; quali , visto, dismontono
da cavalo, e li vene contra ; e disseno era zorni tre
manchava da Napoli, e disseno Napoli si voleva
render. E, andato a la tenda per riposar, el signor
montò a cavalo, e ando versso Napoli, e comenzó a
scaramuzar, e mandò per lui, dicendoli Napoli à dà
le chiave ; e cussi ando. El qual signor li comando
andasse a dimandar la terra con el subassi etc. , con zercha X in 15 schiavi di la Porta, e andò a una
chiesia di Santa Veneranda, e qui nara quello è in la
soa deposition ; e cussi non stimò ni roba ni moier.
E intrò con gran corazo in la terra, e quella confortò ; e quelli rectori lo spazò con uno bragantin al zeneral ; e fo a dì 26. E la matina scontro l'arma' turchescha, li dè l' incalzo ; e a uno porto Chiparisio, mia 30 di Napoli, dete in terra, e tolse la 372
tito Dubitano da la parte di Soria non ne potrano
haver, per li disturbi di soldani. Item, li gotoni, per li excessivi caldi e venti contrarij, tutti sono dissi- pati ; e altra rendita questo anno si averà di quella ixola, salvo che di le saline, che, se i tempi non è
contrarij, farano trar più sal che mai trazesseno, videlicet da 50 anni in qua. Item, ebeno letere di Alexandria, solicitava mandar le do page al soldan, e
stavano in gran pericolo ; perho voriano qualche ga- lia per mandarlo. Etiam siali mandato do galie de
li, per armarle senza alguna spesa di la Signoria nostra, e sarano a preposito per segurtà di quel regno,
per quelli navilij turcheschi vano danizando de li intorno.
salvo do fono presi da' turchi, e vene a Malvasia.
E, a di 30, zonse in Malvasia e spazò un messo a
Napoli, e che l'armada nostra veniva. E montò in una barcha etc., e trovò poi li il zeneral, e li narò
il tutto etc. Si ricomanda etc.
Di Candia, di 21 septembrio. Replichano quello
à scrito per il passato ; non hano pur una libra de
biscoto, nè danari da remediar a la inopia di 600
anime di Modon, è li. Item, esser pochi homeni da
fati, e in l'arsenal, arınizi per do galie. Item, dil
zonzer li 4 galie, et una fusta francese ; et presento
al capetanio, mostrandoli benivolentia, pregando andasse dal zeneral ; non à voluto, è partito, dicendo
va et torna in ponente. Item, la nave Zustignana
Dala Vaticha, di sier Polo Contarini, di 4 se- li bisogna conza, ut supra ; l'à fato discargar per il
tembrio, a la Signoria nostra. Nara chome, hessen- | conseio di 12, e starà cussi fin altro etc.
do in Coron, qual poi perso Modon non li era obedientia in Coron, et quelli si reseno e feno pati con
turchi, e di questi O sa, perchè lhoro, insieme con li
soi rectori, feno questi pati, senza dimandar a niuno.
E venuti turchi in Coron, el bassà mandò per lui, e
li feze gran careze ; e questo fo a dì 17 avosto. E a
dì 18 zonse i bassa con el bilarbei di la Romania, e
intrò li con gran festa e soni, e li rectori andono
a basarli le man ; e dimandono le chiave di le munitiom, e li fo consegnate. Epoi essi montono a cavalo, e andono per andar a la Porta. E Misit bassà
mandò per lui etc., come se intese per la so deposition ; e andò dal signor, e li basò la man, e li dimandò di Napoli, zò che li parea. Li rispose, li parea
forte etc. E cussi lo mandò con el bilarbei preditto,
con persone 30 milia, a la volta di Napoli, e ricomando la sua persona a uno subassi, qual sempre
Del ditto rezimento, di 22. Ozi hanno letere di
Napoli di Romania, voriano biscoti e orzi , e lhoro
non hanno da darli. Item, dil zonzer li uno Januli
Stathi da Napoli, è zorni 5 mancha de li, et mandano la depositione sua, la qual sarà qui in sumario.
Depositiom di Januli Stathi, da Napoli di Romania,
parti de li è zorni 5, zonto eri, 21 septembrio,
a la Cania, et a di 22 in Candia, hore 16.
Referisse come el campo dil turcho stete 20 zorni soto Napoli, in lo qual era el signor ; ma, per
avanti, era X milia persone, che combateva la terra
ogni di, e loro di Napoli, con li stratioti, andava
fuora dei zardini e scaramuzava con turchi ; ma zonto il signor per terra con tuto lo exercito, che se diceva esser da 100 milia persone, tutti introno in la
937 МССССС, отTOBRE.
938
terra, serono e murono le porte, e salvò li tutti i cavali uteli e disuteli, e altri animali amazono e butono
in mar. Item, che tutti navilij picoli, che si trovono
haver li, afondono a torno la terra, dove era fato il
porto e una gran palificada, perchè le fuste ni altri
navilij de l' inimico non se potesseno acostar, come
podevano per avanti ; et afondono a torno el scoio
nave 5, di bote 100 infina 300 l'una ; lo resto di
navilij et nave brusono, a ciò non acostasse niun
di navilij dil turco. Item, avanti che venisse l'armada turchescha, che zonse a dì 4 dil presente, in mezo di la piaza messeno certe vele, per far ombria,
dove hanno celebrato tuti preti latini et greci la
messa devotamente, e comunicono tutti, et zurono
voler morir per la fede, come christiani, e per missier SanMarco, come devoti servitori; e, fato questo,
fo ordinate tute le poste e deſese di cadaun, e cussi
aliegramente atendevano die noctuque insieme con i
franchi, stratioti, albanesi e greci. E haveano munition di formenti per 3 anni. El campo si messe in
uno montesello, a presso i zardini una rufianela, e
un' altra fuora de la porta del borgo, perchè non
trovava luogo de meter bombarda grossa per far
danno ; e questo sa per uno fante schiavon, era dil
bombardier dil turco, fuzite a Napoli, e fo mandato
via come fo fato di altri schiavi veniva. E dice dil
venir di sier Polo Contarini, avanti venisse l'armada dil turco, con 3 o 4 turchi a cavalo, e fo a
parlamento con quelli scaramuzava etc. Et nara quello s'è in la deposition di esso sier Polo Contarini ;
et par lui dicesse a' nostri : Modon è preso, e Coron si à reso ; e vuj, povereti, che voleti far ? E
loro risposeno , voler combater per la fede, per
aver fato sacramento tutti di morir, più tosto cba
373 darsi al turco. E lui sier Polo disse : E mi voglio
morir con vuj . E intrò lui solo dentro, e apresentosse ai rectori, i qualli, non se fidando di lui, armò
uno bregantin per mandarlo a trovar il zeneral ; e,
andando per la via, scontrò l'armada dil turcho;
investi in terra, andò a la montagna con li soi compagni, a Malvasia, e de li andò a la Vaticha dal zeneral. Et l' armada dil turco se levó a dì XI da Civeri,
dove si trovava, lontan da Napoli 4 mia. E tolse la
volta de le Specie, dove steteno tre zorni per le
buore che usava ; et erano velle, tra grosse, mezane
e pizole, numero 250 vel circha ; e lo exercito se levò, per desasio de vituarie e danari, cussi instando
quelli bassà et servitori. Et è stà morti assaissimi
turchi ; e dita armata zonse a Legena a di 15 dil
presente, e stete li tuto el zorno e la note sequente,
e la matina se levò de li e andò al suo camin. E zercha hore 5 da poi el suo levar de li , zonse el capetanio zeneral con tuta la nostra armata, e, per la guardia che havevano a Idres, fo referito, quel zorno medemo havea sentito che trazeva bombarde 3 zorni
continui versso el Cao di le Colone etc.
Di sier Marco Orio, capetanio di le nave, data
in nave a Cao Schilo, a di 24 septembrio. Come
il zeneral di e note va sequendo l'armada turchescha fin a Tenedo ; con le nave e galie ando mia
XV di Tenedo ; et lui capetanio have a dì 21 , a
mezo dì, mandato di esso zeneral di ritornar a Cao
Schilo ; et per quanto sier Hironimo Michiel li ha
dito, el capetanio zeneral va fino al streto, et è stà
a l'isola de Metelin, e in molti lochi à posto in terra, brusato e ruinato certe ville grosse, fato botim
assa' , et à scaturà tutti, preso XV schierazi, e brusadi
parte, et do fuste su ditta ixola ; poi in Tenedo à
preso una palandaria grossa e schierazi cargi, non
sa il numero ; e à messo in terra a Tenedo alcuni
pochi, e asaltò il castello, et taiò molti turchi a pezi ,
con gran honor di la Signoria nostra. Poi è andato
al streto ; judicha habi trovato qualche fusta di turchi, e fato danno assai ; e l'armata turchescha intrò
in streto a dì 17 dil presente, con gran fuga; si che
questo zeneral si fa honor, e fa quello feva i vechij
capetanij, che era sempre a le spale di l'inimico,
facendoli danni per sbigotirli, et è in lui solicitudine,
realtà, volontà e optimo governo. È ben amato da
tuta l' armata, sì da grandi come da pizoli.
Item, a dì 23, lui capetanio di le nave era zonto
con le altre nave de li , e ſo spază le nave di le marchadantie per ordine dil zeneral, et quelli di Napoli à
recuperato tutto el teritorio, e il castello dil Tremisi , e ogni di stratioti fanno butini assai, secondo il
suo consueto etc.
Di Cao d' Istria. Mandoe alcune polize in turchescho, è stà trovate in certe ciese, quale non à
trovato chi le sapi levar ; perho le manda a la Signoria, e fo mandate ai cai di X.
Vene l'orator dil signor di Rimano, domino Opizo di Monaldini, da Ravena, e mostrò una letera dil
signor, di Zervia. Li scriveva era fiol e servitor di
questa Signoria, e andava a Bologna da la moglie,
et si racomandava etc.
Da poi disnar fo conseio di X con zonta di colegio, procuratori et di altri. Nescio quid ; si trata
gran cosse. Fo el principe, che rare volte va in conseio di X, et steteno fin hore 3 di note.
A dì 20 octubrio. In colegio vene sier Hironimo 373
Capello, olim provedador per le camere, dolendossi,
li avogadori non li lassava far il suo officio, recu-
939 MCCCCC, OTTOBRE. 940
peraria assa' danari di Piero di Santi etc. Et chiamato sier Piero Morexini, avogador, et davanti la
Signoria fonno in contrasto.
Da Roma, eri venute nel conseio di X, di XI.
In la prima, chome visito il cardinal Capaze, uno
di tre deputati a la expedition di legati ; disse soa
santità havea fato le instrution. Item, fo dal papa
a solicitar ; disse li expeliria omnino per tutto il
mexe ; et l'orator aricordo mandi con il legato il
subsidio di danari in Hongaria. Disse era bon aricordo, e lo faria; e vol far gran cosse a tempo
nuovo, vol armar il papa dil suo 30 galie, voria
saper da la Signoria di quante galie la porà servirlo, perchè il roy vorà le sue di Zenoa. Demum disse :
Di l'impresa dil Reame, presto lo saperele. Poi si
ritene , e non andò più oltra. Item, ha letere dil
governador di Cesena, à praticha con Rimano, in
darli ducati 7000, videlicet 4000 per l'artilaria et
3000 per lui, et spera acordar quelle cosse etc.
andono, erano a Rimano, fonno ben viste da quelli
citadini ; et eri ave da uno pisano, vien da Roma,
va loco tenente di Monreal, vescovo di Ferara, è
stato eri a Pesaro, dice la rocha si teniva fin eri matino per il signor, e tirava a la terra, e pocho danno
faceva, e il venere non tirò 0, e andavano messi su
e zo da missier Hercules Bentivoio a missier Zorzi
di Cotignola, castelano, e sperava seguiria acordo. À
spazà un messo per saper di Faenza; stanno con
speranza missier Zuan Bentivoio li debia ajutar. Et
❘eri zonse li a Faenza uno canzelier di missier Zuane,
con danari assai, per dar a li soldati ; et dovea a
hore una zonzer li il conte Guido Torelo, con assa'
balestrieri e cavali lizieri ; erano za zonte zente
d'arme e fantarie assai a Castel San Piero e a Castel
Bolognese in socorsso, et assa' citadini de li à sgombrato il suo, e con le fameie venute a Ravena et a 374
Codignola, e stanno a veder quel seguirà ; et in
Faenza son gran parte e mal d' acordo; dubita non
Dil ditto, di 13. Come fu dal curzense, qual siegua etc. Item, quel pisano disse, a dì 8 el duca
disse, à scrito in Alemagna, e volendo quel re el| Valentino era con le sue gente dentro Narni, l'artivadi, anderà subito ; et il datario à fato li brievi.❘lariadiscosto mia 3 ; Vitelozo con la sua compagnia
Item, è venuto li uno, chiamato Crispo, per nome se ritrovava su quel di Fuligno ; a Trieve el signor
dil re Fedrico, a disturbar l'andata di legati, et li | Julio Orssino con la sua compagnia ; a Gualdo e a
à visitati tuti ; dicendo a quel va in Hongaria : Quel
re non è homo di guerra, e lui pocho avadagnerà ; e a quel va in Alemagna : Il re di romani non
lo acepterà, per esser francese.
Dil ditto, di 14. Come, ricevute letere nostre,
di 7, con li sumarij, fue dal papa, era con alexandrino, Capua et tre altri cardinali di nuovi. E il
papa disse, voleva andar im persona contra il turcho ; à scrito al re di Franza vi vadi, e li mostrò il
brieve li scrive, la expedition di legati cardinali etc. ,
qual il suo orator mostrerà a la Signoria nostra.
Item, disse l'orator yspano haverli dimandato la
cruciata, per tenir l' armata in queste aque, durante
betto ; il papa havia risposto, lo daria, et za li à dato
il jubileo, dil qual à trato di ducati 50 milia. Tamen
non è stà risposto a le do proposition fè ditto orator
yspano, videlicet di l'isola di Sicilia, e non si fazi pace
col turcho senza il suo re. Item, poi scrita, a hore do
di note, li mandò a dir di Rimano l'acordo seguito etc.; et manda letere abute a hore .... di Napoli.
Nucera le zente di Baioni ; a Siesi et a Spello è fantarie assai ; le qual zente erano per numero da X in
12 milia persone, tute levate da Roma con meza
paga solum, et per camino sachizavano amici e nimici, e le spianate è stà fate fin presso Urbin, mia
tre di Pexaro. Dil signor altro non si ha ; solum
el meno con si tre citadini presoni, dicendoli : Fatime
haver mio fradello e mia fiola, ch' io vi lasserò. 11
signor di Rimano è ancora a Zervia, e sta su l'ostarie
con il fratello; ha ne le man un fiol di missier Marco
Casin, citadim di Cesena, qual è ne la rocha di
Rimano, per il ducha, per li ducati 8000 ; perhò è
per ostaso, et è unico fiol ; per tanto aspecta li li
danari. Item, missier Zorzi di Codignola à scrito a
un suo nievo de li, per uno messo, calato la note
di la rocha di Pexaro, di 13, et lo prega li mandi
100 boni fanti, e, avendoli, si tegnirà .
Vene l'orator dil papa, et fè lezer uno brieve di
14 a lui ; ringratia la Signoria dil licentiar il fratello
dil signor di Rimano, si oferisse etc.; è caldo a la
Di Napoli, di l' orator, di X. Come il re è pur expedition , à scrito brieve al roy; manda la copia,
a Casal dil Principe, et per merchadanti zenoesi si ha qual sarà qui soto fortasse descripta; lo prega vengi
dil passar a Trapano le do nave dil roy, armate a im persona, e lui anderà. Rispostoli bona verba per
Zenoa, vanno in Levante ; solicita la licentia, e il ❘ il principe ; poi ricomando uno messo dil cardinal
mandar il suo successor, è horamai tempo etc.
DaRavena, dil podestà, di 17. Come Pexaro si
tieri per nome dil ducha Valentinois, e le zente vi
San Severino sia aldito, et presto expedito.
Vene il ditto messo dil cardinal San Severino,
chiamato domino Antonio Maistrello, qual è prete,
941 MCCCCC, OTTOBRE. 942
374
pregar el soldan li voy donar tal danari per altra
via cha trazerli da' franchi, per ruinar el paexe; nė
altro è seguito. Le signorie temporizano, el soldan
ne l' Egipto, e il signor di Damasco da Gazara in là ;
solum è innovato, che el soldan cazado, è qui im
prexom, li è stà messo li feri. Item, a dì 13 zonse
e portò una letera di credenza, date a Feliciam, a di
28 septembrio, e una dil roy in recomandation di
ditto cardinal ; dice averli reso le intrade ; prega la
Signoria li rendi quelle ha a Cremona, videlicet l'abacia di San Lorenzo ; et cussi ditto messo con molte parole expose, oferendossi esso reverendissimo
cardinal per la Signoria nostra a presso il roy soli- ❘ de li la nave Zustignana, zenoese, porta da Zenoa
citar contra il turcho. El principe li usò bone parole, et ditto si conseieria.
Vene Zuam Alberto da la Pigna, vien di Corbole, et quel ducha di Ferara si racomanda a la Signoria, si oferisse la persona, i fioli e il stado in
ajuto contra turchi, e à scrito a tutti li potentati, di
quali à 'buto risposta, mancha Franza. E cussi presentó 6 letere, ch'è la risposta fatoli, acciò la Signoria nostra vedi il tutto. Le qual son.queste :
Dil cardinal di Modena, date a Roma, a di 6
octubrio, in risposta. È stà dal papa, à presentà la letera di esso ducha, di 17, è molto disposta ; à fato
tre legati, ut patet; venere li donò il capello a lui, e
li altri cardinali novi è li, e ſo acompagnati da tuti
li cardinali a lhoro proprie case ; et crede lo primo
concistorio li darà lo anello e il titollo.
Di re Fedrico, latina, data a Castel Novo, a di 2. Optima ; si duol di Modon, lauda il ducha, si voria lassar le particular cupidità etc.
Di fiorentini, 20 septembrio, latina, in carla
bona. Si riporta a l'orator di esso ducha, domino
Manfredo di Manfredi, e dicono farano, quando saperano li altri principi christiani far, e li dispiace dil
danno di la Signoria.
Di Mantoa, di 20. Si avesse abuto il modo,
come lui l'aria dimostrato ; e quando per lui o altri
li sia fato quella provision al grado suo, sarà apare- chiato con la persona e con sparzer il sangue.
Da Bologna, di Zuan Bentivoy, di 19. Come
lui e la comunità sarà pronti etc.; ma saria necessario il capo facesse, e lasasse li poveri signori di Romagna star ; exemplum enim dedi vobis.
|
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150 bale de pani, 200 milia di rami, 20 milia di stagui, Xcasse di pani di seda, 15 casse di corali, carte
et altro, a compimento di ducati 100 milia, e ducati
50 nilia in contadi. Stimasse tra quella nave e un
galiom de' zenoesi, che si aspeta, farà da colli 800
di spezie, et colli 2000 hanno trato forestieri da le
galie in qua, si che quel viazo si reduse in man di
forestieri. Item, dita nave àporta robe de magarbini , zercha 3500 zare di oio e 100 bale tra carpete,
tele e zere. Da poi scrita, l'è venuto certi franchi
dal Chaiaro , dicono el soldan preparava exercito
contra el signor di Damasco de 2000 mamaluchi,
con el qual andava el diodar grande, perchè el signor di Damasco li havea manda indriedo la vesla
et il cavalo li haveva mandà el soldam.
Dil cardinal di Medici, date a Roma, a di 14,
drizate a Pietro di Bibiena. Fo leta una letera molto longa, di l'ubligation hanno a la Signoria nostra, et speravano intrar'in Fiorenza, e mancha molti
soi contrarij ; poi Medici è in gracia dil papa, e Vitelli e Orssini ben disposti ; et voria secrete do
cosse : la Signoria, in quello li occori , li favorizi
solum di parole, maxime col papa e col roy, acadendo, et questo sia tenuto secreto ; et scrivi a l'orator
in Franza, ajuti a presso il roy ; concludendo, è
meglio lhoro Medici siano in Fiorenza per la Signoria nostra, a la qual si racomanda, oferendossi im
perpetuo ubligatissimo.
Dil re di romani, per il nostro corier ſo portato
una letera data in oppido imperiali verdensi, a di X
octubrio, in risposta di la nostra. Si duol di la dedition di Coron, et ab incunabulis à 'buto fantasia a
deprimer turchi , e Dio perdona chi è stà causa non
si habi ateso contra essi ; et à inteso di le preparation di Schender bassa, come li scrivemo ; è pronto
a far ogni cossa ; va a Nolimberg, dove sarà li eleDi Alexandria, di sier Hironimo Tiepolo, consolo, di 15 avosto. Come a di 4, per l'ultima soa,
per pasazo parti per Napoli, avisò le molestie li dava
quel armiraio, condusse li prexon el soldan cazado ;
voleva el tributo di Cypri di 4 anni, e ducati 1000 | ctori di l'imperio et altri principi, e conseierà, e a
per sua staffa ; et do zorni li tene in zime ; e si
parti de li, e da Roseto el mandò uno caschi per
li ducati 1000, e messe il forzo di nostri merchadanti in cadene, e fato ogni demostration de menarli al Chaiero ; ultimate si contento di tuor ducati 100 per sua slafa, e portar risposta di quel
artnirajo de li, li scrive l' esperientie fate, et voy
la letera nostra per suo proprio corier ne farà risposla etc.; videlicet al mandar di orator 0 risponde. La
qual letera fortasse qui avanti, avendola, sarà copiata.
Da Zara, di sier Jacomo da Molin, dotor, capetanio. Zercha la letera li fo scrita, di cassar li
pacsani ; ne è assa', non sa che far. Unde per cole-
943 МССССС, ОТTOBRE. 944
375
gio, ita me et aliis consulente, li fo rescrito non
fazi altra novità al presente, et etiam fo scrito in
conformità al conte di Traù, richiedeva questo.
zente, che gran numero ne bisognaria, non habiamo.
Turchi, intendendo el stato nostro nel qual se atroviamo, l' altro eri con scale facte et più di 5000 peDa Durazo, di sier Vido Diedo, baylo et capeta- doni et 400 cavali, venero per scalarne le mure; et
nio, di 24 septembrio el primo octubrio. In la prima, in effecto l' harebeno facto, se Idio per soa miseridi esser corssi turchi per fin soto le mure, zercha | cordia in eodem instanti non havesse facto qui im
cavali 200, e preseno zerti puti andati a le vigne a
sunar vua, e ogni di minazano vegnir a combater
le mure, et nostri è pochi in la terra, e hanno a
guardar 3 mia di muro, et non hanno 200 homeni ; e quelli citadini ha dito : Si la Signoria non ne
provederà, bandonaremo questa terra e andaremo
via. E questi non hano li, salvo la zenere su la fogera e le sue persone, lo resto hanno mandato via, chi
in qua chi in là ; et scriveno una letera a la Signoria nostra, non de consentimento de tuto el populo,
nè di sua saputa, acciò si provedi.
Dil ditto, di primo. Che le galie turchesche di
la Vajusa è dito le voleno tirar in terra, e le monition e sartie hanno mandato al castello de la Canina, de supra a la Valona; la panaticha hanno dispensada per el paexe, che a tempo novo li faza
tanto pan. A l'incontro de li è il capetanio dil colfo
con do galie sotil e do grosse, venuto li per il tempo, e ogni setimana hano qualche coraria da' turchi,
e horamai non hanno che tuorli fuor di le mure,
per haver tolto il tutto.
Copiadi una letera scrita per quelli di Durazo
a la Signoria nostra, acció se li provedi.
Serenissime princeps el domine excellentissime etc.
Idio in nostro testimonio adducemo, et la illustrissima signoria vostra, con quanta fede et devotione semo venuti soto l'ombra soa, et constantemente haverno perseverà per fin a questo zorno,
non obstante ogni pericolo, senestro, danno et caso,
che multipliciter hanno questa terra de tempo in
tempo declinata, et ad nihilum redacta. Ne da questo nostro proposito al presente remossi semo, ma
con mazor fervor semo infiamati, la patria, la vita,
le faculta et figlioli nostri exponere, per honor et gloria de la serenità vostra, se quella, per soa clementia, se degni prestarne il modo, dove et come
star et defendersi possiamo. Questa nostra desolata
citade, serenissimo principe, è de muri, hormai per
vetustade circum circa collapsi, denudata; per la
malignità de l ' ajere et ocupation de tutto el paese
a torno, è inhabitabile facta ; el circuito è de tre migliara et ultra, adeo che non ne atrovamo oltra 200
persone da fati dentro ; soldati, nè altro pressidio de
❘
|
porto arivar el clarissimo capetanio dil colpho, la cui
magnificencia con la galia acostandossi al passo, et
con le soe zonte assegurando la terra, li fece daquesto suo desegno questi cani desistere, i qualli, con la
preda de homeni et animali nostri se retirorno ; ma
non però sono resolti, anzi de hora in hora con mazor
numero li aspectamo ad excidio de questa nostra
misera patria, cæde nostra et captività de le nostre
done et figlioli. Per il che humiliter ai piedi de vostra celsitudine inclinati, suplichemo, per amor de
l'eterno Signor Idio, se degni o fortificar questa
nostra patria, che almeno da un simplice exercito et
subita incursione non siamo persi, o meter tal pres- 375 *
sidio de zente et galie, che de qui partir non possino, che asecurar da qualche banda ne possiamo. Noi
speramo che la excellentia vostra, per pietà et misericordia, per ben et honor del stado suo, exaudira
questa nostra justa et miseranda suplicatione, presta et abundantemente; nè interponerà tempo nè
inomento, perchè in ictu oculi, exitio certissimo ne è
imminente. Se veramente non li piacerà farlo, o vero
a questa nostra extrema unctione differirà remedio
salutifero, noi con le lachrime agli ochi a vostra- sublimità le mure, le chiesie, le case nostre et il natalicio solo ricomandemo, che, ex nunc, tuti per poter viver soto l'ombra de vostra serenità fra christiani, de qui semo per levarse; volendo più presto
mendicare ad aliena limina, che tra infideli habitare
et da' turchi esser opressi et trucidati. Nec plura.
Gratie etc. Dyrrachii, 19 septembris 1500.
Subscriptio : Serenitatis vestræ fidelissimi servitores, consilium XII et universitas civitatis Dyrrachii.
Atergo : Serenissimo principi el domino excellentissimo, domino Augustino Barbadico, Venetiarum etc. duci illustrissimo.
Copia di la lettera scrita per fiorentini in risposta
al ducha di Ferara.
Illustrissime princeps ac excellentissime domine etc.
Nulla nos nova admiratione affecit consilium
propositumque hoc excellentiæ vestræ cogitandi scri-
945 МССССС, OTTOBRE. 946
376
bendique ad nos pro re communi, utpote quæ semper et amice et sapienter consulere sibi exterisque
omnibus consueverit ; laudamusque nos merito ,
quantum possumus, rationem hanc suam, nihilque
optamus magis quam esse nos eos, qui tanto oneri
rerum pares esse possimus. Quæ res, quum gravior
sit quam debeat et possit a nobis litteris tractari, magnifico oratori excellentiæ vestræ residenti apud nos
mandavimus, nuntiaret quæ sint in hac re, de qua
scriptum ad nos est, consilia nostra, quidque nos in
ea re cogitemus ; quæ omnia, ut credimus, copiose
is et fideliter referet ; nec nos ob eam causam longiori epistola morabimur excellentiam vestram. Quæ
bene valeat.
Ex palatio nostro, die 20 septembris 1500.
MARTEL.
Subscriptio a parte destra : Priores libertatis et
vexillifer justitiæ populi florentini .
gantin andò a le barze etc. , etparlo col capetanio. Et
alias ditto Villamarin vene al tempo dil signor Lunardo, e sollo con 12 galie have la Prevesa. Item, ha examinato dito schiavo, qual da septembrio, che fo
preso, in qua, è stato a l' Arta ; dice si divulga, ungari ha roto a' turchi, e ha lassato a la Prevesa, a di
2 di l'instante, galie 9 in aqua compite, ma non li è
li remi, ni arbori ; altre 3 galie sono in terra, e se
lavorano; e sono solum maistri 26 calafai, tutti di
Lepanto; et è zercha cavali 60 di turchi, quali stanno
im più luogi. Li asapi, erano a la guardia di le galie,
per hordine dil signor sono partiti ; e hanno posto
turchi nel castello da zercha 20 boche d'artilarie,
tra le qual son do alquanto grosse, le altre, el forzo,
mortari. E à inteso el ditto da l' armiraio di la Prevesa, è corphuato, era su l'armata inimica, qual dismontò a Modon, et è venuto per terra, li à ditto el
signor andar col campo a Constantinopoli, e havea
lassà zercha 4000 cavali a Napoli, quali sono mal
tratadi da quei di Napoli, et l' armata va versso Garipoli etc. Item, el cavalier spagnol, come scrisse, rimase a Corfù infermo, è morto a di 5 di l'instante.
Di l' armata nostra nulla ha.
Da Corphù, dil baylo, di 8 octubrio. Par habi
scrito dil zonzer e partir di l'armata yspana, qual
non si à 'uta, et di le fabriche e la necessità di mu- Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, a
reri e manoali brexani etc. Ha auto una letera dil ca- presso Legina, a di 10 septembrio, a hore 5 di note.
petanio di la Parga, li avisa di le cosse di la Preve- Come poi quelle di 8, soprazonse le 4 galie mandò a
sa. Per spie ha, tutti li turchi si erano partidi, et è la volta di Napoli, per saper li successi di l'armada
venuto el flambular de l' Angelo Castro con 40 tur- e di l' exercito nimicho ; i qual soracomiti fono sier
chi , e lui amalato ; et erano in aqua 8 galie, et le 4 | Marco Antonio Contarini, sier Cabriel Soranzo, sier
le conzavano, ma erano pochi maistri, per el cativo
aere sono morti. E si dice l'ongaro dà gram impazo
al turcho, e fali danno assai ; e il turcho à mandato
do ambasadori al re Fedrico, per via di la Valona, e
che tute ste marine stanno con gran paura, e stanno
in fuzir, et è 8 di erano venuti ne li soi casali ditte
spie, et non erano venute, perchè el vayvoda da Sandona adunava zente per corer de li, e havea pià i
passi, acciò alcun non vegnisse ; tamen non è venuto
per non haver trovato homeni a suficientia. E, poi le
spie, è venuto uno era schiavo, vien da l' Arta, e fo a
la Prevesa, e dice di la paura aveno a l' Arta, quando
l'armata yspana veteno, credevano fusse el nostro
zeneral, et erano disposti per tutto a fuzir e abandonar li loci. Qual vien in questa terra a la Signoria
nostra, e par quel capetanio di le barze inquerisse di
ditto colpho di l' Arta, et ha mandà una fusta per
prenderun homo, per saper qual cossa, e volea mandar Vilamarin con le galie e barzoti a tuor ditti luogi, et va a la Zephalonia, che pertende averla, si che,
si l'andarà o mandarà, tutti quelli lochi sarà soy
senza alcum contrasto. Et questo intese per uno bre1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
Francesco di Mezo e Zuan di Matafari, da Zara. Riportò l'armata turchescha esser levata da Napoli, a
di 4 dil presente, et il resto di l'exercito, restato col
trabucho o ver mortaro al monte Palamide, se era
levato in grandissima pressa, a di 5 di note, do hore
avanti zorno. Et erano venuti do olachi, zoè corieri 376 *
turcheschi, uno driedo l'altro, a farlo levar ; el qual
se levò con grandissima furia e cridori ; quali corieri
zonseno la note, e quella note, do hore avanti zorno,
se levorno ; si divulga nel campo la causa è si diceva
che 'l turcho era morto ; e chi diceva che l'ongaro
li haveva roto, e haveali tolto alcune terre de importantia, e venuto fino a Sophia; le qual cosse ditti
sopracomiti inteseno da do gripi da Napoli venivano
a Napoli vechio a trovarli ; e come tuti li stratioti di
Napoli erano ussiti fuora, et andati a la coaza dil
campo, e speravano fariano ben assai. E ditti sopracomiti scrisseno a Napoli di l'esser l'armada nostra etc. per socorerli, et ritornorono andando al castel de Termissi, qual si havea reso al turcho, et
erano dentro solum 8 turchi, el qual castello, per
pregadi, fo dato a Dimitri Paleologo, et nel ritorno
60
917 MCCCCC, OTTOBRE.
048
gni , e preseno li turchi, excepto el schiavo, e ligati, li
conduseno a galia, e, con contento di tutto il populo, iterum ritornò soto la Signoria nostra. Non à riinesso il retor, licet l' habi trovato neto di l'acordo,
e si lo havesse trovato in eror, l'havería fato portar le pene; e di ritorno provederà etc. È per levarsi subito e andar a la volta de Porto Liom de Setines,
dove si dice esser le 32 fuste, e poi anderà versso
el Cao de le Colone, e si conzonzerà con le nave e
galie grosse, e anderà sequitando la armada fino
dove presentirà quella ritrovarsi, per poter far quello desidera con tutto el cuor. La qual, si ha da quelli
de li , è andata versso el Canal di Negroponte, ozi 3.º zorijo, e non sanno si la starà li o andarà a Constantinopoli. Se hano visto ozi fuogi assai a Zia, mia 40
de lì ; judicha parte di l'armata turchescha sia andata li , et spera doman esser in quelle aque. Manda le
dite letere per uno homo a Napoli, e scrito a quelli
rectori le mandino.
esso capetanio spera reaverlo. Et inteso per ditti sopracomiti l'armata turchescha esser andata a Legena, e quella aversi reso, unde, hessendo esso capetanio con tuta l'armada unito sopra le Specie ,
mia 40 lontan di Napoli, né mai nave e galie grosse
steteno tanto unite, judicho esser meglio seguir l'armada cha andar a Napoli, qual era libero da mar e
da terra, e scrisse a Napoli dove andava, confortatidoli etc., si li citadini, populo, contestabeli e soldati ;
et che seguiva l' armada per trovarla, e de ritorno,
ivi anderia a proveder, e mandoli la gondola dil capetanio di le nave armade, per non mandar galie,
per averne poche, e andò verso Legena conle galie
sotil, lassando ordine in scriptis al capetanio di le
nave et galie grosse, se tenisseno a terra via, versso
Cao Schillo, azò, trovando la turchescha a Legena,
potesse averle insieme. E ozi li mandò un altro ordine, essendo reduti a presso Cao Schillo, che tuti
uniti andasseno al Cao di le Colone, e li se nodrigaseno fino venisse de li, et cussi ozi zonse a Legena,
trovò il castello averssi reso al turcho; e venendo
uno schiavo, con quelli di la terra, a marina, credendo fusse la sua armata, e scoperto nostri, dito
schiavo si largò da marina, e do di la terra veneno
a galia et naro, habian lo inteso Modon e Coron esser dil turcho, non sperando alcun ajuto di la nostra armada, erano rimasti d'acordo col turcho , darli
ducati 800 a l'anno, et che essi di Legena governaseno l'isola, e cussi restati contenti, li deteno uno
suo homo, andasse a la Porta, per confermar questi
pati. Et erano state 32 fuste turchesche, e haveano messo in terra e combatuto el castello; tamen 0 ha- veano fato; ma da poi, per dubito di non esser de- predadi, feceno ditti pati, contra però la voluntà dil rector, qual per niente voleva asentir, per quanto afermano quelli di la terra; et mandorno adArgos al signor , acció fecesse provisiom, et l'isola non
fusse messa a sacho e im preda. El qual mandò el Del ditto capetanio zeneral, date in galia, a la soprascrito schiavo, con el qual erano solum 4 tur- velli, a presso Cao Mantello, de l'isola di Negroponchi, e ozi havcano mandato fuora dil castello il re- te, a d 13 septembrio. Come a dì X di note, si levò
ctor nostro. È da saper, ditto rector era sier Lunardo di Legena di note, e per la buora si messe non pote
Marcello, fo di sier Fantim. Or, inteso questo, esso andar a Porto Liom, per le 32 fuste etc., le qual
capetanio, con uno di quelli do, che era el canzelier | però non erano ; et eri zouse a Zia con tuta l'armaDa poi scrita, a hore 5 di note, el schiavo è stá
conduto a lui per domino Polo Contarini , et è schiavo di Missit bassà, mandato per lui a veder si ditto
castello si havea reso ; è uno di li primi schiavi dil
ditto bassà. Dice, eri el signor passò con l'exercito
de Megera, nè sapea dove el sia per andar; di l'ar- mata nulla sa, ma se diceva l'anderia a Negroponte,
e chi dicea a Constantinopoli. Et dito schiavo promesse far restituir la moglie al ditto domino Polo
Contarini, che tolseno in Coron, quando lui fuzite in
Napoli, et per tanto esso capetanio ge l'à lassato, con
questo, non potendo haver sua moier, ge lo restituischa, e doman si parte per Napoli el ditto. Item,
quel castello di Legena, per esser inexpugnabile, li à dà X balestre di le galie sotil, tolto una per galia,
et 7 barili di polvere. Item, dito schiavo non fu soto Modon, perchè l'era amalato a Londari, perhò di
Modon O sa, ni Coron.
da, e da le galie da la guarda li fo conduto uno bre- gantim, sopra el qual erano el calafao et el maran- 377 di la comunità, uno capo di provisionati con zercha cento homeni ben armati, fino a la terra, con ordine i dovesseno intrar nel castello, et quello tenirlo per | gomde la nave Pandora, quali fono presi vivi, quan- la Signoria, vedendo di prender li turchi et condurli
a galia. Et cussi andorono al castello, et quello preseno, e meseno X homeni dentro , e consigno le chiave a uno provisionato nostro visentin , quale
messeno per contestabele con li sopraseriti compado la se brusò, e stati in ſeri, e ultimate stati in la
nave granda de Camali, e zonti a di 9 dil presente
al Cao de le Colone, se messeno in animo de fuzer,
e tolseli da pope de essa nave el preditto bregantin.
e veneno a ventura a l'armada nostra ; manda la
919 MCCCCC, OTTOBRE. 950
lhoro depositiom etc. Item, ha diliberà, per il più chescha grossa, patron Camali, referisse, che ritrobrieve camin andar a l'isola de Metelin, per ve- vandossi calafao sopra la nave Pandora, et hessendo
der di scontrarsi im parte o tuta l'armada turche- | scapolato, lui e il marangon di dita nave dal fuogo,
|
❘
377 scha, e far quanto è il suo desiderio, e honor di la e preso da' turchi, è stato insieme con el marangon
Signoria nostra. E per le bonaze, le nave lo fa tar- sopra la ditta nave grossa fino a di 9 dil presente,
dar el camim; le fa remurchiar a le galie sotil, e, et essendo alCao di le Colone scampo con el marantrovando la armada, se intenderà qualche bon exito. gon ditto, e li tolse uno brigantin era per pope, et è
Si duol non haver più biscoto etc.; si vede impa- venuto qui a l' armada. Dice a di 24 avosto, el zorzato; et se non fusse, eri zonse sier Hironimo Pisani , no to prese le galie grosse Leza e Mosta, lui era su
provedador, da Cerigo con 360 stara de formento, la nave, e tutti turchi tenivano per certo che la sua
aria fato mal ; à scrito a Corfù e Candia li mandi, et armada fosse dil tutto rota, quando veteno inveO apar. Item, a Legena, a dì X di note, per la buo- stir quelle galie grosse. E la galia Leza menò per un
ra, la galia Basadona andò in terra, se sfondrò a bon spazio via la galia del bassà, e li turchi, erano
pope; pur fo ajutata ; l'à lassata de li a conzarsi sopra la dita nave di Camalli, se pelavano la barba,
con la galia sier Cabriel Soranzo, e poi vengino pre- perchè non potevano dar socorsso. Erano di là di
sto a l'isola de Metelin, al Segri. Aricorda biscoto, Sapientia col vento contra; ma poi veteno le altre
armizi, feramenta, arbori, antene et timoni per le galie grosse, passorno per mezo l'armada turchegalie si mandi; e aspeta ordine di le galie e di scha, che i se butavano da brazo, i erano del tuto 378
quelle di viazi . Manda le dite letere per via di Can- roti, e haveano messo ordine di scampar in terra.
dia, per uno gripeto, et à letere di 29 avosto, di E le nave vedendo non se acosiar, preseno animo,
Candia etc. Li à rescrito, confortandoli etc. Item, al- per modo che tute le galie turchesche circondono
cune velle di l' armada turchescha fono a Zia, e ha essa galia Leza, e la combateteno da hora di vesporo
fato carne, e turchi sono andati al castello. Li home- fino a la sera; la qual, per quelli di la galia, fo sfonni lo abandonorono e fuziteno a la montagna; tol- drata, et quanti janizari montavano sopra, tutti o
seno essi turchi quello poteno, e subito si partino. ver se anegavano, o ver erano amazati da quelli di
Et veneno li homeni di Zia, da esso zeneral, volse | la galia, per modo che moriteno a torno quella galia,
uno homo per governo, non li ha provesto, ma li à
dà bone parole. La qual isola è bona, et è parte
di quelli zentilomeni da cha' Permarin, e parte di
uno li piace signor . ItemJanuli , eri, vene si chealaluiSignoria sier Carlotermini Contarini quello , fo | stantinopoli Andrea de Re, che era suo comito, et
castelan al Zonchio, e subito lo fece meter in feri,
per ricerchar cussi li soi demeriti ; formerà el processo, e, trovandolo in manchamento, non darà cargo a li avogadori, ma li darà la condegna pena, et
cussì a tuti altri falirà o habi falito, non li manderà
de qui ; perhò sempre con le justificatiom chiare, e
sia chi si voglia. Item, per molte quercle di la compagnia di Hironimo da Cao d' Istria, contestabele su
l' armada, expedito di Venecia, e per manzarie e per
infidelità l'à privato di contestabele, e ristituischa
li danari di la Signoria nostra, et le manzarie fate a
la compagnia, ni trova niun dichi bene di lui.
Depositiom di uno narra molte cosse di l' armata et
exercito turchescho, mandata per il zenerul.
1500, a di 12 septembrio, in gulia a presso
lixola de Zia.
Constantin de Michali, da Corphù, seampato al
Cao di le Colone. a di 9 dil presente, di la nave turavanti che l' andasse a fondi , più de 500 janizari ,
e tutti di la galia forono taiati a pezi. L'altra galia
Mosta, immediate fo presa, e hanno mandato a Conel marangon per far galie grosse su quel sesto.
Hanno armato quella galia grossa, et 3 sotil che preseno. Item, che 'l signor se vide disperato, che ' l
non podeva prender Modon, et che mandó a chiamar Camali, dicendoli che l'era vergognato, et che
non sapeva con qual volto l'andaria a Rodi, non
possendo pren ler Modon. Et che Camali sempre lo
confortava, et fece discargar di la sua nave una
bombarda grossa, et la messe contra la terra ; qualle O faceva, et se non fosse stà el socorsso mandato in Modon, per el qual to abandonato le poste,
e turchi se messeno a monter sopra le mure senza
contrasto, e' mai lo haveriano auto. Et che il signor
à fato meter in feri, sopra la nave de Camali, alcuni sopracomiti turcheschi, che lassono intrar le 4
galie al socorsso de Modon. E da poi preso Modon,
soprazonse doi ambasadori dil re di Hongaria al
signor turco, e li fece asaper come el suo re ge
havea roto guera, et che'l ge havea preso alcune
terre, e quelle haveva brusate, e menato via le anime. El signor li rispose, che li manchava mesi 6
951 MCCCCC. OTTOBRE. 952
pope, per li busi de le bombarde che li haveano
facti , e haveano tirade via do man de garide, et
messe tutte le artilarie a basso, per poterla condur
più presto a salvamento. Dice etiam, voler far 40
galie grosse, e venir fora, et tor tute le terre di
l' Albania, che sono in colpho, et andar a Cataro, et
principiar da quello.
In questa matina, sier Antonio Trun, el consier,
parlò altamente contra el principe, dicendo era il 4. °
avogador, e non veniva quando si menava qualche
uno. E il principe li rispose etc.
Intrò il colegio di le biave. Et è da saper, in
questi zorni feno un merchado di stera 40 milia formenti di Sicilia, con sier Andrea Loredan, patron a
l' arsenal, per lire 4, soldi 6 el ster, et promete darlo
in questa terra, da mo per tutto il mexe di mazo, il
tutto.
Da poi disnar fo conseio di X. Fo il principe
con la zonta di eri et colegio ; nescio quid. Steteno
fin 3 hore di note, e trovono il pro' di do decime,
da esser messe al monte nuovo.
A dì 21 octubrio. In colegio vene l'orator di
Franza, in materia di Martim da Casal, zercha la sua
andata in Franza, et dito quello voleva dil salvo
conduto etc. Poi li fo leto la letera ne scrive il re di
romani, e data la copia.
a compir le tregue, e, da poi compite, che volendo
guera, ge la faria. E poi il signor fece taiar la testa al primo di ditti ambasadori, l'altro lo vesti,
e li mostrò tutti li corpi morti de quelli daModon,
e da poi li dete uno San Marcho ligado in uno fazoleto, e li disse : Guardè come ho conzato San Marco, cossi farò del to re. Et lo licentio. Et subito fece
levar el campo, e andò a Coron, non per combaterlo, ma per veder si se volevano rendere. Et la
opinion sua era de non trar bombarda, et poi andar a Napoli, e far el simile, perchè non se rendendo Coron e Napoli, l'era per venir uno altro
anno, et prenderle per forza. E tutte queste particolarità l'à inteso dir da Camalli. Dice di l'armada, quando l'ussi di Nepanto, la ussì con grandissima paura, perchè se divulgava come erano velle
500 di la Signoria, che la voleva investir, et che
veteno do galie, che erano a la guarda a presso li
Cuzolari, che ebeno grande paura, et sorseno da la
bocha di Lepanto, zoè dil colfo, fin a li Cuzolari ,
12 volte, e haveano ordine che, vedendo l'armata
di la Signoria, di andar in terra, e lassar i fusti.
Eandono con le nave e galeaze do volte a traverso
in terra su la Zefalonia, e non se poteno romper,
che fo miracolo. Ma, da poi che i non veteno altra arımata, i preseno animo, et se conzonse con
quelle da la Prevesa, e andò a Modon, dove steteno con grande timor; et se le galie grosse et nave Di Capo d' Istria, dil podestà, di 13. Come era
facevano el dover, e venivano vigorosamente a in- ritornato Francesco Lepori, stato a certo castelo
vestir, quella armata era spazata senza alcun du- | chiamato Varanoguard, di uno episcopo. Par in Bos378 bio. Et, levata da Modon, l'ando a Napoli, con or- sina, O esser de' turchi ; e ha nova, 14 milia hongari
dine di non far experientia alcuna, ma veder sola- ❘ hanno corsso su quel dil turcho, e fato gran premente se i se volevano render, et che, inteso che
ebbeno, l'armada di la Signoria nostra esser a la
Vaticha, subito con furia se levorno con l'armada
et col campo, dubitandosse sempre che non se li
fosse a le spalle ; et che parte de essa armada è andata a Negroponte per fornirse de pam, e parte è
andata di longo versso el streto. Et le nave grosse
con X galie sotil per remurchiarli, et alcune altre
quare sono andate ancora a la volta del streto.
Tuta questa armada è mal in hordine, e mal conditionada ; li fusti sono vechij e marzi ; hanno lassato
molti homeni di quelli in terra, e sono de 250 velle,
100 tra galie sotil et galiote, el resto tuti legni pizoli, che a cento sono suficienti X galie de le nostre. Erano 16 quare, zoè la nave granda con 1000
homeni sopra, et una de bote 700 con 500 homeni ; le altre erano pizole, e haveano fato li schirazi a la quara ; et che la nave grossa haveva do trombe in sentina, et era schavazà a la porta da
da etc.
Da Monopoli, di sier Jacomo Badoer, governador, di 3. Risponde zercha le jumente ; voria di
tute redur in 150 ; manda il numero, e li polieri si
pol haver, e la spesa vi va etc. Item, de lì è modo di
far molti salnitrij . Item, il re chiamò a si el marchexe di Coversano de Bitonte etc.; non vol andar.
Di Mantoa, dil marchexe. Voria trata di 25
cara di vino di Friul, per esserne questo anno stà
pochi, et li fu concessa per colegio.
Di Bergamo. Zercha danari di provisionati di
Dalmatia. Et cussi Brexa, Verona di cavali, di domino Sigismondo di Gonzaga, qual è contento darli
a la Signoria per quel li costò etc. Di Cremona etc.
Noto, fo mandà a tuor pegno di ducati 500 a
caxa di sier Alvise Zorzi , va capetanio in Alexandria,
per non haver dormito in galia, atento la disobe- 379 dientia, et sier Domenego, suo fratello, fo piezo ; et
questo fo per esser intentiom di la terra vadino presto.
953 954 MCCCCC, OTTOBRE.
In questo zorno, ai frari menori, hessendo stà
portato qui il corpo di sier Marchio Trivixam, olim
capetanio zeneral, fu fato, da poi disnar, lo exequie.
Fo tuti li preti etc. , et uno numero infinito di poveri
e povere, a li qual tutti ebbeno soldi .... per uno,
et li marinari con li torzi. Item, fu posto, sopra
colone, polize, tuti li preti e frati anderiano quel
zorno a dir messa, tutti sariano pagati ; adeo fece
dir zercha messe ...
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe. Fo
comenzato a exequir la parte di cazar zoso li debitori. Et sier Zuam Alvixe Contarini pagò di contadi ducati 60 ; pur fo cazado sier Sabastiam Contarini , quondam sier Alvixe, e non altri, perchè se
scusono aver pagà.
DaRoma, vene letere di XV. Come l' orator eri
fo da monsignor di Trans e di l'altro, oratori di Franza, e, parlato, concluseno esser uniti, e andar la matina in concistorio ; e li disse avia scrito al roy,
tolesse l'impresa contra il turcho, per esser christianissimo, et era certissimo lo faria.
tere in Roma, si prepara per difendersi e non ofender il ducha : Nui non volemo quel di la Chiesia, vosamo prima ne venisse la peste. Or, intrati in la
expedition, disse il papa : Per mar nui andaremo con
arınata, il re di Franza, di Spagna e quella Signoria ;
da una banda, il re di romani con l'imperio, e da
l'altra il re di Hongaria e Polana ; et il re d'Ingaltera, di Dacia, di Portogallo et Scocia, ne darà qualche summa di danari, e fiorentini e Siena. E vol andar im persona. Soa santità vol armar a tute sue
spexe 30 galie, e vol li cardinali armino una per
uno, e quelli sono poveri vol armar esso papa dil suo ; e, non andando il roy, manderà uno cardinal 379 *
legato su l'armada, e voria il re di Spagna vi venisse im persona. Or, el cardinal curzense parlò, si
voria adatar il re di romani con Franza, e tor l'impresa dil Regno etc. E poi l' orator di Franza parlò
optime parole dil bon voler di la christianissima majestà. Poi il nostro solicitó la expedition di legati,
e mandar subsidio in Hongaria. Qual, il papa rispose, omnino per tuto il mese sarano partiti, e voria
da la Signoria risposta, si pol aver 20 corpi di galie, che li vol armar a tute sue spexe, et di non
esser abandonà da la Signoria, nè fazi pace col turcho senza di lui . E l' orator rispose, soa santità non
credesse, ni etiam di niun altro principe, dummodo
la Signoria vedesse da quelli esser ajutati con effeto,
e non in parole etc.
Dil ditto, di 16. Come fu con li oratori francesi
in concistorio, e il papa mostrò una letera li scrive
il roy, manda qui la copia ; et exortato soa santità a
l'impresa et expedition di legati , disse : Siamo contentissimi, e volemo andar im persona col roy. E fè
questa oferta davanti li cardinali. Mostrò poi una
letera li scrive il re di Hongaria, non haver fato
trieva o pace col turcho, à 'buto assa' promesse da In questo pregadi, prima fu posto per il prinli principi christiani, ma li bisogna subsidio, doven- cipe, consieri, cai di 40, savij dil conseio, savij di
do romper etc. Item, una dil re di romani, scrive à
bon voler ab incunabulis contra il turcho ; ma il re
di Franza è causa non si atendi, perchè non li basta haver la ducea di Milan, ma vol Pisa et Siena,
che saria contra l'honor di l'imperio ; unde li à
manda una ambasata ; si riporterà pace, la torà ;
sine autem, farà dieta etc. Et qui è varij coloquij fati ,
e il papa li licentiò di concistorio, e fonno sopra la
expedition di legati ; e à tolto ducati 4000 per expedirli, di quelli fono deputati al sussidio di mandar in
Hongaria ; e partirano luni 8 dì .
Dil ditto, di 17. Come esso nostro orator fu dal
papa ; era con 6 cardinali, qual li nomina, et il papa
comenzó a parlar di l'impresa per domestichar la
cossa. Era il cardinal curzense e l'orator di Franza,
et eravi in zenochioni uno corier con letere. Le zente dil ducha erano intrate im Pexaro, preso il fratello, e il signor serato in rocha ; unde ringratio molto la Signoria nostra, per cognoser da questa ; e
cussì il roy, voltandossi versso l'orator suo, oferendossi ad omnia. E disse missier Zuan Bentivoy à leterra ferma et savij ai ordeni, atento ne sia di raxon di le tanse et 4 decime al monte nuovo molti
debitori, da ducati 160 milia, et sia bon il scuoder,
che de præsenti siano balotadi li procuratori , excepto
quelli è in colegio, quali diebano im palazo redurse
ogni matina, mandar per li debitori, farli astrenzer
nel nobele etc. con grandissima autorità ; non possino refudar, sotto pena di ducati 1000 per uno, et
siano per mexi tre, et compiti, siano electi li altri, et
questi debino ordinar a li 3, a vender quello li
par etc. Ave la ditta parte : 2 non sincere, 16 di no,
146 di la parte. E fo presa.
Fono balotadi questi :
† Sier Domenego Morexini, procurator.
† Sier Marin Lion, procurator.
+ Sier Filippo 'Trum, procurator.
Sier Alvixe Bragadim, procurator.
Sier Nicolò Mocenigo, procurator.
Sier Ferigo Corner, procurator.
955 МССССС, OTTOBRE. 956
Non. Sier Nicolò Trivixam, procurator, per esser
di colegio.
apprimeque deflendam Mothoni sortem et perditionem, necnon immanitates occisionesque et maNon. Sier Lunardo Loredam , procurator, per gnam sanguinis christiani effusionem, quas cum aresser di colegio.
Non. Sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, per esser sora la exation.
Item, fu posto per sier Constantin di Prioli, sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, sier Lunardo
Loredam, procurator, savij dil conseio, sier Beneto
Sanudo, sier Polo Capelo, el cavalier, savij a terra
ferma, et Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, una
parte di cotimo, zercha il desborsar di colli etc. , e 4
capitoli optimi a la sublevation di cotimo. Ave 12
di no ; et deteno termine a li merchadanti zorni 6 a
disborsar etc.
Item, fu posto per li savij tutti d'acordo, risponder a l'orator dil papa, zercha la protetion, darla
in scriptis ; di la conduta non è tempo, per le gran
spexe ; di li legati, li expedissa a exortar si lassi le dissenssion, e atendi a questa expedition per hen di
la religion christiana etc. , e sia presto, perchè ' l tur- co prepara galie 200 in Mar Mazor, et si mandi subsidio in Hongaria, et celeriter. Item, fo leto do
letere si risponde a l'orator di Roma in hac таteria ; si li manda la risposta preditta; et, quanto
a le do proposition di l'orator yspano, semo contenti , si l'armata ne promete ajutar nui, nui versa vice ajutar la Sicilia, e cussi non venir a pace col
turcho, senza il re suo, et mai siamo per lassar
quelli ne ajuterà, e præcipue soa santità ; et di le galie vol armar, semo contenti morem gerere a soa
santità etc. Et sier Constantin di Prioli, savio dil con- seio, volea rimover una parola, dove dice: lassar le 380 dissenssion di christiani etc. E andò in renga. Li
rispose sier Marco Antonio Morexini, el cavalier ,
savio dil consejo. Poi sier Antonio Trum, el consier.
volea indusiar si balotasse a una a una letera, e la
protetiom si facesse per questo conseio, e cussi fo
azonto. Li rispose sier Beneto Sanudo, savio a terra
ferma ; e il Trum si tolse zoso di l'indusia. Dil Prioli
fo 60, dil resto 115. E questa fo presa.
matis suis turcus catholicæ fidei inimicus truculentissimus, non sine maximo dictæ fidei ac totius christianitatis scan.lalo, opprobrio et damno patravit,
quod plenius sanctitas vestra intelligere poterit, ex
hac litterarum copia, quam præsentibus inclusam
mittimus. Et quoniam, pater sancte, nos, ut ex aliis litteris nostris sanctitas vestra clare percipere potuit, summopere affectamus opportuna rei huic remedia præbere, ac ad talem effectum excogitamus
jam paramusve viam et modum quibus pax componatur, discordiæ tollantur ac cuncta prorsus impe- dimenta, quæ remorari possent, auxilia et debita
suffragia, quæ quisque princeps christianus viriliter
et incunctanter præstare deberet, contra præfatum
turcum, quem tam atrociter christianitatem ipsam devastare videmus, devotissime supplicamus sanctitati vestræ, id quod paulo ante scripsimus prosequentes, ut sibi placeat aliquos notabiles legatos mit- tere ad romanorum regem, principes ac elector es
imperii et ad totam Germaniam, nec non ad reges
Hispaniæ, Angliæ, Hungariæ et Scotiæ, et ad alios
reges, principes et christianæ religionis communitates, quibus, ex parte sanctitatis vestræ, idem legati miseratione dignum casum recenseant , jacturam
enormem adaperiant, et irreparabile damnum, quod
christiani incurrent, ni opportune celeriterque dicti turci suorumque confederatorum conatibus efferis
obvietur ; ipsos propterea ad bonum pacis hortentur,
ad odia deponenda inducant, et genus omne armorum ad infidelium turmas convertendum ; pacem
tandem concludere nitantur, aut treuguam , qua durante, christianorum loca, quæ a turco et reliquis
infidelibus occupantur, totaliter recuperari , ac cætera, quæ ad christianæ reipublicæ defensionem perpetuam et conservationem spectant, commode parari queant. Ad hæc, pater sancte, quo melius fa- ciliusve et terra et mari exercitus parari queat magnus ac potens, non solum ad resistendum eidem
turco, verum ad ipsum exercitumque suum, in quo
plures centum millibus armatorum reperiri ajunt,
Copia di una letera scrita per il re di Franza al fugandum ac penitus destruendum sufficiens, iterum
pontifice, translatada di francese in latin. et multo efficacius eidem sanctitati supplicamus, ut
dignetur, ex quo jubilæi annus jam completus pene
Beatissime pater, post pedum oscula beato existit, dare et concedere bullas plenariæ indulgenrum ete. tiæ et jubilæi pro iis christifidelibus, qui contra tur- 380 .
Nuper dux et dominium venetorum , confæ- cum exibunt, aut de bonis suis communicabunt, in
derati et amici nostri carissimi, dederunt ad nos christianæ religionis subsidium et favorem. Quod si litteras, quibus nobis significarunt infelicem illam, I fiat, non dubitamus, et eo et decimis insimul viris
957 МССССС, ОТТOBRE.
958
381
ecclesiasticis regni nostri impositis, magnam pecu- christianis omnibus ; ac, paucis post diebus , civiniarum summam comparari posse, quam totam in | tatem Corone in crudelissimam eorum ditionen reapparatu contra turcum, et in nulla alia re, exponemus. Ita firmiter statuetur. Cognoscimus siquidem
evidenter , turcum ipsum, si , ut cæpit, prosequatur, ac sese cum exercitu ad Brundusium convertat, maximuın flagellum toti Italiæ incussurum, nisi
sibi fortiter, ut decet, et sine mora resistere parati simus. Quæ res summopere nobis displiceret,
proptereaque præsentes ad sanctitatem vestram dare libuit, ut ipsa, quam copiose dignoscat me tamquam regen christianissimum, et sanctæ matris ecclesiæ primogenitum, debitum meum egisse in re
hac, et omnes quascumque habeo facultates, opes
-et animi atque corporis vires, explicare velle pro
præservatione, ampliatione et felici statu catholicæ
fidei vestræque sanctitatis. Quam altissimus ad bonum ecclesiæ universalis regimen augere et conservare dignetur.
Blesy, 24 septembris.
Subscriptio : E. S. devotissimus servitor Lupovicus Francorum rex, Siciliæ, Hierusalem ac Mediolani dux.
Copia di una lettera scrita per il pontifice
al re di Hungaria.
Carissime in Christo fili noster, salutein et apostolicam benedictionem .
degerunt; timendumque est, ne turcæ ipsi Italiam
moxque alia christianorum loca invadentes, solito
furore subjugare et occupare conentur. Et quoniam
publica communisque christianorum omnium causa
agitur, nos, ad quos pro nostro pastorali officio
pertinet ad providendum imminentibus his periculis, alias majestatem tuam cæterosque christianos
principes et potentatus frequentissimis nostris litteris ac nuntiis excitavimus et in dies etiam excitamus, nec cessamus, quibus possumus studiis, quantum nos et venerabiles fratres nostri sanctæ romanæ ecclesiæ cardinales pro viribus valemus, procurare ; sed cum potentia , robore militum, situ ac
positione, regnum istud semper christianorum antemurale ac præsidium fuerit, in tua majestate, quæ
suos antecessores reges pietate ac religione non solum æquat sed facile antecellit, spes omnis nostra
in re hac sita ac locata consistit. Quare, ut præsenti urgentissimæque necessitati, toti christianitati
ab ipsis turcis incumbenti, tua majestas, si forte
nondum contra ipsos turcas moverit , quam primum suis copiis succurrat, atque labentibus et afflictis rebus christianorum subveniat , maiestatem
tuam ita hortamur, requirimus et rogamus, ut majori studio, cura aut diligentia rogare non possimus.
Præterea, cum maiestas tua, creberrimis suis litteris
ac dilectis filii Philippi sui penes nos nuncii et procuratoris, sollicitationibus nos pro promotione ve- nerabilis fratris archiepiscopi strigoniensis ad dignitatem cardinalatus instantissime requisiverit, quam
promotionem idem episcopus calliensis orator no- ster, nomine tuæ majestatis, pluribus suis litteris
vchementissime sollicitavit, nos, ut majestati tuæ,
quam inter cæteros christianos reges ac principes 381 *
singulari præcipuaque dilectione prosequimur, sicut
in cunctis aliis quoad potuimus effecimus, in hac
quoque re satisfaccremus, eumdem archiepiscopum hodie de ipsorum venerabilium fratrum nostrorum
consilio, in concistorio nostro , in ipsius romanæ
ecelesiæ presbyterum cardinalem creavimus ac pronuntiavimus, quod libentissime quidem effecimus,
tum ipsius archiepiscopi meritis et virtutibus, tum
Frequentibus litteris venerabilis fratris episcopi
calliensis oratoris isthic nostri intelleximus, qua benignitate ac honorificentia ipsum episcopum oratorem nostrum majestas tua exceperit audiveritque,
ac qua lætitia et reverentia litteras apostolicas super decimis, cruciata ac jubilæo, causa turcharum,
per nos concessis receperit, quamve sit prompta ac
propensa tua majestas in nos et hanc sanctam sedem præsertim in sumendo propediem arma in defensionem ac tutelan christianorum adversus dictos
turcas. Quæ nobis , de periculis christianæ reipublicæ imminentibus , nisi celerrime succurrantur ,
valde sollicitis, admodum grata acjucunda fuerunt.
Equidem, fili carissime, nihil est quo nos tantopere
dies noctesque angat ac sollicitet, quam turcarum| vel maxime intuitu præcipue commendationis tuæ
effrenem rabiem, invalescentemque quotidie magis majestatis, et ut ejus votis ac instantibus requisitioinsolentiam potentiamque compescamus. Qui, præ- nibus et precibus morem gereremus ; confidentes
ter alias clades christianis illatas, nuperrime civitate etiam, ut tua majestas hoc etiam officio ac munere
Mothone diu multis armorum millibus obsessam, a nobis affecta, libentius ac promptius se in ipsam
ferro ignique funditus everterunt, cæsis trucidatis- turcarum expeditionem accingat. Quod , ut quam
que ad unum sine aliquo ætatis aut sexus delectu, I celerrime faciat, si forte, ut diximus, impedimento
959 MCCCCC, OTTOBRE. 960
382
aliquo retardata, nondum in eos arma moverit, quo
possumus studio ac diligentia etiam atque etiam rogamus, prout latius majestati tuæ idem orator noster referet.
Datum Romæ etc., die 28 septembris 1500.
HADRIANUS.
A tergo : Carissimo in Christo filio nostro Vuladislao Hungariæ ac Bohemiæ regi illustrissimo.
Et similes, mutatis mutandis, sua sanctitas scribit
reverendissimo domino Thomæ, presbitero cardinali |
strigoniensi, nuper electo, et etiam reverendo do- |
mino Gaspari , episcopo calliensi, oratori ipsius pontificis.
Adì 22 octubrio. In colegio vene Piero di Paxe,
rasonato, ritornato da Cervignan a dar la paga a li
fanti è stà mandati a Nona ; et portò letere di 19,
di Aquileia, di sier Piero Marcello, provedador. Co- me quel Manara e Zorzi Vida non haveano voluto andar ; è la compagnia quasi disciolta ; unde el capetanio di le fantarie, desideroso, si oferse andarvi
a compagnarli fino in Dalmatia ; e cussi hanno imbarchati tre contestabeli, videlicet Tomaxo Schiavo,
Bonturella da Bassan e Bernardin da Lignago, con
provisionati 230 tra lhoro, et bombardieri 4 ; et il
capetanio non andò, ma li imbarcho, e poi ritornò
per non disordenar quelle cosse. Or ditto Piero di
Paxe referi gran mal di Zorzi Vida, adeo fo consultato : alcuni voleva scriver de li, fusse punito ;
altri sia mandato qui, et expedito per pregadi. Et
cussi fo scrito.
Et reduti li savij in colegio, deteno audientia
fino note.
A di 23 octubrio. In colegio vene l'orator di
Franza ; al qual fo fato lezer la risposta fata a l'orator dil papa. La laudò ; poi fè un gran discorsso,
dicendo mutationes temporum generant ægritudinem ; et dannò fiorentini, Ferara, Mantoa, missier
Zuan Bentivoy, quali si aderivano al re di romani,
per queste novità feva il papa in Romagna, et era
cossa contraria al suo re e questa Signoria ; e haveano mandati soi homeni al preditto re, et il marchexe di Ferara uno a la Signoria nostra, non sapea
ad quid. Poi disse : Contra la potentia dil mio re e di
questa Signoria non potrano ; et è ben ancora 4 mexi , fin a tempo nuovo, da poterli castigar. Or, el
principe li rispose sapientissime ; et scusato di Zuan
Alberto da la Pigna, venuto qui , e ditoli la causa e
❘le letere portò non era stà lete, e fo lete al presente,
et cussi fo chiamato dentro ditto Zuan Alberto, e
ringratiato dil bon voler dil ducha, et perseveri. E
cussi li disse l'orator di Franza, pregando volesse
far etc. , et saria in gratia di la majestà dil re e di
questa Signoria. E ditto Zuan Alberto si parti.
Fo balotà mandar ducati X milia al capetanio
zeneral, et molte monitiom, quale per zornata si
anderà mandando. Ave una di no.
È da saper, eri vene in colegio sier Domenego
Morexini e sier Filipo Trum, procuratori, e acetono
il cargo li fo dato; la camera da basso di l'audientia, et Marco Antonio Zambom per nodaro. Sier Marin Lion non vene, perchè suo fiol, sier Hironimo,
el cavalier, l'avogador, stava malissimo, et morse
ozi a hore 2 di note. Or, questi procuratori reduti ,
tolto li libri di debitori, comenzando da le taxe, levono molti debitori, et cussì questa matina mandoe
per lhoro, venisseno da essi elc.
Vene l'orator dil papa, episcopo di Teoli, al qual
fo leta la risposta, et di la protetione et di l'aricordo nostro, zercha il mandar li legati, quello havesseno a far. Li piaque assai ; dimandò la copia. Li Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, baylo el cafo ditto si manderia a l'orator nostro a Roma. Poipetanio, di primo. Zercha l'arma' di la Vajusa, tiradisse zercha missier Zuan Bentivoy, va iritando etc.
Il principe li rispose sapientissime, non faria nulla ;
ma credeva, quello feva era per conservasiom sua.
Di Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di 20.
Zercha quelle fabriche et bastioni, la qual non fo | Dulzigno, lo à retenuto etc., unde per la Signoria fo
leta, per non esser cossa d' importantia. mandata ditta letera a li cai di X, acciò scrivi lo
ta in terra etc.; e Mustafa bey rimasto a guardia.
Item, par, per un sanzacho de li, sia stà manda per
uno Zuan de Marin, sanser, scampato di qui per
debito, stava in Alexio. Or esso baylo, venuto li a
Et fo parlato zercha la expedition di Schandar-| debbi mandar de qui, et si provedi etc.
becho, qual ha auto parte di danari, li mancha il resto ; li stratioti e fanti è a Lio, e aspeta ; e cussi d'acordo tutti , comesse al cassier fusse expedito elc.
Da poi disnar fo conseiodi Xsimplice. Et questa matina intrò i cai in colegio ; steteno assai ; et
nel conseio di X steteno fin hore 3 di note.
Da Corphủ, dil baylo et capetanio, di 5 octubrio. 382 *
Come, a di do, scrisse dil zonzer di l'armata yspana
inquelle aque, la qual non si ha 'uta, et dil sorzer mia
X lontam de li. E per honorarlo, il provedador con
uno di consieri andono a soa visitatiom, e li portò
una letera di la Signoria nostra, e li mandono degno
961 МССССС, оттOBRE. 962
e conveniente presente. Et quelli son venuti di dita comparse in quel canal bon numero di velle quadre,
armada li a Corfù, sono stà acarezati e serviti etc. adeo tute le zente di quel borgo se redusse a la ma- Quel cavalier yspano infermo stava grieve ; si have ❘ rina per veder. E ogniuno diceva la sua, e alcuni di- 383
ceva potria esser l' armata turchescha, unde per satisfazion di tutti, e per aver il certo , spazò una
barcha armada a quella volta, la qual a hore 4 di
note ritornò, e conduse domino Francesco Florian,
di la morte per quelle di 8. E dita armata si levò a
dì 3 al tardi, dove era sorta ; e per esser stà la note
un temporal di ponente e garbin, con pioza assai,
sorzete in canal, adeo eri fin hore tre di zorno la si
vedeva, et hora passono de li 7 galie sotil et 5 fuste, ❘ dotor, deputado per la Signoria nostra etc. a la exle qual sieguino ditta armata ; et per bonaza do di pedition di essa armada a Messina. Era con lui uno
ditte galie e do fuste veneno li a Corfù e, forniti di domino Antonio, patron mesinese, mandati per il
alcune cosse, subito partino col vento frescho. Judi- capetanio Consalvo Ferando, qual aria a caro a concha l'armata habi fato gran camin ; il capetanio e ferir con lui, e cussi volse andar a soa visitation, e
tutti mostrono molto disposti contra infideli. Item, spazò el dito domino Petro, dicendo al capetanio la
aricorda si provedi de biscoti, e in altri lochi, per- venuta di esso provedador. E cussi la matina, con
chè de li non si pol suplir a tanta armada, e mal si alcuni zenthilomeni nostri, monto sopra una fusta e
pol masenar, e li fornari se scusano per legne, nè si avió versso quella armata, mia 16 lontano, e cussi
poter andar securi a taiarne in terra ferma. Item, come intrava in l' armada le barze e caravele, desepar il provedador rè chiamar in scalla cinque capo- rava le artilarie in grandissimo numero, salutando.
rali di Alvixe Griego, contestabele, unde esso baylo E, zonta a la nave dil capetanio, quella fece el meà aquietado il provedador, adeo ha adaptado il tutto. ❘ demo, e fato aprir la porta e traversar la barcha,
Item, lui solicita a quelle fabriche, e, per non haver | fato uno ponte, montò in nave, acetato dal patron e
danari, à dato il suo salario per sovegnir quelli mu- molti cavalieri honoratamente. E andato ad alto, a
reri e manoali brexani ; se lavora soto el palazo a la coverta di sopra, era il capetanio con gran comiserar la citadella, la qual ormai è im perfetissimi ❘tiva di cavalieri e zenthilomeni, e insieme andono su
termini ; si lavora etiam in Castel Novo una cisterna,
principiata per il provedador di esso castello , la
qual lauda assai, et è molto a preposito, è granda,
suplirà a la terra non che al castello ; è compita di
voltar, et è fabrichata in luogo che bombarde non
la puol offender; et è circondata di piera viva a torno. E quel provedador, per fabricarla, spende di
quel di la sua propria borsa; et perchè la conservation di la terra è l'aqua, ha considerato con lo
inzegnier si faria 3 et 4 cisterne in la terra, ma bi- sogneria de qui si li mandasse piere cotte e li navilij li conduria per saorna, e sopra tutto se li manda
danari.
Dil ditto baylo, di 5. Dil zonzer di do galie di
l'armata yspana. Hano referito, dita armata esser
stata al Cavo Biancho di questa isola, e ozi si dovea
levar. Et el patron di le galie voleva uno arboro,
per la mezana, de una barza, perchè la saeta li dete
l'altra note, con quel nembo da ponente e garbin ;
cerchava eliam fostagni, et di nulla se ha potuto satisfar, per non vi esser. Et steteno dite galie de lì fin
hore Xdi zorno ; poi si parti verso Levante etc. Item,
ricevete letere di la Signoria nostra, come se li mandava monition ; solicita se li mandi danari, per quelli
lavorano amore Dei.
Di sier Lucha Querini, provedador, date a Corfù, a di4 octubrio. Come a di primo, a hora tarda,
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
la pope. E soa signoria voleva antiponer esso provedador. Or, posti a seder, steteno in diversi rasonamenti per spacio di una hora, e poi si volto versso
i soi, e disse : lo voglio esser un pocho in camera
con el provedador e non altri. E cussi lo piò per la
man, e andono in una camera, e licentiò tutti. E posti a seder, prima lo ringratio di la visitation ; poi
disse : Provedador, che vi par di questa armata ? Et
lui provedador rispose, a la visitation si doleva non
haver auto modo di poter honorar la signoria soa
tanto quanto la meritava, e quanto è il voler di la
Signoria nostra etc. Et zercha a l'armata, che, vista,
im parte si avea alegrato, im parte atristato; in una,
visto una potente armata, in l'altra, che più per
tempo la non fusse comparsa a queste bande, che
saria stà causa di gran ben, si per la Signoria nostra, come per universal ben di la religion christiana. E il capetanio non lo lassò seguir, e disse : Di
questo non ho colpa. Chi mi ha richiesto ? Chi mi
ha chiamato ? Anzi per letere de' vostri era scrito
come l'armata turchescha fuziva, e la nostra era superiora, e la incalzava. Che poteva, o che doveva far
io ? Siamo qui : è seguito di Modon quello è seguito ;
l'armata turchescha è andata a salvarse ; lo exercito
è ussito di la Morea, Napoli non à bisogno de altro
ajuto. lo mi atrovo con questa armata, e posso meter in terra combatanti X milia, e lassar l'arımada
61
963 MCCCCC, OTTOBRE. 964
fornida. Io non so come stia Modon fornito ; queste zente non stanno contente, voriano far qualcossa ;
el soprazonze lo inverno ; voria saper dove avero porto e vituarie, per i mei danari, a precij convenienti. Li rispose, non intendeva a che termine si atrovava Modon, e di le zente di l'armata era certo ❘ le Fornara ; barze numero 30, de diversa portada,
zente. Item, eri ess provedador per una fusta aviso dil tutto el zeneral . Or ditta armada è, numerati per
lui, navilij con cheba numero 52, altri dice 55 ; nel qual numero è nave tre grosse : la soa, ditta la Cha- mila ; l'altra, la Charachia o ver la Charcha ; la 3.",
assa' grosse; el resto caravele, et 16 che vuoga re- mi ; è fornita di bellissima zente, disposti, e per guadagnar un duchato meteriano la vita; fornita di ardesideravano di far fati, et era necessario soa signo- ria si atrovasse una volta con el capetanio zeneral,
perchè da lui se intenderia el tuto; e che zercha a
porti e vituarie, quanto avesse l'armata di la Signo- | tilaria grossa e menuta, e molti falconeti e passavo- ria nostra, aria la sua ; e quando le duo armate fos- lanti, con le charete da meter in terra, molte bron- seno unite, non saria impresa che non poteseno tuorzine grosse, gran numero di bombardieri e molti
e otegnir. Et il capetanio disse, non saria bene che | homeni d'arme ; et li cavali ha lassato in Sicilia.
383 le duo armade facesse porto in uno locho ; io voria Item, dil cavalier amalato etc. , et di l'acostar di le
averlo seperato, e li dimandò si l'era stato o haveva 7 galie e do fuste, ut supra, per aver qualche pedo- praticha di Negroponte. Li rispose, è stato in do ta per l' Arzipielago, e non ne à trovati. Eri li fo volte anni 6, e che, judicio suo, essendo l'armada fato uno presente : 4 bote di malvasia, alcuni animali turchescha li, fazilmente, andando caute, se potria grossi, polami, pan e fruti etc. , per esso rezimento,
tuor partito di consumarla, e otegnir la terra. Et il et lui proveditor ; e lo ave acetissimo molto. E
capetanio a questo aperse molto l'orechie, e fè chia- | conclude tenir zertissimo, è per aferar qualche luogo
mar il patron di l'altra nave mazor, nominato don | per si, e torà qualche impresa, e non guarderà meDiego Lopes, fiol natural di el cardinal yspano, et ❘ ter le sue zente a pericolo etc.
uno missier Alvise Pexio. E, intrati in camera, disse
el capetanio : Intendete quello dice el signor prove- di 26 septembrio. Come a hore 7 de dì è zonto de li
ditor ? che se l' armada dil turco è a Negroponte, si una barcha di Nepanto, con compagni 4, patron Ni- potria andarla a guastar, e forsi prender la terra. Ecoló Zalamida, homo di fede. Dice esser fuzito que- quel missier Alvise non consonò tal partito, o fenzese. Pur fo fato discorso. El capetanio disse : A Mo- don, ch'è desfato, nui non guadagneremo niente ;
ma a Negroponte, assai. E il provedador disse, era vero, ma altramente a la christianità importava MoDal Zante, di sier Nicolò Marcello, proveditor, 384
sta note da Patras, et ozi 4.º zorno era zonto uno
ulacho al flambular di la Morea, per via di Saloni- chij, referendo el signor turco era zouto ivi, za zorni 12, e dovea partirsi immediate per andar a Con- stantinopoli per la più curta, perchè el campo dil re don cha Negroponte ; ma ben era più fazile la im- { di Hongaria li dava molestia, et ha tolto di so' luogi,
et esser restati certi flamburi soto Napoli, afin che stratioti non possino ussir e danizar la Morea, et che l'armata turchescha se ne andava tuta via in
streto, e za era passata l'isola di Negroponte, e l'ar- mata nostra andava a quella volta, sequendola ; et che tuti i timarati, janizari e altri valenti homeni turchi, che erano stà tolti sopra l'armada, da poi ussita fuora dil streto, sono stati licentiati e andati via ;
e l'armata ritorna solum con li asapi et christiani
tolti a Constantinopoli, adeo si la nostra armata l'a- zonze, fazilmente si potrà etc.
presa di Negroponte. E cussi discorendo di locho in locho tuta la marina di turchi, Salonichij , Stali- mene, Metelim, e questi lochi, la Zefalonia, Patras,
Lepanto, Santa Maura, la Prevesa e la Valona, con- cluse voler andar al Zante, per intender del zeneral,
e, non intendando, andar fino a Zerigo, per esser
col nostro capetanio, e, secondo troveria le cosse, e
il signor Dio lo inspirasse, deliberaria. E cussi partino di la camera, e ritornò su la pope. E, stato al- quanto, tolse licentia e si parti . E il capetanio li disse : Questa note vi manderò una letera, scrivo a la
illustrissima Signoria. E cussi la note poi la mandò
per ditto domino Francesco Florian, qual lo mandava a la Signoria nostra ; et prega lo ricomandi etc. ,
molto laudandolo. Or, questo capetanio honorò molto esso provedador ; è homo di gran inzegno e praticha, e non corer, anzi respetivamente terminar le | provision, fate dil 14 ... , a tempo di la guera di Za- cosse soe ; et à disiderio di far qualche opera degna di laude; à grande obedientia e dispositiom di le
Da poi disnar fo conseio di X simplice, per dispazar alcuni zenthilomeni , quali eri non compino,
et fono dispazati.
Et colegio di savij si redusse, per consultar di
danari. Et sier Lucha Zen, el consier, aricordo certe
ra, non a preposito al presente. Rasonato poner 4
decime ; et l'opinion di sier Cabriel Moro, zercha pa-
963 MCCCCC, OTTOBRE. 966
gar per raxon di fito universalmente, la qual angaria si troveria ducati 150 milia.
Da Rivena, di sier Antonio Soranzo, podesti el
capetanio, di 21. Come mandò el suo messo im
Pexaro, qual intrò domenega, insieme con le zente
dil governador, perchè fanno gran guardie, e non
aria potuto intrar. E poi la matina, domenega, intro
ditto governador di Cesena, per nome dil ducha di
Valentinois, soto un baldachin fin al domo, e per la
terra, e smontó al palazo, dove è il fratello dil signor di Pexaro e una soa fioleta, presoni ; quali tratano mal. Et la rocha, si tien per il signor, non feva
di domino Federico da Guzo, vicario di Rossi, per
nome dil signor di Faenza ; voria danari da la Siguoria nostra e socorsso in secreto. Li à risposto
non voler scriver 0.
Dil ditto, di 21. Come domino Vincivera Zorzi
era venuto a dirli , el signor Zuane di Pexaro esser
venuto a caxa sua con uno homo secreto, e volentiera parleria con esso podestà; voria far fanti de li .
Li à risposo, non vengi nè fazi fanti, pur venendo etc.
Da Zura, di rectori, di 15. Come hanno dal
ban di Tenina, il fiol di Schander bassa voler venir
stato per le gram pioze. Item, esso conte è stato a
Nona ; quelli spagnoli vol danari etc.
DaBudoa, di sier Nicolò Memo, podestà, di 12.
Come ha fato la descrition : sono in la terra persone
solum 180 da fati ; non ha intrade quelli poveri ;
et, per darli il viver, à partido fra lhoro miera X
movesta ; havia tolto termine per tuta questa seti- | a' danni di quel conta', e za saria venuto, ma è remana a darsi, non li venendo socorsso. Or ditto messo ſo menàdal governador, e minazato era spion,
e il luni lo fè acompagnar fuor di la porta. Da Faenza à letere di uno altro suo messo, di 20 ; come
era intrato el conte Guido Torelo, paregno dil signor, con cavali 30 lizieri, e aspetava di altri. Fo a
consegio per far provisione, et fono electi 4 homeni | di biscoto ; aricorda se li provedi ad ogni modo.
per quartier, a far ogni provision, e par sono contrarij dil castelam. Item, a di 19, esso podestà recevete una letera dil governador di Cesena, data im
Pexaro, a dì 18, zercha uno Carlin di Naldo, volea
far fanti a Ravena per andar a socorsso di la rocha. Li rispose in bona forma, e admoni ditto Carlin. Qual rispose volea andar ad ogni modo; tamen
non de lì, non lo lasseria far li fanti.
In questa matina è da saper, sier Piero Sanudo,
fo synico in Levante, in do quarantie civil e criminal menoe sier Francesco Bragadim, quondam sier
Jacomo, fo retor e provedador a Napoli di Romania, qual ancora non era zonto ; facendoli molte
opositiom ; et, leto le scriture, messe di retenir, e
chiamarlo. Andò le parte: 14 non sincere, 20 di no,
et 26 di la parte. La pende ; non è preso alcuna
cossa ; anderà a un altro conseio. Et poi a dì 26,
iterum lo menoe. Et fo 24 di retenirlo, et 24 di no.
Nulla è preso; bisogna la terza quarantia.
Ad 24 octubrio. In colegio fo alditi quelli di 385
nome di provedadori di le biave, fa manzarie.
Item, eri zonse li a Ravena Jacomo Albanese,
alias contestabele di la Signoria nostra, e portò una
letera dil signor di Pexaro, data al Fossà di Ziniol.
Li scrive esso signor voria venir de li a far fanti ;
li à risposto vengi a suo piacer, ma non lasserà far | Castel Francho, contra Zacharia di Aleoti , va li per
fanti. Item, zouse Sabastian Martelim citadim de lì,
qual è stà provisionato di Vitelozo. Dice el dì de San
Michiel, ditto Vitelozo, Paulo Baiom, Paulo et Julio
Orssini, fono im palazo dil papa, e stete con soa
384 santità gran spacio ; tamen senza danari si levono,
andando alozar a la francese. Item, el ducha, dice, si
levò di Roma, et a di 16 alozó a Sisa ; le artilarie,
in custodia di Vitelozo Vitelli sono; zoè 4 in 5 canoni, una colubrina, do sagri, 4 o ver 6 falconeti,
et organeti, et altre artilarie menute assai ; hanno fato le spianate fino a Fan, per il teritorio dil ducha
di Urbin ; e le zente sono di Vitelozo fanti 900, di
Paulo Baiom 500, di Paulo e Julio Orssini 200 ;
et il ducha , nel partir di Roma , fè spagnoli , et | colobrina e altre assa' artilarie menute, condute con
sguizari 1500 da cavalo; ha homeni d'arme 150,
al più 200 ; el resto sono zente di ventura. E nel suo
campo in tuto è persone 6000.
Vene l' orator dil papa, et presentò una letera
dil ducha di Valenza a la Signoria nostra, data a
Orta, a dì 13, in li campi pontificij. Avisa haver auto
li soi comessi la terra e rocha di Rimano, et cognosce averla da la Signoria nostra, a la qual si ricomanda e oferisse. Et poi esso orator fè lezer una
letera di 5, di ditto ducha, sotoscrita : Cæsar Borgia de Francia, dux Valencia. Li dinota il progres- so suo, et è Orssini con lui ; à 700 homeni d'arme
et 4000 fanti, computà quelli di Vitelozo e Paulo
Baion, et missier Hercules Bentivoy è in Romagna
con 125 homeni d'arme, ha canoni 6, sacri 9, una
gran spesa. Et etiam ha in Romagna 5 canoni etc.,
et si ofcrisse far per la Signoria il tutto, cussi come
à fato far i legati ; li farà expedir presto etc. Et il
Dil ditto podestà, di 21, hore 23. Dil venir li principe li rispose sapientissime, ad omnia verba.
967 968 МССССС, отTOBRE.
385•
Vene il signor Bortolo d' Alviano, e con gran dro, in Servia, et haversi scontrato in le zente dil re
cuor parlò prima, quelle zente è in Friul non à che | di Hongaria, et da quelle è stà rote, et la mazor parmangiar, à consumato il tutto ; aricorda siano levate, perchè in Bossina nium adunamento di turchi è. Item, à fato un disegno dil Friul, et per tuto
ha cavalchato; li basta l'animo obstar con l'aricordo farà , altramente le zente si tien non farà 0. Poi
disse, havia compito la ferma sua; tamen perseverava, e volea sempre star con la Signoria nostra.
El principe lo laudò assai, e comesso a li savij lo aldi
et expedissa, qual sarà doman.
te presi ; et questo, per persone degne di fede, che
à visto essi presoni ligati, e cavali da 700 in suso,
menati da hongari, e à visto a Buda, el zorno di San
Francesco, artilarie assai carchate in barcha al Danubio, per passar da l'altra banda, per andar a
Smedro. Et in Sagabria, Modrusa e Segna è stà publicata la cruciata, et aferma elc.
Di l'orator di Napoli, existente qui, fo leto una
poliza, scriveva al principe. À di Elemagna el ducha
Alberto di Saxonia esser morto, prima domati li frixoni etc.
Da Fiorenza, fo leto uno capitolo, di 17. Quella
terra in gran confusiom; Medici à gran speranza di
tornarvi ; non si fa alcun remedio, non zè vinto
alcun partito di danari. Et il ducha di Valentines va
subjugando ; venendo li, non vi è diffesa.
Di Franza, di l'orator, sier Beneto Trivixan, el
cavalier, date a Bles, a di XI fin a di 13. Come ricevete nostre di 29 con le nove, et la proposta di
pre' Lucha ; il re tuto sapeva per letere di l'orator
suo. Di Elemagna, O. Crede il re di romani sarà
d' acordo, perchè li oratori di l' archiducha di Bergogna à ditto bone parole, e il ducha aver scrito al
padre, si acordi col roy. Item, de coloquij abuti col
cardinal Roam, zercha Spagna, è in amor col roy, e
lasserà l'ar nada, e atenderà a l'impresa, e il roy
vol far gran exercito e armata di mar, e dil Regno
in tre di spazerà volendo, e sarano d'acordo con
Spagna. Item, atende a scuoder le decime ; voria | principe li disse bone parole, dicendo saria expedito.
uno jubileo, dubita il papa non lo darà, perchè à
'uto, per darlo, di Bergogna dal ducha ducati 20
milia. Item, manda assa'zente da cavalo e da pie'
tutavia in Italia, acciò il re di romani più fazilmente
vengi a l' acordo. Item, è zonto li fra' Jaches di Ro- di; dice mal di la Signoria nostra ; voleva andar
patron di una nave ; et l'orator à fato tanto col re
non lo meterà ; e il cardinal à dito lo vol admonir,
taza. Item, quella matina, a di 13, il re parti per
Nantes, et l' orator lo va sequendo a cavallo etc.
Vene uno messo dil ducha Zuan Corvino, et presentò una letera, come pregava la Signoria fusse
contenta trazesse per il colfo da Clissa certa quantità
di sal, per condurli a quelli castelli, qualli li tiem
vicini a' turchi, nemici di la fede christiana ; et il
Vene sier Andrea Cabriel, qual voluntarie era
❘ussito savio dil conseio, et presentò al principe do
letere, una notata di sopra, di quel Alechi da Modon; l'altra di Candia, scritali per li poveri populari di Candia, a di 31 avosto, che importa.
Vene domino Francesco Floriam, doctor, venuto di l' armada yspana, con comission dil capetanio
di essa armada, qual presentò in scriptis, et una letera in yspagnol di esso capetanio a la Signoria nostra ; e narò il successo e bon voler dil capetanio,
Da Milam, dil secretario, di 21. Manda queste qual perho dal re Fedrico era lentato ; andava diletere di Franza; presentò la letera al cardinal Triul- ❘ sposto, per amor di la Signoria nostra, a far qualzi , si oferisse a la Signoria nostra sempre. Item,
monsignor di Chiaramonte è partito per Como, non
li piace star a Milan, et starà XV zorni, poi verà a
Pavia ; et monsignor di Obigni è andato alozar a Bia'
Grassa. Di Parma, O è sequito; chi à ' uto mal, è stà
suo danno. Item, quelli populi sono mal contenti
per li mali portamenti.
Da Ferara, dil vicedomino, di 21. Come a Bologna si fa gran preparatiom; dubitano etc.; e missier Zuane aspeta il suo homo, mandoe in Franza
per stafeta. Et altro non z' è di novo.
DaRaspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio,
di 13. Ha per soi exploratori, in Bossina esser pocha zente turchescha, et esser andati cavali 5000 di
la compagnia di Schander bassà a la volta de Smeche gran cossa ; e cussi havea in comission da li
reali. Laudò molto esso capetanio, et disse il numero certissimo di essa armata.
Numero di l' armada yspana è in Levante,
capetanio don Consalvo Fernandes.
Tre carachie grande zenoese : una chiamata la
capetania, o vero Camilla, di bote 4000 ; l'altra,
3600, la ......; l'altra, 3000, la . . . . . ; et una
di 2000; barze 31 , caravele 26, fuste 13, galie sotil 7. Et sono sopra dita armata persone XV milia,
di le qual Xmilia da meter in terra, e canoni 48 a la francese, videlicet 24 sono sopra le carete; et è in tuto pezi di artilaria numero 120, sopra le carete,
come ho ditto di sopra ; ch'è cossa belissima.
969 MCCCCC, OTTOBRE.
970
386 Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe ; | più parte di animali di quella terra. Item, di la Vafo leto queste letere. jusa li asapi sono stati licentiati, e l'armata reduta
a li squeri , dove fu fata; e à fato 3 caxe per banda,
per habitar le vardie, zoè una per pope, una per
prova, una in mezo. Item, dil venir li a Durazo di
sier Andrea Michiel, provedador in Albania ; et à
fato assa' mal, à tolto di citadini e fato soldati chi da
pe' chi da cavalo ; e dove i ſeva guarda senza paga- mento, adesso li converà pagar. À scrito uno Zan
Baxeio, con cavali 6, et si à ſato avogador e synicho,
e alte (sic) le sententie. Par il sanzacho di la Valona
sia stà cambiato ; vien uno Asnatar, bassà di una villa
si chiama lluxi, è di vil condition et eunucho. E si
dice che uno turco, nominato Marcozi, dia vegnir a 386 *
Di Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, provedador, di 28 septembrio. Come de li si atrova
solum con page da guazo, qual fano la guardia a le mure e a le porte, e moreno da fame, per non haver danari za gran tempo ; li à tenuti con bone parole; et cussi a li stratioti , quali da poi il perder di
Modon e Coron sono spaventati, e voleano licentia
di mandar la lhoro fameia in Puia ; non l'à voluta
dar. Item, è di bisogno tenir in quel colpho 3 o ver
4 galie , et Martinel da Lucha è restà con pochi
fanti a la guarda di la piaza. Et a l'isola bisogneria
passa 60 di reparo, qual lo ha fato far, alto et forte,
adeo i nimici, inteso questo, non sono venuti ; voria | destrution di queste parte etc.
danari per la fusta.
Dil ditto, a d' 7 octubrio. Per exploratori venuti
ozi da Podegoriza e Piperi, paexe turchesco, à, si
aparechia i alozamenti per Feris bei , sanzaco di Albania, in uno locho nominato Pechio ; e haver fato
le cride, secondo el consueto di sanzachi tutti : chi
voleno venir a l'aguadagno, se metano in hordine ;
e, comandato assaissimi paesani, minaza vegnir a'
danni di Cataro. Et à per una altra via, el sanzacho
di Castel Novo minaza voler far meter alguni bastioni , za fatti , su el Streto di le Cadene. Lui à fato
tute le provisiom pol, ma bisogna la Signoria provedi ; e per l ' armar di la fusta, è za tre mexi la tien
armata, e à 'uto solum ducati 200. La camera è povera ; à ducati 120 al mexe ; si convien pagar el castelan, fanti de castello, camerlengo, maseri, sopramaseri, e altre spexc. Item, con Martinel di Lucha
è solum 40 fanti ; voria do page; li bombardieri
oltramontani lo cruciano ; ogni di dicono andarà in
Turchia, non voleno morir da fame. Item, per altri
exploratori zonti, à quel medemo, ut supra, e dil
zonzer Feris bei a Pechio, e il sanzacho di Bossina
e uno altro si aspeta. Item, dil zonzer li sier Sabastian Marcello, sopracomito, li è stà di gran piacer,
lo à 'jutato a confortar e inanimar quelli populi, e lo
vol tenir li per qualche zorno. Aricorda si provedi,
e non si stagi su stratagemi etc. Di la Vajusa hanno,
le zurme esser risolte ; tamen non si vol lassar la
bocha di ditta fiumara senza bona custodia ; potria far etc. Sono turchi homeni astutissimi , perhò è di
averne diligentia.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo e capetanio, di XIseptembrio, tamen si ha di primo octubrio.
Come uno Stefano Jonima, citadim de lì, fè aprir le
porte del maistro jurato di la terra, e insite li animali fora, per modo che corseno turchi, e tolseno la
In questo pregadi , fu posto per sier Alvise Mudazo, sier Piero Contarini, sier Antonio Trum, consieri , e li cai di 40, atento le cause zivil intromesse
per avogadori, syndici e altri, quale andavano a la
quarantia criminal, che de cætero possino andar in
dite cause, in qual di le do quarantie vorano. Ave 9
di no, el resto di la parte.
Item, fu posto per sier Antonio Trun, el consier,
et li altri introno in opiniom, che de cætero tutti i officij e rezimenti habino contumatia tanto quanto starano in li oficij , non computà el servir di bando; et
non possino ritornar a ditto oficio e rezimento, fin
anni 4, excepto li consieri, procuratori, nobeli et altri capetanij, che hanno le comision limitade ; la qual
parte non se intenda presa, si la non sarà presa a
gran conseio. Ave 35 di no, 86 di sì. E fo presa.
Itum, fu posto per tutti li savij di colegio, dar
muda a le galie di Baruto, zorni 30, e a quelle di
Alexandria, 20, come è il suo incanto. Item, sia in
libertà dil capetanio di Baruto e patroni, poi discargado a Baruto e gargado (sic), venir a Famagosta per
segurtà, e poi tornar a cargar. Item, una galia vadi
a Tripoli. Item, l'ossera sia serà zorni 4 avanti muda
sotto pena etc. Item, li capetanij non lassino andar in terra, se non 20 al zorno per galia. Item, vadino uniti , non si parti di Puola senza esser interzadi, fazino la zercha, et cussi un'altra volta a Corfù. Item,
vadino uniti fino in Candia, e ivi si partino. Item, li patroni provadi vadino su le so' galie, soto pena ducati 500 d'oro, privation di patronia per anni X, et
di oficij etc. Item, il capetanio zeneral, zonti sarano,
li debbi dar quella custodia etc. Ave .... di no, el resto de si .
Item, fu posto per nui, ai ordeni, videlicet sier
Cabriel Moro, sier Marin Sanudo e sier Jacomo Cabriel, dar a li oratori di Budua l'amontar di stera
МССССС, OTTOBRE. 972 971
300 formento, per sustentation di quelli fidelissimi.
Ave tutto il conseio.
Item fu posto per li savij dil conseio e di tera ferma, la protetion in scriptis dil ducha di Valentinoys, in forma debita. E fu presa.
Item, fu posto per mi, Marin Sanudo, savio ai
ordeni, atento il bisogno di l' arsenal, che siano eleeti de præsenti do provedadori sora l'arsenal, con li modi etc. Et sier Antonio Trum, el consier, messe,
atento sier Anzolo Trivixan e sier Zacaria Dolfim,
si habino portà ben a l'armar, che a lhoro sia comesso la cura di l'arsenal, con questa libertà etc.
Et sier Hironimo Capello contradixe, dicendo che li patroni di l'arsenal, sier Francesco Zustignan, sier Andrea Loredan, e sier Jacomo Capello, quali si por- tano bene, e non bisognava far proveditori. Jo li risposi, et laudai etiam la parte dil Trun, sì che qual
di do si voglij era bona. Andò le parte: una non
sincera, 18 di no, 40 la mia, et 62 quella dil consier.
Et questa fu presa.
de su parte para el socorro de Modom yo fui requerido á los 14 de agosto a tres horas de noche y el se
perdió a los nueve, creo me tengan per escusado
pues la brevedad del tiempo no sufrió mas, como
dal magnifico micer Francisco Florido, persona de
su Señoria, se podrá bien informar, per requerimento del qual en nombre de su ilustrissima Senoria yo soy monido con esta armada por que la necesidad de Nápoles de Romania lo requeria. Soy
venido fasta aqui e voy al Jazanto donde espero ser
certificado de las cosas de alla y obraré en aquello con
ayuda de Dios segund la necesidad de Nápoles lo demandera. Ypara ser bien avisado desto, he enbiado tres fustas al capitan general de su ilustrissima
Señoria de que espero receber alli cierto aviso e
segund a quello y lo que el magnifico micer Francisco dirá obrará esta armada. Suplico a vuestra ilustrissima Señoria, pues la ynformara de lo pasado
y presente, le mande dar fe y hazer me dean de respuesta brevemente, pues el tiempo es tan adelante
que no sufre dilacion. Nuestro Señor la vida yestado
de vuestra ilustrissima Señoria guarde y acreciente,
como desea.
Item, fu posto per tutti i savij di colegio, atento
il signor di Nichsia era in etade, et non li bisognava
più provedador, et che a sier Ambruoso Contarini, è
provedador li, li sia dato licentia, et più non si fazi
provedador. Et ditta parte have 22 di no, el resto di de otubre 1500.
si . E fo presa, e ſo mal.
Item, fo leto una parte, la qual si à da meter,
De la Carraca Camila en la canal de Corfo a tres
Ilustrissimo e mui excelente Señor el duque de fata notar per sier Antonio Trun, che, de cætero, in la ilustrissima Señoria de Venecia.
le cause non si stagi più di tre consegij, e limitado
il parlar di avochati etc., ut in ex .
Et restò conseio di X suso con zonta di danari
et colegio, per prestar certi danari di mandar al capetanio zeneral; e non ſo trovati .
387 Copia de una letera scrita per il capetanio yspano
a la Siguria nostra .
Ilustrissimo Señor.
Sumario di una letera, scrita per uno da Modon a
sier Piero Sagredo e sier Beneto Cabriel, qual fo
preso da' turchi, e riscatato, nome Alichi, data
aCao Schilo, a di 24 septembrio 1500.
Modom fo preso a dì 9 dil passato, hore do
avanti sera ; el secorsso zonse e intrò do hore avanti ,
fo galie 4 sotil; e subito preso per nostri da Modon
fo messo fuogo, durò zorni 5, è tuta brusada, e assai homeni. Il signor intrò a di 14, andò al donio,
fece la sua oration, andando poi atorno la terra ; e
ussito fuori, mandò comandamento ne la Morea, veDos letras de la ilustrissima Señoria vuestra de
un tenor he recebido la una por via de Nápoles à
los 28 setiembre e nel cabo de Espartavento, e la
otra oy Viernes de la fecha desta del magnifico pro- | niseno maistri 300 per fabrichar quella, e dado horveditor de Corfo, donde con esta armada del rey e
de la reyna mis señores venimos forzados del tiempo que no nos consentió tomar puerto en Jazanto ni en Chafalonia. E pues por otras letras he certificado
qual sea la voluntad de sus altezas en beneficio de
sa ilustrissima Señoria e mi deseo en su servicio,
no convene referirlo. Estoy mal contento de no po- derlo mostrar en tiempo que mas pudiera aprovechar, e pues vuestra ilustrissima Señoria sabe que
dine che per ogni casal di la Morea dovesse levar
fameglie 5, per habitar Modon, e disse voler far uno
toriom a Santa Maria de Spiaza, e un altro al portel 387 de la zudecha, et fornirli de artilarie e bombarde
per vardar el porto. E al partir suo da Coron, fo a
di 28 dil passa', el bassà di la Morea, qual restò li,
fè comandamento a tutti mureri, dovesseno andar
per lavorar a Modom. Corom si rese a di 15 dil
passa', e messo sopra la torre de piaza el stendardo
•
973 MCCCCC, OTTOBRE. 974
del turcho, a dì 16 introno, et ebbeno le chiave con
quelli medemi pati à 'buto lepantini. A dì 20 intrò el signor con cavali 100, andò al domo, fece la sua
oration, e poi ussite. Se quelli da Coron havesseno voluto, potevano taiarlo a pezi, con el pocho numero
di turchi erano con lui ; e par lui l'aricordasse, testimonio sier Pollo Valaresso; et 0 feno. Il campo era
da la longa ; a dì 23 parti el signor con el campo, e
andò a la volta di Napoli di Romania ; e a dì 24 si
levò l' armada, e a dì 28 zonse in colpho di Napoli,
lontan di la terra ; e a di 4 septembrio la parti per
Constantinopoli ; e a dì dito si levò il campo con Mi- lar beì , el qual andò per domandar le chiave, proinetendoli cosse assai. Quelli di Napoli, prometendo
tutti tegnirse, feno da valenti homeni ; e in quel
principio ussivano fuori, e scharamuzavano con tur- chi ; e poi partite in lhor malora senza dar bataia, e l'armada intrò dentro del streto, a dì 17;
e la nostra zonse soto Tenedo, a dì 19, zoè le galie
grosse ; e avanti era zonto il zeneral. La qual arınada turchescha, si dice era velle 240, molto mal
conditionada, e soto Tenedo, per nostri, fo preso do
schirazi picoli , cargi d' uva passa, e a Metelim, a di
18, preso do navilij con valonia; li homeni di navilij
deteno in terra etc. Da Napoli si ha, stratioti vanno
e albanexi per la Morea facendo assaissimi botini, et è abondantia di ogni vituaria, da vin in fuora ; e per schiavi ſuziti dil campo turchescho si ha, l'ongaro ha- ver roto guerra al turcho, e il campo era per far quella volta. Item, per schiavi fuziti da Coron, venuti a Napoli, si ha el signor aver mandato comandamento, li sia mandà di quelli da Coron puti 500; e cussi
se li asunava, el al partir suo, el bassà tolse 6 le più
belle zovene di quella terra per mandar al signor, e
trato assai di le caxe lhoro, e dato a' turchi, non
obstante averlli promesso di far timarati ; sì che è
mal visti, e bene merito sono in grandissima dispe- ration ; e se l' armada nostra andasse li, fariano ogni
forzo a mutar stato. Era al suo partir solum turchi
800; e diceva el bassà veria a la summa di 1500,
videlicet 500 janizari et 1000 azapidi, e altratanti diceva meter a Modon, che era solum 500, et Coron è
ben in hordine di valente homeni da 6000; e, per via di mar, l' ixola è debelissima, e Modon, da mar,
èdebele, maxime versso le mure de Santa Maria,
che con ogni bonaza le galie pol andar con la prora
in terra etc.; anche dal muollo saria muodo. El Zonchio con 3 galie si averia, ch'è importantissimo:
chi è signor dil porto da basso, è dil tutto ; è nel castello 13 turchi. Vilani tuti hanno San Marco im peto. Etiam, volendo navegar con segurtà a l' ixola di
Sapientia, far qualche castello, e il porto davanti e
il porto longo a questo modo saria seguri . Lui fu riscatado, e missier Nadal Contarini, suo cugnado, e
stravestidi introno in Coron ; e missier Ottavian Contarini etc. è prexon. La condition di l'armada era:
nave 22, da conto 4, la nave grossa e galeaza, e do
altre, galie 80, parte marze, e ogni di le sechavano ,
tuste 30, el resto navilij e barche. E a tempo novo
vol far 150 galie sotil et 50 grosse a Napoli, Corfù
e poi Venecia, e col campo in Friul. Dice chi è schiavi : sier Andrea Balastro, sier Valerio Marcello, sier
Batista Polani, sier Marco Cabriel e Sabastian da
Moncelese.
Adi 25 octubrio. In colegio, domenega, vene 388 sier Jacomo Antonio Tiepolo, di sier Matio, notificando eri esser zonto in caxa sua el signor Zuanne
Sforza di Pexaro, qual è suo cugnado, et è venuto
con tre persone; voria venir a visitatiom di la Signoria nostra. Et qui fo vario consulto : alcuni volleva, e alcuni no; unde fo terminato mandarlo a notifichar per Bernardim di Ambrosij a l'orator dil
papa et a l ' orator di Franza di tal venuta. Et O al
Tiepolo fo risposto .
Vene li proveditori dil sal, zercha alcune cosse
per l'oficio ; e dimandono alcuni danari di lhoro
oficij, tolseno li rectori di Cremona l'anno passato,
qual fo dil trato di salli ; et acció possino far il deposito ch'è ducati 8000 al mexe, e dieno haver da Ferara, Mantoa et Bologna danari, a li quali per la Si- gnoria è stà serito letere.
Vene sier Marco da Molin, da San Fantin, et
presentò una letera di sier Marin da Molin, suo nevodo, capetanio di le galie di Baruto, che à pochi
homeni , non sa che farsi, è sora porto. Et per colegio fo ordinato, omnino si lievi, perchè la galia capetania di Alexandria, za era levata, et andate in
Ystria, ivi se interzerano. È da notar, ditte 4 galie
vanno richissime ai viazi, di rame, panni, et etiam
aver sotil.
Vene sier Domenego Morexini e sier Filippo
Trun, procuratori, deputati sora i debitori, qualli
ogni zorno se reduseno, mandano per li debitori,
comenzando da le tanxe; li admonisseno andar a
pagar etc.; poi seguirano li altri ; ma tutti li debitori
non sono a palazo.
Fo balotà il dacio dil vin, tolto per Pollo Benedeti, per ducati 61 milia; dete 26 piezi, ne cazete
solum sier Zuan Alberto Contarini, quondam sier
Lucha ; et cussi esso condutor rimase. Ballotà li governadori in colegio.
975 MCCCCC, OTTOBRE. 976
388
Item, domino Francesco Florian, dotor, venuto
di l'armata di Spagna, è amalato; fo balotà mandarli ducati 25, et medici a visitar.
Vene l' orator di Franza, dicendo era stà manda
per lui, et fo inadvertidamente ; et, visto 0 era, tolse
licentia.
Da Barri, di uno Zuan Soligo, venitian, di 3
octubrio, qual è anni 30 fu bandizato per il con.
seio di X. Dice à prophetizato il tutto quello è venuto, et fin 1405 (sic) tuta Italia sarà dil turco, si
non si provedi ; et, provedendo la cristianità, si cazerà dil suo stado. Lui à tutti desegni di rive dil mar
e lochi dil turco ; voria aver salvo conduto per zorni 4, di parlar col principe, poi ir in Franza; et non
fa per altro, cha per veder la ruina di christiani. E
non è creduto.
Da poi disnar fu gran conseio. Fo publicha per
Zuan Jacomo di Michieli, nodaro dil conseio di X,
la condanasom fata a di 23 di questo, nel conseio
di X, contra 3 zenthilomeni per mensfati e manchamenti e cosse enorme fate. Prima, contra sier Bernardin Dolfim, quondam sier Hironimo, absente, ma
citato : sia im perpetuo continà nel castello di Famagosta, nè mai possa ussir ; habi una paga da viver,
con taia lire 3000 dil suo, se non di la Signoria, chi
'l darà vivo, e morto 2000; e si 'l sarà preso, li sia
taià la testa in mezo le do collone. Item, contra sier
Francesco Contarini, di sier Hironimo, confina im
perpetuo a la Cania, con la taia, ut supra, rompan | Faenza li 4 per quartiero a far le provisiom per il si- do; e sia etc. Item, sier Zuan da Molin, quondam
sier Thimoteo a Retimo, con la condition sopra
scrita e taia et exilio etc.; nè se li possi far gracia,
don, remission, recompensation, dechiaration, suspension etc. Et è da saper questi do, Contarini e Molin, quali erano in la prexom arente la riva dil ponte
di la paia, in questa matina feno un buxo nel muro,
e scampono pocho avanti nona etc.
Fu fato avogador di comun, in luogo di sier Hironimo Liom, el cavalier, a chi Dio perdoni, sier Alvixe Venier, fo cao dil conseio di X, quondam sier
Francesco, qual refudo. Item, a Spalato e Dulzigno
nium non passò.
In colegio reduto, li savij alditeno el signor Bortolo d' Alviano, qual mostrò alcuni desegni di la Patria di Friul, e disse l' opinion sua zercha certi seragij di muro voleva far etc.; poi disse di la conduta sua compita, voria agumento etc.
Canal, quondam sier Lucha, sier Julio Lombardo, di
sier Lunardo, per nome di altri zenthilomeni debitori di le 30 et 40 per 100, dil 1486 in là; voriano
pagar una parte, et esser depenadi, e havendo oficio, pagar tuttala quantità, atento che, pagar il tutto
per niun muodo potrano. Et il principe li rispose, si
conseieria elc.
Da Ravena, dil podestà, di 23. Come ozi era ritornato il suo messo, fu a Faenza e Bologna. Dice a
gnor, e il populo è disposto difendersi, con questo
il signor lievi il castelan di la rocha. Item, à trovato
zente d'arme, cavali lizieri e fanti a Castel Bolognese; et a Ymola guasconi 400, venuti di parmesana
in favor dil ducha di Valentinoys ; e a Castel San
Piero à visto fanti e cavali assai. Item, a Bologna
missier Zuane Bentivoy fa fanti e balestrieri a саvalo, e quanti soldati vi va li dà soldo, fornisse li
castelli dil bolognese, e dàuna paga a tutti ; e li à
ditto non à paura dil papa, dummodo Franza non se
impazi. Item à inteso, il castelan di Faenza, chiamato
Nicolò Castagnin, de visentina, dice non voler ussir
di quello castello, per aver tratato za anni 14 il signor, et per lui lo vol tenir. Item, esser venuto li a
Ravena, da esso podestà, uno di 16 electi, citadim di
Faenza, per saper si quella terra era venduta si o no.
Li à risposto di no. E li à ditto il populo vol il signor vengi im palazo, e cazi il castelam ; e lui non Ad 26 octubrio. In colegio veneno sier Hiro- vol ; e che la terra dubita dil castelan, e il castelan di
nimo Loredam, quondam sier Fantin, sier Piero da ❘ la terra ; e la terra è in gram travaio. Poi dimandò,
mandando 3000 corbe di formento li, si troveria il
danari. Rispose esso podestà, credeva de si. E poi
disse, mandando lhoro facultà fusseno salve etc. Item,
li 400 guasconi sono mal in hordine di arme ; è zente
disperate. Item, il signor di Pexaro vene in quella
sera a parlarli ; volea far fanti, per mandarli in socorsso di la rocha. Li à risposto, non voler. Disse
voleva venir a Venecia, e con navilij ragusei far il
fato suo. In conclusion, ditto signor si trova aver pochi danari, e lui podestà aspeta il messo mandato
Vene l'orator dil papa, dimandando la protetion in scriptis, qual za era stà fata in publica forma.
Poi disse, zercha quel di Orfeo, per recomandatiom
dil cardinal San Piero in Vincula, et per li beneficij
dil cardinal San Severino, et per quel citadin di Cesena, à 'l credito a la camera d'imprestedi in nomedi
domino Nicolò da Montefeltro, resta aver forsi ducati
5000, li procuratori scuode. Risposto, tuto si vedrà.
|
|
a Pexaro.
Da Zara, di rectori, di 8octubrio. Come el vice
ban di Tenina havia manda uno messo a posta, a
dirli chome el fio di Schander bassa adunava zente
per andar in socorsso di turchi, fono roti versso
977 MCCCCC, OTTOBRE. 978
Scuola, za 7 mexi retenuto, non pò più tenerlo con
honor di sua majestà etc. Item, l' à licentia etc.
Smedro da' hongari; dubita non vengino de li a Za- | la comunication etc.; poi disse, zercha Basilio da la
ra. E dito vice ban è venuto a Ostroviza, per esser
a parlamento con uno di lhoro rectori ; voria li stratioti vadi con lui cussi, come à intendimento con li
rectori di Sibinico, Spalato e Traù, e col conte Xar- co, per esser contra ditti turchi, venendo in Dalmatia.
Dil ditto orator, di 17. Il re è pur a Casal ; ritor-
❘nerà fra doy zorni, e l' homo dil turco non è ancor
zonto. Poi dice, il continuo caschar de la goza de
aqua cava lapidem; et la corda, perseverando, rode
Di Famagosta, di sier Troylo Malipiero, cape- la pietra ; perho suplicha di ritornar.
tanio, di 20 mazo. Come à fato le mostre li a Nico- Vene Piero Corbole, venuto di Fiorenza, edisse
sia e Cerines, e provisto al castello ; et zercha le 5000 | alcune cosse ; era stato li, sperava si daria forma a
389 opere trovate per il lavorar e compir quelle fabri- ❘ la satisfation.
che, e posto bon hordine, voria tamen se li mandasse
una galia o do fuste, da esser armate de li senza
spexa di la Signoria nostra, per le fuste di turchi
vanno de lì via.
Da Roma, vene letere di l' orator nostro , di
18, 20 el 23. In la prima, come l'orator di Franza
è stato a disnar con lui, e di coloquij abuti ; qual à
scrito al roy in optima forma, vengi a l'impresa ; e
li à dito, il re è contento il papa toy il patrimonio e
Bologna, si non sarà savio missier Zuane Bentivoy.
Item, il cardinal Santa † el'orator yspano sono
stati dal papa, dicendo si motiza pur di l'impresa
dil Regno, et che francesi hora, de facili, potrano
tuor ditta impresa, qual saria causa, il re Fedrico
chiamasse turchi in suo ajuto, ergo etc.
Dil ditto, di 20. Come 'l recevete nostre letere
di 14 et 15, con li sumarij ; et fo dal papa ringraciando soa santità di li legati electi. Soa santità disse : Luni partirà il cardinal curzense per Elemagna ;
et afermò voler andar im persona contra il turcho, ❘
si uno di do re, Franza o Spagna, vi anderà, dicen- |
do : El ducha di Bergogna, alias promesse andar e
non andò, fo chiamato ducha di vergogna ; or si vedrà da chi manchera. Poi parlò zercha l'impresa
dil Regno, qual si potria tuor in questi 4 mexi.
Dil ditto, di 22. Come à spazà in Franza, per
saper la volontà dil roy ; aspeta il papa la risposta,
e di legati, primo partirà curcense, poi quel per Hongaria, e quel di Franza sarà un pocho longeto. Item,
par il papa e il roy asperino a l'impresa dil regno
di Napoli. Item, eri ſo concistorio, et zercha turchi
verbum nullum.
DaNapoli, di l' orator, di 13 octubrio. Il re è pur
a Casal dil Principe, et mandò uno secretario, da
esso orator, a dirli, il re haver nove di la Valona ;
l' exercito dil turcho esser levato di Napoli di Romania, et l'armata andata in streto; e aspeta uno
horno dil turco, vien a soa majestà, qual è zonto a
Leze. Item, da Leze à nova, l'arma' yspana, per
Da poi disnar, fu fato lo examen di quelli di la
canzelaria , per esser posti al numero di numerarij,
che sono numero 50. Ando do consieri, sier Lucha
Zen e sier Piero Contarini, li cai di X, e il canzelier
grando.
Item, a li Frari menori, in chiesia, ſu tenuto alcune conclusiom, per domino Christophoro Marzello, prothonotario, fo di sier Antonio, quondam sier
Jacomo.
Et colegio si redusse ; deteno audientia a li oratori di Crema, e molti di Geradada, per expedirli ;
è molti mexi sono qui.
DaRavena, vene letere dil podesti, di 25. Dil
zonzer li di domino Zorzi da Codignola, era in la
rocha di Pexaro ; dice venere, fo 23, al tramontar
dil sol, intrò 1000 fanti et 600 spagnoli et 400 guasconi, ch'è la guarda dil ducha, im Pexaro, e alozono in le caxe a descrition, rompando balconi, porte etc. Et lui li consigno la rocha ; e il governador
di Cesena vi intrò, e le artilarie rimase, licet li prometesse dar quelle di ferro, ma poi non le lasso trazer. El havia solum 50 fanti in la rocha ; ma, si ha- 389 *
vesse auto 100, l'aria tenuto a dispeto. Item, lassono di palazo el fradello dil signor e la fiola, quali
sono andati a Urbim, et poi anderano a Bologna ;
et fè cargar 6 barche di tapezarie e altro dil signor,
e a le catene dil porto fono retenute ; unde dond
ducati 12, et fono lassate partir ; et per esser carge
l' à lassato da driedo ; dubita siano andate a Rimano
per fortuna. Item, el ducha di Valentinoys, a dì 23,
zonse a Fanno, e il zorno drio, sabato, dovea intrar
im Pexaro con 1000 cavali, e lo campo li vien drio,
qual non ha 'uto un soldo, ma vanno a l'aguadagno.
Item, di Faenza, esso podestà à letere dil vicario di
Russi. Il signor Astor eri vene im palazo ad habitar, e vol viver e morir col populo ; e missier Zuam
Bentivoy à mandato a dimandar al castelan uno suo
nevodo per obstazo ; li à risposto, non solum il nepote ma etiam lui vi verà, per esser disposto mante- tempo contrario, era divisa. Ringratió soa majestà di | nir la fede.
1 Diaris di M. SANUTO. Tom 111. 62
1079 MCCCCC, OTTOBRE. 980
Adi27 octubrío. In colegio, prima el principe, | stati, habino dato bona relation, che 'l ditto sia rimandato tutti fuora, conferite alcune cosse secrete messo nel loco suo, non obstante la cassatiom. E
dil conseio di X, zercha Maximiano, et steno alquan- | ditta parte ave X non sincere, 27 di no, 38 di si. E
to, senza perhò li cai. fu presa.
Vene l' orator di Napoli, dicendo haver nova di Da Corfù, di sier Luca Querini, provedador, di 390
Elemagna, di gran preparamenti si fa ; et che sa, 13. In soa excusation, zercha le chalchare, qual non
si la Signoria nostra mandasse orator a questa dieta, ❘ li costa ducati 100, et è stà scripto, à speso ducati
fano a Nolimberg, saria admesso. 1000; tamen si vedrà la verità, e a bocha si dirà
el tutto, zonto sarà di qui. Biasma l'opera si fa di
la cisterna in castello, et saria meglio far altro ; ma
non puol più, ergo etc.
Da Gradischa, di sier Piero Marzelo, provedador. Come mandava de qui con custodia Zorzi Vida, contestabele etc. , el qual fo posto im prexom, a
requisiziom di avogadori di comum, per esser menà
im pregadi, come per la Signoria li ſo scrito, quando
fo retenuto.
Veneno poi l'orator dil papa con l'orator di
Franza insieme. Et comenzò quel dil papa, e fè lezer uno brieve, li scrive il pontifice, di 19, di la
bona disposition sua di andar im persona contra
turchi, dummodo vi vada uno di essi re, et vi vera
li cardinali. Item, manda una letera li scrive el re
di Hongaria, di X septembrio, et con la risposta
fata a li oratori di esso re, per il re di romani ; e
una letera li à scrito il turco etc.; et fono leto le
ditte lelere. E poi fè un longo discorsso , zercha
Maximian. Principiò ....; in conclusion, di gran materie. Demum l'orator di Franza parlò, cargando | prexom, videlicet sier Zuam da Molim et sier Franditto re di romani ; et si el papa, la majestà dil suo
re, et la Signoria nostra sarano uniti, non potrà
Maximiano far O etc. Et il principe rispose sapientissime, e fè un longo discorsso, dicendo di la ſede
nostra, e volentiera mandessemo orator al re di romani, et aspetemo ne scrivi la opinion sua, come à
scrito di far.
Di Caravazo, certa letera di sier Zuan Antonio
Dandolo. Zercha quelli dacij ; par quelli di Milan non
voleno ; usano stranie parole.
Da poi disnar fo pregadi. Non fu il principe.
Fu fato election di uno provedador a Sonzim, in
luogo di sier Marco Loredam, à reſudà, et a Trevi.
Rimase a Sonzim sier Beneto Emo, fo ai X officij ,
quondam sier Bertuzi, e a Trevi sier Daniel da Canal, fo a le raxon nuove, quondam sier Piero.
Fu posto per li consieri certa gracia di sier Lunardo Michiel, et ſo balotà do volte, et tamen non
have il numero di le balote.
Da poi pregadi restò conseio di X simplice, per
dar taia a li do zenthilomeni confinati, fuziteno di
cesco Contarini, di sier Hironino ; tamen non deteno; et intisi andono frati in uno monasterio di
Servi a Bologna.
Copia di una letera scrita per il re di Hungaria
al summo pontifice.
Beatissime pater et domine clementissime, post
oscula pedum sanctitatis vestræ beatorum.
Etsi diebus his superioribus, cum per meastum reverendi domini Gasparis episcopi calliensis sanctitatis vestræ oratoris litteras, gratias eidem sanctitati egi
non vulgares, quod illa, pro sua insuperabilis rectitudinis indagine, una cum sacro reverendissimorum
dominorum cardinalium senatu, controversiam matrimonialem diremit, qua tamdiu graviter et immerito fatigatus fui, tamen vel impræsentiarum majores quas possim, et eas quidem immortales, habeo
agoque, habereque et agere numquam desinam. Ob
Fu posto per tutti li savij una parte, zercha le | ejus siquidem tam sancti judicii administrationem,
do galie vano per viazo, per conto di la Signoria nostra, siano a rata, e limitado li precij, e li nolli
siano di l' arsenal. Ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti, che li provedadori sora cotimo mandi quanti danari hanno al consolo di Damasco, con ordine disfalchi etc. quello è debitor cotimo, con certo ordine, ut in ea. Ave tutto il conseio.
qualem cum utroque regno meo universisque provinciis meis lætitiam ceperim, quantumque in me
et serenissimo rege Poloniæ cæterisque illustrissimis
germanis ac fratribus meis erga sedem apostolicam
et sanctitatem vestram studia pietatis et obedientiæ
excitata fuerint, non facile reserare posse confido ;
quo fit ut in agendis gratiis sensuum meorum fomitem imperfectum esse arbitrer, hoc solum pro juFu posto per nui ai ordeni, atento il capetanio bilationis impulsu semper exprimens : Benedictus
di Famagosta habi cassato uno ...... , era li inze- Dominus Deus, qui per gerentem ipsius vices in tergnier, per insuficientia, e, atento li altri capetanij | ris, fecit nobiscum misericordiam suam ! Misericor-
981 МССССС, оTTOBRE. 982
diam profecto, dum horam regnorum meorum sa- ut arma viresque suas potius in istos communes
luti, remoto calumniantium amfractu, consulere vo- hostes fidei convertant, et ipsi et cæteri etiam prinluit. Meum igitur est, pater sancte, magis assidua | cipes ac populi in effectum hujus sanctissimæ ex
meditatione explorare, qualiter aliquid suo dignum ❘ peditionis mihi sucurrere, et taliter me adjuvare
imperio efficere possim, quam quomodo gratias velint, ut onus talis et tanti belli cum Dei in prinunc agere debeam. Sed de iis alias, per solemnes mis atque sanctitatis vestræ ipsorumque principum
oratores, quos pariter cum præfato serenissimo ger- | auxilio ferre valeam. Nisi enim concordia inter prinmano nostro rege Poloniæ ad pedes sanctitatis vestræ pro præstanda publica obedientia mittere decrevimus, apud eamdem pluribus agendum putavi.
Perstringam nunc turcarum negotium. Non ignorat sanctitas vestra, quam promptissimo animo, superioribus mensibus , bellum contra turcas ipsos,
sanctitate vestra me ad id per præfatum episcopum
calliensem ardentissime exhortante, cum ob zelum
orthodoxæ fidei et mea in sanctitatem vestram et
390 sanctam illam sedem perpetua obedientia et observantia, tum vero ob spem principum christianorum
et tot promissorum auxiliorum, suscipere decrevi. ❘ vertat sanctitas vestra, quod hostis iste etiam ad
cipes ipsos ante omnia sequatur, nequicquam de hac in turcas expeditione tractari sentio, quod vel ex
responso per serenissimum romanorum regem in
dieta novissime Augustæ mihi et præfato serenissimo domino Polonie regi dato, plane elicio et cognosco. Cuius quidem responsi copiam sanctitas vestra, si per otium licebit, perlegere poterit. Proinde
etiam atque etiam supplicandum putavi , dignetur
illos ad concordiam inducere, quo commodius faciliusque labenti reipublicæ christianæ succurrere et
nobis etiam pollicitam opem ferre valeant. Et adQuæ noverit me jam de facto esse in armis ; verum
subsidii et auxilii ne signum quidem ullum apparet. Hostis vero, qui christianum sanguinem sine
fine sitit, et qui universum christianum imperium
ambit, suæque damnandæ servituti subiicere anhelat, non dormit, et non verbis, ut nostri, sed armis
rem gerit et vires in dies acquirit. Qui quanta clade
vel in præsentia illustrissimum venetorum dominium affecerit, puto sanctitatem vestram probe jam
accepisse. Si minus tamen jam accepisset, ex illius
hostis litteris, quas ad me scribit, et quas cum præsentibus in specie ad eamdem misi, poterit abunde intelligere. Apud me vero hostis iste per frequentes oratores plurimum et absque intermissione in
stat, prout etiam in calce præfatarum litterarum suarum aliqualiter tangit, quo treuguas quas mecum
habet diutius teneam, et eas pro meo arbitrio prolongem. Vereor igitur ne dum in promissis auxiliis | Commisi postremo aliqua huic Alexandro de Serfores Italiæ jam non leviter pulsare cœpit. Præterea
inter varias curas et sollicitudines mens non mediocri me consolatione sanctitatis vestræ litteræ
affecerunt, quibus illa significat in prima cardinalium creatione supplicationis meæ in commendatio- 391
nem reverendi domini Thomæ archiepiscopi strigoniensis totiens jam porrectæ condignam meritamque rationem habituram. Ago itaque ingentes illi
gratias, et si referre non potuero, enitar tarmen totis et animi et corporis viribus, ut illi gratum aliquid et suo dignum jussu efficere, et quanti beneficii loco hoc munus impetratum accipio, sanctitati
vestræ ostendere valeam. Et idcirco iterum atque
iterum humiliter supplico, ut sanctitas vestra huic
tam ardenti desiderio meo, jam tandem in prima
ipsa creatione cum effectu satisfacere dignetur ; pro quo me illa ex obligato efficiet sibi obligatissimun) .
sperans, tręuguas et oblatas conditiones, quæ profecto contemnendæ non essent, rejicio, ab auxiliis
ipsis desertus, hostem tam potentissimum et truculentissimum in me convertain, ipseque totum virus
suum in me et hoc regnum meum effundat; et id
quod Chrislifidelium in ipso regno meo, quod tot
excursationes et aliæ clades ejus et aliorum bellorum reliquerunt, in perniciem totius christianitatis
penitus obruat. Quare, pater beatissime , precor
enixe sanctitatem vestram, dignetur his primo quoque tempore providere, et pro pace et concordia inter reges ac principes christianos, inter se nunc dissidentes, et qui præcipue capita sunt christianitatis,
auctoritatem suam interponere , eosque sollicitare,
vis, florentino, familiari nostro, sanctitati vestræ, ut
accipio, bene noto, vestræ sanctitati meo nomine
referenda. Dignetur itaque ipsum clementer audire,
et eidem fidem præstare ; in cuius gratiam me humiliter commendo. Eamdem sanctitatem vestram
Altissimus ad vota diutius conservet.
Datum Budæ, Xseptembris, anno Domini 1500,
regnorum meorum anno Hungariæ etc. X°, Bohemiæ vero XXX etc.
E. Vestræ Sanctitatis devotus filius VULADISLAUS
rex Hungariæ, Bohemiæque etc., manu propria.
983 MCCCCC, OTTOBRE. 984
Responsio cesareæ majestatis super articulis quos
magnificus dominus orator serenissimorum principum Vuladislai Hungariæ et Bohemice ac Alberti Polonice regum, suce majestati proposuil et
replicavit.
dictos serenissimos Hungariæ et Poloniæ reges intelligere cupit , quod omnino concordia ipsa, quæ
omniumjudicio futura creditur, expectari debeant ;
et cum primum illa secuta fuerit, vult sua majestas
præfatis regibus significare, et ipsorum et aliorum
christianorum principum consilio tractare, quo pacto quibusve modis talis expeditio suscipienda videatur, ut cum honore et totius christianæ reipublicæ
commodo et augumento perfici possit. Intendit sua
majestas tunc, cum omnibus sacri imperii romani viribus atque potentia huic negotio incumbere. Si autem pax ipsa apud præfatum francorum regem, pro
Et primo , quantum ad id quod præfati serenissimi reges, per supradictum oratorem suum a
cæsarea majestate petunt, ut contra turcas seu Christi inimicissimos hostes sibi auxilium ferant, et una
secum contra illos expeditionem sumant, universeque christianæ reipublicæ, quæ in dies eorum incursibus et depopulationibus devastatur, con/munibus | christianorum salute obtineri non possit, constitueviribus opitulentur; respondit cæsarea majestas ,
quod cum semper ejus animi fuerit sitque ad hunc
usque diem, ejuscemodi expeditioni cunctis viribus
suis incumbere, gratissimam sibi fuisse requisitionem suprascriptorum serenissimorum regum. Sed
cum hactenus ipsa ob plurimorum hostium infestos
animos, quibus jam multis annis obsistere coacta
fuit, maximeque a serenissimo francorum rege, qui
inter cæteros potentissimus est, ad hunc diem se
deſendere oporteat ; qui non contentus victoria ducatus mediolanensis, in dies totam Italiam, et hodierno die Pisas et Senas occupare intendit, quæ
nullo jure ad illum spectant, sed sacro imperio immediate subjecta sunt, divertitur invita ab eo perficiendo desiderio, quod ab ineunte fere ætate potissimunı præ oculis habuit, ex toto semper cordis
affectu concupivit. Cumque electores cæterique prin
cipes et status sacri romani imperii in hoc celebri
391 conventu augustense congregati cognoscerent in
primis ipsius cæsareæ majestatis animum, quantumque christianæ reipublicæ necessitas hanc opem
requireret, ne diutius tanta damna Christifidelibus
inferantur, unanimi voto et consensu decreverunt ,
non modo contra manhmeticos hostes catholicæ fidei consulere, sed etiam contra alios quoscumque,
qui sacro imperio inſesti sunt, opportunis remediis providere. Quod tamen, cum non facile agi
posse videatur, nisi prius constituta et firmata pace
inter ipsam cæsaream majestatem et serenissimum
francorum regem, quibus ab hostilibus armis quiescentibus, omnis postea expeditio facilior futura est,
constituerunt dignam quamdam legationemad ipsum
serenissimum francorum regem, propter tractandam
pacem et concordiam supradictam, mittere. Quæ cum propediem ad statutum iter profectura sit, non
possitque cæsarea majestas ullo modo absque tali concordia et pace , propter Italiæ oppressionem ,
contra turcas statutam provinciam assumere, prærunt et ordinaverunt sacra majestas et ipsi principes conventum quemdam generalem, qui, in urbe
Norimbergæ residens, consulere pro tempore debebit non modo necessariæ expeditioni contra turcas suscipiendæ, sed omnibus incumbentibus occurrentiis, quæ sacrum romanum imperium juridice
concernunt. Est quæsita maxima pax cæsareæ inajestati in eadem ordinatione, et minime dubitat ibidem super his omnibus bene et serio provideri
debere. Et si ipsi serenissimi Hungariæ et Poloniæ
reges particularius modum et formam suscipiendæ
expeditionis intelligere voluerint, mittere poterunt
oratores suos ad conventum prænominatum, ubi
singulatim omnia percipient, confiditque ipsa cæsarea majestas, tanto levius imminenti necessitati provideri posse, quod nunc in hoc conventu et toto
imperio subsidia constituta sunt, quibus sufficiens
et idoneus exercitus comparari et retineri tandem
poterit, quoad omnis suscepta expeditio absolvatur.
Adi 28 octubrio. In colegio, ſo el di de San Sy- 392
mion, vene sier Marco Marzelo, quondam sier Jacomo Antonio, el cavalier, e mostrò una letera di
sier Valerio Marcello, suo fradello, è prexon di turchi ; qual à 'uto taia ducati 1200. Scrive a certo
prete ; e in conclusiom dimandoe, la Signoria nostra fusse contenta darli di contadi, dil suo servir
sopracomito, quello li resta, acciò si possi riscatar.
Il principe li disse, si vederia.
Vene sier Zuam Badoer, el dotor, va orator a
Napoli, e tolse licentia dal principe et colegio. Et
cussi si parti a dì 29 ditto .
Item, essendo zonto in questa terra sier Fantin
Zorzi, quondam sier Antonio, ſo capetanio e provedador a Corom, parse a la Signoria con tutto il collegio di cometerlo a li avogadori di comun, ve- nisse a le prexon, atento havia dà la terra al turcho
contra le leze nostre. E cussi fo chiamato sier Piero
985 986 МССССС, отTOBRE.
Morexini, solo avogador, et li fo comesso questo. | sposta fata per il re di romani a li oratori di quel re Et cussi ditto sier Fantin si apresentó a le prexom.
Vene una letera dil re di romani, data ex Verdea, oppido Suevorum, in risposta di la nostra, zercha el transito di quelli vano in Elemagna, che siano
lassati andar. Et risponde altamente, che la nostra
amicitia non richiede questo, et che non val la scusa
dil re di Franza, che non ha rebelli ; et zercha questo scrive assa' . La qual letera fo scrita adi 17 octubrio in quel castello imperial.
In questa matina fu parlato zercha le provision
a trovar danari, e cadaum di colegio disse qualcossa,
et il principe. Et etiam fo proposto di far una forteza a Sapientia questo inverno, a l'incontro di Modom, et una altra a le Cadene di Cataro.
Da poi disnar fo gran conseio, et gran pioza.
Fato avogador di comun in luogo de sier Alvixe Venier, refudo, con la pena. Ussì per scurtinio sier
Beneto Sanudo, savio di tera ferma, quondam sier
Matio ; et rimase da sier Christofal Moro, cao dil
conseio di X, et sier Francesco Foscari, savio a tera
ferma, quondam sier Filippo , el procurator. E fu
fato altre voxe.
Da Corfu. Fu leto in colegio, reduti i savij , una letera per Zuan Jacomo, drezata ai cai di X, di 13,
di sier Lucha Querini, provedador. Chome era venute certe barze, di quelle di l'armada yspana, li ; et
dismontadi con le arme per la terra, fo admonito
non si usava portar arme ; lhoro usò stranie parole etc.; tamen fo sedato, et si ricognobe chiedendo
perdono, et si parti essi spagnoli.
di Hongaria, e una letera scrivea l' orator, licet siano cosse vechie, pur in quelle n'è qualcossa degna di
relatione. Item, il re à donato a li oratori yspano
e di Napoli cope d' arzento e cavali.
Di Francesco da la Zuecha, secretario, data a 392"
Buda, a di X. Come il re avanti non li avia voluto
dar licentia, se non eri , nel suo partir ; e li comesse
dovesse exortar la Signoria a non dimorar più etc.
Item, fin 3.zorni si partirà, perhò che aspetta il re- verendissimo ystrigoniense, qual li à mandato a dir,
li vol parlar.
Ozi in colegio fo consultato zercha le parte si à
meter di trovar danari , perhò che ne è notade forssi
X parte, et lezerle tutte el primo pregadi, e dar
tempo da pensar.
Adì 29 octubrio. In colegio, el principe con li
consieri dete audientia, e li savij daspersi consultono
le parte etc.
Da Bologna, dil conte Nicolò Rangon, di 24, a
Piero di Bibiena, secretario di Medici, è qui. Come
missier Zuane si mete in hordine; hanno tolto el
conte Ranuzo di Marzano, con homeni d'arme 120,
qual eri intrò in Bologna honoratamente ; e le sue
zente, tra Pisa etc., sarano in hordine. Item, domino
Italiam da Carpi, con 25 homeni d'arme, domino
Albertim Boscheto, con 50 homeni d'arme, che
sono 200 in tuto; poi missier Zuan Bentivoy con
li fioli ...... homeni d'arine, e lui conte Nicolò,
per la comunità, con 100 homeni d'arme, et arano
600 cavali lizieri, fanti assai ; hanno tolto Pereto
Di Hongaria, di li oratori, di 9 octubrio, da Bu- Corsso et il fratello, et una bellissima fantaria vi è
da. Come quel zorno, a vesporo, il re era montato venuta; danno a li contestabeli 20 et 25 ducati per
a cavalo per Bazia, con solum cavali 500; le altre uno, et à dato parte di danari ; è alozati per le caxe
zente d' arme erano aviate. Essi oratori fono da soa di amici, et ne ha fin qui 800 boni ſanti, e li homeni
majestà a tuor licentia ; qual li fè dir, lui presente, dil paexe, reduti benissimo in hordine di arme, sa
per il reverendo vesprimiense, andava con bon ani- rano 12 milia . Et dice il vero, nè vol dir busia: mismo etc. , e perhò la Signoria si volesse far etc. con- sier Zuane non si impaza di Romagna, ma si vol ditra questi turchi. Et disse : Quella Signoria à raxom fender. Di Rimano, quel signor era a la Torre di la
esser ajutata ; da nui non mancha, nè mancherà. fossa; si dice vien li o a Mantoa; voria non venisse
Essi oratori li risposeno justa i mandati. Item, el re li. Et di Franza missier Zuane non dubita, per esser
disse a Francesco da la Zuecha, secretario, qual li dè ben con soa majesta. Di Faenza, è intrato il conte
licentia : A bocha direti il tutto a quella illustrissima | Guido Torelo, ma è gran divisione in la terra, e il
castelam dubita assai etc. Item, el Vincula cardinal
par voi andar in Lombardia, a la badia sua di ChiaSignoria. Item, l'orator dil turcho è rimasto li ; et
la rezina Beatrice si parte per Napoli ; et il re à
dato licentia a l' orator yspano e neapolitano. Item, ❘ ramonte. Item, elpapa àmandato uno mandario (sic)
essi oratori tolseno licentia dal ducha, fratello dil
re, qual è andato con soa majestà. El reverendo
ystrigoniense, si è ditto per via di Focher, è stà fato cardinal, non si certo ; è a Ystrigonia ; si aspeta
de li per andar poi dal re. Item, mandono una ria quel rezimento, a dir ajuti il ducha ; li à risposto, è
contenti di farlo. Item, ha missier Zuane da Roma,
di l'orator di Franza, bone letere etc.; voria esser
in la gracia di la illustrissima Signoria. Itein, a Fiorenza stanno mal, non hanno vinto alcun partito di
987 МССССС, ОTTOBRE. 988
danari, voriano far zente, ma non pono, non po- via di terra ferma à nova, hongari molestano turchi,
trano meter 50 homeni d'arme ; sono in disacordia, et è stà potissima causa di far redur el signor in
sì che è il tempodi non aspetar etc. Item, mandoe ❘ freta a la volta di Constantinopoli. Etiam per via di
una letera di l'homo di Fiorenza, è a ' Ugusta, di .... Dalmatia dita nova vien afermada. Item, el rezioctubrio, scrive a' fiorentini, molto longa, qual per mento di Candia ha mandato de li in ferri do coroesser amalato la fè scriver al secretario di missier ❘ nei con el processo, e li scrive doversi tenir a requi- Zuan di Gonzaga e lui ne mandò copia, credendo
Juliano di Medici fusse li a Bologna; prega esso conte
queste cosse siano secrete.
sitiom dil zeneral, e cussi li ha posti in custodia,
aspetando esso capetanio ; solicita si provedi a la
Parga. Volevano mandar fin 20 cavali li, per lhoro
conforto, ma fata la mostra, in quella isola non ne trovono apti al preposito, per esser cavali di soma ;
ha scrito al zeneral lievi di Napoli o altrove fin 20
stratioti, e portarli per ditto loco di la Parga, el
qual importa per esser li habitanti el forzo marangoni e calafai ; e perhò si fazi qualche diliberation.
Item, l'armata yspana è al Zante fino a dì 6 per
Di Elemagna. Per ditta letera, par la risposta fa
il re a esso nontio di Fiorenza, aceta li aricordi e
oferte, vol tuor l'impresa, si aspeta la risposta di
Franza, ma voleno tante cosse che il roy non asentirà. Item, ne è molti dicono mal di venitiani, ma il
re, per le cossedil turco, non li vol far guera; si à
dolto assai di Modom. Item, todeschi vorebeno aver
parte in Italia, et il re è ito a Nolımberg a la dieta, ❘ venti contrarij ; e ozi, con vento di sirocho, era ve- a far provisione; li à dito vol esser a mezo zugno a
Fiorenza, poi a Roma, e li danari voria fosse dati a
393 uno capetanio in Italia. Item, di coloquij con Alvise
Ripol, secretario dil re di Napoli, et par il re di romani habi mandato uno secretario incognito a Fio- renza, concludendo, a Nolimberg si terminerà quello
sij da far ; è ito li per reveder le zente e le provisiom ordinate exequir; si atende a scuoder danari,
et fanno questo o per far venir il re di Franza, o
l'acordo, o vero per farli guerra omnino.
nute li a Corfù do barze, le qual siegueno ditta armata ; una di le qual mostra haver resentido l'arboro etc. Aricorda se li mandi danari per quelle fa- briche, e per li manoali e mureri bresani , et quel
si spende hano tolto im prestedo. Item, la cisterna in Castel Novo si faceva, per le gran pioze indebeli
li pilastri tegnivano li volti, adeo tuti essi volti ruinono ; tamen fra 4 zorni se reſarà etc.
Dul Zante, di sier Nicolò Marzello, provedador,
di 5 octubrio. Non potendo per altra via saper 0,
DaBologna, di la comunità, una letera, di 21 | mandò in quelli zorni do fuste a la volta di Galata
octubrio, sotoscrita disora, a la fin di la letera latina :
Antiani, consules et vexilliſer justitiæ ac sexdecim
reformatores status libertatis civitatis Bononiæ. Dimanda il trato di certe artilarie da Brexa, comprate
per lhoro danari etc.
Dı Urbino, dil principe di Salerno, di 23. Come
manda qui uno suo secretario, Carlutio Taruga ; prega si li dagi fede a quello exponerà per sua parte a
e Peschiere di Nepanto, per haver lengua etc.; et
quella note erano ritornate. Referisse haver preso,
a di do, al Galata, una barcheta con do christiani di
Nepanto, dai qual hanno inteso l'armata turchescha
esser andata a la volta dil streto, e il signor in frela
a la volta di Constantinopoli, per molestia data per
l'ongaro ai lochi di dito signor ; e à lassato certi
flamuri a la campagna di Argos, per non lassar ussir 393 *
la Signoria nostra ; qual dimandò zercha le jumente | fuora li stratioti di Napoli ; e l'armata nostra esser
fo donate per suo padre etc.
Vene letere da mar, per via di terra di Otranto,
di sier Alvixe Contarini, governador, di 21. Di
l'esser li in porto do barze spagnole; dice aMessina è 70 barze spagnole, e a Palermo altratante
portogalese , vanno in Levante ; manda letere da
Corfù.
andata drio quella dil turco, et esser stata una parte
a le man, e factoli danno assai etc. Item, Modon vien
fortifichato a furia, et par ditte fuste haver salti-
| zato le Peschiere di Nepanto, dove hanno preso X
| turchi vivi , et altratanti tagliato a pezi. Item, esso provedador aricorda la condition di li habitanti de
li, e la subletion lhoro, poi la perdita di Modon et
Coron, per esser disprovisto ; dubitano la Signoria
nostra fazi pocha stima si dil luogo come di horo,
e fin hora sono andati via bon numero di fameie ; e
se non fusse le provision fate per lui, che niun li
lievi, e le parole li usa, fenzando la Signoria li scrive li provederà, seriano fin hora tuti fuziti etc. TeDa Corfù, di sier Piero Liom, baylo et capeta
nio, di X. Come in quella note, per una di le galie
da Corfù, venute a disarmar, ha auto letere dil zeneral, qual le expedi a la volta di Otranto, et par
l' armada habi auto qualche senestro di biscoto, et
li mandono tre caravelle con biscoto, e il maran,
patron Damiam Bontade, qual è zonto. Item, per | gnirà con bone parole, fin la venuta dil zeneral.
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Signoria nostra, li fè un presente assa' honorato di
refraschamenti, justa la conditiom di l'isola ; foli
| aceptissimo, e con grande instantia li ha dimandato
di la conditiom di Modom. Lo à informato dil tutto.
| Disse aver in animo far qualche experientia, da poi la impresa contra l'armata dil turco.
|
|
Del ditto, di 9. Eri zonse li la galia corfuata, spa- ❘zata dal zeneral da Legena ; e li scrive dover esser
di brieve de lì, et di l'andar di la turchescha in
streto. À conferito con il capetanioyspano, qual non
si vol partir, fin non vengi esso capetanio zeneral nostro, per far ad minus qualche bona diliberation,
zercha le cosse di Modom e Coron, e si mostra caldo a questo; e tanto più, che sier Marim Scalogeni,
olim citadin di Modom, homo di fede, eri zonto de qui, è stà informato, facillime se potria otegnir ogni
intento contra Modon, per non esserdentro la terra
più di turchi 700 in 800, fra janizari e asapi. El qual sier Marin l'à fato restar fin la venuta dil zeneral,
per poter, ore proprio, referir il tutto etc.
Dil ditto, di 8. Come, a di 6, recevete nostre
letere per via di Corfù, di 3 septembrio, zercha il
venir di l'armata yspana ; lo debi el capetanio honorar e acomodarlo etc.; unde subito fece ogni provision, im preparar li debiti refreschamenti, et cussi
in quella sera, a sol posto a monte, l'armata predita |
si apresentò sopra el cavo di la Zefalonia, dentro via del Canal de Viscardo ; et il capetanio, havendo il
tempo a suo modo, tene duro al suo camin, senza
venir de lì ; ma, mutato il tempo, eri matina l'armata si trovò sopra el cavo di levante di quella ixola
dil Zante, tenendo la volta di quel porto; et lui provedador montò sopra una fusta de li, e li andò incontra. Et, zonto al capetanio, fato le debite parole, si alegrò di la venuta, ringratiando la majestà
di suo' reali etc. E poi la conveniente risposta, esso
capetanio lo conduse solo ne la sua camera, et li
disse, quelli reali haver fato muover questa armata
dal suo luogo, non a requisition dil pontifice, ni di
alcuno altro signor, solum, in primis, per el nostro
Signor Dio, poi per la Signoria nostra, con desposi- Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, a
tion di operar cossa a Dio laudabele, im proficuo presso Legina, a di ultimo septembrio, a hora di medi la religion christiana, e honorifice a la Signoria zo di. Come di 13 fo l' ultirne sue, da Cao Mantello,
nostra. Et afirmò, si la Signoria nostra avesse vo- e poi non à scrito; la causa, per aversi tirato tanto
luto per tempo farli intender el suo voler, si aria avanti con l'armada, per poter trovar l'armada possuto transferir in Levante molto per tempo, per- inimicha, la qual per tuto dove l'andava, intendeva
chè di luio era a Messina con tutta l'armata, e, si l' acelerava zorno e note el navegar, per intrar in fusse venuto, aria conferito assa' a' christiani, impu- streto, per paura di la nostra, per esser dismontali
tando l' orator nostro è a Napoli, che scrisse Modon in terra gran numero di homeni di quella, et era era fortissimo e ben in hordine de homeni, muni- mal in hordine de homeni e de fusti, che erano
tion etc. , l'armada nostra potentissima ; e questo è marzi ; e di questo esso capetanio sempre à dubistà parte causa di la sua dimora; e, si havesse auto tato, che il cariazo di le nave e galie grosse li faria
noticia di alcuna dubitation, saria venuto per tempo perder quella armada inimicha. E diliberò, poi fè in Levante, e tandem è venuto per haver inteso, condur la nave a remurchio di le galie sotil fuora di
l'armata dil turco da mar et lo exercito da terra| Cao Mantello, a vento, sopra l'isola di Andre, andar
esser andati a la volta di Napoli di Romania ; pre- con le galie sotil e grosse a l'isola di Metelim ; e
gava Dio li concieda tempo prospero, per poter cussi fece, lassando ordine al capetanio di le nave,
azonzer avanti la dita armada vadi via ; e vol andar che con tute le nave unitamente dovesse venir al
recto a trovar il zeneral nostro, per far insieme l'ho- porto Segri de l' isola de Metelim. E dete uno altro
nor di la Signoria nostra. Or lo ringrative etc., e mandato al capetanio di le galie grosse, a ciò non
disseli il modo di saper nova di l' armata nostra. E fusse causa di ritardar le galie sotil, qual con bocussi par con il primo tempo voy levarsi, et è tuta naza navega a remi. Come à 'uto bonaze assaissime
velle numero 51 a la quara, e fuste 3; fra le qual in quel Arzipielago, che tutti si meravegliano ; la qual è tre nave grosse di Zenoa, computà la nave Ca- è stà causa di far scapolar l'armata turchescha, sen394 ınilla, sopra la qual è esso capetanio ; el resto sono za dubio, da la nostra ; et cussi lassò dite galie grosse,
barze e barzoti, tutte in hordine di homeni, artila- et con 28 galie sotil, a dì 17, zonse a l'isola de Merie, e sopra tuto bona dispositiom dil ditto capetanio. | telin, dove deliberò satisfar la voluntà di quelli poE li disse, el resto di l'armata è velle, tutta, numero 76, computa galie 7 sotil, et fuste 12, restati versso el colfo di l'Arta, per far carnazo, e subito sarano qui. Item, esso provedador, per nome di la
veri galioti, e dete libertà di saltizar et depredar al- cuni casali do mia proximi a la marina; feceno bona preda, per modo restorono molto contenti ; messeno poi focho ne li casali, e brusorono. E ivi intese
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da alcuni di l'isola, l'arınada turchescha, za zorni 3, 1 dete ducati uno per una testa a quelli, justa el conesser levata de li, e andata a la volta dil streto ; unde sueto; e chi li presento turchi vivi, li dete ducati
si levò subito, e andò versso Cavo de Santa Maria, ❘ tre, come è usanza ; qualli fono solum do vivi , che
394 Cao de la Natalia, et avanti l' arivasse de li, a cercha | li fece subito impichar. Messeno poi a sacho molte
mia 20, messe in terra li galioti, e li fece far un al- case, che erano atorno el castello, e quelle brusotro arsalto ad uno grosso casal, che havea uno ca- rono, e feno assai carne, e ritornorono a galia con
stello in cima de un monte, che è a presso el ca- do de li nostri feridi da freze, che non hanno mal.
stello del Molino, zercha mia 5. E trovorono de la Era eliam uno schirazo grosso novo nel porto, et
gracia de Dio, per modo tuti li galioti di quelle galie mandoe tre galie, e al despeto di le bombarde dil
stanno di bona voia ; è contenti, e reputano haver castello, lo trasseno fuora, et in ipsorum conspectu
auto un'altra bona subvention, ancor che non man- quello fo brusato. Item, sono stà prese per le galie
zano biscoto, per esser venuto quello a mancho, e sotil, tra fuste e schirazi, tra l'isola di Metelim e
manzano formento, fige et carne, che i hano in abon- Tenedo, numero XV, senza homeni, per esser tutti
dantia. Adì 18 intese, l'armada inimicha ritrovarse fuziti in terra, cargi di valonie, fige e molte altre 395
tra el sopra scrito Cao de Santa Maria et el Tenedo, cosse de non tropo valor ; et è contento, tuti guadae che le nave grosse, patron Camali, se ritrovava al gnano, nè de tal guadagni è per tuor cosa alguna,
ditto Cao etc. Et lui capetanio desiderava haver al- ma vol tutto sia di quelli povereti. Item, a di 20 si
mancho le galie grosse, quale erano al Segri , mia 60 levò a bon hora, e andò verso el colfo de Magaris,
lontan ; e mandò a chiamar quel capetanio, per sier dove discoprite uno schirazo grosso turchesco, e alFrancesco Pasqualigo e sier Alvise da Canal, sopra- gune altre velliselle. El schierazo, fuzendo, per sier
commiti, e poteva venir, per esser vento da ostro Cabriel Soranzo, sopracomito, fo preso con tutti li
molto frescho, ni miglior vento poteva haver. Non homeni, per numero 24 ; li quali, vedendose esser
li parse venir, per modo resto solo con le galie sotil. presi, saltorono in la barcha e andavano a la volta di
Di le nave non poteva far judicio dove fusseno, per terra, et erano pocho lontani ; et esso sier Cabriel ,
averle lassate molto lontane ; tamen le erano zonte messo soto vento el schierazo, segui la barcha, la
al Segri , come referi essi soracomiti. A dì 19, si levo qual sfondrò con una bonbarda, et prese li homeni ;
dal Molino, e andò con tute le galie sotil, unito e quelli che se defeseno forono tagliati a pezi in aqua ;
streto versso Tenedo, e discopersse do velle quare li altri che ' l prese vivi, per numero X, li fece esso
e una latina, e a quelle andono con animo grande capetanio subito impichar, in conspeto de molti turde investir ; quale zonte, trovò era una nave de' ze- chi , che stavano in terra a veder el schierazo, cargo
noesi con uno barzoto e uno grippo, cargo de mer- di formento, cescre, farine et algune altre cosse. A
chadantie venivano da Constantinopoli za molti zor- dì 21 , zonse a l'isola de San Mandrachi, dove stete
ni ; e il patron li disse, coine adì 18 si havia trovato fin a dì 24 da matina, per un pocho di sinistro ina Tenedo a mezo zorno, et era stato in galia dil ca- travene a la galia, sopracomito sier Alvise Salamon,
petanio turchesco, e con furia el se havca levato con la qual non à mal algun. Quelli dil castello di ditta
tuta l'armada, e tendeva a la volta del streto, per- isola, volonterosi venir soto la Signoria nostra, per
chè l' intendeva esser la nostra armada li a presso, esser tuti christiani, habiandolo fato intender per
e judichava che con el vento da ostro, che era assai sier Alvise da Canal, sopracomito, mandò el suo arforcevel, l'imbocheria. E ditto patron li presentò miraio con el ditto, con bon numero di homeni, e
una letera di sier Andrea Griti , di di primo avosto, ritornorono con do di li principali dil castello, e li
drizata al quondam sier Marchio Trivixam, in reco- portono le chiave, con tanto fervor, che nihil supra.
mandatiom di ditto patron; e diceva star ben con Li aceptó, e li exortò a tenirsi in nome di la Signotutto el resto di li merchadanti, per numero 24, ria nostra, che lui non li mancheria in cosa alguna,
qual erano pur retenuti, e haveano per el viver suo e spesso li manderia a visitar per le galie ; e cussi
aspri 1500 al mese. Et inteso el levar di ditta ar- promeseno esser boni e fidelissimi subditi, e zurono mata non trovando turchescaalcun dal Tenedo navilio, subito armadosi, drizó messedezercha li, e | fideltà dardo.diLiSanfeceMarco uno ,privilegio che rechieseno , e li dono ; e dimandando uno sten- 3000 homeni di le galie in terra, quali con el suo
armiraio andono soto el castello, dal qual veneno
fuora molti turchi, e con loro scaramuzorono un
pezo, e tagliorono 8 teste de' turchi, e presentate li
uno homo per governo, li promisse mandar, al qual
dovesse dar la decima de tute le intrade di l'isola,
che trazeno ogni anno ; e cussi restono molto contenti. La ditta isola volze mia 40, bona isola ; à uno
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castello fortissimo, sopra una cresta di monte, che Da Napoli di Romania, di sier Jacomo di Regrandissimo numero de homeni non lo prenderia ; nier et sier Alvixe Barbarigo, rectori e proveditori
se trazeria per la decima ogni anno ducati 300, come nostri, di 9 septembrio. Come l'ultime sue founo
li ditti do referiteno ; voria il resto di quelle isole di di 4 dil presente, per le qual avisono, a di 26 avovenisseno a la devution di la Signoria nostra, perchè sto zonse de li la persona del signor turco con
torneriano molto a preposito, essendo vicine al stre- exercito terestre grossissimo, e a di 28 ditto zonse
to come sono. Da San Mandrachi vene a l' isola del | la sua armada, la qual stete de li zorni 8, tamen non
Tasso, dove per venti contrarij stete fin a dì 27 ; et ha fato altra movesta, e il campo non à dato bataquel zorno si levò ; e a dì 28 zonse a Schiro, dove glia zeneral. Vero è che con freze hanno fato qualtrovò quel populo impaurito ; conforto quel retor, che scaramuza, e il campo predito si levó a di 8 dil
e quelli dil loco; qualli molto si ralegrorno. Li lassò presente, e l' armada a di 4 se ne andò in malhora,
in castello barilli 7 polvere, cussi richiesto dal retor, et dete vose a la terra, volendo parlar ad essi rectodal qual have sachi 30 di biscoto, che fo molto a ri ; ma non li volseno dar rechie per boni rispeti .
preposito, perchè non li era onza, e se viveva di for- Or scriveno si provedi a quella terra di inolte cosse,
mento cocto. A Schiati non volse andar, per esser per esser quella mal in hordine, come per più lestra man, ni etiam andar più oltra, per poter con tere hanno scrito, si di aque, de vituarie, de zente,
presteza conferirsi a Legena, dove eri zonse, e poi munition e artilarie ; et li sono venuti a mancho do
andar a Napoli , per proveder a quella terra ; poi, passavolanti ropti in mille pezi, e una bombarda,
expedito, anderà a Malvasia, per conforto di quelli. ❘ che erano la lhoro speranza ; si che bisogna prove- Desidera saper da la Signoria nostra, zercha le galie | derli di bone artilarie, perchè ne hanno assa' di tri395 di viazi et altro, l' hordine l' habi a osservar. Item, ste, di polvere e boni bombardieri, soldati italiani,
visto e inteso che l'hebe a Tenedo, l'armada tur- | biscoti, orzi per li cavalli di stratioti e danari ; e,
chescha esser intrata in sua malora in li Darda- volendo serar de muro da la parte da la marina,
nelli, subito mandò do galie al capetanio di le galie | dove è aperto zercha passa 180, voriano fin 25 maigrosse e di le nave, andasseno a Cao Schilo ad a- stri muradori, et 50 manoali lombardi ; e questo
spetarlo, e comesse al capetanio di le nave, licen- inverno se prepararà la chalzina e prie, sì che li
tiasse tute le nave retenute, per liberar la Signoria manchadanari e maistranza, solum sono essi rectori
nostra di tanta spesa, e con il resto di le nave e ga- | per non manchar. Laula Gorlin, capetanio di le fanlie grosse è per experimentar un altro trato, qualle tarie, el qual di e note à fato il suo dover in fortifireussendo, seria di grande honor etc.; ineterà tute | char la terra, e se non fusse stato lui, hariano fato
sue forze, e, non reussendo, non sarà con danno di
algun di l' armada. Item, à circondà più di 500 mia da Tenedo fin Legena, che tuta la Romania sia stà di
gran reputation; ancor che era opinion di molti non
andasse, ma si dovesse andar a Corù, et procedeva
da la paura i haveano ; e lo andar suo à scapolato
Nixia, e tutte le altre ixole di l' Arzipielago da incendio e preda ; e à fato uno presente a quelli di
Syo de più di ducati Xmilia, che convenivano dar
depræsenti, justa el consueto, al capetanio di l'armada turchescha, la qual de li non ha tochado, ma
ha fato la volta più curta, per dubito di la nostra.
Judicha che in le aque di Metelin over di Negroponte, quando l'achadesse, saria di aspetar l'armada turchescha, e non in casa nostra, a chi vol far
qualche bon effecto etc. Si lauda molto di li sopracomiti, di obedientia, si che meritano la gracia di la
Signoria nostra. Item, va formando el processo di
sier Carlo Contarini, fo castelan al Zonchio, retenuto |
in la galia sua, e, fornito el sarà, procederà come li |
parerà di justicia.
I Diarii di M. SANUTO Tom III.
mal, e non si provedendo, non vol star per non haver honor. Il populo é bon e ben disposto, et è cità
di gran guardia, non bisogna mancho di honeni
2000, perchè el castello dil Scoio ne vol homeni 396
500, e si provedi a li stratioti di danari e orzi, aliter
schamperano perchè non hanno speranza di semenar
ni arcoglier 0. Conclusive, aspectano valido e bon socorso ; polvere, replicha, assai, legnami e feramenta
di ogni sorte. Item, ozi terzo zorno inteseno con
gran displicentia, el castel del Tremissi di quel teritorio, forteza inexpugnabile, per manchamento di
homeni esser resa al turcho, e cussi l'isola di Legena, voluntarie ; li qual do lochi erano la man destra di quella terra ; à dato aviso al zeneral, qual è
andato drio l'armada turchescha. Item, manda una
letera dil retor di Legena, che ancora la ditta ixola
si tien ; sarà qui soto scrita.
De li ditti, di X. Che si dagi laude a Dio, esser
campata quella terra per do volte da la potentia turchescha, maxime di l'ultima, che tuto el suo campo terestre se acampò de li tuto, a di 26 avosto, poi a
63
995 MCCCCC, OTTOBRE. 996
e quasi è impito. E perché le bombarde dil turcho
deva in la porta de' Remussiati, in quel luogo de
dentro se ha fato uno reparo fortissimo e grossissimo, el qual starà cussi, nè più si averzirà quella
porta. Item, l'è un locho chiamato Teragio, qual era
nudo, senza niun ordine da difender ne da ofender,
nè eravi artilarie niuna, adeo, poi il zonzer lhoro, lo
di 28 et 29 vene tuta la sua arinata, che messe gran
teror a tutti li habitanti ; laudano molto Gorlin da Ravena, che à fato con la propria persona e la compagnia soa quel che pò far un homo in reparar e
ordenar le difese di quella terra, metendo le man
sue in ogni vil exercitio. Poi Dannexe de Monte, Michiel Schiaveto, contestabele, Baron da Lignago, era
amallato, fin stete sano si operò. Etiam Mathio da | feno lavorar, e fortifichato con repari di legname,
Pesaro, qual, come veteno l'armada turchescha, lo mandono nel castel dil Scoio, dove è fin hora, e
la sua compagnia nium vi volse seguir ; aspetano il zeneral li punissa. Item, quelli fidelissimi citadini,
populo e marinari, se hanno portato benissimo, e le
done lhoro dedi e di note, con le arme indosso, e
continue in far repari e preparation ai luoghi erano
terra, bruscha e altro, e non l' hano potuto compir
per manchamento di le persone e dil legname. E a
quel loco da driedo era principiato un muro, l'hano fato compir. Ea la marina, l'anno passato, fu fato far per sier Simon Guoro, con le fatiche di populi, un spalto el qual, per non esser stå ſato con li debiti
modi, poi la perdita di Modom lo feno refar, e feno bisogno, e molti non se ha mai visto strachi ; e quelli| meter tutti i navilij grossi al castello del Scoio, nel
loco dove era più fondi, e, savornati di piere, vista l'armata inimicha, li ſeno afondar e meter fuogo a
quel che era sopra aqua. Tuti altri gripi e barche feno meter e afundar, e meter, principiando per mezo la porta del Scordo, seguendo fin a la torre Contarina, per modo, tanto teniva ditti navilij, l'ar- mada non haveva addito di vegnir. Li restava solum
fidelissimi e valenti stratioti e albanesi per la mazor
parte se hanno portato virilmente, mediante le opere
di missier Domenego Busichij, cavalier, e missier Repossi Busichij, e missier conte Ruzier Zaffa, capi ;
quali , insieme con molti altri capi, si hanno operato etc. Aricorda siano laudati. Item, sier Alvise Zor-|
zi, castelan de lì, sier Domenego Corner, castelan |
al Scoio, sier Michiel Nani, camerlengo, si hanno be- da la porta del Stordo (sic) fino ala porta de Santa
nissimo portato. Item, per el rezimento di Candia | Maria de la Grota, tantoquanto è luogo possa vegnir
li fo mandato 24 provisionadi, pagati i qualli, si han- navilij ; e ivi son le mure compite, perfete. Feno far
no portato ut supra, e il resto fo 54 banditi, mandati per il rezimento di la Cania, sono scalzi e mal❘
in hordine di arme. Item, da Piero Argiti, collate- ❘
ral, ebeno im prestedo ducati 151, sponte, per pagar a li homeni fono posti nel castel dil Scoio , e da
niuno altro se ha possuto haver un marcheto ali
bisogni. E per dir di le provision fate da poi la
venuta dil capetanio Gorlin, era principiato un spalto, fuor di la terra, principiando per mezo la tore Contarina, e seguiva fin per mezo la porta, e, si fusse
stà come era, turchi sarebbeno reduti etc. senza poter esser nocesti da' nostri ; unde feno slongar el
spalto fin per mezo el torion, fece far sier Francesco Venier, e impir dil teren nel luogo dove turchi 396 podevano star coperti, scarpar zoso, e per tuta la strada, da la porta dil borgo fino al spalto, feno far
scarpar e ruinar el teren, e portarlo al spalto ; ma
non è perfecta, e fu fata far con li danari ; li mancha
assa' giornate. Poi, dentro la terra, principiando al Sasso soto el torion, a la contrada de' Remussiati,
continuando fin per mezo la torre, habita Mathio da
Pesaro, e hano fato far un muro grosso, lontan dal | li messe in cuor non li dar bataia ordinaria, ch'è stà 397
❘
|
etiam porte in alguni luogi che non era; feno meter ſuogo in tutte le callive e caxe, che erano soto el Palamide, e intorno intorno di fuor di la terra ;
el qual fuogo durò per 3 zorni . E perchè dentro di la terra circum circa ai luochi de le difese ne era
caxe et habitation, che impediva a la difesa de quelli
erano sui repari e mure, ſeno ruinar una infinità di caxe, per modo che a cavalo, atorno di le mure e
spalti, si pol andar. E tutte queste cosse facendo,
el Pallamide era cargo de' turchi, che vedeva quello fevano nostri, econ archi e schiopeti li molestava ;
erano feriti molti di nostri, non senza disturbo di lavorieri. Et a di 25 dil passato, feno far un aparato im piaza, e cantar una messa grecha e una latina, de voluntà de tutti li habitanti, e feno a quella messa tutti si perdonasse l'uno a l'altro, che avesse inimicitia, e si afradelono insieme, e sul libro di evanzelij
zurono tutti fede a Dio e a la Signoria nostra ; adeo,
vedendo tutti corer a ditto sacramento, fè lacrimar essi rectori da dolceza, e prender animo gaiardissi- mo. E i nimici il tutto sapeva; e, mediante Idio, che
muro di la terra passa 5 in zercha, e frauno et l'al- bona cossa. Item, al castel dil Scoio proveteno di tro muro hanno fato lavorar di e note a impir; è guardie a le Specie, prima paresse l'armada turche- stà fato parte con spesa, e parte con i populi e done, I scha, per poter esser avisati una zornata avanti ; di
997 МССССС, отTOBRE. 998
le qual guardie non sano nova. L' armada sopravene | rono, e, data la vella, andorono a Sethines, dove
in tempo che non haveano compito di fornir quel
castello, per modo con gran dificultà trovono homeni, a tre et 4 et 5 ducati per uno, e pan e vin e
li messeno dentro bona parte di marinari di quelle caravelle afondate, li qualli si portono notabilissima- | hora è levata l'armata fo qui a Sathines, e va a
era passata la mazor parte di l'armata turchescha.
Quello sia seguito di thoro, non sa; ma stima sia tula in malhora passata a Cavo Colone, per el vento grosso
ha fato quella note di ponente. Item, dice in questa
mente, e ordenar le artilarie e altre difese. Item, li Cavo Collona ; che Idio la sconfonda ! Per turchi è
bombardieri sono 16, parte si trovava de li, altri stà fato un grandissimo danno a quel populo di Lemandati per la Signoria nostra, e altri per Candia ; ❘ gena, brusate le case, li navilij , e li animali tolti, e
et è za gran tempo de li maistro Fedrigode Frang- sachizato tuto el borgo ; e se non fusse stato le le- 397 *
fordia, qual è il meglio habino, e si à fatichato assai , tere di essi rectori di Napoli, dice quel luogo saria
e hanno uno Zuan Galeazo, homodi inzegno da far stato in mandi turchi ; ma Dio non ha volesto, per- repari, qual perho rompè uno passavolante, e l'altro| chè, subito ricevute, quelli li tolseno le chiave, e infu roto per Lucha Schiavom ; tamen prima fè qual- sino fuora; e lui secrete introdusse alcuni leginiti fidelli
chebella bota. Item, de molti albanesi fuziti, e an- con altri albanesi e greci di Napoli, e se feseno forti ;
dati in loco de' turchi, e alcuni di quelli ritornati per et per questo la mazor parte di la terra, con loro
mala compagni haveano, li hanno fato impichar par- fameglie, introrono dentro, deliberati viver e morir
te, e altri retenuti in destreta, aspetando el zeneral,❘ soto l'ombra di la Signoria nostra ; tamen altra baper esser opinion lhoro mandarli tutti via con le sue taia non è stå data; stanno forte, senza paura; non
fameglie. De' greci pur ne son partiti qualcheuno, ❘ pol scriver il tutto etc.; voriano se li mandasse de
da poi le cride fate di perder il tutto, e sono per- Napoli fin homeni 50, fin se aseterano le cosse. Item,
sone che non hanno che perder. Item, dal partir di per un'altra letera, pur di 8, replicata, scrive dil
sier Francesco di Mezo, sopracomito, che fo a di X passar eri e ozi de li la mazorparte di l'armada turdil passato fin a di 6 dil presente, mai hanno auto chescha, va versso Cao di le Colone, ha comission anletera, ni messo di l'armata, sì che è da pensar, dar di longo a Constantinopoli, e non tocar in alcum
essendo circondati a torno dal campo, e l'armada loco, salvo per refreschamento ; e questo per l'arda mar, da 28 dil mexe fino a dì 4, continue remi- | mada di la Signoria nostra, che si dice venirli a los- zando e velizando in geto di bombarda avanti i ochij
de tuto quel populo, si che è stà assaissima la fede
e animo di tutti, et tutti si racomandano.
so ; e questo hanno per uno schiavo ſuzito di l'armata, e venuto de li. E dita armada è mal conditionata, e non passa velle 200 etc.
DaLeyena, di sier Lunardo Marzello, rector, di
8septembrio, drizata a li rectori di Napoli di Romania. Come a dì 6 ricevete per do vie letere di
essi rectori, e dal Damalla intese Napoli esser torniatodal campo terestre e armada dil turco; e in
quella note zonse de li cercha navilij 50 turcheschi, et
di quelli disese turchi 1500, e forono conduti per doi del Damala de li, zercha la meza note, e, fato
voce, con impeto introrono nel borgo di fora via,
dove non trovorono scontro algun , salvo zercha
homeni 60 nostri, erano a la guarda ; forono a le
man, fina hora 1/s a vegnir zorno, e turchi amazono di li nostri homeni 8, feridi 22, preseno garzoni e femene 12; e li nostri amazono turchi 17, e
feriteno assaissimi ; fra li quali ſu amazato el lhoro
capo ; e cussi si retirono in driedo, e il giorno ſeno tregua con la terra, con quelli haveano esso rector
serà in castello, e voleano darli quel loco, e introrono in la terra di fuora, manzando et bevando con
loro; e cussi, eri sera, se levorono, e tolti 4 di que Dilditto, di X, do lettere. In una si duol, le sue
storo, erano di consentimento con li altri, se levo- letere non siano lete im pregadi ; et, poi è li, à scrito
Di Napoli, di Gorlim di Ravena, capetanio di
le fantarie, di X, a la Signoria nostra. In conclusiom, par a di 8 octubrió si partirà per venir qui,
perchè ad ogni modo O faria li, e tornerà poi, volendo la Signoria. Item, Michiel Schiaveto, contestabele, etiam scrisse, e si ricomanda.
Di Otranto, di sier Alvixe Contarini, governador, di 6 octubrio. Come è capità de li alguni stratioti di Modom e Corom, venuti per andar habitar
con lhor fameie a Trani. Item, sabato zouse uno orator dil turco, con 6 turchi, venuto con uno gripo,
qual andò doinenegara Leze, per andar a Napoli ; et
avisa dil venir ogni di ſuste e gripi turcheschi sue
zoso, e porta merchadantie. À scrito al capetanio dil
colfo, periò che molte merze riman de li a le marine, per dubito di questo. E ne li di passati fo preso
nel porto di Nardo uno gripo corfuato, da do corsari. Item, à scrito a Brandizo, e al capetanio dil
colfo di questo orator.
999 1000 MCCCCC, OTTOBRE.
unde procura haver megij ; à mandato a Cao di
Otranto per comprarli. L'altra letera di 18, con
ducati 334 per la paga di provisionati ; unde fè la
mostra, erano mal in hordine e de' paesani, ma non
27 letere a la Signoria nostra. Per l'altra, avisa sabado, a dì 3, zonse a San Cataldo, mia 18 de li , uno
gripo di la Valona, qual mend uno orator dil turco,
e passò a Leze con turchi 6, e andò verso Napoli. Il
gripo era gargo (sic) di ogij e saon, e tornò a la Va- ha remeter in lhoro loco niun, e dà ducati 21/9 per
lona, e à inteso da uno schiavo fuzito dal ditto gripo, uno, perchè non potè dar la paga intriega, ch'è stà
che 'l ditto orator vien dal signor, e che in la fiu- mal assai, maxime hessendo quelli ducati scarssismara di la Vajusa è galie X grosse, 20 sotil , e uno simi più di tre et quattro marcelli l' uno, adeo si laaltro navilio, chiamato spontone, e la galia pagana ; mentavano, e non hano da viver; et da poi à 'uto dae che a la Valona si fa una fusta di banchi 18, et ha nari , 5 provisionati dil castel grando, 3 dil castello
uno bragantin, trato di note de la fiumara preditta ; di l'ixola, e uno di la piaza, se ne fuziteno via ; e
la qual fusta e bragantin vol scorer li intorno, per un zorno, non si provedendo, tutti si partirano; e
spiar li navilij nostri passerano ; e che in ditta fiu- ❘ che li resta in le man, di li danari fono mandati, ducati 24. La terza letera, fo di 19, zercha l'armada
yspana, venendo de li, debbi far etc. Risponde, non
è im preposito tal venuta, per la mala dispositiom
di ragonesi, quali jubilano che ' l habi a venir, et a
che tine non sa. Item, voria si cambiasse 50 curaze,
è nel castello, vaste; et che la nave Pexara, venuta
li per vituarie, stè molti zorni da poi per li tempi
contrarij, zercha zorni 28. E nel porto de Causito,
juridition di Brandizo, hessendo uno gripo, patron
mara hanno una barcha grande, vuoga banchi 18,
qual porta sopra la prova una bombarda grossa, e
con quella vol venir fuora avanti le galie, quando le
trarano, et bombardar le nostre. Item, che 'l signor,
hessendo a l' asedio di Napoli, li vene uno corier di
vlachi, dicendo ungari e polani aver scorsizato nel
suo paese, e preso tre terre grosse; e subito il signor col campo si levo, e tolse la volta di Smedro.
Item, che il campo di janizari di la Vajusa erano
etiam andati a quella volta, per comandamento dil | Marin da Monopoli, con balle de pani, di raxon di la
398 signor ; e, a custodia di quella armata, erano rimasti persone 700 turchi e christiani, zentaia perhò e
vil persone. E a la Valona era levati tutti li homeni
da fati, per andar versso Smedro, e rimasti solumfemene e puti ; e faciliter si poteria brusarli quella armata ; et che za zorni 16, vene nova li a la Valona,
che, per fortuna, le galie turchesche erano disperse, e
algune pericolate, et esser stà prese dale nostre numero 40. Item, eri esso governador ave letere di
sier Francesco Malipiero, consolo nostro, di Leze.
Scrive haver trovato a Doria l' orator dil turcho va
a Napoli , e à inteso da uno suo amico era con lui,
sta a la Valona, che 'l signor turcho era andato in
Andernopoli, e mandava gran quantità di zente a
la volta di Smedro, per dubito di hongari, che li
havea roto, et era nova di l'armata yspana veniva
in Levante ; la qual nova era stå mandata adir per
il re di Napoli, dal qual tuto per zornata il signor
turco è avisato etc. Item, esso governador scrisse a
dì 27 septembrio, per Bortolo da Peschiera, caporal,
qual vien de qui per dimandar danari per le compagnie etc.
Da Brandizo, di sier Zuam Michiel, governador, di 12. Come recevete, a di 24 dil passato, nostra di 12, zercha le gaiarde provisiom si farà per
li , di provisionati, danari e hiave per li castelli ; e poi ,
a di 5, recevete tre letere, di 16 una, con li ducati
100 da comprar formenti o megij per il castello,
serenissima rezina di Napoli, la barcha armada di
ditta nave, con homeni 25, andò e tolse li ditti panni , licet havesse bolete e il spazo; adeo esso governador mandò il cavalier suo de li, et alcuni di la
dita barcha rimasti sul gripo ; perchè il resto, havea
portà i panni su la nave, con li archi in man e foco
per diserar una bombarda, protestò al cavalier prefato non si acostasse ; qual ritornò, e la nave fè vella, unde non è da tollerar questo, e a ditto patron
di gripo li à fato patente et letere drizate al capetanio zeneral, et scrito al capetanio dil colfo. Item,
scrive si dagi ducati 12 al corier porta letere di
mar.
Di sier Filippo Salamon , castelan dil Castel 398
Grando di Brandizo, di 13 octubrio. Come non ha
' uto solum ducati 94 per la paga dil castello, che
bisognava ducati 116 ; etiam fono scarsi, pezo, per
ducato, soldi 52, adeo li provisionati si lamentano,
et 4 ne sono scampati ; lui à impegnato dil suo per socorerli ; aricorda monition e polvere.
DaMolla, di sier Hironimo Pizamano, governador, di XI. Come cassò maistro Antonio da Spalato,
bombardier, per la imperitia, e à posto maistro Batista da Veniexia, era a Napoli col re, qual è stà mandato li da l'orator nostro ; e li dà quella instessa
provision. Voria se li mandasse la sovention consueta, e cussi li promisse, la ge sarà mandata, e si scrivi
a Monopoli, pagino li corieri spaza con letere fin a
1001 1002 МССССС, ОТTOBRE.
399
Trani, perchè quella terra di Molla è libera, et non
sa dove trar danari, et de li a Trani è mia 40.
Carlo Ingrato, per nome di missier Zuan Bentivoi,
fo li, parlò col signor, et eri parti per Bologna; à
Dil ditto, di 15. Como eri a mezo zorno parti di dimandato ajuto al signor, ma esso signor non si vol
Bari uno gripeto armado, patron Francesco di Zor- impazar, licet il marchexe di Mantoa l'habi pregato ;
zi, sopra el qual era uno ambasador regio, va al tur- imo manda uno orator a congratularssi col ducha cho, e passó da Molla a hore 22 con provenza; e il di Valentinoy, ch'è missier Pandolfo da Pexaro.
governador armò uno gripo per mandar a introme- Item, che ditto domino Carlo tien per spazato le
ter quello, ma non lo potè intachar, e lo seguì fino cosse di Bologna, che prima mostrava non temer la note, che lo perse ; e il nostro gripo andò a Modi 0; e che Faenza farà l'exito di Rimano e Pexaro ;
nopoli, e mandò uno a San Stefano, dove è porto,
e assa' robe di faventini è venute li a Ferara. Il siper veder si era, ma non lo trovò. Fo judichato pas- | gnor di Rimano par sia a la torre di la Fossa di Zi- sasse a Ragusi, per il vento prospero have ; unde
scrisse di questo al capetanio dil colfo ; et se de lì vi
fusse una fusta, o ver bregantin, di banchi 12, faria
assa' ben per li contrabandi. Item, aricorda se li
mandi monitiom. Da poi scrita, par a hore do di
note, à nova el gripo col ditto orator esser tornato
a Bari , starà vigilante al partir.
niol, va a Bologna ; de li si fa alcune veste beretine a la francese per esso signor. Item, il cardinal non
va in Hongaria, e la sua andata è perlongata, et il
secretario per il re di romani non è partito, va per
le cosse di la Mirandola, per la letera auta zercha il
conte Zuam Francesco. Item, li fatori dil signor li à
mandato uno gropo, con certi danari per il sal etc.
Di Trani, di sier Piero di Prioli, governador, Dil ditto, di 26. Come poi è gionto il prothonodi 16. Scrive dil prefato orator dil turcho, va a Na- | tario Bentivoy, incognito, sta in caxa di Bivilaqua ;
poli, come apar per una deposition manda di Gioni et par il cardinal San Piero in Vincula, qual è a
da Coron, capo di stratioti, qual dice, a di 8 di que- Cento, tien le cosse dil Bentivoy spazate. Item, eri
sto smontó a Leze uno ambasador dil turco, homo fo li el signor Carlo Orssini, va ad Ymola, et de li
vechio, con persone 3, passato con do fuste, aspe- coloquij abuti in re christiana col cardinal Santa
tava il vice re, e, non venendo, vol andar a Napoli. | Maria im Portico, ch'è li, qual dauna chi doveria far
non fa, e dice ha 'uto letere di uno suo di Franza,
che quel re è molto caldo a l' impresa contra turchi .
E il re vol dal turcho cavali 30 milia, e il turcho li à
promessi, e dinanda al re im pegno Leze et Taranto. Item, manda una letera di l'archidiacono di
Trani, li scrivea a di 12 da Spinazola ; ussendo trovò
el prefato orator dil turcho, con cavali 12, ben in hordine di cavali e vestimenti, 6 vestiti di seta, e menava do cavali a man, per donar al re; e l'orator è
de anni 50. Ha letere patente dil re, sia honorato per
tutto; ha con lui tre cariazi, do di qual è cargi di moneta, l'altro di vestimenti, e scaricó la sera a Venosa, e la matina si parti.
Da poi disnar fo conscio di X. Et feno do di numerarij a la canzelaria, Hironimo Donato e Andrea
di Franceschi, è con li oratori in Hongaria. Et in numero minori , rimase Piero di Grasolari, Zuan Jacomo Zusto, Andrea Rosso, Lodovico Biancho et Caroldo ; et croseteno ad alcuni ducati 4 per uno, numero.... Et a Zuan Francesco Beneti et Alvise di
Piero, ducati 9 per uno, per amistà di cai.
Et colegio si redusse per consultar zercha da
nari, e fo leto tute le opinion di chi à voluto far notar per lezerle im pregadi.
Et il signor Zuane Sforza, è qui in caxa dil suosero, sier Mathio Tiepolo, scrisse al principe corne
desiderava parlarli, prima si partisse.
In questo zorno, in chiesia di San Moysè, fo per
sier Lauro Querini, di sier Hironimo, di età di anni .... , fato una oration. Et ne ſo assa' patricij doctori , et fo laudato da molti .
Adi 30 octobrio. In colegio vene Alvise da Porto, scrivan a li governadori, et presentò uno libro
di populari sono in officio, quali è debitori di la Signoria nostra di la mità, justa la parte ; di li qual si
trarà forssi ducati .... milia, mancha a compirlo. Fo
laudato dal principe.
Vene il signor Bortolo d' Alviano, solicitando esserli dato danari per levar la compagnia ; à fato
conto con li rasonati, li avanza ducati ..... , et poi si
rafermi la conduta ete. Il principe li disse, si expediria etc.
Et li savij reduti daspersi, per lezer le parte di
trovar danari, et il principe aricordo tansar tutti li
capi di caxa, da ducati 10 fin 150 etc. , e l'aricordo
di li provedadori sora l' arsenal, dar angaria più al
fero, rame e legnami etc.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe. Fo
leto letere longamente, et poi venuti fuora li savij ,
fo leto per Zorzi Negro, Bernardin di Ambrosij et
Da Ferara, dil vicedomino, di 24. Come domino Zuan Batista molte parte notade di trovar danarı,
1003 MCCCCC, OTTOBRE. 1004
399
pon nominando chi le meteva, et dicendo si leze a
caxon si habi a pensar, e fin tre zorni poi si baloterà. Et fo comandato gran credenze, acció non si
sapesse per la terra.
Provisiom da trovar danari.
Nono, che molti monasterij e ospedali asolti di decime, videlicet di le 4 ultime date dil papa, che
niun exceptuava, et per letere di la bancha sono sta
absolte, che tute siano taiate etc. , e debino pagar dite
4 decime papal, resalvando tamen quelli che per questo conseio saranno connosuti non poter pagarle.
Decimo, di elezer per scurtinio 6 provedadori a
Primo. Far tutti li officij di questa terra di ban- | trovar danari, quali debino star 3 per camera a condo, et le quarantie la mità ; et dice solum di zenthi- sultar, e poi venir in colegio, in termine di zorni 8,
lomeni ; e dil far do apontadori che li aponti, e, poi
5 ponti, sia fuora, e contumatia uno anno; et questo
sia per uno anno solamente, e sia balotà la parte in
gran conseio.
Secundo. Scontro, qual fo mio ; che per uno anno,
ut supra, tutti li salarij, si a zenthilomeni come massari, nodari etc. di officij, sia di la Signoria ; et le uti
lità, detrate quello pagano al presente, la mità sia soa
et lezer le so' opinion, e vegnir loro, o con li savij tutti, aquesto conseio, a poner quelle parte li parerà.
Et undecimo, fo leto di poner 4 decime, do al
monte vechio e do al monte nuovo, da esser astrete,
quando parerà al conseio.
Et ben che ne era altre parte notade, tamen non fono lete, si quella dil sal, alias leta im pregadi.
Item, di soldi 4 per campo; item, di fogolari ; item,
e l'altra mità di la Signoria; le quarantie la mità ; ❘ voler vender le rive a 8 per 100; item, poner a li
e il capitolo di l' apontadori, et li danari portadi im procuratia, nè si spendi se non per il conseio di pregadi, et poi si vegni per li rezimenti da terra a proveder; la qual parte non s' intendi presa, si la non sarà presa ut supra.
Terza, di tanxadi, sia revisti per li X savij, e li asolti , et possi crescer e non sminuir, come a lhoro
parerà, non excedando perho quello poleno tanxar;
et di novo sia posto a pagar una taxa, con questo
siali restituita, e ubligati certi danari dil sal, utpatet,
et habino 5 per 100 fin la satisfation.
Quarta, di quelli stanno in le caxe, debino pa- gar per una volta solamente, quelli da ducati X fin |
20, un quarto ; da 20 fin 40 la mita ; da 40 fin 60, |
li tre quarti ; da 60 in suso, tuta la quantità da esser
restituida al sal, ut supra, con li 5 per 100.
Quinto, un' altra parte, zercha questi fiti , la qual
è molto longa, si cava più danari, non exceptua
niun, è compresi botege, volte etc. Et non vol sia restituita, nè habi alcuna utilità.
zudei pagino 12 milia ducati, da esserli restituidi ;
item, di conzar la terra, che sier Antonio Trun, el
consier, vol omnino meterla ; et altri, che non si parli di conzarla fino ad anni 5 proximi ; item, di comprar
il stabele di la Signoria et possession dil Polesene,
con li danari dil monte nuovo, per quello li sta ;
item, dimandar ajuto per terra ferma, o di una decima, o vero interzar li dacij di fuora, et dimandar imprestedo ; item, di scriver a Roma per uno jubi- leo et cruciata ; item, di poner fogolari, di qual si
traria grandissima quantità, come aricordo sier Lucha Zen, el consier, per l'opinion dil quondam olim
sier Sabastiam Badoer, el cavalier, per la descrition
fata da ducati 600 milia ; et conclusive altre diverse
opinion, notade et consultade etc., et præcipue una
che fici notar, di suspender tuti i pagamenti e provision per mexi 4, come alias fu fato, si qui come
di fuora.
È da saper, da poi licentiato el pregadi, e posto
la parte notada qui avanti, rimase el conseio di X
per desobligar certa ubligation, fata al cassier, presto ducati X milia per mandar al zeneral ; videlicet
Sexto, di vender li stabelli e possession di la Signoria nostra, vulelicet de li debitori, non de li 8 officij deputati a la camera d'imprestidi, et si possi
pagar di danari di pro' corenti , a ducato per ducato, ❘ il canzello di le taxe di sier Tomà Mocenigo, e fo,
et il cavedal a ducati 9 dil monte vechio elc. , con altre clausule, come si contien.
Septimo, di far do avogadori, uno per questa
terra, l' altro per fuora, sopra le camere, con gran
autorità per recuperar danari, non si pagi niun senza
saputa sua, e assa' particularità, ut in parte.
Octavo, che tutti, chi depositerano fra certo termine a li extraordinarij per le di cime di merchadantie, habi don X per cento.
con la zonta di danari, fato la / fusse ubligata, ut
supra, e l'altra mità il cassier dil colegio potesse
operarla, per li bisogni presenti.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma, 400
che, atento sia stà fato molte caxe di novo etc. , et
perho siano electi 3 honorandi zenthilomeni nostri ,
per scurtinio con pena, possendo esser electi di ogni
oficio, e oficio con pena e continuo, quali debbi reformar, dal tempo di sier Fantin Michiel in qua, e
1005 1006 MCCCCC, NOVEMBRE.
danti, vene in colegio a notifichar alcuni nostri vo leva desse soventiom contra ditto signor, li dia dar;
et 0 à voluto far, senza licentia. Et li fo ordinato
per la Signoria, non dovesse far nulla etc.
andar per le caxe, fazendo quelle stimar, e ponerle
a le decime. Item, è molti anno molini, possession,
caxe etc. , non pagano decime, che in termine di uno
mexe si debino dar in nota, sub pœna etc. Item,
quelli hano gastaldie e altro, qual non paga decime,
et za 1494 fu preso pagasse, e per suspension di
avogadori non à pagato, che debino pagar, ut supra.
Or andò in renga sier Beneto Sanudo, l'avogador di comun, dolendossi, pro suo interesse, era consorte | in colfo o dove li piace; et fo comessa ditta cossa a
Vene uno da Pyram, dicendo a Trieste esser
zercha 60 homeni banditi di l'Histria, per homicidio puro etc. , quali, havendo salvo conduto, voleno
arınar una fusta, e servir la Signoria per mexi .....
pratichar a li provedadori, executori, atento è in- verno, et è per pocho tempo; poi non si pol far senza parte di pregadi.
di la gastaldia di San Donà, comprata per sier Fran- cesco Marcello e sier Anzolo Trivixan, a tempo di la
guera di Ferara, per ducati ..... milia, e, dice, neta di decime ; et che poi la parte 1494, sier Bernardo Da Milam , dil secretario , di 26. Chome ozi 400*
Bembo, dotor e cavalier, e sier Hironimo Donado, monsignor di Chiaramonte era ritornato li. È stato dotor, avogadori, la intromeseno, e volea solum in- a quelli lochi dil lago; dice le cosse di Belinzona è
dusiar, e potesse mostrar le sue raxon, per le qual| boni termeni, et spera il roy l'averà presto, et che non dia pagar decima ; perho che etiam lui ne à❘sguizari fano a dì 28 una dieta a Zurich. Item, monsignor di Corcu è zonto a Milan, venuto per expedir certi processi criminalli, zercha rebelione etc.
Da poi disnar fo conseio di X con zonta dil colegio. Et tra le altre cosse, intisi fu posto la parte di far la scuola di bombardieri, per l' aricordo di Polo
da Canal, come in quella apar. Item, fono fati capi dil conseio di X, per il mexe di novembrio, sier Zuam Zantani, novo, sier Nicolò di Prioli e sier Polo
parte. Li rispose sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma. Poi parlò sier Anzolo Trivixam, e con
passion. E, mandati fuora li parenti, e quelli erano a
tal conditione, el principe si levò per haver etiam lui che non paga, perché comprò da Jacomo di Cumani etc. Poi parlò sier Jacomo da Canal, se indu- siase. Demum, sier Lucha Trum, zercha l'indusia,
et si voria cometer a qualcheuno, vedesse si dieno
pagar. Li rispose sier Lunardo Loredam, procura- | Pixani, el cavalier.
tor, savio dil conseio. Poi parlò sier Hironimo Orio.
E li rispose sier Polo Capello, el cavalier, savio a
terra ferma. E non fo trovato niun ponesse l'indu- sia. Andò le parte: 15 non sinciere, 18 di no, 91 di
la parte. Et fu presa.
Adi ultimo octubrio. In colegio non fu il principe. Vene il retor di scolari juristi da Padoa, con
molti scolari, dicendo la Signoria conduchi a lezer a
Padoa domino Jasom del Mayno, sta a Pavia, e vol
ducati 100 al mexe. Foli risposto, si vederia .
Vene l' orator di Franza, zercha quel di Lampu- gnano, fo qui, par andasse in Elemagna, e poi tornò
a Mantoa ; et li ſo ſato lezer la letera dil re di romani , ne scrisse sopra di questo.
Noto, a di 30 di questo mexe, per la Signoria fu
fato una termination, che, havendo Antonio Colb,
merchadante todesco, fato con gran spexa far stampar Veniexia, qual si vende ducati 3 l' una, che possi trarle di questa cità, et portarle senza pagar dacio.
Dil mexe di novembrio 1500.
Adi primo novembrio. In questa matina, more
solito, el principe fo in chiesia di San Marcho a messa, con questi oratori : Franza, Napoli, Ferara e Urbim. Non vi fu quel dil papa, per haver un pocho di
mal. Eravi pochi patricij ; et, compito messa, el collegio non si redusse, ni etiam da poi disnar, che
fo mal.
Di Padoa di sier Lunardo Mocenigo, podesti
el vice capelanio, di eri. Avisava la morte di sier
Fu leto una suplication di sier Bortolo Lipomano
e fradeli, quali sono im prexom, e dice li capi li cargano haver robato etc.; et è contenti darli quello hanno al mondo, solum restarli la fama, perhò che | Lorenzo Venier, capetanio de li, in hore 36, quod essi creditori tentano sia messa una parte di poter vender quel di Lipomani, a quanto trovano.
Dil signor Zuam Sforza. Come alcuni soi creditori vuol torli sovenzion contra, e lui non ha 0; si vol partir, poi che la Signoria non li vol dar audientia, e dove sarà servidor di la Signoria nostra. Et è
da saper, sier Hironimo Navaier, consolo di merchaDeusparcat.
Da Bologna, dil conte Nicoli Rangom, di 25,
drizata a Piero di Bibiena. Come eri passò de li
Piero Francesco Tosingo, stato orator di fiorentini
in Franza ; visitò il rezimento, et missier Zuane, poi
si parti per Fiorenza. Item, vene letere di Fiorenza,
di missier Manfredo, orator dil ducha di Ferara, di
401
1007 MCCCCC, NOVEMBRE. 1008
24. Avisa la sera avanti , a dì 23, a hore 21, Piero | storio, e il papa parlo in materia christiana. Fè lezer
di Medici intrò im Pisa, ben visto et acharezato
da' pisani, che li andò contra, e im Pisa fo sonato
campane, e trato colpi di bombarda per alegreza. Èvenuto per mar, per la via di Zenoa, et fiorentini
stano con gran paura. La qual nova, chome la vene,
el conte Ranuzo di Marzano era col signor, e li
parsse cossa di gram momento. Item, scrive lui
aver la febre.
Et è da saper, leta la ditta letera, ditto Piero di
Bibiena disse poi al principe, haver, a dì 26, el prefato conte Nicolò Rangon, homo molto devoto di la
Signoria nostra, è di anni 45, esser morto li a Bologna, lassato molti figlioli ; el qual à Cordegnan,
castello in trivixana.
Adi do ditto. Fo el zorno di la comemoratiom
di morti. Si redusse in colegio solum questi : sier
Zuan Morexini e sier Antonio Trum, consieri ; sier
Marco Antonio Morexini, el cavalier, e sier Lunardo
Loredan, procurator, savij dil conseio; sier Piero
Duodo e sier Lunardo Grimani, savij a tera ferma ;
sier Cabriel Moro et Jo, Marin Sanudo, savij ai ordeni ; e leto letere.
letere dil roy a soa santità ; zercha l'impresa di Romagna, è contento toy Rimano, Pexaro e Faenza.
Poi laudò la Signoria nostra, in averli consentito.
Mostro brevi scrive al roy, e uno in Spagna. E poi
li cardinali acompagnono el cardinal fino a Porta 401
Viridaria, videlicet curzense, va in Elemagna legato,
qual alozerà a la vigna di missier Falcon, propinqua
al palazo, per compir di expedirsi. Poi esso orator
ricevete letere nostre di 22, et doman anderà dal
papa, licet habi auto la febre etc.
Dil ditto, di 27. Come ozi fo dal papa ; li comunicho la risposta fata al suo orator qui, e leto li sumarij, exponendo poi quanto la Signoria li comesse.
Disse soa santità : Li legati expedimo, ne costa ducati 18 milia tutti tre, e habiamo dato ducati 3000
al cardinal curzenze, e li danari di la capella. Laudò
la risposta etc. Disse haver scrito un brieve in Spagna, lo manderà a la Signoria per l' orator suo; poi
di la nobilità, dimando quello è esser zentilomo di
Venecia. Li rispose : Gran diguità, re Fedrico, ducha
di Ferara e altri ; e vi piaque assai. Poi disse zercha
le cosse di Spagna, quanto al documento, non bisogna per esser za in ato. E l'orator disse: Chi ajuterà
la Signoria, la Signoria non li abandonerà ; è bon
farne nota etc. Poi disse, l' orator yspano averli promesso l'armata, e perhò li vol dar la cruciata ; di le
20 galie li piace, vol armarle e poi restituirle a la Signoria. Item, disse dil ducha, di un trato à fato a
Fiorenza, à mostra cassar el conte Ranuzo, è andato
a Bologna etc. E par, il roy manda uno araldo da
missier Zuane Bentivoy, a dir non s'impazi di Faenza. Poi disse, il legato va in Hongaria si partirà al
principio dil mexe. Item, li disse zercha il conte di
Soiano, è nostro ricomandato, soa santità scrivi al
ducha. Rispose, è contento, e havia auto una letera
dil ducha, à concordato certe diferentie di esso conte con uno suo fratello, è a soldo con esso ducha.
Item, manda letere abute da l'orator nostro va in
Di Roma, di sier Marin Zorzi, dotor, orator
nostro, di 25. Come, da poi l'ultime, el reverendissimo Capua e l'orator yspano fo fuori di Roma,
mia 6 versso Marino, per esser a parlamento col
cardinal Colona, voi tornar in Roma, exortandolo
nomine pontificis ; qual à risposto , non voler senza
saputa dil re Fedrico, per il favor dà il papa a cаха
Orssina. Et etiam el cardinal Orssino è partito di
Roma, per veder quello seguirà di queste cosse vanno a torno. Item, à solicità la expedition di legati ;
el cardinal curzense partirà doman, va mal contento
dil papa, per averli dato pochi danari, et mancho libertà dil consueto in conferir beneficij . Quel va in
Hongaria, partirà fin 8 zorni ; ma quel va in Franza
sarà longo. Il papa vol prima aspetar la risposta di
Franza, e perchè l'à andar in Spagna, soa santità à
anticipato a mandar un homo in Spagna, a invidar | Spagna.
quelli reali a l'impresa. Item, il papa sta di mala
voia per le cosse di Faenza ; missier Zuane Bentivoy à homeni d'arme 200, et 3000 fanti mandati a
Faenza ; el signor ne ha 300, et fanti 3000, et etiam
à ajuto da' fiorentini e altri, licet soa santità habi
mandà uno suo homo e a Bologna e a Fiorenza, a
dir non dagi ajuto contra il ducha, non harano mal
niun. E à 'uto ozi nova di l' intrar dil ducha im Pexaro, e haver auto la rocha. Item, esso orator à la
febre, e sta in caxa.
Di sier Domenego Pixini, orator, va in Spagna,
date a Beses, a dì XI octubrio. Come, a dì 6, scrisse di Perpignan, qual non se à 'ute, et doman sarà
a Perpignan ; solicita il suo camin più che mai orator facesse, ma li cariazi lo tien. E à, la corte esser
in Granata.
Di Franza, di sier Beneto Trivixam, el cavalier, orator, date a Nantes in Bertagna, a di 21
octubrio. Come eri sera zonse li ; ricevete letere di
5 et 6 nostre , con la risposta fata a la letera dil re
Dil dillo, di 26. Come quella matina ſo conci- di romani, e sumarij ; et per haver auto la febre,
1009 MCCCCC, NOVEMBRE. 1010
adeo non potè cavalchar, e vene li per aqua, à mandato il suo secretario a conferir con la regia majestà,
qual li piaque, et usò bone parole. Poi disse, il cardinal Roan voria la Signoria operasse di far retenir
il conte Zuan Antonio di la Somaia. Di Alemagna 0
li disse. Et il re mandò il suo medico a visitarlo.
Scrive poi la febre durarli qui zorni XV, non che lì ;
voria licentia. E a dì 3, il re si parte, va im Bergogna etc. Item, a Bles missier Zuam Jacomo Triulzi ave licentia dal roy, poter tornar in Lombardia,
senza perho alcum hordine, et vene a caxa di esso
orator, oferendossi a la Signoria nostra. Et è da saper, dil Foscari O si avea ; intese a dì 19 era zonto
a Lion.
DiHongaria, di sier Vetor Soranzo e sier Subastian Zustignan, oratori, date a Buda, a di 13.
Come eri di note zonse li il cardinal di Ystrigonia,
stato al suo vescoado ; ozi lo andono a visitar, li dete
la letera nostra, si congratulò etc. Qual ringratia
molto la Signoria, e vol questo regno e la Signoria
sia una sola republica, vol esser capelan di la Signoria nostra; e par il papa voy vengi a Roma per
il capello, e lui voria restar qui a solicitar il re a
l'impresa, e vol la Signoria scrivi a Roma a l'orator, non debbi il papa astrenzerlo andar, ma li mandi il capello de li, e poi anderà a Roma. Doman si
402 si parte, va a Baza, e vol far essi oratori vi vadi.
Item,manda sue letere drizate ai Focher di Roma etc.
Di li ditti, di 14. Come esso reverendissimo
cardinal vene da lhoro; doman si parte; si oferisse
far gran cosse con il re. Item, doman si parte per
venir qui Francesco da la Zuecha, secretario ; lo
laudano assai ; si scusa per la via di Segna, venendo
inverno, le letere sarano longe, si che la Signoria
ordeni, quasi dicat, per Elemagna sarano preste.
Da Milam, dil secretario, di 29. Come di Belenpiaza di Fanno, e la bombarda grossa l'hano lassata
da drieto, per non la poter condur per le vie aspre.
Di Faenza. Ànova, il castelam esser venuto con
el signor nel palazo, e fato oferte assai al populo, qual
è rimasto satisfato, e à promesso esso populo di difender il signor a morte et vita ; et che si facea bastioni a la porta di la rocha e altre porte di la cità ,
et era sta portato da Bologna balestre e targoni e
assa' artilarie ; e a Bologna missier Zuane Bentivoy
preparava zente, et era zonto il conte Ranuzo da
Marzano con danari, qual dovea andar a Castel Bolognese a far la compagnia di homeni d'arme 300.
Item, intese poi quella matina, che quelli di Brixigella, loco soto Faenza, havia intelligentia col ducha,
di darli il loco; et che per le gran pioze li soi messi
non erano tornati, e che quelli di Faenza non cessavano mandar le sue fameie e robe li , e a Codignola, e in altri lochi, sì che dubita non šiegui di Faenza
quel è stà di Rimano. Item, il signor Carlo Orssini,
ozi quarta sera, mando uno messo da esso podestà, con una letera di la Signoria, si li mandi 3 o
ver 4 citadini contra, ad acompagnarlo per el teritorio, e voleva alozamento su quel teritorio per uno
zorno. Li rispose, manderia li citadini, et era contento darli il transito e non lo alozamento ; ma lui
con XV o 20 venisse alozar con lui im palazo, perchè ariano fato assa' inal a quel teritorio. Or non
volsse, e tolse la volta di Russi, e passorono a guazo
al passo de Vigo, e andorono alozar su quel di Forli ; a Villa Francha erano da 400 cavali ben in hordine.
Dil ditto podesti, di 30. Come a hore una di
note, zonse uno suo messo, mandoe a Faenza e Bologna. Referisse, marti a hore 16, el castelan di Faenza vene im palazo con el signor ; buto il castello ne
le braze dil populo, digando : Popul mio, vuj vi dubitati ch' io non habia venduto la rocha ? El non si
zona non z' è altro. Parlo al baylo dil Degiun, infor- | troverà mai. Per che caxon voleti ch'io fazia ? II
mato di le cosse di sguizari, qual dubita assai di reaverla. Item è nova, missier Zuan Jacomo Triulzi,
vien di Franza, esser zonto a Vegevene. Noto, per il
roy di Franza, ditto loco di Vegevene alias li fo donato etc.
signor Galeoto mi à levato come io son. Et il populo
rimase satisfato. Item, a Castel Bolognese era gente
assai, e fantarie, e do bombardieri ; feva far tre bastioni, sbassar la torre maistra, e tutta la rocha fortifichava . E a Castel San Piero trovò fantarie e cavali
lizieri assai ; e a Bologna la terra era in arme, e tute 402 *
le zente vi capita asoldano. A fantarie e gente d'arme
danno danari, e a li fanti danno ducati do per uno,
pan e vin; et à fanti da XV in 16 milia de li soi missier Zuane, et di forestieri numero X milia da fati. Di
zente d'arme, dentro Bologna, è 100 homeni d' arme
et 150 cavali lizieri ; el conte Ranuzo 100 homeni
Da Ravena, di sier Antonio Soranzo, podest i et
capetanio, di 30. Come li soi messi non erano tornati da Bologna et Pexaro, perho non ha scrito
avanti ; et che il ducha di Valentinoys dovea far l'intrada im Pexaro a di 24, il sabato, ma la fece il luni,
a dì 26, ben recevuto ; et eri dovea intrar in Rimano, e poi vegnir a Cesena ; tamen judica quelli
lochi non è a pentirsi etc. Le sue artilarie sono su la | d'arme et 50 balestrieri a cavalo, e va per quelle
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 64
1011 MCCCCC, NOVEMBRE. 1012
gio uno castelan popular a Malvasia, con ducati 12
al mese, et 20 compagni con ducati 4al mexe, non
possi ussir in pena di la testa, siali da sovention di
mexi 4, e artilarie. Item, el podestà, ch'è sier Zuan
Matio Contarini, va, non possi dar au lientia nel castello, come prima ſevano, ma vengi in la terra, suh
pæna privationis et ducati 300 d'oro. Et andò la
dita parte. Ave 17 di no, 103 di si . E fu presa.
castelle facendo provisioni, e, si non è tratado den- | mi, et fo parte notada di mia man, di far per coletro, si difenderà. E li castelli di bolognese sono forniti di fanti e altro. Da Faenza, par a hore 16 ozi si
atrovò a la porta, qual erano scrate, e il populo tuto
in arme a la rocha; e intese questa note passata, il
populo haver, ad hore 5di note, preso uno Guielmo
Tempiam, di quel di Ymola, e uno Lucha, di quel
di Faenza, capo di parte, quali erano andati a parlar
al castelan in rocha ; unde la matina el populo havea
preso 4 citadini di Faenza, tra i quali missier Va- Item, fu posto per tutti i savij una letera al ca- 403
dino e missier Lodovico di Scardoni, fo tesorier dil petanio zeneral, laudandolo di le operatiom sue, la
signor, e li altri non sa il nome, per esser sta las- | qual Jo feci notar in bona forma, et che con l'armasato intrar.
la qual cossa periò era stà consultada in colegio, e
si vol farla secretissima etc. Ando la letera preditta.
Ave 14 di no, el resto di sì. Et fu presa.
ta yspana speremo haverà fato qualche bona cosDa poi disnar fo pregadi. Non fu il principe. Et, sa etc. Anlò in renga sier Lorenzo di Prioli, quonreduto il colegio in camera da basso, senza perhò il dam sier Piero, procurator; aricordo, zercha l' horprincipe, vene l' orator di Franza, e mostró una le- | dine di l'armada yspana, è bon vadi invernar in Sitera li scrivea il re, sotoscrita di suo mano, in ri- cilia. Li rispose sier Piero Duodo, era in setimana.
sposta di soa, data a Nantes, a dì 22octubrio, molto Poi parlò sier Hironimo da Mulla, era di pregadi,
bona. In conclusion, vol far assa' cosse contra il tur- aricordando si facesse qualche forteza a Sapientiaetc.,
cho questo altro anno, per amor dil doxe, di la Signoria di Veniexia, soi amici, aligadi e confederati.
E, inteso dil bancheto vol far il turcho contra la christianità, li vol preparar una collation ; et in questo
inezo fa scuoder li danari di le decime, ni in altro|
vol spender, cha contra il turcho. A presso li soi vol
venir a Bles, poi in una altra terra, e, passato Nadal,
verà a Liom e più avanti, fino a Milam, per ordinar
la ditta impresa. Item, lo prega perseveri in avisar,
e far quello à fato, non sarà inmemore. Etiam el
cardinal di Ambosa, di 21 , da Nantes, li scrive in
conformità dil re, et di la bona mente contra turchi ;
et, quanto a la licentia el dimanda di partirsse, la faria dar, si non facesse dispiacer a la Signoria. Et el
re etiam scrive, zercha l' andata di Martin da Casal;
et el cardinal dice, si el re di romani non farà novità, il re farà gran cosse ; ma, facendo, si converà
difender. Et il re in la sua letera scrive vol pacificharssi con tutti li principi christiani, per poter unitamente atender a l'impresa contra turchi. Et per
sier Lucha Zen, consier, fo ringraciato, e ditoli ne
doleva, nè per niun modo volevamo el si partisse,
per esser tutto nostro.
In pregadi, poi leto le letere, fu posto per sier
Zuan Trivixan e sier Zuam Corner, provedadori sora
i oficij , una certa parte, zercha il saldar li libri di
oficij a lhoro sotoposti, e altri boni ordeni. E fu
presa.
Item, fu posto per li consieri una parte zercha
Monopoli ; sia observado la tavola fè li syndici etc. Е
ave tutto il conscio.
Item, fu posto per tutti li savij , e sier Anzolo
Trivixan e sier Zacharia Dolfim, provedadori sora
l'arsenal, una parte per el bisogno di l'arsenal, che
per cadauna camera e tera nostra, da terra e di Cavo d' Istria e Ravena, sia mandà di mexe dal primo
di di novembrio fin avosto la decima di quello scoderano a l'oficio di camerlengi, qual sia dato per
l'arsenal, e cussi a tutti li officij di questa terra,
exceptuando quelli sono deputadi a la camera d' imprestidi ; e sia comessa questa parte, la execution,
a essi provedadori sora l' arsenal. Et sier Hironimo
Orio andò in renga, aricordando si suspendesse tutti
li pagamenti di fuora per do mexi, saria assa' danari ; dicendo a Bergamo è assa' spexe superflue, dove
è stà podestà. Or sier Antonio Trum, el consier,
messe fusse posta una decima persa per l' arsenal.
Et andò le parte : non sincere ... , di no ... , di
quella dil consier 15, di savij il resto. E fu presa.
Item, fu posto per li savij dil colegio e di tera
ferma, li tre da esser electi sopra le stime di le caхе,
non possino refudar soto pena di ducati 500 etc. E
ave tutto el conseio.
138. Et cussi fu fato il scurtinio. Rimase : 104,
sier Marco Bolani, fo podestà aPadoa; 105, sier Antonio Valier, fo consier ; 102, sier Alvise Venier, fo
cao dil conseio di X. Fono tolti : 73, sier Lucha Zivran, fo consier ; 55, sier Nicolò Dandolo, fo cao dil
conseio di X; 35, sier Andrea Dandolo, fo cao dil
Item, per nui savij ai ordeni, Mocenigo, Moro et conscio di X ; 41 , sier Marco Donado, fo di la zonta.
1013 MCCCCC, NOVEMBRE. 1014
403
quondam sier Bernardo ; 68, sier Francesco Trun,
fo cao dil conseio di X; 55, sier Alvixe Malipiero,
fo capetanio a Vicenza, quondam sier Jacomo ; sier
Domenego Trivixan, el cavalier, ſo saviodil conseio,
non provò per non esser venuto la letera, e sier Constantim di Prioli, per esser di colegio.
Di Ravena, di primo novembrio. Come in quella
hora prima di nocte era venuto uno suo messo,
mandato a Faenza. Dice mercore da sera, to 28,
essendo fuor di Faenza le spie, et undi 16 fati per
l'utilità dil signor, à'uto per spia, el castelan havea
cargato certe sue robe per mandar via, et essendo
in aguaito, sentiteno zampir un cavalo nel revelin
de la rocha, e dite spie andorono a la volta dil dito
cavallo, e pigliorno un canzelier dil ducha Valentinoys, qual era ussito di la rocha ; el qual li disse
era canzelier di missier Zuane. Le dite spie lo tirorno indrieto, digando : Tasi ! Stando cussi un pocho,
si callò la piancheta di la rocha, e iterum le ditte
Item, sier Antonio Trum, el consier, volse metter una parte, di revochar la parte fo messa a dì 17
octubrio, di pagar 4 per 100 di danari compradi di
la Signoria etc.; atento era una parte non si podeva
meter angarie sopra cosse passade, soto pena di ducati 1000; et chi la metesse, non fusse presa, si non
ha li .... sexti dil conseio re.luto da 120 in su. Et fo
terminà la non fusse presa; et per esser alteration ❘ spie stando in aguaito, ussite fuora di ditta rocha un
tra li savij etc., fo licentia il pregadi.
A di 3 novembrio. In colegio vene do oratori
di la comunità di Salò, et presentò una letera dil provedador, et ducati 400 dil subsidio, sponte pagado per questo anno. E il principe li laudo summamente elc.
Guielmo Tempion e un Ugolin de Ganzo, quali menavano tractado con el castelan per il ducha predito.
Quali forono presi e menati dentro la terra a furor de populo, et, examinati, forno chiariti del tuto. E
da poi l'è stà pratichato con el castelano di dicta
rocha, qual dimandava al populo : primo, di portar
Vene l' orator dil papa, et fè lezer una letera dil via la sua roba, parte de la qual havia portato via,
ducha di Valentinoys, di 24, da Fan, a lui drizata, per la via di certi citadini ; 2.º, de portar via 200
sotoscrita : Cæsar Borgia de Franzia. Ringracia la corbe di formento, de fava 100, de farina 50, de
Signoria di averlo fato zenthilomo, lui e soi eriedi ; spelta et orzo 40; tertio, de venler le sue possesdice non è per domenticharssi, et vol solicitar il❘sione liberamente a chi li piaceva, o vero se le laspontifice a la expedition di legati, e in tuto quello
potrà.
Vene l'orator di Napoli, zercha la relaxassion di
Basilio da la Scuola. Il re nol pol più tenir con suo
honor. Et li fo risposto, consulente colegio, lo lassasse
con questo, el si apresentasse de qui.
sasseno galder. E tutte ditte cosse li promesseno li
ditti XVI di observar. El qual castelan, visto la cossa
discoperta, questa matina, a di primo, a hore 16,
nome domino Nicolao Chastagin, dete la rocha al signor. E subito fo retenudo per li dicti XVI e populo, digando voleno renda conto de le intrade e administratiom di le robe dil signor. Ne la qual rocha
è stado messo el fradello dil signor, nome Zuan
Evanzelista, con bon numero di fanti. Item, manda
una letera li scrive el signor a lui podestà, e una a
Vene il rector di scolari di juristi, per nome dil
studio, volendo condur domino Jasom dal Mayno a
lezer a Padoa, vol ducati 100 al mese, et il primo
luogo ; e domino Zuan Campezo vol lui il primo
luogo justa li capitoli ha con la Signoria. Risposto | la Signoria nostra, qual sarà qui soto posta ; e lui li
si conseieria. à risposto in bona forma etc.
Vene il signor Pandolpho Malatesta di Rimano,
con suo fratello signor Carlo, el qual era con pessima ciera. Et, sentati a presso il principe, uso alcune
parole, racomandandossi etc. Et il principe li uso parole confortatorie, dicendo col tempo habi speranza,
et non si resteria di meter ogni ben col legato etc.
Da poi disnar li consieri deteno audientia, et li
savij in colegio consultono in materia di trovar danari. Fo assa' parole, leto le parte, et nihil conclu- | mente li Bajoni et Vitelozo ; el resto di le zente aloDilducha Valentino, per uno suo messo, ritornato di Rimano. Come a dì 30 si parti da Gradara,
e mandò avanti a Rimano tute le sue zente; e lui a
hore 24 intrò in Rimano. Li andò contra tuto el
populo, con uno caro triumphal, cigando : Ducha !
Ducha ! Eli fo fato una bella oration a la segonda
porta del borgo ; l'artelaria fece la via di sopra di
Sancto Archanzelo, per andar a Cesena, et siinel- 404
sum, justa il consueto. Et a horre una di note, vene
letere da mar, per uno gripo, con letere replicate
di X et 13 et ultimo setembrio. Et il principe vene
in colegio di savij dove si redusse la Signoria, tamen
erano letere vechie.
zorno per Rimano, a discretione ; e solicitavano ditte
zente el cavalchar per andar a Faenza ; le qual zente
fin hora non hanno hauto un soldo, ma se diceva
doveano far la mostra a Furli, e li tochar danarí.
Et per un' altra letera, di primo, horre do di no-
1015 MCCCCC, NOVEMBRE. 1016
cte, scrive el preſato podestà esser venuto da lui | Franza, dicendo ha pensato di mandar domino MaVicenzo di Naldo, dicendo haver auto letere di li soi
di Val de Lamon, lo confortano voy andar de li ;
per tanto voria licentia. Li à risposto, è bon e savio, et sa quello l'ha a far; aspeta hordine di la Signoria nostra.
È da saper, questa matina domino Hironimo de
theo Copolla, neapolitano, dal roy a persuader a
l'impresa. Laudato mandi. Et li fo ditto dil vegnir
dil signor di Rimano a la presentia nostra. Disse, li
ſeva compassione, et meteria ogni bona parola etc.
Vene lo episcopo di Limissò da cha' Dolze, qual scuode le decime pontificie, dicendo haver scosso di
Salichia, orator dil signor di Faenza, vene in cole- | l'anno passato ducati 30 milia, di questo 13 milia,
gio, dicendo haver hauto letere dil signor, con la
licentia debbi ritornar a caxa ; per tanto si racomandava a la Signoria, e toleva licentia. El principe la
deteetc.
Copiade una letera scrita per il signor di Faenza
a la Signoria nostra.
et tutte 4 dia dar più di ducati 80 milia ; excusandossi la causa procieder da li nostri exatori, vuol
scuoder, oltra le decime ordinarie, li resti vechij , e
il clero non pol tanto. Aricordò un remedio : restar
pro nunc di astrenzer a pagar li resti, acciò si compij queste decime papal.
Vene el signor Bortolo d' Alviano, solicitando 404
haver danari ; li resta zercha ducati 1800. Or tanSerenissime princeps, et excellentissime domi- dem ſo terminato darli ducati mille, et dil resto si
ne, domine colendissime.
Per essere stato continuamente devotissimo de la
serenità vostra, vero et fidelissimo servitore de
quella, may per alcuno tempo non me sono defidato
del patrocinio suo, nè ancho persuaso che la me voglia abandonare in tuto, ma più tosto ne le occurentie mie me abia a mostrare gratitudine, con qualche
bono effecto, in recompensatione de la fede et devotione mia, la quale per alcuno accidente mai non se
poteria extinguere. Et perchè me persuado che l'amore de la serenità vostra, si per suo proprio instituto, como per debito naturale, sia reciproco verso
de mi, con grandissima speranza et fede recoro a
la prefata serenità vostra devotamente, pregando
quella cum vehementia cordiale et efficatia de animo, se voglia degnare in questo urgentissimo biso
gno darme ajuto et favore oportuno, per la conservatione del stato mio, del quale in ogni evento
sempre se ne poterà valere la serenità vostra, come
de le cose sue proprie, cussi etiam de la persona
mia. A la quale devotamente me ricomando.
provederà . Rimase satisfato, et si partite.
Vene sier Anzolo Trivixan e sier Zacharia Dolfim, ali qual fo commessa la cura di l'arsenal , dicendo in l'arsenal non c'è 0; bisogna fero, legnami etc. Unde fo termina farli dar ducati 5000. Et
sier Francesco Zustignan, uno di patroni, havia re- .
fudato, sier Jacomo Capello era fuora per legnami,
restava solum sier Andrea Loredam; ergo fo bon far
li ditti proveditori.
Item, fo fato un cassier per un mexe, e iterum
fo reballota sier Francesco Foscari ; tamen rimase
sier Piero Duodo, savio a tera ferma.
Dı Zara, di sier Francesco Venier e sier Jacomo da Molin, doctor, rectori, de 22 octubrio. Come
li spagnoli di Nona erano non partiti ; non obstante
il capo rimase con lhoro d' acordo di dar mezo ducato per uno, fin veniva la paga. Et cussi eri matina
si levorono, adeo quel luogo è rimaso vacuo, non
solum di stipendiati, ma etiam de homeni ; per tanto
si provedi. Et ozi, per relation di doi zoveni nobeli
de lì , nepoti di missier Simon di Nassi, ritornati da
la fiera de Buchari, hanno inteso, che mo fa 14 zorni , hessendo li a Buchari con la sua botega de merze, el capitò de li un Mathias da Buda, merchadante,
qual, rasonando con lhoro, fè varie interogatione dil
luogo de Lavrana, quanto era lontan di Zara, e si
ASTORGIUS MANFREDUS Faventice. l'era sul conta' di Sibinico ; poi, sconzurandoli, li
Faventice, die 30 octubris, hora noctis septima, 1500.
Sotoscrition : Serenitatis vestræ devotissimus servilor,
La manssiom: Serenissimo principi et excellentissimo domino, domino Augustino Barbadico, Dei
gratia inclyto duci Venetiarum, domino observandissimo.
A di 4 novembrio. In colegio vene l'orator di
disse, che colui che era prior de Lavrana ha tanto
pratichato a presso la regia majestà di Hongaria, che
li ha promesso di recuperarli Lavrana ; e, licet pari
cossa incredibile, tamen provederano al locho, solicitando la expeditiom di Nadino, qual sperano per
tuta la setimana che viene, sarà compito di coprir,
e reduto a la perfection la torre, e cussi el revelin,
1017 MCCCCC, NOVEMBRE. 1018
o ver barbachan atorno, adeo è reduto in forteza, ❘ curator, qual è a Zenoa, dia dar ducati 40 milia al
che in tempo di incursione se potrano redur, che
sarà gran bene etc. Di Bossina altro movimento per
adesso non si sente.
bancho; e, havendo salvo conduto, che manifestera
molti par creditori in bancho, che 0 dieno aver.
Vene sier Gasparo Malipiero, provelador, a reItem, per un' altra letera, scrive quel capetanio | veder i conti etc., zercha li governadori stati su le
di spagnoli vien a la Signoria, con fede abuda da
quel conte ; e dil suo servir, avisano in le mostre
sempre esserli manchati, e ultimamente zercha la
mità.
Da Malvasia, di sier Andrea da Riva, podestà
et capetanio, di 17 septembrio, venute eri con le letere di mar. Come è stato in grandissimi affanni,
perhò non à scrito, per l'armada vene de li turchescha, qual circondo tutta la terra per do zorni e
note, con minaze e protesti li havesse a dar le chiave
di la terra e le forteze ; la qual armata era da velle
200. Li fè risponder al bassà general di l'armada convenientemente, licet niun socorsso aspetava, deliberando morir per la patria, non stimando alcun pericolo suo di la fameglia e faculta'; e fè con opinion di
tutti quelli fidelissimi, disposti far quello feno Modon ; adeo, considerato dita armata il tutto, e il sito, il
zuoba di note, venendo il venere, fo 28 avosto, se
levorono et andono in sua malhora versso Napoli.
Etiam scrisse a Napoli, avisando la nostra armata
era a Cao Matapan, veniva in socorsso, et O era. Et
mandoe do man di letere dal zeneral, da la Vaticha
a Napoli. Or suplicha si provedi a quelle terre, di
monition, fanti 100 italiani ; et ne le altre forteze 30
405 fanti per una, ben pagati, e non farli pagar in Candia ; et in mesi 29 quelli compagni non ha 'uto cha
ducati 9 per uno, et lui, qual à compito il rezimento, in ditto tempo di Candia, perperi 1200, ch'è ducati 150, men i lazi ; et quel locho e le mure è scudo di tutto il Levante, sì da terra come da mar etc.
Intrò li capi di X, et, mandati tutti fuora, feno
lezer alcune letere. Et da poi disnar fo ordinato collegio, ma fo sì grandissima pioza, che non si redusse et o fu.
galie grosse, quali mette aver fato le spexe a provi
❘sionati e galioti in terra a la Zefalonia. mai più esser
consueta; et esser do termenation di sier Marchio
Trivixan, capetanio zeneral, zercha questo. Et fo,
consulente colegio, ditto di taiarle im pregadi. Et sier
Alvixe di Prioli , uno diti governadori, parloe in colegio, erano zercha X di altri governadori stati ut
supra.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo et capetanio, di Xoctubrio. Come per la via di Corphù vien
assaissimi sali in quel colpho, contra le leze, con
ruina di quelle camere e desfazion di quelli homeni ;
e li hanno ditto, si la Signoria non provedi, li è forzo levarssi de qui . Item, l'armada di la Vajussa è
in tutto dismessa per questa invernata, se pur insirà
qualche bregantin o fusta, non sentendo galia in colpho ; ma, stando el capetanio dil colpho, non si dubiti niun ensa fuora; et li feri, sartie e monition di
ditta armata erano stà messe nel castel de la Canina etc.
Da poi disnar li consieri deteno audientia, et li
savij se reduseno in colegio a consultar. Et, visto
uno libro di debitori di le dezime 4, ch'è a la camera d' imprestidi, resta assa' debitori di primi di la
terra, ch'è gran cossa in questi bisogni, non pagano ;
etiam di le tanse ne sono una grandissima quantità.
Di Ravena, dil podestà, di 3. Chome à di Faenza, el castelan esser stà retenuto da li XVI, et messo
im prexom, et li hanno dato taia ducati X milia, et
poi rendi conto di l'administration fata; et hanno retenuta tuta la sua roba. Item, hano ruina caxe a
presso le porte. Item, el conte Guido Torello fo dito
esser venuto a Faenza per defensiom; ma fo il contrario, e vene per uno tratato, per nome dil ducha
Adi 5 novembrio. In colegio vene sier Vincivera di Valentinoys, qual fo discoperto, et si è partito. Et
Querini, va a Durazo, e sier Zuan Matio Contarini , il signor di Faenza à scrito a esso podestà, e manva a Malvasia, dimandando soventiom. Et fo leto | dato uno suo messo, pregando la Signoria nostra lo
una parte presa 1479, che a nium retor, va in luogi
da mar, de cætero si possi dar soventiom di meter
di dar, sotto pena di ducati 1000 a chi metesse parte elc.
ajuti, si non publice, secrete. E per un'altra letera,
di 3, a hore 8 di note, di ditto signor, li scrive questa retention dil castelan, e come hora potrà dimostrar la servitù ha versso la Signoria nostra ; et se
Vene sier Francesco Marin e sier Polo Conta | per avanti non l'à dimostrata, è processo da costui .
rini , cai di creditori di Lipomani, volendo sia messo
certa parte im pregadi, zercha il vender di beni, a
quelli pono trovar, o ver tuorli in elli. Et intisi sier
Mafio Soranzo, quondam sier Vetor, cavalier, proItem, esso podestà, continuando la letera, dice el
ducha eri, a hore 24, intrò in Cesena con 100 lanze
di zente d' arme, et 300 fanti de la guardia soa ; non
li andò contra altri cha missier Polidoro Tiberti, e
1019 MOCOCC. NOVEMBRE. 1020
suo nepote, missier Achile; e quelli citadini sono
405 mal contenti, et le zente sono alozate a descrition
per le caxe ; le artilarie sono zonte a Forlinpopulo,
qual è falconeti 12, canoni 6, una colobrina, trazeno
piere come la testa, et ha 80 mulli condo barilli per uno di polvere. Item, di Faenza si dice si vol tenir,
et quelli di Val di Lamon è disposti ajutarli ; et Vicenzo di Naldo è venuto da lui a dirli, li soi li scrivi vadi. Et esso podestà O li à risposto ; solum : Tuè savio; sapienti pauca etc. Item, per una altra letera,
pur di 3, scrive zercha 100 pie' di pinei, taiati, e per
bisogni di l' arsenal di canevi, non ne son nulla, ni
boni ; imo per far sartie si compra a Bologna.
Da Ferara, dil vicedomino, di ultimo octubrio
etprimo novembrio. Come aBologna si dice, missier
Zuane sta di bona voia; à 'buto brievi dil papa, non
dagando ajuto a Faenza, stagi securo. Item, Faenza
è in gran pericolo, et il ducha tien sia spazato. Et
Piero di Medici , stato a Pisa, è partito e andato dal
ducha Valentinoys, chiamato, e perhò si tien le cosse
di Toschana habi a far novità ; et fiorentini hanno
preso dar ajuto a Faenza. Item, è andati dal dito ducha molti citadini di Faenza, et foraussiti. Item, el
ducha di Ferara fornisse Lugo secrete, e non sla
senza sospeto.
Vene letere da mar, per via di terra. Et prima
fo lecto queste, reduto la Signoria con li savij di sopra, la qual deva audientia.
Dilcapetanio zeneral di mar, dute a Napoli, a di
5 octubrio. Come, hessendo pervenuto a Legena ,
quelli subditi dolendoli dil suo rector, e nota è sier
Lunardo Marzello, quondam sier Fantin, per molte
extrusion fate e manzarie, fè proclamar chi se voleva doler dovesse comparer da lui. E veneno molti
a dolersi, in sua presentia, di manzarie; li fè restituir il tutto. Et perchè tuto el populo desiderava
fusse remesso di quel rezimento, messe in suo loco
sier Etor Trun, quondam sier Etor, zenthilom discreto e prudente ; e il primo rector fè condur via
con la galia, sopracomito sier Anzolo Orio, insieme
con el suo canzelier e cavalier. Eà posto nel castello
uno contestabele con Xcompagni per custodia ; ea
li compagni à dato lire 18 per uno, per mexe uno e
mezo; e à lassato ordine al rector, li pagi di le intrade, a raxon di lire 12 al mese ; el contestabele, è
Antonio da Vicenza, al qual non à dato paga; vol
servir di bando per esser asolto di certa condanason fata contra di lui per li rectori di Vicenza, per causa di amor. È zovene apto e fidel. Li à dato bone
parole per il bando. Item, à trato fuora di la terra
4principali , forno causa rendersi al turcho, e parte
andono a la Porta, per tuor la confirmation di l'acordo, e farà d'essi quanto convenirà a la justicia; e
dicono haverlo fato da paura etc. Or parti, e vene a
Cao Schillo, e trovò, justa l' hordine, il capetanio di
le nave haver licentiato le nave di Soria etc. Le galie grosse con il suo capetanio erano redute al Castri , per haver refreschamenti ; e mandò tutte le nave
ad aspectarlo a Cao Malio ; e lui capetanio, con le galie sotil e grosse, si ha conferito li a Napoli, per conforto e per subvenirla ; et è neccessario proveder
presto, si la Signoria vol mantenir quella terra. El
castello del Termissi, che si havea reso al turcho,
iterum è ritornato soto la Signoria nostra, e li turchi erano dentro si rese, salvo l' aver e le persone;
tamen ebeno di gracia partirse, solum con le persone. Item, essendo a la vella li zorni passati, tra l'isola
del Nembro e San Mandracho, non havendo potuto
circondar l' ixola del Nembro, mandò sier Hironimo
Pixani, provedador, con galie 7, a circondar ditta 406
ixola, per veder di trovar alcun navilio turchescho ;
el qual, habiando scoperto una vella grossa, tendeva versso Tenedo, a quella andono. La qual, reduta nel porto, ditte galie zonte trovono era uno
schierazo molto grosso, di bote 300, reduto arente
el castello ; e sier Francesco Pasqualigo, sopracomito, fo el primo intrò nel porto, andò al schirazo,
qual da' turchi dil castello di Tenedo era molto difeso con bombarde e freze; hundem lo prese. Et intrò con lui nel porto sier Antonio da Canal, sier
Zuan Matafari, da Zara. El provedador con sier Andrea Foscolo, sier Polo Nani e sier Marco Grioni,
steteno a la bocha dil porto, e non poteno intrar,
per esser el porto pizolo ; ma tutti mandorno li suo'
copani. Nel qual schierazo era circha 500 stera di
formento, e una bombarda molto grossa, e velle 5.
Li turchi scamporono in terra, e non li poteno haver. Le bombarde dil castello altro non feno, se non
rompeno remi 9 di la galia di esso provedador. Poi
ditto provedador si parti, e andò a Nixia; conforto
quel duca; poi andò a Pario, fè il simile a quel signor; demum a Tine, conforto quel rector nostro, e
li populi di quella isola, e ritornò qui a Napoli. La
qual volta è stà molto a preposito, per conforto e
contento di quelle isole ; nè è per lassar quelle parte
senza qualche galia, azid fuste de turchi non vadino
a danizar. Fonno feridi di homeni di Tenedo e del
schierazo, XV homeni di la galia Pasqualiga, et 13
di la Canala. Item, ricorda el navegar di le galie di
viazi, e aspeta l' hordine, e molte di le altre galie
grosse sono mal conditionate ; el dice tal vasseli mal
potrano navegar questo inverno.
1021 MCCCCC, NOVEMBRE. 1022
ne de la Liza ; barze 33, caravelle 26, fuste 8, e una barza neapolitana, preparada di zente italiane.
Del ditto capetanio zeneral, da Napoli, di 6, in
galia. Come, a di do, hessendo a la vella a l'incontro del Castri et Termissi, lontam di Napoli mia 40, Dildito capetanio zeneral, di 7, ivi. Come à visoprazonse le do galie dalmatine, erano a la Vajussa, ❘ sto la campagna tuta piana e senza un arboro; e vevidelicet la tragurina e sibinzana, con Alvise Zio, et
exequirà quanto la Signoria li scrive zercha esso Zio.
Et intese per nostre le gaiarde provision et dil zonzer l'armada yspana, et la letera scrive el re di
Franza al suo orator zercha il licentiar li oratori tur- cheschi . Ringracia di tal avisi, che conferisse a l'armata ; si duol quando zonzerano le provision, e verà
l'armada yspana, sarà tardi etc. Et à letere dil capetanio di ditta armata, di 29 avosto, da Messina, li scrive dil suo partir etc.; et etiam quel domino Fran- cesco Floriano, dotor ; e scrive sarano velle 90 con
persone 16 milia, 12 milia combatenti, el resto di l'armada. Or zonto fo esso zeneral a Napoli, a dì 3,
trovò si dentro come de fuora molto mal conditionata, per esser tutti exhusti e consumpti di quel i
haveano, et per esser tute possession e vigne, fino a la radice, ruinade da' turchi. In la terra si haveano
fortifichato bene, mediante le vertu dil capetanio di
le fantarie, Gorlin da Ravena ; et qui lo lauda assai,
et è molto grato a tutta quella terra. Hano principiato far un bel reparo da la banda di terra, fortissimo etc.; bisogna compir il resto. À fato repari a la
marina, passa 180; et bisogna si compia, e se li mandi tornesi. Hano disposto le bombarde a li lochi più neccessarij ; meritano laude quelli rectori, et ha
voluto veder il tutto. La terra et li castelli di franchi e griegi è di grandissimo circuito ; vol assa' ho- meni e artilarie e bombarde grosse, per haverne
poche, e compir la porporella a torno; ma vol al- meno homeni 300. E per lassar li molte monition e
artilarie, torà di le galie grosse a un pocho per una ;
406 e li tolpi fono mandati za tanti mesi, fonno mandati
per Modon, li à fato condur li ; sarano da 500, perchè 200 fè meter al Zante, per bisogno di quel locho. Item, li lasserà polvere et altro, e bisogna mandarne etiam ; et il capetanio dil colpho li à scrito, di 15 septembrio, turchi esser levati di la guardia di le
galie di la Vajussa ; e non è da star su quella spiaza.
Li à risposto, lassarlo in libertà, e, se li par, vengi a
neno a galia li rectori, dicendo in quanta extremità
era quella terra, præcipue el populo menudo, che morivada fame, e contentasse li stratioti, aliter abandoneriano la terra, e cussi li soldati etc.; e provedesse a la fabricha. Li rispose, faria quello li saria possibille, tamen non havea danari etc. E aldite li stratioti ; li de bone parole, laudandoli etc. , confor- tandoli al perseverar. Mostrono aquietarse. Veneno
poi li soklati per danari, dicendo non poter viver. A
questi li bisognerà proveder. Poi vene quelli poveri citadini, facendo gran dimande, come apar per una suplication mandoe. Li conforto, persuadendoli man- dasseno oratori a la Signoria nostra, che li faria ; e
lui non poteva prometerli etc. Crede li manderano.
E, in conclusion, sono disfati dil mondo. Et per
un'altra aviserà tutto quello ara operato li aNapoli.
Alvixe Zio non ha ancor principiato a far le cerche,
per aver un pocho di fluxo. Item, Gorlin di Ravena li richiese licentia venir de qui ; ge la dete, licet mal volentiera, ma considerò etc.; e volea lui ducati 50 al
mese, e li compagni ducati 8 in X etc.; e cussi lui ,
con tuta la compagnia, verà. Item, a molti citadini
di Modon à fato letere recomandatorie, tamen per quelle la Signoria non si movi ; e a molti à dato du- cati 3 per cadaum, e altri ducati uno, e altri una vesta per uno; le qual veste, piacendo, meterà a conto di la Signoria, aliter pagerà lui. La qual spesa non sarà ducati 100 di le veste. Equesti si ha rescatato,
come dicono, chi con 5000 aspri, et chi con 4000 е
mancho; li à fato gran compassiom.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie
grosse, im porto di Napoli, a di 6 octubrio. Di 30 fo
l'ultima sua, per le nave licentiate da Cao Schilo,
dove era con le galie grosse, e a di 28 si levo e vene
im porto del Castri, per aspetar il zeneral. Qual, a
di 2, passo, et con lui navegono li a Napoli. Non scrive quello à fato il zeneral, tamen da li soi si duol
non è stå letere di 25, 28 et 30 luio ; li par di novo ;
à scrito, è stà smarite o retenute etc. Àaricordà al Corfù con quella armada ha, per conferir zercha | zeneral expedir le galie di viazi ; doman crede si lequelle cosse di la Vajussa, et far qualche bon effecto.
Questa è la poliza di l'armada yspana, mandata a la Signoria per il prefato capetanio zeneral : quatro ca- rache zenoese, grande, computà la Galiana, ch'èasol- data, e dia venir a Messina ; la characha catelana, di
bote 1500; la nave dil signor di Liontade, carga in Candia di vini per ponente, discargo capetanio Joanvarano per Malvasia, nè altro sa etc., per non saper
li pensieri dil zeneral, per non aver fato algun con- sulto ; judicha anderà al Zante per Corfù. Di Napoli,
lauda Gorlin e sier Alvise Barbarigo, capetanio, più praticho de l'altro rector; et scrive succincte quello bisogna a Napoli, fortifichar la parte da marina, e
meno di ducati 200 vorà di spesa, e si fazi presto ;
1023 MCCCCC, NOVEMBRE.
1024
etiam da la banda di terra, dove è principiato, e
407 meno di ducati 510 fara. Item, di compir certe cisterne numero 3, et con 150 ducati si compirà ; et
più di le altre contentar stratioti, perchè, senza quelli , mal si potrà mantenir quel locho, ch'è di gran
guarda ; e la forteza da mar vorà homeni 3000. Item,
bisogna artilarie, polvere etc.; et il capetanio li lassa
di le galie grosse, non tochando quelle di viazi, ma
tavolle et garide di le altre si ; e di la sua galia lassa
tre pezi, zoè el cortaldo, uno passavolante e uno falconeto, barili 300 polvere, curaze 200, e altre cosse
assai ; dimanda licentia di disarmar etc. La qual è
stàdata.
con desiderio il zeneral con qualche danar. Item, la intrada di quella camera, li dacij non si trova chi li
voia a niun precio, salvo quel vin a spina se caverà
el salario di essi rectori ; tutti li daziari, da questo in
fuora, refuda li dacij, e dimandano restoro ; e quel
dil sal, chi non provedi avanti el piova, si perderia,
e lo hanno tolto per conto di la camera, per il meglio,
e farano condur li salli li ; dil resto, a pena potrano
pagar guardie, exploratori e altre spexe extraordinarie, e provisionati non potrano haver etc. E aricorda questi tal siano pagati in Candia o altrove, per
aleviar quella camera; voleno legnami, ut patet, et
ebeno il gropo di Colla da Roma, senza letera, lire 2229, soldi 6, per page do; li deteno a quelli serveno, e a la fameia dil ditto el suo soldo, a fin la mo-
❘ier, fia e zenero si possi levar de li, per il bon e fiDi sier Alvixe Barbarigo, capetanio e proveda- 407
dor, di Napoli, di primo octubrio. Come ha trovado
quella camera intachada per sier Francesco Zigogna,
essendo de lì questo mazo, come provedador di la
Da Napoli, di Romania, di rectori, di 30 septembrio. Comehanno scrito a li capi di X algune
cosse de importantia, et che il locho dil castel dil
Termissi, vedendo i habitanti vegnir el campo dil del servir suo.
turcho e l' armata, andorno a inchinarsi e patizar ; e
tolse la forteza di mandi uno caporal, era li con 3
page, e li homeni tolseno 12 janizari e messeno in
la forteza. Ma, partito il campo, essi rectori mandono alcuni stratioti a guardar una strada dove do- | Morea; e con li dacieri, si fè prometer, maxime con
veano ritornar alcuni dil Thermissi, andati a Corantho, a trovar el bassà, per afermar i pati soi ; e cussi
ne fo presi 4, qualli promesse dar la terra e il locho.
Et cussi mandono missier Repossi Busichi, con alguni altri albanesi, e sier Nicolachi Catello, citadin,
sier Zuane et Michali Mendrin con bon numero di
marinari di la terra, con patente di prometer etc., e
sarà observado. E cussi, a dì 15 ditto, ebeno il locho; qual è di sorte, havendo 20 homeni dentro,
con vituarie, tutto il mondo nol toria; et è d'im- portantia assai, si per le saline, come per la campagna; et è caxon tre altri lochi tenir bassi e a nostra
obedientia. E li messeno Urbam da Vicenza, caporal
di Baron da Lignago, con 17 compagni, e restarà
li sier Zuan Mendrin, fidelissimo nostro, per qual
che zorno ; e à subvenuto li horneni posti li di danari, biscoti e farine, tolte ad imprestedo. Item, ebbeno ducati 1500, mandati per sier Hironimo Contarini, qualli speseno tutti, e più tolti im prestedo,
come apar per il conto mandono. Aricorda si li
mandi danari per fabriche, e per li soldati ; e di
novo mandarne ; li stratioti, si non si provedi, anderano via, per necessità, e parte anderano in lochi
de' turchi, e cussi li citadini e populo, si le provisiom
tarderano, e molti fin hora dimanda licentia ; li conforta, aspeti il capetanio; e in quel assedio non
erano 2500 homeni da fati al più. Item, al continuo
stagi li bon numero di galie per tenir quel colpho
seguro di fuste, e che Coltrin vegni fin li. Aspectano
quel dil dazio di la spina, sier Nicolachi Catello e
compagni, oltra quello have de contadi, aver a di 3
❘avosto perperi 2088 per parte di la paga dia dar, e
| lasso uno comesso a scuoderli. Et lui capetanio ha
terminato pagino in camera, che son perperi 1629,
soldi 12, qualli si meterà in beneficio etc.; unde per
colegio la matina fici laudar di questo havia fato.
Deli ditti rectori, di Napoli, di 7 ditto . Dil zonzer dil zeneral a di 4, molto desiderato da tutti. Aricorda si provedi di danari e soldati italiani, perché
non è più tempo de dir : Aspeta ! E a un bisogno de
li non si pol trovar 100 ducati per la gran povertà.
Replicha si provedi presto, e di tenir ben edifichati
li citadini e stratioti, e la spesa sarà per un principio ; e visto si fortifichi, manchando Modom e Corom, quella terra si apopulerà etc.
Disier Domenego Corner, castelan al Scoio, a la
Signoria nostra. Dil pericolo è stato, e quasi da' turchi fo presa soa moier etc.; la qual fo fato lezer im
pregadi, e aricorda si provedi a quel castello, che
importa.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armata, date in galia, a presso Napoli di Romania, a di
6 octubrio. Come, tornando da Cerigo dove fu per
formenti, a di X dil passato, zonse li a presso Napoli mia uno. Li vene contra uno bregantin, da parte
dil zeneral, qual li imposse con ogni celerità andasse
a trovarlo ; e cussi con le do conserve andò verso
Zia, e zonse a Zia a di 12 setembrio, et li trovò
1025 MCCCCC, NOVEMBRE. 1026
a dì 23 andò a Tine ; conforto quel populo, era in
disperation, che za XV mesi non haveano visto alcun fusto di la Signoria nostra ; e quel rector li disse, è in quella isola anime X milia, e il castello è fortissimo, rispeto il sito ; voriano qualche bombardela,
e polvere. A di 24, e per venti contrarij levati de li,
steteno a le Sdiles fino a dì 27 ; poi andono a Nicosia, e visitò quel duca, qual havia auto un poco di
mal ; e il governador, videlicet sier Ambruoso Contarini, parse vedeseno il Messia, e za mesi 19 non
el zeneral. E come a dì 13, tuta l'armada andò a
Caristo, poi ad Andre, e poi le galie sotil andò a
l'isola di Metelim a dì 17, e per tre volte fonno
messi li galioti in terra, quali hanofato butini, avenga
sia stå de mediocre momento, tamen si ha fato gran
danno. E l'intento dil zeneral era di prosequir l'armada con ogni celerità. Atorno dita isola fo preso
una fusta, con zircha 14 altri navilij, qual tutti sono
stà brusati, excepto dita fusta. Partidi, a dì 19, di
ditta ixola, zonseno a Tenedo, a la isola, a di 20; e
inteso la turchescha esser partida e inbochada den- | haveano visto galia alcuna. Si parti de li , et a di primo andò a Pario, per haver bisogno di biscoto, dove
have miara cinque. A l'incontro dete al signor tanto
formento, pagando le manifature ; e il signor è persona zentilissima etc., e lo aceptò, insieme col populo,
benissimo. E si parti a dì 2 de li, e a dì 4 zonse a Napoli, dove trovò il zeneral con le galie grosse e sotil,
tro li castelli, qual l' haveano persa di poche hore, e
il capetanio fè meter li homeni di le galie su dita
isola, e scaramuzono con turcho ; fono presi 8, fato
gran preda de animali minuti, e tolto per alcune galie uno schirazo turchesco, era soto le mure di Tenedo, di botte 200; e fo brusado. A dì 20 si levono
e andono a presso la bocha del streto, nel colpho | qual fa il tutto di contentar quelli citadini .
deMagarisi, e per sier Cabriel Soranzo, sopracomito, fo preso uno schirazo cargo di formenti, cesare,
semenzina e semenze di lin, de portada di bote zercha 200, con tuti li homeni, nuove di li qual fono
apichadi e anegadi. Et a dì 21 , hessendo a la vella,
il zeneral li impose a lui dovesse venir di fora via
del Nembro, et esso zeneral anderia da l' altro ladi
per trovar qualche navilio etc.; e si dovesseno trovar tutti a Cao Schilo, o ver a Napoli. E cussì si parti
con ditte galie, con buora forzevole, e, visto una
vella grossa teniva la volta di Tenedo, feno forzo di
velle, e l' azonse nel porto predito, 1/3 hora avanti
di nostri ; e deliberono averla. E sier Francesco PaDal Zante, di sier Nicolò Marzello, proveditor,
di 14 octubrio. Come za 5 zorni era amalato, e non
era stà col capetanio di l' armata yspana, ch'è li ; si
mandò a scusar, e ditto capetanio voleva venir a visitarlo, e volendo quella matina li mandasse uno cavallo, lui provedador vene zoso a cavalo a la marina, dove al porto arivò ditto capetanio, e, smontato,
andono in chiesia a udir messa, e poi lo prese per la
man, e lo condusse in locho remoto con uno don
Diego, fiolo dil cardinal di Spagna. Editto capetanio
disse: lo son stato con questa armata qui im porto
8 zorni, senza far 0, dolendossi il zeneral non veniva; e li dimandò el parer suo, quello havesse a far.
Esso provedador li rispose, e mostrò una letera
abuta dal zeneral, di 6, da Napoli, dicendo fin tre
zorni saria de qui infallanter. Li piaque; e disse
esso capetanio, zonto el sarà, licentieralo parte di
l'armata, o tora altra impresa. Li rispose, licentieria, judicio suo, le nave di Cypro, carge di sal ; e
torà ogni impresa etc. Or, ditto capetanio vol levarsi
de li, per non star securo con tanta armata, e transferirsi versso Sapientia ; e li più presto si conzonzerà con el zeneral nostro ; e, in hoc interim, darà
principio a la impresa di Modom, a tuorli ad minus
el borgo, acciò non li entri soccorsso fino arivi il 408 *
zeneral. Et a questo, esso provedador non li parse
408 squaligo, sopracommito, fo il primo intrasse nel porto, sier Antonio da Canal, e sier Zuan Matafari, da Zara, terzo; e per esser il porto picolo, e pocho fondi,
lui provedador restò di fuora, con sier Andrea Foscolo , sier Polo Nani, sier Marco Grioni a la bocha,
e deserono molte bombarde. E cussi feno turchi a'
nostri, quali andono dentro il castello. E nostri bu
tono li copani in aqua, e cavono il schierazo fuora,
a loro dispeto, e menolo via ; e si non era si gran
vento, si aria brusato il borgo, e tolto do navilij
erano in ditto porto, e do bombarde grosse erano a
la marina. El ditto schierazo è di botte 300, sul qual
erano turchi 38, quali libono molte robe de valuta,
e fuziteno nel castello ; et nostri l' have con tutte le ❘ turbarlo, nè exortarlo ad andar. Li disse, soa signovelle, sartie, anchore e ferri, con una bombarda
grossa di fero, traze circha lire 50 di piera, si dice
è stata a Modon, e do bombarde picolo. Eravi un
pocho di formento, e molti manuli de stopa da calchar; à inteso andava a Constantinopoli. Or si parti
de li el zorno sequente, a dì 22, e vene in Andre, e
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
ria sapea benissimo le forze sue, per l'armata l' ha,
e facesse quello li pareva el meio. E, partiti, andati
versso il muolo per imbarcharsse, ditto capetanio li
disse : Voria, da poi disnar, iterum fossamo in coloquio, versso la fiumara di questa spiaza, loco remoto. Et li conferiria altre cosse li occore. E cussi si
65
1027 MCCCCC, NOVEMBRE. 1028
oferse il provedador di andar ; ma al presente scrive e spaza per il gripeto, zonto con letere dil zeneral, va a Corfù, e lievasse in freta ; e lui va a trovar il capetanio etc.
Da Corf , di sier Piero Liom, baylo et capetanio, di 17. Manda letere dil zeneral, per via di
Otranto, e à dil zonzer a l'armata do caravele di
biscoto mandato da Corfù. Item, per letere nostre,
di 3 septembrio, intese si mandava per la galia di
sier Sabastian Tiepolo ducati 400 per quelle fabriche,
e li danari di pagamenti di murali e manoali brexani ;
la qual galia è molti zorni è al Sasno, e non par. À
scrito di questo al capetanio dil colpho etc. Si dice
che hongari hanno roto al turcho. Solicita le fabriche ;
el muro di la citadella, fin soto el palazo, è compito ;
è fato le merladure, bellissima e utel opera; si atende
a scarpar sora el palazo, fin soto el derupo del Castel Vechio, e non si perde tempo; e, mandando da- nari , in brieve sarà compito. Aricorda si provedi al
castello di la Parga, dove li homeni è tanto streti da'
turchi, che continue l'infestano, che non pono durar ;
sono desperati, et è il forzo marangoni e calafai.
In questa sera, per colegio fo expedito la comission a sier Zuan Badoer, dotor, va ambasador a Napoli e a Ravena. Comesso si vadi alegrar col ducha
di Valentinoys, e parli di le cosse dil turcho col re
di Napoli, e per nui non mancha poner col roy etc.
A di 6 novembrio. In colegio vene l'orator dil 409
papa, e fè lezer uno brieve, li scrive el pontifice, molto
longo, di 30. In conclusion, atende a expedir i legati ; vol andar im persona contra il turcho con li
cardinali, qualli hanno promesso andarli, andando o
il re di Franza o quel di Spagna. Item, si duol di fiorentini, voglino esser in favor di Faventia e chiamar Maximiano in Italia ; et saria bon etc.; et che
missier Zuam Bentivoy è bon far non se impazi ; et
il roy li à scrito, etiam la Signoria scrivi. Poi dice
di la conduta dil ducha, dicendo la Signoria nostra,
per compiacer soa santità, faria ben a dar modo etc.
Per el principe li fo risposto, a parte a parte, sa- pientissime ; et che missier Zuan Bentivoy fa per
difendersi, e non bisognava scriverli ; di la conduta
non era tempo, ma era bisogno atender al turcho,
che importava assa' et non indusiar etc.
Vene el signor Bortolo d' Alviano, e tolse licentia. Si parte domam, va in trivisana, dove à le sue
zente; abuto danari, si oferisse in ogni cossa prestissimo. Li fo usato bone parole.
Da Otranto, di sier Alvixe Contarini, governador, di 17 octubrio. Come quella sera, ricevute letere nostre va al zeneral e Cypro e Candia, le ha spazate a Corfù, per uno gripo qual portò letere de li . Aricorda si provedi di danari per li corieri, et vi Dil re di romani una letera fo leta, data ad Ausia li uno gripo armado im porto, aliter sarano tar- gusta, a di 15 septembrio. Come domino Zuanne el
de. Item, dice quello scrisse di le barze, era in Si- | Zuane di la Scala, fradelli, olim signori di Verona et
cilia, di Portogalo, non fu vero ; ma quel patron di
barza corsaro levo, e à inteso, è molti zorni mancha
da Messina. È mandato dal governador di Saragosa
in corso a danno di infideli, e ha dato la fuga in Arzipielago a 4 navilij di christiani ; e, astreto da li soi
homeni , voluntarie ha lassato piezo li a Otranto un
suo fradello di andar a presentarsi, recto tramite, al
capetanio don Consalvo Fernando, e star a obedientia di quello, e non danificherà christiani. À'uto
ozi letere da domino Federico Spatafora, consolo
nostro a Messina, di 3. Si ricomanda a la Signoria,
e dice si à fatichato in la expedition di l'armata etc.
Aricorda danari per quelli fanti.
Dı Brandizo, di sier Zuan Michiel, governador. Zercha quelli provisionati , si mandi danari,
aliter abandonerano.
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador.
Manda il conto di la intrada e ussida di quella terra.
Item, quelli da Cataro hanno trato formento de li
senza pagar, e manda in nota ; e altre cosse scrive,
non perho da conto, et maxime di biscoti si fa de li,
e manda in armada etc.
Vicenza, si à dolto, li è tenuto per la Signoria nostra le ditte sue terre ; per tanto scrive si le renda.
Di li electori di l' imperio, reduti a la dieta di
Augusta, a d' 18 avosto. Scriveno etiam zercha
questi di la Scalla, per Verona et Vicenza, in conformità, li siano rese le ditte cità soe.
Di li ditti da la Scalla, chiamati Zuanne el
Zuanne, fradelli zermani da la Scalla, non dice
dove data, scrita a dì 18 octubrio. Dimandano le
ditte sue terre et ſeudi di Verona e Vicenza, e dà
termine do mexi a renderle, dal zorno di la presentation di le letere, e li fruti abuti fin horra ; e aspeta risposta per el presente corier. La mansiom scriveno: Illustris princeps. Et è da saper, ditte letere
ſo portate per via di uno corier a posta ; et lete in
colegio, hessendo de grandissima importantia , fo
coman lato credenza, e dato sacramento ; tamen poi
fono lete im pregadi.
Di Roma, di l'orator nostro, di 29. Come l'orator di Franza fo da lui , et di coloquij abuti ; et
che il papa si duol di fiorentini , quali chiamano Maximiano in Italia; e perho saria di opinion far che
1029 MCCCCC, NOVEMBRE. 1030
409
Piero di Medici intrasse in caxa. Et fiorentini man- ra; fo sforzado a farla, per esser stà molti disse mal
dava danari a ditto Maximiano. Et qui scrive varij di la Signoria ; et è stà etiam causa molti rectori no
discorssi di esso papa, et di lhoro oratori ; et ozi il stri convicinavano mal insieme ; et il signor saria
cardinal curzense è partito, e li altri poi partirà. ❘ disposto a la pace. Or ditto orator, per barbaro, è
Manda letere abute da Napoli, et di l'orator va in
Spagna.
Dil ditto, di 30. De coloquij abuti con l'orator
yspano, justa i mandati, zercha l'armada, qual par
quelli reali habino bon voler, e li à manda letera di
cambio di ducati 30 milia, qual lui la vete. Et quanto a la dichiaration li scrisse la Signoria, rimase satisfato.
Dil ditto, di ultimo octubrio. Come fo dal papa,
per solicitar etc.; et disse expediria li altri do legati .
Si dolse di fiorentini, à mostrato licentiar il conte
Ranuzo, qual li à da ducati 6000, et è andato a Bologna ; dicendo essi, con il ducha di Ferara, Mantoa
eBologna ( 1 ), chiama il re di romani in Italia ; è bon
provederli, acciò si possi atender a la expedition
contra turcas, licet essi fiorentini nedagino bone
parole. Et fè chiamar lo episcopo di Voltera, lhoro
orator, dentro ; qual intese, li usò, per nome di soi
signori, voler far quello vol soa santità. Item, mandauna letera, li dete l' orator yspano, di quelli reali
a la Signoria nostra, zercha certa ripresaia, dil danno ave quellui per le galie di Barbaria, capetanio
sier Bernardo Zigogna, qual non fo leta.
assa' giusto.
Dilditto, di 27. Manda una letera abuta dal consolo nostro di Alexandria, data a di 4 avosto, la qual
sarà scrita qui avanti.
Di Avignom, di sier Domenego Pixani, orator
nostro, va in Spagna, date a di 6 octubrio. Come à
solicitato il suo camin, et è gram carestia per la
via ; et che dal prescidente de li, luogo tenente dil
reverendissimo cardinal Vincula, non era stå honorato, imo mostrato da non veder. Et che il nome
nostro è mal visto per la fortuna, et in lochi francesi non è stå honorato da nium. Item, da' fiorentini
è nova, l'armada yspana non esser mossa, tamen
non crede. Item, la corte di reali è in Granata, et
atendeno a far le noze di la fiola nel re di Portogallo, et che ivi, il padre e moglie di missier Acursio, orator regio di Franza, li dimandò come il stava. Rispose, ben visto da la Signoria nostra etc.; soliciterà il camin.
Del ditto orator, date a presso Barzellona, a di
20 octubrio. Come eri, per via di Zenoa, scrisse ;
hora per uno corier di la corte, va a Roma, scrive
a cavallo. La corte è in Granata, et ha za expedita
la fiola al re di Portogallo, fino a di 21 dil passato.
Zonto sarà da sue alteze, si congratulerà per nome di
la Signoria nostra ; e si dice sono per venir a Burgos el mexe proximo di decembrio, o ver a Toledo, per
Da Napoli, di l' orator, data a Verssa, ad 21.
Come, luni , a dì 18, intrò li el nontio dil turcho ;
ozi ave audientia dal re ; fo molto honorato, e par
sia stato relation publica, e non venuto ad altro. È
homo greco, di anni 60, vien di la Porta, sa parlar| expedir l'altra fiola promessa al re di Ingaltera ; si
materno. Item, il re par voi torniar di muro Averssa
e fortificharla ; li citadini è contenti spender dil suo,
a l'anno, ducati 6000.
Dilditto, data a Napoli, a di 24. Come l'orator dil turcho andò prima li ; e poi fè l' intrada il re
a hore 22, con l'orator yspano ; et lui si atende a
la fortifichation di la terra; et 1000 homeni vi atende
ogni zorno a ditta fortifichation ; e par ditto messo
habi exposto, il signor vol haver quel re a caro,
per esser a confim, et non dubiti di nulla, è per
ajutarlo , oferendossi. Item, parlando di Modon,
etiam à reſerito questa vitoria al re, dicendo l'à ' buto per pocha guardia, causa fo l'intrar di le galie
dil socorsso ; et il signor à messo nome a Modom:
Dio l'à dà. Et il signor volse veder le do galie gros- se prese, e à ordinato farne di simile, e vol punir il
bassà di l'armada, lassò intrar el socorsso in Modom. Poi disse, il signor è pocho contento far guer-
(1) Bologna è cancellato nel testo. R. F.)
che converà spender el dopio etc. Item, de li, in
questi zorni, capitò una nave grossa, vien di Alexandria, patron uno monsignor Carzeran, ferier, parti a
dì 15 luio : el cargo suo è specie colli 300, piper
100, el resto bona sorte ; sopra la qual ne erano
do fatori de' nostri merchadanti, con bona summa
di specie, le qual , parte hanno venduto de li, e
parte conduto a Liom. Etiam è de li do nave a la
colla per partirsse, l'una di bote 700, l'altra 1200,
per Alexandria; el cargo suo sono forzo merze, oglij ,
pannine, corali etc.; e de li ogniun jubila, la Signoria
nostra non navegi, e dicono loro sarano soli mer- chadanti con zenoesi, e pensano far la terra sua
d'oro. Et esso orator desidera nostre letere etc.
Di Alexandria, di sier Hironimo Tiepolo, con- 110
solo nostro, di 4 avosto. Replicha quello à scritto,
di esser stå fato soldam Zuan Belat, e dil garbuio
fato per quel arıniraio, vene in Alexandria, e lo
messe in zime, e parte di merchadanti in cadene ;
1031 MCCCCC, NOVEMBRE. 1032
voleva ducati 1000 come scrisse. Item, el soldan à | ta ; nune tanto illustrissimæ Dominationis vestræ temandato uno armiraio a Damasco, per aconzarse
con quel signor, qual si à fato signor dil paexe di Gazara in là . Crede non farà fruto niuno. Item, è letere
dil Chaiaro, di 27 et 31 dil passato, el soldan aver
tirado in castello i mamaluchi del soldan cazado, e
metealo in hordine de vituarie e muniziom per defenderse; et par che sia ditto che, volendo i zilebi amazar el diodar, el qual, inteso tal cossa, se levò e passò de là dal Nilo, e che, da poi le cosse se à conzado, è ritornato, ha 'uto la vesta di diodar e d' uno
altro oficio, si chiama mirsala, stimasse non possi
durar, che non sia nove mutation ; e le cosse se ristrenze nel signor di Damasco, che fin hora O si sa,
si l'è d'acordo. Item, eri zonse a Bichieri, in conserva, 4 barze, 2 schierazi, et uno gripo da Rodi,
cargi de legnami e zebibi .
Copia de una letera scrita per el cardinal di Salerno
a la Signoria nostra, in risposta.
stimonio, et tam efficaci gratulatione, vix dici potest
quam fuerit acceptissima. Nam, quotiens ejus amantissimas honorificentissimasque litteras lego, non possum non me totiens plane cardinalem sentire. Quis
enim tanto teste et laudatore non moveatur ? Præsertim ego, qui omnes meas actiones ab eadem probari studuerim, neque quicquam tantopere laborarim, quam studio, opera, diligentia perficere, ut ab
illa amarer et maxime in suis reponerer. Habeo
fructum laborum meorum, nec minus existimo, me 410 *
dignitatis ex vestro judicio quam ex cardinalatu consecutum. Utinam tantis vestris laudibus et existimationi, aliqua ex parte respondere possim ! Sed certe
dabo operam, ut tanto in me amori gratum memoremque me ostendam. Nam si tentem gratias agere,
nimis vastum ingrediar pelagus, et id unis tentem
litteris complecti, cui nec voce quidem perpetua par
esse possim. Quod me hortatur vestra serenitas labantem christianam fidem quantum possim defendam, quo nihil gratius, nihil majus mandari mihi
Illustrissime princeps, et excellentissirne do- potest, nihilque a me suscipi honestius, utinam tam
mine, domine colendissime, commendatissime.
Vestræ illustrissimæ Dominationis præstantissi- |
ma ac singularis virtus, cujus tam incredibilis fama |
per universum orbem percrebuit, arctissimo amoris
vinculo me sibi devinxerat ; accesserunt nunc ejus
litteræ amoris, humanitatis , suavitatis plenissimæ,
quæ tantum amorem pristino addiderunt, ut nullum
sit tantum periculum, tam immensus labor, quem
re ipsa præstare possem, quam voto et desiderio !
Quidquid tamen in me erit, nulli ingenio, consilio ,
labori parcam ; dabo me totum huic negotio, nec
ubi prodesse possim deero. Quod si hoc, et pro
sancta veraque religione, in qua natus, et pro ætate
ad quam provectus, et pro dignitate quam adeptus
sum, omnino mihi faciendum semper existimavi ,
nunc accedente tam sancta vestra cohortatione et
non ego pro ea prompto ac libenti animo subirem. | admonitione ita curabo, ut et meo officio et vestræ
El cum vestra illustrissima Dominatio, pro sua singulari benignitate, tantam de me expectationem sibi
persuaserit, totis viribus conabor, ut in his temporum difficultatibus, me cum sui tum christianæ
reipublicæ studiosissimum amantissirnumque cognoscat. Quæ felicissima sit, et cui iterum me commendo.
Romæ, die 29 octobris 1500.
Subscriptio : E. Excellentiæ vestræ devotissimus
JOHANNES cardinalis salernitanus .
Excellentissimo domino, domino Augustino Barbadico, Dei gratia duci Venetiarum.
Copia di una letera scrita per el cardinal Capaze.
Illustrissime princeps et excellentissime domine commendatissime.
Erat antea mihi hæc dignitas, et sua magnitu
dine et quod plus acceperam quam merueram, grasatisfaciam hortationi, et, quod mihi est optatissimum, vestræ illustrissimæ Dominationi complaceam.
Tam enim potest vestrum negotium a christiana fide
sejungi, quam vos illi deesse, pro qua, indefessi
athletæ contra hostes immanissimos pugnatis, firmissimum vallum Italiæ, sedi apostolicæ, omnique
christianæ religioni vos exhibentes. Quorum fidem
ex alto respiciat Dominus, et debitis meritis prosequatur. Commendo me ac meos gratiæ serenitatis
vestræ, quam feliciter valere opto.
Romæ, die 24 octubris, MD.
Subscriptio : Eidem Dominationi vestræ exellentissimæ deditissimus, LUDOVICUs tituli Sanctæ Agathæ cardinalis caputaquensis.
A tergo : Illustrissimo principi et excellentissimo
domino, domino Augustino Barbadico, inclyto duci
Venetiarum, domino meo observandissimo.
1033 MCCCCC, NOVEMBRE. 1034
cessor suo, qual è a Luibo, mia 30 de li. La terra è
risanata, è zorni zercha 20 non se à sentito alcuna novità etc.
Dil ditto, di primo novembrio. Per la ditta barcha non si à potuto partir per il tempo ; avisa la
hoste esser questa note alozata a la villa medema di
eri di note ; aspeta il messo, à mandato a Lavrana,
e quella matina à spazà uno altro di quelli contestabeli, con la sua compagnia, per mar, al ditto borgo
di Lavrana, per assecuration di quello.
Da poi disnar ſo pregadi. Leto letere, et il principe si redusse in cheba con li cai di X. E par siano
venuti qui, secrete, oratori di Faenza ; e sier Christofal Moro, è stà li provedador, à la praticha. Quello
vogliono, non so ; unum est, che 'l colegio terminò
non aldirli et licentiarli ; fariano ogni patto con nui.
Et poi el principe andò a caxa, e fo leto le letere
dil re di romani, con sagramento dato a bancho e
gran credenze ; e fo consultato inter patres, non li
risponder, e licentiar il corier.
DuZara, vene letere questa matina di sier Francesco Venier, conte, di ultimo octubrio. Come eri , a
hora di terza, ebbe noticia, certa hoste de' turchi
descendeva in quel contado per la via di Xelengradi
sopra Obrovaz, dove con faticha i cavai puol passar
a uno a uno ; e poi se intese ditta hoste, recto tramite, drizarsi a la volta di Lavrana, passando fra
Clizevaz e Nadino, via inconsueta, per poter a l'improvisa scorsizar quel contado, che più non era stà
dipredato ; e zonse a hore zercha 22. E benchè per
via di Nove Gradi e Nadino con segni di bombarde
si svegliasse cadauno, pur era tanta pioza e venti, e
quelli contadini molto negligenti al fuzer, judicha
harano fato qualche preda. E questa note ha alozato,
a presso Nadino do mia, in Bicina, villa dil conta' di
l'hongaro, e dubita ditta hoste habbi intelligentia
con i vicebani, e da loro siano stati guidati, perchè
fano bona compagnia a quelli di l'hongaro. E, fra
l'altra preda che hano fatto, hanno preso sier Francesco da Ponte, castelan di Lavrana, qual, come si
dice, era venuto a una villa di quel contado, chiamata
Craschian, per vegnir li a Zara ; e havea disnato li
in casa del zudese, con domino Zorzi Gambiera, capo di stratioti, e poi, per certo impedimento, era ri411 masto de li, dove è stà preso. E cussi inconsideratamente, sentendo le bombarde, si habi perso etc.;
unde, subito spazo sier Jacomo Manolesso per mar,
e uno contestabele con la compagnia, i qual, questa
notte, infallanter, per via dil lago, intrerano ne la
forteza di Lavrana, e starà a governo etiam dil borgo, qual è mal conditionato per la peste, e perchè
sarà stà preso etc. de li villani, che solea fuzer li dentro. E à relation per turchi presi, ditta hoste esser
turchi 2000, i capetanij loro sono Hierebi, Hiecebi
et Sophismail, vayvoda ; sono zente di la Bossina,
excepto uno d'essi capi, novamente venuto de li
con qualche cavallo. Item, subito spazó una barcha
a la volta di Pago, per trovar li 300 provisionati,
destinati a quelli contadi, comandandoli la mità vadino in Nona ; e à scrito a quel conte mandi 100 homeni con barche, a difension di quel luogo ; e cussi à
scrito a Chersso e Arbe. Spiera questa note intrerano
quelli di Pago, e le aque è molto grosse, non è possibel acostarsi a Nona ; pur, hessendo partiti li spagnoli, à voluto provederli, e bisogna etc., perchè si | querir tutti chi à ſato condur specie de qui etc. , et si 'l viceban s' intende, qual per il suo patron, amato
molto dal ducha etc., spazerà un a Tenina al vice- ban, con el qual hanno tenuto bona amicitia e vicinità, per saper. Et si scusa si scrive solo, el capeta- nio non à voluto per esser stà alcuni zorni infermo.
Aricorda si mandi le 4 passavolante ; atende il sucFu posto per li consieri una parte, di regular li
conseglij in le cosse criminal, videlicet poi leto le
scriture, habino tre conseglij, e si parli li avochati 3
per parte, a conto di mezaruole, et ogni conseio si
ballota sub pœna etc. Item, li avochati non parli, si
non porterano la fede, aver pagà le taxe; e ditta
parte non s'intendi presa, si la non sarà messa e
presa in gran conseio. Ave 6 non sincere, 38 di no,
98 di si. È presa.
Item, fu posto per sier Zuan Morexini, sier Piero
Contarini, sier Antonio Trun, consieri, et Jo, Marin Sanudo , savio ai ordeni , di certi panni è in
doana, tolti alguni turchi za un anno, si imarzizeno,
debino dar fidejussion, ut putet, e siano dati. Ave
tutto il conseio.
Fu posto per li savij dil conseio, sier Piero Duodo, da terra ferma, et Jo, Marin Sanudo, a li ordeni, atento per le letere di sier Domenego Pixani
si ha, di li do fatori di nostri con spezie in Barzelona etc. , sia proclama si vengi a dar in nota, aliter
pene grandissime, come in la parte apar. Et sier 411 Antonio Trun, el consier, e sier Lunardo Grimani
e sier Francesco Foscari, savio a terra ferma, messeno sia comesso etiam a li avogadori, debino indebino dar in nota. Ando le parte, et li consieri intrò in la parte nostra : fo 16 di no, 39 la nostra, dil
Trun 91. È presa.
Fu posto per tutti, scriver una letera al capeta- nio zeneral, acciò omnino si navegi, che fazi conzar
le galie grosse deputate, a rata, e aspeti 8 in X
1035 MCCCCC, NOVEMBRE. 1036
zorni, aliter, si li par, mandi nave etc. E sier Antonio Trun messe star su quello era preso, e, senza
parlar, andò le parte : O non sincere, O di no, 72 di savij, 73 dil Trun. È presa.
Fu posto per tutti, li debitori di le meze tanse
et do decime debino pagar in termine di zorni 8,
aliter vadi da basso a li governadori, si pagi con
pena. E sier Piero Duodo contradixe, dicendo era
molti volevano pagar con il dom, e perho messe
havesseno in questi zorni il dom. Li rispose sier
Lunardo Grimani. Andò le parte : una non sincera,
una di no, 77 la nostra, 83 dil Duodo. È presa.
Fu posto per nui ai ordeni, una streta parte
zercha il cargar li patroni in lochi divedadi , el
quelli acuserano etc., molto longa, che qui non mi
extenderò, e posto gran pene nove. Item, perché la
galia di sier Zuan Francesco Marzello è molto carga,
sia comanda al capetanio di Alexandria, zonta in
Istria , participi con le altre galie da Baruto etc., con
il nollo etc.
Item, fo conza, quanto a le galie, sieno a rata
come le nave. Ave 20 di no, el resto di sì. E fu
presa.
mero 10 in XI, di anni 14 etc. A la galia Marcella,
di sier Andrea, li mancha do nobelli, uno scrivanello, 4 balestrieri, 7 homeni a remo, e puti da 9 in X ;
et il resto di la zurma, come etiam la prima galia, è
mal conditionada.
Di sier Pollo Valaresso, data a di 9 septembrio,
sora Malvasia ; sottoscrita : el fidelissimo servitor
di vostra excellentia, Pollo Valaresso, fo di missier
Gabriel. Avisa con grandissima angustia e affanno ;
scrive che dove non è fede, il tutto convien andar
im precipitio e ruina ; e come fo messo per sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, per proveditor ne la mixera di Coron, dove avea posto l'inzegno e cuor e animo, come vero e fidelissimo servitor, im proveder a li bisogni etc. Eà fato pur le 412
parole fosseno state aldite da li ribaldi ; ma uno, fra
sete milia, poteva nulla ; et quando el signor turcho
mando el suo bassà a dimandar le chiave di Coron,
erainferno ; tumen la matina, fo el di di Nostra Dona,
ussite di cha' , come el poté, ajutado, e convochò tutti
quelli citadini e populi, che erano a messa im plaza.
E monto in locho eminente, onde soleva sentar i
rectori, e con bone parole, per uno quarto d'ora,
Fu posto per tutti, che quelli depositerano a li disse quel sape, che per nium modo si dovesse dar
extraordinarij , per conto di decime di merchadan- | a' turchi, e mantenirse, perchè hora mai el campo
tie, da mo a di 25 dil mexe, habino don X per 100 ;
e non havendo merchadantie, sconti in angarie soe
e de altri, e, non depositando etc., pagino con la
pena, poi zonte sarano, di 12 per 100 etc. Ave tutto
il conseio.
non poteva star ne l'armata, e il loco era fortissimo,
e fin pochi di havessamo l'armata nostra più potente che la nemicha, e non era da dubitar ; e quando i se desseno, non li seria servà alguna promessa,
e sempre saria chiama traditori ; e che non era più
Fu posto per li consieri una parte di taiar certe dolze signoria di quella di Veniexia, come i sano ; e
exemption, fate per letere di la Signoria e rectori, ❘ voler per la fè di Christo e per la sua patria sopordi alcuni di trivisana ; et questo, a requisition di oratori di Treviso etc. E ave tutto el conseio.
Di sier Francesco Zigogna, provedador in la Morea, ſo leto una letera, data a Corfu, a di 18 octubrio. Come a dì 13 si atrovò tra el Zante e Corfù
per aspetar il zeneral, e, inteso verà al Zante, à voluto restar a Corfù, acciò, volendo operar stratioti ,
possi esser capetanio, perché a star a Malvasia non
èbisogno, per esser sopra uno saxo, e Napoli è ben
governado da' do rectori etc. Et Jo fici replichar la
soa licentia, e drizarla al baylo di Corfu, acciò vengi qui.
Di Alvixe Zio, data a di 7septembrio, a la Vajusa. Come eri zonse li, fè la zercha a le do galie
grosse, Contarina e Marcella ; le à trovato mal in
hordine di zurme, si parte con do galie sotil per trovar el zeneral. Al Contarini mancha do nobeli,
uno scrivanelo, uno compagno, uno balestriere, 2
provieri, 13 homeni a remo, el resto son puti nutar mille morte ; e lui voleva esser il primo a exponer la vita; e che lor, amore Dei, fazesseno il simile,
come li scriveva l'arzivescovo di Malvasia. E con
molte lacrime e sospiri , disese ; adeo quelli populi
se messeno a pianzer, e venir ad abrazarlo, e li promisse fede, e star forti. Poi li vene uno azidente e
affanno di angossa, fu portà a caxa. El di da poi,
quelli ribaldi citadini messe su quelli populi, senza
lui saper 0, come il tutto se intenderà ; e di citadini
solo 3 o ver 4 è stà fideli ; el resto era da 7000. Ο
Idio, dice, quando mi penso, non so dove mi sia !
Volesse Dio prima fusse morto, o ver non fosse mai
nato, cha aver visto tal cossa, e veder quello vede.
Si ricomanda etc. Adi 7 novembrio. In colegio vene l'orator di
Franza, al qual li ſo fato lezer la letera di sier Domenego Pixani, zercha soa moier, di Avignon, stava
ben etc. Ringratiò il principe ; poi disse di Zuan da Casal, venuto qui per jurar fedeltà etc. Et cussi poi
1037 MCCCCC, NOVEMBRE. 1038
fo chiamato dentro ditto Zuan da Casal, sta a Pize lochi a' confini di tedeschi . Dice, francesi non à mangaton, con suo cugnato, Paulo Bilia, zuroe fedeltà, chato oponerli al roy, tamen è stà visto la verità.
et volse basar li piedi al principe, et dimandò andar | Si racomanda a la Signoria nostra etc. Esso orator
con qualche segno di fedeltà. Sia fato cavalier ; e
cussi doman sarà fato.
li rispose etc. Poi missier Zuan Jacomo disse, el roy
era disposto a l'impresa contra il turcho, e veria a
Vene maistro Zuan da l'Aquila, maistro Hiro- | Lioin a provederli ; danna francesi etc. Item, de li à
nimo da Verona, medici da Padoa, e domino Piero
Trapolin, doctor, zercha aver la confirmation per
nova, il re à mandato uno secretario per stafeta a
Fiorenza, a protestarli li dagi franchi 66 milia repregadi di l' hordine fato per li rectori . Essi doctoristano dar, per pagar le zente, aliter farà etc. Item,
metano uno exator a scuoder il dazio di la masena,
dà 16 milia lire, qual fo deputado a essi doctori lezenti ; e perho anno posto Zuan Fazuol, venitian,
per exator. Et li fo risposto, si meteria la parte.
Vene alcuni villani dil locho di San Pollo , dil patriarcha, ch'è in trivixana, in contraditorio con li
fioli di sier Zuan Marcello, per il beneficio etc. , non
lo voleno. E li ajuta, per el conte Lanziloto, suo cugnado, domino Ector Brandolin etc. Fo comesso a
sier Beneto Sanudo, avogador, aldi et expedissi,
come di jure vol.
manda in Italia lanze 400, et si dice bretoni 7000.
Item, missier Zuan Jacomo doman si parte per Milan, et lui per Bertagna, a trovar il re. Item, scrisse
una letera a li capi di X.
Vene el signor Schandarbecho, qual li mancha
❘zercha 1000 ducati ; la soa expedition è stà speso ducati 2000; li fanti e stratioti, za zorni 50, è sopra
Lio ; li arsili preparati etc. Or dice non havea da vi
ver; havia impegnato il tutto. Li fo ballotà di darli
ducati 100.
Da Bologna, di missier Zuan Bentivoy, drizata
Da Casal mazor, di sier Piero Marzello. Zercha a Piero di Bibiena, di 3. Come si mette in hordine,
l' incantar di dacij, ch'è il tempo, forssi di ducati et di nulla teme; à la protetione dil re di Franza, e
1500 ; et quello di l'imbotada etc. Li oratori lhoro | zercha conservarsi e difendersi ; par sij molto ga- sono qui ; è bon expedirli presto.
Dı Milam, dil secretario nostro, di 3. Come era
zonto uno secretario di missier Zuan Jacomo Triulzi ; dice è zonto in Aste, vien de qui, con li titoli e
podestà consueta, e questi signori francesi dicono
non saper O. Item, quelli francesi hano fato comandamento a quelli castelli, stagino in hordine per mexi
6, aliter li torano e fornirano lhoro ; e hanno posto
il castello di Milam per do anni benissimo in hordine di tutto ; e cussi a Lecho e Como etc. Item,
monsignor el general Brizonet, fradello dil cardinal
412 San Mallò, si parte, va dal re, dice per solicitar l' impresa contra turchi. Resta a Milan el general di Sa- voia. Item, di la dieta di sguizari si fa a Turigo, O
s' intende ; e il re di romani ne fa un'altra aNolimiardo, si racomanda a la Signoria nostra. Fiorentini
non hano finto di cassar il conte Ranuzo, ma è venuto da lui per suo soldo, et saria buono atender a
remeter Piero di Medici in caxa.
Di Bernardin da Nona, capo di stratioti, date a
Cividal d' Austria. Voria licentia andar a Roma al
jubileo ; e li fo data per uno mese.
Da Durazo, di sier Domenego Dolfim, capetanio
dil colpho, date a dì 17 octubrio, hore 16, in galia,
apresso Durazo. Come, per letere abute dal provedador di Albania , li scrive da Dulzigno , dovesse
mandarli una galia e la fusta, e a caro l'haria andasse im persona, per poter conferir alcune provisiom insieme, perchè el dubitava, antivarani fosseno
d'acordo con turchi; unde esso capetanio, per que- berg, el dì de San Martim. Manda letere abute da ❘ sto, vene li a Dulzigno ; dal qual intese non era 0, е
Liom, di l' orator Foscari . antivarani stanno ne la devotiom e fede solita, ben
Da Liom, di sier Francesco Foscari, el cavalier, che tra lhoro ne sia qualche mala spina, come à scrito
orator, date a di 22 octubrio. Come, mo terzo zor- a la Signoria nostra di le conditiom lhoro, che sucno, zonto li missier Zuan Jacomo Triulzi, li mandò cerano la tetta, e Dio voglia a la fine che, per neca dir voleva visitarlo ; e lui missier Zuan Jacomo cessità, non divertano etc. E za molti anni meritava
non aspeto, ma vene a caxa, dove lui orator era alo- quella terra esser reduta a marina, perchè hessendo
zato. Et li disse tornava in Lombardia, con gracia fra terra, con gran spesa e dificilmente si pol guardil re, restituito a tutti li soi titoli ; ma lui non li vo- dar ; e lui capetanio volea con la galia butar il proleva usar, maxime quel di luogo tenente, per li fran | vedador li; qual li disse, conveniva prima proveder
cesi soi contrarij governano Milan, ma sarà maraschalcho general di le zente d'arme; starà a riposarssi, stracho da le fatiche, e vol recuperar certi soi
a Dulzigno, et de qui provederia etiam a Antivari ,
meglio che si fusse de li. Et li persuase andasse a veder Chuvrili, locho novo ; e cussi hessendo prote
1039 MCCCCC, NOVEMBRE. 1040
stato per letere di Marin di Greci, che, si non andava de li , si perderia le munitione. Unde andoe, e, con- siderato il sito, dice è spesa senza fruto, e la Signo- ria à 'uto mala information, et è fuora de preposito butar via danari li, perchè a redurlo im perfetion,
ricerca grandissi na spesa, e a guardarlo altratanto,
e de habitarlo non è il modo, per esser el paese tuto
de' turchi . È ne la terra 70 in 80 fameglie, zente mista al consueto, et non sente con zerteza la sia stà
tirata in terra, anchor che qualche voce ne sia ; e,
tornato sarà al Sasno, per via di la Valona et la Cimera, cercherà intender el tutto, dove per li tempi
non è stato za più zorni.
In questa matina, per il capetanio dil conseio di X, fo retenuto in Rialto al suo bancho Alvise Nicheta, teniva bancho de incambiar, falite altre volte.
Si dice per stronzar raynes. Quid erit, scriverò .
Da poi disnar fo conseio di X, con zonta dil co- legio e di altri etc. Et, butado il colegio dil Nicheta,
tochò sier Lucha Zen, el consier, sier Piero Morexi- ni, l' avogador di comun, sier Zuam Zantani, cao dil
conseio di X, e sier Lucha Zivram, inquisitor.
413 serabilissima, che viveno di qualche robaria, e se
hanno tolto jurisdition da uno brazo e l'altro da mar,
che non perineteno che navilij chargano formenti,
nè per Dalmatia nè per Venetia , se prima quelli |
per lhoro non sono comprati, e poi revenduti per essi a dicti navilij. E cussi fanno incharir el grano ; e cussi si fa a Durazo, da Cao di Lachi in Argenta, in execution de una termination fata noviter per
li sindici, a fin perho di bene, acciò che la terra fusse
ubertosa ; ma costoro la convertono ut supra, che
non lassano trazer, fra dicti confini, de' subditi dil
turcho, se prima non sono comprati e conduti in la terra, e poi revenduti. Et è cossa d'importantia, per | la dieta, e par iterum mandino in Franza per orator
A di 8 novembrio. In colegio vene l'orator di Napoli, e fè lezer una letera dil re. Li scrive per certo gripo tolto a uno suo subdito tarentino a Corphủ etc.; prega sia restituito. Ecussi li fo fato le lettere. Poi disse haveva avisi di Lemagna, di 28, da
Nolimberg, dove è il re di romani con li electori a
il ducha di Saxonia, qual non lo hanno voluto man- dar prima ; sì che tra quelli re tramano gran cosse etc.
Item, disse di Hongaria, poi che ' l papa li piaque dar
quella sententia, la serenissima rezina si parte, vien
a star a Napoli, et aviserà per dove di le nostre
terre la passerà. Fo ringratiato dal principe di la comunichatiom etc.
Da Cremona, di sier Polo Barbo, di 4. Di la soa
intrada, molto honorato ; lauda quelli proveditori,
che tutta la terra di lhoro bon portamento se ne contentano, e meritano la gracia nostra.
la charestia siegue. Item, eri zonse li a Dulzigno,
dove trovò le do galie grosse, lassò a la bocha di la Vajussa, scorse per temporal. La note sequente el si
parti, e le tre galie sotil lassò al Sasno, zoè la Victu- ra, Tiepola e Dolphina, e la fusta di Veia stano de li
a la consueta custodia ; e cussi, in quella hora, tutte
tre galie se lievano, per andar a le conserve, e perchè li tempi chargano. L'hordine è questo: le galie
grosse stanno sorte un poco large in dromo de la
bocha de la Vojussa, e le galie sotil al Sasno, con
intelligentia de fuogo e artilarie, quando el bisognase etc. E per non poter star uniti più a la spiaza, bisogna più numero di galie, si per far bona custodia,
come per segurtà. Si voria haver tre galie grosse,
do per star ferme, e una per andar e venir a tuor
vituarie ; e galie 6 sotil, 4 per star ferme, et do per far lo effecto preditto, e darse cambio. E questo è il bisogno, a patir quella vita austera; tamen, è per
far il debito suo, o con puoche o con assa' galie.
Ma la fusta di Veia è mal in hordine; dubita si disarmerà, per esser el fusto cativo e mal conditionato, e
non à armizo suficiente ; li homeni mal contenti e
mal in hordine di arme, e hano havuto paga solum di lire 13, soldi 10, con promission de li li sarà
dato danari, et lui capetanio non ha il modo. Ve- Da Brexa, di sier Lorenzo Zustignan, podestà,
derò di conzar ditta fusta, per via di Corfù, e se e sier Domenego Beneto, capetanio, di 5. Mandono
se li manda danari, aliter converà disarmarla. Item, una letera abuta di Valchamonicha, di domino Peà inteso, a Bocha di Cataro esser una nostra galia ; tro de Federici , data a Breno. Li avisa, per uno veavisa quel locho e Durazo rizerchano esser fortifi- nuto di Yspurch, à, il re di romani esser per venir
chati con presteza. Item, di l'armata di la Vojussa | in Italia, per andar a Roma a tuor la corona, et reaDa Ferara, dil vicedomino, di 6. Come de li si 413 *
facea precession, e farasse ancora zorni 8 ; e questo per conseio di la monacha di le Stimate. Item, da
Bologna par, missier Zuane non sia ben contento ;
dubita assai, licet fazi provisione, et in XV zorni li ė
morti do zeneri , zoè el signor Gilberto da Carpi et il conte Nicolò Rangom. Li altri doy stanno mal, ch'è quel di Rimano e il nepote di Faenza. Et à do fiole li, zoè quella di Carpi e quella di Rimano. Item, el conte Ranuzo ha conduto a soldo di quella comunità, et il ducha di Ferara lo tien spazato; e per il simile, Faenza non si vol impazar di 0, e va a Bel Reguardo a star qualche zorno a la caza.
1041 MCCCCC, NOVEMBRE. 1042
quistar il stato di Milam ; e ha posto hordine le zente,
a tre homeni per campaniel, che sarano numero 170
milia persone. Item, per uno altro scontro li confirmò tal cossa, qual andava a Ferara con letere dil
re al ducha e a il signor di la Mirandola etc.
è in le altre nostre terre, quando sono banditi . Or
Cremona è bella cità; propinqua a tre fiumi, Adda,
Oio e Po; vicina a tre terre, Lodi, Piasenza e Parma; terra molto grassa, e à gran territorio e grasso; e in tal luogo 30 mia lontam di la terra si
extende ; e si asuna, in arcolto mediocre, formento
per do anni. La terra è di circuito mia tre ; à triste 414
mure, vechie, e cussi le fosse; à belle strade, salizate di novo e large; do piaze, una sopra la qual
è il domo e il palazo a l'incontro, dove habita il
Di l' abate e monaci di San Nicolò di Lio. Cho- | capetanio, e il torazo, che dà emulation al nostro, e
Da Trani, di sier Piero di Prioli , governador,
di 28, venuta in questi zorni. Come de lì è molti
beni de marani occupadi, adeo, si la Signoria volesse
veder, si troveria de gran danari ; e scrive una gran
quantità. Et lifo rescrito.
me quelli fanti e stratioti, sono li za più zorni per
andar in Albania con Schandarbecho, fanno grandissimi inconvenienti, adeo ruinano il monasterio.
Fu fato cavalier, per el principe, domino Zuan
tanto è più bello, che la comunità à posto un bellissimo San Marcho dorado sopra, e uno altro a l'incontro, dipento, dorado, posto per essi rectori ; è
bellissime chiesie, numero 52, parochial, e quella cada Casal, habita a Pizegatom, qual alias fo publicha | thedral è belissima, più di terre habi la Signoria ; è
per rebello, per sier Fantin Valaresso etc. Et eravi
sier Marco Dandolo, dotor, sier Francesco Capello e
sier Andrea Trivixan, cavalieri, a farlo ; e con molti
milanesi, e li oratori di Crema. Et, datoli l'insegna
di San Marcho, dicendo el principe, con la spada tochandolo : Esto miles et fidelis Sancti Marci. E con
le trombe fu acompagnato fino a la habitation soa,
dove era alozato.
belle caxe, et n' è forssi 100 di valuta di ducati 1000
l'una, ch'è assa' in terra ferma, non hessendo marmori, ni batendo fondamento, come si fa qui . La
quantità di le persone è da 40 milia, pocho mancho ;
per la descrition fenno mo un anno, non computà
li borgi (ch' è quel di San Lazaro, il resto è tristi
borgi) et il clero, trovono anime 33 milia ; sì che con
questo vien esser quanto à ditto. Il popullo è bella
zoventù, e disposti a ogni cossa, è gran richeze al
sol, e, compartite, ne son solum tre hanno da 1000
ducati d'intra' ; et forssi 50 da ducati 400 fin 800 ;
el resto de li in zoso, ita che quasi tutti li citadini
hanno qualche intra' e terra, chè li homeni sono
industriosi . Hanno el mestier di fostagni et enteme ;
Intrò li capi di X, et steteno alquanto. E da poi
disnar fo gran conseio, e fato capetanio a Padoa sier
Nicolò Foscarini, veniva capetanio di Cremona, da
sier Domenego Trivixam, el cavalier, fo podestà a
Cremona, sier Marco Sanudo, fo avogador di comun,
e sier Piero Contarini, el consier. Item, patron a l'arsenal sier Batista Morexini, qual vene per scurtinio. | fanno 40 milia peze a l'anno, e spaza per tutto ; e
Et in colegio fo consultato quello si ha a far di
l' armada yspana, per remandar domino Francesco
Floriam con la instrution, e persuaderlo stagi in Levante a la Suda ; e, sopra questo, tutti disse la soa
opinione.
A di 9 novembrio. In colegio, fo San Thodaro,
vene sier Domenego Trivixam, el cavalier, venuto
podestà di Cremona, videlicet proveditor, exercitando tal officio. Et referite aver fato justicia indifferenter; esser stà largo di le soe audientie, e in caxa, e per tutto. Ma bisogneria conzar do leze : in civil una, dil codego, che lhoro observano, di observar formam pactorum, adeo in le affictatiom che si
fa per 9 anni, ut plurimum, a tanto a l'anno da San
Martin, si ' l passa do zorni fa pagar tutta la quanti
tà, danni etc., ch'è cossa molto cruda. Dil criminal,
non è seguito molti desordeni, non è stà amazati 12
soto il suo rezimento, è rixe vechie, e l'autorità
che li fo data di dar taia, à molto paurito li cativi ;
voria fusse di poter piar li cativi extra etc., come
1 Diarii di M. SANUTO - Tom. III.
hanno tolto il trafego di Portogallo, e in questo tieneno occupadi da ducati 80 milia. Fano assa' coltre,
e il peculiar di Cremona è coltre, di panni da 1600
a l'anno, e per agumentar, fanno con lanne dil paese,
mantoane e San Mathee di 80, à trelizi cupi, sono
optimi a calzar ; e il panno biancho val ducati 22 la
peza; etiam telle. Item, le parte sono tre: gelpha,
gibelina e maltraverssa ; e uno missier Ponzim di
Ponzom fo il primo auctor di parte gelpha, soto el
ducha Francesco. Ma, venuto el ducha Galeazo, renovò le parte di gebelini, qualli fin hora hanno hauto
favor. E cussi la maltraverssa tenivano a uno. E li
principali di parte gelpha sono missier Christofal
Stanga, qual è infermo, sta in caxa ; missier Cabriel
di Mij , à ducati ... d'intrada ; missier Jacomo Trecho è il terzo; e domino Bortolo di Mazi, havia d'intrada ducati 4000, qual è un inexe ch'è morto. E
pochi sono, da 12. Ma di gebelini sono assai , licet a
hora, ch'è extinto il suo capo, tutti sarano uno, maxime non havendo usa, se non a tutti, dimostratiom
66
1043 MCCCCC, NOVEMBRE. 1044
414.
la Signoria nostra voler tutti per fioli, non facendo | dil re, per comprar cavali. Et, examinati altri, intese
questo havea butado in aqua le letere haveva. Item,
sul gripo era mandole e savoni portavano a la Vallona etc., et è 4 examinati. Or fo terminato, da poi
conseio, far conseio di X con gran zonta.
Da poi disnar fu gran conseio, e fato vicedomino a Ferara, in luogo di sier Beneto Trivixam, el
cavalier, à mandato reſudar, sier Christofal Moro,
fo cao dil conseio di X, vene per scurtinio da sier
Polo Capello, el cavalier, sier Lorenzo Contarini , et
sier Piero Capello, fo savio a terra ferma.
Et da poi fo conseio di X con zonta di colegio e
altri ; et steteno fin hore 4 di note, e terminono averzer le letere di Brandizo e Molla, drizate a li cai
di X, al pregadi, e per quello si diliberaseno.
diferentia a niuno. Et nel conseio ordinò sentasseno,
che non vi era un hordine al mondo ; e a tempo dil
ducha non vi era justicia ; il podestà feva una, et il
comissario un'altra, e andava per presenti elc. A
hora tutti si contentano di la justicia di la Signoria
nostra ; danna si fazi per adesso riformar el conseio. Et è bon tenir quel populo abondante di formenti, che non sono ussi a patir ; et soleva valer il formento, il ster nostro, .... Et à valso soldi 30 di
quella moneda, ch'è caro ; e missier Cabriel di Mij
dice à venduto soldi 6 el staro, si che, mandandoli al
tempo di charestia qualche formento, si tegnirà quel
populo etc. Item, desiderano la Signoria li compiazi
di trar un navilio di Oio, per adaquar quel teritorio,
che sarà grassissimo, et si arà assaissimi formenti .
Dil castello, non è forte ni di muraie, fosse, revelim etc. , e la girlanda sta mal, e la rocheta O val ;
col fumo si prenderia, si che di quella forteza, non
si fortifichando altramente, fa pocha opiniom. Di la
camera, disse : l'intrada per li dacij afitadi, da luio in
qua, si traze ducati 754 al mese; di le gabele, du- Redditæ fuerunt mihi gravissimæ et jucundiscati ... ; in conclusion, la intrada è ducati 14 milia, simæ litteræ illustrissimæ Dominationis vestræ, quie la spexa da ducati 18 milia etc. Di le decime dil | bus congratulari dignitati meæ dignata est non moclero si traze da ducati 2000 per decima, e di queste
do ne à trato 3000 e più ducati. Il vescoado à de
intrada ducati 4500 ; la badia di San Lorenzo, à il
cardinal San Severin, ducati 2000 ; e altri beneficij
di molta intrada etc. Si laudo dil collega, col qual
à viso (sic) in grandissimo amor. E fo laudato dal
principe succincte, per esser letere di grandissima ( vehementer ex corde, meamquedignitatem et omnes importantia. Et perhò abreviò la relation.
Copia di una letera scrita per el cardinal regino, va
legato in Hongaria, a la Signoria nostra.
Illustrissime et excellentissime domine, debita
commendatione etc.
do, sed etiam laudes mihi tribuit, quæ vires meas
excedunt ; idque ex incredibili illustrissimæ Dominationis vestræ erga me amoredimanasse non ignoro. Et quemadmodum sentio me vehementer complecti ab illustrissima Dominatione vestra, illique
meas honorum accessiones valde esse cordi, ita me
fortunas non modo offero, verum etiam trado illustrissimæ Dominationi vestræ, pro maximo commoApud quam, eam expectationem, quam de me concitatam esse intelligo, summum et clementissimum
Vene l' orator di Franza, e con li cai di X li fo
comunichato di la retentiom di uno nontio dil re Fe-❘ do maximaque gloria istius amplissimæ reipublicæ.
drigo, andava a la Valona. Le letere erano drizate a
li capi di X, et non erano lecte.
Et, mandati prima tutti fuora, steteno tutta la | Deum nostrum supplex oro, ut suo incomparabili
matina, perhò che questa note vene un corier da favore, nutu et auxilio divino confirmet et comproTrani, con letere di ultimo, mandava do mazi di le- bet, ut talem me in omnibus rebus exhibeam pro
tere drizate a li capi di X, di Molla et Brandizo ; et christianissimæ religionis et vestræ reipublicæ utilitutta la terra era piena di la retention di uno orator | tate atque laude, qualem ipsamet illustrissima Domidi re Fedrigo, andava al turcho.
Etda Brandizo, di sier Jacomo Barbaro, castelan dil Scoio, di 27. Si have la dita retention e
il modo, che havendo auto l'incalzo da certe fuste
nostre, esso orator, domino Alexandro Manducha,
fuzite in terra, e si scose ; mandò soi fanti, numero 6,
e lo trovò ascoso in una machia, e lo menoe in castello, dove per esser sier Zuan Michiel, governador,
amalato, il suo vicario, domino Stephano Trivixan,
lo examinoe. Et dipose, andava a la Valona, per nome
natio vestra me magnopere exoptat. Cui iterum
atque iterum me plurimum commendo.
Romæ, die ultimo octobris, MD.
Subscriptio : Excellentissimæ vestræ illustrissimæque Dominationis, ut frater, presbyter cardinalis
REGINUS et Hungariæ Poloniæque legatus.
Et in fine litterarum : Thomas Bellus russus.
Ateryo : Illustrissimo et excellentissimo domino,
1045 MCCCCC, NOVEMBRE. 1046
415
domino Augustino Barbadico, inclyto Venetiarum
duci, nostro, uti fratri, observandissimo.
gato dagi licentia a Vicenzo di Naldo, vada a servir
il signor. Li à risposo, non sta a darli licentia, ma
lui è bon e savio etc.
ozi è stà discargato al Cesenatico cara 12, tra balote
di fero e barili di polvere, et 6 burchiele, acadendo,
per butar ne le fosse di Faenza, per far ponti ; e che
il ducha à ditto : si missier Zuane Bentivoy non se
li scopre contra, non ha comission molestarlo ; ma,
scoprendosi, li farà tal sforzo adosso, che mal per
lui. Et etiam è stà discargato una bombarda grossa
e do passavolanti, tolti ne la rocha di Rimano.
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 6, a Del ditto, di 6, a hore 6 di note. Come era vehore 3 di note. Come el ducha Valentinois parti da ❘ nuto Francesco Bariselo, ritornato da Cesena ; dice
Cesena a dì 4, e quel giorno fece l'intrata in Furli a
hore prima di nocte, incognito ; et foli facto aparato
de grandissimo honor. La persona sua alozò in casa
de missier Luffo; le sue gente d'arme e fantarie alozorno dentro e de fuora, a descritione. L'artilarie,
marti, a dì 3, zonseno a Forli, e forno condute fuor
di la rocha, fuor di mulini, e fate le spianate versso
Faenza, e tute sue gente nonhanno hauto un soldo ;
e par, ditto ducha soprastia, e non ossa andar più
oltra, poi che è scoperto el tractado di Faenza ; e si existima, fin non intendi altro, non andarà più oltra. | comenzando quando si parti per andar provedador Se dice à gran praticha con Dionysio de Naldo, che
li habia a dar Brisigella. Di Faenza el castelano con
tutti li soi fonno retenuti, e per il conseio di XVI li
fo messo taia ducati X milia ; e lui tolse termino a
risponder. E rispose, per hora voler pagar 500 ducati. E li XVI risposeno non volerli aceptar. Antonio, nevodo del ditto castelan, era per ostazo ne la rocha de Solarol, è stà menato in Faenza, e ritenuto |
con li altri. Et in Faenza si fa preparamenti assai per ❘
difension. Econcludeno, se hi haveseno qualche pochodi socorsso, non temeriano el ducha ; e se Dionysio di Naldo non li fa trufa, se guarenterano. Da
Bologna, tute le gente d'arme se reducano dentro,
perchè volevano far la mostra ; e sono in tutto homeni d'arme 250, ben in hordine, fanti 25 milia,
fra forestieri e terieri. E a di 7 tutte le zente vano
alozar a Castel Gelpho, a Castel San Piero, a Mede- sina, a Castel Bolognese, e per li altri castelli dil bolognese. El conte Ranuzo da Marzano è in Bologna,
et va fazando la sua compagnia. A Castel San Piero
è stà conduto archibusi 15, passavolanti 3, e un falconeto e altre artilarie menude. E par, ozi 3.º zorno,
zonsese a Bologna uno messo con letere dil re di
Franza a missier Zuane, qual fono lecte im publico,
che stesse di bona voia, che soa majestà li atenderia
quanto li havia promesso, e che di socorer Faenza
non li dicea più di si cha di no. E, leta dita letera,
missier Zuane spazo uno suo messo con 6 cavali a
Milan. Item, esser venuto uno citadim di Ravena da
essopodestà, parti questa matina di Faenza ; à confirmato, ut supra, e Faenza si teguirà etc. Poi li disse, da parte dil signor, che volendo esso podestà
tuor el castello di Russi, alias stato soto Ravena, lo
impegnerano, o ver lo venderano. Li rispose con
parole general, non haver comission. Item, l'à preAdi Xnovembrio. In colegio vene sier Nicolò
Foscarini, ritornato capetanio di Cremona, et referi,
in campo, deinde introe in Cremona per proveditor.
È stato un anno e zorni 27. Dirà la condition di la
terra e forteze, di le zente d'arme alozate su quel
teritorio, e di la camera. Cremona, bella terra, belle
caxe, chiesie e strade ; populosa, tutta piena e non
vacua ; è anime 36 milia, circonda tre mia, le richeze partide ; sono homeni tutti industriosi, e non si
vergognano cadaum far qualche merchadantia. È tre
factiom, gelphi, gibelini e maltraversi ; ma le do 415
ultime tien a uno. El conseio di 150 è in tre parte ;
e cussi li officij lhoro, ut supra ; ma li capi, per non
esser liberali, non hanno 10 partesani per uno, si che
non pol far molte cosse. Sono homeni avari, et viveno limitadamente. Hanno do mestieri di fostagni
per peze 30 milia, e di panida 1500 ; perho questi li
smaltisse li. À un borgo assa' forte, e pocho distante
di Po, e à un' aqua va propinqua a la terra, vien di
Po. À Creinona 32 navilij et è 100 marinari, qualli
sono exempti, et altri 100 ajutano, si che tra Pizegaton è zercha 40 navilij in tutto. Il vescoado si
afita ducati 4500, ch'è dil cardinal Ascanio ; l'abacia di San Lorenzo, dil Sanseverim, ducati 2000 ; e
altre abatie, priora' e prepositure. Item, J'abacia di
San Abondio, ducati 1500, ch'è dil zeneral di Landriano, ch'è in Alemagna ; el priora' di Santo Antonio, dil prothonotario Stanga. Item, San ...... ,
di canonici regulari ; in tutto, intrada da 19 milia ducati. Questi beneficij grandi si scuode per decime da
ducati 2000. El castello, per opinion sua, è debile ;
era prima un palazo etc.; e circonda 100 passa le
fosse, large 12 in 13 passa, e con aqua 4 pie' , e il
fondo creegno non fangoso, e a fortificharlo si spenderia da ducati 14 milia. Item, Pizegaton, bon loco,
bone mure et forte, con revelini, do aque li core,
tre torre, el castello su Adda, sul ponte ; fa 2000
1047 MCCCCC, NOVEMBRE. 1048
anime. È lontan 12 mia da Cremona, X da Piasenza, | Et el principe, a la prima, ringració di la comunichation ; e che di la pace soa majestà doveria dir li
gran preparamenti fa la christianità, et se li principi
christiani fosseno uniti, il turcho manderia oratori
per tutto a dimandar paxe. Di la retention, non sapeva qual; ma si ſeva per vardar il colpho, e li contrabandi etc. Si vederia, e intenderia. E l'orator
disse : Serenissimo principe, lasserò consiar, e doman verò qui.
15 da Lodi, 30 da Pavia, 40 da Milan. La forteza di
la rocha è molto granda etc. Castel Liom, mia 18 da
Cremona, vi sta pelizeri etc. In mezo di Pizegaton e
Crema, Sonzim, è civil luogo, fa 4000 anime, à una
bella forteza, sono homeni merchadantevoli. Casal
mazor, mia 4 di Cremona, à pocha forteza ; à una
torre etc. , e assa' zafarani ; trazeno a l'anno da ducati 20 milia ; fa 4000 anime ; à 12 mia di confim .
Item, è sul cremonese 220 ville. È longo il teritorio Da Roma, di l' orator, di do. Come lo episcopo
mia 56, largo 14, ma di là di Po è assa' , ch'è soto curzolano, domino Thomà Malombra, qual va col
Franza, che ancora si chiama li borgi di Cremona ; reverendissimo curzense in Alemagna, è stato da
fa anime 80 milia. Item, Caravazo in Geradada, lo- lui ; li ha mostrato la comission dil papa; tutte zancho richo, ma non forte ; à bella rocha. Trevi volze ze; l'à pregato avisi la Signoria nostra dil tutto etc.
mezo mio, et Rivolta fa anime 2000, e fino a Milan Item, eri fo capella. Cantò la messa el cardinal Bornon vi è altra forteza, chè lontam mia 14 era una gia, et il prothonotario Zane fece la oration, con
forteza, qual è ruinata. Item, di le zente d'arme non gran laude et honor di la patria. Et hessendo li, non
vi aloza 50 homeni d' arme ; si acordano con li vil- vi era li oratori yspano e Napoli. El cesareo, qual lo
lani. In la rocha di Cremona è Zuan Mato con 100 cognossè a Napoli, li disse : Domine orator, fin poprovisionati , et sopra la piaza Francesco da Marau, chi zorni sentirete gran cosse, che ho sacramento
con 60, et uno altro con 40. Item, lui à cassato in a dirvele. E tacite disse, non volendo il re di Franza
molti luogi fanti, e reduti in la mità etc. La camera far la pace, il suo re manderia exercito in Italia etc.
di dacij afitadi e di la gabella general, in tutto si ha Item, vede l'orator di Franza da alcuni di molto
da 13 milia ducati, con la possession di corte, han- fredo, dicendo il roy farà l'impresa, si da' todeschi
no afità ducati 2860, e dil sal si cava ducati zer- . non è impazato. El pontifice atende a l' impresa di
cha 19 milia. La spesa dil cremonese etc. è ducati Romagna, e la praticha con colonesi siegue ; e il car20 milia ; sì ch'è più la spexa. E alias il ducha ca- dinal Orssino più non è venuto a Roma. Item, parlo
vava di Cremona d'intrada ducati 65 milia. Si laudò | al papa zercha la prepositura di Cremona, data a
dil collega etc. Fo laudato dal principe, more solito ; quel citadim da Trecho ; non vol udir 0, l'à data al
et ditto anderia capetanio a Padoa, dove era stà datario ele.
electo etc. Et esso capetanio presentò il conto di la
dispensation di danari .
Dilditto, di tre, tenuta fin a di 5. Come è stato
dal cardinal Santa †, e parlato, soliciti il papa a la Vene l' orator di Franza, e, mandati tutti fuora, ❘ expedition di legati. Ait bona verba ; fa il tutto ; e
li fo comunichato alcune cosse dil conseio di X : nescio quid. Stete pocho in colegio.
di l'armada yspana li à ditio, dil cambio mandato
per quelli reali di ducati 30 milia. Item, al cardinal
di Napoli, fu li, promisse doman in concistorio parlar al papa ; e cussì il cardinal Michiel, qual è ferventissimo etc.
Vene l'orator di Napoli, et fè lezer letere dil re, di
27, 28 et 29. In la prima, di la venuta di l'orator
dil turcho, e quello expose ; in l'altra, come si offeriva far e ponersi a tramar paxe, come alias, perso Item par, fino a di cinque, non habi potuto spaNepanto, soa majestà si oferse, se cussi piaceva a la zar per esser inondato el Tevere, adeo non si pol
Signoria nostra. Poi disse, e fè lezer un'altra letera, ❘ andar per niuna via a palazo; si va per Roma con li
che alcuni gripi e fuste nostre dannizava a le sue mari- | zopoli ; è stato pocho mancho di quello ſo mo 5
ne, e a San Cataldo deteno l' incalzo a uno suo nontio anni.
mandava a la Vallona, chiamato Alexandro Mandico,
et su quel di fra' Lunardo da Prato fenno carnazo e
danno, dicendo non si richiede questo a la bona amiDi Napoli, di sier Francesco Morexini, orator,
di ultimo. Corne el re eri mandò per lui. Li disse di
l'orator dil turcho, li havia exposto aver inteso per
416 citia. Et se el ditto messo fusse stà preso, sia lassa- via di Ragusi e Fiorenza, tratar acordo col re di
to etc. E ditto orator expose sapientissime tal cossa; Franza ; e che non dubiti. Il signor ama il suo regno
et che era eri voce di esser stà preso uno orator come suo, e lui corne fiol ; e non habi paura di 0. E
turcho, et credeva fusse questo ; et che il suo re polli vol risponder non haver fato acordo nium, ma mandar soi messi dove li piace, con molte parole. per haver una soa fiola nubile in Franza, à mandato
1049 MCCCCC, NOVEMBRE. 1050
416
soi oratori per questo efecto in Franza. Poi li disse, | petieri a cavalo de Vitelozo, che sono 40. Va con
era tutto di la Signoria nostra, e potendo 0 etc.; е
tutto faria comunichar per il suo orator existente de
qui ; poi che ditto turcho li havia ditto, il campo dil
signor a Modon era mal conditionato, si Modon si teniva qualche zorno, si aria levato ; enon ha voluto
star a Napoli per questo efecto, ma è andato a in- vernar in Andernopolli, e lassato alcuna zente a Napoli e l' armata in streto per riconzarla a Galipoli, e
a tempo nuovo ussir. E il signor per haver visto le
do galie grosse nostre prese, li piaque assai, ha ordinato farne 50 grosse su quel sesto. Item, solicita
l' andata dil suo successor, qual è za partito.
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 8. Come
quella matina, a hore 4 di zorno, recevete letere dil
signor di Faenza, e una di uno suo amico, e una dil
castelam dil Castel Novo, qual tutte manda a la Signoria; et à scrito a Faenza in bona forma ; e par, le
zente dil ducha siano alozate su quel di Forli, e ne li |
castelli di l'arzivescovo di Ravena a descritione. Ju- |
dicha, per il prender di Brisigella si trarano avanti.
Dil signor Astorgio di Manfredi du Faenza, di
7, a hore 6, al podestà di Ravena. Come in quela
note a hore 3 li era azonto 4 soi messi da Brisegella; dicono che domino Hercule Bentivolo e lo conte
Nicolò Guera, con zercha 150 cavali, chiamati da
Dionisio di Naldo, con displicentia di la Valle, e dicono lhoro cridar : Ducha ! e li homeni e le forteze
cridano : Astoro ! e per più chiareza à fato lumiere,
e tute le sue forteze li hanno risposto. Spera in Dio
e in lo favor di esso podestà, di recuperar e romper
li inimici ; per tanto priega li sia favorevole etc.
lui monsignor Zappater, comissario ; judicha, si Valle di Lamon piglia acordo, Faenza è fata, sì che, si
non si sapesse come, non si manderia tal zente.
Item, quel exercito è assa' mediocre, maxime di fantarie ; la fortuna fa il tutto, mette e campi, asedia, porta le scalle, dà la bataglia, et ad ultimo pi- glia le cità. Di Faenza non z' è praticha.
Di Estor Vizano, castelan di Castel Nuovo, date
a di 7, al podestà preditto. Come passò de li la compagnia dil signor Carlo Orssino, e si portò con molta
honestà ; la compagnia di Vitelozo, alozato in Medulla a discrezione, fanno tal portamenti, che hogni
horra bramano la morte ; e quelli lochi sono disperati, voriano el diavol per signore ; e li castelli dı
l'arzivescovo sono pieni di soldati, et quelli sachomanati. Item, come è stato da lui uno Cesaro, alevato a Ravena, è con il signor Carlo preditto, e li
ha ditto, molti soldati haver ordinato, al suo partir,
voler corer e butinar su quel di Castel Novo, per
molti danari dil suo servito li avanzano con la Signoria nostra. Or fece provision redur al castello la
roba, e non li stima ; e ditto signor non à ancora partito con nium. Item, scrivendo, è venuto cavali su
quello teritorio, togliono qualche bestia da carne, si
che dubita, per la gran moltitudine de soldati è li
atorno ; à scrito a li capi letere, e provede al bisogno.
DaMilam, dil secretario, eri sera venute nel conseio di X, di 6. Come di la dieta di sguizari O intende ; el baylo dil Degiun li à dito, la liga grisa era
col roy; missier Zuan Jacomo Triulzi, domenega o
luni si aspeta a Milam ; manda letere abute di Franza, di l'orator.
Di Franza, di sier Beneto Trivixam, el cavalier, orator, date a Nantes in Bertagna, a di 21.
Prima, zercha quello à speso, dice molte cosse ; manda i suo' conti ; in summa, dice haver speso mancho
di quello poteva spender, ducati 750, et pocho è stà
fermo etc.
Di Guido di Guidarelli, cavalier, a esso podesti,
data a Forli, a di 7. Come prima non li à scrito ;
li avisa il zonzer dil ducha con questi signori soi
condutieri, Julio, Paulo e Carlo Orssini Vitelozo Vitelli, Hercules Bentivolo, Zuan Batista Conte, Zuan
Paulo Baglione, soldato de' senesi, qual di hora in hora
si aspetta ; e questi sono alogiati in la terra con pochi
cavali ; le lhor gente d'arme, fra Meldola, le terre
di l' arzivescovo di Ravena, Bertonoro e contato di
Forli, sono alogiate ; li 200 homeni d'arme dil ducha, e balestrieri, e parte di la fantaria alogiano in
Forli, a discretione ; le artilarie, arivono do zorni
avanti il ducha, condute da Vitelozo, sono canoni
6, una colubrina, el resto sacri e falconeti. Da poi
la gionta dil ducha, non è fato altro, se non pratichare con Dionisio di Naldo, ch'è a Brisigella, e a
richiesta sua, stamatina cavalcha don Zuane de Cardona, capo di li 200 homeni d' arme dil ducha, con
homeni d'arme 60, et balestrieri 100, e con li schio- doe qui. Et il re partirà a di 3 novembrio per Tors,
Dil ditto orator, da Nantes, a di 25 octubrio. 417
Come à febre et doie ; à mandato il suo secretario,
Zuan Baptista Palmario, a comunichar le nove di
mar col cardinal Roam, per non esser li , za 4 zorni,
il re. Li disse, li oratori di Elemagna sono zonti a
Orliens, tra i qual sono il conte de Nasor e do altri
anderano a Tors, dove il re li aldirà ; e che il re di
romani era stato a Yspurch, credendo venir a Como,
come vene, e averlo ; ma, inteso era ben fornito, se
n'è partito. Item, a richiesta di esso orator, li dè la
copia di capitoli fati con il re di Hongaria, qual man-
1051 1052 MCCCCC, NOVEMBRE.
e, potendo, esso orator torà licentia, sine autem,
manderà il suo secretario contra il successor per instruirlo, e lui più non scriverà. À mandato a solicitar si scrivi in Spagna, perchè quelle alteze tengi
l' armada in Levante ; il cardinal à ditto farà, et lo
orator yspano à ditto, si 'l roy li scrive. la tegnirano. Aricorda esso orator si tengi l'amicitia con
Franza, perchè à bon voler quella majestà et gran
potentia ; ergo etc.
Dil ditto, di 28. Come fin quel zorno non havia expedito el corier, il re era tornato li ; hanno spazà
im Provenza per l'armar di le nave, et che il cardinal à 'uto letere di domino Acursio . Si dice di qui ,
Spagna fa fati e Franza da parole ; e à ditto : Vedereti a tempo novo, e non sarà parole. E dil zonzer li monsignor di Ligni, el principe di Orangie et mon- signor di la Trimolia ; et in la letera di 25 scrive, di l'intrar quella sera li el cardinal di San Severino;
li andò contra el cardinal Roan e il conte di Caiazo.
Vene in colegio uno secretario e nontio di mis- sier Zuam Bentivoy, con letere di credenze, chiamato Galeazo Butregaro, bolognese, zovene ; è per- sona molto discreta, forma ben parole, era venuto a
ringraciar la Signoria nostra, per parte di missier
Zuane, qual non sarà inmemore mai, et è soto la pro- tetion di la christianissima majestà et di questa illu- strissima Signoria, certifichando quella voy prometer non farà 0, ma quello fa, fa per difendersi etc. El principe li usò bone parole etc.
In questa matina, Jo fizi lezer una letera, traduta
di schiavo, serita per Jurai Marcovich Cacich, conti
di Craina e de tuta la Agustinova Chunisca, amico e
servidor di vostra Signoria. La manssion dice: Nobili
el præpotenti domino, domino duci veneto Dominioque Venetiarum illustrissimo et potenti ; data in Macharsca, nel mexe di octubrio, quinto zorno, 1500.
Avisa, è XV anni domina, e sempre è stato amico ;
dà testimonij sier Fantin Pizamano, sier Jacomo di
Renier, sier Marin Moro, fonno a Spalato, sier Alvise Barbarigo, fo a Liesna, sier Matio Baffo, è a la Braza ; si duol di sier Francesco da Molin, conte di
Liesna, al qual à scrito molte cosse, e non à dato aviso a la Signoria ; e di la venuta di un frate bosnese di Schender, passò a Fiorenza, è stato a Venecia XV zorni .
Item, dito conte di Liesna tien do fradelli, Bersaicho et Alexa, quali sono scriti col conte Xarco, e
avisa turchi dil tutto etc. Or ditta letera fo data ai
cai.
Da poi disnar ſo pregadi. Non vene il principe.
Letto assa' letere, et per Zacharia Davit, quelle di Brandizo e Molla drizate ai cai di X.
Da Corfù, di sier Francesco Zigogna, si scrive
provedador di la Morea, di 13 octubrio. Come hessendo a la Cania, solicitò l'armar di doy schierazi ,
e aspetando la galia Zena, e poi si parti, per esserli
neccessario conferir col zeneral, e si reduse tra el
Zante e Corphù ; et li à scrito esser neccesso confe-
❘rir con esso zeneral etc. Dice di l'armada yspana,
che se ritrova versso il Zante velle 50, et tre nave
grosse, desiderosi atrovarsi col zeneral, et andar a
lo aquisto de qualche terra turchescha etc.
Di Candia, di sier Bortolo Minio, capetanio e 417
vice ducha, di 28 septembrio. Scrive cosse vechie di
le armade, si la nostra come la turchescha ; e a dì 27
li fo consignato el capitaniano (sic) da quelli consie- ri, per vigor di la letera di la Signoria nostra, di 26
avosto ; vederà ridrezar quella camera, ch'è molto
indebitada ; aspeta risposta di quanto à scripto ; di biscoti per l'armada niente hanno ; si scusa non
esser venuto in conserva con sier Piero Sanudo,
dice la causa, si smari per fortuna, e romase in Can- dia, dove era sier Andrea Venier ; si duol dil prefato sier Piero Sanudo, sì la sua nave, patron Marco Antonio Novelo, come Stephano Schiave, nave carga
di gotoni, e Zorzi da Patras, caravella carga di cenere, di esser stà da lui abandonate ; e sier Beneto
Sanudo dil tutto è vero testimouio.
Delditto, di 3 octubrio. Come in quella camera
non è stà seosso un solo ducato del terzo del neto,
sì de li salarij come de utilità de alcuno rector, ni dal podestà di Malvasia. E rectori di quella ixola, Cania, Rethimo e Sithya dicono non haver auto mai letera di la Signoria nostra. Aspeta risposta sopra ziò, e si va più oltra la parte, et etiam li oficij e ca- stellanarie, fate de lì, si sottozaze a la parte ; e a
questi, perchè hanno pocha utilità, aricorda non si fazi altro. Item, capita per zornata de li molto mo- thonei, si homeni come done, chi fuziti e chi recupe- rati, in gran miseria, e di boni citadini dimandano sufragio di qualche casupule, da redursi sotto coperto, e qualche pocho di pane, Li dà con li consieri
uno pocho di biscoto, acciò non morano ; aspeta, di
questo, nostro hordine etc.
Fu posto per tutte tre man di savij, atento la retention di quel orator o messo dil re Fedrico, an- dava a la Valona, domino Alexandro Manducha, sia
scrito e comandà a li rectori nostri, l'hano preso,
Vene li cai di X, steteno alquanto, e altro non fu sia rilassato con tutte sue robe ; e doman sia fato di
fato in colegio. questo, con acomodate parole, relation a l'orator di
1053 MCCCCC, NOVEMBRE. 1054
418
Napoli, scusando etc ; et etiam a l' orator di Franza.
Ave 4 non sincere, 19 di no, 136 di sì.
con gran danno di questa terra ; bisogna proveder.
Dil subsidio resta scuoder zercha ducati 2500, si va
Fu posto per tutti una comission et instrutiom | scodando. Disse esser stato vice capetanio do volte,
a domino Francesco Floriam, dotor, ritorna al gran
capetanio di l'armada yspana, ringraciarlo di la venuta in Levante, et responderli a quello richiese, e
di haver porto, e di non far pace col turcho, e intenderli con li soi reali a ben di la christianità, et
altre cosse, come in quella apar. La qual comission
si fa al preſato domino Francesco, qual va con do
fameglij a spexe di la Signoria nostra, e con presenti
al dito capetanio, di pani d'oro e di seda per ducati 500, et cere, profumegi, zenzari, verde etc. , per ducati 100. Item, fo leto una letera si scrive al capetanio
zeneral, zercha il voler nostro, che omnino la dimori
in queste parte di Levante, aricordando il porto dil
Zonchio, di l ' Arzipielago, a Zia, di la Suda, in l'isola
di Candia, o qualunque altro porto, sì che la romagni in queste aque, et lo debbi honorar etc. Ando| Franza tal relaxassion per uno secretario.
quando el collega, sier Domenego Contarini, ando
in Friul, e col conte di Pitiano. Fo laudato dal principe, more solito.
Vene Francesco da la Zuecha, stato secretario in
Hongaria, qual non referite ; ma à dir cosse importante, et referirà.
prima in renga sier Lorenzo di Prioli, quondam sier
Piero, procurator, aricordando saria meio l'andasse
in Sicilia. Li rispose sier Lunardo Grimani, savio a
terra ferma. Parlò poi sier Marco Bolani, laudando
la parte, ma aricordo che si azonzesse di darli qual
porto li piace, come fu azonto. Et li rispose sier
Piero Duodo, con alta voce. Et andò le parte : una
fo non sincera, 14 di no, 150 di la parte. E fu presa.
Fu posto, per li consieri e savij dil conseio e di
terra ferma, una parte di dar auctorità a li capi di
creditori di bancho di Lipomano, per vender il cavedal de essi Lipomani, habino l'autorità nostra, sia
fermo e rato a quello potrano trovar etc. Ando in
renga sier Christofal Moro, per contradir, e, per
l'hora tarda, ſo rimesso a uno altro conseio.
Vene l'orator di Napoli, per il qual fo mandato,
et li fo ditto la diliberation di lassar quel orator dıl
re. Ringratiò la Signoria, dicendo scriveria, et era
stato orator qui di 4 re soi ; amava oltra il suo re la
Signoria nostra ; acertava il suo re farà il tutto per
la Signoria nostra, a la qual non vol esser ingrato,
per cognoscer il regno da quella ; et fè longi discorssi ; in conclusion, volendo, quel re sarà tuto
nostro. Et fo mandado a comunichar a l'orator di
Vene l' orator dil papa, dicendo, havia inteso uno
messo di missier Zuan Bentivoy, era venuto qui ;
volentiera saperia la causa. E il principe li disse : è,
che l'orator di Franza havia parlato per lui, et par
il christianissimo re l'habi im protetione etc. Solicitò la expeditiom dil messo dil cardinal San Severin. Ditto, si farà .
Fo balotato , per aricordo di proveditori sora
l' arsenal, uno merchado di salnitrij , miera 200 di
fermo, et 100 di rispeto, trarà di Puia, havendo la
trata dil re a ducati 26 el mier ; vol ditta di bancho
o promessa etc. E fu preso. Item, aricordono mandar Alvixe di Dardani a comprar fero im Primier,
verà mior inerchado, perhò che, di ducati X valeva,
non si trova a ducati XI, neto di dazio, ch'è ducati 3
per mier; e Zuan Stefano Maza soleva fornir l'arsenal etc. E fo terminato mandarlo ; qual vol andar
solum per le spexe, con uno di la caxa di l' arsenal.
A di XI novembrio. In colegio vene sier Alvise
Moro, venuto podestà di Vizenza, et referite la fideltà di citadini, di la justicia, dil mestier di la seda,
di la camera e dil subsidio christiano, succincte, e Da Corfu,di Jacomo Coltrim, di 18 octubrio,
quello si resta a scuoder. Item, vicentini sono fide- a la Signoria nostra. À inteso, la Signoria vol manlissimi et obedienti a la Signoria nostra ; sono 20 dar a Corphù provisionati o page di guazo 3000; aricavalieri et 60 doctori, homeni zivili ; si racoman- corda siano fati homeni, non di la sorta hanno, ma
dano. La justicia si fa per 12 consoli, 4doctori et 8 boni provisionati, e numero 500 di la sorte sapera
layci ; e fanno justamente. La camera dà de intrada trovar lui, liali e fidelli ; voria licentia di venir qui
ducati 32 milia ; si scuode al mexe, un per l'altro, per un mexe, e faria tal homeni lui ; e in mexi 4 con
ducati 2500, zoè el mior mexe ducati 3500, el pe- ditti homeni fortificherà quella terra e castello, che
zor ducati 1600. Laudo sier Zuan Batista Bonzi, mai più haverà bisogno di fortificharla ; e non si
provedador. Item, di le sede, fanno a l'anno per resta a far quello locho, che sarà inexpugnabile.
ducati 60 milia, spazavano prima per via di Milan e Item, che il dazio di la doana di Corphù, qual è stà
Zenoa, hora per Zenoa e Trento, dove vi va da Schio | incantà ducati 2000 per uno anno, sia dedicado a
contrabando; e a Trento è 70 telleri, adeo li panni
di seda val il brazo lire 7, fornisse tutta la Alemagna,
tal fortifichazion, e per far calzine, sabie, piere etc.;
e à trovato 4 citadini vol disborsar li danari , e starli
1055 MCCCCC, NOVEMBRE. 1056
418
a scuoder. Item, à compito di serar e separar el se- | lassa partir. Item, la venuta dil vescovo di Chai,
raio, per la segurtà di la citadella e castelli. Lauda |
sier Marco Antonio Contarini, sopra tutti li piace ; e
aspeta sier Alvixe Venier, provedador.
Di Ragusi. Fo leto alcuni avisi, di 17 octubrio,
di sier Hironimo Zorzi, quondam sier Andrea, scriti
a' soi fradelli. Il sumario di qual sarano qui avanti
scripto.
exortò il re a far, ma in conclusion 0 fu ; e quella
di li oratori francesi fo tanto tosego a la praticha,
perchè dicevano esser venuti a requisition di la Signoria nostra, et usavano di stranie parole etc., et
feno la liga tra lhoro re. Item, di Pollonia non è
da sperar nium ajuto , per esser quel regno molestato da' tartari ; e disse altre cosse, qual non mi
ricordo.
Noto, in questo zorno a gran conseio fu posto
certo salvo conduto a sier Mafio Soranzo, quondam
sier Vetor, cavalier, procurator, per mexi do ; possi
venir a chiarir alcune cosse dil bancho di Liponmani etc. Preso.
sarà qui soto posto. E a bocha diceva tre cosse : la
prima, che l'armada yspana havea abuto la Zefalonia ; item, che 'l capetanio zeneral era venuto con le
galie sotil al Zante, e havea manda X nave e le galie grosse in colpho di Corom ; item, havea fato taiar
la testa a sier Carlo Contarini, fo castelan al Zonchio,
per haver dato quel locho a' turchi. Tamen, per le
letere niuna cossa di questo si have, e molti non
credeva.
Vene l' orator di Franza, et ſè lezer una letera
latina, li scriveva il ducha di Ferara, di 8 novembrio,
in risposta di la fede à versso la christianissima majestà, e come è desideroso di le cosse christiane. Et il
principe li commemorò iterum quello eri li fo mandato a dir ; e poi si parti.
Intrò li cai di X, et, mandati tutti fuora, comunicono certe cosse. Et da poi disnar fo gran conseio,
et colegio si redusse a consultar. Et Francesco da la
Zuecha, secretario, referite. Primo, di la licentia abuta
dal re, e le parole li ordinò dicesse a la Signoria, di
la bona voluntà di romper a' turchi, ma bisognava
esser ajutato, et andava a Bazia a veder il voler di A di 12 novembrio. In colegio si have letere da 419
baroni. Poi disse dil cardinal Ystrigonia, qual al pre- | mar, dil zeneral, per la nave Simitecola ; il sumario
sente è disposto a far il tutto, poi è stà creato cardinal. Item, dil venir suo con grandissimo pericolo,
si de le strade cative, come per la peste in la Croatia; à dormito di fuori, vene in Cao d'Istria, e de
li, per barcha, qui è venuto. Di la intrada di quel
re, è pocha l' ordinario, ma le diche mette, ch'è un
ducato per fuogo, è assai, per esser 350 milia fuogi nel regno ; e re Mathias ne meterà (sic) tre e
quatro a l'anno. Questo re veramente à scosso per
dicha la mità, e le à poste di raro, licet è pocho ne
ha messo una a ducato uno per focho. Item, soa
majestà, e quelli regnicoli, sono desiderosi di far la
guera col turcho, ni altro desiderano ni bramano,
ma bisogna esser ajutati da' christiani, e præcipue
da la Signoria nostra, di chi fanno gran stima ; et
quorum interesse agitur. Et la caxon di la dieta a
Bazia è, perchè credeva la conclusion di 100 milia
ducati per la liga particular, e si stete do mexi a risponder, ma poi fu scrito si atendesse a la liga general. Item, di cavali arà da 18 in 20 milia, videlicet
il clero è ubligati cavali 5000, li principi 5000, et li
comitadi, ch' è 72, 5000 ; sì che questi XV milia non
mancha; poi la corte dil re sarà da cavalli 3000,
et non mete li transilvani e li sciutuli, che sono populi scituli venuti di Scitia, quasi tartari, qualli fanno
uno numero grande, 20 milia, di cavali ; che tutti,
movendossi il re, sono ubligati cavalchar ; e questi
18 milia primi cavalli, li traze solum di la Boemia,
di la Moravia et Slesia. Item, li vlachi non è computadi, et tutti desiderano guerra con turchi. Sono populi molto ferozi, et maxime quel Stefano vayvoda,
uno di vlachi etc. Conclude, quel regno metterà contra turchi da cavalli 40 milia ; et questo è certissimo. Item, che li è l'orator dil turcho, con gram spe- ❘
xa dil re, per esser molti cavali ; qual il re non lo |
Vene l' orator dil ducha di Urbim, domino Machario con una letera di credenza dil signor Julio
Cesar di Varano, di Chamarin, et expose voria far de
qui certe artilarie e canoni, la Signoria volesse lassarli far. Il principe li rispose, ne bisognava per nui ,
e avesse pacientia.
De Antivari, di sier Piero Tiepolo, podestà, di 7
octubrio. Come feze far la mostra a li 50 schiopetieri , noviter mandati de li, e trovò mancharne 14, et
à messo, in locho di questi, alcuni soldati erano li, di
la conduta di Marco da Vale, contestabele, ch'è lì ;
et li danari avanzadi, ch'è ducati XV, li dette al
preditto contestabele per sovention sua, e lo lauda
assai, e con gran forza l' à tenuto de li, e con gran
contentamento di tutta la terra. Àtrovato nel gropo
ducati scharssi soldi 24 l' uno, e la compagnia si doleva. Item, scrive zercha la trata di formenti da Trani
concessa, biasema il provedador di Albania ; et ivi ,
per monition, non è solum stera 900 formento; et
ditto provedador à dato a chi li à piacesto dil resto
1057 MCCCCC, NOVEMBRE. 1058
419
levar alguni altri stratioti da Malvasia, con li soi cavali, li quali sono per ritornar, e spera avanti il ritorno suo a Malvasia, adoperarli a beneficio di la Sidi formenti, et a richi e non a poveri, e a li soi pro- ron si rendesse, e sono montati su le galie grosse, e
visionati fatti , e ogni di ne fa, pur che li porta el du- | meterali in qualche loco di Levante. Etiam ha fato
chato dil privilegio etc., e a soy famegij à dato, di
questa camera povera, per provision ducati 25. Item,
lì si trova anime 5000, è in fra terra, in mezo dil
paexe de' turchi ; e il sanzacho di Scutari è zonto 4 | gnoria nostra. Si duol dil tempo contrario, da po- zornate da Scutari, e si aspeta di hora in hora; nè
altro di novo li occore.
Dil ditto, di 8. Scrive mal dil provedador di Albania preditto, qual l'à calomniato; à fato provisionati a quella camera, per ducati 50 al mese. Item, à
mandà de li certi, fonno ban liti per il conseio di pregadi con taia, videlicet Zan Duma, Piero Goetich,
fio de maistro Bataia, et Domenego Opasen, e questo
è quello fo bandito. El qual provedador sta a Dulzigno, e non vien li a li bisogni. Item, el sanzacho di
Scutari è zonto a Pechi.
Dil ditto, di 9. Come à ricevuto nostra di 4 septembrio, e ha confortato quel fidelissimo populo,
nomine Dominii etc. Per l'altra, zercha debbi cassar
li paesani di le compagnie. Item, ricevete certe monition, e il biscoto fo mal tenuto ; aricorda si provedi a certe monition.
nente e garbin, molto fortunevele; e non pol far
quello el vuol, si nel colpho di Coron, come ne le
aque di Corfù. Item, à mandato al podestà di Malvasia formento lire 7381, da esser dispensato a le
fameglie di stratioti venuti con lui. Item, per la molestia havea di le nave armade in Candia, et de li
provisionati e bandizati, venuti di quella isola a servir de bando, per esser servido il suo tempo, e per
aleviar la spesa di le nave, et le ha licentiade, insieme
con li provisionati, et bandizati erano sopra ditte
nave numero 6 et uno schirazo ; li provisionati erano
numero 270, e li bandizati 82; et a quelli hano ser- vido il tempo di le proclame, fate per missier Antonio Grimani e missier Marchio Trevixan, olim zenerali , debino goder li beneficij ; quelli non hanno
compito, siano obligati compirlo, ogni volta el sarà
necessario che vegni in armada, havendo però el
presente beneficio di esse proclame. Item, la galia
di Candia, soracomito sier Marco Grioni, per esser
meza disarmata, et quando fo deputa andar con le
4 galie al socorsso di Modon, esso sopracomito, con
tuti li honeni di la galia, messeno tutto el suo su
la galia di Candia, soracomito sier Anzolo Pasqualigo, acciò le conduzesse in Candia; la qual, per fortuna, andoe a fondi, e tutto fo perso; sì che a questa galia Griona, l'à mandata a disarmar, e quelli
galioti se lamentavano continue etc. Era solum a remo
Di sier Piero Bembo, castelan di Antivari, di 26
septembrio. In risposta di una letera scrita al podestà
e lui ; ma il podestà stè assa' avanti ge la volesse
mostrar, pur l' ave ; e per quella si li dà la trata di
stera 500 formento, zoè di la Signoria, da esser dispensado de li etc. Item, le munitiom, per il castello
mandate, il podestà non l'à volute dar ; dice mal dil podestà, e lauda il provedador di Albania. Item, el
podestà, partito il provedador, fè incantar el dazio
dil vin e oio, con el terzo di danari avanti trato, in
gran danno di la Signoria, e contra la parte; e à | homeni 113, oltra li balestrieri ; sì che resta in armesso le man suso per il suo salario; e la cità patis- mada do galie di Candia, Zena e Barbariga, di sette
se; et il podestà li à fato comandamento, per nome
di la Signoria, non ensi di castello ; e cussi per ubedir non ussirà. Et è mexi 16 è lì, e non à 'uto da
Corphù solum il salario di uno mexe, et porta il
tutto pacientemente.
che era prima; 4 di le qual periteno ; videlicet tutte 7
fono arinate questo anno, et quelle resta, li corpi fano
aqua ; solum quella dil Grioni è aquanto (sic) bona.
Aricorda sia provisto in tempo, e li è forzo, fin qualche zorno, mandar le do resta etiam a disarmar, per
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, a haver compito li 4 mexi, e li galioti non hanno più
presso la Vaticha, di 17 octubrio, tenuta fin 18 da ni im pè ni in dosso. Item, a Legena, 6 di principali ,
matina. Come di 14 scrisse, ma non si ha 'bute ; è che andono al turcho per capitolar etc., li ha examistato a Malvasia, e per non esser porto, e il tempo | nati et con testemonij , li ha confinati perpetualmente
fortunevele, fo constreto levarsi e venir li. Item , à
provisto a Malvasia e a la Vaticha, lassandoli danari
emunition, come apar per la poliza ; e quel podestà
di Malvasia tremava, adeo si esso capetanio non l' assecurava, l' abandonava quella inexpugnabile forteza. Item, levo da Malvasia molti stratioti coronei,
per numero circa 70, venuti li tre zorni avanti Co- i
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
in Schytia per li lhoro demeriti. Item, scrive queste
per la nave Simitecola, vien da Retimo, zonta eri de
li con vini, e di qui indriedo continuerà el scriver.
Item par, a di 18 da matina, si lievi de li.
Cosse mandade a Malvasia : formento 1. 738 (sic),
barili di polvere 15, ducati 100. Cosse lassade
al castel de la Vaticha: formento stera 50, barili
67
1059 MOUCCC, NOVEMBRE. 1060
420
di polvere numero X lanze longe numero 20 ,
lire .....
sta invernata si debi atender a ruinar o brusar l'armata di la Vajussa, aliter la farà più fortuna di quello
Di Zara, di rectori, sier Francesco Venier, con- far l' exercito dil turco e il resto di l'armada soa ;
te, e sier Jacomo da Molin, doctor, capetanio, di 3 e Mustafa bei, sanzacho, è quasi morto da dolor, non,
novembrio. Come scrisseno a di 29, hore 22, turchi possendo operar l' intento suo; e se non fusse stà
esser zonti nel conta' di Lavrana, da cavali 2000, e di per soa moglier, ch'è fiola dil signor, saria sta za
la presa dil castelan etc. Et hanno, ditti turchi heri fato morir etc. Item, per uno messo di la comunità
se aviorno verso Ostroviza, con la preda, dove an- di Ragusi, stato più de un mese in campo dil turco,
cor sono ; si judicha passerano a la volta deGracco- è zorui 25 si parti de li, havia lassato il signor al Zi- vo; è da dubitar, mandando via la preda, parte di ton, a presso Negroponte ; e dice voleva andar a la
Ihoro siano per ritornar ; fano ogni provixion, ma- volta di Andernopoli, e non si sapea di certo dove
xime al borgo di Lavrana, ch'è da dubitar. Et sier inverneria, o li , o a Constantinopoli ; perhò che, anJacomo Manolesso, provedador di stratioti , quella cor sia stà vitorioso, ha auto tumen gran streta ; e
instessa note fo mandato, intrò ne la forteza per via morto gran numero di suo' valente homeni, non tanto
del lago, con pericolo de anegarsi, per un temporal in bataglia, quanto di malatie era nel campo ; pareva
che li roverso la barcha. Etiam, la note sequente, un morbo, e le zente tornavano a li alozamenti tutte
intro missier Zuan Tetrico, cavalier, el qual si oferse amalate e meze morte. Item, che si aviso, uno nee volse andarvi. Fo etiam mandato un di contesta- vodo del caraman, qual si è sublevato con molte
beli con la sua compagnia. Atendeno di hora in hora zente, et ha tolto tre terre, è corsso tutto el paese 420*
el zonzer di provisionati, quali non è zonti, se non dil turco a quelli confini de la Natalia, e li sarà neuno, con una barcheta a Nona ; il resto si dice è in cessario mandar sopra quella banda di la Natolia,
le aque di Ossaro, e, zonti, manderano la roità a zente a l'incontro. Item, come quelli di Hongaria,
Nona e la mità nel borgo di Lavrana. Non poleno Pollana, Boemia, Rossia, insieme con el carabolan,
avisar la preda fata, ma sanno à depredato 13 ville zoè el vlacho, per tuto resona, sono in hordine, e à
dil ditto conta' di Lavrana, di le miglior; et li ho fato qualche coraria a quelli confini ; e, se li altri chrimeni per fortuna di sirocho non si poteno tragetarsi stiani vorano dar qualche ajuto, potria esser le cosse
a l'isola. Item, ditti turchi, za molti zorni, si parti | anderiano altramente etc. Item, che quella terra di
cavali 2500, tra li qual erano questi, mandati per
Schander bassà a meter vituarie ne le forteze de Chaminganter et Cliuz, a li confin di la Bossina : e questi poi, per la via de Bichach, sono venuti versso
questo contado per luoghi deserti. Per quanto referisse di turchi , presi da' nostri e torturati, dicono
esser cavali 1500 ; atendeno a proveder.
Ragusi è una scalla nimicha al stado di la Signoria
nostra, perchè da Venetia e di Puja e Marcha capita
molte cose prohibite, e in quantità ; primo stagni,
vien di Venecia, poi di Puia e Marcha, maxime da
la fiera di Rechanati ; item, canevi filadi, azali, panziere, partesane, spedi da collo etc.; e ragusei, per
avaritia, comportano. Et aricorda si debbi advertir.
Deli ditti rectori, di 5. Chome per la ditta bar- Dil ditto, di 16 octubrio, a la Signoria nostra.
cha, non partita ancora, hanno per via di Lavrana | Zercha questo gran numero di stagni e altre cose,
e Nadino, turchi esser pur a Ostroviza, e vano versso
Tenina, e fanno pocho camino; stanno vigilanti a
teguir svegliati i contadi e proveder etc.
De Ragusi, di 17 octubrio, di sier Hironimo
Zorzi, quondan sier Andrea, a so' fradeli. Come el
signor turco se stima andava a Constantinopoli ; si
judichava prima dovesse invernar a Salonichij , ma,
vedute le zente sue mal in hordine, anderà a Constantinopoli , per far preparation in questa invernada, si in Mar Mazor, come Constantinopoli, Galipoli e altri luogi soi di la Natalia e Grecia, per esser
potente a tempo nuovo; et se le forze di christiani
non sarano unide, se vederà el bel frachasso, perchè
ozimai i nimici hanno experimentato le forze de' venitiani, si che provedasse amore Dei. Conforta, quese conduseno de li, prohibite ; e tute vanno in Turchia. Item, di angaria e novi dacij , posti per quella
comunità a li subditi di la Signoria nostra, di pagar
7 per 100 d'intrada, et altratanto de insida, cossa
che non fu mai, e trarà di subditi nostri più di ducati 8000 a l'anno ; e da do di avosto tin a dì 6
octubrio, à trato di le doane, per robe condute de li
con soi navilij , sì soe come de' fiorentini, da zercha
ducati 7000; le qual sono tutte contrabando, e contra le leze nostre etc. Dil ditto, di 4 novembrio. Aricorda, hora è mutato stato in Romagna e Marcha per il ducha di Valentinoys, si scrivi di questi navilij ragusei capitano,
alevano panni fiorentini, mantoani e altre cosse prohibite, ut patet, stagni, azali etc. , quali vano da Ra-
1061 MCCCCC, NOVEMBRE. 1062
421
gusi nel paese dil turco. Causa di tutto è fiorentini; | scari, orator, zercha la lil eration dil nootio dil re
e ditte scale traze pocha utilità ; in tutto non è du- cati 150 a l' anno di tal cosse, si che con una letera
si obvierà a tutto; e, facendo, seguirà, fiorentini remarano disfati , ragusci perderano ducati 5000 di le
doane, li navilij soi perderano tal partidi. Item, sia
fato bona custodia a li gripi corphuati e altri navilij,
insino di qui portano de li stagni, azali etc., e tutto
è acetà lì a Hagusi. Item, per Dimitri, dragoman de
fiorentini , parti a dì do octubrio di Andernopoli, si
ha, el signor non era ancor zonto, e tuttavia si aspeclava, e si aparechiava li seragij ; starà 15 o 20 zorni
li , e anderà a Constantinopoli ; à lassato soto Napoli
el bilarbei di la Natolia e quel di la Grecia, Sinan
bassà et Jacub agà, sanzachi, con zercha persone
7000 per assedio. Item, Schander bassà, a dì 16
octubrio, fè cavalchar cavali 1200 con vituarie e
munition, per meter in quelli castelli, al confin di
l' Ongaria; poi doveano corer a ditti confini di Hongaria, ma lui crede sul conta' di Zara ; e tuta l'opinion sua è de anidarsi in qualche loco di Dalmatia,
e maxime a Nona ; e si dice ha inteligentia dentro,
in certo monestier di frati. Ditto Scander è di nation trabensondeo, di anni 65, per el pasato infermo, e quasi arsirato di le man, per certo cataro,
hora à sanato ; homo prudentissimo, grandissimo inimico di la nation ; à solo uno fiol ; el suo sanzachato
tien fina sopra Segna, e confina con l' Hongaria ;
puol far cavali 6000; de' turchi, tutti timarati, a la
sua corte ha cercha cavali 300; de' christiani, obligati andar in campo, da cavali 3000.
Da Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenijo, provedador, di 12 octubrio. Come quelli voriano andar
a Roma al jubileo, non li ha lassati partir; prega la
Signoria si scrivi in corte lo mandi de li , acciò la
terra, in questi bisogni, non siano abandonati ; e
cussi la comunità, e lui, fin di april, scrisse a la Signoria nostra, e alcuni frati vene al presente con
ditte letere, et cussi, consulente colegio, fo scrito a
Roma.
Vene sier Anzolo Sanudo, oficial a le raxom vechie, e fè lezer una certa parte, regolation di dacij
dil pesse etc. Fo gran parole e consulti, tamen miora
assa ' a la Signoria nostra ; et intisi , in pescharia non
pol li peschaori vender con capello in cao.
di Napoli, preso a Brandizo, debbi comunichar col
roy. Item, per un' altra letera, la calomnia ne è sta
levata, si trata liga tra el re di romani, el re di Napoli, la Signoria nostra e il turcho, non è vero, e
sono malivoli, che zerchano poner mal ; perho debbi
avisar la christianissima majestà.
Da poi disnar fo conseio di X con zouta di colegio, et altri, e li procuratori ; nescio la causa. Steteno fin hore 4 di note.
Ad' 13 novembrio. In colegio vene l' orator dil
papa, et disse cosse particular, zercha la expedition
di quel messo dil cardinal San Severin. Ditto, si
expediria doman etc.
Vene l'orator di Franza, in cosse particular e
non da conto; stete pocho, et si parti. Non so quello
expose etc.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, conte, di
5 novembrio. Dil zonzer de li Alvixe Zucharin, con
4homeni e arte per cavar ; e, andati a torno la terra
tastando, dice non è possibel cavar con badiloni, per
haver trovato duro, excepto verso el mu lo; e pedoni pol guazar atorno la terra, fin a presso le mure,
excepto per mezo ditto muolo, ch' è sfondrà ; e dice
non si pol cavar per li tempi e aque grosse, et si à
chavar più di uno mio ; dice bisogneria indusiar a
questo fevrer, a le aque basse; e à fato cavar arente
i ponti, e à trovato duro; a pena i zaponi se potria
cavar. Item, dice non porà trovar de li 50 homeni,
richiesi per ditto Zucharin, ma ben 25, per 8 zorni
e non più ; et dagando angaria, tutti si partiriano.
Item, dice di la coraria di turchi fata, capo Bergit
vayvoda, su quel di Zara, a di 30 octubrio, e verso
Lavrana ha tolto persone 3000. Item, dice dil suo
canzelier, justa i mandati, verà con lui a la Signoria.
Item, per li retori di Zara li fo mandato un proto, à
fato mezo toriom, non compido; è alto fin a le mure, manchali el parapeto e i merli. Post scrita, par
Zucharin con li zitadini consultato, è bona provision
cavar un canal atorno, largo passa X. e fondido pie'
5 in 6, e sarà opera perfeta, e durerà sempre per el
corso di le aque, che più non se potrà guazar. El
qual Zucharin vien a la Signoria nostra.
DaMilam, dil secretario , di X. Come era venuto 1211
a parlarli uno milanese, fa de li polvere di bombarda, chiamato Piero de Locha, e li disse, che do, qual
non cognosse se non per vista, li par todeschi erano
venuti da lui per comprar certa polvere artificiada,
sta 8 zorni e poi brusa, che lui la sa far; e li disse
non havea. Crede voglino vegnir a brusar l' arsenal
Item, fo serito in Franza, a sier Francesco Fo- nostro, wonde, per esser servidor di la Signoria noFo scrito a Verona a li rectori per colegio, dovendo passar de li el cardinal curzense, va legato in
Alemagna, lo honorino, li fazi le spexe a Verona. Et
lui podestà, nomine Dominii, exorti a la uniom dil
re di romani e Franza, e la expedition general.
1063 MCCCCC, NOVEMBRE. 1064
stra, manifesta tal cossa, oferendossi venir de qui a
far la guarda de li ditti ; qualli, vedendo, li cognosceria etc. Item, missier Zuan Jacomo Triulzi è zonto
a Vegevene, e chome li à ditto uno suo secretario,
starà 7 zorni, poi verà qui. Dice è tutto di la Signoria nostra. Item, di sguizari, el baylo dil Degiun li à
ditto, la dieta fata a Turich nulla hanno concluso, è
stà messo farne una altra doman a Filimburg, locho
devoto a la christianissima majestà. Si sta in aspeta- tion di la dieta di Alemagna; e li oratori dil re di
romani, andati in Franza, quali sarano alditi a Tors.
Item, quelli francesi atendano a scuoder li 100 milia
ducati da' milanesi, per l'ultima rebelion ; et quelli
si rendeno dificili. Item, aricorda se li manda danari
da viver. Et fo scrito a Bergamo, li mandi ducati 50.
Vene el signor Schandarbecho , solicitando la
soa expe lition ; li mancha solum ducati 1000. Et fo
ordinato al cassier di spazarlo, e ditoli di li disordeni fanno li soldati a San Nicolò di Lio, li amonissa.
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe.
Leto le letere, andò in renga, non hessendo il colegio, et referite Francesco da la Zuecha, venuto di
Hongaria ; e disse gran cosse ; e tra Polana e Hongaria, li ulachi etc., potriano metter cavali 40 milia ;
concludendo, volendo far guera contra il turcho,
non si debbi lassar la praticha di quello re, qual è
volenteroso a l'impresa. Non fo laudato de more,
come si conveniva, per il vice doxe.
Da Roma, di l' orator nostro, di 6. Come l'aqua !
era pur grande, e l' orator andoe a caxa di l' orator
di Franza, qual era con uno camerier dil papa, chiamato Troz, e lo scose da lui. E li disse, il papa era
per far acordo col signor di Faenza, e darli il capello, e poi andar con le zente a Bologna ; poi par- |
lono dil re di romani, dicendo à aviso vol venir in |
Italia con gran zente, e lui , monsignor di Trans, à
scrito al roy vengi in Italia, e per questo, e per la
expedition contra il turcho etc.
Dil ditto, di 7. Come, callata l'aqua, è stato dal
pontifice ; et soa santità li disse, haver letere di 25
di Rimano, el ducha haver auto Brisegella con altre||
forteze di Val di Lamon, et si aspelava in campo
100 lanze di monsignor di Alegra et 800 fanti. E
poi parlò di castelli di bolognese, chome si havesse
a tuorli ; et eravi domino Pyro Malvezo, bolognese,
li etc., sì che el papa pretende a Bologna. Or l'orator solicitó la expedition di legati. Disse il papa :
Per le aque non si à potuto ; venere expediremo in
concistorio quel va in Hongaria. Item, che l'orator
yspano solicita aver la cruciata, perchè li reali vol
tenir quella armata qui .
Dil ditto, a dì 8, tenuta fin a di 9. Come el
papa non dava audientia, e par l' orator di Franza
habi letere dil roy, di 22, li scrive non vol altri legati in Franza cha Roan, ni etiam quel va in Ingaltera passi per la Franza, se non come cardinal etc. Il
papa à tolto rispeto a risponderli. Item, dubita dil
re di romani, verà grosso. Item, a di 9, l'orator fo
dal papa ; qual li disse : Domine orator, ne è stà
ditto, Ferara, Fiorenza, Mantoa trama liga col re di romani per tirarlo in Italia etc. Item, expedirà l'ora- 422
tor va in Hongaria, qual verà in questa tera. Noto,
parlando l' orator nostro col papa e orator di Franza, si dice la Signoria trama liga col re di romani e
Napoli et lo turcho, li rispose optime ; laudato. Item,
par habi ricevuto nostre, con li sumarij à comunichà col papa.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, dotor,
orator, di 4. Come quel zorno il re mandò per lui,
e li disse, zercha la pace col turcho, si oferiva in
tutto, havendo quel orator li, interponersi. In conclusion, optime parole ; spera far qual cossa; e, volendo, la Signoria mandi uno suo, manderà con
dito orator a la Porta, qual sarà expedito fin 8 zorni ; lo fa star con gran guardie. Item, esso orator
scrive, sia stà qualche parola dil turcho zercha tal
paxe, perchè par, il signor sia desideroso di pace, e
mal volentiera è venuto a la guerra con la Signoria
nostra, et li soi populi voriano la pace ; sì che la Signoria nostra fazi qualche pensier. Et leta dita letera
in colegio, par nium facesse conto.
Da Pecaro, di sier Zuan Badoer, doctor, va
orator a Napoli, di 9. Come a Ravena recevete la
comission sua, e a dì 6 vete dischargar al Porto
Cesenaticho certe artilarie ; fo a Rimano, li populi
mal contenti dil ducha, non li atende le promesse
fate a la comunità, e li fanno molti oltrazi ; el ducha
non vol dar audientia, per non udir tal lamenti , e
cussi è a Pexaro etc. Item, de lì è nova, è stà fato
triegua la Signoria nostra col turcho.
Da Ravena, dil podesti et capetanio, di XI.
Manda letere abute dal signor di Faenza, et de li 16
deputati al governo. Par quelli dil ducha habino auto
Brisegella, con alcuni lochi, causa Dionisio di Naldo ;
le zente alozate ubique a discritione, e in li lochi di
l'arzivescovo di Ravena. A Faenza è stà murà do porte ; hanno animo a tenirsi, et ogni minimo socorsso si
terebe ; hanno pochi fanti, e non sperano socorsso ;
el castelan è pur im prexon, e da lui non hanno
potuto haver alcun dinar ; le zente dil ducha non
hanno auto danari, e dove alozano fano ogni mal.
Quelli populi si dariano al diavolo ; e il ducha non
1065 MCCCCC, NOVEMBRE. 1066
dà audientia, per non udir li rechiami ; e da Ri- | cha à opinion andar li a campo ; e questi di pasmano à nova, sono mal contenti, per non li oservar
li pati, quanto a li dacij . Item, le strade di Ravena
a Faenza è rote, perho etc. Manda una letera abuta
da Forli di missier Guido Guidarello.
Dil signor Astor di Manfredi al dito podestà di
Ravena, di X. Avisa dil perder di Bersegelle, et
tamen quelli di Val di Lamon sono constanti a la
devution soa ; et di 13 castelli n' è perso solum doy;
e spera, per le discordie vi sono, di recuperarli
presto, et mantenirsi in Faenza ; pregando esso po- destà li ajuti in quello puol.
Item, li antiani di Faenza scriveno a esso pode- stà in conformità ; nara il perder di Bersegella, et
sperano, ajutandoli , tenirsi .
Da Forl', di Guido Guidarello, di X, al podestà
di Ravena. Come Dionisio di Naldo vene eri da
Brisegella al ducha, con el qual parlò longamente in camera. Dice, domenega passada, Zuam Evangelista , fradello dil signor Astor, con zercha fanti 200 di missier Zuan Bentivoy, e zercha 500 di
Val di Lamon, venero sopra la colina, zoè per la
serra del monte a la volta di la rocha di Brisegella, che ancor si tenia, periò che à due roche, di
le qual Dionisio subito ne have una, come gionse,
et vene cridando : Astor ! Astor ! E conduse fantarie, come dice, 1500, è cavati di diversi lochi, come
di bolognese, et di lochi di fiorentini e altri lochi
422 di montagna ; e, con li homeni d' arme, che ha del
duca, e cavali lizieri, andò a la volta de questi, et
miseli in fuga ; e con questa gente andó a le case
de' Bosi, e quelle brusò, e amazò cercha homeni 4,
e brusò altre case de' soi nemici, e ritorno. E quella
sera medema hebe l' altra rocha, tal che tiene Bre
segella con tutte do le roche, e la rocha di Rontana,
e certe altre rochete de la Valle, per modo che de
le roche de la montagna, oltra quelle de la Valle,
come Zaperano, la Preda e altri logeti fin hora
hanno auto, resta solum la rocha de Monte Mazor,
dove è dentro uno da Tirone, che si tien per el
signor Astor. Ben è vero, che quelli de Tirone gli
hanno promesso, fra tre dì, fargelo haver. Conclude, quelli di la Valle ogniuno si stano ne le sue
ville, e pochi a Brisegella, e li soldati alogiano a discretione, ch' è cosa assa' pericolosa a homeni non
usi a patire tali damni. Item, eri matina se andò con
cavali 200 a Faenza, e lui Guido andò con 20 bale- strieri a la porta dil borgo, e andò fin su la propria porta ; non ussi mai persona. Ben è vero, el
muro era pieno de homeni e artilarie, di le qual
più volte ne sbarorono, e tornono a drieto. Il dusati , lui ducha, im persona, fè la mostra di le fantarie, e, su certa prataria a presso la rocha, fatone bataglioni, molto e longamente ; è bella fantarie, da
1800; et mille ne ha Vitelozo ; e Zuan Paulo Baglione, qual è arivato, zercha 600 homeni d'arme ;
si che sono 600 homeni d'arme, cavali lizieri 400,
tutta utilissima gente etc.
Fu posto per li consieri autentichar certe parte
prese tra li creditori dil bancho di Lipomano, per li capi, di vender li beni e poter tuorli in si etc. Et
questo, con autorità dil conseio di pregadi, risalvando le dote. Andò in renga sier Piero Capello,
suo parente, fè lezer una suplication di questi Lipomani, ch'è im prexom seradi, quali voleno dar a
li creditori, computà il quinto hanno auto, un terzo in
contadi, e un terzo al monte nuovo, a ducato per ducato, eun terzo al sal di milesimi propinqui ; ita verà
48 per cento ; e mostrono dover haver da sier Mafio Soranzo ducati 35 milia. Item, par facino un
conto di tutto el suo, val ducati 140 milia etc. Et
è da saper, la moglie di sier Hironimo Lipomano
eri di note fè uno fio, e il marito è im prexom etc.
Or, sier Antonio Trun, el consier, ch'è suo parente, andò in renga, e disse gran mal di Lipomani,
e l' avea intachà di ducati 2000, et ducati 2000 di
piezaria etc. Poi parlo sier Alvise Zustiguan, ch' ẻ
a le raxon nuove, zermam, per la dona, di sier Vetor Lipomano, e aricordo fusse cazato li debitori e
creditori. E cussi restò a meter la parte solum per
sier Alvise Mudazo e sier Zuan Morexini, consieri .
E tutto il conseio si levo, et O fu posto.
Fu posto per li consieri certa parte, chi havea
beni di ditti Lippomani in le man, si desse in nota
seriti, instrumenti etc. , sub pœna grandissima. Item,
si fosse stà strază carte di libro o zornali etc. , fo
posto pena, etsi debbi publichar ditta parte. Ave
tutto il conseio.
Fu posto per nui ai ordeni, che mandandossi
assa' danari a Damasco per il cotimo, li capi si possino asegurar etc. Ave tuto il conseio.
Fu posto per li savij , tutti d' acordo, una parte,
notada per mi, di mandar ducati 5000 a Napoli di
Romania, parte per li soldati stratioti e fabricha :
item, 20 mureri lombardi e do favri, taole e monition ; item , scriver al capetanio zeneral , mandi
Coltrin, inzegner, ch'è a Corfù, fin lì a Napoli , qual ritorni con la galia poi a Corfù. Et ditti danari si 423
toy di ogni danar di la Signoria, sotto pena al cassier, excepto li danari di l'arsenal è deputati mandar a Corfu, e si mandi in ditto numero quelli più
1067 MCCCCC, NOVEMBRE. 1068
tornesi si potrà. Et sier Alvise Mulazo e sier An- |
tonio Trun, consieri, messe, exceptuando la expe- |
dition di Schandarbecho. Andò le parte : 65 la nostra, 84 di consieri. E questa fu presa ; 3 di no et
una non sincera.
al suo signor, et exemption a essi citadini. Item, a
Bologna si sopelisse la roba ; si dubita di tumulto,
o di la terra o di fuora ; et stanno in qualche pavento.
Di Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podestà el capetanio, di XI. Manda una letera abuta di
Damian di Tarsia, castelan a Castel Nuovo ; li avisa
pur di le cosse turchesche ; et 4000 cavali reduti in
Bossina etc.; sì che dubitano, hessendo stati a Zara,
e depredato il tutto, non vengino di qua ; à mandato exploratori a saper im Bossina.
Item, fu posto per tutti li savij scriver al capetanio zeneral, atento si habi inteso in la Sicilia esser
corsari , per la comprada fata di formento, mandi
do nave etc. , ut in ea. Et Jo, Marin Sarudo, non fui
in tal opiniom. Andò in renga sier Antonio Trum, el
consier, e messe de indusiar, videlicet in risposta di
sier Piero Duodo, savio a terra ferina. Et a rispon- Vene li capi dil conseio di X, et mandati tutti
der al Trun, parlo sier Cabriel Moro, savio ai orde- | fuora, steteno assa' dentro ; et poi chiamati quelli di ni . Mi parse dir qualche parola, et parli (sic) aricordando li scrivi al capetanio zeneral, sij col capetanio
di l'armada yspana, e tra thoro provedi come li
par ete. Et in questa opinion intrò sier Piero Contarini, sier Antonio Trun, consieri, sier Nicolò Trivixan, procurator, e sier Marco Antonio Morexini,
el cavalier, savij dil conseio, sier Lunardo Grimani
e sier Francesco Foscari, savij a terra ferma. Andò
le parte : di quella di altri savij fo 13, di la nostra
128. E questa fo presa.
colegio, fo leto una letera dil cardinal curzense, scrita a l'orator di Franza, data a Rosiglion, come veniva temporizando, per haver risposta di Alemagna;
faria la volta per Ferara e Verona, e forsi veria a
Padoa.
Da poi disnar fo conseio di X, et li savij reduti a
consultar. Versso sera vene letere da mar, per via
di terra, justa el solito, videlicet le vechie, di 14, le
qual sarano notade qui avanti.
Di sier Marco Orio, capetanio di le nave arma- 423
de, data a Cao Schilo, in nave, a dì 23 septembrio.
Come a dì 21, sora Cao San Marco, versso Tenedo,
have mandato dal capetanio zeneral facesse la zercha a le nave retenute, e quelle licentiasse ; e cussi
fece. Et ha fato capetanio sier Francesco Ruzier, de
sier Pier, qual dice à ben servi la Signoria nostra,
Fu posto per tutti i savij, suspender li pagamenti
di fuora e di qui di provisionati , per mexi 6, e li
danari si portino a li camerlengi, ecetuando quelli å
di provisiom ducati 3 al mexe, e da li in zoso etc.
Contradixe sier Antonio Trun, el consier; e messe
de indusar. Et li rispose sier Nicolò Trivixan, procurator, savio dil conseio ; et per il nostro ordine | acció in conservi vengino a Venecia.
fo leto, hessendo l'hora tarda, doman si chiami
questo conseio, e non si parli di altro, cha di trovar danari. Et alcuni consieri ne impedi, dicendo
non potevamo metter, tra li qual sier Zuan Morexini ; et nui , a l ' incontro. Or andai in renga a persuader l' indusia, et, d'acordo, terminono indusiar.
Le nove sono queste :
La nave, patron Cabriel di Monte, con horneni 20
La nave, patron Damian di Mariani,
Ad' 1-4 novembrio. In colegio vene domino JaLanave, patron Marco Antonio Novello,
«
«
23
》 38
«
(
76
43
18
26
«
20
como da Nola, secretario dil conte di Pitiano, al La nave, patron sier Francesco Ruqual fo ditto l' opinion di la Signoria nostra, di le- zier,
var le zente di la Patria, e il conte resti per qualche
zorno, e li serivi ; et questo perchè era terminato,
tra li savij , mandar ditte zente a li alozamenti. Ma,
venuta ozi una letera di Capo d' Istria, che non si
era certi, turchi non havesse a venir, fo ditto di
sorastar.
Da Ferara, dil vicedomino, di XI. Come el
marchexe di Mantoa si aspectava de li. Di Faenza li
citadini è uniti a difender il signor, ma gran faticha
arano. Di Bologna si dubita ; il signor ducha di Valentinoys à praticha in qualche castello di bolognese.
Itein, faventini tratano acordo, videlicet qualche pato
La nave, patron Piero da Liesna,
Lanave, patrom Michiel di Stefani ,
La nave, patron Alvixe Saraxim,
Lanave, patron Zuam Scharamelli,
》
«
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, im 424
porto, apresso la Vaticha, a dì 14 octubrio. Corne
a Napoli di Romania, rechieso da quelli rectori, lassò
molte monition e artilarie erano su le galie grosse, come apar in una poliza ; e li citadini manderano
oratori a la Signoria nostra, per dechiarir la miseria
sua ele. , per esser ruinado quel teritorio, e restano
1069 MCCCCC, NOVEMBRE. 1070
seradi tra li muri, aspetando solum el viver da mar, mer, e dil barzoto di la Signoria nostra, come il
perchè la terra i sono obsessi, et ricomanda quelli ❘ tuto per la poliza distincte apar.
oratori, et conforta si provedi. Et lui à acomodato Dildito capetanio, ivi, a dì 14, hore 3 di note.
molti citadini, haveano li dacij per il tempo i sono Come fece la mostra a li soldati di Napoli, qualli
stà obsessi da' turchi, il pagamento suo sia suspeso sono pocho più di 300, soto li contestabeli, come
per fino harano compito li suo' dacij, che compieno | apar per la poliza. Item, par lassasse li ducati 1025
questo fevrer, e poi per la Signoria o per lui sarà
difinito quanto i haverano a far. Circha el pagamento, è stà contento di citadini, e al populo menuto à
dato in don stara 400 formento, lassato a quel rezimento, lo debia dispensar, e li è stà grato ; non à
potuto dar più, la Signoria nostra suplirà, e sarà opera grata a Dio. A la furia di stratioti, è homeni
pericolosi, à usato molte arte per aquietarli, ma non
si pol far, quando tutti non tira per un ragio etc. À
fato la mostra; à trovato 550 in zercha a cavalo, e
altratanti a piedi ; e, per darli un pocho di sovention,
ha lassato in man di quel rezimento tanti danari, formento e megio, che li potrà dar lire 6 per uno, e a
li capi molto più. Et li stratioti, non erano soliti
haver paga, per non haver con che viver, e vanno
di continuo a far prede, voleano provision ; li dè
bone parole, e scriveria a la Signoria non li mancheria etc. E a li fioli dil quondam Mexa Busichio, саvalier, che fo morto combatendo con turchi, à dato
la provision dil padre, ch'è ducati 16 al mese, a
raxon di page 4 a l'anno ; è uno fiol, di anni 32,
molto ato, e tutti restono contenti ; e altri non ha
voluto dar provision. E li rectori li disse in secretis, volesse acresser a domino Domenego Busichi,
cavalier, da ducati 7 l'ha, a ducati 16 al mexe, e a
41 stratioto desse provision per li meriti soi. Non li
parse, per non averzer tal porta. Or, diti rectori veneno in galia, et astrenzeva volesse acrescer al ditto
Busichio etc. Li exortò a taser ; tamen lhoro publice
su la pope disseno , esso capetanio si partiva di
quella terra, e la lassava molto malcontenta etc. Si
miraviglio di tal modo; li rispose etc.; e par li lasso | Zuan Antonio Lanzeta, da Venecia, cussi consigliato
di monede, per subvenir li stratioti e soldati, a lire
6 per uno, e a li capi e bombardieri molto più, e
formento e meio, erano ne li schierazi turcheschi,
presi per nostri . Aricorda si provedi presto a quella
terra ; sia per segurtà circondata tutta di muro ; li
mancha solum passa 180, ch'è a marina, e in pochi
zorni si faria. À 'uto solum esso capetanio, poi è 424
fuora, ducati 8000, videlicet ducati 2000 portò sier
Francesco Arimondo, et 5500 have da sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, dil resto
dil Trivixan, et 500 spexe in sovenir etc. Manderà
presto li conti ; dimanda se li mandadanari. Item, à
lassato a Napoli do galie, per el bisogno di quella
terra, a obedientia dil rezimento, videlicet sier Nadal Marcello, e la galia sibinzana ; e fin brevi di è
per expedir uno provedador di l'armada con 6o
ver 8 galie per l'Arzipielago, e si conferirà spesso
ne le aque di Napoli, per favorir etc. Item, à lassato
a Napoli più di 100 miera di biscoto, tra quello li è
stà mandà per la nave, patron Nicolò d' Alegreto, e
di quello li è venuto di Candia, ch'è miera 65 ; 200-
se etiam do altri navilij da Trane, uno con miara 62,
l'altro 117, e sono venuti molto in tempo, perchè
in l'armada non era una onza. Item, al Scoio, al castello, loco importantissimo, dove era castelan sier
Domenego Corner, quondam sier Donado, messo
per li rectori di Napoli con ducati 25 al mese, confirmato per la Signoria, è stato mexi 20, à voluto
licentia, et in loco suo à posto sier Anzolo Guoro,
di sier Hironimo, persona discreta, con tuti li modi ,
salario e condition, ut supra, e uno contestabele,
ducati 1225, formenti e megij ; di qual danari ne era da essi rectori , e grato a tutta la terra, e li à dà paducati 200 per fabricha, per far una cisterna ; e, in ge 25, ben che, a tempo di guerra, 400 homeni voconclusion, O volse far, adeo, per ditte parole, tutti ria, per la gran guardia ha ; e ogni zorni 15 si solea
essi stratioti si sublevò, et ad aquietar questa be- mandar XV soldati di la terra, e tamen niun andastial furia, inzegno human non lo po' far ; si che si va ; e 'l castello restava senza guardia. Item, si levò,
discharga, si l'intravien O. Essi rectori sono ben a dì XI, de li, e vene a Malvasia ; eri zonse de li a
uniti, e lauda il capetanio sier Alvise Barbarigo, licet hore 21 ; dismontò in terra per veder ; è fortissima
habi una gamba, de la qual el sta molto senestra- e inexpugnabile, ma non habitada da stratioti ; et
mente etc.; tamen sempre l'è a basso etc. Manda era prima 400 stratioti, hora ne son 200, tra pie' e
la poliza di le artilarie e munition lassate, tolte di la a cavalo, per esser el resto amazati da' turchi, come
galia sier Alvise Vituri, sier Andrea Bondimier, sier dicono. Questi richieseno il viver ; li dete bone paPiero Trivixan, dil capetanio di le galie grosse, di role, e per non haver porto e disconzarsi il tempo,
sier Marco Tiepolo, di la nave, patron Marco Re- si levo e vene li a la Vaticha : dice chi abandona li
1071 MCCCCC, NOVEMBRE. 1072
stratioti, e non li provede al suo viver, tutti se ne provedador, non li havendo voluti tuor nè li patroni,
anderano, e le terre ristarà in abandono, e in altro ❘ nè li merchadanti ; et lui provedador non li volse
non consiste se non in questi stratioti, et è necessa- recusar, acciò non suspetasse mal. Item, esso caperio tenirli ; aspeta hordine nostro sopra ziò. Item, tanio yspano sospeta il suo star li esser di sospeto al
Malvasia à bisogno di un torion tondo, dove è certo turcho , perhò manda Zuam de la Varda, corsaro,
ponte, passa in terra ferma, che scova si da terra con fuste 5 a quella volta, per haver qualche homo,
come da mar ; è ben a farlo, non costerà ad sum- e saper le condition etc. Et esso provedador, cussi
mum ducati 200. Item, risona de li, el re di Honga- | richiesto, à dà uno homo dil luogo per fusta, si per la
425
ria haver roto al turcho, e ali tolto 4 o ver 5 terre, e praticha, come per pedota; et do di ditte fuste andeà messo a fero e focho ; e par, il signor dreza tute le rano versso il zeneral con letere di esso capetanio.
sue forze terestre verso l'ongaro ; e questo si ha da | Li scrive desiderar esser insieme, e ritrovarssi al
uno schiavo scampato de Andernopoli, dove è la Zante; et, non volendo tuor l'impresa predita, lui
persona dil signor, e in tute queste parte si fa gran- delibera experimentar la fortuna. Item, da poi scride cavedal di l'hongaro. Alvise Zio non è sublevatota, par ditto capetanio voi aspetar de li il zeneral,
dil mal ; spero presto si rihaverà. Li contestabeli
sono a Napoli, Cola da Roma, page 115, ha solum 81 ; Baron da Lignago, page 115, ha 99 ; Michiel da
Zara, page 100, ha 71 ; Mathio da Pexaro, page 40,
ha 35 ; Bortolo da Padoa, page 40, ha 36 ; Danese
da Mantoa, page di provisionati 100, ha 63 etc.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, di 14 octubrio, im porto di la Vaticha. Narra il partirssi di Napoli di Romania, dove el zeneral
à fato molte provisione. Item, scrive la miseria di
stratioti de li, et se li provedi, perchè turchi li fanno
gran promesse etc.
acció turchi dubiti o di Modon o di Nepanto, perchè,
andando a Modom, forsi nulla faria ; et bisognava
aspetar il capetanio zeneral, per operar le galie sotil.
Dil ditto, di 21. Come in quella sera era zonto
una barcha, con homeni 12, vien dal Zonchio, tra li
quali era 8 modonei, e la barcha par sia di Corom ;
qual era venuta a peschar li im porto dil Zonchio,
e questa note passata, per lhoro fo robata, e con una
trata l'hano conduta de qui al Zante. Dicono in Modon esser turchi 600, vel zircha, fra asapi e janizari ,
et altratanti esser in Coron, li qual lochi è mal forniti di vituarie, e li fo lassato più custodia, ma assa'
sono fuziti per desasio. Di le qual cosse esso provedador fece asaper al capetanio yspano il tutto ; et li
coronei, erano in ditta barcha, li ha posti in destreta, non se fidando di lhoro. La qual letera è
Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di 18 octubrio. Come, justa l' hordine dato, il capetanio yspano, con do fuste per mar, e lui a cavalo
per terra, andono a la fiumara, dove stete in coloquio lhoro do soli ; e il capetanio disse, era venuto | scrita a hore 3 di note.
qui in Levante con quella armada, di comandamento
di soi reali, per difender prima la cristianità, poi la
Signoria nostra ; et quella armata era fornita di vituarie e di pan per mexi 5, et pagati li homeni etiam
per mesi 5, fornita di munition etc. , e à danari con
lui da dar, e far il dover a le zurme e altri, finiti li
cinque mexi. E il star suo li più non li pareva, e
deliberava andar a l'impresa di Modon, e recuperarlo di man de' turchi ; e il capetanio zeneral, a la
venuta soa, potrà tuor l'impresa di Coron. E li mostrò un desegno di Modon, e, chiamato sier Marin
Schalogeni, olim citadin di Modon, ch'era li, come
scrisse, e disputato sul desegno, e visto il tutto, disse
vol aquistarlo con le artilarie da uno loco non combatuto da' turchi ; et richiese ditto citadin andasse
con lui, e cussi vi va. Et lui provedador 0 disse,
solum credeva saria presto col zeneral nostro. Item,
scrive di certi navilij, cargi de vini, vien di Candia,
retenuti per il capetanio per il bisogno di ditta armada, e toltoli li vini ; e voleva dar danari a esso
Da Corfù, dil baylo, di 28 octubrio. Come era
zonto uno brigantin, con letere dil zeneral, qual le à
mandate a Otranto. Item, à per bona via, coronei
esser pentidi di l'eror suo, e non vi esser turchi
600, quali la matina, a l'averzer di la porta, e vieneno al muolo per comprar robe condute da la Mantegna e da Mayna, e in la terra ne resta pochissimi
turchi, adeo chi havesse intelligentia dentro etc.; perhò che greci, per il mal li vien fato, fariano ogni
cossa, e albanesi sono ben disposti. Item, a Modon
esser pochi turchi, non passar 600, e mal conditionati per febre e viluarie. Item, la yspana armada,
se ritrova al Zante, aspeta il zeneral per tuor l ' impresa di Modon. Item, li turchi di la Zefalonia è in 425
fuga, et experimentano di scampar, e vien presi
molti in diverse fiate ; et l'altro zorno ne to conduti 12 turchi li a Corfu, soto velarme (sic) di condurli in terra ferma , et di 600 ne fo mandati, non
vi son restati 300, e sono disposti a la fuga. È intrato in la praticha, per via dil capetanio de la Par-
•
1073 MCCCCC, NOVEMBRE. 1074
ga, et etiam il provedador à un altro mezo, e di
questo ha scrito al capetanio zeneral. Item, per uno
gripo de li, verso la Zefalonia, con tre turchi presi,
par fosseno asaltati da 5 fuste di la Parga, sulevadi
da si , e tolseno ditti turchi e li danari e le letere, le
qual poi nel porto del Paxu, hessendo li homeni di
le fuste in terra, la note da tre barze yspane, con
le barche armade, fono asaltade ; amazó do homeni
e prese li turchi, e toltoli li danari e do homeni ;
unde, ditte fuste par siano andate per dolersi al zeneral, e lui baylo à scrito a ditto zeneral, che, trovandoli in dollo questi di la Parga, li castiga. Item,
per il capetanio di la Parga è avisato, che, le 12 galie di la Prevesa è compite in aqua, e condute in uno
locho chiamato la Vandiza, che vien a la Prevesa, e
li maistri sono andati a la volta di Constantinopoli
per lavorar a l'armada. Item, per do schiavi schampati di Turchia, vien di Salonichij, dicono a Constantinopoli à gran peste ; il signor esser in Andernopoli,
e ungari li dà impazo. Item, lui, baylo, atende a le fabriche ; di brieve sarano fornite, zoè la citadella, che
serà dal palazo in suso, si che aspeta si li mandi danari.
Da Otranto, dil governador. Come inanda ditte
letere da mar; richiede un brigantin per mandar le
letere, per via di mar.
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador,
di 3 novembrio. Di uno fra' Maximo, rodiano, venuto da lui a dirli, che uno domino Jacomo Rocho,
venuto in questi zorni ambasador dil turcho, arivo a Leze, e stè tre note in caxa di uno fra' Raymondo, abate; e li disse esser stato al turcho, e quel
signor esser molto yrato col re ; e questo, per non
haver auto li ducati 60 milia per l' arma' di la Vajussa, fata a soa requisition per le terre da marina ;
l'altra per haver promesso tenir l'arma' yspana,
tamen è venuta in Levante ; et per questo è andato
in streto presto ; et perho il re mandava domino
Alexandro Manducha, qual fo preso a Brandizo,
homo praticho, e stato tre volte al turcho. Item,
à mandà biscoti esso governador a l'armada, come apar etc. Et stratioti capitano li molti, albanesi da
Coron, dil Zante e altri lochi con lhoro fameglie, e
vanno a star in le terregie (sic) di Puia, per haver pascoli e terre di lavorar. Item, el ducha di Gravina,
hessendo partito insalutato hospite, il re à manda
rectori in le soe terre, in una di qual uno citadin
di Trani, sì che la Signoria provedi come li par. Da
poi scrita, per una poliza avisa, il re haver fato far
una crida in Andre, niun conduchi formenti a le
terre di marina, senza licentia, che sarà danno per
li biscoti etc.
1 Diarii di M. SANUTO. Tom III.
Da Riva, di sier Piero Foscolo, proved idor, di
6. Come li contadini di Stenego e lochi circonvicini
à 'uto comandamento dal re di romani di contribuir,
o persone o danari, a fabrichar una bastia in la Vale
di Venosa, dove alias fu fato una bastia versso aguelini. Item, per Val di Lagri è passati 5 tamburlini de fanti todeschi, quali vano verso Mantoa e
Bologna per danari.
Adi XVnovembrio. In colegio fo balotato certo 426
credito a sier Valerio Marzello, di soracomito, per il
suo servito, per rischatarsi. Item, li Corneri dimandò una letera per rescuoder soa sorela, moglie di
sier Cabriel Venier, olim castelan li, è con taia ducati 300 in Corom ; qualli voleno mandar a rescuoderla. E fo fata.
Da Zara, di sier Piero Sagredo, conte, di 7 no-
❘vembrio. Eri fè l' intrada. Avisa di la incursion fata
a di 30 per turchi, cavali 1500, e verso Lavrana, a
hore 24, feno gran danni, di anime 3000 e animali
2500 e più, con total ruina di quelle vile, di le qual
la Signoria trazeva gran utilità di dacij . Item, el capetanio, suo colega, za un mexe è stato amalato im
pericolo di morte, e ancor non è libero ; tamen insieme vederà di proveder. Item, trovò li contestabeli Zuan Torelo e Bernardin da Lignago, con lhor
compagnie, e fonno mandati a Nona con gran dificultà, perchè voleano tochar una paga prima che li
fu promessa ; e Tomà Schiavo manderà a Lavrana,
perhò si provedi di le page. Item, la cità di Zara è
sana di morbo, tamen non in tutto libera ; voria
stera 100 formento per li amorbadi ; aricorda vadi
per il castelan di Lavrana, in luogo dil Manolesso.
Da Cataro, di XVoctubrio. Come hessendo fata
adunatiom di tuti li homeni de Oracovaz, paexe dil
turcho, loco fortissimo e montuoso, e insieme assa'
numero di asapi e janizari, a dì 9, la note, se imboscono; e la matina saltorono dentro a li nostri confini, dove era uno di nostri, contra li ordeni, a pascolar con 50 pecore, qual fo depredate ; e scoperti
da le guardie nostre, esso provedador, avisato, mandò li martolosi e quelli potè con 20 cavali de stratioti, che era in la terra, per una altra strata a la distesa al dito locho de Oracovaz, e trovono pochi ho- meni, per esser andati a la preda, e per nostri fo
brusati un terzo di le lhoro case ; e, zonti li inimici ,
ivi fonno a le man, e fono feriti di lhoro assai, et
morti zercha 7, e preso uno di li primi loro, qual
lo fece nel ditto luogo apichar. De li nostri feriti et
morti do, ita che messeno in teror assai, perchè ivi
niun sanzacho à 'uto animo di farli danno, per esser
fortissimo ; et la galia, soracommito sier Sabastian
68
1075 MCCCCC, NOVEMBRE. 1076
Marcello, era li, si operò, e subito saltò in galia con Cataro, di 14, scriveno a la Signoria nostra in congran aninio, e tuta la zurma; e per aqua andono | formità ; laudano molto sier Zuam Paulo Gradenigo,
ivi, e messe scala in terra, e con gran vigoria fè il
possibile. Laudato da tutti, si di bon governo, et la
zurına obedientissima ; e chi ne havesse 50 di tal
sorte si poria meter per 100. Item, ha per li exploratori , Feris bei ha fato rifroschar el comandamento
a tutti quelli dil paexe, menazando venir a' danni di
Cataro; e à fato comandamento, fazino tute nete le
strade vien de li, e cussi fanno ; e quelli di Monte
Negro ozi dieno chiamar el suo sboro, zoè redursi
insieme, e consultar quello dieno far. Lui provedador non resta meterli im paura ; per bon rispeto à
tenuto la dita galia Marcella de li ; è con pocha gen- te, è spaurosi quelli di quel teritorio. Aricorda si
mandi in quel colſo qualche galia, e non dice senza
causa ; item, li danari di l' armar la fusta, che, manchando, sarano assediati per li brigantini e gripi- di
Castel Novo. Item, à tenuto la terra a bon mercha- to; el formento, el staro soldi 50, videlicet venitian,
carne etc., non valeno danari ; tien el paese aperto
da mar e da terra, come fusse paxe, acciò li subditi elc.; è cruciati da li fanti, videlicet da Martinel da
426 Lucha, rimasto con 40. Li lauda assai, non si vol
perderli, per esser stabeli, e mai hanno voluto partirsi. Di la Vajusa la zurma è disciolta, e le galie,
parte tirate in terra, li coriedi posti nel castello di
la Valona. Item, li fanti dil castello di Budua voleno
danari ; li ha mandati con bone parole. Item, per il soracomito Marcello ricevete gropi 4 de page ordi- marie, e biave di stratioti. È zonto domino Zorzi
Bocali, e dice ha una letera di partirse, e, partendosi, tutti si partiria ; e la campagna non si pol vardar senza cavali etc. Dimanda 60 in 70 cavali, prima si
parti. Item, per uno explorator, vien di Zenta, dice,
Feris bei ſeva aparechiar alcune artilarie per venir
de li e meter alguni bastioni al Streto di le Cadene,
et ha za fato netar le strade. Scriverà al capetanio
dil colpho li mandi qualche galia, et da lui non mancherà proveder elc.
Dil ditto, di 17. Manda una letera, ricevuta da
sier Piero di Prioli, governador di Trani, per causa
di la trata concessa per la Signoria a' catarini, e vol si pagi la trata a Cataro, e fa debitor esso provedador ; si duol non si paga dil salario suo etc.; e non
vol più mandar a tuor formenti. Item, de li non è
formenti, ni megij, e biscoti per do mexi. Item, missier Zorzi Bochali li à dà la letera di la licentia etc.
Aricorda non sia levato; ha 25, et Rali 25, quali non
vorano star etc. Vol si li mandi altri 50 stratioti.
❘
|
provedador lhoro, e sier Sabastian Marcelo, sopracomito. Narra l'honor à 'uto contra turchi, et ne la
fin dicono ad cujus pedes res, domos, filios, uxores,
templa et vitas nostras humillime se recomandiamo
a la serenità vostra.
Da Sibinico, di sier Vetor Bragadin, conte el
capetanio, di do novembrio. Come, inteso il corer di turchi su quel di Zara, mandò do cavalari a Lavrana, per intender ; quali è tornati con letere di sier Jacomo Manolesso, castelan, qual manda, e a
bocha à, turchi esser reduti soto Çluchievach, teri- torio dil re di Hongaria ; starà atento a vardar quel contado etc. Item, aricorda il bisogno di polvere e
artilarie e monitiom ; ricomanda quella cità, ch'è il porto de tuta la Dalmatia, e ha un grande e belissimo porto, dove staria ogni grande armata; e non
tropo lontan dil teritorio è un boscho grandissimo,
per fabrichar ogni gran legno, et è dil re di Hongaria ; arente la fiumara fa masenar i molini, la Si- gnoria nostra, di quel contado. Item, qui è uno lhoro orator ; prega sia expedito. El conte Xarcho, in quelli zorni con la compagnia soa e con el vice ban
e altri de Corvatia, ha corso in terre dil turcho ; heri
ritorno, e hanno fato preda de animali cercha 4000 minuti, et 2000 grossi, e schiavi 16, e brusato molte ville. Et volendo esso conte bolar li cavali a ditto
conte Xarcho, come la Signoria comandò, non ha voluto, per non esser consueto ; e più presto vuol esser casso, e andar con Dio, e vol venir in questa terra per proveder a molte cosse, e lasserà homo
suficiente al governo. Non è possibele ditta compa- gnia se conservi, si non hanno li danari e orzi, al mancho ogni do mexi. Item, di danari di terzi di salarij e utilità non manda, per averli dà a li guar- diani del Castel Novo, e perhò si provedi. Del sal pochissimo se traze; i dacij minuiti, le spexe acresciute, et non si pol etiam scuoder.
Da Dulzigno, di sier Andrea Michiel, proveda- 427
dor di l' Albania, a di 25 octubrio. Zercha formenti
posti in Antivari per monition ; dice molte cosse ;
voria uno rasonato ; le intrade di la Signoria a Dulzigno, Budua e Durazo, li rectori manzano el tutto;
voria se li mandasse un, con autorità di synico, per
le manzarie di rectori, e quelle comunità lo à richiesto ; aricorda si dagi tal cargo al capetanio dil colpho, possi veder etc. Item, da novo, per uno di solo
Scutari, venuto di Sophia, à 'uto come Ibdin, саstello di l'ungaro su el Danubio, essendo a l' inconItem, li zudexi menor, et el secreto conseio di tro Achmat bego con altri sanzachi, fono a le man
1077 MCCCCC, NOVEMBRE. 1078
con ungari, e turchi fono roti e frachassati ; e dito | vol mantenir in stato ; tamen missier Zuane fa ogni
sanzacho ferito de 3 lanzate etc.; e che 'l signor andava di longo a Constantinopoli, fazendo più camin
in un zorno, che altre volte in tre zornate; e Feris
bego, sanzacho de Scutari, venendo a le so stanzie,
zonto a Pechij , lontan di Scutari tre zornate, have
comandamento dil signor, subito andasse a Constantinopoli ; l'armata di la Vajusa, i fusti grossi sono
in terra, e i menuti in aqua, con guardia etc.
|
|
provision, et à ſato la mostra di 500 homeni d'arme, e molti fanti. Item, el cardinal Vincula, ch'è al
Ziton, à ditto il papa non darà fastidio a Bologna.
Item, el marchexe di Mantoa è pur li a Ferara, fin 3
di partirà per Bel Reguardo, poi a Comachio ; e vene
letere eri sera, non si sa dove ; et il signor, esso
marchexe, don Alfonxo et Piero Zentil steteno se- 427
rati in camera per do horre. Item, el secretario, deputato a Maximiano, non è ancor partito, et si va
perlongando la sua andata. Et è da saper, l'altra
sera vene letere di esso visdomino, zercha la richieVene sier Michiel Foscari e sier Zuan Corner,
quondam sier Antonio, dicendo esserli stå tolti li soi
vini da l'armada yspana ; pregava la Signoria nostra li volesse far satisfar. El principe li conforto, | sta dil ducha, di mandar il pesse a Milan, come ho
dicendo si cometeria. scrito.
Intrò li cai di X, e, mandati tutti fuora, fonno su
la materia di la praticha etc. El vene l'orator di
Franza, e insieme consultono, nescio quid, sed credo
dimandoe il parer suo etc. Steteno longamente; fazi
pur bene, che Idio el voglia !
Da poi disnar fo gran conseio, et fato patron a
l' arsenal, in luogo di sier Batista Morexini, qual à
reſudato ; e rimase sier Tomà Duodo, fo capetanio
di le nave armade. Item, a Malamocho niun non passo. E zudexe di petizion rimase sier Bernardin Michiel, de sier Mafio, fradello de sier Alvixe, morto
al socorsso di Modon.
Et li savij reduti deteno audientia a li oratori di
Verona, et a quelli di Cremona, et a domino Gaspar Stanga ; e di danari, ni di le cosse da mar, verbum nullum ; e tutta la terra mormora.
A dì XVI novembrio. In colegio, reduto el principe in camera di sopra, e mandato per li cai di X,
sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, referi alcune cosse, nescio quid. Credo, zercha l'orator
di Franza ; et poi ditto orator di Franza vene, et
steteno assai ; quello si volse non lo so, ma ſo ordinato pregadi.
Vene l' orator di Ferara, per cosse particular, et
per poter mandar li pessi da Chomachio a Milan,
senza il dazio di Cremona, come era asueto di far
a tempo dil ducha di Milam.
DaFerara, dil vicedomino, di 13. Di la venuta,
mo terzo zorno, dil marchexe di Mantoa li ; e si dice
anderà a peschar a Comachio, et starà a piacer ; lamen, a questi tempi è da creder vengi per altro. À
mandato il suo secretario da esso vicedomino a scusarsi non lo vien a visitar, per non dar che dir ; et
è servitor di la Signoria nostra. Item, de li, Faenza
si tien spazata elc.
Dil dito, di 14. Chome ha inteso, a Bologna
missier Zuane haver auto una letera dil roy, che lo
DeAsolu, di sier Francesco Barbaro, Nicol Lipomano el Nicolò Salamon, syndici, di penultimo
octubrio. Come de lì à trovato molto mal aministrati
li danari per quel proveder (sic), e intacha li danari
deputati a l' arsenal etc., unde li ha fatti restituir etc.
Et esso provedador, sier Piero Lombardo, di 12 di
questo, scrisse a la Signoria, et mandoe alcuni danari a l'arsenal di ditta raxon. Si scusa di questo etc.
Da Vicenza, di sier Zuan Batista Bonzi, provedador per le camere. Chome, per Alvise Sanudo,
cavalaro, mandava certi danari scossi ; conclude ,
ivi haver scosso da ducati 6300, e si vol partir,
et andar a Verona, seguendo l'oficio a lui imposto etc.
DaRavena, dil podesti, di 14. Come eri el signor Zuan Paulo Bajon e Vitelozo si partino da
❘ Forli con le compagnie et artilarie per Forli ; hanno in tutto pezi 30, e dice la conditione di esse. Item,
| ozi el ducha si è levato da Forli, e andato a uno
castello, chiamato Santa Eufemia, e quello ha fornito a suo nome, et quasi tutta Val di Lamon è
a soa devutione ; a Faenza si fa pur provision.
Item, el signor Carlo Orssini à dato paga una; e
al resto di le zente il ducha à dato ducati uno per
homo d'arme, con promissione di darli presto danari, et in hoc interim le zente alozano a discritione
per tutto etc.
Di sier Murco Orio, capetanio di le nave armade, di 14octubrio, a la Vuticha. Si scusa, non haver
fato a tempo di le do galic ſo prese, et danna chi
ordinò l' investir; si jacta di cuor etc. Non leta.
Vene sier Piero Morexini e sier Beneto Sanudo,
avogadori di comun, e fè introdur una puta veronese, per certo matrimonio etc.; et, coram principe,
confesso, quello la tolse per forza dal padre e mend
via, esser suo marito. Et cussi fo ordinato per la Si-
.
1079 MCCCCC, NOVEMBRE. 1080
gnoria, di lassarla in libertà, vadi dove la vol. La ta parte di li governadori stati di le galie grosse ; e
qual era in uno monasterio di Santo Andrea. perchè sier Lunardo Grimani volse meter un sconDa poi disnar fo pregadi. Et, poi leto le letere, tro, non fo posto alcuna cossa.
fo per li cai di X tolto in nota tutti quelli erano im
pregadi, et datoli sacramento sopra il messal, e comandato stretissima credenza, im pena di la vita e
di la facultà, e non parlar fuor di le porte, etiam
l' un con l' altro di quelli di pregadi ; et si faria inquisition etc. Et poi il principe fè una relation etc.
Et verba oratoris Franciæ, dolendossi etc. Poi sier
Nicolò Michiel, procurator, ne fè una altra in renga.
Et iterum el principe fè la relation di quello havia
ditto questa matina esso orator in colegio. Poi fo leto, per Gasparo, una letera scrita a dì 12 di questo,
a l'orator nostro in Franza, zercha quelli zerchano Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, di
poner mal, et di la liga si diceva si tratava tra il re chiamar, venere questo, pregadi per expedir molti
di romani, re di Napoli, il turcho e la Signoria no- cremonesi sono a le porte; e quelli di colegio destra ; e non è vero 0. Item, una letera fo scrita al❘ bino venir con le so opinion, sub pœna. E fo presa.
roy in questa substantia ; le qual do letere fono ex- Fu posto per tutti una mia opinion, scriver al
pedite per il collegio. Item, poi fo leto do opinion capetanio zeneral, mandi 60 in 70 stratioti a Cataro,
di lhoro savij , zercha scriver a l'orator nostro a Na- atento il bisogno, et li dagi soventione. Item, qualpoli, in materia de pace col turcho tractanda ; la che galia sotil de lì ; etiam se li mandi de qui, per le
qual tutta è materia di savij ai ordeni ; tamen non spexe occorente, e armar la fusta, ducati 600. Et
fossemo nominadi ; e uno voleva indusiar. El prin- ❘ sier Hironimo Orio, qual alias ſo a Cataro, andò in
cipe si parti; et sier Cabriel Moro, nostro collega,
andò in renga. Accidit, sier Lunardo Loredan, proFu posto per lhoro savij una letera da scriver
a Verona, zercha la venuta dil cardinal curzense, va
legato in Elemagna, lo honori, fazi le spexe, e le parole il podestà li dia dir. E ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti una letera a l'orator nostro
in Spagna, zercha ringraciar quelli chatolici re, di
l'armada ; pregar la fazi invernar in Levante etc.
Item, un' altra letera, che, potendo, el vadi im Por-
❘togallo, e le parole el dia dir a quel re ; non potendo, mandi domino Zuan Creticho, come alias fu
preso. E ave tutto il conseio.
428 curator, se incollorò, andò a la Signoria ; fo fato chiamar li capi di X, quali erano sier Zuan Zantani, sier
Nicolò di Prioli et sier Pollo Pixani, el cavalier ; et
ditti capi dixeno, era in libertà di cadaum di pregadi
dir largamente la so opinion. Et cussi, sine parte,
sier Cabriel Moro parlò, dolendossi non ne era dato
il favor ; si scusava col conseio, cargò li savij etc.;
et, perdio ! si portò benissimo. Li rispose sier Francesco Foscari, savio a terra ferma, dicendo havevamo più libertà cha savij di ordeni sia mai stati ; ne
laudò ; tamen etc.
Fu posto per lhoro savij e li provedadori sora
l'arsenal una parte, che alcuni danari, deputati a
franchar el monte nuovo, siano deputati a l'arsenal etc. Contradixe sier Alvise d' Armer, proveda- dor al sal , dicendo era contrarij a far di depositi .
Fu conzà, e presa.
Item, per li ditti fu posto una parte, zercha certi
danari scuode li provedadori di comun, di raxom
ut in parte, che, de cætero, sij di l' arsenal etc. , ut
in ea. Et fu presa.
Item, per li ditti fu posto, che certi danari, oltra
li deputati a la camera d' imprestidi, si scuode a le
raxon nuove, sia per l' arsenal. E fo presa.
Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, cerrenga, et contradixe ; zoè fè una diceria di le cosse
di Cataro ; et infine laudò la parte ; ma parte di stratioti doveria star a Budua ; item, li danari son pochi.
Or andò la parte : have 4 di no.
Et cussì si vene zoso di pregadi a hore 4 e 1/9.
A di 17 novembrio. In colegio non fo il principe. Vene madona Fina, fo fia dil conte Nicolò Rangon, et moglie dil quondam conte Hugo de San Severin, per la lite ha con suo fiastro, conte Almerigo
di San Severim, per il castello di Padim, qual è a
Ferara con mal franzoso.
Vene sier Lunardo Vendramin, con do soi fioli,
sier Lucha e sier Fedrigo, exponendo esser in gran
calamità etc.; haver molti creditori, et haver debito
con la Signoria nostra a le raxon nuove, ducati 12
milia, et haver då gran utilità a la Signoria nostra ;
dimanda, di gracia, pagar in anni 12di tanti pro'
d'imprestidi corenti. Et balotata ditta gracia in colegio, che li officiali deputati possino risponder, qual vol i do terzi, ave XI di sì, 5 di no. Et fo presa..
Etiam fo balotà una gracia di sier Zuan Trum,
è debitor per i dacij , ut supra, di certa quantità ; et,
per el simile, fu presa.
Veneno molti stratioti, serveno in Friul, quali
sono de Napoli di Romania, dimandando si provedi
al viver lhoro, videlicet acresserli la provisione han- 428 *
no, acciò possino mantenir le lhoro fameglie, sono
1081 MCCCCC, NOVEMBRE. 1082
a Napoli . Et, consultato la risposta, per sier Alvixe
Mudazo, vice consier, li fo risposto, si vederia di spazarli, e dovesseno una parte andar via, e restar
do qui.
suo fratello a Bologna, a veder di tratar acordo ; vol
ducati 25 milia da missier Zuane, e Castel Bolognese.
Item, avisa Martin da Casal, è in questa terra, à contentato andar in Franza, senza aspetar altro salvo
Da Verona, si have letere di rectori. Di certo | conduto dil re, come prima voleva ; e cussi anderà.
interdito di Roma, venuto li ad alcune chiesie, dove
non si dice messa, per certi beneficij à domino Zacharia Trivixan, de sier Nicolò, procurator, col cardinal Monreal.
Da poi disnar ſo pregadi. Non fo il principe. Et
accidit, il desordine di sier Cabriel Moro, savio ai
ordeni, havia la parte in manega etc. Li savij, alcuni
andono a la Signoria a dolersi.
Fo chiamato li cai di X, et poi el vene, e niente
seguite.
Fu balotà una gratia di sier Donà Tiepolo, è debitor di dacij , pagar in certo tempo di pro' etc. Et
non fu presa.
Item, fo balotà una gracia simile, di sier Lunardo Michiel , de sier Mafio ; et lui andò in renga, et fu
presa etc.
Vene li savij fuora con le opinion in la materia
secretissima, di scriver a l' orator nostro a Napoli,
in materia de pace tractanda per via di quel re etc.
In una opinion era sier Constantin di Prioli, savio
dil conseio, sier Piero Duodo et sier Lunardo Grimani, savij a terra ferma, sier Alvise Mocenigo e
sier Cabriel Moro, savij ai ordeni ; in una altra, sier
Francesco Foscarini et sier Lunardo Loredan, procuratori , savij dil conseio, sier Francesco Foscari,
savio a terra ferma ; in una terza, e quasi media, era
sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, savio dil
conseio, Jo, Marin Sanudo, e sier Jacomo Cabriel,
savij ai ordeni . Et sier Nicolò Trivixam, procurator,
savio dil conseio, fu el primo andasse in renga, dicendo voleva indusiar. Parlo poi, e ben e longo,
sier Constantin di Prioli , con gran exclamatiom et
auctorità ; e alegò sier Francesco Sanudo, diceva
spesso : Erubescimus, cum sine ratione loquimur.
Item, ne longa exempla petamus. Poi disse di Hanibal : vincere, si nescis uti victoria, nihil. Alego el
psalmista etc. Li rispose sier Francesco Foscarini.❘
Poi sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, e comemorò in che termini si atrovavemo. Poi sier Nicolò Trivixan, procurator, messe de indusiar, e prima si scrivi in Franza etc. Andò sier Piero Duodo
in renga, ma per l'hora tarda, era 3 horre di note,
e molti volea parlar, et era un cativissimo tempo,
di fredo e vento, fo rimesso a doman.
Noto, eri matino, Piero di Bibiena scrisse una letera a la Signoria, havia da Roma, il papa mandoe
Dil capetanio di le galie grosse, sier Jacomo Venier, vene una letera di 14 octubrio, im porto di la
Vaticha, molto longa. La qual fo leta im pregadi.
A dì 18 novembrio. In colegio non fo il principe, et, butado consier, in luogo di sier Baldissera
Trivixan, era amalato, sier Bernardin da Canal, cao
di 40. Dato alquanto di audientia. Non fo niuna
letera.
Vene l' orator dil papa, al qual per la Signoria
li fo comunichato, dil re di Napoli si voleva interponer a la paxe col turcho; tamen per questo non era
di restar di atender a le provisiom, expedir i legati,
maxime quel va in Hongaria, et mandarli danari. Et
esso orator rispose, scriveria poi la expedition di 429
quel suo di Orpheo, qual à lite col castelan di Cremona, videlicet che sia aldito a Cremona da li rectori. Item, ditoli di l'interdito fato a Verona per Monreal etc. , scrivi a Roma, si lievi l' interdito, e la causa sia spazà di jure. Et in consonantia fo scrito a l'orator nostro in corte.
Fo leto do letere, una dil vescovo di Trento,
nominato Uldericus, in materia particulari ; etiam
dil vescovo di Trieste, qual si dà titolo di episcopo
et conte di Trieste, pur in particulari.
Intrò li cai di X, et licet li consieri non fusseno
se non do, exposeno alcune cosse. Et vene in secretis l'orator di Napoli, qual disse alcune parole, come
scriverò di sotto .
Da poi disnar ſo pregadi. Non fu il principe, et
non fo leto niuna letera. Et per l'hordine nostro, fu
posto l'incanto di le galie dil trafego ; tamen non fo
ballotado, per certa diferentia. Et aricordo, volea
sier Lorenzo di Prioli si mudasse le mude, che non
si pol.
Intro el conseio di X con la zonta di colegio,
procuratori, et altri ; credo in materia di danari ;
steteno alquanto dentro.
Poi , sier Zuan Morexini, el consier, referi im
pregadi, in renga, quello questa matina, con li cai di
X, l'orator di Napoli havea exposto. Primo, vedeva
el papa, el roy esser acordati a subiugar Italia, e per
consequens il regno dil suo re, qual lo voleva diſender, etiam con turchi ; demum, disse haver di Ele- magna, di 8 di questo, da Nolimberg, come el conte paladin solicitava quel re a l'acordo con Franza,
e li dava e prometeva dil stato di la Signoria nostra.
1083 MCCCCC, NOVEMBRE. 1084
429
Item, il re di romani O voleva far. Item, era a la | veria a la majestà dil suo re, dicendo : O pace dubia,
dieta, e aspetava la risposta dil roy a li do oratori
mandati, qual li mandava a oferir acordo, con questo, ponesse in stato di Milan la caxa sforzescha, vi- delicet il signor Lodovico, e il cardinal Ascanio ne li
soi beneficij etc. Item, non à mandato il ducha di
Saxonia, qual era uno di oratori, deputati a esso re
di Franza. Item, di l'orator nostro, el re O sape la
Signoria volesse mandar, imo sa certo, si la Signoria manda, sarà aceptato. Item, inteso el re la venuta dil cardinal curzeuse per legato, à ordinà non
lo aldir, e scrito a Trento e in altri soi luogi, non
lo lassi passar. Item, di Milan, missier Zuan Jacomo
era venuto a Vegevene, il re mandava 400 lanze in
Italia, e il conseio di Milan era andato a Pavia, per
esser a parlamento con dito missier Zuan Jacomo elc.
o guera secura è da elezer. Poi disse : Vostra serenità intende nulla di francesi, che venga in Italia ?
Intendo ne vien assai. Et li fo risposto, nulla si
sapea.
Vene li oratori dil papa e quel di Franza insieme. Et quel dil papa laudò la risposta, a li qual fo
fato lezer, e cussi quel di Franza. Et disse, pregava
la si mandasse al nostro orator, acciò il re la vedesse. Et cussi fo acertato la si manderia, e a Roma et
in Franza.
Di Franza, di sier Beneto Trivixan, el cavalier,
orator, date a Nantes, in Bertagna, a di do novembrio. Come, credendo il roy si dovesse partir, come
disse, esso orator andò da soa majestà per tuor licentia, et exortando soa majestà a l' impresa, e scriver in Spagna lassi l'armada. Disse, scriveria, e li
faria veder le letere, et dil resto faria il tutto etc. Et
non voleva darli licentia, perchè havia malla ciera,
acció megliorasse etc. E tornò a caxa con gran doglie, licet la febre l'habi lassato. Et, ricevuto nostre
letere, li fè comunichar, per il secretario, la risposta
fata dal re di romani, e altri sumarij di Levante. E
intese, il re aver usato tal parole: Nui faremo altro,
atempo nuovo, per la potentia mazor che havemo.
Item, di Martin da Casal, disse vederia la letera ; e
par, soa majesta habi auto letere dil gran maistro
di Rodi zercha Modon , promete ajutar in tutto.
Item, il re à 'uto nova di la morte di suo cugnato,
Fo leto le opinion tre, nominate di sopra, e una
di sier Nicolò Trivixam, che volea scriver in Franza
prima etc., e una di savij ai ordeni. Or il primo parlò
sier Lunardo Loredan, procurator, per la so opinion.
Poi sier Lunardo Grimani, qual sollo messe una altra opinion: far do letere. Poi sier Constantin di
Prioli , per la soa, qual rimase solo. Demum, sier Alvise Mocenigo, savio ai ordeni. Poi sier Lorenzo di
Prioli , contra tutte ; e aricordo certum quid. Poi sier
Francesco Donado. Et prima sier Marco Antonio
Morexini, el cavalier, e sier Nicolò Trivixan, procurator, e Jo, Marin Sanudo, introno in l' opiniom di
sier Lunardo Loredan e compagni, etiam sier Zuan | conte de Foys, qual governava il Delphinà, e in suo Morexini e sier Antonio Trun, consieri. Sier Piero
Duodo, savio a tera ferma, messe de indusiar. Ando
le parte : 0 non sincere ; 0 di no ; di 4 savij ai ordeni, 2; dil Prioli, 10 ; dil Duodo, di l'indusia, 16 ;
dil Grimani 18 ; dil resto di savij, ne la qual Jo era,
91. Et questa fu presa. Ediese comunichar con l'orator di Franza. Et fo comandato gran credenze.
Adi 19 novembrio. In colegio vene il principe.
Et sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, et
provedador sopra le vendele, riferi esser stato con
li compagni a Rialto, et haver dato tre incanti a tutte
le caxe di debitori di la Signoria nostra, parte di le
raxon nuove, e parte di le cazude ; et cri deteno
principio a veder (sic) parte per più dil quinto. Et
accidit un dubio, si 'l vende di più à d'esser dil debitor; ma, si vende di mancho, de chi dia esser il
danno. E fo varie opiniom.
Vene l'orator di Napoli, al qual, poi usate certe
parole per il principe, li fo fato lezer la diliberatiom
fata eri, e la risposta al suo re. Qual disse, era di
laudar li savij consulti di la Signoria nostra, et scriloco succederà el principe de Orangie. Item, il re à
mandato salvo conduto a domino Antonio Frixom,
orator dil re Fedrico , possi venir; qual vien per
causa di le noze di la fiola, e per altro non aldirà.
Item, àmandato il suo capelam contra il successor ;
et à letere di 20, da Liom, come a Roan montava
in barcha per Nantes etc. Item, si atende uno verleto di zambra dil re, andato a Fiorenza a protestar,
li dagi li danari da pagar le zente, aliter farà retegnir li merchadanti fiorentini, sono nel regno. Item,
è nova, monsignor di Sans, andato a' sguizari, esser
stà sachizato da ditti sguizari etc. , in strada.
Dil ditto, orator, di 4. Come à comunichato al
re la risposta fata a le letere dil re di romani etc.
Item, ave da domino Acursio soa majestà letere di
la morte dil turcho ; et esso orator acertò nulla era,
e fo messo silentio, acciò non tardasse il scuoder di
le decime, e ordina non se ne parli. Item, soa majestà va a Tros (sic), non vol darli licentia ; el, come
il cardinal Roan li à fato intender, vol prima aldi la
risposta, soa majestà farà a li oratori dil re di ro-
1085 MCCCCC, NOVEMBRE. 1086
430
mani, presente lui ; e il re va avanti, e à ordinà a sai, non lo volendo lassar, e a la fin lo lassó con prol'orator sia omnino fin X dì, li a Tors etc.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di
15. Come mandava ditte letere di Franza, et che
francesi li à ditto, disnando con monsignor di Chia- ❘
ramonte, che il re à ordinato, in castello si butti 4
cortaldi a un certo modo, qual sarano fati quest' altra setimana, per meterli su la nave Chiaranta, è im
Provenza, e se li manderà a Zenoa, e de li, con navilij , sarano conduti im Provenza, dove si prepara |
l'armada etc. Item, monsignor di Obigni e di Chiaramonte sono stati a Vegevene, a trovar e visitar
missier Zuan Jacomo Triulzi.
❘
missiom di farli render ; tamen esso conte li à scrito,
volendo li soi animali, fazi restituir quelli à tolto sul
nostro etc. Et, per colegio, ditto conte ſo laudato, et
ditto habi custodia etc.
Item, fono expedite la risposta di do letere venute eri ; una dil vescovo di Trieste, si duol di Antonio Cavaxa, exator a le cazude, per uno beneficio
haHumago, che li ha tolto intrade con danno etc. Et di questo, domino Erasmo Brascha, capetanio di
Trieste, etiam ne scrive; et ſo ordinato si veda li
conti, et expedir il suo messo. Item, un' altra letera dil vescovo di Trento, si duol dil podestà di Ro- verè, à tolto certi paternostri di corallo a uno suo,
per contrabando etc.; unde, consulente colegio, fo
scrito a Roverè, subito li fazi render.
Da poi disnar fo conseio di X simplice; et parte
fo con zonta di colegio. E tamen li savij alditeno alcuni oratori di Casal Mazor; et poi li savij introno
nel conseio di X, dove era altra zonta.
Item, monsignor di Sans, orator dil roy, partito da Turich, da' sguizari , per andar a la dieta a
Feltimburg , par in strada , da quelli di Lucerna ,
siali stà tolto li cariazi etc.; unde, quelli di Turich,
messi in arme, veneno driedo e recupero ditti chariazi. Item, quel Piero di Locha, milanese, li disse
de li do che venivano per brusar l' arsenal, li à ditto,
eri di Milan se partiteno in hordine dil tutto, sì che
si habi a mente etc.; unde, per colegio fo scrito a
ditto secretario, fazi esso Piero di Locha vengi de❘ lando insieme di la sua expedition, disse saria pre- qui, et comesso a li patroni di l' arsenal fazi custodia bona, et non lassi intrar nium in la caxa, per
questo rispeto.
Di missier Zuan Jacomo Triulzi, soto scrito :
Johannes Jacobus Triulzius, marchio regius etc., a la
Signoria nostra, data a di 13, a Vegevene, dil presente. In recomandation di certe intrade à missier
Erasmo Triulzi, suo parente. Prega la Signoria li voglij far restituir ; etiam missier Erasmo scrive.
DaRoma, di l' orator, di 12. Come fu a palazo
col cardinal regino, va legato in Hongaria, et parsla, et veria a Venecia, dove la Signoria li daria
quella instrution etc.; ma il tutto era, la Signoria
mandasse bon subsidio di danari. E poi introno insieme, et con l' orator yspano, el qual orator trato
la materia di l' acordo di colonesi col papa, e molto
si alterò . Et el cardinal Urssino è tornato in Roma,
non sa quello sarà di tal pratiche; et ditto orator
solicitó haver la cruciata, per causa di l'armada, e
non haver se non 30 milia ducati, ch'è per una paDa Padoa, di sier Lunardo Mocenigo, podestà, ga; et il papa vol retifichar prima con quelli reali,
di eri. Come è stato a visitation dil cardinal Santa che dita armada starà nutu pontificis contra turcas.
Maria im Portigo, ivi venuto ; et mostratoli la letera | Or l'orator nostro solicitò il papa a la expedition dil 430
li scrive la Signoria. Ringratiò molto, e si ricomanda. | legato per Hongaria, e il papa lo chiamò, dicendo :
DaRoverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di 16. Volè vu andar domam via ? Vi licentieremo di conZercha la letera abuta di far la descrition di homeni cistorio. Rispose : Pater sancte, no, per non aspetar di la terra e dil teritorio, la farà etc. Et avisa li, in❘ in via le bolle, come il curzense. E concluse spazarlo la forteza, esser certo formento per monition, qual
saria meglio venderlo, e meter dil novo, perchè cussi
si vasta.
luni infallanter. Item, il papa fè lezer letere di 4,
da Forli, dil ducha ; li avisa l' aquisto di Val di Lamon, e spera haver Faenza. Item, ricevuto nostre,
Da Puola, di sier Marco Navaier, conte, di 7. è stato col messo dil re di Hongaria dal papa, per
Come a dì do sequite che quelli di certo locho, sotto | mandar il capello al cardinal Ystrigonia. Soa santità
Pexin, locho dil re di romani, veneno a tuor 50 ani- è contento di mandarlo. Item, dil benificio di quel
mali sul nostro teritorio etc., unde lui, conte, mandò | da Trecho, non fa 0, per non voler il papa.
uno homo da quel capetanio a dolersi, e, avanti el si
partisse, feno altro a danno su quel di Mormoran ;
unde quelli di Mormoran, postosi in hordine, andono
a l' incontro, ritolseno la preda, et ne fè di l'altra.
E il capetanio preditto, al messo era li, manazó asDil ditto, di 13 fin 14. Come, hessendo tornato
in Roma el cardinal di Siena, fo a sua visitation,
exortandolo a solicitar a la expedition etc. Soa santità promisse di far. El qual, insieme col Michiel e
Napoli, sono li primi e molto caldi a l'impresa. Et
1087 MCCCCC, NOVEMBRE. 1088
ozi , in concistorio, il papa à dechiarito il ducha di
Valentinoys, ducha di Ymola, Forli, Pexaro, Rimano, Faenza, Cesena e Fam; e dete sacramento a li
cardinali, et alcuni non volseno zurar, dicendo: Pater sancte, questo non è tempo da far queste cosse :
contra il turcho ! contra il turcho ! etc. Item, el cardinal Santo Anzolo non era, per haver le doie ; ma
Siena fè l' oficio gaiardamente, dicendo si comenzi
armar, et el papa doveria far armata, e non dir di
andarvi im persona, che non vi anderà ; e l'altra è
fatibile etc.
fusse preso parte dar don a quelli pagavano da mo
8 zorni le decime numero 60 et 61 al monte nuovo,
e fo preso eror, voleva dir numero 62 e 63 ; et
cussi di novo sia preso. Et fu presa.
Item, fu posto per li consieri, cai di 40, sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, et li savij ai ordeni, atento sia preso non dar soventiom a nium re- 431
tor o castelan o altro, andava in rezimento da mar ;
cussi di novo s' intendi , ni da terra, ni da mar, sub
pœna etc., videlicet non habi di qui prima vadino. E
have tuto il conseio.
Ando le parte : have una non sincera, 52 di consieri ,
53 di no. Et per non esser presa, perchè era injusta,
fo rimessa a consultar.
Da Napoli, di l' orator, sier Francesco More- Fu posto per li consieri, e sier Lunardo Grimaxini, dotor, di 5. Come il re li mostrò letere dil vice | ni, savio a terra ferma, una parte di le caxe si tuol
re di Bari , di la captura , per nostri , di domino in la Signoria, cussi come el più è di debitori, cussi
Alexandro Manducha, andava al turcho; e l'orator | il smen vender sia di essi debitori , a lhoro dano etc.
nostro volendo escusar il re, scusò quelli l' haveano
preso, dicendo non sano la praticha si trama a beneficio di la Signoria, et che havia scrito al suo orator de qui, sij con la Signoria. Et sopravenendo l'orator yspano, fo fato fine, e fin 6 zorni spazerà
l'orator dil turcho, e il re anderà versso Caieta, et
verà esso orator nostro con bon augurio di repatriar.
Da Roma, dil cardinal Cosenza. Responsiva a
una scritali per la Signoria nostra, la copia di la qual
sarà qui avanti posta.
Adi 20 novembrio. In colegio non fo il principe, ni fo leto niuna letera. Vene li cai di X, dicendo
haver cosse che importa, et steteno tuta la matina
dentro ; et vene l'orator di Franza. Quello si dicesse
nol so, perchè non vi era.
Da poi disnar fo pregadi, per expedir li cremonesi elc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 19. Come el marchexe di Mantoa era ancor li ; non è andato a Comachio per li tempi cativi, licet tutto fusse preparato;
e forsi per altro è restato, per star molto suspesi de
li, per li successi dil campo dil ducha Valentinoys,
qual si dice è acampato a Faenza, versso Castel Bolognese, tamen faventini si vol tenir; ma havendo
perso la Val di Lamon, si judicha farano mal; benchè etiam nel campo è discordia tra li capi e membri ; et è stå ditto, hanno posto Granarollo a sacho,
e preso il castello, ch'è in Val di Lamon etc.
Item, il papa à consesso de li el jubileo fin Nadal, con questo, pagi el 3.º di la spesa di andar a
Roma, qual sia dil papa, et è uno exator al domo,
scuode. Et si visita 7 chiesie, e si ha il jubileo.
Item, da Fiorenza hano preso di trovar danari
per far fantarie, ma sono strachi dil governo ; e si
judicha un zorno si darano a Franza.
Fu posto per li consieri, atento, mo terzo zorno,
Fu posto per sier Antonio Trum, el consier, dar
a Zuan Carlo da Rezo, qual à fato l'horologio di
San Marco, e speso dil suo, come è stà stimato, ducati 1728, in recompensatiom, volendo star a governarlo etc. , li sia dato do fontegarie in Rialto, le prime vacherano ; tamen ſo presa, e non si contento
per esser O al presente.
Fu posto per li savij ai ordeni, che sier Francesco Zane, quondam sier Bernardo, possi mandar pa -
tron su la soa galia a Baruto, sier Alvise Contarini,
quondam sier Pandolfo, qual è al presente soracommito con quella. Ave 8 di no, el resto di sì.
Fu posto per li consieri e savij ai ordeni, atento
la suplicatiom di domino Beneto Misoli, da Pago, dotor et cavalier, leta al conseio, qual mostrò gran meriti , e il fradello era sopracomito di la galia di Pago, presa da' turchi, e morto etc.; li sia dato in contadi, di ogni danar di la Signoria nostra, non obligati, quello restava creditor etc. per il servir di la
galia preditta. Item, li sia remesso ducati 290, dia
dar a la camera di Pago. Item, li sia dato la villa di
Jupa, sul conta' di Zara, qual hora è diserta da' turchi. Et sier Antonio Trun, el consier, et Jo, Marin
Sanudo, savio ai ordeni, metesemo voler la parte,
excepto di la villa, ma si scrivi prima a Zara, e si
habi information di la cossa. Andò la parte : 4 di no,
48 di consieri, 70 la nostra. E fo presa.
Fu posto, poi venuto il colegio fuora, per li savij
dil conseio et di terra ferma, expedir li oratori di
Crema. Et leto quello rechiedevano, ch'è 27 ville li
vicine, noviter aquistate, parte erano soto Lodi e
parte soto Milan, che le sia concesse a Crema, atento
la fede lhoro, e mandato soi vicharij, et le apelation
1089 MCCCCC, NOVEMBRE. 1090
vadi a Crema elc. E noto, Crema prima havia 48
ville soto de li. Et dita parte ave tutto il conseio.
Fu posto poi per tutti, ut supra, excepto sier
Lunardo Grimani, di certo imbotado di Casal Mazor,
li sia rimesso, chome per li privilegij li fo concesso.
La qual terra dil 1408 fin 1437 stete soto la Signoria nostra etc. Et sier Lunardo Grimani andò in renga, e disse di 65 milia ducati, havia il ducha di Mi- lan di Cremona e cremonese, la Signoria à ' buto di
la cità ducati 13 milia, et 5000 dil teritorio, e il sal,
ch'è ducati 19 milia e più ; et questo è per haver
dà via etc. E messe certa soa opiniom, di dar a quelli
di Casal Mazor 5 per 100, per ducati 2000 dete al
signor Lodovico per l'imbota' . Sier Francesco Foscari rispose etc. Ando le parte : have, et li consieri
intrò in l' opinion di savij, dil Grimani 32, di savij
74. E fo presa.
Fu posto per tutti, confirmar certi privilegij a li
frati di Santo Agustim di Cremona, observanti di
l'hordine di Eremitani, concessi alias per madona
Biancha etc.; con certa limitation. Et tamen have 11
non sincere, 18 di no, 67 di la parte. Et fu presa.
Fu posto per sier Antonio Trun, el consier, di
confirmar quanto per li provedadori nostri fo pro- messo a domino Christofal Stanga e fioli. Et li savij
dil conseio messeno una altra opinion più moderata, et questo per la diferentia hanno con quelli di
431 Seresina, per la juridition. Et li savij di terra ferma
messeno, el dazio de l' imbota' vengi in la, Signoria,
da esserli dati li danari soi da la camera di Cremona
in anni 4 ; et, in questo mezo, habi a raxon di 5
per 100 etc., ut in ea. Parlo primo sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, savio dil conseio, et confortò si dovesse contentar ditti Stanga, ch'è gelphi,
licet domino Marchexin, fratello di domino Gaspar,
ch'è qui, et noviter a Milam morto, fusse tuto dil
ducha de Milam. Et parlò per la sua parte. Li rispose sier Lunardo Grimani. Poi parlò sier Antonio
Trum, per la sua, dicendo si voleva atender la promessa etc. Andò le parte : 2 non sincere, una di no,
di quella dil consier 7, e queste andò zoso. Di quella |
di savij dil conseio, 41 ; di quella di savij a terra fer- ma, 44. Et iterum queste do balotade, fo 3 non sincere, 47 di savij dil conseio, 50 di savij da terra
ferma. Et nihil captum. Iterum, 3 non sincere, 43
di savij dil conseio, 50 di savij di terra ferma. Et
questa fu presa, ut patet.
Fu posto per sier Antonio Trun, el consier, di
confirmar certo privilegio fato per li provedadori
nostri in campo a li homeni di Pescharolo ; et li savij, non l'avendo consultà, volevano rispeto. Et sier
Lunardo Grimani e sier Francesco Foscari, savij a
terra ferma, messeno de indusiar. Andò in renga
sier Antonio Trun, cargando il colegio etc. Li rispose sier Francesco Foscari. Ando le parte : 35 di
l'indusia, 76 di sì. E fu presa.
Fu posto, per tutte tre man di savij , una letera a
l'orator nostro in Spagna, per expedir con le altre ;
videlicet avisarli il voler dil re di Franza esser, che
volendo le soe alteze lassar l'armada, e per le cosse
dil turcho, è contento concordarsi con tutti li prin.
cipi, et che saria buono esser medij col re di romani
e re di Franza a concordarli etc. Ave 0, 0, e tuto il
il resto di la parte.
Copia di una letera scrita per il cardinal
de Cosenza a la Signoria nostra.
Illustrissime ac excellentissime domine mi
commendatissime.
Redditæ fuerunt mihi nuper litteræ vestræ excellentiæ, quas eo alacrius eoque majori cum vo
luptate legi, quo illas intensioris affectus sinceriorisque benevolentiæ et amoris plenas licuit intueri.
| Quod mihi profecto præter spem non evenit ; ea namque mea erga excellentiam vestram et illustrissimum
| Dominium istud devotio et observantia semper fuit,
ut me, loco fidelis servitoris ab excellentia vestra
haberi et existimari non ambigam. Et propterea illa
vestræ illustrissimæ Dominationis gratulatio, de hac
nova cardinalatus dignitate ad quam, non virtute
mea nullaque meorum causa meritorum, sed omnium bonorum largitoris gratia, summique pontificis beneficio , ac sacri collegii reverendissimorum
dominorum meorum cardinalium humanitate, una
cum aliis evectus sum, tantum mihi grata fuit quantum exprimere difficile est. Gratulatur procul dubio vestra excellentia homini sibi et illi illustrissimo
Dominio deditissimo et obsequentissimo , adhortaturque eum, precibus suis Altissimo effusis, ad ea
quæ sua sponte , ex animo et ex corde , semper
amplecti desideravit. Quippe qui, et pro reipublicæ
christianæ, cui ex hac mea promotione qua ex parte 432
consultum esse videatur non facile conjicio, et in
Fu posto per li savij, ut supra, certa confirma- tanto præsertim rerum et temporum discrimine, netion di privilegij soi, ad li homeni di Antignate et dum oinnes meos conatus omnesque vires, licet imCoff, et in alcuna parte conzati ; et, per esser li savij | belles nulliusque fere momenti, præstare, verum et
d'acordo, have tutto il conseio. tanto promptius sanguinein effundere non recusabo,
1 Diarti di M. SANUTO. Tom. III.
|
69
1091 MCCCCC, NOVEMBRE. 1092
Da poi disnar fo conseio di X con zouta dil colegio, procuratori et altri. quanto illi me enixius obligatum devictumque esse |
conspicio. Ago igitur Deo optimo maximo, a quo
omnia dona procedunt, gratias immortales, vestræ In questa matina è da saper fo discoperto un
autem excellentiæ, cui res meas tam gratas tamque | strano caxo, acaduto in la contra' di San Zuan Diacceptas esse cognosco, non mediocres ; pro qua et golao, a uno sier Beneto Morexini, quondam sier
illo illustrissimo Doninio omnem meam operam, ❘ Jacomo, di anni 50, qual stava in caxa za 4 anni per
omneque studium, quamvis exiguum et inerme ,
prompte polliceor promptius præstiturus. Felix valeat vestra excellentia, cui me commendo.
Romæ, ex ædibus pontificiis, die nono novembris MD.
Subscriptio : Excellentissimæ vestræ excellentiæ
servitor, cardinalis CASENTINUS.
Atergo : Illustrissimo domino Augustino Barbadico duci Venetiarum, domino meo colendissimo.
Adì 21 novembrio. In colegio vene l' orator di
Franza, et fè introdur uno messo dil cardinal curzenze, destinato legato in Alemagna, et è in via, dicendo era stato dal re di romani, qual era aNolimberg, et li havia ditto non voleva legato in Elemagna per cosse dil turcho, et li havia da una letera,
drizata a esso cardinal, acciò non venisse, e un' altra andava al papa. El principe el ringració. Poi
l'orator di Franza ricomandò Alvixe Nicheta a la
Signoria, a farli mancho mal; qual havia confesado
stronzava duchati ; et che Casandra Fedel, poetessa,
lo havia exortato a questo. El principe li rispose :
Domine orator, a questo la leze è fata etc.
mal franzoso, e in leto. Or havia uno fiol bastardo,
di anni 9, et una sarazina, par siano stà trovà morti
eri sera, ditto sier Beneto in leto, e il puto su le legne, et la sarasina quasi morta, e non parlava per
do ferite su la testa havia; et le casse tutte era aperte, e la roba dentro. Fo incolpado uno pre' Francesco, oficiava li in chiesia ; et ita fuit.
A di 22 novembrio, domenega. In colegio, non 432
se reduse se non uno per hordine ; et questo per la
neve venuta, et il grandissimo vento e fredo, et, per
l'hordine dato eri sera nel conscio di X, fo sonato
conseio. Et è da saper, eri sera fo asolto nel conscio
di X l'orator dil signor di Pexaro, stato più mexi
im prexom, et fo con la zonta expedito etc. In questa matina, non ſo alcuna letera ; solum fo leto la
depositiom di quel messo dil cardinal curzense,
stato in Alemagna, dice molte cosse etc.
Da poi disnar se reduse gran conseio, ma vene
solum tre consieri ; et licet uno cao di 40 fusse in
locho di consier, tamen per le leze non si potè redur senza el quarto consier. Et cussi fo licentiato
con gran mormoration de tutti , che con quel tempo
non si dovea sonar gran conseio; e, poi era sonato,
li consieri dovea venir.
A di 23 novembrio. In colegio vene el principe.
Vene molti merchadanti todeschi di fontego, di- Et prima fo expedito domino Antonio Turcheto, docendo non potevano vender li ori et arzenti, ni darli ❘ctor in leze, citadim padoam, qual dimandò li sia
ai banchi, per non vi esser ; e quel di Augustini, vol concesso di lezer in la lectura, fino verà domino Jaal suo modo pagarli, et in zecha non è chi li to- som dal Mayno, col qual si è im praticha, o ver alia etc. , pregando la Signoria volesse proveder. Et il tro doctor. Ecussi per la Signoria li fo fato le letere.
principe li disse, si vederia, perchè li amavemo summamente.
Veneno molti stratioti ; primo, alcuni lepantini,
dimandando tereni da viver etc.; poi li coronei, quali
non sono stati conscij di darsi al turcho, dimandando provision ; e molti altri stratioti con varie suplichation. Et il principe li dete bone parole, et comesse a li savij di terra ferma la soa expedition.
Da Ravena, dil podestà, di 17. Nulla da conto.
El ducha esser col campo a presso Faenza, in uno
locho chiamato Santo Lusio, et par faventini si vogliono tenir etc.
Vene sier Nicolò Foscarini, va capetanio a Padoa, fa l' intrada doman. Tolse licentia dal principe
et dal collegio.
Vene domino Gaspar Stanga, et disse era contento di la expedition fata, poi che cussi pareva a la
Signoria nostra ; et, rechiedendo qualche segno, si
fè intender volea esser fato cavalier. E cussi, senza
altra solenità, fu fato per el principe cavalier, e cal- zati li spironi, de more, per sier Marco Antonio Morexini , el cavalier, savio dil conscio, et sier Polo Pixani, el cavalier, cavo dil conseio di X.
Intrò li cai di X, steteno un pocho, mandati tutti
fuora. in materia dicevano importar. Nescio quid etc.
Vene quel nontio di missier Zuan Bentivoy, domino Galeazo ... , bolognese, dicendo haver letere
da Bologna, el papa tratar acordo, dimandandoli do
castelli importanti, videlicet Castel Bolognese e Castel
Casal Butistaria ; et che quel rezimento di Bologna
1093 MCCCCC, NOVEMBRE. 1091
433
havia risposto non li voler dar per niente, imo vo- lersi defender usque ad mortem, volendo perho observar li capitoli ha con santa chiesia, fati a tempo
di papa Paulo, nè a quelli voleno contrariar ; per
tanto li à parso comunichar con la Signoria nostra,
e che sono ben in hordine, provisti di zente etc., e
non se impazi di Bologna, per haver missier Zuane
Bentivoy, e quella cità, im protetione ; el qual va mal
volentiera, e anderà dimorando fin Faenza sia expedita etc. Item, monsignor di Obigni et di Chiara- monte si parte, per andar per il paese a far la mostra a le zente, per esser tempo di darli danari. Item,
hanno la protetion dil christianissimo re di Franza; ( si atende a Milan a la exation di ducati 25 milia, per concludendo, la Signoria nostra haver la brena in
man di quel stato. Et mandato fuori per consultar la risposta, li fo risposto generalmente, eramo uniti
con Franza etc. Elui tolse licentia, et si parti, et ritornò a Bologna.
Vene l' orator di Franza, per il qual fo mandato,
et, comunichatoli quanto ditto messo havia ditto,
disse, el papa si doveria contentar etc. Poi li fo ditto la continentia di la letera si scriveva in Spagna, zercha l'acordo etc. Laudò. Poi esso orator parlò certe
cosse particular etc.
Vene l'orator di Urbim, domino Machario de
Chamarino, dicendo el suo signor non sa chome el
sia con questa Signoria, e, compita la ferma, ha 'uto
bone parole etc. Li fo risposto, era nostro. Poi disse
si voleva partir, ma havia do gran adversarij, l'uno,
la vergogna, l' altro, el timor, videlicet di dimandar
quel resto di ducati 100, balotati per so spese a conto
dil signor suo. Item, voleva la caxa, tien da cha' Barozi , li fosse salvata, et che ritorneria.
parte di li 100 milia per la rebelion. Et di la dieta di sguizari, fata questo San Martin a Felburg, nulla s'intende; el baylo dil Degium dice fin tre di saperà.
Da Tors, di sier Francesco Foscari, el cavalier,
orator, di 6. Come era zonto li, e l'ultime soe fo di
22 dil passato da Liom, et è venuto per lochi amorbati, e à convenuto far longa via ; e li trovò corieri
dil re, venuti a preparar per sua majestà, qual sarà li per San Martim, dove è il corpo, e quel zorno si
fa gran solennità ; unde, recevuto letere dil secretario è con l'orator Trivixan, li à parso dimorar li
fino la venuta dil re, qual a di 4 si dovea partir di
Nantes. Et è stato gram pioze et cativissimi tempi
in quelli zorni .
In questa matina, auctore sier Antonio Trun, el
consier, fu fato una termenation per la Signoria,
consulente collegio, che non si depenzi più in niuna
calle, ni dove se pissa, alcun santo o ver eroxe, soto
pena a li depentori di lire 25 et prexom ; et etiam
fo mandato a dir al patriarcha, facesse sbegazar in
tutti li monasteri, ut supra.
Da Cividad, di sier Antonio Vituri, podesti et
capetanio. Come mandava il conto dil subsidio christiano; ita che quella comunità non restava più dar 0.
Et in questa matina ſo dato principio, per li avogadori presenti et per li passati, a dar li ducati 1000
dil Grimani a li heredi di li morti di la nave Arme
ra e Pandora, in l' oficio di l' avogaria.
Vene uno messo di la moglie dil conte Nicolò
Rangom, da Bologna, noviter defoncto, qual era fidelissimo nostro, e, per li meriti di soi, alias li fo
donato per la Signoria nostra uno castello in trivixana, chiamato Cordegnan, dil qual ha gran juridi- tione, e vi mette el podestà, qual di presente è domino Belpiero Chieregato, dotor et chavalier vicentino etc. Or presentò una letera di credenza, sotto
scrita : Blancha de Ragonis. Et ditto messo disse
che, hessendo manchato el prefato conte, servitor
di la Signoria nostra, la moglie et 8 fioli maschij e Da poi disnar la Signoria dete audientia, et li
do femine si mandava a ricomandar a la Signoria savij, cadaum per li soi ordeni, deteno audientia. Li
nostra, dicendo voler esser in quella servitù erano savij dil conseio, alcuni dil cremonese, chome è li
il padre. Et il mazor fiol, qual ha anni 15, et è ama- oratori di Trevi, tra i qual è Bortolo Rozon, era solato, varito el sarà, verà a far reverentia, come è cretario dil vescovo, orator di Milan, fo qui . Item, li
suo debito. El principe li dè bone parole, acetandoli | oratori di la comunità de Viadana, qual loco fo doper fidelissimi ; et cussi fo expedito. nato per il ducha al signor Frachasso etc. Item, li
Di Milam, dil secretario, di 19. Come ricevete | savij di terra ferma alditeno li stratioti e modonci ;
e li savij ai ordeni alcuni altri, e sier Zulian Zancharuol per le cosse di Candia.
nostre, con la risposta fata al re di roinani, per milanesi, qual comunichó con monsignor di Luciom.
Li piaque, e li dimandò la copia. Disse ge la daria.
Item, monsignor di Alegra à 'buto comandamento
dal re di andar con 100 lanze, in ajuto dil ducha di
Valentinoys a l'impresa di Faenza, con comission
Di Ravena, dil podestà el capetanio, di 20. Come per uno, ritornato di campo, à inteso, eri , a di
19, a hore di nona, tutto il campo dil ducha, havendo per tre zorni avanti bombarda una tore di la
1095 MCCCCC, NOVEMBRE. 1096
portadil borgo versso Forli, et hessendo parte ruinata, con le scalle e artilarie deteno la bataglia, e
montati alcuni per la ruina su la torre, e poste do
bandiere sopra, da' faventini fono rebatuti, e durò
433 ditta bataia fino horre 22, e con occisiom di molti
dil campo lassorono la bataglia. Et, si quelli dentro
havesseno un pocho di ajuto, ussirebeno, et romperia el campo, el qual à gran carestia dil tutto, e stanno a la frascha, e si dice non potrano durar molto
per li tempi cativi.
Da poi disnar fo pregadi, et to leto una parte
per information, zercha certa angaria dil pesse, come in la parte si contiem.
Fu leto una gratia di sier Andrea Magno, quon- dam sier Marco, è debitor etc. , pagi di tanti pro'. Fo
ballotà do volte, et non fu presa.
Fu posto per nui, savij ai ordeni, una parte di
elezer do provedadori sopra le nave, dil corpo di
pregadi, con li modi, auctorità etc., era sier Domenego di Prioli e sier Marin Zustignan ; debi veder
le raxon di le nave retenute in armada; item, quelle
state in arınada ; item, li danizati si di navilij chome
Da Dulzigno, di uno Simon de Sinio, di 3 octubrio. Scrive, chome sier Piero Nadal, rector de li, à
tochato più di 4000ducati, e tamen fa pagar a quelli | merchadantie in questa guerra turchescha; item, papoveri, che non hanno da viver, et va discurendo. troni dil trafego et Barbaria, capetanio sier BernarAdi 24 novembrio. In colegio vene l'orator dil do Zigogna; item, le galie di viazi, si à 'buto il do- papa, e comunicho dil caso sequito a Faenza, dicen- ver di homeni, e meti ducati X per homo a quelli
do non era bataia ordinaria, ma alcuni dil signor | mancha; item, le malvasie tolte per il capetanio di
Verzilio Orssini apizó la bataglia, e volendo un mis- ❘ l'armada yspana, e, visto le raxon, possi scontar
sier Nerio Savello andar su le mure, da le soe artilarie proprie fu amazato con tre altri etc.; e sopra
zò disse assai .
Vene do messi et capetanij di sguizari, menati da
uno Alvixe Signolo, sanser, et presentò una letera
di uno capetanio, di credenza, chiamato Stefano ... ,
data a Turigo, a dì 2 di questo. Avisa chome vol
venir a servir la Signoria, ma non voriano venir per
mar, e dice è stato a la guerra di Novara con domino Zorzi de Petra Plana etc., et aspeta risposta, e
oferisse molti sguizari. Avisa l'acordo fato di sguizari col re di romani, et per il principe fonno carezati, et comesso la expedition a li executori.
Item, lo episcopo di Puola, brexan, di Averoldi,
era per haver audientia, qual il cardinal San Zorzi,
ch'è a Pavia, e vol andar in Franza, l'à mandato a
chiamar, vadi con lui ; qual non vol andar senza licentia. E ditti Averoldi è fidelissimi, e à le bollete
di Brexa; unde, consultato in colegio, fo terminato
el principe li parli , vadi etc.
Item, fo dato licentia a la nave di Coresi, va in
Candia, poi a Syo, a far le sue merchadantie, justa
il consueto.
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 19. Come il campo dil ducha, a dì 17, si apresentò a Faenza, et con 6 canoni et do colombrini piantono e comenzono a bombardar, e Faenza si vol tenir. Item,
uno comissario dil campo li à scrito, voria licentia
di trazer da Ravena 5000 stera di grano e altratanto di biava. Et li à risposto in bona forına, tamen
voria saper il voler di la Signoria nostra .
con le angarie in Ihoro nome poste, et che si meterano in futurum. Et sier Antonio Trun, el consier,
e sier Lunardo Grimani, qual intrò in opinion, messe, che tutti li dannizadi, e questi dia aver, vengi a la
Signoria, e, se li par, li cometti a sier Antonio Condolmer e compagni etc., ut in ea. Et Jo fui el primo parli
per l'oppinion nostra. Et li savij dil conseio et di tera
ferma intrò in nostra opinion. Mi rispose sier Antonio
Trun. Poi parlò sier Cabriel Moro. Li rispose sier
Lunardo Grimani. Et andó le parte : 0 non sincere,
0di no, 66 dil consier, 66 la nostra. Et per non esser 434
stà preso niuna, iterum ballotate, fo 0 et 0, 60 dil
consier et 73 la nostra. E fu presa. Ma per l'hora
tarda, fo rimesso a farli il primo conseio di pregadi.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma
l'opinion di sier Lunardo Grimani, persa l' altro
zorno, che il danno di le vendede si farà per le
caxe etc. , tolte in la Signoria nostra, sia a conto di
debitori , cussi chome anno l' utele. Et sier Lunardo
Grimani parlò. Et andò la parte, e, senza contraditiom, fo 6 non sincere, 59 de sì et 63 di no. E
iterum ballotato : 4 non sincere, 57 di sì, 68 di no.
Equesta fo presa.
Fu posto per li savij ai ordeni, scriver al capetanio
dil colſo, vadi per l' Albania, asegurato le cosse di la
Vajussa, fazi proclame, fazi render a li rectori etc.,
forini il processo, et etiam contra di provedadori, et mandi a li avogadori. Et have tutto il conseio.
Fu posto per nui sopra diti, atento la galia Marzella di Alexandria è a li castelli stracarga, sia per il
consolo di Alexandria va, tolto do gripi a spexe di
Et li savij andono a consultar, et la Signoria dete patroni, e cargarli de rami per aleviar etc., con altre
audientia col principe. clausule, come apar. Ave 8 di no, el resto di la parte.
1097 1098 MCCCCC, NOVEMBRE.
Fu posto per nui, ut supra, le galie dil trafego, tornato da veder di haver legnami per le terre e bojusta il consueto ; excepto fo dà muda per tutto octu- schi di la Signoria nostra. Disse era stato zorni 45 brio, che prima era di septembrio, et li patroni de- ) fuori, cavalchato di Friul fin in cremonese, visto li
434
bino pagar le zurme, e armarle al tutto, non dagando mancho di lire 8 etc. Ave tutto il conseio.
boschi, maxime quel di Porto di Carpenè e dil Montello, di li qual non si pol haver legnami al preposi- to ; concludendo, tutti ha di ditti legnami , excepto la
Signoria. La colpa è di guardiani, et etiam di rectori ; e aricordò sopra di questo una provisione. Item,
Fu posto, per li savij a terra ferma e ai ordeni,
cometer la revision di conti di governadori di le gaHe grosse a sier Antonio Condolmer e compagni, e
datoli auctorità di alcun acto fato etc. Et sier Anto- | nel Friul havia pur trovato certi legni ſati taiar, e sanio Trun, el consier, messe con questa una parte
molto longa, di l' hordine di essi 3 savij, chome habino a far, unde per inandar una parte tutti d'acordo. Et have tutto el conseio .
rano conduti a la caxa.
Da Roma, di l'orator nostro, di 15. Chome fo
dal legato va in Hongaria, per solicitarlo ; e fono insieme poi dal papa, qual disse lo expediria doman,
e, solicitato il terzo per Franza, disse faria subito. E
tirato il papa con esso orator a uno balchon, li comenzó a rasonar dil ducha di Valentinoys, dicendo
di la conduta, e sperava saria in bon grado con la
fioli, e si duol dil cardinal Roam, voi la legation di
Franza, perchè li sarà gran danno per li beneficij etc.
che perderà di dar.
Fu posto per tutti, et fossemo in contrasto a la
Signoria, utrum si possamo impazar in trovar danari. Sier Francesco Foscari, savio a terra ferma, ne
era contra, et la Signoria termino, oretenus, per nui,
videlicet sier Alvise Mudazo, sier Zuan Morexini, sier { Signoria nostra; si che mai pensa di altro, se non di Piero Contarini, sier Antonio Trun, consier, e sier
Bernardin da Canal, cao, in luogo di consieri. Or la
parte fo questa: hessendo stà fati molti citadini, quali
hanno fato venir oglj etc. , in nome de altri, e non à
pagà le decime e angarie, debino pagar in certo termine, con don di X per 100, aliter con pena etc. Or
sier Alvise Zustignan, quondam sier Marco, è a le
raxon nuove, contradixe, fusse de cætero. Poi sier
Antonio Valier parlò per la parte ; aricordo assa'
cosse si provedesse ; e prima per le decime si trazeva ducati 112 milia, poi 18 milia per conto di
merchadantie, e hora non si traze 7000 etc. Et have
tutto il conseio.
Fu posto per tutti, ut supra, una parte : li debitori di le decime, per le gastal.lie etc., siano mandati a palazo, soto pena, a quelli di X savij, di ducati 100 per uno. Et have tutto il conseio.
Dil ditto, di 16. Come quella matina, in concistorio, fo licentiato de more el legato, va in Hongaria, acompagnato da li cardinali fuori di la Porta di
San Piero mezo mio; e poi disnar esso orator fo a
soa visitatione ; qual disse cavalcheria presto, et fin
16 zorni sarà a Venecia, et starà a la Signoria ad
expedirlo presto; e tutto sta al subsidio vora dar la
Signoria nostra a quelli serenissimi re; et da poi doman si partirà, nè in niun locho dimorerà.
Dil ditto, di 18. Come fo dal papa a solicitar la
expedition dil 3.º legato. Disse subito ; e per saper
il vero, e si la josa era col testo, fo dal datario, qual
confirmò lo spazeria immediate. Item, ricevute letere nostre di 12, con la risposta e letera fata in
Franza, zercha li malivoli etc., e le nove di mar, fo
da l'orator francese, e li comunicho ; qual disse era
certo dil bon voler di la Signoria nostra.
Fu posto per li savij a terra ferma una parte, a
requisition di sier Anzolo Sanudo, cum sit che sier
Stefano di Prioli e compagni, oficiali a le raxon vechie, habino za mexi 13 stentà per veder le raxon Da Napoli, di sier Francesco Morexini, doctor,
di la Signoria di certe possession ocupa sier Fantin orator, di 14. Chorme à inteso il venir dil successor ;
Michiel, quondam sier Hironimo, e atento siano in- ringratia, et il re atende a la fabricha di le mure e
formati è per compir, che, per auctorità dil pregadi, ❘ fosse di la terra e Castel Nuovo, e si lavora assai.
possino in questo caxo seguir, e col conseio confischar, non ostante havesseno compito l' oficio. Et
contradixe sier Alvixe Zustignam, è ai Xsavij e cargo
molto ditto sier Anzolo Sanudo. Or andò la parte
senza risposta. Et fo una non sincera, 55 di la parte,
et 66 di no. Et fu preso di no, et bene.
L'orator dil turcho non è partito ancora; dubita
molto venir in le man di la Signoria nostra.
Dil cardinal arbolense una letera ſo letu, latina.
In risposta di la nostra congratulatoria di la creation
soa, la qual sarà qui posta.
Da Ferara, dil vicedomino, di 22. Chome el carAdi 25 novembrio. In colegio, fo santa Catha | dinal curzenze è zonto a Cento, dove è il Vincula,
rina, non fo il principe. e ſarà la via di mantoana e Hostia, poi a Verona ; e
Vene sier Jacomo Capello, patron a l'arsenal, ri- ) licet sia stå dito di Faenza esserli stà dà una bataia,
1099 MCCCCC, NOVEMBRE. 1100
435
tamen non è certa. El marchexe di Mantoa è ancor
li, e a Mantoa si lavora certi bastioni a Porta Cerasa,
e vi lavora 1000 homeni. Item, domino Beneto Tosabecho, suo orator, s'è dito esser ritornato di Franza; et altro non era di novo.
to, a invitar soa signoria fazi la via per Ferara, et
visitarlo, e oferirsi. Item, el marchexe di Mantoa,
ozi, poi disnar, si è partito per Mantoa, stato de li
con pocho piacer ; e a Mantoa si atende a fortifichar,
e molto si sta con aspetation di l'exito di Faenza.
Di Antivari, Duer, Dulzigno, di sier Andrea
Michiel, provedador di Albania, di 6 octubrio. Si scusa zercha li formenti mandati in Antivari, e sopra
zò scrive in risposta di nostra. Item, dice di la Vajusa, stando el capetanio dil colfo li, non ussirà, e si
Schandarbecho fusse li, si vederia di brusar quella | telli à comenziato a partirssi di campo.
Di Ravena, dil podestà , di 22. Come dil campo
dil ducha 0 è ; solum da poi traze qualche colpo a la terra, e li vien risposto; e Faenza è disposta a tenirsi ; unde crede, per li tempi cativi, si converà levar,
e za è nevegato, e parte di le zente di Vitelozo Viarmata. Di missier Zuan Jacomo Triulzi, data a Vegevene, a di 20. In recomandatione, sia expedito li Fo balotà la gratia di fioli dil quondam sier Andrea Bragadin, pagar il debito dil padre, hanno a le | messi di domino Renato Triulzi .
raxon nuove, di ducati 12 milia, di tanti pro' elc. ,
in tanti, videlicet, che gli officij possi risponder ; e
vol li do terzi. Have 6 de si et 12 di no. E fu strazada.
Fu balotà el dacio vechio di li pistori, per li provedadori di le biave, qual è za compito, dato a uno
per lire 21 milia di pizoli. Et volendo balotar il dazio nuovo, per lire 22 milia in do anni etc.
Fu fato castelan a Malvasia sier Nicolò Mariani,
qual have una di no ; è homo vechio, e molto praticho in mar; e fono balotati alcuni, ma niun non si
acostò, per la suficientia di questo.
Vene domino Jacomo da Nolla, secretario dil
conte di Pitiano, dicendo haver auto risposta dal
conte, voria tornar a Gedi, perchè in Friul sta con
spexa, et 0 fa. E cussi per il colegio fo scrito vi andasse, e scrito a' nostri rectori l' acompagni di loco
inloco.
Da poi disnar fo gram conseio a petizion di avogadori di comun passadi, et fono numero 447 a conseio, e non più, per expedir il caso di sier Alvixe
Marzello, fo capetanio di le nave armade, ch'è za X
mexi im prexom. Era questi avogadori sier Piero
Morexini, sier Beneto Sanudo, presenti, sier Nicolò
Michiel, dotor, cavalier, procurator, sier Marco Sanudo e sier Pollo Pixani, el cavalier, olim et cao di
X. Or, cazadi solum li parenti dil Grimani, Marcello
e Baxadona, capetanio di Barbaria, primo parlò sier
Nicolò Michiel, procurator, e introduxe el caxo. Li
rispose domino Andrea da Bolzam, dotor, avochato
dil Marzello ; ma non compite.
Et, li savij reduti in colegio, vene le infrascripte
lettere :
Dil conte Martin da Lodron, cavalier, data a
Castel Novo, a d' 22 di l' instante. Chome per servar l'antiquo instituto di soi, mandava de qui doDa poi disnar nulla fu per il fredo, et si have fe- | mino Christoforo Traversso, vicentino, suo parente
sta etc.
Adi 26 novembrio. In colegio non fo il principe.
Vene l' orator di Franza, per cosse particular soe, di
certa letera, per beneficij , da esser scrita a l' orator
nostro in corte; e cussi la fo fata.
novo, a dir certe cosse. E mandò una letera, o vero
mandato, dil re di romani, dato a Yspurch, a dì 6
di questo, per il qual diceva che, volendo exequir
quanto in la dieta di Augusta è stà concluso, per 435 '
obstar a' turchi e altri occupatori di le cosse di l' imnati , comandava si dovesse redur poi Santo Andrea,
a Bolzan, dove par voy far una dieta, e mandar uno,
per so nome, li.
Fo expediti li do messi di sguizari, con la rispo- | perio, che il conta' di Tyrol, e cussi a tutti li nomista di la letera portono, dicendoli vossamo per mandar per mar, e vedino etc.; quali si oferse trovar
chi veria, e sopra zo ſo qualche parola. Jo voleva
aperte dirli quello si dà a chi va in mar; altri non
volse exprimerlo ; et li ſo dato X raynes per uno, e
mandati via.
Da Ferara, dil vicedomino, di 23. Chome el cardinal curzense ſeva la volta di Hostia, e andava di
longo versso Elemagna, licet el re di romani par non
voi vadi ; e lui dice, è deputà legato al re e a li electori di l'imperio, e vol andar di longo. Item, el signor ducha à mandato uno suo secretario fino a CenDa Valenza, di sier Domenego Pixani, orator,
di 30 octubrio. Chome eri era zonto li, et sperava
fin X zorni esser a la corte, ch'è in Granata ; et
l' ynfante non era li, per non esser più vice re, e in
qualche alteratione con li reali, ma è a uno suo castello, pocho lontano, chiamato Sogobrio. Item, par
che, venendo lige 5 de li, passò per uno castello di
uno conte, chiamato Castel Menaro, qual si chiama
conte d'Aversa, quasi napolitan; qual, passato, fè
1101 MCCCCC, NOVEMBRE. 1102
136
Pago a quel castello; dimanda la restitution, et è
longa letera. Avisa in Bosina esser turchi 4000, per
custodia, e ne la fin dice: Illustrissimum Dominium
vestrum immortalis Deus in ævum sempiternum conservet, ac in dies magis ac magis augeat ac amplificet, personamque vestræ Dominationis annos nestoreos , felicibus auris vitalibus vesci annual ac jubeat etc. Ejusdem illustrissimi Dominii vestri etc.
obsequentissimus.
chiamar uno di soi, dimandando si era orator venitian. Rispose de sì, e li disse : Ben, turchi è a Venecia ; aveti perso Modom, teneti le terre di christiani,
chome è quelle di Puia etc. Et d' Avignon in qua,
per fiorentini e zenoesi è stà usa, sopra di ziò, di
stranie parole, si che à voluto avisar il tutto. Item,
sabato fo publicà de li una ripresaia contra la nation
nostra, per il danno à 'buto uno Fernando de l' Izola, per una nave carga di lanze, fo presa per sier
Bernardo Zigogna, capetanio di le galie di Barbaria,
con termine perhò di mexi 4 etc. , acciò non si habi
qualche danno. Item, za Xdì capitò li uno orator di
Napoli, con do galie sotil, qual è andato a la corte.
Item, à inteso, li mori di Granata parte sono fati
christiani, altri si farà, e altri erano sublevadi ; zonto Et, li savij reduti in colegio, vene letere da mar,
à la corte, aviserà il tutto. Lì in spiaza non è alcuna | molto desiderate, per via di terra. Il sumario sarà
nave ; quella terra par interdita ; le lane val soldi 11
in 12 la rua, ch'è un marcha' roto ; le specie erano
carissime, ma venute le nave di Alexandrie, con specie, sono alquanto callate ; et al presente, piper val
ducati 100 la charga, ch'è lire 420; zenzari, 83;
canelle, ducati 300; et garofoli grossi, 21 la lira. Altro non z' è etc.
Adi 27 novemhrio. In colegio vene l' orator di
Franza, e presentò una letera dil governador di Zenoa, monsignor di Ravasten, e di quelli signori antiani zenoesi, data a dì 17 di questo, scrita a la Si- gnoria nostra, per certo contrabando di sede, tolto a certo zenoese, per il capetanio dil colfo etc. Et fono
fati venir dentro, e ditoli parte di dite sede sono stà
mandate qui ; manchava una parte, qual si aspetava,
e, zonta la saria, si vederia di jure etc.
Fo balotà molti merchadi fati per li provedadori
e patroni di l'arsenal ; et expedito domino Francesco Florian, con li presenti, va in Ystria, perchè eri
matina, col nome di Dio, le do galie feno vella.
Da poi disnar fo gran conseio apetizion di avogadori di comun, per expedir il Marzello. Compite
di parlar domino Andrea da Bolzam. Li rispose sier
Marco Sanudo, et cargo assai con raxon eficaze; meritava esserli taià la testa ; ma non compite.
qui soto scrito.
Di Hongaria, di oratori nostri, date aBuda, a
di 31 octubrio. Come el magnifico thesorier li havia
ditto, haver auto letere dal re, da Baza, essi oratori
dovesseno andar da soa majestà, et cussi andavano
fin doy zorni. Item, hessendo venuto nova, 600 саvali de' turchi ne li confini di Crovatia esser venuti
a far preda, par il re mandasse alcune zente, qual li
rupeno, e recuperono la preda. Item, va do oratori
in Franza e Ingalterra, a exortar quelli serenissimi
re a la expedition, e insieme anderano do oratori di
Polana ; e tutti insieme, di brieve è per partirssi.
Item, la rayna è partita di Ystrigonia, e andata a
Viena, per andar a Napoli ; si dice dia vegnir a Padoa, a compir certo vodo di Santo Antonio. Item,
l'orator dil turcho è rimasto li a Budoa, con gran
custodia ; et il re non vol si parti. Item, soa majestà
à 'buto letere dil vice bam di Jayza ; il turcho con
l'esercito et la soa armata è andato a Constantinopoli. Item, per persone vien di Baza, hanno, ivi esser
Da Bergamo, di sier Stefano Contarini, e sier reduti da cavali 20 milia, tuta fiorida zente.
Hironimo Bembo, rectori. Chome è cazuto 5 passa Da Vegia, di sier Piero Malipiero, conte. Avisa,
di muro di la rocha; scrito fazi riconzar. Item, dichome havia auto ditte letere da Segna, qual mancerto taion, posto per quelli regij, vol pagi li nostri
hanno possession sul suo, e tamen milanesi hanno
sul nostro, non pagano, solum l' antiquo. Fo terminato dirlo a l' orator di Franza.
Da Verona, di rectori, et di sier Zuan Batista
Bonzi, provedador. Dil suo zonzer li, et sier Domenego di Prioli, camerlengo, scuode il subsidio ; quid
fiendum.
DilconteBernardim di Frangipani, soto scrita :
Segnæ, Veglæ Modrusiæque comes, data a Chreglim,
a di XVIII novembrio 1500. Et mando uno messo qui ; si duol di certo danno fato per nostri di
dava a la Signoria nostra.
Dil capetanio zeneral de mar, date in galia, a
presso il Zante, a dì 28 octubrio. Chome a dì 26, di
Porto Longo scrisse copioso el zonzer di do barze
di l'armata yspana a lui, e il coloquio abuto con el
governador di ditte barze ; e cussi, a dì 27, si levò,
et la note zonse con l'armata li al Zante, dove era
l'armata yspana; et quel zorno di 28, per esser sirocho fortunevolle, e la barza dil capetanio yspano
alquanto lontana, et non havendo noticia alcuna di
la Signoria nostra, di l'honor li avesse a far, chiamò
li proveditori, e judicho esser a preposito honorarlo
1103 MCCCCC, NOVEMBRE. 1104
assai ; e volea mandar li provedadori a visitarlo, ma Gorlim da Ravena, e altri dil ditto capetanio yspano,
per il tempo diliberò mandar 4 sopracomiti, qualli | qual comenzió a parlar, dicendo era venuto con
fonno sier Antonio da Canal, sier Marin Barbo, sier ❘ quella armata di le catholice alteze, a beneficio di la
Francesco Pasqualigo et sier Alvise da Canal, quali Signoria nostra, con large oferte; et, consultato
andono a la barza dil capetanio, e visitò per nome qualche impresa, era prompto a tuorla e finirla. Et
dil zeneral, oferendoli l' armata nostra, e che, bona- il zeneral, cognoscendo ditto capetanio era inclinado
zando il tempo, el veria. Esso capetanio ringratio
assai ; et cussi lui zeneral andò con la soa galia, e
col resto di l'armata, posta in hordine di bandiere
e artilarie, a la ditta barza ; dove dismontó con li
a Modon, disse veniva de li, et era solum turchi 800.
E, consultato la materia, fo chiamato dentro do citadini di Modon, e portato uno desegno, e disputato
de intrar per certo buso, e robarlo; e cussi in nome
di missier Jesu Christo, e in bona fortuna, per tutti
unanimi e concordi terminono tuor ditta impresa, e
jurato sacramento di tenirla secreta, azò le forze
inimiche non vadino a Modon; e, dato voxe di andar a la Zefalonia per do respetti : l' uno, vedendo
436 provedadori e soracomiti. Esso capetanio li vene
contra, e lo acolse amorevelmente. Et sentati, disse
esser venuto senza richiesta, et fidato di le letere di
l'orator nostro a Napoli, che scrivea Modon era in
bon termine, e poi solicitato la soa venuta da uno
missier Francesco Fioriam, dotor, e tandem richie- ❘ tuor la volta di ponente, quelli credano vadi a Santa
Maura o a la Prevesa ; l'altra, per fornirsi di legnami, gradizi e cestoni li a la Zephalonia, per far repari, e poi, con tempo fato, levarsi, e uniti e forniti
anderano a tor la dita impresa di Modon, e, in brieve, spera etc. E cussì messeno li ordeni in nota,
quali saranno qui avanti posti. À di bisogno di biscoto et polvere, orzi e vini, videlicet orzi per li cavali di stratioti sono in galia ; unde à scrito a Corfù,
mandi etc.; e à mandà per questo li la galia, sorasto per nome di la Signoria, era venuto in quelle
aque, non a requisition dil papa, ni altri, ma solum❘
per l'amor portava le regie alteze a la Signoria nostra, e ben di la christianità. E il zeneral li rispose. ☐
Poi messeno ordine il zorno sequente, di abocharse
per far qualche bona diliberation, a laude de Dio,
honor di le alteze regie e di la Signoria nostra, et
partite. Poi el zeneral mandò a visitatiom dil capetanio dil re di Franza, qual era amalato, tre soraco
miti, videlicet sier Alvise da Canal, sier Marco Anto- | comito sier Zacharia Loredam, a levar polvere, feranio Contarini e sier Anzolo Orio, oferendoli etc. El
qual capetanio è con una barza grossa di bote 3000,
con homeni 600 suso, come el dice ; e l'altra non
è ancor zonta, ma serà presto. Or, ditto capetanio
yspano mostra persona prudente, discreta e praticha
di guerra; è ben disposto di la persona; à, tra barze
e caravelle, numero 54; tre nave grosse, una di
3000 bote, dove è lui, e do altre di 2000; el resto
non tropo grosse ; alcuna di 600, il resto di 200 in
300, carge de homeni e artilarie ; ha XXV canoni de
bronzo, grossissimi, e molte altre artilarie grosse,
schiopetieri 1500 , in tutta perſetion , 1000 ballestrieri ; il resto lanzaruoli e zanetarij, boni provisionati in gran summa, e vituarie per mexi 4, et
molto prompti a voler far cosse assai. Item, ha 7
galie castelane, et 8 in X fuste catelane, oltra el numero soprascrito.
menta e legnami, e il suo alboro, e ritorni statim.
Item, ha scrito a tutti i rectori di Puia li mandi bia- 437
va da cavali et vini ; e à scrito in Candia, a quel rezimento, mandi polvere e vini ; e aricorda si scrivi a
li rectori di Puia, li mandi quanto ha richiesto. Item,
si li mandi danari e polvere ; avisa le galie sotil tute
sono nude de armizi, e manchali sartie di aqua, et
le gomene è marze, sì che le navega con pericolo ;
perhò si provedi.
Dil ditto capetanio, di 31 octubrio. Come steteno
eri in consulto fin la sera, e feno solum una colaciom di confeciom e zenzari verdi ; et poi el capetanio mandò li proveditori , e il provedador dil
Zante, a visitar il capetanio francese, e scusarsi non
era venuto, per esser stato col capetanio yspano.
Qual ringratiò etc. Poi disse di l'amititia di la christianissima majestà con la Signoria nostra ; e quella
nave à ' uto solum paga per tre mexi, quali finiria
a di 20 novembrio, e dovea finirli a Zenoa; perho
volea intender, non avendo più vituaria etc., quello
Delditto capetunio, date ivi, a di 31 dillo. Chome, bonazato il tempo fortunevele, eri el capetanio
yspano smonto in terra, et hessendo in barcha, il
zeneral fè honorarlo, con deserar bombarde, e tute | havesse a far; e li provedadori sgindo la risposta .
artilarie. E, dismontato, el zeneral li andò contra al
muolo, e andono a messa ; poi se reduseno in una
casa. Era li proveditori, el capetanio di le galie grosse e nave, il provedador dil Zante, et il strenuo
Hor, tornati dal zeneral, e consultato la risposta, a
hore tre di note, al suo messo esso zeneral li disse,
aspetava letere di la Signoria nostra inhacmateria,
quale era sopra una fusta andata a levante per tro-
1105 MCCCCC, NOVEMBRE. 1106
zonse etiam l'armada yspana, la qual tolse alcune
bote di vin al Zante, numero 180, di raxon di sier
Piero Contarini, veniva di Candia; e par voleva pagar al provedador dil Zante, a ducati 5 la bota; unde
vederà di saper, et darà tanto mancho bote nel presente afar.
varlo ; et in hoc interim li refrischamenti, poteva | galie grosse e sotil li a la Zephalonia, e pocho da poi
darli, oferiva ; e cussi ordinò al provedador dil Zante
facesse. El qual capetanio à febre continua pocha, e
un pocho di fluxo, e restò satisfato. Si dolse haver
mal in questo tempo; e li fo ditto voler con le armate andar a la Zefalonia a fornirsse di quello li bisogna, per diliberar poi di tuor qualche impresa ; e
tundem esso capetanio volse li fusse lassà una galia, Noto, fo verifichato per più letere particular ,
e cussi di le tre lassa de li al Zante, acciò navilij non ditto capetanio, a dì 19, aver fato taiar la testa a sier
passasse a terra ferma ; unde comesse a sier Antonio | Carlo Contarini, de sier Andrea, era castelan al Zonda Canal, uno de le tre galie, fusse a requisition di
esso capetanio di Franza, el debi levar e condurlo dal
zeneral ; e aspeta risposta etc.
chio, per haversi dato al turcho ; e par in le letere
di 26, scrivi a la Signoria copioso, e manda la sententia. Le qual vien per mar, et non si à ' bute. Etiam,
fo dito haver fato apichar sier Lunardo Marcello, era
retor a Legena : lumen 0 invero hè, chome da sier
Hironimo da Pexaro, fiol dil zeneral, intisi ; el qual
Dil ditto, in galia, a presso la isola di la Zefalonia, a di primo novembrio. Come a di 28 dil passado,
ricevete letere di 28 septembrio, dil disarmar le galie grosse e sotil e nave, in arbitrio suo, e l'ordine | molto solicita le cosse etc.
di le galie di viazi, replichate, tamen le prime non Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'arha ' ute ; e, zonti sarano li soi capetanij, troverà le mala, data in galia, a presso la Cefalonia, a di do
galie di viazi in hordine ; e, quanto a le galie di man- novembrio. Scrive il trovar di l'armada yspana al
dar a rata, farà veder; et, possendo mandar 4, le Zante; è barze 70, galie 7, fuste 6 et tre char.chie
inanderà. Item, non vol mandar a disarmar, per zenoese, zoè la Camilla, dove è il capetanio, di bote
caxon di l'arma' yspana, e indusierà a mandarle; 3500, l' altra di 2800, et la Salvega di 2500 ; et a di
e cussi le do barze, licet fazi aqua, e più presto po- 29, il zeneral e lhoro fono insieme etc. E par , dito
trà, le manderà ; e sono 6 galie sotil, de mexi 60; capetanio yspano voi li a la Zefalonia mandar qualetiam manderà tutte quelle di 6 mexi. Item, justache homo, a dimandar il castello a' turchi, pronetendoli far bona compagnia, aliter etc. Item, taiato i
legnami si partirano per Modon. Item, in l'armada
nostra non è pan per X zorni ; hanno scrito etc. Et
il zeneral à pochissimi danari; à dato sovention a
l'ordine, uno provedador in Cypro, con tre galie,
expedito sarà di l'impresa. Item, ricevete letere di
29, zercha l' artilarie di le galie e nave; farà inquisition. Item, à scrito a Corfù, che, zonti sarano li capetanij , li fazi asaper vengi da lui in le aque dil | molte galie vechie. Item, dil presente si à far al caZante. petanio, dice in Candia è pochi formazi. Item, stratioti assa' veriano di la Morea in le nostre terre, per
non haver che viver, perhò si provedi di orzi . Item,
Dil ditto, ivi, di do. Chome è li tempi contrarij
e fortuneveli ; e à honorato il capetanio yspano, licet alcum hordine nostro non habi auto, se non da ❘ dize di la barza dil capetanio di Franza, di bote 3000,
poi . Ricevete 9 letere di 3 avosto, et molte di septembrio, e do directive al capetanio yspano ; e cussi
continuerà in honorarlo, e farali il presente di bote
500, vini di Candia, et miara 60 formazi ; e scriverà
in Candia. Item, quanto al tuor impresa, hanno za
diliberato. Item , di fortifichar il Zante , lauda; e
scrisse a Jacomo Coltrin, a Corfù, venisse al Zante;
par non sia parsso. Et dil capetanio di Franza, al4:37 cum hordine non ha recevuto. Item, zercha le robe
di coverta di la nave di sier Alvise Soranzo, patron
Francesco Vasallo, par sier Marco Antonio Contarini , a chi ſo dà il cargo, dicha dita nave per suo fiol
sij stà conduta qui. Quanto a quella, patron sier Arimondo Bragadim, per il danno di la merchadantia,
intenderà il tuto da sier Hironimo Contarini, provedador di l' armada. Item, scrive esser zonto con le
1 Diarii di M. SANUTO Tom. 111.
con homeni 600, e il capetanio amalato ; l'altra barza
è sopra la Fagagnana smarita, et si aspetta.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l' armada, ivi, a di do. Chome, da poi il soeorsso dete
in Modon, più non ha scripto ; è stà amalato ; nara
diffuse e dil consulto fato, e terminato si fazi experientia di tuor Modon per via di furto, per certi conduti risponde in mar, da la parte di garbim, qual,
levato un certo fero debile, intrarà homeni tre dentro a la volta di soto via; e hanno posto ordine, con
tre deputadi, tra i altri uno suo compagno di stendardo, modoneo, andar con la gondola di note al buso, e intrar a soraveder le vardie ; poi ritorni a Cao
di Sapientia, da la parte di ponente, dove sarà homeni 3000 in barche apariadi per intrar, e asaltar la
note, e robar la terra ; e questo è da stimar 0; per710
1107 MCCCCC, NOVEMBRE.. 1108
neral.
chè è da creder turchi fazi guardia ; ma hanno deli- ( il tutto domam manderà al prefato capetanio zeberà tuor il mollo e il borgo di Modom in un tempo, zoè, essendo ruinato el borgo uno pocho, da quel
ladi intrò i nimici, è senza guarda, solum el zorno
sta alcuni homeni vendeno vituarie, et la note tutti
vanno in la terra a la guardia, si pol reputar preso,
et homeni 4 in 5 milia nostri poner in terra, e preparar artilarie, acciò li nimici non possi dar socorsso,
e li balestrieri e schiopetieri non lassar parer i nimici a le inure. Turchi in la terra sono numero 800,
438 inutelli assai e mal contenti, con manchamento di vituarie e forsi prenderano partito ; perho hanno terminà preparar tutte le barche di le nave grosse, si
spagnole, francese, zenoese e nostre, zoè do barche
per nave, e meter uno canon grosso per una con le
sue carete, et il capetanio yspano à balestrieri, e
apresentarsi la note al muolo, el qual sarà riparo di
le barche, e sparar ogni hora 200 colpi di artilaria
con li canoni a le mure, ch'è debilissime ; e nostri
con le galie sotil, ruinate le mure, meter ad effet- to etc. , e meter bastioni fati e repari da meter sul muollo, e in quelli impiantar bombarde grosse; si che voleno ſenzer di tuor impresa a ponente, dove
farano taiar legnami, far barbote etc. E aricorda si
fazi il tutto di conservar l' armata yspana, qual non vol poner alcuna taia a la Signoria nostra, e dice à
pan per mexi cinque, sì che si potrà far cosse assai.
Item, nara dil socorsso messe in Modon, dicendo
l'armada nostra, quando investi in la turchescha,
per pocha era, si à messo una corona in testa; e, per- chè el ne fo disobedienti, el zeneral fa processo, e li
à fato comandamento debi deponer etc. Da Corphủ, dil baylo e capetanio el consieri, di 6novembrio. Come el zeneral à mandà a levar de
li monition etc.; dice non hanno homeni, senza da- nari, manderà 50 stera di orzo hanno, perhò che il
resto deleno a renovar; ha trovà da 600 in 700 stera di orzo da' citadini, ma bisogna li danari ; etiam
li gripi vol danari, biscoto non hantuo, à solum stera
1000 di formento in li castelli, qual, per esser vechio,
fa pan negro; tamen manderano quello ha; solicita
le fabriche, e aspecta con disiderio sier Alvise Venier , provedador, per li danari porta di li brexani e
altri .
Di sier Lucha Querini, provedador a Corfu, di
6. Aricorda si mandi de li monitiom ; et biscoti non
hè più, perhò si provedi etc.
Da Otranto, di sier Alvise Contarini, governador, di 8. Chome manda letere dil zeneral, abute da
Corfù ; et hessendo richiesto di orzi dal zeneral, lo arziepiscopo de li si à oferto dar quanto ha, si che
|
|
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador,
di XI. Chome, richiesto dal zeneral, spazerà miera 100 biscoti fati , et orzi non si trova, vederà tamen ;
di vin è gran carestia ; soliciterà il far di biscoti.
Item, à nova al Monte di l' Anzolo una marziliana,
patron Zaneto da Muran, veniva di Venecia con biscoti, rupe l' arboro a raso aqua etc.
Da Ravena, dil podestà, di 24. Come il campo
dil ducha non pol star più sotto Faenza, e per li
tempi crudi si converà partir, e quelli di Faenza si
hano terminato defendersi ; e il primo parli di tratar
acordo, sia incontinente amazato etc.
Ordeni dati di tuor l' impresa di Modon, a dì 30 438
octubrio 1500, a la isola dil Zante.
Al nome di missier Jesu Christo, et de bon principio et meglior fine, reduti insieme lo illustre et
magnifico signor Consalvo Fernandos, magno capetanio de le catholice alteze de Spagna, et el magnifico et clarissimo domino Beneto da cha' da Pesaro,
per la illustrissima ducal Signoria de Veniexia capetanio zeneral da mar, li magnifici missier Hironimo
Pisani , missier Hironimo Contarini, dignissimi provedadori di l'armada, el magnifico missier Jacomo Venier, dignissimo capetanio de le galie grosse,
el magnifico missier Marco Orio , dignissimo capetanio di le nave armade, el magnifico domino Nicolò Marzello, honorevole provedador dil Zante, el spectabel et strenuo Gurlino da Ravena, capetanio
de le fantarie, et alguni altri signori venuti con el
soprascrito illustrissimo et magnifico signor capetanio, absente el magnifico capetanio de la christianissima majestà de Franza, per invalitudine de la persona, consegliando quello sia, in primis in laude del
nostro signor Dio, honor de le catholice alteze regie et
illustrissima Signoria di Veniexia, beneficio et exaltation de tuta la christianitade, destruction et ruina si
del nome del turco et sua perfida secta, come de le
terre e luogi soi , et similiter recuperation de le
terre de essa illustrissima Signoria de Veniexia , furtiva et indebitamente tolte et occupade da' turchi ,
hano terminato et conclusive definito, che, in nome
de missier Jesu Christo, con tute do le armade unite
et conzonte, tuor se debia la impresa contra Modom,
a recuperarlo de man de essi turchi. Et cussi tulli
unanimes et concordes sono devenuti in questo voler
et sententia, ad exequir veramente questo bon effecto, azó se possi consequir el fine che se desidera,
servar se debia li infrascripti modi :
•
1109 MCCCCC, NOVEMBRE. 1110
Primo, mandar se debia fuste do et uno bre- In sto interim seriver se debia a Corphù, che
gantin a la volta de Sapientia ; le fuste se debia re- mandano biscolo et orzi continuamente, in quella
dur a Sapientia, et el bregantin a la Cavrera, per più quantità li sarà possibele ; item, feramenta, ferpoter prender la guarda se fa a Sapientia, come per ❘ ro, tavole, agudi, piombi, giavete de ballestre, et
lo illustrissimo signor capetanio sarà comandato a
li patroni de esse fuste. Li quali sono questi : Zuam
da la Varda, Piero d' Armeni et Bieto, con li qual
mandar se debia do o ver tre homeni pratici de
dicta isola, per poter trovar la soprascripta guardia ;
presa la guardia, el bregantin venir debia a la volta
de l'armada, a dechiarir el soprascrito effecto.
sopra tutto polvere de bombarda, tutta quella summa che i hanno, senza algun minimo intervallo, badili, zaponi, palli di ferro, et tutte altre munition,
stope et pegola; scriver etiam se debia in Candia,
che mandar debano quella più quantità de vini che
potrano, per poter suplir a tanta armada; et, havendo polvere, ne mandino con ogni presteza, drezando el tutto qui al Zante ; mandino etiam bona
quantità de formazi et asedi per l'armata soprascrita.
Scriver etiam si debbi a li rectori de la Puglia,
che mandino biscoto, orzi et vini per bisogno di
l'armata con ogni celerità .
2.º Possendosse tuor furtivamente la ditta terra
di Modon, come apar poterla con questo mezo tuor,
mandar se debano tante galie sotil, fino a Porto Longo, secretissimamente , che siano capaze a condur
3000 homeni, quali darà lo illustrissimo signor capetanio; con le qual galie mandar se debano 12 barche de galie grosse, sopra le qual barche poi montar
debano li dicti 3000 homeni, et andar a la terra, con
l'ordine che sarà dato per lo illustrissimo signor capetanio, et mandar se debia li 4 homeni che se hanno
obligato intrar ne la terra, per el buso che è stà ricordato; da poi tuta l' armada grossa immantinente
è per seguir; a li qual homeni 3000 non se li debia | clementia, et apostolica favente pietate, in nos colladir cossa alguna di quanto i harano a far, noma
quando i sarano sopra el fato.
Copia di una letera dil cardinal arborense respon- 439
siva a la Signoria nostra.
Illustrissime dux et excellentissime princeps.
Quidquid honoris aut dignitatis, divina volente
tum est, non tam adipisci gratum fuit, quam gravissimo litterarum vestrarum testimonio in nos recte
3.º Trovando li soprascriti 4 homeni el buso | collatum esse confirmari. Quid enim clarius, magnihabele et apto a poter intrar, far debano segnal con
uno batifuogo, o ver qualche altro segno, che li parerà expediente, a quelli di le barche et galie, azo
se possino tutti con presteza andar a dicto buso.
4.º Levada da poi tuta l'armada grossa, quella
redur se debia a Sapientia, andando de fora via l'isola, dove etiam le galie sotil redur se debano, et
farasse le deliberation necessarie per la impresa soprascrita, non seguendo lo efeto de robarla.
5.º Besognando proveder per essa impresa de lignami e gradizi, cestoni et altro, come a tutti è noto, neccessario è far provisione de haver tutte le soficentiusque esse possit, quam a laudatissimo, sapientissimoque principe tantopere laudari ? Non immerito igitur gratissimis litteris vestris, super nova
cardinalatus nostri gratulatione, acceptis, omnibus
quamprimum incessimus leticiis. In quo, etsi non
omnibus laudibus omnino respondere cognoscimus,
prudenter tamen ab excellentia vestra totum id tributum est nobis, ut lanta commendatione plurimum
commoti , tales nos præstare enitamur, qui et reipublicæ christianæ, ut speratis, et amicorum nostrorum
rebus plurimum prodesse possimus. Nam illustrissimo Dominio vestro, quod antehac coluinus semper
et observavimus, quantum per tenues facultates nostras fieri poterit, nusquam certe consilio aut opera
deerimus ; præsertim in his rerum ac temporum
difficultatibus asperrimis, ubi totius Italiæ status,
439 prascrite cosse preparade. Or non se ritrovando qui
al Zante legnami, ni alguna altra cossa, siando l'isola
de la Cephalonia molto fertile et piena de tal cosse,
che tuta l'armada levar se debbia al presente de qui,
et andar a la dicta isola de la Cephalonia per prepa- | orbis terrarum gloria, fidelium denique omnium sarar tute le preditte cosse con presteza, et poi per far
etiam altro fructo : che, vedendo turchi da terra ferına l'armada soprascrita andar versso ponente, se
divertirà ogni socorsso volesseno dar a Modon. Facte
veramente tule le soprascrite preparation , in Dei
nomine, con tempo facto, andar se debia a tuor la
impresa de Modom.
lus agitur, et in maximo versatur periculo. Quibus
rebus propulsandis, etsi sanctissimus Dominus noster, per se ipsum satis promptus animoque erectus,
vester et est, nos tamen, quanta apud ejus sanctitatem
poterimus sollicitudine, studiosissime semper elaborare contendemus, ut communi christianorum saluti ,
diis hominibusque volentibus, animose consulatur.
MCCCCC, NOVEMBRE. 1112
In quo, si quid consilii aut opere utiliter posuerimus,
non tam officio nostro perfunctos fuisse, quam auctoritate vestra confirmatos, id ipsum juvabit fecisse.
Feliciter valeat illustrissima excellentia vestra, cui
nos plurimum commissos facimus.
Ex urbe, XIII novembris MD.
In medio litterarum,
chio, ergo etc. Li rispose domino Michiel Pensaben,
dotor, avochato ; ma non compite. Et per esser l'hora tarda, fo licentiato el conseio, adeo a horre 24
veneno ZOSO.
Et restò conseio di X, per far li soi capi di dezembrio, quali fono: sier Lucha Zivram, fo consier
nuovo, e non più stato, sier Francesco Mocenigo el
sier Marco Sanudo.
Et il colegio, videlicet li savij reduti , deteno au- Subscriptio : Vestræ excellentiæ deditissimus į dientia a molti dil cremonese, bisognava expedirJACOBUS cardinalis arborensis. li etc.
Adi 29 novembrio. In colegio vene sier Alvise
A tergo : Illustrissimo duci et excellentissimo d' Armer, provedador al sal, referendo dil sal sono
principi , domino Augustino Barbadico Venetia | debiti cremonesi al tempo dil signor Lodovico ; morum etc. duci inclyto.
Adi 28 novembrio. In colegio, fu leto a li consieri le letere da mar, et in Hongaria, et balotà le
monition richiede il zeneral, e comesso a li provedadori la executiom subita. Item, Me auctore, il colegio fu d' acordo di expedir le lettere, per corier
proprio, a l' orator è in Spagna, qual si spende ducati 50. Et cussi si parti con li sumarij a dì 2 dezembrio.
Vene l' orator di Franza, al qual per el principe
strano haver satisfato elc.
Vene sier Domenego Zorzi e sier Hironimo Querini , et referiteno quello alias ſeno, per la ripresaia
ha fato in Spagna, per causa di Ferando de l' Izola ;
e terininato mandar il tuto a l' orator nostro.
Vene l' orator dil papa, dolendossi uno spicier
di l'Ajus Dei havia uno libro in vituperio dil papa ;
unde el principe e il colegio, mostrando haver a mal,
per li cai di X fo mandato per ditto spicier, e trovato O era, solum quel dyalogo, alias fato di la morte e dil papa, cossa vechia ; la copia dil qual è posto
li fo dito le nove di mar, e di la nave di Zenoa, ❘ in questo libro, e fu fato a Roma. Poi esso orator,
ebbe paga per 3 mexi ; e ditoli di l'impresa si tuo'
di Modon, et di Hongaria quello hè. Rispose esso
orator, dispiacerli di la nave, e scriverà a Milan in
bona forma ; e cussi fece. Esa, il roy spazò a Zenoa
da Milan, per armar le nave, scudi 22 milia; poi ne
mandò altri XV milia, sì che si meraveia di questa 440 cossa. Dil'impresa di Modom, prega Idio fazi esser ;
e di Hongaria, che quel messo dil re, fo in Franza
per tuor le done, è ritornato con do done pynte in
Hongaria, una neza dil re, fia di soa sorela, bellissima ; l'altra, neza di la raina. Poi el principe li disse
dil taion, imposto per la letera si have di Bergamo.
Disse esso orator, scriveria a Milan.
ex se, aricordo saria bon la Signoria dimostrasse
col ducha etc., in mandarli qualche segno, come fu
fato al tempo dil conte Hironimo. Item, che a Faenza, fiorentini e Mantoa li à mandà socorsso di contestabeli. Et il principe li disse, dil levar dil campo
per li tempi cativi , et che al presente non era quel
tempo dil conte Hironimo, ma bisognava atender a
far provisiom contra il turcho, e presto etc.
Dı Ravena, dil podestà, di 27. Come, luni da
sera, fo 23, fono tirà dil campo dil ducha di Valentinoys li canoni alquanto indrio, pur trazevano a la
terra; poi marti, a dì 24, li cargò per Forli, restando l' artilarie menute ; e le fantarie si levono, e in
Fo parlato mandar ducati 6000 al capetanio ze- Forli non fo lassate intrar ; e a dì 26, el ducha con
neral ; tamen non vi sono ; et fo ditto tuorli im pre- il resto si levò di campo con stridori da quelli di
stodo dal cassier dil conseio di X, e renderli di le | Faenza ; et il ducha vene in Forlì, alozò in caxa di
prime angarie si scuoderia ; tamen, nihil fuit.
Da poi disnar fo gran conseio, per expedir il
caso dil Marcello, fo capetanio di le nave ; non era
molti, zercha 450. Et sier Marco Sanudo, olim avogador, andò in renga, e comenzó : Deus placatur
in punitione malorum, e compite quello restava eri,
e cargo assai ; provando per la leze, meritava e se li
doveva taiar la testa ; dicendo el zeneral à fato taiar
la testa a sier Carlo Contarini, era castelan al Zonmissier Luffo, e bruso do burchiele havia fate portar in campo, per butar in le fosse di la terra, et
brusò etiam li alozamenti ; et esso podestà have letere dil signor di Faenza, di 23 , dil levar ; tumen
non fu vero. Item, che eri sera vene li a Ravena do- 440
mino Alexandro Panochia, thesorier dil ducha, qual
vien a Venecia a dimandar ajuto a la Signoria di danari etc. Tamen, fin qui non è zonto.
Da Milam, dil se retario, di 24, con una letera
1113 MCCCCC, NOVEMBRE. 1114
presa dil Regno, converia revochar l'armada di suo'
reali, per seguration dil Regno. El qual orator, ogni
20 di va una volta dal papa. Item, di coloquij abuti
con monsignor di Trans, orator francese.
dil senato regio et ducal, molto calde. Zercha certa | fazi armata ; et concluse, si 'l roy tendesse a l'imexation di uno credito hanno, nomine ducis Ludovici, a Trevi, e non poleno scuoder, unde per il colegio fo scrito a Trevi, li facesse pagar. Item, par
sij letere nel baylo dil Degium, che sguizari ne la
dieta fata el di de San Martin, dove fu monsignor
di Sans, orator dil roy, 0 hanno fato, e à rimesso a
una altra dieta, dieno far a l'ultimo di questo a Turich, et spera si acorderano col roy. Item, atendeno
francesi scuoder a Milan li 100 milia ducati, in questo modo : 25 milia de præsenti, et 25 milia ogni tre
mexi ; e milanesi si doleno non fono lassati andar
loro oratori al roy questo avosto. Item par, monsignor di Montasom sij andato Ancisa, a veder la soa
compagnia alozata de li.
Di Hongaria, di sier Vetor Soranzo, orator, solo,
data a Buda, a di primo novembrio. Chome è malissimo disposto di la persona, e sta mal ; tamen
anderà a Baza per servir la Signoria; concludendo
tacite, li fusse da licentia di repatriar.
Da Crema, dil podestà, sier Hironimo Bom. Zer- cha quel Alexandro Manara, retenuto de lì, non sa
quello habi a far.
Di Urzi Nuovi, di sier Alexandro Bolani, provedador. Chome farà far la descritiom di homeni,
justa i mandati etc.
Da Casal Mazor, di sier Piero Marzelo, provedador, di 19. Come quelli de li sono aliegri, sperando la Signoria expedira li oratori soi.
Da Gradischa, di sier Piero Marzello, provedador zeneral, di 20. Cosse non da conto ; dimanda
licentia. È terminato darla.
Da Sazil, di sier Alvise Loredam, podestà el capetanio, di 24. Zercha certa termenatiom, fata per
le cosse di quella terra, fortification etc. , ut in ea ;
qual fo confirmata per la Signoria, consulente collegio.
Dil ditto, di 22, fin 23 tenute. Come fo dal papa, per solicitar expedir il legato per Franza; era di
mala voia, per caxon dil ducha, ha contrasto a Faenze ; e disse : Di feste non si fa concistorio, lo expediremo poi. E l' orator li narò li sumarij da mar, е
il capitolo di Cataro, a darli il jubileo. Disse, faria 441
far il brieve. Item, à l'ochio a l' impresa dil Regno,
per far grande de qui suo fiol, principe di Squilazi ,
come à fato dil ducha in Romagna. Item, à dato il
titolo al cardinal Corner di San Calisto. Item, mandò
il brieve richiesto di fra' Raphael, vengi a predichar
qui in la contra' di San Polo.
Dil ditto, di 24. Come fo dal papa ; era l'orator
dil re di romani e quel di Franza; quali expediti, lui
intrò . El papa li disse, l'orator dil re di romani averli ditto, quel re non vol vadi legato in Alemagna, e
à terminà indusiar tanto a responderli, fino ditto
cardinal curzense sij za intrato in la Alemagna.
Item, l'orator di Savoia à ditto di le noze fatedil
ducha suo, in la fia dil re di romani. Item, il papa
fa fanti a furia, e li manda versso Faenza ; et avisa
il zonzer in quella sera li, con gran pioza, sier Zuan
Badoer, oralor nostro.
Di sier Zuam Badoer, dotor, orator, date a Roma, a di 24. Come a dì 16 si parti da Pexaro con
pioza, qual l' acompagnò fino a Roma ; e a Fossimbrun trovò il ducha de Urbim, qual vene a visitarlo,
e il zorno sequente, con pioza, lo acompagnò fuori
di la terra; e ragionato dil papa et dil ducha, non
bene sehabet che 'l prosperi etc.; è tutto di la Signoria. E, zonto a Cai, el podestà li disse, ditto ducha havia fato condur per il suo l'artilarie dil ducha
Valentinoys, e fatto le spianate. Item, a dì 19 fo a
Fuligno, dove era tutte le botege serate, per causa
dil cavar di fossi, e fortificharsi si fa per dubito di
Valentinoys, da 13 dil mexe in qua. Item, a di 21 ,
Da poi disnar, licet fusse domenega, fo pregadi, al Borgeto trovò il cardinal legato, va in Hongaria,
tolto per sier Antonio Trum, el consier, che compi- videlicet regiense, qual visito, e de' coloquij abuti ;
va. Et domente si lezeva le letere, el principe vene vien a Venecia, vol far il tutto, è homo gaiardo ; li
con li consieri in cheba, et stete alquanto con li cai disse sapeva el papa esser caldo a la expedition, e,
di X. E leto una letera di Roma, a lhoro drizata, et nel suo partir, certi di la ſameia dimando si ' l saria
era stà comandà el conseio di X con la zonta di da- j honorato da la Signoria nostra, e che honor si li fanari , per etc.; tamen non si reduse.
Noto, in questi zorni morite qui un valentissimo
homo in humanità, nominato el Scita, qual lexe риblice. Et cussi eri in.la chiesia di Santa Maria Formosa fu sepulto.
Du Roma, di l'orator, di 20. Come visitò l'orator yspano, e coloquij abuti insieme ; e dice, non li
par el papa vadi im persona a la expedition, ma
ria. Rispose credeva etc. Item, dil zonzer suo a Roma, con gran pioza; doman anderà a l'audientia dil
pontifice ; poi visiterà li cardinali.
Dil cardinaldi Modena. Vene una letera respon-
1115 MCCCCC, NOVEMBRE. 1116
siva a la nostra congratulatoria, la qual sarà scrita qui avanli.
nimio quidem amore referta, tantopere lætata est,
non parva laudum nostrarum facta commemoratione, pro quo gratias agimus et habemus immor- tales. Excellentia vestra, cui cum multum hactenus
debuerimus, nunc plurimum debere cogimur, ne
tantæ benivolentiæ ingrati videamur, nec deerimus
eas semper partes assumere, quæ ad honorem et dignitatem excellentiæ vestræ ac istius illustrissimi senatus facere cognoverimus ; conabimurque omni
ingenio, studio et opere , divina nobis opitulante
gratia, expectationi, quam de nobis eadem vestra excellentia concepit respondere ; et utinam tanto
oneri sufficerent nobis vires ! ut communibus pos
semus desideriis, omni ex parte, satisfacere. Si tamen id luminis ac gratiæ, quod ipsa orat, nobis
Deus concesserit, nihil unquam pro conservanda,
tutanda et amplificanda christianæ religionis ac fidei
dignitate, prætermittemus. Qua in re, etsi prius magno animi ac mentis fervore accensi fuimus, nunc
tamen, magis magisque illud oneris, quod ob cardiFu posto per sier Baldisera Trivixan e sier An- tonio Trum, consieri, una parte di conzar la terra,
et elezer depræsenti, per scurtinio etc., Vsavij a conzar la terra, con li modi et conditiom sarà terminato per questo conseio etc. Et li savij dil conseio e
di terra ferma messeno a l'incontro, chome fu po- sto 1469 per sier Jacomo Morexini, consier, non si
possi parlar di conzar la terra fino ad anni 5. Fu el primo parlasse sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, era in setimana. Rispose sier Antonio Trum.
Poi sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma. Poi
sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, laudo il conzar
di la terra. Poi sier Lunardo Loredam, procurator.
Li rispose sier Francesco Trum, ma non concluse ;
non laudò niuna parte, ma si provedesse a danari.
Ultimo sier Bernardo Barbarigo, fo dil serenissimo,
andò in renga, e aricordo certa soa opinion di fogolari , qui e soto il dogado si caveria assa' miara di
ducati. Molti li piaque, e altri disse era impossibile. ❘ nalatus ordinem nostris humeris incumbere non Or fo terminato aldirlo in colegio, et per esser l'hora tarda, sier Bernardim da Canal, cao di 40, messe
de indusiar ; e sier Constantin di Prioli, con questo,
441 marti si venisse al pregadi, con provision di trovar
danari, sotto pena a tutti dil colegio, che pol poner
parte. Et il resto di savij intrò in questa, e si tolseno zoso di la sua. Andò le parte : 2 fo non sincere, una di no, 32 di consieri, 148 di l'indusia. Et fo
presa. Et steteno pregadi suso per questo fin hore31/2.
ignoramus, adimplere compellimur, omnesque nervos intendere, ut Deo inprimis, sacrosanctæ sedi
apostolicæ ac sanctissimo domino nostro, cuius munere ad hanc dignitatem evecti sumus, debitas vices
rependamus. Offerimus autem omnem auctoritateın
et operam nostram præfatæ excellentiæ vestræ, ac
isti illustrissimo senatui, quibus semper plurimum
affecti fuimus. Et excellentia vestra feliciter valere
desideramus.
Romæ, in palatio apostolico, XVIII novemEt in medio litterarum,
Subscriptio : JOANNIS BAPTISTA
cardinalis mutinensis.
Noto, 1463, a dì 15 zugno, fu posto la prima bris MD.
parte di meter decime, con molti capitoli. La messe
sier Orssato Zustignan, procurator, savio dil conseio, e sier Candiam Bolani, savio a terra ferma.
Have 104 ; e fo posti do scontri, tra i altri uno per
sier Andrea Malipiero, provedador di comun; e fono
electi V savij a questa execution, e far l'hordine :
sier Nicolò Miani, el grando, sier Marin Zane, sier
Beneto Morexini, sier Mafio Michiel e sier Vetor Ca- | domino, domino Augustino Barbadico, duci Venepello. Poi , in luogo di uno de questi non intrò, fu
ſato sier Davit Contarini.
Copia di una letera dil cardinal di Modena,
responsiva a la Signoria nostra.
Illustrissime princeps ac excellentissime domine etc.
Non mediocri affecti sumus lætitia ob celsitudi- nis vestræ gratulationern, qua pro nostra ad cardinalatus dignitate assumptione et optatis successibus,
Atergo : Illustrissimo principi ac excellentissimo
tiarum.
Adi 30 novembrio. In colegio, vene il secreta- 442
rio di l' orator di Napoli, e mostrò letere dil re, di
16 di questo, zercha alcuni corsari, haveano fato
danno a' nostri ; qualli, volendo punirli, il capetanio di l'arımada yspana li à mandati a dimandar per punirli lui, e cussi li à dati. E à voluto avisar il tutto,
acciò la Signoria nostra cognossi.
Da Cremona. Molte letere di quelli rectori, e
inter cetera di la reformation di do capitoli nel suo
1117 MCCCCC, DECEMBRE. 1118
conseio, videlicet di quelli oteneno da la Signoria | Zuam Fero. Et intrato li cai di X, sier Lucha Zivran,
nostra, richiede la confirmation. Item, mandono la
intrada e la spexa di Cremona, adeo non poleno
mandar de qui la decima, justa la parte; et altre | drizate, e chiamato dentro il colegio.
sier Francesco Mocenigo e sier Marco Sanudo, mandono tutti fuora, et feno lezer alcune letere a lhoro
particularità, ut in eis.
Fo balotà molti mandati, et le monitiom per Du- razo, da esser mandate per sier Vincivera Querini,
va baylo e capetanio de li. E fo prese.
Vene l'orator di Napoli, per il qual era stà mandato, et per el principe li io usato bone parole ; vo- lesse scriver al suo re ne desse la trata di formenti
di Puia, qual per soa majestà era stå serata ; et queIntrò li cai di X, e, mandati tutti fuora, feno le- | sto per convenir far biscoti per l'armata. Disse esso zer alcune lettere; nè altro in questa matina fu fato
in colegio.
orator, scriveria a la majestà dil suo re in bona forma ; e cussi scrisse.
Da poi disnar, e fo el di di Santo Andrea, fo Vene lo episcopo di Limisso, exator di le decime
gram conseio ; fato dil conseio di X sier Piero Mali- | pontificie ; al qual, per li savij , fo admonito la exation
piero, fo a Trevixo, quondam sier Stefano, procurator.
El colegio reduto a consultar le parte si ha a
meter doman per trovar danari ; et ozi a conseio fu
posto la parte, per li consieri, di le cause zivil vadi
a quel conseio ; li piace e fu presa .
di dite decime. Si scusò non poter più, et era stà
impedito; tamen faria etc.
Di Cypri, di sier Troylo Malipiero, capetanio,
data a Famagosta, a di 13 septembrio, par replichate. Come, mo 3.º zorno, con il luogo tenente e
consieri erano li, scrisseno il tutto ; tamen avisa alDa Ferara, dil vicedomino, di 28. Come eri el cune provisiom etc.; e manda la condition e sito di
cardinal curzense dovea partir da Cento, e venir al Famagosta e di le forteze, come par in uno foio, e
Final in modenese, poi al Bondem, e de li per Po | di la fabricha fata, e quello resta a far, e le terre
anderà a Hostia ; tamen poi revocho tal hordine, e
starà a Cento, fino a di 30 di questo, col cardinal
San Piero in Vincula, fino zonzi letere di Alemagna.
Item, scrive, per el levar dil campo di Faenza, è stà
aleviato etiam Ferara di suspeto, e a Bologna si fa le
custodie solite. Item, il signor ducha di Ferara è a
Comachio a piacer, et a Ferara si aspetava venisse
sua fiola, la marchesana di Mantoa etc.
quanto è luntane l' una di l'altra, e la profondità di
le fosse, e le guardie etc. E avisa le fantarie e cavali
è de ll. Primo, nel castello e borgo di Cerines, è
page 200; a li do castelli di Bapho, page 30 ; a la
torre di Limisso, page 8; quale, con quelle sono a
Bapho, sono inutile per forteza, ma si teneno perchè discopreno le marine ; a Famagosta, è page 900,
tra boni e tristi , ma boni 600 ; in el regno si atrova
stratioti 330, turcopoli pur a cavalo 380. Judicha, tra
cavallieri et pheudatarij, si faria cavali 200. E questo è quanto è nel regno. Aricorda è più necessario
do galie cha 400 fanti, perchè le zurme lavorariano
a la fabricha, e li daria soldi 6 al zorno. Item, guarderiano l'isola da' corsari turcheschi, che sono assai ;
e a le mure saria meio galioti cha fanti da guazo.
15120 Item, ducati 300 al mese, deputati a la fabricha, non
17320 è bastante, perchè 60 vanno tra maistranze e sopra5040
Dacij a Veniexia afitadi in questo anno 1500.
Datio dil vin a l'anno
La mesetaria
Intrada
Do e tre per cento
L' insida
Una per cento
:
ducati 70000
»
«
»
«
2730
29000
24000
lire 145000
ducati 4100
》
21450 lire 9150
ducati 6310
Le taverne
La becharia
Elferro
L'oio
Legne da fuogo
Legname
443 Dil mexe di decembrio 1500.
Adi primo dezembrio. In colegio intrò consieri
nuovi , sier Domenego Marin e sier Piero Loredam,
cai di 40, sier Marco Falier, sier Polo Corer e sier
stanti. Aricorda de li terzi per uno anno fosseno deputa a la fabricha, benchè 'l conseio di X vol di
quelli si compri tanti formenti ; al presente non è
formenti in l'ixola per 4 mexi, perhò voria sopra
ziò ordine dil conseio di X con la zonta, e saria zercha ducati 140 al mexe, zoè li rectori pagano ducati 40 al mexe per il 3.º, li consieri ducati 25, e li
camerlengi e altri arivano a ditta summa. Item, al suo partir, li fo promesso bombarde 25 di riparo,
hora le voria; par fazi fabricar una torre granda,
qual fo fondata per sier Baldissera Trivixan. Item,
l'isola è in gran necessità di biave ; e, fata la de
1119 MCCCCC, DECEMBRE. 1120
scrition dil teritorio di Famagosta e Syvri e Carpasso, non è in tutto 35 milia moza di formento, et
25 milia di orzo, tra vechio e novo ; di le qual si
convien cavar le semenze. À fato comandamento,
tuti porti il 3.º di le biave in la terra ; non sarà per
Inexi 4; e a la Schafa bisogna moza 3000 al mexe,
ron, contestabele, 100; a la piaza, esso capetamo
vadi scorando, e, avanti de lui, Theocari de Candia,
capo de provisionati et altri 662; a la porta de mar,
Michiel Dacha, griego, contestabele, 48. El castelan
ha page 32 con li bombardieri, e va discorendo.
Item, a una torre, chiamata del diavolo ... Item, el
perchè quasi tutti viveno a Schafa ; è bisogno li sia | baliazo del Carpasso, forniti li passi di le montagne,
mandato stara 1500 formento, qual, non bisognando, si potrà vender in castello, e da zercha miara
90 biscoto, e pocho di meio, e fava marza, e un pocho di aseto, ni altro è, se non un pocho di polvere
443 di bombarda. Item, fa condur in la terra tutto il
tereno e pietre si cavano di le fosse per far li repari ;
si pone in hordine, non è per manchar, come aspetasse l' inimici, e arà, tra citadini e homeni dil paese,
a le difese, de 7000 boni homeni, perhò si li manda
quanto richiede di le monitiom, per la poliza ; tute
quelle è li sono marze e guaste. Da novo, di Soria à,
di X, tuta esser soto sopra, e tutti quelli signori
sono in arme, per far soldano il signor di Damasco ;
ha etiam di la Jasa, di 6 di questo, come tuti li fioli
di Uson Cassam, vechio, sono morti, et è relevato
novo signor; è il paese tuto in garbuio. Item, si ha
dal Cogno, locho dil turcho, come il caraman pro- spera, et ha morto uno altro bassà, qual era venuto
per socorso; e ha 'uto il forzo di li soi logi. Si dice,
el turco o manderà o verà im persona uno altro anno in quelle parte ; et si ha, per dita via, di la morte
dil signor Zelapin, fiol dil turcho, qual era grande
amico di christiani, e amicissimo dil gran maistro di
Rodi, e beveva vino, e manzava carne porcina, e
sperava per mezenità di christiani farsi signor etc.
Item, mandoe una lista di le monition, poste per le
torre di Famagosta al coperto, e in la corte dil capetanio, per portar da locho a locho, secondo li bisogni. Item, quelle si atrovano in l'arisenal, et in tutto
hanno barili di polvere 1100, ch'è pocho a tante
artilarie. Item, manda una poliza di ordeni per la
cità, quando venisse i nimici ; videlicet a la porta di
Limisso, sier Vicenzo Soranzo, governador di schiopetieri, e altri 160; a la tore Minia, Piero di Zugno,
contestabele, 100 ; a la tore Priola, Jacomo da Milan,
contestabele, 100; a le do tore Pasqualiga e Carmeni, Comino de Isedo, contestabele, 124; a la 2.
tore Pasqualiga, Andrea del Troncho, contestabele,
84; a la terza tore Pasqualiga, Jacomo da Vignon,
contestabele, 100; a la tore granda vechia, sul canton dil mar, Schozana da Venecia, 100; al torion
grande, sul canton de l'arisanal da ostro, sier Domenego Calbo, contestabele, 150; le doy tore di la Zudecha, versso la porta di Limisso, Michiel da Coarà cavali boni 150, et guastadori 500. El capitaneato di Syvri, ch' è tuta campagna con poche montagne, ſa homeni 2000, si ara cavali 100 e guastadori 1000; il resto anderano a le montagne. Noto,
da Bapho insino a Nichosia, sono homeni da fati , tra
montagna e pian, pariti e villani 6000; la tera di
Nichosia e contado, cavali di cavalieri bruzesi numero 250; a piedi , di la terra e dil paese, sono zercha homeni 3000 ; e questo è quanto fa quel regno ;
sì che a Famagosta non pò star asedio longamente,
per non esser, a milia 20, coperto, legne, ni paia, ni
strame, ni vituarie etc. , ma, venendo a tempo di ricolto, ariano bene assai.
Dil ditto capetanio, di 20 octubrio. Scrive la
gran penuria di biave in tuto quel regno, e si non si provede, si arà qualche sinistro ; hanno fato la descrition, non è per mexi 4; e cussi è a Nicosia ; du- bita valera ducati uno el staro venitiano, avanti siano
li 4 mexi ; perhò si provedi. E nota, qui vol esser li
ordeni scriti di sopra. Item, haveano qualche recreation ; di Soria mai non manchava 4 et 6 barche a
la septimana, cariche de formenti e altre vituarie ; 441
ma hessendo gionto in questi zorni do fuste rodiani a' danni de amici e inimici, ne hanno prese
parechie barche, carche di formenti, saponi, olei di
rason di nostri ; perhò voria do fuste, quale seguiria
li corsari e turchi ; perho se li mandi le do galie;
etiam si potrà mandar con quelle il tributo al soldan; dubita le galie di viazi arano grande garbuij,
per la mala volontà et animo dil soldan contra
la nation nostra. Avisa, zercha le fabriche, vol fabrichar tuto questo inverno , perchè l'instate vol
far levar mano per li excessivi caldi. Si atrovano
ogni di al cavar di la rocha homeni numero 100 ;
someri, portano el tereno e saxi, numero 60; e va
discorendo. Altrove vol a la setimana ducati 120 in
130, sì che li danari non basta. El loco tenente e
consieri li ha promesso ducati 100 di più al mexe di
debitori vechij, ma non è per averli. La camera li
resta dar di l'ordinario ducati 600; tuto si fa col
danar, e fino li villani sono pagati, non perhò più di
soldi 12 per cadauno, e li villani soldi 5 al zorno.
Replicha se li dagi li terzi etc. Da novo la Soria tuta in garbuio, ogniuno voria esser soldano, e li signori
1121 MCCCCC, DECEMBRE. 1122
chome par per la forma di la ballota, che man la a
tuorne, per non vi esser de li ballote ; e se li mandi
li do passavolanti fati per Cypro, e le do galie.
fra thoro sono tutti in arme, fanno gran garbuio | de assa', et uno maistro, Thomaso da Brexa, le fa
a' nostri, per haver bisogno dil danar; tuti li nostri,
chi sono in cime e chi in feri ; non si fa facende alcuna. Si ha di X di questo, per una nave zenoese capitata a Bapho, dice tuti nostri merchadanti erano in
feri, chi dice per el piper e chi per le page dil soldam, e le marine erano piene de colli di specie ; et
era gionto in Alexandria al suo partir una nave francese, di bote 2500, con pani, merze e danari, e dice
farà fati assai ; e nostri erano mal veduti, per non
veder le galie. Del caraman ha letere di XV, da uno
Stephano Murati, merchadante, soleva habitar li.
Dice el dito caraman, score tuta la Caramania, ha | satisfar li formenti fonno tolti l'anno passato, e da i
Dilditto luogo tenente e consieri, date a Nicosia,
a di 24 octubrio. Chome par scrivesseno prima per
via di Candia, et hano fatto taiar legnami assa' ; bisogna si provedi di formenti ; scriveno di bragantini
di Rodi, daniza de li via, oltra le fuste de' turchi ;
vol si li mandı do galie sotil, da esser armade a
spexe di quel regno. Item, quella camera non pol
suplir questo anno a la spesa, per haver convenuto
apaltadori non pono scuoder il debito, ni thoro da
li villani, per esser tutti desfati per el cativo anno è
stato etc.
preso el Cogno e altri castelli ; aspeta esso capetanio
risposta da uno suo amico, e tuti dubita, il signor
habi questo anno a venir in quelle parte, si per
cazar questo caraman e conquistar la Soria, come Deli dilli, di 25 octubrio. Dil zonzer lì di uno
per haver animo a questa ixola. Item, manda la me- suo gripo, mandono in Alesandria ; qual parti di
sura dil circuito di Famagosta, zoè longheza, alteza, | Alexandria a di 18 ditto, qual fo per lhoro spazato
largeza del fosso, numero di torre, roche etc.
Di sier Cosma Pasqualiyo, luogo tenente di Cypri, e consieri, data a Nicosia, a di 7 septembrio. Come in questo anno hanno auto quella isola mala rendita di tutto; e poi li è soprazonto la infelice nova
di la cità di Modom, ch' è stà un cortello nel cuor a
tutti ; e perho esso luogo tenente, con sier Piero
Moro, consier, va a Famagosta a proveder etc. , du
bitando assai. Item, voriano qualche galia si li mandasse, almeno sto inverno, perchè le zurme tocheria
danari de li per le fabriche.
a quel consolo, per saper si poteano mandar el tributo al soldam senza garbuio, per non haver galia
sotil lo porti, e per altro navilio non esser seguro il
mandar. Et mandono uno Filippo da Milam, qual è
ritornato. Dice dil retenir dil consolo e merchadanti
al Caiero, per caxom dil piper dil soldan, e per il
tributo ; unde, per importar la cossa avanti zonza le
galie, se dia pagar 4 page; hano termina mandar le
do page, a le qual mancha solum certi panni d' oro
e di seda, che non vi era ; e si sforzerano mandarne
una terza paga, per el ditto gripo, qual armerano.
Dil dito, e capetanio e consieri, data a Fama- Relationdi Filippo da Milam. Chome, a dì XI
gosta, a dì 11 septembrio, par siano replichate. Cho- septembrio, zonse in Alexandria, e trovò il consolo
me sono venuti li, et lassato sier Nicolò Pixani, con- e merchadanti in cime per il venir di uno caschi dal
sier, al governo di Nicosia, hanno visto la fabricha, Caiero, con comission di menarli tutti al Caiero, per
e deputà 100 homeni, taiano la rocha, zoè li saxi. i danari dil pevere dil soldan, ch'è ducati 32 milia,
Item, si fa uno toriom versso l' arsenal, che guarda et per el tributo di Cypro, e per non averlo in temi scogij e porto; volze passa 60, e vi lavora 100 ho- po, volea da la nation in contadi ; e che ditto conmeni. Etiam altrove si lavora, e fano laiar 3 in 4 | solo, con 4 merchadanti, sier Daniel Dandolo, sier
milia legni, per condurli in la terra da far repari. Antonio di Colti , sier Alvise Mora e uno da cha' di
444 Laudano il capetanio, e voria quella fabricha ducati Prioli, a dì 16, per ditto caschi, fonno conduti al
500 al mexe, et voleno atender li debitori vechij a Chaiero, e fono batuti im presentia dil soldam, qual scuoder, e darli qualche danar di più al mexe; et li | voleva ducati 50 milia per el piper, e tributo ; e
homeni di Baffo e Limisso, sono obligati venir a la | lhoro si scusava non haver danari, per non esser
fabricha, per esser lontani non vieneno ; unde hanno venute le galie; e contentono pagar il piper ; et per mandato do cavalieri li, perchè quelli si voleno fran- | el tributo restavano retenuti al Chaiero ; e il signor
char, pagino mezo bisante al mese, ch' è più di mezo non li lasserà , fin non habi le ditte page. Item, esso
ducato a l' anno; e per questa via arano li danari, el signor soldam, zercha a mezo el mexe, havia fato
si spenderà in homeni utelli etc. Item, esso capetanio campo, partito dal Chaiaro a la volta di Gazara, a
scrive di le munition richieste, non vi hessendo, si l'incontro dil signor di Damascho, che era potente,
compri ; à la promessa di suoi fioli im spizilità, e li e veniva versso el Chaiero per farsi soldan. Item,
pagerà de li ; et voriano polvere, et hanno bombar- in Alexandria era tre barze francese, una di bote
1 Diarii di M SANUTO Tom III. 71
1123 MCCCCC, DECEMBRE. 1124
445
sincere, 10 di no, 47 dil consier, et di savij 106. Et
questa fu presa. Et fo bona opiniom.
1500, il resto di bote 700, richissime di panni, ogij
et saponi, et contadi assai ; non haveano contrato
uulla, per esser el paexe in moto. Etiam una nave Fu posto per tutti li savij , atento il bisogno dif
grossa zenoese, di botte 2500, sopra era merchadanti danaro, cussi chome li dacij sono interzati in questa
assai , è carga di ogij e pani, e havia discarga tutte terra al presente e compieno, debi durar per uno alle robe in tera, e nolizà per forza da' turchi per con- tro anno, et li danari di tempo in tempo si porti in
dur turchi e robe in Satalia; e havea de nollo du- | la procuratia, nė si spendi in altro, cha in le cosse
cati 3000, et el patrom, era ratenuto in terra, dovea da mar, sotto la parte di furanti . Ave 4 di no, 157
levar colli 200 piper dil soldam, per condur in Sa- de si .
talia. La qual nave era partita di Alexandria, e andata ai Bechieri , per haver il resto dil suo cargo.
Erano etiam nave do ragusee, venute di Puia, carge
di ogio, et uno barzoto da Messina.
Di Alexandria, di sier Hironimo Tiepolo, consolo nostro, al rezimento di Cypri, data al Chaiero,
a di 27 septembrio. Avisa il soldan voler in contadi
ducati 8000 da' nostri di cotimo, per meterli ne la
casena del signor; per la qual cossa, esso consolo è
retenuto de li con 4 nostri merchadanti, nè li lasserà
fin non sij satisfato; perhò si mandi el tributo quam
primum in Damiata, perchè in Alexandria sarano
aperte le casse. Conclude poi, è più securo mandarlo
in Alexandria; et che è usanza, uno soldam paga li
debiti di l'altro soldan, e cussi scuode, nè mai si fa
do pagamenti ; perhò si mandi subito, perchè questo mandar sarà causa alargar il trar di formenti
etc. , e sarà ben per quella ixola.
In questo pregadi, da poi disnar, vene il principe, et leto le letere.
Fu posto, per tutti li savij , certa parte di ogij, di
quelli sono obligati meter in ternaria, e darli pena
etc. , et si possi franchar miera 3000 a ducati 5; e
altre clausole, chome in dita parte è. La qual opinion
fo di sier Francesco Foscari, e tutto il colegio vi in
troe. Contradixe sier Hironimo Capello, non perho
a la parte; ma lisse, lui volleva dar assa' danari, e
non era aldito dal colegio, non poteva haver li consegij etc.; e su la parte pocho disse. Poi parlò sier
Alvixe Zustignan, quondam sier Marco, è a le raxom nuove, à praticha, et pro suo interesse; e alego
certa parte, la qual non fo trovada. Li rispose sier
Francesco Foscari. Et andato in renga sier Cabriel
Moro, savio ai ordeni, avanti parlasse, fo terminato
indusiar questa al primo pregadi.
Fu posto per sier Baldisera Trivixan, el consier,
quella medema parte l'altro zorno fu persa, di conzar la terra, et far li 5 savij . Al'incontro, li savij dil
conseio e di terra ferma messeno, atento è in danno
questo al presente, e stalla molte cosse, per do anni
niun possi meter di conzar la terra, sotto pena di
ducati 1000 d'oro. Et niun non parlò. Ave 2 non
Fu posto per tutti, interzar li dacij di terra ferma e dil Quarner in qua, exceptuando il sal e la masena; e questo per mexi 6; li qual danari siano mandati , ut supra. Ave 20 di no. E fu presa.
Fu posto per lhoro savij, dar licentia a sier Piero
Marcello, è provedador in la Patria di Friul, vengi
via; e cussi a sier Zuan Batista Bonzi, per star con
spexa di la Signoria, et pocho scuode. Ave tutto il
conseio.
Adi do dezembrio. In colegio vene l'orator di
Franza, et presentò una letera dil roy a la Signoria,
in francese ; qual, per non vi esser Gasparo da la
Vedoa, sa francese, e l' orator disse il sumario. È la
risposta di quello à dir la Signoria nostra in risposta al re di romani, zercha a li homeni non vien lassati andar per il nostro dominio in Alemagna, e dice
a suo modo, come di soto scriverò difuso etc. Poi
mostrò una letera li scrivea esso roy, che lui orator
dovesse acertar la Signoria, mai era per manchar in
vita soa di la lianza, amicitia e confederation ; et li
dava licentia a lui orator di tornar a caxa etc. El
principe rispose sapientissime a tutto. Al primo, si
consulteria, non haveano ancora leto le nostre letere
di oratori di Franza, di la bona voluntà dil roy a
questo stado ; ringraciavemo soa majestà, e cussi era
in nui, e di l' andata di esso orator, non volevamo
per nium muodo, maxime a questi tempi presenti.
Di Ravena, dil podestà el capetanio, di 29. Di
la total resolution dil campo dil ducha Valentino di
Faenza ; è alozati in Forli a descritione, fino ne li
monasterij. Item, el signor Paulo Orsino, con le sue
gente, alozato a Ymola ; Vitelozo, a Oriol di Val di
Seno ; item, a Bertonoro e a Meldola le gente di esso
ducha; a Cesena, Julio Orssini ; su quel di Pexaro, 445
missier Hercules Bentivoy e Zuan Baptista Conte,
con le thoro compagnie ; a Mondamo e Monte Fior
el signor Carlo Orssini e Zuan Paulo Baiom ; et Rimano è stà salvato, perchè si Brisegella e Val di Lamon sta salda a devution dil ducha, esso ducha à
animo tirarsi li con la soa vardia. Item, Dionisio di
Naldo é a Forti, e Brisegella si tien per il ducha.
Manda una letera abuta dil signor di Faenza .
1125 MCCCCC, DECEMBRE. 1126
al roy falconi .
Da Faenza, dil signor, a la Signoria nostra, | sacri, acciò tutti ne habi; et par siano stà presentati
di 26, a hore 15. Avisa dil levar, in quella hora,
dil campo dil ducha, per divim miracolo, per il
tempo cativo ; et che vol esser fiol e servitor sempre di la Signoria nostra ; e prega voi interponersi
col papa, lo aceti per servitor e suo vicario, chome
è stato za anni 100 ; et è contento far ogni cossa, che
para rasonevele a la Signoria nostra, a ditto ducha.
In conclusiom, si racomanda assai .
Da Milum, dil secretario, di 28. Di sguizari non
z'è nulla. Item, de li si dice esser stà retifichà la
trieva, fata dil roy col re di romani per certo
tempo; e va in Franza per orator el ducha di Saxo
nia, per confirmar ditte trieve, e concluder acordo.
Da Cremona, di sier Polo Barbo, podestà. Di
certo caso crudelissimo, sequito da do milanesi a do
Da Tors, di sier Francesco Foscari, el cavalier, garzoni piamontesi, morti in uno boscho ; uno di
orator nostro, di 12. Come mandò il suo secretario qual è stà preso, chiamato Dyonisio, à confesato, e di
dal re, qual, à inteso, a dì 6, parti da Nantes, vien lui farà justicia ; mancha Cesaro, ch'à il compagno,
li ; ma, venendo, va a caza. E si aspeta di brieve li ❘ qual è fuzito; perho dimanda autorità ponerlo in
oratori dil re di romani, sono zonti a Orliens, e il re
li àmandato uno suo maistro di caxa contra.
Dil ditto, di 15. Come ricevete, a di 13, letere di
la Signoria nostra, con la risposta dil re di romani ,
e sumarij di mar. Item, dil zonzer li, ozi, sier Beneto Trivixan, el cavalier, orator nostro, con doie
assai ; è soprazonto febre, sta in leto.
bando con taia etc. E si meterà im pregadi .
Di sier Marin Bon, provedador sopra la Piave,
data a Conciam. Chome la Piave à roto in certo locho passa 150, bisogna proveder; et quelli di Seravalle impetrò la letera non ajuti etc. , e lui vol tutti
ajuta, come è il dover, a reparar; perho rescrive il
tutto a la Signoria nostra.
Di sier Beneto Trivixan e sier Francesco Fo- Dil capetanio zeneral, data im porto di l'arse 446
scari, cavalieri, oratori nostri, date a Tors, a d' 18. nal, a l' iroli di la Zephalonia, in galit, ad 5 поMandono una letera, scrive il secretario di Foscari, vembrio. Come li homeni di le barze yspane e nomando dal roy. Item, di l' intrar li di do oratori dil stre, con Gorlin da Ravena, erano andati a veder li
re di romani, con 60 cavali. Item, vene un consier | boschi per taiar leguami, e hanno termini imbarbodil roy a visitar esso orator Foscari, per nome dil
roy, qual sarà fin do zorni li. Item, el Foscari andò
contra el Trivixam, el qual Trivixan e lui aspetano
la venuta dil roy.
Di li ditti oratori, di 19. Dil zonzer dil secretario li, et verba ejus. Item, ricevete letere nostre di
7, con li sumarij di mar ; conferirano col re, zonto
sarà li soa majestà, nè altro da conto scrisseno.
tar in le nave alcune barche di le nave grosse, di
tute le garide sono in esse, per metter li canoni e
bombardar Modon da la parte dil muollo, dove è le
mure vechie ; e spera con poche bote ruinar, e da
quel canto darli la bataia, sperando consequir optimo
fine, per haver quel capetanio yspano optimo voler,
e cussi tute le sue zente, e li nostri mostrano bon
animo. Item, al castello di la Zephalonia, turchi sono
numero 250 ; et perchè il canzelier di sier Luca Querini , provedador a Corfù, vene a lui, dicendo era per
abocharsi col subassi, e haveva il papà di la terra e
uno zerman dil subassi per mezo dil qual tratava etc..
e voleva poner la man su uno di primi di la Zephalonia, da tutti tenuto il primo. Or li fè esso zeneral
bona ciera, e comesse, prometesse al subassi, si rendesse, e, volendo andar in Turchia con galie, lo faria
butar ; e, volendo habitar in le nostre terre, haria
provision. Item, eri li diti andono al castello, e in
trono dentro ; mostrono esser stà presi, e il subassi
li fece lassar. Or li disse il tutto ; e il zerman dil ditto
subassi, la sera vene a galia, e disse el subassi haverli
risposto, voler termine 20 zorni da mandar a dir al
signor, e si li dagi uno nostro homo in castello, e lui
darà uno turcho per obstaso. Or li rispose esso zeneral, non volerli dar alcun termine, e farà etc. E à
Di Zuam Batista Palmario, secretario dil Foscari, date a San Gioin, a di 15. Dil zonzer suo
dal re a Tuardo im Potier, loco di monsignor di la
Trimolia ; e passò, ne l'andar, per lochi infetadi di
peste Et, andato dal re, li dimandò di l' oratori etc.
E lui, poi disnar, disse scire. E intrato in la letera dil
re di romani, dimandando quello la Signoria habi a
risponder, fo rimesso al cardinal. E parlando di
l'arma' yspana, disseno le charachie dil roy dieno
esser zonte, e, solicitato la letera in Spagna, disse el
cardinal: Non dubitate, quelli re sta ben col roy.
Or a una abatia di monsignor di Ponziera, fratello
dil cardinal, era esso cardinal, marchexe di Rotolin,
monsignor di Ligni et ..... E ordinó una letera a
Rubertet, va a la Signoria nostra, zercha questa risposta. E qui scrive alcuni coloquij fati sopra di questo, e il roy farà per la Signoria. Item, il marchexe
di Rotolim dimando la Signoria mandasse falconi | fato intender questo al capetanio yspano, qual eri
1127 MOCCCC, DECEMBRE. 1128
che l'armata costava ai reali di Spagna ducati 600 milia a l'anno, e perhò il capetanio voria prender qualche terra, specifichando Negroponte e Metelin, e
far poi contracambio con qualche terra di la Signoria. Rispose el zeneral, niun l'impazeria a questo.
E lui disse, bisognava l'ajuto di la nostra armada.
E a questo il zeneral nulla rispose. E ditto domino
Pantaleo mostrò dir questo da lui . Or il zeneral voria saper sopra ziò l' opinion nostra. Aricorda se li
manda danari ; e Alvise Zio, à 'uto fluxo, sta meglio.
vene a galia, da esso zeneral, a visitarlo, et conseiò li fosse mandato a dir aspre parole, poi non si vol- leva render. Item, sier Hironimo Pixani, provedador
di l'armada, era andato a trovar locho da far legnami, a presso la marina. Item, el capetanio que- sta matina mandò X in 12 cavalieri, con 500 boni
fanti , tra schiopetieri e ballestrieri e lanzaruoli , a ve- der il sito dil castello ; e il zeneral li à mandato molti
stratioti in compagnia. Item, esso zeneral à retenuto
tutti li provisionati di l'armada, e quelli sono con
Gorlim; con questo, non li cora soldo, ma li sia fato le spexe da li soracomiti. Item, el capetanio yspano à
ditto, che in zorni X si consumerà a Modon barili
3000 di polvere, trazando di e note, videlicet 600 botte al di ; et che su la sua armada non hanno, oltra
il fornimento di essa e di superchio, barilli 400;
unde el zeneral fè far la zercha di la polvere è su le
galie nostre e nave, e à trovato esserne barilli 2000,
e à scrito a Corfù ne mandi ; et al Zante ne sono barilli 200. Item, l'armata yspana tolse bote 200 di
vin, di raxon di sier Piero Contarini e sier Michiel | neral non esser andato etc. Rispose voler tuor l'imFoscari, di uno gripo, bote 29, unde manderà in
Candia a tuorne solum 300, computa le 25 di muschatello, et 60 miera di formazi. Item, vol biscoto,
e a Corfù n'è solum miara 60.
Dilditto zeneral, date ivi, a di 6, tenute fin 7.
Chome era ritorna il canzelier sopra nominato e al- tri , dil castello di la Cephalonia, dicendo quel subassi
non è per rendersi, in conclusione. Item, par eri vi
andasse, oltra li cavalieri yspani e Gorlin, etiam il
capetanio yspano, e fo senza saputa di esso zeneral,
che vi saria andato ; et vette il sito dil castello, e fo
con lui assa' persone di le sue e di le nostre. E poi,
questa matina, mando sier Hironimo Contarini, provedador, a la barza di ditto capetanio a scusar il zepresa, e far discargar le artillarie, e ponerle sotto il
castello, e si potrà haverlo nel termine si prepararà
i legnami per l'impresa di Modom, e perho aspetava la resolution di esso zeneral ; unde, consultato
con ditto provedador Contarini, col capetanio di le
galie grosse, capetanio di le nave e Gorlim, terminono risponderli de tuor l'impresa. E il provedador
Dilditto zeneral, di 5, ivi. Come in quella matina era zonto li el capetanio di Franza, con la galia
di sier Antonio da Canal; etiam la barza zenoese
vene, unde mandò sier Hironimo Contarini, proveda- | Pixani non vi era, et cussi ozi , da poi disnar, se redor di l' armada, e sier Marco Orio, capetanio di le duseno insieme tutti, e unanimi deliberono opugnar
nave, a visitarlo, e dirli di l' impresa si ha a tuor di ditto castello. Item, parte di le nostre galie sono anModom. Et esso capetanio francese ringratio. Poi | date mia 60, per taiar legnami ; et doman trazerano
disse, voria la resolution di la licentia di la nave soa, 12 canoni di le barze su le carete, e li dà le zurme
qual convien compir a di 20 di questo a Zenoa, e à di 24 galie nostre, per condurli al castello; etiam,
molti homeni boni suso, da numero 300 provisio- tra falconeti e altre artilarie, fino al numero di 40,
nati, che, a uno per l'altro, si li dà ducati 3 al me- et zorno e note si bombarderà, e buterano le mure
xe ; e farà la zercha e mostra per la pope di la galia | zoso, et torano le diffese, e si farà vituarie per il
dil zeneral. Li risposeno, non haver hordine di la
Signoria nostra, ma soa magnificencia era in libertà ;
446 et lo persuase a star, perchè l'impresa di Modom
saria brieve. Or disse manderia el patrom di la nave
dal zeneral, dicendo el capetanio : El re di Spagna,
con questa sua arınada de 70 velle, se persuade far
lo imperador di Constantinopoli ; sapiate che el mio
re vuol esser imperador di Constantinopoli , e uno
altro anno el manderà altratante velle, quante sono
queste di Spagna, per far questo effeto. E il provedador nostro rispose, la potentia di la christianissina majestà era grande. Item, esser venuto da esso
zeneral domino Pantaleo Sachano, zenthilomo missinese, cugnado di domino Anzolo Farion, e li disse
campo. Item, il patron di la nave dil capetanio di
Franza voleva licentia in scriptis; et il capetanio li
disse, faria fede dil suo esser stà in armada; et l' altra nave mai non à parso. Item, esso zeneral à ditto
al capetanio yspano dil presente li manda la Signoria: Recusò acetarlo, dicendo si provedi di vin e vituarie per l'armata, e non vol altro; e à pagato li
nolli a li patroni de li navilij di vini tolti. Item, a
dì 7, par sier Hironimo Pixani sia ritornato, e lauda
di tuor l'impresa; e cussi quella matina il patron di
la nave di Franza volse la fede, e cussi la fece. Item,
se disgargava tuttavia in freta le artilarie di le barze
yspane. Item, per una poliza dice, la nave di sier
Marco Orio, capetanio, è mal conditionada, e non po-
1129 1130 MCCCCC, DECEMBRE.
447
trà venir a disarmar ; saria bon farla conzar a Corfù ; aspeta risposta.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, date in galia, a di 7, ut supra. Scrive dil
tuor l'impresa di la Cephalonia, e dil partir quella
matina dil capetanio di Franza con la sua nave ; aricorda si provedi di biscoti per l' armada, orzi per li
stratioti , danari e munition.
Da Roma, di l' orator, di 25. Chome, ricevute
nostre letere, di 19, con la risposta fata a Napoli, et
sumarij di mar, ſo dal papa. Era el cardinal Orssini
et Capua. Et soa santità disse, havea hauto questo
aviso dal suo orator. Or, fato lezer la risposta, el
papa disse : Domine orator, doveti ben haver altro
a parte. E l'orator justificho , dicendo la Signoria va
realmente. Or laudo la risposta ; e disse, il re Fedrigo, con questa praticha, si favorisse ; e li dimandò: Qual credè vu el volesse avanti, o la uniom di
christiani contra il turcho, o la pace dil turcho ? Rispose l'orator : Qual si volesse, pur che fusse securo
dil suo regno. Or il cardinal Orssini laudò la Signoria nostra. Item, doman l'orator Badoer arà audientia.
Da Corphù, di sier Piero Liom, baylo et capetanio, e sier Alvise Venier, provedador, di Xnovembrio. Chome da poi il longo navegar, eri al tardi,
esso sier Alvixe era zonto de lì con gran jubillo di
tutta la terra ; e fè lezer publice la letera di la Signoria nostra, di 29 septembrio, zercha la ruina di le caxe, e non esser per mancharli etc.; unde si contentono assai . Poi fu a veder con Jacomo Coltrim le Dil ditto orator, e sier Zuan Badoer, dotor, di
fabriche; à trovà molti principij non compiti, e la 26. Chome in quella matina esso sier Zuan Badoer,
scarpa di la Zuecha, versso la torre di l'armiraio, e insieme con sier Marin Zorzi, fue a l'audientia dil
ultimerà li principij più importanti e la scarpa ; e à papa ; li fè oration latina, justa la comission etc. ,
trovà molte piere sul lavor dil dirupo si ha a far. exortandolo contra turcas. El papa li rispose, renItem, di le cortine, una è finita. Item, hano manda- dendo gratie a la Signoria, et che faria il tutto ;
to molte monition al zeneral, come par per una po- mandava i legati ; si à oferto andar im persona; e
liza, richiede se ne mandi. À mandato homeni per si duol di le pratiche etc. Et ditto sier Zuan Badoer interzar le galie, tolti a ruodolo. Item, mandando disse, andava de more a Napoli, in locho di l'altro,
provisionati o page da guazo, si mandi 200 manoali stato do anni. Item, volendo dar audientia el pontibrexani, farà un exercitio e l'altro. Item, li danari, fice al cardinal di Santa † et l'orator yspano, an- per pagar quelli è lì, sono ancora su la galia di sier | dando, domino Philiberto, orator dil re di romani,
Sabastian Marcello, è a Cataro, e li bombardieri
hanno gran bisogno, e sono disperati, maximeMarco Crestim etc.
disse a sier Marin Zorzi, orator nostro : Vardeve da
drio e davanti ; saxo quello vi dico etc. E questo capitolo va in quest' altra letera .
Da Otranto, dil governador, di 13. Chome à Dil ditto orator, di 26 et 27. Era stato dal papa
'uto da l'arzivescovo e altri citadini, im prestedo, { per la expeditiom dil 3.º legato per Franza ; disse
su la sua fede, tumani 800 orzi, e sopra uno gripo | faria. Poi visitò monsignor di Trans, qual non era
li à spazà al zeneral ; spera averne da li circonvicini ; in bona col papa, è stà do zorni non è andato a corunde per colegio fo laudato, e mandatoli ducati 400 te, ait voler do cosse : l'una la legation di Franza
per questi. al cardinal Roam, l' altra expedir il brieve al cardinal curzense, vadi di longo. E par, il papa a far la
prima cossa aspeti l'exito di le cosse di Faenza.
Conclude, il papa da uno per aspetar doy. Item, è 447
praticha di maridar madona Lugrecia, fia dil papa,
in don Alfonxo, fiol dil ducha di Ferara. Item, a di
27 fo concistorio, e data la legatiom di Perosa, haDa Trani, dil governador , di 16. Chome à
manda biscoti a l'armada, e à fato, sier Antonio da
Pexaro, in locho di formenti, à comprato stera 800
in 900 orzi, e mandati al zeneral ; unde per colegio fo
laudato, e mandatoli ducati 400 per questo effecto.
In questa matina, per li savij fo aldito sier Bernardo Barbarigo, per l'opinion soa di fogolari. Dice | via curcenze, al cardinal arborense, noviter creato.
è caxe 25 milia qui e nel dogado, e troverà da ducati 250 milia ; e mostrò certa soa poliza etc.
Da poi disnar fo gran conseio, a petizion di avogadori di comun, per expedir il Marcello ; ma, per
il tempo cativo, non si reduseno al numero di 400,
et si convene licentiar el conseio.
Item, di la legation di Franza a Roam, par li cardinali non voglino assentir, come à inteso dal cardinal
di Siena etc. Le qual tutte cosse, che si fanno, sono
a danno di la general expedition.
Dil ditto, di 28. Chome andando a palazo, scontrò in l'orator yspano ; qual li disse, el papa non
A di 3 dezembrio. In collegio. Etfo leto le in vol dar la cruciata ; sarà forzo, compito questa paga,
frascrite letere di Roma. levar l'armada e farla venir in Sicilia. Et esso ora-
1131 MCCCCC, DECEMBRE. 1132
tor nostro, chome fu dal papa, li disse di questo,
exortando la desse. Rispose, faria ; ma che e in cruciata e in le decimo trarano 300 milia ducati ; ma
soa santità voria le do condition ; una l'armata fusse
a soa disposition e contra turcas. Et a questo, l'orator yspano non vol far. Item, poi fo da l'orator di
Franza, qual li disse era acordato la legation di
Franza a Roam, e comesso le bolle al cardinal Orssi
no e di Capua. Et disse, havia questa note expedito
il brieve al cardinal curzense. Item, à 'uto letere dil
roy, che al primo di de quaresema saria in Italia con
exercito, per recuperar il patrimonio di la Chiesia e
la sentiva. Et disse questo anno spendeva in le oxelle
ducati 500, e conveniva dar a zenthilomeni 2300 ;
e al tempo dil doxe da cha' Foscari, si dava solum
a numero 800.
Da poi disnar fo pregadi. Non fu el principe.
Et, poi leto le letere, fu posto per li consieri la taia
a quel milanese amazò il francese nel boscho, justa
le letere di sier Pollo Barbo, podestà di Cremona ;
zoè 2000 lire vivo, a chi ' l darà in le man, et lire
1000, morto etc.
Item, fu posto per li savij dil conseio e di tera
ferma una letera al capetanio zeneral, laudandolo
di l'imprese, e rispondendo al capitolo richiesto ,
Di Napoli, di sier Francesco Morexini, el dotor ,❘zercha Negroponte e Metelim, per il capetanio yspacontra turcas.
orator, di 21. Chome il re havia auto letere di l'università di Bari, dolendossi dil governador nostro
di Brandizo ; e à visto letere di esso governador, si
justificha haver fato con raxon. E il re scrive al suo
orator, parli con la Signoria nostra. Item, il re à inteso, a Roma el papa haver dato titolo, al ducha, di
Romagna e di Fano. Item, l'orator dil turcho è ancor li etc.
Da Vegevene, di domino Zuan Jacomo Triulzi,
marchio etc. , a di 28. In recomandation di suo cuxino, domino Erasmo Triulzi, regio consiliario, per
la confirmation di suo' privilegij ; etiam esso domino
Erasmo scrive.
no, o ver uno domino Panthaleo Sachano. In conclusion, voler Negroponte per nui, e il resto per
❘lhoro. Et poi una letera a parte : legatis solus etc. Et
nui , savij ai ordeni, volessemo la letera con questa
reformatiom, se li prometi e Negroponte e Metelim etc. Et in questa intrò sier Nicolò Trivixan, procurator, savio dil conseio, in la nostra opiniom. Et
el primo parlò sier Lunardo Grimani, savio a tera
ferma. Li rispose sier Francesco Donado, savio ai 448
ordeni, per esser in setimana. Ando la parte : niuna
non sincera, niuna di no, 41 di savij, 127 la nostra.
E questa fu presa. Et per colegio fo scrito facesse
conzar la barza capetania a Corfù ; et etiam, in la
mar, come fu preso.
Dil signor Pandolfo Malatesta, date a Bologna, ❘ parte posta si li dà libertà di non mandar a disardrizate al suo orator è qui, domino Opizo di Monaldini. Voria poter venir ad habitar o a Ravena o
sul Polesene di Ruigo, et la Signoria parlasse al legato, facesse el ducha li provedesse dil suo viver.
Fo leto ditte letere, et nihil dictum.
Da Corphi, di Jacomo Coltrim, in zegner, di XI
novembrio, molto longa. Zercha quelle fabriche. Lauda sier Alvixe Venier, provedador de li; et scrive
voria licentia venir a far 200 provisionati, manoali etc.
Fu posto, per tutte tre man de savij, la parte di
far li oficij di bando per uno anno, comenzando al
primo di zener, videlicet siali tolto tuti li salarij ; e di
le utilità, da poi satisfato quello pageno di le tanse,
sia partito per metà con la Signoria nostra, sotto
pena etc.; et siano electi do apontadori di novo
apontino, et acinque ponti siano fuori , videlicet habi
da la Signoria grossi.... per ponto, e quelli poni debitori a palazo, et vengi ogni sabado in colegio a
dir etc.; itemli serivani, nodari, massari etc. di officij, siali tolto li salarij, le utillità siano sue; li qual
Vene li proveditori sora l' arsenal, sier Anzolo
Trivixan e sier Zacharia Dolfim, dicendo haver auto,
poi i sono, ducati 9055, di qual è stå spexi in le septi - danari, scossi per li governadori, di mexe in mexe
mane, zercha 5000 ; manda a Cividal per remi, a Bologna per canevi, in Agort el Dardani per ferro; et
esser in hordine, a certo locho, remi 22 milia ; mancha i legnami è in Friul ; poi aricordono uno Zuan di
Arzentina, bombardier, stato a Gradischa, è qui, si
vol partir, sa far gran cosse ; è bon tuorlo e darli
provision.
In questa matina, fo leto la parte di officij di
bando et rezimenti di fuora, persuadendo i consieri
a intrar im parte ; quali non volseno, ni el principe
siano portati a li procuratori, et non si spendi in
altro, cha in le cosse di mar, per diliberation dil
pregadi. La qual parte non s'intendi prexa, si la non
sarà presa nel mazor conseio ; e poi si vegni a far
provisiom zercha i rezimenti di fuora. Or nium non
parlò. Ave 2 non sincere, 57 di no, 114 di la parte.
Et fu presa.
Fu posto per tutti, mandar li arsilij fornidi in
Cypro, da esser armati de li a spexe di quel regno.
come scrive li rectori : et li patroni si fazi per li sa-
1133 MCCCCC, DECEMBRE. 1134
Da Ferara, dil vicedomino, di primo. Come el 448 •
vij ai ordeni, justa il consueto. Ave tato il conscio.
Fu posto per li consieri, chiamar ogni zorno di
quest' altra setimana el pregadi, a petition di avogadori, per la parte di le gastaldie. Et fu presa.
Fu posto, per li savij ai ordeni, elezer per colegio uno citadim castelan dil castel San Marcho di
Sibinico, con ducati 8 al mexe, et compagni X, con
ducati 2 al mexe ; et sia scrito al conte di Sibinico,
in tempo di bisogno, li poni più custodia, chome
fano al presente, et siali mandà quelle monition parerà al colegio. Ave tutto il conseio.
A dì 4 dezembrio. In collegio, justa el consueto,
per el principe, per esser il zorno di Santa Barbara,
fu cavato 30 zenthilorneni, di 120 erano scriti ; videlicet el quinto; e non si pol mancho di 30 cavar,
justa la forma di la leze ; tutti provadi di anni 20.
cardinal curzense è ito versso Verona, per passar
in Alemagna; par habi auto danari dal cardinal San
Piero in Vincula, al cento. Item, el signor ducha è
tornato ; non à potuto passar a Comachio per le
giaze. Item, à tolto il jubileo con gran devutione, e
publice fato proclamar, perdona a tutti cui li à offeso etc. Item, a Bologna, missier Zuane Bentivoy à
licentiato le zente.
Da Ruigo, di sier Marco Antonio Loredam, podesti et capetanio. Zercha il conto dil subsidio, et
altri conti richiesti, di l'intrada de li ; non cossa perhỏ da conto.
A dì 5 dezembrio. In colegio vene l' orator di Franza per cosse particular. Poi fè lezer una letera,
di 16, da Ragusi, di uno li scrive, de uno dil turcho
andava al roy, retento qui etc. Et non è vero. Poi Fo leto la suplication di certi modonci, e balotà disse di Alvise di Dardani, esser stå mandato dal re ducati 24 a li Volzementi da Modon da viver, era- di romani. El principe justificho, esser andato a com -
no richissimi. Item, ducati do per uno ad alcuni | prar fero, come li provedadori sora l' arsenal eri lo
altri, quali molti erano a le schalle.
Item, fo ballota ducati 1000 a l'armamento, per
pagar rifusure a li galioti, videlicet di li danari dil
conseio di X, di le 30 et 40 per cento. Et fo balotati
li savij ussidi di colegio, justa la parte presa nel
conseio di X. Et rimase sier Marco Bollani et sier
Piero Capello.
Item, fo adatà li ducati 2500 venitiani di sier
Pollo Antonio Miani, era su le galie di Baruto, qual
servi, sia dati al capetanio zeneral di mar per li biso
gni . Et sier Marim Contarini, cassier dil conseio di X,
promisse statim restituirli, inteso dil recever.
Da Verona, di sier Zuan Batista Bonzi, provedador sopra le camere. Zercha li danari dieno dar
per resto li Malaspina, li fo prestadi .
Da Brexa, dil conte Alvixe Avogaro. Voria la
Signoria nostra li desse qualche polierin di Puia a
conto di le sue bollete etc.
Fo leto la fede fata per li provedadori, executori , a li tre messi di sguizari di la liga grisa, voleno venir a servir la Signoria nostra contra il turcho,
numero 4000 ; ditoli se li dà lire 12 al mese et el biscoto ; et questi si oferiseno pratichar di haverne.
Et è uno Guielmo, uno Redolpho, et certo prehosto. Et cussi fo expedita.
Da poi disnar fo chiama gran conseio, a petizion
di avogadori, per expedir il Marcello, fo capetanio
di le nave. Et non si redusse al numero di 400, che
fo gran mormoratiom. Achade proveder.
Et li savij non si reduseno a consultar, per il
gran fredo.
verificho. Item, li disse dil partir dil capetanio francese con la nave di l'armada, et fo danato quel patron zenocse. Lui disse havia scrito al re in bona
forma, come mostrò la letera a Zorzi Negro, secretario, et credeva el roy li faria taiar la testa.
Vene sier Domenngo Morexini e sier Marin Lion,
procuratori, deputadi sopra i debitori, et aricordo
molte cosse. Et fo fato mandati a la doana di mar e
di terra, non desseno robe a niun, si non havia bolletini, sotoscriti per lhoro procuratori, quelli non
esser debitori .
Fo ballotà una gracia di sier Francesco e Alvise
di Prioli , quondam sier Marco, debitori per dacio di
biave, pagar di tanti pro' etc.; videlicet dimandar
licentia, li officij possino risponder. Have 9 di no.
Et non fu presa.
Da poi disnar fo conseio di X simplice. Veneno
zoso a hore 24. Feno un vice cao dil conseio di. X,
in luogo de sier Marcho Sanudo, era amallato, sier
Piero Malipiero, fo podestà et capetanio a Trevixo.
A di 6 dezembrio, fo San Nicolò. El principe
ando, justa il consueto, a udir messa in capella di
San Nicolò im palazo, dove fu cantata una messa, e
levato il corpo di Christo con trombe e pifari dil
doxe ; era la Signoria e pochi patricij . E poi andoe
in colegio.
Vene el marchexe Cabriel di Fosdenovo, Malaspina, con el marchexe Lunardo, per li danari li fono prestadi a la guera di Pisa; qual, al presente, se li
voleva. E dimandono termine; et per colegio li fo dato a pagar una parte a Pasqua, una poi fin 4 mexi,
1135 MCCCCC, DECEMBRE. 1136
et la terza in simel termini ; e dieno dar zercha du- el papa atende a le cosse di suo fiol ducha. Item,
cati 2000. E si contentono.
Da Roma, di l'orator, di 29. Chome fo da l'orator yspano, per veder di conzar la cossa di la cruciata, chome li commisse il papa. Qual era molto
sdegnato contra il papa, e uso gran parole; e a le do richieste, di esser l'armata a instantia dil pontifice, e contra turcas, non vol metter questo, perchè tutti à visto il voller di soi reali ; dicendo, il papa
sta su bararie, voria 4000 ducati etc. E li mostro
letere di reali, di 6 et 8, di Granata, che li scrive :
non li concedendo il papa la cruciata, fazi quello el sa, et si lievi statim di corte. Item, non vol legato,
perchè, a li principi non sono caldi si manda a incitarli, e non a lhoro sono caldissimi a l'impresa, e
hanno fato za l' effecto ; unde lo pregó volesse persuader il papa a darli la cruciata, per ben præcipue
nostro.
Salerno, va legato in Franza, si oferse assai, desidera
esser expedito per andar a Valenza in la sua patria,
ma dubita non sarà expedito ; è stà preceptor dil
ducha Valentinoys etc. Item, Modena si racomanda
zercha el canonicha' di Padoa e la prepositura di
Cremona. Et tutti li altri cardinalí mostrano caldissimi a l'impresa; doman si partirà.
Da Milam.. L'orator di Franza mandò a mostrar una letera li scrive domino Claudio, di ultimo.
Chome col re di romani sperano seguirà la pace ; e
il ducha di Saxonia, va orator al roy; la dieta di
Nurimberg è partita in disacordia dil re, qual va a
Viena, e questo, perchè non voleano l'impresa contra Milam. Item, di sguizari la dieta di Filimburg,
rimessa a Turich, et di 6 cantoni è col roy, li 4 sono
col re di romani, et la liga grisa è pur in amicitia
col roy.
Dil cancelier dil re di Polana, qual va a Roma,
insieme con domino Andrea Roza, arziepiscopo herbipolense etc., date a Sazil, a d' 4 di questo. Si do-
❘leno a la Chiussa esserli stà tolto certe ballestre, erano di soi veniva im compagnia, pregando la restitution ; tamen vanno di longo. E ditta letera, sier
Marco Dandolo, dotor et cavalier, la mandoe in colegio. Et fo scrito al ditto castelan, subito mandi le
ditte ballestre de qui, qual si salverà fino la thoro
tornata ; e mandato a dir al Dandolo, li scrivi a Roma di questo.
Dil ditto, di 30. Chome fu dal papa, e parlato di
questo, chiamato l'orator yspano dentro, li disse :
Non mi havè vu promesso ? Et lui nego ; dicendo:
Sì, si vostra santità andava im persona. E si alterò.
E l'orator nostro taiò la strada; e, quanto contra
turcas, disse li pareva in narratione bulle si facesse
mention, e non ubligation. El papa disse, di la cruciata traria 200 milia ducati, e altri pontifici havia
auto per darla ducati 12 milia. Et l'orator yspano
disse, non traria 80 milia, ad summum 100 milia.
Or il nostro orator laudò molto quelli reali, e pre449 gò il papa etc. Qual, a la fin, comesse le bolle al
cardinal di Modena, olim datario ; e si mostreria poi al preſato orator yspano, si li piace etc. Item, l' orator yspano disse, volendo il re di Franza tuor l'impresadil Regno, sarà forzo far venir l'armata in Si- ❘ contradixe fo sier Toma Donado, quondam sier Nicilia; e à protestà non mandi legato in Spagna. E il
papa à ditto, vol andar im persona con el principe
nostro, si queli reali vorano venir etc. Il datario
disse, faria li brievi, ma si ricomanda a la Signoria
nostra, dicendo etc.
Da poi disnar fu gran conseio. Et andato l' ele-
❘tion dentro, prima intrasse scurtinio, fo leto la parte
di officij di bando, per Zorzi Franco, è posta per li
consieri, excepto sier Baldisera Trivixan. El primo
colo, e danno zercha le quarantie. E lo andò a infilzar sier Vidal Vituri, qual parllo arogantemente,
dicendo: Im pregadi è richi, e altre cosse non ben
ditte, et senza risposta, licet si diceva altri voleva
contradir, chome è sier Gasparo Malipiero e sier
Zuan Antonio Minio. Ma la renga li fo tolta da questi do, qualli ebbeno pocha audientia. Et andò la
Disier ZuanBadoer, dotor, orator, va a Napoli,
di Roma, di ultimo novembrio. Chome solo à visitato
li cardinali , e à trovato tutti prompti a l'impresa. ❘ parte. Ave 4 non sincere, 535 di no, 896 di la parte.
E il primo Napoli, qual disse : è meglio li principi
non prometi, che non exequir, perchè il turcho, vedendo le preparation, tanto più si mette in hordine.
Item, Siena comemorò papa Pio; non lauda l'andar
im persona dil papa, ına si mandi capetanij con legati
apostolici. Et uno domino Daniel di San Sebastiano
li disse a esso orator, soa santità aver scrito a la
Signoria nostra di questo, e mai non haver auto risposta. Item, Santo Anzolo, videlicet el Michiel, dice,
Et fu presa, et fo optima parte. Enon voglio restar
di scriver chome se divulgava, sier Constantin di
Prioli, savio dil conseio, et Jo, Marin Sanudo, savio
ai ordeni, eramo stati causa ; et dicevano il vero, a
honor di Dio e salute di la patria.
Et il colegio si reduse a dar audientia, et vene
queste letere :
Di Friul, di sier Piero Marcello, provedador ,
date a Gradischa . Zercha la licentia à 'uta il conte
1137 MCCCCC, DECEMBRE. 1138
di Pitiano, e quel thesorier l'acompagni fino a Vicenza; solicita la sua, la qual ancora non l'havia recevuta.
Da Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà, e sier Hironimo da chủ' da Pexaro,
capetanio, di 4. Chome eri, a hore 23, intrò el cardinal curzense, legato ; prima li mandò contra, a
presso Hostia, 8 cavalieri a honorarlo ; e lhoro rec
tori contra con il clero, et il podestà stè a la porta.
Alozò in caxa di un citadino, e li feno le spexe, justa
va orator al roy el ducha di Saxonia, uno di electori,
per l' acordo.
È da saper, in le letere di sier Piero Marzello,
provedador zeneral in la Patria, par, el capetanio di
le fantarie, domino Zuan Batista Carazolo, si habi
doluto haver inteso, la Signoria voler dar il suo
titolo ad altri, e a lui darli conduta. Unde, per colegio li fo scrito a esso capetanio una optima letera,
dicendo non era vero; e li optimi portamenti soi
meritava laude.
A di 7 dezembrio. In collegio vene l' orator di
Franza per cosse particular ; et perchè era venute
questa note letere da mar, dil zeneral, di 12, da la
Zephalonia, per uno gripo da Corfù, di 14 partito,
qual non era stå lete, li fo ditto si manderia a dirli
quello si havia di novo. Et cussi fu fato il sumario,
scriverò di soto.
449 i mandati. Et quella matina, licet con neve, lo andono a levar di caxa, et al domo uditeno messa; poi,
acompagnato a caxa, semotis arbitris, esso legato fe'
molti discorssi di la sua andata in Alemagna ; sperava etc.; et che, per il suo secretario, havia inteso
esso re non voleva venisse di longo, unde soa signo
ria aspeteria risposta dil papa. Poi disse, erano d'acordo Maximian col turco, e patuito haver, di Dal- Di Franza, di sier Beneto Trivican, e sier
matia in qua, el stado di la Signoria nostra ; et Francesco Foscari, chavalieri, oratori nostri, date
volleva el cardinal Santa † per legato in Alemagna, a Tors, a di 22 novembrio. Chome eri el re zonse
qual è tutto dil signor Lodovico, e non lui cur- auno castello, chiamato..., mia do de li, et mando
zenze etc. Or essi rectori li feno intender, dextro uno suo consiglier a dir al Foscari, volleva aldirlo
modo, non se li faria più le spexe; qual parti la sua la matina, e poi disnar aldiria li oratori francesi. Et
fameia in diverssi luogi, e al monasterio di San Lu- cussi la matina mandoe el dito consier a condur el
nardo volleva andar a star. prefato orator nostro a ditto castello. Era el cardinal Roam, l'orator pontificio et yspano ; e il re li
vene contra tre passi , e dimandò quello era dil Trivixan. Rispose esser a Tors amallato. Et, con la baDa Milam, dil secretario, di do. Come, a di ultimo, missier Zuan Jacomo Triulzi , insalutato hospite,
vene li, e questo perchè nium li venisse contra. E
poi fo visitato da tutti etc. Elui secretario eri fo li, ❘ reta in man, li tochò la man ; et, presentato le letere
di credenza, li fece una oration latina, alegrandossi
di la salute, et aquisto di Milano, e dil signor Lodovico, laudando soa majestà, et la Signoria perseverava in la bona observantia e devution di soa majeet di coloquij abuti insieme. É venuto in Italia con
li titoli havia, ma non vol niun cargo; e, quando il re li havesse dati, non li ariano acetati, perchè a li
erori sequiti , bisogneria un Dio in terra. Item, si
racomanda molto a la Signoria nostra, offerendossi. ❘ stå, exortandolo a l'impresa contra il turcho, choDice el roy verà a Liom, et poi a Milan, si per pro- me è il nome suo di re christianissimo ; et dil suo
veder, non seguendo l'acordo col re di romani, esser venuto, per star li a presso di sua majestà etc.
chome per la impresa contra il turcho, a la qual è ❘ E tiratossi il re con il cardinal e il gran canzelier da
molto caldo, et vorà tuor l'impresa di Napoli, qual
non si farà con armata, per esser chiamato da quel
Regno. Item, el ditto missier Zuan Jacomo è stà
molto honorato dal reverendo lucionense, e posto
di sora. Eri lo andò a levar di caxa; fono a veder
le fabriche e artilarie si getano da nuovo ; et ozi matina è partito, torna a Vegevene, dove vol star in
quieto. Et, inter loquendum, li disse, el roy fa tenir
el cardinal Ascanio con più custodia di quello fa
Lodovico, perchè dubita più di lui. Item, ozi è tornato di Como el baylo dil Degium ; dice è ritornato
uno suo di la dieta di Nulimburg, e par sia separata,
perchè quelli electori non hanno voluto tuor la guera
contra il roy; e il re di romani è andato a Viena ; et
I Diarii di M. SANUTO. Tom. 111.
parte, li fè risponder, per ditto gran canzelier, lau- 450
dando molto sier Beneto Trivixan, orator, dicendo
cavalier, jurisconsulto e monarcha. Poi li piaceva la venuta di esso Foscari, etiam laudandolo ; e di la
materia christiana era ben disposto, e faria, dummodo non fusse occupato da altri etc. Comendo la
Signoria nostra etc. E poi il re disse: Vi habiamo
dato audientia a la domesticha, per esser una cossa
medema, venitiani con francesi . Et perchè esso orator non havia disnato, e il re si li fece preparar da
disnar. Et poi fo preparato in una salla una sedia
per il re, et da una banda sentati li reverendissimi
cardinali Roam et San Severino, l' orator dil papa,
l' yspano, et lui orator nostro, da l' altra banda el
72
1139 МССССС, ПЕCEMBRE. 1140
ducha di Barbon, fato venir a questo effecto, el gran | gamo, dil taion posto per francesi etc. À parlato al
canzelier et altri signori ; et vene li oratori dil re di lucionense, et à scrito a Bergamo, li dagi informaromani, qualli fonno fati sentar su una bancha per tione.
mezo el re. Questi sono, il conte di Naxò, uno cavalier et uno doctor, non perhò di molta auctorità et
reputation. Et exposeno la soa oration, chome il re
di romani e l' imperio, ne la dieta augustense, per il pericolo dil turcho contra la christianità, li haveano
mandati perchè a questi do re conveniva la defensiom di la christianità, et insieme acordarsi, e conseiar il modo di quello si habi a far ; et era stå electo
prima, per orator, il ducha di Saxonia, qual, per
esser stà substituido al governo di l'imperio, non
havia potuto venir ; et che desiderano la pace con soa majestà, per poter far ditta impresa, dicendo li
christiani haver auto assa'danni , teste è Crovatia,
Pollonia, Hongaria e venitiani ; et che poi, a una
altra audientia, refeririano il resto etc. Durò la ditta
oration una horra. Et per il gran canzelier li fo risposto, chome li piaque la soa venuta, etiam la regia majestà desidera la pace ; lauda la expeditiom | campo; e a di 9, esso zeneral andò in campo con li contra il turcho, per il dano patito per la Signoria
nostra, soa confederata, di la perdeda di Modom e
Coron, e va discorendo etc. Itein, sier Beneto Tri- vixan scrive haver stentà 6 mexi haver licentia, e
poi abuta, per li dolori grandi non si pol meter a
camin. Item, ditti oratori alemani dicono esser per nome di electori di l' imperio.
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, im 450
porto di l' arsenal di l' ixola di la Cephalonia, a di
12 novembrio. Chome scrisse, e, a di 8, parte di le
artilarie forono messe in conzo con sumna diligentia e presteza, e principiato a trazer al castello, с
circondato quello con le artillarie, e zorno e nocte
mai cessano, e fanno bon fruto ; spera di brieve se
intenderà bone nove, per esser grande ordine e obedientia. Quelli dil castello tirano pochissimi colpi ,
per esser mal forniti di artillarie, nè alcun pò comparer a le difese, nè sopra alcun altro loco, per el
frequentar di le nostre artilarie, nè si resta, in hoc
interim, far taiar legnami per l'impresa di Modon,
et, expedita questa, anderano ; et za ne sono tagliati
in bona quantità. Item, a di 8, el capetanio yspano
deliberò andar al castello, a far piantar le artilarie e
pavioni ; e ha deliberato, per ultimarla, restar in
provedadori, zoè sier Hironimo Contarini e sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, si per vi- sitar el capetanio yspano, come per veder el sito di
esso castello. E il capetanio li disse, voleva restar li
in campo, et lui restasse da basso, capetanio zeneral etiam di la sua armada, e provedesse a le cosse neccessarie ; promesse non manchar, e li lassò li do no- Di li ditti, di 23. Come el Foscari era stato dal minati, per provedadori dil campo, distribuendo li re a conferir li sumarij, e leto, di l'armada, la le altri officij neccessarij in campo a molti sopracomiti,
tera scrive la Signoria, ringraciando soa majesta. come par per la poliza qui soto scrita. Et sier Hiro- Qual disse : Vi confermo, sarà. Et altri coloquij. E nimo Pixani, provedador, e sier Marco Orio, capeta- poi, pregato debbi mitigar la risposta si dovea scri- nio di le nave armade, ha deputadi provedadori li ver al re di romani, disse, stava benissimo. Item, a marina, e in nulla si mancha al campo. Item, sodoman visiterà la raina e il cardinal Roan; et, par- licita se li mandi danari, per proveder a li bisogni
lato di l'armada yspana, lezendo li sumarij, disse : che acadeno, e sempre sta in exborsar danari, e tien Questo inverno farà pocho, maquesto estate sarà la conto diligente, e sono stà dispensadi con ogni real- nostra etc. Item, ozi el cardinal Roam, col consegio tà. Item, li soldati mandati de qui, e li provisionati,
regio, s'è reduto in caxa dil ducha di Barbon, e fati a Corphù, à retenuti su l'armata, si lamentano ;
hanno dato l ' audientia a li oratori alemani, qualli si li da bone parole etc.; li fa far le spexe a li sopra- scusono non haver portato le letere di credenza, per comiti, e ha subvenuti di qualche marcello. Etiam esser rimaste a la soa habitation, dove erano alozati. à subvenuto la compagnia di Gorlim, che sono 20 Et sier Beneto 'Trivixan li mandò a dir al cardinal, ❘ homeni electi, di qual si ha grandissimo fruto. Lauda
si li volea dir 0. Disse, questi oratori non haver comission larga, ma verà una altra ambasata. Item,
tuta la corte dimanda falconi, e il secretario Rubertet à ditto, la rayna ne voria meza dozena a parte.
Item, ricevute 4letere di la Signoria nostra, è stato
dal roy etc. , qual ozi è intrato a Tors.
molto Gorlim, è sopra l'impresa, val assai, et è
molto caro al capetanio yspano. Aricorda si provedi di biscoto, e à scrito per tutto per averne. Eri ricevete 7 letere, una di 29 avosto, di la expedition di sier Renier Vituri, soracomito, con polvere, confortando l' armata a star di bon animo. Risponde, poi
Du Milam, dil secretario nostro, di 4, in risposta è zonto in armada, tutti è de intrepido animo. Le
di nostre. Zercha quello ne scrisse i rectori di Ber- | altre, do di 9, do di X, una di 15, e una 17 octu-
1141 1142 NCCCCC, DECEMBRE.
Provedadori a marina da basso. brio. Per una, dil zonzer dil capetanio di l'armata
francese, e lo honori etc.; si consiglij ; e presentarlo
Item, Gurlim da Ravena, capetanio sopra le fantarie
e provisionati.
Alvixe Muschatello, armiraglio sopra le zentedi galie.
Maistri dil campo.
come par per quelle di XV; è andato via, non acade | Sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada.
dir altro. Item, a quella di 9, zercha far comanda- Sier Marco Orio, vice capetanio di le nave.
mento a sier Francesco Zigogna, vengi etc.; dice se
ritrova a Corfù, li farà intender el comandamento ;
dice era contra li delinquenti, per formar diligente
processo, e poi administrar justicia contra cadaun,
sia chi si voglia ; ma hora obedirà etc. Item, a quella di X, dil mandar dil barzoto Morexini in colpho,
et la licentia a sier Jacomo Venier, dice za havia Sier Alvixe Salamon.
deliberato far ; e cussi farà dil barzoto, expedita | Sier Andrea Foscolo.
quella impresa di la Cephalonia ; e dil Venier, quando vederà il tempo, lo manderà a disarmar, insieme
con le altre galie grosse e sotil et nave, excepto le 4
galie grosse manderà a rata, videlicet el miglior.
Item, per quelle di 17, dil cambio per Candia, per
li vini etc., za havia expedito la nave di sier Marco Zustignan in Candia, per far cargar li vini e formazi ; e scrito a quel rezimento, li mandi 300 bote et
60 miera di formazo, trovando li danari a imprestedo o a cambio, si che presto harà ditto presente.
451 Item, el sopracomito di Chersso, hessendo amalato,
e à pocho governo, e mancho praticha ; e galioti, balestrieri, non si potevano domar; el qual ha renonciato la galia in le mam di esso zeneral, e li à dato
licentia, e posto sopracomito sier Beneto Trum,
quondam sier Michiel; e dita galia è radrezata. Item,
dice li rectori di Corphú ritien le letere V et X zorni, et contrastano con li patroni di gripi per un ducato ; li à serito in bona forma ; voria la Signoria li
scrivesse etc. In una poliza dice che, hessendo la
zurma di la galia corfuata, quasi tuta amalata, sopracomito domino Olivier Morello, l'à mandata a disarmar, a ciò l'armada non se infecta de tale infirmità ; la qual galia sempre ha fato star lontana di le
altre ; et che ni di le galie corphuate ni da le candiote se receve alcun servicio.
Die 7 novembris 1500、
Qui soto sarano li deputadi al campo contra
el castello de la Cephalonia. Eprima
Provedadori del campo.
Sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada,
fo di sier Moixẻ.
Sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse.
Sopra el despensar le munition.
Sier Beneto Trum.
Sier Cabriel Soranzo.
Sopra le vituarie.
Sier Marco Tiepolo.
Sier Domenego Capello.
Sopra le biave per li stratioti.
Sier Francesco Pasqualigo.
Sier Alvixe da Canal.
Item, sier Polo Contarini, provedador, deputado so
pra li stratioti.
Al condur su el zoso le artillarie.
Sier Francesco Arimondo.
Sier Anzolo Orio.
Al far far li repari.
Sier Andrea Bondimier.
Sier Silvestro Trum .
Quatro capi de colonello.
Sier Piero Trivixam .
Sier Hironimo Morexini.
Sier Sabastiam Moro.
Sier Daniel Pasqualigo.
Sopra i feridi
El curzolam.
El tragurinı.
1143 MCCCCC, DECEMBRE. 1144
451 Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'ar- utilità e reputation ; nè in campo è seguita una mímada, date ivi, a dì XI. Nara li successi ; lauda il nima parolla tra spagnoli e nostri, ch'è il tutto etc.
capetanio yspano, e za è stà conduti al luogo cano- Dil Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
ni 15, falconeti et griſalchi in bon numero ; eri si | di 8 novembrio. Scrive dil levarsi dil zeneral a di
comenzó a bombardar el castello, et si haveano fatto
rombi da due parte, e rota una bombarda grossa
de i nimici ; et ozi si à conduto certo numero di artillarie ; spera etc. Il capetanio yspano à posto X milia homeni in terra in zercha, gran parte di qual è
ben in hordine, e homeni fioridi et experti , tra i
qual 1400 schiopetieri ; etiam il zeneral ha messo
in terra homeni da capo, de galie grosse, sotil e nave, et ha deputado le zurme de le galie a condur artilarie, munitiom et altre cosse al campo ; le qual si
strachano, rispeto la via è longa mia 5. Hano auto fin hora bellissiini tempi, e ha indivinato nostri la
instaella di San Marlim. Turchi da eri in qua sono
atoniti , che prima dispriciavano li spagnoli, et eri
questi e nostri voleano ascender li muri, non stimando pericolo ; ma il capetanio yspano, che desidera il ben, li comandò non scalaseno fin etc.; e fo
obedito. Tumen stanno continue sotto le mure con
primo da matina per la Cephalonia, et quel zorno il
capetanio yspano restò de lì con la sua armata, e
con le nave nostre e la nave franzosa ; e lui provedador quella matina visitò ditto capetanio di Franza, e de' coloquij abuti. Etiam, venuto in terra el
capetanio yspano, quello visitò ; qual disseli, esser
disposto a questa impresa di Modon, mostrar l' afection ha a le cosse ladi Signoria nostra, e sperava di
obtignir ditta impresa. Et cussi la sequente matina
se levo con tuta l'armata, e le nostre nave, e quella
di Franza per la Cephalonia ; et a di 4, el capetanio francese parti con la galia, soraconito sier Antonio
da Canal, e à lassato de li do nostre galie dalmatine 452
per far carbon per la impresa, e levar certe monition. Item, ha honorato dito capetanio francese con
presenti, licet non habi auto di ciò alcun hordine,
et lo à visitato al continuo, e datoli cavalli da venir
a veder il castello, adeo è partito molto satisfato.
li repari, operando li schiopeti, e mai non cessa ; et | Suplicha sia fato in locho suo.
fanno jejunij e quareseme non comandate ; sono
gran numero de homeni tra l'una e l'altra armata ;
et domenega proxima si darà la bataglia ; spera etc.
È bisogno grandissimo di orzi, danari, munition,
polvere, per consumarsi assai, et zurme etc.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, data ex felicibus castris fortilicii Zaphaloniæ,
a di XI ditto. Dice, forsi la Signoria non l'arà cussi
grata, tamen, spiera, expugnata sarà ditta impresa, e
tolta per nome nostra, la ne restarà contenta, perchè sarà di reputation a le altre, e, con la spada in
vazina, assa' lochi si aquistarà. Item, scrive di esser
stà eleto, per il zeneral, provedador dil campo ; ta- rà etc.; nara il successo ; è stà conduto gran quantità di artillaria, sopra quelli aspri monti ; e a dì X,
da hora di terza, si principiò a bombardar, nè inai
si ha lassato ; hanno ruinato tute le mure e repari ,
adeo tutti stima, chi volesse dar la bataia general, la
terra saria stå prexa; ma, volendo tuorla con mancho occision di homeni si puol, voleno prima ruinar
il tutto. L' hano streta da tre bande, e si darà la bataglia da tuti i ladi ; e sabato o domenega, che sarà
a dì 14 o ver 15, li darà la bataglia general ; non
stimano pericolo, e molte volte le artilarie de i niinici li hanno circondati, videlicet lui e il collega Venier ; lauda il capetanio yspano, e usa termeni di
sorte, più che si 'l fosse nativo di questa cità. E si
se continuerà in tal disposition, si conseguirà gran
Da Corphi, dil baylo e il provedador Venier, di
14. Manda dite letere per uno gripo. Item, se li
mandi le munitiom richieste per l'altra, e non esser
zonto ancora il gripo, patron Micali Galopelo, et la
nave, patron Francesco da Monte, sopra la qual
erano cargate le munition, tolse esso provedador a
la sua partita, molto necessarie a quelle maistranze,
alcune. Item, si provedi di formenti per biscoti, per
non vi esser, e il zeneral ogni di richiede biscoto.
Item, aspetano li danari è su la galia Marcella, e li
danari di bombardieri ; si provedi. Item, à scrito ai
capi di X per li danari di provisionati di castelli,
perchè non li havendo, li abandonerano. Item, si dagi ducati X al patron.
Da Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte et capetanio, di Xnovembrio, a hore Xdi note. Dil rece- ver quel zorno nostra di 17 octubrio, qual è stà di
gran conforto a quelli populli, per le potente provision si fanno ; e, leta im publico, tutti mormorono,
dicendo : Semo passudi de conforti, e mai non ne è
stà subvenuto per el viver nostro; non podemo plui
star a questo modo; havemo perso le case e possessione per honor di la Signoria, e semo per morir da
fame etc. E lui , per aquietarli, tra con sali e danari ,
à provisto, e con bone parole, che spera per qualche
zorno scorerano. Conclude, non si pensi tenir quelli
populi nè quelli luogi, si non si delibera darli el viver; dal canto suo non è per manchar. Item, ozi, a
1145 1146 MCCCCC, DECEMBRE.
452
hore 4 di note, è avisato per messo a posta, da una soa spia di Alexio, Feris bei, sanzacho, esser zonto
sopra Scutari con la soa corte, a modo di laro ; non
facendossi a Scutari segno alcuno di letizia, justa el
consueto ; judicha la spia, sij perchè à inteso da uno
suo amico turco, ditto sanzacho voler, zonto sarà a
Scutari, andar in la isola di Alexio, e armar tutti
quelli navilij e gripi se retroverano nel porto de la
Medoa, e dentro de Aldrin, che sono numero zercha 20, tra ragusei, corphuati e alexiani, e con
quella armata vegnir a la Vojussa, et ai danni e ruina di luogi dil colpho nostro. Unde, esso provedador, dubitando, si era in grandi affanni. Ma zonse
la galia, soracomito sier Sabastian Marcello, a hore
6 di note, in quelle aque, qual vegniva di Cataro e
andava a Corphủ ; mandò barche a lei , richiedendolo, quanto havesse a caro la galia di la Signoria nostra, venisse de li. Et insieme con il provedador di
Albania, era de li, andò su dita galia per conferir,
e consultono le provision. E in quella hora si levo
dita galia, su la qual montò il provedador, per andar a la Medoa, e levar tutti quelli gripi e navilij
sono de lì , e ne l' Aldrin, e farli venir li a Dulzigno.
Etdi questo si darà noticia al capetanio dil colpho etc.
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe. (
Et nel lezer di le letere, si reduxe el conseio di X|
con zonta dil colegio, per mandar a tuor, dil castel
di Crema, barilli ... di polvere, per mandarli in armada. Et cussi fono scrite le letere, et questo per
non vi esser in l' arsenal nostro.
Di Ravena, dil podesti et capetanio, di 3. Nulla
da conto. Le zente dil ducha è a li alozamenti, chome scrisse ; et quelli di la Val di Lamon non si move; tamen non potrano star senza Faenza etc.
Dı Chuvrili, di Marin di Greci, non dice il zorno. Chome li oratori Jhoro non sono ritornati ; tur
chi, venuti a le porte ; dubita assai di perder il locho, si non si provedi ; e mandi Schandarbecho,
qual farà gram fruto, et si provedi presto etc. Di Napoli di Romania, di rectori, letere di 29
et 30 octubrio. Non lete ni in colegio ni im pregadi.
Il sumario sarà posto qui avanti.
In questo pregadi fu posto per tutti una letera a
Roma a l'orator, dovesse suplichar il papa, contentasse l' orator yspano di la cruciata, atento il danno
saria, si levasse l'armata etc., con molte parole. Ave
niuna non sincera, O di no, 131 di la parte.
Item, posto per lhoro savij scriver a Verona,
zercha la venuta dil cardinal curzense, lo visiti etc. ,
e li fazino uno presente di ducati X a la septimana,
per il tempo starà li. Have tutto il conseio.
Et per esser cativo tempo e neve, licet fusse
hore 24, e si havia da meter molte parte, fo licentiato el pregadi.
Adì 8 dezembrio. In collegio, fo la conception
di Nostra Dona , reduto il colegio in camera da
basso, per redursi li de cætero.
Vene l'orator dil papa per cosse particular, di
certi beneficij, e dete una letera dil ducha Valentino,
data a Forli in recomandation di uno. È soto scrita :
Deditissimus filius et servitor, dux Valentinus, sacre
romance ecclesiæ confulonarius et capitaneus generalis etc. E il principe li disse di frati di San Sabastian, scrivi al papa di la discordia sono, per causa
di quel fra' Cherubin, retento per il conseio di X etc.,
che ' l papa cometti la causa al nostro patriarcha.
Item, el principe disse di uno frate di San Fran- cesco , venuto a la soa presentia, era guardian a Coron, à portato de li tre reliquie di la collona dove
fo batudo Christo, uno pe' di San Daniel, e uno dedo
di San Nicolò; e à le fede etc., qual erano a Corom,
e vol presentarle a la Signoria nostra. Et ordinato
vengi in colegio.
Vene sier Gasparo Malipiero e sier Galeazo Simitecolo, per la nave soa sora porto ; qual, la Simitecola, questa note, carga di rami di raxon di sier Mi- chiel Foscari, havia per fortuna roto l'alboro e ara- va ; pregando fusse mandà la barcha di comun fuora.
E cussi fo mandata, et non have niun mal, perchè
bonazò etc.
Intrò el colegio di le biave, e 'maxime per far
provision di hiscoti, et etiam de qui, che importa
assai; et præcipue per l'armada.
Item, intrò li capi di X ; steno pocho ; fo leto
una letera .
Da poi disnar non fo nulla. Et a San Zane Polo,
in chiesia, fu fato una oration per domino Gregorio
Amaxeo, utinense, in laude di l'arte di humanità e
di la rethoricha potissimum. Vi era assa' zente e
molti docti. Or havia posto molte conclusion fuora,
maxime contra Raphael Regio ; e, credendo el volesse
tunc disputar, vene zoso compita l'oration. Et Raphael Regio montò suso, et ex tempore disse alcune
parole, e messe le conclusion di quello havia opinion
di disputar et sentiva de arte rhetorica etc. Et l' Amaxeo, et suo fradello Hironimo, argui contra ; et
tamen fo rimesso a disputar poi.
A di 9 dezembrio. In colegio, fo leto prima le 453
infrascripte letere.
Dilcapetanio zeneral da mar, di 13, venute eri
sera, per via di terra, con le replichate di 12. Avisa
come si atende a bombardar il castello, e si fa gran
1147 MCCCCC, DECEMBRE. 1148
fruto, e tuto il campo aspeta con summo desiderio
darli la bataia ; et Gorlim e Alvixe Muschatello, suo
armiraio dil zeneral, con molti homeni, se va con
zaponi e palli di ferro, sotto alcuni repari de teren,
che hanno za uno anno turchi facto in loco del muro,
che fo ruinado con le nostre bombarde; e vano
taiando da le fondamente, fazendo trazer el teren ;
solum restano le vimene, che retenivano el teren;
spera da ogni canto quelli cani sarano ruinati, e presto etc. Replicha danari, biscoto, polvere e monition;
e si consuma assaissima polvere al bombardar dil
castello ; e si mandi feramenta di ogni sorte, acció
possi proseguir etc.
Da Corfù, di 15. Manda le ditte letere, per la
via di Otranto, et altro 0.
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colpho,
date in galia, a presso il Sasno, a dì 28 octubrio.
Come, di 18, da Durazo scrisse, e de li si levò, e
con le do galie grosse vene in quelle aque, e per li
tempi senestri usano, sono reduti al Sasno, per non
esser possibel star a quella spiaza; et è rimasto li do
galie grosse, et la sua; e la Tiepola, havendola eri
mandà a sopraveder do velle latine fuora dil Sasno,
per il vento di sirocho ha convenuto tuor la volta
di Durazo, et l'aspecta de li le do galie Vitura e
Dolfina, sono a Corphù per pam; et quel rezimento
à mandato miera zercha 25 di pam, per una caravella de Trane, e richiede per letere do galie per
certe fuste de' nostri, fanno danni sopra la Parga;
et, zonte ditte galie, crede le retenirà. Item, la nave
Pexara, per haver molato aqua, li à dato licentia vadi
a Corphù, si che resterà solum con do galie grosse e
do sotil, con le qual non mancherà dal debito, ancor che ' l bisogno ricercheria più numero. E la fusta
di Vegia, per esser mal conditionata, richiesta dal
provedador di Cataro, l'à mandata per custodia di
quel colpho, con ordine, non bisognando, la mandi
a obedientia dil provedador di Albania. Item, l'armata turchescha da la Vajussa sta con la consueta guardia; è più presto smenuita ; e qualche navilio è
sta tirato in terra, ma la mazor parte è in aqua ;
dubita mostri tirarla tutta, acciò nostri si parti elc.
Item, ricevete dil zeneral di 6 da Napoli. Li scrive
sarà presto verso le aque di Corfù, e vadi da lui ;
zonto el sarà, anderà per conferir insieme di le cosse
deli. Item, dice dil contrabando tolse la nave Pexara a Brandizo, l'à fato restituir il tutto.
Dil ditto, di 30, ivi. Par che, per una caravella
vien di Candía, habi inteso, il zeneral era sopra Strivali , veniva a la volta dil Zante; unde, per l'hordine
l'ha di andarlo a trovar, immediate farà bon tempo,
vi anderà e si sforzerà che, circha l'armata di la
Vajussa, se fazi qualche bona conclusion etc.
Da Otranto, di sier Alvixe Contarini, governador, di 20 novembrio, hore 3 di note. Manda letere
abute dil zeneral per via di Corfù. Et a dì 17, zonse
li la galia, soracomito sier Sabastian Marcello. Dice
a dì 14, hore 7, zonto a Durazo, intese da quel baylo
havea auto aviso da alcune vile circumvicine, esser
ussito di la Vajussa fuste 5 e galie 5, et erano intrate
a la Valona. Et questo medemo à inteso da alcuni
navilij, a presso il Sasno ; e questo medemo referisse
el patron dil gripo da Corfù, e aver dal capetanio dil
colpho.
Di sier Sabastian Marcello, sopracomito, date a 453
Otranto, a dì 17 novembrio. Par di 14 da Dulzigno
scrivesse, e dil zonzer quel zorno a hore 6 di note
a Durazo, e scrive l'aviso di l'ussir di le galie e fuste etc.; unde, consultò con quel baylo, deliberò
mandar per tutti li navilij erano per quelle schalosie,
per adunarli a uno, e cussi, per barcha a posta, fo
mandato ; e tutti si comenzono a redur, e lui si parti
per venir sopra la Vajussa a trovar il capetanio dil
colpho, e nol trovò. Poi si reduse verso el Sasno, e
scontro alcuni navilij, qual tutti avió a la volta di
Durazo a unirsi insieme, e intese il vero di l' ussir
etc., e coadunarse con quelle di la Vallona ; el capetanio dil colpho esser a Corfù, e volendo andar li,
per li venti vene a Otranto, aspeta tempo, anderà a
Corfù per conferir col capetanio, e proveder. Di li
danari ha per Corfù, non li ha potuti mandar; è
stato a Cataro.
Di Candia, di sier Bortolo Minio, capetanio e
vice duchu e consieri, di 24 octubrio. Come de li
sono 4 galie sotil, zonte a dì 16 ; do, sier Andrea
Foscolo e sier Polo Nani, fono conze le coperte ; voleva biscoto, li dete solum miara 5, per non ne haver, e non esser un soldo in la camera; et le altre
zonseno eri, videlicet Marcella e sibinzana, lassate a
la guardia di l' Arzipielago ; hanno voluto sartie etc.,
le darà, non vi hè; e, volendo armar, bisogna mandar li corpi di le galie e tuti armizi etc.; e per la
nave Manolessa manderà il bisogno. Item, li è molte
anime motonee in miseria ; le hanno subvenute di
qualche formento, farine e biscoto ; voria saper la
volontà nostra. Item, li oratori vien de qui non si
partirano si presto, per non esser danari. Item, non
vi è munitione, ni bombarde, nè vi hè un passavolante, ni arme; bisogna zente da piedi et da cavalo,
si per la custodia, come per tenir l'isola unita.
Dili ditti, di 29 ditto. Eri zonse de li do galie
armate de li, zoè la Griona e Barbariga, mandate a
1149 MCCCCC, DECEMBRE. 1150
nier, da la Sfachia, che sono 1200.
disarmar per el zeneral ; li matrehava molti homeni | pezi 400, el resto per la nave di sier Domenego Vea remo. Item, 6 homeni di Legena, confinati per
esso zeneral in Scithia, sono zonti, unde molti zenthilomeni da cha' Barbarigo, Corneri e Gradenigo e
altri, qualli hanno le sue cavalarie in quelli confini ,
li han dito si guardi a ponerli li, per esser e luogo
come uno porto grande, per la forteza dibilissima,
potriano far con fuste di turchi mal assai, e il sito di
terra è fortissimo, e con pochi homeni si guarderiano tre passi, adeo di Candia non se li poria dar soccorsso ; unde hanno soprastato a mandarli ; li tien in
bona custodia, e à scrito al zeneral di questo. Etiam
è stà mandato, per dita galia Barbariga, uno corpo
di uno Carlo Contarini, fo castelan al Zonchio, fato
justitiar per esso zeneral , con hordine lo facino
collocare in qualche chiesia, acció se li soi lo volesse,
sapesseno dove sia. E cussì è stå fato etc. Item, per
un'altra pur di 29 octubrio, come a di 18 fece la
mostra di stipendiati da cavalo et a piedi, a la guar- da di quella cità, e inanda la poliza. À le zente da
cavalo solum, e li contestabeli e caporali, italiani ; el
resto greci, indomiti ad ogni servitio. Non li ha voluti cassar, perchè sariano rimasti soli li contestabeli.
Vol saper da la Signoria. Item, à le bandiere da pie- di, che sono 8, tuti sono greci, e nati de li , da li | gli, dice spera in Dio che, de qui anni 3, anderà per
contestabeli e caporali in fuori ; ne italiani stariano con tal stipendio pochissimo. Dice tal spesa è con
Di Famagosta, di sier Troylo Malipiero, capetanio, di 14 septembrio, insieme con replichate, abule
per avanti. E manda avisi di uno Constantin Laschari, apaltator di la real, di uno casal de li, qual
scrive uno suo cugnato si lievi de Cypro con la fameia. Per bon rispeto li à serito esso capetanio vengi li, acciò rispondi, et per esser homo del caraman,
che 'l conforta el signor suo a seguir l'impresa, perchè la Signoria farà l'ongaro li romperà, e la Signoria farà potentissima armata; non vol si offerissa,
acciò non li domandi artilarie e polvere. Item, capito
li , za 8 zorni, uno stratioto ; disse andava a Uson
Cassam, e li mostrò una letera patente, signata per
Zuan Jacomo, e un' altra piombata, con cordon crenesim ; non si mostrò perhò molto secreto. Lo volse
mandar a la Jayza, era più a presso a quelle parte,
et a Lepo; nonvolse, ma lo richiese lo facesse butar
a Baruto, et cussi fece etc. Noto, il cugnado dil dito
Constantin Laschari, nome Zorzi Traconioti, li serive, di 29 avosto, de Adina. Or in dita letera, scrive
di l'andar dil turcho in la Morea, e à mandato uno
corier a quel signor di Adna, nominato Ramadanofin a Venecia, e à deliberato ogni modo andarvi im
persona. Item, el caraman è stato fin a Cogno, cl
fiol dil turcho se à messo dentro, e se à fato forte
con do bassà, con persone 6000; et dito caraman
andò a Larando, e messe focho e lo brusoe. Da poi
à tolto uno castello a la Pitra, e hora è a uno ca- stello nominato Mara, in Caramania, e lo combate,
qual à tolto termine zorni 8 a rendersi ; e se non
seguiva la vitoria dil turcho, tra questo caraman e
lo signor de Vieria, li aria fato gran danno, perchè
questo signor de Vieria à tolto grandissimo paexe
454 pocho utile. Aricorda se li mandi bon numero di
provisionati, sì li come a Retimo e la Cania, e bon
numero di cavalli o stratioti o altri lizieri, nel qual
numero sia balestrieri 200 a cavalo e 200 schiope- tieri a piedi, e li cavali sia da 1000 in suso; e dil
pagamento si potria far participar etc. , e tuti resterano contenti etc. Manda la poliza di le condute, 4
da cavallo et 8 da piedi, videlicet possono tenir cavali 123 et fanti 133, e per le dite condute si di
sborsa ogni anno, prima in li cavali perperi 20574 | al turco, e aspeta haver Trapexonta. Tuti questi
e in li fanti 12417; summano tutto, perperi 32991.
Deli ditti, di 30 ditto. Mandano una poliza di
quello bisogna, per armar de li galie l'anno futuro.
È stato esso capetanio a l' arsenal, e, con l' armiraio
e proto di marangoni e calafati, ha voluto examinar
il tutto, e se non se li manda, non si potrà cavar di quel porto altro cha do galie ; perhò si mandi, acció
si possi armar le 5 galie sono li. Et, volendo armar
più, bisogna mandar li corpi con tutti li fornimenti.
Item, voriano fortifichar el spiron dil muolo, et il
muolo picolo voria uno maran di bote 200, qual
sarà etiam im preposito per le fabriche etc. Hanno
fato taiar bon numero di lignami, si da inzochar
bombarde, come da far repari ; e za è stà conduti li
caramani fanno gran cavedal di l' ongaro, e, si la Signoria el fara muover, el caraman certo anderà per
fin a Bursia, è a presso Constantinopoli. Ma questa
nova à smachato ogniuno di quelli. Conclude, ditto
suo cugnado si lievi di Cypro con la fameglia etc. ,
perchè il signor di Adna li à dito in secreto, questo
otomano à deliberato far cosse etc. Noto, quel Constantin Laschari scrive de Pigi, casal mia 12 di Famagosta lontano, al capetanio preditto ; et è data la
letera a di 13 septembrio.
Di Verona, di rectori, di 6. Chome il cardinal 454 .
curzense li havia mandato a dir, haver auto letere da
alcuni merchalanti todeschi, non dovesse diferir la
sua andata; e perho si vol partir ozi, licet habi pochi
1151 MCCCCC, DECEMBRE. 1152
danari; e anderà di fuora via di Trento, per terre | dato lire 6 per uno, che sono numero 320, e redi sguizari, e vederà di accordarli insieme, e poi
anderà dal re di romani, facendoli consientia di esser acordato col turcho contra christiani, e scrive al
papa. E à 'uto aviso di Trento, quel vescovo haver auto ordine, venendo el dito chome legato, non lo lassi
passar; ma ben lo lassi passar, chome cardinal ; si che
ozi è partito. Essi rectori l'anno acompagnato fuora etc. Item, per una altra letera di 6, diti rectori si
duol di l'interdito, non si dice messa, li puti muor
senza baptesimo, e le sepulture è portati senza †, con
solum la confessione muoreno ; si che si provedi elc.
Du Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
tre. Di certa dieta si fa a Bolzan per il re di romani ;
è andati li signori di Archo et di Agresta, et etiam
vi anderà uno di quelli da Lodron. E, per farsi una
fiera de li in questi zorni a Bolzam, è andati molti
merchadanti di Riva, da li qual, nel suo ritorno,
saperano etc.
DaBologna, dil signor Pandolfo Malatesta a la
Signoria nostra, di 6. Voria venir habitar sul nostro
con la moglie e figliol ; si racomanda etc.
Di Fuenza, dil signor Astor di Manfredi ſo leto
una letera, drizata a sier Domenego Trivixan, el
cavalier, ſo ivi proveditor. Li avisa li successi dil campo di Valentinoys levato, si racomanda, vol esser servitor di la Signoria nostra.
Vene uno orator di Napoli di Romania, chiamato
Zorzi da Londa, vechio et di primi citadini de li ; et
expose al principe di quella terra li bisogni, presentono li conti. Et fo comesso a l' ordine nostro.
messo alcuni era a Modon e Corom, capitati de li ,
voriano esser 800 ; perhò si va impiendo, e si mandi
a impir le compagnie, videlicet azonzer a Michiel
Schiaveto numero 125, Baron da Lignago 125, Ma- thio da Pexaro 100, Bortolo da Padoa 60, che sarano numero 410; poi si mandi altri contestabeli
con 400 fanti, e si provedi darli la sua camera. E
mancho Colla da Roma e la sua compagnia ; hanno
posto la mità con Michiel Schiaveto, e l'altra mità
con Matio da Pexaro, quali in 20 mexi hanno auto
da Veniexia page 4; perhò si provedi. Item, dicono
dil castellan dil Scoio, Zuan Antonio da Veniexia ,
contestabele, lassato per il zeneral con 25 fanti, e
sier Domenego Corner, olim castellan di dito Scoio,
qual fu posto con ducati 300 di provision a l'anno, 455
e nulla à auto, li hanno dato ducati 40. È stà posto
li in locho suo, qual richiese licentia, per il zeneral,
sier Anzolo Guoro, di sier Hironimo. Item, di quella
camera non si potrà pagar niun; richiedeno Coltrin,
e tornesi, e quelli portono sono spexi, e hora spendeno de li 200 ducati li lassò el zeneral, e si fa uno
volto fortissimo, in cavo dil teraio, a ladi di la tore
Contarina, che serà per forteza dil teraio e di la
tore, e sarà un bel magazen. E siegueno il muro
principiato per sier Francesco Bragadim ; e si fa
taiar soto el toron , e de le prie se impie la fornasa ; si fa una cisterna in el toron, e voriano farne
altre 4; e poi non si dubiti manchi aqua, perho se
li mandi 4 barili di tornesi, deputati a queste cisterne. Item, voleno chiave di larese e albedo, di 4, 5
et 6 passa, numero 400; taole di una sorte e l'altra,
numero 2000 ; feramenti e aguli de 25, 30 miera ;
agudi de un pe' e di un pe' e mezo numero 5000 ;
badilli 200; zaponi 200; e altro , come dirà sier
Zorzi da Londa, loro orator. E il tempo di lavorar
è zener, fevrer et marzo ; voriano sopra tuto Coltrin con li so homeni. Item, sono restati de li bombardieri, maistro Federigo de Franchfordia, maistro
Di Napoli di Romania, di rectori, di 28 octu- brio. Scrive di bisogni di quel luogo, et esser stå
lassà li per il zeneral, per dar a stratioti 1050, lire
6 per uno, computà formento, meio e danari . Li à
dà lire 4, soldi 9, e una quarta di formento per uno,
posta lire 1, soldi 10 ; dil meio non li à parso dar,
per averlo dà a li soldati ; et hora mancha, dil numero 1226, deteno lire 3 per uno, mancha numero 128, quali sono fuziti, parte morti e presi da' | Zanin da Brexa e i fioli dil quondam maistro Zuanturchi ; vederano contentarli etc., perchè non hano ne da Leze, quali sono vechij ; e di novi, naistro modo di far semenar. È reduti in 550 boni cavali et Zuan Galeazo e maisiro Lucha, e non àno auto datristi, e molti sono a pe' , per esserli stà morto li nari za molto tempo ; li anno sovenuti, et ogni XV
cavali ; bisogna provederli, volendo tenirli, e darli li | zorni li convien dar danari. Item, è capità de li maicavali. Econtinue turchi di Argos coreno su le porte
di Napoli, si che bisogna proveder al viver di stratioti, e continue scampano con le ſameie soe, e vanno dal turcho, e li vien ſato bona compagnia per
desviarli tutti; e li fugiti fanno più guerra di altri ; e
bisogna orzi per li cavali, e tenir più zente italiane.
stro Zuan da Rodi, todesco; l'anno acordato con
ducati 3 al mexe; voriano li fusse dà la camera di
esser pagato. Item, è capità uno Corangian Lanier,
❘todesco, bombardier, qual sa ben trar, voria ducati
4 al mexe ; l'anno tolto, et posto nel castel dil Scoio ,
e li farano avantazo di altri mezo ster di formento
De li dilti, di 29. Come a li fanti rimasti hanno | al mexe. Vol risposta.
1153 MCCCCC, DECEMBRE. 1154
455
Di sier Alvixe Zorzi, castelum di Napoli di Ro- se tirò al Porto di le Quaie, dove non si posendo lemania, di 29 octubrio. Come in tempo di paxe si var per le provenze fresche, stete fin a dì 24, e tanteniva li compagni 50, e hora ch'è guerra, non vi dem si levo mezo disperato, per esser con tanta arhè 30; tra i qual, sono certi vechij, il resto parte | mada senza biscoto ; e, stando su le volte, con difisono fuziti, e altri non serveno in castello, per il
poco salario, ch' è perperi 12 al mexe, come haviano
a tempo di paxe ; e a l'altra guera ebeno perperi
18, ch'è lire 13, soldi 10 per uno. À dito di questo
al zeneral. Li disse scriveria a la Signoria; perho
aricorda si provedi.
Di sier Anzolo Guoro, castelan dil Scoio, di 14
octubrio. Dil suo esser stà posto li per castelan per
il zeneral, e dil bisogno voria quel castello.
cultà zonse de li, e per le provenze non si pol levar.
Item, ozi terza note, zonse de li do fuste di l'armada yspana, e il patron li disse, la era al Zante, e
quel capetanio li mandava do barze contra, quale
erano al Prodano ; aceptò ditto patron, dicendo fin
hora O havea saputo, e aldiria volentiera quel governador di le barze. Et soprazonse dite barze, el governador vene a galia, con letere credential di ditto
capetanio, dicendo per letere li dovesse rescriver
In questa matina, vene sier Francesco Zorzi, au- quello el voleva far; e li usò altre parole, di esser
ditor nuovo, in colegio per certa intromision fata a venuto da Messina con l'armata a beneficio di la Siuna execution fata per il podestà di Crema, di una gnoria nostra ; e non a persuasion dil papa ni di alsententia fata a Lodi ; e l'orator di Franza si dol- tra potentia christiana, li soi reali si haveano mossi
se etc. Et è letere dil senato regio di Milan, e fo admo- a mandar ditta armada, ma solum in socorsso nonito si tolesse zoso : ab executione non licet appellari. ❘ stro, per far l'instituto suo contra infidelli ; e che do
mexi avanti quella armata saria zonta a Messina,
ma per haver rebelato da 70 milia mori de Granata,
Da poi disnar fo conseio di X con la zonta dicolegio, di danari et procuratori, vi fu el principe, per
trovar danari da mandar in Puia, a Trani, a sier | li soi reali è andati contra con potentissimo exercito
Antonio da cha' da Pexaro, compra formenti per la
Signoria nostra, e fa far biscoti, e manda in armada ;
et fo trovato ducati 6000 im prestedo dil conseio di
Xetc. , e mandati via.
Item, per lhoro ſo scrito per mar e per terra,
poi per la nova di la Vajusa, di l'ussir etc., a li capetanij di le galie di viazi, vadino reguardosi, e a
Corfù provedi mandarli contra el capetanio dil colfo,
et, advisato il zeneral, provedi a la segurtà etc.
Et nui savij ai ordeni dessemo audientia a l'orator di Napoli di Romania, et molti altri ; e consultato
insieme fino hore 3.
A di 10 dezembrio. In colegio non fo el principe. Vene l' orator di Franza per cosse particular, et per Martim da Casal, qual à contentado di andar in
Franza, et cussi anderà. Et poi si partite.
Fo balotà el mandato di le zente d'arme general, et intrò poi li capi di X, e vene el principe. E,
fato intrar Martim da Casal, stete pocho; qual si
parte e va in Franza dal re, con salvo conduto.
terestre e quella armada, e subiugadi li mori, tagliati a pezi cercha X milia, tuto lo resto volontariamente veneno a la fede christiana ; e, poi expedito,
la vene a Messina, e dimorò molti zorni ; poi vene
al Zante, aspetando el nostro zeneral, per deliberar
qualche impresa de importantia, a honor e beneficio
di la Signoria nostra, oferendosi molto per nome dil
suo capetanio. Et lui zeneral lo aceptó con grande
acoglientia, e li disse etc., di aver seguito l'armata
in streto turchescha etc., e che, bonazati li tempi, ve-
❘ria al Zante, e insieme con quel magnifico capetanio
conferiria etc. Li disse la dita armata era in hordine
benissimo de homeni et canoni 23, trazevano piere molto grosse, oltra molte colubrine e artilarie di ogni
sorte. Or, poi li conferimenti, si partino per il Zan- te. Item, esso zeneral à inteso da molti fuziti di Coron, come coronei erano mal tratati da' turchi, e
stavano mal contenti, e ne hano trato fuora di sospeti bona parte, e reduti dentro da turchi 1000 et
asapi 500 a l ' isola ; e inteso il suo esser a Napoli,
feno tal provision, e posto etiam al muolo alcune artilarie, per paura di le galie nostre. In Modon, per
ſuziti eri, si ha adesso è servi turchi 800, più di la
Dilcapetanio zeneral da mar, venute per mar,
vechie, di 26 octubrio, date im Porto Longo, a presso l' ixola di li Zephalonia. Come, levato di castel di la Vaticha, per il tempo convene andar a castel Ram- | mità sono asapi, el resto janizari, et fuziti bon nupam, dove sobvene homeni 14, erano a la guardia mero per non haver locho di habitar dentro la terdi quello, e li dete lire 3 per uno, e restono conten- ra, dove non è alcuna stanzia ; e avanti la nostra arti ; lamentandossi in mexi 13 non haveano tochato | mata azonzesse, dove prima tutti alozavano fuora
più di lire 31, nè poteano viver, per esser locho molto sterile. Or per tempi contrarij, con dificulta,
di la terra, a li zardini, per el grande fetor ch'è in
Modon per li corpi morti, tuti al presente sono ve
I Diarii di M. SANUTO . Tom. III.
7:3
1155 MCCCCC, DECEMBRE. 1156
outi ad habitar ne la terra; hanno carestia dil viver,
456 e li turchi sono a la guardia hanno solum aspri 5 al
zorno, et nonpono viver; perho scampano. Artila- rie ne hanno molte poche; e quelle erano dentro,
quando i la preseno, tute sono rote per el focho elc.
Per adesso, contra Coron e Modon non si pol far 0, ni
con armada ni con exercito, si per altra via non si fa.
sua paga li fo promessa ; e licet siano stå sobvenuti
di pane vino, prometandoli presto l' arano, si sono
| partiti ; perhỏ si provedi presto a quelli e a Nona. De
❘ li non pono trar un duchato, e dove prima a Nona
se reduseva, a un trar di bombarda, homeni 700,
hora, per le incursion, non si reduria 200. Item,
hano mandato domino Zuan Detricho a le parte di
Del dito capetanio, data ivi, a diditto. Come eri sopra da madona Dorathea e dal vice ban, per mezonse una fusta di Corfù, con letere nostre di 15 se- ter hordine se faza le debite guardie, e intendersi
ptembrio, zercha lassar in suo arbitrio dil mandar con lhoro, acciò el contado non sia più da' turchi dia disarmar le do barze grosse. Risponde, fara quello | predado; ma tal provision non si pol far senza speriputerà esser il meglio. Item, dil salvo conduto a
li contumazi è con l'armada yspana, e di la comodità di esser dato a quella armata di porti. Avisa, ol- tra la galia Griona, etiam aver mandato in Candia a
disarmar la galia Barbariga, la qual ſeva molto aqua,
èdil tuto marza, e le zurme pianzeva, dubitando anegarsi . Aricorda si mandi boni corpi in Candia di ga- lie. Item, la galia Zena di Candia, la mandaa Corphù,
per levarsier Marco Barbo, ducha di Candia, e de li se
ne vada a disarmar. Item, havendo con summa diligentia formato il processo contra sier Carlo Contarini,
fo castellen al Scoio, qual era su la sua galia in ferri , et examinato molti e molti testemonij, tandem lo
trovò molto colpevele, et esser degno de morte; et
per sua dibnitiva sententia lo condenò a morte. Adi
20 dil presente, marti da matina, a do hore di zorno, a castel Rampan, li fece tagliar la testa su la
prova de la sua galia, in conspeto di tute le galie sotil. E il corpo fè metter in una cassa serado, e ſelo
cargar sopra la galia Barbariga per Candia, serivendo a quel rezimento, che in uno deposito lo fa- cesse meter in una chiesia, a requisition de li soi.
Item, & morto molto contento, receputi con summa
devutiom tuti li sacramenti di la chiesia, e li ha fato
ogni comodità possibile. Si duol esser stå constreto
per justicia a far questo ; tamen per conscientia l'ha fato, per la colpa sua, come ore proprio à confesato etc. L'havea ducati 100 di raxon di la Signoria
nostra, in man di uno suo parente di Modom, è li
in armada, come lui disse, e chi l'à, à confesato
averli, e li darà etc.; sì che non ocuperà el pregadi
o quarantie o avogadori in simel casi, ni in altri, e
farà contra tuti. Item, si à presentato sier Polo Valaresso, fo posto provedador a Coron ; forma il processo, e, trovandolo in colpa, lo punirà etc.
sa. Item, per la penuria dil viver di quella cità, hanno fato discargar dil navilio di sier Andrea da Mosto, stara 225 formento di raxon di la Signoria nostra, e tenirano bon conto dil trato et dispensation.
Dı Parenzo, di sier Nicol) Liom, podestà. Zercha certi formenti capitati de li, quali à fato discargar, per el bisogno di la terra. Risponde, haver potuto far, per haver quelli citadini privilegij etc.
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe. 456*
Et leto le letere.
Di Ferara, dil vice domino, di 8 novembrio.
Come de li si dice, el ducha Valentino esser andato
a Pexaro, e vol ritornar a l'impresa di Faenza ; ma
prima vol andar a Roma, si che Faenza, non pol fuzer. Si dice el papa vol venir a Bologna. Item, fiorentini à mandato ducati 8000 al prefeto, et ha fato 60 homeni d'arme, 120 cavali lizieri, e ne mandarano altri 8000. Item, si dice hanno asoldato il signor Constantino Arniti a' stipendij thoro.
Fu posto per li consieri, elezer de præsenti tre
savij dil conseio, in luogo di sier Constantin di Prioli, sier Andrea Cabriel e sier Lunardo Loredan, procurator, compieno a la fin di questo ; e tre savij di
tera ferma, in luogo di sier Beneto Sanudo, è intrado
avogador, di sier Piero Duodo e sier Lunardo Grimani, etiam compieno; posendo esser clecti di quelli
pono esser tolti a la fin dil mexe, et tamen debino
intrar de præsenti. Ave 4di no. Et fono electi sier
Piero Balbi, fo savio dil conseio, 97; sier Antonio
Valier, fo consier, 95 ; sier Alvise da Molin, ſo savio
dil conseio, 91 ; soto, sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier, procurator, 79 et 80 di no. Item, savij di tera
ferma, sier Beneto Zustignan, fo savio a terra ferma ... , et sier Bernardo Barbarigo, fo podestà et capetanio a Crema, quondam el serenissimo .... ; e altri
non passò. Fo soto, sier Marco Zorzi e sier Piero Marcello, fonno savij a terra ferma.
Da Zara, di sier Piero Sagredo, conte, et sier
Jacomo da Molin, dotor, capetanio, di 18 novembrio. Come cra arivato de li la compagnia di To- Fu posto per li consieri, cai di 40 e tutti i savij ,
maxo Schiavo, fo mandata a custodia dil borgo di atento el cardinal regiense, legato, va in Hongaria,
Lavrana, e quello à lassato per non haver auto la ❘ ozi dia zonzer a Chioza, che domenega se li vadi
1157 MCCCCC, DECEMBRE. 1158
457
contra con el bucintoro et 5 paraschelmi ; siali fato porto, che li participi siano astreti a pagar la ditta,
le spexe la prima sera, e cussi a Chioza ; et poi pre- e altratanto per pena; e il patron, ritornato el sarà,
sentato di tante robe da manzar, per ducati 20 al | si apresenti a le prexom, a requisitiom di avogadori.
zorno. Ave ... di no, el resto di la parte. E fo ordinato patricij andarli contra a Chioza e a Malamocho.
Fu posto per horo savij certa parte di ogij , contra quelli sono ubligati meter in ternaria, con pewe etc.; e si possi franchar dal 95 fin 98 a ducati 5
el mier, e altre clausule. Ave 19 di no. Noto, in ternaria li merchadanti sono ubligati meter a ducati 29.
Ave ... di no.
A dì XIdezembrio. In colegio non fo il principe.
È il tempo dato a la neve. Intrò savio di terra ferma
sier Bernardo Barbarigo.
Vene li provedadori sora le legne, sier Sabastian
di Prioli e sier Francesco Diedo, e dimandò licentia
di averzer un magazen, e dar cara do per uno di
Fu posto, per lhoro certa parte di le volte e bo- | legne di comun, atento non ne era; et cussi per la
tege, agumentate li fiti, poi le hanno a otto per 100
da la Signoria, che debino exborsar tanto più etc.; Vene uno orator di la comunità di Cremona,
li qual danari siano posti in la procuratia, e spexi in ❘ chiamato domino Daniel dal Mayno, con letere di
armar e disarmar, ut patet. Et fu presa.
Fu posto per lhoro cometer la execution di certi
fati citadini, non hanno pagato le decime a li scrivani dil monte nuovo, dove prima era comesso a li
scrivani di governadori. Ave tutto il conseio.
Signoria fo data.
credenza di la comunità, e non da li rectori, come
suol far, et expose una oration vulgar, concludendo
voriano el naviglio, videlicet certa aqua richiesta etc.;
unde fo consultato la risposta, atento non havia
letere di rectori, dir di scriver a Cremona, el aver
Fu posto per tutti i savij dil colegio, una parte information, e li savij poi lo aldino.
di rezimenti da terra e da mar, dal Quarner in qua, Vene l'orator dil papa, dicendo doman dovea
tutti, nemine excepto, etc., oltra quello pagino al zonzer a Chioza el cardinal legato con cavali 60 ; arà
presente, siali tolto la mita dil neto et di la utilità, boche da 80, et li fo ditto di l'honor terminato farli.
con li modi et pene etc., e li danari, di mexe in | Resto satisfato, e disse spazeria uno suo, et venisse
mexe, si porti in la procuratia, spexi in cosse da
mar, per deliberation di questo conseio, e la revision comessa a li provedadori sora i officij ; e cussi
li provisionati etc. pagi la 1/3 e s'intendi vicarij , ❘ rela, torna a Napoli, è zonta a Vilacho, vol venir per
zudexi, oficiali etc., e questo per anno uno, comenzando a dì primo zener, e non acade ponerla a gran
conseio , perchè fu preso in l'altra. Sier Lucha
Trum, è di pregadi, quondam sier Antonio, la contradixe. Non li fu risposto. Ave 2 non sincere, 55
di no, 91 di la parte. E fu presa.
Fu posto per sier Alvise Mocenigo, sier Cabriel
Moro, sier Francesco Donado et sier Jacomo Cabriel,
savij ai ordeni, di scriver al capetanio zeneral una
longa letera; in conclusion , aricordarli venir in
colpho a l'impresa di brusar le do armade di la
Prevesa e Vajusa, e quelle disfar, e tuor l'impresa
di Castel Nuovo a la bocha di Cataro, videlicet vengi
con l'armada yspana; tamen il tuto remeter a lui.
Or Jo non era di opinion, e andai in renga. Dissi le
raxon, et missi de indusiar fino veniva letere dil
zeneral. Mi rispose sier Jacomo Cabriel. Et to 0, et O di no, di scriver 62, la mia 81. È presa.
sabado adormir a San Spirito elc.
Vene l'orator di Napoli, exponendo haver letere
dil re suo, la serenissima raina di Hongaria, sua sole terre di la Signoria nostra, anderà in Aquileia, e
de li voria passar con una galia nostra im Puia ; perho pregava la Signoria fusse contenta darli una
galia, havendola; la qual raina va contenta come li
tempi portano; et si mandi uno segno contra, che
per li soi danari sia provisto etc. Poi disse, haver di
Elemagna, di primo, le cosse anderano bene, e sarà
ben di la Signoria nostra e dil re suo ; e il re di romani haver fato sequestrar tutte le intrade de'cardinali et altri non elemani, quali vol poner a la expedi-
❘tion per ben di la christianità. Fo mandato fuori , e
consultato la risposta. Alcuni voleva armar una galia per uno mexe ; altri no etc. Risposto, si scriveria
a Udene, mandi contra, la vengi in Aquileia, e poi
si provederia di pasazo ; e non era galie. Et restò
satisfato. Mostra grande amor a questo stado, dicendo el suo re, da mar e di terra, confina con la Signoria nostra, ergo etc.
Fu posto per sier Lunardo Grimani, sier Fran- Di Hongaria, di sier Vetor Soranzo e sier Sucesco Foscari, savij a terra ferma, e Jo, Marin Sanu- bastian Zustignan, oratori, dute a Baza, a d X.
do, savio ai ordeni, atento la nave, patron Vicenzo Come esso sier Vetor, a di do, si parti con una burdi Andrea, andata in Sicilia, habi portato via una chiela per el Danubio, vene a Baza, per esser amagomena di comun, qual era deputata al bisogno dil | lato ; zonse a di 8, et sier Sabastian, per terra, parti
1159 MCCCCC, DECEMBRE. 1160
a dì 3, zonse a dì 9, et quel zorno il re andò mia | contra il suo conseio e de altri, volse venir a Baza uno lontam, in una campagna, per veder l' exercito per aqua, e lui vene con carete con pessima via ; e
suo ; e cussi andò essi oratori la matina, fo a dì X, ❘ poi volse venir in campagna con mal, e fo portato a
per li qual il re mandoe. Era il fradello dil re, ducha, il cardinal di Ystrigonia et altri etc. E fu fata la
mostra, pasando avanti lhoro di bellissima zente
d'arme e in hordine ; potria esser da cavali X in 12 milia, e molti manchava a venir, quali erano in
camino, come referi haver scontrato frate Antonio
Corvato, quel zorno ivi zonto; et di72comitanti (sic)
ne erano venuti solum 18, sì che manchava il resto, et quelli di la corte dil re, ch'è cavali 1200,
per non haver danari ; etiam manchava quelli sta a
li confini dil turcho e in Transilvana, scituli, morani,
e Slesia, che sono gran quantità. E poi zonse 2000
457 cavali dil vescovo di 5 Chiesie, dil vescovo vesprimiense, e dil dispoti di Razia etc.
caxa. Et, venuto ne la fin, volse far il suo testamento,
confesato e comunichato, vene che non voleva veder
niuno dal mal grande ; e a meza note, a di 14, morite. Farali far le exequie honoreveli ; à invidato el
cardinal, et molti altri signori li à promesso venir
etc. Item, per un'altra di 16, scrive quel zorno esser
stà fato honoreveli exequie ; vi ſu el cardinal e altri ;
àlo fato poner in una cassa, e manderà a Budua,
justa il suo testamento, a ciò il fiol possi mandarlo a tuor. À spexo ne l'exequie ducati 60; manderà
la fameglia sua de qui, per aleviar la spexa elc.
Dil dito orator, date a Bazia, a di 16. Come
era stato dal re, e di coloquij abuti, e la risposta dal
visprimiense, nomine regis. Epoi vene a caxa el dito
con domino Moises, e, parlato di 100 milia ducati,
formono certa scriptura e ne la fin vi messe li capitoli, alias mandati, e altri con parole non honoreveli di la Signoria nostra ; e lui non li volse aceptar,
dicendo non haver in commissione, et erano risolti
in la disfalcation di ducati 15 milia per ogni 100 milia etc. E fo gran parole, per non voler tuor diti
capitoli, dicendo lhoro bisogna intendersi etc. Or
esso orator fo dal cardinal, e coloquij abuti ; voria
l'avesse tolto li capitoli, e mandati a la Signoria; e
ne la fin dice: Scrivè a la Signoria, vi dagi licentia
di aceptarli, e si fazi presto. Il re va a castello Segedino, a' piaceri, fin 3 zorni ; sarà a Budoa poi ; e
De li diti do oratori, date ivi, a dì 12. Come a
di X veneno a lhoro el reverendo vesprimiense con
do consieri regij , et verba zercha il disiderio à il
re di la expedition ; et per l' orator dil papa, dil re
di Franza, era stà confortato, poi da la Signoria, di
la praticha particular trata, e di capitoli mandati, a
li qual non fo risposto . Per tanto soa majestà voleva
non star più in zanze, e venir a la conclusion; et la
risposta di essi oratori acomodata etc. a la liga general, justa i mandati. Et zonse frate Antonio con tre
letere, stato zorni 24 a venir ; deteno la letera congratulatoria al cardinal, e la curazina al conte palatino ; ringratiano etc. Or esso sier Sabastian Zustignan, per esser il Soranzo in leto amalato grieve, ſo ❘ perhò l'à cousigliato vadi lui orator. Item, la caxon
di dito exercito redutto, è stà per esser assa' anni
il re non à visto ditte zente, et li à fato comanda- 458
mento vadino a li alozamenti, e stagino preparati.
Non vol licentiar l'orator dil turcho, è a Buda, fin
non concludi la liga. Item, à inteso, dia venir a Buda
l'orator dil turcho, era im Polona; qual à ditto : Il
mio signor vol bassar il naso a' venitiani, che tochava
dal re, e coloquij abuti. Non saria mal, disseno, si 'l
si facesse trieva col turcho, fino venisse il legato,
et li nostri oratori fusseno in Franza. El nostro orator danno tal opinion. Or lhoro dimandò li 100 milia ducati, dà la Signoria, volendo far la liga general; e il nostro orator li oferse 80 milia. Item, a dì
12 veneno el vesprimiense e altri consieri da lhoro
oratori, e per mitigar la portion, in quanto li altri | il cielo in Levante, e il re in Dalmatia etc.
principi contribuisse, dicendo il re, a di 16, anderia Da Zara, di rectori, di 13 novembrio. Avisa haa Segodino, castello qui vicino, a piacer. Or lui Sa- ver fato la descritiom dil danno abuto da' turchi ;
bastian tandem li oferse li 100 milia, justa i mandati ; | mancha anime 2500, et animali numero 30 milia,
e lhoro voleano calar ducati 5000 di ogni 100 milia
li daria altri ; e risposto : È una miseria ; veneno a
Xmilia etc.
che è stato la ruina di esso contado. Item, hanno
mandato a Nona Bontorello da Bassam e Bernardin
da Lignago con le sue compagnie, e Thomaso SchiaDi sier Sabastian Zustignan, orator, solo, data vo a Lavrana con gran dificultà ; voleano danari ,
a dì 15, pur a Baza. Come quella note morite il suo chome li fo promessi per il provedador a Gradischa,
collega sier Vetor Soranzo ; si duol assai ; sempre e se, fin a dì 19 dil presente non se li provede, si
quasi è stà amalato, e più, poi la morte dil fiol; ha- partirano. Item, hano recevuto il biscoto, e mandato
via febre lenta da un mexe in qua, e prima era ase- a ditti luogi, ma le farine non sono zonte ; hanno
dato, e pochissimo manzava; e di Buda, con mal, I provisto a dite compagnie di pan, farine et vino,
1161 1162 MCCCCC, DECEMBRE.
tolto sopra la fede lhoro. La camera de li è anichilata, e dai dacieri non si pol trazer 0, e di lhor
beni si trova danari, respeto a li tempi ; ed è debitrice a' rectori, camerlengi, castelani etc. , da ducati
600 in suso ; perhò si provedi, e de li 200 ducati
laudato Hironimo Donato, fo suo nodaro, e poi Zacharia di Martini, che successe, fo dal principe comendato etc. Et era in scarlato, a manege dogar etc.
Vene sier Francesco Venier, conte di Zara, et
volse referir dil contado di la cità di Zara, di Nadimandati, il conte passato consigno al camerlengo | no, castel Nuove Gradi, Lavrana con il borgo, et No- per resto lire 129 solum. Item, dil morbo la cità è
risanata ; voria stera 100 formento per lazareto,
dove è da 153 amorbati al Scoio di Lazareto, quali
si mantien.
Di Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
et capetanio, di 4. Come per uno venuto da Beglai
à inteso, esser venuto in Bossina cavali 2000 de' turchi , per causa di la motion di zente, fata per il re di
Hongaria ; tamen quest'altro anno verano a' danni
nostri, per haver bona intelligentia con ditto re.
Item, manda una letera abuta di certo prete. Li avisa,
el re di romani vol venir a campo a Gradischa, et
esser in acordo col turcho ; et per il danno fato per
quelli di Puola a Pexim, el capetanio à spazato in
Lubiana, e de li al ditto re avisarli, et concitarlo più ;
sì che esso prete, chome servitor, avisa .
Da poi disnar, per esser il tempo dato a la neve,
non fo nulla etc.
A di 12 dezembrio. In colegio introe savij dil conseio sier Antonio Valier e sier Alvise da Molin
et sier Lunardo Loredam, procurator, in questi zorni era amalato.
na, et di la camera di Zara ch'è poverissima. E 458 *
comenzó, haver dato nel suo tempo homeni 180 a
sier Simon Guoro, provedador di l'armada, poi al
zeneral Grimani 175, tutti senza roduolo etc. Poi
vene la incursion di Schander bassà, che la prima
volta stete zorni XI nel conta' a dipredar, e fè gran
danno. Poi vene una certa malatia , e, a di 24 septembrio fin questi zorni, la peste vi è stata a Zara, adeo
è ruinata de homeni ; e talhora si trovò, in Zara non
li era 200 homeni da fati ; al presente di la peste è
risanada, pur nel Scoio ne sono alguni amorbati etc.
Quanto a li finitimi, prima quel Chosule, qualle havi
taia etc. , poi li ſo dà licentia per la Signoria nostra
di conzar etc., se l'anno fato amicissimo ; e cussi li
vice bani, e madona Dorathea, e il conte Zuanne,
suo fiol, di Corbavia, qualli veneno li a Zara, e, per
la bona compagnia li feno, è tuta di la Signoria nostra. Dil conte Xarcho, 0disse. Item, questa segonda
incursion à fato gran danno; et Lavrana, a la forteza è caschà una alla di muro, bisogna reparar, vi
è pocha guarda. Di Nadino, Nuove Gradi, non fu
lassato compir ; e di Nona, per opinion sua, voria
sminuirla di circuito, e ponervi 100 cavali ; et cussi
a Lavrana, per custodia etc., remetendossi dirlo poi
il parer suo. E li ſo ordinato ponesse in scriptis, acciò l'hordine nostro potesse proveder. Item, presentò uno conto di li ducati ...... abuti, quello à
fato; la camera è poverissima; e presentò il conto
di la intrada et ussida al presente, qual è la intrada
lire 31810, la spexa 71826, si che è di più spexа
lire 40016. Poi messe la intrada dil castello di Zara,
scodandose lire 13717, soldi 5, e la spexa lire 14062,
Vene uno messo dil cardinal regiense, legato,
qual zonse eri sera a Chioza, per saper l' hordine ;
qual è il suo schalcho, chiamato Michiel Signorello.
Et fo leto più letere di sier Lorenzo Bernardo, podestà di Chioza, di questa sua venuta ; alozato im
palazo, li andò contra etc. Et questa matina molti
zenthilomeni andò a Chioza, sarano tardi ; et l'orator dil papa li è andato contra. Et consultato vengi
damatina per tempo col disnar in barcha fino a
Malamocho, acció sij a tempo ; et la Signoria col bucintoro li anderà contra a SantoAntonio. Et fo ditto | soldi 8. Et per el principe ſo laudato, dicendo era
di far partir a bona hora el bucintoro ; et il nostro stato li in tempo di guerra, peste et carestia, et ne
principe, per li fredi, non anderà, e si scusò a ditto | haria un altro mior rezimento.
nontio etc. Vene uno messo di li comessarij regij di Goricia,
Vene sier Zuan Batista Bonzi, stato provedador et presentò una letera al principe, per la qual dimanper le camere, venuto de qui per la licentia li fo dava, atento domino Virgilio de Groben, da Linz,
data per pregadi ; è stato solum a Padoa, Vicenza e voleva venir a Goricia, pregava la Signoria li facesse
Verona. Disse pocho , per esser incalzado, et che salvo conduto di passar. Et perchè questa è cossa vicentini erano renitenti e dificili a compir di pagar | importante, spetante al conseio di X etc. , li fo ditto,
il subsidio christiano, pur li à fati etc. Item, di le
pene per tutto àdonato, per non stimar altro, salvo
la gracia di la Signoria nostra ; e, concludendo, volen to il colegio alcuna information, la darà etc. Et
doman se li risponderia. E ordinato far ozi, poi gran
conseio, conseio di X con zonta di colegio.
Dil cardinal legato fo leto una letera, drizata al
principe, di eri, soto serita : Uti frater, Petrus, car-
1163 MCCCCC, DECEMBRE. 1164
dinalis regiensis, legatus, etc. Avisa dil suo zonzer a
Chioza, e si dagi fede a quel Michiel Signorelo etc. Intrò li cai dil conseio di X, e, mandati tutti
ſuora, steteno insieme. Da poi disnar fo gran conseio, per far li 40, che doman non si pol far; e poi
si reduse el conseio di X, chome di sopra ho ditto.
Et pocho mancho, il scurtinio non si redusese ; erano numero 71, et con mancho di 70 non si pol
redur pregadi. Et fo fato sora i atti di sora gastaldi
sier Domenego Trivixam, el cavalier, fo podestà a
Cremona.
Item, vi è uno orator dil turcho, qual sta li, e aspeta
la resolution dil re di Hongaria, per far el simile.
Conclude, quel re fariano il tutto contra turchi , ma
sono in gran guerre con tartari, e il fratello di Lituania con moschovita, e bisogna ajutarli, et manderano soi oratori de qui a Roma, in Franza e altri
principi christiani. E infine dice in pocho, esser stà
dipredato per tartari, e manchar di quel paese c
regno anime 600 milia, ch'è cossa incredibile, pur
hè; et li vechij amazano, e zoveni sopra le lhoro
carete et femene essi tartari menano via. Item, il
ducha di Lituania à perso certa terra, chiamata Degiagra, qual quel moschovita ge l'à tolta, e tuttavia
sono su le arme. Et poi dice, è servitor sviserato di
la Signoria nostra, a la qual molto si racomanda.
Et il principe li usò bone parole ; ditto poi, doman
se li risponderia.
Da Trevixo, di sier Hironimo Contarini, podesta et capetanio, di XI. Dil conte di Pitiano, qual
dia esser ozi li, se li dia far le spexe. Risposto de si,
per il passar.
Et reduto il colegio, il principe fè chiamar quelli
savij era in la sua camera, tra i qual sollo vi era dil
nostro ordine. Et fo aldito uno Domenego, messo
dil vescovo di Chai, orator dil papa in Polana, qual
presentò una letera di 18 novembrio, data in Cracovia, di ditto episcopo a la Signoria nostra, di credenza ; et una dil re di Polana, molto longa, pur a
la Signoria; la copia di la qual sarà scrita qui soto.
Eleto una letera, dito re scrivi al papa, dagi ajuto contra tartari, dai quali è molto molestado, per instigation dil turcho, e si duol venitiani habino perso Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di 8.
Modom, et prega soa santità, come capo, a proveder. | Dil zonzer li dil cardinal curzense, et alozato in certo Poi fo leto una instrution di ditto nontio, molto longa, li dà esso episcopo caliense. Avisa il suo partir
di Hongaria ; e, venuto im Polona, trovò quel re Zuan Alberto ben disposto, et tartari 100 mia itaJiani erano a presso Cracovia, a' danni di esso re, et
dípredava il regno. Or dete la cruciata, jubileo e
decime; poi andò im Prusia, mia 550, da quel mai450 stro general, qual era fil dil ducha Alberto di Saxonia, per far quella religion sij in acordo con esso re, per esser parte nel suo regno, qualli per le guerre
è tra il re di Moschovia con il ducha de Lituania,
fradello di esso re di Polana e dil re di Hongaria,
ch'è zenero di ditto moschovita etc. Or andò ivi, e,
passato per lochi crudelissimi et aspri, dove non si
beve vin ni manza pam, videlicet a Girosporch. Item,
trovò quella religion ben disposta, aspetava etiam
mandar al general maistro de Livonia etc., et li
brievi dil papa per li do vlachi, quali non erano
zonti ; e poi tornò in Cracovia. E tartari do volte
hanno dipredato il paese, per instigation dil turcho,
e menato via anime 200 milia ; una fo questo zugno,
l'altra questo septembrio. Item, el re li va contra
im persona ; à assa' cavali et zente; et etiam à do
re di tartari con lui in liga, qualli con più di 50 miJia cavali l'uno hanno roto al re di Moschovia e
rossi, e fanno guerra. Item, quelli oratori di rossi ,
veneno in Italia, portono più di 100 milia ducati,
trati di pellami ; e questi e quelli fanno la guerra etc.
monasterio, li à dito, voria li trovase caxa, perchè
li converà star li qualche zorno, et aspeta certa risposta di Alemagna ; e dice, milanesi, sono a presso
il re, tramano non vadi più avanti. Item, di la dieta
si fa a Bolzan.
Da Liesna, di sier Francesco da Molin, conte,
di 7 novembrio. Zercha haver mandato, justa i
mandati, certo navilio con legnami a Cataro, per li
hisogni. Item, homeni XV, per zorni 15, al bastion
di Narenta, per lavorar, chome li à scrito il conte
di Spalato ; avisa la povertà di quella camera, non
pol suplir a la spexa, è molti nobeli creditori di suo
servir, e altri dieno haver etc.
Di Arbe, di sier Alexandro Contarini, conte, di
24 novembrio. Chome è stato a parlamento col conte
Anzolo di Frangipani, in certo locho, et dimanalatoli,
justa li mandati nostri, qualche homo per armar le
galie, rispose ne daria, et che veriano etc. E sopra
ziò scrive.
Di Zara, di sier Jacomo da Molin, dotor, capeLinio, di 14 novembrio. Come quella camera è in
grandissima necessità e quel pocho di gioza si poteva
trazer, sier Francesco Venier, suo collega, al suo
partir l'à tolta, e pagatosi dil salario e altre regalie ;
e lui si trova creditor di lire 1400, e non si pol pagar; voria si facesse risponder de qui a qualche officio, o vero scontar ne le sue decime.
Di sier Marco Moro, castelin, di Zara, di 17
1165 MCCCCC, DECEMBRE. 1166
disnar a San Spirito, et alcun zenthilomo non era
zonto.
novembrio. Prima dice per il morbo esser manchato,
tra li in la cità e di fuora, anime zercha 4500, e di
danari di la camera si fa le spexe al presente a per- Da Ravena, di 9. Avisa di la venuta dil cardisone 150, ch'è a un scoio ; perho si provedi, la ca- nal ; li andò contra; alozó a l'hostaria etc. Item, di
mera non puol, e, non provedendo, di novo la terra certi fanti dil ducha Valentino, numero 18, quali,
459 se infeterà . Item, di le incursiom numero tre, man- venendo, trovò do contadini nostri, li preseno, dacha anime 5000 e, più, e animali senza numero ; e toli taia ducati 60, e posti in Forll, li à scrito al dupoi in questa ultima incursion, anime 2500 et ani- cha, qual non si à curato farli render; si duol di
mali 35 milia, tra grossi e menudi ; e li murlachi | lui , non li desse trata di 2000 stera di formento etc. ,
circonvicini hanno levato li residui, quali murlachi
continue dannizano, e pocha provision è stà fata
contra di lhoro, e, a proveder al presente, bisogna
far come fo fato za anni 18, che ſo la guera col
turcho, e quel conta' non have il decimo dil danno,
perchè si faceva le guardie in 5 luogi fuora dil contado, in le qual si spendeva ducati 400 a l'anno,
come apar per li libri. Item, quella camera è poverissima; li dacij hanno deschavedado da 13000 in
14 milia lire ; e alcuni dacij non sono stà delivradi,
per non trovar chi li voia; e molti daciari vechij
dimandano ristoro, e non si pol trazer da lhoro 0 ;
e vendendo il suo stabele, non si trova chi li voia
comprar. E quella camera soleva haver sovenzion
da Cherso, Arbe e Pago, al presente nulla hanno,
et gropi 20 a l'anno di ducati 100 l'uno, è al presente non si à ' buto 5. Item, la camera à molte spese
più di l'usato; e lazareto solo vol di spexa al mexe
ducati 60, e bisognava far una paga a li soldati soliti
lì , ch'è ducati 700, e non hanno potuto trovar du
cati 100, perhò si provedi ; e li zenthilomeni è in
oficio, non si pol pagar dil suo servito ; item, li ba
lestrieri e provisionati dil castello grande. Lauda il
conte nuovo, zercha a li provisionati noviter mandati ; perhò si mandi le page.
et di biava; e dice s'intendeva secrete con Faenza.
Item, per un'altra letera, scrive tre caxi sequidi, li
in Ravena, di morti etc. et feriti ; voria autorità chiamarli con taia.
Da Roma, di l'orator nostro, di do. Chome il
papa solum à a cuor l'impresa di Romagna, e dil
turcho si cura pocho, licet dicha voler andarvi im
persona , e parla quanto lo 'l vede; si scusa non
mandar il 3.º legato, per caxon di Franza. Item, è
stato col cardinal di Modena, fa le bolle di la cruciata per Spagna, et l'ha poste in altra forma; che
il turcho à preso Nepanto, Modon e Coron, eper
mantenir l'armata di quelle alteze in ajuto di la
Signoria, si che si mostrerà a l'orator yspano; conclude è l'expedition, etc.
Dil dito, di 3. Chome, aspetando dal papa, l'orator di Maximian li havia dito, haver letere di 22 dil
re da Norimberg. Li scrive fa exercito grande, et,
non seguendo l'acordo col roy, verà in Lombardia,
et, sequendo, lo ponera contra il turcho, e sperava
seguiria l'acordo ; dicendo : Vi ho ditto, vardeve
da drio et davanti, perchè si acorderano ajutarsi
l'un l'altro ad aquistar le terre di l'imperio. Item, 460
ha di l'arziepiscopo magontino, che il cardinal curzense vadi di longo, che li principi lo admeterano
Da Corphù, di Jacomo Coltrim, inzegner, di 27 per aldir quello vogli dir etc. Item, esso nostro oraoctubrio. Conclude, voria la Signoria li desse licentia | tor non li rispose, li parse parole etc. Item, visitò il
a venir a far 500 boni provisionadi a suo modo, e
tornar a Corfù a compir le fabriche ; e promete
Corphù mai è per perdersi, si che si provedi etc. Si
ha di più fresche.
cardinal alexandrino, et coloquij abuti ; il papa doveria comenzar armar. Rispose, à scrito a Zenoa
per armar etc., e à bon voler a le cosse christiane.
Dil ditto, di 5. Eri fo concistorio. Il papa parlò,
la caxon non si expediva il 3.º legato, per caxon dil
roy e di reali yspani non voleno, e vol far chome fè
Sisto papa, mandar frati per Italia per la cruciata,
Da Trani, mo terzo zorno, vene letere dil governador. Avisa di la morte, a di 21 , di sier Francesco
Griti, castelam di lì, et haver posto sier Antonio da
Pexaro, quondam sier Lunardo, in castello, fino ❘ et cleto il vicario zeneral di frati di San Francesco ;
venga uno suo nevodo, ſo di sier Bernardo Navaier,
qual è a Monopoli etc.
Ad 13 dezembrio, fo Santa Lucia. Pochi si
reduse in colegio ; non vene la Signoria, per andar
a bona horra in bucintoro ; eramo pochi.
Da Chioza, di sier Lorenzo Bernardo, podestà,
di eri sera. Chome el cardinal era partito, veniva a
ma di li executori non disse, perchè basta il ducha
Valentino. Item, il papa li disse : Il re di romani,
questo orator dice etc., tamen mai è per separarsi il
roy la Signoria e nui . E cussi confirmò l'orator di
Franza.
Dil ditto, di 6. Chome visitò il cardinal di Santat, qual disputava con certi frati ; e di coloquij
1167 MCCCCC, DECEMBRE. 1168
abuti ; e di la cruciata, non trarà li reali 60 milia per non ne esser, ma daria ogni altro navilio bisoducati, perchè al tempo di Granata ne ebe 8, e legnasse.
borse sono exauste. Item, si fa le bolle per la legation di Franza al cardinal Roam, e dil zonzer dil ducha di Gravina li a Roma, per far matrimonio in la
tia dil papa, madona Lugrecia ; e soi fioli , a uno, il
cardinal Orssini li dà una abacia, e a l'altro il papa
li dà beneficij , acciò quelli nascerano reditano quel
Da Milam, dil secretario, di 9. Come quelli si- 460 *
guori li ha ditto, zercha l' hospedal de li, qual era
| consueto non pagar alcun dacio di le robe per uso
❘ suo, et quelli di Cremona vol pagano, pregando la
Signoria voglij far non pagaseno ; et essi, dil con-
❘ seio regio, scriverà a la Signoria. Item, di sguizari
hano, li 6 cantoni, oltra la liga grisa, si hanno deNoto, el papa disse a l' orator nostro : Non du- chiariti esser con la regia majestà ; si che non dubitè el roy si acordi con altri, e lassi la illustrissima | bitano quelli signori più, quando ben non seguisSignoria, perchè , hessendo nui tre d'acordo, di se l'acordo col re di romani e dil resto di cantoniun si habiamo a temer etc. Item, esso orator vede ni, e sperano seguirà ditto acordo. Item, de li si
stato.
la expedition general haver assa' contrarij al bon | atende a scuoder li 25 milia ducati, e questo per
exito, per le cosse vano atorno etc. forza.
Da Roverè, di sier Maphio Michiel, podesti, di
XI. Chome el cardinal curzense è li alozato nel monasterio di Santa Maria ; lo ha visitato et presentato,
licet non habi auto alcun hordine, et par habi auto
Da poi disnar, el principe con li oratori Franza
et Napoli et altri patricij, ma pochi, andono nel bucintoro fino a Santo Antonio, contra il cardinal regiense, legato apostolico, va in Hongaria, di natione
siculo, fo alias governator di Roma, di età de ❘ letere dil capetanio di Trento, non vol vadi de lì via ;
à scrito a Roma e in Alemagna ; aspeterà la risposta ;
si duol assai non poter far etc. Item, el vescovo Malombra, di Curzola, ragionando con esso podestà, li
ha ditto, quel cardinal è povero, voria qualche ajuto
da la Signoria nostra per viver, dicendo a Verona
erali stà fato le spexe etc.
Di Sonzim Benzom, date in veronese, a d' 12.
Manda una letera, abuta da domino Zorzi Triulzi,
anni ... , et noviter electo cardinal etc. Fo fato cinque paraschelmi, mal in hordine, perché nui savij
ai ordeni non curassemo; et cussi per la terra fo
dimostrato pocho apiacer. El principe fo mal acompagnato, e pochi vi andò nel bucintoro, e numero 7
a Chioza, o vero a Malamocho, di 25 fonno comandati ; non era alcuna vesta d'oro e pochissime di
seda, si che la terra è in pocha consolation. Ditto
cardinal fu alozato a la caxa dil ducha di Ferara, ❘ da Milan, li à scrito suo fratello, domino Scharamudove fo preparato, e fatoli le spexe questa sera; poi
darassi ducati 20 al zorno. Si dice è con zercha 70
boche ; non porta la †, ma 4 palafranieri li va avanti
con 4 martelli sopra maze, in segno di legato. El patriarcha nostro non li fu contra, per esser amalato
di gotte.
za Triulzi, di Franza, di 24, per la qual li scrive la
venuta di oratori di l'imperio al re di Franza, quali,
el più zovene, expose una oration latina, in laude
dil re di Franza, molto humile, dicendo erano oratori di l' imperio, e venivano per la pace, per poter
atender poi in favor di la christianità contra turchi ,
e che le discordie di principi christiani non lassano ,
qualle, si fosseno adatate, si potria resister. Item,
doveva venir prima il ducha di Saxonia per orator,
qual, per esser stå electi 20 al governo etc. , havia
A di 14 dezembrio. In colegio vene l'orator dil
papa, et messe hordine di la venuta dil cardinal, doman, a la Signoria nostra, a l'audientia ; poi commemorò quello brieve, mandò questi zorni el papa,
zercha la relaxation di domino Lucio Malvezo, retento | convenuto romagnir in Alemagna, maxime per esser
in castel di Verona, pregando la Signoria nostra, a
soa comptasentia, fusse relaxato. Li fo risposto, non
era tempo di parlar di questo. Poi el principe li❘
disse di li do contadini retenti da Ravena, e posti in
rocha di Forli, datoli taia ducati 60 per uno, dolendossi assai, sul nostro sia stà fato questo. Disse scriveria al ducha, provedesse a relasarli.
Vene il secretario di l' orator di Napoli, per haver la risposta zercha dar la galia per la raina di
Hongaria, la conduchi im Puia. Et, consultato la risposta, el principe li disse non poteva darli galia,
in loco dil re di romani esso ducha di Saxonia, perchè soa majestà talhor ne li consulti non pol trovarssi ; in conclusiom, dice assai di turchi, et esser
venuti per tratar pace et acordo con honeste conditiom, racomandandosi etc. E ditto poi, in secreto
trateria altro. E il roy li fè risponder, era contento
di pace, domente le conditiom fosseno honeste ; e
questo è la substantia di ditta letera.
Da Padoa, dil vescovo di Ciki Nuova, domino
Marco Antonio Foscarini. Dice è ocupato al studio ;
par voglij li exatori farlo pagar certe decime, e lui
1169 MCCCCC, DECEMBRE. 1170
à 'buto gran danno ; prega la Signoria voi far etc.;
dice data: In gymnasio patavino.
281. Etiam vol poner tal angaria al dogado, mandar per le contrade 2 zenthilomeni et 2 populari a
far la description per le contrade. Item, siano electi 6
savij boni et justi a far tal tanxa. Item, non si meti
dil colegio, dicendo era senza fondamento.
Di Capo d' Istria, di sier Piero Querini, podesti
el capetanio, et sier Zuan Francesco Permarin, camerlengo, di ultimo novembrio. Come ha ricevuto la | decime ni tanse ; et, concludendo, non piaque a niun
parte di pregadi, di mandar la decima qui per l' arsenal etc. Rispondeno, ubedirà ; tamen avisa, di mexe
in mexe non si potrà mandar, perchè tutti li dacij
sono afitadi di tre mexi in tre mexi a pagar, perho a la fin manderano ; ma quella camera è poverissima, non suplisse in le spexe ordinarie im pagar li
castelani di Castel Nuovo, San Servolo, Mocho e Castel Liom con lhor compagni, e il capetanio di Raspo e altri provisionati, e manda il conto di l'intrata
e la spexa, et non si potrà mandar exploratori etc. , ❘ per una execution di una sententia fata a Lodi, e con
e, mandando dita decima, non potria mandar altro
cha bezi, perchè de li altra moneda non si scuode ; et,
per il conto, la intrada è a l'anno lire 17674, soldi
10, la spexa ordinaria lire 18130, soldi 16, sì che si
ritrova di più spexa la camera a l'anno, lire 456,
soldi 16.
Dil ditto podestà, di 5dezembrio. Come, per uno
merchadante tornato di Bossina, à non esser turchi,
e che il re di Hongaria era reduto in Jayza, vol dir
a Bazia, con cavali 12 milia, licet si stima 20 milia, e
per l'Ongaria si dice è conclusa liga con la Signoria nostra e quel re, et esser morto uno secretario
nostro de li ; et di tal liga tutto il paese è contento.
Dil ditto, di 9. Come à ' uto una letera di Damian
di Tarsia, castelan a Castel Novo, di 8, qual mandoe.
Chome à dal conte Michiel di Lendeniza, el re di
Hongaria a Bazia haver reduto le sue zente, cavali
12 milia, e questo perchè à fato saper a tutti che,
compiendo la trieva ha col turcho, questo San Mathio proximo, tutti stagino preparati etc. Item, di la
morte de uno orator di la Signoria nostra, richo,
qual à lassà al re di Hongaria, rompendo al turcho,
461 ducati 40milia. Item, todeschi in Lubiana si congrega, perchè il re di romani vol far una dieta, per una
imposition di persone et danari, perchè omnino vol
andar con exercito contra Milan etc.
Item, fo mandato a visitar el cardinal tre cavalieri , sier Zorzi Pixani sier Marco Dandolo et sier
Andrea Trivixam, qualli, nomine Dominii, visitono
soa signoria. Et lui disse, aria a caro esser expedito
presto.
A di XVdezembrio. In colegio, fo leto una poliza di l' orator di Franza, si doleva di certa causa
intromessa per sier Francesco Zorzi, auditor nuovo,
parole alte etc. Or fo mandato per ditto auditor, admonito etc. , e ditoli vadi a parlar al prefato orator,
per importar assai.
Da Chersso, di sier Hironimo Bembo, conte, di
9. Zercha certa dechiaratiom, chi dia pagar, o la comunità o la Signoria nostra, alcuni danari dati a certi
homeni, mandò per bisogno di Zara, dicendo de li
non è altri danari di la Signoria, se non dil censo,
et li judeci pageriano etc.
Vene l' orator di Cremona, et li fo ditto, per non
haver la letera di retori, non se li rispondeva, ma
mandasse a tuorla ; e cussi manderia. Et questo per
servar l' hordine è consueto.
Fo balotato alcuni merchadi per legnami di l'arsenal etc.
Vene el reverendissimo cardinal regiense, legato
apostolico, per il qual fo mandato alcuni patricij e li
piati. Et prima intrò in chiesia ; li preti li andò contra; fo a l'altar grando, e ditto certe oration, dete
la benedition e perdom di 7 anni etc. Et poi el principe col colegio li andò contra fino a la schalla, et
andati di sopra a l'audientia, dove fo tirato la chariega, e posto panno d'oro, et, sentato el cardinal
di sora el principe, et piena la salla, presentò uno
brieve, la copia di lo qual sarà qui avanti posto. Poi
fece una oration latina sapientissima ; primo, saluIntrò li cai di X, chiamati dal principe, et steteno | tando, nomine pontificis, il principe e il Dominio ;
passànona. poi dete la benedition, dolendossi dil turcho, e primo l'anno passato, poi perso Lepanto, scrisse brievi
a exortar li principi christiani a la expedition ; poi
Da poi disnar ſo colegio. Fo consultato la materia di Hongaria, et di trovar danari, maxime sier
Bernardo Barbarigo, savio da terra ferma, disse | questo anno, inteso il perder di Modon e Coron, li
passò el cuor; e à fato tre legati a latere, ut patel etc. ,
a far li principi christiani voglino far etc.; e lui
mandava in Hongaria, e questo per la fraterna bel' opinion sua di fogolari, troverà 24 milia fuogi, videlicet capi di caxa, e, taxandoli a suo modo, batendo il 3.º, ita che, da ducati uno fino 200 per capo, truova ducati 160 milia ; dice a tempo di Ferara | nivolentia a questo stato, benemerito di la fede apofu fato la descrition di le caxe, è numero 17 milia | stolicha etc.; et era stà mandato qui , acció, si la SiI Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 74
1171 MCCCCC, DECEMBRE, 1172
sto. Item, che il pontifice e la Signoria nostra s' intendino con il re preditto, et si prometino non far
pace col turcho, l'uno senza voler di altri , per ditto
tempo ; et a Hongaria et a Roma se fazi capitulatione, et era certo, li altri principi verano a questa exgnoria nostra sapientissima voleva aricordar alcuna
cossa, era pronto a sequir etc. Et poi disse di la bona
voluntà dil papa, imitando le vestigie di Calisto, suo
cio, et di Pio secondo, pontifici ; cæterum, quello era
secreto explicheria quando paresse al principe nostro. Et il principe li rispose sapientissime, verba pro ❘ peditione. Poi disse : Serenissimo principe, el pontiverbis, generalia. E ditto il pericolo dil turcho, e
quello fevamo, ringraciando la beatitudine dil pontitice e di reverendissimi cardinali , di la bona voluntà et disposition a le cosse christiane, e nui eramo
l' antemural etc., e la christianità si doveria muover
contra questo cam, nimicho di la fede christiana. Et
fice in tutto non ha de intrada ducati 200 milia a
l'anno, et io lo so, che 4 anni li ho manizati. Et dirò
da me quello è ditto per zenoesi e fiorentini, che vostra Signoria e questo dominio non voleno spender etc.; exortando a far il tutto contra turchi, per
ben di questo stado et di la christianità etc. Et il
461 l'audientia secreta hora se li daria. Et mandati tutti principe li rispose sapientissime et generalmente, difuora, rimase il colegio, esso cardinal, et l'orator dil | cendo, sassemo (sic) col senato, et se li faria risposta ;
papa, qual, vulgari sermone, expose con gran fervor e justifichoe in la gran spexa da mar e da terra per
di le cosse christiane; chome el pontifice e li reve- il turcho era questo stado.
rendissimi cardinali erano di bona mente a la expedition, e si havea pensato soa santità far tre exerciti contra il turcho ; uno per la Germania, al qual haveva
mandato legato el cardinal curzense, e datoli la decima, jubileo e cruciata, e à voluto tochar li ecclesiastici, qualli sono inasueti a pagar ; l'altro exercito per Hongaria e Polonia, dove lui andava legato
con amplo mandato di concluder etc.; e il terzo per
mar, far armata potente, e soa santità prometeva
per tre anni a ditti re, ducati 40 milia a l'anno, acciò rompino guerra al turcho; e cussi pregava la Signoria volesse prometer quello li pareva. Et havia dà il
matrimonio, videlicet dispensa, in Hongaria, potissimum per amor di la Signoria nostra, e fato cardinal l'ystrigoniense, qual è il tutto in quel regno. Item,
di l'arınata yspana era stà bona causa soa santità, ❘ colegio, acompagno esso cardinal fino a la scalla di
per haverli dato le decime, et hora li àdà la crucia- piera dil palazo.
Da poi l' orator dil papa presentò uno brieve dit papa, dato a dì 3 novembrio, zercha lo episcopato di Cividal di Bellun, fusse dato a domino Bortolo
Trivixano, qual juridice l'à 'buto in corte, laudandolo assai, pregando la Signoria li desse el possesso,
el qual per pregadi ſo dato al fiol dil conte di Pitiano. E poi esso orator, chè mai il cardinal O disse,
che aveva scrito al preſato conte fusse contento lassarlo, prometendoli altri beneficij ; qual avia risposto, esser contento di quello voleva la Signoria no- stra. Et il principe li rispose, è nostro governador
zeneral, era stà in Friul contra turchi questo anno,
et anderia uno altro anno, si che bisognava far etc. ,
quasi dicendo, per pregadi ge l' avemo dato etc. , tamen si consulteria. Et cussi, levato el principe col
ta; et per tanto voleva etiam soa santità far armata, Da poi disnar ſo pregadi. Non fu el principe, nè 462
inmitando le vistigie etc. , e armar dil suo 20 galee, ❘ fu fato la relatione dil cardinal, ma leto le letere. Et
qual havia rechieste a la Signoria nostra; etiam in ❘li savij consultato insieme, fo fato il scurtinio di do
Sicilia e Zenoa ne armeria, e voleva solum se li pre- | provedadori sora le nave, justa la parte presa con
stasse li corpi, oferendossi restituirli finouno rerno, | pena. Rimase sier Marin Zustignan, fo podestà et
si rompesse ; e vol li cardinali tutti armino una galia | capetanio a Ruigo, et fo l'anno passato, et sier Zaper uno, perchè ne son de richissimi ; et in questa | noto Querini, fo provedador al sal. El qual scurtinio sua età soa beatitudine vol andarvi im persona, cho- sarà qui soto scrito etc.
me si à oferto in concistorio ; e decretò venirvi etiam
li reverendissimi cardinali, et è certo verà il christianissimo re di Franza, e li catholici reali de Yspania,
a li qual à scrito, saltem uno di lhoro non manchera,
dicendo, soa santità dice aver abuto tutti li honori,
et vol lassar memoria di lui, qual non pol esser mazor cha questa, andar im persona contra infidelli. Et
la potissima cossa richiedeva esso legato, era la Si- gnoria mandasse con lui uno orator in Hongaria,
con amplo mandato di concluder, e si facesse pre-
&
❘
Item, non hessendo il colegio im pregadi, fu posto per li consieri suspender certa execution comessa ai X savij contra quelli hanno comprà gastaldie
per tutto il mexe, atento è stà intromessa per sier
Bernardo Bembo, dotor, cavalier, e sier Hironimo
Donado, dotor, olim avogadori, una parte, et non
pono aver el pregadi al presente. Ave 19 di no, el
resto di si. E fo presa.
Item, fu posto per tutti li savij dil colegio, atento il cardinal à richiesto uno ambasador a li serenissimi
1173 MCCCCC, DECEMBRE. 1174
Sier Marco Dandolo, dotor et cavalier,
fo ambasador in Hongaria
Sier Alvixe da Molin, savio dil conseio,
quondam sier Nicolò
52.103
67.87
Sier Marco Zorzi, fo savio a tera ferma,
quondam sier Bertuzi . 49.102
re di Hongaria e Polana, qual vadi con lui, con amplo mandato, che, de præsenti, sia electo uno orator,
non possi refudar sotto pena di ducati 500 d'oro,
oltra tute altre pene ; et vadi, sotto la ditta pena,
con esso reverendissimo cardinal. Et li savij a tera
ferma, e il Moro, savio ai ordeni, messeno el ditto
orator sia eleto di ogni luogo, et oficio, et officio
continuo. Andò le parte : 0 non sincere, una di no,
59 di savij dil conseio et 4 savij ai ordeni, et 89 di
savij a tera ferma. E fo presa.
141 Eleti do provedadori sora le nave,
justa la forma di la parte.
10. Sier Michiel Salamom, fo provedador
al sal, quondam sier Nicolò
8. Sier Antonioda Canal, fo auditor nuovo, quondam sier Zorzi
† 4. Sier Marin Zustignan, fo podestà et
capetanio a Ruigo, quondam sier
Pangrali
Non. 2. Sier Francesco Querini, è di pregadi, quondam sier Andrea
9. Sier Francesco Venier, fo conte a Zara,
quondam sier Alvixe
Non. 7. Sier Hironimo Querini, fo di pregadi, quondam sier Andrea, da San
Moixè .
11. Sier Bernardo Memo, el grando, quondam sier Piero
3. Sier Antonio Moro, fo baylo et capetanio a Corfù, quondam sier Cabriel
6. Sier Francesco Orio, fo di pregadi,
quondam sier Piero
1. Sier Francesco Bolani, fo di la zonta,
quondam sier Candiam
† 5. Sier Zanoto Querini, fo provedador
al sal, quondam sier Francesco .
Adiditto.
.
Eleto ambasador a li serenissimi re
di Hongaria et Polonia.
Sier Francesco Querini, fo retor e provedador a Cataro, quondam sier Andrea
† Sier Nicolò Michiel, dotor , cavalier,
procurator
Sier Zorzi Emo, fo savio a tera ferma,
quondam sier Zuan, el cavalier
Et chiamato el prefato sier Nicoló Michiel a la
Signoria, tolse rispeto di acetar et risponder domam damatina.
Copiadil breve, portò el cardinal, di credenza. 462
ALEXANDER PAPA VI.
Dilecte fili , salutem et apostolicam benedi65. 73 ctionem.
35.105
......
......
Adducti maximis cladibus in plerisque christianorum locis ditioni istius inclyti Dominii subiectis
per perfidos turcas christiani nominis hostes illatis,
ac tuæ nobilitatis et ipsius Dominii frequentibus lit83. 62 teris sollicitati, ut aliis nostris significavimus, præter
alia quæ per nos potuerunt adhiberi remedia, tres
cardinales a latere nostros legatos creavimus, quorum videlicet filium nostrum Petrun), tituli sancti
68. 68 Cyriaci in Thermis, presbyterum cardinalem rheginensem ad carissimos in Christo filios nostros Vuladislaum Hungariæ et Bohemiæ ac Joannen Albertum Poloniæ reges illustrissimos legatum destinamus ; eique injunximus ut ex itinere ad tuam nobi34.101 litatem ipsumque Dominium deflectat, eisque cuncta
per nos sibi commissa ostendat, petatque si quid
præterea eis occurrat, quod ad permovendos adducendosque illos reges ad hanc sanctam expeditionem
sumendaque arma contra ipsos turcas pertineat. Fecimus certe quod potuinus, nec sumus pro virili
33.114 nostra unquam omissuri, quod in hanc rem fore
existimemus ; in qua una cura dies ac noctes consu81.65 mimus. Tua igitur nobilitas, cum inclyto isto Dominio, pro sua sapientia et prudentia, deliberabit, si
qua alia fuerint, quæ idem legatus pro re hujusmodi
concludenda facere possit. Cui legato commisimus
nonnulla tuæ nobilitati et eidem Dominio, nostro nomine, referenda, in quibus placeat, tamquam nostræ
propriæ personæ, fidem adhibere.
54.92
62. 83
Datum Romæ, apud Sanctuni Petrum, sub
annulo piscatoris, die 18 novembris 1500, pontifi35.117 catus nostri anno nono.
112. 41
HADRIANUS.
A tergo : Dilecto filio nobili viro Augustino Bar55.100 badico, duci Venetiarunı .
1175 MCCCCC, DECEMBRE. 1176
In questo zorno, a Castello, fo desagrato un prete, qual amazò sier Beneto Morexini, in caxa, suo
fiol et la femena negra ; preso in questa terra, avanti
li fosse dato taia, ma solum chiamato, nome pre'
Francesco, stava a San Zane Digolado; et eri dal
patriarcha con 6 episcopi fo terminato di desagrario,
et cussì vi era sier Beneto Sanudo, l' avogador di
comun, al qual tochò ditto caxo, insieme col vichario. E fo disagrato, more solito ; si menerà mo in
quarantia criminal.
Vene uno capetanio di sguizari, con letere dil
baylo dil Degiun, governador, da Como, et dil segretario nostro a Milan, in sua recomandatione, chiamato Alberto Chalegret, voria soldo di la Signoria
nostra contra turchi, oferendossi etc. È stato al soldo
dil roy. Era con lui Alvixe Signolo, sanser, qual fo
interpetre; et, mandato fuori, consultato darli bone
parole, e dir, al presente, non si fa da terra masolum per mar. E cussi li fo ditto, e tocho la man a li
consieri.
A da 16 dezembrio. In colegio non fo il principe, Vene sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procuper non sentirsi. Non fo leto letere alcuna, solum rator, dicendo za 34 anni si havia fatigato, e più di
una poliza di l'orator di papa, solicita la risposta al | homo vivo al presente, in legatiom per questa terra,
brieve per lo episcopato di Cividal .
Vene sier Piero Marcello, viem provedador di
Friul, et acompagnato el conte di Pitiano fino a Vicenza, e volse referir, comenzando da le cosse di
Lombardia. Fo rimesso a referir im pregadi.
Vene l'orator di Franza, dicendo à letere dil
cardinal curzense, di Roverè. Li scrive vol andar di
longo in Alemagna, et far assai, et excomunichar il
re di romani e quelli principi al bisogno, e non stima morir per la fede di Christo, chome fè san Thomaso carthuriense in Anglia. Poi disse esser stato a
visitar el cardinal, qual li dete uno brieve dil papa,
lo exortava a far etc. Et volendolo mostrar, mostrò
e anderia volentiera dove si volesse ; ma è contumaze in Hongaria, perhò che del 1472, hessendo
conte a Spalato, havendo un Tari Peter, baron di
Hongaria e capetanio general dil re di Hongaria, per
nimicicia con sier Alvise Lando, conte a Traù, depredato Traù, Sibinicho e Spalato, li fo comesso per il
conseio di X dovesse farlo amazar con bel modo.
Et cussi, posto hordine de abocharssi a Clissa, castello suo, mia 5 lontan di Spalato, esso sier Nicolo
Michiel vi andò con do contestabeli, Jani dal Borgo
et Zuan Matio da l' Aquila, et ivi fo amazato el dito
capetanio, con 8 altri, presi zercha XV di quelli signori mandati de qui, poi fono liberati ; si che, andando, saria di certo amazato, per esser ancora di
quelli in quella corte vivi, suplicando di gracia la Signoria volesse acetar la sua scusa. Et, mandato fuori,
tutti quasi voleva l' andasse, maxime sier Francesco
Foscari, savio a terra ferina. Et leto una parte dil
gran conseio 1479, posta zercha quelli refudano,
non si possi revochar, pone pena a chi mette in con-
❘trario, se non per li consieri, cai di 40 e savij di
una man e di l'altra etc. Or fo consultato. Jo parli
in suo favor, non era da mandarlo per il rispeto.
463 non l'haver adosso. Item, disse esser venuto in questa terra el signor Constantin Arniti, spogliato e svalisato, alozato in cha' Morexini a San Zam Lateram;
è stato a visitarlo, e li piace sia qui ; vol esser di la
regia majestà ; per tanto dice, venendo a la Signoria,
li piace per esser zenthilomo nostro. Poi disse di
l'armada faceva el roy im Provenza, avia electo capetanio monsignor di Ravaslem, ch'è, con il roy, fiol
di do sorele ; et pregó la Signoria le do nave di Zenoa, partite di l'armata, non ascriva al roy, che sa
li chastigerà, et ne à scrito in bona forma. Et per
sier Nicolò Trivixam, procurator, savio dil conseio,
di hordine dil colegio, per non esser consieri suficienti, rispose al dito orator, ringraciandolo di la
communichatiom, e dil signor Constantin O sapevamo
fusse qui. E poi li disse la venuta dil cardinal eri a
la Signoria, e la proposta di ducati 40 milia, volendo
uno orator, qual era stà eleto sier Nicolò Michiel, ❘ per le raxom ditte di sopra, et inzenochiossi dimanDa poi disnar ſo pregadi. Non fu il principe.
Referite sier Piero Marcello, venuto provedador di
Friul; non lo alditi, per esser con li savij in colegio. Ergo qui non scriverò. Fo laudato dal vice
consier.
Item, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, andò in renga, excusandossi non poter acetar
procurator ; et di le 20 galie voleva arınar etc. Et
esso orator ringratiò la Signoria di tal comunichation,
dicendo havia comenzato a scriver al re, e ſaria una
post scrita di questo. Poi li ſo ditto esser stå lassato
il contrabando di le sede a quel zenoexe, per amor
suo; etche in l'altra cossadi Lodi, fo mandà l'auditor | manda credenza di tal causa di scusa. Et rimase sier
a parlarli. Disse era stato, e havia conzato d' acorpo. ZachariaContarini, el cavalier, fo podestà et capetanio
dando di gracia la vita ; unde per li consieri fu posto di acetar la soa scusa. Ave 3 non sinciere, 43 di 463
no, 96 di la parte. Et fu preso di acetar la soa scusa,
per voler li do terzi. Et cussi fo fato il seurtinio di
orator in loco suo, qual sarà qui soto posto, e co-
1177 MCCCCC, DECEMBRE. 1178
a Ruigo ; et chiamato a la Signoria, tolse rispeto fino | ristar, saria tratada a modo imperatrice ; mai volse,
doman di risponder.
Di Hongaria, di sier Sabastian Zustignan, orator, di 28 novembrio, date a Buda. Chome, a dì 17,
parti da Baza, e con neve e pioze excessive, a di 24
zonse li a Buda, convenendo passar il Danubio, qual
imo hessendo soa majestà a Bazia, si è partita de
Ystrigonia, e andata a Viena quasi fuzendo etc. Li
mandò 4 oratori driedo, do per nome di soa majestå, et do per il regno, a exortar tornasse. La qual,
essendo za in Austria, fo forzo a ditti oratori scriera agiazato, e far taiar con manere etc. E, zonto,lo | verli, et lei rispose non voler tornar, chome par
❘
❘
vene a visitar el reverendo ... , et il magnifico the- per la copia di ditte letere, mandate de qui ; pertanto
sorier ; e posto il corpo dil collega in la chiesia di prega la Signoria voglij scriver a' soi oratori a RoSan Francesco, frati observanti, in deposito, per fin ma, in Franza, in Spagna e altrove, acciò, si soa mali fioli lo mandino a tuor, justa il suo testamento, jestà fusse calonniado, potesseno justifichar etc., perpoi li disseno il re a dì 29 saria de li. Item, tartari che possi atender con bon animo a la impresa. Poi
molestano il regno di Polonia assai con li moschoviti el cardinal, da si, disse : Vostra majestà non atenderà
e turchi insieme. Item, il re ben disposto a la expe- a questo, nè temerà di esser calonniado, ma aten- 464
dition, ma li bisognava subsidio ; e vol prima rom- derà a l'impresa. Poi l' orator nostro li dimandò, si
per a Smedro, castello fortissimo di turchi, mia 8 soa majestà havia O di novo. Disse, di Polonia aspeitaliani di Belgrado; à preparate artilarie grosse e tava la tornata di lo episcopo di Chai, per il qual si
menute, mancha solum li danari. Et ivi sarano a le | saperà la verità ; et sperava si acorderia quelle diferentie tra suo fratello, ducha di Lituania, e il ducha
di Moscovia, per aversi interposto di acordarli el
duchta Stefano de Valachia etc. Poi disse esso nostro
orator, acciò viva voce intendesse da bocha dil re, si
era contento di le proposition per lui fate per nome
di la Signoria nostra, per la liga general. Rispose
de sì; ben aria voluto havesse acetà li capitoli è
mandati a la Signoria nostra, solicitando presto a
dar principio a la expedition.
man li exerciti, per stimar turchi quello assai, e il
più è aver vituarie, qual si potrà poi sempre averle
fino a Constantinopoli. Item, disseno haver inteso, la
Signoria fa potente armata, di 80 galie nove et nave
grossissime etc. , dicendo bisogna conclusiom presto,
perchè a di 24 fevrer, el di di San Mathio, bisognerà
ussir di praticha, tacite dicendo, fin quel tempo il
re è in trieva con el turcho. Item, ozi è venuto uno
suo secreto a dirli, el re in camino haver auto letere,
el ducha di Lituania, suo fratello, esser dal ducha di Dil ditto orator, di primo. Chome, partendossi
Moschovia, chiamasse re di Rossia, molto mal tra- ❘ quel zorno el cardinal per Ystrigonia, andò a visitar
tato, averli tolto dil regno più paexe di quello è
l'Ongaria, e si fa chiamar Dux ducum, et è tutta
opera dil turcho. Item, il re di romani à scrito, non
si acordi el re di Hongaria con la Signoria nostra per
questo anno, perchè la Signoria è bastante a resister,
e lui à praticha col roy di Franza, e insieme fato tal
acordo, sarano uniti contra turchi , e li à scrito di sua
mano etc. Item, el re si aspetava doman li a Buda.
soa signoria, et scrive coloquij abuti, pregando la
Signoria scrivi a Roma, el papa li mandi il capelo,
et expedissa presto li legati, acciò non si perda tempo, per esser a la primavera etc. Et poi, tirato a una
finestra, li disse in secreto, l'orator dil turcho, stato
im Polana, si aspetava li; perhò si doveria concluder, per expedirli tutti do, dicendo il re di Polana
non è per moversi, per esser in guera con tartari,
e non è mal fusse in triegua col turcho. Et l' orator
nostro rispose, saria malissimo, perchè la Signoria
nostra saria delusa. Rispose : Quel si fa è a ben di
tutti. Item, li disse, questa matina nel conseio è stà
parlato per alcuni malivoli di far trieva questo re
col turcho, e lui li ha rebatuti, dicendo: Credè, non si
farà cossa contra voler etc., perchè questo regno
non vol pace con turchi, ma il re vol ben auxilio ;
perho, amore Dei, la Signoria si risolva, e non si
stagi in capitoli. Item, el redi romani, ch'è una peste a questa expedition, à mandato a dir al re si
acordi col turcho, et rompi a la Signoria ; e pur queDil ditto orator, di 30. Chome il re vene eri, et
ozi volendo andar a visitar soa signoria, mandò uno
di secretarij a veder l'hora, et si scontrò nel preposito di Alba Regal, et uno altro barom, quali venivano per esso orator a condurlo dal re. Et cussi
andoe ; si alegrò di la sua tornata di Baza, e il re lo
ringratio ; poi fè atto al cardinal, dovesse parlar.
Qual disse, la majestà dil re e la Signoria nostra era
una cossa medema, e li avisava di la raina Beatrice,
quale volendo partirssi dil regno, il re la fece exortar a restar, prometendoli stado e intrada etc. Or
lei non volse; et venuti li oratori yspani e quel dil
re di Napoli, erano a presso di lei , dal re a diman- | sta matina li è stà risposto, la regia majesta voler
dar ditta licentia, etiam per lhoro la fece exortar a mover guerra al turcho.
1179 NCCCCC, DECEMBRE. 1180
.
Dil ditto, di primo. Dil licentiar la fameia dil
colega, qual vien de qui ; à satisfato li salarij di mexi
10, rimasto do soli con le robe, et Andrea di Franceschi, secretario, qual verà; perho manda 7 cavali
eun mulla, sarano consignati al podestà di Trevixo.
Etiam à fato, per aleviar la spexa al re, perchè za
motizavano. Et è da saper, ditto re fa le spexe a li
oratori nostri, che niun altro ſa questo.
Et leto le letere predite, sier Nicolò Trivixam,
procurator, savio dil conseio, qual era in setimana,
referite succincte quello disse eri el cardinal in colegio, scusandossi si non havia referito il tutto. Et con
effeto non referite di tre anni, videlicet per tanto
tempo il papa voleva.
Et fo posto, per tutti d'acordo, la risposta al
prefato cardinal, zoè che si ringraciava la cura dil
pontifice, e il fervor di soa reverendissima signoria
in le cosse christiane ; et qui si usò molte parole.
Poi , quanto a la richiesta di l'orator, era stà creato
con soa signoria sier Zacharia Contarini, el cavalier,
qual anderà con amplo mandato; di li ducati 40
milia a l'anno, vol dar il pontifice a quelli serenissimi
re per anni 3, nui li volemo dar ducati 80 milia, e
perchè alias il papa ne scrisse 100 milia, si cussi da
mo pareva a soa beatitudine, si sľorzeremo etc. Item,
di non far trieve ni paxe col turcho eramo contenti ,
etiam dil tempo; sperando il christianissimo re di
Franza, come per li capitoli di la liga fece con esso
re di Hongaria, promesse dar subsidio di la decima
general. Dil romper, saria bon quelli reali rompesse
nel stado dil turcho, et, venendo turchi con exercito
a le parte de Italia, se li opponesse, e per mar la
Signoria nostra con l'armada, et con quella dil papa
prometer di far etc. Etiam sarà quella di Franza, et
quella di catholici reali di Spagna, qual è in ipso
actu. Item, credemo el cardinal curzense va legato
in Alemagna, etiam farà optimo fruto. Et, conclu464 dendo, la Signoria nostra de intrepido animo è per
far contra questo turcho etc.; et si alcuna volta par
etc., è perchè vedemo esser soli a questo. Item,
quanto a le galie 20, ringratiamo soa beatitudine,
et za ne è preparate ; perho soa signoria avisi la
beatitudine pontificia di questo, che ne sarà molto
a caro. Et andata la dita risposta, have 6 di no, el
resto di la parte.
Item, fo posto per sier Lunardo Grimani, savio
a terra ferma, sia taiata certa parte posta eri, suspendeva li X savij non facesse la tansa a quelli di
le gastaldie etc. Et per non vi esser il colegio, sia
anulata, con questo , la execution sia suspesa, fin
per pregadi sia terminà. Et li consieri, a l'incontro,
messeno darli el conseio doman; et cussi volse etiam
il Grimani. Andò le parte: 42 di consieri, 66 dil
Grimani . E fo presa.
Item, fo posto per nui ai ordeni, di tuor a stipendio nostro maistro Zuan di Arzentina, bombardier, con ducati 12 al mexe, et ducati 3 per uno
fameio, et sia mandato a Napoli di Romania. Ave
24 di no, il resto de sì.
137 Scurtinio di ambasador in Hongaria, in luogo
di sier Nicolò Michiel, à reſudado.
Sier Francesco Querini, fo retor
e provedador a Cataro, quondam sier Andrea .
Sier Polo Pixani , el cavalier , fo
avogador di comum .
Sier Alvise da Molin, savio dil conseio , quondam sier Nicolò .
Sier Zorzi Emo, ſo savio a terra
ferma, quondam sier Zuan, el
cavalier .
† Sier Zacharia Contarini , el cavalier, è di pregadi .
Sier Piero Balbi, ſo savio dil conseio, quondam sier Alvise
Sier Lorenzo di Prioli, fo avogador di comun, quondam sier
Piero, procurator
Sier Domenego Trivixan, el cavalier, fo provedador a Cremona
47.95
49.83
58.80
67.75
78.73 81.58
60. 81
32.108
74.64
Sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier,
fo podestà a Chioza 72.81
Sier Bernardo Bembo, dotor, cavalier, el governador 58.92
Sier Zuan Batista Bonzi , fu synico
e provedador per le camere
Sier Marco Zorzi, fo savio a terra
15.129
ferma, quondam sier Bertuzi
Non. Sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà a Verona.
46.106
Noto, in questa matina, in quarantia civil e criminal, da poi molti consegij, havendo sier Nicolò
Dolfim , fo synico intra culfum , intromesso sier
Alvise Loredam, fo governador a Monopoli, et datoli .... capitoli, et parlò prima questi zorni esso synico, li rispose sier Alvixe predito, et justificho ben
e saviamente. Or ozi, posto la parte di procieder,
ave 4 di procieder, 19 di no, et 40 non sinzier. Et
fo el primo conseio a donam. Et la matina sequente
1181 MCCCCC, DECEMBRE. 1182
parló el synicho. Rispose Rigo Antonio. Et andó la | requisition di sier Bernardo Bembo, dotor, cavalier,
parte : di procieder X, di no 33, et non sincier ...
Et cussi fo asolto al segondo conseio di largo judicio.
Ad 17 dezembrio. In colegio non fo el principe. Et reduto li consieri, per andar dal cardinal con
li prati et il colegio, a dirli la risposta, era, oltra il
colegio, solum 4 zenthilomeni di pregadi, licet eri
fusse fato asaper. Et cussi la Signoria, col colegio tutto, vene con li piati fino a la chaxa dil marchexe,
dal cardinal, et soa signoria vene in sala contra ; era
in rocheto; et andati in camera, mandati tuti fuora,
excepto il colegio, era l'orator dil papa, e, sentati,
per sier Nicolò Trivixam, procurator, li fo fato le
parole di la risposta, qual fo leta per Gasparo, et
fo piena di substantia. Et il cardinal resto satisfato;
tamen a la parte di 80 milia ducati, pregava fusse
expresse ditto 100 milia ; e ditoli bastava, per il remeter si ſevamo al pontifice, e li piaque. Poi disse,
di le galie, el papa voleva armar molto più dil numero ditto, et li scriveria, volendo da la Signoria
solum li corpi e artilarie, et lui meteria li homeni
pagati dil suo etc. Poi disse do cosse commesseli
per il papa. La prima, volendo soa santità, per amor
come avogador, per la parte di le gastaldie etc. Et
reduto, sier Francesco Foscarini, savio dil conseio,
messe per parte, tutti li savij dil colegio siano ubligati venir a questo conseio, per poter difender le
raxon di la Signoria, sì quelli meteno ballota, come
no, soto pena etc. Et have 2 di no, el resto (75) di
la parte. E fo presa.
Item, perchè non erano stà citadi quelli savij
messeno la parte che pagaseno, fu posto per li con- sieri una parte, fosse citado li savij sono vivi, et li morti, atento si convien andar per via di gracia, per
questa volta sia suspesa, et vengi marti o el di drio,
non hessendo per cosse di la terra questo conseio, e
li 40 criminal e altri oficij meteno balota, soto pena
di ducati X. Item, siano ubligati venir tutti li savij
dil colegio, si quelli meteno ballota, come no; et li
avogadori siano obligati mostrar il processo a li avochati di la Signoria, et a quelli dil colegio lo vorano
veder. Et ave .... di no, di sì. E fo presa.
Di Spagna, fo leto le letere di sier Domenego Pixani, orator, dute a di 13 novembrio, in Granala.
Chome da Valenza fono le ultime, et era poi zonto
li per pessime vie, e con gram sinistri, e longato la
via per pericolo dil disturbo de' mori. Or zonto li
quel zorno a presso Granata, mandò per il corier a
notifichar a le regie alteze il zonzer suo, quale voleva l'indusiase a doman intrar; ma per esser a la
465 suo, aversi levato di la protetion di quelli tiranuzi
di Romagna, ringraciava molto la Signoria nostra,
perchè, mediante lei, lo illustrissimo signor ducha
Valentino havia abuto ditti lochi ; per tanto pregava,
manchando Faenza ad haver, la Signoria volesse
ajutar il ducha di zente et altro, sì che l'habi, e sarà | campagna, e conveniva dormir in terra, pregó intrasse quel zorno. E cussi, a hore 21, li vene contra
do mia lo episcopo di Giaè, con uno altro, per nome
di reali, demum da poi do altri cavalieri, con alcuni
zaneti, poi 4 episcopi ; et cussi intrò in la terra con
cavali 300, a li quali, a tutti, latino sermone, ringraciava etc. E foli preparato una caxa, la più bella de
cossa molto aceta a soa santità, justa, hutile et honesta : justa, per esser ubligati cadaun principe ajutar il pontifice contra li rebelli di santa chiesia ; utile,
che, non spendendo il papa in questo, spenderà in
ajuto di le cosse christiane, per esser omnino diliberato averla ; honesta, la Signoria nostra risponderia
a l'obligo per l'amicitia etc. Poi ringratiò di averlo | li, ma tristissima, qual è di don Consalvo Fernandes,
capetanio di l'armada, adornata di tapezarie, ch'è
præter solitum; è belle corte el fontane in quella
dove dismonto. Et li oratori neapolitani a pena ebeno
li muri, e molti di soi veneno a veder le preparaazonto nel numero di la gente patricia, et di la protetione ; cæterum, la Signoria volesse dar conduta al
prefato ducha, simile a quella dil conte di Pitiano,
pregando presto fusse expedito, acciò si parti. Et è
da saper, eri matina fo a veder le zoie e le arme dil | tion di ditta caxa; et diti oratori li mandò a scusarconseio di X, et ozi dia andar a l'arsenal ; promete,
andando in Hongaria, et il re in campo, li starà
sempre a presso, et non stimar la vita, et per ditto
sier Nicolò Trivixan, procurator, per esser in seti- |
mana, li fo risposo si conseieria e risponderia ; scusando il principe non si sentiva etc.
si, non erano venuti contra, e veria a visitarlo; lamen poi, per la invidia, non veneno. Lì è la rezina di
| Napoli, sorela dil re, et il cardinal di Aragona con
lei, nepote di re Fedrico. Item, è uno orator di Franza, prete, con poche persone non da conto ; al qual ,
chome li parlerà, userà ogni dimostration di benivoEt in questa matina vene letere di Spagna, molte lentia. Item, quelli neapolitani sono de li , si doleno 465 .
e de importantia, parte in zifra, qual non fo compite | di quelli reali, et non sono ben contenti. Item, vedi lezer, et è numero cinque.
Da poi disnar ſo pregadi per la terra; tamen a
derà di haver audientia etc.
Dil ditto orator, di 14. Chome vene a trovarlo a
1183 MCCCCC, DECEMBRE. 1184
caxa lo almazano, gran canzelier di le regie alteze, mada soa era stato per travaio di mori et per tempi
e lo visitò per nome di reali, dicendo li daria au- contrarij ; quanto a invernar in Sicilia, era tempo
dientia secreta e non publica ; e questo, per esser in | longo, e voleva haver pensier ; e di le decime e cruterre nove venute a la christianità, perhò non si nomini turchi, pregando niun di la fameia li nominasse
per caxon di li populi etc.; e doman si daria il capello di cardinal a l' arzivescovo di Sibilia, poi li daria audientia. Et li dimandò si l' armada di quelli reali
era venuta in tempo di Napoli di Romania, perchè zenoesi, fiorentini e neapolitani dicevano era perso.
Rispose, non saper, ma credeva de si, se a dì 27 septembrio la parti di Messina, chome si dice. Item,
pregò esso almazano scrivesse a la Signoria, li avisase spesso di nove turchesche, farà cossa agrata a lhoro alteze ; et che li mori de li erano sublevati in certi castelli a li monti forti, per non farsi
christiani ; e il re e la raina pocho curava, e. non li
voleva dar a captività e sacho, za li arino auti per
la soa pietà ; pur inandano certi canoni a ditti castelli etc.
Dil ditto orator, di 16. Chome uno Bernardino
da Brandizo, stava col cardinal di Aragona, era venuto da lui come subdito nostro, dicendo la rezina,
il cardinal et quelli oratori neapolitani erano mal
contenti di quelli reali, perchè pocho curavano, si
ben el re di Franza tolesse quel regno; e vol la rai- na, maxime li fioli di le figlie redita, che non pol far
maxime nel regno di Ragona etc. Dil ditto orator, di 17. Chome eri vene a caха
sua uno abatte, successo in locho di maistro Diego,
qual è deſonto; et cussi a hore 20, deputato darli
audientia. Vene a levarlo lo episcopo di Magioricha |
et il comandador magior di Chalatra con altri cavalieri, et lo menono da le alteze regie, a le qual fece
una oratione. Poi, presentato le letere credenzial, era
sollo con il suo secretario, et dechiarite l'amor et
benivolentia con la Signoria nostra , ringraciando
quelle regie alteze di la bona mente sua, e di le letere scrisse a la Signoria nostra, e di le oferte di don
Consalvo Fernando, capetanio suo di l'arınata ; poi
si alegrò di le noze di la fiola nel serenissimo re di
Portogallo, e di l' obito dil principe 0 disse, per esser stà cussi consegliato. Poi intro de' turchi, e il
pericolo di la christianità, et sopra questo fè molte
parole; demum, pregando volesse far disarmar que- sto anno la sua armada in Sicilia, zoè quella ivi rimanesse, et che la Signoria nostra ha scrito a Roma
per la cruciata etc. El re rispose breve, che non ſeva
bisogno ringraciasse di le opere fate per amor di la
fede et di la Signoria nostra, e de li incomodi nostri
se havia sentito grande affanno, et dil diferir di l'arciata solum havea auto quella di l' anno passato, decima, e trato la paga, per uno mexe et mezo, et
questo anno O havia abuto di tal decima e cruciata.
Poi la raina parlò in consonantia, ut supra, dicendo
non mancheria, e non havia fato l'armata per paura
dil suo stato, ch'è molto longo, ni de la Sicilia, ma
per amor de Dio e di la Signoria nostra. Et esso orator li rispose molte parole ; e quanto a una parola
tocho soe alteze, che se unissa li principi christiani,
non era di aspetar, ma doveano far etc.; e justifichò la Signoria nostra di la molta spexa havia, dicendo il revochar di l'armada saria causa il turcho
vengi potente, et usò molte ſparole più di quello a
lui si conveniva etc. Or soe alteze risposeno, pense-
❘riano, e li manderia a dir la risposta. Poi il re li disse: Ben; el re di Franza che fallo ? Rispose, era
pronto; ma questo anno era sta ocupato per Milan etc., e nel suo partir havia mandato alcune nave
di Zenoa etc. Poi dimando di l'ongaro, dicendo spe- 466
rava fusse bon averlo. Rispose, nel suo partir era
ben disposto a la expedition etc.
|
Dil ditto orator, di 18. Come era venuto a parlarli a caxa l ' almazano, secretario regio, et fè molti
discorssi zercha l'armata, dicendo mal dil papa, et che si dovea mandar oratori a tutti li principi christiani, maxime a l' imperador e re d'Ingaltera. Et a
questo l'orator rispose, la Signoria nostra havia oratori a Roma, in Franza, lui a soe alteze, in Hongaria et a Napoli. Item, di Portogallo par non si mandi
orator, per esser quel re occupato con la sua armata
contra el re de.... Poi, bisognando, li reali di Spagna haverano da quel re quello vorano. Item, di
l'armata non poteano tenirla, per la gran spexa, nou hanno il modo; bisognava la Signoria pagasse. E lui
orator justifichó con alte parole la gran spexa faceva la Signoria nostra etc. , dicendo: La Signoria za do anni, e i vostri reali è 4 mexi, et è za strachi. E il
secretario disse : Non volendo dar danari , fazi chome
fè el re dom Johanne d' Aragona, che impegno el
conta' di Perpignan al re di Franza, e à fato la Signoria vostra al re di Napoli, che li à tolto tre terre im Puia. Rispose, saria vergogna di le regie alte- ze etc.; e le terre in Puia, fono tolte di voler dil pa- pa, Maximiano, soe alteze et ducha di Milan. E il secretario disse : É bon si metti la praticha di l'armada in man dil vostro capetanio zeneral, e dil no- stro capetanio, che lhoro adaterano zercha la spexa;
dicendo non bisogna scriver al papa per cruciata,
1185 MCCCCC, DECEMBRE. 1186
466
perchè el voria un altro Rimano o Faenza, e va di- | di queste. Di Spagna lexe quelle letere molto cative.
scorendo diverssi parlari. Di Franza non si averà 0 ; à fato trieva con MaxiDil ditto orator, di 22. Chome fo da le regte miano, pertende esser signor di Italia, e disse di le
alteze, e parlato di l'armata, dicendo saria vergo- parole usate per l'orator suo, domino Acursio , a sier
gna a darli le terre etc., soa majestà parlò, erano ben Francesco Zorzi, auditor nuovo, l'altro eri, stranie
disposti a la fede christiana et a la Signoria nostra, etc. Item, di Maximiano, ne vol mal di morte, nè vol
ehaveano fato la parte sua ; et è bon trovar qualche ❘ nostro ambasador di Hongaria; si vede, nel termine
expediente per l'armata ; e, quanto a le terre di la
Puia, l'almazano havia ditto per ben, perchè il re
di Napoli rendesse qualche parte o i danari, qualli si
spendesse e ussi per l'armata; concludendo, tenir
più l'armada non li era possibile, e conveniva remeterli li danari con interesse, si che non poleno.
Poi la raina parlò, ut supra, e che dita armata era
fata per questo anno passato, e non potevano più
mantenirla ; e se prima havesseno saputo el bisogno,
ariano provisto di danari etc. E l' orator li disse di
judei caziati, in laude lhoro etc. Conclude, pocho si
arà, ni ditta armata fu fata per la Signoria nostra, |
et è gran impossibilità a otenir cossa alcuna. Item, ❘
prega sia avisato di nove de' turchi e di Franza. |
Item, mori sono a l'usato, da 6 in 7 milia, in diversi casteli , aspri e forti ; e il re continua la expugnation, non perhò con molta zente. Item, li oratori di
Napoli par lo habi visitato, et li si atrova uno secretario dil cardinal Ascanio continue a le spale dil re.
Et per non vi esser se non tre consieri, non si
potè poner parte alcuna; ma fu dato sacramento per
li cai di X a bancho a bancho di tal letere.
A di 18 dezembrio. In colegio vene il principe.
Et è da saper, erri im pregadi, fo leto una poliza
inando l' orator di Franza al principe, avisando haver letere, per via di Zenoa, in merchadanti zenoesi,
il roy haver perlongato le trieve col re di romani,
per mexi cinque, comenzando questo marzo, qual
compie le prime.
Vene l'orator dil papa, per haver risposta dil
vescoato di Cividal, dicendo il conte di Pitiano è
contento haver una altra promessa. Li fo risposto,
si aldiria il messo dil conte etc. Poi il principeli
parlò, zercha le proposte di eri dil cardinal, sapientissime, recusando il tutto con bel modo, dicendo
non era tempo etc. E lui rispose ex affectu cordis,
pregando la Signoria compiaci il papa dil titolo, e
non cori li danari, acció a la expeditiom sij etc. Et
con questo prese licentia .
El principe fè un optimo discorsso, quasi pia
cendo (sic) le calamità nostre, et che lui andava a la
morte, e desiderava andar im paradiso, per non veder quello fede (sic), perchè saremo soli. À visto
prima il papa, e le richieste soe, e ogni di si havera
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
❘
|
si è, che bisogna darli danari, e non falir. Concludendo, si provedi ; e in l'arsenal è galie 55, non
serate, qual si lavora ; e tardi si haverà di le do nave
di comun, la picola si arà ma non la granda, ma
mancha li coriedi etc. , sì che si provedi.
Vene sier Zacharia Contarini, el cavalier, qual
disse molte parole per excusarsi di andar orator in
Hongaria, la moglie amalata, ha X fioli ; e poi di
l'eror di le balote nel seurtinio, scuode di più del
numero ; e per termenation di la Signoria in sier
Nicolò Foscarini e sier Domenego Trivixan, el cavalier, rimasti in Franza, fo manda zo la eletion, justa
la parte presa nel conseio di X, 148 ... Item, alego
altri caxi etc. Or parse a li consieri di poner la parte
im pregadi, e lui si difendi, e quello si habi a terminar ; tamen per la leze doveano quel scurtinio mandar zoso.
Di Verona, di 15, di sier Hironimo Zorzi, el
cavalier, podestà et vice capetanio Come el capeta-
❘ nio era andato contra il conte di Pitiano , justa i
| mandati. Item, quel teritorio e la terra è interdita,
non si pol batizar, ni sepelir etc. Et per via dil legato
fo scrito per queste feste sia levà l' interdito, et che
havia scrito a Roma, et sperava il papa levaria subito.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di
15. Come el cardinal curzense havia mandato domino Sabastian Capellam, fato prothonotario, a Trento, per veder di haver il passo ; qual li à scrito, aver
trovato quelli di bon voler, inteso la legation sua,
et che scrivendo un brieve a quel episcopo, e domino Paulo Litestener, capetanio regio, saria admesso ;
et soa santità à mandato lo episcopo di Curzola per
mandar al re, acciò lo lassi venir, e tamen si 'l scrivesse a Bolzan, a la dieta, saria admesso; a la qual à
mandato uno suo explorator, qual non è tornato.
Item, scrive altre sanze, et una poliza di quello è stà
concluso in la dieta augustense etc.
Di Curzola, di sier Alvise Balbi, conte, di 12
novembrio. Chome, justa i mandati, à mandato certi
navilij con legnami a Cataro etc.
Da Cataro, di sier Zuan Paolo Gradenigo, retor e provedador, di 5 novembrio. Chome a la venuta di Feris bei provete etc. Item, esser zonto de li
Sabastian da Veniexia, con page 115, sguataraia,
75
1187 MCCCCC, DECEMBRE. 1188
467
Charyo de le do galie di Alexandria, capetanio
sier Alvixe Zorzi, 1500.
Rami im pam
Rami in verga
Stagni
Rami lavoradi
Banda larga
Gripola
.
non è 30 boni homeni, e sono stà pagati di calze e
zujoni, e non pono viver, fuzeno im Puia ; lauda
Martinel di Lucha, contestabele, è li.Item, a la parte di cassar paesani, risponde è solum 4 forestieri, si
che non sa chome far, et non potriano altri star con
6 page a l'anno. Item, di ducati 80havia di le trate,
å armato la fusta, à ricevuto solum taole numero
1100, e travaxelli 24. Item, per do soi exploratori |
ha, Feris bei esser venuto a Resiza et Piperi, e havia | Fil de rame
fato netar le strade, et facea adunatiom di zente a Zenabrij
pie' et a cavalo, e preparato zopoli per passar il fiu- | Saom
me, e li cariazi venuti a Podgoriza, per venir versso Cataro, ma sopravene uno corier dil signor turcho,
a farli comandamento ritornasse, perchè il re di
Hongaria havia preso do soe terre, et cussi è tornato
via. Item aricorda, si el capetanio zeneral mandasse
li in colfo 12 galie, vederia di tuor Castel Nuovo.
Dil ditto, di 7. Chome à nova, il re di Hongaria
havia roto al turcho, facendo gran crudelta; e manda una letera di certo frate di San Bernardin, scrive | In cassade merchadanti per ducati 25 milia.
a uno altro di la liga fata etc., e la cruciata. Item,
esso provedador scrive, sier Antonio Condolmer vol
da lui certe bolete, unde refudava, e fusse fato in
locho suo per esser de qui etc. Dı Cataro, soto scrita : Judices, minus et secretum consilium communitatis Catari, di 25 novembrio. Laudano il suo proveditor ; prega la Signoria li provedi, et non li abandonino etc. Item, il populo
scrisse una altra letera, soto scrita : procuratores
cum deputatis universitatis populi Calari. Scriveno
zercha il jubileo richiesto a Roma, et haveano diliberà, li danari si trazevano andasse in rescuoder li
presoni, perho pregava etc.
Seda de cavalo
Corali
Armelini e zibelini
Vari
Pani di seda
Cristalli
•
Aver de cassa a nollo per ducati 200 milia .
Pani
Cenabrij
Stagni
Banda raspa
Rami im pam.
Rami in verga
Fil de rame
Arzenti vivi
Corali
Ambre .
Sarze
Carte
c. 1233
f. 40
f. 28
b. 30
f. 50
f. 6
c. 307
S. 62
b. 9
b. 2
C. 9
C. 9
b. 2
C. 7
с. 3
Chargo de le do galie di Baruto, capetanio sier
Marin da Molin, 1500, per Soria.
. b. 400
C. 156
c. 212
b. 18
c. 354
с. 33
b. 248
f. 48
с. 17
b. 9
Di sier Marin da Molin et sier Alvise Zorzi,
capetanij di le galie da Baruto e Alexandria , di Puola, di 12; poi dil Molim solo, di 8, et dil Zorzi,
di 14. In conclusion, quelle galie stracarge, maxime | Vari
di Alexandria, e il capetanio di Baruto non à vuto
b. 9
b. 42
Rami lavoradi с. 9
b. 3
Zebelini с. 2
obedir ; li protestate. E lui à risposo per protesto,
pur à levato 60 coffe di rame di la galia Marcella,
di Alexandria, e posto 4gomene di galie a l'incontro. Dice el Zorzi esser benissimo in hordine, e interzado; à ricevuto l' aviso di la Vajusa, ma non stima. Item, quel di, adì 14, feno vella; con le qual
Pani d'oro e di seda •
с. 10
Velli • .
C. 1467
Veri. , C. 2
Merze
Canevaze
с. 24
r.º 22
Dieta (?) b. 35 galie va sier Alvise Arimondo, consolo in Alexan- | Aver di cassa a nollo arzenti gropi 117.
dria. Item, par ditti capetanij siano stati 50 zorni in Item ori gropi 18.
Istria, et dite galie vano richissime, più che mai andasseno.
In cassa di merchadanti crede sia pocho.
Per Corfu.
Pani
Capeli
h. 202
b. 8
1189 MCCCCC, DECEMBRE . 1190
Augustino Barbadico, eadem gratia duci Venetia
rum, salutem et prosperorum successuum incrementa.
Per Famagosta.
Canevaze 0
r. 20
Ferro f. 10
Grisi ,
r.° 12
Pani b. 25
Merze C
Badili f. 3
Curizuoli b 1
2
Illustrissime princeps et domine, triste nuntium
et vehementer mærendum ex litteris serenitatis vestræ accepimus , de civitatis Mothon, per immanissimos turcas præter spem nostram expugnatione.
Compatimur nos mirum in modum vestræ serenitatis et hujus inclyti Dominii mærori et luctui acerbissimo, et si possemus aliquod remedium consolationis afferre, profecto faceremus pro viribus nostris ;
tanta enim vestræ serenitati ac isti inclyto Dominio
ab antiquis temporibus hæc domus nostra, et singulariter ego ipse, benivolentia affectus sum, ut ejus
prospera et adversa nobis communia esse reputemus. Nec minus tota christianitas reputare debet,
quæ vestris humeris et protecta hactenus est et protegitur. Magna nobis erat spes quod in primis serenissimus ac christianissimus rex gallorum, qui terra
In questa matina, in quarantia criminal, fo menato per sier Beneto Sanudo, avogador di comun,
quel prete fo disgradato a Castello, qual amazò sier
Beneto Morexini in caxa, il fiol et la femena elc. Li
rispose sier Alexandro Minio, avochato di presonieri,
dicendo era prete, non si dovea far sangue. Poi
andò in renga el ditto prete, con le man ligade, et
comenzó : Nolite tangere Christos meos, et che si
ben era disagrado, non era perhò che non fosse in sacris vere etc. Alegó leze et esempij ; nego averlo | et mari multa potest ad propellendos ejus immanisfato; et fo longo. Et fo leta la sententia fata a Castello per el patriarcha et 6 episcopi, la qual è bel- lissima. E posto di procieder, ave 22, et 9 non sincere. Fo posto tre parte. Una, per sier Antonio Trun,
el consier, fusse per canal menato e tanaiato, e poi
conduto per terra a San Marco, e sia apichato, et
poi ficha fuogo, e lui con la forcha brusato etc.; e
questa have 5 balote. Sier Beneto Barozi, vice cao
di 40, messe ut supra, ma fusse tanaiato vere, e poi
squartato. Have 3. Et l'avogador et cai di 40 e sier
Andrea da Pexaro, vice cao, messe che doman, ch'è
sabato, fusse menato per canal su una piata etc. ,
fino a Santa †, e li desmonti, et poi avanti la cаха
dil morto li sia taià la man destra, e quella picata al | rabiem suam protendere sine dubio conabitur. Nos
collo, sia menato a coa di cavallo a San Marcho; qui multos annos transactos tam a turco quam a
dove sia descopato et squartà in 4 quarti, qualli siano ❘ tartaro continuis bellis opprimimur, etsi vestræ se- apichati ai lochi consueti. Et questa have 14. Et fo
presa. Et 9 40, per esser prete, fo non sincier etc.
Da poi disnar fo conseio di X simplice ; provesimi hostis conatus, vestræ serenitatis adesse debuerit, ut eisdem auxiliis quæ vestræ serenitati commu- nicasset, suis quoque dominiis periculo contiguis
securitatem fecisset credebamus; et alios principes
spirituales et sæculares, vestræ serenitati ac eidem
inclyto Dominio vicinio conjunctos, ad extinguendum
hoc incendium currere debuissent. Sed profecto
male ominamur, cum a nemine in tanto periculo
vobis subventum est, christianæ reipublicæ ; et consideramus quemlibet dumtaxat privatis rebus et
voluptatibus in præsens operam dare, futuris vero
discriminibus minime prospicere. Hostis iste immanissimus hoc prospero successu non cessabit, sed
renitati ac isti inclyto Dominio ex eo affectu, quem
semper erga vos gessimus, libenter pro viribus nostris subveniremus , non tamen nobis vires jam
teno al dazio di la spina per le furatolle etc.; deteno | attenuatæ suppetunt ut eas dividamus ; quippe turcus
provision a domino Thodaro Paleologo, greco, certi
danari al sal, e poi una contestabelaria a Padoa.
Et li savij si reduseno in colegio a consultar, e
vene letere da mar.
cautus ne nostras vires vestris actionibus communicaremus, etsi nobiscum pacis treuguas breves habeat, subordinavit tamen tartaros et moscovitas, ut
incessanter, donec vobiscum ageret, incursionibus
dominia nostra lacerarent. Fecimus sæpius protestationes apud imperium et principes Germaniæ
auxilia expetentes, quod eorum tranquillitatem amplius protegere non poterimus ; sed cogemur aut
Johannes Albertus, Dei gratia rex Poloniæ, su- succumbere, aut hosti ad eorum opes transitum et
premus dux Lithuaniæ, Russiæ Prussiæque etc. , do- auxilia præbere; non creditur nobis nec aliqua auximinus et hæres illustrissimo principi et domino | lia dantur. Timemus itaque, quod turcus vos, nos
468 Copia di una lettera, scrita per il re di Polonia
a la Signoria nostra, in risposta.
1191 MCCCCC, DECEMBRE. 1192
vero moscovitæ, tartari ac turci vel oppriment et
pessurodabunt , vel secum convenient, quod Deus
avertat. Sed credimus quod vestra serenitas ac istud
inclytum Dominium, pro gloria retinenda ac chri- stianæ protegenda, extremam navabit operam,
468 quemadmodum et nos facere intendimus, etiam si
vitam ponere deberemus, ut hostes præfati cupiditate
sua non potiantur, modo alii reges et principes cordi
ingruentia pericula haberent, et nobis adesse vellent, privatis simultatibus parumper depositis. Quod
❘
|
uno, sed a pluribus, et inclyti Dominii venetorum,
confracta fuerunt, ipsos omnino in suis dominiis
nunquam futuros nec quietos nec securos. Ego, sanctissime et clementissime pater, Germaniæ principes
ac ipsum imperium rogavi sæpius, cum protestatione meæ debilitatis adversus tam potentes tyrannos, ut mihi ferrent auxilia. Omnes quidem meis
calamitatibus verbis compatiuntur, sed nemo succurrit ; et ideo non est mihi major spes quam in
vestra beatitudine, quæ, pii ac vigilantissimi pastout fiat , vestra serenitas cum suo senatu inclytissimo, ❘ ris exemplo, sollicita esse revera comperitur de pro prudentia sua eximia, quanto majorem potest det operam; habemusque spem, quod Deus erit
nobis propitius, et nos non derelinquet. Et demum
vestra serenitas optime et feliciter valeat.
Data Sandomiriæ, duodecima novembris, anno
domini 1500, regni nostri anno nono.
Commissio propria regiæ majestatis.
Atergo : Illustrissimo principi et domino Augustino Barbadico, Dei gratia duci Venetiarum, amico
dilecto.
Copia de una lettera scrita per il prefato re
di Polonia al summo pontifice.
Beatissime pater etc.
salute ovium suarum. Facit namque orator vestræ
sanctitatis, reverendus pater dominus Gaspar episcopus calliensis , nec facere desinit omnem diligentiam in accumulandis ac subministrandis subsidiis, nomine vestræ sanctitatis ; sed adeo homines
frequentibus bellis in regno in opibus decreverunt,
ut non multum subsidii ab eis sperari possit. Ve- 469
rum, si vestra sanctitas ex Germania, quæ mei regni
periculo tuta est, aliquod subsidium ordinaret, forsitan illinc plus provenire posset ; et supplico, vestram sanctitatem obsecrans, ut, pius pater et vigilantissimus pastor et dominus, velit mei regni periclitantis curam gerere ne pereat; et ego semper ero
paratus parere votis sanctitatis vestræ. Quomodo
regnum meum pareat, et quibus ministris, reverendus pater, episcopus calliensis, vestræ sanctitatis
orator, vir magnæ prudentiæ et probitatis, compertissimuun habet ; et sine dubio vestræ sanctitati ad
plenum ore describet ; et habemus magnam spem
quod vestra sanctitas, divina sua prudentia, rebus
meis ita providebit et regno meo, ut expedit. Quam
ob rem vestræ sanctitati gratias immortales agam,
et pro fidelibus ejus successibus Deum maximum
orabo. Quam vestram sanctitatem Deus omnipotens
sanaın felicemque conservet ad tempora longa, pro
vestra ac reipublicæ christianæ salute.
Datum Sandomiriæ, 12 novembris 1500.
Superioribus diebus scripsi vestræ sanctitati ,
nolens eamdem ignorare, quomodo a turcis, cæsaris (sic) sociis et confœderatis, videlicet duce moscoviensi et cæsare tartarorum precopensi, una cum
germano meo, illustrissimo domino magno duce Li- thuaniæ, tractamur atque crudeliter opprimimur.
Quippe amborum vires conjunctæ nobis supra modum graves ac toleratu difficiles sunt. Tamen uterque nostrum, majorem quam potest circa defensionem diligentiani facit ; uterque enim hostis, magna
pecunia corruptus a turco, nobiscum ideo bellum
gerit, ut turcus adversus Italiam tanto facilius actionem suam prosequatur. Habui ego nuper ab illustrissimo Dominio venetorum litteras nuntiantes mihi
mothonensis civitatis a turco miserabilem expugna- Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, im 470 tionem. Dolui mirum in modum, turco sic feliciter porto di l' arsenal, a l' isola di la Zephalonia, de 20
succedere, et parare sibi toto conatu ostia ad distur- | novembrio. L'ultime soe fono di 15 ; il tempo poi si
bandum statum sacrosanctæ nostræ religionis ; nee
minus doleo , quod christiani principes vigilantes
dormiunt, et periculis exitialibus nec provident nec
succurrunt, et non considerant quod, dum hæc duo
antemuralia, videlicet regni mei vires jam diuturnis
intranquillitatibus debilitatæ non solum ab hoste i altro, salvo un zorno de bon tempo per dar la bataSubscriptio : JOANNES ALBERTUS
rex Poloniæ.
messe a la pioza, el qual à durato e dura fin questo
zorno, ch'è stà causa di diferir a dar la bataglia a
quel castello ; periò non si resta con bombarde e
cave, facte atorno le mure, ruinar atorno atorno, in
modo che esso castello è tuto ruinato, ni si aspetta
1193 1194 MCCCCC, DECEMBRE.
glia zeneral, et expedirasse im pena l'impresa, con
la celerità che tutti de li desiderano. Item, esser fuziti do turchi dil castello, uno janizaro e l'altro asapo ; el riporto par per letere di provedadori di campo, a lhoro drizate, li quali turcho sono in le man
dil capetanio yspano, e li ha fato bona ciera e vestidi. Et, a dì 18, alguni spagnoli , senza saputa del suo
capetanio, se apresentono a le mure del castello,
mezi desarmati, et feceno un pocho de scharamuza,
e messeno una bandiera sopra le mure, e, inteso | in far repari et chave, e tutto quello achade a una
biscoto et aqua, e con quello viveano, dapoi nostri
comenzó a expugnar ditto locho, el qual biscoto li
lassó la soa armada. De la fortifichation che i fanno
de la terra, dice lhoro havea fato alcune chave de
dentro, per inscontrar le nostre, aziò scontrando al
muro non ruinasse, e che i non podevano star pezo
a legnami, et che, per haverne da far repari , i haveano devastate molte case derocha', e manchano præ- 470
cipue de homeni che sapino con industria afatigarsi
questo, el suo capetanio subito monto a cavallo, et
hebbe grandissima faticha a farli retrar, dicendo non
voller che se proseguisse dar la bataglia, per non
esser l'hora ni tempo congruo a far questo effecto ;
et alguni de essi spagnoli forono feriti da freze ; et dito capetanio voleva omnino far impichar quelli
capi , che forono causa de far simile arsalto, se non
fusseno stà li proveditori nostri che li donandono
terra expugnata. De artigliarie hanno una passavolante con do altre bombarde mediocre, con tre bombardieri , con barilli 50 de polvere, quale non poleno exercitar, per non haver el locho dove operarle,
per esser le defese ruinate. Item, che de tutti li homeni, che sono de dentro, che seria 300, 150 di
lhoro, che più non vi sono dentro di electi, haveano
deliberato a meza nocte arsaltar el campo da la
de gratia; et che quelli spagnoli erano tanto deside- | banda del spiron, et che, visto che questo era ussido, se hanno remosso de opinion. Domandado dove
era el fondamento de non se dar, come era intention del subassi et chadi, dice che el capo di asaphi
è stà causa non se habi dato. Et dimandato con che
fundamento i hanno opinion mantegnirse, dice che
se vedeno persi, et che stanno con la fantasia de
hora un anno; che spesso se scaramuzava, nè mai li
fu bataglia ordinada ; che se fino in quella volta li
fusse stà dà bataglia ordinada, si aria abuto la terra ;
et che se li darano hora bataglia zeneral, l' haverano, per esser le mure et diffese ruinate, et esser in
gran spavento. Domandato che parte de la terra è
rosi di darli la bataglia, che li parcano un zorno un
anno ; unde, subito sarà conzo il tempo, se darà la
bataglia. Aricorda se li mandi danari, polvere e biscoto e monition, come scrisse ne la poliza, per aver
gram bisogno dil tutto ; e per bisogno de bischoto
ne à comprato alguni miera da quelle nave yspane, che, se non fosse stà questo, el campo haveria
supra modum patito. Li tempi è pluviosi e fortuneveli, che non pò andar ni vegnir alcun navilio ;
et ancora la galia Loredana, mandò al principio dil
mexe a Corfù per munition e pam, non è zonta, che
patisseno assai, ancor che ' l biscoto porterà sarà pocho a tanta armada. Et se non fusse stà certo for- più debile, e qual reputa più forte, dice da la parte
mento ha retenuti, era de alguni da Trane, haria | del spiron esser la più debila ; e, visto che se ha cofacto molto mal, che pur com quello le zurme hanno
scorsso e scoreno ; e quel bischoto comprò, mandò
su al campo per tenirlo più ubertoso. Alia non sunt.
Di sier Hironimo Contarini e sier Jacomo Venier, provedadori, data in campo, a di 17 novembrio, hore tre de di, drizata al capetanio zeneral.
Chome eri sera, zercha hore tre di nocte, ussite un
turcho di la terra, el qual è janizaro, homo de età
de zercha anni 37, monstra qualche praticha, come
da sier Cabriel Soranzo li sarà referito. Prima, dice
l' armata turchescha, al passar de li, cambiò li homeni dil castello, e solo lassò homeni 60 de l'anno
passato , e lassò etiam assaphi de la Natolia 400 con quelli ; di li qual 400, 30 scampò avanti l'armata nostra venisse de li, et zercha 70, tra feridi e
morti in questa bataglia ; et dice esser dentro boche 30, inutile, tra femene e puti ; e havea zercha
cavali 34, e che i ne havea manzato zercha 14 con
menzato a ruinar quel spiron con le artilarie, heri
sera i rasonava voler far un fosso, et bular el terem
dal suo ladi, per farsi più forti ; non sa se l'hano
fato; et la parte più forte de la terra, che i ſa opinion sia la parte davanti, de levante, per rispeto de
la cisterna. Conclude, più presto si pol se li dia la
bataglia zeneral, e che i non porano resister. Et a
❘zercha hore 8 di notte, ussi un altro turcho fuori,
è asapo de l'altr' ano ; el qual , examinato , confirma ad verbum, ut supra ; unde nostri cerchava
dal ladi del spiron far etc., e sarano col capetanio,
perchè il tempo li chaza, e pan e vim li mancha, non
è si non per quel zorno. Dimanda si provedi carbon
polvere, piere, fil di ballestre, veretoni pizoli, e, sopra tutto, pan et carta.
Da Corphủ, di sier Piero Liom, baylo et capetanio, sier Alvise Venier, provedador e consieri, di
24 ditto. Eri sera, a meza note, ricevete nostre le-
1195 MCCCCC, DECEMBRE. 1196
tere, per sier Sabastian Marzello, soracomito, di 9 et
12 septembrio, e li danari, zoè ducati 400 in barilli
per le fabriche, ducati 130 per sier Marco Antonio
Contarini, provedador in Castel Nuovo, ducati 300
per do chalchare di calzina, ducati 292 per dar meza paga a li murari, taiapiera et cavadori, e ducati
1000 per dar una paga a quelli fanti è li, de li 4
contestabeli e bombardieri exequirano etc. Item, di
l'arsil, l' anno armato, et le zurme di la galia Vizamana, da la Cania, qual era innavigabile, fono poste
sopra 4 fuste de li, andò in armata ; e dito arsil, a
dì 14, di ordine dil zeneral, vene a disarmar. Item,
li danari di la fabricha dil Zante è rimasto a presso
esso sopracomito, perchè anderà in quelle aque, qual
anderà con el primo tempo, e le letere a quel proveditor. Item, manda letere dil zeneral, per gripo a
Otranto.
e asunar le piere per le fabriche. Suplichano se li
mandi in locho di provisionati, o page da guazo,
200 manoali brexani, sarano boni et fidelissimi soldati ; item, lignami per li repari, e miara X di taole,
richieste al partir de esso provedador per far gorne,
per esser di aque summa penuria ; item, carbon de
li non si trova, e per far cisterne miara 200 piere
cotte grande, qual si manda per saorna di navilij , e
le ha pagate, per la cisterna dil castello, lire 25 el
miaro, e molti citadini se oferiscono pagar parte di
ditte, per far particular cisterne. Item, el gripo di le
munition è azonto, ma la nave, patron Francesco de
Monte, non ancora; qual fo cargata al suo partir de
qui. Item, a li zorni passati fo cargata di biscoti per
l'armata la galia Loredana e la Tiepola, e ſo mandato etiam uno gripo, cargo de biscoti, venuto di
Otranto ; da poi uno altro navilio ; e noviter hanno
cargato le do galie grosse, Loredana e Marcella, qual
per tempi contrarij anchor è de li, e doman si cargerà la galia Marcella, zonta di novo, di biscoti. Etiam
è biscoti su la nave dil zeneral, sopra la qual è lignami, et etiam aspeta tempo ; e il soracoinito Marcello
ha dito, a Durazo è zonto uno navilio, vien di Venecia, di biscoto ; sarano in tutto da 600 miera. Item,
è divulgato che di la Vajussa sono ussite fuste 5 et
galie do, et venute a la Vallona ; ma non è certeza.
Dildito baylo et capetanio et provedador, di 24.
Avisano di le fabriche. Primo, Castel Nuovo dentro
ben ordinato e fortifichato, li resta far uno dirupo
a la banda de driedo versso San Sydro, el qual dirupado sarà inexpugnabile. El Castel Vechio ancora
non è stà fortifichado, per esser di natura aspero e
forte; tamen lo farano fortissimo ; bisogna abassar
le mure, qual son alte e bresaio di bombarde, e retenirle basse nel saxo vivo, e dil saxo far muri e re471 pari , nè si temerà di bombarde, per l'obstaculo dil
saxo vivo, nè di bataglia da man, per l'alteza sua e
per i diruppi rati che si farano, adeo pochi homeni | Chome, per ordine dil zeneral, licentiò le do galie
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colpho,
date in galia, apresso Durazo, a dì 29 novembrio.
potrano securamente contra ogni zente custodir. E grosse, e la nave Pexara ; laudano essi patroni, et
tanto più azonzendo l'opera di Jacomo Coltrin ex- per esser galia sola, si levò e andò in canal di Corcogitata, ch'è il taio e la cinta principiada a loco, dove phù, per revochar la galia Vitura e Dolphina, erano
soleva esser el palazo, includendo dentro la cita- a Corfù per cargar biscoti , unde, zonto senza meter
della et li castelli, arà diseso di passa 5 in 6, ma per in terra nè dimorar ponto, tornò con dite galie a la
esser opra granda, li bisogna tempo, perchè si ha a custodia dil Sasno, e fè comandamento a la galia
exportar tereni assai, e far gran dirupi del monte ; Tiepola e Trivisana li venisse driedo al Sasno, dove
spera redur a perfectione. Item, la scarpa da la è stà ad aspetarle zircha zorni 15. Et per esser pobanda di l' arsenal non è compida ; li resta corsi X che galie, ha convenuto star al continuo con le arme 471
senza i so parapeti e merladure; bisogna farla, e for- in man, si 'l tempo era bonazevele; si fortunevele,
nir el torion, principiado per sier Marchio Trivixan, stava in travaio e in pericolo ; e il zorno di Santa
pur a quella banda, e bisogna ruinar tute case con- Catarina, cazato dauno temporar, vene li a Durazo,
tigue a le mure da la banda de la Zuecha per farli i et à spază de lì la galia Vitura a Brandizo con le lesuo' volti , e farà do boni effetti : slargar le mure tere, e perchè si fornissa di vituarie, qual è mal in
pie' 18, non è 13 ; l'altra, li combatanti si potrà con- hordine ; e a Corphù, fra bombardieri, ballestrieri e
servar da le artilarie. Item, per esser stà dato bon galioti, li sono faliti da zercha homeni 60, e convien
principio a li repari a le mure nove del fosso verso tenir quella galia lontana da lui, per esser pericolosa
la loza, si compirà. Item, la calzina è venuta a fine ; in ogni caso etc. Item, si leverà con el primo temè preparata una calchara, è stà posto focho, fin 8 di po, e anderà al Sasno, e poi a Corphù, per unirse
sarà fornita ; costa ducati 100 ; compita, si darà prin- con le altre galie, e troverà li la galia Trivisana e
cipio a le fabriche, e si farà una altra, adeo non è Marzella ; et la Tiepola par sia stà chiamata dal zeper manchar calzina ; e interim si atende al dirupar | neral, e con le i tornerà al Sasno ; e, licet il tempo
1197 MCCCCC, DECEMBRE. 1198
austero e pericoloso, si nudrigerà in quelle aque,
per impedir li disegni de i nimici. Si duol esser levato, perchè in quel tempo è stà tragetà e condute
alcune fuste da la Vajussa a la Vallona, e più dificile
li sarà guardar do boche cha una ; tamen non mancherà etc. Ma lo expediente era cerchar di brusar
quella armata di la Vojussa, e chi havesse auto legni pizoli da intrar in la fiumara, l' aria fatta. Avisò
dil tutto il zeneral, qual era molto inclinato ; ma la
conserva yspana, e l'imprese tolte, gli fa scorer
questa ; e hora sarà dificile per li tempi. Item, quelli
galioti è in gran calamità, non hanno un soldo, perchè, per il star fermo de li, hanno comprato el vim
a quarte do al ducato, e tutto il resto charissimo ;
li ha sobvenuti di qualche soldo ; aricorda per le feste si li manda danari, perchè da disperatiomlo abandonerano, che saria mal assai .
bio ducati 120 milia, per bisogno di l'armata, acha- 472
dendoli a Venetia, Napoli, Roma e a Zenoa. Dimorò
el ditto de li fin a dì 27 per li tempi contrarij , c
quel di fè vella ; stima el zorno drio sarà zonto in
armada. Item, avisa di una charavella, zonta a Galipoli di Alexandria, qual è zorni 23 parti de li , spazó
un messo a posta a uno cugnato de uno citadim di
Otranto, habita de lì, acciò intendesse da li homeni
di ditta charavella di nove, unde li scrisse una letera, la qual mandoe a la Signoria nostra. Il sumario
è questo.
Da Galipoli, di uno citadino, di ullimo novembrio, drizata al governador di Otranto. Chome, re- ceputa la sua letera, andò ad haver bona informatione, et hebbe; prima lo soldano novo è uno Zuan
Belat, cerchasso, et lo soldano vechio se trova in
Alexandria presone ; e, fato che 'l fu soldano, mandò
per lo consulo nostro et 4altri genthilomeni merchadanti , quali fono sier Daniel Dandolo, sier Polo
di Prioli, sier Alvise Mora e sier Antonio di Colti ;
e come fono suso, li adomandò li danari di sporte
420 piper, per le do mude, a ducati 80 la sporta, e
li dicti non voliano tolere, con dir che li non erano
tenuti, per non esser venute le galie; e cussi fono
batuti assai ; e ultimate è stato necessario a ditto
consolo et merchadanti, pigliar per ditto piper danari a interesse al Cayro, et hanno abuto interesse
più di ducati 7000 ; e ancora al presente non erano
pagati tuti li danari ; et il consolo era ancora li al
Cayro, per causa che'l soldan li dimandava lo tributo de Cypri per anni 5 passati, sono ducati 32
milia, e per questo el consolo mandò in Cypri per
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo et capetanio, di 29 novembrio. Chome è zercha uno mexe
che passò da la Valona uno turcho, con uno suo fradelo puto, el qual turco ſo za ambasador a la Signoria nostra, e sa bon italian ; el qual fo fio de uno
Zorzi Hoti, et è andato a Napoli, per andar in Franza dal re, con protestation non debi molestar re Fedrico nel suo stato, altranente lui anderà a expugnar Rodi , perchè il re di Franza tien Rodi sia suo,
e lui signor tien che 'l reame di Napoli sia suo etc.
Item, a dì 7 o ver 8 di questo, ussite fuora di la
Vajusa, de note, tra fuste, e galie numero X, e andono a la Valona, et non era dentro più di 20 in 25
homeni per legno ; parte vogava, et parte remurchiava con li copani , e parte postizava con le lanze.
Il capetanio dil colpho non sa dove era, ma dice | averlo ; e quelli signori di Cypri feno risposta, che hanno apariato altri 12 fusti , per mandarli con el
primo tempo a la Vallona, sì che tutti quelli paexi
trema da paura, perchè, armando quelle galie e fuste, è a la Valona, potrà far gran danni de lì via etc.
Item, à un pocho di sal da Corphù lì in la terra, et
O pol vender, perchè el rezimento di Corphù à dato
licentia, e fa patente a quelli cargano e vien in colfo,
contra le parte etc. , e disfano quelle camere nostre.
ditto tributo era in hordine, e non hanno legno
sicuro de mandarlo, ma volendo el soldan si mandi
per uno gripo a risego di esso soldano, lo manderano, e la risposta di ziò non si sa. Item, lo signor
di Damasco non ha data obedientia al soldan, e lo
soldan mandò cavali 2000 a quelli confini di Damasco, e dicti cavalli se feceno rompere da dicto signor
di Damasco, e da poi se acordono con esso signor,
Di Otranto, dil governador, di ultimo novembrio. ❘ el qual con lo suo campo era venuto fino a Caifar ,
Chome si provedi di un gripo, stagi de li, acciò che andava a la volta dil Chaiero. Quello è sequito ,
mandi le letere nostre, va al zeneral a Corphù . Il non si ha noticia, ch'è zorni 23 sono partiti ; ma
zeneral li scrive, haver scrito a Corphu, al rezimen- stimano sarà cazato questo soldan, et in Alexandria
to, li provedi di ditto gripo. Item, a dì 21 zonse li se ha cambiato armiraio. Item, piper per merchaim porto una barza di Spagna, con uno nepote dil danti nostri, per questo bisogno, per pagar lo coticapetanio di l ' armata, chiamato el signor Ferdinan- mo, se ha venduto a contadi a ducati 86; canele, gado da Castro, va con gran celerità in armada, porta rofoli, mene 100 per ducati 80, e cussi nose moschauno breve dil papa, dil jubileo concesso a quella ar- te ; zenzeri belledi, ducati X, mechini, 8, a danari ;
mada yspana, e à una letera di reali da tuor a cam | verzi, 8, indico, ducati 30 ; e tuto a contadi, perchè
1199 MCCCCC, DECEMBRE. 1200
barati pochi sono fati. Item, a dì 13 avosto, arivò li , altrove. Et è da saper, ditto orator disse ad alcuni
di colegio, se diceva per la terra di certa liga si faceva dil papa, re di romani, reali di Spagna et la
Signoria nostra contra il turcho ; tamen nihil erat.
una nave grossa di zenoesi, Justignana, portò panni
peze 4600 fini carisee e di ogni raxon, carta balla
1800, rami in pani cantara 200, stagni cantara 200,
verde rami balle 200, coralli casse 30, contanti du- Vene il secretario di l'orator di Napoli, dimancati 80 milia, de ogij de' mori zare 5000. Et barze dando alcuni arsilij per condur la raina di Hongaria
tre di Franza hanno portato 13000 peze de panni di di Aquileia in Pugia ; et li fo risposto per el principe,
ogni raxon, zare di ogij 2000, picole balle de carta non vi esser se non quelli doveva condur Schandare verde rami assai, coralli casse 30, e assa' altre | becho in Albania, e tolesse altri navilij , o ver gripi .
merze, e contanti più di ducati 200000, zoè 200 mi- Da Roma, di l'orator, di 9. Chome, havendo
lia. Item, caravelle 3 di Barzelona, carge de mieli, ❘ inteso monsignor di Trans andava via, andò a caxa
ogij e panni, e di tuto non hanno venduto niente ; sua, dove era con lui Thomaxo Regolin, secretario
e questi di la charavella hanno lassato le sue robe | dil re di Napoli ; et esso Trans li disse, parlava di le
per non trovar a chi venderle, per esser el mercha- cosse dil conte di Conza, per certa promessa. Poi li
dante dil soldan, et tutti altri merchadanti mori allo disse, il roy voleva li beni di rebelli di Milan vadi
Cayro, e non lassano a nullo vender o comprar, in la spexa di le do nave. Item, vol andar a Bologna,
fino a thoro ritorno. Item, le specie de' nostri sono e starà 40 dì tra andar e tornar, e va per acordo di
in uno monte, fuora a la marina, colli 1300, a li Faenza, perchè il papa li promete dar intrata tenmagazeni colli 60; e, scodando tutto quello dieno ❘ poral e spiritual a quel signor. Item, ricevete letere
472 haver nostri, serano colli 1800 di più piper de cotimo, che hanno hauto, colli 150 , di quali erano
venuti al partir di questi colli 50 ; ogij si vende a
cantera 17 per sporta de pe' ; in doana hanno lassato
ogij botte 1800, vendute et non vendute etc.
Da Otranto, dil ditto governador, di 2 dezembrio.
Manda letere dil zeneral, recepute per uno gripo di
Corphù, qual li ha ditto, el di di santa Catarina, a
Caxopo, a presso a Corphù, a Santa Catarina, per
naufragio esser perita la nave Tiepola, charga di bi- |
scoti et polvere, partite di Venecia per l'armada etc.
|
nostre ; doman sarà col papa.
Dil ditto, di X. Come fo dal papa, li comunichò
li sumarij ; li piace le nove da mar. Et di Hongaria
disse, il turcho forsi muterà pensier, inteso harà li
preparamenti di la christianità, et, si se recuperasse
Modom, manderia a domandar pace. Et esso orator
solicito di armar etc. Il papa rispose, vol far et andar
im persona in armata, con uno di re o Franza o
Spagna, dicendo : Vui seti richi, tamen, dal canto
nostro, faremo. Poi li disse, haver ricevuto letere
dil re di romani, non vol vadi legato, tamen vol el
curzense vadi a li principi di Germania. Item, eri
of concistorio per cosse particular ; de' turchi verbum
nullum ; di la bolla per il cardinal Roan legato in
Da Trani, di sier Piero di Prioli, governador,
di 4. Chome per la charavella, patron Nicolò di Griguol, da Barleta, à mandato al zeneral, orzi stera
1020 venitiani, con lo ajuto di sier Antonio da cha' | Franza, par sia stà mandata in Franza per monsida Pexaro. Item, biscoti miara 83, lire 397, qual
parti a di ultimo de li, et al presente zerchava haver
navilij, per cargarli di biscoti per l'armada.
gnor di Trans, a veder si el si contenta.
Dil ditto, di XI. Come fo dal papa. Era Capaze,
salernitano et arborense, cardinali ; e dice li coloquij
DaRavena, dil podestà, di 16. In soa excusa- abuti, dicendo il papa di la legation di Franza, et
tione, si el cardinal nulla dicesse di lui zercha Faen- | che, durante questa trinità, si farà ben. Poi disse 473
za etc. Item, a Forli è zonto 300 fanti da Roma; è
stå fata la mostra, e dato danari ; quali alozono a
descritione. Item, a Faenza intende si fa provtsione etc.
Da Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador. Chome lauda sier Piero Marcello, e avisa
chome è rimaste quelle cosse poi el suo partir etc.
di uno secretario nostro, mandato al re di romani,
chome à inteso ; et che domino Acursio, orator
regio qui, à'buto licentia dal roy. Et l'orator rispose,
di secretario nulla saper. Poi il papa disse : Saria
bon trovar sesto a le cosse dil regno di Napoli, et,
intendemo, in le trieve, fanno il re di romani con
Franza, è incluso re Fedrico, che saria bon. Et esso
orator li rispose etc.
Dil ditto orator, di 13. Come fo da monsignor
di Trans, e de' coloquij abuti ; qual par vadi versso
Franza; disse anderia a Siena e Fiorenza, e farà per
Adi 19 dezembrio. In collegio vene l'orator di
Franza , al qual li fo comunichato la risposta dil
senato, fata al cardinal. Laudo assai ; et pregò la si
mandasse a l'orator nostro in Franza, la mostri al
re. Et cussi fo expedita, con li sumarij da mar, et | la Signoria etc. Et dovendo tornar, non starà 40
1201 MCCCCC, DECEMBRE. 1202
zorni ; qual ozi si parti ; et esso orator disno col | si hanno dolto di Milan, et vol tuor Ferara. Et soa
cardinal Santa †; col qual, poi ebbeno disputato,
introno a parlar de re christiana, et soa santità li
disse, è stà ditto, lui haver scrito mal al re di romani,
dil curzense, et non era vero, imo mostra haver bon
voler a la expedition. Qual li disse, saper il capetanio di Franza esser partito con le nave di armata,
et l' orator à 'uto licentia.
majestà li à risposto : Il ducha di Ferara è nostro
amico, e domandelo a lui. E, quanto a la pace, è
contento farla, e lhoro hanno tolto rispeto a risponder. Concluse, sono bestie ; sapevamo la lhoro ambasata, perchè con danari tutto si sa. Item , esso
re mandava 600 lanze in ajuto di missier Zuan Bentivoy, licet ne volesse solum 100 ; ma vol le sue
Dil ditto, di 14. Chome ricevete tre letere no- zente vadino forte contra il papa. Item, il roy ozi
stre, con la risposta fata a Napoli ; non potè haver | intrò in la terra, sotto el baldachim, et l'orator yspaozi audientia dal papa, et fo da l'orator yspano ; e
scrive coloquij abuti insieme, et dimostra esso yspano esser disposto a far il tutto per la Signoria nostra etc.
Da Napoli, di sier Francesco Morexini, dotor,
orator, di do. Chome, ricevute nostre letere di 19,
a dì 29 dil passato, non potè esser col re fino ozi ,
per esser quello amalato, et ozi etiam era in leto
con gote, et li lexe la risposta di la Signoria nostra.
Etsoa majestà disse, non bisognava la Signoria nostra ringraciasse, et havia bon voler, et era mossa
da filial etc. , et per amor di Dio ; et che questo medemo havia inteso da l'orator suo, et che, justa li
aricordi, à serito a l'homo suo fazi intender al signor
turcho le gran preparation di christiani. Item, l'orator dil turcho, mo terzo zorno, partite, e con lui
è andato il comandador di Capua, stato alias per il
re al turcho.
Di Basilio da la Scuola, da Napoli. Ringratia
la Signoria di esser stà liberato ; si offerisse andar
per mar et per terra, ma vol saper di haver da viver, aliter vol ir frate, e si racomanda.
Da le poste vene letere. Et prima da Milam, dil
secretario, di 15, che mandava letere di Franza, nè
altro da conto scrisse.
Di Franza, di li oratori nostri, date a Tors, a
di 25 novembrio. Che, ricevuto nostre letere, fu el
Foscari dal re, e li presentò la letera, la Signoria
scrisse a soa majestà, in excusation di li malivoli.
Et poi, dito alcune parole, soa majestà rispose, era
certo di la fede nostra. Poi li comunicho la letera
dil re di romani, zercha Verona et Vicenza ; si la
rise. Item, di quel Alexandro Manducha, orator di
Napoli, liberato, disse : La Signoria à fato ben. Et,
leto li sumarij , disse : Le nostre carachie vossamo,
per questo inverno, fosseno a caxa. Et l'orator yspano, era li, disse : E mi voria le fusseno zonte in Levante, per honor di la majestà vostra. E il re li disse
ridendo a l' orator nostro, de li oratori alemani,
quali lassò la letera di credenza a caxa, e poi l'à
manda, dicendo non bisognava, sono di l' imperio;
1 Diarii di M. SANUTο Tom. III.
no e il nostro lo acompagnono al domo, et a lo alo- zamento. Et poi l' orator nostro parlò con l' yspano, 473
qual li disse haver scrito a li soi reali, ingrossi l' armata, e converano far, o per amor di Dio e di la
Signoria, et etiam per lhoro. Et l'à pregato, soliciti
il roy a far armata. Rispose, lo faria; ma francesi è
tanto pegri per si non che per altri, et exborsano
mal volentieri ; et si à visto l'anno passato a Milan,
a la tornata dil signor Lodovico. Item, l'orator nostro fo da la raina, e, presentato le letere credential,
li usò alcune parole. La qual volse il secretario di
esso orator fusse l' interpetre ; e poi rispose, quanto
a pregar il re, fazi armata, la faria etc.; sì che esso
orator aricorda si scrivi una letera a la raina, ringraciandola , perchè la visiterà spesso. Item, lei e
tutti di la corte dimanda falconi.
De li ditti, di 27 ditto, ivi. Come esso Foscari
visitò il cardinal Roan, e di coloquij abuti insierne ;
e solicitando l'armata, disse faria, et esser stà dà
principio etc. Poi, quello voleno li oratori alemani,
chome il roy li disse, e più che il re cerchava oltra
Ferara, etiam Mantoa, e questo per instigation di
alcuni, tacite la Signoria nostra. Et li rispose, el marchexe di Mantoa era traditor. E loro disseno : Vi
hanno voluto dar danari, per adatarsi. Et li rispose,
era vero, e non si feva altro ; dil stato di Milan, che ' l
re si justificha etc. Item, li disse che domino Acursio,
suo orator, per veder il padre, qual è vechio, à dimandato licentia, et lo exaudirà. Item, esser venuto
da lui, orator nostro, el conte di Caiazo, racomandandosi a la Signoria per rehaver il suo, et non era
stà nostro soldato inai, ni haver fato contra la Signoria nostra; et che 'l re di lui li parleria ; et par che 'l
cardinal di San Severin , a la prima audientia , si
levó dove era, e li andò a tochar la man etc. Item,
visitò il ducha e la duchessa di Barbon, quali si racomandano. Item, in questi zorni è morto a Paris el
cardinal di Liom, era arzivescovo di Liom, qual arziepiscopato à 'buto uno fiol di monsignor di Giaè.
Item, ozi è intrato la raina in la terra, sotto il baldachin; et quella comunità al re e la raina hanno fato
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1203 MCCCCC, DECEMBRE. 1204
presenti, per valor di franchi 12 milia. Or, sier Be- Di sier Francesco Foscari, orator, solo, date a
neto Trivixan, orator, inteso il re si partiva, andò in Tors, a d' 2. Come visitò l'orator dil papa, e colosbara da sua majestà, per solicitar la promessa di quij abuti. E il papa à scrito, vol andar im persona l'armata. Rispose, faria, et fin hora à speso franchi | in armata, andando il roy, et l'à dito al re per sa- 22 milia in conzar li navilij, et di la decima papal si stentava a scuoder etc. Et dice esso orator verà in
sbara a Liom, et danna quelli zentilomeni l' à tenuto
de lì, quanto poteva venir, et hora, dice, porto pena
senza mia colpa.
per si 'l vol andar, o quanta armata vol far. Item,
di la decima si tardava a scuoder, e li preti si appellava al concilio; tamen le bolle era in optima forma,
et esso orator nostro l'à pregà, soliciti il re a l' impresa. Rispose, farà. Item, di uno messo dil ducha
di Ferara, venuto li, qual lo visitò, dicendo esser
venuto per exortar il re a concordarsi con Maximiano, acciò atendi a l'impresa contra il turcho, et che'l re à risposo, è contento. Item, il governador
cità, dolendossi di uno suo citadino, qual è stà assassinato in le nostre terre etc.
De li ditti, di 29, ivi. Chome esso Foscari, fo a
visitar l'orator yspano, e scrive le sue parole optime, dicendo tre cosse : primo, l'armata di soi reali non si partirà questo inverno di Levante; secondo,
à in commission lui, di favorir a presso il roy l'im- | di lì è venuto a trovarlo, per nome dil re e di la
presa e l'armata; tertio, darà principio a la executione etc. Item, è stato poi col cardinal etc. Item, è
venuti do oratori pisani, quali hanno visitado essi Dil ditto orator, di Bles, a di 7. Come, a dì 3,
nostri, et si racomandano ; et uno orator fiorentino, ❘ el re zonse li, et lui orator, et ricevete tre nostre
venuto novamente, zoè eri, et ozi andò dal re per
haver audientia ; et scontrato esso orator per il nostro, qual era stato dal re, et mandò uno suo a veder, e ditto orator fiorentino andò do horre per la
corte, et il re stava a piacer, poi li dete audientia. E,
presentato le letere di credenza, lo rimesse al cardinal.
De li ditti, di ultimo, ivi. Come esso Foscari fo
dal re, et, ricevute letere nostre di 19, con la risposta fata a Napoli, andò al castello, fuora di la terra, ❘
dove il re è alozato, qual era a messa, e lo vide per
la fanestra, e lo chiamò. E li disse dil conte di Cha- jazo, dicendo : Scrivi a la Signoria per amor suo, li
❘
letere, con il riporto dil secretario dil cardinal curzense, stato in Alemagna, sul qual è assa' busie, ut
patel etc. E scrive esso orator, saper il re di romani
fa pocho caso di ditto curzense. Item, fo dal re, e,
quanto a le decime, è stà visto la bolla, et il re dice
haver ordinà, che li preti non vorano pagar, il cardinal li fazi retenir im persona. Et il re li dimandò, si
havea alcuna nova de'turchi. Rispose di no. Li parse
di novo ; e disse, per li tempi dubitava le so charachie fusseno perite. Item, è stato dal cardinal, et
aricorda la Signoria li scrivi, ringraciandolo, e cussi
a l'orator pontificio, che molto zoverà. Item, ozi è
stato con l'orator dil papa, qual li haditto, il re
averli risposto, non sa quanta armata, ma farà omnino quello potrà, e sarà fata per il mexe di april.
Item, si duol le sue letere stagi 6 dì a venir da Milan in qua. Item, avanti si parti da Tors, accidit uno
caxo, che uno monsignor di la Marchia, cuxim di
Ruberto di la Marchia, venendo a corte a cavalo,
uno pagio di oratori alemani, ritornava da corte, li
474 dagi il so castello etc. Et esso orator disse, il successor suo havia scrito a la Signoria nostra. E il re
disse : El cardinal el esso conte è nostri ; vi pregamo assai. Item, li comunicho la risposta fata a Napoli, e il re disse: Aduncha il re Fedrigo s'intende col turco ? Ben, ben ; lo castigaremo, non passerà
troppo. Dicendo : Avanti fossamo amichi dil turcho,
vossano esser etc. Poi li lexe li sumarij. Li piaque,
e disse : Napoli di Romania si tien, è ben ; per quella | tocho in uno pe', dove ditto monsignor havia mal ;
via si pol metter zente in terra. Item, di oratori alemani, soa majestà disse, non hanno ampla comissiom, verà il ducha di Saxonia con largo mandato.
Et di oratori fiorentini disse, si non li darano li danari da pagar li sguizari, li manderà le zente adosso
che stanno indarno. Poi esso orator fo in camera dal
cardinal, e li disse ut supra, e si 'l re suo s'intendesse
col turcho, lui saria el primo li rebeleria ; e di la decima disse, li preti si seusano. Item, li oratori fiorentini si hanno excusato, esser calonniati de intendersi
col turcho. Poi disse, li oratori alemani è amici di
Lodovico, e à 'uto danari. Item, il re va a Bles .
qual li dete di una maza havia in man. Evenuti ditti
oratori, il segondo, ch'è cavalier, disse : Monsignor,
basta; non date più al pagio. E lui disse: Anche a ti,
ti darò. E lui rispose : A questo modo, a li oratori
di l'imperio ? Et lui li alzò la maza, e menoli sopra
il viso etc. Et, inteso questo, il re, per averlo ne le
man, fè serar le porte di la terra il zorno si parti ; et 474
par poi si habbi presentato in man dil prevosto di
la justicia ; e si crede, li ditti oratori lo dimanderano
di gracia, qualli eri zouseno de li etc.
Du Brexa, di sier Lorenzo Zustignam, podestà
et or copetanio, di 15. Come l'osto dil Gambaro
1205 MCCCCC, DECEMBRE. 1206
li à ditto, esser capità li uno corier di Franza, qual,
venendo da Veniexia, eri di quà da Lonà, con Martimda Casal, andava in Franza, fo da 4 stravestiti , a
cavalo, armati, arsaltato, e menati a Castiglion di le
Stiviere, locho dil marchexe di Mantoa, et ivi rimase
ditto Martim, e lui corier fo licentiato. Et ditto corier scrive a l'orator suo etc. Noto, fo dato a ditto
Martim, per la Signoria nostra, acciò vadi in Franza,
ducati 100 e uno salvo conduto etc. Item, esso podestà scrive, in quel teritorio esser fato grandi excessi e deliti. Or fo mandato statim a notifichar questa
letera a l' orator di Franza.
habiamo mandato le letere ne mandò di la raina a
Roma e in Franza. Ave 6 di no.
Fu posto per li consieri, cai di 40 e tutti i savij ,
una adition a la parte di rezimenti, che la sij posta
in gran conseio, et per il tempo servirano con questa parte, non habino contumatia, ma, refudando, si .
Et have 8 di no. Et il zorno sequente fo presa a
gran conseio.
Fu leto la parte di sier Bernardo Barbarigo, sa- vio a terra ferma, zercha i fogolari, elezer 6, quali tanxano et fazi 4 per contra', do zenthilomeni e do
populari etc. Non fo balotà, e dato sacramento per
163 Scurtinio di orator in Hongaria, in luogo di 475
sier Zacharia Contarini, el cavalier, si ha excusado.
Sier Marco Dandolo, dotor e cavalier,
fo ambasador in Hongaria
Sier Domenego Contarini, fo capetanio
a Vizenza, quondam sier Mafio
Sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, quondam sier Piero
Sier Francesco Querini, fo retor e provedador a Cataro, quondam sier Andrea
Da poi disnar fo pregadi. Non vene il principe. Et ❘ li cai di X di questo.
poi leto le letere, sier Zacharia Contarini, el cavalier,
electo orator in Hungaria, andò in renga, excusandosi
per la moier, qual era amalata, et à X fiolli , et per
lo eror di le ballote, nel scurtinio, scuodè di più, et
per una leze dil 1472, a dì 6 octubrio presa, il scurtinio dia andar zoso; dicendo era stato in 6 legatione, zoè tre di là da' monti, zoè do volte al re di
romani et una in Franza, et a la legation ultima dil
re di romani alozò in una caxa, dove sopra quel leto
era morto di peste ; et, potendo, faria come il padre
sier Francesco, dotor, morse per una legation di
Siena, sier Nicolò, suo avo, in Savoia, e sier Zacharia, abatavo, a le Crugne di Spagna. Or fo posto
parte per li consieri e cai di 40, di acetar la sua
scusa, atento il desordine di le ballote. E sier Lunardo Grimani e sier Francesco Foscari, savij a terra
ferma, messeno ditta parte, voglij quello vol la parte
1479 de li do terzi. Or 5 non sincere, 19 di no,
43 di do savij a terra ſerma, et 88 di consieri. Et
fu presa. Et fu fato il scurtinio di uno altro in locho
suo, et rimase sier Zorzi Pixani, dotor et cavalier,
qual sarà qui soto il scurtinio.
Sier Andrea Trivixam, el cavalier, è di
pregadi , quondam sier Tomà, procurator
Sier Bernardo Bembo, dotor, cavalier,
el governador di l' intrade
Sier Piero Bembo, de sier Bernardo,
dotor e cavalier
76.83
50.106
38.158
79.79
40.113
42.117
17.142
Poi sier Nicolò Trivixam, procurator, savio dil
conseio, andò in renga, per esser in setimana, e referì quello havia ditto el cardinal legato in colegio,
zoè le do proposition notate di sopra. Et per li savij † Sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier, fo amSier Stefano di Prioli, ſo a le raxon vechie, quondam sier Alvise .
9.117
Sier Piero Balbi, fo savio dil conseio,
quondam sier Alvise 67.93
dil conseio et di tera ferma fu posto responderli con
bona forma, non era honesto contra Faenza se impazessemo. Item, di la conduta, per le gran spexe,
non si pol al presente far. E ditta parte have X di
no, el resto de si. Et fo presa.
basador al re di romani 88.71
Sier Lodovico Marzello, el dotor, de sier
Francesco . 6.154
Sier Antonio Trum, fo consier, quondam sier Stai. 34.125
Fu posto per tutte tre man di savij, d' acordo,
una letera a sier Sabastian Zustignan, orator nostro
in Hongaria, e avisarli la venuta dil cardinal legato,
et l' orator nostro eleto con amplo mandato, et che
tengi ben edifichato quel re, e a sue letere non se li
risponde. Item, dil capello dil cardinal ystrigoniense,
scrito a Roma, el papa disse lo manderia, et nui
Sier Francesco Foscari, savio a terra
ferma, quondam sier Filippo, procurator 43.115
Sier Alvixe da Molin, savio dil conseio,
quondam sier Nicolò 46.109
Sier Nicolò Michiel, dotor et cavalier,
procurator 45.116
1207 1208 MCCCCC, DECEMBRE.
475
Sier Domenego Trivixan, el cavalier, fo
provedador a Cremona
Non. Sier Zacharia Contarini, el cavalier, che non merita absolutiom .
61.92
Et chiamato el prefato sier Zorzi Pixani a la Signoria, tolse termine a risponder damatina. Et pregadi vene zoso a hore 5.
In questo zorno fo exequito la sententia dil prete, amazò sier Beneto Morexini, che fo portato per
canal fino a Santa †, et davanti la porta dil morto,
taiatoli la man destra, e menato a coa di cavallo fino
a San Marcho, dove ſo discopato. Qual stentò assa'
a morir, e poi squartato in quatro quarti.
A dì 20 dezembrio. In colegio, domenega, ſo il
principe. Vene l' orator di Franza, e parlato di Martim da Casal, si dolse assai di la truffa, e dubitava
non li havesse menato via la mulla ; tamen l'è a
Brexa. Poi disse, il re farà questo anno grande ar- mata, et che Mathio Copolla à 'buto una letera di la sorte di l'armata ; et poi fè introdur il consolo de'
milanesi.
Vene domino Jacomo da Nolla, secretario dil
conte di Pitiano, dicendo, il signor suo è preparato di far la mostra, et ha cavalli 1500, quali li vol ve- der, si cussì la soa zente hanno. El principe laudo il conte ; e ditoli dil vescoado di Cividal di Bellun.
Vene il conte Xarcho, vayvoda, stipendiato nostro, venuto di Sibinico, con letere dil conte di Sibinico et di quel di Traù, in laude sua, pregando sia
expedito presto. Or il principe li fè bona ciera, e comesso a li savij a terra ferma e ordeni lo expedissa.
Vene sier Piero Nani, fo governador a Otranto,
qual resta haver ducati 1200 e più, di haver servito dil suo, al tempo fu a Otranto, im pagar li provisio- nati , et dil suo salario, rechiedendo la satisfacione.
Et cussi il zorno drio fo balotati.
In questa matina, fono mandati per il colegio sier
Zuan Morexini , el consier , sier Nicolò Trivixan,
savio dil conseio, procurator, et sier Bernardo Barbarigo, savio da tera ferma, dal cardinal, a dirli la
risposta a le do proposte fate, qual fo presa eri im
pregadi.
Da poi disnar ſo gram conseio. Et fu fato podestà et capetanio a Crema sier Antonio Corner, fo
provedador al sal. Et il colegio reduto, fo consultato
di risponder a l' orator nostro in Spagna, fino hore
3di note.
A di 21 dezembrio. In colegio vene sier Zorzi Pixani, dotor et cavalier, electo orator in Hongaria,
et con lacrime dimando di gratia a la Signoria fusse
acetà la sua scusa, per causa dil padre, che è infermo, et partendossi morirà. Et li consieri terminò di
far pregadi ozi, da poi conseio, et poner la sua scusa.
Vene el cardinal con li piati, per il qual fo mandato molti patricij. Et, venuto in colegio, sentò di
sora il principe, et fo levato la sedia. Disse, vol a la
prima risposta 4 dechiaratiom : la prima, che non potendo far con li 80 milia, siano 100 milia; secondo,
si exprima per anni 3 ; tertio, el re di Polana non
sia compreso in la contribution, perchè à abuto le
decime, jubileo e cruciata dal papa, et in Hongaria per le constitution con li prelati non si pol poner
decime, perchè tieneno cavali ; quarto, si scrivi a
Roma a l' orator di far l'ubligatiom non far paxe col
turcho etc.; item, di le galie, dove dice el papa ar- merà 20, vol si dichi bonna summa, perchè più ne
armerà. Il principe a tutto rispose sapientissime, bastava ; et post multa hinc inde dicta, fo concluso, si
scrivi a Roma a l'orator tutto questo, e il voler nostro più chiaro, e conzà su la risposta, bona summa de galie. Poi esso cardinal pregó la Signoria a le do proposte volesse, almeno di parole, far, acció el papa
resti hen edifichato etc. Poi dimandò, per il cardinal
di Modena, il possesso dil canonicha' di Padoa, fo
dato per pregadi a l'Anselmo ; et il preposito di Santa
Agata di Cremona, dato a quel di Trecho; item, il vescoado di Cividal, per il Trivixan ; item, sia perdonato a Marco di Martinengo la rebellion ; item, sia lassado di prexom uno Zorzi Vida, contestabele, fo in Friul, et uno Lorenzo fiorentim, incolpato perlaro etc. , come nel memorial apar. Et il principe li
rispose, prima esser stå dato el canonicha' a l' An- selmi, benemerito nostro, si veda di acordar di qualche altro beneficio ; di quel di Cremona, per privi- legij in aquisitione concesso a lhoro cremonesi ; dil vescoa' di Cividal, si acordano col fio dil conte di Pitiano, semo contenti ; dil Martinengo non parli , è
nostro ribello ; di Zorzi Vida et l'altro si vederà.
Poi dito cardinal dimandò, per amor dil papa, fusse
lassato Lucio Malvezo, è in castello a Verona, retento. Li fo risposto, è cossa dil conseio di X, e aspela
al re di Franza. Et lui disse, daria piezaria di ducati
X milia, mai haver offeso a questo stato. Or si parti,
e andò a veder il palazo dil principe. Poi tochò la
man a soa serenità a la scalla, pregando l'orator
eleto in Hongaria, avanti la sua partita, lo vedesse.
Da poi disnar fo gran conseio. Fato capetanio a
Brexa, sier Marco da Molim, fo cao dil conseio di X. E fo posto per li consieri la parte di rezimenti di ſuora. Qual have 7 non sincier, 337 di no, 895 di la
parte. Et fu presa di largo. Et fo ben fato.
1209 MCCCCC, DECEMBRE. 1210
Et il colegio reduto a consultar, vene l' orator | podestà. Avisa di la venuta quel zorno li dil conte di dil papa, dicendo el cardinal non si contenta di la
risposta, et si scrivi a Roma, et se li dagi le letere a
soa signoria reverendissima, le vol mandar lui etc.
Da poi disnar, poi gran conseio, fo pregadi, et
leto queste letere :
Pitiano ; li andò contra a la porta, e il capetanio a li
confini dil teritorio. Item, à aviso, a Bolzan esser stå
portato artilarie, e di la conclusion di la dieta, quasi
ut supra, et che 'l re vol romper a Milan, e far un
ducha di caxa severinescha etc.
Da poi leto le letere, sier Zorzi Pixani, dotor et
cavalier, andò in renga, excusandossi non poter anDa Riva, di sier Piero Foscolo, provedador, di
16. Come la dieta di Bolzan è fornita, et fu fata in
execution di le diete fate in Yspurch e in Norim- | dar a la legatiom di Hongaria, perchè sarà carnifice
bergi, et concluso li zentilomeni, citadini et monasterij pagino a raxom di do e meza per 100, di
476 quanto hanno de intrada ordinaria, et li fameglij,
stanno con altri a salario, pagano uno carantam per
raynes hanno di salario ; item li zenthilomeni, citadini
e monasterij hanno intrada, per ogni 400 raynes de
intrada ordinaria, debano tener in campo uno homo
a cavalo armato ; et li contadini e artisti debano pagar carantani 7 per fuogo, et li ditti contadini e artisti, per ogni 400 fuogi, debino mandar in campo
uno fante ; e questa colleta si pagi ogni anno fin al
termine di 6 anni, per far guerra al turcho, e contra
certi altri che sono contra a le raxom di l' imperio ;
et a Santa Maria Ceriola tutti babino preparà la parte
li aspeta, e consignada a uno che sarà mandato per
lo imperio, cussi li danari chome li homeni ; e che
quasi tutti li milanesi, erano a Archo e Trento, sono
andati a Bolzan ; e si dice la Signoria nostra ha bona
intelligentia col prefato re di romani.
Da Zara, di sier Piero Sagredo, conte, et sier
Jacomo da Molin, dotor, capetanio, di 23 novembrio. Chome, a dì 16 ditto , 400 cavali de' turchi haveano corsso sul conta' di Sibinicho, e preso 40 anime et 2000 animali ; e il zorno drio li cavali di stratioti e homeni dil conta', ussiti, fono asaltati da'turchi posti in arguaito, e preso stratioti 4 e Alvixe
Tavelich con alcuni pedoni sibinzani. Item, essi rectori laudano molto sier Jacomo Manolesso, qual, hessendo venuto il suo cambio, era rimasto provedador
di stratioti , a lhoro pregierie, et, non havendo alcun
salario limitado, aricordano se li provedi acciò rimangi.
Deliditti, di primo di l'instante. Chome haveano
tolto ad imprestedo ducati 229, e dato ducati uno
per fante, acciò non si partino, e, non li mandando
la paga per le feste, si partirano. Item, hano ricevuto la nostra letera se li scrive, e trata in Nona
con Schender bassà ; esso conte cavalcha li, e dice
etiam in Lavrana à tratado. Item, li dacij non si pol
afitar, et quello si dava per lire 1000, hora non si
trova lire 200, e la terra sta ben.
di suo padre etc.; e alegò certa leze dil 40. E per li
consieri fo posto di acetar la sua scusa, qual vol i do
terzi. Ave una non sincera, 62 di no, 65 di sì, et 0
preso. Iterum andò : ave niuna non sincera, 57 di
no, 79 di la parte. Et nulla ſu preso. Et vedendo
cussi, el predito tolse termine a risponder la matina; et poi aceto. Et in questa sera andò a visitar el
cardinal .
Fu posto per tutti li savij, che a li cavali dil cardinal, sono a Mestre, li sia paga le spexe, ch'è zercha
ducati 80. Item, scriver a Trevixo li fazi le spese
per questo passar. Ave 12 di no. E poi per colegio
fo scrito a Mestre, li prepari im palazo, e li fazi le
spexe nel passar.
Fu posto per nui, savij ai ordeni, atento non si
potrà haver più di galie 5 in Candia da armar, li sia
mandato 6 arsilij, e li patroni siano fati per nui ,
justa il consueto, et mandarli molte cosse rechiedeno
essi rectori ; comesso la execution a li provedadori,
executori, toglij li danari di la Signoria, senza altra
balotation in colegio, soto pena etc. Ave 0 et 0, il
resto di la parte.
Fu posto per nui, savij ai ordeni, far il primo 476
pregadi uno patrom di la nave picola, acciò la soliciti, con i modi e conditiom fu eleto sier Andrea
Contarini, ma non livri soldo fino non fazi vella di
sora porto. Have 15 di no, il resto di la parte. E fo
presa.
Fu posto per nui, ut supra, certa parte di expedir il noncio di Famagosta, e scriver a quelli rectori,
mantegni et observi li privilegij concessi. a' famagostani etc. , ut in ea. Ave 4 di no.
Fu posto per tutti li savij , di scriver a l'orator
nostro a Roma la dechiaratiom più aperta a la risposta fata al cardinal, a le 4 cosse scrite di sopra etc.
Et sier Lunardo Grimani, savio a terra ferma, messe
voler star su quello era preso; solum dir di li tre
anni. Et contradixe, non si digi 100 milia ducati
expresse. Li rispose sier Piero Duodo, savio a terra
ferma. Poi parlò sier Alvise di Prioli, è di pregadi,
quondam sier Piero, procurator, che si digi di le
Da Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, galie vol armar etc. Ando la parte : 4 non sincere,
1211 MCCCCC, DECEMBRE. 1212
6 di no, 19 dil Grimani, 94 dil resto di savij . E fo
presa. Et fo mandata a mostrar in questa sera al
cardinal, qual non si contento ; et per questo restò
de partirsi.
Adi 22 dezembrio. In colegio vene l'orator di
Franza, quasi solicitando si compiasi il cardinal di
le proposition etc.
Fu posto per tutti i savij, dechiarir a la letera si
scrive a Roma, quando ben il re di Polana non volesse o non potesse, non si resti di concluder con
Hongaria. Item, difender il papa contra turchi per
questo tempo, e non far paxe senza voler di quelli
contribuirano a ditto re. Et a l'incontro, per sier 477
Lunardo Grimani, savio a terra ferma, et Jo, Marin
Vene l'orator dil papa, qual non sapeva quello Sanudo, savio ai ordeni, ſo posto, voler il primo caera stà preso ; et letoli, disse, quanto a lui, li satisfa- | pitolo dichi: in caso che 'l re di Polana, per caxom
ceva, anderia dal cardinal ; et dimandò la relaxatiom di moscoviti e tartari, per instigation di turchi non
di Zorzi Vida, contestabele, di prexon. potesse, che debbi concluder col re di Hongaria. Et,
In questa matina fu fato cavalier, per il princi- ❘ avanti fusse posto le parte, sier Zorzi Pixani, dotor,
pe, uno citadim cremonese, zovene, domino Zorzi di
Mazi, fiol ... Era solo cavalier sier Andrea Trivixan,
à li spironi, et lo acompagnò con le trombe fino a la
sua habitatione etc.
cavalier, andò in renga a referir le parole dil cardinal ; qual li mostrò la soa instrution, molto longa etc.
Poi parlò sier Lunardo Grimani. Et li rispose sier
Piero Duodo. Andò le parte : do non sincere, 6 di
Item, fu parlato di l'arsenal, e fato venir il ar- no, 50 di savij , 67 la nostra. E fu presa. Et fo manmiraio di l'arsenal, qual dete al principe una scri- dato ditto sier Zorzi Pixani, con Zorzi Francho, se- tura, dil bisogno di 55 galie sotil et 19 grosse si | cretario, dal cardinal, a mostrarli ; qual si contentò.
lavora; vol ducati 110 milia etc. Item, la barza | Et di tutto però volse tuor la copia. Et fo spazà la
granda non si averà questo anno, è a pena galie 25.
letera a Roma.
Et li provedadori a l'arsenal parlono zercha li danari Fu posto, per li savij ai ordeni, una parte per il
di la decima, spetanti a l'arsenal, esser stå tolti per | bisogno di le munition si ha a mandar a Napoli di
il camerlengo etc. Romania, qual parerà al colegio, e siali ubligà ducati 4000, à da scuoder Alvise Venier a Vizenza, di
debitori di la Signoria nostra, che non sono ubligati.
Ave 4 di no. Tamen la matina sequente di questi
Molte letere vene da terra, di pocha importantia,
non lete : da Padoa, dil capetanio, manda una letera li à scrito l' orator di Franza, punissi uno secretario
dil cardinal Zen, à ditto mal dil suo re etc.; da Gra- fo tolti ducati 2400 per dar a l' Alviano, et non
discha, di sier Bortolo di Prioli, provedador, di
quelli di Goricia, hanno con zente stropà l'alveo etc.;
item, de li non ha bombardieri ; da Verona, esser
callà li dacij in affito ducati 8 milia.
Da poi disnar ſo pregadi. Non fu il principe.
Posto alcune taie di Verona et Ravena ; et li savij
con li cai di X steno in cheba.
Fu posto per li consieri et li savij ai ordeni, dar
a sie, strupiadi su le galie da' turchi, fanti di officij o
caraori di legne, in lochi di primi vacherano, et li
nomina. Have tutto il conseio .
Fu posto per sier Bernardo Barbarigo, savio a
terra ferma, la sua parte di fogolari, di elezer 6 a
tansar etc. Et sier Alvise da Molin, savio dil conseio,
andò in renga, e fè un gran discorsso, e fè lezer una
parte a l'incontro, per sier Antonio Valier et lui, di
far che le caxe e possession di debitori si vendino,
videlicet quelle poste in la Signoria, a pagar la 1/8 di
contanti, e la mità dil credito hanno li tansadi, o
per si o per altri, ut in ea etc. Et sier Bernardo
Barbarigo andò in renga, ma volendo li consieri e
il resto di savij poner de indusiar, tutti d'acordo
indusiono.
senza gran parole, et perhò mi contentando.
Adi 23 dezembrio. In colegio vene domino Zuan
Batista Carazolo, capetanio di le fantarie, venuto di
Friul; et, sentato a presso il principe, disse era venuto a visitar questa Signoria, di la qual manzava il
pam, senza haver fato 0, nè stima pericolo per quella
di perder l' anima e il corpo; poi voria licentia di
andar ad Urbim, a tuor la moglie soa, o mandarla
a tuor. Il principe li disse, è meglio la mandi a tuor.
Poi disse alcune parole da sviserato. Prima, le zente
d' arme nostre sono mal in hordine, e saria meglio
tenirne mancho, et fosseno bone; secondo, questo
stado à più artilarie cha tutto il resto dil mondo,
ma mal poste e governate, poi non vi som bombardieri ; tertio, li soi contestabeli è con lui, homeni da
bene, li è dato ducati 5 al mexe per uno, et non li
hanno in tre mexi ; quarto, lui volse andar a Zara,
se imbarchó con li fanti , e il provedador li scrisse ritornasse ; quinto, voria esser operato o in mar o in
terra, oferendo il padre, li fratelli et nepoti ; et hes- sendo stato con caxa Aragona à fato il dover, quanto
magis con questa Signoria, con la qual vol viver in
eterno a suo servicio. Et il principe li rispose a tutte
1213 MCCCCC, DECEMBRE. 1214
177
parte sapientissime, laudandolo assai. Poi esso cape- tanio disse dil mal animo à quelli dil conta' di Goricia contra nostri ; et a Gradischa è do contestabeli ,
Alvise da Novelo e Piero da le Curazine, con pochi
fanti ; si provedi.
Veneno li governadori di l' intrade, sier Antonio
Calbo, sier Bernardo Bembo, dotor et cavalier, e
sier Tomà Mocenigo, zercha 4 dacij hano ad afitar :
primo, quel di le tre per 100, qual dia haver do inude di galie, e non à 'uto ; quel di l'intrada ; quel dil ferro et quel di la spina, al qual per il conseio di
X è stà provisto ; e sopra questi dacij in colegio fo
molte parole.
Veneno li proveditori dil sal, col dacier dil sal
di Cremona, per il debito ha a la Signoria nostra,
per quello era debitor al signor Lodovico ; et fo
acordato dagi fino un mexe ducati 1000 per parte,
et il resto vadi dagando, et li fo fato le letere; quali
sono ubligati al conseio di X.
In questa matina fo publicato, per parte presa
nel conseio di X, che li bezi fosseno banditi, et piů
non si spendesseno sotto gran pene; qual è pocho
fonno banditi , ma per la comodità tutti li spendeva.
Da poi disnar ſo conseio di X con zouta di colegio, procuratori et altri.
Ad 24 dezembrio. In colegio vene l'orator di
Napoli, dicendo la serenissima rezina Beatrice, dove
voleva prima venir in Aquileia, per l'aiere, vol ve- nir a Porto Gruer, e li se imbarcherà ; et lui orator,
con licentia di la Signoria nostra, vol andar fin li a
incontrarla. Et il principe li rispose, eramo contenti,
ma stesse prima al pasto con sua serenità, poi andasse. Et cussi esso orator disse, faria.
Da Ravena, dil podestà, di 20. Chome a Forli
erano zonti 300 ſanti, et era stà dato ducati 3 per
uno a la guarda dil ducha, et è stà impichati do spagnoli , e uno altro, ſevano mal per Forli e insulti .
Dil cardinal legato. Si have una poliza, zercha Item, fa far in rocha scalle a furia; si dice à intellila relaxation di Zorzi Vida, contestabele, di prexom, ❘ gentia in Faenza ; tamen in Faenza si fa provisione
et il colegio voleva lassarlo, atento per la Signoria
fo retenuto ; et sier Francesco Foscari, savio a terra
ferma, volse il pregadi. Unde li fo risposto, lassasse
a l'orator dil papa, si vederia etc. El qual cardinal, ❘ ria trazer di Ravena e teritorio biava etc. Li à riquesta matina, poi manzato, parti, et con barche pizole andò a Mestre, dove disnò. Poi ſo a Trevixo.
Da Roverè, dil podestà, di 20. Chome à'saputo
quello è stà tratà in la dieta a Bolzan, dove è stati
capetanij, per noine dil re, et in execution di certi | partirssi, perchè compieno le trieve hanno con coet guardie. Item, li do contadini fonno lassati, ma
mal tratadi, pezo cha da' turchi ; à pagato ducati 16
per le spexe. Item, a di 18 esso ducha li scrisse vosposto in bona forma ; e dice saria mal, perchè dove
il formento val bolognini 23, salteria a trenta. Item,
in Forli le zente non alozano più a descritione, ma li
dano caxa e fuogo. Item, si dice li Orsini sono per
capitoli fati a la dieta di Austria, videlicet tre cosse
hanno proposto : primo, non voleno citadini portino
veste, de cætero, di seda; item, 2.°, che come si
observa, che quando el se atrovava alcun havesse
comprado robade, non era obligato a restitution,
hora voleno sia ubligà, et di ogni raynes 40 pagi | gna per il mar, per la peste e turchi, e vol più prelonesi.
Vene sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier, dimandando fusse scrito una letera al re di romani, per
darli salvo conduto, vol andar in Hongaria per la
Elemagna, e non vol andar per niun muodo da Seuno, di quello à intrada, e chi non ha intrada pagi
charantani 7 per fuogo, e questi danari per anni 6,
vol contra infideli, e per refar le caxe brusate da'
sguizari , et per li bisogni di l'imperio ; et che in ditta
dieta è stà contraditiom, tamen è sta dato la copia Vene in queste parole uno corier dil re di romadi ditti ordeni, acciò le mostrino a le comunità lhoroni, et presentò una letera di sua majestà, data a Linz,
sto reſudar. E alcuni voleva far questa letera. Et sier
Lunardo Grimani, et nui ai ordeni, volessemo andasse per la più brieve, ch'è quella di Segna, et che 'l
pregadi la terminasse.
essi noncij , et respondino. Item, par sia venuto dal
cardinal curzense, qual è li, uno domino Lodovico,
preposito de Osem, consier regio, a visitarlo per esser suo amico ; li à ditto, la regina esser causa esso
legato non vadi, et la letera la fece uno Piero di Bonomo, secretario di essa regina, et uno orator di mitolo Firmiam, donino Zorzi Heleger, capetanio in
lanesi ; solicitano al re etc. Et promesse ditto consier
andar a trovar il re, e farà il vadi di longo. Item, in
la dieta di Bolzan fono electi 12 etc.
a di primo di questo. Come li fo scrito di la perdeda di Coron, et volevamo mandar nostri oratori .
E lui rispose anderia a Norimberg, a consultar con
li electori e principi ; ma non havendo potuto consultar, hora scrive mandar a Pordenon domino BorSaliset, soi consieri, et domino Georgio Moixes, ca- 478
petanio im Pordenon, dove si mandi li nostri oratori, et quelli aldirano le proposte, et aviserano poi
1215 MCCCCC, DECEMBRE. 1216
soa maiestà, si li doverà far il salvo conduto etc. Et
nota, questa è cossa nuova, e numquam più audita
tal forma. Et fo consultato e risposto al corier, stagi
qui queste feste, poi se li risponderia. E bisogna
gran consulto per molti respeti.
Da poi disnar, fo la vezilia di Nadal, il doxe fo
in chiesia a l'officio et messa, more solito. Et è da
saper, eri sera fo dito una zanza : nostri, a dì 5 di
questo, havevano auto il castello di la Zefalonia, et
si diceva era nova a bocha ; tamen nihil erat.
Item, ozi nui ai ordeni fomo a caxa di sier Antonio Valier, savio dil conseio, con un di nostri secretarij per consultar assa' cosse.
A di 25 dezembrio. Fo el zorno di Nadal, vene
di venere. La matina el principe, more solito, fo in
chiesia, a udir messa, senza perhò le solennità, et
questi oratori, papa, Napoli e Ferara, il signor Schandarbecho, domino Marco Malipiero, comandador di
Rhodi, et il capetanio di le fantarie. Et vene prima
nova, per una letera di Corfu, di X, nostri haver
auto il castel dil Zonchio per tratado, et la Zefalonia
doveva darli la bataia, et che una fusta veniva con
letere dil zeneral, partite avanti il grippo, qual di
hora in hora doveria zonzer. Et tutta la terra mostrò grande alegreza, e pocho da poi zonse la dita
fusta con le letere, qual fo mandate a lezer per Zacharia di Freschi. Et referito al principe la nova,
quella comunichò con li oratori. Vene etiam pre'Lucha, era zago in San Marco, capelan dil zeneral, qual
parlò al principe. Colegio non si redusse ; et perho
più avanti noterò le letere.
che si a qualche cossa el dimandava non li era risposto ad vota, è perchè si convien servar le leze
nostre. Et lui orator parlò, dolendossi li pareva non
esser ben visto; havia dimandà zercha il conto di
milanesi, per le canevaze ; item, di la sententia fata
a Lodi , intromessa per sier Francesco Zorzi, auditor
et altro ; item, quel orator di Napoli retento fu statim liberato, et alia verba. Or fo bonazate le cosse,
e il principe lo basó ; poi li disse, che le do nave di
Zenoa, armate per il re, nel ritorno havia preso una
nave, qual era li forzieri di sier Francesco Morexini,
orator nostro, vien di Napoli. Si dolse assai , disse
scriveria in bona forma. Et li fo fato lezer la letera
ne scrive il re di romani, zercha mandar oratori nostriaPordenon ; si la rise etc. Poi il principejustificho,
per una letera abuta da Milan, a le tre cosse, la qual
sarà notada qui sotto. Et, partito, fo ordinà credenza.
Vene, lezendossi le letere da mar, sier France- 478
sco Chachuri, fo sopracomito di la galia di Otranto,
andò col socorsso a Modon, vestito con caxacha a
modo turcho, perchè fo preso, e schiavo, qual si ha
rescatà, e im più volte spese più di ducati .... , et
è venuto con questa fusta. Montò a Ragusi a dì 12
di questo ; parti di Andernopoli a di primo novembrio, dove era il signor. E a Constantinopoli si dice,
era la peste. Item, per opinion soa, il signor non
armerà questo anno, per esser la sua armada mal
conditionada, e tuta marza, qual parte è a Garipoli
e parte a Constantinopoli ; e tutto il paese è mal contento per li danni patischono. Item, disse dil perder
di Modon, et il modo che nostri intrava, e turchi da
l'altra banda erano intrati in la terra, e, combatendo, li fo dà di una niazocha su l' elmo, lo ' l storni, e
Et è da saper, l' orator di Franza era corozato,
et sine causa, et perho non vene ; unde, da poi disnar, fo mandato a pregarlo per Gasparo da la Ve- | cade per morto sopra molti corpi, e stè cussi stradoa, secretario, volesse venir. Qual disse non volleva. Unde, consultato, el principe mandoe do patricij , sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, et sier Polo Pixani, el cavalier, vestito d'oro,
et questi lo menoe. Et andati con le solennità in
chiesia a la predicha, portò la spada sier Zorzi Corner, el cavalier, capetanio a Verona designato ; fo | taia ducati 100, e poi altri 100, e lo fè rader la barsuo compagno sier Zorzi Pixani, dotor, cavalier. Or ❘ba e la testa, e li messe una casacha in dosso e scamortito, e tutti li zapava adosso, e la terra si arse tutta. E, poi svegliato, spogliosi, per non esser cognosuto,
e a la porta ne l'ussir fu preso. Disse era balestriere
di galia, e sapeva grecho; fu fato schiavo e, fato l'edito fosseno presentadi tutti li schiavi, per taiarli per mezo, el suo patron el volsse presentar, e lui si dė
polò. E iterum fo preso. Item, disse in Andernopoli
vene nova, il re di Hongaria havia roto al turcho, e
intrato per meza zorna' nel paexe ; unde il signor li
mandó contra 15 milia achazides, zoè cavali coradori etc. Item, dimandato di rectori di Modon, disse
el Zantani fo amazato in Modon, e il Cabriel, castepredicho il predichator di San Zane Polo, frate di
quel hordine. E poi, justa il consueto, el principe
non andò a San Zorzi, ma udite vesporo a San Marco. Et, compito, si reduse col colegio e l'orator di
Franza, al qual li usoe sapientissime parole, dicendo non havia causa, per la ferma lianza, liga e benivolentia è tra la christianissima majestà e la Signoria | lan, fo ditto era vivo a presso il turcho. Item, in
nostra, et che l' havia dito esso principe voleva ben
al signor Lodovico, dicendo molte parte optime, et Modon è pochi turchi ; per non haver dove star,
stanno soto tende, à fabrichà le mure.
1217 MCCCCC, DECEMBRE. 1218
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, nel | da, date in galia, a la Zefalonia, a d. 6. Avisa anschierazi grossi, uno con formenti, l' altro con cebibi ; e a Modom era do fuste turchesche, e a Coron
una altra ; e par la ditta gondola nostra habi preso
uno gripo coroneo, qual dete in terra, e prese do
homeni coronei.
De Corphù, dil baylo e provelador, di 9. Manda
ditta, venuta di fusta per uno gripo, e hanno inteso nostri haver auto il Zonchio etc.
porto di l' arsenal a la Zefalonia, a di 6 di l' in- derà li al Zonchio, di hordine dil zeneral, dove è stà
stante. Come, in nome di Dio e de bon principio, trova le munition lui portò con le Xgalie. Item, in
avisa una bona nova, che nostri ha auto il Zonchio | Modom esser turchi 700, et vi è zonto a Modon do
a questo modo : che Dimitri da Modon, suo compagno de stendardo, fo mandà capo di provisionati per
li cai di X in armada, hessendo praticho, e havendo
parenti nel Zonchio, tramò con li homeni di averlo ;
unde esso zeneral vi mandò la galia, soracomito sier
Francesco di Mezo, la qual stete, per tempi, zorni 18
al Zante ; e poi li mandò do fuste con biscoto, qual
zonte, fato tempo andono al dito Zonchio. E a di
tre ditto, introno nel castello e taiono a pezi tutti i
turchi da 50 in suso, come par per la letera di esso sopracomito, qual mandoe la copia. Unde, inteso questo, li à mandà sier Hironimo Pixani, provedador,
con do galie, soracommiti sier Sabastian Marzello
e sier Sabastian Tiepolo, con alcuni provisionati ,
capo Marco da Bossina, mandato per il conseio di
X capetanio, et ha fato capo di tutti el dito Dimitri ,
qual lo ricomanda a la Signoria nostra. Etiam il
provedador dil Zante mandò 25 fanti dil Moro, contestabele. Item, dito castello era fornito di monition,
artilarie e ogni cossa in abondantia, e à posto sier
Pollo Valaresso per castelan dentro, per non vi esser
altro nobele in armada da conto. Aricorda se lignoria. Poi li mostrò la proclama, ch'è quella fede
Da Milam, dil secretario nostro, di 22. Chome
el reverendo monsignor di Lucion, monsignor di
Chiaramonte, monsignor di Obigni et monsignor lo
general di Savoia e quel di Milan, con alcuni altri
dil conseio regio, a caxa dil general di Milan reduti ,
mandono per lui, dicendoli tre cosse : la prima, a
Mantoa va sguizari, vestiti incogniti, e passano per
le terre nostre ; 2.º el conte di Pitiano era rimosso
dil Friul, e veniva in Geradada ; 3.º di certa proclama fata, la Signoria voleva sguizari sotto specie di
mandarli per mar. Et il secretario rispose, nulla sapeva ; et che il conte veniva a li alozamenti, et justificho assa' ben. Or li disseno, desse aviso a la Simandi fanti , provedador etc. Item, eri fo esso zene- feno li nostri provedadori etc. Item, in zifra scrisse,
ral in campo, per poner hordine etc. Scrive si usa queste cosse fanno quelli signori per vedersi dispediligentia in taiar li repari dil castello, et eri, per il rati ; il populo li hanno in odio, voriano turchi e il
taiar, ruinò una parte di essi repari, et si fa per il | diavolo più presto per signori, et non è si picol mosuo armiraio con 16 in 20 homeni il tutto, et fin 3
o ver 4 zorni , dito taio sarà expedito, et presto li
darano la bataia; et el basilisco ozi tirerà, farà etc.
479 Aricorda si rernandi la fusta presto, et recomanda
pre' Lucha, portator di tal nova. Item, à licentiato
do galie di Puia, zoė Monopoli e Brandizo, vadino
a disarmar, et questa note parteno ; et questo à fato
per servarli la fede, acciò uno altro anno vengino
volentieri. Item, Gorlin, qual scrisse fo ferito, stava
meio.
Dal Zonchio, di sier Francesco di Mezo, sopracomito, di 3 dezembrio, al capetanio zeneral. Come
in quella matina, col nome di Dio, hanno hauto il
locho e forteza dil Zonchio, e messe li homeni quella
note in terra, scosi in certe case ; e la matina, quando aperseno la porta, nostri saltono dentro, e tutti
feno il dover, e hanno taià a pezi tutti i turchi, salvo
che 3 o ver 4 li fono dati a lui, et 3 schampati ; dimanda socorsso et presto, perchè a Modon è galie e
fuste, et a Coron.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'arma1 Diarii di M. SANUTO. - Tom III
vimento, che tutti fariano etc. Item, mo 4 zorni,
monsignor di Alegra parti, con 100 lanze et 400
guasconi a pe' , di uno castello di tortonese, chiamato Pozuol, per andar a trovar il ducha di Valentinoys. Item, è zonte di qua da' monti 200 lanze,
di le 600 doveano venir, qualle sono alozate di là di
Po, e le altre vieneno.
Noto, ozi fo divulgato, e dicessi si ha per letere
di sier Zuan Francesco Marzello, patron in Alexandria, che sier Domenego Dolfim, capetanio dil colpho, à preso 5 fuste di la Vajussa, li homeni scampati in terra, solum 40; tamen di tal aviso la Signoria nostra nulla havea.
Da Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier,
luogo tenente, di 23. Come domino Francesco di Strasoldo, dotor, li à fato intender, haver da suo cuxin,
domino Federico di Strasoldo, sta a Belgrado, che
il re di romani à mandà do letere al capetanio di
Pordenon, capitando li el cardinal, ch' è Church, va
extra montes legato, lo debbi retenir, e non lassarlo
passar ; e cussi à scrito in altri lochi. Item, eri sera
77
1219 MCCCCC, DECEMBRE. 1220
479
gronse la rayna di Hongaria li a Udene;li fo contra
con citadini e stratioti, e l'honorò assai, e l'à presentata. Si racomanda a la Signoria nostra ; l'à presentata ; et è con lei do oratori yspani ; et voleva
partir diman per Porto Gruer, dove dia aspetar l'orator regio è in questa terra, dia vegnir li ; ma poi
à terminato star per queste feste li a Udene.
Item, havendo auto letere dil provedador di Gradischa, quelli di Goricia voleano venir a brusar li
molini, li scrisse, e manda la risposta de 21, quelli
comessarij regij scusarlosi, non è vero, ma ben li
nostri di Monfalcon voleano far certo fosso su quel
dil re di romani, im prejuditio di la villa de Viles,
et non volseno soportar etc.
far, da poi gran conseio, ozi, conseio diX con zonta
di colegio, procuratori et altri. Et intisi haveano
cosse importante, molto secrete.
Et il colegio, hessendo gran consejo suso, si re- dusse a consultar et lezer le letere da mar et da terra, di le qual farò mention.
Di Padoa, Vicenza, Verona, Crema, poi vene
di Brexa, in consonantia tutte. Haver ricevuto nostre letere, zercha il terzo di dacij ; unde quelli dacieri non pono patir, et voleano refudar i dacij. Altri
ricorda si affiti il terzo dasperssi. Altri, dovendo incantar questo primo di de zener li dacij , non sano
chome far. Et Crema avisa, lievassi etiam il dacio
di la biava. Item, di Padoa, di rectori , zercha aver
per la diferentia dil rotolo .
De Gradischadi, sier Bortolo di Prioli, proveda- adata la diferentia de quelli lectori doveano lezer,
dor, di 19, al luogo tenente. Come à inteso, quelli di
Goricia famopreparation per venir a brusar il molin
di Lizonso e li repari ; unde saria gran pericolo, come
etiam feno per avanti, in taiar la corda dil porto elc.
Adi 26 dezembrio. In questa matina, per esser
el consueto el principe andar a messa a San Zorzi ,
fu con le cerimonie in chiesia. Era tutti li oratori ;
portò la spada sier Christofal Moro, va vicedomino a Ferara ; fo suo compagno sier Piero Contarini, suo
consolo. Et, hessendo in chiesia, vene per mar letere
dil zeneral , più vechie.
Dapoi, redut in colegio con l' orator di Franza, qual vene a mostrar una letera, li à scrito il marchexe di Mantoa, che è tutto dil roy, e la risposta li
fa, molto alta ; dicendo, Martim da Casal averli ditto, che lui e il ducha di Ferara sono contra il roy,
e scrive la trufa fata per Martim da Casal, e voglij
esser amico di la christianissima majestà et di la Signoria nostra. Item, ditto marchexe li à mandà a
donar 6 fasani. Poi fè lezer una letera, el serive a
Milan, a monsignor di Lucion, in justificatiom di le
cosse scrite per il secretario ; e par li habi serito mal
di la Signoria nostra, di non esser ben tratà li subditi dil re ; e hora scrive il principe averli promesso,
di qua davanti, far. Item, scrive di le nave di Zenoa,
di la cossa fata a' nostri. Item, di la letera scrive il
re di romani, e dice : scribit stultus juxta stultitiam
suam. Poi manda le letere dil marchese di Mantoa,
e dice cognosse la malatia, bisogna la medicina; e
ne la fin dice, si vol far con humanità e paxe, e par
si voy partir di qui a di do zener; e cussi disse voleva far, havendo abuto licentia dal re suo, per andar a veder suo padre. Item, mostrò una letera
scrive a monsignor di Ravastem, governador di Zenoa, zercha la nave e il danno,
Da Vicenza, di sier Alvise Emo, capetanio, di
24. Come, à ' uto uno aviso di Matio di Perli, vicentino, li scrive, d' Asiago, nove di todeschi : chome in
la dieta di Bolzan non è stà fato adunation di zente,
e il re esser a Nolimberg, con altri signori, in con- sulto, e par voglij venir a Roma o a Milan o contra la Signoria nostra. Item. si dice, poi Pasqua, par quelli dil paexe romperano a la Signoria nostra, e
che dicono lassa, pur non voleno lassar trar biave
quelli di la Signoria, et nui le veniremo a tuor etc.
Et fo scrito a Padoa, in risposta di la sua letera,
che l' orator di Franza si lamenta di parole ditte per
uno secretario dil cardinal Zen, come sa domino
Zuan Campeze, dotor, ch' è contra il re e la Signoria nostra; debbi examinar etc.
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, a 480
dì 2 di l' instante, nel porto di l' arsenal, a la Zefalonia. Come havendo tutti deliberato de meter fin a
quella impresa, non si restava zorno e note preparar tutte cosse oportune, et far bastioni, edeficij e altre provision, per poter superar li repari de li ini- mici al castello, molto eminenti et forte; et bisoguava far tal preparation, non obstante, che da tre
faze tuto el muro sia ruinato con le artilarie, e loro
si habino provisto con repari di terem, a li qual non
si pol andar, per esser atorno atorno tanto rato, che
li homeni, che voleno ascender, non pono quasi fermarsi con el piede, e perhò è forzo, avanti se dagi la bataia ordinaria, se prepari el tutto, azó se possi consequir la victoria desiderata, come spera in Dio
sarà ele. E di questo à gran pensier, nè si sparagna,
e va qualche volta in campo, nè mancha in cossa alcuna, che quel illustrissimo capetanio li richieda, vi- delicet yspano. Etiamli provedadori, sopracomiti e
lotrò li cai di X. e mandati tutti fuora, ordinono altri deputati in campo afaticharsi e ponersi a ogni
1221 MCCCCC, DECEMBRE 1992
pericolo, e maxime Alvise Muschatello, suo armiraio.
qual si porta benissimo, e ne porta qualche segno
di ferida. Item, dice a quella impresa haver asentito
per el desiderio haveva quel capetanio yspano di
aquistar quel castello, e visto esser qualche dificulta,
l'ha deliberato più presto lassar la vita che levarse
de l'impresa, re infecta ; e di questo voler sono
tutti, etiam li nostri. Spera di breve aquistarlo, per
esser tutti li spagnoli, come nostri, pronptissimi ad
exponersi a ogni pericolo. Item, è stato tanti cativi
tempi e pluviosi, pocho si à potuto far ; e al presente
è stà do zorni di bon tempo, e poi si à messo sirocho con pioza. Lauda molto quella ixola, per la fertilità et per el porto, che non è simile in tuto el
Levante ; e, redifichato il castello, ch'è di natura di
sito fortissimo, non sarà bisogno più fortifichar il
Zante, per non esser porto de li, ma tutto el fondamento bisognerà far li a la Zephalonia, perchè le
galie di viazi e altri navilij segurissimamente si potrano redur li , e tuor li parizi; la qual ixola è altratanto quasi inazor di Corphù, e molto miglior di
ogni cossa ; e, havendola, come si haverà, di niun
fruto sarà al turcho Patras et Nepanto, di qual lochi
non potrà ussir navilio algum turchescho, che fusse
seguro; oltra altri lochi dil turcho, che saria nostri
senza faticharsi ; e si sforza expedir l'impresa, per
esserli a cuor. Le galie turchesche sono restate a la Prevesa e a la Vajusa, le qual spera non starano
tropo de li, per haver intention, expedito, andar a
Santa Maura, poi a la Prevesa, e brusar quelle galie,
poi a la Vajusa, e dice non è per lassarle de li a niun
modo, per quanto potrà; e zercha l'impresa di Modon, vede non esser modo per adesso etc. Item,
avisa è zonte de li le do galie grosse di viazi, erano
a la Vajussa e hanno portà la bombarda grossa e il
basilisco; el qual basilisco si à posto in terra, e conduto in campo per sier Marco Orio, capetanio di le
nave, sopra cari mati, e si lauda assa' di l'Orio, per
haver lui il cargo di mandar tute le cosse in campo,
che richiede el capetanio yspano, e dura gram faticha, note e di; spera quel basilisco farà più fruto
cha tuti li canoni byspani, quali sono di bona sorte.
Item, è zonte do galie sotil, sier Sabastian Marzello,
e sier Sabastian Tiepolo, et il suo belingier, con
molte monition, mandate da Corphù. Item, la galia
Loredana , con pan , polvere , feramenta e altro ,
mandò a richieder a Corfù, et è zonti altri navilij
con vituaria e biscoto, et erano afamati, e tin horra
si ha manzato formento. Item, è zonto uno navilio
480 di Otranto con 800 tumani di orzo per li cavali de
li stratioti, et ditti orzi à pagati cortesemente. Item.
in locho di le do galie grosse, venute di la Vajusa,
è per mandar do altre grosse, e il barzoto armado,
justa i mandati, fin 4 o ver 6 zorni, per non dimi
nuir le forze, per il dar la bataia zeneral, e farà la
zercha a le galie grosse, e li bolerà il libro, e ordinarà stagino de li, poi vadino a disarmar. Item, a di
31 dil passato, zonse li uno Matio Petronzin, da Corfù, vien da Constantinopoli, e manda la soa depo
sitiom. Aricorda si fazi potente in mar, et non aspetar zugno e luio, perchè, avanti, si potrà far assai ;
poi andar ad incontrar l'armata turchescha, se la
volesse ussir del streto. Item, oltra le galie grosse
vol mandar 13 galie sotil di le più vechie, et di
quelle di 6 mexi, justa i mandati, a disarmar, non
computando le 4 manderà a rata, e le galie di Dalmatia; tamen, fin sia expedita la impresa, non manderà; solicita si comenzi a bon' ora ad armar. Item,
con la galia Loredana è venuto li sier Francesco
Zigogna, e, justa l'ordine, li à fato comandamento
quamprimum, con el primo passazo, vengi a li piedi
di la Signoria nostra. Rispose, volentieri. Si volse
justifichar ;lo aldite ; per suo contento si offerse
operarsi. Li disse, per adesso non achadeva la per
sona sua. Item, essendoli stà mandati, per il rezimento di la Cania, do coronei, fono consencienti a
dar la cità di Coron al turcho, et hebeno una caxacha
per uno dal turcho, e mandatoli il processo, subito ,
quello visto, li fece impichar; e, morti, poi li fè api- char per un pe', como rebelli di la Signoria nostra ;
e quanti di questi li venirà a le man, li farà el simel.
Li nomi lhoro sono : Manoli Raguseo da Coron et
Francesco Frangato da Castel Francho, mia 6 da
Coron. Item, eri ricevete letere nostre, laudandolo etc. de haver sequito l'armata nimicha ; ringracia
assai, promete far etc. Item. ozi terzo zorno, rice.
vete letere del rezimento de Napoli di Romania, di
29 octubrio ; avisa atender a la fabricha con li danari
li lassò, dimandano esser provisti , si che aricorda se
li provedi etc. E oltra le do galie li lasso, è per mandarne do altre per li bisogni de li .
Relatiomdi Mathio Perozin, da Corphủ, a di
30 nocembrio al zeneral, qual vien da Constant
nopoli, parti è zorni 45. Dice, al partir suo, vene
per terra versso Corphù, passò da Santi 40 a Corfi,
è venuto in arma' con la galia di sier Sabastian
Marzello. Item, à visto tuta l'armata, ussi di Constantinopoli, era ritornata a Constantinopoli, e l'altra
a Galipoli ; e l'ultimo navilio, zonse a Constantinopoli, fo la nave grossa di Cunali, mal conditionata,
ehavea do trombe in sentina ; e fra li altri navilij
conduti, fu la galia grossa fo presa da' turchi, e tuti
1223 MCCCCC, DECEMBRE. 1224
quelli di la terra andono a vederla per miracolo, et
subito el signor mandò per tuti li proti maistri è in
Constantinopoli, e li comesse subito andasse a Sinopi, ch'è una terra in Mar Mazor, che li fesseno 30
galie grosse simile a quella, e doveseno far taiar i
legnami. E diti prothi rispose, non saveva far cussi
polita, nè cussi apta, perchè li lavori si fano a Veniexia era tropo belli, e non si potea cussi facilmente
inmitar. Etiam fo menada la galia sotil Malipiera,
qual esso Matio cognobe a le arme, di la qual si
fazea per turchi grandissima alegreza, e molti andavano a vederla, e pagavano un aspro per vederla.
Item, che 'l signor ordinò, tute le galie e fuste fusseno conzade e repezade al meglio se poteva, e subito dete principio a dicti navilij . Item, per li homeni
di Lepanto e Coron, tuta quella armada era peotada,
tute le galie che sono in Mar Mazor, che sono zercha
30, fosseno conzade e compide, et che le erano inboscade, e manchava serarle. Item, dize che 'l Barbeta è stà impalado a Salonichi, perchè li è stå oposto
che'l brusò la galiaza, et che Zan Griva è quello che
governa l'arınata del turcho.
Dil ditto capetanio zeneral, di 4, ivi. Chome à
spazà la galia tragurina a Corphù, con Alvixe Zio,
qual è stà amalato, e non si pol rehaver. Item, el
basilisco ozi, per sier Marco Orio, è stà messo in
conzo al loco suo, e doman si trazerà, e lui capetanio vol andar in campo per esser a dar la bataia.
Item, à fato comandamento a sier Francesco Zigogna, vadi con la galia tragurina a Corfù. Li à risposto,
con la prima galia verà adisarmar, el monterà suso.
Item, Gorlim, per la ferita soto el zenochio, da la
481 et molti de li ditti erano pedoti. Item, che l'armada | schienza di la piera del canon trete i nostri spagnoli,
li era venuto el spasmo, stava in gran pericolo. Et
poi, per una poliza, scrive ditto Gorlim esser mejorato.
desse biscoto a le galie è al Sasno, et etiam a la galia,
soracomito sier Sabastiam Marzello.
Dil capetanio zeneral vidi letere vechie, di 14
novembrio, da la Zefalonia. Nulla da conto, solum
atendano a la impresa.
dil turcho intrò in streto con grandissima paura ,
per le galie di la Signoria nostra, che l'havea sequita
fin al streto, e che niun navilio ardiva partir da
Constantinopoli, per paura di ditte galie, e che molti Da Corfù, dil baylo e provedador, di 8. Dil
navilij, che erano cargati de marchadantie per Syo zonzer quella note, con gran fortuna, la galia trague altri luogi, havendo inteso il sequir sopraditto, rina, con Alvise Zio e letere dil zeneral, qual le
discargono le merchadantie per paura. Item, dice ha manda per uno gripo; avisa mancharli formento per
inteso da' turchi, la soa arinada esser partida da far biscoto, vol piere cote, e taole, per far gomene
Napoli di Romania, per caxon che havea inteso che e charbon. Item, di la nave Tiepola si rupe, l'armila nostra armata veniva a quella volta, per trovarse raio di Modom à recuperato casse 9 di feramenta,
con quella, e venia etiam l'arma' di Franza per con- barili 20 di quarta di polvere, barili 5 pizoli et li
zonzersi con la nostra, e andar insieme contra quella | armizi di la nave, e per le scriture dil patron par
dil turcho, e tal aviso se dizea, turchi haverlo auto
dal re Maximian, el qual li havea scrito difusamente
il tutto ; e che, visto el sequitar di la nostra armada,
deteno fede a quanto Maximian i havea avisato, e
subito se levono da Napoli ; e, si non havesseno auto
tal aviso, haveano deliberato di combater Napoli.
Item, dize che Camali havea domandato al turcho
Xgalie e qualche fusta, per assecurar i navilij soi,
azò i potesseno navichar, et per poter etiam andar
in corso; e fin hora crede el sia ussito fora. Item,
che è gran peste a Constantinopoli, e tuti li merchadanti venitiani sono in uno castello verso Mar Mazor, e fo menato el castelam da cha' Cabriel di Modon, con una caxacha de pano d'oro, e uno soracomilo, a juditio suo crede sia sier Valerio Marzello,
in dito castello, e, per quanto l'intese, sier Andrea
Griti era vivo, e a lui e tuti li altri merchadanti |
veniva fato bona compagnia. Item, dize che ' l crede, ❘
el signor turcho anderà in Andernopoli, per la peste
che è in Constantinopoli, e che 'l signor era molto
amalado, e uno di do bassa era grandemente amalado. Item, che ' l signor turcho havea ordinato, che
Del ditto capetanio zeneral, di 15 novembrio. 481
Avisa coine quella matina, in algune cave facte ne li
muri del castello, è stà messa polvere de bombarda,
et è ruinato da 4 in 5 passi de muro, e continue si
atende a far cave, e si bombarda, e præcipue la rocha,
qual si judicha con pochi colpi ruinerà; spera fin
do zorni darli la bataia ; dentro sono da turchi 250,
e si difendano bene. Aricorda il mandarli danari,
biscoto e polvere in quantità. E manda una letera
li scrive li provedadori di campo di quel zorno,
hore 3 di di, come quella matina l'armiraio di esso
zeneral à fato certe chave, per meter fuogo, e butar
certi muri con li repari via, et ozi meterà fuogo; e
per uno di quelli comandadori yspani, è stà trovato
una bussa, e chavata con desterità, e sono intrati
questa note, et, rechizato, dicono cosse assai. Item,
quel capetanio fa gran forzo di bombardar. Item, si
1225 MCCCCC, DECEMBRE. 1226
à bombarbà la rocha, e fato opera assai, e quelli | dar qualche angaria a tante cavalerie e serventarie
dentro trazeno tuto el suo di la rocha, e meteno in
la terra. Item, quelli yspani desiderano haver l'ho
nor lhoro, e forssi per quella bussa robar la terra.
Item, par il Danese sia in campo, e ne la fin dicono esser stå posto fuogo ne la bussa, e butà via 4 passa.
Di Candia, di sier Bortolo Minio, capetanio, di 20 novembrio. Dil zonzer a dì 18 li sier Marco
Barbo, con la galia, soracomito sier Francesco Zen,
venuta a disarmar; li consignò el ducato de Candia
quel zorno, e, disarmata dita galia, par sij mal conditionata. Da novo, per via di Syo, si ha a Constantinopoli è morbo grande, e che ad Sovrasseri et
Vurla erano di brieve per ussir X fuste turchesche,
qual fariano danno assai in l' Arzipielago ; à dato aviso al zeneral. Item, per letere di Cypro, di 24 octubrio, ha esser in Cypro gran carestia di formenti , orzi e viuo. Item, dil tributo, chome etiam
si ha il tutto da quelli rectori di Cypro, e voleano mandarlo sopra uno schierazo, e meter suso da 70
homeni, si marinari, corne soldati di Famagosta.
Item, che 'l soldan volea andar contra el signor di
Damasco, qual havia zerchato farsi soldan. Item,
che'l fiol, che fu di caraman, facea progresso in la
Caramania, e, se l'havesse qualche ajuto, faria bon
fruto in quelle parte.
Del ditto, di 25 ditto. Come è stato in l'arsenal,
e à visto do galie mal conditionate, si che non è da
meterli spesa. Aricorda il mandar il corpo di le galie, volendo armar de li. Item, la galia Zena è innavigabile, tamen non sarà mandata a la maza. Item,
sia provisto a la panaticha, per non vi esser il modo
de li . Item, scrive zercha il fabrichar, ma li danari
mancha, per convenir restituir ducati 2500, tolti a
quelli feudati zenthilomeni im presteto a li bisogni
passati. Item, ha principiato a far una fornasa de
calzina, e, fornita, ne farà una altra , et lavorerà
dove li parerà di bisogno ; voria se li mandasse uno
inzegner, e uno maran di bote 200, per esser più
manevole, per mandar a tuor piere e legne per le
fornase. Item, siano mandate le robe scrisse per
l'arsenal, come apar etc.
Del ditto, di do dezembrio. Come domino Andrea
da Porto, nobile cretense, era venuto da lui, e ditoli
un modo si ha pensato, zercha l'armar di le galie
in quella isola, per il modo di haver le zurme, e
manda in nota quanto li à ricordato. Item, li ambasadori non sono ancora partiti, e si partirano con
la prima nave ; vieneno per domandar assa' cosse, e
præcipue zente da cavalo in bon numero, et provisionati; e, perchè saria gran spesa, aricorda si potria
sono de lì, perchè tal custodia è a beneficio comun; 482
perho a la richiesta di ditti oratori si potrà con desterità promover tal cossa. Item, esser zonti li 18 stratioti di Napoli di Romania, mandati per quelli | rectori, per algune controversie che haveano li stra-
| tioti insieme l'uno con l'altro ; e li scriveno, non li possendo dar recapito al suo viver, li lassa venir in
Italia ; si che aspeta ordine nostro.
L'aricordo di quel Andrea di Porto è questo.
Come sono stà partite e date in feudo a' zenthilomeni e benemeriti citadini nostri cavalarie 392,
oltra le terre di la chiesia, e li casali retenuti per la
Signoria nostra; le qual cavalarie sono sempre ad
beneplacitum di quella , e dite è stà partite , e le
parte si chiamano boine, como è a dir campi, adeo
metando una per l'altra, mete ogni cavalaria habia boine 50, soto sopra, adeo sariano in tuto boine
19600, le qual non sono sempre afitate, e quelle riman disatitate è chiamate orphane ; e quelle si
afittano, si suol per anni 5. E di dito numero 19600
la Signoria pol asumer in si de ogni 15 una, cha
la quinta decima parte, bovine 1306 2/3, la qual la
Signoria poi pol partir per mità, e quelle conferir a
tante fameie per l'ixola, a raxon di boina meza per
fameio, senza fitto nè livello alguno, a galderle sempre a beneplacitum, con questo, essa fameia una persona debbi deputar, qual, a ogni coinandamento, in
tre zorni sia tenuto, fornito de ogni vituaria, imbarcarsi in le galie per homo da remo, tuta volta pagandolo el soldo usato, imponendoli, in caxo di falisom ,
quella più pena parerà, et con ditte boine partite, si
hara homeni obligati numero 2613, che 166 è le
zurme de una galia ; ergo è zurme di galie 15, е
avanza homeni 123, ch'è quasi per un'altra galia.
Et questo non dia esser grave a li feudati, per esser
le boine a beneplacitum ; e cussi li homeni si asueferano in melius, e farasse conmpagni, paroni e comiti
di galie, e boni pedota, per il modo, ut supra.
Da Trevixo, di sier Hironimo Contarini, podestà el capetanio, di 24. Avisa, come marti, a hore
21 , con honorevele compagnia di cavali 200, con la
chieresia im precession, andò fuora do miglia, et eli
aspeto fin hore 23 1/8 el reverendissimo cardinal ;
et, non venendo, tornò dentro. Et heri iterum fo
posto in hordine una bella precession, con el vescovo e tutti aparati, con † e baldachino, con el colegio di doctori, con li suo' bavari ; e dita precession
aspeto a la porta ; e lui podestà andò fuora con honorevele compagnia più di uno miglio. E, scontrato
sua signoria, dismontó da cavallo, e usò ogni dino-
1227 MCCCCC, DECEMBRE. 1228
altra praticha di Faenza, et speremo le cosse arà
bon exito.
stration di amor et honor a soa signoria. E, zonta
a la porta, el volse esso cardinal dismontar da cavallo a honorar la †; e fo acetato dal vescovo e cle- Dil ditto, di 16. Come fo quella matina concisto- ro ; e, montato, fo posto soto el baldachino, portato rio. Fo leto una letera dil re di romani, che rispon- da 8 principalli di quella cità, et 4 altri erano al fre- de a uno brieve dil papa, scrivendo esser caldo con -
no del cavallo, honorevelmente vestiti, e processio- tra turchi, fino ab incunabulis, e vol mandar a Roma,
naliter, præcedente turba de cavalli e pedoni, poi la a exortar soa santità, do oratori. Et il papa dimandò
chieresia con el vescovo, poi el cardinal soto el bal- a li cardinali el voto suo. Tutti, uno ore, risposeno dachin, poi lui podestà con soi prelati , demum molta si dovesse mandar di longo el cardinal curzense le- quantita de cavalli con numeroso populo, piene le gato, e scriverli vadi, che sarà admesso. Item, sono strade e fanestre de populo, excitato da fremiti de venuti li do cavalari im gran pressa di Romagna,
cavalli e trombete, procedente, tali ordine, per el più si dice per la praticha di Faenza; par il papa fazi il
bello de la cità e piaza, hymnos canente clero, per- fiol di missier Zuane e il siguor di Faenza, cardinali,
venissemo al domo. Dove dischavalchati a l' intrar e asecura il stato a missier Zuan Bentivoy; et il papa
di la chiesia, fo aceptato iterum dal vescovo, clero dà de intrada de præsenti al signor di Faenza ducati
et incenssato ; poi a l'altar grando, el vescovo apa- | 5000, e missier Zuane dà al papa ducati 30 milia.
rato con el suo clero cantono, e usono certe cerimo- Item, madona Lugrecia, fia dil papa, è stà richiesta
482 nie, stante continuamente el cardinal inzenochiato da soa santità, toy il ducha di Gravina per marito.
davanti l'altar. Compito hebe el vescovo e clero À risposto non voler, per esser li mariti soi mal cala sua cerimonia , sua signoria se levo e davanti pitati ; et è partita corozata.
l'altar, cantò una oratione, e dete la beneditione,
facendo publichar la indulgentia de anni 6000. Poi
fo conduto in vescovado, dove era preparato honorevel e comodamente per lui e per li soi prelati. E
poi quella matina l'andò a visitar, e pocho da poi
monto a cavallo, e lo acompagnò do mia; et soa
signoria lo ringratiò di la bona ciera, dicendo esser
stà ad vota satisfato da la Signoria nostra. E si parti
a la volta di Coneiam, e à gran desiderio de acelerar
el camin. Noto, ozi a gran conscio to levá una zanza senza
fondamento, che il re di Napoli era morto; tamen
nulla si havea di zić.
Adi 27 dezembrio, domenega. El principe fo in
chiesia con li oratori, papa, Franza, Napoli e Ferara,
e li altri ut supra, con li patricij invitati al pasto ; et
l' orator di Napoli era vestito con un belissimo manto d'oro, serado su la spalla, con zoie ete. Or, aldito
messa, veneno a disnar con el principe, justa il consuelo.
Dil ditto, di 19. Come fo dal papa. Era l' orator
yspano, aspetava per haver audientia, e solicitar le
bolle di la cruciata. Era col papa domino Philiberto,
orator dil re di romani, e uno Agustino, secretario,
noviter venuto di Alemagna ; e non poteno essi oratori haver audientia. Item , la praticha di Faenza
tien el papa secreta da lui ; et etiam eri soa santità
fo secrete con li oratori dil re di romani preditto.
Item, el jubileo à perlongato fino a la octava di Nadal. Item, a Forlì è stati presi alcuni, tratavano mal
contra il ducha. Item, eri fo concistorio; fo fato do
brevi, uno al re di romani, l' altro al cardinal curzense, vadi di longo, si non al re, a li electori e principi di Germania. Item, ricevete nostre letere zercha
la scomunicha di Verona ; anderà dal papa.
Dil dito, di 22. Come to per aver audientia dal
papa ; non potè averla; era col papa 4 cardinali, Capua, arborense, Capaze et Salerno, et erano sopra
Faenza. El papa mandò a dimandar a esso orator,
per domino Troz, suo camerier, e li disse di Monreal etc. Disse el ditto al papa, e tornò a dirli, soa
santità faria ogni cossa, tamen il cardinal Monreal 483
non vol assentir, et soa santità non vol romper con
Da Roma, di l'orator, eri sert renute, e lete nel
conseio di X, la prima di 15. Come fo dal papa, li
comunicho li sumarij, come ave per letere di 8, dil
conzonzersi le do armate a uno, e di haver dilibe- | lui ;li mandò Capua a parlar. Item, è zonto lo epirato tuor l'impresa di Modon, evenuti a la Zepha- scopo uladislaniense li, lo anderà a visitar, justa i
lonia. Soa santità li piaque, et disse non bisognava | mandati; al qual, sul ponte di Santo Auzolo, per
exortarlo a dar la cruciata per l'armata yspana, l'à
fato et faria. Poi esso orator li dimandò zercha la
partita di monsignor di Trans. Rispose non saper,
ma andava a Milan; dicendo : Si dice el va a Bologna, per caxom di Faenza ; non è vero, habiamo
forza li è stà tolto uno cavallo per forza, ch'è stà
gran vergogna.
Di Napoli, di sier Francesco Morexini e sier
Zuan Badoer, doctori, oratori, di 12. Come esso
Badoer, a di primo, parti da Roma, e, con gran
1999 MCCCCC, DECEMBRE. 1230
far per scurtinio, nel dito conseio, uno provedador
dil castel dil Zonchio, con ducati 40 al mexe netti,
stagi in la forteza, e dagi raxon. Item, sia etiam per
scurtinio electo uno sotto castelan di citadini nostri
venitiani, con ducati 15 al mexe. Item, per il colepioze e cative strade, gionse zobia li, et li vene contra il ducha di Calavria, e domino Zuam Clever, orator yspano, e fo acompagnato a lo alozamento, poi
fin hora, non potendo aver audientia, ozi li vene a
levarlo il conte di Castro et el conte di Martirano
con bona compagnia, lo conduxeno dal re, dove fece❘ gio, intravegnando li cai di X, si habi a elexer 4
caporali, con 20 provisionati per uno. Item, se li
mandi murari e taiapieri etc. , e li sopraditti siano
pagati di tempo in tempo, di danari dil conseio di X.
Item, si vegni poi a proveder, per ditto conseio, a
Dimitri da Modom, qual è stà causa di l' aquisto di
ditto castello .
oration latina, di la benivolentia di la Signoria nostra a soa majestà, et operarsi al ben suo. Item,
exortarlo contra turchi etc. , justa la comission sua.
Soa majestà li ussò asa' parole, ringraciando la Signoria nostra, et præcipue di l' opera fata con il re
di Franza, e che li oratori soi erano andati a soa
majestà, e dil turcho fè gran discorsso, ni di lui si In questo pregadi fu posto, per tutti li savij d'a- 483
fidava, e à visto, à roto la pace a la Signoria nostra, ❘ cordo, una letera al capetanio zeneral di mar, lautamen nonpol far altro, è in mezo dil re di Franza darlo di le operation, e il piacer si ha 'uto dil Zone dil ducha Valentino, e quando li signori christiani | chio, e di la diliberation soa di andar, poi expedita
facesseno il dover contra turchi , etiam lui faria ; e
quando vedesse etc. , faria il tutto; e che 'l papa doveria, come capo, far; et che soa majestà havia
mandà a dir al turcho di li gran aparati di la christianità, e, non potendo far altro a la Signoria nostra, la tegnirà avisata de li progressi dil turcho etc.
E cussi fo expedita l' audientia.
la Zefalonia, a brusar quelle armate di la Prevesa e
Vajusa, e di questo lo confortamo assai, nè semo
per manchar di provederli. Ave 4 di no, el resto de
si. E per li cai di X fo dato sacramento di questo.
Fu posto per sier Lunardo Grimani, sier Francesco Foscari , savij a terra ferma, e li savij ai ordeni, che im pena etc., sier Zorzi Pixani , va in HonDe li ditti, di 14, tenuta fin 16. Come ricevete garia, si habi a partir per tutto il mexe, e di ogni
letere di la Signoria nostra, zercha il dimandar al re danar, obligati o no, siali dati sub pœna etc. Et el
la trata di cara 2000 formento, per caxon di far bi- dito sier Zorzi andò in renga, dicendo era in horscoti per far l' armada ; e cussi fono dal re, exponen- dine, non havea auto danari, il secretario e la dita e
doli il bisogno. Soa majestà rispose, da una banda, li cavali. Or Jo li andai a risponder, tutto era prepaper le ubligation, O pol denegar a la Signoria no- rato, e il bisogno di la celerità. Et sier Alvise da Mostra ; da l'altra, è povero re ; tamen saria con li de- | lin, savio dil conscio, e sier Piero Duodo, savio a
putati, e risponderia. Item, sier Francesco Morexini,
nel tuor di la licentia per partirsi, soa majestà volse
decorarlo di la militia, et li parse acetar.
Noto, in le letere di Roma, di 22, è in fine, che
era partito di Roma quel Augustino, secretario dil
re di romani, per Elemagna.
Da Brexa, di rectori, più letere. In una, mandano qui 20 murari e favri per Napoli di Romania.
Item, per un'altra mandono uno aviso abuto di Valchamonicha, di una secretario dil marchexe di Mantoa, passato de li, va in Elemagna. Item, dil tratato
in la dieta di Bolzan, quasi come per le altre si ha
auto.
Da poi el pasto, l' orator di Franza ſo in colegio
col principe, et mostrò alcune letere dil cardinal
curzense. Lí serive di Roverè, anderà di longo ; et
presentó una letera a la Signoria, la copia sarà di
soto.
Da poi disnar fo pregadi. E, lezendo le letere,
intro conscio di X con zouta dil colegio, et preseno
una parte, la qual publicho im pregadi, videlicet di
terra ferma, atento la sua oferta, si habi a partir immediate, poi li sarà dato li danari . 2 non sincere,
Odi no, 73 la nostra, 82 di do. E fo presa.
Fu posto per nui ai ordeni, confirmar certa provision, data per sier Antonio Grimani, olim zeneral ,
per soi meriti a uno Dimitri Cotazi, da Corfù, tanto
sal per ducati 3 al mexe. Ave 13 di no.
Fu posto, per li cai di 40 e nui ai ordeni, certa
parte di un calafati di Candia, che sier Francesco
Foscari, a chi fo comessa tal causa, vengi al pregadi
in termine di do mexi etc. Ave tutto il conseio.
Fu posto per sier Bernardo Barbarigo, savio a
terra ferma, certa parte, non si possi poner, a l' incontro di parte di trovar danari, alcuna parte, ma
quella si ballota. Et la Signoria tolse rispecto.
Adi 28 dezembrio. In colegio, fo reduto li savij
daspersi a consultar di scriver in Spagna ; et fo leto
le ditte letere.
Di sier Andrea di Garzoni, humel servitor, non
dive dove è data. Voria poter parer, perchè scosse
da Piero di Remi ducati 300, da missier Filipo Mo-
1231 MCCCCC, DECEMBRE. 1232
rexini ducati 861 , da Gasparo Dada ducati 400, da | vigiliis, plerasque noctes insomnes duximus, et nulsier Alvise Liom ducati 1659 ; e poi l'absentia sua
O è stà scosso, e voleno vender il suo stabile di Santa Malgarita, qual costò ducati XI milia, e non si
trova 3000 ; e la caxa val ducati 6000.
Da Linz, di domino Zorzi Moisè, capetanio di
Pordenon, di 14. Avisa l'ordine à abuto dal re, va a
Pordenon, e, volendo mandar li nostri oratori, manderà il salvo conduto etc. Et 0 risposto.
lus remansit princeps, prælatus vel dominus Germaniæ, Daciæ et Svetiæ, ad quem nostras litteras
non direxerimus, hortando illos ad universalem pacem, ad sanctam hanc cruciatam suscipiendam, concordi animo, in turcarum perniciem, in communeın
hostem conjurare, arma sumere, nec pati tam inmaniter christianum sanguinem effundi a truculentissima feritate, et eorum barbarie ; adeo quod Cæsar, qui (ut plerumque principes et magnates consueverunt, malis quorumdam consiliis quandoque
Da Ferara, dil vicedomino, di 26. Come era
venuto li uno messo dil re di Franza, persona cavalchante, a dimandar il passo per modenese, di ❘ decipi), intellecta mente nostra, paululum acquievit,
et quum a principio ingressum nobis in Germaniam
prohiberet, vias intercluderet, sensim modo et per
internuntios aliunde quam a serenissima majestate
missos, nos in mora, spe maxima, fovet. Attamen
non desistimus scribere, de nostris ad serenissimam
lanze 100 e pedoni 2000, vanno con monsignor di
Alegra dal ducha Valentino, et l'à 'uto. Item, il ducha par torni a l'impresa di Faenza, e Faenza si vol
tenir, e quel signor ducha di Ferara dubita. Item, si
parla di le cosse di Alemagna, e si dice la Signoria
fa liga con Maximiano. Item, li è uno comissario dil | majestatem mittere, non parcendo prælatis senibus,
quos in nostra curia habebamus, nuperrime quosdam
etiam nostros camerarios, ad Cæsarem voluimus.
papa, scuode il jubileo in le 7 chiesie, et à trato di
Ferara e dil dominio di quel signor ducati 5000, et
par, per brevi, è stà perlongà il jubileo per tutto fe- | Ita quotidie totum imperium novis et opportunis revrer. Item, fiorentini conduse il prefeto, e ajutano
Faenza soto man. Item, manda uno capitolo dil secretario dil signor Bortolo di Cavalieri, scrive di
Franza, di primo, come à exortà il roy a far pace
col re di romani, e atender contra il turcho. Li à risposto, vol far; et par habi comuuicha questo con li
nostri oratori , e Zuan Alberto da la Pigna mostrò
ditto capitollo al preſato vicedomino.
mediis vexamus, citamus, infringinius, stimulamus,
ut jam pœniteat illos inquietos pacis inimicos, Dei
adversarios , nobis obstitisse ; forsitan maluissent ,
intuitu pontificis, aliquid contra nos numquam attentasse; et præsertim cum animadvertant, principes Germaniæ nobis et reipublicæ, pro qua destinati
sumus, mirum in modum favere. Speramus itaque,
Deo prospiciente, damna, calamitates christianæ reiNoto, el di di Nadal, fin el di drio, fo el jubileo | publicæ propter peccata nostra, superare ; eo duce
e indulgentia nova a Santa Malgarita, locho di monache, è a San Stefano, zoè chiamato San Rocho e
Santa Malgarita ; et fo assa' concorsso, perchè per il
jubileo di Roma è assa' ; qui non è stà perdoni.
484 Copia de una letera scrita per el cardinal gurcense,
va legato in Alemagna, a la Signoria nostra.
Serenissime princeps, commendatione præmissa, salutem.
Longe antea quam aburbe migrarem, prævidi- mus, quod nobis evenit, in legatione nostra eventurum ; longeque antea difficultates in hac ingenti provincia pontifici aperuimus, verentes quod nonnulli
extranei, non dicemus tam pontificis inimicos, christianissimi regis, vestrique Dominii infensos, quam
Dei, niterentur obstare, tollere, in quantum eis vires
suppeditarent, legationem nostram. Sed postmodum
considerantes quod causarn Dei fovebamus, omni
secordia, omni timore seposito, contemptis laboribus, animose hucusque penetravimus, ubi summis
contumelias delatorum, crimina in pontificem obiecta, in proprios auctores retorquere. Et sæpe sæpius nobiscum connumerare sat bonum fuisset, in
his finibus, tot angustiis, rerum inopia, inter hos
montes et valles profundas oppressi, ubi vix solaribus radiis accessus datur, laborasse, quamvis a prætore hujus vestri Rovereti fuerimus pluries visitati ,
sua hilari præsentia et sermone plurimum consolati.
Plura vestræ serenitati nunc scribere dimisimus ; ab
oratore christianissimi regis, ad quem nostras alias
dirigimus, latius singula intelligetis. Bene, fauste feliciterque valeat serenitas vestra, cui plurimum nos
| commendamus.
Rovereti, die 24 decembris 1500.
Subscriptio manu propria.
Excellentissimæ serenissimæ Dominationis vestræ 484
deditissimus amicus et frater
CARDINALIS GURCENSIS legatus etc.
1233 MCCCCC, DECEMBRE. 1231
Atergo : Serenissimo ac excellentissimo domino,
domino Augustino Barbadico, Venetiarum principi
dignissimo, tamquam fratri nostro peramando etc.
Da Feltre, di sier Antonio Morexini, podestà el
capetanio a Feltre, di 26. Come per uno citadim
de lì à saputo, in la dieta di Bolzan è stà tratato,
che si fazi quello è stå fato nel duchato di Austria,
zoè tutti, chi non à intrada, pagi charantani 8, e chi
à intrada fiorini 25, pagino uno, e da li in suso pagi
la decima ; e questo per rifar una forteza tra todeschi e sguizari ; et tengino in hordine 1000 in 2000
homeni, qual vol mandarli in Friul contra turchi.
Item, si fazi un precio per trar balestrieri e schiopetieri, oltra i lochi consueti, im Primier et Val Sugana etc.
der, l'hora era tarda, fu posto, per li consieri e savij
dil conseio e Jo, indusiar a doman ; e li savij a tera
ferma, expedirla adesso. Andò le parte : una di no,
46 di expedir, 98 di l'indusia. E fo presa, e dato
sacramento.
Di Candia, di sier Marco Barbo, ducha, di ...
novembrio. Dil zonzer suo lì con la galia Zena, e a
di 3 avosto zonse a Corfù ; avisa il suo intrar.
Dil capetanio zeneral di mar, date a la Zefalonia, a di 25 novembrio. Come, bonazato il tempo, il
capetanio yspano deliberò dar la bataglia al castello
a di 23 ; e il nostro capetanio zeneral andò in campo, e cussi fin hore 4 di zorno non era preparata,
ma, abochati che fonno, e le zente tutte in ordine,
volendossi presentar sotto il castello, per far uno
arsalto, e veder come turchi si portava, et in 6 faze
posto le zente, a uno trato diserono nostri l'artilarie, e presentatossi, per esser il locho rato da ogni
canto , turchi feno gran diffesa con saxi , e tutti
quelli si acostava li rebatevano ; unde, el capetanio 485
yspano fè ritrar le zente a li alozamenti, e duro
hore do; et spagnoli si jactava, ma hora, hanno provato, taseno ; et di le artilarie nostre fonno vasti
da' turchi 40 in 50, e questo sanno perchè poi, al
presentar su le mure, erano schiaridi, et de' nostri
e spagnoli da saxi e freze fonno magagnadi da 150,
tra li qual fono feriti sier Cabriel Soranzo, di do feride da freza, una in uno zenochio, l'altra in una
ma farano quello farà le terre franche. Item, se di- | chaichia, e di uno saxo nel volto non haverà mal ;
Da Vicenza, di sier Zuan Bragadim, podestà,
et sier Alvise Emo, capetanio, di 26. Mandano una
letera, di 18, abuta da Castel Novo, di Zuam Francesco Malclavello, come per do nepoti dil conte Martin di Lodrom, tornati da Bolzan di la dieta, par, a
dì 7, comenzó la dieta. Vi fu, per nome dil re, domino Paulo Lictestener, qual disse, in Augusta esser
stà fata dieta, e terminato li citadini e contadini pagino, di ogni raynes 40 hanno d'intrada, uno, e questo
per anni 6 ; e cussi li homeni per anni 6, zoè di ogni
400 fochi uno homo d'arme, persuadendo questi
voglino far il simile. Li hanno risposto, non voler ;
vulga il re far exercito, uno per Milan, uno per
Friul, uno verà in lago di Garda, per Val di Lagri,
e verà a conzonzersi con le zente dil marchese di
Mantoa.
sier Sabastian Moro, di uno schiopeto in uno dedo,
starà ben presto ; sier Francesco Rimondo, di una
freza nel volto, non haverà mal; sier Piero Trivixan
e sier Hironimo Morexini, di una sasada in una gamba, sono quasi variti . Item, alguni pochi morti e feriti di artilatie di spagnoli, che tiravano a tutti e
amici e nemici. Item, Gorlim, de uno falconeto di
Da poi disnar fo gram conseio, e da poi pregadi.
E, leto letere, fo divulgato una zanza, era presa la
Zefalonia a dì 12 per forza ; e questa nova portava
uno frate di San Stefano, venuto di Liesna, et che 'l | spagnoli , zoè di la schaia li dè soto el zenochio zangripo veniva ; tamen non fu vero. Et hessendo pregadi suso, vene uno corier di Brandizo ; qual, credendo portasse la nova, fu aperto ; humen fo letere
vechie di 25 novembrio di Corfù e Brandizo, zercha
li provisionati .
Fu posto per Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni,
expedir Schandarbecho per Albania, con pene al cassier e camerlengo non fazi partita, e si toy li danari
ubligati etc. Ave 14 di no, 98 de si. Fo presa.
Fo leto le opinion di risponder a l'orator in Spagna, tre letere zercha l'armada : una, per tutti li savij d'acordo ; una, opinion di sier Alvise da Molin,
savio dil conseio ; e una, di tre savij ai ordeni. Et
parlò primo sier Alvise da Molin. E volendo risponI Diarii di M. SANUTO. Том. 111.
cho, non averà mal; et uno suo tamburin ne la testa, per questa instessa botta, qual si medicha. Item,
sono stà feriti da' turchi, con freze e saxi, do o ver
tre capi di squadra spagnoli. Item, il castello è fortissimo, ma credeva spagnoli fosseno altri homeni etc.; ma li nostri sono valentissimi, e fanno il dover. Item, li mancha polvere et biscoto, e si manza
in armada formento ; e di vin patiseno ; e quanti
gripi vien li con vino, vien tenuti per il capetanio
yspano, e nostri non pol haverne, nè li val farne dimandar per suo nome ; tamen sofre il tutto etc. E
di tal letera fo dato sacramento per li cai di Xa
bancho a bancho, per causa di spagnoli.
Adi 29 dezembrio. In collegio. Fo spazà letere
78
1235 MOCOCC, DECEMBRE. 1236
485*
per colegio in Franza, in materia di successi di l'orator dil roy etc. , e ordinà credenza.
Dı Roma, di l' orator, di 23. Come fo dal papa,
per far levar l'interdito a Verona ; era il cardinal
Monreal, Capaze, arborense e Salerno. Or suase a levar la scomunicha etc. Monreal altamente parlò, che
non voleva, e cussi li altri cardinali parlono; e il papa
disse : Acordeve. E l'orator disse, non era venuto a
contrastar. Conclude, il papa non è per levar tal
cossa, licet il populo di Verona non habi colpa, e sia lite tra Monreal e domino Zacharia Trivisano. Item,
il papa mostrava star mal, e questo per non haver
causa di venir queste feste in capella. Item, visitò el
reverendo episcopo uladislaniense, e li usò optime
parole. Qual rispose, sapea ben, quello li fè il castelan di la Chiusa, non era di mente di la Signoria
nostra. Item, è zonto li domino Francesco Morexini,
doctor, orator, vien di Napoli ; et ozi qui a Veniexia
morite soa moglie senza figlioli .
DaMonopoli, di sier Jacomo Budoer, governador, do letere. Una, in materia di le jumente et di salnitrij si haverà de li ; et per l'altra, zercha el vescovo zonto de li con le nostre letere etc.
Fo leto una poliza di un bon servo di Dio, heremita, fra' Gracia di San Christoforo ; ringracia di
le stelle abute in clemosina.
tenir l'arınata sua in Levante con la nostra. Item,
per un' altra letera scritoli, havendola disarmata, la
rearmi, e se li manda li sumarij da mar ; e una letera monitoria, che con più dolzeza etc. exponi la
imbasata sua. Et sier Alvise Mozenigo, sier Cabriel
Moro, sier Francesco Donado, savij ai ordeni, oltra
le ditte letere, messe un' altra letera secreta, videlicet, poi fato il tutto, acciò l' arnıada preditta resti li ,
prometa da ducati X fin 15 milia al mexe, comenzando a di primo april, per tutto avosto. Primo
contradixe tal ultima opinion sier Nicolò Trivixan,
procurator, savio dil conseio. Li rispose sapientissime sier Cabriel Moro. Poi Jo parlai, dimostrando la
opinion cativa di collega mei. E volendo sier Francesco Donado andar a respondermi, non volendo el
conseio udir, andò le parte : una non sincera, 0 di
no, 21 di tre savij ai ordeni, 112 la nostra. E ſo presa. E sier Jacomo Cabriel voleva meter certa soa
opinion, ma nulla messe. Et di tal deliberation, maxime di voler dar danari, ſo dato sacramento per li
cai di X a bancho a bancho, per esser di gran importantia.
Fu posto per tutti d'acordo, excepto sier Jacomo
Cabriel, et ſo opinion mia, scriver una letera al capetanio zeneral, mandi più galie el pol al Zonchio.
Item, non mandi a disarmar galie sotil, ma le fazi
conzar a Corfù, o dove li par; et da mo sia preso
di manlar sovenzion, a le galie vechie paga di tre
Dapoi disnar fo pregadi, non fo il principe. Et| mexi, a le nuove, di do mexi. Item, avisarlo si manleto le letere.
Veneno quelli eri vadagnono li palij a Lio in colegio, de more.
Di Candia, di sier Marco Barbo e consieri, di
do decembrio. Scrive aver trovato tre desordeni, fati
li per sier Lucha Trun, olim synicho, videlicet : che li camerlengi debano far l'incanti e delivrasom di
stabeli e mobeli di zenthilomeni feudati, citadini e
altri, contra la forma dil capitolo 18 di la sua comission, exequita dal 1436 in qua, et contra la parte
1489, 4 april, presa in gran conseio, che vol, li synici non toy l' autorità di algun rezimento, sub pœna etc. Item, l'altro disordine è là fato, che algun |
nodaro di la canzelaria e altri oficij , e il canzelier |
grando de li non fazi algun acto, latino sermone, ma
fazi in lingua materna; e di ziò la cità riclama.
da 6 arsilij in Candia etc. Sier Jacomo Cabriel contradixe, e messe star su quel è preso, e lassar in arbitrio dil capetanio zeneral, qual si porta benissimo.
Ave una non sincera, 47 la soa, 71 la nostra. È presa.
Fu posto per sier Constantim di Prioli, sier Francesco Foscarini, sier Antonio Valier e sier Alvise da
Molin, savij dil conseio, certa parte di poter vender
le caxe e possession messe in la Signoria nostra, di
le qual non si trova compradori, con la mità danar
contadi, et l' altra mità dil credito si ha al sal, per
le tanse poste etc., sì in nome suo, come de altri.
Sier Bernardo Barbarigo, savio a terra ferma, andò
in renga, e contradixe, e messe tutti li nostri debitori pagino un terzo di contadi, da mo 1/, zener, un
| 3.º di pro' monte vechio e nuovo, e l'altro 3.º pro'
ut supra, videlicet di tempi propinqui, ut in ea. Poi
| parlò sier Lunardo Grimani contra una e l'altra, e
messe, insieme con sier Francesco Foscari, siano
exequite le parte prese sopra la exatiom dil dinaro.
Fu posto per li savij dil conseio, di terra ferma,
e Jo, Marin Sanudo, ai ordeni, una letera a l'orator
nostro in Spagna, in risposta. Avisarli di le preparation fa li principi christiani e il papa; et vol dar
ducati 40 milia al re di Hongaria, etiam nui demo etc. Il christianissimo re fa armada, fato capeta- | Li rispose sier Alvise da Molin, e andò le parte : 3
nio monsignor di Ravasten, etiam darà in Hongaria ;
nui femo armata, perho pregi le catholice alteze a
non sincere, una di no, di sier Bernardo Barbarigo
7, dil Grimani 41, di savij 72. È presa.
1237 MCCCCC, DECEMBRE. 1238
Di Franza, venc letere di sier Francesco Fosca- | tori hanno letere dil re suo, ritornino presto, el
ri, el cavalier, orator nostro, date a Bles, a dì 9.
Come, ricevute nostre letere con li sumarij da mar,
e dil partir di le nave dil roy, fo dal re ; li piaque
l'impresa di Modon, e disse più utile sarà recuperarlo, cha damno averlo perso ; e di le sue nave
disse averle arma solum per tre mexi, come richiese l' orator nostro. Item, fo dal cardinal ; li disse in
consonantia, e che la Signoria doveria lei proveder
a le ditte nave, e ha speso il re in armarle franchi
34 milia, e volea esser col roy. E l'orator li disse,
cussi doınan si parteno, e si dice verà il ducha di
Saxonia ; et par esso nostro orator visitasse essi
oratori di volontà dil roy ; dimostrano esser amichi
di la Signoria nostra.
Dil ditto, di 13, parte era in sifra. Druno mes
so venuto li di l'archiducha di Bergogna, per tratar
acordo fra il re di romani e il roy. E il re li ha risposto, è contento esso archi lucha sia mediator.
Item, è venuto uno monsignor di Cichon, per nome
di monsignor di Vergè, per contentar, per nome dil
re di romani , a le trieve durano fin marzo, e questi
oratori hanno perlongata fin zugno. Item, è venuto
letere dil re a essi oratori, tornano presto, acció
referiscano mal, per poter far etc. , come alcuni dice.
Item, li oratori pisani ebeno audientia dal re ; li oferseno etc.; non li è stà risposto ; et li oratori fioren486 soa Signoria volesse disborsar dil suo a tenir ditte
nave, e poi pagarsi dil trato di le decime. Rispose
non poter. Item, le letere andava in Spagna, le à
date a l'orator yspano, qual fin 6 zorni le spazerà.
Item, el cardinal Ascanio àmanda adonar al re una
belissima perla e di gran valuta, la qual il re havea
gran voia di averla, et era impegnata in Italia, et ❘ tini voriano termine a pagar li 64 milia franchi, e il
Lodovico la soleva portar al collo ; et subito che il
re l' have la mandò a donar a la raina ; et dito Ascanio è in la torre di Burges, serato con 5 di soi, e
Lodovico nel castello di Lis con custodia ; à do servitori , zuoba di ballestro, e pescha ne le fosse, e la
note va in la chabia a dormir. Item, el puto, fo fiol
dil ducha Galeazo, è in una abacia de monaci , mia
do da Tors, in vardia de certi monaci, con niun de'
soi ; e il re voria farlo religioso, e la sua intentiom
non hè.
Dil dito, di XI. Come eri ſo dal re, acció provedi a le do soc nave non disarmi. Soa majestàdisse,
voleva esser col cardinal ; e par ditto cardinal parlasse con colora di questo, adeo l'orator à terminato più non parlarli. Item, li oratori alemani sono
stà expediti ; non hanno comission ampla, anno dimandato sopra il stato di Milan, e à rinovà le trieve ;
e par esso orator dicesse, in le trieve fusse compre- sa la Signoria nostra. El cardinal disse, come non si
faria altramente.
re non li vol dar termine, imo vol franchi 800 di
più per monsignor di Montisom, credo voy dir Beumonte, e par la dona sua sia venuta a la corte. Item,
li oratori alemani sono stà honorati dal re; àdisnato
con thoro, con el ducha di Barbon e principe di
Oragie, præter solitum far a soa majesta.
Delditto, di 14. Come la trieva è firmata. Fo 486
dal cardinal, et li disse voria la Signoria fusse nominata expresse, e non sub verba generalia de' confederati. Li rispose, la trieva è tra li do re, e movando nominar la Signoria, etiam il re di romani vorà
altri signori in Italia, nemici dil re ; ergo è bon non
dir altro. Item, disse haver fato letere a li preti , li
mandi la decima per tutto fevrer, sub pæna excommunicationis ; ma al clero di Bertagna bisognava
usar dolzeza, per esser novamente aquistati. Item,
ricevete letere di 30 con li sumarij ; sarà col re etc.
Item, è venuto uno messo dil signor Constantim Arniti ; li à parlato; voleva lo ricomandasse al roy ; li à risposto, senza mandato nostro non faria etc.
Da Milan, dil secretario, di 26. Come mandava
le ditte letere di Franza, e quelli signori li dimandó,
si havia auto risposta.
Dil ditto, di 12. È stato dal cardinal, acció sia
nominà la Signoria in le trieve, qual è stà renovate
per tutto zugno, e compiva sto marzo. Disse el cardinal : Son nomina tutti li aderenti e confederati. Ad 30 dezembrio. In colegio vene 'l orator dil
Item, dicti oratori hanno dimanda, per nome di papa, episcopo di Teoli, nominato domino Angelo, e
l'imperio, Lodovico et il cardinal Ascanio; essendoli | mostró una bolla dil papa, come soa santità l'aveva
stà negati, hanno richiesto almeno siano ben tratati ;
e dimandono il marchexe Hermes, fo fiol dil ducha
Galeazo, et ge l' anno concesso. Item, hanno dito il roy fazi bona amicitia col re Fedrico, perchè chiamerà il turcho, si lo molestasse. E il re à risposto,
aponto chiamando il turcho, farà etc. , e fin do anni,
vol si vedi lui esser re christianissimo. Et diti oraelecto, per li soi boni portamenti, legato a batere in questa terra, et per tutto el dominio e ditiom di la
Signoria nostra. Poi esso orator si oferse etc. , dicen- do, piacendo a la Signoria, doman anderia a Padoa,
a portar il capello al cardinal Corner. Item, dimandò
la relaxation di Zorzi Vida. Risposto, si vederà. Item,
di Lucio Malvezo, qual darà qui la piezaria di ducati
12:39 MCCCCC, DECEMBRE. 1240
X milia. Item, uno fiorentim, è im prexon per ladro. | cho, facendo comandamento a quelli timarati, zoẻ Risposto, sabado è stà preso in quarantia di apichar- provisionati, si mettino in hordine, per andar a la
lo. Et il principe li parloe dil prior di San Sabastiam, ❘ volta di Hongaria ; e si dice, lo exercito dil re esser
per non far sedition in quello monasterio.
Vene l'orator di Franza, dicendo à letere dil senato di Milan, prega la Signoria fazi , todeschi vano
a Mantoa non siano lassati passar. Item, pregò, per
amor suo, la Signoria provedi a uno domino Nicolò
Soranzo, sta con lui, di qualche beneficio ; e fo chiamato dentro, e ditoli per il principe, per amor di
l' ambasador, si scriveria per lui etc.
Da Udene, di sier Antonio Loredan, el cavalier,
luogo tenente, 27. Chome doman la raina si parte, va
a Codroipo, e poi a Porto Gruer; si lauda molto di
la Signoria, si oferisse etc. Poi disse dal re di Hongaria si arà pocho ajuto, e cussi à confirmato li oratori yspani. Item, par il cardinal, va in Hongaria,
il re di romani el vol far retenir. Item, aricorda si
provedi a Gradischa.
Da Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, proveditor, in consonantia. Si provedi de li, et quelli di
domino Lazaro Grasso sono pochi, et di 80 restati in 30 ; el qual domino Lazaro è venuto qui.
Da Brandizo , di sier Filipo Salamon , castelan. Si provedi a quelli provisionati, aliter abandonerano la forteza. Item, sier Jacomo Barbaro, olim
castelan di Brandizo, scrisse aver tolto certo formento, lui dil suo, havia posto in castello, sì che 0
è restato ; et ha speso dil suo, ita che resta creditor
grosso di la Signoria nostra.
a una terra, chiamata Smedro, dil turcho, ch'è fortissima. Item, el carabodam, signor di Moldavia,
vlacho, haver roto uno fiol dil turcho, era a quella
impresa con do sanzachi, e à morti li dicti do sanzachi e il forzo di le gente, e a pena il fiol dil signor
scampo. Item, in Alexio e altri lochi de' turchi vien
conduti assa' gripi corphuati con sal, e li vendeno
con danno di le camere de li nostre. Item, aricorda
si mandi li in colpho qualche galia.
Di Sibinicho, di sier Vetor Bragadim, conte et
capetanio, di 5 di l' instante. Aricorda si provedi al
pagamento di le guardie di Castel Novo, per non
esser possibile satisfarli da quella camera, e li sarà
forzo abandonar la forteza ; si scusa a Dio e a la Signoria nostra. Item, à leto a quelli citadini la nostra
di 27 octubrio, di le grandissime provision si fa ;
tutti ne hanno auto consolation; e prima stevano
mal contenti. Item, intende per molte vie, grande
hoste de' turchi prepararsi a pie' et a cavallo per
vegnir a ' danni in Dalmatia ; farà provision etc.; suplicha sia expedito presto el conte Xarcho de qui, et etiam l'orator di la comunità.
Da poi disnar fo conseio di X. Fato per scurtinio
provedador al Zonchio, sier Marco Loredam, quon- dam sier Alvixe, procurator, rimase da molti , tamen secreto il scurtinio ; e la matina vene a la Signoria
et acepto. Item, fo partito il salario havea Zacharia Di Cataro, dil provelitor, di 16 novembrio. Co- | de Antiquis, morto, di ducati ... , tra quelli di cole- me à ricevuto nostre di 28 septembrio, con la scrip- tion di Sabastian da Veniexia ch'è stà mala compa- gnia; è venuti senza un soldo, e, si presto non verà danari, si partirano. Item, per la letera di 17 octubrio, zercha confortar quello populo, e le provision
si farà ; à leto la letera etc. Item, à ricevuto monition, legnami, e ſeramenta, e ducati 200 per la fu- sta, in la qual à speso ducati 360 fin qui ; è stà servito di danari, et za mexi 5 1/3 la tien armata. Da
novo, Feris beì è a Scutari con cavali 50, e fato crida, chi si vol far turcho li vol dar arme e cavali e
farli cortegiani , per esserli manchato in Levante 487 gran numero de li soi turchi. Item, per causa, sier Antonio Condolmer lo molesta di certe scriture,
refuda et prega sia fato in locho suo ; manda la poliza di le inonitiom recevute; et per uno prexom,
fuzito da li confini di Servia, qual mancha zorni 20
de li, à inteso, si dice il re di Hongaria haver roto al turcho, e toltoli tre grandi borgi et assa' paexe, e
fato gran crudeltà ; e andava li corieri dil signor turgio e altri secretarij . Item, fato di ordenarij Enea Carpenio, et, in locho suo, extraordinario uno fiol di Zuan Jacomo, dil conseio di X. Item, fato capi
di X sier Piero Malipiero, sier Polo Trivixan, sier Polo Pixani, cavalier. Et colegio reduto a consultar di trovar danari. Item, alditto el conte Xarcho, aricorda assa' cosse optime in Dalmatia, e sia fato uno
proveditor etc. Item, fono alditi li merchadanti di
oio, dolersi etc.
È da saper, ozi in quarantia civil e criminal fo
preso di retegnir, di tutto el conseio, sier Zuan Ma- tio Girardo, quondam sier Francesco, olim camer- lengo in Candia, per haver compra bollete etc. Lo
meno sier Lucha Trum, fo synicho ; et za 8 zorni
etiam prese di retegnir sier Nicolò Zustignan, quondam sier Marim, etiam stato camerlengo in Candia,
per il medemo eror.
In questo zorno acadete cossa notanda, che sier
Alvise da Canal, quondam sier Bortolo, qual era di
pregadi, cadete drio copa di certo pozuol e si disco
1241 MCCCCC, DECEMBRE.
1242
pò; itu, volente futo, sier Nadal suo fiol, è pocho | superar le forze de' turchi. Item, il zeneral li ha fato
più di uno anno, hessendo provedador a Peschiera, ❘ comandamento, si transferissa a la presentia di la
volendo peschar, si anegoe etc. Signoria, con la prima galia vien a disarmar ; verà.
Da Molla, di sier Hironimo Pizamano, governudor, di 17 dezembrio. Come, inteso da Trani,
per avisi abuti dal nostro orator di Napoli, dil partir
di l'orator dil turcho, per passar a la Valona, et
inteso di una fusta di banchi 13, era in le aque di
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 27 el Brandizo, partita di Corphù, spazo uno homo, e la
28. Come, a dì 23, el ducha parti da Forli e andò ❘ fece venir li, e fè disarımar ; licentiò li homeni, salvo
Adi ultimo dezembrio. In colegio non fo il principe. Vene el capetanio di le fantarie, e consultato
di Gradischa, e ditto el vadi con 150 provisionati ;
poi, come fidelissimo, aricordo di Corphù certe cosse
optime.
a Cesena con pocha gente, e à levato di Forli el
signor Paulo e Carlo Orssini, Zuam Batista Conte et
Hercules Bentivoio, e mandati ad alozar a Rimano,
Pexaro e Fam, e questo per aleviar Forli ; e à fato
sopra li alozamenti domino Guido di Guidarelli ; e a
Forli danno a le zente solum lo alogiamento e il
focho. Item, a Faenza hanno posto il borgo in forteza, sì che più non temeno, e hora fortifichano la
rocha. La Val di Lamon è a l'usato, e Brisegella si
tien per il ducha, dove è 300 fanti con certi pochi
cavali. Item, risposto dil 3.º di dacij .
Da poi disnar fu gran conseglio, e fato li do apontadori etc. E posto per 4 consieri, excepto Trivixan,
e Morexini , la parte di dar a li fioli di sier Zuan Alvise Cocho, qual è in gravissima povertà de bisto, e
sta in caxa, do balestrarie sopra le galie di viazi, ogni
anno, in vitta lhoro. Ave 6 non sincere, 249 di no,
487778 di la parte. E fu presa. Et reduto il colegio a
consultar, vene letere di 3, dil zeneral, per via di
terra, replichate ; e poi, per via di mar, vene letere,
di 28 novembrio, di ditto zeneral, qual manchava.
Il sumario è questo :
Dil capetanio zeneral, di 28 novembrio. Chome
seguitano l' impresa, e spagnoli hanno fato chebe sopra li albori di le galie, per poter star a trazer,
quando turchi si vorano difender a la bataglia ordinaria se li darà.
et patron con 4 altri, dando voce di averla disarmata, acciò non danizasse li subditi regij ; e questo
fè per non dar sospeto. Et inteso dal dito governadordi Trani, a dì X, dito orator esser arivato a Spinazola ; e poi, per uno suo explorator, intese era
partito e andava a la via di Leze ; poi andò a dì XI
a Taranto, dove era il vicerè, et era con turchi X,
et uno orator regio, armò la dita fusta e uno gripo,
e posto suso homeni 46 ben in hordine, e messo al
governo Bernardo Bianchino, doaner nostro de li,
e vanno molto desiderosi di far etc., pur li tempi
nou siano contrarij, come mostrano ; per causa di
quali, salvo a dì 15 di note, si potè levar, e andono
per fin sopra Monopoli, e per il sirocho tornono al
Porto de San Vitto; e in questa matina è levati, e
andati a la volta de li Pedegni de Brandizo, dove
troverano, o ver intenderà il partir di ditto orator,
da uno qual si oferse, e voria una patente da poter
navigar de li a la Vallona, senza impedimento, dummodo non conducesse cosse vetate per la chiesia.
Aspeta risposta ; e si provedi a quel bombardier, è
mexi 6 serve, et 0 à 'buto, salvo quelli li dà dil suo ;
et quel locho ha gran di bisogno di lui , perchè quel
castello, avanti l'arsalto, stava con page 13, hora ne
son 28, è benissimo munido de bombardieri, bombarde, e ogni altra artilaria, e il castelam inimico
mai si à partido, come il re promisse etc.
Copia di la lettera fo scrita in risposta al reverendissimo cardinal curcense, legato a latere va in
Alemagna.
Ex Rovereto oppido nostro.
Reverendissime domine.
Di sier Francesco Zigogna, soto scrito provedador di la Morea, date in galia a la Zefalonia, a di
5dezembrio. Come, a di 27 dil passato, zonse li dal
zeneral, li disse il successo sequito in la Morea, ofe
rendoli darli 1000 e più cavali, non tochando algun
stratioto da Napoli, ma erano quelli che, al zonzer
dil turcho in la Morea, fuziteno dil teritorio di Modon, Coron e Monovasia, e unitesi con li parenti
soi, sono in luogi de' turchi, e toiandosse questo
castello, verano ad habitar l'isola, e con li cavali la
conserveriano. Item, spagnoli si fanno grandi, e
hanno raxon, perchè non li mancha 0, e ancor le
mure dil castello siano per terra, e li anemi de' nostri ben disposti, si fa provision de bastioni etc., per I domine, vester erga christianam religionein ipsam
Vestræ litteræ ad nos delatæ sunt, quibus sumptos per eam labores dignasque operationes ad commodum christianæ religionis significat ; diffusius
quoque, ejus nomine, nobis cuncta declaravit magnificus dominus Accursius , christianissimi regis
apud nos orator. Non est novus, reverendissime
1243 MCCCCCI, GENNAJO. 1241
do: Cussi faremo de simel rebelli ! Item, ricomanda
essi antivaresi, qualli si doleno di li 500 stera di
formento li fono donati, et poi revochato, e non
sano la causa ; pregano la Signoria, almeno voglij
sia conduto de lì, et venduto per conto nostro ; et
ricomanda Marco da Valle, contestabele de li , qual
merita laude.
zelus et fervor. Pergal igitur, incumbatque communi curæ, ut facit; hine nostra gloria, hinc sempiternum decus, reverendissime domine, vobis redundabit, cum ejus cura, diligentia, studio, singularique
ingenio et prudentia, servatam christianam rempublicam jam labantem, et in majori quam unquam
488 fuerit discrimine constitutam , merito dici poterit.
Et quamquam non desint, qui impedire conantur,
et studeant opus hoc sanctissimum et saluberrimum
successurum ex legatione reverendissimæ dominationis vestræ, non est tamen desistendum ab eo,
quod sapienter scribit et memorat reverendissima
ipsa dominatio vestra. Nam novimus, Deum in cælis
esse ; qui, licet propter offensas populi sui ad iracun- diam quandoque provocetur, non tamen obliviscitur | bardieri sono de li a custodia. Item, fo conduto certo
misereri. Nos vero fatemur, hujusmodi optimis operationibus reverendissimæ dominationis vestræ perpetuo devinctos eidem futuros.
Di sier Piero Bembo, castelam, di Antivari, date
a d' 24 octubrio. Avisa quel podestà haver afitado
li dacij del vin et oio, con questo, che il terzo avanti
trato havesseno a desborsar, e contra la parte à
messo le man sul terzo, e si vol pagar dil suo salario ;
unde, per questo, la cità patisse, non pol esser pagati cui si opera, e sovegnir li provisionadi e bonsal da Corfù, per conto di la Signoria nostra, mandato a tuor per il provedador di Albania, per i bisogni di questa camera ; e parte è stà dati a li comData in nostro ducali palatio, die 30 decembris | pagni dil castello, e parte a li stipendiarij de li, a
1500.
DeAntivari,de sier Piero Tiepolo, podestà, di
13 novembrio. Come Feris bei, sanzacho, con la
corte sola di cavali 40, a di 8 era zonto a Scutari, e
di la proclama fata, chi se voleva far turchi, li daria
arme, cavali , provision etc.; e questo per esserli
manchato molti di soi cortesani. Item, che marchoychij , e certi martolossi dil sanzacho, minazava dar il
guasto a Antivari ; et inteso questo per spie di Marchoy, par che quel zorno, a hore X di note, havendo
inteso li ditti esser ascosti a presso la fontana di la
terra, in costa di la montagna, con ordine el di corer
la pianura, e quando nostri andasse a recuperarla,
questi tal ascosti coresseno a la fontana, a dipredar
le done et puti di Antivari, per far uno presente al
sanzacho. Et a hore 12, esso podestà fè ussir fuori
di la terra 100 zoveni lizieri, capo il suo canzelier,
e uno Nicolò Marcolim; e al far dil zorno tolseno li
passi , circondando li martalossi ascosti ; et essendo
poi zorno, deteno dentro, e fonno a le man, lhoro
cridando : Turcho!, e nostri : Marcho ! ne amazono
7, le teste poste sopra le lanze ; et cussi amazono il
resto, zercha 17, che erano caladi a la bassa, e uno
scapoló, qual fo ferido di tosego ; et preseno uno
Stephano Rusco, dil conta' di Dulzigno, rebello nostro, qual, zorni vinti avanti, rebellò e fato rebellar
bona parte di dito conta' di Dulzigno, e fatossi capo
di martolossi, per esser valente homo. Or fo menato ligato sopra la piaza di Antivari, e tutti cridando : Questo è il rebello di la nostra illustrissima
Signoria. Et in quel instante lo taiono a pezi, dicenconto de' suo' salarij ; et per il podestà è stà devedato il vender tal sal. Et etiam il sal di la Signoria
nostra, è in la camera, non si vendi, per haver fato
lui condur sali per suo conto, fazandosse mercha- dante, et vendendolo a suo modo, contra li ordeni etc. , sì che si provedi.
Dil mere di zener 1500.
A di primo zener. In questa matina, chome è
usanza, il principe fo con li oratori, papa, Franza e
Ferara, in chiesia a messa, per esser el primo zorno
di l'anno ; et colegio non si redusse, solum da poi li
savij ; et volendo far ozi pregadi, li consieri volseno festa.
Adi do zener. In colegio vene il principe. Fo
balota ducati 100 al capetanio di le fantarie, qual è
amalato, et mandatoli maistro Hironimo da Verona
a visitarlo; à mal nel membro etc. Item, balotà di far 150 provisionati, et mandarli con lui a Gradischa, a custodia di quella .
Vene l'orator di Franza, e mostrò una letera,
scriveva al roy, zercha il suo star qui ; et pregò la
Signoria, scrivesse a sier Francesco Foscari, orator
nostro, in consonantia, et una letera a suo padre,
confortandolo etc. Et per il principe li fo comunichato la risposta di rectori di Padoa, zercha quello
fo scrito, di le parole ditte per il secretario dil cardinal Zen, nome Malichio de Vizano, bolognese, adeo
rimase satisfato.
Et sier Piero Malipiero, sier Polo Trivixan, el
cavalier, e sier Polo Pixani, el cavalier, cai dil con489
1245 MCCCCCI, GENNAJO. 1216
seio di X, feno lezer una parte presa nel suo conseio,
zercha non habi a star nel colegio altri cha li consieri , cai di 40 e tre man de savij, e uno provedador a le biave, e uno patron a l' arsenal; li altri sia
no cazati, sotto pena, privatiom etc. Item, tutti debbi
vestir di color, excepto quelli portano coroto per pare, fio e frar, per mexi 6 solum. Item, la credenza
sempre se intendi, quando li cai di X farà lezer qualcossa ; et poi un'altra parte, zercha tenir secreto
quel si trata in colegio.
Et poi mandono tutti fuora ; restò uno provedador a le biave ; et demum intrò il colegio di le biave,
per far provision di formenti.
successi. Et dita letera fo leta in pregadi; poi li cai
di X la tolseno.
Da Damasco, di sier Piero Bulbi, el cavalier,
consolo nostro, di 16 septembrio. Come quel cotimo
è debito 100 milia ducati. Item, è stà fato soldam
Zambelat, e tamen è garbuio nel paexe, et aricorda
se li mandi le galie ad ogni modo etc.
Allemagna. Et dita letera ave una non sincera, una
di no, el resto tuto di la parte.
Da poi disnar ſo pregadi. Non vene il principe,
et è molti pregadi che 'l non vien. Et fo posto de
scriver a l'orator nostro in corte, per tutti li savij,
una letera : atento le gram spexe, la beatitudine dil
pontifice voglij darne le do decime al clero per do
anni, chome ne concesse questi do anni passati. Item,
Di Hongaria, vene letere di sier Sabastian Zu- la cruciata per tuto el dominio nostro da terra e da
stignan, orator, date a Buda, a di 15 dezembrio. ❘ mar, come à dato in Hongaria, Polonia, Spagna et
Come visitò el reverendo vesprimiense, e di coloquij abuti insieme. Qual disse : La Signoria vol il re
rompi prima, e poi darli il subsidio ; è in eror, et fa
inal a non si risolver. El re non pol più scusarsi con
li baroni ; forsi quella Signoria non si fida ? Et che
le zente anderà a li confini propter defensionem. Non creda; il re vol far da cristian principe, come fè suo
barba re Ladyslao, che fu morto combatendo contra turchi ; ma da lui sollo non pol, senza subsidio
de altri . El perchè il re di Polana sarà impedito con
tartari, li converà metter più zente. E si concludi
presto, perchè semo a tempo nuovo ; perhò è bon,
scrivè a la Signoria si risolvi sopra li capitoli ; et il
re, oltra le zente fono a Baza, vorà quelle di Transilvana, Moravia, Slesia e Prusia. Et l'orator nostro li rispose sapientissime, justifichando la tardità,
non esser processa da la Signoria nostra, et esser
tra li altri uno capitolo, che il re non sia ubligato
tenir zente in campo, nisi quando turchi dannizarà | che ditta parte sia revochata in omnibus et per omnia.
il stado di la Signoria nostra. E tamen, in ditto tempo non cessi la contributione. Item, a di X,
zonse li quel nontio dil re fo in Franza a veder le done, e nulla à visto, perchè li hanno ditto esser in lontani paesi. Àditto la christianissima majestà esser
benissimo disposta a la impresa, desidera la venuta
di oratori, e solicita li siano mandati presto. Item,
lo episcopo di Chai, con li oratori di Polana, non
sono ancora zonti , ma ben è in camino. Item, il re fin do mexi va a Slesia e Moravia, a veder le sue zente, per quanto à inteso. Nè altro scrive da conto.
Fu posto per tulli, ut supra, per agumentar le
decime, che li zudei sono soto el nostro dominio,
debino de cætero pagar, chome si meterà, le do de- cime per sè, ducati 5000 per decima, per caxon di
tansa, oltra quelli ducati 4000 sono tansadi de præsenti. Et da mo sia preso, che ditti zudei debino per
tutto il mexe di zener haver pagato a bon conto
ducati 8000, qualli siano posti in la procuratia, nẻ tochati, ma si debbi mandar al capetanio zeneral,
per sovention di le galie. Ave Xdi no, 111 di sì. E
fo presa.
Fu posto per tutti, ut supra, atento le letere scriveno li nostri rectori, di li gran desordeni è in le terre, per causa di la parte di l'interzar di dacij ,
e li daciari hanno refudato lhoro dacij , e alcuni non dato le piezarie, qual comenza al primo di zener,
Contradixe sier Lunardo Grimani, qual era ussito savio di terra ferma. Li rispose sier Alvise da Molin,
savio dil conseio. Poi parlò sier Hironimo Capello,
fo provedador per le camere, dicendo non si dovesse levar, si trarà per ditto interzar ducati 95 mi- lia. Ando le parte : 8 non sincere, 63 di levar, 66 di no. Et iterum balotata: 8 non sincere, 55 dil levar,
72 di no. Et fo preso di no.
Fu posto per tutti, atento è stà prese molte parte di trovar danari e non exequite, che ditte
parte, prese in questo anno in materia pecuniaria,
siano comesse la execution a l'oficio di sier Nicolò
Da Cataro, di sier Zuan Paolo Gradenigo, pro- Michiel, dotor, cavalier, procurator e compagni ; et vedador, di 2 dezembrio. Scrive molte particularità | siano el primo pregadi electi do, in luogo di sier
di nove di Feris bei, e di le zanze si dice dil re di
489 Hongaria ; e inanda una letera scrive Feris bei a uno
fo dil conte Zorzi Zernovich, pregando li avisi di
Antonio Valier e sier Alvise da Molim, sono intrati
savij dil conseio, erano a quel oficio. Ave tuto il conscio.
1247 MCCCCCI, GENNAJO. 1248
490
Fu posto per tutti, che sier Zorzi Pixani, dotor,
cavalier, va orator in Hongaria, sia partito per tutto
di 4, sub pœna etc. Et perchè el va per la via di
Segna, dove achaderà tuor scorte, che quelle non
s ' intendi in li ducati 120 pol spender al mexe. Item,
porti a risego di la Signoria nostra ducati 400 di
arzenti . Efo presa.
Fu fato uno savio a terra ferma, in luogo di sier
Beneto Zustignan, non è intrado per invalitudine, et
uno che mancha; tamen non passò, se non un sollo,
sier Marcho Zorzi, fo savio a terra ferma ; et introe,
qual non era di pregadi.
In questo zorno, per deliberation di la quarantia, fo apichato uno fiorentin, zovene e di bon parentado, havia robato per gran valuta uno orexe in
Rialto.
citar a dar principio di armar. Et vene sier Francesco Morexini, orator nostro, da soa santità ; et ,
exposto alcune parole, soa santità rispose, la sua
bona mente versso la Signoria nostra etc. Poi, vol- tatosi, disse : L'è intrato in Faenza 500 fanti, et
alcuni cavalli passati per quel di la Signoria nostra,
qualli sono di Ferara, Bologna et Mantoa. Et l'orator
nostro li rispose, justifichando il retor di Ravena.
Poi disse soa santità, havia auto letere dil cardinal
legato de qui, qual non havia lete, et messe ordine
esser ozi da poi disnar insieme. Item, à trato ducati
218 per letera di cambio per pagar li corieri; prega siano satisfati. Et il mandato di corieri dice, dover haver da la Signoria nostra ducati 2000. Dil ditto, di 28. Come fo dal papa, qual era su
una cariola, per esser sferdito. Et par la matina riAdi 3 zener. In colegio, prima fu fato consciencevete cinque letere nostre, e li comunicho li sumatia a la Signoria che a Latisana si feva gran contrabandi contra le leze, et era botege di questo etc.;
unde, consulente collegio, li consieri et il principe terminono mandar de li Hironimo Zenoa, capetanio, a
retenir quello è li , e tuorli i libri e scriture etc., et
sequestrar tutte merchadantie, ferri et altro troverà
de li ; et con lui vadi Alvise di Piero, secretario , o
ver nodaro di la canzelaria ; et partino questa note. Et
fodato sacramento a tutti, per tal deliberatiom fata.
rij , e poi la risposta fata al legato cardinal, et de li
100 milia ducati risolti di contribuir, et di non
abandonar soa santità etc., ampliando le parte. Et
scrive coloquij abuti ; et le parole dil papa, rimase
satisfato, et ringratia de li 20 corpi di galie. Et l'o-
❘rator lo persuase a dar principio ad armar. Disse :
Volemo farlo ; provederemo di danari per questo et
per il subsidio di Hongaria. E dito, vol promover in
concistorio, acciò li cardinali armino ; e dito, è meDa Roma, di l' orator, di 26. Come el pontifice, glio che esso orator vegni ; et cussi hanno posto
el di di Nadal, non fo in capella, o fosse per dubito, zuoba, a dì ultimo, da poi disnar, far concistorio per
per non vi esser el ducha et le sue zente in Roma, questo. Poi l'orator nostro scusò il retor di Ravena,
e per le diferentie di colonesi e Orssini, et esser dicendo la sincerità di la Signoria nostra ; et cussi
spirate le trieve, et per esser venuti molti contadini fu dil secretario al re di romani mandato, che fo
colonesi li in Roma. Et il papa mostrò esser amalato. Alvise di Dardani, praticho in minere, per comprar
Etiam, fè perchè mal volentiera celebra ; et disse la ferri. Poi il papa disse : Ragionamo di le cosse parmessa el cardinal di Napoli, e il vesporo el cardinal ticular. La Signoria si scusa di dar ajuto contra 490.
Rechanati. Item, sono venuti do frati, di l'hordine Faenza ; si meravegliamo assai ; et di non voler dar
di San Salvador, al papa, per nome di monsignor conduta al ducha. E l'orator rispose, justifichando,
di Libret, a dir la moglie dil ducha, sua fiola, hora- ❘zercha le zente, saria contra l'honor, havendoli levà
mai vuol el ducha vadi in Franza. El papa li à dato la protetion bastava ; e di la conduta, per le gran
audientia in leto, e ditoli non li pò risponder 0 al spexe non si poteva. Et il papa disse: Almeno la
presente. Item, el matrimonio di madona Lugrecia, Signoria scrivi, Ferara, Bologna e Mantoa non dagi
nel segondogenito dil ducha di Ferrara, siegue; et ajuto etc. Et si aquietò di la conduta, di aspetar temil papa fa per dar favor al ducha. Item, zonto sarà po, acció l'habi honorevele. E ringratiò la Signoria
monsignor di Trans a Bologna, farà etc. Editto ma- de li honori e presenti fati, per amor suo, al carditrimonio si fa di voler dil roy. Item, lo episcopo ❘nal legato. Poi fè un discorsso, el cardinal va in
traguriense, orator dil roy restato li, li ha diman- Hongaria, l'altro in Alemagna anderà ; el re di
dato di le do nave di Zenoa, e la causa dil suo par- |
tir. Non li à risposto nulla, acciò per le sue parole |
non si fazi comenti. Item, l'orator cesareo parti, et
andò in Alemagna, come scrisse, per le poste. Dil ditto, di 28. Come el papa era stato 6 zorni ,
non havia dato audientia ; unde fo dal papa per soliFranza, ben disposto a la expedition, sì che sperava
aria bon exito.
Di sier Francesco Morexini, doctor, cavalier,
orator, date a Roma, a di 28. Come a di 17 parti
da Napoli, e a dì 23 zonse li. È stato ozi dal papa ;
avisa haver cargato parte di forzieri soi e di la sua
1249 MCCCCCI, GENNAJO. 1250
fameglia sopra una nave veniva a Venecia, patron
Domenego da Chersso; qual, come ha per letere dil
dito patron, e di uno di soi, sopra Lipari da le do
nave zenoese di Franza , ritornava di armata, fo
presa, e tolto il tutto, messo il patron in feri , et menata la nave a Zenoa ; sì che la Signoria nostra provedi etc. E dito patron in questi zorni zonse qui in
colegio, e disse il successo.
di la fiola, fo moglie dil re Ferandino, nel fio dil re
presente di Napoli, ch'è ducha di Calavria etc.
Di Ferara, dil vicedomino, di primo. Come le
zente francese dovite passar per Modena, come scrisse, et par in Faenza siano intráti cavalli 300, et Bologna fa dil gaiardo ; et si dice el cardinal Sam Piero
in Vincula dia andar a Milam.
Da Milam, dil secretario, di ultimo. Come è stata
una voce, le zente francese, alozate di là di Po, esser
andate a Ponte de Stuora, locho dil marchexe di
Da Napoli, di sier Zuam Badoer, dotor, orator,
do letere di 21 dezembrio. Come volendo solicitar il
re a la risposta di la trata di 2000 cara, per il biso | Monfera' , e quello aver tolto, e andate versso Casal ;
gno, et maxime per l'armada, et scrisse il re voleva ma quelli signori dicono la cossa esser, che il maresser con li arendadori ; et perchè, per il far di la chexe di Saluzo, qual spirava al governo di Monfe- luna, il re non vol dar audientia ni far niuna cossa ra', a dì 26 intrò a hore 4 di note in Ponte de Stuopublica, hore 24 avanti et hore 24 poi, non potè ra, dove era il marchexe di Monfera' , et poi have la
parlarli ; et per l'altra letera, par li venisse a parlar | rocha, et ditto marchexe di Monfera' si parti a hore
uno secretario primo dil re, e li disse, tandem la
regia majestà esser risolta in volerli dar la trata per
cara 1000 formento, in le terre nostre di la Puia
perho ; el qual secretario è domino Ector Pignatello.
Et l'orator disse, voleva esser col re per haver dil
tutto, per il gran bisogno di l'armada etc. Noto, vene un'altra letera di ditto orator di Napoli, molto longa, parte in zifra ; credo in materia
di la pace col turcho ; qual el principe ordinò fusse
trata la zifra per Zacharia di Freschi, et leta secrete
con li cai di X. Et cussi fu fato.
22, et vene a Casal ; et quel di Saluzo voleva andar
a Casal, ma sopravene, a dì 27, letere dil re, avisava
non voler patir quel di Monfera' fusse molestato,
unde ditto di Saluza non è processo più avanti .
Da Trevixo, dil podestà, drizata a li cai di X,
qual fo leta in colegio. Come quelli populi, per l'interzar di dacij, tumultuano etc.
Da Brexa, di rectori. Zercha l'interzar di dacij,
e hano posto chi scuodano per la Signoria ; li dacieri
non li vol, et la comunità vol far oratori.
Di sier Francesco Barbaro, sier Nicol) Lipomano, sier Nicolò Salamon, syndici, da Brexa, di 24.
Si doleno di questi auditori nuovi, quali fanno venir de qui alcuni hanno interposto l'apelatiom a lhoro etc.
Da Cologna, di sier Gasparo Corner, podestà.
Zercha li canevi etc.
Da Spalato, di sier Piero Trivixan, conte e саpetanio, di 15. Come è zonto de li il contestabele......
Coppo, per Narenta ; l' à mandato li, e fatoli consignar el bastiom etc.; li manchò tre compagni. Et el
ditto contestabele scrisse una letera, di la conditiom
dil ditto bastion ; e come li è molti boschi, si traria
assa' legnami per far galie.
Di Spagna, di sier Domenego Pixani, orator,
date in Granata, a di primo dezembrio, venute per
via di Roma. Manda do letere replichate, di 18 et
22, et par li mori siano ussiti, et habi asaltato il
campo di le regie alteze a la Ronda ; qual erano disprovisti , et occiso qualcheuno, licet quelli tengino
ascosto. E li reali hanno ordinà ingrossar il campo,
e li converà dar a sacho. Item, esso orator visitó
l' orator di Franza, et insieme usono bone parole, e
si parte non ben contento, per non esser stà presentà, per la miseria etc. , e, mo terzo zorno, è partito per Franza. Item, li reali è a Santa Fè, liga una
e meza lontam de li a la chaza ; et eri lhoro alteze
li mandò a comunichar letere di Roma, di 29 octu- Da Castel Liom, di sier Lauro Venier, provebrio, di l'armada turchescha , esser intrada in streto dador. Avisa esser passato de li uno dil signor Gaper timor di la sua; et il ducha haver auto Pexaro | leazo di San Severino, vien di Elemagna, chiamato
e Rimano, è stà fato zenthilomo nostro, dicendo saria bon la Signoria lo tenisse avisato di le nove etc.
Et, zonte sarano Jhoro alteze de li, li visiterà etc. Et
in zifra scrive, come par uno Agustin Grimaldo et
Martin Centurion, zenoesi, averli ditto, il re vol un
cambio di ducati 40 milia da esser pagati a Roma,
ch'è signal vol tenir l'armata soa per tutto fevrer.
491 Item, la raina, sorella dil re, procura il matrimonio
el .... , el qual à ditto, che missier Zuan Bentivoy
se dia redur a certo locho con 15 in 16 milia persone, per dar socorsso a Parma et Cremona, unde,
per debito, avisa questo.
Da poi disnar fu gran conseio. Fu fato podestà
a Verona, tolti sier Marco Sanudo, fo podestà a Brexa, sier Piero Contarini, fo consier, dopio, sier Polo
da Mula, fo governador, et non passono. Il Sanudo
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 79
1251 MCCCCCI, GENNAJO. 1252
491
fo meglio, et Jo lo fici tuor in la terza eletion, et | ciò di la soa bona voluntà. Poi esso orator volse dir
cambiai castelan al scoio di Brandizo.
Item, fu posto per sier Alvise Mudazo e sier
Zuan Morexini , consieri, sier Polo Corer e sier Zuam
Fero, cai di 40, in luogo di consieri, di far salvo
conduto, per mexi 6, a li Garzoni dil bancho ; la qual
parte fo leta per Zacharia di Freschi. Ave il numero,
et fu presa.
Et il colegio reduto, consultono di risponder al
re di romani, di comenzar armar, et di le galie e
averzer li viazi.
Da Porto Gruer, di sier Nicolò Gradenigo, podestà di ..... Dil zonzer li di la serenissima rezina
di Hongaria ; li andò contra col veschovo ; l'à posta
ad alozar im palazo, et honorata assai.
Adi 4 zener. In colegio vene l' orator di Roma,
o ver legato, ritornato di haver dato il capello a Padoa al cardinal Grimani (sic), et solicito sia dato el
canonicha' di Padoa al cardinal di Modena, olim datario. Item, la relaxation di domino Lucio Malvezo,
con dar segurtà in questa terra di ducati X milia ;
et etiam rilassar di prexon Zorzi Vida, contestabele,
come fu promesso al cardinal legato. Et il principe
li rispose, a la prima, si conseierà, bisognava meterla im pregadi, e dubitava non saria presa, e che
con l' Anselmi si acordasse ; di Lucio non era tempo; e di quel contestabele, si vederia il processo. Et
poi li fo comunichà la diliberation di scriver a Roma, per le do decime al clero, cruciata et jubileo.
Laudo, dicendo etiam lui etc.
Vene l' orator di Napoli, dicendo era tornato di
Porto Gruer, dove å lassato la serenissima rezina,
starà qualche zorno li ; à dolor collici ; si lauda assai
di luogo tenente di Udene, e di l'honor fatoli ; etiam
di quel di Porto Gruer ; et si ricomanda a questa
Signoria. Poi fè lezer letere dil re suo, di 17, trate
di zifra, a lui drizate. Avisa certi coloquij abuti quel
zorno con sier Francesco Morexini, dotor et cavalier, orator nostro, nel tuor licentia. Li disse, dovesse dir a questa Signoria, come la debbi pensar a la
conservation de Italia da gente barbara, et che cussi
come sempre è stata contra infedelli, cussi atendi a
far li christiani siano uniti a difender la christianità ;
et che si ofersse, per far bene, a tratar la pace col turcho ; tamen à letere di Roma, il papa aver ditto mal
di questa sua optima operation etc. , unde si duol
molto di esso papa, e dama ; doveria esser el primo
a favorir etc. , et che per sua justifichation voleva
seriver a tutti li principi christiani ; et nel partir di
l' orator dil turcho de li, li disse di li gran preparamenti di la christianità etc. Et il principe lo ringraalcune parole secrete, et fo mandato fuori chi non
intrava nel conseio di X, licet i cai non fusse li . Ste
un pocho, e disse quello volse.
Vene prima sier Piero Duodo, fo savio a terra
ferına, olim cassier, dicendo era stå ditto, lui haver
dispensato etc. E fè lezer li conti . Era sier Vetor Foscarini, camerlengo; fo trovà molti danari dispensati senza ballotation ; tamen è creditor, oltra di questo, di la Signoria.
Intrò colegio di le biave, et parlono di far compreda de formenti. Et poi li capi di X fè lezer alcune letere, e altro non fo fato.
Da poi disnar fo pregadi; non fo el principe. Et,
lezendo le letere, fo chiamà il conseio di X con la
zonta di danari ; e fato l' ubligatiom a sier Zorzi Pixani, va in Hongaria, di li ducati 200 al mese.
Etpoi fo leto una letera di sier Zuan Badoer,
dotor, orator a Napoli, di 17, dato sacramento per
li cai di Xa tutti, di questo tenor. Comefu dal re,
dove era l' orator yspano, e parlato di le armate, e
di quella di Franza, dil pocho ajuto à dato, e dil partir di le sue nave, dicendo il re : lo so, per esser
stato longamente in Franza, francesi pocho cura dil
turcho ; nui veramente havemo a quella illustrissima
Signoria ubligation , amor e fede, e il danno suo
è nostro , se oferisemo a far pace o acordo ; ho
amicitia con li bassà e sanzachi, et era bona opera ;
el papa non vol, perchè non fa per lui ; li reali di
Spagna fanno il suo dover, et etiam per custodia di
la Sicilia, et fa la guerra fuor di caxa ; e sarà ben si
potrà mantegnir l'armata. Di Alemagna è letere,
per tuto fevrer il re sarà con exercito in campagna ;
et abiamo letere dil nostro orator da Venecia, ha,
per via di Focher, il re à sequestrado tutte le intrate
eclesiastice, qual vol meterle in la expedition contra
turchi, prima expedite le cosse de Italia. Il papa è
nostro nemicho, et il ducha di Gravina si parti, e
andò a Roma per aver madona Lugrecia, e il papa 492
non la vol dar mo. Et meno uno suo fiol primogenito, qual il cardinal Orssini lo ha con lui. Concluse,
faria il tutto per la Signoria nostra. Et li soi oratori
erano andati in Franza, e hanno letere di primo, di
lhoro, dil zonzer in Avignon, et le voce si dice de
qui non è vere, che siano stå licentiati, non vadino più avanti, come questi marani dicono, perchè andono per causa dil matrimonio di nostra fiola, et
have qui el salvo conduto dil re di Franza. Pregó
poi scrivesse a la Signoria, volesse scriver al nostro
orator in Franza, li ajutasse. Et esso orator li rispose etc. Poi li disse di la trata di 2000 cara di for-
1253 MCCCCCI, GENNAJO. 1254
mento; et il re disse, saria con li arendadori, et li
responderia. Et è da saper, concesse di cara 1000,
ch' è stera zercha 23 milia, et la trata è ducati 4 per
caro, sì che dona a la Signoria dil suo, esso povero
re, ducati 4000.
una non sincera, 4 di no, 27 dil Trivisan, consier.
111 di savij. Et fo presa.
Fu fato prima scurtinio di un savio a tera ferma, e rimase sier Piero Marcello, fo savio a terra
ferma, quondam sier Jacomo Antonio, cavalier. Altri
non passo.
Fu posto per Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni ,
scriver al ducha e consieri di Candia, certa letera di
revochation di ordeni do, fati per sier Lucha Trun,
Fu posto per tutti li savij, scriver al re di romani , a risposta di sua letera, una sapientissima letera,
dil pericolo di la christianità, e volevamo mandar
orator a soa majestà, acciò li fusse a presso; et questa è la causa, sì che, se li piace, si li manderà ditto | olim synicho. Et el dito andò in renga. Rimessa
orator, con molte parole acomodate poste. Et ave
tutto il conseio.
Fu posto per li savij dil conseio, savij a tera ferma et ordeni, excepto Jo, Marin Sanulo, che domenega, sier Marco Antonio da Canal et sier Francesco di Prioli, sopracomiti, metino bancho. Item, si fazi
per scurtinio X sopraconiti, qual scurtinio stagi tre
zorni etc. Jo, a l'incontro, missi : prima si trovi li
danari di armar, e di mandar sovention a le galie in
armada; poi si prendi di armar. Item, per dar fama,
si scrivi im Puia e Dalınatia, elezino li sopracomiti etc. Item, si elezi XV sopracomiti con il modo,
ut supra, optimamente scrito. Et li savij volseno
l'opinion mia di scriver, et di far XV, dove prima
diceva X, solum fo la diferentia nel meter bancho,
o si o ver no. Jo fui el primo andi in renga. Mi rispose sier Jacomo Cabriel. Poi parlò sier Anzolo
Trivixan, provedador sora l ' arsenal, per l'opinion
mia; e cargando l' arsenal, non havea auto il suo
dover, et di danari, di la mità dil neto, era stà paga mantelli a' comandadori etc. Li rispose sier Piero Duodo, fo cassier, in sua justifichatiom. Poi parlò sier
Antonio Trum, danando una e l'altra parte, mancho mal la mia ; comemorò la expedition di Schandar- becho, e cargò il colegio. Li rispose sier Francesco
tal materia a un altro conseio, perchè l'ora era
tarda.
Adi 5 zener. In colegio vene el vescovo di Li- 492
missò da cha' Dolze, e sentato a presso il principe,
li fo ditto dovesse exequir la bolla pontificia, e farsi
pagar; et, consulente collegio, el principe disse, non
havesse alcum rispeto. Et è da saper, el patriarcha
nostro resta a pagar, et altri richi prelati, qual bisogna excomunicharli. Item, li cardinali non pagano,
per esser asolti per la bolla, et li ferieri di Rhodi ;
tamen li cardinali nostri si oferseno pagar, ma solum
il Zem e Michiel pagono do decime l'anno passato,
et questo anno no, ni el cardinal Grimani à pagato
niuna. Item, è molti cardinali, hanno beneficij sul nostro per soi familiari, tamen non pagano decime
papal ; et altri monasterij absolti per letere simplice
di la bancha ; et bisogna proveder. Et è da saper, si resta a scuoder assa' danari per conto di dite 4decime papal.
Vene l'orator di Franza, al qual fo fato lezer la
risposta si facea a la letera dil re di romani. Laudo summamente; pregó la si mandasse a l' orator no- stro in Franza. Poi fè lezer una letera, li scriveva el
marchexe di Mantoa, in risposta di soa, data a di 2
dil presente a Mantoa. Primo, risponde a le calomFoscari , savio a terra ferma. Poi parlò sier Zacharia | nie datoli, et si scusa; dice mal di quel Martin da Dolfin, provedador sora l'arsenal. Et li savij fè lezer
una parte, di astrenzer le decime, e ubligar li danari
a l'armar di ditte do galie. Andò le parte : 2 non sincere, 5 di no, 49 la mia, 87 di savij . È presa.
Casal, e che è devotissimo dil re, dal qual have a Mi- lan l' insegna al collo di San Michiel ; dice è servidor
dil re, e a le tre opposition fate, risponde : prima, à
praticha con turchi, dice è solum per haver cavali, e
Fu posto per tutti, le do decime al monte vechio | cussi tien tal amistade, per poter donar a la regia
se scuoda da mo a zorni tanti ; poi si mandi a li exatori di ditto officio, et si scuoli con la pena, et li danari siano ubligadi a l' armar di ditte do galie. Et sier Baldisera Trivixam, el consier, messe li debitori
di le tanse debino, da mo a zorni 8, haver pagå,
aliter siano mandate a diti exatori, e si scuodi con
pena di 12 per cento etc. Contradixe tal opinion sier
Francesco Foscari. Li rispose sier Baldissera Trivixam. Poi parlò sier Francesco Foscarini, savio dil
conscio, dicendo era gran crudeltà. Ando le parte :
majestà, come fè a Milano, et farà. Item, quando dagi alozamento a' rebelli dil re, dice non è vero, ni si troverà; e, conclude, vol morir constante in servitu dil re e di la Signoria nostra, per la liga hanno insieme etc. Et poi ditto orator disse, dovendo restar qui , come era il voler di la Signoria nostra, voleva
mandar domino Matheo Copolla in Franza, acció sij
col re etc., si cussi piaceva a la Signoria nostra ; et
si dovesse scriver a l'orator nostro, in recomandation. Et fu fato.
1255 MOCCOCI, GENNAJO. 1256
Di Franza, di sier Francesco Foscari, el cavalier, da Bles, a di 18. Come, quando fè la exposition al re di la comission sua, in la materia christiana, si acorse, che a questo pocho li fo risposto ; solum
che la regia majestà non mancheria, insieme con li
altri principi christiani, di far. Item, eri parlò al cardinal, solicitando l'armar. Rispose, havia gran faticha in scuoder le decime, si duol aver tolto tal cargo. Edimandato dil numero di le velle, e quando la
sarà, rispose: Nol so. Et disse : Vuj avete assa' navilij e danari ; vi habiamo offerto li homeni. Poi
disse : La Signoria trata pace col turcho ; et fiorentini si duol, la Signoria tien praticha col papa contra di lhoro. Et l' orator rispose, di la pace dil turcho O esser, perchè la christianissima majestà il tutto
saperia ; di fiorentini, che non cessano meter mal
sempre, et lhoro tieneno praticha col turcho a danno
di la christianità. De li homeni oferti , rispose la Signoria havia una grandissima spesa, et pregò la cele- rità di dita arınata. Et disse il cardinal, atendeva a
la exation per expedir. Item, el gran prior di Franza, fradello dil cardinal, homo vechio e bonus vir,
dice, dubita con decime non si farà l'armata in tempo, e tochar il re di danari non vede il modo etc.
Item, in zifra scrive, che quando il re intese la pra- ticha di la pace, menava re Federigo, non li piaque,
et da questo procede le parole. Item, li oratori ele- mani sono stà presentati dal roy de molti arzenti ; e
dimostra desiderar l' acordo, e teme molto di todeschi, ni de altro si dubita etc.
Dil ditto orator, di 21, tenuta fin 22. Come à
inteso, el cardinal à spazato letere per scuoder la de493 cima, et il gran prior di Franza è caldo, e solicita
l'armata. Item, dil zonzer li do oratori di l'archiducha di Bergogna, vano in Spagna a tuor il zuramento come principe; et quella matina ebeno audientia dal re ; si oferseno etc. Item, dil zonzer li uno
orator di missier Zuan Bentivoy; il re li dete grata
audientia, e li rispose, non dubitasse. E ditto noncio
si dolse di le zente mandate in ajuto dil ducha, e
voleva una letera. Fo expelito, dicendo manderia la letera per le poste. Item, el cardinal di San Severino ringracia la Signoria nostra, di averli lassate le lhoro
intrate in cremonese ; dice è bon servitor etc. Item,
il re à spazi uno suo a Fiorenza, per aver li danari.
Item, à ordinato iterum al cardinal, si fazi pagar a li preti di le decime, usando etc.; et ozi è stà impre
sonà uno prete per questo. Et l' orator dil papa li à
dito, il re à scrito a Roma per haver il jubileo et
cruciata. Et par li a Bles siano venuti li 4 generali,
per far li stadi, e veder le intrate.
Da Milam, dil secretario. Manda ditte letere, ni
altro di novo scrive.
Veneno in colegio li do sopracomiti , per meter
bancho; ma sier Lorenzo Loredam, quondam sier
Piero, vene a dir, era rimasto per gran conseio, et
voleva armar. E cussi, in locho dil Prioli, fo ordinato
armasse.
Intrò li cai di X, e mandati tutti fuora, restono.
Et, da poi disnar, fo conseio di X con zonta di savij ,
et feno quel castelam al Zonchio. Rimase Simon di
Greci, fo armiraio di sier Marchio Trivisan.
Adi 6 zener. In questa matina, per esser il zorno di Pasqua, il principe, justa consueto, fo in chiesia
a messa con li oratori ; et poi colegio non si redusse,
per non esser alcuna letera. Et l' orator di Franza fè
tochar la man al principe a Mathio Copola, qual diman si parte, et va in Franza da la majestà dil re.
Da poi disnar colegio si redusse. Et vene per via di terra letere di mar, di 12. Il sumario di le qual
sarà di soto notado.
Da Roma, di l' orator, di 30. Come, dovendo
esser domam con li cardinali, poi disnar, justa l'hordine dil papa, fo a trovar li cardinali, maxime Napoli e Siena, che sono li capi, et Siena etiam è più caldo. Etiam fo dal papa, dove era l'orator francese; et soa santità disse, haver auto una cavalchata
di 26, dil ducha, lo avisava il retor di Ravena non
restar di mandar vituarie a Faenza, et che missier Zuane Bentivoy havia gran praticha a Venecia, et
pregò scrivesse a la Signoria, dovesse proveder, perchè fa per la Signoria, si ultimi questa impresa, qual
à forte a cuor, nè restarà mai, fin non la ultimi, et
convien spender al mexe ducati 25 milia ; et perho
saria bon la Signoria scrivesse a missier Zuan Bentivoy, non desse ajuto a Faenza. Et l'orator li rispose, justifichando la Signoria nostra, et soa santità
si levasse tal fantasie dil capo, perchè di Ravena non
va socorsso.
Dil ditto, di 31. Come el papa fo a vesporo in
capella. Et poi, reduto in camera con li cardinali , et
questi oratori, Maximiano, Franza, Spagna, lui et Savoia, e il papa fè chiamar el Regulano, secretario dil re di Napoli, et cominciò a parlar. Haver letere
di 19, da Bles, di la bona disposition di quel re a la expedition christiana. Item, le risposte nostre al car- dinal legato fo qui, partito per Hongaria, et il voler contribuir di 100 milia ducati, dicendo si avia oferto
❘andar im persona, andando o il re di Franza o quel
di Spagna in armada, e far holocausto a Dio di la sua
persona, per ben di la christianità. Item, di le trieve
fate tra il re di romani e di Franza, fino a chalende
1257 1258 MOCOCCI, GENNAJO.
di luio, dicendo : Domini oratores, che dicete ? L'orator yspano laudò molto tal trieve, perchè si potrà
atender hora a le cosse christiane. Poi l'orator nostro
parlò, facendo gran discorssi, di tre bone operation di soa santità, di mandar i legati, di dar ducati 40
493 milia al re di Hongaria, di haver persuaso l'armada
yspana andar in Levante; et per tanto, solicitava lo
armar, perhò che soa santità ringratia de li 20 corpi
di galie. Et il papa rispose, era di quel voler insieme
con li reverendissimi cardinali, qualli tutti laudono
soa santità. Et poi fonno licentiati essi oratori, et
rimaseno li cardinali, senza perhò fata altra conclusione. Item, in le letere di eri , dice haver visità il
nontio dil re di Hongaria, et ditoli di la raina Beatrice. Li ha ditto il re suo, acciò la restasse in Hongaria, li prometeva di tuor una fia di suo fradello, re
Fedrigo, per moglie.
Dil ditto, di primo. Chome, in quella matina, el
papa fo in capella. Cantò la messa il cardinal alexandrino. Item, à inteso, eri, poi il suo partir, il papa con li cardinali parlono assa' in laude di la
Signoria nostra etc. Doman anderà dal papa a solicitar etc. Item, par a Bologna sia stà retenuto uno
homo dil cardinal San Piero in Vincula, chiamato
Castel del Rio, fiorentino, qual voleva atosichar missier Zuane preditto, et di volontà dil cardinal è stà
retenuto. Item, el cardinal di Modena, olim datario,
si duol di la risposta fata al cardinal legato, zercha
il beneficio di Santa Agatha da Cremona, et dil canonicha' di Padoa; unde vol far scomunichar et interdir.
Da Napoli, di sier Zuan Badoer, dotor, orator,
di 22. Come fo dal re per haver le trate di cara 2 a
milia. Soa majestà li disse, era certo la Signoria si
contenteria di quella quantità, et era povero re. Et
ditta trata à dato per Trani ; et l'orator voleva libera e non conditionata. Soa majestà disse : È meglio a
Trani, volendo far biscoti per l'armata etc.; et havemo capitoli, non potemo far altro. Poi li disse
haver letere di 4, di Alemagna, qual non era stà
trate di zifra. Item, esso orator scrive, si la Signoria
scriverà caldamente, è certo si otegnirà il tutto ; perhò che il re crede, sia esso orator che voglij, et non
la Signoria.
Du Otranto, di 17. Avisa haver dal consolo nostro di Leze, dil zonzer li di l'orator dil turcho, stato
a Napoli ; et à scrito al capetanio dil colpho, acciò
vedi di piarlo. Item, per uno gripo di turchi, zonse
a di 16 a Leze, si ha inteso, come al castel di la Chanina, a di primo di questo, trete una saita, che brusò
2000 barili di polvere, vellami e altre monition era
no li per l'armada di la Valona, per esser propinquo; et era per il fuogo crepà le mure dil castello.
Item, esser 5 fuste e la galia pagana in hordine a la
Valona, per ussir fuori. Item, à scrito al capetanio
zeneral; aricorda saria da tuor l'impresa di la Va- lona, che saria facile, per esser levati li janizari, et
altri andati in Scopia, per dubito di hongari.
Dil ditto, di 22. Manda letere abute da Corfù, e
dil zeneral. Item, come la galia, soracomito sier Renier Vituri, quella matina sola si à potuto levar de
li, et va con disposition di poter trovar l'orator dil
turcho. Item, la galia di Monopoli è venuta li a disarmar, per la qual à 'buto le letere dil zeneral, qual
manda.
Du Trani, di 27. Come à 'uto per letere di
l' orator a Napoli, come il re à concesso la trata di
cara 1000 formento, si che vederà di comprar et
exequir i mandati di la Signoria nostra.
Da Brandizo, di sier JacomoBarbaro, olim castelam, di 21. Come per non manchar da quello à
fato sempre, manda uno aviso abuto da Leze, di uno
suo amico; non scrive il nome elc.
Da Leze, di 16, a sier Jacomo Barbaro. Chome 494
l'orator dil turcho eri zonse li ; tuta quella terra li
andò contra per honorarlo, alozato nel vescoato, in
una caxa ; e li fo fato molti presenti, et par, questo
che scrive, parlasse col dragoman di dicto orator.
Li disse, fin 3 zorni saria de li uno orator dil re, con
persone 15, et questo è con XIIII; ha con lui portato da Napoli 4 some; 3 di panni perpignani e fiorentini , e una di presenti li à dato il re, zoè una
peza di brochato d'oro, val ducati 160. Item, li à
donato 3 veste di peza 14 l' una, 2 di damaschino e
una di veluto cremexim, et ducati 200. Item, porta
al signor turcho 6 belle mulle, una peza di brochato
d'oro, do peze di veluto cremexin, 3 di damaschin,
2 di scarlato, 2 mastapani d'arzento, e uno tapasi
d'arzento. Item, non sa su qual pasazo anderà, e à
inteso il vicerè à fato uno comandamento a uno gripo, cargava oglij e sapone a San Catoldo per la Valona, resti ; tamen non sa dove si habi a imbarchar,
o a San Catoldo, o a Rocha, perchè l' aspeta risposta di brieve di la Valona, da la qual saperà si a
Sasno è navilij de' venitiani. Àgran paura passar; et
zonto sarà de li l'orator dil re, e dil partir, lo
aviserà .
Da Corphù, dil baylo e provedador, di 18. Come
quelle compagnie sono mal in hordine; li danari
sono mal spesi, per esser inuteli. Primo, la compagnia di Piero Pessina è diserta ; quella di Zorzi Todesco, è vechio, sta in leto infermo, era governata
1259 MCCCCCI, GENNAJO. 1260
da suo fiol, Francesco, el qual, senza lhoro licentia,
era partito, et non sanno la via. Item, a li bombardieri hanno dato do page ; et maistro Crestim, bombardier, è partito senza licentia. Item, li sono restati
in sacho, di ducati 1000, ducati 531, soldi 16, oltra la paga data a li soldati ; e non hanno biscoti, unde,
di ditti danari voleno al bisogno comprarne, e mandarli in armata. Scriveno di danari dispensati per
uno di consieri con il scontro, et mandono li conti dil mexe, et cussi li manderano di mexe in mexe, e
di la fabricha; e manda le mostre di murari e manoali brexani, e quelli sono morti. Item, di certi salvi conduti, fati per li zenerali passati, a 25 in 30,
qualli stanno lì a Corfù im presentia de li offesi, con
gran mormoration di la terra. Aricordano si provedi. Item, à expedito per l'armata la marziliana, pa- tron Zaneto da Muran, con miara 161 biscoti, qual per li tempi contrarij è stata assa', e rupe l'arboro
|
|
tarini, provedador di stratioti per l ' ixola a trovarli,
e in campo à fato far una imboschata de molti homeni, intorno el castello, azò, fuzendo li ditti da le
man di stratioti, pervengano ne le man di questi .
Item, à mandato sier Francesco Pasqualigo, sopra- comito, in Canal de Viscardo, per cerchar la ditta
valle, e trovar ditto gripo, qual crede sia li ascosto,
acciò, non possendo intrar, il gripo li alievi ; et li à
ordinato debi brusar tuti li gripi trovarà. Item,
dieno andar a quella vardia le galie catelene, qual è
state molti zorni. Item, à fato apichar el soprascrito grecho, e uno altro grecho fo preso, che scodeva li danari per li turchi. Item, si à tirato el basilisco tre
o ver 4 volte, con gran ruina e teror de li nemici ;
lauda tal sorte di artelarie, aricorda se ne fazi e se li
mandi in armada su le galie grosse, perchè il resto di le artilarie O valeno ; e vol balote 200 per el ditto.
Item, Gorlim da Ravena, eri a mezozorno, morite,
e le velle, ma è salva. Item, la nave, patron France- ❘ confesso e contrito, abuto li ordeni etc. E tutta l'arsco da Monte, vien li con le monition, ancora non è
parsa, ni le galie di viazi, per li tempi contrarij.
Dilcapetanio zeneral da mar, date in galia, im
porto di l' arsenal, a la Zefalonia, a di8decembrio.
Come el provedador Pixani non andò con li do sopracomiti al Zonchio ; et in locho di Marco di Bossina, mandò Rizardo di Barbiam, contestabele, vechio praticho di quel castello, con compagni 6 et do
bombardieri ; qual è anni 42 serve la Signoria nostra ; et è stato più volte in ditto castello, e a li compagni à dato ducati do per uno, e a li bombardieri
ducati 4, al contestabele lire 50 de pizoli ; et che solicitava trovar da 25 in 30 provisionati, per mandarli li, li qual si fanno pregar; tamen nel castello dil
mata e lui si à dolto assai, et à fato poner il corpo
in deposito, et lo manderà a Corfù, con hordine sia
soterato honorifice, justa li soi meriti. À fato testamento; et esso zeneral racomanda uno so fiol a la
Signoria nostra. Item, a dì 6, a hore Xdi note, turchi ussiteno dil castello ; fonno sentiti da le guardie,
et morti do, et uno preso vivo, la cui examinatiom
manda per una abuta di campo da li provedadori.
Item, oltra Rizardo di Barbian, contestabele, manda
etiam al Zonchio Polo Baffo, qual fo mandato per li
cai di X in armada, con provisionati 28, che tanti è
stà potuto trovar, et li ha dato ducati 3 per uno
mexe; aricorda si provedi al Zonchio. Item, manderà l'inventario di le artilarie e monition è nel ZonZonchio è Dimitri da Modon, con 30 in 35 homeni | chio ; et bonazà la pioza, che pezo non potria esser,
electi ; al qual à mandato ducati 50 da divider tra
494 lhoro, e à remandà la gondola con homeni 9, et à
scrito a ditto Dimitri, confortandolo etc. Item, zonto
sarà il provedador Pixani, li provederà, qual starà li|| stabele, con la compagnia ; et questo avosto esso zecon 4 galie e una fusta, a custodia, per li navilij
sono a Modon e Coron ; et in locho di sier Polo Valaresso, licet merita ogni ben, ma per bon rispeto à
mandato sier Silvestro Trum, era sopracomito di
una galia grossa, qual è molto fadigente, e va con
el proveditor. Item, a dì 5, per li nostri fo preso uno grecho venuto dal Cao del Duchato su questa
ixola, mandato da li turchi de Sancta Maura, per intender quello era seguito dil castello, e dovesse ritornar a portarli nova. Qual, examinato, dize che, a
dì do di note, con uno gripo, dismontono su l'ixola
janizari 30, con aspri 12 milia, per intrar nel castelesso zeneral anderà in campo, per veder l'opera fa
il basilisco, et per esser con el capetanio yspano, per
expedir l'impresa. Item, al Zante è il Moro, conteneral li lasso Alfonxo da Fan, con compagni 100,
qual fo mandato da Venecia, qual tocho page 3, et
lui li dè la 4."; tamen tuti partino, e quel locho
è restato disfornito ; aricorda si provedi, et etiam
Jacometo da Novello è restato senza homo ; vol biscoto, e dubita il capetanio yspano non li domanda,
perchè el suo li vien a mancho. Aspeta hordine di la
Signoria nostra di questo. El qual capetanio yspano
à retenuto una caravella da Trani, con stera non sa 495
quanti di formento ; et lui zeneral ne retene, ne li
zorni avanti, una altra, pur di Trani, con stera 1592 ;
et, si non fusse stà quella, haria fato mal; et dete al
lo : unde expedi esso zeneral subito sier Polo Con- merchadante ducati 40, con hordine etc. Item, a li
1261 MCCCCCI, GENNAJO. 1262
❘
homeni di la gondola, venuta con la nova dil Zon- | potrà far una terra per il bon porto. Aricorda bichio, li à dato ducati do per uno, et fece far la note scoto e danari, e si risponda a quanto scrisse si 't
sopra tutta l'armada fuogo e feste, acciò li turchi etc. capetanio yspano li dimanderà biscoto. Item, la ditta
letera scrive per una caravella, tamen nulla è di
novo.
Di campo, di sier Hironimo Contarini e sier Jacomo Venier, provedadori, al capetanio zeneral, di 7.
Come in quella note, a hore X, saltò fuori certi turchi dil castello, et le guardie ſo a l'incontro; e in questo fo cridato : Arme ! E tutti saltono fuori, per
modo, di ditti turchi fonno do tagliati a pezi li, e
uno preso vivo, per il patron zurado di esso sier Jacomo Venier, ferito da molte feride. Et examinato,
dice esser dentro turchi 150, del qual numero ne
son feriti da 50. Item, fo amazà da le bombarde el
subassi ; el resto di capi sono sanni ; de vituarie haver pocho biscoto; viveno di biscoto, con certi
bruodi de carne di aseno, e dano il biscoto a misura; polvere e freze hanno poche ; de bombarde da
5 in 6, bombardieri 3 ; et tra femene e puti zercha
20. Domandato, che opinion è de quelli dentro, dice| biscoti al capetanio yspano.
voler morir tutti da valenti homeni. Et domandato
Dil ditto, di 12, ivi. Come aspeta tempo per andar in campo, efar dar la bataglia. Nostri hanno fato
uno bastion, qual soperchia li repari dil castello, e
fin do zorni sarà compito ; et li altri edeficij si vol
expedir, per convenir dar nuove galie a li viazi , e
per poter tuor poi altre imprese. Dal Zonchio nulla 495 *
ha di novo. Il provedador Pixani andò, qual dia esser zonto ; aspeta sue letere. Item, à dà licentia a la
nave candiota di Manoli Xodatilo, fo armada in questa terra, per aleviar la spexa vadi a disarmar. Item,
voria, per esser la sua galia picola, la Signoria ne
facesse far una in l'arsenal a maistro Francesco Rosso; solicita si provedi di biscoto, et si scrivi zercha
Adi 7zener. In colegio non fo il principe. Vene
l'orator di Franza per cosse particular, con una letera dil senato regio di Milan.
Vene l' orator o ver legato dil papa, e fè lezer
un brieve, zercha certa abacia di Ceredo, dove è
frati di San Bernardo di l' hordine cisterciense. Par
uno domino Petro di Prioli, nulla auctoritate, sia
intrato etc. Etiam il cardinal Orssino, protetor di
tal monasterio, scrive a la Signoria sopra ziò. Li fo
risposto si vederia.
che repari hanno fato dentro, dice non haver altri
repari, cha quelli che se vede, nè de qui davanti, nè
al spiron. Domandato da che parte i dubita perder
la terra, dice che tuto el suo dubito è da la parte del
spiron. Domandato qual sia stà la causa del suo esser ussiti fuora, dice per la streteza di la vitualia,
perchè i tien de fuora, a presso la porta, una fossa
de formenti. Domandato, se i haveva intelligentia de
turchi fusse su l' ixola o altramente, rispose do cosse.
La prima, che eri da matina avanti zorno, do greci ſeceno asaper che a Patras erano scripti 300 homeni per venir a questo soccorsso, e che l'à inteso
30 turchi sono su questa isola, e non sa da che banda. Domandato se questi 30 turchi erano per avanti
nel castello, o venuti novamente, dice esser venuti
novamente, manon sa dove. Reesaminato, dice quasi | per esser opinion tra lhoro, saria meglio domandarli
Vene sier Zorzi Pixani, va orator in Hongaria, e
tolse combiado. È in hordine; aspeta tempo. El qual
parti poi, a di ..... ditto.
Vene sier Lorenzo di Prioli e sier Piero Capello,
di X savij a tansar, per haver una dechiaration, si
dieno tansar caxe di marani spagnoli sono qui o no,
im prestedo, dariano più etc. Fo consultato questo,
nihil conclusum; ditto, pratichaseno etc.
in simel substantia; et per esser ferito e combatuto,
non hanno insieme col capetanio voluto più molestarlo, ma farlo ripossar, e poi rexaminarlo ; e quel Fu balotato cassier di colegio, tuti li savij di terra
dirà, aviserà. Et si à concluso, restrenzer quella im- | ferma; et rimase sier Bernardo Barbarigo, quondam
presa quanto se potrà. Et de li nostri in la scaramuza
fo morto uno spagnol, e ferito qualcheuno da freze.
È data la letera a dì 7, a hore 12 di note, ex felicibus castris etc.
Dil ditto zeneral, di X, ivi. Come, a di 8, per la
galia di Monopoli, mandò a disarmar, scrisse etiam
mandò quella di Brandizo ; desidera expedir l'impresa ; solicita si provedi al Zonchio, e si lassi pro
nune di fortifichar el Zante; et li 4 barilli di tornesi
havea sier Sabastian Marzello su la sua galia, per la
fabricha dil Zante, li manderà al Zonchio, dove si
el serenissimo principe.
Intrò li cai di X, nè altro ſu ſato in questa ma- tina. Et da poi disnar fo conseio di X con zonta di
colegio et altri, et li procuratori, per cosse importante ; steno fin hore 4 di note.
A di 8 zener. In colegio non fo il principe. Sier
Alvise da Molin, savio dil conseio, expose haver letere di sier Hironimo da Mosto, consolo nostro a
Tunis, come quel re era stà messo suso, tolesse li
corali de' nostri sono a Mazachares , perchè non
vera galie etc. Et benchè non habi più l'apalto, et
1263 MCCCCCI, GENNAJO. 1264
hora sia in man di zenoesi, pur ne sono ancora corali li . Et dimando certe letere a Zenoa e altrove in
suo favor. E fo fate.
Da Zervia, di sier Vetor Dolfim, podestà, di 5.
Come era venuto li uno, chiamato el Prete de Ymola, sta con domino Feragù, et ditoli al Porto Cesenaticho era il ducha di Valentinoys, qual vardando
Zervia, uno li disse : Signor, questa terra è di tua
raxon. E uno franzoso disse, li bastava l' animo con
1000 fanti di tuorla; dicendo, si 'l seguirà etc. E il
ducha mostrò, in movimenti, piacerli tal parole; et
per tanto avisa il tutto. Et foli scrito laudandolo, fazi
custodia ; et cussi a Ravena.
Da Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador, di 4. Come quelli di Goricia haveano fato adunation di zente, perchè, si nel stropar di la fossa feno
versso Monfalcon, fusseno stà divedati, havesseno
abuto soccorsso; et per uno bandizato, venuto da
lui sperando aver la gracia di la Signoria nostra, li
à ditto venir li a Goricia uno capetanio, in locho di
domino Zorzi Helecher. Item, quelli di Goricia mandano 3 oratori al re di romani, quelli di Trieste 3,
et quelli di Corinons 2; et se dice de brevi esso re
dia venir a veder Goricia ; per tanto si provedi.
DaMantoa, vidi una letera di do, di uno Piero
Agustin. Scrive esser venuto li dal marchexe uno
nontio dil re di Franza, per conzarlo con soa majestà per l' impresa di Napoli; et crede el ditto marchexe si conzarà, per non haver partido et certeza
conaltri.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di
primo. Comeera venuto uno brieve dil papa al carper confortarli ; e, zonta la sarà, li è forzo mandar
una galia versso Dalmatia, a fornir de vituarie per
la gran charestia è de li ; quelle zurine sono disperate, et non hanno auto niuna scalla in mexi 5, stati
sempre in spiaza, et le à sobvenute dil suo. Et zonte
le do galie, qual anderà scorando quella spiaza, et
starano li a Durazo per segurtà, per le corarie fanno
turchi ivi. Et eri vene una compagnia di cavali 40
di turchi lì, e preseno animali al pascolo, e uno homo
di la terra; e, dato la campana martello, ussiteno
fuora citadini con spalle di galioti, forono a le man,
amazono 3 turchi, molti feriti , li cazono, e recuperò
il bestiame lhoro. Item, al Sasno non pol più star
ditte nostre galie, et à ricevute letere dil zeneral,
debbi licentiar la galia Vitura, et mandargela in armada. Cussi farà, e resterà con 3 galie sole.
Dil ditto, di 14. Come, per fortune, il gripo con
le letere non era levato. Item, l'altro zorno parse in
mar un barzoto, mostrava voler aferar quel porto
di Durazo, e il tempo contrario non lo lassò, scorse
versso Cavo di Palli ; judicha sia quel di sier Hironino Morexini, e, zonto el sarà, justa i mandati, lo
farà venir a dar volta ne le aque dil Quarner e Vegia; e forsi manderà una galia per li contrabandi, et
per fornir di vituarie. Aricorda si mandi danari per
quelle zurme.
Da Corfù, di do dezembrio, et di 24 novembrio,
qual non ſo lete. Et per quelle di do ditto, par esso
baylo e provedador habi auto, per uno fido nontio venuto da terra ferma, esser per ussir da la Valona,
messe in arguaito per asaltar il capetanio dil colfo,
fuste 7 ben im ponto, e la galia pagana. Item, cho496 dinal curzense, è li, che avisa scriver al re di romani | me, venere di note, la nave Tiepola con li biscoti
lo lassi andar di longo a la soa legatione , aliter farà etc.; si che soa signoria spiera di brieve partirssi de lì .
DiHongaria, di sier Sabastiam Zustignan, orator, di 23, una a la Signoria nostra, el una a li capi di X. Et cussi, intrati li cai di X, mandono tutti fuora, et leseno le ditte letere, maxime la soa, di
gran importantia, ut suspicor; ni altro fo fato in colegio questa matina. Il sumario di l'altra scriverò
qui soto.
per fortuna si rupe, sopra il capo di l'isola a Santa Catarina, patron Alvise Taiapiera ; à mandà il suo ar- miraio a veder di recuperar. Item, letere di 14 da
Corfu, con avisi di la Zefalonia, vechij.
In questa matina si have in Rialto, per letere di
le galie, date 27 dil passà a Liesna, do nove : una,
esser morto a Damasco sier Piero Balbi, el cavalier,
consolo nostro ; l'altra, esser assa' specie.
Da poi disnar fo ordinato pregadi per la terra,
et, leto letere dil zeneral, fo terminato expedir la
cossa di le gastaldie. Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo,
date in galia, a presso Durazo, a di 9 dezembrio. Fu posto per sier Francesco Foscari, savio a terra
Come ha inteso le zente esser più solicitate andar ferma, non si debi cazar per questa volta li parenti versso el Danubio; di le cosse di la Vajussa e Valo- di quelli savij, 1494 messeno la parte. Ave 6 di no,
na, nulla si sente. È zonta la galia, soracomito sier et 93 di si. Et fo presa, acciò si havesse il numero.
Zorzi Trivixan, et el barzoto armato, dovea man- Et cazadi li parenti di sier Francesco Marzello,
darli el zeneral, non èparso. Item, la galia Dolfina sier Anzolo Trivixan, sier Beneto Sanudo, sier Ni- mandò a Cuvrili, con hordine scoresse quella costa | colo da Mulla, sier Pasqual Foscarini, sier Hironimo
1265 MCCCCCI, GENNAJO. 1266
Contarini, sier Antonio Trivixan, sier Francesco da
496 Mosto et uno Falier, come participi di la gastaldia di San Donà di Piave, comprata da la Signoria
1483, per ducati X milia, pagava di livello ducati
840, con questo capitolo, neta di le decime de le intrade de fuora, come teniva la Signoria nostra, et
per questo non hanno voluto pagar decime, ni pagano dacio di nulla etc.; fo venduda per sier Zuan Capello, sier Vetor Soranzo, cavalier, procurator, sier
Zacharia Barbaro, el cavalier, savij a trovar danari
al tempo di la guera di Ferara, la qual gastaldia fo
di Ezelim di Roman etc. Or, 1494, per li savij fu |
posto, questi dovesseno pagar decime. Et per sier ❘
Bernardo Bembo, dotor et cavalier, e sier Hironimo
Donado, doctor, avogadori, dita parte fo intermessa.
Or sier Bernardo Beinbo andò in renga, cazadi quelli
non meteva ballota, excepto li savij dil colegio, justa la parte, et parlò, dovea esser taià ditta parte
perchè se rompeva la fede. Li rispose sier Piero Contarini, avochato fiscal. Poi sier Marco Sanudo parlò,
chome parente di sier Beneto Sanudo. Li rispose
sier Zuan Antonio Minio, avochato fiscal. Era hore
6 di note. Andò la parte: 21 non sincere, 13 di la
parte, 67 di no. Et fu preso di no al primo conseio,
primo balotar. Era questi avochati fiscali : li do ditti,
sier Domenego Baffo, sier Francesco da Pexaro, sier
Marin Morexini e sier Michiel Soranzo, domino Rigo
Antonio per la Signoria, et per la parte Venerio e
Marin Querini. Et cussi fo expedita . Adi 9 zener. In colegio fo il principe. Fo data
certa letura in medicina a Padoa a uno maistro Honofrio ...... , zoè concorente di maistro Piero da
Mantoa, qual ha fiorini 180 ; et questo, scrito a Padoa, dagi fiorini 170. Et fo per maistro Hironimo
da Verona.
Da Zara, di sier Piero Sagredo, conte, et sier
Venecia a tuor licentia etc. Et è da saper, ditto Alviano, abuto ditta paga, O li resta haver, per esser
ben pagato. Et in colegio fo chiamato il suo canzelier, e datoli per il principe bone parole, dicendo
ritorni a Vicenza etc.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà , di 5.
Come à 'buto nova, licet si habi letere di 29 da
Yspurch, dal vescovo di Corzola, il contrario, che in
Alemagna si fa zente per l'impresa di Milan, sarà
uno campo, l'altro con Frachasso verà a Roverè
da poi la Madona di fevrer, et che atendeno a far
la pace col re di Franza, con il qual hanno fato le
trieve ; et il re di romani è a Linz, versso Bergogna, et par che il re di Hongaria abi tolto zente dil
re a suo stipendio. Item, di certa letera à 'buta il
cardinal etc., qual soa santità dimostra grande ardor a l'impresa et a la Signoria nostra.
Dilditto, purdi 5. Come, ricevuto le nostre letere, portò quella al reverendissimo cardinal legato
di la Signoria nostra, la qual volse il suo canzelier
l'aprisse et lezesse ; restò molto contento, et à scrito al re caldamente, lo lassi andar a la soa legation,
aliter crederia quello è dito, che habi acordo con el
turcho, di haver lui da la Dalmatia in qua, e il turcho da la Dalmatia in là. Item, li piace di l'acomodar il papa di le 20 galie ; exorta la Signoria soliciti
ad armarle, et etiam il concistorio. Item, à scrito 497
a l'orator di Franza è qui, exorti il re ad armar
nave e galie, et soa signoria si vol partir et andar
più avanti.
Vene uno messo di madona Catarina di Gonzaga, fo moglie dil signor Redolfo, chiamato Carlo di
Novoloni, con letere di credenza ; fo rimesso a li savij, da esser aldito et expedito.
Da Curzola, di sier Alvixe Balbi, conte, di ....
Come, havendo ricevuto certo aviso da Ragusi, di
Francesco Contarini, capetanio, di 29. Come quelli | sier Hironimo Zorzi, di l' ussir di fuste e galie di la
.....
soldati non pono più star ; li hanno protestato par- Valona, à scrito a le galie di viazi, vadino artente.
tirssi , per non haver da viver; et maxime quelli di DaRagusi, di sier Hironimo Zorzi, ſo di sier
Lavrana voleno abandonar la forteza, et cussi fa- Andrea, di 24. Come erano ussite di la Vajussa
rano quelli di Nona. Da novo si dice esser adunati fuste et una galia; et tre ne erano preparate per
turchi 4000 in ver Bossana, per venir a invader quel❘ussir, et potrano ussir, per non haver contrasto ; et
contado, sì che si provedi etc.
Da Trani, di sier Antonio da cha' da Pexaro,
to di sier Lunardo, di 24. Zercha biave compra de
li per conto di la Signoria nostra ; ringratia di la letera li fo scrita, laudandolo; dice il gran è per cal- | Andernopoli, et à scontrato molti olachi andavano
lar, et ne comprerà.
Da Vicenza, di rectori. Zercha li danari deputadi dar a l' Alviano, non hanno il modo, unde el
suo messo è partito con dir, el signor suo verà a
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
par 5000 asapi erano montadi, o ver preparati per
montar su ditta armada. Item, per uno venuto di
Andernopoli, qual nomina, ut in litteris, dice di veduta, el signor, a di 22 di novembrio, parti de li per
a la corte ; et per il paese se diceva dil re di Hongaria, qual temeno assai.
Intrò li capi di X ; et mandati li altri fuora,
balotono li i contestabeli da mandar al Zonchio .
80
1267 MCCCCCI, GENNAJO. 1268
Rimase Piero Pessina, primo, Albanese da Scutari,
Marcho da Cataro, et uno Busato.
Vene l'orator o ver legato dil papa, solicitando 497
la risposta a le cosse proposte : a la relaxation di
Da poi disnar fo pregadi. Et nel lezer di le le- | Lucio Malvezo, a la bacia di Ceredo, et al possesso
tere, fo chiamato el conseio di X con zonta di colegio ; steteno assai, forssi hore ....
Di Hongaria, da Buda, di l' orator nostro, fo leto la letera di 23 a la Signoria. Come quel Zorzi
Boemo, tornò di Franza, à portato le done pynte,
qual par non piace al re; et sopra questo scrive
longo, et che il re di romani li voria dar soa fiola,
qual, per esser vedoa, non la torà, ma si judicha torà la fia di certo ducha, ch'è di anni 16. Item, lo
episcopo serimiense, va orator in Franza, aspeta li
oratori di Polonia per andar insieme ; et par il re
li dicesse, dolendossi di la indusia di la risposta.
Item, l'orator dil turcho è ancora li, molto acharezato, et se niun di la fameglia si amalla, vien mandato li medici a visitarli ; et l'altro orator, vien di
Polonia, non è zonto.
Item, per colegio ſo scrito a Ravena, debi far
proclama, non vadi formento fuori dil teritorio, se
non a Venecia ; et fo scrito a Roma, haver fato questo
editto, per le letere scrisse, che di Ravena andava
vituarie a Faenza; et di questo dovesse dir al papa.
Fu posto per tutti i savij una letera al zeneral,
respondendoli a la richiesta zercha il dar biscoto al
capetanio yspano ; dicha, è contentissimo et li dagi
e biscoto e altro quanto el potrà, perchè il tutto
consiste in tenir quella armata insieme con la nostra. Item, fo avisato la diliberation di meter bancho 2 sopracomiti, et far XV sopracomiti. Ave X
di no, el resto de si .
Fu fato il scurtinio di tre ; do sopra la exation,
in luogo di sier Antonio Valier e sier Alvise da Molin; et uno sopra le vendede, in luogo di sier Piero
Balbi ; qualli tutti è intradi savij dil conseio. Rimase sier Constantin di Prioli, fo savio dil conscio, e sier
Zuan Mocenigo, fo governador sopra la exation, et
sier Piero Duodo, fo savio a terra ferma, sopra le
vendede ; et fono tolti sier Marco Foscolo, sier Lucha Pixani, sier Vido Cavatorta, et altri, tamen dil
corpo di pregadi. E altro non fo fato.
Adi Xzener, domenega. In colegio ſo il principe. Fo aldito sier Francesco Pizamano, olim dacier
al vin, con li oficiali da le raxon nuove ; el qual dacio vadagna ducati XI milia et 600.
Vene l'orator di Cremona, et dimandò poter
trar di Oio uno navilio per comodità di la cità e leritorio. Item, li citadini, hanno possessioni extra
teritorio, non siano astreti a far con li lochi, salvo
con la cità ; et fono remessi a li savij ad aldirlo.
|
|
per il cardinal di Modena, per etc. Risposto a le do
prime, erano materie dil conseio di X, a la 3.", si
vederia. Poi esso legato disse, di frati di San Sabastian, dimandando l'ajuto secular, che non voleno
aceptar il prior. Item, dil suo credito à contra Asca-
❘nio su l' intrade di Cremona, e foli fato la letera.
Vene l'orator di Napoli, al qual per el principe fo pregato scrivesse al re, ne dagi la trata di altri
1000 cara de formento, libera per tuti li lochi ; e
questo per convenir far biscoti, per tenir le armade.
Rispose, scriveria caldamente ; poi dimando certe
cosse particular, et fo expedito.
Vene l'orator di Franza, dicendo era venuto a
visitar la serenità dil principe. Al qual li fo ditto,
0 era di novo ; et ditoli la richiesta era stà fata di la
trata a l' orator di Napoli.
Vene domino Piero Antonio Bataia, olim castelan di Cremona ; dimandò certe cosse ; fu comesso
la expeditiom a li savij.
Da Durazo, di sier Vido Diedo, baylo e capetanio, di 9 decembrio. Di una incursion de' turchi, sequita de li, et ussiteno fuori 100 di nostri ; fono a le
man, fono morti 7, et ebeno una testa ; e fo morti
3 cavali, e frezadi assa' turchi da freze atosegade, e
recuperato il butim, come sa sier Alvise Taiapiera,
si ritrovava li , qual veniva consier di Retimo ; et il
capetanio dil colfo era li con la galia, soracomito sier
Zorzi Trivixan. Item, el signor turcho con la so
corte è in Andernopoli, e à mandato in quelle parte
do cadi et uno schiavo, per aquietar quel paexe, e
meterlo solo el zovo.
El fono lete alcune letere da Spalato, drizate a
li capi di X, di novità de li. È alcuni borgesani, fato capi di parte, qualli hanno gran seguito. Item, da
Corfù, di sier Marco Antonio. Contarini, castelan, di
21, dice sier Alvixe Venier, provedador, poi è venuto li, non solicita cussi a le fabriche etc. Item, à
di XV da la Zefalonia esser ussiti alcuni dil castello,
e dito a la prima bataglia turchi si darano ; et, non
dicendo il vero, voleno esser impallati ; ch'è bona
nova.
Da poi disnar fu gran conseio. Tochỏ sier Lodovico Bataia, fradello dil castelan, et ſalite. Fo a la
prima volta fusse a conseio. Et fu fato podestà a Verona sier Piero Loredam, el consier, dopio, da sier
Marco Sanudo et sier Zorzi Emo ; et altre cosse.
Et, reduto il colegio, et Jo fui el primo li vidi,
vene do corieri di Trani, con letere da mar, et a
1269 MCCCCCI, GENNAJO. 1270
498
sedar ; qual si à oferto di star li do mexi etc.
bocha disseno la bona nova, di haver abuto la Ze- | scrito a li capi di X, lo à persuaso che vadi de li a
falonia. Tutta la terra ſo piena ; e questa voxe andò
a gran conseio, adeo era in moto. Et fo necessario ,
poi leto la letera di tal nova, mandarla a lezer a
gran conseio per Zacharia di Freschi .
Et il principe vene in colegio da li savij , col qual
tutti si alegrono di la optima nova. Et fo leto tute le
letere, et mandato a dir a li oratori , papa, Franza,
Napoli e Ferara, a li do per Zorzi Francho, et a li
altri do per Zuam Ruosa. Et poi vene la Signoria in
colegio, et per esser una letera d'importantia, non
so dove, il principe volse lezerla con li cai di X.
Et fo scrito a Roma e Franza e Spagna etc. la
dita nova, con li sumarij ; in questa sera expediti li
corieri. Et fo parlato di far dimostration di leticia,
ma fu consigliato, per il meglio, non far 0 per questa vitoria etc.
Da Padoa, di sier Lunardo Mocenigo, podesti,
et sier Nicolò Foscarini, capetanio, di 9. Come, justa i mandati, erano stati dal cardinal Zen, et pregato, in tanto bisogno, volesse pagar queste do decime papal, come fece le altre. Rispose, esser contentissimo ; oferendossi etc. Item, anderano dal cardinal Grimani, et farano l' oficio.
Da Trani, dil governador di Prioli. Come era
capità de li per fortuna una fusta, vien di armada,
con letere dil zeneral, con la nova di Zefalonia, qual
spaza per terra; prega li corieri si mandi indriedo,
per non ne haver. Item, dita fusta è stà im pericolo
di anegarsi, e li marinari hanno fato vodo, darla a
uno monasterio a Barleta, sì che zercherano, et darano il valor di quella a ditto monasterio.
Da Corfù, dil baylo e provedador, di 26. Dil
zonzer in quela note li ditta fusta, con la nova di la
Zefalonia; hanno, per conforto di populi, fato feste
con luminarie. Item, non hanno biscoto da mandar
in armada, ma hanno tolto quelli sono in li castelli,
e mandati al zeneral; narano le fabriche comme sono,
e la scarpa di la Zuecha, fornita con li parapeti , e
fato 8 merli ; fin 4 zorni sarà compita. Item, richiesto dal zeneral, Jacomo Coltrin, lo mandano, el la
marciliana col biscoto, andava in armada, si recu- però. Etiam, per uno gripo li hanno mandato miara
49. Item, la nave, patron Francesco de Monte, è
zonta li con le monition.
Dilcapetaniozeneralda mar, date in galia, nel
porto di l' arsenal, a la Zefalonia, di 18. Come vol
ultimar l'impresa, per poter mandar le galie a li
viazi, et le grosse e sotil a disarmar, justa i mandati
nostri. Et à scrito a li provedadori di campo, debi
saper la mente dil capetanio yspano, di dar la bataglia ; quali mai poteno trar construto. Dimandava
polvere etc. in quantità, e di hora in hora li ha mandato tuto volentieri. Item, par si persuadesse con li
soi homeni, in 4 di, tuor ditto castello. Or il zeneDa Ravena, dil podestà, di 7. Come el ducha
Valentinoys è a Cesena, a li soliti piaceri ; et venere
par andasse uno di principal di la Valle di Lamon in
Faenza, a dir, il signor mandasse fuor le sue zente,
la Valle si daria. Et questo fo mandato da Vitelozo,
qual era venuto con zente, per la via di Castel Bolognese, per ponersi in arguaito. Et cussi ussiteno le ❘
zente dil signor di Faenza ; ma, visto non seguite |
quanto li era promesso, ritornorono in Faenza ; et
il signor Vitelozo, non hessendoli sequito il trato, ❘ ral delibero andar in campo, per esser con dito ca- 498 *
danizò il paese, prendendo molti contadini. Item, a
Faenza si fa provision, et sono d'acordo ; e a Forli
è pur fanti dil ducha. Item, a Bologna par si trami
acordo contra Faenza con il ducha ; e questo dimostra, per ésser stà dà il passo per Castel Bolognese.
Vene l'orator di Franza, ralegrandossi con la
serenità dil principe di tal nova. Et li fo leto la
letera ; tamen è da creder in si dicesse : Spagnoli ia
questo, et il mio re 0 à fato ; ergo etc.
petanio yspano, qual li fè grande accepto; et fè far
esso zeneral una crida, et parlato di darli la bataia.
Disse, bisognava butar zoso uno muro dil spiron,
prima versso ponente, ch' era im pontelli ; et li parse
di novo. Et par li proveditori li afirmasse, dubitar
esso capetanio yspano volesse robar il locho per lui,
per non si lassar intender il zorno di la bataia. E
dice, il zeneral tolendolo, li piazeria, ma per bataia
ordinaria sarà nostro, perchè li nostri sarano li primi a intrar, per esser di optimo cuor, meio cha li
spagnoli. Or vol spazar presto. Item, li vini, esso yspano tuol da li gripi, li paga mancho dil cavedal,
et lui à ordinato che in Candia i siano pagati al suDi Otranto, di sier Alvise Contarini, governador, di 24. Come à ricevuto la nostra letera, in laude soa, e dil vescovo e citadini li dete li orzi,
mandoe in armada ; li à leto la dita letera. Ringraciano la Signoria nostra. Item, hanno abuti li danari | plimento dil lhoro cavedal; et etiam lui zeneral a
de li orzi dal zeneral, et che sier Lucha Querini,
vien di Corfù, capitò de li per fortuna, et per le
novità seguite a Brandizo tra li citadini, come è stà
qualcheuno à pagato. Item, doman anderà in cam- po, e non se partirà, per farli dar la bataia luni, sarà
a di 21 ; e, finita l'impresa, spera far tal fruto ; el è
1271 MCCCCCI, GENNAJO. 1272
di oppinion, non star ligato al pallo. Vol biscoto, pol- Dil ditto capetanio zeneral, date nel castel di la
vere, danari e feramenta assai ; e si risponda, si el Zephalonia, a di 24 dezembrio, hore 6 di note, rapcapetanio yspano li rechiederà danari o biscoto. tissime. Come quel zorno, in nome di missier Jesu Item, aricorda si fazi basilischi ; et ricevete nostre di Christo, a honor e gloria di la Signoria nostra, have16 dil passato, per una di ducati 5000, si manda per vano dato la bataglia a quel castello, unitamente con
Napoli di Romania ; et lauda tal opinion, perchè si quel illustrissimo capetanio yspano e sua zente, inultimi la fabricha. Et si manderà Jacomo Coltrim, al sieme con tute le nostre; et quello preseno in spazio
qual à scrito a Corfù, venga ; e vol prima mandarlo de meza hora ; et hessendo tirati alguni turchi ne la
al Zonchio. Per l'altra letera zercha in 60 in 70 rocha, per numero da 30 in 40, e factossi forti, hastratioti per Cataro, et li dagi soventiom ; non li pol ❘ vendose quelli alquanto combatuti, subito levorono
dar, e lui medemo li condura pocho lontan. In la bandierede rendersi, et demostrati li nostri alquanto 3.", zercha li corsari sono in le aque di Sicilia, sarà dificili, azò con mazor prompteza venisseno, et hacol capetanio yspano, e vederà di proveder. Item, li vesseno la rocha senza ofension de algun nostro
4 barili di tornesi, per la fabricha dil Zante, li man- homo, fo facto un pocho de experientia, de tuorla
da a fortifichar il Zonchio ; dal qual locho 0 ha, per per forza, et combatuta un pezo, iterum levorono
il tempo contrario. Et per haver nove di Constan- | bandiera de acordo , feno retrar tute le zente , et
tinopoli o Andernopoli, à scrito a Corfù, mandi qualche homo praticho e fidel. Item, la crida à fato far
a marina e in campo, è questa, con gran contento di
tutti : zoè, che il primo monterà sopra li repari dil
castello, il zorno di la bataia, habi di provision ducati 15 a l'anno ; il segondo, ducati X; il 3.º, ducati
6; e, oltra questi, altri X habino una caxa di bando
per cadauna, otenendose perho il castello ; e la terra
se dà a sacho, e quello guadegnarano sia suo, et le
artilarie e monition di San Marco. Item, scrive cussi
come fè taiar la testa a sier Carlo Contarini, cussi,
havendo visto il processo di sier Pollo Valaresso, fo
in Coron, e, trovatolo inocente, lo ha absolto, per
esser cussi li meriti.
vene fuora el cadi de la terra, et lo agà di asapi, et
forono a parlamento con il capetanio yspano et lui.
Et se reseno in questo modo, che thoro volevano
restar schiavi del prefato capetanio di Spagna, con
promission de reschatarse, et el resto de li turchi
davano a descrition, insieme con tuta la roba, in
modo che introno etiam ne la rocha, e tuti li turchi
forono tolti per quelli spagnoli insieme con tuta la
roba et danari ; e questa ha promesso, per voler perseverar nel tenir ben edifficato quel signor capetanio, el qual si ha portato con summa desterità e prudentia, ancor che dita bataglia non saria stà data si
presto, si esso zeneral non fusse andato in campo,
per voler meter fin a l' impresa, a la qual à messo
tuti li spiriti, per redurla a bon fine, comme è sequito. Lauda molto quel illustrissimo capetanio e
tute le sue zente, le qual se hanno portato bene; ma
supra modum comenda li nostri provedadori di
campo, el capetanio di le nave armade, tuti li sopracomiti, si deputati in campo como quelli erano deputati a la marina, li quali tuti si hanno portati da ceEt post scripta, per esser fuziti fuora dil castello
7 turchi , zoè uno janizaro, do mori barbareschi, do
granatini, et do erano galioti nostri, uno sopra la
galia di sier Simon Guoro, l'altro di sier Zuan Francesco Baxadona, quali hanno referito in castello esser pocha vituaria, pocha polvere e monition, pocho
formento e meio, e pocha quantità de biscoto, e
quelli ha il grano lo vendeno caro, in modo che, per❘ sari, et etiam le zurme et homeni de le galie e nave
la charestia, questi sono fuziti ; manzano carne de meritano summa laude, per non haver schivato pericavali e aseni, e ne hanno pocha ; vendeno el quarto colo nè faticha alcuna. Et fono fate cinque poste, una
di uno de questi animali aspri 200; e in castello, ho- | da la banda del bastion di cestoni , facto con un
meni da manizar spada, esser numero 50, e altri
zercha 150 tra puti e femene ; quali sono deputati a
trar saxi ; e tutti sono disposti a voler morir. Et volendo esso zeneral li do galioti per punirli, el capeta- | Venier; la 3.ª fu a la banda del spiron, versso po- 499 nio yspano li à fati meter ne la soa la barza con
guardia; li dimanderà et li punirà. Item, è stati morti
da le nostre artilarie più di 50 turchi, e feriti più
di 40; et ogni di vien tocho qualcheuno con le bombarde e ballestre e schiopeti, si che, in conclusiom,
sono in mal termini.
ponte che se buta sopra li repari, e questa posta tochỏ a sier Hironimo Contarini ; la segonda fo a la
banda de la cisterna, e questa tochò a sier Jacomo
nente, la qual tochò a sier Marco Orio, capetanio di le nave; la 4.ª fo a la banda de tramontana, la qual
tocho a sier Alvise Salamon, sopracomito ; et la
quinta fo a la banda de ostro, locho dificilissimo,
dove fu messo alguni patroni de nave con li sui hoImeni , per tentar de quella banda, per minuir le
1273 1274 MCCCCCI, GENNAJO.
forze de li inimici; tandem, tracto el basilisco, che
era segno de dar de ogni canto essa bataglia, da la
banda del spiron de ponente, che era di sier Marco
Orio e di uno capetanio spagnol, chiamato el capetanio Mendoza, prima, con grandissimo cuor de' nostri et etiam de' spagnoli, se intrò, et con quella vigoria, venendo li dicti del spiron a trovar da driedo
le spale quelli che erano versso nui, subito li turchi
se messeno in fuga, et per tuti da ogni canto se intrò
la terra quasi tuti li coronei, et mandadi ad alozar a
l'isola ; e 'l bassà de la Morea, era tra el Zonchio et
Modon con 250 cavalli, se levo et andò a la volta
de Coron. Item, sono poche artilarie in quel castello,
e mal in hordine, e solum 60 sachi di biscoto; dimandano li provedi per el viver dil castello ; bisogna
la Signoria nostra subito, et iterum subito, provedi
di tute cosse per segurtà di esso castello, e per le
prime manderà l'inventario de tuto quello se ritrova in esso castello ; si provedi di biscoto e presto,
perchè a Corphù più non se ne trova, nè etiam formento da farne. De danari 0 dira, per haverlo tante
volte scripto.
499 dentro la terra, con pochissima offension de' nostri,
et con grande macello de i nimici, che per quanto è
stà numerato de' corpi morti di turchi, sono stà trovati numero 165 ; de li nostri non crede siano morti
8 o ver X ad summum, et alguni pochi magagnadi Di sier Hironimo Contarini e sier Iacomo Ve- 500
de saxi et focho, che butavano quelli cani per sua nier, provedadori generali dil campo, date in castel
defension, li qual sono pochi tra postri e spagnoli. di la Zefalonia, a di 24 dezembrio. Come hessenItem, reputa questa victoria esser per molte raxon do stati electi per il zeneral provedadori a quella
molto honorificha a la Signoria nostra, si per el pre- impressa, non poteno far di mancho di aceptar, e a
stissimo prender di questo locho, come per lo sito di 9 novembrio veneno in campo, dove sono stati
suo, tanto forte quanto dir e imaginar se possi ; e fino quel zorno unitamente, e a tuti quelli signori
non credeva che ' l fusse tanto forte quanto l' hè, et | spagnoli hano servato bona amicitia, e zerchato con- existima sia de le più forte et inexpugnabel forteze
che siano in tuto el Levante; et di questo si li presti
ſede, perchè dice la pura verità. È necessario restaurarla quanta l'è, per esser tuta ruinata da le bombarde, ni altro li è restato noma el fortissimo suo
sito. Ha mandato per maistro Jacomo Coltrim, e, venuto el sarà, meterà ordene a tutto, e provederà di
governo al castello, avanti si parta. Aricorda si provedi di monition, fantarie, e tute altre cosse bisogna,
per poterlo prestissimo redurlo a bon termine, et si
receverà gran fruto di l'isola et di quel porto; et
in spacio di pochi mesi si cognoscerà questa optima
nova. Item, à spazà a posta una fusta con la nova
soto brevità, per consolation di la Signoria e tuta la
cità ; e crede arà messo teror a li perfidi turchi, e
spera per qualche bon effeto la cognoscerà ; et à armata la fusta de li homeni di le galie sotil ; prega,
subito la se rimandi, e li homeni non dismontano, et
li ricomanda ; et per altre se intenderà el tuto più
particularmente. E tute le munition , erano in castello, è stà messe a sacho; et perhò non pol render
conto alguno. Et erano forniti de vituaria per molti
zorni. Item, dal Zonchio ha letere di sier Silvestro
Trun, provedador, di 21 , come sono fuziti dil teri- |
torio de Modon e Coron stratioti 150 a cavallo, con
tute le sue fameglie, e venuti al Zonchio, de li quali | sperano questo bon principio esser per seguir grantentarli in tutte cosse, non sparagnando faticha el
zorno e note, e tien i siano benissimo satisfati ; e in
questo tempo hanno abuto continue senestrissimi
tempi di pioze ; e, zudegando i spagnoli con pocha
faticha expugnar quel castello, fo dato una bataia a
dì 20 novembrio, e nostri fonno rebatuti. Laudano
el zeneral, ch'è venuto in campo, et è stato continuamente in arme zorni tre de li, non stimando
alcun pericolo, et con l'aiuto di Dio oteneno victoria
di quel castello in quel zorno, a hore 3 di zorno, e
in meza hora tolseno la terra, e parte de i nimici
reduti ne la rocha, quali subito dimandono pati ,
oferendossi esser presoni et schiavi. Et prima fo
taiati a pezi zercha 130 turchi per nostri, or tandem
non li volseno aceptar, salvo in descrition dil capреtanio yspano e del nostro, con presuposito de farli
impallar atorno i repari ; e lhoro acetò el partido ;
et el chadi de la terra, che vene a far le pratiche, li
fo promesso certo salvarli la vita, el qual serà a preposito per zertifichar, a Santa Maura e l'Arta e altri
lochi, il vero ; tandem spagnoli et nostri introno in
la rocha, e messe quella a sacho, e tolseno turchi e
| turche per presoni dil capetanio yspano ; promesse
al zeneral, far che tuti sarano impalati per far teror
ai altri se rendano, che cussi tieneno l'averà a far ;
sono 130 a cavallo, e hanno fato uno grosso botino dissimo utile etc. E il capetanio yspano è tanto ben
de animali grossi et menudi, e hanno messo in teror disposto, che non se poria dir. Et mandono una lista
tuto quel paexe, quale sta con grandissimo sospeto, di tuti quelli fono deputadi in campo, insieme con
e præcipue de Coron ; et perho hanno trato fora de | li altri venuti da marina, et i lhoro armiragij e oli-
1275 MCCCCCI, GENNAJO. 1276
500*
ciali e altri valenti homeni, che meritano la gracia
di la Signoria nostra etc.
1500, a dì Xnovembrio, indictione quarta.
Patroni de nave.
Sier Tomà Duodo.
Sier Polo Biancho.
Sier Piero da Liesna.
Soto sier Piero Trivixan.
Sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse.
Sier Andrea Foscolo.
Li magnifici et clarissimi missier Hironimo Contarini e missier Jacomo Venier, dignissimi provedadori ne lo felice campo, deputado a la impresa de la
forteza de la Zefalonia, volendo et con ardente desiderio desiderando, sì come si convien a sue magnificencie et a la cellere expeditione de la presente | Sier Francesco Arimondo.
imprexa, meter conveniente ordine, et expedito тоdo proveder si a li magnifici deputati, che de zorno
in zorno harano con le lhor zurme a operarsi et far
operar quanto per il bisogno et expeditione di questa
impresa serà conveniente et necessario, come a li 4
capi de columello, come qui sotto apar, et primo :
Maistri di camтро.
Sier Alvise Salamon.
Sier Andrea Foscolo.
Sier Silvestro Trum.
Sier Piero da Liesna.
Soto sier Hironimo Morexini.
Sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada.
Sier Andrea Bondimier.
Sier Alvise Salamom.
Sier Polo Biancho.
Soto sier Daniel Pasqualigo.
Sopra le vituarie. Sier Marco Tiepolo.
Sier Beneto Trum.
Sier Beneto Trum, posto in so locho sier Bortolo Sier Anzolo Orio.
Contarini.
Sier Cabriel Soranzo, posto in so locho sier Fantin
Memo.
Sopra li repari.
Sier Andrea Bondimier.
Sier Silvestro Trun.
Al condur de le artilarie.
Sier Francesco Arimondo.
Sier Anzolo Orio.
Sier Jacomo ...
Sopra la saniki.
curzolam .
Sier Hironimo Cipicho, tragurin.
Quatro capi de columello.
Sier Piero Trivixam .
Sier Hironimo Morexini.
Sier Daniel Pasqualigo.
Sier Sabastiam Moro.
Sier Hironimo Cipicho, tragurin.
Soto sier Sabastian Moro.
Sier Domenego Capello.
Sier Tomà Duodo.
Sier Jacomo curzolam.
Soracomiti venuti da marina.
Sier Marco Antonio Contarini.
Sier Polo Nani.
Sier Francesco Pasqualigo.
Sier Polo .
Sier Bortolo Dandolo.
Sier Bortolo Falier.
Sier Alvise Vituri .
Sier Alvise Contarini .
Sier Zacharia Loredan .
Sier Antonio Arimondo.
Sier Andrea Marcello.
Sier Sabastian Contarini.
Sier Marco Orio, capetanio di le nave, con li patroni
di le nave.
Sier Marin Dolfim, con la compagnia fo di Gorlim.
1277 1278 MCCCCCI, GENNAJO.
501
Sier Troiam Contarini, nobele.
L'armiraio dil zeneral, Francesco Muschatello.
Damian Pastrovichij, armiraio dil provedador Contarini.
Dimitrachij, armiraio dil capetanio di le galie grosse.
le fantarie, dicendo era varito ; si oferse andar in
ogni locho, maxime per mar ; et dimandato di con- testabeli, laudò molto Zuan Mato, è in la rocha di
Crema, et Bernardim di Ugoni, citadim brexano, adeo
molti di colegio senti mandar esso capetanio fino a
Corfù etc.
Vene l'orator dil papa, ralegrandossi assai di la
vitoria etc.
Vene l'orator di Napoli ; si alegrò dicendo : Dio
ne vol ajutar, e si atendi a unir li principi christiani,
che tuto sarà bene.
Vene l'orator di Ferara, si alegrò ut supra; e à
scrito al signor suo, et si persuade soa excellentia
ne haverà grandissimo piacer.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave,
date a di 25 dezembrio, ne la Zefalonia. Li par
conveniente scriver di la felice victoria di otenir quel
castello inexpugnabile. Lauda il zeneral, qual a di
20 vene in campo, e de li mai se parti. Et cussi eri
fo data la bataia, et essendo tochada a lui la posta
del spiron da maistro, e nel numero suo era sier
Cabriel Soranzo, gaiardamente tuti uniti, con aliegro
animo, fono i primi ; e ben che fusse la più dificil
impresa, a laude di Dio, rebateno li nemici, taiandoli a pezi, et feno becharia di lhoro. Et visto turchi
a le spale, se messeno in fuga, e abandonono le poste, e con lhoro fono a le man, e non posendo resister, tolseno fuga ne la rocha; e cussi tutti li nostri | Corfu in soa recomandatione. Il principe lo laudò, e
introno dentro, senza danno nè morte di niuno.
Lauda sier Cabriel Soranzo molto, licet per avanti
el fusse stà ferito, et di l'opera sua non ne vuol parlar, perchè chi à visto el sa.
Di Jacomo Coltrin, da Corfù, di 26. Come, richiesto dal zeneral per obedir, e montato in navilio con 25 maistri murari e cavadori, notificha, poi il
zonzer di sier Alvise Venier in Corfù, è stà fato tanta
opera, quasi quanto per un anno avanti ; e questo,
per lo amor e concordia è col baylo e tutti, e fin al
presente è stå ultimato la muraia, e parte dil torion
grando, da la zuecha fino a l'arsenal, dove habita lo
armiraio soto Castel Novo, mancha solum li merli.
Item, è stà fato uno arsenal, per meter a coperto li
arbori e antene vien mandati de li, el qual sarà di
sparagno più di ducati 500 a l'anno di albori etc.
che se inmarziva. Item, non si à manchato, per ultimar la fabricha di castello, e si fa con mancho spesa
di quello si feva per avanti, 100 per 100; e la for- teza sarà reduta, mai più si potrà perder, e pochis simi homeni vorà a diſenderla. E avanti il suo partir,
à consultado quel si habi a far fino al suo ritorno,
licet la soa partita sarà di gran danno a le fabriche.
Lauda la vigilantia dil provedador, di e note, e con
sparagno dil danaro.
In questa sera fo expedito per colegio lctere al
zeneral, laudandolo etc. , e cussi li provedadori, sopracomiti et altri. Item, una altra letera, laudando
il capetanio yspano, la copia di la qual forssi sarà
qui avanti .
Adi X1 zener. In colegio vene el capetanio di
Vene domino Alexandro di Gotti, nobele et baron di Corfù, era soracomito, et intrò col secorsso ;
à scapolato, perchè a Coron fo rischatato per ducati
100 da sier Pollo Valaresso, et vene con lui in armata. Porto letere dil zeneral e dil rezimento di
fo comesso a li savij tutti .
DaRoma, di l'orator, tre letere di 2, 4et 5. In
la prima, come ſo dal cardinal alexandrino, pre- gando exortasse il papa a lo armar etc. Rispose,
faria, et soa santità era ben disposta. Poi fo dal
cardinal Santa Praxede, promesse far ; ma disse,
dubitava non faria, perchè dirà : Franza fazi et Hongaria rompi prima, e il re di Hongaria vol la cauzione etc. Item, che quel secretario, andò al re di
romani per stafeta, par havesse comissiom dil papa,
di exortar quel re a lo acordo con il re di Franza.
In la segonda, come fo dal papa a solicitar comenzi 501 *
ad armar, e mandi noncij dove vol armar. Et soa
santità disse, non mancheria ; et havia auto letere di
Spagna non lete, e saria poi con lui, pregando scrivesse a la Signoria, volesse scriver a missier Zuan
Bentivoy, non dagi ajuto a Faenza, perchè il roy à
scrito al ditto, et etiam a Fiorenza. Item, voglij la
Signoria far si expedissi di Faenza, acciò li danari et il pensier tuto atendi a l'impresa. Per l'altra le- tera, come è stato con l'orator yspano, qual li disse,
haver di 13 dil passato, di Granata, letere di soi reali, hanno scrito in Franza, il re vegni a l'impresa,
dicendo, si el re di Franza, lhoro regie alteze vol
venir. Item, manda la copia di la cruciata, et una
letera dil re di Spagna al papa. Item, il datario si
duol, la Signoria non li habi dato il possesso, dicendo non haria fato la bolla ; e vol far le discomuniche
et interditi. Item, manda letere di l'orator nostro
in Spagna, et di Napoli.
Da Napoli, di sier Zuan Badoer, dotor, di 27.
1279 1280 MCCCCCI , GENNAJO.
Come ebbe la trata di cara 1000 dal re, et aspeta perhò è bon non si fazi, a ciò el papa perseveri, et
letere nostre sopra ziò ; et il re li mandò a comuni- si scrivi a Roma. Et aricorda la Signoria nostra stagi
char letere di Alemagna, di 3, di domino Francesco | ben in acordo con il re di Franza.
de Montibus, suo orator. Come il re andava a Nolimberg, per seguir quello à fato di la dieta in Augusta, et per cazar francesi ; et lo episcopo magontino à ditto, non si pol adatar le cosse senza arme.
Item, la vezilia di Nadal, l'orator yspano e lui fono
col re a l'oficio; prima cavalchono per la terra, vedando le fabriche ; et disse haver domanda al papa
il jubileo, qual questa note li era venuta una cavalchata di Roma, il papa ge lo dà a lui solo e tuti di
caxa di Aragona sono a Napoli ; et che li à risposto
non voler suo jubileo, parlando con colora versso
il papa. Item, esser morto de li el conte di Marturano, homo molto extimato, et è morto im pochi
zorni, si dubita sia da peste.
Copia de la risposta de li catholici re de Hyspania, 502
al brieve del pontifice sopra le cosse dil turcho.
Molto sancto padre.
I vostri molto humili et devoti fioli, re et rezina
de Castiglia, di Leon, di Aragon, di Scicilia, di Granata etc. , basano i vostri piedi et sancte mano, et
molto humelmente ne recomandiamo a vostra santità. A la qual piaza saper, che habiamo ricevuto il
breve suo, per il qual ne ha scrito il danno, che il
turcho ha fatto ne la christianità, et dil periculo in
che sta per haver molti mazori danni, se non se gli
provede; et che per rimedio di questo, vostra santità manda legati a li principi christiani, perchè procurino la pace et union de loro, et che unitamente
pigliano la impresa contra il turcho, per la qual vosacro colegio de li reverendissimi cardinali, se ' l serenissimo re de Franza, nostro germano, o Jo, el re,
ne serimo im persona a la dita impresa. Et dice il
modo, come se debe pigliar, et cum quanti exerciti,
et infin ne priega et admonisse, che scriviamo subito
quello che in questo ni par di fare. Sanctissimo paDi Spagna, di sier Domenego Pixani, orator,
date in Granata, a di 3 dezembrio. Come li reali
erano tornati li ; è stato da soe alteze, e li comunicho
letere abute da li soi, di nove da mar, e provision❘stra santità se offerisse de andar im persona, cum il
si fa, et di la bona disposition di principi christiani
a l'impresa. E il re li disse : Havè vu letere di la Signoria ? Rispose di no, ma aspectava di brieve. Item,
pregò lhoro alteze tenisse l'armata fuori, a beneficio
di la religion christiana. Quelle dimostrono bon
voler, ma la impossibilità, dicendo non mancherano se li altri farano il dover lhoro. E la raina, con jo- | dre, za la santità vostra sa quanto habiamo sentito
conda ciera, disse dubitava di prometer, per non
poter atender, et che la parola lhoro era un sì e un no. Item, a tempo nuovo si aspetta de li l'archiducha di Bergogna, a tuor il juramento per nome
dil fiol.
Dil ditto, di X. Come visitò l'orator pontificio,
qual li disse haver dato il brieve al re, per il qual il
papa lo invida in armada ; e soa majestà li à risposto vol vegnir, et l'à pregato, non solum tengi l'armata,
ma ne fazi di nuova. Li à risposto, è su gran spexa,
et li dagi la cruciata. Et a esso orator, sine resolu- tione, soe alteze li à risposto ; tamen, in zifra, par habino tolto a cambio, chome li à ditto uno Agustin Grimaldo, zenoese, ducati 30 milia, da esser
pagati a Roma per tuto zener, ch'è segno vorano tenir l'armata, et spera di bene. Item, de li mori,
sono a l'usato ; et nulla è di novo.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di 8.
Come à ricevuto letere, andava al cardinal legato curzense, ſo da soa signoria, et parlato, li disse tenir,
il re Maximiano habi liga col turcho, e per questo
non vol el vadi ; et che ' l papa havia fato andar l'armada yspana in Levante, per far grando suo fiol ; e
et sentimo el dano che el turcho ha facto, et quanto
tempo è che suplichamo che la proveda per il reme-
❘dio, come in quello habiamo fatto quello che in nui
è ; e al presente regratiaino el nostro signor Dio,
perchè vostra santità voglia cussi atender al rimedio
di quello ; e anchor che tutto quel che in questo dice,
sia propria opera de suo pastoral officio, certamente
è ; molto da laudar, che essendo sua persona tanto agravata de anni, se offerisse di tanto bona voluntà a tanto travaglio. E nui, per la affection che tenimo
a la persona di vostra santità, e per quanto havemo
sempre desiderato et desideramo el ben di sta sancta
impresa, baxamo i sancti piedi et mano di vostra santità ; per quello perho essendo ne la christianità
tanti principi, come sono, che poriano andar im persona, piasendo al nostro Signor, et sofrir meglio il travaglio di la guera, escusado serà che la persona
di vostra santità non se metti con loro, et se ne stia
ne la sua sancta sedia, che meglio potrà proveder e
ajutar questa santa impresa. Quello che nui in questo desideranno fare, molti zorni sono che l'habiamo scrito, offerendo per quello tutto el nostro, et andar
Jo, el re, im persona, se'l serà necessario, per la
1281 MCCCCCI, GENNAJO. 1282
defension de la christianità ; et non satisfacendo a gotio, perchè li habiamo suplichato. Et a quanto
nui medesimi, senza mostrar presto, per opera, el vostra santità desidera intender de la andata de la
nostro desiderio, al tempo che vostra santità scrisse, persona de mi, el re, a questa sancta impresa per la
che mandassamo nostri ambassadori in corte, per- primavera, piacendo a Dio nostro signor, perchè
chè tractasseno di quello se dovea proveder per re- vostra santità fa mention nel suo breve de la andata
medio de la christianità, mandassemo la nostra ar- del dito serenissimo re di Franza, nostro gerniano,
mada da mar contra i ditti turchi, parendone, per il o de la mia, et non sapemo zercha zò in che opinion
periculo tanto vicino de li christiani, havea bisogno sia el dicto re di Franza, nostro germano, nui li
di presto rimedio. Et se, al tempo che nostra armada | scrivemo subito sopra questo, per corier volante ;
stava per far vella, non seguiva de qui la sublevatiom
de li mori, che stavano in Alpuparas (sic), per spianar et far quello bisognava, il che detene la nostra
armada, credemo che haveria possuto arivar ne le
parte del Levante a tempo, che, con l'ajuto de Dio,
non se haveria perduto quel che, avanti lo arivasse,
s'è perduto. Et cussi dessemo facultà al nostro ambasador, che in corte de vostra santità sta, azò che
con li altri tractasse il negotio, come li comandasse
et saputo in che el sta, circha de la andata di sua
persona, responderemo più particularmente a vostra
santità, circha de la andata de la persona de mi, el
re. In questo mezo, persuadesi vostra santità, che
tutto quello poremo far in defensiom de la christianità, et offension de li infideli, sia certissima che lo
faremo de molto bona voluntà, fino a meterci la
propria vita, se ' l serà bisogno, come è stà ditto, per
servitio de Dio, nostro signor, et per honor di la
sua sancta fede. Nostro signor etc.
Data in Granata, a dì X.°
Intrò il colegio di le biave, perchè el bonus in 503
visto dil formento per Corfù, et manda nontij per
tute le terre, ad haver biave etc. Tumen in fontego
la farina cressete.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, el leto
le letere. Prima :
502 vostra santità. Da poi, per nostre continue letere,
et messi mandati al ditto nostro ambasator, et per
suo mezo, sempre li habiamo suplicato et fato molta
instantia, che voglia proveder a queste cose del turcho, et conciederne nei nostri regni, per alcuno ajuto ❘ fontego era pocho, et feno provisiom etc. Et fo prode la spesa facemo in quelle. La qual cossa, per simile negotio, sempre han costumato far li summi
pontifici vostri antecessori ; et non habiamo saputo
che se habia tractato alcuna cosa per li ambasatori,
nè fino a questa hora vostra santità ni ha concesso
quel che li suplicamo, sapiando la spesa continua che Da Milam, dil secretario, di 7. Come, ricevute
tenimo ne la nostra armada, che havemo mandata nostre, con la risposta fata a la letera dil re di rocontra el ditto turcho. Et cusi, poi che vostra san- mani, de oratore mittendo, la comunicho a monsitità, per tante nostre letere et messi nostri et per la gnor di Luciom. Li piaque. Et poi disse, zercha le
opera, sa et vede il desiderio et volontà che tenimo, ❘ robe di sier Francesco Morexini, dotor, tolte da le
per incitarni più in questo sancto negotio, non bisogna ne mandi legato, nè per persuaderne, perho
che niuna cossa tenimo più persuasa, che combater | Claudio Deais e domino Michiel Rizo, regij consieri,
do nave zenoese, armate per il re, ditto monsignor
disse, scriveria in bona forma a Zenoa. Poi domino
per defension de la christianità, niuna desideramo li disse di certi passavano per li nostri lochi, et vepiù, che poner el stato et le vite per difension di la nivano di Alemagna ; et manda in nota la nome lhofede, et in questa vossamo compir li zorni nostri1; ro, e dove sono stati ; qualli sono milanesi ; et esser
questo desideramo lassar per heredità a li successori venuto uno secretario dii marchexe di Mantoa a scunostri, et per questo stamo sempre et staremo apa- sarsi, non li da recapito. Item, de li hanno abuto
rechiati. Da poi, per la gratia de Dio, havemo pace hordine quelli signori dal re, di scuoder la decima
con tuti li principi christiani, nè ni impaza questo dil clero, e lhoro non voleno dar principio, se prima
differentie particular , in modo che, per metterci non habino auto li ducati 25 milia voleno etc.
mazor voluntà a questo sancto negotio, ni per paci- Da Brexa, di rectori, di 9. Chome li dacij nostri
fichar differentie de nui con altri principi, poi che vano in malhora, et hano in questi zorni, dal primo
non le habiamo, ni per altra qualunche cosa che da | dil mexe in qua, scosso per la mità solevano scuonui o de li regni nostri sia mestier per quello, non
è necessario mandarne legato ; et suplicamo a vostra
santità, che non ne lo mandi, et che li piaqui conciedermi per ajuto di la spesa facemo in questo neI Diarii di M SANUTO. Tom. III.
der, si che è un gran danno etc.
Da Cremona , di sier Polo Barbo , podestà , e
sier Domenego Bollani, capetanio. Zercha certo terzo di dacio, concesso a ' cremonesi, doveano haver
81
1283 MCCCCCI, GENNAJO. 1284
dal signor Lodovico; et questi voriano poner chi ordeni, una parte di proveder a Napoli di Romania,
scuoda. notada di mia man, et expedir sier Zorzi da Londa,
Da Padoa, di rectori. Chome in quel zorno, a di suo orator de qui, zoè mandarli ducati 5000 ; item,
X, fono dal cardinal Grimani a dimandarli la deci- | stera 1000 formento, 1000 meio, 500 orzi ; expedir
ma. Si scusò etc. Disse, non haver a pena da viver,
edi l'abacia di Zara, O scuode ; ma sarà con suo fradello, sier Vicenzo, et vederà etc.
Di Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador, di ultimo. Come in quella matina erano 200
homeni di Goricia venuti a compir de impir el fosso
di Monfalcom; per tanto si provedi. Et è da saper,
Zuan Griego e Francho dal Borgo, capi di balestrieri,
sono in questa terra.
li 20 murari e favri venuti qui; item, le munition,
come apar ; item, 300 provisionati, soto 3 contestabeli parerà al colegio ; et infine, di mandar il capetanio di le fantarie fino a Corfù, e de li con una galia vadi a Napoli, e ritorni al suo piacer. Et questo
capitolo non senti sier Francesco Foscarini, savio
dil conseio, et sier Marco Zorzi, savio a terra ferma.
Primo parlò sier Nicolò Trivixan, procurator, che se
dia mandar ditto capetanio, qual perhò il conseio
Fu posto per nui savij ai ordeni, excepto sier non sentiva. Li rispose sier Francesco Foscarini. Poi
Cabriel Moro, non si pol impazar una regolation di sier Alvise Mocenigo. Et d'acordo fo terminato, quele galie di Fiandra et Barbaria; et non si possi me- sto capitolo, di mandar il capetanio di le fantarie, fo
ter de impedir, sub pœna, se non per 4 savij dil con- remosso. El sier Cabriel Moro, savio ai ordeni, andò
seio, 3 di terra ferma, et 3 di ordeni ; ma siano man- in renga, et parlò il bisogno era di fortifichar le terre
date al víazo, habino fato li depositi per tuto fevrer, da mar, et bisognava per armar 80 galie sotil, e
sotto gran pene, maxime li patroni di Barbaria, ❘ mandar e conzar quelle è di fuora, ducati 209 milia
qualli hanno tochato il dom di ducati 4000 per una
galia, ut patet in parte ; siali dato le galie per li pa- troni a l'arsenal, soto la pena, in Fiandra, nuove, e,
im Barbaria, tre di altra sorte ; metino bancho 8
zorni poi zonte le galie di viazi qui, e partino mexe
uno da poi zonte. Item, in luogo di sier Andrea Ba- xadona, ch'è im prexom, si elezi uno altro capetanio di le galie di Barbaria etc. La qual parte ſo nota
per mi, et ave X di no, el resto di la parte. E fo
presa.
ducati, ut patet nel conto. Et cussi, per tutto il nostro ordine, fu posto unadecima al monte vechio, a
pagar con dom presto etc., ubligada a la fortifichation di le terre da mar, et dispensada col cassier per
uno savio ai ordeni. Et sier Zuan Trivixan, provedador sora i oficij , andò in renga, parlò ben e longo :
disse il bisogno, biasemò la decima, aricordo un
muodo di trovar danari, sveglio li padri di colegio
a venir con le so opiniom etc. Andò le parte : 3 non
sincere, 4 di no, 26 di la decima, 126 di savij . E
Fu posto per nui, ut supra, dar licentia al cape- questa fo presa. Et di tal decima ſo ordinato gran
tanio electo di le galie di Fiandra, videlicet sier Mar- | credenza, per esser d' importantia, et numquam fo
co Orio, ch'è vice capetanio di le nave ; et scrito al
zeneral provedi di uno altro capetanio, fino per pregadi si manderà il capetanio di le nave, sarà electo.
Ave tutto il conseio.
aldito li savij ai ordeni metesse decima, ergo etc.
Adi 12 zener. In colegio, el principe con la Signoria daspersi deteno audientia in la causa di sier
Marco Morexini, per San Vincenti, di quelli adversarij il vol tirar in Rota a Roma etc. Et li savij in co- legio consultono di trovar danari, e le parte si ha ad meter ozi o doman, perchè tutti cridava, si stava
massa.
Fu posto per sier Alvise Mocenigo, e Jo, Marin Sanudo, savij ai ordeni, le galie al trafego justa l'incanto preso, e più darli di don ducati 1000 per galia, videlicet ducati 500 di acressimenti, et ducati
500 di provedadori sora i oficij etc., e remosso il Vene lo episcopo di Limissò exator di le decime
capitolo di le lire 8. Andò in renga sier Lucha Trun, ❘ papal, et per li savij ſo exortato a solicitar il scuoe contradixe, non si metesse galie al trafego, ni a der. Disse, faria etc. Et za à fato le admonitorie et
do viazi, ni a un viazo 1/3, per non esser di niun | excomunichatiom, farà l'intrade di ll .
fruto, e alias contradixe etc. Jo rispusi quanto feva
503 il navegar; et cargai alquanto. Et sier Francesco Donado e sier Jacomo Cabriel messe de indusiar per
haver certi capitoli di letere etc. Andò le parte :
una non sincera, 3 di no, 71 la nostra, 82 l' indusia .
Eto presa.
Fu posto per la savij dit consejo, tera ferma c
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà el
capetanio. Come in certa villa li vicina erano morti
alcuni, dubita di peste; fo data la letera a li savij
sora la sanità, acció provedesse ; qualli scrisseno de li .
Fo scrito per colegio a Brexa, fazi venir Bernardin di Ugoni de qui. Item, manda a tuor 100 tra
taiapria e murari a Brexa .
1285 MCCCCCI, GENNAJO 1286
504
Da poi disnar fo conseio di X. Fo il principe, che | char li sumarij di mar, qual li tochò di la pace si
quasi mai va. Fo zonta di colegio et de altri, et di tratava col turcho, et fo per la letera dil re Fedrico
procuratori ; si trato cosse d' importantia, credo in causato le zanze. Poi esso orator andò da ditto carmateria dil turcho, per certe letere venute l'altro | dinal, qual in coloquii li disse, il roy spenderà in
eri, con quelle da mar a la Signoria; qual fo tirà a li
cai. Item, feno provision di danari , per comprar
biave etc.
Et nui, savij ai ordeni, se redusesemo a dar audientia, e far alcuni patroni de arsilij ; et non fo compito il numero.
In questi zorni, morite in questa terra, in caxа
di sier Liom Michiel, domino Piero da Certaldo, dotor, medico, perho valentissimo e di gran fama. Et
fu sepulto a Santo Aponal.
l'armata franchi 400 in 500 milia ; e solum la nave
di Bertagna vol franchi 40 milia. Item, fo dal gran
canzelier, qual li afermò l'armada saria in hordine
per tutto april, tamen il cardinal dice il contrario.
E il re dice, non vol far promessa per non poter
atender, saria mal. Item, esso orator conforta si
scrivi una bona letera al re, acció s'intendi la resolution ; et una al cardinal, ringraciandolo di la faticha; zoverano assa' . Et par habino paura, la Signoria nostra non si acordi col re di Napoli, et in la
fine soliciterà l' armar etc.
Dil ditto orator, di 28. Come il cardinal à ordinato la retention di certi preti renitenti a pagar deci
me, e dice creder l'arınata sarà in hordine per tuto
april. Item, eri, vardando il colar di la raina, il re li
disse: Domine orator, vi farò veder tute le so zoie.
Et cussi eri le fo a veder; et essa regina ge le mostrò
Di Franza, vene letere ozi nel conseio di X, di
sier Francesco Foscari, el cavalier, orator, date a
Bles, a di 24. Come el cardinal Roan, oltra li episcopi, à mandato 30 comissarij per le terre di quel
regno, a scuoder la decima dil clero, et ha facto 4
generali, qualli tengano li danari. Item, fo da soa
reverendissima signoria, per solicitar la exation; li
disse saria longa, e non si potrà scuoder per tuto ❘ di sua mano, e la perla li donò il cardinal Ascanio.
marzo. Item, lo ringratiò dil prete retenuto, et soa
signoria rispose non mancheria, pur la Signoria non
faci pace col turcho, che saria assa' contraria a la
expedition. Item, ricevete esso orator nostre, di 14,
con li sumarij da mar; sarà col re. Item, li oratori
di Bergogna, tra li qual è uno episcopo di Nansom,
primo homo di quella corte, ozi si partino de lì ; et
l'orator yspano li à ditto, l'archiducha anderà a
tempo nuovo in Spagna, a tuor il juramento. Item,
li oratori dil re Fedrico sono zonti a Liom, con salvo { di tanxe, justa la parte.
conduto perho dil roy.
Dil ditto, di 26. Come eri fo a vesporo col re, e
poi se tirono in castello, et li disse, poi che quel eri
era di Nadal, è buono parlar di le cosse di Christo.
Et ditto orator fè gran discorssi, et letoli li sumarij
da mar, soa majestà mostrò piacerli, sperando presto haver la nova di la Zefalonia. Item, solicitò l'armata, dicendo, la Signoria nostra non tramar pace
col turcho, et che il cardinal li havia dito, le decime
sariano longe ; et lezando li sumarij di l'arma' yspana, il re nulla disse, maudi con rubor tal nove ; et
esso orator pregò soa majestà prestasse di soi da nari per armar, e tolesse poi quelli si scoderà di la
Noto, quelli di Fam, usi di dar certo oio per regalia dil doxe et di la chiesia di San Marcho, hora
non lo mandando, foli serito una letera, non volesse manchar di l' ubligation. È da saper, ogni zorno a Rialto si fa tre incanti,
su li qual va sier Andrea Cabriel, sier Piero Duodo
e sier Lunardo Grimani, con li oficiali de li officij ;
et si vendeno caxe e possessiom a ducati ... per
100, a pagar la 1/, in contandi, e il resto di credito
Adi 13 zener. In colegio, alditi li provedadori 501
dil sal , con li provedadori sopra la sanità, zercha la
electiom dil prior, si ha a far, di Lazareto nuovo, a
chi di lhoro aspetta ; et per esser molte facende non
fo expediti .
Vene sier Francesco Morexini, dotor e cavalier,
vien orator di Napoli , vestito di negro, a manege
dogal, per esserli manchata la moglie ; al qual per il
principe li fo ditto si strenzesse, perchè poi referiria
im pregadi. Disse, el re Fedrigo cognosse haver
gran obligo a la Signoria nostra, per haverli quella
dato e conservato nel regno. Et a di 16 dezembrio si parti, et il re li donò un colar, qual l'apresenterà,
decima, e si principij a far armada. Il re disse, faria ; ❘ justa il consueto. Et nel partir soa majestà li comes- e voleva esser col cardinal, et vol andar a Liom pre- se, lo ricomandasse et offerissa a questa Signoria,
sto, e farà quaresema im Bergogna. Et l'orator li pregando quella lo voglij favorir con il re di Frandimandò, si havia speso li 20 milia franchi per con- za, al qual havia mandato do soi oratori. Item, a di
zar le nave fin qui . Soa majestà non rispose. Item, 23 intrò in Roma ; stete 6 zorni avanti podesse hapoi partito, mandó per il suo secretario a comuni- ver audientia dal papa, qual si feva di amalato, et
1287 MCCCCCI, GENNAJO. 1288
lo scriverò poi .
Intrò il colegio di le biave per far provisione di
formenti, videlicet sier Alvise Trivixan, sier Alvise
di Prioli, provedadori ; et è stà electo il terzo collega lhoro, sier Marcho Tiepolo.
poi in leto la dete; et post verba generalia molto li | et cussi fono portati a l' armamento ; quello seguirà,
dimandò di le cosse dil Regno ; e poi si dolse dil podestà di Ravena, deva favor a Faenza etc. Item, de
li parti, vene a Fossimbrun, dove era il ducha di
Urbim, qual lo honorò assai, e dextro modo li tochò
dil stipendio di uno anno doveva haver ; tamen, considerava le gran spese di la Signoria in questo tem- Vene li capi di X, et intrò uno fra' Lodovico da po. Item, di suo cugnato, il prefeto, era per acor la Torre, veronese, provincial di l'hordine di San darsi con fiorentini, qualli sono tra lhoro in confu- Francesco di observantia, et presentò uno brieve 505 sione ; li volea dar 60 homeni d'arme et 60 bale- dil papa, di 15 dezembrio, a la Signoria nostra, avistrieri per adesso etc. Item, dil fiol, fo dil principe sava haver posto il jubileo et cruciata per tuta Itadi Salerno, par habi letere di soi di Franza, il re lia, per trovar danari contra infidelli, et comesso al
verà questo anno a l'impresa di Napoli. Item, vene prefato fra' Lodovico, vicario zeneral di l'hordine
a Fam, dove, per esser venuta soto il ducha Valen- di qua da' monti, debi scuoder li danari nel dominio
tino, convene pagar di cariazi, che numquam orator nostro, perho lo prega li dagi ogni favor etc. Et monostro pagoe in niun locho. Era li alozato il signor strò il sumario di la bolla, molto longo, qual per
Carlo Orssini , et intese da certi di la soa compagnia, esser a stampa non scriverò, ne la qual è cosse molin 4 mexi haveano abuto 30 carlini per uno. Item, ❘ te inorme : il papa vol asolver per aver danari, dagando danari, ut in ea. El qual frate disse haver
abuto dal papa tal hordine, nè voleva far senza licentia, et li danari si dovea mandar a Roma etc. Et
andò a Pexaro, e non lo volevano lassar intrar per
la peste, pur intrò ; li populi mal contenti, il ducha
non ha parlato ancora a niun citadim de li ; tamen
per questo non voleno il signor Zuane Sforza ; et li { il principe li disse non facesse altro etc.
Da poi disnar fo pregadi; et oltra le altre letere,
fo leto per Zorzi Negro questo tal brieve e la bolla,
con gran mormoration dil pregadi ; et fo ordinato
credenza di non dirlo, fino si sapi per altri.
erano di quelli dil ducha alozati a descrition. Item,
fo a Rimano, dove stete una note ; vene al Porto
Cesenaticho, dove trovò esso ducha, et li parse visitarlo ; li usó bone parole, era fiol di questa Signoria, pur si dolse dil podestà di Ravena prestava vi- Fu posto per tutti li savij, scriver a Roma a l'otuarie a Faenza, et si racomanda a la Signoria, da rator, dicendoli di tal jubileo e cruciata, et che si
la qual cognosse aver quello ha etc. Item, è stato per el papa li sarà ditto 0, voglij pregar soa santità,
fuora anni 2 et mexe uno ; à speso ducati 4800, po- li danari siano dati a nui , perchè havemo promesso
teva spender molto più ; et, per vegnir, à impegna- al re di Hongaria ducati 100 milia, e le altre gran
to li arzenti, tolto a cambio etc. Poi li è sequito il spese femo grandissime. Et have ditta parte et le- caso di soi forzieri presi. Laudo Lunardo Biancho, tera, una non sincera, 2 di no, el resto di la parte.
fo suo secretario ; et in reliquis si remesse a dir im Fu posto per sier Nicolò Trivixam, procurator,
pregadi, dil re e altre particularità. Fo laudato dal| savio dil conseio, et sier Francesco Donado, savio ai
principe, de more. ordeni, qual intrò in soa opinion, poi che da tutti li
Da Chioza, di sier Lorenzo Bernardo, podestà, campi si trazeno utilità nel dominio nostro, si pagi
di eri. Come quel zorno dia zonzer de li a l'hostaria soldi 5 per campo, e li danari siano spesi in questa
di la Spada el cardinal di Ferara, va a Porto Gruer| guera turchescha, da esser pagati in do termeni, fea visitar la raina di Hongaria ; li fo rescrito li dagi
barche.
Da Padoa, di rectori, di eri. Come fonno dal
cardinal Zen, e trovò umbrava danari per mandar
le decime; et il Grimani cardinal, conclusive, si scusa non poter, si che non darà nulla.
In questa matina fo expedito quello Lazaro dil
zeneral , portò la nuova di la Zefalonia , donatoli
ducati 30, e al corier ducati 20; et la fusta, vene
con la nova dil Zonchio, parti ozi con letere al zeneral.
vrer et april, con don etc., utin ea.
Fu posto a l' incontro, per sier Alvise da Molin,
savio dil conseio, e sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, che si fazi uno libro di tuti chi hanno possessione, terre, prati e monti, boschi, campagne e pascoli, sì di zenthilomeni nostri , come citadini e altri
subditi nostri in terra ſerma, segondo li estimi fati,
o ver per altra mior via li parerà a li rectori, et di
le terre arative, prative, boschi et monti cultivati
pagino a la Signoria nostra, soldi 5 per campo di le
campagne, e pascoli soldi 3 per campo, la mità per
Item, to balota danari per armar una galia sotil, I tuto fevrer, l'altra per tuto april, con don di X per
1289 1290 MCCCCCI, GENNAJO.
disordine e danno. Ave 46 di no, 111 di sì.
100 ; e tutti concorino, exempti e non exempti, pri- | ma, revochar la parte di terzi di dacij, atento il gran
vilegiati e non privilegiati, quocumque nomine nuncupentur, per una volta tantum ; e non si spendi in
altro, salvo contra il turcho, soto la pena di furanti;
e siano mandati di tempo in tempo, e posti in la procuratia, excepti quelli di la Patria di Friul, che ha
vesseno ricevuto danno per incursion di turchi. Item,
etiam, sia tolto in nota quelli hanno molini, decime,
siege, batirami, folli, passi et feudi, e tuti manifesti il dover, sotto pena di perder el terzo di quello ocultaseno, la 1/3 di l'acusador, e la mità di l' arsenal ;
et questi debino pagar 4 per 100 di quanto hanno
de intrada di le soprascrite cosse; et ditta parte ha,
tra le altre cosse, un bel exordio.
Et parlò primo sier Nicolò Trivixan, procurator.
Li rispose sier Alvise da Molim. Poi parlò sier Antonio Valier, savio dil conseio, qual ringratiò il conseio di averlo fato in quel oficio, e voleva far justicia e guaianza.
Fu posto per li ditti, siano vendute le botege di
la Signoria nostra sul campo di San Bortolomio, di le qual li piovegi trazeno di fito ducati .... a l'anno ;
et questo a ducati 6 per 100, con condition la Signoria le possi tuor indrio, et siano vendute per
sier Andrea Cabriel e compagni. Et nui ponesemo,
li danari fosseno ubligati a Napoli di Romania. Et cussi li savij contentono. Et sier Bernardo Barbarigo, savio a terra ferma, andò in renga, dicendo non
voler impegnar quel di San Marco ; vol meter doman la sua parte ; e messe di indusiar a doman. 2
non sincere, 31 dil Barbarigo, 127 de sì.
Fu posto per li ditti, vender la parte di la Si- gnoria di le Rive dil Fero, di le qual l' oficio dil sal
traze ducati 800 in 1000 di utilità, videlicet a raxon
di 8 per cento, con la condition dil tuor indrio, e li
danari ubligati a l' armar. Ave tuto il conseio.
Da Zara, di sier Piero Sagredo, conte, e sier
Jacomo da Molin, dotor, capetanio, di 12 dil passado. Come 3 contestabeli novi, Bontirello da Bassan, Bernardin da Lignago e Thomà Schiavo, per
Fu posto per sier Antonio Valier, sier Piero
Balbi, savij dil conseio, sier Francesco Foscari, sier
Piero Marzello, savij a terra ferma, sier Alvise Mocenigo, sier Cabriel Moro e Jo, Marin Sanudo, savij ai ordeni, di haver di le terre nostre da terra ducati | darli danari, tolseno ad imprestedo su la soa fede,
100 milia, da esser divise per le terre a pagar, come
aparerà, servando li estimi za fati ; et cussi sia dil
teritorio.
Fu posto per sier Bernardo Barbarigo, savio a
terra ferma, una altra parte, si scrivi per le terre
mandi in nota la descrition di fuogi, sì di le cità e
ville, et li extimi , et questo poi si fazi quello dieno
pagar. Et ditto sier Bernardo andò in renga, e intro
su li fogolari etc.
Andò le parte : 7 non sincere, 9 di no, di sier
Bernardo Barbarigo 6, di sier Nicolò Trivixan 23 ;
e questi andò zoso. Di sier Antonio Valier 44, di
sier Alvise da Molin 73. Et iterum, 10 non sincere,
dil Valier 47, dil Molin 106.
Fu posto per sier Baldisera Trivixan, el consier,
certa parte longa, di elezer tre per scurtinio, vadi
inquirendo le specie vendude poi la guera dil turcho presente ; et questi pagi le decime etc., con alcune clausule ; parte molto crudelissima, a dar an505 garia al passato. Et andò in renga ; ma per li avogadori, sier Piero Morexini e sier Beneto Sanudo,
fo fato venir zoso, et per la leze non si pol meter
angarie al passado, soto pena di ducati 500. Et per
la Signoria fo terminato in scriptis, non podesse meter; et fo comandato di ziò streta credenza. Et cussi
non fo balotada.
Fu posto per li savij dil conseio et di terra fere deteli ducati uno per provisionato, pan e vim, dubitano fuzerano se li danari non vien a tempo; e in
tempo di novità in Lavrana andava homeni 700, al
presente con dificultà vi potrà andar 200; et di la
camera non hanno danari ; li zenthilomeni, castelani
e soldati ordinarij di la cità e forteze, sono creditori
grossamente ; ergo se li provedi. Item, mandono
missier Zuan Tetricho, zenthilomo de li, con neve e
giazi di sopra. Quello riporto, manda in scriptis. E
in conservar quel contado, non è altro remedio, se
non far le vardie, per via dil vice ban di Coxule, e
di madona Dorathea ; e la spexa sarà da ducati 350 a l'anno, ch'è assa' mancho di quello si soleva spender; et con Coxule concluseno per uno mexe darli
ducati 20, et ozi li dete ducati 12 a uno suo messo,
e si obliga in 7 lochi vardar, e dar aviso. Item, el
vice ban à ne le forze uno frate di l'hordine di San
Francesco, veniva per spion versso Zara e Lavrana,
mandato da Schender bassà, qual à molto l'ochio a
Lavrana e Nona.
1291 MCCCCCI, GENNAJO. 1292
| nari , e presto, per li soldati, quali pochi resterano ;
Sumario di la relation di domino Zuan Tetrico, ca- e de li homeni dil conta' non è da sperar. Item, è
valier, qual andò ambasador con XI cavali, per stato li il nontio dil vice bam, e uno di madona Donome di rectori di Zara, a Martincho Banovaz, rathea, per saper le vardie si ha a far; con quel dil
madona Dorathea, e suo fiol conte Zuanede Cor- vice han o hanno concluso, perchè dice non haver
bavia, e al vayvoda Coxule, zercha a proveder
ale vardie.
abuto la diliberation dil signor suo; ma spera farà
di quel di madona Dorathea et suo fiol, è contenti
si meti le vardie nel suo dominio, con gran amor;
et con quella di Coxule, la spexa sarà ducati 350 ;
aspeta risposta per concluder. Et el dito questi do
anni à 'buto gram promesse e poche atese.
Qual a dì 24 novembrio parti di Zara; era con
lui pre' Piero Jordanich, per far il disegno di contadi superiori, dove à a vegnir turchi ; et, a dì 29, zonse a
Ostroviza da Coxule, fè l'imbasata, qual era sdegnato
per non haver abuto un soldo; si dolse di quel ribaldo di Polo Catich; e za tanti mexi à tenuto vardie, ❘ cito, manaza venir a' danni di Traù, Spalato e SibiDa Traù, di sier Polo Malipiero, conte, di XI,
al conte di Sibinicho. Come Schender bassà fa exernicho, e brusar etc., e andar a la via di Santa Maria
di Monte, versso Bosegna, e dia esser questo avanti
Nadal ; sì che si provedi, et tengi secreto, et avisi di
questo li rectori di Zara. E cussi fece.
et la Signoria nulla li à dato ; è stà delizado e non vol
più ; et tandem esso missier Zuane parlò col fiol, et fè
contentar esso Coxule, far le vardie per uno mexe
per ducati 20 in 7 lochi , e mandar uno messo a Zara
dai rectori , a concluder. Item, adi primo decembrio
andò a Tenina dal Banovaz, dove alias za un anno
vi fu; qual disse non voler far contra il voler dil suo
duca, Zuan Corvino, e contentò si mandi dal suo
signor, e si dolse di quel predito Pollo Catich, li promesse cosse assai per le vardie fece, e mai è stà pagato, imo è stà soiado; et darà aviso al signor suo, e
spera darà aviso, quanto el vorà , e forsi sarà di brieve, con la signoria soa. Et etiam si dolse di Ni- | si dubita, nè si mancherà di proveder. Item, li pro- colò Paleologo, capo di stratioti, da Nuove Gradi,
per certo cavalo tolto a Nadin etc. Et promisse man- dar a Zara il castelan di Tenina, per dito cavalo.
Item, a di 5 fo da madona Dorathea, et il fiol era
in ver Corbavia ; quella vol esser bona fiola di la Signoria e servitrice, e vicinar ben, e tenir le vardie,
et manderà suo messo a Zara. Item, come havia in506 teso, esser stà preso uno frate di San Francesco, di
la provintia di Bossina, con do presoni christiani,
fati per Schender, uno al borgo di Zara, l'altro di
l'ongaro, quali portavano paramenti e altre cosse ecclesiastice, mostrando voler vender dite robe, e con
tal mezo andar a Lavrana e Zara, per intender come
i ditti lochi stanno. Et questi erano in le man dil vice
bam.
Da Zara, dil conte, el sier Francesco Contarini,
capetanio, di 27. Come, ozi, per letere di Coxule,
qual è pagato per far guardie in 7 luogi, sono avisati, Schender in Bossina adunar zente 4000, tra a
cavalo et a piedi, per venir in quel contado; e di questo hanno confirmatiom di presoni fuziti da' turchi ;
unde hanno provisto e mandato a Lavrana sier Jacomo Manolesso, provedador di stratioti, dove più
visionati, è a Lavrana et Nona, sono stati da lhoro,
vol partirssi ; hanno trovato danari sopra la fede
Thoro, e li hanno remandati a le vardie con dificultà ; perho si provedi presto ; di la camera non si pol
trar 0, è stà intachata e reduta a miseria ; li contestabeli e soldati di la terra patiseno, e il lazareto ;
et li danari si li manderà sarano ben spesi.
Et tanto crida!, che li fo mandato ducati 400;
quali partino, chi li portò, a dì 16 di questo, e non
senza dificultà. Et parte lecta.
Dil capetanio dil colfo, da Durazo, di 2 decembrio, vechia. Solicita la partita di Schandarbecho, et
cussi fono trovati li danari.
Adi 14 zener. In colegio, vene dal principe et
consieri, che dete audientia, lo episcopo di Cataro,
per nome dil cardinal Zen, et presentò ducati 1200
De li ditti rectori, di Zara, di 17. Come, hes- per le decime di questo anno. Fo ringraciato etc.
sendo vose, turchi in Bossina adunarsi, come hanno
etiam dal conte di Traù, de XI, mandatoli per il conte
di Sibinico, e la forteza di Lavrana mal conditionata,
è ruinato za più anni una bona parte dil muro dil
castello, qual score pericolo ; e la spesa è ducati 1000,
e Schender à l' ochio li e a Nona. Ozi hanno impegnato i lhoro arzenti per proveder ; dimanda da- | toli thoro. Et fono remessi a li savij etc.
Vene Zuan Paulo Manfrom, condutier nostro,
vol licentia di andar a Napoli a tuor la moglie. Fo
comesso a li savij di terra ferma.
Veneno 4 zudei, Mandolin, Anselmo e do altri,
dicendo esser presti a ubedir, ma non pono, si la Signoria non rivocha la parte fo posta, anulava li capi
1293 MCCCCCI, GENNAJO. 1294
Et li savij, reduti insieme, consultono le parte | si fa etc. , di elezer per scurtinio 3, per anni do, con
ozi si ha a meter. gran autorità de inquerir di contrabandi, proveder etc. , et datoli la mità di l'utilità, e altre clausule,
ut in ea. Fo opinion di sier Antonio Valier ; la qual
parte si habi a meter agran conseio. Et ave 17 di
Da Ferara, dil vicedomino, di XI. Come le zente
francese non erano passate Brixelle, et par il ducha
Valentino habi dimandà a missier Zuan Bentivoy
Castel Bolognese, per tre mexi, per haver il passo ❘ no, el resto di la parte. Et fu presa.
di andar a Faenza. Et monsignor di Trans, orator dil
roy, è partito di Bologna, e venuto a Cento dal cardinal Vincula, ch'è segno , l'acordo di Faenza è
andà in fumo. Item, da Fiorenza, Lorenzo e Zulian
di Medici par siano per intrar, con l'ajuto dil ducha;
et li Strozi e Nerli hanno fato provision di arme in
caxa lhoro. Item, il signor è a Bel Reguardo, e il cardinal suo fiol è ito contra la raina di Hongaria, qual
si dice dia venir de li, et anderà a Bel Reguardo dal
506 signor, qual si sta al presente ivi a la solitudine. Et
in una poliza scrive, il cardinal Vincula esser par- | di ſameia in Venecia et nel dogado vol solum lansar
tito da Cento, e venuto al Final in modenese. Non
sa la causa ; vederà di saper.
Da poi disnar fo pregadi. Non fu il principe. Et
poi, leto le letere, vene :
Da Udene, di sier Antonio Loredan, el cavalier,
luogo tenente. Come havia di domino Zorzi da Sovergnan, che quelli di Goricia havia comandà una scala
per fuogo; unde, dubitando di Gradischa, fece соmandamento a li balestrieri dil capetanio, e altri
alozati de lì via, vadino in Gradischa.
Da Nona, di sier Domenego da Mosto, conte, di
26. Avisa di 5 de li, tra li qual il vicario dil vescovo, qualli, venuti turchi, si volseno render, et voleva
li altri facesse questo, come par per il processo ; et
perhò dubita, questi non fazi etc. La qual letera fo
leta im pregadi, et per la Signoria, di mio aricordo,
fo scrito una letera a li rectori di Zara, debino mandar li ditti 5 in feri, subito, in questa terra.
Fu posto per tutti, una parte notada di mia man,
di expedir li modonei, videlicet, trazer a sorte 5 di
pregadi et 5 di la zonta, e balotarli, et elezer tre savij sora i modonei, qualli habino a udir e venir in
colegio, e possi etiam lhoro poner parte sopra zio ;
et quelli rimagnerano non possi refudar, sub pœna.
Ave tutto il conseio.
Fu posto per tutti, di elezer el primo pregadi
per scurtinio, in nomine Dominii, uno provedador
a la Zefalonia, per anni do, con ducati 40 a l'anno,
neti ; meni uno canzelier e uno cavalier, con il salario li sarà dato per il colegio. Item, sia mandà uno
contestabele, electo per colegio, con provisionati 100,
et quelle munition parerà. Ave 4 di no, 139 di la
parte.
Fu posto per tutti, di proveder a li contrabandi
Fu posto la parte di sier Bernardo Barbarigo,
savio a terra ferına, di elezer per scurtinio X a tansar tutti, da un ducato fin 200, capi di ſameia, et
non possino passar, più di 100, ducati 200 l' un per
l'altro etc.; e far do zentilomeni e do populari per
contra' , e altre assa' particularità, come in la parte
si contien ; di la qual ne ha gran fantasia, zoè fogolari. Et andò in renga ; fo longo, e con una candela
in man lexe il numero, chome sarà notado qui avanti ;
diceva di catar ducati 160 milia, et di 24 milia capi
una parte etc. Disse, era debitori a le cazude, da numero 1 fin numero 53, per ducati 100 milia, che
son chaie ; dal 53 fin 65, per ducati 80 milia, di qual
n'è ducati 60 milia di quelli manchò di ducati 10
per decima, et dil monte nuovo è debitori per ducati ..... milia; item, a le 4 decime al monte nuovo
non dice, ni a le do al monte vechio, che à li governadori, et che solum 5992 capi paga decime, non
metando il clero; et la decima si scuode 42 milia ducati, zoè 37 per caxe e possession, et 5000 per la
merchadantia; et 907 capi paga daducati X in zoso,
et 550 da ducati 10 fin 20; el resto, ch'è numero ... , paga etc. Item, fato la descrition, è caxe in
questa terra numero 17 milia 473. Et disse molte
cosse, qual, brevitatis causa, qui non noterò. Lirispose sier Piero Balbi, savio dil conseio. Et iterum
el Barbarigo andò in renga. E andò la parte : 4 non
sincere, O di no, 57 di la parte, 88 di no. Et fo preso
di no.
Fu posto per li savij ai ordeni, per far abondante
la terra di lane francesche, che possi venir libere etc. ,
per tuto il mexe di zugno, come alias fo fato; et fo
opinion mia, consigliata per il principe ; et molti merchadanti, tra li qual li Pixani dal bancho, veneno a
cridar, adeo terminassemo aldirli. Et fo rimessa a
uno altro conseio.
Fu posto per mi, Marin Sanudo, savio ai ordeni,
la letera al ducha e consieri di Candia, di la revochation di do ordeni, fati de li per sier Lucha Trun,
synicho : videlicet zercha il vender di beni etc. , contra il capitolo di la soa comission, et di la parte dil
gran conseio, 1489 ; et l'altra, zercha tutti di Can- 507
dia, e il canzelier grando, scrivino vulgari sermone etc. Et sier Cabriel Moro, sier Francesco Donado
1295 MCCCCCI , GENNAJO. 1296
una letera di uno, scrive di Brexeno, come si fa
zente per venir a Milan etc. Non da conto.
e sier Jacomo Cabriel, savij ai ordeni, messeno de Trento, uno di qual, nome Alvise Visconte, di bassa
indusiar fino verà li oratori di Candia. Et primo perho conditione, portavano certe letere, qual manandò in renga el Cabriel, et mi convene andar a ri- da, non perhò da conto ; et uno d'essi han retesponder. Poi parlò esso sier Lucha Trun, et perchè❘❘nuto etc. Et par, li milanesi siano mal contenti di la
l' hora era tarda, dovendo Jo parlar sopra il primo | trieva; voriano zerchar partito per poter viver. Item,
capitolo, termini balotar solum il capitolo di scriver
vulgar. Et cussi andò le parte. Et fo terminato per
la Signoria, potesse meter, e visto la leze. Et fo
niuna non sincera, 9 di no, di l'indusia 66, di la
mia 66, et nihil captum. E iterum balota, ave niuna
non sinciera, una di no, 71 di tre savij , di l'indusia,
74 la mia. Et fo presa. Et fo in questo pregadi leto una letera dil cardinal curzense, legato, data a Roverè, drizata al cardinal Zen, di la liga fata tra il roy e re di romani.
Adì 15 zener. In colegio vene il capetaniodi le
fantarie, e ditoli vadi a Gradischa per il bisogno ; li
danari da far li provisionati se li manderà driedo ;
et cussi in questa sera subito si parti.
Vene l'orator dil papa, solicitando la risposta di
le cosse proposte. Et il principe li disse, si vederia ;
et li disse dil vescoa' di Cividal.
Da Treviso, di sier Hironimo Contarini, podestà
et capetanio. Come uno pre' Biasio, piovan di San
Zuan Digolado, come executor pontificio, li à bastà
l'animo di excomunicharlo, per haver fato certa
execution, come li pregó el vescovo de li etc. Et il
colegio mormorò, voleva retenir il piovan.
Intrò il colegio di le biave. Et poi li capi di X
feno lezer certe letere. Et in questa sera fo spazà in
Hongaria, per li cai di X, nescio quid etc.
Da Milam, dil secretario, di 12. Come monsignor de Chiaramonte, et quel di Obigni, erano venuti li, et di hordine dil re hano mandato 100 lanze
da monsignor di Alegra, cussi exortato dal papa, si
che harà 200 lanze et 4000 guasconi. Item, de lì si
parla di l'armata vol far il re, benchè si dicha,
Et è da saper, eri im pregadi fo posto per sier a tempo nuovo vol tuor l'impresa di Napoli, e con
Piero Balbi e sier Alvise da Molin, savij dil conseio, ❘ ditta armata se ne servirà. Item, come eri ſo lassato
sier Marco Zorzi , sier Francesco Foscari e sier Piero
Marcello, atento il brieve dil papa, dar il possesso |
dil vescoa' di Cividal di Belun al reverendo domino ❘
Bortolo Trivixan, per esser rimasto d'acordo col
fiol dil conte di Pitiano, et la Signoria habi libertà di scriver a Roma, provedi di ditto fiol dil conte di
expetativa, per l'amontar di tanta intrada. Et vol
ditta parte li do terzi. Ave 8 non sincere, 21 di
no, .... de sì. E fo presa.
Dil conte Martim di Lodrom, cavalier, date a
Castel Nuovo, a di do. Come mandava alcuni articuli,
tratati in la dieta di Bolzam per domino Christofal Traversso, vicentino etc. Et ditti capitoli erano longi, zercha trovar danari. Ait, stenrà (sic) scuoder.
di castello el preosto de Vilboldan per haver dato
ducati 6600 a monsignor di Chiaramonte, et potrà 507
star dove el vorà; etiam farà de li altri questo medemo; e si crede li foraussiti farano il simile, che
conzerà con danari, e ritornerano, come si judicha.
Di Franza, dil Foscari, orator, date in la villa
de ... , a di ultimo. Come il re parti a dì 29 da Bles,
e vene li per andar a caze et piaceri soliti. Item,
ricevete do letere di 16, con li sumarij da mar, e la
risposta fata al cardinal legato, va in Hongaria ; et
l'ubligation, non si farà pace col turcho etc. senza
voler di collegati. Il re li piaque, et l' orator li disse di la sincerità di la Signoria nostra. E il re disse: È
bon chiarir il tuto, quando li vien ditto nulla. E,
quanto a dar soa majestà subsidio in Hongaria, disse
il re, haver fato liga con il re di Hongaria, con condition se intendi conclusa, quando li oratori verano
in Franza, qualli aspetta, dicendo sarà satisfato da
nui esso re di Hongaria, zonto sarano li oratori, e
che di tute le decime non vol tochar nulla, ma poDa Ferara, dil vicedomino, di 13. Come el cardinal Vincula era venuto al Final, in la rocha, con
salvo conduto dil signor, per dubito dil ducha di
Valentinoys, qual par dimandò alozamento a missier
Zuanne Bentivoy, di alozar le zente, et veriano a
Cento et la Piove, lochi di esso cardinal. Qual venuto
li , monsignor di Trans fense andar a la caza, et du- | nerli contra il turcho; et à spazato ozi uno im Probitando dil ducha, intrò in Final. Item, l'acordo di
Faenza non siegue, et Faenza vol difendersi ; et il
ducha Valentino dimandò il passo a Bologna. Item,
el cardinal Vincula si dice verà a Ferara, et il signor
li manda suo fiol, don Alfonso.
Da Brexa, di rectori, di 12. Di tre, venuti da
venza a veder le galie, e prima mandò per le nave ;
et che il cardinal li à ditto, arà subito 25 milia franchi dal clero di Bertagna, per l'acordo fato ; dicendo: Faremo, prima di danari, l'armada. Poi, letoli
li sumarij da mar e di la Zefalonia, soa majestà disse : È mal tenir l'armada fuori l'inverno, la se ruina.
1297 1298 MCCCCCI, GENNAJO.
Item, esso orator anderà doman a trovar il cardinal
Roam, per solicitar; qual è lige tre luntan de li.
Dil dito orator, date a primo, a Chiamom. Come
vene li dal cardinal Roam, qual volse prima disnase
con lui ; et comunichatoli il tuto, li piaque il capitolo
di non far pace col turcho, dicendo : Sono malivoli,
che vol meter mal. Item, l'armata si farà prima cha
dar il subsidio in Hongaria, dicendo : Vi daremo tute
le decime, e daremovi il conto di la spesa, perchè il
re non vol tochar un soldo; vol tutti si spenda con.
tra il turcho. Poi disse: È alcuni vol mal a quella
Signoria, zoè el marchexe di Mantoa si à oferto venir qui in Franza, e il re lassi romper a la Signoria,
a Maximiano. Item, el ducha di Ferara fa il simile, è
volpe vechia, non si lassa intender. Item, il re vol
tuor l'impresa dil Reame questo anno, e li oratori
di re Fedrigo, vien qui per la fiola, per il matrimonio, il re non li vederà ; et l'acordo col re di romani speramo sarà concluso questa Pasqua, esi
atenderà uniti contra il turcho. Item, à ricevuto letere dil suo orator. Domino Acursio li scrive di uno
nontio dil turcho, vien dal re a protestarli non molesti re Fedrigo, perchè lui anderà contra Rodi. Et
il cardinal disse : Saria bon, si adati le diferentie di
Rodi con la Signoria vostra, perchè quel gran maistro potrà ajutar. Et concluse, ad ogni modo il re
toria l'impresa di Napoli. Item, di falconi, il re, la
raina e il cardinal, tutti voriano la sua parte.
Et è da saper, per la Signoria nostra fonno comprati in questi zorni 60 falconi sacri , et mandati in
Franza, zoė 30 al re, 20 a la raina, X al cardínal.
Da poi disuar fo pregadi. Et nium di colegio non
fu; zoè steteno in camera dil principe, a consultar
la comission a l'orator va in Hongaria.
Et fo tolto il scurtinio di sopracomiti, justa la
parte, electi numero 150 ; qual dia star in canzelaria per 3 zorni, per dipenar chi se vol etc.
Electo provedador a Pizegaton, in luogo di sier 508
Marcho Loredam, refudo, e va provedador al
Zonchio.
Sier Simom Zem, fo podestà et capetanio a
Bassam, quondam sier Piero
Sier Domenego Griti, el 40 criminal, quondam sier Francesco
Sier Jacomo Contarini , fo provedador sora
l'armar, de sier Piero
Sier Alvixe Marzello, el grando, quondam
sier Beneto, da San Pruovolo
Sier Marco Valier, el cao di 40, quondam
sier Bortolo, da Sant' Aponal
Sier Bernardo da Canal, fo podestà e provedador a Roman, quondam sier Zuane
Sier Beneto Vituri , fo auditor nuovo, quondam sier Zuane
Sier Nicolò Marin, fo capetanio e provedador
a Lignago, quondam sier Piero
Sier Polo Querini, fo sopra gastaldo, quondam sier Andrea
.
Sier Vetor Sanudo, el grando, quondam sier
Francesco
Sier Piero da Mosto, fo provedador a Lonà,
quondam sier Valerio
Sier Jacomo Antonio Trivixan, fo provedador a Casal Mazor, di sier Baldisera, consier
Sier Jacomo Cabriel, fo auditor vechio, quondam sier Bertuzi, el cavalier
56
56
55
41
55
60
61
51
58
43
28
39
Sier Francesco Duodo, el 40 criminal, quondam sier Lunardo . 59
63
Sier Moixė Venier, fo a le raxon nuove, quondam sier Moixè 83
Sier Polo Corer, el cao di 40, quondam sier
Marcho
quondam sier Lucha
Sier Marco Venier, el grando, quondam sier
Antonio
46
85
43
52
Sier Marco Cabriel, ſo provedador sora l'armar, quondam sier Zacharia
Sier Mafio Trivixan, fo podestà e provedador a Martinengo, quondam sier Batista . 31
Item, fono a sorte trati 5 di pregadi et 5 di la + Sier Piero Michiel, fo provedador a Rimano,
zonta, et balotadi, justa la parte ; di quali rimase tre
savij sora i modonei, zoè questi : sier Hironimo Morexini , quondam sier Carlo, sier Zuan Vendramin,
quondam sier Antonio, sier Lucha Memo, quondam
sier Piero. Et li altri cazeteno, fono : sier Piero di
Prioli, fo di sier Marcho, sier Hironimo Duodo, quondam sier Piero, sier Alvise Malipiero, quondam sier
Stefano, procurator, sier Alvise di Garzoni, de sier
Marin, sier Matio Loredan, quondam sier Zuane, et
sier Lorenzo di Prioli , quondam sier Lorenzo, et sier
Domenego Bembo, quondam sier Zuanne.
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
Electo patrom di la barza picola, justa la forma
di la parte.
Sier Jacomo Corner, fo sopraconito di galia
grossa, quondam sier Donado 39
82
1299 MCCCCCI, GENNAJO. 1300
Sier Alvixe Contarini, de sier Piero, quondam sier Jacomo
Sier Alvixe Bon, quondam sier Andrea, da
San Canzian
Sier Hironimo Capello, fo sopracomito di galia grossa, quondam sier Carlo .
Sier Marco Gradenigo, fo patron di nave,
quondam sier Zusto
Sier Zuan Moro, fo sopracomito di galia
grossa, di sier Antonio
1
comission nostra di dimandar al pontifice le do de53 cime per 2 altri anni, il jubileo e cruciata. Sarà
col papa.
33 Dil ditto orator, di 9, in zifra. Come fo dal 508
papa; li dimandò le decime, jubileo e cruciata. Et
45 il papa li dimandò, si havia letere di questo. Ge la
lexe. Di le decime era quasi contento, e dil resto
58 disse voler souoder lui li danari dil jubileo et cruciata, et non si trarà dil dominio veneto da 15 in
40 20 milia ducati, et vol ditti danari si spenda a Veniexia in armar, ma vol soa santità far li comissarij e colectori ; si che esso orator li rispose sapientissime e gaiardamente, e aricorda si scrivi caldo sopra ziò.
Sier Francesco Pasqualigo, fo patron di nave,
quondam sier Vetor 57
Sier Marin Falier, quondam sier Lucha 31
Sier Vicenzo da Canal, quondam sier Anzolo,
fo preso a Nepanto . 29
Sier Marco Loredam, quondam sier Antonio,
cavalier, procurator 74
Sier Sabastiam Malipiero, di sier Troylo .
Sier Piero di Prioli, fo patron di nave, di
sier Lorenzo
23
Sier Sabastiam Marzello, fo patron di nave,
quondam sier Antonio
† Sier Polo Calbo, fo sopracomito di galia grossa, quondam sier Marin
Sier Hironimo di Prioli , quondam sier Ruberto, fo .....
Sier Zusto Guoro, fo sopracomito di galia
grossa, quondam sier Pandolfo
Sier Marco Memo, fo 40, quondam sier Andrea
Sier Silvestro Orio, el 40 criminal, quondam
sier Hironimo
Dil ditto, a di XI. Come fo dal papa, era il cardinal di Modena et il cardinal Capaze , per haver
il brieve di le decime. Et soa santità, era voltato,
disse, li preti si duol, et era stà scosse 4 a l'anno,
e lui crete dar solum do, et che il clero era ruina40 to; e vol far un breve sopra di questo ; et ne mandò uno drizato al vescovo di Treviso e quel di Li67 missó, zercha il scuoder di do decime, qual Capaze
il fece, e Modena è mal contento di la Signoria no82 stra, per non esserli da li beneficij ; et il papa è
fermo in haver lui li danari dil jubileo e cruciata,
31 qualli vadino in armar, dicendo : Domine orator, tolė
questo partito ; la Signoria scuoda tula la decima
50 de Italia e di cardinali, qual ge la manderemo, e lei
pagi li ducati 40 milia a l'ongaro, e armi le galie.
Et l'orator li rispose, non era honesto tuor da li
nostri subditi, qualli sono agravati di spexe, ma ben
41
67 concieder come à fato a Spagna et altrove etc. E il
papa disse : Vuj seti nel focho etc. Conclude, soa
Et in questa sera, avanti venisse zoso pregadi, santità aver gran fantasia a le cosse di Faenza.
fo leto queste letere : Da Napoli, di l'orator, di 3. Come, zercha la
Da Roma, di l' orator, di 7. Come fo dal papa, trata, aspeta una sola letera, crede il re la concederà
et eri se intese per Roma, per letere di Napoli, a- de altri 1000 cara. Et a dì 28 ricevete 4 letere :
bute di Otranto, di la captura di la Zefalonia ; et una andava a Palermo, a sier Lorenzo Miani , la
soa santità li piaque assai, e ringració Dio. Et l'ora- | manda per una barzeta ; una in favor di sier Lutor solicitò a dar principio a l'armar. Rispose, farà;
e aver ditto di andar im persona, e, oltra le 40
galic, armerà 4 altre li a Roma; et, non andando
uno di re, manderà uno cardinal legato, e non vol
spender in altro la decima ; dicendo, il re di Franza
si scusa di venir per non haver fioli , et il re di
Spagna, ch' è veri catholici, à rimesso de li a Roma
ducati 40 milia per l'armada. Et disse : Il re di
Franza farà grossa armata. Item, di le trieve tra
Orssini e colonesi, dovea seguir a la fin dil mexe,
nulla è seguito. La causa è stà da Orssini. Item,
ozi ricevete letere con la nova di la Zefalonia, et la
nardo Vendramin, sier Nicolò e Michiel da Ponte,
qual Nicolò da Ponte ſo li, e à 'buto certe trate dal re.
Item, una in recomandation di sier Marin Griti, dil
credito à col re. Item, zonse de li le galie fono in
Spagna a condur l'orator di quel re, qual perhò
sono vechie. Item, Fabricio Colona è zorni tre è lì,
et si aspeta il signor Prospero, per esser la trieva
con Orssini. Il re è con le solite sue doglie, et vol
andar a Pozuol, a' piaceri usati.
Dil ditto, di 4. Come have letere dil governador nostro di Otranto, di la nova di la Zefalonia presa,
et manda la copia La comunicho a l'orator yspano,
1301 MCCCCCI, GENNAJO. 1302
509
qual li piaque assai, et volse la copia di la letera. Ge Et per colegio to scrito, atento esso provedador dice
ladete castigata. non ne esser ni biave ni strani, mandarne biave de
Noto, in questo zorno li savij da tera ferma de- qui, et scrito per li lochi ne mandi ; e a Cividal di
teno audientia daspersi. Et fo spazato letere in Hon- Austria, qualli si chiama nostri fradelli, ha juridition
garia, per li cai di X, nescio quid. seperada, elezeno un gastaldo, et scritoli voglij manAdi 16 zener. In colegio vene sier Lucha Que- dar strami.
rini, venuto provedador di Corfù ; et fo rimesso a
referir im pregadi il tutto.
Vene l'orator di Napoli, e disse haver di Elemagna, di 5, come a Nolimberg era venuto uno orator dil re di Franza a li electori, qual era partito per
Linz, a trovar il re di romani ; et di trieva nulla si
parlava. E disse : Serenissimo principe, vi aricordo,
è bon vardar li confini.
DiPorto Gruer, di sier Nicolò Gradenigo, podesti . Dil zonzer li incognito dil cardinal di Ferara,
al tardi ; li andò contra col vescovo di Concordia ;
et la raina è alozata li im palazo. Et per colegio li fo
scrito, e laudato di l'honor fato.
Du Ravena, dil podestà, pii letere, di 13 et 14.
In una, zercha la proclama di formenti, li à parso di
sorastar, acciò non se incharissa. Item, per una altra ,
Vene 'l orator di Franza, de more ; stete pocho ; di 13, come ha di Faenza, il conte Bernardin di
dimandò si nulla era di Franza o altrove. Risposto | Marzano esser ussito di Faenza, e andato su quel di
di no, et cussi tolse licentia. Forlì , e fato preda di 300 animali grossi, et fato 60 Vene lo episcopo di Limissò, exator di le decime | presoni di taia. Item, il signor Vitelozo, è col ducha,
dil clero, et volse alcune letere, dicendo scuoderia,
si da l'exatori di le cazude non fusse impedito, e
avia interdito alcuni piovani etc. Laudato al perseverar.
Da Udene, dil luogo tenente, di 11. Di certo
aviso abuto di uno contadin di Medea, di certa dieta
fata in Lubiana, e hanno preparà zente et altro, come apar in certa deposition, li à dà domino France |
sco da Strasoldo, dotor. Item, a Gradischa è zonti |
30 balestrieri dil capetanio di le fantarie ; li mancha
strami, unde li à mandà 50 schiopetieri per uno
mexe. Item, è zorni 5 è amalato di mal in uno
ochio, e non ense di caxa.
Depositiom di quel domino Francesco Strasoldo,
dotor. Come à 'buto da so cuxin, missier Federico |
da Strasoldo, sta a Belgrado, che in Lubiana è fato |
dieta, et 4 capi electi sopra le zente, qual stagino
preparate ; et domino Zorzi Helecher hè in Goricia,
et uno domino Zuan .... , sta in rocha, et uno domino Bernardin ..... , qualli anno voia de apizarsi
con la Signoria, et venir a Gradischa. Item, il capetanio di Belgrado à 'buto comandamento dal re di
retenir il cardinal curzense, va legato ultra monti .
Dua Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador, di 12. Avisa si provedi de li , et dal luogo
tenente di Udene non mancha le provision, ma sono
tarde. Lauda sier Piero Marcello, provedador olim
de li, et prega si provedi presto. Item, da novo è
stà publichà, per li degani di le ville di Goricia, che
il re ha deputà a Trieste tre, zoè missier Zorzi Helecher, missier Simon Fulcher , et monsignor di
Trieste, di quelli si vol doler di missier Virgilio, al qual si dice el re li ha donato do castelli di sopra.
esser andato con le zente a Monte Mazor, locho di
la Val di Lamon, et quelli dentro lo lassò intrar,
poi li deteno adosso, e cazioli fuori. El Vitelozo, da
sdegno, ficho fuogo ne le caxe dil borgo, et acamposse li propinquo. Item, el ducha, stato al Cesenaticho, poi andò, a dì X, in Cesena, dove si mascharò.
Item, dil passar da Ravena via di do nontij di esso
ducha, uno di qual è Piero Antonio da Forli, stati
fino a Parma, per la pratica di Faenza ete. Perl'altra, di 14, par eri il ducha intrasse in la rocha di
Forli, et fè serar le porte, et non volse niun ussisse,
et preparò 7 cara di scalle, et alcune artikarie ; et
adunati, tra homeni d'arme e fanti, numero 3000,
e cussi quella note ussite fuori, et non era se non in
tutto 1000, e andó versso Faenza, con intelligentia
di robar il borgo. Et, a caso, quelli di Faenza, fevano la guardia, treteno alcune artilarie ; e lhoro, dubitando esser scoperti , si messeno in fuga, chi in
qua e chi in là, et ritornono in Forli. Et esso ducha
convene restar a far scorta le artilarie, sì che, sbefati, tornono. Item, par habi di Faenza, el ducha di
Ferara haverli mandato a dir, per il comissario di
Lugo, fazi le zente sue non vadino su quel di Lugo,
perchè, hessendo presi, sarano ben presi ; e dice
averlo fato questo, a petiziom dil papa ; et è sta
sforzato farlo ; et questo medemo voria el ducha
Valentino esso podestà facesse ; perhò si lamenta di
lui. Item, per un'altra letera di 14, scrive dil zonzer li dil conte di Maza, baron dil re di romani,
venuto di Ancona; et par havesse za alcuni zorni
letere di la Signoria nostra, che, capitando el ditto
li, fusse honorato, et cussi fece ; lo andò a visitar
a l'hostaria, et lui lo ringració assai ; qual acordo
1303 MCCCCCI, GENNAJO. 1304
509
una barca per venir in questa terra etc. Materia
di cai.
Da Coneiam, di sier Marin Bon, provedador sora la Piave, di 13. Avisa dil romper à ſato la
Piave, e fato danno assai, ruina certi muri, e quasi
non à menato via ville etc.; in conclusion, fato danno
assai ; è cresuta più che mai la cresesse ; lui à fato
molte provisiom, e ripara certi muri, et a l'opera
lavora homeni 600, et il muro ruinò è di passa 60,
et à scrito a Seravalle, et quelli non vol ubedir a
contribuir etc. , unde per colegio fo laudato, et scrito
a Seravale.
DaRagusi, alcuni avisi di 4 et 7, di sier Hironimo Zorzi, quondam sier Andrea. Quali el principe
volse lezerli con li cai di X; et tamen poi si sape il
tutto. Et è di preparamenti fa il turcho, qual in Mar
Mazor fa far 100 galie. Item, le galie e fuste ussite
di la Vajussa à voia prender el capetanio nostro dil
colfo.
Da Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, di
30 decembrio. Come a dì 14 ricevete do letere di
17 et 19 novembrio. La prima, domino Zorzi Bocali
non si parti , lo persuadi etc. , adeo era renitente, pur
contentò, et si oferse poner la vita, come ha fato li
Do Sibinicho , di sier Vetor Bragadin, conte, di soi antecessori. Item, ringratia esser stà scrito al
20 decembrio. Come le galie di viazi arivono im | capetanio dil colpho li mandi qualche galia lì ; solum
porto, a presso Slarin, insula mia 5 de li, per tempi
contrarij ; demum partite etc. Item, turchi manaza ;
aricorda si expedissa il conte Xarcho, e l'orator di
quella comunità.
Da poi disnar ſo conseio di X con zonta di colegio e di danari. Feno provisione di trovar danari
per formenti; et trovata la dita a uno merchado di
rami, miera 100 a ducati 40, termine uno anno, qual
vende a l'arzenal alcuni da cha' Rizo. Si crede sia di
uno todesco Focher, et perho li fo ubligà il deposito
di dezembrio 1501.
Adì 17 zener, domenega. In questa matina fo
varà a Santo Antonio la nave picola di comun, di
bote ..... , et a bona hora fo butada in aqua ; di la
qual fo electo il patron, sier Polo Calbo, qual questa mane aceptò.
è la fusta armata, e ogni zorno la scaramuza con i nimici. Item, scrito a Roma per il jubileo ; et le parole
a quelli subditi ha ditto. Referiscono gratie assai, e
tuti si hano alegrato ; di formenti de li, per le provision fate, hanno abondantia, e adopera il paexe come
fusse pace; pur hanno necessità di orzi per li straį tioti, non li ha 'uti per caxon dil governador di Tra-
| ni, qual dice non haver comission lassar trar orzi.
Item, de li 70 cavali di stratioti dia venir lì, li aspeta
con desiderio ; etiam si mandi qualche galia, e di li
ducati 400 non li à 'buti. Item, quelli de Oracovazo,
ch'è una contrata in la qual brusono molte case,
situate in uno passo fortissimo, era da fuogi 250, or
sono venuti con el lazo a la gola a dimandar misericordia; non li à voluti aceptar se prima non li ha
condanati a pagar tuti li danni hanno fato a quel
teritorio, in tempo di paxe e di guera ; e sono stati
contenti , e hanno zurato star fedeli, e mantenir quel
passo, che niun vengi a far danno, e quello intenderà
verano a dir. E de li è il passo, dove vien le pegole,
et, da 4 di in qua è fato lo acordo, è venuti da udri
200, e a la zornata vien, ch'è molto a preposito.
Item, la fusta spesso scaramuza con alguni bregantini , qualli hano bone artilarie, abute da' ragusei ;
Vene l'orator dil papa, et pregó la Signoria volesse ajutar il pontifice a la expedition di Faenza,
con quel modo li par, acció soa santità possi atender
toto corde a la expedition christiana. Et il principe li disse, era tempo di atender al cuor, e non a queste
frasche etc. Poi li ſo comunichato la bolla e cruciata,
è breve, posta, e la letera scrita a Roma sopra di
questo per pregadi. Et esso orator zurò non saperne
nulla ; si duol di la preposta, e lauda la risposta. Poi ❘ prima archibusi 40 ebeno, hora è certifichato à dato intrò in cosse particular, di certo beneficio di Brusaporcho.
do spingardele de bronzo, molto gaiarde, condute
per via di Ragusi vechio, e per uno passo teniva,
Vene Lucha Ariam , dacier di l'intrada , et si dove li martalossi fono a le man con una caravana dolse che, per l'interzar di dacij, era disfato ; à { di turchi, preseno certe zudee etc. , unde, fo restipersso questo anno il dazio ducati 20 milia ; comesso tuite per hordine di la Signoria nostra, a compiaal colegio. centia di ragusei. Item, havendo una altra fusta di
12 banchi, faria etc. assa' ben ; di la Vajusa lassa il
cargo al capetanio dil colpho. Item, Feris bei è a
Scutari non tropo ben in hordine. Di Hongaria si ha,
il re è per far la mostra di le zente in campagna, e
dato certe strete a' turchi. Item, venuto li uno antivarano, con letere di credenza dil retor e di la coVene Zuam da Torentino, luchese, et presentò
una porta belissima, dicendo vol darla a la Signoria,
la qual l'à 'buta di Roma, et il signor Lodovico la |
fè far ; et fella portar in caxa dil principe. Fo ringraciato ; et da poi vene a dir al principe, la valeva ducati 1500 etc.
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1305 1306 MCCCCCI, GENNAJO.
510
munità, sono in gran povertà, volendo qualche ajuto ; suo bucintoro. Item, l'acordo si trataya di Faenza,
e à tolto, a conto di trate, stera 100 di meio, e ge non è sequito, et le zente francese è pur lì, dove era ;
l'à mandato con innanimarli etc. Item,le bombar- vol alozamento su quel di Bologna, sì che missier
dele de li, di fero, è vechie, le manderà a incambiar.
Item, si mandi meio e biscoto. Item, ricomanda
quelli fanti, et Martinel da Lucha, governador, qualli
non ha uno soldo.
Zuane sta con dubitatione. Item, il cardinal andò
contra la raina, la qual si dice verà de li a Ferara.
Da Roverè, di sier Mafio Michiel, podestà, di 15.
Come à ricevuto la nostra letera, con la nova di la
Et la comunità di Cataro, di 29, scrive questo | Zefalonia ; fo dal cardinal curzense, et li comunicho medemo in laude dil suo provedador, e di la villa
venuta a la devution, videlicet judices, minus et secretum consilium Catari.
Da poi disnar fu gran conscio. Et il colegio reduto a consultar la comission di Hongaria, vene letere di Zara, di 8, il sumario scriverò di soto, per
esser di gran importantia. Tandem, per via di sier
Alvise d' Armer, provedador al sal, a la cassa di
depositi fo trovato ducati 500, et mandati a pagar
quelli fanti vechij, et parti la barcha a dì 19 ditto.
Adi 18 zener. In colegio veneno molti drapieri,
pregando la Signoria provedesse a far venir lane
francesche qui, justa la opinion mia ; et perchè li
merchadanti e patroni di Fiandra voleva esser alditi ,
fo ditto di aldirli.
Vene l'orator di Franza, al qual li fo comunichato il jubileo e cruciata, posta per il papa in Italia,
et la letera scrita per il senato nostro a Roma, zercha li danari si trarà, di esser spesi per nui contra il
turcho. Laudò tal opinion, e disse scriveria a l'orator dil roy in corte, ajutasse la materia; et cussi la
sera mandò a mostrar la letera in optima forma.
Poi disse di certe cosse particular, zercha uno Alban
daBergamo etc.
Vene l'orator di Napoli, et fè lezer una letera di
XI, li scrive il re, si debbi ralegrar di la presa di la
Zefalonia con la Signoria nostra, et l'armata unita
doveva andar a Santa Maura. Item, poi a bocha
disse, haver etiam debbi ringraciar de li honori fati
a la serenissima regina, sua sorela, qual vol andar a
Napoli per terra ; perho prega sia scripto per le
terre nostre, sia comodata etc. Et risposto per il
principe, eramo certi di la bona voluntà dil re. Et
fo scrito letere a Padoa, Trevixo, Ruigo et Ravena,
che a ditta regina, venendo li, la debino honorar, et
farli un presente di ducati 20 per terra etc.
il tutto ; qual si alegrò assai, e volse la copia di la
nova per poterla mandar a li principi di Alemagna,
a confusiom lhoro. Et à posto hordine sua signoria,
si fazi domenega una precessione de li, a ringraciar
Dio di la nova, e pregar prosperi ; et soa signoria
anderà .
Da Zenoa, dil governador, soto scrita : Filippo
de Cleves, monsignor di Ravastem, governador re- gio di Zenoa, di 8. Come ha inteso dil danno sequito per le nave zenoese a certi navilij nostri, e robe di l'orator nostro ; si duol assai, et vederà far render
quel si troverà ; si duol la nave sia rotta a presso
Rapallo.
Di sier Alvixe Pizamano, da Zenoa, di 8. Come
ritrovandossi li, et inteso il dano fato a' nostri, andò
col patron dal governador, et scontrato nel visconte di Roam, fo capetanio dil re di le nave, era con lui
Mathio di Zuanne da Chersso, patron di la nave presa, qual fu fato retenir e posto in carzere per esso
visconte, dicendo era robe de' ragusei ; conclusive,
fa gran discorssi dil mal animo lhoro. Il patron pur fo lassato; voleva segurtà ; la nave si ruppe a Rapallo. Item, li im porto vien armata una nave, chiamata la Panciera, de' francesi, per andar in corsso,
qual è di botte 600 ; et quelli hanno la ripresaia contra de nui, à intelligentia, videlicet per Galipoli, sì che si advertissa a questo, per esser cossa di gram
importantia.
Et fo consultato di scriver in Franza il tutto, e
dirlo a l' orator suo ; alcuni voleva per pregadi, altri
per colegio ; quid erit, scriverò.
Da Zara, di sier Francesco Contarini, capetanio, di 26 dezembrio. Come a dì 20 zonse li, et il
precessor era amalato ; il conte li consignò il capitaneato, e il zorno sequente tuti li provisionati de li,
novi e vechij , li fono a le spale, dimandando danari ,
e volevano partirssi. Li dete bone parole, e impegno
la fede sua, e trovò ducali 60, quali destribui tra lí
novi provisionati, è a Nona e Lavrana. Item, per le
spie ha, turchi adunarsi in ver Bosange, per venir
Da Ferara, dil vicedomino, di 15. Come el car- a' danni di quel teritorio ; hanno fato le debite prodinal San Piero ad Vincula, qual è al Final, prepara visione, spera farano pocho danno, licet ne l' ultima
burchij per andar a Pavia, et il signor li manda il | coraria, fo menà dil conta' anime 3000 via, e ani
Dil ducha de Urbim, drizata a Symon di Grupi,
come, nomine suo, si debbi congratular con la Signoria nostra di la presa di la Zefalonia; qual non
fo leta.
1307 MCCCCCI, GENNAJO. 1308
510 mali più di 25 milia, e fo per miseria, che ducati X | vision alcuna ; à piacer esser laudato e blandito ; è
non fo dati a le spie e guardie deputadi, licet per li stà in Franza, et li à mandà do soi oratori. Item,
conti si trova, in mancho di uno mexe 1/3, esser stà con Maximiano sta ben; vi è orator domino Franspexo ducati 200. Item, quella camera è al fondo per cesco de Montibus, e ultime andò Alvise Ripol ; e
il mal governo de chi l' (ha) administrada, per la quando si perse Milano, e fo scazato il signor Lodomalatia dil capetanio ; et il camerlengo è mexi 6 non vico, col qual teniva streta praticha, e col suo orator
à scrito in zornal, e chi ſo deputà à fato a suo modo; comunichava tutto, si vete in malli termini, dicendo
le intrade e dacij sono stà intachadi, fino a tuto ma- era spazato ; e disse : Orator, cognosso francesi, sono
zo ; perhò si provedi a li soldati et a quelli di La- presti, farano etc.; et la Signoria, licet non vorà, non
vrana, Nadin, Nove Gradi e Nona. Item, la terra ad porà più. Item, con Spagna non se confida molto,
hora sta benissimo di morbo ; è mexi do in la terra perchè fuor di caxa dice fanno pocho, e di l'armata
O è stato, e quasi tuti i zenthilomeni e citadini sono non crete mai, e vi mandò, venuta in Sicilia, quel
ritornati ; pur ancora nel borgo è suspeto, e l'altro domino Asmodeo etc. Item, con la Signoria nostra
zorno intravene in do caxe, qual subito fo chiavade, desidera aver bona amicitia; col papa malissimo. Et
e hanno bandito tuti quelli dil borgo; quelli di la- item, quando Lodovico ritornò nel regno, have gran
zareto stanno malissimo, per non poter esser subve- piacer, fè feste; et la raina madre non volea prima
nuti, voria se li mandasse qualche ducato per pro- andasse in Spagna, ma poi, scaziato Lodovico, presto
veder ; etiam danari per le spie; di le farine, stera la mando, e con lei andò domino Antonio Jenaro
250, mandade de li, à trovato esser stà dispensade. per orator; et par si tratava un matrimonio di la
Item, vien qui do oratori, creadi avanti il zonzer raina , fo moglie di re Ferandino , fiola di questa
suo. Item, li danari mandadi in uno gropo, ducati raina, nel ducha di Calavria, fiol di esso re; et ultime
361, grossi 18, pizoli 3, per pagar quelli dil castello | vi mandò in Spagna domino Zuan Batista Brancha- grande, tuti è stà dispensadi, et è ben servida. Item,
à ricevuto li danari di Domenego Malacasa, stratioto,
e à fato la mostra, e dispensadi i danari, e tutti serveno bene, e ben a cavalo; e quel medemo farà a la
compagnia de camera.
zo, per orator. Item, col re puol molto il suo secretario, licet sia di bassa conditione, chiamato ....... ;
e prima soleva haver domino Marco da
qual , insieme con domino Ector Pignatello , sono 511
capi di la Sumaria, e fanno il tutto ; et missier AnIn questa matina fo per colegio prestato certe | tonio di Rao, missier Troian Bitonte, ch'è andato in
cosse a la nave Ruziera, di l' arsenal, si conza a Po- Franza, e missier Antonio Frisom, sono a la civil ;
veia. Item, expedito il calogiero de Strivali, donatoli si che altri non à da conto, ni con nium si consiglia.
ducati 3, et va a la Zefalonia a star etc. Item, questo domino Ector Pignatello è venuto suso,
stato tre volte a Roma, e per stafeta, quando si tratava l'acordo col papa; qual contentò di darli per
il censo ducati 30 milia, et ducati 100 milia di contadi, et adoperò molti banchi per far tal promessa
al papa in Roma; ma non segui l'acordo, e il papa
prometeva acordarlo con Franza. Or le rezine, la
prima andò in Spagna, era bona; poi la raina fiola ,
rimasta a Napoli, di anni 20, fo moglie di re FeranDa poi disnar fo pregadi. Et prima fusse leto letera alcuna, referite sier Francesco Morexini, dotor
et cavalier, la legation sua di Napoli, stato 25 mexi
fuori. Et a di ultimo zener 1498 zonse dal re in
l'Apruzo, a Civita di Chieti ; e disse dil corpo di Gen,
sultan, mandato a Leze, poi al turcho, qual si dice
fo causa dil romper guera, e si non era mandato,
mai il turcho si moveva contra christiani. Item, di
successi à scrito per letere, et dil tuor licentia dil re, ❘ dino, honestissima, et ogni suo atto ſa con prudentia ;
a di 17 dezembrio, quello li comesse, come ho scrito ha con lei la moglie fo dil signor Schandarbecho
di sopra, e dil venir a Roma, et poi il suo camino vechio, molto amicha di la Signoria nostra, et si rafino qui, come referi in colegio e più. A Pexaro e comandò, et suo fradello, signor Constantin Arniti ;
Rimano non vi è guarde a le porte etc. Item, il re e dil nepote Schandarbecho, disse era partito senza
Fedrico à anni 50, gaiardo di la persona, licet habi sua saputa. Item, il conte di Convertino, è a custodia
doiedi gote, bella presentia, homo de inzegno, com- di dita raina, è homo degno, à tre fioli. Hem, la pone ben parole, e abonda in quelle assai, pacien- raina moglie è da ben, fo fia dil principe di Altemura,
tissimo ne l'aldir tutti fino a taola, ma tardo ne amicha di la Signoria nostra, si aricorda di certobel'expedir, per la qual cossa li populi si duol, e sono neficio a lei fu fato a tempo di francesi. Item, ha do
mal contenti. Item, è praticho dil mondo, inclinado fioli, il ducha et l'ynfante, e do fiole ynfante, et al
in artilarie, et da mar; tamen non fa per mar pro- | presente è grossa. Item, il ducha à anni 12, zenthi-
1309 MCCCCCI , GENNAJO. 1310
lissimo, fa molti exercitij laudabeli al zorno, e ha | è stato 900 milia pecore. Item, l'intrada è sminuida
al re, per quello li tien il papa, il re di Spagna, la
Signoria nostra ; et don Consalvo Fernandes à stato 511 *
per ducati 6000 d'intrada. Item, le trate di formenti,
qual afita a li arendatori 48 milia ducati, di le gabelle
e doane di Napoli ducati 40 inilia, di le gabele e
doane di Caieta 15 milia ducati, provision di signori ,
manchano ducati X milia. Conclusive, à de intrada
inzegno, et scrive una letera a la Signoria, qual presentò, et si racomanda ; et à per suo maistro il conte
di Potentia etc. Item, la duchessa Isabela di Milan è
li, à 'buto il duchato de Bari, sta in capuana, va a
visitar in Castel Novo le rezine. Item, à assa' baroni,
e primo il signor Fabricio Colona, qual à il conta' di
Taiacozo, à anni 48, homo più presto di far cha di
ordinar, à de intrada ducati 40 milia, et fradello dil | ducati 400 milia ordinaria ; la extraordinaria è poner
.....
signor Prospero Colona, à 300 homeni d'arme, à
de intrada ducati .... et è luogotenente dil re.
Item, il signor Prospero à Traieto e Fondi, et è cape- tanio dil re, à de intrada ducati 8000, et, venendolo,
trovò a Fondi, et li disse, si 'l re li dava .... homeni
d'arme, li bastava l'animo di andar fino a Roma, si
che non è ben contento dil re ; qual à anni 38. Item,
el principe di Bisignano à anni 32, à il suo slado
in Calabria, à de intrada ducati 16 milia. Item, el principe di Melſe, di caxa ....; il principe di Antignano, di caxa .... ; el principe di Malfi, di caxа
Carazola, di anni 28, à de intrada ducati 14 milia,
et è ragonese; il principe de Squilazi, nepote dil
papa ; il ducha di Candea, era ducha di Traieto, al
qual li resta il stato di Pedemonte, à de intrada ducati 8000, et à una sorella dil re, e à uno fradello
una doa, come fè questo anno, trete da li baroni etc.
ducati 80 milia ; ma ogni pocho di cossa, non pol
scuoder queste, et ogni picol garbuio li fa danno a
ditte doe. Item, la spexa, à 100 (sic) homeni d'arme, di qual 300 ne ha colonesi ; item à 500 stratioti
dil paexe, li tien con pocha spexa, li dà le taxe e uno
ducato al mese; ha galie 6 armate per forza, vol
spexa ; ha la spexa di la sua corte, dil ducha di Calavria, di le raine, vol ducati X milia ; provision a
signori, ducati 15 milia etc.; provision a' soi , ducati
15 milia. Item, il re non spende, e salva ; adeo pol
haver recuperato ducati 150 milia ; et come vol far
una spexa, mete taia, come fece ne le fabriche soldi
25 per fuogo messe, e il bancho di Palmari scuode,
e ogni setimana paga quelli lavorano. Item, in l'arsenal non è nulla di galie, e pol armar, per l' ubli- in Franza, desidera mal di quel regno; el ducha di | gatiom di le terre, 48 galie. Item, à da 28 in 30 canoni ; cortaldi, passavolanti e colobrine, numero 70;
e tra i qualli canoni, à uno traze balota di lire 100,
e vol 100 lire di polvere; tuti su li soi cari ; e di
queste artilarie à gran piacer, qual lo fece maistro
Patricio, fo con francesi. Item, il re atende a fabriche, cava le fosse atorno Napoli vi è, palme 100 large, zoè 80 pie' , vi hè 600 homeni lavora al zorno,
e, in cao di la setimana, è pagati, come è ditto, dal bancho preditto. Item, à fato fosse atorno Castel
Nuovo, e fato 4 torioni fortissimi, fatoli un'altra citadella etc. Item, mandò suo fradello, don Ferando,
a Capua per fortificarla, et trovò di la comunità ducati 6000 per questo. Item, vol etiam Averssa e
Caieta. Item, Taranto etiam fortifichoe. Item, lui
orator disse aver exoquito quanto li fo imposto per
la venuta di Schandarbecho qui ; è stato 4 mexi
Gravina, qual vene a Roma, à ducati 6000 de intrada, et tre volte foli perdonato dal re, primo a Diano
con francesi, poi per tuor madona Lugrecia, fia dil
papa etc. Item, il ducha di Termine, di caxa di Altavilla, era il tuto con re Ferandino, alter rex. Item,
ducha di Garigliano, di caxa Caraza, ducha di Ma- riano, qual a tolto per moglie la fiola dil conte di
Pitiano. Item, el marchexe di Pescara ; el marchexe
de Guasto, so fradelo; el marchexe de Martines ; el
conte di Populo, che era im prexom a Napoli, quando vene re Carlo; et suo fradello, conte di Angello,
quali voriano condursi con la Signoria nostra ; el
conte di Matalon; di Cerano ; di Matera etc. Item,
el regno è grande, circondato atorno dil mar ; e disse
è partido in 6 provincie : l'Apruzo, la Puia, Terra
di Bari , Terra di Otranto, Calabria, dove è alcuni
casteli dil re di Spagna, et il principe di Bisignano, | atorno il regno col re. Item, di Baxilio da la Scuola,
et fasi sede per ducati 80 milia, Terra di Lavor et fè retenir justa i mandati e lassato, è venuto qui la Basilichata, ch'è in mezo dil regno ; et disse le con lui . Di le spexe, poteva spender ducati 4000 et terre è in dite provintie. Item, il re à de intrada più, à speso solum ducati 2800, in tutto zercha 4000;
ducati 250 milia, ma hora ha ducati 400 milia ; pri- et presentò li conti et polize; tolse danari sopra di ima nel regno era 300 milia fuogi, dil qual ne traze a lui da uno bergamasco e altri ; prega siano satisfati ;
tanto per fuogo, e prima pagava 11 incoronati et 1/2 | à 'buto il danno di forzieri etc. Et come si parti da per fuogo, hora pagano 7 carlini. Item, di le doane Napoli, il re lo decorò di la militia, e donoli uno di le pecore in Apruzo cava ...milia ducati, perché | colar, qual apresenterà a le raxon nuove, justa il con-
1311 MCCCCCI, GENNAJO. 1312
sueto. Laudò Lunardo Biancho, suo secretario , e
dimandò perdon si non ha fato etc. Or fo laudato de
more, per sier Alvixe Mudazo, consier, vice dose.
quam nos eidem sæpenumero significavimus, quanı gratum id nobis contigisset, quamquam officiorum
omnium memoriam firmiter conservemus ; decedentem tamen novissime visum est impensius rogare,
ut nostris verbis referre non pigeat, et studium noData in civitate Neapolis, die XV decembris
Item, referi sier Lucha Querini, venuto provedador di Corfù. Primo ringratio Dio poter dir il tutto li, nel cristianissimo senato. Disse di le fabriche | strum gratitudinemque in rempublicam vestram, et
di Corfù, e biasmò molto Jacomo Coltrim, che 0 quanti jam nunc a teneris annis ejus amicitiam faval ; à fato molti erori, e di le opere e fatiche sue ; et ciamus, quamquam non minori excellentiam tuam
come trovò Corfù e li castelli. Disse mal di sier quam eumdem dominum regem , parentem noMarco Antonio Contarini, è in el castello. E che era strum, amore ac charitate prosequamur. Cui, ut exstà oposto aver speso in do calchare ducati 1300, | cellentia tua fidem æque adhibeat, ac si nos ipsos
mostrò, per fede dil rezimento, solum ducati 71 li coram loquentes audiat, eam iterum atque iterum
costo, e certi palli ducati 16, ni altro à speso. Item, rogamus.
voria consegiar de qui su li modelli zercha le fabriche, e non si buti via li danari. Item, è stato a Nepanto, a l' asedio, et a Modon quello fece ; et si fusse
stà fato uno torion al muolo, come voleva etc. Item,
a Napoli à fato fabriche, è anni 34, e operato in varie cosse. Item, a Corphù è venuto rabioso con Jacomo Coltrin. Item, di tre volte l' armada turchescha
si perse, è sempre la nostra superior di forze e di
artilarie ; le so non traze per la mità di le nostre, et
in colpho era di averla; e quando soto vento la no512 stra investi, si perse do galie ; si nostri havesse fato il dover, la era nostra. Cargo molto Jacomo Coltrim, Aricordo circha le cosse dil colpho, dato per persona
et di uno Christoforo, bombardier, havia praticha
con turchi, lo levò de lì. Si scusò mai più esser montato in renga. Laudo Zacharia di Martini, fo suo se1500.
Chrisostomus.
Subscriptio : Excellentiæ vestræ, tanquam filius,
FERANDUS DE ARAGONA dux Calabriæ.
A tergo : Illustrissimo domino ac excellentissimo
principi Agustino Barbadico, Dei gracia duci Venetiarum etc. , tanquam patri honorando.
praticha e fide digna.
È neccessario che l'armata de vostra sublimità,
cretario. Et per haver tanto al mexe, non disse di ❘ insieme con quella de Spagna, vegni in questo colle spexe ; solum li populi è in gran paura da' turchi etc. Fo laudato dal prefato sier Alvise Mudazo,
consier, come ho dito.
Copia de una letera dil ducha di Calavria
a la Signoria nostra.
pho, dove in cadauno loco hano porto de salvarsi ,
et offender et ruinar li sui inimici , facendo questi tre
effecti. Primo, intrar in colpho de la Valona, dove
cercha uno mio luntan, soto el castello de la Canina,
tute galie pono meter scale in terra, metendo quella quantità de homeni et cavali in terra parerà necessario a la impresa, et veder de ruinar et brusar tuto
Illustrissime domine ac excellentissime princeps, quello casal et loco de la Valona, magazeni de monitanquam pater honorande. tiom, galie et fuste si trovano de li . El scontro veramente sarà questo : dal loco de la Valona, da cercha homeni tra turchi et christiani 1400 ; de la corte
del sanzacho et altri, da cavali 300 ; dal castel de la
Magnificus Franciscus Maurocenus, patricius vester, qui apud serenissimum dominum regem, pa- trem meum observandissimum, superiori biennio legatione perfunctus est, et quando primum venit | Canina, da cercha cavali et pedoni 200 ; questo sarà
et sæpe alias benivolentiam excellentiæ tuæ amo- remque in nos diligenter exposuit. Quod quidem licet antea nobis non esset ignotum, eo tamen ab ipso libentius intelleximus, quo planius ejus dicta convenire videbantur, cum iis officiis quæ in superiores reges majores nostros illustrissima ista respu- blica præstitit. Atque idem Franciscus, ut homo est
tum solertiæ tum facundiæ singularis, omnia est modestissime ac ornatissime prosequutus, sed quamtuto el scontro porano haver ; deinde vegnir a la bocha de la Vajussa, zioè le nave, si vostre come de
Spagna, et quelle sorzer dove con ogni securtà pol
star, per esser bon et perfeto sorzitor ; dove, armato
tute sue barche et copani, con le sue bombardele a
prova, in ditta fiumara habino a intrar, dove haverà
andar suso miglia 8, dove son le dicte galie urate
in terra, partendole le dicte barche in tre parte : 512
zoè, una parte passar de sopra le dite galie, l' altra
1313 MCCCCCI, GENNAJO. 1314
quelle compagnie, e si provedi ; et Schander bassà
prepara a vegnir ; et essi rectori sempre è su le strade, e molestadi da essi fanti, qualli non hanno da
viver. Mandano una letera li scrive Simon da Meldola, contestabele in Nadino, di 7, come li stratioti,
sono li a la guardia, non hanno da viver, et tutti si
parteno ; perho si provedi a lhoro viver. Item, una
parte romagnir de soto, la terza andar a la prova de
dicte galie, che beveno su la fiumara, metando chadaum de lhoro gli sui valenti homeni in terra, con
sue arme et fuogi, per far tal opera de brusar tute
dicte galie. A l'incontro haverá zercha turchi 300,
che è de la guardia de le dicte galie, et de i doi casali
sono propinqui, che sono homeni 100per casal; que
sto sarà tuto el scontro porano haver, perhò che | letera li scrive Stefano Martinuse, conte de Clissa ;
altro socorsso non porano sperar de haver, et ma- li avisa che turchi fanno adunation in Bossina, e vol
xime de la Valona; perchè tuta sua speranza seria | far coraria in Licha', o ver Bichach ; et tamen è de li
de li, nè in altro loco se puol meter in terra, per esser spiaza, et da la banda de sopra, como da la ban- Da Roma, di sier Marin Zorzi, dotor, orator,
dade soto de la dicta fiumara. E ancor se potesse di 9, fo leta per Zacharia, drizata al conseio di X.
meter in terra, da la banda di sopra de la fiumara è In conclusion, dil jubileo e cruciata, posta per il papa
uno paludo, passa el lago de la Valona, et che è im- | in Italia, e nel dominio nostro fato quel frate vicario
aque grande a questi tempi.
general a scuoderle, et li danari vol averli lui, et
crede anderano in le man dil ducha Valentino.
Item, fo leto do letere, con avisi turcheschi, non
dice chi scrive, ma so è da Ragusi, di sier Hironimo
Zorzi , di 4 et di 7; il sumario ho scripto di sopra.
possibel passar; da la banda de soto veramente cui
desmontasse, saria poi neccessario passar la fiumera,
per dover andar dove son le galie; sì che altro modo
non è, si non con le sopradite barche, per otegnir
tal victoria, deinde vegnir in bocha de Catharo, dove
hanno securtà de porti, et ne la bocha propria, et
immantinente meter in terra le sue gente et artila- nostra letera zercha li soldi 5 per campo, chiamono
ria, che da ogni banda pono meter, e veder de pren- | li deputati per quella comunità e alcuni citadini, et,
Di Padwa, di rectori, di 17. Come, ricevuto la 513
exposto con acomodate parole il tutto, si dolseno
assai , dicendo non potrano patir tal angaria ; et chiamono il suo conseio, et credendo volesseno far provisiom a la satisfation, proposeno di far X oratori a
la Signoria nostra. Et essi rectori, persuadendoli a
contentar, tandem elexeno 4 oratori, zoè domino
Alberto Trapolim, domino Francesco da Legname,
der et tuor Castel Nuovo, el qual in mancho de
giorni 4 ruinerà et aprenderà. Nel qual loco si atrova, tra turchi et christiani, da homeni 500, nè socorsso alcuno pono sperar d'alcuna banda, per le
gran neve, strade et passi cativi. A presso, venendo
tal armata in colpho, si dimostrerà a vostra sublimità altro partito, che molto sarà grato et utele a
vostra sublimità, el qual con molta fazilità se ote- | doctor, domino Gaspar Orssato, et domino Lelio
gnirà. Et tute sopra dite imprese è necessario far
questa invernata, perchè del tempo de la instade non
è da pensar de poter far cossa alcuna. Apresso, si come per altre mie è stà dicto, la persona dil signor turcho se parti da Andrinopoli a di 22 novembrio,
per andar a la volta de Constantinopoli, non ben
conditionato de la persona sua. Data a dì 7 zener.
DaBologna vidi un capitolo, drizato a Piero di
Bibiena. Li scrive missier Zuane Bentivoy, et comete
la mostri al principe, come Zuliano era li in caxa
sua, et monsignor di Trans è stato li, e have comis- sion dil re, de dirli non ajuti Faenza, e lassi tuorla
al ducha Valentino, et li dinandò alozamento per
zente a Castel Bolognese; et esso missier Zuane li
justifichò non haver dato ajuto a Faenza, nè di quella
poter disponer; e di lo alozamento, quel locho è pizolo; et cussi è partito. Item, etiam è stato uno secretario dil ducha predito, chiamato .... , a questo
effecto, et expedito.
Verzelese, quali vegnirano a la presentia di la Signoria nostra; tamen saria bon la Signoria li scrivesse.
Fu posto per li consieri, cai di 40, savij dil conseio et savij a terra ferma, una letera a Padoa, che quelli rectori voglij persuader quelli fidelissimi, a
non mandar oratori in tanto bisogno, acció sij esempio ad altri. Ave tuto il conseio.
Fu posto per tuti i savij di colegio una letera
a Roma, in risposta dil breve di le decime, vedi di
averlo come fu la bolla, saltem si remetemo a lui di
tuor el presente, ne à mandà la copia, videlicet oltra le ordinarie. Parlò contra sier Francesco Foscarini,
savio dil conscio, qual non voleva poner 0 di decime per adesso. Li rispose sier Piero Balbi. Poi parlò
sier Lorenzo di Prioli, fo avogador. Li rispose sier
Alvise Mocenigo, savio ai ordeni. Et tandem il Foscarini intro, e fo balotà una solla parte. Et ave 4
non sincere, 7 di no, 113 di si. Et fu presa.
Fu posto per tutti , ut supra, expedir el conte XarDu Zara, di rectori, di 8. Scriveno la miseria dicho, et mandarlo in Dalmatia con li so 100 cavali
I Diarii di M. SANUTO Tom III 83
1315 MCCCCCI, GENNAJO. 1316
Da Vegia, di sier Piero Malipiero, conte. Come
manda le ditte letere, nè altro da novo scrive, e
dice 0 de li se intende.
Da Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador. Zercha li fanti si à mandar li, et avisa l'opinion sua saria a impir quelle compagnie di do contestabeli. Item, da novo il re di romani à posto una angaria di ducati uno per focho ; et de carantani
solum, trarà ducati 80 milia.
ha. Item, mandar Bernardin da Nona, con altri stratioti , qual parerà al colegio, fino al numero di 200.
Item, sia electo uno provedador in Dalmatia, con li modi fo electo sier Andrea Michiel. Item, sia mandà
20 schiopetieri in Dalmatia, a obedientia dil prefato
conte Xarcho. Item, el suo castello Nutiach su Cetina, qual dona a la Signoria, sia aceptado e ringra- tiato per el principe, et scrito a Spalato, a ogni pia- cer di esso conte mandi certi fanti a custodia. Item,
li sia cresuto da ducati 12, ha di provision, a ducati Da Martinengo, di sier Andrea Zorzi, podestà
20 al mexe, e li sia dà tre page, et a li soi do page. e provedador, di 12. Come le mure de li, per esser
Item, li sia dato ducati 100 per far certo ponte al ❘ vechie, sono cadute, et bisogna riconzarle. Item,
suo castello, dove altratanti vol poner lui. Item, sia | per una altra letera, dice di certo caso sequito li, di fato cavalier, e donatoli una vesta d'oro. Item, al forzo etc., vol autorità.
vice ban di Tenina, cussi esso consigliando, li sia
mandà a donar tanto veludo, li fazi una vesta. Item,
sia confirma certa provision avia il padre di alcuni
di Poliza, di lire 50 di pizoli etc. La qual parte fo fata notar per l'hordine nostro. E ave 2 di no.
Da Casal Mazor, di sier Piero Marzello, provedador, di 7. Come ha nova che, per via dil governador di Parma, si tratava col marchexe di Mantoa, di tuorlo a' stipendij dil re di Franza, sì che
avisa etc.
Fu posto per li consieri, el vice domino di Fe- Vene l' orator di Cremona, domino Daniel de la
rara possi menar con si tre fameglij a suo spexe, et la | Manna, et ſo expedito per el principe ; videlicet si
Signoria pagi ducati 2 al mexe per uno. Et fo presa. manderà uno retor, super locho etc.
Adi 19 zener. In colegio vene l'orator dil pa- Vene el piovan di San Zuan Digolado, pre' Biapa, in materia particulari, di certo beneficio di Bru- ❘ sio de Leonibus, al qual per el principe li fu fato
sa Porcho, intervenendo sier Marco Bragadim, di
Campo Rusolo elc.
Vene l' orator di Franza, el qual volse exponer
alcune cosse secrete, e fo mandato fuori tutti. Stele
alquanto, poi parti .
gran rebuffo, per aver excomunicato il podestà di
Trevixo ; et immediate fece la revochation, et 0 sequite.
Veneno sier Domenego Morexini, sier Marin
Lion, sier Filippo Trun, procuratori, dicendo haver
Di Hongaria, di sier Sabastian Zustignan, ora- fato l' oficio lhoro, e trovato debitori di tanxe con
tor, date a Buda, a dì 6 el 7 di l'instante. Par a di | Domenego Alberto et Zuan Vido, per ducati 32 milia ; et tamen Piero di Stefani, scrivan a li governadori, dice è solum ducati 28 milia. Item, non à mandà 130 partide de debitori a palazo. Item, una partia saldà di sier Batista Capello etc. Et chiamato dentro el dito Piero Stefani, si scusò per eror, meritava
ogni mal; et 0 fu fato.
2 et 4 scrivesse, qual non si à 'buto, et la tornata di
Polonia di lo episcopo caliense, legato dil pontifice.
Et ricevute nostre letere di 16, fo da la regia majestà, e ditoli il venir dil cardinal, et, zonto sarà, si
concluderà etc. , il re si dolse assai. In conclusion,
post multa verba, disse li parea esser delizato, e vol
prender partito , et a dì 24 fevrer compiva le trieve
col turcho, et che tutti mormorava, et che a licapitolli non se li rispondeva, et voleva piar partito.
Et scrivo alcune parole dite per il reverendo sermionense. Et poi lo episcopo caliense si à dolto di la Da Vicenza, di rectori. In materia di la parte di
Signoria, dicendo : Se li anzoli mel dicesse, la Si- | soldi 5 per campo, quelli citadini non ponno patir ;
gnoria esser contenta de mi, non lo crederia. Item,
vol partirssi ; à serito a Roma, il papa li dagi licentia, e, non la dagando, omnino si vol partir. Item,
513 el cardinal ystrigoniense à scrito a esso orator nostro , qual è Ystrigonia, oferendossi ajutar la expedition, et prega la Signoria fazi il suo capello li sia
mandato. Item, esso orator serive un capitolo longo, zereha lui farà il tuto ete.
Da poi disnar fo colegio, per consultar la comissiom di Hongaria ; et fo mandato a lezer le letere di
Zenoa a l'orator di Franza, qual si dolse assai, dicendo scriveria al re e al cardinal caldamente.
vol chiamar il lhoro conseio, et elezer oratori in
questa terra. Et per colegio li fo scrito come a
Padoa.
Adì 20 zener. In colegio, fo el di di San Seba-
❘stian, nel qual zorno ſo il perdom di colpa e di pena
a San Lorenzo etc.
Vene l'orator di Franza, qual fè lezer una letera scrive al re, in materia di le caravelle prese
1317 MCCCCCI, GENNAJO. 1818
514
per le nave di Zenoa ; et poi il principe li comunichò la venuta qui dil conte di Maza, baron dil re di
romani, stato a Roma, à visità il corpo di Santa
Lena.
Vene l' orator di Ferara, dicendo el cardinal, fiol
dil suo signor, venuto di Porto Gruer da la raina, è
stato qui, et ozi è ito versso Chioza ; si scusa non
esser venuto a far il debito, per esser incognito ;
ma è fiol di questa Signoria. Et il principe li rispose, non bisognava etc.
Vene el conte Bernardin Fortebrazo, à cavali
1000 con la Signoria nostra, dicendo era venuto a
visitar la Signoria, oferendo la fede sua. Avia con
lui uno so fiol, et disse di april in qua havia auto
una sola paga.
Vene uno scapolato di Modon, perchè era ito
in Candia, ch'è di primi citadini di Alechi ; di qual
22 persone di soe è stà tra morte et captive da' turchi ; si racomando, adeo tutti si dolse.
DaPorto Gruer, di sier Nicolò Gradenigo, podesti, do letere. Per una, dil partir dil cardinal per
Ferara ; et in l'altra, di eri, come la raina partirà a
dì 21, va a Caorle, poi a Chioza et Ferara. Et fo
scrito a Chioza la honori, et cussi a Caorle etc.
vayvoda de ....., sotoposto a longaro, era sta a
le man con turchi 8000 a li confini, e quelli hanno
roti et amazati, fato presoni 13 grandi solum, et
etiam di quelli di Hongaria ne morite assai .
Da Verona e da Brexa, in consonantia. Zercha
li soldi 5 per campo, quelli deputati e citadini non
ponno patir, voleno chiamar il lhoro conseio, e mandar oratori de qui; et poi vene, chome haveano electi oratori, quali vieneno per questo de qui ; et da
Crema questo medemo vene poi, et parole usate etc.
Da Pago, di sier Jacomo da Vanzago, conte.
Manda la nome di morti, et sono captivi di quelli di
la galia di Pago, acció se vedi il tutto.
Et da poi conseio la Signoria si reduse con li cai
di X in colegio, et steteno insieme, credo zercha il
conte di Maza etc.
Adi 21 zener. In colegio vene il rector di scolari , brexano, di legista, con molti scolari, pregando
la Signoria provedi a do lecture vachano, videlicet,
injure canonico, dove era el Sozino, è ito a Siena,
ejure canonico dil Corseto, ito a Roma, auditor di
Rota. Et inter cætera, dolendossi di certa lectura leze
domino Lodovico Almerigo, vicentino, qual non è
suficiente ; et a l' incontro el dito domino Lodovico
In questa matina, li savij consultono la comission | parlò, adeo fo terminato leza fino si provedi.
in Hongaria.
Da poi disnar fo gran conseio. Fato consier sier
Piero Duodo, fo avogador, qual in questo anno era
cazuto di la zonta; et capetanio di le galie di Barbaria, sier Alvise Soranzo, quondam sier Benedeto.
In questo conseio fu posto per li consieri, atento
erano stà electi assa' , in luogo di sier Piero Donado,
rectori a Schiati Scopuli, quali hanno refudato, et
sia concesso licentia al dito di repatriar, et sier Antonio da cha'da Pexaro, quondam sier Francesco,
vadi li per retor, fino anderà il rector electo per
questo conseio. Fo mala stampa. Ave ... di no ; pur
fu presa.
DaBergamo, di sier Stefano Contarini e sier
Hironimo Bembo, rectori, di 15. Manda alcuni avisi
abuti dal comissario di Val San Martin ; et etiam
thoro anno di Milan il sumario di tute le letere. E
questo è quello di Paxin Benalij, comissario predito,
di 14 et 15, data a Caprino ; par, per homeni venuti
di Milan in li di passati, 500 guasconi fono mandati
a Vegevene alozar, et missier Zuan Jacomo Triulzi
non volse, e conveneno tornar ; et poi francesi mandono per aver il locho, e missier Zuan Jacomo se
tirò in castello, dicendo non vol dar quello una volta
li à donato il re. Et il conte di Misocho, suo fiol, è
andato a Mantoa. Item, che in caxa dil cardinal di
Et li savij reduti in colegio a consultar, vene le Triulzi e altri di Milan, erano assa' arme; et essi reinfrascrite letere.
Da Udene, dil luogo tenente. Come O è di le preparation di todeschi, tamen fece la descrition di 200
homeni di le ville vicine a Gradischa, e fano star
preparati. Item, uno domino Jacomo da Maram, vicario de li , li à dato alcuni privilegij optimi, zercha
la juridition di Goricia, qual li manda a la Signoria
nostra, et sono im preposito.
Di Cuodistria,di sier Piero Querini, podestà el
capetanio. Comme manda alcune letere, abute di Damian di Tarsia, castelan di Castel Novo, qual par
habi dal conte Bernardin di Frangipani. Come un
ctori scriveno haver, come do frati predichava in
Milan, dicendo domenega, a dì 17, doveva esser novità in Milan, e haveano questo per inspiration divina, et confortavano tutti quel zorno a star in caxa,
adeo uno ſo preso et l'altro fuzite. Item, par francesi habino, di volontà dil re, tolto tutti li beni di rebelli, et quelli donati ad altri, si che in Milan sarà etc.
Da Roverè, di sier Nicoli da cha' da Pecaro,
provedador, di 18 et 19. Come, a dì 16, zonse li et
ando dal cardinal curzense, et verba optima usata,
et ditoli di la Zefalonia etc. Et soa signoria li disse il
bon voler ; et cussi, a di 17 fè una precesssiom et fè
1319 MCCCCCI, GENNAJO. 1320
Dil marchexe di Mantoa, di 14, a la Signoria
nostra. Si congratula di la captura dil Zonchio edi
la Zefalonia, qual la copia sarà di soto.
In questa matina sier Piero Duodo intrò consier.
Et per far provision di biave, intrò il colegio di le
biave; tamen O feno. Et poi fo leto al principe et sicantar una messa, e publicó la victoria predita soa
514 signoria. Item, è partido per andar a una soa abatia
in piasentina, donatoli per il re di Franza, dicendo
ad ogni modo non pol andar di longo, per esser convochada una dieta a Nolimberg, et li prima vol il vadi
et il re no, a requisition di milanesi e aragonesi ; la
qual dicta non potrà aversi risolto fin 1/3 fevrer. Item, ❘ gnoria le opinion di la commission di Hongaria.
che ' l suo esser stato li a Roverè, è stà gran ben etc. ,
et cussi partite ; ma, zonto el fu a Torbole, li scrisse
voleva ritornar, per esserli venuto le gote ; et manda
le letere di dito cardinal, li scrive di tal suo ritorno.
Da poi disnar fo pregadi. Non fo il principe. Et
reduto li savij, fo leto, per Zacharia, una deposition
fata a li cai, di uno vien di Mantoa. Avisa il re di romani esser stà a parlamento col re di Hongaria. Item,
di acordi tratati col re di romani et re di Franza, videlicet il roy habi da Milan in là, et Milan, Lodi ,
Crenia e Bergamo sia dil signor Lodovico, et dagi
al re ducati 7000 a l'anno. Item, il re habi Ferara,
È da saper, per diliberation dil conseio di X, sier
Mafio Michiel, podestà di Roverè, fo mandato per
lui, e questo per una letera di Hongaria, perchè par
che a un nontio di quel re volesse farlo venir da
lui etc. , usando termini non boni, tamen a bon fin. ❘ et il papa Bologna et Faenza. Item, a Mantoa esser
Or, per compiacer il re predito, fo mandato per lui ,
ma non andò im prexon ma a caxa sua ; et cussi fo
mandato, per dito conscio di X, sier Nicolò da Pexaro, provedador de lì .
uno Aleardo Lampugnano, trata questo.
Fu posto per li consieri e cai di 40, dar salvo
conduto, per mexi 6, a certo fiol dil comito di la galia lesignana, fo a Modom preso da' turchi .
Da Bassam, di sier Jacomo Cabriel, podestà, di
15. Come avisò uno Martin, fo al turcho per il signor Lodovico, e, passato a Trento, va al re di ro- mani. Item, scrive quello è stå termina in la dieta,
che cadaum, ha più di raynes 40 d'intrada, pagi
uno, et per focho carantani 5. Item, non si vesta di | stian Zustignan, orator nostro, et vedi insieme li
Fu posto per tutti i savij la comissiom a sier Zorzi 515
Pixani, dotor et cavalier, andato orator in Hongaria; il sumario di la qual è questo. Primo, trovando in camino el cardinal reginense, legato, sia concorde
et unito; etiam, zonto sarà a Buda con sier Sabaseda. Item, il conte Antonio di la Sonaia, è a Trento,
à scrito a uno suo, el di di la Madona di le candele,
esser ordinato l' exercito dil re vengi a le parte da basso in Italia. Item, a Trento esser stà discarga uno
caro di spingarde etc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 19. Come el cardinal è partito dil Bondem, va per Po a Pavia; il signor li à mandà il bucintoro suo, e missier Zuan
Lucha a visitarlo. Item, à per uno certo franzoso, il re questo anno farà grossa armata per l'impresa di Napoli, e il re vol al tutto tor ditta impresa, et il
papa vol Faenza, e il re è d'acordo con lui. Item, le
zente francese non si move; se dice aspetano 40 milia ducati. Item, è venuti li a Ferara do fioli dil quondam Nicolò Rangom, quali sono venuti a visitar esso
vice domino, et ofertossi.
successi et exequissa la comission uniti. Item, saluti
il re et li fazi le oferte in nome nostro, e li narri li
grandi pericoli di la cristianità per il turcho ; li dichi
la optima disposition dil papa, re di Franza, reali di
Spagna et altri principi christiani. Item, el papa à
manda li el cardinal legato a latere, per concluder
la liga general. Item, esso cardinal formarà li capi- toli, et quelli sono necessarij è questi : che soa majestå, fata la liga, rompi im persona con exercito su quel dil turcho, e non con lieve incursiom; et il
papa li dà ducati 40 milia per anni tre a l'anno, et
nui li daremo ducati 80 milia, videlicet il terzo de
præsenti, il 3.º fin 4 mexi , e poi fin altri 4. mexi el
resto; e, si non vorà, li prometi ducati 100 milia,
con la difalcatiom pratichata di 25, 20 saltem, come
àcontentà 15 per 100. Item, volendo ducati 40 milia avanti, o più, per questo non resti di concluder.
Item, il re di Polonia, suo fradello, dia esser, tamen
non potendo , per questo non resti di concluder.
Item, la Signoria nostra promete con l'armata, stratioti e zente nostre, hostiliter invader su quel dil turcho. Item, non si vegnirà a pace o trieve con il turcho, senza denomination di confederati , che contriDa Bologna, di 15, di missier Zuane Bentivoy
a Piero di Bibiena. Come monsignor di Trans, orator dil roy, è stato a Faenza per tratar acordo. Faventini non lo hanno voluto aldir; et vi fu con lui
Juliano di Medici, e sono ritornati li a Bologna con
mal animo; sì che Faenza non vol acordo. Item, feno
certa coraria su quel di Forli, preseno animali et homeni di taia ; et Vitelozo andò a Monte Mauro, et 0| buirano a quanto per li capitoli sono ubligati. Item,
potè far. si turchi venisse in Friul o Dalmatia, soa majestà
1321 MCCCCCI, GENNAJO. 1322
fazi divertir, rompendo etc. Item, la consignation di
danari si fazi a Segna, e non più oltra. Item, si altri
capitoli di sustantia volesse, toy tempo; et ne rescrivano. Item, il capitolo de chi non observerano, possi
la parte romper guera a l' altra per esser scandololoso, sia mitigato, e usato li termini general. Item,
governi la cossa con modestia, circumspitione, desterità et prudentia ; et non si contentando il re di tre
anni , persuadi il cardinal legato a far per forma si
contenti etc. Item, sia resalvà locho honorificho a
intrar al re di Franza e a li reali di Spagna. Item,
visiti el cardinal de Ystrigonia, et operi in questo,
qual è disposto ; e col episcopo caliense, orator pontificio, fazi le debite salutation et oferte etc. Fo parlato di uno altro capitolo, di darli tanti panni d' oro
et di seda, qual il conseio non volse, et fo tirato zoso. E fin qui tuti fono d'acordo.
Et per sier Francesco Foscarini, sier Antonio Valier, savij dil conseio, li savij da teraferma, quali introno, sier Cabriel Moro, Jo, Marin Sanudo, et sier Francesco Donado, savij ai ordeni, ſo posto questi do altri capitoli secretissimi ; videlicet che, non potendo concluder per li tre anni, prometi, nomine nostro,
continuaremo in li 100 milia ducati, durante bello.
Item, si el papa non vorà perseverar, nui perseveraremo, et questo sij secretissimo, et fati capitoli seorsum tra il re et la Signoria nostra. Et sier Alvise |
da Molin, savio dil conseio, fè lezer la soa opinion, ❘
ch'è quasi questo medemo ; et zercha trieve col
turcho etc., di le qual trieve non sentendo il conseio, si tolse zoso, e resto pur su la letera notada per
lui. Et perchè sier Nicolò Trivixan, procurator, sier
Piero Balbi, savij dil conseio, sier Alvise Mocenigo
e sier Jacomo Cabriel, savij ai ordeni, erano di una
opinion, di star su li tre anni, primo parlò sier Nicolò Trivisam, procurator. Rispose sier Francesco
Foscarini. Poi sier Alvise da Molin, per la sua. Rispose sier Piero Balbi; poi sier Bernardo Barbarigo,
savio a terra ferma. Li rispose sier Alvise Mocenigo,
poi sier Francesco Donado. E, l'hora era tarda, andò le parte: 0 non sincere, O di no, di quella di sier
Alvise da Molin 31, di quella dil Balbi 49, dil Foscarini 70. Et iterum balotadi : una non sincera, 48 dil
Balbi, et 100 dil Foscarini. Et questa fo presa. E comandato stretissima credenza, e dato sacramento
per li cai di X.
e mandarli la copia di le letere. Ave tutto il conseio.
Copia di una letera dil marchexe di Mantoa, si 515 *
alegra con la Signoria di la Zephalonia.
Serenissime princeps et excellentissime domine, pater et domine observandissime.
Sicomo fidel servo di la serenità vostra et stato
suo, ho sempre sentito affanno, dolore et passione
de ogni caso sinistro et jactura de quella, così hora,
intesa la recuperatione del Zongio et Zeſſalonia, mediante la valorosa, potente et gloriosa armata de la
serenità vostra, recevo tanto contento, alegreza et
consolatione, quanta alcuno che habia o mai havesse
dependentia da quello inclyto dominio, nel qual repossa ogni bene, et collocata è tutta la mia speranza.
Perho con la serenità vostra reverentemente me alegro et congratulo di tal felice successo, pregando
nostro Signore Dio, che li conceda, a beneficio universale de tuta la christianitade, non solum presta
recuperatione dil resto, ma aquisto de quanto hanno li perfidi, barbari et communi inimici de la fede
catholicha, et a me sia impartita gratia dal Creatore,
che a questo sancto effecto me trovi in li servitij di
la serenità vostra, ad effundere nedum il vivo san- gue, ma l'anima, la qual per la devutione mia a
quella et stato suo, tengo certo in simile caso conseguiria eterna beatitudine. In bona gratia de la excellentissima sublimità vostra me ricomando.
Mantuæ, 14januarii 1501.
La sotoscription di sua man propria.
El vostro schiavo et servitor,
EL MARCHESE DI MANTOA.
La mansion : Serenissimo principi et excellentissimo domino, patri et domino observandissimo, domino Augustino Barbadico, Dei gratia inclyto duci
Venetiarum etc.
Adi22 zener. In colegio vene l' orator di Franza, et solicitò zercha il caso di Bergamo, di la examination fata su quel dil re etc.
Da Roma, di l' orator nostro, di 15. Come ricevete nostre di 8, et una zercha il cardinal Santo
Fu posto per tutti una letera a l'orator nostro | Anzolo pagi le decime, qual, per esser fuor di Roin Franza, avisi il re di le caravele prese a Zenoa,
per le nave etc. Provedi sia refato il danno e restituito. Item, di la nave Panciera, il governador
fa armar de li in corsso, et di la ripresaia etc. ,
ma, non pol exequir. Item, ricevete letere con la
nova di la Zefalonia; andoe dal papa, et ditoli di la
proclama fata far a Ravena, soa santità disse di l'acordo di Faenza O saria, e vol aspetar il tempo si
1323 MCCCCCI, GENNAJO. 1324
516
li provedi, per esser scutarin. Fo presa, e poi ne conzò con una altra.
aconzi , e il ducha vi anderà con le zente, et voria | per sier Francesco Donado, savio ai ordeni, sollo,
la Signoria volesse dir a missier Zuan Bentivoy etc., ❘zercha certo Zorzi Zordam, comesso a li avogadori
a ciò potesse finir, e atender tuto a le cosse dil tur- cho. Item, esso orator li comunicho e la letera dil re
di romani, e la risposta fata zercha oratores millen- Fu posto per mi , Marin Sanudo, savio ai ordeni,
dos ad nuntios suos ; laudò molto la risposta nostra, le galie dil trafego, con dom ducati 1000 per una,
e letoli la nova di la Zefalonia, si levò, e cavatosi la come fu l'altra parte posta. E a l'incontro sier
bareta versso una Nostra Dona, ringratiò, pregan- Francesco Donado e sier Jacomo Cabriel messeno a
do doni victoria etc. , e fortifichi la Signoria nostra.
Poi dimandò de chi saria el castello ; dicendo poi
l'orator : Beatissime pater, questa nova è grande per dar un principio, ma è pocho, si li christiani vorano far il dover suo. Item, poi fo con l'orator yspano, et si alegroe; qual à voluto la copia di la letera
di tal nova, e à gran consolatione.
Dil ditto, di 17. Come zercha l'armar dil papa,
O altro à ditto, per haver la risposta in materia cruciatæ. Item, la legation di Franza è andata in fumo,
e il cardinal salernitano è stà fato legato in la Marcha, non perchè sij bisogno, ma, acadendo, dagi favor al ducha di Valentinois. Item, alcuni coloquij di
l'orator col papa. Item, il maistro di corieri non vol
più dar danari ; dia aver assai .
Da Napoli, di l' orator, di X. Come aspeta la
letera per dimandar la trata. Item, per l'orator
yspano è stà manda a Otranto alcune letere, dice
esser di cambio, va al capetanio suo di l'armata,
di ducati 40 milia per Roma; et à scrito a Otranto
le mandi presto. Item, il re li comunicho letere di
23 dil passato, da Lion, di soi oratori , videlicet sono
domino Antonio Grixon e domino Troiano Bitonte,
dil zonzer li, et che in l'acordo o ver trieve fate col
re di romani e il roy, soa majestà è nominato ; tamen è ristà suspeso, et ozi è ito a Pozuol. Item, il
signor Fabricio Colona è li, e il signor Prospero non
ancor zonto. Item, è zonto una nave, vien da Tripoli, qual è zenoese, et à suso specie etc.
Da Palermo, di sier Lorenzo Miani, consolo, di
5. Zercha la ripresaia publicata de li contra la nation nostra ; è stato per proveder etc.
Veneno 4 francesi, dicono esser trombeti dil re
di Franza ; tochono la man al principe, et, mandati
im palazo, li feno ricever, et li fo ducati 12; et, fatoli bona ciera, se partino per Franza.
DaMilam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di 15.
Come quelli signori, inteso in questa terra esser venuto falconi, ne voriano aver.
un viazo e mezo. Et andò in renga el Cabriel. Jo li
rispusi. Et poi parlò sier Cabriel Moro, per l'opinion di un viazo e mezo, licet non si possi impazar,
per aver una galia im Barbaria. Li rispose, a sier Cabriel Moro preditto, sier Piero Balbi, savio dil
conscio. Et poi sier Piero Duodo, consier, parlò sopra l'indusia, per causa di l'armada di Spagna, qual
non si sapea quello fusse seguito di la Zefalonia .
Et messe sier Domenego Marin et lui, consieri, indusiar fino si havesse letere dil zeneral. Etli compagni si tolse zoso. Jo resti su la parte, acció si ve- desse era disposto al navegar, et, acadendo altro,
poteva poi suspender. Andò le parte. Avi X balote,
et l' indusia 107. Sì che concludo, questo anno non
anderà galie dil traſego, e sarà mal assai, causa li
altri compagni messe l' altra fiata l'indusia etc.
Fu posto per li savij ai ordeni certa parte di levar il dacio ad alcuni dacieri da Zara, per la incurssion di turchi, et a uno altro, pur di Zara dacier, levarli il 3.º Et ave tutto il conseio.
Fu posto per li savij dil conseio e di terra ferma, che le botege di San Bortolomio, si à a vender,
con poterle ricomprar , di le qual si traze ducati
132 di fito, sia nete di decime, come è le botege
di Rialto. Fo presa.
Fu posto, ut supra, che quelli sora la camera di
imprestidi, elezi uno scrivan a certi debitori etc., per
esser il colegio impazato. Efu presa.
Fu posto per tutti i savij di colegio, strenzer le
4decime sono al monte nuovo, a pagar senza pena
fino a dì 8 fevrer, possando scontar col pro' di
monte nuovo di marzo proximo, e, passado, vadi a
le cazude, e li danari si scoderano siano portadi a
li procuratori, nè possino esser spesi in altro, cha
in le cosse da mar. Et dita parte have 8 di no, 91
de si. Et fu presa.
Fu posto per sier Piero Balbi e sier Alvise da
Molin, savij dil conscio, sier Francesco Foscari, sier
Piero Marcello, savij a terra ferma, sier Alvise MoIntrò li cai di X; steteno assai, per una letera da | cenigo et Jo, Marin Sanudo, savij ai ordeni, per li
Roma a loro drizata ; et è zercha la materia di la
cruciata, qual credo poi se intenderà.
bisogni di l'arsenal e per canevi, si vendi ducati
15 milia di le do et 3 per 100, da mo a mezo feDa poi disnar ſo pregadi. Et fu posto una parte Ivrer, e, passado, non si possi vender se non a du-
1325 MCCCCCI, GENNAJO. 1326
cati 80. Item, poi niun possi più vender etc.; la | videlicet sier Zacharia Contarini e sier Francesco Caexecution sia comessa a li provedadori sora l'arsenal, et per quello sia spesi. Et fu presa.
Fu posto per nui ai ordeni expedir uno Carlo,
contestabele di 25 compagni, in Cypro, a la porta di Limisso a Famagosta , qual fo chasso per sier
Bortolo Minio, e posto uno altro. Et, atento habiamo abuto bona information, sia riposto in loco suo,
non havendo falito etc. Ave 17 di no, 59 di la parte.
Et fo presa.
Fo fato il scurtinio di do : uno sopra le stime, in
luogo di sier Antonio Valier ; e uno sopra le vendede, in luogo di sier Piero Duodo, è intrado consier. Et primafo posto per li consieri, in questilochi non possi esser electo nium dil colegio nostro.
Et fo presa. Fonno electi sier Lorenzo di Prioli, fo
avogador, quondam sier Piero, procurator sopra le
stime, et sier Polo da Mula, fo governador sopra le
516 vendede, qual refudò. Fono tolti sier Lucha Zivram,
fo consier, sier Michiel Salamom,fo provedador al
sal, et sier Antonio Moro, fo baylo e capetanio a
Corphù.
Fu posto per sier Alvise Mocenigo, sier Cabriel
Moro, sier Francesco Donado, savij ai ordeni, atento
li meriti di do sopracomiti reschatati et scapolati
da' turchi, qualli andono col socorsso a Modon, videlicet Alexandro di Goti, barom et nobel di Corfù,
et Francesco Cachuri, di Otranto, li sia donato a
conto di suo avanzo ducati 300 per uno, siano preferidi a tutti, volendo esser sopracomiti ; e al Goti li
sia dato el capetaniato di l' ixola di Corfu, qual haveva suo barba, domino Jacomo, con tuta la intrada etc.; e al Cachuri ducati .... al mexe di provision, fino se li provedi di qualche officio equivalente etc. Et per sier Piero Duodo, el consier, e Jo, Marin Sanudo, fo posto a l'incontro, atento si habi a
proveder a molti zenthilomeni e citadini, quali non
hanno minor meriti, che questa parte se indusij, et
tamen li sia dati li ducati 300 per uno, a conto dil
suo avanzo. Or la Signoria li parse di haver rispeto,
et non le lassó balotar.
A d' 23 zener. In colegio non fo il principe.
Veneno sier Antonio Condolmer e sier Gasparo Malipiero, provedadori sopra i conti di ambasadori, dicendo haver trovà tre erori su certi conti di oratori ;
videlicet spender ducati 50 per uno in cortesie, per
opinion thoro dieno spender solum ducati 50 tra tuti
do; secondo, haver uno schalcho e non doi ; tertio,
pol spender grossi 4 per homo, et grossi 4per cavalo, e per questo à intrigato uno conto con l'altro ;
e voleno far restituir lire 70 di grossi a do oratori.
pello, cavalieri, quali, per non andar a li consegij,
tamen hanno spexi li danari, e non è furto, hanno
contentà pagar di le loro tanxe ; perhò vol dechiara-
❘tion di la Signoria nostra, se li dia tuor. Et, consultato, fo terminato li dovesseno tuor.
Vene l'orator di Franza, per solicitar la risposta a
la materia di la juridition etc. Rispostoli, ozi si faria,
e doman haria risposta. Et li fo ditto, la nave di Zenoa esser partita per andar in corsso. Disse, scriveria caldamente ozi, et si mandasse le letere.
Vene l' orator di Napoli, per certo caso sequito
a uno nontio dil conte Zuan Caraffa, è orator con la
serenissima regina, qual ozi sarà a Chioza, videlicel
per Hironino Michiel, olim castelan di Manferdonia,
che li ſo tolti certi arzenti batudo etc. Or fo manda
per sier Beneto Sanudo, avogador di comun, et comessoli questa cossa, e fazi processo.
Di Sibinicho, di sier Vetor Bragadin, conte, di
ultimo. Come, a dì 29, turchi cavali 150 veneno a
corer su quel contado, preseno 5 anime et solum 8
animali, et ne restó 20 cavali in arguaito, qualli menono via altre 3 anime ; sì che, si el conte Xarcho
fusse li, non saria seguito questo.
Da Monopoli, di sier Jacomo Badoer, governador. Di la inopia di quelli poveri provisionati, mandano i lhoro caporal qui, e di le intrade non cavera
di ogij questo anno ducati 1200, di qual convien far
la spexa a le jumente, si che si provedi, aliter abandonerano.
Fo balotà alcuni capitoli per il dazio di l'intrada
et 3 per 100, qualli si vol incantar per aricordo di
governadori ; et presi .
Intrò el colegio di le biave, per far provision di
biscoto per l'armada, et far compreda di formenti,
che importa assai .
Da poi disnar fo conscio di X, con zonta di colegio et di danari. Et il nostro ordine dete audientia
a quelli di le lane ; item, ali patroni di Fiandra, al
soraconito di Liesna e comito, a li patroni di le galie di viazi, per il credito hanno con la Signoria.
Et ozi nel conscio di X feno vice cao di X, in
luogo di sier Piero Malipiero, è amalato, sier Francesco Falier, et steteno fin hore 5 di note.
Di Franza, dil Foscari, orator, date a Bles, a 517
di 4, venute za alcuni zorni, ma per inadvertentia
è state qui poste. Avisa da Ponluer, di ultimo, et di
Chiaumonte, di primo, haver scrito ; et poi vene li
a Bles, dove intese da persona fide digna, il re haver ordina che le galie di Provenza siano conze.
Item, eri zonse li a Bles el capetanio Porquor, qual
1327 MCCCCCI, GENNAJO. 1328
517
per il re fo mandato im Provenza, per far conzar locho soto Parma, dove erano alozati certi francesi
navilij ; qual dice haver visità quelli porti, e trovato di monsignor di Alegra, per soe insolentie li habinave e navilij assai , e si conzerano, et sarà galie 12 | tanti con lhoro fono a le man, e fonno feriti alcuni
da navegar. Item, il re è ancora fuora a li soi piaceri ; francesi ; tamen fo asetà la cossa, per domino Gasi aspeta li questa setimana. Item, lui orator à dito | leacio Palavicino, qual va con 25 lanze in ajuto di
a l'orator yspano, di la risposta fata per la Signoria | dito monsignordiAlegra. Item, elcardinal San Piero
nostra al legato cardinal, va in Hongaria, e di l'armata e provisiom si fa contra turchi, che judicha sia
im proposito.
in Vincula si aspeta li a Milan ; zonto el sarà, l'anderà a visitar, per nome di la Signoria nostra.
El capitolo di Lodi, di 17, non dice chi scrive ;
solum che uno Hironimo di Valchamonicha, di bergamascha, li à ditto di aparati di Alemagna, per venir contra Milan; et a Santa Maria di febraro, lo
exercito sarà fuori, capetanio el ducha Zorzi di Baviera, et verà per Valchamonicha, e à dimanda il
passo a la Signoria. Li à risposto, non pol far riparo
non passi , sì che San Marcho è d' acordo con dito re
di romani, e tutto el di va messi su in zoso, che vieneno di Alemagna.
Di Vicenza, di rectori, venuta l' altro eri, di 19.
Come quelli citadini, non obstante alcuna persuasione di essi rectori, haveano voluto elezer 4 oratori
a la Signoria nostra, quali sono domino Jacorno da
Trento, cavalier, domino Bortolo Paiello, cavalier,
domino Hironimo da Schyo, doctor, et domino Hironimo Chieregato, doctor, e verano presto. Item,
per una altra letera di 21, avisa esser stati essi rectori nel conscio, e di parole dite per domino Jacomo
da Tiene, el vechio, contra questa imposition di sol- Et per colegio subito fo scrito a Milan, per purdi 5 per campo; et cussi per domino Hironimo da | gar la innocentia nostra; et che tutto comunichaveSchio; et esser contra i suo' privilegij ; et di la fede
lhoro etc. Da Crema, di sier Hironimo Bom, podestà et
capetanio. Vene etiam letere in risposta di soldi 5
per campo, et chome chiamono el suo conseio, et
parole usate per uno citadin, chiamato domino ... ,
che saria meglio meter fuogo in una cità, cha meter
mal usanza etc.; et manderano lhoro oratori etc. a la
Signoria nostra.
mo con l'orator dil christianissimo re. Etiam fo
scrito a Bergamo, vedi di questo Hironimo di Valchamonicha, e ne avisi il tutto.
Da Gradisca, di sier Bortolo di Prioli, proveda- dor, di 20. Dil zonzer, a dì 18, li el capetanio di le
fantarie; laudo l'opera usata, e ordinò la guardia a
le mure e a le porte, ponendovi li soi balestrieri ; e
aspeta la compagnia sua. Item, esso provedador, per
saper qualche nova, à scrito a uno Rigo Todescho,
governador di la badia di Rozazo, qual à praticha in
Goricia, lo avisi etc. Item, il luogo tenente li mandò
Noto, chomo in questi giorni el signor di Pexaro, dim, qual era in questa terra, maridato in una
fiola di sier Mathio Tiepolo, chome ho scripto, si | 40 schiopetieri, et, per manchamento di danari, è
parti, et andò in Alemagna a trovar il re di romani,
dicendo esser stå da soa majestà molto dimandato
vadi.
Adi 24 zener. In colegio, domenega, vene letere di Torzello, di sier Piero Soranzo, podestà, dil
zonzer ozi di la raina di Hongaria nel monasterio di
Santo Antonio, dove è monache; li provete dil viver, justa i mandati; et doman si parte, va a Malamocho, et poi a Chioza. E fo ordinato a sier Zacharia Gradenigo, oficial nostro, la honori et li fazi le
spexe.
stà levà man a la fabricha, che, poi è principiata, più
non si à fato cussi ; e quelli lavorano li avanza 3
page; sì che si provedi.
DaUdene, dilluogo tenente, di 21. Come, à 'buto
la letera nostra, di soldi 5 per campo, e, chiamati a
si li deputati, quelli si dolseno, dicendo esser desſati ;
et ordinono chiamar il conseio di castelani e citadini.
Item, manda do depositiom; et par che domino Simon Folcher, capetanio di Cormons, li habi mandato
una letera , pregando metti im possesso alcuni di
certi beni etc.; à posto tempo, vederà etc.
Da Milam, dil segretario , venute eri sera, di Depositiom, o ver letera, di Rigo Todesco, man18. Come, el reverendo lucionense, e monsignor di data al luogo tenente. Come dia venir a Goricia uno
Chiaramonte, lo chiamò, et lexeli uno capitolo abuto | capetanio con 12 cavali, chiamato missier Hironimo
de eri, da Lodi, di li preparamenti di Alemagna ; e, Dastem, et passerà per Tomelz etc. Item, è stà fato
tratandossi cossa pertinente a la Signoria nostra, li ❘ comandamento al conta', stagino preparati e in arme
prego scrivesse a Bergamo e altrove, li desse noti- aspetar l'hordine; et il re vol robar Gradischa, e,
cia ; et cussì ha facto. Dice ditti francesi esser molto | havendola, la vol spianar. Item, à fato che per ogni
sospetosi, e su ogni scintilla fano etc. Item, aBuse, do fuogi pagi uno soldato per do anni , et che era
1329 MCCCCCI, GENNAJO. 1330
stato in Goricia, dove non è alcuna adunation di | hara 60 milia fanti. Item, domino Marco da Martizente.
Depositiom di Nicolò e Antonio da Brazo, fradelli, al luogo tenente predito, fata di le cosse di Elemagna. Primo, che il re di romani era a Linz, e feva
una dieta di cinque paexi, videlicet Austria, Staier- moch, Charantana, Dragno, et lo paexe de Linz. Et
di Charantana erano 4 homeni mandati a dita dieta,
uno per li prelati, uno per comunità, et do per li zenthilomeni. Item, che esso re havia mandato a Goricia, per governador, domino Andrea Lectistaner,
cavalier, homo colericho et fastidioso, qual fo con el
signor Lodovico, quando recuperò Milam ; et fo poi
518 da' francesi preso, et dato di taia ducati 6000; di li
qual il re ne pagò ducati 2000, et il resto lui, et za
à mandato le sue robe.
Da Ruigo, di sier Marco Antonio Loredan, podestà el capetanio, di 21. Chome, ricevuto la letera
di soldi 5 per campo, et chiamato il conseglio, quelli
fidelissimi citadini, alacri animo si oferseno di pagar questa tal angaria, offerendossi pronti ; et cussi
à scrito a Lendenara et la Badia.
Da Trevixo, di sier Hironimo Contarini, podestà et capetanio, di 23. Come, convochato il conseio,
et exposto li soldi 5 per campo, domino Zuan Tireta, provedador di la comunità, et domino Hironimo da Unigo, etiam provedador, parlono di grandi
cargi hanno patito, e la impossibilità lhoro; quali
voriano meter il sangue etc.; et in conclusione, terminono pensar.
nengo è a Mantoa, e il marchexe à mandà uno suo
orator in Franza, perchè è gara tra lui e il signor
Galeazo, chi dia esser li capetanij a l'imprese. Item,
a Mantoa era uno Aleardo Lampugnano, tramava
col marchexe per dito re di romani ; et intese el
eardinal Ascanio era stà lassato, per il roy, andar cou
50 arzieri per certa provintia, e lui non vol ussir di
la rocha, dovehè, fino non è liberato dil tutto. Item,
el preſato Bortolo si oferisse andar in Alemagna, per
saper.
Da Verona, di rectori, di 20. Come hano per
uno è a Bolzam, scrive a uno Zuan Piero Dal Ben,
citadim veronese, di gran aparati di artilarie e danari si fa in Alemagna, non sa per dove; et certe
carete di artilarie à visto, et similia, ut supra.
Et per una altra letera di 22, essi rectori scriveno dil conseio fato zercha li soldi 5 per campo, e
le parole ditte di la impossibilità lhoro, et alia multa;
et è contra li soi privilegij . Et il podestà li rispose.
Or tandem elexeno 4 oratori, zoè el marchexe Lunardo Malaspina, domino Christoforo Lanfrancho,
domino Andrea de Pelegrim, doctor, et domino
Ognibem di Bra, qualli si partirano subito etc.
questo, acciò etiam lhoro siano contenti, et mandarli
la copia di le letere. Item, fo scrito a Padoa e altrove, che debino publichar li zenthilomeni nostri, che
hanno campi su quel teritorio, debino a essi rectori
DaBergamo, di rectori, di 18. In risposta di
soldi 5 per campo. Chome, chiamato el conseio,
quelli citadini, inteso la letera di la Signoria nostra,
tutti de un voler contentono pagar, et comenzono a
dar forma a la executioni, dicendo, non solum li danari, ma etiam la propria vita per ajuto dil stato noDa Vicenza, di rectori, di 22. Di certa deposi- stro contra il turcho. Et lete queste do letere in cotion, abuta da domino Bortolo da Maran, stato dal legio, di Bergamo et Ruigo, primo fo terminato reconte di Pitiano a Gedi, per tuor licentia. Come à | scriver a dicti rectori, et laudar quelli fidelissimi
inteso li foraussiti di Milam tramano, et che il re di | summamente; demum scriver a Padoa e altrove di
romani verà in Italia. Item, è stato a Pozuol, soto
Mantoa, et parlato a uno, chiamato el Cingano, qual
è stato im Puia, per nome di domino Galeazo di
San Severino, et li à conduto 5 cavali di Puia, et li
à dito, a Napoli era uno orator dil turcho, ethaditto | pagar.
a quel re, el signor el vol per 8.º fiol suo, e farà
star 50 milia turchi a la Valona; et acadendoli,li
adoperi. Item, a Mantoa esser el conte Alexandro
Sforza, e il contin di Melze, qual li disse di l'acordo
si tramava dil re di romani col re di Franza; zoè le
terre di là di Po rimangi a esso re di Franza, et Mi- Da Vegia, di sier Piero Malipiero, provedador,
lan, Pavia, Lodi, Bergamo, Crema e Brexa sia dil di 12 zener. Come veniva de qui Marco Zimalarsignor Lodovico; qual sia relaxato, et dagi al roy| cha, patron di una fusta armata de li, stata in colfo,
fiorini 50 milia a l'anno. Item, Ferara è di esso re ;
et Bologna e Faenza dil papa; e vol meter Piero di
Medici in Fiorenza. Item, che il re di romani era
stato a parlamento col re di Hongaria ; et dito re
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Di Cadore, di sier Zuam Navaier, capetanio. 518 *
Zercha legnami per l'armata etc.
Di Porto Gruer, di sier Nicolò Gradenigo, podesta. Dil partir di la raina de li, et vien versso Chioza, va a Ferara; et manda il conto di la spesa fata.
et licentiata per il capetanio dil colpho, di la qual à
tolto certi homeni, et per esser la fusta marza, prega
sia incambiata ; la qual sarà molto utile tenirla, per
li contrabandi si fa a Segna e Fiume etc. Item, el
84
1331 MCCCCCI, GENNAJO. 1332
seio di X, et perho O diceva.
dito patron portó letere dil provedador di Cataro|di; a le altre do, che erano cosse spectante al conin sua laude. Et fo fato venir dito patron in colegio,
e terminato darne una altra fusta, e incambiar la sua,
acció possi operar al bisogno.
Vene uno messo di certi sguizari di la liga grisa,
a li qual fo scrito per li provedadori, executori, si
voleano andar su le galie; et questi rispondeno voler
dar 4000 homeni, vol 8 cavali per uno li capi , e
certe altre cosse, chome si havesseno andar in exercito, et ferma di 4 mexi. Et cussì fo ordinato a li
ditti facesseno la risposta, non feva per nui, ma solum per mar etc.
In questa matina ſo balotà il mandato de li fanti
damar.
Da poi disnar fu gran conseio. Fato luogo tenente
di la Patria di Friul, sier Polo Trivixan, el cavalier,
fo podestà a Brexa, era cao di X, da sier Zuan Mocenigo, fo governador, dopio, et da sier Piero Duodo, el consier .
Et colegio reduto, consultono di danari; et li
savij a terra ferma deteno audientia a lhoro posta.
Et fo conseiata la materia di la risposta di Roma, a
la letera scrita al conscio di X per l'orator nostro ;
qual è questa.
Da Cremona, di sier Polo Barbo e sier Dome- 519
nego Bollani, rectori, di 22. Come el conte de Mixocho, fiol di missier Zuan Jacomo Triulzi, li havia
manda a dimandar di poter alozar su quel teritorio,
per transito, per andar a Lucera a sposar sua moglie,
con li infrascriti, che sarano da cavali 250. Et lhoro
Da poi disnar fu gran conseio. Fato podestà et❘
capetanio a Ruigo, sier Fantin Pizamano, fo podestà
a Chioza; et di la zonta sier Donado Arimondo, è al
sal. Fu solo, non molte balote, sier Hironimo da
cha' da Pexaro, di sier Beneto, ch'è signal la terra | rectori li risposeno, venisseno a suo piacer ; ma poi
vol primiarlo, per li meriti boni dil padre.
Et in questo conseio fo balotà la parte, di elezer
quelli tre sopra li contrabandi etc. Ave il numero.
Et fupresa.
Et colegio si reduse a consultar, zercha trovar
danari o poner tanxe o decime. Et fo espedito il
conte Bernardim.
Da Napoli di Romania, di sier Anzolo Guoro,
castelan dil Scoio, di octo. Come bisogna de li fanti
e bombarde etc., et si proveda.
Item, li provedadori, executori, fè lezer certo|
aricordo, dato per domino Hironimo da Salò, dotor,
per arınar 4 galie sul lago di Garda, videlicet di ho- |
meni de li , fazendo li sopracomiti de Sallò etc., ul
in ea.
Adi 25 zener. In colegio, fo San Pollo, fo niolo
et pioza, vene Zuan Mato, corier, vien di Rovere,
con letere dil cardinal gurcense, a Roma, et una a
mandò a dir, voleva far transito per Cremona, et
alozar una note de li. Et cussi, a di 24, sarà li, et li
hanno fato preparar in una caxa con 4 o ver 5, e li
altri in caxa de diverssi citadini non sospeti ; et si
scusa non haver potuto indusiar a risponderli , per
haver abuto prima l'hordine nostro etc.
Questi sono con el dito conte di Misocho, fiol di
missier Zuam Jacomo Triulzi.
Monsignor di Sampre .
Monsignor de Montesom .
Monsignor la Lauda
Domino Rolando Palavicino.
Domino Alovisio Triulzio
Domino Galeazio Palavicino .
El conte Troylo Scoto
Domino Galeazo Visconte
la Signoria. Si alegra di la victoria ; la copia di la | Domino Antonio Visconte
qual sarà notada qui avanti. Et etiam esso corier, a
bocha, disse alcune parole, li comesse dovesse dir,
el mal veniva da Roma, dal capo, e dil cardinal Capua
e Santa †; di le qual parole fo dato sacramento per | Domino Galeacio Birago .
li capi di X a tutti di colegio.
Domino Alfonso Visconte
Domino Georgio Triulzio
Domino Prevosto Zorzo
Domino Ambrosio Triulzio
Domino Alexandro De Aia
Domino Bernardino Triulzio
Domino Zuan Jacomo Coliom
Fradelo di domino Urban Triulzio.
Conte Troylo Rosso
Conte Borella
Vene el legato dil papa, per solicitar il canoni- | Domino Hironimo Triulzio
cha' dil cardinal di Capua ; la relaxation di Lucio Malvezo, vol far fidejussion di ducati Xmilia qui. Item,
di l'abatia di Ceredo, et presentò una letera dil cardinal Rechanati, qual è sua, prega la Signoria provedi, e lievi chi vi è di dita abatia, videlicet uno fiol
di sier Nicolò di Prioli etc. Per il principe li fo risposo, a la prima, li savij meteria la parte im prega- Domino Zuan Simon Fornaro
«
cavali 12
12
12
》 25
12
20
8
12
7
10
8
4
》 6
6
«
3
«
(
5
2
4
3
》 4
1
4
1333 MCCCCCI, GENNAJO. 1334
519*
4
2
non sia più di la Signoria, ma sia reduta soto i patriarcha ; e à lecto patriarcha el fradello dil ducha di
Domino Andrea de Favo . . cavali 4
Domino Zuan Maria Lunicho «
Domino maistro Piero, medico . Saxonia, e vol questo se intendi, per poter intender
Domino Piero Maria de Saganello
Domino Lodovico, maistro di stalla
Domino Zuan Francesco da Parma
«
«
》 2 tutto dà aviso etc.
El schalcho
Francesco Antonio ....
2
-
Summa ..
Da Cologna, di sier Gasparo Corner, podestà,
di 21. Come à 'buto la parte di soldi 5 per campo;
et chiarita a quelli citadini , libenti animo disseno
voler pagar, e non solum questo, ma la propria vita,
per beneficio di la Signoria nostra, per la qual erano
ubligati.
3l'opinion di quelli di la Patria, maxime di contadini ,
2 quali sono molto angarizati per li charizi, sì che dil
A dì 26 zener. In colegio, el principe con la Signoria dete audientia, et li savij daspersi consultono
in materia di danari per ozi.
Da Roma, di l' orator, di 14. Come il papa vol
2 dar le decime a la Signoria, et quella pagi li ducati
40 milia in Hongaria, e armi lei , e vol mandar li soi
danari e di cardinali qui a Venecia ; et la cruciata di
Italia la Signoria scuodi lei, et deputi li colectori .
Item, esso pontifice li disse di una letera abuta di
uno Buzardo, à di Ambrosio Buzardo, è a Castel
Novo, qual si interponeria in la pace col turcho; et
manda la copia di la dita letera. Et l'orator nostro
li rispose sapientissime, dicendo la Signoria havia
risposto a Napoli etc. , et era più presto di far le preparation di la guerra, cha atender a pratiche. Item,
di Faenza, el papa à suspeto l'andata di monsignor
di Trans, si chome esso orator à inteso da lo epi- Vene scopo traguriense, orator dil roy. l'orator di Franza, et fè lezer alcune letere
dil cardinal curzense, li scrive da Roverè zercha
l'andata sua, e avisi di Alemagna. Item, per il principe li fo fato lezer la letera si scrive a Milan, in risposta elc.
Vene sier Zuam Antonio Dandolo, venuto provedador di Caravazo, et referite zercha Caravaso, e
si mandi rector a Rivolta Secha.
Da Udene, dil luogo tenente, di 23. Come à inteso, domino Simom Folcher, capetanio di Cormons,
haver mandato dal re di romani a otegnir uno comandamento, non si trazi più legnami soto il conta' di
Goricia, qualli si suol trar per la caxa di l' arsenal etc.
Letera di Thoma Buzardo al pontifice, di 4,
da Fam. Soto scrita humilimo servo Thomà Buzardo, devota creatura. Edice haver di 22 dil passato da Ragusi, di Ambrosio Buzardo, suo fratello,
una letera, come era 40 di capitati li 4, uno neapolitan, conte, uno lombardo, uno grecho e uno altro
lombardo, vestiti a la francese, venivano per nome
di fioli dil signor Lodovico, et andavano al signor
turcho, butò la conision in aqua, et lo visitono, volendolo se impazi ; non potè far di mancho di scriver
una letera al turchoman dil signor. Item, il re di
Napoli li à mandato a dir, vadi in Reame; e lui non
Da poi disnar fo pregadi, et leto le letere, tra le ❘ ha voluto; et uno zentilomo zenoese, sta a Venecia,
altre una di Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro, provedador, di 23. Come, el cardinal curzense
era partito de lì, et andato su lago a piacer, e forsi
anderà a la sua abatia, aspetando la risposta di la
resolution di la dieta si ha a far, zercha la sua andata, legato in Alemagna.
Et intrò conseio di X con zonta di colegio, per
cosse, ut dicitur, importa ; et steteno alquanto ; credo
sia zercha le cosse di Alemagna.
Et poi fo leto, per Zacharia, do letere drizate al
conseio di X, zoè con grandissima credenza, ordinata di questo, per la Signoria nostra.
Da Udene, dil luogo tenente, di 21, a li cai di X.
Come domino Antonio Sovergnan li à dito, haver
da persona fide digna, come domino Simon Folcher |
à scrito a Cormons, che in la dieta è stà concluso
quello è stà praticha za do anni, e il re vol la Patria |
li à scrito, fazi per la Signoria, che quella lo remunererà ; e a questo, à tolto rispeto; per tanto si oferisse a soa beatitudine, di tramar pace col turcho,
et, volendo, bisogna far presto, perché a mezo fevrer
il signor harà fato la sua deliberatione, di quello dia
far in questo anno ; e che ditto signor dice di tutto :
è volontà di Dio etc.
Fu posto per tutti li savij d' acordo, una optima
risposta a Roma. Danar il mal spirito di questo Buzardo, et le opere sue cative, qual sempre è stà causa
di mal, e far mover il turcho ; et za 6 mexi volse
da nui salvo conduto, prometendo dirne assai, e non
lo volessemo far; sì che si repudia tal mezi, e si
atendi a la expedition, e comenzar armar, e mandar
li danari in Hongaria, perchè semo a tempo nuovo;
et dita parte ave una balota di no. Et è da saper, fo
la quarta parte fusse posta etc.
1335 MCCCCCI, GENNAJO. 1336
Fu posto per li consieri e tutti i savij , che de coœtero tute le robe verano dil colfo, excepto pan, vin e
grassa, pagi le 3 per 100, et decime, come fanno
quelle vien fuora dil colſo. Ave 4di no.
Fu posto per tutti li savij d'acordo, che li debitori sono a le cazude di le do ultime decime dil monte nuovo, et di queste 4 sono a la chamera
d' imprestidi, dia andar a dì 8 fevrer, di tutti sia tolto
il debito a ducati 60 per 100, et resti li debitori di la Signoria nostra dil resto, ch'è ducati 40 ; e sopra
ditto credito dil monte nuovo, sia posto una meza
tansa, a pagar per tutto X fevrer la mità, et dì 25
ditto l'altra mità, con don di 8 per 100, e li danari
si porti in la procuratia, e si spendi in la presente guera turchescha, e non in altro, soto la pena di fu- ranti. Et dita parte ave O non sincere, 38 di no, 120
di sì. E fo presa.
et pregò la Signoria desse ajuto a la expedition di
Faenza, acciò possi atender la santità dil papa solum
a le cosse dil turcho. Et il principe li rispose, saper etc.
Vene l' orator di Franza, al qual fo comunichato
la letera di Roma, et la risposta fata ; qual laudo, dicendo sia mandà in Franza.
Da Ferara, dil vicedomino, di 25. Come el signor era ancora a Bel Reguardo, dove erano stati
uno nontio dil ducha Valentino a dolersi dil comun
di Bagnacavallo, dà favor e recapito a quelli di Faenza. Item, vol alozamento su quel di Lugo ; tamen ancora non lo dimandasse, hessendo potenti, lo toriano. Item, il signor sta li a far conti con li factori, e
sminuir le intrade o vero spexe, perchè molti di la
corte si lamentano non poter viver; et il signor, è
debito ducati 200 milia, sta con interessi di ducati
12 milia a l'anno, et asuna danari da qualche tempo
in qua. Item, el cardinal è ritornato di Porto Gruer,
e la raina si aspela. Item, le zente francese di Parma
dia vegnir per il modenese; et poi per una poliza
Fu posto per tutti, excepto sier Nicolò Trivixan,
procurator, e sier Alvise da Molin, savij dil conseio,
per il bisogno dil danar, do decime al monte nuovo,
a pagarle a la chamera d' imprestidi ; la prima a dl Xfevrer, l' altra a di 25 ditto ; et possi scontar col | scrive, esser passato monsignor di Alegra con cavali
520 pro' di marzo di monte nuovo, con don di X per 100; e, passado ditto termine, non si possi più scuoder con il don, soto pena etc. Et dita parte ave O non sincere, 80 di no, 82 de si. E fo presa, e comanda
credenza di le balote.
1500 et 3000 fanti, va a l' impresa di Faenza etc.
Di Piero di Bibiena, uno capitolo di letere di missier Zuan Bentivoy, di 22. Come el cardinal San
Piero in Vincula parti da Cento, vene al Final, poi
al Bondem col bucintoro, e missier Zuan Lucha, et
Fu posto per lhoro savij certa parte di pheudi, si parti per Pavia, et il signor ducha non lo ha previdelicet chi ha feudi, pagi le decime do ordinarie a sentato, et a Brixelle si abocha con monsignor di
l'anno, et per il passado do altre, pur a l'anno, sotto | Alegra; et dia trovar il marchese di Mantoa a San
pena a quelli non si acuserà etc., ut in ea. Fu presa. | Beneto, et il prothonotario a Roverè ; e soa signoria
Fu posto per sier Alvise da Molin e li savij di va in Franza a justificharssi al re, non esser stà causa
terra ferma, li debitori sono a le cazude, da ducati di la legation di Roam, et il ducha Valentino li di50 in zoso, habino termine a pagar per tutto il mexe mandò ducati 12 milia im prestedo. Item, monsignor di fevrer, la mità in contadi, et la mità in credito di di Trans è li, e monsignor di Alegra va con zente a
tanse, e alcune clausule, ut in ea. Et fu presa. l'impresa di Faenza, prepara scalle etc.; e faventini
si vol tenir. Item, da Fiorenza fanno pensier in trovar danari, et far novo governo. Item, li scrive avisi dil tuto il principe, acciò, in quello pol, ajuti quel
stato, et lo ricomandi.
Fu posto per tutti la comissiom di sier Antonio Bon, va provedador in Albania con Schandarbecho,
videlicet dismonti dove li par, vedi di far, conforti li populi non siano danizati, vedi le forteze, si porti
ben e unito con li rectori nostri. Item , zonto in
terra, licentij li do arsilij , vadi al suo viazo. Item,
habi ducati 50 per spexe al mexe, meni il canzelier❘tadini vol pagar, libenti animo etc. et 4 fameglij , avisi dil tutto ; et, zonto el sia, sier Andrea Michiel , provedador, vengi via. Item, come è
stà taià le provision date per esso sier Andrea, perhỏ non le fazi observar, ma, si niuna fusse etc.,
dagi aviso dil tutto, et alia. Et dita parte have 5 di
no, el resto di sì. Et fo presa.
DaMestre, di sier Alvise Barbo, podestà et ca- petanio. Zercha i soldi 5 per campo, come quelli ciAdi 27 zener. In colegio vene il legato dil papa,
al qual fo leto la risposta fata a Roma. Laudò quella,
Noto, in la letera dil Bibiena è uno capitolo, che
li è stà dimandato, per nome dil roy, alozamento a
Castel Bolognese ; et quel rezimento li à risposto,
aver mandato uno orator al roy, e li adımeterà la
Ihoro scusa .
DaMilam, dil secretario, di 23. Come è stà fato 520
comandamento, per quelli signori francesi, a quelli
Izenthilomeni de li, vadino in Franza; e questo fano
1337 1338 MCCCCCI, GENNAJO.
per rimover tutti quelli capelazi de li , acciò stagi seguro per queste novità ; et di questo quelli milanesi
non pono patir, et desiderano ogni mal, licet la lhoro speranza di Alemagna vadi di longo. Item, manda letere abute di Franza etc.
200, contra il voler dil preſato marchexe di Monfera' .
Dil ditto, di 13. Come uno domino Janichemel,
capetanio di le nave di Bertagna e Provenza, era stà electo per il re, et soa majestà vol etiam armar qualche nave a Zenoa, e il capetanio Porquon va in NorCome il re eri zonse de li, persuaso da la raina; et ❘ mandia per armar. Item, di le decime lo episcopo
Di Franza, dil Foscari, orator, da Bles, di X.
carminotense fo li, al qual ſo dito pagasse per la intrada, e non per la tansa anticha; e il cardinal à
sto cargo, e fa ben l'oficio. Item, il re li disse, l'homo li -reteniva Mantoa, era Martin da Casal; et à
scrito a Milan, li scrivi, lo mandi, aliter li mandi le
zente adosso, dicendo : La Signoria non l'avera a
mal. Item, esser venuto il il fiol dil ducha Zuan Gaozi esso orator fo da sua majestà, per farli riveren- tia, e comunicharli le letere di 28 con li sumarij. E,
zonto, li dimandò : Havemo 0 di novo? Rispose, la
recuperation dil Zonchio, e ditoli quanto è im preposito. Li piace assai. Et soa majestà li dimandò di
l'altra piaza, zoè la Zefalonia, meravegliandosi non
esser obtenuta. Et letoli li sumarij, et di la letera di
Milan, poi justificho la Signoria nostra di la sua sin- | leazo, con l'abate di Trans, dove sta con 14 cavali ;
cerità, pregando soa majestà non porgesse orechie
a' maligni, adeo rimase satisfato dil tutto. Poi disse :
Il marchexe di Mantoa fa 300 schiopetieri ; l'è un
tristo; l'à retento un nostro homo; lo castigaremo ben presto, zoè la Signoria e nui ; non potrà resister.
Item, l' orator li dimando di l'armata, et quello ha- via referito el capetanio Porquon, venuto di Provenza. Soa majestà rispose, esser restato el general de Funaza a far conzar le nave, e anderà di spexa,
in conzarle, 20 mila franchi ; e disse, quando questa
qual, per esser virtuoso, il re l'à voluto veder. Item,
domino Francesco Bernardin Visconte li à dito, haver conzo le cosse sue col re, e ritornerà a Milan ;
et manda do soi figlioli in Franza a star, e vol esser 521 servitor di la signoria nostra. Item, il re ricomanda
il conte di Caiazo a la Signoria nostra, qual è a le stanzie im Bergogna ; dice voria andar contra il
turcho, et è cussi servitor di la Signoria nostra ,
come è di sua majestà. Item, missier Zuan Jacomo
Triulzi à marida il fiol, conte di Misocho, in la fia fo
armata sarà ussita, il turcho non ussirà. Et l'orator | dil signor Redolfo di Gonzaga; qual missier Zuan
li disse di le nave ussi di Livorne, quando era a Zenoa col re di romani esso orator. Rispose il re: Avesti vergogna, e dite nave fonno armate dil nostro.
Item, li disse le nostre do nave è zonte a Zenoa, et | pochi amici e francesi e lombardi.
Jacomo scrisse lo volea maridar in Franza, si che
l'à fato senza saputa dil re, adeo è in mala disposi-
❘tion in quella corte, e il re l'à 'buto a mal, si che à
riporta, Consalvo Fernandes averli mandà a dir, vol
partirsi, e a tempo nuovo sarà in hordine. Item, fo
dal cardinal esso orator, e li comunicho il tutto. E il
re disse dil re di romani, volea far una altra dieta a
Nolimberg, perchè a quella de Auspurch li principi
non si redusse ; et a questa non sarà il conte palati- ❘ prima sul mar; et arà 800 homeni e vituarie, e
Dil dito, di 15. Come l'armada si va di longo,
et sarà certissimo. Il cardinal solicita, al qual il re à
rimesso la cossa; e il re vol armar in Normandia,
oltra Provenza, e il capetanio Porquon partirà per
Normandia, et monterà su la nave Chiaranta, ch'è la
no. Item, l'orator li disse di la pace col turcho etc. danari per mexi 6; qual capetanio etiam vol armar
Et il re ait : Semo certi la Signoria non ne faria spen- in Bertagna. Edice, come sarano le armate fuora,
der per far paxe col turcho. Il orator disse : Biso- voria scontrar quella dil turco, che la romperiano,
gna la Signoria nostra sia ajutata. Item, di sguizari et farà altro cha quello fu fato mo do anni. Item, à
justificho. E il re disse, vol aver 20 milia, la Signo- inteso, è stà provisto di danari per lo armar im Proria è mal a tuorli. Il orator rispose, non credeva venza, e vol il re tuta l'arma' vadi a Talona, e de li,
tanto numero, per non esser pagati andando su le ❘ col nome di Dio, ussir. Item, esso orator soliciterà
galie. Item, il re disse haver si fato pegno dal clero la expedition, e terà il re e cardinal ben edifichato ;
di Bertagna, per li franchi 25 milia, che si tien sati- aricorda si scriva una letera al cardinal. Item , a
sfato. Item, di domino Acursio etdi la raina di Hon- monsignor di Arles, orator pontificio, il cardinal li à
garia, esso orator scrive a li tempi farà etc. Item, dito scrivi a Roma per la cruciata e jubileo, e za un
di Monfera' la cossa sequita, e l'orator di quel mar- mexe e mezo scrisse di questo ; sopra la qual cruchese li à dito, il re voler mantenirlo ogni modo, ciata soa santità ſa fondamento assai. Item, l'orator
e che il marchese di Saluzo non se impazi ; et yspano li ha dito, armando il re, li reali etiam inper avanti mandò alozar su quel di Monfera' lanze | grosserà l'armata, et etiam il re di Portogallo, non
1339 MCCCCCI, GENNAJO . 1340
perhò esso re di numero di velle, ma di valentissimi | nesi, et ducati 200 lasserà a la Zephalonia, per il
homeni etc. fabrichar ; et è quelli si dovea mandar al Zante. Item,
Intrò il colegio di le biave, perchè 'l bisognava, vol biscoto e vin, e aspeta la caravela, patron Zaneto
el bonus manchava etc.
Da poi disnar fo conseio di X con zonta di colegio etc.
A di 28 zener. In colegio, prima tuta la terra
era piena, si havia abuto letere da mar, et recuperato Coron etc.
di Muran, con biscoti ; e di Puia, à scrito, et non ha
risposta. Item, à rasonà col capetanio yspano di andar a Santa Maura, et spera im brieve finir, per esser
l'impresa facile ; poi andar versso la Prevesa et
Santa Maura, et principierà a mandar dextro modo a
disarmar le galie e nave; e aricorda si armi, acciò
pari mandi a renovar l'armada ; e questo per la
yspana. Item, è ritornà le do galie di Napoli di Romania, zoè quella di sier Nicolò Marzello, e il sibinzam, qual à preso 4 fuste turchesche, cazade fino im
Dilcapelanio zeneral da mar, date in galia, im
porto di l' arsenal, a la Zephalonia, a di ultimo
zener. Replicha l'aquisto di quella terra e castello;
lauda Alvise Muschatello, suo armiraio, et il concordio è stato col capetanio yspano e tutti, e nostri | porto di Sithines, et solum zercha 30 turchi vivi preseno; le qual fuste haveano preso una fusta di Legena, e quella hanno recuperato; et li rectori licentiono le galie preditte, per mandar li ambasadori a
la Signoria ; et ne dimanda do altre galie; et la comunità à mandà im Puia a comprar formenti e orzi .
Item, li diti oratori verano de qui, con le galie verano a disarmar. Item, manda l'inventario di le
munition trovade nel castello di la Zephalonia ; et
quello recevete da chi tolse ne l'aquisto. Item, la
hanno soferto assai Item, à electo sier Alvixe Salamon, sopracomito, in provedador de li per anni do,
con provision de ducati 40 al mexe, neti, e altre
condition, come à il provedador dil Zante ; et questa
è mior ixola ; el qual, libenti animo, aceptó tal cargo.
Item, in la rocha elexe per castelan, per anni do,
ut supra, sier Zuam Venier, quondam sier Francesco, era nobele su la galia di sier Andrea Bondimier,
con ducati X al mexe, et uno fameio ; e li meterà
bon numero di provisionati. Item, à electo capetanio | copia di le munition trovade nel castello dil Zonchio,
de l'ixola, ad andar per tutta e far la descrition di et li ordeni di la bataia, li quali sarano qui sotoposti .
le case e anime e animali, sier Hironimo Liom, di
sier Piero, con li modi à il capetanio di l'ixola di
Corphù, et per anni do. Item, à posto scontro al
libro di le intrade, Michiel Capsa, scrivan di sier
Daniel Pasqualigo, e za fo soramasser di sier Andrea
Loredan, olim capetanio di le nave. Item, à posto a
custodia di la rocha alcuni provisionati , con ducati
do al mexe, e li à dà paga di do mexi : et ne à trovà
numero 100; li altri non hanno voluto restar; et à
fato do capi, Antonio Valier, suo compagno di stendardo, e Zorzi Volzimonte, venitian, ch'era di le
lanze spezade di Gorlin, et uno stia in rocha, l'altro
in la terra ; etiam vi lasserà marangoni, mureri, di colonello. 521 taiapiera, favri e alcuni bombardieri. Item, scrive
si provedi in mandarli fanti, artilarie et monition, e
formento, meio e biscoto. Item, à compra alcune
cosse, erano in castello, tolte per spagnoli. Item, el
Danese non à voluto restar li in la Zephalonia, et
Jacomo Coltrin non è ancora zonto; e oltra li farà
veder quel castello, lo manderà al Zonchio, e poi a
Napoli. Item, al Zonchio à mandà la nave, patron
Piero da Liesna, con stera 500 formento, stera 100
orzo, 20 miera di biscoto, legnami , e li à ordinà lassi
li le artilarie soe, e vadi a disarmar, e lievi dil Zonchio le 9 ancore di le nave grosse si brusò, e le conduchi a Venecia. Item, li manda ducati 200 di tor1500, a di 24 dezembrio.
Ordeni de la bataia dada al castel de la Zephalonia, de tute le nostre zente, con le qual etiam
erano le zente spagnole. Eprima :
Da la banda de levante, al bastiom di Cestoni, erano
tuti li infrascriti, zoè introrono con el redeguardo :
Sier Hironimo Contarini, provedador.
Sier Hironimo Morexini, patron dil barzoto, capo
Sier Marin Dolfim .
Sier Polo Valaresso.
Sier Andrea Bondimier.
Sier Marco Antonio Contarini.
Sier Domenego Capello.
Sier Alvise da Canal.
Sier Fantin Memo.
Sier Sabastian Moro, patron di la barza armada.
Thomà Duodo, patron di nave armada.
El soracomito curzolam.
Piero da Liesna, patron di nave armada.
1341 MCCCCCI, GENNAJO. 1342
522
Da la banda di la cisterna erano questi :
Sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse.
Sier Piero Trivixam, capo di colonello.
Sier Andrea Foscolo.
Sier Alvixe Vituri.
Terzi che introrono in la terra.
Sier Francesco Arimondo.
Sier Zacharia Loredam.
Sier Antonio Arimondo.
Sier Andrea Marzello.
Sier Alvixe Orio.
Sier Pexaro da cha' da Pexaro.
Sier Daniel Pasqualigo.
Sier Bortolo Falier.
Sier Filippo Basadona.
Da la banda del spiron di ponente erano questi :
Primi che introrono in la terra.
Sier Marco Orio, capetanio di le nave.
Sier Cabriel Soranzo.
Sier Franecsco Pasqualigo.
Sier Anzolo Orio.
Sier Filippo da Canal .
Polo Biancho, patron di nave.
Marco Remer, patron di nave.
Francesco Feliciam, patron di nave.
Da la banda de tramontana erano questi :
Segondi che introrono in la terra.
Sier Alvixe Salamom.
Sier Marco Tiepolo.
Lucha da Segna, patron di nave.
Da la banda d'ostro :
El patrom de la nave andava in Alexandria, con
scalle numero 2.
Elredeguardo :
El magnifico capetanio zeneral.
Sier Polo Nani.
Sier Beneto Trum.
Sier Marin Barbo .
Sier Bortolo Dandolo.
Sier Alvise Contarini .
Sier Sabastiam Contarini.
Sier Bortolo Contarini.
La galia, che era di sier Silvestro Trun.
Zuam Matafari , zaratim.
Bernardo de Buchia, chatarin.
Molti de li sopracomiti erano amalati, et non
poteno venir suxo ; ma mandono tutti li suo' homeni
in campo, a le sue poste.
Munition trovade in el castello di la Zephalonia,
da la banda de levante, el prima :
Bombarde da reparo, numero 3, una era rota.
Bombarde e falconeti, pezi numero 10.
In la rocha, in la monition, pezi numero 7.
In la moschea, meio a refuso.
Chiodi picoli et grandi.
Pezi de sartie mal conditionati.
Baili, numero 2.
Meza cofa de sal.
In la monition, bombarde 7 mal conditionate.
In la cuba, meio a refuso, stera 200.
Chiodi picoli, zercha miera 2.
Pezi de tarozi e sartie vechie.
Badilli, numero 2.
Agudi mezani, zercha miera 500.
Ilem , ricevete da Marin, compagno di stendardo:
Una cofa con piombo e agudi, rotami, e una coſa
di formento.
Item, riceveteda uno altro :
Polvere, barili picoli, numero 11 .
Badili 8.
Salnitrio, baril 1.
Polvere, barili grandi 2 1/3.
Curazine da fante a pe' ....
Item, ricevete da Marco Remer :
Balote da falconeti 122.
Casse di veretoni, numero 1 .
Pichi 20.
Palli di fero grandi 21 .
Item, ricevete dal ditto ultra scrito : 522
Agudi grandi e feramenta coffe 1 1/2.
Piombo, pezo uno.
Solfere, casse 1/8.
Balote di passavolante ....
Ferali 4.
1343 MCCCCCI, GENNAJO. 1344
Lumiere 2.
Un zapom.
4magi pichi.
Forchade da bombarda 8.
Vergede fero.
Saponi 26.
6 pironi di fero.
Manere 6.
Item, da sier Bortolo Contarini :
2 trombe da fuogo.
Caenazo 1 .
Bozoladi da fuogo 10.
Lanze 25.
1 baril de salnitrio. Lanze 37.
Polvere, barili picoli, numero 4. Canoni 5.
Raxa, baril '/s. Lumiere 4.
Polvere in un albuol e una cassa.
Casse di freze, numero 2.
Item, Antonio Valier ricevete in la munitiom,
dal sopra scrito Contarini :
Trombe di fuogo, numero 2.
Baril uno, d' artificio da fuogo.
Salnitrio, baril uno.
Polvere, barili pizoli 4.
Rasa, baril '/s.
Polvere a refuso, in uno arbuol, e messa in una
cassa.
Item, a di 26, el dito ricevete da Marco Remer:
Balote di falconeti 122.
Da sier Fantin Memo :
Polvere, barili picoli, numero 11 .
Barili grandi 2 1/8.
Salnitrio, barili 1 .
Curazine da fante a pe', numero 3.
Casse de veretoni 1 .
Pichi da piera 20.
Palli de fero grandi 21 .
Agudi grandi e feramenta, casse 1/8.
Piombo, pezi numero 1.
Solfere, barili 1/8.
Balote di passavolante ....
Palli di fero 4.
Ferali 4.
Lumiere 2.
Zaponi 1 .
Magi pichi 4.
Bozoladi da lumiera 20.
Pironi di fero 6.
Trombe da fuogo 12.
Item, ricevete da l'armiraio :
Canoni di bombarde, numero 13.
Meza bombarda.
Badilli, numero 17.
Meza bombarda etc.
Di sier Marco Orio, capetanio di le nave arma- 523
de, date a di primo, ne la Zephalonia. Avisa come
con lui, a la posta del spiron, fono 9, et presso sier
Cabriel Soranzo, che za scrisse; quali si portono valentissimamente, zoè esso sier Cabriel Soranzo, sier
Francesco Pasqualigo, sier Anzolo Orio, sier Filipo
da Canal, sier Hironimo Zipicho, soracomito tragurin, sier Marco Remer, patron di nave Mosta, sier
Polo Biancho, patron di nave Priola, et sier Francecesco Felizian, patron di nave Malipiera ; et questi
fono li primi introno in dito loco, si che meritano
la gracia di la Signoria nostra.
Di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, date im porto dil Zonchio, a di 20 dezem
brio, in galia. Come, justa i mandati dil zeneral, si
parti a dì 9 da la Zefalonia, per venir li di note ; е,
per tempi cativi, convene andar al Zante, e de li si
levo 3 volte, e iterum li fu forzo, per tempi contrarij , tornar. Et a dì 17, con tempo fortunevole si levò, e quel zorno zonse li a hora 1/3 di note; parlò
con li soracomiti, sier Francesco di Mezo, sier Sabastian Tiepolo, sier Sabastian Marcello, e conferiteno
insieme ; e per esser l'hora tarda, quella sera non
andò in terra. E a di 18, da matina, andoe, visto
primo di fuora via dil castello il tutto, per poter proveder, e li fo dimostrate certe schale, dal lada da
terra ferma, per le qual si poteva andar fino a le
mure, e con piccola spesa si stroperiano e si faria il
castello senza periculo da quel ladi. Item, nel castello trovò sier Silvestro Trun, castelan, con li soi
provisionati ; e, visto il sito, dice è eterna voluntà si habi preso a quel modo. À quatro porte, avanti
l'intrar dentro ; e il castello à bisogno de gran fortification, et è nudo di vituarie e munition ; unde à
scrito al zeneral li bisogni, e manda l'inventario di
quello è in esso, et à scrito provedi, maxime di pan.
Il locho è importantissimo, et dove si potrà redur
gran numero di zente, come ha principiato molti
stratioti con le sue famiglie, e a la zornata a la zor-
1345 MCCCCCI, GENNAIO. 1346
523 *
di 4 dezembrio. Come è molti di non ha scripto ; et
a dì X dil passato ricevete letere di 12 septembrio,
di la diliberation fata di fortifichar quel luogo, e
averlo confirmato in governo di quello etc. Lauda la
diliberation, e suplicha si exequissa, e si mandi lo inzegner, murari e taiapria ; et referisse gracie di la
sua confirmation. Item, quanto a li fanti , Jacometo
da Novello è restato solo, la compagnia è disciolta,
fra fuziti et morti a la Zefalonia prima et a Modon ;
et ave licentia dal zeneral di partirsi. Item, el zenenata vano fuzendo ; e se fusseno vituarie, ne veneriano tanti. Item, acarezo e conforto quelli etc. fo
causa di dar il castello, e li soldadi e quelli di la terra ; lauda sier Francesco di Mezo, sopracomito, et
maxime uno suo nobile, sier Jacomo Salamon, di
sier Vido, qual fu di primi ne l' intrar dentro el castello, e stete nel castello continue, fino al zonzer dil
Trum, facendo le guardie, e quello achadeva. Item,
eri, a dì 19, mandò a le scalle 25 homeni per galia,
da ladi di tera, et fece murarle a secho, fin si potrà haver calzina, e vengi maistri a lavorar ; e à mandà❘ral lassò li provisionati 80 soto Alfonso da Fan, de12 homeni a netar le cisterne, et za è stà do netade; teli una paga, e tuti si partiteno avanti il compir ; et non mancherà di proveder etc.; à fato far la zerchaè restato solum con X. Moro Biancho à le sue page,
di biave e anime, come apar per la poliza, e à trovà 106; è ben in hordine de homeni, ma mal forniti di
in feri nel castello uno turcho, qual, al prender dil arme ; perho si proveda presto. Item, è solum barili
castello, se butó zo di le mure, e stete in una chie- 25 di polvere, il resto mandò al zeneral. Item, in
sia circha 8 zorni, e havendolo fato examinar, visto quella matina è ritornate do fuste di quel loco, state
era homo ingenioso e ben voluto, eri sera lo fece a scorsizar fino a Patras, e hanno conduto bon nuapichar ; e cussi farà di altri li capiterano ne le man. mero di animali porcini e pecorini, et uno greco
Da novo, per schiavi fuzidi da Modon e Coron, à, preso de li; el qual riferite non esser più numero di
esser in Modon circha 1000 turchi, di li qual è 300 | turchi in la Morea, di cavali 4000, quali sono con el
asapi, e tuti sono mal contenti, per il prender di que- flamularo di la Morea a Nicli , a presso Napoli di
sto castello, e hanno pocho da viver, e le cisterne | Romania, per veder di obviar il passo a li stratioti
sono tute sporche, e hano pocha aqua, e a la zornata qualcheuno fuze, e a Modon è 4 fuste non armade, e non è venuto alcun navilio di vituaria, nè
altro. Item, a Coron turchi esser in rumor, e haver
cazado fuori di la terra tutti i coronei, per dubito
non fazino come quelli dil Zonchio, e credessi i manderano tuti i christiani fuor di la Morea; e dicono il | 500 turchi ; e, se li capetanij fusseno andati, de certo
bassà di la Morea esser a Santo Helia, lontam de qui
meza zornata, con cavali 500; e si rasona vol far
qualche aparato, per venir ad expugnar quel castello
dil Zonchio etc.
Dil dito proveditor, di 23. Come non cessa di
proveder, si in mandar brusche per far repari, come
in mandar homeni per far netar le cisterne etc.; ma
questo è di gran importantia, quelli griegi, stevano
in castello avanti el si tolesse, si chiamano mal contenti haversi dado; dicono meglio stevano soto turchi, perchè potevano lavorar le possession lhoro, e
horra non pono nè pur ussir fuor di le porte; à
scrito al zeneral di questo, e de facili potria seguir
qualche gran inconveniente ; aricorda fosseno mandadi al Zante, e il locho staria securo. Item, il basså
di la Morea fa grande asunanza di vlachi e altre zente ; si dice voleno vegnir a expugnar quel castello ;
lui farà provisiom, bone guardie etc. Noto, in la poliza di la descrition di le anime, par
siano in tutto numero
Dal Zante, di sier Nicolò Marzelo, proveditor,
I Diarii di M. SANUTO. Tom III.
1
di Napoli, in caso volesseno ussir a' danni di la Morea ; e di diti stratioti è fuziti molti, e andati a star
con turchi . Item, che quelli di la Morea, visto l'unir
l'armata yspana con la nostra, stano con grandissimo teror, e suspetano non se redugano a Patras, o
ver a Modon ; e aferma a Modon non esser più di
l'hariano abuto. Item, ozi è zonto li al Zante 3 schirazi, con vini di Candia ; dicono che velizando eri di
fuora via di Sapientia, hanno visto do velle latine
intrar in Modon ; judicano esser do schierazi turcheschi, che li ſo ditto a Malvasia che erano passati cargi de cebibo, fige et altre cosse, per dicto luogo
di Modom etc.
Da Corfù, dil baylo e proveditor, di 26 dezem- 524
brio, replichata, el di 3 zener. Come in quella hora
era zonta la galia, sopracomito sier Alvise da Canal,
venuto infermo, con letere dil zeneral, qual subito
le ha expedite per via di Otranto. Eri ricevete do
nostre; una, zercha il retenir di letere dil zeneral, si
scusano non esser vero. Item, per le fuste di la Valona si provedi a le galie di viazi vieneno, e armi
gripi per incontrarle ; unde, licet quella camera sia
povera, anno spazato uno gripo al capetanio dil col- pho, a dirli se nutrichi tra Durazo e Dulzigno, с
avisarli dil tutto, et acompagni quelle. Item, eri spazono e tien le letere directive al zeneral. Item, per
uno citadin, venuto da Santi 40, dice haver parlato
85
1347 MCCCCCI, GENNAJO. 1348
con un fante di Mustafa bei, bassa di la Valona, di
nation calavrese, et fo a Lepanto ragazo di Marco da
Navara, qual dice, che a la Valona è solum fuste 5,
e di la Vajussa non fono trate alcuna galia, e a la
Valona è solum 5 fuste, et il signor turcho è in Andrinopoli, perchè in Constantinopoli hè grandissima
peste, et ha mandato comandamento al ditto bassà,
che a la Vajussa fazi fabrichar galie tre grosse, e con
la compagnia sua el debi star in hordine, per cavalchar suso fin harà l' altro comandamento ; et seguita
alcune parole, qual fono depenate, per esser cosse
dil conscio di X. Item, mandano essi rectori il conto | meni 46, et a dì 5 li mandono a li pedagni di Branda cara 160 e più. Item, avisa merchadanti fariano
far biscoto a miera 80 al mese, ma voleno ducati 5 524 *
de carlini per spesa per caro, dove li a Trani paga
solum ducati 4 et un tari, et ulterius bisogneria haver
la trata di essi biscoti, e tuto veria a uno precio, per
esser de li avantazo nel pretio dil formento. Item, à
ricevuto letere dil zeneral, vol biscoto ; lui manda
quanto el puol.
Da Molla, di sier Hironimo Pizamano, governador, di 13. Come, per haver in le man l'orator dil
turcho, armò de li una fusta et uno gripo, con hodi la fabricha dil mexe, sperano presto ultimar le
fabriche, ma voleno danari ; e, compite, la terra si
potrà poi biastemar; et è compita la scarpa de verso
el porto, contigua al torion di l' armiraio, e sperano fra sei zorni compir etiam dito toriom. Item, li soldati de li non pono viver, e li hanno dato 1/3 paga.
Item, quelli provisionati di castelli non voleno star ❘ tempo fato, a horre 22 diti oratori si levono, et tradizo, per haverlo etc. Et inteso si dovea partir da
Rocha, si messeno in mar ; ma la fusta con li oratori
prediti, lontanata da tera mia 30, scoperse certe
velle; e, dubitando, tornò a Rocha, e li nostri navilij steteno quella note in mar ; et il zorno, per il tempo,
li fo forzo tornar a li pedagni. Et a di 27, con un
versorno a la Vallona, e a l'alba la fusta intrò in la
Valona, e il gripo sul qual era mule 5, che 'l re mandava al signor turcho, con altri presenti de pani di
per non haver danari; per tanto à scrito a li capi di X, li provedi. Item, non hanno più formenti ni bi- scoti. Item, hanno spazà Zaneto di Muran e un schirazo, e carga la galia Vitura bastarda, e tolto li bi- ❘ seda e di lana, etiam intrò ahore 22; e, si le nostre
scoti di castelli, e mandati in armada etc. galie erano a la vardia, non intrava. Et, a dì 29,
quelle galie ritornò al Sasno, erano state a Durazo ;
et ha inteso esser stà cavata una altra galia di la Vajusa, sì che a la Valona sono do galie et 5 fuste, et
una d'esse è la galia pagana. Dice quello à far dil
contrabando di quel da Pexaro etc.; aricorda la sovention di quel bombardier. Item, scrive di salnitrij
cargati miara 3 per l'arsenal nostro.
Di Otranto, di 4. Scrive zercha l'orator dil turcho, ritornato di Napoli a la Valona, sopra un gripo
di un corfuato, nominato Dimitri Zaleti, da Corfù.
Essendo el dito a Rocha, za un mexe, per il vize re
da Leze li fo fato tuor el timon e le velle dil gripo,
e retento im prexon, fin la venuta di dito orator,
qual andò col gripo a la Valona; e poi esso patron
fu lassato, et par sij per vegnir un altro ambasador
al re, fin pochi zorni. Item, ha di novo, per letere
dil signor di Rocha, di do ; ha che di la Vajussa erano cavate do galic, et più ne hariano cavate, si non
fusse le aque erano basse, et a la Valona è do galie Lazaro Padoano, hebreo, a dì 3 zener 1501 ,
et 4 fuste. El sanzacho è versso Corfù, e a la Valona | constituido in secreto davanti el magnifico gover- è restato el vayvoda, con pocha zente, per vardia.
Da Trane, di 18. Zercha biscoti, e a dì 13
mandò al rezimento di Corphù, per la marziliana de Marchexin Corteler, da Venecia, formento stara
1690; e, trovando uno navilio, manderà il resto fin
2000; e, a dì 14, spazò con biscoti miara 120 una
caravela per l'arma' , e fa zerchar uno altro navilio,
per farlo cargar di bischoti. Item, molti navilij intende
è periculadi. Item, justa i mandati, non lasserà trar
più a' catharini formenti, senza pagar la trata. Item,
si proveda di haver la trata, volendo biscoti ; et li
oficiali regij non lassa vegnirne, e a la fiera, l'anno
passato al zorno soleva vegnir cara 150, non è venuti in tutto cara 8 ; ca Barleta , tal zorno è andatı
Da Trani, dil governador, di 4. Manda una depositiom abuta da uno zudeo, habita a Barleta con
moier e fioli, venuto noviter de' turchi, et la copia è
qui soto scrita.
nador, disse come za mexe uno et mezo se ritrovava
a Salonichio, dove l'intese l'armata dil turcho esser
andata a Constantinopoli, e tirata in terra. E, partido
da Salonichio per alcune soe facende, andò a trovar
el signor turcho, el qual vegniva con lo campo da
Modon, et trovolo de là del Vardaro 30 miglia,
versso el Ziton ; dove, habiando trovado esso signor
turcho, per spazar uno suo memorial stete in campo
ben zorni 4, et li in campo, per bona via, intese, el
❘cussi dice esser la verità, come el signor turcho haveva mandà a Trabisonda, per far vegnir calaphati
per conzar l'armata a Constantinopoli. Et altre parole
intese li in campo, come el signor turcho questo
auno voleva far velle 400 grosse, et meter X ho
1349 MOCOCCI, GENNAJO.
1350
meni, boni marinari, per una, et lo resto asapi et ja- palandarie, coverti come barbote, con assai bomnizari valenti homeni, et star forte questo anno sul
mar. Et vete el signor turcho cavalchar suso uno
cavallo molto abieto, et esso signor turcho era molto
aflicto in vista, con una barba negra tenta, perchè | digando che erano za più de mexi 4, che non havebarde; et li prediti homeni, da 40 in 50, le guardano ; tra li quali sono zercha X christiani renegati
da pocho tempo in qua, li quali erano desperati ,
vano habuto danari, et stentavano, et stevano de
malissima voglia. Domandato se de li a Salonichio
erano nostri merchadanti, rispose come de li se ritrovava uno missier Zuan Alvise Pisani, et uno mersoleva haver alguni pelli canudi, molto colerico et
appasionado ; et avanti de lui, et anche da drio, cavalchando faceva menar cavalli bellissimi, et haveva
gambelli da zercha 6000 quasi lutti vodi, et ancora
haveva charete 36 de rode 4 l' una, tirade da cavalli | chadante bergamasco, a li quali, avanti el vegnir del
4et 6 per una, tute coverte de scarlato ; e suso esse
carete feva condur una dona per una, le qual erano
de esso signor, molto ornate ; et per soa stima erano
con lui da persone 1600 milia (sic) ; et tuti li janizari
525 et asapi erano andati avanti de lui. Et, spazato da lui ,
el ditto Lazaro ritornò a Salonichio, dove expedite algune soe facende, et se parti per vegnir de qui et
andar a Barleta, dove ha la donna soa et fioli. Et
zonto a la Valona, che ozi sono zorni 16 che se parti
da la Valona, vite che li se ritrovava fuste 5, et la
galia pagana, et uno schierazo dil bassà ; et domente stete lì, andò a la Vajussa, dove vete esser galie
grosse 30, et 4 altri legni grossi mastinazi, et tute erano in aqua, et fornide de remi et de ogni cossa.
Et ritrovandosse a la guardia de essa armada uno
turcho a Modon, li erano stà tolli da zercha 70 milia
aspri ; et passando el signor turcho, comparse li
dicti merchadanti, e fonno depositadi dicti danari ,
et cussi erano fin al suo partir d'esso Lazaro. Et
ancora intese, che missier Andrea Griti, con li altri
merchadanti, erano stà retegnudi al Scutari, de la
Pera cercha miglia 6.
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadin, conte el ca- 525
petanio, di 9. Come per molte vie è avisato, Schander bassa in Verbosagna haver asunato gran hoste,
da persone zorcha 9000 a pie' et a cavalo, et alcuni dice dia vegnir a Lavrana, altri a Nona ; a tutti à
serito stiano con bona custodia, et forsi potria venir
in quel contado; starà atento etc. Ma la cità è dil
tuto mal in hordine de stipendiati, munition, artivayvoda con 400 asapi, scrisse al sanzacho, el qual | larie et polvere ; e la camera poverissima, li dacij
venuti a mancho, e dil sal non si traze 0 ; sì che si
provedi di danari per quelli stipendiati ; et la compagnia di Polo da Gandin, è 9 mexi non ha 'uto danari, eri ricevete un gropo, non satisfa a pagar la
mità di lhoro debiti ; il credito è perso, non hè chi
li daga in credenza ; perho si proveda, et si expe
dissa l'orator di quella comunità, e conciederli la
era lontano de li infra terra da zercha zorni 3, che
dicti asapi erano homeni villi, et non meritavano
haver soldo, et ce poria far de mancho de essa spesa.
Et lo sanzacho scrisse , li dovesse cassar, et fesse como pareva a lui ; et cussi li cassó, et solum messe
homeni 40 in 50 a la dicta guardia de essa armada,
et che, benchè esso sanzacho sia zenero del signor
turcho, tamen, per quanto intendeva, era alquanto ❘ trata dil sal per la Marcha e sotto la montagna, acció
in disgratia dil signor turco, per non haver fato el
dover suo questo anno, in far cavar ſuora l'armata
di la Vojussa ; et che siando de li a la Vallona, esso
legato vete che 'l vayvoda, el qual è de casa Zurlo,
tre volte cavalcho a la Vajussa, con molta zente de
la Valona, per cavar fora parte de essa armada et
condurla a la Valona, non siando algunode la nostra
illustrissima Signoria a la guardia de la Vojussa, nè
anche al Sasno ; et non trovando esso vayvoda, salvo
palmi 4 in circha de aqua a la bocha de la Vojussa,
non potè trazerle ; et questo per esser stå gran
pioze, et haver portà gran teren in la fiumara a la||
bocha. Et che essi turchi dicono, che al disgiazar di
le neve, la bocha se largerà, e le trazerano, che
alhora se fa aqua assai ; et siando l'aqua grossa,
ponno insir 4 galie insieme fuora, et che, a la bocha
d'essa fiumara de la Vojussa, sono do legni, como
si possi trar qualche danaro. Item, vol 50 gradize.
Item, à per uno nobel di Corvatia, à parlato con
uno castelan di uno castello dil turcho, qual li disse,
el signor turco si mette in hordine, e fa grandissimi preparamenti contra la Signoria ; e li fo ditto :
Che poralo far ? La Signoria ha il papa, il re di
Franza, di Spagna, l'imperador e l'ongaro. E lui
rispose: L'ongaro non haverano mai, perchè per
un ducato li promete la Signoria, el mio signor li
darà 4.
Da Trad, di sier Polo Mulipicro, conte, di 17.
Come scrisse havia certo, turchi era per vegnir
a' danni di quelli contadi ; unde fè saper a tutti, e fè
far le vardie sui monti, e trar schiopeti , vedendo ;
e cussi dal castello di Monte Zoilo, posto sopra uno
monte altissimo, fè nota fin a Traù, et mandò a dinotar a tuti li villani la venuta di ditta hoste, e do-
1351 MCCCCCI, GENNAJO. 1352
Polo Chatichio, avisa di tal adunation di Schander.
Item, una letera di sier Alvise Sagredo, castelan a
Lavrana. Par el vayvoda Coxule li habi dito, che, si
vien turchi, alozerà col campo in quel teritorio di
Lavrana. Item, li provisionati, sono de lì, non si vol
mover, e più tosto voleno esser taiati a pezi, ma ben
voleno danari da poter viver. Item, domino Zuam
Tetricho, cavalier, come à 'buto da Coxule, che il
conte Piero de Marigna, qual si à scosso per ducati 1200 di man di turchi, li scrive da Ragusi, di 8,
come sopra Bosagna si fa gran adunation di turchi ,
per vegnir nel conta' di Zara e Sibinicho, e, a la tornata, voleno dar bataia a Sivu et Cucivo, lochi di la
majestà dil re di Hongaria.
vesseno redur robe, fameglie e animali a le forteze | tera abuta di Nove Gradi, di la consorte de sier
et insule. Et a dì 15 have dal vice conte di Clissa,
soto il re di Hongaria, dita hoste dover vegnir a' danni etc. E tandem, a dì 16, a 1/2 terza, veneno, insalutato, su quel contado, da cavali zercha 1400, benis- simo in hordine ; e si non era le vardie su li monti,
qual die noctuque stanno, che treteno schiopeti, e il
caporal con alguni homeni posto in castello Zoello predito, qual trete bombarde, et li villani restati in
le ville ebeno tempo di asecurarsi, e dicti cavali
1400 passono a lai del monte preſato dil castello
Zoello, e andono a brusar certe ville di l'episcopato
tragurino, e li villani, per il trar dil castello, za si
haveano reduti a uno principio de castello, fato a la
marina per el reverendissimo domino Francesco Marcello, episcopo tragurino, con tute le lhor fameglie e bona parte di animali. Et ivi ozi dicti turchi a
nona fono per darli bataia, et lui conte subito ge
mandò, con barche, homeni e artilarie, et lo episcopo
andò im persona, adeo essi turchi nulla nosete a ditto
castello ; per tanto voria schiopeti et polvere, acciò
possi dar ajuto a quelle forteze.
|
Di li ditti rectori, di 19. Avisano di la coraria
fata per turchi nel conta' di Traù, e Schander si
prepara venir molto potente; mandano una letera
abuta dil castellan di Lavrana. Item, aspetano soi exploratori ; aricorda se li provedi di danari. Item, la
letera di dito castellan, sier Alvise Sagredo ; e una li
scrive Coxule, come li turchi robano el conta' de
Traù, e sono tornati su quel di Sibinicho, e hanno
corsso domenega e luni, et la hoste di Bossina è
| aparechiata ; e per questo fazi li homeni se guardano ; et è soto scrita : Paulo Sterbaz Coxole etc.
Dil ditto, di 18. Come da poi che eri dicti turchi, poi nona, partino dal castello di lo episcopo, da
cercha cavali 300si messeno in arguaito, e lassò animali in abandon ; e alguni villani temerarij andorono per tuor essi animali, et quelli turchi posti in
arguaito, li messe di mezo, e li preseno, e fono da
zercha 30. E in la note supravenente, dicti turchi | Francesco de Galelis, quali exposeno le calamità di
dormiteno soto el castel di Zoel, mia uno lontan dil
Veneno dentro in colegio do oratori di la comunità di Zara, nominati sier Cresole de Zedolim et
526 castello ; et ozi da matina diti turchi se levorno, e
se redusseno oltra dil castel Zoelo mia zercha 4, con
demostration de volerse in tutto partir. E alguni
murlachi zoveni, erano fra li monti ascosi, subditi
di la Signoria nostra, per voler recuperar animali, ❘ scorsizar, per tanto si provedi a le fabriche di la cità,
quella povera terra ; patido 4 incurssion, peste et
carestia, e non hanno più di viver ; perhò voleno
morir soto l'ombra di la Signoria nostra, e voleno
in ogni caso far come Modon, e non chome Coron ;
et Schander bassà vol venir a tuor forsi altro cha
compir il barbacham a Nadino ; item, a Lavrana,
dove nel borgo è pericolo per non haver di viver,
et Nona, et Nove Gradi ; et primo, voleno trata di
creteno li turchi fusseno absentadi, e andati, essi turchi messeno di mezo essi messchini, et li preseno,
che son stà da zercha 24 vilani ; e iterum turchi
tornono ad alozar oltra il castello mia 4, et ivi dor- | formenti di Puia ; item, si lievi il soldo per staro dil
miteno questa note passata. Et la precedente esso
conte mandò socorsso de homeni et artilarie al dicto
castello Zoelo, dil qual nulla dubito. Et dil successo
di dicti turchi per altre darà aviso.
formento intra etc.; item, vini non possi vegnir li,
acció possino vender li lhoro vini. Disse el beneficio
si havia di Zara di 3 galie ordinarie; et alias, di quel
contado, missier Vetor Soranzo e missier Jacomo
Da Zara, di 14. Dil' adunation fa Schander | Marzello, zenerali, interzono l'armada ; hora è dibassà in Bossina, perho aricorda si mandi danari sfato tutto. Item, presentono li conti, et si proveper li fanti etc. Item, manda una letera li scrive il ❘ di etc., con molte parole, dicendo : Havemo un libro ;
conte di Sibinico, di 13. Che Schander bassà con vobiscum vivendum et vobiscum moriendum. Et per 526
exercito grossissimo intende passar per la via di so- il principe li fo risposto, non dubitasseno di alcuna
pra ; non se intende dove sia per andar. Et prima, ❘ cossa, perché Zara è il cuor nostro, et al bisogno,
per letere di 7, avisa dia andar a Lavrana ; e da Ra- non solum se li inanderia zente armata etc., ma angusi ha, dia venir a Nona. Item, mandano una le- I deria im persona, sì che per niente temano di far
1353 1354 MCCCCCI, GENNAJO.
quello feno Modon. Et cussi li comesse a li savijai | Sier Antonio da cha' da Pexaro, quondam sier
ordeni, cometendoli presto expedirli ; et in questo
zorno instesso li aldissemo et spazassemo.
Francesco 93
Da Feltre, di sier Antonio Morexini, podestà et
capetanio. In risposta di soldi 5 per campo; in conclusion, quelli fidelissimi sono contenti, et pagerano.
Da Vicenza. Per niun modo non voleno pagar,
dicendo non poter.
Sier Marco Loredam, quondam sier Antonio,
cavalier, procurator .
99
Sier Zuan Morexini, fo soracomito di galia grossa, quondam sier Orssato 101
Da Verona e Brexa. Come una comunità si
varda l'altra, chi prima manderano oratori, o ver
contenterà.
Da Chioza, di sier Piero Gradenigo, saliner, di
eri. Dil zonzer di la rezina li ; la honoroe etc. Era
con lei tre oratori, Spagna, Napoli et Ferara ; e
cussì è partita col disnar in barcha, per andar versso
Loredo. El podestà de Chioza è qui amalato.
In questa matina fo balotà molti mandati, si di
stratioti di Friul, di Dalmatia, di provisionati di Puia, sovenzion a li castelani vanno im Puia, credito di
nave brusade, di caravelle, compimento di la expedition di Schandarbecho.
Da poi disnar fo pregadi. Il colegio non fu, et fo balotà el scurtinio di sopracomiti, et rimaseno
questi notadi qui soto.
Adì 29 zener. In colegio intrò il colegio di le
biave, per far certo marchado di formenti e biscoti,
per la via di sier Antonio da cha' da Pexaro, quondam sier Lunardo, a Trani ; e fo concluso, et intravene il romor.
Vene l'orator di Napoli, al qual li fo dimandato la trata, et pregato scrivi al re, e li biscoti si trazi
di Puia. Ditto, faria.
Vene l' orator di Franza, et si corozoe per certo
priora' di Zara, voleva per uno suo prete, et si alterò assai etc. Et poi il principe li comunicho letere
di mar, e pregato scrivi al roy, perseveri in far
l'armata etc. Disse, faria ; tamen si parti sbufando.
Da Trevixo, dil podestà et capetanio. Come per 527
persuasiom fate a quelli citadini, non li à valso, che dicono non poter suportar, et esser nel trivixan
campi do miliona etc.; e cussi hanno electo 4oratori, domino Alberto da Unigo, domino Zuam Tire- ta, domino Zacharia di Renaldi et domino Zuam Di Ravena, 4 letere dil podesti, di 25. Prima,
in risposta di soldi 5 per campi, quelli si doleno esser
grande angaria, voleno chiamar il suo conseio; per | Antonio de Provin, doctor, et verano de qui.
l'altra, il ducha Valentino è a Cesena a piacer e li
fanti a Forli, et a dì 21 ussite di Faenza cavali 200
lizieri, e corseno in la valle, e feno gran butini, et
Vitelozo con cavali ..... et fanti, si reduse a l'alta,
et veteno menar via el butino, e non li bastò l'animo
di venir a reschatarlo. Item, a Faenza si fa assa' provision, et sono di constante animo di tenirsi etc.
Rimasti sopracomiti im pregadi, balotadi
numero 142, passò solum X.
Sier Andrea Bondimier, è sopracomito di galia
grossa, de sier Zanoto 79
Sier Polo Querini, ſo sora gastaldo, quondam
sier Andrea, da Santo Anzolo 106
Sier Marco Gradenigo, fo patron di nave, quondam sier Zusto 91
Sier Hironimo Morexini, è patron dil barzoto,
de sier Nicolò
Sier Hironimo Zorzi , quondam sier Andrea, da
San Marcuola .
Sier Panfilo Contarini, el grando, quondam sier
Francesco
Sier Silvestro Orio, el 40 criminal, quondam
sier Hironimo
.
98
Da Padoa, di rectori. Chome hanno iterum persuaso quelli citadini a voler pagar; et, chiamato el
conseio, domino Hannibal Cao de Lista parlò, dicendo si dovea tollerar ; tandem O feno, e li oratori
è venuti qui.
Di Cadore, di sier Zuam Navaier, capetanio.
Come, ricevuto la parte di soldi 5 per campo, quelli
fonno contenti ; et cussi pagerano etc.
Da Cerigo, di sier Sabastian Balbi, castelan di
Ostro. Che nara le condition di quella ixola e саstello, e si provedi, aliter sarà in gran pericolo.
Da poi disnar la Signoria dete audientia, et colegio si redusse a consultar.
DiHongaria, vene letere, per via di Segna, di
sier Sabastian Zustignan, orator, date a Buda, a di
2 et 4, qual manchava a zonzer. In conclusiom,
come el reverendo sermiense si havia dolesto, per
nome dil re, la Signoria stava tanto a risponderli,
et era delizato ; et l' orator scuso. Item, è zonto, a
84 dì 30, lo episcopo caliense, legato, stato im Polonia.
Dice dil danno seguito per tartari, qualli hano me103 nato via anime 300 milia, ch'è cossa incredibile ; et
al tartaro è uno orator dil re di romani. Item, li à
104 dato el jubileo e cruciata, et è stato im Prusia ; à
1355 MCCCCCI, GENNAJO. 1356
fato quel general maistro e bon acordo con ditto | questa infine è la sua conclusione. Poi intrò zercha
re di Polonia. Item, di oratori di Polonia va in
Franza etc.
Faenza, et che monsignor di Trans non era sta
admesso per faventini etc.
Dil ditto, di 4. Come ditto legato è stato dal re Dil ditto, di 24. Come ricevete nostre letere
a referir quello à fato im Polonia, e il re si à dolto di 19, in materia dil brieve mandò per le decime ;
esser delizato etc., e vol mandar li danari dil jubileo | et perchè a lui li par bon e basta, perhò lo à fato
e cruciata al papa etc. Item, à mandà do oratori al
re di romani, si dice per exortarlo a l'impresa contra il turcho, e à spazà uno corier in Franza, che li
oratori soi e di Polana si parte.
far, et mandolo de qui, et è a suficientia che s' intendi ultra ordinarias ; et è lo episcopo di Treviso
e quel di Limissò, e non si dice nome ; quanto al
cardinal di Modena e Capua, farà l' oficio etc. Item,
ozi era intrato in Roma il cardinal Santo Anzolo ; li
dirà di le decime etc.
Item, è l'orator dil turcho ancora li, e il re à rimesso andar in Moravia, e à da libertà a quelli baroni, veder le zente di Boemia, Moravia, e Slesia. Item, Di Napoli, di l'orator, di 17. Come il re da
il legato par habi praticha di maridar la sorela dil| Pozuol li mandò a comunichar, esser letere di la
re, qual sta con la madre dal ducha suo fratello, nel | fiola Cerlota, è in Franza, a li soi oratori a Liom,
ducha di Savoia, et lui è im praticha di tuor la fia come il re suo padre era incluso in la trieva, fata
dil re di romani, ſo principessa di Spagna, sì che 0 ❘ col re di romani, et per tanto li mandava a comunièseguito.
Da Udene, dil luogo tenente. Zercha le raxon
ditte per quelli castelani e citadini, non poleno pagar l'angaria di soldi 5 per campo, et si scusano
assai ; tamen non hanno electo oratori ancora.
Adi 30 zener. In colegio, poi leto le letere, intrò il colegio di le biave per far certa compreda, e
per li biscoti de Puia ; et fo scrito a l'orator a Napoli
toglij le letere di 1000 cara e dimandi il resto.
char, perchè sapea era stà opera di la Signoria nostra,
et era stà mandà a dir a li soi oratori, vadi a Burgos, che li farà perlongar il salvo conduto ; tamen,
per la via di Alemagna non z' è 0, et il re fa provision di danari, chi dice per mandar a Lion li scudi
20 milia, per il matrimonio di la fiola, altri per po- ter proveder, venendo il re, a l'impresa. Item, si
aspeta uno Francesco da Cosal, fo alias orator dil signor Lodovico, qual vien per nome di missier
Zuan Jacomo Triulzi. Item, lo episcopo di Nolla,
orator dil papa, è zorni 4 zonse de lì , è andato a
Pozuol dal re, chi dice è venuto per il ducha di Gravina, chi per le cosse di Orssini. Item, el signor Pro- spero è zonto qui, e andato dal re. Item, dal'orator yspano non si ha 0 ; à 'buto letere di Spagna, è ocu- pato a trazer la zifra ; et si ha di domino Antonio
Zenaro, è orator in Spagna, come la raina madre ritorna ben satisfata da quelli reali, et zercha il maDaRoma, di l'orator, di 19. Come ricevete nostre di 13, zercha la cruciata e il brieve il papa vol
poner in le nostre terre etc. Eri fo concistorio, et ozi il papa è stå travagliato per le cosse di Romagna,
e dice spende al mexe ducati 20 milia, e dubita di l'andata di monsignor di Trans. Item, uno nontio di fiorentini à ditto haver letere, il cardinal Roan
aver ditto, el papa voler el dominio di Romagna,
e far il fiol re di Romagna, e meter Piero di Me- dici in caxa. E il papa disse non era il vero ; ben| trimonio di la fiola nel ducha di Calavria. Item, é
havia ditto, voler recuperar le terre di la chiesia.
Et lo episcopo di Voltera, orator fiorentino, parlò
altamente ; questi non era li muodi haver fiorentini a sue voglie ; et a Roma si dà ducati X a dar ducati 100 quando il ducha sarà re di Romagna. Item, el
cardinal di Napoli e Rechanati non è li, perhò non
si fa concistorio in materia dil turcho. Item, el cardinal alborense, va legato in la Marcha, à tolto licentia ozi, et doman partirà per la sua legatione etc.
Dil dito, di 20. Come fo dal papa, e li disse omnia di la cruciata, pregando li danari si spendi
per la Signoria nostra ; et ait multa verba. Il papa
disse haver dato le decime, e vol questa cruciata e
jubilco sia, e li danari vengi a Venecia, da esser spe527 si solum contra il turcho, e vol sia in nome sua ; et
zonto li, con una nave, uno zenocse, fiol dil podestà
è a Syo, qual è zorni 24 parti da Syo ; dice si dubita l'armada dil turcho non vadi lì, e molti zenoesi
si parte ; et questo perchè, quando li fo manda il tributo, il signor lo mandò a presentar esso podestà di tapedi etc. , che mai è asueto di far ; e per tanto
dubitano assai.
Di sier Marco Cabriel, olim castelan di Modom,
data a dì 21 octubrio, in Castel Nuovo di Mar Mazor, dove è li merchadanti nostri. Scrive breve e
malla letera, di la perdeda di Modon non narra, e,
di le opere sue, sempre si fatigò etc. Ave do feride,
et una soto l' ochio, non varito; dubita sia infistolida, et ogni 8 di vien medichado ; per tanto suplicha,
di quello dia haver, la Signoria li voglij proveder
1357 MCCCCCI, GENNAJO. 1358
528
et mandarli qualche danar, o per via di fiorentini,
zenoesi, anconitani e Coresi. Item, aspeta il signor
a Constantinopoli et similia ; di novo O dice, e la
mansion è di man, come fo cognosuta, di Francesco
Aurelio, era canzelier a Modom, sì che se intese esser
vivo.
Di sier Valerio Marzello, soracomito, fo leto una
altra letera longa, drizata a so fradelli. Nara quello à fato; è per ducati 1200 di taia ; suplica che la Signoria l'ajuti etc.; et etiam ivi è sier Andrea Balastro, fo camerlengo di Modom, videlicet, questi di soto, e li merchadanti di sora, zoè el Griti e altri ;
et dite letere vene per la nave di Coresi, venuta
carga de zebibi, et ditto sier Valerio si lauda molto
di sier Pantaleo Coresi, qual, zonto lì che l'era pre- xon su l' armada, li dete uno matarazo, lo vesti e li
provete con tanto amor, che nihil supra.
In questa matina fo spazà letere in Franza, debi
exortar il re a far l'armada, e mandarli li sumarij, et
soliciti sia presto. Item, per un' altra letera avisarli , la nave Pantiera, dil governador di Zenoa, esser
partida, va a' danni nostri ; perhò soa majestà provedi etc. Et ſo scrito etiam a Milam et a Zenoa, al
governador, di questo.
zonzer avanti ; è stà tre di in uno porto, per fortuna. Item, el capetanio non era li, ma mia 15 lontam, a uno castello chiamato Drobovaz, et che de li intorno è il morbo, maxime a Brigna e Xagabria,
et dal suo locho tenente fo ben ricevuto ; et fin 3
zorni si partirà ; convien comprar per lui do cavalli,
et starà zorni 13 a poter zonzer a Buda, convien
slongar do zornate, per non andar per lochi infetati ,
et passerà per il castello, dove è esso capetanio di Segna. È da saper, ditto orator è stà assa' zorni etc.
Da Liesna, di sier Francesco da Molin, conte,
di 12. Come mandoe un navilio con alcuni legnami
a Cataro, e dil nollo non è stà pagato ; quella camera è povera, apena si pol trar da pagar lui, retor,
il castelan e le guarde dil castello ; per tanto la Signoria voi satisfar.
Di Spalato, di sier Hironimo Baffo, conte, di 3
fin 7 et 15. Il sumario di le qual letere, sarà notade
qui soto, per esser assa' cosse.
Da poi disnar, licet fusse el di de SanMarcho, fu
gram conseio, e ſo ſato retor e provedador a Cataro, sier Sabastian Contarini, fo sora le camere, quon- dam sier Alvixe, in luogo di sier Zuan Paulo Gradenigo, revocado hessendo in rezimento.
Item, al capetanio zeneral, di tal nave, e debbi Item, davanti la Signoria fo certa diferentia, che
proveder come li par ; et per una altra letera, dil li consieri voleano meter per parte, di dar le tre quapartir dil cardinal per Hongaria, e l'orator nostro ;
dil papa, vol armar, e dil re di Franza, fa potente
armata. Item, nui, di l' expedir dil signor Schandarbecho col provedador per Albania etc.
Da poi disnar fo conscio di X con zonta di colegio, et fo il principe præter solitum. Et fono fati
cai di X, per il mexe di fevrer, sier Francesco Falier, refato, sier Lucha Zivram, fo consier, e sier
Marco Sanudo, fo avogador.
Adi ultimo zener. In colegio vene l'orator di
Franza, e mandati tutti fuora, li fu ditto certa provisiom fata eri nel conseio di X, per sua cossa particular; e poi, chiamato dentro il colegio, li fo comunichato le letere si scrive in Franza, e di la nave di
Zenoa, ussita, si dolse assai.
❘rantie a expedir sier Alvise Marzello e sier Andrea
Baxadona, capetanij, erano in prexom, atento il gran
conseio non si reduseva. Et a l'incontro sier Nicolò
Michiel, procurator, olim avogador, e sier Polo Pixani, el cavalier, dicendo voleano compir di menarli,
et expedirli in gram conseio ; et cussi nulla ſo messo.
Et ussite ozi di la bancha tre consieri, sier Baldisera
Trivixan, sier Lucha Zen et sier Zuan Morexini ; e
li cai di 40 e la quarantia criminal ussite.
In questo conseio fu posto parte, per li consieri
e cai di 40, de cætero si pagi le dote a le done, che
sono debiti in caxa, e il suo sono stà tolto per debito hanno con la Signoria etc.; adeo prima si trazi
et aseguri per li officij le dote, et poi dil resto San
Marco si pagi etc., ut in ea. Et ditta have balote .....
Et collegio non si reduse. Et fo expedito di pagar
Vene el legato dil papa, solicitando el canonicha' | E fu presa, e ſo per caxon di sier Francesco Mardil datario, et la relaxatiom di domino Lucio Mal- cello.
vezo. Risposto a la prima, si faria ; alla 2.ª, si vederia. Item, presentò una letera dil cardinal San Clemente, si duol la Signoria fazi pagar decime a' soi
beneficij à sul Polesene, che, per il brieve dil papa,
li cardinali è exceptuadi, et de li pagano etc. Li fo
risposto, a tanto bisogno doveria.
Da Segna, di sier Zorzi Pixani, dotor et cavalier, orator, di 20. Come cri zouse li. non à potuto
il tutto per la andata dil signor Schandarbecho in Albania, e dato le page a li fanti, videlicet Marco da
Novara, et a li 50 stratioti sono sopra Lio, qualli
volseno un' altra paga a levarsi, e sopra Lio hanno
fato assaissimi danni ; vanno con do arsilij fino a Cuvrili, poi quelli arsilij va a Corfù. Item, la galia, soracomito sier Marco Antonio da Canal, è in hordine;
1359 MCCCCCI, GENNAJO. 1360
pochi homeni perho ; et terminato mandarla in Dalmatia etc.
DaSpalato, chome ho scripto, di sier Hironimo
Baffo, proveditor, di 3 fin 7. Come, gionto de li,
li venea trovar alcuni zenthilomeni de li, per nome
di la università di la terra, con gran mesticia, dicendo esser partiti 5 di Poliza, di primi di quella valle,
di auctorità, et andati a far reverentia al sanzacho,
parente lhoro, e dubitano non siano andati a capitu- ❘ è
o vero per la impotentia non potesseno perseverar. Et per questo, e per diliberar dı mandar soi
messi a la Signoria nostra ad aricordar i suo' bisogni, etiam è venute alcune done con questa forına
di parole, le qual etiam manderano soi nontij . Et a
tutti lui li ha fato gran arcoglientie, et acarezate molto, excusando la Signoria ; si lhoro non hanno hauto
li stipendij e provisione, è stato difeto di ministri, et
intention siano satisfati ; e li promesse satisfar dil
528 lar, e Poliza si reduchi soto il turcho ; et per tanto suo credito, e cussi farà. Et par, la camera di Traù
quella terra saria totalmente ruinata, per esser Po- per tal conto è ubligà di cabli 1000 a l'anno di sal ;
liza propugnaculo e difesa di Spalato, e di bona parte tamen non è corsi, come dicono quelli polizani ; è
di Dalmatia. Et, avanti lui azonzese, per il suo pre- | bon la Signoria scrivi a ditto retor, satisfazi il tutto ;
cessor fu mandato im Poliza sier Domenego di Papali, per intender la voluntà Ihoro, e far venir al- cuni a parlar con esso conte ; e tornoe, et hebe pro- messaveriano, tamen non veneno; e, venendo, li
farà acoglientie, e con sali o danari, perchè à il modo
di haverli im prestedo, li farà bona man a conto di
suo' crediti ; e si ha inzegnato elezino uno suo, e
mandi a la Signoria nostra, acciò si provedi. Item, è
venuto da lui alcuni primi dil paexe di Craina, subditi dil turco, e volentiera sariano soto la Signoria,
hessendo securi da' turchi di le sue persone estado,
che seria per el bastion etc. Li ha fato salvo conduto, ❘ mandato a dir, per suo messo, habia bona custodia
e aspeta di ciò hordine nostro ; uno di qual messi di al bastion di Narenta, per esser molto a cuor dil
Craina parti ultimate di la Porta dil turco, el qual ❘ sanzacho, per esserli ne le viscere del stato suo ; e
era stalo ambasador di la università di Crayna; dice dito sanzacho fa taiar legnami, e vol redur alcune
dispositiom esser dil signor, e tuta la Porta, voler barche, a foza de barbote e altre machine navale, e
ripossar per questo anno, per haver habuto fatiche ❘ haver modo de redur un ponte da gitar sopra el laassai per l'imprese tolte; ma, habiando inteso la
uniom di christiani, cruciate, indulgentie, è pur in
qualche suspeto di le cosse dil suo stado, e dubita| mate, o fusti di Boiana e altri lochi a questo locho ;
e si scrivi al baylo di Corphù, mandi per qualche navilion, vien di Levante, sali de li, per saldar quelli
di Poliza e per li bisogni. Item, li suase a star di bon animo; disse le gran preparation si facea, et era
grah forzo di oro, numerosa armada ; e haver unito
quasi tuti i potentati christiani contra la Signoria nostra. Et diti polizani zurono sopra la fede sua, voler
perseverar in la fede ; e li à promesso, li partiti, volendo tornar, che possino.
Dil dito, di 15. Come un servitor di la Signoria, 529
dil paese di Radobilia, conte, subdito dil turcho, li à
go di questa bastia etc.; e za è principiato a taiar
legnami, et esser ordine di venir barche grosse aresser offeso per la parte di Hongaria; e ditidi Cray- na, a la sua venuta, scontrono vicino a queste parte
messi mandati per signori di Italia al turco, i qualli
non era lassati passar per il sanzacho. E intese a la
Porta di ditto sanzacho dir : Questi tristi franchi
vol andar a la Porta, persuader el signor fazi corarie in Friul, e tamen son tuti uniti insieme. Item,
dil bastion di Narenta, per inondation di aque, è
quasi ruinato; e li fanti ogni di dimandano dana- role; seria bon la Signoria replichasse letere, con li
unde subito dete aviso a Marco Coppo, contestabele a
Narenta, edi la compagnia meno con lui è ſuziti .... ;
e, in loco di fuziti, volea rimetesse alcuni dil paese,
e li daria soldi 10 etc. Item, di la camera, fin un
anno non pol haver marcheto, per esser obligato
ogni cossa; e non pol trovar Xducati. Item, la terra
è povera, e le letere non le pol mandar; ma aspeta
pasazo, e dice non sempre si mantien i stadi con pari ; voria biscoti, chiodi, polvere e danari per diti
fanti, ch'è uno anno O hanno auto ; è meio tenir
50 soli soldati ben pagati cha 150, tal qual i hè,
compagnie vechie di anni X, tuti paesani. Item, poi scrita, è venuto da lui molti zenthilomeni polizani,
con letere di credenza di la università, dicendo, si
ben alcuni è andati a trovar il sanzacho, non è di
lhoro voluntà, e voleno esser boni servitori di la
Signoria nostra, dummodo non manchi per quella,
cai di X, ai lochi deputadi, mandasseno homeni a lavorar ditto bastion di Narenta. Item, da Corfù se li
mandi sal, e con aqua azelada si potrà satisfar ai bisogni. Non à visto le mostre ancora, li stratioti crede
non siano al numero, e di le page deputade, 200,
non è 20 ; è un anno quelli non ha 'uto danari, e dice
non è danno considerar el bisogno etc. Item, el capetanio di Clissa li mandò do nontij a dirli li bisoIgni di so' luogi , e che di le cosse, che li so principi
1361 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1362
529
non li poteva proveder, lui li provedesse; et per il | curator, et sier Constantin di Prioli, provedadori
sopra la exatiom, e aricordo alcune cosse , e dil
mandar i danarij, si traze di officij ,a la procuratia,
justa la forma di la parte eſc.
loco di Clissa li à dato do barili di polvere, alcune
taole e alcune travi, e voriano poter condur dal loco
di Scardona a un so locho, nominato Calfigna, cabli
500 di sali, con il qual vol instaurar quel locho e Vene Cristofaleto, corier, tornato dil re di roaltri , e vol il transito per mar, per non poterli por- | mani, con una letera di esso re in risposta di la notar per terra ; li à recusato con excusation conveniente. Pur esso capetanio poi vene im persona, un
pocho alterado, e ditoli i respeti, e datoli bona speranza, adeo di diti salli li convegnirà compiacer, si
la Signoria nostra non li comanda el contrario. Item,
ha'uto, di sopra farsi qualche aparechio per i nimici,
per dito bastion di Narenta ; perhò si pol comandar
al retor di Liesna, mandi do over 3 barche armade,
a custodia di quel loco, e, si qualche galia fusse in
colfo, non saria mal ; et tal aviso ultimo ha 'uto per
via dil conte Zuan di Poliza, cavalier, bon servitor
di la Signoria nostra, qual si forza tenir a devution nostra la valle di Poliza ; e, scrivendoli, è bon dir
una parola di dito conte etc. Item, voria qualche biscoto, perchè quelli erano fonno dispensati per li precessori soi.
Da poi disnar fu gran conseio, et colegio non si
redusse, come ho ditto.
In questi zorni vene a Venecia asaissimi sguizari ,
per andar in armada; voleano ducati 3 al mexe, е
li danari di tempo in tempo; et alcuni era di oppinion di tuorne, e meterli, parte su le galie, e parte
a vogar remi ; come alias si armava le nostre galie
con todeschi.
Dilmexedi fevrer 1500.
stra; et disse, lui medemo haver dato la letera in
man dil re, qual era in una stua a Vels, con domino
Petro da Trieste e domino Urbam di Alba, fo orator
qui per Monfera'. Item, el re li dimandò come stava
el doxe con la barba biancha ; et che de li ne venendo, non à visto preparation alcuna di zente ; e si diceva dovea venir uno orator di Franza. Item, à scontra
sopra Bolzam el signor di Pexaro, con 7 cavalli, andava al re; et Martim da Casal era andato al re etc.
Et portò do letere a Gasparo di la Vedoa, una di
domino Piero da Trieste , in risposta di calami li
mando; et una di domino Urban di Alba, li scrive di nove etc., la qual non fo leta.
Dilredi romani, data in oppido Vels, a di 18
zener, in risposta di la nostra. Zercha il mandar di
oratori , e dice haver cura di la christianità, et inclinado al ben di quella; perhò è contento se li mandi
oratori ; ma poi dice, perchè convien expedir prima
certe cosse di Austria etc., la Signoria indusia a
mandarli, fino li scriva per sue letere dove doverà
andar.
Vene l'orator di Franza, et fè lezer alcune letere,
scriveva al re et al cardinal, in solicitar a l'armata ;
et di la nave Pansea, armata a Zenoa, si è in bon
piaser dil re, debi proveder etc. Item, li fo comunichato la letera dil re di romani preditta ; et altro
nondisse.
Vene uno nontio dil conte Anzolo di Frangipanni, interpetre domino Zuan d' Arbe, dotor, avochato,
Adiprimo fevrer. Intrò in colegio sier Francesco
Bernardo e sier Bortolo Vitturi, consieri, sier Jacomo Moro, sier Lorenzo Foscarini e sier Jacomo Bra- | nominato domino Martim Ludochovich, visconte di
gadim, cai di 40; et veneno li governadori de l'intrade a dir de li 4 dacij , non trovavano di incantarli,
et quello di l'intrada, era affità ducati 29 milia, non
trovava più di 16 milia, ch'è una vergogna. Et ditto
si provedi ; et il colegio conseia quello è da far, e il
3.º di dacij fa danno assai.
Veneno sier Zanoto Querini e sier Marin Zustignan, provedadori sopra le nave, dicendo haver
visto la nave Pandora, di Pexari e compagni, si brusó ; et cussi la Gradeniga ; et che la Signoria nostra,
per opinion lhoro, le dieno pagar, videlicet la Pandora ducati 7000 et più ; e questo per tre raxon,
per justicia, per clementia, etper ben di la republica
et exempio di altri. Remesso al colegio .
Veneno sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, proI Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
esso conte; et presentò la letera di credenza, data a
Bravaz, a dì 18 novembrio ; et expose il signor se
ricomanda, vol ajuto di munitiom, formenti etc. , si
oferisse in dar homeni per l'armar galie etc.; et dito
nontio vien da Roma, et vol in soa spizilità alcune
cosse. El principe li fè bona ciera; et fo messo al
colegio ad expedirlo.
Da Zara, di rectori, di 22. Come quel zorno
ricevete nostre, zercha la retention dil vicario dil
vescovo di Nona e altri, ut patet ; et par lui, conte,
sia sta li, et di tal cossa O à saputo, si che li manderano. Item, avisa, si le neve non fusseno state, turchi
sariano za stati de li, et hanno tolto ad imprestedo
ducati 400, per subvenir li provisionati novi, e soldati vechij , e bombardieri, a ciò non abandonasseno
86
1363 1364 MCCCCCI, FEBBRAJO.
530
le forteze ; e turchi corseno nel conta' di Traù e Si- con dicta hoste, la qual era per andar in conta' di
binicho. Item, de li non pono trovar danari; la ca- Zara, soto Lavrana, per tuor certe ville a man zanmera è intachata. Item, si provedi di uno castelan | cha a Lavrana, qual non ſo dipredate, per non haa Lavrana ; la terra sta benissimo di morbo; suplicha si trazi di devedo. Item, mandono una letera
abuta dal conte di Sibinicho, di 20, come etiam
scrive a la Signoria.
Di li ditti, di 24. Come mandono a Nona li cancelieri e cavalieri lhoro, e con destro modo feno retegnir li cinque, e, conduti de li, li hanno fato
meter in feri, e li mandano per la barcha di Zuan Sarcina, e Matio di l'Armiraio, e dato a li patroni ducati 4 per barcha etc. Prega subito siano expediti
li oficiali, acciò ritornano etc.
ver possuto passar, per le gran neve era venute de
li ; e subito sarà disfate le neve, sono per ritornar,
e andar in ditto conta' di Zara ; unde, esso conte à
dato aviso a Zara e Lavrana di questo ; e dice Schander bassà è in Verbosagna, e pol far in tutto 5 in 6 milia cavalli, e non saper O dil signor turcho, che
faza altro preparamento di armata ni exercito, salvo
à fato comandamento a 70 milia pedoni, stiano in ordine, videlicet 30 milia di Andernopoli, et 40 milia
su la Romania ; e non sa dir a qual effecto etc.
Dil ditto, di 21. Come non hanno polvere per De li diti, di 24. Dil recever di ducati 400 per un zorno da difendersi, e non z'è artilarie ; stanno dar a li provisionati di Nona et Lavrana; cussi fa- di continuo in arme, e li soldati e guardiani di for- rano a chi serve, et manderà il conto, et atendeno ❘ teze si ritrova in gran necessità. Item, si spende da a ben convicinar con madona Dorathea e li altri ; quella camera ogni mese: a li guardiani di Castel
tamen el Banovaz è molto molesto, e spesso lievano Novo, ducati 40; a le altre muraie e forteze dil con- qualche vania, la qual soporteno, e con dolce parole | tado, ducati 10; a far far le vardie per el contado,
scoreno ; e aspeta risposta di le vardie, di la spexa di ducati 350, come per altre lhoro hanno scripto etc.
ducati 25; e ogni di si sta in arme, et si manda homeni et barche, e si lavora per le difese di la cità et
castello ; item, in ambasadori ducati 600 per mandar de qui ; sì che quella camera è disfata, e li dacij
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadin, conte e
capetanio, di 20. Come, sabado, turchi corseno nel
conta' di Traù, cavali 1000, preseno alcune anime | venuti a mancho; e li dacij de Molin e Cavocesta,
e animali ; et eri matina dita hoste vene soto Castel che sono li principalli, non si pol cavar 0; prega si
San Marco in quel contado, e dimandorno di posser spazi el daziar di molini ; item, li muri da terra bi- comprar e vender securamente, per haver vituarie. sogneria fortifichar ; si spenderia ducati X milia, si
El castelan li fece risponder, sapeva quello cercha- che quella cità è in mali termini, e quelli citadini
vano, e che andasero con Dio. Se messeno a com- ogni zorno si disperano ; li fa animo e li conforta, si
bater quel loco, e voler taiar e ruinar i repari fati fa armata e si atende a mover l'ongaro. Or, ullisotto ditto castello. Nostri si difeseno virilmente, e mate, li citadini nel conseglio hano dilibera mandar
il castellan ben si portoe, si che niun mal feno, e do altri soi oratori de qui, acciò la Signoria li pro- molti turchi fonno feriti ; solum preso 5 homeni, che ❘ vedi, et manda la parte, e li à ditto, la Signoria proritrovorono in quel'hora a la caza. Item, per contadini de Cruseno, villa di quel contado, è stà preso
uno di ditti turchi , con suo cavallo, et fo examinato
per lui. Dice che il capo e vayvoda di dita hoste, ha
nome Soliman, qual è schiavo di Schander bassà,
nato del conta' de Zara, et era per andar con l'hoste in conta' di Zara, e non poteno passar per le
gran neve ; e per tanto sono rivolti e venuti in quelli | thelane ; la camera è consumada in mandar ambasavederà. Aricorda si spazi el suo orator, e si conciedi
di trazer i sali per la Marcha et soto la montagna, a
contento di quelli citadini ; et se li dagi risposta con
boni effecti.
Da Sibinicho de li servidori e soldati di le for- 530
teze, non dice il zorno, ma scriveno a la Signoria
nostra di la soa miseria. Stano pezo cha in galie cacontadi, e ritrovarsi a Constantinopoli ; e non s' in- dori con salario, ducati 15 al mexe el primo mexe,
tende il turcho fazi aparato alcuno. Item, è zonto poi ducati X; dice mal di sier Lorenzo, è qui orator,
de li Andrea Bagnich, de loco Dobrochienich, terra | qual à vadagnà più di ducati 300 ; e dice molte cosse
di l'ongaro ; alias fo preso e fato schiavo, za anni 8, ❘zercha il dazio di molini etc. , e non se li dia dar real tempo fu roto el vice ban sotto Corbavia ; scam- stauro ; e di una termenation fata per quel conte, li
pato sponte da dicta hoste, si andó sotto ditto ca- daciari non siano astreti, fino non si habi ordine de
stello, ha conduto 4 boni cavali. Et da esso conte | qui ; perho suplicano si provedi ; e li danari, dà la
dimandato, referisse sono zercha 14 mesi si parti di Signoria per la fabrica, vien manzati da li oratori
Andernopoli, e zercha 22 zorni si parti da Euscopia ! vieneno de qui .
1365 MOCCOCI, FEBBRAJO. 1366
El per colegio fo terminato mandar fino li, a
veder quelli conti di la camera etc. , Piero di Organi,
nodaro di avogadori etc.
rano volentieri, et o fano; sì che prega li provedi,
e li mandi travi e tavole etc.
-
Da Clissa, di l'arziepiscopo, chiamato Nicolao, 531
Da Spalato, di sier Hironimo Baffo, conte, di al conte di Spalato, di 19, in risposta di sue. Dice
21. Come non pol proveder, per non haver danari ; come è desideroso insieme vardar quelli lochi da li
et per la venuta di turchi ordinò a domino Nicolao | perfidi turchi, et vol far boni provedimenti ; et aviBuchali, cavalchasse fuori ; al qual li fè la mostra sa, eri a 1/s zorno, li soi homeni a cavalo et pedoni
senza colateral , e cavalcho solum cavali 30, assa' andono a veder se la hoste è passada in versso la
boni ; el resto, fino a 50, ragazi a la italiana ; etiam fiumara di Citina, et vegnando a presso Desmino,
fè la mostra a li soldati, et è stato ogni zorno ai logi suo teritorio, se inbateno con turchi, li quali mee passi, per poter proveder al bisogno, e si hanno nava 6 persone christiane via, 4 di Cetina ed do di
risolto redur le anime in alcuni scoglij et ixole pro- soi clissani, li quali erano andati a veder dove pasxime ai villazi ; et è alcuni lochi di l'arzivescovo, sava la hoste, e per turchi fonno piati ; et fono a le
qual ha più di 600 anime, e non cura proveder; à man essi turchi con li soi, et li soi per gratia di Dio
diliberato, trovando di soi beni per ducati zercha tuti scapoló, et le 6 persone fo liberate, e presi do
15 (sic), far fortifichar un suo locho , si dimanda De- turchi, e menati li a Clissa quella note. Quali disladi, e farà il suo poter, fortifichar certi altri reduti, seno, la dita hoste era do a milia, ma non hanno
per salvation di quel teritorio ; e spera non passerà possuto passar la montagna, per amor de le grande
do mexi, con la guardia e bona intelligentia ha con neve, e che la voleva andar in quel di Zara a comquelli di sopra de Clissa, serà asegurato etc.; ma bater un castello ; ma per fortuna e mal tempo, ch'è
voria il modo da poter provederli, voria biscoti e in monte, hano hauto per quella via, non hanno pospolvere e barilli di chiodi ; e a la forteza di Clissa suto vegnir, e la mazor parte di lhoro sono tornati
convien esser provista per la Signoria nostra, e non indrieto ; e questi per caso sono venuti li a robar,
per lhoro signori, e li à dato polvere e tavole. Item, e che ditta hoste è di Verbosagna. Li capi sono Muvoria qualche marano di sal da Corfù, per saldar il rach Celebia, el qual fu a tempo passato suo prexon,
debito con polizani. Item, si comandi a la prima e suo compagno Carinas Mageva. Et la hoste ancora
galia sotil vengi, stagi 8 di li. Item, à nova, cavalli non era partida, ma un pocho si tirò in versso Siti2000, governador il fiol di Schander bassà, venuti niza, nel conta' di Sibinicho, si che è da far bona
di Bossina, è corssi su quel di Traù, fato preda di guardia. Editi turchi disseno, credeva trovar quella
animali e homeni ; e, ultimate, preseno zercha 60, i hoste del ponte. Conclude, si fazi bone provisione,
più fioriti zoveni di Traù ; i qualli, a piedi, volevano che anche lui farà; et che si comanda a li pulizani
prender cavalli 2000 ne la campagna ; e vien dito, siano assunadi, perchè li farà serar li passi, et non
in dita coraria, publice, che Rali, capo di stratioti, si ❘li lassar senza bataia, se li parerà esser conveniente.
portò vilmente, et sempre è imbriago. Item, che, Du Brexa et Vicenza, in conformità. Chome
oltra questi 2000 cavalli di turchi, è un'altra ca- non li val persuasiom fate a quelli citadini, e sepevalchata di dito sanzacho, sta nel paexe di Charze- rati et a uno, che voleno venir li oratori lhoro ; et
go, con cavalli 500, pedoni 1000, e tuti do sanzachi | cussi li hanno fato le letere di credenza ; et Brexa
è per unirse insieme. A la via cavalchano, o torà scrive, quando non potrano far di mancho, essi ora- impresa di Poliza, o ver di questo borgo etc. À fato❘tori dimanderano una certa limitation a thoro etc.
ogni debita provision ; manda una letera di Marco Et è da saper, in questa terra sono za venuti oraCopo, contestabele al bastion di Narenta, et una di tori di Padoa 4, et di Verona; ma non hanno auto
lo arziepiscopo di Clissa etc. Dal bastion di Narenta, di Marco Coppo, conte- stabele, di 19, al conte di Spalato. Come quel luogo
è pericoloso e d'importantia ; dice li bisogni di quel luogo, e non hano danari. Item, è cazuti li repari
atorno, e il fiume à manza atorno èl terem, per modo, si non si provede, la prima volta s'ingrossa i
fiume, sarà gran pericolo el vadi in ruina quel bastion . À scrito al conte di Liesna e al conte di Curzola li mandi homeni e legnami. Li rispondeno, faaudientia.
Da Peschiera, di sier Nicolò Bragadim, provedador, di .... Come, havendo persuaso quelli citadini, in tanto bisogno, a esser contenti a pagar li soldi 5 per campo, libenti animo si anno oferto
pagar.
Da Lignago, di sier Subastiam Zen, capetanio e
provedador. Chome quelli de li hanno contentato di pagar l' angaria di soldi 5 per campo etc.
DiBergamo,di rectors. Tra li altri, è uno capi-
1367 1368 MCCCCCI, FEBBRAJO.
531 .
tolo, coine, per uno venuto di Alemagna, dice il re
era a Linz, et non si facea adunatiom alcuna di zente,
ni nel venir à visto alcun preparamento.
Du Cremona, di rectori, di 27. Come el conte
di Mixocho, come scrisseno, vene li, e stete una note,
per andar al sponsalicio di la moglie ; e benchè in
la poliza nominasse 4 francesi, tamen nium vi fu.
Item, luni vene li el cardinal San Piero in Vincula,
con la ganzara li andono contra per honorarlo, et
dismonto, et fo alozato in caxa di domino Carlo
Orpheo, et il marti volse cavalchar per la terra, e lo
acompagnono ; e il mercore si parti. Lo apresentono
di torzi etc. , licet non habino alcum hordine da la
Signoria nostra. Et parlato con esso cardinal, dimostra. esser tutto nostro ; va a Milan, poi in Franza,
ma non cussi presto; e a Milan dia venir il cardinal
Roan; si à oferto , si puol 0 per la Signoria nostra etc.
si conduceva artilarie, e facevassi provisione secrete,
et erano solicitati a la exactione dil dinaro. Item,
re à donato Goricia a uno nepote dil presente vescovo di Trento, fo presom per franzosi, e riscoso
con taglia ; et ozi è partito da Trento, per andar a
tuor el posesso. Item, el legato non è ancor ritornato, crede anderà a l' abacia.
DaRavena, dil podestà et capetanio, di 29. Come il ducha era a Cesena a' piaceri di maschararsi e
caze ; e Faenza fevano preparation. Item, avisa la venuta de' francesi in favor dil ducha, passati per il
modenese.
Da Zervia, di sier Vetor Dolfim, podestà. Chome
❘à 'buto la parte di soldi 5 per campo ; quelli si scusa- no per la impossibilità, et voleno mandarde qui etc.
Vene el signor Schandarbecho a tuor licentia,
con sier Antonio Bon, provedador; et cussi montono
poi sopra li arsilij vano a Corfu, con li 50 stratioti
et 100 fanti, con Marco da Navara ; et a dì 2di note
partino de qui .
Et per colegio li fo risposto, laudandoli dil presente, e vadi a conto di la Signoria; et qui era uno,
per nome di la moglie fo dil signor Redolpho di In questa matina, fo fato cassier per uno mexe
Gonzaga, advisava di le noze fate, quasi dicat, si sier Francesco Foscari, el savio di terra ferma ; baprepara li danari per la dote sua, chome li fo pro- | lotadi tutti quelli dil suo hordine. Veneno li govermesso, per parte presa im pregadi. nadori di l'intrade, dicendo: 4 dacij non si trova di
dar via, zoè le 3 per 100, la intrada, la spina et la
grassa.
Da poi disnar, more solito, andò el principe per
terra, con le cerimonie ducal, a Santa Maria Formosa, a vesporo. Era 4 oratori, papa, Franza, Napoli e Ferara; portò la spada sier Marco da Molim,
va capetanio di Brexa; fo suo compagno sier Hironimo Duodo; et da poi vesporo si reduse conseio
di X, con zonta di danari et colegio, per far una
ubligation al bancho di Agustini, di certo deposito,
termine uno anno, prometi a uno merchado fato di
stera 30 milia formento di Sicilia, con li pozi . Et,
chome intisi, fono electi 4 di la zonta, in luogo di
sier Fantin da cha' da Pexaro, manchava, sier Piero
Duodo, intrato consier, sier Lunardo Loredan, el
procurator, e sier Alvise da Molin, cazadi ; e rimaseno questi : sier Lucha Zen, fo consier, sier Michiel
Da Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro,
provedador, di 29. Come era ritornato uno, è 8 dì
parte da Nolimberg; dice la dieta si farà di principi,
electori , episcopi etc., et si congregavano. Era li
missier Galeazo e Frachasso di San Severino, e il
general di frati bianchi, e molti milanesi ; e il general
con missier Galeazo sono inimicissimi ; il signor
Antonio Maria è in Augusta ; el re è a Linz con certi
milanesi , aspetava la resolutiom di la dieta ; e a Hispruch li fioli dil signor Lodovico haveano venduto
li soi cavali, e per aqua è iti a Linz, sminuito la lhoro
fameia per aleviar la spesa, et vanno habitar a Viena.
La raina era a una terra, mia 15 todeschi da Linz.
Item, fra quelli di Norimberg con el ducha de Pronsvai era diferentia, e ogni di seguiva qualche novità ;
et quelli di Nolimberg tenivano homeni d'arme 300,
e a la venuta dil re si crede si adataria il tutto.
Item, el signor di Pexaro, levato di Trento, andava | Foscari, sier Pollo da Mulla et sier Domenego Moa la volta dil re di romani; et che marti fo conduto,
nel castel di Trento, cortaldi 5, e a Bolzam erano
zonte carete do di schiopeti, posti in le monition.
Item, li deputati atendeno a la exation imposte, e
quelli de la Val de Nuvi, Zudigaria, Then et Archo,
fin qui non voleno pagar. Item, il re era fino adì
16 a Linz, come par per certo capitolo di letera
mandoe, qual dava questo aviso. Item, a Trento
erano zonti do bombardieri di conditiom ; e di note
rexini, el procurator.
Adi do fevrer. Fo il zorno di Nostra Donna. El 532
principe fo in chiesia de more a messa con li oratori ;
et ivi, poi la precessione, fece cavalier el conte Xarcho, donandoli l'insegna, et vestito con una caxacha
d'oro, et datoli luogo di sora i cai di 40. Et in questa matina vene letere di Franza, tamen non fo lete,
et colegio non si redusse, ni questa matina, ni ozi
da poi disnar.
1369 1370 MCCCCCI, FEBBRAJO.
Adi tre fevrer. In colegio vene l'orator di Franza, | cardinal Santa † è partito per Spagna ; si dice, si
trata praticha tra Spagna, Maximiano e re di Napoli.
Item, par il cardinal Roan habi scrito de li, volendo ajuti il papa haver Faenza, li fazi più ample bolle di
et fè lezer una letera li scrive il re da Bles, di 22.
Come è zoioso per la nova di la presa di la Zefalonia,
e fa armada potente, e vol recuperar non solum
quello à preso il turcho di la Signoria, ma etiam di | la legation di Franza, sì che sarà uno altro papa in
altri christiani. Item, li comanda resti ancora de qui,
a requisition di la Signoria, e fazi per quella, quello la vuol. Item, quanto a le do carachie di Zenoa, di
quello à fato a' navilij nostri, li provederà per si,
fato sarà memoria. Item, Mathio Copola non è zonto, lo aspeta ; et ha nova di M.º Charles, suo orator
in Elemagna, di Nolimberg, come spera si farà bon
acordo ; e li oratori di l'imperio, fonno li in Franza,
si partino contenti di lui ; e dice la Signoria esser
soa amiga, aliata e confederata etc. Item, fè lezer
una letera li scrive el cardinal di Roam, di 23, in
conformità ; dimanda li mandi falconi sacri, a suo
nome, e di la gran armata si fa, e che di le facende
dil re, tuto passa bene etc., e rimangi de qui, perchè
sarà con honor suo. Et il principe li rispose sapien
tissime, e che la regia majestà feva grossa armata,
et era ben.
Di Roma, di l'orator nostro, di 25, 26, 27,
28, 29 el 30. Il sumario è questo : in la prima, di
25, come fo dal cardinal Santo Anzolo, acciò pagi
le sue decime, e persuaso assai. Rispose non poder,
e si ben l'anno passato fece, hora, per le graveze dil
colegio, non pol ; e, in conclusion, si non arà cargo
de lì , le pagerà ; ma, havendolo, non pol pagar. E
l'orator lo astrense assai, per amor di la patria, e
in exempio il cardinal Santa † paga il cargo dil colegio e le decime in Spagna ; e soa signoria disse vol
dar le soe intrade a la Signoria, e quella li fazi le
spexe, e pagi per lui etc. E cussi si parti. Sarà con
domino Francesco Candi, suo secretario, per etc.
Item, è stato con lo episcopo tragurin, orator di
Franza, per la materia di la cruciata, e informatolo
dil tutto, justa le letere nostre etc.
Franza. Item, di certi romori si divulga de li, e di
novità di Alemagna, e preparation e lige si trama ;
et di la trieva fata dil re con Franza, che il re di romani non vol confirmarla.
Dil ditto, di 27. Come fo dal papa, et ozi fo concistorio, e soa santità li disse, volea dar principio ad armar, e catar li danari per Hongaria, e vol far congregation di cardinali etc., e, non potendo andar im
persona, vol mandar uno legato ; perhò, venere, vol
li.cardinali si reduchino, dove soa santità non sarà,
et lo tanserano ; etiam tanserassi lhoro cardinali. Poi
disse, la Signoria doveria far per el ducha, e dir a
missier Zuan Bentivoy , non ajuti Faenza. E qui
disse : Il roy vol el stagi ; semo contenti ; e zurò non
volleva Bologna per lui, ma cazar quel tyranno, e
redurla a la Chiesia. E disse: In questo la Signoria
mostra discortesemente verso nui ; et è contento da 532 *
mo far a missier Zuane predito ogni cauzione, solum voleva Castel Bolognese, ch'è di la juriditiom
di Ymola; e za pratichò di far suo fiol cardinal, e
aver certi danari etc. E l' orator li rispose sapientissime; la Signoria faria il tutto, pur non fusse con
denigration dil suo honor. Et per esser el cardinal
di Modena li, qual si dolse al papa de la sua cossa,
non volse esso orator parlar di la cruciata.
Dil ditto, di 28. Come è stà dal papa, in mate-
❘ria decime e cruciatæ voglij concieder a la Signoria
nostra. Soa santità rispose, vol far doman con li cardinali etc.; et bisognerà trovar ducati 40 milia per
l'ongaro, e ducati 60 milia per lo armar; et poi la
spexa dil cardinal legato manderà su l'armada, si
che è contento li danari vengi qui, e si spendi in
l'armar. E li dete di la man su la spala, dicendo :
Scrivè a la Signoria dil partito, voleno li danari si
spendi li, in beneficio suo e di la christianità, e non
in altro; perho quella ne dagi ajuto a dita cruciata.
Item, poi li disse esser dato el vescoa' di Cividal a
Dil ditto, di 26. Come è stato col secretario dil
cardinal Michiel, e persuaso a far il cardinal suo pagar le decime ; qual dice, sarà contento. Item, li fo- raussiti di Perosa sono intrati in Nocera, con aiuto
dil signor di Chamarin, si dice etiam ducha di Urbim, ❘ domino Bortolo Trivixam, pregando desse una rie missier Zuan Bentivoy per ritratar l'impresa di
Faenza. Item, le trieve tra Orssini e colonesi non è
seguite, sì che si prepara caxe soto il cardinal Orssino, per habitar zente d'arme li in Roma; e si dice
colonesi è reduti a Marino. Item, di certo frate di
San Francesco, stato in campodil ducha, è partito
e andato in Reame; il papa da orechie a tutti, e fa Dil ditto, di 29. Come ozi li cardinali sono stati
quel li torna destro. Item, uno episcopo di caxa dil | insieme, et non vi era il papa ; e parlato di mandar
serva, di tanti beneficij equivalenti a questo, al fiol
dil conte di Pitiano. Laudo aver dato al Trivixan,
qual comendo assai; et disse faria la riserva, e la
comesse al reverendissimo Capua ; el qual disse, era
mal dar beneficij, ma ben uno beneficio sollo, acciò
molti nostri benemeriti potesse haver etc.
1371 MCCCCCI , FEBBRAJO. 1372
stra etc. Risposeno, credevano, ma volevano dir
tutto, e si dicea una liga tramavasi di far el re di
romani, la Signoria, Ferara, Mantoa e Bologna, condanari in Hongaria, e il mandato per tre anni etc.
Feno varij coloquij, e dito si traria di Roma, de li officij etc. , ducati 40 milia, dil colegio di cardinali,
ducati 32 milia, videlicet di li absenti cardinali du- | tra il suo re ; tamen non la credevano. Item, di precati 17 milia, et 15 milia di li presenti ; e li biso- paration di alemani, si dice et è fama in milanesi ; el
gnava trovar ducati 120 milia. E, stato in questo co- quelli francesi forniseno li lochi e forteze a li passi,
loquio, vene il papa, dicendo bisognava resolversi, sì e dicono venir in Italia, e sarà lanze 1900 et 20 miche trovono fin ducati 72 milia ; et par voglino tan- lia pedoni, o ver segui acordo con il re di romani
xar il papa ducati 30 milia, che cussi vol, licet dove- o no ; sì che si diulga, vieneno per l' impresa di Naria meter tuta la intrada, nè per altro à il patrimo- poli, al qual effecto fa l' arınata. Item, missier Frannio, solum a dispensarlo per ben di la christianità ;
sì che veria a mancar ducati 18 milia, qual il papa
vol trazerli dil jubileo e cruciata de Italia. Ergo etc. ,
tamen terminono esser a di primo insieme un' altra
volta, et far conclusiom etc.
Dil ditto, di 30. Come l' orator yspano ozi li ha
dito, haver auto letere di don Consalvo Fernandes,
capetanio di l' armada, di 6, di la Zefalonia, come
si conveniva levar e andar in Sicilia, si per non haver vituarie, come per non haver locho da star ; e si
duol di nostri , non li à fato quella demostration si
conveniva elc. E l' orator nostro comendo assai esso
capetanio, e prego esso orator, provedi, revochi il
levar suo. Rispose dito yspano, si duol non poter,
et è tutto di la Signoria nostra ; ma za è partido, e
starà in Sicilia a galder li 70 milia ducati li à manda
li reali, e le zurme non si perderà. Item, l'orator di
Franza è stato dal papa, e parlato in materia cruciatæ, tamen 0 à fato. Soa santità dice haver dato
uno partito a la Signoria etc.
cesco Bernardin Visconte vien a Milan, e vi va do soi
fioli in Franza per obstasi, et uno fiol di domino Rolando Palavicino etc.
Di Franza, di l' orator, da Bles, di 16. Come
fo dal re in capella, e parolle, li disse soa majestà,
esser stà su l' armata, e in vituarie solum spenderà
franchi 70 milia, e li capetanei vol investir l' armada
turchescha, si ben non sarà la yspana e quella di la
Signoria, si non li fazi taiar la testa. E disse il re : Si
non farano, li puniremo. Item, l'orator dimandò chi
era capetanio di l' armata. Rispose, suo cuxim, monsignor di Ravastem, è governador di Zenoa, qual va
per salvatiom di soi pechati, per esser danato ; et
anderà 50 zenthilomeni francesi, per salvarsi, senza
stipendio, per esser in anima e in corpo dil diavolo ;
et che la Signoria è so bona amicha, e si la non fusse, non faria tal armata. Et l'orator li rispose, l' armata nostra sarà; et laudò il zeneral presente etc.
Item, il re disse haver auto l'aviso di le do charachie di Zenoa, quello à fato, vol provederli etc. Item,
arà assa' charachie e nave, barze e poche galie, sì
che la Signoria averà lei le galic etc.
Dil dito, di 18. Come il re li à dito, vol mandar,
oltra l'armada, per terra lanze 1300 ; e il cardinal
li à dito, zercha questo, in conformità ; e che 'l prior
di Alvernia si duol, la Signoria non mandi navilij a
Rodi, et suo fradello è prior di la Relegion etc. , sì che
esso orator conforta si scrivi a Rodi et a lui cardiDa Napoli, di l' orator, di 20. Come, ricevuto
la nova di la Zefalonia, fo dal re a Pozuol, a comunicharli ; qual mostrò gran piacer, dicendo, si non
havesse sospeto etc., faria più di quello à fama di
christiano principe etc.; e ne l'andar si scontrò in
uno secretario dil re, li veniva a comunichar, aver
letere di 5, da li so oratori, de ...... , videlicet domino Antonio Frixom, e come erano andati a Burgos, e li danari remessi a Lion, franchi 20 milia per ❘ nal di tal materia in bona forma. Item, il cardinal
il maridar di la fiola in uno baron di Bertagna, monsignor di la Garzia, e li promete dar a l'anno franchi 30 milia, fino a la summa di 100 milia. Item, a
dì 17, lo episcopo di Nolla, orator pontificio, ave
audientia dal re, zercha il ducha di Gravina; seusò
il cardinal Orssino; e il re disse mai avea inteso
niun volesse far el mestier di le arme, si non per
533 aquistar stado, et non per perderlo etc. Item, di le
trieve tra Orssini e colonesi O disse; et, perchè era
hore 24 avanti la luna, tolse licentia etc.
Da Milam, dil secretario, di 30. Come, ricevuto
nostre , disse a quelli signori in excusatiom noli disse, haver di Elemagua le cosse à bon camino di
acordo, e za il re volea danari per le cosse di Milan,
sì che spera si adaterano, et li piace la Signoria toglij sguizari, perchè etiam il re ne vol tuor lui ; e di
fiorentini disse, è in tre parte : una turcha, una francese, una ragonese ; et era presente l' orator dil papa. Conclude, se intendino insieme, et voglij tuor
l'impresa di Reame con l'armata el fa ; e monsignor
di Ligni si afaticha assai, e li è molti neapolitani etc.
Item, li disse vol aver 14 nave, 4 di Bertagna, 2 a
Zenoa, el resto armerà im Provenza e Normandia ;
etiam haverà molti fanti di Normandia. Item,
1373 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1374
Dil ditto, di 19. Come el re era andato fuori a
la caza per 8 zorni, et il cardinal li à dito di la gran
armata farà il re. Item, li à dito domino Francesco
Bernardin Visconte, che milanesi voleano mandar
oratori , perchè li remeta il resto di danari, oltra li
25 milia hanno dato ; et il re à scrito vol altri 25 milia, e dil resto li manderà a dir quello vorà, per esso domino Francesco Bernardino, e non mandi oratori.
Dil dito, di 21, tenuta fin 22. Come ricevete tre nostre letere, una di la presa di la Zefalonia, qual la comunicho al cardinal ; el qual subito la spazò al
re. Item, di la risposta fata al re di romani, zercha
ditto locho asediato, e dice li dentro non è homo
daconto.
Da Ruigo, di sier Marco Antonio Loredam, podestà et capetanio. Come quelli di l ' Abatia et di Lendenara li hanno risposto, esser contentissimi pagar
li soldi 5 per campo; et una altra letera in altra
materia.
Da Ferara, dil vicedomino, di 29. Chome si
have, le zente francese erano per il bolognese alo- zate, e li fo oferto passar per 1/2 Bologna, licet passò di fuori; e di Faenza sono obstinati in voler resister; e che vene li uno corier, e li portò danari senza oratores mittendos ; laudò etc. Item, di domino Acur- | dir chi li mandi ; si judicha fusseno fiorentini, e quesio, resti ; et cussi manda una letera dil re, li scrive resti qui esso suo orator. Item, lì è molti neapolitani
foraussiti, sì che si parla per la corte di l' impresa di
Napoli, sarà certo questo anno. Item, li è stà ditto,
che il cardinal qualche volta, quando li parla da costo perchè Juliano di Medici sta continue con il ducha Valentino. Item, par luchesi siano per haver Pietra Santa e Motron per ducati 18 milia da' francesi ;
e pratichano etiam haver la Massa, di consentimento
dil marchese Alberico, con danari, e dito marchese
vadi ad habitar a Lucha. Item, quel signor ducha
vive con il ducha Valentino, e, a soa compiasentia,
à fato proclame a Lugo e Bagnacavallo contra fa533 rozato, non è, ma è per le gran facende à in capo;
et laudò esso orator di pacientia. Item, le letere drizate in Spagna, le à date a l'orator yspano, qual
spaza quando li par, sì che non sarano si presto. ❘ ventini etc.; et eri ritornò da Bel Reguardo, per la
Item, li oratori di Napoli sono zonti a Burgos, e il re
ha dito, non facendo conclusion dil matrimonio, che
non bisogna altro cha danari, li ruperà il salvo conduto ; et par si marita la fiola dil re Fedrico in monsignor di la Rochia.
raina di Hongaria, la qual doman sarà de li a Ferara; e fu preparatoli il palazo di Schivanoia ; poi, mutato pensier, il signor l'à alozà in corte, in la soa
propria camera, dove l'habita; e lui va a star in
altre stanzie.
Da Bergamo, di rectori, di ultimo. Come mandano una depositiom di uno merchadante, venuto
di le parte di sopra; e la dita depositiom è di uno
Dil ditto, di 23. Come el cardinal li à ditto, il re
haver auto letere de Ingaltera ; si scusa di l'armata,
per esser lontano ; poi li parlò, dove se dia mandar
l' arımata dil re, e qual lochi di la Signoria è im più | Mondin Depar, merchadante bergamasco, qual prapericolo, passando o ver ussendo l'armada turche- ticha in Alemagna, dove è stato mexi 6, e parti di
scha. Li rispose : Napoli di Romania; et che era bon Viena a dì 5, e a dì X fo a Linz, dove era il re di
quella dil re andasse a Corfù. Item, in quella matina | romani, e si aspetava la raina ; e non si fa preparaè partita la fiola dil re Fedrico, per andar a Burgos ;
sì che si judicha seguirà il matrimonio, contra l'opinion di la corte.
tion alcuna di guerra, et à diferentia il re con lo episcopo di Solzpurch, perchè 'l non vol contribuir a
la spexa contra sguizari. Item, che a di 16 partino i
fioli dil signor Lodovico da Yspurch, per andar a
Viena; et che vene a Trento, dove trovò el conte
Bortolo Crivello, qual ebbe in quello una letera di
Nolimberg, e stè molto suspeso. Item, per milanesi
si dice molte busie, e à visto a Trento condur certe
Da Ravena, do letere, di 30. Come in quella
note era partito di Cesena el signor Julio Orssini e
Achiles Tiberti, e andati a Forli, e de li poi a Rossi,
locho di Faenza, con fanti 1500 e alcuni cavali ; et
si dice a dita impresa si aspeta il ducha, ch'è a Cesena, e de li partite li do sopranominati ; e si dice | artilarie vechie e rote sopra cari ; è stato a Bolzan,
monsignor di Alegra, con li francesi, esser versso
Castel Bolognese.
e non si parla di guerra.
Da Verona, di rectori. Come, per causa di l'in- 534
terdito è de li , quella comunità mandato uno orator
qui, chiamato domino Jacomo Spolverin, dotor, acciò la Signoria nostra li provedi ; per tanto pregano
si expedissi, e provedasi.
Dil ditto, di 30. Come à inteso, in Rossi esser
pochi fanti forestieri, ma molti contadini ; et per
un' altra letera dil ditto, par il dito castello sia asediato da esse zente, et esser venuto li a Ravena uno
Zuan Toso, albanese, qual alozava in Rossi, et era Da Udene, dil luogo tenente, di ultimo. Dil conandato a Faenza per danari, e nel ritorno trovò el I seglio fato de li, zercha il pagar di soldi 5 per canı-
1375 1376 MCCCCCI, FEBBRAJO.
anime e animali assai, con li quali si partino ; e il camin hanno fato non lo intendino.
po, et le raxon ditte, sì per esser stå menà via 25 |
milia anime, computà li morti di la Patria per tur-|
chi , come per convenir alozar zente d'arme etc.; et licet esso luogo tenente li dicesse molte raxom, doveano asentir a tal contributiom, pur elexeno 4 ora- tori, qualli fonno domino Antonio Sovergnam e do- mino Francesco Strasoldo, doctori, a domino Her- ge ha dito, come hanno per certo el dito Schander
mano de Claracuius, dotor, et il reverendo domino Hironimo de Porcia, canonico, conte di quel loco ;
qualli verano a la Signoria nostra a dir le raxom sue. Da Gradischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador. Avisa dil zonzer li di li provisionati 65, ben in hordine ; et il capetanio desidera aver il resto, fin numero 100, o vero li danari se fazi de li ; li quali
sono sta za mandati etc.
Di li ditti, di 29 ditto. Come, per conformità di
le preparation fa Schander bassà, ozi hanno inteso,
per via da Ragusi, da uno Zuan Baptista da Treviso,
el qual dice missier Zorzi Hironimo, habita a Ragusi ,
esser disposto con grande hoste venir a Nona, con
fermo presuposito expugnar quella ; et lhoro rectori
hanno fato ogni provision possibile di reparar le
mure, bombardiere etc.; tamen, zudegano tutto es- ser niente, si la Signoria non ge provede de persone
la defenda, per esser gran guarda, e pochi quelli la difenda ; voriano schiopetieri 200 di Lombardia ,
aliter la score gran pericolo, e se li mandi Zucharin
o altri a proveder al chavar le seche ; e, passando
de li le galie armate e altri fusti, restino e si pre- senti li a Zara. Item, la cità di morbo sta benissimo ;
laudano la diliberation fata di mandar de li stratioti,
per el bisogno dil paese. Item, aricorda si dagi qualche premio e reputation a sier lacomo Manolesso,
sopra i stratioti, per esser da bene, e molto desideDil capetanio di le fantarie, Zuan Baptista Ca- razolo, de 25. E dice: Serenissimo principe e illu- strissima Signoria, basando la mano a la serenità vostra elc., in gracia de quella me ricomando. Come è tornato uno suo di Lubiana, dice non è niente,
anzi se lo imperador non porà recoglier certo pa- gamento, a pena potrà viver ; e uno mandò a Trie- ste, a uno suo amico di Civita di Chiete, dil Reame, ❘ rato da essi stratioti e paesani.
ch' è vicario dil vescovo, e loco tenente dil Brascho,
capetanio, tamen fanno bona guardia, non per sospeto ma per far bon hordine. Item, dice de' contestabeli n'è assai per le mano nel Reame, e uno Cachiaguino di Salerno, ch'è valente homo, e in- tendesse ben di riparare, et uno Romanello, era favorito dil re Alfonxo, e altri ne sono ; e, volendo se
li avisa, manderà per lhoro. Item, ha per letere,
molti gentilhomeni di Reame, e valenti d'arme, ve- riano a servir la Signoria nostra, per star a presso
di lui, sì che, si si vol, se li comanda ; e aricorda li
danari di quelli balestrieri, che li è più cara la roba
che terra.
DaSpalato, di 24, dil conte. Come turchi è stati 534
X zorni in Dalınatia, e sono tornati indriedo, ma
non perhò sono tornati in locho securo etc. , e desi- deravano corer quel contado, e brusar il borgo, per
quello ha 'uto per viacerta ; tamen, per le provision fate, non si ha apresentado, ma ben a li confini ; e
inteso, per spie, O potevano far, non sono venuti, e
con dificultà si provede a li villani ; quasi sono più
contenti esser in pericolo di esser captivi di turchi,
cha fuzer, per la incomodità hanno di le possession,
e da li pascoli per li animali etc., et per esser strachi dil fuzer; perho bisogna el provedi ai lochi dove
i se reducano fugendo, e de li non è alcun soldato,
salvo paexani. Si lauda di Nansiben da Ravena, con- testabele, ma el non pol tenir altra compagnia, per
non corer el dinaro ; e li zenthilomeni de li non vol
molto cargo; lauda Domenego di Papali, zenthilomo
Dı Zara, di rectori, di 28. Dil recever dil gropo di ducati 500 per li stipendiati etc. , e cussi farano, e
darano aviso di la dispensatione. Item, per letere di sier lacomo Manolesso, provedador a la guardia di Lavrana, hanno, haver inteso da Coxule, comeSchan- ❘ de li, e si pol dir solo ; citadini etiam pocho curano,
e alcune note stete im piedi, per dubito non venisseno asaltar il borgo, e, se i veniva, hariano hauto
vergogna ; e stratioti, sono in certa ellatione grecha,
non vol faticha etc., e fanno tanto quanto li par, e à
gran favor a Venecia; tamen li ha tenuto la brena
in mano, e à dimostra versso alcuni disobedienti di
la terra etc. , e vol mantenir el decoro. Item, manda una relation etc. di uno di Radobiglia, subdito dil
turcho, per interpetre di schiavo in latino ; dice, sader bassà con suo exercito pretende andar a la volta
di Sibinicho, per otegnir le torre dil porto ; e cussi hanno avisato el conte di Sibinicho, oferendossi etc.
socorsso e auxilio. Item, eri in li castelli e lochi di
sopra fonno trato molti colpi di bombarde, per modo tuti sono stati in fuga; la caxon è stata, perchè eri cavalli 600 dil campo di turchi corseno su quel
di Traù e Sibinico, hora corseno nel dominio dil
ducha Zuane, e brusò el borgo de uno castello, chia- mato Chiusevaz, lontan do zornate de li, e prese | bado fu 8 zorni, turchi passò soto Bistriza, per ve-
1377 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1378
nir in Dalmatia; e lui fo chiamato da alcuni turchi
a far collation con thoro, e li disse : Credestu, possamo andar a guadagnar al borgo di Spalato, o ver
a quelli lochi, dove se reduse quelli dil contado per
suspeto nostro ? Ge rispose, hariano dificultà, per esser ben in hordine e forti logi. E loro li disse : Tu
menti per la golla, perchè semo informati el contrario. E intese da alcuni soi amici, andavano con
ditti turchi a l'aguadagno, coine se feva uniom di
bon numero di turchi in Bossina, per vegnir, passado questi tempi, a questi lochi di Dalmatia. Item,
el numero di turchi passadi, dice esser cercha 500
a Cansides, mal in ponto e mal a cavalo, i qual haveva patito senestri assai ; e per poter passar nel teritorio di Traù, fè romper da' soi subditi le giaze ;
i qual turchi mando un suo valente homo avanti,
con alcuni pochi cavali, per prender qualche schiavo, per poter aver avisi etc.
Gradenigo, di 13 zener. A di 2, Feris bei, sanzacho di Scutari, comando a uno bali, suo vayvoda,
con adunation di cercha 2000 persone, fra pe' et cavalo, e inteso, per exploratori, tal adunation era per
li, e poi andar in Pastrovich, fè le debite provision
a li passi , e a l'isola fè ripari et paripeti, senza spesa di la Signoria nostra ; e facendoli al ponte una porta,
saria ben asecurata, ma, per ducati 25 manchava, d
restato di farla, per non haver un soldo ; e visto i nimici tal preparation, si voltono a' pastrovichij ; e lui
fè armar 3 gripeti, e li mandò a la volta de Pastrovich, e zonseno a tempo, et erano stati a le mano a
uno scoglieto, ch'è alcune case sopra, dove ſono ſeriti molti inimici, e di quelli dil scoio con freze et
uno morto ; e fra li altri una dona di dito scoglio
subito salto, e tolse uno feltre, e fece uno buso in
mezo, e se lo messe indosso, acciò non fusse percossa da le freze, e con una roncha fece grandissima
difesa, e amazò statim uno turcho, e ferite molti altri ; ita che, per essa femena, fu avarentato ditto
scoglio. A la qual, per tal prodeza, li à donato, per
nome di la Signoria nostra, panno per una vestura,
la qual monta lire 22, per dar exempio cussi a donne come a homeni, de che pastrovichij hanno auto
grande apiacer. E zonti li prediti gripi, comenzono
a bombardar, adeo i nimici subito se ritirono, e visto
non poter far 0, si disolse ditta adunation. Ben si
dice Feris bei fa gran adunation da pie' et cavallo,
da zercha persone X milia, per andar a Santa Maria
de Rotezo, a presso Antivari ; tamen starà preparato etc. Item, quanto a quelli de Oracovazo, venuti
noviter soto di nui, in fin hora per quella via è stato
Da Spalato, di sier Piero Trivixan, conte e саpetanio, di 28 dezembrio, licet sia vechissima, ozí si
à ' uta. Dil venir a le parte del ducado, fu di Car- zego, uno sanzacho dil turcho, ha parenta' im Poliza,
e ivi naque ; unde per esser a li confini, mandò uno
comandamento a' polizani, soto pena di rebeliom,
niun vi andasse da quello. Et poi dito sanzacho
scrisse im Poliza a do nobili di li primi, videlicet,
conte Marian Gregolich e conte Juanis Nenadovich ;
et lui mandò dal dito Marian, venisse a Spalato, e
promesse venir. Or mandò il canzelier suo li im Poliza, con do di primi citadini di Spalato ; e, tornati ,
disseno haver parlato al dito conte Martin, e li disse
il sanzacho li à scrito, e li dè la copia di la letera,
qual manda; ma era fidelissimo, nè voleva per al- | conduto li a Cataro zercha miara 40 di pegole, ch'è
cum modo andarvi ; et non fo fato coloquio general, ma solum asunati alcuni patrimoniali, e si hanno
dimostrati fidelissimi nostri. Item, ozi intese li diti
do conti, e uno patrimonial, Jurai Sotoriza, esser
andati dal sanzacho ; subito mandò el conte di essi
polizani con uno nobele, a intender el vero, e proveder si fazi el coloquio general ; e, di quello sucmolto a preposito. Etiam un' altra contrada, chiamata Resuani, che etiam de li viem pegole, l'à mandato a pregar li aceti ; non li à voluto risponder
cosi presto, per far le cosse di la Signoria con honor
e reputation ; e se i vorano zurar fidelità, con li modi de quelli de Oracovazo, li concederà i possino
vegnir, e pegole poi potrà venir a Venecia, e di questo aspeta hordine. Item, aricorda si 'l venisse li
12 in 14 galie, se prenderia Castel Nuovo, e saria
cossa molto fructuosa, a segurtà di tuto el colpho ;
et è grande teritorio, e saria uno stecho negli ochij
a'ragusei, e si haria pe' in reame di Bossina, e saria
scalla e spazamento de salli assai, forsi da ducati 8 in
Xmilia, et è cosa fatibile, honorevele e utile a la Signoria nostra. Item, manda de qui maistro Gaspar,
bombardier, e sia spazà presto, e remandarlo acció
non si patissa. Item, li soldati novi e vechij, recevute
Da Catharo, dil proveditor, sier Zuan Paulo le do page, pagati li soi debiti, O li rimase, ita che
535 cederà, subito darà aviso. Item, mandoe la propria
letera dil sanzacho in lengua ...... , translatada,
nome Demech Melbego, patron del paese de Carcego, scrive a li ditti do conti sopra nominati, li avisa il suo venir li a quel governo, per nome dil
gran turcho, e prega vadin fitr lì, e li fa salvo conduto, per esser la Signoria di Venecia in guera con
el gran tarcho etc.; e dice: Se Dio mi varenta
la simitara con la qual me cenzo, che liberamente
vegnadi, e da recavo con honor andati etc.
1 Diarii di M SANUTO Tom 111 87
1379 MOCOCCI, FEBBRAJO. 1380
morenoda fame, em credenza non trovano, e in | di Cividal di Belum, ringracia esserh stå dato il pos
soa spicilità li fè la piezaria di 1/9 staro di formento
per uno ; saria andato ogni cossa soto sopra, e sariano fuziti e abandonate le guardie. Item, si dice li
turchi vicini hanno hauto comandamento dal signor,
star in hordine, per andar versso el Danubio; suplicha
se li mandi li ducati 400, per armar la fusta e altre
cosse ocorente. Item, meglij per monition e bisco535 to etc. Item, poi scripta, dice per soi exploratori esser
advisato, la dita adunation fata per Feris bei a Scutari esser disciolta, e andati a le thoro stantie ; e il
dito à fato venir alcuni mulli et cavalli da cariazo, e chi diceva andaria verso la Porta per comandamento dil signor turco, et chi diceva andava
versso el Danubio ; tamen starà vigilante , e tien
le cosse talmente proviste, che, per hora, di lui non
teme.
sesso di ditto vescoado, si oferisse etc.
Scurtinio di provedador zeneral in Dalmatia.
Sier Marin Gradenigo, fo provedador
sora le camere, quondam sier Piero 48.104
Sier Filippo Boldu, fo a le raxom vechie,
quondam sier Francesco
Sier Andrea Badoer, fo consier in Candia, quondam sier Zuane .
Sier Hironimo Querini, fo di la zonta,
quondam sier Andrea, da Santo Anzolo
Sier Zuam Antonio Minio, el grando,
quondam sier Nicolò
18.135
47.106
75.78
19.135
Sier Lucha Querini, fo provedador a
Corphủ, quondam sier Marco 60.92
Sier Alvise Loredam, fo conte a Zara,
quondam sier Pollo 85.68
Sier Alvise Zorzi, quondam sier Lorenzo, dai Servi 33.122
Sier Zustignan Morexini, fo provedador
a Pisa, quondam sier Marcho
Sier Nicolò Contarini, fo a le raxon nuove, quondam sier Moysè
Sier Antonio Moro, fo baylo a Corfù,
quondam sier Cabriel .
51.101
30.116
26.128
Sier Polo Contarini, da San Sabastiam,
quondam sier Bortolo . 45.103
102. 51
Dapoi disnar fo pregadi, per lezer molte letere,
et niuna parte fu posta. Fo spazà, per colegio, letere
a Zara, di provision si fa. Item, a Sibinicho, in conformità non mandino oratori de qui, ma li provederemo. Item, mandano li conti di la camera, e fo
rimesso mandar Piero di Organi. Item, a Spalato,
laudar il provedador e quello à fato a' polizani; e,
venendo soi oratori, sarano ben visti. Item, scrito a
Corfù, li inandi uno cargo di sal, e ristauri li castelli
dil vescovo a so spexe, e provedi a le isole etc., et al
bastion di Narenta ; e se li manda una paga per
questo; et scrito a Liesna, Braza e Curzola, debi
mandar barche a ditto bastion et legnami. Item, fo
scrito a sier Antonio Bon, provedador, va con Schandarbecho, za partito con do arsilij, si presenti a Za- † Sier Zuan Diedo, fo governador di le
ra; et, bisognando, si operi ; et cussi scrito a Zara.
Item, a sier Marco Antonio da Canal, sopracomito,
comessoli fazi il tutto andar presto a Zara, e poi
per li altri lochi di Dalmatia a custodia ; el qual sopracomito, solum con homeni da remo.... , si parti
in questa note.
Fu posto per li consieri, perlongar il tempo dil
synicha' a li syndici di terra ferma sono fuori , e
sono a Vicenza; li mancha el trivixan, Friul e l'Istria
ancora per mexi do. Et ave 24 di no, el resto di la
parte. Et fu presa.
Fu fato il scurtinio di uno provedador zeneral in
Dalmatia, justa la parte, qual sarà qui soto posto. E
rimase sier Zuan Diedo, qual mai fu in Dalmatia, et
era in vicentina etc. Poi restò conscio di X, con
zonta di colegio, fino hore 4 di note ; licentiato quelli
di pregadi .
di
In questo pregadi fo leto una letera di Roma,
scrive domino Bortolo Trivixan, episcopo
zente a Pisa, quondam sier Alvise
Adi 4 fevrer. In colegio vene l'orator di Na- 536
poli, e fè lezer una letera dil re, di 23. Li scrive di
la sua bona voluntà, e saria contra il turco in favor
di la christianità, domente fusse securo da' francesi ;
e questo, disse a sier Francesco Morexini, olim orator deli , etiam à dito a sier Zuan Badoer, orator presente, si che li convien tenir praticha col turcho, per
questo, per mantenirsi in regno, e non per altro ;
si duol convegni far cussi etc. Poi esso orator li usò
alcune parole in conformità, e disse, l' altro dì, l' orator di Franza li disse di la gran armata fa il suo
re ; et par che, facendo armata, il regno non saria
securo, perho oficio di sua majestà saria, volendo
andar contra turchi, far li christiani stesseno securi,
almeno ad tempus, perchè si converia far l'armata
yspana stagi ete. , e meglio saria non armasse ; per
tanto dice al principe, acciò serivi in Franza, paren
1381 MOCOCCL. FEBBRAIO 1382
doli, perchè il suo re, tuta via fusse seguro, saria | quella povera terra e teritorio, e che il teritorio è in
contra turchi, dicendo : Sapiamo ben che turchi, ve- tre parte, una il clero, la 2.ª nostri zentilomeni, la
nendo pochi nel regno, O faria, e non veriano ; et terza, lhoro, su la qual viveno, hanno dal 14 in qua
venendo molti, li leveria il regno ; ma, avanti cha sempre pagato le angarie, daducati 150 milia. Item,
perder, il re farà il tutto. El principe li rispose sa- quelli padoani non hanno exercitio, e di lanificio è
viamente, et si convene ambular etc. , dicendo : Per disfata, e dil subsidio ultimate posto, restano a panui non manchava a meter ogni ben. Poi disse, ha- gar, di ducati X milia, per la impossibilità, ducati
ver di Elemagna, di 20, da Nolimberg, di domino 4000 ; et che voriano meter la vita, manon ponno ;
Ilironimo Vento e dil suo orator, come li oratori di e il Monte di la Pietà e zudei hanno pegui di più di
l'archiducha erano li, e si fatichavano in tratar acordo | 100 fameie ; et infine disse, padoani haver dà princol re di romani e re di Franza. Item, che havendo
li oratori dil re Fedrico, operatossi con li electori di
l'imperio, za zonti li, che il re voglij admeter li nostri oratori, disseno erano contenti, e scrisse al re a
Linz, li admetesseno, si che sperava di bene, e, an- Veneno li oratori veronesi, per numero 5, et 536
dando, saria il fato dil suo re, perchè si poria trovar | prima parlò alcune parole el marchese Lunardo Maacordo. laspina, come erano mandati de qui a dolersi di la
Vene l'orator dil papa, al qual li fo ditto di la parte di soldi 5 per le raxon dirà domino Andrea
cruciata e decime scrivi il papa ne voglij concieder. ❘ de Pelegrini, etiam orator. El qual comenzó a parE lui rispose : La Signoria doveria ajutar il papa a
l'impresa di Faenza, acció possi atender, e spender
li soi danari per ben di la christianità, perho che ha
spender ozidi al mese ducati 35 milia, si che, finendossi questa, spenderia contra turchi ; tamen scriverà.
Vene el signor Constantin Comino, cognominato
Arniti, qual fo governador di Monfera' , e privato dil
governo per questo re. Era vestito di zipon d'oro,
e di sopra un vestito di raso paonazo, bareta di veludo, e una coladena al collo, grossa, capelli negri ;
è grando, bella statura, e compone ben parole. Sento a presso il principe, e comesso a dir di la indebita e insperata persecutione sua, non causata da
esso, e come zentilomo nostro si havia reduto qui ; et
era servitor, et sempre si havia operato per nui, con
molte parole ; et voleva justifichar il fato suo con il
re, e credeva, essendo justo come l' hè, e lui non
havendo erato, li restitueria nel pristino honor e
fama sua ; e tanto più, quanto per emuli acadete
quello è seguito ; pregando la Signoria volesse scriver una letera al suo orator, in corte di la majestà
christianissima, volesse pregar il re cometesse la
causa sua a chi si voglia, acció possi justifichar la
innocentia sua. Et il principe li usò bone parole, di- cendo forsi saria meglio aspetar il tempo. Elui disse : Hora è il tempo, perchè li malivoli son conosuti
e si arà pocho faticha. Et li disse, si vederia.
cipio a questa terra, et è povera al presente ; pregando la Signoria nostra non volesse cargarli, perchè non ponno; et che era 600 beneficij dil clero, la
più parte in nostri etc.
lar, e fu assa' longo, e disse assa' raxon, di la inequalità di la parte, et era contra li privilegij thoro
abuti in aquisitione ; poi il veronese è tre miliona di
campi, longo mia 60, 34 largo, la più parte campagna et monti, di qual o si traze ; poi è angarizado
assai, sì che non poleno pagar ; et disse, per li extimi si potria, ma per li campi mai si vederia la verità, e in tre anni non si faria la mexuration, e li mesuradori voleno un ducato al zorno, sì che ariano
dopia spesa. Item, disse di livelli, chi dia pagar o
chi à 'l direto o ver l'utile etc. Poi disse, li panni
si soleva far a Verona valeria ducati 18 in 20, hora
val ducati 14 la prima, e si vende a termene etc. Et
in conclusiom disse molte cosse, excusando quella
terra a tal imposition ; e dil subsidio sono debiti ducati 3000, licet el camerlengo habi fato il tutto, ma
non hanno ; comemorò la daia di le lanze, dil 44 fu
posta, tumen fo ditto durante bello col ducha Philippo, et usque in hodiernum la pagano ; e disse
molte angarie in diverssi tempi pagate per lhoro, e
quello patino a la guerra di Ferara, per il ducha di
Calabria, e a quella di todeschi ; concludendo, è contra li soi privilegij, e non ponno pagar, pregando la
Signoria voglij acetar la loro scusa.
Et cussi, come ditti oratori erano alditi, senza
farli altra risposta, el principe li disse andasseno
fuori ; primafo li padoani, et poi essi veronesi. Et
fo terminato consultar, e risponderli .
Veneno li 4 oratori di la comunità di Padoa, et Di Asola, di sier Andrea Griti, provedador, di
parlò domino Francesco dal Legname, doctor, do- ultimo. Come, ricevuto la parte di soldi 5 per canlendossi, per nome di quella comunità, di la parte po, e chiamato quelli citadini, terminò far quello fadi soldi 5 per campo, exponendo la calamita di rano Brexa ; e manda uma letera li scrisseno bre
•
1383 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1384
xani , videlicet li deputati ; e tra le altre parole, dico- | à serito di tal adunanza a tutte terre e luogi dil colno è venuta una mallo nova, videlicet questo pagar
di soldi 5 per campo ; si che etiam lhoro manderà
qui oratori.
fo, acciò si fazi provisione, e maxime in Antivari ;
et eri, passando de qui el capetanio dil colfo, veniva di Budua, e andava a la volta di Durazo ,
andò fuora a conferir con lui, dil bisogno dil luogo
di Rotezo, che importa assai per il sito suo, et è la
chiave e mure de Antivari. El dito capetanio deliberò immediate andar a Durazo, per ritornar subito
con altre do galie sono de li, e far la mostra per
Da Verona, di rectori, di do. Come mandano
una letera, abuta da Roverė, di sier Bortolo dal Ben,
citadim de li, qual à do fioli praticha in Alemagna ;
il sumario è questo. Par uno Zuan Francesco, suo
fiolo, sia tornato ; per tanto lui avisa al podestà di
Verona, come si atende a sunar danari de li intorno, ❘ quelle marine , acció l'inimico intendi haver fato
e il re à fato comandamento a' castelani, staging ben
in hordine. Item, è stà ordinà al vescovo di Trento,
non lassi passar el legato va in Alemagna. Item, uno
altro suo fiol li scrive, che si asuni el suo e si parti,
perchè sarà gran guerra. Item, essi rectori scrive
zercha quel interdito de li, per caxom dil fjol di sier
Nicolò Trivixan, procurator, con il cardinal Monreal;
si provedi etc.
provisione ; et, achadendo, altro ajuto non è per
manchar. Item, à inteso da alcuni dil paese esser
ussido fuora di la Vojussa la galia pagana con 5 fuste, e andate a la Valona; et galie sotil X metersi
in hordine ; e per adesso turchi non studiano in
altro cha in trazer fuora l'armata, e le forze dil
capetanio è impotente a obviarli, e star a l' impeto ;
e dito capetanio à bon cuor e animo, ma non ha
Di Ravena, dil podestà, di primo, venute eri le forze, come luj dice, e ha solum galie tre etc.
sera. Come le zente dil ducha erano a campo, pur Da Traù, di sier Polo Malipiero, conte, di 21.
a Russi , alozati in le caxe da persone 5000; et eri Come a dì 17 et 18 scrisse, et a dì 19 ditta hoste
sera fonno a parlamento con quelli dil castello, e li de' turchi, hora prima lucis, se levo di quel contado,
disseno atendeseno a la rocha, che lhoro fariano e andò su el conta' de Sibinicho, drio di qual man- quello farà la rocha, la qual è mal in hordine, sì che ❘ doe alcuni fidelissimi contadini a sopraveder i andala tien perduta, e persa , Faenza starà malissimo.
Item, el ducha ni le zente di Vitelozo ancora non
erano in campo.
menti lhoro, e non sono ancor tornati. Item, ha
aviso, un'altra hoste turchescha dover corer de brevi
a' danni di quelli contadi ; et è cossa molto lacrimaVene l' orator di Traù, sier Hironimo Lucio, et bile, veder la desolution di quelli miseri contadini ,
expose insieme con uno altro tragurin il bisogno di e si pol dir de li esser rimasti senza contadini. Item,
quella terra ; e turchi esser stati li, haver depredato è stà preso tre turchi di pocha condition per li vilanime ... , et assaissimi animali ; pregando si pro- | lani nostri, qual li ha interogati di più cosse, e divedi ; et disse dil castello fa far lo episcopo, qual bisogna sia ajutato. Item, quel capo di stratioti , Dimitri Rali, disse mal di lui.
cono ditto vayvoda, è corso in quelli contadi, esser
servo di Scander bassi, per comandamento dil qual
è venuto con dita hoste; e che 'l ditto vayvoda non
partite di Verbossana, con animo deliberato venir
a' danni di contadi preditti, ma con intention di
andar a Lavrana, et, per haver inteso esso vayvoda,
el ducha Corvino esser in ponto con cavalli 800,
dubitò andar a Lavrana, e se messe vegnir in queDa Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte e capetanio, di primo zener. Come, inteso ne li zorni passati da lhoro spie, el sanzacho de Scutari haver
mandato in Servia e Podgoraza, per far adunanza
di zente da pe' et a cavallo, si turchesche come paesane, judicho fusseno arte turchesche; perchè altre | sti contadi ; e diti turchi presi è più presto da con537 volte hanno spanto tal fama, o vero pur per la ve- dur some cha turchi di lanza. Item, quella terra è
nuta di stratioti zonti li, e la fama grande divulgata senza artilarie e munition ; vol soldati, stratioti, polper il paexe di la venuta dil signor Schandarbego; vere, schiopeti e altre artilarie ; e perho quella cità
e fin qui è zonti a Scutari cavali zercha 4000 e pe- manda uno di so nobeli per orator. Item, lauda il
doni 6000, con i suo' pavioni, e stanno su la campa- castello Zoilo, dil gran utile à fato, per esser emigna de Scutari, benchè el paese dicha siano da 15 nente in mezo di grande agriculture, sopra uno
milia, tamen in effeto non passano X milia in tutto; monte, dove si potrà redur villani assai ; et da ville
et à inteso di certo, tal adunanza esser stà fata per | 7 in suso ivi si salvono in uno castello, principiato
andar a la expugnatione de Rotezo, e cussi etiam | dil vescovo domino Francesco Marcello, e gran parper il paese se divulga ; unde, cognosendo lui l'astu- te di l'hoste fu soto dito castello, per darli la bazia di tal ribaldo, dubita non fazi altro disegno ; e taia ; e lui, conte, ge mandò homeni con barche e
1385 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1386
537
artilarie ; perhò ditti do castelli O valeno sine munitionibus necessaris ; perhò si provedi etc. Item,
per questa depredation, per la discrition fata, si trova esser dute in captività da anime cercha 150, е
animali numero infinito.
Item, per una altra letera, pur di 21, lauda el
castello di Vituri, situado a la marina, su quel teritorio ; et è molto a preposito etiam a Spalato ; et
essi nobeli Veturi se oferiscono etc.; vol munition.
stà visto Panigeto, corier a Sanzelona, a presso Barzelona, e poi dice mandò li a saper, judicha sia anegato nel passar di qualche torente etc. Item, poi, per
via di Franza, dal Foscari, ricevete nostre letere di
16, 17 et 19, viste con summo apiacer ; sarà con li
reali etc. Intrò li cai di X, et fè lezer certo aviso ; et
da poi disnar la Signoria dete audientia ; et li savij
reduti consultono zercha le cosse di Dalmatia, e
utrum fusse meglio ruinar Nona. Et ſo aldito questi,
qualli fonno rectori di Zara, sier Michiel Salamon,
sier Alvise Loredam, sier Francesco Marcello, sier
Francesco Venier et sier Thoma Liom ; do di qual,
videlicet Salamon e Marcello, fonno in opinion ruinar
la mità di Nona; li altri restaurarla, e cavarli atorno etc. , e dito dil loco di Juba. Item, visto un disecardinal novo di Sibilia, unde esso orator li parse | gno, era nel conseio di X, portato alias per esso sier
Di Spagna, di sier Domeneyo Pixani , orator,
date in Granata, a di 30 dezembrio. Come il re
havia terminato andar in campo, et poi hessendo in capella con sua majestà, solo orator, a la messa, vene
nova, ditti mori pratichava acordo; et terminò non
andar in campo ; et era solum sua majestà con il
Thoma Liom. Item, intisi Nona à merli 692, è
granda come Zara, ma non habitada da 300 persone; ma è bon tenirla per caxon di Zara etc.; et,
per li paludi atorno, e 3 mexi di l'anno pochi vi sta
dentro. Item, fo aldito Alvise Zucharin, zercha il
cavar li atorno etc.; vol assa' cosse etc. Fo terminato,
post multa, spazar il conte Xarcho, Bernardin da
tempo di dir qualeossa in materia christiana, et ringratiò soa majestà di la bona opera facea, di tenir
l'armata, pregando el perseverasse etc. E il re lo branchò per la man, e lo condusse in camera, dicen- | cavada atorno, sarà inexpugnabile, ma è imal aiere
doli mai da lhoro mancheria etc. Et la raina usò
simel parole : Pur li altri principi christiani fazino,
nui faremo il dover nostro. Item, vete la ynfanta,
di anni 16, havia auto la quartana, moglie dil principe di Ingalterra, a la qual fu posto hordine, doman | Nona con li stratioti ; item, Jacomin di Val Tropia,
la visitasse, e li desse le letere credenzial etc.; sì che,
si l'acordo di mori siegue, sarà optima nova, perchè
spendeno quelli reali assai etc., e non li à voluti dar
a sacho, che, se li havesseno dati, sariano za stà expugnati. Item, tien terano l'armada fuori questo inverno e instade; et domino Agustino Grimaldo et
Martin Centuriom li à dito, hano trato il cambio per
Roma di ducati 30 milia, e poi etiam di 12 milia, et li hanno richiesto ancora ; tamen lhoro majestà con
lui parlano reservadamente, o sia perchè aspetano
risposta, e aspeta esso orator una dolce risposta.
Item, el re di Portogallo fa armata per Africha, contra il re di Fessa, e fa far gran numero di biscoti ;
vol dir al re, fazi la vengi in Levante, come alias
soa majestà disse faria etc.
Dilditto. Seguita, voria aver nostre letere spesso,
e par la letera sia tenuta fin 5 zener, et li oratori
neapolitani hano per mal le careze li vien fate a lui.
Item, fin quel zorno, lo acordo con mori non è seguito, adeo, vedendo, li capetanij terminò darli la
bataia, lhoro si difeseno, et le pratiche fono rote ;
ma il re vi mando uno secretario a reviver ditte
pratiche, et era venuti li a Granata 5 mori a pratichar; il re non li ha voluti aldir, ma li ha remessi
in campo a li so capetanij .
Dilditto, di 5 zener. Zercha letere nostre, esser
contestabele, con 100 schiopetieri et 50 provisionati ;
et ſo leto una letera scrivea sier Jacomo da Molin,
dotor, olim capelanio di Zara, a sier Bortolo Vituri,
di 15, molto copiosa; et per mio aricordo, meter in
Lavrana sier Jacomo Manolesso per castelan, con
ducati .... al mese.
Adi 5 fevrer. In colegio non fo alcum orator, 538
et poche letere.
Di Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro,
provedador, di 3. Come per l'altra scrisse, Goricia
esser stà donata etc.; hora dice have mala informatiom, et che uno domino Andrea Lectistaner era
andato a tuor il possesso di Goricia. Item, eri veneno
li a Roverè do noncij , uno dil conte paladim, e l'altro di lo episcopo di Braxenon, qualli volevano parlar al legato, el qual non era de li, ma si dice è ito
a Verona, e hanno comission parlarli a lui medemo,
sì che doman starano de lì, a veder si venesse esso
cardinal , aliter lo anderano a trovar. Item, dicono
li soi signori non esser ancora andati a Nolimberg a
la dieta, perchè sanno la conditiom dil re ch'è longo etc. , sì che procurerà saper, et aviserà. Item, à
aviso non esser alcuna novità di zente, ma solum si
atende a scuoder.
Da Vicenza, di rectori, di 3. Zercha mandar
danari a Treviso, per li stratioti ; et par sia stå dite
1387 1388 MOCOCCI, FEBBRAJO
di thoro certe parole di uno di colegio, si scusano
di le opere sue, et si portano benissimo. Et per colegio fono laudati, et scritoli optime letere. Item,
scrisseno una altra, di certi avisi di le cosse di Alemagna; le qual el principe mandò tutti fuora, e fè
lezerla.
honorato ; hora scrive la condition dil locho, di bellissimo sito ; li homeni civili, scientifichi, literati e
artifici, sono da anime 6000 e più; di anni 15 fin 60,
homeni da fati, 1200 ; è loco di passo, circonda mia
uno, cento di muro, con 4 porte, uno contestabele
per porta, con lire 21, e compagni 3 con lire Xper
Di domino Marcho Saracho , archiepiscopo di uno; le muraie molto debile, e assa' bon fosso proLepanto, loco tenente el vicario di Brexa, date a fondo, con li so spalti di fuora ; voria esser qualche
Brexa, a di primo. Come sviseratissimo servitor, forteza, come Caravazo ; è gran penuria di viver,
non si vede stancho operarsi etc. , come fè a Lepanto; | per il trar di la biava in bergamascha, e non si troe aricorda nel colpho di Lepanto, lontam di Lepanto
mia 14 in 16, se ritrova una ixola, nominata Stridonia, possessa olim per lui come archiepiscopo, con
la qual potria viver da 3000 persone, si ela fertile, ❘ xadona, stato de li per provedador.
vava uno ster di meio per uno ducato ; divedo non
si portasse senza soa licentia. Item, quelli de li, justa
le letere nostre, pagono libentissime sier Michiel Balontana da tera ferma mezo mio, e ha uno porto
teneria 50 galie, e in dromo di dita isola, in terra
ferma, è uno castello, situato in monte, con doi alle,
che vien zoso fino a la marina, in la sumità dil qual
è una fontana, e similiter un'altra fontana a la marina, nominato Cathacusnopoli ; el qual castello è
circondato de muro, quasi un passo; da terra, tuto
il mondo non el toria ; da mar, el se potria con puo- chi danari farlo inexpugnabile, e si potria li far da
550 fuogi ; e perhò aricorda si toglij tal impresa, e
mandar X in 12 galie, e far alzar ditte mure; e habitar quel castello, e li habitanti potrà viver di le
frue di essa isola; et, principiato, immediate tuti li | Zara, la cisterna di Lavrana, e dove bisogna. Item,
Da poi disnar fo pregadi. Et prima fu posto una 538
expedition di oratori di Zara, notada per mi, ne la
qual tuto il colegio introe, videlicet scriver a li rectori
la expedition predita, videlicet, durante bello rimeter
il soldo per staro pagavano chi conduceva biava de
li. Item, darli la trata di stera 2000 formento a
Trani, con le contra letere etc. Item, scriverli le pro- vision si fa, di mandarli il provedador in Dalmatia,
200 stratioti, 200 provisionati, tra i qual 100 schiopetieri. E noto, ozi expedimo Jacomin di Val Tropia
per far li ditti, e dessemo ducati 700; verà fin 15
zorni . Item, mandarli ducati 400 per le fabriche di
stratioti si di Lepanto come di altri lochi convicini,
vegniriano ad habitar li, et ogni zorno coreriano per
quelli paesi ; e li basteria l'animo, con 1000 ducati
far 500 stratioti, homeni da fati ; et è certo, tutti
quelli di Lepanto, per esser mal tractati da' turchi ;
e per quel locho si potria trazer tanto formento
quanto si voria ; e do galie che stesse li non lasseria andar barcha turchescha , e seria la disfazion di
quelli paesi, e de necessità converia tuor novo partito ; e facillime si potria robar Lepanto, aut el turcho el desfaria, perchè non haveria utilità alcuna.
Nè li dardanelli de la ponta di San Nicolò obsta ,
perchè i non se balestra uno a l'altro, et è tre mia; | inzegner, qual saria Zuan Lodovico da Ymola.
le munition e artilarie. Item, stara 300 meio, et miera 20 biscoto per Nadino o dove bisogna. Item,
darli libertà concludino a le guardie con il ban di
Jayza, Coxule e madona Dorathea, con ducati 350,
come scriveno a l'anno, con questo, dagino avisi a
tempo, e veri, et etiam a Udene etc. Item, a Lavrana
mandino per provedador sier Jacomo Manolesso, el qual da qui in driedo habi, per spexe, neti ducati 15 al mexe; e poi, zonto il castelan , vadi provedador,
e sij di stratioti. Item, si a lhoro par, debino meter
li stratioti a Nadino, per custodia dil conta' etc. Ave
tuto il conseio. Etiam dicessemo di mandarli uno
e facil cossa saria a spianarli con 4 galie ; et dice
questo, come expertissimo ; e tuti quelli luogi di
quel colpho dariano tributo a ditto castello, per non
essser desfati, come al tempo de l'altra guerra con
il turcho, davano a Lepanto, et la camera scodeva
di questo da ducati 3500 in suso ; et li stratioti potrano corer a Larsso, a Agnolo Castro, et fino a
Salonich; et sarà posto nel cuor del turcho ; et si
oferisse poner la propria vita in tutte occurentie etc.
Da Trevi, di sier Daniel da Canal, provelador,
di28. Comeper l'altra avisò dil suo zonzer li , molto
Fu posto per tutti, ut supra, confirmar la electiom, fata a la Zefalonia, di sier Alvixe Salamon,
provedador, sier Zuan Venier, castelan, e sier Hironimo Lion, capetanio di l' isola, per il capetanio zeneral in omnibus ; e sia suspeso la parte di far il provedador de li. Et ditta parte ave X di no, el resto di
si. Et fo presa.
Fu leto certa scriptura, presentada in colegio per
li provedadori sora le cosse di mar, videlicet datali
per domino Hironimo da Salò, doctor, zerchar armar di la Riviera di Saló etc., 4 in 5 galie, e far li
1389 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1390
539
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sopracomiti di quelli di Saló, et ne aricordo alcuni, | ral li mando 5 galie, e lo biasma molto; lui dovea
et vol de qui solum l'homo di conscio etc. , oferendossi. Et per sier Nicolò Trivixam, procurator, savio dil conscio, fu posto di dar libertà a li diti provedadori, et con quello di pratichar, e poi si vengi
a questo conscio. Et primo andò in renga contra sier Alvise di Prioli, quondam sier Zuane, ſo governador di una galia grossa, e disse assa' contra ; aricordo si tolesse zurme di la Riviera di Zenoa, et poner qual- cheuna per galia etc. Li rispose sier Nicolò Trivi- xan, procurator. Et sier Lorenzo di Prioli andò in
renga ; ma, venuto Jo fino a la renga, come mi vete,
mi dè luogo, et contradixi, et missi sollo sia dà libertà a essi provedadori, come hanno, di zerchar
per ogni via zurme, e li soracommiti di le galie siano zentilomeni nostri. Et andò le parte : una non sincera, 7 di no, di sier Marin Sanudo, savio ai ordeni , 67, dil Trivixan, procurator, 73. Et 0 è presa. E
noto, mi rispose sier Cabriel Moro, savio ai ordeni,
e intrò in opinion col Trivixam. Or, iterum balotate,
2 non sincere, 68 la mia, 87 dil Trivixan. È presa.
far con le 4 galie sono con lui, et non aspetar, perchè havia galie ben in hordine ; la sua, sier Francesco di Mezo, sier Sabastian Tiepolo e sier Sabastian
Marcello, che ha 5 homeni di più. Or le galie mandoc fu sier Andrea Foscolo, sier Polo Nani, sier Pollo Valaresso, sier Cabriel Soranzo e sier Francesco Pa- squaligo, quali andono aliegramente in quella note medema, ma non poteno andar di longo , per il tempo contrario, e indusiò fin quella matina, e si
sono levati. Dice saria andà lui, zeneral, im persona, ma do cause l'à tenuto ; una, per non aver vi- tuarie; l'altra, per non lassar quella isola a l'armada
yspana etc. Item, li mandò al Zonchio con la nave,
patron Piero da Liesna, miara 25 biscoto, formento
stera 500, stera 100 orzo, 30 bordonali e ducati 200
per una paga, et ducati 200 di tornesi, et ordinato
lassi li le artilarie à di San Marco. Item, essendo bonazà il tempo, l'arma' yspana si trete fora di quella
bocha prima dil porto, per levarsi ; e lui zeneral non
vede l'hora ; etiam a lui li è forzo levar, per andar
a trovar dil pan, e à fato cargar su le galie grosse li
stratioti con li so cavalli, era con lui, per andar a
l' impresa di Santa Maura; lassa li a la Zefalonia do
galic sotil, sier Nadal Marcello et el sibinzan, e la
nave, patron Pollo Biancho, per segurtà di quella
ixola, e per ajutar a la fabricha. Item, dinanda biscoto, e za più zorni non hanno onza, solum un pocho di formento, col qual viveno nostri ; à scrito in
ogni locho li mandi, e à scrito a li provedadori di le
biave pagi li formenti a chi li porta ; et per esser sier
Dil re di romani, date a Linz, a d' 27, a hora Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, con la
zonte. Avisa come scrisse, scriveria il locho dove si febre, li à dà licentia, e va a Corfù a restaurarsi.
dovesse mandar li oratori, et perchè credeva andar | Item, sono venute su quella isola ad habitar più di
versso Yspurch a far certe cosse, hora non va; per
tanto avisa se li manda a Salzpurch, et vadino prima
aPordenon, dove à comesso a uno di soi capetanij,
per segurtà lhoro, li acompagnino ; et di zio debi
dar risposta per el presente suo corier.
Fu posto per tutti una optima letera a Roma,
a l'orator, in risposta di le decime e cruciate; e
con parole efichace debbi tenir al papa, à concesso
a tutti il jubileo e cruciate, e a nui, che semo in bello
e in gran spesa, non vol etc. , si che debbi instar
averlo, nomine nostro, come ne fu promesso. Letera
ben ditada per Gasparo. Ave 2 di no.
Et in questo mezo, vene do man di letere, per
via di terra, dil capetanio zeneral. Il sumario di le
qual sarano poste qui soto etc.
Da Vicenza, di rectori, di 4. Zercha alcuni avisi
abuti di le cosse di Alemagna, da uno domino Christoforo Paiello, qual è bandizato de li, et scrive a domino Leonardo da Porto, doctor, com ......
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, im
porto di l' arsenal, a dì 9 zener, a hore 5 di note,
par a d' 6 scrivesse, qual non si à 'hute. Avisa quello
à dal Zonchio, di sier Hironimo Pixani, provedador,
zercha la intelligentia à in Corom, che li principalli
si voleano dar, e amazar li turchi e taiarli a pezi,
come apar per dite letere, qual ricevete a dì 7, hore
3di note. Unde subito, inteso il bisogno, esso zene100 fameie, di quelle erano per avanti, qualli crano
andati ad habitar al Zante, si che per zornata etiam
ne verano. Item, scrive, cussi chome prima quando
fo al Zante scrisse in laude di sier Nicolò Marcello,
provedador di lì, hora, per una letera scrita in greco per tutto il popolo dil Zante, qual manda a la
Signoria, contra di esso provedador dice mal assai ;
per tanto forma il processo, per punirlo justa la justicia e consientia soa. Item, el capetanio yspano à
voluto el scrivi una letera al consolo nostro a Messina, li stimi le munition tute e artilarie esso capetanio ha consumato a questa impresa ; le qual siano
pagate poi a Venecia, per la stima farano ; et cussi à
fato dita letera, et l'inventario par per altre mandasse.
Did Zonchio, di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, date in galia, a di 6, hore Xdi no-
1391 MCCCCCI, FEBBRAIO. 1392
te, al capetanio zeneral drizate. Come in quella note | dador, aver principia inquel castello uno riparo ; li
|
(
piace, e lo va prosequendo, si che lo farà inexpugnabile circum circa ; e per tanto, voria se li mandasse li 200 lombardi richiesti per esso Coltrin, qual
lo manderà a Napoli di Romania, a veder quelle fa- briche ; poi torni a Corfù. Item, manda una altra
querella contra il provedador dil Zante, si che non
è per lassar tal cossa in silentio ; vol se li mandi danari, e mandò li conti di la dispensation, saldati fino
a di 4 dil presente; per il qual resta credador di
passada era venuto li, con alcuni nostri stratioti, uno
coroneo, nominato Stamati Turiano, da parte di Ralei Manolli, Jacomo Ralli, fradelli, Zorzi Rali, Dimitri, scrivan di la camera, Bernardo, Lunardo e Pie- ro, fradelli, di Franceschi, e da parte di tuto quel
populo e tera di Coron, che sono in numero 700 da
fati, excepto i traditori ; et si oferiscono taiar a pezi
tuti i turchi sono li, per numero 600, e dar la terra
a la Signoria nostra, e vol 3 o ver 4 galie, vadino li
a presso, acciò, quando vorano, hessendo sopra il | lire 19 milia 179, soldi 7 di pizoli, spexi dil suo ; e
manda l'inventario di le monition è lì in castello. fato, vadino esse galie li, per poter haver la cossa
perfeta ; con questo, siano absolti di li debiti fatti ;
et li à dà bona risposta. E, consultato questo articulo con quelli sopracomiti, concluseno doversi aceptar il partito ; ma, per esser solum li 4 galie mal in
hordine, pertanto spaza uno gripo a posta a esso zeneral acciò li mandi presto presto 5 galie; et à fato
una patente amplissima a tuto el populo di Coron,
euna letera separada a li capi sopra diti, scrivendoli
Dilditto, ivi, di 16. Come ricevete 4 nostre letere. La prima, zercha quel domino Pantaleo Sachano. Risponde più niun moto li è stà fato ; et che
❘zercha il mandar galie a disarmar, rimesso a lui sì
o no, exequirà a questo, quanto li parerà ; tamen,
le galie, sì grosse e sotil, è mal in hordine, si di
corpi e di patroni, come di li homeni amalati, adeo
bisogna mandarle a disarmar. Per la seconda, debbi
539 non solum sarano absolti, ma im perpetuo premiadi| far conzar la barza capetania, dove li par, o a Corda la Signoria nostra; e mandoe via dito homo con fù etc. Risponde, vol mandarla a Veniexia a disarmar,
uno suo. Item, fece discargar la nave, primo Piero❘ et etiam la Mora, e solum tenirà con lui tre nave.
da Liesna ; e il biscoto e legnami à fato meter nel ca- Per la terza, zercha le galie di viazi, la segurtà, e
stello, e certa parte di formenti, perchè par sia senza mandi. E cussi farà. Per la quarta, di ducati 2251
pan, li stratioti non hanno da viver, li è forzo darli | dil Miani, sono su le galie, debbi averli. Item, a di
un pocho di formento ; et eri bona parte andono a
far erba, per non poterli tenir, chè li cavali moreno
di fame; et turchi feno una imboschada, prese solum
tre, zoè do puti, et uno di anni 5 ; e l'orzo è stà
una salata ; perhò si provedi, aliter diti stratioti si
perderà.
Dilditto capelanio zeneral, date, ut supra, a di
15. Come O ha dil Zonchio ; l'armata yspana ancor
non è mossa, et li è venute a la ditta do nave carge
di vituarie, e horra non fanno quella pressa de levarssi ; et perhò è stà tempi fortuneveli. Ringratia
Dio sia zonto dil pan a la nostra armata, per esser
zonto el maran, primo Zaneto di Muran e la galia
Vitura bastarda, con pan, e uno gripo da Corfu con
miera 50 ; el qual gripo, in quel hora, lo mandò al
Zonchio al provedador Pisani. Item, è zonto una
caravella schiavona, con biscoto da Trani, sì che,
gratia Dei, harà pan per qualche zorno. Si vol levar,
e andar a Santa Maura, e poi a la Prevesa, per brusar quelle galie, poi a la Vajussa ; e per caxon di
l'arımata yspana, non si parte; e à mandato una
fusta fino a Santa Maura e in quelle aque, per prender qualche homo, per saper qualcossa. Item, è zonto
li Jacomo Coltrim, lo lauda assai ; vene con 27 homeni di fazon, e à trova sier Alvise Salamon, prove13 ricevete molte letere duplichate ; et una, per la
segurtà di le galie di viazi, per le fuste ussite di la
Vajussa, unde expedi il capetanio di le galie grosse
con do galie, sier Daniel Pasqualigo e sier Marco
Tiepolo, con comission vadino fino al Sasno contra
le galie di viazi. Item, avisa di hora in hora zonzer
molte ſameie in quella isola, e ogni di ne verà più,
et à dilibera mandar le galie tute di viazi a Corfu,
con questo le non passino Corfù, per l'arma' yspana,
fino altro hordine; e deputò le tre galie a rata, zoė
sier Francesco Arimondo e sier Zacharia Loredam
in Alexandria, e sier Bortolo Dandolo a Baruto ; e a
le zurme à dato sovenzion, licet non habi danari, e
il Dandolo e Rimondo hanno mudà le loro galic, zoè
la galia di sier Pexaro da cha' da Pexaro à abuta il
Rimondo, et quella di sier Domenego Capello à
abuto il Dandolo, et altri sopracomiti non à voluto
andar a rata. Item, manda la copia di una letera
scritali dal capetanio di la Parga; la qual è notada
qui avanti.
Dilditto capetanio zeneral, non dice dove, ma è 540
quarta letera. Come ozi , videlicet 16, era venuto
sopra la sua pope di la galia don Diego di Guerra,
capetanio di le artilarie dil capetanio yspano, e disseli era zonto con le do barze un bon subsidio di
1393 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1394
vitualia e vini, et 1000 porzi , schiavine e drapa- | sì che algun navilio si à potuto levar. Item, eri zonse
menti assai, adeo haveva restaurado quella armada ; li el maran, spazato di qui con biscoti e monition,
mostrando quasi non era esso capetanio con l'ar- patron Antonio da la Riva ; et el maran di Sabastian
mata di andar in Sicilia. Poi li disse, el suo capetanio di Franceschi, con biscoti e monition, non è ancor
voleva esser judice di quelli erano stati li primi, fino zonto. Item, el capetanio yspano li fè dir, zerçha li
al numero di 13, a intrar nel castello, per darli le vini tolse al Zante, di raxon di sier Michiel Foscari
provisiom, justa le proclame; e fè formar certo pro- e sier Piero Contarini, a li qual fece dil recever, li
cesso di alguni soi, per numero 13, senza soa saputa. sarà grato intender fusseno stà satisfati; et avisa,
E lui zeneral li rispose, ancor dijure aspetasse a lui ❘ nostri per necessità di vin hanno pagà la bota di la
malvasia, tonda e grossa, ducati 8 fin X la bota; e
questo, perchè li gripi con vini non veniva per dubito di esser messi a sacho da' spagnoli, adeo sono
stati tuti in gran neccessitade.
tal cognition, tamen la donava a soa signoria ; ma
erano molti volevano provar esser stati lhoro di
quelli fono li primi. E cussi asenti, e non fè altro. E
la barza di esso capetanio yspano, con le altre, erano
tirate fuora di la prima bocha dil porto, stando in Da la Barya, di Andrea Lanza, capetanio, di
levata, e per fortuna non si à potuto con barche primo, al capetanio zeneral. Prima si alegra di la
andar li , ni lhoro venir da esso zeneral ; ma poi esso vitoria di la Zefalonia, e quello à inteso, per via di
capetanio yspano li mandò a dir, haver fato publice spia, dil tuto à dato noticia a Corfù; hora per la proclamar, eri da poi disnar, li in terra, si alcum fusta li scrive, haver per una spia di la Prevesa,
pertendea esser di primi, si dovesse per tuto quel parti domenega, referisse come el flambular d'An- 540 *
zorno presentarsi, e, non venendo, habino tempo a gelo Castro, tuto el tempo sta a l'Arta, e fa fabripresentarsi e andar a Messina da soa signoria, zorni char caxe, molini e zardini, e non curava di 0, pen20 poi el sarà zonto. Or esso zeneral, inteso quel sando l'armada nostra facesse la invernada a la Zedon Diego, mandò dal dito capetanio sier Hironimo falonia, fin si stracherà, e poi l'anderà a ripossar ; e
Contarini, provedador di l'armada, a visitarlo e non pensava che la Zefalonia si perdesse, e si dava
pregarlo dovesse restar in quelle aque, per tuor bon tempo ; e tuto il paese steva senza paura. E ditto
nova impresa, o in Levante o in colfo, zoè a Castel | flambular havea segni con quelli di la Zefalonia, e
Nuovo, con molte promesse ; e li dechiari la cossa
di Coron. El qual provedador ando, et, exposto il
tutto, li rispose voleva omnino andar a Messina, perchè molte nave havea bisogno di conza, e per metersi im ponto dil tuto a suficientia, et expeleria
mandato li da li soi serenissimi reali. Ala materia
di Coron, mostrò gran contento ; e li disse nove di Spagna, di l'altra fiola di reali, marida nel re di
Portogallo, per la dispensa fatta per il papa ; et era stà fato gran festa, e madona Margarita, fo moier
dil principe di Castiglia, esser marida nel ducha di
Savoia ; e li reali haveano mandà a chiamar l'archiducha di Bergogna, per farlo zurar principe di Ca- stiglia. Item, a esso capetanio li disse era contento
fusse soa signoria zudexe, a zudegar quelli meritavano el premio, dummodo li nostri fusseno examinati. Et soa signoria rispose haver fato proclame,
perchè da li soi l'era stà di continue stimulato ; e Dil ditto capetanio zeneral, di 17 fin 18, ivi.
mostró haver grato tal visitation. Item, di Corom | Come l'armata yspana era levata quella matina, a di
nulla ha dal provedador Pixani ; ma è venuto uno
di la Parga, parti a di 12, referisse esser zonto li
uno zenero di uno prete, parte da Coron, non sa dir
il zorno. Disse aver inteso, come a Coron christiani
e turchi se hanno taiato a pezi, ni sapeva l'exito etc.
Item, li tempi di levante e ponente è fortunevelli,
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III.
|
❘
stava a l'Arta ; e a dì 23 non fo visto li segni ; el
flambular judicho fusse persa, e cavalchó el dì sequente a la Prevesa, e il dì di Nadal, con 300 turchi,
tra cavalo et a pe' , e mandò ulachi a la Porta, e per
tuto il paese, a dirli stagino in hordine, e a un moto
si asunino si turchi come christiani. Item, non esser
gran fato turchi nel paese, e pochi altri più si arco- jerà; tutti li turchi è andati col signor in Anderno- poli ; e a Constantinpoli è peste assai. Di l'ongaro
vien dito, che li dà impazo, et le galie erano a la
Prevesa, numero 12, è assa' tempo le hanno mandate a Vendiza, e li sono una fusta, fata a Ragusi, di banchi 16, et è venuta al Fanaro, e à dato la caza a uno
zopolo con tre homeni peschava, quali urtò in terra,
e scampò li homeni ; et, ozi zorni do, la vene fin a la
ponta dil Fanaro, et lui l'ha vista velizar de li in- torno.
17, per andar versso Sicilia, come il capetanio yspano li à fato intender ; e quella isola dil tutto hora è
asicurata, si che è per levarsi doman di note, lassato
prima bon ordine a quel castello, e va versso Santa
Maura e la Prevesa , per far l'efeto à scrito, poi
versso la Vajussa, per far il simile di quelle galie; e
88
1395 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1396
da Trani, con miara 85 biscoto et 1000 stera di
orzo, che sta a preposito per li stratioti sono sopra
quelle galie , e pur 0 di Coron ha, fin 18.
spera reussir ben; e, mandato ad execution, manderà le galie qui a disarmar e le nave, per non esser
possibile tenirle fuora, per la malla condition di
corpi e de li homeni, præcipue de li lombardi, qualli
molti sono morti, o per il mutar l'aiere, et è molti
infermi, nè li val algun regovro e medicine, ni darli danari, sì che pocho valeno ; e a tutte le galie manchano assai di simel homeni ; oltra che i sono di
pochissima faticha, e si scondeno ne le machie per
non far servicij , etiam è in ditto numero homeni
malsanni, e di anni più di 70; voria se li mandasse
homeni per quelle galie, come schiavoni e altre nation, et da lui promete sarano ben tratati, perchè li
achareza, e li serve le promesse ; et, zercha l'andar
a disarmar e questo fastidio ha da le zurme, perho
è da proveder, che quelle galie si armerano im Puia,
Candia e Corfù, nơn stagino più di 4 mexi in armada, si la Signoria nostra vol haver bon fruto ; e aricorda si armi presto, acciò, ussendo l'armada tur-| cha riportarli a Venecia, acció, si esso capetanio torDilditto zeneral, date ivi, a di 20, zoè in galia,
ali Guardiani. Come non era stå possibile mandar le galie a rata, prima per li venti maistrali, fortuneveli ; et eri sera zonse da lui domino Francesco
Floriano, doctor, con letere di X novembrio, zercha il far restar l'armata yspana la invernata de li ,
e la comission data al prefato Floriano, e la proposta e risposta dil senato fata a esso capetanio yspano.
El qual domino Francesco li disse, esser dimorato
tanto per la tardità di le galie di viazi, per li sinistri
tempi usati, e li rincresse non esser venuto in tempo; et haver veste d'oro e di seta, e presenti di
confetion e cere per esso capetanio yspano ; e aver
diliberato di tornar a Venecia. Ma lui zeneral li à
parsso meglio, dischargi li preditti presenti a Corfu
chescha, possi obviarli ; e, non ussendo, vadi a
destrution dil paese Ihoro. Item, dice questo anno
le galie di Candia sono stà molto mal conditionate e
marze. Item, Alvise Zio vene con fluxo da lui, e lo
mando a Corfu, dove non è varito, per non comportarli l'aiere di Levante, et li à dato licentia vengi | lui zeneral fo im persona a la sua nave, et mandò
nasse, se li possi presentar ; e dito domino Francesco manderà de qui, con la prima galia manderà a
disarmar. Item, scrive, non obstante havesse alcum
hordine nostro, più volte persuase esso capetanio
yspano a restar, prometendoli porto e vituarie ; e
etlam sier Hironimo Contarini, provedador, a questo effecto; el qual capetanio sempre à risposto voler andar in Sicilia, a Messina, a metersi in hordine
dil tutto, e far reveder quelle nave hanno bisogno
di conzier, e aspetar mandato da le regie alteze ; si
che non à manchato da lui, e li à fato bona compagnia, et sono stati sempre in grandissimo amor e
uniom. Item, à ricevuto molte letere nostre replichate, e una dil cargar poi muda, sub pœna etc. E
a ripatriar, e à fato far ad altri le zerche a le galie e
nave, qual le manda a la Signoria nostra, e à fato
solum a la nave capetania e tre altre, e al resto le
farà far. Item, scrive, poi scripta aver ricevuto letere
dil rezimento di Corphù, di 17, dit zonzer li di le
galie di viazi , unde comesse a le galie di viazi si lievi
quella note per Corfù, e quelle capetanie non si pol
partir di Corfù senza suo hordine, atende a expedir
le tre a rata, e, zonte, anderano a lhoro viazo ; e à
licentiato il capetanio di le nave con tute nave, vadi | questo medemo prima lui dete in comissiom a li pa- a Corfu ad aspetarlo, e fazi secrete imbarbotar sopra
esse nave tutte le barche di quelle, acciò possi a la
bocha di la Vajussa far lo effecto, e brusar le galie
turchesche, di che à gran disiderio, e, per farlo,
541 tegnità tutti i mezi li sarà possibile etc. Item, che
troni di le galie a rata, qualli quella sera si dieno
partir per Corfù ; el resto è za levate ; et li capetanij
voleano non andar uniti in Candia, non à voluto
romper li ordeni dati, imo comesso li exequiscano,
e vadino streti ; e, quanto al dar sovenzion a le gal'orator ysparno, existente qui a Venecia, li à scrito | lie a rata, non ha danari, ma à scrito a Corfu, dove
una letera, la qual mandò de qui, per la qual li da è de li soi danari, e ordinato quanto si habi a dar
titolo : Excellentissime eques, licet non sia cavalier ; a cadaun di dite galic; tamen si duol, per niuna lelo lauda di boni soi portamenti, pregandolo li mandi tera li è stà scrito se li mandi danari ; et à ricevuto
per li soi danari qualche turcha, che sia bella et ado- una letera, per la qual se li scrive mandarli ducati
lescentula, e questo per mandarla a sua moglie, e la 4500 per Napoli, zonto sarà a Corfu li manderà, et
drezi al fiol di lui zeneral ; et esso capetanio li rispo- etiam Jacomo Coltrin per ordinar quelle fabriche,
se, vederà di satisfar, et fin hora nulla ha auto, et et za lo à mandato al Zonchio con una galia li manmandò la risposta aperta, acciò la Signoria la vedes da con biscoto, con ordine poi torni a Corfù ; et arise, e, bollata, fusse data al preſato orator di Franza. corda li 200 maistri lombardi se li mandi, e à dato
Item, avisa dil zonzer in armada una caravella, viem a homeni 27 è con Coltrim, per meza paga ducati
1397 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1398
60. Item, quanto a la letera, debbi dar favor al rescatar la dona di sier Cabriel Venier, è a Coron, per
li ducati 211 mandati; risponde, farà el possibile ;
et è assa' zorni intese, esso sier Cabriel Venjer esser
morto. Item, scrive come era reduto con l'armada
li a li Guardiani, per andar a Santa Maura, poi in
le aque di Corfù. Item, lanave, mandó za assa' zorni
in Candia per vini e formazi, non è venuta, ma, zonta
castello è grande, è nudo di ogni ben, sì che non
sa che dir.
Du Corphù, dil bayto et capetanio e provedador, 542
di 17. Comele galie di viazi zonseno li a dì 16, et
starano li fin el zeneral li dagi ordine. Item, l'armata yspana, a dì 8, tolse licentia per ritornar in
Sicilia, et l'altro di capito li el governador di Gotron, veniva di l'armata con una barza e do cara541 la sarà, vederà di reussir dil tutto, e li darà a li so- velle, e andava in Sicilia per vituarie. Etiam capito
pracomiti a conto dil gredito lhoro. Item, manda lali do barzoti con vituarie, venivano di Sicilia e annota di vini tolseno li spagnoli al Zante ; avisa dil
zonzer li una caravella, vien da Trani, con miera 85
biscoto e stara 1020 di orzo ; lauda quel provedador da Trani , per la solicitudine sua, e sier Antonio
da cha' da Pexaro, quondam sier Lunardo, ma non
à il modo di pagarli ; li à fato letere etc. Item, il biscoto da Venecia è perfectissimo, e di tal pan galioti si contentano. Da Corom pulla ha; crede procieda per le provenze usa.
dono a la volta di l'armata, si che sperano non hara
più sinistro de vituarie. Item, lhoro à spazà gripi
con vituarie a l'armata, a dì 14 expedi el maran,
patron Antonio da la Riva, con miara 209 biscoto,
venuto da Venecia, e monition. Etiam, expedi una
caravela venuta da Trani, con stera 1020 orzo e
miara 83 1/3 di bisooto; et eri etiam zouse la marciliana, patron Marchesin Corteler, expedita da Trani
con stera 1690 formento, farano biscoti. Item, per Dal Zonchio, di sier Hironimo Pixuni, proveda- | le galie riceveteno letere zercha li syndici ; anno exe- dor di l'armada, dute in galia, a di 4, hore 6 di quito etc. , e li manderà il processo, et una letera
note. Avisa il zonzer eri li la nave, patron Piero da per li cai, examini Jacomo Coltrin sopra la materia.
letera, à ricevuto li ducati 900 per pagar li provisionati di castelli, e doman li darà la paga; qualli
sono mal contenti, e hano expedito il secretario con
gripo a l'armata, videlicet quel domino Francesco
Floriano, vol dir.
Liesna, e intese la nuova di l'aquisto di la Zefalo- | Dice dito Jacomo è andato a la Zefalonia. Per l'altra
nia, et ricevete miara 25 biscoto, stara 500 formento, orzo stara 100, schaloni 30, et ducati 200 in uno
gropo, et in do barili tornesi ducati 200; si duol
sono pochi, per esser ivi più di 200 stratioti che
moreno da fame ; et è cavali 100, di qual ne moreno in mezo la strada ; etiam il populo muor da Deli ditti, di 22. Eri zonse de li X galie grosse,
fame; non sa chome governarsi ; et il zeneral dete con sier Jacomo Venier, capetanio, qual in quella
licentia a sier Francesco di Mezo, sopracomito, vadi note si leverà con galie 3 per Brandizo, per ordine
a lui. Item, ogni di turchi vien li, di e note, a dar abuto dal zeneral ; e le altre vano con le galie di viafastidio a quel locho, si che stanno con pericolo; e zi ; manda letere dil zeneral, e hanno inteso il zonquel locho volze tre mia, e ha 4 galie mal conditio- zer in arma' dil biscoto ; e, ozi terzo di, spazonouna
nate e in hordine, si che voria averne altre 6 galie. naveta di biscoto da Trani, la qual eri , per vento,
Item, di e note fanno la guarda e lavorano, sì che la tornò im porto, si che aspeta tempo ; lhoro aten
sono i aseni del diavolo ; e in castello è mal in hor- deno a le fabriche, et è fornita la scarpa versso il
dine, e quel provedador à lassa brusar li mantelleti, porto con el torion contiguo, el qual, per esser grosso
civiere e lanze ; e lui, Pixani, à simplice comissiom oltra misura e tuto pieno, àconsuma assa' piere e
dal zeneral ; perho convien taser, ma si l'havesse, calzine, e à manzà do calchare. Item, da drio di Cafaria etc. Item, ozi à fato impichar uno rebello tra- stel Novo, al monte di San Sydro, era una eminenditor, chiamato Polo Stiliano da l'Archadia, qual à tia di saxo vivo, che ſeva quasi uno bastion a lo inifato grandissimi danni, e fo causa di la perdeda di micho , e si poteva per mar montar sul monte ;
Modon e Maronada; et fu preso la note passata da l'hanno fato dirupar fino a raso aqua ; et etiam den- alcuni nostri stratiotí, e menato li al Zonchio con tro la citadella non si resta dirupar el saxo vivo.
uno suo compagno ; et inteso da molti testemonij, Lau lano sier Marco Antonio Contarini, provedador
lui havia taia su la vita da li rectori di Modon, el dil castello ; et era cussi a Castel Vechio, versso el
qual portava biava al bassà di la Morea, si che lo vescoado, adeo si poteva da drio via anlar a le porte
castigo come el meritava. Item, replicha li cavali di dil castello, hanno fato levar ditto saxo, e luni redustratioti moreno da fame in mezo la strada, e le rano tutti i murari dal turiom et scarpa a la centa,
zurme di le galie sono tute amalade, e la guarda dil | principiata per il Coltrim ; la quod serà el Cato Ca-
1399 MCCCCCI, FEBBRAJO . 1400
Di sier Alvise Zorzi, capetanio di le galie di Alexandria, date a Corfù, a di 17. Avisa il passar il
Quarner con gran temporal fin al Sanzego, poi con
stro e li do castelli ; si doleno di l'absentia dil Coltrin. Item, da novo per uno patron di la fusta, citadim corphuato, era andato al Vasiladi, per formento,
scalosia lontam di Lepanto mia 25, dice à parlato | bonaza e venti contrarij veneno a Liesna ; e a dì 26
con alcuni citadini lepantini, soi amici ; li hanno dito spazò una barcha al capetanio dil colfo, e lo trovò.
che turchi, da Lepanto, e dil colſo di l' Arta, e ogni Rispose, anderia sopra Durazo, e, abuto vista di lhoaltro loco dove hanno possuto haver maistranze, ro, veria a compagnarli ; ma, stati zorni 16 a Liesna,
sono stà trate per uno turcho venuto a posta, e con- a dì 11 si levò, e a dì 13 sopra Durazo, mia X lon- dute a Constantinopoli, dove à inteso el signor feva | tan, con bonaza, e nulla vete ; et poi zonse a Corfù,
lavorar l' armata a furia, e messo in cantier galie 50 e non trovò le altre galie, e spazó uno gripo, et
grosse, a modo la Leza fu presa al Zonchio, ordinate ❘ quelle galie è carche di oro. Dice il squarzar di le per uno comito nominato Andrea de Re; etiam ne
fa far 100 sotil. Item, da la Prevesa si ha per più
vie, quelle galie esser stà condute a la Vandiza, lontam de la Prevesa mia X, custodite solum da turchi
5 per una, e che a Santa Maura se ritrova fuste do,
et a Lepanto do altre. Item, el zeneral scrive vol
tor l'impresa di Santa Maura, e ha intelligentia in
Coron etc.
Di sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, date in galia, nel porto di Brandizo, a di 24.
Come a dì 17 si parti da li Guardiani, et a dì 14
scrisse, e a dì 20 zonse a Corphù, e tre di avanti
zonse tute le galie di viazi, e a dì 22 zonse la barza❘
velle ; dà causa a li proti di l'arsenal, che 0 stima,
pur habi spazà fuori di l' arsenal.
Noto, in questo pregadi fu posto parte per li consieri, dar il possesso di uno beneficio im brexana,
videlicet ..... , a domino Hironimo Zustignan,
quondum sier Unfredo, conferitoli per il legato di
qui ; et ſo preso. Et cussi ave de intrada da ducati ...
A di 6 fevrer. In colegio vene sier Hironimo da
cha' da Pexaro, fiol dil zeneral ; et il principe laudo
suo padre, dicendo si provederia etc.
Vene l' orator di Franza, al qual li ſo comunichato le nove di mar, et la letera si scrive a Roma,
et la letera ne ha scripto el re di romani. Rispose,
542 armada, con el barzoto fece aspetar il zeneral; cussi etiam lui scriveria a Roma in bona forına, et cussi
li comesse. E a dì 23 si levò, e zonzeva le altre 3 | scrisse, e la sera mandò a mostrar, che meglio dir
galie a rata; nara qual le sono cambiate, il Dandolo
con la Capella, e il Rimondo con la Pexara, e la Loredana era bona galia, e l'alboro nuovo; è venuto
per contrar le galie di viazi ; ma, per esser zonte, li
soprazonse ordine andasse li a Brandizo con la galia
Pasqualiga, grossa, per richiesta di quel governador.
non si potria, videlicet a lo episcopo tragurense, orator dil re; foleta im pregadi, a dì 8 ditto, con parole
alte, et da tutti fo molto laudata.
Vene l' orator dil papa, al qual li fo comunichato, ut supra. Et rispose, scriveria etiam lui a Roma ;
ma la Signoria poteva ajutar il papa di non niente,
Da Trani, di 26, di sier Piero di Prioli, gover- e a soa santità saria assai per Faenza etc.
nador. Zercha biscoti mandati in armada, et certo Da Vicenza, di rectori, di 4. Di avisi abuti da
capitolo, abuto dal governador di Molla, zercha avisi | Christofal Paiello, bandito de li. Scrive a uno suo,
di la Vallona, di preparatiom etc.
Da Corfù, di sier Marin da Molin, capetanio di
le galie di Baruto, di 17. Come a dì 14 dezembrio |
parti di Puola ; à 'uto assa' boni tempi, ea le fortune❘
è state im porto; et al passar dil Quarner intervene
un pocho di disconzo, e vene a mancho el penon
d' alto a basso pie' 8 di antena con la zonta e con
ferse 15 di l' artimon, e di questo il comito dubitò ;
lui fo a l' arsenal, et nulla li valse. Item, in quel canal sora el Butintrò, butando da brazo, vene a mancho l' altra zonta, e vene l'artimon im più di X pezi
di alto a basso, processo dai proti di l'arsenal, che
non vol ascoltar algun. Item, di Liesna scrisse al capetanio dil colfo ; li rispose, venisse, li veria contra,
ma non vene. Et a dì 15 zonse li a Corfù ; e il zeneral vol etc.
scuodesi a nome dil re di romani carantani 7 1/3 per
fuogo. Item, el signor Galeazo à scrito a Zuan Filippo di Napoli, fo scalcho dil signor Lodovico, conforti li milanesi, e si fa preparatiom per l'impresa
di Milam. Il re è a Linz, aspeta la termination di la
dieta di Nolimberg, e à fato descrition di 800 zentilomeni , con cavali X l'uno, vadino con sua majestà, el qual parti da Nolimberg per Linz ; e perchè
a Santa Maria di le Candele si dovea dar principio,
par di novo a tutti ; male cosse si trata secrete e tra
pochi ; et è venuto do carete di lanze li a Trento, et
si trata acordo con Franza; mamilanesi lo conforta,
dicendoli : Videbimus tempora Gothorum. Et uno 543
medico scrive, il re verà a l'impresa de Italia, et
soa majestà è a Patavia, e va a Nolimberg; et è data
la letera a dì 21 .
1401 MCCCCCI, FEBBRAJO.
1402
DaBrexa, di rectori, a di 2. Zercha li soldi 5
per campo, hanno persuaso, separatim e insieme,
quelli citadini a voler asentir ; dicono esser do
miliona e mezo di campi, e non potrano, adeo si
hanno risolto in mandar li lhoro oratori, et cussi
vieneno.
Da Vicenza, pur di 4. Di certi inconvenienti sequiti la note contra la caxa di Alvise Venier, exator
nostro de li, contra li balconi etc. Or hanno fato processo, importa assai, per esser persona publica; fo
parlato in colegio cometer a li avogadori, altri a lhoro, e darli taia.
Da Ferara, dil vicedomino, di 4. Dil zonzer li
di la raina di Hongaria con honor e dimostration di
amor ; starà fin venere; à manda a dimandar salvoconduto al ducha Valentino, e don Ferando va con
lei fino in Ancona, dove se imbarcherà. Et la marchesana di Mantoa è li ; e poi il ducha anderà a Mantoa per tre zorni, a veder ripresentation di comedie.
Da Fiorenza si tien sarà novità, sono uno contra
l' altro, e voleno redur Medici in caxa, qual li promete la restitution di Pisa, e le possession hanno fiorentini sul pixam; et Juliano è andato in Franza, si
dice etiam il cardinal di Medici, per parlar al roy aсciò sij col voler dil ducha Valentino. Item, Faenza
persevera a tenirsi. Item, il ducha Valentino à obtenuto da quel signor ducha la trata di formenti contra so voia. Bologna dubita, e missier Zuane non se
fida. Item, a Ferara si dicea prima aspetarsi Maximian in Italia, hora si dice, si unisse il papa, Maximiano e il re di Franza contra la Signoria nostra ; e
si' a Valentino Ravena e Zervia , e al signor Lodovico il stato , tien la Signoria , fo dil ducha Filippoetc.
Da poi disnar fo ordinato gran conseio a petizion di avogadori di comun, per menar sier Alvise
Marcello, olim capetanio di le nave, ch'è im prexom,
et tandem non si reduse al numero, e fo licentiato.
Et reduti li çai di Xin colegio con la Signoria,
mandati li altri fuora, lexeno una letera di Sibinicho, drizata a lhoro capi, di 25, di sier Vetor Bragadim, conte ; la qual poi, per diliberation dil conseio di X, fo leta im pregadi. Fo fato gran cosse e
provision, et O exequite.
Etperchè era stà ordinato pregadi, fo prima chiamà conseio di X, e tolto licentia di lezer la dita letera,
qual fu leta. Par esso conte sia perso, dubita non
perder quella cità, non ha polvere, munitiom etc.;
perho si proveda, perchè Scander vien de li, come
à aviso per via di Ragusi. Et è da saper, per colegio
fo fate prima tute queste provision ; expedito il bragantim dil zeneral, e la fusta da Veia, e mandato,
zoè cargato, polvere, barili ...; terminato mandarli
ducati 500; scrito a le ixole li mandi barche ; scrito
a sier Marco Antonio da Canal, e il Bon è con li arsilij col signor Schandarbecho, vadino statim li ;
scrito a Brandizo, a sier Jacomo Venier, capetanio,
mandi le galie, vien a disarmar, a tochar a Sibinicho.
Fu posto per tutti i savij, atento el bisogno, elezer de præsenti uno provedador a Sibinicho, con
pena ducati 500, oltra le altre; si debi partir il zorno sequente, e acetar o risponder statim, saltem la
matina ; e vadi con quella comissiom li sarà data
per il colegio nostro. Et ave tutto il conseio. Et cussi
fu fato il scurtinio. Fono tolti ....; rimase sier Alvixe
Loredam, fo conte a Zara, quondam sier Pollo ; fu
soto sier Francesco Querini, fo retor e provedador
a Cataro. Et ditto sier Alvise Loredam si fece di
amalato, per non andar ; et li valse, come dirò.
Scurtinio di provedador a Sibinico.
Sier Marco Pizamano
† Sier Alvise Loredan, quondam sier Polo.
Sier Hironimo Bernardo, quondam sier
Alvise
Sier Alvise Zorzi .
Sier Polo Contarini
Sier Marco Marzelo, quondam sier Jacomo Antonio
Sier Zuan Matio Contarini
Sier Justinian Morexini
Sier Andrea Badoer
Sier Lunardo Michiel
Sier Marin Gradenigo
Sier Hironimo Malipiero
Sier Alvise Marzelo, quondam sier Beneto .
Sier Filipo Boldù .
Sier Marco Zen, quondam sier Piero
Sier Francesco Querini, quondam sier
Andrea.
Sier Francesco Nani
Sier Marin Dandolo, quondam sier Piero
Sier Christofal da Canal .
31.115
82. 32
... 29
... 31
38
... 23
... 14
50
38
31
35
28
20
.. 26
42
51
19
... 35
31
...
...
...
...
...
...
...
Fu posto per nui, savij ai ordeni, la expedition di
l' orator di Traù ; primo, tre ixole, darle a beneficio
di quelli subditi, durante la guera turchescha ; le
caxe di chi ha, siano sue etc.; item, provederli di
monition e fanti, ut patet ; e al castel dil Zoylo, ve-
1403 1404 MCCCCCI, FEBBRAJO.
nuto il provedador zeneral, provederà ; et mandarli | far 0, ni parlarli. E in effeto , esso conte li tien stera 600 tra megij, sorgi et legumi, e do bombar- guardie di di e di note, nè pol parlar ad alcum ; ben- dieri ; item, concieder a quel episcopo, domino Fran- chè el ditto signor stagi sempre quasi con lui .
543 cesco Marcello, che à principià una forteza a la marina, quello è debito di decime fin hora, possi spender in la fabricha di quella, con le clausule, ut in ea.
La qual parte fo notada di mia mano. Et ave 2 di no, 83 di si. È presa.
A di 7 fevrer. In colegio vene sier Constantim
Zorzi, fradelo di sier Hironimo è a Ragusi, e fè lezer alcuni capitoli di nove, le qual sarano notade
qui avanti ; et etiam lui, sier Hironimo, scrisse al
conseio di X, perho che trata certa materia di granNoto, in questa sera vene el conte Xarcho a to- dissima importantia.
char la man al principe, per partirssi. Li fo dato a
hui ducati 125, et prima 36. Item, in uno gropo, per li cavalli, ducati 600, et ducati 225 per la biava di | cha Zuan Antonio Trombon, fradello di Bernardim cavali. Si oferse assai, ma non potè partir, perchè
il tempo fo contrario ; ergo etc.
Da Ragusi, di Marco da Rezo, canzelier di la
comunità, a la Signoria nostra, di 16. Primo, zerPifaro; poi dice da novo il turcho ritornò a Con- stantinopoli , chi dice per far mazor armata, e fa far
galie in Mar Mazor, per tempo nuovo ; altri dicono,
non pensar questo anno campizar ; e il sanzacho di Bossina à ditto a uno citadim de li, creder questo
anno il signor turcho, e forsi questi do anni, non campizerà, si 'l non sarà provocato e forzato ; ma farà tanto aparato per mar, che da poi , tuto el oriDa Dulzigno, di sier Piero Nadal, conte e cape- tanio, di X. Come à zeroha intender el secreto dil sanzacho di Scutari, e la spia usata ſo li dal secretario di esso sanzacho, et à cavato di le adunanze fate,
esser stà per il zonzer de li stratioti de li di Schan- darbecho, e di la venuta di Stefano Duchagini, du- bitava dil paese, fosseno chiamati da li proprij pae- stianesmo non li potrà resister .
sani ; e dito sanzacho mandò in Servia per far questo campo e altri lochi vicini, e ponerlo a Scutari, e
lo fece in men di zorni X con gran mostra de pavioni, non per andar a Rotezo, ma solum per far demostration, dubitando esser dipredati ; e perho comando tal zente. Poi el mandò a chiamar tutti
li capi di le ville di la provintia , e, benchè dubi- tasseno di la vita, tamen andono; fono ben visti, e
presentadi di caxache, e, contra il consueto, acha- rezati, facendo stravize, justa il costume de' albanesi . E à zerchato il sanzacho saper il secreto lhoro ;
qualli li hanno dito, mai non sono per ribellar al suo
signor, tanto che vedino le forze turchesche grande,
facendoli gram promesse, come è di natura di al- banesi. Li rispose el sanzacho : Non voglio altro da vuj ; vedeti queste zente, le ho fate in 4 di, et, si continuasse campo, quello potria far in uno mexe ;
stati di bon animo e forte ; si venitiani manderano
stratioti, ni altra zente, in questa provintia, vi farò veder quanto sarano le forze mie, e tutti vuj vi farò timarati ; con altre parole etc. , dandoli licentia di
tornar a thoro caxe. Poi in do di la mazor parte di
ditto campo si disciolse, e tornò in Servia, e conti- nue si disolve. Item, li à dito la spia, dito sanzacho zercha tirar a si el signor Stefano Duchagini, co- me ha fato el Cernovich ; e li disse : S'il ti bastasse
l' animo, beado ti ! Li rispose : lo farò il tutto; et promesse dar al ditto Stefano el suo paese. Ma la
spia vene da esso conte, e, inteso il tutto, lo riman- dò a Scutari, per dir al sanzacho, non è possibile
Di l' abate di Meleda, nominato Bernardo Gondola, di 16, a la Signoria. Come l'armata nostra
doveria meter fuogo a Castel Novo, o, preso quello,
fortificarlo, e saria asecurà Cataro ; e l'arma' di la Vajusa si potrà redur in colfo, venendo dieci galie,
li daria il focho.
Da Ragusi, di sier Hironimo Zorzi, a sier Con- 544 stantin, suo fradello, drizate, di 80 zener. Chome per molti vieno da Constantinopoli, se dice come in Mar Mazor è futa preparation di legnami, per far galie sotil e grosse, e hanno tolto el sesto de la galia grossa presa al Zonchio, nè più nave pretende
voler far , ma solum galie sotil e grosse, se dice gran numero. Item, per el nepote del caraman, al tempo el signor era soto Modon, corse con molta zente su la Natalia, dove consumo e prese paese assai ; ma per non haver fondamento di stato, nè
socorsso de quelli signori di Perssia, zoè de li Azami, per esser fra loro divisi, crede sarà foco di paia.
Di le cosse di Albania, ancor che per li sauzachi se fazano qualche preparation di zente, più tosto el fa- no per paura e per difenderse, cha per offender,
perhò che tuta l' Albania sta in motu e in gran voce
di Scandarbego, con opinion perhò che ungari rom- pano di sopra, che senza questo niente vale. Item,
la persona dil signor turco se parti di Andernopoli,
e zonse a Constantinopoli a di primo decembrio, e
andò in carri ; e similiter tutti li bassà ; se judicha non ben conditionato di la persona, et questo è certo, son destruti questo anno tuti sui valenti homeni,
1105 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1406
544
utilità si traze. Disse, in haver quella terra O si spese, in le altre si. Padoa paga di le daie ducati 24
si im bataia, e cussi come per sinistri e desasij patiti, | teritorij ; e quello è la mita di monti e inculto, et O
li soi cavalli ; e, volendo far campo, a tempo nuovo
potrà haver numero di zente, ma li valenti homeni
sono spazati, et el forzo di boni cavali. E questo è di | milia, lhoro 16 milia, et Verona 6000. Item, hanno
veduta de un fidelissimo christiano, che à visto il forzo dil suo campo di ritorno ; sì che per niente questo
anno non è per far nè campo da terra, nè armata,
se 'l non sarà sforzato ; perho questo è il tempo di
non lassarlo ripossar. Item, è zonto uno messo de ❘ castelli dil teritorio et assa' altre cosse; concludendo
dacij per ducati 20 milia a l'anno. Item, li campi
vicentini è per la mità di trivisani. Item, tute le
cità à le condanasom, ma lhoro non le hanno, licet
le parte voglij vadino in fortification di la terra e
non poleno pagar, pregando non siano astreti. Et
per non haver compito, fono mandati fuora; ditto,
vengi doman.
dom; et altro non fu fato.
Verbosagna ; li ha referito , za zorni 8 Schander
bassà havia ordinato molta zente, per far coraria in
la Dalmatia, non sa dove; ha fato asaper al conte di
Curzoła, spazi una barcheta per tute quelle terre di In questa matina fici balotar il credito di Jacomo
Dalmatia etc. La coraria è ordinata, benchè para im- ❘ de Barbis, sopracomito da Liesna, ſo preso a Mopossibile i possano passar in molti luogi dil paese,
per le neve grande che sono ; tamen non temano 0
per cupidità di guadagno ; e tutti li altri sanzachi di
la Grecia e di la Natalia sono destruti e consumati
per tal guera, salvo questo diavolo di Schender, che
ha guadagnato tanto per li presoni e anime menate
via, che non sa quello die far de tanti danari l'ha |
guadagnato, si lui come le so zonte; in modo che ❘
turchi et achanzi sono andati a star soto el suo sanzachato, e più numero di cavali puol far lui , che non
po far 6 di li miglior sanzachi di la Grecia.
Da poi disnar fu gran conseio; fato podestà a
Chioza, sier Alvixe Capello, da sier Lucha Querini,
fo provedador a Corfù, per la malla impression tolta
di lui. Item, fu fato provedador al sal sier Marco
Zantani , è di la zonta, quondam sier Antonio, fo
morto a Modon, da sier Piero Cabriel, fradello di
sier Marco, e do altri .
Fu posto per sier Alvise Mudazo, sier Domenego Marim, sier Francesco Bernardo e sier Bortolo
Vituri, consieri, atento sia stà chiamà più volte el
Dil ditto, di 21. Di l'armata di la Vajusa, altro gran conseio per expedir sier Alvixe Marcello, olim
non è ussito fuora, salvo quelle 5 fuste e la galia ; ❘ capetanio di le nave, ch'è im prexom, et non hesvero è che tre altre galie sono in aqua, e si crede
ussirano ; ma li non è altra gente al presente, se non
la guardia di quelle galie sono in terra.
De Gralischa, di sier Bortolo di Prioli, provedador, di primo. Dil recever di ducati 94, grossi
16, per far il resto di provisionati, come per una
poliza di Jo, Marin Sanudo, savio ai ordeni, li scrissi ,
licet le letere diceva ducati 111 , perho mancha il
resto, et se li mandi. A li provisionati 65 fu fato la
mostra, et ne manchò do. Item, è bombardieri tre
in el numero di provisionati dil capetanio, perho
saria meio darli per più, e basterano etc.; dil resto
à fato provisionati.
Dil capetanio di le fantarie, di primo. In conformità etc.; si oferisse ; scrivo far optima scudiade
lì , e si provedi dil resto di danari.
Vene el retor di scolari artisti, in materia di
lectori lezeno a Padoa, et dar modo a quel studio.
Fo spazato, e fatoli le letere.
Veneno li 4 oratori vicentini, in materia di soldi
5 per campo ; et parlò domino Jacomo da Trento,
altamente e longo, adeo non poté compir ; e disse
tanto che era tedioso. Disse assa' volte : Serenissimo principe, e di la inequalità di Vicenza a li altri
sendo reduto, che per la expedition dil dito e di sier
Andrea Baxadona, olim capetanio di le galie di Barbaria, debbi venir tutti quelli di pregadi e di zonta,
e tuti li oficij sì di San Marco come di Rialto, soto
pena di ducati 5, e tuto il resto dil conseio, soto debito di sagramento ; et a l'incontro sier Piero Duodo, el consier, e sier Jacomo Moro, cao di 40, in
luogo di consier, che questo caxo si expedissa in le
tre quarantie. Ando le parte : ... non sincere, ... di
no, .... dil Duodo, .... di li altri . E fo presa.
Item, fu postoper li consieri, che, havendo li deputati al bancho di Garzoni fato certe sententie, qual
dovendo esser introdute a li conseglij, e perchè si
cazano molti , atento il gran numero di creditori,
ch'è in questo caso, cazar solum si debbi .....
Da Udene, dil luogo tenente, di 5. Come ha avisi
da Gradischa, di certi rumori di zente in Cragna,
unde mandò soi a veder li, et a Villacho e Lubiana ;
e scrisse a Cividal, Tolmin e Plez, lochi importanti
di la Patria, fosseno custodidi, e a la Chiusa. Item,
Monfalcon, Maram, Aquileia, e comesse a uno Sovergnan e uno da Strasoldo andasseno per la Patria
a far brusar i paludi, acció per il mexe di mazo si
possi far feni. Item, eri il canzelier di Cormons li
1407 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1408
545
mandò letere di domino Zorzi Helecher et il .... etc., | gnoi, el qual passo è su quel di Forli e Faenza. Li à
zercha il meter im possesso el zenthilom todesco,
unde esso luogo tenente scuso per l' absentia di sier
Zuan de Praniper, tutor di le pupille etc.
risposto in bona forma, e mandoli il trombeta ; tamen non li dè risposta alcuna. La visinanza non è
bona.
Dil ditto, di 5. Come quelli fidelissimi hanno
terminato nel lhoro conseio, voler pagar li soldi 5
per campo, et hanno electo tre citadini a tal cargo ;
Da Zenoa, di sier Alvixe Pizamano, di 26 zener. Come erano stå restituide al patrom di la charavella da Chersso ancore do e gomene tre, mancha le velle e sartie, con piezaria perho ; e di le robe | soliciterà la exation e manderala. Etiam ditti savij ,
dil Morexini non è modo. ad utilia di la comunità di Ravena, scrisseno una
Da Gradischa, dil provedador, di tre. Comede li | letera a la Signoria nostra, di la bona voluntà lhoro
si dice esser reduto assa' numero di zente, per nome a pagar questo, non obstante siano poveri, et habidil re di romani, in Cragna, e il re con cavali 30 dia no auto gran spese.
venir incognito, unde mandò Alvise daNovello, contestabele, a saper ; e si dice a Goricia esser zonti bal- |
lestrieri a cavallo 25, et si aspectava uno Cecho Ja- |
cho, capetanio, di primi homeni di Alemagna, de li. ❘ deschi, e toltoli ducati 500 ; si che scrive, non è
Adi 8 fevrer. In colegio non fo il principe; solum poi vene, con li cai di X, per aldir certe letere,
che importava assai.
Vene l' orator di Franza, et ſo ringratiato per la
Signoria, di la letera in optima forma scrita a Roma etc.; 0 perho da conto.
Dil ditto, di 5. Come li frati di San Francesco di
Observantia, dil monasterio di Saman, si à dolto a
Venecia esserli levato infamia, aver lhoro morto tovero.
Dil ditto, di 5. Come, poi scrite le altre, era
zonto uno suo messo da Solarol, e dice in quella
matina esser levato il ducha de li con pochi cavali,
per andar a Ymola, dove starà per alcuni zorni, per
tratar la expedition di Faenza ; e si dice non è per
prosequirla esso ducha, per haver poche zente, e
aspeta francesi passino i monti, e poi anderano insieme a l'impresa di Napoli .
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et capetanio, di 5. Come ricevuto nostre, per iterum persuaderli a pagar, chiamono il mazor conseio ; fono
numero 123. Et domino Sonzin Benzon disse assa',
dovesseno contentar ; et etiam domino Francesco
Verdello, dotor, e domino Antonio Verdello ; ma li
Da Ravena, dil podestà el capetanio, di 5. Come scrisse a dì 29, le zente dil ducha Valentino andò a
campo a Rossi, e stete fino la domenega, e tratava
acordo ; e, zonto il ducha li, ebbe la rocha d'acordo
per via dil castelam, perchè era mal fornita ; e questo fo il luni. El marti poi andò a campo a Grana- rolo, qual si rese; poi andò a Solarolo, e piantò l'artilarie ; tirono alcuni colpi, et quelli si difese, ma
non poteno resister. Fu preso il loco, e poi la rocha
pigliò e sachizola, e cazono li homeni fuora, e rima- provedadori di la comunità messeno di elezer 9 a
seno li le zente, et morite uno francese, nominato | presso di lhoro, con ampla libertà di trovar il modo
monsignor Petit, amato grandemente dal ducha, e
fo morto da quelli di Solarolo da una spingarda ; e
intrò li spagnoli etc. E il ducha lassò unocomissario
in la rocha de Rossi, con 12 compagni. Item, per
uno à, eri sera esser intrato ivi Vitelozo nel castello
di Russi , con cavali 600 e fanti 3000, alozati nel castello, e parte ne le stanzie, si che il paese tutto anderà im preda. Item, zonse in questi di a Codignola
120 homeni d'arme francesi, e 100 fanti, e alozono
li , venuli ad obedientia dil ducha. Item, eri capito li
a Ravena do frati , vien di Faenza, dicono faventini
atender a le fortifichatiom ; e hanno fato alcuni vano
inquirendo, chi parla di acordo siano decapitati et
sachizati . Item , avisa il ducha, quando andò a Rossi,
alcuni spagnoli se butono su quel nostro teritorio di
Ravena, e feno qualche danno ; scrisse al ducha, non
fè caso di la restitution di le robe, ma rescrisse, li
nostri contadini al passo di Vico spoiono li soi spadi satisfar la Signoria nostra, e cussi fono electi , e
per do zorni fonno insieme. Poi li disseno erano
contenti pagar per tal imposition, per la terra e teritorio vechio, ducati 1500, et per il novo ducati
500 ; e tandem voleno li oratori soi siano davanti la
Signoria. Item, nomina 87 hanno dato la soa condition di campi in ... , e domino Bertolin da Terni è
stato il primo, e à portato li danari di le do page in
camera. Item, domino Zuan Piero di Vilmarcha', domino Carlo Octavian , Zuan Antonio Venturin et 545
Sonzim Benzom, domino Anzolo Francesco di Grifoni , domino Matio Clavello e domino Nicolò de Amanio etc.
Da Traù, di sier Polo Malipiero, conte, di 23.
Come per uno explorator à, turchi esser nel conta'
di Sibinicho, e vano brusando le ville, et è pocho
lontan di quel teritorio ; ergo si provedi etc.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave,
1409 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1410
Ave 26 di no, el resto di si. E fu presa.
date a Corfù, in nave, a dì 22. Come, a di 19, ebbe | andò solum la prima parte; e fo malla stampa etc.
licentia dal zeneral venire li, e far imbarbotar le nave per l'impresa di la Sfoiosa, vol dir Vajusa ; et a di 21 da sera zonse li con le conserve; aspeta il
zeneral, poi anderà a l'impresa per brusar etc. Le
nave va a fondi, verà a disarmar ; vol ordine dove
l'habi a lassar ; il capetanio Venier parti per Puia
con tre galie.
Da Chioza, di sier Hironimo Paruta, saliner e
vice podestà. In materia dacij interzadi de li, non è
altro dacio cha vin et formento.
Da Vicenza, di syndici, sier Francesco Barbaro e compagni. Come persequirà ancora do mexi il
sinicha' , justa la parte di pregadi ; si duol hanno
fato certi ordeni, e sier Beneto Sanudo, avogador,
li à suspesi.
Da poi disnar fo pregadi. Fu posto per li consieri scriver a Roma per il perdom di la Pietà consueto, si habi. Ave tutto il conseio.
Fu posto per li consieri, atento li benemeriti di
Zaches di Nores, cavalier, visconte di Cypro, a suo
fiol Piero li sia concesso, per anni do, di gratia, il
governo di Limissò, qual li rectori suol dar, et maxime havendo la serenissima rezina di Cypri questo❘
suplicato. Ave 8 di no, el resto di si.
Fu posto per tutti d'acordo, et in farla avi gran
faticha, la comission di sier Zuan Diedo, va provedador zeneral in Dalmatia, molto longa e copiosa,
e quello à da far di terra in terra ; il sumario di la
qual non scriverò, per remetermi a quella ; solum
che li fo dà 5 cavali da esser compradi per la Signoria nostra, zoè l'orzo e uno fameio li servi . Ave 2
di no. Et con lui va per secretario Alvise di Piero, e
datoli ducati 4 al mese.
Fu posto per li consieri e Jo, Marin Sanudo,
savio ai ordeni, certa parte, che li deputati ad aldir
li modonei aldino quelli modonei, che suo padre,
fradelli, sorelle e fioli sono stà amazati, o vero sono
in obsidiom etc. Et perchè sier Cabriel Moro, savio
ai ordeni, volse contradir, fu rimessa a un altro
conseio.
Da Milam, dil secretario, di 6. Come ricevute
le letere, in materia di le robe di sier Francesco
Morexini e la nave si arma a Zenoa, fo da monsignor lucionense , el qual à scrito letere a Zenoa ,
manda la copia. Item, a dì 3, zonse a la badia di
Chiaramonte, mia 5 de li, el cardinal San Piero in Vincula ; esso secretario fo da lui, et ait verba optima insieme. È stà molto honorato da quelli signori, 546
et eri intrò lì in Milam, alozò in caxa dil Triulzi .
Item, sguizari a li confini di Chiavena, per causa
non li coreva le vituarie, come soleano haver per
avanti, per li devedi fati, si sono sublevati a volerle
venir a tuor per forza ; unde quelli signori li à scrito
Fu posto per sier Francesco Foscarini e sier Al- in bona forma, non se li mancherà etc. Item, le devise da Molin, savij dil conseio, atento le letere dil cime dil clero non si pò scuoder, come si credeva,
re di romani, di elezer de præsenti, di ogni luogo et | perchè non è stà fato mai l'estimo , ma quando paFu posto per li diti consieri, scriver a Roma per
il perdon solito a la Pietà ; et l'orator exorti el papa
ad averlo. Ave tutto il conseio.
Fu posto dar il pregadi a li syndici di Levante,
per ogni di, questa setimana non hessendo bisogno
a la terra, e si lezerà il conto. Et fu presa.
oficio, uno orator a dito re di romani, et possi esser
tolto etiam quelli sono in li rezimenti, non possino
refudar sotto pena di ducati 500, oltra etc. A l'incontro sier Antonio Valier, sier Piero Balbi, savij
dil consejo, li savij a terra ferma e li savij di ordeni,
che siano electi do oratori, con li modi, ut supra.
Andò le parte, senza parlar : 3 di no, 61 dil Foscarini, 89 dil resto. Et fu preso di elezer do oratori .
Si separlava, nescio quel che era.
gavano, era un numero di danari imposto al clero
per il ducha, e tra lhoro dividevano la rata, adeo
veniva la summa. Et par quelli signori habino fato
uno ordine, che tuti li preti dagino in nota le intrade
lhoro, et pagino la decima; con pena, chi non darà
el zusto etc.
Electi do ambasadori al serenissimo re di romani.
Fu posto per li consieri e tutti li savij, atento † Sier Hironimo Donado, el dotor, vicesier Alvise Loredan, electo provedador a Sibinicho, domino a Ferara. 136. 9
non habi risposo a tempo, dicendo esser amalato,
che de præsenti sia electo in locho suo uno altro,
Sier Polo Trivixam, el cavalier, fo cao
dil conseio di X. 64.83
con tutti i muodi etc. Et sier Francesco Foscari e
Jo, Marin Sanudo, ponessemo poi si vengi a questo
Sier Piero Pasqualigo, el dotor, quondam sier Filippo. 23.115
conseio, a dechiarir utrum el dito sier Alvise Lore + Sier Antonio Loredam, el cavalier e luodam si habi aceptar la soa scusa o ver no. Et tandem go tenente di la Patria di Friul 127.18
1 Diarii di M. SANUTO Tom III.
64
1111 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1412
Sier Antonio Zustignan, el dotor, leze im
philosophia 31.114
Sier Marco Pizamano , fo di la zonta,
quondam sier Nicolò .. 43
Sier Alvise da Molin, savio dil conscio,
quondam sier Nicolò
Sier Marin Gradenigo , fo provedador
46.101 sora le camere, quondam sier Piero. 50
Sier Piero Sanudo, fo di la zonta, quondam sier Domenego 12.134
Sier Zacharia Contarini, el cavalier, fo
ambasador al re di romani
Sier Piero Contarini , avochato fiscal,
quondam sier Zuan Ruzier
Sier Antonio Trum, fo consier, quondam sier Stai .
,
Sier Beneto Sanudo, l'avogador di comun, quondam sier Mathio
Non. Sier Nicoló Michiel, dotor, cavalier, procurator
Et fo expedito le letere a Udene e Ferara, che
debino aceptar et notificharli la sua electione, e si
53. 86 ponino in hordine ; et poi fo scrito a Udene, sier
Antonio Loredam resti de li ; et a Ferara, sier Hiro38.108 nimo Donado vengi, non obstante dij restar li, poi
zonto il suo successor, per uno mexe, el qual è sier
32.112 Christofal Moro, za partito ; et in locho dil Loredam,
a Udene, fo electo sier Polo Trivixan, cavalier, et li
48. 96 fo scrito questa legation sarà brieve, e di utele al
stado nostro.
Electoprovedador a Sibinicho, in luogo di sier
Alvise Loredam.
Sier Marco Zen, fo camerlengo di comum, quondam sier Piero
Sier Michiel Memo, fo provedador a Riva, quondam sier Antonio .
Sier Zustignan Morexini, fo provedador
in campo, quondam sier Marco
Sier Christofal da Canal, fo camerlengo
in Cypri, quondam sier Luca .
Sier Lunardo Grimani, fo avogador di
comum
Sier Marco Marzello, quondam sier Jacomo Antonio, el cavalier
Sier Alvise di Prioli, fo capetanio di le
galie di Alexandria, quondam sier
Zuanne.
Sier Alvise Marcello, quondam sier Beneto.
Sier Andrea Badoer fo provedador sora
le aque, quondam sier Zuane .
Sier Zuan Francesco Venier, fo soracomito, quondam sier Moisè .
† Sier Hironimo Querini, fo di pregadi,
quondam sier Andrea, da Santo Anzolo.
72.115
...
...
..
Et poi pregadi restò conseio di X con zonta di
colegio, et steno fin hore 4 di note, per cosse expetante a lhoro, nescio quid.
Adi 9 fevrer. In colegio non fo il principe. Ve- 546
neno do oratori di la comunità di Este, con letere
di 6, di sier Antonio Lipomano, podestà, chome erano stà contenti di satisfar a la parte di soldi 5 per
campo ; et non solum questi, ma meter la roba tuta,
e vender le proprie terre, et spander il sangue per
questa Signoria. Et per la Signoria ſo ringraciati, e
55 ordinato una bona letera, si che, a confusion di pagoni, che non voleno pagar, et di altri etc.
35
34 Vene l'orator di Franza, al qual li ſo comunichato la clectiom di oratori al re di romani. Laudo,
38 dicendo era una honorevele ambasata, et soa majestà
doveria mo atender a le cosse christiane etc.
33 Vene el legato dil papa, et li fo comunichato, ul
supra. Li piaque assai ; solicitò la risposta al canonicha' dil cardinal di Modena, datario, et la relaxation
35 di Lucio Malvezo, con la fidejussion. Ditto , si vederia.
Vene sier Hironimo Querini, rimasto proveda32 dor a Sibinicho, et aceptó, dicendo era in hordine
da partirssi de præsenti, se cussi piaceva a la Signoria.
57
55
88
Sier Francesco Querini, fo retor e provedador a Cataro, quondam sier Andrea 60
Sier Alvise Zorzi, el grando, quondam
sier Lorenzo 3
Sier Marco Zorzi, el savio a tera forma,
quondam sier Lorenzo .
יק
Da Verona, di rectori, di 8. Mandano una letera, drizata a lui podestà di Trento, di Bortolo dal
Ben, di 6. Li scrive aver di Elemagna, la dieta si
dovca far questa Santa Maria Ceriula, a Nolinberg,
è stà perlongata a la Casolea, e à mandà exploratori
per saper. Item , a dì 27 dil passato, per Bolzan passò el signor di Pexaro con 7 cavalli, per andar dal
re ; el qual re à mandà a Trento e Bolzan do contestabeli a far fanti, et il re è a Linz con la regina ; et è
guera tra el ducha di Polinger con madona Anna.
to moglie dil ducha di Saxonia.
De Brera, di rectovi, di 6. Manda una letera
1413 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1414
abuta di Andrea Mazola, capetanio di Valchamonicha. Li avisa di le novità di sopra, et di le preparation
si fanno, e de li varij campi fa far il re di romani etc.
Item, essi rectori à serito a domino Piero de Federicis, li avisi etc.
Di li ditti, di 7. Come molti maistri di Val Brembana, e li nomina, qual fanno artilarie, erano andati
a Siena a lavorar, et etiam in mantoana e ferarese,
e lassate le lhoro fameglie in ditta valle. Et per colegio foli rescrito , dovesseno far proclame, ritornasseno.
Da Bergamo, di rectori. In materia dil pagar li
soldi per campo; et bisogna certe dechiaratiom, adeo
ne è qualche difficultà.
Adi Xfevrer. In colegio. Prima andando, tutta 517
la terra era piena di le bone nuove, venute questa
matina da mar ; le qual portò sier Cabriel Soranzo ,
saracomito, venuto a disarmar ; et è venuto da Corfù in qua in zorni 9, sempre per fil di mar. Et cussi in colegio era el ditto sier Cabriel Soranzo, vestito con una vesta di veludo negro, perchè dismontò
avanti zonzesse a caxa soa, vene dal principe a portarli tal optima nova, e la galia soa è vechia, di
mezi fo zaratina. Or fo leto le do letere dil capetanio zeneral, con la optima nova dil prender le
undici galia a la Vandiza etc. Et poi mandati tuti
fuora di colegio, esso sier Cabriel referi quello avia
fato a Coron, perchè andò con le cinque galie, et
come havia parlato con li Franceschi di Corom, et
con un papà, Dimitri Savina, et quelli volcano 1000
provisionati , et sono disposti al tutto taiar li turchi
a pezi, e sono zercha 1000, e li christiani stano di
fuora di la terra, et dil termine dato di zorni 25
aver la risposta ; voleno li provisionati, et una letera dil zeneral di perdonarli la rebelion. Item, disse
quelli dil Griso e Castel Franco farano questo medemo, et voleno tuor li passi, e amazar tutti li turchi , adeo el bassà stagi 8 di poi ad aver la nuova.
Item, disse di la malla compagnia li facea turchi, e
di do miracoli seguiti in Coron. El primo per zorni 15, la note, a meza note, fo aldito da molti sonar campane, tamen niuna campana era in li camIn questa matina se intese cossa di gran spaven- | panieli ; et quelli aldiva una note, non aldiva l'altra,
Da Sallò, di sier Hironimo Bom, provedador el
capetanio. In questa materia etc., sì che ne acade
certa dechiaration, a voler esser satisfati, licet si
avesse prima inteso quelli di Sallò, contentava ; ma
al presente, par siano messi a quello faranno li oratori brexani, qualli sono qui zonti.
Da Dulzigno, di sier Andrea Michiel, provedador di l' Albania, date a di ... Si duol di termini
usati per sier Piero Nadal, conte de li, et le parole
usate contra di lui ; e questo, per un cargo di sul,
havia fato venir per pagar li maistri lavora a Chuvrili , e volevalo far vender im Boiana, su quel dil
turcho, et esso rector non ha voluto, per vender li
soi salli etc. , ut in eis. Il sumario sarà di soto.
to ; chome in questa notte, a hore 5, era morto sier
Bortolo Vituri , el consier, da mal di la gioza, o ver
morte subitana ; perhò che eri matina fo in colegio ;
poi disnar volse venir im pregadi, manon vene, et fo
fuor di caxa. E, venuto a caxa, cadete, et cussi morite. Fo dito per causa di done, et era molto donesco, ergo etc.
Da poi disnar fo gran conscio, per expedir sier
Alvise Marcello, olim capetanio di le nave ; et erano
assa' zentilomeni, per la parte, reduti. Fo leto la
zonta, pregadi, et i officij , e le quarantie. Et cussi
per sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator,
olim avogador di comun, fo introduto el caxo, et
cargato assai, meritava taiarli la testa. Per domino
Michiel Pensaben, dotor, avochato, li fo risposto;
ma non compite. Rimesso a domam, a far gram
conseio.
Et colegio si reduse a consultar la risposta a li
oratori in materia di soldi 5 per campo ; et etiam
scriver in Hongaria, faci romper, essendo concluso
per divertir Schander bassà di la Dalmatia, e si meterà im pregadi.
adeo el bassa, o ver vayvoda, si levo di note, andò
a le porte, trovò la vardia, andò in le caxe di christiani in li borgi, et O senti, e si miravegliò assai. L'altro fu, che uno christiam coroneo, havia in caxa arme per armar homeni 200, fo acusato, periò che
non pono tenir un cortello da taiar pan, et lui intese e butò dite arme in una cisterna ; e vene turchi
a cerchar, e non trovono, licet con le lanze cerchasse in ditta cisterna. Concludendo, che coronei, maxime questi Franceschi e li altri, sono disposti amazar turchi e darsi o a la Signoria o al diavolo, se li
vorano. Et li disse il modo voleno tuor la terra,
videlicet li provisionati meterano di note in certe
caxe, e la matina ne l'aprir la porta, salterano le
guarde, che sono 16 per porta, e li amazerano, e
prenderano poi la terra ; e da l'altra banda, darà in terra le nostre galie. Et ditti parlò nel pizuol di
sier Polo Valaresso, presente esso sier Cabriel ; qualli nostri soracomiti si oferseno al presente dar in
terra etc. Or ritornono al Zonchio, e il provedador
Pixani restò li al Zonchio, et li do sopracommiti,
Marcello e Tiepolo, hanno assaissimi amalati in le
1415 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1416
galie. Item, a Modon era stà 8 dì senza pan. Item, ❘ galie grosse et 4 nave, le altre erano andate a Corphù, che lo dovessero seguir ; non poteno esser preste al far de la carne, per esserli el vento contrario,
salvo sier Domenego Capello, che zonse la sera, sopra la galia dil qual era el basilischo ; e dimandato a
li pratici di Santa Maura dove el poteva alozar con
l'armada, li fo risposo che, da la banda de ponente
non se poteva star con fusti grossi per rispeto del
garbin, che scovava da per tuto; et che solum era
un porto lontan da Santa Maura circha do mia,
chiamato Demata, nel qual solum poteva intrar galie
il bassà non ha 150 cavali ; si fusse 100 boni cavali
di stratioti al Zonchio, fariano assai. Item, che li
Franceschi non credevano di la Zefalonia, e disse
turchi feva gran cavedal di haver persso el Zonchio.
Item, esso sier Cabriel ritornò dal zeneral versso la
Prevesa, per dirli tal successi ; e lui li dè le letere,
e lo spazo de qui ; et venendo versso el Sasno, prese una fusta che dette in terra, e li homeni scampono, et lui sopracomito li dete drio, e quelli fuziteno, e lui prese zercha anime 47, tra greci e turchi
et le menono in galia ; et la dita fusta, volendola | sotil con qualche dificultà, per molte seche che era,
e che da la banda di levante, a San Zorzi , era reduto segurissimo de nave e galie grosse, circa 3 mia
lontan del castello di Santa Maura; unde, inteso, delibero meter tute le galie grosse et nave da la banda
menar qui, venendo, si rebaltò et si perse, e le anime scapolo, si che à fato bon butino. La qual fusta
era da Rocha di Puia, fo più di viazi 9 in questo
anno a la Valona, menò l'orator dil turcho, et portava avisi di Puia a la Valona. Item, disse che Ber- ❘ de levante, per do effecti ; el primo, per mazor senardo di Franceschi era venuto a Ragusi, per advisar la Signoria nostra di quelle pratiche di Coron,
et che Lunardo era molto amicho dil vayvoda è a
Coron, el qual non pol star un' hora senza di lui.
Ne la fin laudò molto el zeneral, et à gran obedientia, e tutti l'ama; non vol decime. Item, biasemò
li homeni di tera ferma su le galie, e si oferse iterum
ritornar su la soa galia, qual bisogna conzier, in ar547. mada. Fo laudato dal principe, dicendo : Cabriel,
parente caro etc. Et fo comandato credenza di tal
relatiom, e dato sacramento per sier Marco Sanudo,
cao di X, a tutti ; e tutta la terra si alegro. Et è da saper, la prima letera dil zeneral, la qual sarà notada qui soto, ozi a gram conseio fu leta, aconsolatiom de tutti etc.
gurtà sua ; el segondo, per dar ad intender a li inimici, che li volevano offender da più parte. E lui
vene al porto Demata, e con la galia grossa Capella,
su la qual era el basilisco, et 14 sotil, tra le qual era
sier Hironimo Contarini, provedador di l'armata,
hessendo vento bonazevole, partido dal loco dove
fece far carne, e bisognava adoperar li remi, esso
sier Hironimo, senza algun ordine ni saputa sua, se
slargo da lui, e se ne andò non sa dove ; crede a
Corfù. Ache fine questa cossa non laudabile el feze,
non la intende. E lui zeneral vene con galie 13 sotil,
tra le qual ne era de malissimo ni ordine, per aver
assa' homeni amalati, e con la galia grossa sopra
scrita, intrò im porto preditto, adi 24 da matina ; e
subito redute tute le galie im porto, eodem instanti,
di 13 ne fece 8 bone, tolendo de le zurme di quelle
volse lassar. Le qual 8 fonno : la sua, sier Antonio
da Canal, sier Beneto Trun, sier Marco Antonio Con- 548
tarini, sier Bortolo Falier, sier Filipo Basadona, sier
Dilcapetanio zeneral da mar, date in galia, im
porto Demata, a presso Santa Maura, di 29 zener,
hore 6di nocte. Come da li 20 fin quel zorno, è stà
in locho non à potuto scriver, zoè stato dentro el
colpho de l' Arta, passato el dardanello de la Pre- | Hironimo Cipicho, da Traù, sier Zuan Matafari, da Zavesa, loco molto pericoloso e strecto ; et ha tolto
XI galie sotil turchesche, che erano nel portodel castello de la Vodiza ; una brusada, che era meza de
aqua ; et etiam una fusta brusata ; toltoli da 70, tra
anchore et ferri, molte gomene, sartie, bambaxine,
panni e altre cosse ; et è ritornato, con le 8 galie
che intro, a salvamento, a laude di Dio e honor di la
Signoria nostra. Il modo di l'intrar e ussir, fo que- sto, e, si sarà longo, chiede perdon. Si parti da la
Zefalonia, a dì 21 avanti zorno, con galie 14 sotil ;
andò di sora via l' isola, transferendossi a terra fer- ma verso el Dragamesto, dove messe in terra le
zúrme, et li fici far tanta carne, che ne hanno hauto |
assai per più di 8 zorni per galioto ; comesse a 6 |
ra. Quelle lassò fono : sier Alvise e sier Anzolo Orio,
la galia di sier Alvise Salamon, la galia di sier Alvise
da Canal e sier Bernardo Buchia, catarin, sier Domenego Capello, galia grossa con el basilisco; le altre galie sotil sono al Zonchio, per la cossa de Coron. Et
cussi, a di 25 da matina, con el nome de Dio si levò e
andòa presso el streto del castel de la Prevesa, in geto
de bombarda, dove dete li soi ordeni, e comesse al
Zipicho, tragurin, fusse el primo a l'intrar, el 2.º
Zuan di Matafari, da Zara, 3.º lui zeneral, el resto
poi, segondo la etade de li sopracomiti ; tutti acceptorono el partido con grande animo. Era pochissimo
vento ; principiato a vogar le galie, la galia tragurina, che era la prima, gaiardamente intro ; el zara-
1417 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1418
tin, per esser dura galia, non possando seguir l'hordine, rimase da poi de lui zeneral ; et lui zeneral fo
il segondo ; e li altri, con grandissima vigoria di galioti schiavoni, introrono a salvamento, essendo
saludati de bone bombarde grosse, che venivano dal
borgo, e facto bon botino de molte e diversse cosse,
turchi et griegi del castello se messeno a venir con
archi e ballestre contra li galioti, per modo che essi
turchi, dal suo armiraio con alcuni pochi altri, per
do fiate furono messi in fuga ; ma da poi, fu tanta castello, qual zonzevano le galie, per esser distantia | la furia de' galioti, che corevano a le galie, che turmancho de un mio in quel streto, et poi li bisognava
andar per mezo el canal, per esser da le bande sechagni. E cussi, passati el dito dardanello con grandissimo pericolo, e' volse saper il danno fato per le
bombarde inimiche; trovò a la galia tragurina, fo la prima, deteno do bote, una nel copano, et amazó
do homeni, e altra ne la centa de la galia, e passola de banda in banda, e non feze altro mal ; a la
galia Faliera passò el pizuol da un canto a l'altro, a
presso le portelle ; al zaratin, dete una a la banda, e
romaxe la balota; a sier Marco Antonio Contarini,
ne vene una in galia per pruova, e se intrigò in
algune gomene soto el 3.º bancho , e rimase li
senza far algum altro danno, la piera pexò lire 80 ;
et la sua galia di esso zeneral non fu offesa, ma
tute le bote venivano verso la galia sua, e passava
per pope et per prova, con niuna offension. Et una
piera, che passò per prova, dete a una fusta che mi
era per treso, e amazò do homeni ; e questo è tanto
mal fenno le bombarde inimiche. E andò subito a
chi messedadi con loro, fezeno recular tutti in modo
che tra morti dabombarda et anegadi, si ne l'andar
come nel ritorno, non mancha 40 homeni de tute 8
galie ; e le gran cosse non senza effusion di qualche
sangue seguir pono. Trate adunque tute le galie fora del porto, con gran confusion di turchi, li fo dito
per uno che fo preso con uno zopolo, che poco lon- tan de li se ritrovava a marina assai anchore et ferri ,
deliberò omnino tuorli. Et la matina sequente, lassate 3 galie in guarda di le galie prese, con cinque
andò a levar quelli ferri, dove li trovò, posti a marina con gran comodità de cargarli ; e li fè tuti cargar sopra le 5 galie. Erano in tuto 59, zoè ancore,
crede, grosse 28, e feri de galie sotil 31 ; senza li
ferri , che erano sopra le galie prese. In tuto, crede,
arivano numero 70. E fece poi fichar focho in una
bella caxa a marina, qual era del quondam Fait bassà, e tuor molte piere di bombarda, che erano li a
marina ; e facto etiam un pocho di carne ; e, facto
tuto, molti cavali che venivano di l' Arta de' turchi,
dretura per veder dove se ritrovava le galie turche-❘ per difender li ferri, soprazonseno ; et nostri li salusche, et zonse ad uno castello, che se chiama la Vodiza, posto sopra uno montesello, el qual havea el
suo borgo fino a la marina, et havea uno porto
tanto streto, che una galia a pena poteva intrar. Discoperto che hebe le galie, le qual tute erano una
a presso l' altra nel dicto porto, subito fece dar de
la pruova in terra ad algune de le nostre galie, et lui zeneral fo el primo ; e, dismontati in terra, li ga- lioti principiorono, segondo el suo consueto, metter a sacho el borgo, et fichar focho in quello. Eda
l'altro canto mandò li copani a trar fuora le galie
tono con bombarde, e li lassono veder li suo' affanni. Ritornato a le altre galie, si levò e se redusse
circha do mia lontan dal dardanello de la Prevesa,
et fece meter una galia, de le prese, a chadauna de
le nostre a banda destra, per mazor segurtà ; e lui zeneral ne tolse una altra a remurchiarla, e un'altra
al tragurin, e l'altra al zaratim, et aspectò el vento.
Tandem, in quella matina, a dì 29, a do hore di
zorno in cercha, messo ventesello dal colfo, dado ordine a sier Marco Antonio Contarini fosse el primo
a ussir, et lui el 2.º e li altri, justa l'ordine suo fa- dil porto, e fo neccessario far questo, azò li turchi❘cto vella, con el nome di la Verzene Maria, passono atendesseno a defender el borgo et non le galie, come fezeno, in modo che de 12 galie et una fusta,
che era dentro, quella sera ne traxeno 7, e la note 4
tuti con grandissima vigoria ; et quelli cani fezeno
mazor furia di trazer più numero di bombarde, di
quello fenno a l' intrar, tamen niun mal feno, salvo
a sier Marco Antonio Contarini una bota, come li à
ditto, li amazó 3 homeni, e a la galia di esso zene
❘ral ne vene molte, e solo una dete nel fil de la vella,
et non à fato altro mal. Vedevano el fanò, la tenda rossa, la vella con le ferse rosse, et el stendardo di San Marco dispiegado, perhò tuti tendevano a la sua galia; sono intrati e ussiti a honor de Dio molto 549 gajardamente, e per locho streto, che, si lo potesse scriver, molti si meraveglieriano ; tumen ha falo vo548 altre, per el suo fidelissimo Alvise Muschatello, armiraio, con tanto cuor et animo, che più dir non si
pò. La matina, l' andò a brusar l'ultima che restava,
quale era meza de aqua, nè se poteva trazer; e bru- ❘
sò etiam la fusta ; e, se non fusse stà la persona sua, ❘
pochi aria trovato havesseno voluto e saputo far questo. Or messo le zurme in terra, che sono ho- meni senza riegola, per tanta cupidità di preda che hanno, e messo focho in bon numero di le caxe dil
1419 MCCCCCI, FEBBRAJO. 14-20
lentiera, sempre advertendo dal pericolo al meglio | in conclusion, volevano prima da esso zeneral una
che ha potuto ; e certifica, dite galie di brieve erano
per ussir, per esser in hordine dil tuto, e aria forsi
fato mal assai. Et a la bocha de fora del dardanello se ritrovava sier Cabriel Soranzo, qual era ritornato dal Zonchio, portandoli il successo di Coron ,
el qual stete eri tuto aspetar l'ussita di esso zeneral, per veder si algun favor li bisognava. E lo lauda ;
e li fo grato una galia stesse de lì, e molestasse quelli
turchi che erano in gran numero da un canto e
l'altro a le marine, persuadendossi forsi, qualche
una di le galie desse in terra, per far poi i facti
soi. Et ha diliberato expedir ditto sier Cabriel Soranzo con la presente nova, e con uno suo compagno di stendardo, acció referischa il tuto circa Coron etc. , per aversi trovà sul fato ; e a Bortolo, suo
compagno di stendardo, lo ricomanda, e combatè virilmente a la Zefalonia con turchi, hebe una saxada
su la testa, è stato molto mal, non è guarito, e per
il suo servir li sia concesso sia fante a li signor
capi di X, primo vacante, non essendo altra expectativa ; suplicha sia confirmata per li so meriti.
patente di absolution di ogni excesso per loro comesso, circha el dar de Coron al turcho ; dicendo :
Dio perdona a chi fo causa ! Et voleano tal letera,
per saper li coronei li venivano per mezo li faceva
mal capitar ; poi volevano 1000 provisionati con li 549 .
qualli abscosti se oferivano far lo effecto soprascrito ;
e haveano mandato uno suo fratello a Ragusi, per
far intender, per quella via, il tuto a la Signoria nostra. Era etiam con questi Franceschi uno papà Savina, diceva non bisognar tanto numero di provisionati, ma solum 500, e li bastava l'animo di far etc.
E mostra, per quanto el dice dito sier Cabriel, homo
molto ben disposto, e tolseno termine a la risposta
zorni 25. Il resto, a bocha, esso sier Cabriel referirà
e dil Zonchio e di Modon; unde, lui zeneral havia
diliberato andar quamprimum a Corfu , con tuta
l'armada, e metersi in hordine, e transferirssi ne le
aque de Coron, per mandar a bon fine quella cossa ;
et spiera coronei, inteso arano il suo venir li, con
altra ferventia i se moverano ; perhò vol esservi im
persona, e lassar per adesso l'impresa di Santa Maura, e spiera haverla in tempo, che turchi non se lo
penserano. Item, al far di provisionati, e a pagar le
Dil ditto zeneral, ivi, a di dito. Come è disposto
mandar le galie a la Signoria nostra, prese, ma essendo butino aquistado con el sudor di soracomiti, ❘ refusure e dar paga a li galioti, li bisogna assa' dae de quelli poveri galioti, si rende certo la Signoria nari ; suplicha se li mandi, perchè sarano utelmente
li darà il modo possi haver il ditto butino, o ver spesi , e per far tutto quello potrà a beneficio et exalqualche bona parte di quello. Item, aricorda, in lo | tation di questo excellentissimo stato, pur non sia
manchato da le cosse necessarie. Item, manda la
galia Soranza, per esser di le vechie, di mezi 32, a
disarmar, licet mal volentiera si habi privato di tal
sopracomito; e lo lauda assai. Prega subito sia rearmato e remandato, azó el possi operar ne li servicij ocorenti . Item, ad Alvise Muscatello, suo armiraio, per soi optimi portamenti, si nel prender il
castello di la Zefalonia, dove hebe molte saxade, et
al presente nel tuor di dite galie, mosso da conscientia, li ha concesso in vita sua la massaria del fontego
di todeschi, da poi arà compito li 4 anni questo è al
presente. Prega sia confirmata con li conseglij .
armar di le galie, si tengi altro modo, e haver altri
galioti cha lombardi, perchè si crede armar galie, e
non se arma, ma sono chome arsilij , quelle si armano di homeni forestieri, e non stanno mai sani ; più
tosto vuol una galia de schiavoni cha 20 de lombardi .
Et, per restaurar le galie che resterano con lui, ha
diliberato far cletion de tanti galioti schiavoni, sono
sopra le galie manderà a disarmar, e darli il suo 3.º
e la paga, e tenirli in armada; e con questo modo,
interzar le galie di boni homeni. Item, si advertissa
habino le galie li suo' balestrieri, siano homeni, e
con le so balestre, perchè al presente non ha visto
balestrier habi la sua balestra; e zercha questo, è
per farne provision, che incenderà a qualcheuno di
lhoro ; e tra questi balestrieri siano almeno schiopetieri X per galia, che siano boni , e non si guardi a
un ducato di più al mese di spesa, perchè i zoverano Veneno li oratori vicentini, et compiteno di parassai ; et etiam almeno 4 bombardieri per galia, bo- | lar zercha li soldi 5 per campo; pur quel domino
ni, et li schiopeti sono la medicina de li archi etc.
Circha la cossa di Coron, sier Cabriel Soranzo, sopracomito, li ha referito esser stato con li altri sopracomiti a parlamento con quelli di Franceschi ,
principalli di Coron, che pratichano el tratado ; quali,
Vene l'orator di Franza, al qual li fo comunichato tal nova; et dimostrò grandissima leticia. Et
fo spazà in Franza et a Roma, con li sumarij di tal
vitoria.
Jacomo di Trento parlò.
Du Budua, di sier Nicolò Memo, podestà, di 28.
Come à parlato con uno bazarioto, habita a Scutari ,
parti da Constantinopoli a di 7, afirma il signor di e
note fa restaurar l'armata, si li vaselli vechij come
1121 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1422
di novi ; etiam fa lavorar con candele, e à fato redur | provisiom, zoè questi : Musachij Parlati, cao di stra- a Constantinopoli tutti i navilij di tute sorte, et è
per ussir fuora avanti il tempo solito ; per tanto
avisa.
tioti, da Cuvrili, ducati 5 al mese, a Cuvrili ; Andrea
Goetich, d' Antivari, perperi X a l'anno ; Jmessa Busota, in Antivari ; perperi ut supra; Domenego Dil capetanio dil colfo, date in galia, a presso | Opasto, in Antivari, perperi ut supra ; Zuan Bataia,
Durazo, a di 23. Come le galie di viazi venendo,
lui ussi fuor di porto per scontrarle ; salto sirocho
fresco, e non potè ; bisogna fortifichar Durazo, far uno muro da cercha passa 85, per strenzer la terra ;
e si faria forte con pocha spesa, dil trato di sali si
smaltiseno de li, e li danari fusseno in man di tre
primi citadini , e fata la scarpa di la rocha di marina.
Item, l'arma' di la Vajusa, la mazor parte è tirada
in terra, e fo fabrichà di legname fresco, unde par
550 che le se schachiza. Item, Durazo, Cuvrili e Budua,
si l'ussisse dita armada stariano mal. Item, turchi
si preparano di scuoder li carazi con più destreza dil solito ; si preparano e stanno in hordine; vogliono far adunanza, o per corer o esser presti per Hongaria, che molto stima ; hanno fato do ponti sul Danubio, con dopij bastioni, e infestano il paese, o
vero si adunano per dar socorsso al re di Napoli.
Item, le zurme di le sue galie, è mexi 7 manchano
homeni 20 per galia ; voria se li mandasse sovention,
e li sia dato licentia ; et, volendo stagi, bisogna galie 3 grosse et 4 sotil , con uno basilisco per galia gros- sa, e passavolanti traza ballote di lire 25 l'uno.
Da Dulzigno, di sier Andrea Michiel, provedador di Albania, di 15 novembrio. Come, zonto Feris bei a Scutari per robar i gripi di Alesio, fè zente, e
venir con quelli a la Medoa, a tuor li navilij e fornirli
di artilarie, per ruinar quella provintia ; unde vene
li a Dulzigno sier Sabastian Marcello, sopracomito,
im porto ; et a hore 5 di note, licet havesse mal a
una gamba, andò a galia, e insieme andono a la Me- doa, trovò 16 navilij da 600 fin 200 stera, el forzo
gripi e schierazi corphuati cargi di sal, con postize,
parca galie grosse ; fece levarli ; e, ritornato a Dulzigno, trovò letere di 5 octubrio, zercha le provision
date, mandi in nota ; et ricevete la licentia ; li piace.
in Antivari, perperi ut supra; Domenego Zupan,
nobele de Antivari, capo di stratioti, ducati do al
mexe ; Pruosde Martin, procurator a Dulzigno,
ducati tre al mexe; et questo è quanto à dato di
provisiom.
Di Antivari, di sier Piero Bembo, castelam, di
13 novembrio. Zercha marcovichij e martalossi, ve- nuti a le fontane per tuor le done de lì ; et scrive la
cossa vechia, abuta per avanti. Item, judices el con- silium comunis antibarensis, di 13, scrive a la Si- gnoria zercha li formenti, et non siano abandonati etc. Item, domino Nicolò Miros, arziprete e vica- rio, loco tenente di l'arziepiscopo, di 13, si scusa non
aver mai scrito contra il provedador Michiel.
Da Pizegatom, di sier Lauro Venier, provedador. Che'l suo cavalier non pol star, pagando la mità ; etiam Udene scrive di questo.
Da poi disnar ſo gran conscio, per il caso dil
Marcello. Compi da parlar domino Michiel Pensabem, suo avochato. Li rispose sier Marco Sanudo,
l'avogador, sapientissime. Andò poi in renga esso
sier Alvise Marcello, fo capetanio di le nave ; non
fo aldito, et fo rimesso a damatina per balotar le
parte etc.
A di XI ſevrer. Da matina fo gran conseio, et nevego. Fonno numero 682. Fu posto per sier Piero 550*
Morexini, sier Beneto Sanudo, avogadori presenti,
sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, sier Marco Sanudo e sier Polo Pixani, el cavalier, la parte di procieder contra sier Alvise Marcello, fo capetanio di le nave armade. Have 99 non sincere, 151 di no, 424
di sì. E fo presa. Andò solum do parte; una, posta
per li consieri e cai di 40, che 'l dito sier Alvise sia
confina im perpetuo a la Cania, e si presenti al retor,
con taia ducati 500 rompendo il confin, et, preso,
Si jacta aver fato assai ; dice mal dil podestà di An- | sia menato im presom de qui, dove habi a morir.
tivari, et pre' Zuan Brizi , et pre' Marin Bazam ; e che il podestà vende li dacij a quelli disborsano il 3.º,
con danno grande di la Signoria ; et è do anni è di qui sier Stefano di Prodi per orator, con spesa di ducati 72 a l'anno. Item, come à auto una consientia, che uno Zorzi Barbaro, habita a Veniexia, patron
di gripo, praticha a Scutari, cargo do barche di ofi- ciali tra i do castelli, con barili di panciere, azali,
stagni e fil di rame, e panni. À fato processo: lo manda a li avogadori. Item, nomina a quelli à dato
Et fu posto per tuti 5 avogadori, che ' l ditto sier Alvise, sabado, da poi nona, sia conduto in mezo le do collone, e li sia taià la testa dil busto, si che 'l
muora. Andò le do parte: non sincere 0, di no 127,
di quella di avogadori 124, di quella di consieri 425.
E fo presa.
Da poi disnar ſo colegio, per consultar li savij.
Et Jo era amalato ; perhò fino a dì 24 di l'instante
non sarà cussi diffuse scripto il tutto. Pur venc letere di Roma e Spagna. E fo consultato risponder a
1423 1424 MCCCCCI, FEBBRAJO.
551
li oratori di le comunità, venuti per non pagar li
soldi cinque per campo. Et cussi fu preso. Et il zor- no sequente, im pregadi, come scriverò, è mandato tal capitolo in letere a li rectori nostri .
Capitulum contentum in responsione facta oratori- bus comunitatum terræ firme, die 12 februarii in Rogatis.
Buzardo, si confirmava con la Signoria nostra, et era un ribaldo da non udir ; dicendo : Dio perdoni
Ascanio, che lo mandò a Constantinopoli a persua- der il turcho a la ruina di christiani ! Item, di l'armar, disse li cardinali è fredi, e bisogna per adesso ducati 60 milia, zoè 20 milia per Hongaria et 40 milia per lo armar ; et disse, soa santità voleva esser taxato di l' intrada, e pagar el dopio ; et disse,
quelli di Hongaria sarano in hordine. Item, vol saVerum, perchè la cossa per la importantia sua per come se li darà le galie, perchè di Zenoa pol
rechiede celere et prestissima executione, et non haver, come disse, galie fornite di arme e altro ; et
tardita et longeza, como seguiria quando hora si soa santità meter li homeni, dicendo : Tra qui , zoẻ
havesse a far mensuratione de tante terre, habiamo | Roma e Civitavechia , ne haveremo cinque. E poi
deliberà, che cadauno che ha campi arativi, prativi disse : Aspetamo risposta di Hongaria ; avanti la et boschivi , sì im piano come in monte, dei qualli | conclusiom, non semo per mandar danari. Item,
se traze utilità, debi lhoro ex se, fedel et integramen- te denuntiar la quantità di campi che i possedeno,
de la sorte predicta, et per quelli debano pagar,
fin che altramente se intenderà con certeza la vera
quantità che i possedeno; dei campi vallivi, cam- pagne, pascoli e boschivi inutili, non dicemo per horra altro, reservandone ad haver circha quelli più
particular informatione.
Per i campi veramente che sono goduti a livelo,
dove che per i altri ge pagano soldi 5, volemo che per questi se pagino soldi 3 per campo solamente, per el livellario, e per li livelanti pagino le 4 per 100, justa la forma di la parte ; remanendo in reliquis ferma
la deliberation facta, da esser exequita come la zase.
Da Roma, di l' orator, di ultimo zener. Come in
quella matina ſo a palazo, et stete in camera dil Pa- paga' ; il papa non volse dar audientia, e messe hordino darli audientia poi disnar, hore 22; e cussi andò. La causa di la mane ſo per Valenza, per robe
mandoe a tuor il ducha di Valenza, ſo valizate in
Val de Stretura, per valor di ducati 2000, da li fo- rausciti di Perosa. Item, Orssini e colonesi sono al
solito in disacordia, e per la venuta a Marino di le zente di colonesi, Orssini hanno posto a le frontiere homeni d'arme 180, et a Tioli ne alozerà 50 homeni d'arme, et il papa à ordinà 100 cavalli lizieri stiano in Roma a la soa vardia ; e à scrito al signor
di Chamarim, dolendossi dagi favor a li foraussiti di
Perosa, che sono intrati in Nocera, et dice li costerà caro. Item, li in Roma è carestia, et quello valeva
7 val 30; tutti si doleno etc.
Dil ditto, di primo fevrer. Come, ricevute nostre
di 26, fo dal papa. Et exposto la risposta in materia dil Buzardo, e poi solicitato soa santità a l'armar
e mandar danari in Hongaria, rispose : quanto al
parlò dil partir di l'armada yspana di Levante da la nostra, per causa di vituarie ; et disse, saper la no- stra armada era mal in hordine di zurme. Et l' orator li rispose sapientissime ad omnia. E il papa
disse : Dita armata non à potuto far di meno la non
si lievi ; ma scriveremo a quelli reali, la fazi tornar.
Dil ditto, di do. Come eri in concistorio si consumo zercha cardinali taxati, zoè cadaum si taxi
lhoro medemi, et ſo posto una poliza di cardinali,
qual il papa vol mandarla a caxa lhoro ; poi il papa dè fuora una poliza, discrita l'intrade soe temporal
e spiritual, dicendo haver ducati 140 milia di carlini d'intrada, che sollo dil temporal ne ha 300 milia.
Poi disse : Quando non basterà una decima, ne pagaremo do. E questo fece per indur li cardinali a la
decima. E cussi, de li officij di corte sarà ducati 30
milia, et di cardinali 30 milia ; il papa, di una decima, ducati 16 milia, che vien tutto ducati 76 milia.
Et li cardinali disseno : Pater sancte, questo non
basta al bisogno; vostra santità suplirà. Item, par a
un altro concistorio farà publichar la decima, et di
l'armar di le galie, prima ne disse 40, hora parla solum di armar 20 ; soliciterà il tutto etc.
Dil ditto, di 5. Come è stà a palazo, per solicitar
il papa. Et soa santità era stata con l'orator yspano,
e Tomaso Regulano, secretario regio di Napoli, fino
a hora di disnar in streti coloquij, sì che non have
audientia. Et par l'orator yspano non spazò il corier
per Spagna, per esser prima col papa, sì che il papa,
ben habi streta praticha con Franza, non si disbraza
da Spagna ; et fono insieme per asetar Orssini e colonesi, si che esso nostro orator non potè haver audientia. Item, ave letere dil cardinal va in Alemagna,
date a Trento, a dì 21 ; li scrive uno auditor di Rota,
li diria di novo ; e li disse il re non vol el passi in Alemagna, et li rispose bone parole. Item, comunichoỏ
1423 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1426
551
dil Buzardo a li oratori di Franza e Spagna. Item, ❘ perchè havia nova di Sicilia, di 20 novembrio, de sì .
ozi è partito el cardinal Salerno per la Marcha. Et l' orator rispose, sperava cussì fusse. E lei disse :
Dio el volesse ! Poi, di la union con il re di romani
e Franza, il re disse laudava. E la raina rispose, vedeva gran dificultà, perchè a la union bisogna tutti
li principi, cignando Napoli. Item, di l'andar suo
im Portogallo dimostrò piacer, e l'honor si fa a
quel re è suo, e ordinò letere per li alozamenti,
dicendo el tornasse presto. E l' orator disse, lhoro
alteze scrivesseno a quel re ; e cussi promesseno
di far. Di la proposta di re Fedrico, O risposeno.
Mostro dispiacer l'habi amicitia con turchi. Di la
ripresaia, il re ordinò a uno doctor, consier, veDi Spagna, di l' orator nostro, date in Granata,
adi 7 zener. Come eri fo dal re a comunicharli le
letere nostre, licet fusse la Epifania, e ave audientia
la sera, e li fè lezer li sumarij, et soe alteze li alditeno volentiera. Et quanto al tuor l'impresa di Modon, il re li parse impossibile. Poi laudò il lhoro
capetanio di l'armata ; poi ringratiò di l'armata con
optime parole, e pregò il perseverar e farla invernar
in Levante, dicendo la Signoria nostra facea numerosa classe, oltra quella l'aveva fuora. E li disse di
le do cosse proposte per domino Lorenzo Suares,
di non concluder pace sine consensu, et di defen- | nisse da lui orator, per saper di jure ; prego su- spendesse fino a la sua tornata ; et cussi spera
obtenir. Item, quelli reali hano inteso, le nave francese esser partite di armata, insalutato, per non 552
haver auto danari da la Signoria nostra ; e li reali
hanno auto piacer grande, perchè sola la soa armata sarà al preuder di la Zephalonia. Item, esso orator a inteso, per mantenir l'armata à dimandato
dersi mutuamente. Poi pregò lhoro alteze volesse
asetar il re di romani con il re di Franza, per via
di l'archiducha, lhoro zenero e fiol dil re di romani,
perchè il christianissimo re era ben disposto ; et di
l' andata sua in Portogallo O li disse ; et par voglij
omnino andar, perchè à fato armata per Africha. Et
il re rispose, ringraciò la Signoria di le oferte e oblatione, et che era reciprocho, e sempre stato amico | ajuto al regno di Ragom, per lo interesse de Sici- a beneficio di christiani, e, im particularità, di la Si- lia, unita con quel regno. E li à risposto, soe alteze
gnoria nostra, come de carissimi amici ; et erano vadino fino in Aragom, che farano ; e pur, se non
contenti di l' opera fata di l'armata lhoro, e hanno | ponno, vederano di satisfar. Item, fin 4 o ver 5 dì,
piacer l'hongaro esser ben disposto, e pol bater il ❘ si parte per Portogallo. Item, li mori si sono dati a
turcho meglio di niuno ; e di la lhoro armata voria- gracia e merzede di le regie alteze, e hanno fato,
no compiacer, ma vedeano la impossibilità, come li quelli erano da fati, morir, e venduti per schiavi le ha ditto alias ; et di le do proposition, 0 disse. Quan- pute e femene.
to al re di romani e Franza, laudo el proposito, dicendo non deva risposta alhora, ma voleva consul- |
tar. Et la raina O rispose ; ma si riportò a quello ha- |
via ditto il re. Item, di l' armata, scrive in zifra, le |
dimostration è al contrario, ma è streti di danari ;
voriano trazer qualche summa, sì che è bon tenir
ben edifichato don Consalvo Fernando, suo capeta- nio, qual à grande auctorità, e in lui consiste bona
parte di la diliberation.
Dil ditto, di 19. Come à obtenuto la suspensiom
di la ripresaia, fino torni a Valenza e Barzelona ; di- manda li sia mandato tute le justification, e l' acordo
fu fato con Ferando l' Izola. Item, sono venuti da lui alcuni zenthilomeni di la corte, chiamati ....., zoẻ
per nome di la moier di don Consalvo, capetanio di l'armata, a dimandarli di soa signoria. Lo ha honorato e laudato assai ; doman si parte.
A di 12 fevrer. In colegio non fui , per esser
amalato ; credo fusse alditi li 4 oratori di Brexa,
qualli presentono letere di credenza, di do. Sono domino Stefano di Ugoni, domino Jacomo Ceroldo,
domino Zuan Batista de Piano, doctori, et domino
Dil ditto, di 16. Come ricevete, per Panigeto
corier, qual fo ditto esser anegato, nostre replichate,
da quelle ebbe di Franza, e più letere di 3 decembrio, di la oferta di re Fedrico nel far di la pace col
turcho, e di la ripresaia etc. Eri ebbe audientia dai | Agustim di Megij, primarij citadini de li. Et parlò el
reali ; li narrò queste do cosse ultime, e laudo don Consalvo, suo capetanio ; poi si alegrò di le noze dil
re di Portogallo, dicendo vol andar alegrarsi con
soa majestà di hordine nostro. Il re rispose, non li
pareva far ubligation a tenir l'armata 2, 3 o ver 4
mexi, ma la teneria quanto potesse, per ben di la christianità et di la Signoria nostra. Poi la raina li
dimando, si el judichava la Zefalonia fusse presa,
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Ugoni, dolendossi di la imposition di soldi 5 per
campo, et non ponno pagar. Etiam credo fosseno
alditi li oratori di Trevixo etc.
Da poi disnar fo pregadi. Et si have letere.
Da Liom, di domino Bonino de Boninis, amico
fidel, di 2. Come sier Beneto Trivixam, el cavalier,
orator nostro, stava malissimo, destituto a medicis.
Fu posto per tutti li savij, scriver a li oratori
90
1427 MOCOCCI, FEBBRASO. 1428
nostra in Hongaria, di li avısı di le preparatiom fa tempo, e anderano con le galie in armada, habi al
Schender bassà per Dalmatia, et che judichemo za paga sua è livrata, debbi servir con la mità etc. , ut
sij concluso con quel re ; perhò provedino a le cosse in ea. Item, quelli sono banditi per homicidio puro,
di Dalmatia ; et se li manda li sumarij da mar. Ave | havendo la carta di la paxe, andando a servir la Situto il conseio.
in 30 per galia, e tutti vadino a servir im persona
e non altramente. Ave 2 non sincere, 31 di no, 98
di si . E fo presa.
gnoria nostra in armada per uno anno, siano absolti ,
Fu posto per tutti, ut supra, scriver a l'orator e sia publichà tal parte, et scripto per le terre. Item,
a Roma, cercha l'armata yspana partita, e la bona | si toy zurme di la Riviera di Zenoa, da meterne 25
compagnia fatali per il nostro capetanio , et esser
partito ben edifichato, con promission di tornar ;
et perhò sij col papa, et orator yspano li scrivi a
ditto capetanio. Etiam fo leto una optima letera si
scrive a ditto capetanio, laudandolo e rigraciandolo,
et che li mandemo un nostro zenthilomo. Et da mo
sia preso, che li sia mandato a donar marche 400
di arzenti , et sia electo un zenthilomo nostro, per il
colegio, qual vadi a ditto capetanio, con ducati 40 per spexe al mexe, meni con si famegij, et uno secretario ; et non sij tenuto mostrar alcun conto, qual ❘ quinto di le refusure, de cætero si dagi il terzo; et si parti con la prima galia sotil, e vadi a Corphù, et
lievi domino Francesco Floriano, doctor, con li altri
presenti , et insieme vadino con la ditta galia in Sicilia a esso capetanio. Et ave 13 di no, et preso che,
in consonantia, si scriveria a l' orator in Spagna.
Noto, in dita parte fu preso di far , el primo
conscio, esso don Consalvo Fernandes, zenthilomo
nostro.
Fu posto per tutti , scriver al capetanio zeneral
di mar, provedi a le galie di viazi nel ritorno, per
la segureza soa; et etiam a l'armata di la Vajusa,
che assa' importano. Ave tutto il conseio.
Fu posto per li ditti , ut supra, che tutti li con- danadi, andando a servir la Signoria nostra, sconti
la mità lire 20 al mexe etc., ut in ca. Item, li ga- | lioti falidi siano absolti, andando con la mità ; il resto vadi a conto dil suo falido ; et quelli di novo fal- lirano, oltra le pene, debino star mexe 6 im prexom.
Item, de cætero, cussi come si dava a l'armar il
quelli, voleno haver tal beneficio, si presenti per tutto
il mexe di marzo a l'armamento. Item, li condenadi haver strepa' di corda, andando in armada, siano absolti ; et quelli sono stà condenadi per li avogadori o vero syndici, non sotozasi a la presente
parte. Et have 12 di no, 140 di la parte. Et fu presa.
Fu posto per li consieri, cai di 40 e tutti i savij ,
dar a Gigni Capededi, corphuato, qual acusò tre rebelli, voleano brusar li la nostra armada, e fonno
presi et apichati do di lhoro, e il terzo morto, zoè
Dimitri Gimnasi, Gigni Tornichi et Zorzi Cuci, che
al dito li sia confirma quanto li promisse sier Marchiò Trivixan, olim capetanio zeneral, di certo sal
al mese, et di più una balestraria in vita sua su le
galie di viazi. Ave 7 di no.
Fu posto per tutti, scriver al prefato capetanio
zeneral una letera, laudandolo assai di le opere fate
nel tuor quelle galie etc., ut in ea, et laudar Alvise
Muschatello, suo armiraio; e da mo li sia dato la
massaria di fontego , da poi compito questo è al
presente, in vita soa. La qual parte non se intendi
presa, si la non sarà posta e presa in gran conseio. ❘ al fiol di Gorlin, chiamato Gorlinoto, con la soa faAve 4 di no, 160 di la parte.
Fu posto per tutti li savij , atento li meriti di Gorlin, morto a la Zefalonia, di Antonio di Fabri e Paulo
Albanese, morto a Modom, contestabeli nostri, che
meia, li sia dato di provision ducati 12 al mexe ; al
fiol di Antonio di Fabri, ducati 8 ; e a quel di Paulo
Albanexe, ducati 8 ; et sia maridate le fie di Gorlin,
Fu posto per li savij dil conseio, e sier Francesco Foscari, savij a terra ferma, la risposta a li oratori di le cità nostre, zercha li soldi 5 per campo, in ❘ quando sarà il tempo, e darli ducati 150 per una, e
cussi a le fie fo di Paulo Albanese etc. Et dita parte
have 3 di no, 154 de sì.
Noto, in questo pregadi vene il principe, stè pooptima forma mitigata, alcuni in soldi 3 etc., ut in
552 ca; et provisto a li campi inculti e valle e pascoli etc.;
risposta ben ditada, e molto longo narando il bisogno e pericolo di la christianità. Andò in renga sier | cho, et si parti.
Picro Capello, et contradixe, dicendo si dovesse star
su la prima opinion. Andò a responderli sier Alvise
da Molin, savio dil conseio. Et fo 3 non sincere, 68
di no, 82 di sì.
Fu posto per tutti li savij , che i banditi di questa
cità e dogado, e di terre e luogi nostri da mar, a
Di Franza, di l'orator, date a Bles, a di 26
zener. Come, per richiesta dil papa, il re à concesso contra Faenza vadi monsignor di Alegra con 150
lanze, cussi persuaso da l'orator dil papa, qual dimandava etiam li facesse dar Castel Bolognese ; et
il re à exorta con letere missier Zuan Bentivoy lo
1429 MOOOČA, FEBÉRAJO. 130
dagi, per alozar monsignor di Alegra ; et missier | il re Fedrico ne ha exbursati hora 35 milia, e il re
Zuane manda de lì uno suo orator. Item, à per bona sto promesso in alguni termini. Item, I orator dil
via, il papa à concesso la legation di Franza al car- papa col cardinal importuna , videlicet el cardinal
dinal Roan, con certe condition ; et dito cardinal fè Roan, per le cosse di Bologna ; voria missier Zuane
gran parole con l'orator de' fiorentinj ; à manda | desse ducati 8000 a l'anno, et 100 homeni d'arme
uno homo al re di romani, e ditti pagono a Milan
ducati 12 milia, a conto de li 64 milia franchi dieno
pagar per sguizari. Item, lì a Bles è uno piamontese, per nome di missier Zuam lacomo Triulzi , per
il matrimonio sequito dil fiol ; justificha al re, averla
553 tolta per amor, tamen che la non è fiola dil marchexe di Mantoa, et ogni volta il re volesse tuor
1' impresa contra Mantoa, si offerisse etc.
Dil ditto, di 27. Come el cardinal li ha ditto,
milanesi dolersi che le biave non vien di lochi nostri
di cremonesi a Milan, come soleva; dicendo: Femo
tutto da boni amici, et sia idem. Item, li 12 milia
ducati, pagono fiorentini, sono per resto di 45 milia
li prestono il signor Lodovico ne la guera di Pisa ;
et il pagamento di sguizari, restono pagarli in 9 mexi,
zoè ogni tre mexi il terzo. Item, il re à scrito al marchexe Cabriel Malaspina, qual havea in deposito tre
castelli in Lunesana, li consegni al marchexe di Massa, che pertendeno siano soi ; e questo procuroe
per nontio di fiorentini e di Ferara. Item, è stà expedito messi per l'armada si fa in Normandia e
Provenza, et si aspeta la regia majestà ritorni uno
sabato.
Dilditto, di ultimo zener. Come eri ritornò il re,
el esso orator li andò contra mia 6, qual era a far
volar falconi ; e li disse l'armà si solicita, e à 'uto
letere di monsignor di Ravastem, di Zenoa, capelanio electo di la sua armata, come va alegramente, e
mete in hordine do charachie li con molte artilarie
e con homeni a so modo, e verà a trovar sua majestà im Bergogna, e, auto ordine, si partirà con l'armata. Poi li disse, è stà bona cossa il prender di la Zephalonia. Et l'orator li dimando di la risposta fata
al re di romani. Rispose : Sì, si ; sta ben. Item, la
fiola di re Fedrico ritorno da Burges lì a Bles, e sequi le noze tra monsignor de la Rochia, di primi di
Bertania ; à de intrada ducati X milia, e ne aspeta
altratanti post mortem di uno suo barba vechio ; et
in quella matina fu fate le sponsalicie ; il re la conduse dal palazo dil castello a la chiesia, magna comitante ... , tenendola soto el brazo, parlando con
lei di cosse piacevole, con demostration di carità.
Era li oratori dil papa, lo yspano et lui nostro avanti
il re, poi la raina con assa' done vene; fu celebrata
una messa, e il cardinal Roam dixe l'oration, benedi
de more il matrimonio. La dote è franchi 100 milia ;
per X anni al papa, ét haver la caution di Castel Bo
lognese, e certi altri lochi ; et l'orator di dito missier Zuane si aspeta de li ; e il cardinal è inclinato a
satisfar il papa; qual orator dil papa à saputo, ali
quando dice mal di la Signoria nostra. Item, ritornò
lo arziepiscopo di Sans da' sguizari, e ne andò uno
altro in loco suo, per nome dil roy; si stima de li
le cosse di sguizari , qualli non voleno render Belenzona. Item, l'impresa di Napoli, si se dilatasse ele.
Item, el cardinal di San Severino ritornò a la corte,
stato al suo episcopato ; e dice so fradelli, è in Alemagna, se interpone in acordar quel re con il roy.
Item, za tre zorni è venuto li Juliano di Medici, alozato in caxa dil cardinal di San Severin. Item,li capetanij da mar sono partiti per Provenza e Norman- dia; e, come li à dito il cardinal, sarà velle 22 o ver
24, fra barze e nave grosse, e in optimo sarà numero 16, ben in hordine di homeni e artilarie, galie
do o tre, e forssi nulla ; dicendo fin qui questo numero è ordinato. Item, è zonta a hora nova, el
barba dil sposo esser morto, sì che à 'uto do alegreze ; e li oratori neapolitani è partiti da Burges ;
voleano il re li desse uno araldo, non l'à dato, basta il salvo conduto.
Adi 13 fevrer. In colegio veneno li oratori pa- 553 '
doani, a li qualli fo fato lezer la risposta thoro fata con il senato ; et cussi in consonantia fo ditto a li altri, e mandata la copia a li rectori .
DuRavena, dil podestà, di X. Come, poi el ducha ebbe Rossi , Granarol e Solarol, andò a Ymola
con pocha zente, et ivi è. Et in Rossi è Vitelozo, con
cavali 500, e la compagnia di fanti ; a Solarol alcune
gente francese ; a Granarol, Julio Orssini ; tutte pe- rhỏ alogiate a descritione ; non fanno movesta aleuna. Item, di Faenza, zuoba, fo a di 4, feno cantar
una messa solenne al domo, dove tutti se confesono
e comunichono, zurò su uno crucefixo di star uniti ,
e servar fede, e morir più presto cha ponersi sotto
il ducha Valentino ; et hanno electo alguni vadino
per la terra inquirendo, chi dice di acordo sia decapitato; e tutti li conventi di frati, canonici et preti
hanno dato li lhoro arzenti al signor, zoè croxe e
calici ; e quelli dil monte di la Piatà hanno dato li
danari contadi. Item, li lochi, si hanno dato voluntarie al ducha, non sono a pentirsi, perchè le zente li
devorano a la zornata ; et quelli di Vitelozo, so b
1431 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1432
554
Vene etiam l' orator di Franza, al qual foli ditto
questo medemo, et parlato di cosse di Franza. Jo
non era etc.
confini nostri , fa qualche danno; et lui podestà li
scrive, pocho li val ; scusa non saper chi sia ; tamen
lui podestà fa le provision. Item, eri sera zonse li
uno comissario dil papa, vien da Ymola per star li Da poi disnar ſu gran conseio. Fato consier di
a Ravena, per acompagnar la raina di Hongaria per | Santa †, in luogo di sier Bortolo Vituri, a chi Dio
tutta la Marcha. perdoni, sier Marco Sanudo, fo avogador di comun,
quondam sier Francesco, qual era cao dil conseio
di X; et fo chiamato a zurar et sentar ; qual era in
cao dil conseio con sier Beneto Sanudo, l' avogador,
et restò cao di X tutto il mexe, justa la parte, per
non esser stà fato in locho suo. Item, fu fato di pregadi sier Hironimo da cha' da Pexaro, di sier Beneto, capetanio zeneral, di età de anni 30. Have ballote 1046, et ..... di no. Et rimase da alcuni con
titolo di pregadi. Item, fu posto una parte presa
l'altro eri im pregadi, per li consieri, di far zenthiDi Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro,
provedador, di X. Come el cardinal curzense, legato,
li mostrò copie di letere ; et ha il re di romani esser
zonto a Nolimbergi. Et eri passò uno ebreo, vien di
Boemia de li, dice turchi e tartari aver fatto gran
danni a Polana, et manda la copia di dicte letere. Una
è soto scripta : Melchior episcopus brixinensis, præsidens consilii regicæ majestatis. Come aspeta esso legato con disiderio, et il re lo chiama a Norimberg,
dove son venuti oratori di l' archiducha a tratar pace
tra soa majestà e il re di Franza, e maridar la fiola | lomo nostro, don Consalvo Fernando, capetanio di
di esso re di Franza nel fio di ditto archiducha ; et è
data la letera a Brixina, a dì 28 zener. Item, un' altra letera, soto scripta : Jacobus de Bannissis, data a Item, fu posto la parte di dar la massaria di fonYspurch, a dì 28 zener. Come tuto il populo lo aspeta tego ad Alvise Muschatello, armiraio dil zeneral. Ave
de aldir esso legato, e dice la expedition non si pol | contradition sier Zuam Beneto, l' orbo, dicendo era
far, si le cosse de' christiani non si compona prima etc. contra le leze. Et non li fu risposto. Et fu presa.
l'armata yspana e fioli. Have la ditta parte, 12 non
sincere, 41 di no, 1144 di la parte.
parte.
Item, fo chiamati alcuni zenthilomeni nostri, ad
andar contra uno orator dil ducha di Lituania, fradello dil re di Hongaria, vien in questa terra, et poi
anderà a Roma, dove è destinato.
Da Udene, di sier Antonio Loredam, el cavalier, | Have balote 17 non sincere, 275 di no, 1138 di la
luogo tenente, di X. Come à ricevuto nostre, e inteso
la election soa, orator al re di romani. Ringratia di
la existimation ; si scusa per haver mal a uno ochio.
Da poi disnar fo conseio di Xcon zonta dil colegio. Fo posto la parte di la confirmation di quel
compagno di stendardo dil zeneral, fante a li cai di
X. Item, la gratia di quel Zuam Corona, familiar dil
legato cardinal è in Hongaria, di l' oficio datoli. Item,
di l'abacia di Ceredo, dove è il fiol di sier Nicolò di
Prioli, stij cussi. Item, de cætero non si possi dar licentia di trar biave di teritorij, per li cai di X, ma
si balloti in colegio con li cai di X. Item, a requisitiom dil papa sia lasado di Castel Vechio di Verona
domino Lucio Malvezo, dando la segurtà, come à
promesso.
In questo zorno ſo sepulto sier Bortolo Vituri , a
San Zane Pollo ; qual è stà tenuto 4 zorni sopra
terra, per veder etc.
In questa note parti sier Zuan Diedo, va provedador in Dalmatia, con Hironimo Tartaro, contestabele, e provisionati 50 ; va di longo a Zara ; li fo dato
ducati 500 ; etiam parti il conte Xarcho, va a Sibinicho.
A di 14 fevrer. In colegio, fo domenega, vene
el legato dil papa, et li fo ditto la diliberatiom, di
eri, di Lucio Malvezo, et di quel Zuan Corona expedito. Ringratiò di tutto etc.
È da saper, questa matina in colegio fu fato quello
orator dia andar a portar i presenti al capetanio
yspano, et rimase sier Cabriel Moro, savio ai ordeni,
qual procurò di andar. Et Jo fui tolto, me nolente,
perchè era grieve amalato di febre, et ozi mi fo trato
sangue. Il scurtinio fo questo.
Electo orator a lo illustrissimo signor Consalvo
in colegio, justa la forma di la parte.
Sier Hironimo Foscari, fo auditor nuovo,
quondam sier Urbam 5.14
Sier Marco Foscari, fo savio ai ordeni, quondam sier Zuanne 6.13
Sier Marin Sanudo, el savio ai ordeni, quondam sier Lunardo 7.13
Sier Nicolò Balbi, fo camerlengo a Cataro,
quondam sier Marcho . 6.13
+ Sier Cabriel Moro, el savio ai ordeni, de sier
Antonio 14. 5
9.10
Sier Piero Pasqualigo, el dotor, fo auditor
vechio, quondam sier Filippo
1433 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1434
554*
contra i piezi dil bancho nuovo, videlicet che le partide stagi come le stanno. Fo 3 non sincere, 14
Noto, eri in quarantia criminal, per li soraconsoli, fo acordà sier Lunardo Vendramin, quondam
sier Lucha, debitor di ducati ..... milia. Contradise | taia, 28 bona.
sier Alvise Soranzo, quondam sier Marco ; tandem
fu presa di pagar in anni 12 de .......
Adi 15 fevrer. In colegio vene l'orator di Napoli, et fo mandati tutti fuora. Con li cai di X tratoe
certa materia ha di Alemagna, come intisi da poi da
l' orator dil suo re, domino Francesco de Montibus,
che si oferiva tratar liga con quel re et la Signoria
nostra.
Da poi disnar fo conseio di X. Et fo expedito
Alvise Nicheta, teniva bancho in Rialto e stronzava
raines : che li sia cavà uno ochio et una mam, qual
li piace. Et feno altre cosse etc.
Et il colegio reduto, vene il principe con una letera di Zervia. Come era stà intercepta la moier dil
capetanio nostro di le fantarie, et mostrò grandissimo cordoglio. La qual dona veniva de Urbim dal
suo marito, ch'è a Gradischa, et è belissima dona.
Et cussi si levò, e andò con li savij nel conseio di X
a far provisione.
DaRavena, di 12. Come eri zonse la raina li ,
con pioza assai ; vene con barcha di Ferara, per il
canal di Santo Alberto ; et esso podestà li andò contra a la barcha, dismonto da cavallo a tocharli la Di Zervia, di sier Vetor Dolfim, podestà, di 14.
man, et soa majestà montò in careta, e andò a lo | Avisa il caso oribile di la moglie dil capetanio nostro
alozamento. Era con lei uno episcopo, orator di Spa- di le fantarie, domino Zuan Baptista Carazolo, vegna, uno di Napoli, don Ferante, fiol dil ducha di | nendo con la compagnia soa li, a hore 24, fo asalFerara, lo episcopo di Sessa, governador di Forlì, e
altri episcopi ; et esso podestà li presentò, e la sera
lavisitò.
tada da 20 in 25 cavali, armadi de diverse arme,
con gran impeto, et quella ha rapito, tolto e menata via, e non sa dove ; feriti alcuni e malmenati ;
Dil ditto, pur di 12. Come le zente dil ducha di- qualli sono fuziti di le man lhoro, e venuti de li ; e
struzeva li lochi ; et esso ducha è a Ymola a feste e il suo canzelier, Jacomo Guielmino, ferito con molte
caze; et, per uno messo, vete ozi terzo dì il ducha | ferite a morte ; qual dice son stati spagnoli dil du- balar su una festa, e praticha acordo con faventini,
e sta li per questo, si che non è possibile il signor
di Faenza si tengi .
Da poi disnar ſo conseio di X con zonta dil
collegio etc. Et è da saper, come in questi zorni acadete, che fo trovado una extremità di soldi falssi,
fati a Mantoa, qualli ni di arzento ni dil peso erano
boni, imo stronzadi ; et ne va numero 39 per uno
mocenigo, ch'è il dopio più, adeo tutta la terra per
questo si parlava, et etiam per tutte le terre nostre.
È cossa pertinente a li capi di X; la provision si
farà, noterò.
cha Valentino ; dubita di cariazi, ch'è rimasti da
driedo ; et dito caso esser stà fato tra un confin e
l'altro, zoè dal Porto Cesenaticho al confin di Zervia.
Et lui podestà à scrito al prefato ducha Valentino,
in bona forma, e al governador di Cesena.
Et, reduti nel conseio di X, considerando tal
caso di grandissima importantia, per reputar esser
fato al stado nostro, fo terminato, quella sera expedir Alvise Manenti, secretario dil conseio di X, al
ducha Valentino, e, senza far altra salutation, dolersi di tal cossa ; et le opere di la Signoria nostra
versso di lui mostrate, non meritava ; et dovesse reEt non voglio restar, come tuta la terra, la matina sequente se intese tal caso, mostrono grandissimo dolor ; si che esso ducha Valentino, si l'ha fato
far, è stà mal conseiato.
A di XVI fevrer. In colegio vene l'orator dil | stituir ditta dona etc. Et cussi, in questa sera meducha di Lituania, zovene et dotto, et di formosa dema, ditto secretario si parti ; et terminato dolersi
effigie. Fo acompagnato da molti patricij, et, sentato a l' orator di Franza et al legato.
a presso il principe, presentato la letera ducal di
credenza, la copia di la qual sarà scripta qui soto,
expose latine andava a Roma, e di la guerra fa il
suo ducha con il ducha di Moscovia, suo suozero,
et che li oratori di ditti rossi, qualli fonno qui, si
havesseno dato qualchè sinistra information, non era;
si oferiva etc. Il principe li rispose bene. Et questo era alozato a San Bortolomio a l'hostaria di San Zorzi. À con lui uno nanin.
È da saper, in questo zorno, in le tre quarantie
fo fato bona una sententia, fata per sier Francesco
Marcello e compagni, auditori dil bancho di Garzoni
A di 17 fevrer. In colegio vene l'orator di
Franza ; al qual, ditoli tal cossa, si dolse assai, et si
oferse andar im persona. Et fo acetato la oferta, et ❘cussi damatina si parte.
Vene l'orator o ver legato dil papa, al qual per il principe, con grandissime parole, fo ditto tal cossa,
dolendossi assai. Et più esso legato si dolse, dicendo
scriveria subito in bona forma.
1435 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1436
555 Da Ravena, dil podesti, di 14. Come il ducha | di le fantarie, et le provisiom fè il colegio, nel conè a Ymola, per tratar tratato contra Faenza; la ray- seio di X, cargando molto tal cossa, e l' andata dil
na di Hongaria è li a Ravena restata, per il tempo | Manenti et di l' orator di Franza ; et come etiam si
cativo ; etiam aspeta certe robe di Ferara ; ma lui
crede sia salvo conduto dil ducha; et etiam ivi hè
lo episcopo di Sessa, governador di Forli, qual à
spazà questa note do corieri a Ymola.
scriveria per pregadi a Roma et in Franza ; et etiam
ſo scrito per colegio a Udene, vadi a Gradischa dal
capetanio predito etc.
Fu posto, per li savij dil conseio et di terra ferma, una letera a l'orator nostro a Roma, avisarli
di la captura di tal dona ; et si debi doler, nostro
nomine, al papa, con molte parole. Ave tuto il conseio, et etiam terminato, in consonantia scriver a
l'orator nostro in Franza.
Di Zervia, dit podestà, di 15. Come eri sera, a
hore una di note, spazò il corier suo qui, con l'aviso etc.; et questa matina fè levar li do contestabeli ,
con quelli pochi fanti, e andar fino al Cesenaticho, per
difender li chariazi di ditta dona presa, qualli sono
stà conduti in Zervia. Item, eri passò de lì la raina
col governador di Cesena, al qual esso podestà havea scripto di la dona; et a ditta raina li usó bone
parole, oferendoli la cità ; et lei rispose optimamen- te. Item, à inteso, dita dona dil capetanio da le fantarie, da Urbim in qua haver hauto grandissima guar- | zenthilomeni nostri .
dia da' spagnoli , qualli hanno manzato e habità
dove lei arivava. Item, scrive de alcuni spagnoli,
Fu posto per tutti li savij, scriver a l'orator a
Roma il modo si vol dar li corpi di galie fornide, ad
armar al papa, numero 20, et in una poliza descripto il tutto. Et ave tuto il conseio. Et, per una poliza, li fo scrito dichi, alias li sopracomiti fonno
Fu posto per tutti, per il bisogno di la custodia di la Vajusa, armar do galie grosse qui, el manFu posto per li savij a tera ferma el savij di or- 555
venuti li con superbia e arme, et esso podestà li | darle al capetanio dil colfo. E fo presa.
fece dimandar le arme. Risposero esser dil ducha.
Item, mandò la risposta di la letera scrisse, dil comissario zeneral dil Porto Cesenatico, chiamato M.
deni, elezer, el primo pregadi, do provedadori sopra l'armar, per election, qualli siano scontro dil
Zapato. Scrive il governador cavalcho a Cesena; si | pagador, sub pœna ; e in reliquis con l'auctorità di
duol dil caso etc. li altri, et siano soto li provedadori, executori a le
cosse di mar. Et fu presa, 26 di no.
men un quarto, per 100; et li danari siano ubligati
per Napoli di Romania, come fu preso. Et fo presa.
Da Udene, dil luogo tenente, di 13. Si scusa di
la legation, et avisa esser ritornato el citadim, man- Fu posto per li consieri e savij di tera ferma,
dò a Goricia. Dice esser venuto li missier Andrea ( le botege di San Bortolomio si debbi dar a ducati 7
Letistaner, con nome di capetanio ; qual si dice è
homo richo, non exerciterà l'oficio ; et à visto condur
cara 6 di curazine, e fortifichar una di le porte di
Goricia. Item, domino Nicolao de Formentinis. di
Cividal, referisse haver inteso da uno so cugnado,
habita a Goricia, ditto domino Andrea esser per star
pocho de li, et vol convochar uno conseio, non sa
perchè, et li ha ditto che, avanti il finir di mazo, si
vederia gran cosse. Item, avisa di uno suo explorator, tornato di Cragna, dice O è da conto.
Da Padoa, di rectori, di 16. Come à ricevuto
nostre, con la deliberation dil senato, di soldi 5 per
campo; chiamono li deputati, et ditoli, risposeno sarano obedientissimi ; unde essi rectori hanno principià uno libro per descriver li campi etc.
Da Pizegatom, di sier Lorenzo Dandolo, provedador, di XI. Come capitò li el cardinal curzense ;
li andò contra, et lo acompagnò un pezo quel di
nel partir, e li à dà do guide ; va a Sonzin, poi a
Roverè.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et fè
la relatiom di la captura di la moglie dil capetanio
Fu posto per li ditti, ut supra, le rive di la Signoria su la Riva dil Ferro, etiam si debbi incantar
come le botege, ut supra. Ave 5 di no.
Fu posto per lhoro, che li ogij di ternaria, chi
si vol franchar, pagi ducati tre per mier, termine
zorni 8 etc. Et fu presa.
Fu posto per li consieri, un salvo conduto a
uno Zuan Antonio da Cusam, milanese, per mexi 4.
Have 13 di no.
Fu leto la letera di la scusa di sier Antonio Loredam, el cavalier, orator al re di romani ; e, posto
per li consieri di acetar la scusa, non fu presa. Fo
ballotà do volte : la prima, niuna non sincera, 71
di no, 76 di la parte. Et iterum balotata : una non
sincera, 52 di la parte, 102 di no. Et fo preso di
no. Et cussi li fo scrito letere per colegio, avisarlo
di questo, et si poni in hordine etc.
Fo fato scurtinio, uno sopra le vendede, in luogo
di sier Piero Duodo, è intrado consier. Rimase sier
Hironimo Duodo, fo a 'l arsenal .
MCCCCCI, FEBBRAJO. 1438 1437
Item, fono electi tre savij , di X savij a tansar, se ne feva ... , ma non passò se non questi tre : sier Alvise di Prioli, fo di la zonta, quondam sier Nicolò,
sier Alvise Malipiero, fo capetanio a Vizenza, quondam sier lacomo, sier Marin da Molin, fo di pregadi,
quondam sier Nicolò ; tamen di raro etc.
Item, fono electi tre sopra i contrabandi : sier
Agustin Malipiero, sier Bernardim Loredam e sier
Vetor Foscarini. Il scurtinio è questo :
Electi tre sopra la conservation et augumento
di dacij et deciте.
Non. Sier Alvise Loredam, ſo governador
a Monopoli, quondam sier Pollo
17. Sier Alvise Marcello, el grando, quondam sier Beneto
2. Sier Zorzi Loredam , fo provedador sora le camere, quondam sier
Marco
.......
12. Sier Pollo Contarini, quondam sier
Bortolo, da Sam Sabastiam
19. Sier Zuam Batista Soranzo, ſo di la
zonta, quondam sier Gasparo .
50.99
61.90
Da Roma, di l' orator, di 7. Come era stato a 556
visitar eri el cardinal di Siena, e di coloquij abuti ;
esser stà concluso far il legato di l'armata, per dar
principio, fa il papa; e di questa instessa opinion è
il cardinal di Napoli. Item, parti im pressa lo epi- scopo de Morlion per Spagna, andato per maridar
madona Lugrecia in uno conte ; passo in zorni cin- que, et il papa li ha promesso, si 'l conduse in effeto, di farlo cardinal. Item, el ducha di Gravina è
pur li in Roma. Item, eri ricevute letere nostre, va a l'orator a Napoli, le ha expedite ; ozi Santa Pra- 40.114 xede à voluto el disni con lui, e da poi rasonono, e
scrivi i coloquij.
Dil ditto, di 9. Come fo a palazo, era l'orator
49.101 dil re di romani, qual li disse haver letere dil suo 14. Sier Julio Bollani, fo provedador sora re, come, a di 24 dil passatto, fonno alditi da soa le camere, quondam sier Zuanne . 42.109 majestà li oratori dil re di Franza e di l'archiducha
3. Sier Zorzi Barbaro, el grando, quon- di Bergogna, e un nontio di reali di Spagna a per- dam sier Stefano . 29.125 suader soa majestà a la pace o prorongar le trieve,
oferendossi meter im compromesso le raxon ha nel
reame di Napoli, e maridar soa fiola nel fiol di l'archiducha ; et che la cesarea majestà rispose : quando
61. 88 il roy volesse pace, l'aria fata, e manderà le zente
a le frontiere, si ' l sequirà pace, benc quidem. Item,
esso orator nostro fo dal papa, et soa santità li disse : Eri in concistorio habiamo parlato de li danari
per Hongaria e per lo armar. Domine orator, ritornè
18. Sier Zuam Suriam, è provedador al
sal , quondam sier Antonio .
13. Sier Liom Michiel, quondam sier Domenego
† 11. Sier Vetor Foscarini, el camerlengo
di comun, quondam sier Alvise ,
dotor, provedador
16. Sier lacomo Lion, fo governador a
Brandizo, quondam sier Michiel
8. Sier Simom Zen, fo podestà et capetanio a Bassam, quondam sier
Piero
7. Sier Marin Sanudo, savio ai ordeni,
quondam sier Lunardo
6. Sier Zuam Bollani , è di la zonta ,
quondam sier Francesco
1. Sier Zuam Mathio Contarini, el grando, quondam sier Marco, da San
Cassam .
† 4. Sier Agustin Malipiero, fo di pregadi , quondam sier Alvise
† 5. Sier Bernardin Loredan, fo synico
.
40.115
93.58
52.101
44.111 doman da nui. Item, sa eri in concistorio O fu fato ;
alcuni cardinali si taxono, e altri no ; e il papa disse,
bisogna tutti si taxino; e ha deputati tre cardinali a
la exaction di quelli, el cardinal di Napoli, episcopo,
el cardinal San Clemente, prete, et il cardinal Siena,
39.115 diacono. Item, Thomaso Regulano, secretario di re
Fedrico, è partito per Napoli per far trieve con co70. 83 lonesi etc.
Del ditto, di X. Ozi fo dal papa; aspetò si levas- se, perchè dorme tardi, e la note sta assa' im pia- 42.109 ceri. Li disse soa santità haver auto una altra letera
dil Buzardo, replicha di far pace col turcho, el qual
78. 74 fa potentissima armata più che mai ; e l'orator nostro disse mal dil Buzardo, e solicitò il papa ad armar. Et il papa disse: è bon non risponder O al Buzardo, e in concistorio 0 feno ; volseno far legato
33.121 di l'armata, e terininato diferir, per haver risposta
di Spagna, si quel re vol andar im persona, perchè,
andando, el papa vol andarvi. In boc interim si aten
in Dalınatia, quondam sier Piero . 80.60
10. Sier Filippo Boldu, fo a le raxom
vechie, quondam sier Francesco
9. Sier Marin Alberto, fo ai tre savij .
quondam sier Antonio 63.89
1430 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1440
ealtri.
deria a scuoder li danari. E il papa li disse, uno ca- fece di uno Antonio Burlo, parente di domino Piero
valier di Rodi averli dito, il gran maistro di Rodi di Bonomo, episcopo di Trieste, qual è secretario
saria bon. E l'orator rispose: è amico dil turcho, | dil re. Etiam per causa di domino Symon Folcher,
e pregò soa santità facesse legato uno di questi
cardinali. Item, è venuto da lui orator uno nontio
di madona Catarina Colona, fo moier dil quondam
signor Deyphebo di l'Anguilara, dicendoli el signor
Jacomo suo fiol , condutier nostro, veniva de li per
tuor essa madre con la sorella, et era morto a Aqua
Pendente da veneno ; ricomandò l' altro suo fiol.
Da Napoli, di l' orator nostro, di 6. Come, a di
primo, il re tornò da Pozuol, e il zorno da poi cavalchó con l' orator yspano e il nostro a la fabricha
di le mure, qual solicita ; et in San Domenego fè
convochar li electi di segij per haver danari, et O
concluso. È stà posto imposition nove al grano et
vino; e li capi di piazi per il populo sono mal conNoto, acadete un stranio caxo in questa terra,
che uno zovene sartor padoan, compagno di uno
altro, amazò la madre dil compagno suo con uno
legno, e quella messe in leto, tolse certi arzenti, e
non trovò li danari, e serò la caxa. Or in questi
zorni fo discoperto questo, per dubito sopra di lui ;
et preso, confessò di plano il tutto ; e cussi per sier
Beneto Sanudo, avogador di comun, fo menato in
quarantia, et sententiato a squartarlo a dì 20 di questo, menato prima per canal etc. Et cussi fu fato. Fo
caso che dete a parlar a tutta la terra.
Da poi disnar, fo zuoba di la caza, fo gran pioza ;
tamen fu fata la caza a San Marco; era solum con el
principe l'orator di Lituania.
colegio, e comessi a' savij di terra ferma.
tenti ; imponerà etiam angarie a la masena, un car556 lin per tumulo di formento ; et il capelam maior à A dì 19 fevrer. In colegio. In questi zorni vechiamato il clero per trovar danari a ditto efecto di neno do oratori di la comunità di Zervia, per fortile mure. Item, in quelli zorni parti el prothonotario | fichar le mure atorno di la sua terra. Fono alditi in
Carazolo, intimo familiar dil cardinal Ascanio, non
si sa per dove; si dice va in Franza dal patron, il
re dice va in Alemagna per Ascanio ; e li disse a li soi oratori a presso il re di romani, posendo far
cossa grata a la Signoria, la faria. Et l'orator rispo- | li fo la guida. Erano cavali X, ben in hordine, con
Di Zervia, dil podestà, di 17. Come à aviso,
quelli feno il delicto, quella notte cavalchono come dispersi, e trovò uno nostro contadim a piedi, qual
se: La Signoria desidera la union di principi christiani. Item, lo episcopo di Nolla è partito con la
conclusiom dil ducha di Gravina ; e di la trieva tra
colonesi e Orssini 0 ha ditto ; et il signor Prospero li ❘ et una mulla, senza alcuno suso. Et si fenno guidar
balestre e zanete armati, e ben a cavallo ; et erano
dodone, che molto si batevano e lamentavano, scapigliate li lhoro capelli ; e haveva con lhoro cavalli 4
ha ditto, il cardinal Orssino haver dito al papa, non
bisogna far trieva, hessendo pace, qual alias fo conclusa. Item, il re à termina mandar Lucha di Rossi
a la Vallona, qual atende a la canzelaria, con presenti. Item, don Consalvo, capetanio di l'armata
yspana, è zonto a Messina; et don Joseph Abravanel, ebreo, va a trovarlo. Item, il papa à concesso li el jubileo, pagando il 4.º di la spesa si faria andar
a Roma, e dura fin Pasqua di mazo. Item, il governador nostro di Trani li à scrito, esserli prohibito la trata di grani ; parlò al re. Soa majestà disse,
nulla sapea, e ordinò a domino Ector Pignatello
scrivesse di questo etc. Adi 18 fevrer. In colegio. È da saper, veronesi
et vicentini fonno molto renitenti a li soldi 5 per
campo, e li oratori sono qui.
DaUdene, dil luogo tenente, di 15. Avisa il manchar a Gradisca di sier Bortolo di Prioli, era provedador li ; et subito li mandò sier Polo Bembo, me- raschalcho di la Patria. Item, si scusa di la legatiom
per causa di ochij, etiam per la retention e tortura
a Galiano, mia do di Cesena, in casa de Nicoluzo di
Galiano, homo di villa ; e li buto zoso la porta, e
feno schavalchar la donna, meza abirata; tè far focho, e aparechio da cena. Lei dimandava : Dove mi
menè vu ? Risposeno : Non cerchate ; seti in bone 557
mano, et in migliore andareti, dove con summo desiderio seti aspetata. Lei dicea: Chi è costui ? Rispondevano: Basta, madona, non cerchati altro. E la fè
mangiar con pianti e gemiti assai. Lei non voleva
manzar; la manazorono, e li fo forzo tolesse uno ovo; poi fo posta a dormir com la compagna sua, e
quella dona moglier dil contadin ; e la dona non fo maculata in quella notte. La matina, fato giorno,
montono a cavalo con cavali 8; do erano partiti la
notte, e meno via la mulla, dove lei cavalchava, e
andono con una guida nova, qual fo el vilan, e alozono a la volta de Franpuollo via, va a Forli. Et dice
erano tutti spagnoli ; e dice, il vilano li disse, sono
spagnoli dil ducha, e li mostrò uno col dedo, dicendo: È grande a presso il ducha, e stava a Cesena ;
sì che la cossa è marza etc. Et par habi rimanda
1441 MCCCCCI, FBBRAJO. 1442
ditta guida, per intender il successo. Item, eri fo a
dì 16, a hore 22, uno povereto osto al Savio corse
in Zervia con uno cavalo, par desse da manzar ad
alcuni cavali, li dè per pagamento una moneta fran- li piaque assai, e vol mandar ditti sumarij a li signori
provedador, di 16. Come eri, ricevute letere nostre
andava al cardinal legato, e li sumarij di la Zefalonia, fo da sua signoria, e li dete la letera; e, inteso,
557
cese, fata di mistura coperta d'oro; el qual, zonto
lì, dimandava a questi li desse bona moneta; erano
cavali XV spagnoli, quali veneno da lui, dicendo : È
orator dil re di Franza. Et esso podestà li parlò dolzemente, adeo perdonò a dito hosto etc. , et si parti,
e andò al Porto Cesenaticho. Et esso podestà li disse
il caso di la dona ; si dolse assai, e scrisse al ducha
Valentino. Item, lì a Zervia è uno nepote dil capetanio di le fantarie, ferito un pocho ; qual etiam lui
à scrito al ducha Valentino. Noto, questo orator
francese è monsignor di Trans, va a Roma.
Et l'orator di Franza scrisse di Chioza a la Signoria una letera, come par scrivesse a monsignor
di Trans di tal materia etc.
alemanici ; e li disse, haver auto letere dal sufraganeo suo , è a Salziburg , di 23 zener, li scrive è
gran remor nel populo, la soa venuta habi dilation .
Item, soa signoria à 'uto una letera da lo episcopo
di Maganza, che sarà admesso omnino.
Da poi disnar fo conseio di X, con zonta di colegio et di danari, per far provisiom a li soldi falssi ,
adeo non si pol spender ; niun vol soldi picoli ni
vechij, et mal si pol far, e cussi qui, come per le
terre nostre. Erano cai di X sier Lucha Zivran, sier
Francesco Falier e sier Marco Sanudo, licet fusse
etiam consier, e terminono far una crida, li soldi
vechij coresse, e bandir li mantoani, et che in zecha
se ne fazi soldi nuovi ; et quelli porterano soldi o
In questo zorno fu cavato uno ochio e taiato una
man Alvise Nicheta, justa la diliberationi fata nel
conseio di X.
È da saper, in questi zorni fo portato in questa
terra uno monstro di uno puto con do teste, et altre
cosse monstruose; qual naque a .. ...; et, imbalsamato, ſo portato a mostrar per tutto ; e, perchè
spesso acade questo, non scriverò altro.
Da Ravena, dil podestà, di 17. Come il ducha | vechij o mantoani, siano tolti a peso per peso, perho
è a Ymola, a pati vechij e modo usato, in feste e che ditti soldi è di arzento assa' basso, adeo do val
caze, e Vitelozo è alozato a Rossi ; il resto, come uno di nostri ; et cussì il zorno sequente in Rialto
scrisse, non fanno movesta ; si judicha, aspeti so- fu fato tal publicatiom, e scrito per le terre nostre,
corsso de' francesi, Item, fo dito, missier Zuam debbino far tal proclama.
Bentivoy aver dato Castel Bolognese a esso ducha ;
et esso podestà spazò uno messo. Tornato, referisse,
trovò li el prothonotario Bentivoy, li homeni si dolevano intender sarano soto il ducha. Rispose il prothonotario : Non è vero, et è per varentar quel castello. Item, da Faenza le strade è serate. Item, le
zente dil ducha non resta molestar li confini nostri ;
à scrito a Vitelozo, qual promisse far, et è andato a
Ymola; e alcuni soi balestrieri sono venuti sul nostro teritorio, e menato via certe cavale e vache.
Item, eri matina veneno a robar alcune nostre ville,
e feriteno do nostri contadini ; unde, doman vi manda uno citadino a Vitelozo con so letere. Item, uno
capetanio, chiamato Ortiga, con alcuni spagnoli vene
a una possessiom, e robò animali, e vendeteno palam su la piaza di Forli . À scrito do letere al governador di Forli ; li ha risposto, non poter far 0, perchè dito capetanio non è li.
Vene l'orator dil ducha di Lituania a tuor licentia; si parte doman per andar a Roma; il principe
li uso bone parole.
Vene il signor Bortolo d' Alviano in questi zorni ,
qual à cavali 600 e ducati 15 milia a l'anno ; dicendo
era compita la sua ferma za 5 mexi, pregando la Signoria, volendolo, li desse agumento di 100 homeni
d'arme, oferendossi etc. Li fo risposto, il colegio conseieria.
Adi 20 fevrer. In colegio. È da saper, in questa
matina vene dal principe, in la sua camera, per caxa
sua, el capetanio di le fantarie. Era sier Francesco
Bernardo, el consier, e sier Piero Marcello, savio di
terra ferma, in caxa dil qual è alozato ; e con lacrime pregò fusse provisto, pregando fusse mandato a
far la vendeta, et voleva intrar in Faenza etc. El
principe lo conforto, dicendoli le provision fate, confortandolo stesse in caxa etc.
Vene l'orator di Napoli, et con li capi di X
expose certa praticha, credo tramar qual cossa col
re di romanl, come da poi intisi, che ſo comunichato,
venuto qui l'orator di Franza.
Di Brexa, di rectori , di 17. Come mandono
nontij in Alemagna, e manda una letera abuta di
Castel Novo, di Zuan Francesco Malclavello. Come a
Trento e altrove si scuode danari da li nobeli, di
ogni 40 raynes hanno de intrada, uno, e di populari , carantani 7 1/3 per fuogo. Il re è inclinato a far
Da Roverè, di sier Nicolò da chủ' da Pexaro, guerra, et ha assaissimi baroni a presso di lui, et va
I Diarii di M. SANUTO.
-
Tom. III. 91
1443 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1444
con gran compagnia a cavallo. Item, mandono una relation di Pelegrino, fiol di Antonio, castelan de
Gusago, stato in Alemagna ; come a di primo fevrer,
fo a Riva, a di 2, a Trento, et nulla senti ; a di tre,
a Bolzan, O intese ; a dì 4, a Maran e Presenon, O
trovò; a dì 5, a Sterzengo, 0; a di 6, a Yspurch, et
0 senti ; poi andò Alla, etiam 0; e andò in barcha a
Auspurch; trovò lo castelan di la dona di Bisem,
qual etiam trovò milanesi veniano dal re, che era
partito za zorni 15 per Norimberg, col ducha Alberto de Monaco, con assa' cavalli, et 0 di guerra si
parlava. À dato taia al paese carantani 24 per fuogo,
a pagar in 3 termeni, questo anno 7 1/3, e li danari
si metti a Bolzam, per dar a' soldati. Item, a di 8, a
558 Yspurch torno, poi a Linz, e tornò a Bolzan e Trento; e trovò milanesi, uno dal Mayno, uno di la Sonaia, uno frate biancho, arziprete, et intese si doveva
far uno conseio a meza quaresema a Yspurch, loco più comodo a tutto il paese. Et il re à fato levar li
fioli dil signor Lodovico da Yspurch, e fati andar a
Lonz a presso la raina.
DaBergamo, di rectori, di 18. Come per merchadanti bergamaschi, homeni di fede, stati a Bolzano, e partino a di do, dicono O haver visto di preparation di guerra, imo esser stati exortati per li
jusdicenti a tornar a la fiera a meza quaresema.
Da poi disnar fo pregadi. Non fo il principe. Fu
posto, per li savij dil conseio e di terra ferma, suspender tutti li pagamenti di le nostre camereda
terra, per mexi 3, exceptuando quelli hanno meno
di lire 20 al mexe, et cussi etiam quelli di questa
terra ; e tutti li danari siano portati a li camerlengi di comun. Have 9 di no, 140 di la parte. Et fu presa.
E scrito le letere.
Fu posto per tutti, di armar el barzoto di la Signoria nostra, è qui in canal, e do fuste di banchi
20 in 22, per custodia dil colfo, come ſo armadil
1492, e non possi ditti navilij esser levati di la oustodia preditta, se non per li 4 quinti di questo con
seio. Et dita parte have 6 di no. Fo opinion di sier
Antonio Valier.
renzo di Prioli a certo capitolo. Rispose sier Bernardo Barbarigo, savio a terra ferma. Et fu presa
di tutto il conseio.
Fu posto per li consieri, sier Alvise Mozenigo e
sier Jacono Cabriel, savij ai ordeni, una parte fata
notar per mi, che li provedadori sopra i modonei
debino aldir quelli, a chi sono morti o im captività li padri, madre, fradelli, sorele e fioli. Have 2di no.
Fu messo per li savij di ordeni, perlongar l'interzar di dacij, qual fo obligati a li patroni di viazi
andono in armada, fino la sua satisfation, remanendo
ducati 500 per galia in deposito, fino si vedi le zerche etc. Ave 24 di no, 102 di sì.
Fu posto, per li ditti, certa parte di Cypri, per
expedir alcuni noncij, non so che confirmation di
privilegij. Ave 5 di no.
Fu posto per li ditti , sia remosso sier Piero Querini di l' oficio li fu concesso per questo conseio,
di ....., per anni 5, contra li privilegij di cyprioti etc., e altre clausule, ut in ea. Ave 5 di no, 77.
Fo leto una parte, di dar forma a la balotation
di li mandati in colegio, qualli siano prima visti per
uno consier, uno cao di 40, e tre savij, uno per or- dine etc. Et il conscio non la senti, adeo chi la meteva si tolseno zoso, vedendo era perso.
Fu posto per i consieri, cai di 40 e tutti i savij ,
tuor licentia il colegio di poter venir con le so opinion, a proveder ai fioli ſo di sier Antonio Zantani,
morto capetanio a Modon, taiato a pezi da' turchi.
Item, a' fradeli di sier Zuan Malipiero, e ai fioli di
sier Alvixe Michiel, erano sopracomiti andati al socorsso di Modon, dove fonno da' turchi taiati a pezi.
Et questo si vol, solum poter venir, a proveder come
parerà poi a questo conseio. Et ditta parte vol haver 558 .
li 4 quinti. Et etiam fo azonto, poter proveder a li
fioli ſo di sier Zorzi Viaro, morto per la Zefalonia ;
ai fioli ſo di sier Nicolò Taiapiera, morto sopracomito ; a li fradelli di sier Vetor da Leze, erano etiam
sopracomiti, morti da' turchi ; a li fradelli di sier
Alban d'Armer, et in fine di sier Andrea Loredam,
era capetanio di le nave ; et se balloteriano a uno a
Fu posto per tutti li savij, la comission di sier | uno, mandando li parenti fuora. Et sier Zuan Zanttani, è dil conseio di X, andò in in renga, e disse li
meriti di so fradello. Et fo balotado, e non fo preso.
Poi andò sier Hironimo Malipiero, è di la zonta, poi
Cabriel Moro, va orator in Sicilia a don Consalvo,
capetanio di l'armada yspana, a portarli li presenti ;
lo debi ringraciar, e persuader a tornar in Levante,
e vadi çon una galia sotil, lievi a Corfù el Fiorian | sier Lunardo Michiel, è di la zonta, et cussi balotade,
con li altri presenti, e, zouto in Sicilia, licentij la
galia, et non si parti senza ordine nostro. Item, certo
capitolo, in caso volesse tuor l'impresadi Negroponte e Metelin. Item, di le so artilarie e monition
semo contenti di pagarle etc. Contradixe sier Lo- cramento a tutti. Et le bal lote dil Zantani fonno : 2
niuna fo presa ; et il resto si tolseno zoso. Le qual
balote sarano notade qui soto, di cadauno. Et perchè era cossa di gran importantia, per exempio di
altri, fo comanda grandissima credenza, e dato sa-
1445 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1446
559
non sincere, 40 di no, 105 di sì ; e iterum : una non letere di Zano, ha nova, haver da uno raguseo di le
sincera, 62 di no, 87 di sì. Nihil captum. Dil Mali- gran preparation fa Schander bassà im Bossina, di
piero, O non sincere, 43 di no, 109 de si ; e iterum: zente da pie' et da cavallo, per venir a Sibinicho ;
O non sincere, 48 di no, 102 de si. Et nihil captum. ❘ per tanto richiede 400 barili di polvere, miara 20
Dil Michiel : 2 non sincere, 29 di no, 122 di sì ; iterum : 0 non sincere, 32 di no, et 117 de si. Si che
niuna fo presa, come ho scripto di sopra.
A dì 21 fevrer, domenega di carlevar. Non fo 0
di novo. Fu fato, da poi disnar, la festa a Santa Maria Formoxa, di la caza.
Et è da saper, in questi zorni el piper valse in
questa terra ducati 130, di ducati 102 valeva il cargo ; ma durò mancho di un mexe, che 'l callò a ducati 62, si che, a memoria, ho voluto far nota.
Adi 22 fevrer, il luni. Non fo nulla, ni colegio
si reduse poi.
Adi 23 fevrer, marti di carlevar. Vene la sera
letere di Hongaria, di 2 et 3 et 4 ; il sumario di le
qual scriverò poi.
In questi zorni Basilio da la Scuola, vicentino, fè
un certo modello, che mostrò l' inzegno suo, di varietà di modi et forteze a far a una terra ; il qual modello fo posto di sopra.
biscoto e ducati 1000 per pagar li soldati ; à fato
conzar i coradori, e meter atorno le mure di la cilà
e castelli, bombarde e spingarde ; ma li mancha la
polvere, et i muri di la cità sono debellissimi ; fa
cavar il fosso di San Francesco, à confortà quelli citadini , aricorda si li dagi la trata dil sal per la Marcha, sia expedi l'orator suo, et il conte Xarcho
ch' è qui.
DaSpalato, dil conte, di 6. Come à fato la mostra di domino Nicolò Bochali, capo di cavali 50 di
stratioti, qual è mal in hordine ; li mancha 4 o 5 саvalli, et è più ragazi cha stratioti in la compagnia, si
che si buta via li danari. Item, con mancho di du
cati 200 fortificherà certi reduti e la terra, e voria
libertà di spender ducati 150 a l'anno in exploratori e vardie, che conserverà quel contado da incurssion ; lauda perhò la persona dil Bochali.
Du Corfù, di sier Alvise Zorzi, capetanio di le
galie di Alexandria, date adi 29. Come a dì 21
de zener zonse le galie state in armada; ivi li fè là
zercha ; trovò le zurme nude et afamate, e hanno
vivesto a pan e aqua ; e con faticha e promesse hanno tochato li danari di la sovention ; et poi, a dì 23,
zonse le galie a rate, sier Francesco Arimondo e
sier Zacharia Loredan, ben in hordine. Il Rimondo havia homeni a remo 162, ballestrieri 36, compaDi sier Antonio Bom, provedador a le parte di
Albania, in questi zorni si have letere date a Puola,
a di 9. Come, a dì 5, a la Faxana, ricevete nostre,
per la galia, soracomito sier Marco Antonio da Canal,
con ordine dovesse andar a Zara ; comunicho col
signor Schandarbecho ; qual rispose, libenti animo anderia. Item, ave fortuna grandissima sopra le Col- lone, e ivi stè tre dì per buora ; ozi è zonto li con ligni 8; il Loredam homeni a remo 150, ballestrieri arsilij, et si parteno subito per Zara, justa i mandati.
Di Arbe, di sier Alexandro Contarini, conte, di
do. Come, a dì 28 dil passato, ricevete nostre di 14,
mandasse al conte Anzolo di Frangipani, per saper di homeni 100 promessi su le galie, unde subito spazò sier Zorzi Segotta, citadim de li, a Brigna,
zornate tre di Arbe, al ditto conte ; qual promesse
dar li ditti homeni apti e gaiardi ; voria qualche monition e danari ; dubita de' turchi, e non vol esser
segurtà di ditti homeni, come etiam lui conte Anzolo scrive a la Signoria, ma, fuzendo di galia, li farà impichar. Item, si arà homeni di la isola di Arbe,
ma più si aria si 'l soracomito fusse di Arbe. Item,
à im presom tre homeni dil dito conte Anzolo, per
furti, qualli merita la morte ; et esso conte Anzolo li à dimanda li ditti horneni ; non sa che far, aspeta
hordine nostro. Item, esso conte Anzolo manda una
a uno visconte Martim Ludochovich, da Brignà, qual
è in questa terra ; prega si dagi recato.
Da Sibinicho, dil conte, di 4 fevrer. Come, per
36, compagni 8. Et le galie di Alexandria, era primo sier Sabastian Contarini, homeni a remo 144, bale- strieri 28, compagni 8, maistranze 3 ; sier Antonio
Arimondo homeni a remo 144, computà 4 tolti li a
Corfù, balestrieri 26, compagni 8 , maistranze 3.
Item, quelle do dil traſego, sier Bertuzi Zivran, ho- meni a remo 145, computà 7 tolti li, ballestrieri 28,
compagni 8, maistranze 3 ; sier Andrea Marcello,
homeni 146, computa homeni 8 tolti li, balestrieri
26, compagni 8 et 3 maistranze.
Di sier Marin da Molin, capetanio di le galie di
Baruto, date a Corfu, a d 30. Dil zonzer sier Bortolo Dandolo, deputato con la sua galia, a rata, a Baruto; voria ne fusse un' altra, per segurtà di le galie, e il star a Baruto è pericoloso per armada di
turchi in quelle bande. À dato la sovention a do ga- lie di Baruto, et una dil traſego, a li galioti ducati
2, a' balestrieri ducati 3, a' compagni ducati 4, e con dificultà e con promission li hano tolti, che al suo
ritorno la Signoria li darà sovention a Corfù. Item,
1447 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1448
fece la zercha a legalie ; è mal in hordiue, molti | pendium triremis, cum absurdum esset ipsum duo
amallati. Item, a fato consignar li ducati, di raxon
di sier Polo Antonio Miani, a quel rezimento ; et
come in quel zorno si levavano a l'alba per viazo.
559 Copia di la sententia fata per il capetanio zeneral,
di l'asolutione di sier Pollo Valaresso, to provedador a Coron, quondam sier Cabriel.
1500, die 16 decembris, in portu insulæ Cephaloniæ.
Nos Benedictus de cha' de Pesaro, pro serenissimo et excellentissimo ducali Dominio Venetiarum
etc. capitaneus generalis maris etc.
stipendia habere ; sed habeat solum stipendium suæ
provisoriæ . Has autem patentes nostras ad declarationem bonorum operum suorum fieri, et in fidem
superscriptorum, sigilli Sancti Marci, quo in aliis
utimur, impressione muniri jussimus.
EgoMARCUS RICIUS, secretarius.
1500, die 12 februarii.
Illustri et potenti domino Consalvo Fernandes, magno capitaneo classis catholicarum majestatum
Hispanice.
Sono tanto grandi li meriti de la illustre signoria vostra verso tutta la cristiana republica et verso
el stato nostro, che veramente cognosemo et confesemo averli perpetua et inmortale obligatione, nè
potersi ad sufficientia exprimer la virtù, magnanimità et religione de la signoria vostra. Questo ogniuno predica et affirma. El nostro veramente capetanio generale tanto ne ha affirmato et attestato, non
solum le dicte sue excellentissime parte, ma etiam
lo grande amor ne ha portato et porta la excellentia
vostra, che più dir nè imaginar se potria. Habiamo
del tutto data copiosa et distinta notitia a le catholice majestà; et per quelle ne è parso farne un moto
a la illustre signoria vostra, con rengratiarla affectuoCum ex officio magistratus, nobis a serenissimo
Dominio nostro demandati , diligenter studeamus
tam conservationi rerum et status præfati serenissimi Dominii nostri, quam etiam illius augumento,
nec non omnibus aliis rebus, quæ adjus et justitiam
tam contra quoscumque quam per quoscumque administrandam pertineant, honestum esse censemus,
ut qui , nomine nostro detenti sunt occasione status, ❘
cito expediantur, et aut condemnentur aut absolvan- |
tur. Unde cum superioribus mensibus, per magnificum dominum Hieronymum Contarenum, provisorein classis, positus fuerit spectabilis dominus Paulus Valaresso, quondam domini Gabrielis, provisor
in civitate Coroni, cum modis et conditionibus in ❘ sissimamente de le sue memorabile operatione. Le
quale non possendo con letere explicar, come seria
el desiderio nostro, nè render conveniente gratie a
la excellentia vostra, habiamo deliberato quam primum mandarli uno nostro zenthilomo, qual viva
voce suplirà a quello che, per mezo di letere, far
non se pò, secondo el bisogno. Interim, ne è parso
premeter le presente, et dar de ciò notitia a la illustre signoria vostra.
deputatione sua contentis, et ipse dominus Paulus,
libenti animo ingressus fuerit illam civitatem, et reliquerit triremem suam subtilem, de qua erat gubernator sive supracomitus ; qui durn in ipsa civitate Coroni permansit, ipsa civitas dorninio turcarum sponte, nulla vi hostium expectata, se dedidit, post cujus
deditionem, cum ipse dominus Paulus ultro nobis se
præsentaverit, et ipsum detineri jussissemus, voluimus diligenter de ejus operationibus in ipsa civitate
Coroni factis processum formare, utjus et justitiam
administrare possemus. Viso igitur ipso processu, in
quo complures testes examinari fecimus, qui testificati
sunt ipsum dominum Paulum optime se gessisse, et
omnes, supra quam dici potest, de ipso se laudare
conveniens est, existimantes ipsum dignum esse ab- solutione, non autern aliqua condemnatione, prout |
clare in processu apparel, auctoritate capitaneatus
nostri , eumdem dominum Paulum Valaresso absol- |
vimus, et absolutum esse intendimus et liberamus |
ipsumque ponimus super ejus triremi sicuti in primis Vene sier Hironimo Donado, doctor, venuto
erat, hac tamen conditione, quod a die quo ingressus vicedomino di Ferrara, et fè la sua relatione. E coest civitatem Coroni, tamquam provisor illius civita- me il vicedomino havia da far do cosse : far raxon
tis, usque in præsentem diem, non debeat habere sti- | a' venitiani, e questo è pocho da far ; l'altro, veder
560
A di 24 fevrer, fo el primo di de quaresema e 561
San Mathio. Jo varito di la febre, andai in colegio.
Et il principe fo il terzo venisse in colegio. Et sier
Hironimo da Pexaro, fiol dil zeneral, expose il bisogno era di mandar, danari a suo padre; et fo preso mandarli ducati 8000, di qual solum n'è stà manda ducati 4000 ; e sier Francesco Foscari, cassier, è di opinion non ne mandar più. Disse non si dovesse
manchar, perchè suo padre faria il dover. Il principe li rispose bone parole ; dicendo, si vederia etc.
1449 1450 MCCCCCI , FEBBRAJO.
li contrabandi si conduse a Ferara e dil sal, e di que- | Alegra, capetanio di le zente francese, et insieme con
sto se ne fa contra i capitoli, bisogneria più guardia
a voler obviar etc. Pur à fato. E che feraresi e il signor zercha far mancho reputation di li vicedomini
che poleno ; tamen versso la Signoria nostra, è di
opinion, in ogni caso non seria quel ſo a tempo di la
guerra, imo non aspeteriano la segonda bataglia.
Item, il signor non comunicha con il vicedomino
nulla, ni etiam con feraresi. Il signor atende haver | ben è vero, à saputo il caso sequito, et par sia stato
esso capetanio e il Manenti, andò dal ducha, et altamente si dolse di l' inzuria fata al roy e a la Signoria, dil rapto di la dona dil capetanio di le fantarie,
dicendo non doveva farlo etc., pregando per il meglio volesse restituir la donna. Esso ducha si scusò
con parole grandissime, zurando O sapeva, ni mai
l'aria fato, e la gran ubligation à a la Signoria nostra ;
danari e cumular ; non perhò molta quantità pol asunar ; unum est, à da li soi factori ducati 30 milia a
l'anno, et si vede fa pochissima spesa. Item, pone
gran angarie a li populi, adeo si uno àducati 400de
intrada, 100 è dil signor, si che sono mal contenti.
Il signor tien l' opinion sua, quel che dia esser non
pol manchar; et tamen à dubità assa' di Franza, e
manda missier Zuan Lucha a Milam, e intese da
missier Antonio Maria, suo fator, a quel tempo che
li dimandava li danari per il sal, disse aver dato al
signor ducati 12 milia, sì che à speso assa' in el cardinal Roam, monsignor di Obigni et altri ; et al presente etiam dubita dil ducha Valentino; etdi le cosse
sequite a la Massa, e danni fati in Romagna, soporta; et don Alfonxo, qual voleva mandarlo qui, lo
manda al presente altrove ; sì che esso ducha comanda in Ferara, come fusse sua; à fato far 500
lanzoni etc. Item, Bologna trema ; missier Zuan
Bentivoy non ense di caxa ; e à inteso, il ducha
à 'buto Castel Bolognese. Item, il signor sta mal
a fioli, excepto el cardinal, qual è acorto, zenthilissimo e savio, e val più cha tutti li altri, merita la signoria, careza li citadini, ma è povero, et de Ystrigonia e di Milan, ch'è soi episcopati, à pocha intrata.
Item, don Alfonxo non praticha con feraresi ma con
tavarneri, va solo con un drio per la terra molto familiarmente, dice tamen sempre riverentemente di
la Signoria nostra; dicendo voria venir a Rialto,
star come zenthilomo e fiol etc.; danna il padre di
qualche sua operation. Conclude, quella terra è come
soto tyrauni, &pochi si contenta di quel signor etc.
Item, dil zonzer di note li sier Christofal Moro, suo
successor. È laudato de more dal principe, et ditoli
poi di la legation al re di romani. Accepto, come è
di suo costume, et si parti.
uno Diego Ramires, yspano, capetanio suo di 300
fanti, qual stete col ducha di Urbin, et era inamorato
in dita donna, ch'è mantoana; e li mostrò certe camise lavorate, lei li havia donate, et questo carlevar
erano stati in solazi a Urbin ; el qual Diego e' dove
sia nol sa, ma à scrito per tutto, e a Roma, e in le
sue terre si asecuri di star, et lo vol piar e far una
gran justicia di lui ; et quando ben havesse la donna,
non la daria senza far tal justicia, scusandosi assai.
Item, ditoli non havia voluto dar salvo conduto, disse, el non ge iera stà mai dimandato etc. Poi disse :
La Signoria à pocha fede di me. Etiam è stà impichà domino Camillo Carazollo a Urbin, impostoli,
esso ducha averlo mandato per amazar quel di Urbin, dicendo : Li impagerò etc., si che, con tal negation, esso orator et secretario nostro si parti, e li
promisse far ogni provision etc. Or el principe ringratiò esso orator di la faticha, dicendo eramo certi,
lui ducha havia fato tal cossa, tamen la verità si saperà etc. Et poi mandono tutti fuora; et li comunicono certa cossa tratano nel conseio di X, credo in
materia di l' orator di Napoli, qual è stato do volte
in colegio, e, mandati tutti fuora, nescio quid, steteno assai.
Di Franza, di sier Francesco Foscari, el cavalier, orator, venute erri sera, date a Bles, a di 7,
parte in zifra. Come il roy, inteso di le do caravelle
nostre, prese da le sue carachie, fo in collora, et à
smaniato, scrito a Zenoa caldamente, e voleva dismeter monsignor di Ravastem di capetanio di l'armata; et domino Acursio, orator, scrisse a sua majestà
letere, sopra di questo, di fuogo. Item, di l'armata
im Provenza e Normandia si fa, e in Bertagna ; et
Mathio Copola è zonto ; et la nave Chiaranta si conza; li capetanij sono partiti, quel di Provenza, quel
di Normandia, è amalato, à mandà uno suo zerman
cussin, in loco suo. Item, l'impresa di Napoli è sferdita; neapolitani stanno mesti ; si dice si trata acordo; et l'orator yspano li ha dito, li oratori dil re
Fedrico, partiti di Burges, aspeterano a Lion. Item,
la cruciata è stà publichata, ch'è ben assai ; et il re
561 nenti , secretario, lo fè ritornar ; trovò monsignor di | dice, fa l'armada contra turchi, et soa majestà va a
Vene l'orator di Franza, ritornato dal duchaVa
lentino, et za era venuto questa matina ; qual veneno
insieme, Alvixe Manenti secretario nostro et dito
orator. Referi sapientissime quello à facto a Ymola.
E prima, come scrisse a monsignor di Trans ; poi
zonto a Ravena, andò a Ymola, se scontrò nel Ma-
انی
4
MCCCCCI, FEBBRAJO. 1452
Burges, e à spazà la posta per Zenoa, senza tuor al- | ytaliane ; e cussì con torzi etc. li fo fato uno honotre letere. Item, à dimandato al re, si è stà confirmà le trieve col re di romani ; li à risposto de si.
Item, eri intese da Lion, sier Beneto Trivixan, el ca- valier, stava mal; et per avisi di l' amico, come passava zente di Liom per Italia.
revele obito, e posto in San Francesco ; et fin 6
zorni lo meterà in camino. Lo lauda assai, et è stå mestitia a tutti ; et la soa fameglia, con le robe, si
avierà per qui.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe tanto
si lexe le letere, che fonno assai, e poi si parti e
andò via.
Dildillo, da Lochiers, a di X. Eri parti da Bles;
il re è li ; et perchè li milanesi erano a Garnopoli, tra
li qual domino Scaramuza Visconte e li altri, per- Fu posto per li consieri, elezer uno per colegio,
chè non stiano cussi propinqui a Milan, il re li à po- in loco di sier Domenego Zorzi, a chi Dio perdoni,
sto tre partidi : a star o a Burges, Orliens o Tors ; ❘ compagno di sier Hironimo Querini, ad udir la di562 et a Tors sono andati a star. Item, domino Francesco Bernardin Visconte, è tre di parti per Milano ;
si racomanda a la Signoria nostra. Item, è venuto
dal re uno nontio dil ducha di Ferara, a dir la Signoria nostra li à fato intender, saria bon mandasse uno suo in Alemagna, a veder concordar quel re
con soa majestà; perhò voria licentia. Il re li à ri- sposto, lo mandi. Item, à inteso monsignor di Ligni
voleva l' armata per Napoli, e il re vol la vadi contra turchi.
Dil ditto, ivi, a di 12. Come, ricevute 4 nostre letere di 30 et ultimo, con li sumarij da mare di Dalmatia, e la risposta fata al legato va in Hon- garia, fo dal re. Qual li dimando si o sapeva di
oratori hongari, dieno venir da soa majestà. Ri- spose di no. Di le cosse di Dalmatia si duol, e disse: Faremo la nostra armada, et di Zenoa, li pro- vederà. Item, à letere da Lion, sier Beneto Trivixan stava malissimo, a dì 8. Item, fo dal cardinal, e
di coloquij abuti, et che il re vol far 2 provedadori in armada a presso Ravasten, come femo nui ; e si non era zerman dil re, saria stà privato di capeta- nio. E ditoli di l'arma' fa il turcho, rispose : Cussi la volemo nui. Item, perchè la raina fa dil suo l'ar- mata in Bertagna, e il capetanio è di soi zentilo- meni, sarà con soa majestà a solicitarla. Item, à inteso da Lion la morte di sier Beneto Trivixam ; lo
lauda molto, et si duol assai di la perdita di tal homo.
Da Liom, di l' amico fidel, zoè missier Bonino,
di X. Come, a dì 9, hore una avanti nona, morite
sier Beneto Trivixan, el cavalier, orator nostro, sempre fino a la fin parlando con la soa memoria ; à
'buto tutti li ordeni voluntarie ; ordinò fusse portato a Venecia, et perchè li soi disse a bocha, non
voleva alcuna exequie, o fusse per non aver danari,
o per la spexa, ma per esser la fiera li, e tutti par- lava l'orator venitiano stava malissimo, per honor di la Signoria nostra, parse a lui trovar certi danari
e fè sonar campane per tutta la terra, congrego
chieresie e frati tutti, invidò li magistrati e nation
ferentia di madona Fina, fo moglie dil conte Hugo
di San Severino, con suo fiastro conte Almerigo. E
ave tuto il conseio. Referi, poi leto le letere, Alvise
Manenti, secretario nostro dil conseio di X, quello
havia fato a Ymola dal ducha Valentino, qual tuta la note sta im piaceri, e dorme tardi. A hore 22 li dè audientia, solo, apuzà a un balcon, et senza altra salutation, justa la comission datali, si dolse dil rapto di la dona etc. , dicendo la ge fusse consignata,
et la Signoria non aspetava questo a tanti meriti e
beneficij factoli etc. Si scusò ; zurò 0 saper; li disse la cossa di quel don Diego ; fara justicia grande ; la Signoria non creda questo, non li mancha femine etc. Tamen lui intese la era in la rocha di Forli. Or vene l' orator di Franza, et insieme iterum fu dal ducha ; et havendo in comission, negandola, di par- tirssi subito, cussi aria fato; ma l'orator di Franza
lo fè ristar con lui, e nel suo partir il ducha li man- dò a dir in secreto, sapeva dito Diego era a Meldola,
et provederia di haverlo in le man, faria justicia e
si aria la dona.
Di Hongaria, di sier Sabastian Zustignan, ora- 562 *
tor, date a Buda, a di do. Come par habi scripto di l'intrata dil cardinal, e li honori factoli ; et chome ozi fo da esso cardinal, e coloquij abuti insieme ; et che il re voleva far trieve col turcho etc. Item, quel zorno esso cardinal canto messa ; fo il re, il ducha
suo fratello, il cardinal de Ystrigonia ; et soa signoria li dimando quando veria l'orator nostro, e che le cosse andavano a mal camino, et tuti erano tur- bati, dicendo esser delusi ; et etiam el reverendo serminiense li disse : Majestas regia providebit rebus suis. Et ancora il reverendo vesprimiense, rasonando
con lui, li disse : tantæ molis erat Romanam condere urbem, si che quelli hongari erano in displicen- tia, sdegno e rabia. Or fo dal cardinal legato esso orator, qual have l'audientia a di 30, publica, dove fece una oration ; erano prelati, baroni etc., et lui,
orator nostro; 0li fu risposto, ma rimesso a un altro zorno. Or doman arà la secreta.
1453 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1454
563
Dil ditto orator, di 3. Come il cardinal quel | corsi cercha 500 cavali di turchi a presso Traú, et å
zorno ave audientia secreta ; lo exortò a l'impresa, ❘ depredato e conduto via molte anime de li orti de
li saria honor, gloria e amplitudine ; li disse la disposition di principi christiani, dil papa, di Franza,
di Spagna, qual à principiato con l'armata, e di la Signoria nostra, qual, oltra quello ha fuori, fa gran- dissitna armata per tuti li squeri, et in arsenal si lavora galie etc. , et laudo la fede di la Signoria nostra ; dil subsidio, oltra li thesauri eclesiastici, il
papa voleva dar ducati 40 milia a l'anno per 3 anni,
et la Signoria nostra ducati 80 milia. E a questo, il re guardo intorno, dicendo a la fin, li fu promes- so 100 milia ; et tandem esso legato, come li à dito
il reverendo episcopo caliense, li promisse li ducati
100 milia etc. Et ſo rimesso la risposta, per aspe- tarsi il conte paladin e altri baroni ; et si doleno, è
mexi 14 è in tal praticha con la Signoria nostra etc.
Item, l'orator dil turcho solicita la expedition, e
alcuni voriano pur percipitar in le trieve etc., et nomina, che il tesorier combate con uno baron, come
li à dito el caliense ; sopra di ziò. Item, di sier Zorzi
Pixani, orator nostro, O si ha ; che di novo par.
dicta cità, et che nostri haveva preso et morti alcuni
turchi et cavali, e alcuni vivi conduti in Traù. Item,
in quella matina è venuti nostri contadini soto Ca- stel Novo, e ha ditto haver recuperado cercha 100 animali, in dito zorno depredati per martelosi, in
conta' de Traù. Item, é avisato, turchi è per venir
a depopular le ville de Grebazo et Cavocesta, dove
sono grandissimo numero de homeni et animali ; dal
canto suo farà ogni provision etc.; à mandato 12
fanti per cadaum di ditti lochi, con polvere di bon- barda e altre artilarie, e che fazino redur dentro
tuti li homeni e animali. Si scusa, si dubita quel conta' sarà dipredato, et non mancha solum quello conta', perchè li altri quasi penitus da' turchi sono stå
depopulati. Item, la camera è poverissima; dei dacij
Osi scuode, ni etiam di salli pocho si traze; le spexe acresceno ogni di, e senza danari non si pol far alcuna bona provision, non homeni che basti, li mancha la polvere, li vardiani di le forteze moreno di
fame ; suplicha se li mandi ducati 1000, barili 400
polvere, et miera 20 biscoto; atende far fabrichar
el fosso versso San Francesco, e fortifichar da ogni
banda la cità ; e si se dovesse impegnar lui instesso,
non resterà di far il tutto etc. Voria la trata di sali
Dil ditto, a di 4. Come intese, dito sier Zorzi
Pixani esser mia 240 lontan de li, sarà a dì X lì.
Item, ricevete avisi dil prender di la Zefalonia, per
nostre letere, mandò a notificar al re e al cardinal ;
e poi fo da sua majestà; letoli li sumarij mostrò nel ❘ per la Marcha etc.
volto alegrarsi assai ; e li disse, l'orator nostro fin 6
di saria de li. Item, è venuti li oratori di vlachi,
quali non sono stà expediti. Item, uno orator dil
fratello, ducha di Lituania, venuto con 60 cavali ;
vol socorsso contra moschoviti e tartari, e contra
l'altro fratello, re di Polana. Item, l'orator dil turcho va ogni dì a l'audientia dal re ; e à inteso
quello era dal re di Polonia è partito, con le trieve
fate; tamen, dicono, sequendo il romper dil re al
Da Zara, di rectori, di XI. Come l'asunanza
fata in Bossina, come scrisseno, za saria venuta, se
non fusse stato le neve ; lhoro solicitano la reparation di le forteze, e provision dil conta', e si la fusse
venuta, haria fato pocho danno al paese.Item, el castello di Lavrana à bisogno di reparatiom, per esser
una fazada di muro ruinata, e un'altra score pericolo, per certa cava, fata za più anni, per far una
cisterna, ch'è rimasta imperfeta. Item, hanno dato
turcho, li romperà le trieve. Item, il nontio dil tur- | li danari a li stipendiati vechij et novi, e tra danari ,
cho parti con una letera dil re ; li scrive non à
spazà il suo orator, per le gran occupatione, malo
spazerà presto ; et, și non è lassato andar fuor di
caxa, è perchè era venuto uno cardinal legato dil
papa, per nome di altri principi christiani tutti ; e
acciò non siegui remor, non vol si parti di caxa etc.
Item, ozi si parte Andrea di Franceschi, fo secretario
di sier Vetor Soranzo, suo collega ; lo lauda assai ; vien per Alemagna. Item, el cardinal ystrigoniense scrisse a la Signoria ; la copia sarà qui avanti ; et etiam il cardinal legato, di 4.
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadin, conte el
capetanio, di 12. Come da alcuni citadini de li , venuti eri da Trau, à inteso, el zorno avanti esser
formenti, farine etc., sono satisfati fino a di 20 dil
presente ; ma dimandano una altra paga ; voriano
schiopetieri 200, perchè quelli provisionati novi è
in alla de partirsi, e ne son levati, et di 230 non è
numero 130 ; dil tuto hanno tenuto bon conto, et
lo manderano.
Deli ditti, di 12. Come a dì X, cavali 500 di
turchi corseno nel teritorio di Traù, e depredono
quel contado; il danno facto non lo intendeno ; si
dubita, tra ozi e doman non corano sul conta' di
Sibinicho et su quel di Zara ; starano vigilanti .
Da Spalato, di 5. Come quella Poliza li dà da
far, perchè erano su le arme fra lhoro, tra patrimoniali e zentilhomeni, per diferentie per causa di certa
1455 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1456
villa ; li fo neccessario andar im persona li, dove si | alhora i tempi da farle; ahora per le neve le fanno
congregò tuti, e operò, adeo li sedo, e deveneno
mandar 8 per parte a Spalato, con li qual esso conte
harà a tratar, e ogni sua voluntà si contentavano.
Item, à inteso esser tornati di Turchia quelli andono dal sanzacho, maxime uno nominato Mariano ;
aspeta di ziò ordine, conseia si fazi secrete, per esser
dito Mariano di auctorità, et ha favori assai im Po563 liza. Item, si habi a cura dil bastion di Narenta, e si
ordeni ivi habi a star zorni 8 in XI una galia sotil,
di quelle va o vien di armada ; e si comandi al retor di Liesna, a ogni richiesta di quel castelan, li
mandi socorsso. Esso conte li à scrito ; li à risposto, il cargo è dil conte di Spalato, nè à altro ordine nostro, cha mandarli 25 lavoradori per una
volta. Item, ha visto 3 forteze su quel contado, Visichio, Starigrado e Almissa ; per un' altra darà noticia dil tuto ; tocha dil provedador si ha a far in
Dalmatia ; provederà a Poliza ; tamen dice, ne li lochi è stato aversi portà ben, et maxime a Riva la
Signoria di lui fo ben servita. Provedadori se vol❘
mandar ai logi dove i bisogna. Item, senza danari
di la Signoria, in un mexe è li, à fato far 3 o ver 4|
reduti e forteze, che presto sarà fornite, che asecurerà quelli poveri non siano depredati.
con dificultà ; à tenuto modo, si trazerà dil paexe
di la Valona, contrabando et occulte assai, per via di
uno raguseo, qual li ha dato segurtà presentarle li,
e poi vegnir di longo a Venecia ; e tuti li vicini hanno di gracia star bene con lui. Et quelli di Castel
Nuovo voriano pratichar con lhoro. Li ha risposo,
sarà contento, con questo li dagi, la terra e le forteze,
e li aceterà per boni servitori, ita che sono rimasi
groti, e non hanno più replicato altro. Dove era il
suo cadi, che vol dir castelan, qual, perchè era nimicho nostro, àtenuto modo con denmostration di haver
con lui tratado, ita che el dito cadi è stà preso e
messo in ferri ; tien sarà mandato a la Porta, si che
si convien governarsi con demostration e astuzie,
per non haver le forze al bisogno. Item, non ha più
danari per armar la fusta e far altro ; e quel colfo
sta mal senza guardia, nè più li navilij potrano navegar. Item, à dato più di ducati 90 a li fanti di Sa- 564
bastian da Veniexia, altramente sariano fuziti in Turchia; non ha voluto vegni ambasadori de qui a dar
stimoli ; prega se li provedi etc.; aspeta li stratioti di
Levante, perchè domino Zorzi Bocali, capo, solicita
la licentia, juxta la promessa ; qual è impossibile stagi per portarssi mal con domino Zorzi Rali, et è homo di farne gran cavedal, per haver gran praticha e
governo. Item, li fanti vechij e novi moreno da fame,
e maxime Martinello di Lucha, governador di quelle
fantarie. Item, di novo, par Feris bei habi fato certa
adunatiom, e ha mandato il suo vayvoda in quelle
bande, in uno loco nominato Lubotin ; et, saputo
questo per spie, spazó a Budoa, Pastrovichij e Antivari e altri lochi, stesseno preparati, li daria socorsso; e fece preparar 4 gripeti, e tienli cussi per
il bisogno; et lui de li sta preparato etc. Item, ha
'uto, che il signor turcho fa fabrichar a Nicomedia
Da Tra , di ultimo zener. Manda una letera,
abuta in lingua schiava dal vice conte di Clissa. Lo
avisa, il sanzacho novo dia veguir a' danni de quelli
contadi, con gran exercito ; et cussi, traduta dita letera, la manda. Item, quella cità è nuda di artilarie
e polvere, e cussi li castelli noviter fabrichati ; pe- rhỏ si provedi. Item, la letera è solo scrita : Piero
Lechovich e Thomaso, vice conti di Clissa. La mansion dice : Al potente et savio signor conte dignissimo, conte et capetanio de Traù, come al signor et
amigo de li nostri signori. Li avisa quanto ho scrito
di sopra, e che ' l capo di l'exercito alozerà in li bor- | galie numero 100, e in altri lochi, perchè la sua argi di Traù, el resto di l'exercito corerà versso Clissa
e versso Sernouch, e per le rive dil mar fin a Almissa
e, de ritorno , asunandose insieme, anderano a li danni de li nostri castelli ; et par dito sanzacho sia del
tegnir fo dil ducha Charzego.
Da Cataro, di 29 ditto. Ricevete letere di 9 decembrio, zercha la trata di formenti etc. Risponde quanto fece etc. À'uto da Trani solum cara 95, a
stara 22 per caro, ch'è pocho a tanto populo ; questa è stà provision senza danno di la Signoria, e con
contento e abondantia a tuto questo populo. Aviso
di quelli de Reiani, dove vien le pegole, come quelli
de Oracovaz li ha tolti, e a la zorna' ne vien pegole,
e spiera al marzo e april ne verà assai , per esser
mata passata sono innavegabile, e per questa instate
non farà armata, respeto che tute sue gente e paexe
per questi do anni sono molto dissipati e angarizati ;
e tutti li soi timarati indebitati, sì che questo anno
non farà exercito, ni da mar ni da terra, salvo se 'l
non acadesse qualche defension contra ungari, per
voler lassar questo anno ripossar la sua zente ; e
questo à per bona via ; tandem è bon etc.
Dil ditto, di 30. Come quella note per exploratori è avisato la adunation ; i qual havea fento dar
licentia a qualcheuno, per dimostrar de dissolversi ;
par si habino fato tragetar per un certo fiume, e reduti sopra Pastrovichij e Budua mia X, dubita vadino a Pastrovichij o ver in Antivari, a uno loco no-
1457 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1458
564
minato Santa Maria de Rotazo. Subito ha spazato | perho si provedi ad arınar presto etc.; e il turcho
certi gripeti con bombardele, a ciò vadino a darli
socorsso ; fa quello pol, et è senza un soldo ; si intravien nulla, si scusa, et se impegnirà fino su la vita. Item, è venuto de qui maistro Gaspar, bombardier ; suplicha sia expedito, et etiam se li mandi
qualche bombardele.
creperà, per esser di natura meninchonicho ; e se
quelli mothonei fevano il dover, quel zorno vene il
socorsso, non abandonando le poste, e poi zorni 4
dava bataia zeneral, e lui crepava, perchè stete mal ;
e have il signor gran fastidio quando vete il fuogo
arder dentro, e mandò el bassà eunuco a far comanDaRagusi, di Bernardo Gondola, abate di Me- damento, quel'i venivano presi fosseno taiati ; e li
leda, di 13 fevrer. Come vien sier Silvestro Pixani, coronei si reseno subito, e dimandò pati. E questo
di sier Nicolò, dil qual se intenderà di novo, et dil ❘ fo per non haver boni capi. E il signor havia dilibesuo bon servito. Item, come Mustafa bego, sanzacho rato, l'armata andasse di longo a Constantinopoli ;
di la Valona, di la Vojusa à trato galie XI, fuste 5, ❘ ma, come vete Coron esser per rendersi, ſè restar
emandate a la Valona, e tute altre intende cavar;
e la sua dona è morta, fo fia dil signor turco, e
stava in tristizia ; ma quando trase dite galie, fè
gran festa, et è stato di genaro mese. Item, Schender bassà à mandato sua gente a la volta di Dalmatia a depredar. Item, tuti i sanzachi, confinano col re
di Hongaria, à fato le sue cride: niun fazi danno su
quel di l' ongaro, soto pena di la vita. Item, il sanzacho, nostro vicino, à fato gente, et manderà a li
danni di Dalmatia, come tornano li altri. Item,
quelli di Castel Novo lieva la fama, l'armata di la
Signoria vien in colfo, e temeno; e lui consegia il
zeneral vengi, e a l' improvisa haverà Castel Novo ;
e za le mure dil castello cascho, ma l'altro castello
starà alquanto.
Dildito Gondola, di 15. Si duol di la galia di
sier Cabriel Soranzo, li homeni smontati su la sua
isola de Meleda, e fato danno di alquanti animali a
quelli poveri soi vasali ; prega si provedi, le galie nostre de cætero non fazino danno ala povera grege sua.
l'arma' . E quelli coronei haveano le caxache d'oro,
disseno andasse a Napoli, che se renderia ; ma non
à 'buto la gratia; ma per defeto del castelan, che
voleva che tutti coresse al socorsso, con el bastom
in man, fin lassono le poste vuode ; e turchi haveno
laterra, che fo presa per mal governo.
Di sier Hironimo Zorzi, quondam sier Andrea,
drizata a sier Zorzi e sier Constantin, so fradeli,
di primo fevrer. Come è zoute li do nave ragusee,
venute di Alexandria con colli 40 di specie et 20
bote di capari ; dice la condition dil piper; de li val
ducati 80 la sporta, e ogij fato ducati 13 ; e il soldam à mutà tuti li soi armiragij, e à manda il diodar
grando contra il signor di Damasco, qual è acordato
col dito signor, e vien per farsi soldan. Item, dil
romper do galiote de' turchi su quella spiaza di Alexandria, andavano in corsso, et do nave di ponente
con specie. Item, per uno schiavo di Schender bassà, è zorni 17 parte di Constantinopoli, si ha inteso,
nostri merchadanti esser im più libertà, et havea
prima aspri 3 al zorno, horra ne hanno X per uno.
Item, di la morte di sier Marco Cabriel, fo castelan
a Modon ; et par diti merchadanti siano per venir
lì a Ragusi, et il signor vol si possino rescuoder con 565
taia. Item, si ha, il signor fa conzar la sua armata a
Di un amico, da Ragusi, di 13 dito. Di certo
frate, zonto ozi li con el compagno, vien di Hongaria per andar a Roma, disse il re far la mostra zeneral a tuto il paexe, e aver visto, zudega, da persone 100 milia benissimo in hordinedi arme, e se
diceva andavano contra turchi ; et che era zonto | Constantinopoli etc.
DaDulzigno, di sier Piero Nadal, conte el capetanio, di ultimo zener. Come in quella matina, per
uno suo amico di Scutari è avisato, come Feris bei,
sanzacho de Scutari, ha fato comandamento a tuti
sui timarati, e altri turchi è in la provintia, che, in
termine di un mexe, soto pena del pallo, debano
vegnir a Scutari con vituarie ; la causa non l'à potuto saper, perchè la spia usata è morta, za fa zorni
X; li convien far nova praticha di trovar homo fidato e praticho a tal exercitio, che stia di continuo
a Scutari, come ſeva l'altro. E quel Feris bei non
uno messo dil turcho in Hongaria con 12 persone,
eil re el mandò subito via. Item, è venuto uno
schiavo da la Porta li a Ragusi, zudega, per dimandar danari a' ragusei ; et parlo a uno merchadante |
fiorentino in sua presentia, e disse che a la Porta, ❘
per spie, hanno inteso, tuti i christiani fanno poten- |
tissima armada per mar, e tutti stanno di mal animo, e dicevano recupereriano ogni danno soto el capetanio zeneral, qual è valentissimo e di obedientia
granda. Item, el ditto schiavo disse in botega a più
persone, el fiol dil signor solicitava a l'armada di
MarMazor, per spazarla presto, per mandarla a Con- | pensa altro, di e nocte, che far cossa in danno di la
stantinopoli ; e vol ogni modo questo anno ussir ; Signoria nostra; e ha inteso da quel amico, tal adu
1 Diarii di M SANUTO Tom III. 92
1459 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1460
nanza è per andar sotto Antivari, e che mo terzo di | dur formenti e venderli in le terre nostre, e cussi corseno turchi sotto Antivari, dove forno presi 4
antivarani, e conduti a la presentia di Feris beì ; e
subito li fece taiar a pezi, cossa inconsueta ; la causa
di tal crudeltà non l'à potuto intender ; si sforzerà
saper, et adviserà.
fanno. È stà fatoli più comandamenti, vadi a la Porta, et ultime, do ulachi. Dito sanzacho si scusa esser
amalado. A di 30 dil passato, turchi, cercha 150 cсаvali, corse soto Antivari, e tornono con vergogna
senza danno de' nostri. Item, antivarani è venuto
da lui, acció vadi li ; et il podestà li scrisse uma letera, quelli esser reduti in extrema neccessità da fame; voria qualche sovention di formento, come par
per la letera di 26 dil passato, dil podestà, la qual
mandoe ; tamen lui à ordine nostro, non dispensi
formenti , si che è tra l'aqua e il focho; anderà li,
e farà l' honor di la Signoria nostra. Li soldati , fono
mandati, è fuzili ; rimasto solo el contestabele, Marco da Vale, el qual si voleva partir ; l'à persuaso,
e fato restar, e fatoli dar soventiom, e lo lauda assai .
Item, li soldati mandati è fuziti, per non aver le page; cussi aria fatto quelli stratioti che aspetano
Di sier Andrea Michiel, provedador in Albania,
data a Dulzigno, a di 20 zener. Scrisse a dì 7, per
via di Ragusi, la adunation di turchi e paesani, fata
a Scutari, quali si disolve, è rimasto solum la corte
dil sanzacho, con alcuni timarati, e si fa gran guardie ; e, a dì 14, dito sanzacho, voiando experimentar, la note se inbosco a quelle coline 200 turchi ben
in hordine de cavali, e la matina dete fuora, e vene
fino a le prime sbare de la terra; ussite zercha 300
valenthomeni con li stratioti, e scaramuzò un pezo. Fo
morto un di nostri da freza, e uno ferito; de' turchi
fo morto un cavallo, e feriti molti da freze tosegate ;
e si parti con vergogna. Ben è vero, avanti fosseno | Schandarbecho, si non li fusse stà provisto di biave e spese per il conte de li, si che, senza mandar soldati, si li citadini fosseno sobvenuti di qualchepocodi
formento o meio, basteria. Item, vene uno zentilomo dil Duchagin, per nome di vechij , a trovarlo, il
signor Stefano oferendosse romper al turco quando
el voleva. Li disse, non fesse novità alcuna fino
non veniva i signori, a ciò a un tempo tutti si movano ; e con questo tornò nel paese. Dimanda licentia
di repatriar, perché de li non achade provedador.
discoperti, a uno molin meno via do, et taiò la testa
a uno vechio. Item, hessendo abandonà la guardia
di la Vajussa, per non poter star il capetanio dil
colfo, a quelli zorni turchi condusse a la bocha
certe galie sotil per cavar le tre, le qual stete tre zorni in terra, per non esservi aqua bastante, e le
hanno ritornà dentro ; e, non li hessendo obstado,
le trarà fuora. Item, aricorda il bisogno di Chuvrili ;
voria aver qualche homo di governo, altro cha Ma- rin di Greci, e tavole e munition; e, tardando, quelli Di sier Domeneyo Dolfim, capetanio dil colpho,
dil loco credeno esser abandonati. Item, el signor di 28 zener, in galia, a presso Durazo. Come, a di
Stefano Duchagin vene da lui, che era in leto ama- 26, zonse li el barzoto armato ; volea mandarlo in
lato, dicendo era venuto un del suo paese, per nome le aque dil Quarner, ma à 'uto da sier Zuan Baseio,
di vechij, rechiedendolo ad andar in Alexio, dove | citadim de li fidelissimo, venuto eri sera dal Capo
di Lachi, dice haver auto da uno turcho, suo amico,
come el sanzacho di la Valona ha comandato a tuti
vegneria uno prete, per nome dil paese, per abo- carse con lui, e voleva licentia, per nome di la Signoria, altramente non anderia. Li rispose, che Ale- ❘ i homeni de la Musachia, si debino presentar a lui,
e portar con loro pan e vituaria, almeno per zorni
8 ; e questo par sij per tuor Durazo ; tamen lui capetanio crede sij per trar quella armata di la Vajussa, e condurla a la Valona per nonesser de li secura, e se guarda con gran spesa ; e il zeneral cegua voler brusar quella, hora che l'è expedito di
xio è loco pericoloso rispeto turchi, e meio era, facesse dir a quel prete venisse li a Dulcigno a parlarli. E disse, cussi faria. Item, ricevete una letera di 16
octubrio, di la confirmation dil camerlengo in Antivari , con i do scontri ; e debbi veder le raxon di
quella camera, poi partir di syndici, e mandarle di
qui soto bolla. Come sarà risanato , exequirà il | l'impresa. Et lui ha diliberato, do galie, con el bartutto etc.
poter far. À scrito al zeneral ; hano alcune spie fuora, qual di hora in hora l' aspeta etc.
zoto, stagino sopra le aque di la Vojussa, fino li
Dil ditto, ivi, di 1 fevrer. Come l' adunation di tempi permeterano ; et una galia resterà a la guarturchi a Scutari ſo più tosto per dubito cha per | dia di quella terra, nè altra miglior provisione vede
offender; el qual sanzacho scuode dai so subditi el
charazo a furia, non solum el presente, ma el futuro ; chi paga e chi no ; e alcuni si scusano non aver
565 danari , e non poter vender le so biave. E lui sanzacho fè far eride per el paese, cadaum possi con
Di Canlia, di sier Bortolo Minio, capetanio, di
25 decembrio. Avisą dil zonzer li, a dì 23, di la nave
dil Xodatilo, con letere dil zeneral, mandava la nave
1461 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1462
Liona per bote 300 vini el 60 miera di formazi, di come fo da l' orator yspano, acció si operi col papa
li danari di la dota di sier Zorzi da Canal etc. Et a ad aver la cruciata, come lui lo ajuto ; promesse far dì 24 la dita nave Liona zonse, qual parti a dì 8 da il tutto, madisse : El subicto è cativo. Per l'altra, di
la Zefalonia, è stata assai per fortune in Arzipielago ; 14, come fo dal cardinal Capua, et exortato a que exequirà etc. Item, quella camera è povera, e molti sto, infine li disse a parte, il papa non la voleva homeni, stati za anni do sopra le galie, voleano da- dar per nium muodo, dicendo, l' orator yspano aver
nari ; è, stato in camera, à dato a li galioti da 4 fin etiam a lui cardinal di questo parlato. L'orator no- 6 perperi per uno, per queste feste, et a li balestrie- stro disse : L'à fato l' oficio da sè, come io mi operai
ri e compagni, ducati uno fin ducati 11/8 per uno. per lui , ad obtenir la cruciata per Spagna. Item, cri Etiam à dato la mità di quello doveano haver li ci- fo concistorio, e nulla in re christiana ; fo parlato 566 tadini, per danari prestadi. Item, aricorda li non solum dil far legato di l' armada il gran maistro di esser alcun hordine ni letera, zercha il terzo dil neto. Rodi, et sopra questo, esso orator voria saper l'opi- Item, de li stratioti fonno mandati da Napoli di Ro- nion nostra. Item, per quella di 16, conclude non si mania, non sa che far; li à dato un pocho di for- ❘ è per haver ditta cruciata, et il meio saria non si
mento et di orzo ; aspeta ordine nostro da Syo, ni
altrove O ha di novo.
lassasse scuoderla nel dominio nostro, licet il papa li
habi ditto : Scrivè, la Signoria dagi favor a li nostri
frati, e da mo se li danari traremo ne basterà a la
spexa, non voremo quelli dil dominio di la Signoria ; ma da Fiorenza O speramo trazer, ni etiam dil
Reame; dil resto è pocho. Item, come esso nostro
orator fo a visitar lo episcopo uladislaniense, ritorna in Hongaria, ringratia assai etc. Item, manda letere di l'orator nostro in Spagna.
Dil dillo, di 27. Dil zonzer quel zorno li uno
schierazo, vien di Alexandria per Venecia; el parti a dì 9 ; porta letere, di 3 et 4, dil consolo a la Signoria, perho non scrive difuso quanto si ha, tamen
avisa, ad cautelam, el consolo era tornato dal Caiaro
con li 4 merchadanti andò con lui ; li tre erano stà
batuti, e forzatamente havea convenuto disborsar
ducati 24 milia, tolti a gran costo, e questo per il Di Spagna, di l' orator nostro, data a Santa Fè, 566 *
piper dil soldam di do anni, e si aspetava in Ale- adi 30 zener, hore 5 di note. Come cri scrisse dil
xandria con gran desiderio le galie, et ivi si atro- suo partir per Portogallo, et che l'almazano, secrevava 9 navilij di forestieri, ne li qual era 3 barze de ❘ tario regio, to da lui, e le parole usate, debbi da s
francesi, da 1000 bote in suso, con merze e danari per far specie ; e, se le galie non sarano preste, farà
fati assai, e dice, è stà forzo a' nostri vender di le
soe specie per satisfar al dinar, tolto a costo per do
mexi. Item, che 'l soldan à fato gran campo, per
andar contra el signor di Damasco, e mandato per
capetanio el diodar grando, e, per quello si ha, par
dittodiodar sia intrato in Darnasco, d'acordo con
quello signor ; chi dice per nome dil soldan, chi dice❘tion, al suo ritorno opererà sia extinta. Item, si
altramente ; et ditta letera scrive di sua man.
persuader a quel re a lassar l'impresa di Africha, et unir quella armata con quella di reali, per ben di la
christianità, et che lhoro reali non vol scriverli di
questo, acciò non digi, fazino per averli dato la fiou
di novo. Item, come de li era stà publicha la cruciata, che sarà im preposito, et di la ripresaia à olnuto la suspension per 1 mexi ; à scrito di ziò a Va
lenza et Barzelona, si publichi ; et havendo la instruA
DaRoma, di l' orator, 4 letere, di 12, 13, 14
el 16. Ricevute nostre letere, in materia di la cruciata, con li sumarij da mar, fo dal papa, e persuaso
a dar la cruciata per li bisogni di la Signoria nostra.
Rispose : Basti a quella Signoria, si spendi li danari
per lei, et per li nostri sarano sposi a Venecia. Or
li lexe la letera medema, et ditoli molte raxon, soa
santità havia torto a negar tal cossa promessa e justa ; a la fin, vedendo quasi esser vinto da la raxon,
si levo et disse : Non la negamo, nè vi la concedemo; scrivè a quella Signoria. Et andò ad udir Paulo Orssini, venuto di campo dil ducha, per consultar, poi preso Faenza, qual impresa habi a tuor, o
deUrbim o ver Toschana. Per l' altra letera, di 13,
ha 'uto la risposta di Napoli, per il matrimonio di
la fiola di la raina, sorela di quel catholico re, fo
moglie di re Ferandino, nel ducha di Calavria ; et
par re Fedrico li rispondi, è contento, ma vol quelli
reali li prometa la difension dil regno, e lhoro non
voleno prometerli, sì che la praticha è anda in fumo,
et li napolitani sono li mal contenti. Item, quel zorno
si parte per Portogallo.
Da Udene, di 20, di sier Antonio Loredan, el
cavalier, luogo tenente. Come eri fo a Gradischa,
dove è sier Polo Bembo, maraschalcho di la Patria,
posto in loco dil provedador, et trovò il capetanio
di le fantarie esser partido la note intese la nova,
et venuto qui. Item, lui luogo tenente vi lassò Francho dal Borgo, e altri contestabeli. Item, è zonto
1463 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1404
Francesco Duodo, per far la mostra di stratioti, ma
non à portà danari. Item, si scusa di la legation, per
la cossa di Antonio Burlo, parente di domino Piero
de Bonomo; et manda certa deposition di domino
Francesco da Tomelzo, sì che non è im proposito
vadi ; et poi domino Zorzi Helecher vol quella possession etc., tamen è disposto far quello vol la Signoria nostra, licet di mal havia a uno ochio, hora
ne habbi a tutti doi ; ben dice de li non esser cavalli
di andar etc.
300 todeschi a Trento, levati a remor etc., ut in ea.
Item, che ' l vien uno corier con letere dil re di romani a la Signoria nostra.
De li dilli rectori, di 21. In materia di soldi 5
per campo, e, ricevuto nostre di 17, chiamono il
conseio. Or quelli si doleno più che mai di tre cosse: di la mesuration, di le mexure di campi non è
quele. Item, era stà dà in nota campi 60 milia fin
qui ; tamen non hanno auto se non ducati 220 in
14 partide, et nomina quali sono che à pagato; li
principalli, qui soto noterò: domino Bernardin da
Martinengo, conte Zuan Francesco Borella, domino Cesar da Martinengo, domino Piero da Gambara, et
va discorendo li altri citadini non da conto.
Da Ferara, di sier Christofal Moro, vicedomino,
di 19. Come eri zonse li di note ; li vene contra el
signor Sigismondo con molti altri, et era gran pioza ;
et il suo precessor monto in uno burchiello, per veDa Vicenza, di rectori, di 20. Ricevute nostre
di 17, zercha la diliberatiomdi campi, fo esso pode- stà nel conseio ; il capetano era amalato. Parlo primo domino Alovisio Capra ; poi domino Lunardo
da Dresano, cavalier, dicendo bastava a la Signoria
le colte e li ducati 16 milia quella comunità paga, et
non poleno satisfar il subsidio ancora non pagato.
Poi parlò donino Nicolao Chieregato, dicendo Vicenza è stà terra exemplar a tutti, et si rese e detenir presto. Item, fo per visitar, qual era indisposto,
a la Signoria nostra voluntarie; concludendo, per
niente non potevano satisfar. Or esso podestà li rispose sapientissime; dicendo era questo per conservation lhoro etc.
Noto, padoani hanno contentà ; veronesi ni brexani no, et li altri quasi tutti si, zoè Bergamo, Treviso, Ravena, Ruigo e Crema.
non li dè audientia. Item, di danari dia dar dil sal,
vederà etc.; voria cavalari.
Dil ditto, di 20. Come era zonto lì lo episcopo
di Elna, nepote dil papa ; li andò contra don Alfonxo,
il signor Sigismondo, lo episcopo di Arles e altri;
si dice è orator dil papa, et par sia comissario dil
campo dil ducha Valentino, saperà quello vol, et
aviserà.
DaRavena, di sier Antonio Soranzo, podestà
et capetanio, di 21. Di la tornata di Alvise Manenti
di Ymola, con l'orator di Franza; qualli, zonto li
esso orator di Franza, era l'orator di Urbim et uno
dil prefeto, quali voleano insieme andar a Ymola;
ma parve il meglio non andasseno insieme, et cussi
feno. Item, quelle zente, che sono a quelli nostri confini, di Vitelozo, non cessano dannizar i nostri, toBrexa, di rectori, di 20. Mandano letere di domino Girardo de Federicis. Item, anno, bon numero
di francesi esser andati versso Parma; si dice vano
a la volta di Toschana. Item, la letera di quel Girardo, data a Eodolo, a di 15, come à per suo explorator, il re esser a Linz e va a Nolimberg, sarà
il ducha Alberto, qual li oferisse persone 70 milia
volendo andar a Roma. Item, si fa la dieta aNolimberg, et non si parla di guerra. Item, il re à tolto
parte di la provision dava a' milanesi ; e li fioli dil | lendolli hora una cossa e hora una altra, e feriscono
signor Lodovico sono ili in castello a Linz. i nostri ; sopra di ziò fa le provisiom oportune. Item,
De li ditti rectori, di 21. Manda uno aviso dil mercore di note, vignando zuoba, fo di 17, andò a
capetanio di Valchamonicha. Item, el cardinal cur- Faenza uno spagnol con fanti 500, et acostosse a le
zense fo li ; stè una note senza soa saputa; qual è mure de la terra, dove passa uno fiume, loco non
cardinal di Santa Maria Nova, francese. Item, la sospeto, nè da guardia; et nel più basso de ditte letera di quel Andrea Mazola, capetanio, data a Brè, mure scalorono, et introrono nel borgo con 20 spa567 a dì 18, come à aviso, il re di romani esser andato gnoli; quelli che fazeano le guardie sentireno, et
a Nolimberg, e à fato la descrition di 70 milia per- corseno a quelli, i qualli ebbeno de gratia de busone, et il ducha di Bergogna li dà cavali 5000. Item, tarse zoxo da le mure; tamen non forono cussi preli castelani è mal dispositi, e il re voleva di Val de❘sti, che 4forono prexi ; di quali la matina ne apiNon e Val di Sol homeni 400 ; hora li à mandà a chorono tre sopra le mure, el quarto hanno tenuto
dir li dagi li danari, e Ihoro non voleno, ma li vol❘ per cambiar con alcuni di soi prexi.
dar li homeni. Item, che il re atende a cumular danari. Item, che milanesi hanno auto letere da missier Galeazo, per le qual sono stati suspesi. Item, di
Da Zervia, dil podestà, di 22. Come à saputo
con più zerteza la verità dil seguito di la dona dil
capetanio, et li à dito quel vilan fo la guida, come
1465 1466 MCCCCCI , FEBBRAJO.
Copia de una letera dil cardinal de Ystrigonia
responsiva a la Signoria nostra.
scrisse, e par sia stà uno nominato Diomio, poi dice
don Diego spagnol, capetanio di 300 fanti, et à fato
con voluntà et licentia dil ducha Valentino ; la qual
fo menà a Forli. Item, per una altra letera, scrive zer- cha li soldi 5 per campo, come è alcuni zentilomeni, ❘ mine commendatissime.
quali nomina, hanno possessiom de li, et per tanto vol saper che hordine à tenir, zercha farli pagar. Li
fo risposto.
Fo leto per Zuan Piero Stella, secretario, do letere, era in francese, una dil re di Franza, di 14, da Lonchiers, al so orator qui . Li scrive la gran armata
fa, et la sua bona voluntà a le cosse christiane. Item,
el cardinal di Roam, o vero di Ambosa, etiam di 14
li scrive in consonantia.
567 Fu posto, per tutti i savij d'acordo, una letera a
Roma assa' gaiarda, zercha la cruciata ; et debba persuader el pontifice a dargela, perchè n'è stà promessa, et siamo im pericolo, et, non lo havendo, siamo per socomber ; tamen semo per mantenir il stado nostro, come sempre fin hora habiamo fato ; concludendo, non semo per lassar scuoder nel dominio
nostro per niun modo cruciate, per altri cha per
nostri, e li danari siano spexi per nui etc. Et fo una
letera optime ditata per Gasparo. Or andò in renga sier Zacaria Dolfim, provedador sora l'arsenal ; disse do parole sopra la parte, poi cargo sier Francesco
Foscari, cassier, non li vol dar danari per l' arsenal,
et sopra di ziò disse assa' longamente. Li rispose sier
Francesco Foscari, savio a terra ferma, e cargo essi
provedadori, qualli haveano auto assa' danari ; lexe
li conti, et fo tedioso al conseio. Or sier Anzolo Trivixan andò in renga, et per la Signoria, con li cai
di X, vedendo è altercatiom, lo fè venir zoso senza
parlar. Et andò la parte, et ave solum 6 di no etc.
Fu posto per tutti una altra letera, seorsum, a Roma : l'opinion nostra è, debbi disuader il papa a far
legato di l' armada il gran maistro di Rodi, perchè
sarà cossa longa etc. Ave tutto il conseio.
Illustrissime princeps, et excellentissime doNovi quam ex corde vestra illustrissima Dominatio ad me nuper scripserit, de promotione mea ad apicem cardinalatus, et quanto gaudio eadem perfusa, tum per litteras tum etiam per oratores suos apud hunc serenissimum regem meum agentes, gra- tulationis munus exhibuerit. Fuit itaque et est eju- scemodi benevolentia, vel dicam potius gratia Dominationis vestræ illustrissimæ , mihi gratissima.
Fuerunt denique litteræ ejusdem non secus jucundæ, quæ apud me uti pignus veri integrique amoris
in dies exstabunt. Sed utinam , illustrissime princeps, omnino talem me ingenio et virtute præstare
possem, qualem ex benignitate sua, vestra illustrissima Dominatio me ipsum asserit et commendat !
Cuperem certe, non modo viribus et facultatibus
meis omnibus nunquam vestræ illustrissimæ Dominationi deesse, sed pro illa quidem exequi omnia,
quæ in decus , commodum et ornamentum cede- rent. Qualescumque tamen in me vires sint, pro comperto habeat vestra illustrissima Dominatio ,
quod illæ ipse, licet exiguæ, ita pro rebus omnibus vestris ac commodis præsto semper aderunt , ut obsequentissimi servitoris officium nunquarn denegasse videar, prout latius ejuscemodi devotionem et servitutem meam erga Dominationem vestram illustrissimam, et inclytum ejus senatum, vel is dominus Andreas de Franciscis, ejus secretarius, referre
poterit. Interim, felix diuque valeat vestra illustris- 568
sima Dominatio, cui me plurimum et ex animo commendo.
Ex Buda, die quinta februarii, MDI.
Subscriptio : Servitor THOMAS
Noto, in questo zorno capitò in questa terra il cardinalis strigoniensis etc.
bam di Belgrado , ungaro , va a Roma con bella
compagnia; et li fo dato le barche, et mandato sier Atergo : Illustrissimo et excellentissimo domino,
Francesco Querini, sier Bernardo Bondimier, sier | domino Augustino Barbadico, duci Venetiarum, doDomenego Contarini e sier Pangrati Capello, tutti mino meo.
di pregadi , a visitarlo ; et questo non vene a la Signoria, ma fo honorato, e andò via. Etiam fono Adi 25 fevrer. In colegio vene sier Piero Trimandati a visitar do oratori di Stefano Carabodam | vixan, venuto conte di Spalato, et referi di quelle
vlacho, uno di qual vien qui, l'altro va a Roma etc. cosse di Dalmatia, et maxime nel pericolo è a Traù ;
quel retor è amalato, sta sempre in leto; et molte
cosse disse, che Jo non lo alditi. Fo laudato etc.
Vene domino Zuan Batista Carazolo, capetaniodi
le fantarie, molto meninconicho et quasi pianzendo,
1467 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1468
per la moglie rapida ; et ringratiò la Signoria di
quello havia fato ; tamen non resterà di meter l'anima e ' l corpo per questa Signoria; pregando, poi che non era di far altra movesta per le cosse occore
al presente per il stato, almeno si scrivi in Franza e
a Roma, cargando il ducha. E disse, conobe quel
Diego, non li bastava esser suo stafler; ma tutto era
stà il ducha. Item, disse voleva andar a Gradischa ;
aricordava le page a li provisionati, e si provedi al
star di soi ballestrieri, perchè a Gradischa non hanno
strami da viver. E il principe li usò bone parole, et
questo stado non li mancheria, e aspetasse il tempo,
e la verità si saperia; et lo conforto assai, pregando non si volesse più aricordar. Et fo ordinato le letere,
et cussi si parti; che fin horra è stato in caxa di sier
Piero Marcello, savio a terra ferma, et ozi si parti,
e ordino niun più li parli di questo.
se, il suo signor esser gaiardo, e sarà contra turchi, 568
si la Signoria si acorderà col re di Hongaria. Il prin- cipe li usò bone parole ; sono alozati a l'hostaria di
San Zorzi.
Vene uno di Friul, dicendo haver una villa, chiamata Santa Vocha, qual è soto il tenir di Goricia, e
quelli vol vadi a tuor la investisom, aliter ge la torano; et perhò voleva licentia. Consultato in colegio ,
li fo risposto andasse come da lui a tuorle.
Vene sier Hironimo Donado, doctor, et acetò andar orator al re di romani ; voleva termine qualche
zorno e più danari, perchè non pol con ducati 120
al mexe. Item, tolse per secretario Zuan Piero
Stella.
Dil marchexe di Mantoa, di 21. Soto scrita : el
vostro servitor, el marchexe di Mantoa. Dice di soldi
falssi si facea de lì, et, inteso, à messo le man su uno,
et spiera trovar li altri, et li punirà; si duol , dice è
mal, e per l'honor di la Signoria nostra et suo ; et
conclude, è servitor di la Signoria, fazi li cielli quello
Vene l'orator dil papa, dicendo era contento l'orator di Franza haver referito la innocentia dil
ducha suo. E il principe li disse, non era vero, e si sa certo la è in Forli ; et cargo molto il ducha, di- ❘ voleno. Et ditta letera fo mandata a li cai di X, per
esser sua materia. cendo : Non ne doveva far questo, et che tuto el di
core di soi su quel di Ravena, fa danni etc., lamentandossi grandemente. E messe scilentio a questo,
dicendo : La verità convien star di sora. E poi li fo
leto la letera si scrive a Roma per la cruciata. Rispose, credeva il papa ne la concederia, e lui li scriveria; et à scrito al ducha, fazi il papa la dagi. Poi | madona, qual subito li fè piar, licet siano da conto,
dimando, da parte di Vitelozo, il trato di certe arme
à fato far a Brexa. Li fo risposto, si consulteria e
desse in nota.
Vene l' orator di Franza, al qual li fo comuni
chato la letera scrita a Roma per la cruciata. Laudò,
e disse etiam lui scriveria a l' orator dil roy in corte ; e cussi scrisse in bona forma.
Veneno do oratori e nontij di Stefano Carabodam, non perhò homeni da conto, acompagnati da li
4 patricij eri li fonno mandati a visitar; et erano mal
vestiti ; steteno im piedi, e per interpetre parlò. Presentono una letera di credenza, con la mansiom: Illustrissimo principi, domino Augustino Barbadico,
duci Venetiarum, amico nostro carissimo et confidentissimo, data ex arce nostra ...... , la domenega
drio la festa di la Nostra Dona. Et comenza cussi :
Stefanus, Dei gratia hæres dominusque terræ, vayvoda. Scrive mandar questi do, Raynaldo et Antonio, et prega se li mandi uno medico, dotor, sapi varir di doie. Poi lhoro disseno, il suo signor vlacho,
havia certe doie a le volte, perhò vol uno medico,
e li vol dar danari. Item, comprar certi panni d' oro,
et uno starà qui fermo, l' altro va a Roma. Poi disDa Casal Mazor, di sier Piero Marcello, provedador, di 19. Di certo caso sequito per alcuni di
Bozolo, subditi di madona Antonia, fo moglie dil
signor Zuan Francesco di Gonzaga, venuti armati
in certa villa, torniato una caxa etc. Or scrisse a dita
dicendo li manderà a lui, volendoli ; pregando questo medemo si fazi , acadendo di li nostri ; unde fo
consultato poner im pregadi di far questo instesso.
Item, scrisse zercha l'afitar el dacio di Po, per
lire 150 al mexe.
Da Ragusi, di 13. Fo leto una letera, comeuno
amico fidel avisa di alcuni, partidi per il turcho, per
brusar le nostre nave, e quella è a Puolla. Item,
altri zenoesi, spioni, mandati in Franza e in Spagna,
e scrive il modo vanno vestiti. Item, uno bombardier passò da Santi 40 a Corfù, e, visto il tutto,
ritornò, si che non fa il signor altro cha mandar spioni
per tutto, quali sono za passati in Ancona etc.; unde
fo ordinato a li patroni a l' arsenal, meti guardia a
le nave a Santo Antonio, e scrivi a Puola. Item, si
scrivi di ziò in Franza e Spagna.
Da poi disnar fo pregadi per l' avogaria, per
expedir li munegini, zoè sier Thomà Morexini, quondam sier Domenego, sier Alvise Zustignan, quondam
sier Unfredo, sier Almorò Pixani, di sier Hironimo,
sier Francesco Querini, di Candia ; et introduxe il
caso sier Beneto Sanudo, l' avogador, dicendo : propter peccata veniunt adversa ; et leto li constituti,
1469 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1470
569
qualli confesono. Li rispose domino ... , doctor, avo- l'altro, vien a la Signoria nostra, à 'uto comision
chato. Et poi esso sier Beneto Sanudo, solo, messe visitar esso cardinal. Item, che soa signoria opera il che li ditti siano cazuti a la leze. Et sier Pollo So- ❘ tuto per andar a la sua legation, e disse la particu- ranzo, el 40, andò in renga, per saper si poi se do- veva meter di procieder o no, non prendando questa parte. Sier Beneto Sanudo, iterum in renga,
disse de si , et che lui meteria. Or sier Piero More- xini , collega avogador, non si potè impazar; el cussi andò le parte : X non sincere, 24 di no, 61 di sì. E
fo preso siano cazuti a la leze, star anno uno in la
prexon forte, et pagar lire 1000 a li avogadori , per
uno.
Et el colegio, in questo mezo, si redusse a consultar, zercha la proposta dil signor Bortolo d' Alviano, ch'è qui, qual vol agumento. Et vene letere
di Roverè, Verona, Vicenza, Trevixo et Ferara, il
sumario di le qual scriverò qui avanti.
larità di l'impignar di soi mulli, come ho scrito dí sopra; ma vol star. In questa letera lí à dito, il re è
ben disposto, e li à dà bona speranza. Item, manda
uno capitolo à 'buto el dito cardinalda Salzimburg,
di 3, de uno suo secretario, come li populi, e tutti,
aspeta esso cardinal con disiderio. Item, par lo epi- scopo curzolam sia in Alemagna per ditto cardinal.
Dil ditto, di 22. Come il legato si partiva de li
per Verona, à 'uto letere di l'orator di Franza dil
rapto di la dona etc. Dice la Signoria e il re è sta
causa dar favor a questo fio dil papa etc. Item, quel
zorno il secretario dil re di romani per qui è partito ;
li à dà uno corier.
Da Verona, di sier Hironimo Zorzi, el cavalier, podestà, et sier Hironimo da cha' da Pecuro,
capetanio, di 24. Dil zonzer quella note li el cardi- nal curzense; lo fono a visitar quella matina, colo- quij abuti ; à pochi danari, voria cavalari per scriver
in Alemagna. Item, parlato di la dona tolta, disse : I}
papa à posto mal in Italia. Item, à nova, il re di ro-
| mani non farà guerra ni al roy, ni a la Signoria ; si
❘ fa una dieta questa quaresema a Norimberg, contra
il voler dil re, perché voglino restrenzer l' autorità
al re etc.; et per colegio fo scrito a Verona, li dagi
A di 26 fevrer. In colegio vene sier Domenego
da Mosto, quondam sier Nicolò, venuto conte di Nona, con uno modello bellissimo di Nona, et era il suo canzelier e il cavalier; et mostrò come turchi
veneno, et miraculose quella terra si varentò, che za
turchi erano montati sopra uno monasterio di monache ; et lui retor benissimo si portò. Disse l' opiniom sua a fortificarla, ch'è di cavar atorno, per esser quel lago amonito per uno fiume li vien; dannò sier Francesco Bon, quondam sier Felixe, a tempo di turchi etc. , et che dentro non era 200 homeni | cavalari, e talhor la presenti di pessi.
da difender ; e turchi stè un di prima li de la bataia,
il venere, per hore 6 ; poi la matina, il sabato, etfo
morto il capo ; et per questo si partino, e si varento
la terra. Fo laudato dal principe dil suo bon portamento, et da tuto il colegio.
Da Vicenza, di rectori .... Comedi novo missier
Zuan Jacomo di Triulzi à mandato a tuor semenze
di vermi di seta per uno suo, e mandato ducati 43;
et perché se ne ha 20 miera al ducato, non li à parso
dar senza licentia nostra. Et li fo risposto, saria danno di la terra, e non li dagi ; et par a Vegevene sia
stà piantà assa' moreri, ergo etc.
Dil cardinal curzense, solo scrita : amicus et frater, cardinalis curzensis, data a Roverè, a di 22.
Come non resta di scriver a li principi di Germania, Da Brexa, di rectori, di 23. Manda una letera
per andar a la sua legation etc.; et vien de qui uno di domino Piero de Federicis, li avisa di Valchamosecretario dil re di romani, nominato Daniel Rucho, nicha, 20, aver mandato suo messo fin ad Alla, non
va a Roma a negociar per il re, per il qual se inten- | è motion alcuna per Italia ; ma si dice sarà contra derà la bona speranza à di andar a la sua legation.
Si oferisse, licet sia povero, si 'l dovesse venderli
mulli, non restar di far per ben di la christianità et
di la Signoria nostra; aliega una auctorità di Machabei etc.
Da Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro,
provedador, di 19. Eri zonse li uno secretario dil
re di romani, stato a la Signoria nostra; si lauda di
la expedition e benigna audientia ; etiam lui l'à carezato. Item, fo dal cardinal a visitar ; li dice era venuto uno altro secretario di dito re, vien a Venecia ;
et il primo tolse sue letere, e parti per Alemagna ; e
turchi. Item, fo a Bolzan; coloquij con uno è stà
osto ; qual è fato richo, e li ha dito, il re, oltra i 6 569 *
carantani per ſuogo, à scoso di 40, l'uno, hanno
d'intrada ; e non sarà guera di qua di San Zorzi ;
et si aspeta li oratori venitiani, vieneno a far liga
con il re, Spagna, Ingaltera, Hongaria e vlachi. Item,
la raina è a Nolimberg con Frachasso, il re a Salzimburg; et che el vol venir a tuor la corona etc.
Altro non è di novo.
Da Ferara, di sier Christofal Moro, vicedomino,
non dice il zorno. Come quel monsignor di Elna, fo
orator dil ducha Valentino, ma ave uno brieve dil
1471 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1472
papa, dimandò il signor volesse favorir il ducha, e Vene il signor Bortolo d' Alviano, dimandando
lassar poner le decime nel dominio ; item, aloza- la risposta di quello à proposto, di aver agumento.
menti a Lugo e Bagna Cavallo, et balestrieri a ca- Il principe li dè bone parolle, dicendo non li era per
vallo, pagati dil suo. Il signor li à risposto con tema, ❘ manchar, e fin qualche di si vederia le zente d'arme,
di le decime è contento, ma non comenzi fino non et si faria etc.
à risposta da Roma dil suo orator ; ma niun le pa- Vene uno abbate di l'hordine di San Beneto,
gerà. Li hanegato lo alozamento, et li dà 30 bale- | dice è reformator di monasterij general di quel horstrieri pagati per lui. Item, à, per uno mandò a Bo- dine, di natione alemano , vestito di negro , con
logna, come el ducha vol da missier Zuane Castel | anelli in dedo e mantello, qual fo introdutto per li
Bolognese e la podestaria di Castel Filminese, e Ca- cai di X, et sentato a presso il principe. È di natione
stel Gelfo, lochi di gran importantia, con promis- | allemano, parla grave et latine. Et comenzó a dir
sion, compita l'impresa di Faenza, renderli ; e mis- come era abbate visitador et reformador di monasier Zuane li mandò il fiol, prothonotario, in campo ; sterij general di San Beneto, sta a Roma, va dal 570
O fece. Li mandò poi do di signori, et par sia ve- serenissimo re di romani, de chi è familiar, et a Ronuto uno brieve dil papa, che in pœna excommuni- ma à conferito con l'arziepiscopo di Patras, sive
cationis, in termine di zorni 6, habi fato quanto il episcopo di Torzello, nè con altri à parlato ; et che
ducha li dimanda; et par missier Zuane habi man- ex spiritu à 'buto relation, in questo anno sarà gran
dato doy dal ducha, a far il primo partido, prome- cosse in Italia, dicendo assa' mal dil re di Franza,
tendoli la restitution ; et a Ferara è stà dito, à 'uto | qual per nefas et nefas vol insignorirssi de Italia ;
Castel Bolognese esso ducha. Item, è passà unobur- per tanto si offerisse tratar intelligentia tra il re di
chio con francesi dal Bondem, et li ne son venuti | romani e questa Signoria nostra, dicendo, lui non
100; si dice si aspeta 7 altri burchi, si che sarano
4000 francesi ; si duol non haver cavalari ; et li fo
scrito a Padoa, per colegio, li dovesseno mandar do
cavalari.
haver voluto episcopati, non cardinalati, ma solum
reformar li monasterij ; vive di patrimonio, et za re
Carlo, quando fu a Roma, volse il suo conseio zercha a reformar la chiesia di Dio; li disse non era
suo officio, madil consilio, et sapeva la destrution di
caxa Aragona, per quello fece a San Germano, dove
è il corpo di San Beneto e sua sorella, qual abatia
dete in comenda, et ivi fu fato sporzizie. Il re Carlo
lo volse menar in Franza, e lui recusò; et che lui
non voleva beneficij, ma è venuto a dir, à 'buto
gran relation di quello patirà la chiesia di Dio et la
Vene l' orator di Franza, e mostrò una letera li | Italia, fiorentini et il dominio nostro ; et saria bon
scrive esso cardinal curzense, di uno secretario dil
re di romani vien qui. Et li fo ditto 0 esser.
Da Caravazo, di sier Alexandro Malipiero, provedador. In materia di formenti di la rocha, sta
mal etc. Scritoli li vendi, et salvi li danari. Item,
quelli di Caravazo scrisse contra esso provedador,
non li observa li privilegij soi, e fa cosse nove; non
si traza formenti senza boleta, et il suo canzelier
tuo' soldi do. Fo scrito non facesse pagar.
Vene quel secretario dil re di romani, qual o
disse. Non à letere di credenza ni altro ; va a Roma da domino Philiberto, orator regio etc.
Veneno do oratori di Cadore, per certa dichiaration di soldi 5 per campo, dicendo voler pagar ;
et fonno satisfati.
placar Dio, e si fazi questo anno ultimo conatu, e
si vardi dil re di Franza, et niun è meglio cha 'l re
di romani. Pertanto vol andar dal prefato re, nè
mai è voluto esser orator, si non al presente, per
ben di Italia etc. Or el principe li parlò sapientissime, dicendo: Il re di romani doveria socorer la christianità etc. , et semo colligadi con Franza, qual fa
potente armada ; nè bisogna altra intelligentia, cha
tutti li christiani si disponi a uno ad ajutar la chri-
❘stianità contra questo can turco. Si che, senza rispoVeneno tre oratori di Lendenara, dolendossi di
certe novità vol far sier Marco Antonio Loredam,
capetanio di Ruigo, li ; et fono comessi a li savij di sta, e con pocha existimatiom, si tolse licentia.
terra ferma, ad aldirli etc.
Da poi disnar fo conseio di Xcon zonta di colegio.
A di 27 fevrer. In colegio, noto, in questa note
parti sier Lorenzo Loredam, sopracomito, va in Arbe, a compirsi di armar ; et sier Cabriel Moro, va
a don Consalvo, capetanio yspano, li anderà driedo.
Vene l'orator di Franza, per il qual fo mandato;
et li fo comunichato il tutto, e la risposta fata; et
il pocho caso fato. Li piaque et ringratio.
Da Roma, di l' orator, di 17. Come ozi fu dal
papa per la cruciata, e dito molte parole al papa,
qual stava a un balcom a veder maschare. Qual a la
fine rispose : Fè che la Signoria dagi favor a li no-
1473 MCCCCCI, FEBBRAJO. 1474
stri frati, che tutti li danari li spenderemo per lei ;
et di tute decime de qui, ducati 50 milia, con la taxation dil colegio presente e absente, sarà ducati 28
milia ; le decime di officij de qui, altri 22 milia ; fiorentini hanno levà man a la cruciata ; si persevererano, li daremo le censure etc.; sì che niuna raxon
valse a esso orator dir al papa, fusse contento dar
la cruciata. Poi disse : Il re di Franza fa armata ; sarà
contra il turcho o contra Napoli ? Rispose l'orator :
Non è da creder, un re christianissimo fazi altra- mente cha contra turchi. Item, è seguito in quelli
zorni un stranio caso ; el fiol dil conte di Sarno
amazò sua madre, con favor di napolitani e colonesi,
quali preseno la porta di Santo Janno, et lui andò
a Marino. Il papa à dito, non si faria questo si el
ducha fusse li ; si che, per dubito, in Roma non si
farà feste questo carlevar.
Franza li à dito non aver parlato al papa ancora per
la cruciata. Item, fo dal papa, qual li disse, Faenza
è in acordo col ducha, et domino Hironimo Campezo è lì a Roma, per missier Zuan Bentivoy ; dice
ben di Bologna, e si dice poi si torà l'impresa di
Reame, e quelle zente vi anderà ; et questo è divulgato per Roma, Franza e Spagna solicita il papa, ma
il papa traze a Franza. Di la liga tra Orssini e collonesi O è seguito. Monsignor di Trans vien, qual è
caldo a l'impresa di Reame, e publice si parla; di
l'armar O si dice, ben di far legato il gran maistro
di Rodi etc.
Di Napoli, di l' orator nostro, di X. Eri , ricevute
nostre zercha la trata di 1000 cara di grano, il re è
a Pozuol, fo da domino Ector Pignatello, qual li
disse, domino Antonio da Pexaro aver comprato
cara 800 a Barleta, et è danno dil re ducati 3000;
li converà disborsar a li arendatori ; per tanto saria
megliolo facesse condur a Trani, e li vol pagar la
spesa.
Dilditto, di 14. Come il re manda uno suo, con
una galia, in Sicilia, a visitar don Consalvo Fernandes, qual è a Saragosa, per esser il morbo a MesDil ditto, di 20. Come eri sera il papa stè a veder comedie fin hore do di note. Et esso orator, ricevute nostre tre letere, con li sumarij et la risposta
fata al re di romani, fo dal papa ; li comunicho il
tutto. Soa santità li piaque, il re di romani voglij
oratori ; si alegrò di la vitoria di le galie prese. Et
leto il capitolo di la solicitudine fa il turcho, supli- | sina ; e domino Joseph, ebreo, va con lui. Item,
chỏ a l'armar. Rispose el papa: El turcho prepara fin 3 di si parte domino Lucha di Rossi, va a star a
per causa nostra, per aver concità li principi chri- la Vallona, a presso quel sanzacho. Item, domino
stiani, si atende a sunar li danari, si scuode con difi- Tomaxo Regulano, era a Roma per il re, è zorni 7
cultà ; el christianissimo re vien ben. E li mostrò è ritornato ; si dice per l' acordo tra Orssini e colouna letera di 25, da Bles, li scrisse esso re. Primo, nesi ; qualli colonesi non voleno, dicendo Orssini
dice assa' parole di l'impresa di Romagna ; vol aju- non observa quanto prometano. Il signor Fabricio
tarlo aver Bologna e le altre terre fo di la Chiesia ; si parte, e il signor Prospero resta. Etiam è venuto
e a questo il papa dice, da l'altra banda vol mante- per aver la investitura al nepote, fiol di madona Lunir missier Zuane Bentivoy in stato. Item, li scrive grecia, dil stato dil padre ; il re è contento darla,
fa gran armata. Tertio, dimanda la cruciata e jubi- ma vol il nepote vengi a Napoli a star ; etiam, per
leo per le gran spexe fa. La qual letera la manderà aver che lo episcopato di Salerno fo dato per il re
al suo legato, la mostri a la Signoria nostra. Item, al cardinal di Aragona, suo nepote, et per il papa
disse havia mandato brievi caldi a Bologna, fazi per al cardinal di Salerno ; qual domino Thomaso dia riil ducha ; et è stà contento alozi a Castel Bologne- | tornar subito a Roma. Item, il re fa far 20 galie
se 300 homeni d' arme et 700 fanti ; e il prothonotario Bentivoy è andato a Faenza; non sa el riporto,
dicendo : Se fin dieci di non l'aremo, non si ara
più. Item, ritorna a Roma monsignor di Trans, ora570 tor dil roy; per lui si saperà di Bologna. Item,
quanto a le justification dil partir di l' armata yspa- na, per avanti fè l'oficio con l'orator yspano ; et
za à scrito, et etiam il pontifice in Spagna, per el
ritorno di ditta armata ; manda letere di l'orator
nostro in Spagna.
Dil ditto, di 22. Come de li si sta a' piaceri di
far maschare, e il papa non dà audientia ; et quella
matina è stati a palazo Franza, Spagna et lui ; et
I Diarii di M. SANUTO. -
Tom. III.
sotil; à deputà li danari si scuode dil jubileo, et li è
stå ditto ancora, forssi anderano contra turchi . Item,
à fato il re comandamento a le sue zente, stagino in
hordine. Item, manda uno capitolo di nove di Lisbona, di 6 zenaro, come quel re fa armata per l'impresa di Africha, per il voto fato quando ebbe la
moglie presente, sorela di la prima, e il re d' Ingaltera li dà 15 nave ; la qual armata sarà in ordine
per tuto mazo, e otegnirà l' impresa di Fessa .
Dil ditto orator, di 14. À mandà le letere a Palermo, a sier Lorenzo Miani ; et a di 4 zonse a Saragosa l'armata yspana, tra barze, nave e alcune
galie, numero 22 ; et par quel capetanio abi retenuto
93
1475 1476 MCCCCCI, FEBBRAJO.
571
quel governador, e forma processo; qual avia fornito il processo ; et si dice se intendeva col re di
Franza.
redusse ; solum li savij da terra ferma, che deteno
audientia.
Noto, eri in quarantia criminal, per sier Lucha
Trun, synico, fo menato sier Rizardo Contarini, fo camerlengo in Candia, quondam sier Francesco ; et | ando la parte di retenirlo: il resto non sincere, 10
Di Spagna, di sier Domenego Pixani, orator, di 16 dezembrio, di Granata. Come a di 3 et 10 scrisse ; poi è seguito che mori dil castel de Alafech
erano sublevati contra il re, et, ussiti fuora a l' im- ( di si, 10 di no ; et 0 captum.
provista, asaltò il campo con occision e captura de
molti. E il re, vedendo andar le cosse in longo, vol|
andar im persona a l'impresa, e mena con lui solum
homeni di guera; la raina et li oratori restano li etc.
Da Roverè, di sier Nicolò da cha' da Pexaro,
provedador, di 24. Dil partir dil cardinal curzense
per Verona, et chome à mandato uno suo explorator
a Nolimberg, dove si trata una dieta, e za è reduti
molti prelati e baroni. Item, di domino Antonio di
Agresta, avisa alcune cosse.
Adi ultimo fevrer, domenega. Fo predichato a
San Marcho, per fra' Raphael di Milam, predicha sul
campo di San Pollo, à gran concorsso. Vi fu el principe, li oratori papa, Franza, Napoli et Ferara ; et
predicho do horre: de tentatione diaboli ad Christum,
dicendo era tre temptation, di la carne, dil mondo
et dil diavolo etc.
Et poi, reduto il colegio, vene l' orator di Franza, e mostrò una savia letera scrive al roy; par habi
scripto zercha quel domino Francesco de Montibus,
orator di Napoli, è al re di romani, voleva pratichar liga con questa Signoria et la repudiation fata.
Item, di la venuta di quel abbate di eri, vien di
Roma, va in Alemagna, voleva etiam pratichar liga ;
DaBergamo, di rectori, de 20. In materia di
soldi falssi, et manda una depositiom di uno, vien
di Elemagna, qual nomina, sta a Lover, parti a dì 7
del mexe, dice el ducha Alberto esser a Olmo con
la bandiera di l' imperio. Item, li milanesi stanno ❘ et come il principe li rispose, e di la bona voluntà
mal, vendeno li cavalli per viver ; et etiam li sansaverineschi à pochi soldi ; la raina è a certo loco con
Frachasso, et il re è andato a Nolimberg.
nostra in tenir la liga con Franza, disse mal dil papa
et di suo fiol ; e di re Fedrico, per ben de Italia, saria ben fusse za ruinato.
Da Udene, dil luogo tenente, di 25. In materia de Da Roma, di l'orator, di 23. Come, ricevute
stratioti ; et che Dimitri Prothospatari con 50 stra- do nostre di 17, una in materia di corpi di galia,
tioti manderà in Dalmatia, justa li mandati ; qual con la poliza, et l ' altra dil nephando caso dil rapto
vol do page. Item, sier Agustin Coppo, fradello dil di la dona dil capetanio di le fantarie, fo dal papa,
provedado di Gradischa, è venuto li ; voria esser in ❘ licet fusse marti di carlevar, e il papa era im piaceri,
loco dil fratello. Risposto, non poter.
Vene lo episcopo di Rossi, di Trevixo, in materia di haver pagato sue decime; dimandò certe cosse particular etc. Fo expedito.
et li narò il caso dil rapto, dicendo la Signoria non
meritava questo, et è principij di malla natura e pejor exempij ; dicendo il mandar al ducha di Alvise
Manenti , secretario, et di l' orator di Franza andato.
Veneno li 4 oratori di Verona, et parlò domino Et il papa mostrò in gesti e in parolle haver gran Andrea di Pelegrini, dicendo haver auto letere di la molestia, dicendo: È cossa bruta, horenda e detcsoa comunità che, reduto il conseio, rispondeno non stabile ; et non so quelli l'ha fato che genus supplipoder pagar li soldi 5 per campo, e fè gran discorssi . cii meritarebe, per esser ofesa Dei et mundi. Si el
Fono mandati fuora ; e, consultato, il principe li ri- ducha l'à fato, l'à perso l'inteleto. Tamen, che
spose dovesseno pagar ; dimostrò li pericoli di la | monsignor di Trans, venuto qui, li à dito il caso ; et
christianità ; e disseno, scriveria.
Veneno li 4 oratori di Brexa, et 0 disseno in
materia di soldi 5 per campo, ma in cosse altre per
la comunità lhoro. Et fono expediti .
In questa matina fo ballota ducati 200 per expedir sier Cabriel Moro, va al capetanio yspano, et
comprato li arzenti, oltra quelli ſo dil re di Franza,
donò a li nostri oratori ; tutti costo ducati ... milia .
Item, fo parlato darli una letera di credito in sier
Lorenzo Miani, a Palerıno.
Da poi disnar non fo nulla, et colegio non se
esser slà uno Diego Ramires, capetanio di 300 fanti , al qual questa dona prima li havia promesso.
Laudo il capetanio di le fantarie nostro ; et dice :
Si el ducha non à colpa, dia castigar quelli à fato
tal cror. E comesse ad domino Hadriano, secretario,
uno brieve al ducha, qual manda la copia a lo episcopo di Thioli qui. Poi disse : Se Dio vuol che le
cosse vada cussi, che se puol più ? E poi li disse :
Domine orator, avè vu letere di la Signoria ? Et lui 571 *
ge la mostrò. Qual leta, tutto si commosse, e postosi le man a li ochij , senza dirli O nè darli licen-
1477 MCCCCCI, MARZO. 1178
572
era stà tosegato ; pregando la Signoria nostra, per
li meriti dil padre, volesse dar tutta la conduta a lui .
Et il principe li usò bone parole, e si consulteria .
Veneno li oratori vicentini, et parlò domino Nicolao Chieregato, qual era stato a Vicenza, et nel suo
conseio parlato, et presentò una letera di la comu- nità, qual si scusa non poter pagar li soldi 5 per
campo, per esser molto gravati, più di cita habi la
Signoria, et sono poveri etc. Et poi esso Chieregato fè un longo discorsso. Et, mandati fuora, consultato,
tia, si levò e andò in una altra camera con el cardinal di Capua. Et poi à inteso parlò assai con quelli
dil ducha di tal materia etc. Et in colegio fo consultato mandar la copia di ditta letera al provedador
di Gradischa, acciò la mostri al capetanio di le fantarie ; e scrito a Zervia, vedi di saper la verità dil successo di dita dona. Et sier Piero Marcello, savio
a terra ferma, mostrò una letera, li scriveva di 26
esso capetanio di le fantarie, di Aquileia, come, se li pareva, manderia uno suo homo a Roma al cardinal Michiel et quel di Napoli , et uno in Franza da li | licet in qualche parte dicevano raxon vere, tamen
soi parenti con le letere di la Signoria, per haver
la restitution di la sfortunata sua donna ; et è segno
l' amava molto etc.
Da Verona, di rectori, di 24. Come quelli citadini, chiamato il lhoro conseio, et parlato di la materia di campi, per niente non voleno assentir. Item,
fo altre letere di rectori nostri di terra, O perho
da conto.
non era di aprir sta porta. Et li fo ditto pagaseno justa la diliberatiom dil senato, perchè, in tanto bisogno, questo era il voler nostro.
Fu fato cassier di colegio, in luogo di sier Francesco Foscari ; et rimase sier Marco Zorzi, savio a
terra ferma, zoè per uno mexe.
Item, fo balotà dar cara 25 di legne per uno a
cinque monasterij , Santa † di la Zuecha, Santo AnVene sier Gabriel Moro, savio ai ordeni, va a drea di Zira' , i Anzoli di Muram, Santa Chiara di
don Consalvo Fernandes, et tolse licentia ; usò mol- | Muram, et il Corpus Domini, tutti observanti.
te parole, si parte doman.
Da poi disnar fu gran conseio ; fato avogador
di comun, in luogo di sier Beneto Trivixan, el cavalier, a chi Dio perdoni, sier Lorenzo di Prioli,
fo avogador di comun, quondam sier Piero, procurator, di una ballota in scurtinio di sier Hironimo
Donado, dotor, fo avogador, et in gran conseio di
19di sier Piero Marcello, savio a terra ferina. Et fu
fato dil conseio di X, in luogo di sier Marco Sanudo, entrò consier, sier Lorenzo Contarini, fo patron
a l' arsenal. Et è da saper, dito sier Marco Sanudo,
licet intrasse consier, exercito l' oficio di cao di X
fin questo zorno et consier, per non esser stà fato
in locho suo. Item, sier Beneto Sanudo, l'avogador
di comun, stridò i ladri ; fo brieve etc.
Noto, ozi a Muram fu fato una solennità di certo
corpo, trovado a San Donado, di San Girardo, qual
fu da cha' Sagredo, zentilomo nostro, episcopo et
martire. Et si ha trovato la soa legenda, qual Jo l'ho,
et fu posto honorifice con il vescovo e gran cerimonie in uno altar, dove l'è al presente ; et in Hongaria è molto celebrato tal santo.
Dil mexe di marzo 1501.
Di Crema, di sier Hironimo Bom, podestà el
capetanio, di 24. Più letere in risposta et cosse oсоrente, et per l' aqua certa ruina seguita, et la reparation fata.
Da Casal Mazor, di sier Piero Marzello, provedador, di 23. Cercha quelli homeni, qualli per
madona Antonia fonno banditi, et par sono venuti
a star a Castel Zufre' . Item, a dì 21 passò per li uno
burchio con francesi 150, et volendo si acostasse,
mai si volseno essi francesi acostar, usando di stra
nie parole, et andono mia 8, a una villa di 300 fuogi, di domino Rolando Palavesin, chiamata Stagno,
qual sachizoe ; e si dice ne vien di altri per Po.
Item, in quel instesso zorno, passò uno burchio col
conte de Misocho, va a Lucera per la moglie, e andar a Mantoa. Etiam uno nepote di monsignor di
Ligni passò per terra con 40 cavali, va eliam a
Mantoa.
Di Hongaria, di sier Sabastian Zustignan, orator, date a Buda, a dì 2-4 zener, qual manchavano
azonzer. Come, ricevute nostre di primo, con li sumarij, et che l'orator designato a quella majestà
presto saria li, ſo dal re, qual era ritornato da la
caza, e li comunicho il tutto. Item, il cardinal legato
si ha, za 8 di, esser a Alba Real ; e il re l'ha fato diAdi primo marzo. In colegio vene domino A- morar, per andarli contra a honorarlo im persona ;
scanio di l' Anguilara, fo fiol dil signor Deiphebo, et lui orator ozi spazò il suo secretario a esso carqual è ductor nostro, et con suo fratello ha cavali dinal, et à diliberato andarli mia X italiani contra,
100; et disse come suo fradello, domino Jacomo, a star una note con soa signoria, per poter conferir.
era morto andando a Roma a tuor la madre, qual | Item, sono venuti li tre oratori di vlachi, zoè do di
1479 MCCCCCI, MARZO. 1480
Stefano Carabodam di Moldavia, con cavali 70, con
presenti al re, et uno dil transilvano ; e par siano
venuti per saper la voluntà dil re zercha romper al
turcho, et la resolutiom à fato, et hanno auto audientia ; non sono stà expediti, sì che questi do dipende |
da la regia majestà, quello la ſarà, lhoro farano.
Item, par siano venuti turchi a li confini di Smedro,
mia 4 di Belgrado, cavali 4000, et altri, qualli vicinano ben con hongari, e in tempo di pace si soleva
far corarie ; hora, non solum non fanno danni, imo
chi fuze da lhoro li taiano. Item, se intende il turcho prepara armata, et fa far alcuna sorta di navilij
per il Danubio. Item, l'orator dil turcho, era im
Polana, è venuto de li ; sarà expedito insieme con
l'altro. Item, di la venuta di l' orator nostro, vien
de li, O s' intende.
|
|
|
Dil ditto, di 29. Come ozi fo a visitar il cardinal
legato, qual li disse di la tardità di oratori, et quelli
signori si duol, et come volleva far licentiar li oratori
turchi. Si laudo assai de li honori fatoli per la Signoria nostra. Item, ozi è venuto da lui uno Lucha
da Zara, qual questo San Lucha passato fu preso
da' turchi, con moier et tre fioli, in Verbosagna. Dice
Schander bassà si prepara a tempo nuovo di vegnir
in Dalmatia et Ystria, e prepara gran numero de
pichi di ferro, manare e verigole, e che il signor
turcho vol ussir fuora questo estate, per venir a
Corfù ; fa gran preparation di armata ; et che Schander à cavali 7000, e vol andar con ditti pichi a Nona
o Lavrana e Cressoviza, castello in Possega di la ditiom dil re di Hongaria. Et dimandato il modo dil
capitar de lì a Buda, rispose esser stà mandato per
Schander a explorar, e, tornato, lo 'l voleva mandar
a la Porta, e se confida in lui. La caxon è, per haver
ditto gran mal di la Signoria per far il fato suo, e li
havia fede ; e che di l'andata dil signor turcho a
572 la Transilvana, regno di Boemia, con li duchati Mo- | Corphù sa, perchè cussi se divulgava; et che, poi
Dil dito, di 28. Come andò a Tetem, mia X di
Buda, dal cardinal legato, et scrivi di coloquij abuti
insieme ; et O li volse dir di la mitigatione etc. Et li
dimandò quello poteva far il regno di Hongaria, con
ravia e Slesia ; conclude, esso cardinal è ben disposto, e vol far con il re di licentiar li oratori turchi,
e vol dar opera che li moscoviti e Prusia si unisca
insieme contra tartari, acciò il re di Polana possi
esser contra turchi ; e cussi steno fin hore 4.
disciolta la union fu fata a Bacia, el ditto Schender
mostrava non temer alcuna cossa, perchè 'l dice,
christiani non esser in unione. Et ditto Lucha esso
orator lo mandò dal conte Josa, qual lo examinoe,
et a lui lo rimandò, ringraciando assai etc. Item, di
l'orator nostro vien li, O intende.
Da poi disnar fo pregadi, vene il principe et leto 573
Di Zenoa, di monsignor di Ravastem, governador, di 26, in risposta di nostre. Zercha le caravele
e robe di sier Francesco Morexini, orator nostro,
olim a Napoli. Risponde haver fato il possibile a la
recuperation, come sa uno zentilomo nostro è li ;
ma le robe fono tolte da quelli non è nel suo poter ;
poi lui non à poder sul capetanio di le charachie.
Conclude, vol tratar venitiani come francesi in quelle
parte.
Dil ditto, di 28. Chome ozi, summo mane, el
cardinal si levò, per andar a Buda, di Tetem, e li Noto, el piper in questa terra soleva valer duvene contra a mezo il camin el reverendo vespri- | cati 130 el cargo, et era carissimo ; et perchè todemiense, secretario, el conte Josa e uno baron di schi steno un mexe a comprar, caloe a ducati 102,
Boemia con cavali 200, quale fece una oration la- ❘ et cussi val al presente etc.
tina ; poi, mezo mia lontam di la terra, vene il re
con suo fratello ducha e il cardinal ystrigoniense, le lettere.
qual fè una oration. Et il legato li rispose. Poi vene
le chieresie con grandi e richi apparati di croxe,
pivialli e apparamenti somptuosi, et con questa
pompa passò avanti la caxa di l' orator dil turcho,
qual era a la finestra, con gran popullo su la strada ;
e da una parte e l'altra erano li frati, si di observantia
come conventuali, che cantavano psalmi. Et conduto
a la chiesia principal, fece le cerimonie, et il relo
acompagnò poi fino a lo suo alozamento. Et esso
orator acompagnando il re a caxa, il cardinal li disse,
dolendossi di la tardità di l'orator nostro. El qual
cardinal il zorno avanti era venuto de Ystrigonia, e
l'orator lo visito ; qual si dolse dil capello, e par il
papa voi el vadi a Roma. Item, visitò poi el canzelier
di Boemia, noviter venuto, homo sapientissimo, et anima regis ; qual disse era per far il tutto il re, qual è disposto a la expedition, ma li bisogna subsidio
didanari.
|
❘
|
Da Liom, di quel Bonim de Boninis, amico fidel, di 16. Zercha il successo poi la morte di sier
Beneto Trivixan, el cavalier, orator nostro ; qual si
dolea in la malatia più non poter zonzer prima a
Venecia che'l morisse, a narar a la Signoria ; e più
di questo si dolea, cha di la morte. E, morto che 'l
fu, la fameia rimase sbigotita ; et lui dè ordine a le
scriture etc. E il schalcho volea portar il corpo a
Venecia, sub silentio ; et li parse vergogna di la Si-
1481 MCCCCCI, MARZO. 1482
'l corpo era ancora ne la parochia, tanta moltitudine 573 *
di zente era, per modo fu fato uno obito molto honorevele, fo molto laudato da tutti, depositato el
corpo in San Francesco, e fato li debiti officij, e dato
ordine a tutto, e di la soa famiglia. Et poi fece portare el corpo, sabato do hore avanti zorno, con la
ſameia, fora di Lione ; che fo a dì 13; e anderà fino a Turino, et li si meterà a vegnir a Venecia ditta fameglia con il corpo per aqua etc.
gnoria. E li disse non havea il modo dil dinaro di |
far le exequie; lui trovò danari, per honor di la Si- ❘
gnoria nostra, da 4 venitiani merchadanti, qualli si
oferseno. E ordinò tal obito, ch'è gran tempo che |
in Liom el simile non fu fato. L'ordine fu questo. ❘
Primo, ordinato el corpo per modo si potesse conservar, per portarlo a Venecia ; poi fece convitare |
tuta la chieresia di Lione, che fonno in tutto capi
chieregati 437; poi tute le riegole di frati, che fonno |
322; poi l'andò a convitare el loco tenente dil re, e
tuti li magistrali di Lione, pregando doveseno venire
al corpo, et quelli veneno; poi fece convitare de
molti citadini ; poi tutte le natiom taliane, che erano
in Lione, merchadanti e di altra natione. Veneno
assai : primo vene el consolo di fiorentini, con molti
merchadanti acompagnato ; da poi luchesi tuti che
si trovono, et molti zenoesi, tuti veneno a honorare
el corpo. Et perchè si costuma, quando more qualche nobile, di fare sonare le campane de la parochia | amantissima patria promptissimo, dicendo : Dove io
dove el more, lui otene di fare sonare tutte le parochie et molti monasterij, la sera et el zorno che si
portava el corpo, per modo che fu laudato assai. E
feze coprire la cassa dil corpo di uno panno d'oro,
in sul qualle ſeze metere in mezo da le bande San
Marcho, e da li canti le arme trivisane, come si costuma a fare quando more uno oratore. Poi ordinò
36 dopieri honorevelli e grandi, in su li 18 teze metere le insegne di San Marco, e su li altri le arme
trivisane. Poi trovò 8 dopieri di zera biancha, di lire
9 l'uno, portati de Italia, che più non se ne trovava ;
et questi fonno a l'intorno el corpo portati da 8
merchadanti venitiani et amici di la natione, vestiti
tutti di negro. Poi feze vestire 4 persone di panno
negro, come li se costuma infino a terra, in modo
de lugubri manti, che significhava mestizia et dolore; et quelli andavano dui davanti et dui da drieto
el corpo. Li luchesi, amici grandi di la natione veneta, mandono 36 dopieri honoreveli , in su li quali
erano le insegne di la comunità di Lucha; da poi
uno luchese, à nomę missier Piero di Pogio, mando
in sua spizilità dopieri 12, a la qualità di altri, con
el suo segno ; che fo una bella luminaria, più di | Udene, et de li etiam si parti sier Antonio Loredan,
Dil cardinal Michiel, soto scrita : Deditus Joannes episcopus portuensis, cardinalis Sancti Angeli,
data a Roma, a di 22. Una sapientissima letera
vulgar, zercha il pagar di le sue decime, et lui sempre esser stà prompto, et malla informatione esser
stà data a la Signoria nostra, lui non vol pagar, ma
ben inter loquendum disse di le gran spexe ha, e il
caro viver, sì che non merita esser machiato di ava-
❘ritia o cupidità simile, et esser stà sempre di la sua
quello si usita fare in Lione. E tuti erano davanti el
corpo; et quello era portato da 6 preti per più honore, fina a la parochia. Da poi levato quello da 6
frati di San Francesco, e portato con tuta la precessione fina al convento lhoro, dove era parechiato
uno baldachino honorevele, dove era suso da le
teste San Marco, con le arme trivixane intorno ; in
sul quale erano candeloti 250 honoreveli, per modo
che la precessione era in San Francesco zonta, che
son nato, dove le carne e 'l sangue mio se nutrisse,
e dove parimente ogni quiete e pace dil spirito mio
se ripossa e conserva ; e, per concluder, non solum
le decime, ma tuta la faculta mia e el sangue e la
propria vita et me ipsum in holocaustum offero liberamente, quandocumque a quello illustrissimo senato
parerà che expediat rebus suis etc. La mansion dice :
Serenissimo principi et excellentissimo domino, domino Augustino Barbadico, duci Venetiarum etc.,
mihi observandissimo.
Fu posto per li consieri che sier Hironimo Donato, doctor, va orator al re di romani, possi vegnir
im pregadi, non metando ballota. Et have tutto il
conseio, tamen ozi non vene im pregadi.
Fu posto per li consieri, dar il possesso di uno
canonicha' di Padoa, vachado per la morte di domino Sancto de Palazago, al reverendissimo cardinal
Corner, qual li ha conferido il legato qui. Et fu presa.
Fu posto per tutti li savij, che sier Hironimo Donado, doctor, electo orator al re di romani, si debbi
partir per tutta questa setimana, sotto pena di ducati
200. Et ave tutto il conseio. Zoè che 'l dito vadi a
el cavalier, suo collega, et il colegio habi libertà di
elezer uno provedador a Udene, come alias è stà
fato, fino vadi il luogo tenente electo.
Fu posto per li savij dil conseio, excepto sier Antonio Valier, e li savij da terra ferma, che al signor
Bortolo d' Alviano, qual à compito la ferma, et dimanda 100 homeni d'arme di più, li sia risposto
per el principe, haverlo tolto per fiol etc. , et scusar
per adesso di l'agumento ; et sia reconduto per altri
1483 MCCCCCI, MARZO. 1484
574
do anni, et uno di rispeto, in libertà di la Signoria |
nostra. Sier Antonio Valier andò in renga; disse le
zente d'arme nostre era mal in hordine, et si spen- deva ducati 158 milia in quelle, di le qual 50 milia
havia il nostro governador, et questo 15 milia ; et messe d'indusiar, et si venisse il colegio al pregadi,
zercha la provision di le zente d'arme. Li rispose sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, savio dil
conseio ; poi laudò molto l'Alviano. Et cussi tutti li
savij altri messeno, etiam la zonta, di venir al pregadi questa setimana, per la riformation di le zente
d'arme. Or parlò il principe, per la parte di savij ,
et dipense el diavolo. Andò le parte : 2 non sincere,
Odi no, 30 dil Valier, 127 di savij. Et fu presa. Et
fo dato sacramento a tutti di la disputation.
Fu posto per tuti i savij, che sier Cabriel Moro,
va orator al capetanio yspano, spendi ducati Xal
mexe, menando domino Francesco Fiorian con lui.
Item, in cortesie possi spender ducati 25, et compri
tre cavalchature a spexe di la Signoria nostra. Ave
tutto il conseio. Et li fo fato una letera per sier Pollo
Antonio Miani, di credito a Palermo, a suo fratello,
di ducati ...., da spenderli bisognando.
Fu posto per tutti, ut supra, una letera a l'ora- tor nostro in Franza, laudando di le operatiom fa a
presso il re, et solicitar di l'armata, et debbi conti- nuar ; et soa majestà à fato bone provision zercha monsignor di Ravastem, per la restitution etc. Ave tutto il conseio. La qual letera si poteva far per colegio, et non per pregadi .
Adi 2 marzo. In colegio veneno sier Domenego Morexini et sier Lunardo Loredam, procuratori, ai qualli per il principe fo dimandato, per il bisogno di armar, danari im prestedo, et se li ubligaria li depo- siti di april e mazo per mità. Promiseno prestar
quello potrano. Etiam vene sier Marin Lion e sier Alvise Bragadim; et risposeno questo medemo. Quelli
di la chiesia di San Marco non veneno ancora.
Veneno sier Constantin di Prioli e sier Zuan Mocenigo, provedadori sopra la exatiom di debitori ; e
disseno tra li altri, tre comandadori dil zudega' di
proprio, debitori di assa' danari a li governadori, per taxe. Et il principe li fè vegnir dentro, per cavarli la bareta, perchè domente l'anno, niun è superior ;
tamen fè compassion a tutti, et O fato. Vene il signor Bortolo d' Alviano, et ditoli per il
principe alcune bone parole; poi li fè lezer la rispo- sta dil senato. Rispose esser stato cinque mexi, poi
compito la ferma ; voleva etiam servir questo instade, et non acetava la riferma. E ditoli assa' dovesse
pensarsi et non risponder cussi presto; et si partite.
Vene l'orator dil papa, e mostrò uno brieve
molto caldo, scrive il papa al ducha di Valentino, in materia di la dona rapta, et volendo excusar la innocentia dil ducha. Il principe li disse : Domine legate,
l'è pur 14 zorni, O habiamo di provision habi fato
il ducha, ch'è mal signal etc. Poi el legato dimando le arme, poter trar di Brexa, per Vitelozo. Li fo risposto, Vitelozo ne ſeva corarie e danni su quel di
Ravena.
Vene l'orator di Franza, e mostrò una letera li
scrive monsignor di Ravastem, qual lo carga assai,
et che la nave Pensea non à armà per far mal etc.;
et mostrò etiam la risposta li ha fato, e come tutte
doletere mandava al roy. Item, mostrò uno capitolo di monsignor di Trans, di 25, di Roma; scrive a
esso orator in materia di la dona rapta, et come lui
mandò un zenthilomo a esso ducha, qual era a Ymo- la etc. Item, presentò una letera dil senato regio a la Signoria, in materia alcuni alemani à porto una su- plichation zercha certi dacij, che a Caravazo vol in- novar etc. Il principe li rispose si vederia.
Vene sier Hironimo Donado , el dotor, electo
orator al re di romani, dicendo non poter andar con
ducati 120 al mexe, per la gran spexa si convien
far ; perhò che la parte è streta, nè si pol meter più
summa ; tandem è bisogno veder, acciò el vadi.
Vene sier Cabriel Moro, dicendo era spazado,
aspetava la letera dil Miani; et cussi questa note si parti con barche fino a Puola. Mena con lui secretario Zuam Francesco di Benedeti.
Da Roma, di l' orator, di 24. Come fo dal papa,
qual havia pia animo, e disse la Signoria zercha dar cargo al ducha, qual era, la note segui il caso, a
Ymola; l'à scrito per tutto, etiam nui scriveremo in soa justifichation. Et li lexe il brieve havea scripto a esso ducha. Et l'orator li rispose sapientissime ; et
scrive il papa esser gaiardo di parole, tamen ne la faza mostrava la passiom abuta ; et Capua li ha dà
animo.
Dil dito, di 25. Come uno zenthilomo di caxa
Pignatello, neapolitano, parente dil Carazolo, cape- tanio nostro di le fantarie, era venuto da lui, oferendossi far etc. per la recuperation di la dona. L'orator li rispose. Item, monsignor di Trans è lì ; et che l'orator dil re di romani li ha ditto piacerli assai ,
che li nostri vadino al suo re. Item, di le galie 0 à 574 voluto dir fin hora al papa, ni di 20 milia ducati per Hongaria. Item, el cardinal Michiel, per quanto à inteso, è contento pagar le so decime.
Da Napoli, di l' orator nostro, di 21 fevrer. Co- me eri il re ritornò da Pozuol ; manda una galia la
1485 1486 MCCCCCI, MARZO.
principio di quaresema, con uno al capetanio yspano
in Sicilia, qual si ha, a Saragosa à fato retenir il
governador de li, per disacordia con lo episcopo di
quela cità , altri dice, perchè era in inteligentia con
Franza. Item, quel Lucha di Rossi, va a la Vallona,
partirà al principio di quaresema, con li presenti
manda il re al turcho. Et soa majestà li disse, voleva prima mandarlo da lui orator a parlarli. El qual
rispose, haver scrito a la Signoria, et tacite recuso.
Item, il Regulano è expedito, ma non parte si presto per Roma. Colonesi non vol trieve con Orssini ;
si miraveglia, domino Laurentio Suares, orator yspano, se impazi ; e li à scrito fazi observar a li Orssini
la trieva prima, et dicono non voler far contra il
papa, et che Paulo Orssini era venuto a Roma per
poner Piero di Medici in Fiorenza ; et za il signor
Prospero li ha ditto, andando col re a veder le fabriche, etiam il re di Franza vol meter Medici in
Fiorenza. Item, è letere di Spagna, fresche, come il
re andava a Burgos, e li aspetava l'archiducha di
Bergogna e la fiola, et la raina sorela di esso re non
ritoruava a Napoli, ma aspetava la risposta zercha
il matrimonio di re Fedrico. Item, c'è letere di oratori di quel re in Alemagna, chome li principi non
vol le trieve con Franza confirmar. Item, li a Napoli è stà retenuto uno frate, portava letere di foraussiti napolitani ivi. Item, le angarie si scuode, ma
sono risolti in certa quantità ; e per questo è venuto carestia di vin et formento. Item, il marchexe di
Mantoa à manda 3 cavali zaneti e uno ronzino a
donar al re, e li manderà a l' incontro alcuni cavali
grossi . Item, ricevete letere andava a li rectori e cаstelani di Puia, le manderà ; et scrive in materia di
la trata, et haverà il privilegio per li cara 1000 etc. ,
sopra di questo.
Item, il capetanio di l'armata, zonto, ſe un edito
per tutti li forni, niun cuosesse pam, si non per la
soa armata, e cussi per tuta Sicilia.
Di Franza, di l'orator, date a Lochiers, a di
16. Come fo da la raina, et ringratiò di l'armata
fa ; li dè la nostra letera. Quella rispose, haver posto hordine in Bertagna, l' armada sarà in hordine ;
à manda Jaches Jachel, capetanio suo etc. Item, el cardinal San Severino è andato a Paris, e, con licentia dil re, poi va a Roma. Etiam va per orator mon- 575
signor di Gramont, fo alias, al tempo di sier Pollo
Capello. Item, é zonto dal re uno orator di Bolo- ❘gna ; si dice il re non li farà contra ; avisa coloquij
abuti con l'orator yspano, qual dice i suo' reali renoverà l' armata, et etiam farà il re di Portogallo.
Item, il re à scrito a Zenoa, a Renier Parente, suo
capetanio, armi .
Dil ditto, di 18. Come ricevete tre letere nostre, di 2, 6 et 7, con la risposta dil re di romani,
di l' aceptar li oratori ; e li sumarij de mar, Dalmatia e Hongaria. Il re era andato a uno vilazo, lige 7
de li, a piaceri ; unde ſo dal cardinal, et comunichatoli il tutto. Disse havia posto hordine a tutto ; et il
re à 'uto una letera dil re di Hongaria, di primo dil
mexe, che si scusa non haver manda si presto li
oratori soi, ma venirano ; e dice di suo fratello re
di Polonia, qual à guerra con tartari, et poi è amal- lato. Item, il cardinal li disse, li piaceva dil re di ro- mani ; si duol di danni di Dalmatia, e si soliciterà
lo armar, e il re a dì 20 sarà li, et l'orator manda
doman il suo secretario dal re. Item, l'orator dit
papa li fa più chareze di l'usato, e à inteso, il cardinal dice ben di la Signoria nostra.
abuto dil re di Hongaria e dil re di romani ; li piaque. Item, avisa monsignor di Ligni haver acerta ,
cardinal Roam à la febre terzana.
Del ditto, di 20. Come il suo secretario era tornato dal re, qual li comunicho il tutto ; e di l'arDa Palermo, di sier Lorenzo Miani, consolo, di mata fa il turcho soa majestà disse : Li nostri leXfevrer. Come à scrito zercha la ripresaia, et avisa | gni la buterà a fondi. E li disse di la letera havea
dil zonzer dil capetanio con l'armata a Saragosa,
dove fece retenir quel governador, e à tolto la possession in si, e mutato li oficiali, e à fato novi ; el ❘ li oratori neapolitani praticha acordo col re ; et il
qual governador havea posto in castello l'artilarie e
vituarie, et si dice è pazo. Item, una barza di 400
botte, con tre navilij armati im Provenza, zoè ussiti
di Marseia, par sopra Lacantera, a Cao Martim, habi
preso 20 velle de catelani e spagnoli, unde el vice re
à spazà corier a Saragosa, al capetanio yspano provedi ; si stima manderà qualche barza contra. Item,
zenoesi à comprato, in mancho di 20 zorni, salme
60 milia di formenti ; zoè salme zeneral, ch'è stera 3 1/4 per salma, ch'è stà gran compreda ; li ha
pagati tari 12 17, in terra, che son stara 200 milia.
Da Vicenza, di rectori. In materia di vermi di
seda voleva il nontio di missier Zuan Jacomo Triulzi; et con bel modo hanno fato con li citadini , si
che è partito senza averne, et li danari ebeno voria
mandarli qui , acció se mandasse al secretario a
Milan .
Nolo, vene nova di la morte di sier Andrea
Zorzi , quondam sier Polo, era podestà e provedador a Martinengo ; e fo fato in locho suo.
De Zara, di rectori, di 26. Come a di 24 rice-
1487 MCCCCCI, MARZO. 1488
575
vete nostre di 6, state assa' a venir ; unde feno co- di fanti a piedi, aute dal ducha di Ferara ; et come,
mandamento a le do galie andavano al Zonchio, do- scrivendo, è zonto don Ferante, ritorna di compa- vesseno andar a Sibinicho, e cussi andono. Et poi gnar la raina. Item, per un' altra letera, esso podequella note medema ricevete letere di 20, con la stà scrive zercha l'andata dil conte Zuam Aldroparte di bandizadi, qual publicò il dì di festa. Item, vandino con 100 balestrieri a cavalo a Zara, et coeri, a dì 24, zonse sier Marco Antonio da Canal, so- me l'è presto andar, ma li bisogna haver do page.
pracomito ; et ricevuto nostre zercha il far di home- Adi 3 marzo. In colegio. In questa matina intrò
ni per li danari mandati, rispondeno haverli za dati | la galia grossa, sopracomito sier Alvise Vituri, vien
a li stipendiati etc. Item, il signor Schandarbecho,
zonto li, subito parti, come scrisseno. Item, ricevete
li 100 barili di polvere. Da novo hanno, per uno
aviso li scrive uno Zorzi Benchovich, che im Bossina si fa adunamento, et questo far di luna col campo insirà per Zara o per Sibinicho.
Da poi disnar li consieri deteno audientia, et colegio si reduse a consultar. Vene le sotto scripte letere, et Jo andai a Lio a far la mostra di 200 pro- visionati, con Jacomin di Val Trompia, contestabele,
qual si manda a Zara, et cussi ozi feci la descriptiom,
et il zorno sequente la mostra; à ducati 30 per la
sua persona, 8 caporali, et nel numero di questi è
100 schiopetieri .
Da Zara, di rectori, di 14 fevrer. Come eri
zonse li el signor Schandarbecho, con sier Antonio
Bon, provedador. Item, avisa quella cità star ben
di peste.
a disarmar elc.
Vene il signor Bortolo d' Alviano, et, parlato alquanto, mostrava recusar la conduta. Il principe lo
persuase acetar, e a la fin contento.
Vene l' orator di Franza, dicendo quando si expediva li oratori al re di romani. Li fo risposto, se
li comunicheria l' andata e la comission.
Vene sier Piero Morexini, avogador, et taiò tra missier e consieri certa termenation fata per sier Al- vise Belegno e sier Alvise Barbaro, cai di 40 zivil,
nolente in opinione sier Zuan Alvise Diedo, zercha
certa suspension, fata in favor di sier Bernardo da
Canal, condanato per pregadi per le cosse di Antivari, contra i syndici etc.
Di Otranto, di. sier Alvise Contarini, governa- dor, di 12 fevrer. Come eri ricevete letere di Castro, mia 15 de li, locho a marina, par a dì X, hore
18, naufragò li uno gripo corfuato, et fo trovà una
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadim, conte, di cassa con letere dil capetanio dil colfo, andava a la
XI. Come per homeni venuti da Traù, che eri, a Signoria, qual è da creder havesse letere dil zeneral,
l'alba, cavali 500 di turchi corse a presso Traù, ❘ ni altro si à trovà ; et par sia il gripo solito a por- menò via anime de li orti di la cità, et nostri ne tar letere. Item, ozi terzo zorno, per uno navilio e
prese alcuni turchi, e alcuni morti, e si dice verano uno maran, venuti di Corphù, à inteso, el zeneral
su quel teritorio di Sibinico per Grebazo e Cavoce- | haver a Corphủ posto ordine, far imbarbotar alcune
sta, dove è assa' anime e animali, tamen lui à provisto etc.
Dil ditto, di 12. Come el vien de qui do noncij
per quelli fanti e stipendiati, quali non pol viver, et
per esserli stà provisto, satis est.
barche per andar a la Vajusa, e posto ordine che, al
sonar di la trombeta, tute le galie se havesseno a
levar, justa l'hordine. Item, è il morbo in Sicilia, a
Palermo, Misina, Saragosa e Catania.
Dilmarchese di Mantoa, di primo. Zercha i soldi
falssi, si duol di certa crida; dice a le porte ne à 'uti
assa' soldi, fatti sul cremonese e altrove, etiam soe
di novo. Si soto scrive : Schiavo e servidor.
DaBergamo, di rectori. Manda ducati 500, scossi
per conto di campi, et quelli citadini sono prompti ;
vano scodando, et manderà poi ; li qual danari fonno
mandati in la procuratia, juxta la parte. Etiam eri
vene di Trevixo di tal raxom danari.
Da Ravena, di 28. Come il ducha Valentino, a
di 26, parti da Ymola, andò a Solarol, e li dormi
quella note ; et eri tornò a Ymola, et ozi, ch'è do- | monede falsifichate ; et fin pocho la Signoria udira
menega, dia far una caza de 6 tori, et star in festa ;
aspeta zente per l'impresa di Faenza, et ha comandà uno homo per caxa in Romagna a li lochi soi.
Item, lui podestà à mandato messi per saper di la
dona dil Carazolo, 0 à inteso ; crede ni el spagnol ni
lei più si troverà. Item, di Faenza tulti si prepara a
la fortifichation, et ozi terzo di zonse a Ymola el
conte Lodovico di la Mirandola con 34 balestrieri a
cavallo, per socorsso dil ducha ; et quel zorno zonse
li a Ravena uno secretario dil papa, vien di Ferara, Vene la moglie, fioli e fradelli, fo di sier Marco
per via di Santo Alberto ; à conduto de li lanze 500 | Tiepolo, morto sopracomito, pregando la Signoria
Dil conte Alvise Avogaro, ductor nostro, daBrexa. Come voria certi cavali di le jumente è a Monopoli, a conto di suo bolete.
1489 MCCCCCI, MARZO, 1490
576
li provedesse, non hannoda viver, et li consieri li promisseno meter la parte in gran conseio, di balestrieri.
Da poi disnar fo conseio di X, con zonta di colegio e danari.
Adi 4 Marzo. In collegio. È da saper, eri con
la galia Vitura vene sier Francesco Zigogna, qual fo
provedador in la Morea, et fu in Coron quando si
dete a' turchi. Et ozi vene in colegio, vestito di paonazzo. Et, venendo, il principe li andò contra, qual
lo mandò via, dicendo non volerlo aldir etc. Et par
se intese per el ditto, come el vien sier Jacomo Venier, capetanio di le galie grosse, con altre 4galie
grosse a disarmar ; et par il capetanio zeneral habi
privato sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, di la provederia, et per do anni di ogni provederia, et vengi a presentarsi a la Signoria nostra ;
et questo, per esser partito da lui senza licentia, e
venuto a Corphù.
Vene sier Nicolò Dolfim et sier Nicolò Balastro,
exponendo, suo fradelo, sier Andrea, esser prexom
di turchi nel castello di Mar Mazor, qual ha di taia
ducati 700 ; dimanda di gracia, la Signoria li servi
di tal danari; vol dar li Pixani dal bancho per piezi ,
si 'l non mostrerà dover haver quelli di la Signoria,
qual era camerlengo e capetanio dil borgo di Modon.
Et il principe comesse al colegio lo expedissa, et
conseia la materia.
Vene sier Donado da Leze, provedador al sal,
al deposito, dicendo l'oficio dia aver, per salli, dal
ducha di Ferara, ducati 9000, et dal marchexe di
Mantoa, ducati 6000 ; unde fo scrito in ditti lochi,
in bona forma ; et perchè in le boche di Po si fa
contrabandi di sal secrete, fo ordinato vadi Zenoa,
con alcune barche, a tuor ditto sal.
Vene sier Antonio Calbo e sier Tomà Mocenigo,
governadori di l' intrade, dicendo mancha 6 dacij a
incantar, et è danno grande ; unde fo balotà do capitoli, l' uno che comenzi le 3 per 100, e intrada al
primo di ınarzo, e non di zener ; l'altro, siali ubligà
la prima muda di le galie di Fiandra ; et fo ordinato
li dovessero incantar al meio.
Vene el legato dil papa, dicendo esser ritornà il
suo secretario, mandò dal ducha Valentino. Primo,
di la dona dil capetanio, non si trova ni la dona ni
el spagnol, imo uno fradello di ditto don Diego, era
col ducha, è partito ; perho prega la Signoria si toy
zoso di la impression cativa havesse contra il ducha.
Item, esso ducha scrisse al papa, dovesse dar la cru- ciata e jubileo ; et, di le decime, par la Signoria nostra za le habi aute. Il principe li rispose, non si
vedea operation niuna di aver la dona etc. , cargando
assai ; et ne vien fato su quel di Ravena. Aquesto
il legato disse, se mandasse un homo di qui a justifichar; pageria per uno, doi ; et dimandò in nota
li danni facti .
Da Verona, di rectori, di do. Come haveano fato
proclame per li soldi 5 per campo ; tandem domino
Justo di Justi , domino Zuan Novello et domino Agustim fonno li primi hano portà a bon conto ducati
150. Et per colegio li fo rescrito, laudando questi etc.
Da Brexa, do letere, di primo. Come mandono
fuora messi per li soldi 5 per campo ; tandem si
sono venuti a dar in nota, et hanno scosso fin qui
lire 15 milia et 600 ; la terra à dà in nota campi 70
milia, et il teritorio 100 milia, ch'è pocho a quello
è lo efecto.
Da Padoa, di 3. In eadem materia, et zercha il
perlongar dil dom per colegio fo scrito per tutto
perlongasse a pagar con il don la 1/3 per tutto questo mexe, e l'altra mità per tutto mazo.
Da Spalato, di sier Hironimo Baffo, conte, do
letere di 16 fevrer. Il sumario di le qual scriverò
qui avanti.
Da Zara, di rectori. Come quella terra è sanna ;
suplicha sia leva il bando, perchè più non è alcum
pericolo.
Vene sier Hironimo Contarini, provedador sopra 576
la sanità, dicendo haver visto una letera particular,
im padoana è il morbo in 4 ville ; unde lo scrito a li
rectori avisase il tutto, et vi provedesse.
Intrò li cai di X; feno lezer alcune letere, mandato tutti fuora.
Da poi disnar fo pregadi ; non fo il principe ;
Vene lo episcopo di Rossi, di Trevixo, in materia dil debito suo di le decime, per il qual il podestà à sequestrà l' intrade, et par habi certi boletini, et leto le letere.
haverpagà; tamen falssi. Fo mandà per Piero di Stephani, scrivan a li governadori, et parlato assa' ;
nihil conclusum.
Vene el signor Bortolo d' Alviano ; acetò libentissime la conduta, et tolse licentia di andar a li alozamenti in trivisana ; et li fo ballotà una paga. Si
oferse, et pregò di esser operato.
1 Diarii di M. SANUTO Tom. III
Fu posto per li consieri certa confirmation di
una parte, presa nel conseio di Ravena, che quelli
aliena le possession, non derogi a li extimi . Fo presa.
Fo posto per tutti li savij, atento la legation va
in Alemagna sia di gram spexa, et per esser una
parte, non possi spender li oratori, vanno fuora di Italia, più di ducati 120 al mexe, che, per questa
91
1191 MCCCCCI, MARZO. 1402
volta tantum, il colegio possi venir con le so opinion sopra di questo, non obstante alcuna parte in
contrario. Ave 59 di no, 95 di sì. Et fo presa.
Fo posto per tutti , ut supra, che a ditti oratori
li sia cresuto ducati 30 af mexe di più, ita che possi
spender per uno, ducati 150. Et sier Hironimo Donado, dotor, uno di oratori, andò in renga, et justilicho la spesa conveniva far, et non poteva andar
con ducati 120 per niun modo. Andò la parte : 44
di no, 95 di si . Et ſo presa.
Fo posto per li consieri, cai di 40, savij dil conseio e savij di terra ferma, che li tre provedadori
sopra i contrabandi possino venir im pregadi, senza
meter ballota e poner parte in quella materia a
Ihoro comessa. Et have dita parte 55 di no et 81
di si. Et fo presa.
Fu posto per sier Nicoló Trivixan, procurator,
savio dil conscio, nui tre ai ordeni, zoè, per età, Sanudo, Donado e Cabriel, e li provedadori sopra l'arsenal, che tutti li danari ubligati a l'arsenal essi
provedadori li habi. Fo presa.
Fu posto per Jo, Marin Sanudo, la parte di le
lane possi vegnir per mar e per terra etc. Or li patroni, zoè parenti e merchadanti, andono a la Signoria, pregando esser alditi. Et sier Lorenzo Pixani
dal banco, è ai X officij, ando in renga ; unde di voluntà fo rimessa a un altro conseio, e aldir doman
tutti .
Fu posto, per li savij a tera ferma, di fortifichar
Zervia, come li soi oratori richiede, justa l' aricordo di l'inzegner, far 4 torioni etc., e siali dà il trato
dil sal si traze, per anni 4, ut in ea. Jo andai in renga
Fu posto per li savij dil conscio e di tera ferma, a contradir, e d' acordo fo rimessa etc.
taiar certa termenation fece la Signoria, in poner Fu posto, per li savij dil conseio et di terra fer- 577
un masser a l'intrada, qual ſo dato per questo con- ma, la confirmation de certi capitoli di Mozanega,
scio ad Alberto Stella, che si oferse dar un libro | qualli fono promessi per li provedadori. Et fu presa.
di debitori a la Signoria, e prima si scodesse ducati
X milia etc. Et cussi fo presa.
Item, fo dito di cinque altri lochi, zoè castelleti,
qualli, senza lezer, fo posto per li ditti la confirmation di soi capitoli. Et fu presa.
duchi di Milam. Et fu presa.
Fo leto una letera di 22 octubrio, di sier Valerio
Marzello, fo sopracomito, data in Castel di Mar Item, per l' hospedal di la Pietà di Cremona, fu
Mazor, drizata a so fradelli. Narra come è im pre- ❘ posto confirmar certi privilegij havea al tempo di
xom, con taia di ducati 1200 ; et scrive chi è li : el
castelan da cha' Cabriel, sier Baptista Pollani, sier
Andrea Balastro, Sabastian da Moncelese, à taia ducati 150, et lui ; e li merchadanti sono di sopra : sier Andrea Griti , do fioli di sier Francesco Zustignan,
uno fio natural fo di sier Polo Tiepolo, e li altri.
Item, lhoro da basso sono X. Lauda domino Pantaleo Coresi, qual li fè bona compagnia, quando el
zonse li , li sovenne dil tutto etc. Item, narra quello
à fatto ; suplicha la Signoria lo ajuti al suo reschato.
Et fo posto per li consieri, cai di 40 e tutti i
savij dil colegio, che siali dato, di ogni danar di la
Signoria nostra, ducati 1400 a conto di suo credito
e danno abuto, acciò el se possi rescuoder, perchè
el fa per la Signoria nostra, el sij presto de qui ;
qualli siano dati a li Coresi ; fazi una letera dil suo
rescato. Ave 24 di no.
Fu posto per sier Nicolò Trivixan, procurator,
sier Alvise da Molin, savij dil conscio, sier Marco
Zorzi e sier Francesco Foscari, savij a terra ferma,
sier Marin Sanudo, savij ai ordeni, li zudei habino
termine fino a dì 20 di questo, pagar li ducati 8000,
e, passadi, pagi con pena di X per 100, et che il
colegio debi venir quest'altra setimana a questo
conscio, per veder la confirmation di thoro capitoli ele. Et ave tutto il consejo
Fu posto per nui, savij ai ordeni, expedir sier
Zorzi di Londa, orator di Napoli di Romania ; siali
concesso poter trazer per anni Xdi Candia, senza
pagar 0, bote 50 di vin per Napoli. Item, che hessendo debitor di certo dacio a Napoli, di la grassa,
di ducati...., che, havendo auto gran danni, sia absolto. Et fu presa.
Adi 5marzo. In questa matina, per esser ve
nere di marzo, ſo predichato a San Marcho. Fo it
principe, oratori etc.
Vene el legato dil papa, e dimandò poter trazer
di Brexa ballote 100, per le artilarie dil ducha. El
principe li rispose, si vederia ; et poi, consultato la
materia, ne ſo de quelli in colegio che non volseno.
Vene el signor Bortolo d' Alviano, al qual li fo
ballotato una segonda paga ; et cussi partite satisfato,
oferendossi parato ad omnia.
Vene lo episcopo di Limissò, in materia di decime papal, et dato ordine al scuoder di quelle; volse
certe letere, et li ſo date.
Vene il secretario dil conte di Pitiano, donino
Jacomo da Nolla, et uno nontio, chiamato el milane
se, venuto di novo. Dimando, da parte dil conte,
alcune cosse : comesso ai savij di terra ferma, lo
aldi.
1493 MCCCCCI, MARZO. 14:5
Di Caravazo, di sier Alexandro Malipiero, provedador di Geradada, di primo. Come, ricevuto nostre, ringració domino Jacomo Secho in haver voluto pagar li soldi 5 per campo, licet non sia ubligato; et cussi, chiamato il conseio e proposto la materia, parlò esso domino Jacomo, e cussi tutti fonno
contenti di pagar libenti animo. Item, è alcuni castelli vicini, qualli pageriano.
Rebalotadi.
† Sier Batista Morexini, quondam sier Carlo 11.2
Sier Luca Memo, quondam sier Piero 8.6
Copiadi una letera, scrita per il cardinal Corner 577
a la Signoria nostra.
Da Vicenza, di rectori. Come par, per nium Serenissime et illustrissime princeps, excellentismuodo quelli citadini par non voglino asentir a la | simi domini et patres mei colendissimi, commendadescription di campi; et scrive a li soi oratori, iterum vengino a la presentia di la Signoria nostra etc.
Vene sier Hironimo Donado, el dotor, per poner
ordine di la sua andata in Alemagna ; et fo scrito
a sier Antonio Loredam, el cavalier, a Udene, che
sij in hordine. Et fo electo il provedador a Udene,
in loco suo.
Electo vice luogo tenente in la Patria,
justa la forma di la parte.
Rimasto + sier Piero Marzello, savio a
tera ferma, quondam sier Jacomo
Antonio, cavalier .
Sier Hironimo Loredam, fo ai 3 savij,
quondam sier Lorenzo
Sier Alvise Loredan, fo vice luogo tenente a Udene, quondam sier Polo
Sier Vicenzo Valier, fo provedador di
stratioti a Pisa, quondam sier Piero .
Sier Francesco Foscari, savio a tera ferma, quondam sier Filipo, procurator.
Sier Zustignan Morexini, fo provedador
in campo a Pisa, quondam sier Marco
7.11
tissimi .
Factus sum certior, et magnifici patris mei, optimi filii ac servitoris dominationum vestrarum illustrissimarum, et amicorum etiam litteris, quanto studio, opera, gratia et amore, a dominationibus vestris
excellentissimis et ab excelso ac sapientissimo rogatorum senatu, omnium consensu et suffragiis humanissimis, perbenigne mihi concessus fuerit canonicatus ille patavinus, honorificus potius quam ulilis, qui nuper, morte domini Sancti de Palazago,
vacavit. Quorum beneficia et studia præclarissima
erga domum meam, etsi semper gratissima fuere ;
numquam mihi tamen hoc munere tam liberali et 14. 4 tam præstanti , amicorum benevolentissimorum ac
gratiosorum consensu delato , gratius quicquam ,
4.14 et quo magis me devictum arbitrarer, accidere potuisset. Nam nullum maximum ac celeberrimum
9.9 episcopatum, nullam dignitatem, his vestris benignissimis et benevolentissimis in me, filium ac servitorem, animis unquam prætulerim. Itaque, princeps serenissime et patres excellentissimi, quibus
4.14 verbis pro tantis meritis gratias agam, non reperio.
Deus summus optimusque huic gloriosissimo colle8.8 gio, et excelso ac sapienti rogatorum senatui patriæque meæ amantissimæ et carissimæ, cujus amore ac
singularibus beneficiis in dies magis ac magis devictum me fateor et agnosco, meritas et uberrimas
pro me gratias reddat, quandoquidem in præsentia
non possum tantis erga me officiis statisfacere. Illud
certe, quod possum, præstabo perlibenter ; et animi
Electo un a udir le diferentie di madona Fina, in
luogo di sier Domenego Zorzi, a chi Dio perdoni,
compagno di sier Hironimo Querini.
Sier Batista Morexini, fo di pregadi, quondam sier Carlo
Sier Alvixe Zorzi, fo ai X savij, quondam
sier Polo
Sier Alvise Mocenigo, el savio ai ordeni,
quondam sier Thomà
Sier Nicolò Dolfim, fo di pregadi, quondam sier Marco
Sier Luca Memo, è di pregadi, quondam
sier Piero .
Sier Zuam Venier, fo di pregadi, quondam sier Francesco .
8.4
12. 2 gratitudinem et memoriam sempiternam tantorum
officiorum dominationum vestrarum patriæque meæ
7.6 carissimæ et gloriosissimæ , pro cujus commodis
augendis et propagandis, ubicumque gentium et terrarum futurus sum, ita invigilabo, ita contendam,
ita denique enitar, ut non modo fortunas sed vitam
8.6 etiam ipsam, si opus fuerit, expositurus sim semper
pro veneta republica et patria mea dulcissima ; id
12. 2 quod etiam a majoribus meis semper factitatum fuit
pro viribus ; tum, in præsentia, quas possum, sere8.6 nissime princeps, vosque domini ae patres mei ex
1495 MCCCCCI, MARZO. 1496
578
hanno bassà le mure di la rocha, e fatto grandissimi
repari ; voleno prima morir cha darsi al ducha, perchè sariano taiati a pezi, e mal menate le lhoro
donne, e sono tutti uniti. Item, mandò uno messo a
Forli. Dice el vulgo, la dona fo menata primo in la
rocha di Forli, poi a Ymola, e non si sa dove la sia ;
crede la farà mal capitar, acciò non se intendi la
verità ; et si dice aspectarsi francesi. Item, fiorentini hanno diliberà far 500 homeni d' arme. Da Bologna stanno a sopraveder Castel Bolognese, tiensi per
Bologna. Item, per uno messo venuto a hore 22 di
cellentissimi, dominationibus vestris, et singulis etiam | che stanno di bona voia, atendeno a fortificharssi,
clarissimis senatoribus rogatorum, quorum benignissimis animis ac pulcherrimis suffragiis erga me filium
optimum perpetuo devictum me esse profiteor, singulares gratias et ago et perlibenter habeo; dominationesque vestras illustrissimas et rogo et oro, ut
quandoquidem me semel benignissimo patrocinio
vestro dignum duxistis, sic etiam in posterum commendatum habeatis. Nanı quidquid in me sublevando, augendo et ornando præstiterint, id omne
apud optimum , memorem et quam gratissimum
filium et servitorem collocabunt illustrissimæ dominationes vestræ, quibus me devotissime commendo | Pexaro, ha eri domino Hercules Bentivoy de coet quantulus sum, privatim singulis et publice omnibus semper offero ac dico.
Paduæ, die tertio marcii 1501 .
Subscriptio : Excellentissimarum illustrissimarumque dominationum vestrarum humilis servitor
MARCUS cardinalis CORNELIUS.
A tergo : Serenissimis et illustrissimis dominis,
dominis Augustino Barbaridico, duci, etDominioVe- netiarum etc. dominis ac patribus observandissimis.
Da poi disnar ſo colegio, et alditi li merchadanti
di le lane, et li patroni di Fiandra stati et che vanno,
et li drapieri, qual parloe Alvise Dugolim. Li rispose
sier Alvixe Pixani, fo dal bancho etc. Item, fonno
alditi li patroni di Fiandra che vanno, quali dieno
haver assa' danari di la Signoria nostra, per esser
stati in armada ; et cussi li patroni dieno andar in
Barbaria. Item, alditi li patroni di le galie dil trafego che fonno, capetanio sier Antonio Diedo, et di- mandono siali paga li garbugij factoli in Alexandria,
e li patroni fonno messi in cadene e manzatoli ducati 5000, per causa di mori retenuti a Modom, et di quel moro morite ; qual, portandolo a sopelir,
da li puti fonno mal menati, adeo li mori lassono il
corpo, et fo manza da' canni. Item, fonno alditi li
partionevelli di le nave sono al presente in armada,
a li qual fo obligati le decime dil clero, et non li
basta. Item, alditi sier Hironimo Querini e compagni,
per le nave retenute in Cypri, voleno esser satisfati.
Et vene queste letere :
Da Ravena, dil podestà , di tre. Come il ducha è
a Ymola, et domenega fè far una caza de 6 tori,
dove fo amazati 3 pover homeni ; et che non si fa
raxom, e va a chi più pò ; et le gente alozano a
descritione, hanno pocha vituaria ; e, si el ducha
non li fa venir per via di Cesena o di la Marcha,
farano mal. Da Faenza ha, per uno messo parti eri,
mandamento etc., montò a cavalo con gente, e andò
a la volta di Pexaro, perchè uno Hironimo da la
Penna, foraussito di Pexaro, con li Odeschi e quelli
da la Staffa, è su quel di Pexaro con 5000 persone, et
expugna e sachiza le castelle de' perusini. Item, il
ducha farà forzo versso Faenza, e, non l'havendo,
tien si leverà etc
Dil dito, di tre, do letere. Una, come manda ducati 300 scossi di soldi 5 per campo ; e dice, a ca- val che corre non li bisogna spiron. Per l'altra, il
conte Zuan Aldrovandino è in hordine, aspeta danari.
Da Milam, di domino Erasmo Triulzi, di primo. Par sia regio consiliario ; dimanda sia expedito
di so privilegij, e suplica di ziò.
Da Brexa. Żercha li soldi 5 per campo ; come,
per le proclame e provision fate, pur si danno in
nota, et spera scoderano, e manderà.
Da Verona, di rectori, di do. Come chiamono il
suo conseio di tuto l'anno, e proposto la materia
di soldi 5 per campo, messeno una parte, qual mandò in nota, e ave 4 di no, che iterum quelli soi
oratori vengi a la presentia di la Signoria nostra,
recusando il pagar di tal angaria, per la impossibi- lità lhoro etc.
Da Zara, di rectori, di 12. Come era venuto 578 li uno fra' Francesco di observantia, vicario di quella
provintia di Dalmatia, et ha predichato, e pronon- ciato e concesso per nome dil papa el jubileo e indulgentia plenaria, a quelli visiterano la chiesia di San Francesco, e porzerano elemosina ; et ha preparado in ditta chiesia una cassa, in la qual se harà
a poner dentro la elemosina; le chiave sono a presso
di lhoro frati ; per tanto avisa.
De li ditti, di 22. Come, per uno suo explorator,
parti di Bossina è zorni 14, andò soto specie di recuperar la moier e fioli, dice à visto Schander bassà,
e inteso haver comandamento, tuti stagino preparadi ; è bon numero di zente si a cavalo come a
1497 MCCCCCI, MARZO. 1498
In questo zorno, in do quarantie, fo expedito
sier Zuan Matio Girardo, quondam sier Francesco,
fo camerlengo in Candia, menato per sier Lucha
Trun, fo synico e provedador in Levante. Al secondo conseio li rispose domino Rigo Antonio. Posto di procieder, have non sincere..., di no..., et
desi .... Et la condanason fo publicha nel primo
gran conscio, et ivi la noterò qual sia.
A di 6 marzo. In colegio. In questa note, per 579
via di terra, vene letere da mar, dil capetanio zene-
❘ral ; il sumario di le qual scriverò di soto. Et etiam
parte di esse fo drizate a li cai di X, et perho fo
mandati tutti fuora, et leto dicte letere ; et steteno
assai.
Vene l' orator di Franza, et presentò una letera
di monsignor di Ravastem, soto scrita in francese,
di sua man, data a di .... di ſevrer, a Zenoa. Scrive
a la Signoria nostra in soa excusatione ; et si ha
torto a dolersi di lui ; à 'buto letere dil roy, convien obedir, farà etc. Et poi esso orator fè lezer una
altra, che li scrive a lui, et lo priega debi plachar
piedi ; et che per la via di una moier di Polo Celetich, fo subdito di Nove Gradi, che sponte ando
con la fameia ad habitar in Bosina, à inteso, passà
questo mexe, turchi sono per corer in quelle parte
et per Lavrana e Nona, e suo marido dia esser el
dutor, per saper il paese, e sa dil borgo di Lavrana; e si non fusse stå la neve, za sariano venuti ;
e, passado questa luna, verano. Item, à inteso, non
hessendo impediti di hongari, Schander vien con artilarie a la toreta e borgo di Lavrana ; e altri dice
a Nona. Lhoro rectori fanno provisiom etc. Item,
come a presso ditto Schender è uno Lucha Zugli,
de Chraschiane, fo preso con la moier e fameia ; el
bassà l'à grato, per saper ogni loco, et è homo experto ; et è zorni X parti di Bossina, con el ferro al
collo a modo di prexom fuzido, per Hongaria, poi
va in Friul per explorar ; perhò si provedi ; è homo
dil conta' di Lavrana, basso, canuto, di anni 55,
barbosso. Item, si dice el ducha Zuan Corvino si
aspeta, con persone da pe' et a cavalo, a quelli confini di Zara ; si dice voler corer su quel di turchi.
Item, essi rectori fonno richiesti dal banovaz di Te- | questa Signoria, et per lui non mancherà etc.
nina, voi far preparar li stratioti, a ogni richiesta Vene uno messo dil legato, per la risposta di
sua cavalchi con lhoro a' danni di turchi ; et manda | trar 100 balote di Brexa ; et presentò una poliza
le letere. Li hanno risposto, non poter far questo,
senza licentia di la Signoria nostra ; tamen li fano
star in ordine. La letera dil ban, scrive Juam Simonovich, banovas de Corbavia, data a Tenina, il mercore primo avanti carneval, e ricevuta a di 20. La
mansion dice : Altissimi et potenti, missier lo conte,
e missier lo capétanio. Avisa voler far una coraria
in le parte di turchi ; vol li stratioti etc. Etiamditto
ban scrive a domino Zuan Detrico, citadin de Zara,
in tal materia; sopra la fede christiana promete che
a niun stratioto faria mal ; et à nove, l'hoste di
turchi esser venuta a Bistriza ; avisa dil zonzer dil
signor ducha Corvino.
al principe, di esso legato. Et li fo risposto, non podevamo, et ne bisognava per l' armada.
Et fo, per il vichario dil patriarcha, portato al
principe uno brieve dil papa, drizato al patriarcha ;
vol debi excomunichar tutti quelli porterano de
cætero lume di rocha di Turchia in queste parte, e
niun li possi absolver, si non esso pontifice. Et consultato, fo terminato averne rispeto, avanti publichi
tal brieve.
Da Padoa, di rectori. Come mandano qui ducati 80, scossi de li soldi 5 per campo, et dice da
chi. Le prime partide è de essi rectori, et altri non
da conto ; tra i qual non è alcum citadin etc.
Di sier Zuam Diedo, provedador in Dalmatia Di Udene, dil luogo tenente, di 3. Come à ricegeneral, date a Zara, a dì 23. Come, a dì 19, vuto la parte presa di la partita di sier Hironino
scrisse dil porto de Veruda, à penato assa' per venti Donado, suo collega electo, et, licet non stagi bene,
contrarij a venir li ; non à perso hora, et ozi a hore | vol andar per servir ; à mal ai ochij, e cataro ; per
22 era zonto li , da li rectori acepta honorifice, e da tanto se li mandi cavali X, et il resto li è di bisoli citadini e tutta la terra, come fusse el messia ; et gno etc.
hanno auto gran contento; e, havendo inteso Sibi- Di Cividal di Bellum, di 2, di sier Antonio Vituri,
nicho trepidar, consultato con li rectori, va li e da- | podestà et capetanio. In risposta di ducati 1000 dia
matina si parte, farà la via di Lavrana, e vederà quella cisterna; farà venir li stratioti di Zara con
lui, e vederà chi serve bene, e farali la mostra.
Item, à parlato col maistro fa la cisterna, vol per
compirla e far el pozal 3000 quadrelli boni, et 4
miera di oio di lino ; per tanto se li mandi.
daral doxeper soa intrada ; scrive di extimo novo etc.
Et noto, el principe disse haver de intrada, in contadi, solum ducati 3000 et 78, et di le altre regalie
non ariva a ducati 500, e à gran spesa ; e sopra ziò
disse assai.
DiGradischa, do letere, di 2, di sier Polo Bembo,
1499 MCCCCCI, MARZO. 1500
579*
meraschalcho et vice provedador. Per una , manda | levò dil Zante per andar a la Zefdonia, tuti creteno
l'inventario di le munition ; per l' altra, scrive, justa
i mandati, haver confortato il capetanio di le fantarie, e mostratoli la letera; qual si conforma a voler servir la Signoria nostra. Item, per letere di
luogo tenente, par habi parti li balestrieri a cavalo
di esso capetanio in altri alozamenti li intorno etc.
l'andasse a Patras, e tuti erano in fuga. Item, che
veniva do flamburi in la Morea, come li disse il suo
patron. Item, quel rezimento di Corphù hanno mandato do messi a Constantinopoli, e uno il governador di Otranto ; et di so ordine ne à mandato uno
altro ; venuti sarano, si quadrerà lhoro ditti. Aricorda si fazi potente armata, per mostrar el volto ; vol
basilischi ; lauda tal artilaria, e bombardieri su le
galie grosse sapino trar, e non sopra altro navilio si
meti il basilisco. Item, manda a disarmar 7 galie
grosse, Vitura, Canala, Pexara, Dolfina, Trivisana,
Tiepola et la curzolona, per esser li corpi mal conDi Ferara, di sier Christofal Moro, vicedomino, di 3. Come domino Zuam Lucha era stato da
lui a dirli, il signor mandava domino Bortolo di
Constabeli al re di romani, per esser con li oratori
nostri in aiuto di le cosse christiane, Item, è ritornà il suo cavalaro, mandò a Bologna, et avisa, uno li
scrive non hanno dato Castel Bolognese al duca | ditionati, et quelle mal in hordine, e armate di vilValentino ; vi andò do dil rezimento a oferirli alo- lani, e tuti amalati li homeni, oltra li morti. Item, el
zamento, dentro e di fuora, per cavali 200. Item, ❘ capetanio di le galie grosse è a Brandizo, con la gadomenega fo leto uno brieve di jubileo fino la do- lia sier Daniel Pasqualigo ; dieno venir in le aque
menega di Pasqua , pagando el quarto di quello | dil Sasno, dove è la galia grossa Bondimiera e Caspenderia andar a Roma. Item, il re manda lanze pela, su la qual è il basilisco, qual etiam manderà a
800 et cavali 95, per condur artilarie, e à dimandà | disarmar ; stanno mal, et avisa ditte galie ne l'ussir
il passo a Bologna ; et eri vene li monsignor di di Veniexia feva 300 sechi di aqua per una. Item, le
Alegra de Ymola, con cavali 10, si dice per le cosse nave, poi l' impresa di la Vajusa, manderà a disardi Faenza ; è stato solum con missier Zuane. Item, mar poi , e in le aque di Cataro anderà per veder di
esso vicedomino scrive li coloquij si fanno in Fe- tuor Castel Nuovo con ditte nave. Item, Alfonso da
rara, dil tuor di la dona per il ducha etc.; et che il | Fan, con provisionati 100, fo mandato l'anno pasManenti, secretario nostro, fo dal ducha, passò per
Val di Lamon e andò a Faenza, sì che de li a Ferara
è la sentina di le zanze.
Di Cremona, di sier Polo Barbo, podestà. E comenza cussi : La fortuna, la qual domina tutte le
cosse.... Di certo caso occorso de li.
sato in armata, lo messe nel Zante, e li dè una altra
paga, ita che, in do mexi, ebbe page 4 ; è venuto
a Venecia, e prima li soi provisionati tutti si parti ;
per tanto si provedi. Item, eri zonse li una nave zenoese, carga di salumi, vien di Syo, parti a di primo
dil passato; dice il patron a bocha, à di novo di
Pera, di 2 zener, per letere, che missier Andrea
Griti, con tuti altri merchadanti nostri, erano in
speranza esser liberati ; et che a dì 4 zonse li a
Syo uno zudio, vien di Bursa, dice missier Andrea
e li altri esser stà liberadi, e se diceva li saria re-
❘stituito tutte le robe ; e missier Valerio Marcello
esser riscatà per via di Coresi, per ducati 1200 ; с
missier Batista Polani , fo sopracomito, e missier
Andrea Balastro, fo camerlengo in Modon, esser in
speranza di esser liberadi, con piezaria di pagar le
page. Quanto si se fa armada, disse O haver inteso. 580
Item, esso zeneral à posto in terra algune artilarie e
Dil capelanio zeneral da mar, date in galia, a
di 14, tenuta fin 15, a Corf . Come, per uno fuzito de Patras, a dì 20 dil passato, da Modon, chiamato Zuanne Richardello, schiavo di uno subassi,
venuto da lui a dì X, reſerisse è schiavo di dito subassi ; e da uno, venuto da Constantinopoli, intese el
signor turcho preparava grossa armata, fra Galipoli
e Constantinopoli, galie 50 et 4 grosse nave, a modo
quella conduse dentro, e vol venir a tuor Corphù e
far ogni forzo ; e che se dicea dite galie era messe
in cantier ; altro non sa. Dimandato dil Zonchio, e
di la Zefalonia, et di le galie tolte, quello dicono turchi , rispose : dil Zonchio dicono l'armada sua verà | monition bone, erano sopra le galie grosse ; e manli, et venitiani non lo pol tenir ; di la Zefalonia non da qui molte curazine vechie, le lame sarà bone da
parlano tropo, e mai si pensava fusse presa, per far di le altre ; et etiam manda su dite galie ancore
esser fortissima, e quando li vien una mala nuova, e rampegoni, tolti in colfo di l'Arta, et i libri di
la taseno ; di le galie tolte non l' hano ancora sapu- le qual galie perse manda, e consignò ad Alvise Zio.
to. Dimandato di Nepanto, disse non saper ; ben è Noto, le ancore è numero 24, et rampegoni diexe.
vero, li do castelli fati a presso Patras presto se Dilditto capetunio zeneral fo una altra letera,
ruineriano, e quando l'arma' yspana e la nostra si | di 14. Qual non fo leta im pregadi, per esser al-
1501 MCCCCCI, MARZO. 1502
cune cosse suso dil conscio di X ; et par habi scrito,
a di 5, 6 et 7, molte particularità, qual non si à 'ute,
et la sententia fata contra missier Hironimo Contarini, provedador di l' armada, per disobedientia e
pusilanimità. Scrive se li mandi 300 homeni dal- matini , per interzar quelle galie resta li ; etiam danari. Item, dil ritorno di Jacomo Coltrin, qual è stà
al Zonchio ; à provisto etc., e lo manderà, con una
galia e li danari deputadi, a Napoli di Romania a
sopraveder.
sier Polo Nani. Item, per altre spie å inteso, si aspetano famuli 3 con gran numero di zente, qual sono
per venir ad expugnar il Zonchio ; e il bassà , si atro- 580 *
va de li, ha fato za molti zorni taiar molti legnami,
lontan de li circha mia 12 ; si dice per expugnar ditto locho. Item, scrive faria titubar el turcho, si
el re di Hongaria, Valachia, Boemia, Polana e Rosia
li rompesseno guerra ; et sa per vero, che li cavalli
turcheschi sono magri e molto debilitadi, per non
haver auto in quella Morea quel richiede il viver suo;
e tuta la Morea è nuda di biave; val el mozo dil formento ducati 2 et 1/9, et simile l'orzo, e a gram faticha si atrova ; e, si non fusse la gran copia di le
carne che i manzano, valeria el mozo da ducati 4
in suso etc. Item, è venuto de li maistro Jacomo
Coltrim, inzegner ; à visto il loco ; dice lo 'l redurà
che 'l sarà inexpugnabile ; è partito con la galia Victura, e andado dal zeneral per dinotarli il tutto.
Item, quelle zurme è amalade per il cativo aere ; ha
posto nel castello biscoto miara 21 , formento stara
200, aque assaissime, quanto le cisterne pono capir ;
ha posto artilarie, fato taiar bruscha etc., fato il possibile. Voria fusse altri homeni nel castello; è solum dentro page 68, et non voria esser meno di homeni
200. Item, à fatto levar 7 anchore erano li, e man- derale al zeneral.
Dal Zonchio, di sier Hironimo Pixani, provedador di l' armada, date in galia, a di ultimo zener,
vidi una letera, drizata a sier Hironimo Capelo,
suo cugnado. Dice da novo habiamo, heri, per uno
messo fidato tornò da Coron, dice che li turchi del
bassà de la Morca preseno tre stratioti, qual fevano
herba ; a li qual el bassà dimandò quello i savevano
di novo. Ditti 3 presi li disseno, che 7 nostre galie
erano andate a Porto Longo, le qual voleano prender Coron. Monto subito a cavalo el bassà con la sua
compagnia, intese ditte parole, e andò con ogni fe- stinantia a Coron ; dove zonto, el trovò uno Dimitri de Ferigo, qual è de quelli sono ne la praticha di Coron ; et el bassà lo fece chiamar a si, et domandolo dove era Lunardo di Franceschi, qual è
l'altro ch'è in ditta praticha. Li respoxe Dimitri,
che l' era col vayvoda. Alhora vene uno Ali bey, e
disse versso ditto Dimitri : Dove son le letere, che
hai scripto al Zunchio ? Rispose Dimitri soprascrito.
Che letere ? lo son a la condition de l'ovo tra do
piere, che se va da un ladi l'è smachado, el se rom- pe; et cussi da l'altro. Se vado da la Signoria di
Venecia, o ver ne le sue terre, i me apicherano ; et
se fazo falimento al signor turcho, el me apicherà. ❘ letere nostre, darano favor a sier Marco Antonio
Da Corphu, dil baylo e provedador, di 15. Come
hanno pochi soldati, e sono nudi e crudi ; è solum
Piero Grimaldo, contestabele ; Zorzi Todesco è vechio, si pol dir non vi esser; Piero Pissina e Alvise Griego non sono li ; è solum page 200 ; non
hanno legnami ni feramenta ; à dato tuto a l'armata, et dimandano taole e piere cote. Item, justa le
Contarini, provedador nel Castel Nuovo, per far li
salnitrij su l'isola, e li hanno oferto caldiere.
Di sier Hironimo Contarini, provedador di l'armada, date a Corfù, a di 9. Come è amalato; sta
malissimo; si duol dil capetanio zeneral, averlo sententiato senza aldir ; manda la copia di la sententia ;
narra quello à facto in ogni tempo ; dimanda do
cosse : possi vegnir con la soa galia, et si suspendi
la sententia. Dice per fortuna vene lì, vol provar ;
et scrisse al zeneral etc. La copia di la qual sententia sarà di soto notada etc.
Et cussi cessono le parole. Da poi el bassà parlò con
el vayvoda, e dimandoli : Che è da novo? Rispose
el vayvoda : Niente. Subito el bassà li disse quanto
l' haveva inteso da li sopraseriti 3 stratioti. Et el
vayvoda disse che i mentiva per la gola. In tanto
che 'l bassà fece de subito apichar do de ditti tre
presi, e l'altro lo mandò a la Porta. Poi tornò indriedo. Item, quelli nostri non aspetano altro, salvo
1200 homeni, come à scrito al zeneral ; qualli di
hora in hora si aspectano, per poter far tal opera.
Item, dito messo li ha ditto, che una fusta e uno
bregantino doveano venir a Porto Longo, per veder de piar qualche navilio nostro ; unde per la segurtà subito ha diliberato mandar galie 3 a Porto | pagi la rata; farà etc.
Di Otranto, dil governador, di 17. Manda ditte
letere dil zeneral, et à ricevuto la letera, li zudei
Longo, per veder di haver ditta fusta e bregantin, Da Trani, dil governador, di 14. Zercha fore per assecurar el passo ; e se hanno oferto sier | menti , devedadi vengi li per uno domino OctaviaAndrea Foscolo, sier Pollo Valaresso, e la terza sarà no etc. Item, zeroha li forni 6, sier Antonio da Pe-
1503 MCCCCCI, MARZO. 1501
xaro vol far in l'arsenal, costerano ducati 500. Item,
lui à solum formenti cara 200 etc. Lifo scripto per
colegio, fazi far diti forni, di danari dil ditto sier
Antonio da Pexaro, scontando in tante trate.
Dil capetanio dil colpho, date in galia, a presso
jando, et à dato il tutto. Item, risona, l'armata nostra vien in quel colfo, e quelli di Castel Nuovo è
avisati da' ragusei, e da uno di nostri soldati era in
Antivari, che fuzite a Ragusi, poi andò li a Castel
Novo, e li afirmò questo ; sì che sono im paura ;
Corphù, a dì 7 fevrer. Come è solum con do ga- | hanno mandato im Bossina e Servia per socorsso,
lie a Durazo; la 3.ª mandò al zeneral, et ivi ſo retenuto dal rector, per 4 sanzachi, quali doveano venir con pedoni a scalar la terra, et poi si risolseno corer versso Antivari ; et da quel baylo fo acertà,
l'arma' di la Vajusa non ussiria, si prima non era
calafatada, perchè li chimenti erano schachidi ; in
hoc interim i nimici traxeno galie sotil 4 fuora ; lamen esso capelanio non li haria potuto obviar, et le 581 hanno condute a la Valona per logarle secure ; sopra le qual haveano messo molti christiani e assa’
janizari, acompagnate da le 7 fuste ben armate, et
zerchano trazer le altre. Item, à inteso, per do gripi
ragusei, questo ; si levò esso capetanio subito con
le do galie e il barzo, e si apresentò a la bocha, et
non discoperto alcum legno, scorse a la bocha di la
Valona, et dentro el canal veteno le 4 galic a la filla,
et le fuste, e dimorato per tre zorni atorno il Sasno,
la terza notte, per uno temporal da maistro, scorse
a Corfù, e dal clarissimo zeneral ha 'uto do galic
grosse, mal in hordine, zoè la Capella e Bondimiera,
e do sotil, zoè Dolphina e zaratina, a le qual manchano homeni ; e la nave, patron Andrea di Viviam,
è con ditti logni, andava a la vardia di la Vajussa,
fin el zeneral verà con il resto di l'armata, che sarà
subito per brusar l'armata predita ; ma dubita i nimici si harà provisto per esser la voce de li troppo
palese; et scrive che, adoperandolo il zeneral, spera mostrar etc. Aricorda se li mandi danari per quelle
zurme, che li bisogna.
etiam a Feris bei, sanzacho di Scuțari ; si che da
ogni banda si farà adunation. Esso provedador à
richiesto, a chi vol tacer, li provedi ; 0 à auto, tamen starà provisto etc. Item, li formenti de li sono
montati, è solum in la terra, fata la descrition, stera
1300, meglij 350 in man di merchadanti, e ne la
terra e conta' sono da 14 milia anime, sì che meglio saria non fusse stà levà la trata di Trani; dimanda biscoti, monition e danari per l'armar di la
fusta, e li ducati 400 mai li fo mandati. Item, li stratioti lo stimula di le sue page ; moreno da fame ; à
manda sier Antonio Venier, chamertengo de li, qual
lauda assai, fino im Pastrovichij, per aconzar meio
le diferentie tra loro. Item, non se li provedendo di danari, converà dar licentia a Martinello di Lucha,
governador di quelle fantarie, qual à 'uto una paga
in 16 mexi. Item, domino Zorzi Bocali solicita la
licentia.
Dil ditto, di 13. Come vene uno dil conta' a 581
dirli, era sorto sopra quel di Castel Nuovo cargo;
unde eri li mandò la fusta arnaata, et quello navilio
prese, e li turchi trazevano l'artilarie, et nostri li
taiò lo cavo, lassò il ferro per ochio, e menò via el
navilio, sul qual è stara 200 di orzo, et fo libato in
quella nocte, et è di portata di stara 500 ; el patron
è raguseo, qual etiam fu preso nel suo batello, et uno
marinari, qualli venivano di Castel Nuovo, sì che ra- gusei dà ogni soccorsso per terra e per mar a li preditti turchi. Item, nostri etiam preseno 80 animali
menudi. Item, hanno nova di Levante, il zeneral
esser andà in colfo di l'Arta, sachizato Santa Maura, prese le galie etc. Conclude, venendo de li, la
nostra armata prederia Castel Nuovo.
Da Spalato, di sier Hironimo Baffo, conte, di 16, venuta l' altro eri. Come turchi in quelli di corseno a Traù, corevano li versso la terra, et spalatini
avidi di vadagno corseno fuori, lui insciente ; et per
Da Calaro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, rector e provedador, di XIfevrer. Gome aviso di l'hoste si adunava di turchi, et veneno fra Pastrovichij
e Antivari ; li mandò certi gripeti. Or ditti turchi, a
di 30 di zener, a mezo zorno, corseno soto Antivari, preseno 4 antivarani, et uno fo morto, e in
quel zorno zonse li ditti gripeti a Santa Maria di
Rotazo, loco a la marina, e disero certe bombardele; i nimici senti li era venuto soccorsso, et si | farli ritornar dentro, corse fuori, e li fè redur in la
levono via. Item, a di 31, vene li a Cataro uno terra con manaze e bastonate. Scrive non haver solmesso di pastrovichij, reduti in uno locho nominato dati, si non pochissimi ; et Gasparo Ardito, conteSan Stephano, dove è assa' fameie, dicendo, tra | stabele, con page 100, è ne la factiom schiavona. et è
lhoro erano in custion ; unde, statim li mandò Nicolò Sagona, scrivan di la camera, con sue letere, e
alcuni martalossi, ch'è mia 40 lontano, con comission trovi li gripi armati, e li meni con lui. El qual
nasuto li, voria in loco suo solum 40 page italiane ;
lauda Nansibem di Ravena, l' altro contestabele, sol
aver page 60, li basterà 40 e rinovar la compagnia.
In questa matina, di hordine di la Signoria, fu
1505 MCCCCCI, MARZO. 1506
582
fato far comandamento a sier Francesco Zigogna, fo
provedador in la Morea, si apresenti a le prexom,
per esser stà in Coron, quando si rese. Et cussi fece ;
et è etiam za più mexi sier Fantin Zorzi, fo capetanio e provedador a Coron .
Da poi disnar non fo 0. Colegio non si reduse,
per le prediche solum, nè li savij da terra ferma, che
nou deteno audientia.
Adì 7 marzo. In colegio, da poi la predicha di
fra' Raphael in San Marcho, non vene alcum orator.
Vene maistro Simoneto, medico di Padoa, dolendossi di certo suo fameio, li butò fuogo in caxa
per brusarlo, et el podestà l'à bandito dil teritorio etc. , come el scrive a la Signoria, perchè à anni
18, e non fè più niun manchamento, pregando la Signoria provedesse fusse bandito di terra e luogi ,
con taia, qual vol pagarla lui. E consultato, la Signoria terminò meter ozi la parte, e cussi la messeno, di darli libertà di bandir con taia.
Vene uno vassallo di Zencha, fo quello portò
l' anconeta dil re di Franza a la Signoria nostra ; à
certa provisione , unde, per la parte li voleva tuor la
mità, li fo concesso l' habi tuta.
Da Brandizo, di sier Jacomo Venier, capetanio
di le galie grosse, date in galia, im porto, a di 18 fevrer. Come a di 3 scrisse di sua man, il suo canzelier è amalato, è zorni 26 è li con la galia, soracomito sier Daniel Pasqualigo; et sono amalati assa'
homeni, et morti di quelle galie homeni 54. Item, à
di novo, a Bari esser stà fato festa, di hordine di la
duchessa Ixabella, è a Napoli ; e questo perchè il re
di Franza à liberato el fiol, et era ritornato nel stado
dil duchato di Milan.
Da Curzola, di sier Alvise Balbi, conte, di 16.
Manda una letera abuta da Ragusi, di 15, di Marco
da Rezo, canzelier di la comunità, et come à dato
aviso a le terre di Dalmatia.
Da Ragusi, dil prefato canzelier, di 15, al conte
di Curzola. Come era venuto uno zenthilomo de li
da la Valona, che parti a dì 7. Dice al suo partir
erano cavate di la Vajusa galie XI, e andate a la Valona, e a la zornata si atendea a cavar il resto ; poi è
venuto nova, che una galia veneta, per le galie di
turchi al Sasno, era stata presa ; judicha lo dia saper.
Item, el sanzacho vicim, in Bossina, congrega zente ;
non s' intende per dove ; si crede a' danni di subditi
nostri ; avisa di questo, acció el dagi aviso in Dalmatia. Item, eri sera esser venuto uno canzelier di
quelli signori, stato a Castel Nuovo ; dice turchi
hanno paura di l'arma' di la Signoria, e stima, si venisse 20 galie, lo piglieria; et che turchi non aspeteriano, per esser li muri tristi et crepati ; e dice, si
Di Verona, di rectori, di 4. Come el cardinal
curzense è alozato nel monasterio di San Lunardo
fuora di Verona; essi rectori l'à presentato di pessi
di lago, per ducati 3, et poi lo visitono. Li disse aver
auto letere di l' orator di Franza è qui. Li manda la
copia di una li scrive il roy. Item, disse la dieta a
Norimberg si faria, et za era venuto il conte pala- ❘ dice de li, el signor turcho haver fato pace col re di
dim; e crede il re di romani non vi anderà, si non
principiata quella, et aspetar do messi soi di Alemagna, et che risolvi ditta dieta. Dice non haver danari ; il papa li promisse darli ducati 500 al mexe ;
li à scrito ge li mandi. Item, ringració dil pesse ; et
à le gote etc.
Da Brexa, di rectori. Come mandano ducati
1800, scossi de li campi. Item, mandono la description di homeni di brexana.
Da Bergamo, di antiani. Una optima letera, di
la bona volontà lhoro in voler pagar per li campi; si
oferisse ad majora etc. La qual letera, havendola,
sarà copiata qui di soto,
De li rectori. Come fo azonto a quel teritorio do
lochi aquistati di novo, zoè Rivalta et Vaylla ; voriano saper si dieno contribuir, et sono compresi in
la parte di campi. Item, mandono ducati 500, scossi
di campi, et manderano di altri.
Di Zervia, di sier Vetor Dolfim, podestà, di primo. Zercha quelli poveri contestabeli e soldati è li,
et che si li mandi danari etc.
I Diarii di M SANUTO Tom III.
Hongaria, e a li confini pratichano pacifichamente.
Fo terminato per colegio, far 200 provisionati
soto Zanon da Colorgno, zoè poi fo leto do letere
dil provedador di Dalmatia, et fo balotà il mandato ;
ma per esser andato via, per li savij di terra ferma
fonno fati tre altri contestabeli, zoè Paulo Basilio ,
provisionati 150, Belum Manenti, 100, et Antonio di
Peschiera, 100, et balotà il mandato; quello sarà,
scriverò. Parlai non li fusse dati assa' danari, per la
causa etc. Item, fo balotà le page, per mandar Bernardin da Nona in Dalmatia.
Veneno li cinque oratori di Verona, domino Lunardo Malaspina, marchese, domino Galeoto da Nogaruola, cavalier domino Andrea di Pelegrini et domino Ogniben di Bra, doctori, et il quinto, era per
altre facende, domino Jacomo Spolverin etc. Parlo
domino Ognibem, haver auto una letera di la soa
comunità, come la Signoria l' aldirà, et fela lezer.
Li scrive non si parti , compari a la Signoria, digi la
impotentia di campi et la parte presa 92 di si et 4
contra ; li comete non si debino partir etc. Poi fè le05
1507 MOCCUCI, MARZO. 1508
e sono vechij e puti, che hanno gracia di starvi, c
fanno far le guardie ad altri per lhoro. Item, Polo di Gandino, contestabele, à page da guazo ; basteria fusseno provisionati ; et la compagnia è in grarr
calamità. Manda una letera abuta dal provedador e
zer una altra letera li seriveno li provedadori dil comun, che le lane non si vendeno, li panni in garzaria non sono levati, li citadini si vol partir e andar ad habitar a le ville, et non ponno patir la graveza 582 di soldi 5 per campo, con alte parole etc. Unde, consultato la materia, per esser d' importantia, vedendo | castelan di Lavrana ; il sumario di la qual sarà quí tute le altre cità aquisce, da questa in ſuora, alcuni soto scrita.
voleva risponderli im pregadi. Et parlò sier Marco
Sanudo, el consier, terminato el principe, justa il consueto, li dichi et monstri lo eror suo, cargando
essi oratori etc. Et cussi fu facto, adeo non sepeno | venuto Ii uno Lantilago Rucich, mandato da Cosole,
risponder, et si partiteno, dicendo lhoro haver scri- to etc. Poi el quinto orator parlò zercha li zudei, non
stagino li , ma a Soave e Villafrancha. Item, che li ci- tadini di Verona, hanno possession sul colognese,
voleno pagar a Cologna etc. Rispostoli, pagino pur
una volta.
Da Lavrana, di sier Jacopo Manolesso, prove- dador, e sier Alvise Sagredo, castelan, al provedador di Dalmatia, di 24. Come in quella matina era
a dirli el ducha Charzego, dovea venir a Tenina, é
restato, perchè el banovaz de Jayza li avisa, turchi im Bossina esser adunati per corer in questi zorni o
a Sibinicho o a Zara ; et il ducha à mandato secrete
a far saper a tutti soi subditi, stiano preparati, come
turchi siano calati, vol ad ogni modo esser a le man
con lhoro ; si dice sarano cavali 1000, pedoni 2000.
El qual Cosule dice, el ducha vol da la Signoria tutti li cavali di Dalmatia, e adunarli insieme. Item,
el banovaz di Tenina, Marcincho, è in ferri, im pre- 583
som dil ducha ; e l'altro suo fradelo è a Tenina,
molto di mala voia, e non fa le matierie, e non minaza più questo contado, come el solleva. Item, à
dato principio a li lavori. E poi scrita, à inteso, el
cavalo di esso proveditor esser asgorbado etc.
Di sier Zuam Diedo, provedador general in Dalmatia, date a Sibinico, a di 24. Come parti di Za- ra, andò a Lavrana la matina; fo quel di, examinò la forteza, judichava ſusse più forte; el borgo è de- bile, e fato quel riparo si pol, perchè il tempo non
serve; e in la terra caschó la muraia, e, fato uno riparo de gradizi, l'à fato smaltar per dubito di focho, e à ordinà sia taià uno arzere, e sia fato uno
fosso si conzonza con le altre fosse, qual arzere era
scala a li nimici, e con pocha artilaria si haria preso ; Dil ditto provedador di Dalmatia, data a Sibiposto ordine acompir la cisterna. Lauda sier Jacomo nico, a di 27. Chome era venuto li uno orator di Manolesso, provelador de li, che molto si opera ; Traù, a dirli etc. Li à dà barili 50 di li 200 fonno
et di le gente non potè far la mostra, nè li stratioti, ❘ mandati con la fusta di Veia, et à scrito al conte
perchè senti trar certi colpi, dubitò non fusse turchi, spazò cavalari, et montò a cavalo, e scontro li
cavalari, e li disse ditti trati esser per far festa di
una madona Dorathea, che cavalchava, Or, zonto al
passo dove si trageta, trovò sier Vetor Bragadin, | rerà si non al bisogno. Item, per varic vie ha indi Liesna e Braza, fazi una descriptiom di homeni
da fati, per socorer Traù al bisogno, e ne à scrito
una altra a li diti, che quando sarano richiesti dal
retor di Traù, li mandi socorsso, qual non si opeconte di Sibinico, con li citadini venutoli contra, e lo teso le preparation di Schender bassà per Dalmarecevete con gran jubilo, cantando el Te Deum lau- tia ; dubita di Lavrana e Nona, e non di le terre
damus; stato poi col rector, qual lauda di le provi- grosse, per bataia di man; unde à mandato uno casion fate, li vene a caxa zercha 20 citadini di primi, poral di Hironimo Tartaro a Lavrana con provie li fè una longa oration, ringraciando la Signoria sionati 25, e ditto contestabele lo mandò a Nona;
di averlo mandato, perchè prima, si turchi fusseno e perchè Bernardin da Lignago è in Zara amalato,
venuti li a campo, non sperava socorsso di Zara, homo scandoloso, à scrito a li rectori che la sua
Traù et Spalato ; hora si. Li rispose era venuto per compagnia stagi soto ditto Hironimo Tartaro , e,
ajutarli, et non li mancheria etc. Item, trovò certe zonti sarano li bombardieri, mandino uno a Nona,
barche di Cherso, Arbe e Pago, con spesa, qual l'à l'altro a Lavrana. Item, ricorda Spalato, Traù c
licentiate. El signor Schandarbecho con li arsilij non Sibinicho voria 100 provisionati per loco. Item, à
capito li ; et quelle potesse haver di galie, le retene- examina le torre dil porto, qual è fortissime per ria. Item, il provedador va al Zonchio. Sier Marco via di terra, nè per bataia di man è da dubitar, et X
Loredan capito li con li arsilij ; etiam l'à licen- in 12 homeni per una le varderia da ogni exercito,
tiato ; à dato la paga, e fato la mostra a li stipen- e ponno, esser socorsse di la terra, nè è da dubitar,
diati ; et di 40 page dia esser in castello, non è 25. I non ge hessendo armada ; à serito a Zara li mandi
1509 MCCCCCI, MARZO. 1510
do banditi venitiani, sono de li, zoè uno per una,
con X o ver 12 compagni ; dice ditte torre è situate
in uno grebano altissimo, lontam di la torra uno
mio. Item, a Sibinico una porta dibilissima à ordinà sia murata, et posto ordine a le provision ; à
visto il castello, qual è bello e forte, ben fornito di
munition e ogni altra cossa, excepto di homeni ;
lauda il castelan è li. Item, aricorda in Dalmatia non
è niun contestabele, homo da capo ; Zanon da CoIorno saria optimo, qual sta in munitiom a Lignago;
per tanto prega la Signoria, le provisiom si à a far
si fazi presto.
Copia di una letera scrita per la comunità di
Bergamo a la Signoria nostra.
Serenissime princeps et excellentissime domine,
domine singularissime, post multam et debitam commendationem etc.
I magnifici et clarissimi rectori nostri, nomine
el mandato di vostra serenità, hanno con cordialissima et affectuosissima demonstration comendata et
summamente laudata questa fidelissima cità vostra
di Bergomo, per la officiosa, lieta et prompta susception di mandati di vostra serenità zercha la contribution agraria, per il subsidio de la religiosissima
et neccessaria expedition di quella contra il turcho,
a conservation dil nome catolico et christiana republica. Qual cosa, si come è stà piena de la summa
benignità et exuberante amor di vostra celsitudine versso questa sua devotissima cità, sì anchora è stà
ad universale contenteza et inextimabel gaudio de
tutti, maxime non expectata nè affectata da nui, per
haver fatto, richiesti, il debito, e ciò che spontanea- mente havessemo offerto, quando in tale importan583 tia ingerirse a far cosa non imperata non havessemo
tenuto fusse judicato morbideza in extrema magreza. Dove intesa tale equissima e non onerosa ma
amorevole deliberation, alacri animo, non solum con
i piedi ma con tutti li animi e sentimenti nostri, venissemo in sententia de vostra serenità, offerendosi
licet in sterili nimis, sua natura, solo positi, et a
pena respiranti da li superpondij et soperchij carichi de questa proxima guerra, dispositissimi ad frau- dar la natura, et confribuir de le cose neccessarie al
viver nostro, ad ciò la optima nostra volontà non
se apresentasse nuda al conspeto de vostra serenità,
ma vestita di quello meglior drapesello patisse la
sua povertà ; prontissima anchora più oltra, quanto
ne comandara vostra serenità, a li servicij et commodi di l' illustrissimo stato di quella. Dil che reverentemente la ringraciamo, pregandola voglia dignarsi, ad ogni suo proposito, per conservation de
li honori et commodi sui, comandarne non solum
in le facultà, ma anchora in le persone proprie, a
quella proprijssime, liberrime disponere ; il che certamente, libentissimis animis, questa cità, ex tota
anima el ex totis viribus exequirà, e gli serà super
omnia gratissimo ; et benchè tale nostra obedientia
et debita recognition de l' obligo nostro intendamo
esser improbata da le altre cità et terre nostre, quale
non cessano per questo de convicij, ultra ogni dover,
certificharne, e più anchora de levità venenosamente
acusandone, fulsissime dicendo che hor siamo mal
contenti de tale offerta fata, che mai fece cosa questa cità, unde più rimanesse satisfata e contenta de
questa, raffermata supra fidem che la verità, quale
sempre, undecumque sit, a Spiritu sancto est, ha
datto el vero sazo et parangon de la fidelità bergomea, a presso le altre. Pur nui cessaremo mai de
offerir et prestar quanto si pò et debe expectar da
una dedicatissima et obsequentissima cità de vostra
celsitudine, cujus gratiæ iterum humiliter et continue
se ricomandamo.
Bergomi, die 19 februarii, 150 1 .
Subscriptio : Antiani fidelissimce communitatis
Beryomi, devotissimi subditi.
Atergo : Serenissimo principi et excellentissimo
domino, domino Augustino Barbadico, Dei gratia
inclyto Venctiarum duci, dominosuo singularissimo.
Da poi disnar fo gran conseio, et rimase avogador di comun sier Piero Marzello, savio a terra ferma, quondam sier Jacomo Antonio, el cavalier,
qual era in colegio ; e capetaniodil borgo di Corfù
sier Matio Zantani, fo 40 zivil, quondam sier Antonio, da sier Lunardo di Prioli, fo auditor vechio,
quondam sier Marcho.
Fo publichà, per Vetor Biancho, la condanason
fata in le do quarantie l'altro eri, per el piedar di
sier Lucha Trun, olim synicho e provedador in Levante, contra sier Zuan Matio Girardo, fo camerlengo in Candia, che 'l ditto compia 6 mexi im
prexon, pagi ducati 300 a l'arsenal, nè mai comenzi
la prexon, si prima non harà pagà li danari ; bandito per anni X di officij di l'isola di Candia, et
per anni cinque di tuti officij e beneficij di la Signoria nostra ; et tal condanasom sia publichata nel
primo mazor conscio.
Noto, in questo zorno a Lio ſo trato li precija 581
1511 MCCCCCI, MARZO. 1512
l'archo, per deliberation novamente fata nel conseio di X ; videlicet, la spexa dil precio si trazeva
el di di San Bortolamio a l' archo, fo partido di trar
in do volte, videlicet San Bortolamio, e la segonda
domenega di quaresema ; ergo 4 volte a l'anno si
traze, do a la balestra, et do a l'archo ; vi va do
consieri da basso, do cai di X, do inquisitori dil
conseio di X, 3 officiali di note, 3 cai di sestier,
justa il consueto.
Et il colegio reduto, consultono di trovar homeni
per mandar al capetanio zeneral, che tanto richiede.
Et vene queste letere :
le cosse si strenze. Item, ozi de li è morto il conte
Antonio di la Mirandola, signor di la Concordia,
qual à doluto a tutta Roma. Item, auto in concistorio la riserva di beneficij al fiol dil conte di Pitiano, il papa scrive al suo legato de qui fazi la Signoria nostra dagi il possesso dil vescoado di Cividal di Bellum al Trivixam etc.
Dil ditto, di do. Come, ricevute nostre zercha la
cruciata, et disuader la legation al cardinal di Rodi
di l'armata, fo a palazo, stete a spetar in camera
dil papaga' con monsignor di Trans. Li disse haver
letere di monsignor di Alegra, date a Ymola, et di
Da Roma, di l' orator, di 26. Come ozi fo a vi- domino Acursio, che scusano il ducha Valentino dil
sitar el cardinal San Clemente, deputato a la exa- rapto di la dona etc. , e ha justifichà a la Signoria
tion ; lo lauda. Li disse, Napoli, Siena e lui haver | nostra, acciò habi il ducha per fiol come prima. Or deposità in bancho li danari, et che la parte tocha
al colegio presente sarano presti, ma de li officij si
stenterà. L'orator disse, si fazi do o tre exatori.
Item, rasonato il papa arà Bologna, à paura di l'impresa di Napoli ; e monsignor di Trans à dito, il
re verà a Liom, el cardinal Roam a Milam, e monsignor di Obigni a ditta impresa. Et il papa parlò
di re Fedrico e di l'armata fa il re. Item, à saputo, monsignor di Trans solicita il papa fazi legato
di l'armata il gran maistro di Rodi, qual à danari,
e vol farsi papa.
andati dal papa, monsignor di Trans prima ragionò
col papa, et il papa chiamò esso nostro orator, fenzendo non saper lezer zerte letere di 26 da Bologna,
li scrive, come uno capetanio francese, e uno dil du- 584
cha, erano andati a Castel Gelpho, et quello haveano auto. E disse il papa : Come pol esser questo ?
Il re à dato la protetion a missier Zuane Bentivoy,
et il suo capetanio li fa danno. Rispose monsignor
di Trans: Li promete protetion di la persona soa
et sue robe. Conclude, el papa disidera etiam haver
Bologna, e con l'impresa dil turcho si coverze li
soi apetiti. Et poi l'orator nostro li disse dil far di
l'armata, e non era di indusiar. Rispose, aspetava
Dil ditto, di 27. Fo dal papa, e li disse come la
Signoria nostra li volea dar li corpi di le galie, e
il modo li piaque. Disse : Ne habiamo cinque ; do ❘ risposta da Rodi dil gran maistro, si vol esser ledi Pisa et 3 di Porto Venere, sì che bisognerà solum da 15 in 16. E disse : Credemo mal si armerà
a Venecia. E l ' orator li disse : Di sopracomiti e homeni di capo saria, ma mal di le zurme; ma si vedi
in la Marcha e Puia. Poi il papa disse : Il roy vol
far gran armata, et cussi Spagna, e voleno li perlongiamo la cruciata. E disse : Che credete di l'impresa dil Regno ? Re Fedrico dubita assai ; à posto
guardie a le porte. L'orator rispose : Non è da
creder la christianissima majestà non vadi contra
turchi, come l' ha dito. E il papa disse : Re Fedrico
à speranza in turchi, et che monsignor di Trans li à
dito, il roy vol 500 homeni d'arme da' fiorentini,
come sono obligati, per li capitoli.
Dil ditto, di primo. Come à saputo che ' l papa
à spazà uno orator dil ducha di Bavaria, et ha ditto
mal dil cardinal curzense ; et cussì dice a tutti , acciò ritorni di la legation. Item, à di Hongaria, è stà
dito mal di la Signoria nostra ; e quel re si duol,
e l'orator solicita il papa li mandi li 20 milia ducati. Item, domino Hironimo Campezo, orator di
Bologna, è partito per Bologna, per stafeta, si che
gato. Et l' orator lo disuase, dicendo saria longo.
Disse il papa: In hoc interim faremo uno comissario
di l'armada. Poi li dimandò : Havemo letere di Venecia ; quella Signoria non vol li nostri scuodino li
danari di la cruciata et jubileo ; tanto sarà pezo per
lei . Rispose l'orator, che per necessità soa santità
ne la doveva concieder, atento il bisogno. Disse il
papa : Basta che tutti li danari si spenderà a Venecia
in beneficio vostro, et aliter converemo armar tanto
mancho galie. Et cussì si levó, senza udir la risposta. Item, à parlato a monsignor di Trans, parli a
soa santità di tal materia ; dice farà, ma crede il
papa non farà 0. Et ancora l'orator yspano non li
à parlato, perchè etiam lui dimanda questa cruciata,
ergo etc.
Da Zara, di rectori, di primo. Anno nove di Cosule, e di madona Dorathea; le preparation fa Schender bassà in Bosina ; item, lhoro hanno retenuto li
la galia, sopracomito sier Marco Antonio da Canal,
e manda una letera abuta di sier Zuan Diedo, provedador.
Di li ditti, di do. Come per tutto risona, turchi
1513 MCCCCCI, MARZO. 1514
voleno venir in quelle parte ; e capito li 4 galie grosse | presentò una letera dil roy, data a Bles, a di XI fevien a disarmar, mal conditionate, su le qual ne
muor da 4 al zorno, e tutti sono amalati. Li hanno
fato comandamento a li patroni, vadino a Sibinico,
cussì richiesti da sier Zuam Diedo, provedador zeneral , per sue letere.
Da Spalato, di sier Hironimo Bafo, provedador,
di 18. Come à ordinà niun non vadi più fuora ;
dimanda soldati italiani et monition. Il conte Zorzi
di Craina, subdito dil signor turco, voria salvo conduto; è inimico di la Signoria nostra; aspeta ordine.
Item, è capità li alcuni frati observanti, uno di San
Francesco, nominato fra' Francesco Suriano, nepote
fo di Domenego di Piero ; à fato publichar una
bolla dil papa a stampa, de indulgentia plenaria insino a le Pentecoste ; e vol acumular danari da esser
mandati a la sedia apostolicha. Non li à parsso lassar far, senza ordine nostro. Item, dubita di morbo li etc.
Dil ditto, di 25. Come à ricevuto 4 page per li
fanti è li , tanti si buta via. Lauda quello disse sier
Lunardo Grimani, savio a tera ferma, dimandando
danari per soldati, tanti erano perssi.
vrer, zercha il restituir la Granza di Cavalchabò al
conte di Caiazo, suo cuxin, tolto per la Signoria senza alguna causa ; perhò manda uno suo de qui, acció
la Signoria, per amor suo, li restituissa senza dilation. Et fato sentar a presso il principe, presentò la
letera di monsignor di Chiamonte, loco tenente regio di qua da' monti, data a Milan, a dì 28. Scrive
mandar qui di ordine dil roy monsignor de Licurt ;
et fè poi lezer la instrution soa, et con parole grande, era, non si rendendo, non poteva far di mancho
di non darli ajuto. Il principe li rispose, el conte di
Cajazo havia dato mala information al re, et scrivessemo a l' orator nostro de li il tutto ; e mai lo ebbe
ditto loco. Etditto monsignor de Licurt rispose, Gasparo di la Vedoa interpetre.
Vene il legato dil papa per il canonicha' dil cardinal di Modena, olim datario. Il principe li disse,
si doveria atender a le cosse dil turcho, et non a
particular etc. Et il colegio andò a consultar. Et li
palij veneno de more dentro a tochar la man al principe et Signoria. Poi fo aldito certa diferentia di becheri et sier Francesco Tiepolo.
Da Crema, dil podestà. Manda alcuni danari
scossi di soldi 5 per campo, zoè lire 3000; et ne
manderà di altri.
Da Brandizo, di sier Zuan Michiel, governador ,
di 16. Zercha li fornimenti di le galie, stanno mal.
Item, li provisionati non pol più senza danari. Item,
risposto fazi pagar li zudei la rata soa di ducati 8000.
Farà justa i mandati.
Dil ditto, di 26. Come sente, i do sanzachi di
Bossina sono per venir in quella parte. In quella camera non è un soldo. Item, la forteza di Narenta
saria meio ruinarla ; ha 50 stratioti, non serve con
20 domino Nicolò Bochali. Capo, dice, è Arcundes
Megalo. Item, si fa spexa a le porte di do contestabeli, Zuan da Terzago et Jacomo da Napoli con 50
585 fanti ; basteria X per uno. Dimanda biscoti, 50 archibusi , partesane e spade, e ducati 200 ; et uno
muraro faria il bastiom di Narenta di piera, andando
de lì qualche galia vien a disarmar. Item, scrive di
quel Mariano di Poliza, tornato dil sanzacha' ; non sa
quello habi a far. Manda una letera li scrive Zuanne | Come sono li capitati con la galia, soracomito sier
Mussuro, castelan di Almissa, di 16 ; come à aviso
di l' adunanza di turchi, qualli dieno venir al borgo
di Spalato.
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadin, conte e capetanio, di 26. Lauda e ringracia dil provedador
Diedo mandato ; dice mai have paura, ma aricordo
le provision di danari di la camera ; et quelli dia andar in la spexa di Castel Novo non è stà tochati a
mal ; si tien con do chiave, una il camerlengo, l' altra lui. Item, di la camera non si à pagato lui ni oficiali ancora ; et scrive di daciari, qualli per la peste fonno ruinati etc.
Item, lacomunità scrive in favor di diti zudei,
anno capitoli con lhoro.
Di do oratori di Napoli di Romania, uno è nominato Januli Calavrin, date a Brandizo, a di 18.
Daniel Pasqualigo, et non hanno pasazo di venir
qui ; per tanto avisano si provedi a Napoli.
Da poi disnar fo pregadi. Non fo il principe. Posto certa parte per li consieri, dar autorità al podestà di Padoa di bandir di terre e luogi nostri con
taia uno fameio di maistro Simoneto etc. Fu presa.
Fu posto per tutti, far el primo gran conseio
uno provedador in armada, in luogo di sier Hironimo Contarini, è stà condanado per il zeneral, con li modi fo electo el predito sier Hironimo. Et dita parte
fu messa per li consieri, cai di 40 e tutti i savij. Ave
17 di no, 119 de sì. Et cussi per la Signoria fu fato Adi 8 marzo stridar, di elezer doman ditto provedador. . In colegio vene l' orator di Franza, et presentó uno monsignor de Licurt, nontio di Fu posto per tutti i savij, mandar 400 homeni 585 .
monsignor di M. S. Chiamonte, et poi si parti ; qual | al zeneral, per interzar le galie, da esser tolti di
1515 MCCCCCI, MARZO. 1516
l'Istria e Dalmatia etc., principiando dai lochi non
si arma questo anno, e se li mandi li danari, e comesso a li provedadori sora le cosse di mar la execution. Sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, messe
fosseno tolti solum dove non si arma questo anno
galie, per non impedir quello. Andò le parte : 17
dil Cabriel, 124 dil resto. Et fu presa.
garia personal etc. Parlò, perchè la vuol i tre quarti ,
sier Alvise Mocenigo, savio ai ordeni, et sapientissime narrò li meriti lhoro, adeo li savij dil conseio
et di tera ferma introno in oppinion con nui. Ando
la parte : 12 di no, 139 di sì. E fo presa.
Di Arbe, di sier Alexandro Contarini, conte.
Come mandò a dimandar al conte Anzolo di FranFu posto per lhoro savij, di 42 capi di stratioti | gipani li 100 homeni promessi di meter su la galia
numero 550 è in Friul, redurli in 8, da esser balo- | Loredana. Et li risponde per sue letere, qual mantadi in colegio ; e si fazi la mostra di altri. Vadi do dò de qui l' autenticha, è contento etc.
savij a terra ferma a Mestre, et a ciò la Signoria
non sia difrauda, mete pene non sia fameglij etc.
Fo opinion di sier Piero Marcello, qual, messa dita
parte, intrò avogador di comun. Ave 14 di no, 105
di sì.
Da Ferara, dil marchese, di 4. Si duol di provedadori dil sal , non li dà sal, et li scriveno di danari. Prega la Signoria li fazi dar dil sal.
Fu posto per li consieri certo salvo conduto a
Tomà Nicolosi per uno mexe, da poi sarano zonte
Fu posto per li ditti certa letera a sier Piero qui le galie di viazi ; et questo su la persona, cussì
Marcello, provedador di Casal Mazor, zercha il ben | contentando la più parte di creditori. Fo presa.
vicinar con madona Antonia di Gonzaga, et cussi
al vescovo di Mantoa, e darsi li homeni ad invicem
fanno mal et delicti su hambi teritorij , ut in ea.
Have 4 di no. E fu presa.
Fu posto per lhoro, li zenthilomeni nostri pagi
a li governadori li soldi 5 per campo, in termine,
con dom ; et il conseio mormorò. Et volendo esser
contradita, si tolseno zoso elc.
Fu posto, per nui 4 savij ai ordeni, una parte
con optimo exordio, di premiar li tre sopracomiti,
videlicet Alexandro di Goti, da Corfu, e Francesco
Chachuri, introno in Modon col socorsso, et Jacomo de Barbis da Liesna, ſo im Modon a l'asedio ;
qualli tutti fono presi da' turchi, feriti et riscatati ;
videlicet, dar ad Alexandro di Goti la capetaniaria di
l'ixola di Corfù, come haveva et possedeva suo
barba, Lunardo di Goti. Item, a quel di Otranto
l' oficio di la bardella et di la doana di Otranto, val
ducati 30 a l'anno, et ducati 15 al mexe di provi- sion a la camera di Padoa, fino si provedi di qualche officio equivalente. Item, a quel di Liesna ducati 15 di provision a la camera, ut supra; et questo in vita lhoro ; et sia questo fato inmune di ogni
angaria personal di Liesna. Item, tuti tre siano preſeridi a tutti, volendo andar sopracomiti. Item, li
sia pagato il lhoro avanzo di ogni danar di la Signoria in contadi, acció possino viver e vestirssi ,
et siano per il principe fati cavalieri, et vestiti di
una veste d'oro, ad exempla aliorum. Item, a Nicolò di Liesna, fo comito di la galia di Liesna, el suo
fiol, presi da' turchi a Modon, e riscatati per ducati
70, li sia dà di esser armiraio a Liesna il padre, poi
el fio, con provision di ducati 3 al mexe per uno,
da la camera de li. Item, siano exempti di ogni anA di 9 marzo. In colegio non fo il principe. 586
Veneno li governadori de l'intrade in materia di
dacij , quali mancha ad incantar, et non si trova
quello è soliti ad affictar. Et consultato in colegio,
fo terminato cometerli fazi il meglio per la Signoria.
Vene sier Hironimo Donado, dotor, va orator al
re di romani ; et parlato di la sua expeditiom, et
vadi a Udene a trovar il colega.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di 5.
Come monsignor di Chiamonte li ha dito, haver
auto ordine dil roy di far retenir tre capi di soldati, fonno su le nave armate a Zenoa ; e li disse
credeva non poter far, perchè erano in Romagna
col ducha Valentino. À scrito al roy li mandi a dimandar ; e, venuti, li retenirà. Item, monsignor di
Alegra et Rubertet, capetanij dil re, è in campo
dil ditto ducha ; qual Rubertet noviter il re ge l'à
concesso con 100 lanze. Item, si aspeta a Milan ,
passi meza quaresema, el cardinal Roam. Item, che
francesi hanno tolto in la camera li beni mobeli el
stabeli di domino Erasmo Brascha, è governador a
Trieste ; e questo per esser stà con li altri con il
signor Lodovico ne la rebelion etc. Item, a di 4 zonse li domino Francesco Bernardin Visconte, qual
non à reputation da' milanesi , e mancho da' francesi ;
si starà quieto. Item, dimanda danari per suo spexe; et li fo scrito a Brexa li mandi ducati 100 elc.
Da Ferara, dil vicedomino, di 4. Come à nova,
el ducha Valentinoys per tuta la setimana presente
va a campo con lo exercito a Faenza, et al primo
dil mexe fè la mostra di francesi a Granarol, e a Vitelozo, a Russi, à persone 5000. Item, li a Ferara si
dice, la Signoria fa cavalchar zente e stratioti a Ravena ; lui è amalato, si scusa si non avisa il vero.
1517 MCCCCCI, MARZO. 1518
386
Dilditto, di 5. Come di Bologna era ritornà el
corier mandoe, con letere di uno. Lo avisa, eri monsignor di Alegra vene li, per dimandar a missier
Zuane, por nome dil ducha, do canoni ; e il rezimento contento darli. Tamen, si dice trata di Faenza, et è venuto li per altro. Item, si avisi che francesi non vien in Italia, come se divulgava.
et ben a preposito, comemorando molte cose e dil
ducha e di l' armar di galie 40, redute in 20 al presente. E il papa disse : Prometessemo 40, si andavemo im persona. Et l' orator disse : A ponto, non
vi andando si fa mancho spexa, e si doveria armar
quel numero. Poi il papa disse : Ricomandè il ducha
a quella Signoria, e la si aquieta, perchè l' à il stato,
Da Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et ca- l'ha per lei . Item, l' orator li disse le raxon ne dopetanio, di 6. Zercha l' aqua dil Travacon è im pe- veva dar la cruciata. Il papa disse: Scrivè una volta
ricolo di ruinar le mure, à mandato per maistro | si scuodi li danari, poi si penseremo, e si spenderano
Alexio, inzegner, et con Venturin examinato ; sono
contrarij di oppinion ; manda in nota, acciò si deliberi.
Da Brexa, di rectori, di 6. In materia di campi
più letere, et è stà dato in nota la tera 80 milia, il
teritorio 160 milia.
dove sarà più di bisogno. Et l'orator disse assa' in
risposta ; concludendo, non si pensi di haver un duchato di tal cruciata, per esser cussi l'intention nostra. Et che il papa disse : Habiamo posto mente a
una parola dita : la Signoria non vol perder il stato,
vol dir la farà pace col turcho ; saria gran mal e diDuParenzo, di sier Cabriel Moro, orator etc., sconzo a tutto; e il re di Hongaria si duol di la Sidi 3. Come trovò in Histria la galia Loredana. Item, ❘gnoria lo tien in longo. E l' orator rispose, non di- è zonta li una caravella, li dice 4 galie grosse, veniva ceva per far pace, ma voleano far ogni forzo per
a disarmar, erano andate di Zara a Sibinico, et 3 ga- | mantenir il stato. Item, li oratori di Franza e Spagna non li dà alcun ajuto, per voler lhoro dal papa questo medemo. Item, il papa per caxon dil ducha parla con esso orator risalvadamente.
lie sotil, zoè quella fo dil provedador Pexaro, la
Barba e una altra. Item, la nave, patron Martim da
Chersso, con formenti, è zonta li a Parenzo, vien di
Sicilia, dice venir di le altre nave con formenti, per Dil ditto, di 5. Come ſo dal papa, per solicitar a
conto di sier Andrea Loredan ; et Piero Navaro, cor- lo armar e concieder la cruciata. Li disse soa sansaro, li à dà l'incalzo; qual à preso una caravella| tità aver scrito uno brieve al re di Franza, non toy
di ragusei etc. Dil ducha di Pomerania, qual non fu lecta. In
recomendation di certo Lodovico Bonifacio, suo ....
Da poi disnar fu gran conseio. Fato provedador
in armada ; qual vene, per scurtinio, sier Alvixe Loredam, fo governador a Monopoli , quondam sier
Polo ; fo soto in scurtinio sier Jacomo Capello, è patrom a l'arsenal. Et in gran conseio ſo tolto sier
Marco Orio e sier Zuam Foscarini.
Du Roma, di l' orator, venute ozi da poi disnar,
di 4. Come fo dal papa, qual li disse : Domine orator, che volè vu ? Rispose: Von penando per la cruciata. Era do cardinali, Capaze et Modena. Disse il
papa: Havemo letere di Venecia, di li do, zoè orator
dil re di Franza e il secretario di la Signoria, tor- j
nati dal ducha nostro, qual si à justificha di la dona etc.; tamen, la Signoria infama il ducha; ne dispiace ; cercheremo excusarlo per tutto. Poi disse di
la cruciata. Eri parlò con li cardinali in concistorio,
qualli disseno per le gran spexe non potrano suplir ;
per tanto vol lassar il 3.º a la Signoria nostra, e soa
santità haver li do terzi ; dicendo li danari non ussirà de li, si spenderà per le cosse di la Signoria per
nostro conto, aliter converemo diminuir lo armar
di le galie. Etl'orator li rispose ; fè longo discorsso,
l'impresa dil Regno, ma solum si atendi contra il turcho, licet il re Fedrico si porti mal ; tamen l'à
fato per ben di la christianità, dicendo: Nui non
mancheremo mai di l' oficio nostro. Item, à saputo
esso orator, l' altro eri in concistorio ſo leto le leterc
di Hongaria, e il papa justificho il ducha Valentino ;
e, parlato di la cruciata, disse: In Regno non jubilat, Veneciis claudicat, Florentia se extinguit. Poi
rasonò di l' impresa di Faenza ; et, parlato dil gran
maistro di Rodi, par il papa li habi scripto ; aspeta
risposta. Item, sa, à mandato in campo im pochi
zorni duchati 38 milia, zoè prima 18, poi 30 milia.
Item, lo episcopo Brevio di Ceneda si ricomanda di
certa causa ha etc.; et à conzato la diferentia dil cardinal Monreal con domino Zacharia Trivisano, di
sier Nicolò, procurator; et manderà il levar di l' interdito di Verona.
Da Napoli, di l' orator, di 25. Come il re li comunicho, haver di 28 di Franza, di soi oratori, si
duol il papa sij stato causa non siano alditi dal re nè
admessi, dicendo l'armata ſa per tuorli il regno, e
sarà causa l' armata yspana sarà suspesa, e non potrà andar contra turchi. Li avisano essi oratori, a
di 29 di l'altro mexe, zouseno a Burgos. Li vene
contra Mexandro Caponi, per nome di la regina e 587
1519 NCCCCCI, MARZO. 1520
nero di domino ........ , à homeni d' arme 40,
qual è li. Si à oferto venir a soldo di la Signoria
nostra.
di madama Cerlota, sua fiola; poi andono in Via- | Medici in stato. Item, à spazà il privilegio di le trate
rom, dove trovono essa fiola ; et che il cardinal | di cara 1000; et uno domino Francesco Spinola, zeRoam fo causa, a requisition dil papa, non andaseno
avanti ; qual li ha promesso, si 'l fa questo, la legation di Franza, di la qual trarà ducati 100 milia. Et
ivi fo concluso le noze in monsignor di la Rozia, e
dati li scudi 20 milia ; poi a Bles fo compite esse
noze. Item, fa armata grande; sarà, tra le altre, 5
nave grosse di bote 1500 l'una, arma im Provenza, Bertagna e Normandia ; sarà in hordine per tuto
il mexe di luio; poi dicono, el ducha di Savoia non
li vol dar il passo a venir in Italia, e sguizari sono
col re di romani; et esser scampà di lhoro l' orator
dil roy. Item, come esso nostro orator, a di 23, ricevete nostre andava in Sicilia a don Consalvo Hernandes ; le à mandà per terra, sarà in zorni 12, passerà per mar mia 7. In Calabria si dice ditto capetanio è venuto in Catania.
Da Ferara, dil vicedomino, di 7. Come hessendo
morto a Roma il conte Antonio di la Concordia, venere di note, il conte Zuan Francesco di la Mirandola, suo nepote, con ajuto di Mantoa, andò a la
Concordia, dove era uno zenero dil conte Antonio
Maria, e li dimandò la terra, per esser morto suo
barba. Li rispose, voleva prima saper il testamento.
Or li fè diserar alcune artilarie e bombarde, adeo
ebbe la terra, e intrò dentro; et dè la bataia a la
rocha, qual combatè assai, a la fin si rese. E cussi 587 *
have il dominio. Ma il signor Lodovico, suo fratello,
investito di dito loco dal conte Antonio Maria, con
ajuto dil ducha di Ferara, andò li, ma fu tardo ; judicha, chi ha al presente tegnirà.
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, a
Corfù, di 19. Come à mandato 7 galie grosse a disarmar; e li sopracomiti et oficiali levò di le galie
sotil, zurme e provisionati di Corfù, e maistranze di
Dil ditto, di 27. Come fo dal re, qual li fè gran
coloquij : il re di Franza voleva tuta Italia dominar,
e che monsignor di Lignì à Siena, Fiorenza e Bologna, da le qual cità ha ducati 9000 a l'anno ; per
tanto vol haver conseio da la Signoria nostra, di
quello habi a far; vol far il tutto per non perder il | Jacomo Coltrim, quali non merita laude ; per tanto stato, chiamerà turchi in suo ajuto, dicendo el non si provedi. Item, Coltrim è amalato ; non lo pol manfa da bon principe christiano, tutti doveriano esser dar a Napoli ; e ancora non è partiti li do navilij per uniti contra turchi. E il papa non fa ben; dice vol il Zonchio, con li qual manda biscoto, formento,
armar ; harà faticha armar, e za si doveria haver orzo, danari e molte altre munition, et etiam a Malprincipiato. In Ancona non potrà armar 3 galie ; et vasia certa quantità di formenti per quelli populi ;
ritornò, come saria meio atender a quello si à oferto e manda al Zante monition, chome par in certa po- di far, e contratar pace col turcho e la Signoria no- liza inclusa. Et per tempi di sirocho non sono par- stra, com proposition honorifiche. Poi disse, il re di titi ; manderà a la Zefalonia miera 30 biscoto e daHongaria non è homo di guera. Item, la raina è zonta nari, per dar una paga a quelli provisionati dil ca- nel regno a Sanguana, lontan di Napoli zornate 4. stello ; e in sti principij si vol tenirli ben pagati .
Dil ditto, di ultimo fevrer. Come domino Tho- Lauda sier Alvise Salomon, provedador de li. Di- maso Regulano parti con la risposta di colonesi per | manda se li mandi danari per dar a le galie sotil ;
Roma, per le trieve con Orssini, et che fariano senza
saputa dil papa; fanno gran promesse, et il signor Fabricio Colona e Camilo suo nepote è partiti de li ;
è rimasto il signor Prospero. Item, il re ha dimostrato con esso orator haver abuto piacer di le galie prese per il zeneral, e tolte da' turchi. Item, è ri- tornà di Alemagna uno suo secretario, nominato
Gregorio ; dice il re di romani è zorni do di camino
lontan di Norimberg, dove si fa la dieta ; aspetano
li oratori nostri. Item, il re Fedrico fa lavorar le galie; à fato taiar molti legni in uno boscho dil conte
di Pitiano, a Nolla. Item, c'è letere di Fiorenza, di
4 zorni, come aspetavano la tornata di lhoro oratori di Franza, e manderano do altri ; il re vol da
Jhoro ducati 140 milia, aliter vol rimeter Piero di
tutti dimandano, e le galie mal si opererà, se non
se li provedi. Sono in gran necessità ; dimanda galioti, per esser morti tutti quasi li lombardi ; item,
arbori e antene per tenirle a Coriù per li bisogni,
et gomene di aqua e sartie. Avisa nove abute da
Constantinopoli, e dil zonzer li di Christofal Maroverti, fo scrivam di sier Francesco daMosto, fo preso
da' turchi etc., e fo schiavo dil sanzacho di Galipoli,
capetanio di l'armata, e rischatà, chome el dice, per
ducati 500. Parti a di 12 decembrio da Galipoli ; referisse molte cosse, et tra le altre, Andrea de Re,
era comito di esso sier Francesco da Mosto, ritrovarssi a Galipoli ; à aspri 9 al zorno ; sta molto diserto, in caxa di uno prothoiero, chiamato maistro
Constantin, e ogni di feva tirar galie in terra ; e, fra
1521 MOCOCCO, MARZO. 1522
quelle erano slà messe lì, e quelle condute a Con- aque di la Valona e Vajussa e Castel Novo. Risponstantinopoli, erano innavichabile da 37 in 38, man- de, è più facile dite imprese etc. Par habi serito al
date a la maza. Item, si divulga, il signor far pre- conseio di X il tutto ; sta li a Corfù per necessità ; e
parar 400 velle ; non vol nave, solum galie sotil e si pol dir esser sul fato. Parla ogni di con quelli
grosse, e altri navilij pizoli. Edito Andrea de Re ha- vanno e vieneno ; li tempi pluviosi e fortuneveli li
via fato un certo disegno di galie grosse, con do nuose ; l'impresa di Castel Nuovo li è molto a cuor.
bombarde a prova, et do a poppe; desiderava par- Item, li rectori de Napoli di Romania dimandano do
tirsse ; li era stà dà bona speranza. Item, à inteso, galie ; le manderà con li danari ; si duol habino lisier Andrea Griti e compagni esser stå liberadi, e centiate quelle do havevano ; li à scrito, come alcune
speravano haver le sue robe, e a di 29 dezembrio fuste, armate li a Napoli, hanno preso tre fuste turerano per andar li bassà al signor per farli liberar ; chesche con do brigantini al Cao di le Colone, con pa- ma soprazonse la nova dil prender dil Zonchio, li naticha di Modon, e tutti li altri suo' fornimenti, et
fu malla, e non andono ; e li bassà indusió; et poi che li turchi fuziteno. Item, dal Zonchio ha, come
a di 3 zener fonno liberadi. Item, scrive esso zene- una fusta con do brigantini hanno preso in colfo di
ral haver letere di Napoli di Romania e Legena, di- | Coron una fusta di turchi, sopra li qual erano turchi
92 di li primi valenti homeni, che erano in Coron ;
de li qual 89 ne taiorono a pezi, et 3 fuziteno in Corom. Et ogni di li nostri sono a le man con turchi.
Item, à letere dil provedador Pisani, l'impresa di
cono el signor turcho fa lavorar l'armata con gran
presteza, e haver ordinato si fazi gran numero di
biscoto a Negroponte, Estives e altri lochi ; manda
letere di essi rectori a la Signoria, tamen non si have, et dil vice consolo nostro a Rodi. Item, à dil | Corom è disperata .
Zonchio, come sopra la nave di salumi, vene da
Syo, qual portò la nova di la diliberation di sier Andrea Griti et altri merchadanti, erano 14 nochieri
stati sopra l'arma' turchescha; et hessendo ditta
nave reduta a Casopo, mandò la galia, soracomito
DaRodi, dil consolo nostro Piero di Mussi, data
a di 16 dezembrio, drizata al zeneral. Come era 8
di che, per messo a posta vien di Constantinopoli, à
inteso per el morbo el signor turcho esser im Pera,
e non vol andar a Constantinopoli ; et a Constantisier Zorzi Trivixan, li, a rechieder al patrom ditti | nopoli è stå dato principio a meter in cantier galie
homeni, qual li zurò non li haver, ma ben do mer- sotil 100 et 40 galeaze, qual feva lavorar a furia, et
aconzar tutta l'armata vechia ; à messo a l' exercitio de chalafati e marangoni gran numero di janizari, per tal modo che, im pocho tempo harà tante
maistranze quante el vorà ; e dal vulgo è ditto, a
tempo nuovo sarà in hordine. Et el signor àfato far
cride per tutti li bazari, che tutte le zente terestre e
maritime siano in hordine. Item, di Satalia è parti
una nave e una caravela e do fuste grosse, ben im
588 chadanti zenoesi, levati da Syo. Quali li condusse a
la sua presentia, et examinati, confirmò è stà a Caffa
la liberation dil Griti, e parti di Constantinopoli a di
29 decembrio, e che, soprazonta la nova dil Zonchio, li bassà non volseno andar dal signor a rechieder la liberation sopra dita, ma, per letere a Syo,
inteseno a di 3 zener erano stà liberati. Item, come
veteno l' armada intrar in Constantinopoli mal conditionada, e nulla si dicea di prepararla. Et diman- | ponto e ben armade, con assa' artilarie, et vano a
dati si in Mar Mazor, Trabesonda e altrove si facea
galie, disseno O saper. Et è mexi 4 parti di Caffa ; e
si dicea hongari haver roto al turcho, brusato molti
casali ; et era fama si aspectava li uno ambasador di l'ongaro ; tamen non era venuto. Il signor stava mal conditionato; ha la lova in una gamba ; e de di in dì si aspetava li a Corfù il ritorno di messi mandati per quel rezimento e provedador. Item, per una poliza
scrive esso zeneral, li ditti zenoesi haver ditto, do
fioli dil signor turcho, videlicet quello di Magnesia et
Domusli sono in grandissima discordia, e si taiano a
pezi insieme. Noto, la caravella va al Zonchio, primo
Biasio Rusco.
Dil ditto capetanio zeneral, di 19, ivi. Come à
ricevuto nostre, con la copia di l'aricordo di le
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
la banda di Egypto e la Soria ; ha voluto avisar etc.
Di Cristofal Malaverti, nominato di sopra, data
in Candia, adi 7 zener, drizata al zeneral. Come era venuto li, schiavo dil bassà di l'armata turchescha, et eri zonse li, riscatà per ducati 500, usito | da' turchi con gran spexa et pericolo, venuto con | gripeti. Item, avisa, l'arma' esser tirà in terra tra 588 Constantinopoli e Galipoli, e in Galipoli esser galie
sotil 55 et 4grosse, fate a l' Arta, e tutte le fuste e
uno barzoto; el resto è andata a Constantinopoli,
mal condizionata; e a Galipoli mancha a tirar in
terra zercha 20 galie ; non si fa provision alcuna, nè
si pensa per il presente di conzarle per questo anno, e à dà licentia a tutte le maistranze di fuora via,
e fato levar iman di lavorar le pegole e le stope, si
96
1523 MCCCCCI, MARZO. 1524
che non armerà questo anno. El signor à ordinà al
bassà suo, dil qual era schiavo, prepari galie sotil
100, computà quelle di l' anno passato, et 50 grosse, di la sorte di quelle di la Prevesa, et 100 tra galeote e fuste, e altre 50 velle menude, fina a la summa di velle 400. Non vol più nave grosse, ni ga- 3 galie li , videlicet sier Andrea Foscolo, sier Polo VaDi sier Hironimo Pixani, provedador di l'arma- 58
tu, date in galia, nel porto dil Zonchio, a di 3 mar20 (sic). Chome a dì 30 dil passato, intese una fusta
e uno bragantin erano venuti a Porto Longo per piar
qualche nostro navilio ; unde esso provedador mando
leaze; tien, per questo anno, ni l'altro, non sarà 0.
Si à comenza a taiar i legnami, ina a tempo nuovo à
ordina ensi Camalli , Enrigi e Aidar agà con 40 galie
et Xfuste, non sa a che far; dubita per l'Arzipielago. Item, el signor, a dì 26 novembrio, parti di Andernopoli, e andò a Constantinopoli ; mandò el bilarbei di la Morea in Sofia, per dubito di l'ongaro;
qual fo ditto veniva con grandissimo exercito, e havea brusàe fato danni assai, e fato ponte per passar ;
ma non sa certo. Item, a dì 6 novembrio ſo crida la
laresso et sier Polo Nani, con hordine le pigliano etc.;
e, non potendo, vadino al Griso, e ritornano. E a di
ultimo, ditte galie partino, et ritornono a di do di
note. Dicono andono a Porto Longo, e non sono visti da alcuno; et, per esser note, poi la matina, fo a
di primo, dite galie messeno la guardia sul monte di
Sapientia, et discoperse do velle picole, una veniva
a Modon, l' altra andava a Coron. Li parse tuor el
partido ; e ussite fuora el Foscolo, andò a quella vella
veniva a Modon, che era uno gripeto. Lo qual, vi- coraria contra l' ongaro, e manda olachi su la Tur- | sto la galia, dete la prova fra certa secha e la marichia a Senon bassà, che si aparechiasse; tamen, fin hora non è mosso. Item, a dì 2 novembrio, mandò
a Stalimene do fuste a menar 100 gianizari, in varda
li. Item, hessendo in Andernopoli, fo ditto da molti ,
el signor havea il mal dil padre a tutte do le gambe; ma non lo sa certo ; tamen è mal conditionado
al presente. Item, adi 16 novembrio passò l'ambasador dil soldan su la Turchia per el Chazera, qual
à concluso le noze, videlicet di la fiola dil turcho nel
soldan, et portò presenti al soldan di 300 teste di
Modom, tra zoveni e zovene. Conclude, a bocha poi
suplirà il tutto. De li merchadanti di Pera, sono in
castello, tamen per letere dil Bavarin sperava, zonto
fusse il signor a Constantinopoli, et asestada la Porna, e li homeni fuziteno in terra, butò il copano in aqua ; lui poi andò al gripo, tolse certe pelle disconze
e la vella e sartie, volse cavar el gripo e non potè,
perchè certi turchi veneno a cavalo e a pe' con archi e schiopeti, et non lassono. In questo mezo il Valaresso andò a l'altra vella, et etiam lei dete in terra,
a presso uno locho chiamato la Combora, e li turchi
sopra scriti veneno li, ma per esser pocho fondi, non
potè acostarsi al gripo, e tornò a driedo ; e, nel ritorno a Sapientia, trovò una barcha picola, carga di
anime coronee, qual dicono turchi voleno cavar di
Coron tutti li principalli, et mandarli in altre parte
di la Morea, per haver inteso da alguni galioti di la
galia Pasqualiga, e uno turcho fuzito dil Zonchio a
ta, esser liberadi ; con i qual è missier Valerio Mar- | lhoro, che nostri voleno piar Corom. Tamen dicocello, prexon, con el Cabriel, Polani, Michiel, et quelli
altri in l' altro castello etc.
❘
I
no, fin Xdì, la cossa ancor potrà haver effecto ; e fo
causa che, quando vene le 5 galie, fino li schermi di
le galie sapeano, pur spera ancor sarà tempo, pur
vengi presto li homeni. Et ozi son corsi turchi fino
ad una fiumara, pocho lontam di le mure, da cavali 70; e nostri stratioti, 30 cavali insieme con pe
doni 200, andoli contra ; fono a le man. Domino
Paulo Contarini virilissimamente si portò ; ferite uno
turcho, poi lui fu ferido; spiera el guarirà. Etfo
Di Candia, di sier Bortolo Minio, capetanio, di
8zener. Adì 6, ricevete letere da Syo, manda la
copia ; e di Rodi, di 19 dil passato. Li scrive el consolo, quella terra esser sana, e di l'ussir di le do
fustegrosse, do schierazi e una nave di turchi, vanno
a la volta di Soria ; si dubita ſarà danno. Et il signor
fa far molte galie. Item, de li in Candia aspeta le galie di viazi zonzino ; et si va cargando la nave di sier | morto da' stratioti uno turcho, e portà la testa; el Hironimo Liom, di vini e formazi, per mandarla al
zeneral.
Da Syo, di Zuam di Tubia, consolo nostro, di
22dezembrio, al capetanio di Candia. Come à di
Pera, di 23 novembrio, el signor dovea cavalchar di
Andernopoli, a dı 13 decembrio, per Constantinopoli ; et si diceva era novità di hongari ; et si à mandato el bilarbei di la Grecia contra. Scrive la relation di Malaverti.
corpo è restato su la spiaza ; et è stà ferito uno nostro stratioto valentissimo ne le rene, spera schapo- lerà. Item, fo morti da bombarde di la galia Marcella 4 turchi, e parechij ſeridi da' nostri stratioti.
Lauda ditto sopracomito, che ſo el primo si movesse
con la sua galia con pochissimi homeni ; spera turchi
arano pocho honor ne l'avenir ; fanno il possibile a
lavorar, e far bastioni, e mantenir i populi benivoli
e i stratioti. Item, le zurme soe e di la galia Mar-
1525 MCCCCCI, MARZO. 1526
589.
cella e Tiepola, tutte sono amallate, e molte morte
per le continue fatiche, et cativi aeri elc.
Del ditto proveditor, date in galia, nel porto dil
Zonchio, a diXfevrer. Come a di 3 scrisse, ma per
li tempi non parti le letere ; et a dì 4, la matina, scopri da la longa le galie grosse veniva versso quel
porto; credeva fusse il zeneral ; vete poi erano esse
galie, qual calono per mezo il porto. Elui provedador spazò la galia di sier Sabastian Tiepolo, e li
messe suso homeni di le altre galie, acciò li desse lengua , per saper qualcossa , e poi andasse a Cavrera, dove erano tragetà alcune anime coronee. E
si parti subito, e andò a parlar ad esse galie e ritornò senza nova alcuna. Tien, a dì 9, dite galie sarano zonte in Candia ; et poi parti ditto soracomito
Tiepolo per qui ; a hore una di note se incontrò ne
la galia di sier Sabastian Marcello, su la qual havea
messo molti homeni ; e cussi mando tutte do a levar la dona di sier Cabriel Venier, fo capetanio a Coron, con alcuni altri erano de lì, e andono al Griso.
Messe uno homo in terra, per haver ditte anime;
qual homo se incontro con 7 compagni in 6 turchi
a piedi, unde nostri, che erano 8, fuziteno, e se nascoseno, e non fono trovati, e scapolono. Qualli tutti
8, questa note passada veneno li al Zonchio, et le
galie eri tornorno con le anime preditte. Dicono la
cossa di Coron esser disperata ; turchi fanno grandissime guardie; vanno di e notte armadi ; apreno
le porte di la terra a mezo zorno, e subito le serano; voleno etiam cavar di Coron tutti i principalli,
per le cause ditte. Item, che 300 janizari sono zonti
a Patras, e li si aspetta uno flambulo vien, per venir
fi al Zonchio, al castello ; e questo è comproba per
uno turcho fuzido con ditte anime, marida in una
christiana grecha, qual si volse far cristiam. Item,
manderà via le anime al Zante ad habitar. Item,
el prefato turcho à mandato con la dona sua a Corfù
al zeneral. Item, per do fuziti di Coron la note passada, à inteso che la fusta turchescha da Corom, di
banchi 18, qual era li in colfo con uno bregantino,
è stà presa da Troylo da Napoli con do sue fuste, et
do sono fuzidi a Corom, di essi turchi erano. Item,
ha per la nave, patron domino Bernardo di Campo,
vien di Syo, zonse l'altro di de li al Zonchio, à per
letere di Bursa, di 4 zener, li nostri merchadanti esser stà lassati dal signor turcho in libertà, e doveano
rehaver le robe ; e il signor era zonto a Constantinopoli, el morbo cessato; et havea tirà tuta l'armada sua in terra mal conditionada ; à ordinà far
armada di velle 400, zoè galie sotil 200, grosse 50,
come quelle di la Prevesa, computa quelle fonno
cavate di la Prevesa, et 150 tra galiote e fuste ; e
cadauna galia sotil arà una bombarda grossa ; non
vol con lui nave nè palandarie nè schierazi etc.
Di Alexandria, di sier Hironimo Tiepolo, consolo nostro, di 3decembrio, I ultima ſo di 15 αυοsto, per la caravela, primo Jacomo di Damian. Avisa
le crudel tyrannie di quel soldan, el qual à manzado
tuto el paese, non lassando algun grado di persone,
e molti ne à fato morir, et per suo comandamento.
Qual volea pagaseno sporte 420 di piper per do
anni passati a ducati 50 la [s/porta. Lo mandò a
tuor per uno caschi, con stafa de ducati 200. Pur si
otene (acciò tutti li merchadanti non fusseno menati
in cadene, come voleva el comandamento dil soldan)
venisse con esso consolo 4 merchadanti senza cade- 590
ne ; i qual fo sier Daniel Dandolo, sier Polo di Prioli, Antonio di Colti e Alvixe Mora. E a dì 22 setembrio zonseno al Chajero, dove fonno incontradi da 5
zime, che li dovea menar presoni in caxa di uno armiraio, chiamato el Mirnis bei, a chi è deputà le cosse
di Alexandria. Poi soprazonse Tangribardi, turziman,
che li libero da le zime, e li condusse a caxa sua. El
3.º dì li apresentó a la presentia dil signor soldam,
el qual, senza altre parole, con segno de la man, li
licentio ; e de li andono in caxa del ditto Nis bei, dove
per lui li ſo dimandato el pagamento di sporte 420
piper, et nostri si justifichono con ogni humanità.
Poi li tene presoni li in una tabacha, fino a di primo
octubrio ; el qual zorno fonno menati a la presentia
dil soldan, dove fo batudo aspramente el Prioli,
Dandolo e Colti ; poi tutti 5 fonno messi ne la più
aspra prexom dil castello, chiamato l'archana, tenendoli l' aqua e il cibo: cossa mai più sequita per
ardue ocurentie à 'bute la nazion nostra nel paexe.
Unde li fo forzo a pagar el soraditto piper, in questo modo, ducati 25 milia, auto per do mexi con
interesso e spexe; zoè, zercha ducati 6500, el restante se à pagado del trato dil piper venduto a forestieri , a ducati 86 la sporta. Et, auto el suo pagamento, per medichar l' inzuria, a dì 16 dil passato,
fonno a le presentia dil soldan, e li usò assa' large e
humane parole; fè vestir esso consolo di una vesta,
e lo licentio, facendo motizar che, non venendo el
tributo di Cypri, si pageria da thoro. E quella sera
partino dal Chaiero con Tangrivardi, turziman, mandato li in Alexandria per nolizar le 3 nave, Luvixa,
Cabriela et Texoriera, francese, per cargar orzi al Tenes per Soria al campo. El qual turziman zercha di
aver li sopraditti danari, che per so mezo si have
con quel excessivo interesso ; e, tardando le galic,
si convera vender el piper restante, qual voria più
1527 MCCCCCI, MARZO. 1528
590*
tosto nostri l' avesse cha forestieri; vederà di tem- | scrive a la Signoria, come è 4 mexi è li, à 'uto solum
lire 27 in contadi, e vino e biscoto ducati uno ; si
che sono partidi alcuni compagni. Il conte fa fortifi- char im più lochi le mure. Item, li rectori di Zara,
di 12, lauda esso contestabele Bonturela.
Adi Xmarzo. In colegio vene il canzelier dil
capetanio di le fantarie, qual è stà ferito, quando li
fo tolto la dona, con una letera di ditto capetanio in
recomandatiom ; dimandò 4 zudegadi per uno suo
fradello, ch'è dotor. Risposto, la Signoria, a gran
conseio, meteria la parte.
porizar, non multiplicando interessi ; aricorda si pro- vedi a tal violentie. Item, è più di uno mexe parti dal Chaiero el diodar grando, con 8 armiragij di 1000 lanze ; in tuto pol esser mamaluchi 2000, ben
in hordine, e andati in Soria contra el signor di Da- masco. E intendeno, a di 13 novembrio, ditto campo
intrò in Damasco, senza strepito d'arme, che indicha siano d'acordo con ditto signor di Damasco ;
non sa per la destrution o conservation dil soldam.
Conclude, si questo soldan dura, sarà la ruina in quel
paexe. Item, di merchadantia ivi è 3 nave francese
soradite, et 3 barzoti chatelani, assai riche di merze, maxime panni, e le merze di la nave Justignana
zenoescha, qual è più richa di le altre, e à fama haver più contadi. La qual nave, per temporizar, è andata in Satalia con robe de' turchomani ; si aspeta di
dì in dì. Ne sono ancora do altri navilij ragusei et
uno ceciliam ; i qual tuti navilij fin hora non ha con- Vene il legato dil papa, e mostrò uno brieve a
tratado altro cha oglij, e questo per aspetarsi le ga- lui drizato, molto longo. Il papa li scrive la justifi- lie nostre di hora in hora ; serà specie assai, e per | chation dil ducha nel rapto di la dona. Item, le dela concorentia crede serano ben pagade etc.
Di Otranto, dil governador, di 24. Manda letere
dil zeneral, aute da Corfù. Item, è zonto li uno maran, parti a dì 17 da la Brucha, loco di Sicilia, et è
cargo di grano è di sier Carlo Contarini. Dice è
sana l'isola di morbo ; e portò patente ; e dice il
zonzer dil capetanio di l' armada yspana, don Consalvo Fernandes, a Saragosa.
Veneno sier Hironimo Contarini e sier Piero
Duodo, provedadori sora la sanità, e mostrò una
letera, di 9, di rectori di Padoa. A Bigozo e Brisignana, ville, esser morti da peste; et al ponte di
Graizi, una pizochera. Etiam, disseno in trivixana,
a Unigo, si moriva. Fo ordinato scrivino, debbi brusar, proveder etc.
cime à concesse, oltra le do. Item, di l' armata farà,
et uno cardinal legato. Di la cruciata, eri in concistorio, parlato con li cardinali, disseno non poteano
patir la spexa ; e cussi, omnium voto, terminono dar
il 3.º a la Signoria, e li do spenderli soa santità qui
per beneficio di la christianità. Per tanto si scuodi
in questo tempo, e questo 3.º à dato a Napoli e fiorentini . Conclude, si scuodi una volta, poi si faria etc.
Da Brandizo, di sier Jacomo Venier, capetanio | Il princípe li rispose sapientissime : il papa doveria
di le galie grosse, di 25. Come è li con la galia di darne la cruciata a nui, che semo in bisogno e im
sier Daniel Pasqualigo, qual è anmalato ; non à 'uto | pericolo, come la dà in Franza e Spagna. Il legato
alcun hordine dil zeneral ; è uno mexe e zorni tre
è lì ; le zurme, mal conditionate, ne moreno ; vol
licentia.
Di Trani, dil governador, di 27. Zercha biscoti mandati al zeneral ; e sier Antonio da Pexaro
dice haverne cara 260 di formento. Item, à nova,
dia venir li vicino fra' Lunardo da Porto, per nome
dil re, a far 500 cavali di stratioti a li lochi circonvicini.
Da Nona, di sier Sabastiam Dolfim, conte, di
16 fevrer. Come di li provisionati di Bonturella da
Bassan, dia esser 108, è solum 51 ; e il conta' fa 200 homeni solum da fati ; et li è uno solo bombardier,
ne voria esser 6. Item, à fato 4 gabioni di taole e
travi in alcuni lochi più suspeti e debeli ; à fato far
di novo do porte ; à consumà agudi ; aricorda, si
scrive a le ixole, zoè Chersso, Ossero, Arbe et Pago,
bisognando, dagi socorsso a quella terra. Item, Bonturella da Bassam, contestabele, di 16, da Nona,
disse, scodassi una volta, non si perda tempo Item,
di la dona, il principe disse mal dil ducha, et era andata in ciello, O si sapeva ; e li disse di certe corarie
e danni fati su quel di Ravena, e saria neccessario
proveder, cargando assa' il ducha. E, dimandato volesse lassar il brieve, nou volsse mai. Item, mostrò
uno altro brieve di la riserva fata al fiol dil conte
di Pitiano ; e si dagi el possesso di Cividal al Trivixan, e cussi fo fato.
Vene l' orator di Napoli, domino Joanne Bapti- 591
sta Spinello, e fè lezer al suo secretario una letera
dil re, qual si alegra di le galie prese ; e comunichi,
à letere di 24, date a Bayron, di soi oratori, uno
di qual è il camerlengo, come haveano concluso il
matrimonio di madona Cerlota in monsignor di la
Rozia, e le noze fono compite a Bles ; e, per caxon
dil papa, essi oratori non fonno alditi dal roy. Poi
esso orator parlò, esser in Italia lanze 1800 francese,
e sarà 12 milia fanti ; dubita di l'impresa di Napoli.
1529 MCCCCCI, MARZO. 1530
Fiorentini è in dissenssione tra lhoro ; Bologna vo- Di Zervia, dil podestà, di primo. Come la cossa
ria, ma non potrà far 0 ; il papa è col roy unito; la di la dona è sopita, e più non si parla. Cesena, Forli
Signoria nostra non voria, ma non potrà dir altro ; e Ymola si duol dil caso ; e dicono, la Signoria non
si che el suo re sta a mali termini ; per tanto à vo- lasserà la cossa impunita ; e tutti soi subditi sta in
luto far questo discorsso. Item, che à letere di l'ora- aspetation di veder la ruina di esso ducha ; si che
tor suo di Linz, in zifra, non lete ; solum questo : li li populi è malissimo disposti contra di lui etc.
oratori di la Signoria sono aspetati ; venendo presto,
farano boni effecti. Item, disse sapeva certo, l'armata fa il re non saria fornita fino a tre mexi ; non
dubita per mar, ma per terra ; dicendo: So ch'è la Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 7. Come 591 *
salsa di francesi e todeschi. Il principe sapientissime tutti i condutieri dil ducha erano reduti a Ymola,
li rispose, dicendo ogni operation nostra era contra | da 3 di in qua, per consultar de l'impresa di Faenza ;
il turcho.
Dil ditto, di 4. Come mando certo zovene citadim de li, stava col ducha, a Forli, per saper qualcossa. Item, di li campi, sarà 8000 etc.
et, ozi 3.º di, alguni francesi andono versso Faenza.
È ussiti alguni di la terra, e scaramuzono insieme ;
fonno morti di tutte le parte ; et fu preso per franVene monsignor di Licurt, venuto da Milan, per
causa dil conte di Caiazo, volendo tuor licentia. Voria risposta in scriptura a monsignor di Chiamonte. ❘ cesi uno Sabastian Piscator, citadim di Faenza, de li
Il principe li disse, non bisognava; si scriveria tutto
a l' orator nostro a presso il roy. Et lui disse, era
stato in 5 guere. Et volse veder le zoie, l'arsenal etc.
Il principe, rasonando, li disse havia 81 anno etc.
El principe si parti, et volendo mandar uno per
l' Histria e Dalmatia a trovar homeni, sier Jacomo
Cabriel, savio ai ordeni, si oferse andar. Et cussi ,
per mostrar di farlo solemniter, balotadi tutti, lui
rimase, e poi non volse andar ; unde fo terminato
mandar sier Hironimo da Pexaro, pagador.
Intrò li cai di X ; steteno assai col colegio a
lezer letere etc. dil zeneral, di Roma, di Napoli et
altrove ; nescio quid.
Dil capetanio di le fantarie, date a Gradischa,
a di 8. Avisa certe nove di turchi, auti da suo parente, conte Bernardim de Frangipanni e Damian
di Tarsia, castelan a Castel Nuovo ; et infine, dice,
racomanda la sfortunata sua moglie.
Di Udene, dil luogo tenente, di 8. Manda una
letera abuta di 6, dil dito Damian di Tarsia, di turchi 8000, preparati im Bossina, con badilli etc.
Da Raspo, di sier Ulivier Contarini, capetanio,
di 7. Manda certi avisi di turchi, abuti dal conte
Bernardin di Frangipanni, ut supra.
primi a presso quel signor. Item, ozi 4.º dì, vene per
Po, li a Ravena, guasconi 200 mal in hordine. Item,
da Rimano à nova, esser stà levà, per portar a Forli,
assa' piombo e salnitrij, e che a Ymola e altri lochi
presi noviter, sono pochissime vituarie, adeo, si venisse chi se volesse con una bandiera, fariano mal
assa' , per la mala compagnia hanno. Item, eri sera,
al tardo, capitò li a Ravena el secretario dil ducha
di Urbim, fo alias in questa terra, va dal ducha Valentino, per justifichar il signor suo di certe opositione di retenir quel Camilo Carazollo ; poi dice verà
a la Signoria, per dir il processo fatto. Item, ozi 4. °
zorno, alguni schiopetieri di Vitelozo veneno su quel
di Ravena e, armata manu, tolseno certi bestiami,
feriteno do done di schiopeto ; tien morirano. Vitelozo non era li a Rossi, ma andato a Ymola. Scrisse
esso podestà a uno suo locho tenente, dolendossi di
tal cosse ; qual ha fato restituir parte dil bestiame
tolto. Alia non sunt.
Da poi disnar fo pregadi. Fu posto per i consieri
che sier Alvise Loredam, va provedador in armada,
possi vegnir im pregadi, non metando balota. Fo
presa, 22 di no.
Fo posto per sier Alvise da Molin, sier Piero
Balbi, savij dil conseio, sier Marco Zorzi, sier Polo
Capello, el cavalier, savij a terra ferma, dar certa
Da Trevi, di sier Daniel da Canal, provedador,
di 5. Dil zonzer a Milan di domino Francesco Bernardin Visconte, e li soi castelli hanno fato segni | angaria per mier a li ogij verano in futurum ; sarà
di leticia ; mandò a Milam a saper ; intese era venuto per far ripatriar li foraussiti, ch'è in Alemagna ; et eri sera fè uno solenne convito in casa sua,
dove ſo invida molte done di foraussiti ; e uso parole
di tal effecti.
Di Asola, di sier Andrea Griti, provedador.
Come el conte di Pitiano ha comprato de li certa
possessiom, ne la qual à speso ducati 3500.
zercha ducati 5000 a l'anno ; si scuodi a la terra, e
non si fazi più le zerche etc. A l' incontro sier Francesco Foscari e sier Bernardo Barbarigo, savij da
terra ferma, star su quel è preso ; e poi azonseno
si possi franchar con duchati do per mier, dove
prima era preso di tre. Parlò sier Alvixe da Molin.
Rispose sier Bernardo Barbarigo ; poi sier Piero
Balbi. Ando le parte, cazadi li merchadanti soto
1531 MCCCCCI, MARZO. 1532
592
seriti : 14 non sincere ; 5 dì no, dil Foscari, 52 ; Fu posto per sier Francesco Foscarini e sier
dil Molin, 57. Nihil captum. Iterum : 11 non sincere | Marco Antonio Morexini, el cavalier, savij dil con53 dil Foscari, 57 dil Molin. Et hessendo cussi indurato al pregadi, fo rimessa dita parte.
Fu posto per tutti scriver a li oratori in Hongaria, non havemo abuto sue ; dubitamo li corieri periti ; solicita l'acordo, e li danar nostri sono presti ,
e aspetemo sue letere. Ave tuto il conseio.
seio, et savij di terra ferma, di elezer el primo pregadi, con pena, uno provedador in Friul, qual sia
luogo tenente di la Patria fino vadi il luogo tenente,
ch'è sier Polo Trivixan, el cavalier, et che sier Antonio Loredan, el cavalier, vadi a la sua legatione ,
et con quel salario li sarà limità per il colegio etc.
Et Jo andai in renga, per dir. era forma nova, et
si doveria limitar il salario ; adeo essi savij non mi
lassono compir, et azonseno con persone 4 et duFu posto per sier Francesco Foscari e sier Bernardo Barbarigo, savij a tera ferma, e li oficiali a le
raxom nuove, de cætero a li oratori e provedadori
per le cosse tolevano a quel oficio, siali dato a quelli | cati 40 al mexe per spexe. E fo presa.
va per terra ducati 30, a quelli per mar ducati 20,
ai secretarij ducati X, senza mostrar alcum conto
di diti danari. Et fu presa.
Da Parenzo, di sier Nicolò Liom, podestà, di 5.
Come era venuto uno certo frater a predichar una
cruciata in la chiesia di Santa Fumia di Ruigno, e li
danari in una cassa con tre chiave : una il rector,
l'altra do frati; unde, per colegio, foli scrito dovesse suspender etc.
Fu posto per tutti, scriver a sier Zuan Diedo,
provedador general in Dalmatia, in risposta di sue,
laudarlo ; e, zercha al ducha Zuan Corvino, remetemo in lui, consulti col conte Xarcho zercha darli li
nostri cavali, sono in Dalmatia. Item, dil mandar
Jacomin di Val Trompia , con provisionati 200, li
poni dove li par. Item, sier Hironimo Querini insie- | sto discargar a Forli nel castello arme etc.; e parlò
me consulti, a ponerlo a Traù o Sibinico, dove più
bisogna.
Item, per colegio fo scrito a Zara et altrove,
zercha li frati sono li di la cruciata, non la lassino
scuoder fino non harà altro nostro mandato. Item,
al conte di Sibinico, che il veludo fu dato al conte
Xarcho per donar al ban di Tenina; havendo inteso ditto bam esser retenuto, debi suspender il
presente.
Da Zervia, dil podestà, di 6. Come à mandà exploratori per saper di la dona rapta, justa i mandati ; quali con paura sono tornati. Dicono aver vicon uno li disse, fo li quel Diego Ramyres, qual è
partito per Spagna ; poi l' orator di Franza fo li ; et
altri dice è a Montefior, lontan di Rimano mia 15,
su la strada va a Roma ; et à parlato con uno, nominato Botazo, dice aver inteso da uno calegaro
portò lavori in rocha, come à visto a uno balcom
do bellissime done in dita rocha, et che ivi li entra
pochi, solum li deputati, e il ducha vien spesso stravestito con do o tre cavali, e intra per la porta nominata la Schiavonia. Item, chi dice dita dona è con
quel Diego, chi dice di no; tutti chiama vendeta conDa Vicenza, di rectori, di 9. Come erano stati tra il ducha, perchè li soi hanno dipredato il tutto.
nel suo conscio per la materia di campi ; et domino | De le moglie nonne parlo, di le figlie tazo; perchè di
Alvixe Capra, doctor, deputato, messe li lhoro oratori dovesseno ancora star de qui. Essi oratori parlono : la parte 121 et 2 contra ; sì che sono duri a
tal cossa ; per tanto avisano il tutto.
Item, fo manda al provedador Diedo uno aviso,
abuto di Raspo, di turchi.
Fu posto per li savij dil conseio et di terra ferma, scriver una letera a li rectori di Verona, molto
longa : conclusive, non erano per far alcuna mutation di la parte di campi, et che in conformità si
scrivi a li rectori di Vicenza. Et per sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, e sier Alvise da Molin,
savij dil conseio, fu posto che dicti oratori, e veronesi e vicentini, siano chiamati doman incolegio; et
ditoli per el principe il voler constante nostro, et
poleno ritornar a lhoro piacer a casa. Et andò la
parte : 19 di altri savij, 96 questa dil Morexini e
Molin. E fu presa.
quelle ne sono fatti signori ; ergo etc. Item, il ducha
fè comandamento a li subditi di Cesena, che hanno
cari, vadino a condur piere di bombarde e artilarie
a uno locho propinquo a Faenza ; sì che de dì in dì
si vanno preparando. Item, è stà fato comandamento a Piero di Mursia, qual è a Bertonoro, capo di
lanze spezate, che 'l vegni a far la mostra, poi arà
danari.
Adi XImarzo. In colegio vene sier Alvixe Loredan, rimasto provedador di l'armada, et aceptó
libentissime ; et li fo ordinato andasse a l' arsenal, a
tuor la sua galia.
Vene l'orator di Franza con quel monsignor de
Licurt, qual si parte; et iterum tolse licentia, dicendo era fatto aficionato dil principe, et era stato in 5
vitorie dil roy. Poi l' orator presentò una letera dil
1533 MCCCCCI, MARZO. 1534
592
senato regio di Milan, per cosse particular ; et li fo
ditto si vederia di saper et expedir.
Vene il legato dil papa, et presentò una letera dil podestà di Ravena, di 9. Par Vitelozo, inteso il
danno fato per soi sul nostro, par habi ſato apichar
do di quelli fè il danno a li confini, et do ne mandò
ligati a esso podestà, dicendo facesse justicia ; qualli parse a esso podestà di lassarli. Conclude, esso Vi- acciò vadi a la dieta presto. Item, che li oratori stati
Da Vicenza, di rectori, di X. Manda una letera,
ave domino Leonardo da Porto, da Trento, da quel
suo Christoſal Pajello, di 4. Lo avisa come vien certo il re di romani a la impresa de Italia, come di- cono quelli milanesi ; et il signor Galeazo li ha scrito
a essi milanesi, esser stà mandato lui da Nolimberg,
da parte de li electori e altri principi, a Linz dal re,
telozo è servitor di la Signoria nostra, e crede di in Franza, sono stà mal visti da li electori, per hatal danni 0 sapea ; et per questo fo concesso per il ver parlato di trieve col roy; et il re non risponcolegio, ditto Vitelozo possi trar certe arme di Bre- ❘ de a l'orator dil roy. Item, Alvise Ripol, é a presso
xa, pagando li dacij, che prima non voleano. esso re per il re di Napoli, li promete danari venendo in Italia, et il re li voria adesso. Àscrito di zio a
Napoli, e mandato messo aposta. Item, di la dieta,
li electori zonseno aNolimberg, aspetano il re, et si
non si fa digression per sguizari, l' impresa de Italia
si torà. Item, l'orator dil turcho fo questo Nadal
incognito da dito re, etuno Martim da Casal, fo
alias per il signor Lodovico al turco, e poi da Ragusi, ave salvo conduto da la Signoria ; e volendo
l' andasse in Franza, vene in Alemagna. Conclude, a 593
la mità di quaresema si vederà la dieta compita, et
il re, zonto a Yspurch, si darà principio etc.
Veneno do episcopi, uno nominato domino Rosa
de Rosis, ch'è archiepiscopo leopolensis, vestito di
veludo negro, et è vechio ; l'altro episcopo quieviensis, gran canzelier dil re di Polana, vestito damaschin beretin, et ha gran intrada. Veneno con
bella compagnia di polloni ; sono stati al perdom a
Roma; et per la Signoria nostra, inteso per sier
Marco Dandolo, dotor et cavalier, stato alias orator nostro in Hongaria, questi per dubito di morbo
non erano stati lassati venir, e andono a Mestre, et
fino li fo mandato zentilomeni a invitarli venisseno,
et poi etiam eri a levarli, et preparato alozamento a Di Franza, di l' orator, date a Lochiers, a di
spese nostre. Or hanno gran reputation in quelle 23. Come il roy ave letere di monsignor di Ravaparte ; sono con 60 cavali ; sentono a presso il prin- stem, in risposta. Mando esso orator il suo secretacipe, et latine ringraciono la Signoria de li honori ; ❘ rio ; intese, si scusa, e fè disarmar le charachie, e
oferendossi etc. Et havia in sua compagnia alcuni
cavalieri et zentilomeni nostri ; et il di sequente partino, et fonno presentati per la Signoria nostra, et
molto honorati.
Da Roverè, di 9, di sier Nicolò da cha da Pexaro, provedador. Come havia auto una letera di Salziburg, va al cardinal, l'à mandata, et manda la copia
di quello esso li ha scrito, zercha l'andata dil legato.
Da Zervia, dil podestà, di 8. Come à mandato
uno explorator, et dice certo ragazo averli ditto in conclusion, la dona esser in rocha di Forli, et esser
stà col patron suo, qual è spagnol, in ditta rocha, et
haver visto ivi do belle done, et do altre vechie,
dal ducha molto acharezate.!
Da poi disnar fo gran conseio per li avogadori
passati, per expedir sier Andrea Baxadona, fo capetanio di le galie di Barbaria. Introduxe il caso sier
Pollo Pixani, el cavalier, cao dil conseio di X, olim
avogador, et in hoc casu, manon compite. Steno
fin24.
Et colegio si redusse. Vene letere di Hongaria,
di 9, molto disiderate. Par uno altro corier sia inal
capitato ; et di Franza, il sumario di le qual sarà qui
soto scrite.
le charavelle disseno esser ragusee, e di le robe fè
provisiom. A la restitution nomina tre capi francesi,
videlicet Libort, Mala Erba e Remuchij ; et par, il
re habi scrito siano retenuti ; et di la nave Panthea
armada, dice non farà danno a la Signoria, solum
a infideli e napolitani, e anderà a la costa di Barbaria, per vadagnar la spesa fata in conzarla. Item, poi
l'orator ſo dal re, qual li disse, haver scrito a monsignor di Chiamonte a Milan, fazi retenir li tre, e
mandi a la Signoria. Et il secretario Rubertet disse
al suo secretario, il re vol privar Renier Parente,
visconte di Roam, fo capetanio di le do charachie, e
venderli l' oficio ; harà franchi X milia, di qual pagarà li danni. Item, el cardinal Roam à 'buto 5 pa- rasismi di terzana, tamen varirà ; et sempre l' orator parla al re di la cossa di Zenoa, s' incollora etc.
Et uno secretario di Ravastem è venuto a la corte;
dice mal di domino Acursio, qual à scrito molto caldamente. Item, napolitani sono contenti l' armada
vadi contra turchi, ma che per terra il re mandi zente
nel regno. Item, soliciterà l'armada, e avanti sia 20
zorni, saperà il tutto, per aver mandato l'amico fidel im Provenza e Normandia, e uno altro im Bertania ; et à scrito in Spagna di l' arma' fa il re.
1535 MCCCCCI, MARZO. 1536
593'
Dil ditto, di 26. Come era stato col re ; li lexe | dal cardinal, e coloquij abuti insieme ; poi il zorno
li sumarij da mar, e li domandò la nome dil zene- sequente ebbe audientia etc. Per le altre letere, di le
ral. Li disse, e laudolo assai. E, quanto a l'armata | qual dirò il sumario, come lo vene a levar di caxа el preposito di Alba Regal, et uno altro baron, et andono dal re, qual a banda destra era il cardinal
strigoniense, el episcopo vajodinense et el vesprimiense; a banda sinistra il ducha Lorenzo, el conte
grande fa il turcho, il re disse lo credeva, et nui fe- mo la nostra, et arma 4 nave a Zenoa, che prima
solum ne armava doy. Item, dil mandar oratori al
re di romani, li piace, scriverà al suo è in Alemagna
sij unito con li nostri. Item, in quello il re ricevete | paladim, domino Josa et altri baroni. Et fè una oraletere di Zenoa di monsignor di Ravasten, come tiom di l'amor li portava la Signoria, et dil pericolo
quel Renier Parente veniva a la corte per scusarsi . poi di la christianità per il turcho, e dovesse far etc.
Disse il re : Avanti zonza, sarà retenuto, e mandato a Et il cardinal li rispose, nomine regis ; et dicendo
Venecia, acció fazi justicia insieme con li tre altri etc. esso orator, quando voleva soa majestà darli l'auItem, visito il cardinal, al qual lha (sic) febre à las- | dientia secreta, et cussi messeno hordine di darla
sato. E soa signoria li disse : Remosse certe diferentie è in Italia, videlicet, bellum civile, tutto starà ben,
et aremo vitoria contra il turcho, recuperaremo il
persso, Negroponte et Constantinopoli. Item, monsignor di Albi, fradello di ditto cardinal, è venuto a
la corte ; lo visiterà etc.
poi. Et per le altre letere, essi oratori scriveno tutto
il successo, et l'audientia secreta, dove era il cardi-
❘nal legato, qual ritornò a la praticha le oferte dil
papa, oltra subsidij ecclesiastici de decime, jubileo e
cruciata, etiam li daria per 3 anni fiorini largi 40
milia, et la Signoria ducati 80 milia, e si facesse liga
contra il turcho. Or essi si conturbo zercha li 80
milia, et per 3 anni, atento prima la Signoria li havia
oferto 100 milia, et durante bello, a Bacia ; et ne la
fine, andati da parte el cardinal legato, el caliense et
il nostro, prometerli ut supra ; et cussi feno. Or era
dificultà in tre capitoli : zercha il re andar in campo,
non vol esser ubligato per capitolo, ma promete ore
Dil ditto, di ultimo, parte in zifra. Come il re
lo conduse in uno zardim, e solo, remossi arbitris,
li disse, eri aver aldito uno secretario dil marchexe
di Mantoa, qual si scusa di l' andata in Alemagna di
Martim da Casal, et O sapeva, et dimanda licentia
di aconzarsi . E il re disse : Con chi si puol aconzar ?
Rispose l'orator : Col papa o con fiorentini. Rispose il re : Lo credemo, è mato ; li daremo bone pa- | andarvi omnino, et quando non si volesse, lui non
role ; et col deto manazó fiorentini. Et disse: Zenoesi si scusa di armar, per causa di Syo, contra
turchi ; ma ben anderia contra Napoli, chome monsignor di Ligni disse a esso orator ; dicendo, dovesse { lana, qual è impedito da' tartari, che, non possando
voria. Il 2.º, venendo turchi in Friul o Dalmatia, non
vol esser obligato mandar lo exercito, ma ben far il
possibile contra lhoro etc. 11 3.°, zercha il re di Poesso re, ditto subsidio s'intendi al re di Hongaria
solo etc. Et poi, iterum consultato, et un zorno veneno, a caxa dil cardinal legato, el cardinal ystrigoniense, el reverendo visprimiense et seriminiense,
el conte paladin, domino Josa et domino Moises,
consieri regij , e altri ; et scriveno li coloquij abuti ;
persuader il roy, li scrivi , le nave armerano, l' opererà per ben di suo majostà ; tamen, lui orator O vol
dir. Item, fo a visitar monsignor di Albi ; li dè la
letera di credenza ; si oferse far il tutto. Item, il re
à 'uto letere di domino Acursio etc., et il cardinal è
varito. Il re si parte, et va a Molines ; e l'archiducha si opera col padre, re di romani, per l'acordo ❘ et disseno, nel pericolo si meteva il re, alias da' tardil roy.
Di Hongaria, de li oratori nostri, date a Buda,
6letere, videlicet 13, 14, 15, 19, 22 fevrer, et do marzo, molte longe et copiose. In la prima, di sier
Zorzi Pixani solo, come zonse a Tetem, prima slongò
la via per il morbo, capitò a Otozaz; il capetanio lo
honorò ; poi a Tetem vi vene sier Sabastian Zustignan, orator nostro ; demum, aviati verso Buda,
vene il reverendo serimiense et altri baroni, con
zercha cavali 300, fè l'intrada. Li disse alcune parole,
nomine regis. Li rispose etc. Poi vene il reverendo
episcopo caliense, legato dil papa, con la fameia dil
cardinal ; et, zonto che ' l fu a Buda, smontato, andò
tari fo cazado il re Alvise dil regno, qual convene
star per 3 anni a Veia. Tandem formono alcuni capituli, qualli mandano qui ; et do cosse volseno dil papa: primo, fusse li 40 milia, durante bello ; l'altra,
che il colegio di cardinali prometeriano, more solito,
questo; et se diti capituli piace, si mandi presto, acciò concludino, aliter non si potrà mudar 0. Tandem
con gran faticha, il legato et oratori nostri tolseno
termine uno mexe di tempo. Item, il reverendo caliense, orator e legato pontificio, va a Roma per
questo etc. Item, el cardinal Ystrigonia voria il eapello da Roma, e disse, il re di romani disconzar
molto tal praticha, dicendo, per amor di venitiani
1537 MCCCCCI, MARZO.
1538
non vol esser con lui, che, si 'l fusse, ariano vitoria Item, la Signoria di Venecia promete, con l'arcontra il turcho. Et è ritornati li oratori dil re, fono | mada e stratioti et zente da mar, far a ditto turcho
in Alemagna, et il re di romani ne manda do altri a
disuader. Concludendo, ditto re è molto nimicho di
594 la Signoria nostra. Item, esser venuto al re uno nontio dil turcho, per la expeditiom di l'orator ; el qual orator è stà dal re, a dir lo expedissa, perchè,
da qua indriedo, starà come prexom e non orator.
E il re li à dà bone parole. Item, l'orator dil re di
Polana, andava al turcho a confirmar le trieve, era
venuto lì a Buda; il re l'à retenuto, non vadi ; et ,
oltra li capitoli, mandono uno capitolo fato seorsum,
tra quel re e la Signoria, come è contento di 100
milia ducati , havendo algum subsidio di danari, disfalchar a raxom di XV per cento.
guerra omni conatu etc.
Item, quando il re doverà andar im persona,
sarà ubligato li altri collegati farlo saper 3 mexi
avanti, et cussi lui, versa vice, farà a li altri, quando
el vorà andar in campo, per metersi in hordine.
Item, rompendo il turcho a una di le parte, le
altre do parte sarano ubligate ajutar la parte laborante, et cussì vicissim.
Item, il re farà ogni possibilità contra turchi, ma
per lizier incurssion non sarà ubligato andar in campo, ma ben le zente.
Item, che venendo turchi in Friul o in Dalmatia
o Croatia, il re promete dar ajuto a la Signoria, per
via di so bani, qualli se intenderano con li rectori
nostri, e, al vegnir o al ritorno, farano etc.
Item, la Signoria de inverno, non havendo armada fuora, farà le zente sue romperano a' turchi,
danizandoli dove potrà.
Dil cardinal Pietro reginense, legato, si have una letera latina e ben ditata. Narra il sumario di la tratation, conforta la Signoria a consentir a li capitoli ;
scusa li nostri oratori, si hanno promesso etc. , perchè la cossa era im pericolo. Scrive la potentia de
hongari, et che il re di Polana, con il fratello ducha Item, che li lochi si aquisterà dil turcho, prima
di Lituania e moschoviti, si potrano acordar insieme; | siano restituti de chi sono stati, e se de nium fusse
et che la Bossina e Servia si arà subito ; e benchè il | stati, sia partito ; ma hessendo sola una parte ad
re non voglj prometer di andar in campo, tamen li aquistarlo, resti a quella parte li aquisterano.
à promesso andar. Nara la potentia di valachi , qualli
farano 30 milia cavalli ; conclude si potrà haver 100
milia cavali. À scrito a Roma al papa, confermi.
Sumario de li capitoli di la liga si praticha tra il
pontifice, re di Hongaria et la Signoria nostra,
contra il turcho.
Item, che durante la predita liga, niun si potrà
acordar o far trieve directe vel indirecte con turchi,
senza consentimento di le parte.
Item, il re renoncia le trieve, e farà guerra a'
turchi .
Item, se il re di Polana, fradello dil re, per caxon di tartari non podesse esser, nil minus la contributiom resti al re di Hongaria.
Primo, la naration di li contraenti de la lyga, e
intelligentia duratura im perpetuo , durante bello contra il turcho, per ben di la christianità, videlicet
Alexandro VI, pontifice, per si e successori , e il colegio di cardinali, Ladislao re di Hongaria e Boemia, ❘ 100 milia con li modi ut supra.
Item, il papa li darà un terzo di ducati 40 milia
largi al presente, uno terzo fin 4 mexi, e poi fin al- tri 4 il resto, conduti fino a Segna.
per si e sucessori , domino Augustin Barbarigo ,
doxe, et la Signoria di Veniexia, per si e successori;
et va sequendo le clausule.
Item, el pontifice, oltra li subsidij spirituali di
jubileo, cruciata et decime, li promete dar, durante
bello, fiorini 40 milia largi, et farà li altri principi
christiani ajuti, solicitandoli etc.
Item, esso pontifice farà armata, insieme con li
altri , et manderà suso uno legato, e andando uno di
do re, o Franza o Spagna, promete andarvi im persona, con il colegio di cardinalli.
Item, il re di Hongaria promete renonciar le
trieve ha con il turcho, et, con exercito justo, promete farli guerra etc.
I Dierii di M. SANUTO. Tom. III.
Item, la Signoria li darà, durante bello, ducati
Item, che il re di romani, re di Franza, realli di 594 Spagna, re de Ingaltera et re di Portogallo sarano
exortati a intrar in tal liga.
Item, altri capitoli zenerali di promissiom, et
quelli non atenderano, l' altra parte possi etc. Item,
la retifichatione si farà e il juramento, omnia singula singulis referendo, nomina li oratori nostri etc.
Adì 12 marzo. In colegio veneno li governadori de l'intrade per tuor licentia de incantar li dacij ; alcuni ne tolse sier Antonio Valier , savio dil
conseio, con licentia perho dil colegio ; mancha le
tre per 100, qual è a ducati 21 milia, si soleva afitar 24 milia ; e quel de l'intrada é a ducati 17 mi97
1539 MCCCCCI, MARZO. 1540
lia, si soleva afitar ducati 29 milia l'anno passato;
et li fo ordinato soprasedeseno, maxime, per la provision voleva far di le lane potesse venir, qual si
miorirà l' intrada assai, et 3 per 100.
Vene l'orator dil papa et quel di Franza insieme, et ditoli come era venute letere di Hongaria,
qual non era stà viste, per esser in zifra, da la Signoria ancora ; qual viste, se li comunecheria il tuto.
Poi il principe disse le nove havevamo di Franza;
et che il re voleva mandar quel capetanio di le so
nave qui, et li tre capi ; non bisognava, solum volevamo la restitutiom di le robe. Et l'orator di Franza
lassò alcune letere, li scrive il re, optime etc.
Vene l'orator di Ferara, e dimando di trar, per
nome dil signor, di todescharia 50 miera di pegole,
e poderle condur per il veronese. Item, de ferro
dolze certa quantità per lavorar. Risposto, si conscieria.
Dil ditto, di X. Come à avisi di Bologna, che
monsignor di Alegra vene li, dimandò li do canoni
nuovi, vituarie e monition. Dice se li darà la più
parte, et che il ducha col campo è uno mio lontan
di Faenza, e aspeta monsignor di Obigni con cavali
2000 e pedoni 3000.
Da Traù, di sier Polo Malipiero, conte, di 21,
longa. Narra la incursiom fata per turchi su quel
conta' ; si scusa, non haver manchato per lui ; danna
li citadini Cypichi de li; et in catività fo menate anime 274 de li ; et hora sono restati a far le vardie,
zoè pagando li zentilomeni lire 100 al mexe, el vescovo lire 62, et li pupulari lire 100. Lui si oferse
prestar li danari ; è amalato etc. In questa matina li savij steteno pocho in colegio ; consultono quello si ha a scriver in Hongaria
et a Roma. Il tempo ne cazava, et hessendo consilium necessitatis, quasi tutti fonno d' acordo.
Item, se intese la morte di sier Piero Trivixan,
sopracomito di una galia grossa, di sier Baldisera,
qual veniva a disarmar.
Vene el bam di Belgrado, stato a Roma, e torna
in Hongaria ; qual era alozato a San Bortolamio, al Lion Biancho, fossemo mandati nui 4 savij ai ordeni
per la Signoria a condutlo. Et il principe li uso bone Da poi disnar fo pregadi. Letole letere, si re- 595
parole. Lui ringraciò di honorl ; si oferse; dise ha- | duse conscio di X in cheba con li savij ; steno povia auto assa' vitorie contra turchi, evoleva haverne
di le altre ; è pocho lontan di Smedro, locho di turchi. Poi tolse licentia, si parti ozi per Mestre. Li fo
pagato l'hostaria, et donato uno presente di ducati 25.
Vene il cugnato dil capetanio di le fantarie, fratello di la dona rapida, qual è mantoano, giovene ;
pregò la Signoria ajutasse ad rehaver la sorella. Et
il principe li usò dolce parole, e le provisiom si feva.
Veneno li 4 oratori vicentini, a li qual fo fato lezer la diliberation dil senato, et dovesseno partirssi
al suo piacer. Quelli risposeno, scriveriano a la terra,
et ubediriano la Signoria nostra.
Intrò li cai di X, et fè lezer alcune letere di Ragusi etc. Nescio quid.
Da Padoa, di rectori. In materia di doctori legisti, qual manchano alcuni luogi ; et avisano li doctori voria il studio.
Da Verona, di 9. Come hanno veronesi chiamato il suo conseio, e licentiato li soi oratori, e molti
venuti a darsi in nota.
Da Ferara, dil vicedomino, di 9. Avisa la scharamuza fata per quelli dil ducha sotto Faenza, et esser preso quel Sabastiam Pescador, faventino ; et che
il ducha vol partir il borgo di Faenza da la terra,
che haverà gran dificulta ; et lui vicedomino à scrito
a monsignor di Alegra, qual è suo amico, e lo cognosse quando fo a Ravena, per saper di novo.
cho, credo lezesse qualche lettera.
Item, fo leto le parte, non perhò tutti in opinione, videlicet de scriver a Roma et in Hongaria, et
aprobar ditta liga. Et perchè el vene letere di mar,
di 24, et si stete tardi, sier Domenego Morexini,
procurator, et altri, persuase a la Signoria a indusiar a doman. E cussi fo fato ; dato prima sagramento, per li capi dil conscio di X, a bancho a bancho.
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di X. Come li condutieri dil ducha erano reduti a Ymolla a
consultar l'impresa di Faenza. Erano do oppiniom ;
altri voleva aspetar socorsso di Franza, altri andarvi. Et domenega feno una festa; balono tutta la note;
e il ducha ballò. À, da prima sera le done andò a
levar il ducha. Item, à di Faenza, di 7, come sono
constanti in tenirsi. Item, è ritornà li a Ravena il secretario dil ducha di Urbim, stato a Ymola; dice il
ducha non li à creto, viem a Venecia per justifichar
il signor suo etc.
Di Zervia, dil podestà, di 9. Come lo explorator
era tornato di Monte Fior, dice, mai don Diego Remires fo li; et à saputo da uno spagnolo, ditto
Diego è in rocha di Forli con una dona, e dubita
non sia fato morir; e lo sa per il canzelier suo ; e il
ducha vi va ivi .
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, a
presso Corph , a di 24 fevrer. Come, ricevuto letere dil governador di Otranto, il bragantin con le-
1541 MCCCCCI, MARZO. 1542
mandamento a tutti li timarati et flambulari, vadino
versso l'Hongaria ; si dicea l'ongaro haver preso
Asprocastro, e haver asedià el Chiecli ; e turchi ha
vea gran paura di hongari. Item, che 'l signor à
ditto : Habiè pacientia ; ho guera con tutti i christiani ; non voglio tuor li puti a i christiani, fin non fazo pace. E per questo lasso di levar i puti christiani,
per farli janizari, dubitando che li griegi non scampasseno dil suo paexe, e andar con venitiani. Dimandato chome el sa questo, rispose : el fradello
dil patron è scrivan a la Porta, e rasonava, e lui aldiva. Item, si dubitò il general andasse a tuor l'armada é a la Valona e a la Vajussa, per haver mandato tuti i turchi versso l'Hongaria. Dimandato si
sapeano dil prender di la Zefalonia, rispose de si ;
ma hanno più mal di le galie tolte a la Prevesa, e
voriano più presto haver persso X castelli. Item, dimandato si sanno dil Zonchio, disse de si, e tutti
lauda questo zeneral, e si meravciavano dil prender
dil Zonchio, ch'è castello forte. Item, disse Veria è
lontam di Corfù XV zornade di camino. Dimandato
si 'l turcho fa arinata, rispose : Non so, e tien quetere esser anegato ; etiam, per via di Trani, una man
di altre letere fo perse nel fiume del Trigno, manda
le replichate 5, 6 et 7. Item, a dì 20 ricevete tre
letere nostre ; per una, di le gran preparation di-armata fa il re di Franza; e dil partir dil cardinal e
sier Zorzi Pixani per Hongaria, li piace assai, et di lo expedir di Schandarbecho per Albania. Et lauda
per l'altra letera di l' ussir di la nave di Zenoa. Risponde non pol proveder adesso, è neccessario le
uave vengino a disarmar. Per la terza, mandi il libro di la galia lesignana, l'à mandato per Alvise
Zio etc. Avisa, li sopracomiti esser in gran neccessità,
et etiam le zurme. Item, mandò a Napoli di Romania sier Zorzi Trivixan, sopracomito, et sier Francesco di Mezo, soracomito, con ducati 4500, computà li tornesi à mandà al Zonchio e a la Zefalonia
la paga a li soldati. Manda qui una relation di uno
galioto fuzito ; fo di la galia Michicla. Item, si mandi
danari al provedador di Corphù per quelle fabriche;
si duol di la infermità di Jacomo Coltrin. Item, è
morto li a Corfù sier Zuan Matio Contarini, andava
podestà a Malvasia. Item, à fato dar la trombeta, è
per levarsi subito auto risposta da li messi mandó | sto anno non farà. Item, turchi havea inteso, 60 velle per terra. Dimanda homeni a remo per le galie ; à
fato far de li uno hospedal, è pien di lombardi ; et
a li amalati li fa dar el manzar ogni di, et suvenirli.
Item, àdato licentia a sier Jacomo Venier, capetanio
di le galie grosse, era a Brandizo, vengi a disarmar.
Item, per suspitiom abuta dil castelanı dil Butintrò,
l'ha rimosso de li, qual compiva questo april proximo; et à messo, in loco suo, Zuam Spiri, corphuato,
fo alias castelan li. Vol se li mandi provisionati per
ditto castelo, o ver fanti , perché di mexe in mexe
sono mudati di quelli fanti è a Corfù. Item, per le
galie turchesche, tolte da la Prevesa, vol mandarle
de qui, dimanda certe cosse apar in una poliza.
Relatiom di Andrea Viclapopulo, fu homo a remo su
la galia Michiela, da Retimo, futa davanti il zeneral, a d 23 fevrer.
Dice come fu preso a Modon, e fo menà per
terra a una terra nominata Varia, dove de li scampò, e montò sopra uno navilio, et è venuto a Corfù.
Dice il signor à mandato 100 janizari a la Prevesa,
per custodia, et altri 100 in la Morea, per haver inteso questo zeneral esser valente homo ; e ha gran
paura di lui, e di altri zenerali non fevano stima;
595 perchè questo in pocho à preso castelli , menato
via galie; et quando va a una impresa, si arma di
arme bianche, e salta in terra. Item, è stà fato codi franchi erano in mar, per combater con lhoro ;
et intese el signor feva far in Mar Mazor galie; poi
O altro si disse ; et à inteso, el signor era andato a
Constantinopoli, per dar li suo' timari a chadaun.
Item, che Varia, dove stele, è lontan di Constanti
nopoli X zornate.
Noto, le letere replichate dil zeneral sarano qui
avanti scripte.
Da Corf , dil baylo e provedador, di 24. Come,
a di 21 , morite sier Zuan Matio Contarini, nè altro
di novo ni da conto serisseno.
Di sier Marco Orio, vice capetanio di le nave,
di 24, a presso Corf . Come à auto la soa licentia ;
il zeneral vol prima operarlo a una impresa.
Da Ragusi, dil Gondola, di 19. Come Castel
Nuovo sta mal ; una parte di le mure è caschate ;
item, merchadanti venuti di Servia dicono, il turcho
haver fato pace per anni 7 con
Da Brandizo, di 27. Di quelli poveri provisionati, non hanno che viver. Item, a Taranto è galie sotil 9, et 5 fuste armade ; si dice esser di Villamarin, non sa a quel siano venute.
Du Corf , di 24. Avisa per uno fidelissimo
corfuato citadim, venuto eri da la Valona, à inteso
esser stà condute li galie sotil XI, trate di la Vajussa,
et li è restà altre 20 galie, dove è 2000 turchi a
guardia, senza i pesani ; e che la bocha di la Va
1543 MCCCCCI, MARZO. 1544
lona si cavava per far la bocha abelle a condur il
resto.
Da Brandizo, di primo, dil governador. Come nel suo conseio fono electi 8 in sopracomito ; et benchè domino Urbam Carazolo, stato mo do anni, havesse mancho balota, li parse di far lui fusse rimaso,
perchè è praticho, e armerà presto ; per tanto avisa.
Da Trani, di primo. Come è stà electo nel conseio sopracomito Piero Campedello, zenthilomo de
li. Item, manda alcune nove ; primo, come fra' Lunardo era venuto li per far cavalli 500 in 600 lizieri
a quelli confini, perchè, si el re di Franza venisse
nel regno, la raina possi venir a Taranto e con ditti
cavalli asegurar li passi, e tenir suspesi quelli volésseno ribelar. Item, el principe di Melffa havia uno
suo intimo, nominato fra' Corado, col qual comunichava il tutto; par ditto fra' Corado sia morto, e
dubitando fosse tosegato, lo tene tre di morto in
una camera , qual diventò tuto negro; tien il re
l' habi fato tosegar. Et in questi di, el fiol dil ditto
principe, di anni 16, sta a l'Atella, a governo di uno
di galie, fuste e gripi, per andar a la Vajussa. Item,
a far più numero di provisionati di Corfù potrà, per
mandarli al provedador Pixani per l'impresa di
Coron, dove lui non pol andar, per estimar più questa di la Vajussa. Item, saria bom sempre haver
provisionati in armada, per esser dificultà averne de
li. Item, ricevete nostre letere di dezembrio e zener.
Per una di 27 dezembrio, zercha laudarlo di l'aquisto dil Zonchio, e mandar Coltrin li . Item, si atendi
a brusar l'armada, o ver le galie di la Prevesa e
Vajusa, et di le gaiarde provisiom si fa. Quanto a la
prima, ringracia. Item, à mandato Coltrim al Zonchio, con la galia, soracomito sier Renier Vituri, et
liè 8 galie sotil. Item, vol galioti pratici schiavoni,
per esserne molti amalati, per causa di la Zefalonia,
maxime li lombardi ; et fa far li a Corfù uno locho,
per metter ditti amalati, e farli atender. Item, inteso
il voler dil retenir fuora le galie sotil e darli page,
ut in litteris, retenirà ditte galie sotil, e manderà
solum una o do mal conditionate a disarmar, e tegnirà 3 nave ; il resto manderà de qui. Vol danari
per li galioti. Item, per una lettera di 9, zercha dagi
biscoto a l'armada yspana, non achade per esser
partita. Per una altra, di X zener, dil piacer à ' uto dil
prender la Zefalonia, laudando lui zeneral li provedadori, capetanio, soracomiti e altri. Ringraciano etc.
Vol fanti per guardia di ditto loco. Item, eri zonse
lì uno galioto, era su la galia di sier Valerio Marcello, preso a Modon, fuzite di Andernopoli za uno
mexe ; manda la deposition sua. Item, dil zonzer li
uno navilio da Coron, el patron dil qual li ha referito, l ' armada yspana, za dì X, esser zonta in Sicilia, parte esser a Messina, parte a Rezo, sorta a le
Da Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà marine, e non lassa dismontar niun per la peste.
el capetanio, di 9. Come mandò a saper le prepara- Item, à nova da uno citadim di Corphù, nominato
tion di turchi a li capetanij de Bichachi ; qualli li Alvixe da Stelin, quale veniva da le parte di Santi
mandò una letera, qual manda ; etiam mandoe esso 40; dice haver scontrà una barza di Rodi, su la
podestà uno explorator a Blagay, meza zorna' lun- | qual era uno Zorzi Paxi, da Rodi, christiam, stato
tam di Camengrat, locho di turchi. Tornato, referisse esser più O dil solito, e a Camengrat esser venuto
cavali 600 di turchi con vituaria, quali poi, domenega passata fo 8 dì, corseno versso Corbavia, facendo danni etc.
596 domino Zuan Charazolo, et uno so ragazo di anni
14, li atendeva a la camera, svudando uno certo suo
vaso, dove el teníva el vin in una ingistera, la crepò ;
judicho ditto missier Zuane esser atosegato; fè aferar il ragazo, et nulla volse confessar, et lo tien in
destreta. Et esso missier Zuane si butò in leto, e stete
malissimo, quasi non morite. Item, il fiol dil principe di Salerno, stava con il ducha de Urbim, è andato in Franza za tre mexi, scrive a li soi vegnirà
sopra l'armada francese ; e il re li à promesso l'oficio
di armiraio grando, che haveva il padre nel regno,
et restituirli il suo dominio.
Di Damiam di Tarsia, castelan a Castel Nuovo,
di 3. Come à nova esser avisà in Bossina turchi X
milia, altri dice 7000; et il bassà à ſato portar molti
palli, piconi, zaponi e badilli.
18 anni continui turziman di Gem sultam ; e li disse
andava a le parte di Franza, per nome dil gram mai- 596
stro, per tuor uno fiol di ditto Gem, qual ebbe hessendo in Franza, et è a uno locho nominato Elemosina, qual è di anni zercha 14, et quello condur a
Rodi. Item, come quel rezimento et provedador de
li hanno mandato do messi a Constantinopoli, per
saper di novo ; procurerà etiam mandarne altri .
Depositiom di Biasio di San Lorenzo, homo a remo su
la galia di sier Valerio Marzello, preso a Modom.
Dil capetanio zeneral da mar, date in galia, a
presso Corphù, a di 5 fevrer. Come a di primo
gionse li con le galie tolte turchesche, e le ha fato Come za uno mexe fuzite di Andernopoli, e, ditirar dentro el muolo, e atende a metersi in hordine I mandato, disse fo conduto da Modon in una galia
1545 MCCCCCI, MARZO. 1546
sotil fin a Galipolli, dove disarmò. E partida l'arma' versso Durazo, et poi, a hore 3 di note, ditto capedi Modom, lui andò a Coron ; stè tre dì; vete suo tanio zonse li a Corfù con la conserva, ch'è sier
patron, sier Valerio Marzello, sier Batista Polani in Zorzi Trivisam. Disse esser venuto per il tempo e
una caravella ; poi ditta armada andò a Napoli di per pam; e che ditte galie erano stà trate con boRomania, stè uno mexe sperando haver la terra ; e, naza; et ditto zeneral li ordinò tornasse al Sasno a
levati una note, tuta l'arma' have gram paura per la guardia, et scrisse al capetanio di le galie grosse,
dubito di la nostra ; et 5 volte in quella notte fo cri- era a Brandizo, andasse etiam lui con la conserva al
dà: Arme! Arme ! credendo esser asaltati. Poi la Sasno. Item, atende a far preparar le barche di le 597
matina, unita, ando versso il streto ; have gran de- nave, qualche fusta e bregantin per far intrar diti
sbochadura di buora, adeo tutte se sparpegò, e have legni picoli dentro la fiumara di la Vajussa, e brusar
gran paura di la nostra ; e il di poi fè bon tempo, e ditte galie, e poi stropar quella bocha ; di quelle di
andò al Tenedo, e fè vella im pressa per Galipoli, la Vallona sarà quello piacerà a Dio, sì che è per
dove intese la nostra esser zonta a Tenedo; et li a levarsi etc. Si duol, tutti li villani esser amallati, e
Galipolli i do terzi di l'armata disarmò , il resto | molte galie non si potrà levar ; con lui non vol più
villani , perchè dormeno soto grote, e l'aere non li
comporta, ed si amalano e moreno. Item, vol expреdir prima l'impresa di la Vajussa, cha a la cossa di
Coron, per non intrigarsi in tutte do imprese. Item,
di la licentia di sier Marco Orio, che (compita la
cossa, qual si à oferto de intrar ne la fiumara con li
fusti picoli, zoè barche di nave) verà etc. Et lui zeneral si à rimosso de opinion di conzar le barze a
Corfù, ma le manderà a disarmar. Item, à fato comandamento a sier Francesco Zigogna, vengi ; contra il qual non à formato processo, perchè per la
Signoria li fo serito lo mandasse de qui, et cussi
con uno gripo verà. Item, dar favor al reschato di
ando a Constantinopoli, dove mandoe le galie sotil
fono prese a Modon et la grossa. Item, quelli ſo di
sarmà a Galipolli esser quasi tuti marzi e innavegabelli ; ma quelli andati a Constantinopoli è boni, zoè
5 galie bastarde, trate di l' Arta. Item, dice che la
perdeda dil Zonchio, intesa per turchi, prima in An- dernopoli, ebeno grandissimo dispiacer ; dubitò di
Modon e Coron; e comando che tutto il campo si
redugi a Bitoia. Item, se diceva in mar esser una
potente armada, adeo tutti era im pavento. Item, dil
prender di la Zefalonia, intese, aplaudi ; e quelli dil
paese diceva di la gran armada preditta nostra; et
turchi mandava molti christiani a custodia dil castello, et haveano gran paura di Modon e Coron. | sier Valerio Marzello ; dice, da lui non mancherà.
Item, il signor esser andato di Andernopoli a Constantinopoli, dove era la peste. Dimandato, si'l signor fa armata, dice 0 saper; e se dicea l'arnıada
di Spagna con quella di la Signoria esser zonta molto
grossa. Dimandato di sier Marco Cabriel, disse non
lo cognosser ; e di sier Valerio Marzello, O sa, poi
che di Coron fo con sier Batista Polani mandati a
laPorta.
Item, à ricevuto alcuni gropi, et li ducati 2251 di
sier Polo Antonio Miani, e altri danari, ducati 1500,
et ducati 1500 di tornesi in barilli, qualli à ordinà
mandarli a Napoli di Romania ; in tuto ducati 4500;
e di li danari li vien dati, niun aviso ha; ma, per
patroni di galie grosse, fonno consignati a Corphủ.
Item, à visto quelle fabriche ; lauda sier Alvise Venier, provedador, qual è in union col rezimento.
Item, come è per mandar la letera patente al proDel ditto capetanio zeneral, di 5, date ivi. Come vedador Pixani, per il perdon a li citadini di Coron,
è venuti alcuni di tera ferma, dicono haver inteso e che vengino ad habitar al Zonchio, sarano acetadi.
da' turchi esser stà chavate da la Vajussa galie 6 o Del ditto zeneral, di 7, ivi . Come era ritornà la
ver 7, et questo è zorni otto; unde subito fè meter | galia, sopracomito sier Francesco di Mezo, dal Zonin ordine do galie grosse, sier Andrea Bondimier e
sier Domenego Capello, su la qual è il basilisco ; et
do sotil, sier Alvise Dolfim, e il zaratim, et la nave,
patron Andrea di Viviam, acciò vadino quella note
al Sasno, e stesse a la guardia, che li saria driedo.
Item, ave letere dil capetanio dil colſo, di 4, date a
la vella. Come vete 4 galie in canal di la Vallona, e
do fuste erano stà trate di la Vajussa, et uno schierazo è de alcuni sanzachi andati versso Antivari; et
lui capetanio col barzoto haver convenuto andar
chio ; ha referito molte cosse, et che homeni 120
guardano il locho, quali voriano il viver, e non poleno seminar ; et è stratioti 150 venuti li, qualli sono
in gran miseria, e scaramuzano ogni di con turchi ;
et il castello à bisogno sia messo in forteza ; e il
porto à bisogno di bona e continua guardia ; et è il
passo principal dil castello, qual persso, nulla val il
castello ; et lui zeneral non resta provederli ; li
manda ducati 200 al provedador Pixani, è li, per
dar una paga a quelli provisionati, si che arano auto
1547 MCCCCCI, MARZO. 1548
Celadine
Gripie
Gomene
Cavipiani
Ancore .
Rampegoni
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numero 423
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31
26
XI
25
45
tre page; et manda 700 stera di formento, 400 di
orzo per li homeni e stratioti. Item, il podestà di
Malvasia, sier Andrea da Riva, li à scrito di la neccessità di quel locho, e non poleno seminar, e ogni
di turchi sono su le porte; et hessendo capità li a
Corfù una caravella da Trani, con stera 1300 formento, ne manda de questi li 700 al Zonchio, il
resto a Malvasia, al podestà, con hordine vendi tanto Da Corphù, dil baylo e provedador, di 6 fevrer. il staro, aziò la Signoria non perda. Etiam vi biso- | Nulla di novo. Manda una letera di rectori di Napoli
gna vardia de li , e a quelli stratioti à ordinà darli | di Romania, di primo fevrer, a lui provedador driuno ster di formento da viver. Item, come il rezi- | zata. Li avisa come è in gran penuria di formenti,
mento di Corphù à 'uto letere in grecho di la Cime- sono scampadi da 300 stratioti, e si fano guide de'
ra, come, a di primo di questo, ussite galie 6 di la turchi ; non hanno da niun subsidio. Item, da novo,
Vajussa, et sono intrate in la Valona, et le impalma- che per uno messo, tornato di la Vassilichata, hano
vano; solicita cavar il resto ; et una di ditte non el signor turcho esser in Andernopoli ; e a Constanhaver potuto intrar in canal, per esser l'aqua bassa; tinopoli di e note, a lume di torza, si conza l'armae che il resto è a la Vajussa, a la bocha, per ussir, e da per insir ; et il fio dil turcho, è in Mar Mazor, à
non potevano ; e ivi è molti homeni con zape, che fato grandissima quantità di galie grosse e sotil, e
cavavano il fondi, e cussi a la bocha di la Valona ; de di in di si aspetano quelle a Constantinpoli. Item,
et hanno fato certa pallifichada a la bocha di la Va- che tre flamburi, con 2000 engarizadi, si aspeta in
jussa, aziò l'aqua ingorgasse e cavasse el fondi; si la Morea; et uno d'essi è za zonto a Stines per meche esso zeneral è per levarsi, spera far etc. Sono ter socorsso a Modon e Coron; e la Vadia, Stives,
in tutto ditte galie, tra grosse e sotil, numero 32; | Sethines el Negroponte, si fa, di comandamento dil
597 zoè X grosse, et 22 sotil. Item, per li amallati di le
galie li è forzo fornir di zurme quelle menerà con
lui, e vol più presto X bone cha 20 a questo modo; A dì 13 marzo. In collegio, el primo venisse c
poi la Vajussa vol andar a Cataro, lasserà li stratioti, fo in camera di sopra, fo el principe con il canzele vederà di haver Castel Nuovo etc. Item, sier Hiro- ❘lier grando. Et Jo fui el primo.
nimo Contarini, provedador di l'armada, qual partite senza suo hordine, et vene li a Corfù, et li scrisse
una letera per scusar lo eror suo, unde, havendo
libertà per la comission sua, li parse, atento che lui
conseglio tal impresa di la Vadiza, più presto cha
quella di Santa Maura, che, ad exemplum aliorum
che li mancha el cuor, l'à condanato privarlo di
proveditor, e vegni a Venecia senza la sua galia, et
sij privato per anni do di tutte capetaniarie e provedadorie da mar; et cussi li à parso per la conscientia sua, atento la innobedientia etc. Item, le
galie XI turchesche è li ; manda una poliza di quello
fo trovato in esse. Item, coine domino Francesco
Florian, doctor, è li, l'à fato restar elc.
La conditione di le yalie turche prese.
Passa 24 mezo, longe.
Pie' 5, im pontal.
❘
signor, gran quantità di biscoto ; e che Camalli è
zouto con velle X, zoè fuste, a Negroponte etc.
Da Pavia, di lo episcopo di Puola, sta col cardinal San Zorzi, nominato Altobello di Averoldi.
Come il cardinale è lì , non si dice di andar in Franza ;
et a di 8 è partito de li monsignor Alvise Diarsi, governador di Pavia, per andar a Mantoa dal marchexe, per acordarlo a soldo dil re. Item, el cardinal à 'uto letere di Roma, che Spagna e Franza se
intende a uno, e si praticha le noze di la fiola dil re
di Franza nel fio di l'archiducha di Bergogna. Item,
de li a Pavia li populi sono malcontenti di francesi,
per li malli soi portamenti.
Da Molla, di sier Hironimo Pizamano, gover- 598
nador, di 26 fevrer. Come per esser una secha, situata davanti la terra, li par de construir un muollo,
qual sarà beneficio per la doana, e si trarà bona
summa di danari ; e quelli citadini trafegano ; et ha
'uto conseio con maistro Baptista da Venecia, inzegner e bombardier de li, alias ſo col re. Et a Brandizo è do galie vechie, una di le qual fo regia, et è
in terra, l' altra è nel porto, quasi tuta afondada ; ct
li a Molla è certe possessiom di olive e vigne, fo de
numero 1246 | rebelli. Le voria vender ; si traria da ducati 300
1073 | che monterà dita spesa ; di le qual o si traze. Il
In bocha, pie' 17 e mezo, et quarta et 17.
Pavesi
Curaze
Munition in ditte galie.
.
1549 1550 MCCCCCI, MARZO.
resto di la spesa quelli citadini e marinari contribuirà ; per tanto la Signoria ordeni, et ditto inzegner vol esser armiraio dil porto, e cussi l'à fato.
Da Cremona, di rectori. Di certi interditi fati per il beneficio di Santa Aga, dato a quel da Trecha'
per la Signoria nostra; et questo a instantia dil
cardinal di Modena, vol ditto beneficio etc.
Et el principe disse, come el patriarcha voleva
meter certa constitution a stampa, su la chiesia di San Marco, si stesse divoto in chiesia etc. Non li par
meti a San Marco, ma ben in altre chiesie.
Vene l' orator di Franza, al qual li fo fato lezer
li capitoli di Hongaria, e come ozi nel senato si delibereria, e si li diria. Ringraciò, li piaque ; pregò si
mandasse in Franza, il roy disidera assai .
Vene lo episcopo caliense, legato dil papa, venuto
per stafela di Roma, parti a dì 2, et va etiam per
stafeta a Roma ; et era con lui el legato, episcopo
di Tioli, existente qui ; e, sentati a presso il principe.
Questo caliense va vestito di soto da frate, e di sopra di negro ; è giovane, parla lengua exquisita,
veloce, et è molto amico nostro ; et à bona voluntà
a la expedition general; e comenzó a dir molte |
cosse ; prima, presentato una letera dil cardinal le- |
gato, di 2, in conformità come quella si have prima ;
et che il re di Hongaria pol far cavalli 25 milia con
Boemia, e li valachi 30 milia ; in summa, in tutto,
da 100 milia cavalli. Poi esso orator disse, e primo di Lituania, dove è stato, e quel ducha è fradello dil re et zenero dil ducha di Moscovia, col qual
è in guerra, e voleva far divortio di la moglie, qual
è con lui ; e per questo mandò soi oratori al papa.
E lui legato scrisse al papa disuadendo. Item, questi moschoviti, o ver rossi, sono pur christiani ;
come greci hanc certe heresic. Et in Lituania è
tre parte: una de christiani, et do di heresie, che
male sentiunt de fide. Item, tartari, zoè alcuni imperadori, perchè sono 7, danno fastidio a Lituania
e Polonia, e alcuni di questi sono in acordo con moscoviti , altri con polani. Questi sono scyti ; stanno
in campagna ; sono da 300 milia homeni, e da anni
6 in qua da' tartari è stå menà via anime 600 milia ;
et, di zugno e septembrio passato, menono 250 milia anime. Questi tartari vieneno di tramontana 500
mia italiane ; et col re di Polana ditti tartari voleva
far pace, con questo, el facesse trieve col turcho.
Item, disse dil maistro di Lituania, dove fu, et etiam
im Prussia, dove è una parte, col re di Polana, sunl
cruce signati ; e andò per farli acordar con el ducha
di Lituania ; et che moscovili sono col turcho ; e Livonia pol far 15 milia cavali, et quando il papa vi
manda uno cubiculario suo li, farà il tutto. Item,
hongari disse erano homeni di guerra ; e il re di ro- mani à messo gran mal; li scrisse una letera, non si acordi con venitiani etc. Item, a Prussia, quel general
maistro fo fiol dil ducha Alberto di Saxonia. Item,
dil re di Polana, qual andò contra tartari, erano in- trati nel regno, da mia 100 lontan di Cracovia, et in 598 *
XV di fè XV millia homeni contra essi tartari. Item,
come lui dè im Prussia il jubileo e cruciata ; et il re
di Polana è ben disposto a la impresa, amico di la Signoria nostra ; è giovene. È tre parte : una il re, il
clero, e li nobeli. Et ditto re per tre vie pol far danno a' turchi, ma è lontano; una, per uno diserto va a Caffa, l'altro per li valachi, e quel Stefano
Carabodam, qual non vorà exercito grande nel suo
paexe ; et dito Stefano voleva da ditto re uno paexe
diserto, nominato la Podolia, crede il re li consentirà. Item, è stato in Boemia, e tre parte hanno molte heresie ; par il re voglij andar li et etiam il
cardinal etc. Ancora ditto caliense disse molte cosse,
et dete in scriptis il tutto; concludendo si rafermi
li capitoli, e va a Roma per far il papa con li cardinali li confermi, et prometti durante bello. Et il
principe li uso alcune parole, ringraciandolo di la
faticha. Et lui volse uno corier per guida, e questa
note, a hore 9, si parti.
Da poi disnar fo pregadi. Vene il principe, et
letere di mar, il sumario di le qual noterò di sotto.
E ſo leto una letera di certo Zuam di Albi, merchadante bergamasco, al qual fo tolto la moglie e roba
e incolpato da ladro per certo canzelier, è hora a
Zervia. E per il caso bruto, chiamato li avogadori,
li fo comesso.
Fu posto, d'acordo tutti li savij, scriver a Roma
una letera, come nui acetemo li capitoli di Hongaria,
et pregi il papa ad confirmarli, perchè il tempo è
pocho. Item, fo leto una altra letera a li oratori in
Hongaria, come nui semo contenti di ditti capitolli,
et habiamo scrito a Roma confermi, e manderemo
li danari, et debi dirlo al re et al cardinal legato, ringraciando soa signoria ; et al cardinal ystrigoniense
havemo scrito a Roma per il capello. Et sier Alvise
Mocenigo, savio ai ordeni, andò in renga, et disputò
su li capitoli ; et azonse uno, che si 'l papa non observava, nil minus la liga durasse etc. Poi andò sier
Zuan Trivixan suso, dicendo li capitoli era tutti a
beneficio dil re etc.; saria bon consultarli etc. Ando
le parte : 4 non sincere, 2 di no ; di quella dil Mocenigo 36 ; dil resto 105. Et fu presa. Et cussi la
sera fo expedito a Roma, e il di sequente in Hongaria
1551 MCCCCCI, MARZO. 1552
599
Fu posto per tutti una altra letera a parte in
Hongaria , zercha a la disfalchation di ducati 15
milia per 100, che se intendi il papa etc. Ave tuto
il conseio.
Fu posto per mi, Marin Sanudo, savio ai ordeni,
la parte di le lane : possi vegnir per mar et per|
terra etc. La copia' di la qual sarà posta qui avanti. ❘
Et sier Francesco Donado e sier Jacomo Cabriel,
savij ai ordeni, messeno potesse venir solum per terra. Et andò le parte : una non sincera, 6 di no,
48 dil Donado, 83 la mia. È presa. Et cussi el luni
sequente la fici publichar a Rialto etc.
non farà questo anno armada ordinaria, salvo se
non armasse qualche parte, per l'Arzipielago. Item,
ha dimesso Jachub bassà, lo monucho, per esser
vacilao di cervello per longa infirmità, hessendo capetanio di l' armata presa ; in loco dil qual à fato Mustafa bey, fo beglarbei di la Grecia ; e in loco suo
ha fato Cassambri, suo zenero, ſo bilarbei di la Natolia. Item, ozi è zonto li a Syo do gripi di Negroponte, cargi di formento, mancha de liè zorni 5 ;
dicono, galie di la Signoria hanno preso al Cavo di
le Colone fuste 4, una di le qual era di Galipoli,
l' altra di Negroponte, e le do altre di queste circo- Fu posto per li savij dil conseio e terra ferma, ❘ stantie ; scampati tamen li homeni in terra. Item,
che li nostri zenthilomeni, per tutto il mexe, pagino
qui a li governadori o a li rectori li soldi 5 per
campo con il dom. Passado, pagi con pena. Et fu
presa.
Fu posto per li ditti, certa parte di ogij posti
in nome di forestieri, che tutti si debino venir a dar
in nota, sub pœna, fra certo termine ; e pagi l' una
per 100, aliter etc. Et comesso questo a li provedadori sopra la camera d'imprestidi etc., ut in ea. Fo
presa.
da li venienti di Pera, come da Galipoli sono ussite
fuste 5 per ordine dil signor per disarmar tutte
queste fuste e brigantini di corsari turchi, ma non
sa se lo farano. Item, in questa matina sono comparse in quel canal velle 5 in 6 ; e andate a la volta
dil pasazo, poriano esser le sopra ditte. Damatina si
saperà il tutto. Item, el chadi di queste circonstantie,
atrovandosse l' altro zorno al passazo, ha dito a suo
fradello di esso consolo, che il re di Hongaria è
morto. Item, dice, da poi scrita, le fuste 5 ussi di
Galipoli sono state l'altro zorno a lo passazo, e il
capetanio è uno schiavo dil flambolar di Galipoli, el
qual, subito zonto a uno loco, qual nomina, andò a
trovar el chadi era li a presso, e presentò la letera,
qual dicea li desse favor a prender questi corssari
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, a
presso Corfu, a di 25 fevrer. Come in quella matina era zonta la nave con i vini di Candia, bote 300,
et miera 60 formazi ; et per esser partita l'armada
yspana, li par dispensarli a quelli sopracomiti, a
conto di lhoro credito. Item, Jacomo Coltrim è in ❘ turchi vanno dannizando. Sono ditte fuste le do di
extremis ; si duol assai di la perdeda di tal homo.
Item, manda 4 di le galie prese, con le do barze,
in questa terra ; il resto non pol mandar, per non
haver le cosse li mancha ; ma fa pensier mandarle,
quando tornerano le galie di viazi. Item, manda
una letera di Syo .
17 banchi , le altre di 16 et 14, ben in hordine,
tuti homeni di Galipoli. El qual capetanio, poi parlò
col chadi, montò in fusta per cerchar ditte fuste.
Item, avanti eri è zonto li a Syo uno merchadante
da Syo, vien da le Smirne, dice haver scontrato uno
olacho va zerchando dite fuste, con comandamento
si debano redur a le Smirne, perchè, a la bocha di
Tenedo, sono comparsse velle 15 de' nostri. Item,
per letere aute di Pera, da uno suo nevodo, di do
zener, li scrive, el di sequente sperava che sier Andrea Griti e compagni sariano liberati ; e per letere di Burza, di 6 ditto, li scrive suo fradello, esser ca- pità li uno zudio, partito di Pera, a dì 4, qual ge 599-
Da Syo, di Zuam di Tabia, consolo nostro, di
23zener, drizata alcapetanio zeneral. Come scrisse
per Christofal Malaverti, ſo scrivan dil Mosto, di 28
dil passato, a hora scrive per via di Candia, da novo
per letere di 28 decembrio, di Pera. Sier Andrea Griti et compagni incarzerati, per praticha con li bassà, sono im procinto di ussir di prexom ; crede
con danari, et che, andati a la Porta quelli havea ❘ ha dito haver visto im piaza im Pera dito sier Anla praticha, li fo risposto per li bassà non esser tempo alhora di parlar al signor di questo, perchè
l' havea alhora auto la nova dil Zonchio , Santa
Maura e Zefalonia, per la qual el signor era molto
turbato, e non poteva parlarli. E hanno diferito a
uno altro zorno. Item , il signor fa lavorar le galie
nuove, per compir al numero di 200 sotil, et 50
grosse, galiote e fuste grosse 50 ; ma per questo
drea Griti razonar con domino Pantaleo Coresi e
altri merchadanti ; e se divulga di la diliberatiom
esser fata di lhoro beni. Per via dil passazo ha, come
el caraman ha rebelato contra il signor turcho, e va fazando alcuni danni ; per la qual cossa adesso si
scrive axapi a queste circonstantie, per mandar in
quelle parte.
Dal Zonchio, di sier Hironimo Pixani, proveda-
1553 MCCCCCI, MARZO. 1554
Sier Polo Capelo, el cavalier , savio a
tera ferma . 60.
80. 46
dor, di 16 fevrer. Come su la sua galia è morto
remer, calafado, zurme, e si trova in summa disperation ; vol 50 homeni a remo, uno calafado, uno
remer, 5 compagni per interzar la sua galia etc.
Da Otranto, di 2. Come elezerano il sopracomito, justa le letere ; ma non è homeni de li per
armar ; e l'altra galia fo armà, fo forzo tuor de li
homeni di Corfù. Item, à aviso per uno Piero di
Rossi, citadim veronese, qual andò a la Valona, et
zonse ozi 3.º di, e turchi à trato di la Vajussa galie
XI, computà la galia pagana, con 5 fuste. Et poi fo
tre nostre galie a la bocha, e trete fuora do gripi di
ragusei, uno di pegole, l' altro di grano etc.
Da Brandizo, di sier Jacomo Venier, capetanio
di le galie grosse, date in galia, a dì 3. Come à 'uto
licentia dil zeneral di venir a disarmar ; scrive dil
sopracomito electo, lo lauda , nomina Thodaro Fornaro etc.
Di sier Polo Vularesso, sopracomito, date al
Zonchio. Fo leto una letera ; suplicha de qui si dagi
a conto suo qualche danar a soa moglie.
Electo provedador a Udene, con pena, e ducati 40
al mexe, iusta la parte.
Sier Marco Zorzi, savio a tera ferma ,
quondam sier Bertuzi
Sier Francesco Orio, fo di pregadi, quondam sier Piero
Sier Francesco Duodo, quondam sier Lunardo
Sier Zustignam Morexini, fo provedador
a Pisa, quondam sier Marcho
Sier Francesco Capelo, el cavalier, fo podestà et capetanio in Cao d'Istria,
quondam sier Christofal
Sier Lunardo Grimani, ſo avogador di
comun, quondam sier Piero
.
+ Sier Alvise Malipiero, fo capetanio a Vicenza, quondam sier Jacomo
Sier Piero Marcello, l' avogador di comun, quondam sier Jacomo, cavalier
...
60. ...
In questo pregadi fu posto, per li consieri, una
gracia di uno à fato certo inzegno, di levar ogni
gram peso.
A di 14 marzo. In collegio, da poi la predi- 600
cha, veneno li oratori dil papa et di Franza, et li
fo fato lezer la deliberation nostra di eri dil scriver
a Roma ; et tutti do laudono la Signoria, aversi risolto et aprobà li capitoli ; et credevano etiam il
summo pontifice cussi faria. Et lo episcopo caliense
era partito ; vol esser in tre zorni a Roma, saltem
in 4. Poi li fo etiam comunicha la nova dil fiol di
Gem sultam, ch'è in Franza ; et l'orator pregò si
scrivesse in Franza.
Et rimase l'orator dil papa, qual fè lezer una
letera. Par, quel Diego Ramires scrive a uno suo
fratello ; non è ni el tempo ni el locho ; et par habi
lui tolto la dona. Et poi, esso orator, per questa letera, volse justifichar il ducha. E il principe li disse :
78. 57 Sapevamo il tutto ; non bisognava queste scuse, la
verità si saperia. Poi dimando esso legato poder
32. 95 trar de qui lire 10 milia di piombo , pagando li
soi dacij . Li fo risposto si conseieria etc.
18.101
17.101
Da Trani, dil governador, di 22. In materia di
formenti, par con dificulta habi, licet sia la letera dil
re zonta etc.
Da Pulignam, di sier Pelegrim Venier, governador. Zerchi li zudei, da esser astreti a pagar, justa
47. 85 le letere ; si scusano aver capitoli.
Vene sier Valerio Marzello, fo sopracomito, stato
preso a Modon, et schiavo a Constantinopoli, riscatato per ducati 1200, qual a hora zonse. Et cussi
vestito a la grecha, vene in colegio ; havia barba,
et cussi soi fradelli ; qualli, il zorno sequente, se
la taiono ; et comenzó a narar, tamen molto confuso. Primo, chome è stà rescatà per domino Pantaleo Coresi, e uno altro Jacomo Malipiero, fator di
Zani ; li costa, con spexe, zercha ducati 1400 ; et
17.103 chome è stato nel castel di Mar Mazor con sier Mar43. 81
Sier Zuam Antonio Dandolo, fo provedador a Caravazo, quondam sier Francesco 17.101
Sier Francesco Querini, fo retor e provedador a Cataro, quondam sier Andrea 55.81
Sier Vicenzo Valier, fo provedador di
stratioti, quondam sier Piero
Sier Alvixe da Mulla, fo podestà et capetanio in Cao d' Istria, quondam sier
Francesco .
Sier Alvixe Marzello, el grando, quondam sier Beneto .
I Diarii di M. SANUTO Tom. III.
59. ...
co Cabriel, qual è vivo e ferido, con sier Batista Polani, con sier Andrea Balastro et Sabastian da Monselese , Francesco Aurelio , olim canzelier a Modon et altri. Et è stato im pedochij. Et li nostri
22.113 merchadanti etiam sono ivi ; et sier Andrea Griti li
05
1555 MCCCCCI, MARZO. 1556
|
hafato bona compagnia; et che prima era stà lui
mal tratato, ma, poi fu lassato, è stå honorà da
tutti, si chome fusse stà ambasador, ben visto e tratato. Et, a dị 26 zener, si parti da Constantinopoli,
et il resto rimase. Il Cabriel non à taia ; il Pollani,
1200 ducati ; sier Andrea Ballastro, ducati 700, qual
è in ferri ; et Sabastian da Moncelese, contestabele,
per ducati 250. Item, montò a Dulzigno in barcha.
È venuto etiam sier Francesco da Ponte, fo castelan a Lavrana, qual si à riscatà per aspri X milia,
ch'è zercha ducati 200, zoè li aspri val 53 al ducato. Item, come fu da li bassà, qualli li fece bona
ciera ; e Misit, bassà più vechio, li parlò zercha la
pace, e come lhoro non volevano guerra, dicendo
la pace è bona, e vadagnano tanto con pace quanto
con la guerra ; concludendo tacite, si la Signoria
nostra vora pace, per lhoro non mancherà conseiar il signor a farla ; dicendo, questo diceva da lhoro,
per ben di l'um e di l'altro. Item, disseno la potentia dil signor pol far 500 galie, et che, durando | molte. Item, di l'armada la mità è a Constantino-
| d'arzento, et lui recusava acelar etc. Et parlato insieme, par esso sanzacho desideri la pace, dicendo :
Se dise, mi son stà causa di la guerra, di la qual
ne ha vanagloria; e dice : Non è vero, perchè si
fusse sta mi, haria tirà la guera di qua, per haver
aquistà terre soto el mio sanzachato. Conclude, ditto
Feris bei voria esser lui il mediator di far la paхе,
et par habi praticha con sier Hironimo Zorzi è a
Ragusi. Item, disse di Zuan Rizo, so comito, al qual
per turchi li fo taià la testa; laudo assai. Dimandatoli dil Zonchio, disse feva gran stima averllo persso,
ma di la Zefalonia non parlavano. Item, vene dal signor uno messo dil signor Lodovico, con uno Tarona di Nepanto ; par il signor non fa caso. Item,
era a Constantinopoli oratori di tartari e di valachi, e il re Maximian, come intese, havia mandà a
dir al signor, li vol dar passo, e mandi Schender
bassà contra la Signoria. Item, il paese di turchi è
quasi tutto in man di christiani, non ha forteze
la guerra, vegnirà con l'armada sul porto di Ve- niexia. Et esso sier Valerio disse haverli risposo gaiardamente etc. Item, Charzego bassà volse el manzasse con lui, e li donò veste, e li dimandò : Chome | taiar legnami per far. 500 galie, tamen pol far 200
poli, tirà in terra ; sta senza vardia, è anda a vederla a torno ; il resto di l'armada è a Galipoli,
et ne son da 40 galie innavegabile, et à mandà a
vi à tratà questi turchi ? Dicendo di la paxe, et che galie sotil et 50 grosse, et arà assa' zurme per
havia cao e coa etc. Et li disse confortasse la Signo- armarle; imo di zurme, quante el vuol. Item, ha 85
ria a farla, et che la paxe si tratava con Mustafa bel, galie sotil a Constantinopoli, tra le qual è il numero
sanzacho di la Vallona (era so cugnado, dil qual la ho ditto et X bastarde ; à assa' artilarie suso, et che
moglie è morta, ch'è fia dil signor) , lui, Charzego, za do anni li fo morto su la soa armada da le nosapeva il tutto ; havia le so letere, e tutto passava stre artilarie 15 milia persone, et di altro ; sì che
per le man sue, et a lui sta la risposta. Et par, tanto numero mancho. E che turchi li dimando
esso sier Valerio li dicesse : Chome vuosto che la | quello era di quel zeneral. Rispose, per viltà era stà
Signoria si fidi , che el signor zurò la paxe et ge la rompe ? E lui bassà disse : Quel orator di la Si- confinato, et par il signor non voglij nave, ma vol
galie per poter navegar a terra via. Item, à griparie da 25, che son boni navilij, e la galia grossa Mosta, preseno, è a Constantinopoli. Item , cavono
12 galie di la Prevesa. Item, è stà taià el Barbeta,
et la soa armada era governà da christiani. Item,
tremano turchi di Franza, e dubita dil re di Hongaria ; et Camalli era ussido con zercha 25 fuste, si
diceva per scorsizar l' Arzipielago, altri per l'isola
100 gnoria si parti presto etc. Conclude, che turchi vol paxe, et non farà armada questo anno, et che alcuni
turchi, parlando, li havia ditto, il signor si haria
contentà con Napoli di Romania, e havè persso Modom e Coron, et maxime quel Alexio ſo qui ambasador, qual to causa di la sua vita, perchè lo meno
di Corfù con la galia al Butintrò, et li fè bona compagnia. Et lui li disse : La Signoria dicea, la so leze | di Candia. Et dimandato di la conditiom dil signor,
non vuol dagi terre a' turchi ; vedi il mio signor
quello à fato ! E lui li rispondeva : La Signoria non
stima Modon ni Coron ; à aquistà un reame in Italia, à cazà il signor Lodovico dil stado etc. Item, par
Feris bei, sanzacho di Scutari, fusse quello al qual,
quando fo preso in Modom, fusse da per schiavo;
et nel partir suo, disnò con lui a Scutari, li donò
aspri , e uno tapedo val ducati do 1/2; li fè bona
compagnia, e li fo ditto li voleva donar una taza !
disse non lo haver visto, et al presente è quello vol
tutto passi per le sue man. Si dice à gote; di lova
habi a le gambe, non ha intesso ; era lusurioso come
un babuim ; à rimesso assai, e cussi dil manzar ;
et che sier Andrea Griti è ben voluto ; sperava la
liberation sua ; et è stà in gran pericolo di vita, et ſo trovato sue letere scriveva de qui, quelli le portava fono apichati , et lui retento. Item, si laudo
assai di la bona compagnia li ha fato domino Panta
1557 MCCCCCI, MARZO. 1558
601
leo Coresi, et che li restanti in castello à aspri ... | rentini, uno Caraffa di Napoli e uno Palavisim per
al zorno. Or di tal relatione fo comandato credenza
per li cai di X elc.
Da poi disnar fo gran conscio, fato podestà a
Malvasia sier Zuam Antonio di Renier, di sier Jacomo, è retor a Napoli di Romania; qual refudò.
....
Milan, erano in Andernopoli a dir mal al signor di
la Signoria nostra ; e turchi temeno molto di l'ongaro; dil re di Franza e Spagna fa pocho conto.
Item, par ditto Schender, col qual 5 volte al zorno
parlava, e rasonava assa' di pace. Item, disse l'armata da Constantinopoli la mità è innavigabile, ma
uno altro anno farà potentissima armada ; à fato taiar assa' legnami per far galie in Mar Mazor. Item,
Camalli era a la Porta, e le galie e fuste andate versso
Constantinopoli ; et che ragusei avisano il tutto al signor; e per quella via vien assa' contrabandi, e disse
il valor di molte merze, adeo per la Turchia par non
sia guerra ; et provedendossi al colfo, si faria gran
ben. Item, di sier Andrea Griti non è stà lassato, ma
havia speranza grande etc. Poi disse alcune altre
cosse, credo in materia di pace, a li savij , cosse partinente al conseio di X, per la praticha con sier Ilironimo Zorzi.
Et reduto il colegio a consultar, vene letere di
Zervia, di 10, et sier Francesco da Ponte, fo preso
castelan a Lavrana, vestito a la grecha, et andò prima dal principe. Referi molte cosse, et mostra haver inzegno. Et cussi, venuto in colegio, referi prima
come fu preso a certa villa, qual andava a Zara per
tuor danari, per Synam, vayvoda di Schender bassà,
et fo preso anime 1500 con lui ; et fo cognosuto, perhò fu fato conto di lui, e menato in Verbossana,
da Schender bassà, zornate 15 di camino, dove
stantia ditto bassà, qual è vechio di anni 65. E Verbossana non è terra, ma è assa' caxe. Et fo presentato a la sua presentia, qual li dimandò di molte cos- se, et stete li per zorni Poi fo mandato a la
Porta, et stete a Constantinopoli im prexon con do
turchi, quali erano per monede, et uno zudeo per
sasinamento ; a li quali ogni zorno turchi li devano
gram martorij a questi, acció confessasseno, maxime
al zudio, qual mai confessò ; zoè, ficharli dadi in una
zoia ne la testa, strenzerli li testiculi e con bachete
baterli ; con tanaie di fuogo tocharlo ; et altri varij e
grandissimi martorij. Et quelli do turchi fonno impallati. E lui era in zepo. Fo prima menato da uno
signor turcho, col qual rasonoe ; e volendoli dar
gran taia, lui dicendo è povero, a la fine lo mandò
in ditta prexom; et che sier Marco Cabriel, era li a
Constantinopoli, in una torre ferito ; non se li parla,
ma se li scrive letere. Item, fo menato lui fino sul
zepo con la spada, per farli paura di taiarlo, acciò si
desse taia; e ne la fin si dete fino ad aspri X milia,
ch'è zercha ducati 200 ; et quelli pago e fo liberato.
Et fo prima menato a la presentia dil signor per li
bassà; qual era vestito di zambeloto negro, con
barba negra tenta ; dimostra meninconicho ; è zallo
ne la faza, e mai non l' udi dir 0. La causa fo menato, crede perchè volevano da lui più taia. Item, la |
caxon che sier Marco Cabriel era stà trato dil castello dove era li altri, e posto li, è perchè il Griti
e altri doveano esser liberati, non voleva star li ; et
altri dice per altra causa. Item, di l'armata disse
gran cosse; et che Camalli era ussito con 35 in 36 fra galie e fuste, e fin pocho ne saria da 70 velle fuora. Item, parti da Constantinopoli a dì 23 zener, et
vene a Ragusi, in caxa di sier Hironimo Zorzi, qual
li disse alcune cosse secrete etc. Item, oratori di fio ) che era do bone fuste e dobergantini grandi, ben in
Dı Zervia, dil podestà, di X. Come uno suo 601 .
explorator è tornato da Forli, qual parloe con uno,
nominato Benfaremo, di la dona, qual fo tolta per
quel Diego, menata a Forlimpopulo et poi a Forli in
rocha; et è stà con voler dil ducha ; et la dona andava mal contenta et va sequendo, ita che la cossa è
marzissima; che dita dona è in rocha di Forli, e il
ducha la fè tuor. Item, il ducha per l'impresa di
Faenza aspeta certe artilarie e francesi ; e vol far dil
suo campo tre colonelli, uno de francesi, uno di spagnoli e uno de italiani. È con lui Dyonisio di Naldo
con provisionati 2000 ; et che missier Zuan Bentivoy
li darà ajuto; danno danari a le zente, e fanno la
mostra etc.
|
Di Napoli di Romania, di ultimo zener, vidi una
letera di sier Alvixe Barbarigo, capetanio e provedador, drizata a sier Alvise Venier, provedador a
Corphù. Come non hanno formenti ; credevano haver per tuto il mexe di april, per esserne di do e
tre anni ; ma, visti, se hanno trovati i tre quarti guasti, per modo ogniun sconde il suo, e dove valeva
aspri 40, è montado a aspri 80. Item, sono li incolfati ; de raro hanno letere. Item, in quelli di passati ,
le do galie era qui, con do fuste e do bergantini armati de li numero 6, preseno legni 5 di turchi, picoli, im porto di Setines ; poi, al principio di questo,
hessendo andate dite fuste armate per numero 5 a
la volta di Cavo di le Colone, prese 4 fuste turchesche senza homeni ; e ſo ventura a li nostri fosse di
note, perchè, havendo trombete, i turchi judichò fusse galie, se messeno in fuga e abandonò i legni ,
1559 MCCCCCI, MARZO. 1560
hordine di panataria, di arme e bombarde ; e si non soldi 10 per uno , et è stato mesi 7 ; et quelli di l' ifusse stà prese, aria fato gran danni, perchè le havea | sola voleano partirssi, e andar habitar sotto i Franlassato altre 6 fuste in l' Arzipielago, le qual spera
capiterano mal. Voria qualche galia de li, e la forza
li ha fato rimandar al zeneral le do erano de li. Item,
in quella provintia è il bassà monucho a guardia, e
tra lui e sui timarati sono 800 cavali ; altri turchi | dito sopracomito per Arbe.
gipani, e con dificultà troverà homeni 60, e che li
mancha altri 50, qual anderà a tuorli in Arbe, con
promission non armar ni galia ni fusta più de li etc.;
sì che è stà expedito, et quella note dovea partir el
non sono, salvo quelli è in le forteze per guardia di
le terre. Item, li nostri stratioti li a Napoli, il forzo
sono a piedi, e, tra boni e cativi, sono cavalli 600,
di qualli non ne son 400 di andar in corsso ; tamen
dannizano ogni zorno i subditi di turchi. Da molti di
in qua non hano fato cossa alguna degna, salvo, ultimate, hessendo andati per corssizar a la Metripoliza, la note preseno 19 a Mattelo, di qualli 16 amazono ; e in quel dì ne fece impichar uno di quella
compagnia, che erano 20 provisionati dil bassà, che Adì 15 marzo. In colegio fo ballotà di mandar
lui teneva a Argos, per far guardar le strade non al capetanio zeneral ducati 6000, parte per la galia
sia conduto biave. Item, quelli stratioti aspetano e li arsilij vanno in Candia, e parte, zoè ducati 1000,
qualche sovegno da Venecia, e da 4 di septembrio, ❘ per una letera di cambio a Corfù, di sier Andrea
che si parti l' armata turchescha de li, hanno scrito,
et O risposta hano auto ; li confortano, ma non hano Item, hessendo venute 5 galie grosse a disarda viver, e lhoro si à impegnati, videlicet i rectori, ❘ mar, et molti sono sopra di amallati, unde fo ordinà
Del ditto, di primo marzo. Come el primo di de
❘quaresema predicho de li fra' Silvestro, di l'hordine
menor di Observantia, il jubileo. Mostrò la bolla e
letere dil suo vicario general, el qual jubileo ha posto a Santa Maria de Castione, su quella isola, con
molte solenità, et una casseta per poner li danari ;
una chiave ha il guardian dil monasterio, una lui
provedador, l' altra i comessarij di la chiesia. Crede
si troverà assa' danari.
ni è pagati di salarij ; stanno in gran pericolo et im
penuria, et aspectano. Item, eri, ſo 28 zener, è intrato in la Morea uno flambulo con 600 cavali, con
vituaria assai per Modon e Coron ; e senteno per più
vie ne dia vegnir do altri, e andar a Coron a levar
quelli populi, e menarli fuor dil paexe di la Morea.
Etiam senteno a Negroponte esser zonto navilij
X; si dice è Camalli con 10 fuste ; crede i dicha per
reputation sia Camalli, ma lui non crede el venisse
Zane.
a li provedadori sopra la sanità li fazi sovegnir posti in li hospedali a San Piero e San Polo e nazareto
nuovo, e datoli danari a conto di le refusure ; e tuta
via vanno pagando a l'armamento. Era gran furia
de ditti homeni a le scale, volevano danari.
Item, sier Francesco di Prioli, sopracomito, dia
partir doman di note, et sier Cabriel Soranzo, messe
bancho, e con dificultà si ha zurme. Item, fo ballotà
la expeditiom dil castelam di Malvasia.
Vene l'orator di Franza, mostrò una letera li
scrive monsignor di Alegra, è col ducha Valentino,
justifichando quello di la dona etc.
602 con X fuste et do galie. Item, per uno mandato in
la Morea, qual dize haver parlato con uno greco
parti da Constantinopoli, a di do zener, che il signor
feva lavorar l' armata el di e la note, con luse di Vene l' orator dil ducha di Urbim, domino Macandela, e che in Mar Mazor, per il fiol dil signor, ❘ chario Mutio, di Camerino, con letere di credenza ;
era stà fato far galie grosse e sotil per bon numero,
e di brieve sarano condute a Constantinopoli. Item,
per quelli di Selines, Stives e Negroponte, per comandamento dil signor, si fevano assa' biscoti.
Da Veia, di sier Piero Malipiero, provedador, di
22 fevrer. Come, a dì 17, zonse li sier Marco Antonio Contarini, sopracomito, mal in hordine di zurme ; non haveva homeni 35 da remo, è stà meraveià
'habi passà il Quarner ; è stato zorni 9 in Veruda per
buora, et volendo homeni de lì, quelli si lamentaveno, dicendo haver armà la fusta, patron sier Marco
Zimalarcha, di la qual il capetanio dil colfo tolse homeni 21, per interzar la sua galia; e fo mal fato. Et
a li homeni, quando l'armò, li dete solum lire 13
vien per star de qui. Et disse come era stato dal ducha Valentino, a justifichar il signor suo di la retention di Camillo Carazolo, qual è per altri sceleri cha
per imputation dil ducha predito ; et che non li à
dato bona risposta ; unde esso suo signor, per la servitù à a la Signoria nostra, a la qual oferisse il stato
e la persona, manda a dir e justifichar ditto processo etc. Il principe li usò bone parole in risposta.
Intrò li cai di X, et steteno assai ; e in quel mezo
vene l' orator di Napoli, fè lezer una letera dil re.
Li scrive, francesi vien in Italia a tuorli il regno ; dimanda conseio da la Signoria, non lo vol perder ; fa
chome uno è in aqua, che si tien a una spada taiente.
Dal Zante, di sier Nicolò Marzello, provedador, 602
1561 MCCCCCI, MARZO. 1562
le maistranze, ma non sanno quando l'ussirà. Et
come do nostre galie preseno novamente verso Sedi 19 dezembrio. Come a dì X, mandó al Zonchio | la sua armata, et farne altra di nuovo; fa redur tutte
con uno gripo fanti 32 de li ; ricevete letere di 12
setembrio, se li manda ducati 400 tornesi per la
fabricha di quel loco; et una di 2 novembrio, lo ❘ thines 5 fuste turchesche, con gran parte di turchi
lauda di coloquij abuti col capetanio yspano; et i
primi ducati 400, fonno mandati, è ancora li in tornesi ; et per avanti spese in circondar quella mandra,
qual era aperta, a tondo a tondo, e ruinata a culmine
fino al vivo ; et li subditi si hanno asecurato, e per haver fabrichato con piere e terra, senza calzina, è
neccessario tuto refabrichar con calzina, aliter le
pioze ruinerà il tutto; perhò vol inzegner, murari,
taiapiera e manoali, per dar principio, perchè altramente li subditi, sentendo l'arma' turchescha, tuti
fuzirano via. Item, à ' uto per via di la Morea, esser
venuto noviter comandamento in quelli luogi cir- | in 800, e altratanti in Coron; et esser quelli luogi
cumvicini de la marina, che tuti i chalafati e marangoni si reduga in Constantinopoli ; e si dice el signor
fa conzar la sua armata, e preparar di novo tute di
galie sotil e grosse, et è cossa credibile perchè, non
la conzando, tuta anderia in ruina ; tamen, non judicha l'habi a ussir questo anno, perchè è bisogno
ripossar, è stato un anno e mezo su le arme. Item,
dimanda monition e artilarie, come par in una poliza; quel locho è nudo etc.
Del ditto, di 22 ditto. Come à 'uto nova dil fuzer
al Zonchio stratioti 200, di quelli erano a Corom con
la sua fameia, fra li quali uno Lumo Remessi et uno
Toschssi, homeni famosi e virilissimi ; e ditto ne
fuzirano di altri , e hanno grandissimo disasio di vituarie. Item, dil comandamento dil signor per tuto,
che le maystranze vadino a Constantinopoli per
conzar l'armada; e per il successo dil Zonchio, si
dice è stà cassi di Coron e cazati tuti li christiani,
stavano in la terra ; e ivi sono da 500 in 600 turchi,
e altratanti in Modon, mal forniti de vituarie ; e per
uno fuzito di Castel Franco, juridition di Coron, ha
inteso come quelli dil castello, con ogni pocho di
modo havesseno, fariano quello à fato il Zonchio,
che seria molto a proposito ; e quelli di Modon e
Coron stariano mal. Item, è per expedir una spia a
la Morea, per saper le preparation di l'armata turchescha.
Del ditto, di 25 ditto. Come eri mandoe una
barcha versso la marina di Castel Tornese, con uno
Bortolo Gaurilopopulo, cyroicho dil Zante, homo
experto e cognosuto da' turchi di ditto castello, el
qual à una so sorella in captività a Patras ; ſenze di
contratar el reschato di quella, et in questa matina
è ritornato. Dice aver parlato con molti turchi, li à
firmato el signor fa tuta via preparamento di conzar
vivi ; et tal nova hanno auto per via dil flambularo
di la Morea, reduto novamente a Patras, qual era
verso Coranto, quando ditte fuste fonno prese. Le
qual galie sariano la Marcella e sibinzana. Item, ozi
è ritornà il gripo mandò al Zonchio, con li 32 fanti,
soto Francesco Bianco, fiol di Moro, contestabele;
et portò letere dil dito, qual manda la copia. Item,
dimanda bombardieri, niun vi hè de lì.
Del ditto, di 2 zener. In quella hora è zonto de 603
li, per via di la Morea, uno modoneo, fuzito ozi zorni 8 da Modon ; dice in Modon esser turchi 700
mal in hordine de vituarie, maxime di pam, et quasi
moreno di fame ; e turchi hanno mandato fuora di
la terra e borgo di Coron tutti i christiani, per dubitar di lhoro. E di l'armata turchescha non se diceva altro ; solum che la vien conzata et preparata ;
non sa si la dia ussir.
Del ditto, di Xditto. Di l'arivar in quella note
lì im porto 5 galie sotil nostre, non sa per unde ; a
inteso va al Zonchio dal provedador Pixani e vadi
con le altre a Coron, per lo intendimento si ha con
quelli citadini, et ha retenuto le fuste va de li a
scorsizar in Turchia, acciò non possi dar aviso elc.
Vol danari per li fanti.
Del ditto, di 23 ditto. Come mandò, ozi 3.º zorno, una fusta di li versso la Morea, per saper qualcossa. Qual, ritornata, dice haver inteso, haver saputo per via di christiani, tal tratato per turchi esser
stà discoperto, zoè di Coron; ma non era stå ſata
alcuna novità di turchi versso quelli di Coron. Item,
in quella matina zonse de li uno gripo da Corfù, con
una femina modonea, fo schiava a Castel Tornese,
reschatata ; e aferma aver inteso da' christiani, ditto
tratato esser stà discoperto, e tuti i christiani di Coron esser stà scazati fuora di la terra e de l'isola, e
stavano con qualche teror. Aricorda si provedi etc.
Del ditto, di 15 fevrer. Come è venuto de li
maistro Jacomo Coltrin, inzegner, e à visto il loco
tuto, e parti per il Zonchio. Ordinò facesse gran
quantità di fassine, e cussi fece. Item, vol monition ;
perde tempo ; à li danari da fabrichar, et O si fa.
Solum de lì è la compagnia di Moro Biancho, conte-
❘stabele, la più parte perhò è al Zonchio.
Dal Zonchio, di 23 dezembrio, drizata al provedador dil Zante. Come stanno de li a guardia ;
fanno vita da remiti, biscoto e aqua, seradi in ca-
1563 MCCCCCI, MARZO. 1564
che essi dariano la terra a' nostri, se armata fosse ;
e, fosseno asediati una setimana, tuti crepariano da
fame etc.
Da poi disnar fo gran conseio per li avogadori,
per expedir il Basadona. Compite di parlar sier Polo
Pixani, el cavalier, olim avogador.
Et da poi conseio, fo pregadi. E questo perchè
tutta la terra dubitava di le galie di viazi , per l'us- sir di l'armada turchescha, zoè Camalli con quelle velle. Et cussi, poi leto le letere,
stello ; li compagni è diventadi come homeni salva- | affanni. Dice etiam che da molti turchi ha aldido,
degi ; hanno fato la descrition di le anime de li e
albanesi fuzidi : sono dil paese anime numero 260,
albanesi 320 ; è solum biscoto sachi 60 in castello, e
formento per il viver di paesani moza 114. Item,
come hano trovato uno turcho ascoso, et examinato
di plano, poi con la tortura, disse esser venuto da
Constantinopoli con uno altro suo compagno, zorni
5 avanti il prender dil Zonchio, e havea portato la
luffa de li janizari, per mexi do aspri 12500 per ja- nizari 30; et che el signor era in Andernopoli, et el
bilarbei ; et che l'armata era tornata in streto, e non
è per ussir questo anno, per esser mal conditionada ;
e che si havea scrito in la Natalia 8000 asapi, e altratanti di qua, per rispeto di l'hongaro, che se di- ceva voler romper. El qual turcho è stà apichato per
il provedador Pixani. Item, a dì 17 fuzite da Coron
uno sarasim, che era schiavo de maistro Andronico,
orese da Modon, el qual fo preso a Modon e menato
a Patras, e poi fuzi de li a Corom. Dice come turchi, ❘ si remetemo a lui, ch'è sopra il fato, et ha miglior
Fu posto per tutti d'acordo una letera al capetanio zeneral, di la relatiom abuta da sier Valerio
Marzello e sier Francesco da Ponte, di l'ussir di
Camalli, et che dubitamo di le galie di Baruto et
di l'isola nostra di Cypri et Candia; per tanto, opinion nostra saria, el se transferissa con l' armada in
Levante, e lassi el capetanio dil colfo, con quel numero di galie li par, a la vardia di la Vajussa ; tamen
sentito la presa di questo castello, cavono tutti di la avisi de nui. Item, avisarli le provision nui femo, di
terra et isola, et usano assai strapazo, e sono dispe- expedir galie 3 sotil fin qui, zoè sier Marco Antonio
radi ; e che turchi hanno retenuto tutti quelli fonno da Canal, sier Lorenzo Loredan e sier Francesco di
causa di far dar la terra al turcho, digando : Come Prioli ; e sier Cabriel Soranzo arma. Item, armarehaveti dato questa, fareti etiam come quelli dil Zon- mo im Puia e Dalmatia e in Candia ; è partito 4 archio. E tuti li volseno amazar. Ma el chadi non lassò, silij con danari, per armar 8 galie, qual vossamo le
e volse prima avisar il bassà, qual l'aspetavano li à fusse presto armate. Item, li mandemo ducati 5000,
Coron; et che da la montagna che 'l ſuziva, el dito computa ducati 1000 trarà de li a Corfù etc. , e dil
603 ha visto zercha 200 cavali che intrava nel teritorio Zante ; laudamo l'opinion sua, dar ducati uno al
di Coron ; e dice che, se coronei vedesse qualche mexe a quelli 150 homeni varda il castello ; et li
armada, fariano qualche bella ponta, per respeto che | manderemo provisionati et do inzegneri ; e si dolemo
tuti sono disperadi; et che, se non fosse che 'l bassa { di la morte dil Coltrin etc. Ave 144 de sì, una di no.
li tien la strada, assai ne fuzeria. Item, ozi è ſuzito
uno albanese zovene da Modon; dice come in Modon
quelli pochi di turchi ch'è, sono li mal in hordine de
vituarie, e sono disperadi, et che el mozo di la farina | per persone vieneno, Schander con el campo esser
val aspri 180, e non se trova, e a la zornata schanpano, e non hanno aqua, salvo de quella dal Gravi,
e questo perchè sono ruinade le case sopra i pozi e
cisterne ; e quando inteseno il prender di questo | soldati ; e per le guardie hanno speso ducati 50.
Item, il provedador meti bancho.
Da Zara, di rectori, di 8. Di l'adunation di
turchi im Bossina, e per via di le guardie hanno, e
reduto versso Bichachio, loco posto su el passo di
venir in quelle parte, o versso l'Istria e Friul ; starano vigilanti e provisti. Aricorda li danari per quelli
Da Spalato, dil conte, di 28. Como quelli havia
i dacij di la comunità e camera, li hanno renoncià
per certo capitolo, in caso di guera. Item, il ducha
Zuan Corvino dete fama di far una cavalchada in el
paese dil turcho, ai confini soi ; tamen è reusito, à
castello, tutti rimaseno morti, dubitando di qualche
tratado; e da poi inteseno il tutto, per quelli che
scapolorono, et volseno armar 3 fuste, che erano
im porto, et do di Coron, con certi navilij di Coron,
per vegnir asaltar la galia Meza, che era sola, e far
forzo da mar e da terra, per recuperar ditto castel- ❘ fato retenir uno suo vice ban, e haver mandato per
lo. Dice etiam come e bassà se atrova a Santo Ilia,
mia X dil Zonchio, e fè condur in Modon zercha
100 some di farina, le qual hanno partito et parteno
in fra lhoro a bareta a bareta, e desiderano che la
nostra armada vegna, azò che possino ussir di tanti
molti soi castelani, qualli parte vanno e parte non se
fidano di andar. Item, à scrito a li cai di X.
Da Roma, di l'orator, di 7. Come eri intrò li 601
uno orator de fiorentini. Li fo contra la fameia dil
papa et di cardinalli ; et di oratori solum quel di Sa-
1565 1566 MCCCCCI, MARZO.
voia. Item, monsignor di Trans li à ditto, il papa si | munichò letere di primo et 4 dil passato, di Elemastrenze molto con l'orator dil re di romani e quel | gna, di domino Francesco de Montibus, di aparati
di Spagna. Item, è stato con domino Thomaso Regulano, secretario di re Fedrigo ; li ha ditto il re di Franza fa preparamenti contra il regno, et il mio re
chiamerà turchi in suo ajuto.
Del ditto, di 8. Come monsignor di Trans li ha
ditto, haver letere di domino Acursio, di uno nontio
dil re Fedrigo, venuto a la Signoria per tratar liga
col re di romani, Spagna, la Signoria et lui. Et poi
di quel abate va al re di romani, per nome dil papa;
et di la risposta fata per la Signoria, di la constante
fede ha a il christianissimo re; et che à dito al papa di
questo abate ; dice nulla saper, et si 'l vien lì lo chastigerà. Item, l'orator fiorentino, ave audientia dal
papa, si scusò non haver fiorentini dato ajuto a
Faenza ; et par sia venuto per intertenir il papa, per
dubito hanno di Piero di Medici non intri etc.
si fa contra Franza; e il re non à voluto acetar le
trieve ; et li oratori , stati in Franza, non ossano
ritornar, per lo eror fato, et dubitano. Item, à di
Palermo, a dì 27 il capetanio yspano licentiò una
nave zenoesa, feva aqua, et tre barze; et à fato far
cride, non si disarmi, et li banditi vengino, sarano
asolti, riservato certi casi ; e chi vol danari, vadi da
lui, ne haverano. Item, che a Saragosa si moriva, et domino Gregorio Gueriero era tornà per stafeta in
Alemagna, et vi va domino Dionisio Asmodeo, fo
alias orator a Milam, et Alvise Ripol si aspeta ritor- ni. Item, il re à fato bando, non si trazi dil regno
ni oro ni arzento. Item, Lucha di Rossi parti per la
Vallona, con 3 cariazi di panni d'oro e di seda, per
presentar. Item, una fusta di Molla, fu presa, esso
orator la fece liberar ; et che li arendatori di grani, 604
Dil ditto, di 9. Come fo dal cardinal San Cle- videlicet Jacomo di Rossi, li ha ditto si oferisse far
mente, qual li disse haveano deputà li exatori, et biscoti a la Signoria, a ducati 7 il mier. Item, il re
harano li danari dil colegio sopra le intrade dil ca- cavalcando a veder le mure, li disse haver avisi di 21
pello ; et parlato zercha la cruciata, disse lui la daria di la Valona, dal comandador di Capua, erano trate
a la Signoria, perchè la spende in conservation di di la Vajussa e menate in la Valona galie XI, et una
tutta la christianità ; et li ducati 40 milia, mandò il ne era li prima, et erano poste in uno stagno; et
papa in campo, fono trati in questo modo: ducati che tre nostre galie, al Sasno, con una barcha remur20 milia dil jubileo e cruciata di Fiandra e Bergo- | chio fuora do gripi di merchadantie, et che veniva
gna, per li do terzi ; ducati 7000, di là da' monti ;
ducati 3000, da' fiorentini ; ducati 7000, di l'abatia
data al Triulzi, che fo promessa al cardinal curzense ;
et ducati 3000, di uno altro beneficio.
persone 5000 de lì.
Noto, sier Lorenzo Bernardo, podestà di Chioza,
in luogo dil qual andò sier Alvise Capello, consignò
il rezimento, è amallato, et non referi.
Dil ditto, di X. Come ha di persona fide digna, A di 16 marzo. In colegio vene uno messo dil
in concistorio verbum nullum in re christiana ; et il capetanio Carazolo, qual è suo maistro di caxa ; prepapa parlò a uno cardinal solo di la cruciata, et feno | sento una letera di dito capetanio, dimanda licentia
varij coloquij insieme etc. di mandarlo dal padre e madre, ch'è in Reame, per
conforto lhoro ; qual arano inteso il caso di la sfortunata, et voria la Signoria scrivesse al nostro orator li ajutasse etc. Item, dimanda di gracia, la Signoria lo meti ad alozar a Ravena e Zervia, e lassi far
a lui, perchè non pol patir di l'oribel, violente et
inusitato caso di la dona sua sfortunata, qual è in
man di marani. Et il principe lo confortoe, dicendo
andasse ; e li fo fato la letera.
Dil ditto, di XI. Come fo quella matina a palazo ;
trovò el cardinal Santa † et l'orator yspano, qualli
non poteno haver audientia. Il papa era andato a la
vigna, con monsignor di Trans; et di tal streteza
l'orator yspano assa' ne parla. Item, ozi fo dal papa;
cra il cardinal Santa Praxede e monsignor di Trans,
qualli parlavano insieme di certi bergantini presi a
Hostie, portavano sartie etc. , per le galie ha comprade il papa. Item, esso orator solicitò lo armar, et il Vene uno corier dil re di romani, con Piero Penpapa li disse, faria, e haver scrito in la Marcha per der, merchadante tedesco, et presentò una letera
haver zurme. Item, ozi è intrato li uno orator dil aperta dil re, data a dì 19 zener, a Nolimberg, par
ducha de Lituania; li fo contra la fameia dil papa e citi il principe, termine zorni 60, a presentarssi o
di cardinali ; e lui orator si lauda di la Signoria no- mandar a raxon davanti il suo conseio, a requisitiom
stra di l'honor. Dice è bon honorar li oratori di ❘ di Zuane et Zuane da la Scala, vicarij di Vicenza e
quelli principi pol favorir la cristianità. Item, manda
la bolla di levar l'interditto a Verona.
Da Napoli, di l'orator, di 7 Come il re li coVerona, videlicet li primi zorni 20 per il primo termine, li altri per il segondo, e il resto per il 3.º Et
ditta lettera dice cussi nel principio : Maximilianus
1567 MCCCCCI, MARZO. 1568
605
Dei gratia romanorum rex semper augustus, Hungaricæ, Dalmaticæ, Chroatiæ etc. rex, archidux Austrice, Burgundiæ, Barbantiæ ac Geldriæ etc. dux,
comes Flandriæ et Tirolis, illustrissimo Augustino
Barbadico, venetorum duci nostro, ac sacri romani
imperii fideli dilecto , gratiam nostram regiam el
omne bonum. Illustris, fidelis, dilecte etc. Data Norimberg, regni romani XV, el Hungarice XI. Et
in fine litterarum è sotoscrito : Bertoldus, archiepiscopus maguntinensis.
to. Et quella terra è varia di le altre ; sta a speranza
di Dio. Et a dì 30 dil passato, hessendo andati fuora
a tuor erbazo, vene la corte dil sanzacho con lanze
300, et piono 4 citadini ; uno amazò e portò la testa
via ; e si non fusse stà fate le fosse, più di 100 venivano presi, perchè le fosse non lassava corer ditti
turchi; et restò di turchi più di 50 cavalli, e fo
amazà el canzelier dil sanzacho, con do altri cortesani a la scharamuza ; et el di sequente, el sanzacho
fè venir davanti di lui li 4 vivi et quella testa, diganDa Ferara, dil vicedomino, di 13. Manda una doli : Antivarani, perchè non vi rendete al mio siletera, abuta di monsignor di Alegra, in risposta di gnor. Non vi lasserò dipredar, e vi darò provisiom.
soa ; e il messo la portò, dice in campo esser care- Rispose : Signor, non ne basta l'animo a far questo,
stia, non prenderiano uno casal, et esser gara tra | perchè tutti antivarani hanno zurato, finchè un solo
francesi e spagnoli, e stano seperadi, e talhor si ata- | dura, morir per la illustrissima Signoria. E il sanchano insieme. Spagnoli sono alozati tra Forlì et❘ zacho statim li fè taiar la testa. Li qual, morendo
Rossi. Item, quando Faenza prende qualche spagnol con tanta devution e fideltà, quanto fusseno stati
li fa impichar, et francesi li lassa ; dicono esser ser- martori ; e le teste fono scortigate e impite di paia,
vitori dil re. Item, el ducha è andato di Ymola a et per el subassi fo mandate a la Porta. E da quel
Forli. Item, ricevete una letera nostra zercha i salli ; dì fo amazà li diti in Scutari, ſo infetà il morbo, e
è amalato ; mandò il suo canzelier dal signor a di- ne more al zorno X in 12. È miracolo.
mandar li danari. Rispose, non aver auto salli, justa Del ditto, di 26. Scrive mal, tacite, di sier Anla promessa ; tamen parleria col fator, et vederà. drea Michiel, provedador di Albania, e manda uno
Item, quelli populi de li sono mal contenti , per ❘ nontio di antivarani qui a posta. Quelli subditi è in caxon di una altra colta general à posto il signor,
oltra quella di le mure ; adeo vien a pagar ducati uno per extimo. Item, quel signor ozi fa far precessiom, per certa inspiratiom abuta, et cussi
farà doman per la terra.
extrema calamità; voria, per li odij è li, la Signoria
mandasse uno scrivan a far processo ; e, non trovando l'oposito, si sotomete a pena talionis. Item,
fo mandato de li ducati cento, di qual 40 ſo dà a
soldati , et 60 tene quel castelam in borsa. E il proDi Codignola, di monsignor di Alegra, di XI. vedador mandò a Coriu, a tuor uno cargo di sal, di
Dice O ha di novo ; à avisi di Franza, il roy è an- mozeti 3500 ; li mandò a vender a Ragusi, e fo
dato in Bergogna, e fa venir zente di qua ; e, fato | venduto ducati 60, che de li si poteva vender dul' acordo col re di romani, verà in queste parte, per
visitar li soi amici ; si ofersse etc.
cati 350. Li qual 60 ducati dete a' soi famegij. Item
el retene stera 1000 formento, e scargoli in la terra,
Da Vicenza, di rectori, di 13. Manda un aviso e messe man a quelli, era stera 130. Item, lassò di
di quel Christofal Paiello, di X, da Trento, che il prexon uno Stefano Armani, subdito dil turcho,
conte Zuan Antonio di la Somaia è venuto li ; à dito ❘ spion, senza examination, qual poi à fato gran danni
a' milanesi stagi di bona voia, il re verà a l'impresa | li in Antivari, e a Dulzigno. Item, fece il castelan,
di Milan, et non aceta le trieve col roy, e à mandà| camerlengo, e cargo la camera di spesa ; et lui pouno araldo al roy, a dir vol fazi bona compagnia a' destà nulla à trovato ; à impegna li vestimenti di la
milanesi, come prima. sua dona. Item, a nulla esso provedador provede,
Di Antivari, di sier Piero Tiepolo, podestà, di solum a far conventicule etc.; e va dicendo assa' mal
25 fevrer. Dimanda sovention di biave. Dio per- di lui. Et lui podestà dice, haver fato apichar 9
doni a chi fa pericolar tante anime, et far tardar a pastrovichij, e amazar 20 marchovichij. Di novo,
le provision per il suo diversso scriver ; et che ogni che il sanzacho, è soto Scutari , li è stà fato più codi combateno con turchi, et quelli subditi è reduti mandamenti vadi a la Porta ; non vol andar ; si
in extremità, e per la fame più non pono durar ; et scusa che il signor Schanderbecho di hora in horra
è ſameie 200, ch'è zorni 15 non hanno auto pam di si aspeta ; sta con custodia tuto il paese, e aspeta
alcuna sorte, solum viveno con erbazi salvadegi, e la venuta di ditto Schandarbecho, come li santi papur fosseno lassati arcoglier, ma per la fame usseno dri in limbo aspetava. Item, à il sanzacho haver mandi la terra ; tamen son disposti a morir et patir tut- | dato a la volta di Venecia uno cortesam, fo dil si-
1569 MCCCCI, MARZO. 1570
605
gnor Zorzi Zernovich, per nome chiamato Nicolò | milia franchi ; lo venderemo. Poi li disse con gran
de Jvanochias, a spiar li preparamenti si fa; è conosuto per Antonio de Pasco, citadin de lì .
Et, atento la inopia di antivarani, fo terminato
per colegio, scriver a Trani, li mandi statim a quelli
fidelissimi, stera 400 formento ; etli fo serito una
bona letera, e datoli monitiom, zoè artilarie richiese.
Era qui loro orator sier Stefano di Prodi.
Da poi disnar fo gran conseio per li avogadori,
per expedir il Basadona. Et parlò domino Venerio,
doctor, avochato, ma non compite ; adeo molti tien
in favor di esso reo.
Et da poi conseio fo conseio di X con zonta di
colegio. Vene letere di Zervia, Ravena et di Alexandria ; steno fin hore do di note.
Et prima, reduto il colegio a consultar, vene
queste letere, zoè :
|
instantia zercha le cosse dil conte di Caiazo, qual è
im Bergogna. Item, soa majestà doman si parte per
Bergogna.
Dil ditto, data a certo castelo, a di 7. Come era
li venuto. Et la regia majestà, dal qual fu, li disse
havia letere di domino Acursio , scusava la innocentia dil ducha Valentino, et che la Signoria non voleva spazar li oratori per Alemagna, fin el non
ritornava. Item , fo dal cardinal ; scrive coloquij
abuti. Item, monsignor di Albi, fradello dil cardinal,
li ha ditto, il re di romani à scrito al roy, esser contento toglij l'impresa di Reame, ma non tochi di
l'imperio ; dicendo à lanze 1600, et 8000 fanti in
Italia ; l'armada perho anderà contra turchi. Et di
Picardia e Normandia il re à mandato a far 6000
fanti ; et la causa di l'acordo conditto re di romani, è per il matrimonio di la fiola dil roy nel tio
de l'archiducha. Item, è venuto uno messo al re dil
cardinal di Lisbona, a dirli, il papa aver mandato
al re di romani uno suo per disturbar lo acordo,
per esser in quello uno capitolo, vol questi do re
riformar la Chiesia.
Di Franza, di l' orator, date a Lochiers, a di 3.
Di la venuta di uno nontio di l'archiducha di Bergogna li ; qual vien di Alemagna. Et lui orator nostro fo
dal re; li dimandò si havia O. Rispose : Hubemus bona
nova. Il re di romani vol far ogni cossa contra il
turcho. Item, poi visitò il cardinal Roan, et coloquij .
Eri ricevete do letere nostre di 17, zercha la dona Da Milam, dil secretario, di 13. Come monsi- 606
rapta, e di le cosse di Rodi. Fo dal re, e soa maje- gnor di Chiaramonte li havia ditto, haver una lettera
stà li disse : Li falconi vien, è zonti in Ambosa ; rin- dil roy, andava al ducha Valentino e a monsignor di
gratiamo molto quella Signoria. Poi li comunicho le | Alegra, li mandi a Milan li tre capi fo in le nave di letere, e, di la dona, disse : À fato mal ; se nui ha- Zenoa ; qualli, zonti, li manderano in Franza. Item,
vessamo do fioli , e uno havesse fato questo, lo fas- monsignor di Luciom li ha ditto, aver letere dil gesemo amazar. E laudo l'andata dil suo orator dal neral di Brizonet, fradello dil cardinal Samallò, di 8,
ducha. Et soprazonse l' orator yspano, al qual volse come era fato lo acordo dil roy e il re di romani, e
iterum li narrasse il caso ; si che tuta la corte fo dil matrimonio sequito di la fia dil ray nel fio di
piena, e biasemano assai. Item, poi zonse li falconi, l' archiducha ; et milanesi stanno amirati.
qual fono dati al re, e la parte a la raina ; il resto
darà, justa i mandati. Et disse l'orator voleva andar
dal cardinal, ch' era lige 5 lontan. Disse il re : Si li
dite questo, li farete tornar la fievre. E disse : La | danaro, non ponno tuor l'impresa di Faenza ; et
Da Ravena, dil podestà et capetanio, di 15. Come el ducha era a Ymola, stato in consulto con li
soi ; e dovea andar a Forli ; et per el bisogno dil
dicono fin 4 zorni ne dia vegnir danari in campo ;
e si judicha etiam aspetano francesi zonzi ; et a li
lochi presi hanno carestia di formenti. Di Faenza
ha nova, di XI, che stanno di bon animo. Item, manSignoria provederà ben ; et si la resta, restirà per
il turco. E l' orator rispose, credeva soa majestà dicesse il vero ; et la Signoria atenderia a cosse più li
preme ; e di questo laudò la Signoria. Poi li disse,
quel nontio dil marchese di Mantoa esser venuto ❘ doe una letera li scrive el conte Lamberto di Socon certi capitoli : primo, si scusa di Martin da Casal, e che sguizari non vien li ; vol la protetion di
soa majestà, e conduta ; e non lo volendo, vol licentia si conzi con altri. Et in sua presentia il re
strazò li capitoli , dicendo : Lo castigeremo ben ; è
una quaia in mezo do sparvieri. Item, di Renier Parente par habi venduto uno oficio havia in zenoese
per ducati 2000. E l' orator dimandó al re, si era il
vero. Rispose : Ne ha un altro in Franza ; vol 12
1 Diarii di M SANUTO Tom. III.
iano. Par il ducha volesse certa abatia in Val Galiata ; mandò per lo abate, li venisse a parlar ; non ando, et andò a Fiorenza, qual li fece honor et de
200 fanti a uno suo fradello di anni 16, si che il
ducha pretende etiam aquelle cosse. Item, di Pe- rosa, el ducha di Urbin, el signor di Chamarin, e il
preffeto par siano in ajuto de li foraussiti , si che
saranno novità.
Di Zervia, dil podestà , di 14. De certi rasona99
1571 MCCCCCI, MARZO. 1572
menti di uno, fato con la moglie di Colella, greco,
contestabele de li. Come quelli spagnoli voleno corer
su quel di Zervia etc. Item, scrive de li non esser
150 homeni da fati, cative porte, e triste mure.
Item ha, la dona rapta esser in rocha di Forli,
come scrisse.
Di Alexandria, dil sier Hironimo Tiepolo, consolo, di 30 decembrio, l'ultime ſo di 28 di l' in- stante, mandò per uno gripo di Candia, a hora scriveper una nave di Ragusi, si parteper Ragusi. Replicha succincte quello scrisse. Aspetano con desiderio le galic, per restituir li danari fo dati al Chaiero.
Da novo quel regno è in grandissima combustion,
imperochè il campo mandò quel signor soldan in
Soria contra el signor di Damasco, con el qual andò
X armiragij di 1000 lanze in tutto, mamaluchi 2000,
capetanio el diodar grande, par che l'habi rebelado
al soldan, e levado soldan esso diodar, e ritorna al
Chaicro unitamente con le forze dil signor di Damasco, el qual è fato suo armiraio grande ; e al
modo sia andata la cossa, non lo pol saper con verità. Item, quel signor soldam ha fato grandissimi
preparatorij ; à liberato tutti li presoni dil Chaiero,
nel numero di qual sono li ferieri e marinari de la
mali tempi de li ; è naufragado uno navilio turchescho sopra le brule, et sopra Roseto uno galion de
catelani, sopra el qual era 80 casse de corali, pani,
mieli, oio e danari, recupererasse tutto, per quello
vien ditto, se li porano trazer da le man di mori elc.
Dil ditto, di primo zener. Chome, non essendo
parti el navilio raguseo, avisa eri sera vene uno de
questi rais da la Porta dil Chaiero, el qual dize, el diodar grande, con el signor di Damasco, con el
campo, za 5 zorni, fo a di 28 dil passato, zonse a
Salaia, zornate do lontan dil Chaiero ; cui dize con
gran numero di persone, cui dize non con molta zente, per haver lassato in castel di Damasco 4 armiragij di 1000 lanze, sie di 40, diexe di X lanze,
et mamaluchi 2000 dil soldan ; sì che, fra pochi zorni, la cossa se resolverà, qual de lhoro dia restar
soldam. Dil successo darà aviso etc.
Noto, in questo zorno se intese la morte di sier
Alvise Dolfin, sopracomito, quondam sier Dolfim ;
era col capetanio dil colfo, suo fradello, versso il Sasno, et vene eri qui a disarmar so fradelo, sier Marin Dolfin..
Adì 17 marzo. In colegio vene sier Francesco
Mocenigo, con li Ruzieri, dicendo esser ribaltà a una nave de Rodi , fo svalizada li in Alexandria za mexi | Poveia una nave Ruziera, fata in Candia, di bote
1000, qual si conzava. Pregava la Signoria li ser- visse, a conto dil suo credito, di ducati 400 per farla levar. E, consultato, li fo ballota tanto credito a
cazude.
8, et à tirado in castello tutti i signori dil Chaiero,
con le sue fameie, e destributo fra lhoro li officij de quelli signori se atrova in campo ; svalisada la caха
del diodar grande, e fato molte difese e repari nelle
castello, fornido de artilarie, arme, aqua et ogni Vene l' orator di Franza, al qual li fo ditto le
sorta de vituarie ; e, inter cætera, à spoiado quel fa- nove havevamo di Franza, et come era stato in coriom de arme, mamaluchi et bombarde manevole ; legio l' orator di Napoli, e ditoli alcune parole, il re
e tuti i rami che se à trovato al Chaiero, li ha fato❘li vien a tuor il stado, non porà far di meno di ajutirar in castello, azò che li nimici non habia comodità de far bombarde. Item, tuto el piper del dachieri, che era in altor, l'à fato venir e meter in
castelo, et spiera in Dio, et è comune opinion, che
le so male condition e tyranie, harà più forza a farlo | la majestà dil re non faria niuna cossa, senza il vomal capitar, cha tutte le provision el farà a defenderse. Dubita per queste combustion, el cotimo,
tarssi, e chiamar turchi in Italia etc. Or l'orator
parlò, dicendo gran mal dil re don Fedrigo di Ragona, et che, quando il re lo ſesse, lo aria raxon, e
disse le cause ; tamen zurò O sapeva ; et era certa,
ler di la Signoria nostra ; e mostrò una letera scrive
in optima forma a Roma, a monsignor di Trans.
Vene do oratori di la comunità di Padoa, domino Alberto Trapolim et Bernardim Conte, zercha alcune cosse; e tandem disseno li canonicha' tutti
era di altri , solum lhoro padoani ne haveano tre. Or fono comesso a li savij aldirli .
606 per caxom del tributo de Cypri, che ancora non è venuto, non habia qualche gran streta ; cegnano tenir
il garbuio im piedi, per valerse di danari a li suo'
bisogni. Item, de merchadantia do navilij, uno di
Cicilia e uno raguseo, che parte, traze zercha 120 |
di specie ; resta li de' francesi e catelani, fin hora
contratadi, zercha colli 150, e de' zenoesi zercha |
colli 50 ; e hano tra tuti, danari e merze da contratar, al compimento di ducati 200 milia, i quali contraterano con dificulta, per aspetar mori di zorno in Veneno do oratori di la comunità di Caravazo,
zorno le nostre galic. Item, in quelli zorni à usato et referiteno voler pagar li soldi 5 per campo, licet
Vene uno orator di la comunità di Feltre, dicendo haver portà ducati 300 per li campi, e si scoderà il resto; et danno volentiera. Dimandò alcune
altre cosse ; comesso a li savij di terra ferına.
1573 MCCCCCI, MARZO. 1574
607
non siano stà richiesti da la Signoria nostra ; oferendossi ad majora. Fonno ringraciati ; poi exposeno
certa cossa particular di domino Jacomo Secho.
Adì 18 marzo. In colegio vene lo episcopo di
Rossi, per caxon di certe decime ; par sia debitor ;
tamen à scriture di satisfaciom ; par el podestà prefiol etc.
Vene l'orator di la comunità di Antivari, sier ❘ sente di Trevixo prometesse per una abatia a suo
Stefano di Prodi et uno novo ; dolendossi, li danari,
dia dar sier Bernardo da Canal, esser stà suspesi per
l'avogador, et quella terra patisse etc.
Veneno li patroni di Fiandra, sier Alvise Pasqualigo, qual à do galie, e sier Ferigo Contarini, in locho dil qual è sier Fantim Querini, dolendossi di la
parte di le lane li dà danno etc. Jo parlai etc.
Fo scrito per colegio a Udene, perchè li oratori
di la Patria fono in colegio, a dir non poteano patir
l' angaria di soldi 5 per campo ; unde fo scrito al
luogo tenente, dovesse soprastar di la exation etc.
Et perchè era in colegio varia opinion, di far patron dil barzoto o zenthilomo o da puovolo, ando
do bosoli a torno, et fo XI di far nobele, et 9 popular. E fo preso far zenthilomo. Etiam fo leto alcune conditiom, con le qual ditto patron sarà electo.
Vene l'orator di Franza, e ringraciò sier Hironimo Donado, dotor, va orator al re di romani,
esser li venuto a tuor licentia etc. Poi disse alcune
cosse particular, per merchadanti milanesi .
Vene uno nontio di madona Catarina di Gonzaga,
fo moglie dil signor Redolfo, con letere di credenza,
date a Lucera, a dì 25 ; è nominato Zuliam Borgo,
qual etiam portò una letera di missier Zuan Jacomo
Triulzi, data a Vegevenc, soto scrita : Joannes Jacobus Triulzius, marchio et Franciæ meraschalchus,
per la qual dimanda la provision et dote di sua nuora, juxta la promessa fata per la Signoria nostra.
Et ditto messo expose modeste, havendo la moglie,
fo dil signor Redolfo, maridata sua fiola nel conte
de Misocho, fiol di missier Zuan Jacomo, pregava
la Signoria nostra volesse darli la dota, justa la parte elu. Li fo risposto per il principe bone parole, et
si vederia ; et fo visto la parte, la qual non specifiNoto, in questa matina, in le do quarantie civil
e criminal, per el piedar di sier Lucha Trun, fo sy- nicho in Levante, fu preso di retenir sier Francesco Bembo, fo ..... e provedador a Modon, quondam| chava che quantità ; ergo etc.
sier Zuane, per alcune manzarie fate etc. Ave 38 di
retenir, 17 di no, et 11 non sincere.
Item, verne in questa terra uno turcho dil Zante,
fuzito, qual si vol far cristiam ; dimandava provision. Non fo aldito in colegio.
Da Zara, di rectori, di 5. Come le galie grosse,
vien a disarmar, à voluto biscoto ; li ha convenuto
dar quello haveano ; ergo etc.
Da Durazo, di sier Vincivera Querini, baylo et
capetanio, de 25fevrer. Il loco è debile ; le mure
minazar ruina, præcipue nel castello di sopra ; è caschato a le citadele un pezo di muro ; à per exploratori, turchi si prepara andar in 3 lochi , versso
Scutari, la Morea et li ; li aspetano ; quelli è impauriti e mezi disperati, è stà dipredati, anno mandato
dal zeneral. Lui à dato principio amicarsi li vicini
timarati, e za comenzano portar vituarie ; vol aver
trieva o pace con jadronici, ch'è li primi e più potenti vicini. Item, ozi, venuto li turchi 200 meno
via do di la terra e assa' animali ; ll è sier Andrea
Bondimier, amalato febre pestilential ; sier Alvise
Dolfim ozi è morto li ; fè l' intra' a di 22 ; vol danari etc.
Vene sier Hironimo Donado, el dotor, et tolse
combiato ; si parte per andar a Udene, a la legation sua; et li leverà il suo colega, e si redurà a
Pordenon. E noto, licet nel conseio di X fusse preso
la parte, tamen non si trovò chi fesse la promessa,
et si convene, el zorno sequente, balotar darli ducati 200 di più, et ducati 50 per corieri.
Da poi disuar fo gram conseio per li avogadori,
per il caso dil Basadona. Parlò domino Venerio,
doctor, avochato, per lui, et compite. Non li fu risposto per l'hora tarda ; rimesso a doman a expedir.
Et il colegio si redusse, e fo alditi li patroni,
olim stati al trafego.
Adi 19 marzo. In colegio, da poi la predicha, 607
non fu el principe.
Vene l'orator di Napoli. Disse aver avisi di Alemagna, di 8, come il re andava a Nolimberg, per
asetar quelle cosse di la dieta, et che l' orator dil re
di Franza li ſeva gran partidi ; non haveva voluto
confirmar la trieve ; poi volse cosse particular.
Fono alditi sier Piero Morexini, avogador, qual
disse non si voleva impazar di la condanason di
Da poi disnar fo conseio di X. Vi fu el principe sier Bernardo da Canal, olim podestà in Antivari, et con zonta di colegio et altri ; credo tratono qualche | aldito sier Jacomo, suo fiol, voleva fusse comessa a
risposta in materia pacis , per via di Ragusi etc. La
cossa secreta, ita judico, per ea que vidi.
qualche officio. E a l'incontro sier Stefano di Prodi,
orator di Antivari, che questi ducati 500, era dil so-
.
1575 MCCCCCI, MARZO. 1576
rabondante, andava in la fortifichation di la terra. | che da mo vol la Signoria sij quella conzi come li
Fo comesso, ita consulente colegio, a sier Bernardin
Loredan, exequischa etc.
Da Monopoli, di sier Jacomo Badoer, governador, di 4. Come de li è il sopracomito electo, Bernardim Mega, qual fu l'anno passato, et è homo suficiente. Item, scrive di le jumente assa' etc. Et nium
di colegio pone fantasia si a quella raza, et la si
perde.
Da Roma, di l' orator, di 13. Come visitò l'orator dil ducha di Lituania, qual li presentò una letera di la Signoria, li desse favor in corte etc. E li
disse esser venuto per dar ubidientia al papa, che,
poi è creato, non li è stato oratori dil suo ducha ;
et che in tutte sue actione usirà esso orator nostro, per aver cussi comission dal suo ducha. Item,
parlando poi con monsignor di Trans, dicendo: Che
fa la christianissima majestà ? E lui, credendo dicesse de l'impresa, rispose : Non so quello stagi a
far. Il re mi mandò in gran pressa qui, et ha 2000
lanze in Italia ; li ho manda, za 22 di, uno bolognese per stafeta ; non ho risposta. E poi andò dal papa, col qual è in streta praticha, adeo tutti li altri
oratori ne parla. Item, el conte Antonio Maria di la
Mirandolla, che morite, lassò comissario di le cosse
di Lombardia sue, sier Lunardo Loredam, procurator, e di le cosse di Roma, l' orator di la Signoria,
che, pro tempore, erit. Item, l'orator yspano li ha
dimandato, desidera haver porzelane di qui, per il
re suo.
par. Concludendo, aliter non potrà far di meno, di
non chiamar turchi in suo socorsso. Cognosse farà
mal, ma vol prima veder la vendeta di altri, cha la
sua ruina, et che sa sarà la ruina de Italia etc. Item,
il re zercha trovar credito per via di banchi, o qui
o a Venecia, per mandar danari in Alemagna; si
dice ducati 36 milia. Item, domino Dionisio Asmondo partirà presto, va in Alemagna, et verà qui per 608
aqua, per dubito dil ducha di Valenza. Item, domino
Francesco da Casal è stà ritornato dil conseio. Item,
el morbo è lì in Napoli ; è stà ſato provisiom che
non si predichi, e levà le indulgentie etc.
Da Palermo, di Ulixes Salvador, di 28 fevrer.
Come l'armada yspana era parte a Saragosa e parte
a la Bruta le zente da pie' e da cavallo alozate ; ma hanno pochi danari ; et una nave zenoese ad Agrigenta è stà retenuta. Ditto capetanio à ditto, hessendo richiesto, et non hessendo ocupa in altro, ritornerà in Levante. Quelli spagnoli si jactano assai,
aver preso la Zefalonia lhoro. Item, formenti, valeva
tari 10, è venuti a 12, per causa di la venuta de
certi navilij zenoesi li, per comprarne.
Noto, in questi giorni el piper, che soleva e valse
ducati 130 el chargo, è venuto hora a ducati 68,
ch'è un priesio roto ; et si judicha, quando zonzerano le galie, sarà a questo medemo priesio.
Et questa malina se intese, per la venuta dil patron di uno maran di sier Carlo Contarini, vien di
Corfù, come el capetanio zeneral era levato, a di 3
di questo, con 12 galie sole, poste in hordine ; et si
era reduto a certo locho li vicino. Item, in Istria esser assa' formenti.
Del ditto, di 14. Come fo dal cardinal Siena,
uno di deputati a la exation. Li disse fredamente,
si scoderà ; sì che lui crede, da li 20 milia ducati in
fuora, per Hongaria, li danari di lo armar sarano Fo tolto il scurtinio di un patrom dil barzoto, e
tardi. Poi intrò in la cruciata, dicendo con dificulta | rimase sier Francesco Pasqualigo, quondam sier Vein concistorio fo dà un terzo a la Signoria, et l' orator li disse tante raxon, che ditto cardinal si rimosse
di l'opinione sua. Item, tra Orssini e colonesi non è
seguita alcuna trieva, per causa colonesi non voleno ;
et in Roma il pam e vino è incarito etc.
Da Napoli, di l' orator, di primo. Come l'orator
yspano li havea pregato scrivesse a la Signoria, alcuni navilij di soi spagnoli vol andar a la Vallona,
con panni etc. , potesse libere andar.
tor, el qual sarà qui soto scrito.
19 Electo unpatrom dil barzoto.
Sier Francesco Gradenigo, fo vice soracomito, de sier Nicolò
Sier Lucha Griti, quondam sier Hironimo, quondam sier Triadam
Sier Francesco da Ponte, fo preso da'
turchi
4.15
6.12
7.12
Vetor (vol esser) .
Sier Zuam Contarini, quondam sier Francesco, fo morto a Croia .
11.7
6.13
Sier Alvise Contarini, de sier Piero, quondam sier Jacomo . 8.10
Delditto, di XI. Come el re li intrò in li consueti coloquij , et disse gran mal dil papa, qual è stà † Sier Francesco Pasqualigo, quondam sier
causa, li soi oratori non siano stå alditi dal roy, e
che lui desidera l'acordo, et che la Signoria, per
via di l'orator dil roy è qui, o per il suo è in Franza, fazi intender questa sua volontà al roy, acciò si
possi atender uniti a la defension di christiani ; et
1577 MCCCCCI , MARZO.
608*
1578
la condition lhoro ; et quello dimandano, che tutti
vol officij , canzelarie, cavalarie etc. , come altri à 'buto, videlicet li tre modonei primi etc. , che fo mal
dar a quelli cussi presto. Et sono di questi zercha
numero ..... Item, in Modom era cinque sorte di
persone : citadini, greci, parci, qualli erano richi, artesani et albanesi o vero stratioti etc. Et è da saper,
ditti modonei erano ogni di a le scale, cridando ; et
portavano barba ; parte sono reschati, et parte no etc.
Sier Mafio Viaro, fo patron di nave, quondam sier Zorzi 7.12
Sier Marco Gradenigo, fo patron di nave,
quondam sier Zusto .
10.9
Sier Arimondo Bragadin, fo patron di
nave, quondam sier Pelegrin 4.14
Sier Zusto Guoro, fo sopracomito, quondam sier Pandolpho .
5.14
Sier Alvixe Barbaro, quondam sier Bernardo 4.15
Sier Jacomo Corner, fo soracomito, quondam sier Donado.
6.13
Sier Marin Falier, quondam sier Luca, fradelo de sier Bortolo intrò in l' Arta . 6.13
Sier Filippo Badoer, quondam sier Zuam
Cabriel, fo primo di nave 7.12
Sier Andrea Bondimier, fo soracomito,
de sier Zanoto 10.9
Sier Zuan Contarini, de sier Marco Antonio, el soracomito . 7.12
Sier Fantin Querini, fo soracomito, quondam sier Anzolo 8.11
Sier Zuam Batista Erizo, quondam sier
Antonio.
Sier Zuam Duodo, de sier Piero, quondam sier Nicolò
Vene uno turcho, vien dal Zonchio con letere
dil zeneral, date a Corfù, a di 15 fevrer. Come, hessendo dal bassà di la Morea fuzito uno suo intrinseco familiar, zovene, di nation schiavo lator pre- sente, el qual bassà era a le parte del Zonchio, vene dal provedador Pisani ; con el qual deve fuzir do
altri suo' compagni, et non ebeno tempo ; e questo,
fuzendo, quasi el non fu preso; et per tanto lo ricomanda, per esser persona discreta, et che voluntariamente è fuzito. Et dice è fuzito per voler esser
bon cristiam, ancor che con el suo patron l'havia
bona compagnia, e tutto quello el desiderava. Et è
venuto di qui con speranza di haver da viver; li
pareria, la Signoria li desse 3 o ver 4 cavali a la
4.15 stratiota soto di sè. Et dito turcho non ave audientia ; stava di ſuora etc.
4.14
Da poi disnar fo gram conseio per li avogadori,
per expedir il Baxadona. Et parlò sier Marco Sanudo, el consier, olim avogador. Et stete fin hore 23
in renga, et fè una excelentissima renga.
Et reduti li savij in colegio, alditeno li oratori
di Pandim, dolersi di le cosse fa il conte Almerigo di San Severim, suo signor. Et fo consultato scriver
una letera a li rectori di Cremona, lo admonissa.
A di 20 marzo. In colegio vene sier Filippo
Trum, procurator, et alcuni parenti, pregando fusse
posto per soracomito, in luogo di sier Alvise Dol- fim, so nievo, sier Zuan Duodo, de sier Piero, so nievo ; et cussi, consulente collegio, et è contra le leze,
li fo fato la letera.
Vene il conte Brunoro di Serego, citadim di Verona, e signori di la Chucha, dicendo per caxon di
certa creata dil conte di Pitiano, maridata in uno di
banda, qual l'à fato morir, esso conte zercha far
amazar ditto conte Brunoro etc.; unde fo consultato, dolersi col secretario dil preſato conte, e che
non dovesse far questo.
Di Zervia, dil podestà, di 14. Come à per altre
vie, quel Diego yspano, menò la dona via, è in rocha di Forli con la ditta donna ; et scrive alcune parole , ditte sopra di questo, per il governador di Vene l'orator di Franza per cosse particular,
Cesena, cegnando si potria tuor Zervia etc.; unde❘zercha el consolo di milanesi ; et stete pocho, ni alavisa il tuto. tro disse di conto.
Vene l' orator di Napoli, et fè mandar fuora chi non intra nel conseio di X, licet non fusse li cai di Da Ravena, di 16. Zercha Paulo Basilio, contestabele, venuto li a far la compagnia etc. Non ha danari da darli di soldi 5 per campo. Etiam el conte | X; et comunichò certa cossa. Stete pocho, e fo mala
Zuan Aldrovandino vol danari. Item, lo episcopo caliense fo li , parti subito.
cossa mandar fuora, per non dar sospeto a Franza,
perchè questo orator neapolitano zercha far il fato
suo. Credo, sia materia di pace dil turcho etc.
Poi intrò li cai di X, et steteno assai a consul- Noto, chome eri , da poi disnar, fo aldito in colegio sier Hironimo Morexini, sier Zuan Vendramin
e sier Luca Memo , auditori sopra i modonei; et tar etc.
parlò sier Lucha Memo, dicendo la condition di citadini ; e quelli sono stati in assedio, e quelli non ; e
Vene sier Zanoto Querini e sier Marin Zustignan, provedadori sopra la nave ; e referi zercha li
1579 MCCCCCI, MARZO. 1580
609
armava, che sier Pollo, suo fradello, potesse andar
in locho suo, fino el ditto sier Cabriel varissa.
patroni dil trafego, quali dicono haver zercha ducati 7000, per garbugij fati per Modon, esser retenuti in Alexandria da' mori, e per zare rote etc. Fo
parlato assai ; tamen senza alcuna conclusiom.
Etiam veneno sier Hironimo Querini e compagni, ai qualli ſo retenuti le lhor nave in Cypri ; et
licet ditti provedadori havesse fato le lhoro raxon,
tamen fo comesso a reveder a li provedadori sora i
ambasadori.
Da Ferara, dil vicedomino, di 17. Zercha i salli,
et Antonio Maria Guarneri, fator dil signor, quello
àditto etc. Item, à mandato uno in campo dil ducha Valentino, a saper; scriverà il reporto etc.
Da Cremona, di rectori. In materia di la excomunication e interdito, posto sopra la chiesia di Santa
Agata; unde, juxta li mandati, mandò per quelli Fo leto una poliza, che le monache andavano | Ponzoni, admonendoli etc. , dovesse resister, aliter li
fuora di monasterij, e haveano licentia dil papa. Fo
ordinato de scriver a Roma, el papa anuli tutte ditte
licentie.
DaBrexa, di rectori. Come era venuto uno frate
a predichar la cruciata etc.; li fo scrito O lassasse far.
Da Trani, dil governador, et una letera di la
università. Come, per cosse di la comunità, vien qui
uno lhoro citadino per orator, domino Pyrro Arboy, dotor, al qual si presti fede.
toria le lhoro intrade. Non hanno voluto, et lhoro
hanno cominziato a interdirli le intrade etc.
De li diti. Come uno frate di San Francesco à
predichado de li una cruciata ; per tanto avisa quello
habino a far. Li fo risposto, suspendesse.
Da Trevi, di sier Daniel da Canal, provedador,
14. Zercha questa cruciata, etiam è stà publicha de
li, par habi auto l'hordine suspender ; cussi farà.
Item, à eri, fo a dì 13, a Milan fo publicà la pace Noto, in questa matina vene in colegio sier Fran- | perpetua tra il re di romani e il re di Franza. Item,
eesco Da Ponte, fo preso da' turchi, nominato di
sopra, dicendo esser povero, e haver dato la nostra
fede im pegno, non havemo con che riscatar la
persona nostra etc , parlando in nui ; tamen è asentido zovene, pregando li fosse då per gracia qualche
balestraria. Et per il principe li fo risposto, meritava
ogni ben, et si conseieria etc.
Da poi disnar fo pregadi per li avogadori di
comun, per expedir sier Andrea Baxadona , olim
capetanio di le galie di Barbaria, stato za mexi 16 im
prexon serato. Et parlò ozi in suo favorAurelio Bazineti, avochato. Or fo posto per sier Piero Morexini,
avogador, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, sier Marco Sanudo, sier Polo Pixani , el
cavalier, olim avogadori, di procieder contra el ditto
sier Andrea ; narando la causa etc. Era conseio pochi,
numero 519, et fo gran pioza. Andò la parte: 66
non sincere, 209di procieder, 244 di po. Et non
hessendo preso alcuna cossa, iterum ballotato. Fo
44 non sincere, 208 di procieder, 264 di no. Et fu
preso di no di ballote 6 ; ergo fu absolto. Et cussi
ando statim dal principe ; e, per vodo fato, avanti
andasse a caxa, montò in barcha e andò a Santa
Maria di Loreto; et suo fradello, il zorno drio, vene
vestido di scarlato.
Adi 21 marzo. In colegio, da poi la predicha,
sier Alvixe Loredam , va provedador in armada,
justa la parte presa im pregadi, andò a meter bancho a l'armamento, more solito, senza danari.
Et fo terminato per la Signoria et il colegio,
atento sier Cabriel Soranzo era amalato, e tuta via
che milanesi erano renitenti a pagar li ducati 25 milia e le decime dil clero, et scrive alcune parole ditte
per monsignor di Lucion versso quelli erano renitenti, zoè sarano castigati da' francesi.
Da Crema, di 17, di sier Hironimo Bon, podestà el capetanio. Zercha l' aqua dil Travacon, come
scrisse, aspeta risposta ; et 0 risposta li fu fatto.
Da Verona, di sier Hironimo Zorzi e sier Zorzi
Corner, cavalieri, rectori, di 19. Di coloquij abuti
col cardinal curzense, qual lo andono a visitar a la
bacia di San Lunardo. Disse assa' mal dil papa, et
che suo fiol ducha è fiol di la perdition ; e à scrito
al re di romani non lo lassi andar, e non li da li 500
ducati promesse darli al mexe; e lui vol andar ad
ogni modo; à venduto una soa abbatia al nepote di
missier Zuan Jacomo Triulzi, im piasentina. Item,
aspeta uno suo nontio mandò dal re di romani. Item,
à nove di Alemagna, non esser movimenti di guerra; e si dice la pace seguirà tra il re di romani et il
re di Franza etc.
Intrò li cai di X, et, mandati tutti fuora, vene el 609
principe. Steteno assai ; suspicor in materia cardinalis Zeni, che sta mal a Padoa.
Vene il signor Constantin Arniti, qual è di la compagnia dil re di Franza, di certo hordine di San Michiel, et ben vestito, et con assa' compagnia. Sentato
a presso il principe, pregò, come nostro citadim, la
Signoria volesse scriver una letera in recomandation sua in Franza ; qual vol justifichar la innocentia
sua. Il re li opose prima, se intendeva con el signor
Lodovico. Dice, mai si troverà tal cossa; et che il re
1581 MCCCCCI, MARZO. 1582
la cometi a qual che sia, come vol li capitoli dil suo
hordine, e la promessa fata ; et che lui non vi anderia, ma manderia persone etc. Il principe li rispose,
si conseieria. Poi dimando, andando li oratori nostri
al re di romani, qual sier Hironimo Donado, ozi
parti per Udene, che li fosse posto in comission, zercha li soi castelli proprij à sul Monfera', per esser
sotoposto a l'imperio, essi nostri oratori lo ajuti a
presso il re, achadendo. Li fo risposto, si conseieria.
E, sine conclusione, si parti. Et fo poi terminato, di
la prima, parlar a l' orator di Franza et veder, perchè el disse etiam l' orator dil roy avia scrito in soa
recomandation.
Da poi disnar fo gran conseio. Fato governador
de l'intrade sier Francesco Mocenigo, fo cao dil conseio di X, quondam sier Piero. Et nota, tre Mocenigi è stà uno driedo l' altro : primo sier Zuane, fradello dil ditto sier Francesco; poi sier Thoma ; poi
questo ; e uno sucesse l' altro.
Et colegio si reduse a consultar la commissiom
di oratori al re di romani ; et una altra materia secretissima, qual doman verà im pregadi.
Vene letere da mar, per via di terra; et a bocha, per uno patron di un maran, se intese haver inteso a Durazo, el signor Schandarbecho esser intrato
inAlexio etc.
Dil capetanio zeneral di mar, date in galia, al
scoio di Corphủ , a di 5 marzo. Come, a di primo, si
reduse al scoglio, per mezo Corfù, per causa le zurme si reducesseno per poter andar in le aque dil Sasno, e veder di dar fine a le cosse di la Vajussa e di la
Valona ; quelle zurme duramente se reduseno ; non
resta di proveder con persuasion e con manaze ; sono
amallati più di 500, a li qual fa atender con grandiligentia, e li lassa in terra nel hospedal à fato far, e
in uno altro hospedal ; provistoli di danari , vino, pan,
legumi e farina. Item, a le galie mancha molti galioti , è per esser morti ; et meio saria non mandarli
lombardi, tuti vano al macello ; etiam ne son di faliti, e procieder da li sopracomiti, che sono quasi contenti, le zurme scampano, e avanzano le spexe di
ballestrieri ; fa proveder di homeni per le galie nuove, et per manchamento di zurme li è forzo lassar
6 galie a Corfù, e con parte di le sue zurme interzar o azonzer a le Xgalie sono meglio in hordine,
per poter andar etc. Li sopracomiti sono impotenti etc.; e se li mallati guarirano, assa' bon socorso
sarà a le galie ; perhò si provedi. Etiam à dimorato
per causa di stratioti, zente senza alguna raxon ; voleano poner taia di danari etc.; li à persuasi venir, e
poi li manderà al ritorno a casa sua a Malvasia, eli
❘
|
provederà di passazo; et per voler asecurar Cataro,
e ponerli 50 in 60, justa i mandati, fa il possibile haver el ditto numero ; e in questo mezo fa conzar le
6 galie che restano a Corfù. Item, ha auto letere dil
capetanio dil colpho ; li avisa haver tolto di bocha
del canal di la Vallona do gripi di ragusei, uno cargo
di pegola, e l'altro di legnami e altre cosse ; et esser
intrate con grande dificultà algune galie da la Va- 610
jussa li a la Vallona, e questo per la pocha aqua è ne
la ditta bocha; et manda le alligate, et si intenderà
molte cosse. Item, è morto sier Alvise Dolfin, suo
fradello, sopracomito a Durazo, di febre ; et a quella
galia li mancha più di homeni 50. Item, Jacomo Coltrim expirò a dì 26 ; si duol di la morte, per le rarissime parte erano in lul, e le fabriche di Levante
molto patirano. Item, manda la condition di le galie è con lui , come le sta di zurme.
Delditto, a di sopradito, ivi. Di monition mandate al Zonchio, et etiam al Zante; manda la poliza,
ut patel; et vene do galie dil Zonchio, con licentia
dil provedador Pixani, zoè sier Andrea Foscolo e
sier Polo Valaresso, quali li disseno molte cosse, saria longo a scriver ; e che de li era pocha vituaria,
e turchi ogni zorno si apresentano al castello. Poi, a
di 3, zonse l' altra galia, sopracomito sier Sabastian
Marcello, qual è amallato e sta grieve ; e ave letere
dil provedador, di 18. Vol biscoto per bisogno di le
galic, e a dì 16 zonse de li Lunardo di Franceschi,
da Coron, uno di principalli, che dete la terra al turcho ; e li ha ditto si preparava a Negroponte velle
40, tra fuste e galie, per venir a tuor el Zonchio , e
sariano de li fra 8 zorni. E in dite aque dil Zonchio
era zonto uno flamburo, con cavalli 1500, e dia venir uno altro con altratanti cavali, contra el ditto
locho ; vol monition per il castello, e socorsso con
presteza, e li dagi licentia, e mandi uno altro in suo
loco, per esser amalato. E con dita galia mandava el
ditto Lunardo di Franceschi ; tumen, el ditto non
vene; unde terminò mandarli altre munition, come
par in la poliza, et dete licentia al provedador Pisani, e mandò vice provedador di l'armada el ditto
sier Andrea Foscolo, e lo lauda assai. Voleva far ritornar la galia Marcella, ma el soracomito era amalato, non potè ; in locho di quella ha ordinato che 'l
lieva da la Zephalonia la nave armada Priola, patron
Polo Biancho, e la meni al Zonchio, e arà galie 4 ct
2 nave. Et è zonto de qui sier Marco Loredan, va
provedador al Zonchio con do arsilij , quali vano in
Cypro ; sopra li qual è molti provisionati con Simon
di Greci, castelan. Subito le ha expedite con ditto
sier Andrea Foscolo, con molta vitualia ; e ha dato,
1583 MCCCCCI, MARZO. 1584
al ditto sier Marco, bote 25 di malvasia, et miera 6 | di viazi, e mandi qualche bon numero in Arzipielago
formazi, e ducati 150, et ducati 200 di tornesi, e
miera 113 biscoto, con molte altre munition e artillarie ; e ordinato dagi li vini a li provisionati e soldati, a raxon di ducati 8 la bota, e il formaxo a raxon di ducati 25 el mier, e il biscoto a raxon di
lire 5 el staro; etiam dagi parte de li danari, e li tornesi, per la fabricha ; etiam tre passavolanti da Coron. El ditto provedador li scrive, la praticha esser
andata del tutto in fumo, e quando la ge vene, non
dovea metter alguna dilation etc.
di galie per questo. Risponde, le galie è meze disarmate, e le nave non pono star sora aqua. Etiam li
provedadori di le biave li à dà un gran cargo, di la
compreda fata di stera 30 milia formento in Sicilia,
per far biscoto; mandi navilij a levarli, e un homo
pratico a Saragosa, per cargar ditti formenti, videlicet per tuto marzo e april, è il tempo di cargarli ;
per il merchado, dice non haver nave armade, stagne etc., pur farà il tutto. E spera del ritorno di la
Vajussa, che sarà im breve zorni, manderà qualche
Del ditto, a dì 6, ivi. Come non è zonto ancora nave di le mior a cargar di formenti ; si duol di
a Corphù algun messo vegni da Constantinopoli. Ave questo. Item, per un'altra, à ricevuto lo aricordo
letere di sier Valerio Marcello, di Dulzigno, di 26 di l'arziepiscopo di Nepanto, di prender un castello
fevrer ; li avisa parti a dì 27 zener da Constantino- | nel colfo di Nepanto, chiamato Cathacusnopoli ; dice
poli ; avisali etiam l'ussir di fuste 25, tra le qual
erano alcune poche di banchi 22, e bregantini picoli ;
et mostrano stimar pocho le galie nostre dia andar
in l'Arzipielago e isola di Candia. Item, l'armada divisa tra Constantinopoli et Galipoli, con pochissima
guarda, galie sotil 80, di le qual 40 era innavegabile; et la galia nostra grossa Mosta vol assa' conza ;
❘
|
al presente non pol far con si pocha armada etc.; et
de li dardanelli pocho caso fa, pur habi il modo e
tempo. Item, lauda il governador di Trani, per la
diligentia in mandar biscoti ; tamen la Signoria non
è ben servita da quelli à il cargo. Sono freschi, posti
in li navilij ; e poi diventano subogidi e marzi, et
sono etiam fati de formento de mala e bruta sorte;
610 era etiam X galie bastarde, fo trate di la Prevesa ; ❘ è bruto pane.
dicevano voler far 50, dil sesto di la galia fo Mosta ; Del dito, di 7, in galia, in porto Palormo. Come
le do galeaze malissimo conditionate, e cussi la nave per la dureza di stratioti li ha convenuto dar una
grossa di Camalli, e voleno grandissima conza. paga; à a cuor la cità di Cataro, e sono cargati su le
Etiam n'è un' altra, di bote zercha 1000, e una di galie stratioti coronei 64 ; con questo, smontadi a
800, mal conditionate ; e altre da 200 fin 300 bote Cataro, comenzano a livrar come i altri sono li ; et
l' una, computà le galeaze, per numero 21; e che li à 4 non à voluto danari, dicono esser provisionati.
bassà li ha ditto, e publice si diceva, non voleno più ❘ Item, è con poche galie per andar verso la Vajussa
nave grosse, perchè sono pegre; voleno solum galie e Vallona, e con fuste 6 armate de li, e le nave are fuste ; et esser stà manda a taiar legnami, per far | made con le so barche in hordine, spera expedirsi
100 galie sotil et 50 grosse, licet loro dicano vo- lerne far galie 500; e che l'armada non è in termine di poter ussir questo anno ; e che li merchadanti erano im preson, con li qual etiam lui è stato ;
tamen esso zeneral aricorda, non si resti di armar,
perchè si atenderà a far fati questa estade, a danno
di lochi turcheschi. Item, con li arsilij vene 19 mureri e ſavri, deputà per Napoli ; li ha drezati al Zonchio , e de li troverà le 2 galie, e li ducati 4500, е
con quelle anderano a Napoli ; e scrito, zonti de li,
li dagi 1/s paga.
Del ditto, a di soprascrito, ivi. Come, a di 4, ricevete algune letere ; per una, la laude, col senato,
dil prender e tuor le XI galie ; ringracia ; e più dil
romagnir di suo fiol Hironimo di pregadi, cognosse
esser obligatissimo etc.; si sforzerà proseguir. Àfato
intender a li sopracomiti, sto armiraio et altri quanto
la Signoria li comenda; sono restati satisfatissimi .
Per un' altra, di 13 et 16, zercha l' asegurar le galie
in brieve, e immediate è per ritornar indriedo con
quelle galie, o ver anderà, o ver manderà ad asegurar le galie di viazi ; e à scrito a sier Andrea Foscollo,
vice provedador al Zonchio, che, non hessendo pe- 611
ricolo al Zonchio per quelli legni turcheschi, si preparava a Negroponte, mandar el debia quam primum le do nave, patron Polo Biancho e Piero da
Liesna, ch'è ben in hordine e ben armate, a la volta
di Rodi e de Cypro; e vadi le do galie destinate a
Napoli, lassadi prima li danari a Napoli ; et cussi insieme asecurino le galie di Baruto, e quelle di Ale-
❘xandria ritornerano senza algun pericolo etc. Item,
come era reduto li a Palormo, mia 50 dal Sasno, e
si va preparando per meter bon e presto fine a le
cosse de li elc.
Legalie Xmesse in hordine per andar
versso la Vajussa.
Galia dil magnifico zeneral, à remo 147 ; tolti di
1585 MCCCCCI, MARZO. 1586
611
la galia di sier Sabastiam Marcello 8 ; summa numero 155.
teso, le 40 velle, tra galie e fuste, armate a Negroponte, capetanio Camalli, qualle dia venir a expugnar
Galia, sier Polo Valaresso, à remo numero 136. quel castello fin 6 zorni. Item, de li è zonto uno
Galia, sier Marin Barbo, à remo numero 128. flamburo, con cavalli 2500, e se ne aspeta un altro
Galia, sier Antonio da Canal, à remo numero 85; di hora in hora; è solum de lì galie 4, li homeni
trati di la galia di sier Sabastian Marcello, 14; di la ❘ amalati e morti, e non per galia 60 homeni sani ;
galia, sier Marco Antonio Contarini, 20; di le altre
galie, 30 ; summano ...
dimanda monition; à scrito più letere al zeneral.
Dal Zante, dil provedador Marcello, di 23 feGalia, sier Beneto Trun, à remo numero 60 ; vrer. Dil zonzer li la galia di sier Sabastiam Mardi la galia Basadona, 27 ; di la galia, sier Sabastian | cello, e lo aviso dil Zouchio auto per Lunardo di
Marcello, 27; di le altre galie, 15.
Galia, sier Bortolo Falier, à remo 100; di la galia, sier Sabastian Marcello, 8 ; di la galia, sier Marco
Antonio Contarini, 20.
Galia, sier Bernardo Buchia, da Cataro, à remo
106 ; tolte de altre galie, numero XI.
Galia, sier Hironimo Zipicho, da Traù, à remo
115 ; di altre galie, 15.
Galia, sier Alvise Orio, à remo 49 ; e non ben
sani, 54.
Galia, sier Alvise da Canal, à remo 62; trati di
la galia di sier Renier Vituri, 52.
Item, el capetanio dil colfo, e la galia di suo fradello, e la galia zaratina se ritrovano tra el Sasno e
Durazo.
Galie restano a Corphù per non haver homeni.
Franceschi ; et dice non li presta fede, perchè si armata fusse a Negroponte, l'aria saputo per via di
la Morea. Vol mandar qualche fusta a la volta dil
Zonchio per saper; manderà etiam uno gripo con
formenti ; e de li albanesi venuti li di dito locho,
etiam à expedito una spia a la volta di Castel Tornese, e verso Patras, per saper etc. E scrive al provedador di la Zefalonia, subito fazi comandamento
a una di le do galie, lassate de li per il zeneral, subito vadi al Zonchio , cussi ordinando el preſato
provedador Pisani, come li ha referito el prefato
sopracomito.
Da Otranto, dil governador, di 3. Come hano
electo nel suo conseio sopracomito sier Stefano Testa, citadin venitiano, molto praticho in mar, habita
de li , poi fo recuperado da' turchi ; qual à refudato.
Aricorda de li non si potrà armar la galia, per non
haver casal algun , solum la terra. El soracomito
Galia, fo di sier Hironimo Contarini, provedador. passato tolse solum di la terra homeni 8, el resto
Galia, sier Anzolo Orio.
Galia, fo di sier Alvise Salamon.
Galia, sier Marco Antonio Contarini.
Galia, sier Filippo Basadona.
Galia, sier Renier Vituri, bastarda.
Item, in una altra poliza, manda la condition di
tute galie sotil, sono in armada, si de sani come de
amaladi ; e do homeni manchano a esser interzade;
la copia di la qual sarà più avanti ; adeo tute le galie
è quasi disarmate, solum ado galie mancha homeni
pochi, sier Polo Nani et sier Francesco Pasqualigo ;
etiam sier Nadal Marcello et la sibinzana ; in summa, manchano in tutto, in galie sotil numero 27,
homeni a remo 1150, balestrieri 117, et compagni
numero 7.
Dal Zonchio, dil provedador Pixani, non dice il
zorno, credo fusse di note. Come non hano da viver
per do zorni, ni biscoto, ni formento ; à mandato al
zeneral la galia Foscola e Valaressa, e poi la Marzella, a dimandarli ajuto, acciò non mori da fame ; e
à richiesto galie grosse e sotil e nave, per aver in- I
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
❘
tolse a Corfù. Item, manda una letera abuta di sier
Piero di Rossi , veronese citadin, homo da ben, qual
mandò a la Valona con una patente dil zeneral, in
guisa di merchadante.
Di Leze, di primo, al prefato governador di
Otranto. Come, a dì 27 fevrer, zonse, da la Vallona
partito, li ; e prima a la Valona trovò l'orator di
Napoli, amizissimo suo, col qual stè di continuo in
casa; qual è stà li 40 zorni, aspetando il presente
dil re per il signor turcho. Avisa, tre di avanti che
le galie nostre zonzese al Sasno, el sanzacho cavo di
la Vajussa galie X con gran faticha, per non esser
aqua a la bocha, ben li facesse certa pallata, per dar
più aqua; le qual galie son mastinaze, e più presto
di star forte con artilaria, cha da fuzer; in tuto è
galie XI con la nostra, et 5 fuste beletissime, e una
in cantier, fin 8 di si potrà avarar. E quelli studiano
in cavar il resto di la Vajussa, ma non pono per le
nostre galie ; unde per questo el sanzacho à fato
comandamento al contorno, debbi venir tuti li spachì, che manza tanto al zorno, pono esser da 12
milia, e fino al suo partir ne era zonti da 6000. Item,
100
1587 МСССССI , MARZO. 1588
a di 22, una matina vene 3 galie nostre ben in hordine a la bocha di la Valona, tochando la trombeta
di bataia, et messe dentro di la bocha di la barza,
con valenti homeni dentro, e tolse 2 gripi ragusei,
Da Crema, dil podestà et capetanio. Come è stato
a Pandino, per le discordie erano tra il signor Almerigo di San Severino e li homeni dil loco ; adeo
lo haveano si astreto, che si serò in castello. Or,
uno di pegola, l'altro di meio ; e a le galie da la tore | andato li, ditto podestà adato il tutto, e pacificho le
parte etc. Dà la colpa più tosto a li homeni ch'al signor. E nota, madona Fina, fo moglie dil conte
Hugo di San Severino, padre dil conte Almerigo,
vene in colegio ; la qual sta qui, e pertende haver
ditto castello.
del canal fo trato una bombarda, O fece. E non tre
di avanti, levono di la bocha tre bombarde, et le doveano tornar ; per la qual presa, tuta la terra andava soto sopra ; dubitavano, per altra via, nostri havesse posto zente in terra. El sanzacho, volando,
mandò a la Porta per aver libertà di armar li legni In questa matina, per il nostro ordine fo aldito
di la Valona, e presto arà risposta ; et per recuperar ❘ li patroni di Fiandra vanno, et quelli sono stati, per
causa di le lane, et per la parte ozi si ha ad meter.
Et ita dico, el est verissimum, Jo li acordai ; adeo
tuti do rimaseno contenti di la parte.
612 la vergogna di do gripi pigliati, la segonda note
armo uno bregantin, che andasse a veder quel feva
le galie la note ; e mandò etiam un zopolo grande,
con 25 janizari valenti, i qual stava dentro destesi ;
pareva solum do vogaseno, e per terra a marina era zente a cavalo , stete fora do note, e ritornò senza haver fato 0. E la più parte di le zente che | sovenuti da li provedadori sopra la sanità ; mandati
Noto, in questa terra è molti amallati venuti con
le galie grosse, per febre cative, piate a la Zefalonia.
Sono per li hospedali e per le caxe lhoro, vieneno
medici e danari di lhor servito, per la Signoria
nostra.
Da poi disnar ſo pregadi, et fo leto assa' letere.
vien, vano a la Vajussa, e fanno gran guardia, dubi- tando di foco ; e le XI galie è a la Valona, le hanno
tirate a presso a l'armada vechia, tanto dentro che
più non poteano andar ; e le tiravano a forza de ho- Et queste, zoè:
ineni ; e à visto 2000 homeni a tirar dentro una
galia ; è stati do di e mezo ſuora, e quando le vorano
cazar, farano pezo. Dicevano, per conforto di la plebe, che Camalli era ussito ; ma l'ambasador diceva, non era il vero. Item, el di dil suo partir, armono una bela fusta, patronizata per uno spagnolo,
per mandarla fuora la note; et doveva armarne
un'altra, e son armade senza hordine dil signor,
per esser dil sanzacho proprie ; è di banchi 22.
Da Trani, di 12. Scrive zercha i biscoti ; delibera proveder. Item, il zeneral li scrive mandi in
Antivari formento stera 500, e cussì statim sarà con
sier Antonio da Pexaro, et li manderà ; e de ll non
vien navilij , si non a posta, per certo datio che se
chiama la parnaticha, che certi zenthilomeni de li li
scuode, adeo tuti li marinari lo fuzino etc. ditto porto.
Ad 22 marzo. In collegio non fo alcum orator.
Fo ballotà molti mandati e crediti, me auctore. Et
li savij poi si reduseno a consultar ; e li consieri restono a dar audientia. Etiam fono leto li conti di le
setimane, et altro non fo fato.
Da Ravena, di 17. Come dil ducha non ha alcuna nova; et avisa, di la dona rapta, à per uno venuto
da Forli, qual nomina, dice haver visto la dita dona
in rocha, la qual è disfata, nè è più da veder. Item,
a li castelli novamente presi si preparava scale, per
l'impresa di Faenza. Item, scrive non aver danari
di soldi 5 etc.
|
Da Casal Mazor, di sier Piero Marcello, provedador. Come quelli fidelissimi, considerando la
gran spesa ha la Signoria nostra contra il turcho,
mossi da si, sono contenti et hanno termină dar dit
suo proprio ducati 600 a la Signoria nostra, zoè 300
a questa Pasqua, et 300 a l'arcolto. Et per il colegio
li fo scrito una bona letera a ditto provedador, laudandoli. Et è da saper, essa comunità etiam scrisse
questo suo voler a la Signoria.
Da Ravena, di 20. Come è ritornato soi messi 612 *
mandò a Forli ; dice esser stà conduto dal Cesenatico tre mortari, uno assa' grosso, do mezani, et uno
rimasto per strada, roto il caro, e assa' polvere e
salnitrij, i qualli faceano masenar; et tutte le ditte
cosse erano stà trate di le roche di Pexaro e Rimano. Item, in Forli esser fanti 500 alozati questa invernata li ; altra preparation non hè; e il ducha es- ser a Ymola, et che a Granarol e Solarol si feva
assa' cestoni e graici, per l'impresa di Faenza.
Item, ozi terza note, el forzo di le zente dil ducha
fonno a torno le mure di Faenza, dove non ussite
algum , per haver auto comandamento dal so signor di non ussir di la terra ; ma li salutono con
artilarie, adeo ritornono a li Jhoro alozamenti. Item
ha, quelli di Faenza star con aliegro animo, et de
nulla dubitano. Item, è voce, Paulo Orssini haver
conduto di Roma in campo ducati 13 milia, e se ne
1 aspeta per via de Venecia ducati 25 milia, con li
1589 MCCCCCI, MARZO. 1590
quali dicono voler far fanti 3000 ; à mandato uno
suo messo a Ymola, qual aspeta.
gna, etiam ; et per terra il re di Hongaria farà ; sarà
il re di Polana e li valachi. Item, suadino soa maje- stà a admeter il cardinal curzense legato, qual viem 613
con ajuto dil pontifice, jubileo e cruciata, pro re christiana tractanda. Item, con l'orator di Franza fazino il tutto uniti, e comunichi, come etiam esso
orator farà versso di lhoro ; et parlando di la christianissima majestà, digino di la inviolabil union noDa Fam, sotto scrita : Servitores humillimi, confalonerius et priores Fani, data a dì 18 di questo. La
mansion è : Illustrissimo el serenissimo venetorum
duci. Scriveno latine, in risposta di una letera li fo
scrita, dovesseno pagar il censo sono obligati de
pagar al doxe, ogni anno, di certa quantità de oio.
Rispondeno, non lo haver fato per la impossibilità; ❘ stra. Item, hanno letere di credenza a la rezina ,
si scusa; voleno far.
e dil presentato et dil representante. Ave tutto il
conscio.
Vene il principe im pregadi, e fè certa relation
di l'orator di Napoli, venuto do volte. Conclusive,
voria quel re far la Signoria nostra media col re di
Franza, in tratar acordo ; oferendossi poi insieme
contra turchi ; et non è per partirssi di l'honesto,
danando il papa esser stà causa, li soi oratori non
sono stati admessi dal christianissimo re ; et che, non
vol ndo, sa certo il re vien a tuorli il stado, et chiamerà turchi in suo ajuto; et che ditta relation fè,
electori e altri principi di Germania, qualli tutti exorDaRagusi, di sier Hironimo Zorzi, di 5. Come terano a la expedition christiana ; e, trovando il carera zonto lì uno Dimitri greco, parte da Constanti- | dinal curzense in strada, lo honori, servato il decoro
nopoli zorni 5. Poi sier Francesco da Ponte referisse,
il signor haver fato far cride : tutti chi vol fuste et
galie per andar in corso, vengi li, ge le darano. Et
sono capi , Camalli, Richi e Rais; et esser ussito di
Constantinopoli per Galipoli da velle 20; et dice sarano velle 40, voleno andar versso Cypro, e atendeno a le galie di viazi, dicendo sono molto riche.
Conclude, il signor non è per far altra armada questo anno, cha questa, per mandar in corsso. Item,
scrive chome ragusei à tolto il partido a' nostri, con
soe nave e charavelle ; lì è assa' specie, piper, zenzeri etc.; e vien per colfo ogni di contrabandi di ❘ mandati tutti ſuora ; e mostrò una letera dil suo re.
panni, per fiorentini mandati ; e sopra di ziò scrive Item, etiam il principe disse le parole usate per l'odifuso. Et per colegio fo ordinato, sier Francesco❘rator di Franza, quando li fo ditto una parola di NaPasqualigo meti bancho zuoba, ch'è il dì di Nostra poli ; dicendo : Il mio re à raxon a volerli mal ; ma
Dona ; e armar il barzoto con le fuste. le preparation fa contra il turcho, e non contra il re
Fedrigo, che con 4 letere mi basta l'animo di cazarlo dil regno. Poi il principe disse in li pericoli
era il stado ; confortò a far justicia etc. Et fo conmandà gran credenza, e dato sagramento per li cai di X.
Item, per colegio fo expedito letere al zeneral,
con replichar la letera di l'altro di ; et etiam mandarli questo capitolo di Camalli, perchè tutti dubitava assai di le galie di Baruto, qual non è senza
pericolo.
Fu posto per li consieri, dar il possesso di certo
canonicha' di Padoa, vachado per la morte di uno
di Abriani , a domino Hironimo Zustignan, quondam
sier Unfredo, qual il legato ge l'à dato. 13 di no,
122 di si.
Et perchè li savij non haveano compitamente
consultà la letera di questo si ha ad scriver in Franza, andono in cheba.
Fu posto per nui ai ordeni, di perlongar il venir di le lane per mar e per terra, come fu preso
per tutto il mexe di septembrio ; con questo, le galie anderano mostrando piaza da esser vista per il
capetanio, consolo, e do merchadanti electi per il
conscio di XII, sagramentadi ; le lane, verano per rata, pagino li 3 quarti di nollo per tanta piaza etc.;
il 4.° 4.° sia di altri patroni stadi, et con questi , si
li patroni vano non arano obedito ameter bancho,
come è stà preso, oltra la pena, non possi aver queFu posto per tutti i savij dil colegio, la comission a li oratori vanno al re di romani. Il sumario è
questo : primo, havessamo a caro avesseno audientia dal re con li electori e principi di Germania ; poi
comemorino la benivolentia e oservantia con la cesarea majestà e li serenissimi imperadori passadi ;
et narino li pericoli dil turcho, e la christianità come si atrova ; il prender Nepanto, Modon e Coron, ❘ sto beneficio, et sia mandà per fante a posta tal dele depredation in Dalmatia e Friul ; persuadi soa
inajestà a proveder, per esser alterum luminare mаjus. Il papa è ben disposto, fa armata, e da ajuto al
re di Hongaria ; il christianissimo re di Franza, col
legato nostro, fa armata; li serenissimi reali di Spaliberatiom a Londra. Andò in renga sier Lorenzo
Pixani, fo dal bancho, è ai X officij ; mostró parlar
per ben di viazi, e parlò per ben suo ; è cargo di
lane. Jo li andai a risponder, licet non fusse in setimana. Andò la parte: 5 non sincere, 55 di no, 20
1591 MCCCCCI, MARZO. 1592
613
di la parte. E fu presa. Et cussi la matina ditta parte
fici publichar in Rialto.
Fu posto per li consieri, et fo opera dil principe,
scriver a Roma, a l' orator, fazi il papa non dagi licentia a niuna monacha ensi dil monasterio ; et quelle
hanno le licentie, le debi apresentar etc. Fè una letera assa' longa. Ave Xdi no.
Da Ferara, dil vicedomino, di 21. Manda una letera, abuta daMonsignor di Alegra. Item, de li si dice
di l'acordo fato tra il re di romani e il re di Franza.
Il signor mostra aver piacer; et è stå fato mediante
l'archiducha di Bergogna. Item, francesi andavano
verso Belinzona per reaverla ; tamen, de li si dice
molte zanze. Item, si ha in Faenza esser intrato un
Preton di Modiana con 300 provisionati ; et il ducha
mandarli la copia di la commission di oratori sopra- | preparassi a l'impresa di dita terra. Item, la letera
Fu posto per lhoro savij scriver in Franza, e
diti ; la mostri al re. Item, li dichi quello ne ha dito
l' orator di Napoli, et che il tutto con soa majestà
comunichemo ; et che ditta letera e comission si lezi
doman a l'orator di Franza ; e da mo sia preso che,
per il principe nostro, a l'orator di Napoli li sia ditto
e risposto, non mancharemo mai , chome in ogni
tempo haverno fato, di far etc. per il suo re. Et ditta
parte have tutto il conseio, licet fusse mormorato.
di monsignor di Alegra, data in Domesina, a dì 17,
par aspeti dal re 100 homeni d'arme, et 3000 a piedi,
e artilarie ; qual zonte, anderano a l'impresa, e la
Signoria nostra se ne potrà servir di ditte zente e
di lui, perchè altro non desidera cha questo.
Veneno sier Nicolò Mozenigo e sier Domenego
Morexini, procuratori, a dimandar se scrivi in corte
per il perdom di Santo Antonio, e cussi fo fato.
Vene Piero Verzo, corier, viem di Portogallo
con letere di sier Domenego Pixani , orator noAdi 23 marzo. In collegio vene l'orator di
Franza, al qual fo leto la comissiom e la letera preditta. Rimase assa' satisfato ; dicendo di la realtà | stro, di 13, da Lisbona, fino 23 dil passato ; et ozi
dia zonzer qui. Al qual li fo ballotà il boletim. Portò
bone nuove di l'arma' e ajuto ne dà quel re ; et
ditte letere, il sumario, sarano scripte di soto, et la
copia di una letera dil re medemo, di 22; et è bone
andava la Signoria versso il suo re; e in corte non
manchava di mallivolli. Zurò l'acordo con Maximiano non esser fato, nè si farà senza ben di la Signoria; sa la voluntà dil re suo, e da mo renoncia la
legation, e li sia taià la testa. Quanto a la cossa di
Napoli, duodecim horæ sunt diei ; et si il re farà per DaMontagnana, di Zuan Paulo Manfron. Voniun, farà per questa Signoria. Etiam lui scriveria. ❘ ria mandar a tuor so moier per mar, ch'è in Reame;
E si parti assa' contento.
Vene l' orator di Ferara, zercha aver la trata di
pegole di todescharia, et di fero dolze, per il signor,
di qui, pagando li dacij. Li fo risposto, non si podeva, et ne bisognava per nui, e aspectasse qualche
zorno ; e che le pegole, di ducati 6 erano venute a
ducati 22. Poi dimandò certa letera di vin consueta;
li fu concessa.
.....
Vene uno nontio di domino Zuan Bentivoy,
con le letere di credenza, nominato Galeazo
zovene, stato alias qui ; et expose, haver missier
Zuane letere di Franza, di 23 fevrer, il re mostra
bon animo ; tamen, dice, si acordi con il papa ; et
poi esser venuto di Roma domino Hironimo Campezo, suo orator, in una man con la guera, in l'altra il foco, zoè il papa vol Castel Bolognese, e darli
a l'incontro certa abatia di Cento etc. Per tanto,
come servitor di questo stado, dimanda conseio. Et fo mandato fuora ; et poi risposto per il princi- ❘
pe, missier Zuane è savio, sa che far, per esser sul |
falo etc.
Vene sier Alvise Malipiero , va provedador a
Udene, tolse licentia ; si parte doman. Foli balotato
il suo mandato. Va con lui Marco Bevazam.
nuove.
se li presti ducati 200, et si scrivi a Trani, li dagi
qualche navilio, vengi qui .
Vene sier Andrea Loredan, patron a l'arsenal,
dicendo esser zonti in Istria 15 milia stera di formenti ; et par, per l'arma' yspana, li sia stà tolto certi
formenti, per bisogno; sì che avisa il tutto.
Da poi disnar fo conseio di X con zonta di danari , et colegio. Vene le infrascripte letere, il sumario di le qual è queste, qui soto scrite :
Da Corfù, dil baylo e dil provedador, di X. À,
dil Zonchio, letere va al zeneral, e scrive la morte
di sier Hironimo Pixani, provedador di l'armada, li
al Zonchio, a di ultimo dil passato. Item, hanno, Camalli esser a presso Galipoli, con velle 100 ; et per
uno nobile da cha' da Molin, venuto con dite letere, à,
quelli di Napoli haver preso Argos. Item, li a Corfù
esser certe febre acute pestilential ; ne moreno assai di le galie. Item, hannodato principio a li repari sopra le mure nuove, ma non hano legnami ; et eri
drio dil turion di l'armiraio, versso el porto, a uno
muro vechio, feno principiar una scarpa, passa 20
longa, grossa pie' 15, alta pie' 32, et fin 6 dì sarà compita. Ein capo li hanno fato far un torioncello
eminente, bate il monte di San Sydro ; conserva la
1593 1594 MCCCCCI, MARZO.
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cortina et asende fino a Castel Nuovo ; mandano li | xime inserviretur, et, pro ejus omnipotentia, nullibi
conti di la dispensation .
Dal Zante, di sier Nicolò Marcello, provedador,
di 4. Come sier Nicolò da Molin, nobele di sier Francesco Pasqualigo, vien dal Zonchio con una barcha
li, li à dito le nove scrite di sopra ; unde, per saper
il certo di Camali, manda quella note uno bregantin
a la volta di Chiarenza etc.
Da Otranto, di 12. Di uno frate à publichà il
jubileo li ; et la casseta è tre chiave : una lo episcopo,
una lui governador, l'altra il predicador.
Et nota, fo fato letere per tutto, che debino li
nostri rectori , chome da lhoro , suspender ditte
cruciate.
Da Trani, di 14. Manda letere abute dil zeneral; et per uno patrom di navilio vien da Brandizo,
à inteso, a dì ... morite sier Jacomo Venier li, era
capetanio di le galie grosse. E il di sequente fo fato
l'exequio. Item, scrive di la morte di sier Hironimo
Pixani, provedador di l'armada etc.
Copiadi una letera, scrita per il re di Portogallo
a la Signoria nostra, offerisse armada.
suæ fidei defensioni posset deesse, quod alicubi sibi
præstaretur. Eorum vero, quæ maxime impedimento esse videbantur, primum erat quod alius ad ma- ritimum in turcas bellum gerendum apparatus, alia
belli forma erat nobis assumenda; bellandum de- inde terrarum distantia diuturnius et a regnis nostris
longius, et tum nostro tum nostrorum multo ma- jori sumptu ac labore; præterea amittendus usus ac impensa tot equorum, tot machinarum, aliarumque
multarum rerum, magnis sumptibus comparatarum,
terrestri bello in Africa gerendo ; denique recens ma- trimonium nostrum, nulla adhuc suscepta sobole, in
nostrum et subditorum nostrorum solatium, ad regni hæreditatem relinquendam. Itaque, in tam di- versa animi nostri sollicitudine, tandem vicit potior
christianæ fidei et amicorum necessitas, quærentibus
nobis non nostra, sed potius quæ Christi sunt, et
omnia pro eo detrimenta lucra maxima reputanti- 614 *
bus. Quamobrem, dimissa cura Africæ expeditionis,
decrevimus illico mittere interim vobis, pro temporis brevitate, aliquod subsidium, non conductorum
aliunde mercede militum, sed nobilium et curialium
maxima ex parte nostrorum ; simul proposuimus
Illustrissimo ac præpotenti principi Augustino | animo, et votis omnibus decrevimus, annuente Deo,
Barbadico, duci Venetiarum, amico nostro carissimo, proficisci in istuc propria persona (si per cæteros
Hemmanuel, Dei gratia, rex Portugalliæ et Algarbio- | christianos principes , ut par est, licebit) ad tam
rum citra et ultra mare in Africa, dominus Guineæ
et conquestæ, navigationis ac commercii Ethyopiæ,
Arabiæ, Persiæ atque Indiæ, plurimam salutem et❘
prosperitatis incrementa.
pium bellum, tum communi christianæ reipublicæ
causa, tum vestra, quorum detrimenta, ut nostra,
dolentissime ferimus. Et hæc, quo gratius accipiantur, facimus ; nihil mali, in præsenția, a turcis rebus
Insignem oratorem vestrum, Dominicum Pisani, nostris timentes, nullisque invitati, vel a sede apovirum, judicio nostro, præstantem, et, qui ubique ❘ stolica vel a quoquam alio, exhortationibus seu pecuniis hactenus adjuti, sicuti sedes apostolica talibus
in rebus merito facere solita est ; quin imo ipsi, audita rerum vestrarum afflictione , non destitimus
superioribus diebus aperire sanctissimo domino nostro, quæ maxime pertinere videbantur ad defensio
nem christianorum et turcarum impugnationem ,
nec non paratissimum nostrum ad eam rem animum. Quæ cum ita se habeant, erit excellentiæ vestræ, ut res ipsa postulat, anniti interim, quantum
honoretur, dignissimum, vidimus ac audivimus gratissime ; utinam potuissemus jucunde! per vestra et
christianæ reipublicæ detrimenta, dolenter ab eo
non minus quam copiose, luculentissima oratione deplorata. Is demum, vestro nomine, enixe a nobis
petiit atque contendit, ut vellemus suscipere curam
pii ac sanctissimi in turcas belli ; rem certe non a
desiderio nostro, sed a ratione temporis et occupationis nostræ alienam. Eramus enim, in procinctu indictæ et paratissimæ jam expeditionis nostræ, tra- ❘ in se erit, et mittere ad christianos principes exhor- jecturi in Africam contra infideles, hujus veris initio, cum majoribus peditum et equitum copiis, omniumque sumptuosiori apparatu, quam sit e regnis
nostris adhuc in illas terras trajectum, ne perfidi
turcæ et alii infideles arbitrarentur jacere ex omni
parte ac torpere christiana arma. Quapropter multa
in præsentia videbantur obstare vestræ requisitioni;
præsertim cum et in bello africo, summo Deo matandos ac provocandos, ut communibus votis velint
pro virili parte, vel terrestribus vel maritimis copiis, ut cuique opportunius erit, in tam pium ac necessarium incunabere bellum, et desiderio ac voto
nostro assistere. Mittemus et quam primum et nos,
ipsos animatum ; maximam in Domino ponentes
spem, illuminatum iri tandem sua immensa pietate
christianorum mentes; et quærentibus nobis ac pul-
1595 MCCCCCI, MARZO. 1596
615
santibus, suæ sanctæ fidei exaltatione, demum apertum iri christianæ reipublicæ januam suæ miserationis.
Ex civitate nostra ulisiponensi, XXII februarii
1501.
come capo, doveria unir Italia, che saria bastante
contra turchi, et era impresa di uno gran re, come
era quel di Franza, qual, per la liga, doveria far ;
tamen, soa majestà proposse non mancheria. Et
statim li dè la seconda audientia ; e lo pigliò per
la mano, et lo meno in una camera solo con il secretario ; et iterum li disse pericula christianorum,
Illustrissimo ac præpotenti principi Augustino ❘ et il danno fa il turcho al stado nostro, dimandando
Barbadico, duci Venetiarum, amico nostro carissimo .
EL REY.
ajuto etc. Il re rispose, era vero di la optima amicitia con la Signoria nostra ; li rincresea di desconzi
nostri ; voleva far ogni cossa; e la causa dil mal pro- cedeva dal papa, qual comandò li oratori di principi
christiani fusseno a Roma, a chalende di mazo passata, et poi nulla fece ; et hora à destina legati vadino, qualli sarano assa' longi ; et che lui, hora un
anno, li dimandò decime e cruciate, con questa condition di andar contra turchi ; et, non bisognando,
li danari restasseno in deposito ; et che lui è in capo
dil mondo, tamen, come bon principe christiano,
non mancheria ; ma vedeva do dificultà. Primo, la
impresa di Africha contra il re di Feze, qual è za in
hordine, e fata la spesa. L'altra, el camin longo a
venir in nostro socorsso, e la spesa grande ; perchè
a l'impresa di Africha li subditi vanno senza soldo,
e a questa voriano danari, et lui non ne ha. Poi lo
dimandò si l'havia comission zercha al governo di
l'armada, qual traze a esser lui capetanio. Et esso 615
orator li rispose a tutte parte, dicendo, credeva el
papa e il re di Franza fariano il tutto, exortando soa
majestà a far da vero principe christiano, perchè l'impresa di Feze l' havea in deposito di far in ogni tempo; et, quanto al venir im persona, come soa majestà
Di sier Domenego Pixani, orator, dute a Lisbona, a dì 13. Manda le letere di Spagna, o, per
dir meglio, Granata, scripte, qual za si ave; et che
era zonto li im Portogallo ; et come, vicino a Lisbona a do zornate, mandò el suo corier avanti, a
notifichar al re la sua venuta. Et soa majestà li
mandò contra uno di so primarij cavalieri et secretarij , mia 30, per visitarlo, et acompagnarlo a la
corte. Qual li usò, per nome dil re, alcune parole ;
et lui orator li corispose, verba pro verbis ; e cavalchando una liga vicino a la terra, si convene passar
uno colpheto, e questo fo a dì X, dove il re li mandò
contra molti baroni e cavalieri in gran numero ; е а
la marina venuti, trovò molte barche di nave adornate di tapezarie et soni ; sopra le qual montati ,
veneno a la terra di Lisbona, qual era tutta in festa,
et il populo reduto a la marina, e le nave, qual
sono assai im porto, in hordine, mostrono molta
festa di artilaria e altro. Et smontato, trovò assa'
episcopi et cavalieri a cavallo ; qualli lo aceptò nomine regio, et lo acompagnò a la caxa primaria di
quella cità, preparata per sua habitatione, adornata
di tapizarie. Et fo ordinà l'audientia ad libitum, sì ❘ havia ditto, et era certissimo, la Signoria nostra li che fu honorato assai. Et ozi, a di 13, ave audientia daria ogni sua armata soto soa majestà etc. Et feno
da quel re, a uno palazo fuora di la terra mezo mio, molti coloquij hujus tenoris ; et poi il re tolse termolto grande et bello; et vene a levarlo di caxa domine a risponder. E nota, ditto re à solum anni 25.
episcopi, con molti cavalieri e baroni ; e trovò il re Dil ditto orator, di 21, date ivi. Come per uno
in uno eminente tribunal, coperto tutto di panno | corier nostro ricevete 6 letere di ultimo decembrio,
d' oro soprarizo bellissimo, e stava im piedi a pres- | mal conditionate per le aque ; maxime le proposiso una cathedra real, con assaissimi episcopi, pre-❘tion dil capetanio yspano, qual non potè lezer, et
lati et cavalieri im piedi a torno. E tuta la sala era non risponde per haver scrito al bisogno. Et in quepiena di gente teriere e forestiere, zoè fiorentini e sto mezo il re, per lo episcopo egitaniense, suo conzenoesi. Or, intrato esso orator, habuit orationem ❘ sier, primo homo a presso soa majestà, e di gran
lutinam. Comemorò l' antiqua amicitia di quella se- auctorità, li fece dir la imposibilità soa etc. Et lui
renissima caxa di Portogallo con la Signoria nostra ; orator justificho ; adeo poi il re li disse : Ancora che
si congratulò di le noze di sua majestà; poi narrò cognossi manifeste, io meti im precipitio in (sic) lochi
li pericoli di christiani, exhortando, pro fide catho- mei, e homeni sono in Africha, tamen volemo far da
lica, a far contra questi turchi etc. Et duró una ho- vero principe christiano, e un altro anno veremo im
ra. Li rispose uno doctor assa' elegante, mostrando persona in armada. Et hoc interim, manderia bon nuil bon voler di la regia majestà versso la fede chri- mero di nave et charavele. Ben voria, il papa li desse
stiana et la Signoria nostra ; dannò il papa, qual, I le decime et cruciata, per la impotentia dil suo regno.
1597 MCCCCCI, MARZO. 1598
Poi, in secreto, li disse con grande amor, e come il fiol | cio di le biave a Nicolò Aurelio, in vita sua, compito
al padre comunichava il desiderio suo, voria la Signoria tenisse modo che 'l papa lo inviti a venir im
persona. Et l'orator rispose, la Signoria nostra faria il
tutto. Et cussi parlando, quasi li veniva da lacrimar.
Et dimando quanta poteva esser l' armada di la Signoria nostra. Rispose lui orator, da velle 100. Dimandò quanti homeni. Disse da 25 milia. Et poi li
comunicho li avisi di mar e aparati dil turcho, e la
bona disposition dil papa, Franza e hongaro etc.
Dil ditto, di 23 ditto, date ivi. Come il re li disse
la nome dil capetanio manderia con la sua armata
questo anno ; qual è don Joanne de Meneses, comes
de Tarucha, majordomus regius, capitaneus et locum tenens generalis, pro serenissimo rege, Thingis,
civitatis Mauritanicæ, in Africa ; homo di grande
reputatione. Et l'arınada sarà da velle 35 in suso ;
zoè numero 4 nave grosse, una di bote 1500 et più,
una di 1000, et do di 800 ; el resto bone nave, et
charavelle fornite di artillarie, e homeni in gran numero ; el forzo, zenthilomeni e cavalieri. Et à scrito il re in diverssi lochi, per nave e charavelle, et al- cune di zorno in zorno vien li in porto ; li biscoti sono in hordine, et le zente et artilarie ; mancha sotum li corpi di navilij ; et è bon animo di tutti. Ari- corda si scrivi una letera a lo episcopo egitaniense,
consier e capelan mazor dil re, qual valerà assai.
Item, manda Anzolo Trivixan, suo secretario, ai reali di Spagna con una sua letera, comenza : Serenissimi et catholici domini reges, domini observanli 4 anni, qual è per benemeriti di soi, et per il danno
patito a Modom. Et fu presa.
Item, fo terminato doman, ch'è la vezilia di Nostra Dona, far gran conseio, et far provedador di
l'armada, licet bisogni meter la parte im pregadi.
A di 24 marzo. In colegio, fo la vizilią di Nostra Dona, non fo niuna letera da lezer. Vene il
principe, stè pocho, e poi si partite.
Vene l' orator di Franza, e fè lezer una letera,
scriveva al re in bona forma. Et disse di monsignor
di Altobos, orator dil roy al re di romani, qual sarà
conforme, et insieme con li oratori nostri.
Vene domino Antonio di Pij, condutier nostro.
Dimando certi cavali di la raza nostra è a Monopoli,
a conto di suo page. Terminato darli .
Et perchè la galia di sier Cabriel Soranzo, qual
stava in extremis, nè suo fradello, sier Pollo, più volleva andar, unde ſo ballota tre in colegio ; et rimase sier Panfilo Contarini. Fo tolti et ballotati
sier Filippo da Canal, fo soracomito, et sier Zuam Francesco Polani. Et acadete che, do zorni da poi,
hessendo mejorato suo fradello, zoè sier Pollo Soranzo volse andar fino ditto sier Cabriel variva. Et
cussi fu per il colegio terminato andasse, e parti a di 30 di questo.
Et perchè sier Marco Loredam, electo sopraco- mito, fo di sier Antonio, cavalier et procurator, oferse con pochi homeni partirssi de qui, volendo la
Signoria nostra lui armi ; et disse e mostrò una
te, li oferiva darli certo numero di homeni ; unde fo ditto era bon, el preſato sier Marco armi prima, licet non sia la sua volta etc.
dissimi. Et manda la copia, con hordine comunichi | letera il conte Bernardin di Frangipani, suo paren- a lhoro alteze il tutto, et averzi le letere. Item, scrive, quel re di Portogallo, hora uno anno, mando 13 caravelle a Calicut, per specie, et di brieve dicono aspetarle, e de li se jubilla, haver trovato la via di
le specie. E il re li ha dito, sequendo questo, sequi- ria gran beneficio ; et hora è im ponto 4 altre cara616 velle de merchadanti per Calicut, et partirano fin
tre o quatro zorni. El camin è longissimo ; sono
lige 4000, ch' è mia nostri 16 milia. Et lui à parlà
con homeni tornati con le charavelle, andate ut supra. Item, avisa quel re dilectarsi molto di barchi- zar li im porto, et voria di qui li fusse mandato una
meza barcha. Item, Piero Verzo, corier, à tolto termine esser a di .... qui.
Dil ditto, data ivi, a di 23. Come, per solicitar
l'armata, à terminato star de li qualche zorno, et li
reali di Spagna partiva di Granata per Castiglia, per
mandar la fiola a marito in Ingaltera ; et si aspetava
J'archiducha di Bergogna, per tuor il juramento.
Noto, ozinel conseio di X, fo preso di dar uno ofiDa poi disnar fo gran conseio. Et fu fato prove- dador in armada sier Christofal Moro, ſo cao dil conseio di X, quondam sier Lorenzo, era vice domino
a Ferara ; al qual li fo scrito. Et refudoe per causa di egritudine.
Et in colegio, reduto li savij a consultar, vene
letere di Roma et de Napoli; et poi lete, vene il principe a consultar con li savij ; et propose alcune
materie, e tutti di colegio disse le soe opinione.
È da saper, ozi a vesporo, fino doman a vespo- ro, è il perdom di colpa et di pena, plenario ai Servi, noviter concesso dal papa ; et doman, et per tuto il zorno sequente, è il perdon, ut supra, in la chiesia di Santa Maria Mater Domini, otenuto per sier Polo Capello, el cavalier, hessendo orator a
Roma ; e questo per restauration di la chiesia.
DaRoma, di l' orator, di 15, 16, 17, 18, 19,
1599 MCCCCCI, MARZO. 1600
❘
20. In la prima, come fo a visitar el cardinal di | di Trans; promiseno far etc.; et che 'l papa di la cruNapoli, uno di deputati a la exation ; qual li disse, ❘ ciata non li diceva di no ni de si ; ergo etc.
si andava scodando ; e scrive coloquij abuti insieme,
e di la venuta di francesi contra il regno, et à scrito
il re a' fiorentini, li prepari li 500 homeni d' arme,
aliter farà, e ponerà Piero di Medici in caxa. Item,
come l' orator fiorentino l' à visitato, e ditoli il papa
li dà bone parole; tamen il papa vol Piero intri, e
vol vadi insieme Paulo Orssini, per haver poter in ❘ nostro, dicendo in tutto vol esser unito con lui.
616 la terra. Item, ozi è intrato in Ronia el signor Carlo
Orssini, alozato in le caxe dil cardinal Orssino etc.
Dil ditto, di 18. Come fo dal papa, qual li disse
havia auto letere dal reverendo episcopo de Thioli,
suo legato qui ; lo avisava il partir dil vescovo caliense per stafeta. Item, è stato con l'orator di Franza, qual andò a corte con Piero di Medici et Carlo
Orssini. Item, l'orator fiorentino visitò lui, orator
Dil ditto, di 19. Come lo episcopo di Cay era
zonto li a hore 22; il papa non lo aldi alhora ; doman si farà congregation di cardinali ; da lui non
mancherà, soliciterà opportune el importune.
Dil ditto, di 16. Come fo dal papa. Era el cardinal Orssini e monsignor di Trans ; dubitano molto
li in corte, la Signoria non dagi ajuto a Faenza, et
che il capetanio Carazolo, si dice esser intrato in
Faenza, come capetanio di ventura, et esser cavalchate nostre zente a Ravena. Item, si dice missier
Zuan Bentivoy à dato Castel Bolognese al ducha, et ❘ dal papa; era con alcuni cardinali palatini, ut patet ;
Dil ditto, di 20. Come li in corte le facende sono
tarde expedite ; fo dal papa, qual dava audientia a
lo episcopo di Chai, e la congregation fo diferida a
luni. Et poi disnar, avanti signatura, esso orator fo
che il roy vol missier Zuane resti in Bologna. Item,
il papa non li potè dar audientia; aldiva il signor
Carlo Orssini su le cosse di Romagna. Item, par,
parlando col papa, li dicesse voleva ultimar l'im- | meter non lo abandonar, e non far pace o acordo
et disse : Sapemo ben li capitoli à quella Signoria
col re di Hongaria ; non è paura si acordi col turcho
si presto; li daremo nui tre cosse : subsidio, propresa di Faenza, et à 200 milia ducati in uno loco
in castello, e à modo averne ducati 30 milia al mese. Item, li palatini si maraveglia, la Signoria non
scrivi più di la dona dil Carazolo 0, et che era intrato socorsso de fanti in Faenza. Item, l'orator di
Franza à dito, il papa non vol dar le bolle di la
legation al cardinal di Roam, et che 'l vol 72 dichiaratiom prima etc., parlando a parte contra il
papa.
col turcho; et volemo darli ducati 40 milia per tre
anni, e non durante bello ; et a prometer, a li cardinali, a lhoro tocha e non a nui. Et alcuni di quelli
cardinali risposeno, non voler. Poi il papa dannò
molti di capitoli, dicendo : La Signoria à tolto quello
ſa per lei, cussi faremo nui. Et esso orator li rispose sapientissime. E poi, quanto al capitolo di inani- 617
mar li christiani principi, disse il papa : Non volemo
sia ubligatione. Et un cardinal disse : Verba absolute dicta, non ligant de jure. Or fo rimesso a di 22
a far la congregatiom di cardinali. Item, lo episcopo
di Chai, cussì come prima era solicito a la expedition di capitoli, a hora par si à fato a le voglie dil
papa, e dice mal dil cardinal legato, à passato i
mandati.
Dil ditto, di 17. Come, ricevute nostre letere in
la materia e capitoli abuti di Hongaria, fo dal papa,
qual era in vigna, et volendoli comunichar il tutto,
il papa fè intrar li oratori di Franza, dicendo era
materia comune ; et letoli li capitoli a tre passi, il
papa parloe primo a quel durante bello ; dicendo, il
cardinal legato à passà vires mandati ; secondo, il DaNapoli, di l'orator, di 16. Come il re, inteso
papa perseveri in guerra, satis est prometi di non 4galie de' francesi esser a Zenoa, dubitando, à muacordarsi col turcho ; 3.º farà etc., el terra el mari. tato pensier di mandar una galia in Sicilia a visitar
Edisse : Non havemo armata, ni stratioti etc. Con il capetanio yspano, e mandauno bregantin con uno cludendo, saria con li cardinali ; e sopra questo feno suo di la canzelaria, per dubito non sia presa. Item,
varij coloquij, dolendosi il legato haver posto in ca- vol poner una angaria nel regno, di 4 carlini per
pitulo l'ubligation di andar il papa in persona. Et fuogo, ch'è numero 240 milia fuogi ; trarà ducati
disse : Savemo la Signoria s' intende con ditto re; 96 milia di moneta, e questo per la dote di la fia maetiam nui se intenderemo. Il nostro terzo lo mande- rida in Franza, justa le antique constitutiom dil reremo statim per via di Focher. Edisse, li cardinali gno. Item, è letere di Spagna, di 21 dil passato, in
non vorano consentir a prometer. Item, l'orator merchadanti, come la corte era in Granata, starà
persuase a mandar il capello in Hongaria al cardi- fino poi Pasqua ; e quelli reali aspetano do oratori di
nal Ystrigonia. Disse lo manderia. Item, à parlà al | l'archiducha di Bergogna, che za sono zonti in Foncardinal di Modena per la cruciata, e a monsignor | terabia im Biscaia. Item, mandano la fia im Berta-
1601 1602 MCCCCCI, MARZO.
120 Scurtinio di provedador in armada.
617
Sier Tomà Zen, el cavalier, fo capetanio
zeneral im Po 42.77
26.78
gna, per il matrimonio fato nel principe di Chambes, zoè fio dil re d' Ingaltera. Item, come il re li à
fato coloquij, saria cossa far pace col turcho, e saria
tempo, e li basteria l'animo di farla; e disse mal dil
papa, qual ne bara tutti. Item, manda domino Dionisio Asmondo in Alemagna, con 40 milia ducati ; si
parte doman, vien per aqua qui a Venecia, e à inteso va etiam per tratar matrimonio di una fia dil
re in uno di principi di Germania ; si dice, in uno di
duchi di Baviera. Item, il papa à dato il possesso di
ło episcopato di Anversa al cardinal di Ragona, et
reserva di ducati 3000 di beneficij ; e a l'incontro,
il re è stà contento darli il possesso di l' arziepiscopato di Salerno al cardinal salernitano. Item, il re
vol far 500 homeni d'arme, oltra i 200 ne ha al presente. Item, justa le nostre letere, à otenuto dal re
la trata di miera 2000 di salnitrij , a li noncij di Matio Cini. Item, per il morbo de li è stà levà il Studio,
e la Sumaria ; e il re si parte, va al pian di Palma.
Item, eri ivi intrò la rezina, vien di Hongaria; il re
li fo contra. Et lui orator, parlando con li oratori
yspani, li disse : Rex Hungarice, est mortuus ; non
est homo de bello, sed cardinalis est alter rex; qual
non vol la guera contra turchi, perchè tocheria a li
prelati a pagar.
Da Roma, di l' orator, per uno altro corier venuto ahora, date a di 21. Come fo dal papa, qual li disse, li cardinali non voleno prometer, dicendo il
cardinal legato à passà la comission sua, et che soa
santità manderia il suo 3.º in Hongaria. Et l'orator exortò a dar a expedition etc. Disse il papa : Doman si farà congregation. Item, poi esso pontifice
restò in coloquij con li cardinali palatini, fino hore 4di note eri sera. Item, ozi in capella, justa il con- sueto, non è stà data la rosa a niuno ; li hongari la
voria per il suo re, e Spagna la volleva per il principe etc.
Noto, quivi vene in questi giorni uno messo di
domino Francesco Bernardin Visconte, con letere di
credenza, per ringraciar la Signoria etc. Et, permolte
facende, non ave audientia in colegio.
Noto, la galia dil zeneral nuova, fata a sua nome,
è ben in hordine. Eri di note parti. Per la qual li fo
manda ducati 3000 ; et vi andò su sier Zuan Duodo,
di sier Piero, va soracomito di la galia Dolfina, et
sier Alexandro da Pexaro, di sier Nicoló, per montar etiam lui sopracomito.
Sier Piero Moro, fo patron a l' arsenal,
quondam sier Cabriel
Sier Hironimo Bon, è podestà et capetanio a Crema, quondam sier Francesco (vol esser 15)
Sier Alvise di Garzoni, fo patron a l'arsenal, de sier Marin
Sier Piero Trivisam , fo di pregadi ,
quondam sier Silvestro
+ Sier Christofal Moro, fo cao dil conseio
di X, quondam sier Lorenzo .
Sier Vetor Michiel, fo capetanio di le
galie di Alexandria
Sier Hironimo Contarini, fo capetanio di
le galie di Barbaria, quondam sier
Francesco
Sier Jacomo Capello, è patron a l'arsenal, quondam sier Michiel
Sier Piero Lion, è baylo e capetanio a
Corfù, quondam sier Mafio
44.73
18. 94
14.102
73. 45
32.86
39.73
49.66
32.86
Sier Andrea Foscolo, è governador di
una galia in armada 14.106
Sier Marco Orio, è vice capetanio di le
nave, quondam sier Piero 36.83
Sier Alvise Marzello , fo di pregadi ,
quondam sier Jacomo .
35.82
17.101
25.92
49.65
32.89
Sier Hironimo Querini, è provedador a
Sibinico, quondam sier Andrea
Sier Antonio Pixani, fo di pregadi, quondam sier Marin .
Sier Tomà Duodo, è patrom a l'arsenal, quondam sier Alexandro
Sier Alvise d' Armer, fo provedador al
sal, quondam sier Simom
Sier Domenego Dolfim, è capetanio al
colfo, quondam sier Dolfim (vol esser 8.°)
Sier Agustin Malipiero, ſo capetanio al
colfo, quondam sier Alvise
Sier Marco Antonio Contarini, è sopracomito, quondam sier Alvise
43.72
Sier Zuam Foscarini, fo ai 3 savij , quondam sier Nicolò
Sier Domenego Contarini, fo capetanio
a Vizenza, quondam sier Mafio (vol
esser 3. °)
I Diarii di M SANUTO Tom 111.
12.102
18.94
15.101
10.73
101
1603 МСССССI, MARZO. 1604
Sier Luca Querini, fo provedador a Corfù, quondam sier Marco
Sier Daniel da Canal, fo capetanio a Raspo, quondam sier Piero
Sier Zuan Francesco Venier, ſo governador in armada
Sier Valerio Marzello, fo soracomito, fo
preso da' turchi .
Sier Francesco Valier, fo capetanio in
Barbaria, quondam sier Hironimo
Non. Sier Andrea Loredam, è patron a
l' arsenal, quondam sier Nicolò
Non. Sier Antonio Loredam, fo provedador al sal, quondam sier Francesco
In gram conseio.
Rimasto † Sier Christofal Moro, fo cao
dil conseio di X, quondam sier Lorenzo .
Sier Jacomo Capello, è patron a l'arsenal, quondam sier Michiel
Sier Domenego Contarini, fo capetanio
a Vizenza, quondam sier Mafio
di acordarlo con Moschovia, acció, uniti, atendino
36. 83 contra tartari. Item, il re à ordinà una adunation in
Moravia, a una terra nominata Tumulz, mia 170 di
17.100 Buda. Soa majestà vi vol andar; partirà fin 12 zorni, e ritornerà per San Zorzi, e di l'andar di loro
37.79 oratori con lui, O sanno. Item, li oratori dil re, deputati al re di Franza, aspetano solum zonzi li oratori
22. 96 dil re di Polana, per andar uniti ; et etiam li oratori
dil re di romaní, dieno venir de ll, non sono ancor
19. 99 zonti. Item, el cardinal legato è stà dal re a diman-
... ...
...
.......
...
dar una abatia dil cardinal Ascanio, qual dà de intrada ducati 7000, e il re la scuode. Li à risposto,
vol conseiar, poi li risponderia. Item, essi nostri ora- tori visitò il cardinal de Ystrigonia, e altri prelati,
maxime sier Zorzi Pixani, con letere di credenza ;
et il ducha Sigismondo, fradello di la regia majestà,
e altri baroni .
Di sier Zuam Diedo, provedador zeneral in Dalmatia, date a Traù, a di tre marzo. Come a Sibi818.265 nico, a di 28, fè la mostra al conte Xarco, et le fidelissime parole usate per ditto conte, nel cassar di
la compagnia, e non vardasse a lui ; e li refudò 16
cavalli et 6 homeni, per esser zoveni ; e a di primo
parti, e vene li a Traù. Fo acetà honorevelmente, ſè
la mostra a li contestabeli, qual è mal in hordine ;
voria si rinovasse quelli soldati ; e la terra è mal
munita de homeni, ma ben situata ; il castello è bon,
e vi hè boni fanti dentro, per page da guazo; ma è
poche artilarie. Item, fece la mostra a Dimitri Rali,
capo di stratioti, qual è ben in hordine de cavalli e
de homeni ; et è stato amallato fin hora con mal franzoso, hora pol cavalchar ; e ultimate fu ale mancon
turchi, e vadagnò 13 cavalli. Lauda sier Pollo Malipiero, conte de li, di cuor et spirito etc.
Ad' 25 marzo. In colegio, da poi la predicha a
SanMarco, fo il zorno di la Nostra Dona ; et aldito
messa, il colegio si reduse, maxime la Signoria, per
aldir le letere di Roma e di Napoli venute eri.
DiHongaria, di oratori, date a Buda, a di 8.
Mandano, abundante cautela, le replichate, con la
modula di capitoli ; et una di 8, avisano haver ricevuto nostre, con li sumarij di le galie tolte a la Prevesa, e di preparamenti di Schender bassà, e siano
con il re per proveder non cori in Dalmatia. Fono
dal re, e comunicatoli il tutto, disse provederia; e
in la Croatia ritrovarssi il ducha Zuan Corvino, con
2000 cavali, qual prenderà turchi, e da lhoro si saperà la verità. Item, eri ne la chiesia mazor, el reverendissimo cardinal legato, adstante rege et oratori , fè far una solenne precession, e cantar una messa ; e publicò il jubileo e cruciata, durante bello turcarum. Et li disse haverlo fato, licet non habi in comission di farlo ante sigillationem ; e questo, per
non lassar passar la quaresema; et che, si non se
concludesse, tegnirà modo il re non tocherà un soldo, nisi per forza. Item, ozi quarto zorno, partite
618 de li l'orator dil gran ducha di Lituania, vene a dimandar ajuto al re, perchè questo San Zorzi compie
le trieve con il ducha di Moscovia. Et il re li rispose,
et etiam il legato, manderano thoro nontij per veder
Dil ditto, di 7, date a Spalato. Come era venuto
lì ; à visto la terra, qual fo palazo alias fabricato da
Dioclitiano. È terra debilissima, ma ben populada ; e
la terra è piena come un ovo ; il borgo è grande, case
700 e più, ma è una bastia a la terra. À visto uno
loco, principiato per sier Hironimo Baffo, conte de
li, a le marine, qual lo lauda; à fato la mostra a li
contestabeli : Nasinben da Ravena, homo vechio di
anni 70, e la compagnia tutla è di quelli di la terra,
e ha ' uto 4 page ; l' altro è Gasparo Ardito, fiol fo
di Jacomo, alevato de li, e à tutti paesani, sì che a
tenir ditti fanti si buta via li danari, e pur ha 'uto le
4page, e à ritrova in la compagnia bechari, fabri e
calzolari, et chi li dà una paga non hanno voluta.
Aricorda se rinovi quelle compagnie. Item, ala porta
è do contestabeli, Zuan da Terzago e Jacomo di Napoli, con fanti 25 per uno, la mazor parte paesani ;
1605 MCCCCCI, MARZO. 1606
618
e benchè ogni tre mexi vano parte Almissa e Tremexi. Item, questa note vene fama che turchi erano
propinqui ; lui si levò e andò a la piaza e a la porta;
evene con lui solum 4 scalzi. Item, à fato la mostra a Nicolò Bochali, capo di stratioti, qual è ben a
cavallo, e homo saputo, e à bona compagnia. Item,
à honorato assai e carezato, justa li mandati, el conte Zuanne di Poliza, e molti altri zenthilomeni e patrimoniali polizani, venuti li a trovarlo, et li à acordati
insieme ; qualli dimandavano fusse provisto al viver lhoro, per la sua provisione. Li à dato bone parole.
Dil ditto proveditor, date a Traù, a di 10. Come era tornato de li ; e à visto le fabriche; doman
anderà a veder Castel Zoilo et certi molini ; poi al
castello fa far quel episcopo. Item, el conte Mariano
di Poliza, qual andò in Turchia, et il conte Zuane
di Poliza aricordava fusse atosigato , ma il conte
Xarcho li afermò esser andato da' turchi, come disperato, et che era fidel di la Signoria ; unde, esso
provedador li à provisto, che 'l scriva uno suo fradello per una paga a Spalato, e uno suo nepote in
quelle compagnie ; e à scrito a quel conte cussi fazi,
e a dito conte Mariano li dagi ducati 4 di provisione.
È restato contento. Item, per una nostra guardia di
monti, fè signali che turchi venivano, unde tutta
quella terra era in arme, lui provedador andò a la
porta, e li citadini drio; ma in la terra è pochi homeni, imo malissimo fornita. Item, aricorda li stratioti de lì è assa' mexi non hanno auto danari.
Intrò li cai di X, per lezer certe letere; et, da
poi disuar, non fo nulla, per esser el di di Nostra
Dona, ni collegio si redusse.
Adi 26 marzo. In collegio, da poi la predicha,
fo leto una letera di Vicenza, come è stà dato principio a pagar li soldi 5 per campo; un sollo, è missier Jacomo di Trento, portó a lhoro rectori, soto
la loza, ducati X; et altri non vien a dar in nota etc.
DaRoma, di l' orator, di 22. Come quella matina fo concistorio. Steteno da hore 14 fino 20;
lexeno letere dil cardinal legato in Hongaria, e il
episcopo di Chai referite, e à inteso, il papa cargo
la Signoria nostra, dicendo haver capitulà daspersi
con il re di Hongaria; et, leto li capitoli , di 20 ne
rafermono 8. Primo, quel durante bello, voleno per
tre anni ; e quello di andar im persona, sia per verba
narratoria e non ubligatiom. Item, di la ubligation
di romper al turcho, non vol; et etiam quello di tre
mexi, et, ex consequenti, quello di andar im persona
cessa; nè vol il capitulo terra marique esser ubligato
contra il turcho. Item, quello si aquisterà, non voleno haver 0 ; e di lo exortar li principi christiani ,
non vol dicha tenebuntur, ma si conzi conabuntur.
Item, li 40 milia ducati promete solum per tre anni,
e vol si dichi , darà al primo di mazo. Item, che li
cardinali ratifichi, non voleno; ma si farà la bolla
de consilio fratrum nostrorum et accessu. Et che,
nel partir dil concistorio, il papa chiamò il cardinal Santo Anzolo, dicendoli il re si duol di la Signoria molto; et esso papa vol avisar per tutto, la Signoria
aver capitoli da per si. Or poi, a hore 23, esso orator nostro fo da sua santità ; e il papa li disse : Domine orator, quid vultis ? Come si non sapesse la
causa. E dittoli, era venuto per la risposta di capitoli,
li comenzó a dir alcune cosse tratate; e come lo episcopo di Chai verà a Venecia, e poi in Hongaria, con
la resolution. Eli disse : Il cardinal à passato vires
mandati ; et qui feno insieme molti coloquij, sopra
questa materia ; et la Signoria havia fato capitoli col
re seperati et particular ; concludendo, lui faria li ca- pitoli aspeta a soa santità, come la Signoria à fato
quello partien a lei ; e darà la bolla a lo episcopo di
Chai, con libertà di concluder, dicendo: Promotemo
tre cosse: li danari per tre anni, non lo abandonar,
e non si acordar col turcho. Edisse poi : La Signoria fazi come li par. E l' orator li rispose sapientissime, justificando la Signoria nostra. E il papa disse,
voria se mandasse li in corte el mandato di prometer non vegnir a pace o acordo con il turcho. Poi
intrò, aver dato a Franza e Spagna la cruciata, acciò fazino armada; et che il re di Franza à trato di 619
le decime e cruciata ducati 400 milia. Et a questo,
l'orator intro, soa santità doveva darne la cruciata etc. E il papa disse : Fazala scuoder la Signoria
una volta; si non li basta il terzo, li daremo la mità ;
fazala predichar. Et l' orator rispose : In nome di la
Signoria ? Disse il papa : Saremo d' acordo. Item,
manda il brieve dil perdom di la Piatà, comeli fo
scrito dovesse richieder. Vene l'orator, o ver legato dil papa ; qual O
havia di Roma, et mostró una lettera di 8, di Hongaria, dil cardinal legato. Come mandò uno suo secretario in Polonia, qual di Cracovia li scrive, quel
re esser andato a una dieta, e haver fato trieva col
turcho per 4 auni, per haver auto parole da li principichristiani ; tumen, lui cardinal si offerisse, seguendo la liga, andarvi im persona. Et il principe li disse
poi, come il papa non ge voleva dar la cruciata ; et
la dificulta metteva in li capitoli etc. , cargando molto
il papa. Et esso legato, strenzendossi , si dolse, dicendo aspetava lo episcopo di Chai ; e il principe
justificho il capitulo di XV per 100, fato etc.
Vene Porator di Franza, al qual per il principe
1607 MCCCCCI, MARZO. 1608
019
li fo comunichato la malla disposition dil papa. E lui
disse : Homo, cum in honore esset, non intellexit ; e
li bisognava mostrar i denti , e scriverà al re.
me, per do barchete venute da Dulzigno, à nova in
Alesio ( sser dismontà il signor Schandarbecho; dove, ligato quelli almadari dil signor turco, ebbe la
terra, e à corso tutto quel brazo, e tuta l' Albania é
rivoltà, e à gran fama; e tutti desidera ussir di le
man di cani ; e si per l'ongaro sarà fato, tuta l'Albania si arà. Item, da Constantinopoli altro non hè.
Vene l'orator di Napoli, dicendo : Serenissimo
principe, francesi vien via ; so certo, il re di romani
non sarà d'acordo col re di Franza; sguizari etiam
contra il re preditto; non sono inquieto, e benchè
l'habi mandato el cardinal San Severino a Milano, ❘ Quel nevodo dil caraman fa guera su la Natolia. Et
e missier Francesco Bernardin Visconte et Opizino,
tamen li populi sono mal contenti. Poi disse : Il re
mio à homeni d'arme 1200, et 300 ne ha li baroni,
qualli sono uniti col re contra franzosi ; et il mio re
non è tanto exaninito di forze, che ben non possi
far etc. Per tanto voria il conseio nostro; tuta via
ringracia la Signoria.
nota, ditto aviso si have per letere di sier Constantin
Zorzi, so fradello.
Da Spalato, di sier Hironimo Baffo, conte, di
14. Come à aviso, turchi dieno corer de li ; è fama
esser fato trieva tra il turcho e il re di Hongaria ; et
el provedador, sier Zuam Diedo, è stato de li etc.
Dilditto, di XV. Come li conti di Clissa li mandò
a dimandar stratioti, voleva operarli col ducha Zuan
Corvino, qual era arivato a Cetina, mia 25 de li , ben
in hordine de cavali 700 et pedoni 500, vol far una
cavalchata nel paese dil turcho. Li à risposto, non
poterli dar stratioti , senza hordine di la Signoria.
Item, scrive non vol più de lì Gasparo Ardito.
Di Cataro, di sier Zuan Paulo Gradenigo, retor
e provedador, di 28 fevrer. Di pratiche tratate con
li convicini, et esser voce, il capetanio zeneral vien
li in colfo, et Andrea di Vivian, patron di nave, l'à
firmato; unde pratichó con el conta' di Castel Nuovo, Risano e parte di la Bossina, e li à conduti, si
che, venendo qualche galia o nave lì in colfo, li ha Dil ditto, di 18. Come à ricevuto le munition
jurato fideltà, e à tirati più di 400 con nui, qualli | per il bastion di Narenta, qual le mandò ; ma avisa,
ditto bastion ruina; ma non à 'uto li danari per li provisionati ; e à ricevuto barili 50 polvere.
Dil ditto, di 19. Come, in execution di nostre
letere, à fato al soracomito, electo de li, comandamento vengi a tuor la sua galia ; qual è nominato
sente.
hanno promesso dar il forzo di turchi, con la moier et fioli, ne le man nostre, e per esser pochi turchi
nel paexe, et manda la nome, con li conti à pratichato, a li qual fa gran careze; e à scrito al zeneral,
li mandi quatche galia et do nave. Item, per suo'
exploratori, mandati in Bossina, ha come ungari è | Zuam Picinich, zenthilomo de li, portador di le prestati versso el Danubio a le man con alcuni sanzachi ,
e ungari à 'uto un gran streta, et morti assai ; unde
sono rimasti d'acordo col turcho, per anni 7, di far
trieva ; e il sanzacho vol andar versso Castel Novo.
Item, li in Cataro, è biave per zorni 12 in 15 al più ;
unde fè adunar 40 citadini, e volse tutti disnasse con
lui , e li persuase a proveder a questo, e che desseno
danari da mandar a tuor formenti, per il bisogno de la terra ; e cussi contentono, e mando uno patron
di caravella im Puia a tuorne, et spera etiam per
Albania si haverà ; e lui impegno li soi arzenti per
prestar danari da comprar ditti formenti. Item,
quelli fanti voriano danari, e lui non ha di darli, e
Martinello da Lucha, capetanio, non pol star più
cussì . Item , li pastrovichij lo fa star in affanno.
Item, de li è zonto il jubileo, ma non chome rechiedevano. Item, li pressidenti e capi dil duchato di
Bossina, propinquo Castel Novo, Risano e Cataro,
in fra terra do zornate di camin, nominati conti e
vayvodi, numero 16, videlicet cavali 265, pedoni
Dil ditto , di 19. Come havia fato intender a
quelli di Poliza, la Signoria aceterà li lhoro oratori ;
e crede sarà il conte Zuane per li polizani zenthilomeni, et per li patrimoniali, domino Matheas, servitori tutti do di la Signoria nostra. Item, el sal, doveva venir di Corfù, non è ancor zonto ; e zercha il
fabrichar il castello dil vescovo, non trova di so beni, si che va compiendo meio si puol. Item, esser una isola de lì , ditta Lavraniza, a presso Salona, qual
ha uno Athanasio, habita a Clissa, et ha sborsà a lo
episcopode li ducati 80, e tien ditta isola ; è contento
haver o l'isola o li danari . Item, li è stà mandà uno
bombardier inutille, nominato Antonio Feraguso.
Item, scrive zercha il far le vardie.
Dil ditto, di 19. Come ha nova, nostri, a di 16,
andono nel paese di Musch, era dil ducha Stefano,
e fono roti e taiati a pezi da' turchi, e nostri erano
ben 800 cavali, con i vice bani, et ne mancha più di
600, qualli erano andati per dipredar ; ge fo tolto il
passo de' turchi ; e, come nostri veteno haver persso DaRugusi, di 10, di sier Hironimo Zorzi. Co- il passo, se messeno in fuga, e i nimici erano da
4850.
1609 1610 MCCCCCI, MARZO.
620
cavalli 300, tra turchi e paesani, e pedoni 1000 ; ma
solum i cavalli rupe li nostri, con li qual era la compagnia dil Bochali, di la qual n'è stà morti da 14,
di 26 erano ; ma de li stratioti di Traù non sa il
numero mancha; et avisa, quella terra, sentito tal
nova, si messeno a pianzer etc.
tor. Dil suo zonzer li, a dì 25, e con il collega, sier
Antonio Loredam, partirano doman per Pordenom;
e manda una letera, li à scrito, di 23, el capetanio di
Pordenon, nominato Georgius Moises, dominus Coslachi ac capitaneus Portusnaonis.
Da Sibinico, di sier Vetor Bragadin, conte, di
4. Come si aspeta turchi vengi de li a' danni lhoro ;
et sier Marco Antonio da Canal, sopracomito, a di
2 zonse li; qual lo tegnirà qualche zornø. Li mancha
40 homeni, et per lui ricevete nostre letere di tre
dil passato, zercha debbi scuoder da li daciari di
molini etc.; cussi exequirà.
Da Zara, di sier Piero Sagredo, conte, e sier
Francesco Contarini, capetanio, di 12. Come eri
zonse de li Jacomin di Val Trompia, con provisionati 200, tra schiopetieri. Il provedador era a Traù,
e lhoro li feno la mostra, et ebbeno il gropo, e detelli la 3. paga, et mandono 100 a Nona, 50 a Lavrana, et il contestabele, con 50, restò de li. Item,
non hano danari ; li altri soldati li dimandano. Da to, se non
novo hano, turchi esser adunati in Bossina, ma non
ancora mossi ; e il ducha Zuan Corvino à mandato,
a le parte superior di Tenina, cavalli 800 a corer
a' danni di turchi in Bossina, o in Verbossana.
Di ditti rectori , di 13. Mandono una letera
abuta di uno Stefano Martinusovich, li avisa le zente
dil ducha Zuan Corvino, cavali 800, pretendeno di
corer a' danni di turchi in Verbosagna, versso uno
locho ditto Imota, termine di uno castello ditto Mostachi , a li confini di Bossina, et Verbossana, et za
se comenzano aviar.
Da Veia, di sier Piero Malipiero, conte, di 14.
Come de li uno fra' Silvestro da Cataro à publichà
il jubileo e cruciata. Item, in quelli zorni avisa esser
andato a Fiume una naveta con specie, per più di
ducati 12 milia, et altre merchadantie, il forzo piper ;
la qual ebbe la caza da la galia Loredana, di sier
Lorenzo ; tamen, andò salva a Fiume, et ogni di ne
va li et a Segna molti navilij . Item, avisa di la election
dil sopracommito, sier Antonio de Zorzino, qual
verà e armerà presto, licet quelli non volevano, per
aver armà la fusta, da homeni a le galie etc.
Da Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà
el capetanio, di 13. Dil jubileo e cruciata publichata
de li, et con tre chiave si teguirà li danari ; aspeta
l'ordine.
Dil ditto, di 23: Come le chiave è stà posto in
man di do citadini, e dil zonzer li sier Hironimo da
cha' da Pexaro, pagador a l'armamento, per aver
homeni. A dì 16, à scrito a li rectori de l' Histria, e
manda a pratichar in Cragna e Croatia di averne, e
fin qui à scrito homeni 37, di qual è zercha .... nil
numero di banditi, e parte liberi, e solum 6 di Cao
d' Istria.
Da Brexa el Verona letere. Zercha i soldi 5
per campo, si scuode mal.
Du Udene, di sier Hironimo Donado, dotor, oraDa poi disnar fo pregadi. Non fu fato O da conFu posto di elezer de præsenti uno orator al serenissimo re di Portogallo, senza pena, qual si habi
a partir, quando e con quella comissiom li sarà data
per questo conseio. Et ave : 0 non sincere, O di no,
tute di la parte.
Fu posto per lhoro savij, che li tre provedadori
sopra la exation siano astreti di andar ogni matina
su l'incanto ; et quando qualcheuno di lhoro manchasseno, li signori possino vender lhoro con lo
exator. E fu presa.
Electo orator al serenissimo re di Portogallo.
Sier Piero Contarini, l'avochato fiscal,
quondam sier Zuan Ruzier
Sier Beneto Vituri, ſo auditor nuovo,
quondam sier Zuanne .
Sier Piero Pasqualigo, el dotor, fo auditor, quondam sier Filippo
Sier Nicolò Michiel, el dotor, fo ai X
officij
Sier Jacomo Cabriel, savio ai ordeni,
quondam sier Bertuzi, el cavalier
Sier Francesco Donado, savio ai ordeni,
quondam sier Alvise
Sier Zuam Francesco Miani, fo auditor
vechio, quondam sier Hironimo .
Sier Francesco Querini, fo provedador
89.77
52.116
88. 81
56.94
48.122
71.98
31.137
di comum, quondam sier Hironimo. 50.118
Sier Zustignam Morexini, fo provedador in campo, quondam sier Marco 31.132
Sier Zuam Matio Contarini, el grando,
quondam sier Marco, da San Cassan 14.150
Sier Lazaro Mocenigo , fo auditor vechio, de sier Zuanne
Sier Marin Sanudo , savio ai ordeni,
quondam sier Lunardo .
48.114
43.123
1611 MCCCCCI, MARZO. 1612
620*
Sier Zuam Batista Querini, el grando,
quondam sier Andrea, da Santo Anzolo
† Sier Alvixe Mozenigo, savio ai ordeni,
quondam sier Thomà
zente ; à cavali 2000, et lui con 800 è andato a certi
lochi ; dubita di soi castelli ; per tanto questi prego26.142 no, per nome dil re, la Signoria volesse mandar
vituarie et monitione a ditti castelli, numero 22,
119. 42 zoè, a la marina, a uno castello nominato Dobrovaz,
e de li partirano per li altri castelli. E a la fine mandono in nota per 9 castelli, qual li nomina. Item, il
re non va più in Moravia a la dieta, come disse voler andar; e à scrito la fazino lhoro a Tumulz. Item,
esso sier Zorzi Pisani, e colega, visitò el magnifico
Josa, capetanio zeneral di le parte inferior, el ducha
Lorenzo e il conte paladim, qualli sono partiti per
andar a meter in hordine le zente, et star preparati
in caso siegua la liga.
A di 27 marzo. In colegio vene sier Hironimo
da cha' da Pexaro, venuto capetanio di Verona, in
locho dil qual andò sier Zorzi Corner, el cavalier.
Parlo pocho ; disse quel teritorio è povero , per
caxom di le zonte de' sali si dà, e non solum sali,
ma etiam formazi ; et la cossa di 5 soldi per campo
non pono patir ; aricorda si scuoda con destreza,
perchè l'importa. E li fo ditto, il suo successor, poi
zonto, mandò di tal raxon ducati 600. Disse li piaceva. Item, la camera exhausta per le gran spexe la
fa, di hordine nostro ; ma, come la stesse un mexe
senza esser gravada, la se rehaveria. Item, lì è stà
bon aiere e sano. Fo laudato etc.
Veneno sier Constantin di Prioli, sier Nicolò Michiel, dotor, cavalier, procurator, sier Zuan Mосеnigo, provedadori sopra la exatiom e debitori, e
aricordo alcune cosse ; et che li avochati fiscalli dovesseno atender per beneficio di la Signoria. Et fonno mandati a chiamar sier Domenego Baffo, sier
Francesco da Pexaro, sier Michiel Soranzo, sier Piero Contarini , manchava sier Zuan Antonio Minio, e
sier Marin Morexini ; e admoniti, per il principe,
volesseno atender etc.
Vene sier Hironimo Capello, cugnado di sier Hironimo Pixani, morto provedador in armada, dicendo, sier Almorò Pixani, suo nievo, è im prexon,
condanato per munegin, prega la Signoria sij contenta pagi la condanason di danari suo padre è creditor per il so servito. Et di questo fo satisfato. Et
dimandò etiam, la Signoria, fusse contenta, suo nie- vo preditto andasse vice sopracomito su la galia di so padre. Et, consultato, non fo exaudito etc.
Vene l'orator di Franza, e mostrò una letera
scriveva al roy, zercha il papa, per la cruciata, et di
la cossa di Hongaria ; e poi si parti. Al qual li fo
comunichato la election di l'orator im Portogallo.
Vene sier Alvise Loredam, va provedador in armada, qual fo solicitato andasse via. E lui al tutto
vol aspetar la sua galia; e sarà longo.
Da Milam, di Vicenzo Guidoto, secretario, di
23. Come monsignor di Lucion li ha ditto, zercha il
debito di quelli di Pandin, havia etc. Item, Rubert
Rosset, capetanio di 100 lanze, è do zorni si parti
per Romagna, dove è stà aviati 4 canoni e falconeti .
Item, adì 20 zonse li a Milam el cardinal di San Severino , honoratamente ricevuto ; li andò contra
quelli signori etc.; e lui secretario doman si parte.
Item, li oratori neapolitani, vien di Franza, sono
etiam zonti li ; niun li ha voluto parlar di quelli
signori francesi, et con salvo conduto si vano via.
Di Arbe, di sier Cabriel Moro, orator, di 15.
Avisa la sua navegatiom, et il zonzer li su la galia,
soracomito sier Lorenzo Loredam, qual lauda assai ;
à scrito al conte Auzolo di Frangipanni, li mandi li
homeni promessi ; ma ditti homeni non è preparati.
Item, come quelli di Arbe elexeno per sopracomito
sier Hironimo Camota, ma dubita non si potrà armar una galia de li, perchè quelli di l' isola non voleno, dicendo non poter.
De Antivari, di sier Andrea Michiel, proveda- 621
dor in Albania, di 3 marzo. Come, per messi, vene
de li da Dulzigno, e trovò quella terra piena di confusiom, cadaum vol esser prima, et ne son di quelli
stanno 8 di non manza pam ; et per questo di stera
1000 formento li sovegnira, et ha electo 4 dil suo
conseio, li destribuirà ; e il podestà, sier Piero Tiepolo, non vol obedir letere di la Signoria, che vol
lui provedador veda li conti; el qual podestà intachó el dazio di l'oio etc. Scrive de li 4 antivarani
fono presi da' turchi, e taiatoli la testa; qualli, hesDi Hongaria, di oratori, date a Buda, a di 12. | sendo nel paese dil Duchagim, per portar le teste
Come il reverendo serimiense, et tre altri, do di qual
erano oratori dil ducha Zuam Corvino, erano venuti
da lhoro, e mostratoli letere, di 4, dil ditto ducha,
da la Cupa. Scrive come Schender bassà fa gran
preparation di zente; lui à passato la Sava con le
al signor, 5 turchi fono morti, et toltoli ditte teste,
et essi subditi con molti dil paese si reduseno a Chuvrili, per segurta. Item, a Scutari si muor di peste,
e il sanzacho si à fato preparar le stanzie a Potgoriza. Item, serive di certi messi mandati a la Porta
1613 MCCCCCI, MARZO 1614 .
da sier Valerio Marcello etc. Item, manda certa scri- | provisionati e soldati, è li, voleno danari ; dubita a
tura fata nel conseio di antivarani, quasi protesto se
li proveda, fato a dì 26 fevrer, sotto scripto da 4 :
Marco Bataglia, jurato, judice, Piero Bazam, idem,
Marin Boris, idem, et Inmo Brizi, idem. Et fo, oltra il formento mandatoli da Trani, etiam ballotà stera 500 di meio, da poner de li per munitiom ; e il noncio lhoro è qui.
li bisogni non si harà, partendossi, e per jornata ne vano fuzendo, inteso il provedador non haver
porta danari di darli. Item, mandauna letera, abuta di sier Alvise Sagredo, castelan a Lavrana, di 20. Li
avisa cone eri mandò soi messi versso Ostroviza,
per saper di la rota ; qualli andono fino a Tenina,
e che a Stroviza trovò Cosule tornato li ; li disse era
stà roto da' turchi, e mancha da cavali e homeni
400, di 700 che erano, et mancha molti di nostri 621 *
stratioti, e sopra tuto dice, esser stà morti tutti li
In questa matina, per deliberation di lo excellentissimo conseio di X, fo bandizà tuti li soldi vechij,
adeo non si spendano più in questa terra, nè sotto il dominio. Et pocho da poi, etiam li bezi non si pote- | hongari, eda pocha zente, non da cavali 200 di turva spender; era gran sinistro a la terra ; e in la ze- cha si bateva soldi a furia, et più mezi soldi non si
fa, sì che tutti sarà soldi nuovi.
chi ; et è seguito per mal governo, et è fuzito do vice
bani e tutti li cai, zoè nobel homeni, excepto Martim
Budicich, qual fu preso, et Cosule à morto el vayvodiza, capetanio di turchi, ali tolto un bel cavallo e una scufia d' oro ; e questa coraria era stà fata a
presso Narenta, a un locho si chiama Blato etc.
narra la rota e il modo.
Da poi disnar fo collegio. E reduto li savij per
consultar, vene Christoforo Malaverti, fo scrivan di
sier Francesco da Mosto, riscatato da' turchi, parti a
di XI di Corfù. Referi al principe, poi in colegio, co- ime il capetanio zeneral era partito de li con Xgalie, Depositione di uno nontio di Cosule, venuto a Zara,
e andato versso la Vallona, et havia 3000 zimaroti
per terra ; et che, a di 13 passò dal Sasno via, senti
bombardar versso la Valona. Item, avisa che con
la nave, patron Francesco Felician, veniva conduto
de qui una galia turchescha, qual li homeni, volendo
menarla come arsil, si era rota sora porto Malonto, e anegà 12 homeni. Item, che alcuni turchi di
Castel Nuovo erano fuziti, dicendo si aspetava il zeneral, e li muri dil castello erano aperti ; la qual
cossa l'avevano per mal augurio. Item, di l'ussir
di Camalli altro non ha ; et dimandato dil modo fu
preso, disse, sier Vetor da Leze fu morto in galia,
qual si afondò per le bote di bombarda, e havia
preso la galia dil bassà, e suo patron, sier Francesco daMosto, fu morto etiam in galia, e solum fono
presi di nostri vivi, da più di 40 galie, numero..... ,
di quali fonno soto Modon taiati .... ; solum ſo sparagnà la vita a ..... , tra li qual lui è uno, zoè tutti
li homeni zoveni etc. Item, che fo morto per li nostri assa' turchi nel combater, tra i qual uno vayvoda etc. Andrea de Re fu preso vivo, et è a Galipoli al presente etc.; item, sier Sabastian Marcello
Inuor.
Da Ferara, dil vicedomino, di 26. Come si scusa non poder andar provedador in armada; et è fama de li, il ducha Valentino vien a Ferara, da poi
fato le feste, et de li si fa gran aparati per honorarlo.
Da Zara, di rectori, di 18 et 20, et per questa
ultima mandano una depositiom di uno nontio di
Casale, I nova la rota, Diman lano stratioti, e lj
Per Synrino, nontio de Cosule, vien referito a
vuj, magnifici signori, rectori di Zara, come l'exercito dil signor ducha Zuanne, trovandosse marti, 16
del presente, in uno locho chiamato Surischa, paese
di turchi, habiando fato grande preda de homeni et
animali de' turchi, e in el ritorno, gionti al ditto loco
de Surischa, ad uno passo streto, dove turchi haveano fato una taiada, trovorno grande numero de pedoni turchi, dove Cosule disse a Marinico, capetanio de li ditti : Habi a mente, che nui haverimo da far ;
siamo valente homeni. E alhora , ditto Marinicho
comandò a Cosule e la sua compagnia, che 'l dovesse andar ad impeto de ditti pedoni ; et Marinicho
aspetto li. Cosule rompete quelli pedoni, e molti nimici prese e amazò, et liberò el ditto passo. Et poi ,
stando uno pezo, ritornò per andar da Martinicho,
e trovò lhoro tutti esser posti in fuga et roti da'turchi, et vete cavalli zercha 30 da parte, dove lui andò, e trovò esser turchi con el suo vayvoda de Mostar, in le mandel qual è vice Martim Budisich, uno
de li ductori dil campo del ducha sopra scrito. Et
Cosule investi quelli ; et lo fiolo de Cosule investi
el vayvoda preditto de' turchi , et gittollo da cavallo,
e poi li taiò la testa, dove molti turchi forno morti,
et X de quelli di Cosule. Et sopragiongendo grande
numero di turchi, esso Cosule, con il resto di la sua
compagnia, fugite, lassato la preda ; e ancor dice
non si poder intender chi manchano, et quanti del
campo del ducha, perché sono fugiti qua et là alı
1615 MCCCCCI, MARZO. 1616
1
a le guardie di le mure, comefece a Spalato ; et che sia imbarbotà do barche da guardar una secha, dove
pò guazar le mure in la terra ; et aspeta se li mandi monitiom.
monti, et non si pol saper il certo. Judicha manchar |
de li cavalli 500, e che Xarco è stà ferito, e fugito
con pochi de li soi, et che turchi poleno esser stati | si
zercha cavalli 200 e pedoni assa' ; ma quanti, non
intende ; subjungendo che Cosule ha auto per uno
Marino Jelazich, de Radibilia, suo amicissimo, che è
venuto di Bossina, el qual dice haver visto con li
suo' ochij , come Schander bassà ſa grande exercito
da pie' et da cavallo ; nel qual dice esser molti janizari zonti di novo, e haver molte bombarde, archi
et freze. Non intende dove voia andar, ma a presso
turchi se resona versso ungari, li qualli fanno aparato per esser contra turchi questo San Zorzi proximo; ma ben se existima per tutto, loro più presto
dover vegnir a queste parte vostre di Dalmatia.
Da Traù, di sier Polo Malipiero, conte, e sier
Zuan Diedo, provedador zeneral, di 17, venute l'altra sera. Avisano, chome è venuti li do homeni dil
vice bam, et Cosule per avanti, adimandarli li stratioti, et che erano con cavali 900 et 300 schiopetie- |
ri , per andar ai danni de' turchi ; et era li il conte
Xarcho con la sua compagnia, col qual consultono ; }
e lui volse andarvi, e alguni stratioti di le compagnie
di Spalato ; et de quel locho di Traù, zercha cavali
130 è andati a la coraria dil vice bam e Cosule, e
A dì 28 marzo, domenega. Poi la predicha, el principe andò per terra a la Pietae a tuor il perdom ,
con li oratori, la Signoria, et pochi l'acompagnò, e
tornò etiam a piedi. Fo gran camino a lui, à anni 81 .
Et poi, reduto il colegio, non fo alcuna letera. Fo
spazà Basilio da la Scuola ; ballotà ducati 50 a conto di la sua provision etc.; qual è quello fece il modello di la cità etc. , ch'è di sopra, cossa rara.
Item, fo ballotà insieme con li governadori de
l'intrade, tre dacij ; quel di la grassa, tolto per
sier Zuan Trun, za questo septembrio, e tutti li piezi cazete; quel dil fero, tolto per sier Piero da Canal,
quondam sier Nicolò, dotor, et rimase ; et cussì quel di legnami, tolto per sier Anzolo Valier, di sier Antonio, et rimase, zoè dil legname. Etiam ha uno altro
dacio, videlicet quello di pistori.
Item, sier Nicolò da cha' da Pexaro, di hordine
dil conseio di X, ritornò provedador di Roverè ; et
sier Mafio Michiel, podestà, fo ritornato come prima
a compir. El qual sier Nicolò voleva referir in colegio con li cai di di X.
notato qui avanti elc.
622 non mend schiopetieri ni pedom alcuno ; erano tuti Da poi disnar fu gram conseio, et fato provedada cavali 760, ſeno gran preda de anime et animali , ❘ dor in armada sier Zuan Zantani. Il scurtinio sarà
e tuti havia uno presone per uno, e altri do e tre.
A hora hanno inteso da uno nostro, fuzito da poi Et reduto il colegio, vene l' orator di Franza ; et
presoda' turchi, che questi turchi, erano cavali 1000, il principe vene in colegio. El qual orator disse, havenivano per corer in Dalmatia ; et ebbeno per spie, vea inteso il re di Napoli mandava per questa via
nostri andava sul suo ; e adund altri cavali et 3000 | danari in Alemagna, et saria mal. Et il principe li
rispose sapientissime, O si sapeva, et za li havevamo
ditto l'aviso, che 'l volea mandar ducati 40 milia al
re di romani etc.
pedoni, et feno tre arguaiti, et eri matina asaltono li
nostri con la preda, e, in el combater, do capi di
corvati disseno : Fuzimo ; semo roti ! E questo messe in fuga nostri ; e voltò le spale, lassando la preda.
Tutti fuziteno, e andavano sparpagnati in altri arguaiti ; e la mazor parte di ditti fono morti, cercha| mandati, havia fato comandamento al frate, non par200 hongari, e il conte Xarcho con li nostri veniano
streti combatendo al meio poteano, e de' hongari ne
morite gran parte ; nostri mancha da 25 in 30. E il
conte Xarcho, da 7 nostri stratioti, qualli hanno dormito questa note con lui al suo castello, dicono esser
sano, e il cavallo mal conditionato ; de' turchi, è stà
taià la testa al vayvoda dil ponte, capo di l' hoste,
soleva corer in Dalmatia, e morti bon numero di
pedoni.
Disier Zuan Diedo preditto, date a Traù, a di
17. Come à cavalchato, et visto i molini, e una casa
li a presso, à ordinà sia levata, e fato alcune bombarde, e in la terra à posto hordine fra li zenthilomeni
DaRavena, di sier Antonio Soranzo, podestà
et capetanio, tre letere, di 26. Una, come, justa i
lasse più di cruciata ; per l'altra, il ducha Valentino
è a Ymola, a pati vechij e modi usati, si dà piaceri ;
et à di Faenza, quelli stanno con bon animo. Seguite
certa coraria a presso Faenza, O di conto. Item, à
aviso, come a Cesena si muor di peste etc.; e di qui
fo banditi etc.
Da Udene, di sier Antonio Loredan, el cavalier,
esierHironimo Donado, doctor, oratori, di 26. Come dimam partirano per Pordenon, per andar a la
sua legatiom ; et sier Alvixe Malipiero, provedador, zonse li, a di ... dito.
1617 MCCCCCI, MARZO. 1618
622
Sibinico, quondam sier Andrea
Sier Zuam Francesco Venier, fo sopracomito, quondam sier Moisè
Sier Vetor Michiel, fo capetanio in Alexandria, quondam sier Michiel
In gram conseio.
Provedador di l'armada.
Adì 28 marzo, in scurtinio.
Sier Jacomo Capello, è patron a l'arsenal, quondam sier Michiel 53
Electo provedador in l'armada.
Sier Hironimo Contarini, fo capetanio in
Barbaria, quondam sier Francesco . 49
...
...
Sier Piero Moro, fo patron a l' arsenal,
quondam sier Cabriel .
26 ...
Sier Zuam Foscarini, fo sopracomito,
quondam sier Nicolò 14 ...
Sier Piero Liom, è baylo e capetanio a Sier Hironimo Querini, è provedador a
nio zeneral im Po
Corfù, quondam sier Mafio
Sier Domenego Dolfim, è capetanio al
colfo, quondam sier Dolfim
Sier Tomà Zen, el cavalier, fo capetaSier Luca Querini, fo provedador a Corfù, quondam sier Marco
42 ... 20 ...
42 ... 35 ...
42 ... 33 ...
,
40 ...
+ Sier Zuam Zantani, el cao dil conseio
di X, quondam sier Marco 71.51
Sier Antonio Pisani, fo di la zonta, quondam sier Marim. 27 ...
Sier Tomà Duodo, è patrom a l'arsenal,
quondam sier Alexandro
Sier Domenego Contarini, fo capetanio
a Vicenza, quondam sier Mafio
Sier Alvise d' Armer, fo provedador al
57
35 ...
882.352
368.868
573.661
sal, quondam sier Simom 38 ...
Sier Jacomo Badoer, è governador a
Monopoli , quondam sier Sabastian ,
el cavalier 27 ...
Sier Filippo da Canal, fo sopraconito,
quondam sier Piero 11 ...
Sier Piero Trivisam , fo di pregadi ,
quondam sier Silvestro 11 ...
Sier Alvise Marzello , fo di pregadi ,
quondam 27 ... sier Jacomo .
Sier Andrea Foscolo, è governador di
una galia in armada, quondam sier
Hironimo .
Sier Francesco Valier, fo capetanio di
le galie di Barbaria, quondam sier
Hironimo .
Sier Piero Soranzo, fo patron a l'arsenal, quondam sier Vetor, cavalier,
provedador
Sier Hironimo Bon, è podestà et capetanio a Crema, quondam sior Francesco
Sier Marco Orio, è vice capetanio di le
nave, quondam sier Piero
Sier Michiel Salamon, ſo provedador al
sal, quondam sier Nicolò .
Sier Hironimo Bon, è provedador a
Sallo, quondam sier Alvise
I Diarii di M SANUTO. Tom. III.
† Sier Zuam Zantani, el cao dil conseio
di X, quondam sier Marco
Sier Vetor Michiel, fo capetanio in Alexandria, quondam sier Michiel
Sier Jacomo Capello, è patron a l' arsenal, quondam sier Michiel
Adì 29 marzo. In collegio veneno li oratori di
Padoa, per la expeditiom di quello hanno richiesto,
di poder taiar legni di rovere etc. Or fo ditto, non
voler darli licentia per horra.
Vene sier Jacomo da Molin, doctor, venuto capetanio di Zara. Reſeri assa' cosse, et chome stava
quella povera terra e misero contado, dil qual tra
incursion di turchi, stata tre volte, e peste, ne mancha anime X milia, tra morte da peste e menate via
da' turchi , et animali da 80 milia. Item, è gran inopia in la terra ; sopra li soi arzenti non à trovà la
12 ... mità di quel val per arzento roto ; solum tre citadini
22 ...
à qualcossa. Laudo missier Zuan Tetricho. Disse la
Signoria teniva XI contestabeli vechi, con 25 fanti
l'uno; la camera è povera, mai à visto a una bota
ducati X; quelli nobeli hanno patido assai ; et disse,
di bolete di morti esser stà pagà etc.; non à potuto
44 ... più. Tacite danno il suo collega, stato sier France55
40
...
...
53. 45
sco Venier, qual era li in colegio con lui. Item, saria
bon compir certa porta; non si spenderà ducati 70;
disse di Nona, saria bon strenzerla ; di Lavrana vol
assa' danari a fortificharla. Item, in la camera si
tien malissimo le scriture etc. Fo laudato, de more,
dal principe.
Di Franza, di l' orator, date a Castel Rosso, a 623
di 10. Come ricevete do nostre letere, zercha la
12 ... cruciata, e la dificultà a obtenirla dal papa. Andò dal
102
1619 MCCCCCI, MARZO. 1620
li fanti 6000, mandati a far im Picardia, verano ; et
za la raina mandò il suo capetanio in Bertagna.
Item, fo dal cardinal; scrive coloquij, e come zere, e li disse il tutto ; pregando parlasse con l'orator dil papa, è li, di tal materia. Item, li comunicho
le nove di Hongaria ; e il re disse: Il papa à gran
torto ; li scriveremo ; e di Hongaria, faremo. Poi ſonoesi non vol armar contra il turcho ; tamen li darà
4 nave grosse et 4 galie. Item, di certe parole usate
per monsignor di Ligni con l'amico fidel, de l'impresa di Napoli, poi expedita contra il turcho, si la
Signoria sarà contenta. Item, voria la Signoria li
mandasse in nota li danni abuti da le do charachie
di Zenoa, li farà satisfar ; et l'orator yspano, è lì,
voria la Signoria scrivesse a Roma, desse la cruciata a li soi realli et il jubileo ; e che la Signoria
scrivi in Spagna dil papa, e di modi dil ducha.
Depositiomdi l' amico fidel, stato im Provenza ;
il sumario è questo.
dal cardinal. Item, è zonto li il jubileo e la cruciata
di Roma ; e il re à scrito a Milam, non lassi scuoder
la cruciata, si non per so conto. Item, par che domino
Urbano di Alba, è orator di Moufera' al re di romani, habi usato dil roy certe parole ; e il roy à ditto
al suo orator, è in Franza a presso soa majestà,
scrivi al marchese : si è stà di suo voler, non dice
altro ; ma si non è stà di suo voler, debi punir ditto
missier Urbam. Et il re à mandà a donar al re di
romani 12 falconi sacri. Item, uno secretario di
monsignor di Ravasten a lui orator li à ditto bone
parole, dicendo è servitor di la Signoria ; unde, lui
li à corisposi, si per esser zerman dil re, come capetanio di l'armata. Item, li sforzeschi stanno, come Adi ultimo fevrer zonse a Xais, cità prima di
scrisse ; Lodovico, nel castello de Lis in Bari, serato Provenza, dove si tien il parlamento di tutto el
a custodia di 12 francesi, va talhor di di a peschar paexe; e li volse intender che hordine cra. E trovò
ne le fosse, e perchè à piacer di nove, il re talhor li la comision dil re era solicitar scuoder le decime
fa intender quello li par. Il cardinal Ascanio è in el per le chiesie, e molto solicitavano, dicendo volerli 623 .
castello di Burges, con 5 o ver sie de li soi, pur sera- per far armata contra infidelli. E a di tre marzo
to; e il fiol dil ducheto, in una abatia, a presso ... , zonse a Marsilia, e li O potè saper. Era im porto 3
in custodia di l'abate. Item, Renier Parente si aspe- nave, mostravano charena , fra zorni 20 sarano
ta a la corte ; et domino Acursio à scrito al re, ju- compite, a spese di do zentilomeni de li ; la 3.ª cra
stifichando la cossa dil ducha Valentino, zercha la | quasi in hordine ; legni assa' suficienti. Oltra queste,
dona rapta; e infine dice, la Signoria non si contenta.
erano cinque altre nave, mal conditionate ; et era
fama, si aspetava zerte nave di Bertagna e NormanDil ditto, di 13, date ex castro Moliano. Come dia, armate, carge di vituarie. E a di 5 zonse a Toera zonto li, et parlato col cardinal, et parole usato | lom, porto di Provenza ; era li nave 6, assa' sulicon monsignor di Arles, orator pontificio, qual disse
contra la Signoria nostra, era presente monsignor
di Albi, fratello dil cardinal. Qual li disse: Domine
orator, videlicet Arles , la Signoria ajuta Faenza e
Bologna con danari e vituarie. Et lui orator justifichò tutte le opposition ; e si non fusse stà la Signoria e non fusse, il turcho saria za in Roma. Or il
cardinal concluse, a Molines faria le letere al papa e
in Hongaria; e monsignor di Albi disse : Fin pocho
tempo videbitis magna , videlicet de reformatione
ciente; una armata, chiamata la Pansea, qual andava
e vegniva di corso, e havia preso do nave di subditi
di Spagna; una carga di grano, e una, per conto di fiorentini, carga di alumi e altre merchadantie. Di
le altre 5 nave, erano 3 im porto, non havea bisogno di charena, madi conza dentro via, e in zorni
20 sarano in hordine ; e za si comenzava armar una
per uno corsaro nominato Rapiamus, a sue spexe ;
e una altra si rasonava presto si armerà, pur per corsari, a petition dil roy. A dì 7 zonse a Villafrancha ; era im porto do grosse nave, una chiamata la
Dil ditto, di Molines, di 17. Come, in itinere, gran nave di Rhodi, l'altra la Chiaranta ; tutte do si
ricevete do nostre letere di primo. Fo dal re per lavorava con diligentia per conto dil re, quella di solicitar l'armada, et manda una deposition di l'a- Rodi messa a charena di una banda , maistri 60
mico fidel , stato im Provenza, e à visto quello zè. lavorava, e sarà conza di fuora via per 24 di marzo,
Item, quel Renier Parente li disse, il re verà de qui ; e dentro in di 20. In la Chiaranta lavorava maistri
et li capetanij di fanti è fuziti dal ducha Valentino, 40 ; et erano solicitate ; per tuto april sarano in
e uno nontio di ditto ducha è venuto li a justifi- hordine. Esolicita uno zenthilomo, per nome dil roy.
charssi . Item, esso orator manda l'amicho in Nor- Eli intese, il roy voleva tuor nave 6 a Zenoa per
mandia, et quel andava in Bertagna è amalato. Item.armarle, e aspetavassi certe nave di Bertagna e Nor
Ecclesice,
1621 MCCCCCI, MARZO. 1622
624
mandia, armate e carge di vituarie per l'armata ; et | Jayza ; manda etiam la copia. Item, si atende a spaera gran carestia nel paese di Provenza di grano, zar le zente d'arme, aspetando la conclusion di la
im precio più dil consueto. Item, nel ritorno trovò liga ; e il re à ditto, o vero il thesorier, è pedoni 5000
monsignor di Cresù, qual di comission dil roy an- in Croatia, et cavali 2000, e in li vice bani in Daldava a ordinar certi comuni per il Dolphina' e Pro- matia cavali 400. Item, essi oratori à ordinà al covenza, da far cuoser certa quantità di pam al tempo | rier fazi la via di Croatia etc.
bisognerà, per dar da manzar a le zente dieno venir per montar su l'armada, aziò non consumi li
homeni dil paexe.
Da Zara, di 17, di Jacomin di Val Trompia,
contestabele. Si duol la sua compagnia sia separada ;
et se li provedi dil viver a quelli è a Nona.
Letera dil secretario dil cardinal, nominato Ram
Cascioctus. Scrive, comme zouse in Cracovia, non
trovò il re, era andato a una dieta ; e il reverendo
domino Drevizio, supremo secretario, li à dito di la
bona voluntà di quel re. Et cussi lui andò dal re ; li
dè audientia; era 100 prelati, proceri e baroni ;
expose etc. Li rispose, manderia do soi oratori a
Da Sibinicho, di sier Vetor Bragadim, conte e esso cardinal a Buda, e non concluderà le trieve col
capetanio, di XI. Come eri sier Marco Antonio da ❘ turcho; desidera far, e à scrito a tutto il resto dil
Canal, sopracomito, si levò de li, e à tolto 40 homeni per interzar la sua galia ; è andato a Traù dal
provedador.
Item, per una altra di 14, di la cleetion dil sopracomito, fato nel suo conseio sier Michiel Ferro,
qual vien qui ; item, Xarco parti etc.
Da Veia, dil proveditor, di 24 , et di Marco
Zimalarcha, patron di la fusta. Come non pol armar de li, volendo armar la sua galia etc.; et vano
scrivendo assa' sopra tal materia.
Da Curzola, di sier Alvise Balbi, conte, di 21.
Come è stà publicha de li la cruciata, secondo in le
altre terre è stà fato.
Da Pizegatom, di sier Lorenzo Dandolo, provedador. Come, et è le lettere di 22, essendo innovà
certa cossa per quelli di Milano, contra quelli maxime non voleno peschino su Adda etc., la comunità
mandò oratori a Milan.
Di Padoa, di rectori. Non pono scuoler ; non
à scosso ducati 300 fin qui, di raxom di soldi 5 per
campo; sì che sono padoani molto duri.
suo regno, si preparino ; et che, a tre di questo mexe
di marzo, spira le trieve.
Copia di una lettera, scrita per il re di Poluna
al cardinal reginense, legato in Hongaria.
Reverendissime in Christo pater et domine, amice honorande, salutem et omnis boni augmentum.
Appulit ad nos vestræ excellentissimæ paternitatis nuncius, qui litteras vestræ excellentissimæ paternitatis nobis reddidit, et, ultra illas, prudenter oretenus oravit ad illud propositum, ut sanctissimo domino nostro in expeditione contra turcas adessemus.
Quæ omnia audivimus animo gratissimo ; et in spent
boni futuri, quod diuturnum silentium in nobis sæpe
fecerat, restituti sumus ; quippe tot hostibus unius
atque ejusdem voluntatis undique septi , agebamur
in malam spem status non solum nostri sed etiam
aliorum nobis vicinorum christianorum. Sed quonian) res magni momenti aggredienda est, mature
etiam debet in ordine poni, qui cum eadem .....
Vene sier Zuan Trivixam, provedador sopra i tractabunt rem eandem mature. Quia nollemus sanoficij , al qual è comesso la revision dil servir dietissimi domini nostri voto deesse, ubi id sine nobando dentro e di fuora ; et disse molte cosse ; mostrò letere abute , maxime di Brexa e altrove; è
gran confusion.
stro discrimine fieri poterit. Et tandem vestra reverendissima paternitas bene valeat.
Data Prothoviæ, feria quarta proxima ante doEt domente si stesse a lezer letere, vene Zuam | minicam Reminiscere, anno domini 1501, regni noGobo, corier, vien di Hongaria, volse venir dentro ; ❘ stri anno nono.
portò letere replichate di 12, et una di 16; il sumario sarà notado qui avanti. Subscriptio : JOHANNES ALBERTUS
Di Hongaria, di sier Zorzi Pixani , dotor el Dei gratia Polonice etc. rex.
cavalier, e sier Subastian Zustignam, oratori, date
a Buda, a dì 16. Manda le replichate di 12; e come Atergo : Reverendissimo in Christo patri et dovisitó el cardinal legato, qual li mostrò una letera | mino Petro tituli Sancti Cyriaci in Thermis, sanctæ
dil re di Polonia ; manda la copia; e una dil suo
secretario, è li. Item, il re li fè veder una letera di
romanæ ecclesiæ presbytero cardinali regino, apostolicæ sedis legato, amico honorando.
1623 MCCCCCI, MARZO. 1624
Sunt consimiles litteræ reverendissimi domini
cardinalis cracoviensis, fratris serenissimorum dominorum regum Hungariæ et Poloniæ, scriptæ eidem reverendissimo domino cardinali legato in hujusmodi materia.
Copiade una lettera, scrita per quelli di Jayza, al re
di Hongaria, li dimanda socorsso contra turchi.
Fu posto, per tre di nui savij ai ordeni, le nave
vano in Candia e Levante, di bote 200 in suso, e altro navilio, eussi come per leze erano ubligati tochar
Modon, cussi al presente tochi Corfù o il Zante, soto
pena al patron di ducati 500, et exilio per anni 5.
E sia publica ditta parte. Ave 0, 0, et il resto di la
parte.
Fu posto per tutti li savij dil colegio, excepto sier
Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, una letera a li oraSinceræ fidelitatis servitia (sic), serenissime prin- tori nostri in Hongaria, come per soe havemo inteso
ceps et domine, domine noster gratiosissime.
Semper dedimus ad notitiam vestræ majestatis
pericula nostra, quæ audivimus vel audire de Turchia
potuimus ; nunc autem quasi manibus palpavimus
insignem (sic), qui veniebat de curia cæsaris, quem
certe misissemus ad serenissimam majestatem vestram, ut oretenus enodaret periculosissimas novitale preparation di turchi im Bossina, e le provision di
quella majestà fate, e, come ne richiede, mandaremo
statim le vituarie e monition a quelli soi lochi. Item,
aspetemo di hora in hora la resolution dil papa, qual
doveva far congregation di cardinal ; e par sij dificili al capitolo durante bello e alcuni altri ; et che nui
vosano veder di mandar li danari al re per letere
di cambio, o vero, fata la conclusion, li manderemo
a Segna etc. E il papa etiam mandava la parte a soa
serenità aspetante; e si farà questa una antidata.
624 tes et immensum exercitum et apparatum, quas cæsar turcorum elevavit contra nos, sicut nobis narravit dictus turcus ; non potuit tamen quia nimis est
vulneratus. Quando autem convaluerit , mittemus Item, si scrivi una altra letera, seorsum et secreeum serenissimæ majestati vestræ. Festinet tamen, tissima, come si il re si dolesse di l' indusia dil papa,
sacra majestas vestra, destinare homines qui nobis e volesse concluder con la Signoria nostra, in nomine
succurrerent et essent nobis præsidio ad pugnam ; Domini debino sigilar li capitoli, e li mandemo il syquia jam incepit exercitus turcarum ad Verbozania ; nicha' . Item, debi purgar la calumnia col re e caret, ut narrat iste idem turcus, septem sunt duces : dinal, che il papa dice havemo capitoli col re a parprimus est Homar beg, secundus est Melbochelvich, ❘ te, nè è altro cha quello di 15 per 100 etc. Et sier
tertius est Jiahia, bassæ filius. Iste jam venit ad Verbozania cum suo exercitu et apparatu. Quartus est
Habinat bog , qui habet filiam cæsaris. Cum ipsis
est Zubassà Dezlvonich, nomine Muſafa beg. Cum
ipsis totus potentatus cæsaris , videlicet Romania
et Natolia; et super omnes prædictos dictus cæsar
præfecit in persona sua Czchender bassa. Ideo succurrite nobis, quia petimus. Unus itaque explorator
turcarum per tres annos hic in Jayza mansit nobiscum, de quo nulla fuit suspicio ; nuper autem saliit ,
et bassà confestim misit eum ad cæsarem, et ipse
omnia ista contra nos elevavit. Iterum clamamus;
succurrite nobis ne pereamus, quia jam non poterimus, etsi voluerimus, clamare. Isti igitur qui
sunt hic pauci stipendiarii ibunt ad castrum et nos
unum angulum civitatis defendere non poterimus.
Ex Jayza, feria sexta post dominicam Invocabit.
Subscriptio : Judex et vayvoda, jurati et tota
communitas civitatis Jayzæ , servitores deditissimi
majestatis vestræ .
Da poi disnar ſo pregadi. Fo posto per li consieri la gratia de sier Lunardo Vendramin, ch'è debitor di la Signoria ; balota 2 volte, non fo presa.
Jacomo Cabriel, savio ai ordeni, andò in renga, et
cargo il collegio fa erori ; laudò le parte, ma voleva
una 3. letera, qual senza averla fata lezer in colegio,
❘ni ditto 0, fè lezer a Nicolò Aurelio : che era, si 'l re
non voleva quanto li scrivemo, et volesse far trieve 625
o pace col turcho, ne includi etiam nui, et per questo non si resti di darli li 100 milia ducati questo
anno etc. Et disse poi ditto sier Cabriel, come per
non haver consultà questa letera in colegio, meteria
de indusiar fino doman, acciò la si consultasse. Or
di hordine di savij, Jo, per esser in setimana, li andi
a risponder, et parlai optime, judicio aliorum, et
excusai il colegio di la calumnia fata; et ne la fim,
tulsi licentia dil conseio, dicendo compiva. Comemorai qualche operation mia, tutte ad bonum reipublicæ. Et poi andò in renga sier Zuan Trivisam, provedador sora i oficij, et concluse omnino feva per
per nui la liga col re preditto, e saria bon avisar li
oratori, si non volesse concluder con questi danari ,
videlicet il 3.º darli de præsenti, possi dar più etc.
Non li fo risposto, ni messa la parte. Andò quella dil
Gabriel: di l' indusia 41, la nostra 116. E fu presa.
Et fo dato sacramento per li cai di X, a bancho a
bancho, tuta questa materia.
1625 MCCCCCI, MARZO. 16:26
Fu posto per tutti, ut supra, cometer la execution di lo armar dil barzoto e di la fusta a li provedadori sora i contrabandi. Etiam si armi 4 barche,
quale siano in conserva etc. Ave tutto il conseio .
Fu posto per li consieri, cai di 40, e tutti i savij,
licet contra mia voglia, far una ditta per rescuoder
sier Andrea Ballastro, fo camerlengo a Modom, e
capetanio dil borgo, ch'è prexom a Constantinopoli ;
con questo perhò, stante el scrito fato per sier Alvixe Pixani e fradelli, dal banco, di prometer li diti
danari a la Signoria 8 mexi poi zonto el ditto sier
Andrea de qui, s' il non mostrerà li danni, e dover
haver la ditta quantità, qual è ducati 700. Ave ditta
parte 24 di no, el resto de si. E fu presa.
Fu posto per lhoro savij, atento non si fa la debita execution di scuoder li soldi 5 per campo, che
'l sia preso, che per il colegio si elezi do zentilomeni
nostri , quali con 3 fameglij per uno debino andar,
uno a Padoa e Vicenza, l'altro Treviso e trivisan,
a solicitar ditta exation, con li modi e comision parerà al colegio. Et ditta parte have 2 non sincere,
38 di la parte, 115 di no. E fu preso di no, perho
che 'l conscio vol, li rectori e camerlengi fazino tal
execution.
Fu posto per sier Zanoto Querini e sier Marin
Zustignan, provedadori sopra le nave, la expeditiom
di li patroni dil traſego, zoè fati creditori, parte di
la Signoria nostra, parte dil cotimo di Alexandria,
in do anni etc. Ave 9 non sincere, 40 di no, 91 di
la parte. Et fo presa.
Fu posto per li consieri, cai di 40 e tutti i savij
dil colegio, la parte de tuor licentia di proveder ai
fioli fo di sier Antonio Zantani, fo morto capetanio
e provedador a Modom da' turchi. Et fo leto una
optima letera, alias la Signoria li scrisse, hessendo
camerlengo e castelan a Scutari, al tempo di l'asedio. Et, mandati fuora li parenti, andò la parte : ave
2 non sincere, 67 di no, 105 di sì . Et nihil captum.
Iterum balotata : una non sincera, 70 di no, 103 di
sì . Et nihil captum.
Fu posto per tutti, ut supra, di tuor licentia di
poter venir il colegio con le so opinion a questo conseio, a proveder a li fioli dil quondam sier Alvise Mi-
• chiel, fo amazato, andato sopracomito, col socorso a
Modon, et sier Lunardo Michiel, fo suo fradelo, è di
la zonta, andò in renga, e parlò. E balotata : una non
sincera, 36 di no, 136 di sì. Et nihil captum, perchè la vol i 4 quinti, 38 di no, 136 di sì. Et niente
fopreso.
Fu posto, per tutti li savij, dar sovention di qui
ducati 100 a sier Polo Trivixan, va castelan a Na-
|
|
poli di Romania, non obstante la parte fusse in contrario, la qual sia suspesa, pro nunc. Ave 29 di no.
Du Udene, di oratori nostri, di 27. Dil zonzer
li sier Alvise Malipiero; doman si partirano. Item,
ditto sier Alvise scrisse, et mandò una letera di sier
Polo Bembo, vice provedador a Gradischa; qual li
mando una letera li scrive copiose Damiam di Tarsia, castelan a Castel Novo, di la rota data per turchia li vice bani, et poleno venir in Friul.
Di Arbe, di sier Cabriel Moro, orator, di 21. 625 *
Come sier Lorenzo Loredan à solum homeni 73 in
galia, da remo, e non ha 'uto fin hora nium homo
dal conte Anzolo di Frangipani, qual li à ditto molte
busie, adeo si convien levar, e vegnir altrove a interzarsi etc.
Da Napoli di Romania, di sier Jacomo di Renier e sier Alvise Barbarigo, rectori, di 29 decembrio. Come le do galie lassò il zeneral, sier Nadal
Marzello e sier Nicolò Taulichi, da Sibinicho, sono
state li do mexi e zorni, et le mandono con do fuste
armate e uno bragantin a Porto Liom di Sethines, e
trovono, tra fuste e bregantini, 5, qualli preseno con
9 turchi vivi, e alcuni fono morti; il resto fuziteno.
Aveno li legni con li so armizi, qualli, l'anno passato, assedio quella terra. Item, il formento è marzo ;
e, fata la descritiom, non ne hanno per do mexi; è
anime 12 milia in la terra, e si ne fusse de li, si venderia aspri 40 el mozo. Item, inandano do oratori a
la Signoria, sier Janulli Calavro e sier Manoleto Murmuri, dimandano danari per le fabriche e soldati ; e
li è solum do bombardieri, maistro Zuan Galeazo e
maistro Lucha ; voleno artilarie e monition. Item,
quelli oratori etiam vien qui per cosse private; aricorda si conciedi in genere, aliter seguiria gran
scandolo de li. Item, quella camera è molto indebitata; e per sier Zorzi da Londa, suo orator, mandò
li conti ; quelli stratioti hanno gran disasio. Item, sono
fuziti da' turchi zercha 200 stratioti, e, non venendo
soventiom, sarà confusion ; et è anni do, quelli O
hanno arcolto. Da novo, per uno schiavo fuzito e
preso a Napoli vechio, qual si parti da Constantinopoli a dì 27 septembrio, dice il signor non era zonto,
ma si aspetava ; havia fato tirar in terra tutte le sue
galie e fuste, con animo di riconzarle, e a Constantinopoli era la peste, e à mandà fuora tutti i schiavi
di Modon e Coron, e che a Constantinopoli molto si
stimava l' hongaro. Item, a di 9 dil presente, vene
uno altro schiavo di Constantinopoli ; dice il signor
è in Andernopoli, dovea andar a di 4 a Constantinopoli. Item, corsse el bassà heunucho, con cavali
400, sopra quel contado di Napoli , vene fino a San
1627 MCCCCCI, MARZO. 1628
Zorzi, li nostri soldati e quelli di la terra fonno a le animali, o ver che hanno fato al'ro algum, danne a sa- man con lhoro ; de' nostri niun fo morti, di lhoro 5 ; per. E, domandado a vuj, carabogdan, per che cason
e fo portà di turchi una testa in la terra ; el resto fo tu ha' mandato el Boldro vayvoda a corer ad Aspro
portati via per lhoro, justa il consueto; et che ditto | castro o ver Chely a far tal danno a quelli lochi ; et
bassà, doveria haver 1000 cavalli, non ha 400, per
il caro viver in tutta la Morea. Item, è capitato de
li uno schiavo, a di 10 fuzito da' turchi, al qual è stà
trovada una letera turcha, qual è questa :
Copia di una lettera, tradulla di turchesco in latim,
per la qual constu come el signor turcho rechiedeva certo carazo da un signor vlacho, confederado del re di Hongaria, el qualle non li ha volesto mandar dilto carazo, ma ha fato cavar li
ochij e tagiar el naso a ditto messo.
Voi, Murataga, tu ha mandado una letera a la
mia Porta, come il mio comesso, che ho mandado
li per scuoder el charazo de ducati 500 resto ; et el
signor carabogdam, optinudo Modon, et tagliado el
naso et etiam cavò li ochij ; et per che rasom non
haveti mandado quel homo, che haveti fato cavar li
ochij insieme con la letera, ch'è de quel carazo che
domandava ? Domando, se tu ha sentido dal carabogdar, se l'è vero che 'l disse di aspetar do mexi
et mezo, per dar dito carazo. Et si l'è vero che
havea ditto parole, te mando questa presente letera,
626 che dobiate mandarla al ditto carabogdam a lezerla.
Et etiam per veder li mei comandamenti.
A la nobilità de Bogdam salute.
etiam haveti butà freze brusade, per brusar i diti
loci ; et credo che, con le tue freze, tu vol brusar li ditti castelli, o con li tui fuogi ; ma a Deo dante, presto te segnarò i tui, o corarie, e li tui trati de freze,
con fuogi. E che Idio il veda a cadaum, perchè ciò
che zercha, presto lo trova.
A di 30 marzo. In collegio vene l'orator di
Franza ; al qual li fo comunichà la prima letera scrita in Hongaria ; et poi esso orator prego fusse
scrito per il beneficio dil suo da cha' Soranzo.
Veneno sier Nicolò da cha' da Pexaro, sier Domenego Malipiero e sier Simom Guoro, stati prove- dadori in l'arınada, dicendo non sapevano qual fusseno ; è stati da li avogadori passati, li spaza. Lhoro
dicono 0 haver contra lhoro, ni etiam questi presenti vol menarli. Suplicha siano spazati una volta,
e mandati fuora. Et consultato sier Marco Sanudo,
el consier, olim avogador, parlò, non haver O contra lhoro, ni etiam li soi compagni. Et visto la parte
messe sier Antonio Trum, tandem bisogna una volta
siano menati.
Di Gradischa, dil capetanio Carazolo. Manda
una letera, zercha la sfortunata sua dona; sa certo
è in Forli ; scrive mal di franzosi ; manda una letera
li à serito il signor Prospero Collona etc.
Di Hongaria, dil cardinal reginense, legato, fo presentà una letera data a Buda, a dì 16, latina.
Cum sit, come havemo saputo, che el nostro Scrive quello si à saputo per li oratori nostri.
homo, che havemo per scuoder el charazo, quello Fo ballotà di dar ducati 100 per uno a li tre so- haveti pigliato et tagliato el naso et etiam chavado | pracomiti, et lhoro comprino le veste d'oro, e farli li ochij, et in effeto causa el vorave asaper, quomodo domenega cavalieri. Item, terininà armar 4 galie,
vala im pace o in guerra, perchè sempre, fino pre- | zoè mandar li danari per le do a Corfu, et ducati sente, avanti che fusse compi il termine, tu mandavi | 2400 per una a quel di Liesna et quel di Spalato, è
ditto carazo, et nui havemo mandado el nostro co- qui ; et sier Alvise da Molin, savio dil conseio, arimesso per scuoder et tuor ditto carazo ; et voi haveti cordò il modo di danari.
fato taiar el naso et cavar etiam li ochij. Ma quello che tu vadi cerchando , presto tu trovarà, a Deo dante, perchè nui havevamo fede pura a voi, e che non speravimo de far a questo modo. Ma poi che
baveti fato cussi, aspelene, che presto vedereti .
E ti, Maradaga, fè ad ogni modo de darme information et noticia de questa tal casom, donde
nassete tal malle, o da Asprocastro o da Clicly ; se
per caso ha mandato o corieri o ver cursari, che
fusse tolto qualeossa de li, o homeni, o femene, o
Item, foballotà il formento et monition da mandar a li castelani dil re di Hongaria a Dobroviza ; e
scrito quello si manda in Hongaria.
Item, fo balotà ducati 300 da esser dati, ducati.
10 al mexe, a sier Francesco da Ponte, dil credito
suo, mostrando a li camerlengi. Et fo preso.
Et sier Alvixe Mocenigo, savio ai ordeni, renonciò la legation di Portogallo, dicendo lui voria andar,
ma il suocero non vol.
Di Arbe, di sier Alexandro Contarini, conte, sier
Cabriel Moro , orator , et sier Lorenzo Loredam,
1629 MCCCCCI , MARZO.
1630
sopracomito, di 22, pi letere. In conclusion, il conte
Anzolo non li à dà alcun homo; si scusa ; etiam lui
626 scrive a la Signoria ; et tandem, hessendo li in Arbe
34 morlachi, li hanno tolti e posti in galia, prometendoli tenir pocho ; et cussi si parte, et vien a la
volta .....
Da poi disnar fo pregadi. Non fo posto parte, t
salvo leto una, per l'hordine nostro, di dar licentia
a sier Beneto Dolfim, possi far condur certe sue
lane, è a Tortosa, con ogni navilio etc. , ut in ea. Fo
intrigata da li patroni di Barbaria.
Fu, ne la fin dil risolver il pregadi, posto per
sier Marco Sanudo et sier Piero Duodo, consieri,
cai di 40, e li savij da terra ferma, dar ducati 20 al
mese qui a la moglie e fioli di sier Zuan Zantani, va
provedador in armada, a conto di suo credito. Ave
la parte 86 di sì , 82 di no. Fu presa. E noto, si Jo
era im pregadi, non la lassava passar. Et satis.
5. Sier Hironimo Foscari, fo auditor nuovo, quondam sier Urbam.
3. Sier Vetor Foscarini, fo camerlengo di comun, quondam sier
Alvise, provedador
4. Sier Piero Contarini , avochato
fiscal, quondam sier Zuan Ruzier
19. Sier Francesco Zorzi, l'auditor
nuovo, de sier Hironimo, el cavalier
9. Sier Zuanı Mathio Contarini, el
grando, quondam sier Marco
20. Sier Jacomo Cabriel , savio ai
ordeni, quondam sier Bertuzi ,
cavalier .
1. Sier Francesco Dolfim, el grando, quondam sier Zuanne
11. Sier Homobon Griti, el grando,
quondam sier Batista
14. Sier Piero Bembo, de sier Bernardo, dotor e cavalier .
12. Sier Piero Pasqualigo, el dotor,
fo auditor, quondam sier Filippo
6. Sier Beneto Vituri , fo auditor
nuovo, quondam sier Beneto
21. Sier Francesco Donado, savio ai
ordeni, quondam sier Alvise
7. Sier Anzolo Cabriel, el grando,
quondam sier Silvestro .
Fu fato tre savij dil conseio, in luogo di sier Nicolò Trivisan, procurator, sier Francesco Foscarini ,
sier Marco Antonio Morexini, el cavalier, che compieno. Rimase, primo sier Domenego Trivisam, el
cavalier, fo savio dil conseio, 110; sier Domenego
Morexini, procurator, 109 ; sier Marco Bolani , fo
savio dil conscio, 101. Soto, sier Filipo Trum, procurator, ma non passò. Item, tre savij di tera ferma,
in luogo di sier Francesco Foscari, sier Polo Capello,
el cavalier, compieno, e sier Piero Marcello, è intrato
avogador. Rimase, sier Lorenzo di Prioli, fo savio a
terra ferma, 133 ; sier Piero Capello, fo savio a terra
ferma, 112; sier Beneto Zustignan, ſo savio a terra
ferma, 103. Soto, sier Zorzi Emo, savio a terra ferima, 87. Item, 5 savij ai ordeni : sier Piero da cha'
da Pexaro, fo savio ai ordeni, quondam sier Nicoló,
et è rimasto a la camera d'imprestidi, 133 ; sier
Zuan Antonio Minio, avochato fiscal, 110; sier Bortolo da Mosto, fo savio ai ordeni, quondam sier Jacomo ; sier Antonio Venier, ſo savio ai ordeni, de
sier Marin ; sier Anzolo Cabriel, fo avochato grando,
86. Soto, sier Marco da Molin, fo savio ai ordeni,
quondam sier Piero. Item, fu fato 2 provedadori
sopra lo armar : sier Marco Foscari, fo savio ai ordeni, quondam sier Zuane ; sier Andrea Suriam, fo
cassier. Item, castelam a Pizegatom, sier Ferigo Non. 18. Sier Piero Michiel, fo provedaLoredam, quondam sier Antonio. Et orator im Portogallo, sier Piero Contarini, quondam sier Zuan
Ruzier.
176. Eleto orator al serenissimo re di Portogallo.
16. Sier Marin Sanudo, savio ai ordeni, quondam sier Lunardo 66.99
2. Sier Marco Minio, fo auditor
nuovo, di sier Bortolo
13. Sier Cabriel Emo, quondam sier
Zuam, el cavalier .
15. Sier Domenego Foscari , quondam sier Alvise, quondam sier
Marco, el procurator
10. Sier Piero Donado , fo auditor
nuovo, quondam sier Andrea
17. Sier Andrea Arimondo, el grando, quondam sier Simom
35.129
72.87
106.60
34.131
18.142
83. 85
30.185
33.184
51.114
82.86
61.109
97.73
47.121
54.114
48.121
55.108
44.124
19.147
dor a Rimano, quondam sier
Lucha
8. Sier Nicolò Salamom, ſo auditor
nuovo, di sier Michiel 38.129
.....
1
A di 31 marzo. In colegio vene l'orator di 627
Franza, zorcha la lite à Elia Christiam, di la centura,
1631 MCCCCCI, MARZO. 1632
con quel milanese. Unde fonno chiamati dentro, et, | per hora. Et rimesse a poi disuar a darli audientia.
coram principe et collegio, fato il compromesso ne li
consoli di merchadanti, tamquam judices delegati ab
illustrissimo Dominio, et de jure, et de facto, et de
omnibus differentiis. E le parte lo pregono.
Vene quel domino Galeoto nontio di
missier Zuan Bentivoy, dicendo, con bona licentia,
voleva ritornar a Bologna. Ringratiò la Signoria di
le opere e bon conseglij dati al signor suo, offerendossi perpetuo servitor. Disse, zercha il lassar di
Lucio Malvezo etc. Il principe li usò bone parole,
verba pro verbis, tochandoli la man, et si partite.
Da Roma, di l' orator, di 24. Come eri fo dal
papa, qual era con il cardinal Alexandrino, Capua,
Modena et Santa Praxede, sopra la expedition di lo
episcopo di Chai per Hongaria, et non potè esso orator haver audientia. Et parlò con monsignor di
Trans, qual vuol la legation di Franza per il cardinal
Roan; e il papa lo mena a la longa. Li ha dito, non
ge la dagando, faria levar le zente dil roy di l' impresa di Faenza. Item, à parlato poi a lo episcopo
di Chai ; li à dito non verà cussi im pressa, come
vene a Roma ; e il papa scriverà uno brieve al re de
Hongaria, per intertenirlo. Item, esso orator è stato
con li oratori francesi, in materia cruciate ; et l'orator yspano li ha ditto, haver dimanda al governador di poter mandar alcune arme in Castiglia. Non
ha voluto, dicendo dubitar non le mandi a la armata, ch'è in Sicilia ; e tacite à fato saper, il papa
non vol.
Item, obtene l'absolution di domino Sonzim Benzon, per aver preso el cardinal Ascanio etc. Item,
de li a Roma si aspetta il cardinal San Severino,
vien per haver im protetion le cosse dil re di Franza. Etiam si aspeta monsignor di Agrimonte, qual
altre volte fu li orator etc.
Dil dito, di 26. Come, da poi disnar, justa l'hordine, fo dal papa. Era questi tre cardinali : Orssini,
Capua e Cosenza. Qual soa santità fè chiamar Adriano, secretario, et li comunicho a esso orator la riformation di capitoli di Hongaria, qual fo come scrisse
per le altre; e questo di più, dil capitolo di l' andar
im persona, l'à lassato come era ; et quello dice,
non praticherà le parte o experimenterà acordo con
il turcho, li à zonto questo con il turcho. Item, vol
il re di Hongaria statim renoncij le trieve l'ha col
turcho. Item, quello de li lochi si aquisterà, non ne
vol 0 il papa, ma li dona la sua parte al re e a la
Signoria nostra. Item, quello dice sia ubligato con
l'armata e stratioti, non vol, per non haverne etc.
Poi li fe' lezer do brievi, qualli scrive al re predito,
e uno al legato ; la sustantia di qualli è, soa santità 627
fa gran oferte al re, et persuasion a far. Item, li mostrò la bolla sigilata, con la libertà al legato di concluder; et lo episcopo di Chai si parte doman, e il
papa li disse : Tu anderai a Venecia, dove starai una
note ; li mostrerai li capitoli ; et si la Signoria volesse
consultar a so modo li capitoli, lassali, e va di longo.
E li dirai, non potemo hora armar, fino non si vedi
la conclusion di Hongaria. Et l'orator li disse : Dio
voia, il re si contenti .
Dil ditto, di 27. Come visito lo episcopo di Chai,
qual li disse veniva qui, et starà do o tre zorni ,
quanto vorà la Signoria. Et cussi ozi è montato a
cavallo. Aricordo fusse preparate barche, acciò non
dimorasse; et lui scrive al re e al legato; prega si
Dil ditto, di 25. Come ozi non potè haver audientia ; el papa era andato in castello ; et etiam il
cardinal Santa †, e l'orator yspano non poteno parlarli ; et li cardinali reduti a la Minerva, de more, per
far certa solennità di maritar donzelle, par facesseno
insieme congregation zercha il pagar li danari dil 3.º
per Hongaria, qualli li Focher paga al re; e voleano questo : si non seguisse la liga, non li desse li danari. | mandi le letere.
Ea questo Focher disse, non poter ; ma chome ſeva
il cambio, conveniva satisfar. Item, domino Hironimo Campezo, orator di missier Zuan Bentivoy, tornò di Bologna a Roma; e tamen il papa non ha 'uto
ancora Castel Bolognese. Item, è fama de lì, el cardinal curzense esser passato incognito in Alemagna,
a dir mal dil papa, per causa di certa soa abacia.
Da Ferara, dil vicedomino, di 29. Come erano
zonti li do oratori napolitani, vien di Franza con
chavalli 50, nominati domino Antonio Frixon et domino Troiano, alozati a l' hostaria di Santo Anzolo,
et è stati a veder la terra, insieme col ducha. Hanno
ditto, il re di Franza non averli voluto dar audientia.
Item, il signor ducha sta molto suspeso ; non sa la
causa ; zercherà di saperla ; et il prothonotario Ben-
❘tivoy è venuto li, ebe audientia secreta solum dal
ducha, missier Sigismondo e missier Zuan Lucha.
Item, il ducha à mandà il suo capetanio di justicia
per orator al ducha Valentino ; non sa ad quid; et
Del ditto, di 26. Come in quella matina fo a palazo, e aspetando haver audientia, parlò con uno di
Rodi . Li disse esser nova, il turcho fevafar 50 galie
grosse et 100 sotil. Poi intrò dil papa, per dirli di
l'armata. Qual li disse: Semo ocupati in questa expe- ❘
dition di lo episcopo di Chai; non parlate di altro I de li si fa preparation a li lochi sora Po, come è il
1633 MCCCCCI, MARZO. 1634
Bondem e altri, de vituarie per francesi dieno pas- | sto , lhoro dagino 60 homeni a sier Alvise Loresar ; et, passate le feste, si aspeta il ducha Valentino de li. Si fa preparation, et si (e) invitato lui medemo.
dan, provedador, come si à oferto.
Di Cao d' Istria, di sier Piero Querini, podestà 628
el capetanio. Zercha il scuoder li danari di la cruNota, per colegio fo serito a Ferara, esso vice- ciata, àposto bon hordine, non sarano movesti. Item,
domino li vadi contra, et dichi al signor vol venirli ; | per una altra letera, il pagador di l' armamento hae si lui non volesse, lo visiti poi, scusando non esser ver auto de lì solum homeni 34, et è partido etc. Et
andato contra; et si esso ducha tresse moto di venir | sopra questo scrive assa' .
a Venecia, lo disuadi, non esser tempo al presente,
per etc.
Item, fo spazà le letere a l'orator in Franza nostro, in recomandatiom dil signor Constantim Arniti,
a justicia a presso il re etc.
Di sier Domenego Dolfim, capetanio dil colfo, 4
letere, date in galia, a presso il Sasno. Nara il modo
tolse li do gripi di bocha di la Valona, et quando
ussi di la Vajussa le galie, e veneno a la Vallona ;
sono in tutto XI galie, computà la pagana nostra, et
5 fuste. Per una altra, scrive di la morte di suo fradello, sier Alvise Dolfim, a Durazo ; e come quel
baylo, sier Vincivera Querini, vi pose sopracomito
sier Marco Querini, quondam sier Jacomo, so cuxim ;
e lo lauda. Per l'altra, scrive aver ricevuto l'hordine nostro di andar per li lochi a veder quello à
fato li rectori etc. Dice à molte quarelle ; e, come arà
tempo, vi anderà. Item, per una altra, di alcuni homeni fuziti di la sua galia, qualli de qui è stà conzi,
e à tochato soldo.
Da la Braza, di sier Mathio Baffo, conte, di 24.
Zercha lo armar de li la galia, rispondeno; e il soracomito electo, quelli non voleano, et si duoleno di
certo hordine fenno li syndici etc.
Da Verona, di rectori, 29. Come mandono il suo
canzelier dal cardinal curzense a visitarlo. Li disse
andava a una sua abacia, e passerà per Sonzino ; et
che quelli signori francesi, sono a Milan, l'à exortato
vadi fino li a Milam; et cussi ha diliberato di andar etc.
Fo ballotà li ducati 1400 di sier Valerio Marzello, come fu preso im pregadi ; zoè li sia dato ducati 500 di contadi di le 30 et 40 per 100, et il resto di le page dieno dar i Malaspina di Verona, non
computà questa dieno dar a Pasqua, di qual se ne
possi servir. Et nota, che etiam per avanti li fo ballotà ducati 500; ergo li nostri danari va mal.
Item, fo ballotà di far la promessa di ducati 700
al Coresi o altri, per el rescato dil Balastro, justa la
parte presa.
Di Franza, di l' orator, venute hora, date a Molines, a dì 21. Come era venuto a dì 18 uno corier
dil re di Hongaria, con letere al re, venuto in zorni
30. Li scrive manderà presto li soi oratori. Item,
l'orator yspano etiam have letere di soi reali, zercha
lo acordo dil re di romani e il roy; et ditto orator
dice, seguirà omnino non sarà 15 zorni. Item, à inteso il re vol zenoesi armi 4 nave et 4 galie a so
spexe, et quelli 6000 fanti picardi dice esser per
l'armada; ma secrete lui à inteso, li vol mandar
versso Belinzona, e dà fama per Napoli ; et questo
vol sia tenuto secreto. Item, il re à ditto a lo episcopo di Arles, orator pontificio, scrivi al papa dagi
Da Spalato, tre letere di sier Hironimo Baffo,
conte, di 18. Come quelli di Clissa, poi la rota, li ha
mandà a dimandar monitiom ; li à mandà polvere elc.
Item, par di quelli dil conte Xarcho ne mancha 60.
Item, per una altra scrive zercha el bastion di Narenta, qual ruina, e di provisionati et contestabeli | la cruciata a la Signoria nostra. E ditto Arles disse de li. Item, di do oratori vien qui di Spalato, nominati uno ... , e l'altro domino Antonio di Augubio,
et sono di nobeli etc.
Da Zara, di rectori, di 26. Come, in execution di nostre letere, hanno suspeso la cruciata de li etc.
Item, se li mandi danari per li provisionati, sono
essi rectori impegnati za per ducati 400.
Da Veia, dil conte, di 24. Come vien qui sier
Antonio di Zorzino, sopracomito electo; tamen fo
parlato sopra di ziò in colegio.
Et perchè il soracomito di Arbe era venuto qui,
et oratori dil populo, dicendo haver angaria, fo terminato pro nunc, non armar de li galia, et, con queI Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
al nostro orator, saria bon stesseno insieme ; e voria la Signoria scrivesse una letera, purgando il ducha Valentino di la innocentia di la dona rapta. Item,
il roy vol missier Zuane depositi Castel Bolognese
in le suo man, fin guera finita ; e sa il papa non solum ama, ma teme il ducha. Item, quel Renier Parente verà de li, et dicono è povero etc. Et eri , di
voluntà di la regia majestà fo fate le noze di la fiola
dil ducha di Barbom in uno fio di monsignor di Lanzon, tutti do de anni 8 in 10. Item, venendo in camino pocho luntan de Lis in Barri, dove è il signor
Lodovico, maistro Salamon, medico dil re, andò li
in castello a veder il ditto signor Lodovico. Dice
103
1633 MCCCCCI, MARZO. 1636
averlo trovato macro, li ochij inchavati, con un circulo negro atorno ; et che 'l si dolse che il re li teniva il suo stato, dicendo non si pol comunichar, si
non me lo renda. Et dimandò si l' acordo dil re di
romani era seguito ; dicendo : Non sarà senza de mi.
Poi si lamentò di alcuni soi servitori. Conclusive, ❘
esso maistro Salamon à referito al re, tenir quod |
incipiat jam insanire. Et a la corte, a la menssa dil
re, si à fato carlevar di ziò. Et tanto esso signorLodovico à persuaso il re, che li à concesso uno suo
nanino.
ceps , frater el consanguinee noster amantissime,
cupimus vos intelligere reddique certiorem quod
nos, animo agitantes et considerantes quanta reipublicæ christianæ mala atque pericula immineant,
ob superbos furibundosque belli apparatus , quos
immanissimus ille turcarum princeps, ut accepimus,
ad christianorum fines invadendos exterminandosque facere in dies satagit ; animum nostrum induximus, ut pro christianorum orbe tutando, tantaque
infidelium insolentia moderanda, magnam et ingentem classem pararemus et faceremus. Naves enim
haud mediocres triremes, biremes, cæteraque maritima vasa aptari quotidie curamus, homines ad navalem ipsum exercitum expertos deligimus ; victualia et commeatus abunde coacervantur ; armorum
atque tormentorum militiæ genera omnia non desiunt ; stipendia in promptu sunt. Quam ob rem
Dil ditto, di 23, ivi. Come ricevete 4 letere in
la materia di Hongaria, con li capitoli etc. Fo dal re,
li comunicho il tutto, exortando soa majestà a contribuir a quel re. E il re rispose : Con la nostra armada bateremo il turcho. Et à mandà uno in Britania a solicitar ; et il sinischalcho di Beucher è partito
per Provenza, per far l'armata ; et disse zenoesi | classem ipsam expeditam quidem, ut decet, a litore
non vol armar, et non volendo nostri homeni, non
li daremo l'artilarie. E vorà lhoro meti le sue. Qualli
dicono esser contenti armar contra Napoli, ma non
contra turchi . Et il re disse mal di essi zenoesi, dicendo: Son inimici vostri; et ne ha offerto armar
12 nave dil suo contra la Signoria. Item, dil papa,
zercha Hongaria e cruciata, disse fa mal, e non doveria far cussi; e dubitava non saria contento di capitoli etc. Quanto al fiol di Gen, sultam, esser in
Franza, disse: Non lo credemo, perchè mai non usò
628 con dona in Franza. Pur faremo intender ; et, trovando, si custodirà. Item, dil conte di Cajazo non
parsse alhora esso orator dirli 0; et il re lo prego scrivesse a la Signoria, non lasasse Lucio Malvezo.
Et il cardinal Roam li è ritornato la febre; et parloe
nostri maris arbitramur proximo æstivo tempore
discessuram. Cui adjunctis et coadunatis expeditionibus maritimis sanctissimi domin nostri papæ, Hispaniæ et Portugalliæ regum, senatus venetorum ....
aliorumque christianorum principum et dominorum,
quos omnes in hoc sanctissimo et laudando negotio
adjuturos fore credimus, ut nobis nunciarunt, non
dubitamus ipsam classem tam adauctam et pene immensam fieri , ut audenter possit et lurcarum exer- citum navigantem perquirere, et inventum, Deo juvante, confundere atque, si res flagitabit, terram petendo et in terrestrem exercitum conversam, non solum quæ nuper oppida amiserunt christiani recuperare, sed antiquiores christianæ religionis injurias ab ipsis infidelibus vindicare. Verum quia, cuiquam
a suo fradello, monsignor di Albi, qual intrò su la | evidentissime patet, quo animo, qua constantia, cuimpresa di Napoli ; e che ' l re Fedrico chiamerà tur- chi in suo ajuto ; dicendo : A ponto è bon per baterlo, e il roy spazerà in un mexe, e si potrà atender
contra il turcho. Item, manda la copia di una letera scrive il roy al re di Hongaria, e una in francese
scrive esso re al papa.
|
|
jusque virtutis decore et zelo fidei, vos serenissimaque domus vestra Hungariæ ad ipsos semper immanes nominis christiani hostes invadendos, nisi et usi
fuistis, eapropter vos , fraternitatemque vestram
quantum possumus hortamur, ut in hac tanta totius orbis christiani necessitate, fideique catholicæ
imminenti periculo, velitis quanto asperiori et atrociori bello poteritis, in turcas per terram irruere,
quo terra marique eodem tempore undique opprimantur. Non enim vobis, si opus fuerit, auxilia chriSerenissimo, excellentissimo et potentissimo prin- stianorum principum deerunt, ut jam vobis a præcipi Ladislao, Dei gratia regi Hungariæ, fratri et con- fato summo pontifice venetisque dudum nuntiatum
sanguineo suo carissimo, Ludovicus, eadem gratia, est. Eritque una res, quæ statum vestrum totamque 629
Francorum, Jerusalem et Siciliæ rex, dux Mediola- rempublicam christianam in tuto ponet. Ad quam
ni, dominus Januæ, salutem, amorem fraternamque | exequendam, periculum, fides, religio atque gloria
dilectionem dicit. nos omnes excitare videntur, quo audacius aggreCopia de una letera, scrita per il re di Franza al re
di Hongaria, lo conforta contra turchi.
Serenissime, excellentissime et potentissime prindiendum est. Postremo, excellentissime, serenissime
1637 MCCCCCI, MARZO. 1638
al signor Schandarbecho. Item, de li hanno trovato
salli stera 1500, la mità ha concesso al populo, per li carazi dati al turcho, et l'altra mità retenuto per
atque potentissime princeps, frater et consaguinee
noster amantissime , si in aliquo arbitramini nos
vestræ posse morem gerere voluntati, id animo pa- ratissimo exequemur, adjuvante Deo maximo, quem { spexe etc. Item, verano lhoro oratori de qui.
precamur .... ut velit vos vestrumque regium statum in sua dignissima protectione incolumem conservare.
Vene sier Constantim Zorzi, da San Marcuola, et
presentò al principe una letera di Ragusi, di sier Hironimo, suo fradello, di 17, drizata a la Signoria.
Come, per uno suo venuto di Constantinopoli, non
dice il tempo, à aviso di la certeza di l'ussir velle
40 di Constantinopoli per Gallipoli, tra galie e fuste ;
si dice, vanno per scontrar le galie nostre di Baruto
e Alexandria ; e altri dice, vano per andar nel colfo insieme. E cussi si parte, e va a Bia' Grassa, dove è | di Satalia, a la spiaza, per le cosse dil caraman ; e il
Da Milam, dil secretario, di 28. Come monsi
gnor di Chiaramonte era stà dimandato dal re, lo
vadi a trovar a Molines in Bergogna, o a Lion, prometendolo non lo tenir più di zorni 15, per conferir
alozato monsignor di Obigni, poi a Pavia ; e lui secretario lo acompagno. Item, monsignor di Luciom
li à ditto, suo barba, cardinal Roam, poi Pasqua sarà
a Milan ; et par esso lucionense sarà levato de li
per li malli portamenti soi, e tutti si doleno etc. À
mandà le letere drizate a l' orator nostro im Portogallo, a Zenoa, justa i mandati.
signor fa cavalchar a quelle bande Carzegolli bassà,
con persone 30 milia ; ma li janizari non voleano
❘andar; voleano per lhoro capetanio Jacub bassa,
qual è arsirato. Item, il signor à fato anegar do sanzachi, per aver lassato intrar le 4 galie col socorsso
in Modon, zoè il sanzacho di Negroponte et quel di
Egeo castro. Item, esser ritornato l'orator dil siDu Crema, di sier Hironimo Bon, podestà et ca- gnor, stato in Hongaria, a Constantinopoli. Conclu- 629 .
petanio. Zercha la cruciata à suspeso, et à 'uto una de, per questo anno non è da dubitar il turcho fazi
letera da Milan, come el di di la Nostra Dona è uno armata, salvo quello è ditto. Item, esser zonto lia
jubileo de li ; non à voluto publicharla, acció li da- | Ragusi li do stati a Constantinopoli a la Porta, zoè
nari de' nostri subditi non vadi a Milano. Etiam ne
ebbe un' altra di Lodi.
Caraffa et Palavisino ; passerano di qua ; et il signor
Schandarbecho intrò in Alexio, ma per voler andar
DiAlbania, di Zorzi Schandarbecho, di sua та- troppo im pressa, non è in quella reputation si creno, data in la isola di Alexio, a dı 7. Avisa dil modo | deva. E venuto con pocha zente, e albanesi non fansi have quella terra, e lauda Jacomo Trivisam, secretario dil provedador, qual andò avanti , et operò
tanto, che la terra si dete a la Signoria nostra e a
lui etc.
no quel caso etc. Ma tutto consiste a le cosse di
Hongaria.
Vene dentro uno grecho callafati, qual è assa'
anni dia haver, per certa sua nave, etc.; dicendo,
l'altro eri fo leta per sier Francesco Foscari la sua
parte im pregadi, di la sua expedition, e fo impedita. Suplicha li sia provisto ; non à da viver ; havia
la vesta sopra la camisa. Or, da compassion, li fo
dato ducati 20.
Veneno li do oratori, Alberto Trapolin et Lodovico Conte, solicitando la expedition di roveri etc. E
il principe li disse, doveriano pagar li soldi 5 per
campo, in tanto bisogno ; tutti paga, da lhoro e vicentini in fuora. Risposeno, pageria questo arcolto.
Di sier Antonio Bom, provedador in Albania,
data ivi, in l'isola di Alexio, a di 7. Come, a di
primo, zonti a porto Malonto, mandò Jacomo Trivixam, suo secretario, in terra per andar in Alexio
a pratichar ; et cussi incognito, come merchadante
di formenti , andò et arivò in caxa dil vescovo de lì ,
domino Piero Malonsi ; et comenzó a pratichar con
li vechij di haver el dominio di la terra ; et cussi
avanti lhoro zonzesseno, si reseno, e rebellono a' turchi, et preso il gemin dil turcho. Poi, a di 5, zonse
el signor Schandarbecho e lui su l' isola ; et recevuti
con grandissimo jubillo ; et in quel zorno, a dì 7,
ch'è domenega, levoro il stendardo dil glorioso San
Marco ; et par, turchi venisseno da la banda di le Da poi disnar fo conseio di X simplice. Feno uno
rive ; et amazono do homeni dil signor Stefano Du- | capetanio di le barche nuovo, nominato maistro Pen- chagin, qual è lì con lhoro ; et doman dia andar nel
suo paexe, aspetato da tutti con desiderio. Item, quel
gemin dil turcho si voleva riscatar con ducati 200 ;
l'anno prexom, et li à tolto un bel cavallo, e donato
In questa matina, molti di savij che compivano,
tra li qual Jo, tolessemo combiato dal principe e da
li altri restava.
zin da Bergamo, compagno di Zuan Piero di le Ma-
❘iete; et feno li soi capi di X, do di qual nuovi, zoè
sier Francesco Falier, sier Alvise Michiel e sier Lorenzo Contarini.
1639 MCCCCCI, MARZO. 1640
Ez a voler far fin a questo libro, justa il mio instituto, non voglio restar di farne nota di quanto
parmi degno di memoria. In questo anno passato è
morto da 110 zentilomeni nostri ; noze pochissime | schalosiam Dragamestæ trajecissemus, communicata
fate, adeo nel carlevar tre pera non fo fate ; in Rialto pocho si feva, nè niun mestier si laudava ; et
tutta la terra, per la fama di l'ussir di Camalli, dubitavano assai di le galie di viazi ; il piper, di ducati 130 valeva el cargo, challato a ducati 62. Et altre
rem classis, procedere tamquam contra inobedientem. Qui, cum a portu Cephaloniæ cum classe nobis
commissa discederemus, et ad continentem prope
per nos cum ipso expeditione quam suscepturi eramus, videlicet de comburendis triremibus turcarum,
existentibus ad Prevesam, et ipso in primis consulente impresiam ipsam, sicut etiam mentis nostræ
erat, et dicente majoris reputationis fore comburere
cum vero ex suprascripto loco terræ firmæ discederemus, et omnes triremes nos sequerentur, et etiam ipse provisor, cum Leucadem promontorium pertransissemus, et remis prope terram navigaremus,
cum parvus ventus flaret, pervenimus ad portum de
cosse sarebe di far mentione, che qui taso. Solum | triremes illas, quam castrum Sanctæ Mauræ capere ;
per esser la quaresema, ita scribam : fra' Raphael
di Milano, di l' hordine di San Francesco, predichava sopra la piaza di San Marco con grandissimo
corsso di tutta la terra etc.
Epigramma posto e sculpito in uno saxo su la porta | Nata, prope castrum Sanctæ Mauræ, excepto ipso domaistra dil castello di la Zephalonia.
Benedicto Pisauro, Venetæ classis imperatori,
quod Cephaleniam insulam ab othomano Bassait,
qui turcarum regibus immanissimis, fidei christiance
hostibus, quam plurimis annis insessam vi et armis
veneto imperio vindicarit, superato in ea altissimo
monte, arceque natura et arte munitissima, civibus
et incolis in deditionem ac fidem acceptis, propagatis reipublicæ finibus, ob insigne meritum auctamque religionem grati nautæ fausto ac felici victori
posuere. Millesimo quingentesimo , ad nonum kalendas januarij .
630 Copia di la sententia fata per il capetanio zeneral,
contra sier Hironimo Contarini, provedador di
l'armadı.
mino Hieronymo Contareno, provisore. Qui, absque
scientia et intelligentia nostra, parvifaciens dignitatem nostram, repræsentantes serenissimum Dominium nostrum, erexit iter suum versus Corphoum,
et ibi permansit usque ad adventum nostrum. Verum, cum nobis scripserit, volens de errore se excusare, nobis visum est talem rem sub silentio non
præterire, sed contra ipsum procedere, ad aliorum
exemplum. Nam, cum angustiam Prevesæ nonnisi 630 .
cum periculo pertransissemus, causa bombardarum
hinc inde triremes nostras percutientium, non eramus omnibus respectibus derelinquendi ab ipso provisore, sed ipse arte et dolo a nobis discessit. Verum
cum, divina gratia, victoriam consecuti fuissemus, et
triremes hostiles non combustas sed integras vi et
armis rapuissemus, ipsasque Corphoum duceremus,
conveniens nobis visum est, ipsi domino provisori
intelligi facere, si aliquid amplius dicere, in ejus excuNos, Benedictus de cha' da Pesaro, pro screnissi- satione, ultra litteras nobis scriptas. Qui, ægrotans,
mo et excellentissimo duce domino Venetiarum etc., bis colloquium cum ipso haberi non potuit; tamen
capitaneus generalis maris.
Omnibus compertissimum est, cuncta regi et
gubernari ordine et obedientia, qua cessante, desolationem et ruinam indubitanter sequi. Cum ergo
magistratus capitancatus generalis, a serenissimo Dominio nostro nobis demandatus fuerit, et inter alia
commissionis nostræ capitula, unum extat in quo |
continetur, quod omnes inobedientes, sint qui esse
velint, cujuscumque gradus et conditionis, punia- mus, ut cæteri nobis obediant, et nos, repræsentantes serenissimum Dominium nostrum revereantur;
cum vero officii nostri sit, ut tenemur, juxta mentem præfati serenissimi Dominii nostri ordine et regula succedant, non potuimus nisi ex conscientia
contradominum Hieronymum Contareno, proviso-
|
tertio, longa verborum serie, respondit : si sanus esset, aliquid diceret nobis de hoc. Nolentes ergo nos,
quod res hæc impunita pertranseat, et volentes justitiam administrari et exequi commissionem nostram,
ut cæteri non audeant amplius similia committere,
cum periculo et dedecore status serenissimi Dominij
nostri, habentes semper Deum ante oculos, a quo
cuncta et sincera judicia procedunt, terminamus,
sententiamus et condemnamus ipsum dominum Hie- ronymum Contareno, provisorem, in hunc modum,
videlicet: quod ipsum privamus ex ejus provisoria,
et proficisci debeat absque triremi sua Venetias ; et
ulterius, postquam Venetias applicuerit, non possit
per duos annos continuos ad aliquam provisoriam
et capitaneariam a parte maris .... hoc nobis con-
1641 MCCCCCI, MARZO. 1642
631
29 april 1500
» 17 decembrio 1498
9 marzo
9 april
» 18 marzo
venire justitiæ, sic requirente ejus errore et inobe- | La galia di sier Zorzi Tridientia. vixam
Data in triremi nostra, in portu Corphoy, die | La galia di sier Francesco
septimo februarij 1500.
Questo è ' l numero di l' armada nostra è fuora
in questo anno 1501, ultimo marzo.
La galia dil zeneral , fo
Trivixana
La galia di sier Hironimo
Pixani, provedador
La galia fo di sier Hironimo Contarini , provedador .
La galia di sier Andrea
Foscolo, fo Guora .
La galia di sier Marin
Barbo
La galia di sier Pollo
Nanni
Lagalia di sier Marco Antonio Contarini
La galia di sier Antonio
Pasqualigo
La galia di sier Francesco
di Prioli
Dalmatine.
armò 28 septembrio 1499 | La galia di sier Nicolò
»
Tavalich , da Sibinico . armò 20
28 fevrer 1499 La galia di sier Zuan Matafari, da Zara .
La galia di sier Hironimo
Cipicho, da Traù
La galia ,ſo di Chersso, horra sier Beneto
Trun
«
》 4 octubrio 1500
27 april 1499
mazo 1498
1.° mazo 1499
1.°
zugno 1499
28 mazo 1499
1498 La galia di sier Bernardo
Buchia, di Cataro D 7 zugno 1499
1499
1498 La galia ystriana, et horra sier Filipo Baxadona . 18 april 1499
da Canal » 26 marzo 1499 Galie bastarde.
La galiadi sier Francesco
diMezo . 》 18 april 1499
La galia di sier Nadal
Marcello
La galia di sier Alvixe
Dolfim armò 24 avosto 1500
» 23 marzo 1498
La galia di sier Pollo VaLa galia di sier Renier
Vituri 29 dito 1500
laresso, fo Pexara .
«
17 marzo 1498
La galia di sier Alvixe
Orio .
In colfo.
» 22 luio 1499
La galia di sier Alvixe Salamon
La galia di sier Domene23 avosto 1499 go Dolfim, capetanio . armò 4 luio 1500
La galia di sier Anzolo
Orio 14 marzo 1500 Galie si pol armar questo anno. 631
La galia di sier Alvixe da
Canal 9 dito 1499 In Candia numero X
La galia di sier Bortolo
Falier, fo Leza .
La galia di sier Marco Antonio da Canal .
La galia di sier Lorenzo
Loredam
La galia di sier Cabriel
Soranzo .
La galia di sier Sabastian
Tiepolo .
La galia di sier Sabastian
Marcello
Im Puia 4 e più Mola e Pulignan
) 5 april 1499 A Corfù 》 2
In Arzipielago » 2
》 4 fevrer 1500
In Dalmatia.
Spalato.
Liesna.
La Braza.
»
8 septembrio 1500 Sibinico.
«
16 ditto
Curzola.
1500 Veia.
1643 MCCCCCI, MARZO. 1644
Zara.
Arbe.
Pago.
L' Istria.
Galie grosse andate a rata.
La galia di sier Bortolo Dandolo.
La galia di sier Francesco Arimondo.
La galia di sier Zacharia Loredan.
Galie vien a disarmar.
Sier Jacomo Venier capetanio di le galie grosse .
Sier Andrea Bondimier di sier Zanoto.
Sier Domenego Capello, quondam sier Carlo.
Galie zonte a disarmar.
La galia di sier Marin Dolfim.
La galia di sier Alvise Vituri.
Dacio di l' oio, 1498
Eldito, 1500
Dacio dil ferro, 1498 .
El dito, 1500
Dacio dil vin, 1499
Eldito, 1500
Dacio de la becharia, 1499
El dito, 1500
Dacio del vin a spina
El dito 1499, per mexi 9 .
Dacio de l' una per 100, 1499
El dito, 1500
Dacio de la messetaria, 1497
Eldito, 1499
ducati 20,550
«
«
«
(
«
17,900
4,100
3,060
56,000
61,500
lire 128,500
》 136,300
ducati 5,400
«
3,100
» 15,030
«
«
«
14,000
27,530
20,000
Dazio di l' intrada, 1496 . 25,070
El dito, 1498 29,200
Dazio de la grassa, 1499 . 6,220
El dito, 1501 (sic) 》 5,100
Dazio dil legname, 1499 . 6,000
El dito, 1501 (sic) 5,050
La galia di sier Piero Trivixan, che mori. Dazio de l' insida, 1497 15,120
632
Dacio di legne di fuogo, 1498 .
El dito, 1500
El dito, 1499
Dazio de l' una, do e tre per 100,
1498
14,600
24,000
La galia di sier Filipo da Canal.
La galia di sier Pexaro da Pexaro.
Item, la galia curzolana, grossa.
Dacij afitadi in questi anni in Venecia.
lire 9,150
«
8,300
«
«
FINE DEL TOMO TERZO.
INDICI
INDICE GEOGRAFICO
Abatia v . Badia.
Abbiategrasso, 261, 637, 967, 1637.
Aboukir, 1031, 1123.
Abruzzo, 289, 294, 326, 879, 1307, 1309.
Ada v. Adda.
Adana, 688, 1150.
Adda, 94, 99, 105, 124, 141, 149, 152, 155, 156, 157,
162, 166, 168, 176, 187, 196, 203, 213, 215, 216,
221 , 228, 232, 233, 237, 241, 463, 465, 495, 715,
862, 910, 1042, 1046, 1621.
Aderno v. Adorno.
Adige, 400, 799.
Adina v. Adana.
Adna v. Adana.
Adorno, 190.
Adria ( ?) , 261 , 368.
Adrianopoli , 28, 60, 72, 125, 127, 128, 129, 177, 179,
182, 183, 282, 285, 292, 305, 319, 357, 365, 373,
374, 448, 460, 470, 549, 559, 776, 999, 1049, 1060,
1061 , 1071 , 1073, 1216, 1223, 1266, 1268, 1271 ,
1313, 1347, 1363, 1364, 1394, 1404, 1523, 1558,
1563, 1626.
Africa , 862, 1385, 1425, 1462, 1474, 1593, 1594, 1596,
1597.
Agnadello, 221 .
Agnelado v. Agnadello.
Agnelina v. Engadina.
Agnolo Castro v. Angelocastro.
Agordo, 454, 1131.
Agort v. Agordo.
Agragiente v. Agrigento.
Agresta, 1151 .
Agrigento (Agrigenta), 906, 1576.
Agurdio v. Agordo.
Aias, 1119.
Aigues-Mortes, 285.
Aix, 1620.
Ala (Alla), 1443, 1470.
Alafech (?) , 1475.
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Albania, 17, 25, 41, 44, 53, 134, 145, 152, 165, 168,
181 , 194, 205, 263, 271 , 279, 285, 294, 300, 324,
344, 345, 376 , 377, 383, 385, 414, 415, 431, 454,
458, 513, 524, 643, 678, 681 , 684, 704, 740, 787,
793, 866, 876, 926, 952, 969, 970, 1038, 1041, 1056,
1057, 1076, 1096, 1099, 1145, 1447, 1200, 1233,
1244, 1335, 1357, 1358, 1404, 1413, 1421, 1445,
1459, 1541 , 1568, 1607, 1608, 1612, 1637.
Alba reale (Albaregale) v. Stuhlweissenburg.
Albona, 106.
Aldrin v. Drin.
Alechi (?) , 1317.
Alemagna, 36, 44, 45, 50, 60, 156, 163, 176, 198,
229, 243, 259, 262, 283, 309, 314, 318, 349, 357,
373, 376, 382, 403, 421, 423, 426, 430, 435, 453,
455, 456, 466, 468, 470, 472, 474, 482, 505, 506,
510, 512, 516, 517, 521 , 523, 524, 525, 527, 528,
529, 532, 540, 542, 546, 551 , 552, 563, 564, 565,
568, 570, 575, 582, 585, 588, 591, 596, 609, 636,
638, 643, 658 , 659, 665, 673, 682, 698, 714, 737,
765, 766, 782, 784, 787, 789, 796, 804, 819, 830,
858, 869, 879, 880, 883, 888, 889, 892, 909, 910,
927, 930, 938, 939, 956, 967, 968, 977, 979, 985,
987, 1005, 1008, 1009, 1040, 1046, 1048, 1050,
1053, 1061 , 1063, 1068, 1080, 1082, 1091 , 1092,
1099, 1114, 1117, 1124, 1134, 1137, 1158, 1164,
1168, 1171 , 1175, 1179, 1190, 1192, 1200, 1204,
1214, 1228, 1229, 1231 , 1232, 1242, 1246, 1247,
1248, 1250, 1252, 1257, 1279, 1282, 1301, 1306,
1327, 1328, 1329, 1330, 1333, 1337, 1356, 1367,
1369, 1370, 1372, 1374, 1381, 1383, 1387, 1389,
1407, 1412, 1424, 1430, 1433, 1439, 1442, 1443,
1451, 1453, 1469, 1470, 1475, 1476, 1485, 1490,
1493, 1505, 1519, 1529, 1534, 1535, 1537, 1566,
1569, 1570, 1574, 1576, 1580, 1589, 1590, 1601,
1616, 1631 . Aleppo (Alepo) , 71 , 680, 1150.
Alessandria ( Alexandria ) d' Egitto, 37, 41, 49, 52,
67, 68, 72, 76, 84, 87, 88, 95, 96, 122, 123, 124,
151 , 159, 160, 168, 171 , 181, 191, 193, 208, 210,
211 , 230, 264, 267, 476, 477, 637, 680, 684, 705,
737, 738, 767, 809, 891, 919, 920, 923, 924, 929,
104
1651 INDICE GEOGRAFICO 1652
935, 941 , 952, 970, 974, 1030, 1035, 1096, 1101 ,
1121, 1122, 1123, 1187, 1188, 1198, 1218, 1341 ,
1392, 1400, 1411, 1446, 1458, 1461, 1495, 1526,
1569, 1571, 1579, 1584, 1608, 1618, 1625, 1638.
Alessandria della Paglia (Alexandria di la Paia), 103,
111 , 120, 133, 134, 163, 608.
Alessio (Alesio, Alexio) , 454, 638, 876, 960, 1145, 1240,
1421 , 1459, 1581 , 1608, 1637, 1638.
Algarve, 862, 1593.
Algriso v. Griso.
Almissa, 1455, 1513, 1605.
Alpujarres (Alpuparas, Alpuxiares), 291, 1281.
Altopascio (Alto Pozo), 651 .
Alvernia v. Auvergne .
Amalfi, 843, 844.
Amam v. Hamah.
Amboise (Ambosa), 1569.
Ampho v. Rocca d' Anfo.
Anatolia, 182, 256, 335, 357, 443, 446, 448, 450, 498,
503, 504, 518, 519, 593, 618, 728, 729, 797, 905,
991, 1059, 1060, 1061, 1193, 1404, 1405, 1552, 1563,
1608, 1623.
Anatolico, 561 , 562, 599, 601 , 618, 640, 650, 667, 668,
688, 691, 695, 696, 716, 833, 1640.
Ancisa v. Incisa.
539, 701 , 742, 792, 1033, 1164, 1165, 1445, 1471 ,
1507, 1516, 1527, 1560, 1612, 1626, 1628, 1629,
1633, 1643.
Arbi (?) , 477.
Arcadia, 45, 502, 718, 774, 1397.
Arcipelago, 23, 40, 51, 79, 178, 493, 557, 725, 899,
904, 964, 990, 993, 1027, 1053, 1070, 1148, 1225,
1461 , 1523, 1552, 1556, 1559, 1583, 1584, 1642.
Arco (Archo) , 284, 506, 540, 562, 586, 627, 674, 1151 ,
1209, 1367.
Are v. Adria.
Argenta, 56, 1039.
Argirocastro, 945, 1394.
Argo (Argos) , 51, 183, 380, 481, 489, 496, 500, 502,
503, 519, 602, 729, 833, 895, 897, 899, 901 , 902,
947, 988, 1151, 1559, 1592.
Arles, 198, 298, 343, 355, 699, 892, 1338, 1464, 1619,
1634.
Arona, 425, 475.
Arsiè ( Sie) , 633.
Arta, 180, 281 , 320, 442, 443, 450, 488, 562, 638,
667, 945, 946, 989, 1274, 1394, 1999, 1415, 1418,
1500, 1504, 1522, 1545, 1577 .
Arzenta v. Argenta.
Arzipielago v. Arcipelago.
Ancona, 51 , 66, 134, 575, 598, 737, 1302, 1401, 1468, Ascoli, 325, 326, 873.
1519.
Andernopoli v. Adrianopoli.
Andro (Andre) , 990, 1025, 1073.
Andronezi v. Andronica.
Andronica, 876.
Asia, 563, 827.
Asiago, 1220.
Asola, 74, 410, 422, 459, 546, 568, 598, 627, 651 , 658,
672, 682, 701 , 742, 918, 933, 1078, 1982, 1529.
Asprocastro, 1542, 1627, 1628.
Angelocastro (Angelo Castro), 873, 895, 896, 897, 1387. Assisi, 101, 418, 940, 965.
Angelo Castro v. Argirocastro.
Angera (Angiera) , 425.
Anghiari (Angiari) , 95.
Anglia v. Inghilterra.
Ante Paxu v. Antipaxu
Antignate, 1089.
Antipaxu ( Anti Paxu) , 517, 526, 549, 562, 600.
Antivari, 39, 68, 85, 145, 189, 203, 415, 458, 459,
465, 466, 486 , 491, 513, 592, 595, 638, 652, 676,
664, 686, 701, 703, 704, 767, 768, 793, 801, 813,
814, 831 , 835, 837, 866, 877, 878, 926, 934, 1038,
1056, 1057, 1076, 1099, 1243, 1244, 1378, 1384,
1421, 1422, 1456, 1459, 1460, 1488, 1503, 1504,
1545, 1567, 1568. 1573, 1574, 1587, 1612.
Anversa v. Aversa.
Apollonia, 851 .
Aquapendente, 1439
Aquasparta, 685, 697, 709.
Aque Morte v. Aigues-Mortes.
Aquila, 326 .
Asti ( Aste) , 101 , 102, 157, 163, 198, 238, 378, 495, 510,
527, 608, 609, 665, 871, 1037.
Atella, 1548.
Atene, 446, 998, 1940, 1548, 1558, 1559, 1562.
Augusta, 286, 342, 350, 351, 352, 373, 376, 382, 421,
528, 556, 564, 565, 630, 638, 651, 662, 714, 736,
737, 755, 858, 888, 982, 987, 1028, 1100, 1233,
1279, 1337, 1367, 1443.
Auspurch v. Augusta.
Austria, 351, 459, 543, 556, 665, 676, 1178, 1213, 1233,
1329, 1362, 1567.
Auvergne, 40, 66, 267, 648, 744, 1972.
Aversa (Averssa) , 357, 1029, 1310, 1601 .
Avignone (Avignom) , 745, 790,871, 880, 1030, 1036,
1101, 1252.
Axola v. Asola.
Azschi v . Viatka.
B
Aquileia, 281 , 676, 708, 959, 1158, 1200, 1214, 1406, 1477. Bach v. Bács.
Arabia, 862, 1593. Bacia v. Bács.
Aragona, 507, 763, 842, 1182, 113, 1212, 1279, 1280, Bács, 670, 867, 868, 882, 883, 917, 929, 930, 985, 1009,
1426, 1474, 1572, 1601 .
Arbe, 74, 310, 334, 339, 348, 396, 398, 405, 424, 525,
1055, 1102, 1113, 1158, 1159, 1160, 1169, 1177,
1178, 1245, 1480, 1536.
1653 INDICE GFOGRAFICO 1654
Badia, 799, 1329, 1374.
Baffo, 847, 1118, 1120, 1121.
Bagnacavallo, 239, 649. 1336, 1374, 1471.
Bagnaluch v. Banjaluka.
Bagnoli, 198.
Baia, 427, 522.
Banjaluka, 802.
Bapho v. Baffo.
Barbantia v. Brabante.
Barbaria, 14, 23, 31 , 35, 49, 67, 96, 107, 135; 150,
168, 169, 171, 181 , 204, 210, 211, 328, 329, 553,
679, 741, 838, 1029, 1096, 1100, 1101, 1283, 1317,
1324, 1406, 1495, 1533, 1534, 1579, 1602, 1603,
1617, 1618, 1629.
Barbon (Barbone, Barbom) v. Bourbon.
Barcellona, 291, 1030, 1034, 1199, 1886, 1426, 1462.
Barga v. Parga.
Barì (Barrì) v. Berry.
Bari (Barri ) , 32, 50, 70, 101, 104, 198, 355, 423, 509,
777, 890, 976, 1001, 1087, 1181, 1309, 1506.
Barletta, 672, 1199, 1270, 1347, 1348, 1349, 1474.
Baruto (Baruti) v. Beirouth.
Barvich ( Brunich ?) v. Brunecken.
Bascapè, 213.
Basilea, 524.
Basilicata (Basilichata), 1909.
Bassano, 7, 9, 18, 31, 37, 55, 85, 283, 290, 311 , 332,
344, 857, 457, 470, 475, 508, 512, 535, 596, 638,
663, 672, 681 , 890, 934, 1284, 1298, 1319, 1437.
Bassignana, 149.
Bentivoglio, 575, 823.
Berbier v. Bribir.
Bergamo e bergamasco , 20, 36 , 91 , 99, 103, 105,
111 , 116, 119, 126, 141, 144, 147, 155, 168, 189,
208, 213, 220, 221, 222, 228, 234, 243, 244, 245,
247, 248, 273, 274, 278, 342, 353, 356, 368, 396,
405, 420, 421, 423, 431, 457, 459, 460, 465, 468,
485, 506, 512, 516, 523, 524, 528, 551 , 568, 594,
662, 707, 711 , 735, 736, 760, 778, 840, 913, 952,
1012, 1063, 1101, 1111 , 1139, 1140, 1318, 1320,
1322, 1327, 1328, 1329, 1330, 1366, 1374, 1413,
1443, 1463, 1475, 1488, 1505, 1509, 1510.
Bergogna v. Borgogna.
Berna, 195, 607, 662, 681 .
Berry (Berrì ) , 255, 321, 1619, 1634.
Bersegella (Bersegelle) v. Brisighella.
Bertagna (Bertania) v. Bretagna.
Bertinoro, 649, 915, 1049, 1124, 1532.
Beses ( ?) , 1008.
Bestize, 667, 900.
Bia v. Abbiategrasso.
Biagrassa, Bia' Grassa v. Abbiategrasso.
Bibbiena, 18, 26, 71 .
Bichach ( Bichacho, Bichachi, Bichachio) v. Bihac.
Bichieri v. Aboukir.
Bicina ( ?) , 1033 .
Bidin v. Widdino.
Bigozo (Begozzo ?) , 1528.
Bihac, 669, 670, 785, 792, 1059, 1314, 1543, 1564.
Binasco, 250, 261 , 306.
Baviera ( Bavaria), 135, 187, 207, 243, 420, 431, 452, Biscaglia (Biscaia) , 1600.
456, 473, 505, 858, 1511 , 1601.
Bayron (9) , 1528.
Baz v. Bács.
Baza v. Bács.
Bazia v. Bács.
Bechieri v. Aboukir.
Beirouth, 37, 49, 52, 67, 84, 87, 88, 122, 123, 151,
159, 164, 171 , 181 , 191, 195, 209, 250, 264, 314,
329, 371 , 385, 406, 664, 674, 684, 687, 688, 767,
891, 894, 970, 974, 1035, 1088, 1133, 1150, 1187,
1188, 1392, 1999, 1446, 1554, 1584, 1589, 1638.
Beglai v. Blagay.
Belgrado, 333, 566, 670, 851, 867, 882, 1177, 1218,
1301 , 1465, 1479, 1539.
Bellinzona, 32, 39, 41 , 120, 220, 248, 262, 273, 275,
293, 306, 317, 338, 364, 386, 408, 420, 453, 465,
475, 637, 658, 662, 665, 682, 715, 743, 1006, 1009,
1430, 1592, 1634.
Belluno (Cividal), 7, 9, 60, 63, 119, 197, 454, 511, 536,
580, 659, 746, 835, 847, 1094, 1131, 1172, 1175,
1185, 1207, 1208, 1295, 1370, 1380, 1498, 1512,
1528.
Belmonte, 653.
Belriguardo ( Bel reguardo) , 507, 513, 523, 1040, 1078,
1293, 1336, 1374.
Benevento, 578, 843.
Bisem (9) , 1443.
Bistritz ( Bistriza), 464, 538, 785, 1376, 1497.
Bitoglia (Bitoja, Bitolia), 65, 383, 1545.
Bitonto (Bitonte), 952.
Blagareschi v. Vologda.
Blagay, 669, 863, 865, 1161, 1543.
Blatto (Blato), 1614.
Bles v. Blois.
Blesy v. Blois.
Blin (?) , 457.
Blois, 133, 139, 542, 804, 830, 864, 870, 872, 889,
913, 957, 967, 1009, 1011 , 1203, 1204, 1237, 1255,
1256, 1285, 1296, 1326, 1337, 1369, 1972, 1428,
1429, 1450, 1451 , 1473, 1514, 1519, 1528.
Bo (scoglio del) , 839.
Bobbio, 805, 864, 880, 933
Boemia, 651 , 797, 930, 959, 982, 983, 1055, 1060, 1174,
1355, 1431 , 1479, 1502, 1537, 1545, 1550.
Bogdan(Bogdam), 1627.
Boiana, 918, 1360, 1413.
Bologna e bolognese, 12, 32, 34, 54, 64, 86, 132,
135, 147, 243, 250, 255, 257, 259, 260, 265, 273,
275, 279, 284, 296, 297, 301 , 309, 310, 317, 324,
331 , 338, 341, 344, 318, 369, 378, 404, 463, 482,
484, 485, 496, 513, 514, 533, 552, 555, 575, 577,
578, 585, 586, 592, 627, 651, 683, 686, 698, 699,
1655 INDICE GEOGRAFICO 1656
701 , 711 , 744, 745, 755, 764, 801, 820, 823, 845,
847, 862, 869, 872, 906, 907, 908, 909, 927, 930,
938, 941 , 974, 976, 977, 978, 980, 986, 987, 1002,
1006, 1007, 1008, 1009, 1010, 1011, 1019, 1029,
1038, 1040, 1045, 1063, 1067, 1068, 1074, 1077,
1078, 1082, 1092, 1093, 1094, 1117, 1131, 1134,
1151 , 1156, 1200, 1227, 1247, 1248, 1250, 1257,
1269, 1293, 1295, 1306, 1313, 1319, 1320, 1329,
1370, 1372, 1374, 1401 , 1430, 1449, 1471, 1473,
1474, 1486, 1496, 1499, 1511, 1512, 1517, 1519,
1295, 1529, 1540, 1619, 1631 .
Bolzano, 96, 199, 332, 452, 468, 582, 682, 1100, 1151,
1164, 1186, 1209, 1210, 1213, 1229, 1233, 1295,
1330, 1362, 1367, 1374, 1412, 1443, 1470.
Bondeno (Bondem), 56, 533, 543, 1319, 1336, 1471 , 1633.
Bordogna, 45, 51 .
Borghetto (Borgeto), 1114.
Borgoforte di Mantova, 408.
Borgogna, 36, 44, 187, 296, 318, 347, 348, 377, 420,
465, 472, 506, 525, 556, 644, 661, 676, 699, 714,
715, 734, 743, 752, 765, 933, 967, 977, 1009, 1238,
1255, 1266, 1279, 1285, 1338, 1393, 1429, 1438,
1463, 1485, 1548, 1565, 1567, 1569, 1570, 1592,
1597, 1599, 1600, 1637.
Borgo Lanezaro v. Borgo Lavezzaro.
Borgo Lavezzaro ( Lavazaro) , 207, 213.
Borgo San Donnino, 163.
Borno, 597.
Bosagna v. Bosnia.
Bosegna v. Bosnia.
Bosnia, 13, 19, 181, 182, 228, 243, 258, 272, 310,
323, 372, 376, 391 , 394, 400, 406, 424, 470, 482,
543, 546, 557, 575, 588, 595, 606, 631 , 651 , 663,
664, 669, 670, 675, 703, 707, 713, 745, 758, 769,
778, 785, 791, 792, 795, 802, 840, 842, 851, 859,
863, 868, 878, 886, 907, 917, 952, 967, 969, 1017,
1033, 1059, 1068, 1102, 1161, 1169, 1291, 1292,
1314, 1365, 1377, 1378, 1404, 1446, 1454, 1487,
1496, 1497, 1504, 1506, 1508, 1512, 1513, 1529,
1537, 1543 , 1564, 1607, 1609, 1615, 1624.
Bossina v. Bosnia.
Bottenigo ( Botenigo) , 634, 706.
Bourbon e Bourbonnaise, 386, 643, 1139, 1202, 1238.
Bourges, 255, 265, 321, 465, 507, 1237, 1356, 1371,
1373, 1429, 1430, 1450, 1451, 1619.
Bozaz (?) , 802.
Bozzolo ( Bozolo) , 259, 424, 529, 673, 1468.
Brabante, 556, 676, 1567.
Brabantia v. Brabante.
Bragal ( 9) , 213.
Brandeburgo ( Brandiburg) , 199, 456, 565.
Brandizo v. Brindisi.
Bravaz ( 9) , 1362.
Brazza ( la Braza) . 521 , 865, 916, 1051 , 1379, 1508,
1633, 1642.
Brè v. Breno.
Breda, 914.
Bregazam v. Pagazzano.
Breno, 582, 1040, 1463.
Brenta, 509, 591, 659, 828.
Breoni v. Brioni.
Brescello, col. 187, 353, 1293, 1336.
Brescia e bresciana, 8, 20, 29, 44, 50, 56, 66, 85,
93, 98, 101, 102, 105, 106, 107, 110, 111 , 119,
188, 199, 202, 208, 217, 234, 239, 241 , 242, 244,
245, 247, 249, 250, 254, 258, 259, 265, 274, 295,
307, 308, 314, 327, 332, 353, 368, 372, 377, 378,
392, 404, 405, 409, 410, 411, 413, 421, 423, 426,
430, 431 , 452, 453, 457, 459, 466, 467, 468, 472,
473, 482, 512, 520, 523, 528, 540, 543, 554, 568,
581, 582, 607, 627, 634, 638, 663, 665, 685, 686,
700, 707 , 737, 779, 803, 805, 806, 829, 855, 869,
870, 927, 928, 931, 933, 952, 987, 1040, 1095,
1133, 1204, 1207, 1208, 1220, 1229, 1250, 1282,
1284, 1295, 1318, 1329, 1332, 1353, 1366, 1368,
1382, 1387, 1401, 1412, 1426, 1442, 1463, 1467,
1470, 1475, 1484, 1488, 1490, 1492, 1496, 1498,
1505, 1516, 1517, 1533, 1579, 1609, 1621 .
Bresgapie v. Bascapè.
Bressa v. Brescia.
Bressanone, 50, 53, 63, 77, 286, 322, 452, 755, 858,
1296 , 1386, 1431, 1443.
Bretagna , 228, 267, 269, 830, 890, 893, 932, 933,
1008, 1038, 1050, 1084, 1238, 1286, 1296, 1337 ,
1338, 1371 , 1372, 1429, 1450, 1451, 1486, 1519,
1534, 1600, 1601 , 1619, 1620, 1635.
Brexa v. Brescia.
Brexelle v. Brescello.
Brexeno v. Bressanone.
Brexvich v. Brunswich.
Brianza, 105, 163.
Bribir, 792.
Briga v. Brigna (Brinje ?) .
Brignà (Brinje ?), 567, 595, 606, 663, 703, 707, 713, 792,
886, 1358, 1445.
Brigna v. Grignà ( Grigno?) .
Brignano, 88, 187, 221, 233, 238, 245, 310, 323, 383,
569, 754.
Brindisi, 204, 340, 345, 353, 370 , 412, 417, 445, 470,
485, 504, 513, 588, 606, 616, 628, 629, 636, 639,
642, 643, 660, 669, 697, 716, 721, 730, 733, 751 ,
760, 764, 784, 786, 789, 817, 871, 900, 957, 998,
999, 1000, 1027, 1043, 1044, 1052, 1061 , 1073,
1131 , 1147, 1196, 1217, 1233, 1239, 1242, 1251 ,
1258, 1261 , 1269, 1348, 1351 , 1352, 1398, 1399,
1402, 1437, 1500, 1506, 1514, 1527, 1541, 1542,
1543, 1546 , 1548, 1553, 1593.
Brioni , 345, 362, 585.
Brisegella v. Brisighella.
Brisighella ( Brisigella) , 1010, 1045, 1049, 1063, 1064,
1065, 1124, 1241 .
Brisignana v. Brusegana.
Brixelle v . Brescello.
Brixigele v. Brescello.
1657 INDICE GEOGRAFICO 1658
Brixigella v. Brisighella.
Brixina v. Bressanone.
Bruca, 1527, 1576.
Brunecken, 428, 663.
Brunich v. Brunecken.
Brunswick, 243, 1367.
Brusaporco ( Brusaporcho), 1303, 1315.
Brusegana, 1528.
Buccari ( Buchari), 29, 1016.
Buda, 117, 153, 197, 213, 235, 239, 240, 287, 288,
316, 356, 357, 365, 381, 400, 406, 453, 509, 512,
566, 596, 670, 701 , 791 , 867, 868, 882, 929, 968,
982, 985, 986, 1009, 1102, 1113, 1159, 1160, 1177,
1245, 1267, 1315, 1320, 1354, 1358, 1452, 1466,
1478, 1479, 1480, 1535, 1537, 1603, 1604, 1611 ,
1621 , 1622, 1628.
Budua (Budoa) , 118, 134, 189, 205, 243, 328, 349,
397, 406, 413, 494, 506, 535, 712, 767, 768, 894,
966, 970, 1075, 1076, 1080, 1099, 1102, 1160,
1384, 1420, 1421, 1456.
Bulgaria, 669.
Bulgoria v. Vologda.
Burgau ( ?) , 426.
Burges v. Bourges.
Burgos, 1030, 1485, 1519.
Bursa (Bursia, Burza), 461 , 1150, 1500, 1525, 1552.
Burgos v. Bourges.
Buse v. Busseto.
Busseto, 1327.
Butistagno, 597.
Butrinto (Butintrò) , col. 194, 776, 812, 934, 1399, 1541 ,
1555.
C
Cadore, 235, 426, 452, 454, 698, 782, 1330, 1354, 1471.
Caffa, 333, 1521 , 1550.
Cagli ( Cai) , 56, 198, 255, 309, 327, 343, 378, 385,
398, 402, 407, 408, 409, 412, 413, 438, 458, 475,
791 , 883, 884, 930, 1056, 1114, 1163, 1178, 1245,
1600, 1605, 1606, 1631 , 1632.
Caia v. Galliate.
Caifar ( Caifa ?) , 1198.
Cairo ( Caiaro) , 68, 96, 263, 476, 477, 674, 688, 738,
923, 924, 941, 942, 1031 , 1122, 1123, 1198, 1199,
1461 , 1526, 1527, 1571 , 1572.
Cajeta v. Gaeta.
Calabria , 36, 296, 307, 355, 594, 636, 1229, 1250,
1308, 1309, 1310, 1311 , 1312, 1356, 1382, 1462,
1519.
Calais ( Cales, Calex), 36, 527.
Calatrava ( Chalatrà) , 1183 .
Calezo v. Calolzio.
Calfigna, 1361 .
Calicut, 1597.
Calimeni v. Climeno.
Calle di Sesto v. Colle di Sesto.
Calolzio, 662.
Calze (Calcio?) , 215.
Camelone (Camelione ?) , 246.
Camengrat Camengrath) v. Kamengrad.
Camerino, 289, 553, 1056, 1369, 1423, 1560, 1570.
Camposampiero, 37.
Canal di Guiscardo (di Viscardo) , 64, 70, 80, 83, 94,
211, 236, 280, 281, 303, 333, 334, 336, 337, 380,
391 , 396, 398, 416, 417, 423, 440, 441, 442, 444,
445, 449, 480, 499, 500, 501, 562, 688, 696, 900,
989, 1260.
Canda, 799.
Candia, 23, 45, 51 , 52, 53, 72, 115, 119, 129, 182,
194, 200, 212, 262, 304, 319, 327, 334, 335, 336,
340, 380, 384, 395, 402, 405, 406, 419, 432, 442,
444, 446, 447, 448, 456, 479, 481 , 487, 488, 489,
504, 531 , 536, 537, 541 , 574, 585, 599, 600, 601 ,
602, 603, 605, 613, 616, 641 , 646, 652, 672, 678,
679, 680, 689, 692, 696, 709, 712, 720, 721 , 722,
723, 725, 726, 727, 732, 771, 772, 774, 776, 788,
795, 806, 809, 810, 815, 816, 819, 833, 834, 839,
854, 864, 873, 892, 895, 896, 897, 898, 900, 916,
919, 920, 922, 923, 927, 934, 936, 949, 968, 970,
988, 995, 997, 1017, 1021, 1024, 1027, 1052, 1053,
1058, 1070, 1071 , 1094, 1095, 1104, 1105, 1106,
1210, 1225, 1230, 1234, 1235, 1236, 1240, 1254,
1270, 1294, 1295, 1317, 1346, 1380, 1395, 1396,
1110, 1122, 1127, 1141, 1147, 1148, 1149, 1155,
1397, 1460, 1468, 1476, 1492, 1498, 1510, 1522,
1523, 1525, 1551, 1556, 1560, 1564, 1571 , 1572,
1583, 1624.
Canea (la) , 447, 489, 504, 507, 694, 772, 796, 873,
874, 897, 900, 904, 919, 920, 921, 923, 936, 975,
995, 1052, 1149, 1195, 1222, 1422.
Cania v. Canea ( la).
Canina ( Chanina) , 468, 927, 943, 1018, 1257, 1312 .
Cantara, 1485.
Cao .... v. Capo
Caorle, 569, 715, 792, 1317.
Capaccio (Capaze) , 790.
Capodistria ( Cao d' Istria), 11 , 28, 29, 36, 78, 228, 243,
254, 271 , 335, 340, 354, 376, 391, 424, 466, 470,
561 , 569, 575, 582, 588, 591, 606, 663, 664, 669,
697, 703, 713, 717, 736, 778, 785, 792, 840, 842,
863, 865, 882, 916, 917, 938, 952, 1012, 1055, 1067,
1068, 1161 , 1169, 1317, 1543, 1553, 1609, 1634.
Capo Bianco ( Cao Biancho), 486, 517, 526, 561, 961 .
Capo Cesto, 1364, 1454, 1487.
Capo Ducato (del Duchato) , 486, 487, 497, 499, 513,
562, 604, 1259.
Capo Gallo (di Gallo) , 173, 729.
Capo Kolonne (Colona, delle Colonne), 13, 896, 938,
947, 948, 949, 950, 998, 1445, 1522, 1552, 1558.
Capo Laghi ( di Lachi) , col. 1039, 1460.
Capo Malea ( Malio) , 15, 692, 810, 833, 897, 898, 901 ,
1020.
Capo Mantello, 899, 948, 990.
1659 INDICE GEOGRAFICO 1660
Capo Martin ( Martim), 1485.
Capo Matapan, 504, 897, 900, 1017, 1020.
Capo Pali (di Palli), 920, 1264.
Capo Papa ( Cao dil Pappa) , 174.
Capo Peloso, 667, 896.
Capo San Marco, 1068.
Capo San Stefano, 562.
Capo Santa Maria, 991.
Capo Sant' Angelo, 692.
Capo Skyli (Schylo, Schilo, Schillo), 931, 938, 947, 972,
993, 1020, 1022, 1025, 1068.
Capo Spartivento, 886, 971 .
Capri, 379.
Caprino, 662, 1318.
Capua, 455, 582, 552, 572, 820, 843, 844, 845, 884, 909,
939, 1007, 1130, 1131, 1201 , 1228, 1910, 1831 , 1356,
1370, 1462, 1477, 1484, 1566, 1631 , 1632,
Caramania, col. 797, 1121 , 1150, 1225.
Carantana ( Charantana) v. Carinzia.
Carastia v. Rufia (Alfeo).
Caratia (?) v. Coratra.
Caravaggio (Caravazo), 105, 107, 111, 121 , 138, 188,
218, 221 , 234, 238, 242, 282, 294, 310, 384, 392,
405, 408, 495, 510, 569, 651 , 652, 653, 661 , 704,
705, 736, 754, 760, 766, 862, 907, 926, 927, 979,
1047, 1333, 1388, 1471 , 1484, 1493, 1553, 1572.
Carbom v. Rufia (Alfeo) .
Cariago, 697.
Carinzia, 453, 676, 1329.
Caristo, 1025.
Carmalia v. Carniola.
Carniola, 676, 1329, 1406, 1407.
Carpasso, 687, 1119, 1190.
Carpenè, 642, 1098.
Carpi , 193, 199, 235, 243, 244, 255, 273, 275, 293,
302, 314, 338, 341, 348, 353, 369, 396, 459, 764,
807, 881, 1040.
Cartoli, 184.
Casal Carna, 362.
Casso v. Cахо.
Castel Bolognese, 940, 976, 1010, 1045, 1082, 1087,
1092, 1269, 1293, 1313, 1336, 1370, 1373, 1428,
1430, 1441 , 1449, 1471 , 1473, 1496, 1499, 1591 ,
1599, 1631 , 1634.
Castel Casal Butistaria (?) , 1092.
Castel Filminese v. Casal Fiuminese.
Castel Franco (di Corone) , 519, 586, 730, 827, 1222,
1414, 1561 .
Castel Franco ( veneto) , 37, 530, 866, 927, 966.
Castel Goffredo ( Castel Zufrè) , 658, 1478.
Castel Guelfo (Gelpho), 1045, 1471 , 1512.
Castel Guglielmo (Vielmo), 799.
Castel Leone (di Cremona), 22, 51, 64, 85, 88, 107,
109, 185, 141 , 159, 368, 375, 383, 420, 466, 544,
569, 608, 662, 762, 1047, 1250.
Castel Leone (Castel Liom d' Istria), 1169.
Castelletto (Casteleto), col. 384.
Castellionense oppidum v. Chatillon sur Loing.
Castel Menaro (?), col. 1100.
Castel Merona (della Merona), 230.
Castel Moline (delle Moline) , 230.
Castel Molino (del Molino), 991 .
Castel Nuovo ( all' Adda), 463, 495.
Castelnuovo d' Asti, 157.
Castel Nuovo (di Corfù) , 417, 895, 961, 988, 1195, 1977,
1998, 1502, 1593.
Castel Nuovo (di Dalmazia), 457, 458, 490, 531 , 807,
877, 969, 1075, 1076, 1157, 1187, 1240, 1313, 1334,
1364, 1378, 1393, 1404, 1454, 1456, 1457, 1500,
1504, 1506, 1513, 1522, 1529, 1542, 1543, 1547,
1607, 1613 , 1626.
Castel Nuovo (d'Istria) , 28, 29, 470, 569, 591, 663,
713, 1068, 1169, 1317.
Castel Nuovo (di Mar Maggiore), 15, 131, 146, 181 ,
184, 1956.
Castel Nuovo (di Napoli), 941, 1098, 1309, 1310.
Castel Nuovo (di Romagna), 907, 1049, 1050.
Castel Nuovo (veronese), 858, 1100, 1233, 1295, 1442.
Casal del Principe, 856, 879, 910, 913, 939, 977, 978. Castel Rampani ( Rampan) , 1153, 1155.
Casale, 134, 880, 1250.
Casal Fiuminese, 1471 .
Casal Maggiore ( Cazal Mazor), 51 , 64, 88, 100, 141,
272, 357, 397, 544, 545, 705, 1037, 1047, 1086,
1089, 1119, 1298, 1316, 1468, 1478, 1515, 1588.
Casal Pusterlengo, 262.
Casentino, 38.
Castel Rosso v. Châteauroux.
Castel San Giovanni ( Castel San Zuane), 164, 194, 199,
216.
Castel San Marco, 1363.
Castel San Pietro, 940, 976, 1010, 1045.
Castel Tornese, 27, 127, 174, 179, 182, 254, 501 , 518,
584, 716, 717, 771, 832, 873, 897, 1561, 1562, 1586.
Casopo ( Chasopo) , 36, 40, 45, 47, 54, 55, 304, 505, Castel Vecchio (di Corfu ), 417, 1027, 1195, 1398.
679, 1199, 1521 . Castel Vielmo v. Castel Guglielmo.
Cascina, 430, 463, 485, 496, 514, 522, 534, 651, 683, Castel Visconte, 649.
744.
Cassano, 146, 147, 149, 156, 163, 176, 177, 196, 202,
213, 215, 216, 217, 219, 227, 228, 231, 232, 233,
238, 241 , 282, 306, 465.
Cassim v. Cassino.
Cassina v. Cascina.
Cassino, 24.
Castel Vitturi , 1385.
Castel Zufrè v. Castel Goffredo .
Castiglia, 1280, 1393, 1597, 1631.
Castiglione delle Stiviere, 1205.
Castoria, 333.
Castreza v. Castrozza.
Castri , 823, 1020, 1021, 1022.
1661 INDICE GEOGRAFICO 1662
Cerreto, 162, 261 , 820, 1262, 1268, 1331, 1431.
Cervi ( isola de' ) , 922.
Cervia (Zervia), 532, 636, 648, 701, 790, 866, 867, 907,
914, 915, 927, 938, 940, 1263, 1868, 1401 , 1434,
1435, 1440, 1441, 1464, 1477, 1492, 1505, 1530,
1532, 1533, 1540, 1550, 1557, 1558, 1566, 1569,
1570, 1571 , 1577.
Cervignano (Cervignam), 686, 885, 959.
Cerviza v. Zerviza.
Cesena, 63, 86, 107, 118, 186, 266, 270, 271, 296,
332, 387, 392, 406, 505, 532, 567, 569, 578, 579,
585, 588, 591 , 609, 636, 649, 653, 670, 708, 711 ,
790, 821, 832, 915, 927, 932, 939, 940, 965, 975,
978, 1009, 1014, 1018, 1045, 1046, 1087, 1124,
1241, 1269, 1302, 1353, 1368, 1373, 1434, 1435,
1440, 1495, 1530, 1532, 1577, 1616.
Cesenatico (Porto Cesenatico), 1046, 1064, 1263, 1287,
1302, 1434, 1435, 1441, 1588.
Cesternino v. Cisternino.
Cetina, 464, 1315, 1366, 1608.
Cetom (Ceton) v. Cento.
Chai v. Cagli.
Chamarin v. Camerino.
Chambes ( Cambria) v. Galles.
Chaminganter v. Kamengrad.
Chamongrad v. Kamengrad.
Châteauroux, 1618.
Châtillon sur Loing, 644.
Chaumont, 1297, 1326.
Chay v. Cagli.
Chely (9) v. Chiechli, 1628.
Chercegovina v. Herzegovina.
Cherlina la Bianca ( 9), 917 .
Cherso, 147, 223, 389, 494, 522, 523, 603, 720, 772,
802, 809, 814, 898, 930, 1033, 1141, 1165, 1170,
1306, 1407, 1507, 1517, 1527, 1642.
Chiamom v. Chaumont.
Chiaramonte, 986, 1410.
Chiaravalle, 242, 352, 408, 789.
Chiarenza v. Glarenza.
Castro ( in Terra d'Otranto) , 1488.
Castrocaro, 67, 869, 911.
Castro Moliano v. Moulins.
Castrozza, 454.
Catania, 1488, 1519.
Cathacusnopoli, 1387, 1584.
Cathochi ( Chatochi), 896, 897.
Cato Castro, 1398.
Cattaro ( Cataro), 65, 89, 123, 134, 151 , 181, 184, 185,
193, 194, 195, 212, 236, 300, 312, 335, 336, 339,
340, 345, 376, 397, 405, 413, 423, 453, 457, 458,
460, 462, 473, 487, 489, 490, 531 , 606, 615, 638,
639, 681 , 712, 733, 758, 767, 769, 778, 791, 792,
816, 835, 836, 849, 876, 877, 878, 919, 952, 969,
985, 1027, 1039, 1061, 1074, 1075, 1076, 1080,
1114, 1129, 1145, 1147, 1148, 1157, 1164, 1173,
1180, 1186, 1187, 1206, 1239, 1245, 1271, 1304,
1305, 1313, 1331, 1358, 1377, 1378, 1402, 1404,
1411, 1432, 1455, 1500, 1503, 1547, 1553, 1582,
1584, 1585, 1607, 1642.
Causito (Vacito?), 1000.
Cavalcabò ( Chavalchabò) , 192, 370, 428, 600, 1514.
Cavo ... v. Capo ....
Cavocesta v. Capo Cesto.
Cavrera v. Kabrera.
Сахо, 333.
Caxopo v. Casopo.
Cefalonia (Zefalonia), 27, 40, 64, 70, 72, 73, 77, 78,
79, 80, 83, 86, 90, 93, 94, 104, 105, 108, 109,
112, 114, 122, 124, 126, 132, 134, 135, 140, 144,
150, 151 , 174, 179, 183, 218, 254, 262, 264, 337,
501 , 549, 558, 562, 583, 584, 599, 696, 723, 745,
770, 771 , 773, 833, 854, 911 , 945, 951, 963, 971 ,
989, 1018, 1056, 1072, 1073, 1104, 1105, 1106,
1109, 1126, 1128, 1129, 1138, 1140, 1141 , 1143,
1144, 1153, 1192, 1215, 1217, 1218, 1220, 1224,
1227, 1230, 1233, 1234, 1241 , 1259, 1264, 1268,
1269, 1270, 1272, 1274, 1275, 1277, 1285, 1287,
1293, 1296, 1299, 1300, 1305, 1306, 1307, 1318,
1320, 1322, 1323, 1324, 1337, 1339,1340, 1342,
1344, 1346, 1369, 1371, 1373, 1388, 1390, 1394,
1397, 1398, 1415, 1419, 1420, 1425, 1426, 1428,
1429, 1442, 1444, 1447, 1453, 1461 , 1499, 1500,
1520, 1541 , 1542, 1544, 1545, 1551, 1556, 1576,
1582, 1586, 1588, 1639, 1640.
Celano, 420,
Ceneda, 847, 1518.
Chiaumonte v. Chaumont.
Chiavenna, 93, 124, 273, 275, 293, 453, 515, 665,
1410.
Chiechli ( ?) v. Chely, 1542.
Cento (Centom) , 750, 764, 793, 807, 862, 930, 1002, Chioggia ( Chioza) , 7, 20, 21, 62, 71, 222, 223, 247,
1098, 1099, 1177, 1293, 1295, 1336, 1591 .
Cerano, 233, 250.
Chieri v. Kieri.
Chieti , 289, 1307, 1375.
Chimera, 281 , 362, 350, 764, 794, 813, 875, 1040, 1547.
278, 302, 324, 335, 338, 409, 666, 713, 801, 832,
1156, 1157, 1158, 1161, 1163, 1165, 1167, 1180,
1287, 1317, 1326, 1327, 1330, 1331, 1353, 1406,
1409, 1441 , 1566.
Cerea, 470, 479.
Ceredo v. Cerreto.
Cereto v. Cerreto.
Cerigo, 64, 432, 487, 496, 689, 692, 694, 716,736,
796, 872, 875, 900, 904, 920, 921 , 922, 949, 963,
1024, 1354.
Cerines, 434. 687, $18, 839, 977, 1118.
Chiparisio v. Kyparissi.
Chipsala v Cipsela.
Chiusa (di Friuli) , 1136, 1235, 1406.
Chiusa (veronese) , 682.
Chiusevaz v . Clusevaz.
1663 INDICE GEOGRAFICO 1664
Chiussa v. Chiusa.
Chosagiero v. Chosair.
Chosair, 476.
Chreglim (?) , 1101 .
Chrosina v. Krosno.
Chucha ( 9) , 1578.
Church v. Gurk.
Chuvrili v . Cuvrili.
Ciemon v. Cismon.
Cimera v. Chimera.
Cinque Chiesie v. Fünfkirken.
Cipro, 8, 10, 52, 53, 56, 60, 68, 72, 108, 109, 119,
142, 191, 239, 254, 263, 280, 282, 296, 302, 316,
334, 388, 405, 462, 471, 476, 501 , 523, 553, 554,
558, 593, 600, 612, 629, 647, 672, 680, 687, 696,
700, 712, 725, 754, 776, 783, 790, 818, 829, 839,
848, 849, 853, 854, 858, 860, 868, 909, 924, 934,
935, 941 , 1026, 1027, 1105, 1118, 1121, 1122, 1123,
1132, 1150, 1198, 1225, 1325, 1409, 1411 , 1444,
1495, 1526, 1564, 1571, 1579, 1582, 1584, 1589.
Cipsela, 563, 570.
Cisam v. Cisano di Gardesana..
Cisano di Gardesana, 546.
Cismon, 633.
Cisternino, 804, 808.
Cità Nuova v. Cittanova.
Citina v. Cetina.
Cittadella, 39, 44, 58, 457, 461, 468, 475, 485, 495, 533,
Combora (la) , 1524.
Como, 39, 85, 93, 96, 99, 101, 103, 120, 133, 147,
149, 154, 207, 220, 234, 237, 286, 306, 317, 332,
357, 364, 379, 420, 425, 426, 454, 609, 637, 658,
665, 737, 829, 967, 1037, 1050, 1137, 1176.
Concelese (Concelexe) , 823, 908.
Concordia (mirandolese), 1512, 1520.
Concordia (veneta), 1302.
Conegliano (Conegian, Coneiam) , 9, 1126, 1227, 1303.
Coranto v. Corinto.
Coratra (Kieri ?) , 501, 874.
Corbavia, 399, 406, 471 , 546, 584, 651, 675, 707, 745,
802, 859, 863, 930, 1162, 1291 , 1363, 1497, 1543.
Corbetta, 261 .
Corbole, 764, 941.
Cordignano (Cordegnan) , 1007, 1093.
Cordova, 752, 754.
Coreggio (Corezo), 243, 244, 255, 273, 275, 293, 302,
310, 314, 332, 341, 377, 459.
Corfù, 11, 14, 23, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 35, 36, 39,
40, 52, 54, 55, 58, 60, 63, 64, 65, 68, 69, 70, 71,
79, 86, 105, 115, 126, 129, 134, 146, 148, 150,
151 , 152, 154, 161, 162, 174, 180, 181, 182, 184,
195, 197, 200, 201, 205, 206, 208, 211, 217, 236,
251 , 252, 253, 254, 256, 280, 281, 285, 303, 304,
305, 319, 320, 332, 333, 334, 335, 336, 337, 347,
353, 362, 363, 364, 365, 371, 373, 376, 380, 391 ,
392, 394, 396, 397, 404, 406, 412, 413, 416, 417,
418, 424, 425, 426, 440, 441 , 442, 445, 149, 450,
462, 463, 467, 471, 480, 481, 485, 486, 487, 488,
586, 591, 652, 919, 928.
Città di Castello ( Cità di Castelli) , 341.
Cittanova, 900, 1168. 497, 498, 499, 500, 501, 504, 505, 509, 513, 517,
Civeri ( Ciutri ?), 937. 518, 520, 523, 526, 527, 541, 549, 554, 557, 558,
Cividal (di Belluno) v. Belluno. 563, 572, 574, 576, 582, 583, 594, 598, 603, 610,
Cividal (di Friuli) , 424, 858, 1038, 1302, 1406. 613, 626, 636, 638, 640, 641, 642, 649, 667, 668,
Civitavecchia, 1424. 675, 679, 688, 689, 691, 693, 694, 695, 696, 697,
Clicly ( 9) , 1627. 700, 701 , 702, 703, 707, 708, 709, 717, 719, 723,
Climeno, 517, 520.
726, 730, 731, 732, 733, 734, 740, 741, 742, 745,
Clissa, 968, 1176, 1314, 1351, 1360, 1361, 1365, 1366,
1455, 1608, 1633.
Cliuz v . Kliudsch.
Clizevaz (?) , 1033.
Clolanda v. Curlandia.
Cluchievach (?) 1076.
Clusevaz, 1375.
Codroipo, 1239.
Coff v. Covo.
Cogno v. Konieh
Coira, 524.
Colaira (?) 182.
Colle di Sesto, 514.
Colloredo, 428.
Colmo, 887, 928.
1507.
Colonne (Collone) v. Capo Kolonne.
Comacchio, 592, 764, 792, 862, 881, 908, 1077, 1078,
1087. 1:17, 1134.
757, 760, 762, 770, 771 , 773, 774, 776, 780, 786,
787, 790, 794, 795, 796, 797, 800, 803, 805, 806,
809, 810, 811, 812, 816, 831, 832, 833, 834, 836,
838, 839, 841, 848, 852, 855, 860, 863, 872, 873,
876, 885, 886, 893, 895, 896, 900, 903, 905, 907,
920, 927, 931 , 934, 945, 946, 949, 960, 961, 970,
971 , 972, 974, 980, 985, 987, 988, 989, 993, 1018,
1021 , 1022, 1027, 1035, 1039, 1040, 1052, 1054,
1057, 1058, 1066, 1072, 1104, 1105, 1107, 1110,
1126, 1127, 1129, 1131, 1132, 1138, 1140, 1141,
1144, 1145, 1147, 1148, 1153, 1155, 1165, 1173,
1188, 1193, 1194, 1196, 1197, 1199, 1215, 1218,
1221, 1222, 1224, 1230, 1233, 1234, 1236, 1241 ,
1242, 1244, 1258, 1259, 1260, 1264, 1268, 1269,
1270, 1271 , 1274, 1277, 1278, 1282, 1284, 1301 ,
Cologna Veneta e colognese, 284, 706, 836, 1250, 1333,
1311, 1325, 1339, 1346, 1347, 1358, 1360, 1365,
1368, 1373, 1379, 1380, 1390, 1391, 1392, 1394,
1395, 1396, 1397, 1398, 1399, 1400, 1406, 1409,
1414, 1416, 1420, 1427, 1443. 1446, 1468, 1480,
1488, 1489, 1499, 1500, 1502, 1503, 1510, 1515,
1665 INDICE GEOGRAFICO 1666
Covrili v. Cuvrili.
Cracovia ( Craconia), 547, 883, 1163, 1550, 1606, 1622.
Cragna v. Carniola .
Craina, 26, 46, 645, 916, 1051, 1359, 1435, 1513, 1609.
Cranar, 450.
Craschian (Craschiane) , 1033, 1497.
Crayna v. Craina.
Crema e cremasco, 20, 99, 101 , 103, 111 , 121 , 131 ,
139, 140, 141 , 143, 149, 156, 157, 158, 160, 162,
164, 166, 187, 189, 194, 196, 199, 200, 202, 204,
207, 215, 219, 220, 221, 223, 227, 229, 230, 232,
233, 234, 238, 241, 245, 247, 249, 255, 257, 261,
268, 279, 282, 283, 284, 306, 308, 323, 338, 344,
359, 378, 420, 426, 456, 459, 463, 468, 495, 510,
512, 520, 521 , 571, 627, 735, 787, 820, 862, 889,
978, 1041 , 1047, 1088, 1089, 1113, 1145, 1153,
1156 , 1217, 1220, 1278, 1320, 1327, 1329, 1408,
1463, 1478, 1514, 1517, 1580, 1588, 1602, 1617,
1637.
Cremona e cremonese, 7, 8, 9, 10, 11 , 18, 20, 22, 28,
29, 31 , 33, 34, 37, 41 , 42, 48, 51, 53, 55, 58, 62,
63, 69, 71 , 88, 91, 92, 94, 100, 101, 102, 103, 105,
106, 107, 109, 110, 111, 133, 134, 139, 140, 141,
158, 161 , 163, 188, 194, 199, 206, 212, 221, 223,
232, 234, 241 , 242, 246, 258, 261, 264, 272, 273,
274, 278, 284, 285, 296, 297, 303, 306, 312, 338,
341 , 342, 344, 352, 253, 354, 356, 357, 359, 366,
368, 375, 382 , 387, 391, 399, 403, 404, 405, 408,
418, 419, 421, 428, 429, 456, 458, 460, 462, 464,
466, 468, 472, 476, 484, 512, 516, 517, 524, 543,
547, 561 , 568, 594, 595, 603, 616, 626, 633, 637,
649, 653, 660, 662, 673, 675, 706, 708, 711 , 714,
715, 736, 739, 741, 743, 760, 762, 763, 766, 769,
770, 778, 779, 783, 787, 800, 801 , 803, 804, 805,
806, 813, 824, 830, 832, 844, 847, 864, 869, 870,
878, 879, 910, 919, 928, 941, 952, 974, 1040, 1041,
1042, 1046, 1047, 1048, 1077, 1082, 1089, 1098,
1116, 1117, 1126, 1132, 1136, 1158, 1163, 1168,
1170, 1180, 1207, 1208, 1213, 1250, 1257, 1267,
1268, 1282, 1316, 1332, 1367, 1492, 1499, 1549,
1577, 1530.
Cremons v. Cormons.
Cressoviza (?) , 1480.
Crestoviza (?), 452.
Crete v. Candia.
Croazia, 357, 415, 450, 471, 490, 556, 676, 785, 791 ,
917, 1055, 1076 , 1102, 1139, 1350, 1538, 1567,
1603, 1609, 1622.
Croce ( Croxe) , 491 .
Croia, 454, 795, 812, 1576.
Crovaria v. Corbavia.
Crugne v. Corogna ( la) .
Cruscevatz, 457.
Cruseno v. Crussevo.
Crusevaz v . Cruscevatz.
1520, 1521 , 1522, 1525, 1527, 1540, 1541 , 1542,
1543, 1544, 1546, 1547, 1548, 1551 , 1553, 1555,
1558, 1560, 1562, 1564, 1568, 1576, 1578, 1581,
1582, 1583, 1585, 1586, 1592, 1602, 1603, 1608,
1613, 1617, 1624, 1628, 1640, 1641, 1642.
Coriano, 653, 713.
Coricha (Gorglia ?) , 772.
Corinto, 444, 446, 481 , 503, 504, 729, 838, 874, 899, Crede v. Candia.
1023, 1562.
Cormons, 310, 349, 1263, 1328, 1333, 1406.
Corone, 13, 28, 30, 79, 96, 129, 178, 180, 256, 304,
Corogna (la) , 1205.
Corona, 416.
336, 425, 440, 441, 442, 443, 445, 446, 450, 481,
485, 487, 488, 496, 497, 498, 499, 500, 501, 502,
503, 504, 518, 519, 531, 560, 586, 607, 640, 650,
669, 679, 692, 718, 719, 720, 721 , 723, 725, 726,
727, 728, 729, 730, 763, 770, 772, 773, 774, 784,
790, 797, 803, 809, 810, 811, 827, 828, 832, 833,
834, 873, 874, 877, 896, 898, 901, 904, 921, 922,
923, 928, 931 , 935, 937, 912, 947, 948, 951 , 958,
969, 972, 973, 974, 984, 988, 990, 998, 1024, 1036,
1056, 1057, 1058, 1071, 1072, 1073, 1074, 1139,
1146, 1152, 1154, 1155, 1166, 1170, 1214, 1217,
1218, 1222, 1223, 1241, 1259, 1271 , 1273, 1274,
1278, 1339, 1345, 1352, 1389, 1391 , 1393, 1396,
1397, 1399, 1414, 1415, 1416, 1419, 1420, 1447,
1458, 1489, 1501 , 1505, 1522, 1524, 1525, 1544,
1545, 1546, 1548, 1555, 1559, 1561, 1562, 1563,
1582, 1583, 1589, 1626.
Corsica, 522.
Corte, 762.
Corte Maggiore (Corte Mazor) , 306.
Cortona, 463.
Corvatia ( Corvazia) v. Croazia.
Corvavia v . Corbavia.
Cosenza, 1090, 1632.
Coslaco ( 9), 1610.
Costagniza v. Kostanicza.
Costantinopoli, 14, 15, 60, 86, 128, 129, 131, 146, 178,
179, 182, 184, 236, 281, 315, 334, 337, 447, 448,
460, 461 , 462, 500, 502, 519, 525, 547, 560, 595,
596, 745, 776, 811 , 831 , 833, 834, 873, 874, 876,
896, 897, 904, 946, 948, 950, 964, 973, 988, 991,
998, 1025, 1059, 1060, 1061 , 1073, 1077, 1102,
1127, 1150, 1177, 1216, 1222, 1223, 1225, 1271,
1313, 1347 , 1348, 1357, 1363, 1394, 1399, 1404,
1420, 1421 , 1424, 1457, 1458, 1499, 1500, 1520,
1521 , 1522, 1523, 1525, 1535, 1542, 1544, 1545,
1548, 1554, 1555, 1556, 1557, 1558, 1559, 1561 ,
1563, 1583, 1589, 1608, 1625, 1626, 1638.
Costanza, 400, 452, 524, 597, 636, 714.
Cotignola, 42, 112, 255, 361 , 532, 940, 1010, 1407, Crovavia v. Corbavia.
1567.
Cotrone, 355, 702, 1398.
Court en Pierre, 678.
Covo, 1089.
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III. 15
1667 INDICE GFOGRAFICO 1668
Crussevo, 1363.
Cucivo (9), 1352.
Cuda, 138.
Cuora v. Coira .
Cupa ( 9) , 1611 .
Cura v. Coira .
Curinoga (?) , 548.
Curlandia, 548.
Curzola, 39, 161, 168, 184, 284, 305, 323, 383, 424,
504, 877, 885, 919, 1168, 1186, 1266, 1365, 1379,
1405, 1506, 1621, 1642.
Curzolari , 82, 337, 444, 449, 486, 487, 513, 896, 951 .
Cuvrili, 152, 168, 300, 345, 376, 377, 383, 385, 414,
458, 465, 513, 643, 664, 678, 726, 740, 787, 876,
1038, 1145, 1263, 1358, 1413, 1421, 1422, 1459,
1612.
Cuzulari . v. Curzolari.
Dacia, 954, 1232.
D
Dalmazia, 86, 119, 181, 206, 252, 271, 281, 297, 312,
323, 471 , 556, 567, 588, 606, 623, 631, 639, 676,
770, 785, 810, 907, 952, 959, 977, 988, 1039, 1061 ,
1076, 1137, 1160, 1222, 1240, 1253, 1264, 1266,
1314, 1915, 1320, 1353, 1359, 1376, 1377, 1379,
1380, 1386, 1388, 1405, 1410, 1413, 1427, 1431,
1437, 1451 , 1455, 1457, 1466, 1475, 1480, 1486,
1496, 1497, 1506, 1507, 1508, 1509, 1515, 1529,
1531 , 1536, 1538, 1564, 1567, 1589, 1603, 1604,
1615, 1622, 1642.
Damala (Damalla) , 95, 997.
Damasco, 37 , 70, 71 , 72, 263, 267, 282, 296, 411, 477,
388, 589, 600, 668, 672, 673, 674, 680, 687, 700,
738, 711 , 776, 779, 924, 942, 979, 1031 , 1066,
1119, 1122, 1198, 1225, 1246, 1264, 1458, 1461,
1527, 1571, 1572.
Dobroviza v. Dobrovaz.
Dogaria, 907.
Dolfina' v. Delfinato.
Domesina (Medicina 9), 1592.
Domosli (Domusli) , 128, 1521 .
Doria v. Oria.
Dovera, 862.
Dragno (Cragno ?) v. Carniola.
Dragomestra (Dragamesto) , 873, 1415, 1640.
Drin, 90, 1145.
Drobognazi (9) , 490.
Drobovaz v. Dobrovaz.
Duer v. Budua.
Duino, 349, 406, 538, 663.
Dulcigno (Dulzigno), 44, 124, 168, 205, 206, 280, 335,
375, 415, 513, 524, 531, 576, 638, 643, 704, 767,
768, 876, 918, 919, 926, 934, 960, 975, 1038, 1039,
1057, 1076, 1095, 1099, 1144, 1145, 1148, 1243,
1346, 1383, 1403, 1413, 1421, 1422, 1458, 1459,.
1555, 1568, 1583, 1608, 1612.
Durazzo, 65, 125, 138, 151, 168, 334, 383, 401, 415,
467, 494, 524, 558, 641, 679, 769, 875, 876, 877,
919, 920, 926, 943, 944, 969, 970, 1017, 1018,
1038, 1039, 1076, 1117, 1147, 1148, 1196, 1197,
1263, 1264, 1268, 1292, 1346, 1848, 1384, 1400,
1421 , 1460, 1503, 1546, 1573, 1581, 1582, 1585,
1633.
Durlach (Vorla), 128, 1225.
Edolo, 1463.
Egeocastro, 1638.
E
Egina, 230, 445, 446, 931, 937, 946, 947, 948, 949, 990,
993, 994, 997, 998, 1019, 1058, 1106, 1149, 1521 .
Egitto, 942, 1522.
Damiata, 477, 680, 935, 1123.
Dandosso, 275.
Danoia v. Danubio.
Elemagna v. Alemagna.
Elemosina v. Limoges.
Ellesponto, 393.
Elne (Elna) , 1464, 1470.
Danubio, 531, 660, 669, 670, 917, 968, 1076, 1158, Elvati v. Vati.
1177, 1263, 1379, 1421, 1479, 1607.
Dardanelli, 993.
Degiagra (?) , 1164.
Degiun v. Dijon .
Deladi, 1365.
Delfinato (Delphina'), 1084, 1621 .
Demata, 1415, 1416.
Desenzano, 107.
Desmino, 1366.
Diano, 1309.
Dijon , 161 , 163, 186, 196, 200, 201, 212, 217, 317,
318, 484, 495, 665, 1009, 1050, 1063, 1094, 1113,
1137, 1176.
Doblacho v . Toblach.
Dobrochienich (?) , 1363.
Dobrovaz, 1358, 1612, 1628.
Engadina, 147.
Eodolo v. Edolo.
Epiro, 751 .
Episcopla v. Piscopia.
Este, 1412.
Estives v. Tebe.
Etiopia, 1593.
Europa, 563, 827.
Euscopia v. Uskiup.
Examilion, 14, 337, 444, 874, 899.
Exemiglii v. Examilion.
F
Faenza, 50, 53, 63, 64, 72, 84, 94, 249, 259, 260, 283,
296, 343, 344, 359, 380, 385, 392, 398, 399, 403,
1669 INDICE GEOGRAFICO 1670
404, 407, 409, 421, 426, 469, 508, 517, 521, 558,
572, 577, 587, 591, 593, 597, 617, 619, 634, 645,
647, 648, 651, 661, 671 , 685, 699, 702, 708, 711 ,
712, 713, 739, 754, 756, 759, 780, 793, 801 , 807,
820, 823, 828, 846, 855, 869, 871 , 879, 907, 908,
911 , 913, 927, 940, 965, 966, 976, 978, 986, 1002,
1007, 1008, 1010, 1011, 1014, 1015, 1018, 1019,
1028, 1034, 1040, 1045, 1046, 1049, 1050, 1060,
1064, 1065, 1067, 1077, 1078, 1086, 1087, 1091 ,
1093, 1094, 1095, 1098, 1100, 1108, 1112, 1114,
1117, 1124, 1125, 1130, 1145, 1151, 1156, 1166 ,
1181, 1185, 1199, 1200, 1205, 1214, 1227, 1228,
1231 , 1241 , 1248, 1250, 1256, 1267, 1269, 1278,
1287, 1293, 1295, 1300, 1302, 1303, 1306, 1313,
1319, 1320, 1322, 1329, 1334, 1335, 1336, 1353,
1368, 1369, 1370, 1373, 1374, 1381, 1383, 1400,
1401 , 1407, 1408, 1428, 1430, 1433, 1435, 1441 ,
1442, 1461 , 1464, 1471, 1473, 1474, 1487, 1495,
1496, 1499, 1516, 1517, 1518, 1530, 1532, 1539,
1540, 1558, 1565, 1557, 1570, 1587, 1588, 1592,
1599, 1616, 1619, 1631 .
Fagagnana (?) , 1106.
Fagnam ( Fagnano) , 243.
Fam v. Fano.
Famagosta, 246, 263, 282, 206, 302, 353, 421, 434,
435, 554, 600, 687, 776, 818, 839, 970, 975, 977,
979, 1118, 1119, 1120, 1121, 1150, 1189, 1210, 1225,
1325.
Fanari, 95, 402, 827, 1394.
Fanaro v . Fanari
Faneromini, 729.
Fano ( Fan, Fanno) , 99, 199, 404, 965, 978, 1010, 1013, Filippopoli (Filipopuli), 89, 118, 129, 130.
1087, 1131 , 1241, 1286, 1287, 1334, 1589.
Fand, 731 , 732, 763, 777, 812, 813.
Fanù v. Fand.
Farra ( Fara) , 686.
Fasana, 1445.
Faxana v. Fasana.
Felburg v. Friburgo.
Feldkirk, 556.
Feldria v. Feldkirk.
Felizzano ( Feliciam) , 941.
Feltimburg v. Friburgo.
Feltre e feltrino, 7, 9, 18, 31, 85, 119, 322, 832, 848,
353, 377, 404, 421, 427, 454, 473, 479, 536, 582,
632, 633, 634, 735, 746, 1233, 1353, 1572.
Fereta v. Pfirth .
Ferrara e ferrarese, 10, 12, 18, 24, 25, 29, 32, 36,
42, 44, 46, 56, 57, 60, 62, 67, 72, 85, 87, 90, 96,
103, 109, 116, 132, 133, 136, 143, 144, 145, 147,
155, 186, 187, 193, 196, 199, 204, 214, 218, 221,
222, 223, 228, 229, 233, 235, 239, 241 , 243, 246,
249, 252, 254, 255, 256, 257, 259, 260, 261, 275,
278, 286, 292, 293, 296, 297, 301, 302, 307, 810,
311, 314, 317, 331 , 332, 335, 338, 339, 341 , 844,
346, 352, 353, 364, 368, 369, 376, 391 , 996, 404,
410, 419, 422, 423, 430, 459. 462, 465, 474, 482,
485, 496 , 507, 511 , 513, 529, 530, 533, 543, 555,
556, 558 , 563, 565, 566, 575, 586, 588, 590, 592,
603, 607, 609, 627, 632, 634, 645, 647, 648, C62,
664, 670, 683, 684, 706, 707, 708, 734, 739, 743,
749, 757, 764, 783, 784, 788, 792, 796, 799, 800,
801 , 807, 823, 829, 837, 842, 843, 862, 864, 872,
880, 908, 910, 911 , 913, 915, 926, 930, 932, 940,
941, 944, 960, 967, 974, 1001 , 1002, 1005, 1006,
1008, 1019 , 1029, 1040, 1041, 1044, 1056, 1064,
1067, 1068, 1077, 1078, 1080, 1087, 1098, 1099,
1100, 1117, 1130, 1134, 1156, 1167, 1169, 1202,
1204, 1215, 1219, 1227, 1231 , 1244, 1247, 1248,
1250, 1265, 1269, 1278, 1287, 1293, 1295, 1297,
1302, 1305, 1306, 1315, 1317, 1319, 1320. 1329,
1330, 1336, 1353, 1368, 1972, 1374, 1382, 1401 ,
1410, 1412, 1429, 1433, 1435, 1448, 1449, 1451 ,
1464, 1469, 1470, 1471, 1476, 1487, 1488, 1489,
1499, 1516, 1520, 1539, 1567, 1580, 1:91, 1:92,
1598, 1613, 1632, 1633.
Fessa v. Fez.
Fez, 1385, 1474, 1596.
Fiandra, 49, 67, 154, 171 , 181 , 206, 211 , 329, 331 ,
498, 556, 558, 644, 838, 1283, 1305, 1826 , 1489,
1495, 1565, 1567, 1573, 1588.
Fianona, 106, 930.
Fiasco v. Fischio.
Figer v. Figera.
Figera (Capo dell' Oro), 526, 599.
Filo (Fil) , 592.
Filanda v. Finlandia.
Filimburg v. Friburgo.
Finale ( Final), 1117, 1293, 1295, 1305, 1336.
Finlandia, 548.
Firenze ( Fiorenza), 12, 18, 38, 41, 46, 50, 56, 62, 89,
90, 95, 132, 135, 186, 218, 271 , 297, 331, 341 , 342,
370, 384, 420, 462, 463, 465, 474, 482, 496, 507,
514, 517, 575, 592, 649, 651, 683, 698, 699, 739,
745, 781 , 790, 862, 869, 906, 928, 942, 968, 978,
986, 987, 1006, 1007, 1008, 1037, 1048, 1051, 1064,
1084, 1087, 1200, 1255, 1278, 1293, 1929, 1336,
1401, 1462, 1485, 1518, 1519, 1570.
Fischio, 549, 559.
Fiume, 606, 671, 675, 697, 737, 768, 1330, 1609.
Fivizzano, 530.
Flanona v. Fianona.
Foce(d' Arno) , 463, 534.
Focea, 461.
Fole (le) v. Focea.
Fojano, 212.
Foligno, 309, 907, 940, 1114
Fondi, 1809.
Fontarabia, 1600.
Forlì, 45, 49, 54, 56, 57, 58, 62, 64, 67, 70, 72, 74, 75,
76, 77, 84, 85, 86, 89, 90, 92, 93, 94, 107, 118,
141, 165, 186, 254, 266, 403, 410, 126, 572, 6.9.
681, 699, 832, 908, 915, 1010, 1014, 1043, 1049,
1671 INDICE GEOGRAFICO 1672
1065, 1078, 1086, 1087, 1095, 1112, 1117, 1124,
1146, 1166, 1167, 1199, 1214, 1228, 1241 , 1269,
1302, 1319 , 1353, 1373, 1408, 1433, 1435, 1440,
1441 , 1452, 1465, 1467, 1496, 1530, 1532, 1533,
1540, 1558, 1567, 1570, 1571 , 1577, 1587, 1588,
1628.
Forlimpopoli (Forlinpopulo), 1019, 1440, 1558.
Fosdinovo, 520.
Fossato ( Fossà) v. Genivolo.
Fossombrone (Fossimbrun) , 1114, 1287.
Foze v. Foce (d' Arno) .
Franc, 285.
Francia ( Franza) , 10, 11 , 12, 13, 16, 21, 25, 27, 29,
32, 36, 37, 38, 39, 40, 41 , 43, 44, 45, 46, 48,
50, 51 , 53, 54, 55, 56, 58, 62, 63, 66, 72, 73, 75,
85, 95, 99, 100, 102, 103, 107, 108, 109, 111 ,
112, 116, 117, 120, 121 , 123, 124, 130, 132, 133,
135, 139, 140, 145, 147, 149, 153, 159, 161 , 163,
164, 167, 168, 169, 181, 182, 186, 191, 193, 194,
196, 197, 198, 199, 200, 201 , 202, 203, 204, 205,
214, 218, 219, 220, 222, 223, 224, 225, 227, 228,
229, 231 , 232, 233, 235, 237, 239, 241 , 244, 245,
246, 247, 248, 249, 252, 254, 255, 256, 258, 259,
260, 261 , 263, 264, 265, 266, 268, 269, 271 , 274,
275, 278, 284, 288, 293, 294, 295, 296, 297, 298,
300, 301, 303, 304, 306, 308, 309, 310, 312, 314,
318, 320, 321, 322, 324, 325, 326, 331 , 332, 337,
339, 340, 341 , 342, 343, 344, 346, 349, 350, 351 ,
352, 353, 354, 355, 356, 364, 365, 366 , 368, 369,
370, 372, 373 , 374, 376, 377, 378, 379, 381, 382,
385, 386, 387, 391, 394, 396, 399, 400, 401, 402,
403, 404, 405, 408, 409, 410, 411, 412, 414, 415,
416, 419, 421 , 422, 425, 427, 428, 429, 430, 435,
448, 451 , 453, 454, 455, 459, 460, 461, 462, 465,
466, 469, 471 , 472, 473, 474, 475, 476, 480, 482,
483, 484, 485, 488, 489, 494, 495, 503, 506, 507,
508, 510, 511 , 512, 515, 516, 517, 524, 527, 530,
532, 533, 540, 541, 542, 543, 547, 549, 556, 558,
500, 563, 564, 565, 567, 568, 569, 570, 571 , 574,
576, 577, 578, 581 , 582, 584, 585, 586, 587, 588,
591, 592, 594, 596, 597, 598, 603, 606, 607, 609,
617, 627, 630, 632, 634, 635, 636, 643, 644, 645,
647, 648, 649, 651. 652, 654, 657, 658, 659, 663,
664, 665, 666, 671 , 675, 676, 677, 685, 687, 688,
695, 698, 699, 701, 702, 706, 708, 712, 713, 714,
733, 734, 735, 737, 739, 742, 743, 745, 748, 749.
755, 757, 760, 764, 765, 766, 781 , 784, 789, 796,
801, 804, 806, 820, 821 , 823, 825, 830, 831 , 835,
836, 837, 840, 841 , 843, 844, 845, 848, 852, 856,
858, 839, 861 , 864, 867, 868, 870, 872, 879, 880,
881 , 884, 885, 887, 889, 892, 893, 894, 897, 909,
910, 911, 912, 913, 915, 918, 910, 928, 930, 932,
939, 941, 942, 932, 933, 954, 960, 966, 967, 974,
976, 977, 979, 985, 986, 987, 1002, 1005, 1006,
1007, 1008, 1009, 1011 , 1013, 1016, 1021, 1028,
1030, 1036, 1038, 1040, 1043, 1045, 1047, 1048,
1049. 1050, 1051 , 1053, 1054, 1056, 1061, 1063.
1064, 1068, 1077, 1079, 1081 , 1082, 1083, 1084 ,
1087, 1090, 1091, 1093, 1095, 1098, 1101 , 1102,
1103, 1105, 1106, 1108, 1111, 1114, 1124, 1126,
1127, 1128, 1129, 1130, 1131 , 1134, 1135, 1136,
1138, 1144, 1153, 1159, 1164, 1166, 1167, 1168,
1170, 1171 , 1175, 1177, 1178, 1179, 1182, 1183,
1184 , 1185, 1186, 1197, 1199, 1200, 1201 , 1205,
1206, 1207, 1208, 1211 , 1215, 1219, 1220, 1223,
1227, 1229, 1231 , 1235, 1237, 1238, 1239, 1244,
1245, 1247, 1248, 1249, 1252, 1254, 1255, 1256,
1262, 1263, 1266, 1267, 1268, 1269, 1278, 1280,
1282, 1285, 1287, 1296, 1297, 1299, 1301 , 1305,
1306, 1308, 1309, 1315, 1316, 1319, 1320, 1321 ,
1322, 1323, 1326, 1329, 1930, 1333, 1335, 1336 ,
1337, 1338, 1350, 1354, 1355, 1356, 1357, 1362,
1367, 1968, 1969, 1970, 1371 , 1372, 1380, 1381 ,
1386, 1395, 1400, 1401, 1407, 1412, 1420, 1425,
1426, 1428, 1429, 1431, 1432, 1434, 1436, 1438 ,
1439, 1441 , 1442, 1449, 1450, 1452, 1453, 1464,
1465, 1467, 1468, 1470, 1471, 1472, 1473, 1474,
1475, 1476, 1477, 1483, 1484, 1485, 1486, 1488,
1498, 1505, 1500, 1513, 1517, 1518, 1519, 1528,
1532, 1533, 1534, 1537, 1538, 1539, 1540, 1541 ,
1543, 1544, 1548, 1549, 1554, 1556, 1558, 1560,
1565, 1566, 1567, 1569, 1570, 1572, 1574, 1575,
1578, 1580, 1581 , 1589, 1590, 1591, 1592, 1596,
1597, 1598, 1599, 1600, 1604, 1606, 1607, 1611 ,
1612, 1616, 1618, 1628, 1630, 1631 , 1632, 1633,
1634, 1635.
Franpuollo v. Forlimpopoli.
Frasche ( le) , 213.
Fraschia (la), 898.
Frassinelle (Frassinela) , 799.
Friburgo (?), 1063, 1085, 1094, 1136.
Friol v. Friuli.
Frisia ( Frixia) , 466, 565, 676, 737.
Friuli , 6, 7, 8, 9, 10, 11 , 20, 22, 25, 26, 29, 35, 41,
52, 60, 65, 71, 73, 74, 77, 78, 90, 92, 117, 129,
145, 146, 147, 150, 181 , 182, 189, 195, 201 , 206,
231 , 250 , 256, 258, 259, 261 , 268, 272, 278, 308,
310, 319, 323, 347, 348, 356, 364, 372,375, 383,
385, 390, 391 , 394,398, 399, 400, 405, 406, 409,
413, 416, 418, 424, 428, 435, 452, 453, 454, 459,
468, 482, 493, 496, 510, 538, 571, 574, 597, 606,
627, 633 , 651 , 659, 663, 665, 671, 675, 676, 681,
686, 697, 703 , 707, 715, 736, 745, 758, 766, 767,
770, 778, 779, 781, 782, 785, 791, 792, 795, 803,
804, 806, 810, 813, 820, 830, 831 , 832, 836, 859,
865, 878, 885, 886, 907, 952, 967, 974, 975, 1054,
1067, 1080, 1098, 1099, 1124, 1131, 1136, 1138,
1172, 1175, 1176, 1208, 1212, 1218, 1233, 1289,
1320, 1332, 1334, 1353, 1359, 1375, 1379, 1406,
1410, 1439, 1462, 1468, 1493, 1497, 1515, 1532,
1536, 1538, 1564, 1573, 1589, 1626.
Fuligno v. Foligno.
Fünfkirken, 288, 686, 1159.
Fusa(la), 319.
1673 INDICE GEOGRAFICO 1674
G
Giulia nuova, 427.
Glarenza ( Chiarenza) , 16, 174. 444. 499, 501, 1593.
Glorno v. Glurns.
Glurns, 665.
Godam v. Godano.
Godano, 189.
Golaz, 228, 466.
Golizo v. Golna.
Golna ?) , 632.
Gonzaga, 510, 520.
Gordichio, 397, 768.
Gorgonzola, 516.
Gorizia (Goricia), 6, 23, 28, 231 , 235, 237, 238, 250,
254, 263, 271 , 310, 332, 339, 349, 364, 369, 372,
374, 386, 409, 425, 428, 452, 453, 461, 495, 505,
528, 546, 56, 565, 597, 634, 663, 670, 671 , 675,
698, 707, 745, 767, 796, 859, 1162, 1211 , 1213,
1219, 1263, 1283, 1293, 1301 , 1317, 1328, 1329,
1333, 1368, 1386, 1407, 1435, 1468.
Gorussa, 333.
Graccovo (Grahova ?) , 1059.
Gradara, 1014.
Gradisca, 6, 7, 8, 9, 10, 11 , 19, 20, 22, 28, 201, 210,
263, 310, 349, 372, 394, 398, 431, 452, 576, 598,
634, 650, 651, 664, 676, 686, 697, 703, 707, 735,
745, 755, 766, 795, 797, 802, 813, 832, 835, 858,
868, 878, 886, 890, 980, 1113, 1136, 1160, 1161 ,
1199, 1211, 1213, 1219, 1239, 1241, 1263, 1283,
1293, 1295, 1301, 1316, 1317, 1328, 1375, 1405,
1406, 1407, 1434, 1436, 1439, 1462, 1467, 1475,
1477, 1498, 1529, 1626, 1628.
Grafignana v. Garfagnana.
Graizi (Graticci) , 1528.
Gran, 240, 856, 929, 985, 1009, 1055, 1086, 1102,
1159, 1178, 1315, 1321 , 1449, 1452, 1466, 1479,
1536, 1599, 1604.
Granarolo, 1087, 1407, 1430, 1516, 1588.
Granata, 120, 180, 264, 292, 630, 1008, 1030, 1100,
1101 , 1135, 1154, 1167, 1182, 1278, 1279, 1280,
1282, 1385, 1425, 1475, 1595, 1597, 1600.
Granoble v. Grenoble.
Granopoli v. Grenoble.
Gravi, 1563.
Grazie ( le) , 265.
Grebani , 519, 728.
Grebanin v. Grebani.
Grebazo, 1454, 1487.
Grebeni v. Grebani.
Grebr v. Gereben.
Grecia, 129, 130, 179, 182, 320, 447, 503, 504, 519,
Gaeta, 293, 872, 1087, 1310.
Gaian v. Galliate.
Galarà v. Gallarate.
Galata (Galatam), 82, 444, 499, 500, 896, 988.
Galiano, 1440.
Galipoli (Galipolli, v. Gallipoli.
Gallarate, 609.
Galles, 1601.
Galliate, 244, 245.
Gallipoli, 127, 129, 130, 182, 210, 256, 328, 388, 448,
842, 854, 946, 1049, 1059, 1198, 1216, 1222, 1306,
1499, 1520, 1522, 1545, 1552, 1556, 1583, 1589,
1592, 1613, 1638.
Garan (Galliate?), 233.
Garbli, 185.
Garda ( lago di) , 1233, 1331.
Garfagnana, 350, 530, 533, 543.
Garigliano, 325.
Garipoli v. Gallipoli .
Garnopoli v. Grenoble.
Gatenois, 647.
Gaza, 477, 680, 776, 924, 942, 1031, 1122.
Gazara v. Gaza.
Gedi v. Ghedi.
Geler v. Gueldria.
Genivolo ( Fossato di), 592, 823, 965, 986, 1002.
Genova e genovesato, 32, 38, 45, 48, 54, 62, 111 , 133,
135, 157, 168, 189, 196, 200, 201, 267, 301 , 318,
324, 338, 346, 347, 348, 352, 364, 368, 369, 374,
377, 385, 408, 409, 422, 451 , 465, 472, 506, 507,
522, 527, 529, 541, 542, 556, 565, 576, 577, 578,
586, 608, 609, 643, 651, 682, 683, 715, 744, 765,
766, 790, 805. 820, 830, 857, 880, 887, 889, 890,
910, 932, 939, 942, 989, 1007, 1018, 1030, 1053,
1085, 1101 , 1104, 1111 , 1127, 1166, 1171, 1175,
1184, 1185, 1198, 1216, 1219, 1247, 1249, 1263,
1282, 1306 , 1316, 1317, 1321 , 1326, 13:37, 1338,
1357, 1362, 1369, 1372, 1389, 1407, 1410, 1424,
1428, 1429, 1450, 1451, 1480, 1486, 1498, 1516,
1534, 1535, 1541 , 1570, 1600, 1620, 1625, 1637.
Gerbi , 474, 573, 628, 659, 685.
Gereben, 802.
Gerusalemme, 354, 368, 405, 637, 676, 957, 1635.
Ghedi , 20, 60, 71 , 308, 409, 1099, 1329.
Ghiaiolo, 266.
Ghiaradadda, 37, 88, 92, 102, 105. 110, 149, 156, 207,
228, 368, 380, 403, 405, 428, 466, 660, 844, 928,
978, 1047, 1218, 1493.
Giagiolo v. Ghiaiolo.
Giannina, 236, 337, 443, 450, 693, 694, 695.
Gieradada v. Ghiaradadda.
Ginevra ?) , 790.
Girosporch v. Johannisburg.
Giudecca. 218.
603, 729, 751, 851, 1059, 1061, 1405, 1523, 1552.
Greenwich, 687.
Grenoble, 295, 408, 608, 609, 1451.
Gresta (Gresata), 755.
Grigna v. Brigna ( Brinje ?).
Grigna Grigno ?) v. Grigno.
Grigno (Brigná, Grigna) , 392. 461, 505, 564, 617, 664.
1675 INDICE GEOGRAFICO 1676
Griminiza, 538.
Griso, 230, 519, 610, 1414, 1524, 1525.
Gualdo, 239, 289, 309, 940.
Guardiani ( li ) , 79, 562, 583, 584, 1396, 1397, 1399.
Gueldria, 400, 457, 676, 1567.
Guiscardo v. Canal di Guiscardo.
Guinea, 862, 1593.
Gurdigio v. Gordichio.
Gurk, 1218.
Gussago, 1443.
Hamah, 680.
Hauspurch v. Augusta
Herzegovina, 778.
Hispruch v. Innsbruck.
Histria v. Istria.
Hostia v Ostia .
Hostia v. Ostiglia.
Hostie v. Ostia.
Humago v. Umago.
Hungaria v. Ungheria.
H
1
Iriburg v. Regensburg.
Irlanda, 687.
Ischia, 427, 470.
Iseo ( lago di Ise) , 119.
Isernia, 266.
Isola della Scala, 227 .
Isonzo, 6, 7, 9, 19, 20, 22, 23, 38, 850, 1219.
Istria, 11 , 20, 36, 45, 46, 54, 60, 414, 518, 600, 672,
792, 887, 928, 931 , 974, 1006, 1101, 1187, 1379,
1480, 1515, 1517, 1529, 1564, 1576, 1592, 1609,
1643.
Istula v. Vistola.
Italia, 5, 12, 13, 18, 44, 48, 116, 117, 130, 133, 139,
149, 161, 162, 176, 181, 212, 237, 239, 264, 265,
269, 270, 275, 284, 291, 298, 309, 318, 364, 373,
374, 381 , 388, 427, 435, 436, 437, 468, 511, 524,
551, 552, 568, 575, 635, 636, 648, 677, 683, 698,
750, 751 , 756, 765, 844, 846, 861, 871, 872, 890,
913, 957, 958, 967, 976, 983, 987, 1028, 1029,
1032, 1038, 1040, 1048, 1063, 1064, 1082, 1084,
1131 , 1137, 1163, 1179, 1186, 1191, 1237, 1238,
1251 , 1252, 1288, 1305, 1314, 1319, 1329, 1359,
1371 , 1372, 1400, 1401 , 1451, 1470, 1472, 1476,
1481 , 1490, 1517, 1519, 1534, 1535, 1555, 1560,
1570, 1572, 1575, 1576, 1596.
Ivam v. Ivano.
Ivano, 681.
Ivrea, 200.
Ixeruia v. Isernia.
Izonzo ( Izonso) v. Isonzo.
Ibdin v. Widdino.
Ibrioni v. Brioni.
Idra, 890.
Idres v. Idra.
Idronyti (Otranto 9) , 890.
Iliaco v. Yliaco.
Iloch v. Illok .
Illirico, 435.
Illok, 670.
Iluxi, 970.
Imola, 45, 49, 53, 59, 62, 63, 64, 266, 270, 378, 419,
572, 649, 823, 832, 869, 908, 915, 976, 1002, 1011 ,
1087, 1124, 1370, 1408, 1430, 1431, 1433, 1435,
1441, 1449, 1464, 1484, 1487, 1495, 1496, 1499,
1512, 1530, 1540, 1567, 1570, 1588, 1589, 1616.
Imota, 1609.
Incisa, 590, 608, 1113.
India, 862, 1593.
Inghilterra ( Ingaltera), 36, 135, 149, 256, 298, 300,
3+2, 352, 411, 472, 483, 506, 527, 559, 650, 687,
701 , 734, 751 , 830, 842, 844, 851 , 871, 892, 893,
909, 954, 956, 1030, 1064, 1102, 1175, 1184, 1373,
1385, 1470, 1474, 1538, 1597, 1601.
Innsbruck, 18, 22, 36, 44, 45, 63, 85, 218, 243, 283,
286, 322, 348, 377, 400, 404, 426, 452, 453, 454,
456, 505, 511 , 524, 528, 540, 564, 586, 631, 661,
673, 675, 684, 686, 714, 737, 784, 807, 88, 859,
880, 1040, 1050, 1100, 1209, 1266, 1367, 1374,
1389, 1431 , 1413, 1534.
Iptick , 969, 1057, 1077.
Irapina (9) , 785.
Jablanaz v. Jablonacz.
Jablonacz, 791 .
Jabravali v. Jablonacz.
Jaffa, 140, 368, 545, 596, 790.
Jaicza (Jayza) , 56, 189, 206, 240, 258, 340, 734, 802,
853, 878, 887, 917, 1102, 1150, 1169, 1388, 1508,
1622, 1623.
Janina v. Giannina.
Jasa v. Aias.
Jauernik (Vernich) , 452.
Jerusalem v. Gerusalemme.
Johannisburg (?), 1163.
Juba v. Liuba.
Julia Nova v. Giulianuova.
Kabrera, 16, 1109, 1525.
K
Kamengrad, 631, 669, 1059, 1543.
Kiburg, 676.
Kieri , 640.
Kliudsch (Cliuz) , 1059.
Knin, 394, 460, 966, 976, 1033, 1059, 1291 , 1315,
1497, 1508, 1531, 1609, 1614
INDICE GEOGRAFICO 1678 1677
Konieh, 1119, 1121, 1150.
Kostanicza, 669.
Krosno (?) , 548.
Kyparissi , 936.
La Bastia, 337, 693.
La Bruca v. Bruca.
La Bruta v. Bruca.
Laburch v. Burgau.
Lacantera v. Cantara.
Lacise v . Lazise.
Lada, 446.
Lambi, 620.
Lamone (Lamom) , 632.
Landeck (?) , 665.
Lander v. Landeck.
Landro, 454.
Langaron v. Lanjaron.
Lanjaron, 291, 292.
Lanzaron v. Lanjaron.
Laranda, 1150.
Larando v. Laranda.
Lariso v. Larissa.
Larissa, 337, 450, 1387.
Larso ( Larsso) v. Larissa.
Latisana, 1247.
Laurana v. Vrana.
Lavenza, 474.
L
Lavrana ( Lavra', Lavrano) v. Vrana.
Lavraniza, 1608.
Lazise, 245, 314.
Le Brulle, 477, 935.
Lecce, 412, 642, 697, 709, 749, 831, 890, 977, 998,
999, 1000, 1073, 1242, 1257, 1258, 1307, 1347,
1586.
Lecco ( Lecho), 133, 195, 662, 665, 711, 1037.
Lecutino ( Leontino?) v. Lentini.
Legena ( Legina) v. Egina.
Legnago, 537, 682, 831, 918, 1298, 1366, 1509.
Lelys v. Lys.
Lendeniza, 428, 792.
Lendinara (Lendenara) , 208, 339, 581, 594, 799, 1329,
1374, 1471 .
Lentini, 655.
Lenzeng ( ?) , 540.
Leon (regno di) , 1280.
Leonessa, 326.
Lepanto, 5, 7, 9, 10, 11, 12, 14, 17, 21, 28, 30, 40,
481, 492, 498, 499, 500, 501, 503, 531, 596, 599,
664, 774, 804, 836, 838, 895, 896, 897, 928, 946,
951 , 963, 964, 988, 1047, 1048, 1072, 1166, 1170,
1221, 1223, 1299, 1311, 1347, 1387, 1399, 1499,
1556, 1584, 1589.
Lepo v. Aleppo.
Lesina, 108, 138, 367, 405, 414, 415, 440, 603, 645,
757, 834, 865, 916, 920, 1051, 1164, 1233, 1264,
1326, 1358, 1361, 1365, 1379, 1399, 1400, 1406,
1455, 1508, 1515, 1628, 1642.
Leucade, 1640.
Leucosia, 435.
Levante, 17, 39, 132, 172, 267, 282, 285, 286, 293,
295, 327, 332, 338, 352, 384, 406, 419, 440, 464,
472, 489, 520, 531, 540, 549, 557, 575, 576, 578,
585, 620, 650, 668, 708, 709, 710, 728, 732, 736,
740, 746, 758, 781 , 786, 789, 818, 821, 834, 838,
847, 863, 886, 896, 910, 918, 921, 939, 961, 966,
968, 987, 989, 999, 1017, 1041, 1051, 1053, 1058,
1071 , 1073, 1080, 1084, 1160, 1201, 1203, 1221,
1236, 1239, 1257 , 1273, 1279, 1281, 1360, 1385,
1393, 1395, 1409, 1424, 1425, 1443, 1456, 1498,
1504, 1510, 1564, 1573, 1576, 1583, 1624.
Lexamilli v. Examilion.
Lexemigli v. Examilion.
Leze v. Lecce.
Lezena v. Egina.
Librafata (Librafatta) v. Ripafratta.
Licha' v. Lika.
Lido, 16, 72, 278, 285, 286, 294, 297, 377, 380, 381 ,
413, 672, 835, 836, 894, 959, 1038, 1235, 1358,
1487, 1510.
Lienz, 231 , 1162, 1443.
Liesna v. Lesina.
Lika, 1314.
Lim, 452.
Limburgo, 676.
Limissò, 405, 416, 422, 699, 776, 1016, 1118, 1119,
1121 , 1254, 1284, 1300, 1301 , 1325, 1356, 1409,
1492.
Limoges, 1544.
Linz, 1214, 1231, 1266, 1329, 1367, 1374, 1381, 1389,
1400, 1412, 1463, 1529, 1534.
Linz. v. Lienz.
Lio v. Lido.
Lione ( Lion) , 124, 135, 139, 140, 153, 186, 187, 196,
200, 204, 228, 237, 256, 265, 266, 269, 270, 274,
284, 293, 295, 296, 298, 303, 318, 322, 339, 349,
352, 354, 364, 374, 386, 391, 409, 451, 465, 472,
476, 506, 512, 524, 527, 541, 552, 575, 590, 608,
643, 644, 844, 889, 933, 1011, 1030, 1037, 1038,
1084, 1094, 1137, 1202, 1203, 1285, 1323, 1356,
1371 , 1426, 1450, 1451, 1480, 1481, 1482, 1511 ,
1637.
45, 49, 51, 53, 54, 58, 60, 65, 68, 69, 76, 86, 109,
118, 123, 125, 126, 127, 128, 129, 130, 138, 144,
160, 172, 174, 177, 178, 179, 180, 181, 182, 183,
192, 200, 236, 254, 262, 281, 292, 303, 304, 320,
327, 330, 332, 333, 334, 336, 337, 363, 364, 365,
366, 373, 379, 393, 397, 398, 417, 435, 441, 442,
444, 446, 447, 448, 449, 450, 458, 461, 470, 480, | Liptomia v. Lyptau
Lionessa v. Leonessa.
Lipari, 1249.
1679 INDICE GEOGRAFICO 1680
Lucera, 1332, 1478, 1574.
Lucerna, 889, 1085.
Luchers v. Loches.
Ludrim v. Drin .
Lufam ( ?) , 627.
Lugo, 649, 823, 1019, 1302, 1336, 1374, 1471.
Luibo v. Ulbo.
Lunesana v. Lunigiana.
Lunigiana, 350, 575, 1429.
Lusazia, 797.
Lussemburgo, 676.
Lustiza, 184.
Lyptau, 785.
Lys, 321 , 1237, 1619, 1634.
Macarsca ( Macharsca) , 1051.
Magaris (Magarisi) v. Megaride.
Magazan v. Magonza.
Magenta, 261.
Magioricha v. Majorca.
Magnesia, 127, 128, 448, 1521 .
Magnisia v. Magnesia.
Magonza, 286, 565, 588, 661, 784, 880, 888, 1442.
Maina, 730, 1072.
Liptomo v. Milopotamo.
Lis v. Lys.
Lisbona, 270, 418, 862, 1474, 1570, 1592, 1595.
Lisevich, 184.
Lista (?) , 667.
Litifania v. Lituania.
Lituania, 548, 867, 883, 1163, 1164, 1177, 1178, 1189,
1191, 1432, 1433, 1440, 1441, 1453, 1537, 1549,
1565, 1575, 1603.
Liuba, 1386.
Livadia, 425, 441, 444, 446, 896, 1547, 1548.
Livenza, 7, 8, 124, 283, 413, 883, 928.
Liviza ( Livno9) , 802.
Livonia, 1163, 1549.
Livorno ( Livorne) , 485, 739, 744, 750, 755, 1337.
Lizonso v. Isonzo.
Lobach v. Lubiana.
Locarno, 475.
Loches (Lochyes, Lochyer) , 192, 265, 321, 1451, 1465, Maganza v. Magonza.
1486, 1534, 1569.
Lochiers v. Loches.
Lodi e lodigiano, 28, 70, 101 , 103, 111, 112, 120,
123, 125, 133, 138, 139, 141 , 143 , 145, 149, 156,
157, 160, 161 , 162, 163, 164, 165, 167, 176, 187,
189, 190, 194, 196, 197, 199, 200, 202, 203, 204,
207, 212, 213, 215, 219, 220, 228, 231 , 234, 240,
241 , 255, 259, 262, 306, 308, 309, 325, 327, 510,
512, 522, 658, 666, 715, 716, 829, 1042, 1047, 1098,
1153, 1170, 1175, 1216, 1320, 1327, 1328, 1329,
1637.
Lodrone ( Lodron) , 54, 1151 .
Logitz, 452.
Logium v. Logitz .
Lombardia, 90, 94, 99, 103, 104, 139, 167, 181, 202,
227, 265, 260, 326, 507, 594, 665, 698,807,908,
933, 986, 1009, 1037, 1166, 1175, 1376, 1575.
Lomellina ( Lomelina) , 149, 163, 190.
Lonato ( Lona' ) , 524, 537, 1205, 1298.
Lonchiers v. Loches.
Londari , 503, 518, 519, 896, 948.
Londra, 21 , 69, 86, 300, 319, 330, 558, 790, 1590.
Lonigo, 453.
Lonz v. Lienz .
Lorena, 403, 451, 676.
Loreto, 314, 332, 1353, 1579.
Los, 452.
Lovere (Lover), 1475.
Lubiana, 254, 452, 528, 670, 671 , 675, 1161 , 1169,
1301 , 1375, 1406.
Lubino v. Lublin.
Lublin, 548.
Lubotin, 1456.
Lucarno v. Locarno.
Lucca ( Lucha), 291, 297, 313, 317, 343, 353, 369, 370,
381 , 391 , 410, 463, 482, 484, 485, 514, 528, 533,
543, 552, 553, 555, 556, 592, 627, 651 , 683. 740,
744, 755, 1374, 1481.
Maina (Braccio, Brazo di) , 17, 72, 730, 927.
Majorca, 1183.
Malaga, 349, 418, 474.
Malamocco ( Malamocho) , 1077, 1157, 1167, 1327.
Maldola v. Meldola.
Malfi v. Amalfi .
Malicha v. Malaga.
Malta, 9, 240, 777, 794, 813.
Malvasia, 180, 256, 293, 339, 432, 447, 448, 188, 536,
544, 679, 839, 897, 898, 99, 900, 903, 905, 920,
921 , 936, 937, 993, 1012, 1017, 1022, 1035, 1036,
1052, 1057, 1058, 1070, 1071 , 1099, 1346, 1520,
1541, 1547, 1557, 1560, 1581 .
Manfredonia (Manferdona, Manferdonia) , 578, 1326.
Mandello (Mandelo) , 662.
Mangnisia v. Magnesia.
Mantegna v. Mantinea.
Mantinea, 1072.
Mantova (Mantoa) , 10, 12, 18, 24, 25, 32, 36, 45, 53,
85, 87, 100, 106, 107, 109, 110, 111 , 116, 123, 132,
139, 143, 146, 147, 151 , 164, 186, 193, 204, 219,
223, 228, 229, 233, 238, 241 , 242, 243, 245, 246,
249, 252, 253, 255, 256, 257, 260, 261 , 265, 267,
269, 272, 275, 279, 286, 293, 296, 297, 301 , 307,
310, 311 , 317, 318, 331, 335, 338, 339 , 341 , 344,
346, 347, 353, 364, 369, 376, 383, 396, 400, 410,
413, 417, 426, 430, 452, 453, 460, 465, 466, 473,
476, 483, 484, 485, 505, 510, 511, 520, 528, 529,
530, 533, 543, 556, 563, 565, 566, 575, 585, 590,
592, 598, 603, 606, 607, 609, 631, 632, 634, 645,
1681 INDICE GEOGRAFICO 1682
647, 650, 652, 657, 661, 662, 663, 673, 675, 701,
715, 735, 755, 764, 765, 782, 818, 822, 835, 881 ,
908, 911 , 914, 927, 930, 932, 941, 952, 960, 974,
986, 1002, 1005, 1029, 1064, 1074, 1077, 1078,
1087, 1099, 1100, 1112, 1202, 1205, 1218, 1219,
1229, 1233, 1239, 1248, 1254, 1263, 1282, 1297,
1316, 1318, 1320, 1322, 1329, 1330, 1936, 1337,
1338, 1372, 1401, 1429, 1433, 1468, 1478, 1485,
1488, 1489, 1515, 1520, 1535, 1548, 1569.
Mara, 1150.
Maram v. Marano.
Maram v. Merano.
Maran v. Merano.
Marano, 349, 1406.
Marca (d' Ancona) , 495, 1060, 1323, 1355, 1425, 1431 , Merano, 96, 452, 468, 1443.
1495, 1511 , 1565.
Marcesene ( Marcesena, Marcesine) , 633, 663, 681.
Marcha v. Marca (d'Ancona) .
1
Marcha (?) , 414, 1350, 1364, 1446, 1454.
Marchia v. Mark ( la).
Marchoy ( ?) , 1243.
Marghera, 54.
Margnano v. Marignano.
Maregnano v. Marignano.
Mariam v. Marano.
Marignano, 145, 157, 165, 176, 189, 190, 213, 219, Metelino, 17, 448, 461, 931 , 938, 949, 963, 973, 990,
220, 221 , 232, 262.
Medicina (Medesina), 1045.
Medoa v. Mathis.
Medulla v. Meldola.
Meduna, 511 , 546 .
Megara, 446, 948.
Megaride, 992, 1025.
Melazo v. Milazzo.
Meleda, 1404, 1407.
Meledun v. Melun .
Meldola, 907, 1049, 1050, 1124, 1452.
Melfi ( Melffi ) , 295, 298.
Melun, 742, 765, 766, 804, 806, 830.
Melze v. Melzo.
Melzo, 153, 177, 213, 217, 219, 232.
Merlere, 813.
Mesorino v. Misurina.
Messa v. Massa.
Messina, 526, 552, 555, 573, 594, 627, 635, 639, 659,
685, 709, 710, 753, 781 , 794, 821 , 834, 856, 863,
879, 885, 886, 893, 910, 919, 962, 987, 989, 1021,
1027, 1123, 1154, 1183, 1390, 1393, 1396, 1439,
1474, 1488, 1544.
Mestre, 10, 37, 55, 142, 209, 246, 375, 387, 394, 413,
859, 866, 1210, 1213, 1336, 1515, 1533, 1539.
Marino, 289, 1007, 1369, 1423, 1473.
Mark ( la) , 559, 676, 1204.
Marlere v. Merlere.
Mar Maggiore ( Mar Mazor) v. Mar Nero.
Mar Nero, 15, 129, 131, 146, 178, 181 , 184, 197, 281,
334, 357, 955, 1059, 1223, 1224, 1304, 1356, 1404,
1457, 1489, 1491 , 1521, 1542, 1548, 1554, 1558,
1559.
Maronada, 256, 1397.
Marostica ( Marostega) , 250, 266.
Marsiglia (Marseia) , 594, 897, 1485, 1620.
Martinengo, 651, 1298, 1316, 1486.
Massa ( Imola) , 823, 908.
Massa (Lunigiana), 422, 474, 530, 553, 651, 1374, 1429,
1449.
Massa Carrara, 474.
Massa Carvara, v. Massa Carrara.
Mathis (Medoa) , 1145, 1421 .
Mattelo (?) , 1559.
Mauria, 728.
Mauritania, 1597.
Mazachares v. Mazagran.
Mazagran, 311 , 1262.
Mazenta v. Magenta.
Mazom v. Mazzono.
Mazzono, 326.
992, 993, 1025, 1128, 1132, 1443
Metripoliza, 1559.
Mezo v. Mede.
Mezovo v. Mezzovo.
Mezzovo, 337, 364.
Milano e milanese, 8, 10, 12, 13, 18, 20, 23, 24, 25, 28,
31 , 32, 34, 36, 37, 38, 39, 43, 44, 45, 48, 50, 51,
54, 59, 66, 73, 85, 86, 90, 93, 94, 96, 98, 99, 100,
101 , 102, 103, 105, 107, 108, 109, 110, 111 , 112,
116, 120, 124, 125, 126, 130, 131 , 132, 133, 134,
135, 139, 140, 141 , 145, 147, 149, 153, 154, 156,
157, 158, 160, 161 , 162, 163, 164, 166, 167, 171 ,
175, 176, 186, 187, 188, 193, 196, 198, 199, 202,
203, 204, 207, 213, 215, 216, 217, 218, 219, 220,
221, 225, 228, 229, 230, 232, 233, 234, 238, 239,
240, 241 , 242, 244, 245, 247, 248, 250, 255, 257,
259, 261 , 262, 264, 265, 266, 267, 268, 269, 270,
273, 274, 275, 278, 279, 284, 286, 237, 289, 290,
293, 294, 296, 297, 301, 305, 306, 308, 309, 310,
311 , 312, 314, 315, 317, 318, 321 , 322, 323, 324,
325, 326, 327, 331, 332, 338, 339, 340, 341, 342,
343, 344, 346, 347, 348, 349, 350, 351 , 352, 353 ,
358, 364, 365, 368, 369, 371 , 372, 374, 375, 377,
378, 379, 381 , 383, 385, 386, 388, 391, 400, 408,
409, 410, 411 , 420, 422, 424, 425, 426, 429, 454,
457, 465, 470, 471 , 472, 473, 475, 476, 483, 484,
493, 495, 506, 507, 510, 515, 516, 522, 524, 527,
Mecca (Mecha) , 179, 182, 256, 674.
Mede, 190.
Medea, 416 , 1301 .
Medea ( monte di) , 11 , 349.
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
528, 529, 532, 542, 547, 555, 559, 565, 566, 568,
576, 582, 585, 586, 588, 592, 595, 596, 597, 607,
608, 609, 626, 627, 633, 636, 637, 638, 642, 647,
649, 658, 661 , 662, 665, 672, 675, 676. 677, 678,
106
1683 INDICE GEOGRAFICO 1684
681, 683, 684, 686, 698, 701, 714, 715, 736, 737,
744, 755, 763, 765, 783, 793, 796, 801, 803, 805,
807, 809, 819, 824, 829, 830, 835, 841 , 842, 843,
844, 845, 854, 856, 857, 859, 861 , 862, 864, 880,
881 , 889, 910, 913, 914, 918, 927, 930, 932, 933,
953, 956, 967, 979, 1006, 1009, 1011, 1037, 1038,
1041, 1047, 1050, 1053, 1062, 1077, 1078, 1083,
1085, 1088, 1089, 1093, 1094, 1111 , 1112, 1113,
1126, 1136, 1137, 1138, 1139, 1153, 1168, 1169,
1176, 1184, 1200, 1201 , 1202, 1204, 1210, 1216,
1218, 1219, 1220, 1227, 1233, 1237, 1238, 1239,
1250, 1254, 1256 , 1262, 1266, 1282, 1296, 1308,
1309, 1318, 1320, 1323, 1327, 1328, 1329, 1333,
1336, 1337, 1338, 1357, 1367, 1371, 1372, 1400,
1410, 1429, 1449, 1451, 1486, 1492, 1496, 1506,
1511 , 1514, 1516, 1529, 1533, 1534, 1558, 1566,
1567, 1570, 1580, 1607, 1612, 1619, 1621 , 1634,
1635, 1637 .
Milazzo, 639.
Milopotamo, 302.
Miramondo, 796.
Mirandola, 243, 244, 255, 273, 275, 293, 301, 302,
314, 338, 341 , 344, 348, 369, 376, 396, 459, 530,
598 , 633, 662, 683, 707, 740, 807, 1002, 1041,
1487, 1512, 1520, 1575.
Misocco (Misocho) , 665.
Mistara, 785.
Misurina, 454.
Моссò, 354, 575, 713, 1169.
Mocho v. Моссо.
Modena e modenese, 259, 309, 311 , 348, 350, 474,
596, 662, 750, 764, 844, 857, 930, 941, 1114, 1115,
1117, 1135, 1136, 1166, 1208, 1231 , 1250, 1251,
1257, 1268, 1300, 1336, 1356, 1370, 1368, 1412,
1514, 1599, 1631 .
Modiana v. Modigliana.
Modigliana, 1592.
818, 821, 822, 824, 825, 826, 827, 830, 831, 832,
833, 834, 838, 840, 843, 850, 853, 854, 856, 863,
866, 870, 872, 873, 874, 877, 880, 882, 885, 886,
888, 889, 895, 896, 897, 898, 899, 901, 903, 904,
905, 906, 912, 915, 918, 919, 920, 921 , 922, 923,
931, 932, 935, 936, 937, 941, 946, 947, 948, 950,
951, 956, 957, 962, 963, 968, 969, 972, 985, 987,
988, 989, 990, 996, 998, 1017, 1021, 1022, 1024,
1025, 1026, 1029, 1049, 1058, 1071 , 1072, 1077,
1084, 1101 , 1103, 1104, 1106, 1107, 1108, 1109,
1111 , 1121 , 1126, 1127, 1128, 1133, 1139, 1140,
1144, 1152, 1154, 1155, 1163, 1166, 1170, 1190,
1200, 1216, 1217, 1218, 1221, 1223, 1224, 1227,
1237, 1241 , 1259, 1273, 1274, 1311 , 1917, 1320,
1325, 1345, 1346, 1350, 1352, 1353, 1356, 1357,
1397, 1404, 1406, 1415, 1420, 1428, 1444, 1458,
1489, 1495, 1499, 1500, 1515, 1522, 1523, 1524,
1541 , 1544, 145, 1548, 1554, 1555, 1559, 1561,
1562, 1563, 1573, 1578, 1579, 1589, 1598, 1613,
1624, 1625, 1626, 1627, 1638.
Modrusa Mola , 193, 289, 428, 785, 968, 1101 . ( Molla), 212, 218, 236, 239, 340, 354, 355, 419,
427, 552, 630, 777, 863, 1000, 1001, 1043, 1044,
1052, 1242, 1348, 1399, 1548, 1566.
Moldavia, 288, 883, 1240, 1479.
Molin, 1364.
Molines v. Moulins.
Momarano, 1085.
Monaco, 348, 632, 1443.
Monasteriolo, 595.
Mondamo v. Mondavio.
Mondavio, 1124.
Monembasia, 447, 730, 875, 1241 .
Monfalcone, 7, 201, 208, 250, 381 , 766, 1219, 1263,
1283, 1406.
Monferrato ( Monferà), 21, 24, 25, 46, 49, 134, 525, 1250,
1337, 1362, 1381 , 1581 , 1619.
Modone, 14, 15, 16, 17, 23, 25, 27, 30, 35, 38, 40, 45,
51, 60, 64, 72, 73, 79, 83, 96, 109, 122, 126, 129,
132, 161, 180, 183, 184, 196, 201, 230, 251 , 257,
265, 303, 304, 305, 320, 334, 336, 338, 341, 357,
366, 371 , 372, 373, 374, 381 , 301, 399, 406, 417,
419, 425, 441 , 442, 443, 445, 446, 450, 479, 480,
481, 485, 486, 487, 488, 489, 495, 496, 497, 498,
499, 500, 501, 502, 503, 504, 518, 519, 526, 549,
550, 554, 558, 560, 562,563, 571 , 572, 574, 578,
583, 593, 599, 600, 602, 603, 608, 610, 611 , 612,
616, 617, 618, 620, 622, 628, 635, 636, 637, 640,
641, 647, 650, 653, 661, 667, 668, 669, 672, 679,
681, 682, 688, 689, 691, 693, 694, 695, 696, 697,
700, 701, 703, 704, 705, 706, 707, 708, 709, 710, | Montagna negra v. Montenegro.
714, 716, 717, 718, 719, 720, 721, 722, 723, 724,
725, 726, 727, 728, 729, 730, 731, 732, 733, 735,
737, 739, 740, 742, 743, 744, 745, 749, 750, 751,
757, 759, 760, 765, 766, 769, 770, 771, 772, 773,
774, 75, 777, 779, 780, 782, 784, 786, 788, 789,
791, 794, 797, 799, 800, 801. 805, 809, 810, 811,
Monopoli, 7, 9, 44, 100, 147, 152, 189, 204, 211, 282,
322, 327, 365, 388, 396, 400, 412, 413, 421, 431 ,
444, 504, 513, 520, 554, 572, 578, 605, 615, 628,
629, 630, 660, 672, 741 , 742, 777, 804, 808, 809,
816, 863, 883, 893, 952, 1000, 1001 , 1011 , 1165,
1180, 1217, 1235, 1242, 1258, 1261, 1326, 1437,
1488, 1517, 1575, 1598, 1617.
Monovasia v. Monembasia.
Monpensier (Mompensier) v. Montpensier.
Monreale, 843, 940, 1081, 1082, 1228, 1235, 1383.
Monselice ( Moncelese) , 423, 459.
Montaglis v. Montargis.
Montagnana, 101, 593, 928, 1592.
Montargis, 644, 666, 675, 699.
Montebaldo, 540.
Montebaroccio, 568, 585.
Monte Barozo v. Montebaroccio.
Montebello, 701. 715.
Monte Carlo, 496, 739
1685 INDICE GEOGRAFICO 1686
Montechiarugolo, 235, 375, 377, 385.
Monte Chirugo v. Montechiarugolo.
Monte di l' Anzolo v. Monte Sant' Angelo.
Montefiascone (Monteflaschon) , 327, 403.
Monte Fiore, 343, 1124, 1532, 1540.
Montegiottone, 568.
Monte Godolfo v. Montegridolfo.
Montegridolfo, 568.
Monte Joton v. Montegiottone.
Montello (bosco) , 140, 934, 1098.
Montemaggiore, 1065, 1302.
Montemauro, 1319.
Monte Mazor v. Monte Maggiore.
Montenegro, 49, 134, 212, 406, 490, 491, 492, 878,
1075.
Monte Orio v. Montorio.
Montepulciano ( Montepulzano) , 271, 292, 403, 506.
Montesana, 241 .
Monte Sant' Angelo, 1108.
Monte Zoilo (Zoylo, Zoello, Zoelo, Zoel) , 890, 1350,
1351 , 1384, 1402, 1605.
Montona, 335, 340, 354.
Montorio, 461 , 472, 482, 485, 563, 575, 577, 588, 762,
919, 933.
Montpensier, 267, 369, 422.
Monza, 157, 232.
Monzanega v. Mozzanica.
Moravia , 797, 930 , 1055, 1245, 1355, 1479, 1604,
1612.
Morea, 17, 27, 127, 128, 151, 177, 179, 183, 197, 256,
305, 310, 319, 320, 333, 337, 399, 431 , 441 , 442,
443, 444, 445, 446, 447, 448, 450, 457, 460, 477,
488, 489, 497, 499, 502, 503, 504, 518, 519, 607,
640, 669, 679, 727, 728, 729, 773, 791, 819, 826,
833, 873, 874, 891, 896, 897, 899, 903, 904, 962,
964, 972, 973, 1024, 1035, 1052, 1106, 1150, 1241,
1274, 1345, 1346, 1397, 1489, 1500, 1501 , 1502,
1505, 1523, 1524, 1541 , 1548, 1559, 1561 , 1562,
1573, 1578, 1586, 1627.
Morich v. Murich.
Mormoran v . Momarano.
Mortara, 134, 135, 139, 141 , 147, 149, 153, 156, 157,
163, 164, 165, 166, 167, 170, 187, 190, 196, 200,
202, 203, 204, 207, 212, 213.
Moscavia v. Moscovia.
Moscovia (Moschovia) , 89, 135, 136, 244, 272, 548, 867,
883, 1163, 1177, 1178, 1433, 1549, 1603, 1604.
Mostachi , 1609.
Mostar, 916, 1614.
Motrone (Motrona, Motron), 313, 343, 347, 386, 396,
651, 766, 1374.
Motta di Livenza, 8, 19, 328, 330, 457, 460, 532, 642.
Moulins, 1535, 1619, 1634, 1637.
Mozanega v. Mozzanica.
Mozzanica, 156, 1492.
Muggia (Muja) , 459, 595, 767, 864.
Murano, 41 , 790, 1477, 1478.
Murich, 285.
Musachi (Musachia) , 1460.
Musch, 1608.
N
Nadin (Nadino) , 538, 539, 878, 1016, 1033, 1059, 1162,
1291 , 1307, 1314, 1352, 1388.
Namur, 676.
Nantes, 933, 967, 1008, 1011 , 1050, 1084, 1094, 1125.
Napoli città e regno, 7, 12, 36, 46, 56, 57, 70, 72, 75,
76, 85, 87, 94, 96, 101 , 103, 104, 119, 125, 132,
133, 145, 146, 149, 159, 160, 162, 198, 204, 212,
213, 214, 215, 218, 239, 243, 246, 252, 254, 259,
260, 261 , 264, 270, 275, 278, 284, 286, 288, 289,
290, 291 , 292, 293, 294, 295, 296, 297, 308, 309,
311 , 312, 325, 326, 327, 331 , 335, 338, 342, 346,
353, 354, 355, 356, 364, 371 , 375, 378, 379, 285,
386, 403, 404, 413, 418, 419, 420, 421 , 422, 427,
429, 430, 455, 456, 463, 469, 471, 472, 473, 474,
495, 505, 506, 511 , 517, 52) , 522, 527, 529, 552,
563, 564, 568, 573, 576, 578, 581 , 593, 598, 632,
634, 635, 636, 642, 643, 645, 647, 650, 651 , 652,
658, 659, 662, 672, 673, 682, 685, 697, 699, 705,
709, 712, 714, 730, 734, 749, 752, 757, 781 , 782,
784, 802, 821, 823, 830, 840, 841, 842, 843, 814,
845, 847, 854, 856, 859, 871 , 872, 873, 879, 880,
884, 885, 886, 888, 889, 890, 910, 911 , 919, 932,
933, 939, 954, 967, 968, 971 , 977, 979, 984, 985,
986, 987,989, 998, 999, 1000, 1001, 1006, 1013,
1028, 1029, 1040, 1047, 1048, 1053, 1054, 1061 ,
1064, 1079, 1081, 1082, 1083, 1086, 1087, 1098,
1101 , 1102, 1103, 1114, 1116, 1118, 1130, 1131 ,
1135, 1137, 1158, 1167, 1177, 1182, 1184, 1185,
1197 , 1198, 1200, 1201 , 1203, 1214, 1215, 1216,
1227, 1228, 1235, 1242, 1247, 1248, 1249, 1250,
1251 , 1252, 1256, 1257, 1258, 1263, 1268, 1269,
1278, 1279, 1286, 1287, 1292, 1296, 1297, 1299,
1300, 1301 , 1305, 1307, 1308, 1309, 1310, 1312,
1319, 1323 , 1326, 1329, 1334, 1347, 1353, 1354 ,
1355, 1356, 1368, 1369, 1370, 1371 , 1372, 1373,
1375, 1380. 1408, 1421 , 1424, 1426, 1430, 1433 ,
1438, 1439, 1442, 1450, 1451 , 1462, 1473, 1474,
1476, 1477, 1480, 1484, 1485, 1506, 1511 , 1518 ,
1519, 1528, 1529, 1534, 1535, 1558, 1560, 1565,
1566, 1570, 1572, 1574, 1575, 1576, 1578, 1586,
1590, 1591, 1592, 1598, 1599, 1600, 1603, 1607,
1616, 1620, 1634, 1635.
Napoli di Romania, 17, 23, 27, 51, 79, 83, 95, 140,
180, 183, 196, 256, 302, 320, 336, 337, 356, 357,
362, 377, 380, 396, 397, 399, 401, 402, 408, 413,
417, 421, 425, 430, 431, 432, 440, 441, 442, 443,
444, 445, 446, 447, 448, 450, 451, 458, 468, 480,
481, 485, 487, 488, 489, 496, 497, 498, 500, 502,
503, 504, 518, 519, 521, 549, 560, 572, 599, 601 ,
602, 613, 619, 641, 646, 667, 679, 692, 716 , 720,
721, 723, 725, 720, 729, 731, 771, 772, 773, 774,
1687 INDICE GEOGRAFICO 1688
Nicosia ( Nichosia), 23, 263, 302, 334, 432, 679, 750,
904, 935, 977, 1026, 1120, 1121, 1122.
Nikli, 489, 496, 502, 519, 729, 1316 .
Nilo, 1031 .
Nista (?) , 520.
Nixia v . Nasso.
Nocera, 940, 1369, 1423.
Nola ( Nolla) , 260, 879, 1356, 1371 , 1439, 1519.
Nolimberg v. Norimberga.
Nona, 243, 525, 535, 538, 539, 540, 541 , 557, 572,
584, 606, 637, 639, 703, 780, 781, 802, 803, 885,
887, 892, 907, 914, 934, 959, 966, 1016,1033,
1059, 1061 , 1062, 1074, 1156, 1162, 1209, 1265,
1290, 1291 , 1292, 1293, 1306, 1307, 1350, 1351 ,
1352, 1362, 1363, 1376, 1386 , 1469, 1480, 1497,
1506, 1508, 1527, 1609, 1618, 1621 .
Norimberga, 199, 322, 332, 511 , 714, 784, 888, 889,
890, 942, 979, 984, 987, 1037, 1040, 1082, 1091,
1136, 1137, 1166, 1209, 1214, 1220, 1279, 1301 ,
1319, 1337 , 1367, 1369, 1374, 1381, 1386, 1400,
1412, 1431 , 1443, 1463, 1470, 1475, 1505, 1519,
1534, 1566, 1567, 1574.
Normandia, 1338, 1372, 1429, 1430, 1450, 1519, 1534,
1619, 1620, 1621 .
Novara e novarese, 8, 55, 103, 111, 120, 125, 133, 138,
139, 141 , 145, 147, 149, 150, 152, 154, 156, 161 ,
162, 163, 164, 165, 166, 167, 170, 171 , 175, 186,
187, 190, 193, 196, 198, 199, 200, 202, 203, 204,
207, 212, 213, 215, 217, 219, 220, 223, 225, 232,
233, 234, 237, 241, 244, 245, 247, 256, 266, 275,
379, 495, 525, 1095.
Novegradi (Nove Gradi) v. Novigrad.
Noventula v. Nonantola.
Novigrad, 556, 878, 1033, 1162, 1291, 1307, 1352, 1497.
Novogorod (Novograd) , 135, 136.
Nozaro v. Nozzano.
Nozzano, 514.
Nucera v. Nocera.
Nuove Gradi v. Novigrad.
Nutiach (?) , 1315.
0
797, 803, 809, 810, 811, 819, 831 , 832, 833, 834,
838 , 839, 873, 874, 875, 876 , 886, 895, 896, 897,
898, 899, 900, 901 , 902, 903, 904 , 905, 920, 921,
922, 923, 931 , 935, 936, 937, 938, 941, 946, 947,
948, 951 , 962, 964, 966, 972, 973, 974, 977, 988,
989, 993, 994, 997, 998, 999, 1017, 1019, 1020,
1021, 1022, 1023, 1024, 1025, 1026, 1035, 1049,
1061 , 1066 , 1068, 1070, 1071 , 1080, 1081 , 1145,
1147, 1151 , 1153, 1154, 1180, 1183, 1203, 1212,
1222, 1223, 1226, 1229, 1241 , 1271, 1284, 1290,
1311 , 1331 , 1340, 1346, 1373, 1392, 1396 , 1436,
1461 , 1492, 1501, 1514, 1520, 1521, 1458, 1522,
1541 , 1545, 1546, 1548, 1555, 1557, 1558, 1559,
1583, 1584, 1592, 1625, 1626.
Napoli vecchio ( Vecchia Malvasia) , 1626.
Narenta, 26, 121 , 140, 145, 213, 218, 254, 305, 366,
375, 385, 787, 891, 916, 1164, 1359, 1360, 1361 , ❘ Nonantola, 662.
1365, 1379, 1455, 1513, 1608, 1614, 1633.
Nardò (Nardo) , 932, 998.
Narni (Nardo) , 927, 940.
Nasor v. Nassau.
Nassau, 564, 565, 597, 636, 714, 784, 1050, 1139.
Nasso, 85, 336, 373, 448, 725, 971 , 993, 1020.
Nata v. Anatolico.
Natalia v. Anatolia.
Naumergi v. Namur.
Navarino, 13, 173, 174, 256, 381 , 390, 487, 488, 497,
526, 602, 610, 620, 622, 628, 637, 641, 672, 675,
679, 696, 718, 719, 720, 722, 723, 726, 727, 729,
730, 733, 771, 773, 774, 775, 811, 832, 833, 834 ,
949, 973, 993, 1053, 1056, 1072, 1106, 1111 , 1149,
1215, 1217, 1218, 1230, 1236, 1240, 1256, 1259,
1260, 1261 , 1262, 1266, 1271, 1273, 1274, 1287,
1298, 1320, 1322, 1337, 1339, 1340, 1344, 1345,
1389, 1390, 1391 , 1396, 1397, 1:399, 1404, 1414,
1415, 1416, 1419, 1420, 1487 , 1499, 1501, 1502,
1507, 1520 , 1521 , 1522, 1524, 1525, 1541, 1542,
1544, 1545, 1546, 1547, 1551 , 1552, 1553, 1556,
1561 , 1562, 1563, 1570, 1578, 1582, 1583, 1584,
1585, 1586, 1592, 1593.
Navarra, 427, 858.
Naxò v. Nassau.
Negroponte, 17, 177, 178, 333, 337, 374, 442, 446,
447, 448, 461 , 464, 492, 493. 494, 499, 503, 531 ,
740, 748, 811, 848, 876, 895, 896, 899, 903, 904,
948, 951 , 963, 964, 993, 1060, 1128, 1132, 1443,
1521, 1535, 1548, 1552, 1539, 1582, 1584, 1586 ,
1638.
Nembro, 1020, 1025.
Nepanto v. Lepanto.
Nepi , 516, 846.
Neppe v. Nepi.
Nerimberg v. Norimberga
Nichsia v. Nasso.
Nicli v. Nikli.
Nicomedia, 880, 1456.
Obrovatz ( Obrovaz) , 1033.
Oderzo, 934.
Oglio, 139. 342, 356, 378, 455, 1042, 1043, 1267.
Oio v. Oglio.
Olmo v. Ulma.
Omellina v. Lomellina.
Onigo, 1528.
Oppavia v. Troppau.
Orahovicza, 1074, 1304, 1378, 1455.
Oria, 909.
Oriolo (Oriol di Val di Senio ( Seno) , 1124
Orleans, 72.321, 830, 864. 1050, 1125. 1451 .
Nicopoli, 788. | Ortiens v. Orteans,
1689 INDICE GEOGRAFICO 1690
Pandino (Pandin), 98, 157, 322, 429, 467, 1080, 1588 ,
1612.
Pannonia v. Ungheria.
Orocovaz ( Orocovazo) v. Orahovicza.
Ortona ( Ortona Mar), 404.
Orzinovi , 232, 241, 243, 1113.
Oscopia piccola, 538.
Ossero ( Ossaro) , 389, 803, 1059, 1527.
Ostia, 55, 841, 1565.
Ostiglia, 391 , 424, 426, 430, 453, 1098, 1099, 1117,
1137.
Parenzo, 10, 47, 65, 376, 388, 580, 1156, 1517, 1532.
Parga, 11 , 236, 333, 334, 362, 417, 442, 443, 449, 451 ,
480, 486, 498, 517, 562, 776, 812, 834, 873, 896,
934, 945, 988, 1027, 1072, 1073, 1147, 1392, 1993,
1394.
Ostrovitza ( Ostrovixa, Ostroviza) , 539, 556, 557, 977, Parigi, 124, 293, 465, 476, 525, 831, 1202, 1486.
1059, 1291, 1614.
Othoc v. Ottoka.
Othoz v. Ottoka.
Otozaz v. Ottochacz.
Otranto, 7, 30, 134, 276, 282, 345, 355, 365, 369, 380,
441, 486, 509, 549, 582, 598, 605, 610, 616, 629,
640, 642, 649, 652, 667, 688, 689, 696, 697, 709,
711, 723, 730, 732, 749, 763, 769, 772, 777, 786,
794, 809, 810, 821, 831, 834, 863, 872, 873, 987,
998, 1000, 1027, 1072, 1073, 1107, 1129, 1147,
1148, 1195, 1196, 1197, 1198, 1199, 1207, 1216,
1221 , 1257, 1269, 1299, 1300, 1309, 1323, 1325,
1346, 1347, 1488, 1500, 1502, 1515, 1527, 1540,
1553, 1586, 1593.
Ottochacz, 1535.
Ottoka, 669, 840.
P
Padova ( Padoa) e padovano, 7, 21 , 29, 31 , 37, 38, 39,
50, 52, 61, 65, 68, 78, 95, 116, 119, 126, 131, 143,
144, 155, 164, 181, 191 , 214, 258, 268, 283, 295,
300, 301 , 305, 313, 315, 322, 325, 335, 340, 357,
358, 390, 395, 396, 411, 419, 457, 461 , 468, 479,
485, 495, 508, 520, 543, 546, 552, 569, 581 , 597,
591, 594, 595, 596, 610, 628. 652, 659, 662, 664,
673, 703, 736, 754, 755, 757, 758, 769, 779, 784,
788, 800, 806, 828, 836, 854, 866, 867, 910, 928,
929, 1005, 1006, 1012, 1013, 1037, 1041, 1047,
1068, 1085, 1091, 1102, 1136, 116 , 1168, 1189,
1208, 1211 , 1220, 1238, 1244, 1251, 1257, 1265,
1269, 1283, 1287, 1305, 1314, 1316, 1330, 1354,
1366, 1381 , 1405, 1406, 1435, 1471 , 1482, 1490,
1495, 1498, 1505, 1514, 1515, 1528, 1539, 1572,
1580, 1589, 1618, 1621, 1625.
Paris v. Parigi.
Parma e parmigiano (parmesana), 51, 70, 102, 103,
106, 120, 126, 133, 163, 166, 187, 202, 207, 212,
235, 242, 244, 255, 260, 271 , 293, 302, 308, 357,
386, 530, 676, 684, 740, 801, 820, 862, 880, 933,
1042, 1250, 1302, 1316, 1328, 1336, 1463.
Paro, 1020, 1026.
Partemon (?) , 755.
Pasnadego v. Paisanatico.
Pastrovich (Pastrovichi, Pastrovichii) , 197, 222, 491 ,
1378, 1456, 1503, 1504.
Pastroy v. Pastrovich .
Patavia v. Pettau.
Patrasso ( Patras), 16, 80, 82, 86, 125, 127, 146, 177,
178, 179, 183, 304, 334, 337, 444, 449, 498, 499,
500, 501, 502, 503, 504, 519, 520, 602, 729, 770,
774, 874, 895, 896, 963, 964, 1221, 1261 , 1346,
1472, 1499, 1500, 1525, 1561, 1562, 1563, 1586.
Patria del Friul , Patria v. Friuli .
Pavia e pavese, 8, 10, 18, 31, 32, 103, 108, 110, 111 ,
116, 120, 123, 130, 133, 156, 161 , 164, 167, 187,
188, 190, 203, 207, 238, 241 , 245, 259, 261, 265,
268, 282, 286, 293, 301, 308, 309, 310, 317, 323,
327, 338, 374, 377, 408, 511, 528, 626, 737, 805,
880, 967, 1005, 1047, 1083, 1095, 1305, 1319, 1329,
1336, 1548, 1637.
Ραχό, 304, 396, 487, 1073.
Paxu v. Pαχό.
Pechi ( Pechii , Pechio) v. Ipeick.
Peloponneso v. Morea.
Pelosella v. Polesella.
Peloso v. Capo Peloso .
Peneda(?) , 831 .
Pera, 15, 128, 129, 177, 182, 373, 448, 1350, 1500,
1522, 1523, 1551 , 1552.
Pagazzano (Pagazario) , 88, 221, 234, 319, 323, 383, Perasto, 495, 681 .
569, 754.
Pago, 355, 362, 358, 367, 408, 414, 425, 498, 525,
535, 539, 695, 814, 916, 931, 1033, 1088, 1102,
1165, 1318, 1507, 1527, 1643.
Paisanatico, 785.
Palamento ( Paliamento ?) , 493, 494.
Palamide (monte) , 899, 946, 996.
Palatcha, 178.
Palatia v. Palatcha.
Palermo, 244, 470, 474, 522, 552, 555, 573 , 594, 627,
639, 659, 789, 790, 794, 841,906, 987, 1300, 1320,
1474. 1475. 1183, 1485. 1488, 1566, 1576.
Perm (Perinia), 136.
Perosa v. Perugia.
Perpignano (Perpignan), 1008, 1184.
Persenon v. Bressanone.
Persia, 256, 862, 1404, 1593.
Perugia, 259, 309, 521, 522, 532, 553, 556, 842, 1130,
1369, 1423, 1570.
Perussich ( Perusich) , 556.
Pesaro, 45, 49, 67, 75, 77, 86, 90, 92, 94, 95, 186,
199, 218, 246, 266, 296, 297, 317, 341, 343, 344,
358, 398, 403, 404, 407, 426, 469, 578, 585, 589,
609, 617, 634, 685, 697, 698, 699, 822, 845, 869,
1691 INDICE GEOGRAFICO 1692
Pitra (Paterea?) , 1150.
Pizagia ( ?) , 664.
Pizegaton ( Pizegoton) v. Pizzighettone.
Pizom v. Pizzone.
Pizzighettone, 28, 51, 64, 85, 103, 107, 124, 138, 141 ,
191 , 221 , 223, 224, 234, 238, 241, 249, 268, 368,
463, 512, 520, 535, 537, 540, 544, 630, 671 , 686,
705, 706, 801 , 865, 911, 918, 1037, 1041, 1046,
1047, 1298, 1422, 1435, 1621 .
Pizzone, 799.
Pleda, 95.
Pletz (Plez) , 1406.
Pluves v. Pluviers.
Pluviers, 678, 831 .
Po, 10, 18, 28, 41 , 48, 71 , 100, 112, 141, 149, 163,
189, 208, 222, 255, 264, 272, 306, 350, 353, 408,
515, 735, 799, 813, 830, 908, 1042, 1046, 1047,
1117, 1218, 1250, 1319, 1329, 1468, 1489, 1530,
1602, 1617, 1632.
Podgoriza (Podgoraza, Podegoriza), 878, 969, 1187,
1383, 1612.
890, 908, 915, 927, 939, 940, 953, 965, 966, 974,
976, 978, 1002, 1008, 1009, 1064 , 1087, 1092,
1114, 1124, 1156, 1241, 1249, 1287, 1307, 1327,
1362, 1367, 1412, 1496, 1588.
Pescarolo, 1090.
Peschiera, 6, 544, 546, 1241, 1366.
Peschiere (le), 82, 236, 301, 897, 988.
Pescia, 495, 745.
Pessa v. Pescia.
Pettau, 528, 686, 1400.
Petua v. Pettau.
Pexaro v. Pesaro.
Pfirth, 676.
Philopopuli v. Filippopoli.
Phrixia v. Frisia.
Piacenza e piacentino, 70, 73, 100, 103, 107, 120, 126,
133, 138, 139, 149, 150, 153, 155, 157, 158, 161 ,
162, 163, 164, 165, 168, 187, 188, 190, 194, 196,
199, 200, 207, 212, 223, 224, 228, 229, 233, 238,
242, 249, 253, 301 , 306, 323, 347, 365, 657, 676,
735, 801 , 1042, 1047, 1580.
Piada v. Pleda.
Pian (Piam) di Palma, 218, 239, 325, 1601 .
Piasenza v. Piacenza.
Piave, 168, 509, 659, 1126, 1303.
Piccardia, 298, 412, 1570, 1620.
Pietrasanta, 292, 313, 343, 347, 352, 369, 370, 386,
396, 403, 430, 463, 514, 533, 543, 553, 568, 586,
592, 594, 658, 684, 766, 1374.
Pietricovia v. Pietrkow.
Pietrkow, 548, 1622.
Pieve di Cento, 1295.
Pigi, 1150.
Pigona ( ?) , 563.
Pinguente (Pinguento) , 546, 551, 569, 582, 669, 863.
Piombino (Piombin), 95, 555.
Piove (la) v. Pieve di Cento.
Piove di Sacco, 803, 828, 866.
Piperi, 969, 1187.
Pirano ( Piran) , 209, 357, 1006.
Pireo, 948, 1626.
Pisa, 9, 19, 29, 31, 38, 65, 90, 95, 107, 145, 218, 251 ,
260, 267, 271 , 275, 279, 292, 293, 297, 302, 306,
309, 311 , 314, 317, 323, 326, 331 , 341 , 347, 318,
352, 359, 360, 264, 369, 377, 379, 385, 386, 387,
396, 399, 403, 410, 419, 420, 422, 454, 462, 463,
464, 465, 469, 474, 482, 496, 507, 508, 513, 514,
515, 520, 521 , 522, 525, 528, 533, 534, 535, 552,
555, 556, 568, 575, 576, 577, 586, 594, 627, 644,
651, 658, 698, 699, 742, 743, 744, 755, 760, 761 ,
845, 846 , 928, 933, 953 , 983 , 986, 1007, 1019,
1134, 1380, 1401, 1429, 1493, 1511 , 1553.
Piscopia, 477, 687.
Piscovia v. Pskov.
Pisino (Pisin) , 354, 582, 1085, 1161 .
Pistoia, 651 , 670, 697, 698, 708, 745, 869, 928.
Pitferia v. Twer.
Podolia, 1550.
Poglano ( Bogliano?) , 887.
Poglizza, 26, 107, 244, 260, 1315, 1359, 1360, 1361 ,
1365, 1377, 1454, 1455, 1513, 1605, 1608.
Poitou, 1125.
Pola, 70, 349, 399, 459, 495, 764, 780, 793, 794, 829,
926, 970, 1085, 1095, 1161 , 1187, 1399, 1445,
1468, 1484, 1548.
Polana v. Polonia.
Polesella, 799.
Polesene (di Rovigo), 36, 45, 62, 368, 660, 799, 800,
887, 916, 918, 1002, 1131, 1357.
Polignano ( Polignan), 252, 332, 1554.
Polinger (?) , 1412.
Poliza v. Poglizza.
Polonia, 41 , 117, 139, 143, 180, 192, 197, 213, 236,
239, 240, 288, 356, 470, 512, 547, 564, 565, 566,
567, 574, 586, 626, 642, 651, 669, 702, 751 , 791,
842, 844, 851, 867, 868, 882, 883, 893, 930, 954,
980, 981, 982, 983, 984, 1044, 1056, 1060, 1063,
1102, 1136, 1139, 1160, 1163, 1171, 1173, 1174,
1177, 1178, 1189, 1191, 1192, 1208, 1212, 1245,
1246, 1267, 1315, 1320, 1354, 1355, 1431, 1453,
1479, 1486, 1502, 1533, 1536, 1537, 1538, 1549,
1550, 1590, 1604, 1606, 1621 , 1622, 1623.
Pomerania, 1517.
Ponluer ( Poutlevoy ?) , 1326.
Ponta de Gallo v. Capo Gallo.
Pontecchio ( Pontechio) , 627, 799, 800.
Pontedera, 496.
Ponte de Stuora v. Ponte Stura.
Ponte Mulino (Molin) , 112.
Ponte Stura, 1250.
Pontevico (Pontevigo), 110, 870.
Pontevico(Vico pisano ?) , 744.
Pontichio v. Pontecchio.
1693 INDICE GEOGRAFICO 1694
Pontremoli, 249, 302, 311 , 410, 627.
Poppi ( Popi) , 38.
Pora v. Pera.
Pordenone ( Pordenon) , 9, 676, 837, 1214, 1216, 1218,
1231, 1389, 1574, 1610, 1616.
Porto, 1098.
Porto Botti (delle Botti), 904.
Porto Buffolè, 7, 8, 9, 19.
Porto Cigala, 30.
Porto Custodi ( di Custodi), 562, 584.
Porto delle Quaglie (Quaie), 720, 723, 724, 725, 922,
1154.
Porto di le Bote v. Porto Botti.
Porto Ferrá (Ferrato) , 562.
Portogallo, 149, 418, 427, 552, 559, 617, 644, 650,
657, 715, 734, 736, 740, 752, 763, 843, 846, 851 ,
862, 863, 871 , 893, 909, 954, 1027, 1030, 1042,
1080, 1183, 1338, 1385, 1393, 1425, 1426, 1462,
1486, 1538, 1592, 1593, 1595, 1597, 1610, 1611 ,
1628, 1629, 1636, 1637.
Portogruaro ( Porto Gruer) , 7, 89, 569, 715, 1214,
1219, 1239, 1251, 1287, 1302, 1317,1330, 1336.
Porto Liom ( Lion) di Setines v. Pireo.
Porto longo v. Portolungo.
Portolungo, 13, 173, 1102, 1109, 1153, 1501, 1524.
Porto Malonto, 1613, 1637.
Porto Palermo (Epiro), 1584.
Porto Palormo v. Porto Palermo.
Porto Raguseo, 276.
Porto San Vito (di San Vito) , 1242.
Portovenere, 1511.
Porto Zigala v. Porto Cigala.
Posega (Possega) , 1480.
Potgoriza v. Podgoriza.
Potier v. Poitou.
Poveglia, 1307, 1572.
Poveia v. Poveglia.
Pozuol v. Pozzolo .
Pozuol ( Pozuolo, Pozuoli) , v. Pozzuoli.
Pozzolo mantovano) , 1329.
Pozzolo ( tortonese) , 1218.
Pozzuoli, 198, 1300, 1323, 1356, 1371, 1439, 1474, 1484.
Pravor v. Preore.
Praxenon v. Bressanone.
Preda ( la) , 1065.
Preore, 454.
Presenon v. Bressanone.
Pretovia (?) v. Pettau.
Prevesa, 78, 144, 180, 236, 253, 281 , 303, 334, 336,
337, 362, 363, 364, 397, 417, 443, 449, 450, 480,
486, 490, 491 , 498, 501 , 517, 520, 526, 527, 622,
669, 873, 896, 897, 945, 946, 951, 963, 1073, 1104,
1157, 1221 , 1230, 1340, 1391, 1394, 1399, 1415,
1416, 1418, 1523, 1525, 1526, 1541 , 1542, 1544,
1556, 1583, 1603, 1640.
Prexenon v. Bressanone.
Primiero (Primier,, 454, 633, 1054, 1233.
Primolano ( Primolam) , 681.
Prodano, 173, 610, 613, 623, 668, 669, 691, 694, 695,
720, 721 , 722, 726, 727, 771, 774, 811, 1154.
Pronsvai v. Brunswich.
Protovia v. Pietrkow.
Provenza, 228, 346, 352, 366, 385, 403, 408, 422, 451 ,
465, 671 , 830, 872, 889, 932, 1051, 1085, 1175,
1296, 1326, 1327, 1337, 1338, 1372, 1429, 1430,
1450, 1485, 1519, 1534, 1619, 1620, 1621 , 1635.
Prussia, 883, 1163, 1189, 1245, 1354, 1479, 1549, 1550.
Pskov ( Pscovia) , 135, 136.
Puglia, 35, 60, 63, 119, 160, 173, 191, 195, 198, 251,
268, 304, 334, 335, 353, 357, 370, 388, 427, 444,
449, 453, 458, 459, 570, 573, 576, 630, 652, 679,
681, 770, 795, 808, 813, 871 , 876, 877, 894, 932,
969, 1054, 1060, 1073, 1101, 1104, 1110, 1118,
1123, 1133, 1153, 1158, 1167, 1184, 1185, 1187,
1200, 1217, 1249, 1253, 1309, 1329, 1340, 1352,
1353, 1354, 1355, 1395, 1409, 1415, 1485, 1511 ,
1564, 1607, 1642.
Puja v. Puglia.
Pulignan v. Polignano.
Puola v. Pola.
Puteoli ( ?) v. Pluviers.
Pyram v. Pirano.
Quarnaro (Quarner) , 95, 606, 737, 891, 1124, 1157,
1264, 1399, 1460, 1559.
Quartari, 381 .
Rachitino v. Rachka.
Rachka. 778.
Radibilia v. Radobiglie.
Radobiglia v. Radobiglie.
R
Radobiglie, 1360, 1376, 1615.
Radobilia v. Radobiglie.
Ragom v. Aragona.
Ragona v. Aragona.
Ragusi, 15, 40, 51, 146, 181, 184, 252, 285, 315, 357,
377, 383, 397, 454, 521, 576, 590, 593, 639, 647,
657, 681, 698, 744, 777, 788, 877, 885, 918, 919,
1001, 1048, 1055, 1059, 1060, 1061, 1134, 1216,
1266, 1304, 1314, 1334, 1351 , 1352, 1376, 1394,
1401, 1404, 1415, 1420, 1457, 1458, 1459, 1468,
1504, 1506, 1534, 1539, 1542, 1556, 1557, 1568,
1571, 1573, 1589, 1607, 1638.
Raiburg v. Regensburg.
Raisburg v. Regensburg.
Rama, 776.
Rapallo, 1306.
Rascia, 240, 1159.
Rasia v. Rascia.
Raspo. 38, 106, 202, 210, 284, 323, 399, 459, 537,
1695 INDICE GEOGRAFICO 1696
543, 544, 569, 631, 697, 741, 758, 868, 887, 928, Rivieradi Levante, 189.
967, 1169, 1529, 1531, 1603.
Ravenna, 50, 53, 59, 64, 67, 70, 84, 86, 204, 255,
296, 348, 411 , 532, 568, 569, 578, 579, 585, 591,
609, 617, 649, 685, 686, 697, 714, 736, 741, 790,
832, 861, 867, 879, 907, 908, 915, 916, 918, 927,
938, 939, 940, 965, 976, 978, 1009, 1012, 1014,
1018, 1028, 1045, 1049, 1050, 1064, 1065, 1078,
1091 , 1094, 1095, 1100, 1108, 1112, 1124, 1131 ,
1145, 1166, 1167, 1199, 1211 , 1214, 1241 , 1248,
1256, 1263, 1267, 1269, 1287, 1302, 1305, 1322,
1353, 1368, 1373, 1383, 1401 , 1407, 1408, 1430,
1431 , 1433, 1435, 1441, 1449, 1463, 1464, 1467,
1484, 1487, 1490, 1495, 1516, 1528, 1530, 1533,
1539, 1540, 1566, 1569, 1570, 1577, 1587, 1588,
1599, 1616.
Razia v. Rascia.
Rebecco (Rebecho) , 458.
Recanati, 790, 843, 1060, 1247, 1331 , 1355, 1356.
Redoni v. Rodoni.
Regensburg (Ratisbona), 199.
Reggio di Calabria, 1544.
Rivolta , 152, 155, 162, 510, 1047.
Rivolta Secca (Secha), 141, 202, 207, 213, 215, 216,
231 , 232, 233, 1333.
Roan v. Rohan.
Robbio, 167, 170, 175, 187.
Rocca d' Anfo, 373, 410, 412, 663.
Rocca di Puglia (di Puia), 1415.
Rocca ( di Sicilia) , 417, 1258, 1347, 1348.
Rocha v. Rocca,
Rodi, 40, 56, 125, 128, 173, 181 , 182, 298, 304, 337,
387, 391 , 406, 413, 423, 448, 449, 456, 460, 461 ,
477, 489, 492, 493, 494, 524, 549, 550, 559, 560,
563, 569, 570, 571, 577, 600, 644, 645, 647, 648,
657, 663, 678, 680, 728, 743, 765, 766, 776, 794,
884, 858, 868, 897, 910, 920, 924, 950, 967, 1031 ,
1084, 1119, 1122, 1197, 1215, 1254, 1297, 1372,
1439, 1465, 1474, 1511 , 1512, 1518, 1521, 1522,
1523, 1544, 1569, 1571 , 1584, 1620, 1631 .
Rodiquin ( ?) , 563.
Rodoni , 152. 168, 279, 300, 324, 376, 383, 401 .
Rogos, 450.
Reggio di Emilia, 255, 259, 293, 311 , 348, 350, 555, Rohan, 887.
707.
Reiani v. Resuani.
Remenengo v. Romanengo.
Renna v. Arona.
Resich, 1187.
Resiza v. Resich.
Resuani , 1378, 1455.
Retimo, 42, 447, 489, 689, 772, 920, 923, 975, 1052,
1058, 1149 , 1268, 1541.
Rezo v. Reggio.
Riburgi v. Kiburg.
Rimini (Rimano) , 21, 46, 50, 57, 59, 60, 63, 67, 72, 84,
86, 90, 96, 99, 121 , 122, 131, 133, 186, 198, 199,
214, 218, 235, 239, 254, 266, 270, 271 , 278, 282,
295, 296, 309 , 310, 332, 338, 341 , 343, 344, 359,
375 , 387, 392, 398, 400, 403, 404, 406, 407, 409,
469, 494, 505, 508, 511 , 545, 567, 568, 569, 577,
578, 585, 587, 588, 591, 592, 593, 597, 609, 617,
619, 632, 634, 636, 647, 648, 650, 653, 670, 671 ,
682, 685, 697, 699, 702, 703, 705, 711, 713, 749,
754, 755, 756, 759, 777, 782, 801, 802, 807, 820,
822, 823, 828, 831, 832, 846, 855, 860, 861 , 866,
868, 869, 871 , 879, 892, 907, 908, 910, 911 , 914,
915, 916, 927, 938, 939, 940, 966, 978, 986, 1002,
1008, 1009, 1010, 1013, 1014, 1016, 1040, 1046,
1063, 1064, 1065, 1087, 1124, 1185, 1241, 1249,
1287, 1298, 1307, 1530, 1532, 1588, 1630.
Ripafratta (Ripa Fracta) , 670, 683, 761 .
Ripalta, 213, 229, 1505.
Risano, 1607.
Riva (di Trento) , 18, 43, 85, 144, 284, 454, 468, 479,
505, 536, 540, 568, 582, 586, 627, 650, 682, 705,
831 , 1074, 1151 , 1209, 1411 , 1443, 1455.
Rivalta ( Riva alta' v. Ripalta
Roma, 7, 19, 21, 23, 32, 37, 41, 50, 52, 53, 54, 55,
56, 58, 62, 63, 67, 70, 72, 73, 85, 86, 87, 89, 90,
92, 93, 94, 95, 101 , 104, 107, 109, 111, 118, 119,
120, 124, 132, 135, 136, 139, 140, 143, 146, 148,
151 , 159, 162, 164, 169, 181, 185, 186, 193, 194,
197, 198, 199, 201, 205, 212, 215, 217, 218, 224,
229, 235, 238, 239, 244, 249, 254, 255, 265, 269,
270, 273, 275, 283, 287, 288, 289, 291, 294, 296,
309, 310, 311, 312, 317, 324, 325, 326, 327, 332,
338, 340, 341 , 342, 343, 344, 352, 354, 368, 371 ,
372, 378, 379, 380, 384 , 386, 388, 398, 400, 401 ,
403, 404, 407, 408, 409, 418, 426, 428, 430, 438,
453, 454, 455, 456, 457, 459, 460, 466, 469, 471 ,
474, 475, 478, 479, 482, 483, 485, 494, 505, 507,
512, 514, 516, 517, 521 , 525, 527, 528, 529, 530,
532, 540, 542, 551 , 552, 555, 558, 568, 572, 577,
579, 581 , 587, 588, 589, 590, 593, 594, 598, 617,
634, 635, 638, 649, 650, 651, 664, 670, 671, 672,
676, 683, 684, 688, 695, 699, 701, 702, 707, 708,
709, 712, 713, 714, 733, 735, 737, 743, 749, 751 ,
753, 754, 755, 757, 760, 779, 780, 781 , 786, 788,
790, 793, 801 , 807, 820, 821, 822, 825, 840, 841 ,
842, 844, 845, 846, 852, 854, 855, 857, 858, 863,
871 , 873, 878, 880, 881, 884, 885, 887, 889, 892,
823, 906, 908, 909, 910, 916, 918, 927, 939, 940,
941, 942, 953, 954 , 955, 939 , 965, 977, 987,
1002, 1007, 2009, 1028, 1030, 1031, 1032, 1038,
1040, 1044, 1048, 1061, 1063, 1081 , 1082, 1084,
1086, 1087, 1091, 1098, 1112, 1113, 1114, 1116,
1129, 1130, 1131, 1135, 1136, 1145, 1156, 1164,
1166, 1167, 1168, 1172, 1174, 1178, 1183, 1184,
1186, 1187, 1198, 1199, 1200, 1205, 1206, 1208,
1209, 1210. 1212, 1220, 1227, 1228, 1229, 1231 ,
1235, 1247, 1218, 1249, 1251, 1252, 1255, 1256,
1697 INDICE GEOGRAFICO 1698
244, 272, 278, 300, 559, 707, 822, 883, 1060, 1177,
1189, 1502.
8
1267, 1269, 1278, 1279, 1280, 1284, 1286, 1288, | Russia, 49, 54, 61, 66, 89, 101, 135, 136, 149, 218,
1295, 1299, 1303, 1304, 1305, 1307, 1308, 1309,
1314, 1315, 1317, 1318, 1322, 1323, 1331 , 1332,
1334, 1335, 1338, 1355, 1356, 1362, 1369, 1371 ,
1379, 1385, 1389, 1400, 1407, 1409, 1420, 1422,
1423, 1424, 1427, 1432, 1433, 1436, 1438, 1439,
1441, 1450, 1457, 1461 , 1463, 1465, 1467, 1469,
1471, 1472, 1473, 1474, 1476, 1477, 1479, 1482,
1484, 1485, 1486, 1499, 1511, 1512, 1517, 1519,
1529, 1532, 1533, 1536, 1537, 1539, 1540, 1548,
1549, 1550, 1554 , 1564, 1572, 1575, 1579, 1588,
1591 , 1596, 1598, 1599, 1601 , 1603, 1605, 1606,
1619, 1620, 1631 , 1632.
Romagna, 90, 92, 94, 99, 100, 102, 107, 110, 112, 139,
275, 343, 367, 517, 697, 698, 781, 828, 841, 842,
847, 855, 856, 869, 879, 885, 893, 910, 913, 941,
960, 966, 986, 1048, 1060, 1114, 1131, 1166, 1181,
1228, 1355, 1449, 1473, 1487, 1516, 1599, 1612.
Romanengo, 737.
Romania, 264, 267, 282, 285, 292, 305, 446, 450, 503,
602, 618, 728, 763, 797, 878, 896, 901 , 935, 993,
1364, 1623.
Romano ( Roman), 545, 651, 1298.
Ronda, 1249.
Rontana, 1065.
Rosano v. Rossano.
Rosazzo, 1328.
Rose ( le) , 184, 397.
Roseto v. Rosetta.
Rosetta, 941, 1572.
Rosiglion v. Roussillon.
Rossano, 239.
Rossi v. Russi.
Rossia v . Russia.
Rotazo, 877 , 1383 , 1384, 1403.
Rotazo ( Santa Maria di), 189, 222, 1378, 1457, 1503.
Rotezo v. Rotazo.
Roussillon , 1068.
Rovereto (Roverè, Roveredo), 18, 44, 53, 60, 85, 87,
102, 199, 259, 286, 314, 376, 400, 423, 424, 456,
470, 523, 556 , 570, 588, 610, 630, 632, 672, 735,
755, 858, 879, 959, 1085, 1086, 1164, 1168, 1175,
1186, 1213, 1229, 1232, 1242, 1263, 1266, 1279,
1295, 1306, 1318, 1319, 1331 , 1333, 1336, 1367,
1383 , 1386, 1431 , 1435, 1441, 1469, 1475, 1583,
1616.
Rovido, 177.
Rovigno, 282, 790, 1532.
Rovigo, 59, 64, 71 , 186, 296, 368, 425, 462, 482, 799,
1134, 1172, 1173, 1177, 1305, 1329, 1330, 1931 ,
1374, 1463, 1471 .
Rozazo v. Rosazzo.
Rufia (Alfeo) , 501 .
Ruigo v. Rovido.
Ruigo v. Rovigo.
Russi, 423, 911, 966, 978, 1010, 1045, 1373, 1383,
1407, 1430, 1441 , 1516, 1530, 1567.
1 Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Sabaudia v. Savoja.
Sacania, 95.
Sacile, 7, 9, 19, 22, 463, 470, 545, 796, 883, 1113,
1136.
Safet ( Saffetto) , 680.
Sagabria v. Segorbia.
Sagabria v. Zagabria .
Said, 738.
Saint Claude, 269.
Saint Jouin, 1125.
Saint Malò, 844, 1037, 1570.
Salaia v. Salhieh .
Salerno, 709, 749, 845, 892, 893, 909, 987, 1031 , 1136,
1228, 1235, 1287, 1375, 1425, 1474, 1543, 1601 .
Salhieh, 1572.
Salisburgo, 1374, 1389, 1442, 1470, 1533.
Saliset (?) , 1214.
Sald ( Sallò) città e riviera, 234, 245, 250, 314, 394, 459,
591, 685, 886, 1013, 1331, 1388, 1389, 1413, 1617.
Salona, 1608.
Salonichi (Salonichij , Salonicho), 127, 183, 256, 292,
333, 334, 425, 767, 885, 897, 903, 918, 963, 964,
1059, 1073, 1224, 1348, 1349, 1387.
Saludeccio, 1091 .
Saluzzo ( Saluzo) , 24, 25, 364, 796, 823, 1250, 1337.
Salzpurch v. Salisburgo.
Samallò v. Saint Malò.
Saman (San Mamante?), 1408.
Samandria v. Semendria.
Samotracia, 992, 993, 1020.
SanBernardino ( Scoio di S. Bernardim) , 620, 621 , 724,
727, 729, 775, 903.
San Calimero, 609.
San Canciano (Canziam), 785.
San Caramelo v. S. Calimero.
San Cassiano (San Cassano), 162.
San Cataldo, 413, 417, 552, 890, 999, 1047, 1258.
San Catoldo v. San Cataldo.
San Claudio v. Saint Claude.
San Colombano, 168, 167, 202.
San Demetrio, 178.
San Dimitri v. San Demetrio.
Sandomir (Sandomiria) , 548, 1191, 1192.
Sandona (?) , 945.
San Donà di Piave, 1005, 1265.
San Gioin v. Saint Jouin .
San Giorgio in Alga, 295.
San Giorgio Maggiore, 66.
San Giorgio (di Romania) , 95, 899, 1416, 1626.
San Giovanni, 446.
San Giovanni in Marignano, 822, 832.
107
1699 INDICE GEOGRAFICO 1700
Sanguana ( ?) , 1519.
San Lazzaro ( Lazaro), 1042.
San Leonardo ( Manfredonia) , 578.
San Leonardo (Verona), 1580.
San Lorenzo ( Cremona) , 1043, 1046.
San Lorenzo ( Istria) , 785.
San Lunardo v. San Leonardo.
San Mallò v. Saint Malò.
San Mandrachi (Mandracho) v. Samotracia.
Sannazzaro ( San Nazaro, Sanazaro) , 111 , 190, 217.
San Nicolò di Civita, 64.
San Nicolò di Lepanto, 1387.
San Nicolò di Lido ( Lio) , 1041, 1063.
San Nicolò di Santa Maura, 562.
San Pietro ( Piero) in Hieme ( in Leme?) ( Istria) , 23.
San Polo (trivigiano) , 1037.
Sans v. Sens.
San Savano v. San Savino.
San Savino, 514, 534.
Sansego, 1400.
San Servolo (d' Istria), 569, 1169.
Sanseverino, 355, 890.
San Sidro ( Sydro) v. Santo Isidoro.
San Spirito, 223, 1158, 1166.
San Stefano ( Cattaro) , 1001 , 1503.
Santa Agata, 823, 908.
Santa Catterina (Catarina), 1264.
Santa Croce, 184.
Sant' Adriano ( San Arian) , 755.
Santa Eufemia, 1078.
Santa Fè, 1249, 1462.
Santa Maria de Castione, 1560.
Santa Maria de la Grotta, 489.
Santa Maria della Spiaggia (de Spiaza) , 972, 973.
Santa Maria di Gracia v. Grazie ( le) .
Santa Maria di Monte, 1292.
Santa Maura, 78, 177, 499, 517, 520, 562, 963, 1104,
1221 , 1259, 1274, 1305, 1340, 1390, 1391 , 1394,
1397, 1399, 1415, 1416, 1420, 1504, 1547, 1551,
1640.
Santa Veneranda, 602.
Santa Vocha (San Foca?) , 1468.
San Vincenti , 36, 1284.
San Zavino v. San Savino.
Sanzego v. Sansego.
Sanzelona v. Solsona.
San Zorzi ...... v. San Giorgio ......
San Zuam ( Zuan, Zuane) v. San Giovanni.
San Zuan Marignan (in Marignon) v. San Giovanni in
Marignano.
Sapienza (Sapienzia. Sapientia) , 173, 608, 610, 620, 689,
726, 727, 809, 950, 974, 985, 1012, 1026, 1106, 1109,
1346, 1524.
Saragosa v. Siracusa.
Sardegna, 555.
Sartirana, 425.
Saseno, 121 , 276, 304, 336, 345, 380, 402, 417,731 , 732,
769, 1027, 1039, 1040, 1147, 1148, 1196, 1224, 1258,
1264, 1348 , 1349, 1392, 1415, 1500, 1503, 1506,
1545, 1546, 1566, 1572, 1581 , 1584, 1585, 1586,
1613 , 1633.
Sasno v. Saseno.
Sassonia, 187, 348, 400, 527, 582, 588, 636, 643, 661 ,
737, 804, 831, 1040, 1083, 1126, 1136, 1138, 1139,
1168, 1203, 1238, 1412, 1550.
Satalia v. Satalieh .
Satalieh , 477, 1123, 1522, 1527, 1638 .
Sathines v. Atene.
Sava, 531 , 1611 .
Savio, 915, 1441 .
Savoja ( Savogia) , 25, 187, 315, 342, 347, 379, 451 ,
525, 581 , 662, 932, 1037, 1114, 1205, 1218, 1256,
1355, 1393, 1519, 1564, 1565.
Savona ( Saona) , 111, 608, 609, 651, 857, 930.
Saxonia v. Sassonia.
Sayto v. Said.
Sazil v. Sacile .
Scafa (Schafa) , 1119.
Scala ( la Schalla), 37, 39, 454, 457, 475, 508, 596,
638.
Scaldasole, 190.
Scandalor v. Scanderun.
Scanderun, 282.
Scardona, 556, 697, 1361.
Santi Quaranta, 304, 333, 660, 1222, 1346, 1468, 1544. Schaldasole v. Scaldasole.
Santo Abbondio (San Abondio), 1046.
Santo Alberto, 1433, 1487.
Santo Angelo, 165, 204, 207, 213, 220, 232, 253, 262.
Santo Anzolo v. Santo Angelo.
Schener, 632.
Schiariti v . Skiathi .
Schiati v. Skiathi.
Schiavonia, 13, 357, 676, 785.
Schiro v . Sciro.
Schyros v. Sciro.
Santo Arcangelo ( Sancto Archanzolo, Archanzello), 92, Schio, 1053.
266, 588, 670, 1014.
Santo Basso, 739.
Santo Elia, 1345, 1563.
Santo Helia v. Santo Elía.
Santo Isidoro (Corfu) , 253, 1195, 1398, 1592.
Santo Lusio v. Saludeccio.
Santorino, 928.
Santo Severino v. Sanseverino
San Turini v. Santorino.
Schytia v. Sitia .
Sciampagna, 525, 532, 542, 636, 804.
Scio, 15, 27, 77, 127, 129, 178, 181, 182, 191, 254,
262, 304, 336, 369, 373, 447, 448, 738, 827, 993,
1095, 1223, 1225, 1356, 1461 , 1500, 1521 , 1523,
1525, 1535, 1551 , 1552.
Sciro, 492, 493, 993.
1701 INDICE GEOGRAFICO 1702
Seithia v. Sitia .
Scitia v. Scizia.
Scizia, 1055.
Sclino v. Seleno.
Scopelo, 493, 1317.
Scopia v. Uskiup.
Scopuli v. Scopelo.
Scozia (Scocia), 559, 701 , 751, 892, 893, 909, 954, 956.
Scutari, 17, 181, 185, 189, 205, 279, 280, 335, 377,
415, 454, 490, 531, 767, 812, 878, 918, 934, 1057,
1076, 1077, 1145, 1239, 1243, 1304, 1350, 1378,
1379, 1383, 1403, 1420, 1421, 1458, 1459, 1504,
1555, 1568, 1573, 1612, 1625.
Sdiles ( le) v . Sdili (la grande e la piccola).
Sdili (Delo) , la grande e la piccola, 1026.
Sdraviza (? ) , 637.
Sebenico, 145, 218, 258, 271 , 278, 279, 285, 312, 340,
345, 384, 402, 414, 424, 440, 457, 458, 459, 462,
463, 530, 531, 556, 591, 595, 603, 681, 715, 777,
781 , 807, 808, 840, 876, 919, 920, 977, 1016, 1076,
1133, 1176, 1207, 1209, 1240, 1291, 1292, 1303,
1326, 1350, 1351 , 1352, 1363, 1364, 1366, 1375,
1379, 1384, 1401, 1402, 1408, 1409, 1411 , 1412,
1431, 1445, 1446, 1453, 1454, 1487, 1497, 1507,
1508, 1509 , 1513, 1517, 1531, 1602, 1604, 1610,
1618, 1621 , 1626, 1642.
Sechine, 768.
Segedino v. Szegedin.
Segna, 63, 117, 119, 214, 224, 412, 452, 458, 707,
791, 792, 859, 868, 882, 883, 968, 1009, 1061, 1101 ,
1102, 1214, 1321, 1330, 1334, 1354, 1357, 1358,
1538, 1609.
Segodino v. Szegedin .
Segorbia, 270, 275, 1100.
Segri v. Sigri.
Seleno, 921.
Semendria, 333, 450, 457, 531 , 639, 669, 886, 887,
917, 967, 968, 977, 999, 1177, 1240, 1479, 1539.
Sens, 914, 1430.
Seravalle v. Serravalle .
Serchio ( Valle di), 761 .
Sereberniza v. Srebernik.
Serès ( Seres) , 333, 337, 425.
Seresina v. Soresina.
Sermide, 908.
Sermione ( Sermion) , 627, 652.
Sermoneta, 846.
Sernouch ( ?) , 1455.
Serosina v. Soresina .
Serravalle ( Treviso) , 1126 , 1303.
Serravalle ( Verona), 610.
Sfachia v. Sfakhia.
Sfakhia, 1150.
Sfoiosa v. Voiussa.
Sibilia v. Siviglia.
Sibinico ( Sibinicho) v. Sebenico.
Sicilia, 36, 71 , 73, 91, 120, 291 , 338, 349, 404, 426,
437, 474, 558, 563, 573, 578, 579, 593, 635, 636,
637, 659, 664, 667, 676, 699, 709, 710, 758, 763,
781, 789, 794, 850, 863, 939, 952, 955, 956, 964,
1012, 1027, 1053, 1067, 1130, 1157, 1171 , 1183,
1184, 1252, 1271, 1280, 1308, 1368, 1371 , 1393,
1394, 1396, 1398, 1426, 1427, 1443, 1474, 1485,
1486, 1488, 1517, 1519, 1527, 1544, 1571 , 1584,
1600, 1631 , 1635.
Sie v. Arsiè .
Siena, 186, 198, 260, 270, 332, 344, 396, 418, 525,
532, 553, 650, 842, 843, 953, 954, 983, 1086, 1087,
1130, 1135, 1200, 1256, 1318, 1413, 1438, 1511 ,
1519.
Siesi v. Assisi.
Sifanto, 667.
Sigri , 949, 990, 991.
Simpterii v. Zutphen
Sinigaglia ( Sinigaia), 32, 38, 578, 927.
Sinilla, 785.
Sinope, 1223.
Sinopi v. Sinope.
Siphanto v. Sifanto.
Siracusa, 919, 1027, 1474, 1485, 1488, 1527, 1566,
1576, 1584.
Sisa v. Assisi.
Sithines v. Atene.
Sithya v . Sitia.
Sitia, 1052, 1058, 1149.
Sitom v. Zeituni .
Sitiniza, 1366.
Siviglia, 52, 292, 857, 1183, 1385.
Sivouri ( 9) , 1119, 1120.
Sivu, 1352.
Skiathi, 492, 193, 494, 993, 1317.
Slarine ( Slarin) , 1303.
Slesia, 797, 930, 1055, 1159, 1245, 1355, 1479.
Smedereno ( Smederowo) v. Semendria.
Smedro v. Semendria.
Smirne, 448, 1552.
Soave, 306, 308, 1507.
Sofia ( Soffia) , 333, 946, 1076, 1523.
Sogliano, 161 , 199, 296, 588, 591, 894, 918, 1008 .
Sogobrio v. Segorbia.
Soiano v. Sogliano.
Solarolo ( Solarol), 1045, 1407, 1408, 1430, 1487, 1588.
Servia, 134, 285, 387, 398, 669, 868, 968, 1239, 1383, Solsona, 1386.
1403, 1504, 1537, 1542.
Sesolla v. Sessola .
Sessa, 325, 1433, 1435.
Sessola, 526.
Sethines ( Setines) v. Atene.
Solzpurch v . Salisburgo.
Soncino, 51 , 52, 63, 64, 85, 104, 106, 107, 138, 221 ,
243, 258, 327, 384, 392, 403, 405, 409, 464, 512,
535, 536, 633, 651, 662, 737, 852, 979, 1047, 1435,
1634.
1703 INDICE GEOGRAFICO
Soneaxari v. Sovrasseri.
Sonzim ( Sonzin) v Soncino.
Sophia v. Sofia.
Soresina, 464, 546, 595, 796, 824.
Soria, 37, 109, 111, 135, 263, 305, 372, 396, 513, 582,
584, 599, 600, 601, 680, 687, 695, 721, 738, 754,
776, 920, 922, 931 , 935, 1020, 1119, 1120, 1121,
1188, 1522, 1523, 1526, 1527, 1571 .
Soveaxari v. Sovrasseri.
Sovrasseri , 128, 1225.
Spagna, 36, 52, 53, 62, 71 , 73, 85, 119, 120, 132,
149, 161 , 198, 205, 256, 264, 267, 272, 277, 286,
291 , 292, 295, 296, 307, 312, 321, 326, 331 , 338,
346, 349, 354, 355, 367, 371, 401, 426, 427, 430,
437, 460, 461 , 471, 472, 473, 488, 506, 507, 511,
518, 519, 522, 559, 564, 572, 573, 577, 580, 584,
587, 589, 590, 594, 601, 617, 629, 644, 650, 651,
657, 659, 666, 671, 685, 699, 712, 715, 730, 734,
736, 740, 743, 745, 746, 749, 751, 752, 753, 758,
762, 781 , 784, 794, 820, 824, 825, 829, 830, 843,
844, 845, 846, 848, 850, 851, 856, 871, 873, 879,
884, 892, 893, 909, 911, 919, 930, 932, 954, 956,
967, 975, 977, 1007, 1008, 1026, 1028, 1029, 1030,
1051 , 1080, 1084, 1090, 1093, 1108, 1111 , 1112,
1125, 1127, 1128, 1166, 1171, 1178, 1179, 1181,
1182, 1184, 1186, 1197, 1200, 1205, 1207, 1230,
1233, 1235, 1237, 1246, 1249, 1252, 1255, 1256,
1269, 1272, 1278, 1279, 1280, 1285, 1299, 1300,
1308, 1309, 1310, 1312, 1320, 1321, 1324, 1350,
1353, 1355, 1356, 1369, 1370, 1373, 1385, 1393,
1422, 1424, 1425, 1427, 1433, 1438, 1448, 1453,
1462, 1468, 1470, 1473, 1474, 1475, 1485. 1511,
1518, 1528, 1532, 1534, 1537, 1538, 1545, 1548,
1558, 1565, 1589, 1590, 1595, 1597, 1600, 1601,
1606, 1620, 1636.
Spalato, 26, 41. 46, 107, 140, 244, 252, 366, 376, 414,
424, 463, 470, 471, 494, 513, 521, 645, 760, 787,
853, 887, 891 , 916, 928, 929, 975, 977, 1051, 1164,
1176, 1250, 1268, 1292, 1315, 1358, 1359, 1365,
1366, 1376, 1377, 1979, 1385, 1446, 1454, 1455,
1466, 1490, 1504, 1507, 1508, 1513, 1564, 1604,
1605, 1608, 1615, 1616, 1628, 1633, 1642.
Specie ( le) v . Spezzia.
Spello, 940.
Spenderevo v. Semendria.
Spezie ( le) v. Spezzia .
Spezzia, 900, 9:37, 947, 996.
Spilimbergo, 19, 835.
Spim v. Spino.
Spinazzola ( Spinazola) , 1001 , 1242.
Spino, 658.
Spiron (?) , 785.
Spitza, 197, 222.
Spiza v. Spitza.
Spoleto ( Spoliti) , 927.
Srebernik, 457.
Stagno Stagno Pallavicino) , 1478.
Staiermoch v. Stiria.
Stalimene, 17, 27, 461, 492, 493, 963, 1523.
Standia (Dia), 921 .
Staniach v. Steinach.
Starigrad ( Starigrado) , 1455.
Starzem v. Sterzingen.
Steinach, 827.
Stenego v. Stenico.
Stenico, 1074.
Stercen v. Sterzingen.
Sterzengo v. Sterzingen .
Sterzingen, 36, 43, 48, 1443.
Stines v. Tebe
Stire v. Styri .
Stives v. Tebe.
Stiri v. Styri .
Stiria, 676, 1329.
Stiro v. Styri .
Stradella, 107.
Strassoldo (Strasoldo), 9.
1704
Stretto delle catene ( Streto di le Chadene) , 397, 969,
1075.
Stridonia, 1387.
Strivali (Strivalli) v. Strofadi.
Strofadi, 16, 397, 640, 641, 667, 679, 716,723, 724,
726, 770, 1147, 1307.
Stroviza v. Ostrovitza.
Stuhlweissenburg, 1177, 1478, 1536.
Sturlich (9), 505.
Sturzen v. Sterzingen.
Styri , 178, 363, 364, 442, 443, 446, 450, 498, 501 .
Suda ( la) , 919, 921 , 1041 , 1053.
Surischa v Sutischka.
Susa, 266.
Sutischka (9) , 1614.
Sutri, 516
Svevia, 889.
Svezai (9), 802.
Svezia, 1232.
Syo v. Scio.
Syvri v. Sivouri.
Szegedin, 1159, 1160.
Tagliacozzo, 1309.
T
Tagliamento, 7, 8, 9, 11 , 19, 38, 181.
Taiacozo v . Tagliacozzo
Taiamento v. Tagliamento.
Talona v. Tolone
Taranto, 120, 365, 388, 1001, 1242, 1310, 1542, 1543.
Taro, 313.
Tarso, 688.
Tartaro, 482, 799.
Tasso, 993.
Tchernigov (9) , 135, 136.
Tebe, 1521, 1548, 1559.
1705 INDICE GEOGRAFICO 1706
Tenedo, 448, 492, 938. 973, 991, 992, 993, 1020, 1025,
1068, 1545, 1552.
Tenes v. Tineh.
Tenina ( Tinin) v. Kuin.
Tera Nova v. Ternova.
Termissi v. Thermissi.
Ternova, 279.
Ternovo, 556.
Terra di Lavoro, 1309.
Terme Philipiche ( Roma?) , 464 .
Terso v. Tarso.
Tesim ( Tesin) v. Ticino.
Tetem v. Theten.
Tevere, 294, 403, 532, 841 , 846. 1048.
Texino ( Texin) v. Ticino.
Tharo v. Taro.
Then v. Tione.
Theoli v. Tivoli.
Thermissi (?) , 938, 946, 994, 1020, 1021 , 1023.
Theten, 1479, 1535.
Thingis v. Tingis.
Thioli v. Tivoli.
Thors v. Tours.
Thouars, 1125.
Ticino, 120, 133, 203, 212, 217, 317.
Ticopoli v. Nicopoli.
Tigroschi v. Tchernigov.
Tine, 1020, 1026.
Tineh ( 9) , 1526.
Tinere v. Tino.
Tingis, 1597.
Tino, 495.
Tioli v . Tivoli.
Tione, 1367.
Tiram v. Tirano.
Tirano, 32, 39, 41 , 44, 51, 91. 242, 515, 516, 6:38.
Tirolo (Tirol), 540, 543, 556, 662, 672, 1100, 1567.
Tirone (Girone 9) , 1065.
Tivoli , 288, 309, 327, 338. 341, 343, 355, 359, 378,
398, 409, 456, 477, 578, 626, 685, 702. 713, 733,
749, 759, 929, 959, 12:38 . 1423, 1476, 1549, 1600.
Toblach, 454.
Todi, 685.
Toledo, 1030.
Tolmezzo, 1328.
Tolmino ( Tolmin) , 1406.
Tolom v. Tolone.
Tolone, 1338, 1620.
Tomelz v . Tolmezzo.
Torbole, 568, 650, 1319.
Torcello, 1327, 1472.
Torghud (9) , 127, 128.
Torino, 48, 55, 62, 161 , 228, 842, 843, 1482.
Torre ( flume), 859.
Torre del Fossato ( del Fossà, di la Fossa) v. Genivolo.
Torre Marchesana, 799.
Tors v. Tours
Tortona e tortonese, 111, 120, 133, 141, 157, 176, 880,
1218
Tortosa, 1629.
Tosana v. Tusis
Toscana, 275, 318, 470, 609, 645, 1019, 1461, 1463.
Tours, 368, 1050, 1063, 1084, 1085, 1094. 1125, 1138,
1139, 1201 , 1204, 1237, 1451.
Trabesonda v. Trebisonda.
Trabisonda v. Trebisonda
Tracomonti ( Tracamonti) v. Torghud.
Tracia, 751 .
Trani, 143, 212, 237, 256, 268, 282, 326, 355, 374,
380, 412, 418, 453, 480, 486, 495, 498, 504, 509,
526, 531, 549, 578, 582, 595, 598, 599, 606, 610,
615, 640, 650, 652, 672, 697, 720, 725, 730, 734,
758, 772, 777, 788, 818, 819, 821 , 831, 832, 883,
863, 873, 877, 888, 898, 900, 921. 934, 998, 1001 ,
1027, 1041, 1043, 1056, 1070, 1073, 1075, 1108,
1129, 1147, 1153, 1165, 1193, 1199, 1242, 1257,
Trapani, 939.
Traste, 134.
1258, 1260, 1265, 1268, 1270, 1304, 1347, 1348,
1354, 1388, 1991 , 1996, 1997, 1998, 1399, 1439,
1455, 1474, 1502, 1504, 1527, 1541, 1543, 1547,
1554, 1569, 1579, 1584, 1587, 1592, 1593, 1613.
Transilvania (Transilvana , 288. 306, 382, 635, 1159,
1245, 1479.
Trapexonta v. Trebisonda.
Trasto v. Traste.
Traù, 104, 252, 253, 254. 305, 421, 459, 580, 603,
887, 890, 916 , 919, 943, 977, 1176, 1207, 1291 ,
1292, 1350, 1352, 1360, 1363, 1365, 1375, 1377,
1383, 1384 , 1402, 1408, 1416, 1453, 1454, 1455,
1466, 1487, 1504, 1507, 1508, 1531, 1540, 1585,
1604, 1605, 1609, 1615, 1621, 1642.
Travacon (?) , 1517, 1580.
Trebisonda, 373, 531, 1150, 1348, 1521 .
Trecate (Treca , 212, 217, 233, 238, 240, 241, 244, 245,
261.
Trecchi, 1048, 1086, 1208 .
Trechà v. Trecate.
Trecho v . Trecchi.
Tremexi 9 , 1605.
Tremisi Tremissio v. Thermissi.
Trento, 43, 44, 45, 332, 346, 347, 373, 374, 377, 452,
454. 456, 457, 468, 517. 540, 607, 632, 634, 661 ,
663, 673, 682, 685, 701 , 708, 715, 890, 914, 934 ,
1053, 1082, 1083, 1086, 1151, 1168, 1186, 1209,
1296, 1319, 1367, 1368, 1374, 1383, 1400, 1412,
1424, 1442, 1443, 1464, 1534, 1567.
Tressa (Trecate ?) , 207.
Trevi, 940.
Trevi v. Treviglio.
Treviglio, 105, 109, 110, 112, 125, 138, 141, 143, 146,
149, 152, 154, 156, 163, 167, 170, 187, 193, 196,
202, 207, 213, 220, 227, 228, 232, 233, 240, 244,
248, 257, 259, 260, 266, 273, 275, 279, 282, 284,
1707 INDICE GEOGRAFICO 1708
293, 297, 301 , 307, 308, 310, 323, 338, 341, 344,
355, 357, 392, 569, 651 , 652, 653, 704, 889, 933,
979, 1047, 1094, 1113, 1387, 1529, 1580.
Treviri, 456.
Treviso (Trevixo) e trevisana, 7, 8, 10, 60, 105, 106,
108, 119, 123, 239, 268, 272, 283, 315, 330, 369,
411 , 413, 457, 496, 536, 633, 735, 778, 796, 847,
854, 883, 891 , 928, 1007 , 1028, 1035, 1093, 1117,
1134, 1164, 1179, 1210, 1213, 1226, 1250, 1296,
1300, 1305, 1316, 1329, 1354, 1356, 1379, 1386,
1426, 1463, 1469, 1475, 1488, 1489, 1528, 1574,
1625.
Trezzo (Trezo), 102, 103, 120, 156, 163, 207 (?) , 219,
227, 228, 231 , 232, 506, 654, 913.
Trier v. Treviri .
Trieste, 349, 459, 595, 1006, 1082, 1086, 1263, 1301 ,
1375, 1440, 1516.
Trieve v. Trevi.
Trigno, 1541 .
Tripoli (di Barbaria) , 628.
Tripoli (di Siria) , 71 , 674, 680, 687, 970, 1323.
Troes v. Troyes.
Tronto, 630.
Troppau, 785.
Tros v. Tours.
Troyes, 525, 527, 532, 636, 804, 933.
Tuardo v . Thouars.
Tueria v. Twer.
Tumulz v. Olmütz.
Tunisi (Tunis), 659, 1262.
Turbigo, 342.
Turchia, 15, 51 , 127, 281 , 298, 338, 417, 449, 596,
669, 694, 772, 776, 917, 935, 969, 1060, 1073, 1126,
1455, 1456, 1498, 1523, 1558, 1562, 1605, 1623.
Turich v. Zurigo.
Turigo v. Zurigo.
Turim (Turin, Turino) v. Torino.
Tusis, 665.
Twer, 135, 136.
Tyram (Tyran, Tyrano, Tyranno) v. Tirano.
Tyrol v. Tirolo.
Ubaldone v. Viboldone
Uderzo v. Oderzo .
U
Udine, 6, 7, 9, 11 , 19, 20. 28, 43, 72, 145, 146, 148,
189, 231 , 237, 258, 263, 271, 310, 332, 372, 384,
390, 418, 428, 452, 460, 467, 474, 482, 496, 510,
511 , 546, 547, 564, 574, 576, 584, 595, 627, 633,
650, 664, 670, 675, 686, 736, 740, 745, 813, 835,
865, 1158, 1218, 1219, 1239, 1251 , 1293, 1301 ,
1317, 1328, 1333, 1355, 1374, 1388, 1406, 1412,
1422, 1431 , 1435, 1436, 1439, 1462, 1475, 1482,
1493, 1498 , 1516, 1529, 1553, 1573, 1574, 1581 ,
1591 , 1609, 1616, 1626.
Ulbo, 1034.
Ulma, 1475.
Umago, 1086.
Umicha v. Unnacz.
Ungaria v. Tchernigov.
Ungheria, 21, 28, 41, 50, 55, 56, 63, 70, 75, 77, 85,
98, 117, 119, 123, 129, 132, 141, 142, 144, 149,
153, 159, 162, 186, 191 , 192, 193, 194, 197, 198,
201 , 202, 212, 214, 215, 235, 238, 239, 240, 246,
254, 255, 267, 269, 270, 284, 287, 288, 294, 298,
309, 310, 312, 316, 320, 324, 327, 342, 343, 347,
348, 354, 355, 356, 364, 365, 367, 368, 370, 371 ,
373, 375, 377, 378 , 381, 384, 385, 394, 398, 400,
403, 405, 406, 407, 408, 409, 412, 413, 419, 426,
436, 451 , 453, 455, 458, 460, 466, 469, 470, 471 ,
472, 473, 475, 483, 490, 509, 512, 521 , 523, 525,
530, 532, 540, 543, 548, 552, 555, 556, 559, 564,
565, 566, 567, 569, 572, 573, 576, 577, 580, 581 ,
584 , 586, 587, 588, 596, 598, 603, 606, 607, 617,
624, 626, 628, 629, 631 , 639, 640, 647, 651, 654,
659, 664, 669, 670, 671, 675, 676, 686, 701 , 703 ,
704, 707, 712, 733, 734, 735, 742, 751, 765, 789,
791, 792, 793, 797, 801 , 842, 846, 847, 851 , 856,
859, 862, 867, 868, 879, 881, 883, 884, 885, 890,
892, 893, 894, 907, 908, 909, 911 , 913, 914, 917,
919, 929, 930, 939, 950, 953, 954, 955, 956, 957,
959, 964, 968, 979, 980, 982, 983, 984, 985, 986,
1001 , 1002, 1007, 1008, 1009, 1016, 1037, 1040,
1044, 1050, 1054, 1060, 1061 , 1063, 1064, 1071 ,
1076, 1082, 1086, 1098, 1102, 1111, 1113, 1114,
1139, 1156 , 1158, 1161, 1163, 1164, 1167, 1169,
1170, 1171 , 1172, 1173, 1174, 1176, 1177, 1179,
1180, 1181 , 1184, 1186, 1187, 1200, 1205, 1206,
1207, 1208, 1210, 1212, 1214, 1216, 1219, 1230,
1235, 1239, 1240, 1245, 1246, 1247, 1248, 1251 ,
1252, 1256, 1257, 1262, 1263, 1266, 1267, 1278,
1287, 1288, 1293,1296, 1297, 1301, 1304, 1305,
1315, 1316, 1317, 1318, 1319, 1320, 1327, 1329,
1334, 1337, 1351 , 1352, 1354, 1357, 1359, 1370,
1371 , 1374 , 1401 , 1413, 1421, 1423, 1424, 1427,
1431 , 1432, 1435, 1438, 1445, 1452, 1457, 1462,
1468, 1470, 1477, 1478, 1479, 1480, 1484, 1486,
1497, 1502, 1506, 1511 , 1518, 1519, 1531 , 1533,
1535, 1536, 1537, 1538, 1539, 1540, 1541, 1542,
1549, 1550, 1551, 1552, 1556, 1567, 1575, 1589,
1590, 1599, 1600, 1601, 1603, 1605, 1606, 1608,
1611 , 1619, 1621, 1622, 1623, 1624, 1627, 1628,
1631 , 1632, 1634, 1635, 1636, 1638.
Unigo v. Onigo.
Unnacz ( ?) , 785.
Urbim v. Urbino.
Urbino (Urbin) , 18, 19, 50, 72, 86, 96, 105, 122, 133,
134, 186, 214, 239, 254, 266, 271, 278, 283, 296,
302, 308, 313, 335, 341, 342, 353, 387, 392, 420,
459, 523, 532, 553, 558, 610, 618, 632, 634, 635,
636, 647, 648, 653, 658, 663, 670, 671 , 697, 702,
703, 713, 739, 749, 780, 804, 809, 820, 822, 855,
868, 893, 894, 927, 940, 969, 978, 987, 1006, 1056,
1709 INDICE GEOGRAFICO 1710
1093, 1114, 1212, 1287, 1305, 1369, 1434, 1435,
1450, 1461, 1464, 1530, 1540, 1543, 1560, 1570,
Urzi ( Urzi Nuovi) v. Orzinovi.
Uscheschia v. Viatka.
Uskiup, 128, 377, 767, 1363.
Uspurch v. Augusta.
Vadia ( la) v. Livadia.
Vadiza ( la) v. Livadia ( ?) .
Vagiusa v. Voiussa.
Vailate, 1505.
V
Vaiusa (Vaiussa) v. Voiussa.
Valachia, 635, 917, 1502.
Valadenaria v. Vladimir.
Valbrembana, 1412.
Valcamonica, 242, 307, 327, 431 , 453, 459, 582, 638,
663, 931, 1040, 1229, 1328, 1413, 1463, 1470.
Valchamonicha ( Valchamunega) v. Valcamonica.
Valdavia v. Valachia.
Val de Sol v. Val di Sole.
Val de Stretura v. Val di Strettura.
Val di Alessandria (Alexandria), 562.
Val di Compare, 444, 488, 498, 500.
Val di Lagri v. Valle Lagarina.
Val di Lamon, 577, 591 , 879, 1015, 1019, 1049, 1050,
1063, 1065, 1078, 1086, 1087, 1124, 1145, 1241 ,
1269, 1302, 1499.
Val di Non, 1367, 1463.
Val di Nuvi v. Val di Non .
Val di Serchio, 459.
Val di Sole, 1463.
Val di Strettura (Spoleto), 1423.
Vale di Venosa v. Val Venosta.
Valentinois ( Valentinoys), 929.
Valenza ( Valenzia) ( di Spagna) , 291 , 295, 349, 552, 578,
763, 845, 966, 1100, 1136, 1182, 1426, 1462.
Val Galeata (Galiata), 1570.
Val Giudicaria, 1367.
Valle di Rendena, 454.
Valle Lagarina, 1074, 1233.
Vallona ( Valona), 130, 143, 178, 182, 197, 262, 275,
276, 277, 281 , 291, 292, 304, 326, 333 , 353, 365,
379, 397, 413, 417, 419, 424, 427, 443, 449, 450,
494, 531 , 576, 593, 594, 697, 709, 714, 731 , 732,
777, 821 , 919, 927, 931 , 943, 945, 963, 970, 977,
999, 1040, 1043, 1044, 1047, 1052, 1075, 1148,
1196, 1197, 1242, 1258, 1263, 1264, 1266, 1312,
1313, 1329, 1346, 1347, 1348, 1349, 1384, 1399,
1415, 1439, 1456, 1457, 1460, 1474, 1485, 1503 ,
1506, 1522 , 1542, 1543, 1545, 1546, 1547, 1553,
1555, 1566, 1575, 1581, 1582, 1584, 1586, 1587,
1613, 1633.
Valodimeria v. Vladimir.
Val San Martino, 220, 1318 .
Valsugana, 454, 1233.
Valtellina, 44, 85, 89, 90, 234, 262, 275, 327, 453, 484,
595, 658, 675.
Valtolina v. Valtellina .
Val Venosta, 454, 528, 1074.
Val Zudigaria v. Val Giudicaria.
Vandiza v. Wonizza.
Vanza v. Lavenza.
Varanoguard, 952.
Varbosan, 279, 285, 512, 525, 538, 669, 670, 785, 792,
802, 885, 1265, 1306, 1350, 1364, 1366, 1384, 1405,
1480, 1557, 1609, 1623.
Vardar ( Vardari, Vardaro ), 256, 333, 337, 338, 362,
373, 419, 425, 481, 519, 1348.
Vardiani ( li ) v. Guardiani ( li) .
Varia v. Veria.
Varola Grisa v. Verola Alghisi.
Vasiladi ( ?) , 1399.
Vasilica (Vasilicha), 446, 1548.
Vassilichata v. Vasilica.
Vati, 450, 520, 873.
Vatica (Vaticha), 895, 897, 898, 901 , 903, 935, 937,
951, 1017, 1057, 1058, 1068, 1070, 1071 , 1078,
1082, 1153.
Vaylla v. Vailate.
Vegevene v. Vigevano.
Veglia, 140, 224, 399, 402, 406, 424, 428, 452, 458,
462, 512, 524, 530, 543, 545, 567, 584, 586, 606,
675, 701 , 702, 707, 791, 792, 859, 868, 876, 891,
920, 930, 1039, 1101 , 1102, 1147, 1264, 1316, 1330,
1402, 1508, 1536, 1559, 1609, 1621, 1633, 1642.
Veia v. Veglia.
Vels v. Vils .
Vendiza v. Wonizza.
Veneza, 799.
Venezia (Venecia, Veniexia) , 5, 7, 9, 10, 17, 18, 21 , 22,
29, 33, 34, 36, 37, 40, 41, 47, 49, 50, 51, 52, 54,
55, 56, 57, 58, 60, 61, 62, 65, 66, 67, 68, 69, 70,
71 , 72, 75, 76, 83, 87, 90, 91 , 95, 96, 97, 98, 100,
105, 108, 121, 122, 123, 125, 126, 127, 128, 131 ,
134, 135, 136, 137, 138, 140, 143, 145, 146, 148,
150, 151 , 152, 153, 154, 155, 158, 161, 168, 171 ,
172, 177, 192, 195, 214, 215, 217, 224, 225, 227,
229, 230, 231 , 232, 237, 241, 244, 246, 247, 249,
253, 254, 255, 258, 259, 260, 264, 268, 269, 270,
271 , 272, 277, 278, 280, 283, 284, 287, 290, 292,
296, 298, 302, 307, 335, 339, 341 , 353, 355, 361 ,
370, 371 , 376, 380, 387, 392, 393, 396, 398, 399,
404, 405, 406, 413, 418, 419, 421 , 424, 429, 460,
461, 462, 463, 468, 471 , 476, 477, 489, 508, 509,
512, 513, 514, 523, 528, 547, 550, 555, 558, 559,
560, 574, 578, 580, 587, 589, 590, 591, 613, 624,
626, 631 , 653, 666 , 676, 681 , 683, 687, 688, 689,
695, 698, 700, 702, 711 , 716, 721 , 722, 733, 743,
752, 761 , 772, 787, 788, 793, 799, 801 , 814, 818,
825, 848, 852, 861, 862, 863, 870, 881, 888, 890,
893, 895, 907, 909, 910 , 913, 928, 932 , 933, 944,
949, 953, 972, 974, 976, 978, 984, 1002, 1006,
1711 INDICE GEOGRAFICO 1712
1008, 1011, 1012, 1013, 1015, 1031 , 1032, 1036,
1039, 1040, 1041, 1045, 1051, 1060, 1068, 1070,
1077, 1086, 1091, 1092, 1093, 1098, 1101, 1108,
1111, 1112, 1113, 1113, 1116, 1117, 1146, 1150,
1152, 1161, 1167, 1174, 1175, 1189, 1190, 1191 ,
1196, 1198, 1199, 1205, 1207, 1211, 1212, 1213,
1215, 1219, 1223, 1231, 1233, 1235, 1240, 1247,
1249, 1252, 1256, 1260, 1264, 1266, 1267, 1269,
1285, 1287, 1294, 1300, 1303, 1312, 1322, 1327,
1331, 1334, 1339, 1347, 1355, 1361, 1366, 1367,
1368, 1376, 1377, 1978, 1979, 1381, 1382, 1390,
1392, 1395, 1996, 1997, 1998, 1403, 1408, 1409,
1413, 1421 , 1427, 1431 , 1432, 1434, 1440, 1441,
1442, 1445, 1447, 1451, 1456, 1461 , 1465, 1466,
1467, 1469, 1471, 1476, 1480, 1481, 1482, 1488,
1495, 1500, 1501, 1510, 1511, 1512, 1517, 1518,
1535, 1537, 1538, 1540, 1547, 1548, 1555, 1559,
1568, 1576, 1588, 1593, 1595, 1601 , 1606, 1632,
1633, 1639, 1640, 1643.
Venosa, 1001.
Venosa v. Val Venosta.
Ventimiglia, 111 .
Verbosagna (Verbossana, Ver Bosange, Verbozania) v.
Varbosan.
Vercelli, 156, 167, 189, 212, 233, 256, 379.
Verdea, Verdense oppidum (Donauwerth9), 942, 985.
Verericha v. Verlica.
Vergy, 676.
Veria, 1541 , 1542.
Verlica, 538.
Vernich v. Jauernik.
Verola Alghisi (Verola Nuova), 242.
Verona e veronese, 8, 10, 31, 36, 44, 53, 102, 110,
112, 119, 138, 139, 146, 214, 216, 218, 227, 234,
243, 250, 257, 258, 270, 274, 275, 306, 309, 314,
317, 338, 346, 353, 372, 374, 378, 391, 395, 408,
420, 426, 428, 453, 456, 461, 470, 479, 482, 485,
510, 513, 520, 529, 537, 540, 544, 546, 573, 575,
585, 586, 597, 607, 610, 634, 638, 652, 673, 681,
701, 715, 716, 757, 767, 784, 800, 820, 822, 837,
858, 906, 919, 933, 952, 1028, 1061, 1068, 1077,
1078, 1080, 1081, 1082, 1098, 1101, 1133, 1134,
1137, 1145, 1150, 1161, 1167, 1168, 1180, 1186,
1201, 1208, 1209, 1211, 1215, 1220, 1228, 1235,
1250, 1268, 1318, 1330, 1353, 1366, 1374, 1982,
1383, 1386, 1406, 1412, 1431, 1469, 1470, 1475,
1477, 1490, 1496, 1505, 1506, 1507, 1518, 1531,
1539, 1565, 1566, 1578, 1580, 1609, 1611, 1634.
Verruca, 482, 484.
Verssa v. Aversa.
Vertimberg v. Wurtemberg.
Verucula v. Verruca.
Veruda, 1497, 1559.
Verzei ( Verzeli, Verzelli) v. Vercelli .
Vesicchio, 1455.
Vespolano v. Vespolate.
Vespolate (Vespola), 176, 207, 212, 217.
Viadana, 123, 132, 272, 1094 .
Viarom v. Vierzon.
Viatka (?) , 136.
Vibliana v. Lubiana.
Viboldone ( Viboldon) , 245, 261 , 609, 1296.
Vicenza e vicentino, 7, 9, 19, 28, 53, 106, 116, 119,
140, 169, 192, 247, 250, 266, 268, 283, 294, 295,
296, 300, 305, 306, 307, 308, 314, 315, 325, 389,
392, 413, 457, 460, 467, 471 , 482, 505, 520, 569,
571 , 589, 617, 627, 652, 670, 701 , 741, 767, 800,
830, 867, 910, 1013, 1019, 1028, 1053, 1078, 1137,
1161, 1175, 1201, 1206, 1212, 1220, 1233, 1265,
1266, 1316, 1327, 1329, 1353, 1366, 1979, 1386,
1389, 1400, 1401 , 1405, 1409, 1437, 1463, 1469,
1470, 1478, 1486, 1493, 1531 , 1534, 1554, 1566,
1567, 1602, 1603, 1605, 1617, 1625.
Vico v. Vicopisano.
Vico (passo di), 1010, 1407.
Vicopisano, 463.
Viena v. Vienna.
Vienna (d' Austria), 45, 48, 53, 77, 452, 661, 1136,
1137, 1178, 1367, 1374.
Vienna (di Francia), 403.
Vieria ( ?) , 1150.
Vierzon, 1519
Vigevano, 8, 10, 51, 53, 55, 111, 131, 132, 139, 141 ,
152, 153, 157, 166, 170, 242, 412, 1009, 1063,
1083, 1085, 1100, 1131 , 1137, 1318, 1470, 1574.
Vigna (la) , 909.
Vignom v. Avignone.
Vigo (passo di) v. Vico (passo di ) .
Vilacho v. Villacco.
Vilboldan v. Viboldone.
Vilboldone v. Viboldone.
Viles, 1219.
Villaco ( Villacho), 686, 1158, 1406.
Villafranca (Villa Francha) (Faenza) , 1010.
Villafranca ( Nizza) , 1620.
Villafranca (Rovigo), 799.
Villafranca (Verona) , 1507.
Villa nuova, 426.
Vils, 1362.
Vintimia v. Ventimiglia.
Viscardo v. Guiscardo.
Visichio v. Vesicchio.
Vistola, 548.
Viterbo, 327, 344, 403, 685, 713, 749, 842.
Vizenza v. Vicenza.
Vladimir ( 9) , 135, 136.
Vodiza v. Wonizza.
Voghera, 108, 338.
Volussa, 180, 212, 253, 279, 281, 300, 303, 304, 336,
357, 376, 983, 397, 398, 401, 402, 404, 405, 414,
418, 441 , 442, 443, 455, 457, 461 , 467, 486, 487,
488, 489, 490, 498, 504, 518, 517, 531, 549, 572,
576, 603, 607, 613, 628, 638, 641, 648, 667, 679,
684, 688, 694, 697, 709, 730, 731, 759, 763, 764,
1
1713 INDICE GEOGRAFICO 1714
768, 769, 777, 794, 795, 812, 821, 848, 875, 876,
877, 888, 918, 919, 920, 925, 926, 943, 960, 969,
970, 999, 1018, 1021, 1035, 1039, 1060, 1073, 1075,
1077, 1096, 1099, 1145, 1147, 1148, 1153, 1157,
1187, 1196 , 1197, 1218, 1221, 1222, 1230, 1263,
1266, 1304, 1312, 1347, 1348, 1349, 1384, 1391,
1392, 1394, 1395, 1404, 1405, 1409, 1421, 1427,
1436, 1457, 1459, 1460, 1488, 1500, 1503, 1506,
1522, 1542, 1544, 1545, 1546, 1547, 1553, 1564,
1566, 1581 , 1582, 1584, 1586, 1587, 1633.
Volo ( Vollo) , 337, 364, 448, 492.
Vologda (?) , 136.
Volterra ( Voltera) , 1029, 1355.
Vorla v. Durlach.
Vormes v. Worms.
Vorno, 514 .
Vrana, 153, 357, 535, 538, 539, 540, 556, 786, 878,
885, 887, 1016, 1033, 1034, 1059, 1062, 1074, 1076,
1155, 1160, 1162, 1209, 1265, 1290, 1291 , 1292,
1306, 1307, 1350, 1351, 1352, 1363, 1364, 1375,
1384, 1386, 1388, 1454, 1480, 1497, 1507, 1508,
1555, 1557, 1609, 1614, 1618.
Vrea v. Ivrea.
Vurla v. Durlach.
Widdino, 788, 1076.
Wonizza, 1073, 1394, 1399, 1414, 1415, 1417.
Worms, 468, 565, 880.
Wurtemberg, 511 .
Xagabria v. Zagabria.
Xais v. Aix.
Xeblata (Privlaca ?) , 556.
Xelengradi v. Zelengrad.
Xemiglie v. Examilion.
X
Y
Yliaco, 182, 608.
Ymola v. Imola.
Yschia v. Ischia.
Yspurch v. Innsbruck.
Ystrigonia v. Gran.
Z
Zachania v. Sacania.
Zafio v. Jaffa.
Zagabria, 968, 1358.
Zampagna v. Sciampagna.
Zano v. Zionicza.
Zante, 23, 28, 60, 79, 80, 151 , 174, 177, 182, 183,
197, 236, 252, 254, 262, 304, 335, 337, 362, 366,
396, 397, 406, 413, 441, 444, 451, 480, 481, 488,
497, 498, 500, 501, 549, 550, 584, 599, 600, 601,
608, 610, 612, 613, 618, 640, 641 , 669, 672, 681,
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
688, 690, 692, 696, 701, 710, 716, 719, 720, 740,
745, 757, 760, 769, 770, 772, 773, 774, 775, 776,
780, 790, 809, 810, 811, 817, 819, 822, 832, 833,
873, 886, 896, 897, 900, 903, 931 , 963, 964 , 971 ,
988, 989, 1021 , 1022, 1026 , 1035, 1052, 1056,
1071 , 1072, 1073 , 1102, 1103, 1104, 1105, 1106,
1108, 1109, 1110, 1127, 1144, 1147, 1154, 1195,
1217, 1221, 1260, 1261, 1271 , 1339, 1340, 1344,
1345, 1346, 1390, 1392, 1394, 1397, 1500, 1520,
1525, 1560, 1561 , 1562, 1564, 1573, 1582, 1586,
1593, 1624.
Zaperano ( Ceparano) , 1065.
Zara, 13, 37, 54, 77, 78, 168, 202, 243, 279, 285, 296,
348, 370, 459, 525, 531, 535, 538, 539, 541 , 556,
567, 572, 575, 595, 603, 606, 618, 639, 646, 697,
703, 721 , 722, 723, 724, 725, 726, 727, 778, 780,
781 , 786, 792, 817, 838, 865, 878, 886, 887, 900,
907, 914, 932, 934, 942, 946, 964, 966, 976, 977,
1016, 1020, 1025, 1033, 1059, 1061 , 1062, 1068,
1074, 1076 , 1088, 1155, 1160, 1162, 1164, 1170,
1173, 1209, 1212, 1265, 1283, 1290, 1291, 1292,
1293, 1305, 1306, 1313, 1324, 1351 , 1352, 1354,
1362, 1363 , 1364, 1366, 1375, 1376, 1379, 1380,
1386, 1388 , 1402, 1416, 1431, 1445, 1454, 1486,
1487, 1488, 1490, 1496, 1497, 1507, 1508, 1512,
1517, 1528, 1531, 1557, 1564, 1573, 1609, 1613,
1614, 1618, 1621, 1633, 1642, 1643.
Zavattarello ( Zavatarella), 805, 864, 880, 933.
Zazil v. Sacile .
Zefalonia v. Cefalonia .
Zeituni , 363, 446, 1060, 1348.
Zelengrad, 1033.
Zemiglie v. Examilion.
Zencha v. Zenta.
Zenevre v. Ginevra.
Zenoa v. Genova.
Zenta, 491 , 1075, 1505.
Zerbi v. Gerbi.
Zerea v. Cerea.
Zeres v Serès.
Zervia v. Cervia.
Zerviza, 491 .
Zia, 948, 949, 1024.
Ziden (Dschidda o Gedda) , 476.
Zimera v. Chimera.
Ziniol v. Genivolo ( Fossato di) .
Ziniol (Fossà di) v. Genivolo ( Fossato di)
Zionicza ( ?) , 1446.
Zitom ( Ziton) v. Zeituni.
Ziton ( Cento), 1078.
Zonchio v. Navarino.
Zuecha v. Giudecca.
Zuppa (Zupa) , 184, 458, 494, 535.
Zurich v. Zurigo.
Zurigo, 1006, 1037, 1063, 1085, 1113, 11:36 .
Zutphen, 676.
108
INDICE DEI NOMI
Abramino, già contestabile di Lodovico il Moro, 760,
813, 832, 869.
Abramo, ebreo, 886.
Abravanel Giuseppe, ebreo, 1439, 1474.
Abriani, canonico di Padova, 1589.
Abusaid Kanson, soldano d'Egitto, secondo successore
di Kanson Kamsmieh, 96, 302, 476, 477, 737, 738,
739, 776, 848, 923, 924, 935, 941, 942, 1031, 1198.
Acciaioli Giacomo, florentino dimorante in Ferrara, 507.
Accioli v. Acciaioli.
Achmat v. Ahmed.
» Carzego v. Hersek Ahmed.
Acqua (dall') Rufino, fuoruscito lodigiano, 666.
»
«
Sinibaldo, fuoruscito lodigiano, 666.
Acquaviva Giovanni Francesco, marchese di Bitonto,
630, 952.
Acursio (domino) v. Mainier Accursio.
Adorno ( famiglia) , 38, 133.
» Giovanni, 326, 879, 880.
Adria (d') Giacomo, 603.
» (vescovo di) v. Este ( d' ) Nicolò Maria.
Adriano, secretario di papa Alessandro VI, v. Castelli,
Adriano.
Affaitati Benedetto, oratore di Cremona a Venezia, 33.
Agapito Marco, 838.
Agliardi Alessio, Ingegnere, 1517.
Agordo (capitano di) , 454.
Agostino, cittadino veronese, 1490.
»
secretario di Massimiliano, 1228, 1229.
Agresta v. Castelbarco di Gresta.
Agrigentino (cardinale) v. Castro (de) Giovanni.
Agrimont (mons. di) v. Aigremont ( d') Michele.
Agustin Pietro, 1263.
Agustini dal banco (famiglia) , 382, 862, 1091, 1368.
Ahmed beg, sangiacco di Castelnuovo (di Dalmazia) ,
457, 1076.
pascià,419.
Aia (de) Alessandro, capitano, 1332.
Aidar agà, 1528.
Aigremont (d' ) Michele, ambasciatore del re di Francia
a Roma, 327, 343, 378, 403, 1632.
Ais (de) Claudio, consigliere del re di Francia, 315,
527, 532, 1136, 1282.
Alba ( d' ) Urbano, oratore del marchese di Monferrato a
Venezia, poi a Massimiliano, 21, 46, 49, 1362, 1619.
Albanese Antonio, 628.
»
»
»
Filippo, condottiere, 141 , 383, 796, 859.
Giacomo, già contestabile, 965.
Paolo, contestabile, 11 , 158, 250, 286, 293,
365, 449, 526, 527, 598, 616, 640, 719, 732,
776, 812, 1428
Alba reale (preposito di), 1177, 1536.
Albergeto v. Alberghetti.
Alberghetti Giovannino ( Zanin), 913.
» Sigismondo, 414.
Albertini Giovanni Battista, addetto allo studio di Padova (ad notariam), 655.
Alberto Domenico, 1316.
»
»
«
»
»
Francesco fu Antonio, 210.
Marino fu Antonio, 1437.
Nicolò , capitano dell' isola di Corfù, 404, 463.
capitano di Segna, 792.
(di) Simone, patron della nave di Benedetto
Giustinian, 583, 722, 921 .
Albi (di) Giovanni, mercante bergamasco, 1550.
Albì (mons. di) v. Amboise (d') Luigi.
Albizzi ( di) Lucca, commissario lucchese al campo, 484,
485.
»
Albret ( d' ) Alano, conte di Dreux, suocero di Cesare
Borgia, 403, 844, 845, 1247.
Amanato, figlio di Alano d'Albret, fratello
di Giovanni re di Navarra, cognato di Cesare Borgia, protonotario poi cardinale,
515, 858.
»
»
Carlotta, duchessa di Valentinois , figlia di
Alano d' Albret e moglie di Cesare Borgia, 403, 844, 845, 1247.
Giovanni , figlio di Alano d'Albret, re di
Navarra, 427, 858.
Aldrovandino conte Giovanni , 67, 261, 1488, 1496,
1577.
1719 INDICE DEI NOMI 1720
Alea ( di ) Francesco, addetto allo studio di Padova (ad | Alonso, spagnuolo, capo dei provisionati di Lodovico il
sophistariam), 655.
Alechi Marco, cittadino di Modone, 906, 968, 972, 974,
1317.
»
..... , moglie di Priamo Contarini , 905.
Alegra (mons. di) v. Alégre (barone d' ) Yves II .
Alégre ( barone d' ) Yves II , 176, 186, 196, 228, 374, 385,
410, 475, 515, 516, 522, 857, 889, 1063, 1093, 1218,
1231 , 1296, 1328, 1336 , 1373, 1428, 1429, 1450,
1499, 1512, 1516, 1517, 1539, 1560, 1567, 1570,
1592.
Alemagna v. Germania.
Alençon (duca d' ) Carlo III , figlio del duca Renato,
1634.
Aleotti ( di ) Zaccaria, ufficiale dei provveditori alle biade,
966.
Aleppo ( signore e governatore di) , 680.
Aleria(card. d' ) v. Porta (della) Ardicino.
Alessandria d' Egitto (console veneto in) v. Tiepolo Girolamo.
»
(mercanti veneti in) v. Colti (di)
Antonio, Dandolo Daniele, Mora Alvise, Priuli Paolo.
Alessandrino (cardinale) v. Sangiorgio (di) Giovanni
Antonio.
Alessandro, granduca di Lituania, fratello del re d'Ungheria, 548, 867, 683, 1163, 1164, 1177,
1178, 1191, 1432, 1433, 1440, 1441 , 1537,
1549, 1575.
»
»
Suoi oratori :
a Roma, 1432, 1433, 1440, 1441 , 1549,
1565, 1575.
in Ungheria, 1453, 1603.
messaggero del conte di Cajazzo, 516.
111, papa, 186.
Alessio (Alexio), inviato di Baiazet II a Venezia, 171 ,
»
181, 191, 192, 194, 199, 304, 734, 1555.
( vescovo di) v. Malonsi Pietro.
Alexa, spia del turco, 1051.
Alexio v. Agliardi Alessio.
Alfaro Goffredo, podestà di Dovera, 862.
All pascia, 128, 903.
»
»
sangiacco dimesso da pascià, 179.
pascià della Morea, 431 .
beì, 1501.
bei, timarato al Grebani, 319.
Aliano ( conte di ), 355.
Aliberto v. Alberto.
Alichi (Alichii) v. Alechi.
Alimech bassà, capitano nell' armata turca, 443.
Allegretto (di) Nicolò, patron di nave, 896, 1070.
Almazano, gran cancelliere dei reali di Spagna e secretario regio, 1183, 1184, 1185, 1462.
Almeida (d' ) Diego, cavaliere di Rodi e priore di Portogallo, 910, 911.
Almerigo Lodovico, vicentino, lettore nello studio di
Padova, 1318
Moro, 510.
Altavilla (di) Andrea, duca di Termoli, 1309.
Altobello, ucciso in Aquasparta, 685.
Altobos (mons. di) v. Hautbois (di) Carlo.
Alvarotto Giacomo, dottore in ambe, lettore di diritto
»
civile nello studio di Padova, 656.
conte padovano, vicario del podestà di Cremona, 110, 340, 358.
Alvernia ( mons. di) v. Borbone (de) Luigi II .
» (priore d' ) v. Auvergne ( priore d' ) .
Alviano ( d' ) Bartolomeo, 11, 50, 90, 99, 112, 139, 227,
231 , 243, 268, 272, 332, 372, 413, 424, 428, 459,
514, 572, 597, 650, 670, 675, 686, 703, 707, 709,
805, 813, 859, 907, 967, 975, 1002, 1016, 1028,
1212, 1265, 1266, 1441, 1469, 1472, 1482, 1483,
1488, 1492.
Alvise, da Modone, 637.
»
(re d' Ungheria) v. Luigi il grande.
Amanio (di) Nicolò, cittadino di Crema, 1408.
Amar beì, 109, 128, 501.
Amaseo ( Amaxeo) Girolamo, 1146.
Gregorio, 249, 429, 1146.
Amboise (d' ) Amerigo, gran priore di Francia e fratello
del cardinale Giorgio d'Amboise, 374,
422, 644, 743, 765, 766, 1255.
»
»
"
Carlo II , signore di Chaumont, maresciallo
diFrancia e nipote del cardinaleGiorgio
d' Amboise, 465, 507, 515, 542, 547,
568,576,637, 658, 676, 698, 737, 805,
819, 829, 857, 864, 880, 933, 967, 1006,
1085, 1094, 1218, 1296, 1327, 1513,
1514, 1516, 1529, 1534, 1570, 1637.
Giorgio, arcivescovo di Rouen, cardinale,
18, 24, 28, 31, 32, 48, 54, 161, 187,
228, 232, 233, 238, 240, 241, 245, 247,
248, 251, 252, 256, 259, 265, 266, 267,
269, 270, 273, 274, 275, 278, 279, 280,
282, 284, 287, 293, 295, 301 , 306, 307,
308 , 310, 311 , 314, 317, 318, 323, 325,
327, 338, 340, 341, 343, 346, 347, 348,
350, 352, 364, 369, 370, 374, 377, 378,
381, 385, 386, 408, 409, 422, 425, 451,
453, 465, 466, 472, 507, 515, 525, 541 ,
542, 596, 598, 643, 644, 666, 675, 742,
743, 744, 765, 766, 801, 828, 830, 844,
845, 871 , 889, 892, 914, 932, 933, 967,
1009, 1011 , 1050, 1051 , 1064, 1084,
1098 , 1125, 1130, 1131, 1138, 1139,
1167, 1200, 1202, 1203, 1204, 1237,
1238, 1255, 1285, 1286, 1296, 1297,
1316. 1336, 1337, 1338, 1355, 1362,
1367, 1369, 1370, 1372, 1373, 1429,
1430, 1449, 1451 , 1465, 1486, 1511,
1516, 1519, 1534, 1535, 1569, 1570,
1599, 1619, 1631. 1635, 1637.
Luigi, vescovo di Alby, fratello del cardi
1721 INDICE DEI NOMI 1722
nale Giorgio d'Amboise, 265, 267, 284,
295, 296, 364, 386, 387, 391, 453, 644,
666, 678, 831, 871, 890, 1535, 1570,
1619, 1635.
Amboise (d' ) Pietro, già abate di Saint-Jouin de Marnes, vescovo di Poitiers efratellodel carnale Giorgio d' Amboise, 1125.
Ambosia (de) , cardinale, episcopus albiensis, v. Am-
»
boise ( d' ) Luigi.
(de) Carlo v. Amboise (d' ) Carlo II .
Ambrogio; eremitano, lettore nello studio di Padova ad
sophistariam, 655.
Ambrosi (d' ) Bernardino, secretario della Signoria, 57,
65, 138, 173, 346, 570, 594, 837, 916, 974, 1002.
Anzelieri v. Angelieri.
Apostoli Nicolò, 838.
Apostolis (de) P., 761 .
Appiano Giacomo, signor di Piombino, 95.
Aquila (dall') Dario, contestabile, 79, 184.
»
«
»
Giovanni, medico, lettore nello studio di
Padova, 654, 1087.
Giovanni Matteo, contestabile, 1176.
Aquileia (patriarca di) v. Grimani Domenico.
Aragona (casa d' ) . Reali di Spagna, 52, 53, 62, 73, 120,
130, 198, 205, 212, 239, 269, 354, 364, 386,
427, 430, 437, 472, 552, 555, 559, 572, 577,
589, 593, 635, 644, 650, 657, 658, 666, 708,
710, 751, 752, 763, 781 , 789, 794,830, 845,
856, 871 , 879, 932, 971, 989, 1007, 1029,
1030, 1048, 1051, 1053, 1063, 1071 , 1080,
1086, 1090, 1100, 1103, 1104, 1108, 1114,
1125, 1128, 1135, 1154, 1166, 1167, 1171 ,
1179, 1182, 1183, 1184, 1185, 1197, 1200,
Amico (fedele) in Lione v. Boninis (di) Bonino.
Ammiraglio (grande) di Francia v. Malet Luigi.
Ampho ( di) provveditore v. Rocca d' Anfo.
Amurat agà, 1627.
Ancona (d' ) Michele, 442.
Andrages (mons. di) v. Entragues. 1202, 1203, 1235, 1249, 1252, 1278, 1279,
Andrea (di) Vincenzo, patron della nave di Taddeo Con- 1280, 1320, 1921, 1338, 1350, 1356, 1386,
tarini , 109, 114, 372, 601, 674, 1157. 1393, 1396, 1425, 1426, 1438, 1448, 1462,
Andronico, orefice di Modone, 1563.
Angelieri Alvise, appaltatore, 575, 750.
Angelo castro ( flambularo di), 873, 895, 896, 897.
» »
v. Argirocastro.
Anguillara ( dell') Ascanio fu Deifebo, 306, 1477.
» »
Deifebo, 1439, 1477 .
» »
Giacoino fu Deifebo, 1439, 1477.
Anguisciola ( famiglia) , 158.
»
»
Annibale, già castellano di Soncino, 52,
91, 138, 221, 258, 402, 409, 464, 737,
807, 852, 861.
Marsilio, 737, 807, 852, 861.
Angusolo v. Anguisciola.
Anna ( ?) , vedova del duca di Sassonia (?) , 1412.
Annibale, il cartaginese, 779, 1081.
Ans, maestro bombardiere, 670.
Anselmi Leonardo, console veneto a Napoli, 309, 354,
596, 663, 703, 823, 844, 1208, 1251 .
Anselmo, ebreo, 1292.
Antignano ( di) principe, 1309.
Antimaco ( Callimaco), secretario maggiore del marchese di Mantova, 603.
Antiquis ( di) Zaccaria, secretario, 1240.
Antivari (di) castellano v. Bembo Pietro.
» »
vescovo v. Gaio Filippo.
Antonio, cremonese, prigioniero nella cittadella di Ber-
«
»
«
»
gamo, 248. »
frate v. Croazia (da) fra' Antonio.
»
messinese, patron di nave, 962.
»
oratore a Venezia di Stefano voivoda di Moldavia, 1465, 1467.
»
»
ufficiale nella camera di Zara, 838.
» Maria v. Guarnieri Antonio Maria.
»
Maria (conte) v. Mirandola ( della) Antonio
Maria. »
»
1486, 1538, 1589, 1597, 1600, 1620, 1634.
Loro oratori :
-in Francia, 267, 269, 821, 364, 386, 465,
472, 525, 644, 871, 1138, 1201 , 1202, 1203,
1237, 1285, 1327, 1338, 1873, 1429, 1450,
1486, 1569, 1620, 1634.
in Germania, 286, 511, 564, 565, 1438.
aNapoli v. ClaverGiovanni.
a Roma v. Suarez Lorenzo.
in Ungheria, 213, 288, 316 , 356, 985,
986, 1177, 1219, 1239, 1433.
a Venezia, 1395.
Catterina, figlia di Ferdinando il Cattolico e
d' Isabella, promessa ad Arturo principe di
Galles, 699, 1080, 1985, 1597, 1600.
Enrico, infante di Valenza, cugino di Ferdinando il Cattolico, 763, 1100.
Ferdinando il Cattolico, 36, 71, 264, 291 , 292,
295, 296, 307, 349, 401 , 518, 651 , 685, 734,
752, 753, 824, 846, 851 , 871 , 893, 939, 954,
955, 956, 967, 977, 979, 1023, 1080, 1127,
1183, 1184, 1185, 1256, 1275, 1279, 1280,
1282, 1299, 1309, 1310, 1350, 1370, 1385,
1425, 1426, 1438, 1453, 1462, 1470, 1474,
1475, 1485, 1537, 1558, 1565, 1575, 1592,
1601 , 1636.
Giovanna, figlia di Ferdinando il Cattolico e
d' Isabella, sposa di Filippo arciduca d'Austria e duca di Borgogna, 699, 1485.
Giovanni II , padre di Ferdinando il Cattolico, 471, 1184.
Giovanni, infante di Spagna, figlio di Ferdinando il Cattolico e d' Isabella, marito di
Margherita d'Austria, 292, 763, 1183, 1393.
Isabella di Castiglia, moglie di Ferdinando
1723 INDICE DEI NOMI 1724
il Cattolico, 130, 264, 292, 518, 752, 753,
824, 851, 893, 1183, 1184, 1185, 1279, 1385,
1425, 1426 , 1475.
Aragona (casa d' ) . Reali di Spagna.
»
»
«
«
Isabella, sorella di Ferdinando il Cattolico,
vedova di Ferdinando I, re di Napoli , v.
Reali di Napoli.
Maria, terzogenita di Ferdinando il Cattolico,
sposa (dopo la sorella) di Emmanuele re di
Portogallo, 552, 1030, 1183, 1393, 1462,
1474.
(casad'). Reali di Napoli, 1212, 1279, 1472.
Alfonso II, re di Napoli, 581, 630, 1375.
Alfonso, figlio naturale di Alfonso II , duca di
Bisceglia (Bexagne, Bexaie), 56, 521, 530,
532, 552, 579, 588, 671, 683, 685, 709, 749,
821, 845, 1474.
Alfonso, l'infante, figlio di Federico re di Napoli e di Isabella del Balzo, 1308.
» Beatrice, figlia di Ferdinando I re di Napoli,
vedova di Mattia Corvino, ripudiata da Ladislao re d'Ungheria, 162, 186, 198, 239,
287, 316, 354, 355, 985, 1040, 1102, 1158,
1167, 1177, 1178, 1200, 1206, 1214, 1219,
1239, 1251, 1257, 1287, 1293, 1302, 1305,
1307, 1317, 1326, 1327, 1330, 1336, 1337,
1353, 1374, 1401 , 1431, 1433, 1435, 1488,
1519, 1601 .
«
»
Carlo ....... , 326.
Carlotta, principessa di Taranto, figlia di Federico re di Napoli e di Anna di Savoia,
sposata a mons. de la Roche Bernard, 269,
326, 379, 386, 552, 821, 841, 844, 1048,
1084, 1252, 1297, 1356, 1371, 1373, 1429,
1519, 1528, 1600.
Federico re di Napoli, 12, 57, 70, 71 , 75, 87,
94, 101 , 104, 119, 120, 125, 132, 134, 149,
162, 171, 176, 186, 194, 204, 212, 213, 218,
237, 239, 243, 252, 264, 265, 269, 270, 275,
276, 289, 290, 291, 293, 301, 308, 309, 311 ,
316, 325, 326, 831 , 335, 338. 340, 342, 346,
353, 354,355, 365, 370, 378, 379, 386, 403,
404, 412, 413, 417, 419, 421, 422. 427, 465,
468, 469, 470, 473, 507, 509, 521, 522, 552,
563, 578, 588, 593, 594, 598, 635, 636, 642,
647, 650, 651, 658, 672, 682, 685, 697, 698,
708, 709, 714, 730, 734, 749, 752, 765, 777,
782.784, 802, 821, 822, 841, 843, 845, 856,
871, 872, 879, 884, 885. 886, 888, 889, 890,
910, 912, 913, 939, 941, 945, 968, 977, 978,
987, 999, 1001, 1007, 1008, 1013, 1029, 1040,
1044, 1047, 1048, 1052, 1054, 1062, 1064,
1073, 1079, 1081, 1082, 1083, 1084, 1087,
1098, 1116, 1118, 1130, 1131, 1158, 1182,
1184, 1185, 1197, 1200, 1201, 1203, 1227 ,
1229, 1237, 1942, 1249, 1251 , 1252, 1253,
1255, 1256, 1257, 1258, 1268, 1279, 1285,
1286, 1287, 1297, 1300, 1305, 1307, 1308,
1309, 1310, 1311, 1312, 1323, 1329, 1334,
1347, 1348, 1354, 1356, 1370, 1371, 1380,
1381 , 1421 , 1425, 1426, 1430, 1433, 1438,
1439, 1462, 1474, 1476, 1484, 1485, 1511 ,
1518, 1519, 1527, 1528, 1529, 1534, 1543,
1548, 1560, 1565, 1566, 1572, 1575, 1576,
1590, 1591, 1600, 1601 , 1607, 1616, 1635.
Suoi oratori :
- a Bernaudi Bernardino, 386.
-in Francia, 699, 841, 856, 912, 1049, 1229,
1252, 1297, 1308, 1356, 1373, 1430, 1450,
1528 e v. Frison Antonio e Bitonte Trojano.
-a Lodovico il Moro e poi in Germania,
259, 286, 505, 511 , 564, 565, 933, 1439,
1485, 1529 e v. Francesco de Montibus, Ripol Alvise e Dionisio Asmondo.
-
a Roma v. Pignatelli Ettore e Girolamo
Speraindio.
in Spagna v. Gennaro Antonio e Brancaсcio Giambattista.
al Turco, 1001, 1201 , 1258, 1586 e v. RoccoGiacomo e Rossi (di) Luca.
-
in Ungheria, 213, 288, 316, 356, 985, 986,
1177, 1433.
a Venezia v. Palmieri Antonio e Spinelli
Giovanni Battista.
Aragona (casa d' ). Reali di Napoli.
»
«
»
»
»
»
»
»
»
"
Ferando (don), fratello (?) di Federico re di Napoli, 1310.
Ferdinando I , figlio di Alfonso il magnanimo,
648.
Ferdinando II , figlio di Alfonso II , 427, 846,
1250, 1309, 1462.
Ferdinando, duca di Calabria, figlio di Federico re di Napoli e di Isabella del Balzo,
293, 1229 , 1250, 1308, 1310, 1311 , 1312,
1356, 1382, 1462.
Giovanna, sorella di Ferdinando il Cattolico,
vedova di Ferdinando I re di Napoli, 291 ,
292, 578, 650, 1182, 1183, 1249, 1308, 1310,
1356, 1562, 1485.
Giovanna, figlia di Ferdinando I, zia e moglie
di Ferdinando II, 291, 594, 120, 1308, 1310,
1356, 1462.
Isabella del Balzo d' Altamura, moglie di Federico re di Napoli, 1000, 1308, 1310, 1543.
Isabella, figlia di Alfonso II , vedova di Gian
Galeazzo Sforza duca di Milano, 32, 103, 198,
1309, 1506.
Lucrezia, figlia naturale di Ferdinando le
sorella del re Federico, sposa di Pirro del
Balzo, principe d'Altamura, e poi di Onorato
Gaetani d'Aragona, conte di Fondi, 1309.
Luigi, nato da Cesare figlio naturale di Ferdinando I , nipote di Federico re di Napoli,
INDICE DEI NOMI 1726 1725
vescovo d'Aversa, arcivescovo d'Otranto e
cardinale, 842, 1182, 1183, 1474, 1601.
Aragona (casa d' ). Reali di Napoli.
»
»
»
Rodrigo, figlio di Alfonso duca di Bisceglia
e di Lucrezia Borgia, 56, 749, 1474.
Sancia, figlia naturale di Alfonso II , maritata
a Goffredo Borgia principe di Squillace,
469, 845, 846.
(cardinale d' ) v. Luigi figlio di Cesare.
Aragonia (di) Giovanni, cavaliere, visconte di Nicosia,
750.
Arbe (d' ) Giovanni, interprete, 791, 1362.
» (conte in) v. Contarini Alessandro.
Arbolense ( vescovo di Arborea e cardinale) v. Serra
Giacomo.
Arborense (vescovo di Arborea e cardinale) v. Serra
Giacomo.
Arboy Pirro, cittadino di Trani, 1579.
Arcangelo, medico del duca Alberto di Baviera, 632.
Arcimboldo Giovanni, cardinale, 332.
Arco (di ) Odorico, capitano di Massimiliano, 540.
»
(conti d' ) , 284, 1151 .
Arcole (d' ) Girolamo, cittadino veronese, 353.
Arcudi Pietro, patron della nave di Priamo Contarini e
compagni, 114, 693, 694, 695.
Arcundes Megalo, capo di stratioti, 1513.
Ardito Gaspare, fu Giacomo, contestabile, 1504, 1604.
Are ( vescovo di) v. Adria (vescovo di) .
Argentina (di) Giovanni, bombardiere, 1131, 1180.
Argirocastro (ftambularo d' ), 945, 1394.
Argiti Pietro, collaterale in Napoli di Romania, 995.
Arianiti ( Comneno) Andronica , sorella di Costantino,
578, 1308.
» »
» »
Costantino, 25, 53, 55, 65, 387, 420,
474, 525, 578, 1156, 1175, 1238,
1308, 1381, 1580, 1633.
»
Armer (d' ) Albano, 6, 14, 15, 174, 320, 570, 911, 1444.
Alvise fu Simone, 6, 211, 273, 366, 368, 405,
466, 468, 570, 633, 1079, 1112, 1305, 1602,
1617.
Armeni (d' ) Pietro, patron di fusta, 1109.
Armiraio ( di l' ) Matteo, patron di barca, 1963.
Arniti Constantim v. Arianiti ( Comneno) Costantino.
Arrigo re v. Inghilterra (reali d').
Arrivabene Giampietro, vescovo di Urbino, 658, 822.
Ars (d') Luigi, 1548.
Asmodeo v. Asmondo.
Asmondeo v. Asmondo.
Asmondo Dionisio, inviato dal re di Napoli in Sicilia e
poi in Alemagna, 578, 635, 636, 782, 821, 822, 856,
879, 1308, 1566, 1576, 1601 .
Asnatur, pascia di Iluxi, 970.
Asola ( provveditori in) v. Gritti Andrea, Lombardo
»
Pietro.
(cavaliere di), 627.
Asti (vescovo di) v. Trivulzio Antonio.
Astolfo, fuoruscito di Ascoli, 325.
Atanasii (d' ) Agostino, 235.
Atanasio, abitante di Clissa, 1608.
Aubigny (d' ) Roberto Stuart, conte di Beaumont-le-Roger, 124, 139, 465, 472, 475, 495, 515, 516, 528,
542, 547, 568, 637, 658, 665, 707, 737, 765, 783,
787, 788, 793, 794, 800, 805, 807, 823, 862, 864,
869, 880, 910, 911, 913, 967, 1085, 1094, 1218,
1296, 1449, 1511, 1540, 1637.
Aubusson (d' ) Pietro, cardinale, gran maestro di Rodi,
40, 181, 304, 448, 456, 489, 524, 560, 563, 570,
571, 572, 647, 666, 844, 897, 910, 1084, 1119, 1489,
1462, 1465, 1474, 1511, 1512, 1518, 1544.
Augubio (di) Antonio, oratore di Spalato a Venezia,
1633.
Despida, madre di Costantino, 387. Aurelio Francesco, cancelliere a Modone, 732, 822, 866,
Ariano Giacomo, appaltatore, 671 .
»
Arimondo Alvise fu Giorgio, 159.
Luca, appaltatore, 663, 715, 1303 .
»
Alvise, console in Alessandria, 1187.
»
»
»
»
Alvise, già provveditore al sale, uno dei dieci
savii a tansar, 112.
Andrea il grande fu Simone, 1630.
Antonio fu Nicolò, 330, 394, 414, 467, 483,
726, 757, 816, 1276, 1341 , 1446.
Donato, provveditore al sale, 459, 1331 .
Francesco fu Nicolò, 160, 285, 345, 475, 495,
509, 513, 532, 541, 557, 598, 640, 690,
695, 696, 716, 717, 725, 816, 1070, 1142,
1234, 1275, 1276, 1341, 1992, 1399, 1446,
1643.
Marco fu Cristoforo, 142, 209.
Pietro, saliniero, 643. »
»
nave, 640.
Arles (arcivescovo di) v. Ferrer Giovanni.
Armani Stefano, spia del turco, 1568.
Aureliano Gian Filippo, collaterale, 295.
1357, 1554.
«
»
»
Nicolò , secretario dei Savii agli ordini, 57, 301 ,
332, 703, 836, 866, 1598, 1624.
Austria (casa d' ). Carlo, figlio di Filippo duca di Borgogna, 1279, 1431, 1438, 1548, 1570.
Federico III , imperatore, v. Germania.
Filippo, figlio di Massimiliano, arciduca d'Austria e duca di Borgogna, marito di Giovanna figlia di Ferdinando il Cattolico, 36,
44, 348, 377, 525, 527, 644, 661 , 714, 715,
734, 752, 765, 967, 977, 1238, 1279, 1285,
1393, 1425, 1463, 1485, 1535, 1592, 1597.
Suoi oratori :
-
in Francia, 506, 525, 644, 933, 1238, 1285,
1569.
in Germania, 1381, 1431, 1438.
in Spagna, 1255, 1600.
Margherita, figlia di Massimiliano, vedova di
Giovanni d' Aragona infante di Spagna, 132,
933, 1114, 1267, 1303, 1355. 1393.
1727 INDICE DEI NOMI 1728
Austria(casa d' ) . Massimiliano, re dei romani e impe- Baflo Girolamo, conte e provveditore a Spalato, 1358,
ratore, v. Germania.
Auvergne (d' ), priore di Rodi, 40, 66, 267, 560, 648,
744, 1372.
Avanzo (d' ) Francesco v. Tabia (di) Giovanni.
Averoldi (famiglia), 1095.
«
»
1859, 1960, 1365, 1366, 1376, 1379, 1446, 1454,
1455, 1490, 1513, 1564, 1604, 1605, 1608, 1633.
Girolamo fu Matteo, provveditore a Riva, 43, 536,
»
705.
«
»
Matteo, conte a Brazza, 1051, 1508, 1633.
Altobello, vescovo di Pola, 1095, 1548. Paolo, contestabile, 1260.
Bartolommeo, vescovo di Spalato, 928, 1365, Bagarotto (famiglia padovana), 325.
1608.
Aversa(conte d' ), signore di Castel Menarro, 1100.
Avicenna, 654.
Avignone (presidente di), 1030.
»
Bertuccio, padovano, dottore, giurista nello
studio di Padova, 655.
Zanardo, piacentino, vescovo di Sutri e Nepi,
516.
Avogaro (Avogadro) conte Alvise (Luigi), bresciano,❘ Bagatto Luigi, pievano di San Silvestro, 664.
condottiere, 121, 141, 152, 153, 213, 452,
473, 540, 809, 1133, 1488.
»
Melchiorre (Marchiò), capitanodi fanterie, 177.
Azzoni-Avogaro Antonio, dottore, oratore di Treviso a
Baglioni (famiglia), 521, 553, 940, 1014.
» Astorre di Guido, 521 .
«
Brison, 521 .
Carlo, 521 .
»
Venezia, 369.
Rambaldo, 108.
Baccio, cancelliere, spedito dai florentini al turco, 698.
Báchka (de) Nicolò, vescovo di Sirmio (sermiense), consigliere del re d'Ungheria e suo oratore in Francia,
235, 288, 356, 382, 586, 867, 868, 929, 1267, 1315,
1354, 1452, 1535, 1536, 1611 .
»
«
»
»
»
Gian Paolo, 685, 965, 966, 1049, 1066, 1078,
1124.
Griffonetto, 532.
Guido, 521.
Sigismondo di Guido, 521 .
Simonetto di Rodolfo, 521 .
Baden (di) Giovanni, arcivescovo di Treviri, 400, 424, Bagolino Girolamo, lettore di filosofia nello studio di
Badino, capitano dei balestrieri del duca di Milano, 229, Bajazet II, 12, 13, 14, 15, 16, 28, 60, 72, 77, 89, 104,
Badoer Andrea fu Giovanni, fu consigliere in Candia e
456.
245, 283, 307, 376, 453, 466, 741, 748, 783.
provveditore sopra le acque, 1380, 1409, 1411 .
» Andrea, 510.
» Antonio, 661 .
»
«
»
«
»
»
Enrico (Rigo), 177, 334, 337, 397.
Filippo fu Giovanni Gabriele, 328, 329, 1577.
Giacomo fu Sebastiano, governatore di Monopoli, 628, 672, 777, 883, 893, 952, 1235, 1326,
1575, 1617.
Giovanni, dottore, oratore veneto a Napoli, 21 ,
62, 66, 85, 223, 200, 308, 312, 343, 371 , 626,
647, 712, 823, 856, 859, 911, 984, 1028, 1064,
1114, 1133, 1135, 1228, 1229, 1249, 1252,
1257, 1258, 1278, 1279, 1300, 1323, 1355,
1356, 1371 , 1380, 1438, 1439, 1474, 1484,
1485, 1518, 1519, 1565, 1575, 1600, 1601 .
Giovanni, fu vice sopracomito, 328, 829.
Girolamo fu Andrea, 736.
Girolamo, capo di schiopettieri, 687.
Laura, 755.
Pietro, 7.
Sebastiano, 931 , 1004.
Baffo Antonio, castellano a Cervia, 915.
Benedetto, camerlengo in Candia, 696, 776, 920,
921 .
» Domenico, 1265, 1611.
Bagnacavallo (da), reggente dei frati minori , predicatore in Venezia, 239.
Bagnich Andrea, 1363.
Bagno (da) v. Guidi.
Padova, 655.
117, 118, 125, 127, 128, 129, 130, 132,
134, 146, 162, 165, 171 , 177, 179, 180,
181 , 182, 183, 185, 190, 191 , 192, 193,
194, 197, 256, 279, 280, 282, 285, 288,
292, 304, 305, 319, 320, 333, 335, 337 ,
338, 357, 365, 366, 373, 374, 383, 387,
413, 419, 424, 425, 431 , 441 , 442, 443,
444, 446, 448, 450, 457, 458, 460, 461,
481 , 488, 489, 490, 496, 498, 499, 500,
501, 502, 503, 504, 518, 519, 520, 581 ,
549, 550, 559, 560, 563, 570, 593, 594,
596, 613, 620, 642, 646, 647, 650, 657,
669, 679, 681 , 695, 697, 698, 708, 714,
718, 725, 728, 729, 731, 732, 764, 768,
769, 771, 773, 774, 776, 795, 797, 798,
803, 810, 811, 812, 821, 822, 827, 828,
831 , 832, 833, 834, 857, 874, 875, 876,
880, 895, 896, 897, 899, 901 , 902, 903,
904, 918, 931 , 935, 936, 945, 946, 947,
948, 950, 951 , 964, 972, 973, 988, 994,
999, 1029, 1030, 1036, 1048, 1049, 1059,
1060, 1061, 1064, 1067, 1073, 1077, 1126,
1160, 1187, 1197, 1201, 1216, 1223, 1239,
1258, 1266 , 1268, 1313, 1329, 1334, 1347,
1348, 1349, 1350, 1356, 1957, 1359, 1364,
1379, 1394, 1399, 1404, 1420, 1456, 1457,
1458, 1462, 1480, 1499, 1501, 1506, 1513,
1729 INDICE DEI NOMI 1730
la,744.
1521 , 1522, 1535, 1541, 1542, 1545, 1548, | Baldissera, famiglio del cardinale San Pietro in Vincu1551 , 1552, 1555, 1556, 1557, 1558, 1559,
1561 , 1563 , 1586, 1589, 1608, 1623, 1626 ,
1627, 1631 , 1638, 1639.
Bajazet II , suoi figli, 776, 848, 853, 875, 1240, 1457,
1521, 1523, 1548, 1559, 1623.
sua madre , sorella di Despida Arianiti ,
387.
Suoi oratori :
in Francia, 489, 550, 569, 570, 571 ,
572, 577, 581 , 596, 609, 635, 644, 645,
646, 647, 652, 654, 660, 666, 708, 743,
744, 765, 882, 1021 , 1297.
-
in Germania, 454, 470, 473, 582, 1534.
a Napoli, 119. 132, 146, 945, 998, 999,
1001, 1029, 1030, 1047, 1048, 1064, 1087,
1131 , 1201 , 1242, 1257, 1258, 1329, 1347,
1348, 1415.
in Polonia, 240, 702, 791 , 1160, 1164,
1178, 1267, 1458, 1479.
a Rodi, 456.
a Roma, 217.
in Ungheria, 240, 288, 356, 366, 453,
509, 566, 596, 702, 703, 707, 734, 791 ,
793, 868, 882, 883, 929, 985, 1055, 1102,
1160, 1267, 1355, 1453, 1479, 1537, 1688.
-
a Venezia, 526, 547 e v. Alessio.
Baiom v. Baglioni.
Baioni v. Baglioni.
Bakacs di Erdöd Tommaso, arcivescovo di Gran e cardinale, 235, 236, 239, 240, 288, 316, 356, 381, 566,
567, 586, 587, 596, 702, 856, 857, 884, 929, 958,
959, 982, 985, 986, 1009, 1055, 1086, 1159, 1160,
1177, 1178, 1205, 1815, 1321, 1452, 1453, 1466,
1479, 1536, 1550, 1599, 1601 , 1602.
Balastro Andrea fu Pietro, camerlengo a Modone, 653,
»
721 , 732, 804, 905, 1957, 1189, 1491 , 1500 ,
1554, 1555, 1625, 1634.
Nicolò fu Pietro, camerlengo a Cremona, 653,
804, 1489.
Balbi Alvise, conte a Curzola, 383, 424, 877, 1196, 1266,
1365, 1405, 1506, 1621.
Andrea fu Eustachio (Stae) , 543, 573. »
»
Marco fu Benedetto, 705.
» Nicolò fu Marco, 849, 1433
»
Pietro fu Alvise, savio da terraferma poi savio del
Consiglio, 47, 53, 58, 88, 92, 99, 100, 104, 112,
122, 169, 191, 192, 254, 268, 273, 310, 384,
415, 429, 439, 458, 462, 479, 543, 553, 554,
573, 580, 684, 804, 837, 853, 884, 886, 891 ,
895, 914, 916, 1180, 1206, 1267, 1289, 1294,
1295, 1314, 1321 , 1824, 1409, 1530.
» Pietro, cavaliere, console veneto a Damasco, 22,
74, 673, 674, 758, 759, 979, 1246, 1264.
Sebastiano, castellano di Ostro (Cerigo), 1354.
Vincenzo di Pietro fu Alvise, 169.
»
»
«
Zaccaria fu Eustachio ( Stai), 543, 573.
1 Diaris di M. SANUTO. Тоm. II.
Balzi (di) Giovanni, cremonese, 637.
Balzo (del) Raimondo, conte di Castro, 1229.
Antonia v. Gonzaga Antonia.
Banda conte Federico, 523.
Galeazzo, veronese, 32,
»
Bandino v. Badino.
Banfi Nicolò , barone ungherese, 270, 310.
Bannissis (de) Giacomo, secretario di Massimiliano, 1431 .
Barbafella Alvise, secretario dell' oratore veneto a Roma Marino Zorzi , 672.
Barbarigo ( famiglia) , 1149.
»
Agostino, doge di Venezia, 5, 10, 18, 23,
24, 33, 34, 42, 43, 45, 46, 48, 55, 57, 61 ,
66, 72, 74, 75, 76, 77, 78, 87, 94, 96, 105,
117, 119, 121 , 124, 125, 131, 133 , 136,
141 , 144, 145, 148. 151 , 159, 160, 161 ,
165, 171 , 172, 173, 179, 181 , 189, 191 ,
192, 193, 194, 195, 196, 201, 202 , 204,
206, 211, 214, 215, 218, 219, 222, 223,
224, 225, 227, 229, 231 , 232, 237, 239,
244. 245, 246, 247, 240, 250, 251 , 252,
253, 254, 257, 258, 259, 260, 264, 265,
266, 270, 271 , 272, 273, 277, 280, 283,
285, 286, 287, 294, 295, 206, 297, 300,
305, 308 , 310, 311 , 312, 315, 319, 320,
321, 323, 324, 325, 331 , 336, 338,339,
340, 341 , 343, 344, 349, 353, 354, 357,
359, 360, 361 , 865, 368, 370, 371 , 374,
375, 376, 377, 382, 384, 387, 390, 391,
392, 394, 396, 398, 390, 401 , 402, 404,
406, 407, 409, 410, 411, 412, 415, 419,
420, 421, 422, 423, 426, 428, 429, 430,
432, 433, 434, 435, 439, 454, 456, 459,
460, 462, 464, 466, 468, 473, 479, 480,
482, 484, 494, 506, 508.512, 517, 522,
523, 526, 530, 531, 532, 540, 542, 543,
544, 548, 553, 555, 557, 558, 560, 563,
570, 571 , 573, 574, 577, 580, 585, 587,
590, 591 , 5923, 593, 597, 607, 608, 610,
613, 617, 618, 619, 623, 624, 625, 626,
629, 632, 633, 636, 639, 612, 643, 645,
646, 647, 648, 649, 653, 658, 659, 661,
663, 672, 675, 681, 683, 687, 688, 690,
691, 692, 693, 694, 695, 699, 701, 702,
703, 704, 706, 707, 711, 712, 714, 715,
733, 734, 735, 739, 740, 746, 747, 748,
752, 754, 757, 758, 760, 761, 763, 769,
780, 783, 784, 785, 787, 790, 791, 794,
797, 800, 801, 803, 807, 808, 809, 818,
819, 822, 823, 827, 828, 831, 835, 837,
841, 842, 848, 850, 851, 852, 853, 855,
858 , 860, 861 , 862, 864, 870, 872, 879,
881, 882, 885, 888, 890, 898, 894, 907,
909, 910, 911, 912, 913, 914, 916, 918,
919, 926, 928, 929, 931, 932, 938, 940,
109
1731 INDICE DEI NOMI 1732
941, 943, 944, 952, 953, 954, 959, 960, Barbaro Daniele fu Zaccaria, 849.
966, 967, 968, 969, 972, 975, 976, 979,
981, 986, 1001, 1002, 1005, 1006, 1007,
1011 , 1013, 1015, 1028, 1031, 1032, 1034,
1036, 1037, 1040, 1041, 1043, 1045, 1047,
1048, 1051 , 1052, 1054, 1056, 1063, 1077,
1078, 1079, 1080, 1081, 1082, 1083, 1084,
1087, 1090, 1091, 1092, 1098, 1095, 1097,
1099, 1110, 1111, 1112, 1118, 1114, 1115,
1116, 1118, 1123, 1124, 1131, 1132, 1134,
1135, 1145, 1146, 1151, 1153, 1156, 1158,
1161 , 1162, 1164, 1167, 1169, 1170, 1171 ,
1172, 1174, 1175, 1176, 1181, 1185, 1190,
1195, 1200, 1205, 1207, 1208, 1211, 1212,
1214, 1215, 1216, 1219, 1227, 1229, 1231 ,
1233, 1235, 1239, 1244, 1246, 1247, 1249,
1251, 1252, 1254, 1256, 1262, 1265, 1266,
1267, 1268, 1269, 1278, 1282, 1284, 1285,
1286, 1287, 1292, 1293, 1294, 1295, 1297,
1901 , 1903, 1304, 1305, 1311, 1312, 1315,
1916, 1917, 1320, 1322, 1323, 1325, 1331 ,
1333, 1936, 1354, 1357, 1962, 1368, 1369,
1375, 1380, 1381, 1382, 1887, 1400, 1403,
1405, 1407, 1412, 1414, 1415, 1428, 1433,
1434, 1435, 1440, 1441, 1442, 1443, 1448,
1449, 1450, 1452, 1466, 1467, 1468, 1469,
1472, 1475, 1476, 1478, 1480, 1482, 1483,
1484, 1488, 1489, 1490, 1492, 1494, 1495,
1498, 1507, 1509, 1510, 1514, 1516, 1528,
1529, 1531 , 1532, 1533, 1537, 1539, 1548,
1549, 1550, 1554, 1560, 1566, 1567, 1573,
1574, 1579, 1580, 1581 , 1589, 1590, 1591 ,
1593, 1595, 1598, 1606, 1607, 1611 , 1613,
1616, 1618, 1631, 1688, 1639.
Barbarigo Alvise, rettore di Napoli di Romania, 362,
445, 601, 900, 901, 903, 993, 1022, 1024,
1051 , 1069, 1558, 1126.
«
«
»
»
«
Andrea, 10, 18, 21, 23.
Benedetto, oratore di Candia a Venezia, 922,
923, 1148, 1225, 1226, 1295.
Bernardo, figlio del doge Marco, 696, 1115,
1129, 1156, 1158, 1169, 1206, 1207, 1211,
1230, 1236, 1262, 1289, 1290, 1294, 1321 ,
1444, 1530, 1531 .
Francesco, padre del doge Agostino, 747.
Francesco fu Giovanni, già provveditore sopra le legne, 537.
»
«
«
»
»
»
»
Giacomo, castellano allo scoglio di Brindisi ,
370, 417, 606, 697, 786, 1043, 1239, 1258.
Giacomo, già podestà e capitano di Rovigo,
799.
Giorgio, il grande, fu Stefano, 1437.
Matteo, podestà di Feltre, 322, 348, 377, 404,
428, 454, 473, 479, 536, 582, 632.
Vincenzo fu Berti, 581 .
Vincenzo, fratello di Giacomo castellano allo
scoglio di Brindisi , 370.
Zaccaria, 1265.
(casa) aS. Stefano, sul canal grande, 192, 222.
Giorgio, cittadino di Venezia, padrone di grippo, 1421.
Barbetta Benedetto, 327, 1224, 1556.
Barbian (di) Rizzardo, contestabile, 1259.
Barbichii v. Barbis (de').
Barbis (de' ) Giacomo, sopracomito lesignano, 373, 374,
603, 834, 904, 905, 1926, 1406, 1515.
Barbo Alvise, podestà di Mestre, 55, 387, 1336.
«
»
»
«
»
«
Eustachio (Stai), 461 .
Faustino fu Marco, 169.
Marco, duca in Candia, 97, 115, 186, 641, 696,
795, 1225, 1234, 1235.
Marino, 108, 138, 194, 212, 335, 345, 376, 486,
605, 616, 622, 771, 774, 775, 816, 1103, 1341 ,
1585, 1641 .
Paolo fu Andrea, podestà di Cremona, 73, 74,
119, 122, 146, 166, 188, 192, 197, 201, 205,
303, 307, 311 , 319, 320, 359, 371 , 395, 400,
411, 422, 479, 553, 571, 577, 682, 769, 779,
783, 800, 1040, 1126, 1132, 1282, 1332, 1499.
Pietro fu Nicold, 115, 152, 622, 623.
Castellano, cittadino, cancelliere a Corfù, 701 .
Barbon (bastardo di) v. Borbone (di) Matteo.
(ducadi) v. Borbone (di) Pietro II .
(duchessa di) v. Beaujeu (di) Anna.
»
Bari (arcivescovo di) v. Castiglioni Gian Giacomo.
Barisan Pier Francesco, provveditore sopra la Livenza,
283.
Barisello Girolamo, contestabile, 31, 39, 578, 580, 787,
790, 832, 1046.
Barisoni (Barisono) Francesco, padovano, lettore nello
studio di Padova, 656.
Barni (di) Gian Antonio, 262.
Barozzi Angelo fu Alvise, 150, 189, 195, 250, 307, 350.
«
Benedetto, 264, 341 , 1189.
Stefano fu Pietro, 108.
Bartolameo (Bortolo), compagno di stendardo di SoFrancesco, savio a tansar, 53, 783. »
»
Francesco, sopracomito di Candia, 725, 809,
816.
»
(casa), 1093.
» Girolamo di Francesco, 135.
»
Nicolò di Candia, 605, 616.
»
Pietro, avolo del doge Agostino, 747.
»
Alvise, capo della Quarantia civile, 1488.
Barbaro Alvise fu Bernardo, 1577.
*
Francesco, 628, 748, 757, 928, 1078, 1250,
1409.
»
ranzo Gabriele, 1419.
mandato da Massimiliano in Gorizia, 263.
Bartole (di ) Pietro, patron di nave, 114.
Barvi Giovanni Battista, 262.
Barzi (di) Giacomo, 218.
Basadonna Andrea, capitano in Barberia, 49, 171, 204,
1733 INDICE DEI NOMI 1734
1100, 1283, 1358, 1406, 1533, 1564, 1569,
1574, 1577, 1579.
Basadonna Filippo fu Gian Francesco, 45, 211, 380,605,
615, 721 , 772, 816, 1341, 1416, 1585,
1642.
»
»
»
»
Francesco, capitano a Bergamo, 189, 220,
273, 662, 760, 840, 895.
Giovanni Francesco, 211, 1271 .
Michele, provveditore a Treviglio, 220, 569,
651, 652, 1388.
Pietro fu Antonio, 705.
Baseggio Andrea o Giovanni, consigliere a Corfù, 417,
504, 598, 641, 668, 695, 730, 780,795, 1107,
1194.
«
«
»
Giovanni v. Baseggio Andrea.
Giovanni Francesco, 52.
Giovanni (Zan), cittadino di Durazzo, 970,
1460.
Basignano Andrea, lettore nello studio di Padova, 655.
Basilio Paolo, contestabile, 1506, 1577.
Bassano (don), priore del monastero di Cerreto, 261 .
»
(podestà e capitano di) v. GabrieleGiacomo.
Bassodella Rovere Girolamo, vescovo di Recanati e cardinale, 790, 843, 1247, 1301, 1355.
Bastin Michele, bombardiere, 887.
Batagin v. Battaglia Cesare.
Bataia (maestro) , 1057.
Bataia v. Battaglia.
Bazan Pietro , giudice in Antivari , 1613.
Bazinetti Aurelio, avvocato, 813, 1579.
BazoravisGoffredo, lettore nello studio di Padova, 656.
Beaciani Marco, secretario del generale Grimani, e poi
aMilano ed a Massimiliano, 13, 14, 46, 47, 57, 266,
274, 346, 348, 369, 374, 375, 409, 420, 461, 505,
525, 528, 563, 564, 565, 594, 597, 607, 787, 1591 .
Beaucaire (de) monsignore Stefano de Vése, siniscalco,
oratore di Francia a Venezia, 228, 259, 260, 264,
265, 268, 269, 272, 277, 278, 280, 283, 286, 287,
294, 295, 296, 297, 303, 305, 307, 309, 311 , 312,
323, 325, 346, 347, 364, 368, 374, 453, 872, 1634.
Beaujeu (di) Anna, figlia di Luigi XI e sposa di Pietro
II duca di Borbone, 1202.
Beaumont (di) visconte Carlo, 48, 176, 265, 293, 309,
314, 317, 323, 327, 341 , 347, 356, 365, 465, 474,
507, 516, 525, 552, 553, 556, 592, 594, 627, 658,
744, 869, 933, 1328.
Beccaria Gian Francesco, 176, 609.
Becheto Alvise, 517 .
Becichemo Marino, 786.
Belgioioso (di) conte Carlo, 889.
Belgrado (bano di), 1465, 1539.
»
(capitano di), 1301.
Beli Michele, di Cattaro, 919.
Belin Francesco, medico del generale Melchiorre Trevisan, 583, 786.
Bella (della) Gian Maria, cittadino di Cesena, 387, 392.
Bataiola Gian Antonio, da Pravor di Valledi Rendina, Bellegno Alvise, 1488.
454.
Batajom v. Battaglia Pietro Antonio.
Baternay (de) Roberto, signor du Bouchage, 453.
Battaglia (famiglia), 762, 770.
»
«
»
»
»
Cesare, 591, 609, 617.
«
»
Benedetto fu Francesco, 509.
Pietro fu Paolo, 545.
Bellus russus Tomaso v. Bellorosio Tomaso.
Bellorosio Tomaso, secretario del cardinale Pietro Isuaglies, 1044.
Lodovico, detto Battaglino, fratello di Pietro Belmonte (mons. di) v. Beaumont (di) visconte Carlo.
Antonio, 1268.
Michele, padre di Pietro Antonio, 762.
Pietro Antonio, detto Battaglione, già castellano di Cremona, 11, 22, 37, 42, 43, 92, 348,
472, 714, 739, 741, 743, 762, 763, 770, 783,
804, 919, 933, 1082, 1268.
Giovanni, capo di stratioti in Antivari, 1422.
Marco, giudice in Antivari, 1613.
Bavarino, mercante, 1523.
Baviera (casa ducale di), 473, 505, 1601 .
Alberto II il savio, duca di Baviera (di Monaco), 135,
187, 207, 243, 286, 348, 420, 431, 452, 456, 505,
511 , 564, 597, 638, 661, 858, 880, 1443, 1463,
1475.
Giorgio di Baviera, duca di Landshut, detto il ricco,
199, 348, 511 , 551, 565, 597, 1328
Elisabetta, figlia di Giorgio duca di Landshut, sposa
di Roberto, terzogenito di Filippo l' ingenuo, conte
palatino, 199.
Baviera (di) Corrado, capitano di schioppettieri, 687.
Baxeio v. Baseggio.
Bazan Marino, prete in Antivari, 1421.
Belmuschovich Jose, capitano di stratioti, 670.
Beltramino, luogotenente del cardinale di Rohan, 515.
Bembo Alvise, 106.
«
»
«
»
»
»
»
»
»
»
»
»
"
Bernardo, 53, 134, 278, 280, 323, 592, 634, 706,
733, 1005, 1172, 1180, 1182, 1206, 1213, 1265
Domenico fu Giovanni, 1297.
Domenico fu Giovanni Francesco, 85.
Francesco fu Andrea, 705.
Francesco fu Giovanni, 1573.
Giovanni fu Giorgio, 589.
Girolamo, capitano a Bergamo, 396, 913, 1101 ,
1318.
Girolamo, conte a Cherso, 802, 1170.
Leonardo fu Francesco, 328, 330.
Leonardo fu Pietro, 131, 334.
Paolo, vice provveditore a Gradisca, 1439, 1462,
1498, 1626.
Pietro di Bernardo, dottore e cavaliere, 1206,
1630.
Pietro, castellano alla Scala, 454, 457, 470, 475.
Pietro, castellano in Antivari e camerlengo, 458,
459, 686, 793, 1057, 1244, 1422, 1459, 1568.
1735 INDICE DEI NOMI 1736
Bembo Vincenzo, 663.
Ben (dal ) Bartolomeo, cittadino di Rovereto, 1383, 1412.
» Gian Francesco di Bartolomeo, 1583.
»
Gian Pietro. cittadino veronese, 1330.
Benaglla Pasino, commissario di Val San Martino, 1818.
Benaldo (di) v. Bernaudi Bernardino.
Benalij Paxin v. Benaglia Pasino.
Benao ( di) v. Bernaudi Bernardino.
Bencovich Giorgio, 1487.
«
Benzone Francesco, oratore di Cremona a Venezia, 33.
Soncino da Crema, 121, 123, 153, 155, 157,
158, 162, 163, 164, 165, 187, 194, 196, 199,
200, 203, 207, 212, 216, 223, 224, 227, 229,
230, 232, 241, 244, 245, 250, 253, 258, 294,
300, 305, 323, 338, 344, 359, 420, 426, 468,
521, 568, 787, 813, 862, 919, 1168, 1408,
1632.
Berbier v. Bribir .
Benedetti Gian Francesco, secretario di Gabriele Moro, ❘ Bergamo (da) Albano, 1305.
»
»
1484.
GianGiacomo, secretario di cancelleria , 1001.
Paolo, appaltatore, 323, 864, 974.
Benedetto Domenico, capitano di Brescia , 8, 21, 56,
102, 110, 188, 307, 308, 327, 372, 410,
413, 423, 426, 453, 700, 737, 927, 1040.
Giovanni il cieco, 1432.
Beneti v. Benedetti.
Beneto v. Benedetto.
Benevento (cardinale di) v. Cibo Lorenzo.
Benfaremo, 1558.
Benoch Grafi (Grat ?), 288.
Bentivoglio (famiglia), 907.
» Alessandro, 514, 577.
»
»
»
»
Annibale, figlio di Giovanni II , 10, 45.
Anton Galeazzo, figlio di Giovanni II . protonotario, 404, 930, 1002, 1228, 1370,
1441, 1471, 1473, 1632.
Ercole, 271 , 514, 567, 579, 581 , 588, 671 ,
879, 907, 927, 940, 1049, 1124, 1241 ,
1496.
Giovanni II , signore di Bologna, 10, 12, 32,
45, 64, 132, 147, 165, 235, 243, 273 ,
275, 279, 293, 296, 301, 302, 310, 311 ,
324, 331 , 338, 341, 348, 369, 404, 472,
484, 514, 556, 575, 577, 590, 592, 651 ,
683, 698, 699, 708, 711 , 744, 764 , 807,
820, 823, 845, 847, 855, 862, 869, 879,
893, 906, 907 , 908, 911, 913, 927. 930,
»
(rettori di) , 116, 218, 222, 243, 245, 248, 342,
353, 356, 420, 457, 460, 465, 506, 524,
528, 551 , 594, 711, 1139, 1330, 1366, 1374,
1413, 1443, 1475, 1488, 1506, 1509 e v. Basadonna Francesco, Bembo Girolamo, Contarini Stefano, Orio Girolamo.
Bergit, voivoda, 1062.
Bernao (di) v. Bernaudi Bernardino.
Bernardini (de' ) Bernardino v. Bernaudi Bernardino.
Bernardino, capo di stratioti, 400.
»
soldato di Massimiliano, 1301 .
Bernardo (famiglia), 109, 152, 464. 674, 722, 758.
»
»
»
»
»
Antonio. 64, 97, 206, 253, 365, 389, 439, 580,
708, 808.
Filippo, 115.
Francesco fu Giacomo, già consigliere, 779,
783.
Francesco fu Paolo , già consigliere , 800 ,
867.
Francesco, consigliere, 1361, 1406, 1442.
"
"
Francesco, suocero di Domenico Capello, 71 .
Girolamo fu Alvise, 545, 1402.
»
Lorenzo, podestà di Chioggia. 409, 666, 801 ,
832, 1161 , 1165, 1287, 1353, 1566.
»
»
»
"
Nicolò fu Pietro, da S Paolo (Polo), 120, 411 ,
416, 483.
Pietro, 758.
Zaccaria, 111.
protonotario, 594.
940, 941 , 953, 959, 960, 967, 974, 976,
977, 978, 986, 1002, 1006, 1007, 1008,
1010, 1014, 1019, 1028, 1029, 10:38 ,
1042, 1045, 1046, 1051 , 1054, 1064,
1065, 1067, 1077, 1078, 1082, 1092,
1093, 1094, 1134, 1202, 1228, 1248,
1250, 1257, 1278, 1293, 1295, 1306,
1313, 1319, 1323, 1336, 1369, 1370,
1372, 1401 , 1428, 1429, 1430, 1441 ,
1449, 1471 , 1473, 1474, 1499, 1512,
1517, 1529, 1558, 1591 , 1599, 1619,
1631 , 1634 .
Suoi oratorl :
in Francia, 1429, 1430, 1486.
a Milano, 317.
a Roma v. CampeggioGirolamo.
a Venezia, 324 e v. Galeotto.
Benzo Galeotto da Rimini, 591, 617.
Bernaudi Bernardino, conte di Copertino, secretario di
Federico, re di Napoli, 265, 269, 292, 326, 346, 379,
386, 578, 841, 872, 1308.
Bernio Gaspare, consigliere di Pandolfo Malatesta, 861.
Bersaicho, spia del turco, 1051 .
Bertolazi ( di) Girolamo, capitano di nave, 606.
Bertucci (di) Girolamo, capo di parte in Cesena, 670.
Bertuzi v. Bertucci.
Bessarione Giovanni, cardinale niceno, 660, 808.
Bessey (de) Antonio, ball di Dijon, 161 , 163, 186, 196,
200, 201 , 212, 217, 317, 318, 484, 658, 665, 1009,
1050, 1063, 1094, 1113, 1137, 1176.
Beuchar v. Beaucaire.
Beuchayro v. Beaucaire.
Beucher v. Beaucaire.
Beumonte(mons. di) v. Beaumont (visconte di) Carlo.
Bevazzan (Bevazam) Marco v. Beaciani Marco.
Bevilacqua ( famiglia), 190, 1002.
1737 INDICE DEI NOMI 1738
Bevilacqua Bartolomeo, soramasser del capitano generale veneto, 600.
Boccali Nicolò, capo di stratioti a Spalato, 414, 424,
1365, 1446, 1513, 1605, 1609.
Bexagne, Bexaje (Bisceglia) v. Alfonso d'Aragona,fi- Bodriolo v. Budriolo.
glio naturale di Alfonso II, duca di Bisceglia.
BiagioGiovanni, spia di Pietro Querini, 785.
Bianchi v. Bianco.
Bianchino Bernardo, doganiere di Mola, 1242.
Bianco (Biancho) Domenico, patron di nave, 319, 353.
»
Francesco di Mauro (Moro), contestabile, 1562.
Giovanni, uomo di mare, 514.
Leonardo, secretario di Francesco Morosini ora-
»
»
tore a Napoli, 1287, 1311 .
»
Lodovico, secretario del Senato, 1001 .
»
»
»
Mauro (Moro), contestabile, 183, 719, 740, 770,
1217, 1260, 1346, 1562.
Paolo, patron di nave, 583, 722, 727, 815, 1276,
1341 , 1344, 1990, 1582, 1584.
Vettore, secretario del Senato, 1510.
Nicold, secretario del duca di Ferrara a Milano,
poi in Francia, 235, 930.
Bibiena (di) Bernardo, 273, 279, 301, 698.
Bogislao, il grande, ca di Pomerania, 1517.
Boldro, voivoda, 1628.
Boldu ( famiglia), 511, 661 .
»
Alvise, 634. 754.
»
»
»
Antonio, 42, 46.
Bernardo di Filippo, 140, 144, 354, 368, 545,
596, 608, 790.
Filippo fu Francesco, 209, 1880, 1402, 1487.
» Giacomo di Girolamo, 554.
«
Giovanni Battista ſu Antonio, 65, 170.
Girolamo fu Andrea, fu consigliere in Candia,
»
531 , 585, 652.
»
»
Pietro, 310, 339.
Paolo, 608.
Bollani Alessandro fu Giovanni, provveditore agli Or-
»
»
»
(di) Pietro, secretario della famigliade' Medici »
a Venezia, 463, 474, 482, 484, 496, 514, 533, »
555, 575, 627, 651, 683, 698, 711. 744, 745,
755, 869, 906, 942. 986, 1006, 1007, 1038,
1081 , 1913, 1319, 1336.
Bichachi v. Bihac.
Bieto, patron di fusta, 1109.
Bihac (capitano di), 1543.
Bilia Paolo, cancelliere di Lodovico il Moro, 150, 540,
911 , 918, 1037.
»
Biliotti Carlo di Agostino, mercante florentino a Venezia, 384. »
Birago (di) Andrea, gentiluomomilanese di parte guelfa,
160.
»
Galeazzo, 1332. »
Bireni (de' ) Vicardo, cancelliere del vescovo di Mantova,
164.
Bisem (castellano della donna di) , 1443.
Bisich, figlio di Iskender pascià, 525, 538, 540, 675,
707, 976, 1061, 1365.
Bisignano (principe di) v. Sanseverino Berandino.
Bistritz ( voivoda di ), 697.
Bitinis (di) Trojano, 888.
Bitonto Troiano, oratore di Napoli in Francia, 1308,
1323, 1486, 1518, 1534, 1566, 1575, 1590,
1612, 1632.
»
(marchese di) v. Acquaviva Giov. Francesco.
Blagay (di) conte Stefano, 669.
»
» (Blagni, Bagdai, Beglai ) conte Michele, 669,
785, 840, 865.
Blessa Sinabel (Giorgio), cavalier di Modone provvisionato, 487, 488, 497.
Bloco (monsignor di), favorito della regina di Francia,
516.
Boccali Giorgio, capo di stratioti a Cattaro, 340, 397,
769, 778, 1075, 1304, 1456, 1504.
»
»
»
zinovi , 536, 1113.
Alvise di Marco, 98.
Bernardo, capitano del borgo di Corfù, 509.
Candiano, 22, 1115.
Domenico fu Francesco, luogotenente del Friuli , consigliere e rettore a Cremona, 7, 19, 28,
42, 90, 94, 146, 192, 194, 197, 225, 246, 367,
371 , 407, 421 , 438, 464, 550, 573, 574, 580,
629, 640, 654, 659, 660, 734, 747.757. 758,
759, 762, 770, 779, 793, 794, 804,806,814,
835, 838, 1282, 1932.
Francesco fu Candiano, 21 , 22, 30, 35. 39. 42,
48, 52, 58, 78, 146, 159, 202, 274, 811, 358,
550, 551 , 571 , 639, 740. 741 , 748, 824, 1173.
Giovanni fu Francesco, 925, 1487.
Giovanni Battista v. Polani Battista.
Giulio fu Giovanni , 1437.
Marco fu Bernardo. 37, 155, 164, 178, 197, 803,
307, 311 , 320, 371, 395, 401 , 410, 489, 551 ,
553, 573, 580, 581, 646, 759, 824, 835. 853,
854, 895. 1012, 1053, 1133, 1629.
Troiano fu Girolamo, 67.
Bologna (signor di) v. Bentivoglio Giovanni.
Bolognini, famiglia di Lodi, 262.
Bolpe (da la) Battista v. Volpe (dalla) Giambattista.
Bolzano (da) Andrea, avvocato in Venezia, 144, 471 ,
1100, 1102.
(vicario di) , 682.
Bon Alvise fu Andrea, da S. Canziano, 117, 1299.
V
»
»
Alvise fu Scipione, vice capitano In Napoli di Romania, 302, 380.
Alvise(in Modone), 838.
Antonio fu Fantino, provveditore in Albania, 206,
736, 787, 866, 894, 1335, 1357, 1968, 1979, 1402,
1445, 1487, 1637.
Antonio, capitano in Modone, 30, 38, 265.
Fantino fu Felice, 509.
»
»
»
»
GianGiacomo fu Alessandro, 60.
Francesco fu Felice, 1469.
1739 INDICE DEI NOMI 1740
BonGirolamo fu Francesco, podestà ecapitano di Cre- | Borbone (di) Gilberto, conte di Montpensier, 369, 422.
ma, 99, 131, 149, 156, 157, 158, 160, 162, 164, »
165, 166, 187, 189, 194, 196, 199, 200, 202, 203,
207, 208, 215, 216, 219, 220, 223, 227, 229, 230, »
232, 233, 238, 241 , 245, 247, 249, 257, 261 , 279,
306, 308, 323, 378, 463, 495, 510, 512, 820, 862,
1113, 1153, 1327, 1408, 1478, 1514, 1517, 1580,
1602, 1617, 1637.
» Girolamo, consigliere in Candia, 432, 819.
»
»
»
Girolamo, provveditore a Salò , 591, 685, 686,
886, 1013, 1413.
Marino fu Michele, savio agli ordini e poi provveditore sopra la Piave, 73, 122, 140, 159, 168,
886, 659, 1126, 1303.
Michele fu Fantino, 250, 925.
> Scipione, 838.
Sebastiano fu Alessandro, 60, 63.
Bonben Andrea, drappiero in Venezia, 590.
Bondimier v. Boudumier.
Bondumier Alvise, 401 .
» Andrea di Giannotto, 126, 285, 305, 391 ,
618, 641, 690, 695, 816, 1069, 1142, 1275,
1276, 1339, 1340, 1953, 1545, 1573, 1577,
1643.
«
Bernardo, 1465.
Girolamo, 47.
»
»
Nicolò di Giannotto (Zanotto), 507.
»
Pietro, castellano a Brindisi , 588.
«
»
Chiara di Gonzaga, sua moglie, 267, 369,
422.
Luigi II, conte di Montpensier, delfino
d'Auvergne, capitano dell'armata francese, 54, 66.
Matteo (bastardo di Borbone), figlio naturale di Giovanni II il Buono duca di
Bourbon, 161 .
Pietro II , terzogenito di Carlo I duca di
Borbone, 386, 1139, 1202, 1238, 1634.
Susanna, figlia di Pietro II duca di Borbone, 1634.
Borella conte Gian Francesco, 1332, 1464.
Borghesi Nicold, suocero di Pandolfo Petrucci, 532, 553.
Borgia Alessandro papa VI, 10, 23, 34, 50, 55, 56,
58, 59, 60, 63, 67, 70, 72, 86, 87, 89, 92,
93, 94, 95, 101 , 104, 109, 111 , 117, 120, 124,
132, 140, 141, 146, 148, 149, 159, 162, 186,
193, 198, 199, 201 , 205, 212, 217, 218, 238,
239, 254, 255, 266, 270, 271, 276, 277, 287,
288, 289, 290, 294, 295, 298, 309, 310, 317,
326, 332, 341 , 342, 343, 344, 354, 355, 356,
359, 367, 370, 378, 379, 380, 381, 382, 384,
385, 386, 398, 400, 402, 403, 407, 408, 409,
411, 418, 419, 423, 426, 427, 430, 435, 436,
453, 455, 456, 460, 469, 474, 475, 480, 482,
494, 507, 508, 509, 514, 517, 521, 522, 527,
530, 532, 542, 543, 551, 553, 555, 556, 558,
559, 566, 567, 568, 572, 575, 577, 578, 580,
586, 587, 589, 593, 594, 596, 597, 607, 610,
617, 625, 635, 638, 644, 645, 647, 649, 650,
651 , 658, 660, 664, 671, 681, 684, 685, 697,
698, 699, 701 , 702, 703, 706, 708, 709,711 ,
713, 714, 733, 734, 735, 748, 749, 750, 751 ,
752, 753, 754, 756, 757, 758, 759, 761 , 781 ,
788, 789, 790, 791, 792, 793, 794,801,802,
804, 805, 806, 820, 821 , 823, 824, 828, 830,
831, 832, 841 , 842, 843, 844, 845, 846, 847,
848, 850, 854, 855, 856, 857, 858, 861, 868,
869, 870, 871, 872, 879, 880, 881, 883, 884,
885, 886, 887, 892, 893, 894, 908, 909, 910,
913, 916, 929, 930, 932, 939, 941, 942, 953,
954, 955, 956, 957, 958, 960, 965, 967, 976,
977, 979, 980, 981, 982, 986, 989, 1007, 1008,
1009, 1013, 1019, 1028, 1029, 1040, 1048,
1063, 1064, 1078, 1081, 1082, 1084, 1086,
1087, 1090, 1092, 1098, 1103, 1112, 1113,
1114, 1130, 1131 , 1135, 1136, 1137, 1145,
1146, 1154, 1156, 1163, 1167, 1170, 1171 ,
1172, 1174, 1175, 1178, 1179, 1181, 1184,
Boni (de) Biagio, trivigiano, priore in San Sebastiano,
1239.
Bonifacio Lodovico, raccomandato del duca di Pomerania, 1517.
Bonin (di) Giovanni, padron di caravella, 115.
Boninis (de) Bonino, l'amico fedele in Lione, 269, 270,
274, 303, 1426, 1451, 1480, 1481, 1482, 1534, 1619,
1620.
Bonomo Pietro, vescovo di Trieste. secretario e oratore
del re dei romani a Lodovico il Moro, 265,
459, 595, 597, 1082, 1086, 1213, 1301, 1362,
1375, 1440, 1463.
suo vicario, 1375.
Bonsignor Ottaviano da Lodi, detto Spiacevole o Spenzerlexe o Spinzelis, capo di cavalleggeri di Lodovico
il Moro, 165, 166, 170.
Bontà(Bontade) Damiano, padron di nave, 115, 987.
Bontempo (Bon Tempon) Valerio, cancelliere di Andrea
Michiel , 385.
Bontirello v. Bonturella.
Bontorello v. Bonturella.
Bonturella da Bassano, contestabile, 959, 1160, 1290,
1527, 1528.
Bonzi Gian Battista fu Marino, 122, 135, 140, 223, 258,
283, 325, 340, 428, 457, 505, 520, 569, 670, 1053,
1078, 1101, 1124, 1133, 1161 , 1180.
Bora Alvise (Alovisio), capo di fanti a Rovido, 177.
Borana Francesco, lettore di logica nello studio di Padova, 655.
1267, 1278, 1279, 1280, 1281, 1282, 1286,
1288, 1295, 1296, 1299, 1300, 1302, 1303,
1185, 1191, 1192, 1197, 1200, 1201 , 1202,
1204, 1205, 1208, 1212, 1227, 1228, 1229,
1231 , 1232, 1235, 1238, 1246, 1247, 1248,
1251 , 1252, 1256, 1257, 1262, 1263, 1266,
1741 INDICE DEI NOMI 1742
vescovo di Ferrara, 843, 940, 1082, 1228,
1235, 1383, 1518.
Francia, 10, 24, 54, 64, 86, 92, 93, 647, 857.
Goffredo (Zufrè), principe di Squillace, 469,
845, 846, 1114, 1309.
1305, 1308, 1309, 1310, 1814, 1315, 1319,
1320, 1321, 1322, 1323, 1929, 1334, 1335,
1336, 1350, 1355, 1356, 1957, 1369, 1370, BorgiaGiovanni, il giovane, cardinale, legato al re di
1971 , 1981 , 1389, 1393, 1400, 1409, 1423,
1424, 1427, 1428, 1429, 1430, 1436, 1438,
1439, 1453, 1461, 1462, 1464, 1465, 1467,
1470, 1471 , 1472, 1473, 1474, 1476, 1479,
1484, 1490, 1496, 1498, 1528, 1529, 1535,
1536, 1537, 1538, 1549, 1550, 1554, 1564,
1565, 1570, 1575, 1579, 1580, 1589, 1590,
1591 , 1595, 1596, 1597, 1598, 1599, 1600,
1601 , 1605, 1606, 1607, 1618, 1619, 1620,
1624, 1631 , 1632, 1634, 1635, 1636.
«
»
»
Giovanni, duca di Gandia ( Candia), 532, 846.
Francesco, arcivescovo di Cosenza, poi cardinale,
93, 515, 857, 1048, 1087, 1090, 1091, 1632.
Lucrezia, 56, 469, 532, 573, 671 , 845, 846, 873,
885, 1130, 1167, 1228, 1247, 1252, 1309, 1438,
1474.
»
Luisa, figlia di Cesare e di Carlotta d'Albret,
Suoi legati : 403.
in Ungheria e Polonia v. Gulfi Gaspare e
Isuaglies Pietro.
»
in Germania v. Pérault Raimondo
Pietro Lodovico, arcivescovo di Valenza, poi cardinale, fratello di Giovanni il giovane, 578,
857.
-in Francia v. Borgia Giovanni (il giovane) Borgo Giuliano, messo di Catterina Gonzaga a Venezia,
e Vera Giovanni.
Suoi oratori :
in Francia v. Ferreri Giovanni.
a Venezia v. Leonini Angelo.
in Germania, 1278.
in Spagna, 1279, 1565.
commissario in Ferrara, 1231, 1487.
Borgia Cesare, duca di Valentinois, 25, 45, 49, 50, 53, 56,
59, 62, 63, 64, 67, 72, 75, 84, 85, 86, 87, 89,
90, 92, 94, 95, 99, 104, 118, 135, 140, 141 ,
186, 198, 212, 266, 270, 271 , 275, 282, 289,
294, 295, 296, 310, 332, 378, 387, 403, 406,
419, 427, 469, 475, 505, 532, 552, 558, 567,
568, 572, 577, 578, 579, 585, 588, 593, 609,
619, 636, 651, 653, 670, 671, 683, 685, 702,
709, 711 , 749, 760, 789, 801 , 820, 821,823,
844, 845, 846, 847, 855, 858, 866, 870,878,
879, 885, 907, 908, 909, 910, 911, 915, 927,
929, 932, 939, 940, 953, 954, 955, 959, 965,
966, 968, 971 , 975, 976, 978, 986, 1002, 1007,
1008, 1009, 1010, 1013, 1014, 1018, 1019,
1028, 1045, 1046, 1049, 1060, 1063, 1064,
1065, 1066, 1067, 1078, 1086, 1087, 1091 ,
1093, 1094, 1095, 1098, 1108, 1110, 1112,
1114, 1124, 1125, 1131, 1136, 1145, 1146,
1151 , 1156, 1166, 1167, 1181, 1214, 1218,
1228, 1229, 1231, 1241, 1247, 1249, 1255,
1256, 1263, 1269, 1279, 1287, 1293, 1295,
1302, 1313, 1314, 1323, 1336, 1353, 1355,
1368, 1369, 1374, 1383, 1401 , 1407, 1408,
1423, 1430, 1433, 1434, 1435, 1440, 1441,
1449, 1450, 1452, 1361 , 1464, 1465, 1467,
1470, 1471 , 1473, 1474, 1476, 1477, 1484,
1487, 1490, 1492, 1495, 1496, 1499, 1512,
1516, 1517, 1518, 1528, 1530, 1532, 1539,
1540, 1554, 1558, 1560, 1567, 1569, 1570,
1576, 1580, 1587, 1588, 1592, 1599, 1613,
1616, 1633, 1634.
»
Giovanni, cardinale, arcivescovo di Monreale e
1574.
»
(dal) Ciriaco, 62.
»
(dal) Franco, capo di balestrieri, 19, 659, 796,
1283, 1462.
»
(dal) Giovanni (Jani), contestabile, 213, 1176.
Borgogna(duca di) v. Filippo arciduca d'Austria, fi-
»
glio di Massimiliano.
(figlio del duca di) v. Carlo figlio di Filippo,
arciduca d' Austria e duca di Borgogna.
Borgognoni (capitano de' ), 216.
»
Boris, fratello di Ivan III Vassilievitch, 443.
Marino, giudice in Antivari, 1613.
Borri, famiglia di Milano, 261 .
Borromeo Filippo (Filippone), 306, 425.
»
»
"
Gilberto, 221, 306.
Lodovico, 215.
(famiglia), 85, 205, 250, 297, 301 , 425.
Boscaia Nicolao v. Bachka (de) Nicold.
Boschajo Nicolò v. Bachka (de) Nicolò.
Boschetto Albertino, condottiere al servizio di Giovanni
Bentivoglio, 930, 986.
Bosina Marco, padron di nave, 115.
Bosnia (pascia di), 1543.
«
(sangiaccodi), 969, 1404.
Bosola (della) Nicolò, cittadino di Pesaro, 317.
Bossina (da) Marco, capo di provvisionati al servizio della
republica, 900, 1217, 1259.
BossoGabriele, cancelliere di Lodovico di Gonzaga, 424.
Botafo Leonardo, oratore del duca di Milano a Venezia,
46.
Botazo, 1532.
Botta Bergonzio, cittadino milanese, 130, 665.
»
Leonardo, cavaliere, cittadino cremonese, 52, 109.
Boyro Boycho, 467.
Boza Giovanni, uomo di mare, 353.
Bozardo ( famiglia) , 199.
»
»
Ambrogio, inviato al turco, 199, 357, 373, 397,
1334, 1423, 1424, 1425, 1438.
Tomaso, 1334.
1743 INDICE DEI NOMI 1744
Bra' (di) Ognibene, oratore di Verona a Venezia, 906,
1330, 1506.
BraccoGian Pietro, cittadino lodigiano, 262.
Bragadin (famiglia), 71, 115.
»
Alvise fu Andrea, 125, 537.
»
»
»
»
»
»
»
»
«
Alvise, procuratore, 8, 48, 405, 415, 632, 954,
1483.
Andrea, 1099.
Aurelio, 696.
Francesco fu Giacomo, rettore e provveditore
in Napoli di Romania, 196, 302, 446, 447,
966, 1152.
Francesco, 148.
Giacomo, 1361 .
Giovanni, provveditore a Modone, 838.
Giovanni, podestà a Vicenza, 1233, 1463.
Giovanni, comproprietario di una caravella,
115.
Girolamo, 635.
»
Marco fu Giovanni, 369.
»
Marco di Campo Rusolo, 1315.
»
«
»
Nicolò, provveditore a Peschiera, 1366.
Pietro fu Giovanni, 169.
Raimondo o Arimondo fu Pellegrino, 601 ,
668, 672, 1105, 1577.
Vettore, conte e capitano di Sebenico, 145,
218, 258, 279, 840, 345, 384, 414, 457,
463, 591, 715, 777, 781, 807, 977, 1076,
1133, 1207, 1240, 1291, 1303, 1326, 1350,
1951 , 1968, 1364, 1375, 1401, 1445, 1453,
1487, 1507, 1513, 1531 , 1610, 1621 .
Vettore, esattore, 819.
Brambilla (di) Francesco, cittadino lodigiano, 165.
Brancaccio (Branchazo) Giambattista, oratore del re di
Napoli in Spagna, 749, 784, 1101, 1182, 1183, 1185,
1308, 1385, 1462.
Brancovich Lazzaro, despota di Servia, padre di Irene
moglie di Giovanni Castriota, 134.
Bresacher Marquardo v. Breisacher Marquardo.
Brescia (da) Giovannino (Zanin), bombardiere a Napoli
»
»
»
di Romania, 1152.
(da) Tomaso, fonditore di bombarde in Cipro,
1122.
(oratori di) a Venezia, 1426.
( rettori di) , 199, 217, 234, 242, 243, 244, 249,
265, 274, 332, 405, 409, 423, 430, 452, 453,
457, 466, 472, 473, 482, 512, 520, 528, 582,
627, 638, 663, 665, 803, 928, 931, 933, 1229,
1250, 1282, 1295, 1401 , 1412, 1413, 1442,
1463, 1464, 1470, 1490, 1505, 1517, 1579,
e v. Benedetto Domenico, capitano, Giustinian Lorenzo e Trevisan Paolo, podestà.
(vescovo di) v. Zane Paolo.
Bressan Leonardo, proto dell' arsenale di Venezia, 140,
829.
Bressanone ( vescovo di) v. Meckau(di) Melchiorre.
» (preposito di), 672.
Bretagna (di ) Anna v. Francia (di) regina.
Brevi (da) Francesco v. Brivio(da) Francesco.
Brevio Francesco, vescovo di Ceneda, 355, 847, 1518.
» Francesco v. Brivio (da) .
Brexan v. Bressan .
Briani Alvise fu Donato, 210.
Bribir (capitano di), 792.
Briconeto Pietro v. Briçonnet Pietro.
Briçonnet Guglielmo, vescovo di Saint Mald e cardinale,
»
347, 844, 1037, 1570.
Pietro, generale francese, fratello del precedente, 542, 1037, 1570.
Brindisi (da) Bernardino, famigliare del cardinale d' Aragona, 1183.
»
»
(da) Michele, padron di caravella, 601 .
(castellano allo scoglio di) v. BarbaroGiacomo.
(governatorea) v. Lion Giacomo e Michiel Giovanni.
Brinje (vice bano di), 713.
«
Brandeburgo (marchese di) v. Hohenzollern (di) Gioa- Brivi ( famiglia) v. Brivio (da) famiglia.
chino I.
Brandizo (da) v. Brindisi (da) .
Brandolin Ermolao (Almorò) , fu podestà a Mantova, 246.
» Ettore, 1087.
Brasca Erasmo, capitano per l'imperatore in Trieste,
1086, 1375, 1517.
Brasco v. Brasca Erasmo.
Braxenon v. Bressanone.
Brazzadello Pietro, abitante in Mantova, 590.
Brazzo (da) Antonio, 1329.
وز) da) Nicolò, 1329.
Brazzoduro Lodovico, caporale di Pietro Grimaldo contestabile a Corfu , 449.
Breani Alvise v. Briani Alvise.
Breda ( generale di), 914.
Breisacher Marquardo, oratore di Massimiliano a Venezia, 54, 55, 57, 58, 66, 409.
Brenta (provveditore sopra la), 659.
Brivio (da) famiglia, 261 .
» (da) Francesco, genero del tesoriere Antonio Landriano, 262, 627.
Brizi Giovanni, prete in Antivari, 1421.
» Inmo, giudice in Antivari, 1613.
Brochetta Alvise, 95.
»
Filippo, castellano alla Chiusa, 682, 1136.
Pietro, padron di nave, 372.
Brocheta (nave), 15.
Bua Aurio, capo di stratioti al servizio del marchese di
Mantova, 466.
Bucchia Nicolò da Cattaro, sopracomito, 337.
» Bernardo da Cattaro, sopracomito, 79, 606,
615, 1342, 1416, 1585, 1642.
Buchali v. Boccali.
Buda (da) Mattia, mercadante a Buccari, 1016.
» (castellano di), 288.
Budesich v. Budicich.
1745 INDICE DEI NOMI 1746
Budriolo, 627, 651.
Budua ( podestà di) v. Memmo Nicolò .
Budicich conte Martino, 777, 1614.
Budoa ( di) Pietro, ammiraglio delle galee d'Alessan- Caldes Pietro (Peroto), favorito di Alessandro VI, 846.
dria, 767.
Calcondila Demetrio, 853.
Calepio di conte Tussardo ( Trusardo) , 420.
Calezo v. Calolzio.
Caliense ( vescovo) v. Gulfi Gaspare.
Calil agà, flambularo della Morea, 128.
Calimero (prevosto di San) , 609.
Callimaco Esperiente v. Buonaccorsi Filippo.
Callisto III , papa, 1171.
Calogena Barnaba, cittadino d' Alessio, 638.
Calolzio ( console di) , 662.
CalpurnioGiovanni, lettore di rettorica latina nello studio di Padova, 655.
Bulgaris (de) Giovanni, capitano di Valcamonica, 242,
582.
Buonaccorsi Filippo, 574.
Burgesi Nicolò v. Borghesi Nicold.
Barbon Andrea, prete in Corfu, 790.
Burlo Antonio, nobile triestino, 495, 510, 564, 576, 597, Calogieritano ( vescovo) v. Hortega (de) Giovanni.
736, 740, 1440, 1463.
Busato, contestabile, 1267.
Busichio Domenico, capo di stratioti, 813, 995, 1069.
»
»
Mesa ( Mossa) , cavaliere in Napoli di Romania,
445, 482, 504, 601 , 602, 619, 646, 1069.
Repossi , in Napoli di Romania, 995, 1023.
Busota Jmessa, cittadino d' Antivari , 1422 .
Butrigaro ( Butregaro) Galeazzo, messo di Gio. Bentivoglio a Venezia, 1051 , 1092, 1093.
Butrintò (castellano di), 1541 .
Buzaia ( monsignor de) v. Baternay.
Buzardo v. Bozardo.
Cabria, 82.
C
Caccia Opizzino, cittadino novarese, oratore del re di
Francia al duca di Ferrara, poi spedito a Milano,
138, 279, 1607.
Cachuri v. Cacuri.
Cacuri Francesco, sopracomito, 484, 640, 696, 723, 732,
1216, 1325 , 1515.
Cadda Matteo, contestabile, 215, 217.
Cadore (capitano del) v. Navagero Giovanni .
Cadubrlis (de) Cadubrio, dottore, già sopracomito, 546.
Cagli ( podestà di) , 1114.
(vescovo di) , oratore del papa in Polonia v. Gulfi
Gaspare.
Cagnola Giannandrea, 609.
Cajazo (conte di) v. Sanseverino Giovanni Francesco.
Calabria (di ) Cristoforo, capo di ballestrieri di Lodovico
»
il Moro, 430, 453, 466, 529.
(duca di) v. Ferdinando d'Aragona, figlio di
Federico IV.
Calatrava(commendatore maggiore di), 1183.
Calavrin ( Calavru) Januli (Janulli) , oratore di Napoli di
Romania a Venezia, 1514, 1626.
Caluro, sopracomito istriano, 345, 358, 362, 367, 373,
376, 394, 410. 414, 416, 441, 480, 486, 599, 721 .
Camall v. Kemal Reis.
Camerino (da) Giovanni (Zuan), detto il Cretico, letto-
»
re di rettorica greca nello studio di Padova,
poi secretario dell' ambasciatore veneto in
Ispagna, 655, 736, 740, 741, 763, 1083.
(da) Macario v. Muzio Macario.
(signore di) v. Varano (da) Giulio Cesara.
Camillo v. Pandone Camillo.
Camota Girolamo, sopracomito d' Arbe, 1612, 1633.
Campaze v. Campeggio.
Campedello Pietro, sopracomito, 1543.
Campeggio Giovanni, bolognese, lettore di diritto civile
nello studio di Padova, 144, 150, 168,
173, 315, 323, 330, 339, 656, 1013, 1220.
Girolamo, oratore di Bologna a Roma, 1474,
1511 , 1591 , 1631 .
»
Campeze ( Campezo) v. Campeggio.
Campo (di) Bernardo, patron di nave, 1525.
Campofregoso v. Fregoso.
Campsom Canpsom v. Kansou Kamsmieh.
Campson Tagrami v. Kansou Tagrami.
Can Atanasio, padron di nave, 601 .
Canal (da) ( famiglia), 14, 466, 664.
»
»
»
»
Calbo Antonio, 93, 97, 121, 592, 634, 733, 895, 1213,
1489.
»
Bartolomeo ( Filippo ?), podestà di Montona, 340,
354.
»
Domenico, contestabile, 1119.
«
«
Paolo fu Marino, 60, 66, 67, 607, 699, 1299, 1300.
» Pietro, 372.
Calco Bartolomeo, secretario di Lodovico il Moro, e poi
dei governatori di Milano per il re di Francia, 150,
220.
I Diarii de M. SANUTO. Tom. III.
»
«
»
»
Alvise fu Bartolomeo, 925, 1240.
Alvise fu Giacomo, 145, 380, 396, 425, 445,
488, 496, 605, 616. 771 , 772, 817, 991 ,
992, 1103, 1142, 1340, 1346, 1416, 1585,
1641 .
Alvise fu Luca, 162, 208, 417.
Antonio fu Giorgio , già auditor nuovo, 1173.
Antonio, sopracomito, 366, 480, 481, 501 ,
615, 816, 1020, 1025, 1103, 1105, 1127,
1144, 1416, 1585, 1641 .
Bartolomeo di Giacomo. 170.
Bernardino, 854, 1082, 1007. 1115.
Bernardo fu Giovanni , già podestà e provve
ditore a Romano, 545, 1298.
Bernardo, podestà in Antivari, 39, 68, 100,
466, 486, 505, 509, 762, 801, 809, 813,
1488, 1573, 1574.
Cristoforo fu Luca, 1402, 1461 .
110
1717 INDICE DEI NOMI 1748
Canal (da) Daniele fu Pietro, provveditore a Treviglio, Capeler Federico, oratore in Borgogna a nome del re
208 dei romani, 187. , 210. 537, 544, 741 , 979, 1387, 1529,
1580, 1603. Capella Alessandro del fu Febo, secretario dei Dieci,
264.
»
Filippo fu Pietro , 283, 365, 414, 440, 816,
1341, 1344, 1598, 1617, 1643.
Francesco, 78, 100.
Giacomo fu Nicolò , 551, 642. »
»
»
Giacomo di Bernardo, 813, 1005, 1574.
Giorgio, 788, 864, 892, 895, 919, 1461.
»
Giovanni, protonotario, 296.
»
Lorenzo fu Nicolò , 177, 304.
»
Marco, camerlengo a Corone, 30.
»
Marco Antonio fu Francesco, sopracomito,
328, 330, 706, 783, 1253, 1256, 1358,
1379, 1402, 1445, 1487, 1512, 1564, 1610,
1621, 1641 .
Capellan Sebastiano, protonotario, messo del cardinal
gurcense a Trento, 1186.
Capistrano ( da) fra' Giovanni, 574.
Capitano delle armi del re di Francia v. Rohan (visconte
di Giovanni II .
» di giustizia, lasciato da Luigi XII al governo
di Milano v. Saverges Pietro.
Capodilista Annibale, nobile padovano, 1354.
Capodistria (di) Girolamo, contestabile, 717, 949.
Capo d' Istria (podestà e capitano di) v. Mula (da) Alvise e Querini Pietro.
Caponsacco Francesco, oratore del signor di Rimini a
Venezia, 21 , 46, 72, 96, 121, 133, 214, 239, 254,
271 , 278, 375, 400, 404.
Cappello (fu Vettore) , famiglia, 89.
"
Nataledi Alvise, 1241 .
»
Nicold , 464, 551 , 740.
"
Pietro fu Nicolò . 1616.
»
Pietro fu Luca, 975. »
»
Vincenzo fu Angelo, 177. 304, 1299. »
Marco, capo di stratioti, 646, 786. »
Paolo, cittadino, 650, 1006.
»
Canavi Giovanni, cancelliere della Morea, 127.
Cancelliere (gran) di Francia v. Rochefort (di) Guido.
»
»
grande di Venezia v. Diedo Giovanni.
(di 8 bacheti ?) intervenuto alla dieta svizzera, 524.
Cancellieri ( fazione dei) di Pistoja, 708.
Candala (mons. di) v. Foix ( di) Giovanni II , signore di
Candale.
Candea (?) ( duca di) v. Tractto (duca di).
Candi Andrea, 664.
»
Francesco, secretario del card. Giovanni Michiel,
1369.
Candia (di) Giovanni, fu comito di Nicolò Tagliapietra,
»
»
»
»
905. »
»
(di) Theocari, capo di provvisionati in Famagosta, 1120. »
(consiglieri in) , 1148, 1149, 1235.
»
(duca e consiglieri in) , 1294.
»
( rettori di) , 692, 898, 923 .
«
»
»
»
»
Alvise, podestà a Chioggia, 1406, 1566.
Battista, 1315.
Domenico fu Carlo, sopracomito, 562, 816,
1142, 1276, 1340, 1392, 1416, 1545, 1643.
Domenico fu Nicolò , 71 .
Filippo, 137.
Francesco fu Cristoforo, cavaliere, gia podestà
ecapitano a Capodistria, 1553.
Francesco, cavaliere, provveditore a Rimini,
21, 57, 59, 60, 67, 90, 186, 198, 218, 235,
266, 270, 271 , 282, 296, 309, 332, 338, 341 ,
375, 387, 392, 404, 406, 511, 533, 567, 568,
577, 578, 588, 592, 682, 755, 1041 , 1326.
Francesco, cavaliere, già ambasciatore in Spagna, proposto ambasciatore a Roma, 312.
Giacomo fu Michele, patron all' arsenale, 211 ,
934, 1016, 1097, 1517, 1602, 1603, 1618.
Giovanni, fratello (uterino ?) di Andrea Zancani, 10, 74.
Giovanni, savio a trovar danari al tempo della
guerra di Ferrara, 747, 1265.
Lorenzo, 86.
Pancrazio (Pangratio) fu Bernardo, 589, 626,
1465.
Paolo, oratore veneto a Roma, 7, 56, 63, 86,
92, 94, 104, 109, 111, 120, 124, 132, 135,
140, 146, 148, 149, 159, 164, 169, 185, 198,
(oratori di) a Venezia v. Barbarigo Benedetto,
Venier Domenico.
201, 205, 212, 217, 238, 239, 254, 270, 273,
287, 288, 289, 294, 309, 311, 326, 327, 342,
343, 354, 355, 378, 380, 384, 385, 401, 403,
407, 418, 426, 455, 456, 469, 475, 479, 483,
521, 532, 551, 552, 555, 558, 572, 573, 577,
584, 588, 593, 617, 634, 638, 649, 664, 671 ,
684, 685, 708, 734, 749, 760, 781, 786, 788,
789, 793, 801, 820, 821, 840, 842, 845, 846,
847, 848, 850, 860, 908, 1005, 1044, 148ύ,
1530, 1554, 1598, 1629.
Cane Pietro, lettore di diritto canonico nello studio di
Padova, 655.
Canea ( rettore della), 1052, 1422.
Canfon Andrea, messo di Girolamo Tiepolo, in Cipro,
924.
Cao de lista v. Capodilista.
Caopena Nicolò da Napoli di Romania, 183.
Caotorta Vito, 439, 1267.
Capaccio ( Capaze) Johannes, episcopus caputaquensis
v. Podocataro Lodovico.
(vescovo di) , medico, segretario del papa e
cardinale v. Podocataro Lodovico.
Capededi Gigni. corfiotto, 1128. Σ Pietro fu Giovanni, 53, 140, 169, 179, 188,
1749 INDICE DEI NOMI 1750
197, 251, 274, 280, 303, 307, 311, 367, 401 ,
407, 410, 411, 439, 458, 467, 483, 484 , 494,
561.573, 580, 629, 654, 741, 746, 747, 748,
759, 807, 824, 832, 835, 836, 837, 839, 840,
853, 854, 914, 1044, 1066, 1133, 1262, 1427 ,
1629.
Cappello Girolamo fu Albano, esecutore sopra le cose di
mare, 59, 64, 123, 251. 342, 357, 358, 405,
462, 628, 639, 684, 763, 784, 858, 860, 971 ,
1501 , 1611.
»
»
»
Girolamo fu Carlo, patron di una galera di
Barbaria, 66, 67, 1299.
Girolamo, provveditore sopra le camere, 21 ,
29, 52, 61 , 65, 68, 93, 98. 135, 420, 428,
704, 808, 938, 1123, 1246.
Vettore fu Andrea, savio agli ordini, 18, 25,
170.
Vettore, savio sopra le decime nel 1463, 1115.
Vincenzo fu Nicolò, 18, 89.
Vincenzo, 388.
(dal) Girolamo. dimorante al Cairo, 738, 924.
Capponi Alessandro di Neri, florentino, handito di Francia, 422
»
Alessandro, fiorentino, banchiere in Francia,
386, 1518.
Guglielmo, protonotario, 651 , 745.
Capra Alvise (Alovisio) , nobile vicentino, 1463. 1531 .
Capsa Michiele, scrivano di Daniel Pasqualigo sopracomito, 1339.
Capua ( cardinale di) v. Lopez Giovanni.
»
(commendatore di) , 1201, 1566.
Carabodam ( Carabodan, Carabogdan, vlacho) v. Stefano, voivoda di Moldavia e duca di Valachia.
Caracassam, corsaro turco, 128.
Caracciolo Camillo, impiccato in Urbino, 1450, 1530,
1560.
»
»
»
Donato, sopracomito della galia di Brindisi,
485.
»
»
»
»
1558, 1566, 1369, 1571, 1577, 1587, 1599,
1619, 1628, 1634.
fratello del capitano Giambattista, 1528.
genitori del capitano Giambattista, 1566.
nipote del capitano Giambattista, 1441 .
parenti ( in Francia) del capitano Giambattista, 1477.
cancelliere del capitano Giambattista,
1526.
cognato (mantovano) del capitano
Giambattista, 1539.
Marino, protonotario, 193, 11:39.
Trojano, principe di Melfi ( Malfi, Melffa),
1309, 1543.
Urbano, sopracomito di Brindisi, 340, 353,
412, 1543.
Caracirova Dimitrofano, oratore russo a Venezia, 49,
54, 61 , 66, 89, 101, 135, 136, 149, 218, 244, 272,
278, 300, 1163, 1433.
Caradormis v. Charadormis.
Caraffa fra' Alessandro, 201, 400, 413, 421 , 513, 578,
»
»
»
»
630.
Andrea, conte di Santa Severina , vicerè a Mola,
237, 355, 890, 1087, 1242, 1258, 1347.
Giovanna, moglie del coute Gianfrancesco Pico
signore della Mirandola, 301 .
Giovanni, 1326.
Oliviero, cardinale di Napoli, 56, 418, 842,
1018, 1086, 1135, 1247, 1256, 1355, 1438 ,
1477, 1511 , 1599.
Sigismondo, duca di Garigliano, marito di
Francesca figlia del conte di Pitigliano ,
1309.
ambasciatore del re di Napoli al turco, 1558,
1638.
Caragnino Urbano, vescovo di Monopoli, 365, 630, 804,
808, 883.
Caramano (principe) e sua famiglia, 776, 848, 853,
1060, 1119, 1121, 1150, 1225, 1404, 1552, 1608,
1638.
(provveditore a) v. Dandolo Gian Antonio,
Malipiero Alessandro.
Giovanni, marchese di Atella, ajo del figlio
minorenne del principe di Melfi , 1543.
Giovanni, figlio minorenne del principe di Caravaggio (da) Cristoforo, 517.
«
Melfi, 1543.
Giovanni Battista, capitano delle fanterie.
7. 28, 50, 94. 99, 103, 107, 109, 110, 197, | Caraza ( di casa) , duca di Garigliano v. Caraffa Sigismondo. 215, 217, 259. 272, 308, 341, 342, 355, 1
366, 399, 413, 424, 431, 576, 595, 658,
671, 686, 766, 813, 859, 959, 1138, 1212.
1213, 1215, 1241, 1244, 1277, 1278, 1284,
1293, 1295, 1301, 1328, 1375, 1405, 1431,
1436, 1441, 1442, 1462, 1466, 1476, 1477,
1484, 1499, 1528, 1529, 1539, 1566, 1599,
1628.
Dorotea, moglie del capitano Giambattista ,
1212, 1434, 1435, 1436, 1440, 1441, 1450,
1452, 1464, 1465, 1467, 1470, 1476, 1477,
1481, 1487, 1490, 1496, 1499, 1512, 1528,
1529, 15:30, 1532, 1533, 1539, 1540, 1554,
Carcano (da) Girolamo, fuoruscito milanese a Trento,
221, 249, 282, 457, 661.
Cardinale legato al re di Francia v. Borgia Giovanni
il giovane) .
Cardona (di) Giovanni, condottiero al servizio del Valentino, 1049.
Carlo, contestabile, 1323.
»
»
cremonese, prigioniero nella cittadella di Bergamo, 248.
(conte) v. Fortebraccio di Montone conte Carlo.
Carminotense (Carnutum ? vescovo v. Uliers (d') Renato, vescovo di Chartres.
1751 INDICE DEI NOMI 1752
Caroldo Giangiacomo, secretario nella cancelleria du- Castiglia (principe di) v. Giovanni d'Aragona, figlio di
cale, 1001 , 1240.
Carossi Pietro ( Petros) , di Napoli di Romania, 431 .
Carote Giovanni, castellan di Cesena, 266.
Carpenio Enea, secretario del consiglio dei Dieci, 143,
1240.
Carpi (da) Gilberto v. Pio (da Carpi) Giberto.
» (da) Giulio, 675
»
(da) Italiano (Talıam, Italiam), condottiero, già
al servizio di Venezia e poi di Giovanni Bentivoglio, 359, 986.
(signore di) v. Pio (da Carpi) Aberto.
Carrara Demetrio (Dimitri) , da Scutari, 531 .
Cartabeì v. Kaitbai.
Carvajale Bernardino, cardinale del titolo di Santa
Croce di Gerusalemme, 159, 198, 555, 671 , 842,
844, 850, 852, 977, 1048, 1130, 1137, 1166, 1201 ,
1331 , 1369, 1565. 1631 .
Carzego (vol dir duca in quelli lenguazi, 785) v. Corvino, Cosazza ed Hersek Ahmed pascià.
Carzegolli pascià, 1638.
Carzeran (mons. di) , 1030.
»
رد
Casal da Francesco, già oratore di Lodovico il Moro
al turco ed a Napoli, 403, 1356, 1576.
Giovanni, abitante di Pizzighettone, 520,
630, 865, 911 , 918, 1036, 1037, 1041.
Giovanni v. Casalmaggiore (da) Martino.
Martino v. Casalmaggiore (da) Martino.
Casale ( Casal) ( da) Giovanni ( Zuan, Zam) , favorito di
Catterina Riario-Sforza, e capo di cavalleggieri di
Lodovico il Moro, 56, 62, 165, 166, 170, 171, 197, 200.
Casalmaggiore ( da) Martino, gia oratore di Lodovico
il Moro al turco, 357, 397, 593, 683, 837, 857, 864 ,
871 , 9:32, 933, 952, 1011 , 1082, 1084, 1153, 1205,
1207, 1219, 1254, 1337, 1338, 1362, 1534, 1535,
1569.
Casemille Antonio, oratore fiorentino a Roma, 19
Casino Cassino) Marco, fuoruscito di Cesena, 653, 670,
940.
Cassaimbri(?) , già bilarbei dell' Anatolia, 1552.
Cassiano ( preposito di San), 248.
Castagnin Nicold, castellano di Faenza, 929, 965, 976,
978, 986, 1010, 1014, 1018, 1045, 1064.
Castelbarco (siguori) di Gresta, 1151 .
"
Antonio, 755, 1475.
Castel del Rio, fiorentino (Francesco Alidosi ?) , famigliare del cardinale Giuliano della Rovere, 1257.
Castellazzo da) Marco e Guerriero, 430.
Castel Leone d' Istria ( castellano di), 1169.
Castelli Adriano (Adriano da Corneto), secretario di
papa Alessandro VI, 479, 959, 1174, 1476, 1632.
Castello (da, Bon Galeazzo, 221 .
»
(di) Tarlatino, capitano, 535.
Castelnovo di Dalmazia (sangiacco di) . 969, 1456.
»
di Romagna ( castellano di) , 907
Castiglia (Isabella di) v. Isabella d'Aragona, sposa di
Ferdinando il Cattolico.
Ferdinando il Cattolico e d' Isabella.
Castiglioni , famiglia, 234.
»
»
»
Galvano (Guarniero), 234, 238, 245, 248.
GianGiacomo, arcivescovo di Bari, 423.
Giovanni Stefano, oratore milanese andato
incontro ai francesi, 221 .
Castion (arcivescovo di Bari di casa di) v. Castiglioni
Gian Giacomo.
Castioni , famiglia v. Castiglioni , famiglia.
Castriota Giorgio, detto Scanderbeg, il vecchio, marito
»
»
»
diAndronica Arianiti Comneno, 134, 415,
1308.
sua moglie v. Arianiti Comneno Andronica.
Giorgio, detto Scanderbeg, il giovane, nipote
di Giorgio il vecchio, e figlio di Giovanni
Castriota e Irene Brancovich, 134, 205, 211 ,
263, 271 , 300, 324, 325, 345, 976, 404, 414,
454, 465, 467, 494, 495, 588, 632, 643, 678,
681,684, 736, 787, 894, 959, 1038, 1041 ,
1063, 1067, 1099, 1145, 1200, 1215, 1233,
1253 , 1292, 1335, 1353, 1357, 1358, 1368,
1379, 1383, 1402, 1403, 1404, 1445, 1460,
1487 , 1507, 1541, 1568, 1581, 1608, 1637,
16:38.
Giovanni (Scanderbeg) figlio di Giorgio Castriota il vecchio, e di Andronica sorella di
Costantino Arianiti , 65, 134, 578, 642, 1308,
1310.
Castro ( de) Ferdinando, 1197.
"
»
(de) Giovanni, vescovo di Agrigento e cardinale,
844.
(conte di) v. Balzo (del) .
Castrona(da Giovanni, 609.
Castrozza ( priore di), 454.
Castelan Andrea, comito a Beyrut, 767.
Catello Nicolachi , appaltatore, 1023, 1024.
Catich Paolo, 1291 , 1352.
Cattani (di) Alberto, piacentino, dimorante a Milano,
516.
»
Pasqualino, cittadino di Venezia, 580, 590, 591,
Cattaro ( da) Giorgio, 684.
»
(da) Marco, contestabile, 1267.
»
(da) fra' Silvestro, 1609.
»
»
»
»
(da) Trifone, 676.
(camerlengo di) , 397, 6:38.
(castellano di) , 397.
( provveditore a) v. Gradenigo Gian Paolo.
(vescovo di) v. Chiericati Giovanni.
Catto Lidio v. Gatti Bernardino.
Cautis M. M. , 300.
Cavalcabo marchesa Veronica di Giovanni, moglie h
Erasmo Trivulzio, 161,
Cavalieri ( di) Bartolomeo, 1231 .
Cavalli Corrado (Cora' ) . 392.
»
Sigismondo di Nicolò, 118.
Cavallin Domenico, 97.
1753 INDICE DEI NOMI 1754
Cavatorta v. Caotorta.
Cavaxa v. Cavazza.
Cavazza Antonio, esattore alle cazude, 1086.
Caxe Mille v. Casemille. »
Celano(conte di) , 420, 1309 »
Celebia Murach, capo di turchi in Verbosagna, 1366. »
Celetich Paolo, novigradese, 1497.
Celso (mons. di San) v. Visconti Leonardo.
Chaza v. Caccia.
Checo (conte) v. Montedoglio Francesco.
Cherso (da) Antonio, padron di nave, 722.
(da) Domenico, padron di nave, 1249.
(da) Martino, padron di nave, 1517.
(sopracomito di), 1141.
Cherubino ( fra') , imprigionato dai Dieci, 387, 409, 429,
1146.
Cenami Nicolò , oratore di Lucca a Milano, 32.
Ceneda (vescovo di) v. Brevio Francesco.
Chiamon (sig. di) v. Amboise (d') Carlo II , signore di
Chaumont.
Cenomanense (cardinale) v. Lussemburgo (di) Filippo.
Centurion Giovanni v. Esarco di Centurino Giovanni,
»
1249, 1385.
Martino, genovese, domiciliato in Ispagna,
Cerano(conte di/ v. Celano (conte di).
Ceret Giovanni, vice bano di Jaicza, 887.
Cerigo ( castellano di), 920.
Chiamonte (mons. di) M. S. v. Amboise (d'; Carlo II,
signore di Chaumont, maresciallo di Francia.
Chiaramonte (sig. di) v. Amboise (d' ) Carlo II, signore
di Chaumont.
Chiaravalle (abate di) , 242.
Chicon (sieur de) , 1238.
Chiechich Nicolò, sopracomito, 905.
Belpiero , podestà di Cordignano, 1093.
Cernovich conte Giorgio, 49, 118, 134, 165, 189, 335, Chieregato v. Chiericati.
413. 491, 1245, 1403, 1569. »
Ceroldo (Feroldo?) Giacomo, oratore di Brescia a Vene- Chiericati Giovanni, vescovo di Cattaro, 1292.
zia, 1426.
Certaldo (da) Pietro, medico, 1285.
Cesano Andrea, cittadino genovese, 790.
ره
"
»
Girolamo v. Chiericati Nicolò .
Leonello, vescovo di Concordia, 1251, 1302.
Nicolò, oratore di Vicenza a Venezia, 633,
664, 1327, 1463, 1478.
Chio v. Scio.
Chioggia (podestà di) v. Pisani Giorgio.
Cerviglion Giovanni, capitano di Alessandro VI, 72.
Cesare(don) mandato in Italia dal re di Francia, 326.
»
"
famigliare di Carlo Orsini, 1050.
figlio di Domenico, orefice, capo di parte in Ce- Chiserovat, capitano di gente d'armi, 670.
sena, 670.
milanese, 1126.
Cesari ( di ) Nicolò, messo dei fiorentini a Massimiliano,
673, 682, 698.
Cesarini Giuliano, cardinale, 843.
Cesena (da) Pirro, cittadino di Cesena, 387, 892.
Cesoto Girolamo, capellano del generale Antonio Grimani , 13, 14. 30, 46. 56.
Chablasi, corsaro turco, 492.
Chagaincalle Angela, meretrice. 133.
Centiglies don Antonio, marchese di Cotrone, 355.
Cerreto (castellano di), 162.
Chaktornya(de) SigismondoGiovanni, vescovo di Fünfkirken, 288, 686, 1159.
Chalegret Alberto, capitano di svizzeri , 1176 .
Chivena ( Chiavenna?) ( conte di), 658.
Chmar beì v. Amar bel.
Cibo Lorenzo, cardinale, arcivescovo di Benevento, 843.
Cichon (mons. di) v. Chicon (seur de) .
Cichovich Giaconio, sopracomito, 816.
Cicogna Alvise, contestabile.
Bernardo, capitano in Barberia, 1029, 1096,
1100.
Francesco, provveditore nella Morea, 51 , 72,
»
79, 83, 151 , 256, 399, 442, 446, 447, 489,
497, 503, 519, 607, 679, 727, 728 , 729, 803,
811 , 834, 874, 891 , 923, 1024, 1035, 1052,
1141 , 1222, 1224, 1241 , 1489, 1505, 1546.
Cingano Andrea, comito di Vettor da Lezze, 771 .
Chambes (principe di) v. Arturo, principe di Galles
(Cambria) , figlio di Enrico VII d'Inghilterra.
Charadormis (Charatormis), corsaro turco, 128, 448, Cini Matteo, mercante florentino a Venezia, 97, 370,
492.
Charara v. Carrara.
Charles ( o Carles) Goffredo, ambasciatore del re di
Francia in Germania, 1369.
Charoz Ziconique ecc., messaggero del turco in Ungheria, 798.
Charzego v. Carzego.
Chasaro (Cansu ?), pretendente al soldanato d'Egitto,
738, 739.
Chatani v. Cattani.
Chatibiser (cao, capo : cadi ?) , 924.
Chatichio Paolo v. Catich Paolo.
»
»
Michele, padron di nave, 115.
(el) v. Zingaro.
Cingi Luca, padron di grippo, 795.
619.
Cinquechiese ( vescovo di ) v. Cháktornya (de) Sigismondo Giovanni.
Cipicho da Traù, vescovo di Famagosta v. Cippico Coriolano.
Cippico(famiglia), 1540.
»
Coriolano, da Traù , vescovo di Famagosta, 246,
353, 421 .
Girolamo, sopracomito, 1275, 1276, 1344, 1416,
1418, 1585, 1642.
Cipro (consiglieri in) v. Moro Pietro, Pisani Nicolo.
(luogotenente in) v. Pasqualigo Cosma.
»
1755 INDICE DEI NOMI 1756
Cipro (regina di) v. Corner Catterina.
Ciria Sebastiano, cancelliere degli oratori cremonesi a
Venezia, 33.
Cisano(Cisam) di Gardesana ( vicario di), 546.
Cittadella (podestà di), 591 .
Cividal di Belluno ( vescovo di) v. Trevisan Bartolomeo.
Civran Andrea, 497.
» Bernardo, 27.906.
»
»
Bertuccio fu Pietro, 191, 224, 330, 350, 1446.
Luca, 39, 100, 201 , 384, 561 , 1012, 1040, 1112,
1118, 1225, 1357, 1442.
(di Modone) famiglia, 822.
Claracuius (de) Ermanno, dottore, 1375.
Claramonte (sig. di ) v. Amboise (d' ) Carlo II , signore
di Chaumont.
Clarius (mons. di) v. Poitiers (di) Guglielmo.
Clavello Matteo, cittadino cremasco, 1408.
Claver Giovanni, oratore spagnuolo a Napoli, 685, 856,
1029, 1048, 1087, 1229, 1252, 1279, 1300, 1356,
1439, 1575, 1601 .
Clermont(di) Giacomo, sig. di Montoison, oratore di
Francia a Venezia, 157, 166, 187, 297, 212, 228,
259, 260, 262, 265, 268, 269, 272, 277, 278, 280,
283, 286, 287, 294, 295, 296, 297, 303, 305, 307,
309, 311 , 312, 323, 338, 344, 512, 522, 528, 1113.
Clever v. Claver.
Cleves (di ) Filippo, signore di Ravenstein, governatore
di Genova, 318, 338, 346, 352, 364, 369, 374, 377,
805, 1101 , 1175, 1219, 1235, 1306, 1321, 1357 , 1372,
1429, 1450, 1451, 1480, 1483, 1484, 1498, 1534,
1535, 1619.
Clin Giorgio, 498.
Clissa ( capitano in), 1360, 1361 .
«
D
(conti di), 1608.
(visconti di) v. Lecovich.
(vescovo in) v. Gravina (9) Nicolò.
Colocense ( vescovo) v. Várda (de) Pietro.
Colombo Giorgio, 79.
Colonia (arcivescovo di) v. Hessen (di) Ermanno.
Colonna e colonnesi, famiglia e fazione, 72, 104, 671 ,
»
»
»
»
»
»
749, 820, 841 , 842, 855, 1048, 1086, 1247,
1299, 1310, 1369, 1371 , 1423, 1424, 1438,
1439, 1473, 1474, 1485, 1519, 1575.
Agostino, di Candia, 839.
Camillo, 1519.
Catterina, vedova di Deifebo dell' Anguillara,
1439, 1497.
Fabrizio, 697, 709, 713, 1300, 1309, 1323 ,
1474, 1519.
Giovanni, cardinale, 843, 1007.
Prospero, 275, 291, 326, 855, 1300, 1309, 1323,
1356, 1439, 1474, 1485, 1519, 1628.
Colorgno v. Colorno.
Colorno Giovanni ( Zuan o Zanon), contestabile, 79, 489,
758, 1505, 1509.
Colti (di) Luca (Andrea?), oratore di Pisa a Venezia,
»
297, 314 , 400, 592.
Antonio, nercante in Alessandria d' Egitto,
1122, 1123 , 1198, 1461 , 1526.
Coltrin Giacomo, ingegnere, 79, 122, 182, 183, 371 ,
392, 449, 505, 780, 795, 831 , 852, 876, 1054, 1066,
1105, 1129, 1131 , 1152, 1165, 1195, 1270, 1271 ,
1273, 1277, 1311 , 1339, 1391. 1392, 1396 , 1398,
1399, 1501 , 1502, 1520, 1541, 1544, 1551 , 1562,
1564, 1582.
Comare (dalla) Alvise, padron di fusta, 121 .
Cominata Despida v. Arianiti (Comneno) Despida (o Despina) .
Comino Constantino v. Arianiti (Comneno) Costantino.
Como(da) Paolo, da Padova, 131 .
» (vescovo di) v. Trivulzio Antonio.
Concordia (della) conte Antonio, 633, 1520.
»
(vescovo di) v. Chiericati Leonello.
Condulmer (Condormer) Antonio, 142, 428, 460, 508,
662, 840, 878, 911, 1096, 1097, 1187, 1229, 1325.
Consalvo ( Fernando) v. Hernandez y Aguilar Gonzalvo.
Constabili (di) Bartolomeo, oratore del duca di Ferrara
al re di romani, 930, 1499.
Constantin (signor) v. Comneno Arianiti Costantino.
Contarini, famiglia, 98.
»
»
*
Alessandro, conte in Arbe, 1164, 1445, 1516,
1628.
Alvise, provveditore alle biade, 313 .
Alvise fu Giacomo, 115, 152.
Alvise, il grande, fu Pandolfo dai Biri, sopra
Cocco Antonio, 49, 700, 891 .
Gian Alvise, 1241 .
Pietro, 39.
Cocho v. Cocco.
Codignola v. Cotignola.
Coiom (Coion) v. Colleoni.
Colb v. Kolb.
Colella, contestabile, 1571 .
Coliom v. Colleoni
Coliva Giovanni, oratore di Modone a Venezia, 574,
739, 800, 836, 866.
Colla Galeazzo, condottiere di Lodovico il Moro, 170,
532.
Girolamo, già cancelliere dei Rossi di Parma, 423.
Collalto (da) conte Giovanni Battista, 254.
Colleoni Alessandro, condottiero della republica, 141 ,
159.
GianGiacomo, 1332.
Nicolino, 220.
Collo (di ) Francesco, cancelliere di Girolamo Contarini ,
616.
comito, 329, 331 , 350, 480, 498, 618, 816,
1088, 1276, 1341.
Alvise di Pietro fu Giacomo, 328, 329, 331 ,
1299, 1576.
Alvise, governatore ad Otranto, 582, 598,
696, 730, 763, 777, 794, 831 , 863, 872,
987, 998, 999, 1027, 1073, 1107, 1129,
1148, 1197, 1198, 1199, 1257, 1258, 1269,
1757 INDICE DEI NOMI 1758
1300, 1488, 1500, 1502, 1527, 1540, 1586, Contarini Giovanni Alvise, 053.
1593.
Contarini Alvise, governatore di Trani, 212, 237, 256,
»
»
268, 355, 374, 380, 418, 508.
Ambrogio, governatore di Nasso, 85, 373,
448, 971, 1026.
Andrea fu Pandolfo, patron di nave, 115, 926,
1210.
»
» Andrea, il grande, proposto capitano generale di mar, 554.
»
»
»
»
»
»
»
«
Antonio, dal deo (dito), 747.
Bartolomeo fu Giovanni, 250.
Bartolomeo fu Marco, sopracomito, 222, 46,
517, 623, 668, 816, 1275, 1342, 1343.
Bartolomeo fu Paolo, 705.
Carlo di Andrea, castellano al Zonchio, 256,
399, 487, 497, 628, 718, 720, 771, 833,
834, 949, 993, 1056, 1106, 1111, 1149,
1155, 1271 , 1397.
Carlo fu Giacomo, da S. Agostino, 142, 209,
1527, 1576 .
» Davide (Davit), savio alle decime, 1115.
» Domenico fu Maffio, capitano a Vicenza, 7,
19, 22, 28, 295, 306, 308, 314, 325, 413,
457, 460, 467, 569, 571 , 589, 627, 741 ,
»
»
»
«
867, 1054, 1206, 1465, 1602, 1603, 1617.
Federico, patron di una galea di Fiandra,
1573.
Federico, 251 . »
»
»
Francesco di Girolamo grillo, 46, 975.
»
»
Francesco fu Luca, mercante prigione a Costantinopoli , 334.
»
Francesco fu Nicolò, dottore, morto ambasciatore a Siena, 1205.
» Francesco fu Pandolfo, 618.
»
Francesco, capitano a Zara, 1265, 1292, 1306,
1497, 1609.
»
»
Giacomo di Giovanni, da S. Stae, 335 .
»
Giacomo di Pietro, 118, 537, 544, 545, 867,
1298.
» Gian Alberto fu Luca, 974.
»
Gian Domenico fu Benedetto, 71 .
»
GianDomenico fu Giulio, 123, 222, 330, 350,
925.
Gian Domenico fu Salomone, 160.
»
»
»
Gian Matteo, il grande, fu Marco, da S. Cassiano, proposto provveditore a Corfu , sulla
conservazione ed aumento dei dazî e decime, e oratore in Portogallo, 741, 1437,
1610, 1630.
»
»
»
»
» »
»
»
Gian Matteo, podestà a Malvasia, 1012, 1017,
1541, 1542.
Gian Matteo, capo di XL, 362, 388, 390. 438.
Gian Matteo, proposto provveditore a Sebenico, 1402.
Giovanni fu Francesco, 1576.
Giovanni di Marco Antonio, 790, 1577.
"
»
»
Giorgio di Lorenzo, 850.
Girolamo fu Bertuccio, da Londra, podestà
e capitano a Treviso. 105, 239, 796, 883,
928, 1164, 1179, 1126, 1127, 1250, 1296,
1316, 1329, 1354, 1489.
Girolamo fu Francesco, già capitano delle galee di Barbaria, 211 , 741 , 1602, 1618.
Girolamo fu Luca, già mercante a Corfu, 572.
Girolamo fu Mosè, provveditore dell'armata
e vice capitano generale, 154, 168, 254,
282, 391 , 396, 397, 406, 425, 441 , 442,
445, 481 , 487, 496, 497, 502, 503, 504,
518 , 526, 549, 550, 554, 562, 563, 583,
584, 590, 598, 599, 600, 602, 603, 604,
605, 608, 610, 611, 613, 614, 615, 616,
617, 618, 619, 640, 641, 667, 668, 689,
695, 696, 717, 721, 722, 723, 724, 725,
726, 816, 832, 873, 897, 901, 920, 922,
1023, 1036, 1070, 1105, 1106, 1107, 1108,
1127, 1128, 1140, 1141, 1143, 1193, 1261 ,
1264, 1272, 1274, 1275, 1276, 1277, 1340,
1393, 1396, 1416, 1448, 1489, 1501 , 1502,
1547, 1585, 1639, 1640, 1641 .
Girolamo, castellano a Peneda, 831.
Girolamo, provveditore alla sanità, 511 , 1490,
1520.
Girolamo, 308.
Imperiale, 324, 511 .
Lorenzo fu Giorgio, dellaGiunta del Pregadi,
316.
Lorenzo , già patron all'arsenale , proposto
bailo a Corfu , e infine capo dei Dieci, 71,
1477, 1638 .
Lorenzo, proposto visdomino a Ferrara, 1044.
Marco Antonio fu Alvise, sopracomito, 79,
80, 337, 480, 498, 499, 605, 612, 616, 690,
691 , 695, 696, 716 , 725, 772, 787, 790,
809, 817, 900, 931 , 946, 947, 1035, 1103,
1195, 1276, 1340, 1416, 1559, 1560, 1585,
1602, 1641 .
suo nipote, 337 .
Marco Antonio di Priamo, provveditore nel
castel nuovo di Corfu, 152, 417, 557, 734,
742, 795, 796, 1055, 1268, 1311 , 1398,
1532.
Marino, gia governatore delle entrate, poi
della Giunta del Pregadi e infine cassiere
del consiglio dei Dieci, 384, 411 , 863, 1133.
Marino, da Londra, 98, 790.
Natale, 974.
Natalino fu Girolamo fu Stefano, 170.
Natalino di Lorenzo, 123, 222, 250, 925.
Nicolò fu Alvise, 268.
Nicolò fu Mosè, già alle ragioni nuove, 1980.
Nicolò fu Zaccaria, morto ambasciatore in
Savoja, 315, 1205.
1759 1760 INDICE DEIΙ ΝΟΜΙ
Contarini Nicolò, da San Cassiano, vice podestà aMe- Contarini Zaccaria fu Francesco, podestà e capitano di
stre, 387.
» Oliviero, capitano di Raspo, 38, 106, 202,
»
«
«
»
N
284, 285, 323, 399, 459, 543, 570, 631 ,
Rovigo, 186, 482, 799, 1176, 1179, 1180,.
1186, 1205, 1206, 1207, 1326, 1411.
- sua moglie e figli , 1186, 1205.
» (del) Gaspare, dimorante a Roma, 517.
697, 758, 868, 887, 928, 967, 1169, 1529. Conte (del) Agostino, 517.
Ottaviano fu Giovanni, 256, 932, 974.
Panfilo, il grande, fu Francesco, 329, 330,
1353, 1598.
Paolo fu Bartolomeo, da S. Sebastiano, proposto provveditore generale in Dalmazia, e
sopra la conservazione ed aumento dei dazi
edelle decime, 1380, 1438.
Paolo, il grande, fu Bartolomeo, proposto cаpitano delle galee grosse, 209.
Paolo fu Pietro, dalla saetta, 785.
Paolo, da San Moisè, uno dei capi dei creditori del banco dei Lippomani, 206, 284,
368, 372, 712, 1017.
Paolo, già castellano a Napoli di Romania,
380, 399, 497, 797, 803, 810, 811, 896,
897, 901, 902, 903, 904, 905, 935, 936,
937, 948, 1142, 1239, 1402, 1524.
Pietro fu Giacomo, capitano delle galee di
Barbaria, poi governatore delle entrate e
infine consigliere, 8, 104, 130, 210, 402,
407, 438, 747, 756, 758, 770, 778, 806,
838, 866, 970, 978, 1034, 1041, 1067, 1097,
1250.
Pietro fu Gian Ruggiero, avvocato fiscale,
poi eletto oratore al re di Portogallo, 483,
1265, 1411, 1610, 1611, 1629, 1630.
Pietro fu Giovanni, da S. Paternian, 142, 152.
Pietro, il rosso, 254.
Pietro, proprietario di una nave, 931, 1106,
1127, 1219, 1394.
» Priamo, 114, 616, 905.
Rizardo fu Francesco, 1470.
»
A
N
»
»
»
D
Sebastiano fu Alvise, provveditore a Cattaro,
953, 1358.
Sebastiano fu Giulio, 80, 125, 181, 329, 350,
455, 603, 925, 1277, 1342, 1446.
Secondo fra' , 473.
Stefano fu Bernardo, podestà a Bergamo,
247, 662, 700, 913, 1101, 1318.
Stefano, ufficiale alle cazude, 71, 552, 819,
४१०.
Taddeo fu Andrea, sopra le acque, 302, 589.
Taddeo, proprietario di una nave, 109, 114,
372.
Tomaso, 80, 114, 138, 182, 345, 358, 362,
367, 373, 376, 394, 410, 414, 416, 441, 480,
486, 599, 721 .
Trojano, 1277.
Vincenzo fu Girolamo, 209.
Vito, podestà di Asola, 422.
Zaccaria, bisnonno di Zaccaria Contarini fu
Francesco, 1206.
»
»
»
Bernardino, oratore di Padova a Venezia, 1572.
Giovanni Battista, condottiero al servizio del Valentino, 1049, 1124, 1241 .
Paladin, corsaro, 244.
Conti (famiglia e fazione), 841, 842.
Convertino (conte di; v. Bernaudi (di) Bernardino.
Conza (conte di) v. Gesualdo Luigi.
Copertino (conte di) v. Bernaudi (di) Bernardino.
Copola ( Copolla) v. Coppola.
Coppo Agostino, fratello del provveditore in Gradisca,
«
1475.
Marco, contestabile a Narenta, 758, 916, 1250,
1360, 1365. Coppola Matteo, napoletano, mandato in Francia dall' oratore francese in Venezia, 801, 1016, 1207,
1254, 1256, 1450.
Corangian Lanier, bombardiere, 1152.
Corantho v. Corinto.
Corazzine ( dalle) Pietro, contestabile a Gradisca, 31 ,
595, 1213.
Corbavia (contessa di) Dorotea, vedova di Carlo Frangipane, 323, 510, 546, 584, 651, 707, 745,
792, 859, 1156, 1162, 1290, 1291, 1292,
1363, 1888, 1507, 1512.
» (conte di) Giovanni, suo figlio, 399, 406, 546,
584, 745, 778, 1162, 1291, 1292.
Corboli (Corbole) Pietro, mercadante fiorentino a V'enezia, 370, 384, 978.
Corcho (mons di, v. Duplessis de Corcou.
Corcu (mons. di) v. Duplessis de Corcou.
Coreggio (sig. di) v. Coreggio (da) Nicold.
»
(da) Nicold, signor di Coreggio, 243, 255,
264, 265, 273, 275, 286, 293, 302, 314,
341, 376, 377, 459.
Cassandra, moglie di Nicolò, figlia di Bartolomeo Colleoni, 265.
Borso, 255, 260.
Francesca di Brandeburgo, nipote di Barbara marchesa di Mantova, moglie di Bor60, 255, 260.
Giacomo, 187, 202, 207.
Giberto, 193.
Coreglia (da) Michele, 845.
Coresi (famiglia) , 23, 146, 336, 466, 674, 688, 772, 815,
«
1095, 1357, 1491 , 1634.
Martino, da Corfu, 333.
Pantaleo, abitante a Pera, 878, 1957, 1491, 1500,
1552, 1554, 1556 .
Corezi v. Coresi .
Corezo (da) Correggio.
Corfu (da) Marino, profugo da Modone. 896.
1761 INDICE DEI NOMI 1762
Corsetto ( Corseto) Antonio, lettore di diritto canonico
nello studio di Padova, 1318.
Corfù ( da) Michali, balestriere della galea di Otranto,
810, 811 .
» (arcivescovo di) v. Giustiniani Pietro.
»
(bailo di) v. Moro Antonio, Lion Pietro .
(capitano dell' isola di) , 1339.
«
( consigliere a) v. Baseggio Andrea, Zorzi Nicolò.
» (provveditore a) v. Querini Luca fu Marco.
Corinto voivoda di) , 838.
Corio Gian Antonio, 249.
Cormons (cancelliere di), 1406.
» (oratori di) a Massimiliano, 1263.
Cornelio Marco v. Corner Marco.
Corner, famiglia, 1149.
» Piscopia ( famiglia), 477, 687.
"
"
«
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Andrea fu Marco, debitore del comune, 925.
Andrea, già della Giunta del Pregadi, 6.
Antonio, podestà e capitalo a Crema, 1207.
Catterina, regina di Cipro, 108, 593, 712, 1409.
Domenico fu Donato, castellano dello scoglio di
Napoli di Romania, 445, 602, 995, 1024, 1070,
1152.
Federico, 405, 632, 858, 928, 954.
Francesco di Giorgio, 86.
Francesco fu Giovanni, 29, 52, 61 , 143.
Gaspare, podesta di Cologna, 1250, 1333.
Giacomo fu Donato, 67, 1298, 1577.
Giovanni fu Antonio, già camerlengo di comune, 208, 1077.
Giovanni, provveditore sopra gli uffici del regno di Cipro, 629, 860, 1011 .
Giorgio ( cav. ), fu Marco, capitano a Verona, 8,
43, 73, 87, 97, 134, 231, 280, 297, 323, 325,
415, 429, 439, 453, 458, 482, 495, 506, 554,
634, 664, 673, 805, 858, 861, 929, 1215, 1580,
1611.
Marco di Giorgio, protonotario poi cardinale,
805, 858, 861 , 928, 929, 1114, 1238, 1251 ,
1482, 1494, 1495.
Marco, nonno del cardinale, 929.
Corso Biancone, capo di provvisionati a Monopoli, 777.
(Corsso) Pereto, contestabile al servizio di Lodovico il Moro, poi a quello di Giovanni Bentivoglio, 529, 673, 986.
Cortaci Antonio, capo di provvisionati, 920,
Corte(da) Ambrogio, milanese, 59, 331 , 385.
»
»
Bernardino, già castellano di Milano per Lo
dovico il Moro, 18, 32, 99.
Rinaldo, milanese, 234, 238.
Corteler Marchesino, da Venezia, padrone di una marciliana, 1347, 1398.
Cortese Bartolomeo, da Zante, 822.
Corvatia (di) fra' Antonio v. Croazia (da) fra' Antonio.
Corvino conte Angelo, 670.
»
Giovanni fu Mattia duca o carzego) , 258, 317,
357, 382, 490, 697, 785. 968, 1291, 1375, 1384,
1497, 1508 , 1531 , 1564, 1603, 1608, 1609,
1611 .
Mattia , re d' Ungheria, 162, 198, 734, 1055.
Cosal (da Francesco v. Casal ( da) Francesco.
Cosazza Giovanni ( carzego) , 365, 366, 490, 631 , 1365,
»
»
1377, 1455.
Pietro, duca di San Saba ( Erzegovina) , 365.
Vladislao ( Vlatico) , 191 .
Cosenza ( arcivescovo e cardinale di) v. Borgia Francesco.
Coslaco ( sig. di) Moisè Giorgio, capitano di Pordenone,
1610.
Cosma Dimitri ( Demetrio' , da Dulcigno, 704.
Cosole ( Cosule) v. Sterbaz Paolo
Costa Antonio, mercante a Napoli di Ronania, 487.
»
Giorgio, arcivescovo e cardinale di Lisbona, 270,
342, 418, 843, 1570.
Costantino, protoiero in Gallipoli , 1520.
Costanza (vescovo di ) v. Hohenlandenberg ( di) Ugo.
Costanzo (di) Tuccio (Tuzo) , capo di gente d'arme al
servizio della republica, 7.
Cotazi Demetrio ( Dimitri) , da Corfu, 1230.
Nicolò fu Antonio, già governatore a Monopoli, Cotigno Enrico v. Coutinho Enrico.
152, 162, 211 , 741.
Nicolò, eletto consigliere in Cipro, 909. »
» Pietro, monaco camaldolese, 790.
Marco dalla barba, di Candia, 51, 66.
Corno (mons. di) v. Duplessis de Corcou.
Corona Giovanni, 1431 .
Corone (da) Gioni, capo di stratioti, 1001 .
» (da) Michele, contestabile a Famagosta, 1119.
» (rettori di ) v. Venier Gabriele, Zorzi Fantino.
(vescovo di) , 928.
Corrado ( fra' ) , famigliare del principe di Melfi , 1543.
Correr Giacomo, capo di XL, 313.
فرد
>
Filippo, 36.
Lorenzo, 305.
Paolo di Marco, 225, 285, 536, 537, 545, 1117,
1251 , 1298.
¡ Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Cotignola (di ) Giorgio, capo degli stratioti al servizio di
Lodovico il Moro, poi castellano a Pesaro, 822, 927, 940, 978.
د
Giuliano, uno dei capi della compagnia
Colleoni, 836.
Cotrone (marchese di; v. Centiglies (col. 1753, lin . 38) .
(governatore di) , 1398.
«
Cotta Martino, 510.
Coutinho Enrico, oratore del re di Portogallo a Roma,
863.
Covertino ( conte di) v. Bernaudi ( di) Bernardino.
Covo (da) Antonello di Giacomo, di Soncino, 737.
» Giacomo, di Soncino, 737 .
Coxulev Sterbaz Paolo.
Cracovia(cardinale di) , fratello del re d' Ungheria e di
Polonia v. Federico Casimiro.
111
1763 INDICE DEI NOMI 1764
Crai Giacomo, cittadino di Veglia, 452.
Craina Giovanni, padron di fusta, 121.
Craina (conte di) Giorgio, 645, 1513.
Crano Lazzaro, capo di stratioti venuto a Udine, 835.
Crema (podestà e capitano di) v. Bon Girolamo.
Cremeson (mons. di) , 495.
Cremona ( castellano di) v. Battaglia Pietro Antonio.
»
»
a
»
(oratori di) a Venezia, 8, 29, 31 , 33, 42, 48,
49, 51, 55, 62, 63, 69, 75, 102, 638, e v. Affaitati Benedetto, Benzone Francesco, Doara (da) Nicolò, Ferrari (da) Pietro Martire,
Gallarate (da) Tomaso, Maino (dal) Daniele, Mainoldi Gabriele, Malombra Giambattista , Mariano Gianfrancesco, Persico Alfonso, Raimondo Eliseo, Sfondrati Lodovico,
Trecchi Giacomo.
Curazine v. Corazzine.
Curcense (cardinale) v. Pérault Raimondo.
Curzola ( da) Cristoforo, padron di caravella, 115.
» (da) Giacomo (curzolam), 1275, 1276.
» (conte a) v. Balbi Alvise.
» (vescovo di) v. Malombra Tomaso.
Cusano (da) Caxaro (9) Antonio, abitante a Brescia ,
»
«
mandato in Alemagna, 737.
Giovanni Antonio, milanese, 1436.
Girolamo, uno degli oratori di Milano al
re di Francia, 221, 555.
Cuxano v. Cusano.
Czchender pascià v. Iskender pascià.
«
D
(rettori di) , 102, 103, 107, 110, 133, 194, 199, Daca (Dacha), famiglia, 796.
212, 223, 234, 241, 242, 258, 274, 306, 344,
366, 368, 404, 405, 419, 512, 543, 547, 594,
603, 638, 649, 662, 675, 706, 711 , 760, 766,
787, 801 , 803, 813, 830, 910, 974, 1082,
1116, 1158, 1170, 1367, 1549, 1577, 1580,
e v. Barbo Paolo, Bollani Domenico, Foscarini Nicolò e Trevisan Domenico.
(vescovo di) v. Sforza Ascavio Maria.
»
»
Baldassare (Baldissera) , cittadino di Modone, 906.
Girolamo, cittadino di Modone, 603.
Michele, greco, contestabile a Famagosta, 1120.
Nicolò, oratore di Modone a Venezia, 574, 603,
661, 714, 739, 796, 800, 836, 866.
Dal BenGiampietro, cittadino veronese, 1330.
Dacia (Dania) v. Danimarca.
DadaGaspare, 1231.
(vicario del vescovo di) v. Rovere (della) Ga- Dalberg (di) Giovanni, vescovo di Worms, 565.
leotto.
Crestin Marco, bombardiere a Corfù, 1129, 1259.
Cresù (mons. di) , 1621 .
Creticho Zuam v. Camerino ( da) Giovanni.
Creticus v. Camerino (da) Giovanni.
Crispo, inviato a Roma da Federico re di Napoli, 939.
Cristiano Elia, 1630.
Cristofaletto, corriere, 1362.
Cristoforo, bombardiere, 1311 .
Dall' Aqua v. Acqua (dall') .
Dalmazia ( provveditore in) v. Diedo Giovanni fu Alvise.
Damasco (signore, soldano ossia governatore di ) , 37,
263, 282, 477, 674, 680, 687, 738, 776, 924, 942,
1031 , 1119, 1122, 1198, 1225, 1458, 1461 , 1527,
1571 , 1572.
»
Damiano (di) Giacomo, padrone di caravella, 1526.
famiglio di Giovanni Dolce, 241.
Damisela (damigella), presa da' francesi, 262.
Crivelli , famiglia, 234, 250, 261, 301, 322, 662, 682, Dandolo famiglia, 152, 547, 550, 640.
685. »
»
Alessandro, protonotario, 93, 234, 241 , 245,
609.
»
Antonio, ambasciatore di Milano a Massimiliano, 286, 322.
»
»
»
Antonio Maria di Bartolomeo, 248, 273.
Biagino (Biasin) , 529. »
»
»
Bartolomeo, 248, 273, 332, 423, 457, 523, 675.
Giacomo, fu capitano a Milano, 220, 221 .
»
Gian Gabriele, 609. »
»
Lucrezia, favorita di Lodovico il Moro, 511 .
Crivello v. Crivelli. »
Croazia ( di) fra' Antonio, 791 , 792, 881, 894, 1159.
Crovato frate Antonio v. Croazia (da) fra' Antonio. »
Crovi (di) Paolo, dimorante a Trento, 517. »
Cuci Giorgio, corfiotto, 1428.
Cucinis (di Mariano v. Cuoni (di).
Cumani (di) Giacomo, 1005.
Cuoni (di) Mariano, procuratore fiscale apostolico, 399,
617.
Cuorio Dionisio, 609.
»
»
Andrea fu Benedetto, già capo del Consiglio
dei Dieci, poi podestà e capitano a Treviso,
315, 330, 854, 891 , 1012.
Andrea, castellano a Pizzighettone, 512.
Bartolomeo fu Pietro, capo di Quaranta, 285,
389, 390.
Bartolomeo, sopracomito, 467, 483, 495, 509,
598, 640, 667, 696, 717, 726, 815, 1276,
1341 , 1392, 1399, 1446, 1643.
Daniele fu Girolamo, già giudice del forestiere, proposto pagatore in campo, 117.
Daniele, mercante in Alessandria d'Egitto,
1122, 1123, 1198, 1461, 1526.
Fantino, 71.
Gian Antonio fu Francesco, provveditore a Caravaggio. 105, 218, 221, 234, 238, 242, 294,
310, 384, 495, 510, 569, 651 , 652, 661, 754,
760, 907, 979, 1333, 1553.
Lorenzo, camerlengo di Cremona, e poi provveditore a Pizzighettone, 801, 1435. 1621.
Marco, 97, 308, 312, 313, 371, 411, 416, 183,
1765 INDICE DEI NOMI 1766
1455, 1497, 1506, 1507. 1508, 1512 , 1513,
1531 , 1604, 1605. 1608, 1614, 1615, 1621 .
Diedo, Giovanni Alvise, 1488.
Marietta, 785.
607, 654, 1041, 1136, 1170, 1174, 1206,
1533.
Dandolo Marino fu Pietro, 1402.
»
»
Nicolò, 112, 384, 411, 479, 895, 1012.
Pietro, primicerio di S. Marco in Venezia, 132, »
708,847.
»
Renier, 340.
»
Tomaso, di Candia, 45.
Danese v. Monte ( dal) Danese.
»
»
Danimarca ( re di ) v. Giovanni I.
Dansusane Guiraldo, signore di Cabriennes, oratore di
Francia a Venezia, 268, 269, 272, 278, 280, 283,
»
Vito, bailo e capitano a Durazzo, 65, 125, 138,
401, 467, 494, 524, 920, 926, 913, 969, 1018,
1076. 1148, 1197, 1268.
Vittore ( Vettore), 250, 254.
Giovanni, della famiglia cittadinesca Diedo, cancellier grande in Venezia, 553, 598, 628, 978,
1548.
Girolamo, figlio del cancellier grande, 57, 839.
286, 287, 294, 295, 296, 297, 303, 305, 307, 309, Diego (capitano portoghese, cavaliere di Rodi) v. Al311 , 312, 323.
Dardani (di ) Alvise, 253, 264, 268, 295, 1054, 1131 ,
1134, 1248.
Dasten Girolamo, capitano, 1328.
Datario ( il) v. Ferrari Giambattista.
Dati Lorenzo, orator di Lucca a Milano, 32.
D' Avalos Ferdinando Francesco, marchese di Pescara,
1309.
»
Inigo, suo fratello, marchese del Vasto, 427,
1309 .
Davidde re, 648.
Davit (David) Tomaso, 57.
»
meida (d' ) Diego.
» (maistro) , spagnuolo, 763, 1183.
Difnico Giacomo, vescovo di Nona, 914, 1293, 1362.
Digne Guglielmo, inglese, 687.
Dimitrachii , ammiraglio, 1277.
Dimitri , dragomanno de' florentini, 1601 .
»
»
scrivano della camera di Corone, 1391.
greco, 1589.
Diocleziano imperatore, 1604.
Diodar (diwitdar) grande (d' Egitto) , 673, 738. 739,
923, 942, 1031 , 1458, 1461 , 1527, 1571 , 1572.
Diomio, soldato del Valentino, 1465.
Zaccaria, secretario del Consiglio dei Dieci (?), Dionisio, milanese, 1126.
1052.
Dedin Antonio, cittadino di Rimini, 567, 634.
cognato di esso, da Cesena, 567.
Dedo v. Diedo.
Degium (del) Battista, capitano, 822.
Degiun (bailo del) v. Bessey (de) Antonio.
Delifia Agostino, contestabile a Lepanto, 12 .
Demechmel beg (Demech Melbego) , signore dell'Erzegovina ( patron del paese di Carzego) , 1377.
Demetrio, lettore a Milano, v. Calcondila.
(Calcondila?) , 91 .
«
Depar Mondino, mercante bergamasco, 1374 .
De Re Andrea, comito della galea da Mosto, 950, 1399,
»
1520, 1521 , 1613.
Bartolomeo, padron di fusta, 121 .
Dezametricis Lodovico, dottore in ambe le leggi, vicentino, 655.
Dgianbalath, soldano d'Egitto, succeduto a Kansou,
68, 296, 673, 674, 738, 739, 923, 924, 942, 1030,
1031, 1122, 1123, 1198, 1199, 1225, 1246, 1461,
1523, 1526, 1527, 1571, 1572.
Diarsi Alvise v. Ars (d' ) Luigi.
Diedo, famiglia, 785.
»
*
»
Angelo, 65.
Antonio, capitano delle galere del traffico, 40,
132, 138, 140, 161, 168, 184, 330, 681, 1495
Francesco fu Baldassare, della Quarantia crimiminale, 170, 202, 345.
Francesco, provveditore sopra le legne, 1158.
Giovanni fu Alvise, provveditore in Dalmazia,
269, 272, 1379, 1380, 1388, 1403, 1410, 1431,
Doara (da Dovara) Nicold, oratore cremonese a Venezia, 33.
Docea (di Doccia) Annibale, condottiere al servizio della
republica, 335.
Dolce Giovanni, secretario veneto a Milano, 18, 60, 85,
93, 98, 99, 100, 101 , 111, 132, 232, 234, 241 ,
315.
«
Nicolò , vescovo di Limisso (Limasol) , 405, 416,
422, 699, 1016, 1118, 1254, 1284, 1300, 1301 ,
1356, 1492.
Dolfin, famiglia, 498.
» Alvise fu Marco. 589.
»
»
«
»
«
»
Alvise fu Delfino, 328, 329, 339, 660, 813, 1545,
1572, 1573, 1578, 1580, 1585, 1633, 1642.
Benedetto fu Daniele, 295, 349, 1629.
Bernardino fu Girolamo, 46, 975.
Domenico fu Delfino, capitano del golfo, 104,
107, 109, 135, 159, 210, 402, 423, 429, 461 ,
468, 531 , 544, 595, 603, 638, 641 , 642, 679,
731 , 732, 763, 768, 777, 794, 812, 875, 876,
877, 891, 919, 926, 943, 944, 998, 1000, 1001 ,
1018, 1021 , 1027, 1038, 1039, 1040, 1075,
1076, 1096 , 1099, 1101 , 1145, 1147, 1148,
1153, 1196, 1197, 1218, 1257, 1263, 1264,
1292, 1304, 1330, 1346, 1383, 1399, 1400,
1421 , 1436 , 1459, 1460, 1488, 1503, 1545,
1546, 1559, 1564, 1572, 1582, 1585, 1602,
1617, 1633, 1642.
ammiraglio di esso, 642.
Francesco il grande, fu Giovanni, 1630.
Giacomo fu Andrea, 646.
1767 INDICE DEI NOMI 1768
Donato Marco fu Bernardo, 780, 1012.
Dolfin , Giovanni di Nicolò, 142.
»
"
»
»
Giovanni Alvise, 235.
Marino fu Delfino, 283, 342, 816, 1276, 1340,
1572, 1643.
Nicolò fu Marco, già di Pregadi, 1493.
Nicolò, sindaco intra culfum, 39, 74, 100, 412,
466, 630, 660, 701, 742, 801, 813, 814, 1180,
1181, 1489.
Pietro fu Fantino, 545.
»
Pietro fu Giorgio, 15, 127, 209.
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»
Pietro del fu Vittore, generale dei monaci Camaldolesi , 790.
Sebastiano, conte a Nona, 1527, 1528.
Vittore, capo della Quarantia criminale, 389,
390, 571 , 646, 653.
Vittore, podestà a Cervia, 866.867, 914, 1263,
1368, 1434, 1435, 1440, 1441, 1464, 1505,
1530, 1532, 1533, 1540, 1558, 1570, 1577,
1588.
Zaccaria fu Andrea, 21, 64, 66, 93, 121, 206,
214, 253, 365, 389, 399, 406, 439, 495, 506,
523, 595, 867, 870, 892, 971, 1012, 1016, 1131 ,
1253, 1465.
Dolze v. Dolce.
Domenico, mandato a Venezia da Gaspare Gulfi oratore
pontificio in Polonia, 1163
"
(di) Paolo, patron di nave, 613.
Domosli (zalabi di), 128.
Donato Agostino di Girolamo, 459, 462.
»
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2
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Andrea fu Francesco, 316.
Antonio, 702, 770.
Bernardo, 340, 552, 654.
Francesco fu Alvise, 120, 416, 484, 849, 855,
860, 908, 1083, 1132, 1157, 1236, 1283, 1288,
1294.1321, 1324, 1325.1492, 1551, 1610, 1630
Giacomo, il grande, fu Carlo, da S. Polo, 544,
545, 705.
Gian Domenico, podestà di Caorle , 569.
Giovanni, 78.87, 106, 136, 178. 313.
Girolamo fu Nicolò, 268.
Girolamo, visdomino di Ferrara, e oratore al re
dei romani, 18, 57, 85, 103, 116, 186, 193,
218, 221 , 222, 228, 235, 249, 255, 260, 261 ,
278, 292, 301 , 302, 310, 314, 331, 339, 341 ,
344, 353, 369, 376, 391 396, 410, 422, 430.
423. 459, 460, 462, 465, 474, 482. 485. 496,
507, 530, 533. 5/3, 555. 556, 565, 575, 586,
592 609. 627. 615, 662, 670.683, 684, 707,
764, 792, 800, 807, 62,880, 908, 910.913,
930, 967, 1001, 1005. 1019. 1040, 1067, 1077,
1078, 1087, 1098, 1099, 1117, 1134, 1156,
1172, 1231, 1250, 1265, 1293, 1295, 1305,
1315, 1319, 1336, 1374, 1381 , 1389, 1401 ,
1410, 1412, 1448, 1449, 1464, 1468, 1477,
1480, 1482, 1484, 1491, 1493, 1498, 1499,
1516, 1519, 1535, 1570, 1574, 1581 , 1589,
1590, 1591. 1598 1609, 1616, 1626.
» Matteo, 411 .
»
Nicolò fu Luca, 206, 284, 372.
»
»
»
Pietro fu Andrea, già auditor nuovo, 1630.
Pietro fu Tolomeo, 322.
Pietro, rettore di Skiathi Scopelo, 493, 494,
1317
Pietro, 653.
Tomaso fu Nicolò, già capo della Quarantia,
poi esattore ai governatori, 118, 130, 854,
1136.
Tomaso, patriarca di Venezia, 175, 244, 404,
618, 628, 631 , 632, 1037, 1094, 1146, 1167,
1175, 1189, 1254, 1498, 1549.
vicario di esso, 1498.
Vittore fu Francesco, 536.
Girolamo, di famiglia cittadina, secretario e notaio di G. B. Bonzi , provveditore per le camere, 1001 , 1162.
Dorathea (madonna) v. Corbavia (contessa di) Dorotea.
Doria Giovanni, genovese, 38, 369.
Dorso Giovanni, cittadino di Capo d' Istria, 917.
Dottori (di) Gian Francesco, padovano, lettore di diritto
civile nello studio di Padova, 656.
Doza v. Docea.
Draganello Giovanni (Zaneto), patron della nave di Valerio Marcello, 689, 690, 691, 696, 703, 704, 714,
716, 733.
Drassevich conte Xarco, stipendiato di Venezia a Sebenico, 252, 271 , 278, 297, 312, 323, 384, 459, 464,
531 , 539, 591, 639, 645, 715, 777, 778, 781 , 785,
807, 977, 1051, 1076, 1162, 1207, 1240, 1303, 1314,
1315, 1326, 1368, 1386, 1403, 1431 , 1446, 1531 ,
1604, 1605, 1615, 1633.
Drevizio ( reverendo domino), supremo secretario di Polonia, 1622.
Drusa madonna) v. Gazzella Trussia.
Duca, capitano del re d' Ungheria v. Tarpavalo.
Ducagini Stefano, 294, 454, 787, 1403, 1404, 1459,
1460, 1608, 1612, 1637.
Duchagin (duca o spam, spano) v. Ducagini Stefano.
Dugnano (da) Francesco, milanese, 391, 392.
Dugolin Alvise, 1495.
Duma Giovanni (Zan) , 1057.
Duodo Cristoforo, provveditore a Peschiera, 546.
«
»
»
»
«
Francesco fu Leonardo, della Quarantia criminale , 537, 544, 545, 654, 706, 1298, 1553.
Francesco, venuto per la mostra degli stratioti ,
1463.
Giovanni di Pietro fu Nicolò, sopracomito della
galea Dolfina, 330, 1577, 1578, 1601 .
Girolamo fu Pietro. 1297, 1368.
Girolamo, già all arsenale, eletto sopra le vendite, 287, 479, 1436.
Pietro fu Luca, gia savio di terra ferma, 164,
169, 316, 411, 415, 429. 439, 454, 464, 467,
573, 576, 580, 619, 629, 746. 759, 793. 895,
1769 INDICE DEI NOMI 1770
1007, 1012. 1016, 1034, 1035. 1053, 1067.
1081 , 1083 , 1156, 1210, 1212, 1230, 1252,
1253, 1267, 1286, 1817, 1320, 1324, 1325,
1332, 1368 , 1406, 1436, 1629.
Duodo Pietro, già avogadore di comune, eletto savio a
tansar, di rispetto, 112, 372.
»
»
»
Pietro, provveditore alla sanità, 511, 1528.
Tomaso fu Alessandro, già capitano delle navi
armate, poi patron all'arsenale, 209, 1077,
1602, 1617.
Francesco, cittadino, ragionato, 642.
Tomaso, cittadino. padrone di nave, 396, 445,
722, 815, 1276, 1340.
Duplessis de Corcou, maestro della casa del re di Francia, spedito a Bologna, 575, 592, 1006.
Durazzo (bailo di) , 877.
ע
(bailo e capitano a) v. Diedo Vito, Querini Vinciguerra.
E
Egeocastro (sangiacco di), 1638.
Egidio ( maestro), vicario dei frati minori, 50, 101.
Egitanense (vescovo) v. Vaz Gaviao Pietro.
Egitto ( soldano d' ) v. Abusaid Kansou.
»
(soldaneto d' ) , 923, 924.
Egmont ( d' ) Carlo, duca di Gueldria ( Geler) , 400, 457.
Elacher Giorgio, commissario di Massimiliano in Gorizia, 263, 271 , 349, 1214, 1263, 1301, 1407, 1463.
Elena (santa) , 1317.
Elna ( vescovo di) v. Loris (de) Francesco.
Elx Spachioglioni ? , messo del Turco all'isola di Scio,
828.
Emanuele v. Portogallo (re di ).
Embraim v. Ibraim.
Emo Alvise. capitano di Vicenza, 652, 701, 1220, 1233,
»
»
«
»
1463.
Benedetto fu Bertuccio, 537, 544. 979.
Gabriele fu Giovanni, 1630.
Giorgio fu Giovanni , 92, 99, 104, 123, 164, 179,
192, 195, 197, 251 , 267, 268, 303, 307, 311 ,
358, 367, 411 , 412, 415, 416, 439, 550, 561 ,
734, 759, 793, 837, 853, 854, 914, 1173, 1180,
1268, 1269.
Giovanni, 734..
Leonardo fu Giovanni, 118.
Enrichi v . Erichi .
Enrico (domino), ambasciatore di Massimiliano in Francia, 714, 784.
Enrigi v. Erichi.
Entragues ( Roberto di Balzac d' ) , 29.
Erichi , corsaro turco, 128, 366, 1523, 1589.
Erizzo Andrea, 552.
»
Gian Battista fu Antonio, 1577.
Esarco di Centurino (Centurion, Saturion, di San TuEspinay (d' ) Andrea. arcivescovo di Lione e cardinale,
844, 1202.
Este (d' ) Alfonso primogenito di Ercole, 32, 193, 231 ,
261 , 293, 311 , 314, 332, 430, 474, 565, 788,
796, 800, 801 , 823, 1078 , 1130, 1295, 1449,
1464.
»
»
»
»
Elisabetta, figlia di Ercole I, moglie del marchese di Mantova v. Gonzaga Elisabetta.
Ercole, duca di Ferrara, 10, 12, 18, 24, 25, 32,
44, 46, 56, 60, 62, 66, 85, 87, 90, 103, 109,
116, 132, 143, 144, 147, 155, 186, 187, 193,
196, 199, 204, 218, 221, 223, 235, 243, 246,
249, 252, 255, 256, 257, 259, 261, 275, 278,
279, 286 , 292, 293, 296, 301, 302, 310, 311 ,
332, 335, 338, 339, 341, 346, 352, 353, 364,
376, 396, 410, 430, 459, 465, 474, 482, 496,
507, 513, 530, 533, 543, 556, 563, 565, 566,
575, 586 , 590, 592, 603, 607, 609, 627, 645,
662, 707, 734, 740, 750, 757, 764, 784, 788,
792, 783, 799, 800, 801, 807, 823, 829, 862,
872, 881, 908, 910, 911, 913, 930, 9:32, 941 ,
944, 960, 974, 1002, 1006, 1008, 1019,
1029, 1040, 1041 , 1056, 1064, 1078, 1099,
1117, 1134, 1167, 1181 , 1202, 1219, 1231 ,
1248, 1278, 1293, 1295, 1297, 1302, 1305,
1317, 1319, 1336, 1372, 1374, 1401, 1449,
1470, 1478, 1488, 1499, 1516, 1520, 1539,
1567, 1580, 1591 , 1592, 1632, 1633.
-
Suoi oratori :
a Firenze v . Manfredi (di ) Manfredo.
in Francia, 932, 1204, 1451 e v. Valla
Giovanni e Tosabecco Benedetto.
aMassimiliano, 511 , 1002, 1078 e v. Constabili ( di) Bartolomeo.
aMilano v. Bianco Nicolo e Pontremoli
(da) Gian Luca.
a Roma, 1471 .
al Turco, 143.
a Venezia, 46, 72, 96, 133, 204, 214,
239, 254, 260, 278, 353, 368, 404, 419,
430, 558, 563, 607, 632, 645, 647, 648,
757, 784, 872, 1006, 1077, 1215, 1227,
1244, 1269, 1278, 1317, 1368, 1476, 1539,
1591 e v. Pigna ( dalla) Gian Alberto.
Ferdinando ( Ferando, Ferrante), secondogenito di Ercole, 32, 800, 1247, 1401, 1433,
1488.
Ippolito, figlio d'Ercole, cardinale e arcivescovo di Milano, 44, 132, 511 , 842, 843, 862,
930, 1002, 1287, 1292, 1302, 1307, 1817,
1319, 1336, 1449.
Nicolò Maria, vescovo di Adria (Are), nipote
di Ercole duca di Ferrara, 261 , 368.
Sigismondo, fratello di Ercole, 471, 563, 577,
588, 1464, 1632.
rini ) Giovanni, oratore di Rodi al Turco, 448, 456, Ezzelino da Romano, 1265.
460, 461 , 549, 530, 559. 560.
1771 INDICE DEI NOMI 1772
Fabiani (di) Fabiano, 61 .
F
Fabri (di) Antonio, governator delle fanterie a Modone,
282, 295, 309, 332, 338, 341, 412, 445, 502, 602,
637, 732, 832, 1428.
Faenza (castellano di), 879 e v. Castagnin Nicolò.
Antonio, nipote di esso, 978, 1045.
»
«
(signore di) v. Manfredi Astorre.
(da) Venerio (Vener) , avvocato in Venezia, 29,
74, 77, 145, 471, 1265, 1569, 1574.
Felician Francesco, patron di nave, 115, 440, 561 , 722,
815, 1341 , 1344. 1613.
Feltre (castellano di), 633.
» (oratore di) a Venezia, 404, 1572.
(podestà e capitano) v. Barbaro Matteo, Morosini
Antonio.
» (rettori di) , 633.
»
(vescovo di) v. Trevisan Andrea.
Felz Leonardo, capitano generale in Tirolo, 672.
Feo Giacomo, favorito di Catterina Riario-Sforza, 56.
Feragù , soldato, 1263.
Fait pascià, 10, 11, 12, 14, 55, 118. 125, 162, 177, 179, Feraguso Antonio, bombardiere a Spalato, 1608.
183, 304, 490, 519, 520, 1418.
Falaza Matteo, soramasser di Giacomo Venier, 650.
Falcon Girolamo, già sopra gli ori in zecca, passato in
Russia, 822.
Ferandino (re) v. Ferdinando II d'Aragona, figlio di
Alfonso II .
Ferando v. Aragona (d') Ferdinando duca di Calabria.
(don) v. Este (d' ) Ferdinando.
»
»
proprietario di una villa vicina a Roma, 1008.
Falier, famiglia, 1265.
Ferero (mons. ) vescovo de Ixernia (?) , rectius v. Olivieri
Giovanni.
»
Ferisbego ( Feris beg), sangiacco di Scutari, 181 , 184 ,
»
»
«
«
»
»
»
Bartolomeo fu Luca, 373, 599, 606, 616, 816, Ferigo v. Federico.
1276, 1341 , 1416, 1577, 1585, 1641.
Bertuccio di Francesco, 316.
Francesco, 1357, 1442, 1638.
Girolamo, 313.
Marco, 1117.
Marino ſu Luca, 1299, 1577.
Pietro, consigliere in Candia, 600, 679, 696, 776,
920, 921.
Pietro, vicecapo del Consiglio dei Dieci, 1323.
Cristoforo, cittadino di Modone, 905.
Famagosta (consiglieri in) v. Moro Pietro, Pisani Nicolò .
»
»
(luogotenente in) v. Pasqualigo Cosma.
(vescovo di) v. Cippico Coriolano.
Fano (da) Alfonso, contestabile nel castello del Zante,
717, 770, 812, 1260, 1346, 1500.
Fanterie (capitano delle) v. Caracciolo Giovanni Battista.
Fantuzzi, scolaro, 686.
Farina Giovanni, sopracomito, 396.
Farion Angelo, 1127.
Farnese Alessandro, cardinale, 843.
«
Giulia, 277, 843.
Fasuol ( Fazuol) Francesco, 911 .
»
185, 189, 193, 279, 280, 377, 458, 531,878, 918, 934,
969, 1057, 1075, 1077, 1145, 1186. 1187, 1239, 1243,
1245, 1304, 1378, 1379, 1383,1403, 1421 , 1456, 1458,
1459, 1460, 1504, 1555, 1556.
Fermian v. Firmian.
Ferrante v. Este (d' ) Ferdinando
Ferrara (da) Andrea, partigiano di Lodovico il Moro,
«
»
»
»
»
impiccato a Milano, 317.
(cancelliere del visdomino di), 1567.
(cardinal di) v. Este ( d' ) Ippolito.
(duca di ) v. Este (d' ) Ercole.
(vescovo di) v. BorgiaGiovanni.
(vicedomino di) v. Donato Girolamo.
Ferrari Giambattista, datario, vescovo di Modena, e poi
cardinale, 309, 350, 426, 515, 532, 552, 596,
610, 660, 703, 844, 847, 857,939, 1098, 1114,
1115, 1116, 1135, 1136, 1166, 1208, 1251,
1257, 1268, 1300, 1356, 1370, 1412, 1514,
1517, 1549, 1599, 1631 .
» (de) Pietro Martire, oratore cremonese a Venezia, 33.
Giovanni, esattore del dazio della macina a Pa- Ferrariis (de) v. Ferraro.
dova, 66, 1037.
Favo (di ) Andrea, 1333.
Fedele Cassandra, 1091 .
Federicis (di) Girardo, di Valcamonica, 1463.
»
Pasquale, ucciso dai turchi presso Zara,
538, 619, 646.
Pietro di Valcamonica, 1040, 1413, 1470.
Federico Casimiro, cardinale di Cracovia, fratello dei
»
«
re d' Ungheria e di Polonia, 548, 842, 844,
1623.
(di) Dimitri (Demetrio), 1501 .
(conte), oratore di Massimiliano alla dieta svizzera, 524.
Felchirich (von Feldkirch?), oratore delle terre franche alla dieta svizzera , 524.
Ferraro Galeazzo, 234, 245, 385.
Ferre v . Ferraro.
Ferreri Giovanni, vescovo di Melfi e poi arcivescovo di
Arles, oratore del papa in Francia, 186, 198,
295, 298, 343, 355, 386, 525, 541, 644, 699,
804, 830, 844, 871, 889, 892, 1138, 1204,
1255, 1338, 1372, 1428, 1429, 1430, 1464,
1486, 1619, 1634.
»
»
Giovanni Stefano, vescovo di Vercelli , 379.
Sebastiano, tesoriere del duca di Savoja, padre
di Giovanni Stefano, 379.
Ferro Andrea, podestà a Pinguente, 546, 582.
» Giovanni, 1118, 1251 .
» Michele, sopracomito, 1621 .
Nicolò fu Nicolo , 544.
INDICE DEI NOMI 1774 1773
Ferro Simeone, castellano di Monfalcone, 208.
Simeone, sopracomito, 487, 497, 602.
*
Fessa ( re di ) v. Fez (re di) .
Festimbergi v. Fürstemberg Filiberto.
Feuillette ( ?) (mons. de la), 495.
Fez ( Feze) re di), 1385, 1596.
Florido v . Florian .
Fiesco ( dal) Giovanni Alvise, regio governatore di Genova, 196, 200, 252, 857.
Filiberto II il bello, duca di Savoja. 25, 53, 342, 515,
»
932. 1114, 1355, 1393, 1519.
Suoi oratori :
a Roma, 342, 1114, 1256, 1564.
in Francia, 451, 932.
oratore di Massimiliano a Roma v. Fürstemberg (conte di) Filiberto.
Filippo l' ingenuo, conte palatino, 199, 325, 376, 277,
400, 424, 456, 1082, 1337, 1386, 1453, 1505.
terzogenito di Filippo l' ingenuo, marito d' Elisabetta figlia di Giorgio di Baviera, duca di
Landshut, 199,
»
procuratore del re d'Ungheria a Roma, 702, 958.
Filletti ( casa), 161 .
Filo ( podestà di) , 592.
Filossenio Marcello, 34.
Fina, figlia di Nicolò Rangoni, moglie di Ugo e matrigna di Almerigo Sanseverino v. Sanseverino ( di )
Fina.
Fineuse Bartolammeo da Bergamo, lettore di diritto
nello studio di Padova, 656.
Fioravante Rainieri , pievano in San Michele Arcangelo
di Venezia, 72, 476, 594 .
Fiorenza ( da) Gabriele , uno degli oratori milanesi al re
di Francia, 555.
Fioriam v. Florian.
Firenze Suoi oratori :
»
a Ferrara, 880.
in Francia, 699, 805, 830, 1203, 12:38, 1247,
1429, 1519 e v. Tosinghi Pier Francesco e Lenzi
Leonardi.
in Germania, 987.
a Milano v. Soderini Pietro.
a Roma v. Soderini Francesco.
al Turco, 1557.
a Venezia v. Ridolfi Giovanni Battista e Vespucci Guidantonio.
(console di, in Lione, 1481.
Firmian Bartolomeo, 1214.
»
Nicolò, 564.
Fissiraga ( da) Ottaviano. da Lodi, 262.
» » Ranolfo, da Lodi, 262.
Fiume (capitano di) , 675.
Flisco (del) v. Fiesco (dal).
Florian Francesco, dottore, da Montagnana, mandato
da Paolo Cappello al Gran capitano, 593, 634, 635,
664, 709, 710, 781, 782, 794, 863, 885, 886, 910.
962, 963, 968, 972, 975, 1021, 1011 , 1053. 1101,
1103, 1396, 1398 : , 1427. 1143, 1483, 1547.
Focher v . Fugger.
Fodri ( di) Gian Battista, cittadino cremonese, 637.
Foix ( di) Anna, figlia di Giovanni II conte di Candale,
»
»
844.
Giovanni, conte d'Étampes, visconte di Narbona, marito di Maria d'Orleans, sorella di
Luigi XII, 409, 1084.
Giovanni II , conte di Candale. 841.
Pietro, cardinale, 880.
Fojano (di ) marchese Lodovico, eletto governatore di
Parma da Lodovico il Moro, 212.
Fojeta ( Foglietta ?) Giovanni, di Arbe, avvocato, 398.
(mons. di la) v. Feuillette (mons. de la) .
Folcher v. Függer.
د
Fondulo ( Fondu) pre' Francesco, rettore interinale dell'abazia di Cerreto, 820.
Fontana Francesco, già commissario a Parma per Lodovico il Moro, 212, 235, 314, 386.
»
»
Gian Francesco, scrivano all'officio delle biade, 629.
Onofrio, lettore di filosofia e medicina nello
studio di Padova, 654, 1265.
Fontanella Giacomo, medico, 682.
Fontanesi ( famiglia), 158, 199, 200.
Forli (da) Meleagro v. Zampeschi.
»
»
»
( da) Pietro Antonio, famigliare del Valentino, 572,
1302.
(governatore di) , 1441 .
(madonna di) v. Riario Sforza Catterina.
Formentini (di Formentinis) Nicolò, di Cividale, 1435.
Fornari ( di) Teodoro (Todaro) , sopracomito della galera di Brindisi, 340, 616, 721 , 817, 900, 1553.
Fornaro Gian Simone, 1332.
» Teodoro v. Fornari (di) Teodoro.
Forte Giovanni, capo di squadra di Bartolammeo d' Al-
»
viano, 907.
Leone ( Liom) , procuratore milanese, prigioniero
in Bergamo, 249, 609.
Fortebraccio ( Fortebrazo) da Montone conte Bernardi-
»
no, condottiere, 107, 109, 111, 134; 456,
463, 1317, 1331 .
daMontone conte Carlo, 859.-
Fosborg (Frundsberg? Fürstemberg?) ( conte) , 528.
Foscari Domenico fu Alvise fu Marco, 1630.
»
»
Francesco fu Filippo, savio a terra ferma, 60,
71 , 530, 536, 551, 783, 784, 860, 866, 908,
918, 919, 926, 985, 1016, 1034, 1067, 1079,
1081 , 1089, 1090, 1097, 1123, 1157, 1176,
1205, 1206, 1213, 1230, 1236, 1253, 1264,
1289. 1295, 1324, 1368, 1409, 1427, 1465,
1491 , 1493, 1530, 1531 , 1629.
Francesco, cassiere del Collegio, 1448, 1478.
Francesco , cavaliere , oratore di Venezia in
Francia, 106, 112, 159, 307, 312, 367, 371 ,
411, 416, 482. 483, 485, 508, 626, 712.757.
758, 763, 823, 830, 889, 892. 933. 1009,
1775 INDICE DEI NOMI 1776
1037, 1038, 1061, 1094, 1124, 1125, 1138, | Franceschi ( di) Bernardo di Corone, 901, 1391, 1415.
1139, 1201, 1202, 1203, 1204, 1237, 1238,
» »
1244, 1252, 1254, 1255, 1285, 1286, 1296,
Leonardo di Corone, 901, 1391, 1415,
1501 , 1582, 1586.
1297, 1321 , 1326, 1327, 1337, 1338, 1372,
«
»
1373, 1386, 1428, 1429, 1436, 1450, 1451,
Paolo, contestabile nel castello di Ravenna, 714.
1483, 1486, 1514, 1534, 1535, 1569, 1570,
» >> Pietro, di Corone, 1391 .
1575, 1618, 1619, 1633, 1634, 1635. » » Sebastiano, 1394.
Foscari Francesco, doge di Venezia, 251, 1132.
» Giacomo fu Urbano, 334.
» Giovanni ( Zuam) , 15, 822
Fracanzani Antonio, lettore di filosofia naturale nello
Studio di Padova, 655.
Francesco, cancelliere di Giovanni Bentivoglio, 577, 683.
«
Girolamo fu Urbano, 1432, 1630.
»
» Marco fu Giovanni, 73, 84, 137, 169, 1432, 1629.
»
» Michele, 1077 , 1127, 1146, 1368, 1394.
»
cavaliere del capitano di Padova, 495.
fonditore d' artiglieria in Venezia, 414.
frate dell'osservanza, 642, 1496.
> Vettore fu Alvise, 1630.
»
» Dardi , 313, 388, 389.
*
Foscarini Andrea di Bernardo (da S. Polo), 10.
»
»
»
Francesco, da San Polo, savio del Consiglio,
20, 63, 191 , 192, 201, 479, 783, 853, 854,
891 , 895, 1081, 1182, 1236, 1253, 1284,
1314, 1321 , 1409, 1532, 1629.
Francesco, sopracomito di galea, 80.
Gian Arsenio (Zuan Arseni) , 746.
Giovanni fu Nicolò, 1517, 1602, 1618.
Giovanni Battista, 192.
prete in S. Giovanni Decollato di Venezia,
1092, 1175, 1189, 1207.
Antonio, della compagnia del conte di Misocco, 1333. Francfort (di) Federico, bombardiere a Napoli di Romania , 997, 1152.
Franchfordia v. Francfort.
Francia ( reali di) .
»
" Girolamo fu Alvise, 411 .
» Lorenzo, 1361 .
» Marco Antonio, vescovo di Cittanuova, 1168.
»
» Nicolò, capitano a Cremona, 8, 18, 20, 22,
»
»
»
100, 109, 188, 206, 221, 342, 357, 462,
1041, 1043, 1046, 1186.
Nicold, capitano a Padova, 300, 1091 , 1269.
Pasquale fu Bartolomeo, 554, 1264.
Sebastiano di Nicolò , 380, 499, 605, 616, 641 .
Vittore fu Alvise, 411, 1252, 1437. Fosco Francesco, gia lettore d'Istituzioni nello Studio
di Padova, 656.
Foscolo Agostino, 16.
«
ע
Andrea fu Girolamo, 80, 182, 337, 362, 445,
584, 605, 615, 816, 1020, 1025, 1142, 1148,
1275, 1276, 1341 , 1390, 1501, 1524, 1582,
1584, 1602, 1617. 1641.
Marco , 78, 87, 125, 136, 178, 274, 313, 359, 561 ,
1267.
»
»
Anna di Bretagna, regina, 39, 51, 269, 296,
386, 495, 515, 516, 542, 575, 575, 598, 643,
644, 701 , 766, 805, 933, 1111, 1139, 1202,
1237, 1286, 1297, 1337, 1429, 1451 , 1486,
1518, 1569, 1620.
Anna, sorella di Carlo VIII, v Beaujeu (di)
Anna.
Carlo VIII , re, 12, 38, 511, 570, 577, 647, 805,
1309, 1472.
Claudia, figlia del re Luigi XII, 1431 , 1438,
1548, 1570.
Luigi XII, re, 8, 10, 11 , 12, 13, 18, 20, 21,
23, 24, 25, 26, 28, 29, 31 , 32, 36, 37, 38,
39, 41 , 43, 44, 45, 48. 50, 51, 53, 54, 55,
»
sua figlia, sposa di Vincenzo Valier, 125.
Pietro, provveditore a Riva, 144, 284, 454, 468,
479, 505, 540, 568, 582, 586, 627, 650, 682,
1074, 1151, 1209. Fossa ( dalla) Francesco, cittadino cremonese, 109, 403.
Foys v. Foix.
» (cardinale di) v. Foix (di) Pietro.
Franceschi ( di) Andrea, secretario degli oratori in Ungheria, 1001 , 1179, 1453.
Paolo, secretario del Consiglio dei Dieci, 264.
» » famiglia, di Corone, 1414, 1415, 1419,
1420.
Andreadi Corone. 337.
56, 58, 62. 63, 72, 75, 99, 102, 107, 108,
109, 112, 116, 117, 120, 123, 124, 130, 132,
133, 135, 139, 140, 149, 153, 155, 157, 158,
159, 162, 163, 164. 166, 167, 168, 177, 186,
187, 192, 196, 200, 201 , 203, 204, 207, 219,
220. 222, 225 , 227, 228. 229. 231, 233, 235,
237, 238, 240, 241 , 242, 246, 250, 252, 254,
255, 256, 257, 259, 260, 261, 262, 264, 265,
266, 267, 269, 270, 271 , 273, 274, 277, 278,
280, 284, 287, 289, 290, 293, 295, 296, 297,
298, 299, 300, 301 , 302, 303, 304, 305, 306,
307, 308 , 309 , 310, 311 , 312, 313, 314, 317,
318, 321 , 322, 324, 325, 326, 327, 331 , 337,
338, 339, 341 , 342, 343, 346, 347, 348, 349,
350, 351 , 352, 353, 354, 355, 356, 361 , 364,
367. 368, 369, 370, 374, 377, 378, 379, 381 ,
383, 385, 386, 387, 396, 400, 403, 404, 408,
409, 410, 422, 423, 435, 437, 448, 451, 452,
459, 465, 466 , 471, 472, 473, 474, 476, 480,
483, 484, 494, 495, 506, 507, 508, 510, 512,
515, 516, 517 , 520, 530, 532, 533, 541, 542,
547. 549, 550, 552, 553, 555, 556, 558, 559,
1777 INDICE DEI NOMI 1778
560, 563, 564, 565, 567, 568, 569, 570, 571 ,
575, 576, 577, 578, 582, 586, 587, 592, 593,
594, 595, 597, 598, 603, 607, 608, 609, 626,
627, 630, 633, 635, 636, 637, 639, 643, 644,
645, 646, 647, 648, 651, 654, 657, 658, 659,
661, 662, 664, 665, 666, 671 , 675, 676, 677,
678, 683, 698, 699, 701 , 707, 708, 711 , 712,
713, 714, 733, 734, 737, 739, 740, 742, 743,
744, 751 , 755, 761, 765, 766,781, 784, 788,
796, 801, 802, 804, 805, 806, 807, 821 , 822,
823, 828, 829, 830, 831, 835, 837, 841, 843,
844, 845, 847, 851, 856, 857, 861, 864, 866,
869, 870, 871 , 872, 880, 882, 885, 889, 890,
892, 893, 906, 909, 910, 911 , 912, 913, 914,
932, 933, 939, 940, 941, 942, 953, 954, 955,
leneuve (de) Luigi eGrammont (de) Ruggero.
a Siena, 332, 344.
in Spagna, 1249, 1182.
in Svizzera v. Salazar (di) Tristano.
-al Turco, 337, 373, 374, 448, 456, 460,
461 , 489, 526, 547, 549, 558, 559, 560,
563, 569, 570, 571 , 574, 577, 635, 637,
644, 647, 766.
-
in Ungheria, 63, 454, 990 e v. Marigny
(sig. di) e Toutain de la Mazurie.
a Venezia v. Beaucaire (mons. di), Clermont (di) Giacomo, MainierAccursio e Dansusane Guiraldo.
suo luogotenente in Lione, 1481 .
957, 960, 967, 977, 979, 983, 985, 986, 987, Francia ( reali di) .
1002, 1006, 1008, 1009, 1011 , 1016, 1021 ,
»
1028, 1037, 1338, 1045, 1048, 1050, 1051 ,
1054, 1056, 1062, 1063, 1064, 1077, 1079,
»
Maria, sorella del re Luigi XII, sposa di Giovanni di Foix, visconte di Narbona, 890, 1111 .
(medico del re di) v. Salomone.
1082, 1083, 1084, 1085, 1090, 1093, 1094, Franco Giorgio, secretario del senato, 57, 60, 430, 1136,
1102, 1104, 1108, 1111 , 1113, 1114, 1124,
1125, 1126, 1127, 1131, 1134, 1135, 1136,
1137, 1138, 1139, 1153, 1166, 1167, 1168,
1171 , 1175, 1176, 1177, 1179, 1183, 1184,
1185, 1190, 1197, 1200, 1201, 1202, 1203,
1204, 1207, 1208, 1211, 1215, 1219, 1220,
1229, 1231 , 1232, 1235, 1237, 1238, 1244,
1245, 1247, 1250, 1252, 1254, 1255, 1256,
1263, 1266, 1278, 1280, 1281, 1285, 1286,
1287, 1293, 1295, 1296, 1297, 1299, 1301 ,
1305, 1306, 1313, 1316, 1318, 1319, 1320,
1321 , 1322, 1323, 1326, 1327, 1329, 1333,
1334, 1336, 1337, 1338, 1350, 1354, 1356,
1357, 1362, 1369, 1370, 1372, 1373, 1380,
1381 , 1382, 1387, 1400, 1401, 1425, 1426, 1428, 1429, 1430, 1431, 1438, 1450, 1451 ,
1453, 1465, 1470, 1472, 1473, 1474, 1475,
1476, 1483, 1484, 1485, 1486, 1498, 1499,
1212, 1269.
» Nicolò , comito di galea, 639.
» Nicolò , vescovo di Treviso, 847.
Frangato Francesco, da Castel Franco di Corone, 1222.
Frangfordia v. Francfort.
Frangipane (Frangipani), famiglia, 45, 376, 406, 791,
»
»
»
792, 859, 863, 868, 1560.
conte Angelo, 240, 310, 424, 482, 546, 567,
595, 651, 707,791, 1164, 1362, 1445, 1516,
1612, 1626, 1629.
-messo di esso a Udine, 482.
conte Bernardino, 22, 193, 240, 406, 428,
785, 791, 792, 1317, 1529, 1598.
Giorgio, vescovo di Veszprim, secretario del
re d' Ungheria, 236, 239, 509, 566, 586,
882, 883, 930, 985, 1159, 1160, 1245,
1452, 1479, 1536.
conte Michele. 240, 428, 791, 792.
1505, 1506, 1511, 1512, 1514, 1516, 1518, Fregoso, famiglia, 38, 133.
1519, 1528, 1529, 1532, 1534, 1535, 1537,
1538, 1539, 1541, 1543, 1548, 1549, 1558,
1567, 1569, 1570, 1572, 1575, 1580, 1581 ,
1589, 1590, 1591, 1592, 1596, 1598, 1599,
1606, 1607, 1611, 1619, 1620, 1621, 1631,
1632, 1633, 1634, 1635, 1636, 1637.
Suoi oratori :
aBologna, 1045.
a Firenze, 1038.
aGenova, 683.
in Germania, 199, 404, 422, 424, 505,
506, 507, 511 , 565, 643, 661 , 1301, 1438,
1534, 1535, 1574, 1590.
aLucca, 683.
a Mantova, 483, 529, 1263.
a Pisa, 396, 399.
a Roma, 149, 198, 332, 342, 344, 378,
379, 469 e v. Aigremont (d' ) Michele, VilI Diarii di M. SANUTO. Tom 111.
»
»
»
«
Alessandro, vescovo di Ventimiglia, 111 .
Battistino, 715, 857.
Gian (Janus) Maria di Tomaso, 188, 189.
Tomaso, 189.
Freschi ( di) Zaccaria, secretario del Senato, 57, 319, 399,
390, 596, 1215, 1249, 1251, 1269, 1314, 1320, 1333.
Fricis ( di) Pietro, 291.
Frison Antonio, oratore di Napoli in Francia, 872, 1084,
1308, 1323, 1371, 1486, 1518, 1534, 1566, 1575, 1590,
1612, 1632.
Friuli (luogotenente del) v. Bollani Domenico, Loredan
Antonio e Trevisan Paolo.
Frumeta, damigella di Catterina Cornaro, 108.
Fufini ( ?) , depredati da' turchi, 189.
Fugger, famiglia, dimorante in Roma, 1009.
د
»
Luca, 630.
Simone, 98, 349, 475, 567, 586, 985, 1252, 1301 ,
1303, 1328, 1333, 1440, 1599, 1631 .
112
1779 INDICE DEI NOMI 1780
Funaza (?) (generale di), 1337. Gallarate(da) Alvise, 609.
Furlan Pietro, da Ragusi, 357, 383.
Fürstemberg (9) (conte di) Filiberto, oratore di Massimiliano a Roma, 650, 1130, 1228, 1471 .
»
>> Galeazzo, d'anni 28, prigioniero a Bergamo, 249.
» >> Galeazzo, d'anni 25, preposito dell'abazia d'Ognissanti di Cremona, 248, 516,
609.
»
>> Tomaso, oratore cremonese a Venezia, 33.
Gabinato Costanzo, lettore di chirurgia nello Studiodi Gallipoli (sangiacco, flambularo di), capitano dell'arPadova, 654.
Gaboto Antonio, dimorante in Tripoli, 680.
Gabriele Andrea fu Benedetto, 47, 58, 78, 87, 106, 169,
»
»
»
»
»
178, 395, 415, 420, 421, 439, 464, 467, 536,
551, 573, 577, 580, 759,806, 824, 854, 891,
895, 916, 968, 1156, 1284, 1290.
Angelo fu Silvestro, 1629, 1630.
Benedetto, 972.
Giacomo fu Bertuccio, savio agli ordini, 339,
367, 391 , 402, 421, 439, 536, 537, 551, 561,
573, 581 , 646, 673, 705, 713, 740, 746, 783,
836, 849, 855, 908, 915, 916, 970,1081,1083,
1105, 1157, 1236, 1253, 1283, 1288, 1295,
1298, 1321 , 1324, 1444, 1492, 1515, 1529,
1551 , 1610, 1624, 1630.
Giacomo, podestà ecapitano di Bassano, 470,
475, 508, 535, 536, 596, 638, 663, 672, 681,
890, 934, 1284, 1819.
Lorenzo, vescovo di Bergamo, 735.
Marco, messo del cardinale SanPietro in Vincula a Roma, 521 .
mata turca, 1520, 1522, 1523, 1552.
Galopelo Micali, padron di grippo, 1144.
Galopo Tomaso, cittadino di Modone, 906.
Gambara (da) Giovanni Francesco, condottiere al servizio della Republica, 121, 141 , 202.
(da) Pietro, 1464.
«
GambieraGiorgio, capo di stratioti, 1033.
Gandino (da Gandin) Paolo, contestabile, 1350, 1508.
Ganzo (di) Ugolino, di Faenza, 1014.
Garbujo Andrea, veneziano, già comito del pascia dell'armata turca, 127.
Garigliano (duca di) v. Caraffa Sigismondo.
Garzia (mons. di la) v. Roche Bernard (mons. de la) .
Garzoni, famiglia, dal banco, 94, 96, 97, 148, 151 , 153,
202, 204, 206, 208, 222, 302, 464, 479, 706,
758, 1251 , 1406, 1433.
»
»
»
»
Agostino fu Garzone, 97, 151, 246.
Alvise fu Francesco, 97, 98.
Alvise di Marino, 210, 1297, 1602.
Andrea fu Francesco, 96, 97, 98, 148, 151 ,
206, 246, 392, 479, 1230.
»
Marco fu Zaccaria, 1298. »
Domenico di Andrea, 246.
»
Marco fuGirolamo, castellano e provveditore a
Modone, 17, 38, 73, 183, 184, 230, 371, 373,
» Francesco di Marino, 63, 252.
»
374, 399, 445, 518, 554, 602, 608, 622, 650,
721, 732, 771 , 775, 833, 834, 836, 854, 896,
ע
»
»
905, 974, 1216, 1356, 1406, 1458, 1491 , 1523,
1525, 1545, 1554, 1555, 1557.
Pietro fu Girolamo, 608, 650, 854, 1406.
Zaccaria, 706.
Gaetani ( Caetani) d' AragonaGiacomo Maria, conte di
»
»
»
Giambattista di Andrea, 97, 151, 246.
Giovanni di Marino, 80, 328, 329, 330.
Marco fu Vincenzo, 925.
Marco, capo di Quarantia, 78.
Marino fu Francesco, già podestà a Padova,
395, 396, 411.
Marino, assiste all'apertura del banco Garzoni, 97.
Morcone, fratello di Onoratoconte Pietro fu Francesco, 97, 246.
di Fondi, 1309. »
» »
Onorato, duca di Traetto (di Can- »
Vittore fu Vincenzo, 545, 925.
Zaccaria di Marino, 678.
dea?) , conte di Fondi, 1309.
Gaietano Guglielmo, ribelle romagnuolo agli stipendi
dei veneziani, 343, 344, 358.
Gaio Filippo, vescovo di Antivari, 1422.
Gaioncelli (di) Maffeo, 452.
Galeazzo v. Galeotti Giovanni.
»
»
Giovanni ( Zuan), bombardiere, 1626.
v. Galeotto.
Galelis (di) Francesco, oratore di Zara a Venezia, 1352. Gavatio Lodovico, lettore di filosofia morale nello StuGaleotti Giovanni, 578, 585, 609.
Galeotto, messaggero di Giovanni Bentivoglio a Vene- Gazzella Trussia, madre di Alfonso duca di Bisceglie,
zia, 1591 , 1631 .
Galerà (di) v. Gallarate (di).
Galere grosse (capitano delle) v. Venier Giacomo.
Galiano (di) Nicoluccio, villano, 1440.
Gasparo, bombardiere, 397, 1378, 1457.
» fuoruscito dagli stati di Massimiliano, 543.
Gasteldrio (di) Francesco, lucchese, 514.
Gatti ( o Catti) Bernardino, verseggiatore ravegnano,
361.
Gaudente Matteo, cittadino di Veglia, 791 .
Gaurilopopulo Bartolomeo, chirurgo, 873, 1561 .
Gavardo (di) Giacomo, di Asola, 627.
dio di Padova, 655.
685.
Geler (duca di) v. Egmont (d' ) Carlo.
Gem, fratello di Bajazette II, 647, 1307, 1544. 1635.
- figlio di esso. 1554, 1635.
1781 INDICE DEI NOMI 1782
Geneva v. Sforza Ginevra.
Gennaro (di) Andrea ( Fabrizio ?) , conte di Marturano
»
(Martirano) , 1229, 1279.
(Jenaro) Antonio, oratore di Napoli in Ispagna,
338, 784, 1182, 1183, 1185, 1308, 1356.
Genova (arcivescovo di) v. Sforza Giovanni Maria.
»
( governatore francese in ) v. Cleves (di) Filippo.
Gentile Paolo Battista, da Rodi, 920.
»
Pietro, confidente di casa d' Este, 908, 1078.
Gerardinis (di) Sigismondo, da Lendinara, rettore dei
giuristi nello Studio di Padova, 581, 587, 594, 663,
1005, 1013, 1318, 1405.
Geréb Pietro, conte di Wingarth, palatino d'Ungheria,
236, 239, 288, 316, 382, 894, 1519, 1536, 1612.
Gerebi Peter v. Geréb Pietro.
Germania ( imperatori di).
»
«
»
Federico 1, 452.
Federico III , 456.
Massimiliano, 9, 12, 18, 20, 22, 29, 31, 36, 38,
43, 44, 45, 48, 49, 50, 54, 55, 57, 58, 63,
66, 77, 84, 85, 89, 108, 116, 117, 132, 135,
155, 156, 158 , 170, 171, 176, 181, 186,
187, 198, 199, 200, 203, 207, 218, 231 ,
239, 240, 243, 250, 254, 262, 263, 266,
271 , 273, 284, 286, 288, 296, 310, 312,
318, 322, 325, 332, 335, 339, 342, 344,
347, 348, 349, 350, 351, 354, 356, 364,
369, 371 , 373, 377, 382, 386, 392, 400,
407, 409, 411 , 420, 421 , 423, 426, 427,
428, 430, 431, 452, 453, 454, 456, 459,
461 , 465, 466, 468, 472, 473, 482, 483,
484, 505, 506, 507, 510, 511 , 515, 520,
524, 525, 527, 528, 529, 532, 540, 542,
543, 551 , 552, 556, 564, 565, 568, 570,
578, 580, 586, 588, 590, 592, 593, 594,
595, 596, 597,603, 607,609, 630, 632,
633, 636, 638, 643, 650, 651 , 659, 661 ,
662, 663, 665, 666, 670, 671 , 672, 673,
675, 676, 682, 683, 698, 707, 708, 711,
712, 714, 734, 736, 737, 740, 742, 743,
744 , 748, 751 , 755, 765, 766,784, 787,
801, 820, 822, 823, 826, 827, 828, 830,
831 , 835, 837, 846, 851, 852, 858, 859,
860, 861 , 866, 868, 869, 870, 871, 880,
883, 889, 890, 893, 909, 910, 914, 915,
930, 932, 933, 939, 942, 952, 953, 954,
960, 967, 979, 982, 983, 985, 986, 987,
1005, 1008, 1011 , 1028, 1029, 1034, 1037,
1040, 1041 , 1048, 1050, 1061, 1062, 1063,
1064, 1074, 1078, 1079, 1082, 1083, 1084,
1085, 1090, 1091, 1098, 1095, 1099, 1100,
1114, 1124, 1125, 1126, 1130, 1134, 1136,
1137, 1189, 1151, 1158, 1161, 1164, 1166,
1168, 1169, 1175, 1177, 1178, 1184, 1185,
1186, 1200, 1201, 1204, 1205, 1206, 1209,
1210, 1213, 1214, 1216, 1219, 1220, 1223,
1228, 1229, 1231 , 1232, 1233, 1238, 1239,
1248, 1251 , 1252, 1253, 1254, 1256, 1263,
1266, 1267, 1278, 1279, 1282, 1295, 1297,
1301, 1302, 1308, 1316, 1317, 1319, 1320,
1323, 1927, 1328, 1329, 1930, 1337, 1350,
1354, 1355, 1356, 1362, 1367, 1368, 1970,
1372, 1974, 1975, 1981, 1983, 1386, 1389,
1400, 1401 , 1407, 1409, 1410, 1411, 1412,
1413, 1424, 1425, 1426, 1429, 1430, 1431 ,
1436, 1438, 1439, 1440, 1442, 1443, 1449,
1451, 1463, 1464, 1468, 1469, 1470, 1471 ,
1472, 1473, 1476, 1482, 1484, 1486, 1499,
1505, 1516, 1519, 1534, 1535, 1536, 1537,
1538, 1550, 1556, 1565, 1566, 1567, 1569,
1570, 1574, 1580, 1581 , 1589, 1590, 1591 ,
1592, 1595, 1607, 1616, 1634, 1635.
Suoi oratori :
in Francia v. Enrico (domino) .
a Roma v. Fürstemberg ( conte di ) Filiberto e Ruco Daniele.
in Svizzera v. Federico (conte) .
a Venezia v. Breisacher Marquardo e
Renaldis (di ) pre' Luca.
Gestar da Bolzano, 682.
Gesualdo Luigi, conte di Conza, 1200.
Geta, cittadino di Napoli di Malvasia, 488.
Giacomo IV re di Scozia, 559, 751 , 893, 954, 956.
Giaè (marascalco di) v. Rohan (di) Pietro, signore di
»
Giè.
(vescovo di) v. Rohan (di) Francesco, figlio del
signore di Giè.
Giampietro, commissario di Caprino, 662.
Gian Galeazzo, bombardiere, 1152.
Giangiacomo, prigione a Caravaggio, richiesto dal re
di Francia, 408.
»
»
secretario del Consiglio dei X , v. Michieli Gian Giacomo.
v. Caroldo Giangiacomo.
Gian Tomaso, corsaro napoletano, 782.
Gimnasi (Demetrio), da Corfù, 1428.
Gioacchino (fra') , generale dei frati predicatori , 588
Giordano (Zordam) Giorgio, scutarino, 1324.
Giorgio (conte), giàsoldato del marchese di Mantova,
430,453.
(abate di San), 252.
Giovanni 1, re di Danimarca, 954, 1232.
(Zanetto), capitano, 496.
(Zuan), soldato di Massimiliano, 1301 .
(fra' ), nemico di casa Aragona, 578
«
«
»
«
»
(pre'), cappellano di Melchiorre Trevisan, 93.
Alberto, figlio di Casimiro IV, re di Polonia e
fratello di Ladislao re d'Ungheria, 41. 117,
139, 143, 180, 192, 197, 213, 236, 239, 240,
288, 512, 548, 566, 567, 586, 626, 651 , 669,
702, 751 , 851 , 867, 882, 883, 893, 917, 954,
980, 981, 982, 983, 984, 1098, 1163, 1164,
1171 , 1173, 1174, 1178, 1179, 1189, 1191 ,
1783 INDICE DEI NOMI 1784
»
1192, 1208, 1212, 1245, 1320, 1355, 1453, Giustinian Lorenzo fu Unfredo, 328.
1479, 1486, 1502, 1533, 1536, 1537, 1538,
1549, 1550, 1590, 1606 , 1621 , 1622, 1623.
Giovanni Maria, esploratore dei veneziani, 651 , 707.
(di) Alvise, padron di nave, 305, 754.
>> Damiano, cittadino di Modone, 906.
>> Giuseppe ( Isepo), patron di nave, 833. »
>> Matteo, da Cherso, padron di nave, 1306.
ال
> Vittore, esattore delle decime del clero a
Brescia, 93, 98.
Girardello, contestabile, 769.
»
Lorenzo, podestà di Brescia, 353, 884, 927,
1040, 1204, 1205.
Marco, 263, 264, 327, 396, 523, 1141.
»
»
»
Girardino (Girardin) Donato, padron di barzotto, 833.
GirardoGian Matteo fu Francesco, 544, 545, 1240, 1498,
1510.
»
Girolamo, ambasciatore di Milano a Massimiliano, 286.
«
(fra' ), eremita, 430.
Giuliano Arnolfo, medico riminese, 568.
Giuseppe Emmanuele, ebreo di Trani, 578, 635, 636,
650, 709, 821.
Giusti (di) Giusto, 1490.
Giustinian, famiglia, 651 , 697.
«
»
"
»
»
»
«
»
رد
»
Alvise fu Marco, capo dei fidejussori del
banco nuovo di Garzoni, officiale alle ragioni nuove e uno dei X savf, 152, 561 ,
742, 745, 888, 1066, 1097, 1123.
Alvise fu Marino, 701 .
Alvise fu Unfredo, già console dei mercanti,
705, 755, 1468.
Alvise e fratelli , proprietari di nave, 114,
400, 532.
Antonio fu Federico, 589.
Antonio, dottore, di Paolo, 21, 91 , 120, 411 ,
416, 484, 1411.
Benedetto, oratore al re di Francia, 10, 29,
41, 43, 73, 97, 132, 151, 158, 197, 202,
203, 307, 311 , 322, 324, 358, 367, 382,
401, 407, 411, 414, 456, 487, 583, 682, 772,
809, 837, 898, 914, 1156, 1247, 1629.
Benedetto fu Pancrazio, 853.
Bernardo di Francesco, delle case nuove,
mercante prigioniero nel castello di Mar
Maggiore, 131, 334, 1491 .
Bernardo, capitano in Candia, 52, 53, 212,
335, 384 , 406, 447, 489, 601 , 653, 672,
679, 696, 776, 819, 934.
Bernardo, officiale alle ragioni nuove, 745.
Bernardo, oratore veneto in Savoja, 581 .
Francesco fu Antonio, gia capitano in Barbaria, 553.
Francesco, patrono all' arsenale, 971 , 1016.
»
Francesco, sopracomito, 471.
»
Giacomo, rettore di Schyros, 492.
»
Girolamo fu Unfredo, 1400, 1589.
Girolamo, ambasciatore di Cipro al soldano,
302.
Giustiniano, rettore alla Canea, 921 .
Lorenzo fu Bernardo, 53, 92 104.
»
»
»
»
Marino fu Pancrazio, 59, 64, 124, 748, 819,
840, 1096, 1172, 1173, 1361 , 1578, 1625.
Michele di Paolo, 328, 331 .
Nicolò fu Marino, già camerlengo in Candia,
1240.
Nicolò, Signore di Notte, 100.
Orsato, procuratore e savio del consiglio nel
1463, 1115.
Orsato di Marino, provveditore sopra l'armare, proposto sopracomito, 331, 345.
Pancrazio(Pancrati) fu Unfredo, 80, 124, 151 ,
182, 264.
Pietro, arcivescovo di Corfù, 790, 1379.
Pietro di Francesco, delle case nuove, mercante prigioniero nel castello di Mar Maggiore, 131 , 334, 1491 .
Pietro fu Marco, 86, 849.
Sebastiano, oratore in Ungheria, 84, 98, 117,
119, 123, 142, 144, 153, 193, 197, 235,
236, 239, 240, 286, 287, 288, 312, 316,
317, 356, 357 , 365, 366, 371 , 381 , 382,
400, 406, 407, 453, 483, 509, 512, 566,
567, 570, 584, 586, 587, 596, 640, 654,
659, 701 , 702, 734, 791, 793, 867, 868,
882, 907, 908, 929, 930, 985, 1001, 1009,
1102, 1158, 1159, 1160, 1177, 1178, 1179,
1184, 1205, 1245, 1263, 1267, 1315, 1320,
1354, 1355, 1426, 1452, 1453, 1478, 1479,
1531 , 1535, 1536. 1537, 1550, 1603, 1604,
1611 , 1621, 1622, 1624, 1628.
Giustiniani, famiglia, di Genova, 326, 351 .
Gladatense (vescovo) v. Lattuada (de) Cristoforo.
Gladiatense (vescovo) v. Lattuada (de) Cristoforo.
GobboGiovanni, corriere degli oratori veneti in Ungheria, 1621, 1622.
Godis (de) Enrico (Rigo) Antonio, avvocato in Venezia,
29, 74, 75, 76, 77. 98, 144, 145, 315, 385, 387, 801 ,
813, 911 , 1181, 1265, 1498.
Goetich Andrea, provvisionato in Antivari, 1422.
» Pietro di maestro Battaglia, bandito dal Senato, 1057.
Golfo(capitano in) v. Dolfin Domenico.
Gondola Bernardo, abate di Meleda, 1404, 1457, 1542.
Gonzaga, famiglia, 338.
»
»
«
»
Antonia (9) , figlia di Gianfrancesco di Sabbioneta, cugina del marchese Gianfrancesco II, 112.
Antonia del Balzo, figlia di Pirro principe
d'Altamura, sorella della regina di Napoli,
nuora di Gianfrancesco di Sabbioneta, 193,
1468, 1478, 1575.
Antonio, 383.
Catterina, figlia di Gianfrancesco Pico conte
1785 INDICE DEI NOMI 1786
di Concordia, vedova di Leonello Pio signore di Carpi, e vedova in seconde nozze di
Rodolfo di Castiglione, 1266, 1367, 1574.
Gonzaga Chiara, sorella di Gianfrancesco II , vedova
del conte di Montpensier v. Borbone (di) Gilberto.
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Cristoforo, 249, 473 .
Cristoforo, conte di Novellara, 177.
Elisabetta, figlia di Ercole I d'Este, duca di
Ferrara, moglie del marchese Gianfrancecesco II , 818, 1117, 1401.
Elisabetta, sorella di Gianfrancesco II, moglie
del duca di Urbino, v. Montefeltro (da) Guidobaldo.
Ettore del fu Rodolfo, 176, 234, 249.
Federico , primogenito del marchese Gianfrancesco 11 , 331 , 566, 818.
Gianfrancesco, di Sabbioneta, figlio di Lodovico II e di Barbara Hohenzollern, 112,
193, 259, 529, 662, 673, 1468.
Gian Francesco II , marchese di Mantova, figlio di Federico e di Margherita di Baviera, 10, 12, 18, 24, 25, 32, 36, 45, 53, 85, 87,
100, 106, 107, 109, 110, 112, 116, 123, 132,
139, 143, 146, 147, 186, 193, 204, 219, 233,
238, 241, 243, 246, 249, 252, 253, 256, 257,
261, 265, 266, 267, 269, 272, 275, 279, 286,
293, 296, 301, 310, 311 , 318, 331 , 335, 338,
339, 341, 344, 346, 347, 353, 364, 369, 376,
383, 396, 408, 410, 412, 422, 426, 430, 453,
465, 466, 468, 473, 476, 484, 485, 510, 520,
529, 543, 563, 565, 566, 590, 592, 603, 607,
609, 632, 634, 645, 661, 673, 697, 698, 715,
764, 765, 782, 818, 881, 908, 911, 927, 941 ,
952, 960, 974, 1002, 1029, 1064, 1067, 1077,
1078, 1087, 1099, 1100, 1202, 1205, 1219,
1233, 1248, 1254, 1263, 1282, 1297, 1316,
1320, 1322, 1330, 1336, 1337, 1372, 1429,
1468, 1485, 1488, 1489, 1520, 1535, 1548,
1569.
Giovanni, marchese di Vescovado, fratello del
marchese Gianfrancesco II, 116, 143, 176,
219, 221, 223, 233, 238, 242, 249, 253, 261 ,
265, 267, 473, 585, 598, 606, 657, 663, 671,
675, 698, 737, 987.
Gismondo v. Sigismondo.
Guido, 241, 603.
Lodovico, figlio diGianfrancesco di Sabbioneta, 194, 204, 252, 424.
Lodovico, figlio di Lodovico III , vescovo di
Mantova, 164, 193, 1515.
Luigi Alessandro, figlio di Rodolfo e di Catterina Pico (vedova di Leonello Pio) , 313.
Paola, figlia di Lodovico III e moglie di Leonardo conte di Gorizia, zia di Giovanni Gonzaga marchese di Vescovado, 698.
Paola, figlia di Rodolfo e di Catterina Pico,
sposa del conte di Musocco, v. Trivulzio
Paola.
Gonzaga Rodolfo (Redolfo) , figlio di Lodovico III e di
Barbara Hohenzollern , signore di Castiglione, 234, 313, 1266, 1574.
Sigismondo, protonotario, fratello del marcheseGianfrancesco II, 265, 301 , 310, 338,
346, 919, 933, 952, 1336.
»
Gonzo (da) Benedetto, 664.
Gorizia (di) conte Leonardo, 231, 235, 425, 428, 452.
»
»
(commissari di Massimiliano in), 495, 745, 859,
1162, 1219.
(governatore di) v. Lichtenstein Andrea.
Gorlino eGorlinotto v. Tombesi Gorlino.
Gotti (Gothi) di) Alessandro, nobile di Corfu, sopracomito, 373, 396, 440, 523, 526, 602, 606, 616,
640, 689, 723, 732, 905, 1278, 1325, 1515.
» (di) Giacomo ( Leonardo ?) già capitano in Corfu,
1325, 1515.
Grabian Bartole, nobile di Veglia, 792.
Graciadio, Gracia, Graciano v. Graziadio, Graziano.
Gradenigo, famiglia e casa, 308, 1149.
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Alvise fu Domenico, 142, 209.
Andrea, 142.
Francesco, il grande, di Nicolò, già vice sopracomito, 69, 328, 1576.
Giampaolo, provveditore a Cattaro, 65, 123,
185, 193, 194, 300, 335, 339, 340, 397,
413, 418, 423, 453, 457, 458, 460, 489,
490, 508 , 638, 639, 681 , 767, 768, 769,
778, 835, 877, 878, 919, 969, 1061 , 1074,
1075, 1076, 1147, 1186, 1187, 1239, 1245,
1304, 1305, 1331, 1358, 1377, 1378, 1379 ,
1455, 1456, 1503, 1504, 1607.
Lorenzo, 784.
Marco fu Giusto, 1299, 1953, 1577.
Marino fu Pietro, 1980, 1402, 1412.
Nicolò , podestà di Portogruaro , 569, 715,
1251 , 1302, 1317, 1330.
Pietro, podestá a Castelfranco, 530, 927.
Pietro, saliniero a Chioggia, 1353.
Zaccaria, 1327.
Grammont (de) Ruggero, oratore del re di Francia a
Roma, 409, 1486.
Gramonte (mons. di) v. Grammont (de) Ruggero.
Grapina, corriere, 214.
Grasolari (di) Pietro, 1001.
Grassi'di) Bernardino, avvocato in Venezia, 68. 74, 145.
Gian Battista , lettore autenticorum nello
Studio di Padova, 656.
» »
Grasso Lazzaro, contestabile, 259, 372, 452, 686, 755,
832, 1239.
Graziadio, medico, 58.
Gravina (?) Nicolò, arcivescovo di Scutari , in Clissa,
1366, 1608.
»
Graziano (fra' Gracia) di San Cristoforo, eremita, 1235.
(fra' ) , generale di un ordine religioso, 464.
1787 INDICE DEI NOMI 1788
Grebani (Grebanin) (subassì del ), 728.
Greci (di) Marino, 152, 168, 300, 465, 513, 1099, 1145,
1214, 1230, 1236, 1246, 1286, 1411 , 1513,
1553.
1459. Grimani Marco di Giorgio, cardinale, 1251.
» >> Simone, ammiraglio di Melchiorre Trevisan
e poi castellano al Zonchio, 80, 105, 1256,
1582.
»
Marino fu Pietro, 151 , 589 .
»
»
Grecia (bilarbel della), 447, 503, 504, 519, 729, 1061,
1523.
Greco (Grecho) Alvise, contestabile, 895, 961, 1502.
» Giovanni, capo di balestrieri, 53, 207, 215, 216,
217, 294, 307, 659, 1283.
Gregolich conte Mariano, nobile di Poglizza, 1377.
Gregorio Magno, papa, 631.
secretario del re di Napoli in Germania, 1519.
Griego v. Greco.
Grifoni (di) Angelo (Anzolo) Francesco, 1408.
Grigioni (Lega Grigia).
Suoi oratori a Venezia v. Guglielmo e Rodolfo.
Griguol (di) Nicolò, daBarletta, padrone di caravella,
1199.
Grimaldi Agostino, genovese, dimorante in Spagna,
1249, 1279, 1985.
Grimaldo Giovanni, ingegnere a Corfu, 841, 852.
Pietro, contestabile a Corfu, 148, 334, 449,
787, 803, 834, 841, 852.
Grimani, famiglia e casa, 100, 106, 312, 315, 345, 370,
388, 390, 430, 460, 508, 1100.
» Alvise, fu Bernardo, patron all' arsenale, 414,
462, 561, 589.
»
Pietro di Antonio, 23, 37, 47, 388.
Vincenzo di Antonio, 30, 46, 47, 100, 106, 144,
168, 388, 676 , 1283.
figlio di esso, 676.
cardinale v. Corner Marco di Giorgio.
Grioni Marco, 499, 606, 615, 640, 641, 689, 771, 816,
1020, 1025, 1058.
Grisi (di) Pietro, già lettore nello Studio di Padova, 656..
Grisogoni (di) Lorenzo, oratore di Sebenico a Venezia,
681,840.
Grison Antonio v. Frison Antonio.
Grisoni (di) v. Grisogoni (di).
Grisostomo, secretario di Ferdinando duca di Calabria,
1312.
Gritti, famiglia, a S. Giovanni in Bragora, 508.
»
»
»
»
»
»
»
Alessandro fu Girolamo, 334.
Almorò fu Omobono, 131 .
Andrea fu Francesco, 15, 131, 146, 181, 184, 191 ,
334, 596, 991, 1223, 1350, 1356, 1382, 1491 ,
1500, 1521, 1551 , 1554, 1556, 1557, 1558.
Andrea, provveditore in Asola, 1529.
Domenico fu Francesco, 925, 1298.
Francesco, castellano a Trani, 697, 1165.
Giovanni fu Benedetto, 353.
Luca fu Girolamo fu Triadano, 170, 328, 329,
330, 1576.
Luca fu Omobono, 133. » Alvise, il gobbo, 315, 388. »
» Antonio, generale di mare, 5, 13, 14, 17, 23, 26,
27, 28, 29, 30, 31, 35, 37, 40, 45, 46, 47, 49,
» Marino, 1300.
»
51 , 54, 55, 56, 58, 59, 60, 65, 68, 69, 81, 83,
«
Omobono il grande, fu Giovanni Battista, 117,
1630.
89, 91, 97, 100, 101, 102, 106, 115, 118, 119, GrivaGiovanni (Zan), ammiraglio dell'armata turca,
121 , 131 , 138, 143, 144, 150, 164, 168, 171 , 320, 1224.
172, 173, 174, 175, 177, 191, 193, 199, 266, Groben (di) Luca di Virgilio, 231 , 254, 263, 271 .
286, 312, 315, 316, 322, 323, 330, 335, 339,
368, 370, 380, 385, 387, 388, 389, 390, 392,
393, 394, 402, 430, 451, 456, 471, 522, 523,
711, 1058, 1094, 1100, 1162, 1230, 1556.
Domenico, cardinale, patriarca diAquileja, 37,
41, 47, 102, 231, 388, 460, 511 , 589, 676,
708, 843, 1254, 1269, 1283, 1287.
» Giovanni, 854.
» Girolamo di Antonio, 47, 370, 388.
Girolamo fu Bernardo, 151 .
» » Virgilio, 231, 254, 416, 1162, 1301 .
Gromburch v. Groben.
Grupa (di) Simone, esploratore,863.
Gruppi (Grupi di) Simone, 1305.
Gualdi (di) Galeotto,consiglieredi Pandolfo Malatesta,
670, 861.
Gualdo (castellano di), 309.
Gualterotti Francesco, oratore dei fiorentini in Francia,95.
Guarda (da la) Giovanni, capitano delle barche spagnuole, 886, 896, 945, 946, 1072, 1102, 1109.
Guarnieri Antonio Maria, fattore del duca di Ferrara,
459, 592, 1449, 1580.
Guasco Guarniero, 425.
«
Leonardo fu Pietro, savio a terra ferma, 88,
94, 120, 122, 159, 165, 192, 201 , 278, 286,
343, 439, 458, 460, 462, 464, 467, 475, 506,
508, 535, 541, 550, 561, 573, 574, 580, 598,
608, 629, 740, 756, 758, 759, 762, 778, 785,
806, 824, 832, 838, 849, 853, 855, 891, 894,
908, 909, 915, 916, 626, 1005, 1007, 1034,
1035, 1053, 1067, 1080, 1081 , 1083, 1088,
1089, 1090, 1096, 1115, 1132, 1156, 1157, Guerra (di) don Diego, capitano delle artiglierie della
1179, 1180, 1205, 1206, 1210, 1211, 1212,
(marchese di) v. D' Avalos Inigo.
Guasto (marchese del) v. D' Avalos Inigo.
Gucci (di) Ottaviano, fiorentino, abitante in Cracovia,
547.
flotta spagnuola, 1392.
INDICE DEI NOMI 1790 1789
Guerra (di) Menao (Menno), 422.
» v. Guidi.
Guerriero Gregorio, 1566.
Guevara (di) Antonio, conte di Potenza, 1309.
Helecher v. Elacher.
Heleger v. Elacher.
Hennenberg (di) Bertoldo, arcivescovo di Magonza, 286,
565, 588, 661, 784, 880, 888, 1166, 1279, 1442, 1567.
Guglielmino Giacomo, cancelliere di Giambattista Ca- Henrico (domino) v. Enrico.
racciolo, 1434.
Guglielmo, oratore della lega Grigia a Venezia, 1133.
»
padrone di un grippo, 680.
Guibé Michele, vescovo di Rennes (Rhedones, Rode?) ,
286.
Guiche ( sieur de la) Pietro, 453.
Guidarelli (Guidarello) (di) Guido , 879, 1049, 1065,
»
1241.
Vincenzo, 592.
Guidarzini (?) , fiorentino, titolare dell'abazia di S. Tommaso in Cremona, 517.
Guidi conte Nicolò Guerra da Bagno, 271 , 332, 636,
653, 670, 1049.
Guidotto Vincenzo, secretario della Republica di Venezia a Milano, 23, 425, 475, 476, 515, 522, 527, 532,
542, 547, 555, 568, 576, 585, 592, 608, 626, 637,
658, 665, 666, 675, 698, 715, 736, 744, 765, 783,
796, 805, 819, 829, 856, 857, 864, 880, 889, 910,
913, 933, 967, 1006, 1009, 1037, 1050, 1062, 1085,
1093, 1112, 1126, 1137, 1139, 1168, 1176, 1201 ,
1218, 1219, 1238, 1250, 1256, 1282, 1296, 1323,
1327, 1336, 1410, 1486, 1516, 1570, 1612, 1637.
Guisa (mons. de la) v. Guiche (sieur de la) Pietro.
Gulfi Gaspare, vescovo di Cagli (caliense), legato del
papa in Ungheria e Polonia, 56, 117, 186, 198, 255,
309, 327, 343, 378, 385, 398, 402, 404, 407, 408, 409,
411, 413, 419, 426, 438, 458, 475, 566, 567, 586,617,
732, 791, 883, 884, 930, 957, 958, 959, 980, 981 ,
1056, 1159, 1163, 1178, 1192, 1245, 1315, 1321,
1354, 1431, 1453, 1535, 1536, 1549, 1550, 1554,
1577, 1600, 1605, 1606, 1631, 1632.
suo messo a Venezia v. Domenico.
Guoro Angelo di Girolamo , castellano dello Scoglio
»
»
»
di Napoli di Romania, 618, 1070, 1152, 1153,
1331.
Girolamo fu Giusto, 316.
Giusto fu Pandolfo, 67, 1299, 1577.
Simone, provveditore dell' armata, 23, 60, 64, 80,
82, 90, 91, 105, 138, 174, 193, 194, 211, 551,
553, 618, 838, 996, 1162, 1271, 1628.
Gussoni Andrea fu Nicoló, 170.
Guzo (da) Federico, vicario di Russi, 966, 978.
H
Hahinat ( 9) bog (bey ?), capitano turco, marito di una
figlia di Baiazette II, 1623.
Hall v. All.
Hallevin (di ) Luigi, conte di Piennes, 176, 352, 365, 369,
374, 385, 453.
Hernandez y Aquilar Gonzalvo (di Cordova), capitano
dell'armata di Spagna, 71 , 326, 401, 426, 474, 526,
558, 572, 573, 578, 588, 289, 590, 593, 594, 627,
628, 635, 636, 639, 650, 658, 667, 668, 696, 708,
709, 710, 712, 714, 749, 752, 753, 754, 763, 781,
782, 789, 794, 801, 820, 821, 824, 825, 826, 856,
863, 879, 885, 893, 895, 910, 960, 961 , 962, 963,
968, 971 , 989, 990, 1021, 1026, 1027, 1053, 1067,
1071 , 1072, 1096, 1102, 1103, 1104, 1105, 1106,
1107, 1108, 1109, 1126, 1127, 1128, 1132, 1140,
1143, 1144, 1154, 1182, 1183, 1184, 1193, 1197,
1220, 1221 , 1224, 1234, 1260, 1262, 1267, 1270,
1271 , 1272, 1274, 1277, 1310, 1323, 1937, 1339,
1341 , 1344, 1371 , 1390, 1392, 1993, 1394, 1396,
1425, 1426, 1427, 1432, 1439, 1443, 1448, 1471,
1474, 1475, 1477, 1483, 1485, 1486, 1519, 1527,
1561 , 1566, 1576, 1596, 1600.
Hersek Ahmed (Carzego) pascia, 14, 179, 180, 181, 182,
191, 559, 1555.
Hessen (di) Ermanno, arcivescovo di Colonia, 342.
Hiecebi, capitano turco, 1033.
Hierebi , capitano turco, 1033.
Hohenlandenberg (di) Ugo, vescovo di Costanza, 597,
636, 714.
Hohenzollern (di) Gioachino I, marchese di Brandeburgo, 199, 456, 559, 565.
Homar beg v. Omar bey.
Hortega (de) Giovanni, vescovodi Calahorra (calogieritano), 617, 635.
Hoti Giorgio, 1197.
Hurtado de Mendoza Diego, arcivescovo di Siviglia e
cardinale, 161, 857, 963, 1026, 1183.
1
Ibraim ( iuniore), pascia, 14, 128, 182.
(seniore) , pascià, 13.
Imbraim v. Ibraim .
Imola (da) Gian Lodovico, ingegnere, 1388.
(governatore di) , 823.
»
»
(il Prete di), 1263.
Incisa (marchese di) Oddone, 590, 608.
«
Secondino, suo fratello, 590.
Infade (sig. de l' ) v. Liontade (sig. de).
Ingaldeo Pasquale, capitano, 785, 840.
Inghilterra (d' ) reali.
»
»
Hautbois ( du) Carlo, oratore del re di Francia a Massimiliano, 1598.
"
Arturo, principe di Galles ( Chambes), figlio
di Enrico VII, 1601.
Elisabetta di York, moglie di Enrico VII,
527.
Enrico VII ( Tudor), 36, 298, 299, 300, 352,
527, 59, 687, 734, 751 , 851 , 871 , 893,
1791 INDICE DEI NOMI 1792
954, 956, 1030, 1102, 1184, 1470, 1474, | Jaicza ( Jayza) (bano di) v. Jurach Jovan.
1538, 1601.
Inghilterra (cardinale d') v. Morton Giovanni .
Ingrati (de) Carlo, oratore di Giovanni Bentivoglio a
Ferrara, 235, 311, 764, 1002.
Isedo(de) Comino, contestabile, 1119
Iskender pascià, 6, 9, 13, 19, 117, 129, 130, 181, 182,
243, 256, 272, 285, 304, 319, 372, 374,
400, 406, 414, 424, 490, 538, 546, 606,
669, 675, 703, 707, 769, 778, 788, 792,
802, 842, 859, 865, 885, 886, 887, 942,
966, 967, 1051 , 1059, 1061, 1162, 1209,
1290, 1291 , 1292, 1314, 1350, 1351 , 1352,
1363, 1364, 1375, 1376, 1384, 1401 , 1405,
1413, 1427, 1446, 1457, 1458, 1480, 1496,
1497, 1508, 1512, 1556, 1557, 1558, 1564,
1603, 1611 , 1615, 1623.
«
(figlio di) v. Labazie.
Isola (dell' ) Fernando, 1101, 1112, 1426.
Ispano (cardinale), v. Hurtado de Mendoza Diego.
»
(vicebano di) , 1102.
Jana, corsaro, 477.
Jani Pietro, capitano di fuste, 492, 493.
Janichemel (?), capitano delle navi di Bretagna e Provenza, 1338.
Jebeto (di ) Benedetto, 453.
Jelacich ( Jelazich) Marino, di Radobiglie, 1615.
Jenaro Antonio v. Gennaro Antonio.
Jereb Peter v. Geréb Pietro.
Jiahia (?), figlio di un bassà, capitano turco, 1623.
Joachim (fra' ) v. Gioacchino (fra' ).
Joardanich Pietro, prete, 1291 .
Johannes de Narbona) v. Narbona (di) Giovanni.
Jonima Stefano, cittadino di Durazzo, 969.
Jonoma Paolo, contestabile, 641 .
Josa (domino) v. Som Giuseppe.
Joseph Hemanuel v. Giuseppe Emmanuele.
Joveti, despota in Kostanicza, 669.
Joxa (domino) v. SomGiuseppe.
Istrigoniense (arcivescovo e cardinale) v. Tomaso Ba- Jucovich, conte in Craina, 26.
kács.
Isualies Pietro vescovo di Reggio di Calabria (regiense, reginense, regino), cardinale e governatore di
Roma, legato del papa in Ungheria e Polonia, 381 ,
857, 892, 893, 908, 909, 939, 953, 954, 955, 959,
977, 1007, 1008, 1013, 1028, 1044, 1048, 1063,
1064, 1082, 1086, 1098, 1114, 1130, 1156, 1158,
1159, 1161 , 1162, 1165, 1166, 1167, 1170, 1171 ,
1173, 1174, 1175, 1178, 1179, 1181, 1185, 1199,
1205, 1207, 1208, 1209, 1210, 1211 , 1212, 1213,
1239, 1248, 1251, 1156, 1257, 1296, 1315, 1320,
1321 , 1327, 1357, 1451 , 1452, 1453, 1478, 1479,
1480, 1535, 1536, 1537, 1541 , 1549, 1550, 1599,
1600, 1601 , 1603, 1604, 1605, 1606, 1621 , 1622,
1623, 1624, 1628, 1632.
Ivan III Vassilievitch duca ( re) di Moscovia (re, dispoti
di Russia) , 61, 89, 135, 136, 240, 244, 272, 278, 300,
548, 559, 707, 867, 883, 1163, 1164, 1177, 1178,
1433, 1502, 1549, 1603, 1604.
Suoi oratori a Venezia v. Caracirova Dimitrofano e Ralevo Demetrio.
Ivano (capitano di), 681 .
Ivanochias ( di) Nicoló, esploratore, 1569.
Izola (dell' ) v. Isola (dell' ).
Julia v. Farnese Giulia .
Julian Arnolfo v. Giuliano Arnolfo.
Jurich (reverendo domino) v. FrangipaniGiorgio.
Kansou Tagrami (9), 673.
K
Kemal Reis, 13. 14, 15, 28, 128, 129, 181 , 183, 329,
331, 397, 442, 443, 731 , 732, 764, 777, 860, 948,
950, 951 , 991 , 1222, 1223, 1523, 1548, 1556, 1557,
1558, 1559, 1564, 1583, 1586, 1587, 1589, 1592,
1593, 1613, 1639.
Keutschach (di) Leonardo, arcivescovo di Salisburgo,
1374.
Knin (bano di) v. Martinco.
»
(vicebano di) , 976, 977, 1033, 1315.
» (castellano di) , 1291.
Kolb Antonio, 1006.
Kuroszwanski Creslao, vescovo di Wladislavia ( uladislaniense) , 1228, 1235, 1462.
L
J
Jachel Giacomo (Jaches), capitano bretone, 1486.
»
Giacomo(Jacob), capitano del re dei romani , 349,
546, 1407.
Jacho Cecho v. Jachel Giacomo
Jachsanch v. Seriac (de) Jacques.
Jachus v. Seriac (de) Jacques.
Jacub agà, 1061.
»
pascià, 179, 180, 181, 256, 292, 1552, 1638.
Jacut pascia v. Jacub pascia.
Labazie ( ?) , figlio di Iskender, 802.
Lalande (mons. de) della compagnia del conte di Musocco, 295, 1332.
Lampugnano, famiglia, 261, 262, 354, 402.
»
»
Aleardo, 1320, 1330.
GianGiacomo (Gian Maria ?) , 234. 238.
» Girolamo, 248.
»
Oldrigo, 819, 1005.
» Rodoardo, 464.
Landesi, famiglia di Piacenza, 158.
Landi ( di) Gian Francesco, piacentino, già capo di provisionati al servizio di Lodovico il Moro, 686.
Lando Alvise, 1176.
1793 INDICE DEI NOMI 1794
Lando Marino, protonotario, 214.
»
Pietro fu Giovanni, 208, 210.
Landriani (di Landriano), famiglia, 234, 550, 261, 301.
Alvise, 249, 273. »
»
»
»
»
»
»
Antonio, già tesoriere di Lodovico il Moro,
161 , 216, 234, 241, 245, 262.
- suo genero v. Brivio (da) Francesco).
Bernardino, 249, 273.
Giovanni Battista, 234, 245, 609.
Girolamo, generale degli Umiliati ( o dei frati
bianchi) , 93, 175, 241, 249, 267, 317, 344,
421, 431 , 452, 468, 516, 820, 1046.
Margherita, figlia di Antonio e moglie di
Brivio ( da) Francesco, 262.
Lodovico, prevosto di Viboldone fratello del
tesoriere, 234, 241 , 245, 609, 1296.
Lanfranco Cristoforo, uno degli oratori veronesi a Venezia, 1330.
Lang ( ?) Matteo, 564.
Langignana (di) Francesco , contestabile al servizio
della Republica, 177.
Lanti ( di) Giovanni, oratore di Pisa a Venezia, 297,
»
314, 400, 592, 670.
Luca, gia oratore di Pisa a Venezia, 95.
Lanza Andrea, castellano e capitano alla Parga, 236,
333, 362, 417, 442, 443, 449, 451, 498, 945, 1072,
1073, 1392, 1394.
Lanzeta Giannantonio, da Venezia, contestabile al castello dello Scoglio di Napoli di Romania, 1070.
Lanziloto, conte, cognato di Ettore Brandolin, v. Manfredi (?) Lancillotto.
Lanzon ( figlio di monsignor di) v. Alençon (duca d')
Carlo III .
Lascari Costantino, appaltatore in Cipro, 1150.
»
»
Costantino, lettore di greco in Messina, 91.
tre sorelle ( Lascharine) fuggite da Modone, 906.
Lascari Demetrio, gia capo di stratioti a Traù, 104.
Lattuada (de) Cristoforo, vescovo gladatense (di Glandèves) , già oratore a Venezia di Lodovico il Moro,
227, 246, 1094.
Lauda (mons. la) v. Lalande (mons. de).
Lauro (del ) Nicoletto, scrivano di sier Fantino Querini,
171 .
» (fra' ) servita, 403.
Laval (conte di) Guido, fratello di Giovanni di Laval,
signore de la Roche Bernard, e zio di Guido signore de la Roche Bernard, conte di Laval, marito di Carlotta d'Aragona, principessa di Taranto,
1430.
Lavrana v. Vrana.
Lazzaro, messo del capitanio generale, 1287.
Lecovich ( Lechovich) Pietro, visconte (vice conte) di
»
Clissa, 1351 , 1455.
Tomaso, visconte (vice conte) di Clissa, 1351 ,
1455.
Lectistaner Andrea v. Lichtenstein Andrea.
Lecutino (da) v. Leontini (da).
1 Diarii di M. SANUTO. -
Tom. III.
Legena (Egina) (rettore di) v. Marcello Leonardo fu
Fantino.
Legnago (da) Barone, contestabile a Napoli di Romania,
»
489, 995, 1023, 1152.
Bernardino, contestabile, 959, 1074, 1160,
1290, 1508.
Legname (dal) Francesco, uno degli oratori di Padova a
Venezia, 1314, 1381 .
Lendeniza (di) conte Michele, 1169.
Lenì o Lenich (mons. di) v. Ligny (conte di).
Lenzeng (?) (capitano di) , 540.
Lenzi Leonardo, già ambasciatore di Firenze in Francia, 745.
Leompardi v. Leopardo Alessandro.
Leone (di) Giacomo, padovano, lettore di diritto nello
Studio di Padova, 655, 656.
Leonibus (de) pre' Biagio, parroco in S. Gio. Decollato
di Venezia, 1296, 1316.
Leonini Angelo, vescovo di Tivoli, oratore del papa a
Venezia, 288, 309, 327, 338, 341, 343, 344, 349, 353,
355, 358, 359, 368, 370, 377, 378, 387, 398, 404,
407, 409, 419, 421, 426, 429, 456, 475, 477, 479,
484, 508, 517, 541, 543, 555, 558, 578, 587, 596,
617, 619, 626, 632, 633, 647, 659, 663, 685, 688,
695, 701 , 702, 703, 706, 711 , 713, 733, 739, 749,
754, 756, 759, 760, 790, 820, 823, 836, 840, 842,
855, 861, 872, 893, 894, 910, 911, 916, 918, 928 ,
929, 932, 939, 940, 955, 960, 966, 974, 975, 979,
1006, 1008, 1013, 1028, 1054, 1062, 1082, 1084,
1095, 1112 , 1130, 1146, 1158, 1167, 1171 , 1172,
1175, 1181 , 1185, 1186, 1209, 1211 , 1213, 1215,
1227, 1238 , 1244, 1251, 1262, 1268, 1269, 1278,
1295, 1303, 1315, 1331, 1335, 1357, 1368, 1381,
1400, 1412, 1431, 1434, 1467, 1473, 1476, 1484,
1490, 1492, 1498, 1512, 1514, 1528, 1533, 1539,
1549, 1554, 1600, 1606.
Leontini (da) Bartolomeo, lettore nello Studio di Padova, 655.
Leopardo Alessandro, fonditore, 414.
Lepanto (castellano di) v. Tron Girolamo.
Lepori Francesco, figlio di Giacomo, esploratore di Pietro Querini podestà e capitano di Capodistria,
606, 669, 792, 840, 842, 863, 952.
» Giacomo, 606.
Lerin ( conte di), capitano del re di Spagna, 291 .
Lesina (da) Francesco, 404.
«
(da) Pietro, padrone di nave, 23, 114, 115, 318,
601, 722, 815, 1068, 1276, 1339, 1340, 1390,
1391 , 1397, 1584.
(di) Nicolò, già comito deha galea di Lesina,
1515.
suo figlio, 1515.
(cancelliere del conte di), 615.
» (castellano di) , 1358.
» (comito di), 1326.
»
»
(conte a) v. Molin (da) Francesco.
(sopracomito di), 834.
113
1795 INDICE DEΙ ΝΟΜΙ 1796
Leucorth (di) Giovanni, protonotario, tesoriere della Lion Girolamo di Pietro, capitano della Cefalonia, 1999,
chiesa di Tours ( Thors), 368.
Lezze (da) Donato fu Priamo, provveditore al sale, 367,
»
»
854,884, 1489.
Francesco fu Lorenzo, 208.
Giovanni, 1152.
figli di esso, 1152.
1388.
» Marino, 8, 97, 102, 405, 415, 530, 632, 895, 954,
960, 1134, 1316, 1483.
>> Nicolò, podestà aParenzo, 1156, 1532.
»
Pietro fu Maffeo, bailo e capitano a Corfù, 71, 236,
252, 254, 281, 334, 335, 365, 391, 397, 417,
»
Marino, 79, 124, 345, 358, 359, 362, 367,
373, 376, 394, 410, 414, 416, 441, 486,
599, 721 .
»
Michele, 473.
D Priamo fu Andrea, 849.
» Vittore fu Priamo, 7, 31 , 285, 342, 416, 616,
618, 639, 771 , 854, 884, 1444, 1613.
fratelli di esso, 639, 1444.
Lhastis (de) Domenico, cancelliere della comunità di
Sebenico, 808.
Libort, francese capitano di nave, 1534, 1539.
Libret (mons. di) v. Albret (d' ) Alano.
»
»
»
»
450, 598, 641 , 667, 668, 695, 730, 776, 795,
812, 831, 832, 834, 873, 895, 896, 927, 934,
945, 960, 961, 987, 1027, 1035, 1072, 1073,
1107, 1129, 1144, 1194, 1195, 1218, 1224, 1258,
1264, 1270, 1277, 1346, 1347, 1360, 1397, 1502,
1503, 1542, 1548, 1592, 1602, 1617.
Sebastiano, 168.
Stefano, 931.
Tomaso, già rettore a Zara, provveditore a Monopoli , 9, 189, 282, 322, 327, 365, 400, 431, 513,
629, 660, 783, 809, 1386.
(maestro) , marrano vivente in Venezia, medico e
astrologo, 863.
» (di) cardinale v. Espinay (d' ) Andrea.
Lichtenstein Andrea, governatore di Gorizia, 1329, Liontade (sig. de), proprietario di unanave, 709, 1021 .
»
(figlia di mons. di) v. Albret (d') Carlotta.
»
(de) protonotario v. Albret (d' ) Amanato.
1386, 1435. Lippomano dal banco, famiglia, 98, 153, 206, 284, 287,
»
Paolo, capitano di Massimiliano, 1186,
1233 .
319, 324, 356, 872, 414, 429, 471, 712,
854, 1005, 1017, 1053, 1056, 1066.
» (di) Ulderice, vescovo di Trento, 45, 1082,
1086, 1151 , 1186, 1968, 1883.
»
»
- nipote di esso, 1368.
Antonio,podestà d' Este, 1412.
Bartolomeo fu Tomaso, dal banco, 206, 716,
1005.
Licurt (mons. di), inviato a Venezia da Carlo di Chaumont (Chiamonte), 1513, 1514, 1529, 1532.
«
Lies (di) Matteo, capo di soldatesca, 613. »
Liesna v. Lesina.
Liga(de la) Giovanni, capitano di nave, 709, 1022.
Lignì (mons. di) v. Ligny (conte di).
Fantino fu Giovanni, camerlengo aModone,
637, 721, 732, 833, 834, 905, 931 , 933.
Girolamo fu Tomaso, dal banco, 135, 284,
356, 368, 370, 372, 412, 414, 422, 423,
716, 1066.
Ligny (contedi) Luigi di Luxembourg, 18, 25, 32, 48, »
93, 99, 102, 111, 132, 167, 223, 230, 232, 234, 241,
246, 247, 256, 259, 261, 262, 265, 268, 273, 282,
284, 293, 301 , 310, 312, 314, 364, 386, 451, 475,
568, 744, 765, 805, 857, 933, 1051, 1125, 1372,
1451 , 1478, 1486, 1519, 1535, 1620.
»
»
-moglie e figlio di esso, 1066.
Marco, oratore di Venezia a Milano, 66, 120,
307, 343, 411, 416, 607, 626, 809.
Nicolò, di Tomaso, protonotario, 86, 847.
Nicolò, sindaco in terra ferma, 628, 748,
757, 928, 1078, 1250, 1409.
» Vittore fu Tomaso,dal banco, 716, 1066
Ligorich Giorgio, padron di nave, 334.
Limissò (vescovo di) v. Dolce Nicolò.
Lisandro, 83.
Lisbona (cardinale di) v. CostaGiorgio.
Linf v Litestener Paolo v. Lichtenstein Paolo. . Banfi .
Lion Alvise diGiacomo, unodei capi dei creditori del Litifania (ducadi) v. Alessandro, granduca di Lituania.
»
*
»
»
»
»
banco vecchio dei Garzoni, 152, 1231 .
Alvise, podestà e capitano a Bassano, 283, 311, 457.
Francesco e suo fratello, 915.
Giacomo fu Andrea, 169, 395.
Giacomo fu Michele, governatore a Brindisi, 340,
345, 353, 412, 470, 485, 636, 642, 643, 660,
681, 1437.
Giambattista fu Nicolò , 554 .
Girolamo di Marino, 73, 75, 84, 159, 272, 311 ,
312, 340, 343, 367, 371, 400, 471 , 472, 507,
580, 595, 755, 756, 779, 786, 803, 806, 837,
865, 960, 975, 1523.
- moglie di esso, 459.
Lituania (duca di) v. Alessandro, granduca di Lituania.
» (maestro di) , 1549.
Livonia (gran maestro di) v. Plettenberg (di) Gualtiero.
Lixolis (9) (mons. de), 933.
Lixom (mons. di) v. Saverges Pietro.
Liza (de la) Giovanni v. Liga (de la) Giovanni.
Loca (di) Pietro, milanese, fabbricatore di polvere da
cannone, 1062, 1085.
Lodi (provveditore veneto in), 149.
» (vescovo di) v. Sforza Ottaviano Maria.
Lodovenich Pietro, 546, 606, 651, 886.
*
(Lodovonich) conte Martino, bano o visconte di Brinje (?) per il conte Angelo di
1797 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1798
Frangipani, 428, 470, 482, 510, 546,
651, 663, 792, 795, 886, 1362, 1445.
Lodovico II , marchese di Saluzzo, 24, 364, 796, 823,
1250, 1337.
*
maistro di stalla, nella compagnia del conte
di Musocco, 1933.
preposito di Osem (?), consigliere del re del
romani, 1213.
Lodrone (da) , famiglia, 1151 .
conte Antonio, 1151 .
conte Martino, 1100, 1295.
-
nipoti di esso, 1233.
Logrogno (da) Joart, capo di spagnoli al servizio della
republica, 898.
Lombardo Giulio di Leonardo, 975.
1499, 1516, 1519, 1529, 1592, 1535, 1570,
1574, 1581, 1589, 1590, 1591, 1598, 1609,
1616, 1626.
Loredan Antonio fu Francesco, provveditore al sale,
6, 75, 381 , 459, 742, 1603.
Bernardino fu Pietro, sindaco intra culfum,
99, 115, 466, 486, 505, 559, 630, 660, 701 ,
742, 801, 814, 1437, 1575.
«
«
«
«
»
»
«
»
Leonardo, 106.
»
Pietro, provveditore in Asola, 410, 546, 598,
627, 651, 658, 682, 1078.
»
»
Lomper Alberto, capitano di Segna, 224, 707, 883,
1358.
Londa (da) Giorgio, oratore di Napoli di Romania a Venezia, 1151 , 1152, 1153, 1284, 1492, 1626.
Longer Mathio v. Lang Matteo.
Longo Vincenzo, officiale alla messetteria, 663.
Lopez Diego, figlio naturale del cardinale Diego Hur-
»
tado de Mendoza, padrone di una nave spagnola, 963, 1026.
Giovanni , cardinale, arcivescovo di Capua, 455,
532, 552, 572, 820, 842, 844, 845, 884, 909,
939, 1007 , 1130, 1131 , 1228, 1331 , 1356, 1370,
1462, 1477, 1484, 1631 , 1632.
Loredan Alvise di Matteo, 23.
«
»
»
»
»
«
»
Alvise fu Nicolò, 126.
Alvise fu Paolo, già governatore a Monopoli,
poi provveditore dell' armata, 7, 9, 20, 44,
100, 147, 150, 211, 412, 554, 742, 804,
1180, 1380, 1402, 1409, 1411, 1437, 1493,
1517, 1530, 1532, 1579, 1611, 1634.
Alvise, podestà e capitano a Sacile, 463, 470,
796, 883, 1113.
Andrea, fu Nicolò, patron all' arsenale, 57,
140, 194, 284, 316, 348, 398, 414, 508, 553,
573, 581 , 629, 864, 918, 952, 971 , 1016,
1517, 1592, 1603.
Andrea, capitano delle navi, ucciso dai turchi,
6, 13, 14, 15, 73, 174, 674, 1339, 1444.
Antonio, capitano generale a Scutari, 918.
Antonio, cavaliere, luogotenente del Friuli e
oratore al redi romani, 8, 10, 11, 18, 20,
21 , 26, 29, 43, 48, 58, 72, 145, 189, 258,
263, 271 , 310, 323, 332, 372, 418, 428, 460,
467, 482, 510, 546, 576, 584, 595, 650, 664,
707, 740, 795, 865, 1218, 1239, 1251, 1293,
1301 , 1317, 1328, 1329, 1333, 1355, 1374,
1375, 1381, 1389, 1406, 1407, 1410, 1412,
1431 , 1435, 1436, 1439, 1462, 1463, 1470,
1475, 1482, 1486, 1488, 1491, 1493, 1498,
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Berti , castellano a Cremona, 303, 305, 389,
390, 571, 653.
Federico fu Antonio, 1629.
Francesco, 687.
Giacomo, già generale d'armata, 174.
Giacomo, officiale alla messettaria, 663.
Giorgio fu Francesco, 206, 208, 302, 758.
Giorgio fu Marco, 1437.
Girolamo fu Fantino, 975.
Girolamo di Leonardo, 169.
Girolamo fu Lorenzo, 142, 705, 1493.
Leonardo, 192, 201 , 286, 350, 405, 415, 439,
513, 551 , 573, 580, 632, 654, 747, 759, 762,
835, 891, 895, 915, 955, 1005, 1007, 1079,
1081 , 1083, 1115, 1156, 1161, 1368, 1483,
1575.
Lorenzo fu Pietro, 118, 706, 1206, 1471, 1564,
1609, 1612, 1626, 1628, 1641.
Luca fu Francesco, 164, 312, 313, 809, 929.
Marco fu Alvise, provveditore al Zonchio, 210,
537, 979, 1240, 1298, 1507, 1582, 1583.
Marco fu Antonio, 191 , 210, 328, 329, 331 ,
1299, 1353, 1598.
Marco fu Domenico, provveditore sopra i conti
degli ambasciatori, 143, 428, 508, 536, 840,
911.
Marco Antonio, podestà e capitano di Rovigo,
425, 1134, 1329, 1374, 1471 .
Matteo fu Giovanni, 1297.
Matteo, proprietario di una nave, 115.
Paolo fu Pietro fu Giacomo, 210.
Pietro fu Lorenzo, uno dei X savi a tassare,
consigliere, e da ultimo eletto podestà a Verona, 72, 411 , 1117, 1268.
Pietro, podestà di Cervia, 636.
Sebastiano fu Fantino, 754.
Vincenzo di Leonardo, 71 .
Zaccaria fu Luca, 339, 475, 513, 532, 641,
690, 695, 716, 722, 772, 816, 1104, 1276,
1341, 1392, 1446, 1643.
Lorena (duca di) v. Renato II .
Lorenzo, florentino accusato di ladro, 1208.
oratore di Sebenico a Venezia, 1364.
Loris (de) Francesco, vescovo di Elna, 1464.
Lovere (da) Bartolomeo, esploratore per i veneziani,
528.
Loro Antonio, notajo di Cremona, 766.
Loya (de) Alberto v. Lomper Alberto.
Loys (Luigi) di ..... , governatore di Trezzo, 913.
1799 1800 INDICE DEI NOMI
Lubiana (capitano di), 254.
Luca, bombardiere, 1152, 1626.
»
(pre') , chierico in S. Marco e cappellano del generale, 1215, 1217.
cittadino di Trani, 598.
»
capo di parte in Faenza, 1011 .
Lucca (oratori di) in Francia, 451 , 525, 699.
» »
a Milano, 317, 386.
» »
a Pisa v. Trento Stefano.
» »
a Venezia v. Tegrimi Nicolò.
»
Giovanni, oratore del duca di Ferrara a Milano,
v. Pontremoli (da) Gian Luca.
(da) Martinello, capo di fanti a Cattaro, 397, 453,
458 , 639, 767, 769, 969, 1075, 1187, 1305,
1456, 1501, 1607.
Lucio Girolamo, oratore di Traù a Venezia, 1383, 1402.
Lucion (mons. di) v. Saverges Pietro.
Lucionense ( vescovo) v. Saverges Pietro .
Ludochovich v. Lodovenich.
Ludovenich v. Lodovenich.
Ludovinich v. Lodovenich.
Ludovonich v. Lodovenich.
Lufſo v. Numai Luffo .
Lugo ( commissario di) , 823, 1302.
Lunardo ( Leonardo) , 946.
LunicoGian Maria, della compagnia del conte di Musocco, 1333.
Lupi (di ) Giannantonio, bergamasco, condottiere al servizio della republica, 485, 594, 735.
avolo di esso, già capitanio generale della Republica, 735.
Lusignano (di) Giacomo II , il bastardo, re di Cipro, 788.
Eugenio e Giovanni, suoi figli naturali, 788.
Lussemburgo (di) Filippo, cardinale cenomanense, 844.
M
Maddaloni (di) conte, Caraffa Giovanni Tomaso, 1309.
Maffei (di) Lodovico, mercante, prigione nel castellodi Mar Maggiore, 334.
Magera Carinas, capo di turchi in Varbosan, 1366.
Maggi (di) Bartolomeo, di Cremona, 1042.
»
»
591, 607, 609, 617, 630, 632, 636, 644, 645, 646,
647, 648, 649, 652, 657, 659, 671 , 688, 695, 701 ,
702, 706, 714, 733, 735, 739, 743, 748, 757, 760,
766, 790, 805, 806, 807, 823, 828, 830, 831, 836,
837, 859, 861 , 864, 867, 872, 880, 885, 887, 893,
910, 918, 932, 952, 960, 967, 974, 976, 979, 1005,
1006, 1011 , 1015, 1021, 1030, 1036, 1043, 1047,
1051 , 1053, 1054, 1056, 1062, 1068, 1077, 1079,
1083, 1084, 1087, 1091, 1093, 1099, 1101, 1111,
1124, 1134, 1136, 1138, 1153, 1167, 1170, 1175,
1185, 1186, 1199, 1200, 1202, 1205, 1207, 1211 ,
1215, 1216, 1219, 1220, 1227, 1229, 1232, 1235,
1239, 1244, 1254, 1256, 1262, 1266, 1268, 1269,
1297, 1301 , 1305, 1306, 1315, 1316, 1322, 1326,
1328, 1333, 1336, 1337, 1354, 1357, 1362, 1968,
1369, 1373, 1380, 1395, 1400, 1407, 1412, 1420,
1432, 1434, 1436, 1441 , 1442, 1449, 1450, 1452,
1464, 1465, 1467, 1470, 1471, 1472, 1476, 1481 ,
1499, 1505, 1512, 1513, 1517, 1532, 1534, 1535,
1539, 1549, 1554, 1560, 1565, 1569, 1570, 1572,
1574, 1575, 1578, 1581, 1590, 1591, 1598, 1606,
1616, 1619, 1628 , 1630, 1661. Maino (dal) famiglia, 1443.
»
»
»
»
Daniele , oratore di Cremona a Venezia ,
1158, 1316.
Ambrogio, 221 , 248, 282.
Bernardo, referendario a Parma per Lodovico il Moro, 242, 243.
Giasone (Jasom) , lettore nello studio di Pavia, 229, 1005, 1013, 1092.
Mainoldi ( Mainoldo) Gabriele, oratore di Cremona a Venezia, 33, 568, 638.
suoi figli , 569, 638.
Maistrello Antonio, prete, messo del cardinale San Severino a Venezia, 940, 941.
Majete (dalle) Giampietro, compagno del capitanodelle
barche dei Dieci, 1638.
Majorica (vescovo di) v. Rojas (de) Antonio.
Malacasa Domenico, capo di stratioti a Zara, 1307.
Mala Erba v. Malherbe.
Malagudi (Malaguzzi ?) (di) Pantaleone, 517.
Malaspina (famiglia), 520, 701, 1133, 1634.
»
»
»
Alberigo, marchese di Massa, marito di Lucrezia figlia di Sigismondo d'Este, 422,
474, 530, 1374, 1429.
Catterinadi Galeotto, vedova di Lazzaro e
madre di Leonardo marchese di Gragnuola, 520.
Gabriele, marchese di Fosdinovo, 520, 651 ,
1134, 1429.
>> Giorgio di (Bartolomeo?) , cremonese, 1211 .
Magnesia (zelabi di), figlio di Bajazette, 127, 448.
Magno Andrea fu Marco, debitore del comune, 1096.
Andrea, podestà a Pinguento, 546, 551, 669.
Magonza (arcivescovo di) v. Hennenberg (di) Bertoldo.
Mainier Accursio, oratore di Francia a Venezia, 21, 39,
41 , 46, 50, 133, 168, 186, 207, 222, 223, 225, 227,
246, 249, 252, 254, 256, 259, 263, 268, 272, 277,
278, 280, 283, 284, 286, 287, 294, 295, 296, 207,
303, 307, 308, 309, 311, 312, 322, 325, 329, 339,
310, 352, 353, 354, 356, 368, 370, 372, 377, 387,
391, 391, 402, 404, 405, 408, 409, 411, 412, 414, Malatesta (famiglia), 828.
416, 419, 421, 429, 454, 459, 462, 466, 473, 480,
484, 494, 506, 508, 517, 525, 527, 530, 540, 547,
558, 563, 569, 570, 571 , 577, 581, 584, 587, 588,
د
»
Leonardo, marchese di Gragnuola ed oratore
di Verona a Venezia, 520, 1134, 1330,
1382, 1506.
Carlo, fratello di Pandolfo signore di Rimini,
749, 832, 860, 861, 907, 916, 927, 940,
1013.
1801 INDICE DEΙ ΝΟΜΙ 1802
Marzano, 271.
»
Malatesta, fratello di Ramberto conte di Sogliano, 1008.
Pandolfo fu Roberto, signore di Rimini, 57,
67, 90, 121 , 122, 131, 218, 266, 271, 282,
296, 343, 359, 375, 400, 403, 404, 407,
409, 427, 469, 505, 506, 567, 568, 577,
578, 585, 587, 588, 591 , 593, 597, 609,
610, 617, 619, 634, 650, 653, 670, 671 ,
685,697,699, 702, 703, 711 , 713, 749,
754, 756, 759, 777, 782, 801 , 802, 807,
820, 822, 828, 832, 846, 855, 860, 861 ,
866, 868, 869, 879, 893, 907, 911, 914,
915, 916, 927, 938, 940, 986, 1002, 1013,
1016, 1040, 1131, 1151 .
suoi oratori a Venezia v. Caponsacco
Francesco e Monaldini Obizzo.
Malatesta Giovanna di Roberto, moglie di Ranuccio da Malipiero Andrea, console del mercanti, 872.
در
-
suoi figli , 861 , 1151 .
«
Andrea , già provveditore di Comune nell'anno 1463, 1115.
Angelo, 263, 264, 523.
Domenico fu Francesco, provveditore dell'ar
mata, 23, 35, 60, 90, 91, 105, 124, 125,
127, 138, 174, 193, 231, 551 , 553, 741 ,
838, 1628.
Francesco, console veneto a Lecce, 412, 697,
890, 999, 1257.
Francesco, proprietario di una nave, 115.
Gaspare fu Michele, 140, 142, 228, 383, 384,
428, 784, 840, 911, 1018, 1136, 1146, 1325.
Giacomo, 1554.
Giovanni fu Francesco, 45, 70, 79, 417, 606,
612, 616, 640, 668, 689, 704, 705, 723,
732, 854, 899, 1444.
Giovanni Maria di Pietro, 328, 330.
»
»
»
»
»
»
»
-
suo secretario, 879.
»
»
Ramberto (Lamberto), conte di Sogliano, 161 ,
Girolamo fu Antonio, sopracomito, 373, 380.
Girolamo fu Dario, sopracomito, 612, 616,
623.
»
199, 296, 588 , 591, 894, 918, 1008, 1570.
Roberto, signore di Rimini, 861 .
»
» »
»
»
Sigismondo di Pandolfo, 567, 610, 711, 777,
782, 822, 828, 832, 855, 861 , 1151 .
Violante, figlia di Giovanni II Bentivoglio e
di Ginevra Sforza, moglie di Pandolfo Malatesta signore di Rimini, 404, 567, 653,
697, 711 , 713, 749, 782, 822, 832, 861 ,
908, 938, 1151 .
Malatini Alvise, medico, 58, 59.
Malaberti Cristoforo, già scrivano di sier Francesco da
Mosto, 1520, 1522, 1523, 1551, 1613.
»
»
»
»
Malbochelvich (?) , capitano turco, 1623.
Malchozi, capitano turco, 288, 336.
»
Malclavello Gian Francesco, 1233, 1442. »
Maldonato, provvisionato de' veneziani , 427. »
Malet Luigi, signore di Graville e di Marcoussis, grande ammiraglio di Francia, 495.
Malfi recte Amalfi (duca di) v. Todeschini - Piccolomini
Alfonso.
»
recte Melfi ( principe di) di casa Caracciolo v. Caracciolo Trojano.
» recte Melfi ( vescovo di) v. Ferreri Giovanni.
Malherbe (Mala Erba), francese capitano di nave, 357,
1534, 1539.
Malipiero ( famiglia) e nave, 115, 151, 319, 396, 754,
»
»
»
»
»
1444.
Agostino fu Alvise, 68, 121, 209, 1437, 1602.
Alessandro fu Francesco, provveditore a Caravaggio, 704, 705, 1471 , 1493.
Alvise fu Giacomo, da S. M. Formosa, provveditore in Friuli , 96, 308, 589, 1013, 1437,
1554, 1591 , 1616, 1626.
Alvise fu Pierazzo, console veneto a Rodi,
456.
Alvise fu Stefano, 589, 1297.
»
»
»
»
»
»
Girolamo fu Francesco, della giunta del pregadi, 854, 1402, 1444, 1445.
Marco, 72, 239, 254, 523, 558, 647, 1215.
Matteo, podestà di Muggia, 459, 595, 767,
864.
Michele, 263, 264.
Nicolò fu Tomaso, proposto pagatore in campo e poi sopracomito, 118, 329.
Nicolò , rettore a Cipro, 68.
Paolo, conte a Traù, 252, 254, 305, 459, 580,
754, 887, 890, 1291, 1292, 1350, 1351 ,
1360, 1384, 1408, 1455, 1466, 1508, 1540,
1604, 1615.
Pasquale, 223.
Pierazzo, 184.
Pietro fu Stefano, già podestà e capitano a
Treviso, esecutore sopra le cose di mare
e finalmente del consiglio dei X, 123, 411 ,
778, 858, 1117, 1134, 1240, 1244, 1326.
Pietro, conte a Veglia, 224, 230, 399, 406,
452, 512, 524, 530, 543, 567, 584, 586,
606, 675, 702, 707, 791, 792, 859, 868,
930, 1102, 1316, 1330, 1559, 1560, 1609,
1621 , 1633.
Sebastiano fu Matteo, 285.
Sebastiano di Troilo, 1299.
Troilo fu Marino, capitano a Famagosta, 8,
296, 302, 316, 687, 776, 977, 979, 1118,
1120, 1121 , 1150.
Vittore, lettore di medicina pratica allo Studio di Padova, 654.
Vittore, podestà a Piove di Sacco, 803.
Malombra Giambattista, oratore di Cremona a Venezia,
31, 33.
» Tomaso, vescovo di Curzola, 885, 1048, 1168,
1186, 1266, 1470.
1803 INDICE DEIΙ ΝΟΜΙ 1804
Malonsi Pietro, vescovo di Alessio, 1687.
Malvasia (arcivescovo di) , 1096.
» (castellano di) , 1560.
»
(podestà a) v. Riva (da) Andrea.
Malvezo v. Malvezzi.
Malvezzi Lucio, già luogotenente di Lodovico il Moro
aVigevano, 234, 242, 264, 297, 472, 484,
673, 1167, 1208, 1238, 1251, 1268, 1331 ,
1857, 1412, 1631 , 1635.
»
-famiglio di esso, falsificatore di monete,
484.
-sua moglie v. Sanseverino Ginevra.
Pirro (Pyro) , 1063.
ManfronGiampaolo,condottiere al servizio della republica, 7, 76, 145, 146, 206, 383, 457, 511, 659, 795,
859, 1292, 1592.
figlio di esso, 511 , 659.
-moglie di esso, 76, 1292, 1592.
Manna (de la) v. Maino (dal) Daniele.
Mannutio Lucense v. Manucci Filippo.
Manolesso, famiglia, 601.
»
«
Giacomo, provveditore a Vrana (Lavrana),
378, 585, 599, 887, 1033, 1059, 1074,
1076 , 1209, 1292, 1375, 1376, 1386, 1388,
1507, 1508.
Girolamo, 74.
Mamerto (San), arcivescovo di Vienna di Francia, 631. Lorenzo, 509,
Mamucho (Maometto?) pascià, 443.
Manara (famiglia) , 268, 992, 421, 463, 532, 760, 959.
«
»
Alessandro, 1113.
Martino, 510.
Manassi (famiglia), 487, 496.
» Martino, stratioto, 487, 488, 496
Mandello (commissari francesi a) , 662.
Mandico Alessandro v. Manduca Alessandro.
Mandolino, ebreo, 1292.
Manduca (Manducha) Alessandro, spedito dal re di Napoli alla Vallona , 1043, 1047, 1052, 1054, 1062,
1073, 1087, 1201, 1216.
Manenti Alvise, inviato di Venezia a Constantinopoli ,
»
Marco, 327.
»
Pietro fu Antonio, 56.
Manoli , stratioto, 520.
Mansueto (fra' ) di Santa Maria delle Grazie, 683.
Mantova (da) Biagio, bidello generale dello Studio di
Padova, 655.
(da) Danese v. Monte (dal) Danese. »
»
(da) Pietro, lettore di filosofia naturale nello
Studio di Padova, 655, 1265.
»
(moglie del marchese di) v. Gonzaga Elisabetta.
»
41, 86, 118, 125, 127, 131 , 132, 162, 168,
171 , 177, 179, 180, 183, 188, 190, 192, 197,
(marchesana di) v. Gonzaga Elisabetta.
(marchese di) v. Gonzaga Gianfrancesco III.
(fratello del marchese di) v. Gonzaga Giovanni.
199, 236, 238, 287, 295, 300, 389, 390, 460,
»
(primogenito del marchese di) v. Gonzaga Fe550, 1434, 1436, 1449, 1450, 1452, 1464,
derico.
1476, 1499, 1555. » (vescovo di) v. Gonzaga Lodovico.
»
Manfredi Astorre, signore di Faenza, 64, 249, 255, 259,
Manzino ( di) Giorgio, padron di nave, 334.
Maometto, il profeta, 431, 563.
Bellino (Belum) , contestabile al servizio della Manucci Filippo, lucchese, 136.
Republica, 1506.
260, 271 , 283, 343, 359, 385, 398, 399,
403, 404, 407, 409, 421, 426, 469, 521 ,
558, 577, 587, 591 , 593, 597, 617, 619,
634, 651, 661, 671 , 685, 699, 702, 703,
711 , 712, 713, 739, 754, 756, 759, 780,
801, 807, 820, 846, 855, 869, 879, 893,
907, 911, 927, 965, 966, 976, 978, 1007,
1010, 1011 , 1014, 1015, 1018, 1019, 1040,
1045, 1046, 1049, 1063, 1064, 1065, 1067,
1112, 1124, 1125, 1151, 1200, 1228, 1269,
1287, 1295, 1430, 1433, 1474, 1530, 1619.
Suoi oratori :
-a Ferrara, 793.
a Venezia v. Salichia (di) Girolamo e Vandini (de' ) Vandino.
Galeotto, 1010.
»
«
(Mahumet), pascià, già morto, 795.
figlio di esso, 795.
v. Mamucho, Monucho.
Maradaga v. Amurat agà.
Marano (da) Bartolomeo, 1329, 1330.
» Francesco, contestabile a Cremona, 1017.
» Giacomo, vicario in Gradisca, 1317.
Marcello, famiglia, 160, 1037.
»
»
»
»
»
»
(di) Lancillotto, 1037. »
»
(di) Manfredo, oratore di Ferrara a Firenze,
941, 1006.
»
»
Alvise fu Antonio, 191.
Alvise, il grande, fu Benedetto, da S. Provolo,
210, 1298, 1402, 1411, 1437, 1553.
Alvise fu Giacomo, 854, 1602, 1617.
Alvise fu Troilo, capitano delle navi, 28, 30,
35, 83, 90, 100, 171, 174, 471, 1100, 1102,
1111, 1129, 1133, 1358, 1401, 1406, 1413,
1422.
Alvise, da San Tomà, 858.
Andrea fu Antonio, 191, 545.
Andrea fu Pietro, 224, 245, 252, 263, 382, 576,
»
(di) Francesco, contestabile a Navarino (Zonchio), 641, 834.
»
Giovanni Evangelista, 1014, 1065.
»
603, 1036, 1276, 1341, 1446.
Bartolomeo, 315.
» Cristoforo fu Antonio fu Giacomo, 978.
INDICE DEI ΝΟΜΙ 1806 1805
Marcello Donato, 315, 388.
»
»
Francesco fu Bartolomeo, 206, 208, 758, 1433.
Francesco fu Cristoforo, 395.
766, 779, 795, 802, 804, 813, 832, 835,
858, 859, 868, 878, 885, 886, 890, 925,
959, 980, 1113, 1124, 1136, 1138, 1156,
»
Francesco fu Filippo, vescovo di Traù, 1247,
1334, 1351, 1369, 1383, 1384, 1400, 1403.
1175, 1176, 1199, 1212, 1254, 1289, 1295,
1301 , 1324, 1442, 1467, 1477, 1493, 1510,
» Francesco di Vittore, 537. 1515, 1629.
»
Francesco, già rettore a Zara, 1264, 1358, Marcello Pietro, provveditore aCasal Maggiore, 1097,
1386. 1316, 1468 , 1478, 1515, 1588.
» Sebastiano fu Antonio, 60, 70, 699, 701 , 706, »
Giacomo di Giovanni, 123, 330, 371,381,664,
712, 894.
»
Giacomo, capitano generale, 388, 1352.
»
Gian Francesco fu Antonio, 123, 160, 222, 264,
1035, 1218.
«
»
Giovanni, castellano aMoccd, 354, 375, 713.
Giovanni, governatore, 29, 411 . »
»
»
Giovanni, alle ragioni nuove, 626, 745, 746.
Girolamo fu Antonio, 482, 485.
» Leonardo fu Bernardo, 742.
»
«
»
»
»
»
»
Leonardo fu Fantino, rettore di Egina (Legena) , 445, 446, 947, 948, 994, 997, 1019,
1106.
Lodovico di Francesco, 1206.
Lorenzo fu Giacomo Antonio, 854.
Marcello, 829.
Marco fu Giacomo Antonio, 984, 1402, 1411.
Natale di Nicold, 79, 518, 520, 605, 616, 720,
721 , 723, 726, 727, 817, 904, 1070, 1990,
1585, 1626, 1641.
Nicolò, provveditore al Zante, 177, 178, 182,
183, 236, 262, 304, 335, 362, 366, 396,
397, 406, 444, 481, 488, 501, 599, 608,
618, 669, 692, 696, 716, 719, 720, 727,
740, 745, 760, 771, 810, 811, 832, 873,
874, 896, 897, 964, 988, 989, 990, 1026,
»
764, 769, 778, 781, 792, 793, 794, 907,
969, 1074, 1075, 1076, 1129, 1145, 1148,
1195, 1196, 1217, 1221, 1222, 1224, 1261 ,
1299, 1344, 1390, 1414, 1421, 1525, 1582,
1585, 1586, 1613, 1641.
Valerio ſu Giacomo Antonio, 45, 236, 333,
337, 445, 518, 602, 603, 605, 618, 689,
690, 703, 716, 720, 727, 732, 733, 833,
834, 854, 896, 905, 974, 984, 1074, 1223,
1357, 1491, 1500, 1523, 1544, 1545, 1546,
1554, 1555, 1564, 1582, 1603, 1618, 1634.
Vittore fu Alessandro, 142, 208.
Marchi ( tre) , ladri della camera di Lepanto, 838.
Marchia (de la) v. Marck (de la) .
»
(re della) v. Brandeburgo (marchese di).
Marcinco v. Martinco.
Marck (de la) conte Roberto, 1204.
cugino di esso, 1204.
»
Marco (di) Giovanni (Zanetto) , padron di nave, 334.
secretario di Federico re di Napoli, 1308.
Marcolino Nicold, cittadino di Antivari, 1243.
Marconi (famiglia), 152.
Marcovich Jurai Cacich, conte di Craina, 1051 .
Marcozi, turco, 970.
dova, 656.
Marcualdo v. Breisacher Marquardo.
1027, 1071, 1072, 1104, 1105, 1106, 1108, Marcuccio, ebreo, da Bassano, 266, 383.
1144, 1217, 1339, 1345, 1390, 1392, 1560,
1561 , 1563, 1586, 1593.
Mare (capitano generale di) v. Trevisan Melchiorre e
Pesaro (da ca' da) Benedetto.
«
«
Nicolò, sopracomito, 839, 1340.
Maresii ( di ) Guido, lettore di diritto nello Studio di Pa- Pietro fu Antonio, 191, 264, 315.
»
Pietro fu Antonio, detto Male Fin, 666, 754.
»
Pietro fu Benedetto, da San Provolo, 210. »
»
Pietro fu Filippo, 143, 545, 742.
» Pietro fu Giacomo, 210. »
Nicolò, castellano a Malvasia, 1099.
»
Pietro fu Giacomo fu Pietro, 151.
»
Pietro fu Giacomo Antonio, provveditore generale in campo, e poi in Friuli, 26, 71, 90,
92, 104, 107, 110, 133, 138, 146, 147, 149,
152, 154, 156, 157, 158, 163, 170, 187,
193, 195, 196, 202, 203, 207, 213, 214,
215, 216, 219, 221, 222, 227, 228, 233,
240, 241, 242, 244, 248, 249, 251, 257,
259, 266, 273, 279, 282, 284, 293, 295,
297, 301, 307, 308, 310, 323, 325, 341 ,
372, 384, 394, 398, 413, 418, 424, 428,
431, 452, 460, 474, 482, 510, 546, 576,
584, 595, 618, 627, 634, 650, 951, 654,
664, 675, 686, 697, 703, 707, 745, 755,
Mariani ( famiglia), 261 .
(di) Damiano, padron di nave, 602, 722, 815,
1068.
Mariano (da) Francesco, milanese, prigioniero a Ber-
»
«
»
gamo, 248.
Gianfrancesco, oratore di Cremona a Venezia,
33.
(duca di) v. Caraffa Sigismondo.
(di Poglizza), 1455.
caporale sotto il conte di Pitigliano, 423.
Marigna (di) conte Pietro, 1352.
Marigny (sig. di) , ball di Senlis, oratore di Francia in
Ungheria, 186, 191, 192, 193, 194, 197, 201, 214,
269, 284, 356, 366, 368, 381 , 400, 405, 408, 409,
451, 453, 455, 472, 510, 540, 566, 567, 586, 587,
588, 596, 606, 607, 626, 630, 636, 639, 659, 662,
665, 673, 742, 913, 1056, 1159,
1807 1808 INDICE DEΙ ΝΟΜΙ
Marin Antonio fu Giovanni, 142.
» Bartolomeo, 71.
»
»
»
»
»
»
»
R
Domenico fu Carlo, 47, 88, 97, 191 , 192, 268,
310, 395, 415, 439, 479, 806, 1117, 1324,
1406.
Francesco fu Antonio, 554.
Francesco, uno dei capi dei creditori del banco
dei Lippomani, 206, 284, 368, 372, 712, 854,
1017.
Giovanni, già sopra gli ori in zecca, 822.
Girolamo fu Giovanni, 206, 209, 758.
Nicolò fu Pietro, 1298.
(di) Giambattista, da Brescia, 368.
Giovanni, sensale in Alessio, 960.
Marinato Giacomo, cavallaro spedito dai rettori di Padova a Venezia, 325.
Marinico, capitano, 1614.
Marino, compagno di stendardo, 1342.
Mario, 172.
Marliano (da) Gian Francesco, 234, 238, 245, 322, 495.
» prevosto di Como, prigioniero nel castello di
Milano, 609.
Maroverti v. Malaverti .
Marovich conte Stefano, di Craina, 26.
Marquardo v. Breisacher Marquardo.
Martini (di) Zaccaria, già secretario di sier Luca Querini,
provveditore a Corfù, 1162, 1311.
»
Martinico v. Marinico.
Martino (pre' ), oratore di Cuvrili a Venezia, 643.
messo di Lodovico il Moro al turco, 1319.
Martinuse Stefano v. Martinusovich Stefano.
Martinusovich Stefano, conte di Clissa, 1314, 1609.
Martirano (conte di) v. Gennaro (di) Andrea.
Marturano (conte di) v. Gennaro (di) Andrea.
Marzano (di) conte Bernardino, 1302,
»
»
Giambattista, duca di Sessa e principe di
Rossano (Rosano), 239.
Ranuccio (Ranuzi) , condottiere al servizio
dei fiorentini poi di Bologna, 95, 271 ,
396, 750, 986, 1007, 1008, 1010, 1029,
1038, 1040, 1045.
Marzocco, contestabile, 741 .
Masino ( ?) ( Maxin) , gentiluomo milanese, 540, 586.
Massimo (fra') , rodiano, 1073. Mastin (di) Leonardo, da Corfù, padron di caravella,
115.
Matafari Giovanni, sopracomito di Zara, 817, 900, 946,
947, 1020, 1025, 1342, 1416 , 1417, 1418, 1545, 1642.
Matalon v. Maddaloni (di) conte Giovanni Tomaso.
Matera (conte di) , 1309. Martelli Braccio, provveditore fiorentino all' impresa di Mathasi Lazzaro, capo degli stratioti di Modone in
Pisa, 19.
» florentino, 945.
Friuli, 804.
Mathias, re d' Ungheria v. Corvino Mattia.
Martellino Sebastiano, cittadino di Ravenna, già prov- Mathio (fra') v. Matteo (fra') .
visionato di Vitellozzo Vitelli, 965.
Martin (missier) v. Lodovenich conte Martino.
Martina ( marchese di), 1309.
Martinco, bano di Knin, 966, 1291, 1497, 1508, 1531.
» (fratello di) , 1508.
Martinel (di) Giambattista, 632.
Martinelli Giambattista, di Cesena, 406.
» Lodovico, di Cesena, 406.
Martinengo (da) Bernardino, 392, 1464.
»
»
«
«
«
»
α
»
»
Cesare, 672, 1464.
Federico di Vittore, 480, 341, 786.
MatoGiovanni, contestabile nella rocca di Cremona e
Crema, 1047, 1278.
» Giovanni, corriere, va a Roma con lettere del cardinale gurcense, 1331 .
Matteo (fra' ) , cavaliere e oratore di Rodi in Francia,
560, 563, 569, 570, 571, 572, 577, 644, 645, 647,
648.
Mattia, ungherese, prigioniero fuggito dai turchi, 443.
rappresentante dei patrimoniati di Poglizza ,
1608.
»
Mattio (di) Stefano, padron di caravella, 115.
Giovanni Maria fu Gian Francesco, 29. Mauchoz v. Malchozi.
Giulio, 159, 240, 383, 482, 540.
Lodovico, 265.
Marco, già condottiere veneziano, poi
ribelle, 223, 233, 251, 259, 284,
418, 429, 430, 484, 528, 1208, 1330.
Pietro fu Leonardo, 66.
Vittore fu Gian Francesco, 29, 107,
243, 249, 340, 341, 392, 480, 543,
786.
(provveditore di), 651 .
Martines Pietro, 380.
» (marchese di ) v. Martina (marchese di) .
Martini (di) Andrea, priore d' Ungheria, 148, 246, 523,
647, 648, 911 .
Bartolomeo, vescovo di Segorbia (Sagabria,
Sogobrio) e cardinale, 270, 275.
Maurichi, abitante a Napoli di Romania, 183.
Maurizio, lettore di teologia nello Studio di Padova, 655.
Mauro Giovanni, padron di caravella, 115.
Mayno (dal) v. Maino (dal) .
Maza Giovanni Stefano, già fornitore di ferro all' arsenale di Venezia, 1054.
(9) (conte di), 820, 822, 1302, 1317, 1318.
Mazaruol, notaio di Imperiale Contarini, 511.
Mazi ( di) v. Maggi (di).
Mazola Andrea, dottore, capitano di Valcamonica, 638,
»
663, 931 , 1413, 1463.
Paolo v. Mazola Andrea.
Meckau (di) Melchiorre, vescovo di Bressanone, 1386,
1431 .
Medici (de') fazione e famiglia, 556, 942, 967, 986,
1401, 1485.
1809 INDICE DEI NOMI 1810
fonsina.
Medici ( de' ) Alfonsina, moglie di Pietro v. Orsini Al- Mezzo (di) Francesco di Antonio, 509.
» Francesco, sopracomito, 606, 613, 616, 720,
»
Cosimo, 131 .
»
»
Giovanni, cardinale, 135, 842, 843,906, 942.
Giovanni, di Pierfrancesco, 56.
>>
725, 897, 900, 921 , 946, 947, 997, 1217,
1344, 1345, 1390, 1397, 1541, 1546, 1641 .
Marietta, 755, 756.
» Giuliano, 135, 235, 474, 496, 555, 627, 651 ,
683, 697, 698, 745, 755, 869, 906, 987,
1293, 1313 , 1319, 1374, 1401, 1430.
Miani Gian Francesco, camerlengo di Brescia, 110.
»
»
Lorenzo, figlio di Piero e Alfonsina Orsini ,
135, 1293 .
»
»
»
»
»
»
Nicolò il grande, 1165.
»
»
Lorenzo, di Pierfrancesco, 862.
Lucrezia, 135.
Pietro, 135, 410, 745, 1007, 1019, 1029,
1038, 1329, 1355, 1485, 1519, 1565, 1599,
1603.
cardinale v. Medici (de') Giovanni.
Mega (di ) Bernardino v. Mengola (di) Bernardino.
Megij ( di ) Agostino, oratore di Brescia a Venezia, 1426.
Meldola (da) Simone, contestabile in Nadino, 1314.
Melfi ( vescovo di) v. Ferreri Giovanni.
Meli Gabriele, da Cremona, 110, 458, 1042, 1043.
Melli (da) Gabriele v. Meli Gabriele.
Melze (conte di) v. Sforza Galeazzo.
Melzo (da), famiglia milanese, 607, 637.
»
(da) Girolamo, castellano di Trezzo, 228, 506,
547, 592, 653, 665, 684, 754.
» (contino di) v. Sforza Galeazzo.
Memmo Bernardo, il grande, fu Pietro, 1173.
» Fantino fu Lodovico, 123, 222, 350, 398, 406,
Gian Francesco fuGirolamo, già auditor vecchio,
849, 1610.
Lorenzo, console veneto a Palermo, 573, 794,
1300, 1323, 1474, 1475, 1483, 1485.
Luca, 250.
Paolo Antonio, 794, 1133, 1147, 1483, 1484, 1546.
Micali (di) Costantino , calafato della nave Pandora,
948, 949.
Michalogri ( figlio di) , capitano turco, 936.
Michiel Alvise, capo dei Dieci , 1638.
»
»
»
Alvise di Maffio, sopracomito di Retimo, 447,
487, 489, 583, 616, 640, 689, 723, 732, 854,
905, 1077, 1444, 1523, 1625.
figli di esso, 1444.
Alvise, podestà di Castel Leone, 22, 569.
Andrea fu Giorgio, provveditore in Albania, 44,
53, 145, 152, 168, 194, 205, 206, 279, 300,
324, 344, 376, 383, 385, 414, 415, 454, 458,
513, 524, 595, 638, 643, 684, 686, 703, 704,
740, 792, 835, 866, 876, 920, 926, 970, 1038,
1056, 1057, 1076, 1099, 1145, 1147, 1244,
1315, 1335, 1413, 1421 , 1422, 1459, 1568,
1612.
Antonio fu Fantino, 210.
494, 576, 816, 1275, 1340, 1343.
»
Francesco fu Giorgio, 160, 222.
»
» Lorenzo, 204. »
Bernardino di Maffio, 854, 1077.
»
Luca fu Pietro, 1297, 1493, 1494, 1577.
»
Fantino fu Girolamo, 642, 1097.
» Marco fu Andrea, 1299. »
Fantino, generale di mare, 174.
» Michele fu Antonio, 1411 . »
Fantino, procuratore, 660, 1004.
» Nicolò fu Andrea, già auditor nuovo, 208. >> Francesco di Antonio, 67, 164, 171 , 313.
»
Nicold, podestà di Budua, 189, 205, 243, 349, »
Francesco fu Tomaso, da San Canciano, 537,545.
»
406, 413, 494, 506, 535, 712, 894, 966, 1076,
1420.
Pellegrino, 313.
Mendoza, capitano spagnuolo, 1273.
Mendrin Giovanni, 1023.
» Michali, 1023.
Menese (de) Giovanni, conte di Taruca, 1597.
Menga (di) Bernardino v. Mengola (di) Bernardino.
Mengola (di) Bernardino, sopracomito di Monopoli, 615,
816, 1575.
Merlino ( fra' ) Vincenzo, lettore di metafisica nello Studio di Padova, 655.
Merula Giorgio, 91 .
Messeto Giacomo Filippo, lettore di diritto nello Studio
di Padova, 656.
Mestre (da) Giovanni Maria, 859.
«
(podestà di) v. Barbo Alvise.
Metello, 83.
Mezzo (di ) Andrea, 79, 720, 819, 931.
»
Andriana, 755.
I Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
-
»
Giacomo di Biagio, 661 , 790.
Giacomo fu Tomaso, 142, 208.
»
Giovanni, cardinale del titolo di Sant' Angelo,
375, 383, 420, 608, 633, 789, 843, 1048,
1086, 1087, 1135, 1254, 1322, 1356, 1369,
1370, 1477, 1606.
»
»
»
»
لا
»
Giovanni, governatore a Brindisi, 379, 628, 629,
697, 730, 731 , 786, 909, 1000, 1027, 1043,
1131 , 1399, 1514, 1543.
Girolamo di Antonio, sopracomito, 605, 616,
816, 938.
Girolamo, già castellano a Manfredonia, 1326.
Girolamo, governatore della Meduna, 546.
Girolamo, proposto a sopravvegliare le esazioni ,
479.
Leonardo di Maffio, 854, 979, 1402, 1444, 1445,
1625.
» Leone fu Domenico, 1285, 1437.
»
Maffio, unodei cinque savi alle decime nel 1463,
1115.
114
1811 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1812
MichielMaffio, podestà di Rovereto, 199, 286, 376, 400, poi di Candia, 263, 282, 302, 435, 462, 464, 554,
600, 672, 696, 819, 922, 923, 1052, 1148, 1149,
1225, 1325, 1460, 1461, 1523.
424, 456, 470, 523, 556, 570, 588, 630, 632,
672, 755, 879, 959, 1085, 1086, 1164, 1168,
1186, 1213, 1263, 1266, 1279, 1306, 1319, MinioGiovanni Antonio fu Nicolò, avvocato fiscale, 150,
1616.
Maffio, dimorante a Tripoli, 681, 687. »
» Marco, il grande, fu Fantino, 208.
»
» Nicolò fu Nicolò, già sopra il dazio del vino, 509.
» Nicolò, dottore, cavaliere, oratore al re di Francia a Milano e avvogadore di comun, 24, 29,
43, 47, 48, 49, 58, 69, 76, 87, 100, 101, 103,
106, 108, 115, 119, 121, 131, 143, 144, 148,
164, 171 , 172, 174, 227, 297, 311, 313, 315,
388, 389, 394, 395, 396, 405, 411, 416, 430,
451, 471, 524, 553, 554, 571, 632, 783, 788,
824, 837, 858, 864, 916, 928, 955, 1077,
1079, 1100, 1156, 1173, 1174, 1175, 1176,
«
»
152, 172, 315, 345, 368, 370, 849, 1136, 1265,
1380, 1611 , 1629.
Lorenzo fu Almorò, fu Lorenzo, 210.
Luca fu Nicolò , 147, 223, 575.
Marco di Bartolomeo, 209, 1630.
"
Matteo fu Domenico, 65.
Minotto Alvise, podestà di Cittadella, 39, 461, 468, 928.
»
Pietro fu Francesco, 536.
Mirandola (signore della) v. Pico della Mirandola conte
»
Gianfrancesco.
(conteAntonio della) v. Pico Antonio (Maria)
conte di Concordia.
Mirnis ( o Nis) bel, ammiraglio egiziano, 1526.
1180, 1206, 1215, 1246, 1958, 1361 , 1411 , | Miros Nicolò , arciprete e vicario dell'arcivescovo d'An1413, 1422, 1579, 1611.
figlio di esso, 227, 420.
»
Nicolò, dottore, già ai dieci offict, 21, 66, 1610.
»
Paola, 755.
»
Pietro fu Luca, 545, 705, 1298, 1630.
Pietro fu Paolo, 169.
»
Pietro da San Polo, 423.
»
«
»
Vittore fu Michele, 41, 211, 1602, 1618.
(priore di San Giovanni) , 404, 647.
(di) Marco, patron di nave, 115.
Michele ..... , ambasciatore di Milano a Massimiliano,
286.
Michieli Gian Giacomo , secretario del Consiglio dei
»
Dieci, 115, 143, 389, 390, 699, 704, 736, 985,
1150.
(tre) v. Coreglia (da) Michele.
Mii (di) Cabriel v. Meli Gabriele.
Mila ( del) Lodovico, cardinale del titolo de' Santi Quattro, 843.
Milano (da) Filippo, abitante in Cipro, 680, 1122.
»
(da) Francesco, provvisionato in Cipro, 434.
»
»
(da) fra' Raffaele, 1476, 1505, 1639.
»
»
"
(da) Giacomo, contestabile a Famagosta, 1119.
(duca di) v. Sforza Lodovico, detto il Moro.
(generale di) , 1218 .
(oratori di)
al re di Francia 220 e v. Borromeo Gilberto, Cusano (da) Girolamo, Castiglioni Giovanni Stefano, Fiorenza (da) Gabriele, Omati
(di) Gian Pietro, Trinchello Michele, Trivulzio Urbano, Vimercati Corradino e Visconti
Antonio.
- a Massimiliano, 155, 156, 1213 e v. Crivelli
Antonio, Girolamo ...... , Michele . ,
e Stadi (di) Nicolò .
- a Venezia v. Ronzon Bartolomeo.
( tesoriere di) v. Landriano (di ) Antonio.
Minio Alessandro fu Castellano, 61, 74, 1189.
»
Bartolomeo fu Marco, capitano di Famagosta e
tivari, 1422.
Misit ( Missit) pascia, 179, 181, 182, 197, 778, 901 , 902,
935, 948, 1555.
» bel, oratore turco in Francia, 560.
Misocco (conte di) v. Trivulzio Nicolò.
Misoli (Missoli) Benedetto v. Musoli Benedetto.
Mistachij Giacomo ( Zacho), cipriotto, 712.
Moccò ( castellano di) , 1169.
Mocenigo Alvise fu Tomaso, 120, 484, 1493, 1611, 1628.
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Alvise fu Alvise, 849, 855, 887, 908, 915, 916,
1011, 1081, 1083, 1157, 1236, 1283, 1284,
1289, 1314, 1321, 1324, 1325, 1444, 1516,
1550.
Francesco fu Pietro, 411, 869,853,863, 1112,
1118, 1570, 1581.
Giovanni, doge, 155, 341 .
Giovanni fu Pietro, 112, 764, 778, 1267, 1332,
1483, 1581 , 1611 .
Girolamo, 681 .
Lazzaro di Giovanni, 1610.
Leonardo, capo del Consiglio dei Dieci, 43,
Leonardo di Tomaso, capo di Quarantia, eletto
poi savio agli ordini, 169, 179, 197, 201 ,
257, 314, 332, 367, 371, 439, 537, 544,
545, 580.
Leonardo del fu doge Giovanni, già podestà
a Verona, poi podestà di Padova, 53, 155,
300, 305, 306, 1006, 1085, 1269, 1505,
1514.
Nicolò procuratore di San Marco, 8, 34, 164,
405, 632, 954, 1592.
Pietro, doge, 341 .
Pietro quondam Serenissimo, 660, 842.
Tomaso, doge, 341.
»
»
»
» Tomaso fu Marino, 316.
» Tomaso, governatore dell'entrate, 97, 592,
616, 634, 706, 733, 911, 1004, 1213, 1489,
1581.
Modena ( dala) Zorzin v. Moneda (dalla) Giorgio.
1813 INDICE DEIΙ ΝΟΜΙ 1814
Modena(cardinale, vescovo di) v. Ferrari Giambattista.
Modone (da) Demetrio, compagno di stendardo del ca-
»
pitano generale di mare, 1217, 1230,
1259.
(da) Giovanni, gastaldo, 38.
famiglia di esso, 98.
Molin ( da) Marino fu Nicolò, dei Pregadi, 589, 1437.
د
»
Marino, capitano delle galere di Beirut, 684 ,
974, 1187, 1188, 1390, 1446 .
Nicolò, 1592, 1593.
Molis (de) Alvise, scudiere del re di Francia, 354.
Molla (da) Giacomo v. Nola (da) Giacomo.
(oratori di) a Venezia, 572 e v. Daca Nicold, Mompensier (mons. di) v. Borbone (di) Gilberto.
Coliva Giovanni e Sava Nicolò .
(rettori di ), 27, 79, 196, 201 , 251, 998, 399,
419, 441 , 481, 485, 488, 502, 526, 549, 574,
616, 620, 661, 689, 690, 691, 742, 811, 821 ,
1397 ev. Bon Antonio, Gabriele Marco e Zantani Antonio.
Moisè (Moises) Giorgio, capitano a Pordenone, 1214,
»
1218, 1231 .
v. Moyses ( Buslay ?) .
Mola (castellano di) , 218.
»
(vicerè a) v. Caraffa Andrea.
Molin (da), famiglia, 785.
»
"
»
»
»
»
»
»
«
Alvise fu Nicolò, 88, 92, 98, 99, 104, 122,
154, 194, 197, 201, 205, 239, 257, 303,
307, 311 , 319, 350, 371 , 375, 407, 411 ,
464, 479, 531, 546, 660, 734, 762, 837,
853, 864, 884, 886, 895, 916, 1156, 1161 ,
1174, 1180, 1206, 1211, 1230, 1233, 1236,
1246, 1267, 1288, 1289, 1295, 1321 , 1324,
1335, 1409, 1411 , 1427, 1491, 1530, 1531 ,
1628.
Benedetto fu Donato, 926.
Cario, 76.
Francesco, conte a Lesina, 414, 645, 1054,
1164, 1361 , 1365, 1455, 1508, 1521 .
Giacomo, capitano a Zara, 525, 538, 697,
778, 865, 878, 942, 1016, 1033, 1059, 1155,
1164, 1209, 1290, 1307, 1386, 1618.
Giovanni fu Cresci , gia podestà a Lendinara,
208.
Giovanni fu Timoteo, 46, 421, 429, 975.
Giovanni, fuggito di prigione, 980.
Leone fu Nicolò, patron di una galea di Beirut, 67.
Monaco (duca Alberto di) v. Baviera (duca di) Alberto
II il Savio.
Monaldini (di) Obizzo, oratore del sig. di Rimini a Venezia, 404, 494, 505, 506, 568, 577, 632, 647, 648,
653, 823, 828, 858, 907, 911 , 938, 1131 .
Monaldo (duca) , 664.
Moncelese (da) Sebastiano v. Monselice (da) Sebastiano.
Moneda (dalla) Giorgio (Zorzin), ammiraglio del capitano generale Antonio Grimani, 48, 51, 175.
Monfalcone (podestà di) v. Priuli Bartolomeo.
Monferà (marchese di) v. Paleologo Guglielmo.
Monferrato (marchese di) v. Paleologo Guglielmo.
Monopoli (da) Girolamo, lettore di teologia nello Studio
»
»
di Padova, 655.
Marino, padron di grippo, 1000.
(governatore, provveditore a) v. Badoer
Giacomo e Lion Tomaso.
(vescovo di) v. Caragnino Urbano.
Monovassi Martino, cavaliere, cittadino di Napoli di
Romania, 572.
Monpensier ( mons. di) v. Borbone (di) Gilberto.
Monreale (cardinale di) v. Borgia Giovanni.
Monselice (da) Pietro, medico, 58, 59.
» Sebastiano, contestabile a Modone, 352,
440, 487, 497, 602, 618, 732, 974, 1491 ,
1554, 1555.
Montalbano (di) Pietro, padrone di un marano, 541 .
Montalboddo (da) Gian Benedetto, lettore di medicina
nello Studio di Padova, 654.
Montason (sig. di) v. Clermont (di) Giacomo sig. di Montoison.
Monte (dal) Danese, 352, 440, 487, 601, 995, 1071 , 1225,
1339.
conte Federico, 296.
Francesco , dragomano di Benedetto Sanuto console a Damasco, 674.
Francesco , padron di nave , 1144, 1196,
1259, 1270.
»
»
Leone, console veneto a Damasco, 675.
Marco fu Francesco, savio agli ordini, 169,
»
179, 197, 201, 202, 257, 267, 311 , 312,
324, 345, 367, 439, 507, 536, 551, 557,
»
561 , 566, 573, 580, 619, 646, 741, 746, »
747, 748, 756, 763, 786, 793, 836, 849.
Gabriele, padron di nave, 601, 722, 815, 931 ,
1068.
» Marco fu Paolo, deputato al banco dei Garzoni, 97, 158.
» Girolamo, vice collaterale in campo, 141,
149, 156, 163, 232, 233, 275, 323, 919.
»
R
«
Marco, capitano a Brescia, 1368.
Marco fu Pietro, già savio agli ordini, 329, Monte Albano (di) Pietro, v. Montalbano (di) Pietro.
1629.
Marco, capo del Consiglio dei Dieci, 365, 377, Montedoglio Francesco, condottiere, 75.
439, 580, 699.
"
Marco, dalla Maddalena, 511 .
»
«
Marco, da San Fantino, 974.
Marietta, 785.
Montefeltro (da) Agnese, sorella del duca di Urbino e
moglie di Fabrizio Colonna, 697,713.
conte Antonio, fratello del duca di Urbino, 610, 618, 636, 653, 663, 670.
»
Monte Bodio (da) Gian Benedetto v. Montalboddo ( da)
Gian Benedetto.
1815 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1816
Montefeltro (da) Guidobaldo , duca di Urbino , 18, 60,
105, 122, 134, 266, 271, 283, 296,
302, 308, 313, 335, 341 , 342, 387,
392, 459, 523, 553, 610, 618, 634,
635, 636, 653, 663, 670, 671 , 697,
703, 713, 739, 740, 749, 780, 804,
809, 820, 855, 893, 894, 927, 965,
1056, 1093, 1114, 1287, 1905, 1369,
1450, 1530, 1543, 1560, 1570.
»
sua moglie Elisabetta Gonzaga,
186.
187, 190, 195, 196, 199, 202, 203, 207, 212,
213, 214, 215, 216, 219, 221, 222, 227, 228,
233, 234, 240, 241, 242, 244, 248, 249, 251 ,
257, 259, 266, 273, 279, 282, 284, 293, 295,
297, 301 , 307 , 310, 323, 338, 341, 342, 344,
355, 357, 378, 392, 407, 411, 454, 553, 654,
853, 911, 985, 1034, 1044, 1053, 1219, 1412,
1449, 1464, 1470, 1499, 1516, 1517, 1520, 1539,
1540, 1567, 1580, 1592, 1598, 1602, 1603, 1613,
1632, 1633.
secretario di esso, 392.
-suo oratore a Venezia v. Muzio Moro Daniele di Marino, 169.
Macario da Camerino.
Nicolò, 975.
Montenegro (sangiacco di), 406.
Montesom (mons. di), 1332 e v. Clermont (di) Giacomo,
sig. di Montoison.
Montibus (de) Francesco, oratore del re di Napoli a
Lodovico il Moro, 198, 470, 565, 1279, 1308, 1433,
1476, 1566.
Montisom ( mons. di), 1238 e v. Clermont (di) Giacomo,
sig . di Montoison.
Montjoie, araldo del re di Francia al turco, 550, 558,
559, 569, 743, 765.
Montorio (conte di) v. Termoli (di) Francesco.
Monucho ( Maometto?), pascia della Morea, 727.
Monzogia (Monzogna, Monzoja) v. Montjoie.
Mora Alvise, mercante in Alessandria d'Egitto, 1122,
1123, 1198, 1461, 1526.
Morea (dalla) Domenico, da Corfù, 333.
»
»
(bilarbel della) 256, 320, 499, 502, 1523.
(despota della) , 310.
»
»
»
»
( flambularo della) , 177, 183, 518, 874, 896, 964,
1346, 1562 e v. Calil aga.
(pascià della) , 446, 500, 519, 727, 972, 973, 1274,
1345, 1501 , 1578 e v. Monucho.
(protoiero della), 27, 127, 179.
(sangiacco della) , 904.
(subassì della), 488.
(provveditore nella) v. Cicogna Francesco.
Morelli Bartolomeo, florentino, 862.
Morello Oliviero, sopracomito di Corfu, 27, 774, 816,
931, 1141 .
»
»
»
»
»
»
»
Dardi, 334.
Donato, 39.
Fantino fu Francesco, giàconte in Arbe, 74, 100,
701, 742.
Gabriele di Antonio, 849, 855, 860, 908, 915, 965,
970, 1007, 1011, 1067, 1079, 1081, 1097, 1123,
1157, 1173 , 1236, 1283, 1284, 1289, 1294, 1321 ,
1324, 1325, 1389, 1410, 1432, 1443, 1471, 1475,
1477, 1483, 1484, 1517, 1612, 1626, 1628.
Giacomo di Antonio, patron di una galera di Barberia, 67.
Giacomo, capo di Quaranta, 1406.
Giovanni fu Baldassare, 849.
Giovanni fu Baldassare, fuGiovanni, 53, 117, 133.
» Giovanni di Antonio, 40, 1299.
Giovanni, rettore di Lepanto, 12, 49, 54, 58, 65, »
66, 68, 123, 144, 145, 172.
Marco ſu Giovanni, fu Antonio, 705. »
» Marco, castellano di Zara, 1164.
»
«
«
»
Marino, conte a Spalato, 26, 41, 46, 645, 1051 .
Pietro fu Gabriele, 135, 146, 147, 189, 195, 211 ,
250, 316, 508, 554, 1602, 1617.
Pietro , consigliere in Famagosta ( Cipro) , 1120,
1121 , 1122, 1132, 1210, 1225, 1409.
Sebastiano, sopracomito, 398, 722, 807, 815, 1142,
1234, 1275, 1276, 1340.
Morosini, famiglia, a S. Giovanni Laterano, 1175.
»
Alviso di Nicolò, 608.
» Andrea, avogadore di comune, 314.
figlio di esso, 314.
» Angelo fu Cipriano, 133.
»
Antonio, podestà e capitano a Feltre, 353, 634,
1233, 1353.
Moresini ( Morexini) v. Morosini.
Morgante, corriere di Venezia, 124, 455, 760.
»
(fratello di) , 177. »
Morizio Gian Paolo, 916.
Benedetto fu Giacomo, da San Giovanni Decollato, 1092, 1174, 1189, 1207.
Morlion (vescovo di ) , 1438. »
Moro Alvise fu Gabriele, podestà di Vicenza, 250, 266,
Benedetto, eletto savio sopra le decime nel
1463, 1115.
283, 315, 457, 1053. »
»
Antonio fu Gabriele, bailo e capitano a Corfu, 28,
40, 69, 70, 253, 741, 1173, 1325, 1380.
Domenico fu Marino, già giudice del proprio,
544, 705.
»
»
Carlo fu Leonardo, 69, 830.
»
Cristoforo, doge, 808.
»
Cristoforo fu Lorenzo, provveditore generale in
campo e visdomino a Ferrara, 36, 53, 94, 99,
103, 104, 107, 109, 110, 133, 157, 158, 166,
»
»
Domenico, procuratore, 8, 73, 131, 159, 258,
274, 303, 307, 311 , 320, 359, 367, 375, 401 ,
405, 407, 632, 660, 954, 963, 974, 1134,
1316, 1368, 1483, 1540, 1592, 1629.
Filippo, 1230.
Francesco, oratore di Venezia a Napoli, 7, 70,
1817 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1818
75, 104, 119, 125, 146, 198, 212, 218, 289, Mosto (da) Bartolomeo fu Giacomo, 114, 1629.
270, 371 , 200, 292, 325, 326, 355, 379, 403,
419, 421 , 427, 429, 430, 469, 522, 552, 578,
593, 594, 635, 636, 650, 652, 685, 709, 749, »
782, 821, 822, 823, 824, 856, 879, 885, 890,
910, 939, 977, 978, 989, 1000, 1029, 1030,
Domenico, conte a Nona, 243, 540, 703, 780,
832, 907, 914, 934, 1062, 1293, 1469.
Francesco fu Andrea, sopracomito, 130, 371,
406, 494, 523, 576, 616, 664, 712, 720, 721 ,
854, 1520, 1551, 1613.
1048, 1064, 1079, 1081, 1087, 1098, 1103, »
1131 , 1201 , 1216, 1228, 1229, 1235, 1242,
Francesco , provveditore di comune, 313,
835.
1248, 1251 , 1282, 1286, 1307, 1310, 1311 ,
1380, 1407, 1410, 1480.
»
Francesco, compartecipe nella gastaldia di
moglie di esso, 1235, 1286.
»
Morosini Gabriele, 74. »
»
»
»
»
Giacomo, camerlengo a Cremona, 111 , 770.
Giacomo, consigliere nel 1469, 891, 1115.
Giambattista fu Carlo, 151 , 1041 , 1077, 1493,
Giovanni fu Luca, 112, 146, 362,375,392,407,
»
Mota (de la) v. Motte (de la) .
»
»
»
»
»
»
416, 421, 438, 458, 573, 580, 661, 747, 758,
770, 778, 832, 838, 1007, 1034, 1066, 1067,
1082, 1083, 1097, 1207, 1241 , 1251 , 1358.
Giovanni fu Orsato, già sopracomito di una
galera di Beirut, 67, 1354.
Giovanni, già eletto duca in Candia, 115.
Girolamo fu Carlo, 1297, 1577.
Girolamo di Nicolò , 319, 324, 375, 488, 717,
722, 815, 891, 1141, 1142, 1234, 1264, 1275,
1276, 1340, 1353 .
Giustiniano fu Marco, provveditore a Caravaggio, 65, 107, 234, 238, 741, 1380, 1402,
1411 , 1493, 1553, 1610.
Marcantonio, 8, 11 , 18, 20, 21 , 22, 41 , 42, 43,
63, 88, 415, 429, 456, 479, 530, 557, 860,
955, 1007, 1067, 1081 , 1083, 1089, 1092,
1115, 1483, 1531 , 1532, 1629.
Pandolfo fu Girolamo, fu Alvise, 169.
S. Donà di Piave, 1265.
Girolamo, console veneto a Tunisi, 1262.
Nicold, 157, 160, 164, 165, 166, 189, 190, 203,
207, 247, 262, 306, 308, 309, 495, 510.
Pietro fu Valerio, 537, 1298.
Vincenzo fu Andrea, 328, 330, 854.
Motella (della) Taddeo, condottiere agli stipendi dei
veneziani , 109, 111, 134, 216, 265, 338, 430.
genero di esso, cremonese, 430.
Motta (podestà alla) v. Tron Filippo.
Motte (mons. de la), 344.
Moyses(domino) ( Buslay ?) , maestro di casa del re d'Ungheria, 356, 400, 1160, 1536.
Mozzanica (Mozanega) (da) Lorenzo, commissario sopra
le genti d'arme al servizio di Lodovico il Moro, 161 .
Muazzo Alvise, 21 , 112, 866, 970, 1066, 1067, 1081 ,
»
1097, 1251 , 1311 , 1406.
Giovanni Maria, provveditore a Soncino, 243,
327, 384, 512, 651, 737.
Mudazo (Mudazzo) v. Muazzo.
Mula (da) Alvise fu Francesco, podestà e capitanio di
Capo d' Istria, 11 , 28, 228, 243, 271 , 335,
354, 376, 466, 561 , 1553.
»
Marco fu Paolo, 36, 561, 1284.
» Marino, 98, 1265, 1611 .
زر
»
Paolo fu Albano, 362. »
»
Paolo fu Orsato, 85, 285. »
»
Pietro fu Giovanni, 209, 343, 400, 412, 418, »
»
»
»
507, 551, 652, 653, 783, 785, 837, 865, 928,
984, 1040, 1078, 1100, 1259, 1422, 1469,
1488, 1574, 1579.
Tomaso fu Pietro ( Domenico ?), 755, 756, 1468.
Vito fu Nicolò, pagatore in campo, 8, 58, 117,
123, 167, 216, 231, 307, 323, 344, 362, 372,
377, 392, 439, 537.
Morta ( ?) (mons. di) , 327.
Morton Giovanni, primate d'Inghilterra, cardinale, 844.
Mosca Lodovico, romano, scudiere e famigliare di Alessandro VI, 825.
Moscovia (duca di) v. Ivan III Vassilievitch .
Mostaluch, sangiacco, 916.
Mostar ( voivoda di), 916, 1614.
Mosto (da), famiglia, 349, 444.
Alvise, consigliere in Candia, 600, 679, 696,
776, 920, 921 .
Andreadi Nicolò, 705.
Antonio di Paolo, 544.
Girolamo, 848, 1012.
Nicolò , 819, 1264.
Paolo , inquisitore dei Dieci, 112, 214, 247,
439, 1250, 1368.
Murano ( da) Giovanni ( Zaneto) , padrone di una marciliana, 281 , 1108, 1259, 1340, 1347, 1391 .
Murataga v. Amurat agà.
Murati Stefano, mercante in Caramania, 1121 .
Murmuri Manoleto, oratore di Napoli di Romania a Venezia, 1626.
Mursia (di) Pietro, capo di lance spezzate a Bertinoro,
1532.
Musachici Giovanni, condottiere, 643.
Muscatello Alvise, ammiraglio di Benedetto Pesaro, 95,
»
»
Alvise di Francesco, 463.
»
Alvise fu Giacomo, 280, 373, 380. »
»
Andrea, castellano a Trani, 355, 1156.
361, 1141 , 1147, 1221, 1339, 1343, 1417,
1418, 1420, 1427, 1432, 1583.
Francesco, ammiraglio del capitano generale di mare, 1277.
Francesco, capo di provvisionati a Malvasia,
900.
1819 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1820
Musoli(di) Benedetto, dottore ecavaliere,daPago, 414, Napoli (da) Giovanni Filippo, già scalco di Lodovico il
415, 535, 539, 931 , 1088.
-
avolo e padre di esso, 931 .
Francesco, sopracomito della galera di Pago, 345,
414, 931 , 932, 1088 .
Mussato ( Musatti) (di) Gian Francesco, padovano, lettore del decreto nello Studio di Padova, 656.
Mussi (di) Pietro, console veneto a Rodi, 1521, 1522,
1523 .
Mussuro Giovanni, castellano di Almissa, 1513.
Mustafa beg, pascià, sangiacco della Vallona, genero di
Bajazette II , 179, 333, 490, 494, 531, 628,
638, 697,709, 714, 764, 768, 777, 795, 821 ,
875, 885, 960, 970, 1060, 1347, 1349, 1457,
1460, 1474, 1555.
beg, capitano turco, 1643.
beglerbeg della Grecia, 129, 179, 1552.
»
»
»
beg, genero di Scanderbeg, 304.
»
«
«
«
»
Moro, 1400.
(da) Troilo, capo di due fuste in golfo, 1525.
(cardinale di ) v. Caraffa Oliviero.
(re di) v. Aragona (d') Federico.
di Romania (da) Giacomo, contestabile, 1513.
di Romania (oratori di) a Venezia v. Londa (da)
Giorgio e Murmuri Manoleto.
di Romania ( rettori di) , 441, 481, 489, 503, 519,
602, 692, 725, 936, 937, 948, 996, 997, 1023,
1035, 1068, 1070, 1145, 1151, 1226, 1340, 1521 ,
1522, 1548, 1559, e v. Barbarigo Alvise e Renier Giacomo.
di Romania (vescovo di) , 819.
Narbona (di) Giovanni, ciambellano del re di Francia,
676, 678.
Narenta (di) conte Giovanni, 213, 218.
» (castellano di), 1455.
Mutoni(di) Paolo, soprastante ai lavori sopra la Liven- Nasor (co. di) v. Nassau (di) co. Enrico.
za, 883, 928.
Muzio Macario da Camerino, oratore del duca d'Urbino
a Venezia, 96, 122, 133, 134, 214, 239, 254, 266, 278,
283, 342, 353, 419, 459, 523, 558, 632, 647, 648, 663,
702, 703, 780, 809, 894, 1006, 1056, 1093, 1530, 1540,
1560.
»
«
N
Nadal Giovanni fu Bernardo, già capo sestiere, 117.
Giovanni, nobile di Antonio Grimani, 46.
Natale, 22, 124, 154, 192, 201 .
Pietro, conte e capitano a Dulcigno, 124, 205,
280, 335, 415, 513, 524, 531 , 576, 638, 918,
934, 960, 1076, 1095, 1144, 1145, 1207, 1383,
1403, 1404, 1413, 1458.
Nadalin (fra' ) , inquisitore eletto e non accettante, 101 .
Naldo (di) Carlino, 965.
»
د
Dionisio, 59, 62, 1045, 1049, 1064, 1065, 1124,
1558.
Vincenzo, capo della Valle di Lamone, 577,
591, 879, 1015, 1019, 1046.
Nani Francesco, 1402.
»
Nassau ( di) conte Enrico, 564, 565, 597, 636, 714, 784,
1050, 1139.
Nassi (di) Simone, da Zara, 1016.
nipoti di esso, 1016.
Nasso (Nixia) ( governatore di) v. Contarini Ambrogio.
Natalia ( Anatolia) (pascià della), 256, 357, 498, 728.
» (Anatolia) (bilarbei della), 443, 446, 450, 503,
504, 518, 519, 618, 729, 1061.
Navagero Bernardo, 1165.
»
«
»
»
Giovanni, capitano del Cadore, 425, 426, 452,
454, 698, 782, 1330, 1354.
Girolamo, 372, 1005.
Marco, conte a Pola , 399, 459, 764, 1085,
1086,
Michele fu Luca, 925.
Navajer v. Navagero.
Navara (da) Marco v. Novara (?) (da) Marco.
Navarra ( re di) v. Albret (d' ) Giovanni.
Navarro Pietro, corsaro spagnuolo, 354, 355, 379, 427,
552, 555, 1517.
-
fratello di esso, 555.
Nave (mons. di) , 260, 271 .
Navi (capitano delle) v. Marcello Alvise e Orio Marco.
Gian Benedetto fu Costantino, 362, 388, 389, 390, Naxò (conte di) v. Nassau (di) co. Enrico.
421 , 439, 536, 538, 561, 925. Negro Gian Domenico, medico, 58.
»
Girolamo, camerlengo a Bergamo, 735. »
»
Michele, camerlengo a Napoli di Romania, 995.
»
»
Paolo, 80, 138, 279, 300, 334, 376, 417, 605, 615,
771 , 772, 773, 809, 816, 931, 1020, 1025, 1148,
1276, 1341 , 1390, 1502, 1524, 1585, 1641 .
Pietro, provveditore ( govornatore ) ad Otranto,
610, 629, 642.
Nansom (vescovo di), 1285.
α
»
Giorgio, secretario della Signoria, poi di Melchiorre Trevisan capitano generale di mare, 57,
549, 557, 558, 583, 584, 668, 721, 786, 788,
1002, 1134, 1288.
Paolo, ragionato di Pietro Sanuto sindaco in Levante, 839.
Pietro, esattore a Bassano per i provveditori sopra le camere, 535.
Napoli (da) Francesco (Cicus), lettore di Istituzioni nello Negroponte (flambularo di) , 177.
»
»
Studio di Padova, 656.
(da) Giacomo, contestabile a Spalato, 1513, 1604.
(da) Giovanni Antonio, lettore di filosofia nello
Studio di Padova, 655.
» (sangiacco di) , 1638.
Nenadovich conte Giovanni ( Juanis ) , di Poglizza ,
1377.
Nepanto v. Lepanto.
1821 INDICE DEIΙ ΝΟΜΙ 1822
Nerli , famiglia, 1293.
»
Omar bey, capitano turco, 1623.
(di) Bartolomeo, mercante fiorentino a Venezia, Omati (di) Gian Pietro, uno degli oratori di Milano al
370.
Niceno (cardinale) v. Bessarione Giovanni .
Nicheta Alvise, cambiovalute a Rialto, 1040, 1091,1434,
1442.
Nichsia (Nicosia) (di) Alvise, contestabile a Parga, 834.
Nicoliza , comito di Alessandro Gotti, 905.
Nicolò ( Crepadoni ?) , cittadino di Belluno, 580.
»
»
(abate di San) del Lido v. Vicenza (da) Giacomo.
Maria, bombardiere, 510.
Nicolosi Tomaso, 1516.
Nicosia ( di ) Januli, padron di nave, 115.
» (duca di), 23.
Nogarola (da) Galeotto, uno degli oratori veronesi a Venezia, 1506.
Nola (Nolla) (da) Giacomo, secretario del conte di Pitigliano, 409, 412, 675, 755, 1067, 1099, 1207,
1492.
»
(vescovo di) v. Orsini Orlando.
Nona ( da) Bernardino, capo di stratioti al servizio della
Republica, 153, 308, 627, 1038, 1315, 1386,
1506.
» (conte a) v. Dolfin Sebastiano.
» (vescovo di) v. Difnico Giacomo.
Nores ( di) Giacomo (Zaches, Zacho) , cavaliere, visconte
»
di Nicosia , 334, 1409.
Pietro di Giacomo (Zaches), 1409.
Noresa ( di) Zacho v. Nores ( di) Giacomo.
Novara (?) (da) Marco, contestabile mandato a Corfù ,
894, 1347, 1358, 1368.
Novello Florio, ucciso a Milano, 516.
»
»
»
»
Giovanni, veronese, 1490.
(da) Alvise, contestabile a Gradisca, 595, 1213,
1407.
(da) Giacomo (Jacometto), contestabile al Zante, 183, 640, 719, 740, 770, 1260, 1346.
(da) Marco Antonio, padron di nave, 600, 672,
718, 722, 815, 922, 1052, 1068.
Numai Luffo, capo di parte in Forll, 1045, 1112.
Nuvolara ( di ) Cristoforo v. Gonzaga Cristoforo.
re di Francia, 555.
Onigo (da) Alberto, uno degli oratori di Treviso a Ve-
»
nezia, 796, 1354.
Girolamo, provveditore di Treviso, 1329.
Onofrio, lettore di medicina, v. Fontana Onofrio.
Opasen Domenico, di Antivari, 1057, 1422.
Opasto Domenico v. Opasen Domenico.
Opize v. Monaldini Obizzo.
Opizino v. Caccia Opizzino.
Oragie (principe di) v. Orange (principe di).
Orange (principe di) Giovanni di Châlon, 187, 296, 386,
1051 , 1084, 1238.
Ordelaffl (Ordelafo), fazione, 70.
»
(Ordelafo) Antonio Maria, 70.
Orese ( orexe) Bernardino e fratelli, da Modone, 906.
Orfei (Aorfei) Alessandro, di Cremona, 633, 714, 739,
975, 1082.
»
Carlo, di Cremona, 1367.
Organi (di) Pietro, notaio dell' avogaria, 52, 74, 174,
389, 1365, 1379.
Orio Alvise, 45, 79, 417, 605, 616, 721 , 816, 1341, 1416,
1585, 1641 .
»
»
»
»
»
»
Angelo, 125, 142, 145, 162, 281, 380, 396, 425,
445, 524, 605, 616, 669, 771, 809, 811, 817,
1019, 1103, 1142, 1275, 1276, 1341, 1344, 1416,
1585, 1641 .
Francesco fu Pietro, 401, 540, 570, 1173, 1553.
Giovanni fu Pietro, 536, 537.
Girolamo, podestà a Bergamo, 189, 220, 273, 735,
783, 1005, 1012, 1080.
Marco fu Pietro, capitano delle navi, 30, 35, 70,
79, 81, 151 , 154, 262, 281, 336, 398, 401, 444,
481, 500, 501 , 523, 540, 561, 570, 583, 584, 599,
600, 604, 605, 612, 614, 615, 619, 669, 672, 695,
720, 722, 723, 726, 727, 814, 815, 938, 947, 990,
993, 1020, 1068, 1078, 1103, 1108, 1127, 1128,
1140, 1142, 1221, 1224, 1272, 1273, 1276, 1277,
1283, 1341 , 1344, 1395, 1408, 1517, 1542, 1546,
1602, 1617.
Silvestro fu Girolamo, 328, 1299, 1353.
Nuvoloni (di) Carlo, messo a Venezia di Catterinadi Orléans (d' ) Luigi, marchese di Rothelin, 318, 765, 1125.
Gonzaga, 1266.
0
Obignì (mons. d' ) v. Aubigny (d') .
Orsato Gaspare, oratore di Padova a Venezia, 1314.
Orsi Alvise, padron di nave, 776.
»
Carlo, scrivano al banco dei Pisani , 159.
Orsini, famiglia e parte, 186, 275, 326, 572, 671 , 685,
»
Odeschi v. Oddi (degli) .
Oddi (degli) , famiglia e fazione, 1496.
Odoardo, famiglio del cardinale San Pietro in Vincula,
744.
Olivieri Giovanni, vescovo di Isernia , governatore di
Cesena, 266, 270, 387, 579, 588, 609, 907, 927, 932,
939, 965, 978, 1434, 1435, 1577.
Oliviero (conte) , 207.
Olliviero Giovanni v. Olivieri Giovanni.
»
699, 709, 749, 821 , 841, 842, 856, 942, 966,
1007, 1214, 1247, 1299, 1356, 1369, 1371 ,
1423, 1424, 1439, 1474, 1485, 1519, 1575 .
Aldobrandino, figlio di Nicolò conte di Pitigliano, 60, 63, 1172, 1208, 1295, 1512, 1528.
Alfonsina, moglie di Piero dei Medici, 135.
Carlo, figlio naturale del fu Gentil Virginio (Virgilio) dei conti dell' Anguillara, 7, 11 , 19, 25,
65, 102, 138, 139, 162, 163, 187, 188, 212,
229, 232, 233, 238, 245, 249, 250, 253, 262,
1823 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1824
»
Padoano Lazzaro, ebreo, 1348, 1349, 1350.
moglie e figli di esso, 1349.
279, 301, 308, 323, 468, 531, 546, 627, 651,
658, 672, 706, 707, 805, 822, 840, 852, 864,
872, 879, 918 , 933, 1002, 1010, 1049, 1050,
1078, 1124, 1241, 1287, 1599, 1600.
Orsini Francesca, figlia di Nicolò conte di Pitigliano e
moglie di Sigismondo Caraffa, 1309.
Francesco, duca di Gravina , 873, 885, 1073,
1167, 1228, 1252, 1309, 1356, 1371, 1438, 1439.
Gentil Virginio (Virgilio) , dei duchi di Bracciano,
468, 1095.
»
» Gian Giordano del fu Gentile Virginio, dei conti
dell' Anguillara, 344, 410, 699.
» Giambattista, cardinale, 32, 54, 186, 578, 781 ,
843, 1007, 1048, 1086, 1130, 1131, 1167, 1252,
1262, 1369, 1371, 1439, 1599, 1632.
»
Padova (da) frate Antonio v. Trombetta fra' Antonio.
»
»
»
(da) Bartolomeo, contestabile a Napoli di Romania, 489, 1071, 1152.
(capitano di), 1211 e v. Foscarini Nicold .
(oratori di) a Venezia v. Legname (dal) Francesco, Orsato Gaspare, Trapolin Alberto e
Vercellese Lelio.
(rettori di) , 300, 325, 335, 340, 457, 468, 569,
581, 591, 594, 652, 663, 664, 665, 784, 1220,
1244, 1283, 1287, 1314, 1330, 1354, 1430,
1435, 1498, 1528, 1539, 1621 e v. Mocenigo
Leonardo, podestà, e Foscarini Nicolò, capitano.
Giulio, 331 , 671, 940, 965, 1049, 1124, 1373, Pagan Vincenzo, sopracomito di Trani, 212, 256, 725.
«
«
»
1430. Pago(conte di) , 1033.
Ippolito, 147. Pajello Bartolomeo, cavaliere, uno degli oratori vicenLodovico di Nicolò conte di Pitigliano, 308, 423.
Nicolò, conte di Pitigliano, governatore in campo,
tini a Venezia, 1327.
»
Cristoforo, 1389, 1400, 1534, 1567.
Paladin Nicolò, 920. 20, 60, 62, 63, 66, 68, 71 , 94, 99, 105, 109, 110,
111 , 112, 125, 133, 138, 141, 146, 147, 157,
163, 168, 187, 193, 196, 203, 207, 213, 215,
228, 260, 282, 301, 375, 383, 385, 398, 409,
412, 413, 423, 426, 453, 457, 460, 467, 547,
571 , 576 , 588 , 610, 628, 675, 676, 686, 755,
813, 859, 869, 1054, 1067, 1099, 1136, 1164,
1172, 1175, 1181, 1185, 1186, 1207, 1210, 1218,
1329, 1370, 1483, 1492, 1519, 1529, 1578.
Paladin (conte) v. Geréb Pietro.
Palatino (conte) v. Filippo l' Ingenuo.
Palazzago (di) Sante, 1482, 1494.
Paleologo Guglielmo IX, marchese di Monferrato, 24,
»
1250, 1337, 1338, 1619.
-
Suoi oratori :
in Francia, 1337, 1619.
-a Venezia, poi a Massimiliano, v. Alba
(d') Urbano.
Dimitri , stratioto, di Napoli di Romania, 356,
402, 430, 431 , 946.
Nicolò, capo di stratioti, da Novigrad (Nove
Gradi) , 1291 .
Teodoro, stratioto, 79, 177, 179, 180, 193,
672, 1189.
ambasciatore a Venezia di Ivan III Vassilievitch, 244, e v. Caracirova Dimitrofano e
Ralevo Demetrio.
pascià, nemico a Venezia, 559.
Pallavicino, famiglia , 126, 145, 159, 196, 250, 257,
» Orso detto Organtino, 331 .
» Orlando, vescovo di Nola, 1356, 1371 , 1439.
»
» Paolo, 331 , 671 , 965, 1049, 1124, 1241, 1461 ,
1485, 1588, 1599.
»
» Urgientino v. Orsini Orso.
» cardinale v. Orsini Giambattista.
»
Orso ( Orsso) Vincenzo, padron di nave, 444, 602, 924.
Ortiga, capitano del Valentino, 1441 .
»
Osdomer, emiro di mille lance, 924.
Osto Sebastiano, 632, 634.
figlio di esso, 632.
Othoirch Valentino, capitano, 664.
Otranto (governatore di) , 667, 749, 786 e v. Contarini
Alvise.
»
» (vescovo di) v. Squillace (di) Stefano.
Ottaviano Carlo, di Crema, 1408.
" (domino) , di Trani, 1502.
Ottimo (di) Guariento, 11 .
Ottobon Ettore fu Stefano, padron di nave, 51 , 66, 115.
»
» Stefano, padron della nave Pandora, 66.
Ottochacz (Otozaz) (capitano di) , 1535.
P
Pace (di) Pietro, soramasser di Antonio Grimani, 47,
175, 959.
» Andrea, scrivano all' avogaria, 551 .
Padoan Bartolomeo, padron di nove, 17.
»
»
»
»
»
297.
Antonio Maria, 220, 228, 230, 232, 238, 465,
699, 889.
Antoniotto , cardinale del titolo di Santa
Prassede, 378, 555, 841, 843, 856, 884,
909, 1278, 1438, 1565, 1631 .
Cristoforo, 190.
-cancelliere di esso, 190.
Galeazzo, 166, 213, 216, 1328, 1332.
Giovanni, dottore, 126.
-figlia di esso, 126.
Giovanni Maria, 248.
Girolamo, protonotario, cognato di Francesco Bernardino Visconti, per il matrimonio di questo con Maddalena Pallavicino,
167, 744.
1825 1826 INDICE DEI NOMI
Pallavicino Maddalena, moglie di Francesco Bernar- | Pasin Benedetto, padron di nave, 815.
(di) Pietro, 441, 561, 722.
»
dino Visconti, 595, 829.
•
Marco Antonio di Orlando, 143, 159, 190, Pasqualigo Alvise fu Filippo, 67, 824, 1573.
248, 1372. »
» Orlando (Rolando) , 143, 159, 190,306, 1332,
1478.
Angelo, sopracomito, 499, 605, 615, 720,
725, 873, 898, 1058.
»
» Ottaviano, 167.
» oratore di Milano al turco, 1558, 1638.
Cosma, luogotenente in Famagosta (Cipro),
8, 68, 679, 680, 725, 849, 935, 1120, 1121,
1122, 1132, 1210, 1225, 1409.
Palmario Giambattista v. Palmerio Giambattista.
»
» Palmari v. Palmieri.
Palmerio Giambattista, secretario di Benedetto Trevisan
e di Francesco Foscari, oratori veneti in Francia,
1009, 1050, 1051, 1084, 1094, 1125, 1202, 1486,
1534.
Palmieri, famiglia, 1310.
» Antonio, oratore di Napoli a Venezia, 46, 72,
75, 87, 94, 96.
»
Pampano, monaca in S. Ariano, 755.
»
Panciatichi , fazione, 698, 708.
Pandolfo v. Petrucci Pandolfo. »
Pandone Camillo, oratore del re di Napoli al turco, 419.
» Marco, dalla Giudecca, 796.
Panighetto ( Panigeto), corriere, 1386, 1425.
Paniperi o Peri, cittadino di Napoli di Romania, 488.
» Marino fu Marino, 536.
Panochia Alessandro, tesoriere del duca Valentino, 1112.
» Nicolò fu Vittore, 80, 151, 182, 210.
Paolo II , papa, 1093.
»
»
corfiotto, 281 .
Pietro fu Filippo, 21, 484, 824, 1410, 1432,
1610, 1630.
» cremonese, prigioniero nella cittadella di Berga-| Pastrovich (Pastrovichii) Damiano, ammiragliodel provmo, 248. veditore Girolamo Contarini, 1277.
» primo eremita (frate di San), poi vescovo e fami- » (prete di) , già oratore a Venezia, 494.
gliare del re d' Ungheria, 316. Patrasso (vescovo di) v. Tagliazzi Stefano.
»
sopracomito, 1276.
Pauliza Basilio, 787.
Daniele, 283, 294, 494, 576, 603, 628, 816,
1142, 1275, 1276, 1339, 1341, 1392, 1500,
1506, 1514, 1527.
Francesco fu Filippo, sopracomito, 366, 480,
481 , 486, 501 , 615, 635, 668, 771 , 774,
775, 816, 991, 1020, 1025, 1103, 1142,
1260, 1276, 1341, 1344, 1390, 1585, 1589,
1593, 1642.
Francesco fu Vittore, 329, 926, 1299, 1576.
Gian Francesco, gia capitano a Brescia, 99,
779, 806, 870.
Lorenzo fu Filippo, 67.
figlio di esso, 796.
Papacoda Trojano, 889.
Patrizio, maestro artigliere, 1310.
Papafava Alessandro, padovano, dottore in ambele leg- Pausania, 172.
»
gi, 655.
Pietro, da Padova, 828, 829.
Papali ( di) Domenico, gentiluomo di Spalato, 1359, 1376.
Par(da) Mondino, bergamasco, 452 e v. Depar Mondino.
Paradiso Andrea, ufficiale alle cazude, 69, 819.
» Marco fu Giusto, 537, 544, 545.
Parascato Antonio, da Corfu, 337.
Parente Renier, visconte di Roan v. Porrhoët (conte di )
René.
Parenzo ( podestà di), 376 e v. Lion Nicolò.
Parga ( castellano della) v. Lanza Andrea.
Paris, maestro bombardiere, 397.
Parlati Musachij, capo di stratioti, da Cuvrili, 1422.
Parma (da) Francesco, dottore in ambe le leggi, 655.
» (da) Gian Francésco, 1333.
» (governatore di) , 1316.
Parte ( di) Nicolò, console veneto in Segna, 452.
Paruta Andrea di Giovanni, 537.
» Domenico fu Marco, 316, 891 .
»
Filippo di Domenico, 544, 545.
»
Girolamo, saliniero e vice podestà di Chioggia,
1409.
Pasco ( di) Antonio, cittadino d' Antivari, 1569.
Pase (Paxe) v. Pace.
Į Diarii di M. SANUTO. Tom. III.
Pavenich Nicolò, sopracomito di Sebenico, 173, 1340,
1390.
Pavia (oratori di) a Massimiliano, 156, 511.
Paxi Giorgio, da Rodi, già dragomano del sultano Gem,
1544.
Peleri Dimitri , 502.
Pellegrini (di) Andrea, uno degli oratori di Verona a
Venezia, 1330, 1382, 1475, 1506.
Pellegrino, figlio di Antonio, castellano di Gussago,
»
1443.
(fra' ) , priore dell' Annunziata in Corfu, 695,
803.
Pender Pietro, tedesco, abitante a Venezia, 608, 630.
Penna (della) Girolamo, fuoruscito di Pesaro, 521, 553,
1496.
Pensabene Michele, dottore, avvocato a Venezia, 144,
1112, 1413, 1422.
Penzino da Bergamo, capitano delle barche dei Dieci,
1638.
Pérault Raimondo, vescovo e cardinale di Gurk (curcense) legato del papa in Alemagna, 309, 735, 844,
880, 885, 892, 893, 908, 909. 939, 953, 954, 955,
959, 977, 1007, 1008, 1013, 1028, 1029, 1048, 1061 ,
1063, 1064, 1068, 1080, 1082, 1083, 1086, 1091,
115
1827 INDICE DEI NOMI 1828
1092, 1098, 1099, 1117, 1130, 1131 , 1134, 1137,
1145, 1150, 115 , 1166, 1168, 1171 , 1175, 1178,
1179, 1186, 1200, 1201 , 1204, 1213, 1218, 1226,
1227, 1228, 1229, 1231 , 1232, 1242, 1243, 1248 ,
1257, 1263, 1266, 1279, 1295, 1301 , 1306, 1318,
1319, 1331 , 1333, 1368, 1383, 1386, 1424, 1431 ,
1435, 1442, 1463, 1469, 1470, 1471 , 1475, 1505,
1511 , 1533, 1565, 1590, 1631, 1634.
1415, 1416, 1417, 1418, 1419, 1420, 1427,
1431 , 1432, 1447, 1448, 1457, 1460, 1488,
1489, 1498, 1499, 1500, 1501, 1502, 1503,
1504, 1511 , 1512, 1517, 1518, 1521 , 1522,
1525, 1527, 1529, 1535, 1540, 1541 , 1542,
1543, 1545, 1546, 1551 , 1553, 1559, 1560,
1564, 1576, 1578, 1581, 1582, 1583, 1584,
1586, 1587, 1589, 1592, 1593, 1601, 1607,
1613, 1626, 1639.
ammiraglio di esso, 562.
secretario di esso v. Rizzo Marco.
Perduzi ( Perducci) , famiglia, 660, 754.
Perli (di ) Matteo, vicentino, 1220.
Permarin v. Premarin.
Perosa (da) Bernardino v. Perugia (da) Bernardino.
Peroto v. Caldes Pietro.
Pesaro Caroso fu Francesco, 925.
»
Perozin Matteo v. Petronzin Matteo.
Persico ( Persego) Alfonso, cavaliere, oratore di Cremona a Venezia, 33, 242.
»
»
Perugia ( da) Bernardino, scalco del cardinale Ascanio,
288.
Pesaro, famiglia, 69, 151 , 319, 429, 462, 603, 1361 .
»
»
»
»
Alessandro di Nicolò, 1601.
Andrea fu Nicolò, detto da Londra, 137, 1189.
Antonio fu Francesco, 1317, 1354.
Antonio fu Leonardo, 326, 431, 582, 630, 652,
730, 777, 1129, 1153, 1165, 1199, 1265, 1354,
1397, 1502, 1503, 1527, 1587.
«
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Fantino fu Francesco, 39, 100, 191, 210, 806,
867, 895, 1368.
Francesco, avvocato fiscale, 1265, 1611.
Francesco, nipote di Benedetto Pesaro, 574.
Francesco, protonotario, 847.
Giacomo, vescovo di Pafo (Baffo), 847.
Girolamo di Benedetto, 574, 1106, 1331 , 1395,
1400, 1432, 1583.
Girolamo di Fantino, castellano a Pizzighettone, 103, 191 , 544, 705.
Girolamo, capitano di Verona, 338, 353, 378,
585, 681 , 1137, 1145, 1186, 1210, 1470, 1611 .
Girolamo, pagatore all'armamento, 1529, 1609.
Luca fu Bartolomeo, 268.
Matteo, provveditore di Comune, 835.
Nicolò fu Bernardo, del Pregadi, proposto provveditore a Corfù, 741 .
Nicolò, provveditore dell ' armata, 23, 45, 51, 60,
64, 79, 83, 91 , 94, 174, 211, 551, 553, 612,
838, 1517, 1628.
Nicolò, provveditore a Rovereto, 18, 53, 423,
1318, 1319, 1333, 1367, 1386, 1431, 1441 ,
1469, 1470, 1475, 1533, 1616.
Pesaro fu Francesco, uno della Quarantia, proposto pagatore in campo, 118.
Pesaro, sopracomito, 283, 327, 444, 488, 816,
1341 , 1392, 1643.
Pietro fu Nicolò, da Londra, savio agli ordini,
73, 86, 146, 1629.
Benedetto fu Pietro, detto da Londra, capitano generale di mare, 8, 99, 384, 395, 415,
553, 554, 555, 557, 558, 560, 561,580, 584,
585, 587, 595, 598, 619, 641 , 649, 652, 667,
668, 669, 679, 688, 689, 691 , 692, 693,694,
696, 700, 703, 711 , 712, 716, 717, 719, 720,
721, 722, 723, 725, 726, 727, 730, 731, 732,
740, 759, 763, 765, 770, 771 , 772, 774, 776,
777, 780, 782, 783, 794, 795, 805, 809, 810,
811, 813, 814, 815, 816, 817, 823, 833,848,
863, 872, 873, 875, 886, 887, 891, 892,893,
895, 896, 897, 898, 899, 901, 903, 904, 905,
919, 920, 921 , 931 , 936, 937, 938, 945, 946,
947, 948, 949, 960, 963, 964, 970, 971 , 972,
973, 987, 988, 989, 990, 991 , 992, 993, 994,
995, 997, 1000, 1004, 1012, 1017, 1019, 1020,
1021 , 1022, 1023, 1024, 1025, 1026, 1027,
1034, 1035, 1052, 1056, 1057, 1066, 1067,
1068, 1069, 1070, 1071 , 1072, 1073, 1080,
1102, 1103 , 1104, 1105, 1106, 1107, 1108,
1109, 1126, 1127, 1128, 1129, 1132, 1133,
1138, 1140, 1141, 1143, 1146, 1147, 1148,
1149, 1151, 1152, 1153, 1154, 1155, 1157,
1184, 1187, 1192, 1193, 1195, 1196, 1197,
1199, 1215, 1217, 1218, 1220, 1222, 1224,
1225, 1230, 1234, 1236, 1241, 1242, 1246,
1258, 1259, 1260, 1261 , 1262, 1263, 1264,
1267, 1269, 1270, 1271, 1272, 1273, 1274,
1277, 1278, 1283, 1287, 1324, 1339, 1341,
1344, 1345, 1346, 1348, 1357, 1388, 1389,
1390, 1391, 1392, 1393, 1394, 1995, 1396,
1397, 1398, 1399, 1400, 1402, 1409, 1414, Petachar (?), prigioniero nella rocca di Crema, 230,
»
»
Pietro, nipote di Benedetto Pesaro, 574.
(da) Matteo, contestabile, 489, 520, 995, 1071 ,
1152.
(sig. di) v. Sforza Giovanni.
Pescara (marchese di) v. d'Avalos Ferdinando Francesco.
Pescatore (Pescador, Piscator) Sebastiano, cittadino di
Faenza, 1530, 1539.
Peschiera (da) Antonio, contestabile al servizio della
"
Republica, 1506.
Bartolomeo, caporale ad Otranto, 999.
Pessa Alvise, spagnolo, fu all' impresa di Rodi, 794.
Pessina (Pissina) Pietro, contestabile a Corfù, 148, 449,
701 , 780, 787, 831, 834, 841, 852, 1258 , 1267,
1502.
1829 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1830
Petit (mons.) , 1407.
Petretin ( Petrecin) Andrea, padron di nave, 606, 615, Pio II papa, 843, 1135, 1171.
817.
Petronzin Matteo, da Corfu, 1222, 1223.
Petrovich conte Giovanni, di Poglizza, 26.
Petrucci Pandolfo, genero di Nicolò Borghese, 532, 553,
699.
«
Pij ( di) Alberto v. Pio (da Carpi) Alberto.
Pio (da Carpi) Alberto, 235, 243, 255, 273, 275, 301 ,
302, 314, 338 , 341 , 348, 353, 369, 459,
807, 869.
»
Pexio Alvise, 963.
Pezenin v. Piccinino.
Alessandro, figlio di Gilberto, 764, 881 .
Antonio, condottiere al servizio della Republica, 141, 310, 323, 383, 595, 796,
859, 1598.
Philiberto, oratore di Massimiliano aRoma v. Fürstem- »
berg (?) (conte di) Filiberto (anzi Naturelli Filiberto).
»
Phisiraga v. Fissiraga.
»
Piano (di) Gian Battista, oratore di Brescia a Venezia,
1426. »
Piantaporri , corriere, 357, 512, 567.
Eleonora, moglie di Gilberto, figlia di
Giovanni Bentivoglio, 764, 1040.
Galasso (de Ursinis) , 575 .
Gilberto, genero diGiovanni Bentivoglio,
235, 353, 396, 764, 862, 881, 1040.
Margherita, moglie di Gaspare Sanseverino , detto Fracassa, 186, 199, 708.
Piccinini (di) conte Cesare, di Ravenna, 866, 907. Piombino (signor di) v. Appiano Giacomo.
ma, 230. Pisa (ambasciatori di) :
Piccinino (Giovanni?) , prigioniero nella rocca di Cre- Pirro, re degli Epiroti, 360.
Piccolo Antonello (Antonio) , consigliere del re di Napoli , 218, 239, 355.
Picinich Giovanni, gentiluomo di Spalato, 1608.
Pico dalla Mirandola Antonio (Maria), conte di Concor-
»
dia, 343, 358, 598, 1512, 1520.
genero di esso v. Sifola Sergio.
-nipoti di esso, 344.
dalla Mirandola Gianfrancesco, signore della Mirandola, figlio di Galeotto e nipote del conte Antonio (Maria) , 243, 255, 273, 275, 292, 293, 301 ,
302, 314, 338, 341 , 348, 369, 376, 396, 459,
662, 683, 707, 740, 807, 1002, 1041, 1520, 1575.
-
moglie di esso v. Caraffa Giovanna.
Lodovico, figlio di Galeotto e nipote del conte Antonio (Maria), 598, 707, 1487, 1520.
Pienes (mons. di) v. Hallevin (di) Luigi.
Piero (di) Alvise, notaio di cancelleria, 240, 273, 1001 ,
*
«
»
1247, 1410.
(di) Domenico, 1513.
(di) Giovanni, padron di nave, 114.
medico, nella compagnia del conte di Musocco,
1333.
Pietrapiana (di) Giorgio, 1095.
Pietro Antonio, partigiano di casa dal Verme, 880.
» duca di San Saba v. Cosaccia Pietro.
»
voivoda di Transilvania, 288, 316, 382, 567, 635,
684, 879, 1163.
suo oratore in Ungheria, 1453, 1479.
Pifaro Bernardino, 1404..
Pigna(dalla) Gian Alberto, messo del duca di Ferrara
»
a Venezia, 764, 765, 930, 941 , 960,
1231 .
Stefano, 764.
al cardinale San Pietro in Vincula, 755.
in Francia, 699, 1203, 1238.
aPalermo, 594.
a Venezia v. Colti (di) Luca, Lanti(di) Giovanni e Luca, e Vano (de) Giacomo.
Pisanello Vito, 913.
Pisani famiglia, 112, 153, 154, 155, 158, 1294, 1489,
1625.
»
»
»
»
»
»
Alvise fu Giovanni, 158, 340, 507, 1495, 1625.
Antonio fu Marino, 1602, 1617.
Bernardo fu Francesco, 158.
Domenico fu Giovanni, oratore in Spagna, 59,
119, 120, 205, 267, 367, 629, 685, 712, 736,
740, 741 , 745, 746, 758, 762, 829, 844, 871 ,
1008, 1929, 1030, 1034, 1036, 1080, 1090,
1100, 1111 , 1182, 1183, 1184, 1185, 1207,
1233, 1235 , 1219, 1278, 1279, 1385, 1425,
1427, 1462, 1473, 1475, 1592, 1593, 1595,
1596, 1597.
Ermolao (Almoro) fu Giovanni, 21 , 86, 849.
Ermolao (Almorò) di Girolamo, 329, 331, 755,
1468, 1611 .
»
»
»
»
»
»
Francesco, 159.
Giorgio, podestà di Chioggia ed oratore in Ungheria, 223, 302, 338, 409, 666, 1170, 1180,
1205, 1206, 1207, 1208, 1210, 1212, 1211,
1215, 1230, 1246, 1252, 1262, 1297, 1320,
1357, 1358, 1426, 1452, 1453, 1478, 1479,
1480, 1531 , 1535, 1536, 1537, 1541, 1550,
1603, 1604, 1611, 1612, 162' , 1622, 1624,
1628.
Giovanni, già defunto, 158.
Giovanni, padre di Giorgio oratore in Ungheria, 1208, 1210.
Giovanni Alvise di Nicolò, 334, 1350.
Girolamo fu Pietro, provveditore dell'armata,
Pignatelli Ettore, oratore di Napoli a Roma, 270, 325,
671 , 685, 1249, 1308, 1439, 1474.
gentiluomo napoletano, parente di Giambattista Caracciolo, 1484.
Pigona(?) (zelebi di) , 563, 570.
36, 72, 88, 91 , 119, 123, 184, 193, 205, 279,
281 , 300, 304, 324, 334, 335, 336, 345, 362,
1831 INDICE DEΙ ΝΟΜΙ 1832
376, 383, 397, 401, 402, 404, 405, 414, 416,
418, 441 , 467, 550, 554, 563, 582, 583, 584,
599, 600, 603, 604, 605, 637, 640, 650, 668,
689, 723, 724, 725, 774, 811, 816, 900, 903,
904, 949, 1020, 1024, 1025, 1026, 1071 , 1106 ,
1108, 1127, 1128, 1129, 1140, 1142, 1143,
1217, 1259, 1262, 1344, 1345, 1389, 1390,
1391 , 1993, 1397, 1414, 1501 , 1522, 1524,
1525, 1544, 1546, 1552, 1562, 1563, 1578,
1582, 1585, 1586, 1592, 1593, 1611, 1641.
comito di esso v. RemerAntonio.
Pisani Lorenzo fu Giovanni, 86, 158, 1492, 1590.
»
»
»
»
»
Luca fu Giovanni, 42, 78, 87, 136, 178, 867,
1267.
Nicolò, consigliere in Famagosta (Cipro) , 53,
1120, 1121 , 1122, 1132, 1210, 1225, 1409.
Paolo, 21 , 35, 41, 47, 52, 58, 59, 61, 74, 75, 84,
87, 97, 100, 106, 121 , 131, 143, 144, 148, 164,
278 , 312 , 313, 370, 385, 389, 410, 411, 415,
430, 439, 451 , 464, 483, 485, 571, 573, 577,
580, 581 , 595, 629, 634, 640, 654, 659, 660,
672, 734, 740, 748, 759, 780, 786, 793, 808,
835, 837, 838, 853, 1006, 1079, 1092, 1100,
1180, 1215, 1240, 1244, 1358, 1422, 1533,
1564, 1579.
Silvestro di Nicold, 1457.
Vittore, generale nella guerra di Chioggia, 174.
Vittore fu Francesco, 158.
»
Poggio (di) Pietro, lucchese, abitante a Lione, 1481.
Poglano (Bogliano 9) (capitano di) , 887.
Poglizza (di) conte Giovanni, 140, 1361 , 1605, 1608.
conte Mariano, 1513, 1605.
Poitiers (di) Guglielmo, signore di Clariens, 453.
Pola (vescovo di) v. Averoldi Altobello.
Polacco Pietro, padron di fusta. 121 .
Polani Giacomo fu Alvise, 6, 122, 316, 574.
»
»
»
»
Giovanni Battista fu Giorgio, di Candia, 126,
489, 504, 518, 603, 605, 720, 727, 732, 811 ,
833, 834, 905, 974, 1491, 1500, 1523, 1545,
1554, 1555.
Giovanni Francesco di Giacomo, 328, 329, 330,
1598.
Pietro, 394.
Vincenzo di Giacomo, sopracomito, 6, 40, 95,
122, 210, 330, 361 .
armatore di una galera a metà, 757.
Pol da Cataro (vescovo da) v. Podocataro Lodovico.
Polo ( Pollo) v. Paolo.
Polonia ( re di) v. Giovanni Alberto re di Polonia.
»
-
-
Suoi oratori :
in Francia, 567.
a Massimiliano, 564, 565.
a Roma, 139, 143.
in Ungheria, 288, 356, 470, 566.
(cardinale, fratello del re di) v. Federico Casimiro.
Pisano, famigliare del cardinale San Pietro in Vincula, Polinger (9) (duca di) , 1412.
744.
Pisino (capitano di) , 582, 1085, 1161.
Pitiano ( conte di) v. Orsini Nicolò, conte di Pitigliano.
Pitigliano (conte di) v. Orsini Nicolò.
»
Poliza (di) v. Poglizza (di).
Pomerania (duca di) v. Bogislao.
Pomodoro Filippo, lettore di medicina teorica nello studio di Padova, 654.
(secretario del conte di) a Venezia v. Nola Pompei Bartolomeo, oratore di Verona a Venezia, 906.
(da) Giacomo.
Pitta (del) Francesco, spedito dai Pisani al cardinale San
Pietro in Vincula, 744.
Pizzamano Alvise, 1306, 1407.
»
Ponte (da) Francesco, castellano di Vrana (Lavrana),
1033, 1555, 1557, 1564, 1577, 1589, 1628.
Luigi, 656 , 663.
»
Michele, 672, 730, 1300.
» Antonio, 47.
»
» Fantino, 1051 , 1331 .
»
Nicolò, abitante in Trani, 509, 595, 672, 1300.
Nicolò , morto di recente, 361, 646.
Francesco, detto il gobbo, fu Pietro, 634,
706, 715, 733, 840, 864, 1267.
»
>
»
Girolamo, governatore di Mola, 212, 218,
236, 355, 552, 777, 1000, 1001 , 1242,
1347, 1399, 1518.
Lorenzo, 616, 667, 696.
Marco fu Nicolò, 1402, 1412.
Pizzighettone (da) Marzocco, già contestabile al servizio
di Lodovico il Moro, 249.
Plesa (mons. de la), consigliere e ciambellano del re di
Francia, 368.
Pontecchio ( Pontichio) ( castellano di) , 627.
figlio di esso, 627.
Pontremoli (da) Gian Luca, oratore del duca di Ferrara
a Milano, 255, 261, 278, 301, 310, 317, 332, 341 ,
410, 565, 793, 1319, 1336, 1449, 1499, 1632.
Ponziera (mons. di) v. Amboise (d' ) Pietro.
Ponzoni ( famiglia) , 1580.
»
»
»
Plettenberg (di) Gualtiero, gran maestro dell'ordine
teutonico in Livonia, 1163.
»
Podocataro Lodovico, medico e secretario del papa, vescovo di Capaccio e cardinale, 455, 522, 790, 841 ,
857, 879, 909, 939, 1031, 1032, 1200, 1228, 1235,
1300, 1517.
»
»
Annibale, creato conte dalla Republica, 384.
Bernabò, creato conte dalla Republica, 384.
Galeazzo, cremonese, creato dalla Republica cavaliere e conte di Castelletto, 336, 384.
Gian Galeazzo, creato conte dalla Republica,
384.
Ottobuono, cavaliere, creato conte dalla Republica, 384.
Pietro Martire, creato conte dalla Republica,
384.
1833 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1834
Ponzoni Ponzino, capo di parte guelfa, ai tempi del du- Priull Alvise, provveditore alle biade, 1288.
»
Bartolomeo, podestà di Monfalcone, 208, 381 ,
766.
Bartolomeo, provveditore a Gradisca, 201, 263,
349, 595, 697, 1160, 1199, 1211 , 1219,1239,
1263, 1283, 1901 , 1902, 1316, 1328, 1375,
1405, 1407, 1439, 1462.
ca Francesco Sforza, 1042.
»
»
Soncino, creato contedalla Republica, 384.
Andrea fu Marco, 71 , 705.
» Atanasio, 372.
Popoli (Pier Giampaolo Cantelmo ? conte di), 1309.
(Giovanni ? fratello del conte di), 1309.
»
Populo (conte di) v. Popoli (conte di).
Porcia (di ) Girolamo, canonico, 1375.
Porco Bartolomeo, di Brindisi, 642.
Porcom v. Porquon.
Poris de Rossia v. Boris di Russia . »
Porquon (?) , Porquor (?), capitano delle navi del re di
Francia, 228, 1326, 1337, 1338.
Porrhoët (conte di) René, visconte di Rohan (?), 472,
887, 890, 1486, 1534, 1535, 1539, 1569, 1619, 1634.
Porro Vincenzo, 248.
Porta (della) Ardicino, vescovo di Aleria e cardinale,
517.
»
»
Benedetto, 451 , 462.
Costantino fu Giovanni, 11, 42, 88, 258, 375,
395, 415, 429, 530, 554, 557, 573, 580, 646,
660, 734, 746, 747, 748, 756, 759, 793, 808,
835, 853, 955, 1013, 1081, 1083, 1115, 1136,
1156, 1236, 1267, 1362, 1483, 1611.
Constantino, il vecchio, 747.
Domenico di Alvise, 71 .
Porto (da) Alvise, scrivano ai governatori, 1002. »
Domenico fu Giacomo, 925.
»
Andrea, nobile cretense, 1225, 1226. »
Domenico fu Marco, 71.
»
Leonardo, dottore, 1389, 1534. »
»
fra' Lunardo v. Prato (da) Leonardo. »
Portogallo ( reali di) . 748, 819 , 1096.
Emanuele ( re di), 418, 427, 552, 559, 617,
644, 657, 734, 740, 752, 846, 851 , 862,
862, 863, 871 , 893, 954, 1030, 1080,
1183 , 1184, 1338, 1339, 1385, 1393, 1425,
1426, 1462, 1474, 1486, 1538, 1593, 1594,
1595, 1596, 1597, 1629, 1636.
»
»
»
»
Domenico, camerlengo di Verona, 1101.
Domenico, provveditore sopra le navi, 59, 124,
Francesco fu Maffio, 169.
Francesco fu Marco, 1134.
Francesco fu Roberto, sopracomito, 328, 330,
1253, 1256, 1560, 1564, 1642.
Francesco, già capitano generale di mare, 388,
558.
Giovanni fu Maffio, 329, 330.
»
suo oratore a Roma, 149, 418 e v.
Coutinho Enrico.
Michele, figlio di Emanuele, 617, 644, 650,
657, 658, 715, 740.
Potenza (conte di) v. Guevara (di) Antonio.
Girolamo fu Roberto, 1299.
»
Leonardo fu Agostino, 96, 230.
»
Leonardo fu Marco, 537, 1510.
» Lorenzo fu Lorenzo, 1297.
»
Lorenzo fu Pietro, 286, 307, 384, 411 , 415, 479, Prampero (di) Giovanni, 1407.
Praniper ( di ) Zuanne v. Prampero (di) Giovanni.
Prasina Federico, 349.
Prato (Pratoregio) (da) fra' Leonardo, cavaliere gerosolimitano, 365, 1047, 1527, 1543.
»
Praxenon v. Bressanone. »
Premarin, famiglia, 949. »
Nicolò fu Domenico, 544.
»
Gian Francesco, camerlengo a Capodistria, »
1169.
«
» Pantasilea, 755, 756. »
Pretone diModigliana (Modiana), capo di provvisionati,
1592. »
Primicerio di S. Marco di Venezia v. Dandolo Pietro.
Primiero ( capitano di), 454.
Prioli v. Priuli. »
Priore o Gran Priore di Francia v. Amboise (d' ) Emerico.
Priuli, famiglia, 71 , 135, 429, 630, 785 »
»
Alvise fu Giovanni, 40, 80, 115, 181, 320, 367,
467, 550, 639, 1018, 1389, 1411 .
» Alvise fu Marco, 1134.
»
Alvise fu Nicolò, 1437.
» Alvise fu Pietro, 138, 1210. »
551, 557, 654, 747, 748, 853, 858, 1012, 1053,
1082, 1083, 1180, 1262, 1314, 1325, 1389,
1444, 1477, 1629.
Marino fu Marco fu Giovanni, 209.
Matteo, 418.
Nicolò fu Giovanni, 553, 806, 925, 1006, 1079.
Nicolò fu Girolamo, 785.
Nicold, provveditore del castello di Cremona, 102,
107 , 109, 133, 194, 242, 354, 387.
Paolo, mercante in Alessandria d'Egitto, 1122,
1123, 1198, 1461 , 1526.
Pietro fu Lorenzo, 1299.
Pietro fu Marco, 1297.
Pietro di Nicold, 1262, 1331 , 1431 .
Pietro, governatore a Trani, 418, 495, 531 , 582,
598, 652, 697, 730, 777, 793, 831, 863, 873,
888, 934, 1001 , 1027, 1041, 1073, 1075, 1108,
1165, 1199, 1242, 1270, 1304, 1348, 1397,
1399, 1439, 1502, 1527, 1554, 1579, 1584.
Pietro, provveditore, 511 .
figlia di esso, sposa di Andrea Pesaro fu
Nicolò, da Londra, 138.
figlia di esso, moglie di Francesco Cappello, provveditore a Rimini, 511 .
1835 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1836
Priuli Roberto di Lorenzo, 537.
Sebastiano, 1158.
«
»
Stefano fu Alvise, 1097, 1206.
Zaccaria fu Leonardo, 133.
Prodi (di ) Stefano, oratore di Dulcigno a Venezia, 459,
1421 , 1569, 1573, 1574.
Pronsvai (Brunswick 9) (duca di ), 1967.
Protospari Dimitri, capo di stratioti in Friuli, 1475.
Provin ( di) Gian Antonio, uno degli oratori di Treviso
a Venezia, 1354. Provveditori veneti in campo v. Marcello Pietro e Moro
Cristoforo.
Pruos (di) Martino, procuratore a Dulcigno, 1422.
Pusterla Giovanna di Pietro, moglie di Giovanni Battista Visconti , 807.
1353.
Querini Paolo fu Andrea, da Sant'Angelo, 538, 1298,
Paolo, capo della Quarantia, 571, 581, 653,
770, 814.
«
«
»
Pietro fu Biagio, giàsopracomito, 115, 328, 329.
Pietro, podestà e capitano di Capodistria, 274,
470, 569, 575, 582, 88, 591, 606, 663, 664,
669, 703, 713, 778, 785, 792, 840, 842, 863,
865, 916, 917, 952, 1068, 1161, 1169, 1317,
1444, 1543, 1609, 1634.
«
Smerio, 80.
Vinciguerra, bailo e capitano a Durazzo, 329,
331, 1017, 1117, 1573, 1633.
Quievense (di Kiew?) vescovo, gran cancelliere del re
di Polonia, 1533.
Quintin (mons. di) , castellano di Milano, 425.
secretario di esso, 425.
»
»
» Francesco fu Andrea, rettore e provveditore di
Cattaro, 89, 195, 212, 312, 411, 1173, 1180,
1206, 1402, 1411, 1553.
» Francesco fu Girolamo, provveditore di Comune, 142, 209, 1465, 1610.
» Francesco, podestà di Porto Buffolè, 7.
Quartari ( cittadino di) , 381 .
Querini Angelo di Giannotto, 162, 206.
«
Antonio fu Baldo, 64, 80, 125, 144, 181, 210, Raball, contestabile, 869.
264.
Fantino fu Angelo, 67, 171, 1573, 1577.
Fantino di Nicolò, 170.
Rachsadia, rodiotto, 550.
Rada, ruffiana, 683.
Rado, tintore, 885, 918.
R
Radosino Junazo, capo di parte cristiana nell'Erzegovina, 490.
-
figlio di esso, 490.
Raffaele ( fra' ), predicatore in S. Paolo di Venezia, 1114.
«
(pievano in San) di Venezia v. Fioravante Rainieri .
» Francesco, vescovo, 365, 371 .
» Francesco, dalle malvasie, 755, 1468.
Raguseo Manoli da Corone, 1222.
Ragusi ( rettori di), 681 . «
Giannotto fu Francesco, 112, 316, 411, 574, Raimondi Eliseo, oratore di Cremona a Venezia, 33.
1172, 1173, 1361, 1578, 1625. Raimondo ( fra' , abate, 1073.
»
Sant'Angelo, 1610.
»
Giovanni Battista, il grande, fu Andrea, da Rainieri Gian Carlo, da Reggio di Modena, costruttore
Girolamo fu Andrea, castellano a Pizzighetto- Rais, capitano turco, 1589.
ne, 107, 221 , 238.
»
dell'orologio di S. Marco, 1088.
Ralevo Demetrio di Giovanni, oratore di Russia a VeGirolamo fu Andrea, da Sant' Angelo, provveditore a Sebenico, 741, 1980, 1411 , 1602,
1618.
nezia, 49, 54, 61, 66, 89, 101 , 135, 136, 149, 218,
244, 272, 278, 300, 1163, 1433.
»
»
»
»
"
»
Girolamo fu Andrea, del Pregadi, 115, 210,
278, 322, 380, 429, 467, 543, 593, 705, 835,
1112, 1173, 1452, 1493, 1495, 1531, 1579.
Lauro di Girolamo, 1002.
Luca fu Marco, provveditore a Corfù, 36, 55,
68, 154, 161 , 182, 211 , 236, 281, 283, 305,
335, 365, 371 , 391 , 404, 417, 449, 480, 504,
505, 520, 527, 549, 554, 582, 583, 598, 603,
616, 668, 695, 714, 730, 740, 776, 780, 795,
831, 834, 841, 852, 872, 895, 960, 961, 962,
963, 964, 971 , 980, 985, 1073, 1107, 1126,
1128, 1269, 1301, 1311, 1380, 1406, 1600,
1617.
Luca, rettore a Modone, 714.
Marco fu Giacomo, 695, 1633.
Marino, 93, 1265.
Rall Dimitri fu Michali, capo di stratioti a Traù, 104,
253, 1365, 1383, 1604.
»
»
»
»
Giacomo di Corone, 1391.
Giorgio, capo di stratioti a Cattaro, 397, 769, 1075,
1456.
Giorgio di Corone, 520, 1391.
Manoli di Corone, 520, 1391 .
» Michali, 104.
» Teodoro, stratioto ad Udine, 813.
Ramadanogli, signore di Adna (Adana), 1150.
Ramazotto Paolo, daBologna, 787. Ram Cascioctus (Rainazzotti ?) , secretario del Reginense, mandato in Polonia, 1606, 1621, 1622.
Ramires Diego, spagnuolo, capitano di trecento fanti ,
1450, 1452, 1465, 1467, 1476, 1487, 1490,
1532, 1540, 1554, 1558, 1577.
-
fratello di esso, 1490, 1554.
1837 1838 INDICE DEI ΝΟΜΙ
Randano ( di) Giovanni, siciliano, lettore di diritto feu- Renaldis (di) pre' Luca daPordenone, messo di Massidate nello Studio di Padova, 656.
Rangoni conte Nicold , 474, 482, 484, 485, 496, 514, 575,
»
»
»
»
592, 627, 651, 683, 698, 745, 755, 869, 906,
986, 987, 1006, 1007, 1040, 1080, 1093,
1319.
Alessandro, suo figlio, 1007, 1093.
Annibale, suo figlio, 1007, 1093.
Anton Galeazzo, suo figlio, 1007, 1093, 1319.
Bianca, sua moglie, figlia di Giovanni Bentivoglio, 1093.
Costanza, sua figlia, 1007, 1093.
miliano a Venezia, 371, 564, 597, 837, 852, 967.
Renaldo, consigliere di Pandolfo Malatesta, signore di Rimini, 585, 711, 749, 782, 822, 832.
Renato II , duca di Lorena, 403.
»
(oratore di) in Francia, 451 .
Renessi Pietro, messo del pascià della Morea a Demetrio Paleologo, 431 .
Renier ( di ) Federico, fu Alvise, 209, 545, 849.
»
»
(di) Giacomo, rettore di Napoli di Romania, 362,
445, 601, 900, 901 , 903, 994, 1051, 1626.
(di) Giovanni Antonio di Giacomo, 1557.
Parente, visconte di Roan v. Porrboët ( conte di)
René.
Retimo ( rettore di ) , 1052.
»
»
Ercole, suo figlio, 1007, 1093. »
»
Fina, sua figlia, moglie di Ugo di Sanseverino v. Sanseverino (di) Ugo.
»
Francesco, suo figlio, 1007, 1093. Rezo (da) Marco v. Reggio ( da) Marco.
»
Girolamo, suo figlio, 1007, 1093. »
(da) Zuan Carlo v. Rainieri Gian Carlo.
»
Ginevra, sua figlia, 1007, 1093.
»
»
»
»
Guido, suo primogenito, 1007, 1093, 1319.
Lodovico, suo figlio, 1007 , 1093.
Rao (di) Antonio, 1308.
Rapiamus, corsaro francese, 1620.
Rascia (despota di) , 1159.
Raspo (capitano a) v. Contarini Oliviero.
Ravall (mous. di) , 357.
Ravasten (mons. di) v. Cleves ( di) Filippo.
Ravenna (da) Antonio, medico, 58.
»
»
»
(da) Nascimbene ( Nansibene ) , contestabile a
Spalato, 1376, 1504, 1604.
(di) Opizo v. Monaldini Obizzo.
(arcivescovo di) v. Roverella Filiasio.
Riario conte Girolamo, 843, 1112.
»
Ottaviano fu Girolamo, 118.
Raffaele, cardinale di S. Giorgio (Zorzi), 56, 72,
419, 699, 805, 843, 857, 1095, 1548.
Sforza Catterina, signora di Forlì, 49, 50, 54, 56,
57, 58, 62, 67, 70, 75, 76, 77, 84, 86, 89, 90,
94, 107, 118, 141, 165, 254, 361, 403, 419.
figli di essa, 50, 56, 62, 89, 419.
Riccardello Giovanni , da Modone, schiavo di un subassì, 1499.
Riccardi ( di ) Filippo, di Lodi, 262.
Riccio ( Rizo) Tarufo , favorito del duca di Ferrara ,
314.
Richi v. Erichi .
18, 41 , 95, 422, 463.
(podestà e capitano di) v. Venier Alvise e So- | Ridolfi Giovanni Battista, oratore di Firenze a Venezia,
ranzo Antonio.
Raynaldo, oratore a Venezia di Stefano voivoda di Mol- Rigo Antonio v. Godis (de) Enrico.
davia, 1465, 1467.
Rayner Nicolò , 564.
Recanati ( cardinale) v. Basso della Rovere Girolamo.
Reggio (da) Marco, cancelliere della comunità di Ragusi, 1404, 1506.
Regiense ( cardinale) v. Isualles Pietro.
Regina ( Rezina) , abbadessa del monastero di S. Ariano
presso Venezia, 755.
Reginense (vescovo e cardinale) v. Isualles Pietro.
Regino ( cardinale) v. Isualles Pietro.
Regio Raffaele, 91, 1146.
Regolino Tomaso v. Regulano Tomaso.
Regulano Tomaso, segretario del re di Napoli a Roma,
1200, 1256, 1424, 1438, 1474, 1485, 1519, 1565.
Remer Antonio, comito di Girolamo Pisani, 689, 690,
691, 716, 726, 774, 775.
Giovanni, 693, 694. »
» Marco, padron di nave, 396, 722, 815, 1069,
1341 , 1342, 1343, 1344.
Remessi Lumo, stradiotto, 1561.
«
Rigon Simone, 32.
Rimini ( da) Giacomo, medico, 50.
(da) Lazzarino, condottiere al servizio della Republica, 359.
blica, 31, 242, 907.
»
(signor di) v. Malatesta Pandolfo.
»
»
(signora di) v. Malatesta Violante.
»
»
(da) Marco, contestabile al servizio della Repu-
(fratello del signor di) v. Malatesta Carlo.
( provveditore a) v. Cappello Francesco.
(secretario veneto a) v. Zambon Marco Antonio.
Rinaldi (di) Bernardino, secretario dei savi di terra fer-
»
ma, 57.
(di) Zaccaria, uno degli oratori di Treviso a
Venezia, 1354.
Ripol Alvise, oratore di Napoli in Alemagna, 198, 243,
456, 470, 521, 552, 657, 658, 659, 662, 682, 701, 716.
889, 987, 1308, 1381, 1434, 1566.
Riva (da) Andrea, podestà a Malvasia, 256, 897, 898,
Remi (di) Pietro, 1230. »
Remires Diego v. Ramires Diego. »
Remuchii (?), francese, capitano di nave, 1534, 1539.
899, 900, 1017, 1052, 1057, 1058, 1547.
(dalla) Antonio, padrone di un marano, 1394.
(provveditori a) v. Foscolo Pietro e Baffo Girolamo fu Matteo,
1839 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1840
Rivolta (di ) Andrea, contestabile al servizio della Re- Roias (de) Antonio, vescovo di Majorica, 1183.
publica, 158.
Rizinboldo ( cardinale) v. Arcimboldo Giovanni.
Rizo v. Riccio.
Rizzardo ( di) Giacomo, 115.
Rizzo, famiglia, 1303.
Roma (da) Cola, contestabile a Napoli di Romania, 489,
601, 898, 1024, 1071 , 1152.
(da) Francesco, abitante a Milano, 112, 347.
(da) Giovanni, abitante aBrindisi , 642.
»
»
»
Giovanni, comito di Valerio Marcello, 905, 1556.
Girolamo, 392.
» (da) Paolo, fabbricatore di bombe a Venezia, 479.
Romanello, favorito di Alfonso II re di Napoli, 1375.
Romani (re dei) v. Massimiliano d' Austria.
»
(figlia del re de' ) v. Margherita, figlia di Massimiliano d' Austria, vedova di Giovanni di
Aragona.
»
»
»
Marco, secretario di Benedetto Pesaro, 57, 62,
332, 558, 560, 1448.
Michele, consigliere regio a Milano, 247, 408,
527, 532, 547, 1282.
Pietro, corriere, 563, 564.
Rizzoletto Antonio, padovano, lettore del Codice nello
Studio di Padova, 656.
Rò (da) Filippo, 163.
Roam (Rouen) cardinale v. Amboise (d') Giorgio.
»
(visconte di) v. Rohan (visconte di) .
Robertet Florimondo, secretario del re di Francia, 678,
»
1125, 1139, 1534.
capitano del re di Francia, 1516.
Roberti (di) Antonio, 473.
» (di) Girolamo, 686.
Robobella Giovanni, arcivescovo di Zara, 285.
Rocca d'Anfo (provveditore di), 373.
«
di Sicilia (signor di) , 1347.
Rocco Giacomo, oratore del re di Napoli al turco, 146,
252, 291, 326, 335, 353, 417, 419, 576, 709,
1073.
Tomaso v. Rocco Giacomo.
Roche Bernard (mons. de la) Guido XVI (Nicolò) , conte
di Laval, governatore ed ammiraglio di Bretagna, marito di Carlotta d'Aragona, principessa di Taranto, 326, 552, 1371, 1373, 1429,
1519, 1528.
zio di esso v. Laval (conte di) Guido XV.
Rochefort (di) Guido , cavaliere, signore di Pleuvant,
gran cancelliere di Francia, 1138, 1139, 1286.
Rochia (de la) v. Roche Bernard (mons. de la).
Rode (vescovo di) ( Rennes, Rhedones) v. Guibé Michele.
Rodi (da) Giovanni, tedesco, 1152.
»
(regina dei) v. Sforza Bianca Maria.
Romania (bilarbel della) , 282, 285, 305, 446, 450, 503,
R
602, 618, 901, 935.
(pascià della) , 728, 878.
Romano (provveditore di), 651 .
Rosa Giovanni, 1269.
Rosano (di) Lodovico, ucciso nel campo di Lodovico il
»
Moro, 156.
recte Rossano ( principe di ) v. Marzano ( di )
Giambattista.
Rosis (de) Rosa(Andrea Boryszewski ?) , arcivescovo di
Leopoli, 1533.
Rosi ( de) , barone ungherese, 893.
Rossello Giambattista, lettore di diritto nello Studio di
Padova, 655.
Rosset Roberto, francese, capitano di cento lance, 1612.
Rossetto ( Roseto) , cittadino di Corone, 503.
Rossi , famiglia, 202, 911 .
»
»
»
»
«
>
Bernardo, vescovo di Treviso, 106, 1227, 1296,
1300, 1356, 1475, 1489, 1574.
conte Filippo, condottiere al servizio della Republica, poi suo ribelle, 106, 107, 112, 187,207.
fratello di esso v. Rossi (di) Bernardo.
Giacomo, incettatore di grani a Napoli , 1566.
Luca, oratore del re di Napoli al turco, 1439,
1474, 1485, 1566.
Pietro, cittadino veronese, mandato dal governatore di Otranto alla Vallona, 1553, 1586.
conte Troilo, 1332.
Rossia (re di) v. Ivan III Vassilievitch.
(cardinale, gran maestro di) v. Aubusson (d') Pie- Rosso Andrea, 1001 .
»
tro.
Suoi ambasciatori :
-in Francia v. Matteo (fra' ) e Seriac (de) Jacques.
Rodolfo, oratore della lega Grigia a Venezia, 1133.
Rohan (di) Francesco, figlio del signore di Giè, vesco-
»
«
vo di Angers, poi arcivescovo di Lione, 1182,
1202.
(visconte di) Giovanni II, capitano delle navi
del re di Francia, 448, 449, 1103, 1104, 1105,
1106, 1108, 1127, 1128, 1129, 1134 , 1141,
1144, 1201 , 1306.
(di) Pietro, signore di Giè, maresciallo di Francia,24, 25, 265, 284, 364, 422, 453, 766, 871 ,
890.
»
»
»
Bernardino, custode dei figli del re Giacomo di
Cipro, eletto capitano della stimaria, 708.
Francesco, maestro nell' arsenale di Venezia ,
1262.
Troylo v. Rossi Troilo.
Rotolino ( marchese di) v. Orléans (d' ) Luigi.
Rouen (cardinale, arcivescovo dij v. Amboise (d' ) Giorgio.
Rovere (della) Domenico, cardinale del titolo di San
Clemente, 2.0, 843, 1357, 1438, 1511 , 1565.
(della) Galeotto, vicario del vescovo di Cremona,
306.
»
» (della Giovanni, prefetto di Sinigaglia, 32, 38,
135, 218, 594,739, 777 , 807, 842, 866, 869,
870, 906, 928, 1156, 1231, 1287.
1841 INDICE DEI NOMI 1842
Rovere ( della ) Giovanni, cardinale di S. Pietro in Vincula, 24, 32, 38, 54, 55, 111, 216, 344, 347,
352, 353, 356, 369, 374, 378, 408, 419, 421,
463, 482, 484, 507, 508, 514, 516, 533, 552,
553, 575, 578, 594, 627, 645, 651, 658, 662,
670, 683, 684, 708, 739, 740, 743, 744, 750,
755, 764, 777, 789, 793, 807, 862, 867, 880,
881 , 906, 928, 930, 975, 986, 1002, 1030,
1078, 1098, 1117, 1134, 1250, 1257, 1293,
1295, 1305, 1328, 1336, 1367, 1410.
vescovo, mandato da esso a Cremona,
594.
vescovo , mandato da esso a Perugia,
553.
messaggero di esso a Venezia, 356.
Roverella Filiasio, arcivescovo di Ravenna, 1049, 1050.
Rovigo (da) maestro Giacomo, dai frati di San Francesco eletto provinciale in luogo di fra' Antonio
Trombetta, 101, 198, 270, 273.
Roza Andrea , arcivescovo erbipolense ( leopoliense ? ) ,
1136.
(de la) v. Roche Bernard (mons. de la).
Sagona Nicolò v. Sagonti Nicold.
Sagonti Nicolò, scrivano alla camera di Cattaro, 123,
458, 490, 1503.
Sagredo (famiglia), 334.
»
»
»
»
»
»
Alvise, castellano a Vrana ( Lavrana) , 1352 ,
1388, 1508, 1614.
Francesco di Albano, 330.
Girardo (santo) , 1477.
Pietro fu Alvise, già capitano delle galere del
traffico , proposto capitano delle galere
grosse, 209.
Pietro, già capitano a Modone, 30, 972.
Pietro, conte a Zara, 1074, 1155, 1165, 1209,
1265, 1290, 1292, 1306, 1362, 1497, 1609.
Sagundino ( Sagudino) Alvise, secretario alla Signoria,
57, 570.
Salamon v. Salomon.
Salamon Zin (Salamonzin) v. Salomoncino.
Salazar (di) Tristano, arcivescovo di Sens (Sans, San) ,
oratore del re di Francia in Svizzera, 465, 665, 743,
831 , 871 , 914, 1084, 1085, 1113, 1430, 1519.
Salerno (da) Bencivenga, capo di genti d'arme, 430.
» (da) Cachiaguino, contestabile, 1375.
(da) Francesco, caporale sotto il contestabile
Girardello, 769.
»
Rozia (de la) v. Roche Bernard (mons. de la).
Rozom (mons. di), castellano di Milano, 116.
»
Rozon Bartolomeo, oratore di Treviglio a Venezia, 1094.
Rubertet v. Robertet.
»
Rubinet, capitano francese,94.
(principe di) v. Sanseverino (di Napoli) Antonello.
Rucich Lantilago, 1508.
»
(vescovo e cardinale di) v. Vera Giovanni.
Ruco (?) (Rucho) Daniele, secretario spedito da Massi- Saliceto Bartolomeo, scalco del cardinale Ascanio Maria
miliano a Roma, 1469, 1470, 1471 . Sforza, 288.
Ruggeri , famiglia, 1572.
»
Francesco di Pietro, padron di nave, 815,
1068.
»
Pietro, 601.
» »
Salichia (di ) Girolamo, oratore a Venezia di Astorre
Manfredi, signore di Faenza, 380, 398, 399, 577,
647, 648, 661, 739, 780, 823, 828, 1015, 1034.
Salisburgo (vescovo di) v. Keutschach (di) Leonardo.
Salò (da) Girolamo, dottore, 1331 , 1388.
(provveditore a) v. Bon Girolamo.
Rusco Biagio, primo di caravella, 1521 .
Stefano, dulcignoto, ribelle a Venezia, 1243.
Russi (castellano di) , 1407.
» (di) vicario v. Guzo (da) Federico.
Russia ( re di) v. Ivan III Vassilievitch .
Ruzieri v. Ruggeri.
Ruzzini Tomaso fu Ruggiero, 925.
S
Sabatin Vincenzo, 580, 591 ,
Sabaudia (dottore di), lettore nello Studio di Padova,
662.
Sabellico Marco Antonio, 136, 178.
Sabolin Vincenzo v. Sabatin Vincenzo.
Sacano Pantaleone, gentiluomo messinese, 1127, 1128,
1132, 1392.
Sacco Giacomo, messodel conte di Sogliano a Venezia ,
894.
Salomon Alvise, provveditore al sale, 1325 .
»
»
«
Alvise, vice provveditore dell' armata, e provveditore alla Cefalonia, 281, 417, 513, 518,
599, 600, 605, 614, 615, 720, 724, 725, 726,
897, 921 , 931 , 992, 1142, 1272, 1275, 1276,
1339, 1341 , 1388, 1391 , 1416, 1520, 1585,
1586, 1641 .
Carlo fu Marco, 142.
Filippo, castellano allo scoglio di Brindisi, 609,
784, 1000, 1239.
Giacomo di Vito, 1345. »
»
»
Giovanni Natale di Tomaso, 208, 537.
Girolamo, da Santa Maria Formosa, 96.
»
»
Lorenzo, provveditore ad Anfo, 663, 927.
Michele fu Nicolò, già provveditore al sale,
106, 147, 467, 1173, 1617.
Michele, castellano a Monfalcone, 208.
Michele, già conte a Zara, 1386.
»
Sadatilo Manoli v. Xodatilo Manoli. »
Sagabria (cardinale di) v. Martini ( di) Bartolomeo.
» Nicolò di Michele, 147, 1630.
Saganello (di) Pier Maria, 1333.
»
Sagliante, capitano, messo di mons. di Beaumont, 774.
Nicolò, sindaco in terraferma, 628, 748, 757,
928, 1078, 1250, 1409.
I Diarii di M. SANUTO. - Tom. III. 116
1843 INDICE DEI NOMI 1844
Salomon Vittore, 254.
Salomoncino, ebreo di Piove di Sacco, 803.
Salomone, medico del re di Francia, 1009, 1634, 1635.
Saluzzo ( marchese di) v. Lodovico II .
Salvador Ulisse, da Palermo, 244, 474, 555, 627, 639 ,
659, 906, 1576.
Salvago Alessandro, messo del conte di Cajazzo in Ale-
»
»
magna, 512, 582.
(Salvego) , famiglia genovese di banchieri, 237.
Bernardo, di Genova, banchiere, 682.
Salvas Mona, da Cordova, capo di spagnoli al servizio
della Republica, 898.
Salviati Giacomo, 135.
Samalld (cardinale di) v. Briçonnet Guglielmo.
Sampre ( San Prè) (mons. di) , 212, 1332.
San(mons. dı) v. Salazar (di) Tristano.
San Clemente (cardinale) v. Rovere (della) Domenico.
San Colombano (castellano di) , 167, 202.
San Dionigi (di) Dalmazio, vescovo di Siracusa (Saragosa) , 1485.
Sandona ( voivoda di) , 945.
Sandro, maestro de' corrieri, 593, 781 .
Sangiorgio ( di) Giovanni Antonio, vescovo di AlessanSanseverino (di Milano), Fina ( madona), figlia di Nicolò
Rangoni, moglie di Ugo e matrigna di
Almerigo Sanseverino, 322, 368, 429,
467, 1080, 1452, 1493, 1588.
»
»
»
dria e cardinale, 354, 378, 555, 650, 789, 843, 856,
884, 909, 939. 1166, 1257, 1278, 1631.
SanGiorgio (cardinale di) v. Riario Raffaele.
San Lorenzo (di) Biagio, remigante sulla galea di sier »
Valerio Marcello, 1544, 1545.
San Mallò (cardinale di) v. Briçonnet Guglielmo.
»
San Martino (commissario della valle di) v. Benaglia »
Pasino.
"
Sans (arcivescovo di) v. Salazar (di) Tristano.
San Saba (duca di) Pietro, 365.
»
San Sebastiano (di) Daniele, abitante in Roma, 275,
1135.
San Servolo (castellano di) ( Istria), 1169.
468, 475, 517, 520, 652, 662, 743, 928,
1210, 1430.
Sanseverino (di Milano) , famiglia e fazione, 39, 461 ,
»
»
Alessandro del fu Roberto, 39.
Almerigo del fu Ugo, figliastro di Fina,
figlia di Nicolò Rangoni, 98, 329 368,
429, 1080, 1452, 1577, 1588.
Antonio Maria del fu Roberto, 32, 4,
»
Galeazzo del fu Roberto, 32, 63, 100, 102,
154, 203, 215, 219, 220, 226, 230, 233,
241 , 255, 266, 317, 318, 424, 460, 466,
510, 523, 528, 529, 546, 556, 564, 568,
570, 575, 582, 585, 586, 597, 662, 701 ,
708, 743, 1250, 1329, 1330, 1367, 1400,
1434, 1463.
Gaspare detto Fracassa del fu Roberto ,
32, 39, 44, 58, 107, 118, 133, 145, 153,
156, 187, 199 , 207, 214, 216, 219, 220,
221 , 226, 232, 234, 267, 344, 353, 430,
460, 466, 510, 529, 533, 546, 568, 570,
575, 586, 607, 627, 632, 634, 662, 663,
673, 682, 708, 737, 743, 1094, 1266,
1367, 1470, 1475.
sua moglie v. Pio (da Carpi) Margherita.
Giovanni Francesco di Roberto, conte di
Cajazzo, 32, 39, 44, 55, 157, 192, 252,
265, 270, 325, 370, 372, 423, 512, 541 ,
630, 743, 744, 1051, 1202, 1203, 1338,
1514, 1529, 1570, 1635.
Ginevra, figlia di Roberto e moglie di Lucio Malvezzi, 242.
Roberto, 181 , 370, 472, 762, 743.
Ugo, 322, 467, 1080, 1452, 1588.
(di Napoli) Antonello, principe di Salerno,
987, 1543.
Bernardino, principe di Bisignano, 326,
427, 1309.
sua sorella, moglie del marchese
del Vasto, 427.
Roberto, figlio di Antonello, principe di
Salerno, 1287, 1543.
Sanson (Sanxon) fra' Francesco, bresciano, generale
»
dei Frati Minori, 50.
Leone, all ' officio delle biade, 836, 866.
Santa Croce (cardinale) v. Carvajale Bernardino.
Santa Maria della Scala (prevosto di), 649.
Santa Maria in Porticu (cardinale di) v. Zen Giambattista.
Sant' Angelo (cardinale di) v. Michiel Giovanni.
Santa Prassede ( cardinale di) v. Pallavicini Antoniotto.
Santarosa (di) Urbano, gentiluomo tortonese, 202, 204.
Santi ( di ) Giovanni, 73.
»
»
Marco fu Giovanni, secretario di Andrea Loredan, 13, 73.
Pietro, 939.
73, 107, 133, 202, 214, 216, 221, 226,
233, 267, 332, 485, 511, 529, 597, 662,
743, 928, 1367.
moglie di esso, 202, 928.
Federico del fu Roberto, cardinale, 93,
102, 132. 145, 156, 158, 171 , 176, 199,
242, 243, 262, 332, 403, 404, 418, 511,
512, 516, 517, 529, 564, 565, 582, 597,
632, 634, 650, 652, 658, 659, 662, 672,
673, 682, 743, 764, 796, 843, 864, 910,
940, 941, 975, 1043, 1046, 1051, 1054,
1062, 1138, 1202, 1255, 1430, 1486,
1607, 1612, 1682.
Santi quattro (40) (cardinale de' ) v. Mila (del) Lodovico.
San Turini (di) Giovanni v. Esarco di Centurino Giovanni.
Santurini ( vescovo di) v. Tortona (di) Domenico.
Sanudo Alvise ( cavallaro), 1078.
1845 INDICE DEI NOMI 1846
Sanuto Angelo, 72, 78, 222, 642, 828, 1061, 1099.
»
»
»
»
Benedetto fu Matteo, console a Damasco, 282,
296, 411 , 508, 589, 600, 668, 672, 673 , 674,
675, 741 , 779, 860, 955, 985, 1037, 1052,
1078, 1100, 1156, 1175, 1189, 1264, 1265 ,
1289, 1326, 1409, 1411, 1422, 1432, 1440,
1468, 1469, 1477 .
Domenico, 114.
Filippo fu Pietro, 169.
Francesco, 1081.
Leonardo, padre di Marino, 215.
sorella di esso, maritata in Benedetto
Zorzi, 215.
Marco fu Francesco, 10, 29, 35, 47, 49, 58, 66,
69, 76, 77, 87, 97, 100, 106, 117, 119, 121,
131 , 143, 145, 148, 163, 172, 214, 246, 268,
278 , 313, 330, 339, 345, 389, 400, 415, 472,
484, 485, 595, 673, 778, 794, 806, 837, 863,
928, 1041 , 1100, 1102, 1111 , 1112, 1118,
1134, 1250, 1265, 1268, 1357, 1415, 1432,
1442, 1477, 1507, 1577, 1579, 1628, 1629.
Marino fu Leonardo, 5, 31 , 47, 59, 66, 71 , 90,
91 , 98, 117 , 118, 142, 143, 170, 170, 195,
197, 201 , 202, 205, 206, 215, 257, 263, 267,
274, 280, 285, 286, 293, 291, 297, 300 311 ,
314, 322, 324, 327, 332, 336, 339, 345, 352,
358, 367, 371 , 375, 376, 383, 399, 401 , 402,
405, 407, 414, 416, 420, 421 , 422, 424, 425,
439, 455, 467, 475, 483, 488, 495, 507, 508,
509, 513, 536, 544, 545, 549, 551 , 557, 561 ,
572, 573, 575, 576, 580, 587, 593, 619, 628,
629, 630, 640, 646, 654, 673, 684, 703, 704,
716, 728, 740, 746, 748, 756, 757, 759, 760,
763, 764, 769, 784, 792, 793,808, 836, 837,
849, 855, 860, 884, 886, 908, 915, 916, 926,
955, 970, 971, 1003, 1007, 1012, 1034, 1035,
1051 , 1067, 1081, 1083, 1088, 1096, 1099,
1136, 1157, 1163, 1176, 1212, 1111 , 1230,
1233, 1234, 1235, 1236, 1251 , 1253, 1254,
1268, 1283, 1289, 1292, 1293, 1294, 1295,
1321, 1324, 1325, 1388, 1389, 1405, 1409,
1410, 1426, 1432, 1437, 1448, 1466, 1477,
1487, 1491, 1492, 1532, 1548, 1551 , 1573,
1587, 1588, 1590, 1610, 1624, 1625, 1629,
1638.
Sarasin (Saracim) Antonio, padron di nave, 679.
Saraton Vincenzo, padron di nave, 115.
Saravalioti Nicola, fuggitivo da Lepanto, 177, 178.
Sarcina Giovanni, padron di barca, 1363.
Sarno (conte di) v. Tuttavilla Girolamo .
Sartorio Giovanni, di Friuli , lettore nello Studio di Padova, 656.
Sasso Marco, capitano, 300.
Sassonia ( casa ducale di) .
»
»
»
»
»
Alberto di Sassonia, zio di Federico III, capo
della linea albertina 243, 466, 468, 564, 565,
968, 1163, 1500.
Federico III , detto il Saggio, duca di Sassonia
ed elettore dell' impero, 187, 348, 527, 564,
565, 582, 588, 597, 636, 643, 661 , 714, 784,
804, 831 , 1040, 1083, 1126, 1136, 1138,
1139, 1168, 1203, 1238.
fratello di esso (Alberto ? Ernesto ?) ,
eletto patriarca di Aquileia, 1334.
Federico , figlio di Alberto di Sassonia , gran
maestro dell'ord. teutonico, 1165, 1355, 1550.
Giorgio, detto il Ricco, figlio di Alberto di
Sassonia, 466, 565, 737.
Giovanni, detto il Costante, fratello di Federico III, 400 .
Saturion Giovanni v. Esarco di Centurino Giovanni
Saul, 648.
Sava Giorgio (moglie e figli di ), 906.
» Nicolo, oratore di Modone a Venezia, 574, 739,
800, 836.
Savelli Nerio, faentino, 1095.
Saverges Pietro, vescovo di Luçon, cancelliere del re
di Francia in Milano, 111, 134, 220, 228, 233, 247,
301 , 306, 374, 408, 409, 426, 472, 475, 484, 506,
510, 515, 516, 527, 528, 532, 542, 547, 588, 592,
607, 609, 637, 649, 654, 658, 665, 666, 676, 714,
715, 736, 737, 765, 796, 819, 829, 857, 864, 880,
910, 913, 933, 1093, 1137, 1140, 1218, 1219, 1282,
1327, 1410, 1570, 1580, 1612, 1637.
Savina Dimitri , papà a Corone, 1414, 1420.
Savoia (duca di) v. Filiberto II.
» (generale di ) , 347, 1037, 1218.
Savona (da) Antonio, lettore di chirurgia nello Studio
di Padova, 654 .
Savonarola fra' Girolamo, 575.
Savorgnano Antonio, 1375, 1406.
» Giorgio, 1293.
» Nicolò , 20, 237, 574, 1333.
» Tristano, 11 , 546.
Saxion ( di) Antonio, da Montargis. 699.
Saxo Marco v . Sasso Marco.
Sbardelà ( Shardelao) da Verona, contestabile a Modone,
303, 419, 481 , 502.
(castellano alla) v. Bembo Pietro. »
ود
Vittore fu Francesco, 1298.
Pietro fu Domenico, 52, 69, 72, 263, 336, 432,
435, 599, 600, 601, 818, 819, 829, 838, 839,
849, 966, 1005, 1052, 1411 .
Sanvitale conte Giacomo, capo di parte in Parma, 187.
Sanxon v. Sanson.
San Zorzi (Giorgio) (cardinale di) v. Riario Raffaele.
Saragosa (vescovo di) v. San Dionigi (di) Dalmazio.
Saracco Marco, arcivescovo di Lepanto, 10, 11, 14, 21, Scala (dalla) Giovanni, 1028, 1566 .
928, 1387, 1584.
717, 722, 931 , 1068. 905, 990, 1071.
Sarasin (Saraxim) Alvise, padron di nave, 668, 716, Scalogeni ( Schalogeni) Marino, cittadino di Modone,
1847 INDICE DEI NOMI 1848
Scandarbecho (Scanderbech) v. Castriota.
Scander pascià v. Iskender pascià.
» pascià ( figlio di) v. Bisich,
Scaramelli Giovanni, padron di nave, 631, 1068.
Scardona (prete di), 697.
Scardoni (di) Lodovico, già tesoriere del signor di Faenza, 1011.
Schandarbecho (Schandarbego) v. Castriota.
Schandarbeg v. Iskender pascià.
Schender pascià v. Iskender.
Schiave Stefano v. Schiavo Stefano.
Schiaveto Michele, contestabile a Napoli di Romania,
79, 469, 520, 995, 998, 1152.
Schiavina Leonardo, padron di grippo, 281.
Secco Francesco, 369.
»
Giacomo, daCaravaggio, 121, 122, 138, 190, 221 ,
282, 294, 661, 1493, 1578.
GianGiacomo, giácommissario a Tirano per Lodovico il Moro, 242.
Giovanni Fermo, condottiere, 394.
Segna (da) Luca, padron di nave, 1341.
Segonti Nicolò v. Sagonti Nicolò.
Segotta Giorgio, cittadino di Arbe, 1445.
Semitecolo, famiglia, 722.
» Alessandro, 328, 330.
Angelo, 819.
» Benedetto, 199, 384.
» Galeazzo, 1146,
Senturion v. Esarco di Centurino Giovanni.
Serafino, uomo virtuoso, morto a Roma di peste, 683.
Schiavo Pietro, capo di provvisionati a Modone, 303, Senon (Sinan ?) , pascià, 1523.
419, 481, 502.
»
Stefano, padron di nave, 1052.
«
Tomaso, contestabile a Vrana, 748, 959, 1074, Sereb (domino) v. Geréb Pietro.
1155, 1160, 1290.
Schiavon Luca, 997.
Schio (da) Girolamo, uno degli oratori vicentini a Ve- Sereni Battista , mercante prigioniero nel castello di
nezia, 1327.
Scholaieni Marino v. Scalogeni Marino.
Scienza Giovanni Battista, publico lettore a Venecia,
Serego (conte di) , 342.
» (di) conte Brunoro, 1578.
Mar Maggiore, 334.
Seriac (de) Jacques, oratore di Rodi in Francia, 560,
570, 571 , 572, 577, 544, 645, 647, 648, 654, 657,
663, 743, 766, 967.
Scio (da) Giovanni (Zaneto), fuggito dall'armata turca, Sermiense (vescovo) v. Báchka (de) Nicolò.
91 , 178, 249, 1113.
442.
»
(console veneto a) v. Tabia (di ) Giovanni.
» (podestà di) , 827, 1356.
-figlio di esso, 1356.
Sciro ( rettore di), 993.
Scita v. Scienza Giovanni Battista.
Sermionense (vescovo) v. Báchka (de) Nicolò .
Sermona (di) Alessandro, strangolato in Castel Sant ' Angelo, 469.
Serra Giacomo, vescovo di Arborea (Oristano) , cardinale e vicario del papa, 857, 1098, 1110, 1111 , 1130,
1200, 1228, 1235, 1355.
Scola(dalla) Basilio, 198, 379, 404, 473, 685, 822, 978, Serse, 779.
«
1013, 1201 , 1310, 1445, 1616.
Leone, fratello di esso, 198, 379.
Scotti, famiglia e parte di Piacenza, 158, 187, 196, 199,
Servia (moglie del fu despota di) v. Arianiti Despida.
200, 306.
conte Francesco, 187.
»
conte Troilo, 141, 1332.
» (despota di) v. Brancovich Lazzaro.
» (despota di) che è in Ungheria, 398.
Servis (di) Alessandro, florentino, famigliare del re
d'Ungheria, 982.
Sessa (vescovo di) v. Zapata Martino.
Sforza, famiglia, 1083.
» Alessandro, figlio naturale del duca Galeazzo
Maria, 62, 84, 156, 205, 219, 249, 426, 715,
737, 744, 1329.
Scozana (Schozana) , da Venezia, contestabile a Fama- | Sfondrati Lodovico, oratore di Cremona a Venezia, 33.
gosta, 1119.
Scozia ( re di) v. Giacomo IV.
Scrinzi (Schrinzi) Giovanni, di Candia, padron di nave,
772, 815.
Scudiere (gran) di Francia v. Urfè (sig. di) .
Scuola (dalla) v. Scola (dalla) .
Scutari (da) Albanese, eletto contestabile al Zonchio,
>> Ascanio Maria, vescovo di Cremona, cardinale c
vice cancelliere della chiesa romana, 31 , 44,
55, 63, 77, 85, 96, 99, 100, 101, 102, 103,
1267.
»
(da) fra' Bernardino, dell'ordine dei minori ,
guardiano di Santa Maria (Alessio) , 454.
»
«
(da) Nicolò, contestabile, 927.
(sangiacco di) v. Ferisbego.
Scyta v. Scienza Giovanni Battista.
Sebastiano ( priore in San) v. Boni (de) Biagio.
Sebenico (sopracomito di) v. Pavenich Nicolò .
Secco (Secho) Carlo, condottiere al servizio della Repu109, 111 , 116, 125, 130, 132, 139, 141, 147,
155, 157, 158, 176, 193, 196, 203, 216, 217,
blica, 121 , 141, 220, 394, 803, 813.
219, 220, 223, 224, 225, 227, 228, 229, 230,
232, 234, 235, 237, 238, 239, 240, 241 , 243,
244, 245, 246, 247, 249, 250, 253, 254, 255,
259, 260, 261, 264, 265, 266, 267, 268, 270,
278, 280, 283, 284, 285, 286, 287, 288, 289,
290, 294, 295, 296, 298, 300, 301, 304, 305,
306, 307, 308, 309, 310, 314, 317, 318, 323,
325, 326, 327, 338, 343, 344, 347, 349, 352,
1849 INDICE DEI NOMI 1850
353, 354, 358, 359, 361, 375, 377, 378, 379,
385, 387, 399, 408, 423, 429, 465, 468, 476,
506, 516, 517, 556, 565, 571 , 582, 594, 597,
626, 661, 789, 843, 844, 847, 1046, 1083,
1137, 1185, 1237, 1268, 1286, 1330, 1424,
1439, 1604, 1619, 1632.
-auditore e secretario di esso, 307.
Sforza Bianca Maria, figlia naturale del duca Filippo
»
»
»
«
»
»
»
»
Maria Visconti , 1089.
Bianca Maria, figlia di Galeazzo Maria e moglie
di Massimiliano imperatore, 242, 286, 505,
564, 586, 661,807, 880, 1213, 1367, 1374,
1412, 1443, 1470, 1475, 1590.
Bona, figlia di Lodovico di Savoja, duchessa di
Milano, 807.
Carlo, figlio naturale del duca Galeazzo Maria,
marito di Bianca, figlia di Angelo Simonetta,
241.
Ermes (Hermes) , figlio del duca Galeazzo Maria,
100, 102, 226, 232, 267, 456, 1237.
Francesco, conte di Santa Fiora, 233.
Francesco, duca di Milano, 361, 682, 1042.
Francesco, figlio del duca Gian Galeazzo, 32,
289, 290, 737, 1237, 1338, 1506, 1619.
Galeazzo, conte di Melzo, figlio naturale del du219, 220, 221 , 223, 224, 225, 226, 227, 228,
229, 230, 231 , 232, 233, 234, 235, 237, 238,
241 , 242, 243, 244, 245, 246, 247, 250, 252,
254, 256, 259, 261 , 264, 265 , 266, 269, 270,
272, 278, 280, 282, 284, 286, 288, 289, 290,
291 , 295, 298, 301 , 304, 310, 317, 318, 320,
321 , 327, 331 , 332, 335, 347, 349, 331, 355,
357, 361 , 368, 373, 377, 379, 386, 388, 899,
400, 403, 419, 423, 424, 426, 428, 453, 456,
459, 463, 464, 468, 490, 507, 510, 511, 517,
527, 529, 532, 559, 565, 568, 582.593, 597,
633, 636, 642, 654, 658, 661 , 673, 681,682,
686, 712, 741 , 748, 763, 766, 813, 822, 824,
844, 845, 857, 871, 880, 892, 918, 932, 1047 ,
1077, 1083, 1089, 1094, 1112, 1113, 1137,
1138, 1184, 1202, 1203, 1213, 1215, 1237,
1283, 1303. 1308, 1319, 1320, 1329, 1356,
1400, 1401 , 1429, 1434, 1516, 1555, 1580,
1619, 1634, 1635.
sorella di esso, monaca, 529.
Suoi ambasciatori :
a Napoli v. Stanga Corradolo.
a Roma, 198.
al turco, 143, 181 , 252, 335, 1556 e v.
Casal ( da) Francesco.
ca Galeazzo Maria, 219, 249, 426, 460, 466, Sforza Massimiliano e Francesco, figli di Lodovico il 715, 737, 744, 1329
»
Galeazzo, fratello del signore di Pesaro, 199,
"
»
»
»
915, 927, 940, 953, 965, 978.
Galeazzo Maria, duca di Milano, 86, 241, 682,
1042.
Ginevra, figlia naturale di Galeazzo, signore di
Pesaro, moglie di Giovanni II Bentivoglio e
madre di Violante Malatesta, signoradi Rimini, 404.
Ginevra, figlia di Matteo Tiepolo e sposa di Giovanni signore di Pesaro, 1327.
Giovanni, signore di Pesaro, 49, 67, 75, 77, 86,
94, 199, 343, 403, 404, 407, 426, 469, 585,
617, 634, 869, 890, 893, 908, 915, 927, 940,
953, 965, 966, 974, 976, 1001, 1005, 1006,
1287, 1327, 1362, 1367, 1412.
suo oratore a Venezia, 246, 1092
Giovanni Maria, arcivescovo di Genova, 527,
716.
Lodovico, detto il Moro, duca di Milano, 12, 13,
18, 22, 31 , 32, 34, 36, 37, 39, 43, 44, 45,
46, 48, 50, 53, 54, 55, 63, 73, 77, 85, 87,
89, 90, 91 , 92, 93, 96, 99, 100, 101, 102, 103,
104, 105, 106, 107, 110, 111, 112, 116, 117,
120, 123, 130, 131 , 132, 133, 134, 135, 136,
137, 138, 139, 141 , 143, 144, 145, 146, 147,
149, 150, 152, 153, 154, 155, 156, 157, 158,
159, 160, 161, 162, 163, 164, 165, 166, 167,
170, 171, 175, 176, 177, 181, 186, 187, 188,
190, 192, 195, 196, 198, 199, 200, 201, 202,
203, 207, 208, 212, 213, 215, 216, 217, 218,
Moro, 43, 53, 176, 283, 286, 289, 322, 348,
452, 511 , 528, 551 , 564, 565, 661 , 1334,
1367, 1374, 1443, 1463.
Ottaviano Maria, vescovo di Lodi , 716.
Sibilia v. Siviglia.
Sicilia (vicerè di), 474, 1485.
Siega (dalla) Francesco, canonico di Padova, 309, 354.
Siena (cardinale di) v. Todeschini-Piccolomini Fran-
»
cesco.
(oratore di) in Francia, 451, 525.
Sifola Sergio, marito di Giulia, figlia naturale di Antonio Maria Pico dalla Mirandola conte di Concordia, 1520.
Signolo Alvise, sensale a Venezia, 1095, 1176.
Signorello Michele, scalco del cardinale regino, 1061 ,
1163.
Silvestro ( fra' ) , minore osservante, 1560.
»
(pievano di San) v. Bagatto Luigi.
Simone, fante degli avogadori di Comune, 118.
»
spagnuolo, 291 .
» arrestato come spia, 591.
Simonetta Alessandro, recte Angelo, 241 .
Simonetto, medico di Padova, 1505, 1514.
Simoni ( Symoni) Lorenzo, 802.
Simonovich Giovanni, bano di Corbavia, 1497.
Sinadino Stefano, di Candia, padron di nave, 772, 815.
Sinan, pascia, 1061 , 1557 .
Sing Gaspare, secretario del re dei romani, 827.
Sinigaglia ( prefetto di) v. Rovere (dalla) Giovanni.
Sinio ( di) Simone, da Dulcigno, 1095.
Siracusa (Saragosa) ( governatore di) , 1027, 1475, 1483.
1851 INDICE DEI NOMI 1852
Siracusano Pietro Antonio, padron di brigantino, 668.
Sisto IV, papa, 1166.
Sita Giovanni Battista v. Scienza Giovanni Battista.
Sitla (rettore di , 1052.
Siviglia (arcivescovo e cardinale di) v. Hurtado de MendozaDiego.
Smalini ( di) Galeazzo, da Patrasso, abitante in Lepanto,
177.
Snati Giovanni, capo di balestrieri , 273.
Socino Bartolomeo, senese (non da Lesina) , lettore di
diritto civile nello Studio di Padova, 656, 754, 757,
1318.
Soderini Francesco, vescovo di Volterra , oratore di Firenze a Roma, 342, 928, 1029, 1955, 1564,
1565, 1599, 1600.
»
Paolo Antonio, provveditore fiorentino, morto
all' impresa di Pisa, 19.
Pietro, oratore di Firenze a Milano, 271, 317,
347, 352, 386.
Sogliano (conte di) v. Malatesta Ramberto.
Sogobrio ( cardinale di) v. Martini ( di) Bartolomeo.
Sojano(conte di) v. Malatesta Ramberto.
Soligo Bernardino, padron di nave, 114.
» Giovanni, veneziano, bandito da Venezia e abitante a Bari , 976.
Solimano, capitano turco, 1363.
Solzpurch v. Salisburgo.
Som Giuseppe (Joseph, Josa, Joxa) , conte di Temes,
235, 236, 239, 288, 509, 566, 1479, 1480, 1536,
1612.
Somaglia (della) famiglia, 261 .
»
»
conteGiovanni Antonio, 161 , 163, 167,
190, 262, 657, 701 , 715, 819, 860,
910, 1009, 1319, 1443, 1567.
conte Guido, 516.
Soncino (oratore di) a Venezia v. Trapello ( di) Lorenzo.
(provveditore a) v. Muazzo Giovanni Maria.
Sophismail, capitano turco, 1033.
Soranzo, famiglia e nave, 725, 911 , 1628.
Alvise fu Benedetto, 211, 1105, 1317.
Alvise fu Marco, 1433.
»
»
»
Alvise fu Marco fu Nicolò, 849.
»
Alvise fu Remigio (Remisi) , 130, 509.
Antonio, podestà e capitano a Ravenna, 296,
Soranzo Gabriele fu Bertuccio, 328. 330, 414, 424, 430,
640,816,900, 946, 917, 949. 992, 1025, 1142,
1193, 1234, 1275, 1277, 1341 , 1344, 1390,
1414, 1415, 1419, 1420, 1457, 1560, 1564,
1578, 1580, 1598, 1641 .
»
»
«
»
»
«
»
»
»
«
د
»
Giovanni Battista fu Gaspare, 1438.
Maffio fu Vittore, 1017, 1056, 1066.
Michele, 1265, 1611 .
Nicold , 1239.
Paolo fu Bertuccio, 1580, 1598.
Paolo, della Quarantia, 1469.
Pietro fu Vittore , gia padron all' arsenale ,
proposto provveditore a Corfù e provveditore all'armata, 741, 1617.
Pietro, podestà di Torcello, 1327.
Vincenzo, tornato a Venezia dall' armata, 58.
Vincenzo, governatore degli schioppettieri in
Cipro, 860, 1119.
Vittore fu Giovanni, dal banco, oratore in Ungheria, 84, 85, 98, 117, 119, 123, 144, 153,
193, 197, 213, 235, 236, 239, 240, 286 ,
287, 288, 312, 316, 317, 356, 357, 365,
366, 371 , 381. 382, 400, 406, 407, 453,
483, 509, 512, 566, 567, 573, 584, 586,
587, 596, 640, 654, 659, 701 , 702, 734,
791 , 793, 867, 868, 882, 907 , 908, 929,
930, 985, 1001 , 1009, 1102, 1113, 1124,
1158, 1159, 1160, 1169, 1177, 1179, 1184,
1454.
figli di esso , 37, 240, 317, 1159, 1160.
Vittore, cavaliere e procuratore, 1265.
Vittore, generale d'armata, 1352.
Sotoriza Jurai, palatino, 1337.
Sovergnan v. Savorgnano.
Sozino Bartolomeo v. Socino Bartolomeo.
Spadazino, capo di schioppettieri, 539, 887.
Spagna ( re di) v. Aragona (d') Ferdinando.
»
«
»
649, 686, 697, 832, 879, 907, 916, 927, 939,
965, 966, 976, 978, 1009, 1010, 1014, 1015,
»
1018, 1019, 1045, 1046, 1049, 1050, 1064, »
»
»
»
(regina vecchia di) v. Aragona (d') Giovanna,
sorella di Ferdinando il Cattolico, vedova di
Ferdinando il Vecchio, re di Napoli.
(figlia della regina vecchia di) v. Aragona (d')
Giovanna figlia di Ferdinando il Vecchio re
di Napoli , zia e moglie di Ferdinando II .
(principe di) v. Aragona (d' ) Giovanni, figlio di
Ferdinando il Cattolico e d'Isabella.
(oratore di ) a Napoli v. Claver Giovanni.
(cardinale di) v. Hurtado de Mendoza Diego.
(arcivescovo di) v. Averoldi Bartolomeo.
(conte e capitano a) v. Baffo Girolamo e Trevisan Pietro.
(oratore di) a Venezia, 463 e v. Augubio (di)
Antonio.
1065, 1078, 1094, 1095, 1100, 1108, 1112, Spalato (da) Antonio, bombardiere a Mola, 1000.
1115, 1199, 1214, 1241 , 1248, 1256, 1269,
1287, 1302, 1353, 1368, 1383, 1407, 1408,
1430, 1431 , 1433, 1435, 1441 , 1464, 1495,
1496, 1530, 1538, 1540, 1570, 1616.
Antonio, già podestà e capitano a Rovigo, rifiota l'ufficio di bailo a Corfii per essere
ricco e solo, 71 .
Bartolomeo fu Marco, 711 .
Cristoforo fu Benedetto, 152
Spanedo Andrea, ribelle del signor di Rimini, 634, 653.
famiglia di esso, 653.
Spatafora Federico, console veneto a Messina, 1027.
Spatan Giovanni , padra di grippo, 334, 524.
1853 INDICE DEI NOMI 1854
Spelladi ( Spelai) (di) Princivalle e famiglia, 485.
Speraindio Girolamo, oratore di Napoli a Roma, 149,
198, 289, 342, 354, 418, 671 , 749, 822.
Speroni Bernardino, lettore di medicina pratica nello
Studio di Padova, 654.
Spinelli Giovanni Battista, oratore di Napoli a Venezia,
75, 87, 96, 133, 204, 214, 215, 218, 239, 254, 264,
278 , 294, 295, 331 , 338, 353, 354, 355, 375, 404,
419 , 421 , 427, 473, 563. 632, 635, 636, 642, 643,
658, 714, 784, 856, 888, 911, 967, 979, 1006, 1013,
1040, 1047, 1048, 1049, 1052, 1054, 1082, 1083,
1084 , 1087, 1116, 1131 , 1158, 1167, 1200, 1201,
1214, 1215, 1219, 1227, 1251, 1252, 1268, 1269,
1278 , 1301 , 1305, 1326, 1354 , 1368, 1380, 1433 ,
1442, 1450, 1476, 1528, 1560, 1572, 1574, 1578,
1590, 1591 , 1607.
Spinello Giovanni Battista v. Spinelli Giovanni Battista.
Spinola Francesco, genovese, 427, 522, 1520.
Spinzelis v. Bonsignor Ottaviano.
Spiri Giovanni, corfuato, castellano a Butrintò, 1541 .
Spolverin Giacomo, oratore di Verona a Venezia, 1374,
1506, 1507.
Sponaldo Andrea v. Spanedo Andrea
Spurio Cassio, 172.
Squillace ( di ) Stefano, vescovo di Otranto, 1107, 1269,
1593.
Stadi (di ) Nicolò, ambasciatore di Milano a Massimiliano, 286.
Stadion (di ) Gualtiero, 564, 784.
Staffa ( della) , famiglia, 1496.
Stampa Galeazzo, 249.
Stanga (Stangi) , famiglia, 1089.
"
»
»
»
Bianca, moglie di Gaspare, 232.
Corradolo, protonotario, oratore di Lodovico il
Moro a Napoli , 355, 456, 463, 529, 1046.
Cristoforo, 824, 1042, 1089.
figli di esso, 1089.
Gaspare di Cristoforo, 232, 464, 546, 595, 681.
794, 796, 824, 853, 1077, 1089, 1092.
Giovanni Andrea, ambasciatore di Lodovico il
Moro a Napoli, 517.
Giovanni Battista, 46, 75, 110.
Marchesino di Cristoforo , 32, 53, 261 , 267, 306,
318, 451 , 464, 465, 546, 681 , 1089.
Stathi Januli, da Napoli di Romania, 936.
Stefani (di) Antonio, padron di nave, 114.
»
Pietro, scrivano ai governatori, 1316, 1489.
Stefanin Eustachio ( Stai), cittadino di Modone, 906.
Stefano ( di) Michele, padron di nave, 115, 601, 722,
»
»
815, 1068.
voivoda di Moldavia e duca di Valachia (Valdavia), 288, 567, 635, 684, 713, 879, 917,
927, 1055, 1060, 1163, 1178, 1240, 1465,
1467, 1468,1478, 1502, 1537, 1549, 1550,
1590, 1627.
- suo oratore in Ungheria, 1453.
capitano svizzero, 1095.
Stefano, oratore di Antivari a Venezia, 652.
Stelin (da) Alvise, cittadino di Corfu, 1544.
Stella Alberto, eletto masser all'entrata, 1491 .
»
»
Gian Pietro, secretario dei savi di terra ferma,
poi di Paolo Cappello, oratore veneto a Roma,
57, 593, 848, 1465, 1468.
Girolamo, vice collaterale a Gradisca, 159.
Sterbaz Paolo (Cosule) , 777, 1162, 1290, 1291 , 1292,
1352, 1375, 1388, 1508, 1512, 1613, 1614, 1615.
Stigliano (Stiliano) Paolo, dall'Arcadia, ribelle a Venezia, e fatto appiccare da Girolamo Pisant, 1397.
Strassoldo Federico, abitante a Belgrado, 1218, 1301 .
Francesco, dottore, uno degli oratori di Udine a Venezia, 1218, 1301, 1375.
»
>
...... , incaricato dal luogotenente di Udinedi far bruciare le paludi del Friuli ,
1406.
Strazzacapa, contestabile, 177.
Striga (?) , 56.
Strofadi ( Strivali) (calogero di) , 1307.
Strozzi, famiglia, 1293.
Struzoler (?) , dottore e consigliere di Massimiliano, 564.
Sturlich (duca di) ( Lorenzo di Nicola di Mattia Corvino ? Nicolò Frangipani ?), 505.
ambasciatore di esso alla dieta tedesca, 505.
Suarez Lorenzo, oratore di Spagna a Roma, 53, 62, 73,
149, 186, 198, 205, 212, 239, 354, 401 , 403, 552,
555, 572, 577, 588, 590, 593, 635, 671 , 685, 708,
749, 781 , 789, 793, 801, 824, 833, 841, 844, 879,
893, 939, 942, 955, 977, 1007, 1008, 1029, 1048,
1063, 1086, 1113, 1114, 1130, 1131 , 1135, 1145,
1166, 1201 , 1228, 1256, 1257, 1278, 1281 , 1323,
1371 , 1424, 1425, 1427, 1462, 1473, 1485, 1512,
1518, 1565, 1575, 1631 .
Sugelino, contestabile, 177.
Suligo Bernardino v. Soligo Bernardino.
Surian Andrea fu Francesco, 122, 170, 179, 537, 849,
»
1629.
Giovanni fu Antonio, 188, 1437.
Suriano fra' Francesco, 1513.
Suzino Bartolomeo v. Socino Bartolomeo.
Synrino, inviato di Cosule a Zara, 1613, 1614.
T
Tabia ( di) Giovanni, console veneto in Scio, 15, 127,
128 , 129, 373, 448, 1523, 1551, 1552.
Taccone (Tachom) Agostino, genovese, fuggito dall'armata turca, 442.
Taddeo (Thadeo) ...... oratore di Treviso a Venezia,
369.
Tagliabue Simone, 249.
Tagliapietra Alvise, consigliere a Retimo, 1268.
»
»
»
Alvise, patron di nave, 1264.
Bernardino fu Giovanni, 209.
Filippo, 809.
Francesco, 57 .
1855 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1856
Tagliapietra Gian Francesco, 524 .
»
ratino, 535, 539, 1059, 1156, 1290, 1291, 1352,
Giovanni fu Alvise, 151 . 1497, 1618.
Nicolò, sopracomito, 396, 441 , 445, 446, Tiberti Achille, di Cesena, favorito della signora di
447, 496, 905, 1444.
figli di esso, 1444.
Tagliazzi Stefano, vescovo di Patrasso poi di Torcello,
1472.
Tagravardim v. Tagri Berdi .
Tagri Berdi, turcimanno egiziano, 476, 673, 1526.
Taiabò Simone v. Tagliabue Simone.
Tajapiera v. Tagliapietra.
Talara (Talara) ( mons. di) v. Talleyrand (mons. di) .
«
Forll, poi al servizio del Valentino, 56, 67,
1019, 1373 .
Polidoro, 387, 392, 406, 567, 569, 578, 579,
588, 653, 1018.
Tiene (da) Giacomo, il Vecchio, 1327.
Tiepolo, famiglia, 319.
Donato, 1081 .
Francesco, 1514.
»
»
» Giacomo Antonio di Matteo, 637, 974.
Talenti (di) Giovanni, 932.
Taleran (mons. di) v. Talleyrand ( mons. di) .
Tallerà ( mons. di) v. Talleyrand (mons. di) .
Talleyrand (mons. di), 465, 542, 547, 568, 637, 658,
665, 698, 736, 796. Tancredi Angelo, secretario di Carlo Orsini, 245, 253,
260, 301 , 308, 651, 672, 706.
Tangribardi v . Tagri Berdi.
Tari Peter, capitano generale del re d'Ungheria, 1176.
Tarlado (Tarlao) Francesco, padron della nave Soranza,
334, 695, 716.
Tarona, cittadino di Lepanto, 1556.
Tarpavalo, capitano del re d'Ungheria, 471 .
Tarsia (di) Damiano, castellano a Castel Nuovo d' Istria,
394, 470, 571 , 663, 664, 713, 778, 785, 792, 1068,
1169, 1317, 1529, 1543, 1626.
Tartaro Girolamo, contestabile in Dalmazia, 524, 1431 ,
»
1508.
(caporale di ) , 1508.
Taruga Carluccio (Carlutio), secretario del principe di
Salerno, 987.
Tassoni (de' ) Ercole, 673.
Taulichi Nicolò v. Tavalich Nicolò.
Tavalich Alvise, da Sebenico, 1209.
» Nicolò, da Sebenico, 1626, 1642.
Tavelich Alvise v. Tavalich Alvise.
Taxonibus (de) Hercules v. Tassoni (de' ) Ercole.
»
»
»
»
»
»
Girolamo, console veneto in Alessandria d'Egitto, 96, 230, 476, 737, 738, 923, 924, 941 ,
1030, 1122, 1123, 1198, 1461 , 1526, 1571 ,
1572.
Girolamo, uno dei tre savii, 507.
Marco, provveditore alle biade, 1288.
Marco, sopracomito, 278, 283, 294 , 494, 576,
603, 628, 815, 1069, 1142, 1276, 1341 , 1392,
1488.
famiglia di esso, 1488.
Matteo, 890, 1001, 1327.
sua figlia v. Sforza Ginevra.
Paolo, 1491 .
figlio naturale di esso, 1491 .
Pietro, podestà in Antivari, 189, 459, 491, 595,
652, 686, 704, 835, 877, 878, 926, 1056,
1057, 1243, 1244, 1305, 1421, 1460, 1567,
1568, 1612.
Sebastiano, 701, 706, 1027, 1217, 1221, 1344,
1390, 1414, 1525, 1641 .
Tine (rettore di), 1020, 1026.
Tirano (da) Alvise, 242.
» (capitano regio in) , 638.
Tiretta Giovanni, provveditore di Treviso, uno degli
oratori di Treviso a Venezia, 1329, 1354.
Tiriaca Benedetto, lettore di matematica e astrologia
nello Studio di Padova, 655.
Tegrimi Nicolò, oratore di Lucca a Venezia, 292, 294, Tivoli (vescovo di) v. Leonini Angelo.
313, 322, 353, 370, 381, 410, 484, 514.
Tempian (Tempion) Guglielmo, imolese, 1011, 1014.
Tenibech el Zimeli, pretendente al soldanato d'Egitto,
739.
Tenina v. Knin.
Teodoro Martino, oratore di Ragusi a Venezia, 681.
Termignon, soldato dei veneziani in Cipro, 818.
Termoli (di) Francesco, conte di Montorio, 326.
Terni (da) Bertolino, cavaliere e contestabile a Crema,
456, 1403.
Ternova (sangiacco di) , 279.
Terzago (da) Giovanni, contestabile a Spalato, 1513,
1604.
Terziguago Giovanni, provveditore sopra la Livenza,
283.
Testa Stefano, sopracomito d'Otranto, 1586.
Tetrico (Detricho) Giovanni, cavaliere, gentiluomo zaTodaro (di ) Martino, messo dei signori ragusei a Venezia, 285.
Todeschini- Piccolomini Alfonso, duca di Malfi (Amalfi) ,
nipote del cardinale di Siena,
843.
»
Francesco, arcivescovo e cardinale di Siena, 186, 198,
270, 418, 650, 842, 843, 1086,
1087, 1130, 1135, 1256, 1438,
1511 , 1575. Todesco Corrado, capo di schioppettieri in Cipro, 860.
»
»
»
Enrico (Rigo), 675, 1328.
Francesco di Giorgio, 1259.
Giorgio, contestabile a Corfù, 787, 803, 834,
1258, 1502.
Giovanni , suonatore di liuto, 421, 508, 587,
646.
1857 INDICE DEΙ ΝΟΜΙ 1858
Tolentino (Giovanni?). appaltatore. 405.
Tolmezzo ( Tomclzo) ( da) Francesco, 1463.
Tomaso (San) , arcivescovo di Cantorbery, 1175.
» spia dei veneziani, 372.
Tombesi Gorlino, da Ravenna, condottiere, 9, 95, 145,
148, 320, 339, 348, 417, 440, 487, 488, 502,
519, 520, 601, 897, 901, 903, 994, 995, 995,
998, 1021 , 1022, 1023, 1104, 1108, 1126,
»
1127, 1128, 1140, 1142, 1147, 1217, 1224,
1234, 1260, 1276, 1339, 1428.
figlie di esso, 1428.
Gorlinotto, figlio di esso, 1260, 1428.
Torcello ( vescovo di) v. Tagliazzi Stefano.
Torelli, famiglia, 377.
»
»
conte Guido, 153, 177, 213, 249, 911 , 940, 965,
986, 1018 .
conte Pietro, 177.
Torello Giovanni, contestabile a Zara, 1074.
Tornichi Gigni, corfiotto, ribelle a Venezia, 1428.
Torniello conte Francesco, 516.
Torre (della), famiglia, 342.
»
»
»
Alvise, 11 .
Francesco, cassiere del banco dei Pisani ,
159.
Gerolamo, lettore di medicina nello Studio di Padova, 508, 654, 1037, 1244,
1265.
fra' Lodovico, veronese, provinciale dell'ordine di S. Francesco dell' osservanza, 1288.
Lucio, veronese, lettore di instituzioni
nello Studio di Padova, 656.
Torre (mons. de la) v. Tour (mons. de la) .
Torrentino ( da) Giovanni, lucchese, mercadante stanziato a Venezia, 31, 97, 112, 331, 341, 348, 381, 405,
1303
Tortona (di Domenico, vescovo di Santorino, 928.
Traffico (capitano delle galere del) v. Diedo Antonio.
Tragurense ( tragurin) vescovo v. Marcello Francesco.
Trani (arcidiacono di) , 1001 .
»
»
(governatore a) v. Contarini Alvise e Priuli Pietre.
(sopracomito di) , 873.
Trans (abate di), 1338 .
»
(mons. di ) v. Villeneuve ( de) Luigi.
Transilvania ( voivoda di) v. Pietro.
Transol (mons. di), 228.
Trapello ( di) Lorenzo , oratore di Soncino a Venezia ,
633.
Trapolin Alberto, uno degli oratori di Padova a Venezia, 1314, 1572, 1638 .
Pietro, dottore, da Padova, 1037.
Traù ( conte a) , 943, 1207.
»
»
(oratore di) a Venezia v. Lucio Girolamo .
( rettori di) , 977.
(sopracomito di) v. Cippico Girolamo.
(vescovo di) v. Marcello Francesco.
Traversi Cristoforo, vicentino, 1100, 1295.
Trecano (da) Girolamo, 240.
Trecchi (Trechis, Trecho) Giacomo, oratore di Cremona
»
a Venezia, 33, 1042.
(Trecho, Trechà) Girolamo, cittadino cremonese, 638, 708, 1086, 1208, 1549.
Trémouille (de la) Luigi, 139, 140, 153, 157, 161, 167,
176, 186, 189, 200, 217, 222, 233, 237, 238, 265,
306, 314, 323, 346, 347, 357, 364, 365, 374, 377,
385, 1051 , 1125.
Trento Giacomo, dottore, cavaliere, uno degli oratori
vicentini a Venezia, 633, 652, 663, 1327, 1405,
1420, 1605.
»
»
»
»
don Giovanni Battista, 664.
Stefano, oratore di Lucca a Pisa, 556.
(capitano di) , 377, 540, 607, 1168, e v. Lichtenstein Paolo.
(vescovo di) v. Lichtenstein (di) Ulderico.
Tosabecco ( Tosabecho) Benedetto, oratore del duca di Treverense ( vescovo) v. Baden (di) Giovanni.
Ferrara in Francia, 627, 645, 1099.
Toschssi , stradioto, 1561.
Tosinghi ( Tosingo) Pier Francesco, già oratore fiorentino in Francia, 1006.
Toso Giovanni, albanese, dimorante a Russi, 1373.
Treviglio (oratore di) a Venezia v. Rozon Bartolomeo.
Trevisan, famiglia e nave, 640.
»
Alvise, 1288.
»
Andrea fu Tomaso, 158, 411, 416, 483, 607,
626, 1041 , 1170, 1206, 1211 .
» Andrea, vescovo di Feltre, 332, 421 .
»
»
Michele, milanese, dottore, 247.
Tour (mons. de la), 342.
Tours ( governatore di), 1204.
Toutain de la Mazurie (?) , oratore di Francia in Ungheria, 186, 191 , 192, 193 , 194, 197, 201 , 214,
260, 284, 356, 366, 368, 381 , 400, 405, 408, 409,
451, 453, 455, 472, 510, 540, 566, 577, 586, 587,
588 , 596, 606, 607, 626, 630, 636, 639, 659, 662,
665, 673, 742, 913, 1056, 1159.
»
Tracanioti Giorgio, 1150.
Traetto (duca di) v. Gaetani d' Aragona Onorato.
fratello di esso v. Gaetani d' Aragona Giacomo Maria.
moglie di esso v. Aragona (d' ) Lucrezia.
1 Diarii di M. SANUTO.
-
Tom. III.
»
»
Angelo fu Paolo, 21 , 31 , 36, 64, 93, 121 , 124,
169, 206, 246, 253, 421, 439, 464, 495,
506, 523, 553, 566, 598 , 630, 699, 741 ,
779,806, 860, 867, 873, 892, 971, 1005,
1012, 1016, 1131, 1253, 1264, 1465.
Antonio, il zoppo, 61, 524.
Antonio, 1265.
Baldassare fu Paolo, 10, 362, 375, 388, 389,
390, 394, 407 , 412, 421, 438, 462, 513,
530, 554, 747, 758, 770, 779, 805, 813,
814, 836, 906, 1082, 1115, 1118, 1123,
1136, 1241 , 1253, 1254, 1289, 1358.
Bartolomeo, vescovo di Cividal di Belluno,
117
1859 INDICE DEL NOMI 1860
60, 63, 847, 1172, 1208, 1295, 1370, 1379,
1512.
Trevisan Benedetto, oratore al re di Francia a Milano,
e poi in Francia, 29, 44, 48, 53, 55, 72, 75,
116, 133, 139, 140, 153, 161, 162, 164,
168, 169, 186, 187, 196, 200, 204, 205,
228, 237, 256, 257, 258, 259, 265, 266,
267, 269, 278, 284, 295, 296, 297, 298,
312, 318, 320, 321, 322, 324, 339, 344,
«
»
«
»
»
»
»
»
487, 488, 493, 496, 497, 498, 499, 500,
501 , 504, 505, 509, 513, 517, 518, 519,
524, 526, 527, 541, 546, 549, 550, 557,
558, 562, 563, 572, 574, 576, 582, 583,
584, 599, 600, 602, 603, 604, 605, 608,
612, 620, 621 , 622, 623, 635, 668, 721 ,
786, 900, 953, 991, 1018, 1058, 1070, 1195,
1256, 1428, 1639, 1640, 1641.
figlio di esso, 1397.
349, 352, 353, 364, 386, 401, 409, 410, Trevisan Michele fu Andrea, 120, 122, 170.
422, 423, 428, 430, 451, 453, 465, 472,
483, 506, 507, 524, 525, 541 , 542, 570,
634, 643, 644, 645, 654, 664, 666, 675,
701, 713, 742, 743, 765, 766, 804, 805,
830, 837, 840, 841, 870, 871, 889, 912,
913, 914, 932, 933, 967, 1008, 1009, 1044,
1050, 1051 , 1079, 1084, 1085, 1094, 1124,
1125, 1138, 1139, 1178, 1184, 1199, 1201 ,
1202, 1203, 1426, 1451, 1452, 1477, 1480,
1481, 1482.
Nicolò , il grande, fu Gabriele, da S. Eustachio (Stae) , 143.
Domenico, podestà a Cremona, 20, 22, 29, 30,
188, 206, 221 , 342, 357, 462, 464, 637,
766, 1013, 1041, 1047, 1151, 1163, 1180,
1186, 1207, 1629.
Filippo fu Andrea, 329.
Giacomo Antonio di Baldassare, provveditore
a Casalmaggiore, 272, 357, 545, 705, 1298.
Giacomo, il grande, fu Silvestro, 143.
Gian Francesco di Baldassare, 85, 168.
Giorgio fu Andrea, sopracomito, 339, 706,
782, 872, 1263, 1268, 1642.
Giorgio di Baldassare, 536, 808, 836, 1521 ,
1541 , 1546.
»
»
»
»
»
Nicolò fu Tomaso, procuratore, 145, 146, 159,
165, 169, 251 , 286, 368, 405, 408, 508,
629, 632, 853, 854, 894, 908, 915, 955,
1067, 1081 , 1083, 1132, 1175, 1179, 1181 ,
1205, 1207, 1236, 1284, 1288, 1289, 1321 ,
1335, 1389, 1491, 1492, 1629.
suo figlio, 508.
Paolo, rettore di Brescia, e poi luogotenente in Friuli , 110, 188, 258, 274, 307, 327,
372, 410, 452, 607, 707, 737, 805, 853,
858, 869, 1240, 1244, 1332, 1410, 1412,
1532.
Paolo, va castellano a Napoli di Romania,
1625.
Pietro fu Andrea, 687.
Pietro di Baldassare, sopracomito, 285, 458,
513, 598, 640, 696, 726, 816, 1069, 1142,
1234, 1341 , 1540, 1643.
Pietro fu Silvestro, 1602, 1617.
Pietro, conte a Spalato, 107, 140, 252, 366,
424, 470, 494, 760, 787, 853, 887, 891 ,
916, 977, 1164, 1250, 1377, 1466.
Secondo, 123.
Stefano, castellano a Riva, 831 .
Stefano, vicario a Brindisi, 1043.
»
»
Giovanni fu Zaccaria, provveditore sopra gli
uffict, 208, 384, 416, 561, 629, 758, 763,
835, 860, 1011, 1284, 1621, 1624.
Giovanni, savio agli ordini, 84, 140, 159,
1550.
»
»
Maffio fu Battista , 1298. »
» Marco fu Gabriele, 209.
" Marco fu Silvestro, 118.
Zaccaria di Nicolò, 1081, 1235, 1383, 1518.
Angelo, di famiglia cittadinesca, secretario
di Domenico Pisani, oratore veneto in Spagna, 1597.
» Marino di Melchiorre, 342. » Giacomo, di famiglia cittadinesca, secretario
» Melchiorre (Marchio) fu Paolo, capitano generale di mare, 10, 11, 20, 23, 26, 30, 37,
di Antonio Bon, provveditore in Albania,
1637.
39, 40, 52, 54, 55, 63, 64, 65, 70, 77, 78, Treviso (da) Giovanni Battista, 1376.
80, 81, 82, 83, 87, 88, 90, 93, 104, 105, »
108, 109, 113, 114, 118, 122, 124, 125,
127, 132, 138, 150, 151 , 173, 179, 181,
182, 183, 195, 201, 208, 211 , 215, 230,
236, 251 , 252, 254, 265, 279, 280, 281,
282, 283, 285, 303, 304, 305, 320, 332,
333, 334, 335, 336, 337, 338, 350, 353,
358 , 362, 366, 367, 373 , 374, 376, 380,
382, 391 , 394, 395, 306, 397, 401 , 404,
407, 410, 416, 417, 421, 425, 426, 440,
» (vescovo di) v. Rossi Bernardo.
Trier ( arcivescovo di) v. Baden (di) Giovanni.
Trieste ( vescovo di) v. Bonomo Pietro.
» (oratori di ) a Massimiliano, 1263.
Trimolia (mons. de la) v. Trémouille (de la) Luigi.
Trinchello Michele, uno degli oratori di Milano al re di
441, 442, 443, 445, 446, 449, 451 , 462, Francia, 555.
464, 466, 467, 477, 480, 481, 485, 486, | Tripoli (signore di), 680, 687.
(oratori di) a Venezia v. Azzoni-Avogaro Antonio, Onigo (da) Alberto, Provin (di) Gian
Antonio, Rinaldi (di) Zaccaria, Taddeo ... ,
Tiretta Giovanni.
1861 INDICE DEI NOMI 1862
Trissino (Dresano) ' da) Leonardo, cavaliere, 1463,
Triulzi v. Trivulzio .
Trivulzio, famiglia, 85, 103, 131 , 196, 235, 250, 261 ,
»
»
297, 301 , 665.
Agostino, 386, 658, 665.
Alvise, 161 , 1332.
»
»
»
»
»
»
د
در
د
Ambrogio, 143, 149, 153, 155, 157, 161 , 187,
194, 200, 203, 207, 215, 217, 219, 220,
225, 262, 306, 309, 1332.
Antonio di Giovanni, vescovo di Asti, 198.
Antonio di Pietro, vescovo di Como, poi cardinale, 32, 220, 261 , 306, 379, 547, 829,
957, 880, 881, 967, 1318, 1565
Antonio, protonotario, figlio di Gianfermo,
fratello di Giangiacomo, 238.
Bernardino. 1332.
Erasmo, 25. 52, 161, 234, 212, 889, 1085,
1131 , 1496.
moglie di esso v. Cavalcabò marchesa
Veronica.
Francesco, 530.
Giangiacomo, 24, 25, 26, 28. 32, 37, 44, 18,
50.52, 59, 70, 73. 85. 88. 90, 92, 96, 98, 99,
100, 102. 107, 108, 110, 111 , 116, 119,
120, 124, 125, 130, 131 , 132, 133, 135,
139, 141 , 143 , 145, 147, 149, 153. 156,
157, 163, 164, 165, 166, 167, 168, 170,
171 , 176, 187, 190, 196, 198, 200, 202,
203, 204, 207, 208, 212, 213, 215, 216,
217, 219, 220, 222, 224, 225, 226, 227,
229, 230, 232, 233, 235, 237, 238, 240,
241 , 242, 244, 245, 247, 249, 250, 255,
257, 259, 261 , 262, 269, 273, 275, 279,
284, 297, 305, 306, 314, 317, 323, 338,
346, 347, 348,357,364,374,377,385,
412, 451 , 453, 465. 476. 495. 506. 516,
525, 585, 590, 666, 699, 871 , 1009. 1037,
1038, 1050, 1063, 1023, 1085, 1100, 1131 ,
1137, 1318, 1332, 1338, 1356, 1410, 1429,
1470, 1486, 1574.
-figlia di esso, 203.
inviato di esso in Francia, 1429.
moglie di esso, Beatrice d'Inigo d'Avalos, sorella del marchese di Pescara e zia
del marchese del Vasto, 465, 495.
nipote di esso, 242, 1580.
Gian Francesco fu Renato, 308.
Giorgio, 516, 1168, 1332.
Giovanni Nicolò di Giangiacomo, conte diMusocco , 93, 99, 102, 132, 230, 232, 261, 1318,
1332, 1338, 1367, 1429, 1478, 1574.
Paola Gonzaga, moglie di esso, 261 ,
1332, 1338, 1367, 1429, 1478. 1574.
Girolamo, 1332.
Renato, 1100.
Scaramuccia, 1168
Teodoro, 143, 162, 220, 230.
Trivulzio Urbano, uno degli oratori di Milano al re di
Francia, 555.
-fratello di esso, 1332.
Troche Francesco, cameriere di Alessandro VI, 1063,
1228 .
Troia (da) Giacomo, lettore di filosofia morale nello
Studio di Padova, 655.
Trombetta fra' Antonio, padovano, lettore di metafisica
nello Studio di Padova, 50, 101, 198, 255, 270, 273,
418, 419, 505, 655.
Trombon Giovanni Antonio, 1404.
Tron Angelo fu Andrea, 268.
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Antonio fu Eustachio (Stai) , 8, 21 , 42, 57, 63,
70, 73, 85, 92, 98, 99, 107, 159, 205, 214, 218,
223, 227, 260. 263, 273, 274, 286, 303, 313,
319, 322, 332, 345, 346, 349, 371 , 375, 376,
387, 389, 390, 392, 395, 416, 438, 480, 483,
508 , 509, 530, 535, 541 , 543, 550, 551 , 561 ,
571 , 573, 581 , 618, 634, 646, 659, 660, 661,
695, 704, 720, 726, 729, 747, 748, 756, 757,
758, 759, 761 , 762, 770, 780, 783, 786, 794 ,
803, 806, 808, 814, 823, 824, 835, 836, 838,
839, 810, 848, 891,908, 926, 952, 955, 970,
971, 1004, 1007, 1012, 1013, 1034, 1035, 1066,
1067, 1079, 1080, 1083, 1088, 1089, 1090,
1094, 1096, 1097, 1113, 1115, 1189, 1206,
1253, 1411 , 1628.
Benedetto fu Michele, 1141, 1142, 1275, 1276,
1341 , 1416, 1585, 1642.
Carlo fu Antonio, 43.
Ettore fu Ettore, 1019.
Filippo, podestà alla Motta, 532. 642.
Filippo, procuratore, 8, 48, 97, 164, 173, 178,
197, 251 , 258, 263, 405, 431 , 439, 454, 460,
506, 508, 580, 581 , 632, 808, 832, 853, 928,
954, 960, 974, 1316, 1578, 1629.
Francesco fu Pietro, 8, 73, 74, 88, 140, 195, 307,
411 , 439, 453, 462, 551 , 571 , 708, 758, 759,
779, 793, 836, 853, 1013, 1115.
Giacomo, 178.
Giovanni, 1080, 1616.
Girolamo fu Priamo, castellano a Lepanto , 12,
14, 49, 54, 60, 123, 144, 145, 172.
Luca fu Antonio, sindaco in Levante, 52, 69, 200,
384, 401 , 406, 526, 532, 585, 653, 838, 839,
849, 915, 1005, 1157, 1235, 1240, 1254, 1283,
1294, 1295, 1476, 1498, 1510, 1573.
Pietro, 542.
Santo, 687.
Silvestro fu Maffio. 221, 252, 263, 480, 498, 816,
1142, 1259, 1273, 1275, 1276, 1342, 1344,
1345.
Tronco ( del) Andrea, contestabile a Famagosta, 1119
Troz v . Troche Francesco.
Trun (Truno) v. Tron .
Tua mons. de la), 609.
Tunisi ( re di) , 659, 1262.
1863 INDICE DEI NOMI 1864
Turach Jovan, bano di Jaicza (banovaz), 56, 189, 206,
240, 258, 340, 802, 853, 1388, 1508.
Turchetto Antonio, dottore in legge, cittadino padovano, 1092.
Turco Girolamo, contestabile mandato in Levante, 575.
»
Pietro, padron di grippo, 876.
Turiano Stamati, da Corone, 1391.
Tutel Mazo v. Toutain de la Mazurie.
Tuttavilla Girolamo, conte di Sarno, 1473.
در Ippolita, figlia di Napoleone Orsini del conti
di Bracciano e moglie del conte di Sarno,
1473.
U
Udine (oratori di) a Venezia v. Claracuius (de Claricinis?) Ermanno, Porcia (di) Girolamo, Savorguan
Antonio e Strassoldo Francesco.
Ugoni (di) Bernardino, cittadino bresciano, contestabile
1245, 1257, 1266, 1267, 1278, 1288, 1296,
1304, 1315, 1319, 1320, 1321, 1329, 1350,
1351, 1352, 1353, 1354, 1427, 1431 , 1432,
1452, 1453, 1457, 1466, 1468, 1470, 1478,
1479, 1480, 1486, 1502, 1506, 1511 , 1518,
1519, 1535, 1536, 1537, 1538, 1549, 1550,
1552, 1556, 1589, 1590, 1600, 1601, 1603,
1604, 1605, 1608, 1612, 1621 , 1622, 1623,
1624, 1627, 1628, 1631, 1632, 1634, 1635,
1636, 1637.
Suoi oratori :
in Francia, 567, 596, 630, 913, 1102,
1159, 1296, 1451 , 1604, 1634 e v. Zorzi
(Giorgio) , boemo.
in Inghilterra, 1102.
- a Massimiliano, 382, 564, 565, 686, 883,
979, 983, 986, 1355, 1537.
-
a Roma, 149, 159, 893, 1086, 1257, 1457.
al turco, 373, 374, 460, 950, 951 .
al servizio della Republica, 215, 216, 217, Ungheria Luigi ( Alvise) il grande, re, 1536.
1278, 1284.
»
»
Stefano, oratore di Brescia a Venezia, 1426.
Ujlak (duca di) Lorenzo, 1536, 1612.
»
Uladislaniense (vescovo) v. Kuroszwanski Creslao.
»
Uliers (d' ) Renato, vescovo di Chartres, 1338.
Ulisbonense (cardinale) v. Costa Giorgio.
»
Umiliati o frati bianchi (generale degli) v. Landriani
Girolamo. »
Ungaro Giovanni, lettore di diritto canonico nello Stu- »
dio di Padova, 655.
Ungheria (barone d' ) , 197.
» (reali d') :
»
Alessandro , fratello del re d'Ungheria v.
Alessandro granduca di Lituania.
»
»
»
Elisabetta, figlia dell' imperatore Alberto II
emadre del re d' Ungheria, 1355.
Ladislao, zio del re d' Ungheria, 1245.
Ladislao, re di Ungheria, 41, 56, 70, 75, 117,
132, 141, 153, 162, 180, 186, 192, 197,
198, 201, 202, 212, 213, 235, 236, 239,
240, 267, 269, 270, 287, 316, 317, 342,
343 , 348, 356, 357, 364, 366, 367, 373,
381 , 382, 384, 394, 398, 400, 406, 407,
408, 409, 436, 437, 453, 460, 473, 509,
512, 521, 525, 559, 566, 567, 572, 577,
586, 587, 596, 603, 617, 626, 630, 631 ,
639, 651, 669, 670, 675, 686, 701 , 702,
703, 707, 734, 742, 751, 765, 791 , 792,
793, 797, 842, 846, 851, 862, 867, 868,
882, 883, 884, 893, 908, 914, 917, 929,
930, 950, 951 , 953, 954, 956, 957, 958,
959, 964, 968, 979, 980, 981, 982, 983,
984, 985, 986, 1009, 1016, 1050, 1055,
1056, 1063, 1071, 1076, 1098, 1102, 1159,
1160, 1161, 1162, 1163, 1164, 1169, 1171,
1173, 1174, 1176, 1177, 1178, 1179, 1181,
1187, 1205, 1212, 1216, 1235, 1239, 1240,
»
هللا
Sigismondo, fratello del re d' Ungheria, 2:35,
288, 985, 1159, 1355, 1452, 1479, 1604 .
(cancelliere del re d' ) v. Bachka (de) Nicolò.
(cardinale fratello del re di) v. Federico Casimiro.
(fratello del re d' ) v. Giovanni Alberto re di
Polonia.
(procuratore del re d' ) a Roma v. Filippo.
(regina di) vedova di Mattia Corvino v Aragona (d' ) Beatrice.
(sorella del re d' ) , 1355.
(tesoriere del re d' ), 400, 929, 1102, 1177,
1453, 1622.
Unigo (da) v. Onigo (da).
Urbino (da) Bartolomeo, lettore di diritto civile nello
»
»
»
»
Studio di Padova, 656.
(castellano di) , 532.
(?) (comito di) , 868.
(duca di) v. Montefeltro (da) Guidobaldo.
(duchessa di) v. Gonzaga Elisabetta.
(vescovo di) v. Arrivabene Giampietro.
Urfè ( sig. di) Pietro II , grande scudiere di Francia, 38,
422, 374.
Uria, 660.
Usnagi (di) Andrea, già ragionato con Gian Paolo Gradenigo a Pisa, poi scrivano alla Camera
di Padova, 65, 68, 508, 836, 866.
Bernardino, mercante, prigioniero nel castello di Mar Maggiore, 334.
»
Uson Cassam v. Usunhassan.
Ussun Cassan v. Usunhassan.
Usunhassan, 130, 180, 1150, 1119.
figli di esso, 1119.
V
Vadino ...... faentino v. Vandini ( de') Vandino.
1865 INDICE DEI NOMI 1860
Vaiodinense vescovo (Domenico II , vescovo di Gran Va- Valle (da) Giovanni v. Valla Giovanni.
radino ?) , 1536.
Val (de) Bernardino, padrone di uno schierazo, 680.
Valachia (duca di) v. Stefano.
Valaresso Alvise fu Battista, proposto provveditore a
»
»
»
>
»
>>
»
Casalmaggiore, 545.
Alvise, condottiere, 272.
Fantino, provveditore a Pizzighettone, 223,
234, 241 , 463, 520, 540, 630, 671 , 706, 801 ,
865, 867, 912, 1041 .
cavaliere di esso, 630.
Francesco fu Federico, 544.
Giovanni, 380, 405.
Nicolò, camerlengo in Candia, 447.
Paolo, fu Gabriele, provveditore a Corone,
80, 182, 337, 381, 441, 445, 481 , 487, 497,
502, 503 , 518, 519, 586, 720, 726,728, 729,
803, 834, 898, 904, 906, 974, 1036, 1155,
1217, 1259, 1271 , 1278, 1340, 1390, 1414,
1447, 1501, 1524, 1553, 1582, 1585, 1641 .
sua moglie, 1553 .
Vittore, 313.
Zaccaria, 581 .
.... , capitano a cui fu tagliato il capo,
173.
Valcamonica (di) Girolamo, bergamasco, 1328.
»
(capitano di) v. Bulgaris (di) Giovanni e
Mazola Andrea.
Valcari ( di) Leonardo, capitano di fanti a Gorizia, per il
re di romani, 670.
Valdavia (voivoda di) v. Stefano.
Valentinoes (duca di) v. Borgia Cesare.
Valenza (da) Rosso, partigiano de' francesi, 176.
د
(arcivescovo di) v. Borgia Pietro Lodovico.
Valier Agostino fu Bertucci, 544, 926.
»
Angelo di Antonio, 1616.
»
Antonio fu Ottaviano, 78, 87, 201, 310, 384,
395, 531, 546, 779, 864, 895, 916, 1012, 1097,
1156, 1161, 1211, 1215, 1236, 1246, 1267,
a
Marco, contestabile in Antivari, 492, 704,
926, 1056, 1244, 1460.
Vallona (sangiacco della), 427 e v. Mustafa beg.
Val San Martino ( commissario di) , 220.
>> Trompia (di) Giacomino, contestabile a Zara, 79,
875, 1386, 1388, 1487, 1531, 1609, 1621 .
>> Tropia ( di) Giacomino v. Val Trompia (di) Giacomino.
Vandini ( de' ) Vandino, oratore di Faenza a Venezia,
739, 1011 .
Vandino di Faenza v. Vandini (de' ) Vandino.
Vano (de) Giacomo, dottore, già oratore di Pisa a Venezia, 95.
Vanzago (da) (d'Avanzago) Giacomo, conte a Pago,
1318.
Varano (da) Giulio Cesare, signor di Camerino, 288,
553, 1056, 1369, 1424, 1570.
Várda (de) Pietro, vescovo di Colocza, 288, 382.
Varda (da la) v. Guarda (da la) .
Variprali Jani , padrone di una barca a Lepanto, 183.
Varisco, prete, 175.
Vassallo (Vasalo) Andrea, capitano del consiglio dei X,
300.
» Francesco, padron di nave, 894, 1105.
Lodovico, scrivano a Lepanto, 838.
Vatica (castellano della) , 898.
Vaz Gaviao Pietro, vescovo di Guarda ( Idaña, Egitania) , 1596, 1597.
Vedova (dalla) Gaspare, secretario dei savij del consiglio, 47, 57, 227, 263, 297, 307, 346, 389, 390, 460,
552, 558, 618, 646, 647, 700, 712, 770, 872, 929,
1079, 1124, 1181, 1215, 1362, 1389, 1465, 1514.
Vendramin Andrea, 133.
» Federico di Leonardo, 634, 1080.
»
»
Giovanni fu Antonio, 925, 1297, 1577.
Leonardo fu Luca, 530, 629, 634, 1080, 1300,
1433, 1623.
Luca di Leonardo, 634, 1080.
Mola, 1000, 1548.
Giovanni Antonio , contestabile e castellano
»
1289, 1294, 1321, 1325, 1339, 1343, 1409, Venezia ( da) Giambattista, ingegnere e bombardiere a
1443, 1482, 1483, 1538.
Carlo fu Girolamo, 72, 79, 80, 125, 151, 181 , 211.
» Francesco fu Girolamo, 209, 1603, 1617.
Giovanni, padrone di nave, 696, 727. »
»
»
Marco fu Bartolomeo, da S. Apollinare, 1298.
Massimo, 654.
»
Silvestro fu Silvestro, 80, 182, 264.
»
Vincenzo fu Pietro, già provveditore di stratioti ,
1293, 1553.
"
»
Vincenzo, provveditore a Cittadella, 39, 58, 125,
263.
"
Valla Giorgio, lettore di umanità a Venezia, 90, 136,
"
178, 249, 353, 429.
Giovanni, oratore del duca di Ferrara in Francia,
186, 187, 196, 228, 235, 249, 255, 352, 422,
459, 533, 543, 556, 565, 592, 603, 609, 627,
645.
2.
dello scoglio di Napoli di Romania, 1152.
Jacomazo, condottiere al servizio della Republica, 7, 9.
Nicola Cola) di Jacomazo, contestabile a Napoli
di Romania, 7, 549.
Sebastiano, contestabile a Cattaro, 418, 531,
637, 639, 758, 835, 836, 1186, 1239, 1456.
maestro Stefano, priore degli eremitani in San
Stefano, 473.
(console di) a Messina, 1390.
( inviato di) a Costantinopoli v. Manenti Alvise.
(oratori di) in Francia v. Foscari Francesco,
Giustinian Benedetto, Michiel Nicolo e Trevisan Benedetto.
secretario di Benedetto Tre visan , 296
1867 INDICE DEI ΝΟΜΙ 1868
Venezia (oratore di) a Massimiliano v. Donato Girolamo
e Loredan Antonio.
»
(oratori di) a Milano, 8, 18, 23, 24, 28, 41 ,
44, 48 e v. Lippomano Marco e Zorzi Girolamo.
»
(oratori di) a Napoli v. Badoer Giovanni e Morosini Francesco.
»
(oratore di) in Portogallo, 1637.
»
(oratore di) a Roma v. Cappello Paolo.
»
»
»
(oratore di ) in Spagna, 401, 580, 584 e v. Pisani Domenico.
(oratori di) in Ungheria v. Giustinian Sebastiano, Pisani Giorgio e Soranzo Vittore.
(patriarca di ) v. Donato Tomaso.
(principe, doge, di) v. Barbarigo Agostino.
(secretario di) a Massimiliano, 339 e v. Beaclani Marco.
Venier, famiglia, 61 .
-sua moglie (di casa Corner), 1074, 1397,
1525.
Venter Giacomo fu Bernardo, capitano delle galere
grosse, 104, 154, 206, 211, 254, 274, 305,
319, 349, 394, 396, 404, 417, 423, 441, 444,
445, 480, 488, 498, 499, 500, 501, 550, 554,
558, 583, 584, 561, 562, 563, 599, 600, 609,
»
»
604, 605, 611 , 613, 614, 615, 618, 622, 623,
640, 641, 650, 668, 696, 720, 723, 726, 775,
811, 814, 815, 892, 905, 947, 990, 993, 1020,
1022, 1069, 1082, 1103, 1108, 1128, 1140,
1141 , 1143, 1193, 1261, 1272, 1274, 1275,
1276, 1277, 1341, 1390, 1392, 1398, 1399,
1402, 1409, 1489, 1500, 1506, 1527, 1541,
1546, 1553, 1593, 1643.
Giacomo, da Santa Lucia, 745, 757.
Gian Francesco fu Mosè, già governatore in armata, 16, 64, 107, 135, 210, 553, 736, 741 ,
796, 1411, 1603, 1618.
Gian Francesco, già in Ghiaradadda, 380.
Giovanni fu Andrea, 98, 925.
»
(secretario di) a Milano. v. Guidotto Vincenzo.
(secretario di) in Ungheria v. Zueca (dalla)
Francesco.
»
»
» Alvise fu Francesco, capo del Consiglio dei Dieci , 43, 53, 73, 87, 104, 134, 280, 323, 325,
415, 439, 708, 853, 854, 858, 895, 975, 985,
1012.
»
»
Giovanni fu Francesco, proposto giudice, 1493.
Giovanni fu Francesco, castellano alla Cefalonia, 1388.
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Alvise di Giovanni, 925.
Alvise, da Santa Lucia, podestà e capitano a
Ravenna, e poi provveditore a Corfù, 255, 261 ,
569, 578, 579, 585, 649, 741, 745, 757, 762,
786, 794, 800, 803, 806, 808, 809, 836, 848,
852, 855, 860, 872, 1055, 1107, 1129, 1131,
1144, 1194, 1195, 1196, 1218, 1224, 1258,
1264, 1268, 1270, 1277, 1346, 1347, 1397,
1502, 1521, 1541 , 1542, 1544, 1546, 1548,
1558, 1592.
Alvise, appaltatore di dazi, 754.
Alvise, esattore a Vicenza, 1212, 1401 .
Andrea fu Leone, luogotenente a Cipro, 263,
282, 302, 334, 462, 464, 554, 779, 780, 922,
1052, 1120.
Antonio di Marino, savio agli ordini, 170, 179,
197, 258, 267, 311 , 312, 345, 367, 383, 391 ,
407, 414, 439, 536, 551, 557, 573, 581, 587,
630, 646,673, 756, 759, 760, 783, 784, 786,
849, 1629.
Antonio, camerlengo a Cattaro, 1504.
Bernardodi Giacomo, 133, 329.
Domenico, oratore di Candia a Venezia, 479,
922, 923, 1148, 1150, 1225, 1226, 1295.
Francesco fu Alvise, conte a Zara, 525, 538,
606, 697, 703, 778, 780, 865, 914, 934, 1016,
1033, 1034, 1059, 1161, 1162, 1164, 1173,
1386, 1618.
Francesco, già rettore a Napoli diRomania, 995.
Gabriele, castellano di Corone, 79, 256, 502,
519, 531 , 692, 725, 727, 728,763, 811, 833,
896, 904, 935, 1074, 1223, 1997, 1458.
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
»
Giovanni, nobile di galera, 1339.
Girolamo, 617.
Lauro fu Marco, provveditore a Castelleone, 142,
536, 544, 1250, 1122.
Lorenzo, capitano di Padova, 495, 720, 726, 729,
1006.
Marco, il grande, fu Antonio, proposto provveditore a Pizzighettone, 1298.
Marco, da Santa Lucia, 757, 803.
Marco, eletto savio a tansar, 411.
Marino fu Alvise, 87, 98, 106, 253, 274, 313,
395, 396, 854.
Mosè ſu Mosè, 1298.
Pellegrino, governatore di Polignano, 252, 332,
1554.
Pietro, 388, 389.
Renier, 21 , 143.
Sante di Giovanni, 123, 160, 264, 329, 925.
Ventimiglia (vescovo di) v. Fregoso Alessandro.
Vento Girolamo, dimorante a Norimberga, 1381 .
Venturin Giovanni Antonio, di Crema, 1408.
Venturino, ingegnere, 188, 1517.
Venzo (da) Galeotto v. Benzo Galeotto.
Vera Giovanni, vescovo e cardinale di Salerno, legato
del papa in Francia, 857, 892, 893, 908, 909, 953,
954, 955, 959, 977, 1007, 1008, 1013, 1028, 1031 ,
1048, 1063, 1064, 1082, 1098, 1114, 1130, 1136,
1166, 1178, 1200, 1228, 1235, 1257, 1323, 1601.
Vercellese Giovanni, padovano, 656.
» Lelio, uno degli oratori di Padova a Venezia,
1314.
Vercelli ( vescovo di) v. Ferrero Giovanni Stefano.
Verdello Antonio, di Crema, 1408.
1869 INDICE DEI NOMI 1870
Verdello Francesco, dottore, di Crema, 1408.
Vergì ( mons. di) v. Vergy ( de) Guglielmo.
Vergiè ( mons. di) v. Vergy (de) Guglielmo.
Vergy ( de) Guglielmo, signore di Champlitte (Camplice) , maresciallo di Borgogna, 187, 347, 643, 666,
675, 676, 678, 714, 933, 1238.
Verità ( di) Verità, 470.
figlio di esso, 470.
Verme (dal) , fazione (vermenexi), 163, 176, 805, 857,
»
»
864.
conte Gian Pietro, 348.
conte Pietro, 164, 194.
Verona (da) Giovanni, 655.
»
»
»
»
»
(da) Hironimo v. Torre (dalla) Girolamo.
(di ) Sebastiano v. Venezia ( da) Sebastiano, contestabile.
(camerlengo di ) , 1382.
(oratori di) a Venezia v. Bra' (di) Ognibene,
Lanfranco (Lanfranchini) Cristoforo, Malaspina Leonardo, Nogarola Galeotto, Pellegrini
Andrea, Pompei Bartolameo e Spolverin Giacomo.
(rettori di) , 110, 139, 218, 234, 243, 250, 257,
274, 420, 426, 453, 456, 461, 482, 510, 513,
520, 529, 546, 607, 610, 638, 652, 673, 682,
701, 784, 820, 822, 1061 , 1081 , 1101, 1150,
1151 , 1330, 1374, 1383, 1412, 1477, 1490,
1496, 1505, 1531, 1634, e v. Corner Giorgio,
Pesaro Girolamo e Zorzi Girolamo.
Verzelese Lelio v. Vercellese Lelio.
Verzo Cristoforo, corriere di Paolo Cappello, orator ve-
»
neto a Roma, 469.
Pietro, corriere, venuto di Portogallo, 1592, 1597.
Veseia (da) (da Bisceglia ?) fra' Giovanni, dell'ordine
dei predicatori, 841 .
Vesiga Giovanni, corriere, 701 .
Vesprimiense ( vescovo) v. Frangipani Giorgio.
Vespucci Guido Antonio, eletto oratore dei fiorentini a
Venezia, 420, 430, 698.
Vethialati Michali, corfiotto, 336.
VianelloGirolamo, 14.
Vjaro Andrea, rettore a Malvasia, 839.
»
»
Giorgio, 80, 182, 854, 1444.
figlio di esso, 1444.
Maffio fu Giorgio, 1577.
Tomaso, 854.
Vicenza (da) Antonio, contestabile ad Egina (Legena),
ها
»
»
1019.
(da) Giacomo, abate di S. Nicolò del Lido,
1041.
(da) Urbano, caporale di Barone da Legnago,
1023.
(oratori di) a Venezia v. Chiericati Nicolò,
Pajello Bartolomeo, Schio ( da) Girolamo,
Trento Giacomo.
(rettori di ) , 505, 617, 830, 1019, 1265, 1316,
1327, 1329, 1386, 1389, 1400, 1463, 1470,
1486, 1493, 1531, 1534, 1567, 1605, e v.
Bragadin Giovanni, Contarini Domenico ed
Emo Alvise.
Viclapopulo Andrea, da Retimo, 1541 .
Vida Giorgio, contestabile al servizio della Republica,
869, 959, 980, 1208, 1211, 1213, 1238, 1251 .
Vidal Nicolò, ammiraglio dell ' arsenale di Venezia, 829.
Vido Giovanni, 1316.
Vielmi (di) Gian Battista, notaio dei savi agli ordini,
57, 332, 1002.
Vieria (?) ( signore di) , 1150.
Vigna (da) Alvise, famigliare del cardinale Recanati,
790.
Vignon (da) (d'Avignon) Giacomo, contestabile a Famagosta, 1119.
Vilan Pietro, padron di galera, 381 .
Villamarin , capitano di mare, 635, 945, 946, 1542.
Villeneuve (de) Luigi, detto mons. di Trans, oratore
del re di Francia a Roma, 542, 651, 671, 683, 685,
708, 714, 749, 781 , 801 , 802, 807, 821, 841, 847,
884, 887, 892, 909, 942, 953, 954, 977, 986, 1028,
1029, 1063, 1064, 1098, 1114, 1130, 1131, 1166,
1200, 1227 , 1247, 1256, 1293, 1295, 1304, 1305,
1306, 1313 , 1319, 1355, 1356, 1371, 1425, 1441 ,
1449, 1467, 1473, 1474, 1476, 1484, 1511 , 1512,
1518, 1565, 1572, 1575, 1599, 1600, 1631 .
Vilmerchà, Vilmerchato v. Vimercati.
Vimercati Agostino, 221.
»
»
»
»
Corradino, uno degli oratori di Milano al re
di Francia, 555.
Gian Pietro, 1408.
Lodovico, 141 .
Ottaviano, 229.
Vinciguerra ( Vincivera) Antonio, secretario della Signoria, 57.
Vincula ( cardinale S. Pietro in) v. Rovere (dalla) Giuliano.
Vintimia v. Ventimiglia.
Visconti ( famiglia), 37, 85, 250, 261, 301, 322.
»
»
»
»
"
»
»
»
Alessandro , abate commendatario della SS.
Trinità di Capo di Lago e protonotario apostolico, figlio di Giovanni Maria, 242, 243,
609.
Alfonso, 1332.
Antonia di Nicola Maurizi da Tolentino, conte
della Scacciola, moglie di Galeazzo Visconti , 32.
Antonio, cavaliere, uno degli oratori milanesi
mandati incontro ai francesi , 221 , 1332.
Bianca, moglie di Francesco Sforza, 361.
Ermes di Battista, 517.
Filippo, 529.
Filippo Maria, duca di Milano, 126, 1382, 1401 .
Francesco, 230, 234, 245.
Francesco Bernardino, 25, 88, 93, 98, 110, 157,
199, 205, 219, 221, 233, 234, 238, 241, 245,
250, 257, 261 , 293, 306, 310, 323, 347, 381 ,
1871 INDICE DEI NOMI 1872
383, 385, 425, 431, 451, 465, 472, 476, 525,
569, 592, 637, 643, 646, 744, 754, 765, 766,
830, 862, 1338, 1372, 1373, 1451, 1516,
1529, 1601 , 1607.
cancelliere di esso, 862.
figli di esso , 1338, 1372.
messo (Chareto) a Venezia, 381 , 1601 .
moglie di esso v. Maddalena Visconti.
secretario di esso a Caravaggio, 226.
Visconti Galeazzo, 43, 90, 318, 507, 515, 529, 632, 665,
914, 1332.
» Gaspare, cavaliere, 221 , 248.
»
»
Gian Francesco, 248.
Gian Galeazzo, 457.
»
Vitturi Renier fu Pietro, 339, 660, 681, 865, 920, 1140,
»
1258, 1544, 1585, 1642.
Vitale, 1136.
Viviam (di) Andrea, padron di nave, 318, 1503, 1545,
1607.
Vizamano v. Pizzamano.
Vizano Estor v. Vizzano Estorre.
»
(de) (de' Vizzani ? da Vizzano?) Malichio (Melchiorre?), bolognese, secretario del cardinale
Zeno, 1244.
Vizzano Estorre, castellano di Castelnuovo, 1049, 1050.
Vlatico ( duca) v. Cosazza Vladislao.
Volpe (dalla) Giambattista, proto dell' arsenale, 829 .
Volta ( dalla) Toderino, contestabile, 695, 700.
Giovanni Battista, cavaliere, 32, 221, 248, 279, Volterra ( vescovo di) v. Soderini Francesco.
282, 294, 609, 807. Volzementi , famiglia di Modone, 1133.
»
»
moglie di esso v. Pusterla Giovanna.
Giovanni Girolamo, già oratore di Lodovico il
Moro in Spagna, 243, 272, 801 , 803.
Helena recte Maddalena v. Visconti Maddallena.
Volzimonte Giorgio, veneziano, capo di provvisionati ,
1339.
Vrana (castellano a) v. Sagredo Alvise.
»
(priore di), 357, 1016.
» (provveditore a) v. Manolesso Giacomo.
»
W, Xe Z
monsignor Leonardo, abate di San Celso, 93, Vuchich, conte in Craina, 26.
177, 234, 241, 245, 609.
» Maddalena v. Pallavicino Maddalena.
» Pietro Antonio, 506.
» Scaramuccia, 609, 1451.
»
Visconte, 262.
" Alvise, uomo di bassa conditione, 1296.
Visentin Giacomo, padron di nave, 561, 722, 815.
Vitelli, famiglia e parte, 912.
»
»
messo di Vitelli in Francia, 699.
Worms ( vescovo di) v. Dalberg (di) Giovanni.
Xarco, conte v. Drassevich conte Xarco.
Xodatilo Manoli, candiotto, padron di nave, 480, 722,
815, 1262, 1460.
Zabalat v. Dgianbalath.
Zacho ( re) v. Lusignano (di) Giacomo II .
Zaffa Ruggiero, di Napoli di Romania, 995.
Paolo, capitano dei fiorentini, 18, 26, 95, 99, Zalamida Nicolò, di Lepanto, padron di barca, 964.
132, 369, 845.
Vitellozzo, fratello di Paolo, condottiere al ser- vizio del Valentino, 95, 99, 132, 341, 406,
463, 532, 535, 671, 699, 711 , 713, 749, 940,
965, 966, 1014, 1049, 1050, 1066, 1078, 1100,
1124, 1269, 1302, 1319, 1383, 1407, 1430,
1441, 1464, 1467, 1484, 1516, 1530, 1533.
Vitellio, 393.
Viterbo ( da) Antonazo, contestabile al servizio della Republica, 31.
Vitturi , famiglia, 1385.
»
*
»
"
*
»
Alvise fu Benedetto, 339, 532, 550, 557, 558,
815 , 1069, 1176, 1341, 1488, 1643.
Antonio, podestà e capitano a Cividale di Belluno, 197, 454, 511, 536, 580, 1094, 1498.
Bartolomeo fu Matteo, 8, 21, 73, 87, 439, 566,
595, 699, 778, 806, 895, 1361, 1386, 1406,
1413, 1431, 1432.
Benedetto di Alvise fu Benedetto, 170.
Benedetto fu Benedetto, 1630.
Benedetto fu Giovanni, 120, 122, 142, 209, 416,
544, 705, 1298, 1610.
Giovanni fu Daniele, 329, 331, 772.
Giovanni ( Zam) , ottimo disegnatore di galere,
140.
Zaleti Dimitri , da Corfù, padron di grippo, 1347 .
Zambelat v. Dgianbalath.
Zambelli Bartolomeo, da Bergamo, cogitore a Brescia,
707.
Zambon Marco Antonio, secretario veneto a Rimini,
533, 578, 585, 588, 591, 609, 617, 634, 636, 650,
653, 670, 697, 711, 713, 749, 759, 777, 782, 786,
802, 822, 823,828, 831, 860, 892, 960.
Zampeschi Meleagro, da Forlì, condottiere, 9.
Zancaruol Giuliano, di Candia, 1094.
Zanchani v. Zantani.
Zanco Michele, contestabile a Cattaro, 380, 397.
Zane Albano, podestà di S. Lorenzo del Paisanatico, 785.
» Andrea, 1560.
»
»
»
د
Bernardo, protonotario, figlio di Alvise, 847, 1408.
Bernardo fu Girolamo, 536, 544, 545, 705.
Francesco fu Bernardo, armatore di una galera
per Beirut, 159, 222, 330, 340, 350, 1088.
Francesco, capo di XL, 702, 747, 770.
Francesco, padron di nave, 477, 680.
» Marino, 1115.
» Paolo, vescovo di Brescia, 239, 254, 401.
Zani , famiglia, 1554.
» (degli) Ulpiano (de Zannis Vulpianus), da Bologna, podestà di Lucca, 484.
1873 INDICE DEI NOMI 1874
Zanetto v. Giovanni.
Zantani ( famiglia) , 786, 796.
»
»
»
»
Andrea, provveditore a Gradisca, 7, 8, 9, 10,
14, 19, 20, 22, 35, 36, 40, 43, 49, 52, 60,
69, 73, 74, 75, 76, 77.
Andrea, 581, 685.
Antonio fu Marco , capitano a Modone, 30,
230, 445, 518, 602, 622, 721, 732, 786 , 804,
854, 905, 1216, 1444. 1625.
figli di esso, 1444, 1625.
Giovanni fu Marco, 804, 1006, 1040, 1079,
1444, 1616, 1617, 1618, 1629.
moglie e figli di esso, 1629 .
» Girolamo fu Leonardo, 544.
»
Marco fu Antonio, 854, 1406.
»
Matteo fu Antonio, 1510.
» Pietro, 57.
»
Sebastiano, 854.
Zante (provveditor al) v. Marcello Nicold.
Zapareto Battista, capo di provvisionati , 441.
Zapata Martino, vescovo di Sessa, governatore di Forlì ,
ecommissario generale di Porto Cesenatico, 1050,
1433, 1435.
Zapato M. v. Zapata Martino.
Zappater (mons. ) v. Zapata Martino.
Zara (da) Luca v. Zugli Luca.
Zeno Luca fu Marco, capitano a Padova, e poi savio del
Consiglio, 37, 164, 178, 197, 225, 263, 267, 274,
286, 303, 305, 307, 311, 319, 362, 371 , 380,
387, 395, 396, 407, 411 , 421 , 438, 467, 532,
577, 592, 661, 747, 757, 770, 806, 837, 838,
931 , 964, 978, 1004, 1011, 1040, 1358, 1368.
»
»
»
»
»
Marco fu Pietro, 152, 206, 208, 1402, 1411 .
Pietro fu Catterino, 828.
Pietro fu Francesco, 537.
Sebastiano, capitano e provveditore a Legnago,
831, 1366.
Sebastiano, signore di notte, 100.
Silvestro fu Pietro, 474.
Simone fu Pietro, 1298, 1437.
Tomaso, capitano delle galere grosse 36, 39, 40,
54, 60, 64, 79, 80, 81 , 82, 105. 114, 122, 125,
127, 151 , 153, 156, 179, 188, 205, 211, 218,
554, 696, 1602, 1617.
Zenoa Girolamo, capitano del Consiglio di X, 9, 1247.
Zenori (Ginori?) Bazo Baccio) , florentino, 325.
Zenovescha Giovanni, padrone di nave, 738.
Zenta (Zencha) (vassallo di ) , 1505.
Zentil Paolo Battista v. Gentile Paolo Battista.
Pietro v. Gentile Pietro.
Zerbo Gabriele, lettore di medicina teorica nello Studio
di Padova, 654.
»
(da) Matteo, contestabile al servizio della Repu- Zernovich v. Cernovich.
blica, 758. Zicom (mons. de) , 933.
»
Zimalarca Marco, da Veglia, padron di fusta, 13:30,
1559, 1621 .
»
»
»
»
(da) Michele, contestabile a Napoli di Romania, Zilebi (Zilebim) , figlio di Bajazette 11 , 549, 559, 560, 1119.
1071 .
(arcivescovo di) v. Robobella Giovanni.
(camerlengo di) , 1161 , 1307.
(oratori di ) a Venezia v. Galelis (de) Francesco e
Zedolin ( di ) Cresole.
(rettori di) , 158, 202, 243, 279, 285, 348, 370,
413, 459, 535, 539, 556 , 575, 606, 781 , 792,
886, 966, 976, 977, 1062, 1160, 1291, 1292,
1293, 1351 , 1352, 1362, 1363, 1375, 1376,
1386, 1388, 1454, 1486, 1487, 1490, 1496,
1497, 1512, 1528, 1564, 1573, 1613, 1614,
1633, e v. Contarini Francesco, Molin Giacomo, Sagredo Pietro e Venier Francesco.
Zari Giovanni, 667.
Zaussi , governatore dell'esercito turco, 184.
Zech (di) Tomaso, 406.
Zedolin (di) Cresole, oratore di Zara a Venezia, 1352.
Zelapin v. Zilebi.
Zenaro Antonio v. Gennaro Antonio.
» Francesco v. Zennaro Francesco.
Zennaro Francesco, secretario del Senato, 57, 332.
Zeno Baccalario, 208, 410, 573.
»
»
»
Carlo, 80.
Francesco, 616, 723, 921 , 1225.
Giambattista, cardinale del titolo di Santa Maria
in Porticu, 255, 462, 843, 845, 930, 1002, 1085,
1211 , 1220, 1244, 1254, 1269, 1287, 1292, 1205,
1380.
I Diarii di M. SANUTO. Тон, III.
Zingaro (il) , 1329.
Zinquecento (500) v. Kansou Kamsmieh.
Zio Alvise, scrivano all'armamento, poi soramasser di
Benedetto Pesaro, 574, 580, 585, 587, 649, 813,
1021 , 1022, 1035, 1071 , 1128, 1224, 1995, 1500,
1541.
>> Benedetto, gastaldo delle monache alle Vergini, 706.
Zipico v. Cippico.
Zircovich Giacomo, prete, figlio del sopracomito di
Curzola, 284.
Zola (Hohenzollern?) (conte di) , 286.
Zon Daniele, 864.
Zonchia Pietro, 528.
Zonchio ( castellano e provveditore al ) v. Cor.tarini Carlo
e Loredan Marco.
Zordam v. Giordano Giorgio.
Zorzi Alvise fu Francesco, 80, 124, 125, 182, 200, 264.
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»
"
Alvise, il grande, tu Lorenzo, dai Servi, proposto
provveditore generale in Dalınazia e provveditore a Sebenico, 1402, 1411 .
Alvise fu Paolo, 1493.
Alvise, capitano delle galere d'Alessandria , 684,
952, 1035, 1187, 1188, 1400, 1446.
Alvise, castellano di Napoli di Romania, 140, 995,
1153.
Alvise, della Quarantia, 152.
118
1875 INDICE DEI NOMI 1876
Zorzi Andrea fu Paolo, podesta e provveditore a Martinengo, 1316, 1486.
>>
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1)
১১
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Costantino fu Andrea, da S. Marcuola ( Ermagora
e Fortunato , 885, 1404, 1458, 1608, 1638.
Domenico fu Francesco, uno dei capi dei creditori
del banco nuovo dei Garzoni, 151 .
128, 1209, 1300, 1314, 1322, 1323, 1332, 1334,
1355, 1356, 1369, 1370, 1371, 1389, 1409, 1423,
1424, 1427, 1436, 1438, 1439, 1461, 1462, 1472,
1473, 1476, 1484, 1511, 1512, 1517, 1518, 1564,
1565, 1575, 1591, 1598, 1599, 1600, 1601, 1605,
1606, 1631 , 1632.
Domenico, capit. sulle galere d'Alessandria, 952. Zorzi Nicolò, 122.
Domenico, giudice, 322, 429, 467, 1112, 1452,
1493.
Fantino fu Antonio, capitano a Corone, 79, 256,
502, 519, 531, 692, 725, 727, 728, 763, 811 ,
833, 935, 984, 985, 1505.
Francesco di Antonio, avvocato grande, 849 .
Francesco di Girolamo, auditor nuovo, 372, 1153,
1170, 1186, 1216, 1630.
fra' Francesco, 215.
Giacomo, 78.
Giorgio fu Andrea, da San Marcuola, 142, 209,
1458.
Girolamo fu Andrea, da S. Marcuola, proposto pagatore in campo, eletto poi sopracomito, 118,
398, 1353.
Girolamo fu Andrea, mercadante a Ragusi, 788, 885, 919, 1055, 1059, 1060, 1266, 1304, 1314,
1376, 1404, 1405, 1458, 1556, 1557, 1558,
1589, 1607, 1638 .
»
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»
»
Nicold, consigliere a Corfu, 417, 504, 598, 641,
668, 695, 730, 795, 812, 1107, 1194.
Vinciguerra, 396, 966.
(di) Francesco, patron di grippo, 1001 .
(Giorgio) , boemo, inviato dal re d' Ungheria in
Francia, 890, 1111, 1245, 1267.
(abate di San) v. Giorgio (abate di San) . Zorzino (de) Antonio, eletto sopracomito di Veglia, 1609,
1633.
Zorzo Prevosto, della compagnia del conte di Musocco,
1332. Zuam (Zuan, Zan) Belat (Beluto) v. Dgianbalatı.
Zuan v. Giovanni.
» Maria v. Giovanni Maria.
» Piero, v. Giampietro.
» Tomaso v. Gian Tomaso.
Zuanne, despota di Rasia (Rossia) v. Ivan III Vassilievitch.
» (di) Vittore v. Giovanni (di) Vittore.
(di) Alvise v. Giovanni (di) Alvise. fratelli di esso, 1055, 1059. Girolamo, capo del consiglio dei Dieci , e savio del | Zuccarin Alvise, 887, 1062, 1376, 1386.
Consiglio, 8, 21, 49, 246, 388. Girolamo, podestà a Verona, poi oratore a Milano,
10, 138, 214, 216, 227, 258, 270, 274, 275,
309, 311 , 314, 317, 323, 324, 325, 327, 331,
338, 340, 344, 346, 347, 348, 350, 352, 364,
365, 368, 369, 372, 374, 377, 381 , 385, 386,
391, 408, 470, 479, 585, 681 , 820, 906, 1137, 1145, 1180, 1186, 1209, 1330, 1383, 1470, 1580.
figlio di esso, 227, 274.
Luca fu Francesco, 169.
Marco fu Bertuccio ( Lorenzo ?, oratore al re di
Francia in Milano, savio di terraferma, 24, 29,
44, 48, 53, 55, 62, 73, 100, 122, 132, 188,
197, 303, 307, 311, 367, 368, 371, 401 , 416,
483, 837, 854, 1156, 1174, 1180, 1247, 1284,
1411, 1478, 1491, 1530, 1553.
Marco fu Bertuccio, già capitano a Bergamo, proposto podestà a Cremona, 778.
Zucco Benedetto, contestabile a Gradisca, 830, 882, 869.
Zucuol Daniele, dottore, avvocato a Venezia, 74, 76,
144, 145, 148, 416.
Zueca ( Giudecca) (dalla) Francesco, secretario veneto
in Ungheria, 28, 56, 57, 70, 75, 117, 132, 141, 197, 213, 235, 357, 581 , 702, 793, 985, 986, 1009, 1054,
1055, 1063.
Zugli Luca e famiglia di esso, 1480, 1497.
Zugno (di) Pietro, contestabile a Famagosta, 1119.
Zupan Domenico, nobile di Antivari, capo di stratioti,
1422.
Zurlo, famiglia, 1349.
Salvatore, messo di monsignor di Ligni a Venezia, 246, 256, 259, 312.
Zusto Gian Giacomo, secretario del Senato, 1001 .
Zustignan, famiglia v. Giustinian.
ADDENDA
Marino, oratore di Venezia a Roma, 21 , 75, 84,
312, 371, 372, 587, 607, 672, 684, 712, 713,
749, 780, 781, 788, 789, 793, 801, 820, 821,
841, 846, 848, 850, 855, 856, 857, 878, 879,
884, 892, 909, 939, 953, 954, 955, 959, 977,
1007, 1008, 1009, 1028, 1029, 1048, 1063, 1082, sore di Kaitbai, 687, 738, 739.
1086, 1098, 1113, 1114, 1130, 1135, 1145, 1166,
Lorenzo (duca) v. Ujlak (duca di) Lorenzo.
Minio . 1167, 1178, 1184, 1200, 1201, 1208, 1210, 1227,
.. , esattore ai governatori, 130.
1228, 1235, 1246, 1247, 1248, 1256, 1257, 1278, Olmütz ( ? , 1604, 1612.
Aragona (d' ) Isabella ( col . 1723 lin. 5) leggi : Giovanna.
Gaspare v. Vedova (dalla) Gaspare.
Jaicza ( Jayza) ( bano di) ( col. 1792 lin. 1) v. TurachJovan.
Kaitbai, soldano d' Egitto, 673, 674.
Kansou Kamsmieh , soldano d'Egitto, secondo succesFINE DEL VOLUME TERZO.
Finito di stampare in Bologna presso la
Libreria Editrice Forni nell'Aprile 1969
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LosAngeles
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2025年3月7日